Rosaria Cameli - Patrizia Maurizi
Sezione di musica a cura
Ilde Maggiore
Rossella Maggiore
Rosaria Cameli - Patrizia Maurizi
Sezione di musica a cura
Ilde Maggiore
Rossella Maggiore
Musica
Guida teorico-pratica per la Scuola Primaria
Brani MP3
•Progettazione annuale
• Organizzata in Unità Formative •Sezioni metodologiche
•Schede operative
• Attività digitali interattive
Che cosa c’è nella Guida 5
Dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo
della Scuola per l’Infanzia e del Primo Ciclo d’istruzione 6
Iter per la progettazione didattica 9 Italiano 16
Progettazione annuale Italiano 18
Arte e Immagine 24
Progettazione annuale Arte e Immagine 26 Musica 29
Progettazione annuale Musica 30
1
L’estate si racconta
Verifica e consolidamento delle competenze acquisite 35
Il testo poetico 36
Il testo descrittivo 54
Il testo narrativo 63
Unità Formativa n. 2
La comunicazione
Lo scambio interattivo fra i viventi 73
La comunicazione .............................................................................75
La comunicazione per immagini 76
La comunicazione animale 83
La comunicazione umana 88
La comunicazione verbale e non verbale: il fumetto 95
La comunicazione verbale ..................................................100
tteam grafico
Claudio Campanelli, Rubber Band coordinamento redazionale
Corrado Cartuccia, Sara Ortenzi sezione musica Ilde e Rossella Maggiore illustrazioni
La comunicazione a distanza 111
Gli SMS 127
Unità Formativa n. 3
Il testo narrativo: dalla fantasia... alla realtà
I vari tipi di testo narrativo 129
Il testo narrativo 131
Gli elementi del testo narrativo 134
La fiaba 150
Percorso di apprendimento - La fiaba 151
La favola 189
Percorso di apprendimento - La favola 190
Il testo: realistico o verosimile 207
Percorso di apprendimeto -
Quali elementi e quale struttura? 208
Il diario 236
Percorso di apprendimentoIl diario personale 236
Le tecniche per raccontare
Sintetizzare... in che modo?
Il testo descrittivo:
la realtà si manifesta
La descrizione di persone, animali, cose
240
247
257
La descrizione di persone 259
Giocare con le descrizioni di persone
e... non solo
Descrivere da punti di vista diversi
La descrizione di un animale
La descrizione degli ambienti
274
279
283
292
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Unità Formativa n. 5
Il testo poetico:
un volo tra le parole
Dalla filastrocca alla poesia: struttura e contenuti 309
La poesia .....................................................................................................310
Che cos’è la poesia? 311
La filastrocca 314
Le caratteristiche del testo poetico 339
Gli elementi di forma 340
Le figure di suono 346
Le figure di significato 359
Unità Formativa n. 9
Modificanti o sostituenti del nome?
L’articolo, l’aggettivo, il pronome 483
I modificanti del nome 485
Modificante o sostituente? 505 I sostituenti del nome: i pronomi ...........................519
Unità Formativa n. 10
Il verbo e il suo modificante
La forma e la struttura del verbo e dell’avverbio 529
Il verbo e il suo modificate 531
Il verbo essere e il verbo avere 544
I tempi dei verbi 551
I modi del verbo 554
L’avverbio .................................................................................................. 578
Unità Formativa n. 6 Ortografia
Sbagliando si impara
Le difficoltà ortografiche 385
Suoni particolari 387
Una lettera speciale 396
Segni particolari ma... importanti 398
La punteggiatura: quando? come? 402
Discorso diretto o indiretto? 407
La struttura e la tecnica del discorso diretto 411
Unità Formativa n. 7 Semantica
Dentro le parole
La forma e il significato delle parole 413
I campi semantici 415
Parole piene, parole vuote 419
I sinonimi 423
I contrari 426
Gli omonimi 433
I polisemici 435
Iperonimi e iponimi 437
Radice e desinenza, prefissi e suffissi 440
Unità Formativa n. 8 Morfologia
Da nome a nome
Il nome e le sue caratteristiche 447
I nomi 449
Il numero dei nomi 464
La struttura del nome 467
Unità Formativa n. 11
Parole non parole I funzionali: congiunzioni e preposizioni 583
Le congiunzioni 585
Le preposizioni 588
Unità Formativa n. 12
Quante emozioni!
Le esclamazioni o interiezioni 591
Le esclamazioni 592
Unità Formativa n. 13 Sintassi
Nel cuore della frase
La struttura della frase 594
Frasi o non frasi? 596
La struttura della frase 602
Gli elementi della frase 605
Unità Formativa n. 14
La frase minima
Aspetto strutturale 609
La frase 610
Di chi si parla? 617
Che cosa si dice del soggetto? 621
Unità Formativa n. 15
La frase espansa
Aspetto strutturale 625
La frase espansa ................................................................................626
Unità Formativa n. 1
Addio vacanze!
I colori e le forme del paesaggio 643
Quadri ambientali: il mare 644
Quadri ambientali: la montagna 653
Quadri ambientali: il lago 659
I cieli nell’arte 663
Un po’ di... pubblicità 667
Il libro del viaggio 671
Unità Formativa n. 2
Gli alberi
Realtà... fantasia... arte... 675
Gli alberi
nella realtà, nella fantasia, nell’arte 677
Unità Formativa n. 3
Gli animali
Realtà... fantasia... arte... 689
Gli animali nella realtà, nella fantasia, nell’arte ...........................................................690
Gli elaborati 693
Gli animali in fotografia 698
Giochi 700
Unità Formativa n. 4
La casa e il paesaggio
Realtà... fantasia... arte... 703
La casa e il paesaggio nella realtà, nella fantasia, nell’arte 704
Il paesaggio nell’arte 711
Unità Formativa n. 5
Il ritratto: io, gli altri, l’opera d’arte
La rappresentazione delle persone 713
Il ritratto proprio e altrui 714
Autoritratti particolari 716
Unità Formativa n. 1
Ascolto
Musica classica e contemporanea 743
Percorso di apprendimento -
Johann Sebastian Bach 745
Verso il canone 748
Wolfgang Amadeus Mozart 751
Verso il duetto 753
Dal suono al segno 758
Suoni di carta 761
Unità Formativa n. 2
Canto
Sincronia fra movimenti, parole e suoni 766
Al fiato, al fiato 768
Prima del canto 771
Ritmo e parole 776
Recito l’ostinato....................................................................................779
Canto e intono 782
Canto e danzo 785
Canto in canone 788
Canto... proverbi 791
Unità Formativa n. 3
Suono
Produzione sonora 797
Piano e forte 799
Acuto e grave 804
Lungo e corto 809
Improvviso 813
Veloce e lento 818
Suono con il corpo 823
La mia orchestra 828
Unità Formativa n. 4
So fare
Musica e teatro 834
La musica del Natale 835
Il sogno italiano 843
Glossario dei termini musicali ......................................854
In cammino verso:
La Guida, mettendo insieme i tre aspetti fondamentali dell’insegnamento-apprendimento quali:
- la conoscenza epistemiologica delle discipline; - la conoscenza degli alunni;
- la conoscenza del loro contesto di vita; presenta un percorso didattico strutturato in UNITÀ FORMATIVE che, per comodità di consultazione, riguarda alcuni aspetti specifici della disciplina presa in esame.
Gli itinerari didattici possono essere presentati nella sequenzialità proposta nella Guida, ma anche con un ordine diverso e/o interconnessi con altre UNITÀ che, pur presentando altri percorsi, concorrono anch’esse al raggiungimento del medesimo obiettivo.
All’inizio della Guida, è presente una riflessione approfondita sui contenuti delle “Indicazioni Nazionali per il Curricolo” del novembre 2012 ed è presentato un approfondito itinerario per la stesura della progettazione didattica annuale.
In ciascun segmento didattico viene indicato:
- il titolo dell’UNITÀ FORMATIVA;
- il CONTENUTO preso in esame;
- le COMPETENZE da sviluppare;
- gli OBIETTIVI di apprendimento;
- il PERCORSO DI APPRENDIMENTO da attivare.
Le autrici, dopo un’attenta lettura delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo (novembre 2012), hanno ritenuto opportuno evidenziare gli aspetti più significativi del documento, rielaborandolo liberamente ed individuando:
• i compiti del sistema scolastico;
• i compiti del docente;
• i principi metodologici fondamentali per un’efficace azione formativa.
• Sostenere i bambini nella capacità di dare senso alla varietà delle loro esperienze scolastiche ed extrascolastiche, di ricomporre la frammentazione delle informazioni, di unificare lo sviluppo della loro formazione personale.
• Fornire supporti adeguati a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno.
• Considerare e valorizzare:
- il dinamismo e la complessità indotti dalla commistione di culture differenti;
- la rapida proliferazione dei saperi;
- la compresenza di competenze, motivazioni, interessi sempre più differenziati tra i singoli alunni.
• Fornire le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e trasformare le mappe dei saperi, rendendole continuamente coerenti con la rapida e, spesso imprevedibile, evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti.
• Mettere in relazione la complessità dell’apprendimento, anche derivante dai nuovi strumenti informatici, con un’azione quotidiana costante di alfabetizzazione sulle metodologie di utilizzo di tali strumenti.
• Curare e consolidare le competenze, i saperi, i linguaggi di base, che rendono possibile ogni tipo di apprendimento nel corso della vita.
• Impegnarsi per il successo scolastico di tutti gli studenti con particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, svantaggio, disabilità, utilizzando l’esperienza dell’altro, come opportunità di conoscere le proprie specificità e vocazioni.
• Porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva, attraverso la promozione di esperienze significative che consentano di apprendere concretamente il prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente.
• Formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale.
• Fornire supporti, affinché ogni persona possa sviluppare un’identità consapevole e aperta.
• Insegnare le regole del vivere e del convivere in collaborazione con le altre agenzie educative che concorrono alla formazione dell’alunno.
• Promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria.
• Educare alla convivenza, attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni alunno.
• Pensare e realizzare il proprio progetto educativo e didattico, tenendo conto della singolarità e complessità di ogni alunno, della sua identità, delle sue aspirazioni, delle sue fragilità, dei suoi bisogni.
• Curare la formazione della classe come gruppo: promuovere i legami cooperativi tra i componenti, gestire i conflitti come momenti di crescita nella socializzazione.
• Coinvolgere gli alunni nella strutturazione della classe e della scuola, come luogo accogliente e piacevole da vivere.
• Elaborare con attenzione e competenza i percorsi didattici finalizzati a fornire agli alunni gli strumenti necessari a conoscere il mondo nei suoi aspetti naturali, sociali, culturali e antropologici.
• Progettare percorsi per la promozione, la rilevazione, la valutazione delle competenze.
• Giungere alla certificazione delle competenze, solo dopo aver messo in atto un serio processo di osservazione, documentazione e valutazione delle stesse.
• Arricchire la propria professionalità, attraverso la formazione continua in servizio, la riflessione sulle “buone pratiche didattiche”, il rapporto adulto con i saperi e la cultura.
C) I principi metodologici fondamentali per una efficace azione formativa
• Ancorare i nuovi apprendimenti all’esperienza e alle conoscenze pregresse degli alunni, alle diverse modalità di apprendere.
• Impedire che le diversità diventino disuguaglianze, attraverso interventi adeguati che prevedano la progettazione e la realizzazione di percorsi didattici specifici rispondenti ai bisogni educativi degli alunni anche con cittadinanza non italiana.
• Promuovere il gusto per la ricerca di nuove conoscenze, favorendo l’esplorazione e la scoperta.
• Incoraggiare l’apprendimento collaborativo promuovendo esperienze di aiuto reciproco, di cooperazione e di apprendimento tra pari.
• Favorire la consapevolezza dei punti di forza e di debolezza, nel modo di apprendere, da parte di ogni bambino.
