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Il cerchio dei

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Come usare le mappe

Negli ultimi decenni sono state fatte grandi scoperte sul funzionamento del cervello e della memoria e di conseguenza sono state individuate nuove metodologie di studio e di apprendimento.

L’utilizzo di mappe cognitive è un metodo efficace per memorizzare le informazioni ed esporre le proprie idee.

Questo progetto propone l’analisi di alcuni brani dell’antologia attraverso mappe già completate e altre da completare per guidare l’alunno all’acquisizione delle nuove conoscenze sulle tipologie testuali e aiutarlo a organizzare le informazioni in una visione d’insieme.

Il percorso è di straordinaria utilità per i bambini, per acquisire quelle metodologie adeguate con cui affrontare quotidianamente lo studio, che rappresenta la massima espressione del nostro essere e la chiave attraverso la quale ottenere il “sapere”.

Oltre che per gli alunni, il percorso risulta essere utilissimo anche ai docenti, poiché introduce un importante e innovativo strumento di lavoro durante le lezioni in classe, realizzando un maggiore coinvolgimento da parte degli alunni e anche una maggiore facilità di apprendimento.

Esiste una grande differenza tra la struttura delle informazioni che si leggono o si ascoltano e quella che si forma nella mente con l’apprendimento, perciò si possono ottenere risultati migliori nell’apprendimento presentando le informazioni con strutture adeguate al criterio di assimilazione. Uno dei sistemi più adatti allo scopo è proprio quello dello schema organizzativo delle informazioni, la mappa, che evidenzia i rapporti tra i vari argomenti.

Rispetto ai tradizionali sistemi di sintesi basati su criteri lineari, le mappe presentano diversi vantaggi:

• l’idea principale è nettamente distinta dalle altre informazioni, perciò anche un fugace colpo d’occhio è in grado di assicurare un corretto richiamo mnemonico;

• i rapporti tra i vari concetti sono palesi e percepibili visivamente;

• le fasi di stesura di una mappa obbligano la mente dell’alunno a un’analisi molto approfondita del testo, consentendo una buona comprensione e di conseguenza uno studio attivo e critico;

• sono efficaci nella verifica e nell’esposizione di ciò che si è studiato, perché aiutano a recuperare le idee e a rielaborare le informazioni.

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Le autrici

Fuocomatto

A. Ossorio, Storie di streghe, lupi e dragolupi, Einaudi Ragazzi

Nel paese di Dragolandia, era tutto pronto per la Gara di Sputafuoco. Fuocomatto era emozionato: per la prima volta poteva partecipare anche lui!

Così Fuocomatto ebbe un’idea: “Domanderò al nonno di seguire i miei allenamenti”.

Il nonno, dapprincipio, rifiutò la proposta con la scusa che era troppo vecchio, ma Fuocomatto gli rispose:

– Sarà, ma ai tuoi tempi eri un vero campione!

Allora il nonno, sorridendo sotto i baffi, brontolò:

– E va bene, figliolo, mettiamoci al lavoro!

Il giorno dopo iniziò l’addestramento, il nonno cominciò insegnando a Fuocomatto a gonfiare le guance e i polmoni. Poi preparò dei disegni per spiegargli tutti i suoi segreti e preparò anche delle frittelle per ricompensare i suoi sforzi.

Finalmente giunse il giorno della grande Gara di Sputafuoco.

Il piccolo drago era emozionatissimo, ma non era mai stato così felice in vita sua! Quando fu il suo turno, solo soletto si fece avanti, tirò un gran respiro, ricordò tutti i segreti che il nonno gli aveva insegnato, quindi prese a soffiare fiamme e scintille blu, verdi, rosse e persino dorate!

– Evviva! I fuochi d’artificio! – gridarono i draghi. Quel numero così difficile, che tutti ormai avevano dimenticato, tanto tempo prima era stato la specialità del nonno. Certo, i fuochi d’artificio di Fuocomatto non erano ancora perfetti, ma il draghetto pensò:

“Tanto meglio! Così il nonno potrà aiutarmi ancora. E io, per molto tempo, mi godrò le sue frittelle, le sue storie e le sue coccole!”

