Leggi e vai 5 - Letture

Page 1

i g g e L e vai 5

Flavia Franco

e z n e t e p m o le c l e d Ă t t i c a l o Vers

Letture • Con sezioni tematiche di Cittadinanza e Costituzione


Il M.I.O. BOOK è Multimediale, Interattivo, Open È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

Come attivare il M.I.O. BOOK e accedere al portale Raffaello Digitale

PER ATTIVARE IL M.I.O. BOOK CON IL DVD

1 2 3

Inserisci il DVD che trovi in allegato alle guide ai testi e clicca sul file “installami” Una volta installato il Raffaello Player apri la libreria Carica i testi presenti nel DVD, cliccando il tasto

PER ATTIVARE IL M.I.O. BOOK SENZA IL DVD

1 2 3

Collegati al portale www.raffaellodigitale.it, scarica e installa il Raffaello Player Una volta installato il Raffaello Player apri la libreria Cerca i testi da attivare

WWW.RAFFAELLODIGITALE.IT Senza registrazione è possibile: • consultare il testo anche in modalità on-line (cioè senza scaricare e installare il Raffaello Player); • richiedere il supporto; • s caricare il materiale gratuito; •v isionare i video tutorial. Con la registrazione inoltre puoi: • s caricare i materiali digitali presenti all’interno del DVD M.I.O. BOOK; •a ccedere al M.I.O. BOOK e ricevere gli aggiornamenti del testo.

4

Attiva il testo completando un titolo e scrivendo il codice di sblocco

4

Attiva il testo completando un titolo e scrivendo il codice di sblocco

La registrazione è facoltativa e consente di ricevere gli aggiornamenti del testo.

CODICE DI ATTIVAZIONE


i g g e L e vai 5

Flavia Franco

e z n e t e p m o c elle d à t t i c a l o s r Ve

Inizia la quinta, stai diventando grande! Hai vissuto un viaggio che ti ha portato a crescere... e non solo di statura! Se vorrai rivolgermi delle domande, Pensa al primo giorno della Scuola Primaria, a com’eri esporre dubbi o curiosità, scrivi una piccolo o piccola, alle cose che sapevi fare allora e a mail a questo indirizzo: quelle che sai fare adesso, alle conoscenze che hai flavia.franco@grupporaffaello.it accumulato giorno per giorno, alle emozioni che hai provato! In questo lungo viaggio i tuoi compagni sono stati la forza, gli insegnanti la guida, tu il protagonista. Quello che stai iniziando sarà un anno intenso, anche dal punto di vista delle emozioni. Salutarsi è sempre difficile, lo è anche per le maestre. Ogni quinta che lasciano rimane loro la malinconia nel cuore. Ma crescere è bello, si vivono nuove avventure, si incontrano nuovi amici e insegnanti, ci si mette alla prova, si affrontano nuove sfide nelle quali, sono sicura, saprai dare sempre il meglio. E allora... LEGGI e VAI! Senza paura e senza dimenticare mai il motto che ti accompagna in questo libro: “l’unione fa la forza!” Buon viaggio.

Flavia Franco


Indice

Indice

5 Un lavoro di squadra 6 BENTORNATO a scuola 8 9 10 12 14 16

Perché vai a scuola? Ascoltare: sai ascoltare attivamente? Riconoscere: che tipo di testo è? Comprendere: sai capire un testo? Riassumere: sai sintetizzare un testo? Esporre: come ti esprimi oralmente?

18 Il testo NARRATIVO

20 La Mappa-intervista 22 L’unione fa la forza Il cacciatore sfortunato 24 Tanti tipi di incipit 26 Il naso bagnato 28 Si parte 30 Una lotta persa 31 Un posto da lupi 32 In viaggio 34 Una signora crudele 35 Un ragno invadente 36 La camicetta dei ricordi 38 Il compleanno di Tom 40 Una parola che fa paura 42 Strizzo il testo Estate in campagna 44 Verifica le tue competenze Racconto GIALLO

46 La Mappa-intervista 47 L’unione fa la forza Uno strano avvertimento 48 E poi non rimase nessuno 50 La donna misteriosa

2

52 Assassinio sul treno 54 Un fiuto infallibile 56 Verifica le tue competenze 58 CODING - Gira la storia Servono è Sognare parole un diritto? gentili?

60 Sognare è un diritto? 62 In cerca di fortuna 63 Mamma mia dammi cento lire 64 Clima e migrazioni Clil 65 Ascolto ON - Prima puntata Fiori e polpette

Racconto UMORISTICO

66 La Mappa-intervista 67 L’unione fa la forza Ridi che ti passa! 68 Il signor Veneranda 69 L’anno che non finiva 70 La Erre 71 Alì Tosi, un cane mozzafiato 72 Mai fidarsi di un orco 73 Pirati del testo Olle Pappamolle 74 Un mostro sotto il letto 76 Verifica le tue competenze

Diario

78 La Mappa-intervista 79 L’unione fa la forza Portatemi a casa! 80 Tanti auguri a me!!! 81 Addio tonsille 82 Il bello di essere astronauta! 83 Terra in vista! 84 Il capitano e la sua nave 85 Diario veneziano 86 Verifica le tue competenze


Indice 124 Il testo DESCRITTIVO

Biografia

88 La Mappa-intervista 89 L’unione fa la forza Van Gogh 90 Charlie Chaplin 91 Bebe Vio 92 Un nonno speciale 93 Rita Levi Montalcini 94 Gae 96 Verifica le tue competenze

26 La Mappa-intervista 1 127 L’unione fa la forza Leopoldo 128 Il gatto, com’è fatto? 129 Il gatto 130 La signora Pratchett 131 Anna dai capelli rossi 132 L’edera 133 L’eterno abbraccio 134 Caterina controvento 136 Una magnifica giornata d’estate 137 La mareggiata 138 Il lupo racconta 140 La casa sull’albero 142 La cripta - Un passante - La sorgente 143 Vecchia casa - Il vento 144 La spiaggia delle bambine 146 La vecchia signora - La tazza 147 Debora 148 Verifica le tue competenze

Racconto STORICO

98 La Mappa-intervista 99 L’unione fa la forza A Sparta 100 Il prodigio del picchio 102 Un destino... pesante da digerire! 104 Un giorno a Pompei 106 Quadrighe in gara 108 Verifica le tue competenze

Racconto di FANTASCIENZA

110 La Mappa-intervista 111 L’unione fa la forza Gli alieni sono sbarcati 112 A caccia di reclute 114 La sentinella Turg 116 Verifica le tue competenze

150 Il testo POETICO

Servonolegalità? Perché parole gentili?

18 Perché legalità? 1 119 Essere liberi 120 Denunciare o tacere? 122 Test: che cosa significa legalità? 123 Ascolto ON - Seconda puntata Fiori e polpette

Clil

52 La Mappa-intervista 1 153 L’unione fa la forza Il libro 154 Io sono per la pace - L’ultima estate 155 Autunno - Paesaggio 156 Torrente - Il mondo colorato 157 Addio tempesta 158 La mimosa - Risveglio nel vento 159 L’albero di magnolia 160 La pastasciutta 161 Notte fumetto - L’onda 162 Poesia sul ragno - Canto delle lumache 163 Pirati del testo Alla fiera - La libellula Per i pizzi di Paolina 164 Nuvole 165 L’aquilone 166 Verifica le tue competenze

3


Indice 168 Il testo INFORMATIVO

70 La Mappa-intervista 1 171 L’unione fa la forza 10 curiosità sui Lego 172 Coding: che cos’è e dove impararlo 173 La tela del ragno 174 Le case etrusche 176 Giochi e giocattoli nell’antica Roma 178 Strizzo il testo Le grotte - Gli Appennini 180 Verifica le tue competenze 182 Il quotidiano 183 ilmioprimoquotidiano.it 184 La stanza segreta di Cheope 185 Sport: a Firenze si pratica quidditch 186 Rocco si è cacciato nei guai 187 Verifica le tue competenze 188 La pubblicità 189 Il gelato, che bontà! 190 Pubblicità progresso Servono

parole le regole? gentili?

92 Servono le regole? 1 193 La marcia dei diritti 194 La Convenzione dei diritti dell’infanzia Clil 195 La Costituzione italiana 196 La bandiera - L’inno di Mameli 197 Ascolto ON - Terza puntata Fiori e polpette 198 Il testo ARGOMENTATIVO

00 La Mappa-intervista 2 201 L’unione fa la forza La penna è più potente della spada 202 Internet sì, internet no 204 A che cosa serve la paura?

4

205 Collaborare sì o no? 206 Il razzismo spiegato a mia figlia 208 Verifica le tue competenze 210 Città delle COMPETENZE

Le stagioni 12 In rima Foglie gialle - Mattino d’autunno 2 213 Si canta Singing in the rain Clil 214 Informati Quando inizia l’autunno? 215 Scrivendo Benvenuto autunno 216 Tocca colore Il bastone della pioggia 218 In rima La fiorita di neve - Albero secco 219 Si canta Let it snow Clil 220 Informati La leggenda del panettone 221 Scrivendo Inverno 222 Tocca colore Pupazzo di neve con calzino 23 In rima Primavera - Primule 2 224 Si canta Here comes the sun Clil 225 Scrivendo Continua tu... 226 Tocca colore L’agnello di Pasqua 27 In rima Lucciole - Estate 2 228 Si canta Sunshine reggae Clil 229 Scrivendo L’estate passata in città 230-240 . L’unione fa la forza Mappe

Cerca l’icona e attiva i materiali digitali del M.I.O. BOOK Studente Docente


Com’è fatto il libro

Un lavoro di squadra Progettare, creare e produrre un libro scolastico è un lavoro molto complesso che si realizza grazie alla passione e al lavoro di diverse persone che collaborano tra loro. Ogni singola pagina del tuo Sussidiario dei Linguaggi ne è la prova. Leggi e lo scoprirai.

L’autore

Crea e scrive il progetto. Spesso è un insegnante che conosce bene la disciplina e che in classe, con i suoi alunni, ha trovato buoni metodi per insegnarla.

Gli illustratori Le illustrazioni vengono realizzate su indicazione della redazione e grazie alla fantasia di bravissimi illustratori specializzati in libri per ragazzi. Il team grafico L’impatto grafico delle pagine, cioè tutto ciò che non è illustrato o semplice testo, insieme alla copertina, viene realizzato da un team di esperti grafici che collaborano gomito a gomito con la redazione per impaginare i contenuti dell’autore. La redazione Aiuta l’autore a realizzare il testo e si occupa di leggere e rileggere i contenuti perché siano coerenti e corretti. Purtroppo, però, rimane sempre qualche Re Fusillo, cioè qualche refuso, errori di stampa che possono sfuggire anche al redattore più in gamba! I collaboratori esperti L’autore, insieme alla redazione e a dei collaboratori esperti, come bibliotecari o librai, sceglie parti di testo a partire da libri già pubblicati. I riferimenti bibliografici (nome dell’autore, titolo del libro e casa editrice) sono indicati alla fine di ogni brano.

L’alunno Dal momento che ritirerai la tua copia dal libraio, darai vita al tuo libro che diventerà per te un vero e proprio compagno di viaggio. Ti accompagnerà per tutto l’anno e ti mostrerà un mondo nuovo.

5


Bentornato a scuola

6


Sei arrivato in quinta! Stai iniziando l’ultimo anno della Scuola Primaria. Ti sembra vero? Hai cominciato questo viaggio che eri piccino, insieme alle maestre e alla banda dei tuoi compagni. Adesso si parte per l’ultimo pezzo di strada. E allora avanti tutta... discuti con i tuoi compagni e completa le aspettative e i propositi che trovi qui di seguito. Quest’anno dovrà essere memorabile!

CHE COSA MI ASPETTO ................................................................................................. ................................................................................................. .................................................................................................

CHE COSA CI METTO ................................................................................................. ................................................................................................. .................................................................................................

SONO DISPONIBILE A ................................................................................................. ................................................................................................. .................................................................................................

VORREI POTER CONTARE SU ................................................................................................. ................................................................................................. ................................................................................................. A questo punto non ti resta che sottoscrivere il documento e fare di tutto perché si realizzi. Firma ....................................................................................

7


Bentornato a scuola

Perché vai a scuola? Ti sei mai posto questa domanda? Indica con una x le risposte che condividi, puoi sceglierne più di una. Perché vai a scuola? Perché è un obbligo: la legge costringe i genitori a mandarmi a scuola Perché mi piace stare con gli amici Per diventare una persona migliore Non lo so Pensi che studiare sia un diritto o un dovere? Penso che sia un diritto: tutti devono poter andare a scuola Penso che sia un dovere che siamo obbligati a compiere Penso che sia un diritto che si deve avere, ma anche un dovere da compiere al meglio Non so Da chi dipende principalmente il tuo rendimento scolastico? Da chi mi aiuta a fare i compiti Dalla maestra Dai voti che prendo Da me stesso A che cosa servono le conoscenze che acquisisci? A niente A diventare un buon cittadino A prendere buoni voti A conoscere il mondo

Confronta le risposte con quelle che hanno dato i tuoi compagni e, se avete idee discordanti, mettetele a confronto con una bella discussione.

Studiare è il miglior modo per prendersi cura di se stessi. Ti piace questa frase? Spiega che cosa significa secondo te. ................................................................................................................................................................................................................... Ora puoi tornare a pagina 7 e sottolineare di blu le azioni che dipendono solo da te e di rosso quelle che si realizzano in collaborazione con gli altri.

8


Bentornato a scuola

Ascoltare: sai ascoltare attivamente? Ricordi le regole dell’ascolto attivo? Ripassiamole insieme.

1) Libera il banco dagli oggetti che possono distrarti. 2) Siediti composto ma comodo. 3) Guarda la maestra negli occhi. 4) Se ti aiuta nella concentrazione, prendi appunti. 5) Se non hai capito, alza la mano e chiedi subito spiegazione. 6) Se ti distrai, cerca di riprendere prima possibile la concentrazione. Ora sei pronto. Ascolta il racconto che ti leggerĂ la maestra poi mettiti alla prova e rispondi alle domande.

Problema di Hubert: ............................................................................................................................................................. Incontro con Veronica. Come viene risolto il problema? ................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................

Ingresso a scuola. Come viene risolto il problema? ............................................................................................. .........................................................................................................................................................................................................

Ingresso in classe. Come viene risolto il problema? ............................................................................................. .........................................................................................................................................................................................................

Raggiungere il banco. Come viene risolto il problema? .................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... Andare alla lavagna. Come viene risolto il problema? ........................................................................................ ......................................................................................................................................................................................................... Stare seduti nel banco. Come viene risolto il problema? .................................................................................. ......................................................................................................................................................................................................... Conclusione: che cosa accade alla classe? ................................................................................................................

Ora la maestra rileggerĂ il racconto e potrai verificare il tuo ascolto. Come sei andato?

Autovalutazione Scegli la casella e colora. Attenzione

ottima

buona

discreta

scarsa

Concentrazione

ottima

buona

discreta

scarsa

Comprensione

ottima

buona

discreta

scarsa

Sei soddisfatto del risultato? ................................................................................ PDF

Audio

9


Bentornato a scuola

Riconoscere: che tipo di testo è? Dalla prima alla quarta hai incontrato molti tipi di testi diversi. Facciamo il punto e vediamo che cosa ti ricordi. Da lì ripartirai per agganciare nuove competenze. Leggi questi spezzoni e indica con una x di che tipo di testo si tratta.

Molti secoli fa, nei territori del Nord Europa quasi interamente coperti da foreste, gli uomini si procuravano il miele come fanno gli orsi: cercavano le cavità dove vivevano le api selvatiche, si arrampicavano sugli alberi e staccavano i favi, distruggendo così gli alveari. P. Socha, Il regno delle api, Electa Kids

Racconto storico Racconto d’avventura Lettera Testo informativo Testo regolativo Testo poetico

Scopo ........................................ ........................................................

Torino, 8 giugno Cara Lisa, stasera andrò a letto con il cuore pieno di pace, ma con la testa in fermento. Mentre eravamo insieme, mi sembrava di provare dentro di me quello che provavi tu. Questo mi capita sempre con le persone con le quali ho un profondo legame. Un abbraccio forte. Valentina

Racconto storico Racconto d’avventura Lettera Testo informativo Testo regolativo Testo poetico

Scopo ........................................ ........................................................

A. Petrosino, Hello, Valentina! 2, Piemme

Avere un drago in casa non è poi tanto male, quando fa molto freddo, c’è un gelo invernale. Se gli tiri la coda diventa furioso, sputa fuoco e fiamme: è assai permaloso. C. Albaut, Filastrocche per giocare alla paura, Motta Jr

10

Racconto storico Racconto d’avventura Lettera Testo informativo Testo regolativo Testo poetico

Scopo ........................................ ........................................................


Bentornato a scuola Thotis puntò i piedi sulle sponde della leggera imbarcazione di giunchi di papiro e fasce di palma. – Ani! Kheti! Non così veloci! – gridò sua sorella Ashira. La barca degli avversari ruotò agilmente su se stessa e si mise in posizione di difesa. – Attento, Apos! Ci stiamo sbilanciando! – ammonì Kheti.

Racconto storico Racconto d’avventura Lettera Testo informativo Testo regolativo Testo poetico

Scopo ........................................ ........................................................

A. Melis, La mummia rubata, Piemme

C’era un sentierino che correva parallelo alla cima della montagna e quando arrivò davanti alla grotta, all’inizio gli parve identica alla seconda. L’imboccatura rotonda, alta un metro e mezzo. Perfettamente rotonda. Avanzò cauto e guardò dentro. P. Enquist, La montagna delle Tre Grotte, Feltrinelli

Materiale per il gioco: un pezzo di stoffa che simboleggia la bandiera da rubare. Formare due squadre composte dallo stesso numero di giocatori. Al centro del campo di gioco c’è il bambino che tiene la bandiera e che chiama i giocatori a turno. I giocatori saranno numerati in ordine crescente e in modo uguale per ogni squadra.

Racconto storico Racconto d’avventura Lettera Testo informativo Testo regolativo Testo poetico

Scopo ........................................ ........................................................

Racconto storico Racconto d’avventura Lettera Testo informativo Testo regolativo Testo poetico

Scopo ........................................ ........................................................

Autovalutazione Quanti testi hai riconosciuto? Controlla* poi indica con una x. 6 su 6 5 su 6 4 su 6 3 su 6 2 su 6 1 su 6 Sei soddisfatto del risultato? ......................................................................................

11

* Testo informativo; Lettera; Testo poetico; Racconto storico; Racconto d’avventura; Testo regolativo


Bentornato a scuola

Comprendere: sai capire un testo? Il pappagallo è un simpaticissimo pennuto che ripete ciò che gli viene detto in modo preciso. Noi però non siamo pappagalli, per noi comprendere è fondamentale. Comprendere ci permette di entrare dentro un testo, di cogliere le relazioni che ci sono al suo interno, le emozioni, lo scopo, il pensiero dell’autore. E, cosa meravigliosa, di esprimere il nostro parere. Facciamo il punto e ripartiamo da lì.

Estate un anno dopo La scuola è finita: io e Aimo siamo di nuovo insieme. Abbiamo un anno di più e i protagonisti di questa estate, adesso, siamo noi. Giriamo con una banda di amici che sembra il parlamento europeo: Margarethe, tanto per iniziare, che non smette mai di parlare, ma va bene, perché qualcuno che organizzi le giornate per gli altri, ci vuole. Margarethe è gemellata con Florence, che invece sta sempre zitta, ma è molto sportiva, anche troppo, e alle gare di nuoto vince sempre lei. Florence ha la sua personale guardia del corpo, Jordi, detto il poeta, che chiaramente è cotto di lei, così nessuno può avvicinarsi alla francesina. Jordi è venuto dalla Spagna con Radka e l’amico Luís, detto il Barca, che fa il filo a Margarethe. Dimenticavo: Aimo e Radka sono buongustai am­bientalisti, non so bene cosa voglia dire, ma loro si definiscono così e sono inseparabili. Siamo un gruppo in buona compagnia, insomma. Così diversi, da essere uguali. La sera ci sediamo in riva al mare a parlare, e non immaginate che con­ fusione di lingue! Quando ricostruiamo il filo dei nostri incontri, ridiamo fino alle lacrime. Facciamo progetti di rivederci in inverno, a casa di uno o dell’altro, giuriamo che saremo insieme sempre, a qualunque costo. E quando viene il momento di tornare a casa, sembra la prova generale di quando a fine estate ci lasceremo per tornare: ognuno nel proprio Paese. Sfiliamo via in silenzio, a due a due, voltandoci di continuo a salutare gli altri, lungo le viuzze del porto profumate di pesce. O meglio. A due a due, meno uno che se ne torna da solo. Indovinate chi? S. Colloredo, I protagonisti siamo noi, Carthusia

12


Bentornato a scuola Rispondi. In quale periodo dell’anno si svolge il racconto?........................................................................................................................ Dove si ritrovano gli amici la sera?................................................................................................................................................... La frase “Margarethe è gemellata con Florence” significa: che Margarethe e Florence sono gemelle. che Florence è straniera. che Margarethe e Florence fanno parte di un progetto per favorire gli scambi culturali. che Margarethe è identica a Florence. Quali sono le caratteristiche dei vari personaggi? Da quali nazioni provengono? Completa la tabella, poi rispondi.

NOME

CARATTERISTICA

NAZIONALITÀ

Margarethe

................................................................... ...................................................................

Florence

................................................................... ...................................................................

Jordi

................................................................... ...................................................................

Luís

................................................................... ...................................................................

Aimo

................................................................... ...................................................................

Radka

................................................................... ...................................................................

Hai potuto scrivere la nazionalità di tutti i bambini? SÌ NO Hai capito da dove viene Florence? Cerchia la parola del testo che te lo fa capire. Rispondi. Chi è innamorato di Florence? Luís Aimo Radka Jordi Chi è innamorato di Margarethe? Luís Aimo Jordi Radka

Secondo te, chi se ne va da solo? Margarethe Luís Florence Jordi Come hai fatto a indovinare?

Aimo Radka

Il narratore

......................................................................................................................... .........................................................................................................................

Secondo te qual è il sentimento che vuole trasmettere l’autore? ....................................................................................................................................................................................................................

Autovalutazione Dopo la correzione collettiva, scegli la casella e colora. Ho compreso: le parole

tutte

molte

alcune

poche

il contenuto

appieno

non tutto

poco

non ho capito

Sei soddisfatto del risultato? ............................................................................................................

13


Bentornato a scuola

Riassumere: sai sintetizzare un testo? Questo è l’anno in cui perfezioni il tuo metodo di studio. Alla Secondaria i contenuti saranno più impegnativi perciò dovrai essere capace di estrarre dai vari tipi di testi i concetti fondamentali. Facciamo il punto: se ancora hai qualche difficoltà non ti preoccupare, hai davanti un intero anno per migliorare. Leggi questo testo due volte e dividilo in sequenze.

A cavalcioni sull’albero Da bambini Hassan e io ci arrampicavamo su uno dei pioppi lungo il vialetto che portava a casa mia e da lassù infastidivamo i vicini riflettendo la luce del sole in un frammento di specchio. Ci sedevamo uno di fronte all’altro su un ramo, le gambe nude a penzoloni, e mangiavamo more di gelso e castagne di cui avevamo sempre le tasche piene. Usavamo il frammento di specchio a turno, ci tiravamo le more e ridevamo come matti. Vedo ancora i raggi di sole che filtrano attraverso il fogliame illuminando il viso di Hassan: perfettamente tondo, come quello di una bambola cinese di legno, con il naso largo e piatto, gli occhi a mandorla, stretti come una foglia di bambù, giallo oro, verdi, o azzurri come zaffiri a seconda della luce. Ricordo le piccole orecchie dall’attaccatura bassa e il mento appuntito, che sembrava un’appendice carnosa, aggiunta al viso in un secondo momento. E quel labbro spezzato, un errore del fabbricante di bambole, cui forse era sfuggito lo scalpello, per stanchezza o disattenzione. Talvolta, mentre ce ne stavamo nascosti sugli alberi, proponevo ad Hassan di estrarre la sua fionda e mitragliare di castagne il pastore tedesco del nostro vicino. Lui non voleva mai, ma se io glielo chiedevo, glielo chiedevo veramente, cedeva. Non mi avrebbe mai rifiutato nulla. E la sua fionda era infallibile. Quando suo padre Ali ci scopriva, si arrabbiava - per quanto si potesse arrabbiare una persona gentile come lui - e minacciandoci con il dito ci faceva scendere dall’albero. Poi ci requisiva lo specchio. Hassan stava con gli occhi a terra, ma non mi ha mai tradito. Non ha mai confessato che tanto lo specchio quanto le castagne erano un’idea mia. Il vialetto di mattoni rossi che conduceva al cancello in ferro battuto continuava all’interno della proprietà di mio padre, terminando nel giardino sul retro della casa. K. Hosseini, Il cacciatore di aquiloni, Piemme

14


Bentornato a scuola Indica con una x quali tra le seguenti informazioni prese dal testo puoi eliminare per fare il riassunto. I pioppi si trovano lungo il vialetto. Infastidivamo i vicini riflettendo la luce del sole con uno specchio. Ci sedevamo uno di fronte all’altro. Avevamo le gambe nude a penzoloni. Hassan aveva il viso tondo, come una bambola cinese di legno. Proponevo ad Hassan di colpire il cane del vicino. Il cane era un pastore tedesco. Quando suo padre ci scopriva si arrabbiava. Ci requisiva lo specchio. Hassan non mi tradiva. Il vialetto di mattoni rosso conduceva al cancello in ferro.

NO

NO

NO

NO

NO

NO

NO

NO

NO

NO

NO

Completa le frasi. I due protagonisti sono seduti su un ....................................................... e infastidiscono ....................................................... Riflettono la ....................................................... del sole con uno ........................................................ Mangiano le ....................................................... di gelso e si divertono molto. Tirano le .................................................. con la .................................................. al ................................................... del vicino. Il padre di ....................................................... li ......................................................., li fa ............................................. dall’albero e .................................................. loro lo specchio. Hassan non ............................................. l’amico. Ora riscrivi il racconto utilizzando il minor numero di parole possibili, ma legando le frasi con i connettivi in modo che il racconto “strizzato” sia scorrevole. .................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................... Scrivi una sola frase che riassuma il contenuto del testo. ....................................................................................................................................................................................................................

Autovalutazione Confronta il tuo riassunto con quello dei compagni, poi colora le risposte giuste. Ho individuato le sequenze

6 su 6

5 su 6

4 su 6

3 su 6

Ho sintetizzato il contenuto

facilmente

abbastanza bene

a fatica

male

Sei soddisfatto del risultato? ....................................................................................................................

15


Bentornato a scuola

Esporre: come ti esprimi oralmente? Leggere, comprendere, sintetizzare, riferire oralmente: questi sono i passaggi che ti permettono di immagazzinare un testo, di farlo diventare “patrimonio” della tua mente, di salvarlo in una cartella che resterà nella tua testa per sempre, arricchendola di conoscenza. Fai il test per scoprire su quali punti dovrai ancora lavorare per migliorare l’esposizione orale, una competenza indispensabile anche nello studio. Indica con una x i completamenti giusti e leggi il tuo profilo.

1. Quando parli di fronte agli altri C - ti impappini e dici un sacco di “ehm... “. B - fai fatica a cominciare ma poi parti. A - sei sciolto e ti senti bene. 2. Se mentre stai parlando ti interrompono C - non riesci ad andare avanti. B - ti blocchi un attimo ma poi riparti. A - ti riprendi subito senza problemi. 3. Se dovessi fare una recita vorresti B - il ruolo da protagonista. C - non vorresti partecipare. A - un ruolo qualunque. 4. Parli A - guardando le persone negli occhi. C - guardando a terra. B - lasciando vagare lo sguardo di qua e di là. 5. Se non ti ascoltano C - vai avanti lo stesso, devi finire di parlare. A - ti fermi e cerchi di recuperare l’attenzione. B - cambi discorso: forse li stavi annoiando!

16


Bentornato a scuola

6. Quando parli B - gesticoli con le mani. C - sei bloccato come un pinguino. A - sei disinvolto, ti muovi, sorridi. 7. Conosci A - molte parole e le utilizzi per spiegarti con precisione. B - un numero di parole sufficienti a farti comprendere. C - poche parole, a volte ti mancano. 8. Quando la maestra ti interroga C - ti fai fare le domande. B - cominci a ripetere dal primo paragrafo e vai avanti. A - parti da dove capita, non ci sono problemi. 9. Se non hai studiato abbastanza C - vai nel panico e taci. B - sbirci le immagini del libro e cerchi di dire qualcosa. A - riporti alla mente le spiegazioni della maestra e te la cavi.

MAGGIORANZA di A

MAGGIORANZA di B

MAGGIORANZA di C

S ei un ottimo parlatore, non ti intimidisci di fronte agli altri e sei attento alle reazioni di chi ti ascolta.

S ei un discreto parlatore, sei capace di riprenderti anche quando ti mancano le parole e riesci comunque a cavartela.

S ei timido e un po’ impacciato con le parole. Rischi di andare nel pallone e di perdere il filo del discorso.

Ciascuno di noi ha dei punti di forza e dei punti di debolezza. Consolida i primi, per renderli sempre piĂš saldi e lavora sui secondi per trasformarli in nuovi punti di forza!

17


Il testo

Il racconto umoristico

NARRATIVO

Ridi piano altrimenti ci scoprono.

Prima di iniziare

Quali di questi TESTI NARRATIVI giĂ conosci?

18

Favola Fiaba Mito Leggenda Lettera Diario Autobiografia

Racconto: d’avventura realistico di fantascienza storico fantasy

fantastico umoristico horror giallo di paura


Il testo NARRATIVO trasforma fatti, racconti, pensieri ed eventi in parole. Nelle pagine seguenti scoprirai che una narrazione può essere l’esatto racconto della realtà, oppure essere completamente inventata; che può avvincere o annoiare, a seconda della bravura dell’autore, cioè della sua capacità di scrivere e di utilizzare bene le tecniche narrative a sua disposizione.

Ma quanto è divertente questo libro!

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Leggere e ascoltare testi narrativi cogliendone il senso, le caratteristiche formali più evidenti e l’intenzione comunicativa dell’autore, esprimendo un parere personale.

Obiettivo da centrare Come un detective, individuerai il tipo di testo riflettendo sul contenuto e sulle sue caratteristiche principali.

Competenza attesa L’alunno comprende un testo narrativo, riconosce alcune tecniche, individua il genere, esprime un parere.

Traguardo da raggiungere Sai riconoscere il genere di testo che stai leggendo o ascoltando, rifletti sulla tecnica e spieghi quello che pensi del contenuto.

Laboratorio di scrittura - pagg. 14 - 35

19


La MAPPA-intervista Carissima Alice, tu che sei la protagonista di un romanzo classico che tutti i bambini dovrebbero leggere prima o poi, Alice nel Paese delle Meraviglie, sapresti svelarci quali sono i segreti che rendono un TESTO NARRATIVO emozionante?

1

CI SONO LE SEQUENZE: • le sequenze narrative raccontano il susseguirsi degli eventi; • le sequenze descrittive permettono al lettore di “vedere” luoghi, personaggi, scene… stimolando così la sua immaginazione; • le sequenze dialogiche rendono più viva e spontanea la narrazione riportando direttamente le parole dei personaggi; • le sequenze riflessive mostrano le idee, i sentimenti, i pensieri, i dubbi dei personaggi o del narratore, stimolando il coinvolgimento emotivo del lettore.

C’È IL RITMO dato dall’alternanza dei vari tipi di sequenze.

2

3

20

C’È IL PUNTO DI VISTA, cioè l’interpretazione dei fatti narrati da parte dell’autore. Il testo viene per questo considerato soggettivo e può cambiare completamente se si cambia il punto di vista, cioè il soggetto che racconta.

Audio


La MAPPA-intervista 4

C’È UN NARRATORE che può essere: • interno, quando è un personaggio della storia e racconta i fatti in prima persona, in questo caso l’io è narrante; • esterno, quando non è un personaggio della storia, ma un altro narratore che racconta i fatti in terza persona, in questo caso l’io è narrato.

5

6

C’È L’ORDINE NARRATIVO che l’autore segue per raccontare i fatti. Quando si presenta una rottura tra l’ordine cronologico dei fatti e l’ordine narrativo, nella storia c’è un’anacronia. Conosci già due tipi fondamentali di anacronie: il flashback e il flashforward.

C’È UNO STILE dato dal modo di scrivere e raccontare dell’autore.

7 C’È UN INCIPIT, cioè la formula con cui si comincia una narrazione.

Un incipit ben fatto è in grado di inchiodare il lettore alla storia; è come un antipasto: se è gustoso gli farà venire una voglia matta di scoprire cosa viene dopo, se invece è insipido lo annoierà e lo spingerà ad abbandonare la lettura.

Ormai conosci Il Circolo dei Lettori... buona lettura a tutti!

Il Circolo dei Lettori Scegliete in classe uno di questi libri. Datevi un tempo per terminare la lettura a casa, poi organizzate una discussione di gruppo. L. Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie, Raffaello J. London, Zanna Bianca, Feltrinelli E. Nava, K. Mazzoleni, Sognando l’India, Piemme M. Argilli, Cento storie fantastiche, Editori Riuniti

21


L’unione fa la forza

Il cacciatore sfortunato – Prendi il fucile, Giuseppe, e vai a caccia – disse una mattina la madre al figlio. – Domani tua sorella si sposa e vuol mangiare

polenta e lepre. Giuseppe prese il fucile e andò a caccia. Vide subito una lepre che balzava da una siepe e correva in un campo. Puntò il fucile, prese la mira e premette il grilletto. Ma il fucile disse: “Pum!”, proprio con voce umana, e invece di sparar fuori la pallottola la fece cadere per terra. Giuseppe osservò attentamente il fucile, e pareva proprio lo stesso di sempre, ma intanto invece di sparare aveva detto: “Pum!” con una vocetta allegra e fresca. Giuseppe scrutò anche dentro la canna, che ci fosse nascosto qualcuno? Ma dentro la canna non c’era niente e nessuno. In quel momento la lepre di prima ripassò davanti a Giuseppe, ma stavolta aveva un velo bianco in testa, dei fiori d’arancio sul velo, teneva gli occhi bassi e camminava a passettini. – Toh – disse Giuseppe, – anche la lepre va a sposarsi. Pazienza, tirerò a un fagiano. Un po’ più in là nel bosco, difatti, vide un fagiano che passeggiava sul sentiero. Giuseppe prese la mira, tirò il grilletto e il fucile fece: “Pam!” invece di sparare. – Ma benone – disse Giuseppe che cominciava ad arrabbiarsi, – la mamma sarà contenta davvero se torno col carniere vuoto. Ricaricò il fucile con gran cura e si guardò intorno. C’era soltanto un merlo su un ramo, e fischiava come per dire: “Sparami, sparami”. E Giuseppe sparò. Ma il fucile disse: “Bang!” come i bambini quando leggono i fumetti. E aggiunse un rumorino che pareva una risatina. Il merlo fischiò più allegramente di prima, come per dire: “Hai sparato, hai sentito, hai la barba lunga un dito”. – Me l’aspettavo – disse Giuseppe. – Ma si vede che oggi c’è lo sciopero dei fucili. – Hai fatto buona caccia, Giuseppe? – gli domandò la mamma, al ritorno. – Sì mamma. Ho preso tre arrabbiature belle grosse. Chissà come saranno buone, con la polenta. G. Rodari, Favole al telefono, Edizione Einaudi

22

Audio


L’unione fa la forza

Leggo per DIVERTIRMI

Leggete insieme dividendovi i ruoli di: • narratore • Giuseppe • mamma • fucile • merlo Poi scambiateveli... buon divertimento!

Riconoscere un TESTO NARRATIVO 1 Con un tratto di matita suddividi il racconto in sei sequenze:

segui l’ordine e le indicazioni date dai titoli. 1. Giuseppe va a caccia 4. Il fagiano è salvo 2. Il fucile fa i dispetti 5. Il merlo ride del cacciatore 3. La lepre va a sposarsi 6. Il ritorno a casa 2 Se dovessi cambiare il titolo al racconto, quale tra questi sceglieresti?

U n fucile disubbidiente U na sorella capricciosa

U na mamma noiosa L o sciopero dei fucili

3 Indica con una x i completamenti giusti.

La frase “il merlo fischiava come per dire...” significa che: i l merlo parla con il cacciatore. i l merlo fischia una melodia che sembra una serie di parole. La parola “carniere” indica: una borsa per mettere la selvaggina. u n tipo di carne. 4 Chi pronuncia queste parole? Scrivilo a fianco di ogni battuta.

– – – –

Prendi il fucile, Giuseppe, e vai a caccia. ............................................................................... Toh, anche la lepre va a sposarsi. .................................................................................................. Si vede che oggi c’è lo sciopero dei fucili. ............................................................................. Hai fatto buona caccia, Giuseppe? ................................................................................................. 5 Rispondi con una x. Come si chiama la tecnica che riporta Questo testo racconta una storia: direttamente le parole dei protagonisti? che tipo di testo è? S equenza I nformativo D ialogo D escrittivo D escrizione P oetico N arrazione N arrativo

PDF

Audio

23


Il testo NARRATIVO

Incipit

Tanti tipi di incipit La fabbrica di cioccolato Questo è il signor Bucket. E questa è la signora Bucket. Il signor Bucket e sua moglie hanno un figlio che si chiama Charlie Bucket. Questo qui è Charlie. Piacere. Molto piacere. Molto, molto piacere. È molto lieto di conoscervi. Tutta la famiglia, i sei adulti (contateli pure) e il piccolo Charlie Bucket, viveva in una casetta di legno alla periferia di una grande città. Roald Dahl

Piccole donne – Natale non sarà Natale senza regali – borbottò Jo, stesa sul tappeto. – Che cosa tremenda esser poveri! – sospirò Meg, lanciando un’occhiata al suo vecchio vestito. – Non è giusto, secondo me, che certe ragazze abbiano un sacco di belle cose e altre nulla – aggiunse la piccola Amy, tirando su col naso con aria offesa. – Abbiamo papà e mamma, e abbiamo noi stesse – disse Beth, col tono di chi s’accontenta, dal suo cantuccio. I quattro giovani visi, illuminati dalla vampa del caminetto, s’accesero alle consolanti parole, ma tornarono a oscurarsi quando Jo aggiunse tristemente: – Papà non l’abbiamo e non l’avremo per un bel pezzo. Non disse “forse mai più” ma ognuna, in cuor suo, lo pensò, andando con la mente al padre lontano sui campi di battaglia.

LESSICO L’origine delle parole Incipit deriva dal verbo latino incipĕre, “incominciare”: indica le parole iniziali di un testo, di un canto o le note iniziali di un brano musicale.

Louisa May Alcott

UN COMPITO AUTENTICO PER TE La maestra vuole far scrivere un racconto ai suoi alunni, ma è a corto di idee. Aiutala tu. Vai in biblioteca, sfoglia un po’ di libri ed “estrai alcuni incipit”. Ricopiali su dei foglietti e mettili in una scatola. Serviranno come “serbatoio” da cui pescare per inventare nuove storie. E la maestra sarà contenta!

24

Pinocchio C’era una volta... – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze. Carlo Collodi


Incipit

Il testo NARRATIVO

Leggo per CAPIRE Rifletto Scegli tra le frasi proposte quelle che ti sembrano più adatte, poi completa. L’incipit è:

Rosso Malpelo Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riuscire un fior di birbone. Sicché tutti alla cava della rena rossa lo chiamavano Malpelo; e persino sua madre col sentirgli dir sempre a quel modo aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo.

un’esca per il lettore. l’inizio di un viaggio. la trama del racconto. l’inizio di una storia. la presentazione dei personaggi. un assaggio del contenuto. L’incipit è una formula iniziale con cui si comincia un ........................................................... e da cui dipenderà l’attenzione del ................ ....................................................................................

Giovanni Verga

Zanna Bianca Cupe foreste di abeti rossi s’affacciavano arcigne sulle due rive del fiume gelato. Un vento recente aveva strappato dai rami il bianco mantello di ghiaccio e nella luce dell’imbrunire gli alberi parevano appoggiarsi l’uno all’altro, neri e minacciosi. Un vasto silenzio avvolgeva il paesaggio. E il paesaggio stesso era desolato, senza vita, immobile, così solitario e freddo che neppure si poteva dire vi regnasse un senso di tristezza. Vi aleggiava un cenno di risata, ma una risata più terribile di ogni tristezza: una risata senza gioia come il sorriso della sfinge, una risata fredda come il gelo e percorsa dalla caparbia ferocia dell’infallibilità. Era l’imperiosa e incomunicabile saggezza dell’eternità, che sbeffeggia la futilità della vita e l’affanno per vivere. Jack London

Leggo per ANALIZZARE L’incipit Come ricorderai, l’incipit può essere di vari tipi: scegli per ogni titolo il tipo di incipit che presenta. Poi rispondi. • atmosferico • descrittivo • battuta di dialogo • temporale • considerazioni dell’autore La fabbrica di cioccolato: ..................................... Piccole donne: ........................................................ Pinocchio: ................................................................. Rosso Malpelo: ........................................................ Zanna Bianca: .......................................................... Quali di questi incipit ti ha fatto venire voglia di leggere il libro per scoprire che cosa accade? ..................................................................................... .....................................................................................

25


Il testo NARRATIVO

Il narratore

Il naso bagnato Prima parte

Il primo giorno di scuola non lo ricordo, ricordo invece altri giorni della prima classe, come questo. La maestra ha in mano una candela e l’accende. Chiama alla cattedra un bambino e gli dice: – Spegni. Lui ci soffia su e la fiamma muore. La maestra accende di nuovo la candela e 5 chiama un altro bambino a spegnerla. E quello soffia. A uno a uno usciamo tutti dal banco e andiamo a spegnere la fiammella. Dice ora la maestra: – Noi abbiamo fatto così « f ». – E con un pezzo di gesso traccia una grande effe sulla lavagna. Quel giorno scriviamo pagine e pagine di effe. Anche oggi, quando mi accorgo di pronunciare la effe, vedo la fiamma che si spegne. Seconda parte

10 Per le tabelline non c’era invece un «metodo»: si dovevano mandare a memoria e su questo la maestra era intransigente, “Per il nostro bene” diceva. Ed erano purtroppo d’accordo anche le mamme. Tutti i giorni interrogazione generale. Chi rispondeva esatto e con più sicurezza era premiato con l’incarico di bagnare il naso a chi aveva sbagliato. Quel dito umido di saliva era schifoso e umiliante. Terza parte

15 Toccò anche a me un giorno quell’incarico. – Forza, allora! Bagna il naso ai somari! – disse la maestra. Fra i somari c’è Baldo, il mio amico, che mi fissava con gli occhi rassegnati. L’idea mi venne proprio da lui: finsi di bagnare il dito e gli toccai solo il naso. Mi venne da sorridere ma mi trattenni e la maestra non mi scoprì. Ora anche 20 Baldo, quando gli capita, fa lo stesso; da quella volta, anche altri. Ma non tutti. Qualcuno quando riesce ad avere quel piccolo potere dà leccate di rabbia senza pietà. Non ci sono amici per lui in quel momento: è «bravo», ha vinto. M. Lodi, Il corvo, Giunti Marzocco

26


Il narratore

Leggo per CAPIRE

Il testo NARRATIVO

Comprendo le parole Indica con una x i completamenti giusti, poi completa. “La maestra era intransigente” (riga 11) significa che la maestra dava brutti voti. era inflessibile. dava buoni voti.

era impreparata.

L’ espressione “Ed erano purtroppo d’accordo anche le mamme” (righe 11-12) si riferisce al fatto che le tabelline dovevano essere studiate a memoria. anche le mamme erano intransigenti. le mamme erano d’accordo con i bambini. Nella prima parte del testo la maggioranza dei verbi sono declinati all’indicativo imperfetto. presente. passato remoto. trapassato prossimo. Nella seconda parte all’indicativo ........................................, nella terza parte all’indicativo .........................................

Rifletto Rispondi sul quaderno. Nella frase “Chi rispondeva esatto era premiato con l’incarico di bagnare il naso a chi aveva sbagliato” di quale gesto si parla? Pensi anche tu, come il protagonista, che fosse un atto umiliante? Secondo te, come si sentivano i bambini chiamati “somari” ? Perché il protagonista finge di bagnarsi il dito? Perché altri bambini invece approfittano di quel piccolo potere?

Leggo per ANALIZZARE Narratore esterno o interno Il narratore può essere interno alla storia: di solito si tratta del protagonista che racconta quello che gli accade in prima persona. In questo caso l’io è narrante. Oppure il narratore può essere esterno alla storia, quindi narra in terza persona gli avvenimenti. In questo caso l’io è narrato, cioè raccontato da qualcun altro. Indica con una x l’affermazione giusta. In questo racconto l’autore usa l’io narrante. In questo racconto l’autore usa l’io narrato. Completa le frasi trasformando il testo da io narrante a io narrato, poi rispondi. Riga 1 - Il primo giorno di scuola non lo ricorda, ............................ invece altri giorni della prima classe. Riga 5 - A uno a uno ............................ tutti dal banco e ............................ a spegnere la fiammella. Riga 15 - Toccò anche a ............ un giorno quell’incarico. Riga 17 - Fra i somari c’era Baldo, il ............ amico, che ............ fissava con gli occhi rassegnati. Riga 18 - L’idea ............ venne proprio da lui: ......................... di bagnare il dito e gli ......................... solo il naso. Riga 19 - ............ venne da sorridere ma ............ trattenne e la maestra non ............ scoprì. Quali parti della frase hai modificato? Verbi

Pronomi personali

Articoli

Nomi

27


Il testo NARRATIVO

Si parte 5

10

15

20

25

Le sequenze

Leggo per DIVERTIRMI

Il fatidico giorno della partita arrivò. Francesco, così come Lorenzo, stentava a posizionarsi nel pulmino. Poi il primo decise di sistemarsi nei posti in fondo e Lorenzo un paio di file più avanti, vicino a Marco, dove trovò un sedile libero. – Posso? – Vuoi metterti qui? – Sì. È un viaggio molto lungo? – si informò Lorenzo. – Vuoi la verità? Io a Ovodda non ci sono mai stato e non è che figurasse nella lista dei miei desideri – Lorenzo gli sorrise. Davanti a loro, invece, Alberto e Giovanni cercavano confusamente e rumorosamente di infilare gli zaini sotto le proprie gambe: a uno cadde il telefono, l’altro urtò Andrea con il braccio mentre passava per andare al suo posto. – Ita ses faedi? – disse Andrea. – Cosa hai detto? – gli chiese Lorenzo. – Tu vieni dal Continente, vero? Gli ho detto “che cosa stai facendo, non lo vedi”? E finalmente partirono. Francesco viaggiava silenzioso e in disparte, con le cuffiette infilate nelle orecchie per ascoltare la musica. Marco e Federico sgranocchiavano patatine sporcando il sedile di briciole e Andrea e Riccardo si raccontavano le loro avventure estive. Alcuni guardavano fuori dai finestrini manifestando un po’ di curiosità: – Sembra un posto d’altri tempi, del passato... – fece Dario. – Del passato? Del passaggio delle pecore vorrai dire! – esclamò Giovanni. – Eccole, guarda!

Leggi prima il testo completo e poi eliminando le sequenze descrittive. Quale versione preferisci?

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto

Rifletto

Vero o Falso? Indica con una x. I bambini viaggiano in treno. Il racconto si svolge in Sardegna. Tutti i bambini conoscono la Sardegna. Lorenzo capisce il dialetto. Viaggiano su una strada sterrata. Il pulmino si ferma a causa delle pecore. I finestrini del pulmino sono aperti.

28

V F V F

Cerca le informazioni implicite: indica le righe che ti forniscono l’indizio utile per trarre le seguenti conclusioni.

V F

• Andrea è sardo. (riga .............)

V F

• Lorenzo è di Torino. (riga .............)

V F

• L’autista del pulmino si chiama Sergio. (riga .............)

V F

• I bambini sono una squadra sportiva. (riga .............)

V F

• La strada è poco frequentata. (riga .............) • Il viaggio è più lungo di 30 km. (riga .............)


Le sequenze

Il testo NARRATIVO

Erano tantissime, un gregge intero che attraversava la strada per andare a pascolare dall’altra parte. L’invasione ovina impose al pullmino una fermata obbligata. Sergio inchiodò il pedale del freno e i passeggeri fecero un piccolo balzo in avanti. A Marci andarono di traverso le patatine: – Come accidenti freni, Sergio! Le pecore procedevano lente, il cane che le seguiva scodinzolava e il pastore alzò il braccio in segno di saluto, poi dopo un’occhiata alle scritte del pullmino urlò un complice “Fortza Casteddu!” – Vedi che spettacolo Lorenzo? Altro che Torino! – gli fece Marco – Di’ la verità, tu un gregge non l’hai mai visto! – Forse... – Ma che forse e forse, no, non l’hai mai visto! Anche questa è Sardegna, impara a conoscerla. Il veicolo sprigionava un caldo infernale e aprire i finestrini era impensabile, avrebbero mangiato manciate di polvere, che si alzavano dalla strada sterrata al loro passaggio. I ragazzi cominciavano a lamentarsi: – Che pazzia arrivare sin quassù! Ormai viaggiavano da parecchio e il paesaggio intanto era cambiato: ampi boschi, foreste di querce e lecci, macchie di castagno e roverella che al passaggio delle nuvole si incupivano gettando grandi ombre. Negli ultimi trenta chilometri il pulmino aveva incontrato solo due automobili, dando così ai ragazzi l’idea di un luogo ancora più lontano e isolato. Finalmente entrarono nell’abitato di Ovodda. A. Latini, L’estate di una Primavera rossoblu, Condaghes

Leggo per ANALIZZARE Le sequenze descrittive Ogni parte colorata rappresenta una sequenza descrittiva: formula una domanda legata al contenuto di ogni sequenza. 1. ...................................................................................................................................................................................................... 2. ...................................................................................................................................................................................................... 3. ...................................................................................................................................................................................................... 4. ...................................................................................................................................................................................................... 5. ......................................................................................................................................................................................................

29


Il testo NARRATIVO

MORFOLOGIA

Che cosa sono le parole evidenziate nel testo? Analizzale sul quaderno. Tra queste ce n’è una che svolge una funzione diversa da tutte le altre. Hai scoperto qual è? Grammatica RAF pagg. 42-44

Le sequenze

Una lotta persa Mi feci piccolo piccolo. Una gran risata esplose nella classe. Non era una risata allegra. Non era come quando si ride per una buona barzelletta. Erano risate beffarde. Ridevano di me. Negli ultimi tempi capitava sempre più spesso. Troppo spesso. Mi accorsi che gli occhi mi si inumidivano. Lottai contro le lacrime. Ero furioso. Non volevo piangere. Non di nuovo. Quelli mi avrebbero deriso ancora di più. Cercai di resistere con tutte le mie forze, anche se sapevo che era una lotta persa in partenza. Ogni volta che voglio cacciare via le lacrime, che mi sforzo di inghiottirle, le maledette vengono giù peggio che mai. Sonia, che sta due file davanti a me, si alzò dal banco, corse vicino a me e mi appoggiò una mano sul braccio per consolarmi. Era molto gentile e coraggioso da parte sua, ma mi fece piangere ancora di più. Avrei voluto abbracciarla e stringerla forte. Invece la spinsi via, passai di corsa accanto a lei e uscii dalla classe. Sbattei la porta alle mie spalle per non essere costretto ad ascoltare le risate degli altri. Corsi fuori. Diluviava. Mi inzuppai immediatamente, ma ero contento: così nessuno poteva vedere le mie lacrime. K. P. Wolf, Stefano e i dinosauri, Piemme Jr

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Rispondi sul quaderno. Dove e quando accadono i fatti? Chi sono i personaggi che deridono il protagonista? Perché il protagonista rifiuta l’aiuto di Sonia?

Rifletto Rispondi e confrontati con i compagni. Nel testo si capisce perché il protagonista viene deriso? Fai delle ipotesi su cosa potrebbe essergli accaduto.

30

Leggo per ANALIZZARE Le sequenze descrittive Nel brano prevale la descrizione dei sentimenti che prova il protagonista. Circonda nel testo le sequenze indicate con i colori corrispondenti: • la circostanza che lo fa soffrire; • la sua reazione a tale circostanza; • la sua reazione all’intervento della compagna.