• Aiutare l’alunno a riflettere sul percorso di conoscenza che sta compiendo e sulle modalità che utilizza per comprendere e portare a termine correttamente il compito assegnato.
• Promuovere esperienze di tipo laboratoriale, anche all’esterno della scuola, che coinvolgano gli alunni nel progettare - realizzare - valutare attività vissute, in modo condiviso e partecipativo con gli altri.
• Attivare forme di conoscenza della realtà attraverso processi di problematizzazione, rappresentazione, sistematizzazione.
• Seguire gli alunni nella costruzione di schemi e mappe di sintesi che raccolgano e mettano a confronto le osservazioni e le scoperte effettuate all’interno dei diversi percorsi di apprendimento.
Per organizzare e articolare il piano di lavoro annuale, gli insegnanti di classe dovranno necessariamente confrontarsi sui riferimenti culturali che ispirano le Indicazioni Nazionali per il Curricolo (novembre 2012) e quindi:
• assumere come idea basilare la centralità della persona-alunno tenendo conto “della singolarità e complessità di ogni soggetto, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, delle sue capacità e delle sue fragilità”;
• operare per garantire a tutti determinati livelli di competenza, facendo, però, attenzione a creare le condizioni idonee a valorizzare la specificità, le predisposizioni di ciascun alunno;
• differenziare le strategie didattiche partendo dal diverso patrimonio di conoscenze, abilità e competenze raggiunte da ogni alunno, nonché dai diversi ritmi e stili cognitivi di apprendimento.
La progettazione didattica dovrà prevedere:
a) Analisi del contesto socio-culturale:
- caratteristiche del luogo in cui è ubicata la scuola;
- rilevazione delle risorse della zona e delle agenzie educative presenti, con le quali potrebbero essere possibili rapporti di collaborazione;
- tipologia delle famiglie.
b) Analisi dell’ambiente scolastico:
- docenti: il numero degli insegnanti e le loro competenze specifiche, funzione di coordinamento, cenni sull’organizzazione delle attività didattiche, dei laboratori, delle scelte di collaborazione con l’extra-scuola, del coinvolgimento di esperti necessari all’attuazione di specifici “progetti”;
- risorse strutturali e materiali: stato di salute e capienza dell’edificio scolastico, numero delle aule, presenza di laboratori, condizioni dello spazio esterno e possibile utilizzo;
- alunni: numero delle classi e numero degli alunni per classe, analisi del livello di competenza raggiunto, eventuali difficoltà emerse, individuazione delle capacità da potenziare, livello di impegno nel lavoro a casa e a scuola, bisogni formativi espressi o letti dagli adulti.
All’inizio dell’anno scolastico i docenti, dopo aver rilevato dalle Indicazioni Nazionali le finalità della scuola, dovranno riflettere, assumere e ridefinire le competenze-chiave Europee significative per gli alunni della classe, nonché le competenze di cittadinanza e disciplinari.
A tal punto si dovranno indicare i Traguardi per lo sviluppo delle competenze relativi a ciascuna disciplina.
Prima che si definiscano le competenze, però, è importante che i docenti si confrontino sul concetto di “competenza”.
Pietro Boscolo in “Continuità, apprendimento e competenze in un curricolo verticale” in “Gli istituti comprensivi”, “Studi e documenti degli annali della Pubblica Istruzione” pubblicato da Le Monnier nel 1999, così definisce la competenza: “[...] l’insieme delle conoscenze, abilità e atteggiamenti che consentono a un individuo di ottenere risultati utili al proprio adattamento negli ambienti per lui/lei significativi [...] e che si manifesta come capacità di affrontare e padroneggiare i problemi della vita attraverso l’uso di abilità cognitive e sociali”.
Gli obiettivi di apprendimento, elencati nelle Indicazioni per la classe V, costituiranno la base sulla quale ridefinire gli obiettivi per ogni classe di Scuola Primaria.
A tal punto definire:
- concetti-chiave relativi alla disciplina (simbolo - segno - suono - immaginetesto - contesto...);
- operazioni mentali (conoscere - comprendere - riflettere - analizzare...);
- argomenti (segni di punteggiatura - tecniche di lettura - i diversi tipi di testo...).
Delineazione
All’inizio dell’anno scolastico, i docenti progetteranno a livello di massima le U.F. che verranno proposte nel corso dell’anno e che saranno maggiormente definite, precisate e documentate in itinere, in base alle concrete situazioni operative e ai relativi feedback. A seconda delle necessità, dei momenti, dei percorsi, si potranno progettare Unità Formative:
- semplici: si riferiranno ad una sola disciplina o ambito disciplinare senza sotto-unità al lavoro interno;
- sequenziali: interessano una sola disciplina, ma saranno scomposte in sotto-unità successive e propedeutiche le une alle altre;
- articolate: coinvolgeranno diverse discipline che lavoreranno contemporaneamente sulla stessa competenza mediante sotto-unità semplici;
- complesse: coinvolgeranno diverse discipline chiamate a lavorare contemporaneamente sulla stessa competenza mediante sotto-unità sequenziali.
In questa fase è necessario che gli insegnanti stabiliscano e condividano la struttura della U.F. e del relativo schema che può essere articolato in:
a) Rilevazione delle preconoscenze e del bisogno formativo (fase preattiva dell’Unità Formativa).
In questa fase si procede a:
- conoscere lo stato cognitivo di partenza degli alunni rispetto alle conoscenze nuove e alle operazioni previste;
- esplicitare il bisogno formativo che può essere definito come lo “scarto” tra il livello di competenza che il soggetto, in relazione ad un determinato compito di vita, già manifesta e il livello che, educativamente, si ritiene legittimo attendersi da lui e alla cui maturazione concorre attraverso il processo di acculturazione.
Il bisogno formativo può essere espresso dall’alunno, in forma esplicita o più velata, attraverso una tensione-desiderio verso il sé ideale, oppure può essere letto dall’adulto.
b) Delineazione delle competenze come orizzonte verso il quale dirigere il percorso.
c) Individuazione degli Obiettivi di Apprendimento.
Si ricercano, all’interno delle discipline, le conoscenze e le abilità che rappresentano per gli alunni le risorse indispensabili per svolgere correttamente il compito cui sono stati chiamati.
In questa fase, si innestano le differenziazioni e si possono prevedere percorsi diversi per gruppi di allievi o per il singolo, precisando gli standard di approfondimento delle varie conoscenze e abilità.
d) Organizzazione dell’attività.
A questo punto, i docenti strutturano la fase organizzativa del lavoro individuando i percorsi che può effettuare ciascun insegnante in base alle discipline di cui è responsabile. È proprio in questa fase che i docenti, tenendo conto dei diversi stili e ritmi di apprendimento degli alunni, delle esperienze di vita che possono risultare significative nel contesto formativo in oggetto, delle particolari dinamiche relazionali, prevedono l’organizzazione del lavoro all’interno della classe e/o per gruppi e decidono i possibili laboratori di interclasse.
Ciascun docente, durante la realizzazione della parte di U.F. che gli compete, annota nel proprio “diario di bordo” l’andamento dei lavori verificando costantemente il raggiungimento delle conoscenze e abilità applicate, osservando le modalità di relazione, di collaborazione, il livello di impegno personale con i quali ciascun alunno affronta il lavoro. Nell’organizzazione dell’attività didattica, i docenti dovranno adottare comportamenti comuni di fronte a situazioni “straordinarie” e di routine che non solo contribuiranno a realizzare l’unitarietà dell’azione educativa, ma garantiranno agli alunni chiarezza, sicurezza e li abitueranno a vivere un’effettiva esperienza di condivisione e cooperazione.
È molto importante che il docente di riferimento concordi con gli altri insegnanti che operano nella classe le modalità atte a promuovere rispetto verso le persone che operano nella scuola, verso i materiali, verso le regole condivise: saluto, rispetto dell’orario, puntualità nell’esecuzione dei compiti, uso del grembiule, cura e rispetto del materiale individuale di lavoro, degli arredi, degli ambienti...
e) Modalità di raggruppamento degli alunni
Le attività verranno svolte attraverso le seguenti modalità di raggruppamento degli alunni:
a) lavoro individuale:
- libero;
- con assistenza dell’insegnante;
- programmato su materiale autocorrettivo e strutturato.
b) lavoro a due:
- insegnante/alunno;
- alunno/alunno (alla pari);
- l’alunno più capace aiuta il compagno.
c) lavoro in piccolo gruppo:
- interno alla stessa classe;
- fra alunni di classi non parallele;
- omogeneo per livello di rendimento;
- integrato con criteri sociometrici;
- per attività libere;
- con assistenza dell’insegnante/i;
- per attività programmate.
d) lavoro in classe:
- alunno/alunni;
- insegnante/alunni (a senso unico);
- insegnante/alunni (a senso multiplo).
e) lavori in grandi gruppi:
- due o più gruppi provenienti da varie classi;
- tutte le classi del plesso al completo.
f) Modalità di lavoro
All’interno dei diversi percorsi di insegnamento-apprendimento, verranno utilizzate molteplici modalità di lavoro.
1) Esplorazioni:
- esplorazioni finalizzate alla presa di contatto con la realtà;
- esplorazioni secondo un piano d’osservazione;
- ricostruzione dell’esperienza vissuta;
- esplorazione per controllo delle conoscenze acquisite.
2) Conversazioni:
- conversazioni occasionali, a senso multiplo, su tutto ciò che può interessare, su un episodio di attualità...;
- conversazione clinica, tendente ad individuare le conoscenze e i concetti spontanei degli alunni, intorno a determinati problemi;
- discussione finalizzata a chiarire informazioni, a illustrare aspetti particolari di un problema o a motivare al lavoro;
- discussione orientata mediante domande proposte dall’insegnante o risposte suggerite dagli interventi degli alunni, ad analizzare e/o comparare fatti e fenomeni;
- discussione sistematica finalizzata a verbalizzare concetti, a definire ipotesi, a sintetizzare l’attività svolta.
3) Lezioni:
- commento dell’insegnante su cronache, racconti, articoli, brani letterari;
- lettura guidata di testi proposti dall’insegnante per problematizzare, per integrare, per approfondire le attività precedentemente svolte;
- esposizione finalizzata alla presentazione metodica di un elemento, un fatto, un particolare testo, un’attività specifica;
- esposizione centrata alla messa in evidenza di una regola, di un concetto, di una relazione, di un principio...;
- proiezione e commento di audiovisivi quali illustrazioni, diapositive, film, lucidi, cartelloni.
4) Esercitazioni:
- attività libere con materiali vari e scarsamente strutturati, volti alla realizzazione di prodotti creativi;
- manipolazione di materiali predisposti per la “scoperta” di somiglianze, differenze, regolarità, e per la definizione di concetti;
- disegni spontanei e preordinati;
- codificazione grafico-figurativa di eventi di complessità crescente;
- schematizzazione di conoscenze, di esperienze e di concetti appresi nei diversi percorsi di apprendimento;
- attività ordinate a riprodurre vissuti per verbalizzare le proprie esperienze per mettersi “nei panni degli altri” (role-play);
- simulazione e giochi in cui gli alunni, sulla base di vincoli e di canovacci predisposti, sono orientati a comprendere relazioni di vasta complessità.
g) Verifica e valutazione
Per procedere alla valutazione, è importante che gli insegnanti offrano a ciascun alunno l’opportunità di manifestare il suo essere competente in una nuova situazione problematica, nell’esecuzione di un compito inerente al percorso effettuato.
A conclusione del lavoro i docenti osservano, descrivono, valutano il livello di conquista delle conoscenze e delle abilità, quindi il livello di competenza raggiunto nel percorso didattico.
In questa fase, vengono altresì annotati e valutati gli atteggiamenti nei confronti dell’esperienza scolastica: disponibilità all’apprendimento, costanza nell’assunzione degli impegni, consapevolezza dei propri diritti e doveri, qualità dei rapporti interpersonali, capacità di cooperazione...
