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Ita MAP

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Il cerchio dei

Memorizza

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Metti in relazione

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Come usare le mappe

Negli ultimi decenni sono state fatte grandi scoperte sul funzionamento del cervello e della memoria e di conseguenza sono state individuate nuove metodologie di studio e di apprendimento.

L’utilizzo di mappe cognitive è un metodo efficace per memorizzare le informazioni ed esporre le proprie idee.

Questo progetto propone l’analisi di alcuni brani dell’antologia attraverso mappe già completate e altre da completare per guidare l’alunno all’acquisizione delle nuove conoscenze sulle tipologie testuali e aiutarlo a organizzare le informazioni in una visione d’insieme.

Il percorso è di straordinaria utilità per i bambini, per acquisire quelle metodologie adeguate con cui affrontare quotidianamente lo studio, che rappresenta la massima espressione del nostro essere e la chiave attraverso la quale ottenere il “sapere”.

Oltre che per gli alunni, il percorso risulta essere utilissimo anche ai docenti, poiché introduce un importante e innovativo strumento di lavoro durante le lezioni in classe, realizzando un maggiore coinvolgimento da parte degli alunni e anche una maggiore facilità di apprendimento.

Esiste una grande differenza tra la struttura delle informazioni che si leggono o si ascoltano e quella che si forma nella mente con l’apprendimento, perciò si possono ottenere risultati migliori nell’apprendimento presentando le informazioni con strutture adeguate al criterio di assimilazione. Uno dei sistemi più adatti allo scopo è proprio quello dello schema organizzativo delle informazioni, la mappa, che evidenzia i rapporti tra i vari argomenti.

Rispetto ai tradizionali sistemi di sintesi basati su criteri lineari, le mappe presentano diversi vantaggi:

• l’idea principale è nettamente distinta dalle altre informazioni, perciò anche un fugace colpo d’occhio è in grado di assicurare un corretto richiamo mnemonico;

• i rapporti tra i vari concetti sono palesi e percepibili visivamente;

• le fasi di stesura di una mappa obbligano la mente dell’alunno a un’analisi molto approfondita del testo, consentendo una buona comprensione e di conseguenza uno studio attivo e critico;

• sono efficaci nella verifica e nell’esposizione di ciò che si è studiato, perché aiutano a recuperare le idee e a rielaborare le informazioni.

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Gita scolastica

da C. Capitano, Lo scrigno delle farfalle, Raffaello

Scostò le coperte, si alzò stiracchiandosi. Se avesse potuto, sarebbe rimasto a letto tutto il giorno, ma un pensiero gli balenò in testa come una saetta: quella non era una giornata qualunque…

– Oggi vado al Museo delle Scienze! Devo essere a scuola in orario altrimenti il pulmino scolastico partirà senza di me! – esclamò Giulio. Giulio riusciva a essere lentissimo nel prepararsi e la mamma doveva sgolarsi con decine di richiami prima che lui fosse pronto per andare a scuola. Quel mattino invece sembrava una scheggia impazzita.

Lungo il breve tratto di strada che percorreva ogni mattina per raggiungere la scuola, Giulio faticò a non correre. Non voleva arrivare con il fiatone perché ciò avrebbe dato inizio ai commenti crudeli di Rocco. Non c’era giorno che non lo prendesse in giro.

Quando aveva cominciato a frequentare la quinta in quella scuola, tutti si conoscevano e per lui non era stato facile. Prima viveva in un’altra città e aveva tanti amici, nella nuova scuola invece… le cose erano cambiate. La sua timidezza non lo aveva aiutato. Stare in disparte e non avere la risposta pronta lo avevano reso un facile bersaglio per gli scherzi e le battute crudeli di Rocco, un suo compagno di classe. I capelli rosso-fuoco di Giulio e il suo fisico piuttosto robusto erano stati subito l’oggetto principale delle burle.

Quel giorno però non voleva pensarci.

Avrebbero visitato una mostra interna al Museo chiamata “Brain-cervello”: seguendo un percorso guidato, avrebbero avuto modo di scoprire le potenzialità del cervello attraverso giochi e attività interattive.

Giulio era davvero molto curioso di provare questa nuova esperienza.

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a b

Inserisci gli elementi del racconto nella mappa.

PROTAGONISTA PERSONAGGIO SECONDARIO

PERSONAGGI

TESTO ..............................

esterno NARRATORE

ORDINE NARRATIVO

FATTI

SEQUENZE

INTRECCIO:

a ...................................

b ...................................

sequenza riflessiva ................................. ................................. ................................. .................................

