Alessandro Magno

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Imprese eroiche, vita quotidiana e curiosità di uomini e donne che hanno lasciato una traccia significativa nella storia.

Michele Santuliana

Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE,­ GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).

Alessandro Magno 356 a .C. – 323 a .C.

Un’occasione per conoscere da vicino la vita e le imprese del condottiero più famoso dell’antichità. Michele Santuliana vive in provincia di Vicenza. Cresciuto ascoltando storie, si diverte a raccontarne a sua volta a bambini e ragazzi. Il libro è dotato di approfondimenti online su www.raffaellodigitale.it

E 7,50

Alessandro Magno

Salito al trono giovanissimo, Alessandro Magno stupì tutti per il coraggio e la determinazione, e raggiunse con il suo impero i confini del mondo allora conosciuto. Ma chi era in realtà Alessandro? Ouali tratti del suo carattere lo resero così straordinario e inimitabile? Scoprilo assieme a Sogdi, un bambino che lavora nelle stalle reali e che segue il re macedone nella mitica spedizione contro l’Impero Persiano.

Michele Santuliana

alessandro magno Sui passi di un condottiero



IL MULINO A VENTO Per volare con la fantasia

Collana di narrativa storica per ragazzi


Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Team grafico: Letizia Favillo 1a Edizione 2012 Ristampa 6 5 4 3 2 1

2019 2018 2017 2016 2015

Tutti i diritti sono riservati © 2012 Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloeditrice.it www.grupporaffaello.it e-mail: info@ilmulinoavento.it http://www.ilmulinoavento.it Printed in Italy

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Michele Santuliana

alessandro magno

Sui passi di un condottiero Al tempo del Regno di Macedonia

Illustrazioni di

Mauro Marchesi



Un cavallo indomabile Pella, capitale del Regno di Macedonia, 338 a.C.

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– h, no, sire. Proprio non posso chiedere di meno. Il mercante Filonico pronunciò queste parole con fermezza, ma subito dopo, quasi per scusarsi, abbassò lo sguardo e fece un riverente inchino. Il sole del mattino, quel giorno particolarmente luminoso, lo colpì in viso, costringendolo a socchiudere gli occhi e impedendogli di scorgere la reazione del suo interlocutore. Di fronte a lui stava un uomo non molto alto e piuttosto robusto di corporatura. Aveva un volto rubicondo, le guance ricoperte da una barba arricciata e nervosa e la carnagione pallida dei nobili macedoni. Le braccia scoperte, possenti come quelle di un fabbro, portavano i segni di numerose cicatrici, ricordi di battaglie antiche e recenti. Anche il volto era solcato da una cicatrice, la quale copriva in parte l’occhio destro, perennemente chiuso.

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Lo sguardo, nonostante la menomazione, appariva insieme severo e divertito. – In questo modo osi parlare al grande Filippo, re di Macedonia? – urlò Antipatro, uno dei generali più importanti del regno, fido collaboratore del sovrano. Filonico impallidì. – Io non intendevo mancare di rispetto al re – rispose con voce flebile, – solo che… Non ebbe il coraggio di portare a termine la frase. Con le gambe che gli tremavano si piegò in un inchino ancor più profondo del precedente. Quella scena fece sorridere il sovrano, che finalmente ruppe il silenzio. – Ebbene, Filonico, il prezzo che hai proposto è troppo alto per quel cavallo. Tre uomini finora hanno provato a cavalcarlo, tre dei miei migliori cavalieri, ma nessuno è riuscito nell’impresa. Quindi o abbassi il prezzo o è meglio che te ne torni in Tracia. Qui non abbiamo certo tempo da perdere, dico bene, signori? Il re si voltò e gettò uno sguardo verso la numerosa cerchia di ufficiali e funzionari che gli stava attorno. La corte al completo e tutto il popolo di Pella erano convenuti quella mattina presso la spianata antistante le stalle reali. Non v’era uomo in Macedonia che non co-

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noscesse l’amore del re per i cavalli e nessuno era voluto mancare quando in città s’era sparsa la voce che dalla Tracia era arrivato il mercante Filonico. Era risaputo infatti che da quella terra provenivano i cavalli midentro la storia... gliori dell’armata e ogni cavalli traci si distinguevano destriero che il sovrano Idagli altri per velocità, destrezcavalcava. za e agilità e si riconoscevano Così, quella mattina dall’aspetto: i loro allevatori usavano infatti marchiarli a fuoco tutti s’erano dati appun- con una testa di bue, a simbotamento presso l’ampio leggiarne la forza e il vigore. recinto accanto alle stalle reali per assistere all’acquisto di nuovi quadrupedi da parte del re. Si diceva che Filonico ne avesse condotto uno impossibile da domare, una vera furia. Ora la piccola folla che circondava il sovrano trepidava: Filippo II, illustre re dei macedoni, amante dei cavalli e vincitore dei greci, aveva parlato. Anche gli spettatori più lontani, che ancora commentavano la misera figura fatta qualche istante prima dai cavalieri della scorta reale nel tentativo di domare l’animale, si fecero silenziosi e attenti. Poi, uno dopo l’altro, chinarono il capo in segno di riverenza. Tutti, meno un giovane dall’aria sicura che stava alla destra del re.

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Portava lunghi capelli sciolti che ondeggiavano al vento del mattino e ricadevano sulla clamide, il corto mantello indossato dai nobili macedoni. Il volto aveva tratti morbidi e sulle guance non v’era traccia di barba. Eppure, nonostante non dimostrasse più di diciott’anni, era d’aspetto nobile e fiero. Il suo sguardo poi appariva ancor più risoluto di quello del re. Era Alessandro, figlio di Filippo ed erede al trono di Macedonia. – Padre, se rinunci perderai un gran bel cavallo – disse il giovane, – e per colpa di alcuni incapaci si dirà in giro che tu non sei più il Filippo di un tempo! Un fremito percorse la folla che attorniava il re. Certo, Alessandro era il principe, lui poteva permettersi di parlare quando voleva, ma come osava rivolgersi a Filippo con tali parole? Il re si voltò verso Alessandro e lo squadrò con aria severa. – Tu, figlio mio, pensi di saperne più dei vecchi? – tuonò con voce grave. Alessandro non si lasciò intimorire e sostenne lo sguardo del padre. – Sì, in questo caso penso di saperne più di tutti costoro. Domerò io stesso il cavallo!

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