I docenti dovranno inoltre assicurare agli alunni e alle famiglie “un’informazione tempestiva e trasparente sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate nei diversi momenti del percorso didattico, promuovendone con costanza la partecipazione e la corresponsabilità educativa...” così come evidenziato nelle Indicazioni Nazionali.
Le strategie
Per la valutazione si adotteranno tre strategie specifiche:
• l’autovalutazione: nella quale alunni e docenti valuteranno ciascuno la propria attività. Tale strategia aiuta l’allievo nella sua formazione integrale, rendendolo responsabile e dando fiducia alla sua autonomia (autocorrezione di prove realizzate e di lavori eseguiti - selezione autonoma dei lavori propri ritenuti più significativi);
• la covalutazione: valutazione reciproca che fanno i componenti di un gruppo (alunniinsegnanti) per riconoscere capacità, risultati, mancanze, al fine di trovare i mezzi idonei per migliorare;
• la eterovalutazione: strategia atta a misurare il rendimento degli allievi da parte dei docenti (valutazione verticale).
In linea con i principi metodologici indicati, le operazioni di verifica/valutazione dovranno consentire il rilevamento delle conoscenze e delle abilità possedute da ciascun alunno nei tre momenti che scandiscono l’iter formativo - iniziale, in itinere, finale - e la loro organizzazione sarà collegata alla funzione che la verifica assolve in questi tre momenti: diagnostica - formativa - sommativa.
Le prove di verifica forniranno costantemente al docente elementi per rivedere e riadattare il percorso e all’alunno indicazioni per l’autovalutazione.
La valutazione delle prove terrà conto:
- del livello di partenza di ciascun alunno;
- delle modificazioni evidenziate nel processo di insegnamento/apprendimento/formazione;
- della documentazione e dei prodotti realizzati;
- dell’orientamento e delle decisioni emerse durante l’attività.
Per realizzare la valutazione in questa visione più moderna e ampia, saranno utilizzati molteplici strumenti:
• l’osservazione, esame in forma attenta dei processi di formazione degli allievi, tanto in aula come fuori di essa;
• l’intervista, il colloquio che segue uno schema prestabilito e permette di centrarsi su determinati aspetti;
• il questionario, l’applicazione di una successione di domande al fine di ottenere informazioni su un determinato problema, tema o situazione;
• la sociometria, proposta di un test al fine di identificare la posizione e il compito dei membri di un gruppo all’interno di esso;
• il colloquio, dialogo tra diverse persone in relazione a un tema predeterminato, nel quale chiunque può essere emittente o ricevente;
• i lavori degli allievi, tutte le attività, compiti, esercizi, progetti, prove oggettive (di completamento - di corrispondenza - vero/falso - a scelta multipla), saggi, prove scritte a tema assegnato ma libere nella forma, prove a libro aperto, biografie di lavoro, che gli alunni realizzano in forma individuale o in gruppo, in aula o fuori di essa.
La valutazione dovrà necessariamente precedere, accompagnare e seguire i percorsi curricolari, quindi essere:
• continua: realizzarsi in modo permanente sulla base di una successione che permetta di dare un valore tanto al progresso quanto alle difficoltà di ciascun allievo;
• integrale: tenere conto di tutti gli aspetti e delle diverse dimensioni dell’individuo;
• sistematica: essere organizzata sulla base di principi pedagogici e messa in relazione con gli scopi dell’educazione;
• flessibile: essere in accordo con i ritmi di sviluppo dell’individuo, considerando perciò la “storia” dell’allievo, i suoi interessi di base e le sue capacità, i suoi limiti e i suoi cambi d’interesse;
• interpretativa: cercare di comprendere il significato dei processi e dei risultati e non solo la loro evidenza finale.
Nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione (novembre 2012), si sottolinea la centralità dell’educazione linguistica come “condizione indispensabile per la crescita della persona, per l’esercizio pieno della cittadinanza, per l’accesso critico a tutti gli ambiti culturali e per il raggiungimento del successo scolastico in ogni settore di studio”.
L’alunno “competente” sotto il profilo linguistico è in grado di ampliare le sue possibilità di conoscere, di comprendere, di trasformare, innovando se stesso e la realtà in cui vive. La padronanza della Lingua permette al bambino di “guardarsi dentro, di prendere coscienza delle proprie emozioni, di conoscerle, di controllarle e di manifestarle agli altri; di organizzare altresì fatti ed esperienze, costruendo gradualmente ragionamenti e concetti”. Il possesso delle parole permette inoltre al bambino di condividere esperienze e significati culturali e di diventare parte attiva della comunità sociale, nella quale vive e interagisce. La capacità di ascoltare, parlare, leggere, scrivere, integrate dalla riflessione linguistica, costituiscono gli ambiti di intervento della Lingua Italiana, ribaditi anche nel testo delle Indicazioni per il Curricolo.
• L’oralità è parte di noi come la capacità di camminare e di usare le mani. (Have Jock, 1995)
Valorizzando le acquisizioni maturate spontaneamente, la scuola dovrà creare situazioni favorevoli alla comunicazione orale tramite racconti liberi, conversazioni a tema, discussioni, esposizioni.
Attraverso le interazioni verbali, l’alunno imparerà anche a rispettare i turni di parole, a chiedere spiegazioni, a negoziare significati, accogliendo punti di vista diversi dal suo. L’oralità rappresenta la condizione privilegiata per costruire la capacità di dialogare, requisito indispensabile all’esercizio attivo della cittadinanza e all’integrazione dei bambini provenienti da altre culture.
• Leggere significa dire alla propria mente le parole di un testo. Ricevendole, la mente di chi legge può ricreare il pensiero di qualcuno che non è presente.
(Orsolini, 1999)
Si legge per capire, per riempire di significato un’informazione linguistica; si legge per apprendere, per studiare, cioè per trasformare le informazioni scritte in conoscenze che vanno ad arricchire il proprio bagaglio culturale.
Si legge, infine, per il gusto di leggere, lasciandosi coinvolgere dagli ambienti, dalle situazioni, dalle emozioni evocate dalle parole del testo.
• La scrittura è una finestra sul pensiero.
(Langer, 1987)
L’alunno che gradualmente impara a scrivere, controllando la correttezza ortografica, la costruzione sintattica, la ricerca lessicale, la coerenza e la coesione di un testo, contemporaneamente impara a pensare.
Scrivere è costruire basi sempre più solide e meglio strutturate, passando attraverso il dominio della strumentalità, la raccolta delle idee, la loro organizzazione la ricerca di forme linguistiche idonee ad esprimere i propri pensieri, la revisione ulteriore di ciò che si è prodotto.
Scrivere è anche saper prendere appunti, rispondere a domande relative ad un testo, manipolare una narrazione, giocare con la Lingua.
• “Riflettere sulla Lingua” è aiutare il bambino a dare un nome alle scoperte, ripercorrendo in parte il cammino già inconsapevolmente effettuato. Fare grammatica, quindi, significa compiere un percorso che preveda l’osservazione e il confronto di dati linguistici, la ricerca di differenze e somiglianze, la classificazione e l’individuazione di categorie e sottocategorie, la generalizzazione e la formulazione di ipotesi sulle regolarità.
L’alunno
• Partecipa a conversazioni e discussioni esprimendo bisogni, emozioni, stati d’animo, pensieri con un linguaggio chiaro e pertinente
• Ascolta e comprende i contenuti di messaggi orali e scritti o trasmessi dai media.
• Legge testi di diverso tipo cogliendone le informazioni principali.
• Scrive, completa, trasforma testi di diverso tipo corretti nell’ortografia, coerenti e coesi.
• Riconosce le strutture della Lingua e riflette sul significato e sul valore delle parole nella frase.
• Rispettare i turni di parola negli scambi comunicativi.
• Ascoltare una comunicazione rilevandone le informazioni essenziali e marginali in rapporto ad uno scopo definito (ascolto finalizzato).
• Vivere situazioni di interazione comunicativa tra emittente e ricevente, per un coinvolgimento maggiore e un’attenzione più viva (ascolto motivato).
• Intervenire con pertinenza ed esprimere il proprio punto di vista in conversazioni e discussioni.
• Riconoscere le informazioni implicite in un messaggio linguistico orale.
• Comprendere e dare comandi, istruzioni, regole di un gioco, di una attività.
• Formulare ipotesi in concrete situazioni problematiche.
• Esprimersi con chiara dizione, rispettando le fondamentali regole morfosintattiche.
• Raccontare un’esperienza vissuta, un film, uno spettacolo rispettando la sequenza logica e cronologica dei fatti.
• Riferire i contenuti di testi letti e/o ascoltati.
• Leggere ad alta voce testi noti e non, usando la giusta intonazione e producendo pause segnate dall’interpunzione.
• Eseguire la lettura silenziosa di testi opportunamente scelti e graduati.
• Scoprire in macrotesti capitoli, capoversi, paragrafi.
• Individuare e analizzare gli elementi funzionali alla descrizione di persone, animali, oggetti, luoghi, ambienti.
• Leggere testi narrativi e individuarne le caratteristiche funzionali e strutturali.
• Distinguere nei testi le parti più propriamente narrative da quelle prevalentemente descrittive, dialogiche e riflessive.
• Graficizzare e schematizzare le informazioni tratte dal testo, secondo criteri stabiliti.
• Compilare “schede di lettura” relative ai libri di narrativa letti durante l’anno scolastico.
• Analizzare il testo connotativo:
- individuare la fabula e lo spessore espressivo;
- individuare le “scene” o “unità espressive”;
- individuare vissuti e dati secondo la griglia sensoriale;
- rilevare il rapporto tra il tempo del racconto e il tempo reale: la durata come artificio espressivo;
- rilevare artefici espressivi a livello di ordine: montaggio parallelo, flashback, flashforward.
• Avviarsi ad individuare scopo, struttura, destinatari dei testi pragmatico-sociali:
- rilevare l’uso di linguaggi settoriali;
- comprendere le intenzioni comunicative esplicite e implicite di messaggi pubblicitari.
• Leggere, comprendere, valutare testi poetici:
- leggere ad alta voce ed eseguire la lettura silenziosa dei testi poetici;
- riconoscere alcune specificità formali del testo: il verso, la disposizione grafica delle parole;
- riconoscere, ascoltare, interpretare alcuni aspetti sonori del testo: rima, ritmo, onomatopea...
- individuare il tema del messaggio;
- riconoscere e analizzare il significato di similitudini, metafore...
- riconoscere particolari costruzioni sintattiche e indagare sul lessico.
Scrittura
• Ricavare informazioni da più fonti: osservazione della realtà, lettura di testi, discussioni per produrre testi scritti significativi.
• Tradurre esperienze in varie forme: appunti, schizzi, schemi, grafici, tabelle, quadri di sintesi.
• Integrare schemi con dati ricavati dalla realtà o da altri testi e verbalizzare il nuovo schema.
• Produrre testi con idee e riflessioni personali, espressi logicamente e ordinatamente, con lessico appropriato, ortograficamente corretti, scanditi da punteggiatura funzionale ed efficace.
Testi narrativi
• Scegliere i fatti di un’esperienza da raccontare in funzione del vissuto da rendere.
• Ordinare i fatti di un’esperienza per produrre uno schema narrativo.
• Comporre una narrazione utilizzando in maniera adeguata ed efficace le diverse parti del discorso narrativo: racconto, dialogo, descrizione, flashback, flashforward.
• Scrivere resoconti, cronache di esperienze personali e collettive: lettere, relazioni, brevi articoli di cronaca anche per il giornalino scolastico o per il sito web della scuola.
• Produrre e rielaborare racconti fantasy, autobiografici, d’avventura sulla base di modelli dati.
Testi descrittivi
• Produrre schemi di progettazione adatti ad ogni tipo di testo descrittivo.
• Produrre semplici testi descrittivi di persone, animali, oggetti, luoghi, ambienti, fenomeni naturali.
