Il tesoro prezioso - 4

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prezioso

Corso IRC per la Scuola Primaria

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ESERCIZIARIO

EDUCAZIONE CIVICA

PERCORSO DI ARTE SACRA

Stefania Fiorucci, Novella Laghi

Stefania Fiorucci, Novella Laghi

prezioso

Corso IRC per la Scuola Primaria

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Ciao, sono Momi!
E io sono Lia! Io sono Adele!

VOGLIA DI SCUOLA E DI AMICI

Inizia un nuovo anno scolastico. In classe quarta tutti i bambini, felici di rivedersi dopo l’estate, iniziano a raccontarsi i libri che hanno letto durante le vacanze.

A Momi è piaciuto molto Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda, perciò ne parla con Lia.

Una gabbiana si era tuffata in mare per mangiare, ma si era inzuppata di petrolio, così non poteva più volare. Prima di morire, la gabbiana riesce ad affidare il suo uovo a un gatto di nome Zorba. Gli fa promettere tre cose: di covare l’uovo al posto suo, di avere cura del pulcino che sarebbe nato e infine di insegnargli a volare.

Ma il gatto non ha mangiato l’uovo?

Sì, in effetti Zorba ci ha pensato, ma poi ha deciso di rispettare le promesse fatte. Una volta nata, chiama la piccola gabbianella Fortunata e, con l’aiuto dei suoi amici gatti, la cresce con amore e la protegge. Per insegnare a volare alla gabbianella, il gatto chiederà aiuto anche agli umani, la porterà sul campanile di una chiesa e, dopo tanti tentativi, la gabbianella riuscirà infine a volare.

È proprio una bella storia di amicizia! Mi fa pensare all’amicizia tra Dio e l’umanità iniziata con Abramo, tanto tempo fa.

1 Parla dei tuoi amici. Colora i riquadri adatti.

I miei amici parlano male di me.

Mai Qualche volta Spesso

I miei amici mi aiutano quando ho bisogno.

Mai Qualche volta Spesso

Facciamo pace subito quando litighiamo.

Mai Qualche volta Spesso

Ci sediamo sempre vicini, quando possibile.

Mai Qualche volta Spesso

Ci raccontiamo ciò che ci fa soffrire.

Mai Qualche volta Spesso

IL PATTO DI AMICIZIA DELLA CLASSE

La storia di Fortunata, che ha imparato a volare grazie a un gatto, ci insegna che in nome di un patto d’amicizia si possono compiere grandi cose. Così come ci insegna la storia ebraica in cui Dio, fedele al patto di Alleanza stretto con Mosè sul monte Sinai, non abbandona l’umanità.

Quali impegni potrebbe prendere ogni bambino all’interno del gruppo classe per sostenere e rafforzare l’amicizia e il percorso di crescita di ciascuno?

Rifletti insieme ai compagni, poi scrivete su un cartellone quali obiettivi possono rientrare nel “Patto di amicizia della classe”.

STAR BENE INSIEME

Ogni classe è una piccola comunità in cui per stare bene è importante sentirsi tutti amici. Gli amici sono quelle persone che ci fanno divertire, con cui condividiamo avventure e paure e, anche se a volte litighiamo, sappiamo che torneremo a far pace perché ci piace stare insieme. Si può star bene anche con i bambini con cui ci sembra di non andare d’accordo, perché tutti abbiamo bisogno di tutti e a nessuno piace essere escluso!

Una mattina come tante a scuola… Pietro se ne sta da solo in un angolo dell’aula, durante la ricreazione, ed è triste. La maestra, avvertita da Arianna, va da lui cercando di capire che cosa è successo. Pietro inizia a raccontare che Mattia e Francesco lo prendono spesso in giro perché non è molto alto e gli dicono che ha le gambe come le zampe di un bassotto e un cervello molto piccolo, per questo fa fatica a risolvere i problemi di matematica! Non solo, aggiungono che corre alla velocità di una tartaruga, per questo non lo vogliono in squadra quando giocano a calcio.

La maestra allora chiama tutti e tre i bambini per un confronto.

