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Con testi e musiche di



DAVID CONATI
• EDUCAZIONE in gioco



• ARTE e immagine

a a c rt c T cANT AN letture
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È AUTUNNO







È PRIMAVERA 80

TUTTO INTORNO A ME
114 Disegno il mondo
116 DENTRO IL TESTO - La descrizione




PIÙ FACILE La cesta misteriosa
118 Gita in montagna
120 Quando sono nato
121 Alla ricerca delle castagne
122 Le sorelle ciliegia

123 Il pescatore
124 Eric il pitone
125 La carica dei criceti
126 Il mio cane
127
128 SONO COMPETENTE? Una bella avventura
130
TUTTI A SCUOLA!
VACANZE ESAGERATE
Domani comincia la scuola. Ho appena telefonato a Luca per assicurarmi che si sieda con me nel banco: non voglio mica capitare con una femmina!
Gli ho raccontato delle mie vacanze: certo, ho dovuto abbellirle un po’ per fargli capire che mi ero proprio divertito.
Gli ho detto che mio padre stava annegando e io l’ho salvato: non è vero, ma adesso che so nuotare lo potrei fare di sicuro.

Anche lui ha passato delle belle vacanze... ma come avrà fatto a sollevare da solo sette persone e un camoscio caduto nel crepaccio?

Ho inventato anche di essere stato aggredito da un polpo assassino...
Luca ha creduto a tutto!
Tu come racconteresti le tue vacanze?
S. Bremar, Diario di Nicola, Editrice Tredieci PARLO DI MEUN’ESTATE SPECIALE
Quella fu un’estate davvero speciale, per Andrea. Una di quelle che non ti dimentichi più.
Nell’ora del pomeriggio in cui i grilli assordano la campagna coi loro canti, Andrea teneva d’occhio il cancello. Di lì a poco sarebbero arrivati i nuovi villeggianti.
Una macchina nera fece ingresso nell’aia accecata dal sole. Dall’auto uscirono una mamma, un papà e... una bambina della sua età!
Ci si può arrampicare sugli alberi in questo posto? – domandò la bambina.

Andrea non fece nemmeno in tempo a rispondere, che lei stava già seduta sul ramo nodoso di un vecchio pero, gambe a penzoloni e sorriso a tutti denti e gli gridò:
Mi chiamo Nicoletta, ma se vuoi puoi chiamarmi Nico.
Bastò poco per diventare inseparabili: Andrea e Nico restavano in casa lo strettissimo necessario, per il resto del tempo, erano sempre fuori a giocare e chiacchierare nella campagna. Che bello correre a perdifiato nei prati, ogni volta diventava una sfida!
Dividetevi in piccoli gruppi e a turno raccontate il vostro ricordo più bello delle vacanze.
Poi prendete ciascuno metà foglio A4 e “fissate” il ricordo con un disegno o una frase: realizzerete così delle cartoline speciali.




IL SECCHIELLO BLU
Marta arriva sulla spiaggia portando con sé il suo piccolo secchiello nuovo, tutto blu, per giocare in riva al mare.
– Sembra proprio fatto di mare – ha detto la mamma. Marta gioca felice tutto il giorno con il suo nuovo secchiello blu: può riempirlo di sabbia e di acqua, fare splendidi castelli e tante torte con l’acqua e la sabbia. Lo abbandona sulla riva solo per andare a nuotare.
– Resta qui – gli dice – tornerò molto presto, solo il tempo di fare un bel tuffo e una nuotata! Ma la sera Marta sta salutando il mare quando scopre una coppia di granchi insonnoliti dentro il suo secchiello. Li osserva per un po’, poi dice:
– Va bene, vi presto il secchiello per questa notte. Lo so che vi piace perché assomiglia al mare. Così Marta torna a casa lasciando sulla riva il suo secchiello blu.
E. Tachihara, Un secchiello di sogni, La Sorgente
COMPRENDO IL TESTO
Indica con V se le seguenti affermazioni sono vere e con F se sono false.
Marta ha un secchiello blu piccolo e nuovo.
Marta regala il secchiello a una sua amica.
La sera Marta scopre una coppia di granchi nel secchiello.
Marta lascia il secchiello sulla spiaggia.

IN SALITA
Mattia e il nonno salirono piano piano lungo il sentiero di montagna che portava al rifugio. Salendo, vedevano i tetti del paese sempre più in basso. Quando arrivarono in cima avevano la faccia rossa e il fiato grosso. Ma c’era un vento così fresco che si sentirono subito bene. La vista era bellissima sotto: i tetti rossi delle case, con le vie strette; più in là una piazzetta con i tendoni colorati del mercato; intorno al paese la campagna verde e gialla, con strade bianche, il fiume luccicava come una striscia di metallo. Mattia si sporse a guardare. Il vento gli scompigliava i capelli.
C’è sempre vento quassù?
Spesso – disse il nonno.
Era bellissimo guardare attorno e Mattia non si stancava mai. Che belle vacanze in montagna!

Dentro LE PAROLE
Il rifugio in montagna è una casetta in legno dove ci si ferma per riposarsi.
L’espressione Avere il fiato grosso significa:
avere grandi polmoni.
respirare con difficoltà per la fatica.
GITA AL LAGO


Un giorno papà ha detto:
Domenica andiamo a farci una bella gita!
Urrà! – abbiamo gridato io e mio fratello Jonas.
La domenica la mamma si è alzata presto per fare le frittelle e preparare i thermos con il caffè per papà e lei. Siamo andati in un posto su un lago. Il papà ha lasciato la macchina lungo una stradina nel bosco e abbiamo portato il pranzo al sacco in riva. Nel lago c’era una lunga passerella di legno e io e Jonas volevamo andarci per vedere se c’erano dei pesci.
La mamma si è subito stesa nell’erba e ha detto al papà:
Io mi piazzo qui e non mi sposto per tutto il giorno.
Oggi tocca a te star dietro ai bambini!
Il papà ci ha accompagnati sulla passerella, ci siamo distesi a pancia in giù e abbiamo visto un sacco di pesciolini piccolissimi che nuotavano veloci.
A. Lindgren, Lotta Combinaguai, Mondadori


Comprendo IL TESTO
Riordina le immagini con i numeri da 1 a 4 per ricostruire la storia.
FILASTROCCA DELLO ZAINETTO
Che cosa ci metto nello zainetto?
Un po’ di profumo di caffellatte un bacio di mamma due penne matte
penne per scrivere e per volare

penne di inchiostro e di gabbiano per disegnare un mare lontano.
Comprendo IL TESTO
Segna gli intrusi nello zainetto.


PARLO DI ME
E tu cosa metteresti nel tuo zainetto? ................................................................................................. .................................................................................................
G. Quarzo in AA.VV., Canta il Giallo alla mattina, La CoccinellaLO SCIOPERO DELLE LETTERE
Ci fu un tempo in cui la penna rossa era detestata fra le lettere, perché correggeva sempre tutte. Così fu indetto uno sciopero generale: nessuna lettera avrebbe più accettato di essere scritta o corretta in rosso!

Da quel giorno i quaderni degli alunni cominciarono a riempirsi di strafalcioni e nessuno imparava più a scrivere correttamente.
– Scusate – spiegò alle lettere la penna – la colpa non è mia, ma della maestra che mi manovra a suo piacimento. Pur perdonandola, le lettere decisero di continuare lo sciopero e di non essere scritte più nemmeno in blu o in nero. Allora, comprendendo la gravità della situazione, una saggia maestra le supplicò così:
Carissime, non vi correggo per farvi un dispetto, ma per rendervi onore. Se diventate incomprensibili, sarete dimenticate: i veri colpevoli sono i ragazzini che non studiano e vi sbagliano. Correggendo voi, in realtà, correggiamo gli studenti.
Le lettere si sentirono di nuovo amate e tornarono all’opera.
Dentro DI ME
Hai capito cosa dice la maestra?
Quando vedi i segni rossi dell’insegnante sui tuoi quaderni, ti arrabbi o sei curioso di sapere come vanno scritte le parole correttamente?
BUONGIORNO SCUOLA
La campanella – Den, den, den! Presto, presto, incomincia la scuola! Tutti pronti, fra poco entreranno i bambini!

La lavagna – Mi sento fresca e riposata! Con queste due zampe di legno mi farei una passeggiata. Ditemi, ho la faccia pulita? Per favore, cancellino, puoi pulirmi bene? Il cancellino – Ecco fatto, mia cara. Senti la campanella?
Prepariamoci a sopportare i soliti scarabocchi di quei monelli. Appena la maestra volta gli occhi... qualcuno è pronto con il gessetto in mano!
I gessetti – Non diamogli retta, è pieno di invidia! Tutto quello che noi scriviamo, lui lo cancella subito...
La cattedra – Basta, non litighiamo, sta per arrivare la maestra! Pulitemi con uno straccio e toglietemi la polvere, sennò che figura ci faccio?
Un banco – Noi invece non resteremo puliti a lungo... Chissà come saremo sporchi a fine giornata! Macchie di pennarello, briciole di merenda...
Un altro banco – ...un po’ di colla e qualche scarabocchio! Però sono simpatici, i nostri scolaretti, anche se sono un po’ monelli. Ecco, arriva il primo, salutiamolo!
Tutta l’aula – Buongiorno, benvenuto!
Lo scolaro – Da dove viene questo saluto? Non vedo nessuno, me lo sarò immaginato. E visto che sono arrivato per primo, sulla lavagna scrivo: «Cara scuola, buongiorno!».
G. Rodari, Buongiorno alla scuola, Editori RiunitiComprendo IL TESTO
Chi pronuncia le seguenti frasi? Scrivilo sui puntini.
: – Mi sento fresca e riposata.
............................................................: – Buongiorno, benvenuto!
............................................................: – Presto, incomincia la scuola!

............................................................: – Non litighiamo.
: – Da dove viene questo saluto?
PARLO DI ME
Ti capita di immaginare che gli oggetti intorno a te si animino e parlino tra loro? Racconta.
TUTTO AL CONTRARIO
Ecco che cosa succede a scuola nella città al contrario!
– Oggi mi state facendo proprio ammattire! Non ne posso più! Se continuate a stare così fermi, faccio una nota a tutta la classe. Ma cosa siete, alberi? Pali della luce?
Statue del parco? Monumenti equestri?
Antenne tv? Il Monte Rosa? Tirate fuori immediatamente il diario che passo a farvi le note! – dice la maestra Ailuig alla classe.
– Ma maestra... – dice Ecila.
– Ma maestra... – ripete Aras.
– Aifos, esci subito dal tuo banco! – grida arrabbiata la maestra – Anche voi, Oppilif e Òlocin! Cosa aspettate? Se entra qualcuno in classe e vi vede tutti lì seduti immobili mummificati al vostro posto, cosa penserà?
Che state male? Che state covando l’influenza, la pertosse, la varicella?
Non dimenticate che siamo a scuola, non al museo delle cere! Ve l’ho detto milioni di volte.
V. Lamarque, Mettete subito in disordine!, Einaudi Ragazzi
Hai capito come si chiamano i bambini e la maestra? Confrontatevi in piccoli gruppi. Poi divertitevi a scrivere al contrario i vostri nomi.


Comprendo IL TESTO
Rispondi con una X.
Perché la maestra si arrabbia con i bambini?
Perché si alzano e fanno confusione
Perché stanno seduti
immobili
A SCUOLA CON GENTILEZZA
Il gentilbambino presta i suoi giochi agli altri, anche se poi se li fa ridare indietro, al momento giusto. Qualche volta li regala anche. Il gentilbambino a scuola aiuta i compagni. Se deve dire una cosa, prima alza la mano. Poi, quando gli dicono che può parlare, parla. Non scarabocchia il banco. Scarabocchia sui fogli, semmai. Sta zitto quando parla la maestra. La saluta quando arriva in classe e quando se ne va. È gentile con lei. Con certe maestre è più facile, con certe meno.

G. Quarenghi, Manuale di buone maniere per bambine e bambini, Rizzoli



Comprendo IL TESTO
Cancella con una barra le azioni che il gentilbambino non compirebbe mai.
COME SI PARLA IN CLASSE?
È bello in classe raccontare ai compagni e agli insegnanti esperienze ed emozioni o esprimere le proprie idee. Il Semaforo Regolaio ti aiuterà a capire quali sono i comportamenti più corretti per confrontarsi con gli altri.



ALT! Silenzio, c’è solo confusione!
Rifletti: se tutti parlano insieme, nessuno ascolta l’altro.
Se vuoi parlare, alza la mano e aspetta il tuo turno.
ALT! C’è qualcosa che non va...
Rifletti: se mi distraggo, come faccio ad ascoltare e capire chi parla?
È interessante ascoltare chi parla per conoscere le sue idee.
Hai capito quali sono le regole essenziali quando si parla insieme agli altri?
Scrivile qui.

Quando parliamo, è importante usare il tono di voce adeguato alla situazione. Sai qual è? Mettiti alla prova!



Collega in modo giusto.
Voce alta
Voce normale
Voce bassa
Silenzio
In piccoli gruppi raccogliete le idee sui comportamenti corretti che avete scoperto in queste pagine. Ogni gruppo ne scriva uno su un cartellone da appendere in classe, così non potrete dimenticarli.




È AUTUNNO




AUTUNNO nell’arte


Osserva il dipinto e segna con una X il completamento corretto.
• Nel dipinto sono rappresentati alberi spogli.
carichi di foglie verdi.
carichi di foglie gialle e arancioni.
• I colori che prevalgono sono

Canta con me Il valzer delle stagioni.
rosso verde giallo marrone arancione

I COLORI DELL’AUTUNNO






In un’immagine quello che colpisce di più è il colore.
I colori si suddividono in:
COLORI SECONDARI
I colori primari, mescolandosi fra loro, danno origine a tutti gli altri colori.
Ecco come si ottengono i colori delle foglie:

DENTRO l’arte
Cerchia, tra le combinazioni sopra, quelle che ti sembrano più adatte per le
DEDICATO AI NONNI
Ci sono delle cose che solo i nonni sanno, son storie più lontane di quelle di quest’anno.


Ci sono delle coccole che solo i nonni fanno, per loro tutti i giorni sono il tuo compleanno.

Ci sono nonni e nonne che fretta mai non hanno: nonni e nipoti piano nel tempo insieme stanno.

PARLO DI ME
Quante cose si fanno insieme ai nonni! Tu come trascorri il tempo con loro? Racconta.