• Distinguere il taglio soggettivo e oggettivo della descrizione.
• Tentare interpretazioni della realtà facendo uso di similitudini e metafore.
Testi pragmatici
• Produrre testi pragmatici in relazione a interlocutori, scopi e contesti diversi.
Testi poetici
• Comporre poesie applicando alcune delle regole proprie del “fare” poetico.
• Rielaborazione di testi di diverso tipo:
- riscrivere un testo secondo un personale linguaggio;
- parafrasare un testo semplificandola a livello lessicale e sintattico;
- trasformare il tempo delle azioni di un testo;
- operare in un testo sostituzioni e spostamenti.
• Produrre testi creativi sulla base di modelli dati e non.
• Comprendere, smontare, manipolare un testo poetico:
- “raccontare” con un linguaggio e una scrittura diversi, un testo poetico (prosa);
- realizzare collage di poesie.
• Sperimentare le diverse forme di scrittura con l’utilizzo del computer integrando, se opportuno, il testo verbale con materiali multimediali.
Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo
• Cogliere somiglianze, differenze tra le parole e costruire campi semantici.
• Operare con i meccanismi della formazione delle parole e riconoscere i diversi significati.
• Comprendere, nei casi più frequenti, l’uso e il significato delle parole.
• Operare sostituzioni fra parole o gruppi di parole: sinonimi e perifrasi...
• Consultare il dizionario per risolvere problemi linguistici.
• Individuare i diversi elementi della situazione comunicativa: emittente, destinatario, contesto, messaggio, codice.
• Riconoscere che esiste comunicazione solo se i due interlocutori utilizzano lo stesso codice.
• Riconoscere la funzionalità comunicativa dei vari linguaggi.
• “Slegare” le frasi semplici ed evidenziare i connettivi:
- operare, all’interno della frase, graduali riduzioni fino ad individuare l’enunciato minimo;
- riconoscere, in un testo, il GS e il GP;
- individuare e collegare le espansioni relative al soggetto e quelle relative al predicato;
- distinguere in una frase il PV e il PN;
- distinguere l’espansione diretta da quella indiretta.
- individuare le categorie dei principali complementi circostanziali.
• Utilizzare schemi per rappresentare frasi complete di espansioni.
• Analizzare la funzione delle singole parole nella frase o nel testo.
• Identificare le “classi” cui appartengono le parole (analisi morfologiche di nomi - articoli - aggettivi - pronomi - verbi - preposizioni - congiunzioni).
• Conoscere e rispettare le principali regole ortografiche nelle produzioni scritte e orali.
• Usare correttamente la punteggiatura.
• Testi di diverso tipo: narrativi, descrittivi, poetici, argomentativi, regolativi.
• Le forme della conoscenza: libri di studio, saggistica, enciclopedie, biblioteca, musei...
• Le forme della comunicazione: l’orale e lo scritto, televisione, radio, pubblicità, mostre, dischi, informatica...
• Ascolto e letture, conversazioni: registrazioni, commenti e riflessioni, approfondimenti ed elaborazioni, argomentazioni e relazioni.
• Esperienze e vissuti: fatti ed eventi vicini e lontani, ma resi vicini dall’informazione televisiva.
• Composizione di racconti: invenzioni, descrizioni e relazioni, interviste e questionari, riflessioni e commenti personali.
• Esercitazioni e approfondimenti: di tipo grammaticale, sintattico e lessicale.
La metodologia che verrà adottata per l’insegnante per facilitare l’apprendimento della Lingua Italiana nella quarta classe della scuola di base è sintetizzabile nei seguenti punti:
• partire dall’esperienza, dai bisogni, dalle conoscenze e competenze che gli alunni hanno già acquisito;
• curare e organizzare un clima positivo favorendo la comunicazione orale;
• riflettere sulla Lingua partendo dai testi che fanno parte dell’esperienza linguistica dell’alunno;
• problematizzare un fenomeno comunicativo attraverso domande scaturite dagli allievi e dagli insegnanti;
• manipolare il materiale linguistico per osservare come reagiscono gli altri fattori della comunicazione;
• differenziare il codice per una maggiore efficacia e precisione del discorso;
• riflettere sulla Lingua per riconoscere e utilizzare i rapporti di coerenza e coesione.
Il lavoro verrà impostato come una ricerca collettiva di soluzioni a problemi o questioni che si porranno collettivamente.
Si farà in modo che ciascun alunno sia stimolato a riflettere più che a ricordare, a ricercare più che a studiare, a collegare, a prospettare soluzioni, a verificare un percorso di conoscenza che ognuno sente proprio, perché costruito insieme.
Le attività nasceranno dall’interesse e dalla progettazione degli alunni.
L’insegnante sarà l’animatore, pronto ad intervenire in ogni momento del percorso per aiutare a mettere a fuoco un problema o a realizzare un passaggio, o ancora a fornire quegli elementi di conoscenza indispensabili per il progredire del discorso comune.
In linea con i principi metodologici indicati, le operazioni di verifica dovranno consentire il rilevamento delle conoscenze e delle abilità possedute da ciascun alunno nei tre momenti che scandiscono l’iter formativo - iniziale, in itinere, finale - e la loro organizzazione sarà collegata alla funzione che la verifica assolve in questi tre momenti: diagnostica - formativa - sommativa. Le prove di verifica forniranno costantemente al docente elementi per rivedere e riadattare il percorso e all’alunno indicazioni per l’autovalutazione.
La valutazione delle prove terrà conto del livello di partenza e dei progressi evidenziati nei processi di apprendimento di ciascun alunno.
L’insegnante sarà l’animatore, pronto a intervenire in ogni momento del percorso per aiutare a mettere a fuoco un problema o a realizzare un passaggio, o ancora a fornire quegli elementi di conoscenza indispensabili per il progredire del discorso comune.
L’educazione artistico-espressiva ha assunto in questi ultimi decenni una notevole importanza, perché riconosciuta educazione ad un linguaggio vero e proprio.
Attraverso lo sviluppo di questa disciplina l’alunno ha la possibilità di esprimersi e comunicare in modo personale e creativo, è capace di leggere, comprendere, interpretare le infinite immagini del patrimonio artistico, culturale e sociale.
Il bambino, naturalmente, va sollecitato a osservare con scrupolosità e metodo tutto ciò che lo circonda, va aiutato a ricordare, a riflettere, a giudicare, a cogliere le connessioni di causa ed effetto.
Le proposte didattiche vanno valutate e rapportate alle possibilità dei ragazzi.
Si tratterà di sceglierle per poi sollecitare e guidare i soggetti a trovare opportuni adattamenti simbolici alla realtà personale e ambientale.
Nell’ambito dell’educazione dell’arte e all’immagine il bambino entra in sintonia con il ricco mondo dei colori, delle linee, delle superfici, delle forme, dei piani, dei volumi, delle composizioni... e sperimenta la disponibilità e la scelta dei mezzi espressivi, la consistenza dei materiali.
Sia gli elementi base del linguaggio iconico, sia le tecniche e i mezzi, favoriscono così la competenza a leggere e produrre immagini, sviluppano armonia di contenuti, ricerca di particolari, senso estetico, piacere a comunicare sensazioni, emozioni, opinioni oltre che ad esprimere conoscenze ed esperienze culturali in genere.
Importanti sono, quindi, le attività laboratoriali individuali o di gruppo, libere e guidate, spontanee o a tema dove ogni bambino, sperimentando, scopre ed affina le sue possibilità e conquiste.
Occorre sottolineare che le attività del linguaggio iconico interagiscono con le altre discipline perché l’immagine, come la lingua verbale, la musica, il gesto, è la simbolizzazione dell’espressione e della comunicazione e i “nodi concettuali” della disciplina si intersecano con quelli delle altre discipline.
Il linguaggio delle immagini concorre a sviluppare le competenze comunicative trasversali, perché implica e rispetta anche i processi affettivi, relazionali, comportamentali. Perciò l’approccio culturale al mondo dell’arte e dell’immagine, sia nell’aspetto comunicativo sia in quello artistico, è bene sia proposto in un lavoro interdisciplinare in cui la produzione e la fruizione siano contestualizzate rispetto all’ambiente storico, artistico, esperienziale degli allievi.
Attraverso le attività, si tenderà a far raggiungere agli alunni un buon livello di alfabetizzazione nel campo del linguaggio visuale, rispettando così la sua struttura epistemologica:
• il logico-conoscitivo, costituito dalla percezione (vedere, osservare, conoscere...) e dalla comunicazione visiva (leggere, scrivere, descrivere, esprimere giudizi...);
• il metodologico-operativo, costituito dalla sperimentazione e dalla ricerca;
• il tecnico, costituito dalla conoscenza delle tecniche iconiche, delle tecnologie, dei materiali, degli strumenti;
• l’artistico-ambientale, costituito dalla ricerca espressiva ed estetica nel proprio contesto culturale di opere d’arte, dei beni paesaggistici.
L’alunno
• Osserva, esplora, descrive, legge immagini e messaggi multimediali.
• Sa riconoscere le caratteristiche costitutive di immagini e opere d’arte.
• Utilizza le conoscenze inerenti gli elementi del linguaggio visivo per produrre varie tipologie testuali.
• Utilizza tecniche diverse, materiali e strumenti per rielaborare immagini in modo creativo.
• Conosce i principali beni artistico-culturali presenti nel territorio.
• Conoscere e utilizzare gli elementi del linguaggio visivo.
• Cogliere gli effetti di assimilazione, interazione, aberrazione cromatica.
• Identificare gli elementi del volto, le sue possibilità espressive e costruire modelli.
• Identificare gli elementi della figura umana e la relazione tra il corpo e le cose.
• Identificare e riprodurre graficamente le possibilità espressive del corpo umano.
• Utilizzare procedimenti di stampa per moltiplicare le immagini.
• Individuare e utilizzare forme diverse tratte dalla natura e dalle opere umane.
• Conoscere le possibilità della rappresentazione tridimensionale.
• Manipolare materiali plastici e solidi per produrre oggetti tridimensionali.
• Esplorare le potenzialità di materiali di recupero.
• Rappresentare ambienti con tecniche pittoriche e materiali diversi.
• Utilizzare la macchina fotografica per produrre immagini.
• Produrre immagini casuali da atti creativi e interpretarle.
• Osservare con consapevolezza oggetti, forme, immagini presenti nell’ambiente utilizzando le capacità sensoriali, cinestetiche e le regole della percezione visiva.
• Individuare in un’immagine la figura e lo sfondo.
• Distinguere immagini fisse da quelle in movimento.
• Riconoscere in un testo iconico gli elementi base del linguaggio visivo: punti, linee, colori, forma, volume, spazio, piani.
• Graficizzare le sensazioni provate dall’osservazione attenta di un’immagine.
• Distinguere una pittura da un disegno, da una fotografia.
• Individuare in un’opera d’arte i vari elementi che la compongono (personaggi, luoghi, tempi, oggetti...).
• Cogliere in un dipinto il significato dei colori, gli elementi essenziali delle forme, la tecnica e lo stile dell’artista.
• Conoscere e sperimentare forme d’arte e di produzione artigianale appartenenti al territorio.
• Scoprire i luoghi e le opere storico-artistiche più significativi presenti nel territorio.
• Studio del punto e della linea:
- la linea a spirale variata;
- il contorno di linee concentriche;
- il groviglio di linee colorate;
- trasformazione progressiva di linee;
- la linea tratteggiata;
- la linea continua;
- la linea soffiata.
• Studio del colore:
- composizione a più colori su una trama di linee a mano libera;
- composizione di una superficie a quadrati colorati liberamente;
- composizione di una superficie a quadrati colorati secondo la distinzione caldi-freddi;
- osservazione degli effetti di assimilazione cromatica, di interazione e di aberrazione cromatica.
