Nuovo raschietto con lama in acciaio larghezza 75 mm. con manico in polipropilene colorato, per il settore
Disponibile in 5 diverse colorazioni per la divisione dei reparti (azzurro, verde, rosso, bianco e giallo), aiutando in questo modo il mantenimento del sistema HACCP.
Prodotto autoclavabile a 120°.
92U
in Acciaio multiuso Più Colore www.aricasa.com P ofessional Hy g ene Brushw a r HYGIENE PRODUCTS ARISTON Cleaning Solutions s.r.l. Via delle Querce, 16 Z.I. Fenilrosso - 46019 Viadana (MN) - Italy tel. +39 0375 780798 - fax +39 0375 780799 - info@aricasa.com ANNO 28 n. 9 novembre - dicembre 2019 ISSN: 2612-4068 www.dimensionepulito.it TOSSINFEZIONI Le patologie alimentari emergenti RICERCA L’acido ipocloroso per la sanificazione alimentare CONTROLLO DI PROCESSO La gestione del rischio allergeni PEST CONTROL Dalle criticità al progetto nella filiera alimentare UN PERCORSO FORMATIVO PER L'IGIENE E LA SICUREZZA SPECIALE IGIENE
II DIMENSIONE PULITO | 09/2019
R e a l i z z a t i g r a z i e a l l ‘ e s p e r i e n
a
g
i l
“ “ D E S I G N F O R C L E
G www.falpi.com info@falpi.com @ @FALPIcleaning Falpi
I N O X S P E C I A L I S T T R O L L E Y S
z
d e
l i u t
i z z a t o r i
A N I N
Speciale Igiene Alimentare / Sommario
IN COPERTINA
“Aricasa Hygiene” Products è la gamma che ARISTON, forte della sua esperienza di produttore da oltre 70 anni nel settore della pulizia della casa, propone per soddisfare gli esigenti requisiti richiesti nell’igiene alimentare e professionale. ARISTON utilizza per la propria produzione sofisticati impianti elettronici che consentono un controllo costante sulla qualità del prodotto nelle varie fasi della lavorazione. I prodotti della linea “Aricasa Hygiene”, realizzati in conformità alle ristrette norme definite dalla F.E.I.B.P. (Federazione Europea dell’Industria delle Spazzole e Pennelli), soddisfano i requisiti delle norme internazionali.
INTOSSICAZIONI VIII
Mal di sushi: nuova patologia alimentare? Gabriella Rondinini SANIFICAZIONE XII Microbi e alimenti Chiara Dassi INNOVAZIONE XVI Acido ipocloroso e igiene alimentare Elena Tamburini e Sergio Gullini
DIRITTO ALIMENTARE
XXX
PEST CONTROL
Dalle
RUBRICHE
Botulismo alimentare: prevenzione delle intossicazioni
Chiara Scelsi
XXIV
09/2019 | DIMENSIONE PULITO III
S VIII XX XLIV XXX
SICUREZZA XX
XLII
XLIV
IV
XXXIV
GESTIONE DEL RISCHIO XXXVIII Eventi
Attenzione agli allergeni Eleonora Bonvissuto
Controlli ufficiali: cambiamenti e aggiornamenti? Chiara Marinuzzi
Topi
in riseria Chiara Dassi
criticità al progetto nella filiera alimentare Chiara Dassi
News
Vetrina
Speciale igiene alimentare
Sicurezza alimentare
L’Europa vuole creare una piattaforma per la ricerca e l’innovazione. “Supportare la sicurezza alimentare del futuro” è il titolo di un nuovo bando pubblicato dalla Commissione europea nell’ambito del programma di ricerca Horizon 2020 per sviluppare una piattaforma per la ricerca e l’innovazione che faciliti la collaborazione e il coordinamento degli attori del mondo della sicurezza alimentare: le agenzie nazionali e comunitarie, i servizi competenti della Commissione europea, i legislatori, i ricercatori e la società civile. Tra gli obiettivi del progetto: Mappare lo stato dell’arte della ricerca e dell’innovazione nella sicurezza alimentare nei diversi stati membri e nazioni associate.
Rafforzare le potenzialità della ricerca e dell’innovazione negli standard europei della sicurezza alimentare.
Nuovi disciplinari per il prosciutto
La proposta dei nuovi disciplinari, firmati dai consorzi del prosciutto di Parma e di San Daniele e inviati per l’approvazione al ministero delle Politiche agricole aprono ai maiali a crescita rapida sino ad ora esclusi. Nei nuovi disciplinari e nel nuovo piano di controllo del Prosciutto di San Daniele ci sono diversi aspetti che garantiscono una maggiore tracciabilità della filiera attraverso una documentazione specifica, tuttavia c’è un punto che modifica in modo sostanziale le regole precedenti. Secondo il nuovo testo si potranno allevare animali che dopo nove mesi raggiungono il peso record di 205-207 kg. Finora 176 kg erano considerati la media del limite massimo per partite di suini omogenei inviati al macello. È vero che anche adesso ci sono maiali di oltre 200 kg, mescolati con animali di 140 kg per mantenere il peso medio entro il limite massimo, ma si dovrebbe trattare di eccezioni. Superare dopo 9 mesi i 200 kg è possibile solo utilizzando animali che crescono in fretta, ricavando un tipo di carne diversa, caratterizzata da meno grasso di copertura e maggiore umidità.
Scambiare conoscenze e dati tra la comunità scientifica e i decisori politici.
Migliorare la coerenza e ridurre la sovrapposizione tra stati e Unione Europea nei finanziamenti della ricerca in sicurezza alimentare.
Il termine ultimo per la presentazione delle domande alla Commissione europea è il 22 gennaio 2020.
Più verdure in mensa
Da uno studio condotto nel campus universitario di Cambridge (Boston) da nutrizionisti ed esperti di salute pubblica, emerge come aumentare la disponibilità di piatti vegetariani a scapito di quelli di carne induce chi mangia in mensa a dare più spazio ai primi, senza che questo abbia effetti negativi sulle vendite. Secondo i ricercatori far crescere la presenza di pietanze vegetariane o vegane fa crollare il consumo di carne tra il 41 e il 79%, soprattutto tra le persone che consumavano maggiori quantitativi di carne o pesce. Gli autori hanno coinvolto tre caffetterie dove gli studenti possono mangiare a pranzo e a cena. Due hanno semplicemente raddoppiato il numero medio di offerte vegetariane (dal 25% al 50% dei piatti). Nella terza, invece, è stato condotto un altro esperimento: il menu del pranzo alternava due settimane con una sola opzione a base vegetale ad altre due raddoppiando i piatti vegetariani. In particolare, al raddoppio dell’offerta di piatti vegetariani è corrisposto un aumento delle vendite del 14,9 e 14,5% nei primi due ristoranti , e del 7,8% nel terzo. Si tratta di un incremento del consumo di pasti vegetali rispettivamente del 61,8, 78,8% e del 40,8%. Le vendite complessive non hanno risentito di queste variazioni. Inoltre, lo studio ha evidenziato come grazie alla riduzione dell’offerta di carne di agnello e manzo (le peggiori, dal punto di vista dell’impronta ambientale), il quantitativo di emissioni per chilogrammo di cibo è stata abbattuto del 33% e quello di terreno consumato (sempre per chilo) è calato del 28%.
IV DIMENSIONE PULITO | 09/2019 News S
SCHIUMA DECARBONIZZANTE PER FORNI E GRIGLIE ITIGRILL MOUSSE Detergente schiumogeno che rimuove efficacemente grassi ed oli carbonizzati da forni, griglie, piastre e girarrosti. ITIDET Srl Terza Zona Artigianale - Loc. Colonia Elisabetta - Lotto 20 - 01016 Tarquinia (VT) Tel./Fax +39 0766 856398 - segreteria@itidet.it - www.itidet.it
Speciale igiene alimentare
Per il benessere dei polli
L’Efsa ha pubblicato un documento sul benessere dei polli, il primo di una serie nella quale verranno analizzati nel dettaglio tutti i processi che portano alla macellazione, messe in evidenza le possibili carenze e, soprattutto, gli aspetti sui quali è possibile intervenire per migliorare le condizioni degli animali. In generale, per quanto riguarda il pollame, sono stati individuati diversi momenti critici, quasi tutti riconducibili alla scarsa preparazione professionale del personale che, al contrario di quanto Efsa auspica, troppo spesso non è adeguatamente formato a gestire le varie fasi della macellazione.
Nel complesso, sono 35 i passaggi che possono essere a rischio di maltrattamenti. In 29 di essi la responsabilità è degli addetti alle diverse pratiche, quasi sempre (in 28 casi) per la mancanza di un’adeguata preparazione o per l’eccessiva durata dei turni, e la conseguente stanchezza dei lavoratori. Sono state poi indicate 11 pratiche che potrebbero migliorare la situazione e che mettono in luce il ruolo di primaria importanza del management del macello nel gestire al meglio la lavorazione.
A questo primo documento faranno seguito, nel 2020, analoghi pareri sui suini, bovini e altre specie.
Recuperare gli scarti delle arance
Le bucce e i residui di polpa (pastazzo) prodotti dall’industria dei succhi e delle spremute di arancia sono finiti al centro delle ricerche dell’Istituto per la bioeconomia (Ibe) e dell’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr, che hanno sviluppato un nuovo metodo per estrarre da questo scarto oli essenziali, polifenoli antiossidanti e pectina. Nello studio, una soluzione di acqua e pastazzo è stata sottoposta a un processo chiamato cavitazione idrodinamica. Questa tecnica sfrutta variazioni di pressione capaci di formare in un liquido a una temperatura inferiore a quella di ebollizione delle bolle di vapore, che poi implodono. Al momento del collasso, in queste bolle si creano degli hot spot estremamente reattivi, con temperature localmente elevatissime, onde di pressione e getti idraulici. Lo smaltimento degli scarti della produzione del succo di arancia è costoso, e fino ad oggi il pastazzo è stato poco valorizzato dall’industria. Con questo metodo, invece, si possono recuperare sostanze che hanno un grande valore alimentare, nutrizionale e farmaceutico. I residui del processo di cavitazione, ricchi di cellulosa ed emicellulosa, una volta polverizzati, possono poi essere avviati alla produzione di biometano.
Resistenza antibiotici
L’Istituto superiore di sanità, in occasione dello European Antibiotic Awareness Day (18 novembre) e della World Antibiotic Awareness Week (18–24 novembre) ha pubblicato due documenti che descrivono lo stato della resistenza agli antibiotici e delle infezioni nel 2018: il rapporto di Sorveglianza nazionale dell’antibiotico-resistenza e quello di Sorveglianza delle infezioni ematiche da enterobatteri produttori di carbapenemasi (CPS).
Il primo documento fotografa i tassi di resistenza alle principali classi di antibiotici usati nella pratica clinica per otto batteri patogeni tenuti sotto stretto controllo: Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter spp
Il secondo rapporto si concentra sulle batteriemie, cioè le infezioni del sangue, causate da enterobatteri resistenti ai carbapenemi, antibiotici
Altri 50 casi sono stati attribuiti a Escherichia coli
VI DIMENSIONE PULITO | 09/2019
ad ampio spettro usati esclusivamente nella pratica ospedaliera.
News S
La resistenza agli antibiotici è in calo, ma in Italia resta più alta della media europea.
Intossicazioni
Speciale igiene alimentare
Mal di sushi: nuova patologia alimentare?
Casi di intossicazione alimentare definiti come “mal di sushi”, a Milano e in Lombardia sono tuttora in aumento e si moltiplicano le denunce presentate alla magistratura dai NAS
Gabriella Rondinini
Si tratta della già conosciuta “sindrome sgombroide”, patologia da “sgombrotossina” che si manifesta con sintomi paragonabili a quelli di un’allergia alimentare. Per sgombrotossina si intende una miscela di tossine contenenti
principalmente istamina e altre molecole istaminosimili, come putrescina e cadaverina, che si trovano a volte in elevate concentrazioni in alcuni pesci.
I sintomi sono variabili a seconda della concentrazione della sostanza e della sensibilità individuale e vanno da manifestazioni cutanee tipo orticaria con rossori al volto, a disturbi gastrointestinali
quali nausea, vomito e diarrea, a problemi di tipo neurologico come mal di testa e formicolii e in alcuni casi anche molto gravi con crisi respiratorie, collasso e svenimento.
Di sindrome sgombroide può soffrire chi mangia tonno e pesce azzurro ed è dovuta alla presenza di un elevato contenuto in istamina nel pesce mal con-
VIII DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
servato, in particolare a temperature superiori a quelle di refrigerazione. In considerazione di questa problematica, la normativa europea (Regolamento CE 853/04) si è preoccupata di definire i livelli massimi tollerabili di istamina nel pesce, relativamente alle famiglie maggiormente coinvolte: Scombridi, Clupeidi, Engraulidi, Corifenidi. L’analisi, da condursi su nove campioni, stabilisce che il tenore medio non debba superare i 100 ppm, con 2 campioni tra 100 e 200 ppm, ma nessuno superiore a 200 ppm. Se però i pesci di queste famiglie hanno subito un processo di maturazione enzimatica in salamoia, possono presentare più elevati tenori di istamina, che non devono comunque superare il doppio dei valori sopra riportati. Dati scientifici riportano infatti come oltre questi limiti si possano avere i sintomi dell’intossicazione.
ISTAMINA
Il primo caso documentato di questa sindrome risale alla prima metà del 1800, poi compare in Giappone negli anni ’50, mentre in Europa l’avvelenamento da
sgombrotossina viene segnalato la prima volta solo negli anni ‘70 in Inghilterra. La principale sostanza responsabile, l’istamina, è un composto azotato compreso nel gruppo delle “ammine biogene”, normalmente presenti negli organismi, in quanto prodotto di decarbossilazione degli aminoacidi. Per ammine biogene si intendono, tiramina, istamina, putrescina, cadaverina, spermidina, etanolamina e feniletilammina e la maggior parte di quelle presenti negli alimenti sono prodotte da microrganismi contaminanti che decarbossilano gli amminoacidi.
