M. Elisabetta Giordani - Letizia Serra - Cinzia Bizzaro
GUIDA DIDATTICA per i NIDI D’INFANZIA e le SEZIONI PRIMAVERA
con canzoni inedite
LIBRO DIGITALE
con in dotazione il peluche di PULCINO
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M. Elisabetta Giordani - Letizia Serra - Cinzia Bizzaro
GUIDA DIDATTICA per i NIDI D’INFANZIA e le SEZIONI PRIMAVERA
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con in dotazione il peluche di PULCINO
Il progetto Pulcino è dedicato a Giancarlo Cerini, guida attenta, saggia, amorevole, colta, impegnata, lungimirante, instancabile e appassionata dei “suoi bambini” e di chi li educa e ne ha cura. Nel percorrere nuove strade nel rispetto di quelle già intraprese, a lui che ha indicato la rotta, noi tutti dobbiamo scelte pedagogiche illuminate che sono diventate documenti ufficiali e hanno fatto crescere, nel tempo, i servizi educativi del Sistema Integrato "zerosei". Mancheranno le sue intuizioni, i suoi pensieri, le sue verità, le sue conoscenze, il suo bene infinito all’infanzia, ma sarà necessario crederci ancor più fermamente, per salvaguardare, sempre, la cultura dell’educazione dei più piccoli. Con immensa stima e riconoscenza.
RINGRAZIAMENTI Il Progetto pedagogico generale, così come tutti i progetti specifici, le esperienze e le attività sono stati realizzati nel Micro Nido “Il Pulcino” di Sesto Calende (VA). La proposta di continuità è stata realizzata con i bambini della Scuola dell'Infanzia “L. Bassetti” dell'IC “G. Ungaretti” di Sesto Calende (VA). Un sentito ringraziamento ai bambini e ai loro genitori, che hanno reso possibile questa meravigliosa avventura.
TEAM GRAFICO Nicoletta Moroni COPERTINA Mauro Aquilanti, Dania Fava, Nicoletta Moroni, Lara Poltronieri COORDINAMENTO M. Elisabetta Giordani
© 2021 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it info@grupporaffaello.it
Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica se non espressamente autorizzate dal titolare del copyright. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.
REDAZIONE Giulia Eusebi ILLUSTRAZIONI Lara Poltronieri, Nicoletta Moroni STAMPA Gruppo Editoriale Raffaello
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Alle bambine e ai bambini, custodi del nostro mondo, affinché il fuoco della scoperta rimanga sempre vivo dentro di loro. Ai genitori, perché possano scoprire e rivedere un pochino del tempo vissuto dai loro bambini al Nido. Agli educatori, perché non smettano mai di credere che “un battito d’ali di una farfalla possa generare un uragano dall’altra parte del mondo” e che è dalle piccole azioni individuali che si creano i grandi cambiamenti sociali. Alla nostra città, Sesto Calende, per averci ospitato e per permetterci di vivere e fare educazione ogni giorno sul suo territorio. A Betta Giordani, per averci regalato questa grande opportunità e per essersi immersa con straordinaria empatia e professionalità nel nostro piccolo cosmo. Letizia e Cinzia
DIRITTO AL GIOCO Fammi giocare solo per gioco Senza nient’altro, solo per poco Senza capire, senza imparare Senza bisogno di socializzare Solo un bambino con altri bambini Senza gli adulti sempre vicini Senza progetto, senza giudizio Con un fine ma senza l’inizio Con una coda ma senza la testa Solo per finta, solo per festa Solo per fiamma che brucia per fuoco Fammi giocare per gioco. Bruno Tognolini
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PROGETTO PULCINO
PRESENTAZIONE
Il progetto Pulcino, sviluppato nella Guida e nel quaderno operativo, offre agli educatori dei Nidi d’Infanzia e agli insegnanti dei bambini anticipatari e delle Sezioni Primavera delle Scuole dell’Infanzia un modello educativo con un approccio pedagogico orientato all’outdoor education e all’educazione naturale, e segue le indicazioni della normativa dello “zerosei” in vigore, in particolare del Decreto Legislativo n. 65 del 13 aprile 2017, riguardante il Sistema Integrato di Educazione e Istruzione “zerosei”. In un percorso pedagogico-educativo-didattico dinamico e “aperto al mondo”, che riconosce il bambino come soggetto attivo, ne rispetta la centralità e i diritti, vengono valorizzate le potenzialità individuali, privilegiando l’apprendimento spontaneo, in un tempo rallentato e in spazi indoor e outdoor, in cui la natura, le relazioni e la socialità hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo dei bambini da zero a tre anni e migliorano la qualità della loro vita. La Guida e il quaderno operativo prendono avvio dalla metafora del pulcino, personaggio mediatore, che “esce dal guscio” e, crescendo, vive nel pollaio la prosocialità – il condividere, aiutare e collaborare –, ma anche le relazioni e le diversità, per imparare ad avere cura di sé, dell’altro e dell’ambiente, ponendo così le basi, in un contesto proattivo e fin da piccoli, del rispetto per il mondo in cui viviamo, nel quadro di riferimento dell’Agenda 2030. Il morbido peluche di Pulcino, in dotazione esclusiva con la Guida, accompagna i bambini nel loro percorso di crescita e di apprendimento, diventando l’amico e il confidente di tutti, ma anche il tramite per nuove scoperte, supportando le educatrici e gli educatori nelle proposte e nelle esperienze di apprendimento. Giordani - Serra - Bizzaro
M. E. Giordani A. Ulgelmo
M. Elisabetta Giordani - Letizia Serra - Cinzia Bizzaro
GUIDA DIDATTICA per i NIDI D’INFANZIA e le SEZIONI PRIMAVERA
GUIDA DIDATTICA
2 3 ANNI
con canzoni inedite
con in dotazione il
LIBRO DIGITALE
LIBRO DIGITALE
peluche di PULCINO
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con le canzoni inedite del PULCINO
GUIDA La Guida Pulcino presenta l’organizzazione e la gestione del servizio, tematiche di approfondimento, buone prassi, routine, esperienze indoor e outdoor e progetti, seguendo questa struttura:
PARTE TEORICA con approfondimenti
• L’educazione naturale e le pedagogie di riferimento • Lo sguardo dello “zerosei” al Nido • La gestione del Nido con i documenti correlati L’EDUCAZIONE IN NATURA
CARTA DEI SERVIZI DEL MICRO NIDO “IL PULCINO”
«Perché un bambino mantenga vivo il suo innato senso di meraviglia ha bisogno della compagnia di almeno un adulto che possa condividerla, riscoprendo con lui la gioia, l’eccitazione e il mistero del mondo in cui viviamo.»
Il Micro Nido “Il Pulcino” esplicita ai genitori dei loro piccoli utenti la seguente Carta dei Servizi, come strumento di dialogo e di partecipazione condivisa.
Rachel Carson
Nella lunga esperienza di studio e di ricerca sul tema della pedagogia naturale, Laura Malavasi sottolinea le potenzialità, in termini educativi, didattici e personali, dell’educazione naturale e della relazione con la natura. Come spiegato nel suo libro L’educazione naturale nei servizi e nelle scuole dell’infanzia (edizioni junior, 2019), Laura Malavasi afferma che «la natura parla, parla ad un bambino, ad un adulto, ad un artista, ad un botanico, a chiunque – indipendentemente dalla propria storia e dalla propria professione – desideri mettersi in ascolto e ognuno, nei propri modi e tempi, può avviare un lavoro individuale di raccolta, di osservazione e di progettazione con un materiale che “è quello che è”, è ciò che la natura ci ha offerto in quel determinato momento ma è “sempre un po’ bello”, nel senso che ha sempre qualcosa da comunicare. Per riuscire ad intercettare i codici comunicativi della natura è necessario essere o divenire adulti sensibili a questo ambiente, adulti “sapienti di natura” ovvero colti e informati di tutto ciò che gravita attorno alla natura e ai suoi elementi naturali».
INDICE
Vivere la relazione con la natura in modo sereno e naturale, quindi in modo autentico, richiede di scegliere di affrontare culturalmente e pedagogicamente l’argomento, superando anche paure e timori. «L’impressione» afferma sempre Laura Malavasi «è che il tema dell’investimento culturale e pedagogico nella relazione con la natura sia ancora troppo lasciato alla sensibilità e alla passione dei singoli individui, con conseguente chiara debolezza nel sostenere e argomentare le ragioni di questa scelta. Oggi la questione rischia di essere presa in considerazione più in virtù di una nuova “moda” che ripropone la realizzazione dell’orto o della vita all’aria aperta come filone culturale un po’ “trendy” e “alternativo” che reale possibilità di crescita, sviluppo ed esperienza». Inoltre, è sempre bene tenere presente che «lavorare all’esterno, giocare nel giardino o nel cortile con il sole, la pioggia, la neve, utilizzare le pozzanghere come esperienza didattica, sporcarsi con il fango, la terra o correre nei fossati è un’esperienza faticosa. È faticoso organizzare l’equipaggiamento necessario a bambini e adulti per uscire, è faticoso accompagnare i bambini nelle loro esperienze – piuttosto che fermarsi sulla soglia del marciapiede per “sorvegliarli” sull’altalena – è faticoso uscire con cesti e contenitori per raccogliere reperti e materiali che si incontrano nelle uscite».
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1. La Carta dei Servizi 2. Il servizio dell’Asilo Nido 3. Come raggiungerci 4. Come si accede al servizio 5. Come funziona il servizio: 5a. Orari 5b. Accoglienza 5c. Calendario 5d. Ambientamento 5e. Collaborazione Nido-famiglia 5f. Giornata tipo 5g. Attività 5h. Ritorno a casa 5i. Materiale occorrente 5l. Diete 5m. Assenze 6. Costi di frequenza 7. Menù 8. Fattori, indicatori e standard di qualità del servizio 9. Soddisfazione delle famiglie 10. Soddisfazione degli educatori 11. Collaborazione con i servizi pubblici territoriali
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I DIRITTI DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI
APPROFONDENDO
CRESCERE AL NIDO
Alla base di qualsiasi progetto proposto all’Asilo Nido, riteniamo importanti i seguenti diritti dei bambini e delle bambine: • Sviluppare l’autonomia personale • Imparare a conquistare fiducia e autostima • Imparare a gestire l’igiene personale • Orientarsi nello spazio e nel tempo • Imparare a conoscere con il corpo • Imparare a non temere l’errore • Apprendere da diversi punti di vista • Cercare il pensiero che progetta e ragiona • Giungere alla comprensione del linguaggio orale • Costruire la capacità di rispondere • Imparare a parlare di sé • Imparare a esprimere affetti, sentimenti e desideri • Sviluppare la socializzazione attraverso le relazioni con bambini e adulti • Sviluppare l’immaginazione, la fantasia, la curiosità e la creatività come libera espressione di sé • Rispettare e salvaguardare la propria individualità • Sviluppare la capacità di scelta • Apprendere il valore della condivisione • Imparare a rispettare le idee degli altri
Accogliere un bambino all’Asilo Nido richiede impegno, competenza, sensibilità nell’affrontare la relazione con il bambino stesso e con la sua famiglia, nell’organizzare l’ambiente e le routine quotidiane, nel gestire un gruppo di bambini nella varietà delle situazioni e delle attività. È indispensabile saper progettare uno spazio che tenga conto dei bisogni e delle capacità dei bambini e che possa offrire elementi e occasioni per soddisfarli, che sappia coniugare l’esigenza di sicurezza e di cura con il bisogno di esplorazione e di conoscenza, il sentimento di intimità con il piacere di stare insieme agli altri. Si tratta anche di prendersi cura del corpo del bambino, ponendo grande attenzione alle pratiche di routine che scandiscono il tempo dell’Asilo Nido e che rappresentano momenti privilegiati di rapporto tra il bambino e l’adulto. Sono aspetti che hanno molta rilevanza nella progettazione educativa anche perché promuovono capacità comunicative, rapporti interpersonali, competenze cognitive al pari di altre occasioni di gioco e di altre attività.
