Letture
con Educazione civica e Verifiche a LIVELLI
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4 Parlare è facile Ricordi delle vacanze
5 Ascoltare è facile Non mi piace scrivere
6 Essere educati è facile Comportiamoci bene
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Leggere è facile A colpo d’occhio
Leggere è facile Leggere per anticipazione
Leggere è facile Leggere in modo espressivo
Comprendere è facile L’ultima fetta di torta
Comprendere è facile Una spesa distratta
Comprendere è facile Il pastore di oche
Comprendere è facile Un pranzo speciale
Comprendere è facile Jerjes e i suoi figli
Comprendere è facile Il castello di sabbia
24 SCOPRO IL RACCONTO REALISTICO
26 Il racconto realistico A casa di Elisa 27 CON LA MAPPA IMPARO 28 Malala
29 Alex, un tipo nella media
30 E poi, Cino?
31 Da grande farò...
32 Odio i miei capelli!
34 Le rughe del nonno
35 Sono nella squadra!
36 Facciamo una banda
38 VERSO LE COMPETENZE • So ascoltare
39 VERSO LE COMPETENZE • Ci siamo tutti
40 VERSO LE COMPETENZE • So comprendere
44 SCOPRO IL RACCONTO FANTASTICO
46 Il racconto fantastico Il taglialegna onesto
47 CON LA MAPPA IMPARO
48 Lezione di incantesimi
49 Scuola di mostri
50 La tartaruga gigante
52 La furia di Banshee
53 Il bambino salvalucertole
54 VERSO LE COMPETENZE • So ascoltare
55 VERSO LE COMPETENZE • Ci siamo tutti
56 VERSO LE COMPETENZE • So comprendere
58 LEGGERE è BELLO
60 SCOPRO LA FIABA
62 La fiaba Il pesce lucente
63 CON LA MAPPA IMPARO
64 Il fagiolo magico
66 Ulla e l’unicorno
67 La principessa orchessa
68 I cigni selvatici
70 La Bella e la Bestia
72 VERSO LE COMPETENZE • So ascoltare
73 VERSO LE COMPETENZE • Ci siamo tutti
74 VERSO LE COMPETENZE • So comprendere
76 SCOPRO LA FAVOLA
78 La favola Il lupo e il cane
79 CON LA MAPPA IMPARO
80 Il leone, la iena e la volpe
81 Questione di gobbe
82 L’unione fa la forza
83 La volpe e il corvo
84 VERSO LE COMPETENZE • So ascoltare
85 VERSO LE COMPETENZE • Ci siamo tutti
86 VERSO LE COMPETENZE • So comprendere
88 LEGGERE è BELLO
90 SCOPRO LA LEGGENDA
92 La leggenda Come fu creato il deserto
93 CON LA MAPPA IMPARO
94 Perché i merli sono neri?
96 VERSO LE COMPETENZE • So ascoltare
97 VERSO LE COMPETENZE • Ci siamo tutti
98 VERSO LE COMPETENZE • So comprendere
100 SCOPRO IL MITO
102 Il mito La creazione dell’essere umano
103 CON LA MAPPA IMPARO
104 Napi e gli animali
105 Il Sole e l’Acqua
106 VERSO LE COMPETENZE • So ascoltare
107 VERSO LE COMPETENZE • Ci siamo tutti
108 VERSO LE COMPETENZE • So comprendere
110 TESTI NON NARRATIVI
112 SCOPRO LA DESCRIZIONE
114 La nonna
115 Michael e Ottl
116 Emma streghetta
117 Bettina principessa
118 Il gatto William
119 L’amico del pastore
120 Un’oca da guardia
121 La grande montagna
122 Ascolta il bosco
123 Betta Dolcemiele
124 Il piccolo spaventapasseri
125 Il mio coniglietto
126 VERSO LE COMPETENZE • So ascoltare
127 VERSO LE COMPETENZE • Ci siamo tutti
128 VERSO LE COMPETENZE • So comprendere
130 EDUCAZIONE CIVICA
132 SCOPRO LA POESIA
134 La rima
136 L’ala sinistra
137 L’arma segreta
138 L’allitterazione
139 L’onomatopea
140 La similitudine
141 La metafora
142 La personificazione
143 Figure retoriche
144 La poesia Luce di un ulivo
145 CON LA MAPPA IMPARO
146 La filastrocca
147 Le conte
148 La ninna nanna
149 VERSO LE COMPETENZE • Ci siamo tutti
150 VERSO LE COMPETENZE • So comprendere
152 SCOPRO IL TESTO INFORMATIVO
154 Il testo informativo Gli esseri umani e il fuoco
155 CON LA MAPPA IMPARO
156 Le emozioni sono importanti
158 L’acqua: un bene prezioso
160 Le api
162 EDUCAZIONE CIVICA
164 Mantenersi sani
166 La salamandra pezzata
167 VERSO LE COMPETENZE • Ci siamo tutti
168 VERSO LE COMPETENZE • So comprendere
170 SCOPRO IL TESTO REGOLATIVO
172 Il testo regolativo Biscotti del mattino
173 CON LA MAPPA IMPARO
174 In piscina
175 Regole per aiutare l’ambiente
176 VERSO LE COMPETENZE • Ci siamo tutti
177 VERSO LE COMPETENZE • So comprendere
LE STAGIONI
178 È AUTUNNO
179 LABORATORIO in gioco L’autunno
180 Nel bosco dorato
181 Halloween
182
È INVERNO
183 LABORATORIO in gioco Nevica
184 Giorno di neve
185 Il piccolo abete
186 Un Natale particolare
188 Lettera alla Befana
189 Carnevale
190 È PRIMAVERA
191 LABORATORIO in gioco Il vento
192 Consigli di primavera
193 Cucciolo d’albero
194 Il salice e le rondini
195 L’uovo di Pasqua
196 È ESTATE
197 LABORATORIO in gioco I pesci bimbi
198 Estate al mare
200 BUONA LETTURA! Levate l’ancora!
VERSO LE COMPETENZE
RICORDI DELLE VACANZE
Buongiorno, bambine e bambini, avete portato un oggetto legato a una giornata estiva speciale? Mi raccontate cosa vi ricorda?
Io ho portato la conchiglia che ho trovato in spiaggia il giorno che ho imparato a nuotare.
Ecco il sasso che ho raccolto mentre facevo un’escursione in alta quota. È stata una bellissima giornata.
Io ho portato il libro più bello che ho letto, mi ricorda i pomeriggi all’ombra in giardino.
Questa è la lanterna che mi ha regalato il nonno quando sono stata a trovarlo in Marocco.
RACCONTO
Adesso parla tu dei bei ricordi che le vacanze ti hanno lasciato o degli oggetti che hai portato con te, poi ascolta con attenzione i racconti dei compagni e delle compagne.
