Gabriella Santini Gabriella Santini Dentro di lei vivono mondi paralleli e storie fantastiche. La sua più grande felicità? Condividerli con i lettori. La sua passione? Inventare storie, che dedica alle Winx, a Huntik, a Monster Allergy, alle Poppixie, e ad altri personaggi conosciuti. E quando torna alla realtà? La colora con le figlie e con il marito.
Simona Dell'Orto
La vita e un a di colori o d tavolozza i Che sia l'’un emozioni? a e sempre un o l'’altra, gran guaio.
Con la stessa disinvoltura, miscela sapientemente colori, grafica, illustrazioni e ingredienti per realizzare ricette da capogiro. Lavorare le piace da matti e la diverte tanto quanto stare con la sua allegra famiglia.
Gemma è nera di rabbia e di gelosia. Luca l’ha ferita profondamente, facendole dimenticare che la vita è una tavolozza di colori e di emozioni. Quando tutto sembra perso nel grigiore, finalmente amicizie imprevedibili e nuovi interessi la riscuotono. La passione per l’arte e la ritrovata vena creativa basteranno a far capire a Gemma che la vita non è in bianco e nero? www.farofuoricupido.it
ODIO L'ABBA NDON
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Dai 12 anni I S B N 978-88-472-2005-8
€ 8,50 9
788847 220058
Sono Gemma Cairoli, la protagonista di questa sorprendente avventura... a colori. Luca è il mio ex-amore, ancora tanto troppooo presente nel mio cuore... I miei amici neri nerissimi dell’istituto d’arte: Allegra ti! ;-) he tipi tos C io). Gen to (det enio Eug ar, Osc la), Sibil ta (det Minni, Edera e Arianna, le mie amiche del e compagne di scuola del liceo Dante. C’è aria di crisi tra noi? Ursula: la rossa incendiaria bella, più grande di me, nonché, ehm, ehm, mia avversaria in amore... Saurus, il mio amico a quattro zampe e a sangue freddo. Paola Turchi, giornalista e mamma davvero UNICA! Bianca, la mia nonnina del cuore tanto speciale. Smack! Architetto noto e apprezzato, Massimo Cairoli è anche il mio papà sempreassente. Lui vive con Sveva, la sua nuova compagna. Emanuele, il fida di Federica, che è una mia compagna di scuola. Forse lui ci sta provando con me o forse no...
Gabriella Santini
www.farofuoricupido.it Editor: Patrizia Ceccarelli Redazione: Emanuele Ramini Team grafico: Claudio Campanelli, Simona Dell’Orto Illustrazioni: Simona Dell’Orto Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Tutti i diritti sono riservati © 2014
1a Edizione 2014 Ristampa 5 4 3 2 1 2019 2018 2017 2016 2015
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L'A OD BB IO AN DO N
"L'ANIMA E` TINTA DEL COLORE DEI SUOI PENSIERI". LA FRASE, SCRITTA DA ERACLITO TANTI, TROPPI ANNI FA, CONVINCE ANCHE ME, RAGAZZA DI OGGI, PERCHE`, IN REALTA`, E` UNA FRASE MOSTRUOSAMENTE ATTUALE. AHIME`, ERACLITO E` STATO UN FILOSOFO GRECO ANTICO, NATO NEL 535 A.C. IN TURCHIA E MORTO NEL 475 A.C.
Capitolo 1
MALEDETTO BLU!
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ono a casa e sono nera, come la fuliggine nella cappa di un camino. Casa mia, invece, è immersa nel blu, come un’isola persa in un oceano lontano. Come una stella che muore nella luce del mattino. Come un pennello intriso nel color ciano. La mia anima affiora a fatica dal blu che la circonda. Ci affoga dentro. Ma la vita è una tavolozza di colori o di emozioni? Che sia l’una o che sia l’altra, oppure entrambe, la vita è sempre un gran guaio. Un intruglio bluastro di emozioni mi travolge. Bluastro fa rima con impiastro. E di impiastri ne conosco tanti. Mi basta pensare a uno, Luca, e la mia vista si annebbia. Ho i brividi. La pelle diventa cianotica. È lui la causa del mio odio improvviso per il blu. Ripeto: sono nera di rabbia e sono in un brutto guaio. Eh, sì, perché nonostante sia ottobre, la natura ha appena improvvisato un cielo da non credersi. Sovrasta me, la mia anima e la mia casa, con il suo azzurro. Ahimè, lo ammetto: oggi lo trovo insostenibile. Così infinito e così profondo! Ed è un azzurro talmente saturo che sembra pennellato da Van Gogh in persona. Peccato che Vincent sia vissuto a fine Ottocento. Non può essere stato lui.
