Officina dei Linguaggi 4 - Letture

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T. Bartolucci • M. L. Gagliardini • P. Papalini • C. Ceriachi • O. Marasca

fficina dei Percorsi di Cittadinanza e Costituzione • Agenda dei Cittadini • Cittadinanza digitale In allegato ItaMAP

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Letture



fficina dei

4

Letture


Ind ic e Pronti, si 6 8 10 11 12

ricOmincia!

Che tipo di testo è? Un’esperienza forte Alla gara di ciclocross Chi è Rover? Una bambina delle fiabe

AUTUNNO 14 15 16 17 18

Bosco autunnale • Autunno L’autunno pittore Il lamento degli alberi È Halloween TINKERING IT’S AUTUMN

Il testo

NARRATIVO

34 35 36 37 38

Mio fratello è sonnambulo Filo e il nonno La mamma nella cartella Una cioccolata speciale Ho imparato ad ANALIZZARE Fuocomatto 40 Ho imparato a COMPRENDERE Il nuovo ospite 42 Laboratorio di ASCOLTO

Il racconto di

AVVENTURA

44 Analizzare è FACILE Un incontro inaspettato 46 Il serpente a sonagli 48 Tarzan e Numa 49 In fondo al crepaccio 50 Uno strano risveglio 51 La maledizione del faraone 52 Sopravvissuti 54 Ho imparato ad ANALIZZARE Incontro con l’orso 56 Ho imparato a COMPRENDERE Discesa nella grotta

Il racconto REALISTICO e FANTASTICO

58 CODING Gira la storia

20 22 23 24 25 26 28 30

60 Analizzare è FACILE Una voce nella notte 62 Paura tra i ghiacci 63 Qualcosa di nero… 64 L’erbagatta 66 Un incontro terrificante 68 Ho imparato ad ANALIZZARE Dracula 70 Ho imparato a COMPRENDERE Nell’isola del brivido 72 Laboratorio di ASCOLTO

Analizzare è FACILE La frittata! Un drago spaventoso Una sorpresa Élianor, la nuova compagna Lo specchio Ciro in cerca di amore Il singhiozzo

32 Intervista con l’autore Roberto Morgese

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Il racconto di

PAURA


Indice Il racconto

74 Analizzare è FACILE Le mura di Uruk 76 Mi serve quella tavoletta! 78 La barca del faraone 80 L’oro di Tiro! 82 Ho imparato ad ANALIZZARE Sul fiume Nilo 84 Ho imparato a COMPRENDERE L’esercito di terracotta 86 Laboratorio di ASCOLTO

La

LETTERA

88 Analizzare è FACILE Lettera dalle vacanze 90 Amigo de pluma 91 Cara mamma 92 Lettera al Sindaco 93 Ci@o Alberto! 94 Ho imparato ad ANALIZZARE Baci da lontano 96 Laboratorio di ASCOLTO

Il

INVERNO

STORICO

DIARIO

98 Analizzare è FACILE Margot 100 Una mamma ficcanaso 101 Che scherzo! 102 Il diario di Anna 103 La mia vacanza 104 Ho imparato ad ANALIZZARE Caro Dis 106 Intervista con l’autore Giuseppe Caliceti

108 È inverno • Nevicata 109 La sorpresa 110 È Natale TINKERING 111 IT’S WINTER

AM i c zi a

i

112 113 114 116 117 118 119 120

Insieme Che cos’è per te un amico? Il pappagallo e l’albero Uguali e diversi Veri amici Amiche al… telefono La costituzione degli amici per la pelle Sei un vero amico?

Il testo

DESCRITTIVO 122 Analizzare è FACILE Una giornata di sole 124 Vicino alla ferrovia • Gli odori di casa Si fa sera 125 Al buio 126 Il gufo comune Descrizione di ANIMALI 127 Ulisse il gufo 128 Bianconiglio 130 Rossella Descrizione di PERSONE 131 Mrs. Granger 132 Zia Dorothy

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Ind ic e 134 135 136 137 138

Descrizione Il regalo di Leslie di OGGETTI La tavolozza di Renoir Il cortile della scuola Descrizione di AMBIENTI La soffitta Paesaggio notturno Paesaggio di montagna 139 Il temporale 140 La maestra Tiramisù 142 Ho imparato ad ANALIZZARE Venere 144 Ho imparato a COMPRENDERE Nelle praterie del Kansas 146 Laboratorio di ASCOLTO

Il testo

POETICO 148 Analizzare è FACILE Sassi di ruscello 150 Di rima… Diritto a essere cittadini d’Europa 151 ... in rima I sogni negli occhi • Fanciulla e ruscello 152 Filastrocca lunga lunga • Rospo 153 La signora di Milano • Un signore di Calcutta 154 Riflesso di luna • Il vento 155 La mimosa • Sogni 156 Torrente • Chi spegne le stelle? 157 Notte fumetto • Grrr! 158 Ho imparato ad ANALIZZARE Mi sento dentro...

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PRIMAVERA 160 La primavera sorrideva All’improvviso 161 Primavera in città 162 È Pasqua TINKERING 163 IT’S SPRING

164 Intervista con l’autore Loredana Frescura

i e i S

I

e nt m nt

166 167 168 169 170 171 172 173 174

Ode al giorno felice Gelosia Giò denti di ferro Ma era per finta! Tirati su! Che sorpresa! La rabbia Miss Simpatia Quanto sei permaloso?

Il testo

INFORMATIVO 176 Analizzare è FACILE La chitarra 178 I mezzi di trasporto 180 Come imparano i cuccioli di animale 181 Animali che vincono il freddo


Indice 182 183 184 186

Il fiume Indo La storia della danza Misurare la forza del terremoto Ho imparato ad ANALIZZARE Lo zafferano 188 Ho imparato a COMPRENDERE La salsa scarlatta 190 Laboratorio di ASCOLTO

Dal Libro di lettura... ... al Laboratorio di italiano

Il testo

REGOLATIVO 192 Analizzare è FACILE Una testa-erbetta 194 Palline di cocco 195 Attenti al pozzo 196 Essere educati 197 Buona visione! 198 Ho imparato ad ANALIZZARE A piedi

ESTATE 200 Il ballo dell’estate • Il mare d’estate IT’S SUMMER 201

202 Intervista con l’autore Fulvia Degl’Innocenti

L’AGENDA

DEI CITTADINI da 204 a 216

del

futuro

a cura di Patrizia Ceccarelli

Inquadra le pagine con il tuo dispositivo e ascolta l’audiolettura. Cerca le icone per accedere ai contenuti digitali.

PIÙ FACILE

STUDENTE

DOCENTE

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Pronti, si

ricOmincia!

Che tipo di testo è? Completa le definizioni di ciascun testo, scegliendo fra le seguenti parole: poetico • regolativo • narrativo realistico • narrativo fantastico descrittivo • informativo

Il giocattolaio Quirino da J. Thunder, L’uomo dei giocattoli, Mondadori

Il giocattolaio era bizzarro come i giocattoli che costruiva. La sua statura non superava il metro e mezzo: era l’uomo più piccolo di tutto il villaggio. Aveva le orecchie grandi, il naso lungo, la bocca piccola e un cespuglio di capelli bianchi diritti come la lanugine di un soffione. Portava una giacca con larghi risvolti, una cravatta rossa intorno al colletto a punta della camicia e pantaloni alla zuava mai stirati. Illustra le caratteristiche di un personaggio e lo “fa vedere” attraverso le parole. È un testo .........................................

Il vetro rotto da R. Doyle, Il trattamento Ridarelli, Salani

Prima che diventasse troppo buio per restare fuori, Jimmy e Robbie avevano rotto il vetro della finestra della cucina. Stavano giocando in giardino con la palla. Robbie colpì la palla con il ditone, la palla rimbalzò sulla testa di Jimmy, si diresse al volo verso la finestra e ruppe il vetro. – Ahi! – disse Robbie – Il mio povero ditone! – Ahi! – disse Jimmy – La mia povera testa! – Oh, no! – disse il papà – La mia povera finestra! – si precipitò in cucina e vide il vetro rotto. – Chi è stato? – urlò. – Non siamo stati noi. È stato il pallone! Racconta una storia che potrebbe accadere nella realtà. È un testo .....................................................................

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Un bambino che legge da A. Petrosino, Il mondo bambino, Sonda

Un bambino che legge si dimentica dei piedi, ha schegge di luce negli occhi intenti. Un bambino che legge va lontano senza nessuno che lo tenga per mano. È scritto in versi e utilizza le parole in modo originale. È un testo .............................................


Ripassiamo

Il lupo da Parco Naturale Alpi Marittime, Sulle tracce del lupo, Blu Edizione

La fama di “cattivo” del lupo nacque molte migliaia di anni fa, durante la preistoria, quando gli uomini, per sfamarsi, dovevano cacciare gli animali selvatici, proprio come facevano i lupi, che erano considerati dei pericolosi avversari. Quando gli uomini impararono ad allevare il bestiame, i lupi, oltre che rivali nella caccia, diventarono anche ladri di pecore e di capre, quindi ancora più “cattivi”: così gli uomini cominciarono a uccidere quanti più lupi fosse possibile, per eliminarli completamente dalle terre abitate. Fornisce informazioni su un argomento specifico. È un testo .....................................................................

In caso di temporale da J. E. Palkiewicz, Scuola di sopravvivenza, Mursia

• Allontanarsi da alberi. • Stare lontano dalle superfici d’acqua. • Spostarsi da una zona elevata verso il basso. • Non fermarsi in un luogo ripidamente inclinato, lungo pareti rocciose verticali, nelle vicinanze di caverne o sotto una tettoia di roccia. Indica le regole di comportamento. È un testo .....................................................................

I cassetti di Elena da R. Piumini, torie i un fi to, Einaudi Ragazzi

Una sera, dopo la buonanotte della mamma, una bambina di nome Elena sentì un suono che sembrava venire dall’interno della camera. Scese dal letto, tendendo le orecchie... I suoni venivano dalla cassettiera. La bambina appoggiò l’orecchio a un cassetto, e allora sentì il rumore di onde su una spiaggia e uno strillo di gabbiano. Appoggiò l’orecchio a un altro cassetto: quella era una festa, con orchestrina, scoppi di petardi e risate. Dal terzo cassetto veniva il suono di un coro. Dal quarto il suono di cavalli al galoppo. Narra una storia ricca di elementi fantastici. È un testo .....................................................................

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Pronti, si

ricOmincia!

Un’esperienza forte da A. Strada, Il bambino perfetto perfetto, Giunti

Dopo il forte temporale della domenica, quel lunedì era una giornata bellissima. A scuola, tutte le classi erano in giardino. Il sole era ancora caldo e il vento portava un odore di mare. Tutti i miei amici correvano e si scatenavano. Io, come al solito, avevo una camicia, bianca con le righe azzurre. Stavo per andare a prendere il tè freddo, quando arrivarono Letizia e Cristiano: – Corri a vedere che cosa abbiamo trovato! Andai con loro: sono i miei migliori amici e due tipi in gamba. Se dicevano di aver trovato qualcosa d’interessante, sapevo per certo che sarebbe piaciuto anche a me. E avevo ragione! Dietro l’edificio della palestra c’era la pozzanghera più grande che avessi mai visto e, sulla superficie, galleggiava della roba verdastra e densa come gelatina. Letizia si abbassò e la toccò con la mano: – Senti anche tu: è viscidissima! Mi accovacciai, guardai le sue dita ricoperte dalla patina verde, ma non osai allungare la mano. – Hai paura, Gregorio? – mi chiese Cristiano. – No, mi fa solo un po’ schifo! – risposi tranquillo. – A volte, però, sei un po’ noiosetto! – disse Letizia. Non mi offesi, ma ci rimasi male: – E che ci posso fare? – chiesi. – Seguire i nostri consigli e provare a fare cose divertenti! – andò dritto al sodo Cristiano. – Noi ti possiamo dare qualche consiglio, come fa la maestra quando ci insegna a studiare – aggiunse Letizia. Fu la lezione più divertente della mia vita. Seguii il loro consiglio, osservai la pozzanghera e mi concentrai, per farmi venire in mente la cosa più divertente che potessi fare. Mi venne un’idea geniale: – Ci salto dentro con le scarpe! – Bravo! È un’ottima idea! Adesso fallo! – m’incoraggiò Cristiano. Chiusi gli occhi e spiccai un balzo. Sollevai un’onda come fa un motoscafo in mezzo a un lago. Sentii il rumore dell’acqua che si sollevava e ricadeva a terra e gli urletti di gioia dei miei amici, che cercavano di evitare gli schizzi.

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Ripassiamo Quando riaprii gli occhi, vidi che la mia camicia era miracolosamente ancora pulita e tirai un sospiro di sollievo. Feci un paio di passi su e giù nell’acqua melmosa. Le scarpe si stavano inzuppando. Mi sembrava di camminare sul bagnasciuga della spiaggia. Lo ammetto: fu bellissimo. – Adesso basta, altrimenti prenderai un raffreddore – esclamarono Letizia e Cristiano in coro. Rimasi parecchio stupito: – Ma allora vi state preoccupando per me... I due mi guardarono e scossero la testa. Diciamo che questa esperienza è stata proprio forte. Un punto a favore dei miei amici! Ora mi sento diverso, meno perfettino e più bambino!

L’argomento generale di un brano è ciò di cui si parla. Qual è l’argomento generale del testo che hai appena letto? Segna la frase che lo riassume. Era un lunedì bellissimo e tutte le classi erano in giardino. Letizia tocca con la mano l’acqua melmosa della pozzanghera. Gregorio vive un’esperienza divertente e insolita: salta in un’enorme pozzanghera.

I fatti principali danno le informazioni essenziali per comprendere un testo, i fatti secondari arricchiscono il testo e completano le informazioni principali. Riordina i fatti principali del racconto che hai letto numerando da 1 a 5. Letizia e Cristiano scoprono una grossa pozzanghera. Gregorio salta con le scarpe nella pozzanghera e lo trova bellissimo. I due amici invitano Gregorio a fare cose divertenti. A scuola tre amici trascorrono l’intervallo in giardino. Letizia tocca l’acqua melmosa, ma Gregorio si rifiuta di fare altrettanto. Colora solo le caselle che indicano i fatti secondari. Quel lunedì era una giornata bellissima. Tutte le classi erano in giardino. Tutti i bambini correvano e si scatenavano. Gregorio stava andando a prendere un tè, quando arrivarono Letizia e Cristiano. Letizia e Cristiano avevano scoperto una pozzanghera enorme.

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Pronti, si

ricOmincia!

Alla gara di ciclocross da C. Montan Colombo, La sera che abbiamo visto le lucciole, Fabbri Editori

Il sabato è il mio giorno preferito. Penso sempre che succederà qualcosa di straordinario. Di solito poi non succede niente di diverso dagli altri giorni: ti trovi in un lampo a lunedì e per sperare in un’altra domenica bisogna tirare almeno fino a giovedì. Comunque, al sabato è fantastica già solo l’idea che il giorno dopo non suonerà la sveglia. Oggi non ho avuto neanche questa soddisfazione. Puntuale come al solito, la sveglia ha suonato per ricordare a tutta la famiglia che dovevamo precipitarci al campo sportivo. Infatti mia sorella si è iscritta a una gara di ciclocross, e questo è un avvenimento che non si può perdere. Solo lei poteva avere un’idea del genere! Arriviamo appena in tempo: sono già tutti sulla linea di partenza e mia sorella è l’unica femmina. A vederla in mezzo a tutti quei ragazzi grintosi mi sento orgoglioso di lei. Ma adesso dov’è, come mai non spunta da quella collinetta? Vado a vedere. Lo sapevo, ha fatto una delle sue solite cadute ed è là per terra tutta aggrovigliata con la sua bici. Non piange, ma dice che le fa male un piede. Quando raggiungiamo gli altri, ecco la solita scena: la mamma comincia a correre di qua e di là; il papà le dice di stare calma. Ho già capito che Le informazioni esplicite sono cosa succede: andiamo tutti al pronto soccorso. espresse chiaramente nel Quando arriviamo, ci corrono incontro racconto e quindi facili da chiedendoci: rintracciare. – Oggi che cosa si è fatta? – tante sono le volte Sottolinea nel brano, con il colore che ce l’abbiamo portata. corrispondente, le informazioni esplicite Stavolta si è slogata una caviglia. che ti servono per rispondere alle Mentre passava su una sedia a rotelle spinta da seguenti domande. Qual è il giorno preferito dal un’infermiera ho visto che mia sorella sorrideva. protagonista? Perché? Che gran momento doveva essere: tutti in pena A che cosa si era iscritta sua sorella? per la sua salute. Che cosa succede durante la gara? Io certe volte le femmine le invidio, perché Dove viene portata la ragazzina? provano delle belle emozioni; noi maschi Perché il protagonista certe volte dobbiamo sempre fare i duri, come se piangere e invidia le femmine? commuoversi fossero cose di cui vergognarsi.

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PIÙ FACILE


Ripassiamo

Chi è Rover? da R. Doyle, Il trattamento Ridarelli, Salani

Devo parlare molto piano. Se il mio padrone si sveglia e mi trova qui a scrivere sul suo computer mi toccherà dargli un sacco di spiegazioni. Mi pare quasi di sentirlo: “Come ha fatto Rover a infilare la spina?” “Ma cosa faceva Rover qui dentro?” “Come faceva Rover a sapere come si scrive il suo nome?” Per poco non mi ha beccato, la settimana scorsa. Stavo mandando una e-mail alla mia fidanzata. La sua famiglia si è trasferita qualche mese fa e ho la sensazione che lei non senta troppo la mia mancanza, anche se io sento moltissimo la sua. Insomma, ero lì che scrivevo una poesia d’amore, cercando di trovare una bella parola che facesse rima con Lassie – si chiama Lassie, se proprio volete saperlo – quando sento il padrone che accende la luce sul comodino. Sono schizzato fuori a razzo ed ero giù steso sul mio tappetino, prima ancora che i suoi piedi toccassero terra. Però dev’essersi accorto che il computer era acceso. E sapete che cosa ha detto? – Chi ha lasciato queste impronte di zampe sul mouse? Vi sembra possibile? Chi abita qui, per amor del cielo? Il padrone, sua moglie, quattro figli grandi e un solo e unico cane. Il padrone, sua moglie e i quattro figli grandi hanno mani e piedi e il solo ad avere le zampe è il solo e unico cane. “Chi ha lasciato queste impronte di zampe sul mouse?” chiede lui. Comunque sia, devo stare attento lo stesso, anche se il mio padrone non è esattamente un genio nelle indagini.

Un testo dà tante informazioni, in gran parte sono esplicite, cioè espresse in modo chiaro e diretto, altre invece sono implicite, cioè non sono scritte, ma si possono capire leggendo attentamente le informazioni esplicite, collegandole tra loro e aiutandoci con l’esperienza personale. Rileggi con attenzione il brano, segna con una il completamento giusto e sottolinea nel testo le informazioni esplicite che ti hanno aiutato a rispondere. Rover è: La storia si svolge di: Rover si trova: un ragazzo. mattina. nello studio. un cane. pomeriggio. in bagno. un uomo. notte. in giardino.

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Pronti, si

ricOmincia!

Una bambina delle fiabe da O. Pozzolo, oglio essere un

in

elle fi

e, Mondadori

Seduta al tavolo della colazione, quella mattina Rosa aveva un muso lungo così. Avrebbe preso a calci il mondo intero. “Uffa, che schifo di vita” pensava. “Tesoro di qua e tesoro di là, Rosa vuoi questo e Rosa vuoi quello. Mai che mi capiti un’avventura, mai che mi succeda qualcosa di un po’ emozionante”. Affondò un biscotto nella tazza, il caffelatte schizzò sulla tovaglia. “Beate le bambine delle fiabe!” pensò. “A quelle bambine lì, sì che ne capitano di cotte e di crude. Si prendono di quegli spaventi! E si divertono come matte, beate loro”. “A me” rimuginava Rosa, “l’unica cosa che capita di cotta e di cruda è il prosciutto”. Aveva ragione. Ma il guaio è che per poter vivere una vita da fiaba bisogna avere le carte in regola. Cioè ci vogliono precisi requisiti. Questi requisiti sono quattro, e Rosa li conosceva alla perfezione: 1° Essere figlie di un taglialegna o di un ciabattino o di chi vi pare, ma che sia povero, povero in canna. 2° In casa non deve essere rimasto più niente da mangiare, neanche un cantuccio di pan secco. 3° Avere una matrigna che vi odia, non vede l’ora che vi togliate dai piedi e che vi sbrani una bestia feroce. 4° Avere una sorellastra maligna che, fra atroci dispetti, vi fa passare delle giornate infernali. Purtroppo Rosa – tranne il fatto di essere alta come un soldo di cacio come certe bambine delle fiabe – non aveva niente di tutto ciò. Il suo papà era un ricco banchiere; aveva una mamma che l’adorava; in casa, da mangiare ce n’era fin sopra il tetto, e per di più era figlia unica. “Perfino il nome non va bene. Le bambine delle fiabe non hanno mica i soliti stupidissimi nomi! Ora dico, cosa ci voleva ai miei genitori per chiamarmi almeno Rosaspina? Macché, si sono fermati a metà”, pensò tirando un calcio alla gamba del tavolo.

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PIÙ FACILE


Ripassiamo

Per comprendere un testo devi capire il significato delle parole. Se ci sono parole che non conosci, puoi ricavarne il significato dal contesto, cioè dal discorso in cui sono contenute. Scegli il significato corretto delle parole sottolineate, ricavandolo dal contesto. Leggi attentamente la frase in cui si trovano. • “A me” rimuginava Rosa, “l’unica cosa che capita...”. mescolava brontolava rifletteva • “Cioè ci vogliono precisi requisiti”. condizioni domande

risposte

• “Essere figlie di un taglialegna o di un ciabattino”. sarto calzolaio boscaiolo • “Neanche un cantuccio di pan secco”. angolo biscotto

pezzo

• “Fra atroci dispetti, vi fa passare delle giornate infernali”. divertenti terribili originali

Il brano è ricco di modi di dire, cioè di espressioni che hanno un significato diverso da quello reale. Collega ogni modo di dire al significato corrispondente. • Muso lungo

estremamente bassa

• Ne capitano di tutti i colori

avere i requisiti giusti

• Avere le carte in regola • Alta come un soldo di cacio

in casa le cose da mangiare erano abbondanti

• In casa, da mangiare ce n’era fin sopra il tetto

succedono tante avventure

arrabbiata

Ora che hai compreso il significato delle parole, rispondi alle seguenti domande. • Per quale motivo Rosa, quella mattina, “aveva un muso lungo così”? ................................................................................................................................................................................................... • Che cosa invidiava alle bambine delle fiabe? ................................................................................................................................................................................................... • Qual era l’elemento che Rosa aveva in comune con alcune bambine delle fiabe? ...................................................................................................................................................................................................

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O N N U T AU

Bosco autunnale da B. A. Sluckij, Nuovi poeti russi, Einaudi

A che somiglia un bosco in pieno autunno? Soprattutto a un sommesso incendio. Lambiscono mute la coppa dei cieli gialle lingue di fiamme. Più di uno scialle zingaro è screziato il bosco ancora un po’ verde. Ad ogni albero, come a un falò, puoi riscaldarti l’anima.

lambire: sfiorare screziato: che presenta macchie e strisce di diverso colore, variegato falò: fuoco intenso, di breve durata

Autunno di D. Valeri

In tenue luce l’autunno si spoglia. Una rete di nervi esili e un velo d’oro diafano, tesi sotto il cielo: autunno è quel che resta di una foglia. diafano: pallido

Le poesie presentano due interpretazioni dell’autunno. Accanto a ogni argomento scrivi il titolo della poesia. ARGOMENTO Impoverimento della natura Esplosione di colori

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POESIA

................................................. .................................................

Capisco le parole Spiega con parole tue i versi evidenziati nelle due poesie.


AUTUNNO

L’autunno pittore da F. Cardani, S. Boselli, L. Spagnol, Creature fantastiche metropolitane, Salani

Gli elfi degli alberi non amano l’inverno, quando i tronchi spogli assomigliano a bruni scheletri intirizziti, non la primavera, che porta con sé i pollini e le allergie e gli starnuti, non l’estate, con le zanzare e i prati ingialliti dall’arsura; ma quando arriva l’autunno nessuno riesce a frenare il loro entusiasmo. Si sentono direttamente coinvolti in quella complessa operazione che è l’autunno: siccome hanno uno spiccato senso artistico, si armano di pennelli e colori e divisi in squadre ben organizzate aiutano la natura a dipingere le foglie degli alberi. Solo loro conoscono le esatte tonalità di giallo e di rosso che ci vogliono per ciascun albero, e quando bisogna passare al marrone, e come si fa a seccare le foglie e accartocciarle. In certi elfi lo stimolo artistico è così impellente che si mettono a dipingere anche le foglie degli alberi sempreverdi o le code degli uccelli (che nemmeno se ne accorgono perché la pennellata degli elfi è delicatissima). Alla fine, nelle nebbie di novembre, quando tutto quello che doveva essere ingiallito e seccato è stato ingiallito e seccato, gli elfi si armano di forbici e cominciano a staccare una per una le foglie dei rami, fischiettando vecchie e tristi canzoni.

impellente: urgente

Rispondi alle domande sul quaderno. quaderno 1. Il brano è fantastico o realistico? Che cosa te lo fa capire? 2. Quale stagione preferiscono gli elfi? Perché? 3. Tu quale stagione preferisci? Perché?

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AUTUNNO

Il lamento degli alberi da G. Deledda, Romanzi e novelle, Mondadori

L’autunno cominciò precocemente, quell’anno: un settembre piovoso e freddo seguiva all’agosto torbido di uragani. La vegetazione risentiva già la vecchiaia, ma nelle ore di sereno, pareva si ribellasse e che tutto fosse finito: si coloriva d’oro e di rosso. Cade una foglia che pare tinta di sole, che nel cadere ha l’iridescenza d’una farfalla: ma appena giunta a terra, si confonde con l’ombra, già morta. È bastato il fruscio per scuotere tutto l’albero, che comincia a lamentarsi. D’albero in albero, il lamento si estende. Giù tutte le foglie! E con le foglie cade anche qualche frutto: la pigna si spacca e i pignuoli le si staccano e cadono come i denti dalla bocca del vecchio. I rami più alti, con ancora le foglie verdi, si sbattono in una lotta leggera; alcuni dicono di sì, altri di no: e i primi si sbattono contro i secondi, per spogliarsi più presto, flagellandoli con crudeltà, poi tutto di nuovo si placa, in una stanchezza dolce, rassegnata. Ma quando il velo del crepuscolo ricopre ogni cosa, il lamento ricomincia, e dà l’impressione che davvero la natura sia malata e non possa sopportare oltre in silenzio il suo dolore.

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Capisco le parole Scrivi ogni parola evidenziata nel testo sotto la spiegazione corrispondente. • brillantezza dei colori dell’arcobaleno ...........................................

• prima del tempo ...........................................

• dopo il tramonto, ma

prima del buio della notte

...........................................

• pinoli ...........................................

• battere con forza ...........................................

• calmare ........................................... Sottolinea nel testo le similitudini con cui sono descritti molti elementi.


AUTUNNO

La lanterna di Jack

... È HALLOWEEN!

Viveva un tempo in Irlanda un vecchio ubriacone di nome Jack. Una volta incontrò il diavolo e pensò di burlarlo. – Scommetto – gli disse – che non sei capace di arrampicarti su quell’albero per prendere una mela. Il diavolo rise e in un batter d’occhio fu sul ramo più alto. Svelto svelto, però, Jack segnò il tronco con una croce. Il diavolo, si sa, di fronte alle croci trema di paura. – Cancellerò questo segno – disse Jack – solo se mi prometti che non verrai mai a prendermi. Il diavolo promise e, dopo che la croce fu cancellata, se ne andò. Venne per Jack l’ultimo giorno e il vecchio si avviò verso il paradiso. San Pietro controllò i suoi registri, poi disse: – Qui non risulta il tuo nome. Non posso farti entrare. Allora Jack tornò sulla Terra, ma si accorse che non poteva starci più. Disperato andò dal diavolo ma quello lo scacciò. – Dammi almeno un tizzone. È buio e non vedo nulla – disse Jack. Allora il diavolo gli regalò un tizzone. Jack lo mise in una zucca cava e da allora vaga per il mondo facendosi lume. Nella notte di Halloween tutti lo possono vedere. È Jack o’ Lantern: Jack della Lanterna.

LA SFIDA! Ad Halloween, entreresti in una casa buia piena di ragni e ragnatele? Con l’aiuto della colla vinilica e della tua fantasia, riempi l’aula di ragnatele giganti! IL PASSAGGIO DIFFICILE La colla vinilica ha delle proprietà per cui, una volta asciutta, non si attacca alla carta. Fai attenzione a non rompere la ragnatela quando la stacchi!

Halloween si festeggia nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre. Tu conosci l’origine, le tradizioni e i simboli di questa festa? Ti diverti a festeggiarla? Come?

Materiali dalla Tinkering box • Colla vinilica in una confezione con la punta sottile • Stuzzicadenti da spiedino • Matita • Carta da forno • Filo di nylon • Glitter argento (facoltativo)

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IT’S AUTUMN Con l’aiuto delle parole che trovi all’interno di ogni riquadro parla della stagione autunnale con i tuoi compagni.

WHAT’S THE WEATHER LIKE? RAINY

WEATHER WINDY

CHANGEABLE

WHAT ARE YOU WEARING? JUMPER

FOGGY

CLOUDY

WARM

WHAT DO YOU LIKE TO EAT?

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STUDENTE

CLOTHES RAINCOAT

SWEATSHIRT

TRAINERS

JEANS

SKIRT

FOOD

APPLE

GRAPES

PEARS

NUTS

CABBAGE

HOT CHOCOLATE

CHESTNUTS

MUSHROOMS

SOUP


Il testo

NARRATIVO Secondo te, che tipo di libro sta leggendo la bambina?

Preferisci leggere da solo o in compagnia?

A te, che tipo di storie piace leggere?

B uona

visione

Belle e Sebastien Anno di uscita: 2013 Durata: 99 minuti Paese: Francia

Felici di

leggere

R. Dahl, La magica medicina, Salani D. Pennac, L’occhio del lupo, Salani F. H. Burnett, Il Piccolo Lord, Raffaello B. PumhÜsel, A. Sarfatti, Verticali e batticuore, EDT

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Analizzare è FACILE Il TESTO NARRATIVO è un testo che racconta storie realistiche o fantastiche. Ha lo scopo di coinvolgere il lettore con storie interessanti. RACCONTI REALISTICI Sono storie che potrebbero accadere nella realtà con personaggi e fatti verosimili, in luoghi reali.

I PERSONAGGI

RACCONTI FANTASTICI Sono storie che non potrebbero mai accadere nella realtà con almeno un elemento fantastico.

Ci sono uno o più personaggi principali, cioè più importanti nella storia: i protagonisti. Poi ci sono i personaggi secondari, che agiscono nella storia in aiuto o contro il protagonista.

IL TEMPO

Le vicende si svolgono in un tempo presente o passato, definito o non ben precisato.

I LUOGHI

La storia è ambientata in luoghi reali (parco, casa, scuola, ambiente naturale…) o in luoghi fantastici, cioè frutto della fantasia dell’autore.

I FATTI

Vengono narrate vicende verosimili o fantastiche. I fatti sono raccontati da un narratore che sceglie in quale ordine presentarli.

ZOOM La presenza di un elemento magico o di personaggi fantastici (gnomi, folletti, animali parlanti…) permette di riconoscere subito un testo fantastico e di distinguerlo da uno realistico.

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Il testo NARRATIVO

STRUTTURA DELLA NARRAZIONE

I FATTI sono narrati rispettando sempre la stessa struttura, costituita da tre parti: INIZIO

SVOLGIMENTO

CONCLUSIONE

presenta i personaggi, il tempo e il luogo della storia.

è la parte centrale in cui si sviluppano i fatti.

è la parte finale della storia narrata.

Tutto il testo può essere diviso in parti: le SEQUENZE. Ogni sequenza rappresenta un momento della storia. Si passa da una sequenza all’altra quando cambia il tempo della narrazione, il luogo, un personaggio o una situazione.

ORDINE DELLA NARRAZIONE I FATTI possono essere narrati scegliendo tra: FABULA cioè narrati seguendo l’ordine cronologico in cui sono avvenuti (prima poi infine).

INTRECCIO cioè narrati senza rispettare l’ordine cronologico, ma facendo “salti nel tempo”.

Quando il narratore fa un “salto all’indietro nel tempo” per raccontare qualcosa accaduto prima, usa la tecnica del flashback.

CHI SCRIVE? L’autore è la persona che scrive la storia e che sceglie di raccontarla attraverso un: NARRATORE INTERNO ALLA STORIA cioè un personaggio, che narra i fatti in prima persona.

NARRATORE ESTERNO ALLA STORIA che narra i fatti in terza persona.

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Il testo NARRATIVO REALISTICO

Analizzare è FACILE

La frittata! da A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Ragazzi INIZIO

Per fare lo zabaione, tutte le sere io e il nonno andavamo a prendere le uova da un contadino che si chiamava Emilio e abitava a un paio di chilometri da noi.

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SVOLGIMENTO

Un giorno il nonno volle prendersi un uovo solo, perché diceva che lo zabaione doveva essere così fresco da odorare ancora di gallina. Se lo infilò dentro la camicia, mi fece sedere sul tubo della bicicletta e partimmo. Emilio gli aveva detto: – Ma proprio lì lo devi mettere? – E dove dovrei metterlo secondo te? – gli aveva risposto il nonno. Infatti, quando comprava qualcosa, lo metteva sempre lì dentro, nella camicia. La nonna la chiamava “una maledetta abitudine”, perché il nonno ci metteva proprio di tutto: sigari, giornale, pane, una volta perfino quattro o cinque pulcini che aveva comprato al mercato. Quando la nonna brontolava, lui diceva che aveva fatto sempre così, fin da bambino, e così avrebbe fatto anche a ottant’anni. Dunque il nonno prese l’uovo e lo sistemò per bene come ho detto. Ma dopo un chilometro circa si sentì uno strano rumore. Allora il nonno si fermò. – Fammi dare un’occhiata, Tonino – disse. Guardò dentro la camicia e annunciò – Abbiamo fatto la frittata! CONCLUSIONE

Infatti la camicia era tutta impiastricciata di giallo, ma lui non si scompose. – Niente paura, adesso ritorniamo indietro e di uova ce ne prendiamo due. Così, se uno si rompe, abbiamo quello di ricambio.

Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: protagonisti • luogo • fatti • tempo 22

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Il testo NARRATIVO FANTASTICO

Un drago spaventoso da S. Bordiglioni, Nel mondo dei draghi, Einaudi Ragazzi

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Il drago Arbo era molto vanitoso. Era più il tempo che passava a studiare modi per diventare ancora più bello ed elegante, di quello che impiegava nella caccia. Agli occhi degli uomini, Arbo appariva come un mostro terrificante: era color del bronzo, con occhi rosso fuoco; cresta, corna, ali e orecchie erano invece di color verde marcio. Ma Arbo ci teneva a essere ammirato dagli uomini.

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Così, quando un giorno trovò una fanghiglia arancione, decise di dipingersi il corpo con lunghe strisce di quel bel colore. Si andò a specchiare nelle acque di un lago e vide che sul fondo c’erano lunghe alghe gialle e verde chiaro: se le sistemò sulle ali, sulle corna e sulle zampe. Quando si fu ornato, prese il volo per farsi ammirare da tutti. Gli uomini che lo videro così conciato, scapparono ancora più spaventati, perché pensarono che fosse un nuovo mostro. Arbo, che si era aspettato invece sguardi ammirati, volò scocciato in cima alla montagna, dove a volte si ritrovavano altri draghi amici suoi. Questi, appena lo videro, si misero a ridere e strillarono. Arbo, drago vanitoso, capì che i suoi sforzi per apparire più bello non avevano funzionato.

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Così tornò al lago, si lavò ben bene e poi si specchiò nuovamente. – Non fa niente – esclamò.

Scrivi sui tratteggi nel testo il nome giusto di ogni parte del racconto. Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: protagonista • tempo • luogo • fatti • elementi fantastici 23


Il testo NARRATIVO

Una sorpresa Comprendo se

faccio ipotesi Riflettere sul titolo e osservare bene le immagini prima di leggere facilita la comprensione del testo.

Osserva l’immagine. Quale sentimento sta provando il ragazzo? Perché, secondo te?

Analizzo Rispondi • Chi è il protagonista? ..................................................... • È un personaggio reale o fantastico? ..................................................... • Il protagonista vive una vicenda reale o fantastica? .....................................................

Comprendo Rispondi utilizzando le informazioni esplicite e implicite fornite dal brano. 1. Giova è un ragazzo o un uomo adulto? Da che cosa lo capisci? 2. Ti sembra che Giova sia un tipo tranquillo o che si cacci spesso nei guai? Sottolinea la frase che motiva la tua scelta.

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ITAMAP p. 2

da M. Tomatis, Il mistero della pietra nera, Raffaello

La bidella era venuta a chiamarlo in classe. – Dimasi dal Preside! La reazione della professoressa di matematica era stata la solita. – Cosa hai combinato? Giova aveva atteggiato il viso a una smorfia, senza poter nascondere l’evidente sollievo che gli si era dipinto in volto: avrebbe sicuramente evitato l’interrogazione che lo attendeva. Restava la stranezza di quella convocazione. Giova passò mentalmente in rassegna quanto era avvenuto negli ultimi giorni. Che si ricordasse, non era successo niente di particolarmente grave, ma non si poteva mai sapere, per cui bussò alla porta della presidenza con una vaga apprensione addosso. Si era tranquillizzato subito. Dentro c’era la professoressa di lettere con un raggiante sorriso stampato in volto. Il preside, appena lui era entrato, si era alzato e gli era andato incontro porgendogli la mano. – Complimenti… – aveva detto e aveva cominciato a parlare. Lentamente la verità si era fatta strada in lui. Non si ricordava neanche più di aver partecipato, a inizio anno scolastico, a un concorso che richiedeva di elaborare un qualche tema riguardante l’archeologia. Lui aveva inventato, quasi per gioco, un racconto fantastico in cui si mischiavano le tombe romane, effettivamente trovate nella sua città durante i lavori di scavo di una fognatura, con Atlantide e gli extraterrestri. Incredibilmente aveva vinto! E non un premio qualsiasi. No! Proprio il primo premio!


Il testo NARRATIVO

Élianor, la nuova compagna da G. Guasti, Maionese, ketchup o latte di soia, Camelozampa

Malgrado i suoi tentativi di rimanere in disparte, è stata infastidita: 1. in classe da Martin e Jamel, in piena crisi di imbecillità acuta; 2. a mensa, dalla secchiona della B in cerca di un capro espiatorio; 3. ovunque da Mireille e dalle sotto-Mireille, per puro divertimento. Ma il peggio del peggio è stata la ricreazione, perché Élianor ha avuto la cattiva idea di mettere piede in cortile e ha incontrato Sylvester. Sylvester è il peggior bullo della nostra scuola. Basta guardarlo in faccia per avere i brividi lungo la schiena. Nel cortile, ovvero il suo ring, passa il tempo a provare le prese di lotta sul malcapitato del giorno. Non appena ha visto Élianor uscire in cortile, Sylvester le si è avvicinato. Le ha sbarrato la strada e ha detto: – Che puzzo. Non mi piace la gente che puzza. Faceva la sua espressione da cattivo, eravamo tutti un po’ nervosi. Tranne Élianor. Lo ha guardato, per niente nervosa. Solo già un po’ stanca. E ha risposto: – Ci credo. Con quel naso. Bisogna sapere che Sylvester ha una grossa patata piantata al centro della faccia. Sinceramente ho avuto paura per Élianor. – Che cos’ha il mio naso? – Niente, è un naso. Non ci si può sbagliare – lo ha detto senza sottolineare le parole. Un tantino seria. Con molta classe. Sylvester non è abituato alla classe. Improvvisamente non sapeva più che dire.

capro espiatorio: chi viene incolpato di tutte le colpe classe: eleganza

Comprendo Che tipo è Sylvester? Cerchia gli aggettivi che ti sembrano adatti a lui. • educato • timido • prepotente • violento • spaventoso • gentile • amichevole • ostile Perché Sylvester “improvvisamente non sapeva più che dire?”

Analizzo Collega ciascun personaggio al suo ruolo. Elianor personaggio secondario

Segna con una .

Sylvester

• Sylvester e Elianor sono personaggi: reali. fantastici.

protagonista

• La vicenda narrata è: reale. fantastica.

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Il testo NARRATIVO

Lo specchio da S. Colloredo, Confetti e dispetti, Einaudi

stick: cosmetico a forma di tubetto che scorre

Grammatica Sottolinea tutti i nomi che trovi dall’inizio fino all’asterisco ( ) e analizzali sul quaderno.

*

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ITAMAP p. 3

Accadde una mattina. Elena aveva fretta di uscire da casa, doveva lavarsi, ma il bagno era sempre occupato. Finalmente, quando uscì anche il papà, entrò. La stanza era velata dal vapore della doccia. Elena si pettinò e cercò di guardarsi allo specchio… Sentì un risucchio e un vortice d’aria che l’afferrava e, in pochi istanti, si ritrovò dall’altra parte dello specchio!* Da lì si poteva guardare senza essere visti! C’erano molti oggetti che galleggiavano intorno a lei: mollette per capelli, una paperella di plastica con cui giocava da piccola, dei pennelli per il trucco. Tutte cose che nel tempo erano andate perse! Sentì la mamma che la chiamava: – Elena! Dove sei? La Sorellona spalancò la porta, diede un’occhiata e strillò: – Qui non c’è! Poi si fermò davanti allo specchio fissando, senza saperlo, Elena negli occhi; prese un rossetto e passò e ripassò le labbra con lo stick. Elena sentì qualcosa di morbido e profumato sulla bocca e comprese che, anche lei, ora aveva il rossetto! In quel momento arrivò la mamma. – Bruttina, stamattina! – bisbigliò la mamma alla sua immagine riflessa nello specchio. Elena chiuse orecchie e occhi per non sentire il coro di voci che la chiamava e… si ritrovò sotto il letto, con il Fratellone che la tirava fuori per le gambe. – Ti dico che non potevo rispondere, perché ero dentro lo specchio! – ripeteva Elena alla mamma. – Smettila di dire bugie! – Ma è la verità! Ti sei anche specchiata e hai detto: “bruttina, stamattina!”. – Tutte queste fantasie ti vengono perché hai sempre la testa fra le nuvole! – rispose la mamma. Il Fratellone nei giorni seguenti continuava a prenderla in giro. – Allora? – ripeteva – Scricciolo dei miei stivali! Non entri più nello specchio?


Il testo NARRATIVO E quando Elena piagnucolava per attirare l’attenzione della mamma, lui le ripeteva: – La mamma se l’è mangiata lo specchio! Un mattino toccò al Fratellone accompagnare Elena a scuola. – Ti lascio all’angolo, perché devo trovarmi con Detto e sono in ritardo – le bisbigliò spingendola nell’ascensore – e se fai la spia con la mamma, stacco la testa a tutti i tuoi stupidi peluche! Le porte dell’ascensore si richiusero ed Elena si specchiò. Fece in tempo a vedere il suo visetto, poi sentì il solito risucchio e l’ascensore si fermò al secondo piano per far salire una vicina. – Sei sola oggi? – le chiese la signora – Ma che brava, vai già a scuola da sola! Elena non rispose, ma quando arrivarono al pianterreno, si voltò verso lo specchio, sorrise al Fratellone intrappolato dentro e gli mandò un bacino!

Comprendo Formula sul quaderno una domanda per ogni risposta. 1. Elena, mentre era nel bagno, fu improvvisamente risucchiata nello specchio. 2. Dall’interno dello specchio vide la Sorellona che si metteva il rossetto. 3. Il Fratellone la prendeva in giro continuamente. 4. Una mattina il Fratellone doveva accompagnarla a scuola. 5. Il Fratellone venne risucchiato dallo specchio dell’ascensore. 6. Elena si voltò verso lo specchio e mandò un bacio al Fratellone.

Analizzo Segna con una . • La vicenda accade in un tempo: definito. non definito. • I fatti si svolgono: in un solo giorno. in più giorni. in una notte. Sottolinea nel testo gli indicatori temporali, cioè quelle parole ed espressioni che indicano quando avvengono i fatti narrati. Segna con una . • All’inizio della storia la protagonista si trova: dentro lo specchio, in ascensore. dentro lo specchio, in camera. dentro lo specchio, in bagno. Cerchia gli indicatori di luogo, cioè quelle parole ed espressioni presenti nel testo che indicano dove si svolgono i fatti. Secondo te questo testo è realistico o fantastico? Motiva la tua risposta. ..................................................... ..................................................... .....................................................

