Anna Forlani

Anna Forlani
Guida teorico-pratica per la Scuola Primaria • Matematica • Scienze
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CODICE DI SBLOCCO
Anna Forlani
Guida teorico-pratica per la Scuola Primaria
team grafico
Mauda Cantarini, Studio Rubber Band coordinamento redazionale
Corrado Cartuccia, Sara Ortenzi illustrazioni
Monica Fucini, Mauro Sacco, Elisa Vallarino, Antonio Tregnaghi
stampa
Gruppo Editoriale Raffaello
© 2019
Raffaello Libri SpA Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it www.raffaelloscuola.it
Ristampa 6 5 4 3 2 1 0 2026 2025 2024 2023 2022 2021 2020 2019
Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica se non espressamente autorizzate dal titolare del copyright.
L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.
Che cosa c’è nella Guida .............................................. 5
Dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo d’istruzione 6
Iter per la progettazione didattica 9
Area matematico-scientifica 16
Matematica 18
Progettazione annuale matematica 19
Scienze naturali 22
Progettazione annuale scienze naturali 23
Unità formativa 1
Sei bravo con i numeri?
La rilevazione delle abilità e dei saperi
acquisiti 27
Percorso di apprendimento 28
Unità formativa 2
Le operazioni
L’addizione e la sottrazione ..................................53
Percorso di apprendimento .................................... 54
Unità formativa 3
Moltiplicare e dividere
Dalle tabelline alle moltiplicazioni e divisioni 79
Percorso di apprendimento 81
Unità formativa 4
Usare le tabelline
Le moltiplicazioni e le divisioni 99
Percorso di apprendimento 100
Unità formativa 5 I numeri crescono?
I numeri di tre cifre 127
Percorso di apprendimento 128
Unità formativa 6
Il mille! E ancora di più
I numeri di quattro cifre 161
Percorso di apprendimento ................................. 162
Unità formativa 7
Numeri sempre più grandi
Oltre le migliaia 197
Percorso di apprendimento ................................. 198
Unità formativa 8
Riprendiamo le operazioni
L’addizione e la sottrazione 207
Percorso di apprendimento 208
Unità formativa 9
Riprendiamo le operazioni
Moltiplicazione e divisione ................................ 249
Percorso di apprendimento 250
Percorso di apprendimento 281
Unità formativa 10 I problemi
Risolvere situazioni problematiche 305
Percorso di apprendimento ................................ 306
Unità formativa 11
Si possono rompere i numeri?
Le frazioni e i numeri decimali 335
Percorso di apprendimento 336
Percorso di apprendimento 350
Unità formativa 12
Le misure
Dagli Euro ai minuti 369
Percorso di apprendimento 370
Percorso di apprendimento 378
Unità formativa 13
Il mondo geometrico
Leggere la realtà dal punto di vista delle forme 431
Percorso di apprendimento 432
Unità formativa 14
Il pensiero razionale
La statistica, la logica, la probabilità 481
Percorso di apprendimento 482
Unità formativa 1
La natura tende alla vita
La sopravvivenza e diffusione
della specie ................................................................... 513
Percorso di apprendimento .................................. 514
Unità formativa 2
L’adattamento all’ambiente
Gli esseri viventi e il freddo 529
Percorso di apprendimento 530
Unità formativa 3
L’acqua
Gli stati dell’acqua, il ciclo dell’acqua, le caratteristiche dell’acqua 553
Percorso di apprendimento 554
In cammino verso:
La Guida, mettendo insieme tre aspetti fondamentali dell’insegnamentoapprendimento quali:
- la conoscenza epistemologica delle discipline; - la conoscenza degli alunni; - la conoscenza del loro contesto di vita; presenta un percorso didattico strutturato in UNITÀ FORMATIVE che, per comodità di consultazione, riguarda alcuni aspetti specifici della disciplina presa in esame. Gli itinerari didattici possono essere presentati nella sequenzialità proposta nella Guida, ma anche con ordine diverso e/o interconnessi con altre UNITÀ che, pur presentando altri percorsi, concorrono anch’esse al raggiungimento del medesimo obiettivo.
All’inizio della guida è presente una riflessione sui metodi e sulla loro traduzione didattica e sull’apprendimento.
In ciascun segmento didattico viene indicato:
- il titolo dell’UNITÀ FORMATIVA;
- il CONTENUTO preso in esame;
- le COMPETENZE da sviluppare;
- gli OBIETTIVI di apprendimento;
- il PERCORSO DIDATTICO da attivare.
Le autrici, dopo un’attenta lettura delle Indicazioni Nazionali per il Curriculo (novembre 2012), hanno ritenuto opportuno evidenziare gli aspetti più significativi del documento, rielaborandolo liberamente e individuando:
• i compiti del sistema scolastico;
• i compiti del docente;
• i principi metodologici fondamentali per un’efficace azione formativa.
• Sostenere i bambini nella capacità di dare senso alla varietà delle loro esperienze scolastiche ed extrascolastiche, di ricomporre la frammentazione delle informazioni, di unificare lo sviluppo della loro formazione personale.
• Fornire supporti adeguati a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno.
• Considerare e valorizzare:
- il dinamismo e la competitività indotti dalla commistione di culture differenti;
- la rapida proliferazione dei saperi;
- la compresenza di competenze, motivazioni, interessi sempre più differenziati tra i singoli alunni.
• Fornire le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e trasformare le mappe dei saperi, rendendole continuamente coerenti con la rapida e spesso imprevedibile evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti.
• Mettere in relazione la complessità dell’apprendimento, anche derivante dai nuovi strumenti informatici, con un’azione quotidiana costante di alfabetizzazione sulle metodologie di utilizzo di tali strumenti.
• Curare e consolidare le competenze, i saperi, i linguaggi di base, che rendono possibile ogni tipo di apprendimento nel corso della vita.
• Impegnarsi per il successo scolastico di tutti gli studenti con particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, svantaggio, disabilità, utilizzando l’esperienza dell’altro, come opportunità di conoscere le proprie specificità e vocazioni.
• Porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva, attraverso la promozione di esperienze significative che consentono di apprendere concretamente a prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente.
• Formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale.
• Fornire supporti, affinché ogni persona possa sviluppare un’identità consapevole e aperta.
• Insegnare le regole del vivere e del convivere in collaborazione con le altre agenzie educative che concorrono alla formazione dell’alunno.
• Costruire un’alleanza educativa con le famiglie, pur riconoscendo e rispettando i reciproci ruoli.
• Promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria.
• Educare alla convivenza attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni alunno.
• Pensare di realizzare il proprio progetto educativo e didattico tenendo conto della singolarità e complessità di ogni alunno, della sua identità, delle sue aspirazioni, delle sue fragilità, dei suoi bisogni.
• Curare la formazione della classe come gruppo: promuovere i legami cooperativi tra i componenti, gestire i conflitti come momenti di crescita nella socializzazione.
• Coinvolgere gli alunni nella strutturazione della classe e della scuola, come luogo accogliente e piacevole da vivere.
• Elaborare con attenzione e competenza i percorsi didattici finalizzati a fornire agli alunni gli strumenti necessari a conoscere il mondo nei suoi aspetti naturali, sociali, culturali e antropologici.
• Progettare percorsi per la promozione, la rilevazione, la valutazione delle competenze.