Mattia ammette che lui e Francesco sono grandi amici e vogliono giocare tra loro senza gli altri, Francesco invece si rivolge a Pietro dicendo:

– Ma perché te la prendi tanto? Lo sai che è uno scherzo! Le cose che diciamo mica le pensiamo per davvero! Lo facciamo solo per farti andar via quando vogliamo giocare da soli!

1 Rispondi con una X.

Nello stare insieme agli altri, quali bisogni di Pietro non vengono soddisfatti in questa situazione, secondo te?

Il bisogno di essere ascoltato.

Il bisogno di avere ragione.

Il bisogno di essere il primo della classe.

Il bisogno di essere accettato e rispettato.

Il bisogno di sentirsi parte di un gruppo che gli vuole bene.

A te è mai capitato di sentire questi bisogni? Racconta la tua esperienza.

Bambini, dovete capire una cosa importante: prendere in giro “per finta” è sempre prendere in giro e può fare comunque male agli altri. Non si può dire quello che ci pare giustificandoci così oppure dicendo che non lo si pensa veramente: le parole possono essere più taglienti di una spada!

2 Spiega con parole tue l’espressione, evidenziata nel fumetto, pronunciata dalla maestra.

Per star bene insieme, dobbiamo rispettarci e il rispetto ha bisogno di qualche regola. Ecco le parole che “fanno bene” al gruppo:

collaborazione responsabilità lealtà condivisione generosità disponibilità incoraggiamento

Perché ci sia un buon clima in classe bisogna imparare a dialogare, ma per farlo è importante rispettare le regole della “buona comunicazione”

3 Osserva i disegni e inserisci sotto ognuno lo scopo del dialogo. Indica con una X la vignetta che rappresenta una “buona comunicazione”.

distrarsi • ascoltare • offendere

Non capisci niente!

Non ci posso credere… Racconta!

IL TESORO PREZIOSO

IL VALORE DELLE PAROLE

La notte. Quando la luce della luna rischiara il cammino, il piccolo ladro di parole esce con il suo armamentario e si dirige al villaggio. Lì, facendo attenzione ai rumori e alla luce per non essere scoperto, sale sui tetti delle case. La raccolta può così cominciare… Mosse dal calore dei focolari, le parole si mescolano tra loro con allegria. Il piccolo ladro le prende al volo tra i comignoli dei camini. Quelle che preferisce sono le storie raccontate ai bambini. Le osserva salire lentamente in cielo e dissolversi nel silenzio della notte. E qualche volta si addormenta. Infine rientra a casa sua, con la sacca piena, impaziente di esaminare il bottino raccolto.

Nella stanza, le parole si agitano e si mettono a cantare. Ce ne sono alcune che saltano, ci sono quelle leggere, quelle verdi, alcune gonfie e rosse per l’ira e altre ancora troppo lunghe per essere pronunciate… Le parole si insinuano negli angoli, si appiccicano ai muri, al soffitto, ai mobili… poi poco a poco il pavimento si ricopre di sillabe spezzate: le parole custodiscono gelosamente il loro mistero. Il piccolo ladro di parole le mette in ordine e le dispone nei barattoli, poi prova delle ricette: due parole dolci, tre commosse, una piccante e due calorose. Le mescola tutte e le getta per aria. Ed ecco che per caso intreccia delle lodi, tesse delle ingiurie, cuce spiegazioni complicate.

Con un po’ di esercizio il piccolo ladro di parole apprende i giusti dosaggi. Inizia a inventare delle storie che racconta agli animali del bosco e questi lo ascoltano con attenzione. Allora il piccolo ladro di parole decide di tornare al villaggio. E una sera accade quanto ci si poteva aspettare: qualcuno si rivolge a lui dicendo “Buonasera”. E badabum, bing bang, bum! Il piccolo ladro di parole ruzzola per terra, gambe all’aria, con tutte le sue cose. Un ragazzino si affretta ad aiutarlo a raccogliere il suo retino e le parole cadute. Allora il piccolo ladro di parole gli risponde “grazie” e lo fa a bassa voce… perché è il primo “grazie” che pronuncia in vita sua. Da quel momento i due…

N. Minne, Il piccolo ladro di parole, White Star

1 Scrivi il finale della storia sul quaderno, poi confrontalo con quello dei tuoi compagni.

2 Qual è, secondo te, il “mistero” delle parole? Colora il riquadro con l’affermazione che preferisci.

ci sono parole buone e parole cattive

3 Rispondi con una X.

Secondo te esistono parole gentili?

le parole possono far male o far diventare amici

No, tutto dipende dal tono della voce di chi le pronuncia.