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Il testo NARRATIVO

Ciro in cerca di amore da B. Masini, Ciro in cerca d’amore, Edizioni Arka

Comprendo Rispondi alle seguenti domande sul quaderno. 1. Di che cosa aveva bisogno Ciro? 2. A Ciro piacciono i bambini? Perché? 3. Perché Ciro segue il bambino? 4. Perché il bambino considera Ciro un gatto speciale? 5. Quale genere di amore piaceva a Ciro?

seccante: fastidioso strizzare: stringere

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PIÙ FACILE

Ciro aveva una bella voce per miagolare alla luna, grandi occhi grigi e tutti i baffi al posto giusto. Ma le gattine di Venezia gli voltavano la coda. Perché le gattine di Venezia preferivano i gatti di velluto nero, i gatti rossi che sono un po’ matti, i gatti bianchi come il latte e altrettanto dolci. Preferivano i gatti disposti a far loro la corte, a dire sciocchezze, a portare regali. E lui, Ciro, restava sempre solo. Eppure aveva bisogno d’amore. Un giorno vide un bambino avanzare verso di lui. Sapeva che i bambini sono seccanti: ti prendono in braccio, ti accarezzano, ti strizzano come un cuscino, ma per metterli in fuga basta tirar fuori le unghie. Così Ciro non scappò. Il bambino lo guardò appena e andò oltre. Che bambino strano. Incuriosito, Ciro lo seguì. Il bambino entrò in una casa e salì una scala. Ciro lo seguì. Il bambino entrò in una stanza, si sedette su una poltrona e aprì un libro. Era un libro pieno di gatti. Ciro balzò sullo schienale della poltrona e guardò le pagine che guardava il bambino: c’erano gatti bianchi che sono dolci come il latte, gatti rossi che sono un po’ matti, gatti neri come il velluto nero, gatti tigrati che sembrano ferocissimi. Ma niente gatti grigi. Fu allora che il bambino si voltò verso di lui e gli disse: – Lo sai che sei un gatto speciale, tu? Ciro miagolò. Era un gatto grigio senza amici e senza amore. È essere speciali questo? Il bambino disse: – Tutti questi gatti sono così normali che li trovi dappertutto, anche nei libri. Tu no. Tu sei unico. – Unico? Che cosa voleva dire?


Il testo NARRATIVO Il bambino riprese: – Nessun gatto è come te. Non hai paura, perché non sei scappato. E sei curioso perché mi hai seguito – e poi, dopo una pausa – Vuoi essere il mio gatto? – Non posso essere tuo. Sono un gatto. Non sono di nessuno. – Farai quello che vuoi – disse il bambino – Se vuoi stare in casa stai in casa, se vuoi uscire esci. Quando dormi non ti disturbo. E ti darò da mangiare. – L’amore di avanzi, merendine e pappona non mi basta. – Ma sarai libero di andartene quando vuoi. – E non si gioca? – E quando vuoi, giochiamo. Ma decidi tu. Ecco, quello era il genere di amore che piaceva a Ciro. Non amore di pappona e avanzi. Amore di cibo, ma con le porte aperte. Amore di giochi e di carezze, ma solo se vuoi tu. E così balzò in grembo al bambino e fece le fusa.

Parlo di me Tu che patto di convivenza stabiliresti con un animale domestico? Se già lo hai, racconta com’è il vostro rapporto.

Analizzo Suddividi il racconto in inizio – svolgimento – conclusione, segnandoli con i colori corrispondenti nella barra a lato del testo. Collega ogni parte del testo alla frase che lo riassume. Ciro trova l’amore che cercava. inizio svolgimento conclusione

Il gatto Ciro è in cerca d’amore. Ciro incontra un bambino che gli chiede di diventare il suo gatto.

Sottolinea nel testo con i colori indicati. il protagonista il personaggio secondario il tempo il luogo Secondo te, questo racconto è realistico o fantastico? Motiva la tua risposta. ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................

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Il testo NARRATIVO

Il singhiozzo Comprendo se

leggo bene

Leggere un testo rispettando le pause, e con la giusta intonazione, aiuta a comprendere meglio.

Leggi il brano rispettando la punteggiatura; fai sentire bene le pause lunghe.

Comprendo Questi sono i titoli delle sequenze in cui è stato suddiviso il testo: riordinali numerandoli cronologicamente da 1 a 8. Lo spavento! Secondo consiglio del capitano Riflessione del narratore Il singhiozzo di Niccolò

1 Il maestro ha ripetuto anche quest’anno che lui è come il capitano di una nave e che noi, la sua ciurma, gli dobbiamo obbedire senza fiatare. 2 ............................................. per la nostra classe, navigazione a singhiozzo! Cioè, c’era Niccolò che aveva il singhiozzo e non riusciva a farselo passare. Stavamo leggendo e ogni tanto, a intervalli sempre uguali, arrivava da dietro un “hic!”, scioccante e sonoro come una schioppettata. Fra noi bambini si sentivano risatine soffocate. 3 Capitan Quinto ............................................. ha fatto finta di niente, poi però si vede che si è stufato: ha detto a Niccolò di andare in bagno a bere un bicchiere d’acqua. 4 Bere un bicchiere d’acqua pare che sia un rimedio miracoloso per il singhiozzo. Anche mia madre me lo fa fare quando mi viene. Anzi, lei mi fa bere un bicchiere dopo l’altro finché il singhiozzo non passa. 5 Quello di Niccolò però era un singhiozzo di quelli potenti e il bicchiere d’acqua non gli ha fatto un baffo!

L’acqua non funziona

............................................. è tornato a singhiozzare in classe,

Primo consiglio del capitano

le risate sono ricominciate e questa volta erano più forti.

Trattenere il fiato non funziona Il capitano

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da S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Einaudi Ragazzi

PIÙ FACILE


Il testo NARRATIVO 6 Il maestro ............................................. ha fatto fermare la lettura e ha spiegato a Niccolò che doveva provare a respirare in fretta e a trattenere il fiato, per “rompere” il meccanismo del singhiozzo. 7 Niccolò ci ha provato: si è messo a respirare come un cane, con la lingua fuori. ............................................. ha trattenuto il fiato per un tempo lunghissimo, fino a diventare rosso. ............................................. lui ha buttato fuori l’aria ed è tornato a respirare. A respirare e a singhiozzare! Tutti abbiamo cominciato a ridere fortissimo. Tutti meno il capitano! 8 ............................................., ha fatto una cosa che nessuno si aspettava, si è voltato di scatto verso Niccolò e, battendo forte le mani sul suo banco, gli ha fatto “BUH!” Niccolò si è spaventato e anche tutti noi. Il capitano di questa classe-nave ne sa davvero una più del diavolo!

Capisco le parole Scegli il significato giusto. • Ciurma: insieme di soldati. insieme di pirati. insieme di marinai. • “Saperne una più del diavolo”: essere molto furbi e pieni di iniziative. sapere dove abita il diavolo. essere malvagi come il diavolo.

Analizzo Completa le sequenze del testo con gli indicatori temporali, che fanno capire la successione dei fatti. Sceglili tra i seguenti: Poi • Finalmente • Quando • allora • A un tratto • Oggi • per un po’ Rifletti e indica con una

il completamento giusto.

• Si passa dalla 1a alla 2a sequenza perché: cambia il luogo. entra in azione un nuovo personaggio. cambia il tempo. • Si passa dalla 5a alla 6a sequenza perché: avviene un fatto nuovo. cambia il tempo. cambia il luogo.

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a Intervist ... e r o t u a ’ l n co

e se g r o M o t Rober Pensavi fin da piccolo di diventare uno scrittore? Macché! Da piccolo volevo fare il postino, per andare tutto il giorno in bicicletta a consegnare lettere. Mi immaginavo di portare ai destinatari solamente belle notizie. Però ero già un gran sognatore. Fantasticavo continuamente storie.

Roberto Morgese vive e lavora a Parabiago (MI), insegna nella Scuola Primaria e scrive libri. È anche un formatore di maestri. È appassionato di arte e di natura. Gli piace dare, quando può, il proprio contributo per il benessere sociale.

Come può Roberto liberarsi dall’incubo del bulletto che lo tampina da anni e dei suoi scagnozzi? Servirebbe un super-aiuto, quello di Super Robin! E se invece fosse giusto capirlo e diventare suo amico? La decisione non è facile. E c’è sempre il rischio che a vendicarsi si diventi a propria volta dei bulli.

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E allora che cosa ti ha spinto poi a scrivere? Ho pensato che era molto pericoloso guidare la bici in mezzo al traffico mentre immaginavo storie nella mia mente, rischiavo di andare a sbattere da qualche parte. Così ho deciso che sarei diventato un insegnante per bambini. Le storie piacciono tanto ai bambini e sono anche molto utili per lavorare a scuola. Ho iniziato a scrivere quelle che inventavo per i miei alunni (o per i miei figli), fino a che le ho mandate a qualche editore che le ha pubblicate. Qual è la cosa più bella dello scrivere? Quando scrivo mi piace immaginare una realtà simile ma allo stesso tempo diversa rispetto a quella in cui viviamo. Mi piace creare situazioni che potrebbero verificarsi per davvero, aggiungendo però un tocco di fantasia, un pizzico di stranezza, un po’ di sorpresa. Il tutto condito da una buona dose di ottimismo. Nei miei racconti, però, l’ottimismo non diventa “magicamente” realtà: faccio sempre in modo che i miei personaggi compiano delle scelte importanti e cambino le cose in meglio. Qual è il libro da te scritto a cui sei più affezionato? Credo che per uno scrittore il libro a cui è più affezionato sia sempre l’ultimo pubblicato. Come un bambino piccolo, l’ultimo libro è il più bisognoso di attenzione. Lo devi presentare in giro, lo devi aiutare a entrare nel mondo dei lettori!


Un librO per la classe In questo momento il mio ultimo libro è: “Super Robin contro i bulli”. In questo racconto parli di bullismo. Che cosa ci sai dire del problema? Prima di tutto dovete sapere che anche io, da piccolo, sono stato vittima di bullismo. Il ragazzino che mi aveva preso di mira assomigliava proprio a Bruno Serpi, uno dei personaggi del mio libro. Era molto prepotente con me, mi maltrattava fuori di scuola. Io tiravo avanti e me ne andavo dritto a casa, senza raccontare niente. E sbagliavo! Avrei dovuto spiegare ai miei genitori che cosa mi succedeva e trovare una soluzione insieme a loro. Come è andata a finire con quel ragazzino? Continuando a ignorarlo si è stancato di perseguitarmi. L’ho incontrato poi a distanza di anni. Io avevo proseguito gli studi e mi ero trovato un bel lavoro. Lui, invece, aveva abbandonato la scuola e aveva un’aria un po’ triste. Allora ho capito che il “fare il bullo” gli serviva per mascherare la sua difficoltà nell’affrontare la vita con fiducia. Sono rimasto molto colpito e anche molto dispiaciuto di questa differenza tra noi, che, da piccolo, non avevo capito. E da maestro, che ne pensi dei bulli? Penso che abituando fin da subito i bambini al rispetto reciproco, in classe non si formino bulli. E noi insegnanti dobbiamo dare per primi il buon esempio, trattando i bambini tutti allo stesso modo e sempre con gentilezza (tranne quando ci fanno imbestialire perché dimenticano la lettera maiuscola dopo il punto!). Inoltre, dobbiamo ricordare ai nostri alunni che i bulli sono una piccolissima minoranza, quindi unendo le forze li si può isolare e sconfiggere, oppure, meglio ancora, farli cambiare. Proprio come succede nel mio libro.

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Il testo NARRATIVO

Analizzo Dividi lo svolgimento in sequenze. Ricostruisci l’ordine della narrazione sul quaderno, segui lo schema qui sotto. • PRIMA la protagonista si accorge che Luca… • DOPO va in camera dei genitori… • POI, con la mamma, va… • INFINE il papà… Qual è l’ordine narrativo utilizzato dall’autore? fabula (rispetta l’ordine cronologico) intreccio (non rispetta l’ordine cronologico)

cautamente: con attenzione sonnambulismo: compiere azioni automatiche nel sonno

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PIÙ FACILE

Mio fratello è sonnambulo da A. Petrosino, Il diario segreto di Valentina, Piemme

Erano le due. È stato il miagolio di Alice a svegliarmi. Ho aperto gli occhi, rimanendo immobile e ammutolita. Luca era sul bordo del mio letto, con gli occhi chiusi e le mani in grembo. – Luca! Che ci fai qui? Perché non sei nel tuo letto? Lui è rimasto immobile e non ha dato segno di avermi sentita. A quel punto mi sono spaventata davvero. Sono scesa piano piano dal letto, mi sono avvicinata a mio fratello con il cuore che batteva forte, ma non ho osato sfiorarlo nemmeno con un dito. Avevo l’impressione che, se lo avessi toccato, sarebbe crollato a terra frantumandosi come una statua di gesso. Allora in punta di piedi sono andata in camera dei miei. La mamma ha il sonno leggero, quindi si è svegliata subito e le ho raccontato tutto; insieme ci siamo precipitate in camera mia, ma Luca non c’era più. Ci siamo guardate intorno, poi siamo andate nella camera di Luca. La porta era spalancata e, nella penombra, lo abbiamo visto seduto sulla sedia. Aveva gli occhi chiusi e le mani sulle ginocchia. In quel momento è arrivato anche papà. Ci siamo scambiati un’occhiata preoccupata. Poi mio padre ha preso cautamente Luca fra le braccia e lo ha adagiato sul letto, coprendolo con la coperta. Nel frattempo si è svegliata anche Irene e tutti e quattro abbiamo tenuto una riunione improvvisata in cucina. Papà ha cercato di tranquillizzarci e ha detto che, secondo lui, si trattava di sonnambulismo. Mia madre, però, scuoteva la testa ed era chiaro che non la faceva così semplice come papà.


Il testo NARRATIVO

Filo e il nonno da A. Cerasoli, gnifi i ie i entur nella matematica, Editoriale Scienza

i un

ino

Ogni volta che il nonno racconta dei quattromilaottocento allievi in quarant’anni, gli si gonfia il cuore di emozione. Il tempo, per il nonno, s’è fermato quel brutto giorno che è stato “collocato a riposo”, costretto a lasciare l’insegnamento “per raggiunti limiti d’età”. Ma il mondo della scuola gli è rimasto dentro, lì, in fondo al cuore, né riesce a sentirsi altro che un professore. Così, succede che noi di famiglia abbiamo dovuto indossare i panni dei suoi allievi. A volte, però, non gli bastiamo come classe, e finisce che se la prende persino con gli estranei. Ricordo che un giorno, entrando in una panetteria gremita di gente vociante, si portò l’indice alle labbra e, severo, comandò: – Ssssssshhh… fate silenzio! Si voltarono tutti, ma proprio tutti; io volevo scomparire, perché mi aspettavo già il resto: “E ognuno al suo posto!” a noi, in famiglia, i due ordini arrivano sempre in coppia. Filo è Filippo, il mio fratellino di otto anni. Mio nonno e mio fratello vanno molto d’accordo; spesso si chiudono in cucina e pasticciano insieme ai fornelli, creando capolavori per la vista e il palato. Noi, tra un rumore di coccio e l’altro, li sentiamo parlottare fitto fitto. Oltre a voler fare di Filo un grande chef, il nonno ambisce a trasformarlo in un genio matematico. Con me ha rinunciato da quando ho preferito l’arte alla scienza; però ci prova sempre a coinvolgermi. Appena può non manca di sussurrare ispirato: – Ricordati, cara mia, anche la matematica è arte!

Analizzo Qual è l’ordine narrativo utilizzato dall’autore? fabula intreccio Riquadra la sequenza che ti ha permesso di rispondere correttamente. Poi motiva la tua scelta con una . Ho scelto questa parte di testo perché racconta un episodio: del passato. che deve ancora avvenire. che avviene nel momento in cui l’autore racconta. Questa tecnica narrativa si chiama flashback.

Parlo di me Tu che rapporto hai con i tuoi nonni? Che cosa ti piace fare con loro? Ti capita mai di ascoltare episodi del loro passato? Racconta.

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Il testo NARRATIVO

La mamma nella cartella da N. Kuperman, La mamma è dappertutto, San Paolo

Analizzo Indica con una . • Il racconto è narrato in: prima persona. terza persona. • Il narratore è: esterno. interno. • Si tratta: di un personaggio principale. del protagonista stesso. Se il narratore fosse stato esterno, quale sarebbe stato l’inizio del racconto? Continua sul quaderno. I rumori arrivano dalla sua cartella…

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PIÙ FACILE

Scritch, plog, grumpf… I rumori arrivano dalla mia cartella… Il cuore mi batte a mille all’ora. Voglio sapere che succede. La campanella suona. Corro in cortile per esplorare il contenuto della cartella. E lì, la vedo… rannicchiata fra il diario e il quaderno di francese c’è lei, mia madre! Mi strofino gli occhi per essere sicuro di non stare sognando. – Mamma, sei tu? Ma che ci fai qui? – Sono venuta a portarti la merenda. Stamattina l’hai dimenticata. So che la mamma mi ama molto, enormemente, gigantescamente, ma ignoravo che quest’amore le desse il potere di rimpicciolirsi per portarmi la merenda. Non so più cosa fare. Chiudo gli occhi e spero che, quando li riaprirò, sarà tornato tutto normale. Sfortunatamente, quando riapro gli occhi vedo la mamma aggrapparsi alle spirali del mio quaderno di francese per uscire dalla cartella. Mi chiede di aiutarla. Non ho scelta: non si lascia la propria mamma tutta affannata, col rischio anche che faccia una brutta caduta. La afferro per un braccio e la appoggio sul palmo della mano. La situazione è grave, rifletto più in fretta che posso e decido di fare come se tutto fosse normale. – Mamma, ti ringrazio tanto per avermi portato la merenda, ma ora devi andare. – Voglio restare con te. Non disturberò e non farò rumore. È ora di tornare in classe e non me la sento di lasciare mia madre in terra. Ho paura che un bambino la schiacci correndo. Mi dico che ne riparleremo più tardi. In genere, sono i genitori a dire: “Ne riparleremo più tardi!”.


Il testo NARRATIVO

Una cioccolata speciale da A. Pellai, Il mio cuore è un purè di fragole, Erickson Editrice

Per Luca, dopo la nascita di Cristina, è stato tutto un po’ difficile. La mamma era sempre indaffarata e anche un po’ stanca. Il papà tornava a casa dal lavoro e, per aiutare la mamma, si prendeva cura della sorellina. In quel periodo Luca si è sentito un po’ solo. Ha avuto paura che i genitori gli volessero meno bene. Invece, erano solo un po’ più indaffarati del solito. Un giorno Luca ha preso il passeggino con dentro sua sorella e l’ha chiusa in bagno. Poi è andato dalla mamma per dirle che Cristina era scappata di casa, perché non aveva voglia di stare con loro. La mamma sul volto ha disegnato un’espressione un po’ preoccupata. Poi, seria seria, ha detto: – Dovremo andare a cercarla, prima che scappi troppo lontano – così ha cominciato a guardare in tutti gli angoli della casa. Ma non entrava mai nel bagno, dove Luca l’aveva nascosta. Luca, dopo un po’ ha detto alla sua mamma: – Forse Cristina si è nascosta in bagno. La mamma allora l’ha trovata e, poi, si è messa a preparare per Luca una buonissima cioccolata calda. Luca ha sentito che la dolcezza e il calore di quella bevanda meravigliosa gli facevano molto bene. Allora si è avvicinato alla mamma e le ha raccontato di essere stato lui a nascondere Cristina nel bagno. La mamma gli ha accarezzato la testa e gli ha detto di non preoccuparsi.

Analizzo Nel testo è stato evidenziato l'inizio. Indica tu lo svolgimento e la conclusione. Sottolinea i verbi presenti nel testo, tranne che nei discorsi diretti. Poi completa scegliendo con una . • I verbi sono: in prima persona. in terza persona. • La storia è raccontata da un narratore: interno. esterno.

Grammatica Nel testo, evidenzia i discorsi diretti e trasformali in discorsi indiretti sul quaderno.

Compito di REALTÀ Dividetevi in due gruppi: uno raccoglie tutte le informazioni sulle caratteristiche del testo narrativo realistico, l’altro quelle sul testo narrativo fantastico. Organizzate i gruppi in sottogruppi, per lavorare meglio e procedete alla raccolta delle informazioni. Realizzate un cartellone di sintesi sul testo realistico e uno su quello fantastico, da esporre ai compagni e appendere in aula per il ripasso insieme.

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Analizzare Ho imparatoèadFACILE ANALIZZARE Ricordi? Il TESTO NARRATIVO racconta storie realistiche o fantastiche. Ha lo scopo di coinvolgere il lettore con storie interessanti. Completa lo schema del testo narrativo con le seguenti espressioni. esterno • realistico • fantastici • personaggi secondari • fantastiche • protagonista • fabula • interno • reali • tempo • magico • luoghi fantastici • verosimili • ordine • passato • non ben precisato • intreccio

I PERSONAGGI

Il personaggio principale, cioè più importante della storia è il .............................................. I .............................................. agiscono in aiuto o contro il protagonista.

IL TEMPO

Le vicende si svolgono in un .............................................. presente o......................................., definito o .......................................

I LUOGHI

È ambientato in luoghi .............................................. o in .............................................., cioè frutto della fantasia dell’autore.

Vengono narrate vicende .............................................. o .............................................. vissute dai personaggi.

I FATTI

I fatti sono raccontati da un narratore ....................................... o .............................................. che sceglie in quale ...................................... narrarli: con la ....................................... o con l’..............................................

ZOOM La presenza di un elemento .............................................. o di personaggi ........................................ permette di riconoscere subito un testo fantastico e di distinguerlo da uno .......................................

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Testo narrativo Il testo NARRATIVO

Fuocomatto da A. Ossario, Storie di streghe, lupi e dragolupi, Einaudi Ragazzi

Nel paese di Dragolandia, era tutto pronto per la Gara di Sputafuoco. Fuocomatto era emozionato: per la prima volta poteva partecipare anche lui! Così Fuocomatto ebbe un’idea: “Domanderò al nonno di seguire i miei allenamenti”. Il nonno, dapprincipio, rifiutò la proposta con la scusa che era troppo vecchio, ma Fuocomatto gli rispose: – Sarà, ma ai tuoi tempi eri un vero campione! Allora il nonno, sorridendo sotto i baffi, brontolò: – E va bene, figliolo, mettiamoci al lavoro! Il giorno dopo iniziò l’addestramento, il nonno cominciò insegnando a Fuocomatto a gonfiare le guance e i polmoni. Poi preparò dei disegni per spiegargli tutti i suoi segreti e preparò anche delle frittelle per ricompensare i suoi sforzi. Finalmente giunse il giorno della grande Gara di Sputafuoco. Il piccolo drago era emozionatissimo, ma non era mai stato così felice in vita sua! Quando fu il suo turno, solo soletto si fece avanti, tirò un gran respiro, ricordò tutti i segreti che il nonno gli aveva insegnato, quindi prese a soffiare fiamme e scintille blu, verdi, rosse e persino dorate! – Evviva! I fuochi d’artificio! – gridarono i draghi. Quel numero così difficile, che tutti ormai avevano dimenticato, tanto tempo prima era stato la specialità del nonno. Certo, i fuochi d’artificio di Fuocomatto non erano ancora perfetti, ma il draghetto pensò: “Tanto meglio! Così il nonno potrà aiutarmi ancora. E io, per molto tempo, mi godrò le sue frittelle, le sue storie e le sue coccole!”

So analizzare Dividi il racconto in inizio – svolgimento – conclusione, segnandoli con colori diversi nella barra a lato del testo. Segna con una giusto.

il completamento

• Il racconto che hai letto è, quindi: realistico. fantastico.

• I personaggi del racconto sono: realistici. fantastici.

• Il racconto è narrato in: prima persona… terza persona…

• Il luogo in cui accadono i fatti è: realistico. fantastico.

•… da un narratore: esterno.

Verso le competenze

Obiettivo: leggere testi narrativi individuando gli elementi che li caratterizzano.

interno.

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Ho imparato a COMPRENDERE

Il nuovo ospite da C. Fiengo, C. Stringer, Un lupo da salvare, Piemme

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PIÙ FACILE

Quel pomeriggio Sara, Peter e Patty erano andati insieme al Green Life e avevano deciso di passare dalla sezione di Oceanografia, dove sapevano che i biologi marini erano alle prese con un delfino. Peter si incamminò insieme alle due ragazze lungo la sala dove c’era una serie infinita di vasche protette da vetri alti fino al soffitto. Dietro nuotavano pesci di ogni forma e provenienza: banchi di cavallucci marini, barracuda dal muso appuntito, pesci tropicali di tutti i colori, meduse dai lunghi tentacoli e perfino una grande piovra, che stava abbarbicata contro il vetro con le potenti ventose. In una vasca a parte, guizzava un gruppo di piranha dai denti affilati. Tutte creature che i biologi di Green Life curavano per poterle riportare nel loro ambiente naturale. Oltre la porta a vetri, i tre amici scorsero Jane Fisher circondata dai suoi collaboratori. Erano tutti in piedi vicino al bordo di una grande piscina e fissavano interessati una sagoma azzurra che nuotava avanti e indietro a pelo dell’acqua. Aprendo la porta, Sara fece un sorriso raggiante: adorava tutte le creature marine e adesso non vedeva l’ora di conoscere quel delfino. – Ciao mamma! – salutò, entrando nella stanza assieme a suo fratello e a Patty, poi corse ad accucciarsi sul bordo della piscina. – Ciao! Come stai? – disse rivolgendosi direttamente alla creatura azzurra con una macchia bianca sul muso. Il delfino fece un salto verticale uscendo interamente dall’acqua ed emise un verso acuto, come per salutare i ragazzi. – Finalmente siete arrivati! – esclamò la dottoressa Fisher. Poi, indicando il piccolo mammifero, aggiunse – Vi presento Azul. È appena arrivato dal Brasile. Dei pescatori l’hanno trovato impigliato nelle loro reti e per fortuna sono riusciti a salvarlo. Ha una pinna ferita, ma guarirà presto. I tre ragazzi passarono una buona mezz’ora a giocare con Azul. Poi si diressero verso l’uscita dell’acquario. Il Green Life era un edificio enorme e modernissimo, costruito con i materiali più svariati lungo il pendio di una collina. Anche se i ragazzi ormai lo conoscevano come le loro tasche, il Green Life non smetteva mai di incantarli.


Testo narrativo Il testo NARRATIVO Ho capito le parole Colora nello stesso modo la casella della parola o espressione a sinistra e quella del suo significato a destra. oceanografia

aggrappata

erano alle prese con un delfino

lo conoscevano bene

abbarbicata

incastrato

a pelo d’acqua

scienza che studia l’ambiente marino

impigliato

si estendevano

si snodavano

si occupavano di un delfino

lo conoscevano come le loro tasche

sulla superficie dell’acqua

Con quale coppia di nomi potresti sostituire il nome sottolineato nella frase (riga 27): “Poi indicando il piccolo mammifero, aggiunse – Vi presento Azul. È appena arrivato dal Brasile.” animale – mammifero delfino – pesce anfibio – delfino

Ho capito il testo Indica con una

il completamento giusto.

• I tre ragazzi avevano deciso di recarsi al Green Life: per salutare la dottoressa Jane Fisher. perché volevano conoscere il nuovo delfino arrivato. per visitare tutto l’enorme edificio.

• Azul è: un delfino ospite del Green Life da lungo tempo. un delfino guarito e pronto per essere riportato nel suo ambiente. un delfino ferito appena arrivato dal Brasile. Riordina i fatti, numerando da 1 a 6.

• I biologi del Green Life: facevano esperimenti sulle creature marine. addestravano le creature marine. curavano le creature marine per riportarle nel loro ambiente naturale. • Sara e Peter sono: amici. fratelli. cugini. Sottolinea nel testo la frase che te lo fa capire.

Verso le competenze

Obiettivo: leggere e comprendere testi narrativi.

Sara, Peter e Patty si recano al Green Life. I biologi marini sono tutti intorno a una piscina e osservano un delfino. I ragazzi escono dall’acquario. Sara saluta la mamma e insieme agli altri due si avvicina alla piscina. I tre amici vedono pesci di tutti i tipi. I tre amici trascorrono una buona mezz’ora con Azul.

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Laboratorio di ASCOLTO

Il gioco delle trasformazioni! Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! Qui sotto sono stati sceneggiati i momenti fondamentali della storia che hai ascoltato, scrivi accanto a ogni immagine una breve didascalia.

....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... .......................................................................................................

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STUDENTE

Ho capito ciò che ho ascoltato? Completamente. In parte.

No.


Il racconto di

AVVENTURA Che cosa sta osservando all’orizzonte il bambino?

Ti piacerebbe vivere un’avventura?

Al suo posto che cosa proveresti?

B uona

visione

Il libro della giungla Anno di uscita: 2016 Durata: 105 minuti Paese: USA

Felici di

leggere

J. London, Zanna Bianca, Feltrinelli J. Verne, Il giro del mondo in 80 giorni, Piemme Junior M. Morpurgo, Il regno di Kensuke, Salani M. Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Raffaello

STUDENTE

DOCENTE

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Analizzare è FACILE Il RACCONTO DI AVVENTURA è un testo narrativo che racconta vicende rischiose ed emozionanti. Ha lo scopo di coinvolgere il lettore e di tenerlo con il fiato sospeso.

I PERSONAGGI

Il protagonista è un eroe, oppure una persona comune, che affronta situazioni complicate con spirito di iniziativa e intraprendenza, superando difficoltà e pericoli. L’antagonista è malvagio e senza scrupoli, tenta di ostacolare il protagonista in qualunque modo; a volte può essere un animale o un elemento della natura.

IL TEMPO

Le vicende si svolgono nel passato o nel presente, in un tempo definito o non precisato.

I LUOGHI

È ambientato in luoghi insoliti, misteriosi e selvaggi in cui si nascondono insidie e pericoli.

I FATTI

Vengono narrate imprese avvincenti ed eroiche caratterizzate da imprevisti, rischi e pericoli. In genere si concludono con un lieto fine.

ZOOM Ha un ritmo rapido e incalzante e si ricorre spesso al colpo di scena. Il linguaggio è caratterizzato da dialoghi che evidenziano la tensione dei personaggi e da descrizioni particolareggiate.

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PIÙ FACILE


Il racconto di AVVENTURA

Un incontro inaspettato da I. Allende, La foresta dei Pigmei, Feltrinelli

I ragazzi si addentrarono nella foresta. Erano ricoperti di insetti dalla testa ai piedi, rompevano, a gran colpi di braccia, le immense ragnatele che impedivano il passaggio; a volte sprofondavano fino a mezza coscia nel fango appiccicoso. All’improvviso, nel brusio incessante della foresta, distinsero un suono simile a un lamento umano che li paralizzò. Alexander, che faceva strada, fu sul punto di cadere in una buca che gli si aprì ai piedi, una sorta di crepaccio. Il pianto proveniva da una sagoma scura che giaceva nella cavità e che, a prima vista, sembrava un grande cane. – Che cos’è? – mormorò Alexander indietreggiando. La creatura nella buca si mosse e si resero conto che si trattava di una scimmia. Era avvolta in una rete che la immobilizzava completamente. L’animale alzò gli occhi e vedendoli, iniziò a gridare mostrando i denti. – È un gorilla. Non riesce a uscire… – disse Nadia. – Sembrerebbe una trappola. Bisogna tirarlo fuori. – Ma come? Ci può aggredire… – Guarda, c’è anche un cucciolo! – indicò Alexander. Era molto piccolo, non poteva avere più di qualche settimana, e stava disperatamente aggrappato al folto pelo della madre. – Dobbiamo tagliare la rete – decise Nadia. Nadia iniziò a gattonare verso la trappola. Alexander la seguì con il coltello tra i denti. Respirò a fondo, a pieni polmoni, sfregò l’amuleto che portava al collo per farsi coraggio e impugnò il coltello per tagliare la corda. Tagliare le corde risultò un’impresa più complicata di quanto immaginasse, ma alla fine Alexander riuscì ad allargare le maglie per liberare la prigioniera. – Fuori! Ora puoi uscire – ordinò la ragazza.

...........................................

Il tempo non è definito

...........................................

........................................... ...........................................

e ........................................... ...........................................

Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: personaggi • luogo • impresa da compiere • lieto fine 45


Il testo NARRATIVO

Il serpente a sonagli Comprendo se

faccio ipotesi Leggendo il titolo dove pensi che possa essere ambientato il racconto? In uno zoo. In un deserto. In un bosco.

etnologo: studioso della popolazione copiosamente: in abbondanza

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ITAMAP p. 4

da G. Padoan, Sulle tracce dei grandi guerrieri, Le Monnier

Riccardo e suo padre, un etnologo, si accamparono sulla riva del Dragon Creek. Dormirono di un sonno leggero e agitato. A un tratto un rumore di pietre rotolate li fece balzare in piedi. Dapprima non scorsero nulla, udirono soltanto una voce. – È Ictcinyan! – esclamò il professore – Andiamo. Senza perdere un istante, corsero nella direzione da cui giungeva la voce. Il giovane pellerossa era svenuto. Aveva tutto il corpo coperto da ferite con uno squarcio più profondo dalla fronte allo zigomo, da cui il sangue colava copiosamente. Riccardo e il padre lo medicarono come poterono. – Speriamo bene! – sospirò il professore – Tu cerca di dormire, Riccardo. Resterò io a vegliarlo. Il silenzio del canyon, le fatiche e le emozioni della giornata... a poco a poco la sonnolenza vinse anche l’etnologo. Ictcinyan, invece, non dormiva. I suoi sensi erano ben svegli. Passarono i minuti e le ore, lentissime, esasperanti. Il pellerossa percepì, poco lontano, un “rattle-rattle” che ben conosceva. Un raggio di luna faceva brillare, fra i sassi, il lungo corpo squamoso del grosso serpente a sonagli. Muovendosi verso il corpo addormentato di Riccardo, produceva quel rumore con le grosse squame della coda. Ictcinyan si sforzò di restare ancora più immobile. Era la miglior difesa. Il serpente, mortalmente velenoso, non sarebbe stato pericoloso fino a quando non fosse stato spaventato. I rettili si disinteressano delle cose inanimate. Ma nell’istante in cui Riccardo si fosse mosso, la testa triangolare del grosso serpente sarebbe sfrecciata precisa e fulminea... Il serpente a sonagli continuò ad avanzare lentamente, inesorabilmente, verso il ragazzo addormentato. Era lungo, grosso come un avambraccio, con squame a righe simmetriche che sfumavano dal giallo al bruno. La sua minuscola lingua saettava con un sibilo sottile, pauroso.


Il racconto di AVVENTURA Spostato dalle contrazioni con cui il rettile avanzava, un ciottolo rotolò. Un rumore lievissimo, ma sufficiente a destare l’etnologo, che si alzò su un gomito e fece per allungare la mano verso la torcia. Ictcinyan agì con la rapidità di un fulmine. Anche Riccardo balzò dal suo giaciglio. Rimase agghiacciato dal terrore quando vide il grosso rettile tra le mani di Ictcinyan. L’indiano lottava con il serpente con furia disperata. La coda lo batteva come una frusta, gli si arrotolava alle gambe e alle braccia, la testa guizzava cercando la carne… L’indiano non aveva altra arma che i denti e li affondò nel corpo duro e viscido del rettile. Anche al professore occorse qualche attimo per riaversi dal terrore che lo aveva paralizzato. Impugnò la carabina: ma non poteva sparare per non colpire il pellerossa. Fu Ictcinyan a mettere la testa del rettile contro la bocca del fucile. Il professore premette il grilletto. La pallottola tirata a bruciapelo spappolò la testa del serpente. A Ictcinyan le forze vennero meno di colpo. Si afflosciò a terra. – Ictcinyan! – urlò Riccardo gettandosi su di lui. – È solo svenuto – lo rassicurò il padre. L’indiano si riprese immediatamente dal collasso. Aprì gli occhi e li piantò in quelli di Riccardo. Il ragazzo comprese tutto quello che il giovane indiano avrebbe voluto dirgli; ma non seppe trovare una risposta migliore che stringergli forte la mano.

Grammatica Quanti sono gli aggettivi qualificativi presenti nella descrizione evidenziata nel testo? 6 8 9 L’aggettivo “pauroso” a quale nome si riferisce? avambraccio lingua sibilo

giaciglio: letto improvvisato collasso: perdita improvvisa di forze

Analizzo Suddividi il racconto in inizio, svolgimento e conclusione segnandoli con i colori corrispondenti. Completa. Il protagonista del brano è .................................................. L'antagonista del brano è .................................................. Indica con una il completamento giusto. • La qualità principale che lo contraddistingue è: la vigliaccheria. il coraggio. la forza. • Dopo aver letto hai capito che la vicenda è ambientata: in una spiaggia. in un canyon. in una giungla. • La storia si svolge in un tempo imprecisato, ma è possibile capire esattamente di quale momento della giornata si tratta: della sera. del tramonto. della notte.

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Il testo NARRATIVO

Tarzan e Numa da E. R. Burroughs, Tarzan, l’indomabile, Giunti

Un minuscolo ruscello formava ai piedi del dirupo una piccola pozza, poi scendeva serpeggiando fino al cunicolo e da lì passava oltre nella gola. Un grande albero solitario cresceva rigoglioso circa al centro del burrone mentre ispidi ciuffi d’erba spuntavano qua e là fra i sassi di quella pietraia. Le ossa di molti grossi animali giacevano sparse all’intorno, fra queste numerosi teschi umani. Tarzan aggrottò le sopracciglia. – Un mangiatore d’uomini – mormorò – e a quanto pare ha regnato qui a lungo. Stanotte Tarzan occuperà la tana del mangiatore d’uomini e fuori Numa potrà pure ruggire e brontolare! Esplorando il luogo dove si trovava, l’Uomo Scimmia si era inoltrato profondamente nel burrone e dopo aver sostato presso l'albero, contento che il cunicolo costituisse un rifugio asciutto e tranquillo per la notte, si disponeva ora a tornare sui suoi passi verso l'entrata, per bloccarla con macigni contro un eventuale ritorno di Numa. Mentre questo pensiero gli attraversava la mente, alle sue orecchie sensibili giunse qualcosa che lo gelò. Un attimo e nell'apertura apparve la testa di un enorme leone, incorniciata da una folta criniera nera. Gli occhi giallo-verdi guardavano torvi in direzione dell'intruso; dal profondo petto proruppe un lugubre ruggito e le labbra si ritrassero mettendo in mostra le zanne possenti. an? ederà a Tarz c c u s a s o c Che

Comprendo Perché Tarzan definisce il luogo “la tana di un mangiatore di uomini”?

torio Vai al Labora o di italian

pp. 14-15

................................................................................................................... ................................................................................................................... ................................................................................................................... Scrivi accanto alle seguenti espressioni a quale personaggio si riferiscono. “mangiatore di uomini”

.........................................................

“uomo scimmia”

.........................................................

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Analizzo Rispondi sul quaderno. 1. Dove si svolge il racconto? 2. Chi è il protagonista? 3. Chi è il suo antagonista?


Il racconto di AVVENTURA

In fondo al crepaccio da A. Negri, Erba sul sagrato, Mondadori

– Non v’è dubbio, è laggiù nel crepaccio. Dal fondo, sessanta o settanta metri, la bestia risponde. Il gemito sordo, strozzato, non risuona che una volta sola. Ma basta per provare che è ancora viva, che si è in tempo per salvarla. – Presto: corda e lanterna – Piro si fa legare dai compagni, raccomanda di assicurare bene la corda al paletto, scende. A due terzi della discesa, scorge dal basso due occhi disperati, verdi al riflesso della lampada. – Sì, eccomi, ti vengo a prendere. Piro si cala sempre più giù: le zampe della cagna gli afferrano, improvvise, le spalle. Sente sul petto il martellare spasmodico dell’altro petto e una povera lingua arsa che tenta di leccargli il viso. Rapido avvolge la corda al corpo della bestia che capisce e lo lascia fare. Grida ai suoi compagni che è pronta e ben legata: che la tirino su. Così vien fatto. Ma i crepacci non hanno pareti lisce. Questo è tutto gobbe e un movimento del carico in salita ha smosso un blocco di neve che rovina addosso all’uomo, spegnendogli la lampada. Piro cerca di ritrovare la corda calata per lui dai compagni immediatamente dopo aver sciolto la cagna. Non la ritrova. Non perde il sangue freddo: s’arrampica alla cieca. Dopo aver guadagnato un po’ di altezza, egli pone a caso la mano sulla corda penzolante da un rialzo e trattenuta là. Annodarsela alla vita, dare l’avviso, risalire con un salto leggero, superare l’ultimo tratto che lo separa dall’aria aperta, dal terreno sicuro... gli sembra un sogno. La cagna è abbandonata al suolo, quasi senza vita, con gli occhi chiusi. Piro se la carica sulle braccia, la porta al rifugio.

Comprendo Riordina i fatti da 1 a 8 e ricostruisci la storia. Decide di andare a prenderla e si cala nel crepaccio. Piro capisce che la cagna è ancora viva. Una cagna è caduta in un crepaccio. Piro lega la cagna e la fa tirare su. Piro si arrampica alla cieca. Un blocco di neve spegne la lampada. Piro porta la cagna al rifugio. Piro e la bestiola sono fuori dal crepaccio.

Parlo di me Quale parte del racconto, secondo te, è la più avventurosa? Prova a immaginarti in una situazione simile, come ti comporteresti? Racconta.

ITAMAP p. 5

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Il testo NARRATIVO

Uno strano risveglio da J. Swift, I viaggi di Gulliver, Giunti

Il 3 novembre, mentre il cielo era molto scuro, il vento fortissimo ci spinse contro uno scoglio e la nave si sfasciò. Sei uomini dell’equipaggio, tra i quali io, si gettarono in una scialuppa: remammo alla deriva per circa tre ore, ma poi, sfiniti, ci abbandonammo al capriccio delle onde. Mezz’ora dopo venivamo rovesciati da un colpo di vento. Ignoro la sorte dei miei compagni, ma credo che siano periti tutti. Nuotai alla ventura, spinto verso terra dal vento e dalla marea, finché, sfinito e sul punto di abbandonarmi alle onde, toccai terra. La tempesta nel frattempo si era calmata. Camminai per più di un chilometro senza scoprire una traccia di abitanti; alla fine caddi in un sonno profondo. Quando mi svegliai era giorno. Provai invano ad alzarmi: le mie braccia e le gambe erano attaccate a terra, ma la cosa curiosa era che molti filamenti legavano tutto il mio corpo. Un rumore confuso cominciò a levarsi intorno a me, ma da quella posizione non potevo vedere nulla: qualcosa cominciò a brulicare sulla mia gamba destra e a salire sul mio petto verso il viso. Allora scorsi una creaturina umana grande non più di quindici centimetri, con una faretra sul dorso e in mano un arco e una freccia: seguivano una quarantina almeno di creature della stessa specie. Così piccole: e io ero loro prigioniero.

Capisco le parole Nuotai “alla ventura” significa: in cerca di avventura. senza una meta. in cerca di fortuna. L’espressione evidenziata può essere sostituita con: riuscimmo a domare le onde. ci allontanammo dalle onde. ci lasciammo trasportare dalle onde.

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PIÙ FACILE

Analizzo Indica con una

il completamento giusto, poi rispondi.

• Il racconto è narrato in: terza persona. prima persona. non si capisce.

• Il protagonista è: un cacciatore. un naufrago. una creatura umana.

• Il popolo di piccole creature svolge il ruolo di: protagonista. antagonista. aiutanti del protagonista. • In quale situazione pericolosa si trova il protagonista all’inizio della storia? • Nello svolgimento avviene un colpo di scena. Quale?


Il racconto di AVVENTURA

La maledizione del faraone da Geronimo Stilton, Il mistero della piramide di formaggio, Piemme

Il professore mi indicò il tunnel che si apriva su un lato della piramide, poi ci inoltrammo nella stretta galleria. Dovetti abbassare la testa perché era tanto bassa che sfioravo il soffitto! Rabbrividii: per me che soffro di claustrofobia era una sensazione tremenda! Intanto il professore abbassò la voce e disse in tono misterioso: – La leggenda dice che chi profana la tomba di un faraone verrà colpito da una tremenda maledizione! Infatti, molti archeologi, che assistettero alla scoperta della tomba di Tutankhamon nella Valle dei Re, scomparvero misteriosamente negli anni successivi! Un brivido mi percorse... per distrarmi scattai delle foto. Il professore ridacchiò: – A proposito Stilton, le ho detto che anch’io ho scoperto una tomba proprio un mese fa? Per ora, però non mi è ancora successo niente. Ma a me non importa un baffo di tutte queste leggende. “Io non credo a queste sciocchezze... sono solo superstizioni, lei che ne dice?” stavo per rispondere, ma il professore inciampò in un sasso e cadde per terra. La lampada che reggeva si spense improvvisamente. Nella galleria calò un buio totale. E un silenzio tremendo. Io strillai, brancolando nel buio: – Professore! Professore! Nessuno rispose. Feci qualche passo avanti, anch’io inciampai e caddi a terra. Nel buio non capivo più da che parte fosse l’uscita, mi ero perso!

Analizzo Dividi il testo in sequenze aiutandoti con i seguenti titoletti. • Nel tunnel della piramide. • La leggenda della maledizione. • Solo superstizione! • Buio totale. • Dov’è l’uscita?

Capisco le parole Spiega con parole tue il significato delle seguenti espressioni: • “Un brivido mi percorse” • “A me non importa un baffo” • “Io strillai, brancolando nel buio” claustrofobia: paura dei luoghi chiusi profanare: non rispettare un luogo sacro

Parlo di me Tu sei superstizioso? Pensi che qualcosa possa portare sfortuna o credi che siano tutte sciocchezze? Confrontati con i compagni.

