Quinto rigo - Volume compatto

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IL TUO LIBRO DIGITALE

Strumenti per la didattica personalizzata, individualizzata, inclusiva, per la lezione in classe con la LIM e il ripasso a casa.

Il tuo libro si arricchisce di video di approfondimento, video lezioni, video tutorial, laboratori di ascolto, lettura dei testi, canzoni, mappe ed esercizi interattivi, audio CLIL in lingua inglese e tanto altro ancora. Puoi ascoltare l'audiolibro completo, letto da speaker professionisti, modificare il carattere dei testi, utilizzare il dizionario interattivo e la traduzione multilingue.

RAFFAELLO PLAYER

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CODICE DI ATTIVAZIONE

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A+B

EDIZIONE COMPATTA

CORSO DI MUSICA

Formazioni, strumenti e storia della musica Linguaggio musicale e improvvisazione

Presentazione del corso

Quinto rigo è un corso di musica completo e versatile, che aiuta a comprendere in modo coinvolgente e attivo la musica in tutti i suoi aspetti, tenendo conto delle diverse esigenze delle ragazze e dei ragazzi di oggi. La proposta didattica è finalizzata a stimolare negli studenti la comprensione del linguaggio musicale e la maturazione di un proprio senso critico; le abilità e le competenze vengono gradualmente sviluppate per promuovere la musica d’insieme, la creatività e l’improvvisazione.

Il corso, conforme alle Indicazioni nazionali, è ricco di integrazioni digitali e multimediali, che favoriscono una esperienza accessibile e facilmente utilizzabile da studenti e docenti. Sono inoltre presenti attività cooperative, collegamenti ad altre discipline scolastiche, esercizi creativi.

Linee del tempo interdisciplinari e mappe

In apertura delle Unità di storia della musica, una linea del tempo o una mappa presentano i più importanti compositori ed eventi musicali del periodo. Nella parte sottostante sono riportati altri eventi collegati alle discipline scolastiche (Storia, Arte e immagine, Tecnologia ecc.).

Apprendimento attivo

Il testo, chiaro ed esauriente, è accompagnato da box che permettono di completare e arricchire l’esperienza didattica, stimolando l’interesse e sviluppando le capacità degli studenti.

Flipped classroom

Tanti video che permettono di impostare la lezione secondo il metodo della classe capovolta.

Musica e…

Contiene approfondimenti e curiosità che propongono collegamenti interdisciplinari con le altre materie di studio.

Competenze in rete

Il box propone attività integrative di ricerca e approfondimento sul web. Svolte individualmente o in gruppo favoriscono lo sviluppo di competenze chiave di cittadinanza.

Parole chiave

Un glossario della musica per comprendere il significato delle parole più difficili, evidenziate nel testo con il colore rosso.

In ascolto

I numerosi brani aiutano la comprensione dei concetti chiave presenti nel testo. Ogni proposta è corredata da attività per mettere subito in pratica le competenze e le conoscenze raggiunte al termine dell’ascolto.

Clicca sull’icona con le cuffie per ascoltare i brani.

In

pratica

Il box propone esercizi e in alcuni casi attività indicate come «Esercizio creativo», per consolidare la comprensione e l’apprendimento dei concetti e sperimentare una propria interpretazione.

Biografie e fumetti

Le pagine speciali «Alla scoperta di...» approfondiscono le biografie degli autori principali del periodo. Le pagine a fumetti, colorate e dinamiche, raccontano in modo simpatico ma rigoroso alcuni eventi significativi della vita dei compositori.

Musica in scena

I luoghi in cui la musica è andata in scena nelle varie epoche prendono forma in queste grandi illustrazioni, con l’intenzione di restituire l’atmosfera e le ambientazioni del passato.

Nota dopo nota

Queste lezioni speciali permettono di approfondire i diversi repertori musicali. Una breve introduzione illustra le caratteristiche generali dell’opera, mentre l’analisi guidata del brano facilita in modo attivo la comprensione e la riflessione sulle diverse parti. Concludono il lavoro alcune domande di confronto di opinioni.

Iniziamo cantando

Contiene 4 Unità dedicate alla grammatica musicale, all’apprendimento della scrittura e della lettura musicale. Attraverso una serie di esercizi graduali e progressivi si impartiscono le basi melodiche e ritmiche per cantare bene, prima di affrontare l’uso degli strumenti.

Suonare e improvvisare insieme

Seguendo i percorsi di queste Unità si arriverà progressivamente a suonare insieme brani musicali e, attraverso l’apprendimento delle scale pentatoniche, a sviluppare la capacità di improvvisare su giri armonici con semplicità e naturalezza.

Compiti di realtà

La sezione conclusiva del volume offre una serie di attività di gruppo che permettono di applicare le conoscenze acquisite in situazioni quotidiane. Questi compiti di realtà sono l’occasione di incontro tra la musica e le altre discipline scolastiche (Matematica, Arte e immagine, Tecnologia ecc.) e permettono di costruire attività didattiche creative e stimolanti, alla fine delle quali gli studenti potranno autovalutare il proprio lavoro.

Percorsi per l’esame

Questi percorsi partono da un evento musicale significativo e propongono connessioni ad altre discipline scolastiche, con suggerimenti per sviluppare e organizzare in autonomia il colloquio orale d’esame.

La didattica inclusiva

Quinto rigo è un corso che garantisce a tutti il diritto all’apprendimento, attraverso strumenti specifici per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali.

Nel volume: sintesi e mappe concettuali operative per ricostruire le informazioni.

Nel libro digitale: visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza, grazie al formato ePub che permette di modificare il colore, lo sfondo e il carattere del testo.

Nel volume semplificato: l’intero corso con font ad alta leggibilità e audiolettura integrale.

La Didattica Digitale

Integrata

Quinto rigo si sviluppa sul libro digitale, la versione multimediale, interattiva e aperta dell’opera che offre numerosi contenuti digitali integrativi al corso cartaceo.

Risorse Digitali

Tramite questo tasto, potrai vedere le risorse legate alla pagina e quelle di tutto il volume.

Video: filmati di approfondimento, utili anche per la flipped classroom.

Risorse aggiuntive: approfondimenti, curiosità e informazioni sugli argomenti trattati nelle Unità.

Linee del tempo: aiutano a comprendere gli avvenimenti nel corso dei secoli.

Esercizi interattivi: esercizi in versione interattiva e autocorrettiva.

Inquadra il QR Code con un’app a tua scelta: visualizzerai i contenuti presenti nel libro digitale.

musica in classe

www.musicainclasse.it

Il sito www.musicainclasse.it dà l’opportunità a tutta la classe di suonare come in una vera band! Scarica uno tra i tanti brani audio messi a disposizione e prepara lo spartito in base al tuo strumento e alle tue esigenze: potrai infatti modificare la tonalità, il tempo di esecuzione, l’armatura di chiave e tanto altro... Stampa lo spartito e inizia la tua nuova avventura!

È ricco di contenuti digitali integrativi.

La strumentazione

Il libro digitale è concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente, ricco di strumenti che permettono la creazione e la personalizzazione dei contenuti presenti.

Alta leggibilità

È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiato per i DSA).

È possibile attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti.

È possibile attivare il dizionario di italiano.

Lo stile galante

Intorno alla metà del Settecento i compositori musicali cercarono di staccarsi sempre più dalla scrittura polifonica complessa del periodo barocco

e svilupparono una forma musicale più semplice

e leggera che prese il nome di stile galante, i cui elementi principali sono:

• un’armonia molto semplice;

• una melodia accompagnata che sostituisce gradatamente il basso continuo;

• una scrittura musicale più orecchiabile.

Tra gli esponenti principali dello stile galante vi furono Georg Philipp Telemann (1681-1767), Wilhelm Friedemann Bach (1710-1784) e Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788), entrambi figli di Johann Sebastian.

Il player audio permette di ascoltare i brani anche in modalità rallentata.

È dotato di una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

Audiobook

Offre la possibilità di creare documenti, come presentazioni, linee del tempo e mappe concettuali, e condividere tutto il materiale con la classe.

È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite per studenti con BES.

PER TABLET E SMARTPHONE

La realtà aumentata permette di attivare i contenuti digitali tramite il proprio device.

Tramite questa icona è possibile caricare file audio e aggiungerli alla pagina oppure registrare brani dal vivo e riascoltarli.

Collegandoti all’indirizzo raff.link/libro-digitale troverai la descrizione dettagliata di tutti gli strumenti.

Alta leggibilità
Audiobook
CARICA REGISTRA
Presentazione Mappa concettuale Linea temporale

Il suono e gli strumenti musicali

Storia della musica

Le

Disponibile sul libro digitale

Metodo per strumentario ritmico

flauto dolce

Suonare e improvvisare insieme

Step 7: Re Mi acuti

Il grillo e la formica

Step 8: Si b

L’inverno è già passato

Step 9: Fa # /Sol b e Fa bequadro .....................................................

She’ll be coming round the mountain

Auld Lang Syne

Step 10: Mi Fa Sol

La Linda

La pecora nel bosco

Step

Step

Go down

UNITÀ 2 • La scala pentatonica

La

La scala pentatonica di Sol

Now let me fly

Circle

Cadenza

Disponibile sul libro digitale Esercizi pop su cadenze

Compiti di realtà

Disponibile

Prima di cominciare

Ti è mai capitato di canticchiare una melodia che non ricorda nessuna canzone che conosci e ti parte così, improvvisamente, nella testa? Cos’è che la ispira?

Devi sapere che per quanto la tecnologia si sia evoluta, nessun programma, nemmeno il più sofisticato, è ancora riuscito a sostituirsi alla creatività dell’uomo. L’ispirazione è data da un insieme di elementi che generano un’idea, come particolari emozioni o stati d’animo, ma a volte nasce quasi per caso.

DISEGNI E PAROLE

Spesso la musica rappresenta un valido strumento per evadere dalla realtà quotidiana. Che cosa ti piace sognare a occhi aperti?

Prova a disegnare la risposta nello spazio a lato.

Chi c’è dietro alla musica

Ognuno di noi ha a cuore alcune canzoni e musiche che gli ricordano momenti importanti, tristi e felici della vita. Tutte le canzoni che ci accompagnano quotidianamente nascono dalla fantasia e dalla creatività di persone che ne hanno scritto la melodia, i versi o ne hanno elaborato l’arrangiamento. Ci sono poi molti altri professionisti che pur non suonando o cantando lavorano nel settore musicale. Nelle pagine seguenti incontrerai le principali professioni della musica e avrai modo di confrontarti con i tuoi compagni per capire quanto già conoscete o quanto ancora potete scoprire, di voi stessi e di questo mondo fatto di note.

DISEGNI E PAROLE

Attraverso la musica è possibile esprimere il proprio stato d’animo, ma anche cambiarlo. Quando sei triste, c’è una musica che ti fa sentire allegro? Nello spazio a lato elenca le canzoni che ti ricordano momenti felici.

IL COMPOSITORE

Il compositore è un professionista della musica che, dopo anni di studi e di pratica, è in grado di comporre brani musicali complessi, orchestrali, eseguiti da molti strumenti e musicisti. Il compositore ha una conoscenza molto approfondita di tutta la teoria musicale e della storia della musica, che gli permette di realizzare opere di vario genere: dalle composizioni sinfoniche che vengono suonate nei teatri alle colonne sonore per i film.

A TU PER TU

Ti sarà sicuramente capitato di ascoltare la colonna sonora di qualche film o spettacolo teatrale. Ne esiste una che ti ha colpito particolarmente? Perché?

Rivolgi questa domanda al tuo compagno di banco, poi scrivi la sua e la tua risposta nello spazio a lato.

IL MELODISTA

Nella musica leggera il melodista è colui che crea e scrive la melodia delle canzoni, sulla quale poi, se previsto, il paroliere scriverà il testo della canzone. Anche se non ha la preparazione tecnica del compositore, il melodista è in grado di realizzare musiche gradevoli e armoniose, ma anche «orecchiabili», ossia capaci di essere facilmente ricordate da chi ascolta. Il melodista e il paroliere sono anche chiamati «autori».

DISEGNI E PAROLE

Quotidianamente capita di ascoltare numerose canzoni e melodie, ma alcune rimangono maggiormente impresse nella nostra mente. Qual è, secondo te, la canzone più diffusa in questi giorni?

Scrivi il titolo e prova a disegnarla nello spazio a lato.

LA MIA RISPOSTA LA RISPOSTA DI

IL PAROLIERE

Il testo di una canzone è composto da parole, per questo molti autori si definiscono «parolieri». Essere un bravo paroliere richiede non solo la capacità di saper utilizzare un linguaggio poetico, di essere sintetici e chiari, ma anche di saper scrivere rispettando la melodia e il ritmo della canzone.

A TU PER TU

Alcune frasi di canzoni sono diventate talmente famose da entrare nel linguaggio comune delle persone. C’è qualche frase che ti ha colpito particolarmente? Perché?

Rivolgi questa domanda al tuo compagno di banco, poi scrivi la sua e la tua risposta nello spazio a lato.

LA MIA RISPOSTA LA RISPOSTA DI

IL MUSICISTA

Diventare musicisti professionisti non è facile, perché per trasformare la propria passione in un lavoro non è sufficiente saper suonare bene uno strumento. Per intraprendere questo mestiere ci vuole molta pazienza, dedizione e, a volte, anche fatica: occorre fare molta «gavetta», ossia esperienza, per migliorare le proprie capacità e acquisire sicurezza sul palco.

DISEGNI E PAROLE

Se fossi uno strumento musicale, quale saresti e perché?

Prova a disegnare la risposta, utilizzando il fumetto posto a lato, poi spiega perché hai scelto questo strumento.

L’ARRANGIATORE

L’arrangiatore è il professionista che decide la struttura di un brano, adatta una melodia, arricchisce le armonie e sceglie gli strumenti. Un brano musicale può essere arrangiato in diversi stili secondo il genere musicale scelto, come per esempio rock, jazz, disco o musica latina. L’arrangiatore deve avere quindi un’ottima cultura musicale, preparazione tecnica e possedere una buona dose di creatività e sensibilità artistica.

A TU PER TU

Nella realtà odierna si sono affermati numerosi generi musicali, molto diversi tra loro. Qual è il genere musicale che preferisci e perché? Rivolgi questa domanda al tuo compagno di banco, poi scrivi la sua e la tua risposta nello spazio a lato.

LA MIA RISPOSTA LA RISPOSTA DI

IL DIRETTORE

Il direttore è la figura professionale che coordina un’esecuzione musicale. Può dirigere un’orchestra, un gruppo corale o una banda. Il ruolo del direttore non si limita, con i suoi gesti codificati, a dare il tempo durante un concerto: il suo lavoro si svolge soprattutto durante le prove, dove spiega ai musicisti la sua versione del brano, motivando le scelte e assumendosi la responsabilità delle decisioni.

DISEGNI E PAROLE

A volte il direttore d’orchestra si muove con impeto, seguendo la musica con le mani, la testa e tutto il corpo. Questo ha ispirato varie parodie molto divertenti, in film, cartoni animati e fumetti.

Prova a disegnare la tua idea di direttore d’orchestra nello spazio a lato.

IL CANTANTE

Il cantante, o interprete, è una persona dotata di una voce espressiva e coinvolgente, in grado letteralmente di «dare vita» a un pezzo musicale. Nonostante spesso non si occupi di scrivere né la musica né i testi delle canzoni che esegue, il cantante deve avere una preparazione tecnica rigorosa: deve conoscere i fondamenti della musica, saperla leggere e interpretare in modo originale, con il suo particolare timbro di voce, il contenuto del testo.

