Grandi Guide - Antropologica 4

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Raffaello Guide

• Storia • Geografia

• Cittadinanza

• Educazione fisica

Guida teorico-pratica per la Scuola Primaria

• Progettazione annuale

• Sezioni metodologiche

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• Organizzata in Unità Formative

• Schede operative

• Risorse e attività digitali interattive

team grafico

Claudio Campanelli, Rubber Band coordinamento redazionale

Corrado Cartuccia, Sara Ortenzi illustrazioni

Filippo Pietrobon, Alejandra Ardila

Elena Patrone, Alessandra Micheletti

© 2017

Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloeditrice.it www.grupporaffaello.it

Ristampa 6 5 4 3 2 1 2022 2021 2020 2019 2018 2017

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L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.

© Foto Scala Firenze - Pag. 229 cod. DA10194 Arte egizia: Lavori agricoli nei campi. Pittura dalla Tomba di Unsu a Tebe ovest, XVIII Dinastia. Parigi, Louvre. © 2016. DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; cod. DA36898 Egitto - Antica Tebe (Patrimonio dell’Umanità UNESCO, 1979). Sheikh Abd El-Qurna. Pittura murale raffigurante lavori agricoli, falciatura, raccolto e trasporto del grano. Regno di Thutmose IV, 1401-1391 a.C.. Sheikh Abd el Gurna. © 2016. DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze; Pag. 243 cod. WH09883 Art Egypte: une reception. Fac simile d’apres la tombe de deux sculpteurs a Thebes, epoque d’Amenophis II (vers 1450 - 1425). Parigi, College de France. © 2016. © Photo Josse/Scala, Firenze; Pag. 246 cod. WH09873 Art Egypte: peche a la Senne. Fac simile reproduit d’apres la tombe de d’Ipuy a Thebes. Parigi, College de France. © 2016. © Photo Josse/Scala, Firenze; cod. BM04918 Egyptian wooden toy cat. Londra, British Museum. © 2016. The Trustees of the British Museum c/o Scala, Firenze; cod. BM08075 Selection of Egyptian toys, Thebes, Egypt, New Kingdom. Londra, British Museum. © 2016. The Trustees of the British Museum c/o Scala, Firenze; Pag. 247 cod. W002298 Arte egizia: Scatola decorata contenitore di flaconi e vasetti di unguenti e profumi. Dalla tomba di Merit moglie dell’architetto reale Kha. Torino, Museo Egizio. © 2016. Foto Werner Forman Archive/Scala, Firenze; Pag. 248 cod. BM03018 String of beads with amulets in gold and semi-precious stones. Londra, British Museum. © 2016. The Trustees of the British Museum c/o Scala, Firenze; Pag. 251 cod. BM04002 Arched wooden harp. Londra, British Museum. © 2016. The Trustees of the British Museum c/o Scala, Firenze; Pag. 252 cod. 0114346 Arte egizia: Re inginocchiato davanti alle divinità. Tebe, Tomba di Ramsete I. © 2016. Foto Scala, Firenze; Pag. 260 cod. BM05248 Rhind Mathematical Papyrus. Londra, British Museum. © 2016. The Trustees of the British Museum c/o Scala, Firenze.

Indice

Unità

Unità

Unità

Unità Formativa n. 8

Le

Percorso

Unità Formativa n. 12

Unità Formativa n. 9

Le

Percorso

Unità Formativa

Unità Formativa n. 10

Percorso

Unità Formativa n. 15

Unità

Unità Formativa n. 16

I Micenei ..................................................................... 385

Percorso di apprendimento - Il luogo ............. 386

Il tempo ............................................................................. 387

L’economia ...................................................................... 387

Le città ............................................................................... 388

L’organizzazione sociale........................................... 389

Uomini e donne a Micene ..................................... 390

Tra storia e leggenda 391

Cercando Troia… 398

L’arte 399

La religione 400

La fine della Civiltà Micenea 400

Unità Formativa n. 17

Gli Ebrei 405

Percorso di apprendimento - Il luogo 407

La storia del popolo ebraico 408

La religione degli Ebrei 419

La vita del popolo di Israele 427

La struttura della Terra 527 L’atmosfera 529

Unità Formativa n. 4 Il tempo atmosferico e il clima 535

Percorso di apprendimentoIl tempo atmosferico e il clima ............................ 536

Unità Formativa n. 5

L’aspetto fisico del territorio italiano 587

Percorso di apprendimento - Le Ere 588

Ambienti e paesaggi 592

I rilievi in Italia 592

La collina ........................................................................... 650

L’Italia oggi 657

La pianura ........................................................................ 669

Unità Formativa n. 6

Unità Formativa n. 1

Che cos’è la geografia? 443

Percorso di apprendimentoIl lavoro del geografo 444

Unità Formativa n. 2

La rappresentazione dello Spazio 453

Percorso di apprendimentoOrientarsi nello spazio 455

La cartografia 467

La storia della cartografia 496

Tabelle e grafici 501

Unità Formativa n. 3

Alla scoperta del Pianeta blu 515

Percorso di apprendimento -

La rappresentazione della Terra 516

I movimenti della Terra 524

Le acque del territorio italiano....... 689 Percorso di apprendimento - I fiumi 690 Approfondimenti e curiosità................................. 708 I fiumi e l’uomo 712 I laghi 715 Altre acque ferme ....................................................... 724 Mari, coste e isole 729

Unità Formativa n. 7

Alla scoperta del mondo del lavoro 761

Percorso di apprendimentoI settori economici 762

La popolazione attiva e i settori produttivi 768

Il settore primario ........................................................ 770 Il settore secondario 782

Il settore terziario 795

I trasporti e le vie di comunicazione ................ 803

Unità Formativa n. 8

Viaggio nella città 809

Percorso di apprendimentoLe origini delle città Italiane 811 Esperienza conclusiva 818

Unità Formativa n. 1

Il pianeta Terra:

un tesoro da proteggere 821

Percorso di apprendimento -

I problemi ambientali 822

Che cos’è l’inquinamento? 832

Le aree protette 866

Compito di prestazione 873

Compiti di realtà........................................................... 873

Unità Formativa n. 2

In gruppo mi diverto 893

Percorso di apprendimento -

Divertirsi in gruppo 894

Unità Formativa n. 3

I giochi di squadra 901

Percorso di apprendimento -

Fare squadra… per giocare 902

I percorsi .......................................................................... 904

Unità Formativa n. 4

Ogni sport ha la sua palla 911

Percorso di apprendimento –

Tante palle da lanciare e riprendere 913

Tiri al bersaglio .............................................................. 914

In cammino verso… la pallavolo 917

In cammino verso… il mini-basket 924

In cammino verso… la pallamano 931

Unità

Formativa n. 1

Respirando… sul filo! 877

Percorso di apprendimento -

La respirazione 878

L’equilibrio 886

I percorsi ........................................................................... 891

Compito di prestazione 937

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CHE COSA C’È NELLA GUIDA

In cammino verso:

La Guida, mettendo insieme tre aspetti fondamentali dell’insegnamento-apprendimento quali:

- la conoscenza epistemologica delle discipline;

- la conoscenza degli alunni;

- la conoscenza del loro contesto di vita; presenta un percorso didattico strutturato in UNITÀ FORMATIVE che, per comodità di consultazione, riguarda alcuni aspetti specifici della disciplina presa in esame.

Gli itinerari didattici possono essere presentati nella sequenzialità proposta nella Guida, ma anche con ordine diverso e/o interconnessi con altre UNITÀ che, pur presentando altri percorsi, concorrono anch’esse al raggiungimento del medesimo obiettivo.

All’inizio della Guida è presente una riflessione approfondita sui contenuti delle Indicazione Nazionali per il Curriculo del novembre 2012 ed è presentato un approfondito itinerario per la stesura della progettazione didattica annuale.

In ciascun segmento didattico viene indicato:

- il titolo dell’UNITÀ FORMATIVA;

- il CONTENUTO preso in esame;

- le COMPETENZE da sviluppare;

- gli OBIETTIVI di apprendimento;

- il PERCORSO DI APPRENDIMENTO da attivare.

Dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo d’istruzione

Le autrici, dopo un’attenta lettura delle Indicazioni Nazionali per il Curriculo (novembre 2012), hanno ritenuto opportuno evidenziare gli aspetti più significativi del documento, rielaborandolo liberamente e individuando:

• i compiti del sistema scolastico;

• i compiti del docente;

• i principi metodologici fondamentali per un’efficace azione formativa.

A) I compiti del sistema scolastico

• Sostenere i bambini nella capacità di dare senso alla varietà delle loro esperienze scolastiche ed extrascolastiche, di ricomporre la frammentazione delle informazioni, di unificare lo sviluppo della loro formazione personale.

• Fornire supporti adeguati a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno.

• Considerare e valorizzare:

- il dinamismo e la competitività indotti dalla commistione di culture differenti;

- la rapida proliferazione dei saperi;

- la compresenza di competenze, motivazioni, interessi sempre più differenziati tra i singoli alunni.

• Fornire le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e trasformare le mappe dei saperi, rendendole continuamente coerenti con la rapida e spesso imprevedibile evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti.

• Mettere in relazione la complessità dell’apprendimento, anche derivante dai nuovi strumenti informatici, con un’azione quotidiana costante di alfabetizzazione sulle metodologie di utilizzo di tali strumenti.

• Curare e consolidare le competenze, i saperi, i linguaggi di base, che rendono possibile ogni tipo di apprendimento nel corso della vita.

• Impegnarsi per il successo scolastico di tutti gli studenti con particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, svantaggio, disabilità, utilizzando l’esperienza dell’altro come opportunità di conoscere le proprie specificità e vocazioni.

• Porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva, attraverso la promozione di esperienze significative che consentano di apprendere concretamente a prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente.

• Formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale.

• Fornire supporti, affinché ogni persona possa sviluppare un’identità consapevole e aperta.

• Insegnare le regole del vivere e del convivere in collaborazione con le altre agenzie educative che concorrono alla formazione dell’alunno.

• Costruire un’alleanza educativa con le famiglie, pur riconoscendo e rispettando i reciproci ruoli.

• Promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria.

• Educare alla convivenza attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni alunno.

B) I compiti del docente

• Pensare di realizzare il proprio progetto educativo e didattico tenendo conto della singolarità e complessità di ogni alunno, della sua identità, delle sue aspirazioni, delle sue fragilità, dei suoi bisogni.

• Curare la formazione della classe come gruppo: promuovere i legami cooperativi tra i componenti, gestire i conflitti come momenti di crescita nella socializzazione.

• Coinvolgere gli alunni nella strutturazione della classe e della scuola, come luogo accogliente e piacevole da vivere.

• Elaborare con attenzione e competenza i percorsi didattici finalizzati a fornire agli alunni gli strumenti necessari a conoscere il mondo nei suoi aspetti naturali, sociali, culturali e antropologici.

• Progettare percorsi per la promozione, la rilevazione, la valutazione delle competenze.

• Giungere alla certificazione delle competenze solo dopo aver messo in atto un serio processo di osservazione, documentazione e valutazione delle stesse.

• Arricchire la propria professionalità attraverso la formazione continua in servizio, la riflessione sulle “buone pratiche didattiche”, il rapporto adulto con i saperi e la cultura.

C) I principi metodologici fondamentali per un’efficace azione formativa

• Ancorare i nuovi apprendimenti all’esperienza e alle conoscenze pregresse degli alunni, alle diverse modalità di apprendere.

• Impedire che le diversità diventino disuguaglianze, attraverso interventi adeguati che prevedano la progettazione, la realizzazione di percorsi didattici specifici rispondenti ai bisogni educativi degli alunni anche con cittadinanza non italiana.

• Promuovere il gusto per la ricerca di nuove conoscenze, favorendo l’esplorazione e la scoperta.

• Incoraggiare l’apprendimento collaborativo, promuovendo esperienze di aiuto reciproco, di apprendimento e di apprendimento tra pari.

• Favorire la consapevolezza dei punti di forza e di debolezza, nel modo di apprendere, da parte di ogni bambino.

• Aiutare l’alunno a riflettere sul percorso di conoscenza che sta compiendo e sulle modalità che utilizza per comprendere e portare a termine correttamente il compito assegnato.

• Promuovere esperienze di tipo laboratoriale, anche all’esterno della scuola, che coinvolgano gli alunni nel progettare-realizzare-valutare attività vissute in modo condiviso e partecipativo con gli altri.

• Attivare forme di conoscenza della realtà attraverso processi di problematizzazione, rappresentazione, sistematizzazione.

• Seguire gli alunni nella costruzione di schemi e mappe di sintesi che raccolgano e mettano a confronto le osservazioni e le scoperte effettuate all’interno dei diversi percorsi di apprendimento.

ITER PER LA PROGETTAZIONE DIDATTICA

Per organizzare e articolare il piano di lavoro annuale, gli insegnanti di classe dovranno necessariamente confrontarsi sui rifermenti culturali che ispirano le Indicazioni Nazionali per il Curriculo (novembre 2012) e quindi:

• assumere come idea basilare la centralità della persona-alunno tenendo conto “della singolarità e complessità di ogni soggetto, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, delle sue capacità e delle sue fragilità”;

• operare per garantire a tutti determinati livelli di competenza, facendo però attenzione a creare le condizioni idonee a valorizzare la specificità e le predisposizioni di ciascun alunno;

• differenziare le strategie didattiche partendo dal diverso patrimonio di conoscenze, abilità e competenze raggiunte da ogni alunno, nonché dai diversi ritmi e stili cognitivi di apprendimento.

