Maria Angela Mazzantini
La bellezza nel mondo
SCOPRI IL PROGETTO
Scuola secondaria di primo grado
Corso di religione cattolica
Educazione all’affettività
Didattica cooperativa e ludica
Itinerari di bellezza
Maria Angela Mazzantini
La bellezza nel mondo
Corso di religione cattolica
Nulla osta
Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana Roma, 25 settembre 2024, Prot. 2563/2024
Imprimatur
Senigallia, 15 ottobre 2024, Prot. N. 75/24 V
✠ Mons. Francesco Manenti, vescovo di Senigallia
Coordinamento redazionale: Stefania Bigatti, Silvia Civerchia
Pagine Arte e Religione realizzate da: Valentina Paciello
Redazione: Nicola Giulioni, Muriella Montanari, Benedetta Zaccarelli
Revisione testi: Maria Anna Cingolo
Progetto grafico e copertina: Simona Albonetti
Impaginazione: Simona Albonetti, Stefania Rossini
Illustrazioni: Andrea Da Rold, Elisa Bellotti
Referenze fotografiche: iStock, Alamy, Raffaello Libri, Adobe stock, Shutterstock, DeAgostini Picture Library/Scala-Firenze, Foto Scala-Firenze
Coordinamento digitale: Paolo Giuliani
Supervisione contenuti digitali: Maria Angela Mazzantini
Redazione digitale: Chiara Mavica
Le parti ad alta leggibilità di quest’opera sono state realizzate con la font leggimi © Sinnos editrice
Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello
Il Gruppo Editoriale Raffaello mette a disposizione i propri libri di testo in formato digitale per gli studenti ipovedenti, non vedenti o con disturbi specifici di apprendimento.
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Ristampa:
6
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Il bello di...
Conoscere la Chiesa delle origini
La prima comunità cristiana
In questa Unità rifletteremo sulla vita della prima comunità cristiana, che insegna il coraggio di scegliere il cammino giusto, con autenticità e credibilità. Avere la forza di rimanere autentici ogni giorno ci avvicina ai nostri valori, ispira gli altri e ci protegge dalle influenze negative. Questa forza ci guida verso una vita di integrità e coerenza, permettendoci di sperare in un cambiamento positivo, seguendo la tradizione della fortezza nella fede cattolica.
Cercando la bellezza
Accettare il proprio destino
Crescere significa anche avere la forza di guardarsi dentro per riconoscere il proprio cammino e seguirlo con coraggio.
In classe, cercate in rete la sequenza del film Spider-Man 2, del 2004, in cui zia May parla con Peter Parker per incoraggiarlo e discutetene insieme.
Il discorso di zia May:
Io penso che ci sia un eroe in tutti noi, che ci mantiene onesti, ci dà forza, ci rende nobili e alla fine ci permette di morire con dignità. Anche se a volte dobbiamo mostrare carattere e rinunciare alla cosa che desideriamo di più... anche ai nostri sogni.
Nel secondo capitolo della saga di Spider-Man, il protagonista Peter Parker scopre che essere una persona normale è molto più semplice che essere un supereroe.
Ma, anche se la vita normale ha i suoi vantaggi, come ad esempio scalare le vette dell’eccellenza accademica o poter vivere con la persona che si desidera, c’è una vocazione ancora più grande che attende Parker: diventare l’uomo che il destino ha previsto per lui.
Nel fascicolo Itinerari di bellezza :
ITINERARIO 1 | Essere cuore: la fortezza
Nasce la Chiesa
Il messaggio di Gesù
GLOSSARIO
Concilio: riunione dei vescovi della Chiesa cattolica per discutere di problemi in materia di fede. È presieduto dal Papa, anche se non è sempre fisicamente presente.
Gentili: deriva dal latino e significa «pagani», «non cristiani».
La Chiesa ha avuto origine dalla Pentecoste, quando lo Spirito Santo concesse agli apostoli la forza per predicare il messaggio che Gesù lasciò loro in eredità. Ma a chi rivolgere questo messaggio?
La questione fu di notevole importanza, tanto che gli apostoli convocarono a Gerusalemme il primo Concilio: si chiesero se per un credente che voleva professarsi cristiano fosse prima necessario passare attraverso l’ebraismo, oppure se si potesse convertire al cristianesimo anche se non ebreo. Il Concilio di Gerusalemme arrivò a una soluzione parziale del problema, perché le controversie continuarono anche in seguito.
La predicazione di Pietro si rivolse principalmente agli Ebrei; a Paolo venne dato l’incarico di rivolgersi ai pagani, per questo venne detto «l’apostolo dei gentili»: la grande novità consisteva proprio nel fatto che per la conversione al cristianesimo bastava la fede in Gesù, riconosciuto come Cristo, il Salvatore.
Scopri e Rifletti
PIETRO E PAOLO NELL’ARTE
Nell’arte sacra le figure di Pietro e Paolo sono caratterizzate da elementi ben riconoscibili. Osserva i due dipinti in questa pagina. L’apostolo Pietro è raffigurato con barba e capelli bianchi o grigi (1), a rappresentare la sua saggezza; le chiavi (2) indicano il suo incarico di santo custode del Regno dei cieli. Paolo viene raffigurato invece con una lunga barba e i capelli castani (3); nonostante non abbia mai conosciuto Gesù, indossa tunica e mantello (4) come gli apostoli; la spada (5) fu lo strumento del suo martirio.
Esistono tantissime raffigurazioni di Pietro e Paolo nell’arte. Fai una ricerca su internet per trovarne altre: riesci a individuare gli elementi che li caratterizzano?
A sinistra: Peter Paul Rubens, San Pietro, 1610-1612, Museo del Prado, Madrid.
A destra: Pier Francesco Sacchi, San Paolo, 1520, The National Gallery, Londra.
I tre elementi essenziali per una grande predica sono: verità, chiarezza e passione.
George Campbell Morgan (1863-1945) studioso della Bibbia e predicatore britannico
La predicazione di Pietro
Dove predicarono esattamente gli apostoli durante la loro vita? Non abbiamo notizie sempre certe dei luoghi della predicazione degli apostoli, ma di sicuro la loro opera nel I secolo riguardava gran parte dell’Impero Romano e, in qualche caso, anche i territori al di fuori di questo. Pietro, ad esempio, raggiunse la zona costiera del Mediterraneo: gli Atti degli apostoli riportano che a Lidda guarì un paralitico e a Giaffa risuscitò Tabità (At 9, 32-43). E proprio a Giaffa Pietro ebbe la visione della tovaglia che, calata dal cielo, conteneva cibi che comprendevano animali puri e impuri. In quel sogno Pietro venne invitato a mangiare tutto il cibo che si trovava sulla tavola, leggendovi la volontà divina di accettare tutti, anche i pagani, senza la necessità di applicare loro la legge giudaica che li rendesse puri (At 11, 4-18). Pietro svolse la sua predicazione nell’Asia Minore e successivamente si stabilì a Roma, dove morì martire quando era imperatore Nerone, nel 64 d.C.
Bellezza nella diversità
La religione ebraica distingue tra cibi puri e impuri, che il fedele non deve mangiare, come ad esempio il maiale o i molluschi. Gli alimenti kāshēr, «conformi, adatti», sono definiti dall’interpreta zione della Torah; il fatto che possano essere con sumati o meno dipende anche dal modo in cui vengono cucinati.
