Io imparo facile 4 - Antropologico

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FACILE io IMPARO

Percorsi facilitati e semplificati

STORIA

GEOGRAFIA

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ad alta leggibilità • Versione audio facile del libro

INTRODUZIONE

Per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali è necessario avere un libro costruito con parametri linguistici e tipografici adatti. Il testo semplificato Io imparo facile contribuisce a realizzare una Didattica Inclusiva perché riduce le difficoltà e gli effetti negativi facilitando l’apprendimento, dà pari opportunità ad alunne ed alunni B.E.S., li induce a non avere atteggiamenti demotivati e rinunciatari, rendendoli autonomi/e.

Io imparo facile è semplificato a livello sintattico e lessicale per favorire la comprensione, attraverso un’adeguata "forma" linguistica del contenuto. Gli alunni e le alunne BES sono inficiati nel loro apprendimento, a causa della complessità linguistica, morfo-sintattica e lessicale, dovuta alla lunghezza degli enunciati con presenza di parole a bassa frequenza inserite in contesti difficili che non permettono la rapidità di lettura, la correttezza e la comprensione del testo.

Con Io imparo facile tutti potranno esprimere le loro capacità linguistiche, perfezionandole attraverso l’eloquio supportato da strutture morfosintattiche adeguate. I testi sono curati anche dal punto di vista dell'impaginazione e della grafica, per favorire la percezione visiva, senza che si crei affollamento visivo. Molti sono i parametri applicati: la font e la sua dimensione, la spaziatura tra lettere e tra parole, la lunghezza dei periodi, l’incolonnamento, il numero di battute su ogni riga, il testo non giustificato con sbandieratura a destra, l’allineamento a sinistra, l’interlinea, la non sillabazione delle parole nell’andare a capo, le parole collegate tra loro sono sulla stessa riga, l’uso del grassetto o sottolineato o corsivo per evidenziare parole-chiave, lo sfondo, lo spazio, il colore e le immagini corrispondenti ai contenuti.

Le mappe inserite costituiscono un importante mediatore didattico e consentono di apprendere con il minimo di informazioni testuali. Per favorire il recupero delle informazioni, sono presenti le verifiche (Mi esercito) alle quali l'alunno e l'alunna risponderanno guardando il testo (per sviluppare e migliorare la memoria topologica), oppure per misurarsi con la propria capacità di memorizzare, immagazzinare e recuperare le informazioni nella rievocazione. Gli obiettivi di Io imparo facile sono: realizzare una didattica inclusiva, dare pari opportunità, favorire l’apprendimento degli alunni BES, facilitare la comprensione del testo, migliorare la produzione verbale, sviluppare la capacità di memorizzare, immagazzinare, recuperare, organizzare le informazioni e rafforzare l’autostima.

Testo a cura della Dr.ssa Patrizia Marletta

Pedagogista, Logopedista, Consulente Familiare presso il Centro di Audiofonologopedia in Roma, dove lavora dal 1978. Formata nelle discipline del Metodo Verbo-Tonale per la riabilitazione dei disturbi dell’udito e del linguaggio e del Metodo Spazio-Temporale Terzi; esperta nell’organizzazione spaziale e topologica sia degli ambienti scolastici che abitativi; esperta nella riabilitazione dei Disturbi Specifici di Apprendimento. Direttore e docente nei corsi di aggiornamento sui B.E.S./D.S.A. per gli insegnanti di ogni ordine e grado e docente con crediti ECM (Educazione Continua Medicina) riconosciuti dal Ministero della Salute per medici, logopedisti, neuropsicomotricisti, psicologi e fisioterapisti. Per la Raffaello Libri è formatrice in corsi rivolti ad insegnanti, autrice e consulente per i fascicoli didattici “Io imparo facile”.

Autrice di articoli per la rivista Scuola Italiana Moderna, di cui fa parte del Comitato Scientifico.

Un ringraziamento ai collaboratori Mario Rolando Cortez Toledo, Irene Latella, Alessia Serra e Ilaria Giachi per la loro eccezionale dedizione.

LA STORIA

La Preistoria è il periodo in cui non esiste ancora la scrittura; uomini e donne vivono di caccia e di raccolto, scoprono il fuoco e l’agricoltura li spinge a organizzarsi nei primi villaggi. La Storia inizia con la scrittura, cioè la ricostruzione di eventi basati sulle testimonianze scritte prodotte dalle persone.

Il lavoro dello storico

La parola Storia deriva dal greco e significa indagine, ricerca. Lo storico è colui che studia e ricostruisce le tracce del passato. Il metodo dello storico si può riassumere in cinque passaggi: 1) sceglie un argomento; 2) si pone domande su cosa potrà scoprire; 3) ricerca fonti e documenti; 4) individua cause; 5) ricostruisce fatti.

Erodoto, vissuto circa 500 anni prima di Gesù, è un attento storico di molte popolazioni. È grazie a lui che conosciamo religioni, battaglie, territori, usi e costumi dei Babilonesi, degli Egizi, dei Fenici e di altri popoli antichi.

STATUA DI ERODOTO

Lo storico e altri studiosi

Lo storico collabora con altri studiosi:

• il paleontologo studia i fossili, antichi resti di vegetali e animali;

• l’archeologo studia gli oggetti e gli edifici ritrovati durante gli scavi;

• il geologo studia le rocce e il terreno per stabilire la loro età;

• l’antropologo studia i comportamenti e le usanze degli esseri umani;

• il geografo studia il territorio e realizza le mappe dei luoghi;

• l’epigrafista decifra le scritture incise su pietra o su terracotta.

