Daniela Gagliardini
Francesca Lombardo
Daniela Gagliardini
Francesca Lombardo
Percorsi multidisciplinari per l’ora di Alternativa alla religione
Scuola secondaria di primo grado
Programma triennale Life skills Lezioni da svolgere in un’ora
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Progettazione e coordinamento: Stefania Bigatti, Silvia Civerchia
Redazione e impaginazione: duDAT Srl
Progetto grafico: duDAT Srl
Copertina: Giorgio Lucarini
Illustrazioni: Andrea Da Rold
Referenze fotografiche:
Alamy Stock Photo, Gettyimages, ibs.it., Istockphoto, SCIENCE PHOTO LIBRARY, Wikimedia
Coordinamento digitale: Paolo Giuliani
Redazione digitale: Silvia Di Loreto
Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello
Un particolare ringraziamento a Cinzia Bambini per il suo contributo in fase di avviamento del progetto
Il Gruppo Editoriale Raffaello mette a disposizione i propri libri di testo in formato digitale per gli studenti ipovedenti, non vedenti o con disturbi specifici di apprendimento.
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Ristampa:
Percorsi multidisciplinari per l’ora di Alternativa alla religione
L’Alternativa in Agenda offre un percorso ricco di spunti, letture e attività coinvolgenti organizzato in 18 unità multidisciplinari: scopriamo insieme come è fatto.
All’inizio delle unità del libro trovi:
una grande immagine che evoca l’argomento dell’unità
alcuni versi di una canzone per portarti sulla giusta lunghezza d’onda
una proposta di discussione in gruppo, per iniziare a calarvi nell’argomento
Nelle lezioni trovi:
il QR code che ti consente di accedere al libro digitale
un brano illustrato e contestualizzato da una introduzione, anche in versione audiolibro sul libro digitale
attività individuali e da svolgere in gruppo
Le discipline di riferimento
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A fine unità trovi:
una pagina di curiosità sull’argomento dell’unità, notizie dal mondo e storie interessanti
una lista di libri e film per approfondire gli argomenti dell’unità
il QR code per ascoltare il podcast Occhio ai simboli!
critico
una pagina di test che, con domande leggere, ti fa scoprire qualcosa di più sul tuo rapporto col tema dell’unità
Le attività associate a Life Skills sono evidenziate.
Gli argomenti e le attività legate all’Agenda 2030 sono contrassegnate dai simboli degli obiettivi.
L 3
L 4
L 4
L 2
L 1 Tutto cambia
Scienze • Educazione Civica
L 2 Chi sono, chi sto diventando
Scienze • Educazione Civica
L 3 Le dipendenze
Scienze • Educazione Civica
L 4 I disturbi alimentari
Italiano • Scienze • Educazione Civica
LO SAI CHE
Cinque curiosità sull’adolescenza
Com’è la tua maturità?
L 2 La lotta alla mafia
Storia • Educazione Civica
L 3 Mafie moderne
Educazione Civica • Scienze
L 4 La legalità
Educazione Civica
tipo di energia rinnovabile sei?
Scienze • Storia • Educazione Civica
L 2 La Terra nello spazio
L 3 La Stazione Spaziale Internazionale
L 4 La ricerca nello spazio
Scienze • Tecnologia
pianeta del sistema
• Storia dell’arte
Civica LO SAI CHE Cinque curiosità sulla parità di genere
Quale donna del passato è per te fonte
la guerra
• Educazione Civica
La guerra moderna
• Educazione Civica
Il mercato delle armi
Civica
L 4 La pace
Educazione Civica LO SAI CHE
Cinque curiosità sulla guerra e sulla pace
Chi è il tuo supereroe della pace?
Cerca in rete la canzone dei Nomadi Ricordati di Chico e leggi i versi seguenti.
Ma salvare le foreste
Vuol dire salvare l’uomo, Perché l’uomo non può vivere
Tra acciaio e cemento. Non ci sarà mai pace, mai vero amore, Finché l’uomo non imparerà
A rispettare la vita.
I Nomadi – Ricordati di Chico
Negli anni Ottanta del secolo scorso, l’ambientalista e attivista per i diritti Chico Mendes sollevò a livello mondiale la questione della deforestazione in Amazzonia
Quarant’anni dopo, il problema è drammaticamente fuori controllo. Ne avete mai sentito parlare?
Nel testo della canzone si dice che l’essere umano “non può vivere tra acciaio e cemento”. Siete d’accordo?
Letteratura • Scienze
Prima di iniziare a leggere
Il barone rampante è un romanzo di Italo Calvino pubblicato per la prima volta nel 1957. Racconta la storia del dodicenne Cosimo Piovasco di Rondò che un giorno, mentre è a tavola per il pranzo, si rifiuta di mangiare le lumache; litiga con i genitori che lo richiamano alle regole della buona educazione e lui, per tutta risposta, si alza da tavola e si rifugia sul suo albero preferito. Sull’albero è così arrabbiato da giurare che non metterà più piede a terra. Mantiene la promessa, vivendo una vita lunga e ricca di avventure sugli alberi
La storia è raccontata dal fratello di Cosimo, Biagio, che all’inizio del romanzo ha otto anni.
osimo era sull’elce. I rami si sbracciavano, alti ponti sopra la terra. Tirava un lieve vento; c’era sole. Il sole era tra le foglie, e noi per vedere Cosimo dovevamo farci schermo con la mano. Cosimo guardava il mondo dall’albero: ogni cosa, vista di lassù, era diversa, e questo era già un divertimento. Il viale aveva tutt’un’altra prospettiva, e le aiole, le ortensie, le camelie, il tavolino di ferro per prendere il caffè in giardino. […] In fondo si stendeva il mare, alto d’orizzonte, ed un lento veliero vi passava. […] L’elce era vicino a un olmo; le due chiome quasi si toccavano. Un ramo dell’olmo passava mezzo metro sopra a un ramo dell’altro albero; fu facile a mio fratello fare il passo e così conquistare la sommità dell’olmo, che non avevamo mai esplorato, per esser alto di palco e poco arrampicabile da terra. Dall’olmo, sempre cercando dove un ramo passava gomito a gomito con i rami d’un’altra pianta, si passava su un carrubo, e poi su un gelso. Così vedevo Cosimo avanzare da un ramo all’altro, camminando sospeso sul giardino.
Certi rami del grande gelso raggiungevano e scavalcavano il muro di cinta della nostra villa, e di là c’era il giardino dei d’Ondariva. Noi, benché confinanti, non sapevamo nulla dei Marchesi d’Ondariva e Nobili d’Ombrosa, perché godendo essi da parecchie generazioni di certi diritti feudali su cui nostro padre vantava pretese, un astio reciproco divideva le due famiglie, così come un muro alto che pareva un mastio di fortezza divideva le nostre ville, non so se fatto erigere da nostro padre o dal Marchese. Italo Calvino, Il barone rampante, Mondadori 1957
Il barone rampante è ambientato alla fine del Settecento, epoca in cui foreste e boschi erano molto più estesi di oggi. Italo Calvino immagina una situazione in cui la vegetazione è così fitta che si può viaggiare per decine di chilometri passando da un albero all’altro senza mai toccare terra. Nel brano che hai letto sono nominate diverse specie di piante che l’autore classifica con la precisione di uno scienziato. Sicuramente lo scrittore è stato influenzato dal lavoro dei genitori: la madre di Calvino, Eva Mameli, era infatti botanica e naturalista e fu la prima donna italiana a diventare docente universitaria; il padre era un agronomo. Fai una ricerca e compila lo schema disegnando le piante citate e un dettaglio della foglia.
Scienze • Geografia
Dal punto di vista ecologico il bosco è un insieme di alberi e arbusti che occupa un’ampia superficie di terreno, in interazione con gli elementi dell’ambiente: clima, suolo, esseri viventi. Gli esseri viventi si distinguono in produttori, che costruiscono sostanza organica a partire dall’anidride carbonica attraverso la fotosintesi clorofilliana, consumatori, gli organismi eterotrofi che si nutrono di altri organismi, e
decompositori, che degradano la sostanza organica e la rendono nuovamente disponibile nell’ambiente.
Il bosco, dunque, è un ecosistema complesso in cui avvengono scambi di materia ed energia. Queste interazioni influiscono sulla vita di organismi animali, vegetali, microrganismi, modificano il suolo, il clima e la disponibilità dell’acqua.
In quale di queste immagini, secondo te, è rappresentato un bosco? Per ciascuna di esse prova a descrivere le interazioni tra esseri viventi all’interno dell’ecosistema. Puoi anche aiutarti sfogliando il tuo libro di scienze o di geografia
FILARE DI QUERCE MONUMENTALI
Interazioni: BOSCO URBANO FAGGETTA APPENNINICA
Interazioni:
I benefici a favore dell’essere umano
Si chiamano “servizi ecosistemici” i molti benefici che i sistemi naturali generano a favore dell’essere umano: questi influenzano la nostra vita e il nostro benessere in termini di risorse, salute, valori spirituali e culturali. I boschi e le foreste offrono un’ampia serie di servizi ecosistemici, dalla fornitura di legname a
quella dei prodotti del bosco (funghi, tartufi, frutti), proteggono il suolo dal dissesto idrogeologico, favoriscono la biodiversità. Inoltre regolano il clima, assorbendo la CO2 contrastano l’effetto serra, mantengono in equilibrio il ciclo dell’acqua; infine rappresentano inoltre un’importante risorsa turistica e ricreativa.
SERVIZI ECOSISTEMICI DEI BOSCHI
CO2 , O2 , clima, acque, erosione e dissesto idrogeologico, biodiversità
cibo, materie prime, acqua, biodiversità
valori estetici, ricreativi, educativi, spirituali, artistici, identitari
1. Quando è stata l’ultima volta che hai passeggiato in un bosco? Dove ti trovavi? Quali attività hai svolto? Racconta.
2. Osserva le immagini degli alberi monumentali della pagina precedente. Sono alberi protetti dalla legge italiana perché portatori di un valore prezioso, anche se non tangibile. Prova a immaginare le vicende alle quali questi alberi hanno assistito impassibili, nel corso dei secoli, sopravvivendo a tempeste e terremoti. Pensa agli abitanti del luogo e alle loro storie di fatica, di sopravvivenza, di guerra; pensa agli organismi viventi a cui hanno fornito riparo e nutrimento e alle tonnellate di anidride carbonica che hanno trasformato in materia vivente e ossigeno; infine pensa a come contribuiscono a rendere il paesaggio unico e riconoscibile.
Geografia • Scienze • Educazione Civica
In un ecosistema urbano, le interazioni e le connessioni tra gli esseri viventi e non viventi devono fare i conti con il grande impatto dell’essere umano. La presenza di costruzioni che trattengono il calore, i grandi consumi energetici e i trasporti determinano un fenomeno chiamato “isola di calore urbana”: le città sono come isole in cui la temperatura è decisamente più alta rispetto alle periferie e alla campagna circostante.
Area residenziale fuori città Zona industriale
Centro città
Campagna Parco
Area residenziale urbana
Area residenziale fuori città
In città la qualità dell’aria è fortemente compromessa dalle emissioni di gas e microparticelle da parte di abitazioni e mezzi di trasporto. Tutti gli approvvigionamenti devono venire dall’esterno, con grande consumo di energia. Il terreno costruito, inoltre, è reso impermeabile all’acqua piovana e questo provoca frequenti allagamenti.
Nelle città, parchi e boschi urbani coprono una superficie ridotta, ma svolgono fondamentali servizi di regolazione. L’effetto sulla qualità della vita è particolarmente evidente: attraverso la traspirazione, la riflessione e l’assorbimento dei raggi del sole contrastano l’eccesso di calore, forniscono ombra, assorbono CO2 e raccolgono le particelle atmosferiche inquinanti. Svolgono inoltre un importante effetto antirumore e assorbono l’acqua piovana, rendendo il terreno più permeabile.
I parchi urbani non sono boschi spontanei, sono aree progettate da esperti in scienze forestali, che selezionano quali alberi mettere a dimora per ottimizzare i servizi ecosistemici che possono offrire. 33°C
Alcune specie di alberi hanno caratteristiche (superficie della foglia, velocità di accrescimento, perdita delle foglie in inverno) che conferiscono migliori capacità di cattura della CO2, delle polveri sottili e degli inquinanti.
LA TOP TEN DELLE PIANTE ANTI SMOG
Top ten Specie CO2 catturata (tonnellate in 20 anni) Capacità anti inquinanti gassosi
1 Acero riccio (Acer platanoides)
2 Betulla verrucosa (Betula pendula)
3 Cerro (Quercus cerris)
4 Gingko (Gingko Biloba)
5 Tiglio nostrano (Tilia Plathyphyllos)
6 Bagolaro (Celtis australis)
7 Tiglio selvatico (Tilia cordata)
10 Ontano nero (Alnus glutinosa)
anti polveri
totale di mitigazione
Fonte: Elaborazione Coldiretti su dati Cnr
La scelta migliore deve comunque ricadere su specie tipiche del territorio, perché presentano il miglior adattamento alle condizioni climatiche. In Italia si mettono a dimora in città, per il loro ottimo effetto antiparticolato, queste specie: orniello, olmo, gelso, frassino, leccio, acero campestre, biancospino, bagolaro, tiglio.
Usando PlantNet, un’app gratuita che effettua il riconoscimento delle specie vegetali a partire da una fotografia, recatevi in un’area verde vicina alla scuola e scoprite quali specie di alberi ci sono. Sono una buona scelta per quanto riguarda il miglioramento della qualità dell’aria?
Le selve in Italia ieri oggi e domani
L’area coperta da selve non è coltivabile né edificabile
La distribuzione dei boschi riflette dunque anche la vocazione di un territorio all’agricoltura, come è stato, per secoli, in Italia. L’inversione di tendenza è avvenuta nel 2018: la superficie forestale ha superato quella agricola.
Più di un terzo (36,7%) del territorio italiano è ricoperto da foreste e questa percentuale è in costante crescita. La superficie forestale è aumentata di circa il 20% nell’ultimo decennio. Sono tutti molto incoraggianti i dati contenuti nel più recente “Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio”, realizzato dall’Arma dei Carabinieri con il supporto scientifico del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi per l’economia agraria. […]
Il dato più interessante è la crescita della massa vivente e del carbonio immagazzinato nelle foreste: non solo nuovi boschi si espandono nelle superfici lasciate libere dall’agricoltura, ma i boschi esistenti continuano a crescere, dimostrando un basso impatto dell’uomo sugli ecosistemi del nostro Paese e un alto stato di tutela, come indicano le percentuali di foreste interessate a oggi da vincolo idrogeologico (oltre 80%) e da forme di protezione della biodiversità (oltre il 30%).
Tratto e adattato da La Repubblica, Marco Frojo, 3 maggio 2022
Questa tendenza positiva dipende da un maggiore impegno, a livello internazionale, per la conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle foreste e per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
Cerca su Internet informazioni a proposito della Strategia europea sulla biodiversità 2030, un piano ambizioso per proteggere la natura e invertire il degrado degli ecosistemi. Quali sono i quattro obiettivi che si prefigge di raggiungere entro il 2030? Trascrivili di seguito.