Un posto da lupi

Le sequenze

Il testo NARRATIVO

Enzo e Pietro erano in un punto dove il bosco si diradava e apparivano, tra i cespugli, grigie rocce spugnose. Sulla destra, la grande verde parete di un dirupo. S’udiva il risonante scroscio di un torrente. Pietro mormorò: – Posto da lupi questo. Se tu fossi un lupo, non ti nasconderesti qui? – Io... io non so – disse Enzo. – Prova a vedere lassù – disse Pietro. Enzo s’avviò inerpicandosi per la china e raggiunse una specie di terrazzo roccioso e chiuso dalle pareti di un dirupo. Riprese a camminare adagio, con le felci che frusciavano a ogni suo passo. Poi si fermò e levò gli occhi alla sommità del dirupo. Certo, se il lupo s’era nascosto là, aveva sbagliato perché da quel posto non si poteva andare da nessuna parte. Enzo camminò verso la parete di roccia, poi... s’immobilizzò. Annusò l’aria. C’era qualcosa di diverso. Odore di lupo. Fu percorso da un brivido improvviso. Trattenne il respiro. Lo prese l’impulso di scappare, di buttarsi a correre gridando. Tremante non si mosse. Fiutò ancora l’aria e si sentì più calmo. Quell’odore non c’era più. Doveva essere stata una sua impressione... forse un pezzo di legno che marciva. Sì, l’unica cosa da fare era tornare. M. Milani, L’ultimo lupo, Piemme junior

Leggo per ANALIZZARE Le sequenze riflessive Rispondi. Che cosa significa riflettere? .......................................................................................... Tu rifletti qualche volta? Quando? ............................................................................... Indica con una x i completamenti giusti. Nel brano che hai letto sono state evidenziate delle sequenze. Secondo te: le sequenze evidenziate in arancione sono narrative. descrittive. Quelle evidenziate in verde sono narrative.

descrittive.

riflessive.

dialogiche.

riflessive.

dialogiche.

Nel brano è presente una sequenza in cui viene descritta l’emozione provata da Enzo: individuala e sottolineala. Poi rispondi. In questo brano si alternano diversi tipi di sequenze: come rendono la narrazione? Dinamica e avvincente

Noiosa e statica

Confusionaria

31


Il testo NARRATIVO

In viaggio

Le sequenze

...............................................................................................................

LESSICO Che significa, secondo te, la parola “cementaro“ inventata da Enrico?

Enrico, il papà di Andrea, distoglie per un attimo lo sguardo dalla strada, cerca il pulsante del condizionatore e lo preme. Il ronzio cessa. ...............................................................................................................

– Perché hai spento, papà? – gli chiede Andrea. – Fa caldo. L’uomo sorride, abbassa i finestrini dalla station wagon e l’aria irrompe nell’abitacolo. – È un caldo buono, profumato. Lo senti? ...............................................................................................................

Il bambino si stringe nelle spalle. Annusa odori, più che profumi, un misto di sentori sconosciuti. Guarda fuori. La luce è forte, quella di un pomeriggio d’estate. Forte e gialla. La macchina corre in un mare di grano. Lui non ha mai visto una distesa simile, dorata, accarezzata da un vento secco che la fa muovere come se fosse davvero la superficie di un oceano strano, creato da uno di quei pittori che si divertono a cambiare i colori, a trasformare la realtà con la fantasia. La strada deserta si srotola davanti a loro, stretta, come se si fosse fatta minuscola per non disturbare le piante, vere dominatrici di quel mondo. ...............................................................................................................

Enrico rallenta, si rilassa sul sedile, si sgranchisce le vertebre del collo. – Siamo quasi arrivati – dice. – Quanti papaveri! – osserva suo figlio. – E poi ci sono anche quei fiori piccoli, sembrano margherite dai gambi alti. – È camomilla, quella. – Camomilla? Qui? – Perché, credevi che nascesse nei banchi del supermercato? – L’uomo sorride. – No, ma... non so, pensavo che venisse dall’estero, da lontano. Come il caffè o il tè. – Sei proprio un cittadino, un cementaro. – Cementaro è una parola che hai inventato tu. – Però rende l’idea. La campagna praticamente non la conosci, e non sai cosa ti perdi. Hai visto quanto è bella? – Sei tu che non mi ci porti.

32


Le sequenze

Il testo NARRATIVO

...............................................................................................................

Il papà di Andrea annuisce. È vero, non ce lo porta. Andrea ha dieci anni e conosce bene solo la città e il mare, dove di solito vanno in vacanza. A Lancimago non c’era venuto mai; e dire che le sue radici sono qui. Qui dove sono nati suo padre, suo nonno, il suo bisnonno e chissà, nei secoli, quante generazioni prima di loro. Qui dove Enrico torna ogni anno ai tempi della mietitura. ...............................................................................................................

Ai lati della strada cominciano a infittirsi le fattorie e compaiono le prime case del borgo. Infine, il paese vero e proprio, un migliaio di abitanti o poco più. Linde e pretenziose villette contrastano con gli edifici più vecchi, file di case attaccate l’una all’altra, sulla via che taglia l’abitato come prima tagliava le distese di grano. ...............................................................................................................

– Lì c’era un campo di cocomeri, quand’ero piccolo – dice Enrico, indicando il parcheggio del supermercato. – E là, dove ci sono quelle palazzine, era tutta una vigna. Si è ingrandito questo posto. Si ingrandisce ogni anno di più. ...............................................................................................................

Ad Andrea pare invece piccolo, piccolissimo. Non sa immaginare come doveva essere quando suo padre era bambino. E non sa come sia viverci, in un posto così. ...............................................................................................................

L’automobile infila una stretta stradina polverosa. Nel cortile un cane scodinzolando gli corre incontro. E. Baldini, A. Fabbri, Quell’estate di sangue e di luna, Einaudi

Leggo per ANALIZZARE La tipologia di sequenze Il racconto è diviso in sequenze: scrivi sui puntini se si tratta di una sequenza dialogica, narrativa, descrittiva o riflessiva. Indica con una x il completamento giusto. Le sequenze narrative Le sequenze dialogiche riportano le emozioni dei personaggi. esprimono le idee del narratore. raccontano i fatti. riportano le parole dei personaggi. Le sequenze descrittive Le sequenze riflessive arricchiscono la narrazione. confondono il lettore. rendono noiosa la narrazione. esprimono le idee dei personaggi.

33


Il testo NARRATIVO

Il punto di vista

Racconti a confronto

Una signora crudele

Leggo per DIVERTIRMI

Come sarà la voce del ragno? Chissà... Leggi una prima volta poi inventa tu una voce da ragno e leggi come se fossi lui.

Egregio signore, sono un vecchio ragno e sono vissuto finora proprio alle sue spalle, dietro il busto di gesso di questo strano personaggio con due facce che mi sembra si chiami il dio Giano. Però non è del dio Giano che voglio parlarle, ma della mia vecchia e povera persona. Ero un bel ragno grasso e nero ai miei tempi, ma sono stato ridotto così dalle continue battaglie che ho dovuto sostenere con la di lei moglie che ogni mattina distruggeva con un solo colpo di scopa le mie pazienti creazioni nel campo della tessitura. Se lei fosse un pescatore e un pescecane le distruggesse tutte le mattine la rete, come farebbe a vivere? Con questo non voglio paragonare la sua signora a un pescecane. Ma insomma, mi sono dovuto ridurre a dare la caccia ai moscerini in libreria e mi sono accampato in un piccolo rifugio, dietro la testa del dio Giano, che non se ne lamenta troppo. Così sono invecchiato. Le mosche sono sempre più rare, con tutti gli insetticidi che hanno inventato. Vorrei pregare la sua signora di lasciarne vivere almeno due o tre la settimana, di non farle morire proprio tutte. Ma so che questo è impossibile: la sua signora odia le mosche perché le sporcano le tovaglie e i vetri delle finestre. Perciò ho deciso di lasciare questa casa e di trasferirmi in campagna. Là, forse, troverò da vivere. Ho ricevuto un messaggio da alcuni miei amici che vivevano in solaio e sono emigrati in giardino: si trovano bene e mi invitano a raggiungerli. Sì, signore, ce ne andiamo tutti. I ragni lasciano le case degli uomini, perché non vi trovano più cibo. Me ne vado senza malinconia, ma volevo prima salutarla.

Ragno Ottozampe

G. Rodari, Prime fiabe e filastrocche, Emme Edizioni

34


Il punto di vista

Il testo NARRATIVO

Un ragno invadente

Quell’orribile ragno mi ha rovinato la vita. Sono anni che lo rincorro, lo cerco, lo aspetto vicino al busto di gesso dietro cui si nasconde. Ho consumato sei scope solo per distruggere le orribili ragnatele che tesse ogni notte tra un angolo e l’altro del soffitto. Siccome è furbo e si nasconde nei piccoli rifugi dietro alla testa del dio Giano, ho cercato di farlo morire di fame. Ho acquistato gli insetticidi più potenti e moderni per far sparire mosche e moscerini. Non è bastato. Mi sono accorta, scorgendolo per qualche istante mentre correva a nascondersi, che è dimagrito, ma resiste. Spero che prima o poi si decida ad andarsene, magari a trasferirsi in giardino dove c’è una comunità di ragni che non dà fastidio a nessuno. Sicuramente non mi verrebbe in mente di salutarlo, anzi, farei i salti di gioia! Leggo per ANALIZZARE Il punto di vista Il punto di vista è la prospettiva scelta dal narratore per narrare una storia. Rispondi con una x. Quale punto di vista ha assunto Quale punto di vista ha assunto l’autore del testo Una signora crudele? l’autore del testo Un ragno invadente? Il punto di vista della signora Il punto di vista della signora Il punto di vista del ragno Il punto di vista del ragno Il punto di vista delle mosche Il punto di vista delle mosche

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole: Una signora crudele Cerca e sottolinea l’espressione “le mie pazienti creazioni nel campo della tessitura”, poi sostituiscila con una sola parola che abbia lo stesso significato: ..........................................

Capisco il racconto: Una signora crudele Rispondi, poi indica con una x.

SCRIVO Ora tocca a te: racconta la situazione assumendo il punto di vista delle mosche e dei moscerini.

E tu da che parte stai? Fai un’indagine in classe per vedere chi parteggia per il ragno e chi per la signora.

A chi scrive il ragno? ....................................................................................................................... A chi si riferisce l’espressione “la mia vecchia e povera persona”? Alla padrona di casa Al ragno Al padrone di casa La donna viene indicata in due modi. Quali? ..........................................................................

Rifletto sul testo: Un ragno invadente Scegli la frase che, secondo te, spiega meglio il contenuto del brano. La signora prova compassione per il ragno. La signora vive il rapporto con il ragno come una sfida. La signora detesta il ragno.

35


Il testo NARRATIVO

L’ordine narrativo

La camicetta dei ricordi Il mattino Cassie si svegliò che il sole era già alto e restò seduta sul letto, pensando. – Cass – la chiamò la mamma, dabbasso. – Sei in ritardo. Stai bene? – Sto benissimo! – gridò Cassie di rimando. – Avrò bisogno del tuo aiuto – disse salendo le scale. Si fermò sulla soglia. – Stasera arriva la Nonna. Potresti metterti la camicia che ti ha regalato, quella ricamata. Le farebbe piacere. Cassie annuì. La mamma la scrutò con occhi acuti e luminosi come quelli di Nonna, ma non disse nulla e, dopo un istante, se ne andò. Lentamente Cassie si diresse verso l’armadio, prese una camicia azzurra di jeans e la sollevò, guardando tutti i ricordi che Nonna aveva ricamato per lei. Un grande albero, il suo albero della vecchia casa. Una rosa, quella che lei e Nonno avevano coltivato insieme. – Dannata rosa! – aveva urlato una volta Nonno e, notando lo sguardo sorpreso di Cassie, le aveva spiegato: – I fiori hanno bisogno di parole rudi. Tutte le cose hanno bisogno di parole rudi, di tanto in tanto. Una barchetta a remi, azzurra: lei e Nonna avevano remato insieme sul lago, chiacchierando e lasciandosi scorrere l’acqua fra le dita, osservando le tartarughe che prendevano il sole e si tuffavano al loro avvicinarsi.

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Osserva i ricordi di Cassie, confrontali con il racconto, poi metti una x sugli errori.

36


L’ordine narrativo

Il testo NARRATIVO

Una scatola di dolci legata con un fiocco rosso. Cassie sorrise, ripensando ai cioccolatini che lei e Nonna avevano sempre mangiato di nascosto. Una volta - erano sul sedile posteriore dell’auto di mamma - si erano abboffate di cioccolatini tiepidi, di quelli che si squagliano in bocca. – Che cosa state mangiando? – aveva indagato mamma. – Ricordate, niente spuntini prima di cena. La Nonna aveva risposto tutta seria: – Lo sappiamo, Kate. Sono soltanto un po’ di gambi di sedano e carote – aveva aggiunto, facendo quasi strozzare Cassie. – Ma non sento sgranocchiare! – aveva insistito mamma, tentando di guardarle nello specchietto retrovisore mentre loro due scoppiavano a ridere, felici di avere un segreto tutto loro. Sospirando, Cassie infilò la camicetta e si guardò nello specchio. P. MacLachlan, Un’estate particolare, Mondadori

Leggo per ANALIZZARE Le anacronie Rispondi. Qual è l’oggetto che ha scatenato i ricordi di Cassie? .................................................................................................. Questi episodi sono avvenuti: mentre la ragazza guarda l’oggetto. nel passato. Come si interrompe il ricordo? .................................................................................................. Ricordi qual è il nome di questa tecnica?

LESSICO L’origine delle parole Anacronia (s.f.) deriva da anacronismo dal greco ανά “contro” e χρõνος “tempo”. Situazione in cui si pongono certi fatti in tempi in cui non sono avvenuti.

..................................................................................................

SCRIVO Cerca un oggetto che ti sta a cuore, magari un gioco di quando eri piccolo; chiudi gli occhi e riporta alla mente tutte le cose che ci facevi, le situazioni in cui lo utilizzavi, le persone che erano con te; poi scrivi quello che hai visto. Puoi decidere se farlo in prima o in terza persona. Comincia così: Prima persona Mentre riordinavo la camera ho ritrovato... Guardandolo... Terza persona Mentre (... il tuo nome) riordinava la camera ha ritrovato... Guardandolo...

37


Il testo NARRATIVO

L’ordine narrativo

Il compleanno di Tom I miei oggi staranno sotto lo stesso tetto. Mi festeggeranno. Saranno contenti. Oggi infatti è il mio compleanno. A casa trovo la vera sorpresa. Ci sono i nonni con un regalo veramente super, la mountain bike. C’è lo zio Franco con un pacco enorme, che contiene un altro pacco e poi un altro ancora, finché, scartando, scartando, trovo una busta con i soldi dentro. Zio Franco è troppo forte. Ci sono anche zia Marina, i nonni dalla parte di papà, un’amica della mamma, e c’è la mamma tutta vestita elegante, che sembra una regina. Ha fatto una torta speciale e i bignè al cioccolato. E tutti dicono: – Lidia, che brava! Mi sento orgoglioso di avere una mamma così. E poi arriva papà. Anche lui è vestito elegante, e ha un pacco enorme. Io lo scarto con il cuore che batte forte: ma che mi avrà regalato papà? È un aereo da montare. Come quelli di Martin. Sono così contento che gli salto al collo. – Non sapevo che ci tenesse tanto agli aerei – dice zia Marina, che è sempre un po’ polemica. Lei mi ha portato un modellino di Ferrari Testarossa. – Ma noi uomini parliamo, vero Tom? – dice papà. – Perché, invece con me non parla? – insiste zia Marina. Adesso ho un po’ paura che succeda qualcosa. E se la mamma si arrabbierà? E se manderà via il papà? E se papà andrà via davvero, magari prima che io riesca a spegnere le candeline? Invece la mamma è allegra e dice: – Marina, lascia perdere. Gianni, vuoi un bignè? E il papà, con un bignè in mano, si siede accanto al nonno. Per un attimo penso che forse i miei si sono riappacificati, ma poi vedo che se ne stanno uno qua l’altra là. E poi non si vedono più da mesi. Oggi sono tutti e due qui per me, è chiaro. La mamma spegne le luci, perché arriva la torta con le candeline. E in quei pochi istanti di buio io penso che fino a ieri ero solo un bambino di nove anni e vedevo le cose in un altro modo. Ma ora ne ho dieci ed è tutto cambiato. In un attimo ripenso a quello che io e Martin abbiamo immaginato per il nostro futuro. Avremo una casa tutta nostra e ci vivremo da soli. Martin farà il pilota, e forse anch’io. Allora andremo a vivere nelle isole Samoa, quegli sputini in mezzo all’oceano. Perché pare che in quegli sputini lontani ci siano ancora dei tesori sepolti dai pirati. Tesori tutti da scoprire. E io questo lo vedo bene, adesso che non mi fa più paura andarmene lontano. Perché non sono più un bambino. Sono un ragazzo. P. Zannoner, Il grande Martin, Mondadori

38


Il testo NARRATIVO

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Indica con una x i proseguimenti giusti. I genitori di Tom sono Martin è separati. il nonno di Tom. separati ma amici. il padre di Tom. divisi. un amico di Tom. sposati. lo zio di Tom.

Leggo per ANALIZZARE Le anacronie Il racconto contiene due anticipazioni. Sottolineale nel testo e rispondi. La prima rappresenta: un desiderio del protagonista. la paura del protagonista. La seconda rappresenta: progetti su un futuro possibile. un sogno per il futuro. Ricordi qual è il nome di questa tecnica? .............................................................................................

Rifletti Quali emozioni prova Tom durante la festa? Cancella quelle che secondo te sono sbagliate. • gioia • rabbia • orgoglio • ansia • paura • dolore • sollievo • curiosità • frustrazione • delusione

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Il protagonista vuole girare il mondo da grande. Aiutalo a ripassare le principali formule di saluto e di presentazione in inglese preparandogli una scheda che lo aiuti a studiare. Se hai la fortuna di avere in classe compagni che provengono da altri Paesi potrai chiedere loro di aiutarti a tradurre, rendendo la scheda internazionale!

39


Il testo NARRATIVO

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi accompagnando con un’espressione del viso e un gesto ogni battuta di dialogo.

40

Lo stile

Una parola che fa paura Qualche giorno dopo vidi dei compagni che confabulavano e ripetevano il nome di Alex. Mi avvicinai per ascoltare. – È vero, me l’ha detto mio fratello – disse Luigi. – lo non ci credo – rispose Daniel. – Io sì, va in giro con lo zaino dell’anno scorso! – intervenne Giovanni. – Dillo anche a lui, allora – suggerì Daniel, indicando me. – Alex è tuo amico, vero? – mi domandò Luigi. – Certo – risposi io. – E non lo sai che Alex è povero? – continuò Luigi. – Povero? Ma dai... Cosa vuol dire povero? – Questo, che è diventato povero! Tutta la sua famiglia è povera. Non hanno neppure i soldi per pagare la mensa... – E tu come lo sai? – chiesi incredulo e perplesso. – Mio fratello. Lui frequenta le medie, queste cose le sa. – È un bugiardo – gridai. Arrivò la maestra e la disputa finì. Chissà perché, quel giorno la parola povero mi sembrò un’offesa. Come dire a qualcuno una parolaccia. Come volerlo criticare e colpire nel profondo. Forse perché ancora non lo sapevo cosa significava veramente e pensavo a qualcosa di molto negativo. “Povero... Alex è povero” mi ripetevo. “Tutta la sua famiglia è povera”.* Sapevo che nel mondo ci sono i poveri, ma me li immaginavo come straccioni e mendicanti. Li pensavo poi lontani, dall’altro capo del mondo. Persone con cui noi non potevamo mai parlare. Che c’entrava quindi il mio amico Alex? Organizzai presto una nuova riunione con gli amici, a casa mia, per fare il punto della situazione e informarli su quello che mi era stato detto. – Nessuno ha più visto Alex in giro, vero? – domandò Toni. – Questo è sicuro – rispose Fabio. – Pare proprio che resti a casa. – Sì, ma a casa di Alex è tutto normale – riferii. – Io ho sentito mia madre dire – intervenne Paolo – che il padre di Alex è stato licenziato. – E cosa aspetti a dirlo!? Questo spiega tutto! – esclamai. – Allora è per questo che non hanno soldi. Sono diventati davvero poveri! – commentò Federica. – Chissà perché lo hanno licenziato. Forse lavorava male – insinuò Fabio. – Mia madre ha detto che la ditta dove lavorava ha chiuso – raccontò * Riportare le parole che i personaggi si dicono “nella mente”: si chiama monologo interiore.


Lo stile

Il testo NARRATIVO

Paolo – e la signora ha commentato: “Tutta colpa della crisi economica”. – Crisi economica! E che cos’è? – domandai. – Anche mio padre lo dice ogni tanto – aggiunse Fabio, – quando è arrabbiato: “Ci mancava solo la crisi economica”, dice. – Insomma, Alex non può più uscire con noi per colpa di questa crisi economica – dissi. – Almeno sapessimo che cos’è! – osservò Federica. – Così potremmo aiutarlo. Rimanemmo tutti zitti, a rimuginare su quelle parole misteriose, almeno per un minuto, e fu un minuto parecchio lungo. M. Strianese, L’altalena della felicità, Raffaello

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Rispondi. Di che cosa parlano i bambini? ............................................................................... Perché il protagonista all’inizio pensa che la parola “povero” sia un’offesa? .......................................................................................................................................... Che cosa è successo a casa di Alex? ......................................................................

Rifletti Completa con i legami logico-causali: a causa • di conseguenza • quindi La ditta dove lavorava il papà di Alex ha chiuso .......................................... della crisi economica, ........................................ il papà di Alex è stato licenziato.

LESSICO L’origine delle parole Crisi (s.f.) deriva dal latino crisis, “scelta”. Significa cambiamento drammatico e stressante. Discuti insieme ai tuoi compagni il significato dell’espressione crisi economica.

Alex e la sua famiglia ............................................................ sono diventati poveri.

Leggo per ANALIZZARE Il discorso diretto In questo testo qual è la parte più “significativa”? Quella del narratore Quella descrittiva

Quella del discorso diretto Quella del discorso indiretto

Secondo te come possono fare i compagni ad aiutare Alex? Tu che cosa faresti?

Indica con una x le affermazioni che ritieni vere. Il nome di chi parla è indicato quasi sempre dopo la battuta. Il dialogo dà ritmo al racconto. Il dialogo rende noioso il racconto. Il nome di chi parla è indicato prima della battuta.

41


Strizzo il testo

Ricordi come si fa a strizzare un testo narrativo come si deve?

Per strizzare un testo come si deve bisogna: 1 Leggere con attenzione tutto il brano

2 Individuare le sequenze 3 Cancellare le informazioni non essenziali per ogni sequenza 4 T rasformare nelle sequenze dialogiche i discorsi diretti in indiretti e strizzarli 5 Rielaborare le parti rimaste riportando i contenuti essenziali 6 Collegare le frasi con i connettivi adeguati 7 R ileggere il prodotto finale per valutare se è coerente e completo

Rifletti sulle indicazioni, poi continua a strizzare il testo motivando le tue scelte.

Estate in campagna Quella mattina pioveva. Mentre camminavo lungo il ciglio della strada*, venivano fuori le rane dai fossi a godersi la pioggia.* Così ho cominciato a prenderle e a metterle dentro un sacchetto. Poi sono passato davanti alla casa dei gemelli Gasdia e insieme ci siamo incamminati verso la scuola. – Che cos’hai nel sacchetto? – ha chiesto Mino. – Rane – ho risposto. – Rane? Per farne che? – Uno scherzo a Tito? – ha chiesto Lele. Ci ho pensato un attimo. Tito crede a tutto. Una volta in classe gli ho detto: “Ehi, Tito, giù in strada c’è una giraffa che passa in automobile!” e lui si è alzato dal banco per affacciarsi alla finestra. La maestra strillava: “Tito dove vai?” e lui ha risposto “A vedere la giraffa in automobile!” (1) Così lì per lì mi è venuto da proporre: – Gliele mettiamo nello zaino! Mino e Lele hanno iniziato a ridere come pazzi. Questo mi ha fatto capire che l’idea era veramente buona. (2)

42

Quella mattina pioveva. Mentre il protagonista camminava venivano fuori le rane dai fossi. Le ha messe in un sacchetto. Quindi, con i gemelli Gasdia si è incamminato verso la scuola. *queste due osservazioni arricchiscono la narrazione ma non sono indispensabili.

Poco dopo uno dei gemelli ha proposto di usare le rane per fare uno scherzo a Tito.

Tito crede a tutto perciò il protagonista ha deciso di mettergli le rane nello zaino. 1) È un aneddoto che dimostra che Tito è credulone, ma non è essenziale per la narrazione. 2) Il fatto che Mino e Lele approvino non cambia la narrazione.


Infilargli le rane dentro lo zaino è stato facilissimo. Mi sono avvicinato e gli ho detto: – Ciao Tito. Che pioggia, eh? È così forte che insieme all’acqua vengono giù anche le rane! Dovresti stare attento! Mentre gli dicevo così, alle sue spalle Mino e Lele gli hanno infilato nello zaino tutte le rane. – Ma dove sono? – ha chiesto Tito levando il naso in aria. – Quelle si infilano dappertutto – ho risposto io – aspetta che ti chiudo lo zaino se no ti entrano dentro. – Mino e Lele sono scappati via sghignazzando e io ho dovuto fare uno sforzo per non scoppiare a ridere. (3)

Strizzo il testo

Mentre pioveva i gemelli gli hanno infilato le rane nello zaino.

Continua tu.

Quando è suonata la campanella siamo entrati in classe. E quando sono cominciate le lezioni, dallo zaino di Tito sono uscite le rane. Dopo è successo il finimondo: le femmine urlavano, la maestra è saltata in piedi sulla cattedra, i maschi si buttavano per terra per fare a gara a chi ne prendeva di più. È stato uno spasso. Quando i bidelli sono riusciti ad acchiappare tutte le rane, la maestra ha detto con voce terribile: – Fuori il colpevole! Fra i banchi si è alzata una mano. Era Tito. – Non è colpa di nessuno, maestra – ha detto tra il silenzio generale. – Stamattina piovevano rane e me ne devono essere entrate nello zaino, dato che era aperto! Dopo di che la maestra mi ha guardato. Per lo sforzo di trattenere la risata avevo la faccia paonazza e mi scendevano le lacrime dagli occhi. Sono stato sospeso per due giorni.

......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... .........................................................................

A. Lavatelli, Tito Stordito, Giunti Jr

3) Queste righe sono state eliminate perché

......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... .........................................................................

43


VERIFICA le tue competenze

Io e gli uomini

5

10

15

20

25

30

35

Mi chiamo Ballerina. Voci che gridano “Ballerina” si levano quando mi metto a dondolare la gamba sinistra, poi la destra e così via. Prima ancora però, forse dieci, vent’anni fa, ero “Jumbo l’elefantino”, o semplicemente “Jumbo”. Adesso sono per tutti “Ballerina”. Il mio nome è scritto sulla targa di legno davanti alla gabbia; e c’è scritto anche “Africa”. Vivo da sola. Non ho mai visto un’altra creatura come me in questo posto. Ricordo però quando ero piccola: seguivo mia madre dappertutto e c’erano tanti esseri come me, molto più grandi, alcuni anche più piccoli. Poi mi spararono con un fucile che addormenta. Passai un lunghissimo tempo mangiando e dormendo nella semioscurità di un recinto, quando arrivammo in un altro Paese. Finii in un altro recinto, con il cemento sotto i piedi, dure pietre tutto intorno, sbarre e gente puzzolente. E quel che è peggio, ero sola. Nessuna piccola creatura della mia stessa età. Non c’era la mamma, né il mio amico nonno, né il papà. Niente giochi. Niente bagni nel fiume fangoso. Sola con le sbarre e il cemento. Ma il cibo era buono e abbondante. C’era anche un tipo gentile che si prendeva cura di me, Steve. Imparai presto a capire quello che diceva e voleva. “In ginocchio, Jumbo” e un leggero colpetto sulle ginocchia voleva dire che dovevo piegarle. Se sollevavo la proboscide, Steve mi lanciava delle noccioline. Lucidava con cura l’avorio delle mie lunghe zanne. D’estate innaffiava la mia rugosa schiena e il pavimento di cemento per farmi stare al fresco. D’inverno mi procurava delle coperte. Ogni tanto mi portava a fare una passeggiata nel parco. Ma il parco non assomiglia neppure lontanamente alla foresta! Steve pensava a ogni cosa, pensava a me e portava una frusta fatta di pelle intrecciata, con cui mi incitava a girare in una certa direzione, a inginocchiarmi, alzarmi in piedi, a reggermi sulle zampe posteriori, tra grandi applausi. Steve non aveva bisogno della frusta, ma questa faceva parte dello spettacolo. Io sapevo stare in equilibrio anche sulle zampe anteriori, come una ballerina, se Steve me lo chiedeva. Ora che sono più vecchia, le mie zampe sono più pesanti e il mio umore è più irritabile. Passo più tempo sdraiata al sole che in piedi. Cliff, il nuovo guardiano, non mi piace: a lui non importa nulla di me. Sono solo un’attrazione per far soldi. Cliff diventa furioso quando vuole che io faccia il mio stupido numero, come ai vecchi tempi, ma non ce la faccio. C’è una punta acuminata di metallo sul suo bastone, che mi dà fastidio, anche se non riesce a lacerare la mia pelle coriacea. A parte Steve, che cosa ho ricevuto dagli uomini? Neppure l’erba sotto i piedi. Neppure la compagnia di una creatura come me. P. Highsmith, Delitti bestiali, Bompiani

44


Il racconto Il testo DESCRITTIVO NARRATIVO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole

Spiega che cosa significano queste espressioni. “Voci che gridano «Ballerina» si levano” (riga 1) .................................................................................................................................................................... “Il mio umore è più irritabile” (righe 30-31) .................................................................................................................................................................... “Sono solo un’attrazione per far soldi” (righe 32-33) .................................................................................................................................................................... Indica a che categoria grammaticale appartengono queste parole. Più grandi, più piccoli .................................................................................................................. Lunghissimo ..................................................................................................................................

Capisco il racconto Indica con una x se le seguenti informazioni sono implicite o esplicite.

Informazioni L’elefantessa si chiama Ballerina.

implicite

esplicite

Il primo nome di Ballerina è stato Jumbo. Ballerina si esibisce in un circo. Ballerina proviene dall’Africa. Ballerina è stata catturata e portata in un altro Paese. Da piccola viveva libera con altri elefanti. Ballerina amava fare i bagni nel fiume fangoso. Steve era un domatore di elefanti. Steve portava l’elefantessa a passeggio nel parco. Cliff è un domatore crudele.

Leggo per ANALIZZARE Indica con una x i completamenti giusti. Il racconto è scritto in terza persona. in prima persona. L’io narrante di questo racconto è il narratore. l’autore. l’elefantessa. Il racconto si divide in due parti (il presente e il passato): circonda di blu il flashback presente nel racconto. Sottolinea con il rosso le sequenze descrittive presenti nel testo.

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con l’insegnante e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la via dei TESTI NARRATIVI. vai a pag. 210

Classe capovolta

45


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 231

Buongiorno ispettore Zenigata. Quale onore poterla incontrare! Lei, che ha una carriera lunghissima come detective alle calcagna dell’inafferrabile Lupin, può spiegarci quali indizi caratterizzano un RACCONTO GIALLO? IO

INDIZ

IO

INDIZ

1 È UN TESTO NARRATIVO

7 C’È IL LINGUAGGIO che fa

Appartiene al genere poliziesco, nato in America e diffuso in Italia col nome di “giallo” per il colore della copertina dei primi libri pubblicati.

riferimento al mondo della polizia e dei tribunali, con termini come: reato, movente, inchiesta, crimine, alibi, indizi, prove a carico o a discolpa.

IO

INDIZ

2

IO

INDIZ

CI SONO I PERSONAGGI che rivestono ruoli specifici: l’investigatore, il colpevole, la vittima, i sospettati, i testimoni.

6 CI SONO LE TECNICHE

NARRATIVE tipiche del giallo: • Creare suspance per l’attesa della risoluzione del caso e colpi di scena. • Usare flashback e intreccio narrativo: la fabula viene ricostruita solo alla fine della narrazione. • Descrivere dettagli di ambienti e persone.

IO

INDIZ

3 CI SONO LUOGHI realistici e

ben descritti, spesso interni di case o alberghi dove il detective può cercare le tracce per risolvere il caso. IO

INDIZ

IO

5 C’È LA NARRAZIONE che ricostruisce i fatti

INDIZ

4 C’È UN TEMPO ben

determinato dagli eventi che definiscono l’indagine.

a ritroso: la scoperta del crimine dà inizio alla storia che si sviluppa lungo il percorso delle indagini condotte da un investigatore e che si conclude con la soluzione del caso.

Il Circolo dei Lettori

R. Stevens, Un mistero coi fiocchi, Mondadori A. Lavatelli, Il giallo del sorriso scomparso, Motta Jr T. Porcella, I ragazzi Montessori, Raffaello J . Grisham, L’ accusato. Theodore Boone, Mondadori

46

Audio

Laboratorio di scrittura - pagg. 36 - 37


L’unione fa la forza

Uno strano avvertimento Il detective Hercule Poirot entrò nella sua camera da letto. Era molto vasta. Mentre si dirigeva verso il grande letto a baldacchino, notò una busta posata sul cuscino. La aprì e ne estrasse un foglio di carta. Sopra vi era scritto a caratteri maiuscoli, “NON MANGIATE IL DOLCE. UNA PERSONA CHE VI AUGURA OGNI BENE”. Hercule Poirot mormorò: – Ermetico e inaspettato. Il pranzo di Natale cominciò alle quattordici e fu davvero una gran festa. Al termine, ecco che il dolce veniva servito in tavola con tutte le cerimonie del caso. La signora Lacey era riuscita a convincere il maggiordomo a posare il piatto con il dolce davanti a lei che avrebbe distribuito le porzioni agli ospiti. Rapidamente i piatti furono passati tutt’intorno. La signora Lacey si appoggiò allo schienale con un sorriso di soddisfazione. L’operazione Dolce di Natale era stata un successo. Era così concentrata a godere del suo successo da non accorgersi dell’espressione piuttosto strana che si era disegnata sulla faccia di Poirot, mentre esaminava la porzione che aveva nel piatto. “NON MANGIATE QUEL DOLCE”. Cosa voleva dire quel sinistro avvertimento? Che cosa c’era di diverso nella sua porzione rispetto a quella di chiunque altro?

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi una volta da solo e una seconda a voci sovrapposte, in coppia, con un amico o un’amica.

A. Christie, Appuntamento con la paura, Mondadori

Riconoscere un RACCONTO GIALLO 1 Rispondi con una x.

Chi è Poirot? Una guardia Un commissario Un detective

Di fronte alla sua porzione di dolce com’è? Distratto Affamato Sospettoso

Poirot si pone delle domande a cui non sa rispondere per il momento. Individuale e sottolineale. 2 Raccogli gli indizi e concludi.

La presenza del ................................., il messaggio ermetico e anonimo, le ................................... a cui dover rispondere, l’atmosfera di suspense: questo è un racconto ....................................... PDF

Audio

47


Il racconto GIALLO

I luoghi

E poi non rimase nessuno Dieci persone che non si conoscono vengono invitate su un’isola e misteriosamente, una dopo l’altra, vengono uccise. Dopo ogni delitto, da un gruppo di dieci statuette di porcellana ne scompare una... In questo brano gli ospiti stanno appena arrivando.

La barca girò intorno alle rocce. E finalmente la villa apparve: bassa, modernissima, con ampie vetrate. Fred spense il motore e il battello filò dentro una piccola insenatura fra le rocce. Il generale Macarthur rimase incantato, ma nello stesso tempo si sentiva inquieto. Era strano, maledettamente strano quel posto. All’ingresso della villa un maggiordomo aspettava gli ospiti per condurli, insieme alla moglie, nelle rispettive stanze. A Vera era stata assegnata una deliziosa camera da letto con una grande finestra che dava sul mare. – Può suonare il campanello quando desidera qualcosa – le disse la signora Rogers, la moglie del maggiordomo. Vera la guardò incuriosita. Che pallido spettro di donna! La signora Rogers aveva una voce piatta e monotona. Tuttavia aveva un’aria rispettabile. Ma che strani occhi... continuavano a spostarsi da un punto all’altro della stanza. “Sembra che cammini e agisca in preda a una paura mortale” pensò Vera. Un leggero brivido la percorse. Di che cosa poteva aver paura quella donna? La signora Rogers si girò per uscire. Si muoveva senza rumore, sul pavimento lucido. Sparì dalla camera come un’ombra. Vera andò alla finestra. Provava un vago turbamento. Tutto era un po’ strano: l’assenza misteriosa dei proprietari della villa, la signora Rogers pallida come uno spettro. E gli ospiti! Sì, anche gli ospiti erano strani. Una compagnia curiosamente assortita. Si alzò e passeggiò nervosamente per la stanza. Poi la sua attenzione fu catturata da un quadro, con la cornice cromata, appeso sopra il caminetto: conteneva una lunga pergamena, con una poesia: “Dieci piccoli indiani se ne andarono a mangiar: uno fece indigestione, solo nove ne restarono”. Vera continuò a leggere fino alla fine: “Solo, il piccolo indiano in un bosco se ne andò e nessuno ne restò”. Fu scossa da un brivido: “Strana poesia” pensò. Più tardi tutti gli ospiti si trovarono in sala da pranzo per cenare. Su un tavolino di cristallo Anthony Marson notò un gruppo di statuine di porcellana.

48

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi sottovoce le parti del narratore, sussurrando, come se provassi anche tu i brividi di Vera, impressionato da quello che stai dicendo.


I luoghi

Il racconto GIALLO

– Graziose queste statuine, vero? – Quante sono? Vediamo... – Vera si chinò a osservare. – Dieci... Sì, sono dieci, come i protagonisti della poesia incorniciata in camera mia. – Anche in camera mia c’è quella poesia. – disse Lombard. – Nella mia pure. – Tutti fecero eco. – Anche noi siamo in dieci... – commentò Emily Brent. – Strana coincidenza. I dieci ospiti della villa si guardarono, studiandosi a vicenda. Un silenzio pesante calò sulla stanza. A. Christie, Dieci piccoli indiani, Mondadori

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Indica se le affermazioni sono vere (V) o false (F). Uno spettro è un fantasma. “Una voce piatta e monotona” si può dire anche monocorde. “Il battello filò” è come dire il battello avanzò. “Provava un vago turbamento” significa “avere un giramento di testa”. L’espressione “tutti fecero eco” può essere sostituita con “tutti tacquero”. “Un silenzio pesante calò sulla stanza” è una metafora.

V F V F V F V F V F V F

Capisco il racconto Qual è la “strana coincidenza”? Confronta la tua risposta con quelle dei compagni. Avete dato la stessa interpretazione?

Rifletto Rileggi le frasi evidenziate nel testo e rispondi. Ti ricordi come si chiama questa tecnica che riporta direttamente il pensiero dei personaggi? ....................................................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE I luoghi Dove si svolgono i fatti principali? ................................................................................................... Come ci arrivano gli invitati? ............................................................................................................. Com’è descritta la villa? ....................................................................................................................... Quale caratteristica particolare presenta? ..................................................................................... Quali stanze vengono nominate? ....................................................................................................

49


Il racconto GIALLO

I personaggi

La donna misteriosa La festa nella villa di Fred Furbi era davvero fantastica e gli ospiti eleganti conversavano gustando gli antipasti serviti dai camerieri. – Avete idea di chi possa essere la donna misteriosa? – chiese Fred Furbi all’ispettore Bracco. – Assolutamente no – rispose il detective. – L’ultima volta che l’ho vista sembrava alta più o meno come te, ma indossava dei sandali con i tacchi alti. È bravissima nel travestimento, perciò è improbabile che oggi abbia lo stesso aspetto. La donna misteriosa era un’abilissima ladra capace di intrufolarsi alle feste delle persone facoltose per rubare gioielli. Questa volta però l’ispettore Bracco la stava aspettando: aveva organizzato una trappola a casa del suo amico Fred Furbi. Aveva fatto circolare la voce che una famosa collana fosse depositata nella cassaforte di Furbi e che quella sera si sarebbe tenuta una festa alla villa. – Secondo voi ha fiutato la trappola o cercherà di rubare la collana? – chiese ancora Fred Furbi all’ispettore Bracco. – Presto lo scopriremo – rispose il detective. – La cosa migliore che possiamo fare è cercare fra gli sconosciuti: siccome conosco la maggior parte delle persone che hai invitato, se ne deduce che tutti gli altri siano sospetti. – Bene. Io vado in biblioteca a controllare – disse Fred. L’ispettore Bracco lo guardò farsi strada fra gli invitati e salire al piano di sopra. Proprio in quel momento una sconosciuta iniziò a salire le scale. L’ispettore Bracco la seguì con lo sguardo finché scomparve in corridoio. Il detective sapeva che da quella parte si trovavano solo due stanze: la biblioteca e la camera da letto con cassaforte. – È lei! – esclamò Bracco facendosi strada tra gli ospiti. Lui e il sergente Manetta raggiunsero le scale e le salirono di corsa. Quando arrivarono in camera da letto, trovarono la cassaforte aperta. La collana era sparita! Ma della donna misteriosa nessuna traccia. – Eppure la donna non è tornata di sotto – protestò il poliziotto. L’ispettore controllò le finestre che erano state bloccate proprio per impedire alla ladra di fuggire. Erano intatte. Nella camera da letto tutto era in ordine. Solo l’armadio era leggermente aperto. – Diamo un’occhiata in giro – disse l’ispettore Bracco. – Guardi! – esclamò il tenente Manetta, mostrando un sacchetto trovato dietro la porta. – La collana è qui! – La ladra non deve essere lontana – disse il detective. – Deve essere ancora al piano di sopra. Cerchiamola.

50


I personaggi

Lungo il corridoio c’erano solo tre persone. Una era Fred Furbi, l’altra era un uomo un po’ più basso, ma con molti più capelli. La terza era una donna, un po’ più alta dei due, nonostante indossasse scarpe senza tacco. – Fermate quella donna! – esclamò il tenente Manetta. – No, arresti quell’uomo! – ordinò l’ispettore Bracco al tenente. – È lei la donna misteriosa, ne sono sicuro! J. Sukach, Le indagini lampo dell’ispettore Bracco, Piemme

Il racconto GIALLO

UN COMPITO AUTENTICO PER TE

L’ispettore Bracco è stato rapito e tutte le sue foto sono state distrutte da un pirata informatico. Tu che lo conosci bene, puoi aiutare le indagini disegnando la sua figura su un foglio A4 e descrivendolo con precisione sul retro.

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Quali di queste espressioni presenti nel testo trovi più adatta a un racconto giallo? Indicale con una x. Fermate quella donna! Io vado in biblioteca a controllare.

La collana è qui! Presto lo scopriremo.

Arresti quell’uomo! Diamo un’occhiata in giro.

Capisco il racconto Confronta i disegni e spiega al tenente Manetta perché ha sbagliato. Tu ti saresti fatto ingannare? Scegli tra questi due modi di dire il più adatto alla situazione. Si salvi chi può Mal comune mezzo gaudio Chi la fa l’aspetti L’apparenza inganna

Leggo per ANALIZZARE I personaggi Quali tra i personaggi tipici del racconto giallo NON trovi nel brano che hai letto? Indica con una x, poi rispondi. Ispettore Investigatore Ladro Poliziotti Vittima Maggiordomo Colpevole Testimone

Aiutante Detective

Chi è il protagonista? .......................................................................................................................................................... Chi è il colpevole? ................................................................................................................................................................ Chi è l’aiutante? ....................................................................................................................................................................

51


Il racconto GIALLO

La narrazione

Assassinio sul treno La scorsa notte è stato ritrovato il cadavere di una giovane donna su un vagone del treno. In breve la donna è stata identificata: si tratta di Flossie Holliday, figlia di un ricco signore americano. La donna non aveva niente con sé: né bagagli, né valigette.

Il vecchio Holliday non crede ai suoi occhi mentre legge sul giornale del mattino la terribile notizia. Flossie aveva preso, solo due giorni prima, l’espresso per Plymouth. Andava a trascorrere alcuni giorni nella tenuta della duchessa di Swansea ad Avonmead Court dov’era invitata una folta compagnia di persone. Viaggiava sola nella sua carrozza, prenotata fino a Bristol, ma nel vagone adiacente, di terza classe, c’era la sua cameriera Jane Mason. Il soggiorno ad Avonmead Court si annunciava molto divertente, movimentato da balli e feste, perciò Flossie aveva con sé quasi tutti i suoi gioielli, per un valore complessivo di forse centomila dollari. Li teneva in una valigetta di cuoio blu. Con le lacrime agli occhi il vecchio padre manda a chiamare la cameriera. La donna, sconvolta, comincia a raccontare: – A Bristol, la signorina Flossie non è scesa dal treno e mi ha comunicato che avrebbe proseguito. Ma ha ordinato di scaricare i bagagli, di depositarli alla stazione e di sedermi nella saletta da tè. Dovevo aspettarla, perché lei sarebbe tornata indietro con un treno del pomeriggio. Ero stupefatta, ma ho obbedito. La cameriera tira fuori un fazzoletto e si asciuga le lacrime, poi continua. – Ho depositato i bagagli e bevuto qualche tazza di tè. Ma i treni si sono susseguiti per tutto il pomeriggio e Flossie non è comparsa. Arrivato anche l’ultimo treno, ho lasciato i bagagli al deposito e mi sono cercata un alberghetto nei pressi della stazione per trascorrervi la notte. La mattina successiva ho letto sul giornale la terribile notizia. Che disgrazia! Dopo aver ascoltato il racconto della cameriera, il vecchio Holliday decide di chiamare un bravo investigatore a cui poter affidare il caso. A. Christie, L’espresso per Plymouth, Mondadori

52

SCRIVO Metti alla prova le tue doti da investigatore e continua il racconto sul quaderno. Aiutati con le domande. Che cosa sarà successo alla povera signorina Flossie? Quale sarà il movente? Chi sarà il colpevole?


La narrazione

Leggo per CAPIRE

Il racconto GIALLO

Comprendo le parole Rispondi. I nomi Plymouth e Bristol che cosa indicano? ................................................ In quale parte del mondo si trovano? ................................................................

Capisco il racconto Indica con una x se le affermazioni sono vere (V) o false (F). Il delitto avviene tre giorni dopo la partenza. La vittima e la cameriera viaggiarono nella stessa carrozza. La vittima era diretta a Bristol. La vittima si chiama Jane Mason. I gioielli della vittima valevano centomila dollari esatti. La cameriera scese a Bristol. La cameriera scende volontariamente dal treno. La cameriera passa la notte alla stazione.

V F V F V F V F V F V F V F V F

Rifletto Indica con una x se le informazioni sono implicite (I) o esplicite (E). Il vecchio Holliday è il padre della vittima. Flossie viaggia con la cameriera. Flossie e la cameriera non viaggiano nella stessa carrozza. Flossie muore due giorni dopo la partenza. Flossie viene ritrovata senza le valigie. La cameriera non vorrebbe scendere dal treno. Il vecchio Holliday non crede sia stata una disgrazia.

I

E

I

E

I

E

I

E

I

E

I

E

I

E

Leggo per ANALIZZARE La narrazione Rispondi, poi indica con una x i completamenti giusti. Il racconto inizia con una terribile notizia: quale? ...................................................................................................... La narrazione si svolge rispettando l’ordine cronologico dei fatti. ricostruendo l’ordine cronologico dei fatti. intrecciando i fatti.

Durante la narrazione l’autore ricostruisce i fatti avvenuti prima del delitto. dopo il delitto. durante il delitto. molti anni dopo. La tecnica di introdurre un fatto avvenuto in precedenza si chiama flashforward. flashback. ricordo. discorso diretto.

53


Il racconto GIALLO

Il linguaggio

Un fiuto infallibile Il commissario Valerio era considerato il più bravo poliziotto del mondo, e tutti i giornali parlavano di lui come del “commissario dal fiuto infallibile”. Gli venivano affidati i casi più difficili e lui immancabilmente li risolveva arrestando il colpevole. Come ci riuscisse era però un mistero: si sapeva soltanto che nelle indagini disdegnava ogni metodo normalmente usato dalla polizia. Quando si verificava un furto o un delitto non cercava infatti le impronte digitali o qualsiasi altro indizio lasciato dal colpevole, e neanche perdeva tempo in interrogatori, pedinamenti o nella ricerca di qualsiasi altro genere di prova. Eppure, immancabilmente, nel giro di poche ore, rintracciava e arrestava il colpevole. Nessuno poteva immaginare che “il commissario dal fiuto infallibile” si servisse proprio del suo fiuto, vale a dire: del suo naso. La sua tecnica consisteva infatti nel fiutare e seguire le tracce lasciate dalle idee dei malviventi. Quelle idee le riconosceva immediatamente: non solo sapeva com’erano – nere, tenebrose, infide come la coscienza dei criminali – ma ne percepiva il particolare odore. Un giorno fu compiuto uno spettacolare furto miliardario nella più importante banca della capitale, e naturalmente il commissario Valerio fu incaricato delle indagini. Recatosi nella banca, neanche esaminò come era stata forzata la porta, neutralizzato il sistema d’allarme e scassinata la cassaforte, né considerò gli indizi lasciati dal ladro: alcune impronte digitali, dei capelli biondi, un bottone. Gli bastò annusare l’ambiente, individuare le tracce delle idee del ladro e, inseguendole come un segugio, arrivò a una lussuosa villetta in periferia. Suonò il campanello. Dopo un po’ aprì un distinto signore biondo che indossava un’elegante vestaglia di seta. – Desidera? – chiese compitissimo il signore. “Un ladro gentiluomo” pensò il commissario Valerio. – Desidero arrestarla – disse. Perquisì la villetta certo di trovare la refurtiva, ma non la trovò. – È chiaro – disse. – Lei ha nascosto il bottino prima di rientrare a casa. – Mi scusi – chiese il signore biondo – in base a quali indizi mi accusa? – Gli indizi non mi interessano – disse il commissario – ma siccome me lo chiede, la accontento. Confrontò i capelli biondi con quelli del signore, trovò una sua giacca alla quale mancava un bottone simile a quello rinvenuto nella banca, e persino le impronte digitali corrispondevano. – Come vede, indizi ce ne sarebbero a iosa... – Sono innocente – protestò imperturbabile il signore biondo. M. Argilli, Che idea!, Giunti

54


Il linguaggio

Il racconto GIALLO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Sostituisci con un’espressione simile. Neutralizzare il sistema di allarme

............................................................................................................................

Scassinare la cassaforte

............................................................................................................................

Svaligiare la banca

............................................................................................................................

Perquisire la villetta

............................................................................................................................

Essere innocente

............................................................................................................................

Smascherare qualcuno

............................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Il linguaggio e il ritmo Trova un sinonimo per ogni termine evidenziato nel testo, poi rispondi. Colpevole ............................................ Pedinamento ..................................... Criminale ............................................. Furto ..................................................... Prova ..................................................... Indizio ................................................... Delitto .................................................. Fiuto ...................................................... Refurtiva .............................................. Interrogatorio ..................................... Malvivente .......................................... Sono parole che utilizzi normalmente quando parli?

No

In quale ambito si utilizzano queste espressioni? ........................................................................................................... Completa scegliendo tra le seguenti parole: ritmo • dialoghi • prima • rapido • commissario • suspence • seconda Nella ................................... parte del racconto il ritmo della narrazione è calmo: presenta le caratteristiche e la personalità del ................................... protagonista. Nella ................................... parte ci sono parecchi ................................... che contribuiscono a rendere il ................................... della narrazione .................................. creando momenti di ...................................

55


VERIFICA le tue competenze Leggi prima le domande e poi il racconto almeno due volte. Ti aiuterà a mirare le risposte fin da subito.

Un caso per Desy Curiosi Sono le 7 di un comune martedì. Come sempre il direttore del Museo Egizio si reca al lavoro, ma si accorge che, durante la notte, è avvenuto un furto. Chiama immediatamente la polizia. Alle 8 sono sul posto la detective Desy Curiosi e la scientifica. Da un primo sommario esame, risulta evidente che la serratura è stata scassinata, mentre il sistema di allarme è stato messo fuori uso con un colpo di arma da fuoco. La stanza n. 7 è sottosopra. Il direttore del museo fornisce una foto della stanza prima del furto e Desy la confronta con quella che la scientifica ha appena scattato. Osserva con attenzione, come un detective: che cosa manca?

All’appello manca il famosissimo ............................................ Il direttore è disperato: conteneva un segreto ancora da decifrare che stava studiando da anni. Le telecamere di sorveglianza hanno fissato chiaramente la sagoma di un uomo. La guardia notturna, interrogata, rivela di aver visto il direttore proprio nella stanza n. 7 a notte fonda. Erano circa le tre. In poche ore Desy ottiene un mandato di perquisizione e si reca nello studio del direttore. Il papiro viene ritrovato. Hai trovato il papiro? Cerchialo.

IL DIRETTORE NON HA UN ALIBI... MA NEMMENO UN MOVENTE!

56

Interrogato, il direttore non ha un alibi: vive solo e nessuno può testimoniare che quella notte è rientrato a casa. Il caso sembrerebbe chiuso, ma Desy Curiosi non è convinta. Allora torna nello studio e continua le ricerche finché non trova un oggetto: è una targhetta con su scritto “guardia notturna”. Di corsa torna nella stanza della guardia, nell’armadietto trova una fondina senza pistola e la giacca. La prende... sul davanti manca qualcosa: indovina cosa?


Il racconto GIALLO Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Indica con una x. L’espressione “Serratura scassinata” indica una serratura scassata. una serratura difettosa. una serratura manomessa. una serratura facile da rompere.

L’espressione “Sistema di allarme” indica un’uscita di sicurezza. un sistema di segnalazione. un’indicazione antincendio. un antifurto.