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Caro Vincent… Pittore olandese famoso in tutto il mondo, sei nato nel 1853 e morto troppo presto, nel 1890, in Francia. Hai dipinto ben 864 tele e più di mille disegni. Che genio!
Sospiro. Van Gogh era un maestro del colore, e pure un maestro del dolore, ripensando alla sua biografia. Dal dolore derivava la sua arte? Nei suoi quadri, cieli densi di blu conquistano gli occhi e il cuore di chi li guarda. Scommetto che quel blu affascinava anche lui. Ci giurerei. Come domina e conquista anche me, da sempre. Invece, stamattina avrei bisogno di cancellarlo dalla mia vista. E pure dalla mia vita. Sospiro di nuovo e mi faccio coraggio: apro i vetri della finestra. L’aria del mattino entra in camera. Beata città ignara. Beato mondo indifferente. Beati tutti. Tranne me. Per la prima volta in vita mia, vorrei essere un’altra. Non più Gemma. Alzo gli occhi e li libero. Volano via, come rondini. Il panorama che li attende è il solito: lo osservo ogni giorno, da quasi quindici anni. Stamattina, però, vorrei riuscire a non guardarlo, perché so che mi farà male. Male dentro. Richiudo gli occhi. Serro le palpebre con forza. Come vorrei aver dimenticato tutto. Compresi i meccanismi automatici di scrittura, lettura, percezione. Vorrei, ma la spinta che sento in me è più forte della volontà. Lottando contro me stessa riapro gli occhi e li libero di nuovo. Fisso il cielo azzurro. Poi abbasso la mira. Il mio sguardo sorvola i tetti, scende fino a sfiorare le finestre delle case che sono davanti. Volteggia fino alla strada. Atterra fin quasi sull’erba rada. Inspiro, mi faccio coraggio. Osservo il muro basso della casa che mi sta di fronte. Non vorrei. Non dovrei. Invece dolorosamente guardo. E leggo: “Gemma ti amo troppo! Luca”.
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Ricordi blu. Parole blu. Amore blu. Dolore blu… La scritta campeggia sul grigio e lo annulla, perché è tutta azzurra, ed è molto elaborata. Fiorisce di cuori e di punti esclamativi. In alcune parti, grazie alle crepe nel muro, le lettere hanno una scolatura di colore. Anche questa è azzurra. Intensa. Bellissima. Quasi artistica. Maledetto blu! Fuori di me per il dolore gli dichiaro guerra a vita, come ho fatto ieri sera con il suo autore. Prima di infilarmi a letto e di non dormire per tutta la notte, infatti, ho dichiarato guerra a Luca. La mia sarà una resistenza silenziosa ma costante, pacifica ma perenne. È giusto che sia così. D’istinto sbatto le persiane di legno, come segno di sfida, e richiudo la finestra. Prometto a me stessa di non aprirla più. Per i prossimi anni a venire. Finché la scritta non si leggerà più. Finché non sarà cancellata persino nei miei ricordi. Conto sul tempo, sugli anni, sui mesi, sui giorni, sulle ore, sui minuti. Dicono che il tempo consumi tutto: figuriamoci una scritta di vernice, che è finta, bugiarda e traditrice!