SVOLGIMENTO

INIZIO CONCLUSIONE

• sequenza descrittiva ............................................. .............................................................................................

• sequenza narrativa ................................................ .............................................................................................

• sequenza narrativa ................................................ .............................................................................................

• sequenza riflessiva ................................................ .............................................................................................

sequenza narrativa ................................. ................................. .................................

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.............................. .............................. .............................. .............................. .............................. TEMPO LUOGO

Un ritrovamento inaspettato

Autunno 215 a.C.: Archimede è uno degli studiosi più famosi non solo di Siracusa e della Grecia, ma del mondo intero. Tanta fama però non ha cambiato la sua vita. Continua ad abitare in una casetta modesta e il suo unico interesse sono i calcoli, lo studio e le invenzioni. Con un’eccezione: ha un vero debole per Didio, l’ultimo figlio di sua sorella.

Didio sta giocando nelle cave di pietra di Siracusa. Nel silenzio del paesaggio si sente un lamento. I ragazzi si guardano senza fiatare. Sembra provenire da una piccola fortezza in pietra.

– Io vado su a vedere – esclama Didio – chi vuole mi segua.

Quando finalmente tutti arrivano in cima, si sporgono per guardare all’interno del semicerchio di pietra. Giù in basso, giace un piccolo corpo.

– Come facciamo a tirarlo fuori da lì? Dobbiamo cercare aiuto – dice

Heliodoro – c’è una persona che da sola può farcela: tuo zio Archimede!

Didio lo guarda imbarazzato:

– Zio Archimede?! Ma se ha più di settant’anni!

– Che cosa c’entra l’età? Non è con la forza fisica che sposterà la pietra d’ingresso. Non ti ricordi che cosa ha detto tuo zio pochi giorni fa? “Datemi un punto di appoggio e io vi solleverò il mondo”. Noi abbiamo bisogno che sollevi solo una pietra! Corriamo a chiamarlo!

Didio si precipita in casa, tutto trafelato. Tira lo zio per il chitone:

– Vieni subito, non c’è tempo da perdere!

Archimede capisce subito che è un’emergenza. Mezz’ora dopo è già sul posto. La sua ultima invenzione, la leva, si rivela formidabile: in pochi minuti sposta un pietrone pesantissimo col semplice aiuto di un lungo bastone appoggiato a un sasso.

L’apertura è piccola, ma Attalo riesce a intrufolarsi all’interno della torretta e a trascinare fuori il corpo di un bambino svenuto. Appena lo guardano da vicino, però, tutti gridano stupore. È una ragazzina minuta, esile con lunghi capelli di seta e un bernoccolo in mezzo alla fronte.

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Inserisci gli elementi del racconto nella mappa. ................................................... ................................................... ...................................................

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PROTAGONISTI

PERSONAGGI

PERSONAGGI SECONDARI

TEMPO

RACCONTO ..............................

LUOGO

.............................. .............................. ...............................

NARRATORE

ORDINE NARRATIVO

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SEQUENZE

INIZIO CONCLUSIONE

sequenza descrittiva ....................................... ....................................... ....................................... .......................................

FATTI SVOLGIMENTO

• sequenza narrativa ........................................... ........................................................................................

• sequenza narrativa ........................................... ........................................................................................

• sequenza dialogica ........................................... ........................................................................................

• sequenza narrativa ........................................... ........................................................................................

• sequenza narrativa ........................................... ........................................................................................

sequenza narrativa .................................... .................................... .................................... ....................................

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Il risveglio del drago

da E. Rodda, La caverna della paura, Piemme Junior

A un tratto il giovane re e il suo compagno superarono un’ansa del ruscello e si trovarono di fronte una parete rocciosa che si innalzava dietro gli alberi come un muro. Lief si mise a osservare le orme. Con la pelle d’oca, notò che si allontanavano dal ruscello per entrare in una grande grotta che si apriva tra le rocce.

Lief scostò restio il mantello per scoprire la Cintura. Il rosso vivo del rubino era solo leggermente appannato.

– Se ci sono dei pericoli, non sono troppo gravi –commentò Barda tirando un sospiro di sollievo.

Lief lo guardò negli occhi.

– Dobbiamo stare attenti lo stesso. Forse la Cintura qui non è potente come in superficie.

I due amici accesero una torcia ed entrarono nella grotta con le spade sguainate.

