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Libro + Drammatizzazione
Vamba
Il giornalino di Gian Burrasca Un capolavoro di spontaneità e ironia
Il giornalino di Gian Burrasca
Vamba è lo pseudonimo di Luigi Bertelli, scrittore e giornalista politico nato vicino Firenze nel 1860.
Vamba
“Il giornalino di Gian Burrasca” è un capolavoro di spontaneità, immediatezza e ironia, un ritratto senza tempo dell’irrequietezza adolescenziale.
I CLASSICI
I CLA
Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE,GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).
Giovannino Stoppani o, come tutti lo chiamano, Gian Burrasca, è il protagonista di una serie di avventure esilaranti e divertentissime, narrate sotto forma di diario. Scansafatiche per eccellenza, Gian Burrasca ne combina di tutti i colori: mette a segno terribili scherzi alla zia e alle sorelle, manda all’aria feste e matrimoni, organizza giochi di magia con sparatoria finale, getta scompiglio in famiglia… Dietro le monellerie di Giannino c’è però un bambino fantasioso, ricco di gioia di vivere, di spontaneità e di coraggio, che cresce in un mondo di adulti ipocriti e in una società rigida, gretta e lontana dai bisogni dell’infanzia.
I CLASSICI
IL MULINO A VENTO
IL MULINO A VENTO Per volare con la fantasia
IL MULINO A VENTO
IL MULINO A VENTO Collana di narrativa per ragazzi
Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Team grafico: Letizia Favillo 1a Edizione 2013 Ristampa 7 6 5 4 3 2 1
2020 2019 2018 2017 2016 2015 2014
Tutti i diritti sono riservati © 2013 Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloeditrice.it www.grupporaffaello.it e-mail: info@ilmulinoavento.it http://www.ilmulinoavento.it Printed in Italy
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È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.
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Il giornalino di Gian Burrasca Adattamento
Elisa Cordioli Illustrazioni
Alice Rossi e Virna Mattrel
Riduzione teatrale e testi delle canzoni
David Conati
Gli scherzi in famiglia Su questa pagina ho incollato il foglio del calendario perché proprio oggi compio nove anni! Finora ho ricevuto in regalo: 1) Da mio padre una pistola per sparare al bersaglio.
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2) Da mia sorella Ada un vestito. Anche se non è un gioco devo aggiungerlo alla lista. 3) Da mia sorella Virginia una bellissima canna da pesca. 4) Da mia sorella Luisa un astuccio con le matite rosse e blu. 5) Da mia madre questo diario, che tra tutti è il regalo più bello perché ci posso scrivere ogni cosa che mi passa per la testa e che mi succede. Ho insistito tanto per avere anch’io un diario come le mie sorelle che passano ore a scrivere. Ma le ragazze cosa avranno di così importante da scrivere nei loro diari? Nel mio ho deciso che aggiungerò dei disegni, visto che sono piuttosto bravo. Comincerò con il mio ritratto.
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Per vedere cosa scrive Ada potrei dare una sbirciatina nel suo diario, e visto che è uscita con la mamma perché non approfittarne adesso? L’ho trovato subito nel cassetto della sua scrivania. E questa pagina la devo proprio copiare:
“Quel Capit ani è propr io vecchi o. Se non torna sse più sarei propr io contenta. La mamm a insist e che è molto ricco e se mi chiede sse di sposa rlo dovrei dire di sì. Ma siamo matti ? Più ci penso e più mi si spacca il cuore. Io amo il mio Alber to De Renzis… è vero, fa solo l’imp iegato ma a me piace molto . Semp re megli o di questo tizio che parla solo di camp i, vino e lavoro . E poi non sa propr io vestirsi”.
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Caro Diario, stasera, verso le otto è arrivato Adolfo Capitani. Ada ha ragione: è vecchio, enormemente grasso e tutto rosso. A un certo punto il pachiderma mi chiede con la sua voce sgraziata: “Cosa legge di interessante il nostro Giannino?” Io gli ho prestato il mio diario e lui si è messo a leggere ad alta voce. All’inizio tutti ridevano. Quando è arrivato alla parte di Ada lei si è messa a strillare e ha cercato di strapparglielo dalle mani, ma lui non ha voluto. Poi, serio e rosso in volto più del solito, mi ha chiesto perché avessi scritto tutte quelle sciocchezze. Gli ho risposto che non erano sciocchezze perché le avevo copiate direttamente dal diario di Ada. Sentito questo, il signor Capitani si è alzato, ha preso il cappello e se ne è andato senza salutare. Pensa, la mamma invece di arrabbiarsi con lui, se l’è presa con me mentre Ada piangeva come una fontana! Ecco cosa accade ad aiutare le sorelle maggiori! 21 settembre
Caro Diario, dopo ieri sera in casa sembrava che fosse morto il cane. Era ormai passato mezzogiorno ma nessun segnale di fumo arrivava dalla cucina. Così, visto che avevo una gran fame, ho preso tre panini, uva, fichi e con la canna da pesca nuova di zecca sono andato al fiume per mangiare in santa
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pace. A un certo punto, mentre pescavo, qualcosa ha iniziato a strattonare la lenza; mi sono sporto troppo e… pluff! Sono finito in acqua. Il mio primo pensiero è stato: “A casa saranno felicissimi! Gian Burrasca se ne va”. Io lo odio questo soprannome!