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Inserisci gli elementi del racconto nella mappa e indica con una x se sono realistici e fantastici.

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.............................. .............................. .............................. .............................. .............................. .............................. .............................. .............................. ............................. • ................................................................................... • ................................................................................... • ................................................................................... • ................................................................................... TEMPO FATTI ............................................... ............................................................... ...............................................................
........................... LUOGO INIZIO SVOLGIMENTO
TESTO NARRATIVO realistico
realistico fantastico realistici fantastici realistico fantastico
PROTAGONISTA PERSONAGGI SECONDARI PERSONAGGI
CONCLUSIONE
fantastico

In fondo al crepaccio

A. Negri, Erba sul sagrato, Mondadori

– Non v’è dubbio, è laggiù nel crepaccio. Dal fondo, sessanta o settanta metri, la bestia risponde. Il gemito sordo, strozzato, non risuona che una volta sola. Ma basta per provare che è ancora viva, che si è in tempo per salvarla.

– Presto: corda e lanterna – Piro si fa legare dai compagni, raccomanda di assicurare bene la corda al paletto, scende. A due terzi della discesa, scorge dal basso due occhi disperati, verdi al riflesso della lampada.

– Sì, eccomi, ti vengo a prendere. Piro si cala sempre più giù: le zampe della cagna gli afferrano, improvvise, le spalle. Sente sul petto il martellare spasmodico dell’altro petto e una povera lingua arsa che tenta di leccargli il viso.

Rapido avvolge la corda al corpo della bestia che capisce e lo lascia fare. Grida ai suoi compagni che è pronta e ben legata: che la tirino su. Così vien fatto.

Ma i crepacci non hanno pareti lisce. Questo è tutto gobbe e un movimento del carico in salita ha smosso un blocco di neve che rovina addosso all’uomo, spegnendogli la lampada. Piro cerca di ritrovare la corda calata per lui dai compagni immediatamente dopo aver sciolto la cagna. Non la ritrova. Non perde il sangue freddo: s’arrampica alla cieca. Dopo aver guadagnato un po’ di altezza, egli pone a caso la mano sulla corda penzolante da un rialzo e trattenuta là.

Annodarsela alla vita, dare l’avviso, risalire con un salto leggero, superare l’ultimo tratto che lo separa dall’aria aperta, dal terreno sicuro... gli sembra un sogno. La cagna è abbandonata al suolo, quasi senza vita, con gli occhi chiusi. Piro se la carica sulle braccia, la porta al rifugio.

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Inserisci gli elementi del racconto nella mappa.

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TEMPO LUOGO ........................................... ........................................... ........................................................ ........................................................ PROTAGONISTA ANTAGONISTA PERSONAGGI SECONDARI PERSONAGGI ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... FATTI INIZIO SVOLGIMENTO CONCLUSIONE RACCONTO DI ..............................

Qualcosa di nero…

Il raggio di luna brillava sul cuscino di Sofia, così lei decise di scendere dal letto per accostare meglio le tende.

Quando giunse alle tende, Sofia esitò. Aveva una gran voglia di strisciarci sotto e di sporgersi dalla finestra per vedere come appariva il mondo nell’ora delle ombre.

Stette in ascolto. Silenzio di tomba. Il desiderio di guardare fuori si fece così forte che non poté resistere. In un attimo era scomparsa sotto le tende ed era sulla strada.

Sotto l’argentea luce lunare, la strada del paese, che conosceva così bene, sembrava completamente diversa. Le case apparivano sghembe, contorte, come in un racconto fantastico.

Ogni cosa era pallida e spettrale, d’un biancore latteo.

Sofia guardò più lontano. E improvvisamente si sentì gelare.

Qualcosa risaliva la strada.