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Il testo NARRATIVO

Sopravvissuti

Comprendo se

da G. Korman, Survival – L’isola, Piemme Junior

leggo bene

Erano sopravvissuti a onde alte più di dodici metri, all’esplosione e all’affondamento della Storm, a una settimana passata alla deriva senza cibo né acqua, ma quella che si presentava ora a Luke Haggerty, Hanna Swann e lan Sikorsky era senza dubbio la prova più dura: procurarsi il cibo. Will Greenfield giaceva svenuto a poca distanza. Aveva bisogno di cure mediche, come tutti loro del resto, ma chissà a quanti chilometri si trovava il primo ospedale! Erano approdati su una... una cosa? Probabilmente un’isola, ma situata dove? Nessuno lo sapeva. – Ragazzi! – gridò Ian in preda alla gioia – Quaggiù! Gli altri seguirono la sua voce fino a una radura, dove trovarono il loro amico intento a raccogliere manciate di strani frutti verdastri sparsi per terra. – Se ricordo bene questi frutti si chiamano durioni – spiegò Ian – hanno un odore molto intenso, ma sono commestibili – ne aprì uno picchiandolo contro il tronco di un albero e ne allungò metà a Luke. Si buttarono sui frutti come lupi famelici. Il sapore non era buono, pensò Luke, anzi neppure passabile ma, data la fame… i tre ragazzi si rimpinzarono, sgranocchiando perfino i semi dei durioni. Ma la sensazione di sazietà fu anche accompagnata da un’improvvisa e irresistibile sonnolenza. Le palpebre gli si fecero così pesanti che non riuscivano più a tenerle aperte. Poco dopo i tre giacevano addormentati nella radura. A un certo punto Luke avvertì qualcosa di strano: uno sbuffare di narici… si svegliò di soprassalto. Fu allora che lo vide. Era a pochi centimetri da lui e lo fissava con gli occhi rossi che scintillavano nel buio... “Un cinghiale!” pensò Luke “Un maiale selvatico!”. E lui era lì, sdraiato e indifeso. Di scatto Luke si girò su se stesso e si mise in ginocchio. Spaventato, il cinghiale corse nella giungla. In quel momento anche Hanna aprì gli occhi e un pensiero improvviso la colse: – Will! – esclamò con orrore – Si sarà svegliato? Lo abbiamo abbandonato sulla spiaggia! – Ho visto un cinghiale – disse Luke senza fiato. – Non mi ha attaccato, ma Will non è assolutamente in grado di difendersi. Dobbiamo andare da lui! Anche Ian si alzò. Si lanciarono nella giungla: correre era difficile,

Leggi il brano e dai una “voce” appropriata a ciascun personaggio.

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PIÙ FACILE


Il racconto di AVVENTURA perché avevano le gambe pesanti come il piombo e continuavano a incespicare nel groviglio di rampicanti. – Luke! Aspetta! – Hanna lo afferrò per un braccio e lo costrinse a fermarsi – Tu ti ricordi come si arriva alla spiaggia? lo no. I tre si guardarono attorno, cercando di riprendersi dalla fatica e dalla sonnolenza. Nel buio, ogni direzione sembrava quella giusta. – Non riesco a orientarmi – disse Luke – distinguo a malapena voi due. – Calmatevi! – ordinò lan – Adesso ditemi cosa sentite. – lo sento le zanzare, e tante anche! – si lagnò Hanna. – Ascoltate il silenzio! – insistette lan. Questa volta, Luke si sforzò di aprire le orecchie e di concentrarsi. C’era il ronzio delle zanzare, certo, ma, a poco a poco, riuscì a riconoscere altri suoni, più lievi... i rumori dei piccoli uccelli e degli animali notturni, il fruscio del vento tra le palme e, sopra a tutti, un rumore sordo, lontano e ritmico... Il suo cervello cominciò a lavorare sempre più rapidamente: – Le onde! – esclamò. Ian indicò con il braccio: – Da quella parte!

Analizzo Indica con una giusto.

il completamento

• Nel brano la successione dei fatti è narrata con frasi: lunghe. brevi.

Comprendo Segna con una se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). • I quattro amici approdano in un’isola turistica. V F V F • Ian trova un frutto commestibile. V F • Solo Will assaggia il durone. • I duroni provocano un’improvvisa e forte V F sonnolenza nei ragazzi. V F • Un cinghiale aggredisce Luke. • Luke, Hanna e Ian appena svegli cercano Will. V F

• La seconda parte del racconto è ricca di: descrizioni. dialoghi. • In questo modo la narrazione ha un ritmo: lento. incalzante. • Questa modalità di scrittura ha lo scopo di: tenere il lettore con il fiato sospeso e coinvolgerlo. suscitare nel lettore noia e distacco dai fatti narrati.

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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il RACCONTO DI AVVENTURA è un testo narrativo che racconta vicende rischiose ed emozionanti e ti tiene con il fiato sospeso. Completa lo schema del racconto di avventura con le seguenti espressioni. presente • selvaggi • rischiose • colpo di scena • eroe • definito • antagonista • incalzante • dialoghi • tensione • lieto fine • misteriosi • pericoli • avvincenti

I PERSONAGGI

I personaggi sono: il protagonista, cioè l’.......................................................... e l’........................................................ che tenta di ostacolare il protagonista.

IL TEMPO

Le vicende si svolgono nel passato o nel ....................................., in un tempo ................................................ o non precisato.

I LUOGHI

È ambientato in luoghi insoliti, .................................................. e .................................................

Sono narrate imprese ............................................................. e ..................................................... ricche di imprevisti e ............................................................, che culminano nel ...................................................................

I FATTI

In genere si conclude con un .................................................

ZOOM Ha un ritmo ........................................................ Il linguaggio è caratterizzato da ..................................................... che mettono in evidenza la ............................................ dei personaggi.

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Testo narrativo Il racconto Il testo NARRATIVO di AVVENTURA

Incontro con l’orso da R. Guillot, Griska e l’orso, Giunti Junior

Griska e la sua compagna Iakù giunsero ansimanti al fiume e si avviarono lungo la riva. Il fiume scorreva in mezzo a una corona di stagni gelati, cosparsi di canneti – Tutt’a un tratto un grido di spavento: – Griska, guarda! Là... là. – disse Iakù con il cuore in gola – Guarda là. Ci ha visti e viene. Ci viene addosso. La belva non aveva ancora visto i ragazzi, ma li aveva fiutati. Era un orso enorme, ora tendeva il muso e annusava l’aria. – Zitta, Iakù – mormorò Griska – e soprattutto non muoverti. – Ci ucciderà! – Non muoverti! Vado io a parlargli. Iakù s’era rannicchiata in mezzo ai giunchi con il viso sulla neve. L’orso si avvicinava dondolandosi e spezzando le canne; poi si alzò battendosi il petto con le grosse braccia pelose; i piccoli occhi selvaggi brillavano come palle rosse, il muso gli si torceva con una smorfia terribile. Tutt’a un tratto, l’orso si fermò. Guardava curiosamente, inclinando la testa da una parte, quel pezzetto d’uomo che gli stava davanti fieramente eretto. Griska, accanto all’orso, che avrebbe potuto lanciarglisi addosso e stritolarlo, non ebbe un attimo di smarrimento. Con la testa alta, guardava la bestia dritto negli occhi. – Ebbene – disse il ragazzo con voce squillante – sei venuto qui con l’intenzione di farci del male? Vattene; ritorna lassù. Vattene subito. Vattene via! Quello che spaventava un po’ la bestia era la sonora voce di Griska e scuoteva le zampe davanti al suo muso nero per scacciarla. L’orso si lasciò ricadere sulle zampe. Con la testa bassa, con i piccoli occhi che sbattevano, brontolando si mosse, sollevando la neve attorno a sé. Poi, con la testa appoggiata alla spalla per seguire con lo sguardo lo strano cucciolo d’uomo che batteva le mani, s’allontanò.

So analizzare Completa. Il protagonista della storia è ..................................................... Scrivi almeno due aggettivi che caratterizzano il protagonista: ......................................................................................................................................... L’antagonista è ..................................................... ed è un ..................................................... Il luogo in cui si svolge l’avventura è ..................................................... La situazione pericolosa in cui si trova il protagonista è ..................................................................................... Verso le competenze

Obiettivo: leggere testo finto, e individuare testo da scrivere gli elementi testoche finto, caretterizzano testo da scrivere un racconto di avventura.

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Ho imparato a COMPRENDERE

Discesa nella grotta da M. Cassini, Il tesoro del medico di Toledo, Mursia

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Dopo aver saldamente ancorato la scala di corda a un grosso masso con lunghi chiodi di ferro, Marco si apprestò alla discesa, arrivò sul piccolo ripiano roccioso che sporgeva sotto l’enorme lastrone inclinato. – Sì – gridò eccitato – c’è un buco che penetra nell’interno della montagna e sembra allargarsi a imbuto. Ora entro. – Sta’ attento, Marco – gli disse Matteo – e accendi la torcia elettrica. I minuti cominciarono a trascorrere lenti. – Ma che fa? – chiese il professor Zurini che andava su e giù come un lupo in gabbia – Perché non dice nulla? – Vado a vedere! – decise Matteo e, senza attendere il permesso degli altri, prese una torcia elettrica e scese per l’improvvisata scaletta e si inoltrò attraverso il foro. L’ingresso non era molto ampio, il terreno in leggera discesa si inoltrava nelle viscere della montagna. Il raggio della torcia, battendo contro le pareti, metteva in fuga piccoli animali che, abituati al buio, fuggivano disperatamente nascondendosi negli anfratti della roccia. Percorsa una quindicina di metri, quel nero tunnel svoltò a destra. Solo dopo averlo superato Matteo si trovò in un ambiente molto ampio, illuminato dalla torcia di Marco che, in ginocchio, contemplava affascinato il contenuto di alcune anfore. – Che fai? – gli chiese. – Il tesoro… – balbettò quello – Guarda! – e affondando le mani dentro uno dei recipienti, cominciò a tirar fuori grosse placche d’oro, tutte incise con una molteplicità di raggi che splendevano simili a fiamme sotto la luce; un tempo dovevano ornare qualche altare; foglie d’oro e frutti d’oro. Matteo si gettò in ginocchio accanto all’amico e rovesciò un’anfora contenente maschere d’oro finemente cesellate, che sembravano ora sorridere, ora ghignare, ora rimproverare i due di averle risvegliate dal loro sonno secolare. Quando si riscossero, corsero fuori a darne notizia agli altri. Vennero subito calate corde e cesti in cui i due si affrettarono a riporre, maneggiandoli con cura estrema, tutti gli oggetti e le anfore. PIÙ FACILE


Testo narrativo Il racconto di AVVENTURA Ho capito le parole Collega le parole alla giusta definizione. essere sul punto di fare qualcosa

• Ancorato

lavorate con molta cura

• Si apprestò • Si inoltrò

fissato

• Anfratti

avanzare addentrandosi

• Cesellate

strette rientranze di pareti rocciose

Scegli la frase che spiega il significato di ogni espressione. • Andava su e giù come un lupo in gabbia (righe 10-11). Provava a camminare a quattro zampe come un lupo. Si muoveva avanti e indietro come un lupo rinchiuso in una gabbia. Camminava su e giù in una gabbia insieme a un lupo. • Raggi che splendevano simili a fiamme sotto la luce (righe 26-27). Le fiamme del fuoco illuminavano i dischi d’oro. I raggi erano così luminosi da assomigliare a delle fiamme. I raggi splendevano perché erano illuminati dalle fiamme.

Ho capito il testo Indica con una

il completamento giusto.

• Il professor Zurini si preoccupa perché: la grotta era molto buia. non c’era traccia del tesoro. Marco impiegava troppo tempo a tornare. • I verbi che definiscono le espressioni facciali delle maschere d’oro sono: sorridere – rimproverare – piangere. ghignare – sorridere – fischiare. sorridere – ghignare – rimproverare. • La frase che esprime l’attenzione con cui sono stati recuperati gli oggetti d’oro è: Vennero subito calate corde e cesti per recuperare il tesoro. I due maneggiarono con cura tutti gli oggetti, anfore comprese. I due portarono frettolosamente il tesoro fuori dalla grotta.

Verso le competenze

Obiettivo: leggere e comprendere un racconto di avventura.

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CODING

Gira la storia Per creare le sequenze narrative di un racconto d’avventura hai sicuramente bisogno dei seguenti elementi: i fatti

Pericoli, misteri, viaggi rischiosi, missioni da compiere. i luoghi

Lontani, sconosciuti, esotici, disabitati e ostili. il tempo

Ben determinato, al presente o al passato. i personaggi

Protagonista: coraggioso e leale. Antagonista: cattivo e furbo, ostacola il protagonista con ogni mezzo. Personaggi secondari: aiutanti e compagni di avventura del protagonista e dell’antagonista. la struttura

Inizio – svolgimento – conclusione.

Mettiti alla prova e sfida i tuoi compagni per creare il racconto perfetto! Gira la storia è un gioco che unisce le caratteristiche del coding (cioè l’attenzione alle relazioni tra gli elementi, alle sequenze logiche e ai cicli matematici) al gioco narrativo e all’incidente fantastico da cui nascono le migliori storie. Si gioca a squadre. Ogni squadra ha a disposizione: quattro storie "aperte", quattro inizi da completare e sedici carte intreccio per complicare i fili della trama avversaria. Lo scopo del gioco è di individuare gli elementi costituenti ciascuna storia e di raggiungerli tramite un percorso costruito con le frecce direzionali.

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REGOLE E ISTRUZIONI SI TROVANO NELLA GUIDA DELL’INSEGNANTE


Il racconto di

PAURA

Te la sentiresti di visitare da solo la casa della foto?

Ti ritieni un tipo coraggioso?

Che cosa pensi di trovare nella casa?

B uona

visione

La Sposa Cadavere Anno di uscita: 2005 Durata: 78 minuti Paese: USA, Regno Unito

Felici di

leggere

E. A. Poe, Racconti fantastici e del terrore, Feltrinelli A. Vivarelli, L’enigma del conte bianco, Piemme Junior G. Quarzo, Il fantasma del generale, Feltrinelli P. Valente, La Maestra TiramisÚ, Raffaello

STUDENTE

DOCENTE

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Analizzare è FACILE Il RACCONTO DI PAURA è un testo narrativo che racconta vicende paurose ed emozionanti. Ha lo scopo di suscitare ansia e paura nel lettore e di tenerlo con il fiato sospeso fino alla fine.

I PERSONAGGI

IL TEMPO

I personaggi possono essere realistici o fantastici. I protagonisti, spesso persone comuni, vivono situazioni terrificanti con creature spaventose e malvagie (vampiri, fantasmi, scheletri…).

Le vicende si svolgono solitamente di notte, in situazioni meteorologiche particolari: temporali, nebbia fitta, vento forte, luna piena…

con la MAPPA I LUOGHI

I FATTI

È ambientato in luoghi inquietanti e pericolosi: castelli in rovina, case isolate, soffitte polverose, cantine buie, foreste, cimiteri…

Vengono narrati fatti misteriosi, inspiegabili e spaventosi.

ZOOM Il linguaggio è caratterizzato da frasi brevi che danno un ritmo incalzante e puntini di sospensione che creano attesa e suspense, cioè un’atmosfera di tensione e paura per ciò che potrebbe accadere.

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PIÙ FACILE


Il racconto di PAURA

Una voce nella notte da M. Mahy, Sei storie di fantasmi, Mondadori

Sammy arrivò di corsa lungo il marciapiede, come se avesse il fuoco nelle gambe. Saltava e correva per farsi coraggio. Stava andando in una casa infestata dagli spiriti. Stava andando, quella sera, a vedere un fantasma per la prima volta nella sua vita. La casa era l’ultima della strada e ormai cadeva a pezzi in mezzo a un giardino di erbacce. Le finestre avevano i vetri rotti e alcune erano chiuse con delle assi inchiodate in croce. – Presto faranno venire i bulldozer e abbatteranno tutto – diceva l’uomo del negozio all’angolo – questa è una zona commerciale e i terreni valgono molto. – Davvero è infestata dagli spiriti? – gli aveva chiesto Sammy. – Dicono che c’è un fantasma, ma appare solo la sera, quando i negozi sono chiusi e la maggior parte della gente è andata a casa. Non l’ho mai visto. – aveva detto l’uomo – E poi, a quanto dicono, è un fantasma molto piccolo. La sera stava appena calando sulla città. Il ragazzo aveva scelto il momento con cura: non era ancora troppo buio perché sua madre stesse in pensiero, e non troppo chiaro per un piccolo, freddo fantasma. “Non ci starò a lungo” pensò Sammy, mentre correva e saltava per scacciare la paura che correva al suo fianco. Alla fine della strada la casa lo stava aspettando. Accanto al cancello qualcosa si muoveva e Sammy trasalì.

........................................... ........................................... ...........................................

...........................................

...........................................

........................................... ........................................... ...........................................

Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: protagonista • creatura spaventosa • luogo • tempo • situazione che incute paura 61


Il testo NARRATIVO

Paura tra i ghiacci Comprendo se

faccio ipotesi Osserva l’immagine. Quale sentimento suscita il personaggio più grande negli altri personaggi? E in te?

da F. Ruggiu Traversi, Terrore sulle piste, Edizioni EL

Vlad, Leo e Lucilla varcarono la soglia della grotta e si guardarono intorno cauti. Nell’aria c’era un odore pungente di stantio che fece arricciare il naso dei ragazzi. Tremando dal freddo e dalla paura, Leo fissò lo sguardo nella parte più fonda e più buia della grotta. – Che succede? – gli occhi blu di Lucilla si fecero enormi. BUBAMM, BUBAMM, BUBAMM, Uaaarrrgh! – Il mostro delle nevi! – strillò Leo. D’un tratto una figura gigantesca si stagliò all’imboccatura della grotta, togliendo di colpo tutta la luce. L’odore acro di muffa si fece più intenso e il mostro delle nevi avanzò in quella che era la sua casa, facendo rimbombare le pareti. BUBAMM. Gli occhi cerchiati di rosso si fissarono sui tre ragazzi, la bocca si aprì e spuntarono lunghe zanne chiazzate di sangue. Il mostro tese le braccia pelose in avanti. – Presto! Indietro! – urlò Vlad tenendo Lucilla per mano. Leo obbedì come un automa, gli occhi sbarrati e le gambe rigide. – Non c’è via d’uscita! – sussurrò fissando il mostro. – Togliamoci gli zaini, presto! – ordinò Vlad – Prendiamo le borracce. Vlad fu il più veloce a togliere il tappo alla prima borraccia e a versare il contenuto, che scintillò sul pavimento della grotta spandendo il suo profumo di banana. Il mostro si fermò e le narici del suo grosso naso cominciarono a fremere e ad annusare l’aria. Vlad, Leo e Lucilla attesero con il cuore in gola, quasi senza respirare. Se quel bestione non avesse mangiato la granita, sarebbero stati spacciati. Il mostro ci si gettò sopra con avidità: se ne riempì le zampe e se le portò alla bocca, facendo scrocchiare i minuscoli pezzi di ghiaccio sotto le zanne. Andò avanti così per un bel pezzo e alla fine crollò a terra di peso, facendo tremare le pareti della grotta e il pavimento. E non si mosse più. I tre amici uscirono dalla grotta e scomparvero giù per il pendio.

Analizzo Sottolinea con il rosso i personaggi realistici e con il blu quelli fantastici. Suddividi il racconto in inizio, svolgimento e conclusione colorando la barra.

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ITAMAP p. 6

Capisco le parole Prova a capire dal testo il significato delle parole evidenziate, poi consulta il dizionario per verificare le tue ipotesi.


Il racconto di PAURA

Qualcosa di nero… da R. Dahl, Il GGG, Salani

Il raggio di luna brillava sul cuscino di Sofia, così lei decise di scendere dal letto per accostare meglio le tende. Quando giunse alle tende, Sofia esitò. Aveva una gran voglia di strisciarci sotto e di sporgersi dalla finestra per vedere come appariva il mondo nell’ora delle ombre. Stette in ascolto. Silenzio di tomba. Il desiderio di guardare fuori si fece così forte che non poté resistere. In un attimo era scomparsa sotto le tende ed era sulla strada. Sotto l’argentea luce lunare, la strada del paese, che conosceva così bene, sembrava completamente diversa. Le case apparivano sghembe, contorte, come in un racconto fantastico. Ogni cosa era pallida e spettrale, d’un biancore latteo. Sofia guardò più lontano. E improvvisamente si sentì gelare. Qualcosa risaliva la strada. Qualcosa di nero… Qualcosa di grande… Una cosa enorme, magrissima e oscura. Non era un essere umano. Non poteva esserlo. Era quattro volte più grande del più grande degli uomini. Camminava rasente le facciate, risalendo la strada e nascondendosi nelle rientranze buie, non raggiunte dalla luce della luna. Si avvicinava sempre di più, sempre di più, muovendosi a scatti. Ora la sagoma era più vicina e Sofia poté distinguerla meglio. Osservandola dovette concludere che in qualche modo si trattava di un individuo. Di un individuo grande, meglio, di un individuo gigantesco.

Analizzo Rispondi. • Quando si svolgono i fatti? ............................................................................ • Dove? ......................................................... ............................................................................. Indica con una gli elementi che rendono il luogo lugubre e minaccioso. Il raggio di luna brillava sul cuscino di Sofia. Silenzio di tomba. Le case apparivano sghembe e contorte. Ogni cosa era pallida e spettrale. Sottolinea le frasi che danno al racconto un ritmo incalzante e creano suspense.

ITAMAP p. 7

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Il testo NARRATIVO

L’erbagatta da P. Van Loon, L’autobus del brivido, Salani

Grammatica Nella parte evidenziata del testo, quanti verbi sono presenti? 4 5 6 Analizzali sul quaderno.

razione: porzione avvinghiare: circondare e stringere con forza

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– Che cosa desideri piccola? – domandò l’uomo. – Erbagatta – disse Sara – la nostra gatta soffre di pallottole di pelo allo stomaco, il veterinario dice che deve mangiare dell’erbagatta. – Ho capito – disse l’uomo dietro il banco con un vago sorrisetto – erbagatta… Ho qualcosa di speciale per te. Funziona sempre. L’uomo posò un vasetto di plastica sul banco e lo spinse verso Sara. Nel vasetto c’erano dei semi bianchi, simili a sassolini: – Annaffia questo vasetto con un bicchiere d’acqua al giorno e fra una settimana avrai la più rigogliosa e succosa erbagatta che si possa immaginare. Nei giorni seguenti, Sara annaffiò ogni giorno il vasetto che aveva collocato sulla scrivania. E in effetti, dopo due giorni fra i semi bianchi erano già spuntati degli steli sottili. Di lì al fine settimana, numerosi altri steli erano comparsi nel vasetto e i semi bianchi erano ormai quasi invisibili. Sara partì coi suoi genitori per trascorrere un paio di giorni dalla nonna, portandosi dietro anche Milù, la sua gatta. In quel paio di giorni Sara non avrebbe potuto annaffiare il vasetto. – Sai cosa faccio, Milù? – disse al momento della partenza – Gli darò una razione doppia di acqua, per non rischiare di trovare l’erba appassita al nostro ritorno. Al ritorno il primo pensiero di Sara fu per il vasetto di erbagatta. – Vieni, Milù – disse – forse troverai tanta buona erba tenera. Aprì la porta. Davanti a lei, subito dietro la porta, si levava una muraglia verde ondeggiante e dondolante. Impugnando ancora la maniglia, Sara rimase sbigottita a fissarla come inchiodata al pavimento. Milù si mise a soffiare, col pelo ritto sulla groppa e la coda gonfia. In quell’istante un tentacolo arricciolato scattò fuori dalla massa verde, avvinghiò Sara e l’attirò a sé. Con un miagolio stridulo, anche Milù fu trascinata dentro da un altro tentacolo…


Il racconto di PAURA Agitando le braccia e scalciando selvaggiamente, la bambina cominciò a lottare con tutte le forze, senza sapere contro che cosa. Poi cadde violentemente all’indietro. Dappertutto intorno a lei c’erano delle cose verdi fluttuanti alte come tronchi d’albero. E tutto questo non poteva che essere spuntato da quel vasetto di erbagatta. Dal groviglio verde uscì un lamento stridulo. – Milù! – gridò Sara lottando disperatamente per liberarsi. Milù miagolò forte una seconda volta e allora Sara la vide, sospesa a mezz’aria, nella stretta di una specie di millepiedi vegetale che le si era avviluppato intorno al corpo. Sferrò con tutte le sue forze un calcio contro la pianta. La pianta si piegò in avanti. Sara ne approfittò per strappare Milù dalla morsa che stava per soffocarla. Milù non dava quasi più segno di vita. – Svegliati, Milù! – ansimò Sara – Dobbiamo andar via di qui! Il suo cervello lavorava febbrilmente. La porta… doveva raggiungerla a ogni costo. E l’aveva quasi raggiunta, quando vide qualcosa di enorme emergere torreggiando al di sopra della massa verde. Era una pianta conosciuta come “carnivora”. Una piantina che si nutriva di insetti e che adesso era diventata un mostro. ù? o Sara e Mil Si salverann

avviluppato: avvolto sferrare: tirare con forza morsa: qualcosa che avvolge da tutte le parti e stringe con forza febbrilmente: velocemente torreggiare: elevarsi in alto

Analizzo Indica con una . • I fatti narrati sono: fantastici e divertenti. realistici e paurosi. incomprensibili e spaventosi. • Il personaggio che fa paura è: un animale. un uomo. una pianta-mostro. • I fatti si svolgono: in un luogo sconosciuto e inospitale. in un luogo conosciuto diventato inospitale. in un luogo sconosciuto ma rassicurante.

ratorio Vai nel Labo di italiano

pp. 20-21

Comprendo Cerca le informazioni nel testo e completa. • Sara comprò l’erba gatta perché ..................................................... ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ • Sara rimasse sbigottita perché ........................................................

Parlo di me Quando si ha paura il nostro corpo reagisce in molti modi: pelle d’oca, sudore freddo, respiro affannoso… Ti è mai capitato di provare queste sensazioni? Quando? Racconta.

............................................................................................................................ ............................................................................................................................ • Dei tentacoli scattarono fuori dalla massa verde e ................. ........................................................................................................................

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Il testo NARRATIVO

Un incontro terrificante Comprendo se

leggo bene

Leggi il brano iniziando con un tono di voce relativamente tranquillo; continua la lettura con un tono che evidenzi una paura crescente.

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PIÙ FACILE

da A. Sommer-Bodenburg, Vampiretto, Salani

Anton avrebbe voluto avere a portata di mano la bottiglia di succo di mele che era in frigorifero, ma la strada per raggiungerla era lunga e passava per il corridoio buio. In cammino, dunque. Anton odiava il corridoio, con la sua lampadina eternamente fulminata e mai sostituita! Odiava i cappotti penzolanti dall’attaccapanni, simili a mostri galleggianti! E quella sera gli faceva paura anche la lepre impagliata che la mamma teneva nello studio e con la quale di solito lui stesso si divertiva a spaventare gli altri bambini. Aveva raggiunto la cucina, finalmente! Prese la bottiglia dal frigorifero e tagliò una grossa fetta di torta al formaggio. Tese l’orecchio per controllare se, per caso, nel frattempo non fosse già cominciato il giallo. Una voce di donna diceva qualcosa: probabilmente annunciava l’inizio del film. Anton si mise la bottiglia sotto il braccio e partì al galoppo. Ma non andò lontano. Già dal corridoio si rese conto che c’era qualcosa di strano. Si fermò e si mise in ascolto… all’improvviso capì: la voce non si sentiva più. Poteva significare soltanto una cosa: qualcuno era entrato di soppiatto in camera sua e aveva spento il televisore! Anton sentì il cuore fare un balzo e cominciare a battere all’impazzata: uno strano pizzicorino gli salì dallo stomaco fino in gola. Immagini paurose gli sfilarono davanti agli occhi: immagini di malviventi con calze di nailon sul viso con pistole e coltelli, che si introducono negli appartamenti vuoti! La finestra della camera era rimasta aperta, si ricordò Anton, e il ladro poteva essere entrato dal balcone vicino! Anton trattenne il fiato e attese. Non accadde nulla. Allora aprì lentamente la porta della sua camera.


Il racconto di PAURA Nella stanza c’era uno strano odore: un tanfo di muffa e di marcio, simile a quello di una cantina, misto a un sentore di bruciaticcio. Che fosse il televisore? Sfilò in fretta la spina dalla presa: probabilmente era saltata qualche valvola. In quel momento udì uno strano fruscio che sembrava provenire dalla finestra: dietro la tenda non c’era forse un’ombra che si profilava al chiarore della luna? Lentamente, con le ginocchia tremanti, le si avvicinò. Anton si fermò impietrito: sul davanzale, davanti alle tende svolazzanti, c’era qualcosa che lo fece rimanere a bocca aperta. Qualcosa di così spaventoso che credette di cadere stecchito. Due occhi venati di sangue lo fissavano da un volto bianco come un lenzuolo e una massa di capelli arruffati scendeva in lunghe ciocche su un mantello nero. Una grande bocca rosso sangue si aprì e si chiuse con un suono terrificante, rivelando denti bianchi, bianchissimi e appuntiti come pugnali. Anton sentì i capelli rizzarglisi sulla testa; il sangue gli si gelò nelle vene. Sembrava che quell’essere ci provasse gusto a vederlo tremare dallo spavento; la bocca enorme si contorse in una smorfia orrenda, mostrando i canini lunghi e appuntiti come aghi. – Un vampiro! – urlò Anton.

Comprendo Rispondi sul quaderno. 1. Perché Anton odiava il corridoio? 2. Il testo non lo dice, ma, secondo te, dove si trovava Anton prima di andare in cucina? 3. Perché Anton pensava che qualcuno fosse entrato in camera sua?

Analizzo Cerca nel testo le espressioni con cui viene descritta la paura di Anton e completa. • Anton sentì .................................................................................................................... • Uno strano pizzicorino .............................................................................................. • Immagini paurose ....................................................................................................... • Anton trattenne ........................................................................................................... • Lentamente ................................................................................................................... • Anton si fermò ............................................................................................................. • Anton sentì i capelli ................................................................................................... il sangue .......................................................................................................................... Individua la descrizione del mostro e sottolineala.

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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il RACCONTO DI PAURA è un testo narrativo che racconta vicende paurose ed emozionanti. Ha lo scopo di suscitare ansia e paura nel lettore creando suspense fino alla fine del racconto. Completa lo schema del racconto di paura con le seguenti espressioni. comuni • spaventose • puntini di sospensione • meteorologiche • frasi brevi • suspense • incalzante • inquietanti • pericolosi • misteriosi • realistici • fantastici • notte • spaventosi

I PERSONAGGI

I personaggi possono essere ........................................................ o ........................................................ I protagonisti sono persone ........................................................ che vivono situazioni terrificanti con creature ........................................................ e malvagie.

IL TEMPO

Le vicende si svolgono solitamente di .......................................... in situazioni ............................................ particolari.

I LUOGHI

È ambientato in luoghi .......................................................................... e ........................................................

I FATTI

Vengono narrati fatti ............................................................................. e ........................................................

ZOOM Il linguaggio è caratterizzato da .................................................................. ....................... che danno un ritmo ................................................................ e ........................................................ che creano ........................................................

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Testodinarrativo Il racconto PAURA

Dracula da B. Stoker, Dracula, Mondadori

Il gallo ha cantato, “Salvo, almeno per questa volta”, mi sono detto. Mi sono lanciato giù per le scale. Il portone d’ingresso non era chiuso a chiave, lo avevo visto la sera precedente, con i miei stessi occhi. Ho provato e riprovato, ma nulla… poi mi sono reso conto che stavolta la serratura era bloccata. Era stato il conte, per impedirmi di fuggire! Dovevo procurarmi la chiave a ogni costo. Allora mi sono detto che l’unica cosa da fare era raggiungere la cappella. Ho percorso la scala a chiocciola e il corridoio, fino alla cripta. Ecco, il mostro era sicuramente là dentro. La cassa era contro la parete, ma stavolta aveva il coperchio. Non era stata ancora sigillata, perché i chiodi non erano avvitati. Ho scoperchiato la bara, e mi sono trovato davanti a uno spettacolo incredibile. Il conte giaceva là dentro, immobile, ma sembrava tornato giovane. I capelli e i baffi erano di un bel grigio ferro, le guance erano più piene, la pelle del volto morbida e rosea. La bocca era più rossa del solito, perché sulle labbra c’erano ancora delle gocce di sangue. Anzi, gli colavano giù dal mento, fin sul collo. Ho frugato dappertutto, a cominciare dalle tasche, ma della chiave nessuna traccia. Allora mi sono fermato, e ho guardato il conte. Aveva un sorriso beffardo dipinto sul volto, un’espressione satanica che mi ha fatto quasi impazzire. Non ho potuto resistere e ho afferrato una vanga che stava lì, accanto alla bara. Mentre stavo per colpirlo con tutta la forza che avevo, il conte mi ha guardato. E c’era un odio tale, nel suo sguardo, che mi sono sentito come paralizzato.

So analizzare Leggi le domande e sottolinea nel testo, con i colori corrispondenti, le frasi che contengono le informazioni richieste. Poi indica una la risposta giusta. • Chi sono i personaggi del racconto? Persone comuni. Creature fantastiche e malvagie. Una persona comune e un essere fantastico che fa paura. • In quale luogo si svolge il racconto? In un cimitero. In un castello. In una grotta. Verso le competenze

• Quando avviene il fatto narrato? All’alba. A mezzanotte. A mezzogiorno. • In questo racconto i fatti narrati sono: della vita di ogni giorno. misteriosi e spaventosi. umoristici.

Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caratterizzano un racconto di paura.

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Ho imparato a COMPRENDERE

Nell’isola del brivido da L. Taffarel, L’isola dei pirati, Tredieci

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I quattro ragazzi proseguivano con cautela. – Faccio strada io – disse Claudio portandosi davanti a tutti. Avevano il cuore in gola; il sentiero era quasi scomparso e Claudio doveva spostare le ampie foglie dei cespugli. Claudio si fermò di scatto: un enorme serpente stava avvolto attorno a un ramo. Lo fissò per qualche istante, poi si dileguò tra il verde. Claudio rimase per qualche attimo tremante e, a stento, riuscì a soffocare l’urlo che gli saliva alla gola. Proseguirono, sembrava di sentire i battiti affannosi dei cuori. – AAAAHHHH chi mi tocca! Qui sul collo, c’è qualcosa, qualcuno mi sta trattenendo – urlò Marco. – È una pianta carnivora – disse Aldo avvicinandosi – Stai attento, ora te la tolgo, prima che ti arrostisca. Afferrata la foglia, la staccò lentamente lasciandola penzolare. – Basta, io torno indietro – disse Marco. Tutti iniziarono il percorso di rientro. Silenziosi come ombre, aguzzavano le orecchie per cogliere ogni rumore... Il silenzio era perfetto. Silenzio, paura, lunghi brividi attraversavano i quattro imprudenti. – AARRDDDDAARRRR! L’urlo inumano si propagò per la foresta. La vegetazione si spalancò improvvisamente davanti ai quattro, che videro comparire un animale enorme: pareva un gigantesco coccodrillo, le mascelle erano munite di denti aguzzi che sembravano tanti pugnali. – VIAAAAAAA!!! – urlò Steve e il suo urlo sembrò risvegliare gli altri tre, rimasti paralizzati dal terrore. Si lanciarono lungo il sentiero, ma la loro fuga durò poco. La vegetazione si aprì una seconda volta e un enorme gorilla si alzò in tutta la sua superba grandezza. Si batté il petto con i pugni chiusi, spalancò la bocca e ruotò il capo verso l’alto, poi mandò un urlo agghiacciante. Non c’era via di fuga per i quattro sfortunati. Aldo chiuse gli occhi. Quando li riaprì vide ancorato con una corda a una palma un operatore con la telecamera. – Complimenti, se la registrazione verrà bene, credo che scene di paura così realistiche non ne realizzeremo più!!!!!!!! PIÙ FACILE


Testodinarrativo Il racconto PAURA Ho capito le parole Scegli la frase che spiega il significato di ogni espressione. • Avevano il cuore in gola (riga 3): si sentivano al sicuro. avevano molta paura. avevano fame. • Aguzzavano le orecchie (riga 17): prestavano attenzione per vedere bene tra le ombre. prestavano molta attenzione per cogliere ogni minimo rumore. sentivano poco bene.

Ho capito il testo Segna con una

la risposta giusta.

• Chi guida il gruppo? Un operatore.

Claudio

Marco

• Quale pericolo devono affrontare per primo i ragazzi? Un gigantesco coccodrillo. Un enorme serpente.

Un gorilla.

• Perché i ragazzi non vengono attaccati? I mostri sono stati immobilizzati. I mostri hanno avuto paura di loro. Si trovano su un set cinematografico. Scrivi chi è che pronuncia le seguenti frasi. • “Qui sul collo, c’è qualcosa, qualcuno mi sta trattenendo.” • “Faccio strada io.”

............................................

............................................

• “È una pianta carnivora.”

............................................

• “Complimenti, se la registrazione verrà bene…”

............................................

Completa le frasi per ricostruire il racconto. I quattro protagonisti si trovano nella ...................................... Claudio si mette a capo del ...................................... All’improvviso appare un enorme ...................................... Marco sente qualcosa sul collo: è una ...................................... Si sente un urlo inumano: sembra un gigantesco ...................................... Compare un enorme ...................................... I quattro ragazzi sembrano non avere via di ...................................... È in corso la registrazione di un ...................................... Verso Versolelecompetenze competenze

Obiettivo: leggere e comprendere un racconto di paura.

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Laboratorio di ASCOLTO

Il coniglio horror Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! Osserva le immagini e indica quella che meglio rappresenta le scene di volta in volta indicate. • L’accampamento dei ragazzi.

• La scena che si presenta ai ragazzi nella radura.

• Il personaggio che incute paura.

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STUDENTE

Ho individuato le immagini corrette? Facilmente. Con qualche difficoltà.

Con un aiuto.


Il testo NARRATIVO

Il racconto

STORICO Che cosa pensi stiano facendo i personaggi della foto? Anche a te piacerebbe vivere in un’altra epoca?

Che cosa capisci dal loro abbigliamento?

B uona

visione

Il Principe d’Egitto Anno di uscita: 1998 Durata: 99 minuti Paese: USA

Felici di

leggere

G. Falcone, La porta di Ishtar e altri racconti, Fabbri V. Conti, Il mistero delle piramidi, Raffaello S. Bordiglioni, All’ombra delle piramidi, Einaudi Ragazzi C. Jacq, Il ragazzo che sfidò Ramses il Grande, Piemme Junior STUDENTE

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Analizzare è FACILE Il RACCONTO STORICO è un testo narrativo che racconta avvenimenti immaginari ambientati in un contesto storico reale. Ha lo scopo di coinvolgere e trasportare il lettore nelle civiltà del passato attraverso una ricostruzione storica tra realtà e fantasia.

I PERSONAGGI

IL TEMPO

I personaggi possono essere veramente esistiti in un determinato periodo storico oppure inventati, ma verosimili.

Le vicende si svolgono in un tempo ben definito: in un’epoca storica precisa.

con la MAPPA I LUOGHI

I FATTI

È ambientato in luoghi reali del passato, che sono descritti con precisione sulla base delle conoscenze storiche.

Vengono narrate vicende storiche reali arricchite da elementi inventati dall’autore, oppure vicende completamente inventate, ma inserite in un contesto storico reale.

ZOOM Trasmette al lettore conoscenze su determinati periodi storici del passato dell’umanità. Sono presenti molte descrizioni di armi, utensili, abiti, alimenti, abitudini...

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Il racconto STORICO

Le mura di Uruk da R. Quintavalle, Gilgamesh l’eroe sumero, Giunti Junior

Più bella fra tutte, Uruk si ergeva sulla riva destra dell’Eufrate. Due templi la dominavano: uno era dedicato ad Anu, il dio del cielo, e l’altro a Istar, la dea della bellezza e dell’amore. E c’era la reggia di Gilgamesh, il re. Tutto intorno a Uruk c’è un grande andirivieni di uomini e carri trainati da buoi, migliaia di schiavi lavorano ponendo mattoni sopra mattoni. Qua e là qualche scriba segna sulla tavoletta d’argilla i progressi giornalieri del lavoro, le razioni di farina e di birra distribuite agli operai. Arriva dal deserto una carovana di commercianti e si ferma stupita a osservare l’imponente opera che sta sorgendo. – Quale altro monumento vuole edificare Gilgamesh? – chiede un mercante a uno scriba. – Questo non è un monumento – risponde lo scriba – è una grande cinta muraria che dovrà comprendere tutto il popolo di Uruk, le sue case, i magazzini e persino i campi e le abitazioni degli agricoltori. Il nostro re vuole che tutti ì suoi sudditi siano protetti da ogni avversità: dalle piene dei fiumi come dalle tempeste di sabbia del deserto, dalle incursioni dei predoni come dagli assalti dei nemici. – In verità il vostro è un grande re! – esclama il mercante – E io, che ho visitato tanti paesi e città, pur ricche e potenti, non ho mai visto niente di più colossale. Passano i mesi e gli anni. Le mura di Uruk sono terminate. Si tratta di una doppia cinta muraria il cui perimetro misura ben nove chilometri e mezzo. Si apre solo in due punti, a nord e a sud, con due porte di bronzo sovrastate da due alte torri rettangolari. Nessun nemico potrà entrare in Uruk, sicura come una fortezza. Ora, finalmente, vengono celebrate le cerimonie religiose per festeggiare l’avvenimento.

...........................................

Al tempo dei Sumeri

...........................................

........................................... ........................................... ...........................................

...........................................

Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: personaggi • luogo • fatti • descrizione della realtà storica 75


Il testo NARRATIVO

Mi serve quella tavoletta! Comprendo se

faccio ipotesi Leggi il titolo. Secondo te, in quale epoca storica sarà ambientato il racconto? A chi potrebbe servire la tavoletta? Perché?

padre della scuola: detto anche “umnia”, era il direttore della scuola

Grammatica Scrivi se la parola in grassetto è un articolo o un pronome. sottrarla gli avrebbe dato lo sgabello gli batteva la parete li accompagnava le sue intenzioni

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da F. Franco, Sulle rive del Tigri, Raffaello

Città di Ur, 2500 a.C. Nella bisaccia che Alalgar portava in spalla era nascosta una tavoletta di argilla, avvolta in un panno bagnato per evitare che si seccasse. Il giorno prima, a scuola, era riuscito a sottrarla dallo scaffale. Per fortuna il maestro Dumuzi non se n’era accorto, altrimenti gli avrebbe dato una bella tirata d’orecchie… Si rasserenò pensando che comunque lui era stato molto attento nel sottrarre la tavoletta: a scuola ce n’erano tantissime, una in più o una in meno non avrebbe fatto la differenza. Dopo aver trascorso la mattinata a cantilenare coi compagni i suoni delle sillabe e un pomeriggio a ricopiare una lista noiosissima di nomi di animali, era arrivato il tramonto, il momento in cui, finalmente, si poteva tornare a casa. A un cenno dell’assistente si erano alzati in piedi, avevano sistemato lo sgabello sotto il tavolo e si erano diretti verso la parete dove, ai ganci, erano appese le bisacce. Quindi si erano messi in fila, secondo l’ordine stabilito. Davanti, come ogni giorno, c’era il padre della scuola, che li accompagnava con occhi di falco, controllando che nessuno si scostasse dalla fila.


Il racconto STORICO Alalgar si trovava al solito posto, tra Sargon e Naram. Aveva il cuore che gli batteva a mille. Se fosse stato scoperto, sarebbe stato frustato e quindi consegnato a suo padre perché lo rinchiudesse in casa tutto il tempo necessario a scontare la vergogna. Aveva confidato a entrambi le sue intenzioni. Man mano che si avvicinavano allo scaffale, sentiva Sargon agitarsi e borbottare, manifestando il suo disappunto. Alalgar non aveva potuto confidargli il motivo per cui doveva rubare la tavoletta: gli serviva per battere Najeeba, registrando la quantità sufficiente di girini che avrebbe catturato per vincere la sfida. Naram invece era dalla sua parte. Gli piaceva quella sfida coraggiosa: sfilare una tavoletta di argilla da sotto il naso del padre della scuola non era sicuramente una cosa da tutti! – Ti aiuterò – gli aveva detto – passando davanti allo scaffale, rallenterò l’andatura e mi attarderò un attimo più del necessario. Tu avvicinati a me in modo da restare il più possibile nascosto. Ti basterà allungare una mano. Ma devi essere rapido come il serpente che striscia tra le canne se non vorrai finire nei guai. lalgar? ccederà a A u s a s o c e h C ratorio Vai nel Labono lia a di it

pp. 26-27

Analizzo Completa e scegli con una . • L’epoca in cui sono ambientati i fatti narrati è ................................... • Il protagonista della vicenda è ............................................................... • I personaggi secondari sono ............................................................... • I personaggi di questo racconto sono: realmente esistiti. verosimili. La vicenda viene narrata attraverso il flashback: indica a lato del testo dove inizia.