Cancella i termini che NON sono sinonimi di alibi. scusa opinione annuncio giustificazione Cancella i termini che NON sono sinonimi di movente. motivazione conseguenza motivo movimento

avviso

presentazione

causa

passeggiata

Leggo per ANALIZZARE Individua nel testo gli elementi del racconto giallo e completa la tabella. Quando

..................................................................................................................................................................

Dove

..................................................................................................................................................................

Caso da risolvere

..................................................................................................................................................................

Personaggi

Detective ........................................... Indiziato ............................... Colpevole .......................................

Indizi

..................................................................................................................................................................

Testimoni

..................................................................................................................................................................

Rispondi. Come mai Desy non è convinta della colpevolezza del direttore? ................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ Quale potrebbe essere il movente che ha spinto il vero ladro a compiere il furto? ............................................................................................................................. ............................................................................................................................................ Secondo te la detective Desy è stata brava?Perché? .......................................... ............................................................................................................................................

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con l’insegnante e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa del RACCONTO GIALLO. vai a pag. 210

57


CODING

Gira la storia Che cosa accadrebbe se un autore, mentre scrive il suo romanzo giallo, venisse interrotto da nuovi personaggi che vogliono entrare a forza nella sua storia? E non in un punto a caso, ma in un momento ben preciso, scombinando tutti i piani e buttando all’aria la trama. Che cosa accadrebbe, ancora, se la trama dovesse arricchirsi all’improvviso di nuovi indizi e nuovi testimoni? E se quell’autore fossi proprio tu? Nell’atrio Ore 03:00. mosse l’ombra si so o zi silen ica. rm di info at verso l’aula e al p ci n ri p r Il compute o n un ronzi si accese co sinistro. Salvi ispettore Ore 9:30. L’ ori: fe sala pro ss entrò nella é ch er p – se dis – Allora, – za? tanta urgen le bato tutte ru o n an H – ssori! fe ro p i di no password lli – To r professo Ore 03:0 – spiegò il e ai 0. Nell’a er d ce ac o m trio silenzio Non possia so l’om bra si m verso l’ os registri! aula di informa se Il comp tica. uter pri Il detec ncipale si acces tiv ec stava am e Emma Grey sinistro on un ronzio mirand . o le pare ricolme Ore 9:3 ti di libri d Greybibli 0. L’ispe a ell’antic m m E ve o ti ttore S te a ec entrò n c et a d i d et i alvi Il ar M p ella sala a le n o quando orhous mirand e, yiunse M Nell’atrio – Alleora, – dis professori: stava am tiilca a Greg m l’aEnm ister Jo pro riecdtielve Ore 03:00. se – pe p didlib mtaonssta ri et e si nes, e i lm ra Il ta et b co , rc ar ri ri m se ptorm o: h l’o u u le o é rg so o rh S o d o zi e ly – an n an n ir al Benven za? sile dIsiapM am ettrmice S –atl’a stL’av Hicatra.nio ca esd,nutiu Nel ta Miss i in nl’a biblioteca 0.rm :0fo ta no ruobssae ula te dsoel re d03 dririsdJo M Gre se verso l’aO n dgiisglib en ese iuav ele si m to tutte gco l’uoom easbsra lm o al p d p a ci ri m an n u l’o uco ri st ose, , tring y – q p w le so r rh o o ar te o zi p u rd n an p el le m M m d d si i a. a d : co i a ic endole inno. Em nses noi pro Il iotepca at ar ch o rm et zi an , fo lio ri n – p in ib ro i b s lla ro la d m n fessori! Jo su il p aacdhaiese ycri–M isiate re mrat GsFu rsno ul’aula piegòpal il eprofe so.iu se u is ch n c M : – Che si acceseveco g ta e o u d d n s ci e lic sor Toll Nropnrip vequpan no ? b b en la u B o. le – te o st u d u p i ssia en – –gvv nar Siouis:cocetrdamb sinistro. Il com to o,pstripriet ro ni!vroi nzimoo accedere gnisSutral –sa,ta cte upnroim hyerr disse l’uilom core hs eGeare ispet re –stC ai puse no ie ataa, ch s:sM a Ore 9:30si. L’acceseprofesso ri: n anises m n ve n doa den Em o en d B o. a le la tte, – n an U la d a m sa q g o. tò la n u tr el ri L’ai uoead ll q st i a u v o, o. a fi d al m entrò n sinis lc S o é an u d re l’u no ha: ru erpch etto dis hee lenestra ava gpri otte, Cach stse succede? –rib disse –. L’pis i fio to il più anra ese re a sch st ori: oolsie m ersEm zio – Allora,O–re 9:30 ss cc ch fe e o. ro e i ed p an d cc la m alza ella finestreai miei v – Su en ò n? ella sa trza olumi. en qoue? tanta urg aed d le – perché oer caduti.più otte,cces ttisese ccan so? passandsu –d lloatrao, tu Ab e è su bieat ch ! rued ri eseo – Hanno–ru o : il–eCsthan haicc ss o fe n ro Su ? cu ch p tra – al i za u o es Po q i. i nurgen fin to d m in la lu rd el sp ta o u vo a n i q h sw ta ieo dnao mi –tte le pas Toollitu sam unaldcu –eiQ preziosopdas profeossruobr at o ilrupbiùato – spiegò–ilHann acceidneroei pairofessori! n–odhisaseru–bEatha mi. cu al u a. q rr d te o m rd o ia vo i ss sw o ie evluo p as m av – p n L’ e ei o lli Ispettr rofessor To N sobdlu ch pre pe S la ziroosa gò il ic y Sdto taie registri! – ssp erremai o. va leggmo aacllce at comper ollnappossia endo seduta Nsu anchina i! tr is d g e Il Comm preubblic l parco o. Fu ric is hiamata svegliato sario Farina fu un imp da rovviso di sopra trambu tr Una do ss illo del sto. nna, ste telefon a fu alto dal s o. a a terra Guardsa stava g ri Fa o ri , rida mis ò l’o logioto dal Il Com un quai sopro alzarsi e ndo. L’aiutò a ssal : le due e d raccolse to d rto. –raPro lia eg sv rina fu rauco. lefon erano c Sally Stoi rm fi o o. – fe ri sanritoo?Fa is c h ceto dal e le tricaeduti. essal trillDoadllelIlteCommio: leso e L’IsPpoet u d ra ta p u i chiegsen d ’a g i se d roclo l’oro lia g e: d eg apto dò lt – oCh sv ar u o G ce d fe st–avQaule rm e e – il to è co l ? o. S tele sergente n fo su tolefo onte alcly alcuch delepSar cesso? a tr . –odPr di el np oinet trill pan m n qs uarto L’Is polizia gio:nleo due e i hica m ufu su daduta tella spat rra. – d pic ia dinoatose roloSilenti ch en l’o c ri g io ò a g d Fu is le : ar o. . – s a u e lic G co C av omelmte ra no ? – fece purobsba st – Etrham o. deuve ve leafo la a ru o bub el parco dto. –issPr ast rin in adto oanch oto bro nuirnca isep lu vv ro qspuuoar e lt c p h lla l’a a al su im ti d b D n a a it u le v at a, d o compe eavaFu el Signo di polizin ia Si oterirrchiam ca n rato a, steso. rteTuoco rgenra m.masi. issasridaoel telefono o. iluse st Una donpn.ubblic L’aiuistò u d ad b i am m o tr S n p m furt od:ali–l’a Co ca i tratta do.rovv o qultaro furespiccioD e le rra, stava griudnanimp e i fiostries caosa valo lizia Silenti in bditriteodd ii p , emve suen lsnna, cha a te oo eitrg irse cc a la n ra d e a i il n s rs ta ev U d za ad uazm trat al issario tò poco ch Si u i. io ai m L’ as o n C o. e – d m Toiccio: è... m iagran.fu or sp uti. ridan Si le e el ? d ch so erano castdava g e è suocc in casa ri i es d o fio it ri i b qunad ire su o dei ve : –rsCihe racc lse a dev alza .. i. Si tratta di un furt Poi chiese emè.as n to io in az m sp tu a . To h si r ti i o u om d daellaSign so? valore, m – Qualcuernano ca ri di e oè succes ha ruCbhat . furto di quad iaira isse un chd i ch–ieEse: – co a o p to terra. – dPo in azione è... sp tu a o h si i ev la m av a o e m n , ch valore ato la rosa b–luQualcu . – E ha rub poco chiara rra. – disse teo. comperat o ev av e ch lu b la rosa comperato.

Ormai conosci gli ingredienti per creare un racconto. Giocando a creare le sequenze narrative di un racconto giallo hai sicuramente bisogno dei seguenti elementi. Ci sono i fatti

Emma G Il detective do le p an ir m stava am libri dell’a i d e lm co ri di Manorh biblioteca nse Mist iu quando g io: ar et ri p il pro Miss G ta u n – Benve o, string disse l’uom a chie m Em mano. succede? che sta – Succede a que d o passand a rub h o n cu al qu mie ei d so prezio

Un caso da risolvere, gli indizi, un alibi, i testimoni e un colpevole Ci sono i luoghi

Realistici, descritti nei particolari, ricchi di atmosfera C’è il tempo

Ben determinato, al presente o al passato Ci sono i personaggi

- Protagonista: un investigatore dotato di intelligenza e “fiuto” - Colpevole: un ladro, un assassino... - Vittima: la persona derubata, uccisa, rapita... - Sospettati: si muovono accanto alla vittima e la conoscono - Testimoni: forniscono informazioni o hanno assistito al fatto C’è la struttura

- Inizio - Svolgimento - Conclusione

58

sar Il Commis is svegliato d le te el d o ill tr ro Guardò l’o .– un quarto . rauco Dall’altro ca il sergente fu spiccio: deve veni del Signo di un furt valore, m poco chi


Mettiti alla prova e sfida i tuoi compagni per creare il racconto perfetto.

“Gira la storia” è un gioco che unisce le caratteristiche del coding (cioè l’attenzione alle relazioni tra gli elementi, alle sequenze logiche e ai cicli matematici) al gioco narrativo e all’incidente fantastico da cui nascono le migliori storie. Si gioca a squadre. Ogni squadra ha a disposizione una delle quattro “storie aperte” da completare. Utilizza le frecce direzionali e le carte moltiplicatore e costruisci il percorso più breve per raggiungere le caselle intreccio: potrai raccogliere prima delle squadre avversarie le quattro carte che riportano gli elementi necessari a costruire il tuo racconto giallo: testimone, indizio, alibi e colpevole! Regole e istruzioni si trovano nella guida dell’insegnante.

59


Sognare è un diritto? “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli e a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato la semplice arte di vivere come fratelli”. (Martin Luther King)

Mio adorato amore, per favore non morire, io ce l’ho quasi fatta. Dopo mesi e giorni di viaggio sono arrivato in Libia. Domani mi imbarco per l’Italia. Che Allah mi protegga. Quello che ho fatto, l’ho fatto per sopravvivere. Se mi salverò, ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per trovare un lavoro e farti venire in Europa da me. Se leggerai questa lettera, io sarò salvo e noi avremo un futuro. Ti amo, tuo per sempre. Samir Rispondi alle domande. Chi è, secondo te, Samir?...................................................................................................................................................... Da quanto tempo è partito dalla sua casa?..................................................................................................................... Qual è stata la prima tappa del suo viaggio?.................................................................................................................. Perché è andato via dal suo Paese?................................................................................................................................... Qual era il suo sogno?........................................................................................................................................................... Come giudichi il sogno di Samir? Arrogante Normale

Giusto

Questa lettera non è mai giunta a destinazione. Samir era un ragazzo egiziano e l’aveva con sé quando è affondato insieme al barcone sul quale cercava di raggiungere l’Italia. In ricordo di Samir e di quelle centinaia di donne, uomini e bambini che hanno perso la vita come lui, il 3 ottobre è stata istituita la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. Tu hai un sogno che speri di realizzare? Quale? Scrivi una lettera a un amico per raccontarglielo.

60

Egoista

Pretenzioso

Discuti con i tuoi compagni e poi trovate una risposta condivisa alla domanda iniziale.


Completa la mappa con le seguenti parole. lavoro • nidificare • guerra • selvaggina • lingua • sopravvivenza • inverno

Gli uomini del Paleolitico

CHI MIGRA?

Gli uccelli

PERCHÉ

La loro vita era legata alla natura. L’arrivo dell’.........................................., ad esempio, riduceva la disponibilità di ................................... e di vegetali e li obbligava a trasferirsi in un’altra zona.

PERCHÉ Gli uomini di oggi

Si spostano principalmente per ..................................... e cercare cibo sufficiente e più adatto per allevare i loro piccoli. La migrazione è un evento cruciale, necessario alla loro stessa ......................................

PERCHÉ

- Manca il cibo. - C’è la .......................................................... - Portano al sicuro i propri cari. - Cercano ....................................................

- Fanno nuove esperienze. - Imparano una nuova ................................ - Frequentano una scuola all’estero.

Ora, con l’aiuto dei compagni o del vocabolario, scrivi qual è la differenza tra questi due termini.

IMMIGRARE

MIGRARE

.......................................................................

.......................................................................

.......................................................................

.......................................................................

.......................................................................

.......................................................................

.......................................................................

.......................................................................

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Educare alla convivenza attraverso il riconoscimento dell’uguaglianza e il rispetto delle diverse identità e dei bisogni di ogni individuo.

Obiettivo da centrare Scoprirai che siamo tutti cittadini del mondo, con gli stessi bisogni e gli stessi desideri.

Competenza attesa L’alunno evolve verso i valori di convivenza in una società aperta, democratica, civile e orientata al bene comune.

Traguardo da raggiungere Accogli ogni compagno come un essere umano che ha i tuoi stessi sogni e bisogni.

61


Sognare è un diritto? Nel 1956 la casa editrice Einaudi pubblicò “Fiabe italiane”, una raccolta delle fiabe più belle della nostra tradizione popolare. L’autore Italo Calvino nel suo libro ha cercato di rappresentare tutte le regioni trascrivendo le fiabe scelte dai vari dialetti. Ecco alcuni incipit.

In cerca di fortuna Il gobbo Tabagnino

L’anello magico

Il gobbo Tabagnino era un povero ciabattino che non sapeva come fare a tirare avanti, perché nessuno gli dava mai da rattoppare neanche una scarpa. Perciò si mise a girare il mondo in cerca di fortuna...

Un giovane povero disse alla sua mamma: – Mamma, io vado per il mondo; qui al paese tutti mi considerano meno di una castagna secca, e non combinerò mai niente. Voglio andare fuori a far fortuna e allora anche per te, mamma, verranno giorni più felici...

Naso d’argento C’era una lavandaia che era rimasta vedova con tre figliole. S’impegnavano tutte e quattro a lavar roba più che potevano, ma pativano la fame lo stesso. Un giorno la figlia maggiore disse alla madre: – Dovessi andare a servire il diavolo, voglio andarmene via di casa a cercar fortuna...

La ragazza colomba Una volta c’era un picciotto, disperato come un cane. Un giorno, meschinello, non avendo di che mangiare, s’andò a sedere sulla riva del mare sognando di partire. Doveva combinare qualcosa per non restare a digiuno. – Sono morto di fame. Non ho né da mangiare, né da sperare...

Quali indicatori ti fanno comprendere che sono storie ambientate nel secolo scorso? Il lessico I personaggi I luoghi I mestieri Le descrizioni I verbi Ora motiva le tue risposte scrivendo sui puntini. .............................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................. Che nesso c’è tra questi racconti e la realtà di chi migra oggi? Discutine con i tuoi compagni.

62


Sognare è un diritto?

Mamma mia dammi cento lire Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar. Cento lire io te le dò, ma in America no, no, no! I suoi fratelli alla finestra, mamma mia lasciala andar. Vai, vai pure o figlia ingrata che qualcosa succederà! Quando furono in mezzo al mare il bastimento si sprofondò. Pescatore che peschi i pesci la mia figlia vai tu a pescar! Il mio sangue è rosso e fino, i pesci del mare lo beveran. La mia carne è bianca e pura la balena la mangerà! Il consiglio della mia mamma l’era tutta verità. Mentre quello dei miei fratelli l’è stà quello che m’ha ingannà!

Questo è il testo di una canzone popolare che parla proprio di questo fenomeno. Con l’insegnante cercatela su internet e cantatela tutti insieme.

Devi sapere che... Tra il 1860 e il 1885 sono state registrate più di 10 milioni di partenze dall’Italia. La dimensione del fenomeno migratorio italiano è importantissima; nessun altro Paese europeo ha avuto un flusso costante di emigranti per un periodo così lungo. Tutte le regioni italiane, nessuna esclusa, hanno contribuito a distribuire una grande massa di italiani nel mondo. La Grande emigrazione ha avuto come punto d’origine la diffusa povertà di vaste aree dell’Italia.

63


Sognare è un diritto?

Clima e migrazioni

Rispondi. Leggendo il manifesto, puoi capire perché le popolazioni fuggono da queste terre? ............................................................................................................................................................................................................... Da chi è stato promosso il manifesto?........................................................................................................................................ Greenpeace è un nome composto da due parole inglesi: ne conosci il significato? ............................................................................................................................................................................................................... Da queste due parole puoi ipotizzare di che cosa si occupa questa associazione? ............................................................................................................................................................................................................... Ora leggi e confronta le informazioni che puoi recuperare sul sito dell’associazione con le tue ipotesi.

Fa campagne per cambiare i comportamenti, proteggere l’ambiente e promuovere la pace.

Greenpeace è un’associazione non violenta, che utilizza azioni dirette per denunciare in maniera creativa i problemi ambientali e promuovere soluzioni per un futuro verde e di pace. Greenpeace è indipendente e non accetta fondi da enti pubblici, aziende o partiti politici. Greenpeace esiste perché il nostro fragile pianeta merita di avere una voce. Servono soluzioni, cambiamenti, azioni.

Discuti su quanto dichiara Greenpeace insieme ai tuoi compagni.

64

Città delle COMPETENZE

Vai a pag. 210 e colora il palloncino giusto

Listen and read


Fiori e polpette

p r im a a puntat

ascolto ON

Mettiti in modalità ASCOLTO ON. La maestra ti leggerà la prima parte di un racconto. Mentre ascolti, prendi qualche appunto, non è necessario trascrivere ogni cosa, ti stancheresti solo, rischiando di perdere il filo. Prendere appunti deve essere una strategia di apprendimento attivo: salta gli articoli, le congiunzioni e in generale quelle parole che puoi eliminare senza compromettere il significato; focalizzati solo sulle parole e i concetti chiave; utilizza delle abbreviazioni (es. comunque = cmq); fai uso di simboli come le frecce, per esempio.

1 Scrivi i tuoi appunti.

2 Al termine, scrivi sul quaderno il riassunto del brano poi leggilo ai compagni. Come sei andato? Valutati completando la tabella: assegnati un punto per ogni fase superata.

Autovalutazione Ho inserito tutte le informazioni necessarie. Ho rispettato la successione temporale dei fatti. Ho eliminato le informazioni superflue. Ho semplificato i discorsi diretti. Ho trasformato i discorsi diretti in indiretti. PDF

Audio

Ho scritto un riassunto coerente. Ho inserito tutti i personaggi importanti. Ho preso appunti utili. I compagni hanno ritenuto completo il riassunto. Ho ascoltato in modo efficace. Punteggio totale

65


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 232

Ciao Pippi, tu che sei così buffa e stravagante da divertire grandi e bambini, puoi dirci quali sono le caratteristiche che deve avere un RACCONTO UMORISTICO per far ridere?

6 C’È UN LINGUAGGIO ricco di

1 C’È UNO SCOPO,

giochi di parole, sottintesi, doppi sensi, paragoni bizzarri.

quello di far divertire il lettore.

2

5 CI SONO LE TECNICHE

CI SONO PERSONAGGI stravaganti, pasticcioni, distratti, surreali o con difetti esagerati... ma sempre divertenti!

NARRATIVE particolari che messe in atto fanno scattare la risata. alinteso: i personaggi •M capiscono una cosa per un’altra. • S cherzo: ci si fa beffe di qualcuno. sagerazione: personaggi •E e situazioni vengono esagerati apposta. ontrario: accade il •C contrario di ciò che ci si aspetta.

3 C’È IL TEMPO della

narrazione che può essere passato o presente. I fatti si svolgono in luoghi normali, della vita di tutti i giorni.

4 C’È LA NARRAZIONE che presenta situazioni comuni.

Queste situazioni, però, nel corso degli eventi, vengono rovesciate, trasformandosi in comiche e bizzarre. Spesso diventano addirittura assurde o ridicole, ma vengono narrate come se fossero normali.

Il Circolo dei Lettori

G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi R. Dahl, Il vicario, cari voi, Salani G. Stilton, Le più belle barzellette, Piemme G . Bernasconi, L’onorevole Pasquale Maiale, Edizioni EL

66

Audio

Laboratorio di scrittura - pagg. 38 - 39


L’unione fa la forza

Ridi che ti passa! Marco torna a casa con una puzzola e la sorella disgustata gli chiede: – Dove pensi di tenere quella puzzola? – La terrò in camera mia – risponde lui. – E come pensi di fare con la puzza? – Beh, vedrai che si abituerà!

Leggo per DIVERTIRMI

Marco, la sorella, Vittoria, Pierino, la maestra... tanti ruoli da leggere. Più si è, più ci si diverte!

Vittoria chiede alla maestra: – Maestra, posso essere punita per qualcosa che non ho fatto? E la maestra: – Certo che no! Perché me lo chiedi? Allora Vittoria risponde: – Perché non ho fatto i compiti!

Come ogni mattina Pierino arriva in ritardo a scuola. – Perché arrivi sempre in ritardo Pierino? – lo rimprovera la maestra. – Per via del cartello che c’è in fondo alla strada. – risponde Pierino. – Quale cartello? – Quello che dice “RALLENTARE, SCUOLA NELLE VICINANZE!”. Riconoscere un TESTO UMORISTICO 1 Rispondi.

2 Ora prova tu: scrivi una storiella

Qual è lo scopo di questi brevi testi? ........................................................................................................

Che cosa li accomuna tutti? Hanno gli stessi protagonisti. Si basano su un malinteso.

verbalizzando la vignetta. Pierino com’è il passato di verdura?

Io verdurai, tu verdurasti, egli verdurò

Come si chiama questo tipo di storielle? ........................................................................................................

PDF

Audio

67


Il racconto UMORISTICO

La narrazione

Il signor Veneranda

– Scusi – disse il signor Veneranda al pescivendolo indicando le cassette di pesce – questo pesce è fresco? – Freschissimo! – disse il pescivendolo. – Allora – disse il signor Veneranda – se è molto fresco me ne metta mezzo chilo dentro la scollatura della camicia. – Come ha detto? Nella scollatura della camicia? – chiese il pescivendolo, che credeva di non aver capito. – Certo – confermò il signor Veneranda – ho caldo. Lei non ha caldo? – Va bene, ma perché vuol mettere il pesce nella scollatura della camicia? – Perché è fresco – disse il signor Veneranda – lei ha detto che è fresco e, se è fresco, perché non ne approfittiamo? Lei quando fa caldo che cosa fa? – Mi... faccio vento – balbettò il pescivendolo, confuso. – Si fa vento col pesce? – No, con un ventaglio – disse il pescivendolo. – Perché lei vende anche ventagli? – chiese il signor Veneranda. – No, non vendo ventagli – disse il pescivendolo – ho solo pesce. – Allora, se uno ha solo il pesce e deve farsi vento, è costretto a farsi vento col pesce – disse il signor Veneranda. – Accidenti... io non... – balbettò il pescivendolo che non ci capiva più niente. – Lasciamo stare – disse il signor Veneranda – altrimenti lei mi fa perdere tutta la giornata. Salutò e se ne andò tranquillamente. C. Manzoni, 50 scontri col signor Veneranda, Rizzoli

Leggo per ANALIZZARE Dalla normalità all’assurdo

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Rispondi. Qual è la parola che fa scattare l’equivoco? Pesce Ventaglio Fresco Qual è la situazione che fa scattare l’equivoco? Il pescivendolo vende ventagli. Il pescivendolo usa il pesce al posto del ventaglio. Il protagonista vuole acquistare il pesce per rinfrescarsi.

68

Rispondi. Com’è l’incipit di questo racconto? Una situazione reale Una situazione assurda Come procede il racconto? Con uno sviluppo reale Con uno sviluppo assurdo Quale parte ti ha fatto ridere? La situazione iniziale Lo sviluppo


La narrazione

L’anno che non finiva

Il racconto UMORISTICO

In una città tutti i calendari, indignati, si riunirono in assemblea. – La gente non ha la minima considerazione per noi: appena arriva il 31 dicembre ci gettano via come carta straccia! Considerando ingiusto dover vivere un anno solo, decisero all’unanimità di aggiungersi un grosso blocco di foglietti. Così il 31 dicembre i cittadini, staccato l’ultimo foglietto, ne trovarono un altro con scritto 32 dicembre. Il giorno dopo ne trovarono uno con scritto 33 dicembre, e via di seguito. Naturalmente quell’anno che non finiva mai causò in città un grande scompiglio. Chi era contento, chi protestava. In breve si formarono due partiti opposti. Chi protestava erano i lavoratori che aspettavano la fine dell’anno per andare in pensione; gli albergatori, i bagnini e i gelatai che aspettavano l’estate per fare buoni affari; e tanti altri. Il partito opposto era formato dagli studenti felici di quelle lunghissime vacanze natalizie, dagli inquilini che per un mese così lungo pagavano il solito affitto, dai venditori di indumenti invernali. Qualcuno pretendeva che si promulgasse una legge per dichiarare l’anno finito d’autorità, qualcun altro voleva che si rispettasse il calendario. Quell’anno che non finiva mai fu troncato invece nel modo più inaspettato: nella notte del 223 dicembre tutti i calendari furono trafugati e bruciati con un grande falò. A organizzare la congiura erano stati i bambini della città, stanchi di aspettare che arrivasse il 6 gennaio, il giorno della Befana. M. Argilli, Cento storie fantastiche, Editori Riuniti

Leggo per ANALIZZARE Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Collega le frasi con perché o perciò: I calendari protestano ................................... non vogliono essere gettati via dopo il 31................................... aggiungono fogli su fogli. I pensionati protestano ................................... vogliono andare in pensione; i bagnini ................................... aspettano l’estate. I bambini sono stanchi di aspettare la Befana ................................... bruciano tutti i calendari.

Dall’assurdo alla normalità Rispondi. Com’è l’incipit di questo racconto? Una situazione reale Una situazione assurda Come procede l’autore? Come se fosse tutto normale Mettendo in dubbio il contenuto Elenca sul quaderno tutte le situazioni assurde che trovi nel racconto: ti hanno fatto ridere? Sì No

69


Il racconto UMORISTICO

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi una volta il brano poi prova a rileggere saltando le R come Ugone.

Il linguaggio

La Erre

Un giorno, mentre Ugone stava parlando con un amico, arrivò una ventata e gli portò via la Erre. Stava giusto dicendo «ti voglio vedere presto» e gli uscì dalla bocca «ti voglio vedere pesto». L’amico si offese moltissimo e andò via senza salutarlo. Un altro giorno Ugone andò dal macellaio per comprare «un chilo di carne» e disse invece «un chilo di cane». Ugone era disperato perché parlava e voleva dire una cosa e ogni volta gliene usciva un’altra. Diceva «gratto» e gli usciva «gatto», diceva «Carlo» e gli usciva «callo», diceva «bruco» e gli usciva «buco», diceva «rotto» e gli usciva «otto», diceva «corto» e gli usciva «cotto», e via così. I suoi amici incominciarono a pensare che Ugone si ubriacasse e qualcuno disse invece che era diventato matto. Ugone andò in giro per la città a cercare la sua Erre e fece mettere anche un’inserzione sul giornale promettendo una lauta mancia, ma nessuno si fece vivo. Allora decise di rubare la Erre da una iscrizione di marmo che diceva “Via del Corso”. Rubò la Erre e la scritta diventò “Via del Coso”. Quelli che la leggono non capiscono e se capiscono si mettono a ridere. L. Malerba, Storiette, Einaudi

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Rispondi. Qual è il problema del signor Ugone? .................................................................................... Come viene risolto? ......................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Giochi di parole Completa la tabella con parole che subiscono una trasformazione togliendo la S.

SCRIVO Scrivi una storiella con le parole inserite in tabella: il titolo sarà “La Esse”.

70

Storta

..................................... ..................................... .....................................

Spalla

..................................... ..................................... .....................................

Scalare

..................................... ..................................... .....................................

Sparare

..................................... ..................................... .....................................

Ti ha fatto ridere questa storia? Sì Spiega perché ai tuoi compagni.

No


Tecniche narrative

Il racconto UMORISTICO

Alì Tosi, un cane mozzafiato C’era una volta un cagnolino di nome Alì, che viveva con la famiglia Tosi. Alì Tosi era un bravissimo cane, ma, ironia della sorte, soffriva di “alitosi”, che vuol dire “alito cattivo”. Proprio così! Ogni volta che apriva la bocca, succedevano cose tremende. Poi ci fu la goccia che fece traboccare il vaso. Un giorno venne a trovarli nonna Tosi e Alì pensò bene di darle il suo più caloroso benvenuto! – Basta! – urlò il signor Tosi, vedendo la cara vecchietta stramazzare per terra – Da domani gli cerchiamo una nuova famiglia! I bambini sapevano che c’era un unico modo per salvare il loro cane: togliergli quel suo alito nauseabondo. Così lo portarono in cima a una collina, da cui si godeva un panorama mozzafiato. Un simile panorama, speravano, avrebbe potuto mozzare il fiato anche a lui... Be’, non glielo mozzò affatto! Allora lo portarono al cinema, dove c’era un film horror. Un film così, si auguravano, l’avrebbe lasciato senza respiro... invece niente. Alla fine decisero di portarlo al Luna Park. Un giro sull’ottovolante gli avrebbe sicuramente tolto il fiato... ma era un’idea che non stava in piedi! Insomma, i loro piani per eliminare il fiato cattivo di Alì erano falliti. Quella sera salutarono il cane con le lacrime agli occhi e andarono a dormire. A notte fonda due ladri penetrarono nella villetta dei Tosi. Allora Alì si fece avanti scodinzolando e li salutò con una vigorosa, cordialissima leccata! Immaginatevi la sorpresa della famiglia Tosi quando trovò i due malandrini stecchiti sul pavimento del salotto! La famiglia fu premiata per aver consegnato i due furfanti e in breve Alì Tosi divenne il cane-poliziotto più celebre del paese. Così la famiglia Tosi decise di tenere quel cane da guardia fantastico. D. Pilkey, Attenti al fiato!, A. Mondadori

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Indica con una x il completamento giusto. L’espressione “La goccia che fece traboccare il vaso” significa riempire un vaso fino all’orlo. superare un limite. prendere una decisione. La famiglia Tosi decise di tenere Alì perché l o considera un membro della famiglia. è un cane da guardia fantastico. vogliono ricevere altri premi.

Leggo per ANALIZZARE Esagerazione Indica con una x se i completamenti sono Veri o Falsi. Questo racconto è umoristico perché presenta situazioni V F fantastiche. V F assurde. V F esagerate. Il linguaggio utilizza giochi di parole. doppi sensi. modi di dire divertenti.

V F V F V F

Individuali e spiegane l’utilizzo.

71


Il racconto UMORISTICO

I personaggi

Leggo per DIVERTIRMI

A coppie, seduti al banco, ricreate il dialogo tra i due personaggi come si trattasse dello studio del medico.

Mai fidarsi di un orco

Leggo per ANALIZZARE Situazione surreale Indica con una x. Questo racconto è umoristico perché (puoi dare più di una risposta): il protagonista è un orco. il protagonista mangia i bambini. il medico tratta l’orco come un normale paziente. il protagonista non ha digerito. il protagonista non digerisce le fragoline. il protagonista mangia il medico. L’affermazione “La situazione di questo racconto è surreale” significa che la situazione è molto reale. assurda. fantastica.

72

– Ah, dottore – geme l’orco – Sento come un peso sullo stomaco e mi viene da vomitare. Bisognerà che mi metta a dieta? – Ora vediamo – dice il medico, – non si preoccupi. Non sarà nulla di grave. Mi dica che cosa ha mangiato negli ultimi giorni. L’orco facendo mente locale – avantieri ho messo sotto i denti una guardia campestre, un ciclista e una signora che vendeva la frutta. Tutto freschissimo e non troppo grasso. – Non è certamente questo ad averla fatta ammalare – dice il medico grattandosi il mento – E ieri cos’ha mangiato? – Ieri – risponde l’orco – ho divorato una maestra e qualcuno dei suoi allievi. Non mi ricordo più quanti: sono così piccoli a quell’età. – Ma non avrà mangiato tutta la classe in un solo boccone, vero? – chiede gravemente il medico. – No, no – risponde l’orco – ne ho tenuto qualcuno da parte per la merenda. E per cena mi sono fatto un panino con un carabiniere. Per dolce ho scelto una ballerina con tutto il tutù. – Nient’altro – domanda il medico. – Attraversando la foresta ho mangiato una fragolina di bosco. – Non dica altro! – dice il medico – È stato sicuramente questo a farla stare male. – E pensa che sia grave? – chiede preoccupato l’orco. – Ma niente affatto – rispose il medico. – Tenga, ingoi questa pillola e fra trenta secondi si sentirà meglio. – E non sarò costretto a mettermi a dieta? – Ma niente affatto. Riprenda tranquillamente la sua alimentazione abituale, ma eviti frutti di bosco. – Oh grazie, dottore, mille grazie! E l’orco, tutto felice, ritrova il suo appetito. Si riveste velocemente e divora il medico in un solo boccone. B. Friot, Il mio mondo a testa in giù, Il Castoro


A volte i vascelli dei pirati erano costretti a navigare a zig zag per evitare le rocce dei fondali prima di attraccare. Tu puoi esercitarti nella lettura senza preoccuparti del senso del testo, sarà divertente scoprirlo solo alla fine!

Pirati del TESTO

Copri con un foglio la parte sinistra del testo, fino alla riga, e poi leggi più velocemente possibile le righe che vedi. Alla fine sposta il foglio e fai lo stesso con la parte destra.

Olle Pappamolle Era venerdì pomeriggio e mancavano due ore alla partenza del pullman. In attesa davanti alla scuola, sia Olle che il padre tremavano al pensiero della gita in montagna. Il padre, il signor Mons, sapeva che avrebbe trascorso tre giorni col terrore che il figlio annegasse in un laghetto di montagna, o che si perdesse nelle nebbie, o precipitasse in un burrone. Olle non sapeva esattamente di cosa avesse più paura. Mons aveva aiutato Olle a preparare lo zaino, che assomigliava a un elefantino sovrappeso. – Siamo riusciti a farci stare lo stretto indispensabile! Olle diede un’occhiata allo zaino stracolmo: – Così sembrerebbe. – Ricontrolliamo la lista – disse il padre – calzettoni di lana, maglietta di lana a maniche lunghe, mutandoni di lana, canottiera e mutande, camicie, maglioni, sciarpa, guanti, tuta imbottita, scarpe da ginnastica, stivali di gomma, giacca a vento, pantaloni impermeabili, asciugamano, spazzolino da denti, dentifricio, termometro, cerotti, vitamine, macchina fotografica, Shangai... perché, conoscendoti, farai sicuramente una partita a Shangai, vero? Olle annuì. – Bene – continuò il padre – bussola, pigiama, occhiali da sole, occhiali di riserva, crema abbronzante, corda, latte in polvere, fiammiferi... – Non fumo, papà. – Lo so Olle. Soltanto per sicurezza. – In che senso? – Nel caso in cui fosse necessario accendere un fuoco. – Ah già. – Fazzoletti, cioccolato fondente, binocolo, sacco a pelo, pala... – Che me ne faccio di una pala? – Non si sa mai, potrebbe servire. Mons aiutò Olle a infilarsi lo zaino in spalla. – Pesa? – domandò vedendo Olle barcollare in cerca di equilibrio. – Un po’: forse dovresti togliere il termometro. K. Hagerup, Olle Pappamolle, Salani

73


Il racconto UMORISTICO

Lo scopo

Un mostro sotto il letto Quando si svegliò nel cuore della notte, Samuel trovò un mostro sotto il letto. Da sotto il letto giungeva un suono che faceva pensare a pezzi di gelatina passati da una mano all’altra da piccoli giocolieri. Senza contare che Boswell era salito sul letto e ringhiava tremando tutto. “Forse me lo sono immaginato” pensò Samuel anche se sapeva che non era così. Uno non si immagina una cosa che fa squish squish sotto il letto. O fa squish o non lo fa e quella cosa aveva decisamente fatto squish. Il ragazzo si guardò intorno e vide uno dei suoi calzini appeso alla sponda del letto. A titolo di esperimento, si allungò a prendere il calzino, quindi lo fece penzolare dal bordo del materasso e infine lo lasciò cadere. Un qualcosa di lungo e roseo che avrebbe potuto essere una lingua o un braccio o persino una gamba afferrò il calzino e lo fece sparire sotto il letto. Samuel sentì masticare, poi il calzino venne sputato e una voce fece: – Bleaaaaaaah! – Ehi? – disse il ragazzo.– Lo so che ci sei. Non ebbe risposta. – Senti, è stupido. Io non scendo dal letto. Puoi stare lì quanto ti pare, ma io non scendo. Samuel contò a mente fino a cinque, poi sentì un sospiro da sotto il materasso. – Come facevi a saperlo? – chiese una voce. – Ti ho sentito fare squish. – Oh, sono nuovo a queste cose! Mi ci devo ancora abituare. Mi hai fregato con il trucco del calzino. Molto furbo. Aveva un saporaccio. A proposito, dovresti fare qualcosa per i tuoi piedi. Puzzano da far paura. – È un calzino da ginnastica. Deve essere lì da un po’. – Be’, forse questo spiega tutto, però... Ci puoi ammazzare qualcuno. È un’arma letale, quel calzino. Mi ha fatto venire la nausea. – Così impari – disse Samuel. – Non dovresti andare in giro sotto i letti della gente. – Be’, per me è un lavoro, no? – Come lavoro non è un granché. – D’accordo, ma provaci tu a essere un demone senza una forma definita, di questi tempi. Non è che posso trovare lavoro come

74

Leggo per DIVERTIRMI

Inventa una vocetta ridicola e utilizzala ogni volta che parla il mostro. Effetto comico assicurato!

Clil

Che cosa significa dogsitter? Come si chiama in inglese la tata dei bambini? ......................................................... Quale parola ha in comune con dogsitter? ......................................................... Insieme ai compagni prova anche a spiegare il significato di catsitter e housesitter.


Lo scopo

Il testo UMORISTICO

dogsitter o cantare la ninna nanna ai bambini. Insomma, bisogna prendere o lasciare. – In che senso senza una forma definita? Il demone si schìarì la voce: – Da un punto di vista tecnico, sono un’entità ectoplasmica vagante. – Cioè? – chiese Samuel, impaziente. – Cioè, se mi lasci finire – rispose il demone, seccato, – un demone capace di assumere quasi ogni forma, basandosi sulle vibrazioni psichiche rilasciate dalla sua vittima. – Ho perso il filo – disse il ragazzo. - Oh, senti, non è così complicato. Il concetto è che devo diventare qualunque cosa ti faccia paura. Ho scelto la cosa con i tentacoli che fa squish squish perché... be’, è un classico. – Non sei simpatico – disse Samuel. – Io sono un demone. Cosa ti aspetti che faccia? Il gentile? Ti rimbocco coperte e ti leggo una favola? Non devi essere molto intelligente, tu. – No, sei tu che non sei molto intelligente a venire qui nel cuore della notte per farti fregare da un calzino vecchio. E poi non hai assunto una forma che mi fa paura. Sei un polpo. – Sono come un polpo. Ma più spaventoso. Credo. Qui sotto non ci si vede molto bene. – Be’ – disse il ragazzo – ma adesso te ne vai? – Non ho molta scelta, effettivamente, se tu fai tutte queste difficoltà. – Allora vai pure – lo invitò Samuel. – Va bene. Ciao. – E con uno squish scomparve. J. Connoly, Le porte dell’inferno si sono aperte, Salani

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole. Che cos’è un ectoplasma vagante? Cerca la risposta nel testo e sottolineala. Rispondi. “Squish” è una parola che riproduce un suono: ne esistono tante altre come questa, ricordi come si chiamano? ....................................................................... Prova a spiegare il significato delle parole: arma letale; vibrazione psichica.

Capisco il racconto Scrivi sul quaderno. Chi è Boswell? Da quale informazione lo puoi dedurre? Com’è il mostro? Descrivilo con quattro aggettivi. Com’è Samuel? Descrivilo con quattro aggettivi.

Leggo per ANALIZZARE Rispondi con una x. Ti è piaciuto il racconto? L’autore ha raggiunto il suo scopo?

Sì Sì

No No

Se hai risposto sì, sottolinea nel testo le battute che lo dimostrano.

75


VERIFICA le tue competenze

Un incontro

Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere due volte il testo.

– Debora, ma sei sicura che il tuo amico viva ancora in questo bosco? Proprio in quell’istante, dal tronco di un albero si levò una protesta: – Per tutti i fanali spenti! Chi è che fa questo chiasso? Debora sorrise di un un sorriso gigante: – Dino, sei tu? – Sei tu, sette io, otto noi... ficcanaso cosa vuoi? – Dino, sono Debora! – Eh? Chi sei? Una pecora? – No, sono Debora – urlò lei – la tua amica del bosco. – Una formica nel fosso? E mi disturbate per una sciocchezza simile? Le formiche se la cavano benissimo dappertutto... Evidentemente gli anni l’avevano reso un po’ duro d’orecchie. Debora si arrampicò sul tronco caduto e si affacciò ad un foro che si trovava nella quercia lì vicino. – Ciao Dino, ti ricordi di me? – Per tutte le ghiande bucate! La Debora... quanto tempo è passato... – Che fortuna, ti abbiamo trovato in casa! – Abbiamo? – C’è qualcuno con me, se ti affacci lo vedi qui sotto. Bofonchiando un vecchio gufo si sporse dal foro. – Si chiama Andrea – gli spiegò Debora. – Purea? Che strano. Ai miei tempi non si usava chiamare i bambini con i nomi dei cibi. Tutti matti sono oggi, tutti matti... – Mi chiamo Andrea – urlò lui cercando di trattenersi dal ridere. – Sì, sì, cosa gridi. Non sono mica sordo! – Abita con me nella casa vicino ai giardini – spiegò Debora. – Una casa coi calzini? Davvero una strana abitazione... Così dicendo il vecchio gufo avanzò di qualche passettino, tenendosi in equilibrio sul ramo più robusto. Aveva due occhi giganteschi e arancioni, in mezzo ai quali brillava una pallina nerissima. Il becco scuro era nascosto tra le piume, tanto da essere quasi invisibile. Sulla testa due penne grigie e bianche svolazzavano al vento e sembravano due piccole orecchie orientabili in tutte le direzioni. – E come mai siete da queste parti dopo tutto questo tempo? – Ho portato Andrea a fare un giro – spiegò Debora. – Il ghiro? Volevate vedere il ghiro? Ma Gino si è trasferito da parecchi anni... A queste parole Andrea e Debora scoppiarono a ridere. F. Franco, Andrea e Debora. Missione Salvataggio, Astegiano Editore

76


Il racconto Il testo DESCRITTIVO UMORISTICO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Collega gli equivoci di Dino alle espressioni corrette. Debora Casa coi calzini Amica del bosco Purea Giro Formica nel fosso Casa vicino ai giardini Ghiro Andrea Pecora

Tra le seguenti parole scegli il sinonimo di “purea”. pasta pizza purè macedonia

Indica con una x. “Duro d’orecchie” significa: sordo vecchio

rigido

distratto

“Bofonchiare” significa: chiamare sporgere

fischiare

borbottare

Capisco il racconto Cerchia nel racconto la sequenza descrittiva e completa la frase. Le penne sulla testa del gufo assomigliano ........................................................................................................................

Rifletto Indica con una x il completamento giusto. Debora e Dino non si vedono da tanto tempo. da poco tempo. Evidenzia nel testo le informazioni che ti hanno guidato nella risposta. Le informazioni che hai trovato sono esplicite. implicite.

Leggo per ANALIZZARE Quale delle seguenti affermazioni condividi? Indica con una x. Il testo che ho letto è umoristico perché: l’autore crea dei malintesi. ha un finale sospeso. c’è un personaggio buffo. l’autore utilizza giochi di parole. presenta una situazione normale. è un testo fantastico. Trova un titolo che secondo te è più adatto al racconto. .................................................................................................................

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con l’insegnante e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa del RACCONTO UMORISTICO. vai a pag. 210

77


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 233

Carissimo Robinson Crusoe, tu che hai scritto tante pagine di diario quando sei naufragato sull’isola deserta, potresti spiegarci come si scrive un DIARIO?

1 C’È UNO SCOPO che definisce il tipo di diario:

• se è usato per raccontare esperienze personali ed emozioni, confidare segreti è un diario personale. Quando i fatti sono avvenuti in tempi storici importanti diventa una fonte ed è un diario storico. • Se è usato per annotare eventi quotidiani e informare su quello che accade allora è un diario di viaggio e di classe. Quando i fatti raccontati accadono su una nave, è un diario di bordo.

2 CI SONO DEI PERSONAGGI

7 C’È UN LINGUAGGIO familiare,

simile a quello parlato, perché l’autore si rivolge a se stesso. Il linguaggio si fa più formale nel diario di bordo o di viaggio poiché può essere letto da un pubblico.

6 C’È UNA STRUTTURA

• il narratore stesso, cioè protagonista del diario; • i familiari, gli amici e tutte le persone che incontra il protagonista.

• all’inizio si indica la data e si può aggiungere una formula di apertura (Caro diario...); • nello sviluppo si raccontano i fatti accaduti anche con foto e disegni; • ci può essere una formula di chiusura e la firma.

3 C’È UN TEMPO ben precisato

nell’uso di date. Il tempo della narrazione è al passato se narra i fatti accaduti e al presente se esprime le emozioni e le rifessioni.

5 C’È UN NARRATORE che 4 CI SONO LUOGHI

reali frequentati da chi scrive il diario.

è l’autore del diario e scrive in prima persona.

Il Circolo dei Lettori

J. Kinney, Diario di una schiappa, Il Castoro K. Michaëlis, Bibi. Una bambina del Nord, Salani Virginy L. Sam, Diario di una peste, Nord-Sud S . Bordiglioni, Diario di Giulio. Top secret, Einaudi

78

Audio

Laboratorio di scrittura - pagg. 40 - 41


L’unione fa la forza

Portatemi a casa! Venerdì Se c’è una cosa che ho imparato in tutti questi anni è che noi ragazzi non abbiamo nessun controllo sulla nostra vita: ZERO! Con la fine della scuola, non avevo niente da FARE, ero pronto per una bella vacanza rilassante, almeno finché funzionavano le pile del telecomando e il condizionatore, ma all’improvviso ECCO cos’è successo. Mamma ci ha annunciato che saremmo andati qualche giorno a trovare la Zia Loretta nella casa di riposo. Non mi sembrava esattamente il modo più divertente di cominciare l’estate. Ma era uno scherzo! La mattina dopo mamma ci ha detto qual era la nostra VERA destinazione: Disney World. Rodrick e io eravamo contenti di non giocare a bocce in una casa di riposo. Invece Manny, il nostro fratellino, è scoppiato a PIANGERE. Mamma aveva parlato con tanto entusiasmo della gita dalla Zia Loretta che l’aveva CONVINTO.

Fate le valigie. Saltate in auto. Si parte!

Andiamo dalla Zia Loretta.

J. Kinney, Diario di una schiappia, il Castoro

Leggo per DIVERTIRMI

In classe ricreate le situazioni dei fumetti e a turno scambiate le battute.

Andiamo a Disney World!

Riconoscere il testo di un DIARIO 1 Secondo te perché ci sono i disegni? ............................................................................................................ ..................................................................................................................................................................................................................

2 Rispondi con una x.

Le cose che racconta il protagonista avvengono di venerdì. sono avvenute l’anno precedente.

Il protagonista racconta il fatto al fratello. al diario.

Il protagonista racconta il fatto perché è felice per la gita a sorpresa. teme la gita a sorpresa.

Il protagonista racconta in prima persona. in terza persona.

PDF

Audio

79


Il DIARIO

LESSICO

Il diario segreto

Sterline, pence, rollerblades... dove vive la protagonista? Come tradurresti la parola rollerblades?

Tanti auguri a me!!! Caro Diario, oggi mamma mi ha svegliata presto, prima di andare al lavoro. Sono rimasta un po’ male perché mi ha dato una busta piccolissima, dicendo: – È tutto quello che sono riuscita a fare, tesoro. Siamo un po’ a corto di soldi in questo momento. Nella busta c’era un biglietto che diceva: “Più mi bagno e più mi asciugo.” Aveva organizzato una caccia al tesoro! Il primo indizio era facile. Sono corsa in bagno, e sull’asciugamano c’era un altro biglietto: “Tè, latte e un cucchiaino di zucchero: consegnare il tutto a Nolly.” Così ho portato una tazza di tè a Nolly, e lei mi ha dato un altro biglietto. E circa sei o sette biglietti più tardi sono arrivata alla lavatrice di Nolly dove ho trovato... un paio di rollerblades! Sono rimasta a bocca aperta! Adesso non dovrò più prendere in prestito quelli di Cassie. Devono essere costati una fortuna! Probabilmente mamma li ha comprati a rate e ci metterà una vita a pagarli. Avevo cominciato a mettere qualcosa da parte per comprarmeli da sola, ma sono arrivata solo a sette sterline e ottantaquattro pence. Graeme mi ha regalato un bagnoschiuma alla vaniglia. Ho ricevuto undici biglietti d’auguri, di cui nove col disegno o la foto di un coniglio. Ciao P. Moon, Alla larga dal mio diario... o sarà peggio per voi!, Mondadori

Leggo per ANALIZZARE Il narratore Rispondi. Rifletti sulla prima frase di questa pagina di diario, “Oggi mamma mi ha svegliata presto...” e indica con una x la frase esatta. In questo testo c’è l’io narrante. In questo testo c’è l’io narrato. L’autrice ha vissuto in prima persona i fatti narrati? ......................................... Che tipo di linguaggio usa? ....................................................................................

80

A chi si rivolge? ...........................................................................................................


Il diario segreto

Addio tonsille

Il DIARIO

Leggo per DIVERTIRMI

Martedì 27 ottobre Quattro del mattino. Sono disidratato! Sei del mattino. Mi hanno svegliato! E l’operazione è alle dieci! Non potevano lasciarmi dormire? No, devo fare un altro bagno! Gli ho detto che è di dentro che devono operarmi ma niente, non mi stanno nemmeno a sentire. Sette e mezzo. Mi hanno vestito come un pazzo! Sono pronto per l’operazione! Mi hanno fatto un’iniezione che doveva farmi dormire, ma sono qui sveglissimo che ascolto un litigio a proposito di una cartella clinica smarrita di un paziente. Otto. Ho la bocca completamente secca, impazzirò per la sete, non bevo niente da ieri sera alle 9 e 45, mi sento un po’ stralunato. Nove. I carrelli operatori cominciano ad arrivare in corsia e a scaricare gente addormentata sui letti. Nove e un quarto. Il carrello viene nella mia direzione! Mercoledì 28 ottobre Sono privo di tonsille. Che male! Non riesco a parlare. Perfino un grugnito mi provoca un’atroce agonia. Giovedì 29 ottobre Sono stato trasferito in un altro reparto. La mia sofferenza è insopportabile per gli altri pazienti, si vede.

Leggi due volte, la prima normalmente, la seconda con la bocca semichiusa, come se avessi mal di gola, proprio come Adrian.

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Rispondi. Come mai ci sono ben sei appunti martedì 27 e solo uno nei giorni successivi? ................................................... Quanto tempo prima dell’intervento Adrian viene portato in sala operatoria? ................................................... Sottolinea i passaggi che te lo fanno capire.

Venerdì 30 ottobre Stamattina sono riuscito a sorbire un po’ di brodo che mi ha portato la nonna nel termos. Mio papà mi ha portato un chilo di wafer. M. Townsend, Il diario segreto di Adrian Mole, Sperling & Kupfer

Leggo per ANALIZZARE Lo scopo Rispondi con vero (V) o falso (F). Qual è lo scopo di Adrian? Raccontare la sua esperienza in ospedale. Documentare una vicenda reale in modo divertente. Spiegare come avviene un’operazione alle tonsille. Scrivere una lettera alla mamma.

V F V F V F V F

81


Il DIARIO

LESSICO

Documento storico

Depressurizzare; modulo di discesa; modulo orbitale; tenuta stagna... a quale linguaggio appartengono queste parole? ...................................................

Il bello di essere astronauta!

