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4 Quante idee in testa!
6 Com’è la scuola?
7 Inizia la terza!
8 Il maestro-scolaro
9 Mi chiamo CarloRoberto
10 Occorrente per la scuola
11 Star bene a scuola
12 TERRA A CMI A Un’aula Green
14 Alberi d’autunno
15 Filastrocca della nebbia
56 TESTI A CONFRONTO Uno splendido dono L’orto impazzito
58 PAROLE che VIAGGIANO Parole ovunque
59 LA FIABA
60 ANALIZZARE è FACILE!
61 Raperonzolo
62 I tre cani fatati
63 La padellina magica
64 Principessa prepotente
65 La principessa sul pisello
66 Il giovane re triste
16 C’era una volta... ...è la festa dei nonni
17 Un’antica tradizione ...è Halloween!!!
LABORATORIO CREO
18 I colori caldi dell’autunno Arte e immagine
20 Alla scoperta del bosco
21 Un cespuglio in testa!
23 IL RACCONTO REALISTICO
24 ANALIZZARE è FACILE!
25 Una lezione importante
26 La casa di Marley
28 Chiusi dentro!
30 La zia Doreen
31 Il mantello
32 Il carillon dell’orologio
33 Un misurino di sciroppo
34 Leggere è bello!
36 Gatta Marta è scomparsa
38 Rollo viene con me
40 Non sono piccola!
41 Martina
42 HO IMPARATO Una bambina di nome Lumaca
44 PAROLE che VIAGGIANO Mare, mare...
45 IL RACCONTO FANTASTICO
46 ANALIZZARE è FACILE!
47 Niente barzellette!
48 Aurora e i mostri
49 Sangue fresco
50 Stregato dalla luna
52 La fata Rubina
53 Un cobra socievole
54 HO IMPARATO La casa di Settimio
68 HO IMPARATO Il principe e l’orco selvatico
70 CODING Gira la storia
71 LA FAVOLA
72 ANALIZZARE è FACILE!
73 Il cervo
74 La cicala e la formica
75 Il compleanno della volpe
76 Non serve correre
77 La cornacchia vanitosa
78 Il lupo e il pastore
79 La zanzara spavalda
80 HO IMPARATO La colomba e la formica
82 TESTI A CONFRONTO Forte e... prepotente Il principe e l’arpa magica
84 Nevica
85 Tempo di neve e brina
86 Luci di Natale è Natale!!!
LABORATORIO CREO
87 Tempo di frittelle è Carnevale!!!
88 Le linee del paesaggio Arte e immagine
90 Il Sudoku
91 LA LEGGENDA
92 ANALIZZARE è FACILE!
93 La gazza ladra
94 La rosa rossa
95 Il giaguaro
96 Il lago di Carezza
97 Il ragno e la lucciola
98 HO IMPARATO Il sale nel mare
100 PAROLE che VIAGGIANO Con un pizzico di sale!
101 IL MITO
102 ANALIZZARE è FACILE!
103 L’arcobaleno
104 La terra
105 Il dio Apollo
106 Il Sole e la Luna
107 Un eroe di nome Ercole
108 HO IMPARATO Nuwa e la creazione
110 TESTI A CONFRONTO La serpentessa Il vaso di Pandora
112 Le emozioni
113 Torna il sereno
114 Dov’è la bestia terribile?
116 I grandi come i bambini
117 Rabbia Birabbia
118 TERRA A CMI A Che tesoro, la natura!
120 Il corpo e le emozioni
122 ANALIZZARE è FACILE!
123 Un paese carino
124 La casetta in collina
126 Alla baita
127 Un edificio spaventoso
128 Che concerto!
129 A casa di nonna Qin
130 Un cane randagio
131 Un gatto bellissimo
132 Akela
133 Il draghetto
134 Mi presento
135 La signorina Mùndula - Il maestro
136 La principessa pirata
137 Orcocane e Orcamiseria
138 HO IMPARATO La libreria antiquaria
140 PAROLE che VIAGGIANO Dalla melagrana...
142 ANALIZZARE è FACILE!
143 La pazienza
144 Pastasciutta - A chi tocca?
145 A pesca - Il pensiero si fa panna
146 L’acquazzone - Nebbia
147 Addio tempesta
148 Le due streghe
149 Raggi di sole - Tramonto
150 La tela
151 La pioggia
152 Parole matte
153 Il coraggio
154 HO IMPARATO Tuttifrutti
156 TESTI A CONFRONTO Pippi cerca-cose La cerca-cose
158 I doni della primavera
159 Rinascita nel bosco
160 Tutti all’opera è Pasqua!!!
161 Festa di pace è Pasqua!!! LABORATORIO CREO
162 Più vicino... più lontano Arte e immagine
164 Un vaso di margherite
166 ANALIZZARE è FACILE!
167 I dinosauri
168 Il sale del mare
169 Gli elefanti africani
170 A che cosa servono i denti
172 Il Sole
173 La plastica
174 HO IMPARATO Il cielo stellato
176 PAROLE che VIAGGIANO Tra le nuvole
178 ANALIZZARE è FACILE!
179 Un acquario senza acqua
180 Mattonella di cioccolato
181 Il gioco dell’elastico
182 Le regole del ciclista
183 HO IMPARATO Graffiti rupestri
184 Filastrocca delle stelle
185 Arte e immagine
186 Un pesce fuor d’acqua
LABORATORIO ASCOLTO