• Studio della forma:
- composizione e trasformazione dei disegni;
- composizione e trasformazione di macchie;
- scoperta di forme nelle forme;
- capovolgimento e rovesciamento di forme;
- composizione e trasformazione di piccoli oggetti;
- produzione di forme diverse per mezzo di colori a spruzzo;
- composizione di forme con ricalchi su elementi ritagliati.
• Approccio con l’opera d’arte:
- osservazione e analisi di lavori grafici di studenti di Accademie, lavori di dilettanti, di coetanei e di alcuni grandi artisti come Picasso, Magritte, Klee, Caravaggio, Escher, Chagall.
La produzione grafica dell’alunno non è concepita come un’abilità formale da raggiungere nel più rapido e semplice dei modi, ma come libera espressione e occasione privilegiata di rapporto con la realtà.
Ruolo dell’insegnante è, quindi, quello di mettere in opera tutte le condizioni in grado di favorire e sviluppare la libera espressione dell’alunno, l’uso creativo di materiali pittoricoplastici di diverso tipo.
Nel predisporre il percorso didattico, partire sempre dall’osservazione, poi dall’uso dei materiali e degli strumenti per arrivare alla individuazione delle regole che stanno alla base di ogni linguaggio visivo-espressivo.
Osservazioni “sul campo” per verificare la presenza di abilità anche trasversali a più discipline:
• verifiche effettuate al termine di ogni attività o prova, riferite agli obiettivi di apprendimento;
• predisposizione di griglie per annotare le informazioni fornite da un unico prodotto grafico - plastico (colore, armonia delle forme, rappresentazione dello spazio...).
Il bip del cellulare, il click del mouse, il tic-tac dell’orologio, il canto del cuculo, i rintocchi di una campana, le monete che tintinnano rotolando a terra, i colpi di un martello contro un chiodo, il suono metallico delle posate che giocano sulla tavola, il rombo di un motore: il nostro mondo, un mondo umano, “immerso nell’immenso” mare di onde sonore che arrivano al nostro orecchio.
Di fronte a tutto ciò, ognuno di noi reagisce in modo diverso, secondo sfumature diverse, ma entro due limiti ben precisi: o passivamente, lasciando che tutto passi e che ci attraversi senza modificare coscientemente i nostri apprendimenti; o attivamente, problematizzando il materiale sonoro che ci arriva, analizzandolo, facendone esperienza, in pratica conoscendolo, sapendo che solo in questo modo sapremo ristrutturarlo in produzioni veramente personali.
Ed è riscoprendo il senso di ogni rumore, di ogni suono, di ogni silenzio, che potremo vedere le possibilità di manipolazione, di interpretazione e di significati che essi ci offrono. Fare questo vuol dire, in ambito musicale, dare al bambino gli strumenti per leggere, decodificare e codificare il linguaggio dei suoni, attraverso cui egli stesso si esprime ed entra in comunicazione con gli altri e con il mondo.
Prima di tutto è necessario svincolare l’idea dell’educazione musicale come momento solo ricreativo o come supporto ad altre attività, per vederlo come momento importante, direi essenziale, dell’attività educativa, con un profilo specifico e con un linguaggio proprio che va tenuto sempre presente se non si vuol scadere nel fare musica banalmente o nel far passare come musicali attività di altro genere.
Quindi, occorre lavorare con materiale sonoro vero e proprio, partendo dal mondo che ci è vicino, per poi allargare le proprie esperienze, dando ai bambini gli strumenti di lettura degli eventi sonori.
Insomma, un’educazione CON il suono e la musica!
Per questi motivi, il percorso che viene proposto va dal cogliere, capire, riprodurre i suoni, all’interpretarli e infine al crearne di nuovi, in nuove situazioni e organizzazioni.
È chiaro che in un progetto simile il bambino diventa il protagonista di questo suo rinnovamento, nel rispetto dell’esperienza musicale e nel rispetto di regole precise da osservare. La pratica musicale si articola su due livelli, la produzione attiva e la fruizione consapevole; entrambe partecipano allo sviluppo delle componenti percettivo-motorie, cognitive e affettivo relazionali del “tutt’uno bambino”.
Inoltre rafforzano la percezione del benessere psico-fisico, lavorando sul piano della costruzione della stima di sé, fattore così importante, specie oggi, per la formazione di una personalità solida: fare musica significa infatti mettere in campo più abilità contemporaneamente, dal pensare al fare, dal conoscere allo scegliere, dal percepire all’eseguire, stimolando la capacità decisionale dei singoli e del gruppo.
Prendiamo in esame le funzioni formative attivate dall’apprendimento della musica:
• funzione cognitiva (cultura): viene esercitata la rappresentazione simbolica della realtà; si esercita l’abilità del pensiero intuitivo e creativo; si confrontano e comparano culture
musicali diverse e altre; si sviluppano competenze specifiche che partecipano alla formazione dei significati relativi al proprio mondo, in relazione ai significati di una comunità di riferimento;
• funzione linguistica (comunicazione): viene curata la capacità di espressione vocale propria e di gruppo; viene esercitata l’esecuzione strumentale singola e di gruppo; viene dato un nome e quindi un’identità al mondo sonoro in oggetto e viene esercitato l’utilizzo di questi ultimi nell’espressione parlata o scritta. Si permette la transcodifica di elementi e significati in altri linguaggi (motorio, visivo, multimediale);
• funzione affettiva (emozioni): l’esperienza musicale fornisce la riflessione tra il protagonista dell’evento musicale e il suo fruitore, fra l’artista e lo spettatore, fornendo una chiave di lettura simbolica delle emozioni provate e la possibilità di viverle in maniera differita;
• funzione identitaria (io): si prende coscienza della propria identità culturale attraverso il confronto con la propria tradizione musicale; allo stesso tempo si sviluppa la conoscenza di altre identità culturali, ci si confronta con esse e si elabora un atteggiamento di rispetto;
• funzione relazionale (altri): il far musica attiva una serie di abilità nel “far insieme”, nella pratica corale o strumentale collettiva e nell’ascolto condiviso;
• funzione estetica (critica): viene favorito lo sviluppo di una sensibilità al “bello” e l’autonomia di giudizio, attraverso l’analisi di ciò che si ascolta o si fruisce e la lettura critica degli eventi sonori o delle opere d’arte del patrimonio culturale umano.
Tutto questo affinché sia possibile la costruzione e l’interazione di pensiero divergente e convergente.
L’alunno
• Discrimina situazioni di presenza e/o assenza di realtà sonore.
• Esplora, discrimina e prende coscienza dei suoni presenti negli ambienti di vita.
• Esplora ed elabora eventi sonori in base alle loro qualità, alla loro ubicazione spaziale e alla loro fonte.
• Ascolta sé stesso e gli altri, esercitando concentrazione e memoria.
• Ascolta brani classici di tipo descrittivo.
• Esplora diverse possibilità espressive della voce, di oggetti sonori e strumenti musicali.
• Padroneggia i propri gesti per produrre suoni e rumori, in modo intenzionale, usando materiali diversi.
• Esegue movimenti sincronizzati.
• Sperimenta semplici combinazioni ritmiche e melodiche, applicando schemi elementari.
• Esegue con la voce, il corpo e gli strumenti combinazioni ritmiche e melodiche.
• Canta per imitazione.
• Utilizza ciò che apprende per semplici forme rappresentative.
• Esegue, da solo e in gruppo, semplici brani strumentali e vocali appartenenti al repertorio infantile.
• Riconosce gli elementi linguistici costitutivi di un semplice brano musicale.
• Utilizza una scrittura musicale non convenzionale.
• Elabora prime valutazioni estetiche.
• Riconosce la funzione delle musiche e dei suoni oggetto di studio.
• Transcodifica gli elementi musicali utilizzando altri linguaggi (grafico, orale, scritto, motorio).
• Comprende strutture e funzioni degli eventi sonori collegandoli ai contesti di riferimento.
• Riconoscere la realtà sonora.
• Utilizzare il linguaggio sonoro.
Riconoscere la realtà sonora
• Conoscere e sperimentare il senso dei termini rumore, silenzio, suono.
• Percepire e distinguere i suoni dell’ambiente.
• Esplorare le possibilità sonore del corpo, della voce e degli oggetti dell’ambiente.
• Riconoscere le qualità del suono (alto/basso, lungo/corto, piano/forte, timbrica).
• Saper cogliere elementi descrittivi nella musica classica.
Utilizzare il linguaggio sonoro
• Scoprire le possibilità di variazione nella successione suono-silenzio (ritmo).
• Conoscere e sperimentare il senso dei termini rumore, silenzio, suono.
• Scoprire i gesti e le azioni che producono suoni.
• Esplorare le possibilità sonore del corpo, della voce.
• Esplorare le possibilità sonore dello strumentario didattico.
• Muoversi, cantare e suonare a tempo con la musica (ritmi pari: binari, quaternari).
• Usare la voce per imitare e riprodurre suoni e linee melodiche date.
• Usare la voce per sviluppare il senso musicale e artistico.
• Usare materiali di riciclo per costruire oggetti sonori e strumenti musicali.
• Eseguire giochi di improvvisazione vocale.
• Eseguire in gruppo semplici brani vocali e strumentali, facendo attenzione alla corretta prassi esecutiva.
• Riconoscere gli argomenti trattati in un ascolto.
• Interpretare una partitura non convenzionale.
• Interpretare situazioni e sentimenti attraverso la voce e la musica.
• Tradurre gli elementi costitutivi di un brano in altri linguaggi.
• Il rapporto del mondo sonoro e musicale con il pensiero.
• Il ruolo che i suoni e la musica rivestono come mezzo di comunicazione interpersonale.
• Le diverse abilità:
- abilità di percezione: ascoltare, discriminare, decifrare;
- abilità di produzione: utilizzare la voce, gli oggetti, gli strumenti per esprimersi, parlare, recitare, cantare, suonare;
• La pluralità del mondo sonoro nel quale si articolano le diverse espressioni musicali.
• La riflessione sul linguaggio musicale
“Lo sviluppo di competenze linguistiche ampie e sicure è una condizione indispensabile per la crescita della persona e per l’esercizio pieno della cittadinanza, per l’accesso critico a
tutti gli ambiti culturali e per il raggiungimento del successo scolastico in ogni settore di studio...
Nel primo ciclo di istruzione, devono essere acquisiti gli strumenti necessari ad una ‘alfabetizzazione funzionale’:
gli allievi devono ampliare il patrimonio orale e devono imparare a leggere e a scrivere correttamente e con crescente arricchimento di lessico...”.
Verifica e consolidamento delle competenze acquisite
In cammino verso: Competenze da attivare
• L’alunno:
- Comprende e produce enunciati e testi di diversa complessità.
- Si esprime con correttezza strutturale e ortografica.
Obiettivi di apprendimento
• Leggere e comprendere brevi testi poetici, cogliendone il senso globale.
• Giocare con la Lingua manipolando suoni, parole e frasi.
• Leggere e comprendere testi narrativi e descrittivi distinguendo l’invenzione letteraria dalla realtà.
• Cogliere in ogni testo le caratteristiche formali più evidenti.
• Produrre testi partendo da uno schema-guida.
• Conoscere le fondamentali convenzioni ortografiche e servirsi di tale conoscenza per scrivere correttamente e/o correggere eventuali errori.
• Riconoscere l’organizzazione logico-sintattica della frase e le principali parti del discorso.
I primi giorni di scuola, anche se gli alunni sono ormai in classe quarta, costituiscono sempre un momento particolare: il ricordo delle vacanze è ancora ben vivo, proprio dietro l’angolo, mentre l’inizio di un nuovo percorso di apprendimento sembra ancora lontano. Considerare il primo mese di scuola come un periodo a sé, facendo gravitare tutta la rilevazione delle competenze di ciascuno attorno alla tematica del rientro e delle vacanze
Allo stesso tempo, è importante che gli alunni conoscano, sin da subito, le caratteristiche del percorso che dovranno affrontare, non solo in senso cronologico, ma anche dal punto di vista formativo. Sarà utile, quindi, presentare attività e strategie che caratterizzeranno gli apprendimenti del nuovo anno scolastico.