Letteratura • Scienze • Geografia
Prima di iniziare a leggere
Questo brano è tratto da un breve romanzo dello scrittore francese Jean Giono, dal titolo L’uomo che piantava gli alberi. Il protagonista è Elzéard Bouffier, un pastore solitario che, anno dopo anno, ha dedicato la sua vita a piantare alberi, donando nuova vita a intere vallate brulle e aride.
Una quarantina circa di anni fa, stavo facendo una lunga camminata, tra cime assolutamente sconosciute ai turisti, in quella antica regione delle Alpi che penetra in Provenza.
Questa regione è delimitata a sud-est e a sud dal corso medio della Durance, tra Sisteron e Mirabeau; a nord dal corso superiore della Drome, dalla sorgente sino a Die; a ovest dalle pianure del Comtat Venaissin e i contrafforti del Monte Ventoux. Essa comprende tutta la parte settentrionale del dipartimento delle basse Alpi, il sud della Drome e una piccola enclave della Valchiusa.
Si trattava, quando intrapresi la mia lunga passeggiata in quel deserto, di lande nude e monotone, tra i milledue e i milletrecento metri di altitudine. L’unica vegetazione che vi cresceva era la lavanda selvatica.
Attraversavo la regione per la sua massima larghezza e, dopo tre giorni di marcia, mi ritrovavo in mezzo a una desolazione senza pari. Mi accampai di fianco allo scheletro di un villaggio abbandonato. Non avevo più acqua dal giorno prima e avevo necessità di trovarne. Quell’agglomerato di case, benché in rovina, simile a un vecchio alveare, mi fece pensare
C’era di fatti una fonte, ma secca. Le cinque o sei case, senza tetto, corrose dal vento e dalla pioggia, e la piccola cappella col campanile crollato erano disposte come le case e le cappelle dei villaggi abitati, ma la vita era scomparsa.
Era una bella giornata di giugno, molto assolata ma, su quelle terre senza riparo e alte nel cielo, il vento soffiava con brutalità insopportabile. I suoi ruggiti nelle carcasse delle case erano quelli di una belva molestata durante il pasto.
Dovetti riprendere la marcia. Cinque ore più tardi non avevo ancora trovato acqua e nulla mi dava speranza di trovarne. Dappertutto la stessa aridità, le stesse erbacce legnose. Mi parve di scorgere in lontananza una piccola sagoma nera, in piedi. La presi per il tronco d’un albero solitario. A ogni modo mi avvicinai. Era un pastore. Una trentina di pecore sdraiate sulla terra cocente si riposavano accanto a lui.
Mi fece bere dalla sua borraccia e, poco più tardi, mi portò nel suo ovile, in una ondulazione del pianoro. Tirava su l’acqua, ottima, da un foro naturale, molto profondo, al di sopra del quale aveva installato un rudimentale verricello.
L’uomo parlava poco, come nella natura dei solitari, ma lo si sentiva sicuro di sé e confidente in quella sicurezza. Era una presenza insolita in quella regione spogliata di tutto. Non abitava in una capanna ma in una vera casa di pietra, ed era evidente come il suo lavoro personale avesse rappezzato la rovina che aveva trovato al suo arrivo. Il tetto era solido e stagno. Il vento che lo batteva faceva sulle tegole il rumore del mare sulla spiaggia.
La casa era in ordine, i piatti lavati, il pavimento di legno spazzato, il fucile ingrassato; la minestra bolliva sul fuoco. Notai che l’uomo era rasato di fresco, che tutti i suoi bottoni erano solidamente cuciti, che i suoi vestiti erano rammendati con la cura minuziosa che rende i rammendi invisibili.
Divise con me la minestra e, quando gli offrii la borsa del tabacco, mi rispose che non fumava. Il suo cane, silenzioso come lui, era affettuoso senza bassezza.
Era rimasto subito inteso che avrei passato la notte da lui; il villaggio più vicino era a più di un giorno e mezzo di cammino; oltretutto, conoscevo perfettamente il carattere dei rari villaggi di quella regione. Ce ne sono quattro o cinque sparsi lontani gli uni dagli altri sulle pendici di quelle cime, nei boschi di querce al fondo estremo delle strade carrozzabili. Sono abitati da boscaioli che producono carbone di legno. Sono posti dove si vive male. Le famiglie, serrate l’una contro l’altra in quel clima di una rudezza eccessiva, d’estate come d’inverno, esasperano il proprio egoismo sottovuoto. L’ambizione irragionevole si sviluppa senza misura, nel desiderio di sfuggire a quei luoghi.
Gli uomini portano il carbone in città con i camion, poi tornano. Le più solide qualità scricchiolano sotto questa perpetua doccia scozzese. Le donne covano rancori. C’è concorrenza su tutto, per la vendita del carbone come per il banco di chiesa, per le virtù che lottano tra di loro, per i vizi che lottano tra di loro e per il miscuglio dei vizi e delle virtù, senza posa. Per sovrappiù, il vento altrettanto senza posa irrita i nervi. Ci sono epidemie di suicidi e numerosi casi di follia, quasi sempre assassina. Il pastore che non fumava prese un sacco e rovesciò sul tavolo un mucchio di ghiande. Si mise a esaminarle l’una dopo l’altra con grande attenzione, separando le buone dalle guaste. Io fumavo la pipa. Gli proposi di aiutarlo. Mi rispose che era far suo. In effetti, vista la cura che metteva in quel lavoro, non insistetti. Fu tutta la nostra conversazione. Quando ebbe messo dalla parte delle buone un mucchio abbastanza grosso di ghiande, le divise mucchietti da dieci. Così facendo eliminò ancora i frutti piccoli o quelli leggermente screpolati, poiché li esaminava molto da vicino. Quando infine ebbe davanti a sé cento ghiande perfette, si fermò e andammo a dormire.
La società di quell’uomo dava pace. Gli domandai l’indomani il permesso di riposarmi per l’intera giornata da lui. Lo trovò del tutto naturale o, più esattamente, mi diede l’impressione che nulla potesse disturbarlo. Quel riposo non mi era affatto necessario ma ero intrigato e ne volevo sapere di più. Il pastore fece uscire il suo gregge e lo portò al pascolo. Prima di uscire bagnò in un secchio d’acqua il sacco in cui aveva messo le ghiande meticolosamente scelte e contate.
Notai che in guisa di bastone portava un’asta di ferro della grossezza di un pollice e lunga un metro e mezzo. Feci mostra di voler fare una passeggiata di riposo e seguii una strada parallela alla sua. Il pascolo delle bestie era in un avvallamento.
Lasciò il piccolo gregge in guardia al cane e salì verso di me. Temetti che venisse per rimproverarmi della mia indiscrezione ma niente affatto, quella era la strada che doveva fare e mi invitò ad accompagnarlo se non avevo di meglio. Andava a duecento metri da lì, più a monte. Arrivato dove desiderava, cominciò a piantare la sua asta di ferro in terra. Faceva così un buco nel quale depositava una ghianda, dopodiché turava di nuovo il buco. Piantava querce. Gli domandai se quella terra gli apparteneva. Mi rispose di no. Sapeva di chi era? Non lo sapeva. Supponeva che fosse una terra comunale, o forse proprietà di gente che non se ne curava? Non gli interessava conoscerne i proprietari. Piantò così le cento ghiande con estrema cura.
Dopo il pranzo di mezzogiorno ricominciò a scegliere le ghiande. Misi, credo, sufficiente insistenza nelle mie domande, perché mi rispose. Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila ne erano spuntati ventimila. Di quei ventimila, contava di perderne ancora la metà, a causa dei roditori o di tutto quel che c’è di imprevedibile nei disegni della Provvidenza. Restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove prima non c’era nulla.
Jean Giono, L’uomo che piantava gli alberi, Salani 1953
1. Dove si svolge la vicenda? Cerca su un atlante (anche online) tutti i nomi geografici citati.
2. Che idea ti sei fatto della vita che si conduceva nelle vallate descritte?
3. Che cosa fa il pastore la sera, prima di andare a dormire?
4. A chi appartiene la terra in cui il pastore pianta le querce?
5. Secondo te, perché il pastore pianta le querce?
6. Quante querce prevedeva di far crescere Elzéard Bouffier nelle valli descritte nel brano?
7. Hai mai pensato di piantare un albero, proprio come fa il pastore del racconto? Per iniziare non ti servono molte cose: un vaso (o un giardino), del terriccio e qualche seme di albero, per esempio qualche ghianda di quercia.
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Il carrubo e la strage di Capaci
Un carrubo, simbolo della Sicilia, è stato piantato nel luogo della strage di Capaci, in cui nel 1992 vennero uccisi dalla mafia il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della sua scorta. Al suo fianco, come monumento vivente di resistenza e generosità, un altro carrubo, ferito ma sopravvissuto alla strage.
Vuoi riforestare anche tu il mondo?
Lo sai che anche tu puoi dare un contributo alla del mondo? Esistono alcune associazioni come the future o Treedom che ti permettono di finanziare progetti di riforestazione in giro per il mondo, anche con una piccolissima spesa.
Fai una talea
Se alle app preferisci le attività pratiche e non hai paura di sporcarti le mani, puoi provare a creare nuove piante: procurarti qualche vasetto, del buon terriccio e una paletta. Ti consigliamo di iniziare provando a fare delle scegli una pianta, taglia un rametto al di sotto di un nodo fogliare, mettine l’estremità in acqua per qualche giorno e osservala. Quando la talea avrà messo delle piccole allora potrai provare a piantarla.
La Giornata degli alberi è a novembre
Save the date!
Il 21 novembre è la “Giornata nazionale degli alberi”. Segna la data sul calendario e proponiti di celebrarla in un modo che ti sia congeniale: potresti fare una passeggiata nel parco della tua città, mettere a dimora un nuovo albero o dipingere un quadro che abbia come soggetto una pianta. Ricorda di coinvolgere quante più persone possibile, perché mai come in queste occasioni vale il principio: l’unione fa la forza.
C’è un albero molto, molto anziano Lunga vita agli alberi. Si dice che l’albero più antico del mondo sia un pino californiano e abbia la bellezza di quasi Era già sulla terra prima della costruzione delle piramidi, dell’invenzione della democrazia nella città di Atene e dell’espansione dell’Impero romano. Incredibile, vero? Si chiama Methuselah preferiscono tenere nascosta questa informazione per proteggere l’albero.
guerrilla gardening? È una forma di giardinaggio in po’ estrema che talvolta è stata anche criticata: consiste nell’individuare aree abbandonate o incolte (aiuole urbane non curate, parchi cittadini in rovina, fossi nei pressi di canali) e di dare loro nuova vita piantando fiori, praticano questa forma di giardinaggio su terre che non sono di loro proprietà, ed è per questo che di solito lo fanno di nascosto, senza chiedere il permesso a nessuno. Tu che cosa ne pensi? Perché, secondo te, lo fanno? Quale messaggio vogliono trasmettere?
Pando, il bosco di pioppi nello Utah Pando? È un bosco di pioppi tremuli che si trova negli Stati Uniti e più precisamente nello Stato dello Utah. Ha un’estensione enorme e gli studiosi considerano che il suo sistema radicale sia uno degli organismi viventi più antichi del mondo. Si stima che abbia all’incirca 80 mila anni.
I ricercatori hanno scoperto che a causa del cambiamento climatico le foreste delle montagne alpine stanno migrando verso l’alto. Per ora la risalita è stata di circa 20 metri. I primi a migrare sono arbusti e piante erbacee con ciclo di vita di uno/due anni, ma presto arriveranno anche gli alberi.
1. Se potessi scegliere, dove vorresti vivere?
A Ovunque in Italia
B Dall’Asia all’Europa, anche al gelo!
C Dal mare alla montagna, anche al freddo
D Nei Paesi mediterranei
2. Ti piaccionno gli alberi:
A maestosi, imponenti
B con frutti bianchi o rossi
C grandi, larghi, eleganti
D un po’ particolari
3. Quale tra questi è l’animale che preferisci?
A Cinghiale
B Farfalla
C Maggiolino
D Cavallo
4. Nella vita per te sono importanti:
A la giustizia e la morale
B la prudenza l’intelligenza e la passione
C l’amicizia e il sostegno
D la generosità e lo spirito di adattamento
5. Quale tra le seguenti attività preferisci?
A Meditare nella tranquillità di un bosco
B Fare una scorpacciata di more
C Convivere con un amico
D Giocare al sole e al caldo
6. Qual è la tua stagione preferita?
A Autunno
B Primavera
C Inverno
D Estate
Maggioranza di risposte A: ELCE
Come tutte le querce il leccio (elce) è maestoso, forte, resistente. Cresce lentamente e per questo è associato alla saggezza. In Italia cresce fino alla bassa montagna.
Maggioranza di risposte B: GELSO
Introdotto dall’Asia per l’allevamento dei bachi da seta, produce deliziosi frutti, simili alle more, di colore bianco o nero. Rustico, adattabile, assorbe l’inquinamento atmosferico. Per la sua capacità di attendere le ultime gelate prima di fiorire, fin dall’antichità simboleggia la prudenza.
Maggioranza di risposte C: OLMO
Bellissimo albero dalla grande chioma elegante, un tempo molto diffuso in Italia. Produce legname facilmente lavorabile e molto pregiato. Rappresenta amicizia, sostegno e protezione, perché fin dall’antichità viene usato come sostegno per la vite.
Maggioranza di risposte D: CARRUBO Tipico albero mediterraneo vive in pieno sole e in zone aride e poco fertili, è longevo e ha radici profonde. Produce un frutto a baccello, usato come foraggio e anche in pasticceria. Simboleggia la resistenza alle avversità e la generosità.
Autrici: Valeria Cigliola e Elisabetta
Morosini
Editore: Sinnos
Da leggere perché:
È la storia di un un piccolo gruppo di amici che coinvolgono l’intera cittadinanza nella loro missione: salvare Eleonor, una quercia secolare che ha testimoniato fatti salienti del passato. Un racconto sui diritti delle piante scritto da due magistrate.
Autore: Jean Giono
Editore: Salani
Da leggere perché: È un romanzo breve sull’importanza e la bellezza del piantare gli alberi. È la storia (fantastica, ma verosimile) di Elzéard Bouffier, un pastore che, armato di pazienza e volontà, negli anni riforesta aride vallate della Provenza, portando nuova vita alla natura e agli abitanti della regione.
Autore: Forrest Carter
Editore: Salani
Da leggere perché: Piccolo Albero è un bambino di cinque anni, che viene affidato ai nonni, appartenenti alla tribù Cherokee. Il nome che gli viene assegnato segna il suo destino: il bambino cresce a contatto con la Natura, ne conosce i segreti più nascosti e impara ad amarla e rispettarla.