La progettazione didattica dovrà prevedere:

Analisi della situazione

a) Analisi del contesto socio-culturale

- caratteristiche del luogo in cui è ubicata la scuola;

- rilevazione delle risorse della zona e delle agenzie educative presenti, con le quali potrebbero essere possibili rapporti di collaborazione;

- tipologia delle famiglie.

b) Analisi dell’ambiente scolastico

- docenti: il numero degli insegnanti e le loro competenze specifiche, funzione di coordinamento, cenni sull’organizzazione delle attività didattiche, dei laboratori, delle scelte di collaborazione con l’extrascuola, del coinvolgimento di esperti necessari all’attuazione di specifici “progetti”;

- risorse strutturali: stato di salute e capienza dell’edificio scolastico, numero delle aule, presenza di laboratori, condizioni dello spazio esterno e possibile utilizzo;

- alunni: numero delle classi e degli alunni per classe, analisi del livello di competenza raggiunto, eventuali difficoltà emerse, individuazione delle capacità da potenziare, livello di impegno nel lavoro a casa e a scuola, bisogni formativi espressi o letti dagli adulti.

Definizione delle Competenze da attivare

All’inizio dell’anno scolastico i docenti, dopo aver rilevato dalle Indicazioni Nazionali le finalità della scuola, dovranno riflettere, assumere e ridefinire le competenze-chiave Europee significative per gli alunni della classe, nonché le competenze di Cittadinanza e disciplinari

A tal punto si dovranno indicare i Traguardi per lo sviluppo delle Competenze relativi a ciascuna disciplina.

Prima che si definiscano le competenze, però, è importante che i docenti si confrontino sul concetto di “competenza”.

Pietro Boscolo in Continuità, apprendimento e competenze in un curricolo verticale in Gli istituti comprensivi, Studi e documenti degli Annali della Pubblica Istruzione pubblicato da Le Monnier nel 1999, così definisce la competenza: “[...] l’insieme delle conoscenze, abilità e atteggiamenti che consentono ad un individuo di ottenere risultati utili al proprio adattamento negli ambienti per lui/lei significativi [...] e che si manifesta come capacità di affrontare e padroneggiare i problemi della vita attraverso l’uso di abilità cognitive e sociali”.

Definizione degli Obiettivi di Apprendimento

Gli Obiettivi di Apprendimento, elencati nelle Indicazioni per la classe quinta, costituiranno la base sulla quale ridefinire gli Obiettivi per ogni classe della Scuola Primaria.

Definizione dei contenuti

A tal punto definire:

- concetti-chiave relativi alla disciplina (simbolo - segno - suono - immagine - testo - contesto...);

- operazioni mentali (conoscere - comprendere - riflettere - analizzare...);

- argomenti (segni di punteggiatura - tecniche di lettura - i diversi tipi di testo...).

Delineazione delle Unità Formative annuali

All’inizio dell’anno scolastico, i docenti progetteranno, a livello di massima, le U.F. che verranno proposte nel corso dell’anno e che saranno maggiormente definite, precisate e documentate in itinere, in base alle concrete situazioni operative e ai relativi feedback. A seconda delle necessità, dei momenti, dei percorsi, si potranno progettare Unità Formative:

- semplici: si riferiranno a una sola disciplina o ambito disciplinare senza sotto-unità al lavoro interno;

- sequenziali: interessano una sola disciplina, ma saranno scomposte in sotto-unità successive e propedeutiche le une alle altre;

- articolate: coinvolgeranno diverse discipline, che lavoreranno contemporaneamente sulla stessa competenza mediante sotto-unità semplici;

- complesse: coinvolgeranno diverse discipline, chiamate a lavorare contemporaneamente sulla stessa competenza mediante sotto-unità sequenziali.

In questa fase è necessario che gli insegnanti stabiliscano e condividano la struttura della U.F. e del relativo schema che può essere articolato in:

a) Rilevazione delle preconoscenze e del bisogno formativo (fase preattiva dell’Unità Formativa)

In questa fase si procede a:

- conoscere lo stato cognitivo di partenza degli alunni rispetto alle conoscenze nuove e alle operazioni previste;

- esplicitare il bisogno formativo che può essere definito come lo “scarto” tra il livello di competenze che il soggetto, in relazione a un determinato compito di vita, già manifesta e il livello che, educativamente, si ritiene legittimo attendersi da lui e alla cui maturazione concorre attraverso il processo di acculturazione.

Il bisogno formativo può essere espresso dall’alunno in forma esplicita o più velata, attraverso una tensione-desiderio verso il sé ideale o può essere letto dall’adulto.

b) Delineazione delle competenze come orizzonte verso il quale dirigere il percorso

c) Individuazione degli Obiettivi di Apprendimento

Si ricercano, all’interno delle discipline, le conoscenze e le abilità che rappresentano, per gli alunni, le risorse indispensabili per svolgere correttamente il compito cui sono stati chiamati. In questa fase si innestano le differenziazioni e si possono prevedere percorsi diversi per gruppi di allievi o per il singolo, precisando gli standard di approfondimento delle varie conoscenze e abilità.

d) Organizzazione dell’attività

A questo punto i docenti strutturano la fase organizzativa del lavoro individuando i percorsi che ciascun insegnante può effettuare, in base alle discipline di cui è responsabile. È proprio in questa fase che i docenti, tenendo conto dei diversi stili e ritmi di apprendimento degli alunni, delle esperienze di vita che possono risultare significative nel contesto formativo in oggetto, delle particolari dinamiche relazionali, prevedono l’organizzazione del lavoro all’interno della classe e/o per gruppi e decidono i possibili laboratori di interclasse.

Ciascun docente, durante la realizzazione della parte di U.F. che gli compete, annota nel proprio “diario di bordo” l’andamento dei lavori verificando costantemente il raggiungimento delle conoscenze e abilità applicate, osservando le modalità di relazione e di collaborazione, il livello di impegno personale con i quali ciascun alunno affronta il lavoro.

Nell’organizzazione dell’attività didattica, i docenti dovranno annotare comportamenti comuni di fronte a situazioni “straordinarie” e di routine che non solo contribuiranno a realizzare l’unitarietà dell’azione educativa, ma garantiranno agli alunni chiarezza e sicurezza e li abitueranno a vivere un’effettiva esperienza di condivisione e cooperazione. È molto importante che il docente di riferimento concordi, con gli altri insegnanti che operano nella classe, le modalità atte a promuovere il rispetto verso le persone che operano nella scuola, verso i materiali, verso le regole condivise: saluto, rispetto dell’orario, puntualità nell’esecuzione di compiti, uso del grembiule, cura e rispetto del materiale individuale di lavoro, degli arredi, degli ambienti...

1 Presentazione

Modalità di raggruppamento degli alunni

Le attività verranno svolte attraverso le seguenti modalità di raggruppamento degli alunni:

a) Lavoro individuale

- libero;

- con assistenza dell’insegnante;

- programmato su materiale autocorrettivo e strutturato.

b) Lavoro a due

- insegnante/alunno;

- alunno/alunno (alla pari);

- l’alunno più capace aiuta il compagno.

c) Lavoro in piccolo gruppo

- interno alla stessa classe;

- fra alunni di classi non parallele;

- omogeneo per livello di rendimento;

- integrato con criteri sociometrici;

- per attività libere;

- con assistenza dell’insegnante/degli insegnanti;

- per attività programmate;

- in cooperative learning

d) Lavoro in classe

- alunno/alunni;

- insegnante/alunni (a senso unico);

- insegnante/alunni (a senso multiplo).

e) Lavori in grandi gruppi

- due o più gruppi provenienti da varie classi;

- tutte le classi del plesso al completo.

Modalità di lavoro

All’interno dei diversi percorsi di insegnamento-apprendimento, verranno utilizzate molteplici modalità di lavoro:

1) Esplorazioni

- esplorazioni finalizzate alla presa di contatto con la realtà;

- esplorazioni secondo un piano d’osservazione;

- ricostruzione dell’esperienza vissuta;

- esplorazione per controllo delle conoscenze acquisite.

2) Conversazioni e discussioni

- conversazioni occasionali, a senso multiplo, su tutto ciò che può interessare, su un episodio di attualità...;

- conversazione clinica, tendente a individuare le conoscenze e i concetti spontanei degli alunni, intorno a determinati problemi;

- discussione finalizzata a chiarire informazioni, a illustrare aspetti particolari di un problema o a motivare al lavoro;

- discussione orientata mediante domande proposte dall’insegnante o risposte suggerite dagli interventi degli alunni, ad analizzare e/o comparare fatti e fenomeni;

- discussione sistematica finalizzata a verbalizzare concetti, a definire ipotesi, a sintetizzare l’attività svolta.

3) Lezioni

- commento dell’insegnante su cronache, racconti, articoli, brani letterari;

- lettura guidata di testi proposti dall’insegnante per problematizzare, per integrare, per approfondire le attività precedentemente svolte;

- esposizione finalizzata alla presentazione metodica di un elemento, un fatto, un particolare testo, un’attività specifica;

- esposizione centrata alla messa in evidenza di una regola, di un concetto, di una relazione, di un principio...;

- proiezione e commento di audiovisivi quali illustrazioni, diapositive, film, lucidi, cartelloni.

4) Esercitazioni

- attività libere con materiali vari e scarsamente strutturati, volti alla realizzazione di prodotti creativi;

- manipolazione di materiali predisposti per la “scoperta” di somiglianze, differenze, regolarità, e per la definizione di concetti;

- disegni spontanei e preordinati;

- codificazione grafico-figurativa di eventi di complessità crescente;

- schematizzazione di conoscenze, di esperienze e di concetti appresi nei diversi percorsi di apprendimento;

- attività ordinate a riprodurre vissuti per verbalizzare le proprie esperienze per mettersi “nei panni degli altri” (role-play);

- simulazioni e giochi in cui gli alunni, sulla base di vincoli e di canovacci predisposti, sono orientati a comprendere relazioni di vasta complessità.

Verifica e valutazione

Per procedere alla valutazione, è importante che gli insegnanti offrano a ciascun alunno l’opportunità di manifestare il suo essere competente in una nuova situazione problematica, nell’esecuzione di un compito inerente al percorso effettuato.

A conclusione del lavoro i docenti osservano, descrivono, valutano il livello di conquista delle conoscenze e delle abilità, quindi il livello di competenza raggiunto nel percorso didattico.

In questa fase, vengono altresì annotati e valutati gli atteggiamenti nei confronti dell’esperienza scolastica: disponibilità all’apprendimento, costanza nell’assunzione degli impegni, consapevolezza dei propri diritti e doveri, qualità dei rapporti interpersonali..., capacità di cooperazione... I docenti dovranno inoltre assicurare agli alunni e alle famiglie “un’informazione tempestiva e trasparente” sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate nei diversi momenti del percorso didattico, promuovendone con costanza la partecipazione e la corresponsabilità educativa,” così come evidenziato nelle Indicazioni Nazionali.

Le strategie

Per la valutazione si adotteranno tre strategie specifiche:

• l’autovalutazione: nella quale alunni e docenti valuteranno ciascuno la propria attività. Tale strategia aiuta l’allievo nella sua formazione integrale, rendendolo responsabile e dando fiducia alla sua autonomia (autocorrezione di prove realizzate e di lavori eseguiti - selezione autonoma dei lavori propri ritenuti più significativi);

• la covalutazione: valutazione reciproca che fanno i componenti di un gruppo (alunni-insegnanti) per riconoscere capacità, risultati, mancanze, al fine di trovare i mezzi idonei per migliorare;

• la eterovalutazione: strategia atta a misurare il rendimento degli allievi da parte dei docenti (valutazione verticale).

I tempi

In linea con i principi metodologici indicati, le operazioni di verifica/valutazione dovranno consentire il rilevamento delle conoscenze e delle abilità possedute da ciascun alunno nei tre momenti che scandiscono l’iter formativo – iniziale, in itinere, finale – e la loro organizzazione sarà collegata alla funzione che la verifica assolve in questi tre momenti: diagnostica - formativa - sommativa. Le prove di verifica forniranno costantemente al docente elementi per rivedere e riadattare il percorso e all’alunno indicazioni per l’autovalutazione.

La valutazione delle prove terrà conto:

- del livello di partenza di ciascun alunno; - delle modificazioni evidenziate nel processo di insegnamento/apprendimento/formazione; - della documentazione e dei prodotti realizzati; - dell’orientamento e delle decisioni emerse durante l’attività.

Gli strumenti

Per realizzare la valutazione in questa visione più moderna e ampia, saranno utilizzati molteplici strumenti:

• l’osservazione: l’esame in forma attenta dei processi di formazione degli allievi, tanto in aula come fuori di essa;

• l’intervista: il colloquio che segue uno schema prestabilito e permette di centrarsi su determinati aspetti;

• il questionario: l’applicazione di una successione di domande al fine di ottenere informazioni su un determinato problema, tema o situazione;

• la sociometria: la proposta di un test al fine di identificare la posizione e il compito dei membri di un gruppo all’interno di esso;

• il colloquio: il dialogo tra diverse persone in relazione a un tema predeterminato, nel quale chiunque può essere emittente o ricevente;

• i lavori degli allievi: tutte le attività, compiti, esercizi, progetti, prove oggettive (di completamento - di corrispondenza - vero falso - a scelta multipla), saggi, prove scritte a tema assegnato ma libere nella forma, prove a libro aperto, biografie di lavoro, che gli alunni realizzano in forma individuale o in gruppo, in aula o fuori di essa.

Le caratteristiche della valutazione

La valutazione dovrà necessariamente precedere, accompagnare e seguire i percorsi curricolari, quindi essere:

• continua: realizzarsi in modo permanente sulla base di una successione che permetta di dare un valore tanto al progresso quanto alle difficoltà di ciascun allievo;

• integrale: tenere conto di tutti gli aspetti e delle diverse dimensioni dell’individuo;

• sistematica: essere organizzata sulla base di principi pedagogici e messa in relazione con gli scopi dell’educazione;

• flessibile: essere in accordo con i ritmi di sviluppo dell’individuo, considerando perciò la “storia” dell’allievo, i suoi interessi di base e le sue capacità, i suoi limiti e i suoi cambi d’interesse;

• interpretativa: cercare di comprendere il significato dei processi e dei risultati e non solo la loro evidenza finale.

STORIA

Premessa

Ma perché la Storia? A che cosa serve?