Diari a confronto

Nota scritta il 04/09/2015 - Avamposto Spaziale ISS

Orbita Terrestre - Giorno di missione 200 (11 giugno 2015). Questa è la terza di una serie finale di note del diario che ripercorrono la partenza, l’atterraggio e il riadattamento! Dopo avere depressurizzato l’ingresso, abbiamo seguito per alcuni minuti gli indicatori di pressione del modulo di discesa e del modulo orbitale della nostra Soyuz: entrambi stabili, quindi non c’era nessuna perdita evidente e rapida (non che ce l’aspettassimo!). Naturalmente dovevamo controllare anche che non ci fosse una perdita lenta, prima di lasciare definitivamente la Stazione e affidarci al portello della Soyuz per trattenere all’interno la nostra aria. L’intero controllo di tenuta stagna avrebbe richiesto 30 minuti, con le misurazioni della pressione nell’ingresso eseguite ogni 5 minuti, ma, visto che non c’era alcuna diminuzione rapida della pressione, abbiamo potuto riaprire in sicurezza il portello del modulo di discesa e galleggiare verso il modulo orbitale per indossare le nostre tute Sokol. Io ci sono andata per prima, come avevamo pianificato. Anton e Terry sono rimasti nel modulo di discesa mentre io ho usato la toilette della Soyuz. Volevo svuotare la vescica il più tardi possibile. Anton mi ha raggiunta nel modulo orbitale per aiutarmi a indossare la Sokol. Per rendere le cose più veloci, mi sono sostanzialmente aggrappata per tenermi il più ferma possibile e lasciare che Anton si occupasse di legare e chiudere con la cerniera tutto quanto. Una delle belle cose dell’essere un’astronauta: potete lasciare che qualcun altro vi vesta da adulti senza che nessuno rida di voi! Dal Diario di Samantha Cristoforetti, www.astronautinews.it

Leggo per ANALIZZARE Diario storico Che differenza c’è tra questo diario e quello di Adrian a pag. 81? Segna con una x le affermazioni giuste. Nessuna, sono entrambi dei diari. Nessuna, sono entrambi destinati a restare segreti. Quello di Adrian è personale e segreto. Quello di Samantha interessa tutto il mondo. Quello di Adrian resterà nella storia. Quello di Samantha resterà nella storia.

82

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Sei la maestra e devi spiegare ai tuoi alunni chi è Samantha Cristoforetti e che cosa ha fatto di straordinario. Fai una ricerca e produci un cartellone, un Power Point o una relazione che ti aiuti nella spiegazione.


Terra in vista! Venerdì 3 agosto 1492

Mezz’ora prima dell’alba, ho lasciato il porto di Palos a bordo della caravella, con buona scorta di viveri e di marinai e ho fatto rotta verso le isole Canarie, per muovere poi di là e navigare verso le Indie. Lunedì 10 settembre

Diario di bordo

Il DIARIO

Leggo per ANALIZZARE

I fatti Il diario di bordo è un documento su cui il comandante di una nave annota le vicende accadute durante il viaggio. Scrivi sotto alle immagini la data corrispondente riportata nel diario di bordo.

Sono state percorse 60 leghe, ma ne sono state dichiarate soltanto 48 e ciò per evitare che gli equipaggi abbiano ad allarmarsi e scoraggiarsi, nel caso che il viaggio diventi troppo lungo. Domenica 16 settembre

Si sono visti galleggiare ciuffi di alghe molto verdi che sembrano ancora fresche. Giovedì 20 settembre

Qualcuno ha preso un uccello simile a un gabbiano. All’alba hanno raggiunto le navi anche due o tre uccelli di terra. In seguito è arrivato anche un gabbiano.

..........................................................

Venerdì 12 ottobre

Alle due di notte è stata avvistata, senza alcun dubbio, la terra. Si tratta di una piccola isola che nella lingua degli indigeni è detta “Guanahani”. Subito dopo è apparso qualche indigeno completamente nudo. Cristoforo Colombo, Diario di bordo, Mursia

Leggo per CAPIRE

..........................................................

Capisco il testo Completa. Il viaggio è iniziato il ................................................................ ed è terminato il .........................................................., cioè è durato circa ................................ giorni. La caravella è partita dal porto di ......................................, diretta .......................................................... Colombo teme che l’equipaggio si scoraggi ...................... non racconta la distanza reale. Il viaggio descritto non terminerà alle Indie ma in ............................................

..........................................................

83


Il DIARIO

LESSICO

Sottolinea nel testo tutte le espressioni che fanno parte del linguaggio marinaresco.

Diario di classe

Il capitano e la sua nave 4 settembre L’ha rifatto. Il maestro Quinto ha ripetuto anche quest’anno che lui è come il capitano di una nave e che noi, la sua ciurma, gli dobbiamo obbedire. Per questo ho deciso di scrivere questo diario di bordo. Su ogni nave che viaggia c’è qualcuno che tiene il diario di bordo e ci scrive sopra, giorno per giorno, tutte le cose che succedono durante la navigazione. Anche sulle navi del passato c’era. Allora io ho deciso di tenere il diario di bordo della nostra classe. Cominciamo. Oggi il mare della quarta B della scuola “Gianni Rodari” è calmo e piatto. Niente onde e niente burrasche, niente correnti strane. L’unica cosa notevole di questa giornata è la nascita di questo diario. E non è poco! 6 novembre Oggi mare di ricordi, vento che soffia dal passato. Erano giorni che navigavamo chiusi in questa nave-classe e così oggi, prima giornata di sole, dopo tanto tempo, il capitano ha deciso di farci scendere a terra. Cioè siamo usciti a fare una passeggiata. Siamo stati in un posto qui vicino, proprio dietro la scuola, di fianco a un ponticello, vicino al canale, ci sono tre buche di cemento. Valentina ha chiesto al maestro a che cosa servissero e lui ci ha spiegato che fino a qualche anno fa servivano a lavare i panni nell’acqua del canale. - Ma come facevano a infilare lì dentro le lavatrici? - ha chiesto quello sciocco di Manuel. Capitan Quinto allora ha provato a fare la faccia da arrabbiato però gli veniva da ridere e non ci è riuscito. Poi ha spiegato che quei buchi non erano per le “lavatrici-macchine” ma per le “lavatrici-donne”, che poi sarebbero le lavandaie. Lì entravano con la gamba le donne che andavano al fiume per lavare i panni a mano. Manuel ha fatto “Ahhhhhhh”, ma si vedeva benissimo che non aveva capito niente. S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Einaudi scuola

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Facendo sport una tua compagna si è slogata una caviglia e non potrà frequentare la scuola per una settimana. Scrivi per lei un diario di bordo con i fatti più importanti. La aiuterai a restare aggiornata!

84

Leggo per CAPIRE Rifletto Rispondi sul quaderno Chi è l’autore del diario? Quale metafora utilizza per scrivere le vicende della sua classe? Perché? Il maestro, gli alunni e la classe a che cosa vengono paragonati? Secondo te, che cosa sono le onde e le burrasche citate nel diario? A cosa si riferisce l’espressione “Mare di ricordi, vento che soffia dal passato”? Che cosa significa “Oggi si scende a terra”? Dove vanno i bambini con il maestro?


Diario di viaggio

Il DIARIO

Diario veneziano 5 maggio

Venezia somiglia a un fondale di teatro. I turisti si muovono come attori improvvisati. Anch’io sono qui da due mesi. Ho percorso due volte il Canal Grande a bordo del vaporetto numero uno. All’inizio dell’anno ero venuto a Venezia per un giorno: non c’era luogo che non fosse di una bellezza conturbante. Ritornare qui e fermarsi un po’ di tempo vuol dire avere continuamente sotto gli occhi un numero infinito di dettagli, sempre bellissimi. In realtà tutta l’Italia è di una bellezza conturbante che causa una specie di bombardamento. 16 maggio

Verso sera sono uscito, ho attraversato piazza San Marco, ho camminato lungo la riva degli Schiavoni e, passati quattro ponti, ho svoltato per via Garibaldi. I veneziani erano in strada a prendere il fresco: alcuni bambini correvano e i vecchi, a piccoli gruppi, discutevano gesticolando. Un negozio vendeva gabbiette con piccoli animali, uccelli, anche topolini; dei bambini sono entrati di corsa. Guardavano rapiti e poi ridevano. Nel canale c’era una barca che vendeva verdure, ma ormai era sera, ed erano rimaste solo un po’ di foglie avvizzite. A. Acheng, Diario veneziano, Bompiani

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Rispondi sul quaderno In quale mese scrive l’autore del diario? Da quanto tempo vive a Venezia? Quante volte è stato a Venezia?

Rifletto Spiega la frase “Venezia somiglia a un fondale di teatro. I turisti si muovono come attori improvvisati”: ..................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Le informazioni Il diario di viaggio è scritto da chi vuole descrivere le località visitate durante un viaggio e le persone incontrate, annotando riflessioni personali. Sottolinea come indicato: • le informazioni sulla città di Venezia; • le informazioni sulle persone; • le riflessioni dell’autore.

85


VERIFICA le tue competenze Leggi prima le domande e poi il racconto. Ti aiuterà a mirare le risposte fin da subito.

Dal diario di Anna Frank Sabato 20 giugno A una come me, scrivere un diario fa un curioso effetto. Non soltanto perché non ho mai scritto, ma perché immagino che poi né io né gli altri potremmo aver voglia di rileggere gli sfoghi di una scolaretta. Però, a me piace scrivere e soprattutto aprire il mio cuore su ogni genere di cose. “La carta è più paziente degli uomini”: riflettevo su queste parole in una delle mie giornate un po’ tristi. Proprio così, la carta è paziente, e non ho affatto intenzione di far poi leggere ad altri questo quaderno che porta il nome di “diario”, a meno che un giorno io non trovi un amico o un’amica che siano veramente “l’amico” o “l’amica”. Eccomi al punto da cui ha preso origine quest’idea del diario: io non ho un’amica. Ho dei cari genitori e una sorella di sedici anni; conosco una trentina di ragazze e alcune di queste potrei dire che sono mie amiche, ho dei parenti, care zie e cari zii, un buon ambiente familiare; no, apparentemente non mi manca nulla... salvo l’amica. Con nessuno dei miei conoscenti posso far altro che chiacchierare, né parlare d’altro che dei piccoli fatti quotidiani. Non c’è modo di entrare più in confidenza, ecco il punto. Forse tutto questo è colpa mia; comunque è una realtà, ed è un peccato non poterci far nulla. Perciò questo diario. Allo scopo di dar maggior rilievo nella mia fantasia all’idea di un’amica tanto attesa, non mi limiterò a scrivere i fatti nel diario, ma farò del diario l’amica, e l’amica si chiamerà Kitty.

na A. Frank, Diario, Einaudi

86

An


Il DIARIO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Indica con una x il completamento giusto. Nel testo la parola “sfogo” si riferisce a un’apertura attraverso la quale può uscire del gas. un’arrabbiatura.

una manifestazione di sentimenti. un’irritazione della pelle.

“Entrare in confidenza” significa: conoscere qualcuno. raccontare cose intime a qualcuno.

provare indifferenza. essere gentili.

“La carta è più paziente degli uomini” significa che: gli uomini non si spazientiscono mai. con gli uomini è più semplice lamentarsi e sfogarsi.

è più facile sfogarsi con un diario che con gli uomini. il diario è segreto e nessuno deve leggerlo.

Trovare “un amico, un’amica” o trovare “l’amico o l’amica”: spiega la differenza. Un amico, un’amica: ................................................................................................................................................................... L’amico, l’amica: ...........................................................................................................................................................................

Capisco il testo Rispondi. Qual è l’età di Anna secondo te? Da che cosa lo capisci? .......................................................................................................................................................................................................... Che tipo di rapporto ha Anna con i suoi familiari? .......................................................................................................................................................................................................... Che cosa rappresenta per Anna il diario? .......................................................................................................................................................................................................... Chi è Kitty? ..........................................................................................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Rispondi con una x. Com’è scritto questo diario? In prima persona In terza persona Come definiresti il diario? Personale Di bordo Storico Di viaggio Questo diario diventerà una testimonianza importante: informati e scrivi quello che hai scoperto, poi rispondi. Alla luce delle tue nuove conoscenze, come definiresti questo diario? Puoi dare più di una risposta. Personale Di bordo Storico Di viaggio

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con l’insegnante e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa del DIARIO. vai a pag. 210

87


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 234

Gentilissimo van Gogh, lei che è un pittore famoso, apprezzato e conosciuto in tutto il mondo, ci potrebbe spiegare quali sono gli elementi per scrivere la BIOGRAFIA di un personaggio famoso come lei?

1 C’È UNO SCOPO, quello di ricostruire

e raccontare la vita di una persona.

2

5 C’È LA NARRAZIONE che

può essere: • realistica se il biografo ricostruisce principalmente gli eventi della vita del personaggio tenendo conto di documentazioni; • romanzata se il biografo racconta aneddoti o eventi immaginati, più legati alla personalità e al carattere del personaggio che non ai fatti accaduti.

CI SONO PERSONAGGI Il protagonista è un personaggio molto conosciuto per il suo talento nel campo dell’arte, delle scienze o della letteratura, oppure per il coraggio delle sue azioni che hanno portato alla conquista di diritti civili. Gli altri personaggi sono le persone realmente esistite e frequentate dal protagonista.

4 C’È UN NARRATORE esterno, il 3 C’È IL TEMPO della narrazione che

può essere passato o presente. I fatti si svolgono in luoghi normali, della vita di tutti i giorni.

biografo che si documenta e racconta la vita di qualcuno in terza persona. Se i fatti sono narrati in prima persona dal protagonista stesso, allora si tratta di un’AUTOBIOGRAFIA.

Il Circolo dei Lettori

A. Kramer, Mandela, IdeeAli B. Pitzorno, Storia delle mie storie, Net A. Ferrara, Steve Jobs, affamato e folle, Raffaello L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, BUR

88

Audio

Laboratorio di scrittura - pagg. 42 - 43


L’unione fa la forza

Van Gogh Vincent van Gogh nacque il 30 marzo 1853 a Zundert, in Olanda. La sua pittura è famosa come diretta espressione dei suoi stati d’animo: nei momenti sereni i suoi quadri hanno colori caldi, in quelli infelici le tinte sono fredde e cupe. Nel periodo di Arles, nel Sud della Francia, dove visse fra il 1888 e il 1889, van Gogh descriveva ambienti comuni, come la propria camera da letto, con un uso molto personale del colore, con il quale esprimeva la propria serenità. Nell’opera “La camera di Vincent ad Arles”, l’artista accosta con sapienza i tre colori fondamentali con i loro complementari: il rosso e il verde, il giallo e il viola, il blu e l’arancione; il bianco e il nero appaiono invece nello specchio sulla parete. Per dipingere “La notte stellata sul Rodano”, van Gogh usava il cavalletto che zavorrava ogni qual volta il forte vento avrebbe potuto abbatterlo. Per dipingere di notte escogitò la strana soluzione di montare sul cappello una pericolosa serie di candele. Van Gogh morì a Auvers-sur-Oise nel 1890, a soli 37 anni.

Leggo per DIVERTIRMI

In coppia con un amico leggete una frase a testa. Concentratevi: dovrete sembrare un solo lettore!

A. Surget, A. Marnat, L’isola degli squali, Giunti Jr

Riconoscere un TESTO BIOGRAFICO 1 Rispondi con una x.

Che cosa sai di lui dopo aver letto il testo? Che cosa diceva van Gogh Che cosa fece nella sua vita Come dipingeva

Chi è van Gogh? Un poeta Un pittore Un uomo qualunque

2 Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti:

le date • i nomi dei luoghi • i nomi dei quadri 3 Scegli la frase con cui ti trovi d’accordo.

Questo testo è una biografia perché racconta la vita di un artista famoso. Questo testo è la descrizione di un artista famoso. Questo testo è l’elenco delle opere di un artista famoso. PDF

Audio

89


Il racconto BIOGRAFICO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Rispondi con una x. Perché Chaplin è un bambino prodigio? Perché cresce in un orfanotrofio Perché canta a soli 5 anni Perché i suoi genitori sono artisti Perché rimane orfano di padre Rispondi con una x. Perché Chaplin è “figlio d’arte”? Perché cresce in un orfanotrofio Perché canta a soli 5 anni Perché i suoi genitori sono artisti Perché rimane orfano di padre

Capisco il testo Sottolinea con i colori indicati le risposte che trovi nel testo. Perché non è certa la data di nascita di Chaplin? Come mai sale su un palco a 5 anni? Che cos’è il varietà?

I personaggi

Charlie Chaplin Sai che c’è un piccolo mistero attorno alla nascita di Charles Chaplin? Secondo la biografia ufficiale Chaplin nasce il 16 aprile 1889 nel sobborgo di Wallworth, a Londra. Tuttavia non esiste alcun documento che lo certifichi e spesso sono state indicate località e date di nascita diverse. Lui stesso si divertiva a confondere le acque: una volta dichiarò perfino di essere nato a Fontainbleau, in quella che fu la residenza di tanti re di Francia! Chaplin è un bambino prodigio. A soli cinque anni sale sul palco dell’Adershot Canteen, un locale di Londra. Lo spettacolo sta per avere inizio, ma la madre di Chaplin ha un improvviso calo di voce e non può andare in scena. Chi la sostuisce? Il piccolo Charles! A soli cinque anni riceve così i primi applausi come cantante. Chaplin è figlio d’arte, entambi i genitori sono attori di varietà, uno spettacolo che unisce canto, ballo e recitazione, un po’ come certi videoclip di oggi. Il papà di Chaplin è cantante e ballerino; la mamma è anche lei una cantante e, quando conosce il futuro marito, aveva già un figlio, Sydney. Indovina che mestiere faceva? L’attore! I genitori di Chaplin presto si separano e il padre muore quando lui è ancora piccolo. La madre, sempre alle prese con problemi di soldi, affida i due figli a un orfanotrofio per due anni. Le condizioni di miseria in cui Chaplin vive durante l’infanzia sono spesso rappresentate nei suoi film. F. Albertazzi, Charlot. Il passo del pendolo, Raffaello Ragazzi

Insieme a un adulto cerca qualche video del personaggio di Charlot da lui interpretato.

Leggo per ANALIZZARE I personaggi Rispondi. Conosci Charlie Chaplin? ......................................................................... L’hai mai visto in TV o al cinema? .......................................................... Secondo te, in quale ambiente si è distinto? .....................................

90


Bebe Vio

Tempo e luogo

Il racconto BIOGRAFICO Biografie a confronto

Bebe Vio, il cui nome completo è Maria Beatrice Vio, nasce il 4 marzo del 1997 a Venezia, seconda di tre fratelli. All’età di cinque anni inizia a praticare la scherma con grande passione. Ma nel mese di novembre del 2008, Bebe Vio viene ricoverata improvvisamente in ospedale per un episodio di meningite. I medici, nel tentativo di salvarle la vita, prendono la decisione di amputarle le gambe da sotto le ginocchia ed entrambi gli avambracci. Una volta dimessa dall’ospedale, la ragazza ricomincia a frequentare la scuola e inizia la riabilitazione. Ben presto sente il richiamo della pedana e con l’aiuto dei tecnici delle protesi, dei suoi insegnanti e della sua famiglia, Bebe Vio ricomincia a usare il fioretto. Beatrice diventa la prima atleta di tutto il continente europeo con il braccio armato protesizzato. Nel 2012 e nel 2013 la ragazza si aggiudica il primo posto nel fioretto individuale ai campionati italiani e sale per due volte sul podio in Coppa del Mondo. Seconda ai campionati mondiali under 17 disputatisi a Varsavia, nel 2014 vince gli Europei sia nel torneo individuale che in quello a squadre, ripetendo l’impresa l’anno dopo ai mondiali in Ungheria. Nel 2016 partecipa ai XV Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro e vince la medaglia d’oro nel fioretto individuale. Nel 2017 riceve il Laureus Award, il riconoscimento più importante come miglior atleta con disabilità. A novembre dello stesso anno Bebe ritorna sul tetto del mondo con la conquista del secondo titolo Leggo per CAPIRE mondiale nel fioretto paralimpico. Comprendo il testo Grazie a un atteggiamento sempre positivo verso la Collega le frasi con il connettivo adatto, vita, una grande determinazione, grinta e simpatia, poi rispondi con una x. Bebe Vio è diventata anche un personaggio Bebe Vio si ammala di meningite mediatico, capace di sfruttare la sua immagine per .............................. viene ricoverata in ospedale. dare visibilità alle cause che sostiene. biografieonline.it

Leggo per ANALIZZARE Tempo e luoghi Sottolinea nel testo tutte le indicazioni di tempo e di luogo e riscrivile in ordine temporale in uno schema a punti sul quaderno. Completa con: aneddoti, realistica, romanzata. La biografia di Bebe Vio è ................................................... mentre quella di Charlie Chaplin è più ........................... perché ricca di .......................................................................

Bebe ricomincia a usare il fioretto .......................... sente il richiamo della pedana. Bebe ha determinazione, grinta e simpatia ...................... diventa un personaggio mediatico. Quali connettivi hai usato? Causali Temporali

Rifletto Ragiona a voce alta. Conosci Bebe Vio? Quale diritto rivendica, secondo te? Con quale aggettivo la definiresti?

91


Il racconto BIOGRAFICO

La narrazione

Un nonno speciale Leggo per ANALIZZARE Romanzo In questa biografia ci sono alcuni aneddoti, sottolineali e riassumili sul quaderno. Poi indica con una x. Gli aneddoti rendono la biografia più interessante. più vivace. più reale. più noiosa.

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Nella classe vicina alla tua si è creato un conflitto tra due gruppi che discutono continuamente sugli spazi del cortile, venendo anche alle mani. Fai una ricerca su Mahatma Gandhi e prepara un Power Point per spiegare loro che cos’è la non violenza.

C’era in India un uomo molto famoso. Aveva ricevuto il Premio Nobel, e anziché chiamarlo col suo nome Mohandas Karamchand Gandhi, lo chiamavano la “Grande Anima”, il Mahatma. Era riuscito a liberare il suo Paese facendo una rivoluzione non violenta, una cosa davvero eccezionale. Ma il Mahatma era anche un nonno, e la sera amava fare una passeggiata con i nipotini (aveva avuto quattro figli, e molti nipoti) e i loro amici. Era una passeggiata per modo di dire, perché Gandhi non camminava, correva. Gli adulti si infuriavano quando dovevano inseguirlo per parlare con lui, ma i bambini si divertivano un mondo. Correvano e facevano domande, correvano e ascoltavano le risposte. Gandhi correndo raccontava loro molte storie dell’India e della sua infanzia, raccontava di quand’era bambino e sua madre digiunava, secondo le prescrizioni della loro religione. Digiunava per l’intera giornata e avrebbe mangiato solo la sera, dopo l’apparizione della luna. Ma nella stagione delle piogge il cielo è nuvoloso e spesso la luna non si affaccia neppure e sua madre finiva per digiunare anche la notte. “La verità va accertata e seguita con coraggio” diceva Gandhi e raccontava anche di una volta che a scuola il maestro, aspettando un ispettore, lo consigliò di copiare dal suo compagno di banco per non fargli fare brutta figura: lui era così pasticcione! Gandhi si rifiutò di obbedire: non ci fu verso di fargli cambiare idea. “Non c’è autorità che ti possa convincere a fare una cosa che reputi ingiusta” diceva. Lo diceva anche ai suoi nipotini, correndo, la sera. T. Buongiorno, Storie di tempo, Mondadori

92


La narrazione

Rita Levi Montalcini

Quando la sua tata morì di cancro, Rita decise di diventare una dottoressa. Era particolarmente affascinata dai neuroni (ciò di cui è fatto il nostro cervello), così, dopo la laurea, cominciò le sue ricerche in questo campo insieme a uno straordinario professore di nome Giuseppe Levi e a un gruppo eccezionale di scienziati. Erano nel bel mezzo di un’importante ricerca quando un crudele dittatore promulgò una legge: gli ebrei non potevano lavorare all’università. Rita fuggì in Belgio insieme al professore, che era ebreo come lei. Ma quando i nazisti invasero il Belgio, dovette fuggire di nuovo e tornò in Italia. È difficile lavorare come scienziata quando devi nasconderti in continuazione e non hai accesso a un laboratorio, ma Rita non si arrese. Trasformò la sua camera in un piccolo laboratorio di ricerca. Affilò gli aghi da cucito per creare strumenti chirurgici e sistemò un piccolo tavolo operatorio di fronte al letto, che usava per dissezionare i polli e studiare le cellule al microscopio. Quando la sua città fu bombardata, Rita fuggì un’altra volta, e poi un’altra volta ancora. Di nascondiglio in nascondiglio, tuttavia, qualunque fossero le difficoltà, continuava a lavorare. Per la sua opera nel campo della neurobiologia, Rita ricevette il Nobel per la medicina! F. Cavallo, E. Favilli, Storie della buonanotte per bambine ribelli, Mondadori

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Rispondi sul quaderno. Perché Rita decide di diventare una dottoressa? Che cosa la affascina? Come mai è costretta a lasciare la ricerca e fuggire? Come risolve il problema? Quale premio ha ricevuto?

Il racconto BIOGRAFICO

Rita diceva: “Soprattutto non temete i momenti difficili, il meglio viene da lì”. Che cosa significa secondo te?

Leggo per ANALIZZARE Il narratore Rifletti e indica con una x. Decise, era affascinata, cominciò, fuggì, tornò... Qual è la persona di questi verbi? 1a singolare 3a singolare 3a plurale 1a plurale Quindi puoi dire che in questo testo c’è

l’io narrante

l’io narrato.

Completa con un soggetto per ogni verbo: evita le ripetizioni. Rita .......................... decise, ................................... era affascinata, ....................... cominciò, ........................ fuggì, ........................ ricevette.

93


Il racconto AUTOBIOGRAFICO

Gae

– Gaetana! C’era una sola persona che poteva chiamarmi così. E quando lo faceva non era di buon augurio. Ho ereditato il nome di mia nonna paterna. A mia mamma non piaceva; quindi tutti mi hanno sempre chiamata Pupa. Quando avevo undici anni e ci siamo trasferiti a Biella, mia mamma ha pensato che quella fosse l’occasione giusta per farmi cambiare nome: città nuova, nome nuovo. E da quel momento sono sempre stata Gae, abbreviazione di Gaetana! Tranne che per mio padre quando era arrabbiato. – Sono qui papà, sto mettendo a posto i libri. Per me i libri erano una vera passione. Li divoravo. E quando ero nervosa non c’era niente di più rilassante per me che dare un nuovo ordine al libri sugli scaffali: per autore, per altezza, per colore... Io e papà ci volevamo bene, ma capitava che facessimo scintille. Dal canto mio ho sempre avuto un grande desiderio di indipendenza. Deve essere per questo che una sera a cena ho avuto il coraggio di iniziare un discorso su un argomento delicato: la scelta della scuola superiore. – Tenendo conto della tua passione per i libri – stava dicendo mia madre – abbiamo pensato che forse il liceo classico...

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Indica con una x i completamenti giusti. L’espressione “Quando lo faceva non era di buon augurio” significa che chi la chiamava era triste. era arrabbiato. era distante. era felice. L’espressione “Ho interrotto il discorso con un gesto risoluto” vuol dire che Gae si era stufata. Gae aveva già deciso. Gae cambiò idea. Gae si arrabbiò.

94

L’espressione “In quel momento ho avuto una rivelazione” significa che Gae prova dolore per le conseguenze della guerra. Gae ha deciso che cosa studierà all’università. Gae temeva il giudizio del padre. Gae non voleva più mangiare.

Rifletto Rileggi la frase colorata e commentatela in classe. Che cosa significa secondo te? Oggi sono cambiate le cose? Hai mai sentito parlare di parità di genere? Che cosa significa?


Il racconto AUTOBIOGRAFICO

Ho interrotto il discorso con un gesto gentile ma risoluto. – Ho già deciso, farò il liceo artistico. Mamma e papà non sono stati subito d’accordo, ma sono riuscita a convincerli. A Biella il liceo artistico non c’era, così sono andata a Firenze. Poi è arrivata la guerra e mi sono trasferita a Torino, in collegio. Non molto tempo dopo il nostro collegio è stato chiuso, quindi sono tornata a casa. Quando la guerra è finita, un giorno sono tornata a Torino. Volevo rivedere i posti dove avevo vissuto. Volevo tornare a vedere il collegio. Ma quando sono tornata il collegio non c’era più. Al suo posto solo macerie. E in quel momento ho avuto una rivelazione. Dovevo ricostruire. L’idea di costruire e ricostruire edifici mi affascinava. Mi sono iscritta al Politecnico di Milano. Ero curiosa di tutto: i miei occhi soppesavano forme, alla ricerca del giusto equilibrio, dell’armonia. A studiare architettura però non c’erano molte donne. A fare il mestiere dell’architetto ancora meno. In ogni caso io sono andata avanti per la mia strada con curiosità e creatività e al limite qualche risata, quando succedevano scene come queste: suona il telefono, vado a rispondere. – Buongiorno – dice una voce – Vorrei parlare con l’architetto Aulenti. – Sono io. – Mi scusi signora, intendevo dire che vorrei parlare con l’architetto Gae Aulenti. Il signore è in studio? – Il signore sono io. – Ah chiedo nuovamente scusa, sembrava la voce di una donna... – Non si preoccupi, capita spesso. C. Carminati, Le 7 arti in 7 donne, Mondadori

Leggo per ANALIZZARE

UN COMPITO AUTENTICO PER TE

Narratore Chi racconta? Indica con una x se le affermazioni sono vere (V) o false (F). Il narratore coincide con il protagonista. I fatti sono narrati da un narratore che non è l’autore. L’autore del brano ha vissuto l’esperienza. L’autore scrive un’autobiografia.

V F V F V F V F

È l’8 marzo, la classe ha deciso di dedicare la giornata a una donna importante. Quale occasione migliore di questa? Scopri quando è nata Gae Aulenti, se è ancora viva, quali importanti opere ha costruito. Completa la sua biografia e presentala ai compagni.

95


VERIFICA le tue competenze

Il signore della Mela

5

10

15

20

25

30

35

Se oggi sono il computer e lo smartphone (non più il cane) a essere i migliori amici dell’uomo, se è cambiato il modo in cui ascoltiamo la musica, se il cellulare è diventato un apparecchio tuttofare, molto del merito è suo. Di un californiano geniale e irascibile, Steve Jobs, l’inventore della Apple, che il 5 ottobre 2011 ci ha lasciato, a soli 56 anni. Era nato infatti a San Francisco, il 24 febbraio 1955. Il padre era uno studente siriano, Abdulfattah “John” Jandali, che sarebbe diventato in seguito un professore di scienze politiche; la madre biologica era una studentessa universitaria che, temendo di non potergli garantire un futuro dignitoso, lo diede in adozione. “Voleva che fossi affidato a una coppia di laureati” raccontò Jobs in un discorso. “Quando scoprì che la mia madre adottiva non aveva finito il college, e il marito neppure il liceo, si rifiutò di firmare le carte. Finché non le garantirono che sarei andato all’università”. Come stabilito molti anni prima, nel 1972 Steve Jobs si iscrisse all’università, al Reed College, in Oregon. Ben presto capì che quei corsi non erano poi tanto interessanti e che la vita del college era troppo costosa per le casse di famiglia. Così iniziò ad affidarsi a due consigliere che non lo avrebbero più abbandonato: la curiosità e l’intuizione. Decise di mollare i corsi ufficiali e di seguire solo quelli che gli interessavano. Come quello di calligrafia, dove imparò tutto su scrittura, lettere e caratteri: queste conoscenze sarebbero state alla base, molti anni dopo, delle capacità tipografiche del Macintosh, il primo computer “per tutti” e non solo per smanettoni da laboratorio. Per risparmiare lasciò la camera del dormitorio e si fece ospitare da amici; iniziò a raccogliere bottiglie di Coca-Cola vuote, per restituirle ai venditori e avere in cambio cinque centesimi di cauzione; arrivò perfino a farsi 10 chilometri a piedi per raggiungere il tempio Hare Krishna dove, la domenica, si mangiava gratis. Secondo Leander Kahney (autore di una biografia non autorizzata) provò pure una dieta di sole mele, nella speranza che ciò (chissà perché) gli permettesse di non lavarsi. Non funzionò, ma forse quelle mele gli portarono fortuna... www.focus.it/cultura/storia/steve-jobs-chi-era

96

Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere due volte il testo.


Il racconto BIOGRAFICO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole

Indica la riga in cui si trova l’espressione e scegli con una x il completamento giusto. Riga ...........: con l’espressione “madre biologica” Riga ...........: con l’espressione “smanettoni da si indica una donna che laboratorio” nel testo ci si riferisce a adotta un bambino. dei poliziotti. nutre un bambino. dei tecnici informatici. partorisce un bambino. degli studenti. cresce un bambino. dei docenti.

Capisco il racconto Elenca le date indicate nel testo e gli avvenimenti collegati.

Data

Avvenimento

..................................................... ....................................................................................................................................................... ..................................................... ....................................................................................................................................................... ..................................................... ....................................................................................................................................................... Riassumi con una frase: da riga 5 a riga 10 ................................................................................................................................................................................ da riga 15 a riga 20 .............................................................................................................................................................................. da riga 27 a riga 33 .............................................................................................................................................................................. da riga 34 a riga 38 ..............................................................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Con quale delle seguenti affermazioni ti trovi in accordo? Questo testo è una biografia perché a raccontare i fatti è un narratore. una biografia perché racconta la vita di un personaggio che ha cambiato il mondo. un’autobiografia perché ci sono le parole di Steve Jobs. una biografia perché i fatti non sono realmente accaduti. Città delle COMPETENZE un’autobiografia perché Steve Jobs è realmente esistito. Autovalutati: verifica con Quali aneddoti sono stati inseriti? Sottolineali e rispondi. l’insegnante e i compagni le tue Qual è il loro scopo? ........................................................................................ risposte e correggi se necessario. Steve si affidò a due consigliere, quali? ..................................................... Complimenti! Hai costruito nuove ............................................................................................................................... competenze e puoi colorare la casa del RACCONTO A che cosa si riferisce l’autore scrivendo “Forse quelle mele gli portarono BIOGRAFICO. fortuna”? ............................................................................................................. vai a pag. 210

97


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 235

Buongiorno sua maestà, Lei che è stata regina d’Egitto e ultima dei faraoni, può spiegarci quali elementi ci sono in un RACCONTO STORICO?

1 C’È UNO SCOPO preciso ed è

6 C’È IL LINGUAGGIO ricco

quello di appassionare il lettore trasmettendogli informazioni e conoscenze storiche attraverso la narrazione di un racconto.

di termini tipici dell’epoca in cui si svolgono i fatti.

5 C’È LA NARRAZIONE 2

dei fatti inventati, ma verosimili, che si intrecciano con eventi storici. Le descrizioni di abitudini, ambienti, personaggi, abiti... aiutano a scoprire l’epoca del racconto.

CI SONO PERSONAGGI che possono essere realmente esistiti o inventati, ma che si comportano come se vivessero nella realtà storica in cui è ambientata la storia.

4 CI SONO LUOGHI reali, ricostruiti

3 C’È UN TEMPO ben definito anche da

date che conduce a un tempo storico facilmente identificabile. I tempi della narrazione solitamente sono al passato.

con precisione storica dall’autore e che fanno ben identificare il lettore nell’epoca raccontata.

Il Circolo dei Lettori

N. Vittori, Tre cuccioli imperiali, Raffaello T. Buongiorno, Ragazzo etrusco, Piemme F. Lazzarato, Eroi greci. Eracle, Giasone, Teseo, La Nuova Frontiera Jr V. M. Manfredi, Alexandros. Il figlio del sogno, Mondadori

98

Audio

Laboratorio di scrittura - pagg. 44 - 45


L’unione fa la forza

A Sparta – Krios! Per tutti gli dèi, vuoi fermarti? La bestiola puntò decisa alla base di un leccio colossale e si fermò agitando la coda. – Accidenti a te! Non sarai mai un cane da pastore. Che cosa sarà questa volta? Forse un cucciolo d’orso? Il vecchio pastore si chinò, ma restò improvvisamente immobile: – È un cucciolo d’uomo! – disse. Appena vide meglio il piccolo, un’espressione grave gli si dipinse in volto e gli si rivolse con queste parole: – Ti hanno abbandonato... Certo hai qualche difetto che ti avrebbe impedito di diventare un guerriero. Lo abbandoneremo anche noi? No, Krios, gli iloti non abbandonano i bambini – disse raccogliendo il fagotto. Il vecchio si avviò verso la fattoria e disse alla figlia: – Ecco, vedi, l’ho trovato poco fa. È certo uno di loro. Devono averlo abbandonato questa notte. Ha un difetto, forse quel piedino, vedi? Non lo muove. – disse il vecchio pastore. La donna lo guardò con gli occhi grigi velati di tristezza e disse: – Se è vero quello che dici, che gli dèi lo hanno colpito nel piede, egli resta pur sempre uno spartano, figlio e nipote di guerrieri: non sarà mai uno di noi. Ma se vuoi io lo nutrirò e lo aiuterò a crescere!

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi con un amico o un’amica: uno di voi farà il vecchio protagonista, l’altro il narratore. Allenatevi... dovete sembrare una voce sola.

V. Manfredi, Lo scudo di Talos, Mondadori

Riconoscere un RACCONTO STORICO 1 In questo brano ci sono alcune parole che ti guidano a capire quando e dove

si svolge il racconto. Riscrivile qui sotto. ..........................................................................................................................................................................................................

2 Completa con le seguenti parole: • lessico • perciò • titolo.

La vicenda narrata nel libro è ambientata a Sparta. L’ho capito dal .................................., e dal ............................................. usato. ............................................... questo è un racconto storico.

PDF

Audio

99


Il racconto STORICO

La narrazione

Il prodigio del picchio 1

2

3

4

5

6

7

8

9

Il bosco in cui Petru avanzava si fece più fitto, gli alberi sembrava facessero a gara per ostacolare il suo percorso. Eppure, nemmeno allora provò paura o stanchezza. Sentiva che la presenza divina lo guidava e per niente al mondo avrebbe interrotto il suo viaggio. Si fermò a un ruscello per dissetarsi. L’acqua fredda gli provocò un brivido, gocce trasparenti gli imperlarono la barba. Fu allora che, nel silenzio impenetrabile che avvolgeva il sogno, udì un rumore inconfondibile, regolare e ripetitivo. Era quello di un picchio all’opera. Petru capì cosa doveva fare: superò con un balzo il ruscello e si diresse deciso verso l’origine del rumore. Il cuore di Petru iniziò a battere più rapido. Il picchio era l’animale sacro del suo popolo, i Piceni. Ora Petru quasi correva in direzione del rumore. I rami degli alberi gli graffiavano le braccia e il volto, ma egli non si curò delle minuscole ferite che si formavano. Non provava alcun dolore. All’improvviso il bosco ebbe fine e Petru si ritrovò in una modesta radura delimitata da rocce e alberi. Al centro di essa si stagliava un lago dalle acque limpide e, a poca distanza dallo specchio d’acqua, si innalzava una maestosa quercia. Il picchio era appollaiato sopra uno dei suoi rami, intento ad aggredire il fusto. Petru rimase immobile a osservare la scena. L’albero, per quanto possente, mostrava chiari i segni della morte imminente. Le foglie infatti erano secche, a differenza di quelle degli altri alberi, verdi e rigogliose. Petru pensò che sarebbe stato meglio nascondersi, ma proprio in quel momento il picchio si volse verso di lui e spiccò il volo, atterrando ai suoi piedi. Stupito, il vecchio si chinò, ed ecco che un prodigio avvenne sotto i suoi occhi. L’uccello depose due uova stranissime, molto più grandi di quelle di un picchio e nient’affatto bianche, com’erano quelle che l’animale deponeva nella realtà. Erano di un colore giallo dorato, con al centro una macchia rossa che pulsava come un tizzone ardente. L’uomo allungò la mano verso una delle due uova. Pareva che il picchio, saltellando e muovendo la testa, lo invitasse proprio a fare ciò. Petru cercò di portare a termine il gesto, ma una forza arcana lo bloccò. M. Santuliana, La pietra del sole, Raffaello Editrice

100


La narrazione

Il racconto STORICO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Indica con una x i completamenti giusti. Nella frase “Un prodigio avvenne sotto i suoi occhi” la parola sottolineata significa: un fatto terribile e pauroso. un tipo di uccello. una trasformazione. un fatto meraviglioso, incredibile. Nella frase “I segni della morte imminente” la parola sottolineata significa: che sta accadendo ora. che non può accadere. che è già accaduto. che accadrà presto.

Rifletto Il picchio, animale sacro del popolo dei Piceni, è oggi il simbolo della Regione Marche. Sapresti spiegare quale nesso li lega? .............................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE I fatti Sintetizza con una frase la sequenza di fatti di cui Petru è protagonista.

1 ................................................................................................................................................................ 2 ................................................................................................................................................................ 3 ................................................................................................................................................................ 4 ................................................................................................................................................................ 5 ................................................................................................................................................................ 6 ................................................................................................................................................................ 7 ................................................................................................................................................................ 8 ................................................................................................................................................................ 9 ................................................................................................................................................................ Rispondi con una x. Secondo te, come sono i fatti narrati in questo racconto storico? Realmente accaduti Probabilmente accaduti È impossibile che siano accaduti

Quale di queste azioni dovresti mettere in atto per avere una risposta certa? Consultare il libro di Storia Chiedere alla maestra Intervistare l’autore

101


Il racconto STORICO

Lo scopo

Un destino... pesante da digerire!

Leggo per DIVERTIRMI

Sai leggere “miagolando”? Provaci. È meglio se prima leggi un paio di volte il testo a voce spenta, per sciogliere la lettura.

102

Una sera, mi venne una gran curiosità di sapere dove andasse un carro legato a due cavalli bianchi e ci salii sopra. Dentro c’erano una ragazza sveglia e un vecchio addormentato. Lei aveva i capelli pettinati come tanti serpenti scuri che le strisciavano intorno alla faccia. Appena mi vide, Capelli di Serpente disse: – Babbo, svegliati! Un gatto nero è salito sul carro! – Un gatto! Forse è il segno degli dei! E sia! La fortuna è proprio ciò che ci manca per poter andare avanti! Ma secondo me, per poter andare avanti, a lui, più che altro mancavano dei denti. Perché senza poter masticare non si mangia, e senza mangiare non si va né avanti né indietro. Insieme a Capelli di Serpente e Bocca Buia viaggiai nel carro dorato attraverso boschi e campi per alcuni giorni. Finalmente una mattina presto il carro si fermò davanti a una grande casa di mattoni. Un uomo con un cappello in testa, che sembrava un veliero, apparve sulla soglia e Bocca Buia disse: – Salve a te, o potente Aule! Siamo venuti al tuo tempio per avere una profezia sul futuro del popolo etrusco. Testa a Veliero ascoltava senza dire una parola. – Ti prego Aule, facci sapere se il popolo etrusco vivrà sempre libero, o se i nostri nemici romani, che già minacciano alcune nostre città, ci ridurranno in loro potere. Ma l’aruspice, invece di rispondere, si mise a cantare una canzoncina a occhi chiusi. Poi vidi Testa a Veliero che frugava con un coltello dentro una pecora morta. “Ecco la colazione” pensai. Balzai sopra un bel pezzo di interiora posato a terra, lo acchiappai e scappai via. Apriti cielo! Testa a Veliero cominciò a urlare come un pazzo: – Il fegato sacro! Il fegato sacro! E Bocca Buia a gridare più forte di lui: – Il nostro responso! Il nostro responso! Non mi vergogno a dire che quel responso era buonissimo, e non la finivo di leccarmi i baffi nascosto sotto il carro. Però Capelli di Serpente disse a Bocca Buia: – Poveri noi! Era un cattivo responso quello che il gatto nero ci ha preannunciato!


Lo scopo

– Non sappiamo se era davvero cattivo – disse allora Bocca Buia – perché il sacerdote non ha potuto leggere! – A meno che – disse allora Testa a Veliero con il coltello in mano – non ritroviamo quel gatto e gli apriamo la pancia. In quel caso il destino del popolo etrusco ritornerà alla luce. A queste parole mi si rizzarono tutti i peli della coda, schizzai via da sotto il carro con un gran balzo, neanche avessi avuto il fuoco sotto le zampe. Insomma me la battei veloce come il vento, anche se il destino del popolo etrusco mi pesava un po’ sullo stomaco.

Il racconto STORICO SCRIVO Ora tocca a te: riscrivi sul quaderno il racconto dal punto di vista di Bocca Buia, di Aule o di Capelli di Serpente. A te la scelta!

D. Luciani, Sette volte gatto, Feltrinelli Kids

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Scrivi sul quaderno il significato di questi vocaboli: profezia • aruspice • interiora • responso Se hai delle difficoltà aiutati con il libro di Storia.

Capisco il racconto Rispondi. Chi è il narratore? Ricopia la frase che te lo fa capire. A chi si riferiscono i seguenti soprannomi?

.............................................................................................

- Capelli di Serpente

............................................

Puoi capirlo dal testo?

NO

- Bocca Buia

............................................

Puoi capirlo dal testo?

NO

- Testa a Veliero

............................................

Puoi capirlo dal testo?

NO

Chi ha dato i soprannomi ai personaggi? ...................................................................................................................... Come mai l’aruspice non riesce a dare la sua profezia? ............................................................................................. Che tipo di parentela c’è tra Bocca Buia e Capelli di Serpente? ..............................................................................

Leggo per ANALIZZARE Lo scopo Rispondi. Secondo te, l’autore di questo brano che cosa vuole raccontare? La vita di un gatto Come vivevano i Romani Una storia al tempo degli Etruschi La storia di un padre e una figlia Quale stratagemma utilizza l’autore per catturare il lettore? ..................................................................... Come definiresti il racconto? Drammatico Noioso

Divertente

Triste

Pauroso

103


Il racconto STORICO

Luoghi, tempo e personaggi

Un giorno a Pompei

Da Ostia a Laurento c’erano solo poche miglia di strada costiera. Il carro che trasportava i quattro ragazzini percorse il vialetto che portava alla villa di Plinio. Sul carro viaggiavano Flavia, figlia del capitano Marco Flavio Gemino, Nubia, una ragazza africana che Flavia aveva salvato da un mercante di schiavi, Gionata, il vicino di casa di Flavia, e Lupo, un piccolo vagabondo che si era unito al gruppetto qualche tempo prima. Appena giunti alla villa, uno schiavo li guidò, attraverso una fila di stanze e cortili, fino alla sala da pranzo. – Salve ragazzi! – disse l’ammiraglio Plinio entrando. – Ave! – dissero i nuovi arrivati, restituendogli il saluto. Plinio invitò i ragazzi a sedersi. Il cibo era semplice ma delizioso. Mentre mangiavano, Plinio raccontò alcune storie divertenti sull’imperatore Vespasiano di cui era stato amico. Dopo due giorni di gradevole permanenza alla villa, Flavia e i suoi amici si imbarcarono su Mirtilla, la nave del capitano Gemino, diretti verso il porto di Pompei. Ma Mirtilla entrò in porto a pomeriggio inoltrato. Pompei si trovava su una collina e il sole del tramonto tingeva di arancione le sue mura imponenti. I quattro amici trascorsero la notte nella fattoria di Caio, lo zio di Flavia. La mattina seguente, Caio accompagnò i ragazzi a visitare il frenetico mercato del porto. D’un tratto i ragazzi sbucarono nel foro, un piazzale aperto e luminoso circondato da templi e porticati. Lo zio incominciò a spiegare: – Ecco il tempio di Giove, con il Vesuvio alle spalle. E continuò – Laggiù ci sono le Terme Stabie, sono magnifiche! E dall’altra parte della piazza ci sono le fontane pubbliche... Pompei era meravigliosa e i quattro ragazzi si guardavano intorno con interesse e curiosità. Non potevano di certo immaginare che un giorno il Vesuvio avrebbe distrutto e sepolto quella bellissima città con una delle più terribili eruzioni della storia. C. Lawrence, Avventure nell’antica Roma, I segreti del Vesuvio, Piemme Jr

104

“Ave” è un saluto romano. Oggi con quale parola lo sostituiresti?

MORFOLOGIA Sottolinea i nomi propri di luogo con il rosso e quelli di persona con il blu.


Luoghi, tempo e personaggi

Il racconto STORICO

Leggo per ANALIZZARE I luoghi Colora nel testo le frasi che descrivono i luoghi visitati dai ragazzi, poi rispondi. Sono utili queste parti di testo? Perché? ................................................................................. Dove si svolge il racconto? ..........................................................................................................

Il tempo Rifletti e rispondi. L’eruzione del Vesuvio avvenne nel 79 d.C. Che cosa significa l’abbreviazione d.C.? ........................................... E l’abbreviazione a.C.? ......................................................................... Indica all’incirca dove si può collocare l’evento sulla linea del tempo. a. C.

500

400

300

d. C.

200

100

Anno 0

100

200

Quando accadono i fatti narrati in questo racconto? Prima del 79 d.C. Dopo il 79 d.C. Durante l’anno 79 a.C.

300

400

500

Prima del 79 a.C.

I personaggi Collega ogni personaggio al suo nome, poi cerchia i personaggi che ti indicano con certezza che si tratta di un testo storico. Mercante di schiavi Flavia Ammiraglio Nubia Capitano Gionata Figlia del capitano Gemino Lupo Ragazza schiava Plinio Zio di Flavia Vespasiano Piccolo vagabondo Gemino Imperatore Caio

105


Il racconto STORICO

Il linguaggio

Quadrighe in gara 5

10

15

20

25

30

35

Era il compleanno dell’imperatore Claudio. Ad Ostia erano stati indetti i giochi del Circo. C’era una grande calca. Decine e decine di persone si affollavano alle porte. Marco si strinse alla tunica del padre. Il sole era già alto quando finalmente riuscirono ad entrare. Raggiunsero un posto molto elevato, quasi all’ultimo ordine delle gradinate, che corrispondeva al settore per il quale avevano la tessera. – Fai attenzione, Marco, arriva la processione! – sussurrò Fortunato al figlio, invitandolo a osservare. Un solenne corteo di persone entrò dall’ingresso principale e cominciò a sfilare mentre il pubblico applaudiva entusiasta. A un tratto un urlo più alto si alzò dalle gradinate e le tribune del Circo cominciarono a vibrare da far paura: il pubblico stava battendo i piedi in modo frenetico per manifestare il suo entusiasmo. Stavano entrando nell’arena i cavalli e gli aurighi che, allineati sulla pista coperta di sabbia, aspettavano il segnale di inizio delle gare. – Quanti sono? – chiese Marco, rimettendosi a sedere accanto al padre. – Sono quattro, ma non correranno tutti insieme... Il nostro è un Circo piccolo, per cui gareggeranno due quadrighe alla volta. Marco allungò il collo per sbirciare sopra la testa dello spettatore che aveva seduto davanti. Due quadrighe si stavano schierando alla linea di partenza, mentre gli altri due cocchi si spostavano in un angolo. Ogni auriga indossava una casacca di colore diverso: c’erano i Verdi, i Rossi, gli Azzurri e i Bianchi. In testa ogni fantino aveva un elmetto lucente, in una mano la frusta, nell’altra le briglie. A un tratto, nell’arena scese il silenzio. Dall’alto della tribuna apparve, splendente come una visione, il magistrato che presiedeva ai giochi. Mentre la folla pareva trattenere il respiro, l’uomo alzò la mano che reggeva un fazzoletto bianco, poi di colpo lo lasciò cadere a terra. I cavalli scattarono velocissimi e la folla riprese ad urlare. L’uomo seduto al fianco di Marco cominciò ad agitarsi al quarto giro di pista. – Corri, Artemidoro, lazzarone infame! – gridava. – Corri o quando scendi da quel cocchio ti farò correre io davanti alla mia frusta! La quadriga di Artemidoro continuava, però, a perdere terreno, mentre il carro degli Azzurri sembrava trascinato da mani invisibili verso il trionfo. – La mia paga di un mese ci ho giocato! – disse sconsolato l’uomo alla fine. – E proprio oggi quel miserabile ha deciso di perdere! N. Vittori, Tre cuccioli imperiali, Raffaello Editrice

106

Leggo per DIVERTIRMI

Per questa lettura servono alcuni bambini per interpretare i ruoli ed altri per creare i rumori: la folla, i cavalli, gli spettatori...


Il linguaggio

Leggo per CAPIRE

Il racconto STORICO

Capisco il racconto Rispondi. Qual è il periodo in cui si svolge questo racconto?..................................................................................................... Quali informazioni relative ai giochi trovi nel racconto?............................................................................................ .................................................................................................................................................................................................... Chi sono? Scrivilo di fianco al nome. Claudio: ............................................... Marco: ..................................................

Fortunato: ...........................................

Artemidoro: ........................................

Quale di questi personaggi non è chiaramente definito nel testo? ....................................................................... Da quali informazioni implicite hai capito che cosa fa Artemidoro? ..................................................................... ....................................................................................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Il linguaggio Sottolinea le parole “storiche” che trovi nel testo e riscrivile: segui le indicazioni della riga in cui si trova ogni parola. riga 1 .............................................

riga 14 ............................................

riga 3 ...........................................

riga 21 ............................................

riga 12 ...........................................

riga 25 ............................................