I MIEI NONNI
Sono le nove di domenica mattina. Stiamo andando a trovare i nonni paterni, cioè i genitori del mio papà, e pranzeremo da loro.
Abitano in campagna, hanno un giardino e un cane simpaticissimo che si chiama Filippo.
Io voglio molto bene ai nonni, però non li vedo molto spesso.
Il nonno Celso da giovane faceva il maestro, ma adesso è in pensione. A volte mi racconta di quando litigava con la direttrice della sua scuola e mi fa molto ridere perché dice che era un’orribile donna con un bitorzolo sul naso.
La nonna Elena, invece, non sembra neanche una nonna perché ha i capelli marroni con le mesc.
Lei dice che io sono il suo “pezzettino d’oro” e che posso chiederle tutto quello che voglio.
Dentro LE PAROLE
In pensione: ha smesso di lavorare.
Mesc: ciocche di capelli tinte con un colore più chiaro.
Segna con una X la spiegazione.
• Per la nonna la sua nipotina è un “pezzettino d’oro”, cioè


è capricciosa.
è molto importante e preziosa.
è brillante e utile.
Il 2 ottobre è la FESTA DEI NONNI
Questa festa rende omaggio ai nonni, che sono figure molto importanti nella vita di ogni bambino.

Il fiore ufficiale della festa dei nonni è il Nontiscordardimè.

I bambini si mascherano da streghe, scheletri, vampiri e tutto ciò che fa venire i brividi, poi vanno di casa in casa a chiedere «Dolcetto o scherzetto? Trick or treat?».



Con questa frase i bambini invitano i padroni di casa a regalar loro dolcetti (caramelle, cioccolatini, biscotti...), così non riceveranno in cambio qualche scherzo!
CON L’INGLESE
Qual è la frase che puoi ascoltare in questa stagione? Cerchiala.
MERRY
CHRISTMAS!
HAPPY EASTER!
HAVE A NICE HOLIDAY! TRICK OR TREAT?


GIOCO SCACCIA-PAURE
OCCORRENTE
• scatolone “raccogli-paure” • fogli bianchi • pennarelli
PROCEDIMENTO


1. Disegna su un foglio una cosa che ti fa paura o ribrezzo e scrivi perché ti fa paura.



2. Ogni bambino, a turno, infila il proprio biglietto nello scatolone “raccogli-paure”.
Intanto gli altri recitano:
Se sul biglietto la tua paura l’hai disegnata o scritta con cura, infila la mano dentro la bocca e recita bene la filastrocca.
Il bambino di turno risponde:
Fata del buio, fata mia buona questa paura presto allontana. Fata del buio, fata carina questa paura fa più piccina.
infine distrutto.
L’ALFABETO DELL’AUTUNNO


Alberi dai rami spogliati
Boschi rossi e dorati
Castagne calde e fumanti
Danza di foglie fruscianti
Erba bagnata da piogge incessanti
Foglie dai colori smaglianti
Giorni corti e noiosi
Humus dai doni preziosi
Inverno che bussa alle porte
Jerry prepara le scorte
Kaki gustoso che ora matura
Letargo imminente della natura
Maglione caldo e avvolgente
Nebbia grigia e frequente
Orso dal sonno pesante
Pioggia continua e incalzante
Quaderni su cui lavorare
Rondini che vanno oltre il mare
Scuola che ti viene a chiamare
Tramonti che fanno sognare
Uva che riempie i cestini
Vino che bolle nei tini
Dividetevi in piccoli gruppi e rappresentate con i disegni le frasi della filastrocca che più vi piacciono. Poi utilizzate i vostri disegni per realizzare un cartellone dell’autunno.
Wafer intinto nella cioccolata
Xilofono suona una dolce ballata
Yoghi indossa caldi calzini
Zuppa di funghi porcini.
LA CASTAGNA GIGANTE
È una mattina così luminosa che il cielo sembra d’oro. Il sentiero sale nel bosco, dove gli alberi mettono in mostra tutti i colori dell’autunno: il giallo e il rosso, che sono i colori del fuoco e del sole, e il marrone, che è il colore della terra e delle castagne. Leonardo e i suoi genitori sono venuti in collina per raccogliere le castagne. “La castagna più grande del mondo”, pensa Leo, “mi piacerebbe tanto trovarla!”. Ora fruga il terreno col bastone ai piedi di un albero altissimo e spazza via un mucchietto di foglie secche.




Eccola! – grida all’improvviso – L’ho trovata!
Il papà e la mamma si avvicinano pieni di curiosità. Incredibile! Sotto le foglie gialle e rosse c’è un riccio grosso come un melone! Però è strano... Perché il riccio, adesso, si muove. Da solo, senza che nessuno lo tocchi. Si muove... La mamma scoppia a ridere.
Ma che castagna! Questo è un riccio col musetto e le zampette! Un riccio... animale!
Comprendo IL TESTO
Segna con una X se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Leonardo e i suoi genitori sono andati a raccogliere le noci. V F

• Leonardo vorrebbe trovare la castagna più grande del mondo. V F
• Leonardo ha trovato una castagna gigante. V F
• Il riccio trovato da Leonardo, in realtà, è un animaletto. V F
LA VENDEMMIA
In ottobre le vigne erano cariche di bei grappoli gonfi e maturi e, quando fu il tempo della vendemmia, zio Piero, che aveva un vigneto vicino alla sua cascina, ci invitò. Ci andammo tutti, compreso Febo. Ma a lui non interessavano i grappoli da cogliere: girava tra l’erba, rincorreva qualche farfalla, cercava chissà che cosa.


Mentre stavamo caricando sul carro la prima cesta piena, udimmo l’abbaiare di un cane nella cascina e Febo drizzò subito le orecchie e andò in agitazione. – È Diana – disse zio Piero.

Febo ci lasciò alla nostra vendemmia e partì. Dopo un po’ sentimmo la voce di Febo e quella di Diana, mescolate insieme. Quando portammo l’ultimo carico di uva nell’aia, Diana e Febo stavano ancora giocando. Era bello vedere come stavano bene insieme.
M. Lodi, Il mistero del cane, Giunti
Comprendo IL TESTO
Cancella con una barra l’immagine che non corrisponde al racconto.
ANDAR PER FUNGHI
Con il loro forte profumo di terra bagnata e il loro cappello in testa, i funghi non sono delle piante come le altre. Non hanno le radici, non hanno le foglie, non hanno i fiori. Amano il caldo e l’umidità. In autunno, quando il terreno

è ancora intriso di sole, spuntano con la pioggia e crescono velocemente.
Ma attenzione! Anche se sono belli da vedersi, possono essere mortali. Non toccare i funghi che non conosci.
E non ribaltarli con il piede, perché servono a decomporre il terreno e a produrre l’humus
S. Goldie, A sposso nel bosco, Editoriale Scienza


Dentro LE PAROLE
Humus: terriccio molto adatto per la crescita delle piante.
Comprendo IL TESTO
Completa le informazioni sui funghi.
I funghi non hanno le ........................................, le .................................... e i ......................................
Amano il ............................... e l’ .................................
Spuntano con la Alcuni possono essere .......................................
DEI BAMBINI

DENTRO OGNI BAMBINO
Dentro ogni bambino

ci sono sogni che hanno il colore del cielo il profumo dell’erba
umida di rugiada e la voce del vento
quando fruscia leggero tra i fiori del prato.
Dentro ogni bambino ci sono sogni che volano alti sopra le nubi incontro all’arcobaleno.
M. Lodi (a cura di), La pace e la guerra nelle poesie di adulti e bambini, Editrice Piccoli
IL SOGNO DI GILBERTO
Il più grande amico di Gilberto era un orso di peluche: glielo avevano regalato il giorno in cui aveva compiuto tre anni. Da quel giorno Gilberto aveva giocato, passeggiato, parlato con l’orso. Gli aveva messo anche un nome: Bobo.
L’orso Bobo dormiva regolarmente nel letto di Gilberto ed era il primo a essere salutato da lui al risveglio.

Di chi si parla?
Una notte Gilberto fece un sogno strabiliante: Bobo non era più un orso di peluche, ma un vero orsetto. Si erano svegliati insieme nella sua cameretta e avevano trovato sul comodino due belle tazze di cioccolata.

Quando si svolge la storia? Dove si svolge la storia?

Stavano per sorbire la prima cucchiaiata, quando si sentì una voce strana:

Attenti, non rovesciate tutto sul letto!
La mamma? Una mamma, ma non la mamma di Gilberto. Una mamma orsa!
Gilberto ebbe voglia di mettersi a piangere!
Per fortuna il sogno finì e la voce della vera mamma li svegliò:
Su, Gilberto e Bobo, pigroni. Svegliatevi, è ora di fare colazione!

Quali fatti accadono nella storia?
I racconti narrano storie che possono accadere nella realtà.
Ora rispondi tu alle domande.


AL SUPERMERCATO
Nel pomeriggio sono andata al supermercato con la mia mamma.

Il supermercato era affollatissimo!
Quando?
A un certo punto mi sono fermata per allacciarmi una scarpa e, quando mi sono rialzata, la mamma non c’era più. Ho guardato nel mare di folla che mi circondava, ma la sua testa bruna era scomparsa.
Quale fatto accade? ................................................ si perde.
Proprio in quel momento una bambina di forse quattro anni mi ha preso per mano. Aveva le lacrime agli occhi e con un filo di voce mi ha detto:

Ciao, io sono Sara. Ho perso il mio papà. Mi aiuti a cercarlo?
Ciao, io sono Valentina e ho il tuo stesso problema. Dai, diamoci da fare! – le ho detto.
Quale fatto accade?
prende per mano Valentina.
Allora ci siamo strette la mano e siamo andate dritte alle casse.
Immediatamente i nostri nomi sono risuonati tra gli scaffali, gridati da un altoparlante, e i nostri genitori sono sbucati fuori tutti agitati.
Quale fatto accade?


Comprendo IL TESTO

Rispondi con una X.
• Hai capito chi è Michele?
È un pesce È un bambino È un gatto



Sottolinea nel testo le parole che ti hanno aiutato a capirlo.
• Perché il pesce rosso si è immobilizzato?


Osserva la bambina
Ha paura del gatto
Ha paura che qualche oggetto finisca nella vaschetta

IO SONO MARIO
Tanto per cominciare mi presento. Ho sette anni e mi chiamo Mario. Non sono alto né basso, più magro che grasso. Mi piacciono le parole e non mi piacciono i numeri.

Mi piace la pasta bianca e non mi piace il pomodoro.
Mi piace accompagnare la mamma dalla parrucchiera e non mi piacciono i miei piedi, perché c’è un dito in mezzo che è più lungo degli altri e non è per niente bello da vedere. Per questo non mi piace andare in piscina. E neanche al mare.
E odio tutte le scarpe con le dita fuori.
M. Sala Gallini, Il segreto delle tabelline..., Mondadori Junior
Comprendo IL TESTO
Quanti anni ha Mario? ...............................
Che cosa piace a Mario? Segna con una X le risposte corrette.
La pasta con il pomodoro
La pasta in bianco
I suoi piedi
Andare in piscina
Andare al mare
Le scarpe da tennis
Quali sono i tuoi cibi preferiti? .......................................................................
C’è una parte del tuo corpo che non ti piace? Sì No
Se sì, quale? Perché? ................ .......................................................................
PARLO DI MEIL BAMBINO


Ogni bambino ha qualcosa di speciale!

Eccone uno che potrebbe diventare tuo amico: sembra un tipo in gamba e divertente.
Utilizza queste forme:
Disegna seguendo le indicazioni.
1 Inizia con:
•un cerchio,
•un quadrato,
•due rettangoli.
2 Poi aggiungi:
• due triangoli per le braccia,
• due ovali per le mani,
• due trapezi per i piedi.
3 Infine disegna il viso,
i capelli, i vestiti e tutti
i particolari che lo rendono
più simpatico.
PROVA TUIL MIO POSTO SEGRETO
Marta ha sette anni, è magra, ha i capelli rossi, che spesso porta raccolti in due codini, e un bel paio di occhiali verdi tondi. È una bambina allegra e vivace ed è sempre molto impegnata. La sua settimana, infatti, è programmata minuto per minuto. Naturalmente va a scuola ogni giorno e nel pomeriggio ha sempre un impegno:



• lunedì danza,
• martedì piscina,
• mercoledì corso di teatro,
• giovedì pallavolo,
• venerdì merenda con gli amici,
• sabato scout,
• domenica nonni e famiglia.
Il fienile è il locale dove si conserva il fieno.
Marta si considera fortunata a poter fare così tante cose. Ogni tanto, però, sente anche il bisogno di... non fare niente. E allora va a rifugiarsi nel suo posto segreto: il fienile e osserva le nuvole che si muovono nel cielo: sembrano animali, fantasmi, mostri, onde e fate.
Comprendo
Scegli l’immagine che rappresenta Marta.
E. Balaclava Dentro LE PAROLELA BAMBINA
Ogni bambina brilla come una stella!
Ti piacerebbe conoscere nuove bambine?

Eccone una che potrebbe diventare tua amica: sembra simpatica!
Utilizza queste forme:
Disegna seguendo le indicazioni.
1 Inizia con: •un cerchio, •un trapezio, •due triangoli.

2 Poi aggiungi:
•quattro rettangoli per le braccia e le gambe, •quattro ovali per le mani e i piedi.
3 Infine disegna il viso, i capelli, i vestiti e tutti i particolari che la rendono più simpatica.


FORZA CARLOTTA!
Oggi iniziano le partite del torneo primaverile. L’anno scorso siamo arrivati penultimi. Francesco aveva pure provato a dire che era colpa mia e di Giovanna, perché le femmine nel calcio portano sfortuna, così gli ho risposto che era colpa anche sua che non passava mai la palla. C’è rimasto come un pesce lesso, perché il mister lo rimprovera sempre per questo.
– Forza, in campo! – urla il mister. Raggiungo gli altri. Dieci maschi e due femmine. Si giocano tre tempi, in sette. Di sicuro Giovanna e io staremo in panchina. Il mister decide subito.
– Giovanna, Giacomo, Valerio, Matteo e Luigi entrerete nel secondo e terzo tempo. Non ha detto il mio nome? Lo stupore è tanto. Quindi gioco da subito! È la prima volta.
Mi faccio attentissima alle parole del mister.
– Passate quel pallone: è tondo proprio perché deve rotolare. Tu, Carlotta, che sei in difesa, marca il numero 3 e non lasciarlo passare!
Comprendo IL TESTO
Carlotta è emozionata perché
è la prima volta che gioca a calcio.

