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ROSSA SERIE
Sofia Gallo
Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE,GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).
Giò è un ragazzino dai piedi esageratamente lunghi e per questo motivo viene da sempre preso in giro dai suoi compagni. Ad un certo punto decide di ribellarsi e abbandona i banchi di scuola. In un susseguirsi di divertenti trovate ed equivoci, litigi e riappacificazioni, travestimenti e burle, tutto il paese viene coinvolto e indotto ad avere un atteggiamento più comprensivo verso il disagio di Giò. Un racconto fantastico, che invita a un’apertura maggiore verso ogni problema di diversità o emarginazione.
Sofia Gallo è nata a Torino, dove vive e lavora. Dopo aver in-
Il libro è dotato di approfondimenti online su www.raffaellodigitale.it
E 7,00
Giò Duepiedi
segnato per tanti anni, un bel giorno ha scoperto che era divertente raccontare fiabe e storie. Da allora non ha mai smesso di scrivere. Tiene inoltre laboratori di lettura e scrittura creativa nelle scuole e cura rubriche di recensione su varie riviste.
ROSS E I R SE anni
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Sofia Gallo
dai 7
Giò Duepiedi Per ridere dei grandi e piccoli complessi
Per volare con la fantasia
Collana di narrativa per ragazzi
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Editor: Paola Valente Coordinamento redazionale: Emanuele Ramini Team grafico: Letizia Favillo, Benedetta Boccadoro Copertina: Mauro Aquilanti Ufficio stampa: Salvatore Passaretta
Prima Edizione 2010 Ristampa 7 6 5 4 3
2019 2018 2017 2016
Tutti i diritti sono riservati © 2010 Raffaello Libri S.p.A Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloeditrice.it www.grupporaffaello.it e-mail: info@ilmulinoavento.it http://www.ilmulinoavento.it Printed in Italy
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Sofia Gallo
Giò Duepiedi Illustrazioni di
Alessia Girasole
Premessa C’erano una volta due piedi... Due piedi!? Sì, proprio così. Non che fossero piedi senza padrone. No, un padrone ce l’avevano eccome: era Giò Duepiedi. Il suo nome in verità era Giovanni Paroni, ma il cognome lo usava soltanto il maestro a scuola e il nome lo aveva abbreviato la nonna quando lui era piccolo. E tale era rimasto con gli anni. Duepiedi era il soprannome e la dice lunga su che genere di piedi fossero i suoi! Erano così grandi che nessuno parlava a Giò se non chiamandolo con quell’odioso soprannome. Dicevano: – Ehi, Duepiedi, vieni qui. 5
Oppure: – Duepiedi, maledizione, stai attento! Guarda dove cammini! I suoi piedi erano, infatti, talmente lunghi che non sempre Giò sapeva cosa facessero.
Svoltavano l’angolo dell’isolato prima di lui, saltavano a pié pari cinque gradini per volta, lo facevano inciampare, rimanevano incastrati nelle porte e lo costringevano a chiedere continuamente scusa alle persone cui facevano sgambetti per strada. Giò aveva escogitato ogni sistema per controllarli: una volta aveva legato alle scarpe specchietti retrovisori per vedere di fianco e di dietro, ma doveva contorcersi e gli veniva il mal di schiena; un’altra volta aveva fissato bandierine colorate sulla punta delle scarpe, ma la gente camminava senza guardare per terra e inciampava ugualmente nei suoi piedi. Insomma... niente aveva funzionato. I piedi di Giò erano lunghi e zucconi e non collaboravano nel modo più assoluto con il loro padrone. Erano indisciplinati e maleducati e continuavano a metterlo nei pasticci. Erano un vero tormento! Un tormento che gli aveva condizionato l’intera esistenza, dalla nascita ai nove anni... quando incomincia la nostra storia. 7
Giornata nera Era un giovedì pomeriggio del mese di
febbraio. L’aria era fredda e il sole non aveva deciso bene se sbucare o no tra le nuvole. Nel paese di Lambricco, dove abitava Giò, non c’erano molti intrattenimenti per i ragazzini. O, meglio, se c’erano non piacevano a Giò: non gli interessava andare al campo sportivo, non si divertiva a sparare dentro un video alla sala giochi e tanto meno amava bighellonare lungo la via centrale del paese come gli altri della sua età. Visto che gli piaceva molto leggere, di solito trascorreva i pomeriggi in ogni luogo in cui c’erano i libri. La Biblioteca Civica, ad esempio, che era rifornita abbondantemente di testi di tutti i generi, aveva un bel maxischermo e un computer moderno. 8