Per crescere un bambino deve sentirsi protetto e amato, ma deve anche poter giocare, esplorare, sperimentare. Ci sono quindi delle condizioni che vanno perseguite nell’organizzazione del contesto perché possano realizzarsi attività tali da stimolare nei bambini la curiosità, l’intelligenza e il desiderio di conoscere. Occorre per questo collocare le proposte finalizzate a specifici apprendimenti su uno sfondo quotidiano stabile e ordinato, per offrire ai bambini occasioni di conoscenza attraverso esperienze regolari, significative e non banali. Un aspetto peculiare dell’Asilo Nido è quello che si riferisce agli scambi sociali tra bambini. Questo segmento scolastico, infatti, esprime le sue potenzialità educative se la presenza dei coetanei diventa per il bambino un’occasione di crescita sociale, affettiva e cognitiva. Un’attenzione particolare è dedicata poi ai rapporti tra il servizio e le famiglie, perché una connotazione importante dell’identità dell’Asilo Nido è quella di essere un supporto ai genitori nei loro compiti di cura. Infatti, la ricchezza del Nido sta anche nella sua capacità di stabilire buone relazioni con i genitori: da ciò traggono beneficio sia i bambini, che percepiscono positivamente la connessione tra i diversi contesti nella loro vita quotidiana, sia i genitori, che sono incoraggiati a confrontarsi con gli altri, a trovare e costruire valori e saperi educativi condivisi. Per questo le relazioni con la famiglia non sono un accessorio da aggiungere al lavoro educativo, ma costituiscono un aspetto molto rilevante del progetto complessivo dell’Asilo Nido. Se il Nido è un servizio così ricco e complesso anche le competenze professionali di chi vi opera devono essere plurime. Agli educatori e alle educatrici dei servizi viene richiesto un patrimonio di conoscenze, che si riferisce ai temi dello sviluppo infantile, e uno stile relazionale che mette in primo piano le capacità comunicative presupponendo un impegno di autovalutazione e di costante confronto all’interno del gruppo di lavoro. Si tratta di una professionalità che deve essere coltivata con pazienza e sensibilità e che deve essere socialmente valorizzata, perché è dalla sua forza che dipende la ricchezza della vita del servizio e la sua qualità. (Adattamento da Anna Lia Galardini, a cura di, Crescere al nido. Gli spazi, i tempi, le attività, le relazioni, Carocci Faber, Roma 2015)
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PARTE PRATICA con proposte progettuali ed esperienze
Progetti: • “Il pulcino fuori dal guscio” • “Multi-media” • “La Carovana dei Pacifici” ESPERIENZE DI COLTIVAZIONE
OMBRE E COSTELLAZIONI
LA CONTINUITÀ
Molteplici possono essere le esperienze legate all’orto e al giardino che si possono proporre ai bambini, in semplicità, senza particolari attrezzature ma, certamente, dopo averle pensate, progettate e organizzate con cura. Ecco alcune testimonianze di coltivazione, di semina e di piantumazione.
In uno spazio dedicato, con un proiettore e alcune semplici immagini ritagliate dal cartoncino, i bambini possono vivere la magia delle ombre ed essere protagonisti nello scoprire le costellazioni. Gli antichi greci avevano per descrivere il tempo due parole: kronos e kairos. Kronos si riferisce al tempo logico e sequenziale. Kairos identifica un tempo di mezzo, un periodo di tempo indeterminato e impossibile da definire, nel quale qualcosa di speciale accade. Ecco, kairos è il tempo dell’avventura educativa, costituita dal movimento di eventi interconnessi, come i fili di uno splendido arazzo.
UN PACIFICO PARTE DAL NIDO…
Orto e giardinaggio
Il viaggio dei Pacifici prosegue e diventa occasione per creare un legame tra l’Asilo Nido e la Scuola dell’Infanzia, un’attività di raccordo per la continuità. Un passaggio di testimone della pace che porta un Pacifico dal Micro Nido “Il Pulcino” alla Scuola dell’Infanzia “L. Bassetti”, entrambi sul territorio di Sesto Calende (VA). Ogni anno, questa scuola accoglie alcuni dei piccoli del Nido che, diventati grandi, escono dal guscio per iniziare la loro avventura nel mondo della scuola. Margherita, una bambina del Nido, ha creato, a sua immagine e per l’occasione, il Pacifico e tutta orgogliosa lo mostra alla sua mamma.
C’è un filo rosso che collega la casualità alle nostre intenzioni e ci riporta indietro con il pensiero, per poter andare avanti e ricostruire una scuola migliore per i nostri bambini A spasso tra le costellazioni
Ecco Pacifico Margherita
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Esperienze: • Materiali • Uscite sul territorio • Momenti di festa I COLORI VEGETALI
TUTTI IN GITA
CARNEVALE
DALLA NATURA UN’ESPERIENZA UNICA DI PITTURA
DIVERTIRSI INSIEME, GRANDI E PICCINI
L’ATTIMO MAGICO DEL CLOWN
La natura è una risorsa preziosa per il nostro equilibrio. Un’esperienza di pittura con i colori vegetali permette di riavvicinare i bambini al contatto con la natura, all’esperienza reale, emozionale, creativa e fisica con il mondo. Inoltre, creare i propri colori con sostanze naturali è una esperienza sensoriale straordinaria, che piace moltissimo ai bambini. Lasciare che i bambini manipolino, creino, annusino, dipingano ed assaggino i colori che loro stessi hanno creato da una verdura – il rosso dalla barbabietola, il giallo dalla curcuma, il verde dagli spinaci, il viola del cavolo viola – è un’attività che a tutto tondo colma ogni tipo di esperienza con i sensi.
La gita ad Arona (NO), organizzata con i genitori e con i bambini del Nido, diventa una bella occasione per trascorrere una giornata insieme tra bambini e adulti che condividono un tratto di vita e percorrono insieme un cammino di crescita. La gioia, che traspare dai volti di grandi e piccoli, e il piacere di stare insieme, consueto per i bambini e nuovo per i genitori, rafforza i legami e dà continuità alla relazione educativa con e per i bambini.
Il Carnevale, nei suoi momenti di divertimento e di condivisione, diventa un’occasione per conoscere il mondo magico del circo, grazie anche alla presenza sul territorio di una scuola circense, il Circo Clap di Arona (NO). Dopo aver intrattenuto i bambini con uno spettacolo circense, Paolo – in veste di clown – riceve una sorpresa: i bambini e le bambine del Nido decidono di fare un dono al Circo Clap e consegnano a Paolo il Pacifico costruito da Enea, come ringraziamento per aver regalato loro attimi di magia, allegria e stupore.
Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianca che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengono a impregnarlo dei loro colori
Non è importante il luogo, ma il modo di abitarlo e il tempo che vi si trascorre. Bambini e adulti insieme
Io sono un clown e faccio collezione di attimi
Fabrizio Caramagna
Heinrich Böll
Tempo vissuto insieme
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QUADERNO OPERATIVO
01
Colora il guscio del pulcino con la digitopittura azzurra, poi ascolta la canzone.
T
09
Incolla pezzetti di carte rossa, gialla e blu sui matitoni.
A
T
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RACCI 02
RACCI
A
ROSSO, GIALLO E BLU
RACCI
A
CIAO, SONO PULCINO!
T
Nel quaderno operativo le proposte guidano i bambini alla scoperta della propria identità e autonomia e allo sviluppo delle competenze di base, seguendo la scansione del calendario, con la stagionalità e le feste. Pulcino con la sua storia apre il quaderno operativo e accompagna poi il bambino nelle pagine, seguendolo nella sua crescita e negli apprendimenti.
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IN AUTUNNO... LE CASTAGNE
MI DIVERTO
L’ALBERO DI NATALE
Colora le castagne con il pennarello marrone.
Colora il dondolino con il pastellone rosa.
Colora l’albero di Natale con una spugna intinta nella tempera verde.
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FORCHETTA E CUCCHIAIO
SOTTO LA DOCCIA
Colora la forchetta e il cucchiaio con il pastellone verde chiaro.
Colora la schiuma con una spugna intinta nella tempera azzurra.
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COME USARE PULCINO IN GUIDA
RACCI
A
T
Nella parte pratica della Guida, nella sezione dedicata alla progettazione generale si trovano le motivazioni relative all’utilizzo del personaggio mediatore, così da avere consapevolezza dell’importanza del suo ruolo con e per i bambini. Mentre, nella fase introduttiva dei progetti e delle esperienze, oltre ad alcune brevi riflessioni, vengono suggerite possibili modalità di utilizzo di Pulcino. È Pulcino che introduce i bambini alla sperimentazione nei progetti e alle attività nelle esperienze e li accompagna, con la sua presenza, a volte fisica e a volte solo mentale, ma sempre inclusiva, a esplorare nuovi mondi in cui avventurarsi.
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PULCINO FUORI DAL GUSCIO Colora il pulcino con il pastellone giallo.
LC IN O DI P U A NEL POLLAEIOIN. DIETRO COME IA R I O IN T T L A S NE QUELLA MPETATTAVANO AV. ANT ».