187 La nuova maestra
188 La pecora verde
189 Il fagiolo magico
190 La volpe e il corvo
191 Gli aculei del riccio
192 Nasce una mela
193 SCRITTORI A CMI I
Il giornalino di Gian Burrasca
La scuola è come un albero
è chioma ed è radice
la scuola è come un nonno
è chi ascolta e chi dice
la scuola è come un mare
è onda ed è brezza
la scuola è come il cuore
è domanda e certezza
la scuola è come il cielo
è vento ed è quiete...
la scuola è come il mondo
la scuola è come me.
G. Clima, Senti senti che scuola!, Mondadori
Completa.
Per me la scuola è come
Primo giorno di scuola. A dire il vero, è la terza volta che è il suo primo giorno di scuola. Insomma, Timmi fa la terza elementare. Si ricorda come fosse ieri del suo vero primo giorno di scuola, in prima elementare. Voleva tanto andare nella A, come la sua amica Anna, ma la misero nella B.
Per fortuna il primo giorno di scuola la terza volta è più facile del primo giorno di scuola la seconda volta, e molto molto più facile del primo giorno di scuola la prima volta. Comunque è pur sempre un primo giorno di scuola, e per i timidi è un bel problema. Ma lei è timida? Sì, Timmi è timida. È così timida che quando le chiedi il nome arrossisce e risponde a voce bassissima. Per questo la chiamiamo Timmi. Con la mamma è passata sotto il portone di Linda, la sua migliore amica. Timmi è entrata in classe con Linda. Ha raggiunto il banco dell’anno scorso, si è seduta, poi si è guardata attorno e ha sorriso ai compagni. Ci sono tutti: sono i suoi amici.
V. Lamarque, La timida Timmi, Piemme Junior
Anche per te il primo giorno di scuola rappresenta un problema? Che cosa ti preoccupa? Che cosa ti piace, invece?
C’era una volta (si fa per dire) un gruppo di bambini e bambine che erano venuti al mondo nello stesso paese, chi un po’ prima chi un po’ dopo, mentre la Terra stava compiendo lo stesso giro intorno al Sole. Per questo motivo li misero nella stessa classe e li affidarono a un maestro che li faceva parlare e li ascoltava attentamente.
Un giorno il maestro disse: – Io da voi imparo tante cose. Ma loro pensavano che fosse uno scherzo perché la gente crede che i maestri a scuola ci stiano per insegnare, non per imparare. Allora fecero un patto: chi sapeva o capiva subito una cosa diventava maestro e la insegnava a chi non aveva ancora capito. In questo modo scoprivano che nessuno sapeva fare bene tutto e che tutti potevano essere maestri degli altri. Anche il maestro diventò scolaro dei suoi scolari. E come stava attento, specialmente quando loro gli spiegavano come credevano che fosse il mondo!
M. Lodi, La mongolfiera, Edizioni La Meridiana
COMPRENDO IO
Completa inserendo al posto giusto le seguenti parole: scolaro • patto • nessuno • bambini • ascoltava • maestro • insegnava
Un maestro faceva parlare e .................................. attentamente tutti i ...................................
Un giorno fecero un ..................................: chi sapeva una cosa diventava .................................. e la ........................................ agli altri. I bambini scoprirono così che ..................................... sapeva fare bene tutto e anche il maestro diventò ...................................... dei suoi scolari.
Mi chiamo CarloRoberto. Mi porto in giro due nomi da quando sono nato. A scuola frequento la terza classe
La mia materia preferita è Arte: sono uno specialista nel disegnare gli animali e i paesaggi lunari. La mia maestra Roberta dice che non ha mai avuto un alunno così appassionato di astronomia come me. Effettivamente a me le stelle, pianeti e galassie piacciono un mondo. Il mio sogno, da grande, è fare l’astronauta e raggiungere la Luna e poi Marte. Ma mio papà dice che, siccome in matematica sono proprio una frana, non potrò mai diventare un astronauta. Per andare sulla Luna bisogna studiare ingegneria aeronautica e non sbagliare nemmeno un’operazione. Io, invece, non ne azzecco una: il quaderno di matematica è una fioritura di croci rosse.
