MENSILE
D’INFORMAZIONE
PER LA PRODUZIONE E L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE
MENSILE
PER LA PRODUZIONE E L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE
“Tu chiamale se vuoi… Emozioni” cantava Lucio Battisti. L’indimenticato cantautore e il “poeta” Mogol volevano parlare dell’esistenza dell’essere umano e delle sue reazioni nel compiere gesti di meravigliosa sincerità, capaci di aprire i cuori a una valanga di emozioni. Certo, erano quelle più intime dell’artista ma nelle quali ci siamo rispecchiati un milione di volte. Allora perdonerete l’irriverente parallelo se nel presentarvi gli 80 anni de L’Ammonitore, che rappresentano la storia mia e della mia famiglia, vi parlerò delle mie di emozioni. Non posso in questo contesto non ricordare mio nonno Mino, il fondatore del giornale. Un uomo forte, deciso, sensibile alle trasformazioni che l’Italia del dopo guerra si apprestava ad affrontare. Alle aziende manifatturiere, passato il business delle armi, finalmente veniva chiesto di produrre beni di consumo, diventando fulcro di una nazione che voleva lasciarsi alle spalle i periodi più bui del conflitto bellico. E qui la prima grande intuizione di Mino Tenaglia: fare in modo che L’Ammonitore diventasse un organo di informazione, divulgazione e promozione per la loro attività. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Che meraviglia le storiche edizioni in cinese, cirillico, spagnolo, francese, persiano e arabo. Quale lungimiranza mi viene da dire! Ricordo mio padre Giuseppe e mia zia Raffaella, entrati a far parte dell’azienda di famiglia, correre come matti per superare tutte le enormi difficoltà logistiche e burocratiche che bisognava superare a quei tempi, ben più
complesse che cimentarsi in edizioni in lingue straniere. Agli inizi degli anni ’70 i mercati erano chiusi così come chiuse erano le mentalità di alcuni Paesi, per cui ogni iniziativa giornalistica veniva vista con sospetto. Nonno Mino diresse il giornale fino al 1989 e morì all’età di 86 anni, lucido fino alla fine. Ha comunque fatto in tempo a vedere la sua creatura affermarsi nel panorama delle riviste tecniche specializzate e, come d’altronde aveva previsto, l’espandersi delle attività delle aziende oltre i confini nazionali.
A mio padre Giuseppe toccò decidere la linea editoriale del giornale avendo la sapienza di preservarne i valori senza chiudersi al nuovo che avanzava. Purtroppo, non avanzavano solo dolci novità, ma anche amare sorprese a cominciare dalle crisi economiche che, a differenza di oggi, erano a cicli decennali e di breve durata. Il lavoro di editore diventava sempre più impegnativo e difficoltoso seppure condito dalla forte convinzione di essere davvero utile alla causa delle aziende. Con mio padre ho lavorato spalla a spalla a partire dal 2000; l’anno dopo ci fu l’attacco alle Twin Towers che cambiò definitivamente il nostro modo di vivere, più nel male che nel bene. Il nostro rapporto non fu sempre facile, spesso si scontravano visioni diverse su come approcciare il mercato, ma ci furono sempre grandi stima e rispetto reciproci. Ancora oggi penso che le nostre anime culturali differenti, anche solo per motivi anagrafici, ci abbiano permesso di con-
durre L’Ammonitore attraverso i cambiamenti che il nuovo secolo iniziava a vivere, a cominciare dall’avvento di Internet, della Moneta Unica Europea, della globalizzazione. Elementi che nascondevano, come tutte le novità, difficoltà e opportunità. Con la scomparsa di mio padre nell’ottobre del 2021 e di qualche altro editore storico appartenente all’editoria tecnica, oltre al dolore del figlio, si fece largo la consapevolezza che si stava chiudendo un ciclo in questo settore che, tra gioie e complessità, lasciava spazio ai rapporti umani, a un senso di appartenenza, al piacere di stare insieme anche tra concorrenti. Di questo mi ero già reso conto anni prima quando per il bene del giornale dovetti prendere alcune tristi decisioni, d’accordo con gli altri componenti della famiglia, come chiudere la nostra storica tipografia. Non sarebbero state le uniche per preservare la sopravvivenza de L’Ammonitore. Il contesto economico che nel corso degli anni si è venuto a creare ha forzatamente stabilito che chi ha le spalle più larghe affronta meglio le difficoltà economiche ed è in grado di fare investimenti per il futuro, con buona pace delle tanto decantate – e a ragione - piccole e medie imprese. Da questo dogma non è fuggito nemmeno il mondo dell’editoria le cui criticità sono ben note a tutti.
Anche se oggi L’Ammonitore fa parte di un grande gruppo, posso dire orgogliosamente che il tempo non ho lo ha scalfito, dimostrando 20 anni ma con 60 di esperienza!
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Giorgio Albonetti Presidente LSWR Group
Negli ultimi ottant’anni, l’editoria specializzata ha attraversato una trasformazione radicale. Dalla stampa tecnica del dopoguerra fino all’odierno ecosistema digitale, questo settore ha saputo evolversi di pari passo con i cambiamenti tecnologici e industriali. Ripercorrere la sua storia e con essa quella de L’Ammonitore, significa osservare l’evoluzione di un comparto che ha contribuito a plasmare l’innovazione industriale e tecnologica a livello globale.
Nel secondo dopoguerra, l’industria mondiale stava vivendo una fase di ricostruzione e rilancio. Le aziende avevano un crescente bisogno di accedere a informazioni tecniche precise e aggiornate per migliorare i propri processi produttivi. È in questo contesto che è nata l’editoria specializzata per la produzione industriale. Queste riviste offrivano contenuti destinati a ingegneri, produttori e decision maker, focalizzandosi su temi che andavano dalla meccanica, all’elettronica e fino ad arrivare all’automazione dei giorni nostri. In un’epoca in cui internet non esisteva, queste riviste hanno rappresentato l’unica fonte autorevole di informazione per i professionisti del settore.
Dagli anni ’60 il boom economico ha portato l’industria a diversificarsi e l’editoria specializzata ha seguito questa tendenza. Oltre ai tradizionali settori manifatturieri, emersero nuove aree di interesse come l’elettronica avanzata, l’aerospaziale e la chimica.
Questo periodo ha visto la nascita di numerose pubblicazioni dedicate a sottosettori specifici in risposta alla crescente complessità tecnologica. Le riviste cominciarono a includere sezioni dedicate non solo alle innovazioni tecnologiche, ma anche a nuove strategie gestionali, metodi di produzione ottimizzati e normative industriali emergenti. L’editoria si affermava così come un punto di riferimento per la formazione continua dei professionisti, contribuendo a diffondere le migliori pratiche e le innovazioni che trasformarono l’industria. È con l’avvento dell’informatica e delle prime forme di automazione industriale che il ruolo dell’editoria specializzata è diventato ancora più cruciale. Le pubblicazioni settoriali si sono arricchite di articoli e studi approfonditi sugli sviluppi informatici. Ma è stato l’inizio del nuovo millennio a segnare una vera e propria rivoluzione: internet e la digitalizzazione dei contenuti. Questo fenomeno ha cambiato drasticamente tutti noi e le modalità di diffusione e accesso all’informazione. Le pubblicazioni cartacee, che fino ad allora avevano dominato il mercato, hanno iniziato a cedere il passo alle versioni digitali, consentendo una maggiore rapidità nella distribuzione dei contenuti e una fruizione più accessibile e interattiva. Le aziende editoriali si sono adattate a questo cambiamento offrendo contenuti più flessibili e mirati, raggiungendo così un pubblico globale. La nascita
di eventi virtuali, come fiere digitali e conferenze online, ha arricchito ulteriormente il panorama informativo. L’editoria per l’industria non è più soltanto un luogo di diffusione delle novità, ma è diventata una piattaforma di scambio e innovazione in tempo reale. Oggi le riviste stanno evolvendo verso una dimensione sempre più connessa, in linea con le tecnologie emergenti come l’Internet of Things (IoT) e la manifattura additiva. Pubblicazioni digitali e piattaforme di contenuti sono integrate con strumenti di simulazione virtuale, offrendo ai lettori non solo informazioni, ma esperienze pratiche di utilizzo delle tecnologie. In parallelo sta crescendo l’attenzione alla sostenibilità. I temi legati alla produzione green, all’economia circolare e alla riduzione degli sprechi industriali sono oggi al centro delle principali pubblicazioni settoriali. L’editoria specializzata diventa così un attore fondamentale nella transizione verso un’industria più sostenibile e tecnologicamente avanzata. L’Ammonitore, con i suoi 80 anni, è stato testimone e protagonista di queste grandi rivoluzioni. Ha accompagnato i professionisti lungo un percorso di trasformazione costante, fornendo strumenti di conoscenza indispensabili per rimanere competitivi e, in un mondo sempre più interconnesso, il suo ruolo continuerà ad essere cruciale, raccontando le nuove tecnologie e contribuendo a disegnare il futuro dell’industria.
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La gamma è composta da sei confi gurazioni di macchine S e HP che possono lavorare barre di 13, 26, 32 e 38 mm di diametro.
William Gibson, in un suo noto aforisma sugli anni che passano, dice che memoria e tempo si muovono in direzione opposte. La domanda è: come evitare che si allontanino troppo? È inevitabile che i ricordi svaniscano man mano che la nostra vita procede senza sosta? A quest’ultimo quesito la risposta è certamente sì, mentre al primo interrogativo la risposta è intrinseca allo speciale che state leggendo. Ci sono momenti della vita in cui corre l’obbligo di fissare nero su bianco il traguardo fin lì raggiunto, allungando il collo il più possibile per provare a vedere oltre l’orizzonte visibile, così come fa-
rebbe un bravo esploratore. Memoria e Tempo si fermano e si guardano consapevoli di essere sempre insieme, eternamente divisi come i due innamorati del film Ladyhawke.
I nostri 80 anni, fanno parte di quei momenti. E l’esercizio di fissare in uno speciale quanto accaduto in questi decenni non è stato semplice. Raccontare il passato e il presente certamente è più facile –seppure non privo di insidie – guardare al futuro, in un contesto che dire dinamico è poco, è viceversa una vera impresa. Gira che ti rigira è pur sempre una fotografia del
momento, un regalo che facciamo alla Memoria e al Tempo – e a noi stessi nel ruolo di voyeur – e poi tutto torna a scorrere.
Caro L’Ammonitore, tu sei Memoria e Tempo, hai raccontato la storia del paese attraverso la forza del proprio tessuto industriale ma, stranamente, il peso degli anni non ti ha cambiato anzi ti ha reso più giovane, brillante, moderno. Qual è il tuo segreto? Ce lo svelerai magari al compimento dei tuoi 90 anni?
Te lo chiedono anche la Memoria e il Tempo… sempre insieme, eternamente divisi.
Auguri vivissimi a L’Ammonitore per il suo 80° anniversario da parte dell’Associazione Italiana delle Tecnologie Manifatturiere (AITEM)! Da otto decenni, L’Ammonitore è un riferimento imprescindibile per l’industria, e ha contribuito enormemente al progresso tecnologico del settore manifatturiero. AITEM è orgogliosa di collaborare con voi e vi augura molti altri anni di successi.
80 anni di vita per un giornale sono un traguardo davvero ragguardevole.
Significa aver parlato a più di tre generazioni e quindi essersi trasformati seguendo i tempi e l’evoluzione di un mondo che cambia sempre più velocemente, risultando sempre interessanti ai propri lettori.
Ricordo alcuni momenti di collaborazione tra SIRI e L’Ammonitore in cui SIRI ha offerto al giornale un’informazione il più possibile completa e sempre veritiera di un’importante tecnologia che è stata determinante nello sviluppo del nostro mondo anche se nata quando L’Ammonitore era già quasi maggiorenne.
Auguri da tutta la comunità Robotica rappresentata da SIRI per un lungo futuro di informazione corretta e utile ai vostri lettori.
Domenico Appendino, Presidente SIRI
Associazione Italiana di Robotica e Automazione
Luca Settineri, Presidente AITEM
Auguri vivissimi a L’Ammonitore per questo straordinario traguardo. Con impegno e professionalità siete diventati in questi 80 anni una voce autorevole del settore. L’augurio dell’Associazione è che possa proseguire il rapporto di collaborazione in essere e che possiate raggiugere con la stessa passione e impegno nuovi e importanti traguardi
Andrea Bianchi, Presidente Anie Automazione
Auguri per i primi ottant’anni de L’Ammonitore, che abbiamo scelto per aiutare i nostri clienti a presentarsi a un target attento e qualificato con le nostre campagne pubblicitarie online e offline!
Claudio Dorigo, Responsabile media on-offline
Il mio legame con L’Ammonitore, oltre alle questioni professionali che ci hanno visto collaborare negli ultimi 15 anni, è un fattore di cuore. La rivista specializzata “di Varese” è un legame con la mia terra di origine, e questo ha consentito un legame anche personale con la storica proprietà. Sono dunque felice di fare gli auguri a un pezzo di storia della manifattura italiana per i suoi primi, e non certo ultimi, 80 anni!
Alberto Marzetta, Team Amapola
Auguri a L’Ammonitore, la rivista che, con lo sguardo sempre rivolto al futuro, da otto decadi racconta l’innovazione tecnologica al servizio dell’industria manifatturiera
Chiara Tagliaferri, Tecnologo CNR-STIIMA
SHIN COMMUNICATION
80 anni di tecnologia industriale e produttiva. 80 anni fra XX e XXI secolo, mantenendo l’approccio moderato voluto dal suo fondatore. Tanti Auguri e buon compleanno a L’Ammonitore da Shin Communication!
Simona Labianca, titolare Shin Communication
L’Ammonitore ha sempre fatto parte della mia “mazzetta” di giornali, quindi della mia professione. Per formato e per approccio è il mio memo al boom industriale e alla concreta solidità dell’industria nazionale. Tanti auguri vecchio giovane L’Ammonitore. L’appuntamento è ai prossimi 80!
Vitaliano Vitale, titolare DoubleVi
Condividiamo con L’Ammonitore una lunghissima esperienza nella diffusione della conoscenza tecnica all’industria italiana. L’Ammonitore è sempre stato un partner per IIS ed un riferimento sicuro per tutti gli addetti ai lavori. 80 anni sono tanti, ma anche pochi per augurare a L’Ammonitore un futuro di successi nel solco tracciato in anni e anni di buona informazione. Auguri!
Luca Timossi, Segretario generale Istituto Italiano della Saldatura
Auguri a L’Ammonitore per i suoi ottant’anni di storia. Primaklasse celebra con voi questo traguardo, che dimostra la vostra capacità di rimanere sempre al passo con l’evoluzione delle imprese, dell’editoria e della comunicazione. Una caratteristica fondamentale, che ci auguriamo di mantenere anche noi per riuscire a mettere a frutto nel tempo i nostri progetti.
Antonella Galimberti, Managing Director Primaklasse
Negli ultimi 80 anni, l’evoluzione delle macchine utensili e dei sistemi di produzione, unitamente ai progressi nell’automazione, ha trasformato radicalmente il panorama industriale globale. Dall’immediato dopoguerra a oggi, si è susseguita una serie di innovazioni tecnologiche che hanno rivoluzionato la produttività, la precisione e l’efficienza delle linee di produzione. L’avvento della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale apre ora nuovi e inesplorati orizzonti
Chissà se Mino Tenaglia, fondatore del giornale L’Ammonitore, ha mai pensato che la sua “creatura” sarebbe stata testimone e protagonista narrante dei profondi, radicali e straordinari cambiamenti che hanno trasformato il panorama industriale italiano dal 1945 a oggi. L’Ammonitore nasce dall’idea di dare vita a una voce autorevole che sapesse infondere fiducia in tutti coloro nei quali albergava il desiderio di ricostruire il Paese, invitandoli ad abbandonare rabbia e frustrazioni che le tensioni post-belliche ancora si trascinavano. La linea editoriale, all’inizio, è focalizzata più su temi economico-politici ma d’altronde la struttura economica italiana
non esisteva praticamente più, serve ritrovare un filo conduttore; fortunatamente, esistono ancora realtà produttive ben consolidate ed eccellenti capacità professionali riunite nell’ambito di complessi industriali che sono in grado di esprimere livelli di reddito e consumo vicini a quelli degli altri paesi industrializzati. Nell’Italia Nord Occidentale del dopoguerra, si concentra gran parte di questa forza industriale a cui si aggiungono importanti capisaldi come Marghera, Monfalcone, Firenze, Piombino, Terni e Napoli. Non manca quindi in Italia una base industriale fatta di impianti, di capacità progettuali, di tecnici e maestranza, così come non mancano una classe borghese e una operaia capaci di esprimere consumi idonei a sostenere lo sviluppo industriale.
L’influenza della macchina utensile sul cammino industriale italiano
Ogni singolo passaggio dell’avventura industriale italiana può essere visto attraverso l’alternanza delle tecnologie in fabbrica. Come accennato, nel primo decennio post-bellico l’industria italiana esce piuttosto indebolita. Durante la guerra, le tecnologie vengono indirizzate per lo più per soddisfare la domanda bellica, un quadro che cambia radicalmente quando le aziende cercano macchine utensili per produrre beni essenziali. È un momento di grande richiesta tant’è che molti costruttori di m.u. si recano all’estero a comprare o copiare tecnologie, mentre chi decide di iniziare a produrle in Italia trova subito un mercato pronte ad accoglierle, tant’è che in quel periodo le m.u.
vengono considerate addirittura un bene rifugio. Dal punto di vista tecnologico il livello rimane però molto limitato anche a causa del fatto che i clienti non chiedono altro che mezzi sempre più grandi per realizzare prodotti in grande serie: la cosiddetta produzione di massa. Alla fine del 1945, pressappoco nello stesso periodo in cui nasce L’Ammonitore, nonostante il sentimento di desolazione diffuso, un gruppo di costruttori italiani di macchine utensili decide di riunirsi in un’associazione: l’UCIMU. Sono passati quasi 80 anni, ma questa associazione non ha mai smesso di rappresentare per il comparto delle macchine utensili in Italia un sicuro punto di riferimento, un supporto costante, un’ispirazione innovativa. I fondatori hanno un atteggiamento posi-
tivo, sicuri delle proprie possibilità sono convinti di poter competere al pari con i costruttori tedeschi, inglesi, francesi e americani. La storia di UCIMU è raccontata per sommi capi nell’articolo a essa dedicato, ma ciò che conta è che questa associazione ha contribuito alla crescita e alla competitività di uno dei pochi settori industriali italiani di successo nel campo delle tecnologie sofisticate. Il coraggio di questi imprenditori non sarebbe in ogni caso bastato se il sottobosco imprenditoriale non fosse stato ricco di conoscenze, realtà consolidate, capacità professionali su cui si è poi costruito il futuro del comparto. Per garantire lo sviluppo, si fa appello per la ricostruzione all’iniziativa privata e alla libertà degli scambi, sebbene in condizioni
ben diverse da quelle di oggi. Nel 1946, il 96,5% delle importazioni provenienti dai Paesi della futura Oece (Organizzazione europea per la cooperazione economica sorta nel 1948) è sottoposto a licenza; nel 1952 questa percentuale è ancora del 50% e ciò costituisce una solida protezione per i produttori italiani. La ricostruzione orientata alla libertà degli scambi impone tuttavia un miglioramento qualitativo e tecnologico delle produzioni. Allo stesso tempo, si pone l’obiettivo di aumentare la produttività del lavoro, l’unica a poter garantire una crescita dei salari reali e quindi dei consumi interni. In questo modo si pensava di affiancare al motore delle esportazioni anche quello della domanda interna. E così fu. Tra il 1953 e il 1963 la produttività oraria dell’industria manifatturiera italiana cresce all’incredibile tasso dell’8,7% annuo (quasi 11% nel settore della costruzione dei trasporti). Va da sé che l’automobile è il simbolo di questa crescita. Per gli italiani possedere un’automobile rappresenta un simbolo di benessere e di posizione sociale raggiunta, secondo gli schemi di consumo dei paesi ricchi nei quali dominavano i beni durevoli. Dal lato dell’offerta, lo sviluppo dell’industria automobilistica segna la diffusione in Italia delle linee di produzione di massa e guida l’innalzamento qualitativo e tecnologico dei beni strumentali. Protagonista unica e indiscussa, per quell’epoca, è la grande industria perché solo nelle grandi imprese si possono realizzare le condizioni di ottimo impiego delle risorse di capitale e lavoro. In tale pensiero è implicita la convinzione che il lavoro ad alto contenuto professionale e ad alto costo trovi impiego ottimale solo in imprese grandi. Idea smentita negli anni successivi ma che poteva essere già verificata visitando le piccole officine che forniscono beni strumentali ricche di lavoratori estremamente qualificati. Peraltro, la fede nella superiorità infallibile della grande industria è addirittura ingiustificata nel caso della macchina utensile. Un bene strumentale prodotto in grande serie e a prezzi bassi, ma con ca-
ratteristiche standardizzate, non è in grado di accontentare un gran numero di utilizzatori. Allo stesso tempo l’impossibilità di produrlo in grande serie non consente di avere economie di scala, facendo cadere tutto l’architrave su cui si basa la convinzione sopra citata. La soluzione a questo problema, ovvero, come produrre in modo efficiente su scala limitata, viene trovata gettando le basi a quelle peculiarità del comparto delle macchine utensili italiane che ci hanno sempre contraddistinto nel mondo: originalità, preparazione tecnica, flessibilità e snellezza operativa. Caratteristiche che si esprimono al meglio nelle piccole e medie imprese.
Arriva il Controllo Numerico Negli anni ’60 arriva la prima grande rivoluzione. Se il costo del lavoro continua a essere molto basso, l’industria manifatturiera inizia a chiedere macchinari in grado di ripetere il lavoro con minori perdite di tempo, limitando la necessità di interventi umani che in quel momento erano ancora indispensabili. È così che i costruttori iniziano a costruire le m.u. puntando su semplicità e leggerezza (oggi si direbbe user friendly) e sperimentano l’ausilio del C.N. che dà alla macchina informazioni geometriche sequenziali di processo. Secondo i dati dell’epoca, nel 1963 il 49% delle famiglie italiane possiede un televisore, il 55% un frigorifero, il 23% una lavatrice; le automobili circolanti sono quasi 5 milioni, le moto oltre 4 milioni. Tralasciando tutte le implicazioni socioeconomiche e le tensioni politiche che questa nuova rincorsa dei consumi ha portato con sé – una fra tutte la combinazione tra aumenti salariali e inflazione crescente – concentriamoci sulla crescente domanda di strumenti di produzione più accurati la cui prima risposta è l’avvento del CN. Esso consente a una macchina utensile di fare pezzi tutti uguali leggendo la tipologia di lavorazione da eseguire in base a una sequenza di numeri. All’inizio questi numeri sono registrati su un nastro perforato: basta cambiare un nastro perforato per riuscire a fare pezzi diversi, senza
bisogno di cambiare il macchinario o di costosi aggiornamenti. Il CN rispondeva alla richiesta di aumentare la produttività di pezzi uguali in lotti piccoli-medi. Per produzioni di grande serie, invece, continuano a essere preferite le macchine transfer. Alla fine degli anni ’60 c’è la prima evoluzione del CN: con l’introduzione dei minicalcolatori nascono i CNC. Le prime macchine utensili a usufruire del CNC sono quelle per stampisti, visto che questa innovazione consente applicazioni più fantasiose. Fino a quel momento gli stampi vengono realizzati con la tecnologia del copiatore. Si parte dal modello dello stampo; tale modello viene messo sotto la macchina a copiare e un operaio molto esperto si ingegna a riportare la forma del modello nell’acciaio, nell’alluminio o nella ghisa. Il CNC permette, invece, di fare il cosiddetto digitaging ovvero rende possibile il processo di copiatura in due fasi separate. Con uno strumento di misura applicato al CN si può prendere un modello
e trasformarlo in una sequenza di numeri. Fatto questo il CN legge tutti questi numeri, corrispondenti ad altrettanti infiniti punti, e comanda poi la macchina utensile di realizzare una forma uguale o simile al modello. Negli anni ’80, l’utilizzo del CNC per fare stampi è stato ulteriormente esaltato con lo sviluppo delle tecnologie Cad-Cam. Con questi strumenti, la progettazione di un qualsiasi oggetto viene trasferita dal tecnigrafo al PC, saltando tutta la parte della preparazione artigianale.
Le prime multitasking e il sogno della fabbrica “al buio”
Nella metà degli anni ’70 escono sul mercato le prime macchine multifunzione o multitasking, ovvero, macchine utensili in grado da sole di svolgere più lavorazioni. In pratica, gli antenati dei primi centri di lavoro. Il clima di quegli anni, famoso per la fase del terrorismo in Italia, sta condizionando gli aspetti politici, economici e industriali del Paese. Alla fine degli anni ’70 alcuni imprenditori viste
le oggettive difficoltà del periodo pensano alla “fabbrica al buio”, ovvero uno stabilimento che può funzionare senza uomini. Vengono fatti tanti investimenti in quella direzione ma, come si scoprì più avanti, anche la fabbrica più automatizzata necessita di un elevatissimo livello di sorveglianza. Oggi gli FMS consentono di lavorare su tre turni non presidiati, purtuttavia, il controllo viene comunque fatto da remoto da personale addetto alla produzione. In ogni caso, da quelle esperienze, si diffonde il mito “dell’automazione che ruba il posto di lavoro”, un sentimento ben noto che ogni tanto riaffiora quando l’innovazione tecnologica porta delle novità molto importanti in fabbrica, basti ricordare lo scetticismo sui robot – sull’automazione in generale – e, materia attuale, sulla digitalizzazione. Erano anche gli anni in cui iniziano a contrapporsi la produzione di macchine standard, tipicamente giapponese, taiwanese e coreana, a una che, seppure basata su una produzione standard,
gode di un vasto catalogo di optional. La capacità di realizzare macchine utensili via via sempre più “su misura” per il cliente è diventata una caratteristica che ha permesso ai costruttori italiani di essere famosi nel mondo.
Anni ‘80: irrompe la flessibilità Gli anni ’80 scandiscono un cambiamento molto importante caratterizzato da un periodo di maggiore concertazione tra classe operaia e quella imprenditoriale. Nelle fabbriche si inizia a respirare un’atmosfera meno tesa senza desiderio di rivalsa o vendetta da parte di nessuno. Con gli anni dell’odio piano piano alle spalle, inizia una nuova fase anche dell’industria manifatturiera italiana. Finora abbiamo evitato di introdurre temi di carattere socioeconomico, o di citare aziende, ma a questo punto non si può fare a meno di fare un breve riferimento a Paolo Cantarella – a cui verranno poi affidati i destini Fiat nel 1996 -. Cantarella insieme ad altri dirigenti della casa torinese
viene chiamato a guidare Comau, appartenente al gruppo Fiat. È proprio lui che dal 1983 al 1989 porterà questa azienda ad adeguare i progetti di automazione industriale alla trasformazione della domanda.
Il concetto di automazione flessibile nasce proprio in quegli anni, soprattutto in ambito Automotive. L’idea di poter produrre in modo flessibile qualunque cosa è il sogno di molti costruttori, tuttavia, questa idea di produrre senza una reale pianificazione della produzione ha dei costi che non sono rapportabili al giro di affari realizzato con i prodotti finiti. Sempre in quell’epoca c’è un “innamoramento” verso l’architettura informatica. Nel 1987, ricordano in molti, la EMO di Milano vede tanti costruttori scatenarsi in una corsa all’innovazione tecnologica che va al di là dei concetti di efficienza ed economicità. D’altronde il mito della “fabbrica al buio” aveva lasciato i suoi strascichi per cui si pensava a qualcosa di più che a una semplice macchina per realizzare un oggetto; c’è una corsa alla sofisticazione della produzione, puntando sulle innovative architetture informatiche in grado di collegare tutto. In realtà, si è poi scoperto che esse possono essere molto più leggere, che non c’è bisogno di reti dedicate collegate a “cervelloni” super complessi, potendo realizzare gli oggetti adeguati alle necessità con un normalissimo PC.
Non si può comunque parlare di investimenti inutili perché in quegli anni si sono capite e imparate molte cose, in termini tecnologici e di potenzialità. In altre parole, si è capito che l’automazione flessibile è utile ma deve essere più “leggera”. Nel corso del tempo, al concetto di produzione random si è sostituito quello più attuale di riconfigurabilità dei sistemi che evitano investimenti troppo onerosi.
Anni ‘80: com’era l’industria dell’auto
Per definizione gli FMS sono macchine create per fare altre macchine. Questo non li rendeva adatti per il settore automobilistico. Tuttavia, il concetto di flessibilità ha permesso di sviluppare un diverso approccio di marketing da parte dei costruttori di auto che desideravano non essere condizionati dal parco macchine utensili per la realizzazione di un nuovo modello. La componente organizzativa doveva avere la prevalenza su quella tecnologica. Anche nelle linee transfer si è affermato il concetto di plurimandrino, di testa rotante, di cambio rapido dell’attrezzo. In quel periodo, si pensa a impianti come quello Fiat di Pratola Serra: una linea sola che però è in grado di costruire una serie infinita di motori diversi, partendo da alcune comunanze, in questo caso dagli interassi. I costruttori di macchine utensili progettano prodotti che vanno oltre le reali
necessità per cui negli anni successivi si rivede tutto l’aspetto tecnologico, lavorando molto di più sugli aspetti organizzativi. Da qui si prende definitivamente coscienza che non si possono realizzare fabbriche senza l’apporto dell’uomo e questo è più vero che mai nel comparto automobilistico. L’automazione esiste ancora oggi e ha dei vantaggi soprattutto ergonomici: togliere la fatica, eliminare posizioni improprie, eliminare lavori alienanti e ripetitivi. La struttura organizzativa viene modificata dando vita alle UTE (Unità tecnologica Elementare) come si definisce la fabbrica integrata. La Ute fa sì che le persone diano un contributo più articolato alla realizzazione del prodotto.
Arriva l’epoca dell’outsourcing Dopo l’entusiasmo per l’automazione e la robotizzazione della prima metà degli anni ‘80, l’industria italiana inizia a rivedere il suo sistema produttivo. Le macchine, che avevano alimentato il sogno della “fabbrica al buio”, si rivelano incapaci di garantire la flessibilità e il contenimento dei costi necessari per stimolare lo sviluppo. Si torna a investire, ma in modo diverso: più mirato e con una maggiore consapevolezza degli obiettivi. Gli investimenti fissi lordi in macchinari mostrano in questi anni un trend di crescita costante e significativo, raggiungendo i 100 mila miliardi di lire nel 1989. La ragione dell’aumento degli
acquisti di sistemi di produzione va ricercata in un altro fenomeno emergente: il ricorso sempre più frequente a ditte esterne, non solo per la tradizionale subfornitura di componentistica, ma anche per lo svolgimento di servizi e attività accessorie all’interno della fabbrica. Di conseguenza, tutti i fornitori sono costretti ad aggiornare l’organizzazione del lavoro e modernizzare le linee produttive. È in questo periodo che si afferma il concetto di “fabbrica integrata”. Non si tratta solo di un nuovo sistema di produzione, ma anche di una nuova cultura aziendale che punta a realizzare il miglior rapporto quantità-qualità-costo, grazie alla sinergia tra vari soggetti: la grande azienda, la piccola società di fornitura di componenti e l’erogatore di servizi. I grandi clienti tornano a focalizzarsi sul proprio core business sollecitando i fornitori a rispondere a un nuovo imperativo, l’outsourcing, che preparerà la strada alla globalizzazione dei mercati. Il passaggio non è da poco poiché il semplice terzista deve ben presto diventare vero e proprio partner tecnologico delle grandi aziende, con la conseguente necessità di investire in innovazione tecnologica. Al fornitore viene richiesto di progettare e produrre gruppi assemblati su disegno, l’inizio di un percorso che vede oggi i subfornitori fornitori di “soluzioni” tecnologiche. A metà degli anni ’80 tuttavia il fattore qualità non
era ancora avvertito: le cose sarebbero cambiate nel nuovo decennio.
La certificazione di qualità A inizi anni ’90, l’evoluzione della domanda di macchine utensili deve affrontare una delle sfide più delicate: la frontiera della qualità e del just in time. Il motivo per cui questi due concetti vanno di pari passo è spiegato dalle dinamiche accennate nel paragrafo precedente. La grande industria, inclusa quella dell’auto, affida all’esterno un gran numero di lavorazioni per concentrarsi su ricerca, progettazione e assemblaggio, per cui, impiega fornitori esterni per la componentistica. Ma attenzione, non si tratta di semilavorati, bensì di pezzi o assemblati già certificati e pronti per essere inseriti in linea, cioè montati. Non solo: la grande industria, oltre a semplificare i processi produttivi, chiede la consegna dei componenti nel momento esatto in cui servono per il montaggio eliminando gli stock di magazzino. Rispetto al periodo della nascita dell’outsourcing – inizialmente utilizzato solo nel settore autoentra in gioco un nuovo fattore: la certificazione di qualità che permette ai committenti di affidare ai terzisti anche la verifica finale dei componenti. Ma qui entra in gioco un meccanismo perverso. Seppure si sente la necessità di acquistare strumenti di produzione più avanzati, i costruttori di macchine utensili devono scontare l’esubero degli acquisti fatti a metà degli anni ’80 a causa, come già detto, della corsa forsennata all’innovazione tecnologica. Per questo nei primi anni ’90 si assiste alla prima grossa crisi del settore che avvia una drastica selezione tra i produttori di macchinari. Solo i più “grossi”, strutturati e con una leadership tecnologica riescono a sopravvivere, gli altri o falliscono o vengono assorbiti in altre organizzazioni, se non da costruttori stranieri. In ogni caso, questa nuova situazione impone una revisione dell’intera filiera produttiva, in cui chi non è in grado di produrre sistemi completi deve interfacciarsi con fornitori più grandi di lui.
In questo contesto, le aziende sentono la necessità di certificare la qualità dei propri prodotti, nel senso di rendere stabile il livello qualitativo, cioè, produrre pezzi identici tra loro. Una sorta di “falso” valore perché la standardizzazione della produzione non necessariamente significa alta qualità. Nel settore delle macchine utensili accade spesso che produttori non certificati realizzano prodotti di altissimo livello. Chiaramente la domanda di macchine utensili è caratterizzata dalla richiesta di una precisione mediamente doppia rispetto al passato, nell’ordine di tolleranza di un centesimo grazie allo sviluppo di CN più sofisticati e a una meccanica migliore. Il cliente però non è più solo la grande azienda, ma soprattutto i propri fornitori, ovvero, aziende molto più piccole ma molto esigenti, il cui potere decisionale è spesso tutto nelle mani del titolare. La maggiore precisione delle macchine deve convivere con una maggiore facilità di impiego delle stesse. La semplicità è in quel momento il vero punto di forza. D’altronde, in molti settori, in particolare in quello dell’auto, c’è la tendenza a diminuire il numero di componenti presenti, ai quali, però, vengono deputate più fun-
zioni. La complessità dei componenti, pertanto, si riflette su quella delle macchine utensili che, per contro, diventano anch’esse più sofisticate. La manodopera specializzata inizia a scarseggiare e si inizia a sentire l’importanza del service (manutenzione, assistenza, addestramento degli operatori) come elemento differenziante ancora più del prezzo. Chi guarda ancora a quest’ultimo come elemento discriminante è destinato a sparire. L’industria della macchina utensile italiana, alle prese con una politica industriale spesso latitante, sviluppa una grande competenza tecnologica che non rimane inosservata agli occhi dei mercati esteri. Infatti, proprio nei primi anni ’90 si assiste a un’impennata delle esportazioni, tendenza che con l’esplosione della internazionalizzazione non si è mai più fermata, portando con sé vantaggi e svantaggi del mercato libero. A questo punto è bene ricordare che nel 1992 avviene un fatto politico che cambierà drasticamente le cose da quel momento in poi: la nascita dell’Unione Europea. Per il nostro Paese ciò significa sottoporre i conti pubblici all’attenzione di tutti gli altri paesi europei, visto che, per entrare a farne parte, essi devono
rientrare in determinati parametri. Tali vincoli sono fissati dal trattato di Maastricht siglato l’11 febbraio del 1992. Secondo molti storici ed economisti, l’ingresso nell’UE ha permesso all’Italia di intraprendere finalmente la strada della modernizzazione, segnata nel 1993 dal processo di privatizzazione delle imprese statali dal Governo Ciampi.
Questo processo di convergenza economica dei Paesi dell’UE ha avuto ovviamente delle ripercussioni sulle aziende italiane sviluppando la concorrenza e mettendo in evidenza i loro limiti. Il vero tesoro che salva il nostro paese in un momento di transizione davvero molto delicato è la pletora di Pmi ricche di conoscenza, flessibilità e fantasia.
La creazione dell’UE non è importante solo per i motivi sopra accennati ma soprattutto perché tra i principali obiettivi si pone l’unione economica e monetaria con la creazione di una Banca Centrale da attuarsi entro il 1999. L’euro è all’orizzonte.
L’uomo torna a essere centrale A metà degli anni ’90, molti imprenditori, più illuminati di altri, capiscono che la ricchezza più preziosa di un’azienda è rap-
presentata dalle persone che la compongono. La qualità non può essere raggiunta senza il coinvolgimento di ciascuno degli attori della catena produttiva. L’industria dell’auto ha abbandonato il concetto tayloristico fatto di tempi e metodi, per sposare quello della responsabilizzazione, spiegando all’operaio che cosa sta facendo, a che cosa serve il suo lavoro e, di conseguenza, controllarlo. I Tempi Moderni di Chaplin sono lontanissimi. La qualità, quindi, non è più solo legata alle macchine che possono solo svolgere operazioni ripetitive ma non possono reagire agli imprevisti. La macchina rimane pur sempre una macchina, non ha idee, non può migliorare sé stessa (l’IA e il machine learning sono concetti ancora troppo futuribili). Solo il rispetto delle tolleranze e delle misure sono deputate a essa. In un mondo fatto di continui progressi
tecnologici, la vera novità è quindi la riscoperta dell’uomo e delle sue potenzialità. È la riscossa della risorsa umana dopo l’idea della “fabbrica al buio”. Vero è che i tre pilastri fondamentali per tenere in piedi un’azienda sono la produttività, la progettazione e la vendita, ma non devono trascendere altrettanti fattori determinanti a monte che sono la formazione, la cultura e la scuola. Purtroppo, questi ultimi sono stati troppo spesso dimenticati come dimostra ancora oggi la drammatica mancanza di manodopera specializzata sintomo del fatto che aziende e istruzione, sia scolastica che universitaria, hanno viaggiato per troppo tempo senza parlarsi.
Il terzo millennio: Internet pervade il mondo Il 2000 si apre portando con sé delle grandi conquiste tecnologiche soprattutto sul fronte della
comunicazione: i collegamenti telematici, i satelliti, i voli supersonici hanno ridotto le distanze fisiche ma, forse ciò che più conta, anche quelle psicologiche dando via libera alla globalizzazione. Grazie a Internet ogni persona può dialogare con il resto del mondo, a qualsiasi ora del giorno e della notte, semplicemente schiacciando i tasti del proprio PC. La rivoluzione informatica sta così offrendo nuove opportunità sia nel mondo del lavoro, sia nella vita di tutti i giorni. I 2 milioni di persone che navigavano su Internet a inizi anni 2000 oggi sono diventate quasi 5 miliardi. Inizia anche l’epoca dei telefonini che cambierà per sempre il modo di comunicare delle persone. Il numero di persone che può godere di maggiore benessere e di avvicinarsi al mondo consumistico sono sempre di più, mentre le biotecnologie aiutano l’agricoltu-
ra ad assicurare cibo ai sempre crescenti abitanti della terra. È anche un mondo che deve fare i conti con le tante guerre etniche e di religione che saranno terreno fertile per lo sviluppo del terrorismo internazionale. Non è questo il posto per analizzare quanto tutto ciò ha influito al calo delle nascite in Europa, che si ritrova essere un continente invecchiato, senza ricambio e che apre la strada al fenomeno dell’immigrazione dai paesi più poveri. L’Europa però non ha lavoro per tutti: alla fine del 1999, in Italia, il tasso di disoccupazione è del 11,1% tra i più alti di sempre. Per far fronte a questo problema si fa sempre più ricorso ai contratti atipici che, se servono a far calare la disoccupazione, creano ben altri problemi la cui analisi verrà tralasciata in questo articolo, senza dimenticare, tuttavia, che influenzeranno e non poco il mondo dei consumi.
Il 1999 si chiude comunque con una fase di recessione che spaventa il settore delle macchine utensili. La new economy mette in crisi l’economia “del fare”, ovvero, il settore manifatturiero. La globalizzazione sposta su un piano molto più ampio la competizione tra imprese ed è per questo che il “piccolo e bello” inizia a vacillare, lasciando posto alla convinzione che per essere competitivi nel mondo serve avere dimensioni aziendali ben più grandi. Dalla parte dei costruttori di macchine utensili italiani c’è la tradizione di un settore che ancora oggi rappresenta una delle punte di diamante del made in Italy, dove la tecnologia è un formidabile fattore di competitività. All’inizio Internet e le macchine utensili sono due valori economicamente in contrapposizione, oggi sappia-
mo che il mondo digitale e quello della produzione si sono uniti in un’unica cosa offrendo insieme nuove e incredibili potenzialità. Internet, o per meglio dire la digitalizzazione, è una “tecnologia” al servizio di tutte le altre. Grazie all’elevatissimo numero di dati che diffonde, i Big Data, permette di adottare scelte in tempi rapidissimi. Basti pensare ai teleservice. Un costruttore di macchine utensili può risolvere un problema tecnico al proprio cliente in tempo reale, quando una volta servivano decine di telefonate o, spesso, la trasferta di un tecnico. La disponibilità di un’enorme mole di dati che viaggiano in rete sta creando ovviamente delle preoccupazioni a molti imprenditori, motivo per cui in questo speciale dedicato agli 80 anni del giornale L’Ammonitore affrontiamo anche il tema
della Cybersecurity. In ogni caso, Internet aiuta a velocizzare la trasmissione dei dati, la diffusione delle competenze, ma nelle fabbriche continueranno a essere presenti le macchine utensili perché alla base della produzione. La strategicità delle macchine utensili rimarrà invariata. E l’Italia si è specializzata in un’offerta articolata e concentrata sul concetto del problem solving, caratteristica ineguagliabile e apprezzatissima in ogni parte del globo. Il ruolo dei costruttori italiani, pertanto, non solo non diminuirà, ma avrà un’importanza sempre maggiore. Agli inizi degli anni 2000 la condizione di vantaggio di alcuni paesi a basso costo di manodopera sposta il baricentro produttivo verso alcune economie asiatiche (è la delocalizzazione, da non confondersi con il fenomeno
dell’internazionalizzazione delle imprese che è cosa ben diversa), ma ciò non può influire negativamente sui prodotti ad alto valore aggiunto il cui livello tecnologico non è paragonabile con quello di macchine analoghe provenienti da altri paesi. Inoltre, gli stessi paesi emergenti, se vogliono esportare in Europa sono costretti a utilizzare impianti e tecnologie occidentali che garantiscono altissima precisione. L’evoluzione della domanda di macchine utensili su scala mondiale mette in difficoltà le Pmi che devono rivedere le proprie strategie di approccio ai mercati. C’è fortissima l’esigenza di seguire i clienti in giro per il mondo nel loro processo di globalizzazione, assisterli nella progettazione e nel post-vendita. È la strada delle alleanze e concentrazioni tra imprese, sia per massimizzare la presenza su tutti i mercati, sia per migliorare il potere contrattuale verso i fornitori di componenti e materie prime.