In particolare l’istamina deriva dall’aminoacido L-istidina prevalentemente per l’attività di degradazione dovuta agli enzimi presenti in numerose specie batteriche.
Dal punto di vista della salubrità di un alimento anche alcune delle altre ammine sono significative: putrescina formata dall’ornitina e cadaverina dalla lisina, ma meno importanti dell’istamina.
I microrganismi coinvolti nella produzione di istamina sono comunemente presenti nell’ambiente e possono attaccare facilmente alimenti a rapida deperibilità, soprattutto se ricchi in aminoacidi come pesci, carni, insaccati, latticini, vino. Numerose sono le specie di batteri produttori di istamina: molte di esse appartengono alla famiglia delle Ente-
robacteriaceae e delle Vibronaceae e, tra i gram positivi, ai generi Bacillus, Clostridium, Lactobacillus e Streptococcus. Non tutte le specie però presentano lo stesso grado di attività decarbossilante degli aminoacidi; in base alla possibilità di liberare nel substrato concentrazioni elevate di istamina, le specie responsabili possono essere suddivise in specie deboli (meno di 25 ppm di istamina) e forti produttrici. Tra queste ultime troviamo specie appartenenti ai generi Citrobacter, Hafnia, Morganella, Proteus, Photobacterium e Raoultella. Alcune specie, come Hafnia alvei, sono in grado di produrre grandi quantità di istamina, mentre altre, come Morganella morganii, ne producono quantità esigue. Il tasso di conversione da istidina a istamina non è dunque lo stesso per tutte le specie batteriche e dipende molto oltre che dalla tipologia del microrganismo anche dalle condizioni di conservazione dei prodotti alimentari: temperatura, acqua libera e pressione parziale di ossigeno. Maggiori responsabili della sindrome sgombroide possono essere dunque le specie ittiche che presentano nelle loro carni elevati livelli di istidina che potenzialmente si trasformerà in istamina; in prevalenza quelle appartenenti alle famiglie degli Scombridae (sgombro, tonno), dei Clupeidae (sardina, aringa), degli Engraulidae (alice) e dei Coryphaenidae (lampuga).
09/2019 | DIMENSIONE PULITO IX
Intossicazioni
Speciale igiene alimentare
In alcuni casi il protagonista di questa intossicazione è il tonno, ma la sindrome può essere causata da tutte le specie ittiche a carne rossa sopra citate: sgombri, sardine, aringhe, acciughe e in generale tutto il pesce azzurro. Meno preoccupanti, da questo punto di vista, sono i crostacei, i molluschi e il pesce bianco. Una volta prodotta, l’istamina tende a rimanere nell’alimento poiché è fortemente termostabile e nessun trattamento tecnologico applicabile agli alimenti porta alla sua denaturazione.
Il suo effetto tossico non viene quindi ridotto con la cottura, l’affumicamento, la marinatura, l’inscatolamento o la surgelazione e ciò rende i prodotti contaminati particolarmente pericolosi per l’uomo anche perché non si modificano le caratteristiche sensoriali del prodotto, pur in presenza di elevati livelli di istamina.
ORIGINE DEL MAL DI SUSHI
L’istamina e le altre ammine pressorie si possono trovare dunque in diversi prodotti alimentari, perché allora “mal di sushi”?
Il motivo è che, in questi ultimi tempi e nella maggior parte dei casi che hanno destato allarme in Lombardia, i prin-
cipali alimenti accusati di provocare la sindrome sgombroide sono state specialità tipiche a base di pesce della cucina giapponese come sushi e sashimi, seguite però anche dalle insalate miste con tonno, tramezzini, pizze al tonno serviti nei bar e ampiamente consumati in “pausa pranzo”. Il sushi è un piatto giapponese a base di riso e altri ingredienti come pesce, alghe, vegetali o uova;
il pesce spesso è crudo, ma può essere anche scottato o marinato. È un piatto che richiede manipolazione da parte del preparatore, poiché il pesce viene servito appoggiato su un letto di riso o arrotolato in una striscia di alga o ancora inserito in rotolini di riso.
Consumare il sushi è ormai di moda anche nel nostro Paese, come aperitivo, a pranzo o cena e, oltre che nei ristoranti giapponesi, lo si trova anche nei cosiddetti “sushi bar”, nei centri commerciali e in vendita nella grande distribuzione.
RISCHI PER IL CONSUMATORE
Un elevato contenuto di istamina nelle carni di pesce si riscontra spesso quando vengono conservate in scarse condizioni igieniche o a temperature superiori a quelle di refrigerazione: in questi casi, infatti, alcuni microorganismi responsabili dei processi di degradazione delle proteine presenti negli alimenti, operano la decarbossilazione dell’istidina libera con formazione di istamina e altre amine biogene che sono in grado di potenziarne l’azione.
L’intensità della reazione dipende comunque dalla sensibilità dell’individuo
X DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
“
Il pericolo igienico nel consumo di sushi è legato sia alla provenienza del pesce che alle modalità di preparazione, manipolazione e servizio”
all’istamina (una molecola già presente nel nostro organismo) e dal consumo concomitante di altri alimenti che ne possono contenere, anch’essi ad alti livelli (formaggi stagionati, insaccati e conserve di pesce, vino). Quanto alle specie ittiche, maggiormente coinvolti nei casi di intossicazione saranno i pesci che presentano nel muscolo il maggior contenuto di istidina libera.
La conservazione del pesce a temperature fra +6° e +20°C, unita a scarsa igiene o contaminazione batterica crociata nelle fasi di preparazione, favorisce la formazione dell’ammina tossica, mentre a temperature inferiori a +6 °C tale attività batterica tende a rallentare. La temperatura minima di formazione dell’istamina da parte dei batteri produttori è di circa 0°C, mentre l’intervallo ottimale è tra 0° e +10°C, ma con ampie variazioni individuali tra le varie specie microbiche. Ad esempio, la temperatura minima di produzione è di +30°C per Escherichia coli, mentre scende a +7°C per
Klebsiella pneumoniae. Quindi la tipologia della flora batterica presente sui prodotti ittici determina, nelle stesse condizioni, livelli diversi di produzione di istamina. Quanto all’igiene, il pericolo nel consumo di sushi è legato sia alla provenienza del pesce che alle modalità di preparazione, manipolazione e servizio. Una corretta igiene durante le operazioni di lavorazione e una rapida refrigerazione sono fondamentali per il controllo dello sviluppo dei microrganismi produttori di istamina. Bisogna considerare che la contaminazione batterica può avvenire, anche dopo la pesca, in tutte le fasi della produzione, distribuzione e somministrazione dell’alimento.
Gli estimatori di questo prodotto devono quindi rivolgersi a ristoranti ed esercizi pubblici per i quali si abbia garanzia che vengano seguite norme e prassi igieniche corrette. Si tratta comunque di applicare regole fondamentali che accomunano la lavorazione di tutti gli alimenti freschi: mani lavate
correttamente o uso dei guanti, puliti e a perdere, superfici di lavoro sanificate adeguatamente e regolarmente, uso di coltelli e altri utensili puliti e sanificati dopo ogni uso. Diffidare invece di esercizi in cui, anche visivamente tali norme non vengano rispettate o dove i prodotti restino esposti prima del consumo per lungo tempo.
Il pesce destinato ad essere consumato crudo o appena scottato deve essere sempre freschissimo, anche se per legge, quello destinato ad essere consumato crudo deve venire preventivamente congelato per 24 ore a -18°/-20 °C, perché tale trattamento serve a distruggere le larve del parassita Anisakis eventualmente presenti (altro pericolo del consumo di pesce crudo); deve essere inoltre di provenienza sicura e soggetto a controllo veterinario. Imprescindibili catena del freddo e corrette norme igieniche dunque, per sushi e sashimi, ma come per tutti i prodotti alimentari freschi, esotici o nazionali che siano.
Sanificazione
Speciale igiene alimentare
Microbi e alimenti
La sanificazione, intesa come pulizia di alto livello, va integrata nei punti critici con disinfezioni mirate
Chiara Dassi
Recentemente sono apparse numerose e preoccupanti segnalazioni di ritiro dagli scaffali dei supermercati di prodotti lattiero caseari e insaccati. Con ben specificati i produttori e i lotti di produzione incriminati. Il che non esclude che a qualche consumatore sfugga la comunicazione e che il prodotto “inquinato” sia comunque consumato.
I NEMICI DEGLI ALIMENTI
Le segnalazioni a cui mi riferisco sono per la maggior parte relative alla Listeria e, in misura minore, all’Escherichia. Ma ritengo utile riportare un sintetico schema delle famiglie e gruppi più importanti sia per diffusione sia per pericolosità.
LISTERIOSI
IN SINTESI
È una malattia descritta fin dal 1800, ma il primo caso clinicamente descritto risale al 1929. È causata da bacilli Gram-posi-
tivi privi di capsula esterna, non producono spore, aerobi e anaerobi facoltativi; sono ubiquitari nell’ambiente e nell’intestino dei mammiferi (esseri umani compresi), uccelli, aracnidi e crostacei. Negli Stati Uniti l’incidenza media annuale della Listeria monocytogenes è di 2,6 mio di casi confermati da analisi cliniche certe. La trasmissione deriva il più delle volte da processi di produzioni alimentari effettuate in condizioni igieniche precarie. È importante sottolineare che questo batterio è in grado di sopravvi-
XII DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
vere e riprodursi alle temperature del frigorifero.
I sintomi vanno dalla gastroenterite acuta febbrile a quella invasiva o sistemica. Può manifestarsi dopo poche ore dall’ingestione, ma l’incubazione può prolungarsi fino a 70 gg. La malattia può avere esiti infausti in soggetti a rischio e/o immunodepressi.
PATOLOGIE DA ESCHERICHIA COLI
La maggior parte dei ceppi di questo microbo sono innocui, ma alcuni possono causare disturbi di diversa gravità: crampi addominali, vomito, diarrea con sangue fino ad arrivare a delle forme di insufficienza renale (sindrome emolitico uremica) assai pericolosa. I trattamenti farmacologici non sono particolarmente efficaci per cui nelle filiere alimentari a rischio sono importanti le procedure di sanificazione e disinfezione e i consumatori dovrebbero evitare la carne non cotta a sufficienza, lavare accuratamente gli alimenti crudi, detergere gli utensili di
Esempi di microorganismi
Famiglia Esempio
Micrococcacee
Stafilococcus aureus dall’aspetto tipicamente a tetradi o a grappolo, sono batteri anaerobiosi facoltativi e le forme patogene producono due tipi di tossine.
Lactobatteriaceae
I batteri lattici si presentano in forma di cocchi o bastoncini, in genere sono utili, possono in taluni casi procurare delle alterazioni (latte filante).
Raramente sono patogeni (Streptococcus piogenes): ad es. forme settiche alla gola (scarlattina).
Forme a bastoncino.
Il Bacillus cereus var. mycoides in purea di patate e creme pasticcere, se presente in numero elevato, può produrre coliche e vomito.
Bacillaceae
B. cereus var. anthracis è l’agente etiologico del carbonchio.
Altre specie possono produrre alterazioni in molti alimenti.
Al genere Clostridium appartiene il famigerato Cl. Botulinum.
Corynebacteriaceae
Mycobacteriaceae
Corynebacterium diphteriae Listeria monocytogenes (vedi testo)
Le forme patogene sono: Mycobaterium leprae > lebbra M. tuberculosis var. hominis / bovis / avium/ murium e pisciarum.
Bacteroidaceae
Brucellaceae (Parvobacteriaceae)
Anaerobi non sporigeni, vi appartengono alcuni così detti patogeni facoltativi, sono molto numerosi nell’intestino umano.
Sono bastoncini molto piccoli, i generi di un certo interesse: Brucella e Pasteurella.
Enterobacteriaceae
Sono presenti nell’intestino umano, degli animali, nelle acque, nei vegetali e negli alimenti. Sono bastoncini corti gram negativi in genere immobili e asporigeni. Coliformi: Escherichia coli specie patogena facoltativa può alterare le caratteristiche organolettiche dei cibi. Proteus: raramente patogeni ma possono creare alterazioni soprattutto nella carne mal conservata Salmonella: tossiinfezioni Shigella: dissenteria batterica.
Pseudomonadaceae
Sprillaceae
Lieviti e muffe
Pseudomonas: possono diventare potogeni soprattutto in caso di ustioni Acinetobacter: possono causare ascessi o meningiti.
Vibrio comma > colera V. paraemoliticus: tossiinfezioni alimentari da pesce e molluschi mangiati crudi.
Possono procurare numerose patologie ai vegetali alterazioni alimentari produrre sostanze tossiche (aflatossine).
IMPORTANTE: lo schema è tutt’altro che esaustivo, trascura numerose patologie e alterazioni, inoltre non prende in esame i numerosissimi aspetti positivi dei microorganismi.
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XIII
Sanificazione
Speciale igiene alimentare
Strumento
Bioluminometro
Penne colorimetriche
Scala dei grigi
Test microbiologici
Descrizione
Sono strumenti che rilevano la presenza di residui organici misurando la presenza di ATP (molecola presente in tutte le cellule dei microorganismi e dei rifiuti alimentari).
Sono tamponi che attraverso una reazione colorimetrica danno indicazioni della presenza di sporco organico.
Per mezzo di semplici metodiche attuate con tamponi rilevano la presenza di sporco organico e inorganico.
Sono metodiche (da laboratorio) che a seconda delle necessità possono verificare la carica microbica totale o arrivare a ricercare la presenza o meno di singole specie.
cucina con acqua molto calda, lavarsi le mani accuratamente in particolare dopo essere stati in bagno o toccato materiali organici o animali.