Dentro IL TESTO
DOVE si svolge la storia?
è la prima volta che gioca una partita dall’inizio.
gioca insieme ai maschi.
Il TEMPO è quando si svolge la storia.
DIVENTARE GRANDI
Secondo me, si sono messi tutti d’accordo. Pazienza, finché erano solo i miei genitori a dirmi che devo crescere. Ma adesso sembra che il mondo intero ci abbia preso gusto! Ecco cosa mi è successo stamattina a scuola.
Il maestro di matematica si chiama Gianni ed è un tipo allegro che scherza sempre anche con i numeri. Quando è il momento delle verifiche, però, il maestro Gianni diventa serio. Stamattina era proprio giorno di verifica, così ci ha scritto sulla lavagna le operazioni da risolvere. E a me è venuta una gran voglia di scherzare. Ho alzato la mano:
–
I miei compagni ridevano tanto che per poco non sono caduti dalle sedie, ma il maestro ha fatto la faccia scura e si è messo a gridare:
–
P. Zannoner, Cresci, Lorenzo!, Mondadori
Dentro IL TESTO
QUANDO si svolge la storia? DOVE si svolge? Collega.

QUANDO
aula stamattina IL MONDO DEI BAMBINI
Questa volta leggi poche righe alla volta, poi rispondi alla domanda per verificare se hai compreso il fatto.

raccontano, generalmente in ordine di tempo, che cosa accade in una storia.
IL SOGNO DI MATTEO
Matteo ha un grande sogno: diventare un ballerino di hip hop. Appena sente il ritmo di una canzone, non resiste e inventa passi strabilianti.
Qual è il sogno di Matteo? ....................................................................................................................................
– Sei bravissimo! – dice la sorella Mia – Perché non vieni con me al corso di hip hop?
Ma Matteo si vergogna: che cosa direbbero di lui i suoi compagni di basket?
Perché Matteo non vuole andare al corso di hip hop con la sorella? ....................................................................................................................................
Dentro LE PAROLE
Strabilianti: che lasciano a bocca aperta per la meraviglia.
Intergalattico significa che
si trova fra le stelle nello spazio. si trova sulla Terra.
Mia propone all’insegnante un ballo in maschera!
– Sarebbe divertente! Uno di voi potrebbe mascherarsi da eroe intergalattico, con tanto di casco! – risponde la maestra.
Cosa propone Mia alla sua insegnante? ...................................................................................................................................... ......................................................................................................................................
Mia rivela il piano a Matteo. Lui è indeciso, ma la voglia di ballare su un palco è troppo forte. Dopo le prove, arriva il grande giorno: sabato. Sul palco, Matteo balla come una vera star.
Che cosa fa Matteo sul palco?



Dal pubblico arriva uno scroscio di applausi e chiedono che l’eroe mostri il suo volto... Matteo fa un bel respiro, si toglie il casco e proprio i suoi amici applaudono ancora più forte!
T. Orsi, Il ballerino mascherato, De Agostini
Che cosa fanno gli amici quando Matteo si toglie il casco? ................................................................................................................
Dentro IL TESTO
Riordina i fatti con i numeri da 1 a 4 e ricostruisci la storia.
Segna con una X il significato delle seguenti espressioni.
Un pomeriggio vuoto:
senza impegni
senza amici
senza compiti
Spuntano le idee:
non si hanno idee
si confondono le idee
nascono nuove idee
TEMPO PER ME
Oggi niente ginnastica niente inglese niente nuoto, solo la sabbia del tempo di un bel pomeriggio vuoto.
Mi piacciono i lunghi e lenti sonnolenti pomeriggi d’estate quando non c’è nulla da fare e posso annoiarmi in pace.
Non occupatemi il tempo per farmi più intelligente, io sono programmato anche per non far niente.
E spuntano idee nel cervello come tanti fiori in un vaso, da semi buttati per noia e germogliati per caso.

Rifletti: senti anche tu il bisogno di “non fare niente” e di avere del tempo per te?

IMMAGINARE
Evi era una bambina strana. Quando camminava sul muretto che costeggiava
il sentiero della scuola, gridava:
Per favore, non spingere! Altrimenti cado nel mare!
Immaginava anche avventure di tutt’altro genere.
Poteva cavalcare le nuvole come cammelli. Pattinava sull’arcobaleno. Ma di questo non diceva niente.
La maggior parte delle persone non capisce queste cose.
Una volta Evi dovette rimanere cinque settimane in ospedale.
Sempre e solo muri bianchi da fissare! Qui si muore
dalla noia! – si lamentavano gli altri bambini ammalati che stavano nella stessa camera.
Evi invece poteva far correre sui muri le immagini, proprio come al cinema. Erano solo più colorate. Più belle. Vedeva prati pieni di alberi da frutto. Castelli con principesse.
Il mare con i delfini che saltavano. I gabbiani le portavano i visi dei suoi amici e la salutavano sbattendo le ali.
Nella tua vita non ti annoierai mai – diceva la mamma a Evi. E lei era contenta.
Rispondi con una X.
Perché Evi era una bambina strana?
Camminava sul muretto
Era rimasta cinque settimane in ospedale
Immaginava tante avventure che poteva capire solo lei
Anche tu pensi che Evi sia una bambina strana? A te capita di fantasticare come Evi?

PAOLINO, QUANTO SEI CRESCIUTO!
Oggi Paolino va dalla dottoressa con la mamma. Quando sono nell’ambulatorio, prima di tutto la dottoressa pesa Paolino.
– Perbacco! – esclama la dottoressa – sei aumentato di tre chili dall’ultima volta. Si vede che la tua mamma ti dà tante buone cose da mangiare! Vediamo quanto sei cresciuto.

– Devo essere cresciuto – dice Paolino – perché i pantaloni mi sono diventati corti.
– Infatti sei cresciuto quasi di un palmo. La dottoressa ascolta il cuore di Paolino e appoggia lo stetoscopio qua e là sulle sue spalle. Paolino non può fare a meno di ridere: il fatto è che soffre molto il solletico.
– Di’ trentatré.
– Trentatré, trentatré, trentatré...
– Ora ti puoi rivestire – dice la dottoressa – Stai benissimo.
Poi Paolino e la mamma salutano la dottoressa.
Paolino è impaziente di tornare a casa per dire al papà che la dottoressa lo ha trovato cresciuto.
J.H. Seligmann, R. Scarry, BuongiornoSottolinea nel testo le risposte alle domande usando i colori corrispondenti. Poi scrivile.
Chi sono i personaggi di questa storia?
...........................................................................................................................................................................................................
Quando si svolge la storia? ..................................................................................................................................
Dove si svolge la storia? ..........................................................................................................................................
COMPRENDO
Segna con una X il completamento corretto.
• La dottoressa dice a Paolino che è cresciuto solo di peso. di peso e di altezza. solo di altezza. molto poco.
• Paolino si è accorto di essere cresciuto perché
mangia molto. si sente forte.
i pantaloni gli sono diventati corti. riesce a correre velocissimo.
• Paolino ride perché
è contento di essere cresciuto.
soffre il solletico. dice “trentatré”. non vede l’ora di tornare dal papà.
Dentro LE PAROLE
Lo stetoscopio è lo strumento che usa la dottoressa per osservare le orecchie.
sentire cuore e polmoni. misurare la vista. osservare la gola.
Ascolta attentamente poi svolgi le attività.
LE PANTOFOLE
Per ogni elemento indicato cerchia l’immagine corrispondente.

I personaggi Il luogo


Rispondi con una X.
• La mamma dove ritrova alla fine le pantofole?

Collega ogni personaggio alla sua pantofola.

Leggi il testo e prova a indovinare le parole nascoste. Scrivile sui puntini e poi rileggi il testo più volte.
IL MIO PAESE: LA CINA
Ciao, sono Wang Yuan. Il mio Paese è la Cina, è grandissimo. Abito a Pechino, una città enorme.
Vado a scuola alle sette del mattino e torno al pomeriggio . ............................................
A scuola ............................................ si va con la divisa, che vuol dire vestirsi tutti uguali.
È difficile imparare a scrivere ............................................. Noi scriviamo dei
simboli che si chiamano ideogrammi. Io ne so già ottocento.
Ma ne devo imparare ottomila!
La mamma ............................................ e il papà vanno al lavoro in bicicletta.
Anch’io ho la bici . Mi piace correre.
Per mangiare uso le bacchette. Tu sei capace?
Mangio il riso con i gamberetti e i ravioli al vapore.
Sono buonissimi.
Sono nato sotto il segno della tigre. Vuol dire che sono coraggioso.
Il mio papà è del topo e la mia mamma del drago.
Sai come si dice mamma in cinese?


Si dice marna!
D. Montanari, Bambini di tutti i colori, Fabbri
È INVERNO
INVERNO nell’arte

Osserva il dipinto e segna con una X il completamento corretto.
• Nel dipinto è rappresentato un paesaggio coperto di neve.






avvolto nella nebbia. coperto di sabbia.
• I colori che prevalgono sono bianco rosso verde giallo

nero marrone grigio rosa

I COLORI DELL’INVERNO
Essi cambiano aspetto ai colori primari e secondari a cui vengono aggiunti. Se aggiungiamo un po’ di bianco a un colore, diventa più
Se invece aggiungiamo un po’ di nero, diventa più scuro e cupo.
DENTRO l’arte
Spesso in inverno il paesaggio è coperto dalla candida neve: come puoi realizzare il bianco della neve in un tuo disegno? Ecco alcuni suggerimenti:

• usare le tempere e aggiungere molto bianco al giallo
• usare le tempere e aggiungere molto bianco all’azzurro
• mettere della colla sulle parti da colorare, poi passarci sopra un colino con della farina.
Disegna un paesaggio innevato e scegli uno dei suggerimenti dati per colorarlo. Puoi abbinarli insieme anche tutti e tre!


ALBERO REGALAMI...
Albero vestito di blu regalami un bel libro come vuoi tu.
Albero vestito di rosso regalami un cane con cuccia e osso.

Albero vestito di giallo regalami un po’ di musica da ballo.
Albero vestito di verdolino regalami un amico assai carino.

Pensa altri colori e continua la filastrocca.
Albero vestito di tanti colori regala l’allegria in tutti i cuori.
ALBERO TRIDIMENSIONALE
OCCORRENTE
cartoncino colorato formato A4 • foglio bianco per fotocopie • forbici
• matita • pennarelli • brillantini
PROCEDIMENTO
1. Piega a metà sul lato lungo il foglio bianco e traccia il contorno di metà albero come nel modello.
CON L’INGLESE
Qual è la frase che puoi ascoltare in questa stagione? Cerchiala.
HAVE A NICE HOLIDAY!

HAPPY EASTER!
MERRY CHRISTMAS!
TRICK OR TREAT?

BABBO NATALE INDAFFARATO


In una casetta dal tetto imbiancato c’è Babbo Natale che dorme beato.
Sotto il piumino russa così forte, che fa tremar le finestre e le porte.
– Svegliamolo, è tardi! – dicon le renne in coro.
– È la Vigilia e ci aspetta un gran lavoro!
Una renna baldanzosa si accosta al letto:
– Sveglia Babbo Natale! È già tutto perfetto: la slitta è piena zeppa di mille e mille doni, eccoti il tuo berretto e ricordati i calzoni!

– Un attimo e sono pronto – dice Babbo Natale.

– Questa sarà una notte eccezionale!
Intorno a un abete dai rami frondosi appendono gli addobbi due bimbi gioiosi. L’albero luccica, il fuoco scoppietta e i bimbi sognano nella cameretta.
A mezzanotte in punto, all’improvviso, ecco Babbo Natale con un gran sorriso...
Un raggio di sole risveglia la casa: è Natale!
I bambini si alzano presto e corrono giù dalle scale. Sotto l’albero c’è un mucchio di pacchetti!
– Chissà per chi saranno? Leggi i biglietti!
Ci son regali per tutti, anche per mamma e papà, e i bimbi non stan nella pelle dalla curiosità!
Babbo Natale ha tanto da fare, De Agostini
Baldanzosa: molto sicura di sé.
Frondosi: pieni di foglie.
Comprendo IL TESTO
Riordina le i fatti con i numeri da 1 a 4 e racconta la storia.
PARLO DI ME
Tu quali ragali desideri per Natale? Hai già scritto la letterina a Babbo




Natale? Puoi utilizzare questo spazio per scrivere la brutta copia che poi ricopierai in una bella letterina da spedire.


QUANTE MASCHERE!
Arlecchino scappa fuori


col vestito a più colori, salta, balla e corre via sempre pieno di allegria.

Grasso grasso e chiacchierone è il dottor Balanzone. È difficile frenare la sua voglia di parlare.
Ha un bel viso a luna piena, di scherzare è sempre in vena il Gianduia di Torino dal cervello sveglio e fino.
Un bicchiere tiene in mano Meneghino di Milano.
Cosa aspetta? Cose buone, soprattutto un panettone.
Col vestito rosso e nero e l’aspetto suo severo, Pantalone ricco e avaro ama solo il suo denaro.
Canticchiando, Pulcinella la chitarra sua strimpella. Se gli getti due soldoni, se li mangia in maccheroni.
Bella e bianca come rosa
è Rosaura capricciosa e con lei c’è Colombina cameriera sopraffina.
UNA MASCHERA PER TE

OCCORRENTE
vecchie riviste • carta da regalo • pezzi di stoffa • bottoni • brillantini piatto di carta • forbici • elastico • colla vinilica

PROCEDIMENTO
1. Sul retro del piatto disegna due tondi per gli occhi e ritagliali.

2. Taglia tanti pezzetti delle carte e stoffe che hai a disposizione. Con la colla vinilica ricopri completamente il retro del piatto, lasciando liberi gli occhi, e applicaci i pezzetti tagliati, i bottoni e i brillantini.
3. Pratica un foro su entrambi i lati del piatto, infilaci l’elastico e fermalo con un nodo.