Autore: Elena Accati
Editore:
Editoriale
Scienza
Da leggere perché: È la storia di Eva Mameli, la madre del grande scrittore Italo Calvino. Fin da piccola, Eva è sempre stata appassionata di alberi e piante, giovanissima si laurea in Scienze naturali e poi si avvia, prima donna in Italia, alla carriera di docente universitaria.
Autore: Davide Morosinotto
Editore: Einaudi ragazzi
Da leggere perché:
È la storia di Chico Mendes, un attivista brasiliano che ha dedicato l’intera vita a difendere l’Amazzonia, osteggiato da molti imprenditori e da alcuni politici brasiliani. In questo libro si ripercorrono i momenti più importanti della sua vita.
Autore: Bruno Munari
Editore: Corraini
Da leggere perché: È un libro adatto a lettori (e artisti) di tutte le età.
Fornisce indicazioni semplici, essenziali, ma efficaci per osservare e riprodurre su carta tronchi, rami e foglie. Dopo averlo letto, vorrai cimentarti anche tu nell’impresa di disegnare l’albero che più ti rappresenta.
Ascolta l’episodio 1 del podcast Dialoghi in Agenda: dalla scuola al mondo
Cerca in rete la canzone Dalla parte del toro di Caparezza e leggi i versi seguenti.
Tipo yeti tu mi credi
Abominevole perché
Mi vedi precipitevole
Ma è solamente l’indole
Con cui mi dipingono le favole.
Caparezza – Dalla parte del toro
Gli animali sono esseri senzienti, dotati di una coscienza che fa loro provare emozioni positive e negative. Amiamo gli animali, ma continuiamo a utilizzarli in condizioni poco dignitose nel circo, nelle corride (come il toro di cui si parla nella canzone), negli acquari, negli zoo, provocando loro costrizioni e sofferenza fisica. Secondo voi esistono altre contraddizioni nel rapporto essere umano - animale?
Italiano • Scienze
Prima di iniziare a leggere
Stai per leggere un brano del naturalista inglese Gerald Durrell tratto dal celebre La mia famiglia e altri animali. In questo libro l’autore racconta l’incredibile esperienza vissuta da ragazzo, quando ha lasciato l’Inghilterra per andare a vivere con la sua famiglia a Corfù, in Grecia. Qui ha avuto una vita libera, a contatto con la natura, e ha potuto osservare da vicino gli animali dell’isola.
Sotto le gronde della villa si erano stabilite le rondini. Erano arrivate poco prima di noi, e le loro bitorzolute case di fango erano appena finite, ancora umide e color marrone scuro come un plum-cake ben ripieno di uvetta. Ora che asciugandosi stavano prendendo un colore biscotto più chiaro, i genitori uccelli erano indaffarati a foderarli, facendo scorrerie nel giardino in cerca di piccole radici, lana di pecore o piume. Due dei nidi erano più in basso degli altri, e su questi concentrai la mia attenzione. Per giorni e giorni tenni appoggiata una lunga scala contro il muro proprio tra i due nidi, e ogni giorno, pian pianino, mi arrampicavo un po’ più in alto, finché non arrivavo a sedermi sull’ultimo piolo e a guardare nei nidi, che ora riuscivo a vedere a poco più di un metro di distanza. I genitori uccelli non sembravano affatto disturbati dalla mia presenza e continuarono il loro duro lavoro di metter su casa, mentre io me ne stavo accovacciato in cima alla scala e Roger giaceva ai suoi piedi.
Arrivai a conoscere molto bene queste famiglie di rondini, e osservavo con grande interesse il loro lavoro quotidiano. Quelle che ritenevo le due femmine si comportavano in modo molto simile, zelanti un po’ preoccupate, apprensive al massimo e affaccendate. I maschi, invece, erano molto diversi di carattere. Mentre erano occupati a rifinire l’interno del nido, uno dei due portava del materiale ottimo, ma si rifiutava di considerare tutta quella faccenda un vero lavoro. Tornava a casa a precipizio, portando nel becco un ciuffo di lana di pecora, ma poi perdeva parecchi minuti a sfiorare a volo radente i fiori del giardino, tracciando dei grandi otto, o a serpeggiare dentro e fuori tra i pilastri che sorreggevano le viti. Sua moglie si teneva aggrappata al nido e continuava a stridere esasperata, ma lui non voleva saperne di prendere la vita sul serio. Anche l’altra femmina aveva qualche difficoltà col suo compagno, ma erano difficoltà di tutt’altra specie. Quest’altro,
semmai, era fin troppo entusiasta. Sembrava deciso a non lesinare sforzi per dare ai suoi piccoli il nido meglio foderato della colonia. Ma purtroppo non era un matematico, e per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare le dimensioni del suo nido. Tornava di volata, pigolando in un tono sommesso ma eccitato, reggendo nel becco una penna di gallina o di tacchino grossa quanto lui, e con un calamo così duro che era impossibile piegarla. Di solito sua moglie impiegava parecchi minuti a convincerlo che, per quanti sforzi e acrobazie facessero, la penna non sarebbe mai entrata nel nido.
Alla fine, profondamente deluso, lui si decideva a lasciar cadere la penna, che fluttuava in aria per andare ad accrescere il mucchio sempre più alto del terreno sottostante; poi volava via in cerca di qualcosa di più adatto. Dopo un po’ tornava, vacillando sotto il peso di un carico di lana di pecora così appallottolato e indurito di terra e di sterco che lui faticava a portarlo fin sulle gronde, figuriamoci qua dentro il nido.
Gerald Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi 1990
1. LIFE SKILLS Esercitare il pensiero critico Come ti immagini un etologo?
Nel brano che hai letto il giovane Gerald si comporta come un etologo, ovvero uno studioso del comportamento degli animali osservati nel contesto dell’ambiente in cui vivono, per scoprire i loro comportamenti innati e le loro strategie comunicative fatte di segnali olfattivi, visivi, sonori.
Completa l’organizzatore inserendo nel giusto riquadro le caratteristiche che, secondo te, deve avere un bravo etologo. Motiva oralmente le tue scelte.
Capacità di osservazione • pazienza • desiderio di collezionare coleotteri • abilità nella caccia • capacità di prendere decisioni • conoscenza dell’ambiente e del contesto in cui vivono gli animali • una laurea in scienze veterinarie • empatia • superficialità
Qualità NECESSARIE
Qualità NON NECESSARIE E tu? Pensi che potresti essere un bravo ETOLOGO? PERCHÉ?
Disegna schematicamente la forma della testa e degli occhi: noti delle somiglianze?
I cuccioli hanno occhi grandi e tondeggianti, testa rotonda e altre caratteristiche che suscitano tenerezza e senso di protezione in chi li incontra. Gli etologi lo chiamano Baby-schema. Lo avevi notato? Complimenti, hai l’occhio dell’etologo!
CENSIMENTO
Rilevazione statistica per acquisire informazioni sulla popolazione (composizione, caratteristiche, nuclei familiari) e fornire una fotografia dettagliata della situazione in un dato momento.
In Italia il censimento viene fatto ogni 10 anni dall’ISTAT. Confrontando i dati dei censimenti è possibile analizzare i cambiamenti della popolazione italiana nel corso dei decenni.
Che sia un indifferente pesciolino, un invadente cagnolino, un pigro gatto o un riservato criceto, molte persone convivono con un animale d’affezione. A fianco dei tradizionali amici a quattro zampe, sempre più spesso entrano in famiglia animali meno comuni, che necessitano di attenzioni particolari. Quanti sono gli animali domestici in Italia? Non è ancora stato realizzato un censimento ufficiale degli animali domestici da parte dell’ISTAT (Istituto nazionale di statistica), ma si stima che siano circa 65 milioni. Secondo alcune indagini, le famiglie con pets spesso accolgono in casa più di un animale: il 62% ospita almeno un cane, il 56% almeno un gatto.
Secondo il Rapporto EURISPES 2022 circa il 40% della popolazione italiana adulta accoglie in casa un animale domestico e ritiene che accudirlo porti serenità, alleviando solitudine e stress. Non è un caso che durante il lockdown per l’epidemia di Covid-19 le nuove adozioni di pet siano aumentate del 15%.
Per gestire correttamente un animale domestico è necessario rispettare alcune normative. In Italia, per esempio, è obbligatorio registrare i cani all’Anagrafe degli animali di affezione e dotarli di microchip, per poterli identificare in caso di smarrimento e contrastare l’abbandono.
Discussione
Riflettete in classe: quali sono i bisogni degli animali domestici? A chi è affidata la loro cura? Quali sono le responsabilità dei vari componenti della famiglia verso gli animali domestici?
La nostra convivenza con gli animali ha origini antichissime. In epoca preistorica gli animali selvatici sono stati resi domestici per i servizi che potevano offrire.
Il primo animale che Homo sapiens è riuscito ad avvicinare non poteva che diventare il suo migliore amico. Evolutivamente il cane (Canis lupus familiaris) è in realtà ancora molto vicino al lupo grigio (Canis lupus), di cui è una sottospecie. Ciò significa che il cane e il lupo possono produrre degli ibridi, perché condividono lo stesso patrimonio genetico.
La domesticazione del lupo grigio preistorico risale a 40000 anni fa, durante l’ultima Era glaciale, durante le migrazioni di Europa. L’essere umano potrebbe avere operato una selezione genetica a partire da lupi poco abili nella caccia, ma abba stanza socievoli, che si avvicinavano alle carovane durante le migrazioni. Un po’ come avviene oggi con la discesa dei lupi nei centri abitati, i lupi preistorici potrebbero essersi avvicinati ai bivac chi per carenza di prede. Il vantaggio era reciproco: il lupo poteva approfit tare del branco umano e dei suoi rifiuti, l’essere umano beneficiava della difesa offerta dal lupo contro altri predatori. Nel corso delle generazioni si sono poi selezionati lupi sempre più docili e fedeli. Solo suc cessivamente, una volta divenuto stanziale, l’esse re umano ha reso domestici altri animali selvatici, da al levare a scopo alimentare.
Ragiona da naturalista
Perché l’essere umano ha addomesticato prima il cane, invece che gli animali di cui può nutrirsi? Proponi le tue ipotesi.
1. Che fame! Oggi per pranzo vorrei…
A tagliatelle al tartufo
B wurstel con patate
C pizza e casatiello
D merluzzo e salmone
2. In un cane mi attrae:
A il pelo riccioluto
B gli occhi espressivi
C la prestanza fisica
D l’eleganza innata
3. Penso di essere…
A tranquillo e affidabile
B desideroso di imparare
C forte ma sornione
D indipendente e anche un po’ testardo
4. Se mi prendi con te…
A avrai compagnia in casa e tanta vita all’aperto
B ti aiuterò in qualsiasi attività
C ti difenderò a qualunque costo
D ti seguirei fino al Polo Nord
5. Ho fiuto per…
A le ricchezze della natura
B scovare chi è in difficoltà
C chi merita una lezione!
D trovare la via per vagabondare
6. Che cosa ti appassiona di più?
A La vita all’aria aperta
B Impegnarmi per gli altri
C Riposare all’ombra
D Le passeggiate in solitaria
Maggioranza di risposte A: LAGOTTO ROMAGNOLO
Ho perso il fiuto per la caccia, in compenso sono il migliore a scovare tartufi! Amo girare per la campagna, scavare, fiutare, ma sono anche un ottimo cane da compagnia, facile da gestire e intelligente.
Maggioranza di risposte B: PASTORE TEDESCO
Ho la fama da cattivo, in realtà so avere il cuore d’oro, sono molto intelligente e fedele. Sono un grande collaboratore degli umani: polizia, soccorso, difesa, guida per i ciechi… offrimi un percorso con un educatore cinofilo per aiutarmi a esprimermi al meglio!
Maggioranza di risposte C: MASTINO NAPOLETANO
Eccomi! Paura eh? Sono il gigante dei molossi, mi hanno selezionato per fare paura e in effetti ho una montagna di muscoli e la forza di Ercole, atterro i cattivi con la mia mole. Potrei battermi fino alla morte, eppure la faccia da cattivo proprio non ce l’ho… adoro i bambini!
Maggioranza di risposte D: SIBERIAN HUSKY
Modestamente elegantissimo, sono un cane primitivo, trainavo slitte nel Circolo polare artico. Come potrei essere legato al territorio, io che ho sempre corso tra i ghiacci per lunghe distanze?
Sono leggero, veloce, intelligente, ma non chiedermi di fare la guardia, di natura non mi lego!
Scienze • Educazione Civica
“La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali ” (M. Gandhi)
Gli animali sono esseri senzienti, capaci di prendere coscienza di esperienze positive e negative, provare benessere o dolore. La legge tutela gli animali, li difende dallo sfruttamento e dai maltrattamenti, garantisce loro condizioni di vita dignitose. Approfondiamo due situazioni in cui le loro condizioni di vita sono messe a rischio.
Il randagismo
Il randagismo è un fenomeno ancora molto diffuso in Italia, in particolare nelle regioni del Sud. Sono randagi gli animali che non hanno un proprietario, vivono liberi, sono scappati o sono stati abbandonati. Il randagismo comporta molte conseguenze negative: infatti, lasciati a loro stessi, gli animali randagi si riproducono senza controllo e potrebbero incattivirsi, rappresentando di conseguenza un pericolo anche per noi.
Lo Stato prevede sanzioni per chi abbandona gli animali e ha istituito l’obbligo di denuncia all’Anagrafe e di microchip, che permette di identificare il proprietario in tempi rapidi.
Il randagismo rappresenta un costo molto elevato per la società, perché gli animali accalappiati vengono ospitati nei canili e nei rifugi, le cui spese ricadono sui Comuni.
LIFE SKILLS Comunicare
La legge che garantisce ai randagi il diritto di rimanere in vita e di essere mantenuti è in vigore in Italia dal 1991; prima, infatti, gli animali accalappiati venivano in larga misura soppressi.
Oggi, una volta arrivati in canile e nei rifugi, i randagi sono sottoposti a sterilizzazione, una pratica necessaria per evitare che la popolazione animale aumenti.
Che cosa devi fare se vedi un animale randagio per strada? La prima cosa da fare è avvisare le autorità competenti, in particolare i vigili o i servizi veterinari. Il loro intervento sarà necessario per recuperare l’animale e individuare, tramite uno specifico lettore, il codice di 15 cifre presente nel microchip e di conseguenza il suo proprietario.
Realizza una campagna pubblicitaria efficace che sensibilizzi la cittadinanza sul tema del randagismo, dell’abbandono o della sterilizzazione.
Concentrati sul messaggio che vuoi veicolare e cerca di trovare una o poche frasi a effetto, che rimangano impresse nella memoria di chi le legge.
Per realizzare il tuo prodotto puoi usare Canva o un altro applicativo che ti permetta di progettare il tuo lavoro anche dal punto di vista grafico.