Comprendo Leggi le affermazioni e segna con una se sono (V) o false (F). • Alalgar aveva rubato una tavoletta di argilla. V F • Il maestro Dumuzi gli aveva dato una bella tirata V F di orecchie. • Sargon aveva convinto Alalgar a rubare V F la tavoletta. • La tavoletta serviva ad Alalgar per registrare il numero di girini V F catturati. • Naram si era offerto di aiutare Alalgar per effettuare il furto.

V F

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Il testo NARRATIVO

La barca del faraone da N. Vittori, Gli scribi reali, Raffaello

1 Il mercato era ormai vicino. Ancora pochi passi e avrebbero potuto vedere le prime bancarelle. Nefertari all’improvviso si trovò quasi travolta da un gruppo di ragazzini che correvano nella loro direzione. – Ma che cosa sta succedendo? – si domandò perplessa, schivando a fatica un bambinetto scuro che le veniva incontro urlando a perdifiato. 2 Yuia tese le orecchie per tentare di capire, tra gli schiamazzi della folla, il motivo di quell’insolita agitazione. – Sta passando la barca del Faraone! – disse, quando finalmente riuscì ad afferrare al volo qualche parola sensata. 3 Intanto la folla intorno a loro era aumentata. Donne, uomini e vecchi camminavano in fretta in direzione del fiume: tutti volevano assistere al passaggio della bellissima imbarcazione e cercavano di garantirsi un buon punto di osservazione. – Andiamo anche noi? – chiese la ragazza. Il vecchio acconsentì subito: – Al mercato ormai non ci sarà più nessuno! Tanto vale goderci lo spettacolo! 4 Il fiume scorreva lento e maestoso alla loro destra, ma già era quasi impossibile vederlo a causa della gran folla che si stava allineando lungo la riva. La ragazza si sistemò sulla groppa di Sethy, l’asino, guardandosi attorno con soddisfazione. Da quella posizione poteva vedere sopra tutte le teste della prima fila di gente che si accalcava lungo la riva. Non si sarebbe persa nulla!

Comprendo

Capisco le parole Spiega con parole tue le espressioni evidenziate nel testo.

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Formula sul quaderno una domanda per ogni risposta. 1. La storia è ambientata nell’antico Egitto. 2. Nefertari è la protagonista del racconto. 3. Tutti volevano assistere al passaggio della barca del faraone. 4. Per riuscire a vedere sopra tutte le teste. 5. Tutti si piegarono e anche Nefertari chinò la testa.


Il racconto STORICO

5 A un tratto le persone davanti a lei oscillarono tutte insieme, indicando un punto alla loro sinistra. – Eccola! Guardate la barca! Lì… sta comparendo proprio dietro la curva! Anche Nefertari guardò e infatti la prua della barca reale stava spuntando proprio dietro l’ansa del fiume alla sua sinistra. Tutti trattennero il fiato per lo stupore. 6 La barca era una vera meraviglia: alta e snella, scivolava leggerissima sull’acqua senza quasi incresparne la superficie. Era costruita in papiro e completamente dipinta con colori vivaci: il blu del loto sacro, il verde del grande Osiride e il rosso, il colore sacro al dio Sethy. Sul ponte un enorme baldacchino, che sorreggeva delle bianche tende di lino, proteggeva il Faraone e la sua famiglia dai raggi del sole. Sul davanti un’altissima prua su cui era dipinto un ibis sacro fendeva maestosa l’aria. A poppa invece era sistemata una coppia di rematori che affondavano ritmicamente i lunghi bastoni nel fondo melmoso del fiume. 7 Nefertari si sollevò puntando i talloni nella pancia di Sethy, che protestò debolmente: si vedeva qualcuno seduto all’ombra del baldacchino! Il Faraone! La lunga tenda si mosse appena, sfiorata da un alito di vento, e lei riuscì per un attimo a scorgere un viso immobile e lontano, con la testa coperta dal nemes, decorato con l’ureo, la testa di cobra, simbolo di regalità e di potere. 8 Davanti a lei tutte le schiene si piegarono per rendere il dovuto omaggio al grande sovrano delle Due Terre. Anche Nefertari chinò la testa.

nemes: copricapo di stoffa del faraone

Analizzo Il testo è suddiviso in sequenze, attribuisci a ciascuna un titolo e scrivilo nel quaderno. Sottolinea nel testo le informazioni storiche che ti fanno capire come erano l’imbarcazione e il copricapo del faraone.

Compito di REALTÀ Se tu fossi nato/a al tempo degli antichi Egizi, come avresti vissuto? Raccogli le informazioni sulla civiltà egizia riguardo le classi sociali, la religione, l’abbigliamento, l’alimentazione, la scuola e i giochi. Collocati in una classe sociale e organizza una tua giornata-tipo in quel periodo storico. Rifletti, infine, sulle differenze tra la tua giornata reale (oggi) e quella verosimile dell’antico Egitto.

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Il testo NARRATIVO

L’oro di Tiro! da N. Vittori, Il profumo della porpora, Raffaello

Comprendo se

leggo bene

Leggi con i tuoi compagni. Tu interpreta Myrim e scegli i compagni per le parti di Assimbal, Raji, Zabul e narratore.

brulicava: era affollato macerare: immergere a lungo in un liquido

Capisco le parole Completa il significato dell’espressione evidenziata nel testo scegliendo tra le parole proposte. Con l’espressione del suo volto Myrim nascondeva/mostrava il disgusto provato per l’odore.

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PIÙ FACILE

L’odore era insopportabile. Myrim si sforzava di non farlo vedere, ma il suo viso tradiva il disgusto per quell’aria maleodorante. – Tu lavorerai in questo settore – disse Assimbal, l’uomo che lo accompagnava, indicando con un gesto i grossi barili disposti ordinatamente in lunghe file sotto il sole. Myrim avvertì una morsa improvvisa allo stomaco: come avrebbe potuto sopportare quella puzza per tutto il giorno? Sentì a un tratto una fortissima voglia di scappare, ma l’uomo dovette intuirlo, perché gli mise una mano sul braccio e gli sorrise. – Non ti preoccupare, tra poco non lo sentirai più… Sembra incredibile, lo so, ma il nostro naso sopporta tutto, persino questa terribile puzza! Myrim si guardò attorno: il posto brulicava di gente: uomini, soldati e schiavi, ma soprattutto ragazzi della sua età che si muovevano con disinvoltura tra le vasche di piombo e i barili di legno. – Qui mettiamo i molluschi a macerare con le pezze – spiegò ancora Assimbal, tirandosi distrattamente la lunga barba – da quei tini escono le stoffe che vestiranno i sovrani di tutto il mondo. Myrim guardò con maggior rispetto gli enormi recipienti aperti sotto il sole. – Ricorda, ragazzo, la porpora è un dono del dio. È l’oro di Tiro: più prezioso delle sete d’Oriente, più pregiato dell’avorio della Nubia. Quindi, se vuoi essere un degno abitante di Tiro, non dire mai che la porpora puzza! Anzi ha un magnifico profumo: quello inebriante dell’oro delle monete sonanti. Quello è Raji, il tuo sorvegliante – aggiunse mostrandogli un uomo calvo che girava tra i lavoranti con una tavoletta e uno stilo in mano – Vai da lui e presentati. Digli che ti ho mandato io. Myrim salutò Assimbal e si avviò a passi un po’ incerti verso l’uomo indicato.


Il racconto STORICO – Ti occuperai della scelta dei molluschi – spiegò il sorvegliante a Myrim – Seguimi, ti mostro il posto. Si avviarono insieme, camminando uno dietro l’altro, lungo gli stretti muretti di pietra che delimitavano le file dei recipienti posti a un livello inferiore. Myrim sbirciò dentro uno dei tini: all’interno si intravedeva una poltiglia verdastra che un uomo armato di un lungo bastone stava rimestando come una zuppa. – Ma non è rossa! – si lasciò scappare Myrim stupito. – Solo gli ignoranti credono che la porpora sia rossa… Appena estratta è bianca, poi diventa giallastra, quindi verde… solamente quando si unisce al sale dell’acqua marina, e poi rimane a lungo esposta all’aria e al sole, diventa rossa. Ecco, siamo arrivati – disse – guarda quei ragazzi e fai come loro! Myrim si avvicinò a quello che aveva alzato lo sguardo. – lo mi chiamo Zabul… Tocca a me, che sono il più vecchio, mostrarti il lavoro… Vedi? È molto semplice: le conchiglie piccole vanno in quella cesta e poi le metteremo nella macina, quelle più grosse, invece, vanno in quest’altra. – E che fine fanno quelle grosse? Zabul indicò i due ragazzini alle loro spalle. – Loro estraggono il mollusco dalla conchiglia. Myrim si accucciò e prese posto accanto a Zabul. La sua prima giornata di lavoro stava incominciando.

Analizzo Segna con una . • Lo scopo di questo racconto è: spiegare in modo scientifico come si ricava la porpora. trasportare il lettore nel mondo dei Fenici, coinvolgendolo in una storia. spiegare in modo fantastico come si ricava la porpora.

Comprendo Completa il riassunto del racconto con le seguenti parole. molluschi • sale • pregiate • sole • scappare • nauseabondo • prima • sorvegliante • macerare • porpora • stoffe • rosso Myrim non sopportava quell’odore ............................................., voleva .............................................; Assimbal lo bloccò e gli spiegò che nelle vasche i ......................................... venivano messi a ......................................... con le ......................................, così si ottenevano le ...................................... stoffe color ....................................... Assimbal mandò Myrim dal ............................................. Raji. Myrim si sarebbe occupato della scelta dei molluschi. Il ragazzo con meraviglia scoprì che la porpora non era di colore ............................................ Raji gli spiegò che diventa rossa solo quando si unisce al ............................................ dell’acqua marina e poi rimane esposta al ............................................ Myrium inizia la sua ............................................ giornata di lavoro.

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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il RACCONTO STORICO narra avvenimenti immaginari ambientati in un contesto storico reale. Ha lo scopo di coinvolgere e trasportare il lettore nelle civiltà del passato. Completa lo schema del racconto storico con le seguenti espressioni. epoca • reali • contesto storico • periodi storici • inventati • precisione • descrizioni • conoscenze • esistiti • storiche • precisa

I PERSONAGGI

I personaggi possono essere veramente ..................................... ......................... in un determinato periodo storico oppure ........................................................, ma verosimili.

IL TEMPO

Le vicende si svolgono in un tempo ben definito e in un’................................................... storica ...................................................

I LUOGHI

È ambientato in luoghi ........................................................ del passato, che sono descritti con ...................................................... sulla base delle ........................................................ storiche.

Vengono narrate vicende ........................................................ reali, arricchite da elementi inventati dall’autore, oppure vicende completamente inventate, ma inserite in un reale ........................................................

I FATTI

ZOOM Trasmette al lettore conoscenze su determinati ............................................ del passato dell’umanità. Sono presenti molte .............................................. di armi, utensili, abiti, alimenti, abitudini...

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TestoSTORICO narrativo Il racconto

Sul fiume Nilo da L. Taffarel, ll o

r

ell sfinge, Tredieci

Stava calando la sera. Hanoi, sulla riva del Nilo, si godeva la frescura dopo una giornata incandescente. Hanoi era un ragazzo di dieci anni. Portava, sulla testa rasata, la ciocca di capelli lunghi che dimostrava che era ancora un fanciullo; l’avrebbe tenuta fino ai dodici anni. Mentre guardava il fiume ricordava che l’anno precedente nel mese di agosto, era iniziata la grande piena del Nilo. Quest’anno, invece, il Nilo scorreva tranquillo nel suo letto e la gente temeva la carestia. Hanoi si avviò verso casa. Arrivò al villaggio formato da un gruppo di case di contadini sulla riva del Nilo, collocate abbastanza in alto per non essere raggiunte dalle acque in piena. Erano costruite con mattoni di argilla cotta al sole e le pareti erano intonacate con una sorta di malta formata da fango misto a paglia. – Dove sei stato l’intera giornata? – chiese la madre – Sono accaduti eventi importanti. – E quali? – domandò Hanoi con ansia. – Oggi è giunto il messaggero del Faraone e ha pronunciato queste parole: “Il Faraone Mamos, dio e padrone dell’Alto e del Basso Egitto, è preoccupato perché il dio Nilo non ci ha ancora benedetto con la sua inondazione. Per questo domani nella città di Tebe si svolgerà una cerimonia in suo onore. Tutta la gente dovrà parteciparvi perché il dio capisca quanto noi gli siamo fedeli e ci invii le sue acque a rendere fertili i terreni del sacro suolo egizio”. – Che bello! – esclamò Nef, la sorella di Hanoi – così domani andremo a Tebe! Adoro recarmi in quella città dove la gente è ben vestita e i palazzi sono lussuosi.

So analizzare Indica con una

la risposta giusta.

• Chi è il protagonista della storia? Il faraone Mamos. Hanoi.

Nef.

• In quale luogo è ambientata la storia? In Grecia. In Egitto.

In Mesopotamia.

• Quali informazioni storiche puoi ricavare dal racconto? L’importanza del Nilo per l’agricoltura e l’acconciatura dei bambini fino a dodici anni. L’alimentazione degli Egizi. La posizione delle case e come erano costruite. Verso le competenze

Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caratterizzano un racconto storico.

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Ho imparato a COMPRENDERE

L’esercito di terracotta da F. R. Sardi, Qin Shi Huang, Raffaello

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L’imperatore Shi Hu Ti continuò la visita che aveva programmato. Al suo passaggio, gli uomini che stavano lavorando l’argilla si fermavano e rimanevano immobili, chini quasi a toccare terra. Il Gran Maestro dei Vasai guidò il drappello imperiale tra le mura polverose delle case del villaggio, fino a raggiungere uno spiazzo enorme dove erano allineate in lunghe file centinaia e centinaia di grandi statue. Il giallo dell’argilla qui lasciava il posto al colore rossiccio della terracotta. Con le loro ombre allungate, le statue sembravano dei giganti animati, un esercito di guerrieri pronto a scattare al primo ordine. – Quante sono? – chiese l’imperatore all’uomo che gli faceva strada. – Quelle pronte sono già più di mille, mio potente Signore. Si sta lavorando giorno e notte… – E i particolari? – chiese il sovrano – Voglio controllare i loro visi. Ognuno di essi dovrà essere unico, non ce ne dovranno essere due uguali. Saranno proprio i tratti dei volti a ricordare la vastità dell’impero, poiché rappresenteranno guerrieri provenienti dai tanti territori conquistati. Voglio leggere nei loro sguardi tutte le emozioni contrastanti che si provano in battaglia: la paura e il coraggio, la debolezza e la forza, il dubbio e la fedeltà… Passo dopo passo, l’imperatore si mostrava più attratto dai dettagli: si soffermò a osservare le diverse acconciature che sovrastavano quelle teste immobili. Secondo il rango, i copricapi erano formati dai capelli pettinati all’indietro e raccolti in un nodo che poteva ergersi in alto, al centro della testa, o messo di lato, girato verso destra. Le fronti scoperte facevano risaltare segni particolari come sfregi e cicatrici che esprimevano le doti del bravo guerriero come il coraggio e la temerarietà. Si avvicinava fino quasi a sfiorarli e fissava i loro occhi vuoti. Sarebbero stati in grado di proteggere il suo sonno nel mondo dei morti. PIÙ FACILE


TestoSTORICO narrativo Il racconto Ho capito le parole Collega ogni parola della prima riga al suo sinonimo nella seconda. argilla

drappello

condizione sociale

temerarietà

rango

gruppo di soldati

creta

ergersi

elevarsi

audacia

Ho capito il testo Scrivi chi compie le seguenti azioni. ............................................ continuò la visita che aveva programmato. ............................................ si fermavano e rimanevano immobili. ............................................ sembravano dei giganti animati. ............................................ attratto dai dettagli dei visi. Indica con una

il completamento giusto.

• L’imperatore visitò il villaggio per: controllare gli operai. controllare la produzione delle statue. conoscere gli abitanti. • L’imperatore ordinò che le statue di terracotta: dovessero essere tutte uguali. dovessero essere uguali a due a due. dovessero essere tutte diverse. • Le statue di terracotta avevano lo scopo di: rappresentare guerrieri provenienti dai tanti territori conquistati. raffigurare gli abitanti del villaggio. assomigliare tutte all’imperatore. • L’imperatore osservò attentamente l’esercito di terracotta e pensò che: avrebbe combattuto bene al suo fianco. avrebbe difeso bene il suo palazzo. lo avrebbe protetto dopo la sua morte nel mondo dei morti. Indica se riesci a ricavare dal testo le seguenti informazioni. SÌ

NO

Il nome del villaggio dove è stato costruito l’esercito di terracotta Il nome dell’imperatore Da quante statue doveva essere composto l’esercito Le qualità che, secondo l’imperatore, doveva possedere un bravo guerriero Verso Versolelecompetenze competenze

Obiettivo: leggere e comprendere un racconto storico.

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Laboratorio di ASCOLTO

Azer Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! Osserva le immagini e indica quella che meglio rappresenta l’elemento indicato del racconto. • Il periodo storico in cui si svolge la vicenda.

• Il protagonista Azer.

Colora i riquadri che contengono le informazioni ascoltate. Azer si è costruito un falcetto. Il raccolto viene depositato nei magazzini del tempio. Al villaggio c’è uno spazio apposito per battere le spighe di orzo. La moglie Azer è la migliore tessitrice del villaggio. Azer insegna a suo figlio a scrivere sulle tavolette d’argilla. Il vasaio ha molto lavoro perché deve preparare numerosi recipienti.

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STUDENTE

Ho capito ciò che ho ascoltato? Completamente. In parte.

No.


La

LETTERA Chi riceverà la lettera che la bambina sta spedendo?

Che cosa ci sarà scritto nella lettera?

E tu, scrivi lettere o mandi e-mail?

B uona

visione

Una lettera per Momo Anno di uscita: 2011 Durata: 120 minuti Paese: Giappone

Felici di

leggere

E. Nava, Cari nonni, Cara Na, Einaudi Ragazzi A. Gramsci, L’albero del riccio, Editori Riuniti S. Bordiglioni, Il giro del mondo in 28 e-mail, Feltrinelli A. Calaprice, Caro professore Einstein, Archinto

STUDENTE

DOCENTE

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Analizzare è FACILE La LETTERA è un testo narrativo che ha lo scopo di mettere in comunicazione due o più persone distanti: è personale se è inviata a qualcuno che si conosce; è formale se è rivolta a un’autorità o a una istituzione.

MITTENTE e DESTINATARIO

Il mittente è colui che scrive la lettera. Il destinatario è chi riceve la lettera.

LA DATA

Viene scritta in alto a destra e indica il giorno, il mese e l’anno in cui si scrive.

IL LUOGO

Viene indicato prima della data e rappresenta il luogo da cui il mittente scrive.

con la MAPPA

È il contenuto vero e proprio della lettera. Nella lettera confidenziale vengono raccontate esperienze, stati d’animo ed emozioni... Nella lettera formale vengono esposte situazioni problematiche, inoltrate richieste...

IL MESSAGGIO

ZOOM La lettera inizia con una formula di apertura e si conclude con una formula di chiusura e con la firma di chi scrive. È possibile aggiungere altre informazioni inserendo, dopo la fine della lettera, il P.S., cioè la sigla dell’espressione latina Post Scriptum che significa “dopo lo scritto”. Nella lettera confidenziale tra mittente e destinatario c’è un rapporto di affetto e il linguaggio è familiare, colloquiale. Nella lettera formale il linguaggio è serio e rispettoso e ci si rivolge al destinatario dando del “lei”.

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PIÙ FACILE


La LETTERA

Lettera dalle vacanze da Rascal, Una lettera per…, Lineadaria Editore

Biella, 20 agosto 2019 Ciao Loic, siccome mi sono stati vietati il computer e il portatile per una settimana, ti scrivo come ai tempi passati. Come vanno le vacanze sul tuo scoglio bretone? Mi racconterai tutto dalla A alla Z, mio caro amico. Soprattutto delle F… cioè le femmine! Da parte mia, sto studiando per il rientro a settembre. Dopo tre giorni, è davvero troppo! C’è anche mia zia Maeyvonne che è venuta a casa ad aiutare (è un’occhialuta che non ride mai). Lavoriamo sulla matematica, la chimica e le scienze, dalle otto all’una senza sosta. Anche se non so ancora a cosa mi servirà tutto questo nella vita, inizio gradualmente ad assimilarle. Tutto può succedere! Mi piacerebbe riempirmi il cervello di altre cose. Quelle che gli adulti trovano futili… Spero di leggerti presto, amico mio. Kenavo = arrivederci, come si dice in Bretagna. Lucas

...........................................

...........................................

...........................................

e ...........................................

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P.S. Il mio cane è morto ieri e questo mi rende triste. Non ci si dovrebbe mai attaccare.

Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: mittente • destinatario • Post Scriptum • data • luogo • linguaggio informale 89


Il testo NARRATIVO

Amigo de pluma da M. Cox, Amazzonia, dove le rane muggiscono, Piemme Junior

Comprendo se

20 fevereiro (febbraio) Caro amigo de pluma, come va? Succedono grandi cose lì da te? Qui a Rio de Janeiro siamo completamente entusiasti. Sta per arrivare… il Carnevale! Tutta la città sta impazzendo di gioia. Fa anche molto caldo. Oggi il grande termometro in fondo alla via annuncia 40 gradi. E il vostro? Per noi questo momento dell’anno è ancora più importante del Natale. Abbiamo cominciato a prepararci mesi fa. Adesso la febbre del Carnevale ci ha preso alla grande! Alla Samba Escola ci esercitiamo fino a che non crolliamo a terra sfiniti dalla stanchezza. E la squadra dei costumisti si sta consumando i dedos (le dita) a furia di cucire, per confezionare gli abiti. Vogliamo che la nostra apparizione sia la migliore! Ci saranno un sacco di altre scuole di samba alla grande parata. I giudici ci osserveranno come falchi quando dovremo esibirci dentro il Sambodromo, il grande stadio dove sfileremo. Spero che riusciremo a vincere noi il primo premio! Tutte le squadre di danza si ispirano a un tema diverso ogni anno. L’anno scorso il nostro era l’Africa. Quest’anno è la giungla. Le nostre ballerine saranno tutte vestite come bellissimi uccelli, animali e fiori. Io sarò una gigantesca ninfea amazzonica. Il nostro carro per la sfilata è stupendo. Il Carnevale è il più grande spettacolo della Terra. Saluti da Rio, Maria

faccio ipotesi Amigo de pluma significa “Amico di penna”. Sai che cosa significa? Secondo te il mittente e il destinatario si frequentano?

Analizzo

Comprendo

Cerchia la formula di apertura e quella di chiusura. Completa e scegli con una .

Nella data non è indicato il luogo, ma si capisce dal contenuto. La lettera è stata

• In questa lettera il mittente è .................................

scritta da ..............................................................

il destinatario è un ......................................

Completa la definizione.

• La lettera è stata scritta con lo scopo di: formulare una richiesta. raccontare a un amico il carnevale a Rio. far conoscere il Brasile.

• La Samba Escola è: la scuola di cucito. la scuola di samba. la scuola di sabato.

90

ITAMAP p. 8

PIÙ FACILE


La LETTERA

Cara mamma da R. Klein, Lettere di una sorella maggiore, Edizioni EL

Londra, 7 luglio, 2018 Cara mamma, sono arrivata da zia Winifred sana e salva. Il viaggio in treno è stato galattico, ma non avresti dovuto prenotarmi la cuccetta. (Non ci sono stata un granché!) Il cuccettista ha detto che dopo le nove dovevo rimanere nel mio scompartimento con la porta chiusa invece di correre tutta la notte su e giù per il treno. (Sul biglietto comunque non c’era scritto che dovevo restare in cuccetta, ho controllato.) Nella cuccetta di fronte alla mia c’era un ragazzino insulso che faceva finta di leggere un libro sul computer. Gli ho chiesto: 1. se voleva andare in fondo al treno a vedere se trovavamo il bagagliaio: no; 2. se voleva andare a dare un’occhiata al bar: no; 3. se voleva fare una partita a poker: no; 4. se voleva giocare ad “Assassinio sull’Orient Express” e lui poteva fare la vittima: no. Mentre parlavamo, ha tenuto tutto il tempo il naso incollato al libro. ttera? o questa le tt ri c s rà v a Chi

Comprendo se

leggo bene

Leggi la lettera lentamente, dando la giusta intonazione al disappunto della ragazza.

Analizzo Rispondi e scegli con una . • Dove è stata scritta questa lettera e quando? ......................................................... • Quale rapporto c’è fra il mittente e il destinatario? ......................................................... • Il linguaggio usato è: formale. informale. Sottolinea almeno due espressioni che ti hanno permesso di rispondere.

ratorio Vai nel Labo di italiano

pp. 32-33

Comprendo Rispondi. • Con quale scopo è stata scritta la lettera? Rassicurare la mamma. Sfogarsi con la mamma. Chiedere informazioni alla mamma. • Per quale motivo la ragazza non avrebbe avuto bisogno della cuccetta? .......................................................................................................................... • Perché trova noioso il ragazzino incontrato in treno? ..........................................................................................................................

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Il testo NARRATIVO

Lettera al Sindaco Senigallia, 16 marzo 2019 Egregio Signor Sindaco, siamo gli alunni della classe IV A della Scuola Primaria Puccini dell’Istituto comprensivo “Mario Giacomelli” di Senigallia. Ci rivolgiamo a lei per la soluzione di un problema che sta a cuore agli abitanti del quartiere in cui è situato il nostro plesso scolastico. In questo quartiere manca un luogo attrezzato dove i ragazzi possano incontrarsi e giocare durante le ore libere. Attualmente sono costretti a trovarsi in strada incorrendo in seri pericoli. Vorremmo così sottoporre alla Sua attenzione il recupero dell’area verde a pochi metri dall’edificio scolastico in completo stato di abbandono, per destinarla a un piccolo parco pubblico. Confidando nella Sua comprensione, auspichiamo che il problema venga preso in considerazione nel prossimo Consiglio Comunale e al più presto risolto. Distinti saluti Gli alunni della IV A

Analizzo Segna con una il completamento giusto. • La lettera si rivolge a: un amico. un’autorità. un parente. • Utilizza un linguaggio: serio e rispettoso. familiare e colloquiale. • La lettera ha lo scopo di: raccontare un’avventura a scuola. chiedere la realizzazione di un parco. esprimere sentimenti. • Quindi, hai letto una lettera di tipo: formale. informale. • Gli indizi che lo fanno capire sono: uso del tu. uso del lei. formula di apertura. scopo. firma.

Grammatica Sottolinea gli aggettivi possessivi e i pronomi riferiti al destinatario.

Capisco le parole Con quali parole sostituiresti: plesso

......................................

incorrendo auspichiamo

92

ITAMAP p. 9

............................. ..........................


La LETTERA

Ci@o Alberto! da S. Roncaglia, S. Ruiz Mignone, 31 e-mail per un piccolo principe, Edizioni EL

E- MAIL: è l’abbreviazione di electronic mail, cioè posta elettronica; è una lettera inviata via internet. La e-mail, come la lettera, può essere scritta con un linguaggio formale o confidenziale.

Silvia Tosetti [silviatos@epis.it] Inviato: sabato 3 dicembre 2016 16.39 A: Alberto Lombi [alomb@merkurio.it] Oggetto: Sumeri e somari

Ciao Alberto, mi sono appena connessa per cercare in internet notizie su Akhenaton, un faraone egizio piuttosto originale su cui la prof. ci ha dato da fare una ricerca (bel modo di passare il sabato pomeriggio ), e ne ho approfittato per scaricare la posta elettronica. Ho trovato la tua e-mail e… risposta immediata, a tempo di record, cosa vuoi di più? Oggi a scuola c’è stato un bel po’ di “cinema”. La Giacomelli è stata interrogata dalla prof. di storia sui Sumeri, Assiri e quella gente lì. E sai che cos’ha sparato? Ha spiegato la differenza tra le piramidi egizie e quelle della Mesopotamia, e fin lì ok, ma poi ha detto che quelle dei Sumeri si chiamavano “Zigulì”! È scoppiato un pandemonio. Ti rendi conto, la caramella Zigulì invece di ziqqurat! Luca Pecci che, come sai, sembra un rappresentante di caramelle e s’ingozza sempre di dolciumi, aveva a portata di mano proprio una confezione di caramelle Zigulì e l’ha tirata alla Giacomelli gridando: – Ci sono i Sumeri e ci sono i somari – e per giunta l’ha colpita in fronte. La Giacomelli s’è messa a piangere e la professoressa Zannona a urlare. Che cinema! Bye, Silvia P.S.: Preparati sui Sumeri e guarisci presto!

Analizzo Sottolinea nel testo con i colori indicati. il mittente il destinatario la data l'oggetto

Comprendo Scrivi accanto a ciascuna emoticon quale sentimento rappresenta. .................................... .................................... .................................... ....................................

Compito di REALTÀ Tu hai mai scritto una e-mail? Per quale motivo? A chi? Con l’aiuto dell’insegnante iniziate un rapporto di corrispondenza elettronica con un’altra classe del vostro istituto.

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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? La LETTERA ha lo scopo di mettere in comunicazione due o più persone distanti, che si conoscono oppure no. Completa lo schema della lettera con le seguenti espressioni. firma • formale • alto a destra • mittente • prima • destinatario • familiare • contenuto • rispettoso • formula di apertura • formula di chiusura • P.S. • confidenziale • problematiche

MITTENTE e DESTINATARIO LA DATA

IL LUOGO

IL MESSAGGIO

Colui che scrive è il ..................................................................... Chi riceve la lettera è il .................................................................... La data è scritta in .............................................. e indica quando viene scritta la lettera. Viene scritto .............................................. della data e rappresenta il luogo da cui il mittente scrive.

È il .............................................. della lettera. Nella lettera .............................................. vengono raccontate esperienze, stati d’animo ed emozioni… Nella lettera .............................................. vengono esposte situazioni ..............................................

ZOOM La lettera inizia con una .............................................., poi il messaggio si conclude con una .............................................. e con la .............................................. di chi scrive. È possibile aggiungere altre informazioni inserendo, dopo la fine della lettera, il .............................................. Nella lettera confidenziale il linguaggio è .............................................. Nella lettera formale il linguaggio è .............................................. e ci si rivolge al destinatario usando il “lei”.

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La LETTERA

Baci da lontano da A. Vivarelli, La nonna di Elena, Feltrinelli Kids

Essaouira, 3 luglio Cara Elenuccia, mi spiace molto che i tuoi non ti abbiano lasciata venire con me in Marocco, perché sicuramente io mi diverto più di te. Questo è un posto fantastico: non puoi avere idea di quanto sia bello. Noi siamo nella città vecchia, dentro le mura. E fuori c’è l’oceano: al confronto quel mare che hai davanti a te è una pozzanghera. La mamma del mio amico Mohammed è simpaticissima. Io e lei ci facciamo certe risate! In francese, naturalmente. Mi sta insegnando l’arabo e lei, che si chiama Aisha, dice che posso farcela. Adesso ti saluto perché è ora di andare a fare la spesa, che non è una cosa fastidiosa come da noi. Qui non ci sono supermercati e carrelli e tutti che si affannano a riempirli di roba il più in fretta possibile. Anzi: qui la fretta proprio non esiste. Mentre compri un po’ di semola e dieci grammi di zenzero, incontri un sacco di gente e fai due chiacchiere. Insomma, comprando poco o niente, passi la mattinata e ti diverti. Capisci che non posso perdermi la spesa? Ti abbraccio forte, Nonna

So analizzare Indica con una

la risposta corretta.

• Chi è il mittente della lettera? Elenuccia.

Aisha.

La nonna.

• Chi è il destinatario della lettera? Elenuccia. Aisha.

La nonna.

• Con quale linguaggio è scritta la lettera? Educato e distaccato. Familiare e confidenziale.

Serio e rispettoso.

Ho capito il testo Sottolinea nel testo, con i colori indicati, le risposte alle seguenti domande. Con chi è in vacanza la nonna? Perché la nonna non vuole perdersi il momento della spesa? • Con quale scopo è stata scritta la lettera? Rimproverare la nipote. Raccontare la vacanza. Verso le competenze

Avere informazioni della nipote.

Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caratterizzano una lettera. PIÙ FACILE

95


Laboratorio di ASCOLTO GROENLANDIA

Un grandissimo CIAO dall’Africa RUSSIA

SVEZIA

ISLANDA

Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! FINLANDIA

NORVEGIA

ESTONIA

LETTONIA LITUANIA IRLANDA

• Cerchia il luogo da cui è stataKAZAKISTAN scritta la lettera. BIELORUSSIA

POLONIA

UCRAINA

CCHIA SLOVA

UZ

BE

BULGARIA

MACEDONIA

KMEN

IRAN

IRAQ

ALGERIA

LIBIA

RA HA

MALI

NIGER

REGNO UNITO BELGIO

IEMEN

SLOVACCHIA

FRANCIA

BRASILE

SLOVENIA

BOSNIA ED ERZEGOVINA

MAR

LIA

LIBIA

RA

MALI BURKINA FASO

NIGER

KIST AN

IRAN

SURINAME

GUYANA FRANCESE

BRASILE PERÙ

PAKISTAN

CAR

AN OM

CILE

COREA DEL SUD

NE

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GI

L

INDIA

MYANMAR

VIETNAM LAOS

IEMEN

TAILANDIA

ETIOPIA

SUDAN

PAPADEL SUD NUOVA GUINEA

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

A

LI MA

SO

PAPA NUOVA GUINEA

KENYA

ANGOLA

MOZAMBICO

AR ZIMBAWE

NAMIBIA PARAGUAY

BOTSWANA

AUSTRALIA

SUDAFRICA URUGUAY

ARGENTINA

SUDAFRICA

COREA DEL NORD

NEPA

ZAMBIA

BOLIVIA

MA DAG AS

CINA

N

AFGHANISTAN

CAMBOGIA

REPUBBLICA CENTRAFICANA

CAMERUN

KIRGHISISTAN

TAGIKISTAN

STA

SUDAN

CIAD NIGERIA

COSTA D’AVORIO GHANA

KENYA

ZIMBAWE

KMENI

ARABIA SAUDITA

EGITTO

HA GUINEA

MOZAMBICO

BOTSWANA

BE

TUR

TURCHIA

SA

MAURITANIA

ZAMBIA NAMIBIA

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BULGARIA

MACEDONIA

IRAQ

SENEGAL

ANGOLA

KOSOVO

SIRIA

ALGERIA

MONGOLIA

ROMANIA

SERBIA

GRECIA

GABON

PARAGUAY

UNGHERIA

CROAZIA

MONTENEGRO

ETIOPIA

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AUSTRIA

SVIZZERA

SPAGNA

O OCC

SO

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

KAZAKISTAN

UCRAINA

REP. CECA

TAILANDIA

MA

GABON

BIELORUSSIA

POLONIA

GERMANIA

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ESTONIA

LETTONIA LITUANIA IRLANDA

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GUYA

FINLANDIA

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ITALIA

SUDAN DEL SUD

RUSSIA

SVEZIA

NORVEGIA

VIETNAM

MYANMAR

CAMBOGIA

REPUBBLICA CENTRAFICANA

CAMERUN

GUYANA FRANCESE

CANADA INDIA

AVIA

COSTA D’AVORIO GHANA SURINAME

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STATI UNITI D’AMERICA

NIGERIA

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COREA DEL SUD

GROENLANDIA

AFGHANISTAN

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COREA DEL NORD

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• Colora il fumetto che indica l’argomento centrale della lettera. Oggi, mentre andavo a scuola, ho fatto un incontro inaspettato.

Ho bevuto il latte appena munto. Il mio maestro non è per niente spiritoso.

• Christopher nella sua lettera usa due similitudini. Osserva le immagini e completa le similitudini ascoltate. Fresco come ..............................................

.............................................. come un ..............................................

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Ho capito ciò che ho ascoltato? Facilmente. Con qualche difficoltà STUDENTE

Con difficoltà.


Il

DIARIO Che cosa starà scrivendo, secondo te, il ragazzo nel suo diario?

Perché, secondo te, ha scelto un posto isolato per scrivere il suo diario?

Tu hai un diario segreto?

B uona

visione

Il giornalino di Gian Burrasca Anno di uscita: 1964 Durata: 81 minuti Paese: Italia

Felici di

leggere

R. Piumini, Il diario di La, Edizioni EL S. Bordiglioni, M. Badocco, Dal diario di una bambina troppo occupata, Einaudi Ragazzi J. Donaldson, Diario di un dinosauro, Piemme ’ Diario di Zlata, Rizzoli Z. Filipovic, STUDENTE

DOCENTE

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Analizzare è FACILE Il DIARIO è un testo narrativo dove l’autore scrive in prima persona. Lo scopo è raccontare le esperienze vissute ed esprimere emozioni e riflessioni come se si confidassero con un amico o un’amica. Il protagonista è l’autore stesso che racconta di sé in prima persona. Gli altri personaggi sono le persone che fanno parte della vita dell’autore.

PERSONAGGI

IL TEMPO

Le vicende narrate si svolgono in un tempo preciso, generalmente passato da poco. L’autore indica su ogni pagina la data del giorno in cui scrive.

IL LUOGO

Il luogo è reale e indica dove si svolge la vita dell’autore.

con la MAPPA

I fatti sono le esperienze accadute all’autore, raccontate in modo semplice e sincero. Esiste anche il diario di viaggio in cui l’autore descrive i luoghi visitati riportando, giorno dopo giorno, gli eventi più importanti, annotando anche le emozioni vissute e le proprie riflessioni. In questo caso l’autore non si rivolge solo a se stesso, ma a un pubblico più ampio.

I FATTI

ZOOM Il diario ha una struttura particolare: ogni pagina inizia con una formula di apertura (“Caro diario...”) e, di solito, si conclude con una formula di chiusura (un saluto e la firma di chi scrive). Nel diario il linguaggio utilizzato è amichevole e spontaneo spontaneo, ricco di espressioni vivaci. Possono essere inseriti disegni, foto o piccoli oggetti ricordo.

98

PIÙ FACILE


Il DIARIO

Margot da R. Piumini, Molte lettere per Sei, Einaudi Ragazzi

30 novembre Caro diario sono pentita di non avere scritto molto di Margot negli ultimi mesi. Dall’inizio della quarta è strana, nervosa, scorbutica ecc. Dirai tu: ma che cosa c’entra scrivere di lei adesso? Stupisco, allibisco e persino straluno (il verbo stralunare mi piace moltissimo: “io straluno, tu straluni… io stralunavo… io stralunai… tu straluneresti… se lui stralunasse… noi straluneremmo…” Non piace anche a te?) Io straluno: proprio tu, il mio diario, intelligente e sensibile, fai questa domanda? Non sai che scrivere di qualcuno o dei suoi problemi è come occuparsi di lui? Voglio dire, se avessi parlato di Margot e dei suoi problemi, di come stava eccetera, sono sicura che avrei capito meglio quello che succedeva. Capisco sempre meglio le cose, quando le scrivo. Magari avrei trovato qualcosa da dirle o qualcosa di buono da fare per lei, insomma: come aiutarla. Ohi ohi ohi, vecchio mio, che discorso serio mi sta venendo! Insomma, adesso sono così, un po’ triste e preoccupata. Non solo per Margot, veramente. Te l’ho detto? Non te l’ho ancora detto? Ora te lo dico! Qualche volta, da qualche tempo, mi capita di sentirmi tristissima. All’improvviso, senza nessuna, ma proprio nessuna ragione. Mi succede e basta. E allora, adesso, uffa, smetto di scrivere. Prometto che la prossima volta, amico mio dolce e paziente, sarò più allegra. A presto La tua Lulù

...........................................

...........................................

........................................... ...........................................

e ........................................... ..........................................; ........................................... ...........................................

Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: data • formula di apertura • formula di chiusura • linguaggio amichevole • protagonista 99


Il testo NARRATIVO

Una mamma ficcanaso Comprendo se

faccio ipotesi Leggi il titolo, secondo te, perché la mamma viene definita “ficcanaso”?

Analizzo Rispondi e segna con una . • Quando scrive la pagina di diario Benedetta? .................................................... • A chi sta scrivendo Benedetta? .................................................... • Il testo è scritto in: prima persona. terza persona. Sottolinea alcune parole che ti hanno permesso di rispondere. • La bambina usa un linguaggio: confidenziale. formale. Sottolinea almeno un’espressione che giustifica la tua risposta.

100

PIÙ FACILE

da C. Rapaccini, M’ama, Buena Vista

Giovedì notte, ore 24 Caro diario, sono davvero furiosa. Ancora una volta la mamma ti ha trovato. Lo so perché ieri sera, prima di chiuderti, avevo nascosto tra le tue pagine un coriandolo. Ora non c’è più, è volato via, segno che l’impicciona ti ha sfogliato scoprendo tutti i miei segreti. Deve essere successo stamattina mentre ero a scuola. È il terzo nascondiglio che cambio in un mese. 1. È riuscita a scovarti nel freezer dentro la scatola del baccalà surgelato (mi pareva un nascondiglio sicuro perché il baccalà non piace a nessuno). 2. Ti ha beccato nello scarico del gabinetto avvolto nella plastica. 3. Ti ha trovato perfino nella casetta di Lego che avevo costruito su misura per te, con tanto di piscina e giardinetto. Ti rendi conto che la mamma ha visto la foto di Nicola appiccicata sulla pagina? E che di conseguenza ha letto i miei commenti su di lui? Lo sai che cosa vuol dire? Che la prima volta che mia madre chiama quella di Nicola, le spiffera tutto e di conseguenza lei lo va a dire a suo figlio. A quel punto dopo tre secondi lo sa tutta la scuola. Immagino già la rubrica del nostro sito “Lo sapevate che” con lo scoop del giorno: “Lo sapevate che la Cerboni della quarta F ama il Perini della quinta C?”. Mi vengono i brividi solo a pensarci… Ma perché mia madre non si fa i fattacci suoi? Stavolta ti nascondo nella capannuccia del presepe. Anzi, sai cosa ti dico? Ti piazzo accanto una trappola per topi, così se la ladra tenta il colpo stanotte se ne pentirà amaramente… tua Benedetta


Il DIARIO

Che scherzo! da Vamba, Il Giornalino di Gian Burrasca, Raffaello

7 novembre Caro Diario, questa devo proprio raccontartela! Oggi a scuola il mio vicino di banco ha portato un po’ di mastice rubato a suo padre che fa il calzolaio. Così, quando Mario Betti, che è seduto davanti a me, si è alzato perché era interrogato, ne ho messo un po’ sulla sua sedia. Questo Betti è chiamato da noi “Damerino” perché è sempre vestito in modo elegante anche se non si lava mai le orecchie e il collo e a volte puzza tantissimo. Comunque, quando è tornato a sedersi non si è accorto di nulla finché la colla ha fatto presa. A quel punto ha iniziato a muoversi e borbottare, il maestro se n’è accorto e tra “Muscolo” e “Damerino” è iniziata una scena della quale abbiamo riso a crepapelle. – Che succede? Che hai Mario Betti? – Ecco io… – Zitto! – Ma… – Fermo! – Ma io non posso… – Zitto e fermo! Guai se ti vedo muovere un muscolo! – Ma scusi, io non posso… – Non puoi? Non puoi star zitto né fermo? Allora alzati… – Ma io non posso… – Allora esci dalla classe! herzo? e questo sc ir – Non posso… n fi a rà d n ea Com

Comprendo se

leggo bene

Leggi la pagina di diario esprimendo l’imbarazzo del bambino e la collera del maestro.

Parlo di me Ti è mai capitato di aver fatto o di aver subìto un brutto scherzo? Come ti sei sentito? Racconta.

torio Vai al Labora o n di italia

pp. 38-39

Comprendo Segna con una le informazioni che puoi ricavare dal testo. Il padre del compagno di banco di Gian Burrasca fa il calzolaio. Mario Betti è un bambino molto alto. Gian Burrasca ha messo il mastice sulla sedia di Mario Betti. Muscolo è il soprannome del maestro.

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Il testo NARRATIVO Analizzo Indica con una se le affermazioni sono vere (V) o false (F). • L’autrice di queste pagine di diario è anche la protagonista degli avvenimenti narrati. V F • I fatti narrati sono veramente V F accaduti. V F • Il tempo è ben precisato. • Il linguaggio è di difficile V F comprensione.

Il diario di Anna da A. Frank, Diario, Einaudi

Sabato 20 giugno 1942 Caro diario, bisogna che ti racconti brevemente la mia vita. Mio padre aveva trentasei anni quando sposò mia madre, che ne aveva venticinque. Mia sorella Margot nacque nel 1926; venni poi io il 12 giugno 1929 e nel 1933 emigrammo in Olanda. La nostra vita trascorse in un’inevitabile ansia perché la parte della famiglia rimasta in Germania non fu risparmiata dalle leggi antisemitiche di Hitler. I bei tempi finirono nel maggio 1940: la guerra, l’invasione tedesca e le sventure per noi Ebrei. Oggi gli Ebrei hanno una quantità di limitazioni e divieti: devono portare una stella gialla sulla giacca, non possono salire in tram, non possono più andare in auto. Possono fare acquisti soltanto dove sta scritto “bottega ebraica”. Dopo le otto di sera non possono essere per strada, non possono trattenersi nel loro giardino o in quello dei vicini. Non possono andare a teatro, al cinema o in altri luoghi di divertimento. Gli Ebrei non possono praticare sport e devono studiare soltanto nelle scuole ebraiche. Da qualche giorno, inoltre, sono iniziati gli arresti: stanno portando via, a gruppi, tutti i nostri amici ebrei. Sono molto turbata. A presto mio bel diario. Spero con buone notizie. Anna

Compito di REALTÀ Alcuni diari personali diventano testimonianza di fatti storici in cui l’autore è coinvolto; come ad esempio il diario di Anna Frank che è stato trovato nell’alloggio segreto dal padre, che lo fece pubblicare. Oggi è famoso in tutto il mondo per la sua testimonianza dell’Olocausto, la tragedia vissuta dagli ebrei sotto Hitler. Dividetevi in gruppi, cercate informazioni sull’argomento, per esporre alle altre classi il vostro lavoro con cartelloni o lapbook nel Giorno della Memoria.