ASCOLTAMI, INVERNO
non ti voglio qui dentro. Però aspettami fuori, non andare lontano. Adesso esco io, possiamo giocare.
Mi piace trovarti sull’uscio di casa, sentir sulla faccia le tue dita gelate, ma ascoltami, inverno, non ti voglio qui dentro. Qui dentro è il mio cuore.
G. Quarenghi, E sulle case il cielo, Toplpittori
Comprendo IL TESTO
Segna con una X il completamento che riassume il significato della poesia.
•La poetessa non vuole l’inverno dentro di sé perché nel cuore vuole solo il calore della famiglia e degli amici.



il cuore vuole stare al caldo del camino.
A te che cosa piace dell’inverno?
Che cosa non ti piace?
INVERNO IN CITTÀ

Le giornate sono sempre più corte, nel cielo grigio c’è un sole pallido che non riesce a scaldare, il buio arriva presto e fa freddo. Quando la temperatura scende sotto lo zero, gelano le pozzanghere, i laghetti e le fontane nei giardini. Devi coprirti bene per uscire, specialmente se nevica o tira vento.

Però, pensa che divertimento giocare con quel soffice tappeto bianco: costruire grandi pupazzi di neve, scivolare su uno slittino...


Ma è ancora più bello se, quando sei stanco e infreddolito, ti aspettano una casa calda e una bella merenda!
E. Prati,Completa.
In inverno le giornate sono più , il cielo è , il sole è ............................. e fa ..............................
Quando nevica è divertente costruire di e scivolare sullo ..............................

Quando sei triste, vuoi stare un po’ in solitudine o ti confidi con qualcuno?


INIZIO
Fa molto caldo e il nonno propone:
– Tonino, andiamo al fiume a fare il bagno?

Mi sembra una bellissima idea. Finiamo il lavoro nell’orto e andiamo al fiume.
Come inizia la storia?
SVOLGIMENTO
Il fiume non è né molto largo né molto profondo. Io e il nonno ci spogliamo ed entriamo in acqua in mutande. Io comincio a dare la caccia ai pesci.
Mi trovo al centro del fiume e un pesce bello grosso mi passa vicino e grido.
– Nonno! Nonno! Vieni!

Il nonno cerca di raggiungermi in fretta.
Che cosa avviene?
La signora Maria passa di lì in bicicletta, poi se ne va via subito come un siluro. Cinque minuti dopo, sulla riva del fiume, ci sono i pompieri con le sirene spiegate.
– State calmi, vi aiutiamo noi! – grida un pompiere. – Non serve, grazie, l’ho già preso io! – esclama il nonno e mostra il pesce che è riuscito ad acchiappare.

Come va avanti la storia?

CONCLUSIONE
Quando raccontiamo alla mamma questa storia, incomincia a ridere forte e non riesce a fermarsi.
E così la mamma rimane di buon umore tutto il giorno.
Come si conclude la storia?
LA BANDA DEI GATTI

INIZIO
La banda dei gatti, come ogni mattina, fa il giro del quartiere. Giunti alla vecchia casa disabitata, trovano una sorpresa: sugli scalini davanti all’ingresso sta sonnecchiando un gattone rosso. E accanto a lui c’è... un criceto.
– Siamo la banda del quartiere. Ti piacerebbe unirti a noi?
domanda il capobanda.
– Oh, magari! Il mio nome è Olaf – risponde il gattone rosso.


– Vedo che hai acchiappato un criceto – aggiunge uno della banda – se vuoi essere dei nostri, devi dividerlo con noi.
– Dividerlo? – chiede stupito Olaf – Ma è il mio migliore amico. Si chiama Mignolo.
I gatti scoppiano a ridere e se ne vanno. Mignolo si accorge subito che il suo amico è triste. E gli viene un’idea:

– Facciamo finta di non essere più amici. Non andiamo più insieme in giardino.
– Geniale – esclama Olaf. Ma in fondo al cuore si sente triste.
Dentro IL TESTO
Indica con una X quali personaggi sono presenati nell’inizio.

IL GATTO

I gatti amano riposare sul divano, stare al calduccio, catturare piccoli animali, oppure fare le fusa al loro padrone.
Ti piacerebbe avere un gattino?
Utilizza queste forme:
Disegna seguendo le indicazioni.
1 Inizia con:
• un ovale,
• un cerchio.
2 Poi aggiungi due rettangoli e due piccoli ovali per le zampe.
Disegna due triangoli per le orecchie.
3 Disegna il muso con naso, bocca e baffi. Infine completa con la coda e colora il gatto come preferisci.


racconta i fatti che succedono in ordine di tempo.
UN MOSTRO PER AMICO
Zie è un mostriciattolo molto dispettoso. Ogni giorno, al calar del sole, indossa un mantello blu con delle saette e si diverte a spaventare tutte le creature del vicinato.

SVOLGIMENTO
Un giorno Zie arriva anche a casa di Tommy, un bambino, entra nella sua camera e si prepara a urlare. Ma Tommy lo vede, si alza in piedi sul letto e con tutta la voce che ha urla:
– Vai viaaaaaaaa mostro! Non mi fai pauraaaaaaa!
Il mostriciattolo è senza parole: di solito i bambini appena lo vedono scappano in lacrime dalla mamma! Tommy invece non ha paura e gli dice:
– Se mi chiedi scusa ti perdono.
Zie a bassa, bassissima voce sussurra: – Scusa.
– Ok, ti perdono – dice Tommy – vuoi diventare mio amico?
– Cos’è un amico? – chiede Zie.
– Semplice, un amico è una persona speciale con cui giocare e chiacchierare.
Così si siedono sul letto e iniziano a parlare di quello che potranno fare insieme. Parlano, parlano, parlano finché si addormentano abbracciati e sognano la loro nuova amicizia.
Dentro IL TESTO

Riordina i fatti raccontati nello SVOLGIMENTO con i numeri da 1 a 4.

È MIO FRATELLO!
Da una settimana ho un fratellino che si chiama Enrico. A me chiedono:
– Sei contento di avere un fratellino? – e io rispondo sempre di sì per far felice la mamma. Loro aggiungono: – Mario non è geloso!
Io non so che cosa sia la gelosia.
Oggi però mi è successo un fatto strano. È venuta a trovarci la zia Luisa. Lei gira il mondo per lavoro e anche questa volta è arrivata con un grande pacco. Dentro c’era un’enorme giraffa per me.
– L’ho comprata in Africa! Vieni qui in braccio alla zia che ti racconta tutto dell’Africa.
Ogni anno la zia va in un Paese dove ci sono bambini che hanno bisogno di lei. Dal Brasile è tornata con un grande pappagallo di stoffa. Dall’India mi ha portato una tigre bianca di gomma.

I suoi regali mi piacciono tantissimo, ma le storie che racconta mi piacciono ancora di più. A un tratto le ho chiesto:
Dentro DI ME
Tu sai che cosa è la gelosia?
L’hai mai provata?
Nei confronti di chi?
Zia, lo sai che ho un fratellino?
La zia mi ha guardato con una faccia disperata e mi ha detto:
– Povero Mario, invece di una bicicletta nuova, ti hanno rifilato quel coso inutile! Scommetto che non ha neanche un dente in bocca. Che cosa mangia?
Il latte della mamma? Sempre lì a ciucciare e piangere.
Che noia! Mi dici che cosa sa fare tuo fratello?
– Zia, di solito dorme, urla, sta in braccio alla mamma.
– Bisognerà intervenire. Gli insegni tu o devo insegnargli io a vivere a quello scimmiottino?
Se devo farlo io, lo prendo e lo porto via con me e ve lo restituisco quando avrà imparato.
È mio fratello! – ho urlato.
CONCLUSIONE
Era la prima volta che volevo Enrico tutto per me.
E poi con la mamma e il papà sono sicuro che riusciremo a farlo diventare un bambino vero!

F. Longo, È arrivato un fratellino, Emme Edizioni
Dentro IL TESTO
Colora le barre a lato del testo per INIZIO e SVOLGIMENTO, con i colori corrispondenti .

Scrivi nei quadratini I per INIZIO, S per SVOLGIMENTO e C per CONCLUSIONE.
Mario non è più geloso del fratellino.
È nato un fratellino a Mario.
La zia fa capire a Mario quanto il fratellino sia importante per lui.
IO E IL MIO PAPÀ
Noi facciamo tante cose, io e il mio papà, un po’ lungo è l’elenco, eccovelo qua: chiacchieriamo, discutiamo, molto spesso noi scherziamo, ci sfidiamo al videogioco, litighiamo, però poco, ci facciamo una risata, cuciniamo la frittata, ci compriamo le frittelle; osserviamo piante e stelle poi giochiamo col pallone, ascoltiamo una canzone, pedaliamo in bicicletta
piano piano senza fretta, passeggiamo qua e là, per le vie della città...
Siamo insieme e stiamo bene... io e il mio papà.
Comprendo IL TESTO
Cosa fa il bambino con il suo papà?

Sottolinea tutte le azioni che compiono insieme. Quante sono?
Tu che cosa fai con il tuo papà? Racconta.
M. Vago PARLO DI MELA MIA MAMMA
La mia mamma è alta, molto alta, molto più alta
Comprendo IL TESTO
Completa sul quaderno.
La mamma è così alta che...
La mamma è così forte che...
La mamma è così bella che...


La mamma è così intelligente che...
PARLO DI ME
La tua mamma com’è?
Presentala alla classe.
potrei non seguirti; non camminare dietro di me, non saprei dove condurti; cammina al mio fianco e saremo sempre amici.
Dice un proverbio dei tempi andati:
“Meglio soli che male accompagnati”.
Io ne so uno più bello assai:
“In compagnia lontano vai”.
Dice un proverbio, chissà perché,
“Chi fa da sé, fa per tre”.
Da questo orecchio io non ci sento:
“Chi ha cento amici, fa per cento”.
Che cos’è per te l’amicizia? Sei d’accordo che gli amici debbano camminare uno di fianco all’altro?


Dice un proverbio con la muffa:
“Chi sta da solo non fa baruffa”.
Questa io dico, è una bugia:
“Se siamo in tanti, si fa allegria”. ·
G. Rodari A. Camus Dentro DI MEIO HO PAURA DEL BUIO
La mia amica Roby ha paura dei cani.
A Fabio viene la pelle d’oca ogni volta che pensa ai lombrichi.
E Gaia non sopporta le scale mobili.
Ma solo se abbaiano (i cani).
Quando si contorcono da matti (i lombrichi).
E in caso di blocco improvviso (le scale mobili): un giorno si sono bloccate quelle dei grandi magazzini e Gaia, poverina, ha sbattuto il naso.
Il mio problema, invece, è senza scappatoie.
Ho paura della parola BUIO , con tutto quello che può starci dentro: mostri, fantasmi, scheletri, vampiri.
A tu per tu con un singolo mostro, fantasma, scheletro o vampiro, potrei anche ragionare. Ma temo che mostri, fantasmi, scheletri e vampiri viaggino in comitiva, a branchi, a frotte. Mai da soli, soprattutto se stanno per piombare nella mia camera.
Collega ogni bambino del testo alla sua paura. Comprendo

COME UN DRAGO
Quando sono arrabbiato divento un drago gigante che distrugge tutto sul suo cammino. La rabbia brucia dentro me e deve uscire. Sputo le parole più terribili senza pensarci. Già, un drago non pensa. Un drago non ha amici. Non riconosco più nessuno! Né i miei pupazzi né i miei giocattoli.
Mamma e papà cercano di prendermi in braccio, perché ritorni a essere me stesso.
Ma un drago... è abbastanza grande e anche abbastanza forte, ma soprattutto è molto pericoloso. Un drago non sente niente e nessuno, e poi un drago non parla la lingua degli uomini. Alla fine rimango da solo, col mio grande sedere da drago nella mia cameretta. Sono un po’ triste e mi vergogno un po’. Ho solo voglia di piangere, piangere molto forte per spegnere il fuoco dentro di me e aspettare che... il drago scompaia.
Comprendo IL TESTO
Indica con una X se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Quando è arrabbiato il bambino si sente un drago. V F

• Il bambino drago dice delle parole terribili.
• La mamma e il babbo riescono a calmarlo.
• Il drago parla la lingua degli uomini.
• Per spegnere il fuoco che ha dentro, il bambino ha bisogno di piangere.
F
F
F
F
SONO FELICE
Oggi il maestro Carlo chiede:
– Che cos’è per voi la felicità?
Liù alza la mano e racconta:
– Io sono felice quando il nonno mi racconta una storia.
– Sono tante le cose che mi fanno felice – afferma Cesco – per esempio risolvere in meno di sessanta secondi i problemi di aritmetica!
Miriam esclama:
– Sono troppissimissime le cose che mi rendono felice! Ma la cosa più bella è quando faccio il saggio di danza con il tutù pieno di veli.
– Io sono felice quando la nonna ci manda il pacco dal Perù pieno di cose da mangiare e dentro ci trovo le caramelle al mais nero – dice José quando è il suo turno.
Alla fine dei racconti, il maestro Carlo
commenta:
– Come avete sentito, la felicità si nasconde nelle piccole e nelle grandi cose di ogni giorno.

– Maestro, che cosa ti fa felice? – gli
domanda Tea.
– Facile: stare insieme a voi ogni giorno!
S. Serreli, Tea. Il libro delle emozioni. Giunti
Comprendo IL TESTO
Completa sul quaderno.
Liù è felice quando...
Cesco è felice quando...
Miriam è felice quando...
Josè è felice quando...
Il maestro è felice quando...
IL CAVALLO FINTO
C’era una volta un bambino che correva avanti e indietro a cavallo di un bastone con una grossa testa di cavallo di legno, ed era molto contento.
Un giorno passò il figlio del re e disse: – Voglio quel cavallo! – e se lo portò via.
Poi, siccome era un principe, ordinò allo scultore del palazzo di aggiungere il corpo al cavallo.
Lo scultore lavorò con i suoi ferri ed ecco un bel cavallo, con criniera e groppa, collo e zampe, coda e zoccoli.
Il principe stava in sella tutto contento, giocando alla guerra. Il cavallo, invece, non era contento, perché ricordava il bambino.
Un giorno, per giocare all’aperto, il principe fece portare il cavallo nel giardino. Passò un mago volante e pensò: “Che bel cavallo! Gli manca solo la vita”.
Così fece scoppiare un gran temporale con fulmini e tuoni. Al cavallo spuntò il pelo, poi si mossero gli occhi, quindi la coda e alla fine diventò vivo.
Il cavallo fece un salto, strappò le redini e corse al galoppo per pianure e per montagne, finché arrivò alla casa del bambino.