Sono domande che ancora oggi rivolgono alla scuola genitori e bambini preoccupati per lo studio. La Storia non è certo “utile” come la grammatica italiana o come la matematica: nel senso che “serve” meno immediatamente e direttamente di queste discipline a comunicare nella vita quotidiana. Essa è anche meno “utile” di qualunque disciplina a carattere filosofico o scientifico, in quanto a differenza di esse non favorisce alcuna informazione sulla struttura direttiva del mondo e della realtà. Essa non è neppure magistra vitae, come un tempo si diceva; lo sarebbe solo se fossimo in grado di dimostrare che fatti, problemi, istituzioni, strutture della Storia si presentano e si evolvono secondo schemi razionalizzabili e intelligibili ben precisi. E non siamo in grado di dimostrare nulla del genere.

Quel che si può dire è che lo “studio delle storie, insieme alla memoria delle generazioni viventi, alla percezione del presente e alla visione del futuro, contribuisce a formare la coscienza storica dei cittadini e li motiva al senso di responsabilità nei confronti del patrimonio dei beni comuni” (dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo, novembre 2012).

La Storia davvero aiuta a non ripetere errori già commessi, concorre a chiarire la nostra identità comunitaria, a formare l’autocoscienza relativa a quello che ciascuno di noi rappresenta nei contesti (culturale, linguistico, poetico, etnico, sociale, religioso), nei quali è inserito.

La Storia, quindi, serve. Al pari dell’Antropologia e delle altre Scienze umane, essa ha come oggetto l’uomo, studiato nei suoi contesti alla luce dei suoi concreti condizionamenti, considerato pertanto alla luce della compresenza di quanto in lui è basilare, fondante, qualificante, e di quanto è invece relativo, dinamico, soggetto al mutamento. La Storia è in questo senso scienza pratica, sperimentale. Essa non dà risposte generali e normative, bensì particolari e indicative. Senza essere magista vitae, insegna a vivere e a scegliere.

Compito degli insegnanti è abituare gli studenti a distinguere tra storie come complesso degli avvenimenti e dei loro significati nelle vicende umane e storie come ricerca ed esposizione relativi a essi: fra Storia vera e propria da una parte e storiografia dall’altra. È importante liberare i ragazzi dalla comoda e ambigua idolatria di una Storia concepita come “lineare progresso” e abituarli all’idea di una Storia intesa, invece, come “articolato progresso”.

L’insegnante di Storia dovrà proporre, in sintesi, preliminarmente i grandi fatti, il loro significato, le istituzioni e le strutture che li sostengono, per mostrare poi come avvengono e si articolano le scelte che conducono il mondo a diventare quello che ora è. Un tale metodo aiuta a riconoscere nel cammino delle cose umane, l’uomo e la sua libertà.

L’alunno:

PROGETTAZIONE ANNUALE

STORIA

COMPETENZE DA ATTIVARE

• Riflette sugli elementi che portano alla costruzione del concetto di Storia.

• Individua e utilizza i tratti caratteristici necessari per costruire un quadro di Civiltà.

• Struttura gradualmente un percorso adatto a memorizzare e a esporre con criterio, sistematicità e linguaggio specifico i fatti storici.

• Riflette sulle scoperte più importanti che l’alunno ha fatto nel corso della sua storia.

• Opera periodizzazioni mediante l’individuazione dei fenomeni significativi e caratterizzanti riportandoli anche su linee del tempo.

• Riconosce il rapporto esistente fra le caratteristiche dell’ambiente fisico e l’organizzazione economico-sociale di un popolo mediante la “lettura” di carte geo-storiche.

• Riconosce gli aspetti che caratterizzano una Civiltà e li utilizza nella costruzione di schemi di sintesi.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

Uso delle fonti

• Individuare le tracce che si usano come fonti per ricostruire fatti storici.

• Comprendere che la ricostruzione storica del passato si può effettuare attraverso fonti orali, materiali, iconiche, documentarie.

• Riorganizzare le informazioni e saper trarre conclusioni sulla base della documentazione esaminata.

• Reperire, conoscere, classificare, confrontare fonti documentarie per la ricostruzione di un evento storico.

• Ordinare i documenti raccolti che esprimono punti di vista diversi.

• Scoprire che esistono documenti che esprimono punti di vista diversi.

• Valutare l’autenticità e l’attendibilità delle fonti.

Organizzazione delle informazioni

• Riconoscere relazioni di successione e contemporaneità.

• Individuare durate, periodi, cicli temporali, trasformazioni.

• Scoprire come si contano gli anni in Civiltà diverse.

• Individuare i diversi aspetti del modo di vivere dell’uomo attuale.

• Leggere e interpretare carte geografiche antiche e moderne e tabelle.

• Ricavare informazioni e inferenze da testi.

• Collocare la datazione relativa alle Civiltà prese in esame sulla linea del tempo.

• Confrontare quadri storici delle Civiltà esaminate.

Strumenti concettuali

• Comprendere il passaggio dalla vita nomade a quella sedentaria.

• Rilevare l’importanza dell’acqua nell’evoluzione della Civiltà umana.

• Scoprire i benefici apportati alla vita dell’uomo, a partire dal controllo del fuoco fino all’invenzione di piccoli attrezzi.

• Conoscere le prime forme di comunicazione dell’uomo.

• Operare una distinzione tra a.C. (avanti Cristo) e d.C. (dopo Cristo) sulla linea del tempo.

• Individuare dal punto di vista storico e geografico le Civiltà dei fiumi e dei mari; comprendere come l’uomo è intervenuto sul territorio per adattarlo alle proprie esigenze.

• Collocare geograficamente e cronologicamente ciascuna Civiltà.

• Individuare gli elementi comuni che le caratterizzano.

• Conoscere l’organizzazione sociale, il governo, l’economia, la religione, l’espressione artistica di ciascuna Civiltà.

• Conoscere i progressi tecnico-culturali apportati dalle Civiltà prese in considerazione.

• Elaborare rappresentazioni sintetiche delle Civiltà studiate mettendo in rilievo le relazioni fra gli elementi caratterizzanti.

Produzione scritta e orale

• Riflettere sugli argomenti studiati e rappresentare conoscenze e concetti appresi attraverso disegni, grafici, schede di sintesi, testi scritti, giochi e risorse digitali.

• Costruire un quadro di sintesi delle Civiltà prese via via in esame.

• Costruire le linee del tempo relative alle Civiltà esaminate e confrontarle evidenziando differenze e similitudini.

• Produrre brevi testi scritti per descrivere e per argomentare le permanenze e i mutamenti rilevati tra i diversi quadri di Civiltà presi in considerazione.

• Esporre con coerenza conoscenze, concetti appresi usando il linguaggio specifico della Storia.

CONTENUTI E NUCLEI FONDANTI

• Periodizzazioni storiche a larghe maglie: i periodi storici oggetto di studio.

• Cronologia storica secondo la periodizzazione occidentale (prima e dopo Cristo).

• Conoscenza e uso dei vari tipi di fonte storica.

• Costruzione di mappe di contemporaneità.

• Aspetti costitutivi di una Civiltà: dove, quando, ambiente, organizzazione politica e sociale, religione, economia, arte, cultura, vita quotidiana.

• Analogie e differenze tra quadri di Civiltà.

GEOGRAFIA

Premessa

Per poter insegnare bene la Geografia bisogna avere le idee chiare su cosa essa sia oggi a livello scientifico e sulla recente evoluzione del pensiero geografico.

Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo del novembre 2012 affermano che la Geografia studia i rapporti delle società umane tra loro e con il Pianeta che le ospita, riguarda i processi di trasformazione progressiva dell’ambiente ad opera dell’uomo o per cause naturali di diverso tipo, abitua a osservare la realtà da punti di vista diversi che consentono di considerare e rispettare visioni plurime di un approccio interculturale dal vicino al lontano”.

La vera Geografia è educazione geografica, con un grande scopo sociale: fornire una metodologia integrata di strumenti materiali e soprattutto concettuali che consentano di leggere e interpretare la sempre più complessa realtà territoriale, di decodificarla, di darle un senso, di “appropriarsene” e, così facendo, di non sentirsi stranieri in casa propria, nel proprio territorio: dal piccolo spazio vicino e vissuto al mondo intero.

La Geografia, quindi, può e deve proporsi di formare cittadini del mondo consapevoli, autonomi, responsabili e critici, che sappiano convivere con il loro ambiente e sappiano modificarlo in modo creativo guardando al futuro.

Tale finalità non si può sempre raggiungere per intero nella Scuola Primaria; in essa, però, si debbono porre le basi e, si deve cominciare a camminare in questa direzione.

Nello stendere il curricolo della Geografia e nell’identificare gli obiettivi da perseguire è importante partire sempre dai problemi e dalle attività dell’ambiente più vicino al bambino, che riveste per lui un significato percettivo-oggettivo importante.

Proporre itinerari di conoscenza, prima descrittiva e poi interpretativa, del proprio ambiente di vita che prevedano esperienze di esplorazione, di scoperta e di costruzione dei concetti basilari di ambiente, territorio e paesaggio.

Al termine della Scuola Primaria l’alunno dovrà essere in grado di orientarsi nello spazio circostante e sulle carte geografiche; dovrà saper leggere e interpretare i simboli della cartografia e realizzare semplici scritti e carte tematiche; dovrà altresì individuare i caratteri che connotano i paesaggi con particolare attenzione a quelli italiani e, infine, rendersi conto che lo spazio geografico è un sistema costituito da elementi fisici e antropici legati tra loro da rapporti di connessione e/o interdipendenza.

Ruolo dell’insegnante sarà quello di porsi come “ponte di curiosità” tra il bambino e l’ambiente, senza tralasciare elementi attuali che possono essere molto significativi: terremoti, inondazioni, cambiamenti climatici, iniziative ambientali.

Tali elementi saranno molto utili a stimolare l’interesse reale verso i problemi ambientali di cui tanto si parla.

L’alunno:

Progettazione annuale GEOGRAFIA

COMPETENZE DA ATTIVARE

• Prende coscienza di come la Geografia studia la Terra e la rappresenta.

• Si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche utilizzando riferimenti topologici, Punti Cardinali e coordinate geografiche.

• Ricava informazioni geografiche da una pluralità di fonti: satellitari, digitali, fotografiche, cartacee, artistico-letterarie.

• Acquisisce la capacità di osservare, descrivere, rappresentare la realtà.

• Utilizza linguaggi e codici diversi per analizzare, comprendere, interpretare la realtà naturale e sociale.

• Rappresenta uno spazio codificato e le trasformazioni che connotano ambienti e paesaggi.

• Coglie le relazioni tra territorio, distribuzione delle popolazioni e sviluppo economico.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

Orientamento

• Orientarsi nello spazio reale utilizzando punti di riferimento.

• Costruire una mappa mentale e grafica per rappresentare percorsi conosciuti.

• Conoscere e utilizzare il sistema convenzionale di orientamento spaziale.

• Conoscere le diverse modalità di rappresentazione di un territorio noto.

• Orientarsi nello spazio circostante e nelle carte geografiche, saperle leggere e interpretare.

Linguaggio della geograficità

• Definire il campo di indagine della Geografia.

• Conoscere il lavoro del geografo e dei suoi collaboratori.

• Individuare gli strumenti più importanti per un geografo e conoscerne la funzione.

• Leggere e costruire tabelle e grafici utilizzati dal geografo per analizzare e confrontare dati relativi a un ambiente.

• Leggere e analizzare le carte geografiche interpretandone la simbologia.

• Individuare le caratteristiche del mappamondo e del planisfero.

• Trasformare una carta in un testo informativo.

• Conoscere l’origine dei Continenti.

• Scoprire e utilizzare il reticolo geografico per calcolare longitudine e latitudine.

• Conoscere i movimenti di rotazione e rivoluzione della Terra.

• Capire come si alternano il giorno, la notte e le stagioni sulla Terra.

• Individuare la struttura della Terra, la sua composizione e la composizione dell’atmosfera.

• Giocare a livello linguistico con parole legate alla Geografia nei suoi diversi aspetti.

Paesaggio

• Osservare i fenomeni atmosferici di un territorio e conoscerne le caratteristiche.

• Conoscere i fattori che influenzano gli elementi meteorologici.

• Conoscere i criteri principali per l’individuazione delle regioni climatiche della Terra e dell’Italia.

• Leggere, interpretare e realizzare carte tematiche, tabelle e grafici sul clima e sulla vegetazione della Terra e dell’Italia.

• Utilizzare e rappresentare i più comuni strumenti di misura nell’ambito della climatologia.

• Esporre i concetti acquisiti e le scoperte effettuate utilizzando i linguaggi specifici di questa parte della disciplina.

• Conoscere l’evoluzione morfologica dell’Italia nel corso dei millenni.

• Analizzare le relazioni tra il paesaggio naturale e le trasformazioni operate dall’uomo.

• Osservare un ambiente e riconoscerne gli elementi fisici e antropici.

• Individuare i caratteri che connotano i paesaggi italiani di montagna, collina, pianura.

• Conoscere le caratteristiche del paesaggio fluviale, lacustre, marino.

• Individuare, descrivere e illustrare alcuni paesaggi tipo, classificandoli in paesaggi morfologici e paesaggi funzionali.

Regione e sistema territoriale

• Acquisire il concetto di Regione geografica.

• Individuare gli elementi riferibili all’aspetto fisico e politico di un territorio.

• Scoprire il nesso tra l’ambiente e le condizioni di vita dell’uomo.

• Evidenziare i rapporti tra le caratteristiche fisiche e antropiche e le attività economiche di un territorio.

• Analizzare i settori lavorativi e la loro distribuzione nel territorio.

• Conoscere la specificità di ciascun settore produttivo in Italia.

• Costruire carte tematiche.

• Utilizzare e confrontare grafici, tabelle, illustrazioni statistiche e produrre informazioni dalle loro analisi.

• Conoscere elementi e caratteristiche essenziali di un ambiente urbano.