GMP E DISINFEZIONE
In questa sede mi limito a sottolineare che le GMP (Good Manufacturing Practice) ovvero le corrette prassi di fabbricazione trovano riscontri legislativi e riferimenti in certificazioni volontarie di qualità che, se rispettate, garantiscono un elevato standard di sicurezza in tutta la filiera produttiva e di conseguenza in tutti gli alimenti.
È intuitivo che la disinfezione deve inserirsi con tali pratiche in modo razionale partendo dalla scelta dei disinfettanti, attrezzature, protocolli attuativi e relativi controlli (vedi schema).
L’assioma di partenza è che non si disinfetta lo sporco. Per cui le verifiche dell’efficacia delle pulizie sono il prerequisito per attuare interventi di disinfezioni ambientali, strutture produttive, utensilerie, abiti e igiene del personale. Per i controlli dell’ambiente, strutture operative e utensilerie si prestano bene i bioluminometri, le penne colorimetriche, i tamponi e, nei casi più critici, le valutazioni microbiologiche. Per l’igiene del personale e degli abiti da lavoro sono necessari specifici corsi di informazione, formazione, addestramento e possibilmente di motivazione.
Le pratiche di disinfezione possono essere riassunte in funzione dell’obiettivo. Una prima netta distinzione divide la disinfezione delle superfici per mezzo di irrorazioni, umettazioni o immersione (in genere sono usati p.a. a base di cloro organico, acido peracetico e quaternari d’ammonio); la disinfezione dell’aria ambiente per mezzo di aerosolizzazioni (iodofori) oppure di ozonizzatori (in
INDIVIDUAZIONE OBIETTIVO
MICRO-ORGANISMI SUBSTRATO
• Specie presenti
• carica batterica
• carica batterica accettabile
• sensibilità
• resistenza
Ambiente Strumenti:
• critici
• semicritici
• non critici Escreti Secreti Cute Ferite
DISINFEZ. RICHIESTA
Sterilizzazione Disinfezione:
• livello alto
• livello basso
• livello intermedio
SCELTA DELLA TECNICA DI DISINFEZIONE
mecanica - fisica- chimica
SCELTA DEL DISINFETTANTE
CARATTERISTICHE DEL DISINFETTANTE
• Tollerabilità del substrato.
• Tossicità per l’operatore
• Costo
• Facilità di applicazione
DISINFEZIONE
VERIFICA RISULTATI OTTENUTI
• Disattivazione
• Persistenza
• Penetrazione
• Prontezza
Percorso che dovrebbe essere seguito per operare la scelta di un disinfettato (da Presidi Medico Chirurgici - vol. I DISINFETTANTI di Augusto Scirocchi - ed. CESI).
genere la concentrazione di ozono deve essere inferiore a 0,1 ppm, un decimo di millilitro di O3 per mc di aria) e la disin-
fezione delle acque, anche in questo caso l’utilizzo dell’ozono si dimostra efficace e privo di residui.
XIV DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
Superfici Igienizzante Multiuso area food
Amuchina professional presenta un prodotto igienizzante appositamente formulato per tutti gli ambienti dove sono presenti gli alimenti. La tutela dell’igiene è fondamentale in un locale in cui sono trattati i prodotti alimentari. Non bisogna dimenticare che il gestore è responsabile non solo della qualità di cibi e bevande somministrati alla clientela, ma anche dell’igiene del locale. È importante quindi evitare ogni rischio di contaminazione crociata (ovvero il passaggio diretto o indiretto di microbi da alimenti contaminati, di solito crudi, ad altri alimenti) per scongiurare la possibilità di intossicazioni alimentari. Per rendere rapide e facili tutte le operazioni di pulizia ed igiene, c’è l’Igienizzante Multiuso Area Food di Amuchina Professional. Un detergente studiato per le pulizie delle superfici a base di Bardac 22 (didecil dimetil ammonio cloruro) e alcool etilico. Dotato di una forte azione sgrassante, ha allo stesso tempo un’elevata attività igienizzante. Ciò nonostante è delicato sulle superfici, non graffia e non crea striature. Inoltre, agisce rapidamente, non crea schiuma, non necessita di risciacquo e asciuga in fretta, senza lasciare odori sulle superfici. Basta applicare Amuchina Professional Igienizzante Multiuso Area Food sulla superficie, passare un panno, frangia o mop, per ottenere con un solo rapido gesto superfici pulite e brillanti. www.amuchina.it
DA AMUCHINA PROFESSIONAL IL PULITO IMBATTIBILE
IGIENIZZANTE MULTIUSO AREA FOOD
Una decisa azione sgrassante ed una profonda attività igienizzante Delicato sulle superfici Senza risciacquo
Amuchina s.r.l. - Gruppo Angelini Customer Service: tel. 071.809809 - www.amuchina.it
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XV S
Speciale igiene alimentare
Acido ipocloroso e igiene alimentare
Il nostro paese da tempo produce frutta e verdura di alta qualità e il settore ortofrutticolo costituisce una parte rilevante delle nostre esportazioni e della nostra economia. Questo è dovuto a vari fattori, legati sia alle condizioni climatiche e ai sistemi di coltivazione, che ai metodi di confezione, sanificazione e conservazione da noi applicati, che si stanno sempre più evolvendo Elena Tamburini, ricercatrice del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara Sergio Gullini, già direttore Dipartimento Medico dell’Arcispedale S.Anna di Ferrara
XVI DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S Innovazione
Nel nostro paese precise norme impongono l’utilizzo di prodotti per la lotta alle patologie vegetali e la sanificazione, sicuri, a basso rischio ambientale, a basso residuo, che non alterino l’aspetto o il sapore dei prodotti e ne favoriscano la conservazione.
Sulla filiera alimentare sono obbligatorie misure di autocontrollo al fine di garantire la sicurezza dei prodotti e le nostre autorità sanitarie eseguono stringenti controlli, spesso maggiori di quelli applicati in altri paesi, per questo è molto importante per quanto riguarda la sicurezza, il consumo di alimenti prodotti e confezionati in Italia.
Da diversi anni Gate Srl, nato come spin-off dell’Università di Ferrara e ora una PMI innovativa, si sta dedicando alla sperimentazione e produzione di acido ipocloroso, un disinfettante efficace, a basso costo, non tossico e che non altera
il sapore. L’acido ipocloroso è un composto minerale altamente ossidante, elettricamente neutro, ad elevata capacità disinfettante (circa 80 volte più efficace dell’ipoclorito), con formula HClO, che si produce mediante elettrolisi di soluzioni saline o salamoia. Noto in chimica sin dall’Ottocento, dagli anni settanta del secolo scorso è usato in diversi paesi, anche perché è sicuro, facilmente manipolabile, stabile nel tempo.
Dal momento che viene normalmente prodotto per via elettrochimica a partire da soluzioni acquose di cloruro di sodio (il comune sale da cucina), nella letteratura anglosassone viene anche denominato “acqua elettrolizzata” (electrolyzed water), oppure, riferendosi alle sue caratteristiche di forte ossidante, “acqua superossidante” (superoxidized water).
SANIFICAZIONE ALIMENTARE
Lo scopo del nostro articolo è riportare i dati della letteratura e la nostra esperienza riguardanti l’efficacia e l’utilità dell’uso di
HClO nella sanificazione alimentare. È noto come l’alimentazione con prodotti non igienicamente sicuri possa determinare l’insorgenza di patologie a volte molto pericolose, pertanto è importante che tutti gli alimenti, dalla prima alla quinta gamma, siano sottoposti a efficienti sistemi di sanificazione, intendendo con questo termine tutti gli interventi fisici o chimici atti ad eliminare o a portare nei limiti di tolleranza la presenza di batteri e agenti contaminanti. In particolare, gli alimenti freschi, essendo sottoposti a minima lavorazione, sono tipicamente più esposti a possibili contaminazioni. La sanificazione prevede due momenti, la pulizia dell’ambiente e del prodotto da trattare e la disinfezione con agenti fisici e/o chimici. L’acido ipocloroso in natura è un efficiente disinfettante, essendo prodotto anche negli esseri viventi, dai globuli bianchi in particolare, quando debbano debellare microrganismi potenzialmente patogeni che si introducono nell’organismo. La sua efficacia come disinfettante è stata testata e provata nei confronti di molti batteri, virus, funghi e spore. Per ottenere una efficiente sanificazione, per ciascun agente germicida, bisogna tener conto del tipo e numero dei microrganismi che possono infettare l’ambiente o il prodotto da trattare, del pH e della temperatura del prodotto che si utilizza e durata del tempo di contatto che si programma. Numerosi studi nazionali e internazionali (molti condotti in Giappone), hanno dimostrato l’efficacia del trattamento con soluzioni liquide di HClO per contenere o debellare infezioni di frutteti, serre, coltivazioni open-air, frutti e verdure recise. L’acqua elettrolizzata usata a diverse concentrazioni, a seconda delle situazioni di applicazione, si è dimostrata efficace nell’eliminare o contenere infezioni da oltre 50 specie microbiche, anche altamente patogene, tra cui: Actinobacter, Escherichia coli, Stafilococcus aureus, Salmonella, Shigella, Klebsiella pneumonia, Pseudomonas aeruginosa, Listeria, Enterococcus faecium, Bacillus subtilis, Botryospheria berengeriana, Tilletia indica, Aspergillus, Botrytis, Curvularia, Fusarium, Candida, Botrtyis cinerea, Nectria galligena, Monilinia, virus dell’Epatite, ecc.
FRUTTA E VERDURA
Ricerche svolte presso l’Università di Ferrara hanno confermato l’utilità dell’irrorazione di soluzioni di HClO nei frutteti
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XVII
Speciale igiene alimentare
per contenere le infezioni, come alternativa all’uso di pesticidi o per minimizzarne l’uso a particolari situazioni di emergenza. Anche altre ricerche hanno dimostrato l’efficacia del prodotto irrorato in frutticoltura, per aumentare le difese endogene delle piante e di debellare la carica batterica dei principali fitofagi. Molto interessante è l’utilizzo di soluzioni di acqua elettrolizzata nel trattamento di frutta e verdura fresca e nella sanificazione dei prodotti freschi. Il solo lavaggio con acqua, infatti, non è sufficiente per l’eliminazione della carica microbica e dei possibili patogeni presenti nei frutti e nelle verdure, che possono moltiplicarsi specie se esposti o confezionati per la vendita diretta o stivati in frigoriferi per la lunga conservazione. Negli Stati Uniti nel 2014, secondo il dipartimento dell’agricoltura il costo delle malattie da inquinamento di frutta e verdura è stato di 18-83 miliardi di dollari. I più frequenti inquinanti riscontrati, sono stati generi di Salmonella, Shigella e Listeria monocitogenes.
Sistema di sgancio Touch-free Pulsanti di rilascio del ricambio usato senza alcun contatto
Sistema di aggancio facilitato Il ricambio si aggancia al telaio in un attimo
XVIII DIMENSIONE PULITO 09/2019
S
ADV UNI SYSTEM Intuitivo, veloce, efficace
Innovazione
www.ttsystem.com | TTS Cleaning S.R.L. - E-mail: info@ttsystem.com
C M Y CM MY CY CMY K
È stata anche dimostrata l’efficacia e la sicurezza dell’utilizzo di soluzioni di acido ipocloroso nebulizzate o per immersione, per sanificare superfici e accessori di lavoro, ambienti di lavoro e di conservazione, per decontaminare prodotti freschi prima del consumo e per aumentare la shelf-life di prodotti freschi
SICURO E BIOLOGICO
Nella catena alimentare il suo utilizzo è importante in quanto, a differenza di altri prodotti, è un disinfettante green, che non altera le caratteristiche organolettiche o l’aspetto dei frutti e delle verdure trattate, non è dannoso per l’uomo e gli animali, non è irritante, può essere utilizzato anche insieme ad altri disinfettanti e non lascia residui. L’acido ipocloroso, infatti, se non viene utilizzato o rimane sulle superfici dopo aver agito come disinfettante, si disattiva spontaneamente tornando cloruro di sodio. Il cloruro di sodio in acqua, se si mantiene entro i 250 ppm (limite di legge), non ne altera la potabilità e può essere smaltita o scaricata senza alcun tipo di trattamento.
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XIX
23x15_DimensionePulito.pdf 1
12/06/19 09:05
La cause dello sviluppo della patologia sono attribuibili soprattutto a carenze igieniche nella lavorazione e/o a trattamento termico inadeguato delle conserve (mancata sterilizzazione). Il 90% dei casi è associato al consumo di conserve preparate in ambito domestico: molto raramente gli alimenti di produzione industriale sono coinvolti in episodi di botulismo alimentare. C. botulinum di tipo A è predominante negli Stati Uniti occidentali, Cina e Argentina ed è solitamente associato ai vegetali. In Europa, gli episodi di botulismo sono generalmente associati a C. botulinum di tipo B e gli alimenti maggiormente coinvolti risultano essere carne e vegetali. I ceppi di C. botulinum di tipo E sono associati ai prodotti ittici e sono i principali responsabili di botulismo nelle regioni costiere e fredde. Condizione necessaria per la produzione della tossina è la presenza di un basso potenziale di ossidoriduzione per cui sono maggiormente a rischio alimenti come le conserve e semi-conserve di carne (prosciutti, insaccati, scatolame), di pesce (tonno, salmone e storione affumicati), di verdura (peperoni, piselli,
Infezioni, intossicazioni, tossinfezioni
Le infezioni sono le patologie a trasmissione alimentare più numerose: sono provocate dall’ingestione di alimenti contaminati da microrganismi patogeni vivi; questi, giunti nell’apparato digerente, si moltiplicano provocando lesioni alla mucosa intestinale e dando luogo a sintomi di varia gravità; in alcuni casi possono essere coinvolti anche altri organi. Tra l’ingestione dell’alimento e la comparsa dei sintomi possono trascorrere da poche ore a diversi giorni.