Tutti siamo stati traditi, lasciati, sostituiti, dimenticati. È capitato a molti di noi, almeno una volta nella vita. A tutti tranne che a pochissimi fortunati o a quelli che non hanno mai conosciuto l’amore. Anch’io, Gemma Cairoli, quasi quindici anni, quarantanove chili di peso, centosessantaquattro centimetri di altezza, primo anno di liceo classico, figlia unica di
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genitori separati, non faccio eccezione. Sono appena stata lasciata. È successo ieri sera. Sono stata lasciata nonostante abbia ricevuto in dono quella scritta soltanto qualche mese fa. Lasciata dopo una storia felice, turbinosa, indimenticabile. Lasciata in modo vile. E lasciata chissà perché. Comunque, basta giri di parole e grovigli di pensieri. Dopo una notte insonne, singhiozzante, dolorante, ho deciso: non piangerò più. Non soffrirò più. Non mi lamenterò. Non mi confiderò. Non ci penserò più. O non mi chiamo Gemma. A piedi nudi, esco dalla mia camera. Con slip, reggiseno, jeans e felpa accatastati a casaccio sotto il braccio, e con scarpe nonsocomenéquali appese alla mano. La casa è ancora addormentata. La mia famiglia, anche. Saurus è appeso al suo ramo preferito, Saurus Specie: Chamalaeo con la coda arricciolata e gli occhi chiusi. calyptratus. In camera di mamma, la luce è spenta. In quella Classe: rettili. di nonna si sente soltanto un russare lieve. Età: 2 anni e mezzo. Stamattina, per la prima volta da che sono nata, Genere: maschile. nonna Bianca sarà meno mattiniera di me. Se saCaratteristiche fisiche: pesse quello che mi è successo mi consolerebbe tra occhi roteanti, le sue braccia. Poi manderebbe a chiamare Luca. indipendenti, e con vista a 360°. Su due piedi. E gliene canterebbe cento, mille, e Capacità: lingua altre mille. viscida e lunghissima, Peccato che nonna non lo saprà… Io non glielo che è un’acchiappaprede dirò, perché le voglio troppo bene e non me la sento fantastica. di addolorarla. Piuttosto mento a vita ogni volta che mi chiederanno di lui. In un silenzio perfetto, scendo la scala a chiocciola, cammino veloce a passo felpato, m’infilo in bagno.
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L’acqua gelida laverà via occhiaie, lacrime, brutti pensieri, dolori? Spero. Rabbrividendo, m’infilo sotto il getto, munita di bagnoschiuma e di speranza. Mi trattengo lì, nonostante il freddo e i brividi. Eppure non serve a nulla. Gocciolano lenti altri minuti. Mi sarò buscata un raffreddore o un mal di gola, ma il dolore è ancora con me. Anzi, dentro di me. Tenace come un ragno abbarbicato alla sua tela. Non sono riuscita a lavarlo via. Infilato come un pugnale invisibile tra le costole, resta dove ha scelto di stare. Vicinissimo al cuore. Come un automa, mi asciugo, mi vesto, mi pettino, mi trucco. A sorpresa, nello specchio del bagno, oltre al mio viso, traditrice, riappare anche la scritta…
Le lettere blu sono saltellate fin qui, arrivando da chissà dove. E si sono composte, come soldatini di un esercito alfabetico immaginario. Di nuovo? Non è possibile. Potrò mai dimenticare se questa dichiarazione d’amore continuerà a tiranneggiarmi? Do un’occhiata rapida alla nuova me, poi distolgo lo sguardo dallo specchio. Il mio viso è diverso. È irrigidito dall’abbandono e solcato dal dispiacere. Gli occhi scuri sono altri. La bocca è imbronciata. La fronte è corrucciata. Per caso i visi sono come i libri? Una volta letti, i libri conservano traccia del passaggio di dita e segnalibri. Allo stesso modo, i visi custodiscono l’impronta dei dolori e delle gioie?
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Penso e mi domando… “Forse la ragnatela di rughe che frastaglia il viso di nonna Bianca è il ricamo del dolore, negli anni?” E penso anche… “Per caso, io non sono più Gemma soltanto perché non sto più con Luca?”
Fisso la saponetta blu. E anche l’asciugamano azzurro. In successione rapida, compaiono decine di ricordi in fila uno per uno: ♥ Il primo mazzo di rose blu regalatomi da Luca. ♥ Un cioccolatino con la carta blu mangiato con lui. ♥ La t-shirt azzurro cielo comprata insieme. ♥ La ciotola blu regalata da Luca a Saurus. ♥ La locandina dell’ultimo film visto insieme. ♥ E poi, e poi, e poi… Poi, basta! A sorpresa, decido: da oggi non sopporterò più questo colore. Sarà difficile e dura, ma ci riuscirò. Non voglio più avere niente a che fare col blu. Per tutta la vita. Lo prometto, lo giuro. In nome di tutti i pittori dell’eternità! Un tramestio nel corridoio mi distrae. E una voce molto familiare… – Gemma? Sei già sveglia? Come mai? È mia mamma, Paola. Mi cerca, come ogni mattino. Vorrei risponderle, ma il pugnale piroetta vicino al cuore e taglia la mia voce a pezzettini. Il cervello lavora lucidamente e aggiunge materiale al dolore: mi suggerisce che anche mamma è stata lasciata da papà. Anzi, persino tradita.
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