A TU PER TU

Lo studio è fondamentale per diventare cantanti di successo e raggiungere determinati obiettivi. C’è qualcosa che vorresti imparare prima della fine dell’anno? Quali sono i tuoi obiettivi e come pensi di poterli raggiungere?

Rivolgi questa domanda al tuo compagno di banco, poi scrivi la sua e la tua risposta nello spazio a lato.

IL DEEJAY

Il disc jockey, più frequentemente chiamato deejay o DJ, si occupa di selezionare la musica trasmessa in una discoteca o in un club, per un evento privato o una festa di piazza. Il suo compito è quello di comporre e proporre una scaletta di brani secondo il suo stile personale, il genere di locale o i gusti del pubblico, per intrattenere e far ballare.

DISEGNI E PAROLE

La musica può adattarsi a molteplici scopi e situazioni. Ad esempio, quale tipologia di musica utilizzeresti come sottofondo per festeggiare il compleanno di uno dei tuoi genitori?

Scrivi la tua risposta nello spazio a lato.

L’INSEGNANTE DI MUSICA

Gli insegnanti di musica impartiscono lezioni di musica sia collettive sia indivi duali a bambini, ragazzi e adulti in scuole pubbliche, private o scuole musicali. Un insegnante di musica ha seguito un determinato percorso universitario in un conservatorio dove, oltre allo studio di uno strumento, ha studiato solfeggio, armonia, storia della musica, musica da camera, orchestra ecc.

Dividetevi in coppie e preparate delle domande da fare al vostro in segnante di musica. Poi intervistatelo in classe: ciascuna coppia gli porrà una domanda.

Ecco alcuni esempi:

• Quando è iniziata la passione per la musica?

• Quali studi ha fatto?

• Come ha deciso di dedicarsi all’insegnamento?

• Quali difficoltà ci sono nell’insegnare la musica a una classe piuttosto che a un singolo studente?

Non tutti suonano

Ci sono altre figure che ruotano attorno alla musica, come quelle indicate di seguito. Prova a fare una ricerca, poi appunta alcune delle peculiarità di queste professioni negli spazi appositi.

Il tecnico del suono Il produttore discografico Il manager Il critico musicale

Il liutaio L’accordatore professionista Il costruttore di amplificatori Il musicoterapeuta

COMPETENZE

Comprendere e valutare eventi, materiali, opere musicali riconoscendone i significati, anche in relazione alla propria esperienza musicale e ai diversi contesti storico-culturali.

Integrare con altri saperi e altre pratiche artistiche le proprie esperienze musicali, servendosi anche di appropriati codici e sistemi di codifica.

Saper riconoscere all’ascolto la forma, lo stile e gli strumenti musicali di una composizione.

Il suono e gli strumenti musicali

Unità 1 – Suoni, rumori e musica

Unità 2 – Strumenti in formazione

Disponibile sul libro digi tale

Gli strumenti a corde

Gli strumenti a fiato e a mantice

Gli strumenti a percussione

Gli strumenti elettronici ed elettromeccanici

UNIT À 1 Suoni, rumori e musica

Conoscenze e competenze

Riconoscere e classificare anche stilisticamente i più importanti elementi del linguaggio musicale. Saper utilizzare internet per la ricerca musicale.

Valutare in modo funzionale ed estetico un brano musicale.

Orientare la costruzione della propria identità musicale.

acustica: scienza che studia il suono, le sue proprietà e il modo in cui si forma, si propaga e viene ricevuto.

Un mondo di suoni

Esiste davvero il silenzio? Per «silenzio» si intende la mancanza completa di suoni, rumori e voci, e il termine per definire un luogo dove il silenzio è assoluto è «anecoico». Sul pianeta Terra un luogo simile non esiste, perché, se si presta molta attenzione, anche nel luogo più isolato si riescono a percepire dei suoni o dei rumori. Deboli, indistinti, appena percettibili oppure ovattati, ma i suoni ci sono. Il semplice soffio del vento, il cinguettio degli uccelli, il fischio di un treno, una porta che si apre, un cane che abbaia, il ronzio del computer sono tutti suoni o rumori che un orecchio attento riesce a percepire. Un esperimento di acustica realizzato in diversi ambienti della Terra ha appurato che persino in Antartide il silenzio è costantemente interrotto da un crepitio, un soffio, un sibilo, uno schianto lontano. I suoni dunque ci circondano ovunque, tanto che si potrebbe dire che viviamo immersi in un mare di suoni, e ciò che ci permette appunto di coglierne le diverse qualità e sfumature, è proprio un ascolto silenzioso e attento.

Ascolto consapevole

Ascoltare e sentire non sono sinonimi, così come non lo sono vedere e guardare. Chi ascolta in modo consapevole è in grado di attribuire significato a ciò che ha udito. È in grado di comprendere ciò che sta ascoltando, che sia un discorso, che sia una melodia, che sia un suono naturale. Ascoltare in modo consapevole è un’arte che si apprende con l’esercizio e la base di tutto è prestare attenzione In ambito musicale ascoltare consapevolmente, per esempio, significa prima di tutto essere in grado di definire le caratteristiche di un suono, saper distinguere il ritmo dalla melodia, il suono dal rumore. Spesso questo concetto è associato a quello di orecchio musicale che, come tutti i sensi, può essere allenato a un ascolto consapevole tramite alcuni semplici esercizi, per esempio confrontare coppie di suoni e di fonti sonore diverse e classificarle in base alle caratteristiche sonore. Allenarsi a percepire i suoni e attribuire loro un valore permette di andare oltre al sentire passivamente e diventare ascoltatori consapevoli.

MUSICA E... SCIENZE

La camera anecoica

Dal momento che sulla Terra, come abbiamo visto, il luogo del silenzio assoluto non esiste, gli ingegneri degli Orfield Laboratories Minnesota (USA) hanno realizzato una vera e propria camera anecoica artificiale, ovvero priva di qualsiasi eco. Questa struttura è stata costruita per fare esperimenti di fisica acustica e per preparare gli astronauti alle missioni spaziali. Si tratta di una stanza nella quale viene assorbito il 99,99% dei suoni e dei rumori. L’essere umano non è abituato a un livello tale di silenzio, infatti nessuno ha mai resistito nella camera anecoica per più di 45 minuti.

PAROLE CHIAVE

UN BRANO SILENZIOSO

John Cage, compositore sperimentale americano, nel 1952 scrisse una composizione in tre movimenti dal titolo Quattro, trentatré, oppure Quattro minuti, trentatré secondi, che può essere eseguita da qualsiasi strumento o formazione musicale. Lo spartito, infatti, indica precisamente di non suonare per tutta la durata del brano.

Con questa composizione Cage ha voluto provocare lo spettatore a un ascolto consapevole dei suoni e rumori emessi dall’ambiente in cui viene eseguita.

L’esecuzione, quindi, sarà ogni volta diversa a seconda dell’ambiente sonoro nel quale viene rappresentata anche se generalmente tutti la percepiscono come «quattro minuti e trentatré secondi di silenzio».

COMPETENZE IN RETE

4’33” è un brano che tutte le orchestre scolastiche possono eseguire facilmente, anche se non è sufficiente stare solo in silenzio. Su internet si trovano numerose interpretazioni, o cover, tutte molto personali sebbene si tratti di un brano «muto». Cercale in rete e condividi coi tuoi compagni quella che ti ha colpito di più. Quali differenze si notano tra una versione e l’altra?

Suoni che diventano musica

Comunemente le persone classificano ciò che l’orecchio percepisce come suono o rumore. Il suono per lo più ha un effetto gradevole, mentre il rumore provoca una sensazione sgradevole. Naturalmente queste sensazioni fanno riferimento a una sensibilità individuale ed essendo soggettive non possono costituire valori assoluti. Il rombo di un’auto da corsa, per esempio, per molti può essere considerato una fonte di rumore, ma se l’ascoltatore è un appassionato di motori lo percepirà come un suono piacevole.

A parte la sensazione soggettiva, esiste comunque una distinzione «scientifica» tra suono e rumore. Scientificamente per suono si intende la vibrazione di un oggetto che emette una serie di onde sonore e armoniche.

Pertanto la musica è l’arte e la scienza di organizzare volontariamente suoni e silenzio nel corso del tempo. Attraverso i suoni, la musica riesce a esprimere l’interiorità dell’individuo che la produce e a trasmettere diverse sensazioni nell’ascoltatore.

COMPETENZE IN RETE

Qualsiasi oggetto di uso comune emette suoni e rumori: bidoni, coperchi, sacchetti di plastica e di carta, scope, cerchioni di ruote e accendini possono tutti diventare strumenti musicali. Penseresti mai che con tali oggetti si possa creare una forma di musica? Cerca in rete Kitchen, uno dei video realizzati dal gruppo inglese degli Stomp. Riesci a individuare gli strumenti che usano?

John Cage

ONDA SU ONDA

Il suono, quindi, si ottiene dalle vibrazioni di una fonte sonora, perché un corpo che vibra emette una serie di piccole onde che si propagano in ogni direzione, come avviene quando lanciamo un sassolino nell’acqua, e queste onde arrivano all’orecchio del ricevente. Le onde sonore si possono trasmettere nell’aria, a una velocità di 340 metri al secondo, ma anche nei liquidi, a una velocità cinque volte superiore che può raggiungere circa 1500 metri al secondo. Inoltre, l’onda sonora si trasmette anche nei solidi, come le pareti o i metalli, viaggiando a una velocità di 6000 metri al secondo. Per questa ragione nei film western i banditi, per sapere se il treno da assaltare è in arrivo, appoggiano l’orecchio ai binari oppure gli indiani sentono la mandria di bisonti in avvicinamento appoggiando l’orecchio per terra.

Il suono, dunque, non si propaga nel vuoto, ma per potersi diffondere ha bisogno di un corpo che vibra (aria, liquidi o solidi).

IN PRATICA

Cerca nel dizionario il significato delle seguenti parole: ultrasuono e infrasuono.

MUSICA E... SCIENZE

Rappresentazione grafica di un’onda sonora

Un suono rivelatore

Nel 1912, un mese dopo l’affondamento del Titanic, il meteorologo inglese Lewis Richardson registrò il primo brevetto del sonar (Sound Navigation and Ranging), un generatore di eco subacquea. Questo dispositivo impiega la propagazione del suono per rilevare la presenza di corpi sott’acqua e i primi prototipi servirono proprio per individuare la presenza di iceberg sulla rotta dei transatlantici. Partendo dal concetto di propagazione del suono, in medicina è stato realizzato l’ecografo, che permette di poter eseguire molte diagnosi per effetto dell’eco, cioè grazie alle onde sonore che colpiscono un corpo immerso in un liquido e ritornano nuovamente verso la fonte che le ha generate.

Onda emessa
Onda riflessa
Distanza
Sonar
Oggetto

Padiglione auricolare

CI VUOLE ORECCHIO

L’orecchio è l’organo sensoriale che ci permette di percepire i suoni. La membrana che vibra per effetto del suono si chiama timpano. Il timpano trasmette la sua vibrazione a una serie di ossicini posti all’interno dell’orecchio medio, che per la loro forma prendono il nome di martello, incudine e staffa. Questi trasferiscono il segnale dal timpano all’orecchio interno, trasmettendo la vibrazione amplificata.

Anatomia dell’orecchio.

La vibrazione arriva poi alla coclea, situata nell’orecchio interno, la quale mediante una serie di terminazioni nervose traduce la vibrazione in impulso nervoso. L’impulso infine arriva al cervello che lo decodifica trasformandolo in un suono definito.

Le caratteristiche del suono

Come abbiamo già visto, i suoni e i rumori che ci circondano non sono tutti uguali. Ciascuno ha delle caratteristiche precise e definite, delle qualità e dei parametri differenti, che permettono di identificarlo e di stabilirne l’origine. Per riuscire a individuarle è importante allenarsi ad ascoltare. Quali sono le caratteristiche più importanti del suono? Vediamole insieme.

L’INTENSITÀ

L’intensità, o volume, è la caratteristica più evidente del suono. In base al suo livello di potenza un suono può risultare debole (come in un sussurro) o fortissimo (come in un urlo). Dato che il suono si propaga attraverso un’onda, a maggiore o minor intensità sonora corrisponde una maggiore o minor ampiezza dell’onda

Nel linguaggio musicale la variazione di intensità si chiama dinamica e classifica i suoni in base alla forza con la quale devono essere prodotti, come indicato nella seguente tabella:

mf mezzo forte

f forte

fortissimo

f fortissimissimo crescendo

mp mezzo piano

p piano

pp pianissimo

ppp pianissimissimo diminuendo

Condotto
uditivo
Labirinto
Nervi acustici
Staffa
Incudine
Martello
Timpano
Chiocciola o Coclea
Tromba di Eustachio

BRANO A001 IN ASCOLTO

Nell’antro del re della montagna da Suite Peer Gynt op. 46 E. Grieg

Ascolta il seguente brano musicale e, seguendo il cursore del tempo, indica per ciascuna parte l’intensità della musica: pp p mp mf f ff

da 00.00 a 00.22

da 00.23 a 01.02 da 01.03 a 01.23 da 01.24 a 01.59

da 02.00 a 02.11 da 02.12 alla fine

Pressione sonora (µPa) Livello d’intensità sonora (dB)

Jet - Aeroplani Gruppo musicale

Tra co

Discorso colloquiale

L’unità di misura che determina l’intensità di un suono si chiama decibel (dB) e lo strumento utilizzato per rilevarla è chiamato fonometro.

L’evoluzione della moderna medicina ha messo in risalto che l’eccessiva esposizione a suoni e rumori di elevata intensità può provocare fastidio o disturbo ed essere persino causa di malattie. Anche un’esposizione a un suono a volume non troppo elevato ma comunque prolungato e non desiderato può causare nelle persone stress e disturbi neurologici. In entrambi i casi si parla di inquinamento acustico. Tra le cause più diffuse di inquinamento acustico oggi ci sono il traffico automobilistico, i cantieri, le discoteche, gli aeroporti, le autostrade, le fabbriche e le ferrovie.

Rappresentazione grafica dell’intensità

IN PRATICA

Con il permesso dell’insegnante, scaricate sul telefonino una applicazione gratuita, cercando «sound level» o «fonometro gratuito». Una volta scaricata l’app, provate a rilevare il livello di decibel durante vari momenti della giornata a scuola: durante una verifica, in palestra, durante la ricreazione e osservate come cambia il valore riportandolo in un grafico.

I diversi livelli di intensità del suono.
Fruscio alberi
Soggiorno U cio

LA DURATA

La durata indica quanto un suono dura nel tempo. In qualsiasi situazione le vibrazioni acustiche emesse non hanno tutte la stessa durata, e così pure le pause e i silenzi. Un brano musicale, per esempio, se è costituito da suoni lunghi risulterà lento, se è formato da suoni brevi risulterà più ritmato, veloce.

COMPETENZE IN RETE

Per capire l’effetto musicale di più suoni di lunga durata, cerca in rete il brano Lux aeterna di György Ligeti, in cui le voci del coro si sovrappongono gradual mente con forti dissonanze. Per osservare l’effetto musica le opposto, cerca in rete Mallet quartet di Steve Reich in cui po trai ascoltare più suoni di breve durata che si sovrappongono.