Avete capito. A scuola non sono propriamente ciò che chiamano “genio”.
A. Pellai. Non mi vedi, papà?, Erickson
DENTRO DI ME
Confrontati con il protagonista del testo e rispondi sul quaderno.
1. Qual è la materia preferita di CarloRoberto? E la tua?
2. Quali sono le passioni di CarloRoberto? E le tue?
3. Cosa vuole fare da grande il protagonista? E tu?
DENTRO DI ME
Quale fra il materiale elencato nel brano ti piacerebbe portare a scuola? Perché?
Alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts gli studenti del primo anno dovranno avere:
• tre completi da lavoro a tinta unita (nero),
• un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno,
• un paio di guanti di protezione (in pelle di drago),
• un mantello invernale (nero con alamari d’argento).
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.
Altri accessori:
• una bacchetta magica,
• un calderone (misura standard 2),
• un set di provette di vetro o cristallo,
• un telescopio,
• una bilancia d’ottone.
Gli allievi possono portare anche un gufo, oppure un gatto, oppure un rospo.
Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l’uso di manici di scopa personali.
J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Salani
In ogni classe, per creare un ambiente sereno occorrono delle regole che tutti devono rispettare.
Completa tu il puzzle scegliendo le tessere da inserire tra quelle proposte.
Alzo la mano prima di parlare.
Parlo quando voglio.
Gioco senza litigare.
Saluto quando arrivo e quando vado via.
Ascolto gli altri.
Aiuto chi ha bisogno.
Ho cura del materiale di tutti.
Non rido degli errori degli altri.
Disturbo la lezione.
Prendo ciò che mi serve, poi lo lascio in giro.
GREEN = VERDE come la natura intorno a noi.
Com’è la tua aula? Che ne dici di renderla ancor più confortevole e green? Osserva l’immagine per cogliere alcuni suggerimenti.
FOGLI DA RIUTILIZZARE
la finestra aperta per areare bene l’aula.
4 Angolo della raccolta differenziata dove gettare ogni rifiuto nell’apposito contenitore.
Alberi d’autunno quante foglie sono cadute la notte scorsa! Pare che gli alberi si siano girati sottosopra e abbiano adesso la chioma in terra e le radici in cielo.
J.R. Jimènez
Ti piace l’immagine degli alberi in autunno descritti nella poesia? A te che cosa sembrano?
Nebbia che scendi, nebbia che sali bianco cuscino nei letti autunnali. Nebbia di sasso, nebbia pesante orsa in letargo dal corpo gigante.
Nebbia che nuoti nei cieli profondi scrigno fatato che tutto nascondi.
Nebbia sei bella, non trasparente: se non ti sposti non vedo niente.
S. Glarratana, A. Papini, Amica Terra, Fatatrac
In coppia create un acrostico sulla stagione, come nell’esempio. A utumn U nder The trees U seful Mushrooms and N uts
...è la festa dei nonni
Per te i nonni sono preziosi? Perché?
Nessuno può fare per i bambini quel che fanno i nonni: essi spargono polvere di stelle sulla vita dei più piccoli.
A. Haley
Oggi a scuola c’è stata una bellissima festa: la “Festa del C’era una volta”.
L’abbiamo chiamata così perché il nonno di Vanessa e la nonna di Simone sono venuti a raccontarci di come si viveva tanti anni fa.
La nonna di Simone è una persona simpatica, piccolina e un po’ grassottella. Il nonno di Vanessa, invece, è magro e ha i capelli brizzolati e gli occhi azzurri come il mare.
La nonna di Simone ha fatto solo la quinta elementare perché ai suoi tempi anche andare a scuola era un lusso.
– Dovevo rimanere a casa ad aiutare a fare le faccende e a tenere i miei fratellini più piccoli. Sette, ne avevo! – ha detto. Quando la nonna di Simone era piccola non c’erano gli elettrodomestici e le faccende di casa si svolgevano a mano.
– Eh, quella era una vita molto faticosa – ha aggiunto – eppure eravamo felici lo stesso, perché allora le famiglie erano molto numerose e c’era sempre qualcuno con cui giocare o un vecchio che ti raccontava le fiabe o le storie di una volta, proprio come sto facendo io adesso con voi.