Frittelle di patate (latkes) con panna acida, tipiche della cucina ebraica. Si preparano durante la festa di Chanukkah.
Diffusione del cristianesimo tra il I e il V secolo.
A coppie, aprite il planisfero delle religioni presente sul Libro digitale e confrontatelo con la cartina di questa Lezione, che illustra i territori europei in cui si è diffusa la Chiesa nei primi secoli. Che cosa è cambiato? Menti attive Competenze
LA BIBBIA RACCONTA
Il Primato di Pietro
Gli episodi narrati dai Vangeli evidenziano indubbiamente un Primato di Pietro sugli altri apostoli, che la Chiesa ha rinnovato nella figura del Papa. Simone è il primo tra i discepoli a riconoscere
Gesù come Figlio di Dio; Gesù gli attribuisce allora il nome di «Pietro» e gli consegna la chiave del regno dei cieli. Simon Pietro è inoltre tra i pochi eletti ad assistere alla trasfigurazione di Gesù.
LA VOCAZIONE
E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia
Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò la chiave del regno dei cieli. (Mt 16, 18-19)
LA TRASFIGURAZIONE
Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
E dalla nube uscì una voce, che diceva:
Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo! (Lc 9, 28-35)
I Vangeli sottolineano anche le debolezze che sembrano scalfire la fede di Pietro: come predetto da Gesù, nella notte del Giovedì Santo egli lo rinnega per tre volte, pentendosi subito dopo. Cristo risorto assolve il peccato di Pietro chiedendogli per tre volte «mi ami?»; infine gli assegna l’incarico di pastore della Chiesa.
IL TRIPLICE RINNEGAMENTO
Non conosco quest’uomo di cui parlate.
L’INCARICO
Simone, figlio di Giovanni, mi ami?
Gli rispose:
Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene.
E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai».
E scoppiò in pianto. (Mc 14, 71-72)
Gli disse:
Pascola le mie pecore. (Gv 21, 16)
IL GIARDINO DELLE RESPONSABILITÀ
Provate a riflettere su quali dovrebbero essere i valori che ispirano chi riceve il compito di fare da guida, una responsabilità che Pietro ha ricevuto da Gesù. Primo fra questi valori è lo spirito di servizio, che spinge a cercare il bene comune.
Create dei fiori di carta colorati, ciascuno il suo:
• su ogni petalo del vostro fiore, scrivete un valore che ritenete importante (ad esempio: spirito di servizio, umiltà, empatia, integrità, giustizia);
• su ogni foglia, scrivete brevi esempi concreti di come quel valore possa essere messo in pratica nella vita quotidiana. Per sorreggere i fiori, aggiungete degli stecchi di legno e piantateli su una grande base di cartone o di polistirolo, creando il vostro giardino delle responsabilità.
2 La diffusione del messaggio evangelico
Gli Atti degli apostoli
Il libro degli Atti degli apostoli fu scritto intorno all’anno 80 d.C. dall’evangelista Luca, un medico pagano convertito al cristianesimo, uomo di cultura e autore anche di un Vangelo. Durante la sua vita fu compagno di viaggio dell’apostolo Paolo. Negli Atti degli apostoli, scritti in greco e composti da 28 capitoli, Luca ripercorre il viaggio dell’annuncio della salvezza da Gerusalemme a Roma, coprendo un periodo che va dal 30 al 63 d.C.
La prima parte degli Atti degli apostoli tratta della vita della primitiva comunità cristiana di Gerusalemme, con particolare attenzione a due episodi fondamentali: l’Ascensione e la Pentecoste.
La seconda parte riguarda la diffusione del messaggio evangelico tramite l’operato di Pietro e Paolo: da Gerusalemme la buona notizia cristiana raggiunge le terre della Samaria, della Siria (Antiochia), dell’Asia Minore, della Grecia e infine Roma, il cuore dell’Impero.
La terza parte descrive la missione universale di Paolo fino al suo arrivo a Roma.
Benvenuto Tisi da Garofalo, Ascensione di Cristo, 1510-1520, Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma.
Bellezza nella diversità
Anche l’islam celebra l’ascesa al cielo, benché per una notte sola, del profeta Maometto, che sale in paradiso accompagnato dall’arcangelo Gabriele.
Sul luogo di quell’evento, che si trova al centro dell’attuale spianata delle moschee a Gerusalemme, è stata costruita la Cupola della Roccia (in foto), il terzo luogo sacro dell’islam dopo La Mecca e Medina.
Pietro era un pescatore, Paolo un colto fariseo: due persone tra le più differenti, ma si sentivano fratelli, come in una famiglia unita, dove spesso si discute ma sempre ci si ama.
Papa Francesco
Saulo, da persecutore ad apostolo
A differenza degli altri apostoli, Paolo di Tarso (il cui nome in origine era Saulo) ricevette la chiamata in circostanze particolari, come è narrato da Luca nel libro degli Atti degli apostoli. Egli nacque a Tarso (nell’attuale Turchia) e fu inviato a Gerusalemme per ricevere l’insegnamento rigoroso della Legge ebraica presso il rabbino Gamaliele il Vecchio. Là divenne un collaboratore attivo del sinedrio: denunciò e arrestò i cristiani e assistette al primo martirio, quello di Stefano. Quando venne mandato in missione a Damasco per catturare i cristiani che risiedevano lì, Saulo ricevette la chiamata di Gesù Cristo, che gli apparve in una visione in seguito alla quale per tre giorni rimase cieco e si rifiutò di mangiare. Dopodiché si convertì, si fece battezzare con il nome di «Paolo» e fuggì dalla città di Damasco. Tre anni dopo la sua conversione, Paolo tornò a Gerusalemme per incontrare Pietro e Giacomo che lo accolsero con gioia, nonostante l’inevitabile prudenza dovuta al suo passato di persecutore.
1. L’autore degli Atti degli apostoli è:
A Pietro. B Paolo. C Luca.
2. La prima parte del libro degli Atti degli apostoli racconta:
A la missione dell’apostolo Paolo.
B l’Ascensione e la Pentecoste.
C la diffusione del messaggio evangelico.
3. Prima della conversione Paolo era:
A un rabbino.
B un persecutore dei cristiani.
C un soldato romano.
TRA S IMBOLI E STORIE
I viaggi dell’apostolo Paolo
Dopo la conversione, Paolo compì alcuni viaggi per annunciare il Vangelo di Gesù e, nei vari luoghi in cui si fermava, fondava quasi sempre una nuova comunità cristiana. Una volta ripartito, manteneva vivi i rapporti con quelle comunità scrivendo loro delle lettere.
PRIMO VIAGGIO
Da Antiochia a Cipro (in foto) e al sud dell’Anatolia, Paolo venne accompagnato da Barnaba e inizialmente anche da Marco, cugino di Barnaba. Fondò diverse comunità, ma conobbe pure la sofferenza della lapidazione a Listra, alla quale sopravvisse.
SECONDO VIAGGIO
Paolo, accompagnato da Sila, volle incontrare le comunità da lui fondate nell’Anatolia meridionale. Proseguì poi verso nord-ovest, fino allo stretto dei Dardanelli, a Troade, e da qui raggiunse la Grecia, dove fondò le comunità di Filippi, Tessalonica, Berea, Atene e Corinto.
