cerchio
Il cerchio delle EMOZIONI e del CITTADINO per crescere insieme
In allegato ItaMAP
Il cerchio dei
Ricominciamo
6 Riconosci i testi?
8 Comprendi il contenuto?
9 Come leggi?
LEGGERE e COMPRENDERE
10 Ti devo parlare
12 I gatti sanno riconoscere il proprio nome?
14 Il giardino d’estate
15 Un vero libro
16 Il sultano Salinda
18 Una casa speciale
TEMPO d’autunno
20 Veder cadere le foglie
21 I ricci e le mele
22 Laboratorio di ascolto L’albero di HALLOWEEN
23 Lavoretto Pipistrelli di Halloween
Il testo NARRATIVO
Il racconto REALISTICO e FANTASTICO
24 Leggiamo per emozionarci
I re della montagna
26 Scopriamo le tipologie INSIEME
Una cioccolata per Luca
28 Cominciamo a lavorare INSIEME
Il naso che scappa
30 Roberto ha nove anni
32 Folletti in cucina
34 Dove dormono le nuvole?
35 La bambina di carta
36 Scopriamo le tipologie INSIEME
Cappuccetto Rosso
38 È ora di andare a scuola
39 Se c’ero io...
40 Oreste è scomparso
42 È solo un gioco
43 La festa di compleanno
44 Faccio il punto analizzo - comprendo Tra l’erba
47 Divertiamoci con le emozioni Ridere
Il racconto di AVVENTURA
48 Leggiamo per emozionarci
Un incontro pericoloso
50 Scopriamo le tipologie INSIEME Nel crepaccio
52 Cominciamo a lavorare INSIEME Hispaniola
53 Una tigre a bordo
54 Notte di tempesta
56 Splash!
57 In cammino
58 Faccio il punto analizzo - comprendo Sepolti vivi
61 Divertiamoci con le emozioni Naufragio
Il racconto di PAURA
62 Leggiamo per emozionarci
Il cimitero senza lapidi
64 Scopriamo le tipologie INSIEME Un’ombra nella notte
66 Cominciamo a lavorare INSIEME
In biblioteca
67 Il mostro Freddy
68 La casa
69 La principessa e lo scheletro
70 Coraline
72 Faccio il punto analizzo - comprendo
Il bambino e il drago
75 Divertiamoci con le emozioni
La mummia
Il racconto STORICO
76 Leggiamo per emozionarci
Quanto pesa un cuore?
78 Scopriamo le tipologie INSIEME
La porpora
80 Cominciamo a lavorare INSIEME
Cerimonia al tempio
81 La porta di Ishtar
82 Il viaggio di nonno Sadihotep
84 Faccio il punto analizzo - comprendo
Il principe Ying
87 Divertiamoci con le emozioni
L’assalto del coccodrillo
Il DIARIO e la LETTERA
88 Leggiamo per emozionarci
Caro diario
Lettera a me stessa
90 Scopriamo le tipologie INSIEME
Tanti auguri a me!!!
92 Cominciamo a lavorare INSIEME
Portatemi a casa!
93 Addio tonsille
94 La storia della mia vita
95 Diario di una volpe
96 Faccio il punto analizzo - comprendo
Il diario di LA
98 Scopriamo le tipologie INSIEME
Saluti da Issopyxos
100 Cominciamo a lavorare INSIEME
Corrispondenza
101 Gentilissima Signora Sindaca
102 Un viaggio galattico!
103 In giro per il mondo
104 Faccio il punto analizzo - comprendo Ciao ciao “enhorit”
Il cerchio delle emozioni
106 Tutto è un cerchio
108 Che cosa significa “soffrire”?
109 Eccitato o ansioso?
110 Esiste la paura?
111 Essere tristi, si può o non si può?
112 Che cos’è il sollievo?
113 “Non sto nella pelle dalla gioia…”
TEMPO d’inverno
114 Ascoltami, inverno
115 Curiosità sull’inverno
116 Il presepe
117 Lavoretto Presepe portatile
118 Il vestito di Arlecchino
119 Laboratorio di ascolto
Le MASCHERE italiane
Il testo DESCRITTIVO
120 Leggiamo per emozionarci
La piazza dei gatti
Le PERSONE
122 Scopriamo le tipologie INSIEME
Gianni
124 Cominciamo a lavorare INSIEME
Una maestra speciale
125 Carletto
126 Svolazza Beltempo
127 Quel tipo mi piaceva
128 Sissi, l’imperatrice Elisabetta
129 Mattia non è come gli altri
130 Faccio il punto analizzo - comprendo Angelica
Gli ANIMALI
132 Scopriamo le tipologie INSIEME
Quel pigrone di Maffeo
134 Cominciamo a lavorare INSIEME
L’ippopotamo
135 Kettor
136 Savio
137 Il cavallo
138 Il gatto, com’è fatto?
139 Il gatto
140 Faccio il punto analizzo - comprendo
Il barbagianni
Gli AMBIENTI
142 Scopriamo le tipologie
Una bellissima
144 Cominciamo a lavorare
La soffitta
145 Trieste e la bora
146 La mareggiata
147 La casa
148 L’edera
149 L’eterno abbraccio
150 Faccio il punto analizzo - comprendo
Il giardino di frutta
153 Divertiamoci con le emozioni
La signorina Dolcemiele
La signorina Spezzindue
Il testo POETICO
154 Leggiamo per emozionarci Il raggio in tasca
Venuti alla luce
156 Scopriamo le tipologie INSIEME
Una volta
158 Cominciamo a lavorare INSIEME
Le buone maestre
159 Strofe e versi
160 Versi in rima
162 Filastrocche
164 Le figure retoriche
166 Giochi di suoni
167 Volevo una novità
168 La gatta
169 Faccio il punto analizzo - comprendo
La luna al guinzaglio
Senti il suono
171 Divertiamoci con le emozioni
TEMPO di primavera
172 Risveglio
173 Festeggiando la primavera
174 Laboratorio di ascolto Il PULCINO spaziale
175 Lavoretto Il pulcino di Pasqua
Il testo INFORMATIVO
176 Leggiamo per emozionarci
Insegnare economia domestica ai ragazzi
178 Scopriamo le tipologie INSIEME Gli inventori della scrittura
180 Cominciamo a lavorare INSIEME Fiumi d’Italia
181 Foreste e zone climatiche
182 I grafici
183 Che cos’è un museo?
184 Studiare informati
186 Il disastro alle Galapagos
187 Scioglimento dei ghiacciai
188 Faccio il punto analizzo - comprendo La matriarca
191 Divertiamoci con le emozioni
Amici a quattro zampe
Il cerchio del cittadino
192 Rispetto
194 Gentilezza
196 Uguaglianza e diversità
198 Collaborazione
Il testo REGOLATIVO
200 Leggiamo per emozionarci
Dolcetti del Faraone
202 Scopriamo le tipologie INSIEME Rubabandiera
204 Cominciamo a lavorare INSIEME
Personaggi per giocare
205 Le frittelle della nonna
206 Prove di evacuazione
207 Come stare a tavola
208 In biblioteca
209 Consigli per scrivere un buon testo
210 Faccio il punto analizzo - comprendo Dal codice della strada
TEMPO d’estate
212 Quando senti l’estate arrivare
213 La notte di S. Lorenzo
214 Laboratorio di ascolto
Le 10 regole del piccolo alpino
215 Lavoretto Tutti al mare!
216 Ci vediamo presto!
Ricominciamo
Completa le definizioni di ciascun testo, scegliendo fra le seguenti parole:
• regolativo • informativo • narrativo fantastico • descrittivo • narrativo realistico • poetico
Rossella
Rossella era la mia compagna di banco. Era cicciottella, rosea e morbida e arrivava sempre a scuola trafelata, con i capelli neri, lunghi e lisci raccolti in una coda ormai disfatta. Anche i suoi occhi erano neri, anzi nerissimi, e un nasino “a patatina” le dava l’aria di una bambolina da coccolare.
Amava vestirsi comoda, soprattutto in jeans o salopette, su cui gettava con impazienza una giacca rossa, a quadrettoni, d’inverno. Non amava fare attività sportive, proprio come me: insieme trascorrevamo interi pomeriggi a leggere nella mia camera.
S. Gandolfi, La scimmia nella biglia, Salani
Lo zaino è più pesante
La scuola ricomincia a metà mese, con cose note e con delle sorprese. Lo zaino è più pesante, tira in basso, quest’anno ti rallenta un poco il passo. Gli amici e le amiche sono quelli, ma sono un po’ più alti, un po’ più snelli. Invece la maestra è sempre uguale: se è una maestra nuova, meno male.