L’era di Industria 4.0
Il concetto di Industria 4.0 è stato introdotto per la prima volta in Germania nel 2011, durante la Fiera di Hannover, uno degli eventi principali a livello globale per le innovazioni nel settore industriale. Questa iniziativa, sostenuta dal governo tedesco, aveva l’obiettivo di promuovere la digitalizzazione della produzione manifatturiera per mantenere la competitività dell’industria europea in un mercato sempre più tecnologico e interconnesso. Secondo gli Osservatori del Politecnico di Milano, il termine Industria 4.0 si riferisce al miglioramento della competitività e dell’efficienza delle aziende industriali e manifatturiere attraverso l’introduzione di moderne tecnologie digitali, come l’Internet delle Cose, l’intelligenza artificiale, il cloud computing, la produzione additiva e la realtà aumentata. Oggi, più di dieci anni dopo, le aziende italiane hanno adottato i principi della quarta rivoluzione industriale e le relative tecnologie abilitanti, grazie anche agli incentivi del Piano 4.0, ora noto come Transizione 4.0.
Tra queste tecnologie, troviamo: • Cobot: robot collaborativi, in-
terconnessi e programmabili;
• Simulazione: uso di simulazioni per ottimizzare i processi tra macchine interconnesse;
• Additive manufacturing: utilizzo di stampanti 3D collegate a software di sviluppo digitale;
• Realtà aumentata: utilizzo della realtà aumentata per supportare i processi produttivi;
• Industrial Internet of Things (IIoT): comunicazione multidirezionale tra processi produttivi e prodotti;
• Cloud Computing: gestione di grandi quantità di dati su sistemi aperti;
• Cybersecurity: protezione delle operazioni in rete e sui sistemi aperti;
• Big Data & Analytics: analisi dei dati per ottimizzare prodotti e processi.
Queste tecnologie vengono integrate per creare sistemi cyber-fisici che connettono tutti i processi aziendali, estendendosi anche lungo la catena di approvvigionamento. Sebbene i robot industriali non siano una novità, con l’Industria 4.0 i robot evolvono per collaborare in modo più sicuro con gli esseri umani. I robot collaborativi, o cobot, assistono gli operatori in compiti ripetitivi e faticosi, riducendo gli errori. Tuttavia, è cruciale considerare la sicurezza degli operatori, valutando fattori come il raggio d’azione, la velocità di movimento dei robot, i materiali manipolati e le modalità di interazione.
Le tecnologie di simulazione, estese oltre la fase di progettazione dei prodotti, migliorano l’efficienza dei processi di fabbrica, della gestione delle macchine e degli impianti, portando alla creazione dei “gemelli digitali” (Digital Twin). Questi rappresentano repliche virtuali di prodotti, macchine e impianti, che si evolvono in parallelo con i loro corrispettivi reali grazie all’integrazione dei dati in tempo reale, permettendo una gestione più efficiente basata sulle condizioni e prestazioni attuali.
Le tecnologie immersive, che includono realtà aumentata, virtuale e mista, stanno diventando sempre più rilevanti in contesti come formazione, manutenzione
da remoto e sviluppo collaborativo di prodotti. La realtà virtuale (VR) offre un’esperienza completamente immersiva, in cui l’utente interagisce con un mondo digitale tramite un visore VR, mentre la realtà aumentata (AR) sovrappone elementi digitali al mondo reale, accessibili tramite occhiali AR o dispositivi mobili. La realtà mista (MR) combina elementi di VR e AR, permettendo interazioni tra oggetti digitali e fisici. Strettamente legate alle tecnologie immersive sono le Advanced HMI. Con l’implementazione dei paradigmi dell’Industria 4.0, le macchine utensili sono diventate sempre più avanzate, portando a un’evoluzione nella comunicazione tra uomo e macchina. Le moderne macchine utensili sono ora dotate di interfacce uomo-macchina (HMI, Human Machine Interfaces) che combinano hardware e software per facilitare questa interazione. Queste tecnologie sono sempre più richieste sia a livello industriale che nei servizi, poiché migliorano ed espandono le capacità umane, consentendo lo sviluppo di nuove interfacce utente intelligenti, sicure, accessibili e coinvolgenti.
In termini figurativi, si può dire che stiamo passando dall’era del “Hands & Touch”, in cui le interazioni avvenivano tramite pulsanti, tastiere e interruttori, all’era del “Mind & Body”, in cui l’interazione avviene direttamente attraverso il corpo. Questo nuovo approccio utilizza segnali visivi o sonori come interfacce utente per accedere al flusso di informazioni necessario a supportare le azioni da svolgere.
L’Internet delle Cose (IoT) è fondamentale per la quarta rivoluzione industriale, abilitando la comunicazione e l’interazione tra dispositivi connessi e sistemi centralizzati, migliorando la reattività e l’efficienza. La tecnologia dei Big Data Analytics consente di trasformare i dati raccolti in informazioni strategiche, grazie ai progressi nell’intelligenza artificiale e nel machine learning, che facilitano l’analisi di grandi volumi di dati e compensano la carenza di competenze specializzate. Infine, il Cloud Computing ha ri-
voluzionato la gestione dei dati e dei servizi, offrendo soluzioni software accessibili a costi ridotti e favorendo l’innovazione, soprattutto nelle piccole e medie imprese (PMI). Il cloud permette una collaborazione migliorata e un controllo più efficiente degli asset, accessibile da remoto e da vari dispositivi, abbattendo le barriere economiche e tecniche che tradizionalmente ostacolano l’adozione di nuove tecnologie.
L’Additive manufacturing Le tecnologie di produzione additiva meritano un capitolo a parte. Nel corso degli ultimi 10 anni, all’incirca il tempo trascorso dalla nascita di AITA-ASSOCIAZIONE ITALIANA TECNOLOGIE ADDIVE, il panorama tecnologico di questo particolare tipo di manifattura è passato dall’essere un “hype”- con aspettative che in molti casi erano figlie della scarsa conoscenza della tematica - ad essere, a tutti gli effetti, un processo manifatturiero in grado di coprire, a livello industriale, efficientemente ed efficacemente una serie di nicchie applicative. In molte di queste è ormai insostituibile. Soprattutto, è stato “annullato” quello che era quasi un “mantra” e che sosteneva l’equazione additive = prototipazione: le tecnologie additive sono oggi un mezzo produttivo a tutti gli effetti, in grado di affiancare numerosità e customizzazione, anche nello stesso lotto produttivo.
Se andiamo poi a vedere i principali sviluppi nel campo delle tecnologie additive, non possiamo dimenticare i progressi in termini di:
• Materiali avanzati: la ricerca e lo sviluppo di nuovi materiali per la stampa 3D hanno conosciuto significativi progressi. Ci sono materiali più robusti, leggeri e adatti a una varietà di applicazioni, inclusi metalli (tra i quali spicca la “new entry” del rame e sue leghe), polimeri avanzati, ceramici e materiali compositi.
• Macchine di grandi dimensioni: sono state introdotte stampanti 3D di dimensioni sempre maggiori, permettendo la pro-
duzione di oggetti voluminosi. Questo ha aperto nuove opportunità nei settori dell’edilizia, dell’industria aerospaziale e dell’automotive.
• Stampa 3D a più materiali: alcune stampanti 3D possono ora utilizzare più materiali contemporaneamente durante il processo di stampa. Ciò consente la creazione di oggetti con proprietà e caratteristiche diverse su diverse parti dello stesso oggetto.
• Integrazione di tecnologie avanzate: alcune stampanti 3D ora incorporano tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale (AI) e la robotica, per migliorare la precisione e l’efficienza del processo di stampa.
• Standardizzazione e certificazione: l’implementazione di standard nel settore della stampa 3D sta migliorando l’interoperabilità tra diverse piattaforme e consentendo una maggiore adozione di questa tecnologia, andando anche ad impattare favorevolmente sul tema della certificazione dei prodotti
• Personalizzazione di massa: la stampa 3D sta contribuendo a consentire una produzione più flessibile e personalizzata. Ciò è evidente in settori come l’industria automobilistica, dove alcune aziende stanno esplorando la possibilità di stampare pezzi personalizzati per i clienti.
• Bioprinting: il bioprinting, che coinvolge la stampa di tessuti biologici e organi, ha fatto progressi significativi. Ciò potrebbe avere importanti implicazioni nel settore medico, consentendo la produzione di organi personalizzati per trapianti e test di farmaci.
• Applicazioni mediche: oltre al bioprinting, ci sono sviluppi significativi nella produzione di protesi personalizzate e dispositivi medici attraverso la stampa 3D.
• Stampa 3D nel settore aerospaziale: l’industria aerospaziale ha abbracciato la stampa 3D per la produzione di componenti leggeri e complessi, riducendo i costi e migliorando le prestazioni.
• Sviluppi nel settore manifatturiero: La stampa 3D sta diventando sempre più parte integrante dei processi di produzione in diversi settori, portando a una maggiore efficienza, riduzione dei rifiuti e personalizzazione.
Non vanno inoltre dimenticati i progressi in tutte quelle tecnologie che vanno ad affiancare il vero e proprio processo additivo, partendo dai software per la progettazione per arrivare alla finitura e al collaudo dei manufatti additivi, dove si è osservata la nascita di soluzioni sempre più ottimizzate verso le performance del settore additivo.
Le tecnologie additive, nel loro complesso, rappresentano un importante fattore abilitante per la sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) di tutto il manifatturiero. Questa affermazione, oltre che dalle evidenze pratiche, è anche stata posta in evidenza, lo scorso anno, da uno studio della nota società di consulenza Roland Berger e si va sempre più affermando come una “carta vincente” per il settore additivo, sia a livello italiano sia su quello mondiale. Ecco alcuni dei legami principali tra tecnologie additive e sostenibilità:
1. Riduzione degli scarti: la stampa 3D consente la produzione di componenti complessi, senza la necessità di assemblare diverse parti. Questo può ridurre gli scarti di materiale rispetto ai metodi tradizionali di produzione, dove spesso si generano scarti significativi durante la lavorazione.
2. Utilizzo efficiente dei materiali: le tecnologie additive consentono una distribuzione più efficiente dei materiali durante il processo di produzione. Ciò significa che è possibile utilizzare solo la quantità di materiale necessaria per creare un oggetto, riducendo gli sprechi.
3. Produzione locale e distribuita: la stampa 3D può avvicinare la produzione al luogo di utilizzo, riducendo la necessità di trasporto di merci su lunghe distanze. Questo può contribuire a una minore impronta ambientale associata al trasporto di merci.
4. Materiali sostenibili: con lo sviluppo di materiali biodegradabili e riciclabili per la stampa 3D, è possibile ridurre ulteriormente l’impatto ambientale dei prodotti stampati. Alcuni materiali sono già realizzati da fonti rinnovabili o materiali riciclati.
5. Personalizzazione e produzione su richiesta: la stampa 3D consente la produzione di oggetti personalizzati in modo efficiente. Questo può ridurre la produzione di massa di beni non necessari, limitando gli sprechi e contribuendo a una produzione più sostenibile.
6. Retrofitting e riparazioni: la stampa 3D può essere utilizzata per produrre parti di ricambio e componenti per retrofitting, prolungando la vita utile di prodotti e riducendo la necessità di sostituzioni complete.
7. Design ottimizzato per la sostenibilità: la libertà di progettazione offerta dalla stampa 3D consente la creazione di geometrie ottimizzate per la resistenza e leggerezza, riducendo il materiale necessario e migliorando l’efficienza strutturale.
8. Settori specifici come l’edilizia sostenibile: nell’edilizia, la stampa 3D può essere utilizzata per creare strutture con meno rifiuti di cantiere, utilizzando materiali locali e riducendo l’impatto ambientale complessivo della costruzione. Complessivamente, la stampa 3D può essere una tecnologia chiave per la produzione sostenibile (contribuendo a ridurre gli sprechi), l’utilizzo inefficiente di materiali e la necessità di trasporto globale di merci.
Conclusioni
In questa rapida successione di eventi, abbiamo provato a ricostruire i motivi che hanno portato l’industria italiana delle macchine
utensili ad avere determinate caratteristiche che la contraddistinguono ancora oggi. Ripetiamo che l’Italia, ma non solo ovviamente, ha attraversato momenti storici molto difficili e delicati che, sebbene solo velatamente accennati in questo articolo, hanno influenzato notevolmente il suo sviluppo economico, culturale, industriale. La globalizzazione dei mercati si è dimostrata col passare del tempo un fenomeno inarrestabile che ha condizionato non poco le strategie dei costruttori di macchine utensili. Grandi, medie e piccole aziende considerano ormai il mondo come fosse quello domestico, vogliono poter vendere e produrre ovunque chiedendo ai propri fornitori di seguirli e assisterli ovunque. Rispetto però alla prima versione della delocalizzazione, oggi le aziende producono direttamente in loco ma solo per il mercato locale e con personale locale. Certo lo sforzo delle aziende di piccole e medie dimensioni è notevole ma, soprattutto nell’ultimo decennio, grazie anche all’introduzione di tecnologie molto avanzate, a cominciare da quelle abilitanti di Industria 4.0, molte di queste hanno capito che la loro sopravvivenza dipende dalla forza di saper investire e affiancare il loro cliente nella sfida della globalizzazione.
L’Industria 4.0 e l’Industria 5.0 rappresentano due fasi cruciali nella trasformazione del settore manifatturiero, specialmente in Italia, dove queste innovazioni hanno avuto un impatto significativo. Inizialmente la “dematerializzazione” dell’economia ha messo fortemente in crisi a partire dalla seconda metà dello scorso secolo il comparto manifatturiero. Digitalizzazione, connettività, e globalizzazione hanno poi trainato in modo ancora più forte questa tendenza. La macchina utensile italiana ha cessato da tempo di essere un comparto che produce beni esclusivamente materiali perché ciò avrebbe significato la fine. “Dematerializzare” la produzione di macchine non significa rinunciare a fornire la parte hardware delle macchine, bensì non centrare più su solo
di essa la propria competitività. Quest’ultima dipenderà dal processo nel suo insieme, fatti competenze, conoscenze tecniche e servizi. Oggi tutte le imprese, chi più chi meno, stanno metabolizzando i concetti di Industria 4.0, con l’introduzione di tecnologie come l’Internet delle cose (IoT), l’intelligenza artificiale (IA), la robotica avanzata e l’analisi dei big data, ha consentito una produzione più flessibile, efficiente e personalizzata. Questo ha permesso alle aziende manifatturiere italiane di aumentare la produttività, ridurre i costi e migliorare la qualità dei prodotti, rispondendo più rapidamente alle esigenze dei mercati globali. Il prossimo passo è il passaggio all’Industria 5.0 che si concentra su un’integrazione più profonda tra macchine e esseri umani. Questo paradigma pone l’accento sulla coesistenza armoniosa tra automazione e creatività umana, migliorando il benessere dei lavoratori e promuovendo una maggiore sostenibilità ambientale.
Le piccole e medie imprese (PMI) italiane, che costituiscono la spina dorsale del tessuto industriale del paese, hanno beneficiato enormemente di queste innovazioni. La digitalizzazione dei processi produttivi permette alle PMI di competere su scala globale, grazie all’ottimizzazione dei processi e all’accesso a nuovi mercati. Inoltre, la possibilità di personalizzare i prodotti e di rispondere rapidamente alle richieste dei clienti ha aperto nuove opportunità di crescita. Il governo italiano sostiene questa transizione attraverso piani specifici. Questi programmi forniscono incentivi fiscali, finanziamenti per la formazione e supporto per l’acquisto di tecnologie avanzate, rendendo più accessibile per le PMI l’adozione delle nuove tecnologie.
Bibliografia
- “Verde reseda”, Massimo Bongiovanni, Gian Maria Gros-Pietro, IlSole24ore
- “Espansione della manifattura additiva: una prospettiva chiave per il futuro della produzione”, Enrico Annacondia, L’Ammoni-
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L’Associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione e di prodotti a questi ausiliari ha contribuito dal 1945 a oggi a far sì che questo comparto diventasse protagonista dello sviluppo economico italiano
Rappresentante ufficiale e reale dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione, UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE accompagna le aziende del settore da quasi ottanta anni supportandole nello sviluppo della loro attività di impresa, in Italia e all’estero.
Da quando l’associazione ha cominciato ad operare, era il 1945, abbiamo assistito ad un continuo mutamento del contesto che ha inciso profondamente anche sul profilo dell’industria manifatturiera del Paese di cui la macchina utensile, per certi versi, è uno spaccato esemplare.
Attraverso la storia delle sue imprese associate, ma anche attraverso le iniziative, le missioni, i progetti, le esposizioni fieristiche, sviluppati dalla sua struttura e attraverso le relazioni costruite nel corso di questa importante porzione di secolo, UCIMU conserva la storia del settore che rappresenta ancora uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy nel mondo.
La solida tradizione che il nostro paese ha in questo comparto - la cui industria occupa da sempre i vertici delle graduatorie mondiali - non è stata scalfita nemmeno dall’avvento sul mercato mondiale
di nuovi attori del calibro di Cina e India. Certo, il panorama oggi è molto cambiato rispetto, anche solo, all’inizio del ventunesimo secolo ma l’Italia continua a recitare un ruolo di primo piano nel contesto internazionale ove risulta quinta per produzione e quarta per export e consumo. E questo grazie alla capacità delle imprese italiane che hanno mantenuto fede alla propria natura di fornitori di soluzioni super-customizzate in grado di rispondere esattamente alle richieste dei clienti, continuando a investire sul più rilevante fattore critico di successo: vale a dire l’innovazione
In particolare, negli ultimi quindici, venti anni, l’industria italiana di settore si è resa protagonista di un graduale processo di trasformazione, in chiave digitale, processo che è divenuto via via sempre più marcato, estendendosi ad una platea sempre più ampia di imprese e andando ad interessare gradualmente tutti i principali settori utilizzatori.
Le macchine utensili di ultima generazione permettono di classificare, interpretare e gestire i dati. Grazie a ciò è possibile assicurare al cliente assistenza a distanza e manutenzione predittiva. Ma non
solo. Il processo di interconnessione degli impianti, attivato da queste macchine, permette all’utilizzatore di programmare e rendere più efficienti i processi, riducendo tempi di produzione, fermi macchina e utilizzo delle risorse. Senza dimenticare poi che l’automatizzazione degli impianti insieme al re-design dei macchinari sono fondamentali per garantire maggiore sicurezza, minore fatica e lavoro di più alto profilo agli addetti impiegati in fabbrica.
Grazie a questa evoluzione che certo non è terminata ma, al contrario, continua e si estende oggi guardando alla sostenibilità e alla green manufacturing, abilitata proprio dalla trasformazione digitale, l’industria italiana della macchina utensile ha incrementato ulteriormente il suo appeal presso gli utilizzatori di tutto il mondo e ha contribuito, in modo decisivo, al miglioramento della competitività dell’industria del Paese.
In questo percorso articolato e complesso, UCIMU ha svolto un’azione chiave. Da un lato, ha portato all’attenzione delle autorità di governo la necessità di prevedere strumenti di politica industriale in grado di stimolare l’avanzamento
(non solo tecnologico) del manifatturiero del Paese. Ne è derivato il piano di politica industriale per la competitività tuttora operativo. Dal 2017 ad oggi, Industria, Impresa e Transizione 4.0 hanno impresso una profonda accelerazione al progetto di transizione digitale che era già partito ma che aveva assolutamente necessità di un boost.
Dall’altro, l’associazione ha assicurato informazioni approfondite e puntuali circa le tecnicalità e le opportunità derivanti dall’utilizzo dei provvedimenti che si sono avvicendati nel corso degli anni, assistendo le imprese associate e le loro clienti, in linea con la missione di supporto alle aziende ucimiste per tutte le principali aree di attività aziendale. L’impegno non si esaurisce certo qui ma, rispetto all’ultimo decennio, è sicuramente questo il tema che più ha impegnato l’associazione.
Tutto questo è stato possibile grazie alla convergenza di visione che da sempre contraddistingue l’operato dell’associazione che, nel passaggio di testimone da una presidenza alla successiva, procede in piena continuità. L’impegno di UCIMU in materia di politica industriale proseguirà con il ragionamento sulla produzione sostenibile, abilitata da Transizione 5.0, perché l’associazione considera questi provvedimenti vere e proprie leve per attivare la cultura di impresa che è poi una delle missioni di UCIMU stessa.
Strettamente connesso al tema dell’avanzamento tecnologico è quello della disponibilità di personale qualificato. Le macchine di ultima generazione hanno bisogno di persone capaci di gestirle, programmarle, utilizzarle, imponendo anche una decisa riorganizzazione dell’attività aziendale con approcci innovativi.
UCIMU per questo ha potenziato, e lo farà ancora di più in futuro, il suo impegno in UCIMU Academy, progetto nel quale rientrano tutte le iniziative dedicate a ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, e la distanza tra mondo della scuola e quello dell’industria. Dai premi per le tesi, alla collaborazione con gli ITS. Una particolare menzione merita poi l’iniziativa ROBOTGAMES, il nuovo contest di robotica e automazione, per giovani delle scuole secondarie di secondo grado, chiamati a realizzare prototipi di automazione robotica con applicazione al mondo dell’industria.
A completamento di ciò vi è tutto il lavoro svolto attraverso l’organizzazione di eventi espostivi quali EMO MILANO, la mondiale itinerante alternativamente ospitata in Italia e Germania, BI-MU, biennale della macchina utensile, robot, digital e additive manufacturing, la cui edizione del 2024 è la 34esima, e LAMIERA mostra internazionale, unica in Italia dedicata al comparto delle macchine per taglio lavorazione e deformazione della lamiera, che negli anni, e con lo spostamento a Milano, ha visto crescere la sua rilevanza nel panorama internazionale.
Appuntamenti imperdibili per gli operatori del manifatturiero di tutto il mondo, queste manifestazioni, oltre a favorire l’incontro tra domanda e offerta di settore, rappresentano l’occasione per fotografare il presente e ragionare sul futuro della produzione, trascendendo dunque la dimensione puramente commerciale tipica di una fiera per abbracciare quella di approfondimento e aggiornamento tecnico-tecnologico che da sempre contraddistingue le manifestazioni a firma UCIMU.
I
• 1945-1948: Giovanni Mari
• 1948-1950: Italo Visentini
• 1950-1954: Giuseppe Colombo
• 1954-1956: Luigi Benaglia
• 1956-1960: Giuseppe Colombo
• 1960-1962: Vittorio Ravà
• 1962-1966: Giuseppe Ratti
• 1966-1970: Franco Poma
• 1970-1974: Giuseppe Gabbioneta
• 1974-1978: Antonio Fossati
• 1978-1982: Luigi Cambiaghi
• 1982-1986: Domenico Artoni
• 1986-1990: Giuseppe Ratti
• 1990-1994: Luciano Genta
• 1994-1998: Giorgio Bigatti
• 1998-2002: Franco Gatti
• 2002-2006: Massimo Carboniero
• 2006-2010: Andrea Pontremoli
• 2010-2014: Luigi Galdabini
• 2014-2018: Massimo Carboniero
• 2018-2020: Massimo Carboniero (secondo mandato)
• 2020-2022: Barbara Colombo
• 2022-2024: Barbara Colombo (secondo mandato)
• 2024-2025: Riccardo Rosa
Fondata nel 1946, ha giocato un ruolo cruciale nel dopoguerra e nel boom economico, adattandosi alle sfide tecnologiche e di mercato. Oggi, continua a sostenere le imprese associate attraverso servizi innovativi, formazione e collaborazione internazionale
ASCOMUT è la sigla che identifica l’Associazione italiana Macchine, Tecnologie e Utensili, vale a dire l’organismo associativo imprenditoriale di riferimento delle imprese che operano nell’importazione o distribuzione in Italia di macchine utensili, utensileria, attrezzature da officina, ausiliari e accessori, strumenti di misura, prodotti chimici per la produzione e la manutenzione.
L’Associazione nasce nell’immediato secondo dopo guerra quale parte integrante del neonato Sistema “CONFCOMMERCIO Imprese per l’Italia”, la più grande confederazione imprenditoriale del nostro Paese.
Alla fine del secondo conflitto mondiale gli scenari sociali, economici e politici sono particolarmente difficili e sfidanti: c’è tutto un mondo da ricostruire sotto molteplici punti di vista. Spiccano le profonde lacerazioni che il corpo sociale ha patito dopo anni di guerra, ma non meno gravi sono le ferite “materiali” dovute alla devastazione delle città e delle campagne, degli agglomerati urbani, delle infrastrutture logistiche, degli impianti industriali.
In questo contesto, un piccolo gruppo di imprenditori attivi nel campo della commercializzazione di macchine per lavorazioni industriali e di utensileria, in un contesto completamente nuovo e per certi versi “misterioso”, che darà vita in breve tempo alla immane impresa della ricostruzione industriale e del “boom economico” che ne seguì, ebbe l’idea di dare vita ad un’Associazione.
È il 2 giugno 1946 quando, nella sede di Piazza Belgioioso a Milano, davanti al notaio Vitaliano de Pertis si trovano gli im-
prenditori Natale Baccanti, Angelo Giulio Boeri, Francesco Cappabianca, Luigi Castellani ed Edoardo Origlia.
Dall’intuizione di questo drappello di imprenditori nasce una realtà aggregativa che ha attraversato tutta la storia dell’Italia repubblicana e tuttora rappresenta un punto di riferimento importante ed autorevole.
L’idea di base, allora come oggi, è che l’associazionismo rappresenti un autentico valore aggiunto: la capacità di “fare squadra”, di mettere a fattor comune idee ed energie, di lavorare insieme almeno su alcuni grandi obiettivi comuni rappresentano la vera chiave di volta per facilitare il conseguimento di risultati importanti, spesso impensabili se perseguiti in ordine sparso, senza coordinamento, magari in contrapposizione reciproca in un’ottica sbagliata di concorrenzialità senza quartiere.
È questo il senso profondo delle Associazioni di imprese, come ASCOMUT, che lavorano a tutela di interessi condivisi e legittimi, erogano servizi, elaborano progetti di sviluppo e rappresentano il luogo di incontro di sensibilità diverse, avendo ben chiara l’importanza di salvaguardare sempre il punto di equilibrio dell’armonia tra individualità diverse e inevitabilmente concorrenziali.
Questo lavoro è tanto delicato quanto ineludibile: occorre la capacità di guardare al di là del proprio interesse individuale immediato, di vedere negli altri più compagni di viaggio impegnati ad affrontare le stesse burrasche che competitori agguerriti e senza scrupoli, di mettere talvolta da parte qualche convinzione
personale pur di realizzare un obiettivo comune.
Non tutti ci riescono, un po’ per la tradizionale ritrosia italica al lavoro di squadra (“preferisco fallire da solo piuttosto che salvarmi con altri”) un po’ per presunzione sulla propria superiorità, per delusione da precedenti esperienze negative, per scarsa convinzione o semplicemente per una insufficiente o incompleta preparazione imprenditoriale.
Il tessuto imprenditoriale italiano è sano e dinamico, desideroso di mettersi in gioco e di risponde-
re con determinazione alle sfide del mercato. ASCOMUT ha subito cercato di assimilare questa mentalità e di metterla a fattor comune mentre l’Italia cresceva, sviluppava la propria vocazione prima industriale e poi sempre più marcatamente terziaria, vedeva nella meccanica un punto di forza, viveva le crisi e le riprese di questi decenni così intensi, alternando momenti felici a momenti di vera difficoltà.
Con questo spirito l’Associazione è venuta modificando le proprie caratteristiche, ha ampliato
la gamma di servizi alle imprese, ha sviluppato lo studio delle dinamiche di mercato, ha cercato di adeguare e talvolta di anticipare le esigenze delle aziende associate, anche con la capacità di trasformare il proprio modo di “fare associazione”.
Questo percorso si è sviluppato a partire dai primi anni ’70 quando su iniziativa di 5 Associazioni nazionali di importatori di macchine Utensili, tra le quali ASCOMUT, è stato costituito il Comitato europeo di collegamento (CELIMO), vale a dire una realtà associativa sovra nazionale capace di creare un punto di incontro permanente a livello continentale di studio e di analisi del nostro mercato di riferimento. Da questo primo atto, sono derivati i testi contrattuali standard a livello europeo, lo studio comparato delle dinamiche dei mercati mondiali, l’opportunità di interscambio di servizi come la ricerca di distributori nazionali. Oggi CELIMO, the European Association for Machine Tools, Tooling and Technologies, rappresenta 13 Associazioni nazionali europee ed è interlocutore autorevole a livello mondiale.
Accanto alla svolta internazionale, soprattutto a partire dagli anni ‘80 ASCOMUT ha lavorato molto sul maggiore coinvolgimento degli associati, una comunicazione più attenta, una migliore qualità dei servizi. L’avvento dell’era informatica e di Internet ha poi comportato un’autentica rivoluzione nel modo di pensare e di attuare il rapporto con l’impresa, il marketing associativo, la consulenza in tempo reale.
Nel corso degli anni, ASCOMUT ha seguito la complessa evoluzione del mercato e il continuo sviluppo della tecnologia, raccogliendone le sfide e operando per mantenersi costantemente al passo con la realtà del settore al fine di sostenere concretamente le esigenze delle imprese associate.
La lunga storia dell’Associazione è segnata da molti servizi, iniziative, strumenti di lavoro. Uno dei fiori all’occhiello dell’Associazione concerne la certificazione di qualità: ASCOMUT è stata autentica pioniera nella promozione della Certificazione ISO 9002 e nella redazione della norma UNI sulla qualità dell’azienda di distribuzione di macchine utensili ed utensileria. Un’altra pagina significativa della storia recente di ASCOMUT è il patrocinio dell’area espositiva dedicata, denominata “Villaggio ASCOMUT” nell’ambito della manifestazione fieristica MEC.SPE prima a Parma e adesso a Bologna, oramai consolidatosi dopo oltre venti edizioni. Massima attenzione, inoltre, è riservata ad alcuni aspetti strategici quali la formazione, la comunicazione interna ed esterna e lo studio sistematico delle dinamiche di mercato e del Sentiment delle imprese associate.
L’obiettivo di ASCOMUT è sempre stato quello di affinare la propria attitudine a “leggere” le esigenze delle imprese e del mercato.
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Inigo COOKi
Otmar GRUBER
Armando
Luciano
ANIE Automazione rappresenta in Italia il punto di riferimento per le imprese fornitrici di sistemi e soluzioni tecnologiche all’avanguardia per l’automazione di fabbrica, di processo e delle reti, settori le cui tecnologie rivestono un ruolo cruciale nella cosiddetta quarta rivoluzione industriale
ANIE Automazione è una delle 14 Associazioni della Federazione ANIE.
Federazione ANIE rappresenta, nel Sistema Confindustria, le imprese ad alta e medio-alta tecnologia attive nelle filiere dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica e i General Contractor industriali. ANIE riunisce player strategici che rendono disponibili tecnologie all’avanguardia per i mercati del Building, dell’Energia, dell’Industria e delle Infrastrutture, e costituisce un punto di incontro importante per la comunità di imprese che rappresenta da cui originano nuove sinergie e nuove opportunità di business.
I dati del settore Il mercato dell’automazione in Italia nel 2023 ha superato gli 8 miliardi di euro, con una crescita del 14% rispetto al 2022. Si tratta di un dato leggermente inferiore alle previsioni, ma da leggersi come un buon segnale nonostante alcuni fattori frenanti come l’incertezza geopolitica e le problematiche legate all’approvvigionamento di componenti elettronici e materie prime. Guardando ai segmenti tecnologici rappresentati, si evidenzia nel 2023 una crescita diffusa, con andamenti sostenuti per le tecnologie della meccatronica e automazione discreta (azionamenti elettrici) e del networking e controllo (PLC-I/O, HMI, IPC). E’ proseguita l’espansione anche del Software, dove l’andamento degli ordinativi conferma la tenuta anche nei prossimi mesi. In crescita anche le esportazioni (+5,7 per cento in media d’anno). Per il prossimo futuro il sentiment delle imprese associate evidenzia un
peggioramento delle attese, con una domanda non stimolata dagli investimenti perché, a loro volta, frenati anche dall’alto costo del denaro. In un tale contesto diventano ancora più cruciali gli incentivi a disposizione delle imprese volti a continuare a stimolare gli investimenti: il piano Transizione 4.0 ha avuto una forte incidenza sull’ottimo andamento del mercato dell’automazione che ha raggiunto livelli di crescita anche a due cifre, esclusa la parentesi del 2020.
Organizzazione e attività
ANIE Automazione è organizzata in 4 Aree tematiche: Meccatronica e Automazione Discreta, Interconnessione e Controllo, Digitalizzazione dei Processi e dei Prodotti, Automazione di Processo. Le 4 Aree aggregano 17 gruppi di lavoro. Tale organizzazione consente all’Associazione di seguire l’evoluzione del comparto, operando con una struttura efficiente e moderna, dando maggiore coerenza alla proposta associativa e consentendo di sfruttare le sinergie che esistono tra i vari comparti rappresentati. Tra le principali attività, si segnalano le iniziative volte alla promozione della cultura dell’efficienza
energetica e dell’innovazione tecnologica; il contributo alla definizione della normativa tecnica sia a livello nazionale sia europeo e internazionale attraverso la partecipazione al Cemep, Associazione europea dei Costruttori di Macchine Elettriche e dell’Elettronica di Potenza; il costante monitoraggio dei trend del mercato sia italiano che europeo.
Le transizioni in corso, digitale e green, unitamente alla transizione energetica e al nuovo paradigma dell’Industria 5.0, sono i temi trainanti del comparto intorno ai quali si sviluppano una serie di attività dell’associazione: dalle iniziative di lobby con la partecipazione ai tavoli di Confindustria e l’interlocuzione continua con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per le nuove misure di incentivazione per investimenti
in ottica 5.0, alla realizzazione di un Vademecum a supporto degli investimenti 4.0/5.0 che permette di evidenziare le componenti di
possibile recupero in termini di risparmio energetico che possono emergere dall’applicazione delle tecnologie digitali al mondo delle
operations estese. Data l’importanza della “sostenibilità” per le imprese del comparto, ANIE Automazione ha costituito uno specifico gruppo di lavoro che, in collaborazione con la Federazione, opera per promuovere progetti formativi, informativi e di lobby d’interesse per le aziende associate.
L’Associazione riveste anche un ruolo educativo nei confronti del mercato per la divulgazione tecnologica e la promozione delle conoscenze tecniche attraverso la realizzazione di guide di carattere tecnico-divulgativo, white paper di approfondimento sulle tecnologie di riferimento e articoli tecnici pubblicati sulle principali testate di settore. Pubblica con cadenza annuale un Osservatorio sul mercato globale di settore con un focus dedicato ad un tema di particolare rilevanza per il comparto.
Sempre in tema di promozione delle tecnologie, ANIE Automazione fornisce un servizio di informazione e assistenza sui temi strategici di interesse del comparto anche attraverso eventi, fiere, convegni e corsi di formazione e giornate di studio di elevato contenuto tecnico-scientifico. L’Associazione sostiene la partecipazione collettiva alle principali manifestazioni fieristiche del settore ed è Founding Partner di SPS Italia.
ANIE Automazione promuove inoltre importanti Forum su tecnologie che rivestono un ruolo cruciale nella cosiddetta quarta rivoluzione industriale, si tratta di: Italian Machine Vision Forum, mostra convegno itinerante dedicata alle tecnologie per la visione artificiale, Forum Industria Digitale, nato nel 2023 dalla convergenza di Forum Meccatronica e Forum Software Industriale, e Forum Telecontrollo.
L’obiettivo delle manifestazioni promosse dall’Associazione è di fare formazione e informazione, valorizzare le competenze tecnologiche presenti nel nostro Paese e offrire possibilità di confronto e di networking tra gli operatori del mercato, anticipando i trend e agevolando lo sviluppo del business.
In un contesto evolutivo dove le tecnologie di prodotto tendono sempre più a convergere, FEDERTEC è l’Associazione punto di riferimento unico che rappresenta l’industria italiana della Componentistica e delle Tecnologie Meccatroniche per la Potenza Fluida, la Trasmissione di Potenza, il Controllo e l’Automazione Intelligente dei Prodotti e dei Processi e della Distribuzione Industriale
FEDERTEC nasce nel 2019 grazie alla fusione tra ASSIOT (Associazione Italiana Costruttori Organi di Trasmissione e Ingranaggi) e ASSOFLUID (Associazione Italiana dei Costruttori ed Operatori del Settore Oleoidraulico e Pneumatico).
Nel 2022 anche FNDI (Federazione Nazionale della Distribuzione Industriale) è stata incorporata in FEDERTEC, aggiungendo un nuovo tassello alla filiera delle tecnologie meccatroniche.
Le oltre 300 aziende associate FEDERTEC rappresentano un comparto fondamentale dell’economia italiana e insieme esprimono valori di assoluto rilievo con un fatturato di settore complessivo che a fine 2023 ha superato i 14 miliardi di € con un valore mercato nazionale pari a 10,5 miliardi di €.
Target e mission
FEDERTEC garantisce rappresentatività verso il mondo industriale e le istituzioni in modo semplice e diretto, sapendo valorizzare le best practice dei singoli gruppi tecnologici.
L’Associazione si pone tra i principali obiettivi quello di Incrementare costantemente i servizi verso gli associati creando economie di scala e favorendo così la diffusione di una “cultura di sistema”.
Tecnologia e competenza
FEDERTEC si presenta come un ecosistema che offre una rappresentanza e un supporto efficace per tutta la filiera delle competenze, valorizzandole. Far parte di questo ecosistema significa condividere risorse e talenti, garantendo agli associati un potenziamento delle proprie capacità
e risorse. Il principio della condivisione, infatti, è fondamentale: lavorare in sinergia permette di mettere a disposizione tecnologie e competenze, consentendo a tutti di evolvere insieme alle dinamiche di mercato.
FEDERTEC si distingue anche per la sua capacità di risolvere problemi comuni che riguardano l’ambito precompetitivo, creando un ambiente dove le aziende del settore possono concentrare i propri sforzi per superare sfide comuni. In questo contesto, il networking diventa l’elemento fondamentale su cui si basa la crescita e lo sviluppo della competitività del settore. Infine, FEDERTEC promuove le peculiarità dell’industria italiana, assicurandosi che siano riconosciute e apprezzate a livello globale.
Sempre più servizi
In ottica di un ampliamento costante dei servizi proposti dall’Associazione, come presentato in occasione del “Kick-off Meeting” FEDERTEC 2024, si è attivato l’Accordo di Collaborazione con le Associazioni ACIMAC (Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica), AMAPLAST (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma) e UCIMA (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confe-
zionamento e l’Imballaggio), aderenti a FEDERMACCHINE.
Le aree tematiche coperte dall’Accordo sono le seguenti:
• Area Finanza;
• Area Finanza agevolata;
• Area Ambiente.
L’Accordo prevede l’aggiornamento costante di studio e analisi di documenti, norme e procedure e loro interpretazione, tendenze dei settori di riferimento, attività divulgative e di approfondimento attraverso seminari, webinar e corsi, il tutto tramite l’invio di circolari associative “ad hoc”.
L’Accordo prevede inoltre la possibilità di usufruire, in aggiunta ai corsi FEDERTEC Academy, di tutti i corsi proposti da SBS – Scuola Beni Strumentali – a condizioni agevolate.
Federtec’è
Nel dicembre 2023 nasce in FEDERTEC la Divisione Marketing & Comunicazione coordinata da professionisti Communication del settore industriale b2b nazionale e internazionale.
FEDERTEC Kick-off
È l’appuntamento immancabile a inizio di ogni anno che ha come scopo anticipare la rassegna di attività e di contenuti che si vivranno nell’anno in corso. L’iniziativa è aperta ai Soci e a tutti coloro interessati alle attività dell’Associazione.
FEDERTEC Incontra
Sono eventi presso e in collaborazione con Enti, End User che sono e fanno parte del Network dell’Associazione.
FEDERTEC Assemblea
È il momento cruciale dell’anno dove i Soci nella parte privata e gli invitati nella parte pubblica si ritrovano per osservare da vicino l’Associazione verificandone dettagli e strategie. Il momento è speciale e vede sempre coinvolte le migliori eccellenze e competenze del nostro Paese.
FEDERTEChnology Day
È in arrivo… “coming soon” ed è l’unico appuntamento espositivo e congressuale dove in due giorni si potranno incontrare ed osservare da vicino non solo le nuove tecnologie e innovazioni di settore, ma anche e soprattutto ascoltare le voci più competenti presenti in Italia e in Europa.
L’ascesa dell’intelligenza artificiale solleva questioni etiche e sociali di notevole importanza. La privacy, la sicurezza dei dati, l’equità e l’impatto sul mercato del lavoro sono solo alcune delle sfide che la società deve affrontare nell’era dell’intelligenza artificiale
di Corrado Possieri
Ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica (DICII), Università di Roma, Tor Vergata
L’intelligenza artificiale rappresenta una delle frontiere più affascinanti e in rapida evoluzione della scienza. Questo campo interdisciplinare, che pren-
de spunti dall’informatica teorica, dalla matematica, dalla psicologia e dalle neuroscienze, mira a comprendere i principi dell’intelligenza umana e a riprodurli in maniera
artificiale. L’obiettivo è duplice: da un lato, creare sistemi capaci di eseguire compiti complessi che tradizionalmente richiederebbero capacità cognitive umane,
dall’altro, utilizzare queste tecnologie per estendere e potenziare le capacità intellettive dell’essere umano. Un esempio emblematico in tal senso è il TD-Gammon1,
L’opera “Théâtre D’opéra Spatial” generata utilizzando una piattaforma di IA presentata nel 2022 alla fiera nazionale del Colorado
un software sviluppato da Gerald Tesauro al centro di ricerche Thomas J. Watson dell’IBM per giocare autonomamente a backgammon. Tale software è stato addestrato con 1,5 milioni di partite di gioco autonomo e ha raggiunto un livello di gioco appena inferiore a quello dei migliori giocatori umani di backgammon dell’epoca. Il TD-Gammon ha esplorato strategie di gioco che gli esseri umani non avevano perseguito fino a quel momento e ha portato a progressi nella teoria del gioco del backgammon.