NON MI PIACE SCRIVERE
Adesso mettiti comodo e ascolta la lettura dell’insegnante, poi esegui le attività.
1. Rispondi con una x.
Quando è ambientata la storia?
Durante le vacanze estive
All’inizio dell’anno scolastico
Alla fine dell’anno scolastico
Come si chiama il protagonista?
Giovanni Samuele
Sara
Quale di queste sarà la penna di Samuele?
Quale immagine rappresenta le vacanze di Samuele?
Che cosa succede alla fine della storia?
Samuele ha tante idee e inizia a scrivere un bel testo lungo.
Samuele non sa proprio cosa scrivere e la maestra lo aiuta.
La penna è magica e scrive da sola.
COMPORTIAMOCI BENE
1. Osserva bene ogni situazione, poi colora di rosso il comportamento sbagliato e di verde quello corretto.
Situazione 1
Situazione 2 Non è mio...
Situazione 3
Situazione 4
Buongiorno, bambine e bambini!
Non puoi più colorare
2. Commentate in classe le vostre scelte.
EDUCAZIONE CIVICA
Il 13 novembre si festeggia la Giornata Mondiale della Gentilezza.
• Svolgete in classe una piccola ricerca in Internet per scoprire l’origine di questa ricorrenza.
• Tu che cosa organizzeresti per festeggiare questa giornata? Parlatene in classe.
A COLPO D’OCCHIO
Ti trovi in classe terza e ormai sei padrone della lettura. Ma sei abbastanza veloce? Leggere velocemente vuol dire anche leggere le parole a colpo d’occhio.
1. Mettiti alla prova: trova a colpo d’occhio le parole indicate in ogni riquadro e cerchiale.
ASTUCCIO
pasticcio caruccio astuccio annuncio rinuncio astuto astuccio massiccio maluccio astuccio ciuccio cucciolo asciutto astuccio piaciuto
PENNA
pena lena penna pinna mina penna pina pino penna pena panna palla canna penna penne canne renne renna penna pinne rene panno rane danno
GOMMA FORBICI
somma gonna gomma gonne come gomma corna torna gomma gemma gomme gemme gomma gamma gamba samba gomma torna
torbidi complici forbici portici microbi sillabici forbici capricci pasticci spicci forbici bici dieci dodici forbici calici alici
2. Trova velocemente le parole sbagliate nel testo e sottolineale. Scrivi accanto la parola corretta.
Come mi piace venire a suola: ( _____________ ) trovo ogni mammina tutti i miei amici,
_____________ ) le minestre mi accolgono col sorriso,
_____________ ) il bidello ci fa trovare tutto punito e ordinato, ( _____________ ) adoro scrivere col fesso alla lavagna, ( _____________ ) durante la ricognizione posso giocare, ( _____________ ) spesso prendo dei bei vuoti. ( _____________ )
LEGGERE PER ANTICIPAZIONE
Quando sappiamo leggere bene, il nostro cervello riesce ad anticipare le parole che vede, per questo ci basta leggere solo qualche lettera per intuire l’intera parola.
Le parole magiche
1. Leggi e durante la lettura prova a intuire le parole nascoste.
Oggi in cortile sono scoppiati tanti litigi, così la maestra Michela ci ha fatto tornare subito in classe. Pensavamo che volesse farci una bella predica, invece ha detto: – Adesso parliamo di parole magiche.
Allora, bambine e bambini, quali parole magiche conoscete? Giuseppe ha alzato la mano e ha detto Abracadabra, che è la formula dei maghi.
Sofia ha detto Bibbidi-Bobbidi-bu, mentre Margherita ha provato con Supercalifragilistichespiralidoso come Mary Poppins. Ma ogni volta la maestra faceva no con la testa.
– Io intendevo le parole magiche che si possono usare tutti i giorni per fare più bella la nostra giornata.
Vanessa ha detto con una vocina un po’ incerta: – Scusa è una parola magica, perché ti fa fare la pace con chi è arrabbiato con te.
– Bene! – ha esclamato la maestra. – Adesso sì che ci siamo capiti!
E così tutti abbiamo cominciato a dire altre parole magiche: per piacere, permesso, grazie , e in classe si sentiva una gran confusione.
Maria Loretta Giraldo, Anna e le parole magiche, San Paolo
Scusa è una parola magica.
1. Verifica in coppia se hai indovinato le parole.
2. Indica con una X. “Scusa” è una parola magica perché ti fa fare la pace con chi è arrotolato con te. è arrabbiato con te. è arrivato con te.
LEGGERE IN MODO ESPRESSIVO
I segni di punteggiatura sono delle pause, ma non tutte hanno la stessa durata. In questo brano mancano i segni di punteggiatura che servono a dare ritmo e respiro alla lettura e aiutano a comprendere ciò che si legge.
Lo zaino di Maria
1. Leggi il brano ad alta voce.
Le vacanze sono finite stamattina ricomincia la scuola
Maria è contenta e prepara la cartella una cartella nuova di zecca dentro ci mette due quaderni la corda per saltare i libri un astuccio due braccialetti il coniglio di peluche un righello uffa non ci sta più niente ci sono ancora un sacco di cose da prendere allora tira fuori le cose meno importanti i quaderni i libri l’astuccio il righello ma per quanto stia lì a pigiare i pattini
proprio non entrano.
2. Rispondi con una X.
È stato facile leggere il brano dall’inizio fino alla fine?
Sì Non molto No
È stato facile capire la storia?
Sì Non molto No
3. Osserva la tabella e rifletti.
, La virgola indica una pausa breve. (/) : I due punti indicano una pausa media, che serve a introdurre un elenco, una spiegazione o le parole di chi sta parlando. (//)
. Il punto fermo è una pausa lunga. (///)
4. Ora rileggi il brano facendo le pause giuste.
Le vacanze sono finite. /// Stamattina ricomincia la scuola. /// Maria è contenta e prepara la cartella, / una cartella nuova di zecca. /// Dentro ci mette: // due quaderni, / la corda per saltare, / i libri, / un astuccio, / due braccialetti, / il coniglio di peluche, / un righello. /// Uffa, / non ci sta più niente. /// Ci sono ancora un sacco di cose da prendere, / allora tira fuori le cose meno importanti: // i quaderni, / il libro, / l’astuccio, / il righello. /// Ma per quanto stia lì a pigiare, / i pattini proprio non entrano. ///
5. Rispondi con una X.
Hai letto più facilmente e hai compreso meglio la storia?
Sì Non molto No
6. Ecco altri segni di punteggiatura che ti aiutano a leggere in modo espressivo.
!
?
...
Il punto esclamativo indica una pausa lunga ed esprime gioia, sorpresa, dolore, rabbia.