IN PRATICA

Dopo aver ascoltato i brani proposti nel box Competenze in rete, provate a imitare i due esempi in classe.

Come nel brano di Ligeti, sovrapponete gradualmente tutte le voci della classe per creare un continuum con la voce. Mantenete il suono per un paio di minuti e registrate l’esperimento. Ora fate la stessa cosa imitando la composizione di Reich usando piastre, metallofoni e percussioni che emettono suoni corti come legnetti, nacchere, bordi di tamburi. Registrate anche questa esperienza e infine riascoltate e confrontate le registrazioni. Che stato d’animo vi ispirano le due composizioni? Provate a descriverle con degli aggettivi.

L’ALTEZZA

L’altezza indica se un suono è basso, cioè grave, oppure alto, cioè acuto. I suoni gravi sono quelli prodotti da un numero basso di vibrazioni, mentre i suoni acuti sono prodotti da un numero alto di vibrazioni. Si può dunque dire che più un corpo vibra più emette un suono alto. Negli strumenti musicali l’altezza del suono dipende dalle dimensioni della cassa armonica per esempio, o dalla lunghezza di un flauto o di una corda. L’unità di misura delle vibrazioni è l’hertz (Hz), dal nome del fisico tedesco che per primo studiò e descrisse questo fenomeno.

COMPETENZE IN RETE

L’orecchio umano percepisce solo una limitata gamma di suoni in base alla loro altezza. Cerca in rete l’ Ultimate Sound Test [10 000 Hz – 1 Hz]. Tu fino a che altezza riesci a percepire il suono?

di vibrazioni sonore di diverse altezze.

BRANO A002 IN ASCOLTO

Ascolta attentamente i seguenti suoni a confronto e per ciascuna traccia indica qual è il suono più grave.

• Traccia 1: il primo il secondo

• Traccia 2: il primo il secondo

• Traccia 3: il primo il secondo

• Traccia 4: il primo il secondo

• Traccia 5: il primo il secondo

• Traccia 6: il primo il secondo

Esempi

PAROLE CHIAVE

argentino: suono

acuto e limpido simile a quello dell’argento percosso.

IL TIMBRO

Il timbro è quella particolare qualità del suono che consente all’ascoltatore di identificare la fonte da cui proviene distinguendola da altre. Il timbro di fatto rappresenta la voce delle cose e lo si può definire anche il «colore» del suono. Non per niente in inglese è detto tone colour e in tedesco klangfarbe. Il timbro si differenzia a seconda della fonte sonora. In uno strumento musicale cambia a seconda del materiale con cui è costruito e dal modo in cui viene prodotto il suono: soffiando, strofinando, pizzicando o percuotendo. Essendo il timbro una qualità sonora non misurabile e ben definita, per identificarlo si utilizzano diversi aggettivi, spesso presi in prestito da altre sfere sensoriali: chiaro, scuro, ruvido, liscio, metallico, nasale, argentino, gutturale, squillante ecc.

Così come siamo in grado di riconoscere, in base al timbro, la voce di un compagno di classe, allo stesso modo siamo in grado di riconoscere la voce dello strumento che sta suonando.

COMPETENZE IN RETE

Cerca in rete il brano didattico The young person’s guide to the orchestra op. 34 composto dall’inglese Benjamin Britten per far comprendere meglio la differenza tra i timbri delle famiglie degli strumenti nell’orchestra. Dopo una parte iniziale con tutta l’orchestra sinfonica, la composizione prosegue evidenziando le diverse famiglie: legni, ottoni, archi e percussioni.

BRANO

A003 IN ASCOLTO

Ascolta le seguenti tracce e rispondi alle domande.

Traccia 1: quale dei due strumenti ha il timbro più scuro?

Chitarra Violino

Traccia 2: quale dei due strumenti ha il timbro più chiaro?

Xilofono Metallofono

Traccia 3: quale dei due strumenti ha il timbro più scuro?

Clarinetto Oboe

BRANO

A004 IN ASCOLTO

Promenade da Quadri di un’esposizione

M. Musorgskij

Ascolta la Promenade e prova a definire il timbro dello strumento solista che inizia il brano.

BRANO A005 IN ASCOLTO

This old hammer Anonimo

Ascolta il brano e trova tre aggettivi per definire il timbro del clarinetto.

agogica: piccole modificazioni di tempo che si possono apportare, per ragioni interpretative, a un dato ritmo musicale.

Il ritmo e la velocità

Il ritmo è l’ordine del movimento e, secondo il filosofo Platone, non riguarda solo la musica. L’ordine è dato dal ripetersi ciclico di un evento. Per questo si parla di ritmo delle stagioni, ritmo biologico, ritmo del lavoro; in musica questo concetto spesso è associato alla velocità di un brano.

Nel linguaggio musicale la velocità è indicata dall’agogica, che ne specifica l’andamento: da molto lento a molto veloce. La velocità o il tempo di un brano in tutto il mondo è definita con le parole Largo, Adagio, Andante, Moderato, Allegro, Presto, Prestissimo e l’esecutore ha la facoltà di interpretarle secondo il proprio gusto musicale. Per misurare con precisione la velocità di un brano si usa il metronomo. L’unità di misura della velocità si esprime con la sigla bpm che indica le pulsazioni (battiti) per minuto. Generalmente il tempo di un brano di musica pop allegro varia da 120 a 160 bpm , mentre quello di un brano hard techno invece varia dai 145 ai 170 bpm.

ASCOLTO

Ascolta il seguente brano e definisci la velocità corretta.

Largo

Andante

Allegro

Accelerando a poco a poco

- 208

COMPETENZE IN RETE

Il metronomo non serve solo per tenere il tempo. Il compositore austriaco György Ligeti ne ha utilizzati ben 100 per realizza re il suo Poema sinfonico per 100 metro nomi. Cerca su internet il video di Ligeti, ascolta la sua performance e commentala con i tuoi compagni di classe.

PAROLE CHIAVE
BRANO A006 IN
Kalinka Malinka Tradizionale russo

Organizzare i suoni, trasmettere emozioni

La musica ha un forte impatto emotivo, ci trasmette sensazioni, parla direttamente al cuore e riesce a comunicare con immediatezza quello che a volte è difficile esprimere solo verbalmente. Come può una musica riuscire a catturare la sensibilità umana e suscitare pensieri, stati d’animo ed emozioni? In che modo riesce a fare tutto questo?

MELODIA E ARMONIA

La melodia, o tema, è una successione di suoni di diversa altezza, durata, intensità e timbro la cui struttura genera un organismo musicale di senso compiuto. La sua caratteristica principale è quella di essere facilmente individuabile all’interno di una composizione, di restare impressa nella mente. La melodia è quella che ci si ritrova a canticchiare, fischiettare, anche solo dopo un semplice ascolto. Per dare più movimento, più vivacità, in un brano si alternano almeno due melodie che «dialogano» fra loro. Una più narrativa, la strofa, e un inciso o ritornello.

L’armonia riguarda l’organizzazione verticale dei suoni ed è finalizzata a far suonare bene più voci di diverse altezze o più strumenti. Presuppone conoscenze tecniche ma anche buon gusto e spiccata musicalità. L’armonia è fondamentale per l’accompagnamento musicale, che varia a seconda del genere, e prende il nome di arrangiamento

IN PRATICA

Se gli aggettivi permettono di definire le caratteristiche di uno strumento o di una voce, anche con i verbi non si scherza. Provate a fare un elenco di verbi, espressi al gerundio, e quindi cantate o suonate una melodia di partenza, ripetendola come suggerisce il verbo tante volte quante sono le voci in elenco.

Esempio:Saltellando/Tossendo/Ululando/Grattando/Accelerando/Bisbigliando/Piangendo/ Ridendo/Inspirando/Starnutendo/Ballando/Ragliando/Belando/Abbaiando/Soffiando/Precipitando/Esultando ecc.

Ne deriverà una composizione «improbabile» per voce recitante e ogni sorta di voci e strumenti divisi in gruppi liberi ma non troppo.

MelodiaArmonia
Melodia Armonia

PAROLE CHIAVE

aria col da capo: composizione in cui la terza strofa è una ripetizione, più o meno variata, della prima (schema melodico: ABA).

TEMA E VARIAZIONI

In musica, eseguire una variazione significa prendere un tema e sperimentarne alternative stilistiche o di genere, a volte improvvisando. L’arte di improvvisare con lo strumento, nella storia della musica, è stata a lungo considerata un elemento basilare per poter definire un esecutore brillante. Nel periodo barocco in particolare l’«aria col da capo» viene continuamente impiegata per permettere di essere variata sul momento dal virtuoso.

Questa pratica continua anche nel periodo classico. Una delle opere minori di Beethoven, la sua Fantasia in Sol minore op. 77, è quasi certamente una trascrizione di un’esecuzione improvvisata, il cui nocciolo è proprio una serie di variazioni su un breve tema. Il gran numero delle variazioni per pianoforte di Mozart suggerisce l’idea che anch’esse possano essere trascrizioni di improvvisazioni. Per la musica jazz, le improvvisazioni di variazioni armonicamente elaborate su un tema popolare costituiscono la procedura fondamentale.

COMPETENZE IN RETE

L’arte di improvvisare richiede una notevole padronanza dello strumento e la capacità di mettersi in gioco. Sicuramente i musicisti della Banda Osiris sanno cosa significa improvvisare divertendosi, cerca in rete il video Da Vivaldi a Santana: riconosci qualcuno dei temi che propongono nella loro improvvisazione?

MUSICA E... LETTERATURA

Esercizi sì, ma con stile

Possiamo dire che tutte le cover non sono altro che variazioni al tema o, se preferiamo, esercizi di stile. L’esercizio, per essere «creativo» però, richiede che le variazioni non siano una fotocopia esatta dell’originale ma facciano emergere la personalità dell’interprete, ovvero che in ognuna di esse sia riconoscibile la mano dell’artista che la esegue.

Una delle più note variazioni al tema che si conoscono sono gli Esercizi di stile di Raymond Queneau, ma anche il Cavaliere inesistente di Italo Calvino potrebbe essere considerata tale. La pop art nata negli anni Sessanta del XX secolo, inoltre, si basa in gran parte proprio sulle variazioni al tema, a volte prendendo di mira, anche in modo irriverente, grandi capolavori del passato.

RIPASSO OPERATIVO

• Se ci poniamo in un atteggiamento di ascolto attento, ci possiamo rendere facilmente conto che viviamo immersi in un mare di suoni

• La musica può essere definita come l'arte e la scienza dell’organizzazione volontaria dei suoni e dei silenzi

• Grazie ai suoni, la musica riesce a esprimere l’interiorità della persona che la produce e a trasmettere diverse sensazioni in chi la ascolta.

Completa la mappa dell’Unità, inserendo le parole mancanti. solidi – velocità – impulsi nervosi – durata – onde sonore – timbro

intensità (suono debole o forte)

(suoni lunghi o brevi)

altezza (suono basso o alto)

caratteristiche proprie l’inquinamento acustico

ritmo e (il «colore» del suono)

dalla vibrazione di un oggetto

è prodotto ha

Le caratteristiche del suono

se è eccessivo e prolungato crea

è percepito che trasforma

una serie di che emette che si trasmettono nell’aria nei nei liquidi

grazie al nostro orecchio

le vibrazioni in

1 Come si chiama l’elemento da cui ha origine un suono?

A Motore di ricerca B Sorgente idrica

C Energia solare D Fonte sonora

2 Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.

a. Il suono si propaga solo attraverso l’aria.

b. Il suono non si propaga nei solidi.

c. Il suono si propaga nel vuoto.

d. Il fonometro permette di rilevare l’inquinamento acustico.

F

F

F

F

e. Solo in Antartide si percepisce il silenzio assoluto. V F

f. Un suono acuto è prodotto da un numero elevato di vibrazioni.

g. Il timbro dipende dal materiale e dal modo in cui si produce il suono.

h. L’altezza di un suono si rileva con l’altimetro.

3 Che cosa si utilizza per misurare la velocità di un brano?

A Il goniometro B Il termometro

C Il metronomo D Il tachimetro

4 Un tempo tra 40 e 66 bpm è un tempo lento o veloce?

F

F

F

5 Nel linguaggio musicale, come si chiama la variazione di intensità?

A Curvatura B Pendenza

C Altezza D Dinamica

6 Completa il testo con i seguenti termini. composizione – arrangiamento – ritornello – melodia – accompagnamento musicale – strofa

La è una successione di suoni facilmente individuabile all’interno di una . Per dare più movimento, più vivacità in un brano si alternano almeno due melodie che dialogano fra loro. Una più narrativa, la , e un inciso o .

L’armonia è fondamentale per l’ , che varia a seconda del genere e prende il nome di

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OLTRE LA VERIFICA

Durata, altezza, timbro e intensità: quale tra le caratteristiche del suono ti colpisce di più e perché?

2

Strumenti in formazione

Conoscenze e competenze

Conoscere le principali formazioni strumentali. Distinguere gli strumenti che fanno parte di una formazione strumentale.

Acquisire un gusto musicale personale.

PAROLE CHIAVE

DJ set: il «concerto» del deejay, la performance in cui questi presenta e mixa la sua selezione di musica.

Le formazioni musicali

Per fare musica non è necessario essere in gruppo, la si può fare anche da soli. Molte composizioni musicali però sono pensate per un gruppo di musicisti in cui ciascuno suona il proprio strumento.

Un esempio di gruppo è una band musicale, che può essere composta da quattro, cinque o sei componenti, oppure l’orchestra jazz. Persino in un DJ set oggi è comune trovare due deejay che «suonano» insieme. Quindi va da sé che esistono varie tipologie di formazioni strumentali, queste sono le principali.

IL SOLO

Quando un solo strumento interpreta un’esecuzione musicale si chiama solo. Anche se quasi tutti gli strumenti possono esibirsi egregiamente in un solo, i più utilizzati sono il pianoforte, la chitarra e il violino. Per un esempio di solo, vai all’ascolto di p. 126, Capriccio n˚ 1 (violino) di Paganini.

IL DUO

La formazione più semplice è costituita da due strumenti musicali che suonano insieme e si chiama duo. Il duo generalmente è composto da uno strumento melodico, come il violino o il flauto, e da uno strumento polifonico, come il pianoforte. Esistono anche duetti composti dallo stesso strumento. Per un esempio di duo, vai all’ascolto di p. 51, Ecco la primavera (duo vocale) di Landino.

IL TRIO

Se la formazione musicale è costituita da tre strumenti si chiama trio. In un trio solitamente ci sono due strumenti melodici accompagnati da uno strumento polifonico. A volte ci sono brani eseguiti in trio nei quali tre strumenti melodici alternano, in un continuo dialogo, le funzioni di melodia e accompagnamento. Per un esempio di trio, vai all’ascolto di p. 128, Trio n˚ 2 in Mi b maggiore di Schubert.

1, 2, 3… si suona! Spesso le formazioni ridotte sono anche quelle in cui è più facile mettere in evidenza le capacità tecniche e stilistiche dei musicisti. Prova a fare una ricerca in rete sulle tre formazioni: solo, duo e trio. Lasciati guidare dalla curiosità, cerca le performance più sperimentali o più bizzarre, segnandole nella tabella. Ti diamo qualche suggerimento.

COMPETENZE IN RETE

IL QUARTETTO

Nel caso in cui la formazione musicale sia composta da quattro strumenti si parla di quartetto. Anche se esistono quartetti formati da tre strumenti melodici accompagnati da uno strumento polifonico, nella maggior parte dei casi questa formazione è solitamente costituita da quattro strumenti melodici.