Accade che vengano introdotte in una zona alcune specie alloctone, cioè originarie di altre aree geografiche. Mentre in natura le specie mantengono habitat separati grazie a barriere
sono la seconda minaccia alla biodiversità
naturali (per esempio mari e montagne), se si introduce forzatamente una specie alloctona, questa può diventare una minaccia per le specie locali.
sono un fattore chiave nel 54% dei casi di estinzione conosciuti
sono causa della perdita del 5% del PIL mondiale
sono vettori di oltre 100 agenti patogeni
Dati: Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica
La legge italiana vieta l’introduzione volontaria, il commercio, l’allevamento e il rilascio in natura di queste specie. È possibile tenere in casa alcuni animali esotici, ma il proprietario è obbligato a dichiararlo e a impedirne la riproduzione e il rilascio nell’ambiente. Ecco una carrellata delle specie aliene più dannose presenti in Italia.
1 La nutria, mammifero roditore originario del Nord America introdotto come animale da pelliccia e successivamente rilasciato in natura in seguito al declino di questa moda, provoca ingenti danni agli argini dei fiumi, alla vegetazione e alla fauna acquatica.
2 Il gambero rosso della Louisiana, originario del Nord America e introdotto a scopi ornamentali, da quando è stato rilasciato nell’ambiente sta causando la scomparsa dei gamberi di fiume autoctoni italiani perché ha una maggiore capacità di adattamento.
3 Lo scoiattolo grigio americano è in competizione con lo scoiattolo comune europeo
LIFE SKILLS Pensiero critico
di colore rossastro. È in rapida espansione in tutta Italia e sta causando il declino dello scoiattolo autoctono, poiché è fortemente competitivo per le risorse alimentari.
4 La testuggine palustre americana, riconoscibile dalle macchie rosse, è stata in passato liberata nell’ambiente da proprietari poco attenti e oggi costituisce una seria minaccia per l’ecosistema acquatico, perché è particolarmente vorace rispetto alla testuggine europea autoctona.
Poiché le leggi sono severe, il contrabbando di fauna selvatica per collezionismo è uno dei più importanti business mondiali illegali. Secondo il WWF - la più grande organizzazione mondiale per la salvaguardia ambientale - il giro d’affari di queste ecomafie è di oltre 23 miliardi di dollari all’anno e l’Italia rappresenta uno degli snodi principali.
Il commercio di animali esotici è anche legato alla presenza di circhi e di strutture che espongono animali, come zoo e delfinari.
Discutete in classe i vantaggi e gli svantaggi della spettacolarizzazione degli animali in zoo, circhi, acquari, corride, esibizioni ed esposizioni.
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Un coccodrillo intraprendente
Una femmina di coccodrillo, tenuta per isolamento per 16 anni, ha deposto uova vitali, tutti cloni identici della madre, senza la fecondazione da parte di un maschio. La riproduzione asessuata è un meccanismo di sopravvivenza per le specie che vivono in condizioni difficili, che impediscono l’accoppiamento, ma è rarissima tra i vertebrati. Si ipotizza che anche i dinosauri possano aver avuto questa tipologia di riproduzione.
Gatti paracadutisti
I gatti che cadono da grandi altezze spesso non si fanno male. Se l’altezza è elevata, infatti, hanno tempo per raggiungere la velocità limite, cioè la velocità in cui la forza di gravità è bilanciata dalla resistenza dell’aria, prima di toccare terra. In quel momento distendono il corpo e si trasformano in paracadute. Al momento dell’impatto, poi, assorbono e attutiscono l’urto grazie alla loro struttura scheletrica, in particolare per le zampe piegate.
Liberi di vagabondare
Uno studio scientifico condotto in diversi ambienti naturali ha documentato che durante i mesi di lockdown dovuti all’emergenza
Covid-19 gli animali selvatici hanno ampliato le zone in cui si muovevano, aumentando così la possibilità di sopravvivenza della specie. Questo dato indica che per la protezione degli animali selvatici la vicinanza dell’essere umano costituisce un fattore di minaccia alla libertà, perché ha un effetto diretto sui loro comportamenti.
Con la forza del polpo
Le ventose che usiamo per attaccare oggetti alle superfici lisce o perfino per sollevare carichi pesanti sono così potenti perché si ispirano alla particolare forma delle ventose di polpi e calamari.
Cambio pelle
Gli scienziati si stanno ispirando alla pelle dei camaleonti, che contiene piccoli cristalli che riflettono la luce diversamente a seconda della tensione della pelle, per costruire pelli artificiali cangianti, per esempio a scopo mimetico o di segnalazione.
L’autostrada degli uccelli
Ogni anno in primavera e in autunno miliardi di uccelli percorrono rotte migratorie spostandosi per interi continenti con una straordinaria capacità di orientarsi attraverso sensori di campi magnetici, l’osservazione delle stelle e del profilo geografico di coste e catene montuose e imparando dalla memoria collettiva dello stormo.
Storia • Italiano • Arte
Come è ormai chiaro dalla lettura di queste pagine, sai bene che fin dall’antichità il destino della nostra specie e quello degli animali si sono più volte intrecciati. Affascinato dagli animali, l’essere umano ha fantasticato e ha creato con l’immaginazione bestie che non esistono, incredibili e fantastiche, dotate di qualità speciali, buone o cattive a seconda delle situazioni. A volte, come nella mitologia antica, gli animali fantastici erano il risultato dell’unione di più animali dei quali serbavano alcune caratteristiche.
Durante il Medioevo si diffusero i bestiari, che avevano una funzione anche didascalica, volevano cioè insegnare qualcosa, di solito a comportarsi secondo le regole della legge e della religione. I bestiari erano illustrati e si presentavano come delle vere e proprie raccolte di immagini (alcune di queste erano popolarissime) realizzate con la tecnica della miniatura. Inoltre, gli animali fantastici e i bestiari sono stati riprodotti in numerose sculture, come decorazioni delle cattedrali romaniche e gotiche.
Il gargoyle ha un nome diverso in italiano: doccione (queste statue servono infatti a coprire canali di scolo dell’acqua)
In tempi più vicini, ricordiamo l’opera di Dino Buzzati, scrittore del secolo scorso che scrisse sugli animali alcuni racconti raccolti nel volume Il Bestiario. Cani, gatti e altri animali. Buzzati amava gli animali ed era attento ai loro diritti, che secondo lui vanno sempre difesi. Tra gli “altri animali” del titolo ci sono bestie fantastiche scaturite dalla sua fervida immaginazione. Tra i più interessanti troviamo il Babau, personificazione delle paure e degli incubi dei più piccoli e il Colombre, mostro che rappresenta la paura di affrontare e superare i propri limiti.
Un altro autore del Novecento che si occupò di animali fantastici e dell’origine delle specie degli animali in chiave non realistica è Alberto Moravia. In Storie della preistoria gli animali sono antropizzati e, proprio come nelle favole classiche, mostrano mancanze e debolezze molto umane. Gli scritti di Moravia sono brevi e divertenti; leggendoli “scopriamo” che il porcospino si è trasformato in un comune maialino per il capriccio di un’innamorata, perché il camaleonte cambia colore a seconda della superficie su cui si appoggia o che i dinosauri si sono estinti per colpa… delle pulci.
Se vi piacciono le storie di Harry Potter, forse saprete che nel mondo fantastico creato da J.K. Rowling c’è posto anche per gli animali. Infatti, Animali fantastici: dove trovarli è un libro che viene citato in un capitolo della saga e che poi l’autrice ha voluto scrivere davvero e per intero, decidendo di donare in beneficenza i proventi ricavati dalla pubblicazione. L’operazione ha avuto un tale successo che ne sono state tratte anche una versione cinematografica e una serie.
Ora tocca a te, inventa un animale fantastico. Per realizzare questa attività hai due possibilità:
1. Puoi partire da zero, armarti di matita, foglio e di tanta fantasia e creare un animale mai visto prima! Può essere l’unione di due o più animali.
2. Se preferisci cimentarti con una tecnica diversa, puoi scegliere immagini tratte da riviste e ritagliare singoli dettagli del loro corpo: zampe, orecchie, musi, code… Quando avrai ricavato un buon numero di particolari anatomici, farai un po’ di prove assemblandoli insieme. Quando il risultato sarà di tuo gusto, potrai finalmente incollare i pezzi e concludere l’opera. In entrambi i casi, completa il lavoro con un breve testo in cui racconti il nome della “tua creatura” e le sue caratteristiche.
Passeggiata col cane
Autore: Sven Nordqvist
Editore: Camelozampa
Da leggere
perché: Potrai sfogliare questo silent book (libro senza parole) e osservare immagini ricchissime di dettagli. Seguendo il cane nella sua passeggiata, volerai con la fantasia per inventare tante storie.
La paura del leone. Perché tutti gli animali si spaventano e alla natura va bene così
Autori: Chiara e Davide
Morosinotto
Editore: Rizzoli
Da leggere
perché: Chiara
Morosinotto
è una biologa evoluzionista; Davide, suo fratello, è uno scrittore per ragazzi. Questo libro è consigliatissimo per chi vuole capire come funzionano gli ecosistemi.
L’occhio del lupo
Autore: Daniel Pennac
Editore: Salani
Da leggere perché: Un lupo e un bambino si incontrano davanti alla gabbia di uno zoo; si guardano, si fissano e attraverso questo semplice gesto si raccontano le loro vite. Il lupo ha un solo occhio ed è per questo che il bambino decide di tenerne chiuso uno, quando si trova con lui.
Autrice: Anna Vivarelli
Editore: Piemme. Il battello a vapore
Da leggere perché: Amalia e Umberto sono compagni di classe e sono molto diversi: lui è simpatico e popolare ma non va tanto bene a scuola, mentre lei è molto studiosa e ha un carattere terribile. Un giorno gli insegnanti assegnano loro un compito che devono per forza portare a termine insieme.
Autore: Gerald Durrell
Editore: Adelphi
Da leggere perché: Il giovane
Gerald lascia la fredda e umida campagna inglese per trasferirsi a Corfù, dove il clima è mite e la vita si svolge all’aria aperta. Gerald ha ogni giorno la possibilità di osservare gli animali e conoscere sempre qualcosa in più sul loro comportamento.
Autore: Konrad Lorenz
Editore: Adelphi
Da leggere perché: Una pietra miliare scritta dal padre dell’etologia. Una lettura consigliata se siete curiosi di saperne di più sul carattere e sui comportamenti, non solo degli animali domestici, ma anche di tortore, lupi e oche.
Ascolta l’episodio 2 del podcast
Dialoghi in Agenda: dalla scuola al mondo
Cerca in rete la canzone Fake plastic trees dei Radiohead e leggi i versi seguenti.
She looks like the real thing. She tastes like the real thing, My fake plastic love ...
Radiohead – Fake plastic trees
I finti alberi di plastica del titolo e gli amori di plastica citati nel testo sono una critica alla nostra società dei consumi. Ogni anno finiscono negli oceani circa 8 milioni di tonnellate di plastica. Gli ecosistemi marini sono a rischio, messi in grave pericolo perché gli animali possono ingerire i frammenti, assorbire le microplastiche e trasferirle nella catena alimentare, e possono soffocare. Hai mai trovato detriti di plastica in mare e in spiaggia?
Geografia • Tecnologia • Educazione Civica
Rosemary Nyambura trascorre i suoi fine settimana con la zia Miriam a raccogliere plastica nella discarica di Dandora a Nairobi, la capitale del Kenya. Il lavoro è lungo, e anche rischioso, perché in mezzo alle bottiglie che poi rivenderanno ad altri commercianti ci sono siringhe usate, vetri rotti, escrementi, pezzi di custodie per cellulari, telecomandi, suole di scarpe, giocattoli, sacchetti, conchiglie e innumerevoli frammenti di involucri, indistinguibili tra loro. Rosemary, 11 anni, spera che i suoi sforzi un giorno saranno ripagati. Quasi tutti i suoi sei cugini, con cui vive da quando la madre è morta, hanno dovuto lasciare la scuola superiore perché la zia non poteva permettersi di pagare la retta. Rosemary giura che, se riuscirà a frequentare le elementari, le medie, le superiori e infine la facoltà di medicina, tornerà a Dandora. “Qui le persone si ammalano spesso”, mi ha detto dalla cima di un mucchio di spazzatura maleodorante. “Se diventerò medica, li aiuterò gratis”. Rosemary dovrà lavorare a lungo per guadagnare la somma necessaria a pagare le rette scolastiche. Nella discarica di Dandora, che occupa più di dodici ettari nella parte est di Nairobi, tutto quello che vale qualcosa diventa oggetto di contesa. Gruppi di imprenditori locali controllano chi raccoglie e rivende i rifiuti, e a volte fanno perfino pagare una tassa per accedere ad alcune aree. Uccelli, mucche e capre si sono ricavate i loro spazi per razzolare e pascolare in cima alle collinette di spazzatura. I raccoglitori di rifiuti litigano tra loro per i pezzi migliori. Al centro degli scontri più feroci ci sono i pasti scartati dei voli di linea: chi la spunta divora fino all’ultima briciola di vecchi panini rinsecchiti, carne congelata e pasta molliccia, perfino il contenuto della minuscola vaschetta di burro. Poi getta il contenitore di plastica in un mucchio. Lungo il perimetro della discarica siedono i rivenditori di plastica usata, che acquistano bottiglie in polietilene tereftalato (pet) come quelle che Miriam raccoglie sette giorni su sette, per meno di cinque centesimi di dollaro al chilo (un po’ di più delle scatole di cartone, ma molto meno delle lattine di metallo). Possono volerci ore, se non giorni, per raccogliere un chilo di bottiglie di plastica. Le buste dove vengono messe, chiamate diblas, sono così grandi che i bambini non riescono a trasportarle.
L’organizzazione Dandora HipHop City ha trovato un modo per permettere ai bambini che vivono vicino alla discarica
– e non hanno la forza o il tempo di raccogliere un intero chilo di plastica – di ricevere un aiuto in cambio dei rifiuti. Alla “banca” dell’organizzazione, un negozietto a un isolato dalla discarica, i bambini guadagnano dei “punti” portando anche solo una bottiglia, punti che poi possono scambiare con olio da cucina, farina, verdura e altre cose da mangiare. L’organizzazione, fondata da un cantante hip-hop cresciuto nella zona, offre anche dei corsi. In un edificio ai margini della discarica, con le pareti decorate a mano e ammobiliato con pezzi recuperati dalla spazzatura, i bambini imparano a comporre musica su vecchi computer o a scrivere, giocano tra loro o semplicemente passano del tempo insieme.
La piccola somma che l’organizzazione ottiene in cambio della plastica raccolta non basta a coprire i costi dei generi alimentari distribuiti, quindi Dandora HipHop City ha bisogno delle donazioni di dipendenti e amici. Il gruppo ha cercato di ottenere una sovvenzione dalla Coca-Cola, che sulla carta è lo sponsor perfetto. L’Africa è “uno dei principali motori di crescita per il futuro dell’azienda”, ha affermato recentemente James Quincey, l’amministratore delegato della multinazionale da 200 miliardi di dollari. Inoltre i bambini di Dandora, che soffrono la fame, l’abbandono e una serie di problemi di salute legati alla discarica, passano il tempo a raccogliere molte delle sue bottiglie, invece di andare a scuola.
di Sharon Lerner, Pubblicato il 9 ottobre 2020 nel numero 1379 di Internazionale
Le cose che so di LEI (età, famiglia...)