Qualcosa di nero…

Qualcosa di grande…

Una cosa enorme, magrissima e oscura. Non era un essere umano. Non poteva esserlo. Era quattro volte più grande del più grande degli uomini.

Camminava rasente le facciate, risalendo la strada e nascondendosi nelle rientranze buie, non raggiunte dalla luce della luna. Si avvicinava sempre di più, sempre di più, muovendosi a scatti.

Ora la sagoma era più vicina e Sofia poté distinguerla meglio.

Osservandola dovette concludere che in qualche modo si trattava di un individuo.

Di un individuo grande, meglio, di un individuo gigantesco.

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Inserisci gli elementi del racconto nella mappa.

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• ............................ • ............................ TEMPO LUOGO ....................................................... .................................................................................. PROTAGONISTA PERSONAGGI SECONDARI PERSONAGGI RACCONTO DI .............................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ................................. ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... FATTI INIZIO SVOLGIMENTO CONCLUSIONE

Senigallia, 16 marzo 2019

Egregio Signor Sindaco, siamo gli alunni della classe IV A della Scuola Primaria Puccini dell’Istituto comprensivo “Mario Giacomelli” di Senigallia. Ci rivolgiamo a lei per la soluzione di un problema che sta a cuore agli abitanti del quartiere in cui è situato il nostro plesso scolastico. In questo quartiere manca un luogo attrezzato dove i ragazzi possano incontrarsi e giocare durante le ore libere. Attualmente sono costretti a trovarsi in strada incorrendo in seri pericoli.

Vorremmo così sottoporre alla Sua attenzione il recupero dell’area verde a pochi metri dall’edificio scolastico in completo stato di abbandono, per destinarla a un piccolo parco pubblico.

Confidando nella Sua comprensione, auspichiamo che il problema venga preso in considerazione nel prossimo Consiglio Comunale e al più presto risolto.

Distinti saluti

Gli alunni della IV A

8 Lettera al Sindaco

Inserisci gli elementi della lettera nella mappa.

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MITTENTE DESTINATARIO ............................. TEMPO LUOGO ....................................................... ....................................................... LETTERA .............................. Data ........................................ Formula di apertura ........................................ ........................................ Formula di chiusura ....................................... ....................................... Firma ....................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... CONTENUTO INIZIO SVOLGIMENTO CONCLUSIONE formale personale

Ulisse il gufo

G. Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi

Un giorno portai a casa un piccolo gufetto e lo chiamai Ulisse.

Quando diventò più grande perse la sua soffice peluria infantile e mise il bel piumaggio color grigio cenere, rosso ruggine e nero della sua specie. Mise anche due lunghi ciuffi di penne ai lati della testa.

Scelse come dimora la mantovana sopra la finestra e passava le sue giornate dormendo lassù, con gli occhi chiusi, simile a un ceppo d’ulivo. Quando il sole tramontava, Ulisse si svegliava, si puliva la coda e poi rabbrividiva con tanta violenza che tutte le sue penne si arruffavano come i petali di un crisantemo sotto una raffica di vento.

Spiccava poi il volo, silenzioso come un fiocco di cenere, e atterrava sulla mia spalla. Per un poco restava lì, poi volava sul davanzale ed emetteva un “chiùù!”, fissandomi con i suoi grandi occhi color miele. Questo era il segnale che voleva le persiane aperte. Non appena io le spalancavo, lui volava fuori dalla finestra. Dopo un momento risuonava un forte “chiùù!

Chiùù!”: Ulisse stava per cominciare la caccia.

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Inserisci gli elementi della descrizione nella mappa.

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................................................................................... ................................................................................... ..................................................................................., quindi è una DESCRIZIONE ........................................................... ..................................................... ..................................................... SOGGETTO STILE E LINGUAGGIO Sensoriali ......................................................... ......................................................... Di movimento ......................................................... ......................................................... ......................................................... ......................................................... ......................................................... DATI ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... COMPORTAMENTO ABITUDINI ASPETTO FISICO STRUTTURA DESCRIZIONE DI ..............................