TERZO VIAGGIO
Gli Atti degli apostoli riportano un discorso di Paolo all’Areopago, (la collina di Ares) ad Atene (in foto), che però non ebbe molto successo. A Corinto invece rimase presso i coniugi Aquila e Priscilla, che lo aiutarono e lo tennero con loro per un anno e mezzo. Passando poi per Efeso e Cesarea, Paolo ritornò ad Antiochia. E proprio qui per la prima volta i suoi seguaci presero il nome di cristiani.
1° viaggio (45-48 d.C.)
2° viaggio (49-52 d.C.)
3° viaggio (53-58 d.C.) Viaggio da prigioniero (60-61 d.C.)
Fu un viaggio di consolidamento perché Paolo tornò a visitare le Chiese da lui create in Anatolia e in Grecia, con Timoteo e Tito. Dopodiché si imbarcò di nuovo verso Tiro, Cesarea e Gerusalemme (in foto), dove venne arrestato e rimase in prigione per due anni.
MACEDONIA
Filippi Neapoli
Tassalonica
Berea
Apollonia
GRECIA
Bisanzio
Troade
Asso
Atene
Corinto
Dorylaeum
Smirne
Efeso Perge
Attalia Mileto
Patara
ANATOLIA
Antiochia di Pisidia
Iconio Tarso
Listra Derbe
Antiochia
Seleucia
Pieria
CRETA
Cnido
Mira
Rodi
Salmone
Caudas
Buoni Porti
FARE LEGENDA SU UNA COLONNA E PIù PICCOLA
Alessandria
Pafo
Salamina
CIPRO
Sidone
Tiro
Tolemaide
Cesarea
Gerusalemme
GALILEA
QUARTO VIAGGIO
Il quarto viaggio Paolo lo compì da prigioniero. Da Gerusalemme, scortato da un centurione, partì con altri detenuti verso Roma per essere giudicato dall’imperatore Nerone. La navigazione procedette lentissima a causa del vento contrario e la nave costeggiò l’Asia Minore fino a Cnido, poi raggiunse l’isola di Creta. Era ormai autunno quando approdò a Buoni Porti e non era prudente viaggiare per mare in quel periodo. Il comandante della nave tentò ugualmente di proseguire, ma una violenta tempesta infuriò per quattordici giorni, finché la nave si inabissò: tutti però riuscirono miracolosamente a salvarsi facendo naufragio sull’isola di Malta. Dopo tre mesi, in primavera, il viaggio riprese e Paolo raggiunse Roma (in foto), dove venne condannato a morte per decapitazione del 64 d.C.
3 La missione di san Paolo
Le Lettere paoline
Con le sue Lettere, l’apostolo Paolo si rivolse non a un pubblico generico ma a destinatari ben precisi. Questi scritti contengono comunicazioni personali, progetti di viaggi e saluti riferiti alla realtà propria delle singole Chiese, ma soprattutto esprimono riflessioni teologiche e dottrinali su Gesù. Affrontano anche argomenti di ordine pratico e teorico che riguardano le prime comunità cristiane, costrette a gestire diverse difficoltà legate alla convivenza con il mondo ebraico e pagano. Per questo possono essere considerate le prime testimonianze scritte della vita delle comunità cristiane delle origini. Paolo si presentò come un portavoce di Dio, inviato a evangelizzare i pagani, quindi visse questa corrispondenza come parte integrante della sua missione.
La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
(1Cor 13, 4-7)
[…] camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
(Gal 5, 16-17)
Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
(Rm 6, 23)
Valentin de Boulogne, San Paolo scrive le sue epistole, 1620, Museum of Fine Arts, Houston.
Atti degli Apostoli 4,20
Che cos’è la missione?
La frase pronunciata da Gesù e riportata nel Vangelo di Matteo: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8), consente di comprendere la forza dello spirito missionario che fa muovere la Chiesa sin dalle sue origini.
Ma che cosa si intende con la parola «missione»? Con questo termine si intende il fatto di credere nel Vangelo annunciato da Gesù, la «buona novella», e di continuare a impegnarsi per la sua diffusione. Papa Francesco ha affermato che si segue Cristo «per innamoramento, per attrazione amorosa. Non si segue Cristo e tanto meno si diventa annunciatori di lui e del suo Vangelo per una decisione presa a tavolino. Anche lo slancio missionario può essere fecondo solo se avviene dentro questa attrazione, e la trasmette agli altri». Secondo il Papa non vanno quindi posti ostacoli al desiderio di Gesù di abbracciare, guarire e salvare tutti; bisogna vivere insieme agli altri e imparare a camminare con loro. Solo così l’opera dei missionari può considerarsi feconda.
Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
(2Cor 9, 7)
Perciò, bando alla menzogna e dite ciascuno la verità al suo prossimo, perché siamo membra gli uni degli altri.
(Ef 4, 25)
Menti attive
Brainstorming
LE TREDICI LETTERE
Le Lettere composte dall’apostolo Paolo costituiscono probabilmente il nucleo più antico degli scritti del Nuovo Testamento. Esse sono:
• Lettera ai Romani = Rm
• Prima lettera ai Corinzi =
• Seconda lettera ai Corinzi =
• Lettera ai Gàlati =
• Lettera agli Efesini =
• Lettera ai Filippesi =
• Lettera ai Colossesi =
• Prima lettera ai Tessalonicesi = 1Ts
• Seconda lettera ai Tessalonicesi =
• Prima lettera a Timòteo =
• Seconda lettera a Timòteo = .........................
• Lettera a Tito = ..................................................
• Lettera a Filèmone =
Probabilmente l’apostolo Paolo non le scrisse di persona, ma le dettò a uno scrivano che utilizzò i materiali tipici dell’epoca, papiro e pergamena, e il calamo (una cannuccia tagliata obliquamente all’estremità), intinto nell’inchiostro. A lettere ultimate, Paolo appose la propria firma per autenticarle.
Prova a cercare nella Bibbia la sigla utilizzata per indicare ciascuna Lettera e trascrivila sui puntini accanto al titolo, come negli esempi.
In quali luoghi risiedevano le comunità cristiane alle quali san Paolo scriveva le sue Lettere? A coppie provate a individuarli sulla cartina di pagina 11 (un suggerimento: fatevi aiutare dal nome dei destinatari).
4
Sulle tombe dei martiri
Le catacombe
GLOSSARIO
Pellegrinaggio: viaggio più o meno lungo che si compie da soli o in gruppo per visitare un luogo sacro alla propria religione.
Bellezza nella diversità
Anche gli antichi Ebrei usavano seppellire i loro defunti in tombe scavate nella roccia, simili alle catacombe cristiane. Un esempio famoso sono le tombe di Gerusalemme, ma esistono catacombe ebraiche anche a Roma, situate in zone più periferiche rispetto a quelle cristiane e decorate con simboli relativi alla religione ebraica.