R. Piumini
In caso di temporale
• Allontanarsi da alberi.
• Stare lontano dalle superfici d’acqua.
• Spostarsi da una zona elevata verso il basso.
• Non fermarsi in un luogo ripidamente inclinato, lungo pareti rocciose verticali, nelle vicinanze di caverne o sotto una tettoia di roccia.
J. E. Palkiewicz, Scuola di sopravvivenza, Mursia
Primo giorno di scuola
Testo ............................................
Non uscirò da questo letto. Oggi no. Me ne starò a letto per tutto l’anno scolastico. A cominciare da oggi, che è il primo giorno di scuola. La mia sveglia grugnisce. Schiaccio il pulsante per spegnerla e infilo la testa sotto al cuscino. Passano pochi minuti e arriva “Madre sveglia”.
Mi tira via il cuscino e mi passa la mano tra i capelli. – Svegliati, amore… il primo giorno di scuola – dice. Non c’è pulsante per spegnere “Madre sveglia”. – La quarta non è una classe importante – dico io. La mamma mi fa il solletico. – Vai a fare la doccia poi vestiti – dice. – Ti preparo qualcosa di buono, poi ti porterò a scuola.
P. Danziger, Ambra Chiaro va in quarta, Piemme Junior
La nascita della pioggia
Testo ............................................
Tanto tempo fa, quando tutto era stato fatto da poco, sulla Terra non pioveva mai. Così gli animali decisero di invocare ad alta voce le nuvole perché mandassero la pioggia. Ci provarono tutti: elefanti, rinoceronti, giraffe, antilopi, leoni… Ma la pioggia non venne. Erano rimaste solo le rane. Si misero a gracidare tutte insieme.
Era così assordante il loro grido che il cielo tentò di affogarle con l’acqua. Era nata la pioggia.
Equinozio d’autunno
Testo
Il 23 Settembre, equinozio d’autunno, nell’emisfero boreale ha inizio la stagione autunnale. L’ingiallimento e l’arrossamento delle foglie sono evidenti segni di riconoscimento della stagione autunnale. In autunno le giornate si accorciano e l’aumento delle ore di buio ha conseguenze sui processi biochimici delle foglie. Infatti, il colore verde delle foglie è dato dalla clorofilla, prodotta solo in presenza di luce. In autunno, la produzione della clorofilla rallenta fino a fermarsi: così prendono il sopravvento i pigmenti giallo, arancio e marrone.
Comprendi il contenuto?
Leggi il testo e inserisci le parole mancanti elencate in disordine. ali • uccellino • ramo • signore • comprare • gambe • severamente • camminare • natura • vola • motore • usa • capisco • auto • piede
Una fiaba sbadata
C’era una fiaba sbadata che si perdeva le parole. Così, quando doveva raccontarsi, saltava le parole perdute e nessuno la capiva. La sua storia infatti, la raccontava così: Una volta un ........................................... che si stancava a volare, si posò su un che sporgeva sull’autostrada e fermò un ........................................... che passava.
– Dove potrei un aeroplanino? – chiese.
– Che pretese assurde! – rispose il signore ...........................................
– La natura ti ha creato le ........................................... per volare, perciò le ali e ! L’uccellino lo guardò divertito e rispose.
– E a lei, allora, la non ha creato le ........................................... per ...........................................?
– Cosa vuoi dire? – rispose l’uomo. – Non ti
Poi riavviò il ..........................................., premette il ...........................................
sull’acceleratore e si allontanò sulla sua ............................................
M. Argilli, Storie del Tic-Tac, Editori Riuniti
Come leggi?
Leggi e indovina le parole.
Scopri le parole
Una sera, dopo la buonanotte della mamma, una bambina di nome Elena sentì un suono che sembrava venire dall’interno della camera.
Scese dal letto, tendendo le orecchie... I suoni venivano dalla cassettiera.
La bambina appoggiò l’orecchio a un cassetto, e allora sentì il rumore di onde su una spiaggia e uno strillo di gabbiano.
Appoggiò l’orecchio a un altro cassetto: quella era una festa, con orchestrina, scoppi di petardi e risate. Dal terzo cassetto veniva il suono di un coro. Dal quarto il suono di cavalli al galoppo.
R. Piumini, Storie in un fiato, Einaudi Ragazzi
Leggi e inserisci le pause dove occorrono.
Metti le pause
Ilrecordnelmondoanimaleappartienealfalco pellegrino360chilometriorariinpicchiatacioè quandodallaltodelcielosilasciacaderesulla predacomeunapietra.Pernonrischiaredi sfracellarsievitadicacciareuccelliquando sonoposatialsuolo.
Leggi tutto di un fiato.
Sciogli la lingua
Tre chicchi di moca tritava il tricheco per fare il caffè. Lo vide la foca e disse “Che spreco! Due chicchi, non tre!” Uno due tre quattro passa un gatto quatto quatto. Quattro tre due uno era un gatto di nessuno. Alle sette del mattino c’è un gattino con le ghette alle otto della sera la marmotta è alla ringhiera alle nove del tramonto il gattino ha il muso unto alle dieci dell’aurora la marmotta s’innamora.
Toti Scialoja
Capire bene il significato di tutte le parole è il primo passo per comprendere un testo in profondità. In questa operazione può esserti d’aiuto il dizionario Anche interpretare le espressioni che hanno un significato figurato (cioè che vogliono dire una cosa diversa rispetto a quello che c’è scritto) è indispensabile per una corretta comprensione.
Ti devo parlare
A. Arato, A. Parola, Il mio nome è strano, Lapis
Erano trascorsi pochi giorni dall’inizio della scuola e, con Carlo, avevamo deciso che avremmo provato a fregare la merendina a Sara. Perciò, quando è suonata la campanella e l’ho vista che si stava avvicinando al bagno delle femmine con un gruppetto di amiche, mi sono messo davanti alla porta e le ho detto:
– Ti devo parlare.
Sara è diventata rossa come un pomodoro.
– Che vuoi? – mi ha chiesto in modo insolente.
– Ho visto che di solito hai un sacco di merendine, me ne devi dare una o due.
– Perché? – fa lei. Sembrava che non avesse capito.
– Perché altrimenti ti pesto – le ho fatto io.
– E perché mi devi pestare? – mi chiede lei.
Ma è proprio tonta! Allora ho provato a spiegarle:
– Io voglio la tua merendina. Tu magari non vuoi darmela, allora ti dico che ti pesto e tu me la dai. Non è difficile. Mi sembrava una spiegazione chiara e semplice.
– Fammi capire. È un’intimidazione? – mi ha chiesto alzando la voce.
Le cose non stavano andando come mi ero immaginato. Io avevo pensato che se vai davanti a una femmina e le dici che la pesti quella si spaventa, magari si mette a frignare e poi ti dà la merenda. In tutti i film succede così. Ma Sara si volta verso le amiche e urla:
– Ragazze, c’è un altro bulletto.
Quelle si avvicinano e mi vengono intorno.
– Ripeti un po’... – mi dice Sara.
Io le guardo, per essere forte sono forte, però, proprio tutte insieme non ero sicuro di riuscire a menarle.
Mi volto verso Carlo, ma ha il viso cereo e sta scappando velocissimo in fondo al corridoio…
COMPRENDERE
Cerca sul dizionario il significato della parola “cereo” e trascrivilo.
Cereo significa .......................................................................................................................................................
Quale tra queste parole hanno lo stesso significato di “cereo”? Cancella quelle sbagliate. pallido roseo bianco colorito smorto cadaverico impaurito
Quale frase presa dal testo esprime il significato della parola “intimidazione”?
Ma è proprio tonta!
COMPRENDERE il lessico le espressioni
Tu magari non vuoi darmela, allora ti dico che ti pesto e tu me la dai. Ho visto che di solito hai un sacco di merendine.
Rispondi con una x.
Che cosa significa l’espressione “Hai un sacco di merendine”?
Hai una sacca con molte merendine.
Hai molte merendine.
Hai le merendine per i compagni.
Hai una merendina nel sacchetto.
Riscrivi le espressioni con altre parole:
Fregare la merendina:
Che cosa significa l’espressione “Altrimenti ti pesto”?
Altrimenti ti pesto un piede.
Altrimenti ti picchio seriamente.
Altrimenti ti minaccio.
Altrimenti ti calpesto.
Sara è diventata rossa come un pomodoro: ..................................................................................................