• Utilizzare modalità, strumenti e linguaggi adeguati nell’osservazione e nella descrizione del paesaggio urbano.

• Rilevare come il cambiamento delle esigenze umane abbia mutato i centri urbani.

Premessa

CITTADINANZA E COSTITUZIONE

La Legge 169/08 prende in esame il tema dell’Educazione Civica anche nella Scuola Primaria sollecitando ad “attivare azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all’acquisizione, nel primo e nel secondo ciclo d’istruzione, delle conoscenze e delle competenze relative a ‘Cittadinanza e Costituzione’, nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse”.

Viene confermato il primato della persona nelle sue varie espressioni, si guarda con interesse allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno, affinché ogni alunno possa essere e diventare cittadino impegnato e presente nella società. Perché ciò avvenga è fondamentale che fin dall’età della Scuola Primaria il bambino acquisisca gradualmente autonomia nei diversi contesti sociali, partecipi attivamente alla vita di gruppo, sperimenti situazioni di cooperazione e gestione dei conflitti, conosca e rispetti le principali norme di comportamento finalizzate alla tutela e alla protezione del territorio.

È proprio quest’ultimo aspetto che caratterizzerà il percorso da proporre ai bambini in classe quarta, nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza.

Progettazione annuale Cittadinanza e costituzione

COMPETENZE DA ATTIVARE

L’alunno:

• Osserva, legge e analizza sistemi territoriali vicini e lontani nello spazio e nel tempo e valuta gli effetti dell’azione dell’uomo sull’ambiente.

• Si impegna a elaborare idee e a promuovere azioni finalizzate al miglioramento continuo del proprio ambiente.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

• Agire in modo consapevole e con impegno.

• Elaborare idee e promuovere azioni finalizzate al miglioramento continuo del proprio contesto di vita.

• Avere cura e rispetto dei luoghi in cui si vive, dei quali custodire sussidi e documentazione.

• Partecipare alle decisioni e all’organizzazione del lavoro comune.

Storia e Geografia

INDICAZIONI METODOLOGICHE

Le attività di ricerca, organizzate in motivanti itinerari di scoperta, costituiranno la parte centrale del percorso didattico; gli alunni saranno invitati a “osservare, analizzare, formulare domande e ipotesi, reperire fonti, discutere sulla documentazione, stendere frasi di sintesi o brevi relazioni conclusive” per cogliere le prime chiavi di lettura della realtà circostante secondo il parametro temporo-spaziale.

Le attività di ricerca, svolte solitamente a piccoli gruppi in cooperative learning, saranno integrate da lezioni frontali finalizzate a presentare e coordinare i contenuti presi in esame e l’uso di strumenti.

• Le esperienze e le conoscenze degli alunni saranno riferimenti costanti della progettazione didattica.

• L’osservazione, la problematizzazione, il confronto con i compagni e con gli adulti dovranno tendere a divenire un’abitudine procedurale.

• Le tematizzazioni, le tecniche e i linguaggi che verranno proposti dovranno essere agevolmente indagabili e controllabili dagli alunni.

• La contestualizzazione dei contenuti, pur nella semplificazione delle rappresentazioni cognitive, dovrà salvaguardare la complessità del reale e la connessione dinamica dei fattori temporali e spaziali.

Storia e Geografia

CRITERI DI VERIFICA E VALUTAZIONE

• Osservazione sistematica dei modi di partecipazione e delle abilità individuali messe in atto.

• Uso di schede di lettura delle fonti: satellitari, digitali, fotografiche, cartacee, artistico-letterarie.

• Giochi motori, disegni, cloze, costruzioni di mappe e rappresentazioni grafiche di diverso tipo.

• Questionari strutturati e a domande aperte.

• Classificazione di informazioni in schemi conosciuti.

• Lettura di linee del tempo e rappresentazioni spaziali ivi comprese le carte geografiche di diverso tipo.

• Relazioni scritte e orali, grafi, tabelle di sintesi, schemi logici, monografie.

EDUCAZIONE FISICA

Premessa

Le attività motorie e sportive forniscono agli alunni le occasioni per riflettere sui cambiamenti del proprio corpo, per accettarli e viverli serenamente come espressione della crescita e del processo di maturazione di ogni persona.

Partecipare alle attività motorie e sportive significa condividere con altre persone esperienze di gruppo, promuovendo l’inserimento anche di alunni con varie forme di diversità ed esaltando il valore della cooperazione e del lavoro di squadra.

Il gioco e lo sport sono, infatti, mediatori e facilitatori di relazioni e “incontri”.

Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo ribadiscono come, attraverso un serio “progetto” di attività motorie, personalizzato sulle specifiche capacità di ciascun alunno e rispondente ai suoi bisogni specifici, si possa:

• favorire la maturazione armonica di ciascun bambino che si appresta a vivere l’avventura della crescita;

• contribuire all’eliminazione o contenimento di un 20-25% di criticità motorie, in modo particolare di quelle direttamente correlate con gli apprendimenti scolastici (esempio: corretta strutturazione dello schema corporeo, affermazione decisa della lateralità, armonica funzione tonica, strutturazione delle coordinazioni, miglioramento dell’abilità di destrezza, prerequisiti tutti necessari all’apprendimento della lettura, della scrittura e delle abilità di numerazione e calcolo).

L’attività motoria costituisce, inoltre, una situazione privilegiata per la reale integrazione sia degli alunni appartenenti a culture differenti (esempio: bambini di provenienza comunitaria o extracomunitaria), sia dei soggetti diversamente abili e di quelli in forte difficoltà di apprendimento, il cui numero, negli ultimi anni, è in continuo aumento.

L’esperienza ludico-motoria, infatti, lontana dai “precocismi” delle discipline sportive, permette a ogni alunno di esprimersi liberamente nei vissuti motori, favorisce la capacità di conoscere se stessi, di rapportarsi con il mondo esterno, facilitando l’evoluzione dell’equilibrio psico-fisico. Essa promuove inoltre la conoscenza e l’acquisizione dello schema corporeo, nonché il rapporto tra il bambino, l’ambiente e le persone circostanti, che costituiscono la base indispensabile per la costruzione e l’organizzazione della personalità e, di conseguenza, per ogni apprendimento.

È indubbio che l’esperienza motoria risulti incisiva nello sviluppo di competenze espressive, linguistiche, logico-matematiche, artistiche e sociali.

È fondamentale, però, che siano sollecitati negli alunni:

• una forte motivazione;

• un intenso coinvolgimento emotivo;

• adeguati livelli di difficoltà;

• un clima di fiducia reciproca;

• familiarità e sensazione nei confronti dell’ambiente in cui si svolge l’attività;

• valorizzazione delle capacità e delle risorse di ciascuno;

• percezione (personale e condivisa) dei propri progressi e riscontro nel tempo attraverso modalità di valutazione oggettive.

In ciascun vissuto proposto risulterà determinante:

• contestualizzare ogni proposta di gioco;

• privilegiare i metodi induttivi (libera esplorazione, scoperta guidata, risoluzione di tutti i problemi);

• lasciare in ogni attività uno spazio per valorizzare risposte motorie originali e creative;

• utilizzare la più ampia varietà di materiali e, quando possibile, far creare dai bambini stessi l’occorrente per lo svolgimento dei giochi;

• consentire, al termine di ogni proposta, una riflessione su quanto sperimentato;

• attivare diversi espedienti per fissare il ricordo di momenti significativi dell’attività (fotografie, riprese, disegni, commenti scritti).

L’alunno:

Progettazione annuale EDUCAZIONE FISICA

COMPETENZE DA ATTIVARE

• Acquisisce consapevolezza di sé e del proprio corpo e la padronanza degli schemi motori e posturali.

• Agisce in modo adeguato per la sicurezza di sé e degli altri, sia nel movimento sia nell’uso degli attrezzi.

• Sperimenta una pluralità di esperienze che permettono di maturare competenze di gioco, di gruppo e di gioco-sport.

• Sperimenta in forma semplificata e progressivamente sempre più complessa schemi motori e posturali e diverse gestualità tecniche.

• Comprende, all’interno delle varie occasioni di gioco e di sport, il valore delle regole e l’importanza di rispettarle.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo

• Conoscere e controllare l’atto respiratorio e prendere coscienza delle fasi della respirazione.

• Sviluppare la percezione in funzione del controllo posturale.

• Sviluppare l’equilibrio in posizioni statiche e in situazioni dinamiche.

• Controllare adeguatamente il proprio corpo nello spazio.

• Individuare risposte motorie agli stimoli offerti.

• Consolidare e affinare gli schemi motori di base.

• Sviluppare e consolidare le capacità di coordinazione generale e oculo-segmentaria.

• Comprendere, elaborare, programmare, controllare azioni motorie.

• Sviluppare e consolidare le capacità coordinative oculo-manuali e oculo-podaliche.

Il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva

• Prendere coscienza delle proprie possibilità corporee e dei propri limiti.

• Percepire e conoscere l’altro con contatti corporei.

• Vivere con il corpo situazioni emotivo-relazionali individuate in racconti, in esperienze concretamente vissute.

• Vivere a livello corporeo alcuni tipi di relazioni con l’altro: dare e ricevere, domandare e ottenere, chiedere e rispondere, spiegare e comprendere, accettare e rifiutare, amare e odiare.

• Riconoscere l’altro come diverso da sé.

• Decodificare i messaggi corporei altrui.

• Vivere situazioni motorie a coppie, in piccoli o grandi gruppi.

• Conoscere, vivere, padroneggiare le distanze che regolano le relazioni umane (distanza minima, personale, sociale, pubblica).

Il gioco,

lo sport, le regole e il

• Rispettare il proprio turno di attività.

fair play

• Essere in grado di accettare chiunque come compagno di gioco.

• Essere disponibile alla collaborazione.

• Rendersi conto delle valenze positive del giocare bene insieme.

• Interagire positivamente e collaborare con i compagni senza prevaricazioni.

• Saper accettare il risultato ottenuto da un gioco.

• Apprendere gesti motori codificati di alcune discipline sportive.

• Trasferire, in forma creativa, gesti sportivi in situazioni di vita comune.

• Conoscere, rispettare e applicare le regole dei giochi sportivi: pallavolo, pallamano, minibasket.

• Cooperare nel gruppo e confrontarsi lealmente in un gioco di squadra.

• Assumere ruoli diversi nell’ambito di forme di gioco organizzate.

Salute e benessere, prevenzione e sicurezza

• Rispettare le cose proprie e altrui.

• Muoversi correttamente negli ambienti rispettando le persone e gli oggetti presenti.

• Utilizzare in modo appropriato gli attrezzi ginnici.

CONTENUTI E NUCLEI FONDANTI

• Percezione e scoperta del proprio corpo.

• Strutturazione dello schema corporeo.

• Schemi posturali.

• Schemi motori dinamici.

• Organizzazione spazio-temporale.

• Lateralità e dominanza.

• Equilibrio statico e dinamico.

• Comunicazione mimico-gestuale.

• Capacità condizionali (forza, rapidità, resistenza).

• Ritmo e danza.

• Vissuti polivalenti.

• Attività ludiche.

• Giochi tradizionali, liberi, con regole.

INDICAZIONI METODOLOGICHE

La metodologia che verrà adottata nell’insegnamento/apprendimento dell’educazione fisica può essere sintetizzabile nei seguenti punti:

• rendersi conto della situazione di partenza degli alunni;

• organizzare e predisporre situazioni-stimolo aperte, flessibili, diversificate per offrire a ciascun alunno opportunità di successo e di valorizzazione del sé;

• utilizzare strategie specifiche per valorizzare il prodotto degli alunni, sollecitando l’uso dei diversi linguaggi verbali e prevedendo, all’interno del percorso didattico situazioni atte alla comunicazione;

• proporre attività da vivere non solo a livello individuale, ma anche a coppia, in gruppo, in squadra;

• utilizzare metodi sia di tipo induttivo (libera esplorazione, scoperta guidata, risoluzione dei problemi), sia deduttivo (assegnazione di compiti e metodo misto);

• creare un’atmosfera stimolante e coinvolgente;

• dare spazio a momenti di riflessione e di rielaborazione di ciò che è stato fatto.

CRITERI DI VERIFICA

Durante lo sviluppo delle esperienze motorio-corporee, verrà data grande importanza all’osservazione in situazione, che permette di:

• cogliere il livello di competenza evidenziato da ogni singolo alunno e, di conseguenza, modulare in itinere le situazioni didattiche presentate;

• cogliere gli aspetti comunicativo-relazionali all’interno del gruppo e scoprire lo status sociometrico di ciascun alunno;

• individuare la capacità di risolvere problemi o di inventare situazioni.

Verranno altresì usate altre modalità di verifica:

• svolgimento di prove strutturate;

• osservazioni mirate (su determinate competenze o specifici alunni).

“… La Storia come campo scientifico di studio è la disciplina nella quale si imparano a conoscere fatti, eventi e processi del passato. Le conoscenze del passato offrono metodi e saperi utili per comprendere e interpretare il presente. La Storia generale nella Scuola Primaria è deputata a far scoprire agli alunni il mondo storico mediante la costruzione di un sistema conoscenze riguardanti quadri di civiltà o quadri storico-sociali tralasciare i fatti storici fondamentali.”

DALLE INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE, NOVEMBRE 2012

IL TEMPO DELLA STORIA

Anni, secoli, millenni

In cammino verso:

In cammino verso:

Competenze da attivare

• L’alunno:

- Riflette sugli elementi che portano alla costruzione del concetto di Storia.

Obiettivi di apprendimento

• Individuare le caratteristiche del testo narrativo-storico.

• Scoprire i modi in cui la Storia può provare la veridicità dei fatti raccontati.

• Individuare le tracce che si usano come fonti per ricostruire fatti storici e classificarle.

• Conoscere l’operato degli studiosi che collaborano

INTRODUZIONE

Nel corso dei precedenti anni scolastici gli alunni hanno avuto l’opportunità di farsi un’idea del passato a partire dalla storia personale di ciascuno.