M.L. Giraldo, Anna, i nonni e il c’era una volta, San Paolo
All Hallows’ Eve significa “la vigilia di Ognissanti”, la notte del 31 ottobre: fantasmi, scheletri, folletti e fate danzano e scherzano.
Per i popoli antichi esisteva il mondo dei folletti e delle fate e durante la vigilia di Ognissanti era loro permesso di entrare nel mondo delle persone. Per non farsi riconoscere queste misteriose creature si mascheravano in mille modi diversi, perché così era più facile trarre in inganno e spaventare
C. Modenesi, Halloween: storia, magia e mistero
1. Piega un cartoncino nero a fisarmonica. Poi disegna metà pipistrello a destra sulla prima piegatura, ma fai attenzione a lasciare larga la punta delle ali. Ripeti la procedura almeno su altri cinque cartoncini.
2. Ritaglia la sagoma del pipistrello e apri tutti i cartoncini.
3. Unisci un pipistrello all’altro incollando le punte delle ali. Ecco il tuo festone!
Secondo te, che cosa è rappresentato nel quadro? ........................................................................................................................................................................................................................
Chiudi gli occhi e immagina di entrare nel quadro: dove ti posizioneresti? Perché?
Nel dipinto quali colori prevalgono?
In base alle sensazioni che ci trasmettono, i colori possono essere suddivisi in:
colori caldi che sono tutte le tonalità del rosso e del giallo. Ci ricordano il sole, il fuoco e il bosco in autunno. Trasmettono sensazioni come gioia e vitalità, ma anche rabbia ed energia.
colori freddi che sono tutte le tonalità del blu, del verde e del viola. Ci fanno pensare all’acqua, alla notte, al freddo. Trasmettono sensazioni come calma e tranquillità, ma anche tristezza e dolore.
Colora la foglia con le matite a pastello o con i pastelli a cera, scegliendo i colori caldi dell’autunno. Prova a ottenere l’effetto sfumato variando la pressione della mano sul foglio. Poi completa l’altra foglia e colorala variando tonalità.
Ascolta L’autunno da Le quattro stagioni di A. Vivaldi.
Che cosa ti fa immaginare?
Il bosco
La pioggia Un picnic
Per entrare in un bosco occorrono grande rispetto, grande attenzione e tanto silenzio per ascoltare i rumori: il vento che passa tra i rami degli alberi è il grande respiro del bosco; il canto degli uccelli, i mille ronzii, fruscii, scricchiolii sono la voce del bosco. Ma non è solo l’udito che può aiutarci a scoprire il bosco. Le mani sentiranno il velluto delle foglie e la ruvida scorza degli alberi; i piedi affonderanno nella morbida coltre del terreno, fatta di foglie accumulate anno dopo anno. Il naso inalerà il profumo del bosco. E gli occhi naturalmente non smetteranno di ammirare la tavolozza dei colori, tutti quei verdi, tutti quei marroni, tutti quei gialli e rossi e arancioni, di cui non sospettavamo neppure le tante incredibili sfumature.
Rispondi alle domande. Attraverso quali dati sensoriali l’autore descrive l’autunno?
Quali colori sono presenti nella descrizione?
Sono gli stessi colori che puoi ammirare nel dipinto di pagina 18?
«Pettinati! Sembra che hai un cespuglio in testa!»: quante volte ti hanno detto che i tuoi capelli sembrano un ammasso di foglie? Ma come saresti se al posto dei capelli avessi davvero delle foglie?
L’autunno è la stagione in cui le foglie si trasformano assumendo colori diversi, che in molti casi assomigliano a quelli delle nostre chiome.
LA SFIDA!
Guardati allo specchio e prova a disegnare il tuo autoritratto. Non disegnare i capelli! Al posto dei capelli utilizza le foglie che hai raccolto in giardino o al parco.
IL PASSAGGIO DIFFICILE
Fai attenzione a scegliere le foglie adatte: a seconda del tipo di foglia, potrai avere delle capigliature differenti.
Materiali dalla Tinkering box
• Un cartoncino o un foglio da disegno
• Foglie di vario tipo
• Colla
• Pennarelli o matite colorate
Fin dai tempi più antichi le persone hanno utilizzato foglie e fiori per realizzare copricapi o acconciature per occasioni speciali. Sono molto famosi i cappelli cinesi di paglia o il fiore di tiarè tahitiano.
Il RACCONTO REALISTICO narra fatti che sono accaduti o potrebbero accadere nella realtà.
