Io imparo facile - Leggo perché - 4

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FACILE io IMPARO

Percorsi facilitati e semplificati

LEGGO PERCH

LETTURE

Jessica Duranti
Serena Tozzi

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Coordinato da:

Mastrolorenzi Martina pedagogista e consulente pedagogico, specializzata in psicopatologia dello sviluppo, dei disturbi evolutivi e dell'apprendimento, in contesti socio-educativi, scolastici e clinici. Laureata in Scienze della Formazione e in Pedagogia della marginalità e della disabilità, consegue i Master di II livello in “Modelli e metodologie per D.S.A., B.E.S. e gifted children” e in “Psicopatologia dell’ apprendimento” presso l’Università di Padova e in “Mediazione dei conflitti in ambito psico-pedagogico” presso l’Università di Urbino. Insegnante nella Scuola Primaria. Consulente, autrice e formatrice per la didattica inclusiva con il Gruppo Editoriale Raffaello.

INTRODUZIONE

IO IMPARO FACILE è rivolto a tutti gli alunni e a tutte le alunne della Scuola Primaria, con una particolare attenzione didattica mirata a favorire l’apprendimento di chi presenta Bisogni Educativi Speciali (BES). (D.M. 27/12/2012).

Ogni alunna e alunno ha differenti risorse ed esigenze di apprendimento che necessitano quindi di una continua flessibilità didattica: IO IMPARO FACILE propone attività e strumenti inclusivi per realizzare un’offerta formativa “su misura”, conforme alle diverse esigenze educative.

IMPARIAMO CON METODO

Il percorso si articola attraverso le tre diverse fasi dell’apprendimento, perché per imparare... ci vuole metodo!

In questa fase chiediamo al bambino o alla bambina di anticipare i contenuti del testo attraverso attività inferenziali e metacognitive utili alla comprensione, favorendo così la costruzione di un metodo di studio efficace.

Le attività proposte in queste pagine guidano verso l’analisi del testo e delle sue principali caratteristiche.

Nell’ultima fase si riflette e si manipolano le informazioni: generalizzando l’apprendimento, infatti, si favorisce una migliore padronanza delle competenze acquisite.

IMPARIAMO

INSIEME tutti i rimandi al vol. LEGGO PERCHÉ-LETTURE 4

Nella parte alta della pagina si segnalano i rimandi al sussidiario dei linguaggi perché il progetto si propone in continuità con esso.

IO IMPARO FACILE è uno strumento personalizzabile e flessibile che promuove una didattica semplificata e facilitata, conforme ai bisogni educativi di ciascun alunno e alunna. Offre inoltre la possibilità di allargare la proposta educativa a tutto il gruppo classe, con attività strutturate secondo criteri di continuità e di programmazione inclusiva.

IMPARIAMO MEGLIO

Le attività proposte sono state studiate e progettate per favorire l’apprendimento di tutti gli alunni e le alunne nel rispetto dei diversi stili cognitivi e dell’eterogeneità dei bisogni formativi, utilizzando i seguenti strumenti e criteri: - font ad alta leggibilità;

- riduzione della complessità lessicale e morfosintattica (frasi brevi, parole ad alta frequenza, box lessicali, riduzione delle complessità linguistiche, come incisi e frasi subordiante, esplicitazione frequente del soggetto);

- vocabolario illustrato;

- immagini e didascalie;

- tabelle e schemi per una rielaborazione attiva dei contenuti;

- esercizi guidati e strutturati con diversi livellli di complessità;

- risorse digitali (audiolibro e traduttore multilingue).

ANTICIPO
ANALIZZO
RIELABORO

Pronti per l’accoglienza

Oggi a scuola io e i miei compagni di classe abbiamo recitato una storia durante la lezione di teatro.

La storia è questa: c’era una volta una maestra o un maestro che insegna ai suoi alunni.

All’improvviso… Toc toc! Qualcuno bussa alla porta: è un bambino nuovo che diventerà un nostro nuovo compagno.

L'insegnante esce dall’aula e va a parlare con i genitori del nuovo bambino, mentre lui rimane in classe da solo insieme a tutti noi.

Che cosa facciamo? Che cosa diciamo?

Scegliamo di raccontare questa storia perché può sempre capitare che un nuovo bambino o una nuova bambina arriva in classe. Così facciamo le prove per conoscere le regole dell’accoglienza.

A turno ognuno di noi fa finta di essere il bambino o la bambina che entra in aula per la prima volta e tutti noi siamo gentili e buoni… è facile!

Dopo la lezione di teatro tutti insieme abbiamo scritto su un cartellone queste regole dell’accoglienza:

lezione di teatro

1) Giocare insieme al nuovo compagno o alla nuova compagna.

2) Trattare il nuovo compagno o la nuova compagna come se è da sempre con noi.

3) Aiutare il nuovo compagno o la nuova compagna quando ha bisogno.

4) Parlare delle cose più divertenti della scuola.

5) Fare poche domande, ma raccontare anche di sé.