La difficoltà più grande che il cristianesimo incontrò durante la sua diffusione nei primi secoli fu quella delle persecuzioni, terminate ufficialmente con l’Editto di Costantino nel 313 d.C. La testimonianza dei martiri, con la loro incrollabile fede, toccò il cuore dei credenti che iniziarono a provare nei loro confronti una profonda devozione. Da qui l’uso di seppellirli nelle catacombe. Le catacombe sono gallerie sotterranee scavate nella roccia, realizzate per la prima volta a Roma tra il II e il III secolo d.C. Qui venivano riposti i defunti, all’interno di nicchie scavate lungo le pareti. Il termine con cui anticamente venivano chiamati questi luoghi è coemeterium, «dormitorio». Per i cristiani, infatti, la sepoltura è considerata solo il momento dell’attesa della risurrezione finale. Per questo cercavano di seppellire i propri cari defunti il più vicino possibile alle tombe dei martiri, in quanto c’era la convinzione che questo avrebbe garantito una vicinanza delle anime anche in paradiso. Intorno alle tombe dei martiri si sviluppò poi una particolare forma di culto: il pellegrinaggio. Donne e uomini di ogni età e condizione sociale, provenienti anche da molto lontano, giungevano a Roma per visitarle, vi incidevano graffiti e vi lasciavano preghiere personali come segno del
Il turista percorre i paesaggi della cultura umana. L’esploratore insegue orizzonti inesplorati. Il pellegrino cerca la via verso l’anima.
Fabrizio Caramagna scrittore italiano
Il valore dei simboli
I sepolcri lungo le pareti delle catacombe venivano chiusi con lastre di marmo o mattoni, spesso decorate con immagini simboliche relative alla religione cristiana.
In alcuni casi le decorazioni sono piuttosto complesse, come quelle che riproducono le storie dell’Antico e del Nuovo Testamento, in altri casi abbondano i simboli che rappresentano la salvezza eterna attraverso la risurrezione o rimandano a raffigurazioni del Cristo.
L’arte dei primi secoli del cristianesimo è dunque ricca di questi motivi simbolici, che esprimono significati profondi e che si sono tramandati nel tempo, fino ai giorni nostri.
L’immagine della colomba era la più usata; simboleggia lo Spirito Santo.
Il pavone, che perde le penne in autunno e le riacquista in primavera, simboleggia la risurrezione e la vita eterna.
La croce svela il mistero della salvezza, il sacrificio di Cristo. Il braccio verticale, puntando verso l’alto, indica Dio; quello orizzontale abbraccia tutti gli esseri umani.
Menti attive Ricerca in rete
Il pesce, in greco ICHTHÝS, divenne un simbolo di riconoscimento durante le persecuzioni, poiché nascondeva un messaggio in codice: Iesùs CHristòs THeù HYiòs Sotèr, «Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore».
L’agnello è simbolo di Cristo che si offre in sacrificio per l’umanità.
Il buon pastore è simbolo di Gesù che di se stesso disse: «Io sono il buon pastore [...] e do la mia vita per le pecore».
(Gv 10, 14-15).
A coppie fate una ricerca in rete digitando: «simboli cristiani nelle catacombe». Sceglietene alcuni, disegnateli sul quaderno e riportatene di fianco il significato.
CARTA D’IDENTITÀ
ARTE E R ELIGIONE
Nome: Lucia
Identità: santa martire cristiana, assisteva poveri, orfani, vedove e infermi.
Dove ha vissuto?
A Siracusa, sul finire del III secolo.
Segni particolari: in mano può tenere la palma o il pugnale, a ricordo del martirio, il giglio, simbolo di purezza o il Vangelo. A volte sorregge un piatto con due occhi: la tradizione narra che le siano stati strappati durante il martirio ma che, miracolosamente, siano tornati al loro posto.
La storia di santa Lucia
Dopo aver letto la storia di santa Lucia, martire uccisa durante la grande persecuzione dei cristiani nel 304, associa a ogni formella la relativa descrizione.
1. Lucia è una giovane molto devota. Un giorno propone alla madre Eutichia, da tempo malata, di compiere un pellegrinaggio alla tomba di sant’Agata.
Durante la preghiera, Lucia si assopisce e vede in sogno la santa che le dice: «Perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu?». Al risveglio, Eutichia è guarita miracolosamente.
Jacobello del Fiore, Storie di Santa Lucia, 1412 ca., Palazzo dei Priori, Fermo.
2. Lucia comunica alla madre la decisione di donare la propria vita completamente a Dio, rinunciando allo sposo terreno cui era stata promessa in precedenza dalla famiglia. Per diversi anni elargisce le proprie ricchezze ai bisognosi, dedicando cure e attenzioni a poveri, malati, orfani e vedove.
3. Il pretendente di Lucia, di fronte al rifiuto delle nozze da parte della giovane, decide di vendicarsi denunciandola come cristiana alle autorità. Al tempo erano in vigore i decreti di persecuzione emanati dall’imperatore Diocleziano, pertanto Lucia viene arrestata e processata dal governatore Pascasio, al quale ella risponde con
fermezza e coraggio citando le Scritture. Il magistrato, per convincerla a rinnegare la fede, la sottopone a diverse torture, senza successo.
4. Il governatore Pascasio, allora, la condanna al rogo ma il fuoco non fa presa né sulle vesti né sul corpo di Lucia.
5. Lucia viene uccisa da un soldato con un fendente alla gola. Il pugnale, strumento del martirio, diventa un suo attributo iconografico.
6. Lucia riceve per l’ultima volta l’eucaristia dopo essere stata trafitta alla gola e solo successivamente muore.
I primi secoli della Chiesa
Le eresie
GLOSSARIO
Eresia: dottrina che si oppone a una verità rivelata.
Trinità: termine che indica l’unione delle tre persone: Dio Padre; il Figlio Gesù e lo Spirito Santo.
Le persecuzioni non furono l’unico ostacolo alla diffusione della nuova religione cristiana. Infatti ben presto si verificarono all’interno della Chiesa divisioni che portarono alla nascita di eresie, alcune delle quali superate, altre invece esistenti ancora oggi.
Nel corso dei primi secoli si moltiplicarono interpretazioni diverse della dottrina: ad esempio c’era chi faceva fatica a parlare di unicità e Trinità di Dio. Nacquero quindi eresie come l’arianesimo, che considerava Gesù, in quanto Figlio di Dio, a un livello inferiore rispetto a Dio Padre, o come il docetismo, che negava la nascita e l’esistenza umana di Cristo, considerandolo solo nella sua forma apparente. Eresie come queste sono state affrontate dalla Chiesa nel corso di vari concili.
Scopri e Rifletti
IL CONCILIO VATICANO II
Da sempre nella religione cristiana i contenuti e le verità di fede seguono le indicazioni del Papa e del concilio, che sono i punti di riferimento della dottrina.
Il più recente concilio ecumenico della Chiesa cattolica è stato il Vaticano II (nel fotoglossario), che iniziò nel 1962 con papa Giovanni XXIII e si concluse nel 1965 con papa Paolo VI Oltre ai vescovi provenienti dai cinque continenti, ad assistere all’evento furono invitati anche esponenti delle altre confessioni cristiane. I vescovi cattolici discussero argomenti riguardanti la vita della Chiesa e la sua apertura alle istanze del mondo moderno e contemporaneo.
Con l’aiuto dell’insegnante, fai una ricerca sulle novità che riguardano la liturgia dopo il Concilio Vaticano II.
Dove è dubbio, ch’io porti la Fede, dove è l’errore, ch’io porti la Verità, dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.