Sì, sono quelle che permettono di diventare amici e di vivere in armonia con gli altri.

Sì, sono le parole della maleducazione!

Scrivi nel barattolo le parole che definiresti “gentili” e parlane con gli altri.

le parole possono essere incomprensibili

LA RELIGIONE

Nel corso della Preistoria le persone, partendo dall’osservazione del mondo e della natura, cominciano a credere in forze magiche ed esseri superiori che regolano il mondo e causano i fenomeni naturali. Questi diversi pensieri e sentimenti religiosi sono stati organizzati in un insieme di pratiche. Sono nate così le prime religioni, che credono in tanti dèi.

Solo con la Rivelazione, cioè quando Dio si fa conoscere dalle persone, nasce la prima religione che crede in un unico Dio

LESSICO

La religione è l’insieme di tutti quegli elementi che “legano” un gruppo di persone a una particolare idea di Dio: luoghi sacri, regole, libri sacri, miti, tempi sacri, feste, riti, preghiere, idea dell’aldilà e guide religiose.

Una religione può essere:

polys = più + theòs = dio

monos = uno + theòs = Dio

1 Osserva lo schema sopra e scrivi con parole tue il significato dei due termini.

2 Le religioni monoteiste vengono dette anche “rivelate”. Perché, secondo te?

PRIME RELIGIONI: DOVE E QUANDO?

Le antiche religioni politeiste nascono grazie alla capacità degli individui di farsi delle domande e cercare delle risposte. Ciò avviene dopo l’invenzione della scrittura e la nascita delle prime civiltà, intorno al 3200 a.C.

Le religioni monoteiste o rivelate nascono per iniziativa di Dio che si rivela alle persone quando le ritiene pronte ad accogliere il suo messaggio, cioè in un momento ben preciso della storia, intorno al 1850 a.C.

1 Leggi, con l’aiuto dell’insegnante, i passaggi evidenziati sulla linea del tempo e completala. DIVINITÀ

Avanti Cristo Dopo Cristo

PREISTORIA STORIA

sentimenti religiosi religioni politeiste religione monoteista religione cristiana

3200 a.C. invenzione della scrittura

1850 a.C. Dio si rivela ad Abramo

anno 0 Nascita di Gesù Cristo

anno d.C. noi

Le prime civiltà si svilupparono vicino ai fiumi e al mare, perché l'acqua è un elemento indispensabile alla vita. Queste civiltà e le rispettive religioni nacquero quasi contemporaneamente in Egitto, sulle rive del Nilo, in Mesopotamia presso i fiumi Tigri ed Eufrate e, successivamente, in Grecia. In Palestina (Terra di Canaan) si è svolta la storia degli Ebrei, il primo popolo monoteista della storia.

LESSICO

Mesopotamia significa “terra tra due fiumi”.

2 Colora le parti bianche secondo la legenda.

Egitto

Grecia

Mesopotamia

Palestina

Mar Mediterraneo
Mar Morto

NELL’ANTICA MESOPOTAMIA

La religione mesopotamica comprende tutto ciò che caratterizza il politeismo dei popoli che abitarono la Mesopotamia nel corso dei tremila anni che hanno preceduto la nascita di Gesù: Assiri, Babilonesi e Sumeri

1 Scrivi i nomi delle divinità nel posto giusto.

I sacerdoti

Le uniche persone che potevano interpretare la volontà degli dei erano i sacerdoti. Essi abitavano nella ziggurat, l’edificio sacro della città. I sacerdoti erano anche astronomi, cioè studiavano i movimenti degi astri, ai quali attribuivano la capacità di influire sulla vita delle persone. Secondo alcuni studiosi, i Magi, che visitarono Gesù, erano proprio astronomi provenienti dalla Mesopotamia.