Il racconto realistico è strutturato in tre parti: l’INIZIO presenta i personaggi e la situazione di partenza; lo SVOLGIMENTO racconta la storia vera e propria; la CONCLUSIONE spiega come finisce la storia.
PERSONAGGI
TEMPO
I personaggi sono persone o animali che appartengono al mondo reale e agiscono nella storia.
Il personaggio più importante si chiama protagonista, tutti gli altri sono personaggi secondari.
Il tempo di solito è indicato con precisione. I fatti possono avvenire nel presente o nel passato.
FATTI
I fatti si svolgono in ambienti reali.
I fatti sono generalmente narrati nell’ordine cronologico in cui si sono svolti. Sono legati tra loro da parole che indicano il passare del tempo: prima poi dopo allora infine
Oggi in cortile sono scoppiati tanti litigi così la maestra Michela ci ha fatto tornare subito in classe. Pensavamo che volesse farci una bella predica.
A un tratto la maestra ha detto: – Adesso parliamo di parole magiche! Allora, bambini, quali sono le parole magiche che conoscete?
Giuseppe ha alzato la mano e ha detto “abracadabra”, che è la formula dei maghi. Sofia ha detto “bibidi-bodibi-bu”, Margherita ha provato con “supercalifragilistichespiralidoso”, come Mary Poppins. Ma ogni volta la maestra faceva no con la testa.
– Io intendevo le parole magiche che si possono usare tutti i giorni per fare più bella la nostra giornata.
Prima non sapevamo cosa rispondere, ma poi Vanessa ha detto con una vocina un po’ incerta: – “Scusa” è una parola magica, perché ti fa fare la pace con chi è arrabbiato con te. – Bene! – ha esclamato la maestra – Adesso sì che ci siamo capiti!
E così tutti abbiamo cominciato a dire altre parole magiche: per piacere, permesso, grazie e in classe si sentiva una gran confusione.
M.L. Giraldo, Anna e le parole magiche, San Paolo Edizioni
Che cosa ti indicano le parole colorate nel testo? Completa scrivendo sui puntini al posto giusto:
• luoghi • personaggi
• fatto • tempo
DENTRO LE PAROLE
Rileggi la frase evidenziata nel testo: quale verbo puoi usare al posto di “assaltava”?
Divorava
Si scagliava
Aggrediva
La struttura del racconto è formata da tre parti: l’INIZIO presenta i personaggi e la situazione di partenza; lo SVOLGIMENTO racconta la storia vera e propria; la CONCLUSIONE spiega come finisce la storia.
Marley era un cane pasticcione. Mangiava i bottoni delle giacche e rosicchiava le stringhe delle scarpe. Rovesciava la ciotola dell’acqua e assaltava il bidone della spazzatura Rubava i rotoli di carta igienica dal bagno e il tacchino dal forno.
– Adesso basta. Questo cane deve andare via! –disse la mamma. Marley era molto, molto triste
Poi un giorno Marley dimostrò che il suo posto era proprio lì, in quella casa.
La mamma era in camera a riporre la biancheria, quando Marley dalla cucina si mise ad abbaiare
– Sta’ zitto! – lo sgridò la mamma – Smettila!
Ma Marley non la smetteva e abbaiava sempre più forte. La mamma allora si precipitò in cucina.
– Il mio piccolino! – gridò. Ma prima che potesse muovere un passo, Marley si lanciò su lungo i cassetti, balzò sul ripiano, spiccò un salto e afferrò Luise per l’enorme pannolino. Non lasciò la presa finché il piccolo non fu al sicuro fra le braccia della mamma.
Marley balzò sul pavimento e si esibì in un ballo personale come per dire “Finalmente ho fatto qualcosa di buono!”.
Un sorriso illuminò il viso della mamma.
– Questa è la casa di Marley e noi siamo la sua famiglia.
J. Grogan, Marley un cane pasticcione, Sperling & Kupfer
Colora le barre a lato del testo con i colori corrispondenti:
INIZIO - SVOLGIMENTO - CONCLUSIONE.
Rispondi con una X.
Quale immagine rappresenta l’inizio della storia?
Che cosa succede nello svolgimento?
Come si conclude la storia?
IO COMPRENDO
Completa.
La mamma vuole mandare via Marley perché...........................................................................................................
Un giorno però Marley ....................................................................................................................................................................
Allora la mamma ...................................................................................................................................................................................
GRAMMATICA
A b! ? m n
Nella frase evidenziata sono presenti:
quattro nomi propri e due nomi comuni. due nomi propri e due nomi comuni. due nomi propri e quattro nomi comuni.
DENTRO DI ME
Hai mai vissuto una situazione simile a quella dei protagonisti? Cosa hai provato? Come l’hai risolta?