Il bambino lo abbracciò e rimasero insieme per sempre.
R. Piumini, Mille cavalli, Einaudi
Dentro IL TESTO
Colora le barre a lato del testo con i colori corrispondenti : INIZIO, SVOLGIMENTO, CONCLUSIONE.
Riordina i fatti con i numeri da 1 a 5 e ricostruisci la storia.
Lo scultore costruisce il corpo del cavallo.
Il principe porta via il bastone al bambino.
Un bambino gioca con un bastone che ha la testa di un cavallo.
Il cavallo e il bambino si abbracciano.
Un mago dà la vita al cavallo.
Comprendo IL TESTO
Segna con una X il completamento corretto.
• All’inizio della storia il cavallo
era un bel cavallo vivo.
era un bastone con una grossa testa di cavallo di legno.
era un cavallo senza testa.
era un cavallo con corpo, zampe e testa di legno.
• Il cavallo non era contento di vivere con il principe perché ora aveva anche il corpo. doveva giocare alla guerra.
aveva nostalgia del bambino. doveva giocare all’aperto.
• Alla fine il cavallo tornò dal bambino che lo mandò via. lo trasformò in un cavallo vivo.
lo abbracciò. non lo riconobbe.
Dentro LE PAROLE
Segna con una X la spiegazione corretta del mestiere dello scultore.
Colui che addestra cavalli Colui che modella materiali duri Colui che dà da mangiare ai cavalli Colui che cura i cavalli
Laboratorio DI ASCOLTO
Ascolta attentamente poi svolgi le attività.
IL PIGIAMA-PARTY
Che cosa succede durante il pigiama-party? Segna per ogni parte della storia l’immagine corrispondente.



INIZIO

Prima di leggere il brano colora con i colori indicati: tutti i punti tutte le virgole. Ora leggi ricordandoti di fare una pausa lunga quando vedi . e una pausa breve quando incontri , .
NIENTE BACI
– Mamma, non voglio baci questa sera! Sono stufo di essere stretto, stritolato, strozzato, spupazzato, stra-baciato. Tutti i baci sono così bagnati, collosi, caramellosi, zuccherosi, odorosi, appiccicosi, rumorosi. Mi bagnano tutta la faccia. Sono roba da piccoli. Non li voglio. Mi pizzicano, mi prudono, mi lasciano un segno rosso e rotondo. E, se non lo sai, con i baci si trasmettono anche i virus, i batteri, i bacilli. E poi io sono grande. La faccia è mia.

– Va bene, grande uomo, se insisti tanto aboliamo i baci. Zero baci per te, d’ora in poi.
– C’è più buio del solito stasera. Questo buio è sospetto. Questo buio è sbagliato. E che cos’è questo fruscìo... Là c’è un’ombra a forma di mano. Mammaaaa! Qui c’è qualcosa che non va. Senza baci c’è troppo buio. I baci dopotutto sono così luminosi! Dammi mille, mille baci, mamma. Però non dirlo a nessuno.
È PRIMAVERA





PRIMAVERA nell’arte




Osserva il dipinto e segna con una X il completamento giusto.
• Prova a guardare da vicino il dipinto e ti accorgerai che è composto da tanti puntini di diversi colori.

tante linee colorate.
grandi macchie di diversi colori.

Canta con me
Il primo giorno di primavera.
COLORARE CON I PUNTI



Il punto è il segno visivo più piccolo che i nostri occhi riescono a percepire. È il primo segno che lasci quando tocchi il foglio, ad esempio con una matita.
I punti sono diversi per forma e dimensione in base allo strumento usato: una matita, un pennarello o un pennello a punta fine o grossa, piatta o rotonda...
I disegni si possono colorare riempiendo gli spazi con tanti punti che variano per dimensione, quantità e disposizione. L’insieme di tanti punti vicini di uno stesso colore determina toni e sfumature diversi.


DENTRO l’arte
Prova tu: segna i punti seguendo le indicazioni.
• Con un pennarello a punta fine.
• Con tante matite colorate legate insieme con un elastico.
PASQUA


Tanti cuori uniti in un sol battito incarnano sulla Terra la Pace. La colomba bianca ancora vola cercando un nido di pace sui tetti degli uomini.
Dipingi la pace, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
Dentro LE PAROLE
Incarnano: rappresentano.
Dentro DI ME
Che cosa significa per te la parola Pace?


Scrivilo nelle colombe.
CON L’INGLESE MERRY CHRISTMAS! HAPPY EASTER!
Qual è la frase che puoi ascoltare in questa stagione? Cerchiala.
HAVE A NICE HOLIDAY! TRICK OR TREAT?
LE UOVA DI CHIARA
Per tutto l’anno la gallina Chiara era stata soddisfatta delle uova che deponeva. Ma il primo giorno di primavera

Chiara pensò alla Pasqua e le uova semplici e bianche non le piacquero più.
Chiara sperava in qualche magia che per Pasqua rendesse le sue uova colorate. Non succedeva, invece, proprio niente e le sue uova continuavano a essere bianche.
A un tratto, con un leggero crepitìo, un uovo si ruppe sotto le sue morbide piume. E poi un altro, un altro ancora: tutte e sei le uova si ruppero e uscirono sei vispi pulcini.
Chiara ne fu così felice e orgogliosa che quando le altre galline le dissero: «Che magnifici pulcini! Sono usciti davvero da uova colorate?» rispose tranquillamente: – No, solo da semplici uova bianche. E da allora fu sempre soddisfatta di deporre semplici uova bianche, anche il giorno di Pasqua.
K. Jackson, 365 storie, MondadoriComprendo IL TESTO
Segna con una X se le seguenti affermazioni sono vere (
• Per Pasqua Chiara voleva deporre solo uova bianche.
• Le uova si colorarono come per magia.
• A Pasqua dalle uova uscirono sei pulcini.
• Chiara fu molto triste per la nascita dei pulcini.
PULCINO PORTA-OVETTI
OCCORRENTE vaschetta portauova in cartone • cartoncino arancione colore a tempera giallo • forbici, scotch e colla liquida


PROCEDIMENTO


di un adulto ritaglia
attaccane due insieme con un pezzetto di scotch sia all’interno che all’esterno, in modo da formare la scatolina.
1. Con l’aiuto uno a uno gli alloggi per le uova. Poi 2. Pittura con la tempera gialla tutta la scatolina e lasciala asciugare bene.RISVEGLIO DI PRIMAVERA

Un bel giorno gli alberi si stiracchiarono e infine si svegliarono del tutto. Quando si accorsero che il sole aveva forato la coperta delle nuvole, si affrettarono a indossare i loro vestiti nuovi.
Il mandorlo si ornò di un velo bianco da sposa. L’albicocco si vestì di rosa. Il ciliegio si preparò una soffice pelliccia di fiori bianchi. Che meraviglia!

Le margherite aprirono gli occhi gialli e fissarono meravigliate quella bellezza.
Le campanelle azzurre si arrampicarono sulla rete dell’orto per vederli da vicino.
L’acqua del ruscello portò la notizia alle erbe delle rive, ai pesci e ai sassi del fondo.
L’amico vento lo disse al cielo e alle colline lontane, alle stelle e alla luna.
Quella sera ci fu gran festa: l’orchestra dei grilli fece un festival e lì giravano le lucciole coi lumini accesi per rischiararlo tutto.
M. Lodi, Bandiera, Emme EdizioniComprendo IL TESTO
Collega ciascuna immagine alla parte del testo corrispondente.
LA CITTÀ DEI FIORI

C’era una volta una piccola città. Essa non aveva niente di speciale. Gli abitanti vivevano semplicemente, non erano né ricchi né poveri, non lavoravano troppo, ma non erano neppure pigri. Essi avevano una sola particolarità: amavano molto i fiori. Li coltivavano nelle aiuole, in vasi, persino nei secchi e nei barattoli vuoti. Mettevano fiori ovunque: alle finestre, sui balconi, sui pianerottoli delle case e nei cortili. Anche il distributore di benzina era pieno di fiori.
Nella città c’erano anche tante stupende farfalle. I giorni di pioggia non erano mai tristi e cupi. I fiori diffondevano i loro splendidi colori e le farfalle gialle, rosse e azzurre volteggiavano davanti ai muri grigi. Anche le notti non erano mai completamente buie. Gli abitanti di quella città facevano infatti dei bellissimi sogni colorati che s’alzavano in volo come farfalle luminose, nel cielo sopra le case.

Comprendo IL TESTO
Scegli con una X l’immagine che meglio rappresenta il testo.
I FIORI
Anche tu ami i fiori come gli abitanti della città dei fiori?




Esistono tantissimi tipi di fiori diversi!
Quali sono i tuoi preferiti?
Utilizza queste forme:
Disegna seguendo le indicazioni.
Inizia dal fiore più semplice con:
• un cerchio,
• un rettangolo stretto,
• cinque rettangoli più larghi,
• un ovale.
Per il tulipano inizia con:
• un cerchio,
• due ovali,
• un rettangolo stretto,
• altri due ovali per le foglie.
Per il mazzetto di campanule, inizia con un rettangolo stretto. Ai lati aggiungi i cerchietti per i fiori e gli ovali per le foglie.


LA FANTASIA
SE TROVO...
Se trovo un costume di acqua salata
sarò un’onda marina con le dita di schiuma.
Se lo trovo di miele dorato
sarò un raggio di sole sulla pelle d’inverno.


Se invece è d’ovatta soffice e bianca sarò un manto di neve sul mio paese che balla.
E se lo trovo fatto di buio farò notte del giorno e il sole avrà solo stelle filanti.
G. Quarenghi, E sulle case il cielo, Topipittori
Dove voli tu sulle ali della tua fantasia?










C’era una volta, in cima a un monte, una casa magica.

La casa era abitata da una ragazza invisibile, di cui si sentiva solo la voce melodiosa.
La casa accoglieva chiunque si presentasse all’uscio.

Dove si svolge la storia?

La coppa, come per incantesimo, si sollevò e subito si svuotò. Improvvisamente iniziarono a vedersi due scarpine sul pavimento... e poco alla volta apparve una magnifica fanciulla.


– Oh, mio principe, tu mi hai liberato da un incantesimo. Quando nacqui ero talmente bella che mia madre, per paura che qualcuno mi rapisse, chiese a una fata di farmi divenire trasparente. La fata promise però che l’incantesimo si sarebbe rotto grazie a un principe.
E fu così che la ragazza e il principe si sposarono.


Quali fatti accadono nella storia?
I racconti narrano anche storie che possono accadere solo nella fantasia.
Nei racconti fantastici può essere presente un ELEMENTO MAGICO.
MUSICA E MAGIA
Questa è la storia di Patrick, un ragazzo che un giorno uscì di casa per comprare un violino. In città le strade erano piene di mercanti: alcuni vendevano verdure, altri pesce, altri ancora vestiti. In ogni banco del mercato c’era un oggetto interessante, ma Patrick andò dritto dal signor Cipolla. Sul suo banco c’era una brocca rotta, una vecchia lampada, una trappola per topi e un sacco di altre cose che Cipolla aveva trovato qua e là.

– Hai un violino? – gli chiese Patrick.
– Be’, sei fortunato – rispose Cipolla – ne ho uno, sì. Così Patrick comprò il violino. Spese tutto quello che aveva, ma era così felice che si mise subito a correre e raggiunse un prato. Poi soffiò via la polvere dal suo nuovo violino. Si sedette in riva a un lago e cominciò a suonare.
Qual è l’elemento magico presente nel racconto?

Mentre suonava, accadde una cosa
straordinaria: i pesci del lago uscirono dall’acqua e si misero a volare. Pensate un po’: erano tutti di colori diversi. E cantavano!

Proprio allora un bambino e una bambina passarono di lì. Si chiamavano Kath e Mick.
– Sei stato tu? – chiese Mick a Patrick, indicando i pesci volanti. E Patrick rispose di sì. Patrick continuò a suonare. I nastri che legavano i capelli di Kath diventarono due fiocchi rossi, mentre i lacci delle scarpe di Mick si trasformarono in due fiocchi blu.
Comprendo IL TESTO Completa.
Il protagonista della storia è
Un giorno comprò ..................................................................
Mentre suonava, i pesci del lago e ...................................................................
I nastri sui capelli di Kath diventarono e i lacci di Mick diventarono ..........................................................
Q. Blake, Il libro delle storie di Quentin Blake, MondadoriDentro IL TESTO
Scrivi sotto ciascun personaggio se è reale o fantastico.

NOTTE INCANTATA
Filippo era sdraiato a letto, all’improvviso udì un lieve fruscio. Spaventato, si affacciò oltre la sponda del letto.
Sul tappeto c’era il libro che aveva letto fino a poco prima. Un libro su draghi e cavalieri.
Era aperto, anche se Filippo era quasi sicuro di averlo chiuso. Strano.
Filippo allungò una mano per richiuderlo. Di nuovo quel fruscio. Le pagine bianche si mossero, come sfogliate da una mano invisibile.
Filippo udì un lieve sbuffare. Spaventato, si rifugiò sotto le coperte e sbirciò il libro da una sottile fessura.

Lo sbuffare si fece più forte e una coda coperta di squame spuntò tra le pagine. Fu seguita da due zampe, un corpo argentato con ali e una criniera dentellata sul dorso - e plop - ecco che un drago scivolò fuori dal libro sul tappeto di Filippo.
– Ahi, ahi, ahi! – lo udì lamentarsi Filippo – Per le mie squame, ma dove sono finito?
Era proprio uguale a come Filippo si era sempre immaginato un drago. Solo che non era più grande di un vasetto di marmellata.
C. Funke, Il drago della luna, Mursia

PARLO DI ME
Ti piacciono le storie? Preferisci leggerle da solo o ascoltarle? Perché?

Nel racconto fantastico i personaggi si comportano in modo bizzarro come non potrebbe succedere nella realtà.
L’OMBRELLO DIFETTOSO
Nessuno era tanto affezionato quanto lui a un ombrello. Lo portava sempre con sé, tenendolo aperto anche se il sole splendeva. Era infatti un ombrello straordinario, che riparava da tutto: dai raggi del sole, dal vento, dalla grandine, dai vasi che cadevano dai balconi e persino dai fulmini. Solo una cosa temeva.
Il proprietario se ne accorse la prima volta che uscì col cielo nuvoloso. Naturalmente, con un ombrello simile non aveva messo l’impermeabile. Appena caddero le prime gocce di pioggia, l’ombrello, inumiditosi, iniziò a starnutire, chiudendosi e riaprendosi di scatto.
– Sciocco – gridava il proprietario – mi farai ammalare! Infatti, solo l’acqua temeva. Per non bagnarsi, si chiuse definitivamente e non ci fu più modo di aprirlo. Nonostante ciò, il proprietario continuò a portarlo sempre con sé. Prese solo una precauzione: iniziò a indossare anche l’impermeabile. Appena cominciava a piovere, il suo primo pensiero era quello di richiudere l’ombrello e ripararlo sotto l’impermeabile.
Sottolinea le risposte alle domande con i colori indicati.
Perché l’ombrello è un personaggio bizzarro?
Perché il proprietario è un personaggio bizzarro?

volte i fatti avvengono in LUOGHI fantastici, inventati, che non esistono nella realtà.