2 Intorno al 7 a.C., i due pianeti Giove e Saturno si trovarono molto vicini, creando un fenomeno luminoso nel cielo visibile a occhio nudo. Questo fatto, riportato anche in alcune tavolette babilonesi, a cosa ti fa pensare?

Le divinità

Il re degli dei era Marduk, il creatore del mondo e degli esseri umani, spesso accompagnato da Sirrush, un animale con la testa di serpente, le corna e il corpo ricoperto di scaglie. Ishtar era la dea dell’amore e della guerra e Shamash il dio del Sole e della giustizia. Secondo le religioni dell’antica Mesopotamia, il genere umano era stato creato per servire gli dei.

Una ziggurat da vicino

La ziggurat rappresentava la montagna delle divinità. Era un edificio costruito “a gradoni”, grandi piattaforme più larghe alla base e poi sempre più piccole, collegate da lunghe scalinate. All’interno del primo gradone c’erano i magazzini per conservare le scorte di grano che i contadini consegnavano ai sacerdoti.

Nel secondo c’erano le abitazioni dei sacerdoti, le scuole di scrittura e la “casa delle tavolette”, una specie di biblioteca dove si conservavano le tavolette incise in scrittura cuneiforme, inventata dai Sumeri.

Nel gradone più alto c’era il tempio con la statua della divinità a cui i sacerdoti chiedevano i favori attraverso riti e preghiere; da qui osservavano il cielo.

3 Osserva l’immagine e ricava dal testo i nomi dei luoghi indicati dalle frecce.

Le divinità egizie

NELL’ANTICO EGITTO

A capo della società egizia c’era il faraone, che governava con i suoi funzionari. Il suo potere era immenso ed era considerato un dio.

Il suo nome proprio era così sacro che non veniva pronunciato, per questo era chiamato “faraone”, che vuol dire “grande casa”.

I suoi simboli erano:

• i copricapi: la doppia corona bianca e rossa simbolo dell’unità del regno; il nemes, decorato a strisce blu e oro, che ricadeva sulle spalle e simboleggiava la sua natura divina; la corona blu per le battaglie;

• il bastone ricurvo del pastore, segno che era la guida del suo popolo;

• la frusta per mietere il grano, coltivazione molto importante in Egitto.

Le divinità egizie potevano essere antropomorfe, avere cioè forma umana, o zoomorfe corpo umano e la testa di un animale. Le principali erano:

• Amon-Ra, il dio più potente, raffigurato con la testa di falco e il disco solare sopra;

• Osiride, il dio della fertilità e dell’aldilà, rappresentato con i simboli del faraone, frusta e bastone ricurvo;

• Iside (moglie di Osiride), la dea dell’amore e della natura;

• Horus (figlio di Osiride e di Iside), il dio del cielo e della guerra, con la testa di falco e la doppia corona dei faraoni;

• Thot, il dio della scrittura e della sapienza, con la testa di ibis, uccello tipico del Nilo;

• Anubi, il dio protettore dei morti che si occupava della mummificazione, con la testa di sciacallo. Il faraone, in vita, veniva identificato con Amon-Ra e una volta morto con Osiride.

1 Osserva le immagini e scrivi di quale divinità si tratta.

, fatte con blocchi di pietra, erano le tombe dei faraoni. Al loro interno si trovano le camere funerarie che conservavano i sarcofagi e gli oggetti della vita quotidiana dei faraoni. Gli Egizi credevano che le persone continuassero a vivere dopo la morte

Per farlo, avevano bisogno che il corpo rimanesse intatto. Per questo praticavano la mummificazione, un processo che prevedeva diverse fasi: si estraevano gli organi interni e si depositavano vasi canopi; si immergeva per settanta giorni il corpo nel natron, un sale che serviva ad assorbire i liquidi del corpo; infine il corpo veniva lavato e avvolto in bende di lino La mummia veniva sistemata in un sarcofago, cassa di legno decorata con la forma del corpo umano, e poi trasportata nella tomba.