Nel corso degli ultimi decenni, l’intelligenza ha fatto passi da gigante, passando da semplici algoritmi di automazione a sistemi di apprendimento profondo (deep learning) e reti neurali capaci di elaborare e interpretare dati con una complessità senza precedenti. Questi avanzamenti hanno aperto la strada a innumerevoli applicazioni: dalle auto a guida autonoma alle diagnosi mediche
supportate da IA, dalla personalizzazione dell’esperienza utente online fino alla previsione di tendenze di mercato. Un esempio di questi avanzamenti è AlphaFold, un software sviluppato da Deep Mind, sussidiaria di Alphabet (Google), che utilizza tecniche di apprendimento profondo per predire la struttura tridimensionale di una proteina a partire dalla sequenza di amminoacidi che la compongono. Tale struttura è di fondamentale importanza per determinare le funzionalità della proteina all’interno dell’organismo umano. Tradizionalmente, questa struttura viene determinata utilizzando tecniche costose e che richiedono molto tempo per essere processate, come la cristallografia a raggi X e la risonanza magnetica nucleare. AlphaFold2, utilizzando degli algoritmi di apprendimento avanzati, è in grado di predire questa struttura dalla semplice sequenza amminoacidica, promuovendo quindi in maniera significativa gli sviluppi in
1 - Tesauro, G. (1995). Temporal difference learning and TD-Gammon. Communications of the ACM, 38(3), 58-68.
2 - https://alphafold.ebi.ac.uk
3 - https://thispersondoesnotexist.com
medicina e farmacologia.
In questo contesto, non sorprendono quindi le parole di Jensen Huang, amministratore delegato di Nvidia: “Negli ultimi 10-15 anni, il consiglio che davamo a tutti i genitori era di far imparare ai loro figli l’informatica. Quasi tutti dovevano imparare a programmare. Oggi è quasi esattamente l’opposto. Il nostro lavoro è creare tecnologia computazionale tale che nessuno debba programmare. Chiunque nel mondo è un programmatore. Questo è il miracolo dell’intelligenza artificiale.”. Non stupisce nemmeno il fatto che, pochi giorni dopo questo discorso, Nvidia ha annunciato il rilascio di un nuovo processore per eseguire algoritmi di intelligenza artificiale, il Blackwell B200, con un costo che si aggira tra i 30.000 e i 40.000 dollari.
L’ascesa dell’intelligenza artificiale solleva pertanto questioni etiche e sociali di notevole importanza. La privacy, la sicurezza dei dati, l’equità e l’impatto sul mercato del
lavoro sono solo alcune delle sfide che la società deve affrontare nell’era dell’intelligenza artificiale. Thispersondoesnotexist3 è un sito web che utilizza reti generative avversarie (generative adversarial network), in particolare StyleGAN2 sviluppata da Nvidia, per generare foto di volti di persone che non esistono. Ad ogni visita di questo sito, viene generata un’immagine di un volto che, pur sembrando una foto realistica, in realtà non appartiene a nessuna persona esistente, ma è stata generata da un algoritmo di intelligenza artificiale. Tale applicazione solleva numerosi problemi dal punto di vista etico, in quanto queste immagini sono talmente realistiche da poter essere utilizzate per realizzare truffe informatiche. Una curiosità interessante di questo algoritmo per la generazione di immagini è che esso è un sottoprodotto di un progetto di Nvidia, che stava sviluppando un algoritmo per distinguere volti di persone reali e foto
create artificialmente ed ha sviluppato questo strumento per migliorare le prestazioni dell’algoritmo di classificazione.
Midjourney4 rappresenta un’altra applicazione dell’intelligenza artificiale. Tale piattaforma rappresenta infatti un’avanguardia nell’uso dell’intelligenza artificiale per la generazione di contenuti visivi. Utilizzando una tecnologia text-to-image permette infatti ad i suoi utenti di generare delle immagini dettagliate a partire da descrizioni testuali. Questo strumento può influenzare profondamente il processo creativo. Da una parte gli artisti possono sperimentare stili che richiederebbero anni di pratica e di studio, dall’altra qualsiasi persona può esprimere la propria immaginazione senza acquisire competenze tecniche tradizionali. Nel 2022, Jason M. Allen ha vinto il premio come artista digitale emergente alla fiera nazionale del Colo-
4 - https://www.midjourney.com/home
rado proponendo l’opera “Théâtre D’opéra Spatial” generata utilizzando questa piattaforma.
Un’altra tecnologia di cui si è ampiamente discusso recentemente è Chat-GPT, un modello di linguaggio avanzato sviluppato da OpenAI che simula una conversazione umana per generare testo a partire da richieste degli utenti. Questa tecnologia è basata sull’utilizzo di reti neurali trasformatrici (transformer) che consente al modello di valutare l’importanza di ciascuna parola in una sequenza in base al contesto, consentendo di identificare relazioni a lungo termine tra le parole senza far affidamento su strutture puramente sequenziali. Adoperando queste reti neurali è stato possibile costruire un modello linguistico accurato in grado di gestire conversazioni emulando l’essere umano. Tali algoritmi, pur essendo in grado di generare testo plausibile, non comprendono il
5 - Bender, E. M., Gebru, T., McMillan-Major, A., & Shmitchell, S. (2021, March). On the dangers of stochastic parrots: Can language models be too big?. In Proceedings of the 2021 ACM conference on fairness, accountability, and transparency (pp. 610-623).
6 - https://www.goldmansachs.com/intelligence/topics/artificial-intelligence.html
7 - https://cdn.openai.com/papers/gpt-4.pdf
8 - Shumailov, I., Shumaylov, Z., Zhao, Y., Gal, Y., Papernot, N., & Anderson, R. (2023). The curse of recursion: Training on generated data makes models forget. arXiv preprint arXiv:2305.17493.
significato del linguaggio che elaborano. Pertanto, essi sono stati definiti da Emily M. Bender, Timnit Gebru, Angelina McMillan-Major e Shmargaret Shmitchell5 “pappagalli stocastici”, in quanto possono solo rielaborare conoscenza tramite cui sono stati addestrati senza generare nulla di nuovo. È facile inoltre ottenere delle risposte fuorvianti a domande molto specifiche o che riguardano temi di attualità, per cui l’addestramento dell’algoritmo non è stato sufficientemente accurato. Considerando tutti questi settori in cui l’intelligenza artificiale sta diventando sempre più efficiente, sorgono naturalmente dei quesiti sulla possibile sostituzione dell’operatore umano da parte di un agente di intelligenza artificiale. Secondo un rapporto di Goldman Sachs6, l’intelligenza artificiale potrebbe sostituire l’equivalente di 300 milioni di posti di lavoro a
tempo pieno, ma potrebbe anche portare a un boom della produttività. Nel white paper di GPT-47, è stato mostrato come l’intelligenza artificiale potrebbe svolgere compiti risolubili classicamente da soli operatori umani: uno dei task che un computer classicamente non riesce a svolgere è quello di risolvere un reCAPTCHA (ossia quei test in cui bisogna riconoscere foto contenenti semafori, strisce pedonali e similari che incontriamo quotidianamente navigando online); la soluzione per risolvere questo problema adottata da GPT4 è stata quella di chiedere ausilio ad un operatore di TaskRabbit (che negli Stati Uniti fornisce anche semplici servizi di questa tipologia) fingendo di essere una persona cieca.
Studi recenti hanno anche evidenziato le problematiche relative all’addestramento di algoritmi di apprendimento automatico su
dati generati da intelligenza artificiale8. Questo tipo di addestramento può infatti causare difetti irreversibili nei modelli, in particolare la perdita delle “code” della distribuzione originale dei contenuti. Questo fenomeno, definito “collasso del modello” (model collapse), può verificarsi in diversi tipi di modelli generativi, come gli autoencoder variazionali, i modelli di tipo Gaussian Mixture e i modelli linguistici. Considerando che
gli algoritmi di intelligenza artificiale avanzati disponibili ad oggi sono principalmente addestrati tramite dati reperiti tramite internet e che numerosi dati (testi, immagini, video) pubblicati giornalmente sul web sono generati tramite algoritmi di intelligenza artificiale, questi studi evidenziano come debba essere considerato seriamente questo effetto se si desidera mantenere i benefici dell’addestramento su dati su lar-
ga scala raccolti dal web. Inoltre, tale ricerca evidenzia che il valore dei dati raccolti su interazioni umane autentiche sarà sempre più prezioso.
Pertanto, sebbene l’intelligenza artificiale abbia dimostrato notevoli progressi e capacità indiscutibili in vari settori, è importante considerare attentamente i suoi limiti e le sfide che ancora devono essere affrontate. La trasparenza, l’etica e la responsabilità sono fondamen-
tali per garantire che l’intelligenza artificiale sia utilizzata in modo sicuro ed efficace. Inoltre, il ruolo dell’uomo nel guidare lo sviluppo e l’implementazione dell’intelligenza artificiale non può essere sottovalutato. Solo attraverso una collaborazione intelligente tra l’uomo e la macchina sarà possibile massimizzare i benefici che possono essere ottenuti tramite l’intelligenza artificiale e mitigarne i rischi associati.
Le prestazioni stupefacenti degli algoritmi di AI spesso si basano sul processamento di ingenti mole di dati mediante algoritmi computazionalmente onerosi ed energivori. È necessaria, pertanto, un’adozione acritica di questa tecnologia per capire dove può portare in termini di costi non solo economici ma anche ambientali e sociali
di Sergio Galeani
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica (DICII), Università di Roma, Tor Vergata
Davanti alle strabilianti prestazioni dell’intelligenza artificiale (IA) che quotidianamente appaiono sui media, è difficile non rimanere stupiti e non sottoscrivere inconsciamente la famosa terza legge di A.C. Clarke: “Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. E poiché la fascinazione per la magia è intessuta nel profondo del nucleo più arcaico del nostro essere, l’IA si è imposta prepotentemente, nell’immaginario collettivo e nel linguaggio commerciale, come la parola chiave che fa da spartiacque fra innovazione e passato,
dando luogo sia a progetti genuinamente innovativi, sia a vaste operazioni estetiche di AI washing, ridestando al contempo gli atavici timori irrazionali che l’uomo prova davanti al nuovo e allo sconosciuto.
Sostenibilità ed IA sono legate a doppio filo, in quanto gli algoritmi di IA sono essenziali per lo sviluppo tecnologico attuale, ma al tempo stesso sono avidi di risorse; d’altro canto, la sostenibilità è l’uso accorto delle risorse, volta a garantirne la fruizione presente senza minarne la disponibilità futura. Tale definizione astratta di sostenibilità cattura una realtà estremamente sfaccettata e sottintende molteplici sottili interazioni fra diversi ambiti dell’agire
umano; per applicarla è quindi necessario declinarla secondo alcune dimensioni specifiche, che nell’agenda 2030 delle Nazioni Unite corrispondono ai 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile, che accanto a temi come il consumo e la produzione responsabili o l’energia pulita, pongono l’attenzione su questioni fondamentali come la riduzione delle disuguaglianze, della povertà, delle condizioni di lavoro non dignitoso, e l’accesso all’istruzione di qualità. Tali obiettivi riconoscono che la sostenibilità coinvolge non solo gli aspetti economici (produzione e consumo responsabili), ma anche la dimensione ambientale (conservazione e cura di ecosistemi) e sociale (promozione della qualità della vita, includendo di-
ritti umani, salute ed istruzione). Per brevità, nel seguito si tratteggeranno quindi solo alcune osservazioni chiave circa il rapporto fra IA e sostenibilità.
Un primo punto fermo è che l’uso dell’IA non è in discussione, essendo essa uno strumento abilitante essenziale per poter raggiungere ognuno degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile. Fra gli esempi più evidenti a sostegno di tale tesi, si pensi solo al ruolo fondamentale che gli algoritmi di IA possono svolgere nell’ottimizzazione della produzione e distribuzione dell’energia, in particolare per l’integrazione nella rete globale di reti di minori dimensioni, fino alle microreti di impianti diffusi di produzione da energie rin-
novabili a disponibilità altamente variabile, e allo sfruttamento dei veicoli elettrici come accumulatori. Un discorso analogo vale per l’ottimizzazione dei flussi di traffico nelle grandi aree urbane, con ricadute su molteplici aspetti legati alla qualità della vita (riduzione di traffico e inquinamento, incremento della mobilità urbana, maggiore disponibilità ed efficienza dei servizi di trasporto pubblico).
D’altro canto, va sottolineato che l’impatto dell’uso dell’IA per uno specifico obiettivo porta sempre con sé un ventaglio di effetti collaterali, il cui contributo in termini di sostenibilità può essere di segno positivo (come nell’esempio precedente, nel quale la riduzione del traffico era accompagnata da un miglioramento della qualità dell’aria) ma anche negativo. Solo un bilancio comprensivo dei diversi aspetti implicati in una specifica applicazione può consentire una valutazione corretta
del relativo impatto effettivo. Pertanto, un secondo punto fermo è legato all’importanza della comprensione degli effetti secondari, possibilmente legati a conseguenze di secondo o terzo livello.
Stabiliti dunque tali criteri minimi, proviamo ad applicarli al rapporto fra IA e sostenibilità.
La prima osservazione da fare è che, a dispetto della sua diffusione, il punto di vista che associa i problemi di sostenibilità causati dall’uso dell’IA ai meri consumi energetici appare rilevante ma oggettivamente molto restrittivo. Un primo passo avanti consiste nel considerare anche l’impronta idrica dell’IA: i grandi data center necessari per accumulare dati e far lavorare gli algoritmi di IA (così come gli impianti che hanno prodotto l’energia già ricordata) richiedono grandi quantità di acqua per il raffreddamento, e in particolare acqua di purezza adeguata ad evitare il danneggia-
mento dei circuiti stessi; ciò mette in competizione data center e consumatori umani, che di tale acqua hanno bisogno per bere e per produrre alimenti essenziali. Le cronache dei mesi passati ci mostrano come la società civile stia assumendo sempre maggior consapevolezza su tali temi, con uno spettro di reazioni che spazia dalle forti proteste segnalate in Cile ed Uruguay da parte di comunità presso le quali si progettava di costruire grandi data center attingendo ai relativi bacini idrici di acqua potabile, fino alle richieste di maggior trasparenza circa gli effettivi consumi idrici ed energetici da parte dei data center negli USA e in Europa, con proposte di legislazione che arrivano a chiedere dati disaggregati ad un livello sufficiente a discriminare l’effettivo impatto degli algoritmi di IA rispetto ad altre funzioni svolte dagli stessi data center.
Ampliando lo sguardo, la seconda osservazione è legata all’impat-
to diretto che ci si aspetta che l’IA avrà sul lavoro e sull’istruzione. Vale la pena di sottolineare esplicitamente una fondamentale ambiguità che vizia la maggior parte delle discussioni su questo tema, ovvero che al titolo “impatto dell’IA su lavoro e istruzione” (e sue variazioni...) viene associato un contenuto che parla piuttosto delle conseguenze di secondo o terzo livello che tale impatto ha su altri ambiti sociali ed economici, come la qualificazione ed i livelli retributivi dei lavori post-IA, il possibile incremento delle disuguaglianze sociali e via dicendo. Potrebbe sembrare una distinzione puramente accademica, ma non è così: focalizzare la discussione sulle conseguenze di secondo o terzo livello (che pure sono importantissime e fondamentali per la società ed i singoli!) porta a perdere di vista l’effetto primario, dove il vulnus si produce effettivamente. In altri termini: spostare troppo rapidamente l’accento sui possibili effetti deleteri finali
(lavoro sottopagato, incremento delle disuguaglianze nell’accesso all’istruzione di qualità, etc) fa perdere di vista che il problema vero consiste nel non aver capito fino in fondo (e quindi nel non aver gestito in maniera previdente) i possibili effetti a monte. Nel caso in esame, si rischia di saltare a trarre conclusioni senza essersi posti le domande: qual è l’essenza del lavoro di qualità, dell’istruzione di qualità? l’uso che intendo fare dell’IA è coerente con tale essenza, mira a promuovere tale qualità? Non porsi tali domande e saltare alle conseguenze è come cercare di curare i sintomi di una malattia senza averne compresa la causa.
Proviamo a rendere più concreto quanto già delineato a livello astratto. Uno degli scenari distopici più spesso evocati riguarda la sostituzione massiva del lavo-
ro umano da parte dell’IA; per il caso specifico dell’IA generativa, una rappresentazione plastica di tale timore sono stati i mesi di sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, che chiedevano protezioni contro l’uso indiscriminato dell’IA nel loro settore; ma proteste sostanzialmente simili hanno avuto luogo in molteplici altri ambiti, ad esempio coinvolgendo la categoria dei giornalisti e altri content creators. Timori fondati? Dipende dal significato che si associa ad un “lavoro di qualità”. Se l’unico obiettivo che mi pongo (si badi: come produttore o come sceneggiatore, come editore o come giornalista... sono le due facce della stessa medaglia!) è ottenere un testo ragionevole, magari una raccolta di luoghi comuni.... beh, allora l’IA ce la può fare benissimo da sola (e, secondo il punto di vista, può essere usata per pagare uno
stipendio di meno, o per scrivere un articolo con poca fatica...). Tuttavia, se l’obiettivo è produrre un testo di qualità, con idee creative, con fonti verificate e sottoposte a giudizio critico, la mia (personale, limitata...) esperienza è che l’IA può essere al più uno strumento di supporto, che necessita di molta guida umana; e su questo tema esistono gallerie di aneddoti (su alcuni dei quali ho già scritto altrove) che mostrano come blasonati motori di IA generativa possano essere indotti a produrre testi autocontraddittori, citazioni di documenti inesistenti, immagini improponibili, e molte altre mostruosità!
Lo stesso concetto di fondo illustrato dal caso specifico appena considerato è in realtà pervasivo nell’ambito dell’educazione e del lavoro. Brevemente, vorrei proporre due scenari spesso rappre-
sentati nei media e confrontarli in modo critico con alcune esperienze personali.
Un primo scenario, in ambito educativo, riguarda il timore che l’esistenza di versioni di IA generativa premium e free possa dar luogo a vantaggi educativi legati alla disponibilità economica delle famiglie degli studenti, e a lungo andare favorire l’incremento delle disuguaglianze economiche e sociali, consentendo agli studenti premium di produrre elaborati migliori ed ottenere voti più alti. Tornando alle domande poste in precedenza sul senso dell’istruzione e del lavoro, è evidente che tale conclusione si poggia su una comprensione a dir poco superficiale dell’essenza dell’istruzione; e d’altro canto, come docente ho più volte sperimentato che chi non sa far di conto o scrivere un testo con carta e penna, di solito non se
la cava meglio con calcolatrice o computer, che spesso contribuiscono piuttosto a far perdere la consapevolezza del senso di quanto si sta facendo.
Un secondo scenario, che ho visto applicato sia dagli studenti sia a livello industriale, è una riedizione dell’atteggiamento che portò il chimico americano F. H. Westheimer ad enunciare il principio secondo il quale “Un paio di mesi in laboratorio possono salvarti da un paio d’ore in biblioteca”. L’idea di fondo è che fare tanti esperimenti possa sostituire la comprensione dei fenomeni; l’IA potenzia tale
idea, in quanto può analizzare dati, simulare e sperimentare a velocità incredibili per un essere umano; e allora cosa c’è di meglio che affidarsi a big data, deep learning e via dicendo, senza doversi porre tante domande? Questo l’ho visto fare nei laboratori dell’università, e l’ho visto proporre da aziende come key feature dei loro prodotti più innovativi; e forse vuol dire che non servono tanti professori nell’università e tanti professionisti esperti nell’industria? Se ci si interroga sul senso dell’istruzione e del lavoro, è facile vedere come tali approcci, magari funzionanti sul breve perio-
do, si rivelano disastrosi sul lungo periodo, conducendo alla perdita delle competenze e dei vantaggi competitivi.
Gli ultimi esempi, apparentemente lontani dalle considerazioni sull’impronta energetica e idrica dell’IA, in realtà forniscono un contributo interessante anche in tal senso. Una volta compresa la futilità di molte applicazioni, la visione magica dell’IA viene riportata nei confini della realtà, dentro i quali l’IA è semplicemente uno strumento utile per scopi specifici (purché usato con consapevolezza!); di conseguenza, il suo uso ne
risulta ridimensionato, così come la sua impronta energetica ed idrica.
L’ultima considerazione ci riporta finalmente al nostro punto di partenza. Secondo G.B Shaw, “Per ogni problema complesso, c’è sempre una soluzione semplice. Che è sbagliata.”. Solo se avremo il coraggio di liberare l’IA dalle infantili concezioni magiche e ne adotteremo una visione adulta, con al centro l’uomo con la sua consapevolezza, con la sua creatività e con il suo senso critico, l’IA sarà non solo sostenibile, ma il nostro migliore alleato per uno
La cybersecurity riveste un ruolo cruciale nella gestione dei big data, poiché la protezione delle informazioni sensibili è fondamentale per mantenere la fiducia degli utenti e garantire la continuità operativa delle aziende
Nel panorama attuale dove il ruolo della digitalizzazione e delle comunicazioni riveste un ruolo sempre più importante e cruciale in ogni singola attività, anche il mondo industriale e dell’automazione, storicamente non legato a tecnologie Ethernet based o vicine a quello che può essere il modello di Internet, ormai adotta e sfrutta le tecnologie legate alla digitalizzazione e ci stiamo trovando immersa nella convergenza OT/IT. Questo implica una modifica ed un cambio completo di quella che è la sicurezza cibernetica e quello che ne
è il rischio associato. Per questo, la sicurezza dei sistemi OT (Operational Technology) è diventata una priorità critica per le industrie e le infrastrutture, che oggi vengono definite critiche. Da qui ne deriva che la crescente integrazione di tecnologie IT e OT ha portato a una superficie di attacco più ampia, esponendo i sistemi di controllo industriale (ICS) a nuove minacce cibernetiche. In risposta a questi rischi, negli ultimi anni sono stati introdotti vari regolamenti e normative per garantire la resilienza e la sicurezza dei sistemi OT. Tra questi, il Cyber Resilience Act, il Nuovo Regolamento Macchine e la direttiva NIS2 gio-
cano un ruolo fondamentale.
Fondamenti di OT Cyber Security
Prima di procedere con la rassegna di quelli che sono gli strumenti tecnici e normativi per mettere in pratica la cyber nel mondo OT ed essere conformi ai requisiti sempre più stringenti richiesti dalla legislazione europesa, è importante definire che cosa si intenda per OT. La tecnologia operativa (OT) si riferisce all’uso di hardware e software per monitorare e controllare i dispositivi fisici, i processi e le infrastrutture. Gli ambienti OT includono sistemi di controllo industriale (ICS), come SCADA (Supervisory Control and
Data Acquisition), DCS (Distributed Control Systems), e PLC (Programmable Logic Controllers), utilizzati in settori come l’energia, la produzione, il trasporto e le utilities. Da qui si evidenzia come i dispositivi ed i sistemi usati siano quasi tutti legacy e con caratteristiche e funzionalità che hanno come obiettivo la disponibilità e la correttezza del dato e che devono funzionare in modo continuativo e solitamente di tipo single task. Da qui emergono chiari quelli che sono i limiti e le vulnerabilità intrinseche di questo tipo di dispositivi e sistemi dal punto di vista della cyber security. La sicurezza dei sistemi OT è cru-
ciale poiché un attacco potrebbe portare a interruzioni significative, danni fisici e rischi per la sicurezza pubblica. La sfida principale nella sicurezza OT è bilanciare la necessità di protezione con l’esigenza di mantenere la disponibilità e l’affidabilità operativa.
La cyber security, o sicurezza informatica, si riferisce alla pratica di proteggere sistemi, reti, programmi e dati da attacchi digitali. Questi attacchi sono generalmente volti ad accedere, modificare o distruggere informazioni sensibili o interrompere i normali processi aziendali.
La cyber security copre una vasta gamma di misure, tecnologie e processi progettati per salvaguardare l’integrità, la riservatezza e la disponibilità delle informazioni e pertanto gli obiettivi principali della cyber security possono essere sintetizzati nell’acronimo CIA, che sta per Confidentiality (Riservatezza), Integrity (Integrità) e Availability (Disponibilità).
La riservatezza si riferisce alla protezione delle informazioni dall’accesso non autorizzato. L’obiettivo è garantire che i dati sensibili siano accessibili solo a persone autorizzate e che le informazioni siano mantenute private.
Misure di Protezione:
• Crittografia: Convertire i dati in un formato illeggibile per chiunque non abbia la chiave di decrittazione.
• Controllo degli Accessi: Implementare sistemi di autenticazione e autorizzazione per garantire che solo gli utenti autorizzati possano accedere a determinate informazioni.
• Gestione delle Identità e degli Accessi (IAM): Utilizzare tecnologie e politiche per gestire le identità degli utenti e controllare il loro accesso alle risorse.
2. Integrity (Integrità)
L’integrità riguarda la protezione delle informazioni dalla modifica non autorizzata. L’obiettivo è garantire che i dati siano accurati e completi, e che non vengano alterati o corrotti in modo non autorizzato.
Misure di Protezione:
• Hashing: Utilizzare algoritmi di hash per garantire che i dati non siano stati alterati. Qualsiasi modifica ai dati cambierà l’hash risultante, rivelando l’integrità compromessa.
• Controlli di Versione: Utilizzare sistemi che tracciano le modifiche ai file e consentono di ripristinare versioni precedenti in caso di alterazioni non autorizzate.
• Firma Digitale: Utilizzare firme digitali per verificare l’integrità e l’autenticità dei dati.
3. Availability (Disponibilità) La disponibilità si riferisce alla garanzia che le informazioni e i sistemi siano accessibili e utilizzabili quando necessario. L’obiettivo è assicurare che gli utenti autorizzati possano accedere alle informazioni e ai sistemi senza interruzioni.
Misure di Protezione:
• Ridondanza: Implementare sistemi ridondanti per garantire che, in caso di guasto di un componente, un altro possa prendere il suo posto senza interruzione del servizio.
• Backup e Ripristino: Effettuare regolari backup dei dati e avere un piano di ripristino per recuperare rapidamente i dati in caso di perdita o corruzione.
• Protezione DDoS: Implementare soluzioni per mitigare gli attacchi DDoS che mirano a rendere indisponibili i servizi.
Implementazione della Cyber Security
Per implementare efficacemente una strategia di cyber security, le aziende devono adottare un approccio a più livelli che copra vari aspetti della sicurezza, definito approccio di defense in depth. Questo include:
1. Sicurezza delle Reti: Protezione delle reti informatiche contro accessi non autorizzati e attacchi. Include l’uso di firewall, sistemi di rilevamento e prevenzione delle intrusioni (IDS/ IPS) e segmentazione delle reti.
2. Sicurezza delle Applicazioni: Protezione delle applicazioni
da vulnerabilità che potrebbero essere sfruttate dagli attaccanti. Include pratiche di sviluppo sicuro, test di penetrazione e aggiornamenti regolari.
3. Sicurezza dei Dati: Protezione dei dati sia in transito che a riposo. Include la crittografia, la gestione delle chiavi e la protezione dei dati sensibili.
4. Gestione degli Incidenti: Preparazione e risposta agli incidenti di sicurezza. Include la creazione di un piano di risposta agli incidenti, il monitoraggio continuo delle minacce e l’analisi forense post-incidente.
5. Formazione e Consapevolezza: Educazione continua degli utenti sulle pratiche di sicurezza. Include la formazione sulla consapevolezza delle minacce, la gestione delle password e il riconoscimento delle email di phishing.
IEC 62443: la Norma di Riferimento per la Sicurezza OT Come si evince da quanto riportato sopra, alcune delle contromisure richieste dall’approccio di defense in depth o alcune delle tecnologie utilizzate ed impiegate per garantire la security dei dati diventa complesso e poco adattabile al mondo OT, per questo motivo dal punto di
vista normativo il riferimento principale per la sicurezza OT è la norma IEC 62443. Questa norma internazionale fornisce un framework per la sicurezza dei sistemi di controllo e automazione industriale, affrontando le esigenze specifiche dei diversi ruoli coinvolti e definendo requisiti di sicurezza chiari.
La norma di divide in quattro parti:
- Parte 1: Terminologia, Concetti e Modelli - Definisce i termini fondamentali e i modelli utilizzati in tutta la serie di norme.
- Parte 2: Programma di Sicurezza per l’Organizzazione - Linee guida per la gestione della
sicurezza nelle organizzazioni.
- Parte 3: Sicurezza dei Sistemi - Requisiti e metodologie per la sicurezza dei sistemi di controllo industriale.
- Parte 4: Componenti - Requisiti di sicurezza per i componenti utilizzati nei sistemi di controllo.
La IEC 62443 rappresenta la norma orizzontale applicabile in modo trasversali a tutti i sistemi ed i prodotti afferenti al mondo OT, si stanno lavorando dal punto di vista normativo, poi, affinchè vengano emanate, alcune esistono già, norme specifiche,
cosiddette norme verticali, per settori ed applicazioni di riferimento in modo da andare a personalizzare l’approccio definito dalla IEC62443 per il settore specifico.
Per poter procedere oltre ai livelli sopra citati, la norma definisce vari ruoli chiave nella sicurezza OT, ciascuno con responsabilità specifiche:
• Owner/Operator: Responsabile della gestione e dell’operatività del sistema.
• Integrator: Si occupa dell’inte-
grazione dei vari componenti del sistema.
• Manufacturer: Produce i componenti e le soluzioni utilizzate nei sistemi OT.
Una delle peculiarità principali della IEC 62443 è relativa all’introduzione di due indicatori il Security Level (SL) ed il Maturity Level (ML):
• Security Level (SL): Rappresenta la capacità di un sistema o di una componente di
In questo modo è possibile identificare il proprio ruolo e per ciascun ruolo deve essere stilato un sistema di gestione della sicurezza, definito security program, che contiene le policies e le procedure di come andare ad implementare ed attuare la security andando a coinvolgere i processi aziendali ed il personale. La stesura del security program rappresenta il primo strato dell’approccio di defense in depth. Solo dopo aver implementato il security program, sarà possibile valutare il rischio cyber e conseguentemente andare a scegliere ed implementare le contromisure tecniche e tecnologiche richieste.
resistere a specifiche minacce cibernetiche. I livelli vanno da SL1 (basso) a SL4 (alto), dove SL1 indica una protezione di base e SL4 rappresenta la massima protezione contro attacchi sofisticati.
• Maturity Level (ML): Valuta la maturità dei processi di sicurezza di un’organizzazione. ML1 rappresenta un approccio ad hoc e non documentato, mentre ML4 indica processi di sicurezza ben definiti, documentati e continuamente migliorati.
Pertanto, ogni security program sarà valutato con il proprio ML, mentre ogni sistema ed ogni componente sarà valutato con il proprio SL.
Grazie alla combinazione di ML e SL sarà possibile valutare e gestire in modo sistematico e semi quantitativo tutti gli aspetti che coinvolgono il processo di cyber security nel mondo OT.
La IEC 62443, come si è visto, rappresenta il punto normativo tecnico ed implementativo per poter garantire la security nel mondo dell’automazione industriale e questo potrebbe essere la norma tecnica di riferimento da implementare per poter soddisfare le linee guida che sono richieste di implementare dalle diverse Direttive e Regolamenti Europei che stanno uscendo o sono usciti ed hanno come campo di applicazione elementi che impattano nel mondo OT. Nel seguito daremo una rapida panoramica del quadro legislativo e di come questo abbia una ricaduta nel mondo OT.
Cyber Resilience Act
Il Cyber Resilience Act (CRA) è una recente iniziativa legislativa dell’Unione Europea volta a migliorare la sicurezza cibernetica dei prodotti connessi al mercato unico digitale. Il CRA stabilisce requisiti obbligatori per la sicurezza cibernetica dei prodotti hardware e software durante il loro intero ciclo di vita.
1. Migliorare la Sicurezza dei
Prodotti: Garantire che i prodotti immessi sul mercato europeo siano progettati e sviluppati tenendo conto della sicurezza cibernetica.
2. Promuovere la Resilienza Cibernetica: Aumentare la capacità dei prodotti di resistere a minacce cibernetiche e di recuperare rapidamente in caso di attacco.
3. Fornire Informazioni ai Consumatori: Assicurare che i consumatori abbiano accesso a informazioni chiare e trasparenti sulla sicurezza cibernetica dei prodotti.
Implicazioni per i Sistemi OT
Per i sistemi OT, il CRA implica che tutti i componenti hardware e software utilizzati nei sistemi di controllo industriale devono essere progettati con misure di sicurezza cibernetica integrate. Questo include aggiornamenti di sicurezza regolari, gestione delle vulnerabilità e misure di protezione contro le minacce emergenti.
Nuovo Regolamento Macchine
Il Nuovo Regolamento Macchine dell’UE, adottato per sostituire la Direttiva Macchine 2006/42/CE, introduce requisiti aggiornati per la sicurezza delle macchine, compresa la loro sicurezza cibernetica. In particolare, viene chiesto che un problema di tipo informatico non abbia conseguenze per la sicurezza funzionale della macchina stessa, da qui discende che a partire dal gennaio 2027 le macchine per poter avere la conformità CE al regolamento dovranno aver valutato, quanto meno, il rischio cyber e deciso se sia accettabile o meno. In caso di rischio non accettabile, allora, dovranno essere implementate specifiche contromisure per riportarlo al di sotto di quello che è ritenuto il rischio accettabile.
Principali Cambiamenti
1. Integrazione della Sicurezza Cibernetica: Il regolamento ri-
chiede che le macchine siano progettate e costruite in modo da prevenire accessi non autorizzati e garantire la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei dati.
2. Valutazione del Rischio Cibernetico: I produttori devono effettuare una valutazione del rischio cibernetico e implementare misure adeguate per mitigare tali rischi.
3. Aggiornamenti di Sicurezza: È richiesto che le macchine possano ricevere aggiornamenti di sicurezza per affrontare le vulnerabilità identificate durante il loro ciclo di vita.
Implicazioni per i Sistemi OT Nel contesto OT, il Nuovo Regolamento Macchine significa che i dispositivi e le macchine industriali devono avere misure di sicurezza cibernetica integrate sin dalla fase di progettazione. Questo è essenziale per prevenire attacchi che potrebbero compromettere la sicurezza fisica e operativa delle macchine.
Direttiva NIS2
La direttiva NIS2 (Network and Information Systems Directive) è un aggiornamento della direttiva NIS originale, che mira a rafforzare la sicurezza cibernetica delle infrastrutture critiche nell’UE. NIS2 amplia il campo di applicazione, includendo più settori e introducendo requisiti di sicurezza più rigorosi.
Obiettivi
1. Migliorare la Sicurezza delle Reti e dei Sistemi Informativi: Garantire che le organizzazioni adottino misure adeguate per proteggere le loro reti e sistemi informativi.
2. Aumentare la Cooperazione tra gli Stati Membri: Favorire la cooperazione e lo scambio di informazioni tra gli Stati membri dell’UE per affrontare le minacce cibernetiche.
3. Rafforzare la Resilienza delle Infrastrutture Critiche: Assi-
curare che i servizi essenziali e le infrastrutture critiche siano protetti contro le minacce cibernetiche.
Requisiti di NIS2
1. Valutazione del Rischio: Le organizzazioni devono condurre valutazioni del rischio cibernetico e implementare misure di gestione del rischio adeguate.
2. Piani di Continuità Operativa: Devono essere sviluppati e mantenuti piani di continuità operativa e piani di risposta agli incidenti.
3. Segnalazione degli Incidenti: Le organizzazioni sono tenute a segnalare gli incidenti di sicurezza significativi alle autorità competenti entro un tempo specificato.
Implicazioni per i Sistemi OT
Per i sistemi OT, la direttiva NIS2 significa che le organizzazioni devono adottare misure proattive per proteggere i loro sistemi di controllo industriale. Questo include la valutazione continua delle minacce, la gestione delle vulnerabilità e la preparazione per rispondere rapidamente agli incidenti di sicurezza.
Conclusione
Nello scenario attuale, anche legislativo, si vede come la convergenza IT/OT e l’evoluzione portata avanti con il piano Industria 4.0 abbia da una parte portato vantaggi di tipo economico e tecnico, ma dall’altra ha aperto a potenziali nuovi rischi di tipo cibernetico che devono essere conosciuti, valutati e, quando si renda necessario, mitigati. Per questo diventa importante sia avere un corpo legislativo a livello europeo come quello che si sta delineando, ma dall’altra avere un solido riferimento tecnico normativo per rendere possibile e reale l’implementazione di quanto richiesto e che tenga in considerazione le specificità e le peculiarità del mondo dell’automazione, come oggi è rappresentato dalla IEC62443.
Il metaverso industriale sta trasformando il futuro della manifattura attraverso l’integrazione di tecnologie avanzate e la creazione di ambienti virtuali interattivi. Al termine di questa carrellata di articoli, non poteva mancare, un approfondimento su un tema che interesserà la Ricerca per molti anni ancora
Il contesto
Le tecnologie di Extended Reality (XR), ossia realtà aumentata, mista e virtuale, permettono di arricchire la realtà fisica di elementi digitali o di implementare ambienti virtuali a sé stanti. Queste tecnologie consentono di creare esperienze di ingaggio degli utenti fortemente interattive e immersive. Non si tratta di tecnologie com-
pletamente nuove, ma le evoluzioni (in termini sia di hardware sia di software) degli ultimi anni e quelle previste nel prossimo futuro fanno intravedere un ampio numero di scenari di applicazione, in tanti settori differenti. Parallelamente, tali tecnologie potrebbero costituire la base per lo sviluppo del Metaverso, di cui si è tanto parlato, in particolare nel
corso del 2022, a valle del rebranding di Facebook in Meta. Il Metaverso può essere definito come un “ecosistema immersivo, persistente, interattivo, sincrono e interoperabile di mondi virtuali che possono essere connessi anche con il mondo fisico, in cui gli utenti hanno la possibilità di replicare o potenziare le proprie attività (es. collaborare, socializzare, lavorare, giocare) e di creare e possedere asset, accessibile grazie alle tecnologie di Extended Reality”1 Il 2023 è stato un anno di lavoro molto importante per il potenziamento delle tecnologie XR e per il consolidamento di alcuni elementi che potranno risultare fondamentali, tra qualche anno, nella effettiva costituzione del Metaverso. È stato un anno di lavoro, che
ha visto una minore attenzione da parte dei riflettori mediatici. Nel 2022 si erano infatti create forti aspettative, a cui hanno fatto seguito i titoli sulla disillusione, come spesso accade per le tecnologie promettenti ma non ancora “pronte”. Gli elementi chiave che hanno maggiormente connotato questo 2023 a livello mondiale sono stati: il lancio di nuovi visori, il cambio di strategia di alcuni grandi attori e l’interesse istituzionale crescente. Tutti elementi che mostrano come tutte le Big Tech company stanno cercando uno spazio all’interno di questo mercato, seppur con ruoli e modalità differenti. Inoltre, è aumentata l’attenzione delle istituzioni sul tema: la Commissione Europea a luglio 2023 ha infatti presentato la propria strategia sul web 4.0, che prevede un connubio tra mondi virtuali e web3. Infine, queste tematiche si presentano al secondo posto, dopo l’intelligenza artificiale, nei report di technology foresight pubblicati dal 2023 in avanti. Se le tecnolgoie di Extended Reality (Realtà Aumentata, Realtà Mi-
sta, Realtà Virtuale) sono tecnologie conosciute da diversi anni, il tema del Metaverso è ancora ad una fase iniziale (tanto che non esiste ancora sul mercato una convergenza sulla nomenclatura). Si è concordi però nel definire il Metaverso (indipendentemente dal fatto che prenderà questo nome o un altro) come la nuova frontiera dell’interazione online in cui sarà possibile replicare le attività della vita quotidiana e che avrà connotati di immersività e opportunità di interazione fisico-digitale difficili con il web attuale.
I progetti
A livello internazionale, dal 2018 sono stati annunciati pubblicamente 736 progetti all’interno dei mondi virtuali, che, se interconnessi, potrebbero formare il Metaverso. Di questi progetti, 589 (80%) sono orientati verso il consumatore finale (B2c), mentre 147 sono destinati al mondo business (B2b) o ai dipendenti aziendali (B2e). In passato, queste tecnologie sono state spesso utilizzate
dalle aziende in ottica B2c, per offrire nuovi servizi ai consumator, per trovare modi alternativi di interagire con loro o per raggiungere nuovi target (come ad esempio i giovanissimi). Tuttavia, nel 2023 è aumentata la consapevolezza nel settore industriale delle opportunità offerte da queste tecnologie per migliorare i processi interni (es. in ottica progettazione dei prodotti) e facilitare la collaborazione remota tra i dipendenti. Nell’ultimo anno, il numero di nuovi progetti rivolti ai consumatori finali è diminuito del 50% rispetto al 2022, mentre i progetti B2B/B2E sono aumentati dell’84%. Concentrandoci sull’Italia e ampliando l’analisi non considerando solo i progetti presenti all’interno dei mondi virtuali, ma tutti i progetti che utilizzano le tecnologie di Extended Reality (incluse quindi Realtà Aumentata, Realtà Mista e Realtà Virtuale in ambienti che non sono mondi virtuali), troviamo 482 progetti attivi dal 2020. Di questi, 301 sono rivolti al B2C, mentre 181 sono orientati al B2B/ B2E. In Italia, 71 progetti sono svi-
luppati all’interno dei mondi virtuali rispetto ai 736 complessivi a livello globale.
Le applicazioni dell’Extended Reality e del Metaverso in Italia Per quanto riguarda il mondo B2b/B2e in Italia, come anticipato, si contano 181 progetti a partire dal 2020: va però segnalato come, trattandosi di iniziative industriali o per i dipendenti dell’azienda, spesso si tratta di progetti coperti da accordi di riservatezza o comunque non particolarmente pubblicizzati. La sensazione, stando alle dichiarazioni dei principali fornitori di soluzioni, è che se venissero considerati anche i progetti non pubblici, il numero di queste iniziative sarebbe molto più ingente.
I principali settori in Italia che sviluppano progetti con queste tecnologie sono il Manifatturiero e il mondo Sanità/Pharma, con rispettivamente 55 casi (30% del totale) e 34 (19%). Altri settori rilevanti sono quelli del Training&Consulting che, nel 2023, ha visto una crescita del 50% delle
nuove progettualità, arrivando a contare 20 progetti (11%) e il mondo Energy&Utility 16 progetti (9%). Più marginali i progetti in ottica B2b/B2e sviluppati da altri settori come il Retail (6%), la PA (6%) e il mondo Logistica e Trasporti (3%). Nel 2023 aumentano però anche gli altri settori (16% del totale) che sperimentano queste tecnologie (es. real estate, professionisti).