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Il DIARIO

La mia vacanza da G. Nativo, in www.viaggiareliberi.it

22 GIUGNO Partenza per Madrid da Venezia alle ore 15.30 e arrivo a Madrid alle ore 17.30 circa. Dopo aver ritirato i bagagli prendiamo la metro per andare a casa di una nostra amica che ci ospita questa notte. Domani si parte alla volta di Siviglia. 23 GIUGNO Andiamo a ritirare la macchina che abbiamo noleggiato dall’Italia. Riusciamo a uscire da Madrid e imbocchiamo l’autopista per Siviglia. I paesaggi sono stupendi, sembrano tavolozze di colori. Distese di grano, girasoli, ulivi, terra rossa, bianca, nera… bellissimo! Arriviamo a Siviglia. 24 GIUGNO Oggi andiamo a vedere la Cattedrale che è la terza più grande del mondo dopo San Pietro e come molti altri edifici cattolici anche questo è stato costruito sul sito di una moschea. Dall’interno della Cattedrale si accede alla Giralda, enorme torre che un tempo era il minareto della moschea. 25 GIUGNO Oggi andiamo a Granada e la meta principale è la Alhambra. Abbiamo preso i biglietti in una agenzia per essere sicuri di entrare, infatti, lasciano entrare non più di 8.800 visitatori al giorno. Alhambra significa “la rossa” in arabo; è una vera e propria città ed è l’unico palazzo arabo che non fu saccheggiato, ma restaurato dai re cattolici. È difficile descrivere dettagliatamente ciò che si vede, un consiglio: visitatela! 26 GIUGNO Oggi si torna in Italia, questa vacanza in Andalusia è stata molto bella anche se troppo breve…

autopista: autostrada

Comprendo Rispondi alle domande utilizzando le informazioni esplicite e implicite fornite dal brano. 1. Lungo la strada per Siviglia, perché i paesaggi sembrano tavolozze di colori? 2. Che cos’è la Giralda? 3. Da chi è stata costruita l’Alhambra?

Analizzo Scegli con una . • I fatti narrati sono: reali. fantastici. Osserva le date presenti nel testo e scrivi quanti giorni è durato il viaggio in Spagna. ........... Le informazioni di questo diario possono interessare ad altre persone oltre che all’autore? Perché?

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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il DIARIO è un testo narrativo dove l’autore scrive in prima persona con lo scopo di raccontare le esperienze vissute ed esprimere le proprie emozioni e riflessioni. Completa lo schema del diario con le seguenti espressioni. linguaggio • data • reale • formula di apertura • autore • foto • formula di chiusura • personaggi • espressioni vivaci • se stesso • preciso • diario di viaggio • prima

PERSONAGGI

IL TEMPO

IL LUOGO

I FATTI

Il protagonista è l’.............................................. stesso che racconta di sé in .............................................. persona. Gli altri .............................................. sono le persone che fanno parte della vita dell’autore. Le vicende narrate si svolgono in un tempo .............................................. generalmente passato da poco. L’autore indicata su ogni pagina la .............................................. del giorno in cui scrive. Il luogo è ........................., quello dove si svolge la vita dell’autore. I fatti sono le esperienze accadute all’autore raccontate in modo semplice e sincero. Esiste anche il .............................................. in cui l’autore descrive i luoghi visitati riportando, giorno dopo giorno, eventi più importanti, emozioni vissute e riflessioni. In questo caso l’autore non si rivolge solo a .............................................. ma a un pubblico più ampio.

ZOOM Il diario ha una struttura particolare: ogni pagina inizia con una ................................................ (“Caro diario…”) e di solito si conclude con una ......................................................... (un saluto e la firma di chi scrive). Nel diario il ..................................... utilizzato è amichevole e spontaneo, ricco di ............................................................. Possono essere inseriti disegni, ................................ o piccoli oggetti ricordo.

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Il DIARIO

Caro Dis da R. Piumini, Diario di primavera, Edizioni EL

16 marzo Dindondan, dindondan! No, caro Dis, non era un saluto turco o giapponese, ma un suono di campane: è arrivata la primavera. Per la verità, la primavera comincia il 21 marzo, dicono gli esperti, ma io la sento oggi. Fa ancora piuttosto freddo, però c’è in giro un’aria, come dire, discola e arzilla. Dicono che marzo è pazzo. A me non pare. A me non sembra pazzo, ma solo molto vivo. Ti piace la parola “discola”, Dis? L’ho imparata da papà l’altro giorno: così lo chiamava da piccolo un suo zio e vuol dire una specie di birbante, monello, eccetera. Non credo che papà fosse molto birbante, da piccolo: forse era solo un bambino un po’ nervoso, come qualche volta è anche adesso. Cioè, adesso non è un bambino nervoso, ma un grande nervoso. Ti piace la parola “arzilla”? Non sono sicura che “arzilla” vada bene. Vado a chiederlo a Sua Eccellenza l’Onorevole Signor Dottor Vocabolario, aspetta… No, non va bene: “arzilla” si dice di “vecchietta allegra e vivace”. L’aria di questi giorni non è un’aria vecchietta, ma un’aria bambina. C’è un profumo che non è profumo di qualcosa, ma una specie di profumo d’attesa. Devo andare, bacio La

So analizzare

Ho capito il testo

Indica se nella pagina di diario che hai appena letto sono presenti i seguenti elementi. SÌ

NO

Data

Rispondi. • Chi è Dis? .......................................................

Formula di chiusura

• Per quale motivo l’autrice inizia la sua pagina di diario con “Dindondan”?

Linguaggio amichevole

.......................................................

Narrazione in prima persona singolare

.......................................................

Informazioni relative a un viaggio

.......................................................

Descrizione dello stato d’animo di chi scrive

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Discorsi diretti

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Formula di apertura

Verso le competenze

Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caretterizzano un diario. PIÙ FACILE

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a Intervist ... e r o t u a ’ l n co

ti e c i l a C e Giusepp Cosa ti ha spinto a scrivere? Pensavi fin da piccolo di diventare uno scrittore? La gioia di condividere storie, pensieri ed emozioni con altri: i lettori. No, da piccolo pensavo di diventare giocatore di calcio o di baseball.

Giuseppe Caliceti è autore di libri per bambini, ragazzi e adulti. Vincitore del Premio di narrativa Elsa Morante-Isola di Arturo, è responsabile per il Comune di Reggio Emilia del servizio di promozione della lettura e della scrittura creativa.

Quale mestiere vorresti fare se non fossi uno scrittore? Quello che vorrei fare? Il maestro elementare... ed è quello che faccio! Qual è la cosa più bella dello scrivere? Quando scrivi, ma anche quando leggi, fai un gioco di ruolo: fai finta di essere altro oltre a ciò che sei. Credo sia la cosa più bella e importante. Qual è il libro a cui sei più affezionato? “Pinocchio”. Nei tuoi libri racconti storie vere? Spesso sì. Ma anche quando non racconta storie realistiche, qualsiasi scrittore ci mette sempre anche un po’ di esperienze proprie. Perciò credo che ogni testo alla fine possa essere considerato autobiografico.

Divertente, astuto, candido: Filippo Maria va a scuola, dove si confronta con i compagni e con il maestro. Come tutti i famosi monelli della letteratura, combina guai, è sempre un po’ sopra le righe e affronta, con il suo fare scanzonato e infantile, i temi e i problemi della contemporaneità.

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Sei un maestro. Come riesci a far combaciare il lavoro di maestro e quello di scrittore? E… quale dei due preferisci? In realtà non è così difficile, basta organizzarsi bene. Anche perché la scuola e i bambini mi danno ogni giorno tanti spunti per scrivere e sono interessato al loro modo di guardare e immaginarsi il mondo. Credo che noi adulti dovremmo ascoltarli e imparare di più dai giovani, che sono il futuro e la speranza.


Un librO per la classe Nel tuo ultimo libro pubblicato con il Gruppo Raffaello, “Filippo Maria, il terribile”, tratti un tema di piena attualità e molto dibattuto nei nostri tempi: ovvero il rapporto, non sempre facile, tra alunni e insegnanti nelle classi. Spiegaci la tua posizione e il tuo modo di rapportarti da maestro. È difficile da spiegare a parole un rapporto. È come spiegare a parole quello che fa un giocatore di calcio nella sua squadra. Sono solo chiacchiere. Bisogna vederlo in azione, durante la partita. E ogni mattina è una partita diversa e imprevedibile. Occorre gestire al meglio le situazioni momento per momento. Certo, se una squadra, come una classe, non è unita e non ha un unico obiettivo chiaro e condiviso, si va poco lontano e non si fa scuola, non si insegna, ma si fa solo animazione, babysitteraggio o intrattenimento. Come è nato il personaggio di Filippo Maria? Tra i miei alunni ho avuto un Filippo Maria con i capelli rossi che era un po’ monello. Il Filippo Maria del libro non è però lui. È un concentrato dei miei alunni più monelli. Vorrebbe essere sempre al centro dell’attenzione. Tende a farsi giustizia da solo, è un po’ manesco. Ma ha anche dei lati positivi: è furbo, intelligente, simpatico, divertente, candido. Se cambia il voto ricevuto dal maestro Giuseppe con un voto più alto è solo per far felici i suoi genitori. Se racconta alle compagne che il maestro Giuseppe è morto è solo per fare uno scherzo. E tu come eri da piccolo? Terribile come Filippo Maria? Io? No. Io ero un bambino abbastanza bravo e diligente. Ma ho sempre avuto un debole per i monelli. Anche oggi. Perché a modo loro, magari sbagliando, spesso mostrano valori importanti come coraggio e fantasia. E comunque, nel bene e nel male, sono sempre i monelli gli alunni che ricordo di più.

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INVERNO

ÈBosco inverno autunnale dadaN.B.Hikmet, A. Sluckij, La natura Nuovi poeti nellerussi, poesieEinaudi di adulti e bambini, Piccoli

E,Aimprovvisamente, che somiglia un bosco la neve in pieno autunno? caduta Soprattutto all’insaputa a un sommesso nella notte.incendio. IlLambiscono mattino comincia mute con la coppa i corvidei cieli ingialle fugalingue fra i rami di fiamme. tutti bianchi. ÈPiù inverno, di unoinverno scialle zingaro a perdita è screziato d’occhio nella il bosco pianura. ancora un po’ verde. Proprio Ad ognicosì albero, succede, come a un falò, dopo puoi le riscaldarti lotte lunghe l’anima. e segrete: la stagione muta d’un tratto e sotto la terra, laboriosa di D. Valeri e fiera, la vita prosegue. In tenue luce l’autunno si spoglia. Una rete di nervi esili e un velo d’oro diafano, tesi sotto il cielo: da G. Deledda, Il vecchio della montagna, Club degli Editori autunno è quel che resta di una foglia. E la neve cadeva, in linee leggermente oblique, eguali, incessanti, silenziose, su uno sfondo vaporoso e candido. OraLelepoesie falde erano lunghe sottili, simili a petali di presentano duee interpretazioni crisantemi e di margherite, a peluria delicatissima dell’autunno. Accanto a ogni argomento di candidi uccelli:della e sipoesia. ammucchiavano sulle rocce, scrivi il titolo sulARGOMENTO terreno, sulle piante. POESIA Ogni foglia riceveva la neve come una piccola Impoverimento mano il cielo. Sui cespugli e della aperta natura verso................................................. Esplosione sulle rupi si stendevano drappi di velluto di colori sul terreno ................................................. candido, strati di piume di cigno.

Autunno

iill.FOGLIE varie forme e colori

I versi evidenziati nella poesia significano: l’inverno ha vinto la battaglia combattuta contro le forze misteriose. l’inverno improvvisamente ha messo a tacere la natura.

Nevicata

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L’autrice a che cosa paragona la neve? ............................................................


La sorpresa

INVERNO

da L. Chiavarone, Via degli Anemoni, 42, Mursia

Era una mattina in apparenza uguale a tante altre. Antonio, dopo essersi rigirato più volte nel letto, cominciò a stropicciarsi gli occhi e a cogliere i rumori usuali di tazzine e di cucchiaini, ma stranamente non gli giungeva il rombo di sottofondo delle automobili. Percepiva solo un ovattato silenzio, intercalato da un vociare tenue e confuso, proveniente dal cortile. – Mamma?! … Mamma?! … – esclamò istintivamente per accertarsi che fosse tutto normale. Nessuna risposta. – Mamma?! … – ripeté inquieto. – Eh … Antonio … Che c’è? – gli giunse finalmente la voce della madre. – Ma che ore sono? – È ora di andare a scuola. Subito dopo piombò in camera Patrizia, tutta eccitata. – Indovina che cosa è successo? – gli soffiò sulla testa – C’è la neve! Eh! Ed è alta quasi mezzo metro! – Ma che dici? – Esci e vai a vedere! Scese dal letto ancora dubbioso. Camminò a occhi chiusi fino alla porta che dava sul cortile e l’aprì a tastoni. Una ventata soffice ma gelida lo investì sul viso, recandogli una sensazione di rapido risveglio. Solo allora aprì gli occhi. Una massa interminabile di bianco riluceva tutt’intorno; il manto morbido aveva completamente coperto il giardino.

Rispondi alle domande sul quaderno. 1. Quando Antonio si sveglia non è una mattina come tutte le altre. Perché? 2. Con quali espressioni viene descritta la neve nel testo? Tu, invece, come la descriveresti?

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INVERNO

... È NATALE! A Natale in tutti i luoghi si diffonde un’atmosfera speciale che riesce a coinvolgere grandi e piccoli. Tu come ti prepari per questa festa? Quale aspetto ti emoziona di più?

Un Natale con i fiocchi! da Geronimo Stilton, È Natale, Stilton!, Piemme

Da mesi mi preparavo per il cenone natalizio che, per tradizione, si svolgeva sempre a casa mia. Sulla porta di casa avevo appeso un pungitopo, dalle foglie verdi e lucide, su cui spiccavano allegre bacche rosse. Sulla corona, un nastro con la scritta: Buon Natale! In salotto avevo messo una ghirlanda di vischio, dalle bacche di un bianco lattiginoso, adorna di fiocchi di seta rossa e spolverata di lustrini dorati. Sotto la finestra c’era una piccola giostra di metallo, con cinque angioletti dorati e al centro una candelina rossa. La giostra girava mentre un carillon suonava una canzone natalizia. E l’albero di Natale? Naturalmente, avevo scelto un abete che, dopo le feste, lo avrei piantato nel mio giardino. Poi aprii il frigorifero: su un piatto dorato c’era un enorme panettone, farcito di tiramisù e decorato con un piccolo abete di zucchero. Un vero e proprio capolavoro! Poi andai in camera da letto e aprii l’armadio stracolmo. Scatole di tutte le forme, infiocchettate con nastri colorati, affollavano i ripiani. Erano i regali per gli invitati! Era tutto come previsto. Ne ero certo. Sarebbe stato proprio un Natale con i fiocchi!

LA SFIDA! Hai mai visto come è fatto un fiocco di neve? Prova a realizzare il tuo biglietto di auguri con un fiocco creato da te. Attenzione però, deve assomigliare a quello vero! IL PASSAGGIO DIFFICILE Prima di incollare i cotton fioc, disponili correttamente. Usa la colla solo quando sarai sicuro di come posizionarli.

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Materiali dalla Tinkering box • Cartoncino nero • Colla vinilica • Pastello bianco • Cotton fioc


IT’S WINTER Con l’aiuto delle parole che trovi all’interno di ogni riquadro parla della stagione invernale con i tuoi compagni.

WHAT’S THE WEATHER LIKE?

CELEBRATIONS

WEATHER RAINY

CHRISTMAS DAY (25TH DECEMBER)

WINDY

COLD

SNOWY

BOXING DAY

(26TH DECEMBER)

TROUSERS

CARNIVAL

(FEBRUARY OR MARCH)

PANCAKE DAY

ST. PATRICK’S DAY

FOGGY

CLOTHES

CAP

HOGMANAY

(31ST DECEMBER)

ST. VALENTINE’S DAY (14TH FEBRUARY)

(FEBRUARY OR MARCH)

SCARF

WHAT’S YOUR FAVOURITE WINTER CELEBRATION?

BOOTS

(17TH MARCH)

WHAT ARE YOU WEARING?

GLOVES

SWEATER

COAT

STUDENTE

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a c M i i z A

i

Insieme

da L. Cernuda, Spagna poesia oggi, Feltrinelli

Voglio solo il mio braccio sopra un altro braccio amico e spartire con altri occhi quello che guardano i miei.

CIRCLE time • Leggi l’affermazione di Cernuda a inizio pagina. Che cosa significa per te? Esprimi il tuo pensiero e confrontati con i compagni. • Osserva l’immagine. Che cosa stanno facendo i bambini? Secondo te, quali sentimenti prevalgono nel gruppo?

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Che cos’è per te un amico? di K. Gibran

Che cos’è per te un amico, perché tu debba cercarlo per ammazzare il tempo? Cercalo sempre per vivere il tempo. Deve colmare infatti le tue necessità, non il tuo vuoto. E nella dolcezza dell’amicizia ci siano risate, e condivisione di momenti gioiosi. Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore trova il suo mattino e si rinfresca.

Parlo di me Che cos’è per te l’amicizia? Hai un amico speciale con il quale condividere i tuoi sogni, le tue ansie, i tuoi progetti? Come trascorrete il vostro tempo insieme? Scrivi. ........................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................................................

In questa sezione troverai testi di diverse tipologie che parlano di amicizia.

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AM i c zi a

i

Il pappagallo e l’albero da J. Marin Coles e L. Marin Ross, L’alfabeto della saggezza, Einaudi Ragazzi

cesellate: incise con cura

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PIÙ FACILE

C’era una volta un magnifico pappagallo. Non si era mai visto un uccello così meraviglioso. I suoi grandi occhi neri avevano dei riflessi di velluto, le sue piume variopinte brillavano come pietre preziose, le sue zampe delicate sembravano cesellate nel corallo. Insomma, era veramente splendido. Viveva felice sopra un grande albero che amava con tutto il cuore. Ne amava i rami robusti, coperti da larghe foglie di un colore verde brillante, la cui ombra benefica lo proteggeva dalla luce del sole. E quello che gli piaceva più di ogni altra cosa al mondo era mangiare i frutti saporiti che crescevano in tutte le stagioni. Ogni sera, quando le stelle si illuminavano a una a una nel cielo, il pappagallo sospirava felice: – Come sono fortunato: vivo contento e soddisfatto di quello che ho. Devo tutta questa gioia e questa pace al mio albero. Non lo abbandonerò mai; non lo lascerò mai per un altro – e si rannicchiava felice contro il largo tronco prima di addormentarsi. Lo Spirito della foresta sentì le parole del pappagallo e decise di metterlo alla prova. Fece seccare la preziosa linfa che scorreva nel cuore dell’albero, così i frutti smisero di crescere, a una a una le foglie caddero e i rami si seccarono, scricchiolando tristemente al vento. Ma il pappagallo non se ne andava. Volava intorno al suo albero, sbattendo le ali per rinfrescarlo e per proteggerlo dai raggi del sole. I suoi occhi affezionati non riuscivano a vedere quello che era diventato, un vecchio albero rinsecchito. Lo immaginava ancora coperto di foglie e di fiori scintillanti. Appoggiato su un ramo morto, il bel pappagallo gli parlava dolcemente: –Tu mi hai dato tanta felicità, come potrei dimenticarti? I veri amici si voltano le spalle quando la sfortuna colpisce uno di loro? No! Io ero sincero quando dicevo che ti volevo bene. Ecco perché non ti abbandonerò mai.


AM i c zi a

i

I giorni passavano e il pappagallo restava lì, fedele e tranquillo. Dall’alto di un ramo nudo, ogni mattina vedeva l’aurora tingere d’oro l’orizzonte e il crepuscolo velarlo di violetto. Lo Spirito della foresta sorrideva nel vedere che il pappagallo non aveva abbandonato il vecchio amico. Allora, con un soffio d’argento, gli restituì la vita. Sbocciarono dei fiori meravigliosi che riempirono la foresta di un profumo delicato. Di nuovo sui rami verdeggianti spuntarono frutti dolci e succosi. L’albero si stagliò contro il cielo più bello che mai.

stagliarsi: spiccare su uno sfondo

Parlo di me In quali momenti ti sei comportato come il pappagallo e hai aiutato un tuo amico? .................................................................................... .................................................................................... ....................................................................................

Comprendo Segna con una la risposta giusta. • Qual è lo scopo del brano? Mettere in risalto le doti del pappagallo. Riflettere su che cos’è la vera amicizia. Raccontare le disavventure di un albero. • Quali aggettivi potrebbero esprimere le qualità del pappagallo? Felice, fedele, affettuoso. Tranquillo, indifferente, egoista. Infedele, crudele, impaziente.

Che tipo di testo è?

Narrativo realistico.

.................................................................................... .................................................................................... In quali momenti ti sei sentito come l’albero e sei stato aiutato? .................................................................................... .................................................................................... .................................................................................... .................................................................................... ....................................................................................

Narrativo fantastico.

Descrittivo.

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AM i c zi a

i

Uguali e diversi da E. Bussolanti, in Pace libera tutti, Unicef

Comprendo Sottolinea con un colore ciò che piace a entrambi i bambini e, con un altro colore, ciò che non piace loro.

Parlo di me Pensi che sia stimolante avere amici che hanno interessi diversi dai tuoi? Perché? Confrontati con i compagni.

Che tipo di testo è?

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PIÙ FACILE

Amici per la pelle, dicono i nostri genitori. Infatti è questo che ci ha incuriosito quando ci siamo conosciuti. Io nero nero, lui bianco bianco. La maestra ci ha messo in due posti vicini. Siamo diventati amici. La musica ci piace: quando la maestra ci porta in sala musica, non sbagliamo un ritmo. Ci ha scelto per fare degli “a solo”. In realtà siamo in due ma siamo così accordati e sincronizzati che è come se fossimo uno. Anche disegnare ci piace. Ma disegniamo cose molto diverse. Lui usa tanti colori, io solo la matita nera: nella scuola di prima le matite colorate erano poche, piccolissime e rotte. Veramente anche nella sua scuola di prima era così. Adesso usa i colori con forza come se ogni volta facesse una scoperta nuova. A me invece fanno ancora paura: ho paura di sbagliare. Siamo uguali e siamo diversi. In mensa abbiamo la stessa fame e gli spinaci non piacciono né a me né a lui. Al suo compleanno ha portato in classe una torta. A me non è piaciuta. Gli ho fatto assaggiare un dolce che ho portato per l’intervallo. Ha mandato giù, perché sono suo amico, ma ho capito benissimo che non gli andava! Corriamo come matti dietro al pallone e insieme siamo imbattibili. Lui passerebbe le ore giocando con i videogame. Dopo un po’ io mi annoio. Ho voglia di andare in bicicletta, di fare la lotta, di arrampicarmi! Ci sono volte che stiamo volentieri ognuno per conto proprio o con i compagni. Altre volte ci prendiamo in giro.

Narrativo realistico.

Narrativo fantastico.

Descrittivo.


AM i c zi a

i

Veri amici da A. Sturiale, Il libro di Alice, Edizioni Polistampa

A dire la verità Lorenzo non è molto bello, però carino, il fatto che mi stia simpatico lo fa molto più bello; non è molto alto ed è piuttosto magro. Ha i capelli scuri, corti e lisci, gli occhi sono neri, il naso un po’ spiaccicato, la bocca piccola con labbroni gonfi. Non gli interessa di piacere agli altri: si veste molto normalmente, è sempre spettinato ma… è tenerissimo. È molto cambiato da quando aveva due o tre anni, però c’è una cosa in cui non è mai cresciuto: quando eravamo piccoli tutti e due credevamo ai fantasmi, alle streghe, alle fate, agli gnomi, a Babbo Natale, alla Befana e al topino che veniva a togliere il dentino caduto e lasciava i soldini. Passavamo serate intere a parlare di queste cose fantasticando, ragionando su come si fa a distruggere le streghe. Adesso abbiamo tutti e due dieci anni: io non credo più a queste cose, lui invece è ancora interessatissimo e le poche volte che ci incontriamo mi chiede notizie sugli ultimi fantasmi che ho visto. Io ho molta confidenza con Lori, lui ne ha un po’ meno con me, ma non importa: ciò che conta è che noi due non ci lasceremo mai e saremo sempre veri vecchi amici!!

Che tipo di testo è?

Poetico.

Narrativo fantastico.

Comprendo Segna con una la risposta giusta. • In che cosa consiste la diversità fra Alice e Lorenzo? Nell’età. Negli interessi. Nell’età e negli interessi. • Che cosa conta per Alice? Il carattere di Lorenzo. La bellezza di Lorenzo. L’amicizia fra lei e Lorenzo.

Parlo di me Per te è più facile che un tuo amico sia del tuo stesso sesso oppure è uguale? Perché?

Descrittivo.

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AM i c zi a

i

Amiche al… telefono

A NZA IN D A t T i C LE DIGITA

da www.focusjunior.it/comportamento

Tu hai amici lontani con i quali ti tieni in contatto? Come? Se usi internet per comunicare con loro ricorda che è un mondo dove le informazioni e le immagini possono facilmente essere trasmesse a tutti. Stai sempre attento e fai riferimento a un adulto. virtualmente: in modo virtuale, cioè che riproduce la realtà social network: sito internet in cui le persone comunicano fra loro con messaggi, foto, video…

Che tipo di testo è?

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Uno studio dell’antropologo e psicologo dell’evoluzione Robin Dunbar sostiene che le ragazze restano amiche tra loro anche se abitano lontane e si sentono solo al telefono. I maschi, invece, per restare amici si devono incontrare davvero. La ricerca ha tenuto d’occhio le abitudini di trenta ragazzi e ragazze amici tra loro e che, dopo il liceo, si sono separati per andare a studiare in altre città o si sono semplicemente trasferiti con la famiglia. In pratica la ricerca ha dimostrato che, per le ragazze, l’amicizia resta viva se si sentono al telefono. Cosa che, invece, non avviene per i maschi: sia che si sentano al telefono oppure no, la distanza fisica attenua, con il tempo, il loro legame di amicizia. E, dunque, per i maschi l’amicizia resta viva se si passa del tempo assieme. E più tempo assieme si passa a studiare, giocare o andare al cinema, più ci si sente amici. Altrimenti, per loro, è un attimo cercarsi nuovi amici… sotto casa. Per le ragazze non è così: anche dopo il trasferimento in un’altra città mantengono vivo il sentimento di amicizia pur frequentandosi quasi solo virtualmente al telefono o usando i social network. Secondo il professor Dunbar, la ragione di questa differenza di comportamento è che le amicizie tra femmine restano vive perché, in realtà, sono amicizie più intense rispetto alle amicizie maschili e perché le ragazze sono più motivate a restare amiche.

Narrativo.

Descrittivo.

Informativo.


La costituzione degli amici per la pelle

AM i c zi a

i

da P. Valente, La casa di Nonna Italia, Raffaello

Per stare bene insieme, è importante darsi delle regole e rispettarle. ARTICOLO 1 Noi siamo un gruppo di bambini fondato sull’amicizia. ARTICOLO 2 Abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri, senza distinzione di sesso, di nazionalità o di forza muscolare. ARTICOLO 3 Tutti hanno diritto di giocare con gli altri, nessuno può essere cacciato via, anche se non è molto bravo a correre. ARTICOLO 4 Il gruppo aiuterà il bambino che non ha il materiale scolastico e quello che non ha capito la lezione. ARTICOLO 5 Tutti hanno pari dignità e non possono, per nessuna ragione, essere canzonati e derisi, presi in giro dagli altri. ARTICOLO 6 Ognuno di noi ha diritto di giocare come preferisce se questo non comporta danno per gli altri bambini. ARTICOLO 7 Non si può, per nessuna ragione, rivelare i segreti che i compagni ci confidano. ARTICOLO 8 Per prendere le decisioni importanti, si procederà a una votazione: vincerà la maggioranza, ma saranno prese in considerazione anche le opinioni della minoranza. ARTICOLO 9 Ogni volta che si bisticcia, si farà la pace prima di tornare a casa. ARTICOLO 10 .................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................

Parlo di me Tu hai un’altra regola da rispettare “per essere amici per la pelle”? Confrontati con i compagni, poi, insieme, completate il testo formulando l’articolo 10.

Che tipo di testo è?

Informativo.

Poetico.

Regolativo.

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AM i c zi a

i

Sei un vero amico? da www.femaleworld.it

Scoprilo con il test! Scegli un’affermazione e annota la lettera corrispondente.

1

L’affermazione più vera che descrive me stesso è: A B C

credo nell’amicizia e ne ho bisogno. vivo e lascio vivere. sono una persona piuttosto gelosa.

3

Se un amico mi fa un regalo che non mi piace: A B C

lo prendo e lo metto tra gli altri regali ricevuti. ringrazio, ma poi gli faccio capire i miei gusti. fingo entusiasmo.

5

Quando litigo con un amico: A B C

mi dimentico subito e lo vado a cercare. ci cerchiamo reciprocamente. rimango sulle mie, a volte anche se ho torto.

2

Per me, il miglior amico è soprattutto: A B C

sincero e capace di capirmi. simpatico e capace di farmi rilassare. bello e ammirato da tutti.

4

Un mio amico ha avuto una delusione e mi cerca per essere consolato: A B C

ascolto per un po’, ma poi faccio presente che ho un altro impegno. gli dedico tutto il tempo di cui ha bisogno per tranquillizzarsi. dico che purtroppo ora ho un impegno.

6

Il mio tempo libero: A B C

è vuoto se non ci sono gli amici. è tempo per l’amicizia. non è condivisibile.

Scopri il tuo profilo Conta le lettere corrispondenti alle tue scelte: la maggioranza di una lettera ti indicherà se sei un vero amico (in caso di parità di lettere sommate, leggi entrambi i profili). Maggioranza di risposte a: sai vivere l’amicizia sulla base della chiarezza e della reciprocità. Sei una persona affidabile e non appiccicosa. Chi ti incontra può fare con te un cammino di amicizia maturo e sincero. Maggioranza di risposte b: sai essere un vero amico, non solo perché vuoi bene, ma anche perché sei disponibile a un aiuto concreto. Maggioranza di risposte c: forse non ti accorgi di vivere l’amicizia in modo superficiale, perché desideri ricevere molto ma fai fatica a dare.

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Il testo

DESCRITTIVO Ti piace ammirare i paesaggi?

Quale dei cinque sensi metti maggiormente in azione quando osservi un paesaggio?

Quando osservi qualcosa ti colpiscono di piÚ i particolari o l’aspetto generale?

DOCENTE

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Analizzare è FACILE Il TESTO DESCRITTIVO presenta la realtà che ci circonda; ha lo scopo di “far vedere” attraverso le parole, utilizzando una: DESCRIZIONE OGGETTIVA rappresenta la realtà con un linguaggio tecnico e preciso. È presente soprattutto nei testi di studio.

SOGGETTI

ORDINE

COME SI DESCRIVE

DESCRIZIONE SOGGETTIVA esprime il punto di vista e le emozioni dell’autore. È presente nei testi narrativi con lo scopo di stimolare l’immaginazione del lettore.

Si possono descrivere persone, animali, oggetti, ambienti e fenomeni atmosferici. La descrizione può seguire un ordine: spaziale si descrive usando i dati di posizione (dal primo piano allo sfondo, da destra a sinistra…); logico si descrive introducendo il soggetto in generale per poi analizzare i particolari o viceversa; temporale sono descritti i cambiamenti nel tempo. L’autore utilizza dati: sensoriali cioè le informazioni che ricava attraverso i cinque sensi: vista, udito, olfatto, tatto e gusto; di movimento attraverso verbi che indicano azioni; di posizione cioè parole che indicano la posizione nello spazio degli elementi descritti.

ZOOM Si usa un linguaggio ricco di aggettivi, similitudini (cioè paragoni), personificazioni (attribuzione di azioni tipiche dell’uomo a un elemento) o parole specifiche delle discipline.

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Il testo DESCRITTIVO

Una giornata di sole da N. Hawthorne, Wakefield e altri racconti, Bompiani

Peter aprì la finestra: in paese era una bella giornata di sole. L’aria, benché fosse dolce e tiepida, diede un brivido a Peter, come se uno spruzzo d’acqua gli fosse giunto in faccia. La neve era alta sui tetti e andava rapidamente sciogliendosi in goccioline d’acqua che brillavano al sole, scendendo in basso con il suono di un acquazzone d’estate sotto le grondaie. Nella strada la neve calpestata era dura e solida come un lastricato di marmo bianco. Ma quando Peter spinse fuori la testa, vide che gli abitanti, se non la neve, erano stati sghiacciati dalla calda giornata, dopo due o tre settimane di tempo invernale. I campanelli delle slitte tintinnavano continuamente nel va’ e vieni. Peter non aveva mai visto una scena più allegra di questa: il sole luccicante, la folla piena di gaiezza, il trascorrere rapido dei veicoli e lo scampanellio delle slitte che facevano balzare il cuore al suono della loro musica.

Descrizione soggettiva di un ...........................................

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........................................... ...........................................

Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: dati sensoriali • paragone • ambiente 123


Il testo DESCRITTIVO

Vicino alla ferrovia di C. Cassola

Ora, per accendere la luce, avrebbe dovuto alzarsi. Si alzò a sedere: le molle scricchiolarono. Sentiva lo sbuffare ritmico di una locomotiva in manovra: pareva una persona che respirasse forte e a intervalli. Poi ci fu un colpo secco: avevano agganciato i vagoni. Sentì la voce di un ferroviere, ma non poté capire le parole. Si ributtò supina; e il rotolio lontano di un treno la aiutò a riaddormentarsi.

Si fa sera di D. Valeri

Nel crepuscolo bianco venato di rosa, i monti si fanno d’aria, di tenera luce un denso azzurro grigio i vicini, di un diafano azzurro di perla i lontani. Giù in basso, dietro le siepi dei bossi, brillano lame verdi di lago.

Gli odori di casa di G. Garcia Marquez

Non c’è in casa un odore che io non conosca. Quando mi lasciano solo sulla veranda, chiudo gli occhi. Allungo le braccia e cammino. Penso: “Quando sentirò un odore di rum canforato, sarò nella stanza del nonno”. Continuo a camminare con gli occhi chiusi e le braccia tese. Penso: “Adesso sono passato per la stanza di mia madre perché odora di carte da gioco nuove. Poi odorerà di palline di naftalina, girerò a sinistra e sentirò l’altro odore di biancheria e finestre chiuse. Lì mi fermerò”. Resto con gli occhi chiusi e le braccia tese e sento la voce di Anna che grida: – Bimbo, stai di nuovo camminando a occhi chiusi!

Analizzo Nelle descrizioni sono stati utilizzati diversi dati sensoriali: individua quali, poi completa la tabella. DATI VISIVI

Vicino alla ferrovia Gli odori di casa Si fa sera

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DATI UDITIVI

DATI TATTILI

DATI OLFATTIVI DATI GUSTATIVI


Il testo DESCRITTIVO

Al buio da I. Calvino, I racconti, Einaudi

Allungò una mano, cercando d’ambientarsi nel buio per raggiungere la porticina e aprire. Subito ritirò la mano, con schifo: ci doveva essere una bestia davanti a lui, una bestia marina, forse, molle e vischiosa. Rimase con la mano in aria, una mano diventata appiccicaticcia, umida, come coperta di lebbra. Tra le dita sentì che gli era spuntato un corpo tondo, un’escrescenza, forse un bubbone. Sbarrava gli occhi nel buio ma non vedeva nulla, nemmeno a mettere la mano sotto il naso. Gianni si tirò su come una scimmia per il muro liscio, sfondò il cartone senza rumore e mise la testa dentro. Fin allora non s’era accorto dell’odore: respirò e gli salì alle narici una nuvola di quel profumo caratteristico dei dolci… “Ci devono essere dei dolci qua dentro”, pensò… Si calò giù, nel buio; diede un calcio a un telefono, una scopa gli s’infilò nei pantaloni, poi fu a terra. L’odore di dolci era sempre più forte, ma non si capiva da che parte venisse. “Ci devono essere molti dolci, qui”, pensò Gianni. Non vedeva nulla ma odorava: allora rise. Capì che aveva toccato una torta e sulla mano aveva crema e una ciliegia candita. Cominciò a leccarsi la mano, subito, e con l’altra continuava a brancolare intorno. Toccò un qualcosa di solido ma soffice, con un velo granuloso in superficie; un crafen! Sempre brancolando, se lo ficcò in bocca intero. Diede un piccolo grido di sorpresa, scoprendo che aveva la marmellata dentro. Era un posto bellissimo: in qualsiasi direzione s’allungasse la mano, nel buio, si trovavano nuove specie di dolciumi.

Comprendo se

faccio ipotesi Leggi solo il titolo. Secondo te, che cosa verrà descritto in questo testo?

Analizzo Quali dati sensoriali vengono usati in questa descrizione? Cercali e sottolineali con colori diversi.

Capisco le parole Colora l'espressione che spiega il significato di ogni termine evidenziato nel testo. • escrescenza: tipo di formaggio gonfiore della pelle • brancolare: camminare con incertezza

afferrare con forza

ITAMAP p. 10

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Il testo DESCRITTIVO

Il gufo comune da www.mulinoisola.it/gufo.html

Il gufo comune, o selvatico, è un rapace notturno, lungo 35 cm, con un’apertura alare tra gli 87 e i 94 cm. È caratterizzato da occhi di colore giallo-arancio e da due vistosi ciuffi auricolari particolarmente lunghi ed eretti. Il suo piumaggio giallo-ruggine è segnato da strisce longitudinali e trasversali, la coda e le ali sono fasciate. Il becco adunco è nericcio. Il richiamo è un ululato lamentoso, corto e interrotto da pause di due/otto secondi. Sebbene gli occhi siano immobili nelle orbite, la visione notturna è buona e l’angolo visivo ridotto è compensato dalla grande mobilità del collo: infatti può ruotare il capo di duecentosettanta gradi. l gufo? rmazioni su fo in re lt a cere Vuoi conos o ratori Vai nel Labo n ia di ital o

pp. 44-45

Analizzo

Descrizione di animali

Un animale può essere descritto nei seguenti aspetti: • presentazione generale: razza, nome, età, dove vive… • aspetto fisico: corporatura, dimensioni delle varie parti del corpo, elementi del muso, colore e caratteristiche del pelo o piumaggio, verso… • abitudini: dove vive, come si muove, come si nutre, come si riproduce… • comportamento: verso i suoi simili, nei confronti degli altri animali e dell’uomo… Individua ed elenca gli elementi dell’aspetto fisico descritti e completa la tabella. lunghezza

.........................................................................................................................................

apertura alare

.........................................................................................................................................

................................................. giallo-arancione ciuffi auricolari

.........................................................................................................................................

................................................. giallo ruggine segnato da strisce longitudinali e trasversali coda e ali

.........................................................................................................................................

becco

.........................................................................................................................................

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PIÙ FACILE


Il testo DESCRITTIVO

Ulisse il gufo da G. Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi

Un giorno portai a casa un piccolo gufetto e lo chiamai Ulisse. Quando diventò più grande perse la sua soffice peluria infantile e mise il bel piumaggio color grigio cenere, rosso ruggine e nero della sua specie. Mise anche due lunghi ciuffi di penne ai lati della testa. Scelse come dimora la mantovana sopra la finestra e passava le sue giornate dormendo lassù, con gli occhi chiusi, simile a un ceppo d’ulivo. Quando il sole tramontava, Ulisse si svegliava, si puliva la coda e poi rabbrividiva con tanta violenza che tutte le sue penne si arruffavano come i petali di un crisantemo sotto una raffica di vento. Spiccava poi il volo, silenzioso come un fiocco di cenere, e atterrava sulla mia spalla. Per un poco restava lì, poi volava sul davanzale ed emetteva un “chiùù!”, fissandomi con i suoi grandi occhi color miele. Questo era il segnale che voleva le persiane aperte. Non appena io le spalancavo, lui volava fuori dalla finestra. Dopo un momento risuonava un forte “chiùù! Chiùù!”: Ulisse stava per cominciare la caccia.

mantovana: striscia di stoffa orizzontale che copre la parte superiore della tenda ceppo: grosso pezzo di tronco crisantemo: grosso fiore che sboccia in autunno con petali fitti e sottili di vari colori

Comprendo Completa le frasi per ricostruire le similitudini presenti nel testo. • Il gufo sulla mantovana sembrava ............................. • Al tramonto le penne del gufo si arruffavano come .................................................. • Il gufo spiccava poi il volo, silenzioso come ................................................

Analizzo In quale dei due testi il gufo è descritto dall’autore con simpatia e affetto? Il gufo comune Ulisse il gufo

Completa inserendo le parole date al posto giusto. soggettiva • oggettiva La descrizione di Ulisse è .................................................. La descrizione del gufo comune è .................................................. perché dà informazioni scientifiche sul rapace.

ITAMAP p. 11

127


Il testo DESCRITTIVO

Bianconiglio Comprendo se

leggo bene

Dopo aver letto il brano in maniera completa, prova a fare una lettura “a balzi”. Prendi in considerazione le domande del box COMPRENDO e scorri velocemente il testo, soffermandoti solo sulle informazioni necessarie per rispondere ad esse. Puoi sottolineare le parti utili.

Capisco le parole Scrivi un sinonimo per ognuna delle parole evidenziate nel testo, poi verifica sul dizionario se la tua scelta è corretta. • ardimento: .................................... ............................................................... • sarcasmo: .................................... ............................................................... Spiega con parole tue le seguenti espressioni. • “Il resto era neve” • “Bianconiglio non baruffava” • “Batterono in ritirata”

128

PIÙ FACILE

da M. Corona, Torneranno le quattro stagioni, Mondadori

C’era un gatto che si chiamava Bianconiglio. Era bianco come il latte e pauroso come un coniglio. A dire il vero non era del tutto bianco, aveva qualche chiazzolina scura qua e là, ma il resto era neve. Melissa, la padroncina, decise che quello sarebbe stato il nome giusto. Quando si trattava di andare a tavola, Bianconiglio non baruffava, si tirava indietro, lasciava spazio agli altri. Ma la sua non era generosità, bensì paura. Quella paura che lo distingueva da tutti gli altri gatti. Evitava accuratamente le risse, anche se questo gli costava parecchio. Infatti, non aveva nemmeno la fidanzata. Per averla avrebbe dovuto battersi e non era il caso. Graffi, morsi e ferite lo spaventavano, non voleva sentirseli addosso. Il sangue lo inorridiva. Quello suo e quello degli altri. In compenso, la mancanza di ardimento Bianconiglio la bilanciava con una grande sensibilità e una pigrizia che rasentava l’indolenza. Aveva un continuo lamentarsi miagoloso che tirava avanti per giorni. In fondo, aveva soltanto bisogno di affetto e voleva farlo capire. Non avendo coraggio, miagolava per farsi notare, per farsi prendere in braccio da Melissa, che lo teneva volentieri. Bianconiglio schivava anche i topi, forse li temeva. Non gli interessava cacciarli, li lasciava passare senza degnarli di uno sguardo. Gli altri gatti li rincorrevano, li prendevano, li mangiavano. Lui no. Preferiva il cibo in scatola, molto più buono. Pure gli altri divoravano crocchette e scatolame, ma cacciavano anche i topi. Così Bianconiglio pagava a caro prezzo la sua diversità. La mancanza di coraggio, il bisogno di affetto, il non cacciare topi come tutti gli altri gatti, lo esponevano al feroce sarcasmo dei gatti normali. E perfino a quello degli uomini.


Il testo DESCRITTIVO Gli altri gatti lo prendevano in giro, lo graffiavano, lo deridevano. Melissa invece, che aveva colto la dolcezza dell’animale, gli voleva bene. Trascorsero giorni, mesi, anni tra fughe, graffi, umiliazioni. Per evitare offese e strapazzi, Bianconiglio si era ritirato a vivere da solo. Ma non poteva evitare Melissa. L’unica che gli voleva bene. Allora quando era sola in casa andava a trovarla. Bianconiglio si sedeva sulle sue ginocchia. Lei lo accarezzava, gli parlava con dolcezza cercando di consolarlo e infondergli quel coraggio che non aveva. Ma era tutto inutile: il gatto era triste e silenzioso e non miagolava neanche più. Arrivò l’inverno e con l’inverno una gattina bionda col pelo lungo. Era diversa da tutte le altre per carattere e volontà. Decise che il compagno della sua vita doveva essere Bianconiglio. Bianconiglio sentì che quella era la gattina del cuore e dell’anima. Ma i gatti combattenti avevano messo gli occhi pure loro sulla bella e diversa gattina. Così partì la spedizione punitiva, tutti all’attacco di Bianconiglio. Ma i prepotenti non avevano fatto i conti con la forza dell’amore. Man mano che i gatti lo attaccavano, li spazzava via lui. Alla fine batterono in ritirata e non osarono più sfidarlo e nemmeno avvicinarlo. Aveva vinto.