1. SE UN NUOVO COMPAGNO O UNA NUOVA COMPAGNA ARRIVA NELLA TUA

CLASSE, TU CHE COSA DIRAI PER ACCOGLIERE QUESTA PERSONA? SCRIVI NEL FUMETTO.

2. QUANDO LEGGI È IMPORTANTE RISPETTARE I SEGNI DI PUNTEGGIATURA.

fai una pausa breve: resta in silenzio e conta 1

fai una pausa media: resta in silenzio e conta 1-2

fai una pausa lunga: resta in silenzio e conta 1-2-3

fai una pausa lunga e fai una domanda

fai una pausa lunga ed esprimi meraviglia, gioia o un ordine , . ? ! : ;

- I giorni della settimana sono lunedì, martedì…

- Maria gioca a palla

COLORA IN OGNI FRASE I SEGNI DI PUNTEGGIATURA COME INDICATO, POI PROVA A LEGGERE CON LA GIUSTA PAUSA. , . : . - È una bella giornata vado al parco

- Vuoi un gelato

- Evviva, oggi vado in gita scolastica

- La nonna ha comprato gli ingredienti per la torta : farina , latte , uova .

- Che meraviglia , quel disegno è stupendo !

- Domani andrò al corso di teatro . Tu vuoi venire ? ! ?

La classe terribile

La signorina Applegreen, la nuova maestra, entra nell’ufficio del Direttore.

Il Direttore dice:

– Buongiorno signorina Applegreen.

La signorina Applegreen risponde:

– Buongiorno signor Direttore. Allora posso iniziare a lavorare subito in questa scuola?

Il Direttore è molto preoccupato e risponde: – Io veramente ho paura a dare a lei questo lavoro… il problema è la classe.

La Signorina Applegreen dice:

– Questo è il problema? Sono laureata con il massimo dei voti!

Il Direttore risponde: – Sono sicuro delle sue capacità, ma questa classe è la peggiore del mondo. Dall’inizio dell’anno ha fatto scappare quindici insegnanti.

Così la signorina Applegreen risponde al Direttore: – Io sarò migliore di questi insegnanti!

Il Direttore è un uomo paziente e buono, ama molto i lecca lecca e il riposo dopo pranzo, ma ora è arrabbiato, perché la signorina Applegreen insiste. Così il Direttore dice: – Se insiste può provare oggi stesso, ma senza lamentele! Io l’ho informata! Può andare.

La signorina Applegreen è felicissima e prima di uscire dall’ufficio del Direttore sussurra: – In pochi giorni trasformerò questa classe terribile in una classe perfetta!

Il Direttore rimane nel suo ufficio e prende un lecca lecca alla menta.

laureata: che ha finito tutti gli anni di studio.

Il Direttore preoccupato e la signorina Applegreen.

1. NEL TESTO SOTTOLINEA I DIALOGHI CON I COLORI INDICATI:

le parole del DIRETTORE; le parole della SIGNORINA APPLEGREEN.

2. DISEGNA SOTTO OGNI FUMETTO IL PERSONAGGIO CHE PRONUNCIA LE PAROLE.

Posso iniziare a lavorare subito in questa scuola?

Sono sicuro delle sue capacità, ma questa classe è la peggiore del mondo.

3. IMMAGINA DI ESSERE LA SIGNORINA APPLEGREEN QUANDO INCONTRA LA SUA NUOVA CLASSE: CHE COSA DIRAI? SCRIVI NEL FUMETTO.

Le regole: che noia

A me sembra di comportarmi bene a scuola, ma penso che la scuola fa male a me, certe volte!

Per esempio, la scuola mi obbliga ad alzarmi presto e ad andare a letto presto, anche a fare i compiti.

Io mi chiedo “perché dopo cinque ore di scuola devo ancora fare quello che faccio a scuola?”.

Sono convinto che la scuola mi fa male, ma alla fine io sono buono e accetto. Insomma, credo che la scuola può essere un posto meraviglioso per me senza tutte quelle regole: per me è difficile seguire le regole perché le dimentico facilmente.

Un esempio di regola è stare seduto, ma per me è impossibile. Dopo dieci minuti comincio a combattere con la sedia e cerco una posizione più comoda con le ginocchia o con una gamba sotto il sedere come un cuscino.

Ma la maestra si arrabbia per questo. Quando faccio così, la maestra si toglie gli occhiali e mi guarda molto seria; la classe resta in silenzio. Le prime volte io mi giravo per vedere se un mio compagno o una mia compagna stava facendo qualcosa di terribile. Magari il mio compagno Marco ha chiuso male la bottiglietta dell’acqua e ha fatto il “lago-banco”.

Ora capisco che la maestra dice a me e così mi fermo. Quando la maestra rimette gli occhiali, io ricomincio a cercare la posizione migliore.

1. A TE PIACCIONO LE REGOLE? RISPONDI E SPIEGA A VOCE LA TUA RISPOSTA.

2. SCRIVI ALCUNE REGOLE DELLA TUA CLASSE.

3. CHE COSA PUÒ SUCCEDERE IN UNA CLASSE SENZA REGOLE? RIFLETTI E COLLEGA IN MODO GIUSTO.

COMPORTAMENTO CONSEGUENZA

Se gli alunni e le alunne arrivano in aula in ritardo…

Se tutti parlano nello stesso momento senza aspettare il proprio turno...