Il punto interrogativo indica una pausa lunga ed esprime una domanda.
I puntini di sospensione indicano una pausa lunga perché esprimono un’attesa.
7. Colora i segni di punteggiatura e leggi ad alta voce con la giusta intonazione.
Patrizio ritorna a casa da scuola e trova il suo orsacchiotto preferito a terra. È rotto! Tra le lacrime, corre dal papà.
Forse lui potrà sistemarlo?
Nel corridoio incontra Holly tutta allegra, con una pallina in bocca. Holly è un cucciolo di cane e ha l’abitudine di masticare qualsiasi cosa finché non la riduce in poltiglia: è stata sicuramente lei a rompere l’orsacchiotto!
Finalmente il papà guarda l’orsacchiotto... Non c’è da preoccuparsi, si può aggiustare.
Prima di leggere una storia è sempre bene soffermarsi sul titolo per comprenderla meglio.
L’ultima fetta di torta
1. Indica con una X il proseguimento giusto.
Il titolo ti fa pensare a una storia di fantasia e piena di magie. di avventure e mondi immaginari. che può accadere nella realtà.
Questa storia parlerà di una sorprendente scoperta. un brutto litigio. una divertente giornata.
2. Ora leggi la storia e verifica se le tue risposte sono corrette.
Mimma e Max se ne stanno pronti davanti a una fetta di torta. È una sola, è rimasta dalla festa della zia.
– Me la mangio io! – dice Mimma.
– No, la voglio io! – protesta Max.
– La zia l’aveva promessa a me – ribatte Mimma.
– Non è vero, io non ho mai sentito dire alla zia che la torta era per te! – dice Max ancora più arrabbiato.
– E tu sei il solito prepotente! – riattacca Mimma.
– Adesso te lo faccio vedere io! – dice Max.
Ma quando si girano verso il tavolo, vedono che il piatto è vuoto. Mentre i due fratelli perdevano tempo a litigare, Franceschino, il loro cugino più piccolo, zitto zitto si è mangiato tutto!
Lodovica Cima, Storie per tutto l’anno, Ape Junior
3. Quale titolo NON può andare bene per la storia che hai letto? Cancellalo.
Tra i due litiganti il terzo gode La torta è mia! Il cuoco e la torta
4. Ora inventa tu un titolo adatto alla storia.
Non esiste una storia senza personaggi: sono i personaggi, con le loro azioni, a far nascere le storie. I personaggi principali compiono le azioni più importanti della vicenda, gli altri sono personaggi secondari.
Una spesa distratta
Omar è distratto. Molto distratto.
– Omar, puoi andare a comprare il burro e le uova? –gli chiede sua madre.
Omar è distratto ma obbediente e va al supermercato.
Sceso in strada si è già dimenticato di quello che deve comprare ed entra in una macelleria.
– Vorrei una penna – dice alla macellaia.
Lei lo guarda stupita e gli indica la cartoleria oltre. Omar risale la strada ed entra in un bar.
– Vorrei un costume da bagno – dice al cameriere.
Il cameriere scuote la testa, innervosito. esce e si siede su una panchina, accanto signora e alla sua busta della spesa.
– Buongiorno – dice la signora a Omar.
– Oh, devo andare a scuola – dice lui.
E va via, portando con sé la busta della signora. Torna a casa e dà la busta a sua madre.
Lei tira fuori il burro e le uova e dice:
– Bravo, non hai dimenticato niente.
Omar la guarda e le chiede:
– Mi scusi, signora, lei chi è?
Bernard Friot, Ricette per racconti a testa in giù, Editrice Il Castoro
1. Rispondi scrivendo i nomi.
Chi è il personaggio principale? ______________________________
Chi sono i personaggi secondari? Scrivili in ordine di apparizione.
Nelle storie le azioni dei personaggi si svolgono sempre in qualche luogo.
Il pastore di oche
C’era nell’antica Cina un pastore di oche di nome Po Ve Lin. Con il suo branco di novantadue oche bianchissime, se ne andava per la campagna tutto il giorno, e alla sera le riportava nel recinto vicino alla sua capanna.
Un giorno, mentre le oche beccavano in un prato, passò a cavallo un uomo ricco e arrogante, che si chiamava Ple Po Ten. Le oche di Po Ve Lin al passaggio dei cavalli si spaventarono e cominciarono a starnazzare e a correre:
QUA QUA QUA!
Il cavallo di Ple Po Ten si spaventò ancor più di loro e s’impennò: così il ricco signore finì nella polvere. Quando si rialzò tutto arrabbiato, fece catturare Po Ve Lin, lo portò al palazzo e lo rinchiuse in cima a un’alta torre.
Ma le oche, tutte e novantadue, attraversarono campi e boschi, arrivarono al palazzo e cominciarono a fare un gran baccano di QUA QUA QUA!
Tutti si tappavano le orecchie. Le oche non smisero il giorno e nemmeno la notte, tanto che Ple Po Ten non riuscì a chiudere occhio. Prima del mattino il signore gridò: – Liberate il pastore, che porti via questo baccano! E Po Ve Lin fu liberato, uscì dal palazzo e le sue novantadue oche si misero in fila dietro di lui, verso i bei pascoli di erba tenera.
Roberto Piumini, Mi leggi un’altra storia?, Einaudi Ragazzi
1. Sottolinea nel testo i luoghi della storia con i colori corrispondenti.
- Dove si svolge la storia
- Dove vive Ple Po Ten
- Dove vive Po Ve Lin
- Dove fu rinchiuso Po Ve Lin
Nelle storie si può trovare indicato il tempo in cui accadono i fatti.
Un pranzo speciale
Un giovane serpentello se ne andava strisciando in un bel prato e si godeva i caldi raggi del primo sole primaverile. All’improvviso un’ombra spaventosa si proiettò sul suo cammino: un terribile nibbio stava puntando dritto verso di lui. In un lampo quell’uccello rapace lo afferrò con il becco e lo sollevò in cielo.
– Lasciami andare! – implorò l’animaletto. –
Non ti ho fatto niente!
Ma il crudele nibbio gli rispose:
– Fossi matto! Tu sarai per me un pranzo speciale!
A quel punto il serpentello si girò su se stesso e diede un morso al suo nemico. Il volatile, colpito dal veleno della sua preda, aprì il becco liberando il serpente, che cadde a terra senza farsi male. Il nibbio invece precipitò sul terreno riportando parecchie ferite. – Io non volevo farti del male, ma tu mi hai costretto e adesso ne paghi le conseguenze! – gli disse il serpentello. Trascorsero due giorni interi prima che il nibbio potesse riprendere a volare ma, da allora, si guardò bene dall’avvicinarsi ai serpenti.
Esopo, Le più belle favole, Raffaello
1. Rispondi con una X.
Il tempo di questa storia è ben definito?