Analizzo Segna con una la risposta giusta. • Quali aspetti di Bianconiglio sono descritti? L’aspetto fisico e il comportamento. Il comportamento e le abitudini. L’aspetto fisico, le abitudini e il comportamento. • Quale ordine segue la descrizione di Bianconiglio? Un ordine logico. Un ordine temporale. Un ordine spaziale.

Comprendo Rispondi alle domande. Quale soggetto viene descritto in questo testo? ....................................................................................................................... Perché si chiama Bianconiglio? ....................................................................................................................... Come si comporta con i suoi simili? ....................................................................................................................... Che rapporti ha con Melissa? .......................................................................................................................

129


Il testo DESCRITTIVO

Rossella

Grammatica Rileggi il periodo evidenziato nel testo, poi indica con una il completamento corretto. • Gli aggettivi qualificativi sono: 5 10 8 • I nomi sono: 7 3 2 • Le preposizioni semplici sono: 1 2 3 • I due verbi sono al tempo: presente. passato prossimo. imperfetto.

Capisco le parole Spiega con parole tue le seguenti espressioni. • “Arrivava sempre a scuola trafelata” • “Amava vestirsi comoda”

Analizzo

da S. Gandolfi, La scimmia nella biglia, Salani

Rossella era la mia compagna di banco. Era cicciottella, rosea e morbida e arrivava sempre a scuola trafelata, con i capelli neri, lunghi e lisci raccolti in una coda ormai disfatta. Anche i suoi occhi erano neri, anzi nerissimi, e un nasino “a patatina” le dava l’aria di una bambolina da coccolare. Non amava fare attività sportive, proprio come me: insieme trascorrevamo interi pomeriggi a leggere nella mia camera o a disegnare mappe e a seppellire tesori (figurine, anelli, giornaletti). Amava vestirsi comoda, soprattutto in jeans o salopette, su cui gettava con impazienza una giacca rossa, a quadrettoni, d’inverno. Rossella aveva sempre fretta, non si fermava un momento e spesso, in classe, veniva rimproverata dalla maestra che le diceva: – Ros, rilassati, combini solo pasticci!

Descrizione di persona

Una persona può essere descritta nei seguenti aspetti: • presentazione generale: chi è, come si chiama, quanti anni ha, dove vive… • aspetto fisico: corporatura, dimensioni delle varie parti del corpo, elementi del viso, colore dei capelli, voce, abbigliamento… • carattere e comportamento: pregi, difetti, emozioni, rapporti con gli altri… • interessi: che cosa gli piace fare, hobby, attività svolte… Di Rossella sono descritti i seguenti aspetti: comportamento – aspetto fisico – interessi. Individuali nel testo e sottolineali con il colore corrispondente.

130

PIÙ FACILE


Il testo DESCRITTIVO

Mrs. Granger da A. Clements, Drilla, Bompiani

Mrs. Granger aveva i capelli quasi bianchi, tirati e raccolti dietro alla testa in una cosa che assomigliava a un nido. Non portava mai i pantaloni a scuola. Aveva due completi gonna e giacca, che portava sempre con sotto una camicia bianca. Mrs. Granger era una di quelle persone che non sudano mai. Dovevano esserci almeno trenta gradi prima che si decidesse a togliersi la giacca. Era piccolina, per essere un’insegnante. Ma Mrs. Granger sembrava un gigante. Erano i suoi occhi a fare quell’effetto. Erano grigio scuro, e quando li accendeva al massimo riuscivano a farti sentire un granello di polvere. Sapevano anche scintillare e ridere. Tutti erano sicuri che Mrs. Granger avesse la vista a raggi X. Non era nemmeno il caso di pensare a masticare la chewing gum in un raggio di dieci metri da lei. Se lo facevi, Mrs. Granger se ne accorgeva, ti beccava e ti faceva appiccicare il chewing gum su un foglietto giallo. Poi ti fissava il foglietto alla maglietta con una spilla da balia e dovevi tenerti quella roba lì davanti per il resto della giornata. Poi dovevi portarla a casa e farla firmare dalla mamma o dal papà e riportarla a Mrs. Granger il giorno dopo.

Comprendo Basandoti sulla descrizione che hai letto indica quale, fra le seguenti immagini, rappresenta meglio Mrs. Granger.

Analizzo Inserisci nello schema le informazioni del testo relative a Mrs. Granger. capelli

.................................................................................

statura

.................................................................................

occhi

.................................................................................

abbigliamento ................................................................................. Cerca nel testo la descrizione che ti fa comprendere il carattere di Mrs. Granger. Come la definiresti? Severa e autorevole. Simpatica e dolce. Malvagia e ingiusta.

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Il testo DESCRITTIVO

Zia Dorothy da L. Ballerini, Zia Dorothy, Giunti Junior

negligenza: mancanza di compiere un dovere

Capisco le parole Prova a capire dal testo il significato delle parole evidenziate, poi consulta il dizionario per verificare le tue ipotesi.

132

PIÙ FACILE

Zia Dorothy non è proprio proprio una zia, anche se in casa la chiamiamo tutti così (tanto che a volte ho la tentazione di scriverlo tutto attaccato: Ziadorothy!). Capita che persone che non sono della nostra famiglia in senso stretto ci diventino a volte così familiari da sentirle nostre, vicine come mai. Così è per zia Dorothy. Quelle tre lettere attaccate al suo nome per me vogliono dire un po’tutto: sorella, amica, mamma, compagna, complice e qualche volta, ma sì, pure zia. Non vive da noi, sta lontano, in Inghilterra, ma questo non basta certo a scoraggiarla dal chiamarci spesso e dal venirci a trovare almeno due volte l’anno, con una borsa zeppa di regali e leccornie. Lei ci chiama “la mia vera, unica, meravigliosa famiglia”. A volte non avvisa neppure del suo arrivo, se ne dimentica (è una gran pasticciona)! Ma anche allora veder sbucare uno dei suoi cappellini dalla porta d’ingresso è una tale gioia per noi che le si perdona con piacere quella piccola negligenza. La zia parla un linguaggio buffissimo, un frullato di inglese e italiano ben shakerati insieme. Ad esempio, proprio non riesce a chiamarci coi nostri nomi: mio fratello Pietro diventa Peter, io Cathy. Anche mamma e papà non vengono risparmiati: Ugo è Hugo, con la acca iniziale aspirata, e mamma Luisa Louise. Non fa così perché non sa bene l’italiano – il suo italiano è più corretto del mio! – ma perché trova divertente parlare in una lingua speciale, tutta sua, che la rende unica. Anche lei non si chiama mica Dorothy, ma Dorothea, ma chi se ne ricorda più ormai?


Il testo DESCRITTIVO Una cosa è chiara: zia Dorothy è speciale in tutto. Lo è anche nell’aspetto. Innanzitutto è grossa. Terribilmente grossa. Non è grassa, solo grossa. Alta alta, ha delle manone incredibilmente larghe, dei piedi incredibilmente lunghi e una faccia straordinariamente rotonda. Perfettamente rotonda. Se poi si infila i suoi occhiali tondi è perfetta! Quando sorride, scopre due file di denti bianchissimi; in uno di questi, in basso a sinistra, ha incastonato un brillante grande come un chicco di riso. È un regalo di un suo amico dentista… innamorato perso. Mio fratello ha un’attrazione speciale per quel dente diamantoso e quando la zia ride a bocca spalancata (praticamente sempre!) si precipita a fissarne il luccichio. Ma forse ha ragione, chi ha un diamante in bocca? E che dire dei suoi mitici cappellini? Innanzitutto ogni stagione ha il suo: quelli invernali sono di feltro o di lana con mille decorazioni come foglie, funghi, uccelli, castagne, fiocconi di neve, persino uno natalizio con tanto di renne e slitta; quelli estivi invece sono di cotone leggero o di paglia, con spighe di grano, fiorellini di campo, coccinelle, conchiglie o granchietti. Alcuni sono esagerati, lo so, ma io li trovo tremendamente trendy! Solo mio fratello si mette a ridere quando li vede… Una sua battuta di qualche anno fa, “Bello il cappellino, lo sai zia che il National Geographic potrebbe girarci un documentario?”, fa ancora ridere tutta la famiglia!

Comprendo Rispondi sul quaderno utilizzando le informazioni esplicite e implicite fornite dal brano. 1. Chi è la zia Dorothy? 2. Qual è la negligenza che si perdona alla zia Dorothy? 3. Perché la zia Dorothy parla mescolando due lingue insieme? 4. Com’è la zia Dorothy? 5. Perché si potrebbe girare un documentario sui cappellini di zia Dorothy?

trendy: alla moda

Analizzo Quale ordine segue la descrizione della zia Dorothy? Dal generale al particolare. Dal particolare al generale. Riordina con i numeri da 1 a 3 gli aspetti della zia Dorothy secondo la successione in cui sono descritti nel testo. aspetto fisico

comportamento e carattere

presentazione

Cancella la parola sbagliata per rendere l’affermazione corretta. Poi motiva la tua scelta. Questo testo è la descrizione soggettiva\oggettiva di una signora.

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Il testo DESCRITTIVO

Il regalo di Leslie da G. Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi

Fissai con occhi rapiti la barca più perfetta che chiunque al mondo avesse mai avuto. La barca era lunga circa due metri, e di forma quasi circolare. Non era guizzante, snella, come tutte le barche, ma rotonda, placida. Mi ricordava uno scarabeo, un insetto per il quale provavo un’affettuosa simpatia. Leslie disse che era stato costretto a farla col fondo piatto, perché così era più sicura. All’interno era dipinta di verde e di bianco, mentre i suoi fianchi rotondi erano elegantemente verniciati a strisce bianche, nere e d’un vivido color arancione, un accostamento di colori che io trovavo non solo molto artistico ma anche molto allegro. Poi Leslie mi mostrò il lungo palo di cipresso che aveva tagliato per farne l’albero maestro, ma mi spiegò che si poteva metterlo al suo posto soltanto quando si varava la barca. Io proposi di vararla subito. Leslie disse che non si poteva varare una nave senza prima averle messo un nome. E improvvisamente lo trovai: “Opima”, ecco come l’avrei chiamata.

Analizzo

Descrizione di oggetti

Un oggetto può essere descritto nei seguenti aspetti: • aspetto esteriore: forma, dimensione, colore, caratteristiche delle parti che lo compongono… • materiale: di che cosa è fatto, consistenza, superficie… • utilizzo: qual è la sua funzione, a che cosa serve…

L’autore ha descritto la barca nei seguenti aspetti: forma – dimensione – colore – materiale. Individuali nel testo e sottolineali con il colore corrispondente. L’autore prima ha descritto la barca nel suo insieme, poi si è soffermato su un elemento in particolare. Quale? Cerchialo nel testo. Secondo te, la descrizione è:

134

PIÙ FACILE

soggettiva.

oggettiva.


Il testo DESCRITTIVO

La tavolozza di Renoir da J. Renoir, Renoir, mio padre, Garzanti

Ecco la tavolozza di un pittore! I colori vi si ammucchiano, si coprono l’un l’altro, si mescolano. Lo spessore è tale che il legno della tavolozza non si vede più. È impossibile, in quel miscuglio, trovare una tinta pura, perciò il pittore continua ad aggiungere il contenuto di un tubetto che, dopo la prima pennellata, viene assorbito da tutti gli altri colori che coprono la tavolozza. Intorno a lui si drizzano reggimenti di pennelli ed egli attinge di continuo a quella riserva perché, dopo poco, ciascuno di essi è coperto di una pasta multicolore. Quando il pittore non sa più dove mettere le mani in quella tavolozza che sempre più assomiglia al vestito di Arlecchino, la gratta con un coltello e ricomincia a spremere i tubetti fino in fondo. Ha un cassetto pieno di tubetti nuovi che vanno ben presto a sostituire quelli vuoti.

Grammatica Sottolinea tutti i verbi al modo infinito, trascrivili sul quaderno indicando a quale coniugazione appartengono.

Analizzo L’autore ha utilizzato una similitudine e una personificazione: collega le espressioni alla loro definizione. Poi completa le frasi. Si drizzano reggimenti di pennelli Assomiglia al vestito di Arlecchino

similitudine personificazione

I ................................................................................. sembrano volersi mettersi in piedi come dei soldati. La tavolozza assomiglia al vestito di ................................................................................. perché ........................................................................................................................................

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Il testo DESCRITTIVO

Il cortile della scuola Il cortile della nostra scuola è grande, bello e ha la forma rettangolare. Appena entrati, a sinistra c’è una siepe di lauro con un bel nespolo giapponese che, in estate, è ricco di saporiti frutti arancioni, a destra invece ci sono due cespugli di forsizia e, vicino alla scala, un cedro deodara che sembra una capannina. Nell’orto vicino alle scale ci sono tanti fiori, il rosmarino, le salvie e, al centro, un cavolo ornamentale che assomiglia a un grosso fiore violaceo. Nel centro del cortile ci sono dei grandi alberi: quattro tigli e tre cedri atlantici su cui è vietato arrampicarsi. C’è anche una grande quercia. In fondo al cortile vediamo dei giochi disegnati per terra e un altro orticello dove i bambini delle classi quarte e quinte hanno piantato delle verdure, come carote, cipolle, spinaci, lattuga.

Analizzo

Descrizione di ambienti

Un ambiente interno o esterno può essere descritto attraverso i dati spaziali e seguendo un ordine preciso. Attraverso i cinque sensi l’autore presenta gli elementi che si trovano in quell’ambiente (forme, luci, colori, suoni, rumori, odori…).

Nel testo sono evidenziati i dati spaziali. Completa le frasi utilizzando quelli che ti servono. Appena entrati la siepe e il nespolo si trovano ................................................ mentre i cespugli di forsizia si trovano ................................................ Un cedro deodara, che sembra una capannina, è ................................................ Un cavolo ornamentale si trova ................................................ dell’orto. Quattro tigli, tre cedri atlantici e una grande quercia svettano ................................................, si vedono i giochi disegnati per terra ................................................ La descrizione segue un ordine:

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PIÙ FACILE

logico.

spaziale.

temporale.


Il testo DESCRITTIVO

La soffitta da M. Ende,

stori infinit , Longanesi

La soffitta era grande e buia. Odorava di polvere e naftalina. All’infuori del tambureggiare leggero della pioggia sulle lastre di rame del gran tetto, non si sentiva volare una mosca. Travi possenti, nere di vecchiaia, si levavano a intervalli regolari dal pavimento, si incontravano più in alto con altre travi del tetto, per perdersi poi da qualche parte nel buio. Qua e là pendevano grandi ragnatele, che si muovevano avanti e indietro nella corrente d’aria, lievi e silenziose come spiriti. Dall’alto di un finestrino che si apriva nel tetto scendeva un lattiginoso raggio di luce. L’unico essere vivente, in quel luogo dove il tempo pareva essersi fermato, era un topolino che saltellava sul pavimento, lasciando sulla polvere le minuscole impronte delle minuscolissime zampe. Là dove strisciava per terra il codino, fra le impronte delle zampe, correva un segno lungo e sottile. Improvvisamente la bestiola si arrestò e rimase in ascolto. E poi, psst, con un guizzo, sparì in un buco del pavimento. Nella soffitta c’era di tutto: scaffali pieni di raccoglitori e di cartelle, pacchi di documenti che non servivano più a nessuno, banchi accatastati gli uni sugli altri, vecchissime carte geografiche, attrezzi ginnici in disuso, palloni scoppiati, una pila di vecchie stuoie da ginnastica. E poi uno scheletro umano appeso a un attaccapanni e molte casse e scatole piene di vecchi quaderni e testi scolastici.

Analizzo Segna con una il completamento corretto. • Questa descrizione è: oggettiva. soggettiva. • La descrizione segue un ordine: dal generale al particolare. dal particolare al generale. • I dati sensoriali presenti sono: visivi. uditivi. tattili. olfattivi. gustativi.

Comprendo Formula sul quaderno domande adatte per le seguenti risposte. 1. La soffitta odorava di polvere e naftalina. 2. La pioggia provocava un tamburellare leggero. 3. Dal soffitto pendevano ragnatele. 4. Dall’alto del finestrino scendeva un lattiginoso raggio di luce. 5. Solo da un topolino che saltellava sul pavimento.

PIÙ FACILE

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Il testo DESCRITTIVO

Paesaggio notturno da G. Deledda, L’edera, Gulliver

La luna, limpidissima, illuminava le casette nere e grigie che parevano fatte di carbone e di cenere: il vasto orizzonte, tutto di un azzurro latteo, sembrava uno sfondo di mare lontano. Qua e là brillavano, tristi fra i giunchi neri, larghe e rotonde chiazze d’acqua che parevano gli occhi melanconici della montagna non ancora addormentata. Nel bosco la luna penetrava qua e là fra gli alberi altissimi, ma spesso le rocce dei monti la nascondevano e l’ombra s’addossava sul sentiero. Allora le macchie sembravano bestie accovacciate e dai rami degli alberi si protendevano braccia nere, teste di serpenti: tutto un mondo di sogno.

Paesaggio di montagna di M. R. Montini

Il paesaggio era maestoso, ricco di colori, di vette e di guglie che si innalzavano verso il cielo azzurro come il topazio più puro. Sotto le cime bianche di neve si accatastavano le forme geometriche delle case, le une accanto alle altre come un gregge di pecorelle. In mezzo ai tetti delle case, il tetto appuntito del campanile della chiesa sembrava giocare con le nuvole. A sinistra, un boschetto fitto e ombroso invitava a riposare. Un ruscello saltellava allegro, di sasso in sasso, fra cespi di ridenti primule.

Analizzo Sottolinea nei testi con i colori indicati: le similitudini le metafore. Poi trascrivi sul quaderno quelle che ti sono piaciute di più e spiega il perché. Individua l’ordine della descrizione seguìto in ciascun testo e colora il riquadro giusto.

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Paesaggio notturno

logico

temporale

spaziale

Paesaggio di montagna

logico

temporale

spaziale


Il testo DESCRITTIVO

Il temporale da M. Madieri, La radura, Einaudi

Una sera in cui gli uccelli volavano bassi e le formiche si agitavano più del solito per portare a termine in fretta il lavoro del giorno, il cielo si fece di piombo. Dall’orizzonte cominciarono a salire nuvole immense, livide e gonfie da scoppiare. Si levò improvviso un vento impetuoso che spazzò la radura e fece stormire le fronde più alte degli alberi. Finalmente, con un rombo, che fece sussultare tutti gli abitanti del prato, cominciò a piovere. Dapprima caddero alcune gocce tiepide e larghe che, posandosi in terra, ne esaltarono gli odori nascosti tra le zolle. Poi le gocce si tramutarono in scrosci violenti che formarono ampie pozzanghere negli avvallamenti del terreno e si abbatterono sulle margherite, facendone pendere petali e foglie come cenci inzuppati. L’uragano durò a lungo, sempre più forte e rabbioso. Si udiva solo il sibilo sinistro del vento e il martellare dell’acqua sui tronchi e sui sassi. Quando il tumulto cessò, il prato aveva l’aspetto di un pantano. Rivoli fangosi scorrevano dappertutto, portando carcasse di chiocciole, ragni e lombrichi assieme a foglie secche, detriti di legno e aghi di pino. Una desolazione.

Analizzo

Comprendo

Completa la tabella. ELEMENTO/I

COM'È/COME SONO

cielo

.................................................................................................

nuvole

.................................................................................................

vento

.................................................................................................

gocce

.................................................................................................

pozzanghere

.................................................................................................

uragano

.................................................................................................

rivoli

.................................................................................................

Sottolinea nel testo i dati uditivi. La descrizione è:

stormire: produrre un leggero fruscìo

oggettiva.

soggettiva.

Quale sensazione esprime l’autore nella conclusione? Perché prova questo sentimento?

Parlo di me Ti è mai capitato di osservare il paesaggio dopo un temporale? Quale sensazione hai provato? Racconta.

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Il testo DESCRITTIVO Capisco le parole Spiega con parole tue il significato delle espressioni elencate: cercale nel testo e aiutati con il contesto. • Tremava come una foglia. • In quanto a pulizia non aveva niente da invidiare al corridoio. • Provava un brutto presentimento. • Non c’era da scherzare.

La maestra Tiramisù da P. Valente, La maestra Tiramisù, Raffaello

Finalmente stridettero i freni e l’ascensore si fermò. I bambini persero l’equilibrio cadendo l’uno sull’altro. Si rialzarono intontiti. Jessica frignava, Prema tremava come una foglia. La porta dell’ascensore si aprì cigolando. Di fronte a loro si apriva un corridoio scarsamente illuminato. I muri macchiati di muffa, il pavimento cosparso di cicche e di immondizie non erano stati puliti da secoli. Si avventurarono nel corridoio, davanti i maschi, dietro le bambine. Arrivarono di fronte a una porta chiusa. La spinsero. Si trovavano ora in un’ampia stanza che, in quanto a pulizia, non aveva niente da invidiare al corridoio. Era scarsamente illuminata. Dalle pareti pendevano dei cartelloni ingialliti e qualche carta geografica rovinata da macchie e da strappi; tende polverose coprivano alcune finestre disegnate sul muro. La stanza era arredata con banchi di legno, alti e scomodi, cosparsi di sgorbi e di chiazze d’inchiostro. All’estremità sorgeva una cattedra massiccia, simile a un trono, posta sopra una pedana di legno. Sulla cattedra distinsero qualcosa di nero e peloso, grande come una mano di uomo.

140

PIÙ FACILE


Il testo DESCRITTIVO – È meglio che ce ne andiamo – disse Freddy, che provava un brutto presentimento. Ma non fecero in tempo a scappare… Una porticina si aprì ed entrò un ometto che li guardò e, senza dimostrare alcuna sorpresa, sussurrò ai ragazzi di sbrigarsi perché la maestra sarebbe arrivata a breve. Ed ecco apparire la maestra Tiramisù. Entrò spazzolando il pavimento con la gonna nera, con una mano sorreggeva un vocabolario e con l’altra brandiva una bacchetta tutta nodi. Dalla chioma di capelli neri sfuggivano delle ciocche attorcigliate che parevano serpenti. Il suo viso si distingueva appena nella penombra, ma da quel poco che videro, i bambini compresero che con lei non c’era da scherzare. Il bidello tirò la cordicella, si udì suonare un campanello e la maestra Tiramisù salì in cattedra. Prese in mano quell’essere peloso che teneva sulla cattedra e cominciò ad accarezzarlo affettuosamente. Era un ragno di circa un chilo e mezzo, con due occhietti rossi che guardavano malignamente i bambini. Jessica si premette una mano sulla bocca per non gridare.

Analizzo Il racconto che hai letto è suddiviso in dieci sequenze. Scrivi F se nella sequenza sono narrati dei fatti e D se la sequenza presenta una descrizione. Segna con una la risposta giusta. • Quali soggetti sono descritti in questo racconto? Persone e ambienti. Animali e persone. Animali, persone e ambienti. • Secondo te, qual è la funzione delle descrizioni inserite in un testo narrativo? Arricchire la storia di particolari. Rendere più monotona la narrazione. Allungare il testo. • Se tu dovessi riferire a un tuo amico le caratteristiche della maestra Tiramisù, quali parti dovresti rileggere di questo racconto? Le parti narrative. Le parti descrittive.

Comprendo Sul quaderno, dai un titolo a ogni sequenza in cui è diviso il testo, per riassumere il suo contenuto.

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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il TESTO DESCRITTIVO presenta la realtà che ci circonda: persone, animali, oggetti e ambienti e ha lo scopo di “far vedere” attraverso le parole. La descrizione oggettiva è tecnica e precisa, con lo scopo di informare; la descrizione soggettiva esprime le emozioni dell’autore, con lo scopo di coinvolgere. Completa lo schema del testo descrittivo con le seguenti espressioni. ambienti • dati sensoriali • parole specifiche • animali • dati di posizione • similitudini • logico • dati di movimento • aggettivi • persone • oggetti • spaziale • temporale

SOGGETTI

Si possono descrivere .............................................., .......................... ...................., .............................................., .............................................. e fenomeni atmosferici. La descrizione può seguire un odine: • .............................................. (dal primo piano allo sfondo,

dall’alto in basso…); • .............................................. (dal generale al particolare o

ORDINE

viceversa); • .............................................. (quando sono descritti i

cambiamenti nel tempo). L’autore utilizza: • i .............................................. (cioè tutte le informazioni che

COME SI DESCRIVE

ricava attraverso i cinque sensi); • i .............................................. (verbi che indicano azioni); • i .............................................. (parole che indicano la posizione

nello spazio degli elementi descritti).

ZOOM Si usa un linguaggio ricco di .............................................., .............................................., similitudini o .............................................. delle discipline.

142


narrativo Il testoTesto DESCRITTIVO

Venere

vello: pelliccia di lana che ricopre gli ovini

da T. Rinaldi, Ninablu, Casa Editrice Mammeonline

Certi giorni Nina va a trovare Venere nella sua casa al centro del paese. Venere è la donna più vecchia dell’isola. Ha “solo novantaquattro” anni come le piace affermare. Venere si chiama così per via del pianeta che brilla tale e quale a una stella. Il babbo di Venere per stelle e pianeti aveva una gran passione. Venere l’aspetta affacciata al balcone. Nina la vede da lontano, coi capelli bianchi corti, ricci e lanosi come il vello di una pecora, la faccia abbronzata, magra e rugosa. Venere detesta gli abiti da vecchia che le propongono nei negozi. Neri, marroni o blu. Oggi indossa un vestito verde lungo fino ai piedi, tutto ricamato in oro e un fiore azzurro tra i capelli. Quando arriva a casa di Venere, Nina non sa mai cosa aspettarsi. Venere è imprevedibile! Può darsi abbia in programma un pomeriggio di letture di vecchi libri, o che abbia in mente di cucinare montagne di pasticcini che poi distribuirà a tutto il vicinato. O ancora potrebbe avere in mente di fare un’escursione al faro, munita di specchietti per inviare raggi di sole alle navi di passaggio.

So analizzare Indica con una

quali aspetti della signora Venere vengono descritti nel testo.

presentazione generale comportamento e carattere

aspetto fisico interessi

Sottolinea nel testo gli aspetti che hai individuato con i colori indicati sopra. Poi indica con una . La descrizione è:

Verso le competenze

oggettiva.

soggettiva.

Leggere e individuare gli elementi che caratterizzano un testo descrittivo.

143


Ho imparato a COMPRENDERE

Nelle praterie del Kansas da L. F. Baum, Il mago di Oz, Raffaello

5

10

15

20

25

30

35

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PIÙ FACILE

Dorothy viveva al centro delle grandi praterie del Kansas con lo zio Henry, che possedeva una fattoria, e la zia Em, sua moglie. La loro casa era piccola perché si era dovuto trasportare da una grande distanza il legno necessario per costruirla. C’erano quattro muri, un pavimento e un tetto che formavano una stanza; questa stanza conteneva una stufa arrugginita, una credenza per i piatti, un tavolo, tre o quattro sedie e i letti. Lo zio Henry e la zia Em avevano un grande letto in un angolo del locale e Dorothy un lettino nel lato opposto. Non c’era alcun solaio e neanche una cantina, a parte un piccolo vano scavato nel terreno, chiamato “cantina per ciclone”, dove la famiglia poteva rifugiarsi se si fosse scatenato uno di quei potenti uragani capace di distruggere qualunque edificio sul suo cammino. Lo si poteva raggiungere attraverso una botola in mezzo al pavimento, da cui partiva una scala che conduceva al piccolo e buio rifugio. Dorothy, stando in piedi sulla porta e guardandosi intorno, poteva vedere soltanto la grande e grigia prateria, nient’altro. Non un albero, non una casa rompevano l’ampia distesa della pianura che si incontrava con il cielo in ogni direzione. Il sole aveva bruciato la terra arata, facendola diventare una massa grigia e screpolata. Una volta la casetta era stata dipinta, ma il sole aveva seccato la vernice e le piogge l’avevano lavata via, così ora la casa era grigia e smorta come tutto quanto il resto. Quando la zia Em si era trasferita nel Kansas, era giovane e graziosa. Ma il sole e il vento avevano cambiato anche lei. Avevano spento la luminosità dei suoi occhi e scolorito guance e labbra. Era magra e smunta e non sorrideva più, ora. Quando Dorothy andò a vivere nella fattoria, la zia Em rimase così colpita dalla risata spontanea della ragazzina da gridare felice ogni volta che l’allegra voce di Dorothy raggiungeva le sue orecchie. Anche adesso continuava a guardarla, sempre meravigliandosi che la ragazzina trovasse qualcosa di cui ridere. Lo zio Henry non rideva mai. Lavorava sodo dalla mattina alla sera e non conosceva la gioia. Anche lui grigio, dalla lunga barba ai rozzi stivali, aveva un’aria severa e solenne e parlava raramente.


narrativo Il testoTesto DESCRITTIVO Ho capito le parole Indica con una

il significato giusto delle seguenti espressioni, in base al contesto.

• Da una grande distanza (righe 3-4): da un luogo molto lontano. da un luogo molto grande.

in un gran periodo di tempo.

• Si incontrava con il cielo in ogni direzione (riga 19): sopra la pianura c’era il cielo. in ogni direzione, all’orizzonte, si vedeva solo il cielo. si vedeva bene l’orizzonte. • Scegli il sinonimo giusto. palestra vano botola apertura smorta arida

aula chiave spenta

stanza maniglia vecchia

• Rileggi la parte di testo dalla riga 13 alla 15. Il pronome evidenziato sostituisce la parola: botola. vano. ciclone.

Ho capito il testo Riordina con i numeri da 1 a 4 gli aspetti descritti secondo la successione in cui sono presentati nel testo. esterno della casa

Completa con parole tue. La casa era piccola perché ......................................... ................................................................................................

zia

................................................................................................

zio

................................................................................................

interno della casa

Aveva una cantina anticiclone perché ...................

Segna con una il completamento giusto. • La casa di Dorothy si trovava: vicino a un bosco. in prossimità del mare. in mezzo alla prateria. • La casa era formata da: quattro stanze e una cantina anticiclone. una stanza e una cantina. tre stanze e una cantina anticiclone. • Il paesaggio attorno alla casa appariva come: un’immensa distesa verde. una grande massa grigia. un’ampia pianura dorata. Verso le competenze

................................................................................................ La zia di Doroty prima era ......................................... ................................................................................, ma da quando viveva nel Kansas era diventata .............. ................................................................................................ ............................................................................................... Si meravigliava sempre che ....................................... ................................................................................................ ................................................................................................ Lo zio era sempre .......................................................... ................................................................................................

Obiettivo: leggere e comprendere un testo descrittivo.

145


Laboratorio di ASCOLTO

Uno sconosciuto Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! Segna con una i dettagli, forniti dal testo, che ti permettono di ricostruire l’identikit dello sconosciuto. • Capelli: grigi e folti. grigi e radi spazzolati all’indietro. scuri e radi spazzolati all’indietro. • Bocca: piccola. grande e ben disegnata. larga con labbra sottili. • Fronte: bassa e liscia. alta e liscia. alta e segnata dalle rughe.

• Occhi: chiari, che brillano, con sopracciglia cespugliose e con il sopracciglio destro più alto del sinistro. chiari, che brillano, con sopracciglia cespugliose e con il sopracciglio sinistro più alto del destro. • Volto: allungato e ossuto. rotondo. squadrato.

Ora sei in grado di riconoscere lo sconosciuto tra i tre individui illustrati qui sotto?

146

Ho individuato l'immagine corretta? Facilmente. Con qualche difficoltà. STUDENTE

Con un aiuto.


Il testo

POETICO Quali emozioni, secondo te, prova il bambino di fronte alla vastitĂ del mare?

Che cosa ti suscita emozioni particolari?

Come esprimeresti le tue emozioni?

Felici di

leggere

G. Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi Ragazzi P. Costalunga, Il bosco delle lettere, Raffaello C. Carminati, Poesie per aria, Topipittori P. Formentini, Poesia Fumetto 3, Nuove Edizioni Romane

DOCENTE

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Analizzare è FACILE Il TESTO POETICO è un testo che utilizza le parole in modo originale e creativo per esprimere pensieri, emozioni e sentimenti. Le FILASTROCCHE sono testi poetici particolari con lo scopo di divertire chi legge.

LA STRUTTURA

Le poesie sono composte da versi (le righe del testo). I versi possono essere raggruppati in strofe, che sono separate una dall’altra da uno spazio bianco. I versi possono essere sciolti o legati dalla rima, cioè terminano con suoni uguali o simili tra loro. La rima è di tre tipi: • rima baciata (AABB); • rima alternata (ABAB); • rima incrociata (ABBA).

con la MAPPA

IL LINGUAGGIO

Il linguaggio della poesia è ricco di figure retoriche e di giochi di suoni. Le figure retoriche creano immagini con le parole e sono: similitudine un paragone fra due elementi che hanno delle caratteristiche in comune; metafora una similitudine abbreviata, senza l’utilizzo della parola-legame “come”; personificazione l’attribuzione di qualità umane a cose o animali. I giochi di suoni sono espressi da: onomatopea e parole onomatopeiche l’imitazione e riproduzione di suoni, rumori e voci; allitterazione la ripetizione dello stesso suono in parole vicine.

ZOOM I versi, le rime e i giochi di suono creano il ritmo e la musicalità della poesia.

148

PIÙ FACILE


Il testo POETICO

Sassi di ruscello da R. Lipparini, C’è un posto accanto a me, Mondadori

Io parlo poco perché non so che dire le mie parole non sanno come uscire. Non trovano la strada non trovano una forma come acqua tra le mani che scivola e non torna. Scappano dalla testa e vanno via lontano sono sabbia che non resta tra le dita della mano.

È un ...........................................

È una ...........................................

È una ...........................................

E anche i miei pensieri se cerco di parlare sembrano grandi sassi che non riesco a sollevare. Ma so che in qualche modo la sabbia crea castelli e luccicano i sassi nell’acqua dei ruscelli.

Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: verso • strofa • rima Rileggi nella poesia le espressioni evidenziate: sono delle figure retoriche che conoscerai meglio nelle prossime pagine. 149


Il testo POETICO

Di rima… RIMA BACIATA Due versi consecutivi rimano tra loro. Segue lo schema AABB.

Diritto a essere cittadini d’Europa di B. Tognolini

C’era una volta un Nuovissimo Regno rima di ferro, rima di legno che si chiamava Governo d’Europa rima di straccio, rima di scopa tutti i regnanti si sono riuniti rima di chiodi, rima di viti per stabilire la Costituzione rima di stati, rima di zone mille bambini sono arrivati rima di fiori, rima di prati perché volevano dire la loro rima di canto, rima di coro visto che siete appena all’inizio rima di ozio, rima di vizio non fate sempre quel solito sbaglio rima di puzza, rima di aglio fate un bel regno che valga per tutti rima di fiori, rima di frutti anche per noi, non teneteci fuori rima di frutti, rima di fiori e sarà un regno più degno perché rima con tutti fa rima con me.

Comprendo Rispondi. • Nella poesia si dice che “mille bambini sono arrivati”, secondo te, dove? .................................................................................... • Che cosa chiedono i bambini ai governanti? ....................................................................................

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Analizzo Evidenzia con lo stesso colore le parole che rimano tra loro nei versi. Poi completa lo schema utilizzando la stessa lettera per i versi in rima.


Il testo POETICO

... in rima I sogni negli occhi da S. Giarratana, Poesie di luce, Motta Junior

Vorrei entrare nei tuoi occhi spenti cercare tra le stanze che non usi scoprire se i tuoi sogni sono assenti o se da qualche parte li hai rinchiusi. Illuminarli un attimo soltanto per ricordarti dove li hai nascosti se non sapevi più di averli accanto se li credevi persi in altri posti. Vorrei vedere gli occhi tuoi sorpresi e poi scappare via e lasciarli accesi.

Fanciulla e ruscello da D. Valeri, Poesie, Mondadori

Così bianca nell’ombra verde! È china sul rivo ad ascoltare il suono delle piccole onde chiare sotto i silenzi alti della mattina. Ora batte le ciglia, apre un sorriso stupito. Dice bello! Ha visto nel ruscello sorridere il suo viso, ha sentito il nome farsi e disfarsi, come una tremula scia nella voce dell’acqua che va via.

RIMA ALTERNATA Il primo verso rima con il terzo, il secondo con il quarto e così via. Segue lo schema ABAB.

RIMA INCROCIATA Il primo verso rima con il quarto, il secondo con il terzo e così via. Segue lo schema ABBA. Analizzo Evidenzia con lo stesso colore le parole che rimano tra loro nei versi delle poesie. Poi completa gli schemi con le lettere. Hai riconosciuto il tipo di rima di ciascuna poesia? Completa. • I sogni negli occhi ha la rima ................................ • Fanciulla e ruscello ha la rima ............................. nelle prime due strofe. L’ultima strofa presenta la rima ..........................

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Il testo POETICO

Filastrocca lunga lunga La FILASTROCCA è un testo poetico in rima, semplice e divertente, con un ritmo dato dalla rima e dai giochi di suono. Un tipo di filastrocca è il NONSENSE, basata su accostamenti di soggetti insoliti e senza significato.

da R. Scarry, Le storie della buonanotte di Mamma Oca, Mondadori

Filastrocca lunga lunga chi ha l’ape che non si punga. Filastrocca lenga lenga chi ha la tosse se la tenga. Filastrocca linga linga chi ho dietro non mi spinga. Filastrocca longa longa chi ha un peso lo deponga. Filastrocca langa langa chi sta a casa ci rimanga.

Capisco le parole Nella filastrocca il ritmo non è dato solo dalla rima, ma anche da un gioco di suoni. Scopri tu quale.

Rospo da T. Scialoja, Versi del senso perso, Einaudi

Sotto un cespo di rose scarlatte offre il rospo tè caldo col latte. Sotto un cespo di rose paonazze tocca al rospo lavare le tazze.

cespo: cespuglio paonazze: di colore viola scuro

Analizzo Indica con una . • I versi di queste due filastrocche: sono raggruppati in strofe. non sono raggruppati in strofe. Evidenzia in ciascun testo, con lo stesso colore, le parole che rimano tra loro. Poi rispondi. • I versi della prima filastrocca: sono legati dalla rima. non sono legati dalla rima.

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• I versi del nonsense sono legati dalla rima non sono legati dalla rima. • Lo scopo di queste filastrocche è: esprimere le proprie emozioni. divertire. insegnare qualcosa. • Quali aggettivi utilizzeresti per definire le situazioni presentate nei nonsense? assurde buffe commoventi realistiche tragiche ...........................


Il testo POETICO

La signora di Milano

1° verso: presenta il personaggio e il luogo da cui proviene

da P. De Benedetti, Nonsense e altro, Libri Scheiwiller

2° verso: indica un’azione o una qualità del personaggio

C’era una signora di Milano che mangiava il risotto piano piano esaminava i chicchi uno a uno correggendo gli errori di ciascuno Quella pedante signorina di Milano.

3° e 4° verso: raccontano le azioni stravaganti del personaggio 5° verso: ripete il soggetto presentato nel primo verso, aggiungendo un giudizio o un aggettivo.

Il LIMERICK è un tipo di nonsense che ha lo scopo di divertire presentando un personaggio assurdo e divertente. Il Limerick è sempre composto di cinque versi che rimano secondo uno schema AABBA.

Parlo di me Descrivi te stesso con un limerick: parti dal tuo nome e cognome e rispetta la struttura in cinque versi. Scrivi sul quaderno.

Un signore di Calcutta da E. Lear, Il libro dei nonsense, Einaudi

C’era un certo signore di Calcutta, s’abbuffava di strutto e di frutta; ma un bel dì un maritozzo incastrato nel gozzo strozzò il bieco signor di Calcutta.

strutto: grasso di animale usato per friggere bieco: minaccioso, ostile, cattivo

Analizzo Sottolinea con lo stesso colore le rime uguali dei limerick. Cerchia i personaggi presentati e gli aggettivi che li descrivono.

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Il testo POETICO

Riflesso di luna da T. Klingsor, Poeti simbolisti francesi, Einaudi

Tutto è in sonno, è la luna che si specchia nell’acqua del lago è come un’esile barca in mezzo a un prato illuminato d’oro.

Il vento da M. Lodi, La natura nelle poesie di adulti e bambini, Editrice Piccoli

Ascolta il vento. Sussurra: sono forte come un masso che rotola dalla montagna. Mi sussurra: ti spingo indietro come un palloncino alto e libero nel cielo. Mi sussurra: volo alto e potente come un’aquila in cielo.

Analizzo Nella poesia Riflesso di luna è stata evidenziata la similitudine. Leggi la poesia Il vento e sottolinea le similitudini. Poi indica il completamento corretto. Nella poesia sono presenti 1 2 3 similitudini.

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La SIMILITUDINE paragona due elementi che hanno una caratteristica comune ed è introdotta da “come”, “pare”, “sembra”…

Comprendo Rileggi le similitudini delle due poesie e segna con una i completamenti giusti. • Il poeta paragona la luna a una barca perché la luna: è gialla come una barca. ha la forma di una barca si muove come una barca. • Il vento viene paragonato a: una montagna, un palloncino. un masso, un’aquila. un masso, un palloncino. • Nella poesia Il vento l’autore paragona a un palloncino: il vento. la persona che ascolta il vento. l’aquila che vola nel cielo.


Il testo POETICO

La mimosa da P. Neruda, Odi elementari, Nuova Accademia

Andavo a San Jeronimo verso il porto quasi addormentato quando dall’inverno una montagna di luce gialla, una torre fiorita spuntò sulla strada e tutto si riempì di profumo. Era una mimosa.

La METAFORA è una similitudine abbreviata perché non utilizza la parola “come”. Analizzo In entrambe le poesie sono presenti delle metafore. Quali sono? Sottolineale nei testi, poi completa. La mimosa è una montagna ............................. ed è ............................................................................. La vita è ..................................................................... La vita è .....................................................................

Sogni da L. Hughes, in Poesia negro-americana, Nuova Accademia

Tenetevi stretti ai sogni perché se i sogni muoiono la vita è un uccello con le ali spezzate che non può volare. Tenetevi stretti ai sogni perché quando i sogni se ne vanno la vita è un campo arido gelato dalla neve.

Comprendo Indica con una . • Nella poesia La mimosa l’autore esprime: noia per la stagione invernale. meraviglia per la mimosa fiorita. • Nella poesia Sogni l’autore: invita a non rinunciare ai sogni. esprime la propria paura per i sogni.

Parlo di me Quale fra queste poesie ti ha emozionato di più? Confrontati con i compagni poi prova a rappresentare con un disegno la poesia che hai scelto.

ITAMAP p. 12

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Il testo POETICO

Torrente da C. Carminati, Gocce di vento, Fatatrac

L’acqua mangia anche la terra E il torrente ora si sferra Sale l’acqua e in un baleno Il torrente ha il letto pieno Corre forte senza fiato L’aria fredda ha divorato Salta l’acqua e la corrente Sfreccia a valle prepotente Balza sbalza sbuffa e sbruffa E nel fiume poi… si tuffa!

La PERSONIFICAZIONE si ha quando l’autore attribuisce sentimenti e comportamenti umani ad animali, oggetti ed elementi della natura.

si sferra: si libera

Chi spegne le stelle? da A. Sturiale, Il libro di Alice, Rizzoli

Ecco, arriva, rosea, leggera, tranquilla col suo lungo mantello carezza il cielo e con un soffio sottile spegne le stelle. Ed ora apre un sorriso, il sole la vede e comincia a spuntare: sorride, sorride, sorride e se ne va.

Analizzo

Comprendo

Nella poesia Torrente l’autrice utilizza più volte la personificazione. Cercale e sottolineale nel testo.

Indica con una .

Ora sottolinea la personificazione nella seconda poesia.

• Le personificazioni che l’autrice le attribuisce la descrivono come se fosse: il sole. una carezza. una signora.

156

ITAMAP p. 13

• Chi spegne le stelle, secondo te? Il sole. L’autrice della poesia. L’alba. Sottolinea i versi che te l’hanno fatto capire.


Il testo POETICO

Notte fumetto

L’ONOMATOPEA è la riproduzione di suoni attraverso parole o gruppi di lettere.

da S. Bordiglioni, Quante zampe ha il coccofante?, Emme Edizioni

Tic, tic, tic: cade una goccia d’acqua e bagna il pavimento. Bll, bll, bll: questo invece è il cielo che bolle da far spavento. Schh, schh, schh: scivola cera calda lungo la candela. Tac, tac, tac: gocce di tempesta, brividi lungo la schiena. Frr, Frr, Frr: il vento sbatte un ramo contro la mia finestra. Uhhh, uhhh: ulula come un lupo questa notte di tempesta. È una notte fumetto, piena di rumori: son sveglio e mi giro nel letto, ma è meglio che essere fuori.