Torrente

C. Carminati, Gocce di vento, Fatatrac

L’acqua mangia anche la terra

E il torrente ora si sferra

Sale l’acqua e in un baleno

Il torrente ha il letto pieno

Corre forte senza fiato

L’aria fredda ha divorato

Salta l’acqua e la corrente

Sfreccia a valle prepotente

Balza sbalza sbuffa e sbruffa

E nel fiume poi… si tuffa!

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Inserisci gli elementi della poesia nella mappa.

Sono presenti .............. strofe: la prima strofa è composta da .............. versi; le altre due strofe sono composte da .............. versi.

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TESTO POETICO CONTENUTO
................................................................................ ................................................................................ ................................................................................ ................................................................................ ................................................................................ ....................................... .......................................
FIGURE RETORICHE GIOCHI DI SUONI
STRUTTURA VERSI STROFE RIMA I versi sono Rima .......................... AABB ................................................................ ................................................................ LINGUAGGIO

Animali che vincono il freddo

N. Davies, Animali estremi, Editoriale Scienza

Molti animali sopravvivono in luoghi dove fa un freddo terrificante grazie al loro mantello.

• La lontra di mare, che passa tutta la vita in un’acqua terribilmente fredda, ha una pelliccia che detiene il primato di pelliccia più fitta del mondo, con una densità di circa 155000 peli per centimetro quadrato. La sua bellissima pelliccia riesce a incamerare e a trattenere proprio vicino alla pelle uno strato di aria perennemente calda.

• Il pinguino imperatore vive all’altra estremità del pianeta, al Polo Sud: l’Antartide è il luogo più freddo della Terra. D’inverno la temperatura arriva fino a -45°. Il pinguino imperatore ha uno strabiliante mantello di piume.

È spesso 3 cm, con piume rigide per tenere il gelido vento fuori e piume morbide per tenere il caldo dentro.

• La balena della Groenlandia vive nell’Oceano Artico, che rimane quasi completamente ghiacciato per la maggior parte dell’anno. Naturalmente non “indossa” alcuna pelliccia, ha sotto la pelle uno strato di grasso spesso più di un metro.

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Inserisci gli elementi del testo informativo nella mappa.

Non è suddiviso in paragrafi, le informazioni sono a forma di ...................................................... ......................................................

TERMINI SPECIFICI

Termini specifici delle ..................................................................................: ................................................................................................................................ ................................................................................................................................

Termini specifici della ..................................................................................: ................................................................................................................................

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IMMAGINI
TESTO INFORMATIVO ORDINE
STRUTTURA
.......................................................
TITOLO PARAGRAFI
....................................
LINGUAGGIO

Palline di cocco

Ingredienti

(per circa 35 palline)

• 300 g di farina di cocco

• 500 g di ricotta vaccina

• 100 g di zucchero a velo

Procedimento

1. Schiacciare con una forchetta la ricotta all'interno di una ciotola per renderla più cremosa.

2. Unire lo zucchero a velo e mescolare il tutto con una spatola.

3. Aggiungere anche 250 g di farina di cocco e mescolare nuovamente.

4. Prelevare circa 20 g di impasto e lavorarlo con le mani in modo da ricavare una pallina.

5. Rotolare la pallina sulla farina di cocco rimasta (50 g) per ricoprire l'intera superficie.

6. Disporre le palline di cocco in un vassoio man mano che vengono realizzate, al termine metterle nel frigorifero per almeno dieci minuti.

Cerca gli elementi del testo regolativo nella mappa.

TESTO REGOLATIVO

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LINGUAGGIO
TESTO DISCONTINUO TIPO DI TESTO
STRUTTURA
....................................................... ....................................................... ORDINE ....................................................... ...................................................... ...................................................... IMMAGINI ...................................................... ......................................................
www.raffaellodigitale.it www.raffaelloscuola.it Prodotto omaggio

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