Le intossicazioni sono patologie che hanno come causa l’ingestione di tossine già presenti negli alimenti nei quali i microrganismi tossinogeni hanno potuto moltiplicarsi e svilupparsi. Il botulismo è una delle principali forme di intossicazione, insieme a quelle di origine stafilococcica (causate da S. aureus) e alle intossicazioni da micotossine.
Le tossinfezioni rappresentano una combinazione di infezione e intossicazione: lo stato patologico è provocato sia dall’ingestione di tossine preformate nell’alimento coinvolto, sia dei microrganismi patogeni vivi che le hanno prodotte (e che spesso ne producono ancora, una volta all’interno dell’organismo ospite). Fra i principali agenti responsabili di tossinfezioni ci sono C. perfringens e B. cereus.
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XXI
Sicurezza
Speciale igiene alimentare
fagioli, spinaci) e di frutta (pesche, pere in scatola) con pH superiore a 4,5. In particolare, il rischio riguarda conserve mal preparate, non acide e mantenute a temperature superiori ai 10°C, soprattutto se si tratta di conserve sott’olio.
Sebbene questo batterio sia associato con maggiore frequenza alle tipologie di alimenti sopracitate, può svilupparsi anche nei derivati del latte con aw superiore a 0,95 e pH maggiore di 5,2 (si sono verificati casi di botulismo associati al consumo di mascarpone, di formaggio fuso e di formaggio molle maturato su paglia). Le misure di prevenzione e controllo prevedono trattamenti termici in grado di impedire la germinazione e la produzione di tossine o, secondariamente, l’inattivazione delle tossine già prodotte. Il batterio viene eliminato dai trattamenti termici di pastorizzazione e dalla cottura (a 60°C per 5 minuti), mentre le spore sono molto più resistenti al calore (121°C per almeno 3 minuti). La tossina viene distrutta a 80°C per almeno 15 minuti. L’esposizione di un alimento all’aria non garantisce assolutamente la distruzione del batterio e, soprattutto, non ha alcun effetto su spore e tossine. Data la termolabilità della tossina, la prevenzione consiste nella ricottura
degli alimenti sospetti, oltre all’eliminazione delle scatole bombate, segno della produzione di gas che accompagna lo sviluppo di C. botulinum con il conseguente odore di rancido e rammollimento del prodotto. Altre procedure di prevenzione consistono in: acidificazione degli alimenti in modo da ottenere un pH finale inferiore a 4,5; addizione di soluti come sale o zucchero fino a raggiungere un valore di aw inferiore a 0,935 (salamoia NaCl 10%); aggiunta di additivi e conservanti (nitriti, polifosfati, acido sorbico, ecc.); sterilizzazione industriale (121°C per 15 minuti).
SINTOMI DELLA PATOLOGIA
I sintomi solitamente si manifestano molto rapidamente, da poche ore a pochi giorni dall’ingestione della tossina (6 ore - 15 giorni). Mediamente, dopo 12 - 36 ore dall’ingestione dell’alimento compaiono nausea, vomito, disturbi alla vista, vertigini, mal di testa, secchezza della bocca e difficolta di deglutizione e di parola, costrizione della trachea e difficoltà respiratoria fino a paralisi della muscolatura involontaria respiratoria e del cuore. Nei casi più gravi tale paralisi può avere conseguenze letali, generalmente si
Prevenzione
Per calcolare i valori di tempo e temperatura necessari alla sterilizzazione di un prodotto, il microrganismo di riferimento è proprio C. botulinum, il più pericoloso agente di intossicazione alimentare, le cui spore anaerobie hanno la più forte termoresistenza fra i patogeni. Si stima che si ottenga un margine di sicurezza sufficiente se il trattamento termico è calcolato in modo da ottenere dodici riduzioni decimali del numero di spore.
risolve in settimane o mesi e spesso necessita di terapia riabilitativa.
La mortalità nei pazienti con botulismo alimentare, che una volta era vicina al 70%, si è ridotta al 5-10% grazie all’utilizzo di migliori terapie di supporto, in particolare nella gestione delle complicanze respiratorie.
XXII DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
Tossina botulinica
Pulizia a vapore
STI srl, azienda giovane e dinamica, grazie a un’organizzazione rapida e flessibile e all’alta qualità dei suoi prodotti sta conquistando il mercato europeo ed extra-europeo. È attiva nella realizzazione di macchine per la pulizia a vapore, nelle due gamme, per uso domestico e per uso professionale, composta da due linee: Gaiser, generatori di vapore e Comby, generatori di vapore con aspirazione.
La linea ad uso professionale si presenta come un ottimo alleato per la pulizia nell’ambito dell’igiene alimentare: STI ha commissionato degli studi in laboratorio con l’obiettivo di testare l’efficacia battericida nel trattamento di superfici in teflon e in acciaio a contatto con alimenti. Queste sono state sottoposte ad analisi batteriologica prima e dopo l’esposizione di 5 secondi al vapore ottenendo ottimi risultati. Uno dei report ha dimostrato che su una superficie in teflon contaminata con una carica batterica totale di 3360, questa dopo l’esposizione al vapore si è ridotta a 7. Nella stessa superficie con una carica batterica di 792 questa si è ridotta a 0. I risultati emersi mettono in rilievo il considerevole abbattimento batterico successivo al trattamento con macchinari STI.
Alla luce di quanto dimostrato si può affermare che l’ampia gamma di prodotti delle linee Gaiser e Comby è un alleato essenziale nell’ambito della sanificazione e della sicurezza alimentare.
Uno tra i macchinari più apprezzati è la Comby 3500: compatta, totalmente in acciaio, completa di aspiratore integrato e caldaia a ricarica automatica. Grazie al suo vapore a 180°C può eliminare in pochi secondi il 99% di batteri e con il potente motore di aspirazione riesce ad asciugare perfettamente qualsiasi superficie. È inoltre dotata di funzione detergente permettendo così una pulizia ancora più profonda.
Come azienda siamo convinti che la pulizia a vapore possa davvero essere un punto di svolta per questo settore,
sono sempre di più infatti le realtà che decidono di utilizzare questo mezzo. Per poter offrire un prodotto ancora più efficace stiamo seguendo diversi progetti per dare ai nostri clienti degli accessori dedicati in grado di soddisfare le loro esigenze. Tra questi i progetti più interessanti sono sicuramente quelli di un accessorio per il lavaggio e sanificazione dei nastri trasportatori e un altro per la pulizia di botti e barrique dedicato all’industria vinicola. Il vapore è ancora uno strumento poco conosciuto in questi campi, ma che a
poco a poco viene sempre più utilizzato grazie alla sua grande efficacia.
Inoltre, un generatore di vapore è uno strumento polivalente che può essere utilizzato nella sanificazione di tutte le superfici di un’azienda. I nostri pulitori a vapore sono l’esempio di pulizia verde: normale acqua di rubinetto viene trasformata in un potente strumento di pulizia profonda.
Il vapore elimina sporcizia, muffa e altri agenti contaminanti da una varietà di superfici in pochi secondi.
www.stindustry.eu
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XXIII
S Speciale
XXIV DIMENSIONE PULITO | 09/2019 Attenzione agli allergeni Speciale igiene alimentare S Gestione del rischio Le proteine sono un po’ come il polline in primavera; sono dappertutto, o quasi, ma in ogni periodo dell’anno Eleonora Bonvissuto
ià nell’antica Roma Ippocrate osservava che il latte vaccino scatenava disturbi gastrici, orticaria e cefalea e causava persino la morte in alcuni individui. Difatti l’allergia alimentare è una reazione avversa agli alimenti indotta da una anomala reazione immunologica mediata da anticorpi della classe IgE, che reagiscono verso componenti alimentari di natura proteica; è stato stimato in Europa un tasso di prevalenza dello 0,1 – 3,2% per gli adulti e dello 0,1 – 5,7% per i bambini.
La misura dell’estensione tra allergia e alimenti varia con il tempo e il territorio ed è correlato con i cambiamenti nelle abitudini e preferenze alimentari, con l’introduzione di novel food, con il processamento e con l’età di prima introduzione dell’alimento nel regime dietetico. I processi che sono stati incriminati di influenzare le proprietà allergeniche sono: il riscaldamento (trattamento termico), la fermentazione (che include l’idrolisi con enzimi endogeni, l’idrolisi acida ed enzimatica), i trattamenti fisici (come i processi ad alte pressioni – HPP e l’estrusione), l’uso di additivi conservanti, cambiamenti nel pH o la combinazione di due o più di questi (Mills and Mackie, 2008, Thomas et al., 2007). L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare afferma che “la maggior parte degli studi disponibili relativamente alla stabilità ai trattamenti tecnologici riportano la capacità di legare le IgE circolanti, anche dopo trattamenti termici e per tempi diversi, anziché sulla loro allergenicità, mentre indagini sistematiche sugli effetti del processamento alimentare sull’allergenicità sono scarsi” (EFSA, 2014). Risulta chiaro che i processi industriali influenzano l’integrità antigenica/il legame delle IgE con gli allergeni.
MATERIA PRIMA E RISCHIO ASSOCIATO
A causa dello stile di vita frenetico la cucina casalinga ha subito un processo di disaffezione che ha portato a un continuo aumento dei consumi alimentari fuori casa, di cui pane (pinzoni, panini, focacce, brioches,
Gbiscotti, schiacciatine ecc.) e pasta vengono consumati abitualmente. Secondo l’ultimo rapporto ristorazione della Fipe (Fipe - Federazione Italiana Pubblici esercizi, 2019), che ha indagato a fondo i nuovi stili alimentari degli italiani, emerge come la relazione che lega le persone al cibo sia in continua evoluzione e adattamento ai tempi. Il cambiamento degli stili di vita sta modificando sensibilmente le relazioni con il cibo imponendo alle aziende alimentari una responsabilità aggiuntiva per garantire qualità, sicurezza alimentare e salute.
La gamma dei prodotti da forno è molto vasta includendo prodotti precotti e surgelati, che spaziano dal dolce (dietetici o speciali) al salato, fino a prodotti tradizionali ed internazionali. Panifici industriali ed artigianali condividono sfide comuni in materia di sicurezza alimentare e richiedono la corretta progettazione di programmi di sicurezza alimentare volti a minimizzare i rischi nel prodotto finito e connessi al loro ambiente di produzione. Il possesso del piano di autocontrollo è obbligatorio per tutto il settore alimentare, ma scendiamo nel dettaglio e analizziamo nello specifico le tre grandi categorie di ingredienti, che sono le fonti più rilevanti di allergeni, indispensabili per i prodotti da forno nonché uova, latte e latticini, farina di grano (duro e tenero).
UOVA E PRODOTTI A BASE DI UOVA
Le uova rappresentano sicuramente un ingrediente tra i più versatili nella panetteria. Si utilizzano intere oppure separate nelle loro componenti (albume e tuorlo) a seconda della formulazione alimentare. Utili a legare gli impasti, come agente emulsionante tra grassi ed acqua (grazie alla lecitina), a incrementare le proprietà organolettiche delle preparazioni a cui sono aggiunte e a molte altre cose.
L’uovo, come forse nessun altro alimento, può essere separato in due distinte componenti con alcune proprietà simili ma anche da tante altre differenti. L’albume contiene proteine con un potenziale allergenico nettamente superiore rispetto al tuorlo. Le quattro principali proteine nel bianco d’uovo sono l’ovoalbumina (OVA 54% delle proteine totali),
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XXV
Gestione del rischio
Speciale igiene alimentare
l’ovotransferrina (o conalbumina) (OVT 12%), l’ovomucoide (OVO 11%) e il lisozima (LYS 3.5%). Nel tuorlo d’uovo ci sono due proteine, l’α-livetina (siero albumina di pollo) e la lipoproteina YGP42, che sono state identificate come allergeni delle uova.
In panetteria le uova, che vengono sfruttate come nutriente e additivo alimentare, sono alla base di molteplici preparazioni. Occorre però fare una doverosa distinzione tra le preparazioni in cui si ha un intenso riscaldamento delle uova, come i prodotti da forno e le preparazioni amidacee (torte, waffles, muffins, pancakes, noodles all’uovo, pane e pasta all’uovo), e quelle in cui le uova subiscono un trattamento termico più blando (custard, French toast, maionese fresca, quiche e salse fredde per la Caesar salad).
Diversi studi hanno evidenziato che le uova e i prodotti a base di uova trattate termicamente sono ben tollerati dai pazienti allergici (50-85%). Questa percentuale varia con le caratteristiche dei pazienti (età, gravità dell’allergia, ecc.), il riscaldamento, la matrice utilizzata, ecc.
La cottura dell’uovo insieme alla farina di frumento (es. nelle preparazioni dei muffin, biscotti, torte, ecc.) riduce ulteriormente la capacità allergenica. Inoltre trattamenti come l’irradiazione potrebbero modulare le proprietà allergeniche delle uova; tuttavia sono necessari ulteriori studi.
LATTE E PRODOTTI A BASE DI LATTE (INCLUSO IL LATTOSIO)
In panetteria, sebbene siano a disposizione altri tipi di latte (come quello di capra o di asina), si usa quasi esclusivamente latte vaccino. Dal punto di vista della composizione chimica, il latte, la panna, il mascarpone e il burro, giusto per citare i più comuni ingredienti a base di latte impiegati nei prodotti da forno, fanno parte della stessa famiglia in cui la variabile principale è la percentuale in grassi presenti. Indubbiamente tante sono le differenze di struttura, composizione, aroma e sapore tra i vari prodotti e che ne determinano il loro utilizzo. I principali allergeni del latte vaccino sono le caseine, la β-lattoglobulina
e l’α-lattoalbumina. Antigeni meno comuni nel latte di vacca sono la Siero Albumina (BSA) e le immunoglobuline.