Elena e Mirko sono compagni di scuola dalla prima: lui siede nel banco davanti a Elena. Oggi sono usciti insieme e hanno fatto una deviazione per passare dalle case in costruzione. Mirko voleva mostrare a Elena la nuova casa dove si trasferirà con i suoi genitori. I lavori sono quasi ultimati.
I due ragazzi sono entrati e Mirko ha detto:
– Andiamo in dispensa a prendere i biscotti.
I biscotti erano nello scaffale in basso: Mirko si è piegato per prenderli, ha dato una botta alla porta con il sedere e... sono rimasti chiusi dentro. Provano ad aprire la porta, ma ancora non c’è la maniglia e passare dalla finestra si rivela un’impresa impossibile.
I due ragazzi temono che dovranno passare la notte là dentro, mangiando biscotti, in attesa che arrivino gli operai la mattina dopo.
Si sta facendo buio. Nella penombra Mirko scorge la vecchia radio a pile del babbo e pensa di ascoltare un po’ di musica per passare il tempo. Mentre armeggia con le manopole per trovare la stazione preferita, Mirko vede le luci della radio riflesse su qualcosa nell’angolo della dispensa; ma questa non è...?
Allunga la mano, al buio, finché non riesce a toccare l’oggetto. È una maniglia! Quelle che usano gli operai prima di montare quelle vere alla fine dei lavori. La afferra e la infila nella porta.
Si sente uno scatto improvviso e... la porta si apre: finalmente i due ragazzi sono liberi!
A. Bröger, Grandi amici... piccoli innamorati, Il Capitello
IO ANALIZZO
Dividi il racconto in INIZIO, SVOLGIMENTO e CONCLUSIONE, colorando la barra a lato del testo con i colori corrispondenti.
Collega ogni parte del racconto a ciò che narra.
INIZIO
SVOLGIMENTO
CONCLUSIONE
I due bambini rimangono chiusi in casa.
I due ragazzi sono liberi.
Mirko mostra la sua nuova casa.
I PERSONAGGI sono persone o animali che agiscono nella storia. Il personaggio più importante si chiama protagonista, tutti gli altri sono personaggi secondari
La zia Doreen fece un altro gnocco e lo lanciò in aria verso sua nipote Lizzie.
– Prendilo! – urlò – Che ne dici? Perfetto!
La zia le diede un bacio sulla guancia.
– Bene. La tua mamma sarebbe fiera di te.
Ne parlavo giusto col preside, il signor Mentina.
Dice che sei una ragazzina dolce e con la testa sulle spalle. Come si scrive gatto?
– G-A-T-T-0.
La zia Doreen sorrise.
– Giusto. E ora torniamo a fare gli gnocchi –si rimise al lavoro e mentre impastava cantava:
Gnocchi! Gnocchi! Gnocchi belli!
Mescola, pesta, spiana, modella!
Cuoci, scola, condisci, scodella!
Gnocchi oh gnocchi belli!
Mentre zia Doreen cantava, Lizzie ballava a tempo.
Poi la zia mise a bollire un pentolone d’acqua e vi gettò dentro gli gnocchi. Una volta cotti, li fece raffreddare e nella cucina si diffuse il delicato profumo degli gnocchi fumanti.
D. Almond, Mio papà sa volare!, Salani
IO ANALIZZO
Collega con una freccia.
PROTAGONISTA
PERSONAGGI SECONDARI
Signor Mentina
Lizzie zia Doreen
Il TEMPO di solito è indicato con precisione. I fatti possono avvenire nel presente o nel passato.
Stuart si era appena svegliato e già sapeva che quella sarebbe stata una brutta giornata.
Era il primo giorno nella nuova scuola, quindi aveva già una discreta quantità di cose per cui preoccuparsi. E adesso ci mancava anche questa: un paio di pantaloni di un verde tipo “pugno in un occhio” e una camicia con disegnati sopra dei cowboy. Stuart ficcò la testa sotto le lenzuola.
Sarebbe stato impossibile farsi nuovi amici. Gli altri bambini si sarebbero rotolati a terra dalle risate, vedendolo vestito in quel modo.
Poi fece capolino da sotto le coperte: si concentrò sull’orribile completino. Strinse gli occhi con tutte le forze e indirizzò le sue potenti onde cerebrali sull’idea di farlo scomparire... ma il vestito era ancora lì. E sembrava perfino più brutto di prima. Un momento... ma lui aveva il mantello, adesso! Se l’era fatto la settimana prima, cucendo insieme con la spillatrice un centinaio di vecchie cravatte.