Sì No
Quando si svolgono i fatti?
In inverno In primavera In estate
Jerjes e i suoi figli
INIZIO
L’Etiopia è un grande stato dell’Africa dove in alcune zone abitano pastori che si occupano dei loro piccoli greggi di capre e pecore. Hanno una vita dura a causa del clima e del deserto. Jerjes era uno di loro. Un giorno si ammalò e chiamò i suoi tre figli.
SVOLGIMENTO
– Sto morendo e siamo così poveri che non posso dividere in tre quel poco che ho – disse. – Quindi ho pensato di lasciare tutto al più intelligente, perché lo faccia crescere e aiuti i suoi fratelli. – Padre, e chi è il più intelligente? – chiese il maggiore. – Ho pensato a una prova che ce lo rivelerà. Ho lasciato sul tavolo una moneta ciascuno. Comprate qualcosa con cui possiate riempire la casa. Chi ci riuscirà sarà il mio erede. Il maggiore pensò che la soluzione sarebbe stata la paglia, che era economica. Ne comprò un carro intero, ma riuscì a riempire solo metà casa. Il fratello di mezzo arrivò con un mucchio di sacchi pieni di piume, ma nemmeno così la casa si riempì. Arrivò il turno del piccolo. Infilò la mano in tasca e tirò fuori una candela.
– E tu pensi di riempire la casa con una cosa sola? –lo prese in giro il secondogenito. Ma appena calò il buio, il giovane accese la candela e la casa si riempì di luce.
CONCLUSIONE
Alla morte del padre il figlio minore ereditò tutto e permise ai suoi fratelli di lavorare e di vivere insieme a lui . Alla sua morte era la persona più ricca e rispettata della regione.
Alex Rovira e Francesc Miralles, Storie per volerci più bene, Salani
Le storie contengono varie informazioni, alcune esplicite che puoi rintracciare leggendo; altre implicite, non scritte, che puoi ricavare riflettendo sul significato delle parole e dei fatti.
1. Cerca nel testo le informazioni che rispondono alle seguenti domande e sottolineale: usa i colori corrispondenti.
Dove si svolge la storia?
Chi sono i personaggi?
A chi avrebbe lasciato tutto Jerjes?
Che cosa portò a casa il figlio maggiore?
Che cosa portò a casa il secondogenito?
Che cosa portò a casa il figlio più piccolo?
Chi ereditò tutto?
2. Rifletti sul significato di parole e fatti e rispondi con una X.
Perché il secondogenito prende in giro il fratello più piccolo?
Perché erano sempre in lotta tra di loro.
Perché non ha capito che con la luce della candela può riempire la casa.
Perché vuole vincere lui la prova.
Come si dimostra, alla fine, il figlio minore?
Egoista e avaro
Furbo e coraggioso
Ingenuo e incapace Saggio e altruista
3. Indica in quale parte del testo si trovano queste informazioni.
Informazioni Inizio Svolgimento Conclusione
Il fratello maggiore compra un carro di paglia.
L’Etiopia è un paese africano.
Il figlio minore eredita tutto.
Il padre ha lasciato una moneta per ciascuno.
Il padre parla con i figli.
Il castello di sabbia
Il castello di sabbia era una meraviglia: otto torri, un ponte levatoio, un fossato. Ma c’era un problema: i bambini che si dichiaravano autori di quella magnifica opera di sabbia erano due e litigavano di brutto.
– Vattene, è mio! – gridava Sergio a squarciagola.
– Non è vero: l’ho fatto io! – rispondeva Diego strillando. Un attimo prima che i due bambini si mettessero le mani addosso, il bagnino si mise in mezzo e li fermò, ma capì subito che quello era un caso difficile. Per fortuna a toglierlo dall’imbarazzo giunse una signora con l’aria sorridente.
– Avete un problema? Io sono una giudice di tribunale: posso aiutarvi?
Il bagnino spiegò in poche parole il problema e poi restò in attesa della soluzione scelta dalla giudice.
La sentenza non si fece aspettare troppo. La donna disse: – Bene, visto che non si riesce a stabilire chi sia il vero autore del castello, io penso che sia meglio distruggerlo.
– Va bene, buttiamolo giù! – disse subito Sergio.
– No! – gridò Diego disperato. – Piuttosto che distruggerlo, preferisco che se lo tenga lui!
La donna capì allora che Diego soffriva all’idea che il castello potesse essere abbattuto: l’autore del castello doveva essere proprio lui. Rimproverò così Sergio, che alla fine confessò. Poi stabilì che Diego aveva tutto il diritto di giocare con il suo castello di sabbia, e tuttavia consigliò al bambino di perdonare Sergio e di giocare insieme a lui.
– Cara signora, è stata davvero brava! –si complimentò il bagnino.
Stefano Bordiglioni, Storie per giocare, Einaudi Ragazzi
Quando leggi una storia ci sono alcune parole in particolare che ti aiutano a comprendere bene il significato di ciò che leggi.
1. Indica la parola che può sostituire quella colorata, senza modificare il significato della frase.
Il bagnino si mise in mezzo e li fermò, ma capì subito che quello era un caso difficile.
Però Dunque Cioè
La giudice stabilì che Diego aveva tutto il diritto di giocare con il suo castello di sabbia, e tuttavia consigliò al bambino di perdonare Sergio.
Quindi Nonostante ciò Infatti
2. Completa il riassunto della storia con le parole date.
castello - giocare - bagnino - autore - bambini - stratagemma
Due bambini bisticciano furiosamente per poter _______________ con un di sabbia, perché ognuno sostiene di averlo costruito lui.
Il li separa, ma non sa come risolvere la questione.
Una signora interviene e, con un furbo riesce a capire chi è l’ del castello. Alla fine i due giocano insieme.
3. Rispondi con una X.
Dove potresti trovare un brano come questo?
In un libro di giochi per l’estate.
In una raccolta di racconti per l’infanzia.
In un libro di poesie e filastrocche.
TESTI NARRATIVI
I testi narrativi raccontano una storia, cioè una serie di avvenimenti che riguardano uno o più personaggi e possono essere di vario genere.
RACCONTI REALISTICI
Ti raccontano storie vere o che possono accadere
RACCONTI FANTASTICI
Ti raccontano storie di
FIABE
Ti conducono nel mondo della magia con maghi, principesse, fate e draghi.
Da pag. 58 a 75
FAVOLE
Ti danno degli insegnamenti attraverso brevi storie
LEGGENDE
Ti spiegano l’origine delle cose con la
Da pag. 88 a 99
MITI
Ti raccontano l’origine del mondo e dell’umanità attraverso divinità
LEGGERE BELLO è
Una canzone per te
La mamma oggi è stesa sul divano. Marco è un po’ preoccupato. Di solito la mamma gioca con lui, oppure fa altre cose.