Il primo ambito, quello maggiormente rappresentato, è quello delle Operations. Il 44% dei casi B2b/B2e individuati in Italia risiede in questo ambito e, in particolare, la quasi totalità dei casi riguarda il supporto alla forza lavoro, iniziative che utilizzano l’Extended Reality per assistere sul campo i dipendenti: attraverso la realtà aumentata e la realtà mista, ad esempio, gli operatori industriali possono accedere a istruzioni dettagliate e ricevere
supporto in tempo reale mentre eseguono compiti di manutenzione (come nel caso di Tecnogen, Ferrovie Nord) o di controllo qualità dei prodotti (es. ABB, Coca Cola). Sono stati individuati, invece, ancora pochi casi di applicazioni nel mondo della logistica, in cui l’obiettivo è una migliore pianificazione e del layout degli spazi all’interno di un nuovo impianto, attraverso la progettazione della disposizione dei vari macchinari (es. FCA). Nel 2023 la maggior parte delle nuove iniziative in questo ambito (38% vs il 9% del 2022) è stata sviluppata nell’ottica di favorire la collaborazione e la cooperazione tra i dipendenti in alcune fasi dei processi interni (ad esempio nel caso delle attività di prototipazione e progettazione dei prodotti, come sviluppato da CNH).
Il secondo ambito di applicazione riguarda l’Organizzazione (42%), in particolare con applicazioni
legate alla formazione della forza lavoro interna all’azienda (es. Enel, Edison), con le tecnologie XR che offrono un ambiente sicuro e controllato per la formazione del personale, consentendo di simulare situazioni complesse e ridurre i rischi associati alla formazione pratica. Un’altra tipologia di progetti particolarmente sviluppata riguarda la creazione di spazi per la collaborazione (es. Ferroli, Ospedale Gemelli di Roma), offrendo un ambiente virtuale in cui i team possono collaborare in tempo reale, consentendo una comunicazione più efficace e una condivisione immediata delle idee. Infine, un altro utilizzo di queste tecnologie in ottica organizzativa riguarda i processi di selezione (come, ad esempio, la possibilità di svolgere colloqui in ambienti virtuali), o onboarding dei nuovi ingressi, per consentire loro di familiarizzare fin da subito
con i luoghi di lavoro e i colleghi (es. Pwc, Accenture).
Il terzo focus è il Marketing&Sales (14%) con progetti che si suddividono tra il supporto alla forza vendita e l’arricchimento dell’esperienza agli eventi (es. Iveco), come ad esempio le fiere di settore. Qui le possibili applicazioni spaziano da demo virtuali di soluzioni complesse (l’utilizzo dell’XR per presentare soluzioni complesse, come macchinari industriali o software avanzati, permettendo ai visitatori di esplorare ogni aspetto senza la necessità di trasportare fisicamente l’equipaggiamento) alle simulazioni di possibili utilizzi in ambienti virtuali, alla possibilità di fornire ai visitatori dispositivi XR per esplorare lo stand, ricevere informazioni dettagliate sui prodotti e visualizzare informazioni aggiuntive (es. dati tecnici) in tempo reale.
I benefici ottenibili in ambito industriale
Relativamente ai benefici ottenibili grazie all’utilizzo di queste tecnologie in ambito industriale, è possibile citare alcuni esempi come quelli legati all’aumento della qualità e del livello di servizio (es. grazie alla riduzione del tasso di errore) e alla diminuzione dei tempi in alcune attività. Ulteriore beneficio possibile è quello della riduzione dei costi (e conseguentemente un aumento dell’efficienza), ad esempio grazie alla diminuzione del numero di trasferte dei propri dipendenti: un operatore esperto può supportare a distanza un lavoratore sul campo tramite la Realtà Aumentata, senza dover andare fisicamente nel luogo di lavoro (questo inoltre andrebbe ad influire anche in termini di sostenibilità).
Inoltre, si riscontra un aumento della sicurezza per determinati processi di formazione in situazioni di pericolo, come il training sui tralicci o le esercitazioni an-
tincendio, nonché una maggiore efficacia nella formazione in vari settori. Anche qui ne è un esempio la soluzione di Lufthansa che ha espanso l’uso della Mixed Reality alle pratiche di formazione, come la manutenzione dei motori e l’assistenza clienti. Tale soluzione permette alla compagnia aerea tedesca di addestrare assistenti di volo e personale dei call center a livello globale senza bloccare gli aerei o limitare la formazione a specifiche località.
Un altro beneficio riguarda le attività di progettazione e prototipazione: sempre nell’esempio del già citato CNH Industrial, la realizzazione dei prototipi dei propri trattori tramite la Realtà Virtuale ha permesso di ottenere un risparmio intorno al 30% dell’utilizzo di prototipi fisici, delle prove sperimentali sul campo e degli sprechi di materiali e del 5-10% sul consumo di carburante.
Sono infine presenti tutta una serie di benefici legati alla sfera
Diversity & Inclusion; le tecnologie di XR, infatti, possono creare ambienti di lavoro virtuali accessibili a persone con disabilità, eliminando le barriere fisiche. Inoltre, le esperienze XR possono essere personalizzate per soddisfare le esigenze di persone con diverse abilità e stili di apprendimento: ne è un esempio la soluzione di Vehicles for Change, azienda americana operante nel settore Automotive, che tramite l’utilizzo della VR forma ex carcerati nel mestiere di meccanico. La Realtà Virtuale permette di sviluppare una formazione altamente personalizzata per ogni utente, senza il bisogno di dover coinvolgere un numero troppo elevato di docenti e di reperire edifici, veicoli, strumenti e pezzi di ricambio necessari per la formazione.
Nonostante le sfide, l’adozione dell’Extended Reality e del metaverso nell’industria è destinata a crescere rapidamente nei prossi-
mi anni. Se fino al 2020, a causa, in particolare di un’offerta tecnologica non ancora pienamente pronta (es. tecnologia immatura o troppo costosa), i progetti sviluppati sia nel B2c sia nel B2b/B2e erano prevalentemente stand-alone, ossia non integrati nei sistemi aziendali, e con obiettivi generici, negli ultimi anni l’approccio delle aziende è diventato più consapevole e strutturato, portando in diversi casi a ottenere a significativi benefici sia di efficacia (aumento di ricavi) sia di efficienza (riduzione dei costi).
In conclusione, l’Extended Reality e il Metaverso rappresentano una nuova frontiera per l’innovazione, anche in contesti business e industriali. Sfruttando appieno il potenziale di queste tecnologie, le aziende possono trasformare i loro processi, migliorare le prestazioni e creare esperienze utente fino a prima non realizzabili. Tuttavia, è essenziale affrontare le sfide in modo proattivo e strutturato per garantire risultati tangibili.
è anche e soprattutto la storia delle aziende che ci hanno supportato in questo lungo percorso. A loro sono dedicate le pagine che seguono
A.M.C. Meccanica, fondata nel 1992 dalla famiglia Sandèn nella zona ovest di Milano, si è affermata come uno degli specialisti più rispettati nel campo delle attrezzature per perforazione. Con radici profonde nell’esperienza maturata in Widia Bergabuwerkzeuge, l’azienda ha evoluto la propria offerta includendo una vasta gamma di attrezzature per supportare le diverse esigenze dei clienti. Il successo di A.M.C. Meccanica risiede nella sua capacità di unire il ruolo di distributore e produttore. A livello europeo, l’azienda gestisce direttamente la distribuzione, mentre per i mercati del Medio Oriente si affida a una rete di agenti. Tra i prodotti offerti, particolare rilievo è dato alla perforazione a rotopercussione e alla geotermia, settori in crescita soprattutto in Italia. A.M.C. si distingue per la capacità di fornire consulenze tecniche personalizzate, finalizzate a ottimizzare il rapporto qualità-prezzo, integrando attrezzature su misura per le condizioni specifiche dei progetti.
Negli ultimi anni, il mercato ha evidenziato una crescente attenzione verso soluzioni che rispettino l’ambiente. A.M.C. Meccanica ha risposto a queste esigenze sviluppando prodotti innovativi che rispondono a standard ecologici sempre più rigorosi. Come sottolineato dalla direzione dell’azienda, il mercato richiede soluzioni tecnologicamente avanzate e attente a tutte le variabili ambientali, e A.M.C. ha saputo adeguarsi a questa tendenza, proponendo
soluzioni per ottimizzare la produttività delle attrezzature senza compromettere l’attenzione all’ecologia.
Uno dei prodotti più innovativi è il Minijet, progettato per le esigenze di risanamento abitativo e ambientale. Questo sistema brevettato dal QS Group è composto da adduttori, impugnature flottanti, aste e punte di vari tipi (bitaglienti, a croce e a bottoni). Il Minidrill, una delle attrezzature di punta, è pensato per perforazioni a rotopercussione con piccoli diametri, ideale per situazioni in cui la gestione del detrito e la precisione del foro sono di primaria importanza. Nel campo della perforazione a
rotazione, A.M.C. Meccanica si distingue come unico produttore europeo di punte e allargatori per perforazioni a rotazione multistadi. Questa tecnologia è particolarmente adatta per la realizzazione di fori di grandi diametri (fino a 250 mm). Grazie allo sviluppo delle perforatrici idrauliche e all’utilizzo di motori sempre più performanti, l’azienda offre soluzioni capaci di perforare rocce con una resistenza alla compressione fino a 1000 kg/cm².
A.M.C. offre una gamma completa di attrezzature per la perforazione, tra cui adduttori, manicotti, punte multistadi e una varietà di raccordi. Questi prodotti, realizzati con tecnologie avanzate,
sono progettati per massimizzare l’efficienza operativa e garantire una lunga durata anche in condizioni di lavoro difficili.
L’attenzione all’innovazione, la capacità di adattarsi alle richieste del mercato e un approccio fortemente orientato alla qualità hanno permesso ad A.M.C. Meccanica di affermarsi come un punto di riferimento nel settore delle attrezzature per perforazione. Con una produzione che spazia dal jet-grouting alla geotermia e una sensibilità crescente verso l’ecologia, l’azienda si prepara ad affrontare le sfide future, consapevole del ruolo chiave che l’innovazione tecnologica ricoprirà nel settore.
Asservimenti Presse, nata dall’esperienza trentennale dei suoi fondatori, è specializzata nella progettazione e costruzione di una serie di automazioni dedicate alle macchine per la deformazione della lamiera ed è presente sul mercato nazionale e internazionale con più di 2500 impianti installati. L’azienda realizza aspi svolgitori, raddrizzatrici, alimentatori, macchine per il taglio in lunghezza del coil, transfer, manipolatori, tutti disponibili in numerose varianti.
Asservimenti Presse è inoltre specializzata nell’automazione di presse; progetta e realizza linee di asservimento con aspi sino a 25 t di portata con diametro esterno sino a 2000 mm, in grado di lavorare con nastri di larghezza massima pari a 2000 mm e spessori fino a 14 mm.
L’obiettivo è quello di offrire un prodotto di qualità e tecnologicamente all’avanguardia attraverso l’ottimizzazione del ciclo produttivo. Da anni le linee di asservimento dell’azienda lodigiana supportano la produzione di importanti aziende operanti in innumerevoli settori, dall’automotive, alla produzione di infissi, dalla realizzazione di posate alla costruzione di impianti eolici al settore degli elettrodomestici. A tutti i clienti viene garantita un’assistenza precisa e affidabile supportata da una produzione totalmente made in Italy. Nel corso della sua storia l’azienda di Massalengo (LO) ha raggiunto vari step tecnologici che sono diventati dei punti di riferimento per l’intero settore. Citando solamente gli ultimi dieci anni, non si può non ricordare l’investimento nella nuova ala dello stabilimento nel 2021 per un’area complessiva di 3500 metri quadrati coperti. Nel 2015 nasce la prima linea con punzonatrice elettrica per la produzione delle grate frigo dei supermarket. Nel 2019, l’azienda brevetta il sistema tagliareggia coil. Nel 2022 Asservimenti Pres-
se introduce AP SMART HMI il software conversazionale installato su tutti gli impianti, con un linguaggio semplice e intuitivo.
Come dimostrano questi passaggi chiave, Asserimenti Presse
già da tempo ha intrapreso tre strade: la prima è relativa agli impianti ad alta efficienza energetica con apertura della testa delle raddrizzatrici non più idraulica ma comandata elettronicamente; la seconda riguarda lo sviluppo di nuovi software orientati alla manutenzione preventiva e all’autoapprendimento delle macchine; la terza è l’attenzione vero il risparmio del materiale. Per tale motivo, sempre più spesso viene richiesto un alimentatore detto a “zig-zag” caratterizzato dalla possibilità di alimentazione trasversale per sfruttare al massimo il consumo del nastro. Un esempio è l’asservimento per pressa di ultima generazione per la tranciatura a Zig-Zag (Quinconce) di dischi in acciaio inox di diversi diametri. Questo impianto può lavorare coil fino a 800 mm di larghezza per un massimo di 5 mm di spessore a una velocità di 70 colpi al minuto. Il taglio a Zig-Zag viene impiegato sempre più spesso da parte dei clienti vista la necessità di ridurre al minimo gli scarti di materiale pur conservando la qualità della lavorazione e la massima produttività possibile.
Apartire dal 1975, Balance Systems ha fatto la storia dell’equilibratura, proponendo sempre soluzioni d’avanguardia e allo stato dell’arte. L’esperienza è costantemente cresciuta in vari settori grazie all’attenzione riservata a ogni singola applicazione e agli stimoli al miglioramento continuo, derivanti dalle partnership con una platea di OEMs internazionali sempre più esigenti.
E’ così che la tecnologia Balance Systems si è sviluppata nel tempo, protetta da numerosi brevetti, e che oggi si può definire lo stato dell’arte.
Un breve percorso storico:
1975: Balance Systems (GT Elettronica) viene fondata dal suo attuale Presidente e CEO Sig. Gianni Trionfetti.
1980: Nascono le teste equilibranti con il brevetto “Moment Free”.
1998: Nasce la linea di equilibratori “High-Performance” destinati alle applicazioni in macchine rettificatrici per ingranaggi e con processi CBN.
2013: Nasce la linea “®Absolute Balancer”, con brevetti correlati, che introduce i concetti di “Machine Learning” e “Algoritmi di correzione deterministici”.
2020: Nasce la linea “Absolute Ring Direct Drive” Balancer, che
estende la gamma di applicazioni in tecnologia “Absolute”. La tecnologia “Absolute” permette di ridurre drasticamente, fino a un ordine di grandezza, i tempi di equilibratura e di raggiungere risultati di squilibrio residuo inferiori a 5 µm/s su 2-piani di correzione. Tutto questo, grazie al controllo continuo delle masse di correzione, con risoluzione e precisione di posizionamento di 0,01°.
L’offerta di gamma consente oggi una copertura applicativa totale, non solo su macchine rettificatrici di ogni genere tradizionale, ma anche sulle nuove macchine ibride rettifica e centri di lavoro. Queste macchine sono equipaggiate da mandrini dotati di cambio utensile automatico e relativo magazzino utensili. Di seguito, vogliamo rivolgere l’attenzione su alcune soluzioni relative a queste applicazioni. Per semplicità descrittiva, faremo riferimento a soluzioni per 1-piano di equilibratura (correzione dello squilibrio statico), premettendo che, senza compromettere nulla in termini di precisione e tempi di ciclo automatico, le stesse applicazioni si possono studiare per 2-piani di equilibratura (correzione dello squilibrio statico e dinamico). I mandrini attrezzati per cambio
utensile automatico, siano essi dedicati a macchine rettificatrici e/o centri di lavoro, hanno normalmente l’asse centrale occupato dal sistema di bloccaggio (ad esempio: pinze di tipo HSK). In tali mandrini, è possibile alloggiare all’interno del mandrino le classiche teste equilibranti “built-in”, solo prevedendo complesse e costose soluzioni meccaniche. L’esperienza Balance Systems suggerisce, in questi casi, almeno tre soluzioni alternative.
Soluzione 1
Testa equilibrante di tipo built-in, inserita nel porta-utensile e con trasmissione senza contatto (No-link) frontale. Il design di questa soluzione è totalmente indipendente dal design del mandrino.
VANTAGGI
- Soluzione semplice.
- E’ possibile il monitoraggio continuo dello squilibrio e dello stato di equilibratura.
- Richiede una testa equilibrante per ogni porta-utensile.
- L’equilibratura deve essere eseguita in un punto predisposto nell’area di lavoro, dove viene installato il trasmettitore (parte statica) del collettore.
Conseguentemente, il risultato dell’equilibratura potrebbe non essere ottimale per le successive posizioni di lavoro del mandrino, a causa della diversa risposta meccanica della struttura portante.
- Non è possibile integrare il sensore di emissione acustica (AE) per la funzione di controllo contatto. Per questa funzione e per il controllo di forma della mola in diamantatura (funzione “Envelope”), Balance Systems può proporre altri tipi di sensori, sia di emissione acustica che di potenza.
Soluzione 2
Testa equilibrante di tipo built-in, inserita nel porta-utensile e con trasmissione senza contatto (No-link) ad anello posizionato tra il naso mandrino e il porta-utensile. Questa soluzione richiede il co-design col costruttore del mandrino per l’alloggiamento del trasmettitore (statore) ad anello sul naso mandrino.
VANTAGGI
- Soluzione semplice.
- Permette il monitoraggio continuo dello squilibrio e dello stato di equilibratura.
- Permette l’equilibratura automatica in ogni posizione del mandrino.
- Permette l’integrazione del sensore di emissione acustica (AE) per la funzione di controllo contatto e per il controllo di forma della mola in diamantatura (funzione “Envelope”).
NOTE
- Richiede una testa equilibrante per ogni porta-utensile.
Soluzione 3
Testa equilibrante ad anello con tecnologia “Absolute Ring Direct Drive”, montata sul naso mandrino. Questa soluzione è realizzata in totale co-design col costruttore del mandrino.
VANTAGGI
- Soluzione universale, una sola testa equilibrante per il mandrino, che non comporta nessun elemento a bordo del porta-utensile.
- Permette il monitoraggio continuo dello squilibrio e dello stato di equilibratura.
- Permette l’equilibratura automatica in ogni posizione del mandrino.
- Permette l’integrazione del sensore di emissione acustica (AE) per la funzione di controllo contatto e per il controllo di forma della mola in diamantatura (funzione “Envelope”).
NOTE
- Il dimensionamento della capacità di compensazione della
testa equilibrante potrebbe richiedere qualche compromesso in funzione degli utensili e porta-utensili, e delle velocità di rotazione del mandrino.
L’abbinamento della tecnologia “®Absolute Balancer” o “Absolute Ring Drive Drive” con la scheda di acquisizione “3-Axial” (brevettata) in grado di ospitare accelerometri tri-assiali X,Y,Z per 1 e 2 piani, permette un’ottimiz-
zazione delle performance di equilibratura senza precedenti. Si può, infatti, eseguire una mappatura completa delle posizioni di lavoro del mandrino, determinando per ciascuna di esse i parametri ottimali di equilibratura in funzione della risposta meccanica della macchina ospite. Il mandrino risulterà perfettamente equilibrato, nell’esatta posizione di lavoro. Infine, l’integrazione del softwa-
re HMI sui controlli numerici e l’interfaccia Profinet per la gestione real-time, consentono una customizzazione totale dell’applicazione in macchina.
Questo articolo è stato redatto da Dr. Ing. Andrea Guidotti, R&D Director presso Balance Systems S.r.l, Italia e da Dipl.-Ing. Jürgen Blaszyk, project manager presso Balance Systems GmbH, Germania.
C.R.M. di Mazzoccato Arturo & Figli nasce all’inizio degli anni ’80: sono Arturo Mazzoccato e i suoi tre figli, Paolo, Marco ed Antonella ad adottare sin da allora la filosofia delle forniture a richiesta anche se il C.R.M., Customer Relationship Management, sarebbe stato definito da Couldwell solo nel 1998. L’idea: non più prodotti da proporre al mercato, ma l’inverso: esigenze del mercato – in questo caso nelle lavorazioni per asportazione di truciolo – problemi di aziende meccaniche piccole e grandi, trasformate in progetti e quindi in prodotti come allargatori, attrezzature speciali, barre, bareni, cartucce, frese, lamatori, ed inserti in metallo duro ed HSS, con riporti in diamante o C.B.N. policristallino , portautensili, punte, utensili etc. Un modello di lavoro che necessita di forti capacità progettuali e grande esperienza di mercato. Un vero e proprio giacimento di queste fondamentali conoscenze è a disposizione dell’azienda: Arturo Mazzoccato ha svolto attività sul campo per grandi aziende europee e statunitensi produttrici di utensili, soprattutto standard, per oltre vent’anni, sin dagli anni ’60. Forte di una nuova geometria di taglio all’avanguardia ideata da Mazzoccato, inizialmente l’azienda si occupa del mercato automotive: la lavorazione dei cerchi in lega leggera per autovetture.
In breve tempo l’azienda diviene un punto di riferimento per i produttori di cerchi per l’alta gamma, anche in collaborazione con fabbricanti di torni verticali progettati per lavorare sempre più in fretta le materozze di alluminio grezze nel farne quel prodotto italiano di styling che tutti conosciamo. Il tempo di lavorazione di cerchi in lega, anche grazie agli asservimenti robot nelle isole di produzione, passa dai 4 minuti di allora a 50/54 secondi pezzo. E i cerchi in lega divengono allestimento standard per le autovetture di serie. Le richieste sempre più pressanti di risolvere in pochi piazzamenti, magari unici, lavorazioni anche molto complesse, fanno crescere sempre più il know how che negli anni successivi consentirà a C.R.M. Mazzoccato di affrontare mercati sempre più diversificati, materiali sempre più ostici e dif-
ficili da lavorare, complessità e tolleranze sempre più spinte. I clienti di C.R.M. Mazzoccato si trovano oggi in tutto il mondo; tecnologie di progettazione e comunicazione avanzate (per il dialogo tecnico a distanza), sistema snello e certificato ISO 9001 (per la produzione e commercializzazione dei prodotti) contribuiscono, insieme con un nome conosciuto sul mercato per professionalità, capacità ed affidabilità, a spingere l’azienda sempre più avanti, ad investire in tecnologia (ad esempio: laser di ultima generazione per la lavorazione del diamante policristallino) per rispondere alle sempre nuove esigenze del mercato, come all’origine della sua storia. La maggiore soddisfazione per i Mazzoccato di C.R.M.? Un Cliente sorridente che afferma: sono davvero contento di essermi rivolto a voi.
Gerardi SpA azienda leader in Europa e nel mondo, è famosa per l’eccezionale rapporto prezzo-qualità delle proprie morse modulari. GERARDI WORKOLDING, comprende: un sistema modulare di serraggio fra i più completi a livello mondiale, una gamma amplissima di portapezzi per macchine orizzontali, unità Zero Point per il cambio rapido di attrezzatura e pezzi per azzerare i tempi di allestimento macchina. Gerardi è uno dei pochi produttori in grado di realizzare qualsiasi tipo di attrezzature per presa pezzo chiavi in mano. Gerardi produce e commercializza Teste Angolari e Motorizzazioni per centri di lavoro e torni CNC che si distinguono per prestazioni, affidabilità e sono l’ideale per tutte le applicazioni (aerospaziali ed automobilistico in testa) che richiedono alte precisioni e grande duttilità di impiego.
La Gerardi S.p.A fu fondata da Ivano Gerardi Sr. nel 1971. Situata a soli 5 km dall’aeroporto Malpensa 2000, la Gerardi oggi è la prima costruttrice italiana di morse modulari di precisione di attrezzature per il serraggio. E’ azienda leader nel campo europeo e la qualità e l’ampiezza della gamma delle proprie soluzioni è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo
Negli anni ‘80, la Gerardi è cresciuta fino a diventare il più grande produttore italiano di morse e uno dei leader nel Mercato Comune Europeo. La qualità dei suoi prodotti ha acquisito fama mondiale. Nel frattempo, l’azienda ha sviluppato la propria tecnologia di macchine utensili per la rettifica con un concetto totalmente nuovo alla base del progetto. La Gerardi ha anche lanciato una vasta gamma di teste
angolari per macchine utensili tradizionali e centri di lavoro, nonché utensili azionati per torni a CNC. Con sforzi di marketing a livello mondiale, l’azienda ha portato la produzione da poche unità a migliaia, con prodotti e tecnologie conosciute e vendute in tutto il mondo.
Nello stesso periodo, la Gerardi ha stabilito una joint venture in Cina con l’industria aerospazia-
le cinese AVIC per la produzione di parti e tipi di morse. Grazie a importanti investimenti, la nuova azienda è oggi controllata dalla Gerardi e sta ottenendo gli stessi eccellenti risultati di leadership in Asia, Nord e Sud America come quelli raggiunti in Europa. Dopo aver costituito una società sussidiaria statunitense nei pressi di Chicago, la Gerardi ha stabilito una nuova filiale tedesca a Stoc-
carda nel 2007 per penetrare e servire meglio i mercati locali. Naturalmente, questo ha richiesto un enorme sforzo finanziario e investimenti.
Nel 2012 viene costituito un nuovo stabilimento produttivo per aumentare la produzione di teste angolari, motorizzati e piastre e cubi personalizzai, e una nuova società in India per la produzione di attrezzature per il mercato indiano. Nel 2020 nasce il nuovo centro logistico per migliorare l’efficienza nelle spedizioni e nella distribuzione.
Il personale della Gerardi S.p.A. Co. conta oggi oltre 200 dipendenti con un’età media inferiore ai 40 anni. Tutte le posizioni apicali e dirigenziali dell’azienda sono state acquisite attraverso formazione e esperienza interna. L’export totale della Gerardi è ora superiore al 70% della produzione totale, con vendite in oltre 60 paesi in tutto il mondo. L’azienda investe circa il 10% del proprio fatturato in ricerca tecnologica avanzata per la progettazione e la produzione di nuovi prodotti. Gli investimenti complessivi dell’azienda superano i 20 milioni di euro.
Il mercato di oggi è altamente esigente. La competitività si gioca sulla capacità continua di offrire nuovi prodotti che richiedono rapidamente e costantemente nuove versioni aggiornate e migliorate. La produzione è costretta a seguire questi continui sviluppi fornendo prodotti di alta qualità in breve tempo e a prezzi competitivi.
Il nostro obiettivo è fornire soluzioni in grado di aumentare la produttività e l’efficienza delle officine con un rapporto qualità/ prezzo imbattibile.
Progettate per l’Asservimento Automatico tramite Robot
Piastra d’ interfaccia
Zero Point Gripper
Progettate per il serraggio automatico e predisposte per la gestione tramite CNC, le morse della serie GripMatic, grazie ad un design compatto, un serraggio autocentrante ed a ridotte flessioni, consentono lavorazioni di alta qualità sui 5 lati del pezzo, mentre l’elevata resistenza all’usura, ne garantisce l’affidabilità nel tempo.
CONTROLLO DIRETTO DA CNC
L’utilizzo di connettori automatici pneumatici tra il sistema Zero Point e la piastra d’interfaccia, consentono l’azionamento diretto della morsa tramite CNC.
RAPIDO CARICO e SCARICO DEL PARTICOLARE
La morsa GripMatic consente un serraggio autocentrante del particolare, rapidamente caricato e scaricato dal braccio robotico.
Quando Berthold Hermle nel 1938 fondò a Gosheim la sua fabbrica di viti e torni, naturalmente non poteva prevederne il successo. Già allora però emergevano lo spirito dell’azienda e la sua volontà incondizionata a superare i “canoni standard”. Così nel 1953 l’azienda viene trasformata nella Maschinenfabrik Berthold Hermle KG. Da questo momento in poi iniziano a venire prodotte centrifughe e nel 1957 ha inizio la produzione di macchine fresatrici. Dopo sei anni dalla presentazione della prima fresatrice universale Hermle, vengono prodotte per la prima volta macchine fresatrici a comando CN che danno quindi il via alla produzione di macchine fresatrici CNC nel 1978. L’azienda si presenta ora con un nuovo nome: Maschinenfabrik Berthold Hermle GmbH & Co e poi con la trasformazione in Maschinenfabrik Berthold Hermle AG si completa l’ingresso in borsa. Contemporaneamente a Gosheim viene inaugurato il nuovo edificio dei reparti vendita e amministrazione. L’anno 1992 vede l’avviamento della completa ristrutturazione a livello nazionale e internazionale del gruppo Hermle che porta all’ottimizzazione in modo sostenibile sotto molti aspetti e infine all’inaugurazione presso la sede della ditta a Gosheim del nuovo centro tecnologico e di formazione. Negli anni a seguire Hermle riesce a fronteggiare le forti oscillazioni congiunturali con il concetto di azienda ad ampio respiro, un sistema di lavoro flessibile che nonostante il pesante calo della domanda, pone Hermle in condizioni di realizzare un utile ed evitare il taglio dei posti di lavoro. Questo ha permesso il trasferimento del centro di assistenza e di servizi all’avanguardia presso la sede di Gosheim. Nel 2010 con un’offensiva nel campo dell’innovazione, Hermle amplia in brevissimo tempo la gamma di prodotti con il maggior numero di nuove macchine mai realizzato
prima di allora. Altre novità come un nuovo magazzino e centro logistico dotato di sistemi di spedizione e stoccaggio all’avanguardia, nuove superfici di montaggio che consentono di ampliare il sistema di montaggio in linea per le grosse macchine e creano il presupposto per un nuovo fatturato da record e l’inizio delle attività di costruzione di due capannoni di produzione ad asportazione di trucioli nelle città di Gosheim e Zimmern conclusosi nel 2017, si susseguono negli anni a venire. Gli investimenti sono presenti mediamente ogni 2/3 anni e anche malgrado la difficile situazione sanitaria nazionale, Hermle Ag continua ad investire nell’ampliamento dei suoi stabilimenti non solo in Germania ma anche in USA per garantire una maggiore presenza direttamente sul territorio.
Nel suo lungo percorso Hermle è sempre rimasta fedele a sé stessa – nonostante uno sviluppo estremamente dinamico ed eccezionale. Hermle AG è presente sul mercato da oltre 70 anni e ha scelto la strada della specializzazione nella produzione di centri di lavoro verticali a 5 assi, ponendosi come obiettivo la perfezione del risultato e la massima affidabilità. Le scelte strategiche che Hermle ha adottato nel corso degli anni sono fondamentalmente due: optare per la strada della specializzazione nella produzione di centri di lavoro a 5 assi e mantenere un elevato livello di produzione interna, garantendo il pieno controllo dell’enorme capitale di know-how. Scelte vincenti, che hanno permesso a Hermle di raggiungere risultati eccellenti nella fresatura e conquistare quote di mercato notevoli sia in Germania che a livello internazionale. Con più di 31.000 macchine installate con successo, Hermle è presente nel mondo con una capillare rete di distribuzione e assistenza. Nel 2006 viene costituita la Hermle Italia S.r.l., con sede a Rodano (MI), per servire direttamente il mercato
italiano. Caratterizzati da una serie di soluzioni esclusive e brevettate, i centri di lavoro Hermle sono realizzati con una struttura in monoblocco brevettata, detta “gantry modificato”, a tre o quattro guide sull’asse Y, che consente di ottenere risultati eccezionali in termini di precisione e ripetibilità. I basamenti delle macchine, ad eccezione dei due modelli di taglia maggiore con lo stesso brevetto di struttura, sono realizzati in granito composito, materiale dotato di un’elevata capacità di smorzamento delle vibrazioni e di una bassa conduttività termica. Versatile e dinamica, con varie soluzioni a 3, 4 e 5 assi, la serie C di Hermle si distingue per il notevole volume lavorabile a 5 assi, l’ottima accessibilità ed ergonomia, per la ragguardevole coppia e potenza dei mandrini, per la distanza minima possibile tra mandrino e piano
di lavoro.
Altro punto di forza è la progettazione e produzione interna dei moduli di automazione. La divisione Hermle-HLS sviluppa soluzioni d’automazione “ad hoc” sui centri di lavoro Hermle, partendo dai più semplici sistemi di handling, passando agli efficaci dispositivi di cambio pallet, fino a celle robotizzate di produzione flessibile dotate di supervisori gestionali estremamente sofisticati. Infine va sottolineata la modularità della concezione, che permette di implementare automazioni ed espansioni magazzino utensili, anche in fasi successive, predisponendo opportunamente la macchina base. Da produttori di macchine a produttori di sistemi - ormai da tempo Hermle è in grado di trasformare una macchina in un’unità di produzione flessibile.
Dietro all’alta velocità c’è sempre il concetto di precisione.
Se una manciata di millisecondi può fare la differenza tra vittoria e sconfitta, ogni singolo dettaglio è quello che conta. Soprattutto quando sono in ballo investimenti dell’ordine di milioni di Euro. Ecco perché diverse scuderie di Formula 1 scelgono di utilizzare componenti compositi innovativi. Questi vengono poi prodotti dagli esperti di precisione svizzeri sui centri di lavorazione HERMLE. www.hermle.de
Losma, azienda leader nella progettazione e costruzione di sistemi di filtrazione per l’industria meccanica e le macchine utensili, dal 1974 progetta e costruisce sistemi di depurazione dell’aria e dei liquidi lubrorefrigeranti. L’azienda è nata con la missione di rendere più sano l’ambiente lavorativo, focalizzandosi nella filtrazione e garantendo un ambiente sicuro di fabbrica. La filosofia aziendale “Lavorare pulito, respirare sano” è evidente nella continua ricerca di soluzioni di filtrazione sempre più efficienti e modulabili. Motori ad alta resa energetica, filtri rigenerabili, inverter per regolare il consumo sono solo alcuni degli accorgimenti utilizzati nelle famiglie di aspiratori e depuratori Losma, per assicurare la massima compatibilità degli impianti con le normative europee in materia di gestione ambientale. Losma offre un’ampia gamma di tecnologie di filtrazione standard o personalizzate divisibili in due grandi famiglie: depurazione di aria e filtrazione dei liquidi lubrorefrigeranti.
In ultimo, grazie ad un know-how storico di quasi 50 anni di attività, Losma è in grado di offrire soluzioni di filtrazione personalizzate, studiate su misura per ogni singola esigenza del cliente. Dalla progettazione di impianti complessi
chiavi in mano alla customizzazione dei prodotti della gamma esistente, siamo in grado di risolvere a 360° tutte le problematiche di inquinamento all’interno dei luoghi di lavoro industriali. In occasione di Bi.Mu. Milano
2024, l’azienda presenterà l’ultimo prodotto nato della linea aria: Zefiro, aspiratore per nebbie oleose. Zefiro è una macchina che permette modularità di configurazione. Grazie alle nano-fibre sintetiche è possibile raggiun-
gere un grado di filtrazione F9. Inoltre è possibile aggiungere un Filtro HEPA H13, garantendo così una filtrazione assoluta pari al 99,95 %. Sarà disponibile in due taglie, con portate da 4.000 e da 6.000 m3/h (60 Hz).
In Losma, quotidianamente, ci impegniamo nella ricerca di nuove soluzioni che aiutino le aziende a preservare l’ambiente che le circonda e le persone che lo vivono.
9-12 Ottobre 2024
Padiglione 9
Stand D19
Optoprim fornisce tecnologie e servizi all’avanguardia per il mercato della fotonica e delle lavorazioni laser.
Fondata in Francia nel 1994, con filiali in Italia da oltre 20 anni e in Germania da 10, nasce come distributore di componentistica fotonica ma con la diffusione della tecnologia laser ben presto modifica la propria offerta, affiancando alla parte commerciale un vero e proprio servizio di consulenza.
Optoprim è infatti sinonimo di supporto qualificato ai propri clienti nelle varie fasi progettuali, dalla definizione del processo e dei relativi parametri all’analisi delle esigenze e alla definizione degli obiettivi.
La consolidata esperienza si fonde alla continua ricerca tecnologica per soddisfare le più ambiziose richieste del mondo industriale, tradotte poi in processi presso il nostro European Laser Application Center (ELAC). Il laboratorio ELAC, unico nel suo genere in Italia, è diretto da un brillante team di ingegneri specializzati nelle diverse branche applicative ed è equipaggiato con molteplici sistemi di processo laser, dai più consolidati a quelli di ultima generazione.
Grazie a questa struttura, Optoprim mette a disposizione dei propri clienti uno spazio in cui sono allestite sette celle indipendenti dedicate ciascuna ad un processo specifico, dalla saldatura alla marcatura, dal micro-machining al cladding, dal trattamento termico al taglio fino alle nuove applicazioni per il settore dell’e-mobility. Il laboratorio è dotato altresì di una camera bianca in cui eseguire operazioni di service su diversi componenti, dai laser ulta-veloci alle teste di processo.
In Optoprim, le aziende trovano un approccio accademico alla ricerca che però mantiene un’ottica industriale: si lavora con tempi e target definiti con team di ricerca strutturati.
Le attività del laboratorio sono infatti frutto di una grande passione per la tecnologia laser che viene alimentata con una metodologia di lavoro strutturata e definita in modo da sviluppare un database di parametri per le varie applicazioni. Proprio per il metodo di lavoro adottato, le applicazioni sviluppate in laboratorio sono immediatamente integrabili a livello industriale.
Non è un’attività di ricerca fine a sé stessa: può nascere da un’esigenza precisa di un cliente integratore oppure da un utilizzatore che vuole innovare un suo processo.
Collaborando con i migliori produttori a livello mondiale di tecnologia laser, Optoprim si pone sul mercato non solo come fornitore di tecnologia ma anche come partner nello sviluppo di progetti innovativi e nell’adozione di nuovi paradigmi produttivi.
Da oltre quarant’anni presenti sul mercato della sicurezza sul luogo di lavoro e delle protezioni per macchine utensili.
La strategia di successo di PEI nasce dalla grande intuizione iniziale dei soci fondatori nel cogliere l’importanza della sicurezza sul luogo di lavoro, che ha portato, a partire dagli anni ’80, allo sviluppo del mercato delle protezioni per macchine utensili.
L’esperienza maturata consente all’Azienda di contare sulla fusione fra competenze commerciali e manageriali e know-how tecnico produttivo.
A ciò si affianca l’attenzione costante all’innovazione tecnica, che ha portato al conseguimento di oltre 70 brevetti internazionali. Per offrire soffietti, tapparelle, protezioni avvolgibili e coperture telescopiche in grado di rispondere prontamente all’evolversi
della richiesta del mercato, PEI investe in Ricerca e Sviluppo oltre il 4% del fatturato annuo.
PEI opera in 7 sedi dislocate in Italia, in Germania, in Serbia e in Brasile.
Altri marchi del Gruppo PEI:
PEI Mobility è la divisione automotive di PEI, da 15 anni fornisce soffietti per veicoli articolati, dal 2022 amplia il catalogo introducendo l’articolazione e diventa il partner completo per i più importanti costruttori di autobus nel mondo.
PEI VM S.r.l. è un’azienda con esperienza ventennale nel campo NVH (Noise, Vibration & Harshness), fornisce consulenza e sistemi di diagnostica vibrazionale avanzata in numerosi settori applicativi: power transmission, automotive, motorcycle, powertools, packaging.
Nuova Metal S.r.l. è un’azienda
certificata ISO 9001:2015 con trentennale esperienza nel settore della carpenteria metallica leggera, specializzata nella progettazione e produzione di arredi metallici per le diverse tipologie di impiego, in particolare per il settore medicale e alimentare.
Zanini S.r.l è un’azienda certificata UNI EN 3834-2 con grande esperienza nel settore della carpenteria metallica media e leggera, specializzata nelle lavorazioni per il settore ferroviario e il packaging.
Alla guida di PEI un management ispirato dalla continua ricerca e innovazione, che accompagna la crescita dell’Azienda con successo e determinazione. Specializzazione industriale, attenzione alla sicurezza e innovazione tecnologica sono alla base della lunga storia iniziata negli anni ’80, una storia destinata a
durare a lungo nel tempo. I prodotti ‘Made in PEI’ sono distribuiti in tutto il mondo.
RETE VENDITA
La struttura commerciale del Gruppo PEI è costituita da una rete capillare di tecnici commerciali e garantisce una copertura su tutto il territorio italiano, tedesco e gran parte del resto d’Europa.
-18 addetti commerciali seguono il mercato Italia
-8 addetti commerciali seguono il mercato Germania
-18 strutture commerciali seguono il resto del mercato Estero. Tutte le figure commerciali che rappresentano PEI possiedono una preparazione tecnica e la formazione viene effettuata sempre presso la nostra sede centrale da parte dei nostri tecnici e progettisti.
Questa formazione viene garanti-
ta anche ai nostri distributori esteri, così da poter sempre fornire un servizio di consulenza adeguato ai clienti, ovunque essi siano. La nostra forza vendite accompagna il cliente nella scelta del prodotto più adatto alle proprie esigenze, offrendo competenza tecnica e conoscenza approfondita su tutta la gamma delle protezioni PEI.
SOSTENIBILITA’ AZIENDALE
PEI è impegnata nel raggiungimento dell’obiettivo di sostenibilità conforme all’agenda ONU 2030.
Dall’inizio degli anni 2000, la forte spinta verso la riduzione dei rifiuti e il consumo responsabile, ha portato PEI ad una sempre
maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente e delle persone.
I principali focus integrati al nostro modello di business sono infatti:
- Attenzione alle persone e alla società
- Consumo responsabile e risorse
- Attenzione alla riciclabilità e al riciclaggio
Nel 2011 tutti i siti produttivi P.E.I sono stati dotati di impianti fotovoltaici per un totale di oltre 1 milione di KW prodotti/anno con un risparmio di 600 tonnellate di CO2/anno.
Ogni anno i consumi sono monitorati con rapporti e KPI dedicati. Il nostro impegno per la sosteni-
bilità delle persone è costante. Nel 2008 nel nostro nuovo stabilimento in Serbia e poi nel 2013 in Brasile, abbiamo implementato tutti gli standard europei in termini di sicurezza e politiche sociali, nonché di gestione delle risorse umane.
Negli ultimi 15 anni abbiamo raddoppiato il numero di dipendenti del gruppo PEI: il 98% di essi sono assunti con contratti a tempo indeterminato.
Dal 2020 abbiamo introdotto nuove politiche in merito a:
• Codice di condotta
• Salute, sicurezza e benessere
• Soddisfazione dei dipendenti
PEI è una realtà Bolognese, un’azienda che non ha mai dimenticato le proprie origini e che crede fermamente nell’importanza del ruolo delle imprese sul territorio. PEI crede nella responsabilità sociale e nello sviluppo sostenibile, che passano anche attraverso l’INNOVAZIONE.
La nostra storia è caratterizzata da uno spirito imprenditoriale aperto alla novità, capace di individuare gli ultimi trend di mercato e di coglierne le opportunità di crescita.
La ricerca e l’innovazione tecnologica, unite alla predisposizione all’esplorazione di nuovi mercati, sono gli elementi che ci contraddistinguono e di cui andiamo orgogliosi.