Si mette a frignare:
I gatti sanno riconoscere il proprio nome?
N. De Rosa, in Focus Jr.
Uno studio giapponese ha dimostrato come i gatti addomesticati sappiano riconoscere il loro nome distinguendolo da altre parole dal suono simile. Secondo questo studio infatti i gatti sono in grado di riconoscere il loro nome in mezzo ad altre parole che all’udito possono suonare quasi identiche. Per dimostrarlo gli scienziati hanno registrato la voce di alcuni “padroni” umani mentre pronunciavano una sequenza di cinque parole: una di queste era il nome del proprio animale, le altre quattro erano parole dal suono simile. Successivamente le registrazioni sono state fatte sentire ai gatti, nel frattempo, i ricercatori osservavano le loro reazioni. La risposta era data da un semplice cenno del capo o da una “drizzata” d’orecchie. I gatti hanno reagito debolmente all’ascolto delle altre parole, mostrando invece un’attenzione ben maggiore quando udivano il loro nome.
Perciò i gatti sanno perfettamente quando il padrone li sta chiamando.
Ma allora perché quando li chiamiamo non vengono quasi mai a farci le coccole? Secondo alcuni studiosi, la loro mancanza di risposta potrebbe dipendere dal carattere riservato del gatto. Continuare a coccolarlo e stimolarlo alla lunga può aiutare a sciogliere anche il micio più scontroso.
Capire bene le parole che funzionano da collegamenti è indispensabile per comprendere i rapporti tra le varie parti scritte e, quindi, per interpretare correttamente il significato del testo.
COMPRENDERE le parole-legame
Scrivi nella tabella i connettivi evidenziati nel testo, a seconda della funzione di collegamento che svolgono.
CONNETTIVO FUNZIONE CHE SVOLGE NEL TESTO
Introduce la frase che spiega qual era l’idea da cui è partito lo studio giapponese.
Introduce la frase che racconta che cosa succedeva durante la registrazione.
Introduce la frase che racconta quello che è accaduto dopo la registrazione.
Introduce la frase che racconta quello che è accaduto mentre i gatti ascoltavano. Collega le due reazioni che potevano avere i gatti.
Introduce la reazione dei gatti opposta alla precedente.
Inizia la frase che spiega le conseguenze cui sono arrivati gli scienziati.
Introduce la frase che si domanda come mai i gatti non si comportano come ci si aspetterebbe. Collega due azioni che bisogna fare se si vuole avere gatti meno scontrosi.
Colora nello stesso modo i connettivi con significato uguale. quindi perché e intanto oppure perciò poi inoltre poiché o mentre dopo
Il titolo è la prima informazione che incontri sul testo che andrai a leggere. Ha la funzione di sintetizzare e anticipare in poche parole il contenuto.
Il giardino d’estate
E. Dell’Oro, Un merlo parlante in classe, Emme Edizioni
Fa ancora caldo e la maestra apre la finestra. In quel momento, qualcosa che sembra una nuvoletta scura entra dalla finestra della classe. È un uccello tutto nero con il becco giallo. Vola in alto, tocca il soffitto, dopo si butta a testa in giù e sfiora la treccia di Eleonora. Dopo il primo attimo di stupore, i bambini e le bambine ridono e battono le mani. Finalmente l’uccello si ferma. Appollaiato in cima alla lavagna si guarda intorno, alza il capo e parla:
– Mi chiamo Cesare, e tu? – dice con una vocetta stridula. Poi fischia.
– Cosa facciamo? – chiede la maestra fissando il merlo.
– Lo teniamo in classe! – gridano i bambini.
TOC TOC, qualcuno bussa alla porta. È una donna piccola, che cammina appoggiandosi a un bastone.
– Scusate, – dice – ma ho sentito un fischio.
– Cesare cosa ti salta in testa? – dice la signora afferrando il merlo.
– Perché non lo lasci libero? – domanda Elena alla signora Teresa.
– Perché morirebbe, piccola! – esclama la vecchietta. – Non è abituato a essere libero, non saprebbe procurarsi il cibo. Io ho tanti anni e sono sola. Cesare mi fa compagnia.
Poi si dirige, con i suoi piccoli passi, verso la finestra:
– Io abito in piazza, in quella vecchia casa con il giardino. – dice indicandola – Potete venire a trovare Cesare tutte le volte che volete.
– Ora bambini – dice la maestra – potreste fare un bel disegno.
I bambini tirano fuori dagli zaini gli astucci e gli album. Tutti disegnano il merlo nero con il becco giallo.
COMPRENDERE il titolo
Tra titolo e racconto c’è qualcosa che non funziona: che cosa? Confrontati con i compagni.
Dividetevi in 4 gruppi e scrivete un titolo adatto al brano. Poi confrontatevi e assegnate da 1 a 5 punti per ogni criterio della tabella. Quale titolo è piaciuto di più?
Un vero libro
I. Asimov, Chissà come si divertivano!, Mondadori
Quella sera Margie, sulla pagina del suo diario che portava la data 17 maggio 2157, scrisse:
“Oggi Tommy ha trovato un vero libro!”
Era un libro antichissimo. Il nonno di Margie aveva detto una volta che c’era stata un’epoca in cui tutte le storie e i racconti erano stampati su carta. Si voltavano le pagine, gialle e fruscianti, ed era buffo leggere parole che se ne stavano ferme invece di muoversi, com’era previsto che facessero: su uno schermo, è logico. E poi quando si tornava alla pagina precedente, sopra c’erano le stesse parole che loro avevano già letto la prima volta.
– Mamma mia, che spreco – disse Tommy. – Quando uno è arrivato in fondo al libro, che cosa fa? Lo butta via, immagino. Il nostro schermo televisivo deve avere avuto un milione di libri, sopra, ed è ancora buono per chissà quanti altri.
Chi si sognerebbe di buttarlo via?
– Lo stesso vale per il mio – disse Margie. Aveva undici anni, lei, e non aveva visto tanti telelibri quanti ne aveva visti Tommy. Lui di anni ne aveva tredici.
– Dove l’hai trovato? – gli domandò.
– In casa – Indicò senza guardare perché era occupato a leggere.
– In solaio.
Per capire bene un testo è necessario ricavare tutte le informazioni. Alcune sono esplicite, cioè sono scritte in modo chiaro, e altre sono implicite, cioè le devi ricavare da altre informazioni che trovi nel testo.
COMPRENDERE le informazioni
Rispondi. È semplice perché le risposte sono tutte esplicite.
Quali personaggi sono presenti nel testo?
Qual è la loro età? ...............................................................................................
Chi scrive la pagina di diario? ...........................................................................
Che cosa ha trovato Tommy?
Quando è accaduto il fatto? ..............................................................................
Adesso fai attenzione perché le informazioni sono implicite. Sottolinea le parti del testo che ti aiutano a rispondere.
Perché Margie annota sul diario che Tommy ha trovato un libro?
Che cosa sono i “telelibri”?
Che cosa si intende con l’espressione “un vero libro”?
Il sultano Salinda
H. Schmid, Salinda e gli uccelli, Edizioni Arka
Il sultano Salinda viveva in un palazzo con mille stanze e passava le giornate a dare ordini ai suoi servi. Si fermava solo di tanto in tanto per ascoltare il canto dei suoi uccelli preferiti, che teneva rinchiusi in piccole gabbie, nelle varie stanze.
Un giorno, però, Salinda fu molto sorpreso: nessuno dei suoi uccelli cantava più. Pensando che avessero fame, il sultano diede loro cibo e acqua fresca. Ma gli uccelli rimasero muti. Pensando che fossero scontenti delle loro gabbie, ne fece preparare delle nuove, tutte d’oro. Ma gli uccelli continuarono a non cantare. Salinda ordinò allora ai servi di catturare altri uccelli, pensando che, ascoltando il loro canto, anche i suoi avrebbero ripreso a cantare.
A sera le gabbie erano piene. Il sultano era molto soddisfatto, ma il giorno dopo, anziché cantare, tutti gli uccelli stridevano, sbattendo le ali e saltando da una parte all’altra delle gabbie.
Il sultano era stupito.
– Perché nostro padre non capisce? - si chiedevano i suoi figli Samira e Salim. - Forse perché rimane sempre chiuso nel palazzo. Portiamolo con noi in giardino!
Appena fuori, il sultano tirò un sospiro di sollievo: l’acqua gorgogliava nelle fontane, il vento frusciava tra le palme e tanti uccelli cantavano svolazzando da un albero all’altro.