107


VERIFICA le tue competenze

Le fatiche di Pericle

5

10

15

20

25

30

35

429 a.C. Tutto faceva presagire che sarebbe stata una giornata come le altre, una noiosa giornata autunnale. Pericle aveva una moltitudine di incombenze da svolgere, ma stava invecchiando e iniziava a fare fatica a portare avanti i suoi impegni politici. Il secondo anno di guerra del Peloponneso non nasceva sotto i migliori auspici. L’esercito aveva riportato sconfitte e vittorie, ma era ormai indebolito. Atene pullulava di forestieri che arrivavano da ogni regione per difendersi dalle rappresaglie spartane e racimolare qualcosa con cui placare i morsi della fame, ma la richiesta di cibo era troppa e il numero dei forestieri, unito a quello dei cittadini, era diventato ormai esorbitante. – Padre, bisogna prendere provvedimenti, la gente è ammassata come formiche – aveva detto Paralus a Pericle dopo una passeggiata al Pireo. – E non si lava! Senti come puzzano!? – aveva aggiunto Santippo, l’atro figlio. Da parecchi mesi la popolazione viveva per strada, scoraggiata e senza aiuto, e la mancanza di acqua creava una situazione perenne di sporcizia. La gente trascorreva le giornate tra i topi e gli scarafaggi e non aveva vesti per coprirsi. Pericle non aveva risposto alle domande dei figli, era avvilito e stanco. Erano giorni che mangiava poco, faticava ad alzarsi dal letto e aveva un perenne senso di nausea. Era stato un duro colpo sentirsi attribuire la responsabilità di quanto stava accadendo e il dispiacere non lo faceva certo stare meglio. L’epidemia era sicuramente una conseguenza della guerra da lui voluta. – Dobbiamo prendere provvedimenti, mio caro amico – lo consigliò il suo medico. – Dovrai startene immobile e bere molto, questa è la regola numero uno. Pericle non rispondeva quasi mai, aveva come la sensazione che nemmeno il dottore fosse in grado di curarlo come conveniva. – Ci riprenderemo! – Ripeteva ai figli che chiedevano consigli sul da farsi. – Io pure mi riprenderò, ne sono certo. In effetti, dopo una fase acuta di prostrazione, rispettata una dieta leggera come consigliatogli, Pericle poté condurre di nuovo una vita abbastanza normale. Si sentiva però fiaccato nell’animo. Sentiva che le cose non stavano andando nel verso giusto e avvertiva su di sé e sulla città di Atene tutto il risentimento del mondo greco. M. Piovesan, Un leone di nome Pericle, Raffaello Editore

108

Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere due volte il testo.


Leggo per CAPIRE

Il racconto STORICO

Comprendo le parole Rileggi le parole indicate nel testo, poi segna con una x il sinonimo giusto. Auspicio (riga 6): Pullulare (riga 7): Forestiero (riga 7): Rappresaglia (riga 8): aiuto partecipare persona vendetta presagio piagnucolare fenomeno attacco attività essere pieno fanatico armi contagio purificare straniero soldato

Epidemia (riga 23): disciplina contagio enciclopedia terapia

Capisco il racconto Rispondi. Perché la gente si ammassa ad Atene? ............................................................................................................................... Qual è il problema che colpisce la popolazione? ............................................................................................................. A chi viene attribuita la responsabilità di quanto sta accadendo?...............................................................................

Rifletto Crea le domande adatte a queste risposte. - ....................................................................................................................................................................................................? Guerra del Peloponneso. - ....................................................................................................................................................................................................? L’epidemia. - ....................................................................................................................................................................................................? Mangiava poco, faticava ad alzarsi dal letto e aveva la nausea.

Leggo per ANALIZZARE Leggi le frasi tratte dal racconto e indica con una A quelle attendibili dal punto di vista storico e con una I quelle inattendibili. Pericle iniziava a invecchiare. Nel 429 a.C. c’era la guerra nel Peloponneso. Il Pireo era il porto di Atene. Pericle aveva la nausea. Indica con una x il completamento giusto. Il racconto che ho letto è storico perché gli avvenimenti sono introdotti dalla data. i protagonisti sono un padre e i suoi figli. riguarda fatti realmente accaduti. parla di malattie.

La gente puzzava. Ad Atene giungevano molti forestieri in fuga. Pericle avverte il risentimento del mondo greco. L’epidemia era una conseguenza della guerra.

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con l’insegnante e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare l’elemento del RACCONTO STORICO. vai a pag. 210

109


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 236

Ciao E-T, tu che vivi nelle lontane galassie puoi dirci quali sono gli elementi principali di un RACCONTO DI FANTASCIENZA?

1 C’È UNO SCOPO, quello di proiettare il lettore

nello spazio per mostrargli i rischi di determinati atteggiamenti degli uomini, invitandolo alla fratellanza e ad agire nel rispetto del pianeta.

7 C’È UN LINGUAGGIO

ricco di termini scientifici e tecnologici.

6 CI SONO FATTI che uniscono 2

fantasia e scienza: viaggi nel tempo e nello spazio, intelligenze artificiali, realtà extraterrestri... raccontati come fossero verosimili.

CI SONO I PERSONAGGI che possono essere: • e sseri umani pronti a tutto pur di salvare la Terra o esplorare lo spazio: scienziati, astronauti, esploratori, bambini coraggiosi... • c reature immaginarie come alieni, robot, androidi...

5 C’È LA STRUTTURA del testo

3 C’È UN TEMPO

della narrazione ben determinato anche da date. Di solito le storie sono ambientate nel futuro, ma possono esserci salti cronologici.

4 CI SONO LUOGHI

dell’Universo, come pianeti sconosciuti e galassie inesplorate, ma sono presenti anche ambienti terrestri visitati o abitati da extraterrestri.

narrativo: • l’inizio con la presentazione dell’ambiente, dei personaggi e di un problema da risolvere; • lo svolgimento in cui avvengono colonizzazioni di altri mondi, invasioni aliene, ribellioni dei robot, viaggi nel tempo; • la conclusione in cui si risolve il problema o si giunge a un finale a sorpresa.

Il Circolo dei Lettori

J. DuPrau, Gente di Sparks, Fabbri M. L’Engle, Nelle pieghe del tempo, Giunti R. Heinlein, Podkayne, ragazza di Marte, Mondadori D . Almond, Il bambino che si arrampicò fino alla luna, Salani

110

Audio

Laboratorio di scrittura - pagg. 46 - 47


L’unione fa la forza

Gli alieni sono sbarcati Tutti sono spaventati ma c’è qualcuno che non ha paura... – Non capisco perché ti preoccupi tanto – disse la signora Macy alla sorella. – Finora non ci hanno fatto niente, no? Altrove, in tutte le città, regnava il panico. Ma non nel suo giardino. Con calma, serenamente, ella alzò gli occhi e guardò gli invasori, mostruose sagome alte più di mille metri. Erano sbarcati una settimana prima da un’astronave lunga almeno cento chilometri. Erano usciti in lunga fila – almeno in mille – e ora se ne andavano in giro per tutta la Terra, ma non avevano toccato nulla, non avevano fatto male a nessuno. Non erano abbastanza densi per rappresentare un pericolo. Quando uno di loro ti calpestava o calpestava la casa in cui ti trovavi, tutto si oscurava finché non avesse spostato il piede: ma tutto finiva lì. Non avevano mostrato alcun interesse per gli esseri umani e ogni tentativo di comunicare con loro s’era dimostrato vano. – Questa è la prova che non vogliono farci male, non trovi? – insistette la signorina Macy. – Speriamo bene, Amanda – replicò la sorella. – Ma guarda cosa stanno facendo adesso. Il cielo, fino a poco prima d’un azzurro terso, ora s’andava annebbiando. Due invasori tenevano un oggetto cilindrico da cui spruzzavano grandi nubi di una sostanza vaporosa che scendeva lentamente sulla Terra. – Fanno delle nuvole. Forse è il loro modo di divertirsi – disse la signorina Macy. E tornò al suo lavoro.

Leggo per DIVERTIRMI

Dividi la lettura con un amico: uno sarà il narratore, l’altro le sorelle e dovrà usare due tipi di voce diversi! Poi scambiatevi le parti.

F. Brown, Il vagabondo dello spazio, Urania Mondadori

Secondo te, gli umani riescono a comunicare con gli invasori? Perché?

Riconoscere un RACCONTO DI FANTASCIENZA 1 Indica con una x i completamenti giusti.

La signorina Macy e sua sorella sono robot. umani. extraterrestri.

Gli invasori sono robot. umani. extraterrestri. PDF

Gli invasori sono sbarcati da un’astronave. una nave. una scialuppa. Audio

111


Il racconto di FANTASCIENZA

La struttura

A caccia di reclute

All’interno del cubo metallico, la luce aveva una sinistra sfumatura che conferiva un colorito verdastro al biancore malsano della creatura seduta ai comandi. Nel bel mezzo della testa c’era un unico occhio sfaccettato che osservava i sette quadranti. Da quando erano partiti da Xandor, mai una volta quell’occhio si era distratto dall’osservazione dei quadranti. Il sonno era sconosciuto alla razza cui Kar-388Y apparteneva, e così pure la pietà. Kar allungò il braccio superiore destro e premette il pulsante dello stabilizzatore. Poi si volse verso il proprio compagno di viaggio, un essere del tutto simile a lui. – Ci siamo – disse – la nostra prima tappa, la stella Z-5689. Ha nove pianeti, ma solo il terzo è abitabile. Speriamo di trovarvi delle creature adatte a diventare dei buoni schiavi per le nostre miniere. Kar premette un pulsante e attivò una videopiastra per osservare il panorama sottostante. – Siamo sulla parte in ombra del terzo pianeta – disse – guarda, Lal, sotto di noi ci sono delle luci poste a intervalli regolari... è una città! Questo pianeta è abitato! – Bene, allora andiamo in cerca di qualche esemplare. Non appena avrò attivato il megacampo, saremo invisibili ai loro occhi. – disse Lal regolando una manopola. Il cubo si abbassò lentamente e Kar azionò il meccanismo di apertura dei portelli stagni. Uscì subito, seguito da Lal. – Guarda, due bipedi. Due braccia, due occhi... sono i nostri esemplari! Nelle tre dita della mano Lal stringeva un cilindro. Lo puntò alla prima creatura, poi alla seconda, ed entrambe si immobilizzarono all’istante. – Portiamoli a bordo per analizzarli – disse. Un minuto dopo, il cubo decollò. Intanto Lal aveva già iniziato ad analizzare gli esemplari. – Bipedi – disse – pentadattili, con mani adatte a lavori complessi. Ma adesso passiamo al test più importante, quello dell’intelligenza. Lal mise ai due esemplari due cuffie gemelle. Dopo alcuni minuti disse sconfortato: – Di sette punti inferiore al minimo. Non potremmo fare imparare loro neppure il più semplice dei lavori delle miniere. Puntiamo su un altro sistema solare. Il vicedirettore del Milwaukee Star stava decidendo la chiusura della pagina locale. – C’è posto per un altro pezzo, Pete – disse il compositore – ci sono avanzati due pezzi. Quale vuoi che usi? Il vicedirettore lanciò un’occhiata ai due pezzi. – Passa il pezzo sul convegno. A chi vuoi che importi se l’altra sera due scimmie sono scappate dallo zoo? F. Brown, Cosmolinea 8-1, Mondadori

112


La struttura

Il racconto di FANTASCIENZA

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Sottolinea nel testo tutte le parole che ti fanno capire che si tratta di un racconto di fantascienza.

Rifletto Rispondi. Chi sono i bipedi che vengono analizzati? Due umani

Due scimmie

Due alieni

Sottolinea la parte del testo che te lo ha fatto capire.

Leggo per ANALIZZARE La struttura Completa con le informazioni che trovi nella parte iniziale del testo. Personaggi: ............................................................................................................................ Luogo: ..................................................................................................................................... Mezzo di trasporto utilizzato: ........................................................................................... Riordina i fatti e ricostruisci lo svolgimento della storia. I bipedi vengono portati a bordo del cubo metallico per essere analizzati. Kar e Lal si rendono invisibili agli occhi dei terrestri. Ai bipedi viene somministrato un test di intelligenza. I bipedi non sono considerati adatti al lavoro in miniera. Lal immobilizza due bipedi puntando su di loro un cilindro. Lal e Kar si dirigono verso un altro sistema solare. Indica con una x l’affermazione giusta sulla conclusione della storia. La storia si conclude con la soluzione del problema. La storia presenta un finale a sorpresa. La storia ha un lieto fine.

113


Il racconto di FANTASCIENZA

Personaggi, tempo e luogo

La sentinella Turg Eravamo sul pianeta Smoo già da qualche giorno. Spuckler camminava in testa alla fila e il signor Beeba lo seguiva avanzando con fatica. A giudicare dalla pendenza della strada, eravamo sicuramente diretti verso la montagna. A un tratto il signor Beeba urlò: – Spuckler! Guarda a destra! Quelle non sono le sentinelle Turg? – Sentinelle Turg? – domandai io. – Sì, Akiko. Si tratta di robot generici – mi rispose Spuckler. – Si possono programmare per qualsiasi funzione. All’improvviso sentimmo un fortissimo rumore metallico. Da dietro un grosso macigno, un enorme robot grigio saltò fuori e arrivò in mezzo alla strada, a una quindicina di metri da noi. – Santo cielo! – strillò il signor Beeba. – Un Turg! Spuckler ci disse di toglierci in fretta dalla strada e di nasconderci dietro un grosso spuntone di roccia. Dopo un po’ Spuckler fece capolino per tenere d’occhio la situazione. – Si sta avvicinando – ci bisbigliò – e a me piace prendere le cose di petto! Spuckler tornò sulla strada e all’improvviso un lampo di luce gialla gli sfrecciò accanto andando a colpire un masso poco distante alle sue spalle. A quel punto vidi bene il Turg. Era alto una decina di metri, aveva due gambe enormi e sei sottili braccia meccaniche che gli penzolavano dal corpo. Si sporse in avanti e alzò un braccio snodabile che terminava con una pistola laser fumante. Si sentì un clic veloce, segno che si stava nuovamente preparando a fare fuoco. Spuckler si chinò di lato, raccolse un sasso e lo scagliò contro il robot, schivando per un pelo un secondo lampo di luce gialla che gli sfrecciava accanto.

114


Personaggi, tempo e luogo

Il racconto di FANTASCIENZA

Boing! All’improvviso si sentì un gemito terrificante. Il robot gigante fece un colossale salto in aria, colto da un fremito che lo fece oscillare paurosamente di qua e di là, dopo di che si arrestò di colpo con uno stridio. Un paio di secondi più tardi, le sue sei braccia si contorsero e ricaddero penzoloni con un sommesso cigolio che si disperse nella brezza gelida. – Bel colpo, Spuckler! – disse il signor Beeba rialzandosi. Spuckler sorrise soddisfatto ed esclamò: – Anche i Turg hanno il loro punto debole: basta conoscerlo! E la marcia verso la montagna riprese indisturbata...

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Una spedizione di scienziati dell’Istituto Nazionale di Astrofisica sta organizzando un viaggio interstellare per verificare la possibilità di edificare una stazione spaziale fissa. Serve una mappa del nostro sistema solare. La prepari tu? Grazie.

M. Crilley, Akiko nel castello di Alia Rellapor, Mondadori

Leggo per ANALIZZARE Tempo e luogo Rispondi alle domande. Dove si svolge il racconto? ........................................................................................................................................................ È un ambiente realistico o immaginario? ............................................................................................................................. Quando è ambientato il racconto? ......................................................................................................................................... Chi sono i personaggi del racconto? ..................................................................................................................................... Realistici: .......................................................................................................................................................................................... Di fantascienza: .............................................................................................................................................................................

Personaggi Sottolinea le frasi che descrivono il personaggio di fantascienza Turg, poi indica con una x se le affermazioni sono vere (V) o false (F). Il Turg: V F V F è alto una decina di metri. ha sei gambe. V F V F ha braccia robuste. ha braccia meccaniche. V F V F è di colore nero. ha due braccia. V F V F ha le gambe sottili. emette rumori metallici. V F V F ha sei braccia. ha un braccio snodabile. Rispondi. Qual è lo scopo di questa descrizione secondo te? Far capire come va a finire la storia. Stimolare la fantasia del lettore e incuriosirlo. Dimostrare l’esistenza delle sentinelle Turg.

115


VERIFICA le tue competenze

L’astronabus di Deneb

Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere due volte il testo.

Mentre si lavava i denti Caterina vide dalla finestra del bagno l’astronabus di Deneb che atterrava nel campo di calcio dietro al municipio. Lo guardò con interesse, perché l’arrivo di un astronabus non era un fatto che capitava tutti i giorni. Caterina sapeva che la congiunzione favorevole al viaggio fra la Terra e la stella Deneb si verificava soltanto ogni dieci anni. E non era detto che ogni volta l’astronabus dovesse atterrare proprio vicino a casa sua. Ne parlò con suo fratello Andrea mentre andavano a scuola. – Io lo so perché si è fermato qui in città – disse Andrea – probabilmente a bordo c’era il ragazzo denebiano che gli zii hanno invitato a casa loro. Deneb, la stella più brillante della costellazione del Cigno, dista dalla Terra soltanto 12 anni luce. Una distanza abbastanza breve per l’astronabus spaziale, che la percorreva in sole 22 ore. Solo da poco tempo l’I.R.T.D. (Istituto per i Rapporti Terra-Deneb) aveva promosso la campagna per uno scambio reciproco di ospitalità fra i ragazzi dei due pianeti e il giovane viaggiatore, che quella mattina era sbarcato un po’ smarrito dall’astronabus, era forse uno dei primi ad affrontare l’esperienza terrestre. I due terrestri che lo ospitavano da parte loro erano disorientati. Erano iscritti da poco tempo all’I.R.T.D., ma quando la Segreteria aveva proposto loro di ospitare per 10 anni un ragazzino denebiano, avevano accettato con entusiasmo. Non li spaventava la durata del soggiorno e non avevano preferenze riguardo al sesso del giovane ospite. Poi era arrivata una lettera che annunciava l’arrivo di Mo, e avevano pensato che si trattasse di un maschio perché il suo nome terminava con la o e perché gli aggettivi e i pronomi che lo riguardavano nella lettera erano al maschile. I terrestri dunque si erano preparati ad accogliere un maschio, ma con uguale entusiasmo avrebbero accolto una ragazzina denebiana. Purtroppo non erano assolutamente preparati ad accogliere Mo, di cui i genitori non si erano preoccupati di sapere se fosse maschio o femmina! Su Deneb nessuno si chiede se i propri figli siano maschi o femmine fino a che non abbiano compiuto 50 anni denebiani e Mo aveva 29 anni denebiani. Secondo le informazioni fornite dall’I.R.T.D corrispondevano ai 9/10 anni di vita terrestre. La sua statura e il suo linguaggio corrispondevano a quelli di un ragazzino di tale età, ben sviluppato e intelligente. Ma non si sapeva se fosse maschio o femmina. B. Pitzorno, Extraterrestre alla pari, La Sorgente

116


Il racconto di FANTASCIENZA

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Collega ogni parola al significato che ha nel racconto. costellazione anno luce terrestre

Unità di misura utilizzata per misurare le distanze fra oggetti celesti Abitante della stella Deneb

disorientato

Raggruppamento di stelle Abitante della Terra

denebiano

Incerto sul comportamento da tenere, smarrito, confuso

Rifletto Formula le domande adeguate alle seguenti risposte. ............................................................................................... ? Ogni dieci anni.

............................................................................................... ? Gli zii di Caterina.

............................................................................................... ? 12 anni luce.

............................................................................................... ? All’età di 50 anni denebiani.

............................................................................................... ? Sono fratello e sorella.

............................................................................................... ? Né maschio né femmina.

Leggo per ANALIZZARE Indica con una x quale tra le seguenti caratteristiche dei racconti di fantascienza è presente in questo racconto. I personaggi sono persone comuni. I personaggi sono umani che hanno cambiato le loro sembianze. I personaggi sono robot che vogliono dominare gli umani. I personaggi sono alieni amichevoli che vogliono conoscere gli umani. I fatti si svolgono su altri pianeti. I fatti si svolgono sulla Terra. Ci può essere la presenza di una navicella spaziale. Gli alieni hanno a loro disposizione armi futuristiche. La Terra viene invasa e distrutta. La Terra ospita alieni. Colora gli elementi che fanno sembrare il racconto verosimile. Il personaggio di Caterina

La stella Deneb

La lettera che arriva agli zii di Caterina

I luoghi reali

L’atterraggio dell’astronabus

La costellazione del Cigno

L’Istituto per i Rapporti Terra-Deneb

Il personaggio di Mo

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con l’insegnante e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare l’elemento del racconto di FANTASCIENZA. vai a pag. 210

117


Perché legalità? “Perché una società si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere”. (Giovanni Falcone)

Discuti con i tuoi compagni la frase di Giovanni Falcone, completate i fumetti per creare un cartellone con le vostre riflessioni sui vantaggi e svantaggi del rispetto delle leggi.

Legalità è responsabilità, significa che ognuno deve fare la propria parte.

Maestra che cos’è la legalità?

Legalità per me è rispetto, vuol dire che se rispetti le leggi eviti le ingiustizie e rispetti anche le altre persone.

Legalità è coraggio perché ............................................................. ............................................................. .............................................................

118

La legalità è il rispetto della legge. È fondamentale per la costruzione del bene comune. Si sposa con le parole responsabilità, libertà, rispetto, coraggio e detesta le parole illegalità e indifferenza. Sapreste spiegare perché?

Legalità per me significa libertà perché se puoi scegliere di rispettare le regole del vivere comune e lo fai, allora rispetti anche la libertà degli altri.


Leggi il testo.

Essere liberi Salvatore pensa alla parola infame. Si chiede cosa significhi nel resto del mondo, perché infame nel suo quartiere vuol dire un mucchio di cose, e tutte brutte. Vuol dire traditore, vuol dire vigliacco, vuol dire uomo che non vale niente, che non ha coraggio e che parla alle spalle. Ma Salvatore sa che nel caso di Pino, infame vuol dire qualcuno che dice quello che pensa, che crede nell’essere buoni e che va contro la mafia. È strano, pensa Salvatore, come certe parole significhino cose diversissime a seconda di chi le pronuncia. Nel mio quartiere, per esempio, coraggioso è chi fa male agli altri. Essere forti significa avere tanti soldi. Essere rispettati significa essere temuti, far paura a tutti, o meglio, a quasi tutti. Essere uomini d’onore significa essere violenti, avere le pistole, usarle contro gli altri. Salvatore appoggia la guancia alla balaustra. Chiude gli occhi. Li riapre. Li richiude. Li riapre ancora una volta. Vede: la strada di casa sua; i palazzi brutti a dieci e dodici piani con i panni stesi e i fili delle antenne che penzolano come liane. Ed essere felici, si chiede Salvatore, che significa essere felici nel mio quartiere? Forse essere felici significa sentirsi amati e protetti. Forse significa non sentirsi in pericolo. Non avere paura. Non temere di fare qualcosa che può dar fastidio ai soliti uomini d’onore. Essere felici dovrebbe voler dire essere liberi.

Che cosa significa che certe parole “cambiano significato a seconda delle persone e dei luoghi”? Prova, insieme ai compagni, a riflettere sul significato che hanno per te le parole in evidenza e confrontalo col significato che hanno nel quartiere di Salvatore.

S. Dolce, La mia vita all’ombra del mare, Raffaello Ragazzi

Chiedi alla maestra di aiutarti a riflettere. Che cosa turba Salvatore? Hai mai sentito parlare della mafia? Che legame c’è, secondo te, tra mafia e legalità? Come immagini il quartiere in cui vive Salvatore?

Scrivi sul quaderno. Che cosa significa per Salvatore essere felici? E per te, che cosa significa?

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Costruire il senso di legalità e sviluppare un’etica della responsabilità, che si realizzano nel dovere di scegliere e agire in modo consapevole.

Obiettivo da centrare Scoprirai quali azioni, parole e gesti contribuiscono a creare un clima di legalità.

Competenza attesa L’alunno sviluppa un’adesione consapevole a valori condivisi e atteggiamenti di legalità che costituiscono condizione indispensabile per praticare la convivenza civile.

Traguardo da raggiungere Sai distinguere tra ciò che è legale e ciò che non lo è e ti comporti “con legalità”.

119


Perché legalità?

Denunciare o tacere? Valentina sostiene che l’occhio nero, in fondo, mi sta anche bene. – Giovanni sembri un panda! – mi ha detto l’altro giorno mentre tornavamo a casa da scuola – E il panda è il mio animale preferito. L’occhio nero me l’ha fatto un destro di Tonio, che ho incassato malissimo. Sono scoppiato a piangere davanti a tutti, in corridoio. Una figuraccia. Lo so che gli uomini non piangono mai, ma un pugno nell’occhio fa un male cane. E poi io in famiglia non ho neppure un eroe, ma solo uno zio gelataio, uno geometra e uno disoccupato. Comunque, nonostante questo, il coraggio di dire a Tonio che i soldi d’ora in poi me li sarei tenuti da qualche parte l’ho trovato. Gli ho spiegato chiaramente che le mance di papà non potevo darle a lui ogni settimana, perché mi servivano per le figurine dell’album. Gli ho detto anche che se tirava fuori il coltellino sarei andato dal preside. Non ha tirato fuori il coltellino, ma quel gran destro che mi ha colorato l’occhio. È accorsa subito la maestra. Tonio le ha spiegato che ero caduto e avevo sbattuto la testa contro il termosifone. Nessuno dei miei compagni, anche se erano lì a un metro di distanza, aveva visto la scena. Nessuno, eccetto Simone, che ha spiegato alla maestra: – Non è stato il termosifone, è stato Tonio a tirargli un pugno in faccia. Siamo finiti tutti dal preside: io, Tonio, Simone, la maestra. Simone ha raccontato la storia dei soldi che Tonio ci chiedeva ogni settimana. Io ho confermato tutto. Il preside ha sospeso Tonio dalla scuola e io sono diventato grande amico di Simone: andiamo a Mondello insieme in bicicletta, giochiamo a calcio o a tennis, la domenica mio padre ci porta a vedere il Palermo. Abbiamo fatto anche un nostro giuramento. L’idea è stata mia, ma a Simone è piaciuta subito. – Possano bruciare le nostre carni come questo calciatore – ho detto io solennemente – se un giorno tradiremo la giustizia e ci piegheremo alla violenza! Poi ho dato fuoco con un fiammifero a un orlo della figurina e abbiamo cominciato a passarcela tra le mani: Tieni... tocca a te... È tua... No è tua... Brucia... Ahiaaaa. L’abbiamo fatta cadere a terra dopo cinque secondi e siamo scoppiati a ridere che non smettevamo più. L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, Rizzoli

120


Perché legalità?

Rispondi. Che cosa vuole dire Giovanni con le parole che trovi colorate nel testo? Sei d’accordo con lui? ................................................................................................................................................................................................................... La maestra chiede alla classe: secondo voi denunciare situazioni scorrette, di cui siete a conoscenza, è sempre giusto? Leggi che cosa rispondono i bambini.

Non è sempre necessario, dipende dalla gravità del fatto. Per esempio: se un mio compagno non ha svolto i compiti io non lo denuncio, non ha fatto del male a nessuno, solo a se stesso.

Denunciare un atto grave contro qualcuno è importante, perché se non denunci il colpevole potrà fare altre vittime, quindi diventi un po’ colpevole anche tu.

Bisogna denunciare, anche se il colpevole è tuo amico.

A volte è meglio farsi i fatti propri, perché se denunci puoi correre dei rischi.

ual è la posizione che ti trova d’accordo? Ci sono situazioni che non è il caso di denunciare? Q Ci sono situazioni in cui bisogna sempre denunciare? Discutine con i compagni e arrivate insieme a una conclusione.

121


Perché legalità?

Test: che cosa significa legalità? Leggi questi comportamenti e dai la tua valutazione mettendo una x nella colonna giusta. Confronta le risposte con quelle dei compagni, ragionando sulle differenze. Alla fine della discussione cercate di trovare un accordo che convinca tutti.

Situazioni tipo

Grave

Non grave

Trasgredire alle regole date dai genitori. Rubare oggetti di poco valore nei supermercati. Mentire per difendere un amico. Appropriarsi di oggetti o denaro dei compagni. Abbandonare o maltrattare un animale. Sottrarre un libro alla biblioteca. Fare a botte per far valere le proprie ragioni. Dire di aver studiato quando non è vero. Fare la spia. Scrivere sui muri con lo spray. Non pagare il biglietto sull’autobus. Danneggiare i bagni della scuola. Offendere le persone per le loro caratteristiche fisiche. Accusare ingiustamente qualcuno. Ridere di un compagno. Tacere su un atto di bullismo che hai visto. Diffondere i segreti dei tuoi amici. Gettare rifiuti per strada. Litigare con gli amici.

Clil

Questo manifesto riguarda un progetto organizzato dal Centro di Formazione e Orientamento Professionale Don Tonino Bello di Andria. Il progetto è cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Leggi lo slogan: traducilo in italiano e spiegane il significato.

122

Città delle COMPETENZE

Vai a pag. 210 e colora il palloncino giusto

Listen and read


Fiori e polpette

a s e c on d a t a t pu n

Leggi le domande della scheda (ti aiuteranno a focalizzare l’attenzione) poi chiudi il libro e mettiti in modalità ASCOLTO ON. La maestra ti leggerà la seconda parte del racconto. Al termine mettiti alla prova per vedere quanto sei stato attento. Infine correggi con la maestra e calcola il tuo punteggio.

ascolto ON

1 Osserva il ritratto della famiglia Tornaindietro: fai attenzione, ci sono degli errori. Trovali e scrivi il nome di ogni componente della famiglia. ........................................... ...........................................

Assegnati 2 punti per ogni errore trovato e 1 punto per ogni nome esatto.

...........................................

...........................................

2 Rispondi. Che cosa dice Pietro tornando a casa dopo il primo giorno di scuola? ............................................................................................................................................................................. Dove trascorrono l’intervallo i due fratelli?

Assegnati 2 punti per ogni risposta esatta.

.............................................................................................................................................................................

3 Che cosa dicono i fiori di Osvaldo? ................................................ ................................................

Assegnati 1 punto per ogni completamento.

................................................ ................................................ ................................................

PDF

Audio

Autovalutazione Quanto hai totalizzato? Da 21 a 14 punti: complimenti, sei stato attentissimo! Da 13 a 8: probabilmente ti sei distratto un po’! Meno di 8: ripassa le regole dell’ascolto attivo!

123


Il testo

DESCRITTIVO A prima vista poteva sembrare un albero come tutti gli altri. Aveva un tronco piuttosto grosso e una chioma folta e voluminosa e nodose radici affioravano dal terreno. In cima al tronco, alla biforcazione dei rami, c’era una piattaforma di assi e una piccola casa in legno nascosta dalle foglie...

Prima di iniziare

Quali DESCRIZIONI ti è già capitato di leggere?

124

Descrizioni di: ambienti naturali ambienti artificiali animali reali animali immaginari persone reali

persone immaginarie oggetti reali oggetti fantastici paesaggi quadri


Il testo DESCRITTIVO trasforma immagini, emozioni e stati d’animo in parole. Nei testi narrativi, la descrizione arricchisce il racconto rendendolo più completo e avvincente. Nelle pagine che seguono analizzerai com’è fatta una descrizione, qual è il suo scopo, e quali tecniche descrittive utilizzano gli scrittori.

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Leggere o ascoltare testi descrittivi individuando gli elementi che li caratterizzano.

Obiettivo da centrare Come un detective, individuerai al volo gli elementi che caratterizzano il testo descrittivo.

Competenza attesa L’alunno conosce la struttura e gli elementi tipici del testo descrittivo e li applica nella scrittura autonoma.

Traguardo da raggiungere Sai “estrarre” e rappresentare in uno schema gli ingredienti del testo descrittivo. Sai scrivere un testo descrittivo.

Laboratorio di scrittura - pagg. 52 - 58

125


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 237

Buongiorno signor fotografo, siccome descrivere con le parole è un po’ come scattare una foto, potrebbe aiutarci a capire quali aspetti rendono efficace una DESCRIZIONE?

1 C’È UNO SCOPO, quello di rappresentare attraverso le parole oggetti, persone,

ambienti, animali, sia realistici sia fantastici, in modo che il lettore possa immaginarli e “vederli”. • Quando l’autore vuole informare si limita a “fotografare” l’oggetto della descrizione senza aggiungere impressioni personali. Si parla allora di descrizione oggettiva e si usa per le enciclopedie e i testi di studio. • Quando l’autore vuole suscitare emozioni nel lettore e condurlo dentro la storia, descrive secondo il suo personale punto di vista. Si parla allora di descrizione soggettiva e si usa nei testi narrativi.

5 C’È UN LINGUAGGIO: 2

• preciso e specifico, a volte settoriale e tecnico, se la descrizione è oggettiva; • ricco di aggettivi, sinonimi, paragoni, espressioni ricercate e figurate, se la descrizione è soggettiva.

C’È UN SOGGETTO: • persona • animale • oggetto • ambiente • scena

4 CI SONO DATI:

3 CI SONO TECNICHE

• sensoriali percepiti attraverso la vista, l’olfatto, il gusto, il tatto e l’udito; • di movimento che possono essere statici o dinamici.

diverse: • il punto di vista • l’ordine • lo zoom • accumulo di immagini

126

Audio


L’unione fa la forza

Leopoldo A metà strada tra i colli e la costa c’era la contrada Lumalunga. Orti e giardini circondavano le case e i loro profumi si mescolavano con la brezza che arrivava dal mare. Nella verde periferia della contrada, all’ombra degli ulivi c’era un garage. Lì abitava Leopoldo, uno scuolabus con doti molto speciali: il rombo del suo motore era melodioso, i tergicristalli fosforescenti e i fanali espressivi, le ruote erano sempre lucide e pulite anche quando percorreva strade fangose. Il colore della carrozzeria variava secondo il suo umore: era gialla nelle occasioni ufficiali, rossa se aveva fretta, blu quando aveva voglia di andare al mare, di un luminoso arancione se il cielo era grigio. Alcuni scolari raccontano di averlo visto anche a strisce, a pallini verdi e azzurri e a fiori multicolori! La stramberia più curiosa? Non aveva bisogno di autista perché sapeva guidare da solo.

Leggo per DIVERTIRMI

Lettura in coppia: cambia il lettore e l’espressione quando Leopoldo cambia colore!

C. Mari, Un amico a tamburo battente, Lupo Editore

Riconoscere un testo DESCRITTIVO 1 Quando varia la carrozzeria di Leopoldo? Completa la tabella poi rispondi.

Diventa gialla

quando ......................................................................................................................................................

Diventa rossa

......................................................................................................................................................

Diventa blu

......................................................................................................................................................

Diventa arancione

......................................................................................................................................................

Qual è la caratteristica più curiosa di Leopoldo? ................................................................................... 2 Sottolinea nel testo tutti gli aggettivi qualificativi che trovi: ti sembrano molti?

No

Non so

3 Rispondi con una x.

Il testo che hai letto racconta una storia? Sì No Non so

Gli aggettivi qualificativi a cosa servono? A descrivere A fare rime Non so

Accadono dei fatti? Sì No

Che tipo di testo è quello che hai letto? Narrativo Descrittivo Poetico

Non so PDF

Audio

127


Descrizione di ANIMALI Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Indica con una x. Il linguaggio utilizzato è preciso. divertente. scientifico. poetico. originale. semplice. Scrivi M se si tratta di una metafora e S se si tratta di una similitudine. Occhi fatti di topazio e smeraldo. Sottile come un francobollo. Un organo simile a un’antenna. I suoi occhi sono due fanali.

Rifletto Indica con una x. Secondo te l’autore ama i gatti. odia i gatti. non si esprime sui gatti.

MORFOLOGIA Quanti CHE pronome ci sono nel testo! Cerchiali. E quanti verbi riflessivi! Sottolineali con due colori. Grammatica RAF - pagg. 52-84

128

Oggettiva o soggettiva

Descrizioni a confronto

Il gatto, com’è fatto? Il gatto è fatto di pelliccia. Davanti, sulla testa, ha un muso che usa per parlare e per mangiare i topi. Mangia anche le polpette e le bistecche. Il gatto è anche un animale predatore. I suoi denti sono straordinariamente affilati. Quindi non gli servono né coltello né forchetta. Sul muso il gatto porta i baffi che non si rade mai. Li utilizza per cercare i passaggi tastandoli con la punta dei peli, quando non ha voglia di guardare. Il gatto ha anche un naso. Ma la cosa più vistosa del gatto sono gli occhi, fatti di topazio e smeraldo. Chi guarda il gatto negli occhi, rimane stregato. In cima alla testa del gatto sono applicate due orecchie appuntite che lui gira per non sentire quando lo si chiama. Però, quando vuole, riesce a sentire anche una singola nota stonata nel verso dei grilli. Più su, il gatto finisce, ma in compenso si prolunga in abbondanza verso il basso. È qui che comincia il corpo del gatto, che è oblungo e arrotondato e in caso di necessità, dispone della possibilità di diventare sottile come un francobollo. A est ed ovest del corpo del gatto crescono le gambe, a nord c’è un organo simile a un’antenna: la coda. Più oltre il gatto finisce definitivamente. Il gatto cerca sempre il proprio benessere. Quando è pulito va a sedersi sugli alberi. Quando le zampe sono sporche si stende invece sul letto. Quando cammina di notte per le strade, i suoi occhi sono due fanali. Contravvenendo al codice della strada, il gatto non ha le luci posteriori. Del resto, il gatto si oppone a tutte le leggi immaginabili e riesce sempre a farla franca. Insomma il gatto è... Nessuno sa spiegare com’è il gatto. G. Ruck-Pauquet, Dove la volpe e la lepre si danno la buonanotte, Edizioni EL


Il gatto

Oggettiva o soggettiva

Descrizione di ANIMALI

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi con i “cuscinetti nella Il gatto domestico è un mammifero carnivoro appartenente alla voce”: accarezza le parole. famiglia dei felidi. Il suo corpo è molto agile, flessibile e massiccio, tale da consentirgli di camminare molto silenziosamente e di spiccare grandi salti; le sue unghie retrattili (nella condizione ordinaria di riposo si trovano nascoste e sono estratte solo all’occorrenza) gli permettono di arrampicarsi e di afferrare con grande agilità. Lo scheletro è formato da 250 ossa. La coda ha un ruolo importante nel mantenimento dell’equilibrio. Le zampe anteriori terminano con cinque dita fornite di artigli. Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori, terminano con quattro dita fornite anch’esse di artigli protrattili. I cuscinetti sono costituiti da membrane elastiche che gli conferiscono un’andatura silenziosa. Sotto le zampe, come nel muso e sopra gli occhi, sono presenti le “vibrisse” , organi tattili che hanno la funzione di controllare l’equilibrio del felino. Da wikipedia

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Completa: aiutati con il vocabolario, se necessario. Unghie retrattili significa ................................................................................................................................................................. Artigli protrattili significa ................................................................................................................................................................ Le zampe anteriori sono ................................................................................................................................................................. Le zampe posteriori sono ............................................................................................................................................................... Le membrane elastiche sono ........................................................................................................................................................ Le vibrisse sono ................................................................................................................................................................................. Il felino è .............................................................................................................................................................................................. Indica con una x. Il linguaggio utilizzato è preciso. divertente. scientifico. poetico.

Leggo per ANALIZZARE originale. semplice.

Rifletto Indica con una x. Secondo te l’autore: ama i gatti. non si esprime sui gatti.

Oggettivo o soggettivo? Completa con oggettiva/soggettiva. Il testo Il gatto, com’è fatto? è una descrizione ..................................... Il testo Il gatto è una descrizione ...........................................................

odia i gatti. si emoziona coi gatti.

Spiega ai compagni quale testo ti è piaciuto di più e perché.

129


Descrizione di PERSONE

Oggettiva o soggettiva

Descrizioni a confronto

La signora Pratchett Il negozio di Llandaff era assolutamente il centro della nostra esistenza. Senza di quello non avremmo avuto molte ragioni per cui vivere. Ma quel negozio aveva un terribile inconveniente: la sua proprietaria era orribile, noi la odiavamo e ne avevamo mille ragioni. Si chiamava Pratchett. Era una vecchia megera piccola e magra, baffuta e con un’espressione acida come l’uva spina acerba. Non ci salutava mai quando entravamo e le sole parole che le uscivano dalla bocca erano: “Vi tengo d’occhio, così non ficcate quelle ditacce ladre nei cioccolatini!” o “Non crediate che venite qua solo per guardarvi intorno. O sganciate i soldi o filate!” Ma la cosa più disgustosa della Pratchett era la sua sporcizia. Aveva il grembiule grigio e unto, la blusa cosparsa di resti della colazione, briciole di pane tostato, chiazze di tè, crosticine di giallo d’uovo rappreso. Ma erano le sue mani a disgustarci di più di tutto. Mani schifose, nere e lerce. Ed erano quelle mani e quelle dita che lei affondava nei barattoli di dolci quando le chiedevamo caramelle mou, di gomme o praline. C’erano ben poche norme igieniche a quei tempi e nessuno, tantomeno la signorina Pratchett, pensava di usare una paletta per tirare su i dolciumi dal barattolo come si fa oggi. La sola vista della sua lurida mano destra con le unghie listate a lutto che estraeva pochi grammi di cioccolatini da un barattolo avrebbe messo in fuga un vagabondo affamato. Ma non noi. Quei dolciumi erano la nostra linfa vitale. Ci saremmo adattati a molto peggio, pur di procurarceli. L’altro motivo per cui odiavamo la signorina Pratchett era la sua avarizia. A meno che spendessimo sei pence tutti in una volta, non ci metteva i dolci in un sacchetto di carta, ma li ficcava in un pezzo di giornale attorcigliato che prendeva da una pila di vecchi giornali ammucchiati sul banco. R. Dhal, Boy, Salani

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Sottolinea con il verde i dati relativi all’aspetto fisico della signorina Pratchett e con il blu i dati relativi al suo comportamento. Rifletti e rispondi. Il colore nero in molti Paesi indica il dolore per la morte di una persona cara. Secondo te, “Unghie listate a lutto” che cosa significa? .........................................................................................

130

Capisco il testo Scrivi è oppure non è.

Scrivi ha oppure non ha.

............... avara.

............... un negozio.

............... una vecchia strega.

............... il grembiule pulito.

............... disgustosa.

............... pazienza.

............... generosa.

............... le mani nere.

............... educata.

............... lo smalto nero.

............... sporca.

............... la paletta.


Oggettiva o soggettiva

Anna dai capelli rossi

Descrizione di PERSONE

Il capostazione si allontanò baldanzoso, lasciando il povero Matthew a un compito che per lui era perfino più difficile che affrontare un leone in gabbia: raggiungere la ragazzina, una ragazzina sconosciuta, per di più orfana, e chiederle perché non fosse un maschio. Matthew sospirò dal profondo dell’anima e lentamente la raggiunse sulla banchina. Lei lo teneva d’occhio fin da quando gli era passato davanti e ora il suo sguardo era fisso su di lui. Matthew non la guardava e anche se l’avesse fatto non avrebbe badato a com’era fatta, ma un normale osservatore avrebbe visto questo: una bambina di undici anni rivestita da un abito di flanella giallo-grigiastro molto corto, molto stretto e vecchio. Indossava un berretto da marinaio marrone sbiadito e da sotto il berretto scendevano, fin sulla schiena, due grosse trecce di capelli decisamente rossi. La faccia era piccola, bianca e magra, piena di lentiggini, il mento era molto appuntito e pronunciato; la bocca era larga, così come gli occhi, che a seconda della luce apparivano ora verdi, ora grigi. A Matthew fu risparmiata la dura prova di dover parlare per primo, perché appena si accorse che lui la stava raggiungendo, la bambina si alzò, afferrando con una mano sottile e scura la maniglia di una borsa da viaggio malandata e fuori moda, e gli tese l’altra mano. – Tu devi essere Matthew Cuthbert dei Tetti Verdi – disse – sono molto lieta di vederti. Cominciavo a temere che non saresti più venuto a prendermi. L. M. Montgomery, Anna dai capelli rossi, Feltrinelli

Leggo per ANALIZZARE Oggettiva o soggettiva? La frase “Un normale osservatore avrebbe visto...” che tipo di descrizione introduce? .................................................................................................. Confronta le descrizioni e indica con una x le affermazioni giuste. La signora Pratchett Anna Tutti descriverebbero la Pratchett così. Tutti descriverebbero Anna così. Solo i bambini la descriverebbero così. Solo Matthew la descriverebbe così. Il narratore non sopporta la Pratchett. Il narratore non sopporta Anna. Il narratore non esprime emozioni. Il narratore non esprime emozioni. Il narratore utilizza un linguaggio neutro. Il narratore utilizza un linguaggio neutro. Il narratore utilizza un linguaggio colorito. Il narratore utilizza un linguaggio colorito.

131


Descrizione di COSE

Oggettiva o soggettiva

Descrizioni a confronto

L’edera Leggo per ANALIZZARE Oggettiva o soggettiva? Queste frasi riassumono la descrizione: numerale secondo l’ordine del testo. Pianta da appartamento. Dove cresce spontaneamente. Tipo di pianta. Curiosità. Temperatura ed esposizioni ideali. Ricopia la descrizione sul quaderno cambiando l’ordine come vuoi tu, poi rispondi. È cambiato il significato del testo? Indica con una x il proseguimento giusto. Il linguaggio di questa descrizione esprime opinioni personali. utilizza termini specifici. esprime delle emozioni.

132

L’edera è una pianta rampicante e sempreverde tra le più presenti nei balconi e nei giardini. Le piante di edera crescono spontaneamente un po’ ovunque nelle regioni a clima temperato, arrampicate ai muretti, alle rocce, sulle facciate dei palazzi, sui tronchi degli alberi o semplicemente stese lungo il terreno a formare tappeti lucidi e verdi là dove l’erba non cresce perché la luce è troppo scarsa. L’edera non teme particolarmente il freddo e riesce a sopportare anche temperature molto rigide; teme invece il caldo, pertanto predilige i luoghi ombreggiati, al riparo dalla luce diretta. Alcune varietà, con foglie piccole o a crescita lenta, possono essere utilizzate senza problemi anche come piante da appartamento. Si ritiene che nell’antica Tebe l’edera fosse consacrata a Dioniso, dio del vino, affinché fosse protetto dai fulmini di Zeus. In India è considerata un simbolo di passione, perché rappresenta l’innamorato che vuole abbracciare l’amata e non lasciarla più. UN COMPITO AUTENTICO PER TE I giardinetti del tuo quartiere devono essere abbelliti con alcune piante da fiori. Dai un consiglio all’Assessore all’ambiente: indicagli una pianta che ti piace e descrivila con precisione, lo aiuterai nella scelta.


Oggettiva o soggettiva

L’eterno abbraccio

Descrizione di COSE

Se ti fermi un istante ad ammirare l’edera che si avviluppa ai tronchi, che corre sui muri lungo invisibili strade che sembrano tracciate dal destino, comprendi perché intorno a questa umile e tenace pianta siano nati miti, proverbi, canzoni... Se provi a seguire giorno per giorno i suoi percorsi, sembra che non cresca mai, poi basta che ti allontani per qualche tempo e quando torni scopri che ha già invaso un altro muro, ha già conquistato un altro spicchio di terreno, ha già abbracciato la base di un altro tronco. Sembra quasi che questa straordinaria pianta nasca dal nulla e abbia una sua volontà, un suo obiettivo da raggiungere: forse vuole abbellire un vecchio muro, nascondendo le sue crepe, forse vuol fare compagnia a un albero isolato e stanco, forse vuole raggiungere la tua finestra per incorniciarla di verde. Tutti noi segretamente vorremmo somigliare all’edera, avere la sua sicurezza e la sua costanza, saper stringere in un abbraccio le persone che amiamo, creando con loro legami eterni. P. Naldi

Leggo per CAPIRE

Leggo per ANALIZZARE

Rifletto

Oggettiva o soggettiva? Per ogni affermazione indica con una x a quale descrizione si riferisce.

L’edera

L’eterno abbraccio

Usa un linguaggio specifico. Usa un linguaggio che suscita emozioni. Ha lo scopo di informare. Ha lo scopo di emozionare. È una descrizione oggettiva. È una descrizione soggettiva.

Spiega con parole tue, sul quaderno, l’ultima parte del testo: “Tutti noi segretamente vorremmo somigliare all’edera, avere la sua sicurezza e la sua costanza, saper stringere in un abbraccio le persone che amiamo, creando con loro legami eterni”.

Cerca nel testo e ricopia sul quaderno le informazioni che: ti fanno concludere “... perciò L’edera è una descrizione oggettiva”; ti fanno iniziare la frase con “L’eterno abbraccio è una descrizione soggettiva perché...”.

133


Il testo DESCRITTIVO

Le persone

Caterina controvento 5

10

15

20

25

30

35

134

– Caterina! Caterina, dove sei finita? Caterina! Silenzio. Caterina ha sciolto le trecce e sulla testa bionda si spande una cascata di capelli che le coprono le orecchie, ma sotto ci sente bene, solo che a volte sceglie di fare la sorda proprio come adesso. Quanto le piace isolarsi dagli strilli dei due fratelli, dai comandi della mamma, dal frastuono della giornata. Caterina ha undici anni, due fratelli rumorosi, una mamma sempre in movimento e un papà lontano. Ora è in un angolo del cortile, accovacciata su una grossa pietra, sotto l’ombra di un alberello sghembo. Dentro di lei si agitano mille desideri e lievi ricordi: davanti a lei si stende, bisbigliante, un campo dorato dove il giallo delle erbe e delle foglie si confonde con il sole. Le sue mani frugano per terra in cerca di un sasso tondo. Li colleziona e li conserva in una vecchia scatola di biscotti; su alcuni ci disegna occhi, ciglia e bocca che, dopo il tocco della sua mano d’artista, mostrano un sorriso che va da una parte all’altra del loro volto di pietra, oppure fanno il broncio, con le labbra all’ingiù. Sono i suoi gioielli. Caterina è lì e pensa e aspetta. Una gallina le fa compagnia. Raspa tutt’intorno alla ricerca anche lei di un qualche tesoro, di un verme distratto, di un chicco sfuggito dal pugno del contadino e soffiato un po’ più in là da un venticello dispettoso. – Caterina, infilati il vestito, datti una pettinata, su da brava, e di corsa. Prendi la cartella e finisci il latte. Se ti sbrighi ti porto io a scuola. Silenzio. Caterina pensa alla scuola, all’aula, ai compagni, alla maestra. I suoi pensieri sono cupi, più lugubri del lungo vestito che indossa la sua maestra. Per lei, seduta all’ultimo banco, la “signora maestra” (così devono chiamarla gli alunni) è un’ombra minacciosa che dall’alto della sua cattedra incute più soggezione del quadro ovale appeso alla parete alle sue spalle, la fotografia del Presidente della Repubblica. Chissà se anche a tavola la moglie gli si deve rivolgere così: “Caro Presidente della Repubblica mi passeresti il sale per cortesia?”. Caterina è solo una bambina, ma è solo “Caterina”.


Le persone

Il testo DESCRITTIVO

A dire la verità, fin da piccola, in famiglia le hanno affibbiato un 40 soprannome che a lei piace tanto. Un nomignolo guadagnato nel tempo per la sua voglia di fare la bastian contraria, ribaltata come una cuffia di lana infilata a rovescio, insomma adatto a una tipa smaniosa di tirare dritto per la sua strada, cocciuta e tenace come chi pedala, magari in salita, sfidando la forza del vento. Se 45 tutti per tornare a casa prendono la via più lunga ma più veloce, lei sceglie quella più breve, ma più dura. Caterina controvento è il suo nome intero, quello vero. A. Stoppa, Caterina Controvento, Ediciclo

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Caterina viene definita cocciuta e tenace. Indica con una x altri sinonimi. Ordinata Docile Paziente Caparbia Malleabile

Testarda

Rispondi con una x. Che cosa significa “Fare il bastian contrario”? Prendere la strada al contrario Fare il contrario rispetto alla maggioranza Brontolare continuamente Camminare al contrario

Rifletto. Completa poi rispondi. a) (righe 32-33) Per Caterina la signora maestra è ..................................................................................................... b) (righe 30-31) I pensieri di Caterina sono ................................................................................................................. Come si chiama la figura utilizzata nella frase a)? ...................................................................................................... E quella utilizzata nella frase b)? ..................................................................................................................................... Perché queste figure vengono usate spesso nelle descrizioni? ............................................................................

Leggo per ANALIZZARE Descrivere le persone

Aspetto fisico

Leggi con attenzione, individua gli elementi descrittivi relativi a Caterina e completa lo schema. Poi rispondi.

...................................................

Caterina

................................................... ................................................... Aspetti particolari del carattere

Su che cosa si sofferma maggiormente la descrizione di Caterina? Sul suo carattere

Sul suo aspetto fisico

Sulle sue abitudini

135


Il testo DESCRITTIVO

Leggo per DIVERTIRMI

Fermati a ogni pausa . Chiudi gli occhi e... immagina la scena, osserva i colori, senti il calore sulla pelle, annusa l’aria, gusta un pomodoro.