Il tempio egizio

Per onorare gli dei, gli Egizi costruirono grandiosi templi. Sala dei

di pietra a base quadrata.

Stanza a cielo aperto con a cui possono accedere i fedeli.

Cella con la statua della

2 Osserva la struttura del tempio egizio e completa le definizioni con le parole date. colonnati • divinità • obelisco • riti

Eserciziario pp. 62-63, 65

Piloni di pietra

NELL’ANTICA GRECIA

Gli dei dell’antica Grecia erano molti, avevano le sembianze, i comportamenti, i pregi e i difetti degli esseri umani, ma erano immortali.

Gli dei vivevano sul monte Olimpo, il più alto della Grecia.

1 Abbina con i numeri le divinità alle descrizioni corrispondenti.

Zeus, re degli dei, era il dio del cielo, rappresentato con un fulmine in mano.

Era (moglie di Zeus) proteggeva i matrimoni.

Poseidone, dio del mare, aveva il tridente come simbolo.

Ade (fratello di Zeus e Poseidone) era il dio degli Inferi, con il bastone a due denti.

Apollo era il dio del sole, della musica e delle arti.

Artemide era la dea della luna e della caccia, sempre con l’arco in mano.

Atena, dea della giustizia, della sapienza e della guerra, aveva sempre uno scudo in mano.

Afrodite era la dea della bellezza e dell’amore.

Ares, dio della guerra, era un giovane sempre armato, con elmo e spada.

Demetra, dea dell’agricoltura, era raffigurata con un fascio di grano in mano.

I templi greci

I templi, in Grecia, venivano costruiti sulla parte più alta della città: l’acropoli. Come nelle altre religioni politeiste, il tempio era la “casa del dio”. I riti si svolgevano all’esterno dove si trovavano altari per bruciare l’incenso, sacrificare animali e offrire prodotti alimentari.

Il frontone, di forma triangolare, è posto in cima alla facciata. La parte interna, il timpano, presenta decorazioni.

Il tetto è sostenuto da travi di legno e coperto da tegole. Il naòs, la cella, è il luogo più sacro, dove si trova la statua della divinità.

Il fregio è la decorazione posta sopra l’architrave.

I santuari greci

Le colonne delimitano il perimetro del tempio.

Il capitello è la parte terminale delle colonne e ha una funzione decorativa.

I santuari erano luoghi sacri che le persone visitavano in precisi giorni del mese per avere risposte dagli dei (gli oracoli) su particolari richieste. La divinità parlava attraverso la voce di un sacerdote. Il santuario più importante era quello di Delfi, dedicato al dio Apollo, che parlava per bocca di una sacerdotessa, la Pizia

Si narra che anche Alessandro Magno, prima di partire per conquistare l’Impero persiano, consultò l’oracolo di Delfi chiedendo se sarebbe riuscito a conquistare il mondo. La Pizia, però, rispose che in quel giorno non erano permessi gli oracoli. Alessandro allora la trascinò a forza fino al tempio, finché lei urlò: “Sei invincibile, ragazzo!”. A quel punto Alessandro la lasciò, affermando che non aveva bisogno di nessun’altra profezia.

2 Perché Alessandro si era comportato così, secondo te? Parlane con i compagni.

Santuario di Apollo a Delfi

LA RICERCA DI DIO

1 Completa la mappa con le parole mancanti.

solo • tante • Dio • persone • principale • faraone • ziggurat • guerra • Sole mummificazione • immortali • persone • zoomorfe • santuario • tempio

RELIGIONE

Ciò che lega un gruppo di .......................................... alla stessa idea di ......................

crede in ........................ divinità

POLITEISTA MONOTEISTA in MESOPOTAMIA in EGITTO in GRECIA

Marduk era la divinità

Ishtar dea dell’amore e della

Shamash dio del ……………....………….... e della giustizia.

Il …………………………… era considerato un dio.

crede in un ......................... Dio

La ……….....………................….. era un edificio sacro a gradoni. In cima c’era il tempio.

Le divinità erano antropomorfe oppure

Gli dei erano simili alle …………....……… ma erano ………….……………..

