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Imprese eroiche, vita quotidiana e curiosità di uomini e donne che hanno lasciato una traccia significativa nella storia.
Ivan Sciapeconi
Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).
ottaviano augusto 63 a.C. – 14 d.C.
Un racconto avvincente per conoscere l’uomo che ha trasformato una fragile repubblica in un vastissimo impero.
ottaviano augusto
Nel 44 a.C. il giovane Ottaviano riceve una terribile notizia: il suo amato zio Giulio Cesare è stato assassinato. Da quel momento la sua vita subisce una svolta fondamentale e il ragazzo, malaticcio ma dotato di forte volontà, intraprende un viaggio avventuroso per mare e decide di sfidare i maggiori uomini politici del tempo. Prenderà quindi un nuovo nome, Augusto, e diventerà l’uomo più importante di Roma assumendo il titolo di Imperatore.
Ivan Sciapeconi vive e insegna a Modena. Ha pubblicato libri di narrativa, testi didattici e software per la scuola. Nel tempo libero gioca a scacchi e legge.
E 7,50
Raffaello Editrice
Il libro è dotato di approfondimenti online su www.raffaellodigitale.it
Ivan Sciapeconi
taviano t o usto aug
Il primo Imperatore romano
Per volare con la fantasia
Collana di narrativa storica per ragazzi
Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Team grafico: Letizia Favillo 1a Edizione 2012 Ristampa 7 6 5 4 3 2 1
2019 2018 2017 2016 2015 2014 2013
Tutti i diritti sono riservati © 2012 Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloeditrice.it www.grupporaffaello.it e-mail: info@ilmulinoavento.it http://www.ilmulinoavento.it Printed in Italy
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Ivan Sciapeconi
ottaviano augusto
Il primo Imperatore romano Al tempo di Roma Imperiale
Illustrazioni di
Mauro Marchesi
tre giovani amici Apollonia, Illiria, 44 a.C.
Per le strade della lontana Apollonia c’era una strana
agitazione, quella mattina. Tutti sembravano andare di fretta e i bambini erano più rumorosi del solito. Poco distante dal tempio dedicato ad Ares, una rissa aveva poi richiamato un gruppetto di curiosi. Un uomo enorme teneva per un braccio un ragazzo piccolo e magrolino che cercava di scappare, mentre un altro lo derideva per la sua mole e la sua goffaggine. L’uomo sembrava resistere e urlava: – Vi insegno io a prendervi gioco di me! Con un’abile mossa, l’uomo atterrò anche il ragazzo che fino a un attimo prima era dietro le sue spalle e lo afferrò con forza. Riusciva, senza fatica, a tenerli entrambi: uno per un braccio e l’altro per il collo. La situazione si stava mettendo male per i due ragazzi, quando una voce catturò l’attenzione di tutti.
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– Cosa succede, Striamone? Forse il braccio del mio amico Mecenate è così prezioso? L’uomo si fermò e vide avanzare tra la piccola folla un terzo ragazzo, altrettanto giovane ma sicuro nei modi e molto elegante nell’abbigliamento. – Ottaviano... mio signore – provò a giustificarsi. – Non sapevo che questi due... Quando fu abbastanza vicino, il giovane appena arrivato fece cadere nelle mani di Striamone un paio di monete e l’uomo si allontanò senza aggiungere altro. – Hai fatto proprio bene a togliermelo dalle mani – disse ironicamente uno dei ragazzi a Ottaviano, massaggiandosi il collo. – Altri due minuti e avrei perso la pazienza... – È proprio vero, Agrippa – aggiunse l’altro, cercando di togliersi la polvere di dosso. – Certa gente nasce proprio sotto una buona stella! Agrippa e Mecenate erano amici d’infanzia e non facevano altro che cacciarsi nei guai. Anche per questo Ottaviano li trovava simpatici e, quando poteva, cercava di aiutarli. Agrippa guardò Mecenate e aggiunse: – Però, che strano tipo. Prendersela tanto per un gioco. Ascolta cosa è successo, Ottaviano...
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Non fece in tempo a partire con una delle sue solite storie perché, in lontananza, si sentì la voce di uno degli schiavi di Ottaviano. – Padrone... padrone... – Ci sono notizie importanti, a quanto pare – commentò Mecenate. Lo schiavo era agitatissimo e quasi rischiava di perdere i sandali nella corsa. Quando fu vicino ai ragazzi non provò nemmeno a riprendere fiato e raccontò a Ottaviano che un messaggero era appena arrivato e lo stava aspettando a casa. Portava notizie di Giulio Cesare e doveva riferirgliele di persona. – Tuo zio Giulio, finalmente! – disse Agrippa all’amico. I tre ragazzi aspettavano da tempo l’arrivo dello zio di Ottaviano, il grande Giulio Cesare, l’uomo più importante di Roma. Agrippa non vedeva l’ora di incontrarlo. Si sarebbe accontentato di lavorare nelle cucine del campo pur di partecipare a una sua spedizione. E aveva indentro la storia... tenzione di pregare Cesaerano una popolazione re di portarlo con sé nella Idelparti Medio Oriente. Abitavano la guerra contro i parti che zona che corrisponde al nord-est dell’Iran. presto sarebbe scoppiata.
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Ottaviano si era però accorto che lo schiavo aveva parlato senza guardarlo negli occhi e questo lo aveva insospettito. Che notizie venivano da Roma? I tre ragazzi non impiegarono molto tempo per arrivare fino a casa di Ottaviano. Mecenate e Agrippa non capivano perché il loro amico camminasse a passo tanto spedito, specie dopo la febbre che lo aveva colpito nei giorni precedenti. Non dissero niente e si limitarono a osservarlo: era cupo e preoccupato. Quando arrivarono, trovarono il messaggero seduto su una panca, con la testa fra le mani. Era ancora vestito con gli abiti del lungo viaggio e la polvere lo copriva dalla testa ai piedi. Nessuno avrebbe potuto distinguere quel romano da un barbaro della Germania. Ottaviano gli si avvicinò con timore, quasi si aspettasse di ricevere una brutta notizia. Mecenate e Agrippa, invece, scherzavano in disparte e si fecero portare dell’acqua fresca. – Quali notizie porti da Roma, messaggero? – chiese Ottaviano. L’uomo sollevò leggermente la testa. Anche lui, come già aveva fatto lo schiavo, non guardò negli occhi il ragazzo.
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