Tornò pensieroso al palazzo e rifletté: – Ora capisco perché i miei figli sono tristi quando vedono gli uccelli in gabbia. Neanche loro potrebbero giocare stando sempre rinchiusi qui.
L’indomani, all’alba, Salinda chiamò Samira e Salim. Insieme portarono tutte le gabbie sulla terrazza e le aprirono.
Il sultano guardò gli occhi dei suoi figli e dalla loro felicità capì di aver fatto la cosa giusta.
Ora Salinda ama fare ogni mattina lunghe passeggiate nei giardini intorno al palazzo. A volte va anche più lontano. E ovunque ci sono tanti uccelli che lo rallegrano con i loro canti.
Per capire bene un testo è importante cogliere l’argomento generale, cioè “di che cosa si parla”. Per fare questo bisogna distinguere i fatti principali, indispensabili per comprendere lo svolgimento del racconto, dai fatti secondari, che arricchiscono il testo, ma non sono indispensabili per comprenderne lo svolgimento.
COMPRENDERE l’argomento generale
Di che cosa parla il testo che hai appena letto? Segna con una x la frase che meglio riassume l’argomento della storia.
Il sultano Salinda amava il canto dei suoi uccelli e, per questo, li liberò dalle gabbie.
Il sultano Salinda viveva in un bellissimo palazzo con i suoi figli.
Il sultano Salinda fece catturare molti uccelli.
Scrivi P se i fatti sono principali e S se sono secondari.
Il sultano viveva in un palazzo con mille stanze.
Gli uccelli del sultano non cantano più.
Il sultano ha due figli.
I servi catturano molti uccelli.
Tutti gli uccelli stridono.
I figli del sultano si chiamano Samira e Salim.
Il sultano non esce mai dal palazzo.
I figli portano il sultano in giardino.
Nel giardino ci sono molte fontane.
Salinda, Samira e Salim aprono le gabbie.
Comprendere
correttamente significa trovare spunti per riflettere sul pensiero dell’autore, sul messaggio che vuole trasmettere, sulle sue opinioni personali, sulle emozioni, andando oltre la trama e il contenuto.
Una casa speciale
B. Masini, E. Bussolati, Il casello della buonanotte, Einaudi Ragazzi
Una bambina aveva visto un film con una banda di ragazzini che si costruivano una casa sull’albero. Le era sembrata una cosa bellissima. Per un po’ ci fantasticò sopra, pensando a come sarebbe stato bello averne una tutta sua, poterci invitare le amiche, e poi tirar su la scaletta di corda in modo che nessuno potesse metterci piede.
Quando venne il suo compleanno, la mamma e il papà le chiesero che regalo voleva.
E lei disse: – Una casa sull’albero.
In giardino c’era un grande albero che sembrava l’ideale per ospitare una casa, ma né la mamma né il papà erano abili con le mani.
Decisero allora di collegarsi a Internet e scoprirono una ditta che faceva case sull’albero su misura. Quindici giorni dopo arrivò un camioncino. Scesero due ometti in tuta blu, scaricarono una gran quantità di assi e attrezzi e cominciarono a lavorare.
Nel giro di poche ore la casa sull’albero era pronta. Era solida, bella, e quando eri dentro aveva un buonissimo odore di legno nuovo. Dopo qualche giorno la bambina cominciò ad annoiarsi: da quella casa si aspettava un po’ di emozione, un po’ di avventura. Così andò a prendere a noleggio il DVD del film e se lo riguardò per capire che cosa c’era che non andava nella sua casa sull’albero.
Lo capì quasi subito, nella scena in cui i bambini si costruivano la casa con l’aiuto del fratello grande di uno di loro. La sua, di casa, aveva un difetto gigantesco: era già fatta. Così la bambina andò dalla mamma e dal papà e li convinse a restituire la casa sull’albero. Entro quindici giorni lo si poteva fare. Convincere il papà a costruirne una con lei fu più difficile, ma ci riuscì.
Solo che invece di una casa sull’albero fecero una capanna in fondo al giardino. Venne un po’ storta, ma carina. E una notte d’estate, la bambina e le sue amiche ci dormirono dentro, nei sacchi a pelo, provando il brivido di una vera avventura.
RIFLETTERE sul testo
Che cosa ti vuole dire l’autore del racconto? Rispondi alle domande.
Perché la bambina si annoia nella casa sull’albero che aveva tanto desiderato?
Che cosa non va bene della casa che le hanno costruito la mamma e il papà? ...........................................................................................................................................................................
Che cosa vuole veramente la bambina?
Secondo te, che differenza c’è tra la prima e la seconda casa?
Pensi che il titolo si riferisca alla prima o alla seconda casa? Perché?
E tu che cosa pensi? Rispondi sul quaderno.
Secondo te la bambina ha fatto bene a far restituire la casetta nuova?
Tu l’avresti fatto?
Che cosa pensi dei suoi genitori? Hanno fatto bene a darle ragione?
Ti è capitato qualche volta di ricevere un regalo diverso da come l’avevi desiderato?
Se sì, hai chiesto di cambiarlo o l’hai tenuto?
mi sento d’accordo con gli uomini e con me stesso. Veder cadere le foglie mi lacera dentro soprattutto le foglie dei viali dei viali d’ippocastani.
Quanto ti ha questa poesia? Colora.
Sapresti definire l’emozione principale che ti ha suscitato?
I ricci e le mele
A. Gramsci
Una sera d’autunno, quando era già buio ma splendeva luminosa la luna, sono andato con un altro ragazzo, mio amico, in un campo pieno di alberi da frutto, specialmente di meli. Ci siamo nascosti in un cespuglio, contro vento. Ecco, a un tratto, sbucano i ricci, cinque: due più grossi e tre piccolini. In fila indiana si sono avviati verso i meli, hanno girellato tra l’erba e poi si sono messi al lavoro: aiutandosi coi musetti e con le gambette, facevano ruzzolare le mele, che il vento aveva staccato dagli alberi, e le raccoglievano insieme in uno spiazzetto, ben vicine una all’altra. Ma le mele giacenti per terra si vede che non bastavano; il riccio più grande, col muso per aria, si guardò attorno, scelse un albero molto curvo e si arrampicò, seguito da sua moglie. Si posarono su un ramo carico e incominciarono a dondolarsi, ritmicamente: i loro movimenti si comunicarono al ramo, che oscillò sempre più spesso, con scosse brusche, e molte altre mele caddero per terra.
Radunate anche queste vicino alle altre, tutti i ricci, grandi e piccoli, si arrotolarono con gli aculei irti e si sdraiarono sui frutti, che rimanevano infilzati: c’era chi aveva poche mele infilzate (i riccetti), ma il padre e la madre erano riusciti a infilzare sette o otto mele per ciascuno.
Le mie ESPERIENZE
Come vivi l’autunno?
Come cambiano le tue abitudini? Come cambia la natura intorno a te? Quale emozione ti suscita? Racconta sul quaderno.
Seduto bene, braccia conserte appoggiate sul banco, ascolta l’insegnante
Pipistrelli di Halloween
1 3 2 4
Tubo della carta igienica, cartoncino bianco, pennarelli, forbici, colla, un elastico (facoltativo).
1
Piega a metà il cartoncino e disegna la sagoma di un’ala di pipistrello. Poi ritaglia e colora di nero entrambi i lati.
2
Colora anche il cartone del rotolo di carta igienica e piegalo in alto per dare la forma delle orecchie.
Disegna gli occhi sul cartoncino e colorali di giallo, poi disegna bocca e denti e colorali di rosso. Infine ritaglia.
Incolla le varie parti al posto giusto: ecco il tuo pipistrello di Halloween! Se vuoi farlo volare, attaccagli un elastico in alto.
Leggiamo
per emozionarci
I re della montagna
G. Sgardoli, Oltre il sentiero, De Agostini
Lasciarono la macchina all’imbocco di un sentiero tra gli alberi. Il cielo era di un blu elettrico e l’aria frizzante, non calda e immobile come in città. E c’era odore di resina, di corteccia e muschio, tutti profumi che Albi aveva imparato a riconoscere bene. Si cambiarono le scarpe e infilarono gli zaini sulle spalle.
– Stringi bene le cinghie – si raccomandò suo padre.
Albi strinse.
– Ecco cosa faremo – disse Giacomo e mostrò al figlio sulla mappa il percorso che aveva intenzione di seguire.
– Ce la facciamo – rispose Albi convinto. – Siamo i re della montagna! Giacomo rise e allungò la mano per farsi battere un cinque.
– Hai ragione. Siamo i re della montagna. Forza, in marcia!