Renishaw è leader mondiale nei sistemi di misura e di supporto alla produzione. I nostri prodotti, che offrono elevata accuratezza e precisione, raccolgono dati per fornire agli utilizzatori finali tracciabilità e sicurezza in ciò che stanno realizzando. Questa tecnologia aiuta anche i nostri clienti ad innovare i loro prodotti ed i loro processi. Transforming Tomorrow Together è lo scopo da cui siamo guidati:
trasformare il domani insieme. Ciò significa lavorare con i nostri clienti per realizzare prodotti, creare materiali e sviluppare terapie che saranno necessarie per il futuro. Riteniamo che il nostro scopo sia incredibilmente rilevante nell’ambiente odierno in cui il ritmo del cambiamento nella tecnologia è più veloce che mai. Sappiamo anche che il futuro sarà un mondo di risorse scarse, che avrà bisogno di soluzioni ad alte pre-
stazioni, intelligenti e personalizzate, capaci di sfruttare al meglio queste risorse e la nostra competenza può aiutare a realizzarlo. La nostra visione è quella di innovare e trasformare le capacità dei nostri clienti attraverso livelli ineguagliabili di precisione, produttività e praticità. Mentre la nostra visione stabilisce la direzione, la nostra strategia è la strada per arrivarci. La nostra strategia supporta la crescita sostenibile a lungo termine assicurandoci di avere l’agilità e le risorse per identificare e rispondere alle opportunità nei nostri mercati.
Il nostro scopo, la nostra visione e la nostra strategia sono supportati dai nostri valori di inno-
vazione, ispirazione, integrità e coinvolgimento. Questi valori guidano il modo in cui ci comportiamo e le decisioni che prendiamo, sia come azienda che come singoli dipendenti. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri clienti in tutto il mondo per risolvere complesse sfide ingegneristiche e scientifiche e migliorare i loro prodotti e processi. Abbiamo due segmenti operativi: Tecnologie di produzione e Strumenti analitici e dispositivi medici. Operiamo in tre regioni: Americhe, EMEA e APAC. La maggior parte della nostra R&S e produzione avviene nel Regno Unito, con altri importanti siti di produzione in Irlanda e India.
• Automazione: soluzioni di metrologia industriale che facilitano l’automazione in fabbrica
• Digitalizzazione: dati di processo end-to-end per l’analisi e il reporting di produzione
• Sostenibilità: tecnologie che aumentano la produttività e la sostenibilità dei processi produttivi
Con oltre un secolo di esperienza, Rettificatrici Ghiringhelli S.p.A. di Luino (VA) si distingue come eccellenza globale nella progettazione e costruzione di rettificatrici senza centri ad altissima precisione e contenuto innovativo. Un successo ottenuto grazie all’elevata professionalità del suo team tecnico, capace di proporsi come “Problem Solver”,
cogliendo le specifiche esigenze dei clienti per sviluppare soluzioni innovative e personalizzate che trasformano le sfide più complesse in performanti sistemi produttivi.
La posizione dell’azienda nei mercati chiave è ulteriormente consolidata da alleanze strategiche con partner industriali di rilievo, accordi commerciali mirati, una rete
distributiva efficiente e un servizio di assistenza dedicato. Per soddisfare una clientela internazionale sempre più esigente, l’azienda ha costantemente implementato moderni modelli organizzativi e sistemi gestionali “Lean”, in grado di garantire il controllo dell’intero processo produttivo. Presso la sede operano professionisti altamente qualifi-
cati e specializzati per la gestione di ogni fase. A partire dall’area commerciale e di ingegneria di vendita, acquisti, amministrazione, progettazione, gestione conto terzi, produzione, montaggio e installazione, collaudo, assistenza tecnica, service remoto e tele diagnostica. Tutte le attività sono interconnesse tramite efficienti sistemi informatici. Ghiringhelli
investe costantemente nella formazione continua e nello sviluppo delle expertise tecniche e manageriali, valorizzando il proprio capitale umano.
Soluzioni su Misura per l’Eccellenza Industriale
L’ampia gamma dei prodotti disponibili e costantemente aggiornati, include modelli come le A80, M100, APG-S, APG-M, CF400 e CF600, garantendo precisione “al micron”, affidabilità e flessibilità d’uso nella rettificatura senza centri. Le macchine soddisfano la lavorazione di numerosi temi tecnici chiave in alcuni dei settori industriali più esigenti e strategici come automotive, ciclo/motociclo, aerospace, medicale, orologeria, cuscinetti, motori elettrici, elettroutensili, elettronica, elettromeccanica, idraulica, tessile, utensileria e meccanica/micromeccanica di precisione.
Le configurazioni, disponibili in vari modelli e taglie, eseguono sia la rettifica a tuffo di particolari sagomati o con battute, che in infilata di particolari cilindrici, lavorando pezzi da 0,3 fino a 150 mm di diametro. In generale, dispongono di mole operatrici convenzionali con diametro esterno da 200 fino a 660 mm, larghezze da 80 fino a 660 mm, potenze da 4 a 74 kW e velocità periferiche da 50 a 63 m/s. Completano la gamma le esecuzioni in alta velocità di taglio fino a 120 m/s con mole CBN di diametro esterno fino a 500 mm.
Tra gli elementi distintivi, spicca l’esclusiva piattaforma software HMI di proprietà Ghiringhelli, integrata nei CNC digitali di ultima generazione. Questa offre diagnostica avanzata, librerie mole-profili, programmazione cicli, calcoli statistici per correzione quote in ciclo, funzioni automatiche di gestione degli stati macchina energetici, manutenzione predittiva, controllo remoto e molto altro ancora.
Assistenza Globale e Tecnologia Intelligente
Per Ghiringhelli, il servizio e l’assistenza pre e post vendita sono parte integrante dell’offerta del prodotto stesso. Ogni fornitura
nasce e si sviluppa in “co-engineering” con l’utilizzatore finale, che trova nell’azienda non un semplice fornitore, ma piuttosto un “engineering-partner” in grado di proporre la migliore soluzione nella tecnologia della rettifica senza centri da impiegare.
Ghiringhelli considera imprescindibile dalla vendita la capacità di saper ascoltare, accompagnare e seguire il cliente dalla nascita
dell’impianto, e per tutta la sua durata di utilizzo. Nei principali mercati di sbocco, l’organizzazione è presente con un servizio di assistenza diretto sul territorio con personale qualificato e un servizio per la fornitura dei ricambi efficiente e celere.
Il Service Ghiringhelli, oltre che direttamente è in grado di fornire un servizio di telediagnosi e controllo in remoto o tele manu-
tenzioni, anche mediante l’impiego delle più recenti tecnologie di Intelligenza Artificiale A.I., che consente di ripristinare con rapidità ed efficienza la funzionalità delle macchine. Inoltre, la manutenzione predittiva in remoto sviluppata da Ghiringhelli riduce sensibilmente i tempi di fermo macchina, ottimizzando l’uso dei componenti e la loro vita utile, consentendo risparmi ai clienti in
tempo, energia e costi. L’azienda di Luino si distingue inoltre per la capacità di fornire sistemi di rettificatura chiavi-in-mano, integrati con efficienti automazioni come caricatori a portale o robot antropomorfi, e sistemi “post process” per il controllo qualità.
Tutti gli impianti sono ingegnerizzati secondo un approccio produttivo “Lean” modulare, facilmente riconfigurabile, in linea con l’Industry 4.0 e a basso impatto energetico.
Innovazione Continua per il Futuro dell’Industria
Per Rettificatrici Ghiringhelli, innovazione e qualità sono priorità assolute. L’azienda investe costantemente in ricerca e sviluppo per mantenere la sua posizione di avanguardia tecnologica. Col-
laborazioni strette con istituti di ricerca, università, e partner industriali permettono di sviluppare soluzioni pionieristiche in grado di anticipare le crescenti esigenze del mercato.
Questo impegno si concretizza in macchine dotate delle più recenti tecnologie, come CNC evoluti, sistemi di monitoraggio intelligenti e materiali innovativi, che garantiscono prestazioni superiori e precisione senza eguali. L’adozione di metodologie produttive avanzate, come la “Lean manufacturing”, ottimizza l’efficienza e riduce gli sprechi. Le numerose certificazioni e riconoscimenti tecnici, case studies e success stories testimoniano l’eccellenza delle soluzioni Ghiringhelli, frutto di un costante sforzo nell’innovazione, non solo dei prodotti, ma anche dei processi pro-
duttivi interni, in un’ottica di manifattura sostenibile e competitiva.
Rigore per la Sostenibilità e Responsabilità Sociale
Rettificatrici Ghiringhelli persegue un approccio produttivo sostenibile, adottando rigorose politiche ambientali per minimizzare l’impatto ecologico. L’efficientamento energetico e la riduzione degli sprechi sono obiettivi primari, raggiunti attraverso pratiche ecocompatibili come l’utilizzo di materiali riciclabili quali il quarzo sintetico e il marmo naturale per i basamenti macchina, e componentistica a basso impatto energetico.
L’azienda investe inoltre in tecnologie green all’avanguardia per ridurre ulteriormente l’impronta ambientale dei propri processi e
prodotti.
Questo impegno si estende alla responsabilità sociale, con progetti a supporto delle comunità locali e della formazione universitaria. Iniziative come i progetti Erasmus offrono opportunità di crescita professionale ai giovani talenti, favorendo sviluppo tecnologico e legami duraturi. Inoltre l’azienda seleziona scrupolosamente partner e fornitori che condividono la medesima visione ecologica, garantendo una filiera produttiva responsabile ed eticamente sostenibile.
Con il 90% di quota export e oltre 3.500 installazioni in 30 paesi, Ghiringhelli contribuisce al progresso tecnologico industriale, valorizzando il “Made in Italy” a livello internazionale nel proprio settore di attività.
È un principio che applichiamo in tutte le nostre creazioni da oltre 100 anni. Progettiamo soluzioni personalizzate di rettificatura senza centri che si distinguono per forte identità e grande attenzione ai dettagli. Garantiamo sempre processi di rettificatura perfetti “al micron”, e la perfezione non è un dettaglio.
Rettificatrici Ghiringhelli S.p.A.
Seguiteci su: Via Asmara, 19 - 21016 Luino (VA) - Italia Tel. +39 0332 543 411 - Fax +39 0332 537 468 e-mail: info@ghiringhelli.it - http://www.ghiringhelli.it
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Attiva da oltre 50 anni l’azienda emiliana è un punto di riferimento per i sistemi di fissaggio. La gamma di prodotti quanto mai completa, e l’accurato servizio di consulenza e assistenza pre e post-vendita, fanno di Rivit uno dei protagonisti del settore… come spesso documentato anche nelle pagine dell’Ammonitore.
Rivit nasce nel 1973 a San Lazzaro di Savena (BO), come piccola società specializzata nella distribu-
zione di minuteria metallica, rivetti, bulloni e ribattini. Inizialmente concentrata sul mercato locale, la società ha rapidamente ampliato le proprie operazioni e la gamma di prodotti offerti, evolvendosi in una realtà aziendale ben consolidata nel settore dei sistemi di fissaggio.
Nei suoi primi 15 anni di attività, Rivit ha fatto passi significativi verso l’espansione e il miglioramento delle sue capacità produttive. Nel 1990, la decisione di avviare un’u-
nità produttiva dedicata ai rivetti a strappo, realizzati in diverse leghe metalliche ha segnato un punto di svolta nella storia aziendale. Questa mossa strategica è stata progettata per rispondere alle crescenti esigenze di una varietà di settori industriali, spingendo Rivit verso una crescita accelerata e una maggiore rilevanza nel mercato dei sistemi di fissaggio. Nel 1994, Rivit ha inaugurato una nuova divisione concentrata sulla commercializzazione di viteria
e bulloneria in acciaio inox. L’espansione è proseguita con la decisione nel 1998 di avviare la produzione di tool specializzati per l’applicazione di rivetti e inserti. Questa linea di prodotti si è rapidamente affermata come uno dei punti di forza di Rivit, grazie a una vasta gamma di soluzioni tra cui rivettatrici oleopneumatiche, a batteria e manuali.
Sfruttando le opportunità offerte dal periodo di espansione del mercato, Rivit ha abbracciato una
dimensione internazionale più ampia. Questo sviluppo ha incluso l’apertura di un nuovo stabilimento a Bologna l’anno successivo, che ha fornito alla società una base operativa strategica per supportare ulteriormente la sua crescita e il suo sviluppo a livello globale.
La necessità di adottare tecnologie logistiche di ultima generazione e infrastrutture più moderne ha spinto Rivit a trasferirsi nel 2006 nella sua sede attuale a Ozzano dell’Emilia (BO). Posizionato in modo strategico con visibilità autostradale, questo moderno edificio è stato progettato per ospitare un magazzino automatizzato e sistemi logistici all’avanguardia, consentendo a Rivit di soddisfare efficacemente le crescenti esigenze del mercato internazionale. Per sottolineare ulteriormente la sua dimensione globale, nel 2011 Rivit ha fondato la società Rivit India Fasteners Private Ltd, con sede a Chennai, nel sud-est dell’India. Questa mossa è stata seguita nel 2017 dall’apertura di Rivit Maroc vicino a Rabat, Marocco. Nello stesso anno, Rivit ha inaugurato un nuovo punto vendita nel Lazio, nei pressi di Latina, ampliando così la sua presenza e la sua offerta sia nel settore dell’edilizia che in quello dell’industria e della lavorazione dei metalli. Questo punto vendita si è unito al punto vendita “storico” situato presso la sede di Ozzano Emilia, consolidando ulteriormente la rete di distribuzione di Rivit. Nel 2021, Rivit ha fatto un passo significativo entrando a far parte del FERVI Group, un’importante società emiliana attiva nel settore MRO (Maintenance, Repair and Operations) e quotata in borsa. Il FERVI Group porta con sé una rete di vendita specializzata, diffusa su tutto il territorio nazionale, potenziando ulteriormente la posizione di Rivit nel mercato.
Oggi, Rivit si posiziona come leader nei settori dell’industria, dell’edilizia e della rivendita, fornendo una vasta gamma di prodotti e servizi per sistemi di fissaggio e utensili per l’assemblaggio e la lavorazione della lamiera. Con una presenza consolidata in diversi Paesi nel mondo, Rivit continua
a espandersi e a innovare nel suo settore.
Il 2023 ha segnato un traguardo significativo per Rivit che ha festeggiato i suoi primi 50 anni di attività e l’apertura del primo punto vendita fisico Mister Worker® presso la propria sede a Ozzano dell’Emilia. Questo punto vendita offre una vasta selezione di prodotti Rivit e del FERVI Group, insieme a una gamma dei marchi disponibili sulla piattaforma online di Mister Worker®. Qui, il personale altamente qualificato di Rivit è sempre disponibile per fornire consulenza ai clienti, aiutandoli a trovare le soluzioni più adatte alle loro esigenze. I primi 50 anni dell’azienda sono quindi stati caratterizzati da una crescita costante e una presenza internazionale attraverso la partecipazione a fiere specializzate che hanno reso Rivit uno dei principali e più riconosciuti player italiani nel settore dei sistemi di fissaggio.
Prodotti e Innovazione
Con circa 45.000 referenze a catalogo, sia a marchio proprio che con altri marchi, Rivit si afferma come punto di riferimento per industria, lattoneria e rivendita.
La sua offerta include una vasta gamma di strumenti e soluzioni, dalle rivettatrici ai sistemi per il controllo digitale delle operazioni di fissaggio.
Rivit è particolarmente attenta alle esigenze specifiche dei settori dell’edilizia e della lattoneria, offrendo prodotti specializzati come i rivetti Gtreriv con guarnizione in neoprene, ideali per l’installazione di pannelli fotovoltaici e altre applicazioni edilizie. La gamma di rivetti comprende anche soluzioni realizzate con metalli diversi, progettate con forme e misure precise per utilizzi specifici.
Con l’ingresso nel FERVI Group, l’offerta di Rivit è stata ulteriormente potenziata, ampliando l’area dell’utensileria e rafforzando la rete di distribuzione a livello nazionale. Rivit seleziona e distribuisce non solo i propri prodotti di marca, ma anche referenze di altri marchi leader come i sistemi di chiusura Southco®, per i quali è distributore autorizzato in Italia, o gli autoaggancianti PEM®, in base
ad accordi di partnership strategici.
Mercato Globale dei Sistemi di Fissaggio
Secondo stime internazionali il mercato globale dei sistemi di fissaggio è valutato in oltre 80 miliardi di Dollari, in costante crescita, in linea con la media dell’economia mondiale e il PIL dei vari Paesi (fonte: Bekryl Market Analysts, www.bekryl.com). Rivetti e inserti, insieme ai tool specializzati per la loro applicazione, rappresentano una parte significativa di questo vasto mercato, con una quota stimata tra il 2% e il 3%. Questo indica un ampio spazio di crescita per aziende dinamiche e solidamente radicate nel settore: una sfida intrigante per le aziende, come Rivit, che possono contare su esperienza, dinamismo, partnership e una presenza consolidata in oltre 60 Paesi. Tra gli obiettivi del management di Rivit c’è infatti il consolidamento della presenza sia nel mercato italiano che in quello estero, che attualmente contribuisce per circa il 30% al fatturato complessivo dell’azienda.
Obiettivi Strategici
Consolidare la leadership nei tre principali settori su cui opera: industria, edilizia e rivendita è per Rivit obiettivo strategico. Al comparto industriale (compreso l’automotive) l’azienda fornisce, attraverso una rete di venditori e di agenti, una gamma completa di prodotti e di servizi a valore aggiunto, integrabili nei nuovi processi di automazione industriale, con la robotica e tutte le evoluzioni dell’industria 4.0. Per il comparto della lattoneria e dell’edilizia, l’azienda bolognese si propone come punto di riferimento “one stop shop”, sia per gli installatori, che per i rivenditori specializzati, per tutta l’utensileria necessaria al trattamento della lamiera.
La rivendita, infine, è un importante canale di approccio al mercato, che prevede un intenso programma di sviluppo grazie in particolare all’appartenenza al FERVI Group e alla sinergia implementata con il capillare canale di rivenditori costruito nel tempo da FERVI.
La nuova RIV943 è la rivettatrice oleopneumatica per inserti che stabilisce un nuovo riferimento per la categoria. Le caratteristiche principali che assicurano prestazioni ottimali senza compromessi sono ergonomia, doppia regolazione di forza (ben 32000 N) e corsa (10 mm), funzionamento a una fase (per deformazione e svitamento in un unico passaggio), motore altamente performante, valvola pneumatica di ritorno del pistone, e un ampio range di inserti applicabili, da M4 a M12. Questa rivettatrice si integra alla gamma premium di Rivit e viene venduta in una pratica valigetta completa di accessori.
Nuova rivettatrice oleopneumatica ad alte prestazioni
per inserti lettati da M4 a M12
Con una corsa di 10 mm e una forza di 32 KN facilmente regolabili
la RIV943 è la soluzione ideale per ogni esigenza di fissaggio. Anche la più sfidante.
RIVIT.IT FASTEN YOUR WORK
Quando il leggendario consulente di gestione Peter F. Drucker affermava nel suo libro, The Effective Executive, “ciò che viene misurato, viene migliorato”, probabilmente non avrebbe mai immaginato le modalità in cui effettuiamo le misurazioni ai giorni nostri. L’essere guidati dai dati rappresenta l’ambizione di molti costruttori — ma quanti di loro stanno effettivamente misurando le proprie credenziali di sostenibilità? In questa sede Patrik Eurenius, Responsabile della Sostenibilità e delle Politiche EHS presso l’esperto di utensili da taglio dei metalli e di soluzioni di produzione Sandvik Coromant, spiega l’importanza della misurazione della sostenibilità della la-
vorazione in occasione del lancio del nuovo strumento di analisi da parte dell’azienda.
Alla conferenza sul clima COP28 delle Nazioni Unite nel 2023, i leader mondiali hanno discusso di come potrebbe apparire un accordo riguardante la fine dell’utilizzo dei combustibili fossili. Al termine, si è concordato che il mondo si sarebbe adoperato per “effettuare una transizione dai combustibili fossili nei sistemi energetici in modo equo, ordinato e giusto”. Nonostante si trovasse a un solo passaggio dal discorso iniziale riguardante la completa ‘eliminazione’ dei combustibili fossili, la stessa inclusione di questi ultimi nei piani “net zero” è
stata vista come una tappa fondamentale.
Rappresentando un quinto delle emissioni globali di carbonio e il 54% dell’utilizzo dell’energia mondiale, affrontare la dipendenza dai combustibili fossili nel settore manifatturiero e della produzione supporterà senza alcun dubbio gli obiettivi ambientali globali.
Il modo in cui le aziende misurano la sostenibilità è stato storicamente soggetto ad accuse del tipo: si tratta di semplici banalità, e non di fatti concreti. Questo perché, in passato, le metriche non sono state tenute nella stessa considerazione di altre metriche aziendali quali, per esempio, quelle riguar-
danti i dati finanziari. Ma tutto ciò è pronto per cambiare.
Il dettaglio è nei dati
Le aziende che si concentrano di più sulla sostenibilità tendono a vedere grandi ricompense. L’integrazione nella strategia aziendale di metriche quali la generazione di scarti, le emissioni di carbonio e l’utilizzo di energia è essenziale per soddisfare la domanda del cliente, i requisiti normativi e le preferenze degli investitori. È stato inoltre dimostrato che l’enfasi sulla sostenibilità è in grado di attrarre i migliori talenti, ridurre i costi e aumentare i profitti finanziari.
Tuttavia, nonostante i vantaggi, le aziende hanno ancora difficoltà a
mettere in mostra le loro credenziali. Una ricerca pubblicata dal World Economic Forum ha rilevato che, nonostante il 90% dei dirigenti ritenga la sostenibilità importante, solo il 60% delle organizzazioni dispone di strategie in merito.
Qual è il maggiore punto critico? Per parafrasare Drucker, ciò che non viene misurato semplicemente non può essere migliorato. Per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, affrontare le emissioni di gas serra e limitare la produzione di scarti, i costruttori hanno necessità di accedere ai dati giusti.
Un aggiornamento delle analitiche
Per aiutare i propri clienti a catturare, misurare e utilizzare i loro dati, Sandvik Coromant offre uno strumento denominato Productivity Analyser. Utilizzato per illustrare i vantaggi diretti e indiretti delle macchine utensili intelligenti quali, ad esempio, una migliore produttività, una maggiore percentuale di ritorno e un superiore tasso di utilizzo delle macchine, questo tool è in grado di fornire ai clienti una suddivisione dettagliata dell’utilizzo dei loro utensili e del relativo impatto sulle loro funzioni aziendali. I dati vengono consegnati mediante un sistema di reporting che delinea esatta-
mente quanto gli utenti hanno la possibilità di risparmiare utilizzando utensili Sandvik Coromant e, inoltre, comprende suggerimenti per ulteriori miglioramenti.
Da solo, il Productivity Analyser è uno strumento di successo. Nel 2023, il team delle vendite di Sandvik Coromant ha creato 6.096 report sulla produttività che, in totale, hanno aiutato i clienti a risparmiare 1.948 milioni di ore di produzione. Ora, Sandvik Coromant ha in programma di aggiungere nello strumento nuove funzionalità in grado di aiutare gli utenti a misurare il loro consumo di energia e l’impronta di carbonio.
Lo strumento di analisi sarà dotato di una nuova pagina di dati relativi alla sostenibilità, compresi il consumo energetico per componente in chilowattora (kWh), il consumo energetico annuale nonché la quantità di emissioni di CO2 generate ogni anno. Per supportare la determinazione di queste metriche, Sandvik Coromant ha in programma di aggiungere al suo processo di analisi alcuni parametri di test aggiuntivi. Questi includono il rendimento, ottenuto
misurando la quantità di energia assorbita dal mandrino utilizzato per i processi di taglio, il prezzo dell’energia nell’area locale del costruttore e l’intensità di carbonio di tale energia, la quantità di energia necessaria per il funzionamento di una data macchina al di fuori dei suoi normali requisiti di taglio, i dati geometrici riguardanti gli utensili e la durezza del materiale del componente lavorato.
Il Productivity Analyser invia quindi questi dati di test a CoroPlus® Tool Guide, dove vengono effettuati i calcoli, e i risultati di sostenibilità vengono restituiti allo strumento di analisi. Sandvik Coromant è allora in grado di fornire ai clienti cifre esatte riguardanti il consumo energetico (kWh), i risparmi riguardanti il costo dell’energia e le emissioni di CO2. È possibile aggiungere dati sulla sostenibilità a qualsiasi nuovo test effettuato mediante il Productivity Analyser, o a test esistenti già creati.
In un caso di test, analizzando le prestazioni di un produttore automobilistico leader del settore, il Sustainability Analyser ha con-
tribuito a ottenere un aumento della produttività del 15%. Ciò è stato reso possibile grazie a un’analisi approfondita dei costi della macchina, dei costi energetici e degli utensili dell’utente, delle emissioni totali e di svariate altre metriche fondamentali. Sandvik Coromant è stata in grado di acquisire i dati di produzione del cliente e di suggerire, per esempio, una riduzione del consumo energetico per componente da 0,92 kWh a 0,71 kWh. In possesso di questi dati, il cliente è ora in grado di prendere decisioni più consapevoli volte a ridurre l’impronta di carbonio.
Sblocco di maggior valore
Grazie a questo nuovo livello di conoscenza interna delle loro funzioni aziendali, i clienti saranno in grado di comprendere meglio l’impatto della loro produzione. Tuttavia, disporre di questa conoscenza non è la fine della storia. Saperne di più sull’impronta di carbonio di una struttura è solo il punto di partenza — è ciò che i costruttori fanno con i dati ad avere impatto.
In Sandvik Coromant, assumiamo una visione olistica tutta nostra riguardo alla sostenibilità. La missione del nostro marchio, Manufacturing Wellness, comprende una varietà di abitudini che riteniamo i costruttori debbano adottare per essere resilienti e di successo. Siamo convinti del
fatto che adottare queste abitudini porterà noi, i nostri partner e i nostri clienti verso uno stato di wellness.
Un’abitudine è costituita dall’eliminazione degli sprechi. Un elemento chiave di una manifattura efficiente è rappresentato dall’eliminare tutto quanto non aggiunga valore o contribuisca alla produzione. Ciò può comprendere la riduzione dei materiali di scarto, come anche l’energia sprecata che viene prodotta a causa di un utilizzo inefficiente delle macchine. Sandvik Coromant supporta tutto ciò grazie alla riduzione degli sprechi nelle proprie strutture e per i clienti attraverso iniziative quali, ad esempio, il nostro schema di riacquisto globale, che consente ai clienti di rivendere i loro utensili per il taglio dei metalli usati a Sandvik Coromant per avviarli al riciclo.
Un’altra abitudine fondamentale che ci proponiamo di porre in essere è quella di sbloccare il potenziale grazie ai dati. Crediamo che i costruttori di successo siano quelli che riconoscono i dati come un asset primario per la loro azienda, e li utilizzano per prendere le decisioni giuste. Sebbene i dati che forniamo attraverso il nostro strumento di analisi non siano in grado di dire esattamente ai nostri clienti cosa fare per ridurre le loro emissioni, tendono una “mano guida” in grado di aiutarli
a prendere decisioni più consapevoli.
Non è un segreto che l’industria manifatturiera debba agire per ridurre la propria impronta di carbonio. Tuttavia, il margine di miglioramento è minimo se la misurazione non avviene in modo corretto. Disporre di un’immagine veritiera
e guidata dai dati di dove si trova un costruttore in questo preciso momento contribuirà a guidarlo esattamente dove dovrà trovarsi in un futuro “net zero”. Offrendo ai clienti la possibilità di misurare la quantità delle emissioni dovute alle loro operazioni di lavorazione saremo in grado di gettare le basi di un futuro più sostenibile.
Dopo anni di ricerca & sviluppo e test presso i clienti, siamo giunti alla convinzione che CoroDrill® DS20 sia la migliore punta a inserti multitaglienti per l’esecuzione di fori corti sul mercato.
Si tratta di una soluzione con nuovo design per il corpo della punta e per gli inserti. Offre caratteristiche di affidabilità e prevedibilità straordinarie, con elevate velocità di penetrazione per le operazioni di foratura 4–7×DC. CoroDrill® DS20 è la prima punta a inserti multitaglienti a poter raggiungere profondità del foro fino a 7×DC – senza necessità di eseguire fori pilota –riducendo i tempi ciclo e il costo per foro.
Siamo orgogliosi di presentarvi il nuovo punto di riferimento per la foratura con inserti multitaglienti –CoroDrill® DS20.
di Claudio Tacchella
Con oltre vent’anni di esperienza nel mercato italiano, Sermac Srl si è affermata come un’organizzazione capillare e dinamica, in continua espansione. L’azienda, con sede a Muggiò (MB), si distingue per la rappresentanza e distribuzione in esclusiva di marchi leader nei rispettivi settori di applicazione. Grazie a una vasta gamma di soluzioni ad alta tecnologia, è in grado di soddisfare le esigenze più specifiche e complesse dei propri clienti. La struttura aziendale è il cuore pulsante delle sue attività. Gli uffici moderni e funzionali, il magazzino automatico ben organizzato e il laboratorio prove all’avanguardia costituiscono il fulcro operativo dell’azienda. Questa solida base consente a Sermac di gestire in modo efficiente tutte le fasi del processo, dalla selezione dei prodotti alla loro distribuzione, garantendo al contempo un elevato livello di servizio al cliente. Uno dei pilastri del successo di Sermac risiede nei continui investimenti in ricerca e sviluppo. L’azienda ha da sempre compreso l’importanza di stare al passo con le ultime tendenze tecnologiche e di anticipare le esigenze del mercato. Grazie a questa lungimirante strategia, ha ampliato progressivamente la propria offerta nel corso degli anni, introducendo soluzioni sempre più innovative e performanti.
Team Tecnico Orientato al Cliente Il vero punto di forza di Sermac, tuttavia, risiede nel suo team di tecnici altamente qualificati. Questi professionisti, con competenze trasversali e una profonda conoscenza dei prodotti, affiancano i clienti in ogni fase del processo, dalla scelta delle soluzioni più adatte alle loro esigenze all’implementazione e al supporto post-vendita. L’assistenza tempestiva ed efficace è un valore aggiunto che distingue l’organizzazione nel mercato.
Grazie al know-how acquisito e all’attenzione costante verso le esigenze dei clienti, Sermac si è guadagnata la reputazione di vero e proprio “partner tecnologico”.
Essa non si limita a fornire prodotti, ma si impegna a comprendere a fondo le sfide e gli obiettivi dei propri clienti, per proporre soluzioni personalizzate e su misura. La collaborazione va ben oltre la semplice fornitura di prodotti. L’azienda offre un supporto completo, che include l’ingegneria di vendita e il servizio post-vendita.
I clienti possono contare su un team dedicato che li accompagna in ogni fase del progetto, dalla
progettazione all’implementazione, fino all’assistenza continua nel tempo. Questa partnership strategica consente di massimizzare l’efficienza e l’efficacia delle soluzioni adottate, garantendo risultati tangibili e duraturi.
Ampia Gamma di Soluzioni Performanti
Sermac propone una vasta gamma di prodotti di altissima qualità e soluzioni tecnologiche ad alto valore aggiunto. L’offerta spazia dalla metrologia, controllo, visione e misura ottica 2D/3D con i prodotti Accud, Microtech e Optilia, ai profilometri, macchine di misura e a coordinate CMM di Wale, Promas e Sinowon. Per i normalizzati e le attrezzature specifiche d’officina, Sermac offre gli articoli Norelem, i disoleatori a nastro per lubrorefrigeranti Disolplus, i sistemi di saldatura a ultrasuoni Sonics&Materials e di lubrificazione minimale MQL di Unilube. I sistemi modulari di serraggio pezzo ad alta precisione e punti zero meccanici sono rappresentati da Spreitzer, Jergens, Ozkayali e dk-Fixiersysteme.
L’offerta di Sermac comprende anche marcatrici laser in fibra, marcatrici portatili laser e pulitrici laser di HiSpeed Laser System, analizzatori XRF di LAN-Scientific e posizionatori pneumatici compatti di P-SET. La gamma si completa con articoli quali tamponi-anelli, blocchetti, sfere e spine calibrate, banchetti di controllo concentricità, rugosimetri, misuratori di strati, termometri all’infrarosso, endoscopi e molto altro. Sermac è anche il riferimento nazionale per la fornitura di macchine utensili e sistemi di prestigiose case costruttrici. Tra queste, le lappatrici orbitali con platorello Lapmaster-Wolters, le macchine per marcatura e taglio laser in fibra Perfect Laser, i torni orizzontali a bancale inclinato e i centri di lavoro verticali Sealion Machine Tool, le rettificatrici periferiche per placchette a gettare Agathon, le rettificatrici senza centri di altissima precisione Schumacher & Cie e le rettificatrici per l’industria dei diamanti Coborn Engineering Co.
Visione Strategica, Innovazione, Formazione e Sostenibilità
La visione strategica di Sermac è
guidata da una leadership dinamica e competente. L’azienda si dedica a selezionare le migliori tecnologie per offrire soluzioni personalizzate e all’avanguardia. Il Catalogo Generale di Vendita, costantemente aggiornato, è il frutto di un lavoro meticoloso ed è un esempio che la caratterizza come distributore evoluto.
Sermac non solo si impegna nell’innovazione tecnologica, ma pone anche un forte accento sulla sostenibilità. L’azienda adotta pratiche ecocompatibili nei suoi processi operativi e promuove prodotti che contribuiscono alla riduzione dell’impatto ambientale ed energetico. Questo impegno verso la sostenibilità è evidente, ad esempio, nelle soluzioni di lubrificazione minimale (MQL) e nei disoleatori a nastro per lubrorefrigeranti, che riducono l’inquinamento e migliorano l’efficienza energetica.
Sermac attribuisce grande importanza alla formazione continua dei propri dipendenti e clienti. L’impresa organizza regolarmente corsi di aggiornamento, workshop e seminari per garantire che il personale tecnico e i clienti siano sempre all’avanguardia con le ultime innovazioni e best practice del settore. Questa attenzione alla formazione garantisce un elevato livello di competenza e professionalità, rafforzando ulteriormente la capacità di offrire soluzioni tecnologiche di eccellenza.
La forza di Sermac risiede anche nelle sue collaborazioni e partnership strategiche con le proprie case rappresentate. Queste alleanze, le permettono di accedere a tecnologie avanzate e di offrire ai propri clienti prodotti e soluzioni che rappresentano lo stato dell’arte o il trend futuro in vari settori industriali. La collaborazione con marchi leader globali, consente a Sermac di mantenere una posizione di avanguardia nel mercato.
Vantaggi Competitivi in Numerosi Settori di Applicazione
Le soluzioni di Sermac trovano applicazione in una vasta gamma di settori industriali, tra cui l’automotive, l’aerospaziale, la meccanica di precisione, l’elettronica,
la produzione industriale e altre ancora. La capacità di adattarsi alle specifiche esigenze di ciascun comparto, fornendo soluzioni personalizzate e supporto tecnico specializzato, rende l’organizzazione un partner affidabile e versatile per le aziende di diversi
ambiti produttivi. Numerosi sono i casi di successo che testimoniano l’efficacia delle soluzioni proposte da Sermac. Aziende leader nei rispettivi settori hanno beneficiato delle competenze tecniche e delle soluzioni innovative offerte, migliorando
significativamente i propri processi produttivi e la qualità dei loro prodotti con evidenti vantaggi competitivi. Questi risultati consolidano la reputazione di Sermac come fornitore industriale di soluzioni tecnologiche d’eccellenza.
La collaborazione tra Sitema e Alea Sistemi fonda le sue radici nel rapporto di stima e amicizia tra due persone iniziato nei primi anni 2000. In quell’epoca, l’ingegner Giorgio Gamberale, già responsabile commerciale per l’Italia e il Sud Europa dell’azienda tedesca, conosce l’ingegner Giovanni Capriati un giovane tecnico-commerciale di una ditta torinese specializzata nella fornitura di componenti industriali e insieme danno l’abbrivio a una serie di progetti per importanti aziende nell’area piemontese.
“Inizialmente, vista la mia conoscenza del mercato in quella specifica zona, supportavo Sitema nella commercializzazione dei suoi prodotti e nella visita dei potenziali clienti – racconta Giovanni Capriati. Inoltre, eravamo in grado di personalizzare, in base alle esigenze del cliente finale, le dimensioni delle barre su cui andavano installati i componenti Sitema. Col tempo questa collaborazione si è via via consolidata così come il nostro rapporto personale di stima e fiducia.”
Nel 2016, l’ing. Capriati insiemi ad altri soci fonda Alea Sistemi la
cui produzione è dedicata quasi interamente alla produzione di profilati in alluminio per molteplici applicazioni in ambito industriale avendo praticamente sostituito ovunque i prodotti in carpenteria leggera. La sovrapposizione dei clienti di Alea Sistemi con quelli di Sitema spinge le due aziende a proseguire con ancora più energia la partnership, come spiega Giorgio Gamberale. “La necessità di mettere in sicurezza macchine industriali soggette a carichi sospesi, come per esempio gli stampi, è ormai un fattore imprescindibile. Per questo i prodotti Sitema, caratterizzati dalla ormai nota tecnologia SiForce, sono sempre più apprezzati sul mercato. I nostri clienti o potenziali tali sono in molti casi aziende che già lavorano con Alea Sistemi o viceversa, creando un volano molto positivo. La nostra non è solo una collaborazione commerciale bensì tecnologica poiché Alea Sistemi è in grado di intervenire nella realiz-
zazione delle barre su misura su cui vanno installati i sistemi anticaduta e i freni di sicurezza Sitema.”
“Sitema – prosegue Gamberale –è presente sul mercato italiano da oltre 40 anni e in questo lungo periodo ha stabilito cooperazioni ad alto valore aggiunto. Con Alea Sistemi il rapporto di fiducia, maturato con la conoscenza personale dell’ing. Capriati, è davvero unico e prezioso.”
A Mecspe 2024, dove le due aziende si sono presentate unite in un unico stand, Sitema ha presentato tutti i suoi prodotti più innovativi tra cui il freno di sicurezza elettrico KSE.
“La richiesta di prodotti che puntano alla sostenibilità ambientale ben si sposa con questo nuovo prodotto gestito e alimentato a 24 V.
A Mescspe ha avuto un’ottima risonanza.”
“Sebbene per Alea Sistemi la commercializzazione di componenti per l’automazione sia oggi marginale rispetto all’inizio, il know-how
accumulato in questo settore, e quindi la conoscenza delle macchine dei nostri clienti storici, ci permette di fornire ancora un servizio affidabile e di proporre, all’occorrenza, i dispositivi Sitema. La nostra specializzazione è oggi la produzione di profilati di alluminio totalmente progettati e disegnati da noi sulle specifiche richieste del cliente. Gli estrusori che lavorano sul nostro progetto ci restituiscono un prodotto finito in fasci di barre da 6 metri che noi forniamo al cliente lavorato e con un kit di montaggio. Alea Sistemi è un’azienda dinamica impegnata nell’ottimizzazione e nell’ampliamento delle proprie capacità per soddisfare al meglio le esigenze dei clienti. Grazie alla nostra squadra di professionisti dedicati alla progettazione, lavorazione e assemblaggio dei componenti, offriamo soluzioni versatili e flessibili. Il cliente ha la possibilità di scegliere la tipologia di fornitura che meglio si adatta alle sue esigenze. Alea Sistemi è in grado di realizzare qualsiasi tipo di struttura in alluminio dai banchi di lavoro, alle scaffalature metalliche, alle cabine insonorizzate, alle postazioni di lavoro, alle protezioni a bordo macchina.”
SITEMA leader mondiale per freni e bloccaggi lineari anticaduta
La tecnologia di serraggio autostringente per le teste di bloccaggio e freni anticaduta SITEMA da oggi ha un nome:
SITEMA GmbH & Co. KG
76187 Karlsruhe, Germany Tel. + 49 721 98661-0 info@sitema.de www.sitema.com
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SORALUCE ITALIA nata nel 2001 dalla collaborazione tra SORALUCE e Giancarlo Alducci (Direttore Generale e cofondatore di SORALUCE ITALIA) per rispondere all’esigenza di garantire ai clienti italiani un punto di riferimento nel territorio per la fornitura e l’assistenza delle macchine utensili, è riuscita in breve tempo a conquistare una fetta importante del mercato, grazie anche al continuo sviluppo dei propri prodotti e all’elevato livello tecnologico che possono offrire.
SORALUCE ITALIA è composta da un team di tecnici meccatronici altamente specializzati e da un team di tecnici-commerciali che seguono il mercato italiano in prima persona. Inoltre l’azienda fornisce un servizio di assistenza tecnica professionale e distribuisce nel mercato italiano fresatrici, alesatrici, macchine multitasking e centri di tornitura verticale prodotti da SORALUCE e dedicati a molteplici applicazioni industriali, e a differenti settori tra cui beni strumentali, energia, navale, meccanica generale, stampi e matrici. Con un fatturato in crescita costante e l’ottenimento di ottimi risultati nel mercato italiano, oggi,
SORALUCE ITALIA è un punto di riferimento per le aziende italiane nel mondo delle macchine utensili.
SORALUCE una storia di oltre 60 anni
Il successo di Soraluce si basa su una qualità eccellente, un servizio di primo livello, con una tecnologia all’avanguardia propria, in grado di personalizzare in modo tecnologico ogni prodotto secondo le singole esigenze del cliente e un marcato carattere internazionale.
Le Soluzioni Premium SORALUCE sono la combinazione perfetta di prodotto di qualità e affidabile, tecnologia all’avanguardia e gli ultimi sviluppi digitali, supportati da un eccellente servizio pre e post vendita. Ci concentriamo sui nostri prodotti, offrendo una vasta gamma di fresatrici, alesatrici e torni verticali, soluzioni multitasking e linee automatizzate, che si distinguono per alti tassi di produttività e precisione, durata e qualità ai massimi livelli, a cui aggiungiamo la nostra tecnologia, i nostri prodotti tecnologici, i servizi digitali e le soluzioni di produzione personalizzate che
aumentano le prestazioni dei nostri prodotti e servizi e offrono possibilità ineguagliabili ai nostri clienti in termini di produttività, efficienza e redditività. Il tutto viene fornito con il miglior servizio di assistenza tecnica e di consulenza professionale. Ma il successo implica anche crescere costantemente, sia quantitativamente che qualitativamente abbracciando l’umano, il sociale e l’economico. In SORALUCE ogni anno siamo di più. Più persone e più preparate, più ricerca e più tecnologia, più spazio di crescita e più sostenibilità. Crescita che si traduce in cifre, con oltre 3.000 macchine vendute, di cui quasi la metà in Germania, un mercato molto esigente, e oltre 500 in Italia; 75 punti di contatto in tutto il mondo e oltre 400 persone che danno il meglio di sé ogni giorno.
E la cifra migliore di tutte, l’80% dei clienti continuano ad affidarsi a noi, perché in Soraluce trovano un partner affidabile e tecnologicamente all’altezza delle loro aspettative.