Hanno poi iniziato un lungo e graduale viaggio alla scoperta dell’origine del mondo e della comparsa dell’uomo sulla Terra utilizzando strumenti e linguaggi tecnici e scientifici.

PERCORSO DI APPRENDIMENTO

Che cos’è la Storia?

Iniziare il percorso di Storia, in classe quarta, sistematizzando le scoperte effettuate precedentemente.

Rispondere a domande del tipo:

 Che cos’è la Storia?

 Può essere considerata una Scienza? Perché?

 La Storia è anche un racconto: di che cosa? Di fatti inventati? Di miti e leggende?

Di fatti accaduti?

 Come può la Storia provare ciò che racconta?

 Quali sono le altre figure che aiutano lo storico nel suo lavoro?

 Come si chiamano le tracce del passato? Come si possono classificare?

Scrivere su un foglio o alla lavagna i concetti e le conoscenze che emergono dalla conversazione. Riscrivere la domanda:

Che cos’e la Storia?

Ricercare la risposta su libri e vocabolari.

Il poeta dice:

“Che cos’è la Storia?

La Storia sono i giochi di ieri, i ricordi leggeri lasciati sui sentieri…”

(da Quattro materie di scuola di R. Piumini)

La Scienza dice:

“La Storia è l’insieme di tutti i fenomeni, gli eventi, i cambiamenti che hanno riguardato e riguardano il genere umano.”

Ricordare il significato del termine evento

L’evento è un fatto importante che ha prodotto cambiamenti significativi in una determinata situazione.

Chiedere ora agli alunni:

 Che cos’è la Storia per noi?

I bambini, rispondendo in modo diverso al quesito, faranno emergere come, all’interno della parola “Storia”, convivano significati molto diversi tra loro.

Il termine, infatti, possiede numerose accezioni. Spetterà all’insegnante rimettere in ordine le risposte degli alunni.

Si possono narrare:

storie vere, reali, che raccontano fatti vissuti realmente da persone che vivono in rapporto con gli altri, con gli animali, con la realtà circostante;

storie di fenomeni naturali, a partire da quelli più semplici (come la Storia di una goccia d’acqua o di un seme) fino a quelli studiati in classe terza (come la nascita della Terra o la comparsa dei primi esseri viventi);

la Storia dell’uomo, che narra gli avvenimenti del passato che non si possono ricostruire con i ricordi né con i racconti di chi li ha vissuti perché sono accaduti moltissimo tempo fa. La Storia, infatti, è l’insieme di eventi che vede l’uomo come protagonista a partire dalla sua comparsa sulla Terra fino a oggi;

OGGI

Il tempo della Storia 1

la Storia della propria vita: attraverso la memoria e la narrazione dei genitori, dei nonni, degli insegnanti, degli amici, ogni persona può risalire al proprio passato e ricostruire la sua Storia. Altre notizie possono essere fornite da documenti come disegni, fotografie, filmati e oggetti personali, come si è scoperto in classe terza.

Riassumere il concetto di Storia con un acrostico del tipo:

Studia

Tempi

O rmai

Remoti

I mportanti

A ncora

Continuare il percorso ponendosi ancora degli interrogativi:

 Com’è possibile conoscere ciò che è avvenuto migliaia di anni fa?

 Come si può scoprire come si viveva prima di noi?

 Come si nutrivano, come lavoravano, come costruivano e quali pensieri avevano gli uomini vissuti tanto tempo fa?

Per rispondere a tali interrogativi richiamare alla memoria il percorso effettuato nel precedente anno scolastico, ricostruendo la Storia personale e la Storia dell’uomo.

Ricordare che gli storici, cioè gli scienziati che “raccontano” la Storia dell’uomo, analizzano e studiano ciò che resta oggi di epoche passate.

I resti sono una fonte di conoscenza preziosa per capire gli avvenimenti del passato, per metterli in ordine nel tempo e raccontarli affinché possiamo conoscere le nostre origini.

Lo storico e i suoi collaboratori

Lo storico non può certamente lavorare da solo ma si avvale della collaborazione di altre figure. Scoprire chi sono questi esperti attraverso una filastrocca.

Lo storico

Certo non basta la memoria per ricostruire gli eventi della Storia.

Con il metodo scientifico, che è davvero magnifico, lavora in modo sistematico, preciso e molto pratico.

Lui cerca con passione le fonti vicino, lontano e dietro ai monti.

Se esiste un testimone ha una grande emozione e con pazienza trascrive ciò che egli ricorda e descrive.

Se ha un documento tra le mani, fa un salto alto cinque piani.

Davanti a un reperto trovato in un deserto, cerca le prove della sua autenticità e, se le trova, fa un urlo di felicità.

Esplora il terreno come una torta a strati cercando tesori di secoli passati. Spera ogni giorno di fare una scoperta e per questo sta sempre all’erta.

La notte sogna di trovare un antico tesoro nel vecchio baule di nonno Medoro o di scovare un bel vaso cartaginese nella credenza di nonna Agnese.

Lavora con l’archeologo che con serietà scava e raccoglie resti di antiche civiltà.

Si serve di paleontologi davvero speciali che studiano i fossili di uomini, piante, animali.

Anche il geologo, analizzando il terreno, fornisce informazioni in un battibaleno.

Chi pensa all’organizzazione delle civiltà?

È l’antropologo che le studia con curiosità.

È così che si costruisce la Storia lasciandone nel racconto la memoria.

Il tempo della Storia

Leggere e analizzare insieme agli alunni i contenuti della filastrocca per puntualizzare, qualora ve ne sia la necessità, quali sono le “figure” che contribuiscono alla ricostruzione della Storia dell’uomo e quali tipi di fonti essi utilizzano.

Realizzare uno schema con i più importanti scienziati che si occupano della Storia:

il paleontologo: studia, attraverso i fossili e le ossa, le piante e gli animali che abitarono la Terra;

l’archeologo: riporta alla luce, raccoglie, classifica, cataloga e studia i resti lasciati dalle antiche Civiltà;

il geologo: osserva gli strati del terreno e aiuta a datare i reperti trovati;

l’antropologo studia la vita associata, le abitudini, le tradizioni e i riti di tutti i tempi;

lo storico: mette insieme tutte le scoperte fatte dagli altri scienziati, raccoglie i dati ricavati dalle fonti e ricostruisce gli aspetti che caratterizzano un determinato popolo, il modo di vivere, le conoscenze, le scoperte, i culti religiosi…

Quando lo storico non dispone di documenti e testimonianze sufficienti per spiegare i fatti, elabora un’ipotesi di spiegazione specificando che non si tratta di una certezza ma di una possibile verità.

Quali sono le fonti storiche?

Rileggere nuovamente la filastrocca per prendere in esame le tracce che lo storico utilizza per ricostruire il passato e realizzare uno schema con le principali fonti storiche.

Fonti orali: testimonianze dirette di chi ha assistito ai fatti, interviste, registrazioni di diverso tipo…

Fonti scritte: iscrizioni su materiali diversi (monete, pietre, lapidi…), testi di vario genere su carta, contenuti in libri, giornali, lettere, diari, certificati…

Fonti materiali: fossili, pietre scheggiate, tracce di cibo e oggetti di uso quotidiano (vasellame, utensili, strumenti, armi, monili…), mura, strade, tombe, templi, palazzi, castelli…

Fonti iconografiche o immagini: incisioni

su roccia, quadri, affreschi, disegni, sculture, filmati…

Utilizzare le parole scoperte per costruire degli acrostici.

Furono

O ssa

S cheletri

S epolti

F ossili

O ggetti N onché racce mperdibili onili rmi ombe eperti ndispensabili

avorare ninterrottamente

Studiano Tra O ggetti

Una mappa per la Storia

Costruire insieme agli alunni la mappa della Storia e far inserire negli spazi vuoti le parole analizzate in precedenza.

scienza • storico • fatti reali • fonti orali • archeologo fonti iconografiche • geologo • antropologo

racconto fantastico • fonti scritte • fonti materiali • paleontologo

STORIA

non è un

usa

scienza

indagata dallo collabora con ricostruisce e racconta

Analizzare il luogo dove lavorano gli scienziati che collaborano con lo storico.

Il sito archeologico

È lo storico

Le parole della Storia: il tempo

Chiedere agli alunni qual è, secondo loro, la parola chiave della Storia. Scrivere tutto ciò che i bambini dicono, poi cancellare a uno a uno i vari termini. Alla fine di questo lavoro resterà la parola tempo, poiché il più importante lavoro dello storico è ordinare fatti e fenomeni della Storia dell’uomo sulla linea del tempo. Per ripassare e ampliare il concetto di tempo, partire da un tempo divertente e spensierato: quello delle vacanze.

Leggere il racconto di Francesco:

“Il 15 giugno sono partito con i miei genitori per un viaggio in Egitto, dove ho trascorso 8 giorni meravigliosi. Ho visto le Piramidi, la Sfinge, il Nilo, i tesori dei faraoni.

Al mio ritorno ho partecipato a un campo scuola estivo, durato 12 giorni, organizzato dalla ludoteca della mia città Poi ho raggiunto i miei nonni al mare. Insieme al nonno ho fatto lunghe nuotate e ho raccolto tante conchiglie. Sono rimasto con loro fino al 18 luglio, ultimo giorno di queste meravigliose vacanze.”

Le vacanze di Francesco

viaggio in Egitto 8 giorni ritorno a casa

campo scuola 12 giorni al mare

Costruire insieme agli alunni la linea del tempo dei tre mesi estivi indicando i giorni di ciascun periodo della vacanza di Francesco.

VIAGGIO: dal al

SCUOLA : dal al

: dal al

CAMPO
MARE
LUGLIO
AGOSTO GIUGNO

Riflettere e fissare la scoperta:

A volte è possibile stabilire la data precisa di un evento (Francesco è partito per il viaggio il 15 giugno come testimonia il racconto scritto sul suo diario), altre volte invece è impossibile, allora si indica un periodo più lungo.

Le misure del tempo

I fatti storici di breve e media durata, ad esempio una battaglia, un viaggio, un’esplorazione…, si misurano in:

giorni mesi anni decenni

I fatti storici di lunga durata, ad esempio lo sviluppo dell’agricoltura, la scrittura nelle diverse civiltà…, si misurano in:

secoli millenni

Invitare gli alunni a dare un significato alla durata di un evento e alle “parole del tempo” già analizzate in classe terza.

Il tempo della Storia 1

LA MISURA E LA DURATA DEL

TEMPO

1- Indica con una crocetta la durata di ciascun evento. Minuti Ore Giorni Mesi Anni

Lavarsi i denti

Pranzare

La primavera

La scuola primaria

Una telefonata

Un cartone animato

La vita di un uomo

Una partita di calcio

Le vacanze estive

Una canzone

La lezione di educazione fisica

Un esperimento

La gita scolastica

La visita al museo

La vita di un gatto

2- Scrivi la durata dei periodi di tempo indicati.

• mese:

• semestre:

• bimestre:

• anno:

• trimestre:

• biennio:

• quadrimestre:

• triennio:

• quinquennio o lustro:

• decennio:

• secolo:

• millennio:

• quattro decenni:

• tre lustri:

• un quarto di secolo:

• due millenni:

• mezzo millennio:

• un secolo e cinque lustri:

• cento anni:

• quattro millenni e cinque secoli: 30 giorni 3 mesi

• due secoli:

Nome e Cognome Classe

Il tempo della Storia 1

3- Completa le frasi.

• Un mese ha giorni.

• In un anno ci sono giorni, mesi, settimane.

• Un decennio è formato da anni.

• Un secolo è formato da anni.

• Un millennio è formato da anni, cioè da secoli.

4- Completa lo schema.

• 400 anni corrispondono a: decenni, secoli.

• 600 anni corrispondono a: decenni, secoli.

• 3000 anni corrispondono a: secoli, millenni.

• 5000 anni corrispondono a: secoli, millenni.

• 20 secoli corrispondono a: anni, millenni.

• 50 secoli corrispondono a: anni, millenni.

La linea del tempo

A questo punto del percorso chiedere agli alunni:

 Chi ha inventato il calcolo del tempo?

Registrare le risposte, poi spiegare che ci sono alcune persone che si occupano dei fatti che sono accaduti nel tempo per comprenderli e raccontarli: gli storici

Rispondere ora a un altro quesito:

 In tutto il mondo si misura il tempo come lo misuriamo noi?

Spiegare che ogni Civiltà ha individuato un avvenimento straordinario da cui iniziare a contare gli anni.

Noi misuriamo il tempo partendo da un avvenimento decisivo che ha segnato la Storia, la vita, la cultura dei popoli che abitavano la parte della Terra che noi abitiamo: la data della nascita di Gesù. La nascita di Gesù si indica con l’anno 0.

Poiché molti avvenimenti della Storia dell’uomo sono accaduti prima di tale momento, la misurazione degli anni avviene in due direzioni: prima e dopo Cristo. Gli anni che precedono la nascita di Cristo vengono detti avanti Cristo e si abbreviano in a.C., gli anni che seguono la nascita di Cristo vengono detti dopo Cristo e si abbreviano in d.C.

di Gesù

nascita

Il tempo della Storia

Ora siamo nel 2017.

Sono passati 2017 anni dalla nascita di Gesù.

Noi viviamo quindi 2017 anni dopo Cristo (2017 d.C.).

Disegnando la linea del tempo, gli anni d.C. vanno crescendo da 0 a 2017, mentre quelli a.C. iniziano sempre nell’anno 0 ma procedono in senso contrario, verso sinistra.

Se noi vogliamo sapere quanti anni sono passati da un certo avvenimento accaduto prima dell’anno 0 a oggi, dobbiamo sommare gli anni a.C. con quelli d.C; se vogliamo sapere quanti anni sono passati da un certo avvenimento accaduto dopo l’anno 0 a oggi, invece, dobbiamo sottrarre gli anni di quell’evento alla nostra data attuale.