Si avvicina e le fa una carezza sul viso.
– Ti senti male? – chiede.
– No, amore, noi due dobbiamo riposare: tua sorella, qui, è un po’ agitata – dice la mamma, e indica la sua pancia. È una pancia tonda, sembra un pallone del mare. Dentro c’è una sorella.
– Falla uscire, così ti puoi muovere.
– È ancora presto – spiega la mamma, – i bambini devono stare dentro per nove mesi, poi sono pronti.
Gli scoccia un po’ questa sorella.
– Ma non puoi calmarla, così giochi un po’ con me?
– Puoi calmarla tu – dice la mamma. – Cantale una ninna nanna, così poi giochiamo io e te. Lei ti sente. Marco e la mamma mettono le mani sulla pancia e cantano Nanna Bobò. Mamma sorride.
– Si è calmata – dice. – Bravissimo!
Marco è fiero: si sente grande. È il fratello maggiore.
– Adesso giochiamo, però!
L’omino delle stelle
È notte. Lucia non riesce a dormire.
Macchia, il suo orsetto, le chiede:
– Perché non dormi?
– Ho paura! – dice Lucia.
– Di cosa hai paura? – chiede Macchia.
– Ho paura del fantasma Spavento, bianco come il latte e freddo come il vento.
Macchia ha un’idea: – Chiamiamo l’omino delle stelle!
Macchia e Lucia si affacciano alla finestra e lo chiamano.
A bassa voce, perché l’omino delle stelle ascolta solo chi sussurra. Un puntolino luminoso si muove. Tremola un po’. Gira in tondo, poi scende fino al davanzale della finestra.
È piccolissimo e indossa un lungo mantello fatto di cielo stellato.
– Adesso ci penso io. Tornate pure a letto – dice l’omino – Vi avvolgerò con il mio mantello magico.
E così fa un volo tondo intorno al letto, trascinandosi dietro il suo lunghissimo mantello. È morbido, è blu come la notte e pieno di stelline che sembrano fatte di zucchero, profuma di vento e di bosco. Avvolti nel mantello magico, Lucia e Macchia si addormentano sereni.
Giuditta Campello, Storie sul cuscino, Edizioni EL
IL PIACERE DI LEGGERE
Quanto ti sono piaciute queste storie? Colora le faccine e spiega perché alla classe. Poi rispondi alle domande scrivendo il titolo giusto.
In quale storia sono presenti personaggi fantastici?
In quale storia accadono cose reali?
IL RACCONTO REALISTICO SCOPRO
L’aquilone
Gli aquiloni a volte fanno proprio come vogliono. Oggi Edo non riusciva proprio a tenerlo: lo tirava da una parte e l’aquilone andava dall’altra. Poi, come tutti sanno, gli aquiloni hanno una vera passione per gli alberi: appena ne vedono uno si attorcigliano intorno a tutti i rami.
E così è successo che l’aquilone di Edo ha attraversato il suo giardino ed è andato a finire sulla quercia del vicino, il signor Ottavio.
Tutto il quartiere sa che al signor Ottavio non piacciono i bambini e oltretutto ha un cane gigantesco che abbaia sempre. Edo si fa coraggio e suona il campanello. Il signor Ottavio spalanca la porta. Accanto a lui c’è Rufus, il mastino.
– Che vuoi?
– Ehm, mi scusi, posso andare un attimo nel suo giardino?
– Nel mio giardino? Non permetto a nessuno di andarci!
– Sì, ma vede… il mio aquilone…
– Un aquilone nel mio giardino?
Edo si aspettava già di sentirlo dire “Rufus, attacca!”, invece il signor Ottavio sospira contento:
– Un aquilone! È tanto tempo che non vedo un aquilone. Sto sempre qui da solo. Puoi correre a prenderlo, ma promettimi una cosa… – e avvicinandosi all’orecchio di Edo sussurra:
– Promettimi che fai giocare anche me!
Da quel giorno Edo andò tutti i giorni a giocare dal signor Ottavio e anche Rufus sembrava divertirsi. Sì, perché gli aquiloni, con tutti i loro difetti, hanno questo di bello: con loro prendono il volo anche i cuori più pesanti.
AA. VV., 100 storie della buonanotte, Giunti
Il RACCONTO REALISTICO è un testo narrativo che racconta fatti accaduti nella realtà o che potrebbero accadere.
Che cosa contiene
CHI
I personaggi appartengono al mondo reale e possono essere persone o animali.
• Il personaggio principale, quello più importante che è presente e agisce durante tutta la storia, si chiama protagonista.
• I personaggi secondari sono meno importanti, compaiono e agiscono solo in alcuni momenti della storia.
DOVE
I luoghi sono sempre reali e definiti (casa, scuola, parco…).
QUANDO
Il tempo è sempre ben definito e può essere passato o presente (nel 2015, in estate, ieri, stamattina…).
Come è fatto
Solitamente è diviso in 3 parti.
INIZIO: è la prima parte e spesso presenta i personaggi, il luogo,
SVOLGIMENTO: è la parte centrale, dove si raccontano i fatti,
CONCLUSIONE: è la parte finale, dove si scopre come va a
IL RACCONTO REALISTICO
A casa di Elisa
– Questo pomeriggio resterai a giocare da Elisa – dice la mamma a Federico. – Io ho un impegno e la sua mamma è stata così gentile da invitarti a fare merenda da loro.
– Ma Elisa è una femmina! – protesta Federico. – A me le femmine non piacciono!
– E perché? – Federico a questa domanda non sa rispondere.
Non gli piacciono e basta.
Federico suona alla porta, ad aprire viene la mamma di Elisa, che lo accoglie con un sorriso:
– Ciao, Federico, ti stavamo aspettando. C’è anche Maria Sole.
Le due bambine fanno capolino dall’altra stanza:
– Ciao, vieni?
Elisa e Maria Sole lo guidano in cameretta.
– Stavamo cominciando a giocare – gli spiega Elisa, mostrandogli degli oggetti sparsi sul tappeto.
Federico guarda meglio e... oh no, quelli sono trucchi. Che intenzioni hanno quelle due? Federico getta un’occhiata disperata intorno, vorrebbe scappar via.
Le bambine gli spiegano con entusiasmo quello che vogliono fare:
– Allora, va bene anche a te se giochiamo al circo?
Al circo? Lui adora giocare al circo! Oltre ai trucchi, da uno scatolone spuntano fuori vestiti colorati, cappelli, nasi rossi da clown, palline da giocoliere. Federico dimentica le sue preoccupazioni e si fa prendere dall’entusiasmo.
Quando la mamma torna a prenderlo, lo spettacolo è pronto. Le due mamme si siedono sul divano e fanno il pubblico.