Gli ambienti

Una magnifica giornata d’estate

Quel sabato fu una giornata magnifica, era la prima bella giornata di quell’estate. La mattina, che si era annunciata piuttosto assolata, lentamente si caratterizzò per una calura feroce e di una luminosità splendente. Non appena la foschia, bruciata dal sole, si fu dispersa, i colori del giardino si accesero, il ronzio persistente degli insetti si fece più intenso e l’aria calda si riempì dei profumi della lavanda e dell’erica dolce. Antonia, sbrigate le sue faccende, uscì con calma a prendere gli asparagi. Andò nella serra a cercare il cesto, mettendo in fuga un pennuto. Thomas, il giardiniere, era indaffarato con i suoi preziosi piselli odorosi. Gli fece un cenno di saluto (era completamente sordo e faceva troppo caldo per mettersi a gridare) e seguì lo stretto sentiero di cenere fin dopo il lillà che già era pieno di farfalle. Ecco il profumo dei giunchi delle ceste, mescolato a quello vago, ma ben riconoscibile, della frutta che andava maturando. C’erano macchie di tageti (un fiore utile nell’orto) e garofani, e le fragole si moltiplicavano sui loro freschi giacigli dorati. Dalle zucche crescevano fiori simili a grossi berretti di carta velina color pastello. Un paio dei pomodori più piccoli erano già maturi, caldi bottoncini gialli e rossi. Antonia ne assaggiò qualcuno: la buccia era ancora dura ma erano incredibilmente dolci. Le file degli asparagi erano graziose come importanti ospiti di una festa in giardino. Raccolse una foglia di cavolo abbastanza grande da coprire il fondo del paniere e si mise a tagliare con cura gli asparagi che le occorrevano. E. J. Howard, Il lungo sguardo, Roma-Fazi Editore

LESSICO Vai a caccia di similitudini: sono due, sottolineale. Vai a caccia di metafore: ce n’è una sola, cerchiala.

136

Leggo per ANALIZZARE I dati sensoriali Questo testo è una meraviglia di sensazioni! Riassumile completando tatto questo schema sul quaderno con i dati sensoriali che trovi nel testo.

olfatto

vista

Giornata d’estate gusto

udito


Gli ambienti

Il testo DESCRITTIVO

La mareggiata Quando ero sulla spiaggia e c’era la mareggiata, vedevo arrivare all’orizzonte le ondate piene di ferocia e mi parevano alte come colline. Erano verdastre, frastagliate di spuma bianca che si muoveva come frotte di animali in fuga. Le onde facevano un rumore enorme, come una grande ruota che girava; la spuma si stendeva sulla spiaggia come un tappeto, il tappeto più bello e prezioso che avessi mai visto. A un tratto un’onda più grande e cattiva sorgeva all’improvviso, si ingrandiva, mi mettevo a scappare impaurito, sentivo il colpo sulla schiena, poi l’acqua che grondava. Poi appena la mareggiata rallentava e il vento cominciava a cadere e la bellissima spuma si ritraeva, io mi mettevo a percorrere la spiaggia. C’era una grande quantità di alghe e rottami; prima ciò che un’onda urtava, un’altra si portava via; ora ognuna lasciava qualcosa sulla spiaggia. Così il mare si era svuotato le tasche; sulla spiaggia c’erano i tesori del mare: tronchi d’albero, legni coperti di un’erba verde e sottile, incrostati di piccole conchiglie. C’erano conchiglie intere o rotte; ossi di seppia; stelle di mare alle quali sempre mancavano uno o due braccia; ricci di mare che avevano ancora le spine e altri nudi come piccole teste. E io percorrevo felice la spiaggia camminando lentamente. G. Rosso, Calme di luglio, Mondadori

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Spiega ai tuoi compagni le espressioni in evidenza nel testo.

Leggo per ANALIZZARE I dati di movimento Oltre ai dati sensoriali, la descrizione si avvale anche di dati che possono essere: statici se si riferiscono a un elemento fermo nello spazio; dinamici se riguardano un elemento che si muove nello spazio.

• •

Individua nella descrizione del mare i dati indicati e trascrivili. Dati statici: ................................................................................................................................................................................. Dati dinamici: ........................................................................................................................................................................... Dati sensoriali: ..........................................................................................................................................................................

137


Il testo DESCRITTIVO

Le tecniche

Il lupo racconta Un giorno io correvo attraverso il bosco profondo e oscuro per acchiappare un capriolo. Quando arrivai al grande prato multicolore vidi improvvisamente Cappuccetto Rosso. Voi tutti già conoscete questa ragazzina viziata e cattiva, che appena può irrita e tormenta tutti gli animali del bosco. – Cappuccetto Rosso – le chiesi – che cosa fai qui? – Vattene bestiaccia rompiscatole, raccolgo fiori per la mia nonna malata che la settimana scorsa ti ha rifatto il pelo – gridò Cappuccetto Rosso furibonda. – Ma Cappuccetto Rosso – dissi io – diventiamo amici! Noi animali del bosco vogliamo solo essere cari. – Ah, che chiacchiere idiote, lupo sporco e puzzolente! – Ora chiamo il cacciatore, che ti riduca a un colabrodo – imprecò Cappuccetto Rosso e pestò i piedi per terra per la rabbia. “Ah, una bambina così insolente deve avere una lezione”, pensai io. Corsi dalla nonna e la mangiai. Poco dopo giacevo vestito da nonna nel suo letto. Improvvisamente Cappuccetto Rosso spinse di botto la porta, sbattè il cestino sul tavolo e gridò: – Santo cielo nonna, perché sei così orrenda? Che orecchie da elefante hai! – Per sentirti meglio – borbottai io. – Che orribili occhi da bue! – Per vederti meglio – sussurrai io. – Che orribili zampe! – Per afferrarti meglio – brontolai io. – Che gigantesco grugno! – Per mangiarti meglio – ruggii io. E divorai la monellaccia in un boccone. Quando venne il cacciatore e mi sentì russare, liberò la nonna e la maleducata Cappuccetto Rosso. Per fortuna sono sopravvissuto al taglio della pancia. Cappuccetto Rosso è diventata una brava bambina. Ma io sono diventato nemico degli Leggo per DIVERTIRMI uomini e, per questo motivo, alcuni Interpretare un lupo raccontano la fiaba di Cappuccetto gentile e una Cappuccetto Rosso in modo totalmente diverso. Rosso arrogante... qui c’è H. Ritz, La storia di Cappuccetto Rosso, E.C.I.G. da divertirsi davvero!

138


Leggo per ANALIZZARE

Le tecniche

Il testo DESCRITTIVO

Il punto di vista del narratore Leggi le descrizioni. Quale delle due inseriresti nel racconto nel punto in cui si trova la 1. Indossava un orribile cappottino rosso sbiadito e impolverato con un ridicolo cappuccio che le copriva in parte i capelli spettinati e ribelli. L’espressione arrogante le conferiva un’aria insopportabile. Camminava trascinando i piedi poiché gli stivaletti, inzaccherati, erano di un paio di taglie troppo grandi. Borbottava. Aveva con sé un cestino logoro, da dove usciva un odore disgustoso.

?

2. Indossava un grazioso cappottino Rosso con un cappuccio che le incorniciava il viso delicato. Ciocche di riccioli sbucavano ai lati, simili a stelle filanti. L’espressione sorridente le conferiva un’aria incantevole. Indossava un paio di scarpette rosse con un fiocco sulla punta. Canticchiava e saltellava leggera tra l’erba. Aveva con sé un cestino che profumava di cose buone.

Indica con una x solo le affermazioni vere. La descrizione n. 1 è coerente con la storia classica di Cappuccetto Rosso. è coerente con la storia scritta dallo scrittore H. Ritz. non è coerente con la storia scritta dallo scrittore H. Ritz. La descrizione n. 2 è coerente con la storia classica di Cappuccetto Rosso. non è coerente con la storia classica di Cappuccetto Rosso. è coerente con la storia scritta dallo scrittore H. Ritz.

Leggo per CAPIRE Rifletto Ecco le osservazioni di due bambini. Con quale sei più in accordo?

Lo scrittore si mette nei panni di uno dei protagonisti, il lupo, per raccontare ciò che prova.

Lo scrittore prima inverte il carattere dei protagonisti, poi si mette nei panni del lupo per raccontare ciò che prova.

139


Il testo DESCRITTIVO

Le tecniche

La casa sull’albero

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi il testo nell’ordine A prima vista poteva sembrare un albero come tutti gli altri. che ti viene presentato, Stava nel mezzo di un prato leggermente in discesa. poi rileggilo partendo dalla freccia: cambierai Aveva un tronco piuttosto grosso e una chioma folta e voluminosa. punto di vista. Il tronco era ricoperto da una rugosa corteccia marrone e nodose radici affioravano dal terreno. Le foglie erano verdi e folte, ma stavano troppo in alto perché si MORFOLOGIA potesse vedere esattamente la loro forma. Ai piedi dell’albero c’erano ciuffi d’erba, margheritine, ciottoli e, dopo la pioggia, qualche fungo Sottolinea tutti gli avverbi dal cappello rosso, proprio come nelle illustrazioni dei libri. di luogo che incontri. Sui rami c’erano fiori e frutti, farfalle, api, uccellini... Un albero Grammatica RAF come tutti gli altri, insomma! pagg. 108-109 Ma, a guardare bene, si scopriva una porticina nascosta, in basso, fra le radici nodose. Una porticina abbastanza grande per poterci passare attraverso senza rimanere incastrati (a patto di non essere troppo grassi). Il tronco infatti era cavo, e dentro c’era una scaletta a chiocciola che portava in alto, fino ai rami pieni di foglie. Non solo, ma sulla parte esterna del tronco alcuni spuntoni di rami, tagliati ad altezza crescente, formavano ottimi gradini o appigli per chi volesse arrampicarsi senza passare per la porticina segreta. Naturalmente Aglaia preferiva questa scaletta esterna e ci saliva veloce come uno scoiattolo. Aglaia aveva otto anni, e abitava sull’albero insieme con la sua amica Bianca, che invece era una persona grande. Era successo che tutte e due si erano stufate di stare in un appartamento di città. Allora si erano messe d’accordo, avevano cercato un albero adatto e si erano trasferite lassù. In cima al tronco, alla biforcazione dei rami, c’era una piattaforma di assi con un parapetto, che però da terra non si vedeva, perché era nascosta dal fogliame. In questa piattaforma c’era anche una botola, attraverso cui si poteva calare una fune per ritirare dal basso qualsiasi cosa, per esempio un cestino pieno di roba da mangiare, o anche un pianoforte, se ce ne fosse stato bisogno. Per salire più in alto non c’erano più scale. Bisognava arrampicarsi di ramo in ramo. L’albero era altissimo: non finiva mai. B. Pitzorno, La casa sull’albero, Mondadori

140


Le tecniche

Il testo DESCRITTIVO

Leggo per ANALIZZARE Ordine spaziale Completa le frasi relative alla posizione. L’albero stava ................................................................................................... Ai piedi dell’albero ......................................................................................... Sui rami c’erano .............................................................................................. Dall’interno il tronco era .............................................................................. Dall’esterno ...................................................................................................... In cima al tronco c’era ................................................................................... Se lo si guardava dal prato l’albero appariva ......................................... Fai una linea colorata a lato del testo corrispondente ai colori dei titoletti di ogni sequenza. • L’albero • Come salire sull’albero • Presentazione dei personaggi e della situazione • La piattaforma • La botola Ora rifletti e indica con una x la risposta esatta. I dati spaziali devono rispettare un ordine preciso come sulla linea del tempo? Sì, perché altrimenti cambia il senso del racconto No, perché si può iniziare a descrivere da punti diversi senza che questo cambi il contenuto della descrizione

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Gli operai del comune durante l’estate daranno una sistemata a tutti i banchi. Descrivi il tuo da tutti i punti di vista: da sopra, da sotto, di fianco (scarabocchi compresi!). Consegna loro il lavoro, così li aiuterai a farsi un’idea dell’impegno richiesto.

141


Il testo DESCRITTIVO

Le tecniche

La cripta

La descrizione può seguire diversi tipi di ordine.

Le mura del cimitero erano ancora grigie e coperte di muschio. In mezzo alla sterpaglia si intravedevano lapidi rotte e vecchi vasi rovesciati. Il silenzio era inquietante e il luogo appariva tetro e irreale. Alla cripta sotterranea si accedeva attraverso un’entrata nascosta da una pietra piatta, coperta di muschio, quasi invisibile sotto un abete. Sotto si apriva uno stretto cunicolo, che terminava con una piattaforma. Tutt’intorno era buio pesto e nell’aria stagnava un odore di marcio e di muffa. Una scala portava all’interno della grotta. Una candela sottile bruciava in una nicchia vicino all’ingresso, gettando ombre danzanti e spettrali sulle pareti. Dal basso soffitto si staccavano gocce di umidità che scivolavano verso terra formando piccole pozze maleodoranti. In un angolo, un pipistrello dormiva, avvolto nelle sue ali nere. A. Sommer-Bodenburg, Vampiretto, Salani

Un passante

Ordine .................................................

C’era poca gente nella vasta piazza, gli ornamenti d’oro della cattedrale risaltavano chiari su un delicato cielo azzurro; proprio davanti al portale maggiore, intorno a una fanciulla che spargeva granoturco, s’era raccolto un enorme branco di piccioni: uno spettacolo di una bellezza splendente e festosa. L’incontrai allora. Era di statura media e camminava curvo. Portava un cappello nero, un chiaro soprabito estivo e pantaloni a righe scure. Poteva avere trent’anni come cinquanta. Il volto, col naso un po’ grosso e due occhi grigi dallo sguardo stanco, era perfettamente rasato; sulle labbra gli guizzava di continuo un sorriso. Andava su e giù per la piazza, senza sosta. Ordine T. Mann .................................................

La sorgente La sorgente scaturiva da terra sul margine della strada maestra. Le sue acque, pure come lacrime, erano raccolte in un bacino scavato nella pietra, e quelle che traboccavano formavano un ruscello che correva rapido attraverso un prato. Era incorniciata da una corona di fitta erba e tutto intorno era circondata da alti alberi. Nel caldo del giorno, tre viaggiatori si muovevano in quel paesaggio di boschi e di prati, tutti e tre avvicinandosi per vie diverse a quella sorgente d’acqua chiara e gelata. Ordine

142

.................................................


Le tecniche

Vecchia casa

Il testo DESCRITTIVO

Lasciarono la strada maestra e presto arrivarono a una dimora di mattoni rossi che aveva sul tetto una cupola sormontata da una banderuola: nella cupola c’era una campana. Era una casa imponente ma in pessime condizioni; gli spaziosi magazzini non più usati, i muri umidi e ammuffiti, le finestre rotte, i cancelli sconquassati. Nemmeno all’interno la casa aveva conservato il suo antico aspetto; entrando nell’atrio e guardando attraverso le porte aperte di molte camere, le trovarono miseramente ammobiliate, fredde e immense. Vi era nell’aria un odore sgradevole. C. Dickens

Ordine .................................................

Il vento L’alba venne, ma non il giorno. Nel cielo grigio apparve un sole rosso, un pallido cerchio che emanava una debole luce. Uomini e donne stavano tappati in casa e quando dovevano uscire si annodavano una pezzuola davanti alla faccia per filtrare la polvere. La notte fu nera come l’inchiostro, perché le stelle non potevano penetrare attraverso la polvere. Le case erano ermeticamente chiuse, con tutte le fessure delle porte e delle finestre otturate da stracci, ma la polvere entrava ugualmente negli interni. Nel mezzo della notte il vento passò vicino e lasciò il paese in pace, ma venuto il mattino, la polvere restava sospesa come nebbia. Per tutta la giornata piovve polvere. J. Steinbeck, Furore, Bompiani

Ordine .................................................

Leggo per ANALIZZARE

Ordine L’ordine della descrizione ................................................. Queste descrizioni sono costruite in modi diversi: leggi le spiegazioni, poi scrivi per ognuna quale ordine segue. 1. Ordine logico, dal generale al particolare: prima è descritta una scena, poi ci si concentra su un solo elemento. rdine logico, dal particolare al 2. O generale: prima è descritto un solo elemento della scena, poi la descrizione si allarga verso il generale.

3. O rdine spaziale, dall’esterno all’interno: si descrive prima ciò che si vede da fuori, poi ciò che si vede dentro. rdine spaziale, dall’interno all’esterno: 4. O si descrive prima ciò che si vede dentro, poi ciò che si vede da fuori. rdine temporale: si descrivono le fasi e i 5. O cambiamenti nel tempo.

143


Il testo DESCRITTIVO

Tecniche

La spiaggia delle bambine

MORFOLOGIA Caccia agli aggettivi qualificativi: quanti sono? ............................ Grammatica RAF pagg. 38-39

Al mare non si andava quasi mai, nonostante fosse vicino. Papà, che pure aveva posseduto una barca a motore e un motoscafo con il quale aveva perfino circumnavigato l’isola, non sapeva nuotare e andare al mare non gli piaceva. «Se l’uomo fosse nato per nuotare avrebbe avuto branchie e pinne», era solito dire. Allora dovevamo ingegnarci. Con il pretesto di andare a trovare Peppuccio, figlio di cugino di papà che aveva una campagna sul mare chiamata Cannatello – in linea d’aria di fronte a Mosè – partivamo a bordo della jeep guidata da Paolo. Una volta arrivati, Silvano e Peppuccio facevano giri in macchina lungo le piste del vigneto, mentre Paolo accompagnava noi bambine in spiaggia. Era nascosta alla nostra vista dalle dune, una successione di grandi banchi di sabbia come onde di un mare asciutto e tormentato dai venti. Vi cresceva, protetta dalle acacie e dagli arbusti bruciati dalla salsedine, una straordinaria flora profumata: gigli selvatici, fiorellini simili ai narcisi e piante spinose con fiori piccini, ma dall’aroma potente. Sulle dune non c’era anima viva, neanche un cane, neanche una capra avventurosa. Era territorio vergine e sporco, ma di uno sporco tutto naturale: non un sacchetto di carta o di plastica, non una bottiglia di vetro, non uno straccio. Sulla sabbia dorata, finissima, e coperta da rami volati via dalle dune e da quanto era stato portato dal mare – alghe secche o moribonde, conchiglie vuote, rottami di barche affondate – scorrazzavano, padroni incontrastati, velocissimi scarafaggi. Noi ci toglievamo subito i sandali e correvamo, saltavamo, ci buttavamo sulla sabbia. Ci avventuravamo fino alle ginocchia nell’acqua, pulitissima e trasparente, con i pesciolini che ci nuotavano intorno alle caviglie; bastava grattare il fondo del mare per prendere una manciata di patelle, che poi mangiavamo aprendo le valve e succhiando il mollusco. Faceva caldo. Morivo dal desiderio di entrare nel mare, ma ci era proibito; immergevo le mani e mi leccavo la salsedine, dito per dito, lo sguardo fisso sulle onde. S. Agnello Hornby, Un filo d’olio, Sellerio

144


Tecniche

Leggo per CAPIRE

Il testo DESCRITTIVO

Capisco il testo

SCRIVO

Segna se le affermazioni sono vere (V) o false (F). Silvano e Peppuccio sono bambini. Paolo accompagnava le bambine in spiaggia. Le bambine vedevano subito il mare. La spiaggia era sporca di rifiuti lasciati dalle persone. Le bambine si bagnavano fino alle ginocchia. Le bambine si tuffavano in acqua.

V F V F V F V F V F

Prendi spunto e scrivi sul quaderno una descrizione con questa sequenza di immagini: • giardino • staccionata • strada • bosco • ruscello

V F

Rifletto Rispondi. Nel testo quale frase ti fa capire che certi personaggi non sono più bambini? .................................................................................................................................................................................................. Secondo te, la spiaggia di cui si parla è libera o attrezzata? .................................................................................................................................................................................................. Da che cosa lo capisci? .................................................................................................................................................................................................. Le bambine non possono fare il bagno. Perché? .................................................................................................................................................................................................. Il motivo reale si capisce dal testo? .................................................................................................................................................................................................. Se pensi che non si capisca, fai un’ipotesi logica. ..................................................................................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Accumulo di immagini Lo scrittore “accumula” immagini una dopo l’altra. Scrivi sotto ogni immagine la parola adatta. • vigneto • dune • sabbia • acqua

.................................

.................................

.................................

.................................

145


Il testo DESCRITTIVO

Le tecniche

Descrizioni a confronto

1- La vecchia signora La vecchia signora si trova nella zona d’ombra, come una massa oscura e indistinta contro la parete affumicata, una massa quasi violetta tra il camino e la parete. La sola cosa viva della sua persona restano le mani ch’ella protende verso il fuoco per rianimarle. Mani esili, lunghe, scarne, avvizzite come vecchi sarmenti, agitate da un leggero tremore e, a osservarle meglio, un po’ rattrappite; controluce, esse rivelano l’intreccio delle articolazioni leggermente deformate dall’artrite. I. Silone

2- La tazza Di ceramica bianca. Molto gradevole alla vista. Bastano gli occhi per percepirne la leggerezza. Il cerchio di base ha la forma di una ondina leggiadra e si appoggia con grazia sul tavolo. Appoggiato all’ondina il corpo della tazza si espande di colpo, creando una pancia non troppo prominente che torna a restringersi subito per allargarsi di nuovo a formare un bordo che invita le labbra. Tutt’intorno scoppi di viole contendono lo spazio ai nontiscordardimé. Completa l’insieme una delicata maniglia che si appoggia appena alla tazza terminando in un ricciolo birichino. F. Franco

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole

Leggo per ANALIZZARE Lo zoom

Sottolinea nel testo gli aggettivi che connotano le mani della vecchia signora.

Lo zoom è un obiettivo che permette alle macchine fotografiche e alle cineprese di inquadrare e ingrandire un particolare.

Fai un’ipotesi sul significato della parola “sarmenti” poi verifica sul vocabolario se la tua ipotesi è corretta.

Nel testo n. .............. lo scrittore punta l’attenzione sulle ...............................

Completa con le parole mancanti. per rafforzare l’immagine di una donna molto ................................................ Nel testo n. .............. l’autore punta l’attenzione su una ................................. descrivendola nei minimi .............................................

146


Debora

Le tecniche

Debora era una strega molto particolare: niente naso adunco, niente capelli ispidi, niente mantello nero. Nessuna scopa per spostarsi, niente rospi, zero bacchette magiche. Gatti manco a parlarne, proprio non li sopportava. Difficilmente rivolgeva la parola a qualcuno, usciva di casa solo per andare a lavorare. Ogni mattina si alzava alle sette, mangiava caffelatte e biscotti, si lavava con cura e si vestiva senza perdere tempo. Davanti allo specchio impiegava meno di un minuto: non aveva i capelli lunghi o ricci ma dritti tagliati a scopetta, perciò un paio di spazzolate erano più che sufficienti per metterli a posto. Non aveva una gran macchina. Si trattava di una cosetta grigia, più che sufficiente per raggiungere il supermercato. Alle sette e trenta in punto usciva dal garage e si immetteva sulla statale seminando vicino al cancello una nuvoletta di fumo sfilacciato.

Il testo DESCRITTIVO SCRIVO

Sul quaderno descrivi una persona o un animale a tua scelta, connotandolo per assenza: non ha, non è, non fa.

F. Franco, Andrea e Debora, Astegiano editore

Leggo per CAPIRE Capisco il testo

Leggo per ANALIZZARE Descrivere per assenza

Debora ha un’utilitaria.

Sottolinea nel testo tutte le negazioni che trovi. Secondo te, aiutano a capire com’è Debora? Sì No

Debora è una strega.

Perché? .....................................................................................

Debora non sembra una strega.

.......................................................................................................

Debora è ordinata e precisa.

Leggendo tutte le cose che Debora non ha, che idea ti sei fatto? Come pensi che sia? Puoi segnare più di una risposta.

Indica quali di queste informazioni sono esplicite (E) e quali implicite (I).

Debora non ha amici. Debora lavora in un supermercato. Debora vive sola. Debora non dà confidenza.

Allegra Triste

Bella Timida

Estroversa Solitaria

147


VERIFICA le tue competenze

Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere due volte il testo.

Una strana bottega Prima di entrare nel locale, alzai lo sguardo per rileggere l’insegna affissa sopra la porta: La bottega degli Impossibili. Sentii subito un brivido giù per la schiena. Entrammo in fila indiana, adagio e senza aprire bocca, come se in un momento così qualsiasi parola fosse di troppo. La prima cosa che notai, oltrepassata la soglia, fu un fresco delizioso di casa antica con le pareti di pietra e, subito dopo, un odore davvero gradevole che non avevo mai sentito prima di allora. Ma quello che più mi colpì fu la luce che si riverberava tutto intorno. Opposti al finestrone c’erano poi due banconi di legno che, curiosamente, erano uno un palmo più alto dell’altro e, dietro di loro, file e file di scaffali che coprivano tutta la parete, fino al soffitto. Alcuni ripiani erano vuoti, altri erano pieni di boccette di vetro; ma la cosa meravigliosa era che su alcuni erano appoggiate centinaia di conchiglie! Non avevo mai visto delle conchiglie così grandi, con sfumature e colori tanto eccezionali. Poi Tobia aprì le tende, decorate con motivi marini, che portavano a una specie di retrobottega. Ed ecco apparire il laboratorio. Quando entrai, mi arrivò un odore delizioso, simile a quello che aleggiava nella bottega, ma molto più intenso. La stanza era piccina, con un soffitto sorprendentemente basso, ed era così piena di oggetti che a malapena c’era spazio per muoversi. Sull’altro lato, di fronte alle tende, si inerpicava una ripida scala a chiocciola, con gradini alti e irregolari, che conducevano ai piani superiori. Appoggiati alla parete c’erano tre lunghi tavoli, ricoperti di oggetti di ogni tipo: contenitori, fornelli, alambicchi, boccette, imbuti... e ovviamente conchiglie di ogni dimensione e colore! Ma era su uno scaffale angolare che riposava la conchiglia più straordinaria che avessi mai visto: grandissima, di forma allungata e con delle preziose sfumature viola, protetta da una campana di vetro che pareva fatta su misura per lei. Tobia mi prese per mano e mi portò alla scala a chiocciola. Quasi correndo cominciammo a salire i gradini uno dopo l’altro, e a girare e girare, su e ancora più su... finché, con il fiato grosso, arrivammo alla soffitta: era piccolissima. Sembrava una casa delle bambole. C. Sala i Vila, Cornelio e la bottega degli Impossibili, Piemme

148


Il testo DESCRITTIVO Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Scegli il sinonimo esatto per ogni termine. Si riverberava Si spandeva Si apriva Si spegneva

Aleggiava Si ascoltava Volava Si percepiva

Si inerpicava Si inciampava Scendeva Si arrampicava

Che cosa indica l’espressione “Un palmo più alto dell’altro”? Dei modi di dire scherzosi Un’unità di misura di peso

Un’unità di misura di lunghezza Dei paragoni

Sapresti indicare in cm quanto può essere l’altezza di un palmo? Come puoi fare per scoprirlo? .........................................................................................................................................................................................................

Rifletto Sottolinea nel testo le frasi che ti aiutano a comprendere le frasi: attento, le informazioni sono implicite. Leggendo l’insegna il protagonista si incuriosisce. prova malinconia. prova un po’ di paura. si rallegra.

Il protagonista è solo. è con i genitori.

è con degli amici. è solo con Tobia.

Leggo per ANALIZZARE Sottolinea tutti gli indicatori spaziali che trovi nel testo. Quali dati sensoriali ha utilizzato principalmente l’autore per scrivere la descrizione? Dati tattili

Dati olfattivi

Dati uditivi

Dati visivi

Dati gustativi

Indica con una x le affermazioni giuste. Questo testo: è una descrizione di persone. Utilizza: l’ordine temporale. l’ordine spaziale: dall’interno all’esterno. l’ordine spaziale: dall’esterno all’interno. l’ordine logico. i dati di movimento. la tecnica dell’assenza. lo zoom. la tecnica per accumulo di immagini.

è una descrizione di ambienti.

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con l’insegnante e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare l’elemento del TESTO DESCRITTIVO. vai a pag. 211

149


Il testo

POESIA

POETICO

C’è una luna questa sera che la tocchi con le mani lentamente, lentamente si avvicina e si srotola dal cielo è un gomitolo di lana è un gomitolo di luna che cammina. Grande luna nella sera e sopra i tetti di Torino tutti gatti per la strada a far mattina che si deve festeggiare questa notte un po’ speciale c’è la luna, Biancaluna, che cammina. Biancaluna sotto il cielo e sulle antenne di Milano non l’avevi vista mai così vicina per chi nasce questa notte certo porterà fortuna, sarà il figlio della luna... Canzone di G. Testa, Biancaluna

Prima di iniziare

Quali di questi TESTI POETICI già conosci? Poesia in versi liberi Scioglilingua Filastrocca Calligramma Nonsense Haiku Limerick Canzone

150

Laboratorio di scrittura - pagg. 59 - 69


Il testo POETICO è un testo in versi che esprime i pensieri e gli stati d’animo del poeta, ma nei quali ognuno può riconoscersi. Per fare ciò il poeta gioca con le parole, con il loro significato e il loro suono, creando rime e immagini emozionanti.

POESIA

Nelle prossime pagine scoprirai che quando si legge una poesia si attivano il cuore e l’immaginazione permettendoci di ascoltare le emozioni.

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Leggere semplici testi poetici cogliendone il senso, le caratteristiche formali più evidenti, l’intenzione comunicativa dell’autore.

Obiettivo da centrare Scoprirai com’è costruita una poesia, che cosa vuole dirti, conoscerai tipi di poesie differenti.

Competenza attesa L’alunno classifica diversi tipi di poesia in base alla struttura, ne coglie il significato e le emozioni, esprime un parere personale.

Traguardo da raggiungere Sai distinguere il tipo di poesia in base alle caratteristiche, sai scoprire il messaggio del poeta, sai scegliere una poesia ed esprimere un parere.

151


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 238

Gentile Mary Poppins, lei che conosce la dolce magia della fantasia, potrebbe dirci di che cos’è fatta la POESIA?

5 C’È MUSICALITÀ

Con la rima si sa il ritmo c’è già, onomatopee e allitterazioni aggiungono rumori e suoni è così che nascono anche le canzoni.

1 C’È UNA STRUTTURA

I versi in strofe sono raggruppati, sciolti o in rima sono creati, in rima baciata alternata o incrociata, è pur sempre un’emozione regalata.

4 C’È UN LINGUAGGIO

Con i giochi di parole si sbriglia la fantasia si fan le capriole e si crea la poesia.

2 CI SONO LE IMMAGINI

Parole e immagini in associazione: metafora, similitudine e personificazione. Ma c’è anche il calligramma, mentre lo leggi datti da fare perché è tutto da guardare.

3 C’È UNO SCOPO

Le emozioni belle e brutte servono tutte, son l’essenziale, l’unica via che dà vita alla poesia.

Il Circolo dei Lettori

M. Faustinelli, Le rime-figure, Mursia T. Scialoja, Tre per un topo, Quodlibet R. Piumini, Che meraviglia, un ponte!, Einaudi E. Pecora, La strada delle parole. Poesie italiane del Novecento scelte per i bambini..., Mondadori

152

Audio


L’unione fa la forza

Il libro Lo so che qui dentro si trova il mondo: è come un pozzo ma non ha fondo. È come un ruscello che sgorga da un monte, è una fontana meglio ancora, una fonte. È così piccolo ma contiene i giganti, contiene i paesi anche i più distanti. Le cose diverse le tiene insieme, abbraccia la terra e la contiene. Ma dargli vita da me dipende: se non lo apro lui non si accende.

Riconoscere un TESTO POETICO 1 Rispondi con una x e completa.

Come sono organizzate le parole nello spazio foglio? A gruppi, in verticale. A righe, in orizzontale. Quando scrivi un testo, lo scrivi così? Sì No Come mai l’autore va a capo così spesso? Perché scrive versi in rima. Perché si è sbagliato. Come mai ogni tanto lascia uno spazio? Per fare leggere meglio. Perché separa i versi in strofe. Quali parole-immagine riesci a “vedere”? Il libro è come ....................................................................................... Il libro è come ....................................................................................... Dalle risposte che hai dato, puoi capire che tipo di testo hai letto? Narrativo Descrittivo Poetico

Quando lo chiudo in un secondo torna il silenzio, finisce il mondo G. Tessaro, Il museo immaginario, Carthusia

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi una strofa alla volta, ripetila finché non la saprai a memoria. Poi aggancia la seconda strofa e così via... alla fine recita la poesia alla maestra.

PDF

Audio

153


POESIA

Lo scopo

Poesie a confronto

1- Io sono per la pace Mi guardo un poco intorno e vedo tanta gente che grida tutto il giorno e bisticcia per niente. Che cosa triste e brutta, a me proprio non piace se devo dirla tutta io sono per la pace! E. Giacone

2- L’ultima estate Leggo per CAPIRE Rifletto Rispondi sul quaderno. Sei d’accordo con il poeta della poesia n. 1? Quali comportamenti adotta chi è “per la pace” ?

Leggo per ANALIZZARE Lo scopo Completa, poi indica con una x i completamenti giusti. I poeti vogliono esprimere e suscitare .................................................................................. Nella poesia n. 1 il poeta vuole esprimere l’importanza di stare con gli altri. il suo desiderio di pace. la voglia di avere sempre ragione. Nella poesia n. 2 il poeta vuole esprimere il suo amore per l’estate. il suo saluto all’estate. l’attesa del ritorno dell’estate.

154

È bello lavorare nel buio di una stanza con la testa in vacanza lungo un azzurro mare. Baciami, ultima estate dimmi che non andrai tanto lontano ritorna con l’amore sulle spalle, ed il tuo peso non sarà più vano. S. Penna, Poesie, Garzanti


3- Autunno Già lo sentimmo venire nel vento d’agosto, nelle piogge di settembre torrenziali e piangenti, e un brivido percorse la terra che ora, nuda e triste, accoglie un sole smarrito. Ora passa e declina, in quest’autunno che incede con lentezza indicibile, il miglior tempo della nostra vita e lungamente ci dice addio. V. Cardarelli

La struttura

POESIA

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi dolcemente: sei il tempo lento di un pomeriggio, delle stagioni che passano.

4- Paesaggio Il pomeriggio distratto si vestiva di freddo. Dietro i vetri offuscati i bambini, tutti insieme vedono un albero giallo tramutarsi in un uccello. Il pomeriggio si stende sulle rive del fiume. E un rossore di mela si dondola sui tetti. F. G. Lorca, Tutte le poesie, Rizzoli

Leggo per CAPIRE Capisco la poesia Le poesie n. 3 e 4 parlano dell’autunno: sottolinea i versi che te lo fanno capire.

Rifletto Quale delle due poesie ti trasmette maggiori emozioni? Parlane coi compagni.

Leggo per ANALIZZARE Versi e Strofe Ricordi? Ogni riga di una poesia si chiama verso. Scrivi il numero di versi di ogni poesia, poi rispondi. Poesia n. 1: .....................................

Poesia n. 2: ....................................

Poesia n. 3: .....................................

Poesia n. 4: ....................................

Le poesie sono divise in strofe? Sì, tutte tranne la n. .......................... I versi delle poesie n. 3 e 4 sono in rima? ............................................... Allora come si chiamano? Versi .................................................................

155


POESIA

La rima struttura

Leggo per CAPIRE

1- Torrente Terra sabbia secco tutto il torrente ha il letto asciutto alghe pesci onde niente non c’è acqua nel torrente goccia goccia mangia i sassi l’acqua avanza a grandi passi l’acqua mangia anche la terra e il torrente ora si sferra sale l’acqua e in un baleno il torrente ha il letto pieno corre folle senza fiato l’aria fredda ha divorato salta l’acqua e la corrente sfreccia a valle prepotente balza sbalza sbuffa e sbruffa e nel fiume poi... si tuffa!

Poesie a confronto

Capisco la poesia A A B B

Riordina le frasi rispettando la descrizione del torrente data dal poeta. Ha il letto pieno. Si getta nel fiume. Sfreccia a valle. Ha il letto asciutto. L’acqua avanza. L’acqua sale. Corre forte.

S. Bordiglioni, Gocce di voce, Fatatrac

2- Il mondo colorato

Leggo per CAPIRE Rifletto Rispondi sul quaderno. Che cosa hai provato leggendo la poesia? Secondo te chi ha scritto questi versi? Immagina il mondo colorato come lo vorrebbe il poeta e disegnalo.

156

Voglio dipingere il mondo intero con i colori che piacciono a me! Innanzitutto scarto il nero, perché è il colore più triste che c’è! Desidero fare il sole arancione. Le nuvole rosse, il cielo violetto e tutti i fiori di un giallo limone, e gli altri colori dove li metto? Coloro i prati di verde e di blu, farfalline azzurre sopra ogni cosa, ma ciò che amo di più è la mia mamma vestita di rosa! M. Solari, Il libro delle filastrocche, Libritalia

A B A B


La rima

3- Addio tempesta Addio, rabbia di tempesta addio strepitìo di tuoni, vanno in fuga i nuvoloni e pulito il cielo resta. Addio pioggia! Qualche stilla dei molli alberi si stacca ogni foglia fiore o bacca al novello sole brilla. Consolato il mondo tace su ciascuna afflitta cosa come un balsamo si posa la serena amica pace.

POESIA

A B B A

A. S. Novaro

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Trova e sottolinea le seguenti parole nella poesia e indica con una x il loro significato. Strepitìo: mormorìo calpestìo rumore

Bacca: tipo di frutto buccia fiore

Stilla: lampo tuono goccia

Afflitto: sereno allegro triste

Leggo per ANALIZZARE Le rime Ricordi? Esistono tre tipi di rime: baciata: segue lo schema AABB alternata: segue lo schema ABAB incrociata: segue lo schema ABBA Leggi le poesie, osserva lo schema a fianco ai versi in rima e completa con le lettere colorate, come negli esempi.

Completa le frasi. Nella poesia n. 1 la rima è .................................................................................... Nella poesia n. 2 la rima è .................................................................................... Nella poesia n. 3 la rima è ....................................................................................

157


POESIA

Le immagini

Poesie a confronto

La mimosa

Dall’inverno una montagna di luce gialla, una torre fiorita spuntò sulla strada e tutto si riempì di profumo. Era una mimosa. P. Neruda

Emozione: ......................................................

Risveglio nel vento Nel colmo della notte, a volte accade che si risvegli, come un bimbo, il vento. Solo, pian piano, vien per il sentiero, penetra nel villaggio addormentato. Striscia guardingo, sino alla fontana; poi si sofferma, tacito, in ascolto. Pallide stan tutte le case, intorno; tutte le querce mute. R. M. Rilke

Emozione: ......................................................

Leggo per CAPIRE Capisco la poesia Scegli una poesia e illustrala con gli acquerelli. Puoi anche scrivere parti della poesia su fogli diversi e poi illustrare le parole.

158

Rifletto Quali emozioni ti hanno trasmesso le poesie? Scrivilo negli spazi appositi poi impara a memoria quella che ti è piaciuta di più.


Le immagini

POESIA

L’albero di magnolia Stanco della dolce giornata di primavera nel sonno l’albero di magnolia apre le bianche mani riposa nel raggio lunare lo splendore dei fiori. Wei-Li-Po, Canti e poesie di ogni terra

Emozione: ......................................................

Leggo per ANALIZZARE Parole e immagini Completa la tabella. Ripensa a quello che sai già sulla poesia e inserisci accanto alle definizioni l’immagine poetica corretta: metafora • similitudine • personificazione. Infine trascrivi i versi evidenziati nelle poesie al posto giusto.

Definizione

Immagine poetica

Versi

Il poeta mette a confronto due elementi attraverso le parole “come, ........................................................ sembra, è simile a...”. ........................................................

........................................................

È una similitudine accorciata in cui vengono eliminate le parole “come, ........................................................ sembra, è simile a...”. ........................................................

........................................................

Il poeta attribuisce a oggetti, idee o elementi della natura, le azioni o i ........................................................ sentimenti dell’uomo. ........................................................

........................................................

........................................................

........................................................

........................................................

159


POESIA

Giochi di parole

La pastasciutta È ardente e al dente non scotta ma scotta scolata scrollando composta nel piatto condito mucchietto un pesto con olio con pepe con aglio coperta di sugo con trito di noce con su del ragù. La guardo, la vaglio di grana la spargo l’annuso, la voglio. L’infilzo, la frugo, la mescolo tutta la faccio fagotta l’arrotolo in fretta l’imbocco veloce la mastico in pace la gran pastasciutta. R. Piumini, Non piangere cipolla, Mondadori Jr

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Il poeta gioca con gli omonimi: parole uguali che hanno diverso significato. Spiega il doppio significato di “scotta” nella poesia. Indica il significato che hanno nella poesia i seguenti termini. Composta: Pesto: Coperta: Trito: Grana: Imbocco:

160

ordinata sugo copertura logoro formaggio ingresso

marmellata voce del verbo pestare voce del verbo coprire voce del verbo tritare seccatura voce del verbo imboccare

SCRIVO Rifletti sul significato dei seguenti omonimi e usali per scrivere una poesia sullo stesso modello di quella che hai letto: • riso • sale • vite • pesca • viola • impasto


Poesie a confronto

Notte fumetto Tic, tic, tic: cade una goccia d’acqua e bagna il pavimento. Bll, bll, bll: questo invece è il cielo che bolle da far spavento. Schh, schh, schh: scivola cera calda lungo la candela. Tac, tac, tac: gocce di tempesta, brividi lungo la schiena. Frr, frr, frr: il vento sbatte un ramo contro la mia finestra. Uhhh, uhhh: ulula come un lupo questa notte di tempesta. È una notte fumetto, piena di rumori: son sveglio e mi giro nel letto, ma è meglio che essere fuori. S. Bordiglioni

La musicalità

POESIA

L’onda Sciacqua, sciaborda, scroscia, schiocca, schianta, romba, ride, canta. G. D’Annunzio

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Nella poesia Notte fumetto le parole colorate imitano dei suoni. Collega, poi rispondi. Vento che ulula tic tic tic bll bll bll Cera che scivola schh schh Goccia d’acqua frr frr frr Ramo che sbatte uhhh uhhh Cielo che bolle Perché la poesia si intitola Notte fumetto secondo te? .......................................................................................................... Perché la notte è piena di rumori? .......................................................................................................... In ogni verso della poesia L’onda domina il suono dato da alcune lettere. Colorale, poi ripeti velocemente i versi. Quali rumori ti fanno venire in mente?

Leggo per ANALIZZARE Allitterazione e onomatopea Leggi le definizioni e completa con il nome della poesia giusta. L’allitterazione è la ripetizione di una stessa lettera e del suo suono: è presente nella poesia ...................................................................... L’onomatopea imita i suoni naturali o i rumori: è presente nella poesia ......................................................................

161


POESIA

Il calligramma

Poesia sul ragno

os ci lla

mento!” mo Il r le

ch e

nel

“Che terr sa: ib i en

o d’argento d i n o un vent

si avvicin no al ag

mosc ap

L. Santucci

Col luc ido di bava s filo ott ile

la to e en

Col lucido filo di bava sottile un nido d’argento che oscilla nel vento si fabbrica il ragno fra il bosco e lo stagno la mosca curiosa sulla tela si posa il ragno si avvicina lento e la mosca pensa: “Che terribile momento.”

a il ragno ric b ab si f

co e lo fra il bos stag no

la mosca cu rio sull sa a te la s ip os a

Leggo per ANALIZZARE Il calligramma Leggi, osserva e completa il testo inserendo le seguenti parole: letta • poeta • poesia • disegno • guardata Nel calligramma il .............................. dispone le parole per formare un ................................... Il calligramma è un tipo di ................................ fatta per essere .................................., oltre che per essere ............................................

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi adagio, come una lumaca! Lascia una scia sulle parole. SCRIVO Ora tocca a te: trasforma sul quaderno questa poesia in un calligramma.

Canto delle lumache Al funerale d’una foglia morta vanno due lumachine han la conchiglia nera e il lutto sulle corna se ne vanno nel buio d’una sera d’autunno ma ahimè quando son giunte è di già primavera le foglie che eran morte sono tutte risorte! J. Prévert

162


Leggi i testi poetici e fai il pirata tra le rime! Segui le indicazioni che ti vengono date per ogni testo.

Pirati del TESTO

Alla fiera

La libellula

Leggi soffffffffiando: allunga il piĂš possibile la f.

Leggi aggiungendo il suffisso ula ogni volta che trovi la doppia ll.

Offre Fuffo alla farfalla fitte fette di affettato fischi e fiaschi nella muffa fichi soffici e soffietti fra le frasche della fiera.

Una libellula non pesa nulla non pensa nulla se oscilla sulla corolla lilla, non si ribella alla folata che la cancella. T. Scialoja, Versi del senso perso, Einaudi

T. Mitton

Per i pizzi di Paolina Ora divertiti a cambiare le lettere: leggi questa filastrocca di Bruno Munari sostituendo la P prima con la T, poi con la F. Puoi continuare con tutte le lettere che preferisci. Divertiti coi compagni! Per i pizzi di Paolina porta a pippo la pelliccia prende a prestito i pennini e purtroppo un po’ pasticcia piglia un papero posticcio e gli appioppa un polipetto presso un pioppo un plettro pianta e sul pulpito del papa apparecchia un putiferio preparandosi a pensare l’ippopotamo la impiccia. B. Munari, Alfabetiere, Corraini edizioni

163


POESIA

La parafrasi

PARAFRASI

Nuvole Tutto il cielo è un immenso cielo blu a un tratto spunta un bocciolino bianco... S’alza, s’addensa, sboccia... eccolo, è un fiore. Arde nel sole ed ama il sole e dona tutta se stessa al sole, e si dissolve nel grande ardore... un soffio... non c’è più. Tutto il cielo è un immenso prato blu.

Il cielo somiglia a un prato dal colore blu dove a un certo punto spunta un batuffolo bianco, una nuvola che piano piano prende la forma di un fiore e si offre con amore ai raggi del sole. Il troppo calore però finisce per scioglierla: in un attimo scompare e il cielo ritorna completamente blu.

L. Schwarz

Leggo per ANALIZZARE La parafrasi Fare la parafrasi significa riscrivere il significato di una poesia in prosa, con parole più semplici, ma senza cambiare il contenuto. Metti in ordine temporale le operazioni da compiere. Cercare il significato dei vocaboli difficili. Leggere almeno due volte la poesia. Riflettere sul messaggio che il poeta vuole trasmettere.

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Sottolinea nella poesia le metafore che incontri.

164

Trovare sinonimi adatti. Collegare le parole dei versi formando nuove frasi. Riflettere sul senso delle parole. Rileggere per verificare se il testo è coerente e comprensibile.


Poeti classici

Questa poesia è stata scritta da Giovanni Pascoli, un importante poeta italiano vissuto tra il 1855 e il 1912. Egli, ormai adulto, avverte qualcosa nell’aria che gli riporta alla mente i giochi dell’infanzia, come il volo degli aquiloni.

POESIA

L’aquilone C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico: io vivo altrove, e sento che sono intorno nate le viòle. Son nate nella selva del convento dei cappuccini, tra le morte foglie che al ceppo delle quercie agita il vento. Si respira una dolce aria che scioglie le dure zolle, e visita le chiese di campagna, ch’erbose hanno le soglie: un’aria d’altro luogo e d’altro mese e d’altra vita: un’aria celestina che regga molte bianche ali sospese... sì, gli aquiloni! È questa una mattina che non c’è scuola. Siamo usciti a schiera tre le siepi di rovo e l’albaspina. G. Pascoli

Leggo per ANALIZZARE La parafrasi Completa la parafrasi inserendo le parti mancanti, scegli tra le seguenti: viole • usci erbosi • vento • tutti insieme • querce • bosco • anzi di antico • biancospino • terreno gelato • primaverile • sospese in cielo C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, .............................................: io vivo da un’altra parte, e sento che qui intorno sono nate le .............................................. Sono nate nel ............................................. del convento dei cappuccini, sotto le foglie morte che il ................................................... muove intorno ai ceppi delle .............................................. Si respira un’aria tiepida che rende più soffice il ............................................. e fa visita alle chiese di campagna con gli ......................................................... Un’aria che proviene da un altro luogo, da un altro mese e da un’altra vita: un’aria ........................................................ che regge molte ali bianche ........................................................, sì, gli aquiloni. Questa è una mattina in cui non c’è scuola. Siamo usciti ........................................................ tra le siepi di rovo e di ..............................................

165


VERIFICA le tue competenze

Che bestia sono Mi sento dentro come il camaleonte che cambia colore su ogni foglia e invece vorrei essere un pavone che fa la ruota solo se ne ha voglia. Mi sento dentro come un grosso struzzo che nasconde la testa nella sabbia invece vorrei essere una tigre che ruggisce e racconta la sua rabbia. Mi sento dentro come una formica che ha paura di essere schiacciata invece vorrei essere una scimmia che si spulcia tranquilla, da sfacciata. Dentro non so ancora come sono se un gatto oppure una leonessa ma forse piĂš che essere animale mi piacerebbe essere me stessa. J. Carioli, I sentimenti dei bambini, Mondadori

166


POESIA

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole

Per ogni nome cerchia l’aggettivo adatto e completa la frase con le espressioni della poesia. Il pavone è timido/vanitoso perché....................................................................................................................................... Lo struzzo è coraggioso/pauroso perché.............................................................................................................................. La tigre è dolce/aggressiva perché......................................................................................................................................... La formica è arrogante/minuscola perché........................................................................................................................... La scimmia è riservata/sfacciata perché...............................................................................................................................

Capisco la poesia Completa la parafrasi con le seguenti parole: spontanea • nascondersi • stati d’animo • sfacciata • mimetizzarsi • assomigliare • coraggiosa • timorosa La protagonista della poesia spiega i suoi ........................................................................................ A volte si sente come un camaleonte, perché cerca di ................................................., mentre vorrebbe essere più .................................................. Altre volte si sente come uno struzzo, perché tende a ........................................ però vorrebbe essere più ........................................................ In altri momenti si sente ................................................. come una formica, mentre le piacerebbe essere un po’ più .................................................. Conclude dicendo che forse è meglio essere se stessi piuttosto che cercare qualcuno a cui ........................................................

Leggo per ANALIZZARE Indica con una x se le affermazioni sono vere (V) o false (F). Questa poesia è composta da 18 versi. V F V F È suddivisa in strofe. V F È formata da versi liberi.

Ci sono rime baciate. Non ci sono rime incrociate. Ci sono rime alternate.

V F V F V F

Nel testo sono presenti tre similitudini. Sottolineale. Rispondi. Chi è l’autore di questa poesia? ................................................................................................................................. Perché la poesia si intitola “Che bestia sono”? ................................................................................................................................. Qual è il messaggio che vuole trasmettere? ................................................................................................................................. .........................................................................................................................

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con l’insegnante e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa della POESIA. vai a pag. 211

167


Il testo

INFORMATIVO Ma dai non ci credo!

In internet c’è scritto che il mammifero più piccolo del mondo è un pipistrello. Pensa, pesa appena due grammi!

Prima di iniziare

168

Quali di questi TESTI INFORMATIVI già conosci? Guide turistiche L ibri di storia, geografia, scienze... Dépliant Manifesti Enciclopedie Siti internet Quotidiani Riviste


Il testo INFORMATIVO ha lo scopo di fornire a chi legge informazioni e indicazioni su vari argomenti. Il testo informativo prende il nome di testo espositivo quando riguarda contenuti disciplinari (le materie del sussidiario) che devono essere compresi, studiati ed “esposti” a voce o per iscritto; e di testo regolativo quando fornisce consigli, indicazioni, istruzioni. Nelle pagine che seguono li analizzerai e imparerai a riconoscerli e a sintetizzarli.

Io preferisco leggere notizie di storia, mi incuriosiscono molto! Questa rivista è molto interessante, dà tante informazioni sugli animali

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Leggere e comprendere testi di vario tipo, continui e non continui, individuandone il senso globale e le informazioni principali.

Obiettivo da centrare Saprai riconoscere i testi informativi: come sono fatti, che cosa ti dicono, a che cosa servono.

Competenza attesa L’alunno reperisce informazioni per ampliare le proprie conoscenze, le connette in modo interdisciplinare, si forma un’opinione per diventare competente anche nelle abilità orali.

Traguardo da raggiungere Sai ricavare informazioni dai testi, schematizzarle e ripeterle ad alta voce.

Laboratorio di scrittura - pagg. 70 - 75

Laboratorio di comprensione - pagg. 2 - 13

169


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 239

Gentile Prof. Angela, lei che è un giornalista, oltre che uno stimato divulgatore scientifico, potrebbe spiegarci quali sono le caratteristiche di un TESTO INFORMATIVO?

1 C’È LA CRONACA GIORNALISTICA

che ha lo scopo di informare su fatti accaduti considerati importanti. Può essere: nera (se si tratta di fatti violenti e delitti); rosa (se si tratta di vicende frivole, sentimentali e private); bianca (se si tratta di eventi culturali e sociali); sportiva; politica. Si trova nei quotidiani, nelle riviste e nel web.

1 C’È IL TESTO ESPOSITIVO

che ha lo scopo di fornire informazioni su un determinato argomento.

2 LE INFORMAZIONI sono

esposte in modo chiaro e coerente, secondo un ordine logico, ed espresse in modo oggettivo. Spesso il testo espositivo è diviso in paragrafi e accompagnato da fotografie, schemi e tabelle.

2 LE INFORMAZIONI seguono la

struttura del testo narrativo: - l’introduzione - lo sviluppo, che risponde alle 5 W: Who? (chi?) - What? (che cosa?) - Where (dove?) - When (quando?) - Why (perché?) - la conclusione.