Con la …........................……… mantenevano intatti i corpi dei defunti per vivere nell’aldilà dopo la morte.

I luoghi sacri erano il …………...…………………., cioè la “casa del dio”, e il …………...……....………..

DA ABRAMO A MOSÈ

Con la Rivelazione di Dio ad Abramo nasce il popolo di Israele: gli Ebrei. Essi, attraverso la loro storia, diedero vita alla prima religione monoteista: l’Ebraismo.

Ero un pastore nomade dell’antica Mesopotamia. Quando si rivelò, Dio strinse con me un’Alleanza e mi fece tre promesse: una numerosa discendenza, una terra, la sua benedizione. Mi sono fidato di Dio così ho abbandonato la mia terra per raggiungere la Terra Promessa. Qui è nato Isacco.

GIACOBBE

Io sono figlio di Isacco. Fui chiamato Israele da Dio e ho avuto dodici figli; da essi derivano le dodici tribù in cui è diviso il popolo ebraico. Tra i miei figli c’è Giuseppe, che ricevette in dono da Dio la capacità di interpretare i sogni. I suoi fratelli lo maltrattarono e lo vendettero come schiavo in Egitto.

Ma egli divenne beniamino del faraone, ci perdonò e durante la carestia accolse tutto il popolo ebraico in Egitto. Quando però siamo diventati troppo numerosi, il faraone ci rese schiavi.

Sono nato da una famiglia ebrea, ma mi hanno cresciuto gli Egizi.

Dio si rivelò a me nel roveto ardente e mi scelse per riportare gli Ebrei in Palestina, liberandoli dalla schiavitù dell’Egitto.

Dio mi ha donato le Tavole della Legge con i Comandamenti sul monte Sinai. Così ha rinnovato l’Alleanza con il popolo ebraico.

1 Sostituisci i numeri con le lettere corrispondenti dell’alfabeto e scoprirai dove erano custodite le Tavole della Legge.

ABRAMO
MOSÈ

RITORNO NELLA TERRA DI CANAAN

Durante le peregrinazioni nel deserto del Sinai, Dio preannunciò a Mosè che non sarebbe stato lui a entrare con gli Ebrei nella Terra di Canaan, cioè la Terra Promessa.

Il suo successore sarebbe stato Giosuè

Sotto la guida di Giosuè, gli Ebrei ripresero possesso della Terra di Canaan, combattendo contro i popoli che l’avevano occupata.

Il territorio venne suddiviso in dodici parti, una per ciascuna delle dodici tribù, tranne per quella di Giuseppe (al suo posto c’erano i suoi figli: Efraim e Manasse) e per quella di Levi, poiché i Leviti si occupavano dell’Arca dell’Alleanza e non avevano terre.

1 Scrivi i nomi delle tribù sotto il rispettivo simbolo: aiutati con le lettere suggerite.

NEFTALI ASER

ZABULONISSACAR

Mar di Galilea

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Le pagine di Arte e le schede operative sono a cura di: Novella Laghi

Coordinamento redazionale: Emilia Agostini

Redazione: Francesca Bolognini, Corrado Cartuccia

Coordinamento grafico: Mauro Aquilanti

Grafica: Dania Fava

Impaginazione: Stefania Rossini

Illustrazioni: Sandra Bersanetti, Laura Rigo, Mauro Sacco e Elisa Vallarino

Copertina: Barbara Cherici per Equilibri servizi editoriali

Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, iStock

Coordinamento multimedia: Paolo Giuliani

Supervisione dei contenuti digitali: Katia Buccelli

Redazione multimedia: Giulio Pieraccini

Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani

Per esigenze didattiche alcuni testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata.

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Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze.

Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello © 2021

NULLA OSTA

Conferenza Episcopale Italiana

Card. Gualtiero Bassetti, Presidente Roma, 15 gennaio 2021

Prot. 27/2021

IMPRIMATUR

L’ordinario diocesano

Mons. Francesco Manenti, Vescovo di Senigallia

Senigallia, 28 gennaio 2021

Prot. 4/21 V

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