M S IO UNO S C E? E ZA O N FU UA LC O NA ITAT E NA C DI Q NUA N D E AG Q UA R IVO «M A Q TUTT L’ A R Ò RNI E NA, EN T I O LL EV T I G IO N ZI A LT R E. N A PA ZI A TA , SI S IM IÙ P O A O LE IO LI O A I DA H EL LA S S ER M COR LE G C U R IC TA Q IN O R S P ET ANO D EVA O SC STA U OVA N IE EV E A H D LA SE A R U C » C H IE »48 IO E LE S O ST RA? CA? E UN NDO CUCC «AL LO MAN P IU M C OVA IL B EC N TO AVA CON TO LE «Q UA C IA ST U D Ì S OT S C IO H IO C IL G U IA M Ò LA C IA ! EN T E T TO IO O LM E CH G R A N A CHE L’ A LA AV EV D O FI O E… IN O OT TO P IA N P U LC RO S U O P IA N IC IM AL S O PR E A O… EZ ZA IL S U AND N TA R D O LC UA R D A CA ». CON E. VA G AAA! IN IZ IÒ M IS E LL IN MAA LI C E, E GA M E. E LO «M A M LO FE A LT R !». C IA S O NO O O C U D LE S IO AT N P ER H N A IO TÒ IL A R DA LA C T EN TA C O LO È IV EN P O LL E, G U CON NP IC TO D H III II… O CH O AL A N TA IC ES N C T U T TA ! IL M IO LL U O IR A A Q R H G IT C E O AC C IA UA N A S C C H IC O !». S A IL R FF IN O «È N AT A O G LC I C N LA S O PU el m o R IA S N LU Ò DI O lg U IV AT N U TO R N T O R R A ne lla G O LA TE È LA FA ST EG G IA Anto A R C IA LM EN LI D EL FE ! SQU FI N A O E N IM A S O LE IN O ! D EL G LI A A N AT «PU LC UTTI A P P EN A M O N TO RA T O LO L TR A LLO A P IC C O IL E FI N V ED ER N ZA N D O DA DO E UNA
ST R A
C ’ ER A LL IN E ER A N O
linguistici. Mediatori, quindi, che possono inizialmente avere un senso solo per il microcosmo costituito da una relazione duale, ma che poi si allargano alle altre persone, agli altri soggetti di un contesto delimitato e che crescono e diventano mediatori di tutta una comunità». La scelta di mediatori fantastici, in particolare personaggi animati consente, all’interno di un contesto motivante e in un’attenta regia, di dare voce all’io e all’immaginario dei bambini. Come si legge in Una scuola, uno sfondo: sfondo integratore, organizzazione didattica e complessità (Paolo Editore, 1988), «programmare l’azione didattica attraverso un personaggio mediatore significa permettere, fra gli altri vantaggi, di rilevare le tracce possedute dai bambini ed imparare a leggerle». Ma non solo, quando la relazione è magari complessa e difficoltosa, tanto da non poter essere diretta tra adulto e bambino, un oggetto, che media e si interpone, non diventa una barriera, ma anzi abbatte quei muri che difficilmente avrebbero potuto essere valicati o distrutti.
CIAO SONO PULCINO, VUOI CRESCERE INSIEME A ME? TI STARÒ VICINO E TI ACCOMPAGNERÒ IN OGNI TUA SCOPERTA!
ZARE ORE UTILIZ EDIAT COME NAGGIO M O S IL PER
osto. edisp te pr da. almen circon che lo è norm rso il che ne del mondo è attrave no bi », nsi, e sé bino ai se il bam ne, di bam rpo, io a per co un az l ec di or – da trins e espl ù seria esso , ne in se st è anch ’azione pi ivazio azione e, ma e tutto ne e a mot è «l ar st io o riun oc ve az oc in rv to si o ha per gi , il gi osse imen mbino Il gioc ngioca taigne ato tra l’apprend e il ba di co ta. bino Mon integr o, l qual zioni iene cresci Il bam st ne ua pp so la , so sit es e ilu oc , in me ludico scoperta llo sv ento un pr Se, co o de ento to è odam rtam ssa la l cors trasfor imen et, ne l’accom no di compo te – che pa rend e bi ag e pp m Pi en per al ba ey l’a ilazion ia, e alla m Dew ente di ssim cons quin e teor , per ite l’a . tram no è atica e Fry, enza Inoltre bi pr vo lb po sc m a iti m Ko no gn da rienz r, il ba ette in ca in co ello co espe tdoo izzato iva – to, m e ou ra a liv ento. , teor emot door dimen . le ed nziale struttu in am ia en se rie bi ole, ni or pr es pl cam tand espe sens entazio esso di ap più com esen tinuo ento im itiva, pr er im gn e e, oc sp rend ove rienz a – co rio pr ità e L’app pre nu este espe prop erienz nze, attiv , sem l’esp a del lui. qu perie mare me a e altre mbini in olistic es sc sie ve o isi in ba chia vers acqu viverle gna i Attra ica in e ne mpa doli a onist tenze , acco gnan protag compe presenza mpa oprie a e acco le pr n la su idandole o, co Pulcin ole, gu nd duce NO intro AO SO
81
CI O, PU LC IN SI EM E IN AMO SCOP RI MON DO ? IL UR E AV VE NT TA NT E RI EN ZE CI PE ED ES TTAN O! AS PE
16 7
NEL QUADERNO OPERATIVO Pulcino è presente nelle pagine del quaderno operativo, sia a livello grafico che pratico. È infatti il protagonista di alcune pagine, a partire dalla storia iniziale, e cresce piano piano insieme al bambino, fino a uscire dal guscio. In altre pagine, l’icona dedicata rimanda alle canzoni, che sono sempre introdotte da un saluto di Pulcino. Nel momento operativo, Pulcino, tenuto tra le mani dell’educatrice o dell’educatore, presenta l’attività, catturando l’attenzione dei bambini, amplificando la motivazione e l’interesse e supportando, a livello psicologico, i piccoli durante l’esperienza.
8
INDICE PARTE TEORICA Introduzione..............................................................................................................................
12
L’educazione in natura.. ...............................................................................................................
16
Fuori. Suggestioni nell’incontro tra educazione e natura...............................................
20
La pedagogia del bosco.. ............................................................................................................
22
I punti nodali della pedagogia del bosco...................................................................
26
La pedagogia della lentezza.. .......................................................................................................
28
Strategie didattiche di rallentamento.. .......................................................................
31
La pedagogia della relazione.......................................................................................................
32
Crescere al Nido....................................................................................................
34
La pedagogia della socialità.. .......................................................................................................
36
I bambini tra loro: la vita di gruppo nel Nido.. .............................................................
40
Lo sguardo dello “zerosei” al Nido................................................................................................
42
La gestione all’Asilo Nido............................................................................................................
44
Una carta per tre diritti ...........................................................................................
58
Regolamento Micro Nido “Il Pulcino”.............................................................................................
60
L’ambientamento tra emozioni e aspettative...............................................................
62
Il Progetto Pedagogico.. ..............................................................................................................
64
APPROFONDENDO
APPROFONDENDO
APPROFONDENDO
APPROFONDENDO
APPROFONDENDO
APPROFONDENDO
APPROFONDENDO
APPROFONDENDO
C’era una volta… I bambini e le bambine ci sono sempre stati,
ma l’infanzia no..........................................................................................................................
74
PARTE PRATICA Progettazione............................................................................................................................
76
Progetti specifici........................................................................................................................
82
Progettare con Pulcino................................................................................................................
80
Progetto “Il pulcino fuori dal guscio“.............................................................................................
84
Ciao, sono Pulcino TRACCIA 01
85
Premessa.................................................................................................................................. .................................................................................................
84
Il territorio. . ...............................................................................................................................
86
Obiettivi...................................................................................................................................
91
Progettazione spazio esterno.......................................................................................................
Approccio metodologico............................................................................................................ Come utilizzare il personaggio mediatore. . ....................................................................................
Attività ed emozioni...................................................................................................................
L’orto-giardino........................................................................................................................... APPROFONDENDO
Per una rete di orti di pace. . .....................................................................................
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96
Il tempo dell’orto.......................................................................................................................
97
Bancale di erbe aromatiche.........................................................................................................
99
Esperienze di coltivazione...........................................................................................................
98
Percorso motorio e camminamento..............................................................................................
100
L’edilizia. . ..................................................................................................................................
103
L’equilibrio................................................................................................................................ Le casette degli uccellini.............................................................................................................
Uscita sul territorio..................................................................................................................... APPROFONDENDO
Di nuovo fuori dal guscio. L’esperienza al centro estivo
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durante il lockdown. . ..................................................................................................................
106
Progetto “Multi-media“...............................................................................................................
108
Obiettivi...................................................................................................................................
110
Premessa.................................................................................................................................. Approccio metodologico............................................................................................................ Come utilizzare il personaggio mediatore. . ....................................................................................
Scena educativa. . .......................................................................................................................
Strumenti..................................................................................................................................
Attività.. .................................................................................................................................... Luce e ombre............................................................................................................................ Natura e stagioni. . ...................................................................................................................... Guarda le stagioni TRACCIA 02
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Ombre e costellazioni................................................................................................................. APPROFONDENDO
Il tempo................................................................................................................
Luci di Natale............................................................................................................................ Arriva Babbo Natale TRACCIA 0
La Befana eccola qua TRACCIA 04
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Sguardo sul fiume......................................................................................................................
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Immagini vicine e lontane.. .......................................................................................................... Emozioni e luci a fine anno.......................................................................................................... APPROFONDENDO
La competenza digitale...........................................................................................
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Progetto “La Carovana dei Pacifici“...............................................................................................
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La Carovana dei Pacifici. Percorso di riflessione per pensare e giocare la pace................
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Approccio metodologico............................................................................................................
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Premessa.................................................................................................................................. APPROFONDENDO
Obiettivi................................................................................................................................... Come utilizzare il personaggio mediatore. . ....................................................................................
Attività.. .................................................................................................................................... Filastrocche e poesie di pace.......................................................................................................
Dialoghi. . .................................................................................................................................. L’arcobaleno di mani. . ................................................................................................................. Gioco della Carovana dei Pacifici. . ................................................................................................
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APPROFONDENDO
Il kit La Carovana dei Pacifici....................................................................................
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Messaggi dei bambini................................................................................................................
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I nostri Pacifici nel mondo. . ..........................................................................................................
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Creazione del proprio pacifico.....................................................................................................
Pacifici in città............................................................................................................................ APPROFONDENDO
Parcobaleno. Un’esplosione di colori di Stefano Rossetti..............................................
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Il nostro cartellone della Carovana dei Pacifici................................................................................
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La libertà di essere.....................................................................................................................
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La continuità.. ............................................................................................................................ Pacifici, la libertà di “essere” TRACCIA YOUTUBE
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Esperienze................................................................................................................................
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Avventura con Gianni Rodari.. ......................................................................................................
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Come utilizzare il personaggio mediatore. . .................................................................................... APPROFONDENDO
Il pensiero ecologico di Rodari.................................................................................
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La tela bianca............................................................................................................................
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Argilla tra le mani.......................................................................................................................
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I nonni sempre. . ......................................................................................................................... Il valore della condivisione.......................................................................................................... APPROFONDENDO
Condivisione: come aiutare i bambini ad accettarla?...................................................
L’atmosfera di Halloween............................................................................................................ Dolcetto o scherzetto? TRACCIA 05
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Emozioni al museo..................................................................................................................... APPROFONDENDO
La creatività di Stefano Rossetti................................................................................
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La cura degli animali. . .................................................................................................................
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Ninna Nanna TRACCIA 06
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La pasta e le tagliatelle...............................................................................................................
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Ninna Nanna............................................................................................................................. La nevicata................................................................................................................................ Carnevale................................................................................................................................. A Carnevale TRACCIA 07
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Pulcini tra le mani.......................................................................................................................
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Il regalo della nostalgia. . .............................................................................................................
Pasqua.. .................................................................................................................................... Nell’uovo di Pasqua TRACCIA 08
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Il corpo abitato..........................................................................................................................
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Rosso, giallo e blu TRACCIA 09
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I colori vegetali.......................................................................................................................... ..................................................................................................
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Tutti in gita................................................................................................................................
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Tracce di noi..............................................................................................................................
