Insegnare inglese per competenze

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Con quadro normativo di riferimento e indicazioni per progettare unità di apprendimento

COSA SIGNIFICA INSEGNARE PER

COMPETENZE?

“Experience is what gives meaning to language.” Caleb Gattegno, educationalist and creator of the Silent Way, 1972

Il mondo cambia vertiginosamente e la scuola deve raccogliere la sfida che la società le lancia rimanendo comunque fedele ai propri principi. C’è la necessità di avvicinare il più possibile lo studente al mondo in cui vive, soprattutto avendo ben chiaro in mente che uno degli scopi che la scuola si prefigge è quello di preparare l’alunno di oggi all’esperienza lavorativa di domani.

La didattica per competenze sposta l’attenzione dalle conoscenze al processo di apprendimento, affinché gli studenti possano rendersi conto di quanto già conoscono e possano porsi in un atteggiamento positivo nei confronti dell’esperienza educativa.

Sviluppare le competenze degli alunni, così come richiesto dalle Indicazioni Nazionali, significa spostare la materia appresa nella pratica.

Insegnare per competenze, quindi, significa capovolgere l’azione didattica che, fino a questo momento, ha sempre avuto come punto di partenza e fulcro i contenuti disciplinari e le abilità a essi sottese. L’alunno attraverso i contenuti, quindi, costruisce le proprie competenze.

Che cosa si intende per competenza?

La competenza è una disposizione a fare. “… un’azione può essere tanto intellettuale, su oggetti simbolici, quanto fisica, su oggetti materiali, ma è sempre, in quanto azione, provvista di un fine - Compito di realtà -“ (I. Fiorin)

Rendere l’alunno competente vuol dire provare a metterlo in grado di attivare le procedure che conosce e mobilitare le risorse che ha a disposizione per riconoscere e risolvere in autonomia un problema complesso nella situazione in cui si presenta.

La didattica per competenze ha come scopo il raggiungimento di competenze esperte, consapevoli, autonome e pone l’attenzione non solo sulla dimensione cognitiva, ma anche su quella relazionale, e la motivazione all’apprendere diventa uno dei cardini su cui fondare il processo di apprendimento.

In questa nuova ottica di insegnamento occorre progettare un percorso di apprendimento che promuova e valuti i processi e gli atteggiamenti degli alunni a più livelli, per “imparare a imparare” e non solo per acquisire conoscenze. Il paradigma nuovo è l’APPRENDIMENTO e non più l’INSEGNAMENTO: il nuovo fulcro del processo di apprendimento è lo studente che, in autonomia e per tutta la vita, deve essere in grado di ampliare il proprio bagaglio di conoscenze e trasformarle in competenze (lifelong learning).

In questa nuova visione la classe, intesa come luogo dove l’insegnante riversa il suo sapere sugli alunni, non ha più motivo di esistere; cambia l’organizzazione dello “spazio-aula” che deve essere più adatto a un insegnamento laboratoriale e cooperativo.

Nella didattica per competenze l’alunno partecipa al processo di apprendimento attraverso un coinvolgimento attivo e responsabile in situazioni cooperative.

Cambia quindi la figura dell’insegnante che diventa il facilitatore di tale processo. Il suo metodo sarà quello di supportare, consigliare e lasciare lavorare in autonomia, intervenendo solo per dissolvere eventuali dubbi. L’alunno assume gradualmente consapevolezza dei suoi punti di forza, apprezzandoli e imparando a valorizzarli, senza sottovalutare i suoi punti deboli, e viene messo nella condizione di praticare scelte che tengano presenti entrambi.

Per questo motivo il processo di apprendimento per competenze non può

essere episodico. Affinché lo studente prenda consapevolezza del proprio percorso ha necessità di essere messo alla prova più volte, così da avere ben chiari i punti di forza su cui basare il proprio apprendimento e i punti deboli su cui lavorare.

Anche la valutazione entra a far parte di questo percorso di apprendimento. Essa è intesa non solo come controllo-certificazione, quanto come parte integrante del processo di apprendimento e soprattutto di orientamento e auto-orientamento dell’alunno.

Lo studente impara ad autovalutarsi e, insieme alla valutazione degli insegnanti e di coloro che entrano a far parte del processo di apprendimento, ricava un profilo di studente che è sempre in crescita ed è sempre migliorabile.

A questo proposito le Indicazioni Nazionali indicano in maniera prescrittiva ciò che gli insegnanti devono fare per attuare una didattica che abbia al centro l’alunno pur non dimenticandosi dei contenuti disciplinari.

L’APPRENDIMENTO

sarà un processo attivo e costruttivo, dinamico, non lineare e interattivo; dovrà tenere conto delle diverse forme di intelligenza e dei diversi stili di apprendimento e quindi sarà personalizzato.

L’INSEGNANTE DOVRÀ

valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni; attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità; favorire l’esplorazione e la scoperta; realizzare percorsi in forma di laboratorio; incoraggiare l’apprendimento collaborativo; promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere.

INFORMAZIONI (Conoscenze e Abilità)

LABORATORIO (Apprendimento collaborativo)

VALUTAZIONE

(Autovalutazione e valutazione: momento finale e di partenza)

L’insegnante dovrà quindi progettare l’insegnamento in modo tale che tenga conto di tutte queste variabili. Per una buona riuscita del processo di apprendimento sarà necessario coinvolgere attivamente l’alunno.

L’insegnante dovrà anche predisporre attività diverse per accogliere e sollecitare processi di apprendimento cooperativo in cui gli alunni veranno stimolati a elaborare il sapere e a considerarlo da più punti di vista, attraverso l’interazione del gruppo.

Inoltre, dovrà sollecitare gli alunni affinché essi mettano in relazione i nuovi saperi trasmessi dalla scuola con quelli già posseduti, e dovrà creare un percorso di apprendimento flessibile e modulare proponendo più “stili di insegnamento”, affinché gli studenti trovino lo stile di apprendimento loro più congeniale.

Potremmo quindi sintetizzare la didattica per competenze in un cerchio equamente diviso in tre parti, dove un terzo rappresenta gli stili di insegnamento/apprendimento, un altro le strategie e il clima di apprendimento e l’ultimo l’ambiente di apprendimento. L’interazione di questi aspetti crea la motivazione ad apprendere e a proseguire il percorso formativo.

Stili di insegnamento/ apprendimento

Strategie e clima

Ambiente di apprendimento

APPRENDIMENTO

IL QUADRO NORMATIVO: STRUMENTI PER INQUADRARE

UNA DIDATTICA PER COMPETENZE

Le Indicazioni Nazionali Per il Curricolo

Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo d’istruzione (D.M. 254 del 16 novembre 2012) si articolano in diverse parti:

Cultura, scuola, persona

Finalità generali

L’organizzazione del curricolo

La Scuola dell’Infanzia

- I bambini, le famiglie, i docenti, l’ambiente di apprendimento

- I campi di esperienza

- Dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria

La Scuola del Primo Ciclo

- Il senso dell’esperienza educativa

- L’alfabetizzazione culturale di base

- Cittadinanza e Costituzione

- L’ambiente di apprendimento

- Le discipline.

In particolare, riguardo alla certificazione delle competenze, nel documento si legge che “… particolare attenzione sarà posta a come ciascuno studente mobilita e orchestra le proprie risorse-conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini”.

Editorial staff: Francesca Ceppi, Clarissa Coppari

Graphic dept.: Studio Cornell, Marco Mancini, Giacomo Paolini

Photographs: iStockphoto, archivio Ed. Raffaello

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Printed in Italy by Gruppo Editoriale Raffaello

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