Maria Sole è brava nei giochi di prestigio. Elisa fa un bellissimo numero da giocoliere. Federico fa il domatore di tigri: la tigre è Betta, l’enorme gatto rosso di Elisa.
Lo spettacolo è stato bellissimo; tra applausi e risate tutti si sono divertiti molto. È ora di andare a casa adesso. Federico e la mamma ringraziano e salutano.
– Ti sei divertito? – chiede la mamma a Federico.
– Sì – risponde Federico.
– Allora ci si diverte anche con le femmine? – chiede, ridendo, la mamma.
Femmine? Ops. In effetti giocando Federico non ha nemmeno più pensato che Elisa e Maria Sole sono femmine.
Completa la mappa.
A te piace giocare sia con i compagni sia con le compagne?
Individua le tre parti della storia e colora la barra accanto al testo con i colori corrispondenti
SCOPRO IL TESTO
Colora le tre parti della storia con i colori corrispondenti.
INIZIO SVOLGIMENTO CONCLUSIONE
Rispondi alle domande.
Quali elementi contiene l’inizio? Sottolineali.
Perché questo è un racconto realistico? Spiega.
Malala
C’era una volta una bambina a cui piaceva molto andare a scuola. Si chiamava Malala. Malala era nata nel 1997 e abitava in un tranquillo villaggio del Pakistan.
Un giorno un gruppo di uomini armati prese il controllo della valle, terrorizzando la gente con i fucili. Questi uomini proibirono alle bambine e alle ragazze di andare a scuola. Molte persone non erano d’accordo, ma per sicurezza preferirono tenere le loro figlie a casa. Malala pensava che fosse ingiusto e lo scrisse nel suo blog. Qualche giorno dopo Malala prese il suo scuolabus come al solito. A un tratto, però, due uomini armati fermarono l’autobus e gridarono: – Chi di voi è Malala?
Quando le sue amiche la guardarono, gli uomini spararono e la colpirono alla testa. Malala fu subito portata in ospedale e non morì. Migliaia di bambine e bambini le scrissero di guarire presto, e lei si riprese più in fretta di quanto si potesse immaginare.
Nel 2014 Malala è stata la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace. – Pensavano di farci tacere con i proiettili, ma non ci sono riusciti – ha detto. – Prendiamo i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.
Elena Favilli e Francesca Cavallo, Storie della buonanotte per bambine ribelli, Mondadori
Alex, un tipo nella media
Alex non è né grande né piccolo, è nella media. Presente è presente, ma allo stesso tempo è altrove, nel senso che il suo corpo è seduto sulla sedia, ma la sua testa sembra volare. Alex è educato e gentile, anche se spesso sembra che si sia dimenticato il cervello sotto il cuscino, insieme al pigiama.
A ginnastica Alex confonde il piede destro con il sinistro. L’educazione fisica non gli interessa granché, anche se in fondo non è un totale disastro in quella materia. È solo… uno nella media. I suoi compagni fanno veri e propri balletti con la palla in mezzo ai piedi, Alex non conosce nemmeno i nomi dei calciatori famosi. Quando, per puro caso, qualcuno gli passa la palla, lui non sa cosa farci, ma ci prova lo stesso: dà una forte pedata al pallone, che finisce dritto dritto... in testa al dirigente scolastico!
A casa non va tanto meglio. Quando vuole aiutare a sparecchiare, Alex rompe la bottiglia di succo di mela o rovescia la zuccheriera. Si dimentica di chiudere l’acqua della vasca da bagno, ma se ne accorge per fortuna prima che venga allagato l’appartamento del piano di sotto: anche quando combina pasticci, Alex è nella media. Dopotutto però non è terribile essere un tipo così. Se si prende una classe di ventotto alunni e li si mette in fila, ce ne saranno sempre alcuni in testa e alcuni in coda. Tutti gli altri stanno nel mezzo. La stragrande maggioranza delle persone è, tutto sommato, composta da tipi nella media. I tipi medi ci servono, sono una necessità vitale! Sono il sale della terra! Viva i tipi medi!
Susie Morgenstern, Un tipo nella media, Superbaba
COMPRENDO
Rispondi con una x.
Che cosa significa la frase “quando combina pasticci, Alex è nella media”?
Alex non è capace di combinare pasticci. Alex combina dei pasticci esagerati. Alex combina pasticci non troppo seri.
RACCONTO DI ME
Ti capita di comportarti come Alex?
In quali occasioni? Che cosa provi?
AGUZZA
L’INGEGNO
Rispondi con una x.
Come ti sembra il papà?
Sereno e divertito
Arrabbiato e trattenuto
Impaurito e preoccupato
Come ti sembra Cino?
Dispiaciuto
Orgoglioso
Poco consapevole
SCRIVO
Quali conseguenze subirà
Cino a scuola? Scrivilo sul quaderno.
E poi, Cino?
– Che poi, gliel’ho detto alla maestra Pina che non ero stato io ad allagare il bagno, ma lei non mi ha creduto. Il fatto è che, insieme a Franca, durante l’intervallo, ci siamo messi a giocare a palle di neve in bagno.
– A palle di neve? – ha chiesto papà, seduto al tavolo della cucina. – In bagno?
– Cioè, non con la neve vera, certo. In bagno mica c’è la neve. Il fatto è che Franca ha appallottolato un po’ di carta igienica, l’ha bagnata sotto l’acqua del rubinetto, l’ha strizzata per bene, me l’ha lanciata e poi ha gridato: “Giochiamo a palle di neve?”.
– E tu, cos’hai fatto? – ha insistito il papà.
– L’ho schivata. L’ho schivata per un pelo, e la palla di neve si è spiaccicata contro il vetro della finestra. Non si è rotto però, eh.
– E poi, Cino?
– E poi anch’io ho preso un po’ di carta igienica, l’ho appallottolata, l’ho bagnata, l’ho strizzata per bene e gliel’ho lanciata. Uno deve difendersi se lo attaccano, no?
– E poi? – ha fatto il papà, tamburellando le dita sul tavolo. Gli si era formata una ruga bella dritta in mezzo alle sopracciglia, e non era buon segno.
– E poi abbiamo cominciato la battaglia.
– E com’è finita? – ha chiesto la mamma.
– Niente, alla fine è suonata la campanella e io e Franca siamo tornati in classe. Solo che non ci è venuto in mente di chiudere i rubinetti, ecco.
Antonio Ferrara, Cino e Tempesta, Editrice Il Castoro
Da grande farò...
Mi chiamo Lia e da grande farò la vigile del fuoco. Anzi, lo sono quasi, perché ho salvato un gattino.