Iniziare il percorso di “ripresa” delle attività e, quindi, di verifica degli apprendimenti acquisiti nei precedenti anni scolastici, leggendo agli alunni alcune brevi poesie che “raccontano” l’estate, evitando di fare commenti.
Estate
Le cavallette sole stridono in mezzo alla gramigna gialla; i moscerini danzano nel sole; trema uno stelo sotto una farfalla.
(G. Pascoli, Myricae)
Estate
Voglio stendermi sul verde presso il fiume, sentire il sole sul mio corpo, a darmi vita. Voglio gettarmi nell’acqua a nuoto, dove sfiorano i pesci. È questo l’ultimo giorno di agosto e i mesi seguono rapidi, e avverto già prossimo l’autunno.
(P. L. Bacchini, Poesie)
Nel vasto cielo turchino
nella notte stordita di stelle
nello sguardo stupito dei fiori
c’è la mia estate.
Nelle spighe impastate di luce
nella carezza azzurra del mare
nella sabbia infinita di sole c’è la mia estate.
Nel mio cuore immenso di gioia nelle fresche risate di sole nelle corse sull’erba dei prati c’è la mia estate.
(Milena classe IV)
Vacanze, sì
Vacanze, sì, però non per la mente, perché il pensiero non finisce mai, e l’occhio vede e l’orecchio sente, c’è mondo, vita, gente ovunque vai.
Non c’è la classe ma amici nuovi: una piccola classe all’aria aperta.
Non c’è palestra eppur ti muovi.
Niente lezione, ma c’è la scoperta.
Vacanze sì, ma che giorno noioso quello passato senza imparare!
Il mondo è un libro vivo e avventuroso con pagine di cielo terra e mare.
(R. Piumini)
Dividere la classe in quattro gruppi di lavoro e consegnare a ciascun gruppo la fotocopia di una delle poesie e un foglio di lavoro del tipo:
Titolo
Numero strofe
Tipo di rima
Nomi di persone, oggetti, animali
Nomi astratti
Nomi di luoghi
Colori
Aggettivi
Verbi
Similitudini
Personificazioni
Scrivere alla lavagna il percorso di lavoro che ogni gruppo dovrà effettuare:
Leggere a turno e a voce alta, ai compagni del gruppo, la poesia.
Completare l’elenco del foglio di lavoro, scrivendo solo quando tutti sono d’accordo nella risposta.
Non scrivere se non si è certi della correttezza della risposta.
Socializzare i lavori di gruppo poi rispondere insieme, con l’aiuto dell’insegnante, alle domande relative alla comprensione della poesia.
ESEMPIO:
Prendere in esame il testo poetico “Vacanze sì” e scrivere sul quaderno i quesiti:
Che cosa significa che la mente non va in vacanza? (significa che non si smette mai di osservare, di scoprire, di pensare...).
Quali differenze il poeta mette in evidenza tra il mondo della scuola e quello delle vacanze? (Nella scuola si vive e s’impara soprattutto in ambienti chiusi, in vacanza si vive e si fanno scoperte con amici nuovi e all’aria aperta).
Si può imparare anche in vacanza? In quale modo? (Si può imparare anche in vacanza perché il mondo è un libro di avventure in cui le pagine sono fatte di cielo, di terra, di mare... ricche di cose da scoprire).
Quale messaggio ci vuole dare l’autore? (L’autore ci vuole dire che un giorno trascorso senza imparare nulla è un giorno noioso, perduto per sempre, che non potremo mai recuperare).
Preparare le domande relative alla comprensione dei contenuti delle altre poesie. Invitare gli alunni ad illustrare dettagliatamente, con un disegno, il contenuto di almeno uno dei testi poetici analizzati.
Scegliere, all’interno dei versi delle poesie, le parole che meglio rappresentano le vacanze appena trascorse e trascriverle su un cartellone costruendo il campo semantico relativo all’estate.
ESEMPIO:
giochi
spighe
sabbia acqua
Riflettere sul significato delle parole, scegliere quelle da utilizzare, legarle poi con una linea colorata. Scrivere testi poetici con i termini scelti, utilizzando rime e versi liberi.
Questa è la mia estate, fatta di risate, di giochi con gli amici per essere felici!
Di giorno con la sabbia mi diverto. Di notte guardo le stelle nel cielo aperto, a volte rincorro le farfalle, bianche e nere, rosse e gialle.
(Marco classe IV)
Estate
Estate: gioia, vacanze, prati, mare, verdi acque, corse di felicità.
(Milena classe IV)
Estate
Notti di stelle, giochi di onde, vento di pensieri, bagni di sole, caldo nel cuore.
(Livio classe IV)
Chiedere ora ai bambini cos’è, secondo loro, una poesia; raccogliere le risposte scrivendole alla lavagna; ricercare il significato sul vocabolario e giungere ad una definizione scritta di poesia utilizzando sia gli interventi degli alunni, sia i risultati della ricerca sui diversi dizionari. Fissare la definizione sul quaderno.
Ricorda!
La poesia è un testo che comunica esperienze, idee, pensieri, sentimenti, emozioni, fantasie del poeta con una forma, un ritmo ed un linguaggio particolari.
La divisione in sillabe
Utilizzare le parole dell’estate per ricordare insieme le regole della divisione in sillabe.
1) mare, risate, salite;
2) sabbia, pattini, colline;
3) corsa, canzoni, alberi, campo;
4) scivolo, giochi, spighe, foglie, bagni, moscerini;
5) dischi, pescatore, lische, mosche;
6) amici, isole, eliche, odori, estate;
7) acqua, acquamarina, acquario, subacqueo;
8) treno, strade, sagre, grilli.
Fissare ora, per iscritto, le regole scoperte con la divisione in sillabe dei diversi gruppi di parole.
1) Dividere le parole piane dopo le vocali (ma - re).
2) Dividere le lettere doppie (sab - bia).
3) Tenere unite le lettere ponte (l, m, n, r) alla sillaba precedente (cor - sa).
4) Non separare mai i digrammi (sci, sce, gli, gne, gni, gna, gno, gnu, chi, che, ghi, ghe: sci - vo - lo).
5) La lettera s che precede una consonante va sempre unita alla sillaba che segue. (ve - spa, a - spa - ra - gi, e - stre - mo).
6) Separare le vocali quando sono all’inizio di ogni parola e seguite da una sillaba semplice (a - mi - ci).
7) Il suono cq si divide come le lettere doppie: la c è l’ultima lettera della sillaba precedente, la q è la prima della sillaba successiva (ac - qua).
Invitare ora i bambini a dividere in sillabe le seguenti parole:
assolutamente per barca dà po’ casta cocomero arte maestra castello bar pattumiera parrocchia aquilone acino ape re orso straccio fra cassa inconveniente carriere legno acquerugiola castigo in maschio gennaio giù raffigurazione particolare acquaio
Qualora i bambini incontrino ancora difficoltà nello scrivere correttamente digrammi e trigrammi, si possono proporre attività diversificate come quelle delle schede che seguono.
1- Inserisci negli spazi le parole corrispondenti alle definizioni date. (Metti una lettera per ogni trattino).
Animale erbivoro
M
Cadono in autunno
F
Si trova al mare
S
Serve per aprire la porta
M
Indumento di lana
M
Ha un marito
M
Chiuse nel riccio
C
Cane piccolo
C
Si imbeve di acqua
S
Lo sono le Alpi
M
Vi vivono le rane
S
Accompagna il nome
C
Il contrario di asciutto
B
Pesci piccoli
P
Il contrario di ruvido
L
Si usa per asciugarsi
A
Proporre ora giochi di trasformazione delle parole.
1- Inserisci una lettera in ciascuna parola per ottenerne un’altra di significato diverso. Segui gli esempi:
gallo = giallo pala = palla baci = bachi pesce = pena = melo = merlo scarpe = coda = gelo = gelso porta = s lago = peso =
more = sera = costa = casa = cavo = calvo
caro = pino = piano
palo = libro = libero oro = pesa =
2- Togli una lettera a ciascuna di queste parole e trasformale in altre di significato diverso.
Grana
Carota
Mora
Giallo
Cappello
Pala
Bruco
Carne
Mondo
Fieno
Corvo
Manto
Forno
Salve
Messe
Scarto
Palato
Asola
Menta
Fiala
Treno
Salmone
Vetro
Tarma
Raspa
Rumore
Polvere
Cammino
Nuovo
Visita
Nome e Cognome Classe
3- Trova nuove parole sostituendo le lettere sottolineate.
Corto = porto
Pazzo =
Roma =
Bimb o = Por to = Cor vo =
4- Cambia una sola lettera per volta e forma altre parole.
Rana R na Re a Rem emi
Mano M no Me o elo Te o
Ponte Po te Po te P ste P ste
Sole S le ale Ta e ane
5- Cambiando l’ordine delle lettere che formano queste parole, cerca di ottenerne altre di senso compiuto.
Nato = nota - onta
Rena =
Doni =
Mela =
Letto =
Vena =
Raso =
Dati =
Mare =
Anni =
Temi =
Arido =
Orma =
Rima =
Buco =
Caio = Lardo = Orco = Treni =
Circo = Tanti = Oliva = Bello = Cosce = Carote = Regola = Cara = Rosa =
6- Togli una sillaba (iniziale, finale o mediana) e forma un’altra parola.
Aranciata = arancia
Arpista = Macchiato = Motore = Corsaro = Romano = Rumore = Cestina = Catene =
1- Cambia l’ordine delle sillabe per ottenere parole di significato diverso.
Doni = nido
Mari = Mira = Rape = Nodo = Nome =
Lame = Remo = Nata = Tara = Vena = Noto =
2- Dividi ciascuna parola, in modo da formarne due.
Torino = Tori – no
Marinella = Asciugamano = Tremore =
Sciarada =
Occhiali = Isolamento = Collare = Ferrovia =
3- Scrivi, accanto ad ogni parola, un verbo che termini in -eggiare.
Sorte = Posto = Beffa = Danno = Scarso = Lampo =
4- Scrivi, accanto ad ogni aggettivo, un nome che termini in -ezza
Certo = Lento = Svelto =
Arbitrare = Pattinare = Imballare =
Timido = Sicuro = Triste =
5- Scrivi, accanto ad ogni verbo, un nome che termini in -aggio.
Atterrare = Montare = Lavare =
6- Scrivi, accanto ad ogni verbo, un aggettivo che termini in -bile.
Desiderare = Presentare = Risolvere =
Realizzare = Sopportare = Discutere =
1- Risolvi gli anagrammi e colora solo i disegni che rappresentano le soluzioni.
O M
E G S A O B S
2- Risolvi ancora gli anagrammi.
• Attrice
• Camillo
(è di pane)
• Rosa
(hanno le foglie) B T R M A O
(si segue per cucinare)
(nel cielo è maggiore o minore)
• Mari
1- Osserva queste parole che si possono un po’ scrivere e un po’
LLO = Leonello
LOGIO = VALE =
=
=
• Si arrampicano sulle pareti delle montagne. Sono...
(9 lettere) (10 lettere)
• Hanno mangiato tanto. Sono...
(6 lettere) (6 lettere)
Nome e Cognome Classe
2- Risolvendo i rebus, otterrai in ognuno un nome e un aggettivo qualificativo.
Frase: 8, 7
Frase: 6, 5
Rebus 7, 2, 5
Rebus 8, 3, 7
Rebus frase: 7, 6, 4
Rebus 5, 5
Rebus 8, 5
Rebus 6, 5
Rebus 6, 5
Rebus 6, 9
Rebus frase: 5, 5
Il dettato ortografico, in questa prima parte dell’anno, è utile per riflettere sulle difficoltà foniche e grafiche della Lingua.