L’ALLITTERAZIONE è la ripetizione nelle parole di una stessa lettera o di gruppi di lettere uguali. Analizzo Completa e indica con una . • Nella poesia Grrr! quali consonanti sono ripetute più volte? .................. • Secondo te, perché? Quale sensazione vuole suscitare l’autore? ................................................................................ ................................................................................ • Il titolo di questa poesia è:

Analizzo Leggi la poesia e continua a sottolineare le onomatopee. Poi scegli. • Si tratta di: parole onomatopeiche. suoni onomatopeici.

Capisco le parole Che cosa significa l'espressione evidenziata nel testo?

Grrr! da J. Carioli, I sentimenti dei bambini…, Mondadori

Tu fai tanto il gradasso perché sei alto e grrrosso. Un bullo grrrezzo che grrrida a più non posso. È vero, sono grrracile, magro come un grrrissino, però divento un grrrizzly se salgo sul grrradino! Sei solamente un grrrullo e non vali un grrran che, te lo dico sul grrrugno: GRRR! Sono meglio di te!

una onomatopea. una allitterazione.

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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il TESTO POETICO è un testo che utilizza le parole in modo originale e creativo per esprimere pensieri, emozioni e sentimenti. Completa lo schema del testo poetico con le seguenti espressioni. figure retoriche • versi • incrociata • personificazione • AABB • metafora • giochi di suoni • strofe • sciolti • onomatopea • similitudine • ABAB • allitterazione • parole onomatopeiche • rima • ritmo

Le poesie sono composte da .............................................. I versi possono essere raggruppati in .........................................

LA STRUTTURA

I versi possono essere .............................................. o legati dalla .............................................. La rima è di tre tipi: • rima baciata (..............................................); • rima alternata (..............................................); • rima .............................................. (ABBA).

Il linguaggio della poesia è ricco di .............................................. e di .............................................. Le figure retoriche sono:

IL LINGUAGGIO

• la ................................................................................; • la ................................................................................; • la ................................................................................. I giochi di suoni sono espressi da: • l’.............................................. e le ..............................................; • l’...............................................

ZOOM I versi, le rime e i giochi di suono creano il ......................................... e la musicalità della poesia.

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Testo narrativo Il testo POETICO

Mi sento dentro... da J. Carioli, I sentimenti dei bambini…, Mondadori

Mi sento dentro come il camaleonte che cambia di colore su ogni foglia e invece vorrei essere un pavone che fa la ruota solo se ne ha voglia. Mi sento dentro come un grosso struzzo che nasconde la testa nella sabbia invece vorrei essere una tigre che ruggisce e racconta la sua rabbia. Mi sento dentro come una formica che ha paura di essere schiacciata invece vorrei essere una scimmia che si spulcia tranquilla, da sfacciata. Dentro non so ancora come sono se sono gatto oppure leonessa ma forse più che essere animale mi piacerebbe essere me stessa.

So analizzare

Ho capito il testo

Indica la risposta corretta.

Indica con una .

• Da quante strofe è composta la poesia? 4 8 16

• Il protagonista della poesia è: un bambino. una bambina. Sottolinea l’espressione che te lo fa capire.

• Da quanti versi è composta ogni strofa? 4 8 16 • Che tipo di rima ha la prima strofa? Baciata Alternata Incrociata Evidenzia, con lo stesso colore, le parole che rimano tra loro nei versi. • Nella poesia sono presenti figure retoriche? No. Sì. Quali? ..............................................................

Verso le competenze

Leggi le affermazioni e indica con una se sono vere (V) o false (F). La protagonista… … è contenta di essere un camaleonte. … vorrebbe fare ciò che vuole. … si sente una tigre piena di rabbia. … vorrebbe essere senza paure. … ha scelto di essere come un gatto. … vuole essere se stessa.

Obiettivo: leggere e individuare gli elementi di un testo poetico e comprenderne il contenuto.

V V V V V V

F F F F F F

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A R E V A PRIM

Bosco autunnale La primavera sorrideva da B. A. Sluckij, Nuovi poeti russi, Einaudi da A. Machado, Poesie, Newton Compton

chegiorno somiglia bosco la in primavera pieno autunno? …A Un mi un sorprese Soprattutto a un sommesso incendio. che in tutti i campi intorno sorrideva. Lambiscono la coppa dei cieli Verdi foglie in mute germoglio giallerigonfie lingue digemme fiamme. gialle delle fronde Più di uno scialle zingaro è screziato fiori gialli, bianchi e rossi davano il boscodi ancora po’ verde. varietà toni al un paesaggio. ogni albero, come a un falò, EAd il sole puoifronde riscaldarti l’anima. sulle tenere era una pioggia di raggi d’oro; di D. Valeri scorrere nel sonoro del ampio In fiume tenue luce l’autunno si spoglia. siUna specchiavano rete di nervi esili e un velo argentei e sottilitesi i pioppi. d’oro diafano, sotto il cielo: autunno è quel che resta di una foglia.

Autunno

All’improvviso

Le poesie presentanondue interpretazioni eggin fin , Notes Edizioni dell’autunno. Accanto a ogni argomento Maglia scrivileggera, il titolo della poesia. da P. Pace, n g tto nero in

scivolo, altalena. ARGOMENTO È Impoverimento primavera. della natura Esplosione di colori

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POESIA

................................................. .................................................

Segna con una il significato E seguenti versi. iill.FOGLIdei corretto varie forme e “Un giorno colori mi sorprese la primavera” significa: la primavera meravigliò il poeta. la primavera arrivò all’improvviso. Le foglie “davano varietà di toni al paesaggio” significa: coloravano la natura con le loro sfumature. cambiavano colore in base al paesaggio. “E il sole… era una pioggia di raggi d’oro” significa: la luce del sole sembrava una pioggia dorata. la pioggia cadeva illuminata dal sole.

Indica il completamento corretto. Nella poesia di tre versi, il poeta evoca immagini della primavera attraverso gli occhi di: un adulto. un bambino. Motiva la tua scelta. ......................................................................... ......................................................................... .........................................................................


Primavera in città

PRIMAVERA

da F. Fellini, T. Guerra, Amarcord, Rizzoli

Le “manine” arrivano in marzo. Non si sa da dove vengono. Sono i minuti semi del pioppo provvisti di un ciuffo di peli, una specie di bambagia leggerissima che vaga nell’aria. Possono sembrare delle palline trasparenti che salgono e scendono, una danza continua come se avessero una loro vita. Raggiungono il borgo passando sulle casupole di periferia, si fermano sugli orti, danzano nei cortili. Poi le “manine” riprendono il loro viaggio e arrivano alla stazione. Si muovono nell’aria ferma che pesa sui binari morti. E finalmente, eccole, sui tetti della città. Scendono nei vuoti delle strade, del corso principale, ondeggiano davanti ai rettangoli delle finestre aperte. Alcuni scolari che stanno andando a scuola saltano per afferrare le misteriose palline, gridando festosi: “Le manine di primavera!”. Un vecchio cerca d’imprigionarle nel cappello che sventola come se fosse un retino per farfalle.

bambagia: cotone in fiocchi

Il testo descrive il viaggio delle “manine” indicando i diversi luoghi del loro passaggio. Sottolineali nel testo. Rispondi sul quaderno. 1. Che cosa fanno i bambini quando vedono le “manine di primavera”? 2. Lo fai anche tu o non ti è mai capitato? Anche tu le chiami così?

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PRIMAVERA

... È PASQUA!

L’uovo di cioccolato da G. Mosca, Questi nostri figli, Rizzoli

Ci veniva regalato la Domenica delle Palme e non si poteva aprire se non il giorno di Pasqua, a tavola. Per un’intera settimana la sorpresa continuava a battere come un cuore d’uccello dentro un guscio sottile. E c’era scritto “BUONA PASQUA” ed aveva, tutt’intorno, un ricamo fatto con un filo di cioccolata e un nido di confettini. La Domenica delle Palme non leccavano e non mangiavamo nulla. Il lunedì staccavamo i confetti. Il martedì il nido. Il mercoledì si leggeva “ONA PAS”. Il giovedì l’augurio era finito. Il Venerdì Santo niente. La mattina del sabato il piccolo uovo non aveva nemmeno più il ricamo di cioccolata. La domenica finalmente lo aprivamo, bastava un nulla, bastava dirgli “apriti” e quello si apriva tant’era sottile ormai. La sorpresa era un anellino che ci infilavamo al dito e non riuscivamo più a sfilarcelo nemmeno con il sapone. Dell’uovo restava solo una traccia appiccicosa sulle dita che continuavamo a succhiare fino al giorno dopo.

LA SFIDA! Realizza un uovo che si colora da sé! Ritaglia la sagoma e decorala a piacere con i pennarelli, poi immergine un’estremità nell’acqua. Che cosa ne uscirà? IL PASSAGGIO DIFFICILE Se sceglierai colori secondari, potrai assistere a una magia! Fai attenzione e prendi appunti!

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Materiali dalla Tinkering box • Carta da filtro • Nastrino colorato • Forbici • Pennarelli lavabili • Matita

In Italia e nel mondo la Pasqua è celebrata con eventi speciali e cibi particolari sulle tavole. Quali tradizioni ci sono nel luogo in cui vivi tu?


IT’S SPRING Con l’aiuto delle parole che trovi all’interno di ogni riquadro parla della stagione primaverile con i tuoi compagni.

WHAT’S THE WEATHER LIKE?

ANIMALS

WEATHER SUNNY

WHICH ANIMALS CAN YOU SEE?

STORMY

BUTTERFLY

BEE

FLY

CATERPILLAR

ANT

LADYBIRD

WINDY

CHANGEABLE

WARM

WHAT ARE YOU WEARING?

CLOTHES JUMPER

CAP

RAINCOAT

TRAINERS

SKIRT

JEANS

JACKET

T-SHIRT

SHOES

STUDENTE

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a Intervist ... e r o t u a ’ l n co

Loredana Frescura vive in provincia di Perugia, è maestra e apprezzata autrice di narrativa per l’infanzia. Da sempre supereroe dei sogni, cerca nella vita di comporre storie che accarezzino il cuore e incuriosiscano la mente.

Chi sono i protagonisti di questa storia? Ragazzini distratti come passeri al primo volo ma tenaci come formiche. Ragazzini che credono a una fata dei ricci piena di regole e di compiti. Ragazzini sognatori, i veri supereroi del nostro tempo. Un racconto delizioso, che invita a credere ai sogni e a fare di tutto perché essi si realizzino.

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ra u c s e r F a Loredan Ciao Loredana. Un tuo testo pubblicato dal Gruppo Raffaello si intitola “Quelli che credono ai sogni”. Ma chi sono, nella quotidianità, quelli che credono ai sogni? Quelli che credono ai sogni sono tanti, moltissimi. Sono tutti quelli che cercano di migliorare se stessi e scoprire i propri talenti e le proprie passioni. E che, poi, fondamentale, riescono a condividerli con gli altri. L’obiettivo è una vita piena, serena e felice, a propria misura e somiglianza. Da bambini e da adulti, perché è importante continuare a sognare? Sognare è progettare. Una vita senza progetti è un’esistenza vuota. Sognare sempre. Da piccoli è più semplice perché meno costretti da orari, impegni, scadenze e anche, diciamolo, bollette e mutui! Insegnare la noia e viverla è assolutamente fondamentale per imparare a sognare. I sogni, i nostri desideri che si trasformano e prendono vita e corpo in progetti mediati dalla realtà e magari maggiormente fattibili, ci regalano il sogno della vita. Oltre che autrice, sei un’insegnante. Da insegnante agli insegnanti: come coltivare i sogni a scuola? Coinvolgo spesso i miei alunni, con i loro fratelli e sorelle, nei miei sogni. Così come mi hanno sempre seguita leggendo tanti libri, discutendo, studiando la grammatica, recitando, scrivendo, annoiandosi… Sì, ho coltivato la noia! Quella buona e generosa che offre a tutti altre possibilità, altri sviluppi, un’incredibile spinta all’immaginazione. Ma la noia ha bisogno di tempi “liberi” da impegni. Ci siamo voluti bene, molto, e ce ne vogliamo, perché insieme ci siamo anche “annoiati”.


Un librO per la classe

Da ultimo, una curiosità: da bambina sognavi di diventare una scrittrice? Da piccola sognavo di fare… la parrucchiera. Oh sì! Volevo i capelli lisci delle mie compagne invece dei miei ribelli ricci. Però amavo così tanto leggere e alla fine ho capito che tagliare i capelli con un libro in mano non poteva essere produttivo! Così ho scelto un lavoro che mi tenesse vicina ai libri. Le maestre ci stanno proprio dentro ai libri! Qual è la cosa più bella dello scrivere? Sono molte, la principale è il divertimento, la commozione, lo stupore, la forza di poter decidere che il protagonista ha o non ha paura del buio e che l’antagonista (se previsto) abbia solo tre denti! Insomma, il potere della trama è assolutamente affascinante. Poi, quando succede che la tua storia diventa un libro, e quindi pubblica, la cosa più bella è ascoltare un ragazzo, una ragazza, che esclama: questa storia mi è piaciuta tantissimo! Qual è il tuo libro a cui sei più affezionata? A tutti. A tutti tutti. Ogni libro parla di me, in modo diverso, ma racconta la mia storia, che non è solo mia, è storia di tanti. Nei tuoi libri racconti storie vere? Di solito scrivo storie verosimili, realistiche. Non appartengono a nessuno in particolare, a molti senza dubbio. A volte una frase, un gesto che vedo, un sorriso che incontro, un odore che ricordo, entra nelle storie che scrivo, ma solo se occorre, solo se è necessario alla storia stessa. Nulla è forzato, niente è superfluo. Nelle storie che scrivo scelgo le parole, una a una: le parole sono preziose, come i sogni.

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Ode al giorno felice di P. Neruda

Questa volta lasciate che sia felice, non è successo nulla a nessuno, non sono da nessuna parte, succede solo che sono felice fino all’ultimo profondo angolino del cuore. Camminando, dormendo o scrivendo, che posso farci, sono felice. Sono più sterminato dell’erba nelle praterie, sento la pelle come un albero raggrinzito, e l’acqua sotto, gli uccelli in cima, il mare come un anello intorno alla mia vita, fatta di pane e pietra la terra l’aria canta come una chitarra.

CIRCLE time • Leggi la poesia e rifletti, poi confrontati con i compagni. Il poeta utilizza immagini speciali per descrivere la sua felicità, tu come la descriveresti? In quali momenti ti senti felice? Chi sono le persone che possono regalarti momenti di felicità? • Osserva le immagini. Riconosci le emoticons? Quali sentimenti esprimono? Racconta ai compagni un episodio in cui hai provato uno di questi sentimenti.

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Gelosia da J. Carioli, A. M. L. Possentini, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac

Hai preso la mia mamma e un pezzo della stanza. Fratello, te lo dico di te ne ho già abbastanza! Hai preso anche i sorrisi di nonni, zii e parenti che chiedono soltanto se tu hai già messo i denti. Hai preso tutti i cuori con il tuo balbettio. … Peccato che tra tanti di cuori c’è anche il mio!

Parlo di me Che cosa ti offende di più? Sei mai stato geloso di qualcuno? In quale occasione? Scrivi. .................................................................................... .................................................................................... .................................................................................... .................................................................................... .................................................................................... .................................................................................... .................................................................................... In questa sezione troverai testi di diverse tipologie che parlano di sentimenti.

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Giò denti di ferro da J. Carioli, Giò denti di ferro, Giunti Junior

Comprendo Evidenzia nel testo le espressioni che manifestano le sensazione provate da Giovanni. Segna con una . • Il racconto ha lo scopo di: divertire. stuzzicare la fantasia. far riflettere sui comportamenti che possono ferire i compagni.

Parlo di me Ti è mai capitato di star male a causa del comportamento di un tuo compagno? Racconta.

Che tipo di testo è?

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PIÙ FACILE

– Ehi, Giò “denti di ferro”, cosa ti ha dato tua madre per merenda? Un panino con dei bulloni? A Giovanni avevano messo da poco l’apparecchio per raddrizzare i denti. Il dentista aveva un bel dire: “Alla tua età ce l’hanno tutti”. Nella sua classe lui era l’unico a portarlo e Tommaso, il bullo del gruppo, gli aveva appioppato subito un soprannome: “Giò denti di ferro”, appunto. Quando il compagno lo chiamava così e gli altri ridevano, lui si sentiva come se gli avessero tirato un sasso nella schiena. Avrebbe voluto diventare piccolo come un topolino, nascondersi in un buco e non uscire più. Dentro di sé aveva trovato almeno dieci soprannomi per Tommaso: “orecchie di cavolfiore”, per esempio, visto che aveva due grandi orecchie a sventola con il bordo arricciato. Oppure “occhi cacca di capra”, visto che i suoi occhietti erano esattamente così: piccoli, tondi e neri. O, ancora, Tommi “piedi marci”, visto che i suoi piedi puzzavano più del gorgonzola! Sentiva una rabbia che gli strozzava la gola. Ma gli sembrava che rispondere avrebbe fatto diventare tutto più grande. Grande come un macigno che lo avrebbe schiacciato. Tommaso era molto più alto di lui e chi lo avrebbe affrontato un tipo simile, se fosse finita a botte? Era dalla prima elementare che il compagno lo prendeva in giro. E poi, era sempre accompagnato da altri due, che ridevano di quelli che lui strapazzava. Così, come sempre, fece finta di non sentire.

Narrativo realistico.

Poetico.

Descrittivo.


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Ma era per finta! da B. Labbé, M. Puech, er

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ero e er fint , Ape Junior

Isabella sta piangendo in camera sua, rannicchiata sul letto. È molto infelice. Vorrebbe sparire perché si sente brutta, grassa e stupida. È da quando suo fratello maggiore le ha detto che ha il cervello piccolo come un pisello, un sedere enorme, due pali al posto delle gambe, spalle da facchino, un naso da pugile e occhi porcini. Quando la mamma torna dal lavoro, trova Isabella in lacrime e le chiede che cosa succede. Isabella glielo racconta ed ecco che arriva suo fratello, scherza e dice: – Smetti di fare queste scene, non l’ho detto sul serio, sai bene che non ti trovo né grassa, né brutta, né stupida. L’ho detto per finta, solo per farti un dispetto, te lo giuro! Troppo tardi: Isabella ha creduto a quello che ha detto suo fratello. Adesso lui la rassicura dicendole che era per finta. Ma non cambia niente: Isabella è triste per davvero. In effetti, prendere in giro per finta è sempre prendere in giro. Dietro al “per finta” si crede che tutto sia permesso perché dopo si può sempre dire che non lo si pensava veramente. Dietro al “per finta”, si usano parole che possono fare molto male.

Comprendo L’ultima sequenza del brano è una riflessione dell’autore. Scegli la frase che esprime meglio il suo messaggio. Prendere in giro per scherzo non è prendere in giro veramente. Prendere in giro per finta è sempre prendere in giro e può ferire. Prendere in giro per finta è un gioco che diverte tutti.

Che tipo di testo è?

Narrativo realistico.

Parlo di me Ti è mai capitato di prendere in giro un compagno dicendo, poi, che era solo uno scherzo? Come ha reagito il tuo compagno? E tu come ti sei sentito? Racconta. Narrativo fantastico.

Descrittivo.

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Tirati su! da M. Di Pietro, L’educazione razionale-emotiva, Erickson

Quando ti senti giù, dopo essere stato preso in giro o dopo un dispetto, impara a tirarti su. Riempire la tua mongolfiera può farti volare verso un umore migliore!

I NOMI DEGLI AMICI CON CUI TI TROVI MEGLIO ........................................... ...........................................

LE COSE CHE TI RIESCONO MEGLIO

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LE COSE CHE TI PIACCIONO DI PIÙ (GIOCHI, ATTIVITÀ, CIBI…)

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ALCUNE COSE BELLE CHE TI SONO SUCCESSE ........................................... ........................................... ...........................................

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Che sorpresa!

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da P. Moon, Alla larga dal mio diario… o sarà peggio per voi!, Mondadori

Lunedì 28 giugno Wow, caro diario! Stamattina mamma mi ha svegliato presto, prima di andare al lavoro, perché è il mio compleanno. Sono rimasta un po’ male perché mi ha dato una busta piccolissima, dicendo: “È tutto quello che sono riuscita a fare, tesoro. Siamo un po’ a corto di soldi in questo momento”. Nella busta c’era un biglietto che diceva: “Più mi bagno, più mi asciugo”. Aveva organizzato una caccia al tesoro! Il primo indizio era facile. Sono corsa in bagno e sull’asciugamano c’era un altro biglietto: “Tè, latte e cucchiaio: consegnare tutto a Nolly”. Così ho portato una tazza di tè a Nolly e lei mi ha dato un altro biglietto. E circa sei o sette biglietti più tardi sono arrivata alla lavatrice, dove ho trovato… un paio di rollerblades! Sono rimasta a bocca aperta! Adesso non dovrò più prendere in prestito quelli di Cassie. Devono essere costati una fortuna!

I

rollerblades!

Comprendo Indica il completamento giusto e completa.

• Alla fine la bambina è .............................................

• La bambina al risveglio è rimasta male perché: la mamma non le ha fatto gli auguri. la mamma l’ha svegliata troppo presto. la mamma le ha consegnato per regalo una piccola busta.

perché ................................................................................

Che tipo di testo è?

Diario con fatti storici.

• La bambina scrive con lo scopo di: descrivere la sua festa di compleanno. raccontare le emozioni provate il giorno del suo compleanno. parlare della propria mamma.

Diario personale.

Diario di viaggio.

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La rabbia da C. Nöstlinger, Ma che nano ti salta in testa, Salani

Anna era furiosa. In lei era sparita di colpo ogni tristezza. Continuò a essere furiosa per tutto il pomeriggio: tanto meglio! La rabbia non rende infelici come la tristezza! Si poteva lanciare a tutta forza la gomma sul banco e farla rimbalzare fino al soffitto. Si poteva premere la biro sul quaderno con tanta furia da stracciare il foglio! Durante l’intervallo andò a sedersi da sola in cortile sulla panchina davanti al cespuglio di lillà, scalciando così forte nella ghiaia da sollevare nugoli di polvere e mormorando tra sé: – Imbecille, imbecille, testa di rapa, imbecille! Quando si alzò, per terra erano rimasti due buchi profondi e i tacchi delle scarpe erano tutti storti, con la gomma mezza staccata che penzolava consunta. E la rabbia era passata.

Comprendo Il brano descrive il comportamento di una persona arrabbiata. Sottolinea le espressioni che lo mettono in evidenza.

Parlo di me Quando ti capita di arrabbiarti? Come ti comporti? Secondo te, in quali situazioni è giusto arrabbiarsi un po’? Racconta.

La scatola della RABBIA Conosci uno stratagemma per allontanare la rabbia? Eccone uno. Prendi una scatola oppure realizzala da te utilizzando materiali di riciclo. Posizionala in un punto ben visibile della tua camera. Ogni volta che provi rabbia metti nella scatola un disegno, una frase, un oggetto, che rappresenti ciò che stai vivendo in quel momento. Poi chiudi la scatola, riponila al suo posto e non pensarci più. In un secondo momento, quando ti sarai tranquillizzato, puoi riprendere il foglio o l’oggetto e riflettere con calma sul motivo che ti ha fatto arrabbiare.

Che tipo di testo è?

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Racconto di paura.

Informativo.

Descrittivo.


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Miss Simpatia

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da A. Accorsi, F. Taddia, Cento magie per avere tanti amici, Buena Vista

Domenica 5 febbraio Carissima Hay Lin, adesso esplodo, davvero!!! Insomma, io ci provo a essere gentile, ma ho un limite. E con la mia “carissima cugina” Julie l’ho già raggiunto e superato! È arrivata ieri e si fermerà fino a venerdì, ma reggerla fino ad allora sarà durissima: è diventata insopportabile. Ieri, per esempio, Taranee è passata a salutarmi… e, appena se n’è andata, Julie ha subito attaccato con una serie di commenti al vetriolo, tipo: “La tua amica si concia proprio come un maschiaccio. Certo, per mettere dei bei vestiti bisogna avere il fisico adatto…”. Ma chi si crede di essere per giudicare così le persone??? Oggi siamo andate insieme dal parrucchiere e… ci risiamo, “Miss Simpatia” ha colpito ancora! Abbiamo passato lì tutto il pomeriggio, ma quando alla fine mi sono guardata allo specchio… be’ ero un vero schianto! Almeno secondo me. Ma Julie mi ha guardato con aria schifata e ha detto: “Il taglio non è male, però starebbe meglio a una con i lineamenti più delicati”. All’inizio ci sono rimasta malissimo, ma poi per fortuna a casa mi hanno fatto un sacco di complimenti. Julie, invece, continua a storcere il naso ogni volta che mi guarda… Se non la pianta, questa notte le tingo i capelli color ramarro! Non ce la faccio più! Ha sempre da ridire su tutti. Giudica gli altri come se lei fosse sempre perfetta e invece non lo è. La tua furiosa Irma

Che tipo di testo è?

Racconto di avventura.

Comprendo Indica il completamento giusto. • Il sentimento provato da Irma è: invidia. gelosia. rabbia. Sottolinea nel testo le espressioni che te lo fanno capire.

Diario personale.

Lettera.

PIÙ FACILE

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i e i S

I

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Quanto sei permaloso? da Focus Junior

Scoprilo con il test! Scegli un’affermazione e annota la lettera corrispondente.

1

Fanno una battuta un po’ cattivella su di te: A ridi anche tu. B rispondi per le rime e ti passa subito. C ci rimani molto male.

3

Qualcuno parla male di te: A B C

ma chi se ne importa, la brutta figura la fa lui. gli chiedi perché si comporta così. spari anche tu un sacco di cattiverie alle sue spalle.

5

I tuoi compagni ti prendono in giro per il tuo maglione: A B C

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la cosa non ti scalfisce: ognuno ha i suoi gusti. sdrammatizzi commentando il loro abbigliamento senza pietà. sono maleducati e insensibili: ti arrabbi molto.

2

Un tuo amico ti fa lo sgambetto: A B C

certamente voleva scherzare, lo perdoni subito. resti arrabbiato per un po’, ma poi ti passa. tra voi è finita a meno che non chieda scusa in ginocchio.

4

Non ti hanno invitato a una festa: A B C

trovi di meglio da fare, d’altronde mica si possono invitare tutti! ti imbuchi alla festa per ripicca. ci rimani malissimo: è un’offesa molto grave.

Scopri il tuo profilo Conta le lettere corrispondenti alle tue scelte: la maggioranza di una lettera ti indicherà se e quanto sei permaloso (in caso di parità di lettere sommate, leggi entrambi i profili). Maggioranza di risposte a: hai la pellaccia dura e le critiche ti entrano da un orecchio per uscire dall’altro. Maggioranza di risposte b: solitamente te ne infischi del giudizio degli altri anche se a volte alcune parole ti fanno soffrire. Maggioranza di risposte c: sei talmente suscettibile che basta una frase per rovinarti la giornata o chiudere un’amicizia.


Il testo

INFORMATIVO Tu sei curioso?

Dove cerchi le informazioni su ciò che t’incuriosisce?

Preferisci ricavare le informazioni da un libro o da un sito internet?

B uona

visione

La marcia dei pinguini – Il richiamo Anno di uscita: 2017 Durata: 82 minuti Paese: Francia

Felici di

leggere

AA.VV., La mia prima enciclopedia, Happy Books I. Venturi, Che scoperta!, Einaudi Ragazzi AA.VV., Città nella storia, Touring Junior F. Michel, L’ecologia a piccoli passi, Motta Junior

STUDENTE

DOCENTE

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Analizzare è FACILE Il TESTO INFORMATIVO o ESPOSITIVO fornisce informazioni chiare e precise su argomenti di vario genere e ha lo scopo di arricchire le conoscenze del lettore. Sono testi presenti nei sussidiari, nelle enciclopedie, nelle riviste specializzate, nelle guide turistiche, nei siti internet…

LA STRUTTURA

Il testo informativo generalmente presenta: • il titolo, che indica l’argomento di cui si parla; • i paragrafi, cioè le parti in cui è diviso il testo e che trattano aspetti particolari dell’argomento; i paragrafi possono avere un loro titolo. Le informazioni possono essere presentate anche sotto forma di elenco.

L'ORDINE

Le informazioni sono esposte secondo un: ordine logico si presenta l’argomento generale poi si espongono i particolari; ordine logico-causale si riportano le cause e le conseguenze di un fatto; ordine cronologico si riportano le informazioni in ordine di tempo.

IL LINGUAGGIO

Il linguaggio è chiaro e preciso, ricco di termini specifici, che a volte sono spiegati all’interno del testo. Sono evidenziate le parole chiave, cioè quelle fondamentali per la comprensione, che così risaltano e restano ben impresse in chi legge.

ZOOM Per rendere le informazioni più chiare e complete, spesso i testi informativi sono accompagnati da: • disegni e foto con didascalie; • grafici e tabelle; • cartine e mappe.

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PIÙ FACILE


Il testo INFORMATIVO

La chitarra Gli antenati della chitarra

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Gli strumenti a corde sono praticamente sempre esistiti nella storia dell’uomo. Probabilmente i primi erano composti da una cassa di risonanza fatta di gusci di animali, come quello delle tartarughe, da corde create con le interiora, e da un manico fatto da un legno ricurvo. Moltissimo tempo fa, almeno 3500 anni, in Egitto, sotto il regno della regina Hatshepsut, viveva una cantante egizia di nome Har-Mose. Utilizzava un modello primitivo di chitarra a tre corde confezionato dentro una cassa di risonanza di cedro levigato e circondata da cuoio. Gli Egizi hanno cominciato a usare questo strumento divenuto molto popolare.

La prima chitarra La prima testimonianza scritta che descrive una chitarra si può far risalire solo al 1300. Sembra che a quel tempo la chitarra avesse tre corde doppie e poi una corda singola per i suoni più alti. La prima chitarra vera e propria probabilmente è stata creata in Spagna dove si è subito diffusa in modo estremamente rapido: già nel 1500 la chitarra rappresentava lo strumento musicale per eccellenza delle classi meno agiate. Poi si è diffusa in tutta Europa e verso la metà del 1700 la chitarra ottiene finalmente la sua configurazione attuale. In seguito i costruttori ne perfezionano la forma aumentando la larghezza della cassa e riducendo lo spessore. Questa forma “classica” è quella utilizzata attualmente. Dalla chitarra classica deriva anche la diffusissima chitarra elettrica, realizzata nel 1930 negli Stati Uniti ad opera di George Beauchamp.

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Affresco egizio raffigurante la cantante Har-Mose.

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Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: parole chiave • titolo • paragrafo • didascalia 177


Il testo INFORMATIVO

I mezzi di trasporto Comprendo se

da G. Bacchi, Popoli, cultura, modo di vivere, Calderini

faccio ipotesi

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Osserva attentamente le immagini che accompagnano il testo: secondo te, di quali mezzi di trasporto si parlerà nel testo?

Già nel Paleolitico si presentò agli uomini il problema di come trasportare oggetti, armi, selvaggina, viveri da un luogo all’altro. La prima soluzione fu di tenere gli oggetti in mano e portarli con sé. Quando l’oggetto da portare in un altro luogo era grande e pesante, come un tronco d’albero, lo si caricava sulle spalle. In altri casi, però, per esempio dopo la caccia di un grosso cervo, il carico era così pesante che un solo uomo non sarebbe riuscito nemmeno a sollevarlo. Ed ecco che qualcuno trovò la soluzione: appendere il corpo a un palo e quindi caricarlo sulle spalle di più uomini. .............................................................................................................

Nel Neolitico si cercò di alleviare la fatica dell’uomo ponendo sulla groppa degli animali addomesticati i carichi che si dovevano spostare. I primi animali da soma furono gli onagri o asini selvatici, forti e di carattere docile. Soltanto più tardi fu possibile usare animali molto più ribelli. In seguito, per trasferirsi da un luogo all’altro, l’uomo imparò a salire sulla groppa dell’asino o del cavallo, alleviando la fatica dei pesi sulla groppa di bovini o cavalli, animali più robusti ma anche adatti a camminare. Per alleviare la fatica dell’animale da soma si inventò la slitta o treggia, che permetteva di trasportare un carico senza che pesasse, scivolando con due pattini di legno sul terreno. Poi comparve la ruota. Suoi antenati furono certamente i curri, cioè quei tronchi rotondi sui quali si facevano scorrere grossi pesi, come i monoliti in Egitto.

Comprendo L’argomento trattato nel testo è: l'’invenzione della ruota. l’evoluzione dei mezzi di trasporto dal Paleolitico ai Sumeri. lo sfruttamento degli animali per il trasporto.

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ITAMAP p. 14


Il testo INFORMATIVO

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L’origine della ruota è incerta. La prima documentazione si trova nello Stendardo di Ur che risale al 3500 a.C. Le ruote di quei tempi erano piene, costruite con grossi blocchi di legno incastrati fra loro e circondati da una fascia di cuoio, che fungeva da cerchione. L’applicazione della ruota nei mezzi di trasporto, che così da tregge si trasformarono in carri, ha costituito una delle più importanti rivoluzioni nella storia dei mezzi di trasporto.

Particolari dello stendardo di Ur, in cui si vede un carro trainato da onagri; da notare le ruote piene senza raggi.

Analizzo Il testo è suddiviso in tre paragrafi. Attribuisci a ciascuno il titolo giusto tra quelli proposti. • L’impiego di animali nel trasporto • La rivoluzione dei trasporti • L’uomo: unico mezzo di trasporto Nel testo sono evidenziate le parole chiave. Inseriscile nella tabella a fianco e completa.

PAROLA-CHIAVE

INFORMAZIONI

Paleolitico

Periodo di tempo della Preistoria

.......................................

Necessità di portare qualcosa da un luogo a un altro

....................................... Strumento utilizzato Neolitico

...................................................................................

....................................... Adatti a trasportare carichi treggia

...................................................................................

ruota

...................................................................................

.......................................

Tronchi rotondi usati prima dell’invenzione della ruota per far scorrere carichi molto pesanti

(ruote) ........................ Costruite da blocchi unici di legno ....................................... Grandi cambiamenti

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Il testo INFORMATIVO

Come imparano i cuccioli di animale da Focus Junior

Analizzo Prova a suddividere il testo in paragrafi. Attribuisci a ciascuno un titolo. Completa e segna con una il completamento giusto. • L’argomento trattato nel testo è ........................... ................................................ • Si tratta di un argomento: scientifico. storico. matematico. • Le parole in grassetto sono parole chiave che appartengono a un linguaggio: generico. specifico dell’argomento.

Tra le specie animali, i piccoli devono apprendere come muoversi, nutrirsi, socializzare. I cuccioli di gorilla apprendono per imitazione, ma anche per ragionamento. I gorilla hanno capacità di apprendimento e di espressione delle emozioni sorprendentemente simili a quelle dell’essere umano: non è un caso che dopo i bonobo e gli scimpanzé sono i parenti più stretti dell’uomo. I gorilla hanno una tale capacità di apprendere, che in alcuni esperimenti un esemplare è stato capace di usare più di mille segni appresi dalla sua istruttrice e comprendere oltre duemila parole in lingua inglese. Questa grande capacità deriva dall’alto grado di socialità della specie: essi vivono, infatti, in natura in gruppi numerosi di diverse femmine, dominati da un maschio adulto. Oltre che apprendimento per imitazione e associazione, nel gorilla esiste anche l’apprendimento per ragionamento… un po’ come accade nell’uomo. Ad esempio un gorilla in Congo, prima di attraversare un fiume, fu osservato utilizzare un bastone per capire la profondità e la difficoltà dell’azione. I cuccioli di tigre, a pochi mesi d’età, cominciano a seguire la madre durante la caccia. Cominciano così a osservare il suo comportamento in agguato, il suo furtivo avvicinamento alle prede e il suo modo di abbatterle, cimentandosi sempre più spesso in queste operazioni essi stessi, finché, all’età di circa due anni, il loro comportamento di predazione si sarà completamente formato. La predilezione per alcune prede e le tecniche di caccia, dipenderanno in gran parte proprio dai “gusti” della madre. ndono come appre re e c s o n o c i ali? Vuo specie anim re lt a i d li i cuccio torio Vai al Labora o n lia di ita

pp. 56-57

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Il testo INFORMATIVO

Animali che vincono il freddo da N. Davies, Animali estremi, Editoriale Scienza

Molti animali sopravvivono in luoghi dove fa un freddo terrificante grazie al loro mantello. • La lontra di mare, che passa tutta la vita in un’acqua terribilmente fredda, ha una pelliccia che detiene il primato di pelliccia più fitta del mondo, con una densità di circa 155000 peli per centimetro quadrato. La sua bellissima pelliccia riesce a incamerare e a trattenere proprio vicino alla pelle uno strato di aria perennemente calda. • Il pinguino imperatore vive all’altra estremità del pianeta, al Polo Sud: l’Antartide è il luogo più freddo della Terra. D’inverno la temperatura arriva fino a -45°. Il pinguino imperatore ha uno strabiliante mantello di piume. È spesso 3 cm, con piume rigide per tenere il gelido vento fuori e piume morbide per tenere il caldo dentro. • La balena della Groenlandia vive nell’Oceano Artico, che rimane quasi completamente ghiacciato per la maggior parte dell’anno. Naturalmente non “indossa” alcuna pelliccia, ha pelle uno strato di grasso spesso più di un metro.

Capisco le parole Sostituisci i seguenti verbi ricavati dal testo con un sinonimo adatto al contesto. • incamerare: .................................................... • trattenere: ......................................................

Analizzo Indica con una corretto.

il completamento

• La frase evidenziata nel testo: fornisce un’informazione dettagliata. introduce l’argomento generale. • In questo testo le informazioni seguono un: ordine logico, dal generale al particolare. ordine di causa-effetto. ordine cronologico. • Il testo è accompagnato da: una fotografia decorativa... una fotografia specifica spiegata dalla didascalia... uno schema... • ... che ha lo scopo di: rendere la pagina più piacevole. fornire altre informazioni che completano il testo.

Un altro modo per difendersi dal freddo è quello di condividere il calore corporeo: i pinguini, per esempio, si raggruppano a centinaia per scaldarsi a vicenda.

PIÙ FACILE

ITAMAP p. 15

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Il testo INFORMATIVO Analizzo Indica con una il completamento corretto. • In questo testo le informazioni sono organizzate secondo un: ordine logico, dal generale al particolare. ordine di causa-effetto. ordine cronologico. • Il linguaggio usato è di tipo: scientifico. storico. geografico. Sottolinea le parole che te lo fanno capire.

Il fiume Indo da A. A. Mola, R. Romano, Storia, Fabbri

Il fiume Indo scende dalla catena dell’Himalaya, le cui nevi, in primavera, si sciolgono e vanno a ingrossare le acque del fiume. In estate, le piogge dei monsoni, provenienti dall’oceano, contribuiscono ulteriormente a gonfiare l’Indo, tanto da provocare straripamenti e inondazioni. Come nel caso del Nilo e dei fiumi mesopotamici, anche l’Indo porta a valle un terriccio che, con lo straripamento, aumenta la fertilità del terreno. La possibilità di sfruttare le acque del fiume e di sviluppare, quindi, l’agricoltura, portò anche al sorgere, intorno al 2500 a.C., di alcuni villaggi. Le rovine più imponenti sono quelle dei centri urbani di Mohenjo-daro e di Harappa.

Comprendo Completa lo schema inserendo le informazioni mancanti. In primavera le nevi dell’Himalaya si sciolgono perciò ........................................................................................... . In estate l’Indo si gonfia ancora poiché .......................................................................................................................... ................................................................................................. L’ingrossamento del fiume causa .................................... .......................................................................................................................... Lo straripamento del fiume determina: – il deposito di terriccio.

– l’aumento ...................................................................

– lo sviluppo ..................................................................

– il sorgere .....................................................................

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Il testo INFORMATIVO

La storia della danza da Focus Junior

Donne e uomini hanno iniziato a danzare prima ancora di saper parlare o scrivere. La danza è nata come istinto primordiale ed era considerata magica. A partire dalla preistoria si perfezionò, assumendo presto una grande importanza nei rituali religiosi. Si diffuse poi nell’antica Grecia e nell’antica Roma. Nel 1400 la danza divenne così importante che i giovani nobili dovevano studiarla assieme alle tradizionali discipline. I grandi signori iniziarono poi a organizzare eventi danzanti aperti al pubblico e il ballo divenne così un vero “show”. Il primo spettacolo moderno incentrato sul balletto si tenne alla corte di Enrico III di Francia, nel 1581. Poi il sovrano-ballerino Luigi XIV, conosciuto come il “re Sole”, fondò a Parigi, nel 1661, l’Académie royale de danse, dove prese forma la danza classica. Vienna invece fu la patria del valzer, ritmato ballo di coppia che conquistò tutta l’Europa. Dopodiché la capitale “ufficiale” della danza divenne Mosca, con il suo Teatro Bolshoi, sede di balletti che ebbero enorme successo come Il lago dei cigni, Lo Schiaccianoci. Agli inizi del 1900 alla danza classica si è affiancata quella “moderna”, dai movimenti più liberi, rispetto alle regole del passato. A indicare la via fu Isadora Duncan, danzatrice statunitense che cestinò tra l’altro le scarpette a punta, danzando a volte scalza. Nel secondo dopoguerra la danza si è adattata ai ritmi della pop music e del rock and roll, sulle cui note, negli anni Sessanta, si ballava il twist. Venne poi il boom delle discoteche, mentre i ballerini classici hanno continuato a riempire i teatri: tra le stelle mondiali spicca oggi l’italiano Roberto Bolle. Nel proseguire degli anni la danza ha spopolato in tv, nei varietà e nei talent e ha “invaso” anche le strade: la cultura hip hop ha lanciato infatti la break dance, chiamata anche “danza di strada”.

Nel Novecento nascono il tango, “danza a due” nata tra Argentina e Uruguay, la samba, frenetico ballo brasiliano, e il charleston, legato alla musica jazz.

Analizzo Le informazioni del testo sono organizzate secondo un: ordine logico, dal generale al particolare. ordine di causa-effetto. ordine cronologico.

Comprendo Sottolinea con il colore indicato le informazioni che ti permettono di rispondere alle seguenti domande. Quando la danza divenne molto importante? Dove nasce la danza classica? Come è definito il tango? Chi diede il via alla danza moderna?

PIÙ FACILE

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Il testo INFORMATIVO

Misurare la forza del terremoto

Comprendo se

leggo bene

Il lettore esperto non si sofferma a decifrare sillaba per sillaba, ma talvolta anticipa le parole facendo ricorso alle sue conoscenze. Con un cartoncino nascondi qualche parola qua e là e, anziché leggerle, prova a indovinarle.

< 0.025 g 0.025 - 0.050 0.050 - 0.075 0.075 - 0.100 0.100 - 0.125 0.125 - 0.150 0.150 - 0.175 0.175 - 0.200 0.200 - 0.225 0.225 - 0.250

0.250 - 0.275 0.275 - 0.300

Il rischio sismico in Italia: come puoi constatare dalla carta del rischio sismico qui sopra, l’Italia è un Paese in cui vi sono zone dove la possibilità che si verifichi un terremoto è molto alta.

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Giornali e tv parlano di scala Richter e scala Mercalli per indicare quanto forte è stato il sisma. Ma questi due sistemi di misurazioni sono molto differenti tra di loro.

Scala Mercalli La scala che prende il nome dal sismologo Giuseppe Mercalli, misura l’intensità di un terremoto in base agli effetti distruttivi visibili su edifici e persone ed è scandita in numeri romani:

I

scossa impercettibile: solo gli strumenti riescono ad avvertirla

II scossa molto leggera: in pochi la percepiscono III scossa leggera: si avvertono leggere vibrazioni scossa moderata: molti la sentono e gli oggetti VI in alto oscillano scossa piuttosto forte: avvertita dalle persone V e caduta di oggetti scossa forte: tutti avvertono il sisma e comparsa VI di qualche crepa scossa molto forte: anche le persone addormentate VII riescono a sentirla scossa rovinosa: parziale distruzione di paesi VIII ed edifici scossa distruttiva: distruzione di edifici e case IX in gran numero scossa completamente distruttiva: rovina totale X di paesi e grossi edifici


Il testo INFORMATIVO

Scala Richter

0-1,9 può essere registrato solo mediante adeguati apparecchi

È un sistema di misurazione più oggettivo, basato sul calcolo dell’ampiezza delle oscillazioni del suolo rilevate dai sismografi; ciò mostra quanta forza è stata sprigionata dal terremoto, misurandola in magnitudo:

2-2,9 solo chi è sdraiato avverte la scossa e i pendoli oscillano 3-3,9 vibrazioni piuttosto forti viene avvertito da molti: un pendolo si muove notevolmente; 4-4,9 piccoli danni tutti lo sentono, i muri si crepano e gli edifici più pericolanti 5-5,9 subiscono crolli 6-6,9 crollo delle case; rischio maremoto; popolazione in pericolo 7-7,9 pericolo di morte negli edifici, i quali crollano nella maggior parte ovunque pericolo di morte; edifici inagibili. In mare le onde 8-8,9 sono alte fino a 40 m totale allagamento o spostamento delle terre e numerosissimi 9-9,9 morti spaccature della Terra, totale distruzione di strutture artificiali 10 o e formazione di maremoti; categoria, però, solo teorica visto più che non esistono faglie abbastanza lunghe da provocare un tale sisma

La combinazione tra le due scale L’unione tra le due scale può dare un quadro più completo di danni e forza del terremoto, anche se per una misurazione scientifica sarebbe sicuramente meglio affidarsi alla scala Richter.