• Giungere alla certificazione delle competenze solo dopo aver messo in atto un serio processo di osservazione, documentazione e valutazione delle stesse.
• Arricchire la propria professionalità attraverso la formazione continua in servizio, la riflessionesulle “buone pratiche didattiche”, il rapporto adulto con i saperi e la cultura.
C) I principi metodologici fondamentali per una efficace azione formativa
• Ancorare i nuovi apprendimenti all’esperienza e alle conoscenze pregresse degli alunni, alle diverse modalità di apprendere.
• Impedire che le diversità diventino disuguaglianze, attraverso interventi adeguati che prevedano la progettazione, la realizzazione di percorsi didattici specifici rispondenti ai bisogni educativi degli alunni anche con cittadinanza non italiana.
• Promuovere il gusto per la ricerca di nuove conoscenze, favorendo l’esplorazione e la scoperta.
• Incoraggiare l’apprendimento collaborativo, promuovendo esperienze di aiuto reciproco, di apprendimento e di apprendimento tra pari.
• Favorire la consapevolezza dei punti di forza e di debolezza, nel modo di apprendere, da parte di ogni bambino.
• Aiutare l’alunno a riflettere sul percorso di conoscenza che sta compiendo e sulle modalità che utilizza per comprendere e portare a termine correttamente il compito assegnato.
• Promuovere esperienze di tipo laboratoriale, anche all’esterno della scuola, che coinvolgano gli alunni nel progettare-realizzare-valutare attività vissute in modo condiviso e partecipativo con gli altri.
• Attivare forme di conoscenza della realtà attraverso processi di problematizzazione, rappresentazione, sistematizzazione.
• Seguire gli alunni nella costruzione di schemi e mappe di sintesi che raccolgano e mettano a confronto le osservazioni e le scoperte effettuate all’interno dei diversi percorsi di apprendimento.
Per organizzare e articolare il piano di lavoro annuale, gli insegnanti di classe dovranno necessariamente confrontarsi sui rifermenti culturali che ispirano le Indicazioni Nazionali per il Curriculo (novembre 2012) e quindi:
• assumere come idea basilare la centralità della persona-alunno tenendo conto “della singolarità e complessità di ogni soggetto, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, delle sue capacità e delle sue fragilità”;
• operare per garantire a tutti determinati livelli di competenza, facendo però attenzione a creare le condizioni idonee a valorizzare la specificità, le predisposizioni di ciascun alunno;
• differenziare le strategie didattiche partendo dal diverso patrimonio di conoscenze, abilità e competenze raggiunte da ogni alunno, nonché dai diversi ritmi e stili cognitivi di apprendimento.
La progettazione didattica dovrà prevedere:
a) Analisi del contesto socio-culturale:
- caratteristiche del luogo in cui è ubicata la scuola;
- rilevazione delle risorse della zona e delle agenzie educative presenti, con le quali potrebbero essere possibili rapporti di collaborazione;
- tipologia delle famiglie.
b) Analisi dell’ambiente scolastico:
- docenti: il numero degli insegnanti e le loro competenze specifiche, funzione di coordinamento, cenni sull’organizzazione delle attività didattiche, dei laboratori, delle scelte di collaborazione con l’extra-scuola, del coinvolgimento di esperti necessari all’attuazione di specifici “progetti”;
- risorse strutturali: stato di salute e capienza dell’edificio scolastico, numero delle aule, presenza di laboratori, condizioni dello spazio esterno e possibile utilizzo;
- alunni: numero delle classi e degli alunni per classe, analisi del livello di competenza raggiunto, eventuali difficoltà emerse, individuazione delle capacità da potenziare, livello di impegno nel lavoro a casa e a scuola, bisogni formativi espressi o letti dagli adulti.
All’inizio dell’anno scolastico i docenti dovranno individuare per ogni disciplina le Competenze sulle quali lavorare durante l’anno.
Le Indicazioni Nazionali, infatti, presentano solo i traguardi per lo sviluppo delle Competenze al termine della Scuola Primaria e il D.M n. 742/2017 adotta i modelli nazionali di certificazione di tali competenze, definendo finalità e modalità di certificazione.
Prima che si definiscano le Competenze, perciò, è importante che i docenti si confrontino sul concetto di “competenza”.
Pietro Boscolo in Continuità, apprendimenti e competenze in un curricolo verticale in Gli istituti comprensivi, Studi e documenti degli annali della Pubblica Istruzione pubblicato da Le Monnier nel 1999, così definisce la competenza: “[...] l’insieme delle conoscenze, abilità e atteggiamenti che consentono ad un individuo di ottenere risultati utili al proprio adattamento negli ambienti per lui/lei significativi [...] e che si manifesta come capacità di affrontare e padroneggiare i problemi della vita attraverso l’uso di abilità cognitive e sociali”.
Concetto simile si trova proprio nel D.M. n. 742/2017, che definisce la competenza matematica e le competenze di base in Scienze e Tecnologia come la capacità di utilizzare “le conoscenze matematiche e scientifico-tecnologiche per trovare e giustificare soluzioni a problemi reali” (ALLEGATO A).
Il Consiglio Europeo ha ulteriormente definito il quadro delle competenze con l’emanazione della Raccomandazione del 22/05/2018. Nel documento europeo le competenze chiave sono definite come “una combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti. Le competenze-chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, l’occupabilità, l’inclusione sociale, uno stile di vita sostenibile, una vita fruttuosa in società pacifiche, una gestione della vita attenta alla salute e alla cittadinanza attiva...”
Il quadro di riferimento cita, fra gli otto tipi di competenze-chiave, anche la competenza matematica e competenza in scienze, tecnologia, ingegneria
Per ciascuna delle competenze-chiave vengono indicati gli atteggiamenti da tenere in considerazione sia nella didattica, sia nei momenti di verifica-valutazione.
Gli Obiettivi di Apprendimento, elencati nelle Indicazioni per la classe terza e quinta, costituiranno la base sulla quale ridefinire gli Obiettivi per ogni classe di Scuola Primaria.
All’inizio dell’anno scolastico i docenti progetteranno, a livello di massima, le U.F. che verranno proposte nel corso dell’anno e che saranno maggiormente definite, precisate e documentate in itinere, in base alle concrete situazioni operative e ai relativi feedback. A seconda delle necessità, dei momenti, dei percorsi, si potranno progettare Unità Formative: - semplici: si riferiranno ad una sola disciplina o ambito disciplinare senza sotto-unità al lavoro interno; - sequenziali: interessano una sola disciplina, ma saranno scomposte in sotto-unità successive e propedeutiche le une alle altre;
- articolate: coinvolgeranno diverse discipline che lavoreranno contemporaneamente sulla stessa competenza mediante sotto-unità semplici;
- complesse: coinvolgeranno diverse discipline chiamate a lavorare contemporaneamente sulla stessa competenza mediante sotto-unità sequenziali.
In questa fase è necessario che gli insegnanti stabiliscano e condividano la struttura della U.F. e del relativo schema che può essere articolato in:
a) Rilevazione delle preconoscenze e del bisogno formativo (fase preattiva dell’Unità Formativa). In questa fase si procede a:
- conoscere lo stato cognitivo di partenza degli alunni rispetto alle conoscenze nuove e alle operazioni previste;
- esplicitare il bisogno formativo che può essere definito come lo “scarto” tra il livello di competenze che il soggetto, in relazione ad un determinato compito di vita, già manifesta e il livello che, educativamente, si ritiene legittimo attendersi da lui e alla cui maturazione concorre attraverso il processo di acculturazione. Il bisogno formativo può essere espresso dall’alunno in forma esplicita o più velata, attraverso una tensione-desiderio verso il sé ideale o può essere letto dall’adulto.
b) Delineazione delle competenze come orizzonte verso il quale dirigere il percorso.
c) Individuazione degli Obiettivi di Apprendimento.