Marco, il fratellino di Francesca, quest’anno è andato al mare per la prima volta. Il primo giorno, davanti a quel blu immenso, ha pianto perché era un po’ smarrito e spaventato. Poco dopo, però, ha smesso di piangere e si è messo a giocare con palette e secchiello. Con l’aiuto della sorellina, ha costruito un bel castello di sabbia. – Il prossimo anno farai tutto da solo! – ha gridato Francesca correndo verso le onde. Marco ha bevuto due succhi di frutta, ha mangiato un cioccolatino, poi ha cominciato a correre, a saltare, a rotolarsi sulla sabbia bagnata. Ad un certo punto, il papà ha esclamato:
– È arrivata l’ora di pranzo, andiamo a casa!
Giochi con “Mare”
Tra le parole che caratterizzano l’estate sceglierne una tra le più rappresentative con la quale giocare.
(P. Formentini, Poesie di terra e di mare, Edicolors)
Ricordare ai bambini che un testo scritto in questo modo prende il nome di calligramma, cioè un testo immagine: le parole sembrano avere il movimento e/o la forma di ciò che si nomina (nel nostro caso le parole della poesia assumono la forma del mare).
Ricercare le parole che, a volte, assomigliano al “mare” perché ne condividono una caratteristica.
Parole chiare: luce, perle
Parole calme: riposo, silenzio
Parole scure: buio, noia
Parole agitate:
Parole immense:
Parole azzurre:
Parole rumorose:
Parole calde:
Parole buie:
Ricercare parole che abbiano il “mare” dentro.
re- mare, a- mare, mare -mma, tre- mare, fir- mare, mare -ggiata, mare -tta, mare -moto, sfa- mare li- mare, chia- mare, mi- mare, rica- mare, co- mare, col- mare, sti- mare, fil- mare, ...
Trovare parole e non parole nascoste in mezzo al testo.
ma -reggia- re,
ma -rina- re,
ma -rita- re,
ma -cina- re,
ma -tura- re,
ma -sterizza- re,
ma -neggia- re,
ma -schera- re
Utilizzare la parola “mare” per realizzare acrostici.
Marco Mimmo
Maria
Marco Maria
A ma Aveva Adora Aveva Adesso
Raccogliere Rubato Ricamare Riascoltato Registra Erbette Elmetti Edere Echi Episodi
Mi Marco
Mario M ontare Mummia
A spetta Adora A spetta Adesso A spetta
Renzo Rincorrere Rino Ripetitori Re Ermini Enzo
Eccitato Ecologici Egizio
I giochi linguistici proposti possono essere realizzati anche con la parola monti
Leggere attentamente il testo espositivo che parla degli animali più intelligenti che vivono nel mare.
Tra gli abitanti del mare i delfini sono, come tutti sanno, i più intelligenti: l’uomo riesce ad addomesticarli e far loro eseguire, negli acquari, gli esercizi più strani.
I delfini saltano attraverso un cerchio, salgono in verticale dall’acqua per afferrare un pesce come premio, eseguono volteggi e movenze a ritmo di musica, si muovono danzando, rispondono alla voce umana. Addirittura, in un Paese grande e molto ricco, i delfini sono stati osservati a lungo e poi ammaestrati per il trasporto di bombe nel mare.
C’è una cosa molto bella da sapere: come si comportano le mamme delfino quando è il momento nel quale vengono al mondo i loro figli.
Le mamme delfino partoriscono i loro cuccioli nell’acqua, ma appena essi vengono al mondo hanno bisogno di respirare, altrimenti morirebbero per mancanza d’aria.
Infatti, come tutti sanno, i delfini vivono nell’acqua ma devono arrivare in superficie per respirare.
Allora le mamme delfino, non appena il piccolo è uscito dal loro ventre, gli danno un robusto colpo di coda e lo fanno salire fuori dall’acqua.
Così il piccolo delfino impara subito come comportarsi per non morire asfissiato. I delfini riescono a parlare fra loro: c’è una piccola specie di delfino, molto comune nel mare Mediterraneo, ad esempio, che ha la possibilità di comunicare con brevissimi, acutissimi fischi costituiti da una serie di temi che si ripetono sempre nella stessa successione.
Molti delfini e mammiferi marini emettono suoni ad alta frequenza con funzioni di sonar (una specie di radar) per individuare banchi di pesci o ostacoli improvvisi.
(R. Denti, La luna, i delfini e i gatti, edizioni E. Elle)
Ricercare e sottolineare nel testo le notizie che permetteranno di rispondere alle seguenti domande:
Come si possono addomesticare i delfini?
Come si comportano le mamme delfino quando vengono al mondo i loro figli?
Come comunicano tra loro i delfini?
Nel mar Mediterraneo quale specie di delfini vivono?
Le vacanze appena trascorse possono essere utilizzate anche per “ricordare” alcuni aspetti della descrizione. Analizzare i seguenti testi.
Una sera d’estate andai con mio fratello al circo. Un ometto con un cappellino giallo e il naso a pera, coi pantaloni a quadretti e le scarpe lucide, uscì su una normale bicicletta a due ruote. Accompagnato da una musica, fece un giro, poi lanciò un urlo e fece impennare la bicicletta. Fece un altro giro sulla sola ruota posteriore; poi si mise a gambe in su. Senza fermarsi, riuscì a svitare la ruota anteriore e a lanciarla lontano e continuò a girare con una sola ruota, pedalando con le mani. Arrivò una donna bionda con una gonna cosparsa di stelle d’argento su un palo metallico, con un sellino in alto e una sola ruota. Cominciò a girare in tondo. Incontrandola, l’ometto lanciava grida di saluto e con un piede sollevava il cappellino dalla testa. Giunse infine un bimbetto di otto anni circa su una minuscola bicicletta con un grosso clacson. Dopo aver compiuto alcuni giri, gli acrobati arrivarono fino all’orlo del palcoscenico e gli spettatori delle prime file si buttarono indietro gridando. Ma le biciclette si fermarono al momento preciso in cui le ruote anteriori minacciavano di piombare sulle teste dei musicisti.
(M. Bulgakov, Il maestro e Margherita, Einaudi)
Invitare i bambini a disporsi in cerchio e guidare la conversazione finalizzata a far cogliere:
l’argomento principale; gli argomenti partecipanti, cioè quegli argomenti che si legano al principale per meglio evidenziarlo e svilupparlo e che sono collocati in una progressione e organizzazione gerarchica; le informazioni relative agli argomenti attraverso le quali lo scrittore “disegna” cioè descrive il personaggio, l’ambiente, il luogo, il tempo, le emozioni.
Far notare che tali informazioni contengono tutti quei dati che ciascuno di noi percepisce attraverso i sensi.
Si possono così avere:
dati visivi relativi a forma, colore, dimensione, posizione...; dati uditivi che si riferiscono a suoni o rumori prodotti dal personaggio principale o dagli altri personaggi presenti nell’ambiente narrativo; dati tattili, per i quali si fa spesso ricorso a paragoni (soffice come la neve...); dati olfattivi, per definire la percezione olfattiva e far vivere tale sensazione anche al lettore (profumo di fieno, puzza di letame, odore di erba appena tagliata...); dati gustativi, anche per essi viene fatto riferimento all’esperienza diretta del lettore; dati di movimento relativi a cose, persone, animali.
Far cogliere ed evidenziare i dati descritti all’interno del testo, invitare gli alunni a compilare uno schema-cornice e una tabella per ciascuna categoria dei dati esaminati.
ARGOMENTI
Gli acrobati
Un ometto
INFORMAZIONI
Un ometto.
Una donna bionda.
Un bimbetto.
Ha un cappellino giallo.
Ha il naso a pera.
Ha i pantaloni a quadretti e scarpe lucide.
Uscì su una bicicletta a due ruote.
Fece un giro.
Lanciò un urlo.
Fece impennare la bicicletta.
Fece un giro sulla ruota posteriore.
Senza fermarsi, svitò la ruota.
Pedala con le mani su una sola ruota.
Tabella dei dati
DATI VISIVI
Colore Forma
• cappellino giallo
• chioma bionda
• naso a pera
• bici a due ruote
Posizione Dimensione
• ometto
• bimbetto
DATI
UDITIVI
• lanciò un urlo
DATI DI MOVIMENTO
• fece un giro
• fece impennare la bicicletta
• fece un giro sulla ruota posteriore
Analizzare un testo che “descrive” un animale, adattando un brano d’autore.
Lo scoiattolo
Passeggiando con il nonno nel bosco alla ricerca di funghi, alla fine dell’estate, feci un incontro davvero eccezionale... Era un animaletto corto corto, fulvo, con una gran coda gonfia, gli occhietti tondi e le orecchiette a punta, ma elastico, esperto in ogni sorta di acrobazie, e presto tornò a riempire di sé tutto il bosco.
Indemoniato, passava da un ramo all’altro a corsettine, sen za mai toccar terra, saltava su un abete, rimbalzava su un pino, s’arrampicava, appariva sul lago, faceva provviste.
(F. Tombari, Il libro degli animali, Mondadori)
Compilare uno schema di comprensione.
ARGOMENTI
Lo scoiattolo
Tabella dei dati
DATI VISIVI
INFORMAZIONI
Corto corto. Fulvo.
Grande coda gonfia.
Occhi tondi. Passava da un ramo all’altro a corsettine.
Orecchie a punta. Saltava su un abete. Elastico. Rimbalzava su un pino.
Esperto in ogni acrobazia. S’arrampicava.
Colore Forma Posizione Dimensione
• fulvo • grande coda gonfia
• occhi tondi
• orecchie a punta
• corto corto
DATI DI MOVIMENTO
• elastico
• esperto in acrobazie
• passava da un ramo all’altro •
Partire da un semplice schema per descrivere un ambiente o un paesaggio visti durante le vacanze e illustrarli graficamente.
ARGOMENTI
L’osteria di campagna
INFORMAZIONI
Un buon profumo di arrosto.
Lo sfrigolio dell’olio.
Tavoli ben apparecchiati.
Cestini ricolmi di pane e di frutta.
Caraffe colorate piene d’acqua.
Sgabelli inseriti nei binari sotto i tavoli.
INFORMAZIONI
sereno.
in alto il cielo è limpido. luminoso.
le nuvole sono chiare. soffici.
Il paesaggio visto dalla finestra della casa in montagna tondeggianti. prato fiorito.
in primo piano vi sono pecore che brucano.
in basso pastorello in piedi.
cane che vigila. strada serpeggiante che porta al paesino.
in secondo piano a sinistra case e alberi sulle cime. tra le case un piccolo grazioso campanile.
oltre il paesino in lontananza verso destra le montagne. il cielo.
Fornire un semplice schema anche per la descrizione di una persona conosciuta e frequentata durante le vacanze.
• viso e sue parti
• corpo e sue segmentazioni
• caratteristiche e particolarità
• famiglia
• professione
• attività
• condizioni di lavoro
• caratteristiche
• rapporti con se stesso (solitario, socievole)
• rapporti con gli altri (coetanei, piccoli, adulti)
• abitudini
• interessi, hobby
• caratteristiche
Invitare gli alunni a cogliere in una persona una caratteristica significativa ed esagerarla volutamente per produrre un testo che abbia lo scopo di far sorridere, meditare...
Riflettere insieme sugli scopi del testo descrittivo e costruire una tabella riassuntiva.
La descrizione serve a...
“Fotografare” la realtà: descrizione di oggetto, animale, persona, ambiente in modo sistematico, organizzato.
Comunicare: il proprio modo di vedere, di sentire (descrizione soggettiva).
Spiegare, informare: descrizione scientifica, storica, geografica.
Insegnare regole, norme d’uso: istruzioni di giochi, ricette, manufatti... Informazioni (descrizione oggettiva).
Mettere in ridicolo, sottolineare, evidenziare (descrizione finalizzata).