SCALA MERCALLI SCALA RICHTER non percepito I II III VI V VI

danni lievi

VII VIII

Scala Mercalli (intensità) e Scala Richter (magnitudo) a confronto.

percezione crescente, reazioni di paura, caduta di oggetti, senza danni

IX X XI XII

-2 -3 -4 -5

crolli e distruzione di una percentuale crescente di edifici

-6 -7

storicamente mai raggiunto

Comprendo Segna con una se le affermazioni sono vere (V) o false (F). • La scala Mercalli misura l’intensità del terremoto in base alla magnitudo. V F • La scala Richter misura l’intensità del terremoto in base alla magnitudo. V F • Le regioni italiane presentano tutte V F lo stesso rischio sismico.

Analizzo In un testo informativo puoi ricavare le informazioni: solo dalle immagini e dalle didascalie. solo dal testo scritto. dalle immagini, dalle didascalie e dal testo scritto.

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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il TESTO INFORMATIVO o ESPOSITIVO fornisce informazioni chiare e precise su argomenti di vario genere e ha lo scopo di arricchire le conoscenze del lettore. Completa lo schema del racconto del testo informativo con le seguenti espressioni. parole-chiave • cartine • titolo • paragrafi • tabelle • disegni • logico • didascalie • preciso • logico-causale • specifici • cronologico • elenco Il testo informativo generalmente presenta:

LA STRUTTURA

• il ........................................................ che indica l’argomento generale di cui si parla; • i ........................................................ cioè le parti in cui è diviso il testo e che trattano aspetti particolari dell’argomento generale; i paragrafi possono avere un ..................................

Le informazioni possono essere esposte secondo:

L'ORDINE

• un ordine ........................................................ • un ordine ........................................................ • un ordine ........................................................

IL LINGUAGGIO

Il linguaggio è chiaro e ........................................................, ricco di termini ........................................................ dell’argomento di cui si parla. Le ........................................................ sono fondamentali per la comprensione e spesso sono evidenziate.

ZOOM Per rendere i testi informativi più chiari e completi, spesso ci sono: • ........................................................ e foto con ........................................................; • grafici e ........................................................; • ........................................................ e mappe.

186


narrativo Il testoTesto INFORMATIVO

Lo zafferano da A. Bertino, F. Valla, 366… e più meraviglie del mondo, Fabbri

.......................................................................................................................................................

“Zafferano” è una parola che deriva dall’arabo za’faran: significa “vale quanto l’oro”, infatti è molto prezioso. Pensate: per coltivare un campo della superficie di un ettaro occorrono da ottocentomila a un milione di tuberi di Crocus stivus, e per ottenere un chilo di zafferano secco occorrono da centoventimila a centoquarantamila fiori e circa cento ore di faticoso lavoro. .......................................................................................................................................................

Ma che cos’è lo zafferano? È una polverina ricavata dagli stimmi del fiore, che costituiscono la parte superiore del pistillo e che sono di un bel colore rosso vivo.

bouillabaisse: zuppa di pesce tipica della Provenza, regione a sud-est della Francia catalana: tipico della Catalogna, regione a nord-est della Spagna

.......................................................................................................................................................

In Europa, per tutto il Medioevo e il Rinascimento, lo zafferano fu ritenuto un rimedio per tutti i mali. In seguito è stato usato per aromatizzare e colorare medicinali, paste alimentari, formaggi e aperitivi. Lo zafferano entra nella preparazione di alcune ricette famose: nel risotto alla milanese, nella bouillabaisse provenzale, nella paella catalana. .......................................................................................................................................................

Lo zafferano più pregiato viene coltivato in Italia, in un paese dell’Abruzzo di nome Navelli. In settembre la sua piantagione è interamente coperta da un tappeto di crochi color azzurro. .......................................................................................................................................................

La raccolta dello zafferano si fa in ottobre, quando il cielo è nuvoloso o la mattina presto, di modo che il sole non appassisca gli stimmi.

So analizzare Scegli, tra i seguenti, il titolo adatto per ogni paragrafo e scrivilo sui puntini. • Che cos’è lo zafferano • Prezioso come l’oro • Gli usi dello zafferano • La coltivazione in Italia • La raccolta

Verso le competenze

Individua e sottolinea per ogni paragrafo una parola-chiave. Nel testo le informazioni sono esposte in ordine: logico. cronologico. causale.

Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caratterizzano un testo informativo.

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Ho imparato a COMPRENDERE

La salsa scarlatta da C. Baresani, in “Sette” allegato del Corriere della Sera

5

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PIÙ FACILE

La storia europea dei pomodori inizia verso la fine del 1500 con l’ortaggio trasportato sulle navi di uno dei più famosi Conquistadores, Hernàn Cortés. Ma ci volle molto tempo prima che il cibo degli aztechi riuscisse a infiltrarsi nella nostra cucina. Piccoli, gialli, dal sapore agro: quando i pomodori arrivarono in Italia, si pensò che fossero indigeribili piante ornamentali. Fu solo un secolo più tardi che si iniziò a usarli in cucina, non crudi ma ridotti in forma di salsa. Il primo libro con una ricetta di salsa al pomodoro è del 1692 e venne pubblicato a Napoli. Ma ancora, per tutto il Settecento e parte dell’Ottocento, a Napoli la pasta si mangerà in bianco. Il San Marzano è il re dei pomodori. Si dice che i primi semi di questo frutto siano arrivati in Campania nel 1770, come dono del viceré del Perù al re di Napoli. Seminati nell’area dell’attuale Comune di San Marzano sul Sarno, vi crebbero rigogliosamente grazie alla fertilità del terreno vulcanico. Fu in quegli anni che il San Marzano fu inserito nei ricettari, nei quali si spiega come si prepara e come si conserva la salsa e si introduce il pomodoro quale condimento dei maccheroni. In breve ci si rese conto che la combinazione di clima mediterraneo e proprietà del terreno facevano dei pomodori di San Marzano coltivati in Campania, un frutto di gran lunga superiore agli altri per l’utilizzo nelle salse. La polpa “si aggrappa” alla pasta, al punto che oggi è fatta di San Marzano l’unica salsa ammessa sulla pizza Margherita in tutto il mondo. La facile pelabilità e la capacità di rimanere croccanti anche dopo la cottura rendono i pomodori San Marzano perfetti per la conserva. E così, nel 1856 ebbe inizio la loro conservazione in lattina. Per tutelare il vero San Marzano nel 1996 è arrivato il riconoscimento Dop (Denominazione d’origine protetta). Nel 1999 è stato costituito un Consorzio di tutela che vigila sul prodotto assicurandosi che si possa fregiare di tale marchio solo il pomodoro prodotto nelle province di Salerno, Avellino e Napoli, e che risponda ai requisiti presenti nelle regole di produzione e trasformazione. La raccolta dei frutti deve svolgersi tra il 30 luglio e il 30 settembre ed essere eseguita esclusivamente a mano, quando i pomodori raggiungono la completa maturazione.


narrativo Il testoTesto INFORMATIVO Ho capito le parole Scegli la frase che esprime lo stesso significato di quella data. • Riuscisse a infiltrarsi nella nostra cucina (riga 4). Riuscisse a introdursi in cucina. Riuscisse a nascondersi in cucina. Riuscisse a far parte delle nostre abitudini alimentari. • Indigeribili piante ornamentali (riga 6). Insopportabili piante ornamentali. Piante che abbelliscono l’ambiente, ma che non si possono mangiare. Piante che si possono mangiare e che abbelliscono l’ambiente. Collega ogni parola a sinistra al suo significato a destra. rigogliosamente

caratteristiche

pelabilità

floridamente

fregiare

sbucciabilità

requisiti

onorare

Ho capito il testo Segna con una

il completamento corretto.

• I pomodori sono definiti “il cibo degli aztechi” perché: nascono in Europa. nascono in America. nascono in Italia. • All’inizio i pomodori venivano considerati: immangiabili. un prodotto prezioso. utili come medicinali. • I pomodori San Marzano si chiamano così perché: vennero usati come offerta al Santo Marzano. furono donati alla Campania da San Marzano. vennero seminati nel comune di San Marzano.

Collega ogni riquadro a sinistra con il suo completamento a destra. L’ottima qualità dei pomodori San Marzano coltivati in Campania è data…

… perché sono facili da sbucciare e restano croccanti anche cotti.

I pomodori San Marzano sono adatti alla conserva…

… dalla combinazione del clima mediterraneo e della fertilità del terreno vulcanico.

• Il testo che hai letto dà informazioni: sulla coltivazione del pomodoro San Marzano. sulla conservazione del pomodoro San Marzano. sulla storia dei pomodori e, in particolare, sulla storia del San Marzano.

Verso Versolelecompetenze competenze

Obiettivo: leggere e comprendere un testo informativo.

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Laboratorio di ASCOLTO

L’uomo e la montagna Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! Completa il testo aiutandoti con le immagini. In alta ......................................... si costruiscono ................................................... da sci, ...................................................., ristoranti e rifugi per i turisti, attirati dalle bellezze del .................................................... sia in estate che in inverno.

I terreni più in basso sono destinati al pascolo di ........................................., capre e pecore. Nelle baite e nelle malghe i pastori producono il ..........................................

Sui versanti della montagna ci sono le cave, da cui viene estratta la ......................................... Dai boschi si ricava il ......................................... usato per i mobili.

Per attraversare le montagne sono stati costruiti ......................................... e trafori, mentre per risalire i pendii

più ripidi vi sono ......................................... con curve e tornanti.

Ai piedi della montagna ci sono ......................................... di mele, pere, patate, grano e orzo. Con l’......................................... dei torrenti si produce energia nelle centrali.

190

STUDENTE

Ho ricordato le informazioni ascoltate? Facilmente. Con qualche difficoltà.

Con un aiuto.


Il testo NARRATIVO

Il testo

REGOLATIVO A te piace cucinare?

Preferisci farlo da solo o in compagnia?

Trovi facile seguire le istruzioni di una ricetta?

Felici di

leggere

S. Mugford, Super Scienza, Editoriale Scienza A. Barbero, M. Davis, Il mio libro di coding, Pearson E. Luzzati, R. Piumini, Il grande libro della Costituzione italiana, Sonda AA. VV., Piccoli grandi chef, Mondadori

DOCENTE

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Analizzare è FACILE Il TESTO REGOLATIVO è un testo che dà indicazioni utili per la vita pratica. Ha lo scopo di fornire regole di comportamento, divieti, istruzioni…

I SOGGETTI

LA STRUTTURA

L'ORDINE

IL LINGUAGGIO

I testi regolativi sono di vari tipi, possono essere: • istruzioni per costruire o usare un oggetto; • istruzioni per svolgere un gioco o un esperimento; • ricette di cucina; • norme di comportamento; • regolamenti (scolastico, stradale, di un luogo pubblico… con obblighi e divieti) o leggi.

Il testo regolativo è spesso scritto utilizzando un elenco puntato o numerato. Le istruzioni e le ricette di cucina hanno due parti: occorrente o ingredienti cioè l’elenco di tutto ciò che serve; procedimento cioè le azioni da compiere.

con la MAPPA

Le regole sono esposte generalmente secondo un ordine di importanza. Le istruzioni sono presentate secondo un ordine cronologico (dalla prima all’ultima). Il linguaggio è chiaro e preciso e, a volte, usa termini specifici e tecnici del settore a cui si riferisce. Le frasi sono brevi, i verbi sono espressi al modo infinito o all’imperativo.

ZOOM Per rendere le istruzioni e le indicazioni più chiare e complete, nel testo regolativo sono presenti disegni, fotografie, simboli. disegni

192

PIÙ FACILE


Il testo REGOLATIVO

Una testa-erbetta da L. Dower, 101 cose da fare prima di diventare grande, Lisciani

...........................................

........................................... ...........................................

• Pennarelli • Cotone idrofilo • Un po’ di acqua • Semi di crescione

o di altra pianta semplice • Un vasetto di yogurt

...........................................

1 ...........................................

1. Prendi il vasetto vuoto e pulito di uno yogurt e disegnaci sopra una faccia divertente. 2 2. Inumidisci il cotone nell’acqua poi mettilo nel vasetto: devi riempire metà del vasetto. 3. Versa alcuni semi di crescione e spingili delicatamente sul cotone. Poi lascia il vasetto su un davanzale assolato, ma assicurati che il cotone non si asciughi, versandoci ogni tanto delle gocce d’acqua.

3

4 4. Quando i capelli d’erba saranno cresciuti, tagliali.

Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: occorrente • procedimento • disegni • verbi all’imperativo 193


Il testo REGOLATIVO

Palline di cocco vaccina: prodotta dalla mucca

da www.ricette.giallozafferano.it

Ingredienti (per circa 35 palline) • 300 g di farina di cocco • 500 g di ricotta vaccina • 100 g di zucchero a velo

Procedimento

1. Schiacciare con una forchetta la ricotta all'interno di una

ciotola per renderla più cremosa. 2. Unire lo zucchero a velo e mescolare il tutto con una spatola. 3. Aggiungere anche 250 g di farina di cocco e mescolare

nuovamente. 4. Prelevare circa 20 g di impasto e lavorarlo con le mani

in modo da ricavare una pallina. 5. Rotolare la pallina sulla farina di cocco rimasta (50 g)

per ricoprire l'intera superficie. 6. Disporre le palline di cocco in un vassoio man mano che

vengono realizzate, al termine metterle nel frigorifero per almeno dieci minuti.

Analizzo Comprendo Sottolinea gli strumenti che ti occorrono per preparare i dolcetti della ricetta. teglia • ciotola • spremiagrumi • spatola • macinacaffè • cucchiaio • forchetta • vassoio • frullatore

194

Segna con una

il completamento giusto.

• Nella ricetta la parola “ingredienti” sta al posto di: istruzioni. occorrente. • Le fasi di lavoro sono presentate in: ordine di importanza. ordine cronologico. Motiva a voce la tua scelta. • I verbi delle frasi sono espressi: all’infinito.

all’imperativo.


Il testo REGOLATIVO

Attenti al pozzo da M. Parolini, Giochi in cortile, San Paolo Edizioni

Occorrente

Comprendo Riordina le fasi del gioco illustrate con i numeri da 1 a 4 in base al testo.

gessetti o nastro colorato per segnare il terreno

Procedimento

1. Disegnare sul terreno (giardino, cortile,

palestra…) un cerchio di un metro di diametro che rappresenta il pozzo entro il quale non bisogna cadere e disporsi in cerchio intorno al “pozzo” tenendosi saldamente per mano. 2. Al via tirare gli altri giocatori per cercare

di mandarli nel “pozzo”. Eliminare i giocatori che si staccano o che finiscono anche solo con un piede all’interno del “pozzo”. 3. Dopo ogni eliminazione riformare il cerchio

e dare il via. 4. Dichiarare vincitori i cinque giocatori che

rimangono (oppure vince il giocatore che resta da solo fuori dal “pozzo”).

Analizzo Segna con una

il completamento giusto.

• Il testo fornisce istruzioni per: usare un oggetto. costruire un oggetto. un gioco. • L’elenco numerato indica: una successione di regole. una sequenza di azioni da svolgere. • Le illustrazioni aiutano: a capire le fasi della realizzazione. a capire i materiali necessari per l’attività. ad abbellire la pagina.

Grammatica Sottolinea tutti i verbi al modo infinito poi classificali sul quaderno in base alla coniugazione.

PIÙ FACILE

195


Il testo REGOLATIVO

Essere educati da M. Corte, Io e le buone maniere, Emme Edizioni

Quattro regolette fondamentali! • Non dite parolacce: c’è chi crede che facciano sembrare più grandi, ma fanno sembrare solo volgari e sciocchi. • Evitate di parlare a voce alta: molti lo fanno per farsi notare, ma alla fine danno solo fastidio. • Quando sbadigliate, tossite o starnutite, mettete la mano davanti alla bocca. • A proposito, niente dita nel naso: il suo contenuto non è affatto interessante per gli altri, anzi, è un po’ disgustoso!

“Il rispetto comincia sotto il tetto” si diceva una volta. La buona educazione, infatti, comincia in casa. Ecco alcune regolette “casalinghe”: • tenete la vostra cameretta ordinata: se qualcuno viene a trovarvi e vede matite, libri, giocattoli, scarpe e vestiti sparsi per la stanza, penserà che sia passata una tribù di barbari! • evitate di mettervi a correre come delle furie dove non c’è spazio per farlo, come in un corridoio peno di mobili e soprammobili: combinereste qualche guaio o, peggio, potreste farvi male! • siate gentili con i vostri cari come lo sareste con le altre persone: salutate, ringraziate e, quando sbagliate, scusatevi.

Analizzo Segna con una il completamento giusto. • Il testo fornisce: un elenco di norme. una serie di istruzioni. • Lo scopo del testo quindi è: descrivere il comportamento dei bambini. fornire norme di comportamento per essere educati.

Comprendo Scrivi se il comportamento è corretto (C) o se non lo è (NC). • Parlare a voce alta. • Coprire il naso e la bocca quando si starnutisce. • Mettere le dita nel naso. • Tenere la propria cameretta ordinata. • Correre in casa. • Scusarsi quando si sbaglia.

196

PIÙ FACILE


Il testo REGOLATIVO

Buona visione! • Una volta acquistato il biglietto di ingresso, farlo vidimare alla maschera. • Non masticare rumorosamente caramelle e popcorn: il cinema non è il posto giusto per mangiare e non si sgranocchia. • Spegnere i cellulari. • Evitare commenti ad alta voce e, anche se il film è molto divertente, astenersi dal ridere sguaiatamente. • Evitare fischi e applausi: durante una proiezione non hanno alcun senso perché non sono presenti registi e attori. E ricorda, i fischi sono sempre inopportuni. • Evitare le sale cinematografiche se si è affetti da tosse o raffreddore, per non disturbare gli altri. • Evitare di portare al cinema i bambini, se lo spettacolo non è di loro interesse. Oltre a stancarli inutilmente, possono assumere comportamenti fastidiosi. • Lasciando la sala a spettacolo in corso, uscire nel minor tempo possibile, per non disturbare la visione del film agli altri spettatori. • Entrando a spettacolo in corso, quando le luci sono spente, preferire i posti ai margini delle file, per evitare di far spostare troppe persone (ovviamente se il biglietto non è numerato).

vidimare: rendere valido il biglietto con un timbro maschera: persona addetta a controllare i biglietti nei locali di spettacolo sguaiatamente: in modo scomposto e maleducato

Analizzo Segna il completamento giusto. • Il testo è scritto con un linguaggio: semplice e colloquiale. difficile e tecnico. • Il testo fornisce: il regolamento del cinema. le istruzioni per vedere un film. • Le indicazioni seguono: un ordine cronologico. un ordine d’importanza.

Comprendo Scrivi accanto a ogni frase se è un obbligo (O) o un divieto (D). • Vidimare il biglietto. • Spegnere i cellulari. • Commentare ad alta voce. • Uscire velocemente dalla sala durante il film.

Capisco le parole Elimina l’intruso. Vidimare: pagare • autenticare • convalidare Astenersi: evitare • rinunciare • fermarsi Inopportuni: sconvenienti • corretti • inadatti

PIÙ FACILE

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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il TESTO REGOLATIVO è un testo che dà indicazioni utili per la vita pratica. Ha lo scopo di fornire regole di comportamento, divieti, istruzioni... Completa lo schema del testo regolativo con le seguenti espressioni. disegni • istruzioni • simboli • leggi • occorrente • ricette • cronologico • imperativo • comportamento • numerato • infinito • importanza • procedimento • obblighi Sono testi regolativi le ........................................................ per svolgere un gioco o un esperimento, per costruire un oggetto, le ........................................................ di cucina, le norme di ........................................................, i regolamenti con ......................................... e divieti e le .........................................

I SOGGETTI

Il testo regolativo è spesso scritto utilizzando un elenco puntato o ........................................................ Le istruzioni e le ricette di cucina sono generalmente scritte in due parti: ........................................................ o ingredienti e ........................................................

LA STRUTTURA

L'ORDINE

Le regole sono esposte generalmente secondo un ordine di ..................................................... Le istruzioni sono presentate secondo un ordine ......................................................

IL LINGUAGGIO

Il linguaggio è chiaro e preciso e a volte usa termini specifici e tecnici. Le frasi sono brevi, i verbi sono espressi all’......................................... o all’.............................................

ZOOM Per rendere le istruzioni e le indicazioni più chiare e complete, nel testo regolativo sono presenti ....................................................., fotografie e .....................................................

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narrativo Il testoTesto REGOLATIVO

A piedi Quando cammini

Quando attraversi

• Usa sempre il marciapiede e procedi tenendo la destra, così il transito è più ordinato e non ostacoli il passaggio degli altri pedoni. • Se manca il marciapiede cammina sulla sinistra, all’interno della striscia bianca o gialla continua, oppure vicino al muro. Se ci sono anche i tuoi amici, camminate in fila indiana. • Non usare pattini, skateboard, pallone o biciclette in mezzo alla gente e al traffico.

• Usa sempre le strisce pedonali, mantenendo la sinistra. • Se c’è il semaforo, aspetta il verde per i pedoni, finché è rosso non ti muovere anche se la strada è sgombra. In mancanza di semaforo, guarda bene prima a sinistra poi a destra. • Non attraversare mai correndo. • Non distrarti e non fermarti a chiacchierare in mezzo alla strada. E non usare il cellulare per chattare, ma guarda sempre avanti a te. • Quando è possibile usa il sottopassaggio o il sovrapassaggio.

So analizzare Indica con una

la risposta corretta.

• Il testo fornisce: regole di comportamento. istruzioni per un gioco. una ricetta di cucina. • Le indicazioni sono fornite: sotto forma di elenco. sotto forma di racconto. attraverso dialoghi.

• Il testo segue un ordine: di importanza. cronologico. • Il linguaggio usato è: complicato e incomprensibile. comprensibile solo ai vigili. semplice e chiaro. • I verbi sono espressi: solo al modo imperativo. solo al modo infinito. al modo imperativo e al modo infinito.

Ho capito il testo Indica con una

la risposta corretta.

• La strada si attraversa: correndo. • Per essere un corretto pedone si deve: fermandosi ogni tanto a chiacchierare. usare lo skateboard in mezzo alla gente. sulle strisce pedonali o quando il semaforo camminare sul marciapiede tenendo la destra. è verde. giocare con il cellulare mentre si cammina. Verso le competenze Obiettivo: leggere e individuare gli elementi di un testo regolativo e comprenderne il contenuto.

PIÙ FACILE

199


ESTATE Il ballo dell’estate da G. Quarenghi, E sulle case il cielo, Topipittori

Al mattino presto ballano a volte, le stagioni. Autunno l’ho visto ballare canzoni di vento e colori. Su note di luce e ombre di carta sa ballare inverno da solo. Spartiti di odori e brevi risate ha scelto, per sé, Primavera. Ma l’Estate, l’estate ecco è già qui. Sulla pelle la sento ballare.

L’autrice della poesia scrive che sente l’estate “ballare sulla pelle”. Che cosa significa secondo te? ................................................................................... ...................................................................................

Il protagonista del racconto che cosa sente dell’estate? Sottolinealo nel testo. Tu come senti l’arrivo dell’estate? Esprimi a voce le sensazioni che provi.

Il mare d’estate da A. E. Gosso, G. Abbà, Finalmente musica, Suvini Zerboni

In un mattino d’estate un bambino camminava su una spiaggia. Era molto presto, il sole stava sorgendo e non c’era nessuno. Il bambino guardò le onde che danzavano, un promontorio che si specchiava nel mare, la seta liscia della sabbia carezzata dall’acqua. Si sdraiò sulla sabbia, guardò il cielo azzurro e profondo e si sentì cullare dolcemente. Il mare parlava e il bambino chiuse gli occhi per sentirlo meglio. Sentì le onde che si sollevavano e ricadevano ritmicamente, sospirando mentre si disfacevano lungo la riva. Sentì la canzone fresca e allegra che gorgogliava tra gli scogli del molo vicino, il tonfo dell’onda sui massi grandi e levigati e, lontano lontano, il rumoreggiare possente del mare aperto. Il bambino accordò il suo respiro al respiro del mare e si sentì felice.

200


IT’S SUMMER Con l’aiuto delle parole che trovi all’interno di ogni riquadro parla della stagione estiva con i tuoi compagni.

WHAT’S THE WEATHER LIKE?

WHAT DO YOU LIKE DOING?

ACTIONS WINDSURFING

SWIMMING

FISHING

GOING CAMPING

RAFTING

SURFING

SAILING

WEATHER SUNNY

CHANGEABLE

STORMY

SNORKELLING

HOT DOING AEROBICS

WHAT ARE YOU WEARING?

PLAYING BEACH VOLLEYBALL

HIKING

CLOTHES

JUMPER

CAP

TRAINERS

JEANS

T-SHIRT

SANDALS

SWIMMING COSTUME

SKIRT

SHORTS

STUDENTE

201


a Intervist ... e r o t u a ’ l n co

Fulvia Degl’Innocenti è giornalista e autrice di libri per bambini e ragazzi, molti dei quali tradotti all’estero. Tra i premi vinti dai suoi libri ci sono anche il Premio Bancarellino e il Premio Andersen. Vive a Milano.

ti n e c o n n I l’ g e D a i v l Fu

Cosa ti ha spinto a scrivere? Pensavi fin da piccola di diventare una scrittrice? Ho cominciato a sviluppare una passione per la scrittura negli ultimi anni delle elementari. Scrivevo poesie, abbozzi di racconti. Quando è arrivato il momento di decidere il mio futuro, ho pensato che quello che avrei voluto fare più di ogni altra cosa era scrivere. E dopo la laurea ho seguito una scuola di specializzazione in giornalismo.

Quale mestiere vorresti fare se non fossi una scrittrice? Lo considero il lavoro più bello del mondo, ma in un’altra vita mi piacerebbe fare l’attrice, oppure la naturopata per prendermi cura degli altri.

Qual è la cosa più bella dello scrivere? Sentire quel frizzicorino nel cervello quando nasce una nuova idea, e anche potersi mettere nei panni dei personaggi di una storia e provare le loro stesse emozioni.

Diciassette racconti per diciassette goals. I migliori autori di letteratura per ragazzi presentano diciassette racconti per riflettere sulle tematiche di sviluppo del pianeta e per formare i cittadini del futuro.

202

Sappiamo che, oltre a scrivere libri, sei una giornalista. Queste due forme di scrittura hanno dei collegamenti secondo te? Spesso mi è capitato di trasformare in un libro quello che in origine era un articolo di giornale. Si tratta comunque di organizzare un testo, rielaborare le informazioni. Anche se la scrittura giornalistica è più essenziale.


Un librO per la classe

Qual è il libro a cui sei più affezionata? “Io, Titanic”, per la sontuosità delle illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini, e per aver dato voce e sentimenti alla nave e alla sua tragica vicenda.

Nei tuoi testi racconti in genere storie vere? Dipende: mi è capitato di scrivere numerose biografie, ma anche per le storie di fiction spesso prendo spunto da fatti che mi sono accaduti o da persone reali.

Quali sono gli argomenti su cui scrivi più spesso? I miei romanzi per adolescenti affrontano sempre tematiche molto drammatiche, mentre quelli per la scuola primaria sono più giocosi e divertenti.

Quanti libri hai scritto? Ho perso il conto, ma con i tanti libri in uscita mi sto avviando a quota novanta titoli.

Uno degli ultimi libri a cui hai lavorato per il Gruppo Raffaello riguarda i valori proposti dall’ONU nell’Agenda 2030. Cosa ci sai dire dei temi affrontati? Si tratta di diciassette racconti di altrettanti scrittori aderenti a ICWA (Italian Children Writers Association) per ragazzi sulle molteplici problematiche che affliggono il nostro pianeta: l’inquinamento, le diseguaglianze, il diritto ancora spesso negato all’istruzione, il cambiamento climatico, la fame e la povertà. Io mi sono dedicata a un tema che mi sta molto a cuore: la massiccia presenza di plastica negli oceani.

203


L’AGENDA a cura di Patrizia Ceccarelli

DEI CITTADINI del

o r u fut

“Il futuro del pianeta dipende anche da te”

SO ST EN IB IL ITÀ

Promuovere uno sviluppo che soddisfi i bisogni dell’uomo di oggi, senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.

È l’ora di agire Una famiglia green!

p. 206 p. 208

U G U AG L I A N Z A Tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. Luis è mio amico Parità di genere

p. 210 p. 211

L’importanza per i bambini e gli adolescenti dell’opportunità di apprendere e di sviluppare capacità, talenti e aspirazioni personali. Quanto è importante la cultura? Antonio, il bibliotecario ambulante di Matera

TE E U L SA SS ERE NE E B

L’eredità di Jobs

204

DELLA

C U L T U RA p. 212 p. 213

Stare bene con sé, con gli altri, con l’ambiente.

Che cosa portiamo in tavola? Per crescere sani è importante...

Usare le tecnologie in modo appropriato e responsabile, per essere cittadini competenti del contemporaneo.

VA LO R E

p. 214 p. 215

CiTtADINANZA D IG IT A L E p. 216


Sogna, ragazzo sogna quando sale il vento nelle vie del cuore. Sogna, ragazzo sogna non cambiare un verso della tua canzone… R. Vecchioni

Il futuro del mondo è diverso dal mio io non ce l’ho con nessuno lungo la strada dell’intolleranza sassi non seminerò. Il futuro del mondo è diverso dal mio

I desideri dei bambini danno ordini al futuro. E. de Luca

Jovanotti

QUANDO SI DICE FUTURO… Gli adulti intorno a te diffondono messaggi di: speranza pessimismo

ottimismo fiducia

Se pensi alla società in cui vivrai da adulto come te la immagini? La natura: Il lavoro: I rapporti tra i popoli: La tecnologia: La scuola:

205


S

À T I L I B I OS T E N

È L’ORA DI AGIRE!

NE O S R E P

P

A AI NE T

5P

LA TER E R A V L A S R PE

Eliminare fame e povertà, per garantire dignità a ogni abitante della Terra.

Proteggere le risorse naturali, il clima e l’equilibrio ecologico del nostro pianeta, per consegnarlo alle generazioni future.

PROSPERI T

sviluppo sostenibile

RA...

à

Garantire a ognuno una vita soddisfacente, in armonia con la natura.

CE PA

PARTNERSHIP

SERVONO

Promuovere la collaborazione tra i popoli, per la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030.

Eliminare ogni motivo di ingiustizia che porti a guerre e conflitti, per realizzare la pace tra i popoli.

Il 25 settembre 2015 i Capi di Stato dei Paesi aderenti all’ONU hanno stilato un documento dal titolo “Trasformare il nostro mondo – L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, che contiene 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030. Gli obiettivi mirano a promuovere stili di vita rispettosi dell’ambiente, dei diritti umani e di ogni popolazione del mondo; diffondere una cultura di pace e di non violenza; sostenere la cittadinanza globale e la valorizzazione delle diversità culturali, l’innovazione sostenibile e la lotta alla fame e alla povertà.

Quanti anni avrò nel 2030? ............................. ....................

206


Queste diciassette tessere rappresentano gli obiettivi dell’Agenda 2030:

GIOCHIAMOCI IL FUTURO! Utilizza le tessere per giocare con i compagni o in famiglia. 1. Fotocopia le tessere a colori. 2. Ritagliale e disponile capovolte su un tavolo. 3. Gioca: ogni giocatore pesca una carta e pronuncia un’azione utile per l’obiettivo indicato sulla carta. VINCE CHI NON RESTA A CORTO DI IDEE! Se vuoi fare una scorta di tessere per giocare, vai alla pagina successiva.

207


SOS T

À T I L I B I EN

UNA FAMIGLIA GREEN! La Terra è come una madre che ci nutre e ci fornisce tutto ciò che è necessario alla vita: ossigeno, acqua, vegetazione… rispettarla e proteggerla vuol dire proteggere anche noi stessi. Difendila anche tu non solo a parole, ma attraverso piccoli gesti quotidiani nella realtà in cui vivi.

Diventa il guardiano della raccolta differenziata dei rifiuti in casa tua: vetro con vetro, plastica con plastica, organico con organico.

L’inquinamento non nasce dal nulla: sapone, lattine, plastica, alluminio sono rifiuti che noi produciamo.

Chiudi bene i rubinetti e non lasciare che l’acqua scorra: in alcuni Paesi, con la stessa quantità d’acqua di una doccia, si può vivere molti giorni.

In casa, usa tovaglioli di stoffa, bicchieri di vetro e piatti di ceramica, limitando l’uso delle stoviglie “usa e getta”.

Rispetta il cibo e non sprecarlo, non è così scontato averne in abbondanza.

Abituati a riutilizzare gli oggetti e non comprare cose inutili, limiterai il consumo di materie prime e la quantità di rifiuti.

Spegni le luci quando non servono e usa lampadine a risparmio energetico.

Convinci i tuoi familiari a usare borse di tela per fare la spesa.

Io in quale “comportamento ecologico” mi sento specializzato? ......................................................

208


Fate passeggiate in bici o a piedi, senza usare l’automobile.

Guardate insieme film e documentari che mostrino la bellezza del nostro pianeta: come sarĂ vista da creature che provengono da pianeti molto diversi?

Leggete insieme libri, sfogliate riviste, consultate siti internet che alimentino la curiositĂ , la voglia di conoscere gli ambienti della Terra, per amarli e rispettarli di piĂš.

209


U G U AG L I A N Z A LUIS È MIO AMICO da G. Quarzo, A. Vivarelli, Una zattera controcorrente, Raffaello Ragazzi

Fu in quel mese di ottobre che conobbe Luis e nacque un’amicizia davvero difficile da spiegare. Come si diventa amici di qualcuno? Sicuramente Luis aveva incuriosito molti compagni, in altri incuteva forse un certo timore, ma quanto all’amicizia… Nemmeno i più sfavoriti dalla sorte, i più rompiscatole, quelli per intenderci che magari avevano l’ultimo modello di smartphone ma in compenso le unghie perennemente sporche, ecco nemmeno loro avevano pensato di poter fare amicizia con Luis. E non certo perché era arrivato in terza, a metà ottobre, quando da tempo nella classe si erano formati gruppi e gruppetti e coppie più o meno stabili e chiusi. La ragione stava in parte nel fatto che, al suo ingresso in classe, Luis era stato presentato ai compagni come nomade e per tutti nomade era uguale a “diverso”. Ma anche in parte per come era fatto Luis. Da dove venisse e dove sarebbe andato nessuno s’era dato la pena di spiegarlo. Lui, senza farci caso, sedeva tutto solo nel banco singolo che gli avevano sistemato in fondo all’aula, quasi una minima appendice alla rettangolare regolarità degli altri banchi. Se ne stava lì, fermo e silenzioso, anche durante gli intervalli. Dunque, è difficile spiegare come si diventa amici di qualcuno fatto così.

210

E io? Sarei davvero capace di superare tanti pregiudizi e fare amicizia con un nomade, con uno straniero…? Voglio ricordarmi di parlare di questo argomento con la/il mia/o amica/o del cuore.


PARITÀ DI GENERE da, Io donna, «Corriere della Sera», RCS

In Italia abbiamo un problema di (mancate) pari opportunità tra maschi e femmine: per la parità di genere siamo al sessantanovesimo posto su centoquarantadue Paesi del mondo. I sociologi dicono che è tutta colpa degli “stereotipi di genere inconsapevoli”. Sono quella cosa per cui, quasi senza volerlo, genitori, insegnanti ed educatori instillano nei ragazzi quali sono le cose che “vanno bene per i maschi e quali per le femmine”. Ci sono ricerche che lo dimostrano: mediamente a sei anni i bambini classificano in automatico certe professioni. “Pompiere? Maschio. Infermiera? Donna. E il capo? Maschio. Deve occuparsi della casa, di bambini e anziani? Femmina”, sono le risposte date a una sorta di “Indovina Chi?” ideato per stimolare i bambini a indovinare, in base alla professione, l’identità di individui di cui non conoscevano il sesso.

O LT

I P T I O E R E R E G LI S T

BARBARA CAPUTO laureata in Fisica, insegna ai robot. “Il mio motto? Keep going! Fallire ci fa tentare ancora”.

PATRIZIA PANICO “la mister” del calcio. Che dire di lei? È un capocannoniere eccezionale.

FEDERICO TALMENTI professione baby sitter. “Federico, per mio figlio Luca, è un’ottima figura maschile con cui rapportarsi e giocare, un fratello maggiore da cui imparare”.

211


QUANTO È IMPORTANTE LA CULTURA?

VA LO R E RA DELLA C U L T U

Rispondi alle domande, per verificare quale ruolo ha la cultura nella tua vita. Poi confronta le tue risposte con quelle dei compagni e approfondite l’argomento con un dibattito in classe.

1

3

palestre cinema musei

no

5

Sei mai stato/a A un concerto? sì

Hai mai visitato un museo? sì

no

no

no

7

Frequenti le biblioteche e le librerie? sì

no

9

no

8

Quanti libri ci sono in casa tua? nessuno più di 100

più di 10 più di ……

no

Hai un computer collegato a internet? sì

212

4

Pratichi uno sport un modo costante? sì

Sei mai stato/a al cinema?

piscine biblioteche teatri

Sei mai stato/a a teatro? sì

6

2

Nel luogo in cui vivi ci sono:

10

In famiglia si preoccupano del tuo andamento scolastico? sì

no


Secondo un’indagine dell’Istituto Nazionale di Statistica, relativa all’anno 2017, in Italia un numero sempre crescente di minori (il 12,1%; 1 milione 208 mila) vive in condizioni di povertà assoluta, cioè non ha la possibilità di soddisfare i bisogni primari, tra cui quello di ricevere un’istruzione e gli stimoli culturali giusti per sviluppare le proprie possibilità e non essere discriminato rispetto agli altri.

Secondo te, è giusto inserire anche la mancanza di istruzione tra gli indicatori di povertà assoluta?

LA STRAORDINARIA STORIA DI ANTONIO

ANTONIO, IL BIBLIOTECARIO AMBULANTE DI MATERA «Porto i libri nei paesi dove non si legge più» FERRANDINA, provincia di Matera. Antonio La Cava è un maestro in pensione che da diciotto anni ha fatto della sua vita una missione in nome della cultura: portare libri ai bambini delle scuole elementari dei paesi più piccoli e isolati della Basilicata, dove spesso non ci sono biblioteche o librerie. Lo fa con un mezzo speciale: il bibliomotocarro, un motocarro trasformato in una vera e propria biblioteca ambulante. «Nel corso di questi anni ho percorso centosettantamila chilometri a bordo di questo motocarro. Spesso mi è capitato di guidare anche sei ore di fila – afferma il maestro – e nonostante l’età e la scomodità del mezzo rifarei tutto da capo. Nessuno nasce lettore, sta a noi genitori, alla scuola, alla società fare dei nostri bambini,

di tutti i bambini indistintamente, dei lettori perché è con la lettura che si formano gli uomini di domani, ma soprattutto si trasmette ai bambini l’importanza della cittadinanza attiva, della partecipazione alla vita sociale e politica e gli si forniscono gli strumenti per farlo». L. Scaraggi, in «Repubblica», 30 novembre 2017

Il maestro Antonio ha trovato un modo originale per diffondere la cultura là dove ce n’è più bisogno. Se vuoi ascoltare questa esperienza dalla sua viva voce, digita il suo nome in internet e troverai video delle sue interviste.

213


UTE E L A S S ERE S E N BE

CHE COSA PORTIAMO IN TAVOLA?

In Chad gli Aboubakar spendono per il cibo circa 0,79 € alla settimana.

Il 41% dei bambin i italiani consuma giornalmente “cibo -spazzatura”: merendine, patatin e fritte e bevande ad alto contenuto di zuccheri.

In Italia una famiglia med ia spende per il cibo circa 214 € alla settiman a. Un bambino su otto, tra sei e undici anni è ob eso, mentre uno su quattro è in sovrappeso .

crescita sana a n u r e p e n o ici, L’alimentazi freschi e biolog i ib c : su i rs sa a deve b rende e dolci e m , e n io g a st frutta di di stagione ra u rd e v , sa a c preparati in cruda e cotta.

Da queste informazioni capisco che: • ci sono persone nel mondo che hanno una quantità di cibo molto inferiore a quella che abbiamo noi; • noi abbiamo un’enorme varietà di cibi, metà dei quali però non sono salutari; • nutrirsi in modo scorretto porta a problemi di sovrappeso e obesità.

214

Per non mettere in pericolo la mia salute, voglio seguire le regole della sana alimentazione: mi impegno a mangiare più ......................................................


PER CRESCERE SANI È IMPORTANTE…

… fare SPORT Per abituarti a seguire le regole.

Per mantenere sano il corpo.

Per sviluppare uno spirito di squadra. Per imparare ad accettare le sconfitte.

Per acquisire responsabilità e abilità strategiche.

… muoversi nella NATURA Per rafforzare il contatto con il tuo corpo e con la sua forza.

Per ascoltare il silenzio e tutte le emozioni che esso porta con sé.

Per stare solo con te stesso e goderti pace e relax. Per riconoscere le voci degli animali, del vento, delle foglie.

Per respirare a fondo, con consapevolezza, l’aria pura.

215


CiTtADINANZA DIGITALE

E tu, ritieni di fare un uso corretto degli strumenti tecnologici? Leggi i comportamenti corretti da seguire. • Scegli i contenuti internet insieme a un adulto. • Ti dai un tempo per usare tablet o pc, poi li spegni tassativamente. • Alterni consultazione in internet con quella su libri e giornali. • Abbandoni volentieri un gioco virtuale per una passeggiata o un gioco all’aperto con gli amici. • Non usi alcun strumento tecnologico a scuola, né durante i pasti a casa o al ristorante. Segna con una ✘. Nei confronti della tecnologia ho un comportamento: corretto. non corretto.

216

L’EREDITÀ DI JOBS STEVE JOBS, l’ideatore di Apple, ha portato nella vita di milioni di persone l’uso di computer, Iphone e Ipad, ma proibiva ai suoi figli di usarli. Come altri guru della tecnologia, aveva circondato i figli di libri, non di strumenti tecnologici: «Non la conoscono, – diceva – dobbiamo limitare l’uso della tecnologia dentro casa da parte dei nostri bambini». E se lo diceva Jobs… sarà il caso di essere molto attenti e consapevoli nell’uso di computer, tablet e telefonini! Le novità introdotte, infatti, presentano anche tanti RISCHI, come:

L’ISOLAMENTO DEGLI INDIVIDUI DAVANTI ALLO SCHERMO, LA SOSTITUZIONE DI UNA REALTÀ VIRTUALE A QUELLA “PULSANTE” DEI RAPPORTI AUTENTICI CON GLI ALTRI,

L’ECCESSIVA SEDENTARIETÀ.


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Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Francesca Bolognini, Valentina Cammilli per Equilibri servizi editoriali, Emanuele Ramini (Interviste con l’autore) Grafica e impaginazione: Mauro Aquilanti, Barbara Cherici per Equilibri servizi editoriali Illustrazioni: Giulia Bracesco, Laura Giorgi, Elena Iarussi, Elena Mellano, Richolly Rosazza, Claudia Venturini Copertina: Mauro Aquilanti Illustrazione di copertina: Richolly Rosazza Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, iStock Coordinamento M.I.O. Book: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze.

Per esigenze didattiche alcuni testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore.

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O ffi cin a d 97 Let ei L 8- tu in 88 re g -4 4 ua 72 gg -3 i 28

E INOLTRE...

Classe 4

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

IS BN

a

• ItaMAP allegato alle letture: per lavorare con le tipologie testuali grazie alle mappe. Antologia di letture • Tipologie testuali • Sezioni tematiche • Cittadinanza e Costituzione • ItaMAP

Laboratorio di Italiano • Percorso di scrittura • Eserciziario di grammatica • Prove modello INVALSI • Verifiche a livelli

Grammatica • Giochi linguistici • GrammaMAP

• GrammaMAP allegato alla grammatica: per lavorare con le principali parti del discorso grazie alle mappe.

Classe 5

a

Per i primi giorni di scuola, per ricominciare gradualmente a parlare, ascoltare, scrivere e riflettere sulla lingua. Con autovalutazione e mappe.

Antologia di letture • Tipologie testuali • Sezioni tematiche • Cittadinanza e Costituzione • ItaMAP

Laboratorio di Italiano • Percorso di scrittura • Eserciziario di grammatica • Prove modello INVALSI • Verifiche a livelli

PER L’INSEGNANTE E LA CLAS

Grammatica • Prove INVALSI • GrammaMAP

SE

Guida al testo: Guida alle verifiche a livelli con rubriche valutative; programmazioni annuali per competenze; didattica inclusiva; laboratorio d’ascolto; test d’ingresso e schede operative; didattica e nuove metodologie: Coding e Tinkering, Classe capovolta, STEAM Poster: Le tipologie testuali; La Grammatica attiva

il M.I.O. BOOK docente CD audiolibro Biblioteca di classe

fficina dei Lettori

• Audiolibro integrale a cura di speaker professionisti • Alta leggibilità (formato ePub) con testo modificabile • Servizio di traduzione e dizionario di italiano integrato

Codice per l’adozione Officina dei linguaggi - Pack 4 ISBN 978-88-472-3280-8

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Prezzo ministeriale


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