Il torrente li accompagnò con il suo allegro gorgoglio per un bel tratto, tra lame di luce che passavano attraverso le cime degli alberi rischiarando il fitto sottobosco e aree ombreggiate e fresche.
Le prime due ore di cammino volarono. Albi camminava pensando a quella cosa che voleva dire a suo padre. Non aveva mai avuto il coraggio di affrontarla, fino a quel momento, ma una gita in montagna, grazie all’intimità che si veniva a creare tra loro, sembrava l’occasione giusta per sputare il rospo. Solo che non sapeva come iniziare il discorso. E così, passo dopo passo, il tempo passava e la bocca di Albi restava silenziosa.
Verso mezzogiorno e mezzo si fermarono a mangiare un panino.
A far loro compagnia il rumore dell’acqua che scivolava sui massi e gli uccelli, che cinguettavano in gran quantità.
– Bello, eh? – disse Giacomo.
Albi si guardò intorno, senza smettere di masticare.
– Bello – disse.
Gli piaceva la montagna, per la pace che vi regnava, per il fresco che donava la vegetazione, per la possibilità di incontrare qualche animale.
– Stavo pensando che potremmo provare qualche ferrata, una delle prossime volte – se ne uscì Giacomo impedendo ad Albi di formulare i suoi pensieri. – Che ne dici?
– Come?
– Una ferrata.
Albi dimenticò i suoi guai e si illuminò. Le ferrate cominciavano a fare rima con alpinismo. Non erano passeggiate per semplici escursionisti. Si saliva una parete rocciosa grazie all’aiuto di scale e corde metalliche, con i caschetti, le imbragature e tutto il resto.
– Dici davvero?
– Be’, hai undici anni. Direi che è ora di fare sul serio. Albi si sentì grande. Lo avrebbe detto ai suoi amici e poi li avrebbe fatti morire d’invidia mandandogli un selfie tutto bardato e appeso a uno strapiombo.
– Quando? – volle sapere.
Giacomo rise. – Prendo un po’ di informazioni e poi ne parliamo. Va bene? Oggi, tanto per prendere confidenza, passeremo vicino alla Pala Maggiore. Da lì parte una via ferrata che conduce in cima. Vedremo da sotto che effetto fa. – Ci sto!
SCOPRO L’AUTORE
Guido Sgardoli è uno dei più famosi e premiati scrittori italiani di libri per ragazzi. Scrive per i giornali, il cinema e la televisione, è laureato in medicina veterinaria e da sempre è un grande appassionato di disegno e scrittura.
Ha scritto:
• The Frozen boy
• Il giorno degli eroi
• L’isola del muto
Quanto ti ha emozionato questo racconto? Colora.
Il testo NARRATIVO
Il testo narrativo è il racconto, orale o scritto, di una storia. Può essere:
• REALISTICO, se racconta storie che possono accadere nella realtà con personaggi, fatti e luoghi verosimili;
• FANTASTICO, se racconta storie che non possono accadere nella realtà con almeno un elemento fantastico.
Una cioccolata per Luca
A. Pellai, Il mio cuore è un purè di fragole, Erickson
INIZIO
Per Luca, dopo la nascita della sorellina Cristina, è stato tutto un po’ difficile. La mamma era sempre indaffarata e anche un po’ stanca. Il papà tornava a casa dal lavoro e, per aiutare la mamma, si prendeva cura di Cristina. In quel periodo Luca si è sentito un po’ solo. Ha avuto paura che la mamma e il papà non gli volessero più bene. Invece erano solo un po’ più indaffarati del solito.
SVOLGIMENTO
Un giorno Luca ha preso il passeggino con dentro sua sorella Cristina e l’ha chiusa in bagno. Poi è andato dalla mamma per dirle che la sua sorellina era scappata di casa, perché non aveva voglia di stare con loro.
La mamma sul volto ha disegnata un’espressione un po’ preoccupata. Poi, seria seria, ha detto:
– Dovremo andare a cercarla prima che scappi troppo lontano. Così ha cominciato a guardare in tutti gli angoli della casa, ma non entrava mai nel bagno dove Luca l’aveva nascosta. Luca dopo un po’ ha detto alla sua mamma:
– Forse Cristina si è nascosta in bagno.
La mamma allora l’ha trovata e, poi, si è messa a preparare una buonissima cioccolata per Luca. Luca ha sentito che la dolcezza e il calore di quella bevanda meravigliosa gli facevano molto bene. Allora si è avvicinato alla mamma e le ha raccontato di essere stato lui a nascondere Cristina nel bagno.
La mamma gli ha accarezzato la testa e gli ha detto di non preoccuparsi.
– Dopo che è nata Cristina, forse tu ti sei sentito un po’ solo. Abbiamo avuto meno tempo per giocare insieme, perché lei ha bisogno di molte cure e attenzioni, proprio come quando tu eri nato da poco. Allora io passavo molto tempo con te.
CONCLUSIONE
Dopo il racconto della mamma, Luca si sente molto più tranquillo.
Scopriamo le tipologie INSIEME
Analizza la mappa insieme ai compagni confrontandola con il testo.
Luca la mamma e la sorellina
PROTAGONISTA
personaggio principale
PERSONAGGI
PERSONAGGI SECONDARI
personaggi meno importanti
Possono essere persone o animali, realistici o fantastici.
TEMPO LUOGHI
Indica quando si svolgono i fatti.
un giorno, dopo la nascita di Cristina
TESTO NARRATIVO
Indica dove si svolgono i fatti.
la casa di Luca
INIZIO
introduce la storia e spesso presenta i personaggi, il luogo e il tempo
Sono gli avvenimenti che accadono e costituiscono la trama del racconto. Sono organizzati in tre parti:
SVOLGIMENTO
CONCLUSIONE
è la parte centrale dove si raccontano i fatti si scopre come finisce la storia
A voce alta Lavorate a coppie: a turno scambiatevi delle domande sugli elementi del testo narrativo; chi deve rispondere copre la sua mappa.
Il naso che scappa
G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi
Una mattina un signore che abitava proprio di fronte al pontile dove si prendono i battelli si alzò, andò in bagno per farsi la barba e nel guardarsi allo specchio gridò: – Aiuto! Il mio naso!
Il naso, in mezzo alla faccia, non c’era più, al suo posto c’era tutto un liscio. Quel signore, in vestaglia come stava, corse sul balcone, giusto in tempo per vedere il naso che usciva sulla piazza e si avviava di buon passo verso il pontile. – Ferma, ferma! – gridò il signore. – Il mio naso! Al ladro, al ladro!
La gente guardava in su e rideva.
A quel signore non rimase che scendere in strada e inseguire il fuggitivo, e intanto si teneva un fazzoletto davanti alla faccia come se avesse il raffreddore. Purtroppo arrivò appena in tempo per vedere il battello che si staccava dal pontile. Il signore si buttò coraggiosamente in acqua per raggiungerlo, ma il battello aveva già preso velocità. Il disgraziato si rassegnò così a passare in mezzo a una folla di curiosi e a tornare a casa, dove si tappò, dando ordine alla domestica di non lasciar entrare nessuno, e passava il tempo a guardarsi nello specchio la faccia senza naso.
Qualche giorno dopo la serva di quel signore andò al mercato per comprare il pesce. – Ma questo è il naso del mio padrone! – esclamò inorridita. Comprò il naso, lo avvolse in un fazzoletto e lo portò a casa.
Quando il suo padrone lo vide, lo prese tra le mani. – Ma perché sei scappato? Che cosa ti avevo fatto? –gli chiese.
Il naso lo guardò di traverso arricciandosi tutto per il disgusto: – Senti, non metterti mai più le dita nel naso. O almeno tagliati le unghie – rispose.
A coppie indicate, separando con una linea, i tre momenti del racconto: INIZIO, SVOLGIMENTO, CONCLUSIONE.
Rispondete.
Secondo voi questo è un testo narrativo?
Sì No Perché? ......................................................................................................................
Qual è il fatto principale che accade nel testo?
Il protagonista ha il raffreddore.
Il protagonista corre per strada in vestaglia.
Il naso del protagonista è scappato.
La serva del signore va al mercato.
Tra i personaggi, quali potrebbero essere veri (V) e quali fantastici (F) ?
Il signore La domestica I curiosi Il naso
In quale luogo si svolge la vicenda?
Reale, ma con fatti immaginari. Immaginario, ma con fatti reali.