Le caseine sono stabili ai trattamenti termici a cui viene sottoposto il latte vaccino (pastorizzazione, sterilizzazione o UHT); quindi persiste la loro capacità allergenica anche dopo i trattamenti termici. Le caseine inoltre non si alterano neanche nei prodotti fermentati, come lo yogurt e i formaggi, per tale ragione non devono essere consumati da chi soffre di allergia.
La β-lattoglobulina e l’ α-lattoalbumina vengono invece, almeno parzialmente, denaturate dalla sterilizzazione; ciò può essere spiegato non solo per l’effetto sulla denaturazione proteica ma anche a causa della reazione di Maillard innescata dalle alte temperature, che determina la scomparsa di parte degli epitopi causa della risposta immunologica. Stesso risultato si ottiene nei prodotti da forno (anche di quelli di semplice composizione, come i biscotti a base di farina, zucchero e uova) per effetto della reazione stessa.
XXVI DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
GRANO E SUOI ALLERGENI
La farina è l’ingrediente sovrano dei prodotti da forno. Biscotti, crostate, paste lievitate e torte hanno caratteristiche organolettiche differenti, in base ai vari ingredienti aromatici aggiunti nell’impasto durante la preparazione. Eppure tutti sono accumunati da struttura, consistenza e sapore fornite dalla farina di grano tenero (Triticum vulgare o aestivum). La farina di grano duro o semola (Triticum turgidum durum) invece è perfetta per la produzione della pasta secca ma anche negli impasti del pane, come per esempio quello di Altamura.
La farina di frumento è perlopiù composta da amido (64-74%) e proteine (10-14%). In base alla loro solubilità le proteine del grano possono essere classificate come albumine (in acqua), globuline (in soluzioni saline neutre), gliadine (in alcol diluito) e glutenine (in acidi diluiti). Le albumine e le globuline sono le principali proteine strutturali. Includono, tra le altre, α- e β-amilasi e i loro
inibitori, e le proteine di trasferimento lipidico (LTPs). Le gliadine e le glutenine sono note anche come prolamine o proteine del glutine e costituiscono circa l’80% dell’intera frazione proteica presente nell’endosperma della cariosside di frumento.
Gli allergeni coinvolti nell’allergia al frumento sono stati isolati tra le differenti frazioni proteiche del grano. Studi recenti evidenziano come pane e prodotti da forno ottenuti da impasti acidi mostrano, a differenza di quelli ottenuti con il lievito di birra a base di Saccharomices cerevisiae, una minore risposta immunologica (Marti et al, 2015). Infatti alcuni microrganismi impiegati nella produzione di questi impasti (quali batteri lattici e bifidobatteri) favoriscono la degradazione di epitopi IgE reattivi da parte degli enzimi digestivi.
GESTIONE DEI RISCHI
La necessità di gestire i potenziali rischi degli alimenti allergenici nei locali di
produzione alimentare può essere fronteggiata in vari modi, ad esempio, attraverso programmi relativi ai prerequisiti (PPR) e poi tramite l’integrazione nel sistema HACCP aziendale. La gestione degli allergeni nelle aziende alimentari dovrebbe essere considerata parte integrante del piano di autocontrollo esistente piuttosto che un sistema completamente nuovo. Un efficace sistema di gestione del rischio inizia con la valutazione del rischio stesso, che, per gli allergeni, richiede la considerazione, come minimo, della probabilità che siano presenti, della loro forma fisica (polvere, liquido, in pezzi, ecc.), nonché della dose di qualsiasi allergene presente. Dovranno essere attenzionate tutte le fasi della catena di approvvigionamento, dalle specifiche tecniche e modalità di fornitura delle materie prime alla vendita del prodotto finito includendo anche la progettazione e lo sviluppo del prodotto. Sporadicamente quando si affronta la gestione dei fornitori e materie prime si valuta seriamente il loro impatto sul processo e sul prodotto finito. La corretta e completa conoscenza sui prodotti approvvigionati dovrebbe essere alla base della propria realtà produttiva.
Nell’industria della panificazione essi comprendono sia ingredienti primari che identificano i prodotti da forno, quali semola di grano duro e farina di grano tenero, uova e ovoprodotti, sia ingredienti secondari utilizzati nella formulazione di pani speciali e pani da accostamento, quali per esempio latte e latticini, prodotti a base di frutta (fresca e secca) e verdura; a questi si aggiungono anche ingredienti peculiari, quali spezie, aromi, erbe fini e sale, che caratterizzano il prodotto finito.
Le materie prime, oltre a essere scelte in funzione delle caratteristiche chimico/ fisiche, tecnologiche, di processo, di funzionalità, dovranno essere valutate dal punto di vista della sicurezza alimentare e per ciò che concerne gli allergeni conclamati e nascosti. Infatti spesso tra i motivi più comuni per i richiami (RASFF, Rapid Alert System for Food and Feed) nel settore della panificazione ci sono gli allergeni non dichiarati. Risulta basilare che avere un programma affidabile di gestione degli allergeni all’interno dello stabilimento di produzione, oltre a garantire che i propri fornitori
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XXVII
Speciale igiene alimentare
Gestione del rischio
dispongano di un adeguato programma di controllo degli allergeni, può aiutare a prevenire i richiami. Dai fornitori dovranno essere censite quante più informazioni possibili sugli ingredienti prescelti richiedendo accurate schede tecniche sull’effettiva composizione. Qualora trattatasi di semilavorati e prodotti finiti le informazioni date dal fornitore dovranno essere ancora più dettagliate comprendendo altresì gli additivi, gli aromi e gli allergeni ivi contenuti. È determinante che gli allergeni vengano immagazzinati in locali separati dagli altri ingredienti e che il fornitore della materia prima o del semilavorato effettui una lavorazione sequenziale in sicurezza a garanzia di una pulizia adeguata tra cicli di produzione allergeni/ allergeni-free per prevenire la contaminazione crociata durante la produzione. La salubrità del prodotto in uscita dipenderà anche dalla conformità degli ingredienti aggiunti rispetto alla formulazione validata: ciò potrà essere assicurato anche con l’adozione di software sofisticati capaci di intercettare eventuali e pericolose deviazioni dai limiti critici.
XXVIII DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
Elementi critici
Fornitori
Movimentazione materie prime
Attrezzatura
e design industriale
Produzione Informazione al consumatore
Pianificazione e sviluppo di un nuovo prodotto
Documentazione
Persone
Elementi critici che devono essere considerati nella valutazione del rischio allergeni nei locali di lavorazione degli alimenti.
NORMATIVE DI RIFERIMENTO ALLERGENI
Decreto Legislativo n. 231/2017
Recante le disposizioni applicative e le sanzioni relative al Reg. UE n. 1169/2011 in materia di etichettatura degli alimenti.
Regolamento (UE) n. 1169/2011 Relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori
Legge 88/2009
Recepisce il Regolamento CE 479/2008
Regolamento CE n. 479/2008 Relativo al mercato vitivinicolo
Decreto legislativo 27 settembre 2007 n. 178
Direttiva 2006/142/CE
Decreto Legislativo 8 febbraio 2006 n. 114
Direttiva 2005/26/CE
Direttiva 2005/63/CE
Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 8 febbraio 2006, n. 114 ed attuazione della direttiva 2006/142/CE
Modifica l’allegato III bis della direttiva 2000/13/CE concernente l’elenco degli ingredienti che devono essere citati
Attuazione delle direttive 2003/89/CE, 2004/77/CE e 2005/63/CE in materia di indicazione degli ingredienti contenuti nei prodotti alimentari;
Fissa un elenco di ingredienti o sostanze alimentari temporaneamente esclusi dall’allegato III bis della direttiva 2000/13/CE
Rettifica la direttiva 2005/26/CE per quanto riguarda l’elenco delle sostanze o ingredienti alimentari temporaneamente esclusi dall’allegato III bis della direttiva 2000/13/CE
Linee Guida Federalimentare 2005
Direttiva 2003/89/CE
Direttiva 2000/13/CE, abrogata con Reg. 1169/11 art. 53
Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n. 109 e s.m.i
Nelle schede tecniche delle partite vanno registrati tutti i codici lotto degli ingredienti utilizzati durante il processo di produzione. Queste informazioni andranno archiviate in modo tale che, durante un evento di richiamo, tutto il lotto interessato possa essere identificato in modo accurato e tempestivo cosicché si possa risalire alla storia globale del prodotto e alle relative responsabilità nelle diverse fasi di lavorazione. Cambiamenti a un qualsiasi processo all’interno di un impianto di produzione alimentare, o l’introduzione di una nuova materia prima o prodotto, possono influire sui rischi di allergeni per cross-contact per altri alimenti processati nello stesso sito. Il trasferimento della lavorazione di
Etichettatura degli allergeni, linee guida di federalimentare
Modifica la direttiva 2000/13/CE per quanto riguarda l’indicazione degli ingredienti contenuti nei prodotti alimentari
Modifica sostanzialmente la disciplina dell’etichettatura degli allergeni
Attuazione delle direttive (CEE) n. 395/89 e (CEE) n. 396/89, concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari.
un prodotto in un’altra area può anche alterare il rischio allergenico ad esso associato. Qualsiasi modifica di questa tipologia comporterà pertanto una revisione del rischio originale per tutti i prodotti potenzialmente interessati e, se necessario, l’applicazione di nuove misure di gestione del rischio.
ETICHETTATURE
L’identificazione di un qualunque rischio significativo, che non può essere ulteriormente ridotto, dovrà essere comunicato ai consumatori, così come sancito dal Regolamento (UE) 1169/2011, ad esempio tramite l’etichettatura cautelativa. Le etichettature precauzionali relative alla presenza accidentale di
allergeni per cross-contact sono giustificabili solo sulla base di un’analisi del rischio applicata a un’operazione gestita responsabilmente e non possono compensare una gestione delle GMP (Good Manufacturing Practices) poco efficace. Va sottolineato che, senza valori soglia –limiti di legge (a eccezione dell’anidride solforosa, del glutine e del lattosio), le aziende si trovano in oggettiva difficoltà. Ciononostante il paziente allergico deve essere tutelato affinché possa compiere scelte alimentari in maniera consapevole e sicura.
Gli elementi del programma di sicurezza alimentare, se correttamente combinati, forniranno prodotti da forno sicuri e di alta qualità per il consumatore allergico.
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XXIX
Diritto alimentare
Speciale igiene alimentare
Controlli ufficiali: cambiamenti e aggiornamenti?
Diventa applicabile il 14 dicembre 2019: è il nuovo regolamento Ue 2017/625 relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari
Chiara Marinuzzi
Il titolo già di per sé contiene l’oggetto e l’ambito di applicazione (oltre a una lunga lista di norme che saranno modificate) anticipando la mole dei suoi 99 considerando e 167 articoli con cui il legislatore comunitario “mira a stabilire un quadro armonizzato a livello dell’Unione per l’organizzazione di controlli ufficiali, e di attività ufficiali diverse dai controlli ufficiali, nell’intera filiera agroalimentare …”. Con questo provvedimento vengono abrogati ben 10 provvedimenti tra cui il Reg. CE 882/04 che, appunto, regolava i controlli ufficiali, e il Reg. CE 854/04, specificamente
XXX DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
diretto ai controlli ufficiali sui prodotti di origine animale Trattasi di un’armonizzazione che, pur avendo una prima deadline nel dicembre 2019, lascia una finestra temporale per ulteriori regolamenti di esecuzione e delegati che porteranno al graduale dettaglio dei numerosi aspetti disciplinati dal regolamento.
OGGETTO E AMBITO DI APPLICAZIONE
L’obiettivo di unitarietà nella disciplina dei controlli ufficiali ha portato all’inserimento di nuove aree precedentemente non comprese nel vecchio Reg. CE 882/2004. Pertanto oggi il campo di applicazione concerne: a) gli alimenti e la sicurezza alimentare, l’integrità e la salubrità, in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione di alimenti, comprese le norme volte a garantire pratiche commerciali leali e a tutelare gli interessi e l’informazione dei consumatori, la fabbricazione e l’uso di
materiali e oggetti destinati a venire a contatto con alimenti;
b) l’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati (OGM) a fini di produzione di alimenti e mangimi;
c) i mangimi e la sicurezza dei mangimi in qualsiasi fase della produzione, della trasformazione, della distribuzione e dell’uso di mangimi, comprese le norme volte a garantire pratiche commerciali leali e a tutelare la salute, gli interessi e l’informazione dei consumatori;
d) le prescrizioni in materia di salute animale;
e) la prevenzione e la riduzione al minimo dei rischi sanitari per l’uomo e per gli animali derivanti da sottoprodotti di origine animale e prodotti derivati;
f) le prescrizioni in materia di benessere degli animali;
g) le misure di protezione contro gli organismi nocivi per le piante;
h) le prescrizioni per l’immissione in commercio e l’uso di prodotti fitosanitari e l’utilizzo sostenibile dei pesticidi, ad eccezione dell’attrezzatura per l’applicazione di pesticidi; i) la produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici; j) l’uso e l’etichettatura delle denominazioni di origine protette, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite.
Rimangono esclusi solo i controlli relativi all’Organizzazione Comune dei mercati (OCM) - di cui al Reg. Ce 1308/02-, la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e i medicinali veterinari.
ASPETTI SALIENTI PER GLI OPERATORI
Poiché la disamina completa del regolamento richiederebbe molto più spazio di quello qui a disposizione, può essere utile richiamare i principali punti che impattano sull’operatore del settore alimentare (OSA), tenendo conto delle
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XXXI
Diritto alimentare
Speciale igiene alimentare
conseguenze, anche significative, che dal controllo ufficiale possono derivare all’OSA, vista la rilevanza penale delle normative oggetto del controllo.
Diritto al ricorso
A fronte di una non conformità rilevata, come noto, le autorità competenti (AC) hanno un potere di intervento estremamente ampio (si veda l’art. 138 del Regolamento) che deve essere esercitato in relazione al rischio e alla gravità della non conformità.