Gli esempi più comuni sono il quartetto d’archi composto da due violini, una viola e un violoncello, e il quartetto di fiati, formato da un flauto, un clarinetto, un oboe e un fagotto. Nonostante non ci sia uno strumento di accompagnamento, entrambe le formazioni risultano complete perché comprendono strumenti sia acuti sia gravi. Diversamente, il quartetto jazz prevede uno strumento solista, come il sax, accompagnato da batteria, contrabbasso e chitarra.

Trovi un esempio di quartetto all’ascolto di p. 99, Quartetto per f lauto, oboe, violino e basso continuo in Sol maggiore di Telemann.

SEMPRE PIÙ STRUMENTI...

Aumentando il numero degli strumenti musicali in una formazione strumentale possiamo ottenere il quintetto (cinque strumenti), il sestetto (sei strumenti), il settimino (sette strumenti) e così via.

Le formazioni da camera

Le formazioni da camera, tipiche della musica colta, prendono il loro nome dall’usanza del XVIII secolo di esibirsi nei saloni e nelle stanze delle residenze nobiliari, che contenevano un pubblico ristretto. Generalmente la formazione da camera era composta da pochi musicisti ma, se lo spazio lo consentiva, poteva arrivare anche a più di dieci elementi. Un maggiore numero di strumenti forma un’orchestra da camera, molto simile a quella classica ma di dimensioni ridotte.

L’orchestra

Già al tempo degli Egizi i musicisti si riunivano in piccole formazioni strumentali, così come presso gli antichi Greci, pertanto le formazioni strumentali e vocali hanno origini molto antiche. Ne esistono di vari tipi, a seconda del numero dei componenti che le costituiscono, del luogo in cui si esibiscono e dell’evento che celebrano.

I Romani amavano assistere a spettacoli in cui gli artisti erano accompagnati da un coro o da un’orchestra formata da tibie, cetre, zampogne e strumenti a percussione. Durante il Medioevo le orchestre sparirono e la funzione degli strumentisti, come il menestrello, per molto tempo fu quella di suonare, all’unisono con il canto, un solo strumento: una viella, antenata del violino, o un flauto. Oggi, qualsiasi formazione strumentale composta da un numero consistente di strumenti diversi è detta orchestra. Nel corso del tempo la struttura dell’orchestra ha subìto diversi cambiamenti, sia nel numero dei componenti, che è aumentato, sia nel tipo di strumenti, tanto che ormai è sempre più diffuso anche l’accostamento di strumenti acustici ed elettronici.

Un quartetto d'archi.

L’ORCHESTRA BAROCCA

Nel periodo dell’arte e della musica barocca, ovvero intorno al Seicento, l’orchestra era costituita prevalentemente da strumenti ad arco accompagnati dal clavicembalo. Per un esempio di orchestra barocca vai all’ascolto di p. 82, Inverno, I movimento di Vivaldi.

L’ORCHESTRA CLASSICA

Con l’aggiunta di componenti si è giunti alla nascita dell’orchestra classica, formata da un gruppo di archi, qualche strumento a fiato e alcune percussioni, solitamente timpani. Un’orchestra di questo tipo può arrivare a una quarantina di elementi. Per un esempio di orchestra classica vai all’ascolto di p. 102, Sinfonia n˚ 45 in Fa m minore di Haydn.

L’ORCHESTRA ROMANTICA

Quando nei primi anni dell’Ottocento vennero ideati nuovi strumenti e perfezionati quelli già esistenti l’orchestra si ampliò, arrivando a organici persino di cento musicisti, e migliorò tecnicamente.

Tra le invenzioni di quel tempo oltre a nuovi tipi di percussioni vi furono gli ottoni e si iniziò ad affidare l’accompagnamento al pianoforte che sostituì il clavicembalo. Per un esempio di orchestra romantica vai all’ascolto di p. 174, La Moldava di Smetana.

L’ORCHESTRA SINFONICA MODERNA

Verso la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento cominciò a prendere forma l’orchestra sinfonica, fino a raggiungere la struttura che presenta ai giorni nostri. L’orchestra sinfonica moderna si compone di circa un centinaio di musicisti e presenta molti strumenti mai utilizzati in precedenza. Il gruppo più consistente è quello degli archi, che possono arrivare fino a sessanta, seguono i fiati, inclusi il corno inglese, il clarinetto basso e il controfagotto, due arpe e gli strumenti a percussione. Per un esempio di orchestra sinfonica moderna vai all’ascolto di p. 179, La grande porta di Kiev di Ravel.

King Oliver’s Creole Jazz Band è stato uno dei più influenti tra i primi gruppi jazz. Da sinistra a destra: Baby Dodds, Honore Dutrey, King Oliver (seduto), Bill Johnson, Johnny Dodds, Louis Armstrong e Lil Hardin.

CHI DIRIGE L’ORCHESTRA?

Un insieme così numeroso di musicisti ha bisogno di qualcuno che li guidi, che decida il tempo, il ritmo, l’intensità e la dinamica del brano che stanno suonando. Non a caso, la nascita della figura del direttore d’orchestra coincide con l’aumento degli organici, che si registrò a partire dal Settecento. Uno dei più grandi direttori di quel tempo fu Johann Stamitz che, a Mannheim, dirigeva una delle orchestre migliori d’Europa nonché la preferita di Mozart.

COMPETENZE IN RETE

Per vedere un direttore d’orchestra al lavoro, cerca in rete il video Le prove con Riccardo Muti, noterai come un direttore non si limita solo a dirigere l’orchestra ma fornisce ai musicisti e ai cantanti molte indicazioni a volte anche scherzando con loro.

La jazz-band

All’inizio del Novecento a New Orleans, nel Sud degli Stati Uniti, dall’aggregazione di musicisti afroamericani nacquero le prime formazioni jazz. Sebbene nel corso degli anni i gruppi jazz abbiano subito diverse variazioni strutturali, gli strumenti di base rimangono ancora oggi il pianoforte verticale, la tromba, il contrabbasso, la batteria, la chitarra, il clarinetto e il trombone.

A rendere unica la musica jazz è stata la creatività di compositori e musicisti, che si sono divertiti a sperimentare liberamente, cimentandosi spesso in fantasiosi accostamenti strumentali e arrivando, con il tempo, ad acquisire nuove sonorità timbriche. Le due principali formazioni jazz storiche sono la New Orleans band e la big band.

LA NEW ORLEANS BAND

Questa orchestra jazz si chiama così perché era tipica di New Orleans. Le New Orleans band si esibivano sui battelli lungo il fiume Mississippi, nei locali del quartiere di Storyville, lungo le strade e le piazze, e a volte si sfidavano in originalissime, e pacifiche, «battaglie musicali».

La formazione base della New Orleans band era costituita da: una cornetta o una tromba, un trombone, un clarinetto, un banjo, un basso tuba o un contrabbasso e, per la prima volta nella storia, una batteria completa. Per un esempio di New Orleans band vai all’ascolto di p. 234, When the saints go marching in

COMPETENZE IN RETE

Per vedere un direttore in azione in una big band, cerca in rete Melodyforchildren con Bragantini e Zorzella. Curiosità: la persona che dirige l’orchestra è uno dei due autori di questo libro!

BRANO A007 IN ASCOLTO

M.

P.

BIG BAND

La big band è così chiamata proprio perché è la più grande delle formazioni jazz. È costituita da due sezioni ben definite:

• la sezione melodica: composta dai fiati, ovvero trombe, trombone, sassofoni e clarinetti;

• la sezione ritmica: composta da pianoforte, contrabbasso, batteria e chitarra.

Nella big band il direttore ha un ruolo fondamentale poiché generalmente si occupa anche dell’arrangiamento dei brani.

Cedars house blues è dedicato a un luogo termale vicino al Lago di Garda, l’antica Villa dei Cedri a Colà di Lazise, Verona. Scritto da Paolo Birro e Marco Pasetto nel 2000, il brano è interpretato dalla Big Band Ritmo Sinfonica Città di Verona. Solista alla tromba il jazzista statunitense Kyle Gregory.

Quali strumenti della big band riesci a distinguere? Aiutati anche osservando la foto sottostante.

Cedars house blues
Pasetto
Birro
La Big Band Ritmo Sinfonica Città di Verona

La banda

Una grande parata, una cerimonia pubblica, una ricorrenza popolare non può dirsi degnamente celebrata se non è accompagnata dalla banda. È la formazione che senza dubbio crea la cornice ideale per le occasioni di festa. Si tratta di una formazione musicale che ha un’origine antica ed è considerata quella più diffusa. In passato molti grandi musicisti hanno scritto brani per banda; persino Mozart, Beethoven e Verdi, per citarne alcuni. La banda ebbe un ruolo di grande importanza soprattutto nell’Ottocento, quando ebbe il merito di divulgare in modo capillare la musica classica e operistica, opportunamente trascritta. La banda è costituita prevalentemente da strumenti a fiato e percussioni, che spesso vengono suonati in piedi, marciando per le strade.

BRANO A008 IN ASCOLTO

S-cianco march

M. Pasetto

S-cianco march è una composizione per banda che ha fatto da colonna sonora al festival internazionale dei giochi di strada Tocatì, che si tiene ogni anno a Verona. La lippa (s-cianco in veronese) è un antico gioco diffuso in Europa, in Nord Africa e in Asia. Quali strumenti riesci a distinguere chiaramente nella banda?

MUSICA E... STORIA

Marciare

a tempo di musica

Nel Settecento, il generale dell’esercito francese Maurizio di Sassonia, nelle sue memorie militari, scriveva: «Tutti gli ufficiali fanno suonare le marce senza saperne lo scopo. Credono sia un ornamento militare. Niente di tutto ciò. Il segreto è presto detto: la musica serve per far camminare i soldati al passo. Con la musica li farete marciare veloci o lenti come vorrete; la vostra retroguardia non rimarrà mai indietro, tutti i vostri soldati andranno con lo stesso piede; le conversioni si faranno insieme con rapidità e con stile; le gambe non si confonderanno e i soldati non si stancheranno. Tutti hanno visto danzare persone per una notte intera, saltando e agitandosi continuamente. Prendete un uomo, fatelo danzare solo due ore senza musica e vediamo se resiste. Ciò prova che i suoni hanno un segreto potere su di noi, che predispone i nostri organi all’esercizio fisico e lo facilita».

COMPETENZE IN RETE

La fanfara è una formazione strumentale composta da soli ottoni che accompagna di solito parate militari e cerimonie ufficiali. Una delle formazioni militari italiane più conosciute in tutto il mondo è la Fanfara dei Bersaglieri, cercala in rete e scopri qual è la sua particolarità.

Le orchestre popolari

Una delle orchestre popolari più diffusa è l’orchestra di liscio. Le sue origini risalgono alla fine dell’Ottocento, il periodo in cui il ballo iniziò a diffondersi nei piccoli centri abitati. In origine la struttura di queste formazioni era di dimensioni ridotte e comprendeva principalmente una fisarmonica, una chitarra e uno strumento solista, come il clarinetto, il saxofono o il violino, che si esibivano in un repertorio di valzer, polke e mazurke. A partire dal Secondo dopoguerra l’organico delle orchestre di liscio si è ampliato, includendo nella formazione anche batteria, basso e voce

L’orchestra popolare tra le più famose e antiche è l’Orchestra Casadei, fondata da Secondo Casadei nel 1928 e tuttora in attività. Uno dei brani più famosi del loro repertorio è Romagna mia, cerca in rete la versione di Secondo Casadei del 1954 e confrontala con una versione moderna eseguita dal vivo. Su internet ne trovi anche una cantata da Jovanotti

L’orchestra multietnica

L’orchestra interculturale, multietnica, o etno-band, nasce dalla coesione di strumenti considerati «classici» per la cultura occidentale e strumenti etnici, tipici di altre culture. La particolarità di questo tipo di orchestra consiste nel creare sonorità uniche e originali, che dimostrano come da culture diverse e apparentemente distanti possa nascere un insieme armonioso, capace di superare qualsiasi barriera.

COMPETENZE IN RETE

Negli ultimi anni questo tipo di ensemble musicale formato da musicisti provenienti da vari continenti e culture si è sempre più diffuso. Una delle compagini che si sta affermando sempre più nel panorama nazionale è l’orchestra interculturale Mosaika; cerca in rete Misirlou eseguito per il circuito Sofar.

MUSICA E... GEOGRAFIA

Il mondo in un’orchestra

Una delle orchestre multietniche più famose è senz’altro l’Orchestra di Piazza Vittorio, formazione nata nel 2002 a Roma. La sua storia è raccontata in un film documentario dal titolo Il giro del mondo in 80 minuti

COMPETENZE IN RETE

PARTE 1 Il suono e gli strumenti musicali

I complessi beat, rock e pop

Verso la fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, in Inghilterra, prendono vita le prime band di musica moderna con il nome di complessi beat. Questi gruppi normalmente erano composti da batteria, pianoforte elettrico, basso elettrico e chitarra elettrica. Tra i complessi nati in questo periodo senza dubbio quello più conosciuto del movimento beat, capostipite di molti altri, è quello dei Beatles.

Negli anni Settanta la musica cosiddetta «leggera», con l’aggiunta di due chitarre elettriche, diventa più aggressiva, più dura. Alle chitarre spesso si affiancano le tastiere e i fiati: nascono così i primi complessi rock. Una delle rock band più famose e longeva è quella dei Rolling Stones.

Negli anni Ottanta vengono introdotti strumenti elettronici ed etnici, e si torna all’esecuzione di una musica più leggera. Nascono dunque i complessi pop, che spesso mescolano nei loro brani generi diversi e rappresentano un’evoluzione moderna della musica popolare, da cui prendono il nome. Tra i gruppi pop più noti citiamo gli U2.

COMPETENZE IN RETE

Tra le formazioni musicali che usano strumenti non «convenzionali» spicca la Vegetable Orchestra di Vienna, un gruppo famoso, oltre che per la bravura dei suoi musicisti, per gli insoliti strumenti che suona. Questi sono infatti ricavati da ortaggi e frutti di ogni tipo: le carote si trasformano in flauti, le melanzane in nacchere, e l’unione di un peperone, un cetriolo e una carota diviene un coloratissimo flauto. Cerca in rete un video di questa originale orchestra. Prova anche tu a suonare con gli ortaggi che trovi a casa.

I Rolling Stones nel 1963
Gli U2 negli anni Ottanta.

Le famiglie di strumenti musicali

Ogni strumento musicale, come ogni persona, ha una sua voce particolare, che si classifica attraverso tre parametri: il timbro, l’estensione (la varietà di note che riesce a suonare) e la sonorità (la potenza con cui emette il suono).

A seconda del materiale con cui sono costruiti, del modo in cui emettono il suono e dell’estensione dei suoni che producono, gli strumenti musicali sono stati classificati da Erich Moritz von Hornbostel e Curt Sachs, nel 1914, in cinque famiglie:

• cordofoni: il corpo sonoro è costituito da corde messe in vibrazione (cetre, mandole, liuto, arpe, chitarre, violino, viola, violoncello ecc.);

• aerofoni: il corpo sonoro è costituito da una colonna d’aria (armonica a bocca, fisarmonica, flauti, clarinetti, oboi, corni, sax ecc.);

• idiofoni: l’intero corpo dello strumento entra in vibrazione (triangolo, xilofono, campane tubolari, maracas, scacciapensieri ecc.);

• membranofoni: il corpo sonoro è costituito da una membrana (timpani, tamburi, grancassa ecc.);

• elettrofoni: il suono è diffuso da altoparlanti (organo Hammond, tastiere, chitarre elettriche, piano elettrico ecc.).