Ma tutta questa crescita sarebbe impossibile senza un posto dove poterlo fare, ecco perché in SORALUCE puntiamo sulla sostenibi-
lità attraverso nuove iniziative che si aggiungono alle precedenti, come la costruzione del nostro nuovo impianto che ha ricevuto la Certificazione LEED in sostenibilità. Certificato che ci rende i primi a livello europeo nel settore delle macchine utensili a riceverlo. Infine, a tutto ciò, si aggiunge la sicurezza di essere ben accompagnati, perché scommettere su SORALUCE significa scommettere su un partner affidabile anche dal punto di vista finanziario. Soraluce fa parte di Danobatgroup, la divisione macchine utensili della Corporación Mondragon, uno dei più importanti gruppi imprenditoriali in Europa. Ha diversi Centri di Eccellenza in Germania, Italia, USA, Cina e Regno Unito e un proprio centro di ricerca e sviluppo in cui lavorano 120 ingegneri e 29 dottori di ricerca, e oltre 30 anni di storia. Danobatgroup fornisce una delle offerte multitecnologiche più complete e competitive sul mercato. Con un organico di 1.450 dipendenti e un fatturato di 340 milioni di euro, mantiene un chiaro impegno per l’innovazione con un livello di investimenti in R&S&I, che ammonta a circa l’8% del suo fatturato.
Synergon rappresenta in Italia dal lontano 1961, la INDEX WERKE Gmbh, costruttore tedesco di centri di tornitura mono, bimandrino e plurimandrino che portano il suo marchio e dei centri di tornitura a fantina mobile e testa fissa con marchio Traub. Oltre alla tornitura, Synergon rappresenta da anni Hatebur, prestigiosa casa svizzera costruttrice di presse a stazioni multiple per lo stampaggio a caldo e a freddo e da qualche tempo collabora sul territorio nazionale con la Carlo Salvi, azienda anch’essa nel settore stampaggio di componenti di piccole dimensioni, da qualche anno di proprietà di Hatebur. Ma non è tutto. L’additive manufacturing è ormai una tecnologia strategica e richiesta dal mercato. La società milanese ha quindi aperto un nuovo reparto che si occupa di tale tecnologia acquisendo nuove rappresentate, produttori di stampanti 3D per il metallo, la tedesca OCM e la recentissima acquisizione della francese AddUp.
La nostra organizzazione è formata da persone che da anni collaborano insieme e che hanno una
grande conoscenza dei prodotti delle case rappresentate; in tutti questi anni abbiamo costruito con i nostri clienti storici un rapporto di fiducia, guadagnata in anni di ottimo servizio grazie alla qualità dei prodotti proposti e ad un servizio pre e post vendita adeguato alle nostre innovative tecnologie.
Punto di forza della nostra proposta è il servizio assistenza tecnica in grado di offrire ai nostri clienti tutta la formazione necessaria per gestire, programmare e mantenere gli impianti che proponiamo. Il nostro personale ha una formazione molto accurata e una grande conoscenza dei prodotti. Oltre a “formare” i clienti, li assistiamo nelle prime fasi di avviamento della macchina attrezzandola insieme e trasmettendo loro nel contempo, tutte le informazioni del caso. L’autonomia del cliente e la sua piena conoscenza del prodotto, aumenta l’apprezzamento di ciò che proponiamo con grande soddisfazione per tutti.
Nel ricco programma di produzione della prestigiosa azienda tedesca INDEX-Werke, possiamo met-
tere in evidenza, una macchina di una delle linee produttive INDEX.
L’MS40-8 è uno di questi prodotti, fa parte della linea di plurimandrini a controllo numerico, macchine in assoluto al vertice globale di questa tecnologia.
L’INDEX MS40-8 è stata progettata per la lavorazione di barre fino a 40 mm, e di parti da autocentrante fino a un diametro del grezzo di 80 mm. Questa macchina può essere configurata con massimo 18 slitte a CNC (X/Z), assi Y addizionali, e mandrini sincronizzati per la lavorazione posteriore, oltre a molte altre opzioni.
L’ampia area di lavorazione è accessibile tramite due porte che scorrono lateralmente; questo riduce notevolmente i tempi di attrezzamento e il posizionamento intelligente delle slitte assicura un flusso di trucioli libero da ostacoli. Il cuore del tornio automatico plurimandrino INDEX MS40C-8 è il tamburo mandrino compatto con otto mandrini motorizzati con sistema refrigerante a fluido e tecnologia sincronizzata (max 7.000 rpm, 24 kW, 57 Nm). I mandrini sono caratterizzati da un controllo della ve-
locità infinitamente variabile, una coppia elevata, dimensioni ridotte, e nessun particolare requisito di manutenzione. Grazie al maggior numero di mandrini principali e di unità portautensili, l’MS40C-8 è in grado di eseguire con un’unica operazione la lavorazione completa di parti anche molto complesse. Inoltre, ci sono fino a due mandrini sincronizzati orientabili, ognuno in gradi di lavorare con fino a sette utensili per la lavorazione posteriore, di cui quattro possono essere motorizzati. Una novità è che due degli utensili per la lavorazione posteriore possono lavorare sul pezzo contemporaneamente. Gli eccezionali punti di forza dell’MS40C-8 sono però la sua versatilità e la sua vantaggiosità economica, anche sui pezzi più semplici. Infatti, se i componenti da lavorare necessitano soltanto di pochi utensili, la macchina può essere utilizzata in doppio ciclo a quattro mandrini altamente produttiva. Questa possibilità è già integrata nella versione standard della macchina. Se l’utilizzatore sceglie questa configurazione, avrà praticamente a disposizione
due macchine a quattro mandrini, ognuna con un mandrino sincronizzato per la lavorazione posteriore. Ogni ciclo di lavorazione produrrà non uno ma due pezzi finiti, dimezzando così i tempi ciclo.
INDEX MS40C-8 offre anche molte altre opportunità per aumentare la produttività: ad esempio si può utilizzare come macchina con sei stazioni per la lavorazione principale e due per la lavorazione posteriore. Questa opzione può essere particolarmente interessante se un
componente necessita di onerose lavorazioni posteriori. Questo perché, utilizzando soltanto un mandrino sincronizzato, il tempo necessario per la lavorazione posteriore potrebbe essere maggiore di quello necessario per il ciclo dei mandrini principali. L’MS40C-8 offre una soluzione migliore. L’utilizzatore può sfruttare il secondo mandrino sincronizzato per eseguire la lavorazione posteriore su un secondo pezzo in parallelo, ottenendo due pezzi contemporane-
amente, e dimezzando i tempi per la lavorazione posteriore.
Oltre all’asportazione di truciolo una tecnologia molto richiesta dal mercato manifatturiero, riguarda l’additive manufacturing del metallo.
Synergon è presente sul mercato da un paio di anni con OCM-One Click Metal, nuovo partner tedesco di recente acquisizione al 51% di proprietà dela Rappresentata Index-werke, ma con un’autonomia
di gestione e commercializzazione. Quest’azienda ha un prodotto molto valido nell’ambito delle prototipazioni metalliche, che, tramite la tecnica di selective laser sintering (sinterizzazione selettiva al laser), vuole portare l’utilizzo della prototipazione a metallo anche nelle aziende medio-piccole, facendo leva sulla semplicità d’utilizzo e sui costi estremamente contenuti della stampante. Ottimi riscontri sono stati ottenuti sul nostro territorio in questo breve tempo; per questo tipo di prodotto, Synergon esegue oltre la vendita e l’assistenza, avviamento e soprattutto consulenza tecnica”. Il processo, nonostante l’utilizzo delle polveri metalliche, è studiato per favorire non solo i minori scarti possibili, ma anche la quasi completa assenza di dispersione e contatto da parte dell’utente con le polveri.
Nuova acquisizione in questo settore è l’azienda francese AddUp, presente finora solo con un ufficio commerciale e che sta divulgando il suo prodotto in Italia: si tratta di macchine che utilizzano lo stesso principio sulle polveri metalliche, ma con un’area di stampa più grande, un cubo di 350 mm3. Queste macchine possono essere dotate fino a 4 laser a fibra continua a itterbio, laser da 500W, laser spot di 70µm e un galvo scanner che apre all’utente un ampio campo di applicazioni. Stanno anche sviluppando una macchina, che oltre ad un’area di 350x350, avrà un’estensione maggiore. Si tratta chiaramente di macchine più portate anche a quantitativi da “produzione”. Oltre a macchine di questa tecnologia ADddUp produce anche macchine a deposizione diretta di materiale metallico (DED). Il “Mdulo 400” è una macchina per la produzione additiva DED compatta ma versatile che può essere equipaggiata con due ugelli di diverse dimensioni e potenza. Scegli l’ugello da 24 Vx per realizzare le sezioni massicce dei tuoi pezzi, quindi passa automaticamente durante la produzione all’ugello da 10 Vx per realizzare pezzi che richiedono precisione. Con un’area di stampa di 650mm x 400mm x 400mm, permette di costruire particolari di dimensioni notevoli e di avere un’alta produzione.
Tiesse Robot, storica realtà di Visano in provincia di Brescia, è un punto di riferimento nell’industria della robotica. Dal 1976, l’azienda progetta e realizza impianti robotizzati per processi di automazione industriale. Da oltre trent’anni, Tiesse Robot collabora con Kawasaki Robotics, di cui è il distributore esclusivo per l’Italia. Questa partnership ha combinato la forza tecnologica di Kawasaki Robotics con le competenze ingegneristiche e commerciali di Tiesse Robot. Grazie a questa sinergia e all’istituzione di Kawasaki Southern Europe HUB, sono stati raggiunti nuovi mercati in Sud America e Sud Africa ed ampliate le esportazioni in paesi
come Croazia, Serbia, Grecia e Turchia.
Nel 2023, Tiesse Robot ha raggiunto un fatturato di 38,9 milioni di euro, consolidando la sua posizione di leadership internazionale e registrando il record di vendite di robot, premiato in occasione del Global Meeting Kawasaki Robotics tenutosi in Giappone lo scorso novembre.
L’azienda si distingue per le sue prestazioni ottimali, per la solidità e la flessibilità delle sue soluzioni e dei suoi impianti robotizzati, capace di offrire sempre progetti innovativi e personalizzati per ogni esigenza di automazione industriale. Grazie al Centro di Ricerca e Sviluppo interno e alla competenza
dello staff tecnico-commerciale, Tiesse Robot è in grado di trasformare le esigenze dei clienti in proposte avanzate e funzionali, garantendo un’assistenza costante ed un servizio post-vendita accurato. Con una superficie di oltre 21.000 mq, di cui più di 6.500 coperti, l’azienda visanese fornisce soluzioni adeguate per ogni esigenza produttiva, sia per grandi imprese che per piccole officine. La mission aziendale è saper offrire soluzioni di automazione industriale all’avanguardia, mantenendo alti gli standard di qualità ed affidabilità.
La rivoluzione verde di Kawasaki Robotics Kawasaki Robotics ha recente-
mente presentato “Green Robotics, for a sustainable future”, un progetto che rappresenta un passo avanti verso un’automazione più verde e sostenibile. L’efficienza energetica guida questa innovazione, rispondendo alle crescenti esigenze di sostenibilità e riduzione dei costi energetici nei vari settori industriali. Dal 2015, Kawasaki Robotics ha migliorato l’efficienza energetica dei suoi robot del 25%, consentendo un utilizzo ottimale delle tecnologie avanzate ed una significativa riduzione del consumo energetico. Il controller E03 è uno degli applicativi chiave di questa innovazione; installato sui robot pallettizzatori, consente di risparmiare tra il
30% e il 40% di energia grazie alla frenata rigenerativa, che recupera l’energia cinetica dei motori durante la frenata e la restituisce alla rete. Inoltre, il nuovo controller F, introdotto recentemente, rappresenta un ulteriore upgrade, che migliora le prestazioni rispetto al suo predecessore. I test hanno mostrato che l’applicazione del controller F ha ridotto il consumo energetico del 15% nella serie BX e RS, e del 10% nella serie CP, con un ulteriore risparmio del 30% grazie alla funzione di rigenerazione dell’energia.
Questa evoluzione tecnologica non scende a compromessi in termini di prestazioni. I robot Kawasaki mantengono elevate capacità operative, migliorando continuamente l’efficienza e riducendo l’impatto ambientale. Il controller F02, ad esempio, ottimizza il consumo energetico, riduce l’impronta di carbonio ed integra funzionalità avanzate come la visione 2D e la connessione Bluetooth per un’integrazione senza fili con
tablet e altri dispositivi. Questo controller è inoltre compatibile con una vasta gamma di tensioni di alimentazione primaria grazie all’uso di un’unità trasformatore inclusa, consentendo il suo impiego in tutto il mondo. Le sue dimensioni ed il suo peso sono stati ridotti del 30% rispetto ai modelli precedenti, rendendolo il più piccolo e leggero del settore per robot di medie e grandi dimensioni. Le prestazioni della CPU sono state notevolmente migliorate, offrendo una capacità di elaborazione più rapida ed un’interfaccia utente più intuitiva.
Kawasaki Robotics EMEA Meeting
L’evento Kawasaki Robotics EMEA Meeting, che ha recentemente riunito i distributori di robot Kawasaki provenienti da tutta Europa, Medio Oriente e Nord Africa, si è tenuto a Düsseldorf, in Germania. Durante l’appuntamento, Tiesse Robot è stata premiata per il record di vendite di robot Kawasaki, riconosci-
mento che sottolinea ancora una volta il successo dell’azienda e la sua capacità di eccellere nel mercato internazionale.
BI-MU 2024
Dal 9 al 12 ottobre 2024, a fieramilano Rho, si terrà la 34esima edizione di BI-MU, la principale manifestazione italiana dedicata all’industria costruttrice di macchine utensili, robot, automazione, digital e additive manufacturing, tecnologie ausiliarie e abilitanti. BI-MU è l’unica mostra di settore in Italia di vero respiro internazionale e la prima ad aprirsi al mondo della connettività per l’industria, presentando “tutte le faccedell’innovazione”. Accantoallemacchineutensilieaisistemidiproduzione,l’esposizionesaràdedicata a otto temi: robot, additive, digital, metrologia, sistemi di trasmissione potenza, trattamenti termici di superficie, compositi e consulenza. Tiesse Robot non mancherà all’evento, pronta a mostrare le sue soluzioni
innovative e a condividere la sua esperienza nel campo della robotica industriale. A BI-MU verrà inoltre presentata una nuova applicazione firmata Kawasaki Robotics: un sistema per il controllo qualitativo delle superfici applicabile su superfici post lavorazione meccanica o su superfici finite post verniciatura, particolarmente interessante nell’automotive, questa nuova tecnologia è capace di ridurre il tempo ciclo per il controllo qualità di addirittura dieci volte.
Tiesse Robot continua dunque a distinguersi nel settore della robotica industriale, con una lunga storia di innovazione e successo. La partnership di lunga data con il colosso nipponico Kawasaki Robotics e l’impegno verso un’automazione sostenibile con il progetto ““Green Robotics, for a sustainable future”” dimostrano le capacità dell’azienda di adattarsi alle sfide di nuovi panorami e di guidare il settore verso un futuro più efficiente e sostenibile.
Da circa 40 anni, TOPSOLID GROUP sviluppa e commercializza soluzioni software CAD/CAM ed ERP in tutto il mondo. Con migliaia di referenze clienti e più di 130.000 licenze software vendute dalla sua creazione, TOPSOLID si è adattata agli sviluppi tecnologici del mercato, per soddisfare al meglio le esigenze dei propri clienti. TopSolid ha saputo nella sua lunga storia anticipare le richieste di mercato e fornire ai propri utilizzatori una soluzione parametrica, integrata e ad alto contenuto tecnologico.
Questo successo mondiale non è casuale ma il frutto di anni di passione trasmessa da uno staff in continua crescita in tutto il mondo, di esperienza e competenze di settore, infine di investimenti continui (20% del fatturato in Ricerca e Sviluppo). TopSolid ci sorprende nuovamente con il lancio sul mercato di una piattaforma integrata ed allargata per rispondere alla digitalizzazione aziendale: l”Integrated Digital Factory” di TopSolid. Andiamo a conoscere più da vicino alcune delle caratteristiche di questa soluzione che sta rivoluzionando il mercato del software CAD/CAM/PDM. Per le aziende che iniziano la propria transizione digitale, la sfida principale consiste nell’anticipare l’interoperabilità dei vari sistemi che saranno inseriti nell’azienda. In caso contrario, l’azienda sarà obbligata a farsi sviluppare delle “passerelle software” tra tutti i vari sistemi. Una problematica del genere causerà negli anni dei costi importanti e nuocerà all’efficacia globale del processo digitale. Per evitare questa situazione, è fortemente consigliabile optare per un software integrato e modulare, in grado di gestire l’insieme dei fabbisogni aziendali. È precisamente la filosofia dell’”Integrated Digital Factory” di TopSolid.
Integrated Digital Factory: una soluzione 360° per l’industria meccanica
Più di un semplice software: TopSolid’Italia, filiale italiana del grup-
po si distingue per la sua filosofia incentrata sul cliente, offrendo non solo strumenti software potenti, ma anche un’ampia gamma di servizi di supporto e consulenza personalizzati. L’obiettivo primario è quello di affiancare le aziende in un percorso di crescita e miglioramento continuo, supportandole nella trasformazione digitale dei loro processi aziendali.
Un portafoglio completo di soluzioni: TopSolid’Italia vanta un portafoglio prodotti completo e versatile, in grado di rispondere alle esigenze specifiche di ogni settore industriale. Dalle soluzioni CAD/ CAM per la progettazione e la produzione di componenti meccanici complessi, ai software PDM per la gestione efficiente dei dati di prodotto, fino ai sistemi ERP per l’integrazione completa dei processi aziendali, TopSolid’Italia offre una suite completa di strumenti per ottimizzare l’intero ciclo produttivo. Innovazione al centro: TopSolid’Italia pone l’innovazione al centro della sua strategia aziendale. Un team di ingegneri e sviluppatori altamente qualificati lavora costantemente per implementare le tecnologie più recenti nei prodotti software, garantendo soluzioni sempre all’avanguardia e al passo con le esigenze in continua evolu-
zione del mercato. Un team di esperti al tuo fianco: TopSolid’Italia vanta un team di professionisti esperti e appassionati, pronti a fornire supporto e consulenza personalizzati a ogni cliente. Dalla formazione all’assistenza tecnica, dall’analisi delle esigenze aziendali alla personalizzazione delle soluzioni software, il team di TopSolid’Italia è al fianco delle aziende per garantire il massimo ritorno sull’investimento.
TopSolid’Italia: il partner ideale per la tua crescita: Scegliere TopSolid’Italia significa abbracciare un futuro digitale con fiducia e ottimismo. Con le sue soluzioni innovative, il suo team di esperti e il suo impegno costante nella ricerca e sviluppo, TopSolid’Italia è il partner ideale per le aziende che desiderano ottimizzare i propri processi, aumentare la produttività e conquistare un vantaggio competitivo duraturo.
Certificazione ISO 9001: un impegno per la qualità
TopSolid’Italia è orgogliosa di aver ottenuto la certificazione ISO 9001:2015, che attesta il suo impegno per la qualità dei prodotti e dei servizi offerti. Questa certificazione rappresenta un riconoscimento tangibile dell’impegno costante
dell’azienda nel garantire la soddisfazione dei clienti, l’efficienza dei processi aziendali e il miglioramento continuo delle proprie prestazioni.
Showroom di Vigevano: un’esperienza immersiva nel mondo TopSolid
Per offrire ai propri clienti un’esperienza ancora più completa e coinvolgente, TopSolid’Italia ha inaugurato a Vigevano uno showroom all’avanguardia. In questo spazio espositivo, è possibile immergersi nel mondo TopSolid e scoprire, attraverso dimostrazioni pratiche e interattive, le potenzialità delle soluzioni software offerte. Il team di esperti di TopSolid è a disposizione per accompagnare i visitatori in un percorso personalizzato, rispondendo alle loro domande e fornendo loro tutte le informazioni necessarie per scegliere la soluzione più adatta alle loro esigenze specifiche.
Per saperne di più: Visita il sito web di TopSolid’Italia all’indirizzo https://www.topsolid.com/it per scoprire di più sulle soluzioni software offerte e per entrare in contatto con un team di esperti pronto a rispondere alle tue domande e supportarti nel tuo percorso di trasformazione digitale.
Tork è il marchio principale di Essity, azienda proprietaria di brand che tutti conosciamo nel settore dell’igiene e della salute come Tena o Tempo, il più importante per questa realtà anche in termini di fatturato a livello mondiale. Tork realizza e fornisce prodotti e servizi per il comparto Away From Home il ‘Fuoricasa’ per l’Horeca, la Sanità, il mondo degli Uffici, quello dell’Industria manifatturiera e dispone di una gamma completa di prodotti e soluzioni per l’igiene professionale, in particolare per l’area bagno, unica al mondo.
In Italia, Essity (la casa madre è a Stoccolma) possiede quattro stabilimenti produttivi tra Lucca e Altopascio che realizzano circa il 40% dei prodotti venduti nel nostro Paese. Il resto arriva da stabilimenti europei limitrofi.
«In tutti i nostri siti produttivi emerge la nostra filosofia che si fonda su tre pilastri fondamentali quali sostenibilità, innovazione e produttività, ci spiega Riccardo Trionfera, Direttore commerciale di Essity Professional Hygiene. In quanto azienda svedese, la sostenibilità fa parte da sempre della nostra cultura e si riflette sia nei nostri prodotti - realizzati con fibre e tecniche a basso impatto ambientale - sia negli stabilimenti di produzione. La maggior parte delle nostre soluzioni è erogata attraverso sistemi di dispensazione controllata, per fare in modo che gli utenti utilizzino effettivamente quello di cui hanno bisogno, per ridurre sprechi e rifiuti. Lo scorso anno abbiamo lanciato la gamma di dispenser con certificazione Carbon neutral, prodotti in stabilimenti che utilizzano energia da fonti rinnovabili; abbiamo immesso sul mercato una gamma di asciugamani “compressi”, prodotti con speciali macchine brevettate, che ci consentono di trasportare con un unico viaggio il doppio di prodotto, aggiungendo così altri tasselli importanti per la nostra strategia volta verso la sostenibilità ambientale.
Per la produzione di carta tissue, utilizziamo la fibra vergine al 100% con certificazioni FSC o PEFC che garantiscono la provenienza da foreste gestite in modo sostenibile e fibre riciclate, nella misura circa del 40%, provenienti dal riciclo di cartone, bicchieri di carta, cartoni per le bevande». «L’innovazione è una caratteristica che contraddistingue Tork e Essity come dimostrano i nuovi prodotti che ogni anno vengono lanciati. Quest’anno, per esempio, abbiamo introdotto un nuovo panno che chiamiamo “2 in 1” particolarmente indicato nel comparto Horeca. Si tratta di un panno con un lato abrasivo e uno per asciugare e pulire che può essere lavato e riutilizzato un certo numero di volte e poi gettato» «Il terzo pilastro è la produttività. La qualità delle nostre soluzioni vuole posizionarsi ai massimi standard del mercato per cui, a valle del lancio di un nuovo prodotto, esiste un lavoro di ricerca molto accurato legato anche a ottimizzare la produttività di chi lo utilizza. Per esempio, nei settori industriali all’interno di uno stabilimento produttivo piuttosto che di un’officina meccanica è fondamentale limitare gli spostamenti del personale addetto alle macchine utensili, basti pensare che il 40-50% dei dipendenti in fabbrica compie circa 20 spostamenti al giorno per procurarsi i prodotti per la pulizia personale o del macchinario di cui hanno bisogno, abbandonando così la postazione di lavoro. I nostri sistemi possono essere posizionati sulle linee di produzione con magneti, cavalletti e altro ancora affinché siano immediatamente fruibili dagli operatori riducendo le perdite di tempo dovuti agli spostamenti nonché
gli sprechi di prodotto e i rifiuti.»
In definitiva Tork adotta un approccio olistico al mercato incentrato non sul perseguimento del volume di vendite, ma piuttosto sul cliente finale e sulle sue esigenze di pulizia e igiene, produttività e sostenibilità. Questo indica un forte impegno sulla qualità delle soluzioni offerte, sul design, sull’efficienza dei nostri sistemi, per continuare a essere un punto di riferimento nel settore del cleaning professionale.
«Oggi tutte le imprese devono fare i conti con il tema della sostenibilità, spinte anche dalle direttive della Comunità Europea, come gli standard ESG e l’obbligo del bilancio di sostenibilità che entrerà in vigore nel 2025 per le aziende medio-grandi – conclude Riccardo Trionfera. Il nostro canale di vendita è la distribuzione, tuttavia, la nostra struttura commerciale dedica il 50% del proprio tempo all›interazione con i distributori e l›altro 50% a incontrare e dialogare con i clienti finali. Il nostro obiettivo è spiegare loro le nostre soluzioni e supportare i venditori dei distributori. Questi ultimi, spesso, hanno una conoscenza generale di un vasto catalogo di prodotti, ma possono avere bisogno di consulenza specifica in determinati casi. È qui che entrano in gioco i nostri specialisti.»
Fondata nel 2011 da uno Spinoff da Vero Software, Vero Project Spa rappresenta una realtà d’eccellenza nel settore degli stampi e della meccanica di precisione. I fondatori, hanno portato avanti con determinazione una visione imprenditoriale che ha trasformato l’azienda in un punto di riferimento per le soluzioni software dedicate al mondo degli stampi e della meccanica di precisione.
Dalle origini nel CAD CAM alle soluzioni avanzate
Inizialmente, Vero Project si è affermata nel settore del CAD CAM, con un focus particolare sulle soluzioni VISI di VERO. Questi software sono stati fondamentali per gli stampisti, fornendo strumenti avanzati per la progettazione e la realizzazione di stampi complessi. Il know-how accumulato in questo campo ha permesso all’azienda di comprendere a fondo le esigenze del settore e di costruire una base solida per future innovazioni.
L’evoluzione verso MES e ERP
A partire dal 2014, Vero Project ha ampliato il proprio raggio d’azione iniziando a occuparsi di MES (Manufacturing Execution Systems) e ERP (Enterprise Resource Planning), con particolare attenzione al settore degli stampi e della meccanica di precisione. Questo passo è stato segnato dalla promozione di WorkPLAN sul territorio italiano WorkPLAN si è rapidamente affermato come uno standard indispensabile per la gestione integrata dei processi produttivi, contribuendo a migliorare l’efficienza operativa e la competitività delle aziende.
QuickMonitor: monitoraggio avanzato delle macchine utensili Nel 2016, Vero Project ha cominciato lo sviluppo di QuickMonitor, un
potente applicativo per il monitoraggio e la raccolta ore automatica delle macchine utensili a controllo numerico (CNC) direttamente via software. Questa innovazione ha rappresentato una svolta per molte officine, permettendo di monitorare in tempo reale le prestazioni delle macchine, raccogliere i tempi di produzione con precisione direttamente dalla macchina utensile senza intervento umano. QuickMonitor si è dimostrato un alleato prezioso per migliorare l’efficienza operativa, ridurre i tempi di fermo macchina e aumentare la produttività complessiva.
Un portafoglio prodotti completo Oggi, Vero Project offre un portafoglio prodotti completo, in grado di rispondere a tutte le esigenze del settore della meccanica di pre-
cisione. Tra i prodotti di punta troviamo:
- Suite VISI: una serie di soluzioni specializzate per la progettazione e la realizzazione di stampi, sia per termoplastici che per la deformazione lamiera. Questi strumenti rappresentano lo stato dell’arte nel campo della progettazione CAD CAM, offrendo funzionalità avanzate e un elevato grado di precisione.
- Quick Quote: un applicativo specifico per la preventivazione della costruzione stampi.
- Edgecam: una soluzione CAD/ CAM completa per la produzione meccanica conto terzi.
Vero Project è oggi uno tra i più importanti partner di Hexagon con cui collabora sia nella commercializzazione che nello sviluppo di prodotti e soluzioni.
Guardando ai mercati esteri
Grazie alla maturità e all’affidabilità delle soluzioni software sviluppate, ed alla partecipazione alla compagine societaria della tedesca Family Forum, Vero Project sta ora guardando con interesse ai mercati esteri. L’espansione internazionale rappresenta una naturale evoluzione per un’azienda che ha saputo distinguersi per innovazione, qualità e competenza. Le soluzioni di Vero Project, infatti, rispondono perfettamente alle esigenze di un settore sempre più globalizzato e competitivo, offrendo strumenti in grado di migliorare l’efficienza e la produttività delle aziende a livello mondiale.
Vero Project Spa incarna l’eccellenza italiana nel campo del Software dedicato alla meccanica di precisione. La lungimiranza dei fondatori tra cui Antonio Perini, tuttora socio ed Amministratore delegato, unita a un team altamente qualificato, ha permesso all’azienda di crescere e affermarsi sul mercato nazionale e internazionale. Con un portafoglio prodotti completo e soluzioni all’avanguardia, Vero Project è pronta ad affrontare le sfide future e a consolidare la propria posizione di leadership nel settore.
La storia di Vero Project è un esempio di come l’innovazione tecnologica, combinata con una profonda conoscenza delle esigenze del mercato, possa portare al successo. Il percorso dell’azienda dimostra che investire nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni avanzate è la chiave per competere in un settore in continua evoluzione, rispondendo con efficacia alle sfide della modernità e garantendo al contempo la massima qualità e precisione.
• Interconnessione
• Gestione dei processi
• Sistemi CAD CAM
• Preventivazione
• Gestione commesse
• Pianificazione dei carichi di lavoro
• ERP di produzione
• Analisi dei dati
• Software per la simulazione
Vero Project è il partner affidabile ed esperto nella digitalizzazione e l’organizzazione dei processi aziendali nel settore degli stampi e della meccanica di precisione, offre soluzioni personalizzate per migliorare l’efficienza e la produttività aziendale.
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Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0? Essendo dei rivenditori per l’industria meccanica e la saldatura, abbiamo vissuto la transizione 4.0 molto bene, in quanto in realtà i principali cambiamenti sono arrivati direttamente dai nostri fornitori.
Hanno quindi ampliato la loro gamma con alcuni prodotti 4.0, inserendo l’elettronica necessaria a renderli tali e noi di conseguenza li abbiamo proposti ai nostri clienti. Sono prodotti per la maggior parte relativi al settore della carpenteria. Lato “industria meccanica” non ci sono state implementazioni di quel tipo, in quanto rivendiamo componenti che molto semplicemnte vanno all’interno delle macchine utensili.
Per quanto riguarda la transizione 5.0 invece, abbiamo notato un serio cambio di direzione dei nostri fornitori, soprattutto per quanto riguarda i loro processi produttivi. Noi prendiamo esempio e cerchiamo di fare lo stesso internamente, però ridimensionando la cosa ad un’azienda che non produce ma che rivende. Quindi cerchiamo di essere più attenti al benessere del dipendente in primis e di creare un ambiente il più possibile sostenibile.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
Per noi di AGINT la qualità e la funzionalità del prodotto rimangono al centro, se si vuole essere il più possibile competitivi. Si può esse-
re “4.0 oriented”, sostenibili e mettere il lavoratore al centro, ma se il prodotto non è eccellente e non risolve un problema di tipo produttivo al cliente, non viene considerato.
I nostri prodotti sono stati selezionati dai nostri scouting aziendali per essere il più possibile innovativi e di elevata qualità. Non a caso la maggior parte dei nostri partner è “Made in Germany”, dove il rigore e la qualità delle lavorazioni raggiungono livelli molto elevati. Questo è un po’ il nostro marchio di fabbrica; il cliente che si rivolge a noi sa che trova un prodotto di qualità e innovativo, sotto diversi punti di vista.
scuna linea di prodotto. Quando un cliente è interessato ad una nostra linea di prodotti disponiamo di un tecnico che conosce l’intera gamma ed è dedicato a quel target di clienti.
Oltre questo cerchiamo di garantire sempre tempi di consegna veloci, perché anche questo è importante e un’assistenza al cliente continua, dalla fase di preventivo al post vendita.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
Negli ultimi anni abbiamo potenziato molto la comunicazione e il marketing della nostra azienda. Se anni fa i clienti ci contattavano per una linea di prodotti molto conosciuta nell’industria meccanica (la gamma di normalizzati HALDER), oggi raggiungiamo noi diversi target, risolvendo diverse esigenze produttive.
Siamo presenti su ogni canale online e offline; sui social (Linkedin e Youtube), inviamo diverse newsletter al mese e siamo presenti anche nelle maggiori riviste di settore.
Siamo assolutamente multi-channel e non solo, abbiamo potenziato la nostra struttura interna inserendo un product manager per cia-
Un’assistenza ad hoc pensiamo possa essere uno dei maggiori vantaggi competitivi ed è una competenza che abbiamo raggiunto nel tempo, selezionando personale qualificato.
Ricordiamo sempre che la nostra azienda è nata nel 1973 come microimpresa a conduzione familiare, mentre oggi Agint distribuisce a livello nazionale una vasta gamma di componenti e attrezzature per l’industria, con alle spalle 50 anni di storia e diversi partner internazionali.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Negli ultimi anni il core business dell’azienda si è evoluto, passando dal focus sulla presa del pezzo ad abbracciare l’intero mondo della meccanica. È per questa ragione che l’azienda si è riorganizzata in tre divisioni, con product manager e marketing officer dedicati già dal 2023. Alla divisione storica dedicata alla meccanica, che continua a sviluppare la “clamping experien-
ce” acquisita da Agint nei primi 50 anni di vita, si sono affiancate altre due. Una dedicata alla carpenteria, che si occupa di banchi per la saldatura, saldatrici e accessori e componentistica magnetica per la movimentazione della lamiera (Innovative Welding). E l’altra, ancora in fase di sviluppo, dedicata all’automazione (Smart Automation). Con questa terza divisione, ci rivolgiamo principalmente ai system integrator, mettendo a loro a disposizione le componenti necessarie per realizzare le soluzioni complete che progettano. Il nostro obiettivo nel lungo termine è quello di diventare dei “top player” in ciascuna divisione, ma non solo, ci piacerebbe costruire un gruppo di aziende non solo di tipo commerciale, ma anche produttivo, in modo da poter raggiungere anche i mercati esteri. Per fare ciò, stiamo valutando l’acquisizione di realtà produttrici italiane specializzate in diversi segmenti di mercato. Un passo che ci permetterebbe di poter contare su un gruppo più grande e maggiormente diversificato.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
Per noi ad oggi l’AI è un argomento molto interessante. Al momento siamo sul pezzo a livello informatico, nel senso che alcuni dei nostri dipendenti la utilizzano quotidianamente per svolgere alcune attività di tipo creativo nella comunicazione e nel marketing, mentre per quanto riguarda il contesto manifatturiero “siamo alla finestra” per capire come utilizzarlo al meglio.
AMPI N G
RI EN C E Il B locc a ggi o è n el n o str o DN A
19 7 3-202 4
Da oltre 50 anni al vostro se r vizio p e r q ua lsias i e sige nz a p ro d u ttiv a S c o p r i l a g a mm a d e dic a ta a l bl o c ca ggi o di A ttr e z za tu re AG I NT
I nn ova z ion e, qu a lit à e p er forma nc e
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
Uno dei punti cardine di Industria 5.0 è la sostenibilità. La nostra azienda già da tempo progetta e realizza i propri impianti da coil in acciaio e alluminio con un occhio di riguardo alla produzione sostenibile che consente di recuperare margini di guadagno. Alcuni concetti quali l’altissima efficienza energetica, l’elettronica orientata alla manutenzione predittiva e all’autoapprendimento delle macchine fino al risparmio del materiale, sono per noi fondamentali. D’altronde, i nostri clienti, con i quali abbiamo uno stretto rapporto di fidelizzazione ci chiedono necessariamente tutti questi accorgimenti.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
In un mercato dove la qualità è mediamente alta ed equiparabile, il servizio e l’as-
sistenza post-vendita possono sicuramente indirizzare il cliente da una parte o dall’altra. Da un punto di vista tecnologico è chiaro che gli impianti non possono discostarsi da quelli che sono i paradigmi di Industria 4.0, a cominciare dalla trasmissione dei dati con i sistemi di gestione e programmazione aziendali fino all’interfacciamento col teleservice per gli interventi di manutenzione.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cam-
biamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
Asservimenti Presse è in grado di ascoltare le esigenze del cliente con il quale raggiunge un rapporto di stretta partnership. Ciò ci permette di realizzare impianti ad hoc secondo le specifiche tecniche a lui più adatte. Chiaramente la nostra struttura organizzativa ha dovuto adattarsi nel corso degli anni per essere sempre molto flessibile.
Quali sono gli obiettivi che la
vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Gli obiettivi sono sempre gli stessi, fermo restando che il mercato è purtroppo molto instabile a causa della situazione geopolitica che stiamo vivendo. Detto ciò, noi puntiamo a continuare a crescere sul mercato internazionale ma anche a soddisfare quello interno che negli ultimi anni si è ripreso notevolmente grazie anche agli incentivi che sono arrivati in tema di transizione 4.0 e che speriamo proseguano con la transizione 5.0.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0? E’ assolutamente vero che negli ultimi dieci anni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti come non mai grazie alla digitalizzazione e probabilmente in futuro si accelererà ancora grazie all’Intelligenza artificiale. La transizione 4.0 è stata cavalcata dalla Gerardi sin dall’inizio con ingenti investimenti sia dal lato prettamente produttivo che
dal lato organizzativo/gestionale della produzione ed è tutt’ora in fase di pieno sviluppo viste le enormi potenzialità di incremento di produttività che offre. Va detto che gli incentivi governativi hanno giocato un ruolo importante nelle decisioni o meglio nella risolutezza ad intraprendere tale strada e tali decisioni. La transizione 5.0 l’abbiamo invece addirittura anticipata sia dal lato degli investimenti in sistemi di automazione che permettono di ottimizzare cicli e processi produttivi, che dal punto di vista della ns. proposta produttiva/commerciale che si indirizzerà proprio in tal senso con soluzioni atte a sfruttare in pieno tutte le opportunità
che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione per rendere le ns. soluzioni parte integrante di quel mondo che si sta sempre più rapidamente radicando nelle aziende più all’avanguardia. Abbiamo in studio infatti sistemi di automazione versatili non solo in grado di garantire produzioni non presidiate, ma anche cambi di produzione automatiche grazie a dei software supervisori in grado di gestire sia il cambio del particolare da lavorare, delle attrezzature necessarie alla presa pezzo ed anche delle pinze robot atte a gestire i particolari e le attrezzature stesse ed addirittura gli utensili necessari alle differenti lavorazioni. Tutto ciò vuol dire an-
che gestire dei magazzini con vassoi in grado di contenere differenti particolari da lavorare, differenti attrezzature, differenti gripper o pinze robot ed anche gli utensili appunto. Questo significa una vera e propria automazione modulare intelligente, insomma qualcosa di mai visto prima sul mercato, un’integrazione di tutti i componenti del processo produttivo in una cella modulare espandibile a seconda delle esigenze.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine? Nel medio termine l’obiettivo è sempre quello della sopravviven-
za viste tutte le grandi questioni internazionali tutt’ora irrisolte, ma poi entrando un po’ più nello specifico della ns. attività gli obiettivi sono quelli di sempre e cioè rimanere e diventare sempre di più un punto di riferimento per chiunque debba attrezzare una macchina utensile, ma soprattutto per chi abbia la necessità e l’ambizione di spingersi sempre di più verso l’ottimizzazione dello sfruttamento delle proprie macchine e dei propri impianti in generale. A Lungo termine sfrutteremo tutte le competenze che stiamo acquisendo per essere in grado di andare a produrre e servire meglio in quei mercati dove la produzione ed il servizio locale sono imprescindibili per una maggiore e miglior penetrazione del mercato stesso. Sto parlando di stabilimenti produttivi in Asia, nelle Americhe e probabilmente anche in Africa, ma per poterlo fare prima dovremo diventare un’eccellenza assoluta nella produzione di attrezzature (automatiche e non) in Italia e la rotta l’abbiamo intrapresa da tempo ormai.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
Per avere successo nel mercato odierno, le aziende devono eccellere in una serie di parametri chiave. Innovazione Tecnologica: Adozione di tecnologie avanzate come la robotica e l’IoT per migliorare l’efficienza e la precisione. Qualità e Affidabilità: Fornitura di attrezzature precise, resistenti e affidabili. Flessibilità e Personalizzazione: Sviluppo di soluzioni personalizzate e modulari per soddisfare le esigenze specifiche dei clienti. Efficienza Operativa: Riduzione dei tempi di setup e ottimizzazione dei processi per migliorare la produttività. Servizio Clienti e Supporto Tecnico: Assistenza post-vendita competente, formazione degli operatori e manutenzione proattiva. Prezzo e Valore: Offerta di prodotti competitivi che dimostrano un valore aggiunto in termini di efficienza e risparmio sui costi. Sostenibilità: Adottare dei processi di produzione energeticamente efficienti.