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Opere in mostra. . ....................................................................................................................... Festa di fine anno....................................................................................................................... Pulcino… fuori dal guscio TRACCIA 10
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PARTE TEORICA
INTRODUZIONE L’Asilo Nido ha il compito di curare e favorire l’evoluzione di tutti gli aspetti della personalità dei suoi piccoli e piccolissimi utenti. L’aspetto cognitivo, quello emotivo-affettivo, quello sociale, ma anche quello creativo devono tenere conto delle fasce di età e delle loro peculiari caratteristiche. Proprio sulla base di questi fattori, l’Asilo Nido si organizza a diversi livelli e stende un progetto pedagogico-educativo, nel quale gli obiettivi generali esprimono le finalità educative a cui tendere, mentre la progettazione esplicita anche altri fattori, quali i metodi, i contenuti e gli strumenti necessari per il raggiungimento di quegli obiettivi. La metodologia con cui raggiungere gli obiettivi si avvale anche del modello della progettazione specifica annuale. Questa modalità non permette la previsione di tappe, il cammino da seguire è complesso, incerto e ha tutti i vantaggi e i rischi dell’avventura. Sopporta anche l’errore, la complessità e l’incertezza. Ogni anno, il progetto specifico viene deciso con e dai bambini, da quei bambini che frequentano e vivono l’Asilo Nido, partendo dai loro desideri, dalle loro curiosità, inclinazioni e passioni. Prerequisito delle attività e dei metodi per la realizzazione degli obiettivi di ogni progetto è la capacità delle educatrici e degli educatori di saper osservare i bimbi per coglierne bisogni, capacità ma anche difficoltà, che necessitano di eventuali interventi. Il ruolo dell’educatrice e dell’educatore è quello di guida che, pur mantenendo alto il clima di spontaneità ed entusiasmo dei bimbi, sa intervenire adeguatamente, offrendo stimoli nei momenti giusti e correggendo eventuali modalità relazionali inadeguate. La metodologia educativa del progetto favorisce la capacità di lavorare insieme e il pensiero divergente diventa, così, creativo-costruttivo.
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Solitamente, il progetto specifico porta alla realizzazione di qualcosa di concreto come un manufatto, una mostra, un’iniziativa collettiva e all’uso di tecnologie e strumenti informatici. Nella fase di discussione e realizzazione del progetto entrano in gioco, integrandosi, quasi tutti gli obiettivi della progettazione generale. Il progetto specifico, quindi, si compone passo dopo passo e viene creato e documentato concretamente con l’ausilio di materiale fotografico, citazioni dei bambini, riprese video e riflessioni da parte degli educatori. Affinché il progetto sia completo e reticolato occorrono e concorrono tutte le diverse parti e i vari componenti, come racconta questa leggenda indiana: «Sul palazzo del Dio Indra, garante dell’ordine cosmico e sociale, vi è una rete di gemme disposte in modo tale che, osservandone una, si vedono tutte le altre in essa riflesse. La struttura dell’intera rete è determinata dalle connessioni reciproche delle parti». I modelli teorici a cui l’Asilo Nido si riferisce sono dati dalle scienze psico-pedagogiche; il nostro Nido infatti non prende in considerazione un solo e specifico modello, ma cerca di integrare nel progetto educativo le diverse teorie, utilizzandole in base al bisogno del bambino, alla sua spontaneità, all’obiettivo che si prende in considerazione, alla fascia di età, alle situazioni che occasionalmente si presentano. I modelli pedagogici a cui facciamo riferimento sono, prima di tutto, la teoria piagettiana finalizzata a favorire lo sviluppo cognitivo, fin dai tre mesi di età. È poi fondamentale per noi l’approccio di Loris Malaguzzi per quanto riguarda l’ideazione e la realizzazione dei progetti aperti. Come lui, sosteniamo l’idea che il bambino sia un essere sociale attivo e quindi desideroso e capace di integrarsi con la comunità che lo circonda, a partire dalle uscite sul territorio, che trasformano i bambini in piccoli cittadini. Non può certo mancare il riferimento a Maria Montessori che, attraverso il suo lavoro con i bambini, arrivò a delineare il concetto che l’educazione sia l’arma della pace, ma la pace è innanzitutto un problema pedagogico, pertanto attraverso l’educazione si può ottenere la sua realizzazione.
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L’educazione naturale è un altro cardine del nostro “vivere” l’Asilo Nido, in quanto favorisce la scoperta dei segreti della natura, del cosmo e il rispetto verso l’ambiente e ogni essere vivente. Come dice Monica Guerra nel libro Fuori. Suggestioni nell’incontro tra educazione e natura (FrancoAngeli, 2018), «l’educazione naturale individua nel fuori una dimensione privilegiata delle esperienze di crescita e apprendimento, divenendo in questo modo vicina e congeniale alle modalità di ricercare e conoscere di bambini e ragazzi. La questione in gioco non riguarda solo il cominciare ad uscire dagli edifici, ma il pensarsi dentro ad un altro clima, relazionale e culturale, che riduce le distanze tra le esperienze di cui bambini e ragazzi sono portatori e i programmi che l’educazione formale propone loro, modificando l’approccio e le ragioni per nutrire con nuova linfa il dentro». Infine, facendo riferimento alle teorie pedagogiche di Rudolf Steiner, il nostro obiettivo è quello di educare il bambino all’armonia del bello, così che, una volta adulto, continuerà a ricercare questa armonia; inoltre, avvicinare il bambino al mondo dei colori ha l’obiettivo di sperimentare le emozioni che gli stessi colori suscitano in lui. Ancora una volta, il nostro ruolo è quello del regista impegnato con la sua cinepresa. Non è un ruolo passivo, perché l’educatrice o l’educatore è regista del conoscere del bambino, ma anche costruttore insieme a lui. Noi stessi apprendiamo dai bambini che apprendono e nostro compito è anche creare un contesto propizio e di ascolto, attento e partecipe. La documentazione, poi, svolge un ruolo fondamentale nel rendere visibili i processi e la loro natura, proprio perché a partire dalla documentazione, dalle tracce dei bambini, conosciamo e impariamo come i bambini apprendono e, proprio da questa conoscenza, possiamo fare riflessioni pedagogiche e ipotesi di insegnamento.
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Se abituiamo le nostre bambine e i nostri bambini a conoscere in termini critici, a fare, a creare dal nulla e a collaborare, formeremo adulti capaci di fare altrettanto con le generazioni future, evitando di cadere nella trappola del pensiero stereotipato. È tempo di accettare la particolarità, tempo di accettare la soggettività, la creatività, il pensiero divergente, la ricchezza nelle diversità, il rispetto e la tutela delle minoranze, entrando in una dimensione sociale reticolare e non lineare. Ribaltiamo le vecchie leggi per aprirci al nuovo, al relativismo dei pensieri, a una educazione empatica, che non ha paura di parlare di sentimenti, di cura, di ascolto. Diventa, allora, determinante ragionare su come far nascere nel bambino la capacità e il piacere di confrontarsi con le idee dei compagni, degli educatori, degli adulti, anche se diverse le une dalle altre. Questa idea non è solo pedagogica, ma diventa, soprattutto con i bambini piccoli, una questione sociale ed etica. La nostra teoria principale, il nostro punto che non si sfoca mai e sul quale ruota ogni scelta di comunicazione, ogni scelta di linguaggio, ogni approccio, ogni proposta di attività e ogni pensiero e riflessione, è che il bambino è forte, ricco e potente fin dalla nascita. Un bambino con enormi potenzialità energiche, dotato di capacità di autocostruzione, che vuole crescere e conoscere la vita con la curiosità e la pienezza dei propri sensi. Un bambino che vuole sapere, ma per vie e tempi propri, ed essere costruttore di diritti e di futuro. Letizia e Cinzia
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L’EDUCAZIONE IN NATURA «Perché un bambino mantenga vivo il suo innato senso di meraviglia ha bisogno della compagnia di almeno un adulto che possa condividerla, riscoprendo con lui la gioia, l’eccitazione e il mistero del mondo in cui viviamo.» Rachel Carson
Nella lunga esperienza di studio e di ricerca sul tema della pedagogia naturale, Laura Malavasi sottolinea le potenzialità, in termini educativi, didattici e personali, dell’educazione naturale e della relazione con la natura. Come spiegato nel suo libro L’educazione naturale nei servizi e nelle scuole dell’infanzia (edizioni junior, 2019), Laura Malavasi afferma che «la natura parla, parla ad un bambino, ad un adulto, ad un artista, ad un botanico, a chiunque – indipendentemente dalla propria storia e dalla propria professione – desideri mettersi in ascolto e ognuno, nei propri modi e tempi, può avviare un lavoro individuale di raccolta, di osservazione e di progettazione con un materiale che “è quello che è”, è ciò che la natura ci ha offerto in quel determinato momento ma è “sempre un po’ bello”, nel senso che ha sempre qualcosa da comunicare. Per riuscire ad intercettare i codici comunicativi della natura è necessario essere o divenire adulti sensibili a questo ambiente, adulti “sapienti di natura” ovvero colti e informati di tutto ciò che gravita attorno alla natura e ai suoi elementi naturali».
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Vivere la relazione con la natura in modo sereno e naturale, quindi in modo autentico, richiede di scegliere di affrontare culturalmente e pedagogicamente l’argomento, superando anche paure e timori. «L’impressione» afferma sempre Laura Malavasi «è che il tema dell’investimento culturale e pedagogico nella relazione con la natura sia ancora troppo lasciato alla sensibilità e alla passione dei singoli individui, con conseguente chiara debolezza nel sostenere e argomentare le ragioni di questa scelta. Oggi la questione rischia di essere presa in considerazione più in virtù di una nuova “moda” che ripropone la realizzazione dell’orto o della vita all’aria aperta come filone culturale un po’ “trendy” e “alternativo” che reale possibilità di crescita, sviluppo ed esperienza». Inoltre, è sempre bene tenere presente che «lavorare all’esterno, giocare nel giardino o nel cortile con il sole, la pioggia, la neve, utilizzare le pozzanghere come esperienza didattica, sporcarsi con il fango, la terra o correre nei fossati è un’esperienza faticosa. È faticoso organizzare l’equipaggiamento necessario a bambini e adulti per uscire, è faticoso accompagnare i bambini nelle loro esperienze – piuttosto che fermarsi sulla soglia del marciapiede per “sorvegliarli” sull’altalena – è faticoso uscire con cesti e contenitori per raccogliere reperti e materiali che si incontrano nelle uscite».
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Proporre ai bambini un’esperienza “vera”, di relazione con la natura richiede che gli adulti, per primi, credano nel “bisogno vitale di contatto diretto con le forme della natura” e che “stare all’aria aperta” sia un’occasione affinché i piccoli possano accrescere la loro autonomia, sentendosi adeguati e liberi, e costruire una relazione sana e sicura con la natura. L’adulto deve quindi ragionare sull’idea di protezione self made, in modo da fornire ai bambini strumenti ed esperienze in cui il rischio non fa rima con la paura.