San Francesco d’Assisi (1181-1226) religioso e poeta
I concili
L’imperatore Costantino si trovò coinvolto nella disputa dell’arianesimo e, per evitare che l’Impero soffrisse per i contrasti causati da questa, nel 325 convocò il Concilio di Nicea. Anche se vi presero parte solo cinque vescovi occidentali e il Papa, rappresentato da due presbiteri, si trattò di un concilio molto importante in cui vennero stabilite norme organizzative per tutta la Chiesa. Inoltre, a partire da questo concilio, la Chiesa considerò immutabili le definizioni raggiunte dai concili ecumenici. Tuttavia le polemiche non finirono, tanto che nel 431 l’imperatore Teodosio II convocò il Concilio di Efeso, nel quale venne riconosciuta la figura di Maria come madre di Dio, verità messa in discussione dall’arcivescovo Nestorio. Il successivo Concilio di Calcedonia del 451 costituì una tappa fondamentale perché venne definitivamente affermata la dottrina cristologica e si stabilì la professione di fede dalla quale deriva il Credo recitato dalla Chiesa ancora oggi.
GLOSSARIO
Dottrina cristologica: studio che si occupa della persona di Gesù Cristo e dell’unione delle sue due nature, umana e divina.
FOTO GLOSSARIO
Menti attive
Verifica
Indica se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
1. Dalle divisioni all’interno della Chiesa nacquero le eresie.
2. L’arianesimo negava l’esistenza umana di Cristo.
3. In seguito all’esigenza di affrontare le eresie furono convocati i primi concili. V F
4. La dottrina cristologica fu affermata già nelle prime riunioni degli apostoli. V F
6
Nasce il monachesimo
I primi monaci
GLOSSARIO
Monaco: dal greco monakòs, indica chi sceglie di vivere da solo, lontano dal mondo.
Cenobita: dal greco koinóbion, «vita in comune».
Abate: guida della comunità dei monaci.
Il cristianesimo si era diffuso rapidamente, ma nel IV secolo iniziò ad allontanarsi da quello delle origini perché la fede si riduceva spesso a riti ripetuti senza una convinzione profonda. Non mancarono però uomini, ma anche alcune donne, che divennero testimoni di fede autentica, perché dimostrarono fedeltà radicale al Vangelo, come Gesù avrebbe voluto. Costoro partirono dalla rinuncia ai propri beni e dalla separazione dal mondo attraverso la vita nel deserto. Si tratta dei primi monaci, che cercarono di continuare la missione di testimonianza dei martiri, donne e uomini che non avevano rinunciato al Vangelo neanche di fronte alla morte. Dopo i martiri, infatti, furono proprio i monaci a essere considerati modelli di santità.
San Pacomio e i cenobiti
La forma di vita monastica cenobita ebbe origine con Pacomio, che per primo unì i valori della vita eremitica a quelli della condivisione e della solidarietà. Pacomio indicò regole precise per i monaci che volevano seguire questo tipo di vita religiosa: dovevano ubbidire all’abate e rinunciare a proprietà e ricchezze. Chi aveva dei beni li condivideva con gli altri a imitazione della prima comunità di Gerusalemme, nella quale c’erano «un cuore solo e un’anima sola» (At 4, 32). Oltre ai monasteri maschili vennero fondati anche quelli femminili.
Il pessimo male dell’anima sono i desideri insaziabili di ricchezze e piaceri, uniti all’ignoranza della verità.
Sant’Antonio abate (251-356 ca.) abate ed eremita
Sant’Antonio e gli anacoreti
I monaci anacoreti vivevano in solitudine, ma non respingevano coloro che li cercavano per ricevere consigli e insegnamenti spirituali. Il più famoso monaco anacoreta fu sant’Antonio abate, che nacque a Coma, in Egitto, da una famiglia di agricoltori benestanti, verso il 250. Rimasto orfano dei genitori a diciotto anni circa, si ritrovò a dover amministrare un notevole patrimonio e a prendersi cura della sorella minore.
A cambiare la sua vita contribuì una frase del Vangelo che lo colpì profondamente: «Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!» (Mc 10, 21). Antonio perciò scelse la strada della povertà, della preghiera e della castità. Fu il primo a ritirarsi nel deserto come eremita; non fondò un ordine ma diventò un’importante guida spirituale per molti altri monaci che vivevano isolati in vari luoghi.
Scopri e Rifletti
SANT’ANTONIO ABATE
Sant’Antonio abate viene rappresentato come un uomo anziano con la barba bianca, simbolo di saggezza e autorevolezza. Ha con sé il bastone dell’eremita a forma di T (tau) e un campanello, simbolo della sua vittoria contro le tentazioni. Accanto a lui è spesso presente un maialino, che raffigura sia il demonio, contro cui Antonio combatté, sia l’ordine Antoniano (nato postumo rispetto al santo).
I Frati Antoniani erano esperti curatori di alcune malattie della pelle (tra cui il cosiddetto «fuoco di sant’Antonio») e si servivano dei maiali per ricavare dal loro grasso dei balsami curativi. Sant’Antonio ha spesso con sé anche un libro o una pergamena che indicano la sua vita di preghiera.
Quando si festeggia sant’Antonio abate? Di chi è il protettore? Fai una ricerca in rete per scoprirlo.
Piero di Cosimo, Visitazione con i santi Nicola e Antonio (particolare), 1490, National Gallery of Art, Washington.
Menti attive
Brainstorming
GLOSSARIO
Anacoreta: dal greco anachorèin, «ritirarsi».
Eremita: chi, per motivi religiosi, si allontana dal mondo per vivere solo.
Avviate una riflessione in classe partendo dalle seguenti domande.
• Da che cosa si allontanavano i monaci?
• A che cosa rinunciavano?
• In una società come la nostra, vi sembra ancora importante riflettere su queste rinunce? Perché?
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Il monachesimo in Occidente
Scopri e Rifletti
San Benedetto da Norcia
Anche in Occidente, nel III secolo, avevano iniziato a diffondersi esperienze di persone che conducevano una vita eremitica, solitaria e dedita alla penitenza, tuttavia in questo contesto risultavano molto più numerosi gli esempi di vita comunitaria. Le comunità, però, spesso non erano organizzate in base a regole ben precise e, soprattutto, erano prive di un’autorità riconosciuta. Tutto questo trovò un ordine con san Benedetto. Nato a Norcia nel 480 in una famiglia benestante, Benedetto poté studiare a Roma, dove conobbe la vita mondana della grande città. Ben presto, però, abbandonò gli studi per ritirarsi in solitudine nella campagna vicino a Subiaco (Roma).
Qui visse da eremita, anche se, con il passare degli anni, molti monaci furono attratti dalla sua esperienza e iniziarono a fondare piccole comunità autonome, ognuna con un proprio padre spirituale, ma sotto la sorveglianza dello stesso Benedetto. Tuttavia, a causa
SANTA SCOLASTICA E IL MONACHESIMO FEMMINILE
La Chiesa venera Scolastica come santa, ma le informazioni su di lei sono scarse. Era la sorella gemella di Benedetto da Norcia e, fin da giovane, si consacrò a Dio con il voto di castità. In seguito, mentre Benedetto risiedeva a Montecassino con i suoi monaci, Scolastica riunì attorno a sé un gruppo di donne consacrate in un monastero vicino, a Piumarola, dando origine al ramo femminile dell’ordine dei Benedettini.
Che cosa faceva Scolastica per servire Dio? Fai una ricerca in rete per scoprirlo.
Ricostruzione di un monastero benedettino.
Bisogna che l’abate sia molto vigilante e si impegni premurosamente con tutta l’accortezza e la diligenza di cui è capace per non perdere nessuna delle pecorelle a lui affidate.
La Regola di san Benedetto
L’eredità più grande di Benedetto è la Regola, un documento che egli scrisse per i suoi monaci e che contiene norme, riflessioni e consigli sulla vita monastica, partendo dal famoso motto ora et labora, cioè «prega e lavora».