In conclusione, secondo voi, si tratta di un racconto realistico o fantastico? Realistico, perché i fatti raccontati possono accadere nella realtà. Fantastico, perché i fatti raccontati non possono accadere nella realtà.
Roberto ha nove anni
M. Corradini, Solo una parola, Rizzoli
Roberto ha nove anni, Roberto ha nove amici, Roberto ha nove biglie nel cassetto del comodino, Roberto ha nove libri e li tiene in ordine dal più grande al più piccolo, Roberto ha nove vestiti tra estate e inverno, Roberto a scuola è il nono che chiamano all’appello. Roberto vive a Venezia da quando è nato, e di automobili nella sua lunga vita ne ha viste pochissime, forse nove in tutto, mentre non ricorda un giorno senza almeno una barca.
Dei nove amici che ha, i due più cari sono Alvise e Lucia. I tre amici frequentano la stessa scuola e ci vanno insieme a piedi. Ogni mattina è Alvise a suonare il campanello di Roberto.
– Scende? – chiede a sua mamma che spunta dalla finestra. – Scende.
Lucia la incontrano per strada dopo la prima calle.
A Venezia le vie si chiamano calli. Ha accompagnato sua madre ad aprire il negozio di stoffe e li attende sulla cima del ponte di ferro nero: è un ponte diverso dagli altri, che sono fatti di mattoni.
Nelle mattine d’inverno, Lucia compare poco per volta nella nebbia, appoggiata alla ringhiera come il capitano di una banchina che si sta avventurando in una tempesta troppo grande.
Quando nevica, i tre amici si riconoscono solo dagli occhi, infagottati nelle sciarpe di lana e nelle cuffie colorate.
– Mia mamma non vuole che prenda freddo - si dicono in coro.
LEGGERE e COMPRENDERE il contenuto
Formula sul quaderno una domanda per ogni risposta.
1. Il numero nove.
2. Venezia.
3. Ha un negozio di stoffe.
4. Corrono sulle fondamenta.
5. Segue la danza dei disegni sull’acqua.
6. Perché non ci sono i suoi amici.
In primavera corrono sulle fondamenta. A Venezia i marciapiedi che costeggiano i canali si chiamano fondamenta.
Alvise spaventa qualche piccione o un gabbiano randagio, Lucia saluta le signore che cambiano aria alle camere da letto e sembra conoscerle tutte, o sembra che tutte conoscano lei.
Quando entrano a scuola, gli amici si dividono quasi senza dirsi ciao. Lucia ha un anno in più degli altri e sale di sopra. Alvise e Roberto s’infilano in due classi diverse sul medesimo piano, ma Alvise ha una maestra più simpatica.
Accanto alla scuola scorre un canale, e contro il soffitto della classe batte la luce che si riflette sull’acqua là fuori, a formare macchie di chiarore che nuotano nel bianco dell’intonaco e sembrano pesci, occhi, un sole che sorge, una maglia di lana vista da molto vicino, una bandiera che sventola, sirene. Quando s’annoia, Roberto segue la danza dei disegni senza farsi sorprendere dalla maestra.
Quando escono alla fine delle lezioni, i tre amici vengono pedinati dal rumore dei compagni fin dietro il primo angolo, là dove ritorna il silenzio, il chiamarsi dei gabbiani, e spunta dalle finestre un odore di frittata.
A casa, Roberto si sente solo. Quelle ore lontano dagli amici scorrono senza sapere che fare. Passa lunghi momenti a studiare la situazione coi gomiti appoggiati al davanzale, sperando che l’acqua di Venezia porti ispirazione e non soltanto barche, gabbiani a mollo, foglie grandi come mani. La luce che filtra dalle tende ricamate all’uncinetto gli disegna la pelle delle braccia e gli ricorda il soffitto della classe.
ANALIZZARE
Rispondi con una x.
Quanti sono i protagonisti del racconto?
Quattro Tre Cinque
Scrivi i loro nomi: ..........................................................................
Com’è questo racconto? Realistico. Fantastico.
Spiega il perché della tua scelta.
Venezia è una città bellissima, serve una sua presentazione.
Vai alle pp. 64-65 di MI METTO ALLA PROVA Un compito di realtà
LESSICO
Zenzero (s.m.)
Spezia dal sapore pungente e aromatico.
Bacon (s.m. inv.)
Parola inglese che indica la pancetta di maiale affumicata. In Inghilterra si usa fare colazione con uova e bacon.
Folletti in cucina
S.
Plath, 3 storie per bambini, Mondadori
Dalla cucina della signora Mirtilla Maggiolina De’ Ciliegis uscivano ogni giorno gli odori più stuzzicanti. Un giorno sentivi profumo di pollo fritto e croccante con frittelle di mirtilli; il giorno dopo il profumo dell’arrosto si sposava all’aroma del pan di zenzero dolce e speziato.
Una mattina un buon aroma di caffè bollente e di bacon profumava l’aria. Pong! Fece il tostapane, e sparò fuori due fette di pane tostate e dorate. La signora Mirtilla spalmò sulla sua uno strato di marmellata di fragole, il signor De’ Ciliegis un velo biondo di miele.
– Mmmmmm! – mormorò il signor De’ Ciliegis. – Che cosa c’è di meglio, al mattino, di un bel toast croccante?
A quelle parole, pieno di orgoglio, il tostapane, che già era lucente, sorrise e si mise a brillare ancora di più.
– La nostra cucina è così perfetta che a volte penso che abbia qualcosa di magico – disse sorridendo la signora Mirtilla. Ma non sapeva quanto fossero vere quelle parole. C’era qualcosa di magico nella sua cucina, anzi, qualcuno. Proprio in quel momento, nascosti dietro il barattolo dello zucchero, i due folletti domestici della casa si davano a vicenda pizzicotti e ridacchiavano. Questi due esseri avevano nomi lunghi e impronunciabili, ma fra di loro, per semplicità, si chiamavano Sale e Pepe.
Il folletto Sale indossava un vestito bianco e dormiva nella saliera d’argento della signora Mirtilla, mentre Pepe indossava un completo grigio a pois e dormiva nella pepiera d’argento. Era responsabilità di Sale e Pepe controllare che tutti in cucina svolgessero per bene il proprio lavoro.
– Se non li accontentiamo, potrebbero smettere di lavorare –bisbigliò Sale a Pepe mentre pattinavano sui cubetti di ghiaccio.
– Forse dobbiamo lasciarli provare…
E così, nella cucina della signora Mirtilla iniziò l’Operazione Scambio! Appena la signora De’ Ciliegis uscì di casa, tutti gli elettrodomestici iniziarono a scambiarsi i lavori: le camicie uscirono dalla lavatrice e volarono dentro il forno, la caffettiera iniziò a riempirsi di gelato, il frullino cominciò a stirare le camicette, la lavatrice a impastare il Pan di Spagna…
Sale e Pepe, sulla scatola dei fiammiferi, si godevano lo spettacolo.
E proprio in quel momento il signor De’ Ciliegis entrò in cucina. Spalancò gli occhi, esterrefatto. La cucina era un vero disastro! – Mirtilla! Mirtilla! – gridò il signor De’ Ciliegis uscendo di corsa. In un batter d’occhio, i due folletti si misero all’opera.
A velocità supersonica rimisero la cucina in ordine perfetto!
– V-v-vieni a vedere – balbettava intanto il signor De’ Ciliegis fuori dalla porta. – Vieni a vedere che cosa è successo alla tua cucina, Mirtilla. Entrarono.
– Beh, che cosa c’è che non va? – chiese la signora Mirtilla. Tin! Fece il forno. La signora De’ Ciliegis aprì lo sportello e ne estrasse un soffice e morbido Pan di Spagna.
ANALIZZARE
Rispondi, poi inserisci i nomi dei personaggi nella tabella.
Chi sono i personaggi del racconto?
Chi sono i protagonisti? ....................................................................................
Personaggi fantastici
Indica con una x.
Personaggi realistici
Questo racconto è: realistico. fantastico.
LEGGERE e COMPRENDERE il contenuto
Sottolinea le risposte nel testo col colore indicato.
Che cosa mangiava il signor De’ Ciliegis la mattina?
Qual era la responsabilità di Sale e Pepe?
Quale frase ti fa capire che cosa hanno chiesto gli elettrodomestici?
Che cos’è l’Operazione Scambio?
Alla fine del racconto, come ci sarà rimasto il signor De’ Ciliegis? Sul quaderno scrivi 5 righe per descrivere l’espressione del volto e le parole che avrà pronunciato.
Rispondi con una x.
“Se non li accontentiamo potrebbero smettere di lavorare”: chi pronuncia queste parole?