753 a.C. fondazione di Roma

622 d.C. trasferimento di Maometto dalla Mecca

Sono passati anni dalla fondazione di Roma.

Come contano o contavano gli anni le altre civiltà? Da quale evento?

I Greci antichi contavano gli anni dalla prima Olimpiade della Storia, nel 776 a.C.

I Romani partivano invece dalla fondazione di Roma avvenuta, secondo la tradizione, nel 753 a.C.

Gli Ebrei contano gli anni a partire dalla creazione del mondo secondo la Bibbia, che corrisponderebbe al 6 ottobre 3761 a.C.;

I Cinesi calcolano gli anni a partire dal 2637 a.C., anno in cui, secondo la tradizione, fu inventato il calendario cinese;

I Musulmani contano gli anni a partire dal 622 d.C., anno in cui Maometto lasciò la Mecca e si rifugiò a Medina.

Ebrei

3761 a.C.

Cinesi 2637 a.C.

Greci 776 a.C. Romani 753 a.C.

Legenda: 1 millennio nascita di Gesù

622 d.C.

Musulmani
Cristiani

Chiedere ai bambini di rispondere alle seguenti domande:

Il tempo della Storia

 Qual è l’anno 0 per gli Ebrei? Per i Greci? E per i Romani?

 Perché è importante questa data?

 Come mai i Musulmani misurano il tempo a partire dal 622 d.C.?

 In che anno siamo per i Cinesi?

 Quando è stato inventato il calendario cinese?

Proporre agli alunni alcuni esercizi per approfondire le modalità di calcolo degli anni sulla linea del tempo.

Legenda: 1 secolo

Segnare con un colore sulla linea del tempo le date indicate:

1 millennio d.C.
1 millennio a.C.
nascita di Gesù

Suggerire ai bambini un’attività divertente!

Calcolare la data della loro nascita secondo il calendario ebraico, cinese, greco, romano e musulmano.

Calcolare quale anno segnerebbe attualmente il calendario dei vari popoli presi in esame.

Cristiani

Ebrei

Cinesi

Romani

Legenda: 1 millennio

CALCOLARE IL TEMPO

1- Metti in ordine le date dalla più lontana alla più recente.

2- Ora siamo nel 2016. Calcola quanti anni sono passati da queste date, seguendo gli esempi.

• dal 700 a.C.: 700 + 2016 = 2716 anni • dal 900 d.C.: 2016 – 900 = 1116 anni

• dal 1800 a.C.: = anni

• dal 1370 a.C.: = anni

• dal 2193 a.C.: = anni

• dal 130 d.C.: = anni

• dal 950 d.C.: = anni

• dal 235 d.C.: = anni

• dal 1298 d.C.: = anni

Gli alunni sanno già che un secolo è un periodo di 100 anni. Spiegare ora che i secoli vengono conteggiati con il sistema di numerazione romana

Dall’anno 0 all’anno 100 è il primo (I) secolo.

Dall’anno 101 all’anno 200 è il secondo (II) secolo.

Dall’anno 201 all’anno 300 è il terzo (III) secolo.

Al numero romano si aggiunge a.C. o d.C.

Anche i millenni sono numerati con lo stesso sistema dei secoli, si usa cioè la numerazione romana indicando avanti Cristo (a.C.) o dopo Cristo (d.C.). Quindi:

Dall’anno 0 all’anno 1000: primo millennio (I millennio d.C. o a.C.).

Dall’anno 1001 all’anno 2000: secondo millennio (II millennio d.C. o a.C.).

Dall’anno 2001 all’anno 3000: terzo millennio (III millennio d.C. o a.C.).

SECOLI E MILLENNI • 1

1- Completa la tabella.

Secolo

Primo d.C.

Secondo d.C.

Numero romano Dall’anno... ...all’anno

VI d.C.

VII d.C.

VIII d.C.

IX d.C.

X d.C.

XI d.C.

XII d.C.

XIII d.C.

XIV d.C.

XV d.C.

XVI d.C.

XVII d.C.

XVIII d.C.

XIX d.C.

XX d.C.

XXI d.C.

Il tempo della Storia 1

SECOLI E MILLENNI • 2

1- Scrivi a quale secolo appartengono gli anni indicati.

60 a.C.

130 a.C.

250 a.C.

410 a.C.

380 a.C.

I secolo a. C.

237 d.C.

560 d.C.

790 d.C.

2- Scrivi a quale millennio appartengono gli anni indicati.

2001 d.C.

1850 d.C.

1200 d.C.

1050 d.C.

1210 a.C.

2500 a.C.

4315 a.C.

6850 a.C.

3425 a.C.

II millennio a. C.

2012 d.C.

Nome e Cognome Classe

QUADRI SÌ… MA DI CIVILTÀ

Gli indicatori per un quadro di civiltà

In cammino verso:

In cammino verso:

Competenze da attivare

• L’alunno:

- Individua e utilizza gli elementi necessari per costruire un quadro di civiltà.

Obiettivi di apprendimento

• Individuare i diversi aspetti del modo di vivere dell’uomo attuale.

• Riconoscere gli indicatori che definiscono la civiltà contemporanea.

• Individuare gli indicatori indispensabili a costruire il quadro di qualsiasi civiltà.

INTRODUZIONE

Prima di iniziare a studiare le diverse Civiltà proposte nel libro di Storia, è utile far scoprire agli alunni che cos’è importante conoscere di esse.

Per “quadro di civiltà” si intende la descrizione dei tratti caratteristici di una civiltà: la vita collettiva di gruppi umani in un ambiente e in un periodo ben delimitati.

I tratti caratteristici sono raggruppati secondo indicatori tematici sempre uguali, in modo che possano essere messi a confronto tra di loro.

Attraverso la comparazione è possibile costruire i concetti di “passato storico” e di “cambiamenti d’epoca”.

PERCORSO DI APPRENDIMENTO

Le parole-chiave della civiltà

Disporsi in cerchio e lanciare una proposta stimolo.

 Immaginiamo che domani atterri nel cortile della nostra scuola un’astronave con degli extraterrestri a bordo. Nel gruppo ci sono anche dei bambini ai quali vogliamo spiegare tutto sul nostro modo di vivere. Però non conosciamo la loro lingua e loro non conoscono la nostra. Che cosa dobbiamo spiegare a questi bambini per far comprendere loro in quale mondo si trovano?

Ogni alunno scriverà su un post-it colorato una parola-chiave che possa rappresentare un aspetto della nostra Civiltà.

Attaccare casualmente tutte le definizioni sulla lavagna ed esaminarle.

Aprire una discussione per vedere se alcuni foglietti possono essere messi insieme.

Per portare avanti questo lavoro, seguire l’iter suggerito.

Ogni alunno stacca un post-it dalla lavagna e ne legge il contenuto ad alta voce.

Civiltà è: leggere

costruire strade

vivere in famiglia fare danza vendere vestiti andare a Messa rispettare i segnali andare all’Università cucinare cose buone scrivere essere educati andare al cinema coltivare la terra studiare costruire oggetti

vivere in gruppo andare in ufficio giocare a pallacanestro

Sistemare il foglietto all’interno di una tabella a più colonne, disegnata in precedenza dall’insegnante su un cartellone.

Un altro bambino cercherà tra i foglietti appesi alla lavagna quello che, a suo parere, può avere una qualche attinenza con il post-it precedente e lo metterà all’interno della stessa colonna. Quando tutti i foglietti saranno sistemati, leggere il contenuto dei post-it di una colonna per scoprire la parola che può contenerli tutti.

ESEMPIO:

• leggere

• scrivere

• studiare

• andare all’università

• andare al cinema

• costruire le strade

• andare in ufficio

• coltivare la terra

• costruire oggetti

• vendere indumenti

• vivere in gruppo

• vivere in famiglia

• andare a Messa

• giocare a pallacanestro

• fare danza

… cultura

La nostra Civiltà

Questa operazione può condurci a individuare diversi indicatori di civiltà, ma è anche possibile che alcuni concetti siano troppo complessi e lontani dal vissuto dei bambini, per cui si rende necessario semplificare il percorso.

Chiedere nuovamente ai bambini:

 Che cosa dobbiamo raccontare del nostro tempo agli extraterrestri che sono venuti a trovarci?

Raccogliere ancora gli interventi e guidare gli alunni a individuare i diversi aspetti del nostro modo di vivere, tenendo conto anche della classificazione precedentemente fatta:

come e dove impariamo; che cosa ci piace fare; quali oggetti usiamo; dove e come viviamo; come lavoriamo; come ci nutriamo; in che cosa crediamo…

Riflettere su ogni aspetto evidenziato e “riempirlo” di contenuti.

COME E DOVE IMPARIAMO

Nella Scuola dell’Infanzia

Nella Scuola Primaria

Nella Scuola Secondaria

All’Università

Visitando i musei

Andando in biblioteca

Leggendo i libri

Navigando in Internet

Guardando alcuni programmi televisivi

Ascoltando i racconti dei nonni

Guardando i film e i documentari

CHE COSA CI PIACE FARE

Giocare

Fare sport

Disegnare

Cantare

Correre

Durante la giornata usiamo tanti oggetti, di grandezza e materiali diversi.

A SCUOLA:

penne, matite, colori, temperino, gomma, quaderni, libri, CD, DVD, lavagna interattiva…

A CASA:

oggetti per mangiare e per bere, di ceramica, vetro, acciaio, plastica… oggetti per cucinare: di terracotta, ceramica, acciaio, smalto, legno… oggetti per pulire la casa: scopa, stracci, secchi, detersivi, lavatrice, lavastoviglie, aspirapolvere… oggetti per la pulizia personale: doccia, vasca, spugna, sapone, dentifricio, spazzolino, asciugamani, accappatoio… elementi di arredamento: … oggetti per ascoltare la musica: … oggetti per vedere immagini o filmati: … oggetti per comunicare a distanza: …

Viviamo in una Regione che si chiama…

In uno Stato chiamato Italia che fa parte dell’Europa.

Nella nostra Regione ci sono diversi tipi di ambienti naturali: montagne, colline, pianure, fiumi, laghi, mari…

Questi ambienti sono stati modificati dagli uomini, che hanno costruito: case, palazzi, strade, ferrovie, ponti, paesi, città…

Viviamo in gruppi diversi: – gruppi familiari: genitori, figli, nonni… – gruppi parrocchiali – gruppi sportivi e squadre – gruppi di amici

– gruppo classe – gruppo di lavoro

COME LAVORIAMO

Il settore primario si dedica all’agricoltura, all’allevamento, alla pesca, all’estrazione di minerali. Il settore secondario si occupa della trasformazione dei prodotti del settore primario, quindi comprende industrie, artigianato… Al settore terziario appartengono professioni come: trasportatori, insegnanti, medici, impiegati, avvocati, poliziotti, commercianti…

COME CI NUTRIAMO

Siamo onnivori.

Mangiamo: carne, pesce, latticini, frutta, verdura, cereali, pasta, dolci…

Beviamo: acqua, vino, birra, bibite...

IN CHE COSA CREDIAMO

Nel nostro Paese vivono persone di religioni differenti: cristiani, ebrei, musulmani…

La religione principale è quella cristiana cattolica.

I cattolici credono che Gesù, nato da Maria, sia venuto sulla Terra, dove è morto e risorto. Pregano nelle chiese, negli oratori, in famiglia.

La guida più importante è il Papa, aiutato dai cardinali e dai vescovi.

Questo tipo di operazione porterà gli alunni a distinguere i diversi aspetti che caratterizzano una civiltà e rendono comprensibili anche i concetti piuttosto complessi e lontani dalla loro esperienza.

A questo punto, scegliere gli indicatori che permetteranno agli extraterrestri giunti sulla Terra di “leggere” e “interpretare” la Civiltà attuale.

TEMPO

TERRITORIO

RELIGIONE

LA NOSTRA CIVILTÀ

VITA QUOTIDIANA

CULTURA E SCIENZA

SOCIETÀ

Riempire ogni indicatore con contenuti e immagini per rendere semplice la lettura della nostra civiltà agli extraterrestri.

Per verificare immediatamente se gli alunni hanno compreso il significato di “indicatore di civiltà”, proporre alcune esercitazioni.

GLI INDICATORI DI CIVILTÀ

1- Collega ciascun indicatore di civiltà con la sua definizione scrivendo la lettera giusta nel .

a. TEMPO Indica quali sono i cibi e i passatempi, come sono E LUOGO le case e i vestiti…

b. VITA

Indica il modo in cui un popolo si organizza, come QUOTIDIANA sono i rapporti tra le persone…

c. ECONOMIA Indica quali attività esercitano le persone per vivere (agricoltura, commercio, trasporti…)

d. CULTURA Indica in che cosa credono le persone e quali riti svolgono per onorare la divinità.

e. SCIENZA Indica i modi in cui un popolo si esprime e comunica.

f. SOCIETÀ Indicano il periodo in cui una civiltà si sviluppa e l’ambiente in cui vive.

g. RELIGIONE Indica le scoperte e le invenzioni di un popolo, il modo di costruire gli edifici, di spostarsi…

a. TEMPO E LUOGO

b. VITA QUOTIDIANA

c. ECONOMIA

d. CULTURA

e. SCIENZA

f. SOCIETÀ

g. RELIGIONE clima fiumi mare musica e canti pesca famiglia amici medici

2- Collega ciascuna parola con l’indicatore di civiltà di riferimento. scuola re edifici sacri artigianato riti religiosi affreschi allevamento regione

Momento di sintesi

Proporre ora agli alunni un lavoro di sintesi sul percorso affrontato nel precedente anno scolastico. Preparare una scheda contenente numerose immagini che si riferiscono alla vita dell’uomo preistorico e un elenco di didascalie: gli alunni dovranno individuare a quali immagini si

Disporsi a piccoli gruppi e fornire, a ciascun gruppo, la fotocopia delle immagini e delle didascalie. Ogni squadra lavorerà su un diverso indicatore di civiltà, cercando e scegliendo il materiale a esso relativo. Ciascun gruppo, poi, riferirà alla classe le proprie riflessioni, illustrando il percorso e il lavoro effettuato.