BRANO A009 IN ASCOLTO

Gli strumenti che senti in questo ascolto appartengono alla famiglia dei cordofoni. Quali riesci a individuare?

Gli strumenti musicali vengono inoltre suddivisi in:

• strumenti a suono determinato, che emettono note precise e intonate da poter scrivere sul pentagramma (es. vibrafono, timpani, campane tubolari, xilofono);

• strumenti a suono indeterminato, che emettono note «irregolari», senza una precisa intonazione da poter registrare ritmicamente su un rigo musicale.

BRANO A010 IN ASCOLTO

Gli strumenti che senti in questo ascolto appartengono alla famiglia degli aerofoni. Quali riesci a individuare?

BRANO A011 IN ASCOLTO

Gli strumenti che senti in questo ascolto appartengono alla famiglia dei membranofoni. Quali riesci a individuare?

BRANO A012 IN ASCOLTO

Gli strumenti che senti in questo ascolto appartengono alla famiglia degli idiofoni. Quali riesci a individuare?

Le caratteristiche degli strumenti musicali

GLI STRUMENTI

A CORDE

Fanno parte dei cordofoni tutti gli strumenti musicali il cui suono è emesso dalla vibrazione di una corda. La loro struttura è abbastanza simile e, a parte qualche eccezione, tutti possiedono le seguenti caratteristiche:

• una cassa armonica che ha la funzione di amplificare il suono;

• una tastiera che permette, premendo le corde in diversi punti, di cambiare l’altezza della nota da eseguire;

• un sistema di ponticelli tramite i quali si fissano le corde allo strumento;

• delle chiavette, dette anche «meccaniche» o «piroli», che consentono di accordare lo strumento variando la tensione delle corde.

Gli strumenti musicali appartenenti a questa famiglia si differenziano tra loro secondo le modalità utilizzate per produrre la vibrazione delle corde, che possono essere strofinate, pizzicate o percosse.

GLI STRUMENTI A FIATO E A MANTICE

Tutti gli strumenti musicali che emettono un suono attraverso la vibrazione dell’aria sono chiamati aerofoni. Si distinguono a loro volta tra aerofoni a fiato e aerofoni a mantice, a seconda del modo in cui viene immessa l’aria.

Negli strumenti a fiato il suonatore soffia direttamente in un’imboccatura. Negli strumenti a mantice è il mantice che spinge l’aria nello strumento; il mantice è una specie di sacchetto che viene azionato dall’esecutore tramite un sistema meccanico. Di questa seconda tipologia fanno parte la fisarmonica, l’harmonium e l’organo, tutti e tre dotati di tastiera. Un altro criterio per classificare gli aerofoni in generale consiste nel distinguere gli strumenti che contengono l’aria in una cavità al loro interno (per esempio il flauto), detti riso, e quelli che utilizzano l’aria che si trova all’esterno (come nel caso dell’armonica a bocca), che si chiamano liberi

GLI STRUMENTI A PERCUSSIONE

Fin dalla preistoria l’uomo, percuotendo legni, tronchi e pietre, ha prodotto suoni per i motivi più svariati: comunicazione, rito, svago e guerra. Per questo si può dire che quella delle percussioni sia la tipologia di strumenti più antica.

Gli strumenti a percussione, a seconda del materiale con cui sono costruiti, si suddividono idiofoni e membranofoni che possono essere ulteriormente distinti in strumenti a suono determinato e strumenti a suono indeterminato. I primi sono in grado di produrre suoni con un’altezza specifica, corrispondenti alle note musicali, e si usano con una funzione melodica; i secondi producono suoni di altezza non classificabile, indeterminata, e si usano con una funzione ritmica.

GLI STRUMENTI ELETTRONICI ED ELETTROMECCANICI

Gli strumenti musicali che producono suoni per mezzo di impulsi elettrici si chiamano elettrofoni, e si possono suddividere in strumenti elettronici e strumenti elettromeccanici a seconda del modo in cui vengono generati i suoni. Tutti gli strumenti elettrofoni possono aumentare l’ampiezza degli impulsi sonori che emettono grazie a un amplificatore al quale sono collegati direttamente con un cavo oppure con un trasmettitore.

RIPASSO OPERATIVO

• Un gruppo musicale è un insieme di più persone che suonano ciascuno il proprio strumento.

• La forma più semplice di gruppo musicale è il duo, spesso composto da uno strumento melodico (es. il violino) e da uno strumento polifonico (es. il pianoforte).

• Aggiungendo al duo uno o più strumenti si ottengono un trio, un quartetto, un quintetto e così via.

Completa la mappa dell’Unità, inserendo le parole mancanti. etnici – a fiato – camera – classici – accostamenti

le formazioni jazz

le formazioni da camera l’orchestra molti strumenti diversi musicali creativi

I gruppi musicali

composte da formata da caratterizzate da

i complessi beat, rock e pop formati da

un duo, un trio o più strumenti (orchestra da )

strumenti elettrici, elettronici o

l’etno-band

la banda

le orchestre popolari

l’unione di strumenti ed etnici formata da

strumenti e percussioni formata da

all’inizio composte da

tre strumenti (es. fisarmonica, chitarra e violino)

1 VERIFICA

1 Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.

a. Un musicista che suona da solo forma un gruppo. V F

b. Le formazioni da camera si chiamano così perché si esibivano in camicia da notte. V F

c. Quasi tutti gli strumenti possono esibirsi in un solo. V F

d. Il duo è composto da quattro strumenti a corda. V F

e. La banda è composta da fiati e percussioni. V F

f. L’orchestra multietnica tende a fondere sonorità di diverse culture. V F

g. La New Orleans band utilizza sempre il basso elettrico. V F

h. L’orchestra da camera ha più elementi dell’orchestra sinfonica moderna. V F

i. L’orchestra classica è formata da un gruppo di archi, qualche strumento a fiato, e alcune percussioni. V F

j. Uno dei più grandi direttori d’orchestra del Settecento è stato Johann Stamitz. V F

k. La big band è composta da quattro elementi corpulenti. V F

2 In quale orchestra si inserisce il pianoforte al posto del clavicembalo?

A Barocca

C Romantica

B Popolare

D Interculturale

3 Inserisci gli strumenti elencati sotto la colonna della formazione di appartenenza (attenzione: alcuni possono essere collocati in entrambe e alcuni in nessuna delle due).

batteria – congas – organo – liuto arabo – violino – banjo – chitarra – arpa – clarinetto – basso elettrico – basso tuba – tromba – trombone – contrabbasso – pianoforte – timpani

New Orleans band

Orchestra sinfonica moderna

4 In quale città degli Stati Uniti nacquero i primi gruppi jazz all’inizio del Novecento?

A Chicago

B Detroit

C New Orleans D Seattle

OLTRE LA VERIFICA 5

Tra i diversi tipi di formazione musicale che hai ascoltato in questa Unità, quale ti ha colpito di più e perché?

2

COMPETENZE

Essere in grado di ideare e realizzare, anche attraverso l’improvvisazione o partecipando a processi di elaborazione collettiva, messaggi musicali e multimediali, nel confronto critico con modelli appartenenti al patrimonio musicale, utilizzando anche sistemi informatici.

Comprendere e valutare eventi, materiali, opere musicali riconoscendone i significati, anche in relazione alla propria esperienza musicale e ai diversi contesti storico-culturali.

Integrare con altri saperi e altre pratiche artistiche le proprie esperienze musicali, servendosi anche di

Storia della musica

Unità 1 – Il Medioevo

Unità 2 – Umanesimo e Rinascimento

Unità 3 – Il Barocco

Unità 4 – Il Classicismo

Unità 5 – Il Romanticismo

Unità 6 – L’opera in Europa

Unità 7 – Le scuole nazionali

Unità 8 – Il Novecento

Unità 9 – La musica classica contemporanea La musica classica

Unità 10 – Sotto le stelle del jazz

Unità 11 – Musical e colonne sonore

Unità 12 – La musica pop

Disponibile sul libro digi tale

La musica etnica

Rappresentazione rupestre di una danza rituale.

La musica prima della storia

L’uomo è un «animale sociale» e, in quanto tale, ha un bisogno innato di comunicare. Tra le prime forme di comunicazione c’è sicuramente la musica. Questa, pur sempre conservando la sua funzione primordiale, ovvero quella di esprimere emozioni e sentimenti, nel corso dei secoli si è trasformata, di cultura in cultura, assumendo forme e significati differenti.

MUSICA E... RELIGIONE

Vibrazioni primordiali

Da sempre gli aborigeni australiani considerano il didgeridoo uno strumento sacro perché ritengono che le vibrazioni prodotte dallo strumento mettano in contatto il suonatore con il Creatore, ricordando quella «vibrazione primordiale» che diede origine alla vita.

COMPETENZE IN RETE

Il componimento più antico che ci è pervenuto finora è l’Inno a Nikkal, scritto in Siria intorno al 1400 a.C. dal popolo Hurrita Cercalo in rete e scopri come è stata ricostruita quell’antica melodia.

Musica primitiva

Tra le fronde di una foresta primitiva, un ominide batte i piedi, si percuote la pancia e soffia. Il figlio gli risponde schioccando le dita, fischiando e battendo le mani. Senza saperlo, questi antenati dell’uomo stanno producendo musica con il primo strumento musicale della storia: il corpo.

Qualche millennio più tardi, gli uomini del Paleolitico cominciarono a produrre i suoni utilizzando oggetti e materiali che trovavano nell’ambiente naturale in cui vivevano, come ossa e corna di animali, conchiglie, bastoni, tronchi cavi e sassi. Gli uomini preistorici utilizzavano la musica prevalentemente nei rituali sacri, perché ritenevano che il suono prodotto dai loro strumenti fosse gradito alle divinità della natura e potesse scacciare gli spiriti maligni, proteggendoli quindi dal male.

Il carattere sacro e magico della musica, con il passare del tempo, si trasformò e si arricchì diventando un modo diverso per accompagnare il ciclo delle stagioni e della vita.

La musica delle civiltà antiche

Organizzandosi in società sempre più estese ed evolute, l’uomo diede vita alle prime grandi civiltà. Tra il IV e il I millennio a.C. nacquero in Medio Oriente le civiltà mesopotamica, quella ebrea e quella assiro-babilonese; in Asia la civiltà cinese e quella indiana; nel bacino del Mediterraneo quelle egizia, greca, etrusca e romana. Per questi popoli la musica acquistò subito un ruolo molto importante nella cultura e nella vita quotidiana. I ritrovamenti che risalgono alla civiltà mesopotamica ci danno testimonianza di come la musica fosse strettamente connessa alla matematica e all’astrologia, e della presenza di molti strumenti a percussione e a corda, come tamburi, arpe e lire.

Per la civiltà egizia la musica aveva uno scopo liturgico e sacro, nei cerimoniali e nelle feste. Gli Egizi, inoltre, associarono ai sette pianeti allora conosciuti sette suoni e in questo modo svilupparono una prima forma di grammatica musicale. Inventarono anche diversi strumenti musicali, alcuni dei quali presenti nelle raffigurazioni dell’epoca.

La musica prima della storia

GLI EBREI E LA MUSICA SACRA

L’Antico Testamento è la principale fonte di notizie sulla musica ebraica. È proprio nella Bibbia, infatti, che sono riportate numerose situazioni in cui si canta la gloria di Dio con musica anche strumentale: nel capitolo 10 del Libro dei Numeri, per esempio, sono citate «le trombe d’argento per i segnali»; nel Salmo 150, chiamato Sinfonia finale, i versetti 3-5 recitano: «Lodatelo al suono delle trombe, lodatelo sull’arpa e sulla cetra; lodatelo con timpani e con la danza, lodatelo sui flauti e sulle corde; lodatelo sui cembali sonori, lodatelo sui cembali squillanti».

Intorno al 1000 a.C., all’epoca di re Davide e di re Salomone, la musica acquisì sempre più importanza rituale e liturgica. Le cerimonie ebraiche, celebrate nel Tempio di Gerusalemme, erano arricchite da cori che comprendevano fino a 20 000 cantori e da musicisti che accompagnavano con arpe, lire e cimbali.

ANTICA CINA: LA MUSICA DIVENTA ARTE

Nell’antica Cina la musica non aveva solo una funzione didattica destinata a perfezionare l’educazione dei giovani ma era un’arte investita di significati importanti. Secondo la civiltà cinese persino il delicato equilibrio del Cosmo (fra il Cielo e la Terra), e quindi per estensione la stabilità dell’Impero, derivava da una perfetta esecuzione musicale. Per questo motivo, intorno al 500 a.C., il filosofo Confucio scrisse: «Se vuoi sapere se un Paese è ben governato, ascolta la sua musica».

I GRECI E LA MOUSIKÉ

Gli antichi Greci riconoscevano l’influenza che i diversi stili musicali avevano sul carattere dei giovani e pertanto la musica era ritenuta non solo una forma d’arte, ma una vera e propria disciplina, importante quanto l’astronomia, la matematica, la medicina e la letteratura.

Nella mitologia greca sono molti gli esempi di divinità che si cimentano nelle arti espressive musicali: Apollo accompagna il canto delle Muse suonando la lira, Pan suona il flauto e Dioniso l’aulós. Persino Achille impara a suonare il flauto dal suo maestro, il centauro Chirone.

I Greci furono i primi a ideare un sistema di scrittura musicale, chiamato tetracordo, che si basa su una scala di quattro suoni discendenti. A seconda della scala che viene eseguita il tetracordo prende il nome di dorico, frigio o lidio.

COMPETENZE IN RETE

Uno dei più antichi brani scritti, giunto fino a noi completo, è l’Epitaffio di Sicilo, scolpito su una stele funeraria tra il II e il I secolo a.C. Cerca in rete la versione in cui viene citato anche il testo in greco antico.

Aulós greco.

Musico che suona il tamburo in un mosaico pompeiano del III sec. a.C..

Nella civiltà greca vi era il concetto di mousiké, letteralmente «arte delle Muse», che racchiudeva insieme tre forme d’arte: la danza, la poesia e la musica. Una delle figure artistiche più importanti dell’antica Grecia era l’aedo, dal greco antico aeido, «cantare». Egli era un cantore professionista che raccontava cantando storie scritte in versi. Era considerato una specie di sacerdote, una figura sacra, che esponeva a memoria poemi epici accompagnandosi con la lira.

Il tipo di canto accompagnato da uno strumento a corde era detto citarodia, considerata la forma più antica di esecuzione musicale cantata. Nacquero poi l’aulodia, un canto accompagnato da uno strumento a fiato, e il ditirambo, un canto corale in forma dialogata, che prevedeva un solista e un coro che gli rispondeva.

Nel ditirambo musica, poesia e canto si fondevano tra loro in una danza collettiva eseguita in circolo da cinquanta danzatori con il capo decorato da ghirlande; era la rappresentazione tipica delle feste in onore del dio Dioniso. Ispirati dalla struttura del ditirambo, i Greci inserirono i componimenti musicali anche nel teatro.