Se un bambino spinge un compagno o una compagna…

offende quella persona. la lezione inizia tardi. l’insegnante fa fatica ad ascoltare.

Se una bambina prende in giro un compagno o una compagna…

quella persona cade e si fa male.

Una dolce riconciliazione

Ieri giocavo a campana con le mie amiche Britta e Anna e a un certo punto abbiamo litigato. Così io sono andata a casa, ma loro due hanno continuato a giocare anche senza di me.

A casa guardavo le mie amiche di nascosto da dietro la tenda ed ero arrabbiata.

La mattina dopo, quando mi sono svegliata, ero triste.

Era una brutta giornata: pioveva e tirava vento e dovevo rimanere a casa. Così ho detto alla mamma:

– Uffa, mamma, che noia! Che cosa faccio?

La mamma ha risposto: – Lisa, fai una bella torta.

Ho seguito il consiglio della mamma e ho fatto una torta tutta da sola.

Poi ho avuto un’idea: invitare Britta e Anna a casa mia per mangiare la torta e fare pace.

Ho scritto a Britta e ad Anna una lettera: «Ho appena fatto una torta, volete venire ad assaggiare una fetta?».

Britta e Anna sono subito arrivate a casa mia.

Britta e Anna erano meravigliate per la torta così bella. Siamo andate in camera da letto, abbiamo bevuto succo di frutta e mangiato la torta.

Britta e Anna volevano preparare una torta anche loro.

gioco della campana

Lisa, Britta e Anna

1. SEGNA CON UNA X IL COMPLETAMENTO GIUSTO.

I personaggi del racconto sono: Lisa, la mamma, Britta e Anna. Britta e Anna.

Lisa, la mamma e una torta.

La protagonista della storia è: una torta. Lisa. la mamma.

Il tempo della storia è: precisato. indefinito.

Il luogo dove si svolge la storia è: la scuola. la casa di Lisa.

2. PER CIASCUNA RIGA COLORA IL RIQUADRO GIUSTO. esseri fantastici impossibili nella realtà fantastico

PERSONAGGI FATTI LUOGO

IL RACCONTO È persone comuni possono accadere nella realtà realistico realistico fantastico

3. IL RACCONTO È DIVISO IN INIZIO - SVOLGIMENTO - CONCLUSIONE: INDICA CON IL COLORE CORRISPONDENTE LA PARTE DEL RACCONTO IN CUI SI TROVANO I SEGUENTI FATTI.

Lisa, Britta e Anna giocano a campana.

Lisa, Britta e Anna litigano.

La mattina dopo Lisa si sveglia triste.

La mamma consiglia a Lisa di fare una torta.

Lisa invita le amiche a mangiare la torta.

Lisa, Britta e Anna mangiano la torta e fanno pace.

Il sortilegio della Strega

Mi trovo in una stanza piena di belle signore con lo sguardo fisso sulla persona che stava sul palco.

Sul palco c’è una donna bella e giovane ma in realtà ha una maschera. Sotto la maschera... che orrore... un volto spaventoso.

Ho capito subito: quella donna è la Strega Suprema e anche le altre persone del pubblico sono tutte streghe!

All’improvviso la Strega Suprema dice: – Ora racconterò della mia pozione. Ho messo una goccia della pozione in una tavoletta di cioccolato e ho regalato la tavoletta a un ragazzino che girava nell’atrio dell’albergo. Tra poco il ragazzino diventerà un topo.

Il ragazzino cerca di entrare nella stanza e urla: – Fatemi entrare! Dov’è la cioccolata? È mia!

La Strega Suprema ordina alle altre streghe di aprire la porta e poco dopo il ragazzino entra nella sala.

Il ragazzino si chiama Bruno Jenkins e abita in albergo con i suoi genitori. Bruno è un bambino che mangia sempre la cioccolata.

La Strega Suprema con voce dolcissima invita Bruno sul palco.

All’improvviso la Strega Suprema urla: – Manca un minuto! Dieci secondi... nove... otto... sette... sei... cinque... quattro... tre... due... uno... zero! Fuoco! La pozione Fabbricatopo funziona!

Bruno rimpicciolisce a poco a poco.

A un tratto una coda spunta a Bruno... Poi i baffetti... Poi quattro zampette... Bruno scompare… al suo posto c’è un topino che corre sul tavolo.

pozione: bevanda con ingredienti strani per ottenere una magia.

La Strega Suprema e Bruno Jenkins

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Ristampa:

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Coordinamento redazionale: Emilia Agostini

Redazione: Francesca Bolognini

Grafica e impaginazione: Enzo Bocchini

Referenze fotografiche: iStock, Shutterstock, Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

I testi d’autore sono stati ridotti e/o adattati per esigenze didattiche. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore. Questo testo è rispondente al codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze.

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