I temi centrali di questo testo sono la povertà, l’obbedienza e l’umiltà.
I primi due capitoli sono dedicati alla figura dell’abate, che è la guida della comunità e le cui direttive sono fondamentali per la vita del monastero. Benedetto prescrive poi un programma che prevede sette momenti di preghiera comune che accompagnano le attività della giornata.
Nella sua Regola Benedetto mostra di essere sensibile ai bisogni dei monaci, che siano giovani, anziani o malati, così come degli ospiti o dei forestieri, accolti nel monastero per brevi periodi. Sottolinea inoltre l’importanza della lettura e dello studio, e quindi la necessità per ogni monastero di organizzare una biblioteca. Grande rilievo per lui ha pure il lavoro manuale, che si rifletteva nella vita quotidiana dei monaci che coltivavano i campi dell’abbazia.
Bellezza nella diversità
Anche se con molte differenze, esistono forme di vita monastica anche in altre religioni come l’ebraismo, l’induismo, il buddhismo, il giainismo e il taoismo. I monaci buddhisti, per esempio, devono avere la testa rasata e non possono portare barba o baffi, vestono con tuniche di colore giallo-arancione e si cibano di pane, acqua, brodo e riso, frutto dell’elemosina dei fedeli.
Il monastero: un punto di riferimento
La Regola si presta a essere adattata alle esigenze di ciascuna comunità. Benedetto, infatti, la scrisse non solo per il suo monastero, ma prevedendo che potesse essere utilizzata anche da altri.
La vita monastica era scandita dalle attività e dai momenti di preghiera stabiliti dalla Regola, pertanto i monasteri presentavano caratteristiche architettoniche funzionali a questo tipo di vita, dato che i committenti di un monastero erano i monaci stessi e, spesso, ne erano anche i costruttori (in particolare nell’Alto Medioevo).
A coppie, svolgete una ricerca su internet sui monasteri benedettini maschili e femminili presenti in Italia. Sceglietene uno presente nella vostra regione e create una presentazione PowerPoint per raccontarlo alla classe.
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GLOSSARIO
Vocazione: dal latino vocare, «chiamare». Nella religione è la chiamata di Dio.
Diacono: chi ha ricevuto il primo grado del sacramento dell’ordine.
Dipende direttamente dal vescovo e collabora con lui occupandosi degli ultimi della comunità.
Il ruolo del Papa
Nella Chiesa di ieri
Gregorio I è stato uno dei papi più importanti e ammirati della storia della Chiesa. La sua vocazione iniziale fu quella di monaco: per lui il monastero era il luogo tranquillo dove cercare rifugio per dedicarsi alla meditazione e alla preghiera. Presto, però, dovette lasciare quella vita perché venne ordinato diacono e inviato presso la corte di Costantinopoli, dove allacciò rapporti con il monachesimo orientale. In seguito venne nominato vescovo e poi eletto Papa nel 590, ma il suo animo fu sempre tormentato tra la necessità di una vita attiva e il bisogno di contemplazione.
Fin dall’inizio del suo pontificato, papa Gregorio I rivelò una straordinaria capacità di affrontare con equilibrio e coraggio problemi sia ecclesiastici che civili. Una questione che impegnò molte sue energie fu quella longobarda. Egli non si limitò a percepire i Longobardi come un popolo rozzo e predatore, ma si preoccupò di annunciare loro il Vangelo e cercò di stabilire rapporti pacifici e fraterni, con l’obiettivo di creare una convivenza rispettosa e serena. Si impegnò molto anche per la conversione dei nuovi popoli che si erano stabiliti in Europa, preoccupandosi di dare un nuovo assetto civile all’Europa: tra i suoi inviati ricordiamo sant’Agostino di Canterbury che, a capo di un gruppo di monaci, ricevette l’incarico di evangelizzare l’Inghilterra. Infine, papa Gregorio cercò di migliorare la vita nei monasteri attraverso riforme e disposizioni continue. Aiutò sacerdoti, monaci e monache che vivevano nella miseria, pagò i riscatti di chi era caduto prigioniero dei Longobardi e si preoccupò che i beni della Chiesa venissero amministrati con onestà e secondo i valori della giustizia e della misericordia
La pace non è l’assenza di conflitto, ma la presenza di alternative creative per rispondere al conflitto.
Dorothy Thompson (1893-1961) giornalista americana
Nella Chiesa di oggi
Dalla seconda metà del secolo scorso il Papa ha cominciato a intraprendere viaggi e pellegrinaggi fuori dall’Italia, raggiungendo luoghi anche molto lontani e incontrando cristiani di tutto il mondo. I viaggi papali sono carichi di significato e rappresentano un gesto di vicinanza nei confronti dei fedeli, al fine di sostenerli e aiutarli soprattutto nelle situazioni più difficili. Giovanni Paolo II affermava che ogni viaggio è un «autentico pellegrinaggio al santuario vivente del popolo di Dio» e aggiungeva che «Roma non è più “a Roma”, ma proprio perché è il cuore della Chiesa pellegrina, è diventata pellegrina anch’essa sulle strade del mondo».
Ogni viaggio papale ha come obiettivo quello di avvicinarsi a numerose categorie di persone: famiglie, poveri, malati, credenti di ogni religione e non credenti. Lo scopo è quello di comunicare con tutti attraverso gesti che ricordano le azioni di Cristo. Lo spirito è quello della missione che trasforma ogni viaggio in un granello di senape che «è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami» (Mt 13, 32).
Bellezza nella diversità
Anche i pellegrinaggi del Dalai Lama, la guida spirituale della tradizione buddhista tibetana, sono molto attesi dai fedeli. Uno dei suoi ultimi viaggi risale al 2019, quando egli si è recato in India, al tempio di Mahabodhi (nella foto), luogo in cui Siddharta Gautama ottenne l’illuminazione.
Menti attive
Dibattito
I viaggi papali suscitano spesso opinioni diverse tra loro; ci si chiede infatti se davvero sia così indispensabile che il Papa viaggi. Che cosa pensate al riguardo?
Dividetevi in due gruppi, a ciascuno dei quali verrà assegnata una tesi da sostenere. Ogni gruppo raccoglierà fonti, informazioni e opinioni per argomentare la tesi assegnata. Infine, pianificate e avviate il dibattito in classe.
Gruppo PRO
Grazie ai viaggi il Papa ha la possibilità di incontrare tante realtà, denunciare ingiustizie e mostrare la sua vicinanza alle persone bisognose.
Gruppo CONTRO
I viaggi del Papa sono molto costosi; quei soldi potrebbero essere utilizzati in altro modo, per esempio per aiutare chi è in difficoltà.
LEZIONE 8 - Il
Cambiare: una necessità
L’anno Mille e il mondo cristiano
GLOSSARIO
Clero: insieme delle persone che appartengono all’ordine sacerdotale cristiano.
Simonia: commercio di beni spirituali e di cariche ecclesiali.
Secolarizzazione: perdita del carattere religioso.