Ieri pomeriggio ero giù a giocare in cortile e ho sentito miagolare. Subito ho cercato in giro, ma non c’erano gatti. – Miaooo, miaooo – continuava, ma piano.
Veniva da un angolo vicino al bidone dei rifiuti. Allora ho spiato anche dentro la spazzatura, ma non c’era nessuno. Ma dov’era? Poi ho guardato lungo il muro, dove c’era il tubo della grondaia. Ho provato a dare un colpetto al tubo e ho sentito miagolare più forte. Così ho guardato dentro il buco della grondaia: il piccolo era caduto lì dentro e non riusciva a uscire.
Immediatamente sono corsa dalla mamma e insieme abbiamo telefonato ai pompieri.
Sono arrivati dopo pochi minuti. Hanno tagliato il tubo e hanno liberato il gattino. Era molto piccolo e tremava. I pompieri mi hanno fatto i complimenti. Il più anziano mi ha regalato una spilla e mi ha detto che i grandi sogni cominciano con le piccole cose. Il gatto l’ho chiamato Fuochino, perché ha il pelo rosso e perché io da grande farò la vigile del fuoco.
Angelo Petrosino, Il diario segreto di Valentina, Piemme
Nella storia i fatti sono raccontati in ordine cronologico. Rimetti in ordine le sequenze da 1 a 6.
Lia e la mamma chiamano i pompieri.
La bambina cerca tra la spazzatura.
I pompieri tagliano il tubo e liberano il gattino.
Vede un gattino intrappolato dentro la grondaia.
Lia gioca in cortile e sente miagolare.
I pompieri si congratulano con Lia.
In coppia sottolineate nel testo quando e dove si svolgono i fatti.
Odio i miei capelli!
Odio i miei capelli. Sono tutti diversi. Un ciuffo è marrone e un altro è nero. Da una parte sono ricci e dall’altra lisci. È come avere un cespuglio che mi cresce sulla testa. Una mattina di queste potrei svegliarmi e trovarci una famiglia di uccelli che ci fa il nido. Non sarebbe strano per niente. Papà dice che se qualcosa non ti piace devi cercare di cambiarla e non devi metterti a piagnucolare. E allora ho pensato di fare proprio come dice lui. Ho deciso di tagliarmi i capelli per farli diventare esattamente come piacciono a me. Ho preso tutto quello che mi serviva e l’ho messo sulla mia scrivania. C’erano: le forbici che stavano nel cassetto della cucina, il gel di mio fratello grande per lisciare le parti con i ricci, un paio di occhialetti da piscina per proteggermi gli occhi nel caso mi fossero scivolate via le forbici. Per prima cosa mi sono messa il gel sui capelli. Era talmente freddo e viscido che sembrava di avere una famiglia di lumache in testa. Devo dire però che con la faccia tutta scivolosa non è stato difficile infilarmi gli occhialetti da piscina. È arrivata l’ora di tagliare. Ho visto che me la cavavo bene come parrucchiera, così ho cominciato a sforbiciare più in fretta che potevo. Dopo un po’ il pavimento della mia camera era coperto da centinaia di ricci, come le foglie che in autunno cadono sull’erba.
Mi sono levata gli occhialetti, i miei capelli erano fantastici. Mi sono fatta anche la frangetta. Molto trendy. È venuta un po’ sbilenca, ma se camminavo con la testa piegata di lato non si notava per niente. Era ora di mostrare in giro la mia nuova acconciatura. Tutti i miei amici di sicuro erano a casa di Imelda a giocare. Imelda abita accanto a casa mia. La mamma di Imelda era alla finestra e stava annaffiando un vaso. Le ho fatto ciao con la mano e le ho indicato la mia testa. È rimasta così stupita che ha fatto cadere il vaso per terra.
COMPRENDO LE PAROLE
In classe spiegate il significato delle parole “trendy” e “sbilenca”.
Sentivo le voci delle mie amiche e dei miei amici che giocavano nel giardino dietro casa. Sono strisciata sotto dei cespugli e sono saltata fuori all’improvviso di fronte a loro.
– Eccomi qua! – ho gridato. – Come sto? Sono rimasti in silenzio. Forse per qualche secondo non hanno neppure capito chi ero.
Eoin Colfer, Da Mary taglio e piega, Sinnos
RACCONTO DI ME
E tu? C’è qualcosa che proprio non ti piace del tuo corpo? Racconta e spiega il perché.
AGUZZA
L’INGEGNO
Quale delle due frasi riassume bene la storia?
Mary odia i suoi capelli e decide di tagliarli da sola, ma si accorge che il risultato è disastroso e non sa come rimediare.
Mary odia i suoi capelli e decide di tagliarli da sola, è soddisfatta del risultato ed è convinta che piacerà molto anche agli altri.
COMPRENDO
Rispondi alle domande con una x.
Perché Mary si taglia da sola i capelli?
Perché vuole imparare a fare la parrucchiera.
Perché il papà dice che bisogna cambiare le cose che non ci piacciono.
Perché andare dal parrucchiere è costoso.
A che cosa le servono gli occhialetti da piscina?
A vedere bene mentre taglia.
A non bagnarsi gli occhi mentre si lava i capelli. A proteggersi gli occhi dalle forbici.
Sottolinea nel brano i seguenti elementi, ciascuno col colore corrispondente: personaggi luogo tempo
Le rughe del nonno
– Nonno, che cos’hai in faccia?
– In faccia? – domanda nonno Adam, sorpreso. –Niente. Gli occhiali.
– Hai le rughe – dice Tom.
– Ah, be’, le mie rughe – mormora il nonno – le conosci già.
È martedì, e ogni martedì nonno Adam va a prenderlo all’asilo. Sulla strada di casa si fermano sempre al caffè. Nonno Adam beve un caffè e Tom il suo succo d’uva.
– Io ce le ho le rughe? – domanda Tom.
– No – risponde il nonno, – i bambini non le hanno. Tom accarezza la faccia di nonno Adam. Sembra che gli disegni le rughe con il dito. Il nonno ha anche tante lineette intorno agli occhi. E sulla fronte solchi profondi che sembrano onde del mare una sull’altra.
– Alcune rughe mi sono venute perché ormai sono anziano – spiega il nonno – e altre per le cose che mi sono capitate nella vita. Cose felici e cose tristi.
– Come quando nonna Dina si è ammalata? –domanda Tom.
– Sì – sospira il nonno, – quando si è ammalata mi sono venute parecchie rughe. Ma ho anche rughe di gioia, di contentezza – prosegue il nonno. – Per esempio questa qui, sulla guancia. Sono quasi sicuro che mi è venuta quando sei nato tu.
– Davvero? – esclama Tom stupito.
Chiedi al nonno, o alla nonna, o a un anziano che conosci, come sono nate le sue rughe, poi scrivi sul quaderno.