I ROMANI: FESTE IN MUSICA

Sebbene furono grandi conquistatori e per quasi un millennio dominarono l’intero continente europeo, i Romani non si dimostrarono molto innovativi in campo musicale. Come per le arti figurative e teatrali, anche per la musica i Romani presero spunto prima dalla civiltà etrusca e poi da quella ellenica dell’antica Grecia.

Gli abitanti dell’antica Roma utilizzavano infatti gli stessi strumenti dei Greci, a volte cambiandone semplicemente il nome, come nel caso della tibia che corrispondeva esattamente all’aulós greco. La musica dei Romani rallegrava cerimonie, feste e banchetti. Durante il periodo imperiale, nelle parate solenni si esibivano grandi formazioni musicali composte da voci, cori e strumenti a fiato, come tuba, corno e bùccina, ma anche strumenti a percussione.

I Romani dedicarono a Bacco, il dio romano corrispondente al dio greco Dioniso, rituali e feste propiziatorie chiamati baccanali ai quali partecipavano molte persone che cantavano, ballavano e suonavano crotali, cembali, sistri, tibie e tamburi a cornice. La parola «baccano», che oggi usiamo per descrivere una situazione molto rumorosa, deriva proprio da queste chiassose celebrazioni.

COMPETENZE IN RETE

Per scoprire quali strumenti musicali utilizzavano gli Etruschi e come suonavano, cerca in rete il video documentario Sulle note del mistero. La musica perduta degli Etruschi, realizzato dai Musei di Maremma

MUSICA E... MATEMATICA

Il monocordo pitagorico

Musica e matematica sono strettamente legate. Uno dei primi sostenitori di questa correlazione fu il filosofo e matematico greco Pitagora. Egli inventò e costruì il monocordo, uno strumento musicale che gli permise di elaborare una teoria musicale basata su numeri, proporzioni matematiche e frazioni. Eseguendo precisi calcoli numerici, il filosofo determinò l’altezza dei suoni inventando di fatto la scala musicale.

Il Medioevo

Conoscenze e competenze

Conoscere le origini della musica medievale.

Conoscere le principali forme della musica medievale sacra e profana. Acquisire la terminologia specifica.

Saper distinguere tra Ars antiqua e Ars nova.

Saper riconoscere e suonare alcuni frammenti di brani della musica medievale.

OUVERTURE

SANT’AMBROGIO (340-397)

Aurelio Ambrogio, meglio conosciuto come sant’Ambrogio, è stato un vescovo, teologo e santo romano. Fu vescovo di Milano. A lui fa riferimento un rito della Chiesa cattolica e un modo preciso di cantare durante la liturgia.

Il rito e il canto che fanno riferimento al santo sono identificati con l’aggettivo che deriva dal suo nome. Sapreste dire, quindi, qual è l’aggettivo?

RAIMBAUT DE VAQUEIRAS (1165-1205)

Famoso trovatore provenzale, autore di 26 componimenti nei quali, oltre a rielaborare il repertorio canonico del genere, introdusse elementi originali. Il suo componimento più conosciuto è Kalenda maya, in italiano Calendimaggio, i cui versi decantano la primavera.

Secondo voi, il componimento di Raimbaut parlava di battaglie o di amori?

Revisione dei canti liturgici promossa da papa Gregorio Magno. 600

300

313

Editto di Milano.

800

Carlo Magno viene incoronato imperatore.

Guido d’Arezzo inventa il tetragramma. 1000

1000

1150

1054

Scisma d’Oriente tra Roma e Bisanzio.

1173

Viene costruita la Torre di Pisa.

1100

I Cinesi inventano un primo modello di bussola.

STORIA

L’Editto di Tolleranza

Con l’Editto di Milano, noto anche come Editto di Tolleranza, gli imperatori Costantino per l’Impero romano d’Occidente e Licinio per l’Impero romano d’Oriente misero fine alle persecuzioni contro i cristiani.

ARTE

L’espressività di Giotto

Il ciclo di affreschi che decora la Cappella degli Scrovegni è considerato uno dei più grandi capolavori del maestro fiorentino. In questa opera Giotto rappresentò le storie della Vergine e di Cristo, fino ad arrivare al Giudizio universale, fondendo luce e colore, poesia e pathos

JACOPONE DA TODI

(ca. 1236-1306)

Poeta e religioso umbro, fu uno dei primi più importanti scrittori in lingua volgare. Tra i suoi maggiori componimenti ricordiamo il Pianto della Madonna e lo Stabat mater.

Conoscete il significato dell’espressione «lingua volgare»?

GUILLAUME DE MACHAUT (1300-1377)

Poeta e compositore francese, da numerosi storici della musica moderna e contemporanea è indicato come il più importante e il più influente compositore del XIV secolo.

Guillaume nei suoi componimenti trattò temi non sacri: sapete dire con quale aggettivo li si può indicare?

Francesco d’Assisi compone il Cantico delle creature. 1226

1200

Viene costruito il primo orologio meccanico.

Nel Laudario di Cortona si raccolgono testi e musiche di alcune laude. 1250

Guillaume de Machaut scrive La Messa di Notre Dame, primo esempio di messa composta da un unico autore. 1364

1300

1303-1305

Giotto dipinge la Cappella degli Scrovegni a Padova.

1321

1350-1353

Boccaccio scrive il Decameron

Dante Alighieri termina la Divina Commedia

LETTERATURA

Un viaggio divino

La Commedia, così la intitolò Dante, è un poema allegorico-didascalico che narra l’immaginario viaggio del poeta attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. È considerata ancora oggi la più grande opera letteraria di tutti i tempi.

TECNOLOGIA

Un’invenzione rivoluzionaria

1450

1455

Johann Gutenberg inventa la stampa a caratteri mobili.

Dopo i primi esperimenti, tra il 1450 e il 1455 Gutenberg si dedicò al grande progetto di stampare la Bibbia, che diventò quindi il primo libro stampato della storia. Da quel momento, l’invenzione della stampa si diffuse in tutto il mondo e cambiò radicalmente il modo di far circolare la parola.

PAROLE CHIAVE

canto liturgico: canto che accompagna le cerimonie del culto cristiano.

Mille anni di storia

Flipped classroom

Convenzionalmente, con il termine Medioevo viene indicato quel periodo storico che va dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente, avvenuta nel 476 d.C., fino alla scoperta dell’America, nel 1492.

Dal momento che questo arco temporale abbraccia circa mille anni, è stato suddiviso ulteriormente in Alto Medioevo, ovvero il periodo che va dal 476 fino all’anno 1000, e Basso Medioevo, dall’anno 1000 al 1492. Molti hanno definito questi mille anni un periodo oscuro, misterioso e difficile, caratterizzato da invasioni barbariche, carestie ed epidemie; in realtà il Medioevo si è dimostrato un’epoca ricca di elementi magici e creativi, che ha portato anche molte innovazioni.

Sant’Ambrogio e gli inni

Quando l’imperatore Costantino nel 313 d.C., con l’Editto di Milano, mise fine alle persecuzioni contro i cristiani, questi cominciarono a professare pubblicamente il loro credo componendo nuovi canti e inni. L’inno è una forma di canto liturgico facilmente eseguibile da tutta l’assemblea durante i riti religiosi perché è strutturato in strofe che si ripetono sulla medesima melodia.

Gli inni si diffusero nel IV secolo d.C. anche grazie a sant’Ambrogio, vescovo di Milano, che ne scrisse diversi con lo scopo di divulgare la fede nel popolo. Molte sue composizioni vengono eseguite ancora oggi.

Antoon van Dyck, L’imperatore Teodosio e sant’Ambrogio, 1619-1620

IN PRATICA BRANO A032

Il quadrato magico medievale conosciuto come quadrato del Sator riporta una curiosa iscrizione latina che può essere letta partendo dall’alto o dal basso, da destra o da sinistra. La frase che risulta è sempre la stessa, «Sator Arepo Tenet Opera Rotas», che significa: «Il seminatore tiene con cura le ruote del suo carro». Prova a musicare il quadrato del Sator utilizzando una scala di 5 suoni: Re Mi Fa Sol La. Ti suggeriamo la prima misura.

I canti gregoriani

Durante l’epoca delle invasioni barbariche, gli unici luoghi di cultura dove era possibile imparare a leggere e scrivere, studiare ed esercitare le forme d’arte come il canto e la musica furono i monasteri e i conventi. In quei luoghi i brani di musica sacra divennero sempre più numerosi, assumendo forme e tradizioni che variavano da zona a zona. Nacquero così il rito romano in Italia, il rito ispanico in Spagna e quello gallicano in Francia. Intorno al 600 d.C. papa Gregorio I, conosciuto anche come Magno, spinto dal desiderio di conservare in un’unica opera i canti sacri, decise di raccogliere quelli più significativi nell’Antifonario. In questo modo i canti gregoriani, chiamati così in suo onore, si diffusero in tutta Europa e in modo particolare in Italia.

LE CARATTERISTICHE DEL CANTO GREGORIANO

Il canto gregoriano presenta alcune caratteristiche precise:

• l’esecuzione è esclusivamente vocale, perché all’epoca gli strumenti musicali erano vietati dalla Chiesa in quanto troppo legati alla musica profana;

• il testo è soltanto in latino, che era la lingua ufficiale della Chiesa;

• il ritmo è libero;

• l’andamento è lento.

Canto monodico Eseguito da una sola voce.

Coro omofono Eseguito dal coro; tutti cantano la stessa melodia.

Canto responsoriale Eseguito da solista e coro in dialogo tra loro.

Canto antifonale Eseguito dal coro diviso in due parti.

I canti gregoriani, di cui vedi la tipologia in tabella, si possono poi suddividere in due stili principali:

• canto sillabico o accentus, tipico della salmodìa (canto e recitazione dei salmi) durante la quale il celebrante intona i salmi sillabando. In questo tipo di canto a ogni sillaba corrisponde una nota;

• canto melismatico o concentus, tipico della innodìa (canto degli inni religiosi) durante la quale i fedeli in coro rispondono all’accentus. Il canto melismatico prevede la variazione melodica di una vocale su più note.

Con il passare del tempo i canti gregoriani diventarono talmente elaborati e virtuosistici che risultava impossibile ricordare tutti i melismi, cioè i passaggi melodici, nei quali si articolavano. Per renderne più facile la memorizzazione furono composti nuovi testi letterari chiamati tropi e sequenze, che a poco a poco si differenziarono dai canti originali diventando autonomi.

Victimae paschali laudes

W. di Burgundia

L’ascolto di Victimae paschali laudes permette di capire meglio cosa si intende per «sequenza». Composta per il rito pasquale, è una delle cinque sequenze che furono consentite dal Concilio di Trento a metà del XVI secolo. Il brano fu scritto nell’XI secolo, probabilmente da Wipo di Burgundia, cappellano degli imperatori tedeschi.

1. Quali voci eseguono la sequenza?

a. Voci maschili

b. Voci miste

c. Voci femminili

2. Questa sequenza che tipo di stato d’animo ispira?

a. Ansia e inquietudine

b. Calma e tranquillità

c. Frenesia e agitazione

Tipi di canto gregoriano
BRANO A033 IN ASCOLTO

La mano guidoniana, sistema per memorizzare la notazione musicale, ideato da Guido d’Arezzo.

BRANO A034 IN ASCOLTO

Dirigatur oratio mea (per il rito del Lucernario ambrosiano del Venerdì Santo)

Canto ambrosiano

DOVE SI IMPARA A CANTARE: LA SCHOLA CANTORUM

Nel 600 d.C. Gregorio Magno, per favorire l’insegnamento dei brani dell’Antifonario a giovani cantori liturgici accuratamente selezionati, istituì una Schola Cantorum. Il maestro cantore, tramite pochi e precisi gesti della mano, indicava agli studenti verso quale altezza indirizzare la voce, se verso il tono acuto o verso il tono grave. Il gesto che il maestro compiva con la mano per fornire l’indicazione melodica prese il nome di gesto chironomico.

Contemporaneamente, per fissare in modo preciso sulla carta l’andamento melodico dei brani, venne introdotta una forma di notazione, chiamata neumatica, che traduceva il gesto chironomico in segno (in greco antico neuma). Così, per «registrare» l’andamento del brano, mentre il maestro cantore dirigeva il coro, un frate amanuense trascriveva in tempo reale i neumi sul testo.

È proprio grazie a questo tipo di notazione, composta da accenti acuti e circonflessi collocati sopra le sillabe del testo liturgico da cantare, che tutti i canti medievali, sia sacri sia profani, sono giunti fino a noi.

COMPETENZE IN RETE

Puoi trovare un esempio di antico melismatico cercando in rete il canto ambrosiano Proprium missae (IV-VIII sec.).

Il canto ambrosiano è un canto liturgico antichissimo, risalente ai primi secoli dopo Cristo, che conserva influenze greco-bizantine di cui a Milano, nell’archidiocesi, si mantiene ancora la tradizione. Secondo sant’Agostino questi canti vennero introdotti da sant’Ambrogio, suo contemporaneo, e da Milano si diffusero poi in tutta Europa.

1. Quali strumenti accompagnano il canto?

a. Arpa e liuto

b. Aulós e ghironda

c. Il canto non è accompagnato da strumenti

NASCONO LE SETTE NOTE

2. Com’è l’andamento del brano?

a. Veloce

b. Libero

c. In crescendo

La prima forma moderna di scrittura musicale così come la conosciamo oggi si deve a Guido d’Arezzo, monaco benedettino che, agli inizi dell’XI secolo, inventò un rigo musicale composto da quattro linee parallele: il tetragramma. Inoltre, per aiutare i suoi allievi a memorizzare l’intonazione delle sillabe dei canti, Guido d’Arezzo elabora un sistema basato sulle prime sillabe dei versi dell’Inno a san Giovanni Battista (Ut queant laxis). Le sette sillabe di Guido d’Arezzo corrispondono alle sette note che ancora oggi utilizziamo anche se la nota Ut verrà cambiata in Do da Giovan Battista Doni nel XVII secolo.

COMPETENZE IN RETE

Se sei curioso di ascoltare il brano al quale si è ispirato Guido d’Arezzo per elaborare la notazione musicale, cerca in rete Ut queant laxis, himno a san Juan Bautista

L’inno liturgico Ut queant laxis su tetragramma.

COMPETENZE IN RETE

La lauda

In Umbria, intorno alla metà del XIII secolo, nacque una forma di canto monodico, sillabico, scritto in lingua volgare, che veniva eseguito al di fuori delle liturgie di carattere religioso: la lauda. Questa nuova forma di canto prese vita all’interno delle confraternite di francescani laici che lo intonavano in coro insieme ai fedeli, soprattutto durante le processioni, per invocare i santi e le divinità.

Il Cantico delle creature è considerato la lauda più antica, composta nel 1224 da san Francesco d’Assisi. Un altro importantissimo autore di laude fu Jacopone da Todi, che ne scrisse oltre 93. I libri che contenevano raccolte di laude prendevano il nome di laudari; il più famoso è il Laudario di Cortona, scritto nel XIII secolo.

La lauda si diffuse anche in Spagna, dove prese il nome di cantiga, tanto che lo stesso re Alfonso di Castiglia ne scrisse circa 400 in onore della Vergine Maria (puoi ascoltare e suonare un esempio di cantiga nel volume Antologia, a p. 132 , Los set gotxs).

Una delle più famose versioni moderne del Cantico delle creature è quella di Riz Ortolani, portata al successo da Claudio Baglioni con il titolo Fratello sole, sorella luna. Cercate su internet il brano e osservate come Ortolani ha sviluppato la melodia partendo dal testo di san Francesco.