Sale Gli elettrodomestici
Pepe Il signor De’ Ciliegis
Chi potrebbe smettere di lavorare?
Sale Gli elettrodomestici
Pepe Il signor De’ Ciliegis
Dove dormono le nuvole?
F. Di Cocco, Dove nascono le nuvole, Curcio Editore
– Papà, di che cosa sono fatte le nuvole? – chiese quel pomeriggio di novembre la piccola Ludovica mentre osservava, seduta nell’auto, la nebbia che avvolgeva ogni cosa.
ANALIZZARE
Segna con una x.
La vicenda accade in un tempo: definito. non definito.
Sottolinea le parole che te lo indicano.
Secondo te la conversazione è durata: un giorno intero. un’ora circa. qualche giorno.
Il luogo in cui si svolge la conversazione è: un prato di campagna. una casa. un’automobile.
Questo racconto è: realistico. fantastico.
Le mie ESPERIENZE
Anche tu ti sei emozionato qualche volta guardando le nuvole? Racconta sul quaderno, in cinque righe.
– Le nuvole sono fatte di piccole gocce d’acqua che si abbracciano – rispose il papà.
– Papà, forse si abbracciano tutte insieme perché sentono freddo – disse la piccina.
– Forse nel calduccio della nuvola trovano un po’ di ristoro –disse fantasticando il papà.
– Papà, – ancora si fece largo la voce della piccola –ma quando le nuvole avvolgono le case e gli alberi, li riscaldano come una coperta?
– Certo, piccola mia. Le nuvole sanno che sta per arrivare l’inverno e perciò si abbassano sugli alberi e le case per tenerli al calduccio.
Ludovica sorrise e poi appiccicò il suo naso al finestrino mentre il panorama delle campagne addormentate le scorreva dinanzi.
– Che cos’è il vento, papà? – chiese Ludovica.
– Il vento è lo starnuto delle nuvole! – rispose il papà.
– Sono un po’ maleducate le nuvole se fanno gli starnuti sulle case e sugli alberi. Però mi sono tanto simpatiche.
– Sono simpatiche anche a me. Quando ero piccolo come te mi divertivo a guardare tutte le forme che facevano ogni volta che starnutivano.
Ludovica fece uno sbadiglio, si stropicciò gli occhietti e, poi, con la vocina più stanca chiese:
– Papà, ma le nuvole ce l’hanno un lettino per dormire?
– Certo! Le nuvole si addormentano sulle onde del mare e usano la luna per farci il cuscino!
Un dolcissimo sorriso illuminò il viso della bambina, poi socchiuse gli occhi e si addormentò.
La bambina di carta
E. Gnone, Olga di carta. Il viaggio straordinario, Salani Editore
Olga inciampò in un oggetto di ferro.
– Un’ancora nel bosco? – esclamò. – E chi mai l’ha calata?
Annodata all’ancora c’era una fune che saliva verso l’alto e spariva tra le fronde. Pose una mano sulla corda: vibrava!
Qualcosa dall’altro capo si stava muovendo. La bambina di carta rimase a fissare la fune con il cuore che le batteva forte...
Dal fitto fogliame comparve un puntino rosso.
Scendeva lungo la fune come una perlina lungo il filo di una collana e, man mano che si faceva più vicino, la sua forma diventava più chiara. Erano un paio di calzoni rossi. Poco dopo fu chiaro che quei calzoni appartenevano a un ragazzo.
– Sapresti dirmi dove potrei trovare dell’origano? – disse il giovane con una certa urgenza.
Olga era confusa. Il ragazzo non aveva fatto nessun commento quando l’aveva vista! Possibile che non avesse notato niente di strano in lei?
– Mi chiamo Melo, e tu? – domandò il ragazzo.
– Io sono di carta! – esclamò Olga spazientita. Melo non fece una piega. – È il tuo nome o il tuo cognome?
– Mi chiamo Olga – rispose la bambina di carta, rassegnata.
– Sto facendo un lungo viaggio, ma ho trovato un ostacolo...
– Il mondo è pieno di ostacoli – bofonchiò Melo.
– Ma tu non dici niente di me, che sono così...
– Così...?
– Beh... sono diversa!
– Siamo tutti diversi in questo mondo – disse Melo. –
Da vicino, perché da lontano, invece, siamo tutti uguali.
ANALIZZARE
Rispondi con una x.
Puoi individuare il tempo in cui si svolge questo racconto?
Sì No
LEGGERE e RIFLETTERE sul testo
Rispondi e confrontati con i compagni.
Perché Olga esclama spazientita: “Io sono di carta”?
Sottolinea l’ultima frase pronunciata da Melo e rileggila bene: che cosa significa secondo te?
Il testo NARRATIVO si basa su una struttura ben precisa. Leggi e osserva la mappa con la STRUTTURA del testo narrativo.
Cappuccetto Rosso
C. Perrault
1. C’era una volta una bambina che viveva con la mamma in una casetta al margine del bosco. La bambina si chiamava Cappuccetto Rosso perché portava sempre una mantellina con il cappuccio rosso.
2. Cappuccetto Rosso aveva una nonna che abitava in una casetta al di là del bosco e che un giorno si ammalò. La mamma mandò Cappuccetto Rosso a portarle delle focaccine, un po’ di burro e della marmellata, raccomandandosi di non fermarsi nel bosco per nessun motivo, di non parlare con nessuno e di camminare dritta verso la casa della nonna.
3. Cappuccetto Rosso uscì di casa e si avviò ma, quando fu nel bosco, si lasciò distrarre dai fiori, dagli animaletti e si fermò a giocare.
4. Il lupo, che abitava nel bosco, vide la bambina e le domandò dove stava andando. Quando lo scoprì consigliò alla bambina la strada più lunga, e lui prese la più breve.
5. Il lupo arrivò presto, bussò, fece una vocina fina da bambina, entrò e si mangiò la nonna in un boccone. Poi si mise a letto, sotto le coperte, ad aspettare la bambina per mangiarsi anche lei.
6. Cappuccetto Rosso arrivò, guardò quella che credeva essere sua nonna e disse: “Nonnina, che occhi grandi hai!” e il lupo rispose: “È per guardarti meglio”. “E che orecchie grandi hai!”. “È per sentirti meglio”. “E che bocca grande hai!”. “È per mangiarti meglio!!!”, così il lupo saltò fuori dal letto e se la mangiò.
7. Un cacciatore, che passava lì vicino, sentì le grida di Cappuccetto Rosso. Quando vide il lupo che dormiva profondamente con la pancia gonfia, indovinò cos’era successo e gliela aprì con un coltello.
8. Cappuccetto Rosso e la nonna saltarono fuori, facendo grandi feste al coraggioso cacciatore.
Analizza la mappa insieme ai compagni confrontandola con il testo.
Prima Cappuccetto incontra il lupo
Dopo il lupo mangia la nonna e Cappuccetto Infine il cacciatore le libera
in questo racconto non c’è intreccio
FABULA INTRECCIO
il narratore rispetta
l’ordine cronologico in cui si sono svolti i fatti
il narratore intreccia i fatti inserendo dei flashback, cioè ricordi di avvenimenti passati
ORDINE NARRATIVO
È l’ordine con cui vengono narrati i fatti.
NARRATORE SEQUENZE
È colui che narra la storia: è interno se è un personaggio che racconta la storia in prima persona; è esterno se racconta fatti accaduti a qualcun altro e usa la terza persona.
C’era una volta una bambina…: il narratore è esterno
TESTO NARRATIVO
Parti in cui si divide la storia: si passa da una sequenza all’altra quando avviene un cambiamento.
1. Vengono presentati: luogo, tempo e personaggi.
2. Prende il via la storia.
3. Cambia il luogo del racconto.
4. Entra in scena un nuovo personaggio.
5. Cambia ancora il luogo e entra in scena un nuovo personaggio.
6. Accade il fatto più importante della storia.
7. Arriva un personaggio nuovo che risolve un problema.
8. La storia si conclude.
A voce alta Lavorate a coppie: a turno scambiatevi delle domande sugli elementi del racconto; chi deve rispondere copre la sua mappa.
ANALIZZARE
Rispondi con una x.
La frase sottolineata indica che il racconto è narrato: in prima persona. in terza persona.
Quindi il narratore è: esterno perché non vive la scena. interno, perché vive la scena.