Rispetto a tale potere viene ovviamente riconosciuto un “diritto di ricorso” per il quale tuttavia si rinvia “al diritto nazionale”. In Italia le forme di ricorso variano a seconda dal tipo di provvedimento dell’autorità competente; pertanto l’operatore potrà agire mediante ricorso all’autorità giudiziaria o amministrativa a seconda dei casi.
Giova ricordare che “il diritto di ricorso non pregiudica l’obbligo delle autorità competenti di intervenire rapidamente per eliminare o limitare i rischi…” connessi alla
non conformità rilevata (art. 7 par. 2).
Le conseguenze di tale potere possono essere estremamente impattanti e non sempre la “vittoria” nel ricorso è in grado di ripristinare lo status quo ante. Particolare enfasi, sempre nel medesimo articolo (al par. 5) viene data al caso di rilascio di certificati ufficiali falsi o ingannevoli o in caso di uso improprio di certificati ufficiali, per il quale è stabilita la sospensione temporanea del certificatore dalle sue funzioni, la revoca
Le conseguenze del controllo ufficiale possono essere significative vista la rilevanza penale delle normative oggetto del controllo”
dell’autorizzazione a firmare certificati ufficiali oltre alla possibilità di adottare ogni altro provvedimento volto a prevenire la ripetizione delle falsità.
Il tema del falso è molto sentito nel regolamento in esame che, evidentemente risente delle negative esperienze degli ultimi anni soprattutto nelle produzioni certificate, in cui la falsità documentale ha creato (e tuttora crea) enormi problemi operativi ed economici nell’intera filiera.
La controperizia
Anche il diritto alla controperizia (art. 35) è un diritto fondamentale per la corretta formazione della prova della non conformità; pertanto nel caso di campionamento, analisi, prova o diagnosi svolta nell’ambito dei controlli ufficiali, l’operatore ha diritto a una controperizia, ossia il “diritto di chiedere un esame documentale del campionamento, dell’analisi, della prova o della diagnosi a cura di un altro perito riconosciuto e adeguatamente qualificato”.
In tale prospettiva diventa essenziale la rappresentatività del campione, con con-
XXXII DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
“
seguente obbligo di informativa all’operatore laddove “non è possibile prelevare una quantità sufficiente”.
Si ricorda che il rispetto delle garanzie difensive è fondamentale nel processo penale ai fini probatori.
I controlli sulle vendite a distanza L’imponente fenomeno delle vendite a distanza ha portato a definire nell’art. 36 le modalità di campionamento in tali specifici casi.
L’AC potrà impiegare ai fini di un controllo ufficiale campioni che le AC ordinano dagli operatori senza svelare la propria identità. Dopodiché gli operatori dai quali sono stati ordinati detti campioni devono essere informati che tali campioni sono stati prelevati/analizzati nel contesto di un controllo ufficiale che sussiste il loro diritto a una controperizia. Al fine di rendere più efficace il controllo e i conseguenti provvedimenti, in Italia le AC hanno già attivato specifici accordi con le principali piattaforme di
e-commerce. La materia è comunque in evoluzione e sicuramente sarà oggetto di ulteriore dettaglio.
Il rating
Una vera novità del regolamento è costituita dal “rating” che è “una classificazione degli operatori fondata sulla valutazione della loro corrispondenza ai criteri di rating”. Uno strumento analogo in Italia è il rating di legalità, che viene assegnato su richiesta dell’operatore dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sulla base tra gli altri del rispetto di requisiti di compliance, adozione di standard etici e modelli organizzativi e gestione di prevenzione dei reati, e possesso di requisiti di onorabilità e assenza di condanne dei soggetti apicali delle imprese.
Il regolamento si limita a fornire indicazioni nel considerando 39 e all’articolo 11 par. 3 ove è previsto che le autorità competenti “possono pubblicare o rendere altrimenti disponibili al pubblico informazioni circa il rating dei singoli operatori in
base ai risultati di uno o più controlli ufficiali” purché tale rating si basi su criteri oggettivi, trasparenti e pubblici e siano definite procedure atte a garantire l’equità, la coerenza e la trasparenza del processo di attribuzione del rating. Occorrerà quindi una regolamentazione di dettaglio per avere un quadro del possibile funzionamento di tale tipo di strumento.
CONCLUSIONI
Il nuovo regolamento 625/17 definisce un approccio unitario al sistema dei controlli ufficiali in parte ricodificando concetti già espressi nel Reg. CE 882/04 e in parte introducendo nuovi strumenti e istituti. L’augurio è che la crescita continua delle autorità di controllo garantisca sempre di più un controllo adeguato e professionale in cui la gestione delle problematiche avvenga efficacemente e rapidamente per eliminare e ridurre sui rischi, ma sempre in modo proporzionato rispetto alle non conformità rilevate.
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XXXIII
Vetrina
Oggi sul mercato Speciale igene alimentare
Innovazione ed efficienza nel Pest Control
Nel corso degli anni la gamma degli articoli ORMA si è ampliata per rispondere alle esigenze del professionista del pest control: dai contenitori di sicurezza polifunzionali per il monitoraggio dei roditori della linea Masterbox, TotalBox e Fusion Box alla linea di esche rodenticide ed attrattivi. Dal controllo attivo degli insetti volanti con il sistema automatico Aircontrol S e una gamma completa di insetticidi concentrati, al controllo passivo, fino al monitoraggio tramite trappole luminose a luce UV della linea Flycontrol, Eurofly e Saturn. www.ormatorino.com
Alcosan, igienizzante alcolico pronto all’uso All’interno della propria Linea Igienizzanti, Medusa propone Alcosan. Disponibile nella confezione da 750 ml, Alcosan è un igienizzante idroalcolico pronto all’uso, ideale per l’igiene delle piccole superfici della casa: rimuove germi e batteri da superfici della cucina, frigoriferi, affettatrici, tavoli, sedie, piani di lavoro, seggioloni, fasciatoi, comodini, mensole, superfici del bagno. La sua formula non lascia residui chimici aggressivi sulle superfici, non necessita di risciacquo ed è adatta anche per le superfici che vanno a contatto con gli alimenti. Alcosan è adatto all’impiego in ambito HACCP, non contiene profumo né coloranti. www.medusasrl.com
XXXIV DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
TECNOLOGIA, RICERCA, SVILUPPO: LE ULTIME DAL MONDO DEL CLEANING
Cristina Cardinali
Spingiacqua Monoblocco
Per favorire le norme di igiene e sicurezza alimentare, Ariston Cleaning Solutions, forte della sua esperienza di produttore da oltre 70 anni nel settore della pulizia casa, professionale e alimentare, presenta i nuovi Spingiacqua Monoblocco Monolama. Una soluzione perfetta per industrie alimentari e cucine: lo spingiacqua di Ariston è infatti idoneo al contatto con gli alimenti, in 5 diverse colorazioni, aiutando in questo modo il mantenimento del sistema HACCP e in 4 diverse lunghezze, 30 - 40 - 50 - 60 cm. Diverse altre novità sono in programma nei prossimi mesi che vanno ad arricchire la vasta gamma di prodotti della linea “ARICASA Hygiene” brand di produzione di una serie completa di attrezzi per la pulizia, certificati per il settore alimentare. www.aricasa.com
Detergente decarbonizzante schiumogeno
Itidet Itigrill Mousse è un detergente decarbo nizzante schiumogeno ideale per superfici dure quali forni, griglie, piastre, girarrosti, friggitrici e grill. Grazie all’erogatore schiumogeno e alla nuova formulazione addensata, Itidet Itigrill Mousse forma una schiuma che aderisce alle superfici anche verticali garantendo un mag giore tempo di contatto e una penetrazione profonda per una più facile rimozione dello sporco. Scioglie velocemente grassi osti nati, oli e residui carboniosi senza neces sità di sfregare con spugnette o polveri abrasive. Itidet Itigrill Mousse è disponibile in flacone da 750 ml con erogatore, tanica da 6 e 12 kg con pompa schiumogena. www.itidet.it
Uni System: il nuovo telaio di TTS
Uni System è l’innovativo telaio per il lavaggio e la disinfezione compatibile con tutti i metodi di lavaggio: dalla pre-impregnazione all’impregnazione on demand e i sistemi di strizzatura. Inoltre, può essere usato sia con gli appositi ricambi con micro alette sia con i tradizionali ricambi con tasche. Uni System
Paperdì, Bobine Di Qualità
Paperdì, dispone di un’ampia e diversificata gamma di prodotti forniti con un packaging funzionale, in grado di soddisfare molteplici esigenze. Le Bobine Blu Color sono realizzate con materiale di alta qualità (cellulosa) e rispettando le leggi in materia alimentare. Presentano una finitura microincollata, 3 veli e prevedono 800 strappi. Le bobine sono idonee al contatto alimentare e trovano largo utilizzo in tutti i settori commerciali e industriali. www.paperdi.it
facilita le procedure di pulizia, assicurando la massima igiene: il ricambio con micro alette si inserisce in un attimo e rimane fissato durante l’utilizzo mentre il telaio assicura una messa in opera rapida e senza sforzi e consente il rilascio del ricambio usato senza alcun contatto con lo sporco. www.ttsystem.com
Il profumo del pulito
Da RubinoChem, Olez Essenza. Disponibile in 19 fragranze, il prodotto deterge, spolvera, profuma e deodora ambienti e superfici. La linea è composta da formulati superconcentrati multiuso a pH neutro utilizzabili su qualsiasi superficie. Con tecnologia assorbi-odori, lasciano negli ambienti una fragranza a lunga durata. Specifici per la profumazione, la deodorizzazione, la detersione e la spolveratura, asciugano rapidamente e rendono le superfici brillanti senza lasciare aloni. Senza risciacquo, formano una protezione antistatica, traspirante e antisdrucciolo, lasciando un film invisibile che protegge e tratta le superfici senza formare macchie. In flacone da 750 ml con pratico nebulizzatore. www.rubinochem.it
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XXXV XXXV
Vetrina
Speciale igene alimentare
Con Aladin, una
detergenza
sempre più green
Il Sistema Aladin di AR-CO Chimica ottimizza la diluizione e l’uso dei detergenti in funzione delle operazioni di pulizia nei cantieri. Con la connettività WIFI, è possibile inviare i report di consumo sulla rete internet, riducendo notevolmente l’impatto della detergenza sull’ambiente e calcolandone l’effettiva portata. Aladin è un Sistema intelligente e sostenibile che risponde al meglio a molteplici esigenze, dove il prodotto è abbinato a tre dispenser tecnologicamente all’avanguardia: Aladin Pack, distributore automatico di detergente concentrato in capsule monodose, Aladin GT5, distributore automatico di detergente concentrato in tanica e Aladin GT1, distributore automatico di detergente ad erogazione controllata. Un’applicazione informatica consente la determinazione del quantitativo necessario per lo svolgimento delle operazioni di pulizia e l’assegnazione delle diverse tipologie di detergente da utilizzare in monodose. La stessa permette inoltre di caricare preventivamente i consumi per addetto e le monodose per la pulizia. I vantaggi di Aladin sono molti, a partire dalla diminuzione degli stock di prodotti chimici giacenti in magazzino e del numero di consegne di detergenti nei cantieri, verificando infine il consumo di detergente esercitato dai singoli addetti alle pulizie. www.arcochimica.it
Trattamenti antilarvali in bicicletta
Spray Team presenta Electric City BIKESpeciale Antilarvale, una bicicletta elettrica ecologica a pedalata assistita, dotata di pompa a pressione per trattamenti antilarvali. La pompa, con pressione di esercizio di 5 bar, dispone di un serbatoio da 15 litri e di una batteria che si ricarica in sei ore, permettendo di lavorare quasi 4 ore di seguito. Il getto irrorante è posizionato alla forcella della bici. L’elettropompa - con membrane e guarnizioni in Viton portata 74 l/ora - è comandata da un interruttore, collocato alla sinistra del manubrio, dal pollice sinistro, onde evitare di togliere le mani dalle manopole. Inoltre, dispone di By-pass con lancia regolabile a cono, per una gittata da 4-5 metri, oltre a una prolunga con getto a ventaglio per il diserbo nei vialetti dei parchi oppure nelle piste ciclabili. La bicicletta ha un’autonomia di 50 chilometri e una velocità massima di 20 km/h. www.sprayteam.it
Lavasciuga compatte
Lindhaus presenta la rinnovata linea di lavasciuga compatte LW30-38 eco FORCE. La macchina a due motori e pompa consuma 900W. La pompa è ora controllata elettronicamente con lo spegnimento automatico per mancanza acqua e la rumorosità ridotta di 4 db(A). Compatta e professionale, grazie a una completa gamma di accessori (optional) riunisce molteplici funzioni: lavasciuga pavimenti, lava moquette, lava vetri e tappezzerie. La LW30 L-ion è la versione con batteria agli Ioni di Litio, anch’essa con doppia aspirazione anteriore e posteriore, particolarmente adatta a luoghi pubblici frequentati tipo: stazioni di servizio, bar, ristoranti, aree bagni pubblici di Fiere, aeroporti e molto altro. www.lindhaus.it
XXXVI DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
A ogni ambiente il suo carrello
Un carrello per ogni ambiente, a ogni ambiente il suo carrello. Questo per Falpi è un principio di verità che costituisce il DNA dell’azienda. Per questo Donatello, sviluppato in altezza e contenuto in larghezza - la base misura 40x40 cm - è nato espressamente per soddisfare le esigenze di cleaning di locali particolarmente delicati come le grandi cucine della ristorazione collettiva, perchè, per quanto possano essere ampie, di solito sono ingombre di macchinari e attrezzature che riducono notevolmente gli spazi. Chi si occupa di pulizie professionali sa perfettamente che certi strumenti diventano veri e propri compagni di lavoro: Donatello è longevo e funzionale e, come tutti i carrelli Falpi, si rivela una scelta non solo professionale, ma anche economica e ambientale in termini di sostenibilità. www.falpi.com
Alilight, per la pulizia degli impianti
Unira presenta Alilight, detergente alcalino per l’industria alimentare, indicato anche per macchine o impianti in alluminio e leghe leggere. Il prodotto ha un elevato potere detergente e una notevole capacità di rimozione dei residui grassi e oleosi da macchinari, impianti, nonché da lattine in banda stagnata e vasetti in vetro. È sicuro sulle guarnizioni e sulle parti non protette e mantiene la sua efficacia anche in presenza di acque con elevata durezza. Alilight grazie alla sua versatilità di utilizzo e all’impiego limitato è quindi il detergente più adatto per l’operatore che vuole effettuare una detersione accurata, con la sicurezza che il prodotto darà un risultato efficace senza alcun rischio per la superficie su cui viene applicato. www.unira.it
Lavasciuga compatta
Robusta ma compatta, Mira, la nuova lavasciuga 4cleanpro, è una macchina indispensabile per le pulizie di fondo nei locali più piccoli e pieni di ostacoli. Grazie al suo timone snodato permette di accedere sotto tavoli, mobili e scaffali. Vanta un telaio inox AISI 304 con 410 mm di larghezza di lavoro e offre 3 litri di capacità serbatoio soluzione ma con una capacità di pulizia di 100 mq grazie alla sua funzione ‘eco’, che gestisce la distribuzione dell’acqua in maniera temporizzata. Le bat terie al litio ione di 13 Ah a 36 volt garantiscono un’ora di autonomia per 800 mq circa. Mira ha il timone snodato, diversi tipi di spazzole o dischi trascinatori ed è una macchina polivalente: infatti, grazie al ter gitore che si solleva e alla ridotta pressione a terra, è indicata anche per trattamenti specifici, per decerare o lucidare, proprio come una monospazzola. Elevate prestazioni sono assicurate anche dalla velocità di rotazione variabile delle spazzole – (due spazzole con trorotanti di 210 mm di diametro; da 140 giri/min a 210/min). www.4cleanpro.com
Synclean, un partner affidabile
La società Synclean è da 25 anni nel settore della pulizia professionale e partner delle migliori case produttrici di macchine e accessori. È un’azienda moderna e dinamica ma con un’esperienza di alto livello e un know-how specifico nel mondo delle macchine per la pulizia industriale. Nel suo listino, è possibile trovare: motori aspirazione diretti/periferici/tangenziali (l’azienda è distributrice ufficiale Ametek); motori per aspirapolveri e impianti centralizzati; turbine soffianti; gomme tergipavimento e paraspruzzi; dischi abrasivi; batterie e caricabatterie; accessori per aspirapolvere; spazzole per lavasciuga, spazzatrici e monospazzole; ricambi originali. www.syncleanservice.com
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XXXVII
Eventi
Speciale igiene alimentare
Convegno Nazionale ANID
Il 6 novembre, presso FICO Eataly World a Bologna, si è svolto il Convegno Nazionale “Il futuro della disinfestazione. Spunti e opportunità per le filiere alimentari”
Giulia Conte
XXXVIII DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
rganizzato da ANID (Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione) con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Forlì ha visto la presenza di circa 300 addetti ai lavori, tra aziende e professionisti. Un successo di partecipazione sostenuto dall’importanza e dalla qualità delle relazioni che si sono susseguite sul palco.