A. Lungo carro trainato da due cavalli al galoppo.

B. Figura mitologica con coda e testa animale, armata di spada e scudo.

C. Scena di culto dei morti. Al centro, in basso, si trova il morto sdraiato, circondato dalle armi e dagli oggetti che lo accompagnano nella tomba. A destra, un altare, un sacerdote e un animale. In alto, persone che pregano.

D. Gruppo di animali che corre verso un fiume.

E. Animali presi in trappola e uomo armato.

F. Pastore con un bastone in mano in mezzo ai suoi animali. L’animale che gli è più vicino sembra un cane, animale che aiutava l’uomo, oltre che nella caccia e nella guardia, anche al pascolo.

G. Guerriero a cavallo, armato di ascia, e servitore che regge le briglie.

H. Scena di aratura.

I. Pesce preso in trappola.

L. Personaggio che tiene in una mano una scure e nell’altra un pezzo di legno. Un cacciatore ha rotto l’arma con la quale voleva catturare un animale, disegnato sopra la sua testa. Il cacciatore tiene in mano i due pezzi dell’arma, che sono rappresentati anche davanti a lui. Il garzone del fabbro prende l’arma rotta e la dà al fabbro, che la ripara.

M. Costruzione di un’abitazione. Il tetto non è ancora finito e due persone dentro la casa sembrano sollevare una trave.

N. Due telai per tessere con i fili ben visibili. Di fronte a uno dei telai c’è una persona al lavoro. Tra i due telai c’è un simbolo di “paletta”.

O. Gruppo di cervi attaccati dai cani.

P. Uomo a cavallo, con un’enorme lancia, e servitore che conduce il cavallo per le briglie.

Q. Carro da guerra a due ruote circondato da persone. A sinistra un simbolo del sole. I due animali attaccati al carro sembrano due cavalli.

R. Disco solare, pugnali, alabarde, serie di linee parallele e animale.

S. Due telai per tessere trasportati da due coppie di piccoli personaggi. Una persona più grande sembra dirigere i lavori. Ai due lati del telaio superiore si trovano due simboli di “paletta”.

Verbalizzazione

ALungo carro trainato da due cavalli al galoppo.

PUomo a cavallo, con un’enorme lancia, e servitore che conduce il cavallo per le briglie.

N

Due telai per tessere con i fili ben visibili. Di fronte a uno dei telai c’è una persona al lavoro. Tra i due telai c’è un simbolo di “paletta”.

LPersonaggio

che tiene in una mano una scure e nell’altra un pezzo di legno.

RUn cacciatore ha rotto l’arma con la quale voleva catturare un animale, disegnato sopra la sua testa. Il cacciatore tiene in mano i due pezzi dell’arma, che sono rappresentati anche davanti a lui. Il garzone del fabbro prende l’arma rotta e la dà al fabbro, che la ripara.

QDisco solare, pugnali, alabarde, serie di linee parallele e animale.

SCarro da guerra a due ruote circondato da persone. A sinistra un simbolo del sole. I due animali attaccati al carro sembrano due cavalli.

Due telai per tessere trasportati da due coppie di piccoli personaggi. Una persona più grande sembra dirigere i lavori. Ai due lati del telaio superiore si trovano due simboli di “paletta”.

Abbiamo osservato con attenzione tutte le immagini, abbiamo letto le didascalie e abbiamo concluso che:

A. L’uomo aveva già scoperto la ruota.

Q. Sapeva costruire i carri per trasportare persone e cose e per guerreggiare.

G. Era in grado di lavorare i metalli.

P. Con i metalli costruiva utensili per la caccia, per la guerra, per riporre gli alimenti, per lavorare le pelli, per cucire, per tagliare la carne…

L. Sapeva anche lavorare il legno per costruire manici sui quali inserire lame di pietra, asce, punte di frecce, per realizzare archi, telai…

N. e S. Conosceva la filatura e la tessitura e aveva inventato strumenti idonei per produrre abiti.

STUDIARE… CON METODO!

Come affrontare lo studio della Storia

In cammino verso:

In cammino verso:

Competenze da attivare

• L’alunno:

- Ascolta, legge, analizza testi narrativi-storici di vario tipo;

- Produce e rielabora testi narrativi chiari e coerenti legati all’esperienza e alle diverse occasioni di scrittura, anche creativa, che la scuola offre.

Obiettivi di apprendimento

• Padroneggiare la lettura strumento nelle diverse modalità.

• Ascoltare testi narrativi-storici mostrando di saperne cogliere il senso globale.

• Riferire i contenuti in modo comprensibile per l’ascoltatore.

• Selezionare gli elementi peculiari di un testo narrativo: personaggi, luoghi, tempi…

• Scoprire la struttura di un racconto: situazione iniziale, parte centrale, conclusione.

• Prevedere il contenuto di un testo in base al titolo e alle immagini.

• Scoprire la peculiarità del testo fantastico: fiaba, favola.

INTRODUZIONE

In classe quarta si inizia veramente “a fare sul serio” e la parola “studiare” assume il significato che le è proprio: studiare è un’attività impegnativa che richiede capacità di attenzione, di comprensione del testo, di memorizzazione, di collegamenti delle conoscenze e di esposizione di quanto si è appreso.

Questo percorso intende far scoprire agli alunni un sistema per studiare insieme, cioè un metodo adatto per iniziare a memorizzare con criterio e sistematicità, evitando di commettere troppi errori, di compiere azioni sbagliate o inutili, di perdere troppo tempo.

PERCORSO DI APPRENDIMENTO

Lo studio in sequenze

Disporsi in cerchio e chiedere agli alunni:

^ Che cosa significa per voi “studiare”?

Molti risponderanno che per loro “studiare” significa “ricordare” quello che si è letto sul libro o ascoltato a scuola.

Cercare il significato del termine sul vocabolario per poi stimolare una riflessione sulle azioni realmente svolte articolando il lavoro in momenti consequenziali.

PRIMO MOMENTO: leggere e studiare

Chiedere ai bambini che cosa fanno di solito di fronte a un testo scritto, o meglio, che cosa viene di solito richiesto loro di fare su un testo.

Alcuni risponderanno “leggere”, altri diranno “studiare”.

Chiedere a questo punto se è la stessa cosa o se, invece, ci sono delle differenze.

Scrivere alla lavagna le risposte e analizzarle.

Questo tipo di lavoro permetterà all’insegnante di rendersi conto di quale idea abbia la classe rispetto all’attività dello studio.

SECONDO MOMENTO:

leggere e comprendere globalmente

Distribuire ai bambini la fotocopia di un testo che richiami i contenuti del precedente anno scolastico.

Il Neolitico

Il termine Neolitico deriva dalle parole greche neo (“nuovo”) e lithos (“pietra”). Risale a questo periodo la scoperta dell’argilla e, di conseguenza, della ceramica. Il Neolitico è un periodo della Preistoria, l’ultimo dei tre che costituiscono l’ Età della pietra, caratterizzato da notevoli innovazioni nella litotecnica (tecnica di lavorazione della pietra, che viene appunto definita “nuova”), dall’uso della levigatura per gli strumenti di pietra e dalla nascita dell’agricoltura e dell’allevamento nella Mezzaluna Fertile (regione del Medio Oriente, attraversata dai fiumi Tigri ed Eufrate, caratterizzata da un clima mite e ampie zone ricoperte da varia vegetazione).

Il principale di questi mutamenti è il passaggio da un’economia di caccia e raccolta a un’economia di tipo produttivo, basata sull’agricoltura e sull’allevamento degli animali (20 000-10 000 a.C.). Per quanto riguarda l’organizzazione sociale, vi è una maggiore divisione dei ruoli e dei compiti rispetto al periodo precedente (Paleolitico): ci sono gli addetti ai lavori agricoli, gli addetti all’allevamento e coloro che si occupano della fabbricazione di utensili e di strumenti. Le decisioni più importanti per la comunità vengono prese dagli anziani, che sono anche i capi delle varie famiglie.

Un altro mutamento del Neolitico è che l’uomo non vive più in caverne, ma costruisce case. Le tipiche abitazioni neolitiche sono: capanne circolari con muretti di pietra a secco; abitazioni quadrate di mattoni seccati al sole; capanne lunghe costruite con tronchi di legno e con tetti di paglia; palafitte. Questo mutamento è dovuto al fatto che gli uomini del Neolitico si dedicano alla coltivazione e quindi hanno l’esigenza di seguire e curare l’intero ciclo produttivo delle colture. Gli strumenti utilizzati per il lavoro agricolo sono: falce, vanga, zappa e macina.

Oltre ai vestiti fatti con pelli di animali, gli uomini cominciano a utilizzare anche capi realizzati con tessuti ricavati da lana, lino e cotone, ottenuti dalla lavorazione con il telaio.

I riti magici e le pratiche religiose sono affidate agli anziani della comunità. Si svolgono in stanze che contengono dipinti, statue d’argilla e simboli degli spiriti a cui essi si rivolgono per ottenere la protezione dei villaggi e la fertilità della terra.

Chiedere ai bambini di leggere il testo più di una volta e poi di girare il foglio. Invitarli a rispondere per iscritto a due semplici domande:

^ Di che cosa parla il testo?

^ Quali sono gli elementi che ti hanno maggiormente aiutato a capire l’argomento del testo?

TERZO MOMENTO: ricercare le parti che compongono il testo

Spiegare agli alunni che, pur avendo letto il testo e capito l’argomento di cui parla, non possiamo ancora dire di averlo studiato.

Per aiutare i bambini a capire che cosa si deve fare per iniziare a studiare un testo, proporre di leggerlo con maggiore attenzione e scoprire tutti gli aspetti di cui parla, individuando le parti che lo compongono e dando a ognuna un breve titolo che riassuma l’argomento trattato.

QUARTO MOMENTO: trovare le informazioni

Guidare ora i bambini a trovare le informazioni principali contenute in ogni parte.

Esaminare un segmento alla volta e sottolineare le parole-chiave.

Gli alunni dovrebbero riuscire a ricavare informazioni relative a: che cosa significa “Neolitico”; quali innovazioni caratterizzano questo periodo; la divisione del lavoro a livello sociale; il ruolo degli anziani; le abitazioni; gli strumenti utilizzati nel lavoro agricolo; l’abbigliamento; le pratiche religiose.

Rivolgere ai bambini delle domande-stimolo alle quali dovranno rispondere ricavando delle inferenze dal testo. Dedicare molta attenzione anche al lessico.

Prendere in considerazione alcune parole-chiave sconosciute e scoprirne il significato, cercandolo sul dizionario e/o analizzando il contesto in cui sono inserite.

QUINTO MOMENTO:

rielaborare ed esporre i contenuti

Spiegare a questo punto che c’è un altro passo da fare: collegare le conoscenze nuove con ciò che si sa già per arricchirle e ampliarle.

Studiare non significa sapere le cose a “cassetti chiusi”: un argomento non deve essere imparato solo per l’interrogazione di Storia ma deve essere collegato con altre letture, magari fatte in precedenza, oppure con altri argomenti disciplinari.

Chiedere ora agli alunni di provare a esporre il contenuto delle diverse parti. Un bambino illustrerà verbalmente che cosa ha imparato dal lavoro sulla prima parte, un altro dal lavoro sulla seconda e così via.

Ora, chiedere se qualcuno vuole provare a esporre che cosa ha capito dal testo intero.

La fase della ripetizione non deve essere né mnemonica né per forza nell’ordine dato. È importante, infatti, dire ciò che si è capito e non sempre è necessario rispettare l’ordine dato dall’autore del testo preso in esame. L’esposizione può quindi essere effettuata partendo da punti diversi e/o sollecitando gli alunni con domande appropriate. È anche d’aiuto, quando è possibile, costruire lo schema logico delle diverse sezioni del testo evidenziando le cause, le conseguenze e i cambiamenti avvenuti.

SESTO MOMENTO: schematizzare il testo

Insieme agli alunni rappresentare con uno schema la struttura del testo.

Dal greco:

NEO: “nuovo”

LITHOS: “pietra”

IL NEOLITICO

economia scoperta argilla

organizzazione sociale

Età della pietra levigata

vita quotidiana

dalla caccia all’allevamento dalla raccolta all’agricoltura abitazioni

da cui ceramica lavorazioni al telaio

divisione dei ruoli

agricoltori allevatori artigiani

lino lana anziani per decisioni della comunità cotone

capanne pratiche religiose palafitte riti magici

A questo punto costruire due cartelloni che ricorderanno agli alunni che cosa significa studiare e quali regole seguire per farlo nel migliore dei modi.

Leggere con attenzione.

COME STUDIARE

Rileggere il testo.

Evidenziare le parole chiave.

Memorizzare.

maggiore sicurezza.

Collegare le conoscenze.

Le regole d’oro per studiare

1) Leggi con attenzione il testo che devi studiare.

2) Sottolinea le parole sconosciute o difficili e cerca il loro significato sul vocabolario

3) Evidenzia le parole-chiave: le parole o le frasi che contengono i concetti e le informazioni fondamentali.

4) Rileggi il primo pezzo del testo (paragrafo), attribuiscigli un titolo e sintetizza ad alta voce.

5) Prepara uno schema con le idee chiave e collega anche graficamente i concetti principali.

6) Rileggi nuovamente il testo e verbalizza seguendo lo schema.

7) Registrati con un registratore, riascoltati e ripeti di nuovo utilizzando un linguaggio più specifico.

8) Arricchisci la tua verbalizzazione con osservazioni, collegamenti, indizi trovati in altri testi.

9) Nei giorni successivi rileggi e ripeti ancora, prima con lo schema sotto gli occhi, poi senza.

DAL VILLAGGIO ALLA CITTÀ

L’evoluzione della vita dell’uomo

In cammino verso:

In cammino verso:

Competenze da attivare

• L’alunno:

- Confronta la vita della società contemporanea con fatti e fenomeni relativi alle civiltà del Paleolitico e del Neolitico.