Si ricercano, all’interno delle discipline, le conoscenze e le abilità che rappresentano, per gli alunni, le risorse indispensabili per svolgere correttamente il compito cui sono stati chiamati. In questa fase si innestano le differenziazioni e si possono prevedere percorsi diversi per gruppi di allievi o per il singolo, precisando gli standard di approfondimento delle varie conoscenze e abilità.
d) Organizzazione dell’attività.
A questo punto i docenti strutturano la fase organizzativa del lavoro individuando i percorsi che può effettuare ciascun insegnante in base alle discipline di cui è responsabile. È proprio in questa fase che i docenti, tenendo conto dei diversi stili e ritmi di apprendimento degli alunni, delle esperienze di vita che possono risultare significative nel contesto formativo in oggetto, delle particolari dinamiche relazionali, prevedono l’organizzazione del lavoro all’interno della classe e/o per gruppi e decidono i possibili laboratori di interclasse.
Ciascun docente, durante la realizzazione della parte di U.F. che gli compete, annota nel proprio “diario di bordo” l’andamento dei lavori verificando costantemente il raggiungimento delle conoscenze e abilità applicate, osservando le modalità di relazione, di collaborazione, il livello di impegno personale con i quali ciascun alunno affronta il lavoro.
Nell’organizzazione dell’attività didattica, i docenti dovranno annotare comportamenti comuni di fronte a situazioni “straordinarie” e di routine che non solo contribuiranno a realizzare l’unitarietà dell’azione educativa, ma garantiranno agli alunni chiarezza, sicurezza e li abitueranno a vivere un’effettiva esperienza di condivisione e cooperazione. È molto importante che il docente di riferimento concordi, con gli altri insegnanti che operano nella classe, le modalità atte a promuovere rispetto verso le persone che operano nella scuola, verso i materiali, verso le regole condivise: saluto, rispetto dell’orario, puntualità nell’esecuzione di compiti, uso del grembiule, cura e rispetto del materiale individuale di lavoro, degli arredi, degli ambienti…
Le attività verranno svolte attraverso le seguenti modalità di raggruppamento degli alunni:
a) Lavoro individuale
- libero;
- con assistenza dell’insegnante;
- programmato su materiale autocorrettivo e strutturato.
b) Lavoro a due
- insegnante/alunno;
- alunno/alunno (alla pari);
- l’alunno più capace aiuta il compagno.
c) Lavoro in piccolo gruppo
- interno alla classe stessa;
- fra gli alunni di classi non parallele;
- omogeneo per livello di rendimento;
- integrato con criteri sociometrici;
- per attività libere
- con assistenza dell’insegnante/i;
- per attività programmate.
d) Lavoro in classe
- alunno/alunni;
- insegnante/alunni (a senso unico);
- insegnante/alunni (a senso multiplo);
e) Lavoro in grandi gruppi
- due o più gruppi provenienti da varie classi;
- tutte le classi del plesso al completo.
All’interno dei diversi percorsi di insegnamento-apprendimento, verranno utilizzate molteplici modalità di lavoro.
a) Esplorazioni
- esplorazioni finalizzate alla presa di contatto con la realtà;
- esplorazioni secondo un piano d’osservazione;
- ricostruzione dell’esperienza vissuta;
- esplorazione per controllo delle conoscenze acquisite.
b) Conversazioni
- conversazione occasionale, a senso multiplo, su tutto ciò che può interessare, su un episodio di attualità…;
- conversazione clinica, tendente ad individuare le conoscenze e i concetti spontanei degli alunni, intorno a determinati problemi;
- discussione finalizzata a chiarire informazioni, a illustrare aspetti particolari di un problema o a motivare al lavoro;
- discussione orientata mediante domande proposte dall’insegnante o risposte suggerite dagli interventi degli alunni, ad analizzare e/o comparare fatti e fenomeni;
- discussione sistematica finalizzata a verbalizzare concetti, a definire ipotesi, a sintetizzare l’attività svolta.
c) Lezioni
- commento dell’insegnate su cronache, racconti, articoli, brani letterari;
- lettura guidata dei testi proposti dall’insegnante per problematizzare, per integrare, per approfondire le attività precedentemente svolte;
- esposizione finalizzata alla presentazione metodica di un elemento, un fatto, un particolare testo, un’attività specifica;
- esposizione centrata alla messa in evidenza di una regola, di un concetto, di una relazione, di un principio…;
- proiezione e commento di audiovisivi quali illustrazioni, diapositive, film, lucidi, cartelloni.
d) Esercitazioni
- attività libere con materiali vari e scarsamente strutturati, volti alla realizzazione di prodotti creativi;
- manipolazione di materiali predisposti per la “scoperta” di somiglianze, differenze, regolarità e per la definizione di concetti;
- disegni spontanei e preordinati;
- codificazione grafico-figurativa di eventi di complessità crescente;
- schematizzazione di conoscenze, di esperienze e di concetti appresi nei diversi percorsi di apprendimento;
- attività ordinate a produrre vissuti per verbalizzare le proprie esperienze per mettersi “nei panni degli altri” (role-play);
- simulazione e giochi in cui gli alunni, sulla base di vincoli e di canovacci predisposti, sono orientati a comprendere relazioni di vasta complessità.
Per procedere alla valutazione è importante che gli insegnanti offrano a ciascun alunno l’opportunità di manifestare il suo essere competente in una nuova situazione problematica, nell’esecuzione di un compito inerente al percorso effettuato.
A conclusione del lavoro i docenti osservano, descrivono, valutano il livello di conquista delle conoscenze e delle abilità, quindi il livello di competenza raggiunto nel percorso didattico.
In questa fase, vengono altresì annotati e valutati gli atteggiamenti nei confronti dell’esperienza scolastica; disponibilità all’apprendimento, costanza nell’assunzione degli impegni, consapevolezza dei propri diritti e doveri, qualità dei rapporti interpersonali…, capacità di cooperazione… I docenti dovranno inoltre assicurare agli alunni e alle famiglie “un’informazione tempestiva e trasparente” sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate nei diversi momenti del percorso didattico, promuovendone con costanza la partecipazione e la corresponsabilità educativa, così come evidenziato nelle Indicazioni Nazionali.
Le strategie
Per la valutazione si adotteranno tre strategie specifiche:
• l’autovalutazione, nella quale alunni e docenti valuteranno ciascuno la propria attività. Tale strategia aiuta l’allievo nella sua formazione integrale, rendendolo responsabile e dando fiducia alla sua autonomia (autocorrezione di prove realizzate e di lavori eseguiti - selezione autonoma dei lavori propri ritenuti più significativi);
• la covalutazione: valutazione reciproca che fanno i componenti di un gruppo (alunni-insegnanti) per riconoscere capacità, risultati, mancanze, al fine di trovare i mezzi idonei per migliorare;
• l’eterovalutazione: strategia atta a misurare il rendimento degli allievi da parte dei docenti (valutazione verticale).