3 IL LINGUAGGIO usato

è preciso e presenta termini specifici.

3 IL LINGUAGGIO varia a

seconda del tipo di cronaca e dello stile del giornalista, autore dell’articolo.

1 C’È IL TESTO PUBBLICITARIO

che ha lo scopo di convincere, informare e sensibilizzare. Si trova su tutti i mezzi di comunicazione: cartacei, analogici e digitali.

170

2 LE INFORMAZIONI

sono esposte in testi brevi con slogan e immagini.

Audio

3 IL LINGUAGGIO è

creativo ed essenziale, con giochi di parole, neologismi e metafore.


L’unione fa la forza

10 curiosità sui Lego

Leggo per DIVERTIRMI

Sono nati nel 1932 e molti bambini li usano da quando Dopo aver letto a voce erano piccolissimi. Con i mitici mattoncini puoi creare spenta una volta, formate un ogni mondo possibile, semplicemente incastrandoli. gruppo da quattro e leggete una riga a testa. Più sarete Ecco 10 curiosità che non ti aspetti sui Lego! attenti nei cambi e più 1) La testa degli omini Lego ha un buco in alto che lo sembrerete una voce sola! trasforma in un tubo, permettendo a un bambino di continuare a respirare anche se la inghiottisse. 2) Gli omini Lego hanno raramente i capelli biondi perché il biondo è troppo simile al giallo del corpo. 3) 19 miliardi di mattoncini Lego vengono prodotti ogni anno. 4) 130 nuovi set Lego vengono lanciati in USA, ogni anno. In media 7 set Lego vengono venduti ogni secondo, nel mondo. 5) Se costruisci una colonna con oltre 40 miliardi di mattoncini di Lego puoi raggiungere la Luna. 6) La Germania è il primo mercato per Lego. 7) In media, ci sono solo 18 pezzi difettosi su ogni milione. 8) Lego non produce pezzi che ricordano le armi. 9) La parola Lego viene dal danese “leg godt” ossia “gioca bene”. 10) Ci sono oltre 915 milioni di modi per combinare sei mattoncini Lego. www.focusjunior.it

Riconoscere un TESTO INFORMATIVO 1 Indica con una x il proseguimento giusto.

Il testo che hai letto è organizzato c ome un racconto. c ome uno schema a punti. c ome una serie di istruzioni.

Il testo racconta come sono nati i Lego. s piega come si montano i Lego. e lenca alcune curiosità sui Lego.

Le informazioni che ne puoi ricavare sono t roppe e confuse. c hiare e ben organizzate. p oche e non complete.

Secondo te questo testo è stato tratto da u na rivista. internet. un sussidiario. PDF

Audio

171


Il testo INFORMATIVO

LESSICO Esperto informatico, tecnologia, piattaforma: cerca il significato di questi termini su un dizionario... on line!

Leggo per CAPIRE

espositivo

Coding: che cos’è e dove impararlo Programmazione informatica: è questo il significato della parola inglese “coding”. E non si tratta solo di insegnamenti per esperti informatici: il coding è anche alla portata dei bambini. Si tratta di una nuova lingua che permette di “dialogare” con il PC (il computer) per assegnargli dei compiti e dei comandi in modo semplice. Giocando a programmare si impara ad usare la logica (cioè il ragionamento), a risolvere problemi e a sviluppare il “pensiero computazionale”, un processo logico-creativo che consente di dividere un problema complesso in diverse parti, per affrontarlo più semplicemente, un pezzetto alla volta. Con il coding anche i bambini possono risolvere problemi “da grandi” e diventare soggetti attivi della tecnologia, creando un piccolo videogioco e delle storie in pochissimo tempo. Con il computer o il tablet si possono inventare giochi ed esercizi interattivi per far svolgere ai personaggi sullo schermo le azioni utili al raggiungimento di un obiettivo. Basterà spostare blocchi, mattoncini o oggetti grafici sul monitor, creando una sequenza che permetta al personaggio protagonista di completare il livello. Ogni blocco corrisponde ad un codice che in questo modo non è necessario digitare. Per chi parte da zero, la piattaforma ideale è code.org, dove si impara a vincere le sfide e a risolvere i problemi: basterà leggere le istruzioni, osservare con attenzione i tranelli e ragionare sulla migliore soluzione. www.focusjunior.it

Capisco il testo Una di queste frasi è sbagliata. Indicala con una x. Il coding è un linguaggio per esperti informatici. Il coding è una lingua che permette di “parlare” con il PC. Con il coding si possono creare semplici videogiochi. Con il coding si impara a risolvere problemi.

172

Leggo per ANALIZZARE Le informazioni Indica con una x solo le affermazioni che condividi. Al termine della lettura si ha un’idea chiara sul coding. Le informazioni non sono sufficienti per comprendere che cosa sia il coding. Il titolo non aiuta a comprendere il contenuto del testo. Il titolo anticipa le informazioni presenti nel testo.


La tela del ragno

espositivo

Il testo INFORMATIVO

Leggo per DIVERTIRMI

Un ragno che tesse la propria tela è uno spettacolo affascinante. Leggi come se stessi Nella sua opera instancabile, questo animale organizza, con intuito registrando un video. geometrico e ingegneristico, un sistema perfetto di inganni per Preparati bene e, mi raccomando, sorridi! catturare la preda. La tela del ragno è fatta di un filo mucoso, simile a quello della seta che solidifica all’aria. Esso viene prodotto da due ghiandole, dette filiere, situate nella parte posteriore del corpo dell’animale. Il ragno secerne due tipi di seta che vengono usati per scopi diversi: un tipo viscoso e un tipo non viscoso. Seguiamo questo aracnide nell’esecuzione della sua opera. Scelto un posto favorevole, il ragno si mette al lavoro. In una prima fase esso tende alcuni robusti cavi di seta non viscosa, appoggiandoli ai rami di un albero o ad un altro supporto. Entro il riquadro, costituito da questi primi cavi, il ragno costruisce, sempre con la seta non viscosa, una raggiera. Nell’ultima fase, esso secerne la seta viscosa e la stende fra i raggi, formando una spirale in cui la preda resterà invischiata. Terminata la costruzione, che può richiedere anche più di un’ora, il ragno si apposta in attesa delle prede. A volte esso si piazza al centro della rete, altre volte si nasconde nella vegetazione, tenendo fra le zampe un filo di seta che è collegato alla rete: quando una vittima incappa nella tela, il filo vibra, avvertendo così il ragno dell’avvenuta cattura. Subito l’aracnide aggredisce lo sfortunato animaletto con la sua arma più terribile, il veleno, prodotto da particolari ghiandole velenifere che si aprono alle estremità dei cheliceri, appendici a forma di tenaglia. Le sostanze velenose hanno due effetti: da una parte paralizzano la vittima impedendole di difendersi, dall’altra demoliscono il suo corpo facilitandone la digestione. Introduzione alle scienze sperimentali, Le Monnier

Leggo per ANALIZZARE Le informazioni Colora le barre accanto a ogni paragrafo del colore corrispondente al titoletto giusto: l’esecuzione della tela - il filo della tela - il veleno - la vittima - introduzione Lo scopo Rispondi con una x. In base alle informazioni raccolte qual è, secondo te, lo scopo di questo testo? Divertire Raccontare una storia Arricchire le conoscenze Descrivere il ragno Dove potresti trovare questo testo? In un periodico In un sussidiario

In un manuale di scienze

In un romanzo

173


Il testo INFORMATIVO

espositivo

Le case etrusche

Inizialmente è probabile che le abitazioni etrusche fossero capanne quadrangolari. Solo successivamente, nell’VIII e nel VII secolo avanti Cristo, venne introdotto l’uso delle tegole per la copertura dei tetti. Di conseguenza venne modificata anche la struttura delle case: la capanna non poteva reggere il peso di un tetto in tegole e per questo le pareti verticali cominciarono a essere costruite con un’intelaiatura in legno e con argilla essiccata. Le tombe etrusche ci forniscono interessanti informazioni sulla forma delle case, infatti, grazie ai dipinti delle tombe di Tarquinia, si può capire che il soffitto era costituito da travi in legno, con una trave centrale e delle decorazioni. Allo stesso modo si è scoperto che le case potevano avere una o più stanze. Inoltre, nelle case dei ricchi era presente anche un cortile con colonnato: il peristilio, che utilizzeranno anche i Romani. Le colonne del peristilio probabilmente erano in legno dipinto. Per quel che riguarda l’arredamento, attorno alle tavole si trovavano i triclini con sopra stoffe e cuscini sui quali i commensali appogiavano i gomiti. Infatti gli Etruschi, come i Romani, mangiavano in posizione sdraiata. Questi e altri arredi come tavolini, sgabelli, letti e cassapanche, utilizzate sia per sedersi sia per riporre stoviglie e panni, erano sicuramente costruiti in legno, perciò non sono pervenuti fino a noi. Le uniche notizie che abbiamo derivano dai dipinti.

Dipinti di Tarquinia

174

TITOLO

INTRODUZIONE

1° PARAGRAFO la struttura delle case

2° PARAGRAFO la forma delle case

3° PARAGRAFO l’arredamento delle case


espositivo

Il testo INFORMATIVO

Leggo per CAPIRE Rifletto Rispondi con una x. L’autore esprime un parere personale sull’argomento? Sì, si capisce che è un appassionato degli Etruschi. Sì, si capisce che non gli piacciono gli Etruschi. No, perché si limita a esporre delle informazioni. Come sono esposte le informazioni? In modo confuso e poco chiaro. In modo chiaro e coerente. Seguono le emozioni e le sensazioni dell’autore.

Leggo per ANALIZZARE I connettivi Le informazioni contenute nel testo che hai letto sono messe in connessione tra loro grazie ai connettivi, che si comportano come dei link! Osserva i connettivi messi in evidenza nel testo, poi indica con una x la parola giusta per ogni frase. Nell’introduzione le informazioni rispettano l’ordine logico cronologico. Nei paragrafi successivi le informazioni rispettano l’ordine logico cronologico. Completa lo schema.

CAUSA Viene introdotto .............................................

FATTO perché

Viene modificata la struttura delle case

CONSEGUENZA perciò

Le pareti ......................................... ...........................................................

Elimina il connettivo sbagliato nelle seguenti frasi. - I dipinti delle tombe etrusche sono importanti perché/perciò rappresentano una delle poche fonti storiche giunte fino a noi. - Gli arredi erano costruiti in legno perché/perciò non sono pervenuti fino a noi.

175


Il testo INFORMATIVO

espositivo

Giochi e giocattoli nell’antica Roma Duemila anni fa i giochi elettronici non c’erano, ma i bambini romani si divertivano lo stesso. I reperti archeologici, i dipinti sui vasi, i bassorilievi ci raccontano di decine di passatempi e giocattoli. Gli animali di terracotta si usavano nell’infanzia, ma solo per le femminucce. I maschi preferivano carrozze in miniatura e cavallini di coccio. Quest’ultimi venivano montati su ruote e trascinati per mezzo di lacci di cuoio, per farli correre e imitare le corse con le bighe e le campagne militari degli adulti. Un capitolo a parte meritano Ie bambole. Le bambine romane ne andavano matte. Ce n’erano di molti tipi, ma tutte rappresentavano ragazze e non bambine, un po’ come le nostre Barbie. Fuori dal comune è la splendida bambola di Crepereia, la giovane del II secolo dopo Cristo la cui tomba è stata scoperta a Roma nel 1889. Si tratta di una bambola in avorio con gli arti snodabili, che aveva persino i propri minuscoli gioielli d’oro: anelli, orecchini, bracciali. Un’altra bambola simile, alta 16,5 centimetri, è stata rinvenuta accanto alla mummia di Grottarossa. Ai bambini poveri non andava così bene: bastoni o canne da cavalcare al posto dei cavallucci e bambole di pezza. Fra coetanei si giocava anche a nascondino, che i Romani chiamavano latibulo, e a mosca cieca. Ed è inutile dire che già allora andava di moda fare giochi diversi con la palla, che si chiamava follis, una leggera palla di cuoio gonfiata d’aria. Uno dei giochi più comuni era era il trigon, una sorta di pallamano a tre giocatori. Molto diffuso era anche il gioco delle noci, tanto che l’età della fanciullezza era definita “l’età delle noci”. Accumulate generosamente si potevano lanciare e far rotolare. Esistevano molte varianti di questo gioco, una di queste consisteva nel lanciare e far entrare una noce nel collo di un’anfora. Simile al gioco delle noci era il gioco degli aliossi in cui, al posto dei dadi, venivano usati gli ossicini delle zampe di piccoli animali, chiamati astragali. A ciascuno dei quattro lati degli astragali si assegnava un punteggio e il gioco consisteva nell’ottenere una determinata combinazione: il colpo vincente, lo iactus Veneris, mostrava i quattro astragali ognuno con un punteggio di diverso. da Focus extra, n. 11

.......

LESSICO Nel testo ci sono tre espressioni in latino, la lingua dell’antica Roma da cui deriva la lingua italiana: cerchiali.

MORFOLOGIA La parola “passatempi” a quale categoria di nomi appartiene? Collettivo Derivato Alterato Composto Ne trovi altri nel testo, sottolineali. Grammatica RAF - pag. 34

176


espositivo .......

Il testo INFORMATIVO

.......

.......

.......

SCRIVO Con i compagni fai un elenco dei giochi che usano più spesso i bambini della vostra età. Poi scrivi un testo seguendo la traccia di quello che hai appena letto.

Leggo per ANALIZZARE Il linguaggio

Le informazioni

Collega ogni termine al suo significato. guerre reperti archeologici trigon sculture in rilievo campagne militari cocchio a due posti anfora fonti materiali bassorilievo pallamano biga coccio astragali ossicini terracotta vaso con collo stretto

Per ogni immagine inserisci il numero della didascalia corrispondente. 1. Tipico dado da gioco romano 2. Statua romana di una ragazza che gioca agli aliossi 3. Bambola di avorio del II sec. a.C. proveniente da un sarcofago romano di Grottarossa. 4. Aliossi naturali 5. Bambola di pezza

Rispondi. In quale disciplina trovi termini come questi? Scienze Geografia Storia Arte

Rispondi. Le immagini ti hanno aiutato a comprendere? Sì No

Questo testo potrebbe far parte del tuo sussidiario delle discipline? Sì No

E le didascalie? Sì No

177


Strizzo il testo

Le grotte

Molti dei rilievi italiani sono composti da un tipo di roccia particolare, chiamato calcare. Il calcare tende a sciogliersi nell’acqua e, in milioni di anni, questo processo ha scavato grotte di ogni tipo nelle montagne. La nascita di una grotta inizia in superficie. Le piogge filtrano attraverso il terreno e sciolgono il calcare, creando delle fessure nella roccia. Con il tempo, queste fessure diventano dei veri e propri canali in cui l’acqua penetra e forma fiumi sotterranei. Man mano che l’acqua scende, scava gallerie, camere e cunicoli sotterranei. Nel suo percorso attraverso le rocce, l’acqua si carica di calcio, che viene depositato all’interno della grotta: una parte del calcio viene lasciato sulla volta e va a formare la stalattite; il resto, gocciando, viene depositato al suolo e forma la stalagmite. Quando, nel tempo, le due parti si uniscono, si forma una colonna. Le grotte non sono completamente disabitate: molto spesso si possono trovare piccoli mammiferi come i pipistrelli, o ancora insetti, ragni e piccoli crostacei. Il più delle volte sono animali adattatisi a vivere in assenza di luce e, quindi, completamente ciechi. Treccani, enciclopedia dei ragazzi, on line

La nascita di una grotta

1 L’acqua filtra nel ................................................. sciogliendo il ...................................................... 2 Crea ....................................................................... 3 Forma .................................................................... 4 Scendendo, scava .............................................

Stalattiti, stalagmiti e colonne

.................................................................................... ....................................................................................

La vita nella grotta

.................................................................................... ....................................................................................

Leggi il testo, osserva le immagini e completa lo schema. Indica con una x se le affermazioni sono vere (V) o false (F). Molti rilievi italiani sono composti da calcare. L’acqua attraverso le rocce trasporta e deposita calcio. Gli animali scavano gallerie e cunicoli sotterranei. Le grotte sono completamente disabitate. Gli animali che vivono in grotta non si adattano al buio.

178

V F V F V F V F V F

Per studiare un testo espositivo è indispensabile saperlo strizzare e schematizzare.


Gli Appennini

Strizzo il testo

Gli Appennini sono monti dalle sommità spesso dolci e arrotondate; non raggiungono i 3000 m, ma hanno ugualmente condizionato nel tempo l’insediamento dell’uomo. Rilievi geologicamente recenti, dai versanti ripidi e formati da catene parallele, rendono difficili le comunicazioni tra il Tirreno e l’Adriatico e non hanno grandi risorse economiche. Il clima risente dell’altitudine e dell’esposizione dei versanti: quello tirrenico è più mite e umido rispetto a quello adriatico, perché viene raggiunto dai venti occidentali provenienti dal Mar Tirreno. La presenza umana sugli Appennini, antichissima, oggi si concentra nelle aree più basse e rari sono gli abitati oltre i 1300 m; sopra i 1700 - 1800 m sono quasi assenti anche le dimore temporanee. Nel corso del Novecento l’Appennino centro-meridionale si è spopolato: moltissimi abitanti emigrarono in pianura o all’estero per sfuggire alla povertà e all’isolamento. L’economia, fino a poco tempo fa basata sull’agricoltura e sull’allevamento transumante, si è orientata verso l’industria e i servizi, localizzati soprattutto nelle valli e nelle conche intermontane (Lunigiana, Garfagnana, Casentino, di Terni, di Rieti, dell’Aquila e altre). Numerosi sono i centri per il soggiorno estivo e per gli sport invernali (per esempio, Abetone, Terminillo, Campo Imperatore, Roccaraso, Camigliatello Silano). L’attraversamento degli Appennini ha sempre costituito un problema e le vie di comunicazione, anche quelle moderne come le autostrade, sono lente, con forti dislivelli e lunghissime gallerie. Treccani, enciclopedia dei ragazzi, online

Completa le informazioni principali con i seguenti connettivi: • nonostante • perciò • perché • di conseguenza • a causa • pertanto Gli Appennini hanno condizionato l’insediamento dell’uomo ..................................... le loro sommità sono dolci e arrotondate. I versanti sono ripidi e formati da catene parallele, ....................................... le comunicazioni tra Tirreno e Adriatico sono difficili. Il clima del versante tirrenico è più mite e umido di quello adriatico ........................................... viene raggiunto dai venti occidentali. Nel corso del Novecento, ................................................ delle condizioni di povertà e isolamento, gli abitanti sono emigrati, ...................................... l’Appennino centro-meridionale si è spopolato. L’attraversamento degli Appennini ha sempre costituito un problema, ..................................... le strade sono lente, con dislivelli e gallerie.

179


VERIFICA le tue competenze Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere tre volte il testo.

Italia riutilizza e ricicla 5

10

15

20

25

Dopo le fatiche iniziali l’Italia si sta riprendendo e, finalmente, nelle classifiche delle nazioni più virtuose nella gestione dei rifiuti ci siamo anche noi. Tra i cinque Paesi europei con più di 45 milioni di abitanti (gli altri sono Germania, Regno Unito, Francia e Spagna), l’Italia è il secondo tra quelli che riciclano e riutilizzano di più gli scarti, dando nuova vita a quasi la metà dei rifiuti che produce. In Italia infatti si recupera e ricicla il 49% dei rifiuti; se ne incenerisce il 21% e si manda in discarica il restante 30%. Siamo secondi solo alla Germania, che ha quasi del tutto eliminato le discariche (0,2%), ricicla e riusa il 68% e brucia il restante 32%. La Francia recupera il 45%, porta a incenerimento il 35% e getta in discarica il 26%. Tra i cinque Paesi quello più indietro è la Spagna, che ancora seppellisce in discarica oltre la metà dei rifiuti (55%) e ne recupera solo un terzo. L’Italia è però indietro nell’incenerimento: penultima con 21% prima della Spagna che ha il 12%. Questo è dovuto alla quantità e alle dimensioni dei nostri inceneritori: disseminati per il nostro Paese ce ne sono 41. La Francia ne ha più di tutti (126), ma mediamente più piccoli, mentre il Regno Unito ha adottato la politica “pochi ma grandi”: ne ha solo 36, ma bruciano in media una quantità di rifiuti doppia rispetto all’Italia. Gli inceneritori sono chiamati anche termovalorizzatori perché sono in grado di produrre energia termica - ma anche elettrica - dalla combustione dei rifiuti. Per alcuni, però, il ritardo dell’Italia in questo ambito non è necessariamente una cattiva notizia. Secondo la normativa europea l’inceneritore è infatti l’ultima spiaggia prima della discarica. Prima di bruciare i rifiuti gli Stati membri devono privilegiare la prevenzione (produrre cioè meno rifiuti, ad esempio diminuendo gli sprechi e ripensando gli imballaggi), il riutilizzo e il recupero. Bruciare rifiuti, infatti, produce inevitabilmente polveri sottili, inquinanti e tossiche. E anche se le tecnologie sviluppate negli ultimi anni li hanno resi sempre più “puliti”, le preoccupazioni rimangono. F. Formica, www.nationalgeographic.it

180


Il testo INFORMATIVO

Leggo per CAPIRE

Comprendo le parole Indica con una x i sinonimi più adatti alle seguenti parole. Virtuose (riga 2): Disseminati (riga 13): virtuali sparsi oneste sparpagliati violente diffusi disoneste raggruppati

Termovalorizzatori (riga 17): contenitori imballaggi discariche inceneritori

Capisco il testo Indica con una x il completamento giusto.

“Gli inceneritori... sono in grado di produrre energia termica, ma anche elettrica, dalla combustione dei rifiuti” (riga 17) significa che: riciclando i rifiuti si produce calore. facendo la raccolta differenziata si produce calore. bruciando i rifiuti si produce calore. portando i rifiuti alla discarica si produce calore. “L’inceneritore è infatti l’ultima spiaggia” (riga 20) significa che l’inceneritore non ricicla i rifiuti. ci sono sistemi più efficaci e meno inquinanti. l’inceneritore è una buona soluzione. non bisogna costruire inceneritori sulle spiagge.

Rifletto Quale pensi sia la posizione dell’Italia in materia di rifiuti? Fa già fin troppo sta migliorando

Fa troppo poco non fa niente

Leggo per ANALIZZARE Numera i titoletti in base all’ordine di esposizione degli argomenti nel testo. ............ Meglio prevenire

............ L’ultima spiaggia

............ L’Italia: secondo posto in Europa

............ Paesi europei a confronto

Cancella la frase che ritieni completamente sbagliata. Il testo fornisce - dati sul riciclo e riuso dei rifiuti in Europa. - consigli sulle modalità di riciclo e riuso. - informazioni sulle conseguenze della combustione dei rifiuti. - informazioni sulle malattie che derivano dall’inquinamento. Che cosa introduce la parola “infatti” (riga 23)? Un fatto Una causa

Una conseguenza Un’ipotesi

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con l’insegnante e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare l’edificio del TESTO INFORMATIVO. vai a pag. 211

181


Il testo INFORMATIVO

Il quotidiano I quotidiani sono giornali pubblicati su carta stampata ogni giorno. La prima pagina è importante perché riporta le notizie principali che si trovano al suo interno. Gli articoli che compongono un quotidiano riguardano argomenti differenti, i principlai sono: cultura, sport, politica interna, politica estera, lavoro ed economia, arte e spettacoli, cronaca.

Testata

Articolo di spalla

Riporta il titolo del giornale e la data.

Collocato nella colonna a destra, riporta una notizia piuttosto rilevante.

Articolo di fondo o editoriale

Posto nella prima colonna a sinistra riporta l’articolo principale in cui il direttore del giornale o un suo stretto collaboratore, noto come editorialista, commenta un avvenimento particolarmente rilevante.

Articoli di taglio

Riportano notizie interne o estere di minor rilievo.

Articolo di apertura

Presenta la notizia che il giornale vuole mettere in maggior risalto.

IMM in bassa ris

Pubblicità

Spazio pagato da inserzionisti, riservato a reclamizzare il loro prodotto.

182

Civette

Sono sintesi o immagini che anticipano notizie sviluppate nelle pagine interne del giornale.

LESSICO L’origine delle parole Quotidiano (agg. e s.m) deriva dal latino cotidie, cioè ogni giorno.


ilmioprimoquotidiano.it

Il testo INFORMATIVO

I quotidiani hanno anche una versione online che può essere consultata collegandosi a internet. Oggi la maggior parte delle notizie si trova in rete e questo permette di aggiornare l’informazione in tempi molto più rapidi rispetto alla versione di stampa. La prima pagina di un quotidiano su un sito è rappresentata dall’home page in cui si trovano i contenuti proposti in testi, immagini e video.

Intestazione

Menù di servizio

Logo del sito

Comprende le informazioni principali riguardanti la costruzione del sito.

Contenuto principale

Cliccando sul titolo o sulla dicitura finale read more si potrà leggere l’articolo completo.

Menù di ricerca

IMM in bassa ris

Presenta gli articoli suddivisi per temi. Cliccando sulle immagini si accede agli articoli.

Articoli pubblicati

Vengono messi in evidenza gli articoli più recenti o più cliccati.

Leggo per CAPIRE Rifletto Indica con una x le affermazioni che condividi, poi confrontati con i compagni. I l quotidiano richiede più tempo per essere letto rispetto alla sua versione online. Il quotidiano permette di riflettere maggiormente sulle notizie. Il quotidiano online richiede una connessione I siti online contengono maggiori notizie. I siti online permettono di essere aggiornati in tempo reale. In internet si legge più velocemente e con meno attenzione.

Motore di ricerca

Aiuta a trovare gli articoli archiviati.

LESSICO I siti utilizzano molte espressioni inglesi. Prova a tradurre queste espressioni: Read more ................................................. Post ................................................. Like/Unlike .................................................

183


Il testo INFORMATIVO

cronaca cronaca

La stanza segreta di Cheope

3 novembre 2017

Galleria, ma la sua funzione resta Potrebbe essere una stanza al di sopra della Grande va che studia i raggi cosmici. un mistero. La scoperta grazie a una tecnica innovati Hanno usato i raggi cosmici provenienti dallo spazio. Così gli scienziati hanno scoperto una cavità lunga almeno 30 metri nella piramide di Cheope. È probabilmente una stanza segreta che si trova al di sopra della Grande Galleria. La sua funzione è ancora un mistero. La ricerca è stata pubblicata su Nature da un gruppo di ricercatori del progetto internazionale ScanPyramids. Da due anni stanno studiando la più grande e antica delle tre piramidi della piana di Giza, vicino Il Cairo, usando una tecnica di rilevamento non invasiva che permette una sorta di radiografia dell’interno delle piramidi. Grazie a questa tecnica è possibile svelare la presenza di eventuali cavità, attraverso una tecnica che in futuro potrebbe portare ad altre scoperte. Già nell’ottobre 2016 era stata annunciata la presenza di un corridoio vicino alla parete nord. Ora però si parla di una cavità che per le sue dimensioni è simile alla Grande Galleria.

Potrebbe essere una stanza composta da una o più strutture e potrebbe avere una disposizione orizzontale o leggermente inclinata. La scoperta porta con sé un altro mistero, ancora più affascinante: non sappiamo infatti quale fosse la sua funzione. Daniele Erler, La Stampa

Leggo per ANALIZZARE Le 5W Collega le 5 W, le tipiche domande su cui si sviluppa un articolo di cronaca, alle risposta giuste.

184

Who? Il protagonista dell’accaduto

When? Quando sono accaduti i fatti

Piana di Giza vicino Il Cairo

Nuova tecnica di rilevamento non invasiva

Where? I luoghi dove sono accaduti i fatti

What? I fatti accaduti

Why? Le cause che hanno provocato i fatti

3 novembre 2017

Scoperta di una nuova cavità nella piramide di Cheope

Gli scienziati


cronaca sportiva

Il testo INFORMATIVO

Sport : a Firenze si pratica quidditch Si terrà la prossima estate. La disciplin

a è ispirata al gioco della scuola di Ha

Appassionati di Harry Potter preparatevi. Arriva a Firenze la prima coppa del mondo di Quidditch, lo sport giocato dal maghetto a Hogwarts. Dal 27 giugno al 2 luglio 2018 gli amanti di questa particolare disciplina si daranno appuntamento per assistere alle gare del primo torneo internazionale di questo sport. Saranno 31 i Paesi partecipanti (Italia compresa). L’evento è dedicato alla discipli na sportiva tra squadre miste inizialmente ispirata al Quidditch, sport di fantasia presente nella celebre saga di Harry Potter, che riprende altre pratiche sportive, come il rugby e il dodgeball. I giocatori in campo cavalcano davvero una scopa che ovviamente non vola. Dopo un lungo processo di selezione l’Italia è stata scelta quale Paese più adatto ad ospitare la Iqa World Cup 2018. Grazie a strutture sportive di alta qualità e al supporto della Città di Firenze. “Un grande evento che proietterà la nostra città in un mondo fantastico – ha detto l’assessore allo sport

Leggo per ANALIZZARE La struttura Cerchia le parti di testo con i colori corrispondenti. Titolo • Introduzione • Sviluppo • Conclusione Questa cronaca appartiene alla categoria cultura, sai spiegare perché? ..........................

rry Potter

Andrea Vannucci. – Un’occasione unica per ospitare a Firenze migliaia gli appassionati di Quidditch”. www.firenzetoday.it

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Rispondete in classe. Questo articolo è preso da un quotidiano? Quanti giorni durerà l’evento? È la prima volta che si svolge questo torneo? Com’è stata scelta l’Italia quale Paese ospitante? Qual è l’opinione dell’assessore allo sport?

........................................................................................

185


Il testo INFORMATIVO

cronaca rosa

Rocco si è cacciato nei guai Cane rimane intrappolato in un albero, pompieri costretti a fare un buco con la motosega. Quando i vigili del fuoco di Salem, una città del Kentucky, sono stati chiamati per un animale in difficoltà in un albero hanno pensato a un gatto. Ma questa volta non era un felino a essersi cacciato nei guai, ma Rocco, un cane bassotto che è rimasto intrappolato all’interno del tronco dell’albero. Il piccoletto era probabilmente riuscito a entrare nel tronco attraverso un buco in una parte più alta, ma poi quando è sceso alla base dell’albero, non è stato più in

grado di tornare indietro. Di lì la chiamata ai vigili del fuoco. I pompieri arrivati sul posto non hanno avuto scelta: per salvarlo si sono armati di motosega e hanno praticato con precisione un foro attraverso il quale tirare fuori il cagnolino. E conoscendo il carattere curioso del peloso, il foro che hanno fatto è abbastanza grande da permettergli di uscire da solo, nel caso si cacciasse nuovamente nei guai. Fulvio Cerutti, lazampa.it

Leggo per ANALIZZARE

Leggo per CAPIRE

Lo scopo Rispondi con una x. Chi racconta questo fatto di cronaca? Rocco I vigili del fuoco

Rifletto

Fulvio Cerutti

Come si chiama questo genere di cronaca? Nera Rosa Sportiva Qual è lo scopo dell’articolo, secondo te? Raccontare una storia Informare su un fatto curioso, realmente accaduto Informare su un evento sportivo Informare su un evento culturale

186

Nelle righe introduttive sono state eliminate due parole allo scopo di essere brevi. Riscrivile in modo corretto. ............................................................. ............................................................. .............................................................


VERIFICA le tue competenze

L’ultimo show del circo Barnum L’addio dopo 146 anni L’odore acre di animali malinconici, il profumo dolce dello zucchero filato, il sorriso forzato dei clown, i voli leggeri dei trapezisti, l’atmosfera di festa obbligata, il tendone quasi sempre in mezzo al fango: fotografie e immagini del circo, uno spettacolo antichissimo che non regge il passo con i tempi, da anni vittima del successo dei video giochi e della realtà virtuale, dei parchi a tema e delle campagne degli animalisti dirette a una società di persone sempre più sensibili. Domenica 21 maggio a Long Island, New York, si è chiusa un’era che durava da 146 anni e si sono spente per sempre le luci del “più grande spettacolo del mondo” (parole loro). Davanti a una platea di spettatori con i lucciconi e di clown in lacrime, al suono del Valzer delle Candele è calato il sipario sul più grande circo d’America. Il circo ha mandato a casa leoni e giraffe, trapezisti e domatori, clown e giocolieri. Eroso nel tempo il numero di spettatori, i costi di gestione erano diventati insostenibili. Chiude il Barnum e ognuno coglie la sfumatura che vuole, tra tristezza e liberazione: tante famiglie senza lavoro, tanti animali senza gabbie. Renato Franco, Corriere della Sera

Leggo per ANALIZZARE Associa ad ogni risposta la domanda delle 5W che ritieni più adatta: .............................? A Long Island. .............................? Il circo Barnum. .............................? Domenica 21 maggio.

Leggo per CAPIRE

.............................? Ha chiuso per sempre.

Rifletto Rispondi con una x. Chi è l’autore del testo? Un clown Il direttore del circo

Il giornalista Renato Franco Uno spettatore

Che opinione esprime? È contrario alla chiusura Racconta solo i fatti

È a favore della chiusura Lascia decidere il lettore

Qual è lo scopo dell’articolo? Far riaprire il circo Raccontare la storia di un clown

.............................? I costi erano insostenibili. Con una parentesi quadra dividi il testo in tre parti poi riassumi il contenuto con una frase: Inizio: .................................................................... ................................................................................ Svolgimento ....................................................... ................................................................................

Far riflettere sul tema Difendere gli animali

Conclusione ....................................................... ................................................................................

187


Il testo INFORMATIVO

Pubblicità commerciale

La pubblicità

La pubblicità fa parte della nostra vita quotidiana: la troviamo in televisione, nelle riviste, nei periodici, sui giornali di ogni genere. Per non parlare dei siti Internet! Prima di poter leggere una qualsiasi pagina siamo costretti a chiudere numerose finestre pubblicitarie, i cosidetti popup. Per scrivere un testo pubblicitario c’è bisogno di un’idea originale realizzata graficamente in modo creativo utilizzando un linguaggio essenziale fatto di slogan, testi brevi e immediati, studiati per restare impressi. Leggo per CAPIRE Capisco il contenuto Quale informazione vuole dare questa pubblicità? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Lo slogan Individua lo slogan e cerchialo nell’immagine, poi rispondi. Lo slogan usa un gioco di parole: che significato ha la parola “pacco” ? ............................................................. .................................................................................................................................................................................................. Scegli la frase che traduce correttamente il significato dello slogan. A Natale fai un vero regalo al posto del solito regalo noioso. A Natale fai un vero regalo al posto della solita fregatura. A Natale fai tanti pacchi regalo. Quale effetto vuole avere lo slogan sul destinatario? Rassicurare Innervosire Far sorridere

188

Lasciare indifferente


Pubblicità commerciale

Il testo INFORMATIVO

Il gelato, che bontà!

Leggo per CAPIRE Capisco il testo e le immagini Osserva e rispondi con una x. Qual è lo scopo di questi messaggi? Far riflettere Divertire Far acquistare il gelato Sensibilizzare sul cibo Che cosa noti confrontando le due pubblicità? Non ci sono differenze Sono entrambe accattivanti Appartengono a periodi diversi Pubblicizzano prodotti diversi Quale delle due pubblicità contiene uno slogan? Riscrivilo. ........................................................................................ .........................................................................................

189


Il testo INFORMATIVO

Pubblicità progresso

Pubblicità progresso UN COMPITO AUTENTICO PER TE L’immagine è stata realizzata dagli alunni della classe 3a B dell’Istituto C. Magiotti del comune di Montevarchi per un progetto contro il bullismo. Volete dare anche voi un contributo alla causa? Mettetevi alla prova.

Leggo per ANALIZZARE Il messaggio e lo scopo Completa. Mittente:.................................................... Destinatario:............................................. Tema:.......................................................... Slogan:....................................................... Rispondi con una x. Qual è lo scopo di questa pubblicità? Informare Divertire Sensibilizzare Invogliare a comprare un prodotto Che cosa significa bullismo verbale? Far soffrire con le parole Picchiare Dire parolacce Fare il bullo

190


Pubblicità progresso

Il testo INFORMATIVO

Leggo per ANALIZZARE

Il linguaggio Rispondi. Perché il bambino si trova davanti un labirinto? È una metafora È un parco giochi È una scuola per disabili Che cosa rappresenta il labirinto? ........................................................ ........................................................

Lo scopo Qual è lo scopo di questa pubblicità? Informare Divertire Sensibilizzare Invogliare a comprare un prodotto

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Ricopia lo slogan, poi rispondi. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. Allora che cosa serve, secondo te? .............................................................................................. .............................................................................................. ..............................................................................................

Rifletto Scegli il rispetto nelle tue azioni, contrasta la cultura della violenza intorno a te… così puoi fare molto, ogni giorno! Discuti questa frase con i tuoi compagni: violenza o gentilezza, tu da che parti stai?

191


Servono le regole? “È molto singolare che tutta la natura, tutti i pianeti, debbano obbedire a leggi eterne e che possa esserci un piccolo animale, alto cinque piedi, che a dispetto di queste leggi, possa agire a suo piacimento, seguendo solo il suo capriccio”. (Voltaire)

Riesci a immaginare un mondo senza regole? Osserva queste situazioni e deduci le conseguenze della mancanza di regole, rispondendo alle domande. • Qual è il diritto del ragazzo disabile? • Riesce a soddisfarlo? Pensi che siano utili le regole in una situazione come questa? • Perché? • Come si chiama l’insieme di regole che disciplina la circolazione stradale?

• Qual è il diritto del bambino seduto? • Riesce a soddisfarlo? • Pensi che siano utili le regole in una situazione come questa? • Perché? • Come si chiama l’insieme di regole che disciplina la vita della scuola?

A partire dal Paleolitico, ogni comunità si è data delle regole per far sentire i suoi membri rassicurati e protetti e per rafforzare i legami tra le persone.

192

Discuti con i tuoi compagni e poi trovate una risposta condivisa alla domanda iniziale.


La marcia dei diritti Ho aperto un libricino e ho letto che un bambino da mangiare non ce l’ha. E c’è chi non ha da bere con il rischio di morire: senza acqua come fa? Ho sfogliato bene bene quelle foto di bambine invecchiate dal lavoro. E di quelli senza un tetto e di quelli senza affetto senza un poco di decoro.

I diritti son di tutti, l’ha spiegato la maestra.

C’è una Carta scritta apposta per difendere i bambini.

Tutti i capi delle nazioni hanno fatto le riunioni. E allora perché?

Hanno detto e hanno scritto sui diritti dei bambini.

Quando gioco al girotondo, penso che su questo mondo c’è qualcosa che non va. Che ci sono dei bambini, sulle strade abbandonati senza mamma né papà. Poi da un’altra parte ancora c’è chi non può andare a scuola chi giocattoli non ha. E c’è pure chi si ammala e gli manca quella cura che il suo medico non ha. C’è un bambino che lavora, chi subisce una tortura chi è venduto come schiavo. C’è chi muore appena nato: non è stato vaccinato. C’è chi cresce malnutrito. C’è chi viene emarginato. C’è chi un handicap ha avuto. C’è chi viene malmenato. F. Rinaldi, La marcia dei diritti

Per l’insegnante Obiettivo Riconoscere la necessità delle regole attraverso una prima conoscenza della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti che essa tutela, dei doveri che da essa derivano. Competenza attesa L’alunno distingue tra diritti e doveri, contribuisce a darne un valore consapevole anche nella vita della scuola intesa come comunità che funziona sulla base di regole condivise, così come per prevenire e regolare i conflitti. Per te Obiettivo da centrare Scoprirai che cosa sono le regole, i diritti e i doveri. Traguardo da raggiungere Distingui tra diritti e doveri e li rispetti nella tua vita di tutti i giorni, esercitando la “cittadinanza”.

193


Servono le regole?

La Convenzione sui diritti dell’infanzia Sapevi che esiste una Convenzione? I bambini vanno protetti. Sempre. Per questo è nata la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rights of the Child), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. Afferma la necessità che tutti i bambini e tutte le bambine godano di un’infanzia felice, ricevano cure mediche, una buona alimentazione, una buona educazione, abbiano un’istruzione adeguata, un nome e una nazionalità, ricevano rispetto e libertà, così da sviluppare la propria personalità in modo sereno.

Sapevi di avere dei diritti? I tuoi diritti stabiliscono quello che ti è permesso fare e quello che deve fare chi si occupa di te per assicurarti felicità, salute e sicurezza. Certo, anche tu hai delle responsabilità nei confronti degli altri bambini e degli adulti, perché i diritti sono una cosa reciproca!

Sapevi che c’è una giornata dedicata ai diritti dell’infanzia? Il 20 novembre è la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Molti comuni e scuole organizzano importanti iniziative per sensibilizzare le persone a riconoscere l’importanza dei diritti dei bambini.

Leggi la Convenzione e discutine con i tuoi compagni, i tuoi genitori, i tuoi insegnanti. Rifletti: oggi, nel mondo, questi diritti vengono sempre rispettati?

Clil

Osserva questo manifesto: a quale diritto dei bambini fa appello? ...............................................................

194

Listen and read


Servono le regole?

La Costituzione italiana La Costituzione italiana è l’insieme delle regole principali che stabiliscono come si vive insieme in Italia, rispettando i diritti e le libertà di tutti. È composta da 139 articoli suddivisi in tre parti: 12 articoli regole generali o Principi fondamentali 42 articoli diritti e doveri dei cittadini 84 articoli leggi che descrivono come funziona lo Stato italiano.

La legge ti protegge. Le regole tutelano i tuoi diritti. Rispettarle è un dovere!

Quali diritti tutelano questi articoli? Completa con: diritto alla libertà, diritto alla pace, diritto al lavoro, diritti dell’infanzia, parità di genere.

ca na Repubbli u è a li a It L’ 1 Art. ta sul lavoro. a d n fo a c ti ra ........ democ ........................

............ ........................ .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ............ .. .... ........................ .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ............ ........................

Art. 11 L’Italia ripu dia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli. .................................... ....................................

....................................

.......

....................................

Art. 3 Tutti i cittad ini hanno pari dign ità sociale e sono egu ali davanti alla legg e, senza distinzione d i sesso.

.................................... ....................................

....................................

....................................

..........................

..........................

Art. 31 La Repubblica protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù. ............................................................................................... ..............................................................................................

.......

Art. 13 La libertà personale è inviolabile. ...................................................................................... ......................................................................................

Leggi “La casa di Nonna Italia” di Paola Valente delle edizioni Raffaello. Ti aiuterà a conoscere meglio la nostra Costituzione.

195


Servono le regole?

La bandiera La bandiera italiana è nata il 7 gennaio 1797 sul modello di quella francese, ossia a bande verticali. I colori sono il verde, il bianco e il rosso. Questi tre colori hanno significati ben precisi: il rosso è il sangue dei caduti per la patria, cioè di coloro che hanno dato la vita per difendere la nostra libertà; il bianco è il simbolo dei nostri monti innevati e della saggezza; il verde rappresenta le nostre terre e la speranza. Nel periodo storico conosciuto come Risorgimento (18481861), in cui si svilupparono gli ideali di indipendenza che avrebbero portato all’Unità d’Italia, la bandiera diventò simbolo del popolo, delle libertà conquistate. Il tricolore rappresenta il sentimento dell’unione italiana, ci fa sentire uno stesso popolo, ci rende orgogliosi di quello che siamo. Per questo sventola sul Quirinale, dove vive il Presidente della Repubblica, e in tutte le sedi istituzionali, compresa la tua scuola. Quando poi gioca la Nazionale di calcio italiana o durante le Olimpiadi è una vera festa: sventola dappertutto e ci rende uniti e fieri! Rispondi. Quali sentimenti prova l’autore del brano nei confronti della bandiera? ........................................................................................................................................

L’inno di Mameli L’inno nazionale è un componimento musicale riconosciuto dal governo di un Paese come inno ufficiale della nazione. Ha lo stesso valore della bandiera: i cittadini vi riconoscono la loro identità storica. Viene eseguito nei momenti più solenni della vita di una nazione. Tutte le nazioni hanno un inno, quello italiano è stato scritto da Goffredo Mameli e Michele Novaro. Sicuramente conosci il nostro inno nazionale: l’Inno di Mameli. Cerca la versione karaoke su internet e cantalo a squarciagola coi tuoi compagni.

196

Città delle COMPETENZE

Art. 12 La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

Vai a pag. 211 e colora il palloncino giusto


Fiori e polpette

terza a puntat

Leggi le domande della scheda (ti aiuteranno a focalizzare l’attenzione) poi chiudi il libro e mettiti in modalità ASCOLTO ON. La maestra ti leggerà la terza parte del racconto. Al termine mettiti alla prova per vedere quanto sei stato attento. Infine correggi con la maestra e calcola il tuo punteggio.

1 Indica con una x i completamenti giusti. A scuola le polpette di Rosa sono servite a qualcosa di buono perché sono una novità. si mangiano nell’intervallo. permettono a Pietro e Adele di farsi degli amici. Le maestre di Pietro e Adele sono preoccupate perché i cambiamenti sono proibiti dalla legge. Pietro e Adele sono stranieri. non hanno mai mangiato polpette così.

ascolto ON

2 Indica con una x solo le affermazioni vere. Pietro e Adele portano le polpette a scuola. Pietro e Adele non dividono le polpette con i compagni. I compagni mangiano pop corn. All’inizio Rosa è preoccupata. Pietro porta alle insegnanti le rose del padre. Le spine delle rose pungono le maestre. Una delegazione di insegnanti va dai Tornaindietro. Il direttore della scuola ha un vaso di viole del signor Tornaindietro.

Una delegazione di genitori protesta dal direttore perché pensano che le polpette siano avvelenate. temono che i cambiamenti danneggino i loro figli. i loro bambini devono seguire una dieta.

Assegnati 1 punto per ogni indicazione esatta.

3 Crea le domande per queste risposte. Perché era il compleanno di Pietro. .......................................................................................................... Tanti auguri a te, tanti auguri a te! ............................................................................................................. Non aveva mai visto suo figlio così felice. ................................................................................................

Assegnati 2 punti per ogni domanda.

4 Completa. Il sindaco si chiama ..................................................... Quando Osvaldo lo vede scendere dall’auto gli va incontro e gli mostra la ..................................................... I fiori lo accolgono con con un bell’ ..................................... e i più grandi gli dicono ................................................

Assegnati 1 punto per ogni completamento.

Il sindaco rimane senza ..................................................... Non aveva mai visto niente di così .....................................................

Autovalutazione Quanto hai totalizzato? Da 18 a 12 punti: complimenti, sei stato attentissimo! Da 11 a 6: probabilmente ti sei distratto un po’! Meno di 6: ripassa le regole dell’ascolto attivo!

E adesso dimmi: cosa ne pensi del racconto “Fiori e polpette”? Scrivimi una e-mail, sono io l’autrice e ci tengo molto a sapere la tua opinione. PDF

Audio

197


Il testo

ARGOMENTATIVO Beh, io credo che ogni tanto qualche bugia si possa dire

“Pinocchio” è proprio un tipetto sveglio!

Già. Ma dice un sacco di bugie...

Prima di iniziare

Secondo te, dove puoi leggere un TESTO ARGOMENTATIVO?

198

Nei quotidiani Nell’enciclopedia Nel sussidiario

Nei siti internet Sui manifesti Sulle riviste


Nel testo ARGOMENTATIVO l’autore espone la propria opinione riguardo a una certa questione o a un problema e la sostiene attraverso una catena di ragionamenti collegati tra di loro. Lo scopo è quello di convincere gli altri che l’idea sostenuta è giusta e credibile. Nelle prossime pagine imparerai a riconoscerli e ad analizzarli.

Secondo me ci sono alcune bugie che sono “buone” e servono per non far soffrire...

Sei matto, le bugie non si dicono MAI!

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Analizzare le caratteristiche principali di un testo argomentativo.

Obiettivo da centrare Scoprirai che cos’è un testo argomentativo e quali parti lo compongono.

Competenza attesa L’alunno analizza un testo argomentativo, ne individua lo scopo, esprime un’opinione.

Traguardo da raggiungere Comprendi lo scopo di un testo argomentativo, analizzi pro e contro e ti formi un’opinione.

Laboratorio di scrittura - pagg. 76 - 78

199


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 240

Buongiorno Malala, è un piacere conoscerla! Lei è la più giovane vincitrice che abbia mai ricevuto un premio Nobel! È incredibile! Un premio Nobel per la pace che le è stato consegnato per il suo attivismo a favore dei diritti civili e dell’infanzia. Sicuramente è una persona che sa sostenere le sue opinioni! Può darci alcune indicazioni sul TESTO ARGOMENTATIVO?

1 C’È UNO SCOPO,

quello di convincere il lettore a sposare un’opinione espressa dall’autore attorno a uno specifico tema.

4 C’È LA STRUTTURA che

presenta vari elementi: • il tema, cioè l’argomento di cui si vuole discutere che può essere legato a qualsiasi aspetto della vita; • la tesi, cioè quello che l’autore pensa sul tema; • le argomentazioni a favore della tesi; • la conclusione in cui si conferma la validità della tesi iniziale.

2 C’È UN LINGUAGGIO

ricco di connettivi per mettere in relazione tra loro le riflessioni e i ragionamenti presentati nel testo.

A volte possono essere presenti anche: • l’antitesi, cioè una tesi diversa da quella presentata dall’autore; • le argomentazioni a favore dell’antitesi, quindi in contrapposizione con la tesi.

3 C’È IL TEMPO della

narrazione che è sempre al presente.

200

Audio


L’unione fa la forza

La penna è più potente della spada Cari fratelli e sorelle, ci rendiamo conto dell’importanza della luce quando vediamo le tenebre. Ci rendiamo conto dell’importanza della nostra voce quando ci mettono a tacere. Allo stesso modo, in Pakistan, abbiamo capito l’importanza delle penne e dei libri quando abbiamo visto le armi. Il saggio proverbio “La penna è più potente della spada” dice la verità. È il momento di alzare la voce. Vogliamo scuole e istruzione per il futuro luminoso di ogni bambino e bambina. Nessuno ci può fermare. Alzeremo la voce per i nostri diritti e per la causa dell’istruzione e la nostra voce porterà al cambiamento. Le nostre parole possono cambiare il mondo perché siamo tutti insieme, uniti per la causa dell’istruzione. Non dobbiamo dimenticare che milioni di bambini e bambine sono fuori dalle loro scuole, in attesa di un luminoso futuro di pace. Il terrorismo, la guerra e i conflitti impediscono ai bambini di andare a scuola. La pace è necessaria per l’istruzione. Cerchiamo di condurre una gloriosa lotta contro l’analfabetismo, la povertà e il terrorismo, dobbiamo imbracciare i libri e le penne, sono le armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. L’istruzione è l’unica soluzione. L’istruzione è la prima cosa. testo tratto dal discorso all’Onu di Malala Yousafzai

Riconoscere un TESTO ARGOMENTATIVO 1 Rispondi alle domande con una x.

Quale tema propone Malala? La fame nel mondo La pace nel mondo Il diritto all’istruzione Qual è la tesi principale sostenuta da Malala? I bambini devono avere libri, matite e penne L’istruzione migliora il mondo La scuola è destinata ai maschi PDF

2 Nel suo discorso Malala ha uno

scopo ben preciso. Quale? Far conoscere la storia dei bambini del suo Paese. Far riflettere sulle guerre. Chiedere che tutti i bambini possano andare a scuola. 3 Malala ti ha convinto con il suo

discorso? ............................................................................................... ............................................................................................... Audio

201


Il testo ARGOMENTATIVO

La struttura

Internet sì, internet no Che cos’è internet? Questa è una domanda importante da porsi perché internet è ormai diventato uno strumento “centrale” nella vita delle persone. Internet è una rete virtuale che collega tutto il mondo, a patto che tu abbia una connessione! È uno strumento meraviglioso che offre molte possibilità, tuttavia è necessario conoscerne bene il funzionamento perché presenta dei pericoli di cui è meglio essere consapevoli, al fine di poterli evitare. Per quanto riguarda gli aspetti positivi, internet permette di socializzare con tutti e di fare nuove conoscenze attraverso social come Facebook, Twitter, Youtube, Instagram, Snapchat, di dare e ricevere consigli, di discutere, di chiacchierare, scambiare pensieri, fare viaggi virtuali, creare spazi tuoi (blog o siti ad esempio), di informarsi, di studiare, di tradurre in tutte le lingue, di vendere o acquistare, di trovare le offerte migliori, di aprire negozi e fare pubblicità, di scaricare app e giochi... Presenta però anche molti aspetti negativi. Uno di quelli più inquietanti è rappresentato dal rischio che ti rubino informazioni sulla privacy: foto, identità, abitudini. In rete inoltre si corre il rischio di diventare vittime di malintenzionati (a volte nascosti dietro identità false) o di essere presi in giro, bullizzati o insultati. Ci si può imbattere in informazioni inattendibili (le fake news) o vecchie, si possono vedere immagini sconvolgenti o angoscianti, c’è il pericolo che ti rubino soldi o il credito. Si corrono rischi legati alla persona come le difficoltà di concentrazione, lo sviluppo di dipendenze, la solitudine. Dunque internet e i social non vanno demonizzati, ma usati in modo responsabile, senza danneggiare se stessi o gli altri, con intelligenza e furbizia, ricordando che gli altri vedono quello che posti, che puoi cadere nelle trappole di sconosciuti o costruirti un mondo di idee false. Di conseguenza è meglio mantenere gli account privati, non fermarsi alla prima informazione che leggi, ma verificare l’attendibilità del sito confrontandolo con altri, scegliere siti sicuri, non spedire soldi se non si è certi del destinatario, non accettare di incontrare persone conosciute in rete, pensare sempre a quello che si sta facendo e alle conseguenze che ne possono derivare, ricordando che, finché si è piccoli, internet va utilizzato sempre con la supervisione di un adulto. AA.VV. Scuola Primaria Luigi Einaudi - Marene

202


La struttura

Leggo per ANALIZZARE

Il testo ARGOMENTATIVO

La struttura Individua i vari elementi del testo argomentativo: colora come indicato. conclusione tesi

problema antitesi

argomentazioni tesi argomentazioni antitesi

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Indica con una x. “Demonizzare” significa considerare qualcosa come fortemente negativo. positivo. caotico.

difficile.