Mentre affondavo ero confuso e stavo andando sempre più giù quando due braccia mi hanno tirato a galla. Non riesco ancora a capire perché la mamma piangesse così tanto quando Gigi mi ha riportato a casa. Io stavo benissimo, ma nessuno mi ascoltava. Luisa mi ha messo a letto, Ada mi ha portato del brodo caldo e tutti si sono presi cura di me fino all’ora di cena. Prima di scendere mi hanno avvolto come un salame dentro a diversi strati di coperte e mi hanno raccomandato di non muovermi. Io però non riuscivo a stare fermo, così, appena tutti sono andati via, mi
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sono alzato, sono sceso in salotto e mi sono nascosto dietro la tenda. Mi sono addormentato quasi subito come un sasso e quando ho aperto gli occhi c’era Luisa seduta sul divano che bisbigliava con il dottor Collalto, mentre all’altro angolo della stanza Virginia strimpellava il piano. – Ci vorrà almeno un anno. Il dottor Baldi comincia a perdere colpi e mi ha promesso di farmi suo assistente. Ti dispiace aspettare, amor mio? – diceva il dottor Collalto. Luisa, tutta dolce, gli ha risposto: – Oh, no. E a te? E si sono messi a ridere entrambi. – Ma non lo dire a nessuno. Prima voglio essere sicuro – concluse Collalto. Appena finito di parlare, Luisa si è alzata proprio mentre entravano le sorelle Mannelli. Chiedevano di me, quando la mamma, bianca come un fantasma, si è precipitata in salotto urlando che in camera non c’ero. Allora, per tranquillizzarli, sono saltato fuori da dietro la tenda urlando. E tutti si sono spaventati. – Giannino, mi farai ammalare – si è lamentata la mamma. Luisa è diventata di tutti i colori e mi ha chiesto se era da tanto che ero lì dietro. – Certo! – ho esclamato. – Dite sempre che io devo essere sincero. Allora perché voi non lo siete? Perché non dici alle tue amiche che tu e il dottor Collalto vi volete sposare?
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Caro Diario, non lo avessi mai fatto: mia sorella mi ha portato fuori dalla stanza tirandomi per un braccio e minacciandomi di farmela pagare cara. Per fortuna si è messa in mezzo la mamma e mi ha mandato a letto. E ora sono qua. Buona notte. 6 ottobre
Finalmente sto un po’ meglio. Era ora. Mentre mi alzavo dal letto ho sentito Ada e Virginia che parlavano in corridoio, sono corso a spiare e ho scoperto che qui da noi ci sarà una festa. Virginia continuava a ripetere: – La festa riuscirà sicuramente, tanto Giovannino è ammalato! Ma io sono guarito! Così oggi, prima che Caterina mi portasse la merenda, ho deciso di farle uno scherzo. Mi sono nascosto dietro la porta con lo scialle nero della mamma sulla testa e quando lei è entrata sono saltato fuori abbaiando come un cane. Caterina ha lasciato cadere il vassoio, ha sporcato il tappeto, ha rotto la teiera e ha urlato talmente forte che sono arrivati tutti, anche papà. Come sempre mi hanno sgridato, allora ho preso una decisione: appena sto meglio scappo di casa, così imparano!
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7 ottobre
Caro Diario, oggi finalmente sono uscito dalla camera, anche se ero controllato a vista da Caterina. Appena lei mi ha lasciato da solo, dato che mi stavo annoiando da morire, mi sono intrufolato in camera di Luisa per cercare qualcosa da fare. Nella sua stanza ho trovato alcune foto che ritraevano dei giovanotti e mi sono divertito come un matto a leggere i commenti che c’erano scritti: “Un vero imbecille!” “Lui è carino davvero! Mi ha chiesto ma… fossi matta!” Ho deciso di tenermele perché quando finalmente uscirò potrei organizzare un bello scherzetto. Poi, dato che c’ero, mi sono messo i vestiti di Luisa e sembravo proprio una ragazza, così sono sceso in salotto per farmi vedere. Luisa non ha apprezzato e mi sono pure preso uno schiaffo per averle strappato la gonna.
E chi le capisce le donne? Pensa che mi ero messo pure un vecchio bustino di Ada, una gonna con lo strascico, altri vestiti di Luisa e ho mischiato tutto insieme. Devo dire che ero proprio bella, come ragazzina! A dire la verità, la gonna mi era un po’ stretta sulla vita e ho dovuto appuntarla con degli spilli. Poi ho pensato pure al trucco: mi sono unto bene le gote con una pomata color rosa come fanno le signore. Mi sono
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allora guardato allo specchio e adesso devo dire che non ero più io! Ero diventato una signorina bellissima! “Che invidia, che invidia avranno di me le mie sorelle” mi sono detto al colmo della contentezza. E invece… non ho ricevuto complimenti per la mia simpatica idea ma, come detto, solo sgridate e uno schiaffo perché avevo rotto qualche vestito. Come se i vestiti fossero tanto importanti!
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