Stuart emise un sospiro. S’infilò gli orrendi pantaloni e l’ancor più orrenda camicia e si avvolse intorno il mantello. Ecco una cosa positiva nel mettersi il mantello: se non altro, nessuno avrebbe potuto vedere che cosa indossava sotto.
S. Pennypacker, Stuart va a scuola, Mondadori Junior
IO COMPRENDO
Rispondi con una X.
Quando si svolgono i fatti narrati nel racconto?
Di mattina
Di pomeriggio
Di notte
Quanto durano i fatti raccontati?
Circa un’ora
Un’intera mattinata
Una giornata
IO ANALIZZO
Segna con una X dove si svolge il racconto.
Nella scuola
Per le vie di Berna
Sulla torre dell’orologio
A b! ? m n GRAMMATICA
Cerchia l’articolo presente nella prima
Al suono della campanella, i ragazzi uscirono di corsa dalle aule e si gettarono liberi per le vie di Berna, assaporando gli svaghi del fine settimana.
Hans voleva vedere il carillon dell’orologio e si diresse verso la torre, seguito dalla sorella.
Al primo rintocco il ragazzo alzò gli occhi verso l’orologio che, sotto i raggi del sole di marzo, risplendeva nelle sue parti dorate.
– Ecco, ci siamo, sta partendo! – esclamò Hans.
– L’avrò visto mille volte... – rispose Clara annoiata.
– Che importa, è così bello e divertente! – continuò il fratello.
Mentre discutevano, si sentì un delicato rumore
Un pomeriggio i miei genitori sono andati al supermercato e la mamma ha detto:
– Manolito, ricordati, un misurino di sciroppo alle sei in punto.
Alle sei del pomeriggio sono andato a prendere il misurino e ho versato lo sciroppo.
Mio fratello, quando mi ha visto con il misurino in mano, s’è messo a piangere, perché i misurini non li sopporta proprio! Poi però mi ha seguito in cucina. L’ho messo nel seggiolone, ma appena ha visto il misurino ha ricominciato a strillare e con
una manata ha rovesciato pure la bottiglia dello sciroppo! Così, arrivederci sciroppo!
Siccome lo sciroppo era rosa, ho mescolato la marmellata di fragole con il latte e lo zucchero e ho versato tutto nella bottiglia vuota. Il bambino s’è preso il suo misurino senza protestare. Poi ha detto:
– Bambino vuole ancora.
Invece mi sono bevuto io un altro misurino. Così ci siamo fatti fuori tutta la bottiglia, poi l’ho riempita di nuovo per non lasciare tracce. Oggi mio fratello ha mal di stomaco.
La mamma ha detto:
– Questo bambino, quando non ha una cosa, ne ha un’altra!
E. Lindo, Bentornato Manolito, Lapis
Rispondi sul quaderno.
1. Chi è il protagonista della storia?
2. Quali sono gli altri personaggi?
3. In quale luogo si svolge il racconto?
4. Quando si svolgono i fatti? Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.
I FATTI sono generalmente narrati nell’ordine cronologico in cui si sono svolti.
Quel pomeriggio alle tre in punto Alice bussò alla porta del primo piano. La signora Matilde le aprì sorridendo. Andarono in salotto e la ragazzina vide un gatto nero sul davanzale.
– Ti piace questo micione? Si chiama Merlino, come il mago – disse la signora Matilde sorridendo.
– Ti ho preparato il libro di lettura che usavo con i miei alunni. Fammi sentire come leggi.
All’inizio Alice si concentrò sulla prima riga. “C’era una V. Una V cosa? Cavolo! Di nuovo!” pensò vedendo le lettere agitarsi sul libro. “C’era una V... volta!”.
– C’era una volta – disse ad alta voce
– Bene, continua pure – la incitò la signora Matilde.
Incitare: incoraggiare.
E così Alice passò nell’appartamento del primo piano tutti i pomeriggi. Studiò con la signora
Matilde con molto impegno.
Una mattina a scuola la maestra chiese ad Alice di leggere la pagina 42.
I compagni cominciarono a ridacchiare. Lei li guardò e fece un bel respiro. Immaginò che il gatto
Merlino fosse sdraiato sul banco, accanto al libro di lettura. Fece un altro respiro e cominciò a leggere. Si concentrò su quelle lettere che tentavano di muoversi. Le sembrò che i compagni, la maestra e persino l’aula fossero spariti. Restavano lì solo i colori, i rumori e gli odori della storia che stava leggendo. Era come se stesse vivendo un’avventura.
Quando terminò la lettura, sentì soltanto silenzio.