Riscrivi sul quaderno il racconto o il suo riassunto, trasformandoti nel narratore. Inizia così:
Sta suonando la sveglia, ma Ambra Chiaro non ha voglia…
È ora di andare a scuola
P. Danziger, Ambra Chiaro va in quarta, Piemme Junior
Io mi chiamo Ambra Chiaro. Sta suonando la sveglia, ma non ho voglia di aprire gli occhi. Passano alcuni minuti, arriva la mamma e dice: – Svegliati, amore. È ora di andare a scuola. Non c’è niente da fare, così scendo dal letto e via, sotto la doccia. Intanto penso a tante cose...
Chi sarà il mio nuovo maestro? Chi sarà il mio vicino di banco?
Hanna Burton sarà sempre così antipatica con me? Ci sarà qualche bambino nuovo? Qualcuno che abbia bisogno di farsi dei nuovi amici, magari? Come farò senza Mattia?
Quest’anno, per la prima volta, il nuovo anno scolastico comincerà senza il mio migliore amico, che si è trasferito in un’altra città. Sarò triste senza di lui?
Quando arrivo a scuola sono in ritardo: ho perso tempo a cercare lo zainetto. Entro in aula. “Sei in ritardo!” dice Hanna Burton guardando l’orologio. “Grazie, Big Ben!”. L’ho chiamata così pensando al famoso orologio che c’è a Londra e, intanto, mi guardo intorno per vedere dove posso sedermi. Si sono sistemati tutti come l’anno scorso: stesse file, stessi posti.
Vado a sedermi in quello che sarebbe stato il mio banco. Quello vicino al mio è vuoto, ma non per molto, perché dopo un po’ arriva Brenda e si siede accanto a me. Io, intanto, penso che vorrei un’amica. Così sorrido a Brenda e anche lei mi sorride: forse ho trovato la mia migliore amica, quella che stavo cercando.
RIFLETTERE sul testo
Che cosa crea da subito un legame tra Ambra e Brenda? Completa la frase.
A volte un ..................................................... vale più di mille
Se c’ero io...
M. Tilli, Il mondo di Fantalà, Gallucci
Quel pomeriggio, mentre rimuginava in camera sua sulle proprie disgrazie, un sassolino picchiò contro il vetro della finestra, poi un altro. Simone si affrettò ad affacciarsi, prima che lo rompessero.
– Siete matti? – disse a Leo e Lavinia che se ne stavano ai piedi dell’albero in cortile. In realtà era molto felice che i suoi amici fossero lì. Da qualche tempo, visto che lui era spesso in punizione, avevano escogitato il modo di raggiungerlo. Si infilavano tra due sbarre rotte della recinzione, poi si arrampicavano sull’albero di prugne che svettava davanti alla sua finestra, entravano in camera e restavano a chiacchierare con lui fino a sera. Una volta avevano dovuto nascondersi sotto il letto, perché la mamma era andata a controllare cosa stesse facendo, ma di solito non venivano disturbati da nessuno.
Leo aveva raccontato a Lavinia cosa era successo quella mattina.
– Se c’ero io... – disse Lavinia alzando i pugni. – No, ti prego – la implorò Simone, che già poteva immaginare la scena: una ragazza prendeva le sue parti ed Emiliano lo sbeffeggiava ancora di più perché si faceva difendere dalle femmine. – È una cosa che devo risolvere da solo.
ANALIZZARE
Rispondi con una x.
La frase sottolineata indica che il racconto è narrato: in prima persona. in terza persona.
Quindi il narratore è esterno, perché non vive la scena. interno, perché vive la scena.
Riscrivi sul quaderno il racconto o il suo riassunto, trasformandoti in Simone. Inizia così: Quel pomeriggio un sassolino picchiò contro la mia finestra. Mi affacciai…
Le mie ESPERIENZE
Sei mai stato in punizione? Quando, dove, perché? Che cosa hai provato? Raccontate in classe le vostre esperienze e votate la punizione più dura.
Il cerchio delle emozioni
Hai mai provato uno stato di sofferenza?
Vai a p. 108
Oreste è scomparso
T. Blacker, Rapimento, Edizioni EL
Dopo la scuola Lizzie volò a casa, sperando per il meglio, ma temendo il peggio. Per tutto il giorno non aveva fatto altro che pensare a Oreste.
Ora, mentre correva per la strada, le tornò in mente quella mattina d’inverno in cui l’aveva trovato tra i cassonetti della spazzatura. Era poco più di un cucciolo, tutto infreddolito, tremante e affamato. Dopo qualche giorno, quando si era accorta che nessuno gli dava da mangiare, aveva deciso di portarlo a casa con sé e di chiamarlo Oreste.
E ora Oreste non c’era più.
– Ho cercato dappertutto – disse la mamma a Lizzie.
– Ho frugato negli armadi, ho controllato in strada. Perfino nel parco – esitò – e sotto le macchine.
Dagli occhi di Lizzie sgorgarono due grandi lacrimoni.
– Tu pensi che sia morto, vero?
La signora Thompson mise un braccio attorno alle spalle della figlia.
– Qui intorno può essere pericoloso per i gatti, le strade sono molto trafficate – disse.
– È già stato anche troppo fortunato, finora – aggiunse con aria dolce.
– Ma Oreste ha appena sei anni, mamma – piagnucolò Lizzie.
– Da quando in qua vivere sei anni soltanto è una fortuna?
Scoppiando in un pianto dirotto, Lizzie salì di corsa in camera sua e si chiuse dentro sbattendo la porta.
LEGGERE e COMPRENDERE le parole-legame
Completa con le parole–legame giuste: ma, perché, infatti, perciò.
Oreste era un gatto abbandonato Lizzie aveva deciso di portarlo a casa.
Lizzie corre a casa dopo la scuola spera di trovarci Oreste.
La mamma lo ha cercato ovunque, .............................................. il gatto non si trova.
La mamma non riesce a consolare la bambina, .............................................. Lizzie scoppia a piangere.
ANALIZZARE
Osserva le due sequenze del racconto e rispondi.
Nel racconto i fatti si sono svolti secondo la sequenza: A B
Secondo te, nella realtà, i fatti si sono svolti nello stesso ordine? Sì No Non so
Indica con una x.
La parte evidenziata racconta un fatto: che è accaduto nel passato. che deve ancora avvenire. che avviene nel momento in cui l’autore racconta.
Quindi si tratta di: un ricordo. un flashback. un sogno a occhi aperti.
Qual è l’ordine narrativo utilizzato dal narratore? Fabula (rispetta l’ordine cronologico).
Intreccio (non rispetta l’ordine cronologico).
ANALIZZARE
Questo racconto ha cinque sequenze: scrivi un titoletto per ognuna, poi rispondi con una x.
Qual è l’ordine narrativo utilizzato dal narratore?
Fabula (rispetta l’ordine cronologico).
Intreccio (non rispetta l’ordine cronologico).
LEGGERE e COMPRENDERE il lessico
Sottolinea, come nell’esempio, le espressioni di tempo che ti fanno capire la successione dei fatti.
È solo un gioco
A. Petrosino, Sorrisi in regalo, Piemme Junior
1.
Sabato pomeriggio ho accompagnato Luca alla partita. La mattina aveva piovuto e il campo era in pessime condizioni, ma il mister ha urlato ai bambini di cambiarsi in fretta e di entrare subito in campo.
I bambini sono corsi verso gli spogliatoi, senza fare obiezioni.
2.
Fin dal primo fischio dell’arbitro, la partita è stata un disastro. I bambini scivolavano continuamente e si sporcavano gambe, braccia e viso di fango.
3. ...............................................................................................................
A un certo punto, ho urlato:
– Luca, stai lontano dal numero 10!
– Quello è mio figlio – è intervenuto un signore. –Che cosa c’è che non va?
– È solo che suo figlio è più robusto di mio fratello, e rischia di fargli male.
– Il calcio non è uno sport da signorine – mi ha risposto.
4. ...............................................................................................................
Quando l’incontro è finito, mi sono avvicinata allo spogliatoio. Il mister era molto arrabbiato. E ce l’aveva, soprattutto, con mio fratello.
– Luca, impara a tenere la posizione in campo. Non puoi fare di testa tua, altrimenti danneggi il gioco di tutta la squadra!
Avrei voluto entrare nello spogliatoio e prendere le sue difese, ma...
5. ...............................................................................................................
Dopo circa un quarto d’ora, Luca è uscito dagli spogliatoi a testa bassa.
– Il mister mi ha rimproverato! – ha detto.
– Capita di sbagliare una partita, non te la prendere! –ho detto io.
Luca mi ha stretto la mano e io, in silenzio, gli ho regalato un sorriso.
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