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È bene tenere a mente le parole di Laura Malavasi, la quale afferma che «è fuori discussione che la sicurezza e il benessere dei bambini siano un bene prezioso, ma lo diventano ancora di più quando il bambino ha la possibilità di sperimentare i propri limiti, di mettersi alla prova, di rendersi conto e di acquisire consapevolezza in merito al proprio corpo, alle potenzialità che esso può esprimere e ai limiti che sempre esso propone. È nel fornire ai bambini gli strumenti per aumentare il proprio concetto di stima, di identità e di acquisizione del concetto di limite che si rende il bambino sempre più autonomo dal punto di vista cognitivo, motorio ed affettivo e lo si rende partecipe alla costruzione del concetto di sicurezza e di salvaguardia di se stesso. […] Ecco allora che passerelle, sedute in legno, pietraie si offrono per poter ragionare in ordine di disordine, di rischio, di lentezza, di cambiamento, di movimento e di relazioni tra bambini, tra bambini e adulti, tra bambini, adulti ed elementi naturali. Colline, salici, fontane, cerchi di sassi non impauriscono più ma diventano situazioni che sostengono e attivano “fascinazione” nei bambini e negli adulti, intesa come quel tipo di attenzione involontaria sollecitata in particolare da grandi spazi e ambienti naturali. L’attenzione indiretta, infatti, risulta essere un’abilità fondamentale che i bambini possono affinare stando a contatto diretto con la natura e lasciandosi catturare da un certo tipo di albero, una foglia o un insetto. Come se le organizzazioni neuronali coinvolte nell’attenzione del “nature boy” fossero più fresche, più elastiche meno logore e più libere di quelle già sollecitate da concentrazioni e attenzioni forzate e già predisposte». Ecco allora l’invito a non perdere questa opportunità di vivere, in ogni tempo e in ogni stagione, gli spazi all’aperto in modo intenzionale, pensandoli come luoghi di esplorazione, scoperta e apprendimento, anche per amare e rispettare la natura e il mondo in cui viviamo.
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APPROFONDENDO
FUORI Suggestioni nell’incontro tra educazione e natura Pensare a un’educazione naturale, intesa come educazione sia che individua nel fuori una dimensione privilegiata delle esperienze di apprendimento, sia che si propone di essere vicina e congeniale alle modalità di ricercare e conoscere di bambini e ragazzi, è questione pedagogica e didattica di rilievo. Perché quello tra bambini e ragazzi da un lato e natura dall’altro non è un incontro semplice né semplificabile, né da semplificare. Non tanto per le dimensioni di rischio che gli sono generalmente e variamente attribuite, quanto, e secondo noi soprattutto, per la sua profondità culturale. Una profondità che richiede uno sguardo competente, come quello di chi ricerca conoscenza e comprensione; la volontà di posizionarsi culturalmente lungo gli estremi di una visione idilliaca da un lato e selvaggia dall’altro, per cercare il proprio punto di equilibrio; la tensione verso un’esperienza diretta continuativa, che sappia nutrirsi dei saperi locali – non per questo da considerare marginali – e dialogare con una urgenza globale, per coltivare la dimensione naturale in quanto cultura primaria, e non primitiva.
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Il fuori cui ci riferiamo è ovviamente in primo luogo quello della natura, ma più in generale è quello del mondo oltre la soglia delle classi e delle abitazioni, che parla altre lingue e altri linguaggi. Parallelamente, quello a cui ci riferiamo è un fuori globale, perché interessa questioni universali, come ci ricordano costantemente i colleghi di tutto il mondo a cominciare da quelli di Children & Nature Network, questioni che riguardano la salvezza stessa del pianeta e la possibilità dei suoi abitanti di vivere una vita eticamente rispettosa verso l’ambiente, se stessi, gli altri. Ma anche di vivere in pienezza, salute, intelligenza, felicità. La dimensione dell’esperienza in natura contiene, dunque, numerosissime motivazioni, anche educative e didattiche, che possono contribuire a ripensare alla radice il modo stesso di fare educazione e scuola, non solo perché fuori tutto è più complesso ed intrigante per i bambini e i ragazzi, ma anche perché fuori è più facile per gli adulti, si tratti di educatori e insegnanti o familiari, ripensare il proprio ruolo, essi stessi messi alla prova da un’aula o da una casa, meno strutturata e più imprevedibile. La questione in gioco non riguarda solo il cominciare ad uscire dagli edifici, ma il pensarsi dentro ad un altro clima, relazionale e culturale, che riduce le distanze tra le esperienze di cui bambini e ragazzi sono portatori e i programmi che l’educazione formale propone loro, modificando l’approccio e le ragioni per nutrire con nuova linfa il dentro. Educare, come fare scuola, in natura risponde alle domande naturali dei bambini e dei ragazzi, ribalta le convenzioni, invita al cambiamento, chiedendo all’adulto di mettere a disposizione strumenti capaci di sostenere e focalizzare gli sguardi, in modo da tenere alti il livello osservativo, la curiosità, l’abitudine ad interrogarsi. Adulti “colti di natura”, dentro e fuori i servizi educativi e le scuole, hanno bisogno di moltiplicare il proprio sguardo, di cogliere la complessità che la natura svela, di accompagnare con competenza questo incontro, perché possa dipanarsi in tutta la sua ricchezza. Ne deriva un abecedario, come scrisse a suo tempo Frabboni (1978), sull’incontro di bambini e ragazzi con la natura, sulle questioni epistemologiche, scientifiche, metodologiche, didattiche che lo attraversano. In Italia, la curiosità della ricerca, anche pedagogica e didattica, sta rinnovando l’interesse e articolando le proposte, nel solco di una tradizione lunga e importante sul tema: una curiosità che si nutre anche di quanto continuamente sollecita ciò che emerge in ambito internazionale, dove gli studi, più orientati a delineare le ragioni di rilevanza del tema da un lato, ma anche a sperimentare esperienze radicali di educazione all’aperto dall’altro, non sono mai venuti meno. È un esercizio continuo di ricollocazione, che molto somiglia a ciò che il mondo continuamente ci chiede e che sollecita a stare in ascolto e dialogo con le esperienze che bambini e ragazzi possono fare. Fuori. (Monica Guerra, a cura di, FUORI. Suggestioni nell’incontro tra educazione e natura, FrancoAngeli, Milano 2018)
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LA PEDAGOGIA DEL BOSCO «I boschi erano il mio ricostituente, la natura mi calmava e mi permetteva una migliore concentrazione ma nel contempo eccitava i miei sensi.» Richard Louv
La pedagogia nel bosco, nel quadro dell’outdoor education, trova applicazione in tutte quelle esperienze di educazione prescolare (l’asilo nel bosco) e scolare (la scuola nel bosco), in cui la natura ha un ruolo primario nelle proposte educativo-didattiche. Il metodo – che si è sviluppato in Scandinavia nel secondo dopoguerra e si è poi esteso a tutto il sud dell’Europa negli anni Novanta – richiama alle esperienze dei Waldkindergarten tedeschi e propone di fare dell’educazione naturale il fulcro dei percorsi esperienziali e di apprendimento dei bambini.
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Cambiando l’ottica e l’approccio sia a livello educativo che didattico, i bambini hanno l’opportunità di uscire all’aperto per incontrare la natura, nei giardini, nei boschi, nel territorio che solitamente abitano. Al tempo stesso, la natura entra negli spazi educativi e scolastici, ripensandoli e trasformandoli, con modi e tempi a partire dai bisogni e dagli interessi dei bambini. L’educazione naturale consente, poi, di far crescere, all’interno della comunità educativa, buoni comportamenti nella relazione con sé, con gli altri e con l’ambiente, avviando i bambini, fin da piccoli, a un modello di sviluppo sostenibile all’interno di una cittadinanza attiva che consente di superare individualismi, pensare e operare secondo una logica di interdipendenza planetaria per approdare alla tutela dell’ambiente, urbano e planetario e imparare a ragionare secondo la logica dell’impatto, in un crescendo che riproduce la complessità della realtà e richiede ai singoli di sviluppare resilienza. Farsi promotore di un approccio ai problemi che sia sostenibile non solo a livello ambientale, ma anche economico e sociale. Sviluppare un pensiero sostenibile rappresenta forse la più grande delle sfide del nostro tempo. Si tratta di far maturare negli individui la responsabilità di una equità di tipo intergenerazionale.
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Agire per il superamento delle disuguaglianze e operare per la coesione sociale. Occorre esplorare la propria vita quotidiana, ricostruire uno stile e osservare quanto sia dissimile rispetto ad altri. In questo modo si esercita un pensiero globale e interculturale, capace di cambiare le prospettive e di guardare alle situazioni da diversi punti di vista, all’interno di un contesto privilegiato di apprendimento. Un luogo dove si impara a crescere dentro un’antropologia democratica: fatta di rispetto per le differenze, partecipazione alla vita comune, valorizzazione del contributo di ognuno in cui la cittadinanza attiva e responsabile, insieme al pensiero sostenibile, possono manifestarsi e crescere.
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In tutto ciò, l’Agenda 2030 per la sostenibilità rappresenta un punto di riferimento importante, proprio perché è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, voluto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel 2015, in cui sono scritti 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, che guidano il mondo sulla strada da percorrere entro il 2030, anno in cui i Paesi si sono impegnati a raggiungerli per migliorare la qualità della vita delle persone. Gli obiettivi comuni riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità. (Adattamento da Filomena Nocera, L'Agenda 2030: educazione alla sostenibilità, in Giancarlo Cerini, Silvana Loiero, Mirella Spinosi, a cura di, Competenze chiave per la cittadinanza, Tecnodid e Giunti Scuola, Napoli 2018)
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APPROFONDENDO
I PUNTI NODALI DELLA PEDAGOGIA DEL BOSCO Vi sono alcune caratteristiche a cui la pedagogia del bosco si ispira, che si possono riassumere nei seguenti punti nodali che guidano percorsi ed esperienze didattiche all’aperto: • S alute e motricità Il bosco offre una varietà di stimoli naturali attraverso i quali i bambini imparano a prendere consapevolezza del loro corpo e della loro forza. • V ivere il ritmo delle stagioni e i fenomeni naturali Vivendo costantemente in spazi aperti, il bambino affronta in modo spontaneo e naturale il cambiamento delle stagioni, apprende le diverse caratteristiche e qualità di primavera, estate, autunno e inverno. • A ttivazione della percezione sensoriale attraverso esperienze primordiali Nella nostra abituale realtà tutti quanti usiamo solo una piccola parte delle capacità dei nostri sensi. Il bosco e la natura ci invitano invece ad abitare in essi attraverso un approccio multisensoriale. • A pprendimento globale e gioco libero Nel gioco libero, ossia senza la guida di un adulto, i bambini possono sviluppare nuove idee e pensieri, imparando a rapportarsi con gli altri e a negoziare le regole scendendo a compromessi. • E ducazione ambientale Nella scuola nel bosco avviene attraverso due modalità: attraverso i racconti e le conoscenze sull’ambiente che gli educatori comunicano quotidianamente, da un lato; attraverso esperienze che i bambini possono fare spontaneamente e autonomamente, dall’altro.