Terminare il percorso di verifica iniziale analizzando testi di tipo narrativo che ricordino le esperienze vissute durante l’estate.
audiolettura
Quando calava la sera, bisognava rientrare in casa. Ci piaceva moltissimo accamparci, con un bel libro, di fronte al caminetto o semplicemente sognare ammirando la danza delle fiamme.
Ma era anche bello sedere sul primo gradino, quello sul quale si apriva la porta di casa e, con la testa appoggiata sulle ginocchia, guardare le stelle appuntate appena sopra le alte querce scure, che si stagliavano contro il blu, quello del cielo di notte.
(M. F. Moro)
Rilevare il vissuto e produrre lo schema.
Serenità e nostalgia
• calava la sera
• accamparci davanti al caminetto
• sognare ammirando la danza delle fiamme
• sedere sul primo gradino
• testa appoggiata sulle ginocchia
• stelle appuntate
• cielo blu
Per scoprire quali siano le parole che trasmettono la nostalgia, riscrivere il testo trasferendo i verbi al “passato remoto”.
Quando calò la sera, bisognò rientrare in casa. Ci piacque moltissimo accamparci, con un bel libro, di fronte al caminetto...
Riflettere insieme
Nel secondo testo, scritto con i verbi al “passato remoto” è sparita la sensazione di nostalgia. Il fatto sembra accaduto una sola volta tanto tempo fa.
Perché Maria F. Moro usa il tempo “imperfetto”?
Riportare, dunque, l’attenzione sul fatto che l’autrice usa il tempo “imperfetto” per dare al suo racconto un taglio nostalgico e far capire che quel fatto soleva accadere tante volte.
Leggere, ora, attentamente il testo narrativo In vacanza dai nonni. Individuare i nuclei tematici e dare un titolo ad ognuno.
In vacanza dai nonni
Il luogo.
Le raccomandazioni alla partenza.
Il momento di coricarsi.
Un ricordo particolare.
Ogni estate, il babbo accompagnava me e mio fratello a casa dei nonni che abitano in un grazioso paesino di montagna. Ogni volta, prima della partenza, ci faceva mille raccomandazioni: – Paolino – mi diceva – non mangiare troppe ciliegie e tu Andrea – rivolgendosi a mio fratello – non spaventare il maialino.
Dopo aver promesso solennemente, partivamo.
Nella stessa stanza dormivamo io, mio fratello e mio cugino Alfredo. Ricordo che appena ci coricavamo, mio fratello e mio cugino si addormentavano subito, io no. Appena spenta la luce, ripensavo ai fatti della giornata: alle scorribande nel boschetto, alle scorpacciate di frutta e al terribile mal di pancia che mi veniva quando mi ingozzavo di ciliegie, ai rimproveri del nonno per aver spaventato il povero maialino e le galline e, mentre pensavo, lentamente scivolavo nel mondo dei sogni.
Una sera sentii i passi di qualcuno accompagnati da strani lamenti: mi tirai su un fianco per ascoltare. Mio fratello e mio cugino Alfredo dormivano come ghiri. Tutto era tranquillo. Dopo un po’ scorsi la sagoma di mia nonna che si dirigeva in cucina: era lei che si lagnava come un gatto a cui hanno strappato in un solo colpo i baffi e pestato la coda. La raggiunsi. La poverina aveva una faccia molto strana, ma tanto ridicola: – Se continua a farmi male – disse tastandosi la guancia gonfia – morirò di dolore. Per tutta la notte le stetti accanto e, per tranquillizzarla, continuai a ripeterle che non avevo mai sentito di nessuno che fosse morto di mal di denti. La nonna mi ascoltava e brontolava. Faticai tanto per toglierle dalla mente quella
Qual è l’argomento del testo?
Il testo parla delle vacanze dai nonni.
Quale funzione ha il capoverso, cioè andare a capo dopo il punto fermo?
L’autore ha raggruppato alcune frasi; ogni nucleo dà un’informazione particolare
Quali informazioni puoi ricavare dalle letture dei singoli capoversi?
Il I capoverso parla del luogo, di un paesino di montagna.
Il II parla della partenza per le vacanze.
Il III del momento di coricarsi.
Il IV di un ricordo particolare legato alla sera
Sintetizzare le scoperte effettuate.
ARGOMENTO
UNA VACANZA DAI NONNI TEMI
• il luogo (paesino di montagna);
• la partenza (raccomandazioni);
• il momento di coricarsi (il fratello e il cugino dormono, il narratore ripensa ai momenti della giornata);
• un ricordo particolare (il mal di denti della nonna).
Sottolineare nel testo le voci verbali usate dall’autore per raccontare: accompagnava; abitavano; faceva; diceva; partivano; dormivano; coricavano; addormentavano; ripensavo; veniva; ingozzavo; pensavo;
Rilevare come i pensieri, le azioni, siano descritti al “tempo passato”, l’autrice usa il “tempo del ricordo”: l’ imperfetto
Prendere in considerazione alcuni verbi usati nel testo e coniugarli in tutti i tempi del modo indicativo.
Utilizzare lo schema scoperto in precedenza per raccontare l’esperienza delle vacanze appena trascorse.
UNA VACANZA
• tranquilla
• felice
• noiosa
• indimenticabile
UNA VACANZA
• tranquilla
• felice
• noiosa
• indimenticabile
• il luogo: il mare;
• i giochi sulla spiaggia;
• un gioco particolare: le bombe d’acqua;
• il momento più bello: il bagno.
• il luogo: la campagna;
• la passeggiata al fiume;
• un’avventura particolare: l’incontro con un cinghiale;
• il momento più bello: far rimbalzare i sassi piatti sul pelo dell’acqua.
Proporre un esercizio che servirà con certezza come rinforzo per acquistare la capacità di chiarire la realtà in modo razionale.
Spesso, nel nostro modo comune di parlare, sfuggono i rapporti precisi fra i concetti, anche se è chiaro il senso globale di quanto si dice; è bene che i bambini imparino a rendersi conto di quanto dicono e di quanto sentono dire per acquisire l’abitudine alla riflessione e una adeguata competenza linguistica.
Dettare alcune frasi tratte sempre da “vissuti” estivi.
A) La mamma lava gli asciugamani.
Gli asciugamani erano sporchi di sabbia
La mamma piega e stira gli asciugamani.
La mamma ripone gli asciugamani al loro posto, nel cassetto.
Invitare gli alunni a disporre le frasi all’interno di uno schema narrativo e ad individuare poi la frase da eliminare.
I bambini capiranno immediatamente che l’enunciato da togliere è “Gli asciugamani erano sporchi di sabbia” poiché indica la causa per la quale la mamma li ha lavati, mentre lo schema indica un rapporto di tipo temporale.
B) Alessio è arrivato all’ombrellone.
La mamma ha rimproverato Alessio.
Alessio ha distrutto il castello di sabbia costruito dagli amici Alessio piange.
La mamma ha rimproverato Alessio
La frase da eliminare è “Alessio è arrivato all’ombrellone” che è legata alle altre da un rapporto temporale e non causale. Il motivo del rimprovero è costituito dal fatto che “Alessio ha distrutto il castello di sabbia”, la conseguenza del rimprovero è il pianto.
C) D’estate quasi tutti vanno in villeggiatura
In villeggiatura si va per divertirsi.
Alcuni vanno al mare
Alcuni vanno in campagna.
Alcuni vanno in montagna.
D’estate quasi tutti vanno in villeggiatura
La frase da eliminare è “In villeggiatura si va per divertirsi” in quanto è legata all’andare in villeggiatura da un rapporto di causa, mentre lo schema indica un’analisi dell’andare in villeggiatura.
D) Quest’anno abbiamo due libri.
Abbiamo il libro dei linguaggi delle discipline
Abbiamo il libro con i risultati.
Dobbiamo studiare tante cose
Quest’anno abbiamo due libri
L’enunciato da eliminare è “Dobbiamo studiare tante cose” che rappresenta la causa per la quale abbiamo due libri, mentre gli altri due enunciati rappresentano l’analisi dei libri che abbiamo.
Per facilitare l’interiorizzazione dello schema, attraverso una visione simbolica, possiamo, dopo aver fatto scrivere i vari enunciati, indicare lo schema in modo simbolico.
ESEMPIO:
se dovranno essere evidenziati rapporti di causa/effetto; se dovranno essere evidenziati rapporti di tipo temporale; se dovranno essere evidenziati rapporti di tipo spaziale.
Naturalmente adatteremo questa simbologia alle esigenze della classe e anche dei singoli alunni: se lo riterremo più opportuno (potrebbe anche essere il primo gradino che ci consentirà poi di procedere), potremo indicare ogni schema con il numero reale di frecce o di bracci necessari per lo schema considerato.
Papà ha acceso il televisore.
Papà ha ascoltato il telegiornale
Papà era stanco
Papà ha spento il televisore
Papà è andato a letto. (oppure
Papà ha acceso il televisore Ha ascoltato il telegiornale Ha spento il televisore È andato a letto
Mirko ha mangiato troppi biscotti
I biscotti sono buoni.
A Mirko i biscotti piacciono molto.
A Mirko è venuto mal di pancia
(oppure )
Francesca sulla spiaggia fa molti giochi
Scava buche.
Costruisce castelli.
Prepara piste per le biglie.
Risolve rebus e cruciverba
Dare una serie di enunciati, poi, senza rispettare l’ordine delle serie date, fornire gli schemi adatti che i bambini dovranno riconoscere e completare.
A) Sara porta al mare:
l’asciugamano per stendersi sulla sabbia.
il secchiello e la paletta
il costume di ricambio.
il Nintendo per giocare
B) Il papà di Giulio compra la merenda al bar della spiaggia
Fa il bagno con Giulio.
Aspetta che Giulio si asciughi
Insieme tornano a casa.
C) Indossiamo abiti leggeri.
C’è il sole quasi tutti i giorni
Continua a far caldo.
D) Il barista prepara i gelati.
Li porta al tavolo
Prende i soldi
Dare una serie di enunciati che i bambini dovranno inserire in una struttura adatta eliminando quelli non coerenti o superflui.
A) Silvia è soddisfatta.
Silvia ha un vestito nuovo
L’abito ha una grossa tasca.
È blu e giallo
Ha una lunga cerniera.
B) Daniela apre la cartella.
Deve fare i compiti delle vacanze
Prende i quaderni.
Fa i compiti.
C) Fabio è felice
Ha vinto una gara di moto.
Ha ricevuto una medaglia.
Deve fare un’altra gara
Utilizzare ora un testo narrativo per effettuare alcune verifiche a livello grammaticale e sintattico.
Una pesca sfortunata
La scorsa estate mio padre e io andammo a pescare in un piccolo lago, in collina, vicino a un grazioso paese. Per me era la prima volta ed ero tutto emozionato. Ero convinto che mio padre fosse un campione, ma quando lo vidi pescare prima una grossa scarpa e poi un brutto cappello sudicio, incominciai a nutrire qualche dubbio. E mi sentii un esperto pescatore, quando riuscii a prendere due piccoli pesci. Ero veramente soddisfatto, ma la mia soddisfazione durò molto poco: girandomi verso la cesta che conteneva le mie prede, ne vidi uscire un grosso gatto e capii subito dov’erano finiti i miei due pesci.
1- Cerchia nel testo tutti gli articoli.
2- Le espressioni sottolineate posso essere sostituite da un nome alterato. Completa.
Piccolo lago: laghetto
Grossa scarpa:
Piccoli pesci:
Grazioso paese:
Brutto cappello:
Grosso gatto:
3- Accanto a ogni nome alterato scrivi l’espressione corrispondente. ventaccio: un vento impetuoso e freddo. alberghetto: lumicino: barbaccia: regalone: pioggerella: ombrelluccio: ragazzone:
4- Scopri l’intruso, cioè il falso alterato, e cancellalo con una X . merlotto - merletto - merlaccio cagnolino - cagnaccio - canotto fiorino - fiorellino - fioraccio torretta - torrone - torraccia