BRANO A035 IN ASCOLTO

Laude novella

sia cantata

Anonimo

La lauda è articolata in strofe cantate da un solista alle quali si alterna un ritornello intonato in coro da tutta la confraternita, come puoi ascoltare in Laude novella sia cantata. Il brano ha un andamento ritmico coinvolgente e una melodia orecchiabile.

1. In che modo inizia la lauda?

a. Parte subito «a tempo»

b. Presenta un’introduzione strumentale

c. Il canto si muove con un ritmo libero

2. In quante strofe è strutturata questa lauda?

a. Due

b. Tre

c. Quattro

Vilmas Aba-Novák, San Francesco che predica agli uccelli, 1926

Ars antiqua : a ogni voce una melodia

Il canto polifonico, cioè a più voci, e relativa scrittura, che si sviluppò a partire dal X secolo fino al XIV secolo, prese il nome di Ars antiqua. La tecnica polifonica consiste nell’intrecciare due o più voci, a ciascuna delle quali è assegnata una melodia diversa. La sovrapposizione e combinazione di due o più linee melodiche è detta contrappunto, ovvero punctus contra punctum, letteralmente «nota contro nota».

Per ascoltare un esempio di organum, cerca in rete Music of the middle ages, early organum. COMPETENZE IN RETE

L’ORGANUM

La prima tecnica di polifonia risale al IX secolo, venne elaborata partendo da un canto gregoriano e prese il nome di organum. Nell’organum alla voce che esegue la melodia di base (vox principalis) viene affiancata una voce che intona una linea melodica differente, più grave (vox organalis).

L’organum. Le melodie partono dalla stessa nota e poi si distanziano fino a un intervallo di quinta.

IL DISCANTUS

Nell’XI secolo la melodia polifonica si sviluppò ulteriormente fino a elaborare due linee melodiche che procedono seguendo un moto contrario: mentre una voce sale, l’altra scende. Questa nuova forma di canto polifonico prese il nome di discantus.

Discantus a due voci per moto contrario, contenuto nel trattato anonimo Ad organum faciendum, XI secolo.

MOTTETTI E CONDUCTUS

Fu a Parigi, nella Scuola di Notre-Dame, che l’Ars antiqua si sviluppò maggiormente. In questa scuola i maestri Leonino e Perotino moltiplicarono le voci e aumentarono sia la difficoltà sia la ricchezza ritmica e polifonica di ogni brano, componendo organa sempre più vari e complessi.

Tra le prime composizioni polifoniche che mescolarono elementi sacri e profani vi furono i mottetti. Inizialmente erano solo vocali, ma in seguito divennero vocali e strumentali. Erano composti da una melodia di base e da un testo ricco di elementi sacri, ai quali venivano aggiunti nuove melodie e contenuti non religiosi.

Schema circolare conductus

1a voce ABC

2a voce BCA

3a voce CAB

Quando nella scrittura si iniziò a non tenere più conto della vox principalis del canto gregoriano di riferimento, ma si cominciarono a scrivere partendo da zero tutte le parti del brano, prese forma una nuova composizione denominata conductus. Questo particolare canto polifonico distribuiva testo e melodia in modo che il tema, ripetuto da più voci, avesse uno schema circolare.

TROVATORI, TROVIERI E MENESTRELLI

Intorno al XII secolo la musica si diffuse anche al di fuori dei monasteri grazie al trovatore, una sorta di antico cantautore che girava per i paesi e i castelli raccontando in musica storie di cavalieri, di battaglie e di amori. I trovatori cantavano in un dialetto neolatino parlato nel Sud della Francia, la lingua d’oc, e accompagnavano i loro testi con uno strumento melodico, come la viella o il flauto. Questa nuova forma di fare musica ebbe un enorme successo tra i nobili e raggiunse anche le corti d’Italia e Germania, dove i trovatori erano chiamati minnesänger.

COMPETENZE IN RETE

Tra i cantautori che maggiormente si sono ispirati alla musica medievale c’è Angelo Branduardi. Cerca in rete la sua versione di Calenda maia inserita nell’album Futuro Antico e confrontala con quella appena ascoltata.

Kalenda maya

R. de Vaqueiras

In seguito, nel Nord della Francia lo stile dei trovatori venne ripreso dai trovieri, che narravano le medesime vicende utilizzando però la lingua d’oïl, dalla quale più avanti deriverà il francese moderno.

Accanto alla figura del trovatore si sviluppò quella del menestrello che, a differenza del primo, era un semplice esecutore. Fu proprio grazie al supporto dei menestrelli che il repertorio musicale dei trovatori in questo periodo si diffuse ampiamente.

Uno dei canti più famosi dei trovatori è Kalenda maya di Raimbaut de Vaqueiras, Il Calendimaggio (così è tradotto in italiano) è dedicato alle donne e composto in lingua provenzale. Storicamente può essere collocato nel XII secolo; qui ne ascoltiamo una versione strumentale.

1. Quale strumento esegue la prima parte della melodia?

a. Viella b. Cornamusa

2. Quali strumenti riesci a distinguere? Elencane almeno due.

BRANO A037 IN ASCOLTO

Frölich geschray so well wir machen

O. von Wolkenstein

c. Flauto

Oswald von Wolkenstein è stato uno dei principali minnesänger. Egli scrisse tra le varie composizioni anche Frölich geschray so well wir machen

1. Com’è l’andamento di questa composizione?

a. A tempo libero

b. Molto lento c. Marcato e ritmico

2. Quali strumenti riesci a distinguere?

BRANO A036 IN ASCOLTO

NOTA DOPO NOTA

Il canto del vino che unisce

I Carmina burana rappresentano la più famosa raccolta di canti goliardici medievali, giunta fino a noi grazie a un manoscritto tedesco del XIII secolo chiamato Codex Latinus Monacensis. Questo Codex è stato trovato nella biblioteca del convento di Benediktbeuern nei pressi di Bad Tölz, in Baviera, e attualmente è custodito nella Biblioteca Nazionale di Monaco di Baviera.

La raccolta completa comprende 315 canti, detti «carmi», composti in parte in tedesco e in parte in latino tra il XII e il XIII secolo, e probabilmente in origine prevedevano tutti l’accompagnamento musicale.

I monaci amanuensi autori di questo manoscritto non riportarono però la musica di tutti i carmi ed è quindi stato possibile ricostruire l’andamento melodico solo di 47 di questi. I testi dei 315 Carmina trattano diversi argomenti: si va dalla riflessione teologica e morale all’esaltazione dei piaceri materiali, per arrivare alla condanna della corruzione della Chiesa e persino alla parodia di alcuni canti liturgici.

Il brano che ti proponiamo, uno dei più famosi, è dedicato all’elogio della vita di taverna, in particolare del gioco e del vino. Nella taverna, in un crescendo di coinvolgimento e di animazione, tutti si lasciano andare al piacere del bere. Secondo gli autori di allora il vino è l’unica cosa che rende tutti uguali e accomuna senza alcuna distinzione ricchi e poveri, sani e malati, giovani e vecchi, chierici e laici, uomini e donne, bianchi e neri.

In taberna quando sumus

00:00-00:23

00:24-00:53

Anonimo

Introduzione

Introduzione strumentale con ritmo libero della cornamusa.

Temi

00:54-01:43

01:44-02:44

BRANO A038

Voci, percussioni e strumenti a fiato eseguono le prime due strofe a tempo.

Solista e coro

Le voci contano i numeri da 1 a 13 alternando un solista al coro. Il ritmo è libero, le voci imitano l’intonazione sacra con testi profani citando tutti coloro che bevono in modo ironico. Gli strumenti accompagnano con un tappeto sonoro.

Temi variati

Riprende il tempo incalzante e il coro intona una melodia leggermente variata fino alla fine del brano. Gli strumenti si alternano (flauti e percussioni) e sottolineano in crescendo il finale.

Uomini che bevono vino in una cantina, in una illustrazione del XIV secolo.

COMPRENDI

1 Quali voci cantano?

A Voci maschili

B Voci femminili

C Voci femminili e maschili alternandosi

2 Quali strumenti accompagnano le voci?

3 Com’è il ritmo del brano?

A Regolare

B Irregolare

COMPETENZE IN RETE

Il merito di aver musicato e fatto riscoprire, tra il 1935 e il 1936, in versione moderna, una raccolta dei Carmina burana va al compositore tedesco Carl Orff; particolarmente famosa è la sua versione di O Fortuna

Di In taberna quando sumus esistono moltissimi arrangiamenti, anche rock e metal. Cerca su internet In taberna della band russa Wolfmare, una delle versioni metal meglio riuscite, e confrontala con la versione classica che hai appena ascoltato.

SCAMBIO DI IMPRESSIONI

1 Se fosse usato nella colonna sonora di un film, a quale tipo di scena abbinereste questo brano?

2 Ascoltando la composizione, quale stato d’animo vi ispira?

CON I TUOI COMPAGNI

BRANO

Ars nova : spazio alla musica profana

Sebbene qualche forma d’arte profana avesse cominciato a delinearsi, nei primi secoli che seguono l’anno 1000 era ancora la musica sacra e religiosa a prevalere. Fu a partire dal XIV secolo che, soprattutto in Francia, le composizioni musicali cosiddette profane acquisirono una certa importanza, per merito di alcuni personaggi influenti tra i quali il poeta e musicista Guillaume de Machaut. Attratti sempre più dal senso del ritmo, dopo il Trecento i musicisti iniziarono a spogliare la musica da significati troppo spirituali e mistici per darle una forma diversa. Fu elaborata una nuova forma di scrittura, che stabiliva i valori e il rapporto che esiste tra una nota e l’altra e fissava in modo preciso gli elementi del canto. Il primo trattato in merito fu pubblicato nel 1320 da Philippe de Vitry con il titolo Ars nova, dal quale prese il nome la nuova corrente musicale. L’Ars nova non venne accolta favorevolmente dalla Chiesa (la cui sede pontificia nel 1304 era stata spostata ad Avignone) perché ritenuta troppo innovativa e lontana dalla musica sacra. Nonostante ciò, grazie all’enorme influenza culturale esercitata dalla Francia, l’Ars nova si diffuse in tutta Europa arrivando anche in Italia, dove Marchetto da Padova, Jacopo da Bologna e Francesco Landino da Firenze diventeranno alcuni tra i suoi esponenti più importanti.

A039 IN ASCOLTO

Lamento di Tristano

Anonimo

Il brano Lamento di Tristano è un famosissimo esempio di musica profana strumentale. Si tratta di una estampie (o estampida), cioè una composizione ispirata ai ritmi di danza. A una prima parte lenta, detta «lamento», segue una danza veloce denominata «rotta». Il componimento è basato sulla scala dorica, che nel sistema musicale medievale è la scala che si sviluppa sulle seguenti note: Re Mi Fa Sol La Si Do Re.

1. Quanti e quali strumenti riesci a distinguere?

2. Che cosa cambia nel momento in cui, dopo il lamento, inizia la rotta? a. La tonalità b. Il timbro c. La velocità

MUSICA E... LETTERATURA

Cantastorie e giullari

Tra il XIII e il XIV secolo cominciarono a girare per le corti e i borghi diversi giovani chierici che si spostavano per seguire le lezioni nei conventi. Erano studenti che, per potersi pagare gli studi e avere di che vivere, facevano i cantastorie, i buffoni e i giocolieri. I chierici vaganti, che avendo studiato nelle scuole dei conventi erano gli unici a saper leggere e scrivere, diventarono il maggior elemento di unione tra la letteratura colta e quella popolare. Tuttavia, non furono sempre ben visti dalla Chiesa che ne condannò il modello di vita e i canti, finendo col definirli in modo dispregiativo ioculari (giullari), ovvero giocherelloni e bighelloni. I cantastorie invece si spostavano per le piazze raccontando con il canto una nuova versione di una storia antica. In Francia questo nuovo filone letterario musicale che narrava le gesta epiche di nobili e cavalieri prese il nome di chanson de geste.

PAROLE CHIAVE

canone: composizione a più voci che si basa sul principio dell’imitazione.

NUOVE FORME MUSICALI

Durante il periodo dell’Ars nova le principali forme musicali profane che si svilupparono furono:

• il madrigale, eseguito a due o tre voci e il cui soggetto è pastorale o amoroso. Secondo alcuni storici il nome madrigale deriva dal fatto che il testo cantato non era più scritto in latino ma in volgare, ovvero la lingua madre dell’epoca;

• la ballata, la chanson e la caccia, composizioni poetico-musicali che descrivono scene di vita quotidiana, storie d’amore o di caccia. La ballata presenta sempre un ritornello, mentre la chanson no. La caccia è un brano musicale nel quale le voci, almeno due, si rispondono come nel canone; la terza voce è affidata al basso o all’accompagnamento strumentale. Le forme musicali sacre del periodo erano:

• la messa, una composizione complessa e articolata che comprendeva tutte le parti del rito liturgico;

• il mottetto, un brano polifonico contrappuntistico che nasceva dal canto gregoriano. Se nell’Ars antiqua era evidente il collegamento con il genere di partenza, nell’Ars nova il mottetto prendeva forma e vita autonoma passando da contenuti religiosi a temi profani.

Ars antiqua Ars nova

Nasce il mottetto, una forma polifonica più evoluta. Gli strumenti musicali sostituiscono alcune parti vocali.

Il mottetto inizialmente è una forma sacra, col tempo diventa composizione profana in lingua volgare.

Attraverso la scrittura si iniziano a fissare i valori musicali nella cosiddetta «notazione mensurale»; cioè viene stabilita la durata delle note.

La notazione musicale si evolve attraverso l’introduzione di nuovi segni per designare le note lunghe e/o brevi.

Si semplifica la polifonia.

Gli esponenti più importanti: Leonino e Perotino. Gli esponenti più importanti: Philippe de Vitry, Marchetto da Padova, Jacopo da Bologna e Francesco Landino.

BRANO A040 IN ASCOLTO

Douce dame jolie

G. de Machaut

Guillaume de Machaut è considerato l’esponente più importante dell’Ars nova; tra le sue composizioni puoi ascoltare Douce dame jolie

1. Quale voce esegue la melodia?

a. Voce maschile b. Voce femminile c. Voce bianca

2. Che stato d’animo ti ispira questo brano? Confronta la tua risposta con quella dei compagni.

BRANO A041 IN ASCOLTO

Ecco la primavera

F. Landino

Francesco Landino (o Landini), del quale ti proponiamo di ascoltare il brano Ecco la primavera, è stato uno degli autori italiani dell’Ars nova.

1. Quale strumento accompagna la voce?

a. Cornetto b. Flauto c. Nessuno

2. Quante voci femminili cantano?

a. Due b. Tre c. Quattro

2 MUSICA IN SCENA

Cori sacri

In Occidente, nel Medioevo, la musica sacra accompagna i riti cattolici e si esegue nelle cattedrali e nei monasteri dove prendono vita le prime scuole musicali in cui si sviluppa il canto gregoriano. La struttura raccolta della cattedrale, che dispone lo spirito all’incontro con Dio, è ideale per declamare inni sacri in forma cantata. Il coro è la parte della cattedrale, posta dietro l’altare, nella quale si dispongono i cantori, in modo che la loro voce arrivi alla navata amplificata dalla struttura della chiesa. Nella cattedrale la voce si diffonde in modo naturale e le parole assumono una misteriosa bellezza: un modo molto suggestivo di pregare a cui potevano unirsi anche i fedeli, esclusivamente uomini.