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• P ossibilità di conoscere e apprendere i limiti della propria corporeità, promuovere l’autostima e l’autonomia I bambini, mettendosi alla prova fisicamente, arrivano a conoscere i propri limiti. Ogni successo rinforza la loro autostima e dà loro la possibilità di valutare meglio le proprie capacità. • S perimentare lo scorrere del tempo e il silenzio Il silenzio, così raro nella nostra società, diventa occasione per concentrarsi, fermarsi, ascoltare. Anche il tempo viene percepito diversamente, in modo più spontaneo e con un approccio più tranquillo. • A pprezzamento della convivenza e promozione dell’atteggiamento sociale I bambini imparano a tenersi in considerazione l’uno con l’altro, ad aspettare, ad ascoltarsi, ad accettare debolezze e forze individuali e sviluppano molto velocemente un forte sentimento di appartenenza al gruppo. (Michela Schenetti, Irene Salvaterra, Benedetta Rossini, La scuola nel bosco. Pedagogia, didattica e natura, Erickson, Trento 2015)
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LA PEDAGOGIA DELLA LENTEZZA «Tempo della scoperta, dell’analisi, della narrazione in cui ci si può fermare per guardare e riempirsi gli occhi della natura e degli elementi che la compongono.» Laura Malavasi
Rallentare è possibile attraverso la natura. Vivere esperienze nella natura costringe a riconsiderare il tempo in una dimensione nuova, poco usuale, più lenta e più calma, in cui l’attesa svolge un ruolo importante. È necessario riprendersi il tempo e concedere tempo ai bambini, perché – come si afferma ne La scuola nel bosco. Pedagogia, didattica e natura (Erickson, 2015) – «l’educazione è una questione di equilibrio ed è responsabilità degli adulti leggere il mondo in cui viviamo e cercare di creare condizioni di vita equilibrata per i bambini. Le rare occasioni in cui i bambini passano del tempo all’aperto, a stretto contatto con la natura, dovrebbero farci riflettere seriamente sulla qualità delle loro esperienze reali. L’educazione naturale permette di prendere tempo e non di perderne, come molti purtroppo ancora oggi pensano. Chi fa propria la sfida lanciata oggi dall’educazione all’aria aperta non può fare a meno di ripensare il concetto di tempo. Un tempo che non è solo quello cronologico e atmosferico che tuttavia influenza in maniera pregnante la relazione con i contesti esterni; ma il tempo dell’apprendimento, della riflessione e del dubbio, quello più proprio dei bambini.
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E per fare tutto ciò è necessario chiedere agli educatori di fare propria la capacità di resistere nel tempo della tendenza adulta di incalzare, spiegare, tradurre, mostrare; per vedere un uccellino che trova un insetto o per scorgere i movimenti di una chiocciola ci vogliono infatti pazienza, fortuna e tempo; per sperimentare il proprio corpo che dialoga con gli elementi a disposizione occorre non solo il tempo per fare ma anche quello per rifare, perché i bambini ci raccontano che eseguire le cose una sola volta non basta, poiché il piacere vero sta nel ripetere. E sono sempre i bambini che ci mostrano che ci vuole pochissimo tempo per uscire ma molto per rientrare, perché vivere gli spazi aperti risponde ad un loro bisogno primario di lentezza e di riflessione». Diventa, quindi, necessario rallentare o dilatare il tempo, per vivere la lentezza e la calma all’interno della dimensione dell’attesa. Laura Malavasi, nel suo L’educazione naturale nei servizi e nelle scuole dell’infanzia (edizioni junior, 2019), asserisce che «poter sperimentare il significato della lentezza intesa come il piacere di soffermarsi sulle cose che interessano senza sentirsi in ritardo, significa innanzitutto incontrare adulti che sanno godere di un tempo rallentato, che sono capaci di osservare e che si lasciano catturare dalle mille situazioni presenti in un contesto, in questo caso naturale. Adulti che permettono, concedono, legittimano il tempo della scoperta, dell’analisi, della narrazione in cui ci si può fermare per guardare e riempirsi gli occhi della natura e degli elementi che la compongono. Fare le cose con calma, con quella calma che permette di ragionare su ciò che si sta facendo, di costruire una narrazione che accompagna l’esplorazione e il gioco sono dimensioni che rischiano di andare perse; sono comportamenti certamente in controtendenza in una realtà in cui tutto avviene velocissimo e possibilmente “prima”, senza prima, quasi ad elogio dell’anticipazione.
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Promuovere spazi gioco educativi capaci di tutelare il diritto dei bambini al tempo del gioco, richiede una partecipazione attiva al gioco stesso e allo sviluppo sia da parte dei bambini che degli adulti, significa incoraggiare i bambini ad una relazione unica e individuale – nei tempi e nei modi – con e nella natura». Ecco allora che anche il tempo degli adulti di riferimento, sia che siano educatori o insegnanti, cambia prospettiva e merita un’attenzione particolare, come ben espresso ne La scuola nel bosco. Pedagogia, didattica e natura (Erickson, 2015): «Muovere i primi passi nella promozione di un’educazione all’aria aperta, considerata come essenziale e necessaria, significa prendersi il tempo individuale e di gruppo per tenere al centro della riflessione non solo la relazione educativa e le pratiche ma il senso e il valore che tali pratiche possono assumere in una prospettiva sistemica e intersoggettiva che sposta lo sguardo dal qui ed ora ad un futuro non troppo prossimo. Significa prendersi il tempo e dedicare tempo ai genitori per condividere e costruire una cultura dell’infanzia rispettosa e sensibile».
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APPROFONDENDO
STRATEGIE DIDATTICHE DI RALLENTAMENTO Gianfranco Zavalloni, nel suo testo La pedagogia della lumaca , che è un elogio alla lentezza, sottolinea quanto sia importante «perdere tempo per guadagnare tempo» e riporta alcune strategie educative di rallentamento, peraltro nate in una Scuola dell’Infanzia di Bolzano: • P erdere tempo ad ascoltare. Vogliamo insegnare ad ascoltare, raccogliendo la cultura e le emozioni di ogni bambino. • P erdere tempo a parlare insieme. Vogliamo parlare con i bambini e non solo dei bambini senza preoccuparci di tagliare i tempi per essere sempre più produttivi. • P erdere tempo nel rispetto di tutti. La vita di gruppo, la conoscenza reciproca e gli affetti nascosti dall’ascolto e dal rispetto dei tempi e dei tempi di ognuno. • P erdere tempo per darsi tempo. Ci piace seguire sentieri inesplorati, linee circolari, indirette, per scoprire e apprezzare le piccole cose. • P erdere tempo per condividere le scelte. È importante organizzare a scuola, insieme ai bambini, zone di libertà, dove tutti possono sentire la responsabilità di ciò che hanno scelto. • P erdere tempo per giocare. Il gioco libero permette ai bambini di esprimersi, di condividere le regole, di capire il mondo, di entrare in rapporto con gli altri. • P erdere tempo a camminare. Passeggiare insieme ai bambini, muoversi a piedi, andare al ritmo dei nostri passi, aiuta a conoscersi di più e a vivere meglio il territorio. • P erdere tempo per crescere. Per prepararci al nostro futuro è necessario dare tutto il tempo e lo spazio al nostro presente. • P erdere tempo per guadagnare tempo. Rallentare perché la velocità s’impara con la lentezza. (Gianfranco Zavalloni, La pedagogia della lumaca, EMI, Verona 2018)
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LA PEDAGOGIA DELLA RELAZIONE «Il bambino in sé non esiste… un bambino non può esistere da solo, egli è parte di un rapporto.» Donald Winnicott
L’Asilo Nido, inteso come ambiente di apprendimento ricco di esperienze e come luogo accogliente in cui le relazioni rivestono un ruolo importante, necessita di una progettualità educativo-gestionale, che guidi e supporti il progetto pedagogico che lo contraddistingue. Non va dimenticato che l’aspetto specifico della pedagogia dell’Asilo Nido è stato identificato nell’attenzione alle relazioni, relazioni tra bambini e tra i bambini e gli adulti. “Pedagogia della relazione” è l’espressione che è stata usata per designare la pratica educativa dell’Asilo Nido e per definire un progetto che valorizzi gli scambi sociali utilizzandoli come strumento di crescita, come un contenitore affettivo che possa dare sicurezza al bambino e che lo sostenga nella conquista della progressiva conoscenza della realtà.
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Per crescere i bambini hanno bisogno di un ambiente capace di offrire delle opportunità. Non c’è dubbio che l’Asilo Nido rappresenti un ambiente sociale sensibile e stimolante, perché può offrire ai bambini non solo interazioni positive e ricche, ma anche la possibilità di conoscere la realtà attraverso un “fare” pensato e organizzato che li sostiene nei loro percorsi di conoscenza. Stare bene con i coetanei e con gli adulti e riuscire a fare quello che richiedono “le cose” intorno a noi – giocare con gli altri in molti modi e con materiali diversi, sedere a tavola con gli amici, dormire con altri bambini – dà al bambino la consapevolezza delle proprie possibilità, lo fa sentire membro di un gruppo e lo conduce alla scoperta del mondo, proprio come sottolineato da Bruner. (Adattamento da Anna Lia Galardini, a cura di, Crescere al nido. Gli spazi, i tempi, le attività, le relazioni, Carocci Faber, Roma 2015)
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APPROFONDENDO
CRESCERE AL NIDO Accogliere un bambino all’Asilo Nido richiede impegno, competenza, sensibilità nell’affrontare la relazione con il bambino stesso e con la sua famiglia, nell’organizzare l’ambiente e le routine quotidiane, nel gestire un gruppo di bambini nella varietà delle situazioni e delle attività. È indispensabile saper progettare uno spazio che tenga conto dei bisogni e delle capacità dei bambini e che possa offrire elementi e occasioni per soddisfarli, che sappia coniugare l’esigenza di sicurezza e di cura con il bisogno di esplorazione e di conoscenza, il sentimento di intimità con il piacere di stare insieme agli altri. Si tratta anche di prendersi cura del corpo del bambino, ponendo grande attenzione alle pratiche di routine che scandiscono il tempo dell’Asilo Nido e che rappresentano momenti privilegiati di rapporto tra il bambino e l’adulto. Sono aspetti che hanno molta rilevanza nella progettazione educativa anche perché promuovono capacità comunicative, rapporti interpersonali, competenze cognitive al pari di altre occasioni di gioco e di altre attività.