Gli strumenti della storia

Lo storico si avvale di alcuni importanti strumenti, come:

• le fonti orali (racconti, interviste), materiali (oggetti delle persone, resti di animali e vegetali), scritte (su argilla, legno, pietra o carta), iconografiche (disegni, affreschi, quadri, incisioni, film, fotografie);

• le linee del tempo, (anno zero: nascita di Cristo; a.C.: avanti Cristo, cioè prima della nascita di Cristo; d.C.: dopo Cristo, cioè dopo la nascita di Cristo);

• le carte geostoriche, per collocare gli elementi geografici e gli elementi storici, con una legenda che spiega i simboli, le linee…;

• i quadri di civiltà, per capire le informazioni raccolte riguardo gli aspetti che caratterizzano un popolo.

Nascita di Cristo
Inizio della Storia

LE CIVILTÀ

VICINO AI FIUMI

Durante il Paleolitico i popoli vivono di caccia, pesca e frutta; durante il Neolitico, invece, nasce l’agricoltura e l’allevamento.

In questo modo i gruppi umani da nomadi diventano sedentari.

I primi villaggi nascono vicino ai fiumi, che offrono acqua per bere, lavarsi, dissetare gli animali, irrigare i campi e navigare.

Nascono le grandi civiltà lungo i grandi fiumi:

• in Mesopotamia tra il Tigri e l’Eufrate;

• in Egitto lungo il Nilo;

• in India lungo l’Indo;

• in Cina tra il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro.

Civiltà della Mesopotamia Egizi Indi Cinesi

Nascita di Cristo

LE CIVILTÀ

DELLA MESOPOTAMIA

Il territorio che si trova tra i fiumi Tigri ed Eufrate è chiamato Mesopotamia, cioè la “terra tra i due fiumi”. I primi villaggi nascono dove c’è tanta acqua per bere, lavarsi, dissetare gli animali e bagnare i campi.

Intorno al 4.000 a.C., dei gruppi di individui nomadi (che si spostano sempre e che non hanno una casa fissa) cominciano a coltivare la terra della Mesopotamia. Questi gruppi costruiscono villaggi, coltivano i campi e diventano sedentari (abitano in un posto e non si muovono più).

I primi popoli che occupano la Mesopotamia sono i Sumeri, poi arrivano i Babilonesi e infine gli Assiri. Sumeri

Babilonesi
Ittiti
Assiri
Nascita di Cristo

I SUMERI

Intorno al 4.000 a.C., a sud della Mesopotamia nasce la civiltà dei Sumeri.

Il territorio dei Sumeri

I Sumeri chiamano la zona dove vivono Sumer, che vuol dire “terra coltivata”.

Questa terra all’inizio è paludosa e spesso ricoperta dalle acque dei fiumi, così i Sumeri costruiscono:

- dighe che usano per regolare la quantità di acqua nei canali;

- argini per fermare le piene dei fiumi;

- pozzi per conservare l’acqua per innaffiare; - canali per irrigare i campi.

Il pozzo ha un palo fissato al terreno, dove da una parte è legato un secchio per l’acqua e dall’altra una pietra che fa da bilancia.

I Sumeri, grazie a questa invenzione, possono sollevare con poco sforzo i pesanti secchi pieni d’acqua, che viene poi utilizzata nei campi.

POZZO
ARGINE
CANALE

L’agricoltura e l’allevamento

I Sumeri coltivano:

- il grano per fare le focacce; - l’orzo per produrre le birre;

- il lino e la canapa per realizzare le stoffe.

I contadini usano l’aratro, tirato dagli animali per seminare, e danno al re, come tassa, una parte del loro raccolto.

Questi prodotti vengono conservati in grandi magazzini, servono per dare cibo ai sacerdoti e ai funzionari, e, in caso di carestia, quando il cibo è poco, sono una riserva per tutta la popolazione.

I Sumeri allevano molti animali:

- mucche e buoi per la carne, il latte e il lavoro dei campi; - pecore e capre per il latte, le pelli e la lana; - asini per tirare i carri.

PIANTE DI LINO
SPIGHE D’ORZO
SPIGHE DI GRANO

Le città dei Sumeri

I Sumeri costruiscono molte città, con alte mura di cinta per difendersi. Le più importanti città sono: Eridu, Ur, Uruk, Nippur e Lagash.

Dentro le mura: al centro ci sono i palazzi e i templi, tutto intorno, le case dei mercanti e degli artigiani. Fuori le mura: nascono i villaggi dei contadini.

Le case dei Sumeri sono costruite con mattoni di argilla, un tipo di terra che viene dal fango dei fiumi (1); l’argilla si mescola con la paglia (2) e l’impasto ottenuto viene premuto negli stampi (3) e seccato al sole (4).

leggimi!

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Coordinamento redazionale: Corrado Cartuccia

Redazione: Corrado Cartuccia, Federica Paparelli

Grafica e impaginazione: Enzo Bocchini

Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello

Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Alcuni testi d’Autore sono stati ridotti e/o adattati per esigenze didattiche e/o redazionali. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore. Questo testo è rispondente al codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze.

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