– Sì, sì – conferma il nonno. – Quando sei nato ero l’uomo più felice del mondo. Non la smettevo più di sorridere. Sorridevo quando camminavo per strada, e anche mentre dormivo, finché non mi è venuta una strana ruga qui... una specie di fossetta. David Grossman, Rughe. Storia di un nonno, Mondadori
Sono nella squadra!
Oggi iniziano le partite. L’anno scorso siamo arrivati penultimi. Francesco aveva pure provato a dire che era colpa mia, mia e di Giovanna, perché le femmine nel calcio portano sfortuna. Che cosa stupida!
Così gli ho risposto che era colpa anche sua che non passava mai la palla. Prima c’è rimasto come un pesce lesso, poi mi ha fatto una smorfia con la lingua, così io gli ho allungato un calcio. Si è messo a piangere.
Uff! Detesto i lacrimosi. Poi abbiamo fatto la pace, anche se le sue lacrime mi sono costate una sgridata dal mister:
– Carlotta, i piedi usali sulla palla!
Raggiungiamo gli altri. Dieci maschi e due femmine. Si giocano tre tempi da quindici minuti ciascuno, in sette. Di sicuro Giovanna e io staremo in panchina.
Il mister decide:
– Giovanna, Giacomo, Valerio, Matteo e Luigi, dopo il saluto aspettate in panchina. Entrerete nel secondo e terzo tempo. Non ha detto il mio nome?
Lo stupore è tanto. Quindi gioco da subito!
È la prima volta. Deglutisco e mi aggiusto i parastinchi
dall’emozione. Mi faccio attentissima, le parole del mister sono sempre le stesse, ma oggi mi sembrano più importanti.
Loredana Frescura, Il pallone è maschio, la palla è femmina, Raffaello
COMPRENDO
Indica se le affermazioni sono vere V o false F.
La protagonista si chiama Carlotta. Francesco pensa che le femmine siano bravissime a calcio.
Carlotta punisce Francesco con una spinta. Carlotta inizia in panchina ed è scontenta. Carlotta si prende una sgridata dal mister.
Francesco fa una battuta offensiva nei confronti delle femmine: sottolineala. Che cosa ne pensi? Discutetene in classe. V F
PARLIAMONE
Facciamo una banda
Al momento del pisolino sono sgattaiolata via dalla camera. Vado a casa di Tullia.
– Meno male! Stavo qui ad annoiarmi... Scendo subito – bisbiglia Tullia.
– Che si fa? – mi chiede chiudendo la porta di casa alle sue spalle.
– Una banda! – dico, allargando le braccia come per un grande annuncio.
– Una banda di che?
– Intanto formiamo una banda... poi qualcosa troveremo. Ci vuole un esperto – affermo sicura. – Uno che in questo posto così tranquillo sappia andare in cerca di avventure.
Tullia mi racconta di Mazi, uno della sua classe, un po’ stravagante.
Abita in una vecchia casa con suo padre e ha un enorme orto, due asini, gabbie e gabbiette con tortore e conigli.
Quando arriviamo a casa sua c’è un gatto che dorme sotto una pianta e si sente solo il ronzio di qualche insetto. Stiamo per andarcene quando un cappellino rosso tutto stropicciato cade tra i nostri piedi.
– Che ci fate qui?
Tullia e io facciamo un balzo. C’è un bambino che penzola a testa in giù dall’ulivo. Ha i capelli a spazzola e tiene le braccia ciondoloni.
– Mazi, che ci fai lassù... Ti ammazzerai! – grida Tullia.
Mazi afferra il ramo con una mano, fa scivolare giù le gambe e atterra.
– Sono Isabella... – dico, facendo un passo verso di lui.
– Lo so, sei quella della città.
– Sì, appunto. Allora, io e Tullia stiamo formando una banda –dico, raccogliendo il suo cappello e mettendomelo.
– Sono inchiodata qui per tutta l’estate e voglio divertirmi.
– E che volete da me? – fa, appoggiandosi al tronco.
– Puoi suggerirci qualche missione da compiere?
Mazi dà un calcio a un sasso. – Solo se ne farò parte anch’io – propone. Guardo Tullia, lei alza le spalle.
– D’accordo, allora, ci sarai dentro anche tu.
Silvia Vecchini, Isabella & Co. Il mistero dei pesci mutanti, Mondadori
Colora nella tabella in quale parte di testo avvengono i fatti elencati.
I fatti
Mazi accetta la proposta.
Isabella e Tullia decidono di formare una banda.
Isabella va a casa di Tullia.
Le bambine fanno l’accordo con Mazi.
Isabella fa la proposta a Mazi.
Le bambine vanno a casa di Mazi.
Mazi scende dall’albero.
Inizio Svolgimento Conclusione
Rispondi alle domande, poi confrontati in classe.
Chi è la protagonista del racconto?
Chi sono i personaggi secondari?
Dove si svolgono i fatti?
Quando accadono le vicende?
Quale missione suggerirà Mazi alle ragazze? Come chiameranno la banda? Racconta e scrivi sul quaderno.
Quando arriva la mamma?
Ascolta con attenzione il racconto del viaggio di un bambino di nome Hazem.
Osserva le illustrazioni e metti in ordine i fatti numerandoli da 1 a 6.
Rispondi con una x.
Da dove viene Hazem?
Siria
Italia
Kaled
Perché Hazem è andato via dalla sua terra?
Perché volevano fare un viaggio.
Perché il papà cercava un nuovo lavoro.
Perché la guerra ha distrutto tutto.
PARLIAMONE
Com’è arrivato fino a Milano Hazem?
Prima ha preso la barca, poi il treno.
Prima ha preso il treno, poi la barca.
A piedi.
Avete mai visto immagini di persone che scappano dal loro Paese?
Cosa fareste per aiutarli?
Il progetto SIAMO PARI del Gruppo Editoriale Raffaello sostiene e promuove il codice POLITE (Pari Opportunità nei LIbri di TEsto) per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto di tutte le differenze.
Revisione a cura di: Orietta Candelaresi, Maddalena Candelaresi e Chiara Michelon
Autrici: Tiziana Barnabè, Maila Focante
Coordinamento e redazione: Emilia Agostini
Coordinamento grafico: Mauro Aquilanti
Progetto grafico e impaginazione: Dania Fava
Illustrazioni: Lisena Sabolo, Elisa Bellotti, Sandra Bersanetti, Alexandra Colombo, Elena Iarussi, Francesca Galmozzi, Lara Poltronieri
Copertina: Cinzia Cardoni
Referenze fotografiche: iStock, Shutterstock, archivio Raffaello
Coordinamento digitale: Paolo Giuliani
Supervisione contenuti digitali: Katia Buccelli
Redazione digitale: Giulio Pieraccini
Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello
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