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Per crescere un bambino deve sentirsi protetto e amato, ma deve anche poter giocare, esplorare, sperimentare. Ci sono quindi delle condizioni che vanno perseguite nell’organizzazione del contesto perché possano realizzarsi attività tali da stimolare nei bambini la curiosità, l’intelligenza e il desiderio di conoscere. Occorre per questo collocare le proposte finalizzate a specifici apprendimenti su uno sfondo quotidiano stabile e ordinato, per offrire ai bambini occasioni di conoscenza attraverso esperienze regolari, significative e non banali. Un aspetto peculiare dell’Asilo Nido è quello che si riferisce agli scambi sociali tra bambini. Questo segmento scolastico, infatti, esprime le sue potenzialità educative se la presenza dei coetanei diventa per il bambino un’occasione di crescita sociale, affettiva e cognitiva. Un’attenzione particolare è dedicata poi ai rapporti tra il servizio e le famiglie, perché una connotazione importante dell’identità dell’Asilo Nido è quella di essere un supporto ai genitori nei loro compiti di cura. Infatti, la ricchezza del Nido sta anche nella sua capacità di stabilire buone relazioni con i genitori: da ciò traggono beneficio sia i bambini, che percepiscono positivamente la connessione tra i diversi contesti nella loro vita quotidiana, sia i genitori, che sono incoraggiati a confrontarsi con gli altri, a trovare e costruire valori e saperi educativi condivisi. Per questo le relazioni con la famiglia non sono un accessorio da aggiungere al lavoro educativo, ma costituiscono un aspetto molto rilevante del progetto complessivo dell’Asilo Nido. Se il Nido è un servizio così ricco e complesso anche le competenze professionali di chi vi opera devono essere plurime. Agli educatori e alle educatrici dei servizi viene richiesto un patrimonio di conoscenze, che si riferisce ai temi dello sviluppo infantile, e uno stile relazionale che mette in primo piano le capacità comunicative presupponendo un impegno di autovalutazione e di costante confronto all’interno del gruppo di lavoro. Si tratta di una professionalità che deve essere coltivata con pazienza e sensibilità e che deve essere socialmente valorizzata, perché è dalla sua forza che dipende la ricchezza della vita del servizio e la sua qualità. (Adattamento da Anna Lia Galardini, a cura di, Crescere al nido. Gli spazi, i tempi, le attività, le relazioni, Carocci Faber, Roma 2015)
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LA PEDAGOGIA DELLA SOCIALITÀ «Il “dono” più grande che il bambino può ricevere dall’adulto che si prende cura di lui fin dalla primissima età sono uno spazio e un tempo sufficienti per sperimentare le proprie possibilità autonome di apprendimento, in completa armonia con il proprio livello di maturità, con gli interessi e le iniziative di ogni momento.» Emmi Pikler
Settembre è tempo di ambientamento, è terreno per la formazione di una nuova sezione ed è il creare nuove relazioni tra persone che formeranno una nuova comunità. Per i bambini l’ambientamento rappresenta l’entrare a far parte di un contesto sociale nuovo, vivendo un’esperienza ricca di sentimenti importanti: desiderio d’incontro, di scoperta, avvicinamento, attrazione nei confronti di luoghi, di bambini e adulti non conosciuti, ma anche momenti di tristezza, nostalgia e bisogno di sostegno e cura. Comunemente si pensa che questo periodo riguardi solo il bambino e le sue emozioni. Di certo, il bambino è al centro del mosaico, ma questo delicato momento coinvolge più parti che devono guardarsi vicendevolmente con empatia: il bambino, i genitori, gli educatori, e il gruppo di bambini e bambine che compongono la sezione. Se lo sguardo tra le varie parti è empatico, accogliente e comprensivo il gioco funziona perfettamente, ma occorre rispettare i tempi di tutti perché il coinvolgimento emotivo è altissimo da parte di tutti i protagonisti. È l’inizio del viaggio che vedrà il bambino come essere sociale e parte attiva di una comunità di piccole e piccoli cittadini. Diventa quindi fondamentale nutrire il bambino di fiducia. Fiducia verso l’educatore di riferimento, fiducia verso se stesso e le proprie potenzialità nel raggiungimento della propria indipendenza, di conseguenza fiducia nel gruppo dei pari.
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Per fare in modo che adulti e bambini vivano una buona socialità all’Asilo Nido, è necessario organizzare e gestire al meglio due elementi fondamentali: il tempo e lo spazio. Come si legge in Crescere al nido. Gli spazi, i tempi, le attività, le relazioni (Carocci Faber, 2015), «la vita di una collettività richiede tempi giusti in sintonia con i diversi momenti della giornata: mattinate caratterizzate da ritmi dinamici ma con fasi di svolgimento delle attività non serrate e rispettose dei tempi individuali dei bambini e pomeriggi più lenti e distesi. (Mantovani, 1998) Ma la vita di queste comunità richiede tempi armoniosi: un percorso quotidiano che scorra fluidamente, non troppo frammentato in un’eccessiva moltiplicità di contesti. Ci deve dunque essere un controllo dei ritmi della vita sociale del nido e ciò è possibile con una presa in carico dell’organizzazione dell’intera giornata […] un percorso quotidiano prevedibile da parte dei bambini, sia nei tempi che nelle modalità dei suoi passaggi fondamentali. È infatti la prevedibilità di ciò che accadrà che garantisce ai bambini il controllo della situazione». Particolare attenzione deve essere data nelle transizioni da una situazione all’altra, quando un momento inizia e quando finisce, perché questo passaggio è molto delicato, anticipando ai bambini ciò che accadrà e coinvolgendoli in un ruolo attivo, come ad esempio nel momento di riordino del materiale e dell’ambiente, permettendo loro di elaborare il distacco da una situazione all’altra.
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Ed è sempre in Crescere al nido. Gli spazi, i tempi, le attività, le relazioni (Carocci Faber, 2015) che troviamo la fotografia reale di cosa un contesto organizzato deve essere: «un contesto ben organizzato crea un clima positivo che si traduce in gesti di cooperazione, di gentilezza e in dinamiche interattive. Un buon esempio di come la qualità degli ambienti e la selezione del materiale, insieme a scelte di carattere organizzativo, possano interagire per cambiare in positivo o in negativo una situazione quotidiana, ci è offerta dal momento del pranzo. Il momento del pasto rivela le capacità organizzative e gli stili di lavori del gruppo di lavoro del nido e anche la qualità della vita dei bambini. C’è bisogno di molte attenzioni per creare una situazione priva di ansie, di fretta e un approccio al cibo positivo. È per questo che lo spazio dove si mangia, la bellezza della tavola, la buona compagnia e la piacevole conversazione, le regole da rispettare, le “buone maniere” possono garantirci nell’organizzazione una situazione dai forti tratti conviviali, comunicativi e sociali.
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Ma un’altra dimensione da salvaguardare, nella varietà geografica del nido, quando parliamo di spazi facilitatori di scambi comunicativi tra bambini, è quella dell’intimità. Si tratta di creare spazi privati, capaci di incentivare il gioco appartato dei bambini. La presenza di luoghi sicuri, dove possano ritrovarsi fuori dal controllo degli adulti facilita l’intensità di relazioni, gli scambi comunicativi e cimenta quel senso di calda condivisione con il coetaneo che aiuta i bambini a capirsi e quindi a giocare meglio insieme. Casine, tane, pedane, capanne, scatoloni diventano contenitori di relazioni, occasioni di apprendimenti cognitivi e sociali, di giochi che da individuali diventano di piccolo gruppo e viceversa. Non è raro vedere come in questi territori di gioco si passi dal gioco solitario di un bambino ad aggregazioni di bambini che si introducono nell’attività apportandovi nuovi elementi e nuove direzioni».
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APPROFONDENDO
I BAMBINI TRA LORO: LA VITA DI GRUPPO NEL NIDO Se ci domandiamo quale sia la fisionomia dell’Asilo Nido che con maggior forza viene elaborata dai bambini e che da essi è immediatamente percepita, possiamo rispondere, interpretando il loro pensiero: quella di un luogo collettivo da condividere insieme ad altri coetanei. Ma qual è la natura dell’esperienza del bambino nel gruppo dei coetanei? Il gruppo dei pari favorisce una serie di esperienze fondamentali per lo sviluppo evolutivo del bambino: la possibilità di confrontarsi con altri corpi, a volte anche in maniera vivace, con altri punti di vista con cui si deve imparare a cooperare, e l’occasione di stabilire rapporti affettivi e di amicizia che ampliano i suoi modelli di socializzazione. E ancora il potenziamento delle capacità di gioco e di nuove scoperte che arricchiscono le sue trame cognitive, la sperimentazione di nuovi schemi di comportamento, l’acquisizione di nuove regole, la condivisione di significati che lo aiutano a superare il proprio egocentrismo. La molteplicità di scambi affettivi e di cooperazione che avvengono tra bambini provano il forte interesse che questi hanno per i loro coetanei. Senza dubbio la familiarità reciproca e la possibilità di frequentare quotidianamente gli stessi bambini consente loro di elaborare una viva sensibilità nei confronti dell’altro, che viene riconosciuto come persona, ma anche con le sue preferenze e particolarità e la cui presenza o assenza non è indifferente, ma provoca un sentimento di gioia o di preoccupazione. Ma queste forme di socialità armoniosa tra i bambini non sono né facili né scontate. La presenza di altri bambini di per sé non garantisce che essi vivano comportamenti sociali postivi.
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Vivere insieme ad altri bambini è certamente un’esperienza bella e ricca, ma è necessario, per favorire nella maniera più piena il potenziamento di questi rapporti, porre attenzione agli aspetti fisici e sociali del contesto, che possono facilitare o inibire la frequenza, la durata e anche la qualità degli scambi. Il modo in cui è organizzato l’Asilo Nido, i suoi tempi e i suoi spazi, la caratteristica dei suoi arredi e la qualità dei suoi materiali influenzano fortemente i comportamenti del bambino e la sua vita nel gruppo. Così come il numero dei bambini presenti, la gestione dei gruppi, la scelta delle attività, l’atteggiamento dell’adulto sono aspetti su cui riflettere affinché il bambino si avvantaggi della presenza di altri coetanei. La vita della collettività diventa, allora, una vita fortemente carica di saperi, di conoscenze, di usi, di regole: una rete armonica di relazioni tra grandi e piccini che si profila con un’alta qualità cognitiva e affettiva dei processi di socialità, perché lo stare insieme tra adulti e bambini è fortemente denotato da una dimensione ricca e armoniosa, dotata di senso, in grado di dare un significato alle pratiche di tutti i giorni. (Adattamento da Anna Lia Galardini, a cura di, Crescere al nido. Gli spazi, i tempi, le attività, le relazioni, Carocci Faber, Roma 2015)
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LO SGUARDO SULLO “ZEROSEI” AL NIDO «Lo “zerosei“ vuole rappresentare uno sguardo lungo sul bambino, uno sguardo unitario dalla nascita ai sei anni. Una prospettiva culturale che mette al centro il bambino. È la risposta competente ai suoi bisogni di crescita, di sviluppo e di apprendimento.» Giancarlo Cerini
Con il Decreto Legislativo n. 65 del 13 aprile 2017 è stato istituito il Sistema Integrato di Educazione e di Istruzione dalla nascita ai sei anni con la finalità di «garantire a tutte le bambine e a tutti i bambini pari opportunità di sviluppo delle proprie potenzialità sociali, cognitive, emotive, affettive, relazionali in un ambiente professionalmente qualificato, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, sociali e culturali». Il Sistema Integrato propone una visione unitaria per un percorso educativo storicamente distinto in due segmenti – lo 0-3, che comprende i servizi educativi, e il 3-6, che corrisponde alle scuole dell’infanzia – e, per questo, come stabilito all’art. 10 dello stesso decreto, la Commissione Nazionale ha elaborato il documento base delle Linee pedagogiche per il Sistema Integrato “zerosei”. «Le Linee guida intendono raccogliere gli apporti delle scienze dell’educazione, i contributi delle migliori pratiche educative, le indicazioni della normativa europea e nazionale più recente, per offrire stimoli culturali e piste di lavoro a chi opera nei servizi educativi e nelle scuole dell’infanzia e a tutti coloro che hanno responsabilità nella costruzione del nuovo progetto: decisori politici e amministratori, personale educativo e docente, genitori e la società nel suo insieme, perché l’investimento sull’infanzia coinvolge tutti i cittadini, nessuno escluso». Susanna Mantovani sottolinea che nelle Linee pedagogiche «il tema dell’infanzia è al centro dell’attenzione e ci coinvolge tutti, un’attenzione così grande che ci rende tutti […] molto responsabili nell’orientare con prudenza e con coraggio, perché il tempo che viviamo lo rende necessario». Il progetto “zerosei”, rispettando la storia e l’identità delle due strutture – Nido e Scuola dell’Infanzia – vuole creare un contesto coerente in cui i due tradizionali segmenti scambino le loro migliori pratiche e i loro migliori approcci, come sottolineato da Cerini. In questo modo, si ricompone e si collega il mosaico dei servizi e delle scuole dell’infanzia, nelle loro tipologie, nei loro “punti luce” e in cui ogni tassello resta speciale, riconoscibile e con la sua identità, come ribadito da Susanna Mantovani.