Che cosa fa ADESSO e che cosa vuole fare da GRANDE
Che cosa si trova nella discarica
Che cosa fa la DANDORA HIP HOP CITY
La strategia dell’Unione europea per ridurre le plastiche monouso
Recentemente la Commissione europea si è più volte espressa in materia di tutela ambientale e in particolar modo sull’uso delle plastiche monouso, che costituiscono quasi un terzo delle materie plastiche disperse in mare.
I dieci oggetti trovati più frequentemente sulle spiagge
• Bottiglie e tappi
• Mozziconi di sigaretta
• Cotton fioc (bastoncini cotonati)
• Pacchetti di patatine, carte di caramella
• Assorbenti igienici
• Buste di plastica
• Posate e cannucce
• Coperchi di bibite e tazze
• Palloncini e bastoncini di palloncini
• Contenitori di cibo, inclusi quelli del fast-food
Vediamo i punti principali del documento Contrastare la marea di plastica monouso. Secondo la Commissione europea, mettendo in pratica le indicazioni elencate di seguito, si può arrivare a ridurre i rifiuti derivati dai dieci prodotti di plastica monouso più diffusi di oltre il 50%, si eviteranno emissioni di CO2 per 3,4 milioni di tonnellate l’anno, si preverranno danni ambientali equivalenti a 22 miliardi di euro entro il 2030 e i consumatori risparmieranno 6,5 miliardi di euro l’anno riducendo la spesa dei prodotti usa e getta.
La strategia dell’UE
verso la riduzione della plastica monouso
2021
etichettatura chiara
2024
coperchi e tappi integrati ai contenitori
2025
bottiglie in almeno 25% plastica riciclata; raccolta differenziata del 77% bottiglie plastica
2026
significativa riduzione consumi plastica monouso rispetto al 2022
2029
raccolta differenziata del 90% delle bottiglie
2030
bottiglie in almeno 30% plastica riciclata
Non ancora vietati:
• imballaggi per alimenti
• imballaggi per prodotti dell’igiene
Tecnologia • Scienze
Una storia rivoluzionaria
Prova a pensare al mondo prima dell’invenzione della plastica.
Gli oggetti quotidiani erano costituiti da materiali naturali, spesso pesanti e in alcuni casi facilmente degradabili. Non tutto, inoltre, poteva essere realizzato in fibre naturali, cuoio, legno o pietra. Corno, osso, avorio: la ricerca di costosi materiali dalle proprietà particolari ha provocato nei secoli la mattanza e quasi l’estinzione di molte specie di animali.
La chimica dei materiali è per questi motivi un campo di ricerca molto attivo, da secoli. Risale alla seconda metà dell’800 l’invenzione del primo materiale sintetico resistente, modellabile ed economico: la celluloide. La ricerca scientifica fu finanziata per… costruire palle da biliardo! Prima di allora, infatti, erano costruite in pregiato avorio. Fu una rivoluzione, anche per i poveri elefanti! Nei decenni successivi questo materiale permise anche alle bambine meno ricche di possedere una bambola di celluloide, invece delle costose bambole di porcellana. Sembra un film? Forse: del resto, prima del digitale, le pellicole cinematografiche erano realizzate in celluloide.
A cavallo del Novecento fu inventato il primo materiale sintetico che si poteva fondere e modellare in uno stampo di qualsiasi forma: la bachelite, che una volta indurita diventava resistentissima.
La ricerca inventò anche materiali che potevano essere trasformati in fogli sottilissimi e flessibili: nascono il cellophane e il PVC, ancora molto utilizzati come imballaggi.
L’invenzione del vinile fonografico ha permesso di portare le registrazioni musicali in tutte le case.
Un altro materiale plastico rivoluzionario fu il nylon, trasformabile in una fibra tessile, molto economica e pratica. A partire dal secondo dopoguerra la diffusione di materie plastiche a basso costo rivoluzionò lo stile di vita di interi Paesi, poiché anche le persone meno abbienti ebbero accesso a beni di consumo a prezzi economici.
Dal 1976 la plastica è il materiale più usato al mondo!
La ricerca di materiali plastici innovativi ha portato continue rivoluzioni nell’industria meccanica, permettendo la realizzazione di
Perché la plastica è così diffusa? Quali sono i suoi vantaggi?
Come sicuramente già sai, la plastica è uno dei materiali più diffusi e per noi è impossibile pensare di farne a meno. Come siamo arrivati a questo punto? Le prime plastiche sono apparse nella nostra vita più di un secolo fa e da allora sono sempre più diffuse. Facile immaginare il perché: la plastica è un materiale che si produce a basso costo.
Le materie plastiche sono polimeri, ovvero sono costituite da lunghe catene di decine di migliaia di molecole legate tra loro, chiamate monomeri. A seconda del tipo di monomeri si ottengono i diversi tipi di plastiche. La plastica non è tutta uguale!
La materia prima da cui si estraggono i
Se oggi tutti gli oggetti in plastica (o con parti di plastica) fossero sostituiti da altri materiali come metallo, vetro o legno, il loro prezzo aumenterebbe. La plastica è resistente e si può modellare in qualsiasi modo. È leggera e facile da trasportare. La plastica è inoltre molto utile per la conservazione dei cibi. Infine, molte plastiche sono riciclabili.
monomeri è il petrolio. Nelle raffinerie, il petrolio viene scaldato a diverse temperature e si separano le sue diverse componenti. In seguito, attraverso la reazione chimica di polimerizzazione, si ottengono le diverse materie plastiche, che vengono poi stampate per formare i prodotti più disparati.
1. Passa in rassegna gli oggetti che usi la mattina a scuola e annota tutti quelli che sono di plastica o hanno componenti di plastica. Quanto è lunga la tua lista?
2. LIFE SKILLS Pensiero critico Osserva l’immagine che rappresenta il ciclo di vita della plastica. Ogni passaggio può essere molto inquinante e dannoso per l’ambiente. Prova a immaginare perché.
raffineriamonomeripolimeri
3. Le 3R della sostenibilità
rifiuti post consumo consumatore prodotti di plastica
Le 3R della sostenibilità sono: RIDURRE, RICICLARE e RIUTILIZZARE
• Disegna una freccia, nell’immagine del ciclo di vita della plastica qui sopra, che permetta di ritornare dalla fase dello smaltimento dei rifiuti alla fase di produzione di monomeri e polimeri, come un ciclo.
Quali fasi inquinanti possono essere evitate? Quale delle 3R della sostenibilità hai rappresentato?
• Disegna ora un’altra freccia, che rappresenti l’utilizzo dello stesso prodotto per più volte o da parte di più consumatori. Quali vantaggi ambientali si possono ottenere, agendo in questo modo? Di quale delle 3R della sostenibilità si parla?
• Cancella ora alcuni dei prodotti di consumo. Come si potrebbero sostituire? Quale delle 3R amiche dell’ambiente metteresti in pratica, in questo modo?
Scienze • Educazione Civica
Ora che sei un esperto, sai che la plastica è un polimero sintetico, derivato dai combustibili fossili. È proprio la struttura polimerica che conferisce alla plastica i numerosi vantaggi che conosciamo. L’intuizione dei vantaggi delle strutture polimeriche è stata colta dai ricercatori osservando proprio… la natura! In natura esistono infatti numerosi polimeri biologici. Ecco alcuni esempi.
La cheratina delle unghie, dei peli e delle scaglie degli animali è una proteina polimerizzata: questo le attribuisce resistenza e flessibilità. Il DNA, che possiamo immaginare come il “ricettario” che contiene l’informazione per costruire ogni tipo di proteina di un organismo, può scrivere le diverse ricette perché è un polimero di molecole che si compongono in sequenze diverse, come le lettere dell’alfabeto.
E sai cosa succede al glucosio, prodotto dalla fotosintesi clorofilliana? Polimerizza!
Nelle cellule vegetali le molecole di glucosio vengono legate insieme in lunghissime catene. I polimeri vegetali del glucosio sono la cellulosa, che costituisce la parete delle cellule, e l’amido, la sostanza di riserva che troviamo nelle patate e nelle cariossidi, come per esempio nei chicchi di grano e di mais.
Recentemente, i ricercatori hanno avuto un’idea rivoluzionaria: provare a fabbricare materiali con proprietà simili alla plastica senza usare combustibili fossili, ma sfruttando i polimeri naturali già sintetizzati dalle piante.
Le plastiche di origine vegetale, le bioplastiche, hanno il vantaggio di essere biodegradabili e si decompongono in poco tempo senza rilasciare sostanze dannose per l’ambiente.
Vuoi provare a costruire un foglietto di bioplastica? Ecco che cosa ti serve:
• 60 ml di acqua
• 1,5 cucchiai di amido di mais per dolci
• mezzo cucchiaio di glicerolo (si acquista in farmacia)
• mezzo cucchiaio di aceto
In un pentolino mescola acqua, amido e aceto. Aggiungi il glicerolo e metti sulla piastra, mescolando di continuo.
Aggiungi due gocce di colorante e continua a mescolare finché non si addensa.
• qualche goccia di colorante alimentare
• un pentolino
• carta forno
• mattarello, uno stampino
Versa un cucchiaio di composto tra due fogli di carta forno e stendi con il mattarello.
Versa un po’ di composto in uno stampino e prova a modellarlo. Lascia indurire all’aria il foglio di bioplastica e l’oggetto per alcuni giorni.
La ricerca scientifica propone oggi una varietà di materiali biodegradabili per sostituire la plastica di tantissimi oggetti. La plastica monouso infatti, impiegata per imballaggi e stoviglie, costituisce il 40% circa del consumo di plastica e per la maggior parte non viene riciclata. Finisce così dispersa, inquinando il suolo e l’ambiente acquatico, dove costituisce un pericolo per gli habitat, oppure viene smaltita negli inceneritori, inquinando l’atmosfera perché libera una grande quantità di CO2
Ecco alcuni materiali che sono stati proposti come sostitutivi della plastica.
Il MATER-BI(R): innovativa bioplastica creata a partire da amido di mais e oli vegetali, adatta per sostituire buste e sacchetti in plastica. Il PLA: biopolimero che deriva dallo zucchero, molto usato per la produzione di posate compostabili.
La polpa di cellulosa: derivata dagli alberi, può essere usata per sostituire piatti e bicchieri usa e getta.
1. A scuola e a casa, ricerca dei prodotti realizzati con questi materiali a basso impatto ambientale, prendine un campione e analizza le sue caratteristiche.
Sostituto della plastica:
Mater Bi
PLA (o altro biopolimero)
Cellulosa
Oggetto
Caratteristiche del materiale (flessibilità, resistenza al calore, resistenza ai liquidi…)
Questi materiali ti sembrano vantaggiosi? Sono adatti allo scopo per cui sono stati realizzati? Ne promuoveresti l’uso in famiglia? Parlane in classe.
2. Collega ogni categoria di oggetti alle sue caratteristiche; alcune proprietà possono essere in comune alle due categorie.
• durano di più
• costano poco
• sono colorati
• sono biodegradabili
• sono molto inquinanti
• posso passarli ad altri quando non li uso più
• sono indistruttibili
• sono economici
• non sempre sono economici
• prendono cattivo odore
• sono traspiranti per la pelle
• tengono molto caldo
• hanno infinite colorazioni
TESSUTI NATURALI
TESSUTI SINTETICI
• a volte non sono di immediata comprensione
• sono belli
• sono brillanti
• sono interattivi
• funzionano a pile
• devo manipolarli per renderli divertenti
• sono molto utili
• durante il lavaggio perdono microscopiche particelle inquinanti
• sono infiammabili
• si asciugano in fretta
1. Quando vai in un fast food:
A ti capita di scegliere i menù che offrono più cose
B ti capita di scegliere il menù che ti regala un omaggio
C noti che, insieme al cibo, ci sono materiali e decorazioni inutili
D scegli la giusta quantità di cibo, senza sprechi
2. Solitamente nelle occasioni speciali:
A ricevi molti doni, alcuni di poco valore
B ricevi spesso anche cose che già hai o che non ti servono
C sei consapevole che molte cose che ricevi sono inutili
D ti capita di concordare il regalo
3. Che fine fanno le sorprese delle confezioni di snack e merendine?
A Non saprei dire che fine fanno
B Le butto via immediatamente
C Le osservo per un po’ poi me ne dimentico, ma le conservo
D Ci gioco, le uso, le regalo
4. Ti è mai capitato di:
A ricevere un gadget in omaggio per indurti a entrare in un locale
B aver acquistato delle cianfrusaglie senza sapere cosa farci
C trovare un allegato a una rivista e perderlo subito
D aver ricevuto un gadget e aver provato sensazione di poco rispetto per l’ambiente
5. Nei tuoi giochi da bambino, ti è capitato di:
A smettere di giocare con qualcosa perché le batterie erano esaurite
B avere avuto più giochi che erano molto simili tra loro
C avere avuto dei giocattoli di legno ma non aver gradito giocarci
D aver regalato dei giochi che non usi più
Maggioranza di risposte A: RIFLETTI!
A volte i gadget sono così colorati e simpatici che non ti soffermi a riflettere sul loro ciclo di vita e sul loro valore… Purtroppo però, la Terra ci sta dicendo che non c’è più spazio per il gioco poco consapevole. Non sentirti in colpa, ma la prossima volta chiediti: è proprio necessario acquistarlo?
Maggioranza di risposte B: RIDUCI!
Spesso ci capita di ricevere troppe cose, magari perché economiche. Questo stile di vita però non è più tollerabile: riduci l’inutile. Meglio avere poche cose ma ben pensate; vedrai che così apprezzerai ancora di più ciò che già hai!
Maggioranza di risposte C: RIUSA!
A volte è un po’ faticoso rinunciare a comprare qualcosa che ci piace tanto, ma valuta la scelta di un oggetto durevole e di buona qualità. Scambia con amici e parenti giochi e abiti che non usi più: anche la natura ti ringrazierà!
Maggioranza di risposte D: RIVOLUZIONA!
Ti capita di riflettere sul valore economico e ambientale delle cose e metti in atto comportamenti responsabili. È un ottimo inizio! Ma ora l’obiettivo è rivoluzionare il modo di pensare di chi ti sta vicino. Senza paura delle reazioni, parla francamente di quanto certi oggetti siano inutili e inquinanti e di come si possa scegliere.
Civica
Sono stati pubblicati degli studi scientifici sulla composizione dei rifiuti plastici immessi nei mari e sulla quantità prodotta da ogni Paese.
Ogni minuto viene riversato in mare l’equivalente di un camion di plastica.