In linea con i principi metodologici indicati, le operazioni di verifica/valutazione dovranno consentire il rilevamento delle conoscenze e delle abilità possedute da ciascun alunno nei tre momenti che scandiscono l’iter formativo – iniziale, in itinere, finale – e la loro organizzazione sarà collegata alla funzione che la verifica assolve in questi tre momenti: diagnostica-formativa-sommativa. Le prove di verifica forniranno costantemente al docente elementi per rivedere e riadattare il percorso e all’alunno indicazioni per l’autovalutazione.
La valutazione delle prove terrà conto:
- del livello di partenza di ciascun alunno;
- delle modificazioni evidenziate nel processo di insegnamento/apprendimento/formazione;
- della documentazione e dei prodotti realizzati;
- dell’orientamento e delle decisioni emerse durante l’attività
Gli strumenti
Per realizzare la valutazione in questa visione più moderna e ampia, saranno utilizzati molteplici strumenti:
• l’osservazione, esame in forma attenta dei processi di formazione degli allievi, tanto in aula come fuori di essa;
• l’intervista, il colloquio che segue uno schema prestabilito e permette di centrarsi su determinati aspetti;
• il questionario, l’applicazione di una successione di domande al fine di ottenere informazioni su un determinato problema, tema o situazione;
• la sociometria, proposta di un test al fine di identificare la posizione e il compito dei membri di un gruppo all’interno di esso;
• il colloquio, dialogo tra diverse persone in relazione a un tema predeterminato, nel quale chiunque può essere emittente o ricevente;
• i lavori degli allievi, tutte le attività, compiti, esercizi, progetti, prove oggettive (di completamento - di corrispondenza - vero falso - a scelta multipla), saggi, prove scritte a tema assegnato ma libere nella forma, prove a libro aperto, biografie di lavoro, che gli alunni realizzano in forma individuale o in gruppo, in aula o fuori da essa.
Le caratteristiche della valutazione
La valutazione dovrà necessariamente precedere, accompagnare e seguire i percorsi curriculari, quindi essere:
• continua: realizzarsi in modo permanente sulla base di una successione che permetta di dare un valore tanto al progresso quanto alle difficoltà di ciascun allievo;
• integrale: tenere conto di tutti gli aspetti e delle diverse dimensioni dell’individuo;
• sistematica: essere organizzata sulla base di principi pedagogici e messa in relazione con gli scopi dell’educazione;
• flessibile: essere in accordo con i ritmi di sviluppo dell’individuo, considerando perciò la “storia” dell’allievo, i suoi interessi di base e le sue capacità, i suoi limiti e i suoi cambi d’interesse;
• interpretativa: cercare di comprendere il significato dei processi e dei risultati e non solo la loro evidenza finale.
Giunti al percorso del terzo anno, potrebbe sembrare superfluo ripetere quanto si è detto sui principi di natura psico-didattica che sorreggono le nostre proposte, ma, pensando a insegnanti che prendono in mano questa guida per la prima volta, ci sembra utile fare la scelta di riproporli, sia pure velocemente.
Il campo di una guida è quello dell’oggetto (che cosa?), del metodo (come?) e della sua traduzione didattica (l’agire quotidiano).
Gli insegnanti, ormai, hanno sentito parlare tutti, e molto, di didattiche: la didattica trasmissiva, la didattica attiva, la didattica per obiettivi, la didattica della ricerca, la didattica per concetti, …
Sarebbe opportuno, però, conoscere bene quella che, a nostro giudizio, si confà maggiormente all’età e all’esperienza dei nostri alunni e lavorare sempre con essa in modo che i ragazzi abbiano l’occasione di appropriarsi di un abito mentale di lavoro per l’apprendimento.
L’apprendimento
Vi sono delle conoscenze sulle dinamiche dell’apprendimento che nessun insegnante può ignorare. Ricordiamo brevemente, insieme, le più note.
• Le intelligenze multiple. È ormai acquisizione condivisa la consapevolezza che ognuno di noi è portatore di una “specifica intelligenza” la quale può essere trainante per tutti gli apprendimenti (H. Gardener, Formae mentis, saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Feltrinelli). Importante è, quindi, rilevare tale intelligenza. Come fare? Una buona partenza può essere proporre attività diverse, con materiali diversi, rispondenti alle intelligenze da rilevare e lasciare liberi i bambini di scegliere.
Prendiamo appunti sulle scelte e teniamone conto: sono esse che possono rivelarci l’intelligenza portante.
• Gli stili di apprendimento. Questa particolarità non solo va scoperta, ma va incrementata e sostenuta. Il ragazzo che abbiamo davanti come apprende? Per imitazione, con una guida, per spiegazione, per tentativi ed errori, ascoltando e ripetendo, da solo,….
• I saperi ingenui. Da molto, ormai si parla dei saperi che i bambini hanno acquisito nel periodo prescolastico e si proclama la necessità di tenerne conto.
Sottolineiamo che il bambino continua sempre ad apprendere attraverso esperienze dirette e indirette ma lo fa a suo modo, “ingenuamente”, acquisendo concetti e misconcetti, interpretando e memorizzando ciò che la quotidianità gli pone dinnanzi, per mezzo di parametri di verità o falsità che sono suoi e soltanto suoi.
Saper rilevare tali saperi significa porre le basi per proseguire il cammino in modo corretto e produttivo.
Come si rilevano? Alcune didattiche esplicitano un loro modo specifico: le verifiche iniziali nella didattica per obiettivi, le ipotesi nella didattica della ricerca, la conversazione clinica nella didattica per concetti, …
• I mediatori didattici. “L’insegnamento viene definito come azione che produce mediatori” (E. Damiano, Il sapere dell’Insegnante. Introduzione alla didattica per concetti con esercitazioni, Franco Angeli).
Quali sono i principali mediatori. Vediamoli insieme:
– i mediatori attivi: si servono dell’esperienza diretta;
– i mediatori iconici: si servono della rappresentazione iconico-spaziale, che riproduce l’esperienza diretta;
– i mediatori analogici, in senso stretto: si esprimono attraverso i giochi di simulazione;
– i mediatori simbolici si servono dei codici arbitrari, convenzionali (come la parola, il numero, le note musicali, …) che richiedono la conoscenza e l’interpretazione giusta.
Specialmente con i piccoli l’efficacia è fortissima con i mediatori attivi e diminuisce progressivamente sino ai mediatori simbolici. Risulta invece inversamente proporzionale il tempo richiesto.
Ovviamente la scuola non può non darsi dei traguardi da raggiungere: traguardi cognitivi e formativi allo stesso tempo. Resta la scelta del come fare.
Citiamo: “le discipline dell’area matematico-scientifica hanno come elemento fondamentale il laboratorio, inteso sia come luogo fisico, sia come momento in cui l’alunno è attivo, formula le proprie ipotesi e le verifica, progetta e sperimenta, discute e argomenta le proprie scelte, impara a raccogliere dati, a ricavarne informazioni e a confrontarle con le ipotesi formulate, negozia e costruisce significati, giunge a conclusioni temporanee, porta a nuove aperture la costruzione delle sue conoscenze e si appropria del linguaggio adatto per metterle in comune”. (Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’Istruzione, 2012)
Quanto sopra scritto ci sembra sufficientemente indicativo della base sulla quale è radicato il metodo, nonché del metodo stesso proprio di quest’area disciplinare, ma che, a ben guardare, dovrebbe essere di tutte le aree disciplinari.