IL PAESE DI CARTA

Nel racconto fantastico accadono FATTI che non avvengono nella realtà.
UN LEONE IN BIBLIOTECA
Un bel giorno un leone entrò in biblioteca. Passò davanti al bancone dell’ingresso e salì dritto verso le sale di lettura. Il leone vagò per tutta la biblioteca. Poi andò con passo felpato verso l’angolo di lettura dei bambini e si mise a dormire.
Nessuno sapeva cosa fare. Non c’erano regole che parlassero di casi simili.
Quando fu l’ora di leggere le storie ai bambini, il leone rimase dov’era. D’altra parte, nessuna regola gli proibiva di ascoltare.
La signorina cominciò a leggere con voce tremante ma arrivò comunque fino in fondo.
– L’ora delle storie è finita – disse una bambina al leone
– è ora di andare a casa.
Il leone guardò i bambini. Poi guardò la signorina e i suoi libri chiusi. Deluso, ruggì. Molto, molto forte.

La signorina Brontolini, la capo bibliotecaria, uscì a lunghi passi arrabbiati dal suo ufficio.
– Chi sta facendo questo baccano? – domandò. – È il leone – disse il signor Magretti.
La capo bibliotecaria marciò verso il leone.
Dentro LE PAROLE
Collega ciascuna espressione con il suo significato.
passo silenzioso
passo felpato
girò qua e là
O fai silenzio o devo chiederti di uscire! – gli disse con voce severa – Queste sono le regole!
La bambina tirò per la giacca la signorina Brontolini.

– Se promette di fare silenzio, può tornare domani per l’ora delle storie? – chiese.
Il leone smise subito di ruggire.
La signorina Brontolini lo fissò negli occhi.
– Sì – disse infine – Un leone educato e silenzioso sarà il benvenuto in biblioteca anche domani.
– Hurrà! – esclamarono i bambini.

ROSASPINA
C’erano una volta un re e una regina che volevano tanto un figlio e, quando finalmente la regina ebbe una bambina, il re decise di dare una grande festa. Furono invitate le fate, ma il re ne dimenticò una. Durante la festa al castello ogni fata regalò alla bambina, che fu chiamata Rosaspina, un dono: la bellezza, la ricchezza, la bontà e così via… La fata che non era stata invitata decise di vendicarsi e fece un incantesimo: a quindici anni la principessa si sarebbe punta con il fuso di un arcolaio, addormentandosi per sempre. E così accadde. Un principe, che aveva sentito raccontare la storia, decise di andare a vedere che cosa era successo realmente. Penetrò nel fitto bosco ed entrò nel castello. Rosaspina era così bella che il principe se ne innamorò e la baciò. La principessa si svegliò e sorrise al principe. Il re e la regina decisero di celebrare le nozze tra i due innamorati, che vissero per sempre felici e contenti nel loro splendido castello.

Indica con una X se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
Il re e la regina diedero una festa per Rosaspina. V F
Tutte le fate furono invitate alla festa. V F
Una fata fece un incantesimo alla principessa. V F
Un principe svegliò la principessa con un bacio. V F
Qual era l’incantesimo? ......................................................................................
J. e W. Grimm, Le fiabe del focolare, Einaudi Comprendo IL TESTOIL CASTELLO


Il castello è un edificio imponente, con tante torri su cui sventolano gli stendardi del re.
Utilizza queste forme:

Disegna seguendo le indicazioni.
1 Inizia con tre rettangoli così disposti:
2 Poi aggiungi i tetti, le guglie, le finestre, la porta e almeno uno stendardo.
CHE STREGA!
La strega Alina aveva deciso di abbattere gli alberi della montagna per costruire una pista per atterrare con la sua scopa.
Il vento e la montagna erano disperati.
Gli alberi, sempre più impauriti, piangevano; la civetta era triste: stavano per abbattere la sua casa, una bellissima quercia.
Sulla montagna abitavano altre streghe. Mamma scoiattolo disse: – Chiamiamo le streghe.
Così, nella mattina soleggiata, apparve una fila di streghe.
Verdina, una strega dai grandi occhi verdi, scese dalla scopa e disse ad Alina:
– Tu non devi abbattere gli alberi...
– Se distruggi gli alberi non avrai più ombra – spiegò
Bianchina, una strega dai capelli bianchissimi. Una dopo l’altra le streghe aggiunsero:
– Se tagli gli alberi, la terra diventerà secca.
– Gli uccelli se ne andranno.
Gli scoiattoli partiranno in cerca di un rifugio.
– I fiori moriranno.
– Senza alberi non ci saranno frutti.

– E con i fiori, le farfalle e gli uccelli scompariranno anche i colori della montagna.
Neppure l’arcobaleno apparirà su una montagna così triste...
Alina pensò: “Certo, senza alberi la montagna non sarebbe più la stessa. Sarebbe senza fiori, senza animali...”.
Allora Alina comprese che era stata sul punto di commettere una sciocchezza e si fermò.
Dentro IL TESTO
Sottolinea nel testo con il rosso i personaggi della storia.

Poi indica con una X se sono

tutti reali. tutti fantastici. alcuni reali, altri fantastici.
Colora le barre a lato del testo con i colori corrispondenti : INIZIO, SVOLGIMENTO e CONCLUSIONE
Riordina i fatti con i numeri da 1 a 4 e ricostruisci la storia.
Le streghe dicono che senza gli alberi non ci sarebbero stati più neanche gli animali, i fiori e i frutti.

La strega Alina decide di abbattere gli alberi della montagna.
Alina comprende che stava per commettere una sciocchezza.
Mamma scoiattolo chiede aiuto alle streghe.
Alina VerdinaTu fai qualcosa per aiutare la Terra


a essere meno inquinata? Racconta.


PRENDITI CURA DELLA TERRA

Ognuno di noi deve prendersi cura della Terra con semplici comportamenti corretti.
Quali tra i seguenti comportamenti “cura le ferite” del nostro pianeta? Collega alla Terra il comportamento corretto di ciascuna coppia. Poi confrontatevi in classe per trovarne altri.
NASO NASONE
Giacomo era un nano con un naso così brutto e grosso che tutti lo chiamavano “Naso Nasone”. Così lasciò la sua casa nel bosco e divenne cuoco nella cucina del duca. In breve tempo divenne famoso.
Un giorno Naso Nasone portò al castello tre belle oche bianche e grasse. Una delle tre però pareva malata da come stava ferma e triste. “Bisognerà che le tiri il còllo!” pensò il nano.
Ma l’oca, come avesse letto nella mente del cuoco, disse:
– Se mi ucciderai, ti porterò con me.
– Un’oca parlante? – si stupì il nano. – Un tempo io ero Mimì, la figlia del mago Tonante. I maghi nemici di mio padre con un sortilegio mi trasformarono in oca. Soltanto se mangerò il cavolo dell’allegro starnuto, riprenderò il mio aspetto.

– Ti aiuterò io – disse subito Giacomo.
Cercarono sotto ogni castagno, in mezzo all’erba e sui ceppi umidi: niente. Improvvisamente...
Eccolo! – gridò l’oca e se lo rosicchiò.
La bestiola tornò a essere Mimì, una bella fanciulla.
Giacomo allora accompagnò Mimì a casa e il vecchio mago per la felicità regalò
al nano un nasino minuscolo nuovo di zecca.
Dentro IL TESTO
Colora le barre a lato del testo con i colori corrispondenti : INIZIO, SVOLGIMENTO, CONCLUSIONE. Rispondi alle domande.
• Chi sono i personaggi di questa storia? ................................................................................ ........................................................................................................................................................................................
• Chi è il protagonista?
• Quali personaggi sono fantastici? ............................................................................................... ........................................................................................................................................................................................
• Dove si svolge la storia?
Comprendo IL TESTO
Segna con una X se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
Giacomo aveva un naso brutto e grosso. V F
Naso Nasone non era bravo a cucinare. V F
Un giorno Giacomo incontrò un’oca parlante. V F
L’oca era la figlia di un mago. V F
Un mago dà la vita al cavolo. V F
L’oca, per ritornare una ragazza, doveva starnutire. V F
Il mago regalò a Giacomo un nasino piccolo piccolo. V F
Dentro LE PAROLE
Segna con una X il significato corretto.
Sortilegio significa: dispetto incantesimo sorteggio collegio
Nuovo di zecca significa: vecchio usato nuovissimo consumato
Ascolta attentamente poi svolgi le attività.
CANTA, CICALA!
Cerchia i personaggi della storia.
Metti in ordine di tempo i fatti raccontati con i numeri da 1 a 4.

Colora: L’attività più semplice L’attività più difficile

Evidenzia con colori diversi le parole pronunciate dall’anatra e dal gufo (sono quelle dopo il trattino). Leggi ad alta voce usando un tono adatto a ciascun personaggio.

L’ANATRA E IL GUFO
Un’anatra guardò a lungo in alto verso una betulla. – Ehi tu, là in alto! – gridò.
– Hm – borbottò una voce dall’alto della betulla.

Sei proprio un gufo? – chiese l’anatra.
– Hm – brontolò il gufo e sbadigliò.
– Dici solo “hm”? Non sei capace di dire altro?
– Certo che sono capace – rispose il gufo – ma non ne ho voglia perché stavo dormendo.
Ma come puoi dormire di giorno? È di notte che si dorme – disse l’anatra.
– Io la notte tengo gli occhi bene aperti e aspetto che passi qualcosa da mangiare – dichiarò il gufo.
– Sei matto! – disse l’anatra – Il cibo non ti passa mica davanti. Bisogna nuotare e cercare finché non si trova qualcosa.
– È un modo ridicolo – mormorò il gufo.
L’anatra si arrabbiò: – Non è ridicolo, è normale.
E andarono avanti così per un bel pezzo.
– Ehi, anatra – chiese infine il gufo – ma perché stiamo litigando?
– Perché tu fai tutto in modo sbagliato – rispose l’anatra.
– Non faccio in modo sbagliato, faccio in modo diverso, si può fare anche in questo modo. Faccio come fanno i gufi.
– E io faccio come fanno le anatre. Hai ragione, non c’è bisogno di litigare per questo.
STORIE A CONFRONTO
Baffo, un grosso gatto morbido e pacioccone, si acciambella tra i cuscini e dorme beato, d’altra parte, topi da cacciare non ce ne sono, lucertole nemmeno. A una certa ora il suo padrone rientra in casa, il micione con un balzo scende dal divano, gli si struscia attorno alle gambe e aspetta la sua razione di crocchette. Ma non sente il solito tintinnare delle crocchette nella ciotola, Baffo è un po’ preoccupato...
Il padrone apre un cartoccio e glielo porge: – Buon compleanno, Baffo!
Baffo non ha mai visto un pezzo di salmone così grande e succulento! In un baleno se lo pappa tutto. Eh sì, anche i gatti hanno diritto di festeggiare il proprio compleanno!
Baffo non è un gatto sportivo e il suo unico obiettivo
è di acciambellarsi piano tra i cuscini del divano. Quando rientra il suo padrone ecco allora che il micione di dormire svelto smette, per mangiarsi le crocchette.

Questa sera, stranamente, tintinnare non si sente, il gattone un po’ affamato ora è alquanto preoccupato
ma a sorpresa il suo padrone gli dà un pezzo di salmone e gli dice, tutto a un tratto

– Buon compleanno, amico gatto!
Quale dei due testi ti è piaciuto di più? 1 2
Quale testo è stato più facile capire? 1 2

Le righe di una filastrocca si chiamano VERSI. I versi possono essere raggruppati in STROFE.
DOLCE BUONANOTTE
Dormi dormi dolcemente, pensa a tutto, pensa a niente!
L’orologio nel salotto fa tic tac tutta la notte.
Il cuscino sotto la faccia, l’orsacchiotto tra le braccia, la mia mamma e il papà, quel che amo è tutto qua.
Nessun luogo è come il letto, così morbido e perfetto.
Cosa voglio per domani? Un bel pieno di emozioni.
Dormi dormi dolcemente, pensa a tutto, pensa a niente, e ti cullano le onde nei tuoi sogni più profondi.
M. Ende, Il libro delle poesie, Salani
Indica con una X il completamento corretto.
• La filastrocca è formata da dodici versi. sedici versi. diciotto versi.
• I versi sono divisi in due strofe. tre strofe. quattro strofe.

I
SENSAZIONI
Sorge la luna, la luce svanisce, ma l’avventura qui non finisce.
Con la mia bocca gusto i sapori, degli spaghetti e dei pomodori.
Con il mio naso annuso il vento, di mille fiori il profumo sento.
Con le mie orecchie posso ascoltare il lieve suono del fiume passare.
Con le mie mani io tocco tutto, liscio ogni ciottolo e poi lo butto.
Con i miei occhi so percepire questo mistero dell’imbrunire.
Dentro IL TESTO
Continua tu a trovare le rime cerchiandole con colori diversi, poi riscrivile qui sotto.
svanisce - finisce sapori

– Sono una cerca-cose e questa professione non lascia mai un minuto libero – disse Pippi – il mondo è pieno zeppo di cose e ci vuole qualcuno che si dia da fare per sapere che razza di cose siano.