Si stima che l’85% della plastica presente negli oceani sia riversata in mare dai 10 principali fiumi mondiali, localizzati in Asia, Africa e America latina. È probabile che entro il 2050 la massa della plastica presente negli oceani supererà quella dei pesci.
A livello mondiale, la composizione dei rifiuti plastici riflette il livello socio-economico delle zone in cui sono usate. Nei Paesi a basso reddito prevalgono i rifiuti da plastica usa e getta, perché non esistono politiche per la loro riduzione, né sistemi di smaltimento e riduzione adeguati. Il quadrante Asia-Pacifico inquina i mari in maniera particolarmente elevata. Cina, Filippine, Thailandia, Vietnam e Indonesia, da soli, sono responsabili per il 60% della plastica che ogni anno finisce negli oceani e minaccia gli ecosistemi marini.
Hai mai sentito parlare di isole di plastica? Si tratta di veri e propri accumuli di plastica che si aggregano dopo essere stati trasportati dalle correnti oceaniche. Molto spesso si tratta di rifiuti che non vengono gettati direttamente nei mari, ma che vi arrivano dalla terraferma, attraverso il corso dei fiumi. Il continente maggiormente responsabile è l’Asia: si stima che più dell’80% delle plastiche presenti in mare venga da lì. La prima isola di plastica a essere identificata fu, nel 1977, la Pacific Trash Vortex, che si trova al largo del Cile. Le isole di plastica sono sempre più numerose, non hanno confini e dimensioni facili da stabilire e sono pericolose per l’ecosistema marino. Al momento si contano almeno sette mega isole di plastica nel mondo.
Ebbene sì, la plastica può essere colonizzata da esseri viventi, anche in oceano aperto. Infatti, gli scienziati hanno fatto una scoperta per certi versi sconcertante: sulle isole di plastica c’è vita. Si tratta di colonie di diverse specie animali: meduse, lumache di mare, molluschi come i nudibranchi e avannotti (piccoli pesci che sono usciti dalla fase larvale) di varie specie. Inoltre, su queste isole c’è presenza di neuston, organismi che vivono in prossimità della superficie
marina e costituiscono una fonte di cibo per albatros, salmoni, tartarughe marine e altre specie. Puoi immaginare quale sia il pericolo che corrono questi animali: infatti, quando si avvicinano alle isole di spazzatura per nutrirsi del neuston, spesso rimangono intrappolati e muoiono.
Negli ultimi tempi si parla sempre più spesso di microplastiche: esse possono derivare dalla degradazione di oggetti di plastica in frammenti sempre più piccoli, ma talvolta sono anche contenute in alcuni prodotti cosmetici (saponi, scrub per la pelle) o sono rilasciate dal lavaggio in lavatrice degli indumenti sintetici. Le microplastiche sono più piccole di 5 mm, per questo si disperdono facilmente nell’ambiente ed è pressoché impossibile raccoglierle. Le microplastiche causano danni enormi: inquinano e mettono in pericolo le specie marine che le ingeriscono. Ancora più insidiose delle microplastiche sono le nanoplastiche, frammenti di grandezza inferiore al micrometro, ovvero la centesima parte del millimetro. Gli scienziati stanno studiando e cercando di capire se la presenza di micro e nanoplastiche nell’ambiente possa causare danni alla salute umana come conseguenza dell’accumulo lungo la catena alimentare.
Il commercio via nave è un fenomeno sempre più diffuso e negli ultimi anni è cresciuto enormemente: pensa che circa il 90% delle merci di tutto il mondo viaggia su navi porta container. A volte, come è ovvio, le navi che trasportano merci hanno degli incidenti o sono travolte da tempeste. Può capitare allora che alcuni container cadano in mare e rovescino il proprio contenuto; pochissimi vengono recuperati e questo può essere molto pericoloso, perché talvolta trasportano materiali inquinanti. Si calcola che ogni anno vengano perse in mare alcune migliaia di container. Famoso in tutto il mondo il caso di un container caduto in mare nel gennaio del 1992. Era su una nave partita dalla Cina e diretta negli Stati Uniti e trasportava giocattoli galleggianti di plastica, di quelli che si mettono nelle vasche dei bambini piccoli quando fanno il bagnetto. Nel giro di alcune settimane le coste di Asia, America ed Europa si sono letteralmente riempite di giocattoli galleggianti. Alcuni scienziati, incuriositi dal fatto che i giochi fossero stati trovati in luoghi molto distanti tra loro, hanno studiato le correnti marine e, grazie alle diverse segnalazioni, sono riusciti a individuare il luogo preciso in cui il container era andato perso.
I microrganismi che digeriscono la plastica: a che punto siamo con la ricerca scientifica?
Come hai avuto modo di comprendere studiando queste pagine, la situazione dell’inquinamento da plastica è assai grave e si parla spesso della necessità di un’inversione di tendenza, prima che si arrivi a un punto di non ritorno. Anche gli scienziati continuano a interrogarsi su come poter arginare il problema: nel 2016 sono stati scoperti alcuni batteri (Ideonella sakaiensis) capaci di degradare il PET, una delle materie plastiche più diffuse. La scoperta è avvenuta in Giappone, durante l’osservazione del comportamento di alcune colonie batteriche presenti in una discarica. Se ci pensi, la scoperta è di enorme importanza,
• tempo di degrado: 600 anni
• le microplastiche assorbono e accumulano sostanze chimiche inquinanti
• trappola e soffocamento per animali acquatici
• inserimento microplastiche nella catena alimentare perché scambiate per cibo
anche perché le plastiche sono materiali artificiali, presenti sulla Terra solo da alcune decine di anni. Da allora la sperimentazione è andata avanti, i dati sono incoraggianti, ma al momento il comportamento dei batteri non è risolutivo. A contatto con l’Ideonella sakaiensis, infatti, la plastica si degrada e si scinde in componenti di base: questo rende più semplici le operazioni di riciclaggio, ma non fa sparire il problema. Saranno necessarie ancora molte ricerche prima di arrivare a una soluzione definitiva. Per questo, non è possibile abbassare la guardia ed è anzi necessario continuare a mettere in atto comportamenti virtuosi.
• effetti tossici e mutazioni genetiche, se ingerite
• effetti meccanici: ferite mortali se ingerite
• le microplastiche sono state trovate in vari organi umani e persino nella placenta dei neonati
• problemi per la navigazione (si incastrano in eliche e timoni)
1. LIFE SKILLS Pensiero creativo Che cosa posso fare io?
Sono moltissime le cose su cui puoi intervenire intorno a te, te ne elenchiamo alcune:
• puoi partecipare a giornate di pulizia spiagge o parchi della mia zona
• puoi usare le alternative alla plastica
• puoi privilegiare prodotti senza imballaggi
• puoi informarti e parlare del problema con quante più persone possibile e diffondere informazioni, per esempio scrivendo un articolo sul giornalino della scuola: è importante condividere le cose che hai imparato!
• puoi mettere in pratica i principi dell’economia circolare
• puoi valutare se alcuni oggetti come cannucce o palloncini sono davvero necessari
• puoi fare una ricerca su chi sono i beachcombers e trarre ispirazione dalle loro imprese
2. LIFE SKILLS Comunicazione efficace Trova altri punti per l’elenco e condividili con la classe.
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Barriere per la plastica
Alcune aziende, anche italiane, in collaborazione con i centri di ricerca di tutto il mondo, stanno sviluppando dei sistemi per bloccare l’inquinamento marino portato dai fiumi. Si tratta di barriere flottanti (cioè galleggiati, studiate per non interferire con la fauna e la flora fluviali, per intercettare e ammassare i rifiuti plastici e permettere la loro raccolta differenziata meccanica.
Impariamo dai paesi scandinavi
Sono loro i più virtuosi! La Norvegia ricicla il 97% delle bottiglie di plastica che produce. I consumatori pagano un leggero sovrapprezzo per ogni bottiglia che acquistano, denaro che viene loro restituito se riportano in negozio la bottiglia da riciclare.
Salvare il salvabile
In Germania è entrata in vigore una nuova tassa per i produttori di plastica monouso che ne finanzierà il corretto smaltimento; la Lituania ha un efficientissimo sistema di recupero imballaggi e la Finlandia è all’avanguardia nella ricerca e sviluppo di nuovi sistemi.
Vestiti: istruzioni per l’uso
Circa un terzo della plastica nei mari è dovuto ai vestiti in fibre sintetiche e agli pneumatici. Il lavaggio dei tessuti sintetici rilascia grandi quantità di microplastiche, frammenti microscopici che inquinano l’ecosistema acquatico ed entrano nella catena alimentare.
R come… Riciclo artistico
Su Internet troverai migliaia di esempi di opere d’arte e oggetti bizzarri costruiti a partire da rifiuti plastici. Un buon modo per riflettere sui “mostri” che stiamo creando. Segui l’esempio: coinvolgi le tue compagne e i tuoi compagni e organizza una mostra di oggetti realizzati con le plastiche ritrovate. Se ti guardi attorno, la materia prima non mancherà, purtroppo…
Edilizia sostenibile
E se si costruissero ponti in plastica? Può sembrare una follia, ma qualcuno non solo ci ha pensato, è passato anche ai fatti! Infatti, in Scozia esiste un ponte realizzato solo con la plastica riciclata dalle bottiglie. Il ponte è lungo 30 metri e vi possono passare sia pedoni sia veicoli.
Bottiglie in cambio di passaggi
Se vuoi viaggiare in metropolitana a Pechino, puoi scambiare un biglietto con quindici bottiglie in plastica; a Istanbul invece te ne servirà qualcuna in più: ventotto. Per combattere l’inquinamento e incentivare il riciclo, si stanno sperimentando iniziative simili anche in alcune città italiane.
Plasticus Maritimus. Una specie invasiva
Autrice: Ana Pêgo
Editore: Topipittori Da leggere
perché: Ana Pêgo è una biologa che vuole coinvolgere e sensibilizzare i lettori al problema della plastica, sempre più pressante e urgente da risolvere. Con un linguaggio semplice e divulgativo, l’autrice ci spiega la portata della questione e ci dà indicazioni precise e creative.
Autore: Martin Dorey
Editore: DeAgostini Da leggere perché: questo breve manuale è dedicato a tutti coloro che vogliono diventare supereroi in difesa dell’ambiente. L’autore infatti sostiene che per fare la differenza basta seguire queste istruzioni e dedicare solo pochi minuti al giorno alle missioni.
Autrice: Beatrice Peruffo
Editore: Raffaello Scuola
Da leggere perché: una spedizione di ragazzi ha come obiettivo la ricerca e l’avvistamento dei delfini. La missione, però, presto si trasforma in qualcosa di diverso: la scoperta delle isole di plastica dell’Oceano pacifico.
Il manuale delle 50 (piccole) rivoluzioni
Autori: Pierdomenico
Baccalario e Federico Taddia
Editore: Il Castoro Da leggere perché: tra le tante sfide e missioni che questo libro propone per cercare di migliorare il mondo, ce ne sono alcune che ti trasformeranno in un campione della raccolta differenziata. Non esitare: mettiti subito all’opera coinvolgendo anche compagne e compagni.
plastic Ocean
A plastic Ocean è un documentario diretto dal giornalista australiano Craig Leeson. Nel 2011, il giornalista stava realizzando un reportage su una balenottera azzurra, ma presto si è trovato (letteralmente!) a navigare in un mare di plastica. Ecco una frase tratta dal documentario: “La plastica è meravigliosa, perché è durevole. La plastica è terribile, perché è durevole.”
2050, cronache marine
Un pescatore di bottiglie, uno chef di microplastiche, una collezionista di packaging e una cacciatrice di sacchetti: ecco i protagonisti del docufilm 2050, cronache marine Prodotto dall’istituto Oikos, è un documento importante in cui si prevede che tra pochi anni la plastica avrà completamente cambiato il mondo in cui viviamo. Lo scenario è preoccupante, ma proprio per questo vale la pena saperne di più.
Ascolta l’episodio 3 del podcast
Dialoghi in Agenda: dalla scuola al mondo
Cerca in rete la canzone Acqua dei
Radici nel cemento e leggi i versi seguenti.
L’acqua è il sangue della Terra
L’acqua è vita
L’acqua scorre libera.
Radici nel cemento – Acqua
Quasi 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua pulita, questo causa disuguaglianze, povertà e guerre. Lo sviluppo insostenibile, il water grabbing (furto) e il cambiamento climatico hanno reso la disponibilità di acqua un obiettivo politico prioritario e strategico. Per una gestione equa della risorsa è necessario essere responsabili e promuovere l’innovazione tecnologica. Avete già affrontato il problema in classe?
Italiano • Scienze • Geografia
Stai per leggere un brano tratto dal libro Morimondo, scritto dal giornalista triestino Paolo Rumiz, che in queste pagine testimonia il suo incredibile viaggio dalla sorgente alla foce del Po a bordo di canoe o piccole imbarcazioni a vela. Guardando il fiume dal fiume stesso, il giornalista scopre mondi antichi e realtà che sono invisibili se si percorrono le strade più usuali.
Ma chi naviga non deve abbandonarsi troppo alla contemplazione. È la prima regola. E così, dopo la confluenza con la Maira, che mi aveva quasi spaventato tendendomi un agguato sulla destra, sempre seguendo il filo dei pensieri presi il ramo sbagliato del fiume, sulla sinistra anziché a destra di un’isola di ghiaia che si rivelò più lunga del previsto. Nella penombra non mi ero reso conto di aver imboccato la strada più difficile, e ormai la corrente mi stava risucchiando verso un albero che pencolava dalla riva a pelo d’acqua. Da quel momento feci uno sbaglio dopo l’altro; non usai il remo come timone, remai inutilmente nella direzione contraria, nel timore di cadere non mi inchinai col peso del corpo abbastanza per favorire la virata, e soprattutto non mi appiattii sul fondo della canoa per scansare il tronco quando mi venne addosso. E così mi rovesciai, perfettamente solo nel fiume.
La corrente aveva scavato un bel fondale, così finii sotto la canoa rovesciata con una pittoresca giravolta. Fu una sequenza velocissima. Uscii dalla trappola con un colpo di reni, spinsi a nuoto la barca verso la riva ghiaiosa dell’isola e cercai inutilmente di vuotarla, rovesciandola. Niente da fare, era troppo pesante. Ma ero improvvisamente lucido e tranquillo. Svegliato dall’adrenalina, l’istinto di sopravvivenza aveva annichilito ogni fantasticheria. Feci l’inventario, vidi che non avevo perso nulla, le sacche stagne erano ancora agganciate. Solo allora capii che il diario era finito sotto, perché l’avevo appena tolto dalla custodia impermeabile. Lo estrassi dalle braghe: grondava acqua e inchiostro. Era illeggibile, ma non me ne fregava niente, tanto non avevo scritto niente di speciale. [...]