Obiettivi di apprendimento

• Descrivere la propria città con gli indicatori di civiltà precedentemente individuati.

• Scoprire i cambiamenti che, in epoche lontane, hanno favorito il passaggio dal villaggio alla nascita delle città.

• Leggere carte geografiche.

• Riflettere sull’importanza dei corsi d’acqua per la nascita e lo sviluppo di una Civiltà.

• Comprendere come gli uomini hanno dato una risposta ai loro bisogni.

INTRODUZIONE

In questa Unità Formativa si analizzerà la nascita della città come conseguenza dello sviluppo dell’agricoltura, dell’allevamento e della lavorazione dei metalli.

Nel Neolitico gli insediamenti stabili diventano sempre più frequenti e aumentano di dimensione. Le abitazioni sono sempre più grandi perché aumenta sensibilmente la popolazione grazie a un’alimentazione più varia e a una migliore qualità della vita: si vive più a lungo e le nascite sono più numerose.

PERCORSO DI APPRENDIMENTO

Gli indicatori di civiltà

Richiamare le scoperte effettuate nell’Unità Formativa precedente.

Guidare gli alunni a comprendere che, come un fotografo ha bisogno di vari strumenti per fotografare la realtà, anche lo storico utilizza degli strumenti particolari per rappresentare e ricostruire una civiltà, che sono appunto gli indicatori.

Iniziare il percorso osservando e descrivendo la propria città con gli indicatori analizzati in precedenza. Aiutare gli alunni a individuare gli indicatori e a riempirli di contenuti con domande appropriate.

IL LUOGO

^ Dove sorge la nostra città?

^ Quali sono le sue caratteristiche fisiche?

IL TEMPO

^ In quale anno siamo?

LE ATTIVITÀ

^ Quali sono i lavori più diffusi?

^ Come si sfruttano le risorse del territorio?

L’ORGANIZZAZIONE POLITICA e SOCIALE

^ Chi è il sindaco della città?

^ Chi sono i suoi collaboratori?

^ Come e dove si incontrano le persone?

LA CULTURA

^ Quali e quante scuole ci sono?

^ Ci sono teatri, biblioteche, musei, pinacoteche, ludoteche…?

^ Ci sono palazzi antichi?

^ È una città turistica?

LA VITA QUOTIDIANA

^ Come e dove vive la gente?

^ Come si sposta?

^ Quali strutture ci sono?

^ Quali servizi utilizza la popolazione?

LA RELIGIONE

^ Qual è la religione più diffusa?

^ Esistono chiese e luoghi di culto?

^ Ci sono feste religiose?

^ Chi è il patrono e come si festeggia?

Rispondere alle domande relative a ogni indicatore ricavando informazioni sia dall’esperienza diretta degli alunni, sia attraverso una ricerca effettuata su testi scolastici o consultati in biblioteca. Utilizzare anche immagini esplicative.

Realizzare uno schema riassuntivo con l’ausilio di fotografie, di disegni e di parole.

LE ATTIVITÀ

L’ORGANIZZAZIONE POLITICA E SOCIALE

LA VITA QUOTIDIANA
LA CULTURA
LA NOSTRA CITTÀ
IL LUOGO

Il villaggio

A questo punto, porre la domanda:

^ Le città sono sempre esistite?

Riflettere sui cambiamenti che, in passato, hanno favorito il passaggio dal villaggio alla città.

Leggere con attenzione il testo seguente.

Nell’antichità il villaggio sorgeva lungo un fiume; era formato da capanne di legno con il tetto di paglia ed era circondato da una palizzata per proteggersi dagli attacchi dei nemici. Una sentinella dava l’allarme in caso di pericolo. Infatti spesso si scatenavano guerre con le tribù vicine. Gli uomini avevano imparato a fondere il metallo per costruire armi e utensili più robusti. Questo compito spettava al fabbro, mentre il vasaio costruiva vasellame e oggetti di uso quotidiano con l’argilla.

I guerrieri dovevano difendere la popolazione dai nemici, mentre i sacerdoti offrivano sacrifici agli dei.

Osservare l’immagine di un villaggio neolitico.

Dal villaggio alla città

Schematizzare le informazioni ricavabili dal testo e dall’immagine.

luogo

vicino ai campi coltivati. lungo i fiumi.

abitazioni – capanne

IL VILLAGGIO NEOLITICO

di legno, tetti di paglia. di dimensioni variabili. molto vicine le une alle altre. circondate da palizzate per difendersi dai nemici.

scoperte

fusione dei metalli.

lavorazione dell’argilla.

guide del villaggio

guerrieri: difendere la popolazione.

sacerdoti: offrire sacrifici.

Scoprire insieme il perché di tutte le caratteristiche evidenziate.

Il villaggio sorge lungo i fiumi e vicino ai campi coltivati perché la presenza dell’acqua è necessaria all’uomo, agli animali ed alla nascente agricoltura (l’uomo, diventato stanziale, può permettersi di dedicarsi alla vita dei campi).

La differenza di dimensione delle capanne fa pensare che ci fossero persone più ricche, più potenti e più importanti delle altre (i sacerdoti, i guerrieri…).

Le capanne sono molto vicine le une alle altre per ragioni difensive ed è per questo che sono anche protette da palizzate.

La presenza di un corso d’acqua vicino al villaggio permette di introdurre la riflessione sulle civiltà fluviali.

La nascita delle città

Mostrare agli alunni una cartina geostorica che comprenda l’Africa Settentrionale, il Medio e l’Estremo Oriente e che evidenzi le regioni in cui nacquero le città e si diffusero le prime civiltà.

CIVILTÀ MESOPOTAMICA

CIVILTÀ DELL’INDO

CIVILTÀ CINESE

CIVILTÀ EGIZIA

Guidare i bambini nella lettura della carta anche attraverso una serie di domande del tipo:

^ Dove si trova l’Asia Minore?

^ Ci sono dei fiumi? Come si chiamano?

Invitare gli alunni a osservare le coste, ricche di insenature naturali, dove le navi potevano attraccare e fermarsi.

Far loro notare la presenza di due grandi fiumi: il Tigri e l’Eufrate e guidarli a ricordare che i corsi d’acqua rappresentano una risorsa importante perché possono essere utilizzati per irrigare i campi, per bere (tanto tempo fa non c’era il pericolo dell’inquinamento), per trasportare i prodotti con zattere e barche, per pescare.

Considerare ora che il clima di questa regione è molto caldo e spiegare agli alunni che questo fattore, insieme alla presenza dei due grandi fiumi, ha favorito lo sviluppo dell’agricoltura.

Dal villaggio alla città

Mesopotamia significa “terra tra due fiumi” e questa regione, per la sua forma, è stata chiamata anche “Mezzaluna fertile”.

Cercare sulla cartina il Nilo, l’Indo e il Fiume Giallo

Spiegare che gli uomini impararono a sfruttare lo straripamento dei fiumi e a incanalarne le acque per irrigare i campi.

Realizzare uno schema per sottolineare come l’acqua sia un elemento indispensabile per la vita dei villaggi, che più tardi si trasformeranno in città.

L’uomo controlla le acque e modifica l’ambiente.

I campi sono irrigati tutto l’anno e i raccolti sono abbondanti.

Lungo le rive dei fiumi si sviluppano grandi città e Civiltà.

Le regioni più fertili sono in Africa e Asia.

Le più antiche Civiltà nascono in Africa e Asia.

Proporre la lettura e l’analisi di alcuni testi che illustrino il passaggio dal villaggio alla città.

Dal villaggio alla città

All’incirca nel 4000 a.C., oltre ai villaggi, cominciarono a sorgere nuovi tipi di insediamenti più complessi: erano le prime città.

Rispetto ai villaggi esse avevano dimensioni maggiori e al loro interno si svolgevano numerose attività.

Gli abitanti iniziarono a svolgere compiti sempre più differenziati tra loro e ad avere diverse condizioni di vita, di ricchezza e di potere.

Ognuno, infatti, si occupava di una sola attività e scambiava i suoi prodotti con quelli degli altri.

Grazie alla diversa distribuzione del potere e della ricchezza pian piano le città si organizzarono sulla base di un potere centralizzato in mano a un principe, ai sacerdoti, a volte ai comandanti dell’esercito, oppure ai grandi proprietari di bestiame. Questo potere era ereditario, veniva trasmesso di padre in figlio.

La struttura delle città

Le città furono presto circondate da mura per la difesa che le proteggevano dai nemici e dai predoni, mentre al loro interno si costruivano edifici di dimensioni diverse in relazione alla loro funzione.

Inizialmente le abitazioni erano per lo più modeste e tutte simili tra loro, ma con l’aumento della ricchezza e della proprietà privata, iniziarono a differenziarsi fino alla costruzione della reggia, ovvero il palazzo del re.

In principio le abitazioni private ospitavano anche gli altari per pregare e solo in seguito all’interno della città sorsero i templi: edifici molto più grandi degli altri dove vivevano i sacerdoti e si svolgevano le cerimonie in onore degli dei.

Esistevano anche altri edifici: botteghe nelle quali gli artigiani producevano vasi, utensili e tessuti, e magazzini che custodivano i prodotti dell’agricoltura e dell’artigianato.

Vi era poi il mercato, dove si scambiavano le merci

e si discutevano gli avvenimenti fondamentali della vita cittadina.

Fuori dalle mura si estendevano i campi coltivati, i cui prodotti servivano per sfamare la popolazione urbana.

Per la vita di uomini e animali, ma anche per tutte le attività quotidiane, era importante che nelle vicinanze ci fosse un corso d’acqua.

La città di oggi, la città di ieri

Ora che gli alunni sono in possesso di tutte le informazioni, dividerli in gruppi e invitarli a pensare alla città in cui vivono e a cercare su giornali e riviste delle immagini che si riferiscono ai vari indicatori. Costruire un cartellone di sintesi che evidenzi le differenze tra la città di oggi e quella del passato.

IL TEMPO

Oggi (XXI secolo)

IL LUOGO

In pianura ci sono centri abitati, campi coltivati, industrie e strade.

L’ORGANIZZAZIONE POLITICA E SOCIALE

Ogni Comune è governato da un sindaco.

LA CULTURA

Si realizzano pitture, sculture, edifici, monumenti…

LE CITTÀ DI OGGI

LE ATTIVITÀ

Scambi con altri popoli

Per lunghi spostamenti si usa l’automobile, il treno o l’aereo.

Tecnologia, costruzioni e invenzioni

L’uomo ha inventato delle macchine, in grado di svolgere alcuni lavori al suo posto.

LA RELIGIONE

Convivono tante religioni diverse: cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, animisti…

LA VITA QUOTIDIANA

Si va a fare la spesa nei supermercati, si lavora, si va a scuola…

IL TEMPO

5000 a.C.

IL LUOGO

Sorgono nelle pianure vicino ai grandi fiumi.

L’ORGANIZZAZIONE POLITICA E SOCIALE

Ogni città è guidata dal re-sacerdote. Nascono le classi sociali: guerrieri e artigiani hanno un ruolo molto importante.

LA CULTURA

Gli artigiani creano preziosi oggetti di oreficeria e ceramiche pregiate.

LE ATTIVITÀ

Scambi con altri popoli

Si attivano scambi commerciali con altre città, utilizzando soprattutto le vie fluviali.

Tecnologia, costruzioni e invenzioni

Si costruiscono canali di irrigazione, strumenti agricoli, magazzini per conservare il cibo, vasellame, oggetti di metallo, armi…

LA RELIGIONE

LE CITTÀ DEL PASSATO

Si crede in tanti dei, ai quali il sacerdote offre sacrifici.

LA VITA QUOTIDIANA

Si vive in capanne o case di mattoni di argilla delimitate da mura. Si allevano animali, si pesca, si coltiva la terra.

Ora chiedere agli alunni:

^ Che differenza c’è tra i termini “città” e “Civiltà”?

Partire dalle risposte degli alunni e offrire loro una spiegazione esauriente, ricca di informazioni.

La vita nelle “città” era molto più complessa di quella che si svolgeva nei villaggi: gli abitanti di un territorio ben delimitato erano perfettamente organizzati e ognuno svolgeva un compito specifico per il bene dell’intera comunità.

Da questo momento non si parla più di popoli, ma di Civiltà: siamo all’incirca nel 3000 a.C.

Il termine “Civiltà” è fondamentale per comprendere la Storia. Esso deriva dalla parola latina civitas, che vuol dire “città”.

Per gli storici una Civiltà è l’insieme delle caratteristiche di un popolo che vive in un determinato territorio e che si trova a dover superare dei problemi attraverso le conoscenze e le ricchezze che possiede.

Proporre a questo punto le schede operative seguenti.

I

GRANDI PROBLEMI DELLA CIVILTÀ

• 1

1- Leggi le didascalie e osserva le immagini. Poi colora il di ogni problema e quello della soluzione corrispondente dello stesso colore.

Problema

• Avere cibo per tutti.

Soluzione

• Individuare un capo e degli amministratori, stabilire tasse, edificare opere pubbliche.

• Coordinare il lavoro, stabilire e rispettare le regole.

• Scegliere il luogo adatto vicino ad un corso d’acqua e ben difendibile.

• Costruire una città sicura e fiorente.

• Costruire strumenti agricoli, canali di irrigazione, magazzini per conservare i raccolti.

I GRANDI PROBLEMI DELLA CIVILTÀ • 2

1- Leggi le didascalie e osserva le immagini. Poi colora il di ogni problema e quello della soluzione corrispondente dello stesso colore.

PROBLEMA

• Procurarsi ciò che non si riesce a produrre.

SOLUZIONE

• Costruire templi in onore degli dei, nominare i sacerdoti.

• Assicurarsi la protezione e il favore degli dei.

• Costruire mura e armi, creare gruppi di guerrieri.

• Difendere il territorio.

• Attivare scambi commerciali con altre popolazioni.

Nome e Cognome Classe

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