L’aria era pesante e calda. Illuminarono qualcosa poco più avanti. Qualcosa di molto grande… Le scaglie dorate brillarono nell’ombra. I denti e gli artigli spiccarono candidi nell’oscurità. La coda arrotolata irta di spine aguzze come aghi, le ali ripiegate e poggiate a terra…

– Un drago!

Un terrore profondo invase Lief e lasciò Barda senza fiato. Il drago era immobile.

– Ha gli occhi chiusi. Dorme… o forse è morto – sibilò Barda.

– Non credo che sia morto, né addormentato. È come se fosse stato colpito da un incantesimo – bisbigliò Lief, cercando di stare calmo.

Alla luce della torcia, Barda e Lief videro che tra la parete sinistra della caverna e la testa del drago c’era uno stretto passaggio. Il sentiero proseguiva di lì! Avanzarono verso l’apertura. Il drago aprì il suo grande occhio dorato. Lief rimase paralizzato. La testa del drago era talmente vicina che gli sarebbe bastato allungare una mano per toccarla. Per un istante interminabile l’occhio lo fissò, poi si richiuse lentamente.

Lief scattò verso Barda, che lo aspettava impaziente più avanti e lo superò senza accorgersene. Davanti a sé vedeva solo tenebre, ma tutto ciò che voleva in quel momento era allontanarsi al più presto da lì.

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Inserisci gli elementi del racconto nella mappa.

narrativa

• sequenza narrativa

• sequenza dialogica ........................................... ........................................................................................

• sequenza narrativa ........................................... ........................................................................................

• sequenza descrittiva ........................................ ........................................................................................

• sequenza dialogica ........................................................................................

• sequenza narrativa

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SEQUENZE INIZIO
CONCLUSIONE
TEMPO
........................................ ........................................
PROTAGONISTA
PERSONAGGI
SVOLGIMENTO
.............................. ..............................
LUOGO
........................................ ........................................
AIUTANTE ANTAGONISTA
FATTI sequenza
....................................... ....................................... ....................................... .......................................
........................................... ........................................................................................
........................................... ........................................................................................ sequenza riflessiva .................................... .................................... .................................... ....................................
NARRATORE
PERSONAGGIO SECONDARIO RACCONTO .............................. ............................. ORDINE NARRATIVO ...............................

Un inseguimento spaziale

La nave spaziale Constellation, con ottomila coloni a bordo, da sette settimane viaggiava a tutta velocità nell’iperspazio, nel tentativo di sfuggire agli inseguitori.

Distesa sul letto della sua cabina, Irene ascoltava il fragore dei motori. “Ormai Athena dista solo quaranta giorni di viaggio. Se continuiamo così, dovremmo essere in salvo”, pensò.

Suo marito Dale era stato chiamato a riparare una macchina nella sala-laser e il figlioletto Billy dormiva placidamente. Mentre Irene si chinava per aggiustargli le coperte, accadde quello che tutti avevano temuto: un’esplosione assordante proveniente da poppa scosse violentemente l’astronave. Di colpo, le luci si spensero, subito dopo, una serie di sordi tonfi fece capire che il sistema automatico di sicurezza era entrato in funzione per chiudere le porte a pressione che isolavano gli scompartimenti, bloccando quelli che erano rimasti danneggiati e dai quali l’aria fuoriusciva.

Poi avvenne un’altra esplosione, questa volta a prua dell’astronave.

Irene sentì la paura artigliarle lo stomaco e un pensiero raggelante emerse nella sua mente: “I Gern ci hanno raggiunti!”.

Le voci che venivano dall’esterno si affievolirono e, contemporaneamente, Irene accusò difficoltà respiratorie; capì subito che cominciava a mancare l’aria. Improvvisamente, attraverso il sistema di altoparlanti dell’astronave, risuonò il sistema di allarme, poi si interruppe per un attimo prima di essere seguito dalla voce di Lake, il comandante.

– Ascoltatemi tutti con attenzione – disse – siamo senza motori e la poca energia rimasta viene dalle batterie di emergenza. Il ponte di comando è stato distrutto e io sono l’unico ufficiale sopravvissuto. Adesso un comandante Gern sta salendo a bordo per imporre i termini della resa. State calmi e non abbandonate gli scompartimenti finché non vi sarà ordinato.

Subito dopo la trasmissione si interruppe.

