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E 7,50
La classe terribile
Paola Valente vive a Vicenza, dove insegna nella scuola primaria. Ha scritto numerosi racconti per ragazzi, tra cui “La Maestra Tiramisù” (Raffaello Editrice) e la fortunata serie di Maia Settemisteri (Streghe - Raffaello Ragazzi).
dai 9
Paola Valente
anni
La classe terribile Paola Valente
Una storia avvincente e ironica, per riflettere su principi, valori e sentimenti che stanno alla base del mondo scolastico.
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BLU SERIE
Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE,GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).
Alunni in gamba, insegnanti competenti e un direttore autorevole: ecco gli ingredienti indispensabili per una scuola che si rispetti. Ma… se in quella scuola capita una classe terribile? Sono guai! E se nella classe terribile capita un’alunna ancora più terribile? È il finimondo!
SERIE
BLU
Lucertole sopra i registri, colla sulle sedie, scherzi a volontà
IL MULINO A VENTO
IL MULINO A VENTO Per volare con la fantasia
IL MULINO A VENTO
IL MULINO A VENTO Collana di narrativa per ragazzi
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Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Team grafico: Letizia Favillo Nuova edizione 2009 1a Edizione 1999 Ristampa 9 8 7 6 5 4
2020 2019 2018 2017 2016 2015
Tutti i diritti sono riservati © 2009 Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloeditrice.it www.grupporaffaello.it e-mail: info@ilmulinoavento.it http://www.ilmulinoavento.it Printed in Italy
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Paola Valente
La classe terribile
Illustrazioni di
Gherardo Bartoloni
Il Direttore è preoccupato B
– uongiorno, signorina Applegreen. – Buongiorno, signor Direttore. E allora? Posso sperare che... – Mia cara signorina, io veramente non so se sia il caso di affidarle questo lavoro. Il Direttore intrecciò le dita e sollevò gli occhi a fissare il soffitto del suo ufficio dove il sole autunnale disegnava lunghe strisce arancioni. – La prego, non mi risponda negativamente. Ho sempre sognato di insegnare in una scuola elementare. Il Direttore la guardò: era graziosa, giovane e fresca. Indossava un vestito verde mela con le maniche a sbuffo come Biancaneve e con la gonna sopra il ginocchio. – Ho delle ottime referenze, Direttore. So che in questa scuola c’è un posto e, modestamente, ritengo di possedere tutti i requisiti per occuparlo.
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Il Direttore sospirò, rosicchiò la matita che teneva in mano e si grattò il mento rotondo. – Il problema non è lei, signorina Applegreen. – Qual è, allora? Il Direttore si guardò intorno furtivamente, poi si alzò, spiò sotto la scrivania, quindi dietro un paravento che celava il tavolino della Segretaria, infine aprì all’improvviso la finestra e guardò fuori a destra e a sinistra. Rassicurato, tornò a sedersi. – Il problema è... la classe. – Tutto qui? Dai miei titoli di studio lei avrà senz’altro constatato che io sono diplomata in “problemi, problematiche, dilemmi, grane, rogne, grattacapi pedagogici”. Con il massimo dei voti, ovviamente. – Che m’importa... – Come, scusi? – strillò la signorina Applegreen diventando paonazza. – Volevo dire che non metto in dubbio le sue competenze... Tuttavia, mia cara, gli alunni che dovrei affidarle sono, senza tema di smentita, i peggiori del mondo. Dall’inizio dell’anno hanno fatto scappare quindici maestre, che hanno fatto causa alla scuola per danni fisici, psicologici e trasversali.
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– Non ci sapevano fare. Erano inesperte e autoritarie. – Erano tutte professioniste di ottimo livello. – Io sarò migliore di loro. Il Direttore era tanto mite, un ometto grassoccio che amava i lecca lecca alla menta e la pennichella pomeridiana. Ma l’irruenza della signorina Applegreen gli diede un po’ di fastidio. – Se insiste, può provare oggi stesso. Ma poi non venga a protestare da me: io l’ho avvertita. D’accordo? Vada, vada pure: la classe non ha insegnante. La signorina Applegreen alzò due dita in segno di vittoria, esclamò “wow!”, e prima di uscire dall’ufficio sussurrò all’orecchio del Direttore: – Saprò conquistarli. In pochi giorni li trasformerò in alunni perfetti, in bambini, prima di tutto. Bisogna dar loro fiducia e trattarli come esseri pensanti. Il Direttore rimase solo nel suo ufficio. Pensieroso, aprì un astuccio dorato e ne tolse un lecca lecca alla menta. Cercò di rilassarsi succhiandolo, ma non ci riuscì: aveva un brutto presentimento. Una settimana dopo, la signorina Applegreen se ne andò piangendo dalla scuola. Aveva resi-
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stito molto, per essere così giovane. Il Direttore la guardò tristemente svoltare l’angolo: singhiozzava agitando indignata una mano. – Ecco la sedicesima che se ne va – mormorò il pover’uomo. – Se non riuscirò a trovarne un’altra, che cosa dirò ai genitori dei miei alunni? Rientrò nel suo ufficio e chiamò la Segretaria. – La prego, metta un altro annuncio sul giornale. – Non mi dica che è successo di nuovo, Direttore. – Sì, purtroppo. Quei... mostri non sono bambini, mi creda. – Non esageri, adesso. Che cosa vuole che siano? – Non esagero. Quelli sono discoli, ma che dico: demoni, satanassi, belve, cicloni, unni, vandali! – Direttore, sta diventando tutto viola. Le faccio subito preparare una camomilla. La bidella accorse con una tazza piena d’acqua calda nella quale aveva messo nove bustine di camomilla alla menta. Così il Direttore si calmò un pochino e poté firmare alcuni documenti, tra i quali l’annuncio per il giornale che recitava così: A aa
cercasi maestra determinata inflessibile decisa
severissima possibilmente con lunga esperienza come domatrice di leoni e affini rivolgersi al signor direttore della
Tranquillity School
a
New York