È con questo metodo che l’uomo ha costruito le sue scienze per leggere la realtà da vari punti di vista. È quindi questo il metodo “fisiologico” con il quale deve conquistare il sapere anche il bambino, sapere che deve trasformarsi in conoscenze e competenze
Premessa
Abbiamo già detto che quando si parla di matematica ci si riferisce, ovviamente, a un insieme di discipline ognuna delle quali porta il suo contributo alla completezza di questa scienza: l’aritmetica, l’algebra, la logica, la combinatoria, la statistica, la probabilità, lo spazio e la sua formalizzazione geometrica.
Resta soltanto da trasformare il tutto in un progetto didattico
Che cosa serve per costruire un valido progetto didattico?
Per costruire un progetto didattico che sia efficace serve la conoscenza della disciplina, la conoscenza degli alunni e della loro realtà esperienziale e la scelta di un metodo di lavoro
Per quanto riguarda la disciplina, essa è già patrimonio degli insegnanti. Per quanto riguarda gli alunni, invece, la loro intelligenza, lo stile di apprendimento, la rilevazione della realtà esperienziale nonché la scelta del metodo rimandiamo alle riflessioni già messe in comune nelle pagine precedenti.
Il percorso da noi strutturato è suddiviso in Unità Formative ciascuna delle quali riguarda un aspetto della matematica, che non si ferma alla conoscenza, poiché abitua l’alunno a porsi domande e a cercare attivamente le risposte.
L’alunno:
• Sviluppa un atteggiamento positivo rispetto alla matematica grazie a molte esperienze in contesti significativi, che gli permettono di mettere in rapporto gli strumenti matematici, che va apprendendo, con la propria realtà esperienziale e anche perché essa, la matematica, si presenta a lui come un affascinante gioco del pensiero
• Si muove con sicurezza nel calcolo scritto e mentale con i numeri naturali e sa servirsene per risolvere facili situazioni problematiche.
• Formalizza dati per mezzo di semplici rappresentazioni e sa usarle per ricavare informazioni.
• Riesce a risolvere facili problemi con modalità varie, spiegando a parole il procedimento seguito.
• Costruisce ragionamenti, usando la terminologia appropriata.
• Riconosce situazioni di incertezza, sa usare le espressioni a esse proprie e sa quantificare le più semplici per mezzo degli strumenti adatti.
• Descrive e classifica figure e oggetti in base a caratteristiche geometriche.
• Sa utilizzare adeguatamente strumenti per il disegno geometrico e per la rilevazione di caratteristiche geometriche di figure e oggetti.
• Usa i più comuni strumenti di misurazione.
• Acquisisce i concetti di perimetro e area e il modo per calcolarli
• Leggere, scrivere e confrontare numeri naturali interi e decimali.
• Eseguire mentalmente e per iscritto semplici operazioni per la risoluzione di problemi
• Individuare multipli e divisori di un numero.
• Acquisire il concetto di frazione
• Trovare il quadrato dei numeri della prima decina.
• Usare a memoria le tabelline della moltiplicazione dei numeri fino al 10.
• Riconoscere, descrivere le più semplici figure geometriche rilevando le loro caratteristiche, anche con l’uso di strumenti adeguati.
• Riprodurre semplici figure geometriche in base alla loro descrizione e usando gli strumenti adeguati.
• Usare il piano cartesiano per localizzare punti, operare traslazioni e trasformazioni.
• Calcolare il perimetro di una figura.
• Acquisire il concetto di area e saperla calcolare nelle più semplici figure geometriche: quadrato, rettangolo, triangolo.
Relazioni, misure, dati e previsioni
• Saper rappresentare in modo adeguato relazioni e dati
• Usare rappresentazioni di dati per ricavare informazioni.
• Rappresentare la struttura di problemi per mezzo di tabelle e grafici.
• Conoscere e usare le principali unità di misura.
• Ipotizzare la maggiore o minore probabilità di un evento, argomentare la propria ipotesi e usare semplici strumenti per la sua quantificazione
• Riconoscere e descrivere le regolarità e i ritmi di una sequenza di numeri o figure.
Le competenze e gli obiettivi della terza classe indicano, inequivocabilmente, un avvicinamento ai traguardi da raggiungere in tutta la Scuola Primaria, ma sono anche fortemente innestati nei percorsi delle due classi precedenti. In essi, infatti, sono state poste le basi per le nuove proposte e su di essi lavoreremo ancora, specialmente i primi tempi, per verificare e consolidare apprendimenti, abilità e competenze.
• Uno dei primi avanzamenti importanti è quello della “crescita dei numeri” che, dal centinaio (la potenza quadrata del 10) devono raggiungere il migliaio (10 alla terza potenza, in altre parole 10 al cubo).
• Un altro passo importantissimo e quello della conoscenza e comprensione delle frazioni e dei numeri decimali, necessari anche per operare con il sistema di misurazione decimale.
• Prima però dovremo verificare se i ragazzi riconoscono e hanno memorizzato con sicurezza il nome, la quantità e l’ordine, di tutti i simboli matematici scritti e verbali entro il cento e se hanno ben acquisito i concetti di base affrontati:
– i numeri costituiscono una serie infinita e ciascun numero della serie è maggiore del precedente e minore del seguente di una unità;
– la nostra numerazione è basata su un sistema “decimale” il quale ci porta a concepire come unità di ordine superiore ogni raggruppamento di 10 elementi, e di ordine inferiore ogni elemento ricavato dalla divisione di una unità in 10 parti;
– l’unità di ordine superiore o inferiore, all’interno del numero, è riconoscibile per la posizione che occupa;
– la cifra che indica le unità di ordine inferiore non può essere omessa (uso dello zero).
• Numeri naturali entro il 1000.
• Confronto tra numeri.
• Composizione e scomposizione di numeri.
• Le quattro operazioni e le loro proprietà.
• La tavola pitagorica.
• Multipli, divisori, numeri primi.
• Le frazioni e l’unità frazionaria.
• Le frazioni decimali.
• I numeri decimali.
• Le misure convenzionali.
• Problemi.
• Rappresentazione dei dati con diagrammi.
• Rappresentazione di relazioni: diagrammi, schede, tabelle.
• Classificazione in base a proprietà.
• Gli insiemi.
• Quesiti logici.
• Concetti di probabilità e di speranza matematica.
• Il piano cartesiano.
• Le linee.
• Gli angoli.
• Principali figure piane.
• Principali figure solide.
• Spigoli, vertici e facce.
• Perimetro, area.
Premessa
Abbiamo già detto, negli scorsi anni, che con il nome di “scienze naturali ” s’intendono quelle scienze che hanno per oggetto gli aspetti naturali della Terra, dell’Universo e delle forme di vita, cioè i fenomeni dell’Universo materiale
Le scienze naturali si fondano sull’esperienza e sull’osservazione, trovando in esse il criterio di validità delle loro conclusioni.
Questa peculiarità le colloca tra le “scienze induttive”, scienze, cioè, che partendo da fatti concreti e particolari vanno alla ricerca delle leggi generali che reggono l’Universo naturale. È vero, però, che oggi il processo scientifico si è quasi completamente capovolto, poiché, partendo da intuizioni e ipotesi, si giunge all’esperimento concreto di verifica. Ma certamente non può essere questa la strada e il metodo adatto ai nostri ragazzi che non possiedono ancora la base materiale, cognitiva e concettuale capace di sostenere il processo deduttivo È da questi presupposti che nasce il nostro metodo di lavoro delle scienze naturali, che potranno essere arricchite, soltanto “alla fine”, da integrazioni culturali, se necessarie, ottenute sia interpellando esperti sia attingendo da testi di scienze.