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Inserisci gli elementi del racconto nella mappa. PROTAGONISTA

narrativa

• sequenza riflessiva

sequenza narrativa

• sequenza narrativa

• sequenza riflessiva

• sequenza narrativa

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LUOGO
TEMPO ................................................. .................................................................................. .................................................................................. .............................. .............................. ..............................
...................................... ...................................... ......................................
...................................... ...................................... ......................................
PERSONAGGI SECONDARI
PERSONAGGI
sequenza
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........................................
......................................... .....................................................................................
........................................ ..................................................................................... SEQUENZE INIZIO
RACCONTO DI ..................................... ............................. ORDINE
............................... NARRATORE
SVOLGIMENTO CONCLUSIONE FATTI
NARRATIVO

La grandine

Nel tardo pomeriggio, quando tornammo a casa, faceva sempre ancora molto caldo, anzi era persino più caldo e più afoso che a mezzogiorno, ma il cielo si era già coperto di un sottile strato di nubi. Dopo un quarto d’ora mio padre dovette accendere i fari, perché tutt’a un tratto le nuvole si erano talmente infittite che coprivano tutto l’orizzonte come una cortina e proiettavano ombre cupe sul paesaggio. Poi, iniziò a piovere e alcune raffiche di vento scesero turbinando dalle colline e spazzolarono a larghi tratti i campi di grano e di mais. Dopo poco la pioggia si mutò in grandine: la sentivamo, più che vederla, perché lo scroscio si era trasformato in uno scoppiettìo più duro, più sonoro, e lo avvertivamo dal freddo gelido che cominciava a penetrare nell’automobile. Poi cominciammo a vedere i chicchi: dapprima piccoli come capocchie di spillo, ma presto s’ingrandirono come piselli, come biglie, e infine nugoli interi di palle bianche e lisce piombarono con fragore dal cielo rimbalzando sul cofano in un caos così turbinoso e selvaggio da dare le vertigini. Era diventato impossibile proseguire anche solo per un metro. La strada infatti non si vedeva assolutamente più, si vedevano soltanto milioni di palle da biliardo ghiacciate che turbinavano nell’aria per poi piombare sull’automobile con uno schianto spaventoso. E all’interno c’era un tale fragore che non riuscivamo neppure a parlarci. Era come se ci trovassimo dentro un grosso tamburo suonato da un gigante; ci guardavamo soltanto in silenzio rabbrividendo dal freddo e speravamo che il guscio che ci proteggeva non andasse in pezzi. Due minuti dopo era tutto finito. Da un momento all’altro la grandine era cessata, il vento si era calmato. Ormai scendeva solo una pioggerella sottile e silenziosa.

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Inserisci gli elementi della descrizione nella mappa.

L’ordine della descrizione spaziale temporale logico

Aggettivi: ................................................................................................................... ................................................................................................................... ...................................................................................................................

Similitudini: ......................................................................................... ................................................................................................................... ...................................................................................................................

Metafore: .............................................................................................

quindi è una DESCRIZIONE ........................................................

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..................................................... ..................................................... SOGGETTO STILE E LINGUAGGIO Sensoriali • ..................................................... • ..................................................... • ..................................................... Dinamici ......................................................... ......................................................... ......................................................... ......................................................... Statici ......................................................... ......................................................... ......................................................... ......................................................... DATI
DESCRITTIVO
STRUTTURA TESTO

Prima dell’arcobaleno

da M. Moretti, Poesie scritte col lapis, Mondadori Il brontolio si cangia in violento sibilo e batte alle serrate porte; voce di rabbia, sibilo di morte: il vento, il vento, il vento.

Una luce sinistra, un guizzo, un vampo ecco passa nel cielo rapidamente aereo guizzo come di serpente: il lampo, il lampo, il lampo.

Un tumulto, un fragore, un urlo, un suono rauco, sfuggente, rotolante, cupo voce d’antro di selva, di dirupo: il tuono, il tuono, il tuono.

Il tuono, il lampo, il vento e un’idea di sereno tanto cruccio e sgomento fino all’arcobaleno.

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TESTO POETICO CONTENUTO FIGURE RETORICHE ..................................... ..................................... ..................................... ..................................... ..................................... ..................................... ..................................... ..................................... ..................................... ..................................... ..................................... ..................................... STRUTTURA VERSI STROFE RIMA LINGUAGGIO ...................................................... ...................................................... EMOZIONI ................................................. ................................................. ................................................. ................................ ................................ GIOCHI DI SUONI

La bicicletta

Comprendo se faccio ipotesi

La bicicletta

Nel corso degli anni sono stati costruiti molti tipi di bicicletta. Forse i tuoi genitori possedevano le cosiddette bici da cross, che a quei tempi erano considerate il massimo, pur essendo antipaticissime da guidare, difficili da controllare e veramente lente.