OLa scelta della sede del convegno, FICO Eatalyworld, è stata molto apprezzata dai partecipanti, che hanno avuto la possibilità di visitare il complesso durante i momenti di pausa dei lavori e di degustare le diverse proposte eno gastronomiche, grazie a una gift card dedicata, inclusa nel pacchetto di iscri zione.
La giornata si è aperta con il saluto del Presidente ANID Marco Benedetti, seguito dall’inter vento del Presidente di Confindu stria Servizi Hygiene, Cleaning & Facility Service, Labour Safety Solutions, Lorenzo Mattioli (ANIP – Confindustria) ha parlato del nuovo organismo di Confindustria Servizi e delle prospettive che tale comparto apre per i professionisti del Pest Management, evidenziando quanto l’unione di forze associative, quali ANID, ANIP, ASSOSISTEMA e UNIFERR, abbia avuto una visione così lungimirante nel far nascere la compagine federativa. “Tutte le nostre attività riguardano esclu sivamente il progresso del nostro settore, la Disinfestazione”- ci ha raccontato Benedetti - non fac ciamo atttività commerciali, siamo una associazione di categoria con circa 400 iscritti”.
Davide Di Domenico, Biologo, Entomologo, e moderatore del convegno, ha introdotto i vari rela tori, partendo da Andrea Segrè, Presidente di FICO, che ha parlato (erano presenti in sala anche suoi stu denti) delle prospettive future legate all’alimentazione. Si sono svolte, poi, le relazioni più tecniche, con gli inter venti di Lara Maistrello (Università di Modena e Reggio Emilia), con una dissertazione sull’importanza della gestione degli insetti nell’ecosistema, per ottenere notevoli vantaggi a livello ambientale e alimentare.
L’immenso panorama che caratterizza il mondo dell’entomologia evidenzia come gli insetti dannosi rappresentino in realtà una minoranza rispetto alle specie che, al contrario, richiedono interventi dediti alla loro conservazione.
In tale contesto, l’impiego e lo sviluppo di strategie per la lotta integrata rappresenta un approccio razionale e sostenibile verso cui la disinfestazione moderna si
sta rivolgendo, con la riduzione degli insetticidi e la ricerca di mezzi alternativi ogniqualvolta questo diventi possibile.
A seguire, Valerio Giaccone (Università di Padova) ha parlato delle normative e delle contaminazioni dei prodotti alimentari, Mario Principato (Università di Perugia) è intervenuto parlando delle dermatiti occupazionali nel settore alimentare, Luciano Suss (Università di Milano), invece, ha analizzato le attuali possibilità di controllo degli infestanti dei cereali.
Si sono approfondite le tematiche ambientali e normative che regolano il controllo degli infestanti nelle realtà urbane, le procedure di monitoraggio, il
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XXXIX
Eventi
Speciale igiene alimentare
controllo di gestione finalizzato a segnalare il rischio e a ridurre la sua incidenza nelle diverse realtà considerate sensibili. Dario Capizzi (Regione Lazio), ha parlato delle strategie ecocompatibili per la gestione dei roditori. Silvano Natalini e Marco Vannuccini (AUSL Bologna) hanno analizzato pratiche e normativa dei controlli sanitari lungo la filiera degli alimenti di origine animale. Ha chiuso la giornata di lavori l’intervento di Maria Chiara Venturini (Tecnologo alimentare), dedicato alle aspettative degli Operatori del Settore Alimentare nei confronti dei disinfestatori e delle prassi da attuare all’interno delle aziende alimentari per la gestione degli infestanti. Grande adesione anche al servizio di consulenza gratuita “A tu per tu con l’esperto”, messo a disposizione da A.N.I.D. durante la giornata, su tematiche che hanno spaziato dalla consulenza legale alla gestione dei rifiuti, dall’entomologia alla gestione degli appalti. La figura del moderno disinfestatore è stata al centro dell’intervento di Marco Benedetti, che ha posto l’accento sulle
Patentino del Disinfestatore
Il Consiglio Direttivo di ANID ha istituito il “Patentino A.N.I.D. del Disinfestatore” in collaborazione con CEPAS (Istituto di Certificazione delle Competenze e della Formazione del Gruppo Bureau Veritas), che sarà operativo entro gennaio 2020.
La proposta di formazione e di certificazione su base volontaria si rivolge a tutti gli operatori tecnici delle imprese associate ANID, in particolare alle Aziende certificate secondo lo Standard UNI-EN 16636 e/o la Norma UNI-EN ISO 9001-2015. Tre anni di grande impegno sono occorsi per avviare, grazie al lavoro di squadra con CEPAS e dopo un’attenta analisi delle norme europee e nazionali, lo schema di certificazione delle competenze e della formazione per gli operatori del “Pest Control”, creando così uno strumento oggettivo di valutazione delle capacità degli operatori.
Il percorso formativo teorico e pratico, attraverso l’implementazione delle competenze professionali, mira alla formazione di un professionista del “Pest Management” completo e aggiornato, colmando con ciò, pur se su base volontaria, una lacuna normativa in un settore in cui è sempre più sentita la necessità di professionalità, stabilendo così una distinzione certa dagli operatori improvvisati o, peggio, dai falsi professionisti. Il certificato di “Pest Control Operator A.N.I.D.” sarà, quindi, sinonimo di competenza, preparazione e costante aggiornamento, rappresentando un grande valore aggiunto per l’intera filiera del “Pest management”.
attuali esigenze del mercato e sul riconoscimento della professionalità degli operatori del settore. A questo intervento è seguito quello di Cesare Auberti (CEPAS), sulla ormai prossima Certificazione delle Competenze (su base volontaria) del “Tecnico Professionista del Pest Management”, con la creazione di un Albo di Professionisti voluta fermamente da ANID.
I PICCIONI E LE ECOTORRI DAL PROBLEMA ALLA SOLUZIONE CONSULENZE, DIREZIONE LAVORI, TEST DI EFFICACIA, CONTROLLI E PERIZIE CORSI DI FORMAZIONE: DAL MARKETING TECNICO AI PROTOCOLLI OPERATIVI di Graziano Dassi - Via E. Balestrini, 14/a - 21047 SARONNO (VA) tel. 02.8414.5119 - e-mail: geam.dassi@gmail.com - blog https:// grazianodassi.wordpress.com perPROGETTARE
risparmiare
S
TERRA DI DIATOMEE NATURALE
Disinfestazione
Speciale igiene alimentare
Topi in riseria
La “semplicità” è la sintesi di una professionalità di alto livello suffragata dall’esperienza di prima linea.
Giampiero Stringa, responsabile della ditta Biblion Srl Area Nord, ne è un esempio e qui ci descrive un caso aziendale davvero emblematico riguardo a una riseria.
Puoi raccontare un’esperienza nell’ambito della filiera alimentare che possa racchiudere alcuni aspetti di
una derattizzazione particolarmente articolata e “difficile”?
Ci troviamo in una importante riseria ai confini lombardo-piemontesi che ci ha interpellato per un problema di piccioni particolarmente grave nei sottotetti dei locali di raccolta del riso per lo più prodotto nelle risaie di proprietà dell’azienda (quindi la filiera era completa: dalla produzione al confezionamento, distribuzione e vendita diretta nello spaccio aziendale). La localizzazione era in un’area periferica di una cittadina. La struttura degli edifici è più che centenaria in mattoni, abbastanza ben tenuta,
ma l’aratro del tempo era ben visibile rendendo la Direzione dell’azienda “rassegnata” a convivere con infestazioni ritenute non risolvibili.
Ma come mai stiamo parlando di piccioni e non di roditori come mi avevi anticipato?
In effetti la derattizzazione nasce da un commento a una nostra ipotesi progettuale che contemplava interventi antintrusione dei piccioni (colombi) fra cui una rete da posizionare nel sottotetto. Il tutto si basava sulla valutazione delle planimetrie a cui sarebbe seguito un sopralluogo. Il motivo
XLII DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
A volte guardando qualche performance sportiva le qualità atletiche ce la fanno sembrare facile, ma dipende tutto dal campione che le esegue
Chiara Dassi
era l’assenza del capo della manutenzione dovuta a una improvvisa indisposizione. Però il nostro interlocutore ci precisò che le reti dovevano essere in acciaio altrimenti i topi le avrebbero rosicchiate in breve tempo. E la ditta incaricata della derattizzazione pur avendo posizionato molte basi collanti in contenitori di sicurezza e molte trappole a cattura multipla non riusciva a risolvere il problema. Di fatto pur con una infestazione molto preoccupante non vi erano catture.
Ma come era possibile? Davvero nessuna cattura?
Il mistero si è svelato durante il sopralluogo, ed era dovuto a uno svarione della ditta preposta al servizio di derattizzazione che ha dell’incredibile. Tutte le strutture a protezione delle basi collanti e le trappole a cattura multipla erano dimensionate per la lotta al topolino domestico (Mus domesticus), ma in realtà si trattava del ratto nero dei tetti (Rattus rattus). L’errore ha dell’incredibile perché coinvolge più funzioni della ditta che è stata sollevata dall’incarico, ma quando il diavolo ci mette la coda…, ma non spetta a me entrare nel merito.
Ma in buona sostanza come ve la siete cavata?
È stata un’avventura di tre giorni e una notte per predisporre il posizionamento di 90 trappole a scatto mirate al ratto nero dei tetti, con 150 catture in un mese. Un impegno faraonico. Più di 40 mangiatoie di sicurezza posizionate nel perimetro esterno per presenze sporadiche di ratto delle fogne (Rattus norvegicus) con cicli quadrimestrali e rotazione dei p.a. (bromadiolone, brodifacum e difenacum). Da rimarcare che le esche a base di bromadiolone, che normalmente utilizziamo con buoni risultati, in quel caso non risultarono appetite e abbiamo dovuto cambiare fornitore per ottenere dei risultati soddisfacenti.
Ora le cose come procedono?
Molto bene anche perché, conquistata la fiducia del committente, siamo stati incaricati di coordinare gli interventi antintrusione. Il rat proofing ci ha coinvolti pesantemente per sei mesi. Nei primi tre mesi si è proceduto a risolvere la maggior parte delle situazioni più gravi (alcune sono ancora in attesa di una soluzione tecnica dai costi accettabili, comunque abbiamo limitato di molto il problema). Si è anche provveduto al taglio di rami
che si appoggiavano ai tetti (alcuni alberi erano stati colonizzati dai ratti neri, veri funamboli; la cosa è stata delegata ai giardinieri). Altri tre mesi sono stati utilizzati per interventi antiintrusioni “meno” importanti.