Sarà dunque compito dell’insegnante suscitare la meraviglia, lo stupore di fronte all’armonia e alla bellezza dell’Universo, davanti a un evento nuovo, a un fatto inaspettato che mette in crisi le conoscenze ingenue o superficiali dei ragazzi, al fine di stimolare la problematizzazione di partenza capace di offrire lo slancio per osservare, riflettere, ipotizzare, sperimentare, verificare, fino a trarre conclusioni e un concetto, una legge della natura, che può, però, essere superato o smentito (vedi il principio di falsificabilità della Scienza in K.R. Popper, Il gioco della scienza, Armando Editore).
Soltanto alla fine di questo cammino, si giungerà all’organizzazione di quei quadri generali di riferimento, che formalizzeremo in schemi e classificazioni
Per quanto riguarda i contenuti, i limiti vanno posti nell’essere comprensibili (proporzionati alle capacità intellettuali dei ragazzi), facilmente sperimentabili (che non richiedano complesse apparecchiature) e semplici (tali da concludersi con una breve serie di attività).
Questa guida non può offrire che il mediatore iconico e quello verbale, i quali nella vita della classe devono divenire “concreti”, cioè osservabili e sperimentabili per quanto è possibile.
La guida sollecita questa concretezza con alcune indicazioni (“prova anche tu”) ma è compito dell’insegnante rendere possibili e guidare gli esperimenti, il recupero di esperienze concrete pregresse, favorire discussioni e riflessioni, indicate con le parole: “parlane con l’insegnante”. Sarà ulteriore cura dell’insegnante far formulare ai ragazzi, con le loro parole, le conclusioni, le leggi scoperte, ancor prima di leggerle nella guida: le espressioni dei ragazzi saranno una valida verifica della comprensione del lavoro fatto e della capacità di estrarre da esso la parte concettuale che lo riassume e lo rende importante, mentre la lettura della stesura formulata in maniera scientificamente corretta servirà per veicolare nuovi vocaboli ed entrare sempre più nel linguaggio specifico
L’alunno:
• Sviluppa un atteggiamento positivo nei confronti delle scienze naturali grazie a molte esperienze concrete in contesti significativi che gli permettono di leggere, in modo corretto, la realtà fisica che lo circonda.
• Acquisisce l’abito mentale per porsi domande significative, facendo riferimento alla realtà e alle proprie esperienze.
• Osserva la realtà per porsi e porre domande o per rispondere a domande di carattere scientifico.
• Si appropria del metodo di indagine scientifica: osserva, registra, coglie relazioni, formula ipotesi e previsioni, argomenta, verifica, trae conclusioni.
• Acquisisce il linguaggio proprio delle scienze naturali per comunicare, descrivere, argomentare.
• Descrive e registra dati e osservazioni.
• Conclude un percorso riassumendolo in una conclusione concettuale o un concetto
• Riassume le acquisizioni in schemi logici o classificazioni
Gli esseri viventi
• Osservare, descrivere, leggere la realtà per porsi e porre domande, o per trovare risposte.
• Trarre dalla corretta lettura della realtà alcune leggi generali sulla sopravvivenza e propagazione della specie.
L’ambiente
• Riconoscere e interrogarsi sui fenomeni naturali del mondo biologico (i cicli naturali).
Linguaggio e metodo
• Acquisire il linguaggio specifico
• Esprimere il proprio pensiero come ipotesi da verificare
• Trarre conclusioni dalle verifiche effettuate.
• Descrivere e registrare dati, osservazioni, esperienze.
• Riassumere per mezzo di schematizzazioni e classificazioni
• Verbalizzare schematizzazioni e classificazioni
• Gli esseri viventi, la sopravvivenza e propagazione della specie
• L’adattamento all’ambiente
• Cicli naturali
• Il metodo scientifico e la sua applicazione
• L’acqua
• Gli stati dell’acqua
• I passaggi di stato dell’acqua
• Il ciclo dell’acqua
Oltre a contribuire alla formazione culturale delle persone e delle comunità, la matematica dà strumenti per la descrizione scientifica del mondo e per affrontare problemi utili nella vita quotidiana; contribuisce a sviluppare la capacità di comunicare e discutere, di argomentare in modo corretto, di comprendere i punti di vista e le argomentazioni degli altri. DALLE
rilevazione delle abilità e dei saperi
In cammino verso:
• L’alunno:
- conosce i nomi e i simboli dei numeri naturali entro il 100;
- sa riferire nomi e simboli alle relative quantità di oggetti, materiali strutturati e immagini;
- ha compreso e sa usare la base decimale che regola il passaggio a unità di ordine superiore;
- riconosce il valore delle cifre in base alla loro posizione.
• Leggere e scrivere i numeri naturali entro il 100.
• Contare con la voce e mentalmente in senso progressivo e regressivo entro il 100.
• Conoscere l’ordine sequenziale dei numeri.
• Contare in sequenze progressive e regressive per due e per tre.
• Conoscere e memorizzare con sicurezza il nome e la quantità a esso connessa di tutti i simboli entro il 100.
• Comprendere che:
- ciascun numero della serie è maggiore del precedente e minore del seguente di un’unità;
- i numeri costituiscono una serie infinita;
- la nostra numerazione è basata su un sistema “decimale” il quale porta a concepire come unità di ordine superiore ogni raggruppamento di 10 elementi;
- il valore delle cifre è riconoscibile dalla posizione che esse occupano nel numero;
- la serie dei numeri e le operatività all’interno di essa
offrono ritmi e regolarità.
• Conoscere lo zero e saperlo usare.
• Conoscere il valore e la funzione dello zero.
Prima di metterci in cammino verso nuove acquisizioni, iniziamo le nostre verifiche, per rilevare se e con quale sicurezza i nostri bambini si sono appropriati dei saperi, abilità, competenze sui quali hanno lavorato nello scorso anno scolastico e per conoscere ciò che le esperienze estive hanno aggiunto.
Le attività presentate in questa prima parte non saranno, come sempre, soltanto verifiche, ma anche approfondimenti e proposte di ampliamento.
I numeri fino a 100
Abbiamo suggerito già in precedenza di preparare una lunga fascia di carta bianca da dividere in parti uguali, sulla quale scrivere la sequenza dei numeri via via conosciuti.
Se il lavoro è proseguito sarà ancora presente nell’aula, altrimenti suggeriamo di rifare la striscia (altezza 20/25 cm, linee verticali ogni 10/12 cm) e di chiedere ai ragazzi di scrivere negli spazi i numeri da 1 a 100.
Arrotoliamo la nostra linea dei numeri.
Proponiamo un gioco a quiz, ponendo domande come le seguenti:
Qual è il primo numero della striscia?
Qual è l’ultimo?
C’è un numero che precede quello scritto per primo sulla striscia?
Chiediamo, poi, a bambini diversi di srotolare con gli occhi chiusi la striscia e di fermarsi in un posto a caso e facciamo aprire gli occhi e domandiamo:
A quale numero ti sei fermato?