Alzò lo sguardo e in quel momento i suoi compagni cominciarono ad applaudire. Tutti!
La maestra scrisse con la penna rossa un grande «Ottimo» sulla pagina del libro di Alice e ci incollò tre stelline dorate.
G. Alvisi, M. Furini,
Ti è mai capitato di essere in difficoltà o di non saper fare qualcosa? Come hai reagito? Chi ti ha aiutato?
IO ANALIZZO
Riordina i fatti narrati con i numeri da 1 a 4.
Da cima a fondo: tutto.
Quando Anna andava in vacanza, portava la sua gatta, Marta, a casa dei genitori. Qui, gatta Marta andava a rintanarsi sotto un letto o su uno scaffale
dietro i libri o chissà dove: nessuno la vedeva. Usciva solo di notte per mangiare, bere e fare i bisognini. Un’estate, a casa dei genitori di Anna, mentre gatta
Marta era ospite da loro, un giorno arrivò Fragiuseppe
Antonio, idraulico e muratore: c’era un bagno da rifare da cima a fondo.
Fragiuseppe Antonio spaccò piastrelle e pezzi di muro per due giorni interi. La mattina del terzo giorno la mamma di Anna trovò la ciotola della gatta Marta piena e la cassetta di sabbia perfettamente pulita. Cercò ovunque, ma gatta Marta non si vedeva. Il giorno dopo, la mamma di Anna incontrò la signora Viganò del piano di sotto.
– Ma pensi un po’! – diceva la signora Viganò – Da qualche notte mia figlia sente miagolare. Un miagolio lontano, che viene dall’alto, sopra la sua camera...
La mamma di Anna venne colta da un pensiero terribile. Corse in casa e telefonò a Fragiuseppe
Antonio:
– Venga subito qui! C’è da rompere un muro!
Fragiuseppe Antonio scoperchiò la vasca nuova ed esclamò:
– Io di gatti non ne vedo proprio!
La mamma di Anna chiamò piano gatta Marta per una, due, dieci volte. Ma non si sentiva nessun miagolio. Poi, finalmente gatta Marta rispose.
Un miagolio debole e sottile. Ci volle quasi un’ora per convincerla a uscire dal suo nascondiglio
A. Vivarelli, Che fine ha fatto gatta Marta?, Notes Edizioni
Segna con una X il completamento giusto.
Quando Anna andava in vacanza lasciava
la sua gatta: dai suoi genitori. dalla vicina del piano di sotto. da sola.
Un’estate a casa dei genitori di Anna arrivò l’idraulico-muratore:
per rifare il bagno. per aggiustare la cucina.
per sistemare lo scarico della lavatrice.
Una mattina la mamma di Anna scoprì che la gatta:
aveva catturato un topo. era sparita.
non miagolava più.
Dopo aver parlato con la signora Viganò, la mamma di Anna pensò che:
la gatta fosse andata a casa della vicina. la gatta fosse rimasta prigioniera nel muro della cucina. la gatta fosse rimasta prigioniera nel muro del bagno.
L’idraulico tornò e: aggiustò il lavandino. spaccò tutto il bagno nuovo. rifece il bagno nuovo.
La gatta Marta: uscì subito dal suo nascondiglio. miagolò subito forte. dopo un po’ miagolò debolmente e uscì dal nascondiglio.
Annotare: prendere appunti.
Semolino: farina di semola macinata finemente, spesso usata per minestre.
L’espressione Mancava la voce «Rollo» significa:
Rollo aveva mal di gola.
Rollo non era stato preso in considerazione. Rollo non approvava la scelta.
Mario era emozionato per l’arrivo del fratellino. Sarebbe nato da un momento all’altro. La mamma gli disse:
– Mentre starò in ospedale, puoi andare dalla nonna o dalla nostra vicina, la signora Mariposa, scegli tu… Mario si sedette pensieroso, accarezzando le orecchie del cagnolino Rollo. Sapeva di non essere bravo a prendere decisioni. Quella sera, però, gli venne un’idea. Annotò su un taccuino le voci «piatti - programmi tivù - Rollo»: avrebbe fatto un’intervista alla nonna e una alla signora Mariposa, segnando per ogni voce una crocetta sul «sì» o sul «no».
Il giorno dopo telefonò alla nonna: – Ti preparerò piatti semplici, come il semolino... –disse la nonna – La tivù? Beh, mi spiace, ma... io non potrei rinunciare ai miei teleromanzi!
Mario segnò due crocette sul «no». Però la nonna avrebbe ospitato volentieri anche Rollo: una bella crocetta sul «sì».
Il LIBRO
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