Tommy e Annika ne conclusero che doveva trattarsi di un gioco divertente e si improvvisarono cerca-cose anche loro.
D’improvviso, Pippi gettò uno strillò acutissimo, sollevando dall’erba una vecchia latta tutta arrugginita.
– Che tesoro ho trovato!
A. Lindgren, Pippi Calzelunghe, Editrice Piccoli

Cerchi l’ago nel pagliaio?
O la piuma dal piumaio?
Il granello nel deserto?
O una nota in un concerto?
Ho bussole, taccuini, una mappa spaziale pinze, ventose, uncini e un supercannocchiale.
Sono una cerca-cose
dal tempo dei miei avi e trovo sempre tutto
semi, bambini, chiavi...
Se volete cercarmi
vi lascio il mio biglietto.
Ma... dove si è cacciato?
Nessuno è mai perfetto!
A. Sarfatti, Quante tante donne, Mondadori
In coppia rispondete segnando con una X il numero corrispondente.
Quale testo ha i versi? 1 2
Quale testo ha le strofe? 1 2
Quale testo non ha le rime? 1 2
In base alle risposte date, potete affermare che
il testo 1 è una filastrocca un racconto
il testo 2 è una filastrocca un racconto
DISEGNO IL MONDO

Con l’acquerello dipingo il sole, ci metto il giallo per chi ne vuole, ci faccio il naso, gli occhi, le braccia, un bel sorriso perché mi piaccia.
Con il pennello dipingo il mare di un blu profondo con linee chiare, ci metto pesci, polpi, stelline, qualche riccetto, un po’ di telline.
Con i pastelli disegno il prato, tratti gentili di un verde stellato, con pratoline, anemoni e viole, di tulipani piene le aiuole.
Con le matite disegno il mondo e voglio farlo bello rotondo e per colorarlo ricco e vivace voglio vederlo pieno di pace.
C. Ansuini, Il treno della frutta, Anicia

LA CESTA MISTERIOSA
La gatta Alberta questa mattina ha trovato davanti al cancello del cortile una cesta misteriosa. Probabilmente qualcuno l’ha da poco lasciata lì per Anna, la sua padrona.
La cesta è ricoperta da una vecchia tovaglia a quadretti bianchi e rossi, che nascondono qua e là dei piccoli buchi.
Come è la tovaglia?
Usa i cinque sensi per capire come sono fatte le cose intorno a te.
Con la VISTA puoi descrivere il colore, la forma, la dimensione di ciò che vedi.


La gatta Alberta si avvicina lentamente, attirata soprattutto da un dolce profumino invitante che sembra uscire dai piccoli forellini della tovaglia.



Che cosa annusa Alberta?
Con l’OLFATTO puoi descrivere gli odori che percepisci.

Con fare sospettoso allunga la zampina e tocca la tovaglia. La tovaglia vola via.


Alberta si avvicina e scopre il contenuto della cesta: una grossa ciotola con dentro qualcosa di bianco. La gatta affonda la zampa nella soffice e morbida crema.

Come è la crema?
Alberta comincia a leccarla con gusto.
Che dolce sapore... delicato, spumoso... sembra di mangiare una nuvola!


Con il TATTO puoi descrivere la consistenza e la temperatura di ciò che tocchi.
Che sapore ha la crema?

Improvvisamente, dalla casa arriva un urlo minaccioso. La padrona ha visto Alberta… A malincuore, Alberta fugge via.
Con il GUSTO puoi descrivere il sapore di ciò che assaggi.
Che cosa sente Alberta?
Con l’UDITO puoi descrivere i suoni e i rumori che senti.
Leggi poche righe alla volta, poi rispondi alle domande per verificare se hai compreso bene. Metti in moto i tuoi sensi!
GITA IN MONTAGNA
Teo e Gaia, insieme a papà Noè, a mamma Adele e a Pulce, l’inseparabile cagnolino, si avviarono per un sentiero tra i prati verdi e le pittoresche baite scure.
Di chi si parla? Dove?
Alcune mucche grigie e dei cavalli color miele pascolavano indisturbati. Teo, Gaia e Pulce correvano spensierati. Poi si distesero su un plaid tra fiori e farfalle variopinte, che svolazzavano sopra le loro teste.


Che cosa si vede?

– Che bellezza! – esclamò Teo – Se chiudo gli occhi, sento il fischio del vento, il gorgoglio dell’acqua di un ruscello, lo scampanellio lontano delle mucche...
Il frinire dei grilli – continuò Gaia – il ronzio delle api...
Che cosa si percepisce con l’udito?

..........................................................................................................................................................................
Gaia chiuse gli occhi e inspirò il profumo dell’erba misto a quello dei fiori.
Che cosa si percepisce con l’olfatto?

Quanto scalda il sole sulla pelle! – concluse Teo ridendo.

I. Paglia, La famiglia Millemiglia tra i monti e le colline, Raffaello
Che cosa si percepisce con il tatto?
................................................................................................................................................................................

QUANDO SONO NATO
Quando sono nato, non sapevo ancora cosa fosse il mare, e che c’erano le foreste, e che nel mondo esistono spiagge e montagne.

Quando sono nato, non avevo ancora visto un uccellino, e non sapevo che ci sono animali con le piume, animali con le squame e animali con il pelo, come il mio cane.
Quando sono nato, non immaginavo che ci fosse un cielo, e che il cielo cambia colore, e che le nuvole sono così belle. Quando sono nato, non sapevo quasi niente. Ma adesso, qualcosa ho imparato.
C’è un mondo da scoprire, milioni e milioni di cose e di posti che le mie mani non hanno ancora toccato.
Milioni e milioni di colori che non ho mai visto.
E odori e rumori e sapori.
Ogni giorno, scopro qualcosa di nuovo. E questa è la cosa più fantastica che c’è.
I.M. Martins, M. Matoso, Quando sono nato, TopipittoriComprendo IL TESTO
Qual è la cosa più fantastica per il bambino?






Dentro DI ME
Tu vuoi scoprire il mondo? Che cosa ti incuriosisce di più?
ALLA RICERCA DELLE CASTAGNE
Titta e Meo, i due topini, vanno a raccogliere le castagne nel bosco: Orsetto Rosso ha detto che sono deliziose!
– Che buon odore di muschio – dice Titta.
– E di funghi – aggiunge Meo.

– Ma... le castagne dove saranno? – chiede Titta.
Eccole! – esulta Titta indicando i ricci verdi sparsi

attorno. Addenta subito una castagna ed esclama:
– Che saporaccio!

Anche Meo fa una smorfia: – Sembra legno! Orsetto Rosso si è burlato di noi. Andiamo da lui.
– Le castagne non sono buone crude – dice Orsetto
Rosso ridendo – Ci vogliono un bel fuoco e questa padella coi buchi. Sedetevi vicino al camino; tra poco le castagne saranno pronte. Sentite che profumino?
Ora i tre amici sgranocchiano le gustose caldarroste.
Dentro IL TESTO
Segna con una X i sensi che sono usati nel testo.
Vista
Udito
Tatto
Olfatto
Gusto
Comprendo IL TESTO
Rispondi alle domande.
Perché a Titta e Meo non piacciono
le castagne? .......................................................................................................
Che cosa suggerisce Orsetto?
LE SORELLE CILIEGIA
Una mattina abbiamo preso l’aereo tutti insieme. Io avevo paura, ma la Mati mi ha stretto la mano. L’aereo si è alzato in cielo e abbiamo volato al di là del mare. Lì ci aspettava Malù, la mia nuova sorella.
Lei è nata lontano e non aveva ancora visto né noi, né mamma e papà.
Malù ha i capelli neri e le guance rosse e cammina come un robot.
Malù ride e ci fa vedere i suoi tre denti.
È simpatica tranne quando mi morde. Ma io la perdono perché è piccola e bisogna avere pazienza.

Malù, con Lella e Mati, sono tre sorelle fantastiche. Se si mettono in fila fanno la scala. Mamma ha preparato per tutte e tre un cappotto rosso, ma la Mati non lo vuole mettere. E allora mamma l’ha trasformato in una giacca: ora è in scala anche il cappotto. Così le mie sorelle sembrano delle ciliegie: rosse, tonde e contente.

Comprendo IL TESTO
Segna con una X l’immagine che rappresenta Malù.
Aspetto fisico CarattereIL PESCATORE
Roby ammirava il mare dalla finestra di casa sua. “Com’è bello il mare, oggi!” pensò tra sé “Nonno Avventura sarà sicuramente sulla spiaggia a osservare i gabbiani. Potrei andare al vecchio molo e fargli una sorpresa”.
Nonno Avventura era il più vecchio pescatore del paese ed era una persona speciale: con gli adulti si mostrava a volte scorbutico e silenzioso, con i bambini, invece, era sempre tenero.

– Sono un pescatore – diceva – e finché avrò vita voglio alzarmi con il profumo del mare e il rumore delle onde.
Scorbutico: antipatico, che ha un carattere intrattabile.
Quasi nessuno ricordava più il suo vero nome, perché ormai tutti avevano preso l’abitudine di chiamarlo in quel simpatico modo che ricordava il suo spiccato senso di avventura. E di avventure, soprattutto di mare, ne aveva vissute molte! Come quando era riuscito a salvare in mezzo alla burrasca i suoi compagni e a portarli in spalla, uno per volta, fino agli scogli.
Insomma, era un eroe, una figura leggendaria!
Comprendo IL TESTO
Nel testo hai scoperto l’aspetto fisico o il carattere di Nonno Avventura?
Sottolinea le righe che ti hanno aiutato a rispondere.
Dentro LE PAROLEERIC IL PITONE
Una volta tenni attorno al collo per circa mezz’ora un pitone indiano. Si chiamava Eric. Eric non era un pitone molto grande. La parte più grossa del suo corpo era larga come la coscia di un uomo e la sua lunghezza era di circa tre metri.
Tanti credono che i serpenti siano freddi e viscidi. La pelle di Eric era invece calda e asciutta e sotto di essa si poteva sentire la forza delle migliaia di muscoli del suo splendido corpo. Lo indossai attorno al collo e sulle spalle come un’enorme sciarpa, e vi posso dire che era piuttosto pesante. Ma si comportò ottimamente e non sentii in lui il minimo segno di nervosismo.
Alla fine sentii che voleva dirmi qualcosa quando cominciò appena appena a stringermi il collo. Lo restituii al custode.
Comprendo IL TESTO
Rispondi sul quaderno.
• Chi era Eric?
• Quanto era largo il suo corpo? Quanto era lungo?
• Com’era la pelle di Eric?
• Il protagonista dove appoggiò Eric?
• Quando restituì il pitone al custode?

LA CARICA DEI CRICETI
Io ho tre pesci rossi, un gatto e dieci criceti.
I criceti vivono tutti in un palazzo di plastica con sopra lunghi tubi trasparenti che usano per fare un giretto o sonnecchiare.

I criceti mangiano semini e rosicchiano foglie di insalata. Di solito si rincorrono come pazzi, oppure si divertono a scavare nella sabbia. Non stanno un minuto fermi!
Oggi è successa una cosa strana: la casa è stata invasa dai criceti! Ci sono criceti che spuntano da sotto il letto, tra i libri, in mezzo ai soprammobili, persino in bagno.
Ma come hanno fatto a uscire dalla gabbia?
Forse ho capito. I pesci rossi non sono stati, dunque qualcun altro ci ha messo una zampina...
Comprendo IL TESTO
Indica con una X solo le affermazioni vere.
Il protagonista ha quattordici animali.
I criceti vivono in tanti palazzi di plastica.
I criceti mangiano semini e insalata.
I criceti non stanno mai fermi.
I pesci rossi hanno aperto la gabbia dei criceti.
Chi potrebbe aver aperto la gabbia? Confrontati con un tuo compagno e spiega da che cosa lo hai capito.
A. Rebori, Capriccetto Rosso e la carica dei criceti, MondadoriIL MIO CANE

Il mio cane ha un nome strano: l’ho chiamato Dirindano. L’occhio è grande, scuro e tondo e ha il pelo fitto e biondo. Ha le zampe un poco storte con le unghie corte corte, corto è pure il suo codino come quello di un mastino.
E le orecchie? Lunghe e dritte come due patate fritte. Quanto al naso è tutto nero e dei denti suoi va fiero. Il carattere, lo ammetto, è tutt’altro che perfetto. Dirindano è un pasticcione, litigioso e arruffone.
Proprio ieri si è azzuffato con un gran boxer tigrato. In giardino ha poi scavato una buca in mezzo al prato e il gatto della zia l’ha costretto a fuggir via. Io, però non mi lamento, come lui ne vorrei cento.
Comprendo IL TESTO
Osserva bene il disegno di Dirindano. Ci sono due errori rispetto alla descrizione fatta nel testo: individuali e cerchiali.
Prova a spiegare con parole tue i seguenti aggettivi:
pasticcione • litigioso • arruffone
R. Guarnieri, L. Martini, L’omino delle filastrocche, AMZIL CANE
I cani amano giocare e correre con i loro padroni, quando scodinzolano significa che sono felici.
Ti piacerebbe avere un cane?
Utilizza queste forme:
Disegna seguendo le indicazioni.
1 Inizia con:
• un ovale
• un cerchio.
2 Poi aggiungi i rettangoli per le zampe e un triangolo per la coda.
3 Infine disegna il muso con naso, bocca e baffi. Completa e colora il cane come preferisci.



Sono COMPETENTE?

Dentro IL TESTO
Collega ciascun elemento al senso utilizzato.
le fragoline acerbe
una nuvola scura
tutte le foglie sussurrarono
un lampo accecante
l’urlo del tuono
il canto del vento
le gocce che facevano il solletico
il profumo dell’erba
Comprendo IL TESTO
Rispondi con una X.
• Chi vive “una bella avventura?”
Luca Le fragole Il castagno Il bosco

• Che cosa accade nel bosco?
• Dove si ripara il bambino?

In una capanna
Sotto un ombrello
Dentro LE PAROLE
Dentro una grotta
Sotto un castagno
La parola acerbe può essere sostituita da:
mature non ancora mature rosse grandi
Ascolta attentamente poi svolgi le attività.
ADAGIO, ADAGIO...
Ordina con i numeri da 1 a 4 le azioni che compie il bradipo.
Rispondi con una X
.
• In quale posizione sta il bradipo sia di giorno sia di notte?

sdraiato a testa in giù
in piedi seduto
• Quale animale, tra i seguenti, non è nominato nel testo?

Il caimano Il leone
La scimmia urlatrice Il giaguaro
Prima di leggere il brano cerchia con i colori indicati: tutti i punti interrogativi tutti i punti esclamativi.
Ora leggi e quando trovi un ? intona una domanda e quando vedi i ! esprimi entusiasmo.
PER CHI È IL MONDO?