Osserva l’impostazione di queste due pagine. Quali informazioni ti aspetti di trovare sulla bicicletta?

Nel corso degli anni sono stati costruiti molti tipi di bicicletta. Forse i tuoi genitori possedevano le cosiddette bici da cross, che a quei tempi erano considerate il massimo, pur essendo antipaticissime da guidare, difficili da controllare e veramente lente. Oggi, per fortuna, è molto più probabile che la tua sia una bici da turismo, da corsa o una mountain bike oppure un ibrido tra il tipo di bici più attuale e più amato, vale a dire la mountain bike. Ecco come è strutturata una bicicletta:

Oggi, per fortuna, è molto più probabile che la tua sia una bici da turismo, da corsa o una mountain bike oppure un ibrido tra il tipo di bici più attuale e più amato, vale a dire la mountain bike.

Ecco come è strutturata una bicicletta:

ibrido: fusione tra due modelli, in questo caso si tratta di una bicicletta che combina insieme le caratteristiche della mountain bike e della bici da corsa

Il sellino è fissato su un’asta, così salire e scendere è più facile

Telaio grande

Manubrio dritto e largo, di solito i comandi del cambio sono fissati sul manubrio per essere più accessibili

Meccanismo del cambio

Pedale su cui appoggiare il piede esercitando la pressione che mette in funzione la bicicletta

Ruote munite di pneumatici scolpiti per una migliore tenuta

Analizzo

La mountain bike

Segna con una ✗ il completamento giusto.

• Il brano è: diviso in paragrafi. diviso in sequenze. presentato sotto forma di elenco.

• Le informazioni seguono un ordine: cronologico (in ordine di tempo). logico (dal generale al particolare). logico-causale (rapporto di causa-effetto).

Toste come chiodi, le mountain bike sono progettate per pedalare fuori strada su sentieri accidentati di campagna. Per questo sono costruite in modo da risultare molto robuste, anche se i produttori cercano comunque di mantenere il peso più basso possibile.

La bici da corsa

• Il testo che hai appena letto è: un testo continuo. un testo misto. un testo non continuo.

• Le immagini che accompagnano il testo: completano la comprensione. rendono la pagina più gradevole. rendono la pagina caotica.

Sebbene sia stata detronizzata dalla mountain bike, la bici da corsa, che un tempo era l’incontrastata regina delle due ruote, torna a vivere oggi una stagione di grande popolarità.

p. 14

In realtà esiste una sconvolgente varietà di tipi di bici da corsa: ciascuno è destinato a un tipo di gara diverso. La bici da corsa media è costruita per coprire lunghe distanze su strada, sempre puntando alla velocità.

La leggerezza è una dote essenziale.

14 Il testo INFORMATIVO 190
PIÙ FACILE ITAMAP

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TITOLO PARAGRAFI

STRUTTURA

TESTO INFORMATIVO

Inserisci gli elementi del testo informativo nella mappa. ................................................................. ................................................................. ...................................................... ......................................................

LINGUAGGIO

TERMINI SPECIFICI

ORDINE IMMAGINI ................................................................................................................................ ................................................................................................................................ ................................................................................................................................ ................................................................................................................................ ................................................................................................................................ ................................................................................................................................

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La folle notte dei teppisti golosi

Danneggiano la porta di un locale a colpi di Nutella

Vandali armati di Nutella assaltano un distributore automatico. Succede a Senigallia, alle 4,39 nella notte tra sabato 8 e domenica 9 febbraio, un gruppo di ragazzi ha lanciato qualcosa contro la porta a vetri del Caffè Art di via Fagnani, locale di distributore di bevande e alimenti.

Dalle telecamere di un negozio accanto, che hanno ripreso il raid, si nota il gruppetto di ragazzi e all’improvviso scaglia un oggetto, anche se non lo si riconosce bene. La mattina dopo, però, il titolare ha trovato davanti alla porta rotta un barattolo di Nutella in frantumi, peraltro nemmeno vuoto. Dunque, si suppone che con quello sia stato compiuto l’inspiegabile gesto vandalico. Inserisci gli elementi dell’articolo di cronaca giornalistica nella mappa.

cosa?

CRONACA

GIORNALISTICA

WHY? Perché?

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WHAT? Che
WHEN? Quando? WHO? Chi? WHERE? Dove?
www.raffaellodigitale.it www.raffaelloscuola.it Prodotto omaggio

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