Valentina e Pier, che avevano assistito al naufragio da lontano, risalirono l’isola a piedi per darmi manforte. Rimettemmo la barca in assetto, e riuscii perfino a cambiarmi, grazie
ai vestiti asciutti nelle sacche. Ma annottava, e mancavano cinque chilometri ancora. Pagaiare al buio fu un’esperienza. L’ultimo filo di Po si srotolò sotto un festival di lampi violetti spremuti da nubi enormi. “Quanto per Carignano?” gridammo nella notte a una coppia con barbecue, che si spaventò. Migliaia di corvi urlanti passarono diretti a sud-ovest, poi tornò il silenzio. Il fiume ci portava quietamente, ormai ne eravamo parte.
Paolo Rumiz, Morimondo, Feltrinelli 2015
Compito di realtà
Il mondo fluviale è una realtà affascinante e da sempre ha suscitato l’interesse e la fantasia di viaggiatori e scrittori. Esistono infatti molti libri che raccontano viaggi di ragazzi e adulti lungo i fiumi di tutto il mondo, viaggi intrapresi per puro spirito di avventura o per speciali missioni di esplorazione. Se l’argomento ti interessa, ti suggeriamo di iniziare con Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain, Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome o Il rinomato catalogo Walker & Dawn scritto in epoca più recente dall’autore italiano Davide Morosinotto. Ora ti chiediamo di viaggiare con la fantasia (ma anche con tanto senso pratico) e di provare a immaginare un viaggio sul fiume che preferisci.
IL MIO FIUME
1. Quale fiume ho deciso di navigare? Dove si trova? In quale periodo dell’anno intraprendo la mia avventura?
3. Quale mezzo di trasporto useremo? Perché?
2. Con chi decido di viaggiare? Perché ho scelto proprio loro come compagni e compagne di viaggio?
4. Carta geografica e pianificazione. Quanti giorni durerà il viaggio? Quanti chilometri percorreremo ogni giorno?
5. Ho uno scopo preciso? Parto perché amo l’avventura o per scoprire qualcosa in particolare?
6. Come intendo documentare il mio viaggio?
Con i suoi 652 chilometri, il fiume più lungo d’Italia nasce in Piemonte, attraversa Lombardia ed Emilia-Romagna per poi giungere in Veneto dove si unisce al Mar Adriatico con la sua foce a delta che divide il corso d’acqua in sei rami. Anticamente conosciuto con il nome di Eridanos, il Po, con il deposito di detriti ha formato la Pianura Padana che infatti è di origine alluvionale. In passato il Po è stato importantissimo dal punto di vista storico, economico e strategico e anche oggi lo è: infatti, lungo il suo corso sono situate moltissime industrie e attività agricole che dipendono direttamente dallo sfruttamento delle sue acque. Il Po nasce in Piemonte, sul Monviso, in località Pian del Re, dove un masso con un’incisione indica il punto preciso in cui si trova la sorgente.
La sorgente è così impor tante che esiste un guar diano che la controlla e la tutela. Alla sorgente l’ac qua è abbondante so prattutto in primavera, in corrispondenza del la stagione dello scio glimento dei ghiac ciai sulle Alpi, ma in questi anni la portata d’acqua è sempre minore.
L’arretramento dei ghiacciai alpini
La fusione dei ghiacciai disperde in mare un enorme patrimonio idrico
Nel versante piemontese delle Alpi nevica sempre meno: nella primavera 2023 l’accumulo di precipitazioni nevose è stato un terzo rispetto a quello normalmente atteso, l’anno precedente era stato un quarto. L’estate 2022, per le elevate temperature, ha visto il massimo arretramento e assottigliamento dei ghiacciai alpini.
Lungo il suo corso, il Po è alimentato da numerosi affluenti che ne aumentano progressivamente la portata. Gli affluenti di sinistra scendono dalla dorsale alpina, mentre quelli di destra dalla dorsale appenninica. Negli ultimi anni la portata del fiume è diminuita a livelli preoccupanti, tanto che nel luglio 2022 le autorità hanno indetto lo stato di emergenza per le regioni che dipendono economicamente dal Po. In questi periodi di siccità il fiume si è ritirato in molte zone, ha scoperto tratti di letto e ha riportato alla luce oggetti e manufatti precedentemente coperti dall’acqua: tra questi anche un carro armato della Seconda guerra mondiale.
Un dato preoccupante che si è imposto all’attenzione degli studiosi è quello del cuneo salino: si tratta di un fenomeno correlato alla siccità e consiste nell’entrata dell’acqua salata nel greto del fiume attraverso la foce e la conseguente risalita in direzione della sorgente. Nell’estate del 2022 il cuneo salino ha raggiunto un nuovo, triste record, arrivando a quaranta chilometri di distanza dalla costa adriatica. Il cuneo salino non rappresenta un problema di modesta entità. Infatti, le acque del Po vengono prelevate e usate per irrigazione; il problema è che, come è facile immaginare, l’acqua salata non è adatta a irrigare i campi e quindi questa situazione porta gravi danni anche all’agricoltura.
Il Po e i suoi affluenti sono ecosistemi molto ricchi di organismi viventi. Purtroppo, però, sono state introdotte alcune specie alloctone che stanno minacciando la straordinaria biodiversità della zona.
La foce del Po
Il corso del fiume più importante d’Italia termina nel Mar Adriatico, con un’ampia foce a delta, ovvero con ramificazioni del corso d’acqua e territori tra loro compresi, formati dall’accumulo di detriti. Il delta del Po è un territorio ricco di biodiversità. Infatti, sono numerosissime le specie di piante, pesci, anfibi, rettili, mammiferi e uccelli che popolano queste zone. Nel 1999 il delta del Po è stato nominato Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Scienze • Tecnologia • Educazione Civica
Ti sei mai chiesto quale percorso compie l’acqua prima di arrivare al rubinetto di casa? In Italia l’85% dell’acqua viene pompata (captata) dalle falde sotterranee, ma può essere anche prelevata da sorgenti, laghi e fiumi. Fa eccezione la Sardegna, dove il prelievo da sorgente o pozzo è solo del 22% (fonte: rapporto ISTAT 2023).
Dopo essere stata captata, l’acqua viene accumulata in bacini di raccolta e potabilizzata, ovvero si eliminano le sostanze dannose per la salute, come metalli e altre impurità.
Grazie a filtri microscopici e trattamenti con cloro e ozono, l’acqua diventa potabile, in conformità a severi parametri biologici, fisici e chimici stabiliti dalle autorità competenti. I controlli vengono eseguiti lungo la rete dell’acquedotto e in corrispondenza di ogni bacino di accumulo e sono condotti dal gestore della rete idrica e dall’autorità sanitaria.
All’interno delle tubature l’acqua è sempre sotto pressione, per evitare che entri a contatto con sostanze contaminanti. L’acquedotto ha chilometri di tubature interrate nel sottosuolo, che si ramificano e hanno la funzione
di portare l’acqua all’ingresso di ogni casa e palazzo. Qui troviamo infine una rete interna che fa arrivare l’acqua ai singoli rubinetti dell’edificio.
E l’acqua sporca? Attraverso una serie di tubature differenziate, viene condotta a impianti di depurazione dove, in seguito a trattamenti meccanici e biologici, viene restituita all’ambiente (di solito immessa in fiumi), ma solo dopo essere stata analizzata.
Hai mai sentito parlare degli sprechi dell’acqua? In molte zone d’Italia la rete idrica non gode di buona salute: spesso le tubature sono vecchie e danneggiate e una grande quantità di acqua si perde per questo motivo. Si stima che in Italia si perda circa il 42% delle acque, corrispondenti al fabbisogno idrico di 44 milioni di persone. Un’enormità, vero? La situazione, però, presenta differenze da regione a regione: Valle d’Aosta, Lombardia e la Provincia autonoma di Bolzano sono le realtà più virtuose, mentre le situazioni più critiche sono concentrate nella zona appenninica e nelle isole, dove si supera il 50%.
Fonte: Istat, Istituto Nazionale di Statistica
Probabilmente avrai visto le immagini dei greti dei nostri fiumi ridotti a pietraie, o dei laghi il cui livello si abbassa in modo preoccupante e avrai sentito parlare del problema della siccità che di anno in anno colpisce l’Italia con crescente intensità. Infatti, una percentuale sempre più alta di persone vive in luoghi esposti a penuria di acqua; le cause sono da ricercare soprattutto nelle scarse precipitazioni (anche nevose), nell’aumento delle temperature e nell’uso sempre più massiccio delle acque per scopi industriali, domestici e agricoli. Inoltre, per limitare l’uso delle energie derivanti da combustibili fossili, si usa sempre più spesso la risorsa acqua per la produzione di energia idroelettrica. La siccità ha gravi ripercussioni
in vari ambiti e per questo il problema deve essere affrontato a livello politico, ma anche i singoli cittadini devono ripensare in maniera profonda alle proprie abitudini quotidiane con l’obiettivo di evitare sprechi.
Per meglio comprendere il problema della siccità, il World Resources Institute ha definito il concetto di stress idrico, che classifica i territori in base al rapporto tra prelievi idrici e le disponibilità di acqua superficiale e sotterranea. Quindi, lo stress idrico è alto se si preleva una quantità di acqua superiore alla capacità della risorsa di rigenerarsi. Il World Resources Institute ha inserito l’Italia tra i paesi ad alto stress idrico.
Acqua erogata e perdite idriche totali nelle reti di distribuzione per Regione, anno 2020 Valori percentuali sul volume immesso in rete (asse sx), pro capite in litri per abitante al giorno (asse dx)
Acqua erogata Perdite totali Acqua erogata pro capite
Fonte: Istat, Censimento delle acque per uso civile
Il grafico qui sopra rappresenta i litri di acqua erogati giornalmente per persona (asse di destra) e la percentuale delle perdite rispetto al totale erogato (asse sin). (Fonte Report Istat 2023)
Quanti litri vengono erogati pro capite nella tua Regione?
In quali Regioni la disponibilità di acqua è inferiore a 150 litri al giorno?
Quale Regione ha la percentuale di perdite minore (colonna rossa)?
In quali Regioni si verificano le maggiori perdite? Localizza nella carta d’Italia le Regioni che hanno le perdite maggiori.
I più recenti rapporti pubblicati dal Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC, 2021; 2022) confermano che i cambiamenti climatici hanno già alterato gli ecosistemi d’acqua dolce causando numerosi impatti negativi sui sistemi idrici destinati all’uso umano. Moltissime persone vivono in zone caratterizzate da siccità estrema e, secondo le proiezioni di molti istituti di ricerca,
TROPPA
L’Italia è il primo Paese al mondo per il consumo di acqua in bottiglia, con 223 litri all’anno pro capite: una bella spesa e un’enorme produzione di rifiuti plastici! Anche se la qualità dell’acqua della rete idrica italiana è elevata, solo il 30% degli italiani beve abitualmente acqua del rubinetto. I principali motivi della scarsa fiducia sono: abitudini consolidate, dubbi sulla sicurezza e il controllo, non gradimento del sapore.
il numero è destinato a crescere nei prossimi decenni. La diminuzione delle rese agricole e la scarsità d’acqua faranno ulteriormente aumentare le migrazioni da Paesi in difficoltà. Inoltre, la siccità è causa di conflitti: sono infatti in aumento le guerre che hanno come obiettivo quello di controllare e disporre delle riserve d’acqua nel mondo. Non è un caso che l’acqua sia definita “oro blu”.
Conduci un sondaggio tra i tuoi compagni e le tue compagne di classe e confronta le percentuali con il dato nazionale.
Ricorda: numero risposte / totale partecipanti × 100 = ...... %
Esempio: 18 risposte sì / 24 alunni × 100 = 75%
NUMERO INTERVISTATI: ........................
A casa tua si beve abitualmente acqua del rubinetto?
Sì
Per quale motivo non viene bevuta?
Per abitudine
Per paura che non sia sempre controllata
No
Perché non apprezziamo il sapore
Altro
Rappresenta i risultati con un istogramma e scrivi un commento in cui presenti la tua indagine. Puoi anche utilizzare il computer!
L’Italia che cambia
Molte Regioni in tutta Italia, soprattutto d’estate, devono limitare l’uso di acqua potabile solo all’igiene e all’alimentazione: divieto di lavare l’auto, annaffiare il giardino, bagnare i cortili.
Belli, puliti ed ecologici
Per una doccia di 5 minuti si consumano fino a 80 litri d’acqua, ma con un buon miscelatore il consumo si riduce a 25 litri. Prova a lavarti con la massima efficienza nel minor tempo possibile… ovviamente chiudi l’acqua mentre ti insaponi!
Recuperiamo tutto!
Il rubinetto aperto versa circa 6 litri di acqua al minuto. Lavare frutta e verdura sotto l’acqua corrente spreca tanta acqua pulita. Un ottimo alleato sono bacinelle e secchi: con pochi gesti è possibile riutilizzare l’acqua, per esempio per scaricare il water.
Il riso goccia a goccia
La tecnica di coltivazione tradizionale del riso prevede tanta acqua. La ricerca sta sperimentando tecniche di irrigazione goccia a goccia e di coltivazione a secco tipica dei paesi mediorientali; si stanno inoltre selezionando nuove varietà di riso, più resistenti alla siccità.
Scalette per pesci!
Costruire dighe e sbarrare fiumi per creare laghi artificiali permette di raccogliere le acque dolci, ma con pesanti effetti sulle falde sotterranee e sugli ecosistemi. Le dighe impediscono ad alcune specie acquatiche la risalita dal mare al fiume, ma per fortuna si stanno costruendo “passaggi per pesci” all’interno degli sbarramenti.
Impariamo dagli antichi
Molte aziende propongono in vendita serbatoi e impianti per la raccolta dell’acqua piovana, da installare nelle singole abitazioni per alcuni utilizzi in casa e in giardino. Un’idea innovativa, ma con radici antiche: l’archeologia ci ha mostrato evoluti ed efficienti sistemi per la raccolta e la distribuzione delle acque in tutte le civiltà, fin dal Neolitico.
Dissalare l’acqua di mare è possibile?
Sì, per distillazione o per filtrazione, come già si fa nelle navi. I costi, però, sono molto elevati ed è antieconomico usarla a fini produttivi. È comunque il sistema di approvvigionamento di acqua dolce più diffuso nei ricchi e desertici Paesi del Medio Oriente, ma anche negli Stati Uniti, in California e Florida.
Pirati e astronauti
Nelle navi antiche l’acqua potabile era trasportata in barili di legno. Diventava ben presto maleodorante e poco salubre e doveva essere filtrata. Si raccoglieva anche l’acqua piovana attraverso teli e vele. Ottocento anni dopo, a bordo delle stazioni spaziali l’acqua si recupera e potabilizza attraverso filtri che raccolgono il vapore acqueo del respiro e del sudore degli astronauti e riciclano le loro urine. Più fortunati i marinai o gli astronauti? 1 2 3 4 5 6 7 8
Scienze • Educazione Civica • Geografia • Matematica
La vita sulla Terra è possibile grazie alla presenza dell’atmosfera e dell’acqua, che ricopre il 71% del pianeta e ne determina l’unicità nel Sistema solare.