Durante il Medioevo la Chiesa si lasciò coinvolgere in questioni politiche ed economiche che la allontanarono dalla sua vera missione. Con Carlo Magno e la nascita del Sacro Romano Impero i vescovi acquisirono poteri di ordine civile e amministrativo. Questo fenomeno fu la causa di scandali e corruzione tra gli stessi membri del clero, spesso preoccupati solo di accrescere il proprio potere. Come reazione a questo stato di cose, all’interno della Chiesa andarono affermandosi alcune correnti spirituali che avevano lo scopo di contrastare questa tendenza per tornare ai valori del Vangelo. Un vero e proprio rinnovamento cristiano cominciò a prendere forma nel 1073, con l’elezione di papa Gregorio VII. La sua lotta contro la corruzione e la simonia era volta a ristabilire l’integrità morale del clero, rafforzando allo stesso tempo la funzione del Papa come guida della Chiesa. La Riforma gregoriana fu portata avanti dai pontefici romani del XII e XIII secolo, e non si limitò all’ambito religioso, ma interessò anche altri campi, come quelli giuridico e politico. Veri motori del rinnovamento della Chiesa di questo periodo furono ancora una volta i monasteri. Un esempio è l’abbazia di Cluny, nella Borgogna francese, dalla quale derivò una vera e propria famiglia di abbazie. I monaci difesero la libertà della Chiesa, favorendo la riforma della liturgia e del clero. La loro vita, caratterizzata da povertà, penitenza e solitudine, costituiva una forte protesta contro il processo di secolarizzazione della Chiesa, in nome del ritorno ai princìpi del Vangelo.
Bellezza nella diversità
In tutte le grandi religioni esistono forme di pellegrinaggio in luoghi significativi.
Uno dei percorsi più famosi per i cristiani, ancora oggi praticato, è il cammino di Santiago, una rete di itinerari che, a partire dal Medioevo, i pellegrini hanno percorso attraverso l’Europa per giungere alla cattedrale di Santiago di Compostela, in Spagna, presso la quale si troverebbero le reliquie dell’apostolo Giacomo il Maggiore. Nel 1993 le strade francesi e spagnole che compongono questo itinerario sono state dichiarate dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Cammino di Santiago di Compostela, Spagna.
Sii il cambiamento che vorresti vedere avvenire nel mondo.
«Mahatma» Gandhi (1869-1948) politico e filosofo indiano
Pellegrinaggi e reliquie
Dopo l’anno Mille una forte ripresa della fede portò a un’esplosione dei pellegrinaggi in tutta Europa: i fedeli partivano dalle città in gruppi per affrontare i lunghi cammini, con tappe prefissate, diretti verso le tombe dei martiri. Il culto delle reliquie spinse i credenti a visitare i santuari, diventati fonti di fede e spiritualità. Furono quindi aperte vie, allestiti ponti e costruiti ospedali e alberghi per accogliere chi decideva di intraprendere questi viaggi.
La venerazione delle reliquie di santi e martiri esprimeva la necessità del popolo di poter contare su ricordi concreti di coloro che erano stati modelli di vita cristiana. Si credeva, inoltre, che le reliquie avessero un potere miracoloso; in alcuni casi le spoglie dei martiri venivano smembrate e le parti distribuite in vari santuari per accogliere più fedeli. Tuttavia, non sempre la loro autenticità era certa, così il IV Concilio Lateranense del 1215 stabilì che dovessero avere il consenso ecclesiastico.
La Pagoda della Pace nel mondo, Lumbini, Nepal.
Per i buddhisti, invece, meta di pellegrinaggio è Lumbini, luogo di nascita di Buddha, dove sorge la Pagoda della Pace nel mondo, oppure il Parco delle Gazzelle, a Sarnath, dove Buddha rivelò le Quattro Nobili Verità.
Menti attive Ricerca in rete
GLOSSARIO
Reliquie: resti del corpo o oggetti appartenuti a persone sante o beate.
La Grande Moschea a La Mecca, Arabia Saudita.
I musulmani, invece, almeno una volta nella vita devono recarsi a La Mecca, dove si trova la Ka‘ba, il santuario in cui è conservata la Pietra Nera al centro della Grande Moschea.
Nella regione in cui vivi esistono santuari presso i quali, ancora oggi, i fedeli si recano in pellegrinaggio? Confrontatevi in classe, poi dividetevi in piccoli gruppi e fate una ricerca in rete per scoprirlo.
Le crociate
L’espansione islamica
L’arcangelo Gabriele ispira Maometto, 1595, Palazzo di Topkapi, Istanbul.
La nascita e la diffusione dell’islam è legata alla figura di Maometto, nato attorno al 570 d.C. a La Mecca, importante città della penisola araba. Secondo la tradizione, dopo essersi ritirato a meditare in una grotta, ebbe la visione dell’arcangelo Gabriele e ricevette le rivelazioni di Allah, l’unico Dio, diventando il suo profeta. Iniziò così la sua predicazione e molte persone cominciarono a seguirlo, ma incontrò anche numerosi oppositori all’interno della nobiltà cittadina e fu costretto fuggire da La Mecca per rifugiarsi a Medina: tale spostamento è chiamato ègira e risale all’anno 622. Nello stesso anno nacque anche la prima comunità musulmana, pertanto l’anno dell’ègira viene indicato come il primo anno del calendario islamico. Tornato a La Mecca nel 630, Maometto venne riconosciuto come capo religioso e politico e riuscì a imporre la nuova religione, determinando una forte coesione culturale, grazie all’uso della lingua araba e del Corano come testo sacro.
Dopo la morte di Maometto, nel 632, i suoi successori (i «califfi»), grazie alle conquiste territoriali, diffusero l’islam oltre i confini della penisola araba.
Riconquistare la Terra Santa
Da quando, nel 1078, l’esercito turco di religione islamica occupò il territorio della Palestina e Gerusalemme, per i cristiani d’Europa divenne pericoloso e difficoltoso raggiungere la Terra Santa, la meta principale dei pellegrinaggi medievali.
Con lo scopo di liberare i luoghi santi in cui era vissuto Gesù dalla morsa della religione islamica, dal 1096 al 1270 papi e sovrani d’Occidente organizzarono una serie di spedizioni militari, meglio conosciute come crociate.
La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire.
Albert Einstein (1879-1955) premio Nobel per la fisica nel 1921
Pellegrinaggi armati
La prima crociata fu indetta e fortemente propagandata da papa Urbano II: vi parteciparono cavalieri e fedeli provenienti da ogni dove. Si trattò di un vero e proprio «pellegrinaggio armato» e durante il percorso vennero compiuti stragi e saccheggi che contribuirono a rendere le crociate un evento storico sotto certi aspetti discutibile. Col tempo alle motivazioni religiose si sostituirono quelle economiche: liberare la Palestina significava impadronirsi di nuove terre e aprire rotte per commerciare più facilmente con l’Oriente. Si contano in tutto otto crociate di cui solo la prima può essere considerata vittoriosa. Ma la riconquista di Gerusalemme fu temporanea: tutte le altre spedizioni si rivelarono un vero e proprio fallimento per il mondo cristiano, anche e soprattutto dal punto di vista morale. Le crociate favorirono guerra e violenza, allontanandosi dal messaggio evangelico e contribuirono a inasprire i rapporti con il mondo islamico e con la Chiesa d’Oriente.
Scopri e Rifletti
GUERRE
IN NOME DELLA RELIGIONE
Il dibattito sul perché esistano guerre e conflitti è molto antico e probabilmente non avrà mai fine. C’è chi sostiene che la colpa sia delle differenze tra le tradizioni religiose e culturali e chi, invece, ritiene che le cause siano da ricercare negli interessi economici, commerciali e strategici. Secondo quest’ultima teoria, la religione sarebbe lo strumento usato per scagliare il popolo contro il nemico in nome della volontà divina. La religione, però, preferirebbe che i popoli superassero i conflitti e vivessero in pace.