– Per chi è il mondo? – chiede il bambino al suo papà, mentre se ne stanno vicini vicini, in un caldo nido tutto di coperte.
– Ecco – risponde il papà – il mondo è un posto molto grande. E da qualche parte sotto le sue stelle, lontano lontano, sul fianco freddo di una montagna, gli orsetti si rannicchiano vicino alle loro mamme in tane tiepide e buie; i leoncini si stiracchiano vicino ai loro papà in una pianura calda e polverosa; le lepri sonnecchiano con i loro leprottini morbidi come ovatta nelle loro tane sotto la neve; e più vicino a noi, molto più vicino a noi... Ascolta! Un gufo parla al suo gufetto nel cuore verde e buio del bosco. Il mondo è per loro!
– E il mondo è anche per le persone come me e te?
chiede il bambino.
Oh sì! – risponde il papà – Ovunque noi viviamo, il mondo è anche per noi.
Il mondo è per tutti!
È ESTATE

ESTATE nell’arte
Osserva il dipinto e segna con una X il completamento corretto.
• Nel dipinto è rappresentato un mare in tempesta.
un campo di grano maturo.


un pascolo in montagna.
• I colori che prevalgono sono
bianco rosso arancione
giallo marrone verde





Scalda la spiaggia dove devo andare io.
Scalda il mare con le schiume delle ondate.
E di tutti gli aquiloni, brucia il mio!
Aspetta aspetta, che adesso arriva agosto e Babbo Sole ci cuoce tutti arrosto.


Ci guarda correre, ci prende in braccio
Ci abbraccia e brucia con un solo grande abbraccio.
DENTRO l’arte

È molto difficile riprodurre in un’immagine la grande luminosità del sole. Prova a farlo con tratti sottili di colore a cera gialli, rossi, arancio, su carta ruvida.



CON L’INGLESE
Qual è la frase che puoi ascoltare in questa stagione? Cerchiala.
MERRY CHRISTMAS! HAPPY EASTER!
HAVE A NICE HOLIDAY! TRICK OR TREAT?
PREPARIAMOCI ALLA PROVA INVALSI
Verso la fine di questo anno scolastico tutti i bambini che frequentano la classe seconda dovranno affrontare una prova di comprensione, si chiama:

Prova Nazionale INVALSI
Queste pagine ti propongono esercizi specifici così potrai prepararti alla prova ufficiale.
IL TITOLO
Il titolo di un racconto è importante perché ti aiuta a capire di quale argomento parla il testo che stai per leggere e può suggerirti informazioni su alcuni elementi che incontrerai: i personaggi, i luoghi o il tempo della storia.
Questo è il titolo del racconto che leggerai.
FRIDOLIN, IL GATTO PIGRO
Quali informazioni puoi ricavare dal titolo del racconto?
Metti una X per ogni riga della tabella.
A. C’è almeno un gatto.
B. Ci sono sicuramente altri animali.
C. Il gatto non ha voglia di far niente.
D. Il gatto è rosso.
Si può ricavare Non si può ricavare
Leggi le prime righe del racconto.
Fridolin era un gatto incredibilmente pigro. Viveva in una casetta su un albero in riva al lago. Solo due cose faceva con immenso piacere: mangiare e dormire.
La sua casa sull’albero era zeppa di ogni genere di cibo. La sua bevanda preferita era il succo di lampone: ne teneva due dozzine di bottiglie in cantina.


Fridolin aveva appeso un’amaca rossa a un ramo dell’albero e ci restava sdraiato sopra a dormire e ronfare quasi tutto il giorno.
Quali altre informazioni sono presenti nelle prime righe del racconto?
Metti una X per ogni riga della tabella.
Le prime righe del racconto ci dicono
A. chi è il protagonista della storia.
B. dove è ambientata la storia.
C. quando si svolge la storia.
D. che cosa piaceva a Fridolin.
Sì No
IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE
Quando leggi un testo puoi incontrare parole che non conosci. Per capire il significato di una parola a te sconosciuta, leggi con attenzione tutta la frase che la contiene.

VIAGGIO IN TRAGHETTO
Il lago scintilla come uno specchio. Letizia si sporge quel tanto che basta per avere la sensazione che la sua testa sia la prima a bucare l’aria piena di sole e di tepore: tutto l’enorme traghetto con la pancia zeppa di automobili, di camion e di motociclette, la segue con i motori sbuffanti, lanciando ogni tanto fischi di gioia.
Si va dalla nonna Rosetta, nell’isola sul lago! La nonna ha la casa più bella del mondo: bassa e solida come un vecchio gatto accoccolato nell’erba, con i muri fatti di pietre grosse. Sui muri si arrampicano alla rinfusa edera, vite americana, gelsomini e rose.
Segna con una X il completamento corretto. Tra parentesi è indicata la riga del testo in cui si trova la parola o l’espressione da analizzare: ti può servire ritornare al testo e rileggere con attenzione la frase per intero.
• “Il lago scintilla come uno specchio”, per far immaginare bene com’è il lago, scintilla si può sostituire con esplode brilla scivola riscalda
• Letizia si sporge quel tanto che basta per avere la sensazione che la sua testa sia la prima a bucare l’aria...” significa che si sposta un po’ avanti, poi torna indietro. si sposta in avanti fino al punto in cui le sembra di toccare l’aria con la testa. si sposta in avanti di poco e non riesce a toccare l’aria con la testa. si nasconde per non toccare l’aria con la testa.
• La parola tepore (riga 4) significa lieve calore freddo cattivo odore rumore
• La parola sbuffanti (riga 6) significa buffi rotti brillanti fumanti
• L’espressione alla rinfusa (riga 12) significa in modo ordinato in modo disordinato con forza soltanto
• Nel testo si dice che la casa della nonna è “bassa e solida come un vecchio gatto accoccolato”. Questa espressione ha lo stesso significato di bassa e vecchia come un vecchio gatto accoccolato. bassa e resistente come un vecchio gatto agile. bassa e nuova come un vecchio gatto raggomitolato. bassa e resistente come un vecchio gatto raggomitolato.
LE INFORMAZIONI DEL TESTO
Per comprendere un testo devi cercare di capire bene le informazioni presenti. Alcune informazioni sono facili da trovare: basta leggere con attenzione. Altre informazioni invece sono nascoste, perché non sono dette direttamente, ma puoi capirle solo leggendo tutto il testo.
IL SOGNO DI TENCI
Tenci, un bambino che viveva nel lontano Tibet, aveva un gran desiderio: tenere con sé un piccolo panda, uno di quei morbidi animali simili a orsacchiotti che vivevano sulle montagne. Per distrarsi un po’ da quel pensiero fisso, Tenci decise di andare a fare il garzone dal fruttivendolo del paese.
Il suo compito era facile: doveva consegnare a domicilio frutta e verdura che i clienti avevano ordinato.
Tenci faceva bene il suo lavoro... e sembrava aver dimenticato anche i panda!
Ma ai clienti cominciò ad arrivare a casa sempre un po’ meno frutta di quella che avevano comprato. Era chiaro che qualcosa succedeva lungo la strada. Ma cosa? Lo scoprì presto il fruttivendolo che un giorno seguì Tenci nel suo giro di consegne. La strada attraversava un boschetto. Ed ecco che, appena Tenci si avvicinò ai primi alberi, due piccoli panda scesero svelti verso i rami più bassi e vennero incontro al ragazzino, pronti a prendere tra le zampine un’arancia o una mela e fargli subito una grande festa. Ecco dove finiva la frutta che non arrivava a destinazione.
Ed ecco perché Tenci non aveva più chiesto un panda tutto suo!
Segna con una una X il completamento corretto.
• All’inizio si dice che Tenci aveva un grande desiderio. Si tratta di avere un cane. avere un piccolo panda. avere un amico. fare il fruttivendolo.

• Tenci va a fare il garzone dal fruttivendolo del paese per guadagnare un po’ di soldi. perché non voleva andare a scuola. per distrarsi dal pensiero di avere un panda. perché gli piace la frutta.


• Il fruttivendolo un giorno seguì Tenci (righe 10-13) per aiutarlo nel giro delle consegne. pe aiutarlo ad attraversare il bosco. per capire perché ai clienti non arrivava tutta la frutta. per portare la frutta ai panda.
Rifletti sulla storia che hai letto e completa la tabella. Metti una X per ciascuna riga.
A. Tenci faceva bene il suo lavoro.
B. Tenci consegnava sempre tutta la frutta.
C. I due piccoli panda scappavano alla vista del ragazzo.
D. Il ragazzo dava parte della frutta ai panda.
E. Tenci continuava a chiedere di avere un panda tutto suo.
Questo è il titolo del racconto che leggerai.
ALLEGRIA A COLORI
A1. Questo titolo fa venire in mente qualche domanda. Leggi i fumetti e indica con una X la domanda che ti sembra più adatta al titolo.
I personaggi della storia sono i colori?
Nella storia ci sarà qualcuno o qualcosa allegro e colorato?
Di quali colori parlerà la storia?
Sarà una storia fantastica?
C’era un bambino che tutti chiamavano Sprizzo perché, appunto, sprizzava allegria. Era allegro sempre: anche mentre aspettava il suo turno dal dentista; anche quando la mamma lo portava con sé a fare compere noiose; anche quando la televisione smetteva di funzionare durante un cartone animato. Sprizzo sprizzava allegria in ogni occasione.
C’era però un piccolo guaio: quando Sprizzo era davvero molto allegro, tutta questa allegria che sprizzava era colorata e molte volte si trattava di colori proprio impossibili. Per di più questi colori dell’allegria di Sprizzo coloravano tutto quello che si trovava intorno: sedie, muri, vasi di fiori, vestiti e persino le facce della gente.
Certe mattine, per esempio, Sprizzo si svegliava così allegro e di buon umore che il latte della colazione si colorava subito di rosa, i biscotti diventavano azzurri e la faccia della mamma si copriva di puntini rossi.
Una mattina il papà di Sprizzo arrivò in ufficio con un vestito di tutti i colori dell’arcobaleno.
– Cerchi di essere più serio – lo rimproverò il capoufficio.
– Ma come si fa con un bambino come Sprizzo in casa! – si giustificò il papà.
– Faccia il modo che anche suo figlio sia più serio, allora! –disse il capoufficio sbattendo la porta. (Lui non era allegro quasi mai e quando era allegro gli dispiaceva di esserlo, allora smetteva subito di essere allegro, così credeva che anche per gli altri fosse facile essere sempre arrabbiati.) Insomma, come si può capire, l’allegria di Sprizzo creava qualche problema. Se giocava a pallone ed era molto contento perché aveva fatto un gol, tutte le magliette delle due squadre si coloravano come tanti fuochi artificiali e non si capiva più niente.
Quando la maestra diceva «Fate pure l’intervallo» Sprizzo era così felice che alla maestra si coloravano i capelli di viola e le lavagne diventavano azzurre e bianche come il mare in primavera.
Come si può chiedere a un bambino di non essere allegro?
G. Quarzo, La fame, il sonno e l’allegria, Fatatrac
B1. All’inizio si dice che il bambino veniva chiamato Sprizzo perché
A. fuggiva quando vedeva un dentista.
B. sprizzava sempre allegria.
C. si rallegrava quando guardava un cartone animato.
D. era allegro se la mamma lo portava con sé.
B2. “C’era però un piccolo guaio…” (righe 7-9): qual era il guaio?
A. Sprizzo era troppo allegro
B. L’allegria di Sprizzo colorava tutto di colori impossibili
C. A Sprizzo non piacevano i colori
D. I biscotti diventavano rosa
B3. “Si trattava di colori proprio impossibili”. Come si può sostituire “proprio impossibili” per fare capire come sono i colori?
Colori...
A. del tutto inesistenti
B. molto trasparenti
C. del tutto inadatti agli oggetti e alle persone intorno
D. troppo vivaci
B4. Leggi il testo nel riquadro. “Cerchi di essere più serio” sono le parole con cui il capoufficio rimproverò il padre di Sprizzo. Riscrivi le righe che dicono perché il padre non era serio.
Una mattina il papà di Sprizzo arrivò in ufficio con un vestito di tutti i colori dell’arcobaleno.
– Cerchi di essere più serio – lo rimproverò il capoufficio. ...........................................................................................................................................................................................................
B5. “Ma come si fa con un bambino come Sprizzo in casa!” sono le parole con cui si giustifica il papà di Sprizzo. Come si può sostituire “ma come si fa” per chiarire meglio il significato delle parole del papà?
A. È possibile
B. Alcune volte si può
C. Non è possibile
D. È divertente
B6. Secondo il capoufficio, il padre dovrebbe fare in modo che il figlio
A. sia sempre allegro.
B. vada in un’altra casa.
C. sia più serio.
D. giochi a pallone.
B7. Nella frase “Insomma, come si può capire, l’allegria di Sprizzo creava qualche problema” come si può sostituire “creava” senza cambiare il significato della frase?
Insomma, come si può capire, l’allegria di Sprizzo...
A. toglieva qualche problema
B. procurava qualche problema
C. aggiungeva qualche problema
D. colorava qualche problema
B8. Quale problema creava Sprizzo quando era molto contento giocando a calcio?
A. Segnava tanti gol
B. Colorava tutte le magliette così non si distinguevano le due squadre
C. Lanciava i fuochi d’artificio nel campo da calcio
D. Colorava il pallone come tanti fuochi artificiali
B9. Secondo te, quale può essere il pensiero di Sprizzo alle parole della maestra «Fate pure l’intervallo» (riga 33)?
A. “Uffa, non posso finire il lavoro!”
B. “Che gioia essere liberi di giocare!”
C. “Spero che la ricreazione finisca in fretta.”
D. “Non ho voglia di giocare”.
B10. Rifletti sulla storia che hai letto e completa la tabella. Metti una X per ciascuna riga.
A. Sprizzo in ogni momento della sua vita è allegro.
B. Solo a scuola, qualche volta, Sprizzo è triste.
C. Tutti sono sempre allegri grazie a Sprizzo.
D. A volte l’allegria di Sprizzo crea problemi alle persone intorno a lui.
E. Il papà e la mamma fanno diventare Sprizzo triste.
F. È normale che un bambino sia allegro, nessuno potrebbe chiedergli di diventare triste.
C1. In ogni frase della tabella trovi una parola che presenta un errore ortografico. Sottolineala e riscrivila in modo corretto.
A. L’accua è un bene prezioso.
B. Ogni mattina vado a scquola.
C. Il conilio si nasconde dietro il cespuglio.
D. Il ragno tesse una lunga raniatela tra i rami.
E. Oggi è il conpleanno di Elisa.
F. L’insegnante corregge gli erori con la penna rossa.
C2. Che cosa sono in grammatica le seguenti parole? Metti una X per ciascuna riga.
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