L’acqua è speciale… ed attraente! Le sue proprietà uniche derivano dal tipo di forze di attrazione che la molecola riesce a stabilire.
È allo stato liquido nella maggior parte dei climi del pianeta, cioè a temperature comprese tra 0°C e 100°C.
Assorbe una grande quantità di calore cambiando lentamente temperatura, questo le conferisce il potere di mitigare il clima, proteggere dagli shock termici, distribuire il calore e raffreddare.
Scioglie e diluisce una grande quantità di molecole, che poi trasporta e diffonde.
Origina i fenomeni della tensione superficiale e della capillarità, che permettono la formazione di gocce, il galleggiamento, il potere di bagnare, la risalita dell’acqua nelle cavità sottili.
Quando solidifica, il ghiaccio aumenta di volume e diventa meno denso, perciò galleggia sull’acqua liquida. Questo permette la vita sotto le calotte ghiacciate, ma provoca anche erosione e fratture nelle strutture in cui si l’acqua si insinua.
Quanta acqua dolce è disponibile?
L’acqua sulla Terra non diminuisce, ma è in continuo movimento tra le sue diverse forme attraverso il ciclo dell’acqua, mosso dall’energia solare. Il problema della disponibilità è legato al fatto che il 97% dell’acqua del pianeta si trova nei mari e negli oceani, troppo salata per poter essere utilizzata. La componente di acque dolci, che costituisce il 3% del totale, è in gran parte non disponibile perché stoccata nei ghiacciai o come acque sotterranee, oppure distribuita in zone non utilizzabili. L’acqua dolce effettivamente utilizzabile è pertanto una risorsa davvero limitata.
Dalle nubi si generano precipitazioni
dalle quali l’acqua torna a terra. Attraverso i corsi d’acqua, l’acqua raggiunge il mare.
Il vapore acqueo si condensa in nubi.
Precipitazioni
Evaporazione
Traspirazione
Gli organismi viventi emettono vapore acqueo attraverso la traspirazione.
L’acqua nei mari evapora per effetto della radiazione solare.
1. Analizza questa immagine, che rappresenta un campo da golf nella zona di Palm Springs, California.
• Quali elementi dell’immagine suggeriscono un clima arido?
• Descrivi la vegetazione:
• Come pensi che il campo da golf possa essere mantenuto così verdeggiante?
• Quale messaggio ha voluto trasmettere l’autore della foto?
2. Scatta una foto che “parli” della risorsa acqua, del suo utilizzo o di uno spreco che puoi osservare nella vita di ogni giorno.
Scienze • Educazione Civica
L’acqua è utilizzata per molteplici scopi. L’uso dell’acqua per uso civile, industriale e agricolo è aumentato in tutto il mondo di circa l’1% l’anno negli ultimi quarant’anni, per la crescita demografica e lo sviluppo socioeconomico. Le regioni con i prelievi più consistenti sono l’America settentrionale e l’Asia centrale (FAO, 2022).
In Italia più della metà dell’acqua potabile è utilizzata a fini agricoli.
L’inquinamento causato da pesticidi e fertilizzanti riduce ulteriormente le acque disponibili. L’agricoltura intensiva, gli allevamenti, la scelta di coltivare prodotti che danno maggior guadagno ma richiedono molta acqua sono espressione di un modello produttivo che consuma molte risorse e oggigiorno non è più sostenibile. Si dovrebbero scegliere invece colture più adatte al clima, ridurre le perdite nei sistemi di trasporto e irrigazione, investire nella ricerca, ad esempio per usare in agricoltura le acque reflue urbane, opportunamente depurate. Come cittadini possiamo privilegiare i prodotti locali e seguire un’alimentazione prevalentemente vegetale.
Nell’industria l’acqua è impiegata come materia prima, per il funzionamento e raffreddamento dei macchinari, negli impianti di climatizzazione, per la pulizia.
Le imprese dei sette settori principali (alimentare, tessile, energetico, manifatturiero, chimico, farmaceutico e minerario) sono responsabili dell’utilizzo e dell’inquinamento di oltre il 70% delle acque dolci di tutto il mondo.
Per ridurre l’impatto ambientale si dovrebbero riprogettare gli impianti idrici con nuove tecnologie e separare le condutture dell’acqua, in modo da utilizzare quella potabile solo per gli scopi strettamente necessari, mentre per gli usi di servizio si potrebbe utilizzare acqua riciclata e depurata.
Anche le scelte dei singoli consumatori sono importanti.
Osserva la “top 5” dell’impronta idrica degli oggetti di uso quotidiano: • Computer portatile
Scarpe di pelle
Automobili
Un paio di jeans
Smartphone
Anche la quantità di oggetti prodotti è importante: pensa al numero di smartphone nel mondo!
Uso idroelettrico
L’energia idroelettrica è una fonte rinnovabile che sfrutta l’energia che si libera dalla caduta dall’alto dell’acqua, raccolta in laghi grazie alla costruzione di sistemi di sbarramento, dighe, condotte forzate, uso di turbine. Questo tipo di energia è usato sin dall’antichità: il popolo egizio e i greci sono stati i primi a studiare l’energia dell’acqua e a sfruttarla grazie ai
1. L’impronta idrica è un indicatore creato per capire quanta acqua è necessaria per la produzione agricola o industriale. Elenca alcuni alimenti che, secondo te, potrebbero avere un’impronta idrica elevata: Verifica la tua ipotesi analizzando i dati della tabella.
TOP TEN DEI CIBI A PIU’ ALTA IMPRONTA IDRICA
Carne bovina
Tè verde
Carne suina
Riso
Zucchero di canna
Pane
Orzo
Mele
Latte
Vino
3. Che cosa possiamo fare?
mulini; furono in seguito i romani a sviluppare straordinari acquedotti. In Italia ci sono più di 4700 impianti idroelettrici diffusi nelle Alpi e negli Appennini. Pur usando una fonte rinnovabile, la produzione di energia idroelettrica ha la controindicazione di comportare un impatto ambientale notevole sul paesaggio, sugli ecosistemi e sul clima.
2. Che cosa scegli per pranzo?
1 kg di pasta 1850 litri di acqua prezzo di vendita: 2,30 €/kg
1 kg di carne bovina 15 400 litri di acqua prezzo di vendita: 25 €/kg
• Qual è l’impronta idrica di un piatto di pasta da 100g?
• Qual è l’impronta idrica di un piatto di carne bovina da 100g?
• Quale piatto è più conveniente per il consumatore?
• Metti in rapporto le due impronte idriche e calcola di quante volte è maggiore il consumo di acqua per la produzione di carne:
• Immagina con i tuoi compagni e le tue compagne il menù di un pranzo a basso impatto idrico:
Discuti con i tuoi compagni e le tue compagne e proponi alcuni comportamenti per ridurre la nostra impronta idrica relativa ai prodotti industriali.
1. Che sete! Per fortuna...
A ho qui con me la borraccia
B posso attaccarmi al rubinetto
C ho comprato una bottiglietta
D posso prendere una lattina al distributore
2. Sotto la doccia...
A insaponata accurata e veloce risciacquo
B chiudo l’acqua quando non serve
C amo rilassarmi a lungo
D adoro le lunghe docce e i bagni in vasca
3. Il tuo shopping...
A acquisto solo lo stretto necessario
B penso che il cotone sia molto ecologico, ma voglio informarmi meglio
C adoro lo shopping, soprattutto abbigliamento
D sono molto tecnologico
4. Se devo scegliere un drink con una bassa impronta idrica, prendo…
A una bottiglietta d’acqua
B un succo d’arancia o un succo in brick, penso siano simili
C una tazza di latte
D una cola
5. In casa tua, quando fate la spesa:
A stiamo attenti a comprare frutta e verdura locali
B leggiamo le etichette, ma spesso scegliamo la comodità
C compriamo in grande quantità prodotti confezionati
D ci piace provare prodotti sempre diversi da tutto il mondo
6. Preferisci:
A pasta
B tofu, ceci, legumi
C pizza
D hamburger o bistecca
Maggioranza di risposte A: IN PUNTA DI PIEDI
La tua impronta idrica è abbastanza limitata rispetto a uno stile di vita occidentale: sei attento alle scelte. Materiali riutilizzabili, poco spreco, prodotti locali e di preferenza vegetali: sono scelte che non cambiano il nostro stile di vita ma hanno un grande impatto. Continua così, sei un esempio!
Maggioranza di risposte B: PIEDE ATTENTO
Sei attento alle tue scelte, anche se non sempre conosci l’impatto di alcuni prodotti. Ecco allora alcuni consigli: tra una spremuta e un succo di frutta, scegli quello con meno imballaggio. Tra due prodotti simili scegli il meno processato. E per l’abbigliamento?
Compra meno cose, ma durevoli. Continua a ragionare sull’acqua nascosta e saprai fare tendenza con il tuo stile di vita!
Maggioranza di risposte C: BIGFOOT POCO CONSAPEVOLE
Forse non lo sai, ma il tuo stile di vita consuma moltissima acqua potabile. Carne e formaggi hanno un impatto ambientale altissimo. Preferire la merenda fatta in casa e la borraccia, ridurre gli acquisti all’indispensabile sono scelte scomode, a volte, ma di grande impatto. Accetti la sfida?
Maggioranza di risposte D: SPUGNA UMANA (MA SOLO PER ORA!)
Non è un’accusa, solo una riflessione sulle abitudini: lunghe docce, acquisti, tecnologia… Lo stile di vita occidentale ci ha trasformati in consumatori indiretti di acqua potabile. Vuoi provare a invertire la rotta e diventare un esempio per gli altri? Visita il sito del Water Footprint Network!
Il rinomato catalogo
Walker & Dawn
Autore: Davide
Morosinotto
Editore: Mondadori
Da leggere perché: Racconta una straordinaria avventura ambientata
più di un secolo fa. I protagonisti sono quattro ragazzi, amici inseparabili che navigano da soli sulle acque del Mississippi con una missione precisa: scoprire cosa si cela dietro l’enigma di un orologio arrivato per corrispondenza.
Le avventure di Huckleberry Finn
Autore: Mark Twain
Editore: Il battello a vapore
Da leggere perché: È la storia di un ragazzo che decide di
vivere lontano dalla società per sottrarsi agli obblighi che essa impone. Viaggerà lungo il fiume a bordo di una semplice zattera, con la compagnia di uno schiavo che desidera raggiungere la libertà.
Fiume lento
Autrice: Alessandro
Sanna
Editore: Rizzoli libri
Da leggere perché:
È un silent book, ovvero un libro senza parole che narra la storia del fiume Po attraverso immagini poetiche e suggestive. Il libro ha vinto il prestigioso Super Premio Andersen nel 2014.
L’ultima goccia
Podcast a cura di: Francesca
Milano
Prodotto da:
Chora Media
Da ascoltare perché: L’autrice compie un viaggio
dalla sorgente alla foce del Po, incontra persone che dipendono dalle acque del grande fiume e ci racconta le loro interessanti storie.
Brave blue world: soluzioni innovative alla crisi idrica
Documentario prodotto da: Netflix
Da guardare perché:
I grandi attori Liam Neeson e Matt Damon sono i protagonisti di questo documentario che si interroga su come si possa ipotizzare un futuro in cui l’acqua non sia una risorsa rara, ma un bene alla portata di tutti.
Plastic River
Documentario prodotto da: Chora Media
Da guardare perché: Racconta il viaggio di un ragazzo milanese a bordo del suo kayak attraverso fiumi e laghi della sua regione, con l’obiettivo di ripulirli da plastica e rifiuti. Vincitore di premi e riconoscimenti, Plastic river è anche un’occasione per ammirare la bellezza dei paesaggi italiani.
Ascolta l’episodio 4 del podcast
Dialoghi in Agenda: dalla scuola al mondo
Cerca in rete la canzone La leva calcistica della classe ’68 di Francesco de Gregori e leggi i versi seguenti.
Non è mica da questi particolari
Che si giudica un giocatore
Un giocatore lo vedi dal coraggio Dall’altruismo e dalla fantasia.
Francesco de Gregori
La leva calcistica della classe ‘68
Quali sono le doti di uno sportivo?
Quali valori umani dovrebbero guidarlo nella sua attività? In questo capitolo avrete modo di riflettere sull’importanza dell’attività motoria e sportiva per la crescita fisica e personale. Conoscerete inoltre la storia di tante atlete ed atleti che, con le loro esperienze straordinarie, sono stati testimoni di valori etici e costituiscono un esempio per l’umanità.
Educazione motoria • Storia • Educazione Civica
“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare, di unire le persone in una maniera che pochi di noi possono fare.” Nelson Mandela
La storica immagine in cui Switzer viene spinta per farle abbandonare la gara
Protesta per i diritti delle donne iraniane in occasione dei mondiali in Qatar
Gli eventi sportivi internazionali sono da decenni un’occasione per parlare di rispetto dei diritti civili e umani nel mondo. Ti presentiamo una serie di episodi significativi che, grazie alle azioni coraggiose di sportive e sportivi, hanno permesso di far conoscere a molte persone situazioni in cui i diritti civili erano violati.
1967 Boston (Stati Uniti). Kathrine Virginia Switzer è un’atleta e attivista statunitense che, grazie a uno stratagemma, nel 1967 partecipò alla maratona di Boston, la cui iscrizione era riservata ai soli uomini. Per iscriversi, l’atleta si registrò come K.V. Switzer, usando le iniziali e non il nome completo. I giudici si accorsero della presenza della donna solo a gara iniziata e cercarono di farla
14,90 Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).
L’Alternativa in Agenda offre un percorso ricco e motivante rivolto agli studenti e alle studentesse di scuola secondaria di primo grado che non frequentano le lezioni di religione cattolica.
• Più di 70 lezioni, strutturate per coprire il tempo di un’ora settimanale e organizzate in 18 unità tematiche da distribuire sui tre anni del ciclo didattico.
• Argomenti relativi all’Agenda 2030, all’Educazione civica e a tematiche socio-adolescenziali.
• Approccio interdisciplinare, per imparare a cogliere la molteplicità e la complessità del reale, anche attraverso attività che sfruttano le risorse del gruppo.
• Percorso ricco di curiosità, suggerimenti di letture e film; inoltre test individuali, utili a far emergere alcuni aspetti del proprio mondo interiore e personale in rapporto al tema affrontato.
• Uno speciale podcast in 18 episodi (Dialoghi in Agenda: dalla scuola al mondo) per approfondire le tematiche affrontate tramite le parole di esperte ed esperti.
Risorse digitali
Contenuti e strumenti di condivisione, per la lezione in classe e a casa.
Alta leggibilità
Testo modificabile, dizionario integrato, servizio traduzione.
Audiobook
Audiolibro integrale curato da speaker professionisti.
QR code
Attivazione di risorse e strumenti tramite smartphone o tablet.
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