Facciamo scrivere alla lavagna tutti i numeri nell’ordine in cui sono stati trovati.
Poi domandiamo:
Questi numeri sono in ordine?
Possiamo metterli in ordine?
Facciamolo: dal più piccolo al più grande, in ordine progressivo.
Poi dal più grande al più piccolo, in ordine regressivo.
Chiediamo anche per ciascuno di essi:
Qual è il numero precedente?
È minore o maggiore dell’altro? Di quanto?
E il numero seguente?
È maggiore o minore dell’altro? Di quanto?
Tutti i numeri precedenti sono maggiori o minori?
E tutti i numeri seguenti?
I numeri finiscono con il 100, come nella striscia, o possono continuare se aggiungiamo sempre un’unità?
Ci sono numeri che terminano con lo zero? Quali?
Ci sono numeri che iniziano con lo zero?
Spieghiamo a questo proposito che i numeri telefonici possono iniziare con lo zero, ma in quel caso il numero non indica una quantità o un ordine, è soltanto un codice, un “nome”, la cui prima parte serve per riconoscere la zona dove si trova il telefono.
Arrotoliamo la striscia e srotoliamola più volte in modo da indicare numeri diversi e chiediamo:
Quanto manca per completare la decina?
Qual è la decina precedente?
Quanto manca per raggiungere il 100?
Contiamo in avanti per 2. Si raggiunge il 100 in maniera precisa?
E per 3. Si raggiunge bene il 100?
Contiamo indietro per 2. Si raggiunge lo 0 senza disavanzi o resti?
E per 3. Si raggiunge senza disavanzi o resti lo 0?
Con quale numero finisce la prima decina?
E la seconda? E la terza? E...
Quante decine in tutta la striscia?
Se a 20 aggiungiamo 1 decina, dove arriviamo?
E a 30? E a 40? E…
Quante cifre diverse conoscete per scrivere i numeri?
Nei numeri che indicano le decine complete, che cosa significa lo zero?
E nel 100, che cosa significano i due zeri?
Che cosa dobbiamo aggiungere per avere un numero più grande del 100?
E più grande ancora?
Quale numero c’è alla metà della striscia. Cioè quale numero corrisponde alla metà del 100?
Se non tutti riescono a rispondere, facciamo trovare la risposta arrotolando e srotolando la striscia, ma verifichiamo anche le risposte corrette per consentire una maggiore memorizzazione e sicurezza. Inventiamo tanti altri “indovinelli” e offriamo ai bambini anche la libertà di usare la striscia per giocare da soli.
Con questi indovinelli, quali “regole” abbiamo capito?
Guidiamo i bambini a esprimere quanto è sotteso alle esercitazioni, correggendo i termini non appartenenti al linguaggio matematico.
Scriviamo le “scoperte” su un cartellone da appendere alla parete.
- Tutti i numeri hanno un nome e un simbolo scritto.
- L’insieme dei numeri è una serie ordinata.
- La regola per passare da un numero al suo successivo è 1.
- La regola per passare da un numero al suo precedente è –1.
- Ogni numero successivo è maggiore di 1 unità del precedente.
- Ogni numero precedente è minore di 1 unità del successivo.
- La serie dei numeri è infinita, perché a qualunque numero si può sempre aggiungere 1 unità.
- Tutti i numeri possono essere scritti con 10 simboli soltanto: 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9.
- Lo zero serve a indicare che le unità che dovrebbero trovarsi in quella posizione mancano perché sono state adoperate per formare un’unità maggiore.
1
1- Riempi le caselle scrivendo il numero precedente e il successivo o il mediano.
2- Osserva i numeri che hai scritto nell’esercizio precedente e completa.
• Colora di verde un numero mediano pari, poi rispondi.
Il precedente è pari o dispari?
Il successivo è pari o dispari?
• Colora di rosso un numero mediano dispari, poi rispondi.
Il precedente è pari o dispari?
Il successivo è pari o dispari?
• Fai le stesse esperienze con tutti gli altri numeri, poi completa.
Il precedente di un numero pari è sempre
Il successivo di un numero pari è sempre
Il precedente di un numero dispari è sempre
Il successivo di un numero dispari è sempre
1- Osserva, leggi e completa.
b b b
b b b
b b b
b b b a r
• Nelly ha fatto questo disegno. Ti sembra che abbia disegnato correttamente il cambio? SÌ NO
• Ha messo al posto giusto le palline nell’abaco? SÌ NO
• Scrivi il numero che è rappresentato dai regoli e dalle palline.
2- Disegna tu i cambi e sistema le palline negli abachi. Se c’è più di un regolo arancione sistemali uno sotto l’altro, a muretto. Poi completa.
b b b b
b b b b
b b b b
b
• Scrivi il numero in cifre e in lettere
b b b b
b b b b
b b b b
b b b b
b b
• Scrivi il numero in cifre e in lettere
1- Disegna i cambi e sistema le palline negli abachi. Se c’è più di un regolo arancione sistemali uno sotto l’altro, a muretto. Poi completa.
b b b b
b b b b
b b b b
b b b b
b b b b
• Scrivi il numero in cifre e in lettere
b b b b
b b b b
b b b b
b b b b
b b b b
b b b b
• Scrivi il numero in cifre e in lettere
b b b b
b b b b
b b b b
b b b
• Scrivi il numero in cifre e in lettere
Nome e Cognome Classe
da u
da u
da u
1- Conta e completa secondo l’indicazione data nella colonna a sinistra. Colora di azzurro tutti i numeri pari e di giallo tutti i numeri dispari. Se non li riconosci, prendi i regoli e fai la prova.
Sono pari i numeri che possono essere divisi a metà .
2- Osserva la tabella, completa e rispondi.
• Tutti i numeri pari si trovano nelle numerazioni che aggiungono sempre un numero pari? SÌ NO
• I numeri pari e dispari alternati si trovano nelle numerazioni che aggiungono sempre un numero dispari? SÌ NO
• I numeri pari terminano con:
• I numeri dispari terminano con:
1- I nomi di quattro numeri si sono messi a fare il girtondo. Li riconosci? Dividi un nome dall’altro con una linea rossa, poi riscrivili.
2- Osserva i nomi che hai scritto: sono formati tutti da due parole. Dividile con una linea verde.
3 - Ora riscrivi i numeri in cifre.
4 - I numeri scritti sopra sono formati da 2 cifre. In ognuno cerchia con il blu la cifra che vale di più e completa.
• Perché vale di più?
Perché rappresenta
Nome e Cognome Classe
1- Chiara ha iniziato un esercizio: completalo tu seguendo il suo esempio.
Trentanove Sessantotto 3
Cinquantatré
1- Scrivi il numero che manca per arrivare alla decina successiva.
• Controlla con il tuo compagno di banco: avete trovato gli stessi
numeri? SÌ NO
Se NO spiega che cosa è diverso e il perché delle vostre scelte.
• Avete aggiunto le unità alle decine o alle unità?
• Sono cresciute le unità o le decine? 3 20 17 +
I due numeri che insieme completano una decina si chiamano complementari .
Nome e Cognome Classe
1- Scegli il simbolo giusto tra < , = , > e scrivilo fra i due numeri di ogni coppia.
2- Riscrivi i numeri in ordine crescente.
1- Leggi, completa e rispondi.
In classe di Matteo per fare un gioco si sono divisi in due squadre, ma poiché sono in numero dispari, un compagno farà l’arbitro.