Tu che cosa ne pensi? Qual è la tua opinione sui motivi scatenanti di guerre e conflitti?
Dibattito
APPRENDIMENTO COOPERATIVO
Nonostante gli insegnamenti della storia, ancora oggi si combattono molte guerre nel mondo. Quali esempi di attualità vi vengono in mente? Provate a riflettere sul ruolo svolto dalla religione nei conflitti di oggi, poi organizzate un dibattito partendo dal seguente quesito: un mondo senza guerre è davvero possibile?
Dividetevi in due gruppi, a ciascuno dei quali verrà assegnata una tesi da sostenere.
Ogni gruppo raccoglierà fonti, informazioni e opinioni per argomentare la tesi ricevuta. Infine, pianificate e avviate il dibattito in classe.
Gruppo PRO
Anche se la guerra ha conseguenze tragiche, alle volte diventa necessaria per difendere i valori in cui si crede, anche quelli religiosi.
Gruppo CONTRO
La guerra è inutile, si dovrebbero cercare e attuare alternative più umane per risolvere i problemi tra i popoli e gli Stati, e la religione dovrebbe essere uno strumento di pace.
11 Una nuova riforma religiosa
Gli ordini mendicanti
Nel XII secolo la necessità di una riforma religiosa e morale si fece sempre più urgente e favorì la nascita di movimenti in cui la povertà veniva esaltata come forma perfetta di vita. Papa Innocenzo III percepì il rischio di una deriva ereticale di questa esigenza e pensò di porvi rimedio avviando una politica di forte e violenta repressione nei confronti di alcuni movimenti, come i Catari . D’altro canto il pontefice fu capace anche di aprirsi a quanto di positivo era proposto da alcuni gruppi, accogliendone diversi. Nacordini mendicanti. Tra questi si distinsero le figure e le san Francesco di Assisi e san Domenico di Guzman.
San Francesco
Figlio di un ricco mercante, Francesco nacque ad Assisi nel 1181. La sua fu una giovinezza spensierata fino a quando, all’età di 24 anni, nella chiesetta di San Damiano, si sentì chiamato da Gesù «per riparare la sua casa». Decise allora di rinunciare a ogni cosa per vivere secondo il Vangelo e ne diventò esempio attraverso la predicazione, ma soprattutto con la sua vita. L’amore che provò per tutte le creature era lo specchio dell’amore che sentiva per Dio Padre. Morì nel 1226 nella Porziuncola, una chiesetta ancora oggi conservata all’interno di Santa Maria degli Angeli, presso Assisi. Papa Gregorio IX lo dichiarò santo già due anni dopo la morte e Pio XII, nel 1939, lo proclamò patrono d’Italia insieme a santa Caterina da Siena.
Bellezza nella diversità
Durante l’assedio di Damietta, nel corso della quinta crociata, san Francesco volle incontrare il sultano d’Egitto, nel tentativo di far cessare la guerra. San Bonaventura, nella sua biografia del santo di Assisi, racconta: «Il Soldano, volentieri ascoltava Francesco. Anzi lo invitò pure, con una certa insistenza, a rimanere con lui». L’episodio è considerato un primo e importante esempio di dialogo interreligioso
Ho pensato alla povertà. Alle guerre. A san Francesco di Assisi. E ho deciso di chiamarmi come lui.
Papa Francesco
Un modello di vita
Francesco fu seguito da molti compagni che insieme costituirono l’ordine dei Frati Minori o Francescani. Il loro compito fu quello di andare ovunque a predicare il Vangelo tra i cristiani, ma anche tra chi non conosceva il cristianesimo. Perché il suo modello di vita, conformato a Cristo, fosse fedelmente osservato, Francesco scrisse una Regola, poi approvata da papa Onorio III nel 1223. Con santa Chiara, Francesco fondò anche un secondo ordine dedicato alle donne, chiamato delle Povere Dame o Clarisse, e un terzo ordine per i laici. San Francesco fu un esempio importantissimo per la Chiesa di allora perché, pur rimanendo all’interno di essa, seppe riformarla attraverso la testimonianza e l’esempio che venivano dagli insegnamenti di Gesù. Nella sua biografia, la Legenda Maior, scritta da san Bonaventura da Bagnoregio si legge: «Uomo veramente cristiano, che con imitazione perfetta si studiò di essere conforme da vivo a Cristo vivente, in morte a Cristo morente, e morto al Cristo morto».
Scopri e Rifletti
«LAUDATO SI’, MI’ SIGNORE»
Negli ultimi anni della sua vita, san Francesco era quasi cieco e viveva in una celletta infestata dai topi, che di notte lo tormentavano e di giorno gli impedivano di mangiare. Nonostante la sofferenza, compose il famoso Cantico delle creature, una delle poesie più antiche della letteratura italiana. A esso, non a caso, rimanda l’enciclica di papa Francesco intitolata Laudato si’, del 2015, che inizia così:
«Laudato si’, mi’ Signore, cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia».
Prova a misurare la tua sensibilità nei confronti della natura con un voto da 1 (minimo) a 10 (massimo). Che voto ti daresti?
Nella basilica superiore di San Francesco ad Assisi (in foto), si può ammirare il ciclo degli affreschi di Giotto, dove sono rappresentati i momenti più importanti della vita del santo. A coppie cercate su internet i singoli episodi, sceglietene uno e preparate una presentazione da esporre in classe, raccontando la vicenda che vi è rappresentata.
12 Clarisse e Frati Predicatori
Santa Chiara d’Assisi
Chiara nacque nel 1194 dalla ricca e nobile famiglia degli Offreducci di Assisi. A soli 12 anni di età rimase colpita dalla figura di Francesco, in modo particolare dal suo gesto di spogliarsi di tutti i beni per restituirli al padre Bernardone. Così, dopo sette anni, decise di fuggire da casa per raggiungere il santo presso la Porziuncola: era determinata a seguirne gli ideali di povertà con fede salda e forte. Nonostante l’opposizione del padre, Chiara si rifugiò nella chiesa di San Damiano, dove fondò l’ordine femminile delle Clarisse, per le quali scrisse la Regola definitiva e ottenne da papa Gregorio IX il «privilegio della povertà». Fu un’erede fedele dello spirito francescano e in tutta la sua vita si preoccupò di diffonderlo.
Scopri e Rifletti
SANTA CHIARA, PATRONA DELLA TELEVISIONE
Dal 1958 santa Chiara porta il curioso titolo di patrona della televisione. Il motivo è da ricercare in un episodio miracoloso accaduto il giorno dell’ultimo Natale della sua vita. Costretta a letto dalla malattia, Chiara non poté partecipare alla messa e, dispiaciuta, si rivolse al Signore che le fece una grazia speciale, permettendole di assistere alla funzione dal suo letto. A un tratto, infatti, Chiara cominciò a sentire il suono dell’organo, i canti e le preghiere della messa come se fosse presente in chiesa. Per questo oggi ci si rivolge alla santa patrona con le preghiere, affinché i mezzi di comunicazione vengano usati in maniera responsabile e per diffondere la verità e la pace.
Secondo te come possono essere utilizzati responsabilmente i mezzi di comunicazione? Fai almeno tre esempi.