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Il testo, pubblicato a gennaio 2021, si profila sia come “cornice di riferimento pedagogico” sia come “quadro istituzionale-organizzativo” del sistema educativo integrato dalla nascita fino ai sei anni e si inserisce nei documenti programmatici vigenti per la Scuola dell’Infanzia – le Indicazioni per il curricolo del primo ciclo del 2012, aggiornate con i Nuovi scenari del 2018 – e negli Orientamenti educativi nazionali per lo 0-3, in fase di elaborazione, così da creare un collegamento reale e operativo, un lessico pedagogico in dialogo tra le due istituzioni. Le Linee pedagogiche, definite da Giancarlo Cerini, una “ballata popolare”, sono frutto del lavoro di esperti e rappresentanti di diverse istituzioni, di alto valore e competenza, ma, grazie alla campagna nazionale di consultazione, lanciata il 31 marzo 2021, coinvolgono responsabilmente tutti coloro che sono legati al tema dell’infanzia e al suo futuro attraverso incontri nazionali e territoriali ma anche questionari di singoli soggetti (educatori, insegnanti, coordinatori, dirigenti, gestori pubblici e privati, genitori, ecc). Al termine della campagna, la Commissione, alla luce di quanto emerso nel dibattito, elaborerà il documento finale che sarà sottoposto al Ministro per l’adozione formale. Queste le parole del Ministro, Professor Patrizio Bianchi, durante l’evento di presentazione in diretta su YouTube: «Il sistema “zerosei”, è forse la più importante delle sfide educative che noi oggi affrontiamo, ma anche la più importante delle sfide sociali. L’emergenza epidemiologica ci ha confermato che la scuola deve essere il luogo dove si crea l’uguaglianza. Il sistema d’istruzione è lo specchio della società e deve quindi insegnare il concetto fondante della democrazia e della parità. Oggi i sistemi 0-3 e 3-6 non vedono gli stessi servizi ugualmente garantiti a tutti, in Italia. Per questo le Linee guida sono una sfida sociale, perché richiamano l’attenzione su un settore che è solo apparentemente localizzato, ma in realtà coinvolge l’intera Repubblica. Oggi non è il momento conclusivo di un lavoro, ma vorrei che fosse l’inizio di un grande dibattito nazionale. Dobbiamo uscire dalla pandemia con una fortissima volontà d’innovazione, lavorando per garantire una piena integrazione». (fonti MIUR)
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LA GESTIONE ALL’ASILO NIDO LA CARTA DEI SERVIZI La Carta dei Servizi è il documento di riferimento che norma il funzionamento dell’Asilo Nido, ma è anche uno strumento di comunicazione con i genitori, un patto tra l’istituzione e le famiglie, che descrive ed esplicita non solo l’organizzazione e gli standard di qualità, ma anche i valori ai quali la struttura che accoglie i bambini si ispira. Il documento “racconta” il servizio e tutte le azioni che ne consentono il funzionamento, informando le famiglie per far sì che possano partecipare e condividere il comune impegno nella crescita e nella formazione di piccoli che abitano e vivono il Nido. Secondo la legislazione di riferimento sia nazionale che regionale, la Carta dei Servizi prevede una struttura generale che può essere personalizzata in base alle peculiarità che caratterizzano ciascun Asilo Nido. Qui di seguito si riporta, a mero titolo di esempio, il documento del Micro Nido “Il Pulcino” di Sesto Calende (VA).
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CARTA DEI SERVIZI DEL MICRO NIDO “IL PULCINO” Il Micro Nido “Il Pulcino” esplicita ai genitori dei loro piccoli utenti la seguente Carta dei Servizi, come strumento di dialogo e di partecipazione condivisa.
INDICE 1. La Carta dei Servizi 2. Il servizio dell’Asilo Nido 3. Come raggiungerci 4. Come si accede al servizio 5. Come funziona il servizio: 5a. Orari 5b. Accoglienza 5c. Calendario 5d. Ambientamento 5e. Collaborazione Nido-famiglia 5f. Giornata tipo 5g. Attività 5h. Ritorno a casa 5i. Materiale occorrente 5l. Diete 5m. Assenze 6. Costi di frequenza 7. Menù 8. Fattori, indicatori e standard di qualità del servizio 9. Soddisfazione delle famiglie 10. Soddisfazione degli educatori 11. Collaborazione con i servizi pubblici territoriali
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LA CARTA DEI SERVIZI
La Carta dei Servizi è uno strumento attraverso il quale è possibile fornire tutte le informazioni relative al servizio del Micro Nido “Il Pulcino”. Secondo le ultime indicazioni di legge, la Carta dei Servizi viene considerata requisito indispensabile nell’erogazione dei servizi per l’infanzia. Attraverso tale strumento, è possibile conoscere l’organizzazione, il funzionamento, le caratteristiche del servizio e tutte le informazioni necessarie a un genitore che affida il suo bambino a una struttura volta all’infanzia.
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IL SERVIZIO DELL’ASILO NIDO
Il Micro Nido “Il Pulcino” si propone come servizio educativo e sociale sul territorio di Sesto Calende (VA) e favorisce l’armonico sviluppo psico-fisico e l’integrazione sociale del bambino da tre mesi a tre anni, in collaborazione con le famiglie, nel rispetto della loro identità culturale. Il servizio permette alle famiglie l’affidamento e la cura dei figli a figure diverse da quelle dell’ambito familiare, dotate di una specifica competenza professionale, sostiene le stesse nella gestione e nelle scelte educative e favorisce la socializzazione non solo dei bambini ma anche dei genitori. Il Micro Nido, inoltre, offre la possibilità di soddisfare le esigenze di tempo e di necessità dei genitori, impegnati in attività lavorative, proponendo una diversificazione e una personalizzazione delle forme di erogazione del servizio. Le famiglie che possono fruire del servizio sono principalmente residenti a Sesto Calende (VA), ma possono anche pervenire da altri comuni limitrofi. Rispetto ai bambini frequentanti, le educatrici si pongono l’obiettivo di fornire un ambiente formativo che possa stimolare le loro competenze cognitive, affettive e sociali al fine di poter raggiungere un grado di autonomia che possa essere di supporto anche nel passaggio alla frequenza della Scuola dell’Infanzia. Il servizio garantisce l’inserimento di bambini con disabilità o con Bisogni Educativi Speciali, in situazioni di disagio o problematicità, senza distinzione di genere, nazionalità, etnia, religione e condizione economica. Il lavoro svolto promuove una collaborazione di “rete” con diversi enti e strutture sul territorio (Asili Nidi e Scuole dell’Infanzia pubblici e privati, Piano di Zona, Biblioteca, ecc.).
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COME RAGGIUNGERCI
Il Micro Nido è ubicato a Sesto Calende, in via XX Settembre 15/D; la zona risulta essere in pieno centro città. La struttura non è collocata direttamente sulla strada principale, ma per accedervi è necessario imboccare un vicolo che porta al cortile interno.
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COME SI ACCEDE AL SERVIZIO
È possibile visitare la struttura ed effettuare l’iscrizione durante tutto l’anno, preferibilmente su appuntamento con la Responsabile, per non interferire con le attività dei bambini. Possono essere iscritti bambini da tre mesi a tre anni di età e le domande presentate troveranno accoglimento fino alla completa copertura dei dieci posti disponibili. Per accedere al servizio è necessario compilare il modulo d’iscrizione. I bambini che non potessero essere iscritti per mancata disponibilità di posto, resteranno in graduatoria secondo una lista d’attesa basata sulla data di presentazione della domanda. Al momento della frequenza, verrà richiesta la compilazione di alcuni moduli: • autocertificazione delle vaccinazioni effettuate; • autorizzazione alle riprese video-fotografiche; • autorizzazione al ritiro del bambino a persone diverse dai genitori; • regolamento interno del Nido; • autorizzazione all’uscita sul territorio. Dopo l’ammissione all’Asilo Nido, il genitore s’impegnerà ad effettuare il pagamento della quota d’iscrizione annuale o semestrale, in base al periodo di permanenza in asilo previsto. Per effettuare il ritiro del proprio figlio dall’Asilo Nido, è necessario far pervenire comunicazione scritta alla Coordinatrice con un mese di anticipo dalla data prevista per la dimissione.
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COME FUNZIONA IL SERVIZIO
Le persone che lavorano all’Asilo Nido sono tutte adeguatamente qualificate. Il monte ore settimanale e gli orari di presenza vengono scanditi tramite una griglia di turni che garantisce la continuità nell’erogazione del servizio, nel rispetto dei bambini frequentanti.
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Orari
La struttura del Micro Nido segue un’apertura annuale minima di 47 settimane. L’asilo apre dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 17.30. Per andare incontro alle esigenze dei genitori vengono offerti vari pacchetti: part-time orizzontali e part-time verticali, sempre però mantenendo il pacchetto scelto per l’intero anno scolastico, così da poter offrire continuità di frequenza e ritualità ai bambini e alle bambine. Per i bambini che frequentano l’orario part-time, la prima uscita avviene tra le 12.30 e le 13.15, mentre per i bambini che frequentano l’orario full-time tra le 16.15 e le 16.30. Per chi ne avesse necessità, c’è la possibilità di estendere l’orario prima e dopo l’apertura e la chiusura, su richiesta, aggiungendo una tariffa definita in base alle ore di frequenza. Qualsiasi variazione di orario, temporanea o definitiva, deve essere concordata anticipatamente.
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Accoglienza
L’accoglienza al mattino è effettuata da un’educatrice. L’orario di entrata è entro le 9.30 e si chiede cortesemente ai genitori di rispettare l’orario indicato. Qualora ci fossero ritardi imprevisti, si consiglia di avvisare. Il genitore accompagna il bambino nella zona di accoglienza dove provvederà a togliere giacca e scarpine e a consegnarlo all’educatrice presente.
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Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE G RATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).
La Guida Didattica PULCINO offre agli educatori dei Nidi d’Infanzia e agli insegnanti dei bambini anticipatari e delle Sezioni Primavera delle Scuole dell’Infanzia un percorso pedagogico-educativo che tiene conto delle nuove Linee pedagogiche per il Sistema Integrato “zerosei” ed è orientato all’outdoor education e all’attivismo. Il progetto è incentrato sulla metafora del pulcino, che “esce dal guscio” e, crescendo nel pollaio, vive la prosocialità per imparare ad aver cura di sé, dell’altro e dell’ambiente. In allegato: • Il morbido peluche di Pulcino, in dotazione esclusiva con la Guida Didattica • CD Audio con canzoni inedite
Il QUADERNO OPERATIVO collegato alla Guida In allegato: • Il pulcino da ritagliare • La medaglia del pulcino
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Risorse digitali Il testo è ricco di contenuti per i docenti e i bambini.
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