“Un’identità virtuale falsa” è: un documento. una vecchia carta di identità. una persona che, in rete, utilizza una falsa identità. una persona che, in rete, utilizza documenti falsi.

Capisco il testo Segna con una x le affermazioni con cui ti trovi in accordo. L’autore pensa che sia necessario conoscere bene il funzionamento di internet. L’autore è contrario a internet. L’autore è favorevole a internet. Questo testo ha lo scopo di far riflettere sull’uso di internet. Questo testo ha lo scopo di convincere a non usare internet. Per farsi un’opinione personale è sufficiente leggere gli argomenti della tesi. Per farsi un’opinione personale bisogna leggere attentamente i pro e i contro.

Rifletto Rispondi e discuti con i compagni. Che idea ti sei fatto del problema? Sei d’accordo con la tesi dell’articolo?

Clil

Traduci queste espressioni.

- Social network

- Fake news

........................................................................ - Blog

........................................................................ - Privacy

........................................................................

........................................................................

203


Il testo ARGOMENTATIVO

A che serve la paura?

La struttura

Non puoi non avere paura di niente. Forse, quando eri piccolo, ti sarà capitato di sentirti dire questa frase dalla mamma o dal papà. I bambini piccoli, infatti, spesso non sanno a quali conseguenze portino certi comportamenti: ad esempio, avvicinare la mano al fuoco, oppure lanciarsi a gattoni giù dalle scale... Un po’ di paura, in certi casi, può essere molto utile. Per capire, ad esempio, di ridurre la velocità della bici quando la lanci per il pendio, o di non esagerare quando decidi di dimostrare ai tuoi compagni che sei coraggioso... Perché chi non ha paura di nulla, non riconosce il pericolo e corre seri guai. Ricordati che non bisogna vergognarsi di provare paura, perché tutti, prima o poi, per un motivo o per l’altro, la provano o l’hanno provata; parlare delle proprie paure, raccontarle a qualcuno, fa stare molto meglio. Inoltre l’aiuto di qualcuno, della mamma o del papà, di un fratello o di una sorella, della maestra, di un compagno... può spesso aiutare a risolvere il problema. G. Quarenghi, T. Colombo, Dimmi se ti fa paura, Giunti Editore

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Collega ogni causa alla sua conseguenza e completa le frasi. Avvicinare la mano al fuoco Lanciarsi giù dalle scale Non avere paura

204

può procurare traumi fisici. non fa riconoscere il pericolo. può provocare ustioni.

SCRIVO Scegli l’argomentazione che senti più “tua” e scrivi un testo argomentativo secondo la tua esperienza. Tutti prima o poi provano paura. Tenere dentro le paure fa stare male. Non bisogna vergognarsi di provare paura. Confidarsi aiuta a risolvere i problemi.

Leggo per ANALIZZARE La tesi Indica con una x la tesi portata avanti dall’autore. La paura è sempre un sentimento negativo. Un po’ di paura può proteggere dai guai. La paura è un sentimento di cui vergognarsi. C’è un’antitesi? Sì No


Il linguaggio

Collaborare sì o no?

Il testo ARGOMENTATIVO

Caro lettore, anche tu devi fare la tua parte nella vita familiare sbrigando piccoli lavori di casa. Quando più persone condividono uno spazio - la casa, ma anche la classe, la palestra o il giardino - è importante che questo spazio venga pulito e tenuto in ordine. Infatti, se ciascuno collabora, si fa prima e l’ambiente diventa più accogliente. Tu dici che ti piace più giocare che sparecchiare la tavola, ma anche i tuoi genitori preferirebbero dedicarsi ai loro passatempi invece di fare la spesa, cucinare, tenere pulito. Prova a pensare come sarebbe la tua casa se nessuno rifacesse i letti, riordinasse, pulisse: che confusione! Dopo qualche giorno sono sicuro che non ne potresti più, nessuno è felice di vivere nel disordine. E poi non troveresti più i tuoi giochi, i tuoi vestiti e di conseguenza perderesti un sacco di tempo per cercare qualsiasi cosa. Tenere in ordine la casa richiede molto tempo. I tuoi genitori lo fanno volentieri perché ti vogliono bene e si preoccupano di te. Fare la tua parte, maschio o femmina che tu sia, è un modo per contraccambiare il loro amore. E se ci pensi, ti verranno in mente tante piccole azioni per collaborare. Ogni volta che apparecchi la tavola o metti in ordine la tua camera dimostri di apprezzare quello che fanno per te. E poi in questo modo regali loro un po’ di tempo libero che potrete passare insieme. Insomma, inizia a vivere i piccoli lavori di casa di ogni giorno come gesti d’amore, così ti peseranno di meno. Geronimo Stilton, Focus Jr, n. 38

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Scrivi F se si tratta di un fatto, O se si tratta di un’opinione. Tenere pulita la casa richiede tanto lavoro. Nessuno è felice di vivere nel disordine. Un ambiente pulito è più accogliente. Se ciascuno collabora si fa prima. I genitori preferirebbero dedicarsi ad altri passatempi. Puoi fare tante piccole azioni utili.

Leggo per ANALIZZARE I connettivi Sottolinea tutti i connettivi che trovi nel testo con i colori corrispondenti: avversativi • logico-causali • conclusivi Completa le frasi con perché o perciò. Tenere pulita la casa richiede tanto lavoro .................................... è giusto che tutti collaborino. I tuoi genitori lo fanno volentieri

Rifletto

.................................... ti vogliono bene.

Sei d’accordo con l’opinione dell’autore? Spiega a voce il tuo punto di vista e racconta la tua esperienza.

205


Il testo ARGOMENTATIVO

La conclusione

Il razzismo spiegato a mia figlia

Leggo per DIVERTIRMI

Fingi di essere l’intervistatrice: assumi un tono da giornalista. Chi legge con te dovrà risponderti con il tono serio dell’intervistato.

– Dimmi, babbo, cos’è il razzismo? – Tra le cose che ci sono al mondo il razzismo è la meglio distribuita. È un comportamento piuttosto diffuso, comune a tutte le società tanto da diventare, ahimé, banale. Esso consiste nel manifestare diffidenza e poi disprezzo per le persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre. – Allora anch’io potrei essere razzista? – Intanto la natura spontanea dei bambini non è razzista. Un bambino non nasce razzista. E se i suoi genitori e i suoi famigliari non gli hanno messo in testa delle idee razziste non c’è ragione perché lo diventi. Se per esempio ti facessero credere che quelli con la pelle bianca sono superiori a quelli che ce l’hanno nera, e se tu prendessi per oro colato quell’affermazione, potresti assumere un atteggiamento razzista nei confronto dei neri. – Cosa vuol dire essere superiore? – Per esempio credere che uno, per il fatto che ha la pelle bianca, è più intelligente di qualcuno che ha la pelle di un altro colore. In altre parole l’aspetto fisico del corpo umano, che ci differenzia l’uno dall’altro, non implica alcuna diseguaglianza. Il razzista è invece colui che si sente minacciato nella sua tranquillità da tutto ciò che è differente da lui. – È dunque razzista chi si sente minacciato? – Sì perché ha paura di chi non gli rassomiglia. Il razzista è qualcuno che soffre di un complesso di inferiorità o di superiorità. Il risultato è lo stesso perché il suo comportamento, in un caso o nell’altro, sarà di disprezzo e dal disprezzo nasce la collera. Ma il razzista sbaglia collera. In conclusione la lotta contro il razzismo deve essere quotidiana. Se uno lascia correre e lascia dire, permette al razzismo di svilupparsi. Sappi che ci sono leggi che puniscono l’incitamento all’odio razziale. A scuola, guarda bene i tuoi compagni: noterai che sono tutti diversi tra loro e questa è una bella cosa. Il miscuglio è un arricchimento reciproco. È una buona occasione per l’umanità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita, si dà testimonianza di rispetto per se stessi, trattando gli altri con la dignità che ogni essere umano merita. T. B. Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, Bompiani

206


La conclusione

Il testo ARGOMENTATIVO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Spiega il significato dell’espressione “incitare all’odio”. ............................................................................................................................ Quali altre parole avrebbe potuto usare l’autore al posto di “in conclusione”? Cancella l’intruso. quindi perché dunque pertanto perciò

Capisco il testo Rispondi alle domande. Qual è il tema del testo? .................................................................. Quale modalità usa l’autore per sviluppare il tema? ........................................................................................................................... L’autore risponde sostenendo quattro argomentazioni: scrivile sintetizzandole con una frase. 1. .....................................................

3. .....................................................

2. .....................................................

4. .....................................................

Rifletto Nella tua classe ci sono bambini che provengono da altri Paesi? Bene, allora ti sarà facile spiegare con altre parole la frase “Il miscuglio è un arricchimento reciproco”, facendo anche riferimento alla tua esperienza personale. ........................................................................................................................... ...........................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE La conclusione Indica con una x l’informazione importante che trovi nella conclusione. Tutti i bambini di una classe sono diversi fra loro. La lotta al razzismo deve essere quotidiana. Ci sono leggi che puniscono l’incitamento all’odio razziale. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita.

207


VERIFICA le tue competenze

Bulli e cyberbulli

5

10

15

20

25

30

35

A tutti i ragazzi capita di litigare. Questo vuol dire che sono bulli? Il bullo è un prepotente e basta? Non proprio. O meglio non solo. Il bullismo è qualcosa di molto diverso. Il bullismo coinvolge sempre diverse persone: c’è un bullo, una vittima e dei complici o fiancheggiatori del bullo. Il bullo è “contento” di essere un bullo e le sue prepotenze si ripetono nel tempo. La cosa giusta da fare è parlarne con qualcuno: un genitore, un insegnante, oppure un amico. Il bullo, la vittima e i complici devono passare del tempo insieme, nello stesso posto. Spesso questo posto è reale, come il cortile della scuola. A volte, invece, si tratta di un luogo virtuale, che non esiste. Questo luogo è la rete. Ogni volta che il bullo usa la tecnologia e le prepotenze vengono fatte su un social network, tramite un messaggio dello smartphone o con un video su YouTube, allora parliamo di “cyberbullismo”. A prima vista il cyberbullismo può sembrare meno grave del bullismo “vecchio stile”. Ma non è così. In rete abbiamo l’impressione di essere al sicuro dietro uno schermo, dove nessuno può farci male davvero. Ma le ferite non sono solo quelle che si vedono. I bulli possono colpirci anche usando una tastiera. Se chiedi a un cyberbullo perché ha fatto una cosa tanto brutta, la risposta sarà probabilmente che si trattava “solo di uno scherzo”. Ma è davvero così? Per niente. Bisogna distinguere fra scherzi e bullismo. La prima regola è affidarsi al famoso proverbio: lo scherzo è bello quando dura poco. Anche tu avrai preso in giro qualcuno e sarai stato preso in giro da altri. Ma perché sia uno scherzo deve durare poco tempo e poi finire. Se invece lo stesso scherzo ritorna per giorni, settimane, mesi o anni, può ferire in maniera molto grave. Ecco quindi la seconda regola per distinguere fra scherzi e bullismo: lo scherzo ride con la vittima, il bullismo ride della vittima. Se fai una foto stupida a un amico, lui ne fa una a te e poi ve le scambiate e ci ridete sopra, state scherzando e vi divertite. Ma se quella stessa foto viene spedita a settecento persone e tutte iniziano a prendere in giro l’uno o l’altro, non è più divertente. A questo punto è possibile che ti sia sorto un dubbio: ma non è che una volta, senza volere, proprio tu, sei diventato un cyberbullo o uno dei suoi complici? Diventare complici del bullo non è difficile: basta ridere alle sue battute, applaudire alle sue prepotenze o semplicemente limitarsi a guardare senza dire nulla. Per non diventare complici serve coraggio. A volte c’è bisogno di uscire dal gruppo, magari mettersi contro gli altri “amici”. Si può avere paura di essere presi in giro o di rimanere soli. Ma il coraggio è quello che rende le persone grandi. T. Benedetti, D. Morosinotto, Cyberbulli al tappeto, Editoriale Scienza

208

Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere tre volte il testo.


Il testo Il testo ARGOMENTATIVO DESCRITTIVO

Leggo per CAPIRE

Comprendo le parole Indica con una x le definizioni giuste. Il fiancheggiatore (riga 5) è colui che: Un luogo virtuale (riga 10): sta di fianco. non esiste nella realtà. sostiene qualcuno. esiste nella realtà. spinge qualcuno. esiste ma non si vede.

Affidarsi (riga 20) significa: ferirsi. fidarsi. dare retta.

Capisco il racconto Rispondi con una x. Chi è un cyberbullo? Un prepotente e basta Un ragazzo litigioso

Un bullo che offende usando la rete Un bullo che agisce da solo

Che cosa significa “Il cyberbullismo può sembrare meno grave del bullismo vecchio stile” (riga 13)? Il cyberbullismo è meno grave se sei dietro uno schermo. Il cyberbullismo è meno grave del bullismo fatto nel cortile. Il cyberbullismo è più grave del bullismo fatto nel cortile. Il cyberbullismo è grave come il bullismo fatto nel cortile.

Rifletto Scrivi le due regole che permettono di distinguere fra scherzi e bullismo. 1. ............................................................................................................................................................................................. 2. .............................................................................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Colora la barra accanto al testo come indicato.

tema • tesi • argomentazioni tesi • antitesi • argomentazioni antitesi • conclusione Con quali argomentazioni gli autori sostengono la loro tesi? Cancella quelle non esatte. - Nel cortile della scuola avvengono più episodi di bullismo che in rete. - Il cyberbullismo è grave quanto il bullismo classico. - Il bullismo coinvolge sempre diverse persone. Città delle COMPETENZE - Non è bullismo se si ride con la vittima dello scherzo. Autovalutati: verifica con l’insegnante e - Diventare complice del bullo non è difficile. i compagni le tue risposte e correggi se - Chi non denuncia diventa complice. necessario. - Chi ha paura non deve denunciare. Complimenti! Hai costruito nuove Qual è la loro conclusione? ............................................................ competenze e puoi colorare l’edificio del TESTO ARGOMENTATIVO. ................................................................................................................. vai a pag. 211

209


Il racconto BIOGRAFICO Il racconto UMORISTICO

Il DIARIO

La città delle Il racconto GIALLO

Il racconto di FANTASCIENZA

Il racconto STORICO

Perché legalità?

sto VO e t Il ATI RR A N

210

Sognare è un diritto?


COMPETENZE

Il testo POETICO

Il testo INFORMATIVO

La DESCRIZIONE

Il testo ARGOMENTATIVO

Servono le regole?

211


Autunno in rima

Foglie gialle Ma dove ve ne andate, povere foglie gialle come farfalle spensierate? Venite da lontano o da vicino da un bosco o da un giardino? E non sentite la malinconia del vento stesso che vi porta via?

Quale sentimento prova il poeta nei confronti dell’autunno? Indica con una x. Gioia Malinconia Sgomento

Compassione Tristezza indifferenza

Trilussa

Mattino d’autunno Che dolcezza infantile nella mattinata tranquilla! C’è il sole tra le foglie gialle e i ragni tendono fra i rami le loro strade di seta. F. G. Lorca

212

Quale sentimento prova il poeta nei confronti dell’autunno? Indica con una x. Serenità Malinconia Tranquillità

Dolcezza Tristezza Indifferenza


Si canta Clil

Singing in the rain I’m singing in the rain Just singing in the rain. What a glorious feeling I’m happy again I’m laughing at clouds So dark up above. The sun’s in my heart And I’m ready for love. Let the stormy clouds chase Everyone from the place. Come on with the rain I’ve a smile on my face. I walk down the lane With a happy refrain. And singing Singing in the rain. Arthur Freed e Nacio Herb Brown

Leggi il testo della canzone in inglese finché non la saprai bene. Poi cantatela tutti insieme e ideate una piccola coreografia: aiutati con la traduzione del testo per definire i movimenti da fare.

Cantando sotto la pioggia Sto cantando sotto la pioggia, canto proprio sotto la pioggia. Che meravigliosa sensazione sono nuovamente felice sto ridendo alle nuvole così scure lassù. Il sole è nel mio cuore e sono pronto per l’amore. Lascia che le nubi tempestose caccino tutti, da qui. Avanti con la pioggia ho un sorriso sul volto. Cammino per la via cantando un felice ritornello. Sto cantando, cantando sotto la pioggia.

Listen, read and sing

213


Informati! Quando inizia l’autunno? 20 marzo EQUINOZIO DI PRIMAVERA

2018

21 giugno SOLSTIZIO D’ESTATE

21 dicembre SOLSTIZIO D’INVERNO

23 settembre EQUINOZIO D’AUTUNNO

Il 21 settembre è il primo giorno d’autunno, vero? E invece no! Le stagioni non cambiano sempre lo stesso giorno! Quest’anno, il 2018, l’autunno inizia astronomicamente il 23 settembre, ed esattamente alle ore 01: 54, nel momento, cioè, in cui si verifica l’equinozio d’autunno. Che cos’è l’equinozio? E suo “fratello” solstizio? Conoscete la differenza tra questi due momenti astronomici? I solstizi e gli equinozi scandiscono il cambiare delle stagioni, infatti distano tra loro circa 3 mesi. I due solstizi, solstizio d’estate e solstizio d’inverno, indicano il giorno in cui l’emisfero nord e quello sud della Terra ricevono rispettivamente il massimo e il minimo numero di ore di luce solare dell’anno. Gli equinozi, invece, che segnano l’inizio di primavera e autunno, sono i momenti dell’anno che indicano che la durata del dì e della notte sono uguali, e in tutti i punti del pianeta vi sono 12 ore di luce e 12 di buio. La parola deriva dal latino equi-noctis, ossia notte uguale (al giorno). In questi giorni così particolari, il Sole sorgerà quasi perfettamente a est e tramonterà quasi perfettamente a ovest.

Com’è possibile determinare in modo preciso, addirittura al minuto, l’equinozio? Per conoscere con precisione il momento dell’equinozio è necessario calcolare il momento in cui il Sole si viene a trovare allo zenit, cioè esattamente perpendicolare all’equatore terrestre: in quel preciso istante avviene il cambio di stagione astronomico. www.focusjr.it

Conoscevi già queste informazioni? A quele disciplina fanno riferimento?

214


Scrivendo

Benvenuto autunno Qual è il tuo benvenuto per l’autunno? Scrivi una frase significativa che raccolga in breve le emozioni che porta con sé questa stagione. ...............................................................................................................................................................................................

Crea il tuo poster 1 Con l’aiuto di un adulto, cerca al computer un’immagine dell’autunno che ti piaccia. 2 S alvala sul desktop del tuo pc. Segui il percorso: tasto destro salva immagine con nome

desktop

nomina il file

3 C licca sulla foto con il tasto destro. Segui il percorso: apri con Paint testo: A modifica colore dimensioni e tipo di carattere

salva

Ora non ti resta che stampare il tuo poster “personalizzato”!

215


Tocca colore! Il bastone della pioggia In autunno le pioggie piano piano si intensificano. E quello che ci piace di più di questo fenomeno meteorologico è il suono, la pioggia che scroscia è forse uno dei suoni più rilassanti in assoluto. Per riprodurre quel suono, così piacevole, si può usare un bastone della pioggia, che altro non è che uno strumento musicale appartenente alla categoria degli idiofoni a scuotimento e di origine cilena. La sua nascita si perde nei meandri del tempo, addirittura si pensa che questo bastone fu usato da Dio per far cadere sulla Terra il diluvio universale. Usato dalle tribù per le cerimonie religiose propiziatorie per il raccolto o per la pioggia, le popolazioni centroamericane lo utilizzavano anche per curare le malattie del sistema nervoso, perché il suono rilassante che produce questo strumento sembrava potesse avere poteri magici.

Procurati i seguenti materiali facilmente recuperabili tra gli oggetti che si utilizzano in casa. • chiodi • matita • gomitolo di lana • pennello e colori acrilici • 2 rotoli della carta da cucina • scotch di carta • colla vinilica e pennello • forbici • riso, legumi di diverse misure, gusci di frutta secca, pezzettini di plastica tagliati da una bottiglia

1 C on l’aiuto di un adulto, applica i chiodi a 2 cm di distanza ognuno seguendo la linea che gira intorno al cartone dei tubi.

216

2 A ppoggia il tubo per due volte su un cartoncino e con una matita tracciane il contorno. Ritaglia i due cerchi ottenuti e fissa il primo tappo a un’estremità con lo scotch di carta. Video


3 S empre con lo scotch di carta unisci i due tubi.

5 Fascia tutto il tubo con lo scotch di carta.

4 U sa l’estremità ancora aperta per inserire dentro il tubo: il riso, la plastica, i gusci, i legumi. Poi fissa il secondo tappo.

6 S pennella di colla vinilica il bastone e arrotola il filo di lana tutto intorno, oppure usa i colori acrilici per decorarlo come più ti piace. Adesso puoi far piovere quanto vuoi! Pioggerellina o temporale… dipenderà da come inclini il tuo bastone e dalla velocità e forza che imprimi al movimento.

217


Inverno in rima

La fiorita di neve Dal cielo tutti gli Angeli videro i campi brulli, senza fronde né fiori, e lessero nel cuore dei fanciulli che aman le cose bianche. Scossero le ali stanche di volare ed allora discese lieve lieve la fiorita di neve. U. Saba

Albero secco

Quale sentimento provi leggendo questa poesia? Indica con una x. Gioia Allegria Malinconia Ottimismo Sgomento

Tristezza Paura Indifferenza Speranza Compassione

Un albero secco fuori dalla mia finestra solitario leva nel cielo freddo i suoi rami bruni: il vento sabbioso la neve e il gelo non possono ferirlo. Ogni giorno quell’albero mi dà pensieri di gioia, da quei rami secchi indovino il verde a venire. W. Ya-p’ing

Quale sentimento provi leggendo questa poesia? Indica con una x.

218

Gioia Allegria Malinconia Ottimismo Sgomento

Tristezza Paura Indifferenza Speranza Compassione


Si canta Leggi la canzone più volte prima di cantare insieme alla classe. La melodia è semplice e puoi trovarla facilmente in internet.

Clil Let it snow Oh, the weather outside is frightful, But the fire is so delightful. And since we’ve got no place to go, Let it snow! Let it snow! Let it snow!

Write the sentences under the right pictures.

We’re making a snowman. Let’s go sledding!

We’re skiing.

We’re skating.

Oh, it doesn’t show signs of stopping, And I’ve brought some corn for popping. The lights are turned way down low, Let it snow! Let it snow! Let it snow! When we finally kiss goodnight, How I’ll hate going out in the storm! But, if you really hold me tight, All the way home I’ll be warm!

...........................................................................

The fire is slowly dying, And my dear, we’re still good-by-ing. But, as long as you love me so, Let it snow! Let it snow! Let it snow! Dean Martin

...........................................................................

...........................................................................

...........................................................................

Listen, read and sing

219


Informati! La leggenda del panettone Mentre tutto il personale di cucina era impegnato a servire in tavola le numerose portate del cenone di Natale, a sorvegliare il forno era rimasto solo Toni, il servo più giovane e pasticcione, che aveva appena 12 anni. – Bada alle focacce che stanno cuocendo – gli aveva raccomandato Ambrogione. Ma Toni, un po’ per la stanchezza, un po’ per il piacevole calore che il forno emanava, si appisolò. Dormì soltanto pochi minuti, ma quando si svegliò, dal forno usciva già una densa nube di fumo. – Povero me, che disastro – si disperò Toni, strappandosi i capelli dalla testa. Che fare adesso? Come rimediare? Per fortuna sul bancone di legno era rimasta un po’ di pasta di pane. Senza perdere un istante, Toni afferrò la pasta, la lavorò, vi mescolò uova e burro. Poi I’addolcì con il miele, vi unì i canditi, l’ uva passa e la frutta secca. Infine mise tutto nel forno. – Dove sono le focacce? – risuonò a un tratto la voce di Ambrogione, – Sono tutte bruciate – rispose Toni – ma potremmo servire questo dolce che ho appena preparato. Ambrogione fece buon viso a cattivo gioco e portò il dolce improvvisato da Toni sulla tavola dei signori di Milano, che lo apprezzarono molto. Da allora il “pan di Toni”, o meglio il panettone, non mancò mai nel loro cenone natalizio. Il panettone si è conquistato un posto nel cuore di tutti i golosoni del mondo. Si dice che diventa particolarmente buono se lo si gusta in compagnia. Focus Junior, Febbraio 2017

Completa le frasi scrivendo la causa o la conseguenza.

A sorvegliare il forno era rimasto solo Toni perché......................................................................................................... Toni si addormentò perciò ......................................................................................................................................................... Toni improvvisò un dolce perché ........................................................................................................................................... Ambrogione fece buon viso a cattivo gioco perché .................................................................................................... Il “pan di Toni” fu apprezzato da tutti perciò ......................................................................................................................

220


Scrivendo Inverno Per quando fa freddissimo e ti senti gelare, non c’è niente più pratico di un bel Letto-Polare. Sotto un metro di neve puoi restarci anche un mese nel bel calduccio morbido come un vero eschimese. È fatto come un bozzolo di pelliccia, e il tepore ti sarà indispensabile se fai l’esploratore. Caldo come una stufa, come un forno rovente, questo letto è utilissimo anche se solamente a casa per il freddo non riesci a riposare, se le dita dei piedi non riesci a riscaldare, se sotto le coperte stai tutto rannicchiato battendo i denti, e senti che il tuo naso è ghiacciato. In questo caso, credimi, non c’è niente da fare, se non comprare subito un bel Letto-Polare.

Il metodo del caviardage è un metodo di scrittura creativa che aiuta a scrivere poesie partendo da testi già scritti.

Con il metodo del caviardage cerca la poesia nascosta nel testo poetico appena letto: cancella alcune parti del testo, lasciando solo le parole che ti colpiscono in modo particolare e ricopiale sui puntini, andando a capo come credi. Così facendo darai vita a una nuova poesia tutta tua!

Il mio inverno Fa freddissimo ............................................................................................................ ti senti gelare ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................ ............................................................................................................

S. Plath, 3 storie per bambini, Mondadori

221


Tocca colore! Pupazzo di neve con calzino 1 P rendi un paio di forbici e taglia all’altezza del tallone la punta del calzino.

2 P rendi la parte di calzino con la punta e riempila prima con sale grosso, poi con ovatta.

3 C hiudi l’estremità con un elastico così da creare un ciuffetto in alto.

Mentre lavori, ascolta da Lo Schiaccianoci di Cajkovskij il brano Fiocchi di neve.

222

4 Con un secondo elastico stringi una parte del calzino imbottito, proprio come se fosse la testa di un pupazzo di neve.

5 Infine utilizza la parte di calzino rimasta come cappello e decora il tuo pupazzo: con degli spilli fai gli occhi e il naso; con dei bottoni e un nastrino decora il busto. Video


Primavera in rima Primavera Che cosa ti colpisce particolarmente in questa poesia? Indica con una x.

Il sole batte, con dita d’oro, alle finestre. Uno squittìo sottile è sui tetti. Nell’orto la fontana ricomincia a cantare. È primavera. La chiesa, in alto, con le croci accese i monti immensi con le cime rosa, le strade bianche con gli sfondi blu. È primavera. È primavera. Il cielo spiega gli arazzi delle nubi al vento. L’albero gemma. Verzica la terra. Nel cortile la pergola è fiorita. Ai balconi: le donne in vesti chiare. È primavera. È primavera. E il mare ha un riso azzurro e un brivido di seta.

La musicalità Le immagini Le parole La dolcezza

Il ritmo Le rime I colori I dati sensoriali

G. Villaroel, Il cuore e l’assurdo, La Prora

Primule Sbocciano al tenue sole di marzo ed al tepor de’ primi venti, folte, a mazzi, più larghe e più ridenti de le viole. Pei campi e su le rive, a piè de’ tronchi, ovunque, aprono a bere aria e luce anelando di piacere, le bocche vive. E son tutti esultanza per esse i colli; ed io le colgo a piene mani, mentre mi cantan per le vene sangue e speranza.

Che cosa ti colpisce particolarmente in questa poesia? Indica con una x. La musicalità Le immagini Le parole La dolcezza

Il ritmo Le rime I colori I dati sensoriali

A. Negri

Audio

223


Si canta Leggi la canzone più volte poi canta insieme alla classe. La melodia è semplice e puoi trovarla facilmente in internet.

Clil

Here comes the sun Here comes the sun, here comes the sun And I say it’s all right. Little darling, it’s been a long cold lonely winter. Little darling, it feels like years since it’s been here. Here comes the sun, here comes the sun And I say it’s all right. Little darling, the smiles returning to the faces. Little darling, it seems like years since it’s been here. Here comes the sun, here comes the sun And I say it’s all right. Sun, sun, sun, here it comes Sun, sun, sun, here it comes Sun, sun, sun, here it comes Sun, sun, sun, here it comes Sun, sun, sun, here it comes Little darling, I feel that ice is slowly melting. Little darling, it seems like years since it’s been clear. Here comes the sun, here comes the sun And I say it’s all right. Here comes the sun, here comes the sun It’s all right, it’s all right. The Beatles

Read and answer. There are four seasons in a year. What are they?............................................................................................................ What’s the weather like in spring?...................................................................................................................................... What’s your favourite season? Why?..................................................................................................................................

224

Listen, read and sing


Scrivendo Continua tu... Quello che stai per leggere è l’incipit del libro La collina dei conigli scritto da Richard Adams. Continua tu il racconto. M raccomando... ricordati che siamo in primavera, perciò tutto ciò che scrivi dovrà essere coerente con questa stagione!

Di primule non ce n’erano più. Dalla parte del bosco - dove questo finiva, l’aperta campagna scendeva in pendio fino ad un vecchio recinto, oltre il quale c’era un fossato rivestito di rovi - si vedevano ancora rare chiazze di giallo ormai sbiadito, fra l’euforbia e le radici delle querce. Di qua da quel recinto, la parte alta del campo era crivellata di buchi: tane di conigli. In alcuni punti l’erba era del tutto scomparsa e dovunque c’eran mucchietti di escrementi secchi, intorno ai quali non cresceva altro che dell’erba cardellina. Un centinaio di metri più sotto, in fondo alla pendice, scorreva il ruscello, non più largo d’un metro, mezzo soffocato da ranuncoli, nasturzi e ciuffi di vischio. Un tratturo, dopo aver attraversato quel corso d’acqua su un rudimentale ponticello, si inerpica su per l’opposto declivio fino a un cancello a cinque sbarre e una siepe di spini. Oltre il cancello comincia un viottolo... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................

Se vuoi sapere come si sviluppa la storia nel libro, non ti resta che fare un salto in biblioteca!

........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................

225


Tocca colore! L’agnello di Pasqua 1 D isegna e ritaglia su un cartoncino bianco due ovali: per il corpo e la testa dell’agnellino.

3 I nizia a incollare le teste dei cotton fioc sull’ovale più grande (il corpo) come nelle immagini.

5 I ncolla la testa al corpo e il corpo alle mollette; lascia asciugare bene per almeno un’ora.

226

Video

2 P rocurati dei cotton fioc: taglia la testa di cotone lasciando mezzo centimetro di bastoncino.

4 Prendi l’ovale di cartoncino più piccolo (testa) e incollaci tre teste di cotone che saranno il vello e due che saranno le orecchie. Poi con i pennarelli disegna il musetto.

Usa l’agnellino come segna posto al pranzo di Pasqua o per consegnare i tuoi biglietti di auguri.


Estate in rima Lucciole Un tuffo nella notte... e le ho sfiorate: candeline accese sulla torta dell’estate. Cosa sono le lucciole? Stelle piccole di prato per farmici giocare... il cielo s’è abbassato. M. Moschini

Estate Com’è bello il campo di frumento a prima notte! Sembra un mantello nero di broccato, trapunto di cento, di mille stelline... A sciami, a frotte le allegre luccioline si mettono in viaggio; ciascuna ha rubato un pallido raggio alla luna. Ed ogni fiammella, sul piano, cerca la spiga più bella di grano. E. Ottaviani

Poesie, metafore, similitudini. Completa. Nella prima poesia le lucciole sono - ........................................................................................................ - ........................................................................................................ Nella seconda sembrano........................................................... Sono ............................................................................................... Immagini deliziose... quale ti ha suscitato più emozione? ..........................................................................................................

227


Si canta Leggi la canzone più volte poi canta insieme alla classe. La melodia è semplice e puoi trovarla facilmente in internet.

Clil

Sunshine reggae Gimme gimme, gimme just a little smile, that’s all I ask of you Gimme gimme, gimme just a little smile, we got a message for you. Sunshine, sunshine reggae, don’t worry, don’t hurry, take it easy! Sunshine, sunshine reggae, let the good vibes get a lot stronger! Gimme gimme, gimme just a little smile, That’s all I ask of you (is that too much?) Gimme gimme, gimme just a little smile, We got a message for you. (Join the) Sunshine, sunshine reggae, let the good vibes get a lot stronger! Sunshine, sunshine reggae, don’t worry, don’t hurry, take it easy! Sunshine, sunshine reggae, let the good vibes get a lot stronger, Get a lot stronger, let the good vibes get a lot stronger! Let the good vibes get a lot stronger,

Bob Marley è stato un cantautore e chitarrista giamaicano. Ha contribuito a diffondere in tutto il mondo il reggae, musica del suo Paese. Tramite le sue canzoni ha diffuso valori pacifisti.

Bob Marley

Match the information regarding the singer of this song. Name 11th May 1981 Date of birth Singer Job Bob Marley Zodiac sign Jamaica Place of birth USA Place of death Aquarius

228

Listen, read and sing


Scrivendo L’estate passata in città La gente per undici mesi l’anno amava la città: i grattacieli, i negozi, i cinema, i centri commerciali, tutti motivi d’indiscutibile attrattiva. L’unico abitante cui non si poteva attribuire questo sentimento con certezza era Marcovaldo. A un certo punto dell’anno cominciava il mese di agosto. Ed ecco, si assisteva a un cambiamento di sentimenti generale: la gente non desiderava altro che andarsene al più presto e, a furia di riempire treni e ingorgare autostrade, al 15 del mese se n’erano andati proprio tutti. Tranne uno. Marcovaldo era l’unico abitante a non lasciare la città. Una mattina uscì a camminare per il centro. S’aprivano larghe e interminabili le vie, vuote di macchine e deserte; nelle facciate delle case le saracinesche erano abbassate e le stecche delle persiane erano chiuse. Per tutto l’anno Marcovaldo aveva sognato di poter usare le strade come strade, cioè camminandoci nel mezzo: ora poteva farlo e poteva anche passare con il semaforo che indicava rosso e attraversare in diagonale e fermarsi nel centro delle piazze. Si sarebbe detto che, appena disertata dagli uomini, la città fosse caduta in balia di abitatori fino a ieri nascosti, che ora prendevano il sopravvento: la passeggiata di Marcovaldo seguiva per poco l’itinerario di una fila di formiche, poi si lasciava sviare dal volo di uno scarabeo smarrito, poi indugiava accompagnando il sinuoso incedere di un lombrico. Così, dimenticando la funzione dei marciapiedi e delle strisce bianche, Marcovaldo percorreva le vie con zig-zag da farfalla. Era l’unico momento, durante tutto l’anno, in cui Marcovaldo si sentiva davvero a suo agio in città e pensava con tristezza a quando tutta la gente sarebbe rientrata dalle vacanze: la folla, la coda delle automobili, il traffico, i rumori, avrebbero sicuramente cambiato l’aspetto della città e Marcovaldo l’avrebbe sentita meno sua. I. Calvino, Marcovaldo, Einaudi

Per quale motivo Marcovaldo ama il mese di agosto? A te piace la città deserta, o preferisci il chiasso delle spiagge, i colori delle macchine, il vociare delle persone? Pensaci bene poi crea una tabella sul quaderno come questa: Dell’estate mi piace

Dell’estate non mi piace

....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... .......................................................................................................

229


L’unione fa la forza

L’unione fa la forza Come utilizzare gli schemi riassuntivi Gli SCHEMI RIASSUNTIVI che troverai nelle pagine seguenti ti aiuteranno a comprendere meglio i diversi argomenti facendo “ordine” nelle sequenze e nell’esposizione orale. Troverai PAROLE CHIAVE: parole importanti che ti consentiranno di parlare in modo preciso di un contenuto; le troverai rosse e scritte in stampato maiuscolo. Leggi gli schemi più volte, poi prova a RISCRIVERLI seguendo le indicazioni e ripeti tante volte. Buon lavoro!

230

Audio


L’unione fa la forza

Il racconto GIALLO COSA

Il racconto giallo narra STORIE ricche di SUSPENSE incentrate su un CASO POLIZIESCO da risolvere.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI REALISTICI descritti in OGNI PARTICOLARE.

QUANDO

CHI

Il tempo è BEN DEFINITO: PASSATO o PRESENTE. Il PROTAGONISTA è un INVESTIGATORE privato o della polizia dotato di intelligenza e “fiuto” per risolvere il caso. Gli altri PERSONAGGI: • l’AIUTANTE • il COLPEVOLE • la VITTIMA

COME

• i SOSPETTATI • i TESTIMONI

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE Il RITMO è incalzante per creare suspense.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto giallo narra ..................................................................................................................................................... I fatti sono ambientati in ................................................................................................................................................. Si svolgono in un tempo ..........................................................: ...................................... o ......................................... Il protagonista è .............................................................., gli altri personaggi sono: .................................... .................................................................................................................................................................................................................. Ciascun racconto è strutturato in: ........................................................................................................................... Il ............................................................ è incalzante per creare ..................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. PDF

Mappa audioletta

231


L’unione fa la forza

Il racconto UMORISTICO COSA

Il racconto umoristico narra STORIE COMICHE o BIZZARRE che intendono FAR RIDERE chi legge.

DOVE

Può essere ambientato in luoghi: • REALI • VEROSIMILI • FANTASTICI

QUANDO

CHI

COME

Le storie possono svolgersi al tempo: • PRESENTE • PASSATO • FUTURO I PERSONAGGI sono INGENUI, PASTICCIONI o PERSONE COMUNI che si trovano in SITUAZIONI BUFFE. La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE Il LINGUAGGIO utilizzato contiene BATTUTE DI SPIRITO, SBAGLI o GIOCHI DI PAROLE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto umoristico narra ........................................................................... o ......................................................... che intendono ....................................................................................................................... Può essere ambientato in luoghi ......................................., ....................................... o .......................................... Le storie possono svolgersi al tempo ...................................., ................................... o .................................... I personaggi sono .........................................................., ................................................................. oppure persone .................................................................. che si trovano in .................................................................................................... Ciascun racconto è strutturato in: .............................................................................................................................. Il linguaggio contiene ............................................................................................................................................................ Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. 232

PDF

Mappa audioletta


L’unione fa la forza

Il DIARIO COSA

Il diario racconta ESPERIENZE, EMOZIONI, STATI D’ANIMO, SEGRETI e TAPPE DI VIAGGI vissuti da colui che scrive il testo. Di solito viene scritto per se stessi.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI REALI, appartenenti alla vita dell’autore.

QUANDO

Le storie possono avvenire nel PRESENTE (per riflessioni o commenti) o nel PASSATO (per la narrazione dei fatti accaduti).

CHI

Il PROTAGONISTA è l’AUTORE STESSO. Gli ALTRI PERSONAGGI sono persone reali con cui è entrato in contatto.

COME

Ciascuna pagina di diario presenta una STRUTTURA particolare: 1. DATA e APERTURA 2. FATTI e RIFLESSIONI 3. SALUTO FINALE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il diario racconta ................................................ , ...................................................., ....................................................... , ...................................................... e ........................................................... Le storie si svolgono in....................................................................................................................................................... Avvengono nel ............................................................................................................................................................................ I personaggi sono...................................................................................................................................................................... e .............................................................................................................................................................................................................. Ciascuna pagina di diario presenta ........................................................................................................................ ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. PDF

Mappa audioletta

233


L’unione fa la forza

La BIOGRAFIA COSA

La biografia è un testo che racconta la VITA DI QUALCUNO. Può essere: • REALISTICA • ROMANZATA

DOVE

I fatti avvengono in LUOGHI REALI, quelli in cui è vissuto il PROTAGONISTA.

QUANDO

Gli avvenimenti si svolgono nel TEMPO PASSATO.

CHI

Il PROTAGONISTA è un PERSONAGGIO FAMOSO o NON FAMOSO del passato o del presente. Gli ALTRI PERSONAGGI sono persone che hanno vissuto con il protagonista.

COME

Chi racconta (l’autore) scrive in TERZA PERSONA e utilizza un LINGUAGGIO ACCURATO.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). La biografia è un testo che racconta ....................................................................................................................... Può essere: ................................................................ o ................................................................ I fatti avvengono nei .................................................... in cui è vissuto il ......................................................... Si svolgono nel.............................................................................................................................................................................. Il .............................................................. è un .................................................................................................................................. del passato o del presente, gli altri ........................................................... sono persone che hanno vissuto con il ............................................................... Chi racconta scrive in .......................................................................................................................................................... Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. 234

PDF

Mappa audioletta


L’unione fa la forza

Il racconto STORICO COSA

Il racconto storico narra VICENDE STORICHE REALI oppure INVENTATE ma sempre fondate su fatti storici.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI STORICI ricostruiti fedelmente alla realtà del tempo.

QUANDO

CHI

COME

Il tempo è BEN DEFINITO e riferito a un’epoca passata.

I PERSONAGGI sono FIGURE DELLA STORIA ESISTITE REALMENTE oppure INVENTATE dall’autore ma VEROSIMILI a uomini e donne delle società antiche.

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE Il LINGUAGGIO utilizza TERMINI SPECIFICI della STORIA.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto storico narra .................................................................................. o ......................................................... Le storie sono ambientate in .............................................................................. ricostruiti fedelmente. Si svolgono sempre al ......................................................................................................................................................... I personaggi sono .................................................................................................................................................................... oppure .................................................................................. ma .................................................................................................. Ciascun racconto è strutturato in: ........................................................................................................................... Il linguaggio utilizza ............................................................................................................................................................ Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. PDF

Mappa audioletta

235


L’unione fa la forza

Il racconto di FANTASCIENZA COSA

Il racconto di fantascienza narra STORIE IMMAGINARIE in cui la FANTASIA si fonde con la SCIENZA.

DOVE

Le vicende possono essere ambientate: • su PIANETI • in luoghi IMMAGINARI nello SPAZIO • in luoghi della TERRA immaginata nel FUTURO

QUANDO

CHI

COME

Le storie, di solito, sono al tempo FUTURO. Possono svolgersi anche al tempo PASSATO quando si narra di viaggi nel tempo. I PERSONAGGI sono: • REALISTICI (persone comuni, scienziati, tecnici) • FANTASTICI (robot, extraterrestri, androidi, cyborg) La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE Il LINGUAGGIO utilizza spesso TERMINI SCIENTIFICI.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto di fantascienza narra .................................................................................. in cui si fondono la ....................................................................... e la ....................................................................... Le vicende possono essere ambientate su .................................................................................., in luoghi ......................................................................... o in luoghi .............................................................. nello ................................ Possono avvenire nel ............................................................................ o ........................................................................... I personaggi sono ................................................................................. o ............................................................................... Ciascun racconto è strutturato in: .............................................................................................................................. Il linguaggio utilizza ............................................................................................................................................................... Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. 236

PDF

Mappa audioletta


L’unione fa la forza

La DESCRIZIONE SOGGETTI

Le descrizioni hanno come soggetti: • PERSONE • ANIMALI • LUOGHI INTERNI o ESTERNI

MODO

Ogni soggetto può essere descritto: • in modo SOGGETTIVO • in modo OGGETTIVO • da una POSIZIONE FISSA o MOBILE

DATI

ORDINE

Nella descrizione si usano: • DATI SENSORIALI (visivi, uditivi, olfattivi, gustativi e tattili) • DATI DINAMICI • DATI STATICI

La descrizione può seguire un ordine: • LOGICO • SPAZIALE, con l’uso degli INDICATORI SPAZIALI • TEMPORALE, con l’uso degli INDICATORI TEMPORALI

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Le descrizioni hanno come soggetti: ....................................................................................................................... ....................................................................................................................................... Ogni soggetto può essere descritto in modo ................................................ , ................................................. o da una posizione ................................................................... o ........................................................................................ Per descrivere si usano dati ........................................... , ............................................ e .......................................... La descrizione può seguire un ordine ............................................................... , .................................................. usando gli ................................................................ spaziali, o un ordine ................................................................. usando gli ...............................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. PDF

Mappa audioletta

237


L’unione fa la forza

La POESIA COSA

La poesia è un TESTO SPECIALE, che comunica EMOZIONI e MESSAGGI del POETA.

RIMA

La POESIA è scritta in VERSI raggruppati o meno in STROFE (= insieme di versi).

COME

I VERSI possono essere LIBERI o in RIMA. La RIMA può essere: • BACIATA (AABB) • ALTERNATA (ABAB) • INCROCIATA (ABBA)

LINGUAGGIO

Nella poesia il linguaggio è usato spesso in modo speciale attraverso le FIGURE RETORICHE che creano immagini, come la: • SIMILITUDINE • METAFORA • PERSONIFICAZIONE Altre FIGURE RETORICHE creano effetti sonori e sono: • ANAFORA • ONOMATOPEA • ALLITTERAZIONE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). La poesia è un ....................................................................... che comunica .................................................................. e ..................................................................... del ............................................................................... È scritta in ...................................................... che possono essere .......................................................................... o meno in .............................................................. . I versi possono essere ........................................................ o in rima baciata, ..................................................... o .................................................................... Nella poesia si utilizzano le ................................................................................................................ che sono: ..................................................................... , ..................................................................... , .................................................................. , ..................................................................... , ..................................................................... e .............................................................. Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. 238

PDF

Mappa audioletta


L’unione fa la forza

La CRONACA GIORNALISTICA COSA

STRUTTURA

La cronaca giornalistica è l’ARTICOLO DI GIORNALE che racconta i FATTI che accadono, ritenuti importanti per tutti i lettori.

Il fatto di cronaca è narrato seguendo la REGOLA DELLE 5W + H, cioè il GIORNALISTA (colui che scrive) risponde a sei domande: • WHAT? = CHE COSA? → spiega che cosa è accaduto • WHO? = CHI? → indica le persone che hanno partecipato al fatto • WHERE? = DOVE? → indica in quale luogo è avvenuto • WHEN? = QUANDO? → indica in quale momento è avvenuto • WHY? = PERCHÉ? → spiega le cause del fatto Il TITOLO indica il contenuto dell’articolo.

LINGUAGGIO

La cronaca è scritta in TERZA PERSONA. Il linguaggio è CHIARO e SINTETICO e a volte usa i TERMINI SPECIFICI dell’argomento trattato.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). La cronaca giornalistica è .................................................................................................................... che racconta .......................................... che ........................................................................................, importanti per tutti i lettori. Il giornalista narra il fatto accaduto rispondendo a sei domande: What (= cosa?), W........................................... (= .........................................), W............................ (= .............................), W.............................................. (= ..............................................), W.............................................. (= ..............................................). Il ......................................................... indica il contenuto dell’articolo. La cronaca è scritta in ..................................................................................................... Il linguaggio è chiaro, ................................................. e usa ............................................................................................. dell’argomento trattato. Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. PDF

Mappa audioletta

239


L’unione fa la forza

Il testo ARGOMENTATIVO COSA

Il testo argomentativo esprime un’OPINIONE su un tema e l’“argomenta”, cioè DIMOSTRA che si tratta di un’idea giusta con RAGIONAMENTI, ESAMI, PROVE (= argomentazioni).

STRUTTURA

Il testo argomentativo è formato da: 1. TEMA = argomento 2. TESI = ciò che l’autore pensa 3. ARGOMENTAZIONI A FAVORE DELLA TESI 4. ANTITESI = opinione diversa da quella dell’autore 5. ARGOMENTAZIONI A FAVORE DELL’ANTITESI 6. CONCLUSIONE = conferma della validità della tesi

LINGUAGGIO

Il linguaggio utilizza RIFLESSIONI, CONNETTIVI ma anche ESPRESSIONI PARTICOLARI.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il testo argomentativo esprime .................................................................. su un tema e dimostra che è giusta con ........................................................................................................................................................................................... La struttura del testo è formata da: ........................................................, .................................................................., ..................................................................................................................................................., ......................................................................, ..................................................................................................................................................., ....................................................................... Il linguaggio utilizza .........................................................................................., ....................................................................... ma anche ............................................................................................ Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. 240

PDF

Mappa audioletta


È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiato per i DSA) trasformandolo in MAIUSCOLO. Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.

Una notte al museo

Larry si recò al Il primo giorno di lavoro, in Museo di Storia Naturale aver trovato un uniforme. Era contento di io lavoro, ma l’uniforme propr della giacca non la sopportava. La stoffa geva. pungeva e la cravatta strin fronte a di io propr va Il Museo si trova edificio Central Park West. Era un Entrò. Era così simo. antico imponente e bellis silenzioso la sera, che passi nel suoi riusciva a sentire l’eco dei a salone vuoto. Si trovò faccia scheletro di un faccia con il gigantesco Tyrannosaurus Rex.

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi. Inoltre per l’insegnante la guida al testo; percorsi multidisciplinari per la LIM, esercizi interattivi, approfondimenti, schede in PDF

Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).

È «aperto» perché personalizzabile e integrabile con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • l a possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe. Sviluppa le competenze digitali con questi strumenti:

Consulenza didattica: Tiziana Bartolucci, Maria Luisa Gagliardini, Paola Papalini Coordinamento e redazione: Emilia Agostini Grafica e impaginazione: Mauro Aquilanti, Marco Mancini Illustrazioni e colore: Chiara Bordoni, Francesca Galmozzi, Elena Mellano Copertina: Mauro Aquilanti Illustrazione di copertina: Elena Mellano Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, Alamy, iStock, Getty Images Coordinamento M.I.O. Book: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze.

Per esigenze didattiche alcuni testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore.

© 2018 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it

SISTEMA DI GESTIONE CERTIFICATO

Ristampa: 5 4 3 2 1 0

2023 2022 2021 2020 2019 2018


IS gg Fla BN i e vi 97 va a Fr 8- i an 88 5 c -4 - L o 72 et -3 tu 02 r 3- e 1

E INOLTRE...

Classe 4

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o ­altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE ­GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

Le

a

• Antologia di letture • Sezioni tematiche di Cittadinanza e Costituzione

• Laboratorio di comprensione • Prove modello INVALSI • Scrivere, revisionare, riassumere, autovalutarsi • Percorsi di Arte e Musica

• Grammatica • Schede operative • Mappe • Autovalutazione • Prove modello INVALSI

Per i primi giorni di scuola, per ricominciare gradualmente a parlare, ascoltare, scrivere e riflettere sulla lingua. Con autovalutazione e mappe.

Classe 5

a

• Antologia di letture • Sezioni tematiche di Cittadinanza e Costituzione

• Laboratorio di comprensione • Prove modello INVALSI • Scrivere, revisionare, riassumere, autovalutarsi • Percorsi di Arte e Musica

PER L’INSEGNANTE E LA CLAS

• Grammatica • Schede operative • Mappe • Autovalutazione • Prove modello INVALSI

Un’accurata selezione di brani di attualità, tratti dalle collane di narrativa del Gruppo Raffaello per stimolare il piacere di leggere e approfondire temi di sicuro interesse.

SE

• Guida al testo con guida alle competenze, programmazione, suggerimenti per coding, STEAM e classe capovolta, schede operative, verifiche a livelli • Poster sulle tipologie testuali • Poster attivo di grammatica

il M.I.O. BOOK docente il M.I.O. BOOK studente CD audio in formato MP3

A richiesta i volumi con i percorsi semplificati, di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audio scaricabile on-line.

• Puoi usufruire dei testi su DVD senza connessione internet • La registrazione è facoltativa • Dal portale www.raffaellodigitale.it puoi accedere ai testi

on-line e archiviarli su penna USB

Codice per l’adozione Leggi e vai - Pack 5 ISBN 978-88-472-2974-7

www.raffaellodigitale.it www.raffaelloscuola.it

Prezzo ministeriale


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.