Ora siamo a regime e il buon esito del servizio di derattizzazione è comprovato dal rinnovo del mandato per il terzo anno, comprensivo del servizio di manutenzione delle strutture antipiccioni. Inoltre, ci è stato affidato sia il monitoraggio degli insetti sia di collaborare con uno studio specializzato in manutenzione edile per trovare una soluzione definitiva nei confronti di alcune situazioni critiche che ancora sono in attesa di essere risolte in modo definitivo.
Lo stato dell’arte a che punto è?
Per le catture del ratto nero le possiamo contare sulla punta delle dita, il che soddisfa il committente, ma che presuppone un impegno da certosini. Per il ratto delle fogne segni di rosicchiature si continuano a riscontrare, ma sono dovute al fatto che la pressione di infestazione ha origine esterna alla riseria. Arrivano dalla rete fognante cittadina. E, come anticipato ci occuperemo del monitoraggio (plodia, ephestia, stegobium e sitofilus, sono le specie segnalate) e dei servizi di disinfestazione contro le blatte (Blatta orientalis e Blattella germanica).
Non voglio dilungarmi oltre, ma mi prenoto per un’intervista che approfondisca di più gli aspetti tecnico-organizzativi di un servizio che ormai si può dire a tutto tondo.
09/2019 | DIMENSIONE PULITO XLIII
Field identificaion of domestic rodents
Speciale igiene alimentare
Pest management
Il titolo di questa intervista potrebbe anche essere “Quando la disinfestazione sale in cattedra”
Chiara Dassi
Dalle criticità al progetto nella filiera alimentare C
hi ci parla è il dr Michele Ruzza, Direttore tecnico divisione Pest Control - Gico System, che ha tradotto un caso aziendale in una lezione di disinfestazione agli studenti del terzo anno presso il “dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione (BCA)” di Padova. Non è un caso che la lezione avesse i toni di una esercitazione visto che Michele, terminata l’Università, ha iniziato la sua carriera con la pompa in spalla.
Come è stata accolta la tua dissertazione dagli studenti di veterinaria?
Direi bene, con molte richieste di informazioni “farmacologiche” che troveranno risposte in un prossimo incontro; il mio obiettivo, nei limiti di tempo concessomi, era quello di definire un metodo.
Ovvero?
L’azienda poteva considerarsi ben tenuta sia per pulizia sia per la scarsa presenza di ospiti indesiderati il che, per quanto possa sembrare strano, complica le cose perché bisogna lavorare di fino e la
XLIV DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
Specializzata nella costruzione di macchine per la disinfestazione urbana e per il trattamento del verde pubblico e privato, SPRAY TEAM propone una vasta serie di macchine che permettono di far fronte ai piccoli e grandi interventi come la saturazione d’ambiente con termo nebbia o ULV nebbia fredda.
Grazie ad un controllo completo del processo produttivo è in grado di garantire ai propri clienti la massima affidabilità su tutta la gamma dei prodotti.
SPRAY TEAM essendo una ditta certificata, intende applicare e migliorare costantemente il proprio Sistema di Gestione della Qualità aziendale, in riferimento alla norma UNI EN ISO 9001:2008.
E DESIGN SPRAY TEAM SRL Via Cento, 42/d 44049 Vigarano Mainarda FE Tel. 0532–737013 Fax 0532–739189 P.I. 01980350381 E-mail: info@sprayteam.it Sito Internet: www.sprayteam.it
SICUREZZA
ISO
9001:2008 - Cert. n. 9190.SPRY
Pest management
Speciale igiene alimentare
ricerca delle criticità presuppone monitoraggi attenti. Molto interesse ha suscitato il fatto di circostanziare il dialogo con la committenza a dimostrazione del desiderio di approfondire anche gli aspetti della trattativa tecnico-commerciale. La produzione principale era costituita da ravioli e pasta fresca.
Quindi le entità infestanti potenziali erano piuttosto numerose, o sbaglio? Certo, si andava dai roditori (il problema a cui il committente dava priorità) agli insetti delle derrate (lepidotteri e coleotteri) con una particolarità davvero insolita: l’assenza di blatte persino negli essiccatoi, caso più unico che raro, da imputarsi alla pulizia maniacale pretesa dalla proprietà e condivisa dal Direttore di produzione.
Andiamo con ordine, per i roditori, come hai proceduto?
Nelle aree esterne sono stati posizionati 30 control point costituiti da mangiatoie di sicurezza per ratti (avevamo a che fare con il R. norvegicus) caricate con placebo e, dove sono stati riscontrati dei consumi, il placebo è stato sostituito con esche rodenticida a base di bromadiolone (che è il p.a. che noi utilizziamo in prima prescrizione). Nelle aree interne invece sono state posizionate delle trappole a scatto con sensore GPS collegato al cellulare di nostri 2 tecnici e del referente dell’azienda. La cosa ha suscitato molto interesse e un certo stupore quando ho raccontato che tale sistema fu accettato
dopo lunga trattativa a causa del maggior costo di questa risorsa tecnica. D’altro canto, nel caso si fosse optato per le più economiche trappole a scatto, senza sensore, il committente avrebbe dovuto effettuare controlli giornalieri e provvedere in proprio al ripristino della trappola o interpellarci accollandosi l’onere della trasferta. In effetti l’esitazione del committente di decidere in tal senso era giustificata dai pochi avvistamenti per giunta di dubbia attendibilità data l’assenza di riscontri oggettivi di tracce ed escrementi. Alcuni studenti hanno suggerito l’uso di telecamere come strumento di monitoraggio, a dimostrazione della loro padronanza e propensione verso le nuove tecnologie.
Sul telecontrollo mi sembra che vi siano già strumenti atti a tale scopo... Sì e li stiamo utilizzando in altre realtà, ma diciamo che sussistono delle necessità di valutare attentamente sul come “misurare” il gradimento del mercato per tali auspicabili sviluppi tecnologici. L’azienda per cui lavoro è protesa a livello di Ricerca & Sviluppo verso il futuro, e in tal senso investe molto, ma è anche pragmatica sul come e sui tempi di introduzione di questo tipo di tecnologie nei protocolli aziendali.
Politica aziendale degna di nota, come dire la cosa giusta al momento giusto. Ma tornando a noi come è stato affrontato il problema insetti?
Il protocollo prevede un attento monitoraggio e controllo per mezzo di trap-
pole a feromone integrate con attrattivi alimentari. Nel primo caso con verifiche e ripristini bimestrali che diventano mensili per i control point in cui sono utilizzati gli attrattivi alimentari. Molto interessante è stato l’utilizzo di lampade a LED. Queste lampade sfruttando le proprietà di alcuni semiconduttori di emettere fotoni se stimolati da un potenziale elettrico presentano un minor consumo dell’energia elettrica e una maggior durata con minore necessità di smaltire le lampade esauste e quindi minor produzione di rifiuti tossici. Il che è coerente con la nostra filosofia di servizi “puliti”.
Molto interessante sia come descrizione delle linee guida per attuare un servizio di monitoraggio e controllo di alto profilo sia come strumento didattico. Tu che impressione hai avuto dall’auditorio? Le mie sensazioni sono positive, mi è parso di cogliere la voglia degli studenti di valutare con attenzione i possibili sbocchi lavorativi della disinfestazione il che potrebbe essere legato al fatto della mia figura di professionista e non di docente, all’incertezza che serpeggia fra i giovani rispetto al loro futuro lavorativo e alle positive implicazioni ecologiche-ambientalistiche che la nostra professione comporta.
Intanto ti ringrazio e mi prenoto per il resoconto di quando affronterai gli aspetti “farmacologici” della disinfestazione.
S
DIMENSIONE PULITO | 09/2019 XLVI
SCOPRI LE SOLUZIONI ORMA PER IL CONTRASTO ALLE INFESTAZIONI MURINE DALL’ANTIPASTO VIRTUALE ALLE ESCHE TRADIZIONALI CON MATERIE PRIME SELEZIONATE AD ALTA APPETIBILITÀ
Magazzino di stoccaggio
Ancora tignole Speciale igiene alimentare
Come dici? C’è un problema con le tignole in un magazzino di stoccaggio di prodotti alimentari confezionati? Per prima cosa, dimmi, c’era un Sistema di monitoraggio? Se sì, che riscontro ha dato? Troviamo insieme la migliore strategia di intervento e il prodotto più adatto. Nel caso che descriviamo il Sistema di monitoraggio è presente ed è sempre stato negativo fino a quando in un’area del magazzino di stoccaggio viene osservato che su due trappole “vicine” c’era una significativa presenza di “farfalline”. Il primo passo è stato effettuare un’ispezione dell’area, per capire qual è l’infestante, l’intensità e l’estensione del problema. Sfruttando le evidenze date dal Sistema di monitoraggio è stato possibile iniziare l’ispezione dal punto di massima criticità, trovando subito in zona un pacco di cacao rotto e visibilmente infestato dalla famigerata Plodia interpunctella o Tignola fasciata che dir si voglia. L’ispezione è poi proseguita in senso centrifugo per stabilire quali zone erano rimaste libere dagli infestanti e quali no. Successivamente è stata isolata l’area compromessa delimitandola con teli impermeabili per evitare
Tignola fasciata
che le “farfalline” andassero a infestare altri prodotti presenti nel magazzino. Operazioni indispensabili, eseguite immediatamente dopo, sono state: l’eliminazione di tutta la merce infestata, una meticolosa pulizia dell’area e un ricontrollo scrupoloso della merce attigua, che al primo approccio era stata valutata libera da infestanti, quindi tutta la merce non intaccata è stata portata in un’area sicura. Dopo queste operazioni preliminari, necessarie per ottenere un buon esito del trattamento finale, si è passati alla fase di lotta in senso stretto: è stato eseguito il trattamento dell’area, dei bancali e della struttura di supporto mediante nebulizzazione localizzata nell’area delimitata con i teli impermeabili con un prodotto fortemente abbattente e non residuale. Il prodotto scelto è il PYREFEN NO PBO perché i principi attivi che lo compongono danno un veloce effetto abbattente su insetti volanti senza lasciare residui persistenti e la sua formulazione è priva di prodotti derivanti dal petrolio. In etichetta l’uso è autorizzato per l’applicazione in magazzini dedicati alla conservazione delle derrate, locali dell’industria molitoria, magazzini di
imballi destinati agli alimenti, centri cottura (in assenza alimenti esposti), vani di carico di automezzi destinati al trasporto di alimenti. Dopo il trattamento i teli sono stati lasciati sigillati per 4-6 ore e una volta tolti – prima della ripresa delle normali attività – il magazzino è stato fatto aerare ed è stato pianificato un lavaggio delle superfici della struttura di supporto. L’esito del trattamento è stato verificato con ispezioni visive e con il controllo dei dispositivi di monitoraggio secondo cadenze regolari che andavano aumentando se il riscontro dava esito sempre negativo. A distanza di 180 giorni dall’intervento descritto non è ancora stato necessario intervenire. www.indiacare.it
Nei Lepidotteri infestanti delle derrate è la larva la vera responsabile dei danni provocati alle derrate, nonché di una notevole produzione di contaminanti quali: escrementi, tele sericee, esuvie. L’adulto invece non provoca danni diretti agli alimenti, ma risulta essere altamente inquinante. Fattori predisponenti: il loro ciclo biologico è favorito generalmente da condizioni di umidità di circa il 75% e da una temperatura di 25°C.
Plodia interpunctella Tignola fasciata
Le ali anteriori hanno la parte basale e quella apicale con macchie di colore rosso bruno delimitate da linee bianche, e la parte centrale è di colore marrone chiaro.
Pyrefen no PBO
Presidio Medico Chirurgico - Registrazione Ministero Della Salute N. 20218
Concentrato emulsionabile – 100 g di prodotto contengono: Piretrine naturali pure g 0,4 1-R-trans-fenotrina g 2 Coformulanti q.b. a 100g
Cereali spezzati, sfarinati e lavorati.
T.E.A.M. INSETTI – COMBO TRAP + SPECIFICO FEROMONE Linea T.E.A.M. LAMPADE (BRT 30 / BRT 50 / BRT 70 / BRT 71 / BRT 74)
XLVIII DIMENSIONE PULITO | 09/2019
S
Larva tignola
Nome scientifico Nome comune
Descrizione minima
Derrata attaccata Prodotto INDIA per il monitoraggio
Tignola
SOLUZIONI SPECIFICHE PER OGNI INFESTANTE
santacroce ddc www.indiacare.it
Argomenti
Dossier di approfondimento tematico su una tecnologia o un tema di interesse per il settore Tavola rotonda Analisi normative Tutorial di aggiornamento professionale Case history selezionate dal comitato Ricerche nazionali e internazionali Analisi dei casi di studio Profilo dei lettori Progettisti d’impianti, società di engineering, contractor, manager, esco, enti, associazioni di categoria, decisori Piano editoriale NumeroArgomento Focus Impiantistica ospedaliera VRF-VRV Data Center Sistemi Qualità dell’ambiente IAQ IEQ Ventilazione filtrazione BEMS Accumulo Recupero calore Edifici scolasticiPompe Quine Business Publisher I LSWR Group Via G.Spadolini 7 - 20141 Milano nazione - Domotica, dei - Nuove -Recupero sparmio -Sistemi -Accumuli Distribuito Klimahouse MCE SAIE Ecomondo Oltre Attualità, notizie, mercato, news e trends in tempo reale IL PIÙ COMPLETO PORTALE DEL CLEANING PROFESSIONALE QUINE BUSINESS PUBLISHER I LSWR GROUP Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano Tel +39 02.88188400 eMail: dircom@quine.it www.dimensionepulito.it Newsletters L’aggiornamento completo e puntuale sulle novità del settore. Una vetrina virtuale per la massima visibilità delle soluzioni di mercato
trattati