Investendo in questi ambiti, le aziende del settore workholding possono rafforzare la propria competitività e conquistare una posizione di leadership nel mercato.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
Negli ultimi anni, Gerardi ha adottato una struttura organizzativa più flessibile e adattabile ed un approccio al cliente più incentrato e proattivo, cambiamenti che hanno portato ad un aumento della soddisfazione del cliente finale, alla fidelizzazione di clienti esistenti e l’acquisizione di nuovi ma soprattutto ad un ulteriore miglioramento della reputazione aziendale sul mercato. La creazione di team multifunzionali interni all’azienda hanno migliorato la collaborazione e la comunicazione tra i dipartimenti e lo sviluppo di processi decisionali più rapidi ed efficienti. È stato consistentemente ampliato il team di assistenza clienti con personale qualificato e dedicato ed è stato implementato un sistema di chat online attraverso il sito web per poter dare una prima risposta al clien-
te che bisogno di assistenza. La formazione continua del personale Gerardi e la promozione di una cultura aziendale incentrata sul cliente, è la chiave fondamentale a garantire un supporto tecnico di alto livello. È stato potenziato il marketing e la comunicazione per la creazione di una solida presenza online attraverso i social, l’estore Gerardi con cui effettuare richieste di specifiche di prodotto, e il nuovo tour virtuale con cui poter visionare l’intero showroom, contenuti multimediali e materiale informativo mirato per approfondire l’ampia gamma di prodotti, le soluzioni e i successi di Gerardi. Costante è la nostra partecipazione alle principali fiere ed eventi di settore per aumentare la visibilità e la conoscenza del marchio che rivelano sempre interesse da parte di nuovi clienti.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
L’AI (in particolare i LLM Large Language Model) è un’opportunità per le aziende, permette di snellire ed eseguire attività ripetitive in tempi brevi. Rende libe-
re le Persone di concentrarsi su attività in cui possano esprimere al meglio le loro conoscenze tecniche e creative durante il loro lavoro. L’implementazione dell’AI in aziende manifatturiere presuppone di avere:
1) Processi aziendali chiari e precisi
2) Infrastruttura IT interconnessa con la produzione
3) Formazione continua alle Persone per renderle consapevoli delle potenzialità
La cultura dell’innovazione è insita nel DNA di Gerardi, siamo abituati a sperimentare e validare le nuove tecnologia sia in ambito produttivo che in tutti i settori aziendali. Da diverso tempo abbiamo iniziato ad utilizzare l’AI per attività di business analysis, progettazione tecnica e marketing. Per l’area produttiva proponiamo soluzioni tecnologiche avanzate per l’automation e sicuramente nel prossimo futuro implementeremo l’AI. L’AI è una tecnologia rivoluzionaria, non siamo ancora in grado di comprendere appieno tutte le possibili applicazioni future, di certo il modo di lavorare cambierà drasticamente rispetto ad oggi. L’importante è rimanere sempre al passo con i tempi.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
Per C.R.M. Mazzoccato, pur essendo una PMI, Il costante aggiornamento tecnologico è un must, se vogliamo offrire soluzioni a problemi di lavorazione dobbiamo conoscere le novità che il mercato propone. Nel caso dell’utilizzo di leghe prive di piombo a seguito di direttive UE che ne vietano l’utilizzo in quanto cancerogeno, ad esempio, abbiamo nuove geometrie e nuovi materiali da proporre ai nostri Clienti. Un altro esempio sono le tecnologie di produzione additiva, che teniamo costantemente monitorate in tutte le loro recenti e divergenti evoluzioni, trattandosi di una possibile antitesi alle lavorazioni per asportazione di truciolo tradizionali ,come quelle a cui negli anni prevalentemente si sono rivolte le nostre soluzioni chiavi in mano. Qualche altro progetto c’è nel cassetto. ma parliamo invece di concreti passi avanti. Nel 2013 siamo stati la seconda azienda in tutta Italia ad adottare la nuova tecnologia laser per la lavorazione del diamante e del nitruro di boro cubico policristallino. Quando nel 2017 è stato lanciato il Piano Industria 4.0 eravamo già pronti ad adottare una strategia che ci ha consentito di migliorare notevolmente non solo i processi produttivi ma anche quelli gestionali ed amministrativi. La Transizione 4.0 non è che la prosecuzione di questa progettualità, mentre non abbiamo aspettato il 5.0 per investire sull’efficienza energetica. Già nel 2012 ci siamo dotati di un impianto fotovoltaico,
raddoppiato nel 2023, che supporta in parte le nostre necessità energetiche. Recentemente è stato chiarito poi che l’efficienza energetica deve riguardare i processi produttivi interni, ma francamente il tasso di richieste burocratiche … è veramente notevole!
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
Il mercato in generale è attualmente molto influenzato dall’incertezza causata dalla ondivaga politica UE sulla decarbonizzazione, che ha causato un’importante fermata delle migliaia di aziende coinvolte in Europa nella costruzione del motore endotermico. Tuttavia, altri settori produttivi mostrano un buon trend di crescita, quindi
il know-how da noi acquisito può essere “speso” per lo sviluppo di altri utensili speciali su misura per le più diverse applicazioni, dall’alimentare al medicale all’energetico, per esempio. La competitività richiede velocità di reazione alle richieste che, da questi mercati o da nuove nicchie, in settori in cui l’asportazione di truciolo è ancora importante, arrivano. Poi, la tecnologia aggiornata e la preparazione su altri temi, come la sostenibilità in tutte le sue declinazioni, consentono di presentarsi come partner affidabili anche a grandi player che richiedono procedure specifiche di accreditamento come loro fornitori, procedure che non fanno sconti in base alle dimensioni aziendali…
Come è cambiato il vostro ap-
proccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
Adesso si parla molto di Mass Customization, ovvero di prodotti speciali che risolvono le esigenze del cliente singolo, quindi di tutti i clienti visti come una “massa”. Ma non esiste la massa, ogni cliente ha esigenze uniche e speciali, e questo per noi non è cambiato. Quello che è cambiato sono le tecnologie di contatto e scambio di dati che sono notevolmente migliorate. Partecipiamo spesso ultimamente a fiere virtuali che consentono di entrare in contatto in un giorno con persone interessate alla nostra produzione provenienti da ogni parte del mondo. Persino da Brisbane, in Australia, una persona può chiederci un utensile speciale
per una sua lavorazione specifica, e ne possiamo discutere vis-a-vis mostrandoci vicendevolmente disegni e schizzi, scambiandoci in tempo reale idee e proposte. L’unico problema in questo caso è il fuso orario… ricordo una giornata particolare, al mattino prestissimo l’Australia ed alla sera tardi il Messico. Per far fronte a questo tipo di approccio commerciale occorrono naturalmente competenze non solo tecniche ma anche giuridiche, linguistiche, eccetera, ed in questo senso ci siamo mossi nella formazione del nostro personale.
La gestione della crescente complessità richiede preparazione ed organizzazione.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
L’obiettivo primario è quello di continuare di offrire soluzioni efficienti a problemi di lavorazione che continuano a porsi ai nostri Clienti. Con precisione sempre crescente, e tolleranze sempre più ristrette. Attualmente offriamo taglienti con profili su misura in policristallino con tolleranze di +/- 5 µ, e stia-
mo lavorando per ottenere ancora maggiore precisione, che per essere garantita ci ha spinto ad investire in macchine di controllo specifiche sempre più performanti, ad esempio. Ci manteniamo inoltre aperti a nuove istanze, nuovi progetti, nuovi clienti, nuovi mercati. Con particolare attenzione al tema della Sostenibilità vera, quella agita e non solo dichiarata.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
L’introduzione di AI nel contesto manifatturiero è già stata introdot-
ta, in modo più o meno chiaro, più o meno conscio per chi viene saccheggiato di dati quando consulta ogni tipo di informazione tecnica in Internet. Per la nostra realtà ci sono alcune applicazioni che possono togliere lavoro ripetitivo, e dare lo spazio ad attività di maggiore valore aggiunto, che pensiamo di poter implementare in un prossimo futuro, anche se nel nostro settore il fattore umano, rappresentato dai nostri collaboratori, formati per anni, riteniamo sia insostituibile ed indispensabile. Sono loro, con la loro intelligenza e preparazione, la vera ricchezza della nostra azienda.
C.R.M. DI MAZZOCCATO ARTURO & FIGLI S.R.L. (CRM) ha la sua unica sede a Fino Mornasco (CO). Eppure i suoi prodotti non vengono utilizzati solo in Italia: “oltremare”, dicono. CRM coopera nel modo più completo – e discreto – con aziende di ogni dimensione, per sviluppare soluzioni individualmente pensate per il singolo processo, materiale, macchina utensile, linea di produzione, commessa, su precise specifiche. Partendo dal disegno pezzo con dati precisi della lavorazione da eseguire, il processo di lavorazione viene studiato, vengono prese decisioni per geometrie, materiali, condizioni di lavoro in condivisione con l’Utilizzatore Finale, il Costruttore di Macchine, persino il C.N.R. Lo scopo è quello di tagliare, ma non solo il materiale, bensì tempi di consegna e costo/parte. O risolvere problemi: assi mancanti (lavorare a cinque assi avendone quattro), transfer a capacità esaurita (più lavorazioni in un utensile), o qualità assolutamente costante (la finitura del policristallino a laser è impareggiabile rispetto ad altri sistemi)e così di seguito.
C.R.M., nata da un’intuizione geniale negli anni 70, è cresciuta nel tempo, servendo dapprima il mercato dei cerchi in lega ed ora diversi settori, diversi mercati, cumulando esperienza in cui attingere per ogni futuro progetto. E’ certificata ISO 9001 sin dal 2003 per progettazione e produzione di utensili speciali a fissaggio meccanico per lavorazioni ad asportazione di truciolo, ma bareni, utensili, allargatori, barre, inserti in metallo duro, HSS, con riporto in Diamante o C.B.N., non sono il suo prodotto di punta. Il suo prodotto è il servizio, che la rende partner per aziende di ogni dimensione, pronte a migliorare le loro performances.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
Guardando all’evoluzione della tecnologia negli ultimi dieci anni possiamo notare come a tutti gli effetti lo sviluppo maggiore ha riguardato massicciamente l’automazione, compresi relativi software di controllo e gestione, interfacce grafiche utente evolute, schermi touch, interconnessione e via dicendo. La parte meccanica, parlando di macchine utensili, è ormai piuttosto consolidata, a parte qualche volo pindarico che poi non ha avuto particolare seguito. Ovviamente questa irruzione della digitalizzazione è stata vissuta e messa in atto pienamente anche in casa Hermle, che non si è trovata impreparata grazie al forte spirito di innovazione che ha portato all’introduzione di tool via via sempre più sofisticati per la
produzione dei nostri centri di lavoro a 5 assi. L’eccellente organizzazione supportata dalla profonda digitalizzazione permette di pianificare la produzione, esclusivamente su commessa, di una 5 assi Hermle rispettando i termini di consegna in modo esemplare, tendenzialmente con qualche giorno di anticipo. In perfetto timing sono quindi state introdotte una serie di opzioni sui nostri centri di lavoro in ottica 4.0, alcune sviluppate e migliorate internamente grazie al feedback degli operatori addetti alla produzione su macchine Hermle presenti in produzione: un ottimo banco di collaudo! Nemmeno a dirlo, anche per quanto riguarda la transizione 5.0 Hermle si presenta perfettamente pronta a questa nuova e ulteriore sfida. Se sulla generazione di macchine attuale sono già disponibili alcune opzioni in ottica 5.0 come il power monitor dei consumi energetici e come alta pressione comandate da inverter (al posto di una valvola proporzionale), Hermle si appresta a introdurre la GEN2, la 2a generazione dei modelli attualmente in gamma.
L’introduzione sarà a scaglioni di 3 modelli e sostanzialmente il focus sarà proprio sull’efficienza energetica, con particolare riguardo alle “periferiche” particolarmente energivore (condizionatori, pompe di sollevamento e di alta pressione etc.) oltre a prevedere controlli numerici di ultimissima generazione (Heidenhain TNC7 e Sinumerik ONE) e una nuova architettura elettronica che si basa su cablaggi IO-Link, i quali permettono di poter leggere una maggior quantità di dati dalla diffusa sensoristica.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
Gli strumenti sopra descritti risultano fondamentali per poter restare competitivi in questo nuovo contesto produttivo. Siamo lontani, in buona parte dei comparti, dalla produzione in grandi serie. Ormai si gioca tutto sul just in time con lotti piccoli e diversificati. La reattività, i tempi di consegna e ovviamente il prezzo sono fattori cruciali. Per potersi presentare competitivi in questo scenario è necessaria un’efficace organizzazione e pianificazione della produzione, oltre a sistemi per produrre flessibili e automatizzati per sfruttare al massimo le ore macchina e ridurre i tempi di esecuzione. I software di gestione degli ordini, opportunamente integrati nelle macchine, supportano nella pianificazione e anzi rendono possibile un perfetto o quantomeno ottimizzato “incastro” dei job e delle commesse, il tutto compatibile con uno scenario dinamico che può cambiare in funzione di nuove priorità. Emerge e resta competitivo chi mette in atto un continuo perfezionamento e una continua ottimizzazione dei processi, dall’impiego di utensili più performanti ed efficienti fino a una produzione altamente
automatizzata. Vediamo i clienti ingegnarsi in sistemi di serraggio multipli realizzati internamente, sfruttando ogni millimetro per poter saturare al massimo il numero di pezzi su di un pallet per poter aumentare ulteriormente l’autonomia. Altro aspetto chiave resta l’eccellenza, la capacità di realizzare componenti ad altissima precisione o con finiture elevatissime, il tutto reso possibile grazie all’esperienza e a una serie di scelte strategiche e di strumenti high-tech.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni? Una cosa che non è cambiata nel corso degli ultimi anni è l’approccio al cliente: la piena soddisfazione resta una priorità assoluta. Quello che è cambiato è sicuramente l’installato Hermle sul territorio italiano, che ha superato ampiamente le 1000 unità con macchine via via più complesse e sofisticate. Questo ha comportato cambiamenti organizzativi determinando una crescita progressiva dell’organico, soprattutto nell’ambito service, per poter gestire e offrire un servizio di assistenza per un parco macchine sempre più ampio e complesso. Il service è stato pertanto strutturato opportunamente sia internamente con una frontline e una backline, che con il team di tecnici sul campo, tutti con competenze a 360° da meccatronici. Altra scelta strategica è quella di non subappaltare o affidare a tecnici esterni le attività di assistenza tecnica, svolta esclusivamente da personale Hermle opportunamente formato. A proposito di formazione, i tecnici sono previsti numerosi corsi di aggiornamento periodici in casa madre, in funzione di novità o di evoluzione di prodotto, in modo da poter affrontare qualsiasi situazione con i nuovi im-
pianti che vengono via via installati. Ma il service non è l’unico ambito che ha visto cambiamenti o una crescita: praticamente in tutti gli ambiti / reparti sono state introdotte nuove risorse, dal commerciale all’amministrazione, dal servizio post vendita (ad esempio gestione retrofit, aumentati particolarmente) al marketing, con un notevole incremento della presenza sui social media.Non per ultima da citare è stata l’introduzione di una serie di strumenti digitali, particolarmente nel corso degli ultimi anni, per semplificare e velocizzare alcune procedure interne, ma anche una serie di tool innovativi in dotazione al service.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
La strada intrapresa negli ultimi anni porterà a una crescita progressiva dell’azienda in funzione di nuove esigenze e di nuovi servizi che verranno introdotti. La priorità sarà il consolidamento della struttura service e la crescita del team, sia per l’inevitabile ricambio generazionale dei veterani che andranno via via in pensione, sia per poter offrire servizi migliori
con un organico adeguatamente strutturato, parlando ad esempio di programmi di manutenzione preventiva-predittiva, oltre alla proverbiale rapidità di intervento. Dal punto di vista commerciale l’obiettivo è una maggiore presenza sul territorio, come anche la conquista di quote di mercato in regioni /zone in cui Hermle è meno presente, il tutto grazie all’inserimento di nuove risorse e allo sviluppo del network di vendita. Per quanto concerne la sede Hermle Italia, che ha visto recentemente una serie di ammodernamenti e riassetti degli spazi in funzione dell’organico in crescita, verrà realizzato uno show room con l’obiettivo di effettuare una serie di workshop con i principali partner coi quali collaboriamo, oltre a corsi di formazione con moduli specifici di approfondimento su varie tematiche di programmazione. Con questo ritmo di crescita potrebbe inoltre rendersi necessario un nuovo o più ampio headquarter nel medio lungo termine. Infine, lato marketing l’obiettivo sarà di incrementare ulteriormente i lead generati dalla presenza sulle varie piattaforme dei social-media.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
L’intelligenza artificiale è un argomento affrontato anche in occasione dell’ultimo Sales Meeting interno in Hermle, nello specifico si è trattato di un impact speech portato da un relatore esperto in materia. Lo scopo di questo intervento è stato proprio quello di scuotere gli animi e metterci di fronte alla realtà dei fatti: l’IA è già e sarà sempre più presente nelle nostre vite, in tutti gli ambiti, ed è oggetto di grande interesse e investimenti ad altissimi livelli. In buona sostanza non possiamo più ignorarla o pensare che in un qualche modo non impatti sulla nostra quotidianità, sia lavorativa che personale. Lo speech ha fatto emergere le potenzialità dell’IA con una serie di sbalorditivi esempi, ma anche i suoi lati oscuri o, meglio, di come possa essere utilizzata in modo controproducente o addirittura illegale. La chiave di tutto sarà, come sempre, l’utilizzo con il buon senso.Ma tornando alla domanda principale di questo punto, probabilmente il manifatturiero non potrà più fare a meno dell’Intelligenza arti-
ficiale perché il mercato esige reattività, puntualità e prezzi competitivi. L’IA è alimentata dai dati e il tutto si gioca sulla loro opportuna raccolta e analisi. L’elaborazione dei dati con algoritmi sempre più sofisticati può portare a una serie di vantaggi, tra cui ad esempio una maggiore produttività: le IA migliorano i processi e quindi l’efficienza della produzione. Esse consentono, tramite sensoristica avanzata, continui controlli della qualità per intercettare difetti di fabbricazione in tempo reale e a mantenere elevati standard di produzione. Le IA, analizzando i dati, riescono a individuare le preferenze dei consumatori riuscendo persino a prevederle. Altre applicazioni dell’IA possono essere legate all’efficienza energetica, intervenendo nella riduzione degli sprechi energetici e ottimizzando i consumi. Oppure la manutenzione predittiva, che si basa sull’uso di algoritmi che prevedono potenziali o probabili fermi macchina, consentendo di pianificare gli interventi di manutenzione nei momenti più opportuni, senza impattare sulla produzione.
Nello specifico, proprio l’applicazione della manutenzione predittiva è stata messa a punto da alcuni anni in Hermle, partendo da un ciclo automatico di acquisizione dati della macchina, che è stato via via sviluppato e migliorato. Il ciclo “fingerprint” esegue una serie di operazioni e movimenti e parallelamente vengono acquisiti dati rilevanti quali assorbimenti di corrente, pressioni, temperature, oscilloscopi etc. Questo set di dati viene confrontato con il benchmark eseguito in casa madre ed eventuali valori fuori scala suggeriscono infine condizioni di potenziale usura o danno e conseguente guasto nel breve termine. Con le macchine di GEN2 dotate di sensoristica cablata in IO-link, la base di dati sarà ancora maggiore. L’implementazione massiccia dell’IA in Hermle non è stata ancora messa in atto, anche se i sofisticati software di gestione e pianificazione della produzione permettono già adesso un’organizzazione puntuale, flessibile ed estremamente efficace. Probabilmente con l’introduzione dell’IA si farà un ulteriore step migliorativo in diversi ambiti come quelli sopra citati.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
La nostra realtà – con cuore tedesco – è sempre stata motore d’innovazione e, centrando l’attenzione sull’utilizzatore, ha sempre saputo anticipare le tendenze del mercato. Anche in ambito digitalizzazione, il gruppo igus fa figura di “apripista”: da molti anni, proponiamo agli utenti di utilizzare i nostri configuratori online, una serie di tool di progettazione semplici, intuitivi e completamente gratuiti (non serve neanche registrarsi!)… L’anno scorso, abbiamo coniato il termine di “enjoyneering”: nuovi
servizi digitali a 360° - sulle nostre piattaforme online e nel nostro mondo virtuale - che permettono a progettisti e tecnici di ogni settore di sfruttare tecnologie innovative per esplorare nuove soluzioni e nuovi scenari in modo semplice e divertente.
Se vogliamo concentrarci sul concetto di Industria 4.0, risale ormai al 2016 il lancio della gamma “smart plastics” con prodotti “intelligenti” dotati di sensori per il monitoraggio delle condizioni e la manutenzione predittiva. Una gamma che ha riscosso subito un bel successo e che continua a crescere con nuovi prodotti e sistemi. Il vantaggio delle smart plastics è che sono semplici da integrare nelle macchine e negli impianti, anche preesistenti, e che presentano costi contenuti per essere accessibili anche alle PMI della nostra Penisola.
Anche per la svolta 5.0, che pone l’ambiente e l’uomo al centro, siamo pronti e offriamo tutta una serie di soluzioni per l’industria avanzata e sostenibile: materiali con carbon footprint ridotto, programmi per la circolarità della plastica…
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
Ovviamente il fattore determinante in ambito industriale resta la qualità… Oltre a ciò, più che il prezzo, crediamo che sia la reattività e la “semplicità” a fare la differenza: agevolare il cliente in ogni fase del suo progetto. Dare risposte veloci, chiare e trasparenti puntando su un servizio capillare in tutta Italia e in tutto il mondo. Non per altro, la nostra mission dice che vogliamo esse-
re “the easiest company to deal with”… Una sfida complicata ma stimolante.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
Quest’anno, il nostro gruppo compie 60 anni… In tutti questi anni l’azienda è continuata a crescere proponendo una gamma di soluzioni sempre più fornita. Ovviamente è cresciuto anche l’organico, anche in Italia dove siamo presenti ormai da oltre 30 anni ed abbiamo superato i 100 collaboratori. Quello che non è cambiato in tutti questi anni è la centralità del cliente: la nostra volontà è quella di essergli più vicino, sempre disponibili e lavorare con prossimità. Quello che abbiamo fatto, in
questi anni, è moltiplicare le modalità di contatto e le iniziative in fiera, in azienda, con il nostro roadshow, con le giornate dedicate ai tecnici… Dall’anno scorso, proponiamo anche un concetto ibrido con il nostro spazio interattivo IMPS: l’utente ci può contattare in ogni momento: un nostro esperto sarà sempre disponibile per una consulenza personalizzata e immediata, in presenza o da remoto e con i campioni necessari.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Come da 60 anni a questa parte, il nostro principale obiettivo resta quello di risolvere i problemi dei nostri clienti. Nel lontano 1964, il nostro fondatore – Günter Blase – proponeva al suo primo cliente Pierburg di trovare una soluzione per produrre l’otturatore di una valvola. Allora nessuno avrebbe mai pensato di usare la plastica per produrre questo particolare, e ancor meno di realizzarlo tramite stampaggio a iniezione. Il processo produttivo era troppo complesso. Ma Günter Blase non si lasciò scoraggiare e condusse esperimenti fino a quando dalla macchina per lo stampaggio a iniezione non uscì il primo, perfetto, otturatore in plastica. Sappiamo di poter trovare soluzioni innovative e vogliamo dare a quanti più clienti possibili la possibilità di scoprire i vantaggi delle nostre motion plastics.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
In igus l’IA è già entrata a far parte del nostro lavoro di tutti i giorni. I nostri commerciali, il nostro reparto marketing utilizzano già strumenti basati sull’intelligenza artificiale per ottimizzare determinati processi… Vediamo l’IA come una grande opportunità e – come tale – cerchiamo di sfruttarne il potenziale. Siamo noi stessi “promotori” di soluzioni AI-based come l’app igusGO, per esempio, che sfrutta l’intelligenza artificiale per suggerire all’utente – a seconda dell’applicazione – una serie di prodotti e sistemi adatti, completamente esenti da lubrificazione.
igus GmbH sviluppa e produce motion plastics. Questi polimeri ad alte prestazioni sono esenti da lubrificazione; migliorano la tecnologia e riducono i costi ovunque ci siano parti in movimento. Nei sistemi di alimentazione, nei cavi da posa mobile, cuscinetti lineari e non e per gli attuatori lineari a vite, igus è leader di mercato a livello mondiale. Impresa a conduzione familiare con sede a Colonia (Germania), igus ha filiali in 31 paesi e conta circa 5.000 dipendenti in tutto il mondo. Nel 2023 igus ha realizzato un fatturato di 1,136 miliardi di euro. igus gestisce i più grandi laboratori di test del settore per poter offrire soluzioni e prodotti innovativi e una maggiore
sicurezza per gli utenti. 243.000 articoli sono disponibili a magazzino, la cui durata d’esercizio può essere calcolata online. Negli ultimi anni l’azienda ha continuato ad ampliare la propria attività, creando anche startup interne, per esempio per i cuscinetti a sfere, gli azionamenti robot, il settore della stampa 3D, la piattaforma RBTX per una automazione a basso costo o per la gamma “smart plastics” di componenti intelligenti per l’Industria 4.0. Tra gli investimenti più significativi in materia ambientale ci sono il programma “chainge” - riciclo di catene portacavi usate - e la partecipazione in un’impresa che mira a produrre petrolio da rifiuti plastici.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
La transizione 4.0 ha senza dubbio portato una ventata d’aria fresca nel sistema produttivo italiano, guidando le aziende nel processo di digitalizzazione dei loro processi.
Dopo una fase iniziale, dove questa manovra veniva vista esclusivamente come una possibilità di risparmio economico, è maturata la conoscenza e la consapevolezza di quelli che sono, a tutti gli effetti, degli strumenti di supporto essenziali per una corretta gestione delle informazioni.
Per noi la transizione 4.0 è stata un’onda che ci ha consentito di veicolare con maggiore semplicità un concetto che per noi è fondamentale da sempre, ovvero l’importanza della gestione del dato e della sua analisi.
Sia a livello CAD/CAM che MES l’obbiettivo è quello di consegnare ai clienti dei prodotti efficaci e performanti, in grado di aiutarli nella quotidianità lavorativa; a questo proposito si inserisce la nuova transizione 5.0, la quale dovrà essere incentrata sulla sostenibilità ambientale, ma anche e soprattutto sulla centralità dell’uomo nei processi produttivi.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
Con una competizione sempre maggiore in ogni settore, soprattutto in quello meccanico, riuscire a ridurre gli sprechi di ogni tipo diventa di vitale importanza per ogni azienda.
Nel tempo i margini di contribuzione sulla produzione si stanno sempre più assottigliando, creando molti problemi a chi non ha il pieno controllo di ciò che succede all’interno dell’azienda.
Per questo motivo la gestione digitale dei processi e l’efficientamento della produzione diventano la chiave per riuscire a scovare le inefficienze ed i maggiori fattori di spreco.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
In un mercato saturo di soluzioni software, diventa fondamentale, oltre ad avere un prodotto performante e competitivo, l’attenzione con la quale si fornisce supporto al cliente.
Nel nostro caso questo è possibile grazie alla capacità di INNTEK di seguire tutti gli step di ogni prodotto che propone, dal primo contatto alla demo, dal post-vendita alla formazione, dalla configurazione alle personalizzazioni.
Per poter ottemperare a questa necessità sempre crescente, unita al costante aumento del numero di clienti seguiti, si è deciso negli ultimi anni di investire per ampliare l’organico aziendale, così da poter fornire sempre un servizio di alto livello, oltre all’apertura di filiali e l’avvio di collaborazioni su tutto il territorio nazionale per ridurre la distanza fisica dai clienti.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
L’obiettivo dell’azienda è quello di continuare a sostenere il cliente durante il tortuoso percorso della digitalizzazione, con particolare attenzione per le aziende medio-piccole, le quali costituiscono la grande maggioranza del tessuto
industriale italiano.
Il continuo sviluppo, unito alla filosofia della nuova transizione 5.0, punta a creare prodotti sempre più performanti, user friendly e sostenibili. L’obiettivo primario è quello di semplificare il lavoro di tutti i giorni, automatizzando le procedure vetuste e ripetitive, così da permettere al lavoratore di potersi concentrare su quelle che sono le vere attività a valore aggiunto. Inoltre, il processo di espansione aziendale è solo all’inizio, data la volontà di aumentare la copertura territoriale ad ogni livello, così da poter garantire, oltre ad un già presente rapporto diretto tra i clienti ed il personale di INNTEK, una significativa tempestività di intervento nel caso dovesse sorgere qualsiasi tipo di problematica.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto
manufatturiero? Pensate di implementarla?
L’introduzione dell’intelligenza artificiale è senza dubbio il prossimo passo nella digitalizzazione aziendale ad ogni livello.
Dopo un primo periodo di poca lucidità nei confronti di queste nuove tecnologie e di enormi aspettative, spesso impossibili da soddisfare, si è ora arrivati ad una maturità tale per la quale si è compreso come queste possano semplificare ulteriormente molti processi aziendali in modo logico ed intelligente. Nel catalogo di prodotti di INNTEK, ci sono già dei casi di applicazione di queste tecnologie, le quali perfezionano quello che prima era solo un puro calcolo aritmetico, ma siamo consci di come questo sia solo il primo passo nella direzione di un cambiamento che rivoluzionerà il modo di pensare e di vivere il mondo del lavoro.
Come un velocista pronto al via Inntek - Competence Center MES di Open Mind - è il tuo alleato per raggiungere il traguardo del successo.
I nostri software MES sono progettati per la massima precisione e per garantirti una qualità impeccabile ad ogni passo.
La nostra forza risiede nella competenza del nostro team, pronto a supportarti in ogni sfida, per trasformare la tua produzione in un capolavoro di efficienza.
INNTEK: la tua spinta vincente per superare ogni limite.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0? L’Industria 4.0 ha dato uno slancio sul mercato per quel che riguarda il controllo e quindi l’ottimizzazione dei costi produttivi, la 5.0 ovviamente va in una direzione diversa, più legata al consumo energetico ma entrambe puntano ad un miglioramento produttivo, per aumentare la competitività.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
I parametri che vediamo più impattanti sono legati alla qualità del prodotto, alla qualità della produzione (in senso lato anche verso gli operatori), ed in questo ambito la
5.0 con la sua spinta green sta andando in questa direzione. Sempre più i grandi player guardano a prodotti che abbiano un minor impatto energetico, trend che sarà poi
seguito da player più piccoli.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
La spinta data dalla 4.0 ed ora dalla 5.0 hanno fatto sì che nel dialogo col cliente venga anche presentata la possibilità di avere prodotti “digitalizzabili” e “green”, stessa cosa che stiamo applicando in azienda rendendo tutte le nostre celle di lavoro full 4.0
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Digitalizzare e quindi controllare tutti i processi produttivi, per una maggiore visione dei costi e quindi poter aumentare la competitività.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
Sicuramente l’IA potrà avere un ruolo nei sistemi produttivi, non stiamo pensando di implementarla a breve nei nostri processi ma siamo molto attenti a cercare di essere informati su come sia utilizzabile nella nostra azienda.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
“Il settore manifatturiero ha dimostrato nel corso dei secoli di sapersi adattare e adeguare alle progressive innovazioni. In questi ultimi anni è stata soprattutto l’evoluzione tecnologica a caratterizzarne la trasformazione. Nello specifico, la recente transizione Industria 4.0 ha indiscutibilmente accelerato il processo di digitalizzazione dei processi produttivi nel settore delle macchine utensili. In questo ultimo biennio abbiamo infatti visto incrementare da parte degli utilizzatori di nostre rettificatrici senza centri la richiesta per soluzioni sempre più integrate con tecnologie in grado di rendere gli impianti più automatizzati,
connessi e green. Con Transizione 5.0 ci aspettiamo un’ulteriore enfasi di temi quali l’acquisizione dei dati, l’efficientamento energetico e l’implementazione di automazione sempre più affidabile e “collaborativa”. Come sempre, da fornitori di rettificatrici senza centri altamente customizzate quali siamo, ci stiamo preparando per soddisfare al meglio queste nuove richieste con soluzioni studiate e progettate ad hoc.”
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
“Come detto, recentemente la domanda da parte degli utilizzatori di macchine utensili e di rettificatrici nello specifico, è stata caratterizzata dalla richiesta di soluzioni automatizzate e integrate. La capacità quindi di realizzare e proporre al mercato impianti che garantiscano affidabilità, produttività e controllo da remoto sarà un
elemento distintivo fondamentale in questo nuovo contesto.”
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
“Da anni siamo conosciuti ed apprezzati in tutto il Mondo per la nostra capacità di realizzare soluzioni altamente customizzate, in grado di soddisfare ogni richiesta produttiva da parte dell’utilizzatore di nostre rettificatrici senza centri. Non abbiamo quindi percepito la necessità di modificare il nostro approccio al cliente, ma al contrario abbiamo consolidato questa nostra capacità incrementando ed investendo in competenze legate alle nuove tecnologie. Sempre più spesso abbiamo infatti realizzato, e realizzeremo, riteniamo anche in futuro, vere e proprie isole robotizzate in cui la nostra rettificatrice si interfaccia con uno o più robot a monte e a valle, e per le quali ci vengono
richieste maggiori conoscenze elettroniche ed informatiche.”
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
“Tra gli obiettivi che ci siamo prefissati nel medio e lungo termine credo meriti di essere citato quello di perseguire un modello di business sostenibile. In quanto azienda concessionaria del Marchio UCIMU ci siamo infatti impegnati a mettere al centro del nostro operato la Sostenibilità Ambientale Sociale ed Economica secondo quanto dichiarato nel Manifesto del Nuovo Marchio dell’associazione. Abbiamo quindi iniziato questo percorso che ci porterà all’adozione di un Report di Sostenibilità coinvolgendo l’intera filiera produttiva. È infatti nostro obiettivo diffondere i principi ESP presso tutti i portatori di interesse dell’azienda.”
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
“Come tutte le innovazioni, siamo convinti che anche l’IA avrà uno sviluppo sempre più diffuso nei processi produttivi del nostro settore. Del resto con la digitalizzazione oggi gli impianti generano una quantità di dati che nessuna intelligenza umana potrebbe assimilare ed elaborare. Il futuro delle macchine utensili e quindi delle nostre rettificatrici senza centri sarà imprescindibile dall’intelligenza artificiale e beneficerà sempre più dell’ausilio che questa tecnologia porterà all’interno del processo produttivo. Dal nostro punto di vista è una tecnologia che ci permetterà di realizzare soluzioni sempre più affidabili e sicure, e come tale va recepita e implementata.”
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
PEI Srl ha avviato il suo processo di digitalizzazione fin dalla metà degli anni novanta, quando ancora le tecnologie disponibili erano decisamente spartane.
Questo ci ha permesso di affrontare gli anni successivi senza correre, adattando la struttura in maniera graduale e consapevole fino ad arrivare all’attuale situazione tecnologica.
Ora la sfida verso la transizione 5.0 coinvolgerà moltissimi aspetti della vita aziendale e personale. Si tratta di un’evoluzione impor-
tante rispetto all’Industria 4.0, infatti si va oltre l’automazione e l’interconnessione produttive, ora si includono tecnologie innovative come la AI e l’IoT in un contesto che promuove la sostenibilità e l’inclusività.
L’industria 5.0 punta alla collaborazione tra macchine e esseri umani in maniera più consapevole e perseguendo fini che non includono solo la produttività, ma che riguardano sempre di più l’ambiente e le persone.
In PEI siamo molto attenti a queste tematiche e stiamo attivando alcuni progetti esplorativi per testare le potenzialità della IA all’interno del nostro contesto.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
I parametri restano quelli legati al servizio verso il cliente per offrire soluzioni dedicate e di alto livello qualitativo. Ciò che cambia è la velocità con cui occorre adeguarsi alle richieste.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
Se pensiamo ai tempi del fax con risposte nell’arco di alcuni giorni, adesso siamo nel mondo dei social network, dove tutto va veloce, e il cliente attende risposte nel giro di poche ore.
La struttura si è adeguata e ha progressivamente raggiunto un grado di efficienza ottimale.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel me-
dio lungo termine?
Vogliamo mantenere una posizione primaria nel panorama Europeo nei nostri settori di riferimento. Nel business macchine utensili abbiamo una posizione consolidata. Nel business automotive (www. peimobility.com) stiamo evolvendo molto rapidamente per raggiungere i nostri obiettivi.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
Come ho anticipato in apertura stiamo lavorando ad alcuni progetti pilota che ci facciano misurare sul campo la potenzialità per noi dell’IA.
Sicuramente la IA produrrà importanti vantaggi alle aziende che sfrutteranno al meglio questa tecnologia e PEI non sarà da meno.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
La forte vocazione di renishaw per l’innovazione ci permette di vivere questi cambiamenti in maniera molto propositiva. Siamo parte integrante del cambiamento dei paradigmi produttivi e siamo in grado di offrire strumenti e competenze necessarie ad affrontarlo nel modo corretto per poterne trarre il maggior beneficio.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
Velocità e precisione sono i parametri principali sui quali si gioca la competitività in questo nuovo contesto produttivo. Essere in grado di offrire prodotti buoni al primo colpo, ottenuti grazie ad un processo efficace e ripetibile permette di conservare i margini e di posizionarsi sul mercato in modo competitivo.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
Siamo ancora più vicino di prima ai nostri clienti. La competenza, il supporto e la flessibilità, anche dal punto di vista organizzativo, continuano ad essere i nostri fattori premianti
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Transforming Tomorrow Together è lo scopo da cui siamo guidati: trasformare il domani insieme. Ciò significa lavorare con i nostri clienti per realizzare prodotti, creare materiali e sviluppare terapie che saranno necessarie per il futuro. Riteniamo che il nostro scopo sia incredibilmente rilevante nell’ambiente odierno in cui il ritmo del cambiamento nella tecnologia è più veloce che mai.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
Ogni cambiamento che porta dell’innovazione è positivo e sicuramente lo sarà anche l’introduzione dell’IA nel manifatturiero andando a liberare risorse per attività dove le stesse saranno maggiormente apprezzate
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
Vero Project nasce dall’esperienza dei soci fondatori che hanno voluto dare continuità ad una lunga e personale storia all’interno di Vero Software: fin dal 2016 ha affrontato la transizione digitale Industria 4.0, sviluppando applicazioni all’avanguardia per il monitoraggio e la raccolta ore, tempi e dati di produzione automatizzata in officina. Vero Project ha maturato una rilevante esperienza nel settore del CAD CAM, rivolta ai produttori di stampi e attrezzature; oggi, la nostra expertise di settore, il team di 10 sviluppatori, i Project Manager e i tecnici di supporto offrono ai propri clienti soluzioni integrate, dalla progettazione alla gestione completa del processo produttivo, per migliorare l’efficienza e i profitti.
La transizione, 4.0 prima e 5.0 oggi, costituisce un naturale approdo del nostro percorso di crescita: la affrontiamo con molto entusiasmo, così come le prossime sfide legate alle nuove tecnologie emergenti.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato? La velocità dei cambiamenti -si pensi solo al passaggio da 4.0 a 5.0- ci obbliga a rimettere in discussione scelte e certezze che, a volte, hanno contraddistinto
l’organizzazione aziendale stessa. La carenza di personale, che nei prossimi anni sarà aggravata dal calo demografico, la competizione globale ed i cambiamenti geopolitici, ci portano a guardare alle nuove tecnologie ed in particolare all’intelligenza artificiale come ancora di salvataggio. Il loro inserimento, però, richiede un cambio radicale nella gestione aziendale. Velocità nelle risposte, conoscenza dei propri dati di processo e formazione continua del personale sono le sfide che dobbiamo affrontare e che non possiamo rimandare. In questo stiamo investendo, per offrire ai nostri clienti un servizio sempre più al passo coi tempi e per essere loro partner strategico di queste scelte d’innovazione.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
L’approccio come puro fornitore di prodotto causa la marginalità e l’irrilevanza avvertite dal cliente. Come Vero Project stiamo mettendo in atto un cambiamento radicale a livello organizzativo, investendo in formazione di alto livello per i nostri collaboratori e in una forte integrazione delle soluzioni offerte, per poter seguire il cliente dalla consulenza iniziale al completamento del progetto, dall’analisi dei benefici al miglioramento continuo. Negli ultimi mesi, da rivenditore di soluzioni Hexagon ci siamo trasformati in una vera Software House e l’azienda che operava prevalentemente sul territorio nazionale ora è una realtà presente in modo significativo anche sul mercato estero.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Credo siano due, tra i più immediati:
1 diventare leader a livello eu-
ropeo nello sviluppo e commercializzazione di software ERP-MES per stampisti e per il mondo della meccanica di precisione.
2 ampliare la presenza sui mercati tedesco, francese ed Iberico, ampliando la presenza in quelli emergenti.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
L’intelligenza artificiale in realtà esiste da diversi decenni: il primo a codificarne l’uso fu John McCarthy nel 1956, benché fosse relegata al dominio di pochi ricercatori, data la necessità di grandi volumi di calcolo solo da poco disponibili per “tutti”.
La sua applicazione potrebbe sembrare molto avanti nel tempo ma di fatto trova già molte applicazioni nel campo del controllo qualità, nell’analisi dei dati, nei servizi di assistenza.
L’utilizzo di strumenti come Microsoft Copilot o chatGPT vedono già una grande diffusione nel lavoro quotidiano e lo sarà sempre più nei prossimi mesi.
Immaginiamo cosa significa l’utilizzo dell’AI ad esempio con gli strumenti di uso costante come Microsoft Office, nella analisi di dati excel, nella gestione di una video call di teams o nella stesura di relazioni e presentazioni aziendali.
Nel nostro caso stiamo testando un chatboat per ridurre in modo notevole i tempi di risposta nei ticket assistenza e sarà reso operativo per i clienti dal 1 marzo 2025. Stiamo inoltre iniziando a pensare all’inserimento dell’intelligenza artificiale nelle nostre soluzioni.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
L’aumento esponenziale delle soluzioni di automazione industriale è per noi fonte di grandi opportunità. Disponiamo infatti di soluzioni specifiche per l’installazione di rivetti e inserti in modo sia semiautomatico che completamente automatico (su braccio robot o cobot) e di un sistema di controllo del processo di installazione che è compatibile con tutti i nostri principali modelli di rivettatrici, sia per rivetti che per inserti. Siamo quindi pronti a supportare al meglio i nostri clienti sia in ottica industry 4.0 che 5.0.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
In un contesto di domanda stagnante a livello industriale, il primo fenomeno naturale è l’aumento dell’aggressività competitiva, con conseguente tensione sui prezzi di vendita. Noi siamo convinti che in questo modo si rischi una gara al ribasso che alla fine penalizzerà proprio i clienti finali. Crediamo quindi che il vero fattore di competitività sia la disponibilità di una gamma ampia di prodotti, in grado di soddisfare le esigenze applicative più diverse, la presenza di personale competente in grado di guidare il cliente nella scelta e nell’installazione delle soluzioni ideali per le proprie necessità e infine un servizio tecnico anche post-vendita capace di garantire rapidità ed effi-
cacia negli interventi.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali mutamenti organizzativi sono stati realizzati in azienda negli ultimi anni?
A seguito dell’ingresso di Rivit nel FERVI Group, è stato formato un nuovo team manageriale che ha riorganizzato la nostra rete commerciale su tre canali di vendita distinti: industria manifatturiera, lattoneria e rivendita/retail. In questo modo siamo in grado di raggiungere al meglio i nostri clienti, dai più piccoli ai più grandi, attraverso la rete più adeguata alle loro esigenze.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Il nostro obiettivo è quello di cre-
scere sia a livello nazionale, su tutti e tre i canali target, sia a livello internazionale, dove già siamo presenti in circa 60 diversi Paesi nel mondo. Crediamo che la nostra ampia gamma di prodotti, gli investimenti che stiamo facendo per migliorare sempre il nostro livello di servizio e la grande reputazione che il marchio Rivit è stato capace di guadagnarsi e consolidare nei suoi 50 anni di storia, siano le basi giuste per un percorso di crescita forte e costante nel tempo.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
Siamo molto interessati alle opportunità offerte dallo sviluppo dell’IA e stiamo studiando le possibili applicazioni al nostro business model.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
“La transizione verso l’Industria 4.0 rappresenta un processo dirompente a cui Sermac si è preparata con lungimiranza. Abbiamo compreso sin da subito l’importanza cruciale delle nuove tecnologie digitali come ad esempio l’automazione, la metrologia digitale, i sistemi di visione artificiale per ottimizzare qualità, efficienza e sostenibilità nei processi produttivi. Per questo abbiamo costantemente ampliato la nostra offerta tecnologica all’avanguardia e formato il personale per acquisire le competenze necessarie. Siamo tuttavia consapevoli delle notevoli difficoltà operative e degli squilibri organizzativi che questo cambiamento epocale comporta ancora, con sfide concrete che stiamo affrontando con gradualità per massimizzarne i benefici prospettici. Per quanto riguarda l’Industria 5.0 stiamo già gettando le basi per questa nuova era, esplorando le potenzialità delle tecnologie emergenti e abilitanti come l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e l’automazione collaborativa per offrire sistemi sempre più smart e adattivi. La transizione verso Industria 5.0 è per noi una opportunità per innovare, crescere e offrire ai nostri clienti soluzioni sempre più avanzate e personalizzate. Sermac, da sempre, è impegnata ad essere partner tecnologico di fiducia, guidando il cambiamento e plasmare il futuro dell’industria manifatturiera.”
