L'antica Roma

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E 7,50

Il libro è dotato di approfondimenti online su www.raffaellodigitale.it

DEI POPOLI ANTICHI

Nadia Vittori, esperta di narrativa storica per ragazzi, ha pubblicato con la Casa Editrice Raffaello vari romanzi della serie “Un tuffo nella storia”.

Un tuffo nella storia

L’ANTICA ROMA

Roma, i miti delle origini e le storie dei suoi personaggi più illustri rivivono in questo volume. Dalla leggenda della lupa e di Romolo e Remo al ratto delle Sabine, dalle gesta coraggiose di Orazio Coclite e Muzio Scevola al mitico episodio delle oche del Campidoglio, da Nerone, l’imperatore incendiario, a tutti gli altri momenti drammatici e mitici della storia del popolo romano. Ti appassionerai per il coraggio e la nobiltà d’animo dimostrati da uomini e donne vissuti in un’epoca lontana da noi, ma che ancora sa insegnarci valori e sentimenti forti e attuali.

Nadia Vittori

AL TEMPO

Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE,­ GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).

Nadia Vittori

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L’ANTICA ROMA LE PIÙ BELLE LEGGENDE



IL MULINO A VENTO

IL MULINO A VENTO Per volare con la fantasia

IL MULINO A VENTO

AL TEMPO DEI POPOLI ANTICHI IL MULINO A VENTO

Collana di narrativa per ragazzi


Redazione: Emanuele Ramini Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Team grafico: Letizia Favillo 1a Edizione 2006 Ristampa 8 7 6 5 4

2018 2017 2016 2015 2014

Tutti i diritti sono riservati © 2006 Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21

60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloeditrice.it www.grupporaffaello.it e-mail: info@ilmulinoavento.it http://www.ilmulinoavento.it Printed in Italy

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Nadia Vittori

L’ANTICA ROMA LE PIÙ BELLE LEGGENDE

Illustrazioni di

caba & chesi


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-PARTE PRIMA-

Le origini di Roma le piu belle leggende

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UNA

NUOVA CITTĂ€

Le leggende che parlano delle origini di Roma sono numerose, ma la maggior parte di esse risalgono a sette secoli dopo la fondazione della cittĂ . Non vanno lette quindi come se fossero racconti storici, ma tenendo ben presente che i Romani, giunti al massimo della loro grandezza, desideravano soprattutto poter vantare un'origine accettabile agli occhi del mondo. I miti che parlano dei primi anni di vita della cittĂ cercano soprattutto di dimostrare che la nascita di Roma era voluta dal Fato e che i fondatori della cittĂ avevano origini divine.


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Questo accade per esempio nella leggenda di Enea, che ci è stata raccontata nell’Eneide dal grande poeta romano Virgilio. Enea riuscì a stento a salvarsi fuggendo da Troia in fiamme e iniziò un lungo viaggio destinato a portarlo verso una ricca e fertile terra indicata dal Fato. Giunse infine nel Lazio dove sposò Lavinia e dove fondò la città di Lavinium. Il figlio Ascanio fu invece il fondatore di Alba Longa e i suoi successori diedero origine alla dinastia da cui, dopo varie generazioni, nasceranno Rea Silvia e i suoi figli Romolo e Remo.


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Rea Silvia

Molti anni dopo la fondazione della città, ad Alba Longa regnava Numitore, un uomo buono e giusto, molto amato dai suoi sudditi. Suo fratello Amulio era invece ambizioso e malvagio ed aspirava al trono di Alba Longa. Per realizzare i suoi piani doveva però eliminare Rea Silvia, figlia di Numitore, molto bella e dolce. Un giorno Amulio pensò di avere finalmente trovato la soluzione ai suoi problemi. Andò alla Reggia, dove abitava suo fratello, e gli propose di far divenire Rea Silvia nuova sacerdotessa del tempio. - Quale maggiore onore per la nostra famiglia? Se nominerai tua figlia, il popolo ti acclamerà! - concluse furbescamente Amulio. - Ma è una fanciulla così giovane… non vorrei farle passare la vita chiusa nel Tempio… - rispose Numitore perplesso. Alla fine però si fece convincere e condannò Rea Silvia ad una vita senza matrimonio, né figli.

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La povera ragazza accettò obbediente il comando del padre e iniziò così la sua vita al Tempio. Un giorno, mentre si recava alla fonte come sua abitudine, venne scorta dal dio Marte che passava per caso di lì e che, vedendo una fanciulla così bella, s’incuriosì. - Qual è il tuo nome? - le disse. - Sono una Vestale, non posso fermarmi a parlare con un uomo… - Ma io non sono un uomo - rispose pronto il dio. - Sono Marte, e quindi puoi rispondermi senza timore. Alla giovane non parve vero poter parlare con qualcuno e, per un po’ di tempo, s’intrattenne con lui. La stessa cosa avvenne per i giorni successivi, finché un mattino il dio Marte le parlò con aria solenne: - Voglio sposarti, Rea Silvia. Mi accetteresti come marito? La giovane rispose con le lacrime agli occhi: - Lo farei volentieri, ma non posso. Il mio sacerdozio mi proibisce il matrimonio. Se non rispettassi la legge, sarei messa a morte in un modo orribile: verrei murata viva, senza più rivedere la luce del sole.

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- Ma la tua è una legge valida solo per i mortali. Io sono un dio e le vostre leggi non hanno alcun potere su di me! Ogni giorno i due si vedevano in segreto alla fonte. Un brutto giorno però il dio non si presentò al solito appuntamento. La giovane aspettò per alcune ore, ma invano. Tornò il giorno dopo e l’altro ancora: di Marte nessuna traccia. La povera ragazza capì allora che il potente dio si era stancato di lei. Nel frattempo si era accorta di aspettare un figlio e dovette confessarlo alla sua superiora, la Vestale Massima, che andò immediatamente a riferirlo ad Amulio. L’ira del fratello del re fu terribile. - Hai commesso un gravissimo sacrilegio! - le urlò. - Non appena tuo figlio nascerà, sarai condannata ad essere murata viva! A nulla valsero le lacrime della ragazza, a niente servì spiegare del matrimonio avvenuto in segreto con il dio: la condannata non ebbe appello! Quando arrivò il momento del parto, nacquero due bellissimi gemelli. L’infelice madre fece appena in tempo a vederli, che subito venne catturata e imprigionata in un sotterraneo, buio e profondo.

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