• Nella vostra classe siete in numero: pari dispari
• Il numero pari si può dividere in due parti senza che resti niente? SÌ NO
• Il numero dispari si può dividere in due parti senza che resti niente? SÌ NO
2- Leggi le regole del gioco e prova a giocare con i tuoi compagni.
1. Si prende una palla e un giocatore di una squadra dice un numero, tirando la palla a un giocatore dell’altra squadra.
2. Questo deve dire il numero successivo e tirare la palla a un compagno della squadra avversaria.
3. Il giocatore che riceve la palla dice a sua volta il numero successivo.
4. Si continua così fino a completare la decina.
5. Giunti alla decina, il giocatore al quale è stata tirata la palla, dice un altro numero a piacere, poi tira la palla a un avversario e il gioco continua.
6. Chi sbaglia, passa la palla a un compagno ed esce dal gioco. Prima di uscire deve dire tutti i numeri compresi nella decina relativa al numero che ha sbagliato.
7. Dopo 10 tiri per ogni squadra, vince la formazione che resta con il maggior numero di giocatori.
Si può giocare anche dicendo il numero precedente, contando per 2, avanti o indietro, o scomponendo il numero in decine e unità.
Nome e Cognome Classe
1- Leggi e completa secondo le indicazioni. La scuola ha organizzato una gara di corsa. I 100 pettorali sono pronti, ma sono tutti in disordine.
• Colora i pettorali come indicato.
- Di verde quelli della prima decina;
- di rosso quelli della seconda decina;
- di blu quelli della terza decina;
- di giallo quelli della quarta decina;
- di rosa quelli della quinta decina;
- di celeste quelli della sesta decina;
- di arancione quelli della settima decina;
- di viola quelli dell’ottava decina;
- di marrone quelli della nona decina.
• Quali pettorali sono rimasti bianchi? I pettorali con i numeri della
1- Disegna i regoli che rappresentano i seguenti numeri: 1, 10, 100.
2- Rappresenta i numeri negli abachi, poi completa e rispondi.
1 uno da u dieci da u cento da h u
• Che cosa rappresenta la cifra 1 del primo numero? 1 unità semplice. 1 decina. 1 centinaio.
• Che cosa rappresenta la cifra 1 del secondo numero?
• Che cosa rappresenta la cifra 1 del terzo numero?
Nome e Cognome Classe
3 - Disegna i regoli che rappresentano i seguenti numeri: 15, 20, 9.
4 - Rappresenta i numeri negli abachi, poi completa e rispondi.
da u venti da u da u
• Fai un cerchietto rosso intorno alla cifra dei tre numeri che vale di più.
• Che cosa rappresenta?
• Che cosa rappresenta lo zero del numero 20? quindici
Le unità semplici.
La decina.
Le centinaia.
1- Scomponi i numeri e scrivili in lettere, come nell’esempio.
36 = 30 + 6 = 3 da + 6 u trentasei
2- Completa come nell’esempio.
trentasei
= 30 + 6 = 3 da + 6
Nome e Cognome Classe
1- Leggi il testo del problema e completa. I biscotti
Piero ha una scatola che contiene 24 biscotti. Ne mangia 8. Quanti biscotti restano nella scatola?
• C’è un bambino in questo problema? SÌ NO
• Che cosa fa?
2- Osserva l’illustrazione e completa.
• Quanti biscotti si vedono nella scatola?
• Cancella con una crocetta i biscotti che Piero mangia.
3 - Segui le indicazioni e crea il diagramma di Venn che illustra il problema.
• Rappresenta tutti i biscotti con delle crocette, cerchiale e chiama l’insieme A.
• Cerchia il sottoinsieme dei biscotti mangiati e chiamalo B.
• Ripassa con il rosso le crocette del sottoinsieme dei biscotti che rimangono, cerchiali e chiama l’insieme C.
4 - Osserva il diagramma e rispondi.
• Di quale sottoinsieme non conosci il numero degli elementi?
• Conta i suoi elementi: sono .
5 - Scrivi la risposta alla domanda del problema, poi completa.
• Questo lavoro con gli insiemi ti ricorda un’operazione aritmetica?
SÌ NO Se sì, quale?
1- Leggi il testo del problema e completa. Luca ha una nuova scatola da 12 colori.
Per i suoi disegni usa anche i 10 colori della vecchia scatola.
Quanti colori usa in tutto Luca?
• C’è un bambino in questo problema? SÌ NO
• Quante scatole di colori ha?
• Quanti sono i colori nella scatola nuova?
• Quanti sono i colori nella scatola vecchia?
• Che cosa vuole sapere il problema?
2- Rappresenta la situazione con i regoli bianchi.
• Quali regoli disegnerai per primi?
• Che cosa disegnerai sotto il trenino per misurarlo? I regoli del
Nome e Cognome Classe
3 - Scrivi la risposta alla domanda del problema.
• I regoli disegnati a trenino e misurati ti ricordano un’operazione aritmetica? SÌ NO
• Se sì, quale?
4 - Trova il risultato delle seguenti operazioni, disegnando i regoli. Misurali, poi scrivi il totale.
6 + 3 + 5 = 4 + 9 + 2 = 7 + 1 + 8 =
1- Leggi il testo del problema e rispondi. Nella ludoteca, si prepara una festa. La signora Clelia ha comprato 50 palloncini e li sta dividendo in gruppi da 5. Quanti gruppi farà?
• Sai che cos’è una ludoteca? SÌ NO Parlane con l’insegnante.
• Secondo te nella ludoteca ci sono giochi per i bambini? SÌ NO
• Come si chiama la signora della ludoteca?
• Che cosa ha comprato?
2- Disegna i palloncini comprati e chiudili tutti in un diagramma di Venn. Segui le indicazioni e se occorre, rileggi il testo del problema.
• Dividi i palloncini in gruppi disegnando intorno a ogni gruppo un diagramma.
• Quanti palloncini ci sono in ogni diagramma?
3 - Osserva il diagramma. Rileggi la domanda del problema e conta ciò che ti serve per rispondere.
• Risposta:
Nome e Cognome Classe
È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).
Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.
È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).
È «aperto» perché personalizzabile e integrabile con:
• l’inserimento di appunti e segnalibri;
• la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video;
• la possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali).
Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe.
Sviluppa le competenze digitali con questi strumenti:
Italiano
Arte e Immagine Musica pagine 880
dalla 1a alla 5a oltre 4000 pagine
Matematica Scienze pagine 568
dalla 1a alla 5a oltre 2500 pagine
Presenta una riflessione sugli aspetti più significativi delle ultime Indicazioni Nazionali.
Indica l’iter da seguire per la progettazione annuale e ne presenta un esempio.
È strutturata per Unità Formative
Organizza i percorsi di apprendimento per Competenze e Obiettivi, indicando altresì le strategie specifiche da adottare per la verifica-valutazione.
Aiuta ad impossessarsi e ad utilizzare correttamente il linguaggio specifico delle discipline.
Stimola l’alunno a ricercare modi nuovi e creativi per risolvere problemi, preparandolo concretamente ad affrontare le prove Invalsi.
Il CD si può installare senza connessione a Internet. All’interno è presente il libro sfogliabile, numerosi contenuti digitali integrativi e le schede operative stampabili.
Storia
Geografia
Cittadinanza
Educazione fisica pagine 624
dalla 1a alla 5a oltre 2500 pagine