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
“In un contesto produttivo sempre più competitivo e digitalizzato, riteniamo che i parametri chiave su cui si gioca la sfida di mercato risiedono nella capacità di offrire soluzioni tecnologiche di primordine all’avanguardia grazie ad un approccio pragmatico ma innovativo. Per una realtà come la nostra, di dimensioni contenute ma con un’ampia gamma di prodotti e servizi altamente specializzati, l’adeguamento costante alle innovazioni tecnologiche applicate ai processi produttivi e automatizzati rappresenta un fattore fondamentale per rimanere competitivi. Grazie alla nostra esperienza nell’ambito della progettazione e dell’ingegneria di sistemi e servizi, siamo in grado di proporre celermente soluzioni su misura per le specifiche esigenze dei clienti. L’efficienza e la qualità dei nostri prodotti sono garantite da un team di tecnici altamente qualificati e dai rigorosi controlli a cui sottoponiamo tutti i prodotti offerti. La nostra flessibilità organizzativa e la solidità della struttura ci rendono estremamente reattivi sul mercato, fattori chiave per l’affermazione competitiva.”
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
“Il nostro approccio è da sempre incentrato sul cliente e orientato a fornire un servizio di eccellenza, andando ben oltre la semplice vendita di prodotti. Il nostro team di tecnici altamente qualificati affianca i clienti fin dalle prime fasi di consulenza, dalla progettazione all’implementazione fino all’assi-
stenza post-vendita, per comprenderne a fondo le sfide e proporre soluzioni su misura. Questa visione customer-centric è profondamente radicata nella nostra filosofia aziendale e non ha richiesto cambiamenti organizzativi, poiché il valore aggiunto di Sermac risiede proprio nella stretta partnership con la clientela durante l’intero ciclo di sviluppo e implementazione delle soluzioni e servizi tecnologici innovativi offerti. Investiamo inoltre sulla formazione continua dei nostri collaboratori per garantire non solo competenze tecniche, ma anche capacità relazionali e di problem-solving in un’ottica customer-oriented.”
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine? “L’obiettivo primario della nostra azienda per il medio-lungo periodo è ampliare costantemente la nostra offerta di soluzioni tecnologiche all’avanguardia per il settore industriale. Questa strategia di continuo aggiornamento del portafoglio prodotti rappresenta il fulcro della nostra visione aziendale per consolidare e migliorare la leadership di mercato conquistata in oltre vent’anni di attività.
Il nostro impegno è quello di rimanere costantemente al passo con l’evoluzione tecnologica, anticipando le tendenze future del mercato e le mutevoli esigenze della clientela, selezionando e promuovendo le soluzioni green ad alta efficienza energetica ed eco-compatibili più innovative e performanti da integrare nel nostro catalogo. Solo in questo modo possiamo garantire ai nostri clienti un vantaggio competitivo duraturo e un posizionamento distintivo come punto di riferimento per l’eccellenza tecnologica applicata ai processi industriali.”
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
“L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nel contesto manifatturiero è una tecnologia tuttora agli albori, la cui reale applicabilità non è ancora del tutto chiara ma rappresenta senza dubbio una svolta epocale, in grado di rivoluzionare completamente i paradigmi produttivi tradizionali. Crediamo che l’IA possa abilitare un aumento esponenziale di efficienza, qualità e precisione nei processi, oltre ad aprire scenari inimmaginabili in termini di personalizzazione e ottimizzazione delle risorse. Allo stesso tempo, siamo consapevoli anche delle implicazioni etiche e sociali che l’adozione massiccia dell’IA potrebbe comportare se non adeguatamente regolamentata o normata.
Stiamo monitorando con grande attenzione l’evolversi di questa tecnologia abilitante, per essere pronti in un’ottica di adozione graduale e responsabile valutandone le enormi potenzialità, ma nutriamo forti perplessità su tempistiche e modalità di attuazione efficace di questi sistemi nel breve periodo. È un cambio di paradigma che richiederà un ripensamento profondo degli attuali modelli organizzativi e produttivi e il nostro approccio è quindi improntato alla massima cautela.
Al momento, riteniamo che per una realtà come la nostra, l’implementazione massiccia di soluzioni IA appare prematura. Preferiamo, al momento, focalizzarci sulle eccellenti tecnologie attualmente disponibili, consolidando il nostro posizionamento nell’innovazione digitale applicata all’industria manifatturiera.”
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
In Sandvik Coromant stiamo attraversando la transizione 4.0, e ci stiamo preparando a quella 5.0 con un approccio, una mentalità, che definiamo “Manufacturing Wellness”. Stiamo facendo passi da gigante, padroneggiando i processi e riducendo i costi, con uno sguardo sempre rivolto al futuro. La nostra missione è il perseguimento senza sosta del miglioramento continuo. Grazie alle nuove tecnologie, tagliamo i tempi di fermo, esploriamo nuovi aspetti e premiamo le idee innovative. Af-
frontiamo le sfide in modo olistico, cercando soluzioni per mitigarle. Lo facciamo con responsabilità e con uno scopo ben definito. Nei nostri processi di produzione, “Manufacturing Wellness” non è solo una prassi, ma il cuore pulsante del nostro lavoro quotidiano con i clienti. Abbiamo dedicato molto tempo all’implementazione di queste abitudini nei nostri processi di produzione, abitudini che crediamo siano la chiave per essere pronti per il futuro. Sandvik Coromant ha attraversato e tutt’ora sta attraversando un periodo di transizione in seguito al cotinuo sviluppo di nuovi sistemi digitali e di automazione. Ma grazie all’attenzione che poniamo alle tendenze di mercato, riusciamo ad offrire servizi innovativi in risposta ai nuovi bisogni dei clienti. Nell’ultimo periodo stiamo assumendo una posizione di leadership in
termini di business sostenibile, per ridurre l’impatto sul clima, aumentare l’efficienza delle risorse attraverso la circolarità, utilizzare l’innovazione e la conoscenza per stabilire un nuovo standard di sostenibilità nel nostro settore. Questo grazie anche all’introduzione all’interno del nostro strumento di analisi, ora “Sustainability Analyzer”, di una nuova pagina di dati relativi alla sostenibilità, compresi il consumo energetico per componente in chilowattora (kWh), il consumo energetico annuale nonché la quantità di emissioni di CO2 generate ogni anno.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
In un contesto globale in cui risulta sempre più arduo pianificare le attività, i parametri più importanti ai quali un’azienda che opera in questo settore deve assolutamente rispettare sono diversi:
- Una maggiore personalizzazione e flessibilità nella produzione, quindi la capacità di produrre più rapidamente utensili o inserti, per soddisfare le esigenze dei clienti che richiedono prodotti personalizzati.
- Rispetto dei tempi di consegna, quindi essere capaci di ridurre i tempi di progettazione e fabbricazione per soddisfare sempre le richieste dei clienti. Questo ci è permesso grazie all’adozione di processi più efficienti e l’utilizzo di tecnologie e strategie avanzate.
- Mantenere un livello di qualità elevato, essere sempre precisi è fondamentale per garantire la produzione di pezzi conformi alle specifiche. È sempre più importante investire in tecnologie di controllo qualità avanzate e assicurarsi che i loro processi di
produzione siano in grado di garantire elevati standard di precisione.
La nostra azienda, Sandvik Coromant, leader nel settore, continua a essere all’avanguardia nel rispondere alle tendenze di mercato, garantendo soluzioni innovative e all’avanguardia. La nostra costante capacità di adattamento e anticipazione alle esigenze del mercato ci rendono un punto di riferimento affidabile per le sfide di oggi e di domani.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
Negli ultimi anni, il nostro approccio al cliente è stato ulteriormente rinnovato, o meglio ottimizzato. Abbiamo spostato il nostro focus verso un orientamento ancora più centrato sul cliente. Questo significa che non solo continueremo a collaborare con le partnership e a costruire ecosistemi sia internamente che esternamente, ma ci stiamo impegnando a mettere i bisogni dei nostri clienti al centro di tutto ciò che facciamo. Stiamo adottando un approccio sempre più flessibile e agile, con decisioni e responsabilità vicino ai clienti. Questo ci consente di fornire un risultato aziendale prevedibile e superiore, mantenendo sempre al centro le esigenze dei nostri clienti.
Infine, ci impegniamo a rispondere rapidamente alle loro richieste e ad adattarci alle mutate condizioni del mercato. Ci sforziamo costantemente di superare le aspettative dei nostri clienti e di consentire loro di eccellere nella loro attività.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Tra gli obiettivi a lungo termine
che abbiamo stabilito, il primo, è rappresentato dall’ambizione di superare la crescita di mercato. Stiamo sviluppando nuovi approcci ai modelli di business tradizionali e alle offerte commerciali, integrando l’offerta di prodotti innovativi con servizi e soluzioni digitali.
La sostenibilità è un altro dei nostri obiettivi fondamentali. Ci impegniamo a ridurre l’impatto ambientale dei processi di produzione, puntando a un futuro a emissioni nette pari a zero, circolare ed efficiente. Per raggiungere questo obiettivo, stiamo accelerando il processo di sostenibilità attraverso l’innovazione e integrandolo in ogni aspetto della nostra attività. In questo modo, aspiriamo a essere un partner di fiducia per i nostri clienti e stakeholder.
Inoltre, la digitalizzazione e l’automazione stanno rivoluzionando l’intero settore manifatturiero, e sempre più ci supportano nelle decisioni di attrezzamento. Questo processo è destinato ad accelerare. Vogliamo migliorare l’esperienza del cliente utilizzando sempre più i canali online come fonte principale di consulenza e self-service.
Infine, uno dei nostri obiettivi, sia attuali che a lungo termine, è quello di avere sempre più dipendenti con competenze diverse e che possano fare la differenza. Ci impegniamo a creare valore per i clienti e a collaborare in tutta l’azienda per un successo collettivo.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
Sicuramente l’arrivo dell’IA ha rivoluzionato il nostro modo di lavorare ed ha trasformato l’intero settore manifatturiero, proprio per questo Sandvik Coromant ha introdotto l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Nel nostro caso però non si tratta dell’uso creativo di quest’ultima, ma invece della sua adozione per migliorare esponenzialmente la nostra efficienza interna ed essere così sempre più efficaci nel servire i nostri clienti.
L’applicazione che abbiamo intro-
dotto è stata realizzata da Microsoft, inizialmente solo per la Vendita, ma è poi stata assegnata anche a tutte le funzioni aziendali, così da permetterci di avere un metodo di lavoro allineato, e perciò più produttivo, ma soprattutto di aumentare la generale efficienza in tutti i dipartimenti.
Questa applicazione è in grado, ad esempio, di creare in autonomia un nuovo contatto partendo da una semplice firma su una mail, ma anche di prendere lunghissime conversazioni che vanno avanti da
lungo tempo e fornire all’utente una breve lista dei punti salienti. Inoltre, attraverso questo strumento è possibile avere in pochi secondi la totale e attuale situazione di business con i nostri clienti. Per noi il cliente è sempre al centro e questa funzionalità è un netto supporto alla nostra efficienza ed efficacia in quanto ci permette di averne in pochi secondi una visione a 360°. Recentemente abbiamo inoltre integrato l’uso della versione web, basato questa volta su una versione estremamente avanzata di chat
GPT che, tra le altre cose, aiuta nell’elaborazione di documenti e dati al fine di ottenere, ad esempio, chiare analisi ed indicazioni utili ad aumentare la nostra performance nel nostro business.
Ma questo è solo il passo iniziale. In Sandvik Coromant stiamo effettuando altre ricerche e test su applicazioni più avanzate basate su Intelligenza artificiale con lo scopo di migliorare sempre di più la nostra professionalità efficienza ed efficacia nel gestire i nostri clienti.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0? SORALUCE è da sempre un’azienda innovativa che precorre i tempi, soprattutto dal punto di vista delle soluzioni tecniche adottate sulle proprie macchine, ricordiamo infatti che circa 34 anni fa SORALUCE ha iniziato ad installare sulle proprie fresatrici e alesatrici le guide lineari a ricircolo di rulli dotate di pattini smorzatori, quan-
do altri concorrenti rimanevano radicati su soluzioni tradizionali quali le guide su turcite e l’idrostatica. L’obiettivo era di proporre al mercato delle macchine ad alta produttività, precise, affidabili e con bassi costi di gestione. Queste sono sempre state le linee guida che hanno contraddistinto la visione di SORALUCE nel mondo delle fresatrici, alesatrici e centri di tornitura verticale. Il mercato si evolve con delle dinamiche sempre superiori, perciò, un costruttore leader di macchine utensili deve interpretare in tempo reale le nuove esigenze produttive di un mercato sempre più competitivo.
Il fattore umano oggi più di ieri ha la necessità di essere supportato dalle macchine stesse che devono essere progettate con dei dispositivi ausiliari che suppliscono all’uomo stesso.
Come conseguenza anche l’azienda deve essere adeguata a una maggiore automazione, non solo meccanica, ma anche gestionale, per tale motivo SORALUCE si pone come referente essenziale dei propri clienti con il fine di dare soluzioni a 360° per permettergli di essere competitivi oggi e domani.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività
sul mercato?
Come già detto in precedenza è necessario che ogni azienda aumenti la propria capacità produttiva con particolare attenzione all’automazione hardware e software con soluzioni affidabili e a basso costo di gestione.Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
SORALUCE ITALIA, filiale di SORALUCE S.COOP., si è strutturata nei vari servizi per dare non solo la macchina giusta al proprio cliente, ma anche per fornire soluzioni produttive tecnologiche all’avanguardia, operando in particolar modo sul proprio Servizio Assistenza Tecnica, sul Servizio Tecnico Commerciale e sul controllo della qualità.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
L’obiettivo di SORALUCE ITALIA è di diventare il referente principale di aziende lungimiranti che sono determinate a competere con successo nel mercato globale diventando per loro un vero e proprio partner industriale.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
Come già detto, SORALUCE è un’azienda all’avanguardia, non solo nella costruzione di ottime fresatrici, alesatrici e centri di tornitura verticale, ma anche in continua evoluzione in termini di innovazione e ricerca, tra questi l’IA.
Mettiamo in evidenza che SORALUCE si avvale dell’avanzato centro di ricerca e sviluppo IK4-IDEKO che, come SORALUCE, fa parte di DANOBAT GROUP.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0? La transizione 4.0 ha effettivamente rivoluzionato il processo produttivo industriale e, il nostro paese, caratterizzato da una maggioranza di PMI, è stato eccezionalmente ricettivo e concreto nella sua realizzazione. I vantaggi fiscali hanno chiaramente stimolato questa esigenza ma obiettivamente questa transizione ha permesso alle nostre officine di essere più competitive, aggiornate tecnologicamente e soprattutto in grado di monitorare meglio il proprio processo interno di produzione. Per il gruppo TopSolid, questo “decennio 4.0” è stato caratterizzato da una forte crescita sia in termini di Ricerca & Sviluppo che di fatturato. In effetti, abbiamo investito le risorse necessarie per sviluppare nuovi moduli dedicati (Integrated Digital Factory) e per adeguare i nostri moduli già in commercio.
Oggi il nostro focus è chiaramente più diretto sulla collaborazione tra uomo e intelligenza artificiale all’interno dei processi produttivi.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
Direi che le epoche contestuali si susseguono ma il segreto del successo in termini di competitività non varia perché la ricetta è sempre la stessa:
- Un ottimo prodotto consolidato, innovativo e sensibile alle esigenze di oggi e di domani
- Un servizio dedicato, persona-
lizzato svolto da esperti del settore
- Un post vendita caratterizzato dalla massima qualità sia in termini di reattività che di competenza.
- Una corretta visione del settore per anticipare le esigenze future.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
La nostra filiale italiana negli ultimi anni è cambiata drasticamente per soddisfare le esigenze di un prodotto cosi ampio come TOPSOLID che tocca mercati e settori diversi. Ci siamo organizzati per essere leader e riferimento sul mercato italiano, con un investimento continuo sulle risorse e il
personale, raddoppiando l’organico dal 2015 ad oggi. In primis abbiamo voluto creare delle sedi locali per essere sempre più vicini ai nostri utilizzatori e garantire a loro dei luoghi di formazione di qualità, facilmente raggiungibili con una presenza fisica in Piemonte, Lombardia, Triveneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Inoltre abbiamo modernizzato il nostro sistema informatico per il post vendita e il servizio di assistenza che permette a noi e il cliente di monitorare la qualità erogata dal servizio dato (Tempo di risposta, Statistiche durata intervento e controllo su ripetitività della richiesta). Il personale scelto è senza dubbio il punto chiave che ci distingue, con l’inserimento di donne e uomini specializzati e dedicati in dipartimenti settoriali (Meccanica, SwissTurn , Stampi,
Steel, Industria del legno. Infine nel 2023, abbiamo raggiunto un ulteriore traguardo ottenendo la Certificazione ISO 9001 sul nostro servizio di formazione TOPSOLID.
Tutto ciò ha come unico obiettivo affiancare al meglio il nostro utilizzatore
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Il mercato mondiale impone ad un gruppo privato e indipendente come il nostro di continuare a crescere fortemente nel prossimo decennio. Pertanto abbiamo come obiettivo la conquista di ulteriori fette di mercato là dove siamo presenti ma soprattutto di esplorare settori dove oggi siamo assenti con anche l’acquisizione di aziende strategiche per tale obiettivo.
troduzione dell’IA nel contesto
Più che prospettiva, è già realtà
ne del nostro settore e il dilemma è semplicemente arrivarci con qualità e concretezza per primi. Il
do in ambito CAD/CAM/PDM l’IA
dotto già istruito ma ovviamente in grado di apprendere il meglio possibile dall’utente finale (le sue esigenze, i suoi metodi di lavoro,
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
La trasformazione digitale potrà portare un contributo significativo nella risoluzione di alcune problematiche. Tra le esigenze “storiche” del settore va citata sicuramente la necessità continua di ottimizzare i processi produttivi e aumentarne l’affidabilità anche in regime non presidiato, e la digitalizzazione può svolgere un ruolo significativo attraverso una comunicazione sempre più puntuale tra “utensile intelligente” e macchina.
Tra le problematiche emerse più di recente invece c’è la necessità di poter rispondere in tempi brevissimi ad eventuali gap nella catena di approvvigionamento e logistica per materie prime o semilavorati, e in questo caso il ricorso all’AI con nuovi software per l’analisi dei dati e la creazione di modelli predittivi può permettere alle aziende di mettere in campo diverse strategie produttive e di aumentare il grado di flessibilità e la velocità di risposta in caso di interruzioni o degrado di servizio all’interno della propria filiera.
Altro elemento che sta diventando critico è la necessità per il nostro settore di ritornare ad essere attrattivo anche per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Digitalizzazione e robotica possono sicuramente svolgere un ruolo chiave per far tornare il comparto manifatturiero competitivo anche nella capacità di attrarre nuove risorse e nuove idee rispetto ad altri settori.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri
sui quali si gioca la competitività sul mercato?
Al momento le principali sfide che le aziende devono affrontare per essere competitive nel nostro mercato sono:
- l a difficoltà di pianificazione di molte realtà produttive italiane dovute al perdurare di elementi di insicurezza industriale, economico e di carattere politico internazionale con impatti sulla visibilità nel lungo periodo delle commesse e conseguente difficoltà nella pianificazione e ottimizzazione dei cicli di approvvigionamento e di produzione
- la difficoltà per tutte le aziende del comparto di reperire personale qualificato, con esperienza nelle lavorazioni meccaniche e personale di primo impiego da formare; il cambio generazionale che molti stanno attraversando nella filiera, sia aziende manifatturiere che aziende commerciali attive nel canale di distribuzione
In questo contesto quindi i parametri sui quali si gioca la competitività sono la flessibilità, intesa come velocità di reazione legata anche a produzioni di lotti medio-piccoli e su materiali diversi, e la condivisione di risorse tecniche qualificate.
Per quanto riguarda la flessibilità, il ruolo di Sorma è quello di affiancare il cliente dal punto logistico, supportando al meglio il ciclo degli approvvigionamenti e garantendo la disponibilità degli utensili in tempi brevissimi.
Per quanta riguarda la condivisione di risorse tecniche, Sorma supporta i propri clienti attraverso la presenza continua su campo del suo personale tecnico in grado di consigliare strategie di lavorazione ottimali e, in qualche caso, di affiancare il personale meno esperto in officina. Offriamo ai nostri par-
tner commerciali programmi di affiancamento che permettono di mantenere i rapporti con i clienti attuali sia durante ma anche dopo la fase di cambiamento generazionale. Infine, offriamo ai nostri clienti la possibilità di organizzare corsi di formazione tecnica sia teorica che a bordo macchina per i dipendenti e i neo assunti con meno esperienza nel settore. Vi è poi l’esigenza di migliorare il ciclo produttivo ottimizzando i tempi di lavorazione e riducendo gli scarti, necessità che è sempre stata al primo posto in tutti i settori, e lo è a maggior ragione in un’epoca come quella odierna nella quale l’incertezza sui costi dell’energia, gli aumenti dei costi delle materie prime e la situazione internazionale pongono sfide cruciali ai nostri clienti. Di conseguenza, gli operatori del settore sono alla ricerca di soluzioni per rispondere nel migliore dei modi al cambiamento e mantenere la competitività sul mercato. Sorma rappresenta alcuni tra i migliori marchi nel settore degli utensili da taglio al vertice per prestazioni, affidabilità e ampiezza di gamma, con un’offerta di utensili selezionati che vengono proposti al cliente dopo un’attenta analisi dell’applicazione e dei suoi obiettivi. Questo consente al nostro personale tecnico di individuare l’utensile più adatto ai requisiti di progetto e di ottimizzazione in termini di riduzione del tempo ciclo, affidabilità sui turni non presidiati, qualità delle finiture, vita utensile e costo per parte.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
Il prossimo anno Sorma taglierà il traguardo dei 75 anni: in tutti que-
sti lustri l’azienda ha sempre mantenuto il cliente al centro del proprio operato, considerandolo come un motore, un soggetto attivo da ascoltare, con il quale confrontarsi per comprenderne le necessità e con cui lavorare per trovare la migliore soluzione in ogni contesto produttivo. In questo possiamo affermare che l’approccio al cliente è rimasto sempre lo stesso. Ciò che è cambiato, adattandosi al tempo trascorso e alle opportunità che offre la tecnologia, sono le modalità con cui lavoriamo. Possiamo contare su un team operativo composto un centinaio di dipendenti, all’interno dei quali vi è una squadra di 16 Account Manager dedicata alle attività di consulenza e vendita al consumatore finale e quattro Sales Engineers, figure tecniche qualificate che supportano sul campo l’assistenza pre- e post-vendita. Entrando nelle officine, i Sales Engineers Sorma possono analizzare al meglio l’applicazione e consigliare gli utensili e i parametri di lavorazione più idonei a garantire il miglioramento dei processi. I product manager sono in costante contatto con i propri partner produttivi spingendoli alla ricerca di nuove soluzioni tecnologiche in grado di ampliare l’offerta dei prodotti con utensili sempre più affidabili e performanti. Forniamo supporto tecnico qualificato e motivato che ci consente di contribuire concretamente in fase di analisi e nella messa a punto della lavorazione, o nella formazione tecnica a nuovi operatori. Nell’ottica più generale dell’ottimizzazione dell’intero processo produttivo, Sorma si è dotata di software per offrire ai propri clienti strumenti e soluzioni legati alla riduzione delle scorte e dei tempi di approvvigionamento.
Quali sono gli obiettivi che la vo-
stra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Oggi a livello globale l’attività della divisione Cutting Tools Sorma copre una trentina di paesi. Da qualche tempo stiamo lavorando per consolidare sempre più la nostra presenza in Europa con i nostri marchi perseguendo una politica che mira ad avvicinarsi il più possibile al territorio. Ogni area e ogni distretto produttivo hanno le proprie peculiarità e le proprie necessità: noi puntiamo ad intercettare i bisogni locali offrendo un servizio migliore e più mirato alle reali esigenze di ogni distretto. In Italia siamo presenti con una rete di rivenditori “storici”; all’estero abbiamo inaugurato lo scorso anno Sorma Ibérica con l’obiettivo di seguire ancor più da vicino Spagna e Portogallo supportando il lavoro della rete di rivenditori esistenti attraverso formazione
e consulenza tecnica altamente qualificate. La decisione di inaugurare la sede iberica si inserisce nel solco dell’esperienza più che positiva intrapresa qualche anno fa con la nostra consociata Bema France, con la quale continuiamo il lavoro di consolidamento. Questo modello di crescita reciproca verrà sicuramente riprodotto anche in futuro.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
Uno dei punti di forza che caratterizza l’operato di Sorma sin dalla sua fondazione è l’attenzione continua verso il cliente e, nel nostro contesto di distributore, si concretizza nel servizio. Dal 1950 i contesti produttivi e sociali sono cambiati notevolmente; mantenendo la centralità del cliente in focus, il
modo di intendere il servizio si è evoluto nel tempo per adattarsi ai nuovi paradigmi. Inevitabile, quindi, con l’avvento dell’intelligenza artificiale interrogarsi su come le nuove tecnologie possano dare impulso ai servizi che forniamo. Dopo un anno di analisi, di sviluppo e test operativi, siamo pronti al rilascio della Piattaforma B4U che, in questa prima versione, sarà uno strumento a disposizione del Customer Support e che, nei progetti futuri, diventerà una “app mobile” da distribuire ai Clienti che ne faranno richiesta.
B4U utilizza un motore di sintesi e ricerca basato su software di nuova gnerazione sviluppato negli Stati Uniti per siti internet con motore di ricerca interno che utilizzano AI, creando percorsi di ricerca dinamici e sempre aggiornati, configurati in tempo reale per ogni interlocutore. Oggi gra-
zie a questo software possiamo effettuare ricerche superveloci, a latenza prossima allo zero, grazie ai filtri di tipo “faceting”. Ma la visione aziendale prevede che, nelle prossime versioni, l’uso del linguaggio naturale (sul modello di chatGPT) potrà intercettare il parlato del cliente impegnato in una conversazione e suggerire in tempo reale, la risposta più precisa e adatta alla situazione. Per il cliente tutto questo si traduce in velocità e accuratezza nella risposta, che si tratti di una ricerca su articoli specifici, oppure di informazioni storiche su acquisti pregressi, che sia fatta via telefono oppure via e-mail. Solo di poco più avanti nel tempo, abbiamo in programma il riconoscimento automatico, a cura di una variante di AI dedicata, di oggetti per immagini basata sull’apprendimento di una grande mole di dati.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
Con l’aiuto degli incentivi ad essa correlati, nel mondo manufatturiero la transizione 4.0 è stata assorbita in modo abbastanza naturale, anche grazie al progressivo ingresso nel mondo del lavoro di personale giovane e abituato a gestire un ambiente interconnesso. Da punto di vista dei costruttori/distributori di macchinari ha comportato lo sviluppo di competenze legate non tanto alle macchine, quanto all’ambiente “informatico” in cui lavorano. La transizione 5.0 sarà invece più complessa, perché l’efficientamento energetico coinvolge la progettazione dei macchinari e l’ottimizzazione dell’intero sistema produttivo di un’azienda; in entrambi i campi si è ancora agli inizi e l’impatto e le soluzioni sono molto più complesse rispetto alla sola transizione 4.0.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
La competitività alla fine si gioca sempre sull’efficienza e quindi sulla diminuzione dei fermi della produzione, dovuti a guasti o cambi della produzione; risultano quindi importanti aspetti come la manutenzione predittiva, l’utilizzo di tecnologie che consentano l’abbassamento dei tempi di riattrezzamento e il controllo continuo della qualità produzione, con la conseguente riduzione degli scarti. Dal punto di vista costruttivo ciò comporta un aumento della sensoristica montata sulle macchine, la
trasmissione dei dati e la gestione dei dati raccolti, la disponibilità di banche dati dalle quali estrarre facilmente ciò di cui si necessita; in pratica quanto richiesto dalla transizione 4.0 e in parte anche 5.0, dato che la riduzione degli scarti riduce anche il consumo energetico a parità di produzione.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
L’approccio verso il cliente è per noi ancora abbastanza tradizionale, trattando macchinari in cui è tuttora predominante la qualità meccanica della costruzione. Il cambiamento organizzativo riguarda la ricerca o la formazione di personale in modo da poter gestire le problematiche di tipo essenzialmente informatico che sono sempre più presenti nel momento in cui i prodotti venduti devono essere inseriti nell’ambiente produttivo del cliente.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Dal punto di vista organizzativo ab-
biamo aumentato il personale tecnico sia per l’assistenza post-vendita, sia per dare un maggiore supporto tecnico nella fase di pre-vendita. A medio/lungo termine prevediamo essenzialmente di aumentare la formazione del personale, anche commerciale, per consentire di utilizzare al meglio le nuove tecnologie.
In particolare, al di là dei nostri prodotti storicamente legati all’asportazione e alla deformazione, ci stiamo adesso rivolgendo anche al mondo additive per il metallo. La versatilità della stampa 3D offre sbocchi su mercati che vanno oltre quello a cui ci rivolgiamo abitualmente. Soprattutto in questo campo è necessario un approccio alla produzione molto diverso da quello solito dell’asportazione, quindi stiamo creando un dipartimento specializzato, in modo da poter seguire meglio i clienti che introducono tecnologie additive, cosa sempre più frequente con l’ingresso nelle aziende delle nuove generazioni.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
L’intelligenza artificiale nella manifattura è un progresso già in corso, non arrestabile e quindi bisogna imparare a gestirlo; non è una minaccia, ma una tecnologia in più a disposizione. Sicuramente in futuro dovremo implementarla in azienda (in parte è già utilizzata) e su alcuni nostri prodotti è già presente, anche se in modo trasparente per l’utilizzatore (per esempio nei macchinari connessi a sistemi di manutenzione predittiva). Certamente l’IA richiede anche l’utilizzo di personale con competenze specifiche (quindi un cambiamento organizzativo) e per un utilizzo corretto sarà necessaria una revisione della struttura dei dati aziendali e dell’accesso agli stessi, come proseguimento della strada aperta con la transizione 4.0 Tutto ciò però non esclude il fattore umano, perché ci vorrà sempre qualcuno che sia in grado di capire se l’IA ci sta fornendo risultati corretti, anche solo per una semplice traduzione; sicuramente le competenze richieste in futuro al personale saranno più complesse e più varie.
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Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
Se è vero che negli ultimi 10 anni si è notato una dirompente avanzata della digitalizzazione questo non ha influenzato in modo diretto le tecnologie produttive di base, al di là delle logiche evoluzioni t dei vari prodotti, ma ha permesso , con il trattamento dei dati rilevati e monitorizzati tramite le tecnologie del 4.0, di dare alle imprese degli strumenti per meglio interpretare,
ottimizzare e modificare il ciclo produttivo stesso oltre che avere a disposizione dati per analisi ad ampio spettro.
Essendo tutte le scelte imprenditoriali basate sulla analisi dei numeri /dati, sia finanziari che legati al ciclo produttivo, alla vendita e alla vita del prodotto la digitalizzazione ha permesso l’aggregazione di questi dati.
La transizione 4.0 ha avuto una fase di novità, i di assimilazione e di maturità dove si sono potuti valutare gli effettivi vantaggi delle connessioni dei processi e aree di lavoro con i software gestionali e organizzativi delle aziende ed un ultima fase di preparazione al successivo step rappresentato
dalla introduzione delle tecnologie 5.0 che credo non riguarderà globalmente solo l’efficientamento dei processi produttivi ma per i fornitori di tecnologia una gestione di dati disponibile con le interconnessioni e la messa in cloud di informazioni che permetteranno un miglioramento globale del prodotto tecnologico ed una visione globale dei paradigmi produttivi anche tra vari siti produttivi nel mondo interconnessi tra loro.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
Operando Tiesse Robot nel mondo
della robotica industriale e di processo credo che si dovrà essere proattivi recependo i segnali che arrivano dal mercato/utilizzatore finale dei ns impianti proponendo prodotti sempre più affidabili e monitorizzabili costantemente da cloud, sensoristiche sempre più avanzate e adatte anche con appositi software basati sulla IA di modificare i processi in funzione dei feed back generati dagli ordini di produzione , dai dati che arrivano dai processi produttivi, dai sistemi di controllo qualità etc.. che aggregando molti dati possano creare modifiche del processo senza interventi di operatori.
I tempi di risposta, la facilità di simulazioni dei processi produttivi le evoluzione del prodotto anche mirati a settori in espansione come logistica , farmaceutico che saranno settori in netto sviluppo per le esigenze di automazione permetteranno una ulteriore espansione nell’utilizzo dei robot.
E questo rimanendo solo nell’ambito industriale.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
L’evoluzione dei vari canali comunicativi mirati all’automazione ha permesso ai clienti finali di acquisire una conoscenza critica dei prodotti presenti sul mercato. C’è quindi un grosso mix tra la generazione del contatto col cliente tramite attività su riviste di settore, fiere, strumenti digitali, accesso a webinar, academy, etc.. Ogni operatore sul mercato si deve quindi attrezzare a questo nuovo panorama.
Oggi si interloquisce quindi con clienti preparati alla tecnologia che devono acquisire. L’attività del
contatto diretto non è sostituita ma sicuramente si potenzia e si integrata anche con uso di software di marketing, ricerca e comparazione dei mercati.
Il cliente è diventato anche molto esigente per i servizi post vendita che quindi si devono prevedere azioni di ottimizzazione per i tempi di risposta, per interventi, per manutenzione predittiva. Capacità propositiva nel servire dei
pacchetti di assistenza che permettano una minimizzazione dei tempi di fermo impianto e quindi è richiesta anche una capacità commerciale degli operatori del service.
Si ritorna quindi alla necessità delle connessioni per la raccolta dati.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
Per tutte le aziende l’obbiettivo è un miglioramento delle performance di vendita con un consolidamento finanziario, ma anche un consolidamento della leadership sul mercato. Sicuramente le valutazioni in atto serviranno a creare una struttura che sia sempre più attenta alle rapide evoluzioni del mercato sia come tendenza che come richiesta di un livello tecnologico di prodotto
adeguato alle richieste. Quello che è importante è potere connettere in una unica piattaforma tutte le componenti del Ns mercato, dagli utilizzatori finali agli integratori di sistema etc.. Tutto questo anche con il supporto del nostro partner Giapponese Kawasaki Robotics che si sta muovendo in un ottica globale di ottenimento del benessere della società e della industria tramite la robotica e tramite l’ausilio di connessioni sicure. Il motto è Soluzioni affidabili per il futuro.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
Indubbiamente è una strada obbligata anche dal fatto che per rendere i sistemi robotizzati sempre più flessibili, auto settanti la mole di dati da valutare è talmente alta che non è gestibile se non tramite questi strumenti che , senza che noi ci rendessimo conto, ci stanno già accompagnando da anni nella nostra vita quotidiana.
Un esempio, già in fase di definizione ed in versione Beta da parte di Kawasaki, è nell’ambito dei sistemi di produzione robotizzati sparsi nel mondo una piattaforma digitale ROBO CROSS che permetta una interconnessione globale per monitorare , modificare software, predire fermi isola, supportare service locale e raccogliere dati applicativi che possano servire a tutti gli utilizzatori di robot Kawasaki di sviluppare i propri sistemi, il tutto con integrazione anche nel Metaverso e tramite utilizzo di Avatar per training , suggerimenti tecnici etc... Le informazioni dovranno quindi essere un patrimonio per tutti gli utilizzatori della tecnologia Kawasaki. Naturalmente anche nelle attività commerciali e di marketing l’uso della IA velocizzerà tutta una serie di operazioni che permetteranno agli operatori di concentrarsi maggiormente sul core business. Vanno naturalmente tenuti in considerazione tutti gli aspetti anche etici legati alle normative che dovranno controllare e normare l’utilizzo di queste tecnologie, ma questo è un argomento che ci porterebbe lontano.
Nel corso dei decenni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma mai come negli ultimi dieci anni, con la dirompente irruzione della digitalizzazione, si è visto un radicale cambiamento dei paradigmi produttivi. Come state vivendo la transizione 4.0 e come vi preparate a quella 5.0?
La nostra azienda in questi ultimi anni ha cercato di restare al passo con la tecnologia su entrambi gli aspetti. Quelli di prodotto per i nostri clienti e quelli di produzione per l’efficienza della nostra azienda.
L’integrazione 4.0 è ormai qualcosa di assodato ed è diventata parte del modo di approcciare lo sviluppo di nuovi prodotti. Fratelli Rotondi ha sviluppato nuovi sistemi (specialmente nel settore delle scansioni ottiche) completamente automatizzabili ed integrabili con robot industriali e collaborativi.
Viene comunque mantenuta la possibilità di operare manualmente per tutte quelle aziende che non hanno esigenze spinte di automazione ma la necessità di essere assolutamente flessibili. Allo stesso modo operiamo al nostro interno. Al fine di migliorare la qualità dei nostri prodotti sono stati fatti grossi investimenti realizzando una nuova Camera Bianca per le produzioni più critiche su righe ottiche e nuovi macchinari per l’automazione dello stesso processo produttivo. Macchinari spesso progettati a quattro mano con i fornitori e parzialmente realizzati internamente. Alcuni dei nostri processi sono infatti altamente customizzati e i relativi macchinari non acquistabili sul mercato. Questa la parte interessante del nostro lavoro.
L’industria 5.0 è in una fase ancora di “studio”. Noi come molte
altre aziende stanno valutando nel dettaglio quelli che sono gli aspetti abilitanti e più vantaggiosi per i propri clienti. Al momento la normativa ancora non ha dipanato tutti i dubbi di implementazione. Il nostro gruppo di lavoro è in costante aggiornamento per seguire gli sviluppi ed essere pronti sul mercato.
In questo nuovo contesto produttivo, quali sono i parametri sui quali si gioca la competitività sul mercato?
Produttività e Qualità. I produttori Europei devono basarsi prevalentemente su questi due aspetti. Dobbiamo essere in grado di realizzare un prodotto di alta gamma, qualitativamente parlando. La nostra industria deve differenziarsi dai mercati emergenti per questi aspetti, ma deve anche ed assolutamente farlo ad un costo contenuto per essere competitiva. Come? Automatizzare il più possibile rendendo il processo più snello. Occorre lavorare meno ore, lavorando meglio. In un contesto che vede aumentare l’inflazione anno su anno occorre cercare di incrementare i salari dei nostri dipendenti rendendo più efficienti le ore lavorate in azienda. Produrre di più contenendo le ore lavorate. Produttività in una parola. Nuovi metodi, strumenti aggiornati ed una migliore organizzazione del lavoro. La partecipazione del personale alla vita aziendale è uno degli aspetti fondamentali per fare progetti aziendali su medio/ lungo termine.
Come è cambiato il vostro approccio al cliente e quali cambiamenti organizzativi sono cambiati in azienda negli ultimi anni?
Fino ad un decennio addietro i commerciali aspettavano gli or-
dini seduti sulla scrivania. Oggi questo approccio non è assolutamente applicabile. Occorre essere sempre più vicini al cliente. I commerciali devono avere ampie conoscenze tecniche, i partner (distributori) devono essere altamente autonomi e conoscere la tecnologia in modo approfondito. Al cliente va dimostrata la propria capacità di risolvere i loro problemi. Occorre essere reattivi e disponibili. La nostra azienda ha a disposizione un’ampia gamma di soluzioni e prodotti e per tutti possiamo predisporre una demo, dal cliente o presso la nostra sala espositiva. Le tecnologie così spinte devono necessariamente essere calate sulle esigenze del cliente. Difficile avere una macchina che possa fare tutto. Il rispetto dei tempi e il rapporto umano infine restano due aspetti chiave nel successo o insuccesso di un bid commerciale. La nostra azienda, senza soluzione di continuità investe nella relazione coi partner e nella crescita del proprio personale.
Quali sono gli obiettivi che la vostra azienda si è fissata nel medio lungo termine?
La nostra azienda ha intrapreso un percorso di sviluppo che ci sta portando a lavorare molto sulle nuove tecnologie quali sono i sistemi non a contatto (luce strutturata e laser), la tomografia applicata alla metrologia e alle soluzioni custom. Le macchine di misura tradizionali restano comunque lo zoccolo duro, ma ci stiamo preparando ad affrontare le nuove sfide guardando sempre alla ricerca ed allo sviluppo di nuovi prodotti. Abbiamo inoltre sviluppato un sistema innovativo per le nostre righe ottiche che permette maggiore flessibilità ed elevata accu-
ratezza. Questo ci ha permesso di aumentare il numero dei clienti in questo settore. Stiamo al tempo stesso proseguendo nel nostro percorso di cambio generazionale e dopo alcuni anni di affiancamento le nuove leve iniziano ad essere autonome. L’inserimento di personale giovane è di vitale importanza per un’azienda che guarda avanti. Da 85 anni ormai guardiamo al futuro concentrandoci sempre nel medio-lungo periodo.
In prospettiva, come valuta l’introduzione dell’IA nel contesto manufatturiero? Pensate di implementarla?
Credo darà un grosso contributo, soprattutto in termini di produttività. Gli ambiti sono molti. Dall’amministrazione al commerciale, dalla produzione alla progettazione. L’azienda sta seguendo un percorso di formazione dei propri dipendenti sull’intelligenza artificiale per step progressivi di complessità. L’idea è quella di avere un gruppo di key people formate sul tema che possano valutare le possibili implementazioni nei processi aziendali e nei servizi al cliente. In seguito, procederemo con una formazione più mirata su temi specifici legati a progettazione, amministrazione e ricerca e sviluppo. Oltre ai processi interni anche i nostri clienti potrebbero beneficiare di queste applicazioni in maniera diretta. Si pensi ad esempio all’assistenza tecnica, alla manualistica, alle problematiche più frequenti che possono essere indirizzate utilizzando delle chat evolute e specifiche, i cui contenuti sono costantemente aggiornati da personale tecnico altamente qualificato. Non si tratta quindi dei comuni chatbot ma qualcosa di assolutamente più evoluto.
Dal 1943
investiamo nelle risorse e nella tecnologia per offrire ai nostri clienti le migliori soluzioni metrologiche
Dal 1943
guardiamo avanti grazie ad un solido passato