RIPASSO OPERATIVO

• Il Medioevo è un periodo storico molto ampio, durato circa mille anni: inizia nel 476 d.C. (con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente) e termina nel 1492 (con la scoperta dell’America).

• Dal punto di vista musicale inizialmente si sviluppa e si diffonde la musica sacra, che nasce nei monasteri o all’interno di confraternite religiose laiche (canti gregoriani, laude).

• A partire dal 1300 le composizioni profane, cioè non sacre, acquisiscono maggiore importanza e vengono eseguite in tutta Europa.

• Tra gli autori del Medioevo ricordiamo: sant’Ambrogio, san Francesco d’Assisi, Jacopone da Todi, Raimbaut de Vaqueiras, Francesco Landino.

Completa la mappa dell’Unità, inserendo le parole mancanti. polifoniche – volgare – antiqua – monodico – latina – nova

brani di musica sacra vocalmente e in lingua i canti gregoriani sono eseguiti

Il Medioevo

la lauda è un canto scritto in lingua

l’Ars l’Ars

è di contenuto è attenta descrive

sacro e/o profano

eseguite anche sono tecniche con l’accompagnamento di strumenti

al senso del ritmo scene di vita quotidiana

2 VERIFICA

1 Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.

a. Sant’Ambrogio, intorno al 600 d.C., decise di raccogliere gli inni sacri nell’Antifonario

b. La notazione chironomica era svelata dalla chiromante.

c. I canti gregoriani melismatici prevedono la variazione melodica di una vocale su più note.

d. I trovatori erano antichi cantautori che giravano per paesi e castelli.

e. La lauda è una delle forme monodiche che mescola elementi sacri e profani.

f. L’Ars antiqua si sviluppò a partire dal Quattrocento.

g. Il menestrello era un musicista esecutore che contribuì a diffondere il repertorio dei trovatori.

h. A partire dal XIV secolo in Francia si diffuse l’Ars nova.

2 Indica la risposta corretta per ciascuna affermazione sui canti gregoriani.

a. II libro nel quale nel 600 d.C. furono raccolti i canti gregoriani si chiama:

A Innario B Antifonario

C Bibliotecario

b. I canti gregoriani che prevedono la variazione di una vocale su più note sono detti:

A melismatici B numismatici

c. Il testo dei canti gregoriani era cantato in:

A lingua volgare B francese

d. Il ritmo del canto gregoriano era:

A veloce e ritmato B lento

e. L’esecuzione del canto gregoriano era:

A solo strumentale B solo vocale

3 Quali tra i seguenti strumenti sono specifici del Medioevo?

C polifonici

C latino

C in accelerando

C strumentale e vocale

Ghironda Theremin Liuto

Celesta

Sintetizzatore Flauto

Pianoforte Viella Tamburo

Clavicembalo Contrabbasso

4 Chi erano i giullari?

A Chierici vaganti che si pagavano gli studi esibendosi nelle piazze.

B Soldati di ventura che tra una battaglia e l’altra si esibivano nelle varie corti.

C Liutai girovaghi che per provare gli strumenti che costruivano li suonavano in pubblico.

5 Quale nome prese la lauda quando si diffuse anche in Spagna?

A Cantiga B Laudas C Laudes D Canciòn

6 Come si chiama la raccolta di laude più famosa?

A Laudario di Tortona B Laudario di Cortona C Laudario di Cortina D Laudario di Verona

OLTRE LA VERIFICA 7

Che tipo di sensazione o emozione ti suscita l’ascolto di un canto gregoriano?

Umanesimo e Rinascimento

Conoscenze e competenze

Conoscere le origini della musica rinascimentale.

Conoscere le forme principali della musica sacra e profana del Cinquecento.

Saper riconoscere e suonare alcuni frammenti di brani della musica rinascimentale.

OUVERTURE

BARTOLOMEO TROMBONCINO (1470-1535)

Trombonista e compositore italiano. È stato il più prolifico autore di frottole, forma musicale che precede il madrigale. Inoltre scrisse 17 laude, un mottetto e le famose Lamentazioni di Geremia. Oltre a essere autore dei testi delle sue frottole, Tromboncino musicò anche liriche di Francesco Petrarca e di Michelangelo Buonarroti.

Quale dei due poeti, Petrarca e Michelangelo, era contemporaneo del compositore? Un indizio: se non lo sapete, osservate bene questa pagina e troverete la risposta.

MARTIN LUTERO (1483-1546)

Teologo tedesco iniziatore della Riforma protestante e musicista competente. Rimproverò alla Chiesa la scarsa comprensibilità dei testi delle liturgie e dei canti, che allontanavano i fedeli. Con la sua Riforma diede inizio a un cambiamento decisivo all’interno della Chiesa ma anche dello scenario musicale.

Secondo voi, perché Lutero sosteneva che i testi sacri fossero poco comprensibili?

A Venezia Ottaviano Petrucci stampa la prima edizione musicale a caratteri mobili.

1501

1490

1492

Scoperta dell'America.

1498

Leonardo da Vinci dipinge l’Ultima cena

1505

Leonardo scrive il Codice sul volo degli uccelli e inventa la macchina volante.

1516

Ludovico Ariosto pubblica l’Orlando furioso

1521

1524

Niccolò Machiavelli pubblica La Mandragola

Martin Lutero è scomunicato per eresia.

ARTE

Un grande capolavoro

1535 -1541

Michelangelo dipinge il Giudizio universale nella Cappella Sistina.

Nel 1541 Michelangelo Buonarroti terminò il Giudizio universale, il magnifico affresco che occupa l'ampia parete dietro l'altare della Cappella Sistina, nell'odierna Città del Vaticano. I lavori erano iniziati nel 1535 su commissione di papa Clemente VII.

PIERLUIGI DA PALESTRINA (1525-1594)

Maestro della scuola romana, elegante compositore di musica sacra. La sua musica spicca per l’abilità contrappuntistica, l’uso di dissonanze e consonanze che convergono in un equilibrio sonoro affascinante. La sua produzione fu vastissima: 250 mottetti, numerosi madrigali, molteplici inni e più di 100 messe.

Pierluigi da Palestrina prestò servizio alla corte dei papi; sapete dire che cosa indica la parola «corte» in questo contesto?

1550

1545-1563

Concilio di Trento.

Viene pubblicata la Missa papae Marcelli di Pierluigi da Palestrina. 1567

GIOVANNI GABRIELI (1557-1612)

Compositore e organista italiano, nipote di Andrea Gabrieli, entrambi importanti esponenti della scuola veneziana. Con il secondo libro delle Sacrae Symphoniae, Giovanni creò una musica sinfonica vocale, dove gli strumenti non erano usati come semplice raddoppio delle voci, ma elaboravano autonomamente l'ordito compositivo.

Le composizioni di Gabrieli erano create appositamente per essere eseguite nella più famosa basilica di Venezia; sapete dire a quale santo è dedicata?

1563

Paolo Veronese dipinge le Nozze di Cana

1543

Niccolò Copernico pubblica il trattato astronomico Sulle rivoluzioni delle sfere celesti

SCIENZE

Il metodo scientifico

1564

Nasce a Pisa Galileo Galilei.

Galileo Galilei, fisico, astronomo, matematico e filosofo, nacque a Pisa nel 1564. A lui è attribuito il merito di aver introdotto il metodo scientifico, detto anche metodo galileiano o sperimentale. Nel 1633 venne condannato dalla Chiesa per eresia in quanto sostenitore della teoria eliocentrica, secondo la quale è la Terra a ruotare intorno al Sole e non viceversa.

LETTERATURA

Amore e tragedia

1594-1596

1600

William Shakespeare compone Romeo e Giulietta

Nel 1596 William Shakespeare terminò la composizione de L'eccellentissima e lamentevolissima tragedia di Romeo e Giulietta, una delle storie d’amore più famose di tutti i tempi. Nel prologo dell’opera il coro racconta come dai Montecchi e Capuleti, due nobili e rivali famiglie di Verona, discenda una coppia di amanti il cui tragico suicidio porrà fine al conflitto.

L’uomo al centro

Flipped classroom

Nel 1492, con la scoperta dell’America, si concluse il Medioevo e si aprì un secolo di grandi e importanti trasformazioni. Ebbe inizio l’Età moderna: l’impero bizantino era crollato, le monarchie nazionali in Francia, Spagna, Inghilterra e Scandinavia si erano consolidate, mentre la Chiesa aveva iniziato a perdere gran parte del suo potere. Sul piano letterario e artistico si affermò l’Umanesimo, un nuovo movimento che poneva l’uomo al centro dell’universo, riconoscendolo artefice del proprio destino. Questa corrente di pensiero si diffuse in tutta l’Europa, dando vita a un periodo caratterizzato da un rinnovamento culturale e della vita civile: il Rinascimento.

MUSICA E... LETTERATURA

Quando la poesia diventa canzone

Spesso gli autori musicali del Rinascimento prendevano spunto da opere poetiche italiane, come per esempio la Vergenebella, un testo di Francesco Petrarca.

Vergene bella, che di sol vestita, coronata di stelle, al sommo Sole piacesti sí, che ’n te Sua luce ascose, amor mi spinge a dir di te parole: ma non so ’ncominciar senza tu’ aita, et di Colui ch’amando in te si pose. Invoco lei che ben sempre rispose, chi la chiamò con fede: Vergene, s’a mercede miseria extrema de l’humane cose già mai ti volse, al mio prego t’inchina, soccorri a la mia guerra, bench’i’ sia terra, et tu del ciel regina.

La scuola musicale

franco-fiamminga

L’Umanesimo fu un periodo caratterizzato da una forma di apertura politica, sociale e culturale che, con la sua spinta al cambiamento, favorì lo scambio di idee e innovazioni tra le popolazioni europee.

Anche in ambito musicale è testimoniato un maggior impulso alla diffusione delle composizioni. Tra il XV e il XVI secolo, nei territori delle Fiandre, ad esempio, fu fondata la scuola franco-fiamminga , una vera e propria scuola di compositori musicali, che accolsero anche stimoli culturali italiani. La scuola si diffuse in Belgio, Francia e Paesi Bassi I suoi musicisti dimostrarono grande abilità nella polifonia e per questo erano richiesti dalle corti di tutta Europa. Uno dei massimi esponenti di questa scuola fu Guillaume Dufay, ma altrettanto importanti furono Jan van Ockeghem, Josquin Desprez, Orlando di Lasso e Adrian Willaert.

BRANO A042 IN ASCOLTO

Vergene bella

G. Dufay

1. Di chi parla il testo?

Il testo di Petrarca è stato musicato da molti compositori. Ti proponiamo di ascoltare la versione Vergene bella del fiammingo Guillaume Dufay.

2. Quale voce esegue la melodia?

a. Voce maschile

b. Voce bianca

c. Voce femminile

PAROLE CHIAVE

Nuove forme musicali

Il tipo di canto che si eseguiva esclusivamente con la voce nelle chiese del Medioevo si chiama «a cappella», dal nome del luogo in cui si posizionavano i cantori per accompagnare la liturgia. La scuola franco-fiamminga rielaborò questo stile medievale arrivando a sviluppare una forma più articolata di musica vocale a cappella, che impiegava la forma di canone in modo sempre più complesso.

Grazie a queste innovazioni vocali le forme polifoniche della chanson si diffusero anche al di fuori delle chiese. Così in molti testi si perse il contenuto liturgico e il modo di cantare si trasformò gradatamente in una forma di canto armonioso, elegante e più facilmente comprensibile, allontanandosi dai tecnicismi vocali tipici del Medioevo. Viaggiando per l’Europa i compositori franco-fiamminghi arrivarono anche in Italia dove, influenzati dalla cultura locale, favorirono la nascita di nuove forme polifoniche di musica profana strutturate in strofe.

isoritmico: che mantiene la stessa struttura ritmica.

COMPETENZE IN RETE

Un esperimento di musica rinascimentale, arrangiato secondo i canoni della musica moderna, è il brano Io non compro più speranza realizzato dai The Bastard Sons Of Dioniso a partire dalla frottola del compositore rinascimentale Marchetto Cara. Cerca in rete anche la versione classica di Marco Beasley e osserva le differenze tra i due brani.

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima, 1559

LA FROTTOLA

Giovanni Bassano, in una sua opera del 1585, la definisce una composizione da «cantar et sonar con ogni sorte d’instrumenti». Si tratta di una composizione per coro a quattro voci dal contenuto amoroso e sentimentale, in cui la prima voce esegue la melodia principale, le altre tre, mantenendo un andamento isoritmico, si sviluppano su note diverse.

LA VILLOTTA

La villotta è una composizione di origine friulana, vocale e strumentale, a tre o quattro voci, con movimenti in imitazione.

LO STRAMBOTTO

Lo strambotto è una forma polifonica molto simile alla frottola in cui il tema è affidato alla prima voce. I contenuti sono sempre di genere sentimentale e amoroso, ma in questo caso il testo è sviluppato in endecasillabi.

I CANTI CARNASCIALESCHI

I canti carnascialeschi nacquero nella Firenze di Lorenzo il Magnifico come accompagnamento ai divertimenti del carnevale. Dal Quattrocento in poi si eseguono in occasione delle feste in maschera carnevalesche in diverse città italiane.

La Riforma luterana

Nel 1517 il monaco tedesco Martin Lutero, affiggendo alla porta della cattedrale di Wittenberg le sue celebri 95 tesi, accusò la Chiesa di aver perso di vista i valori del Vangelo e di essere troppo legata ai beni materiali. In quel modo diede inizio alla Riforma protestante che porterà alla divisione della Chiesa in cattolica e protestante. Con la Riforma luterana anche la musica sacra subì un cambiamento decisivo perché il monaco tedesco, da musicista competente qual era, nelle sue tesi rimproverava la Chiesa anche per i testi delle liturgie e dei canti che, essendo in latino e quindi poco comprensibili, allontanavano i fedeli.

Le monarchie del Nord Europa abbracciarono con entusiasmo le tesi di Lutero, mentre quelle dell’Europa meridionale rimasero fedeli al papato rispondendo alla Riforma luterana con la Controriforma, elaborata dal Concilio di Trento tra il 1545 e il 1563.

Sotto il profilo musicale, il Concilio di Trento riconobbe la validità di alcune idee di Lutero, come la scarsa comprensibilità dei testi e dei canti sacri, e decise quindi di emanare nuove norme al fine di semplificare i testi delle composizioni polifoniche sacre.

LA MUSICA DELLA RIFORMA PROTESTANTE

La riforma di Lutero puntava soprattutto a semplificare la liturgia. Lutero sosteneva che la musica fosse una meravigliosa creazione e un dono di Dio e pertanto il suo obiettivo era quello di stabilire un rapporto diretto e più intimo tra i credenti e la divinità stessa. Il centro del rito secondo Lutero non doveva più essere il celebrante con i suoi gesti ripetuti e spesso incomprensibili, ma tutta l’assemblea che doveva partecipare attivamente alla celebrazione. Pertanto, egli stesso tradusse in tedesco la Bibbia, traduzione mai autorizzata dalla Chiesa, e semplificò i canti liturgici in modo che tutti i partecipanti potessero unirsi al coro.

Grazie alla collaborazione del musicista Johann Walther, utilizzando melodie tipiche della tradizione popolare, sostituì i testi delle canzoni con quelli dei salmi dando origine alla tradizione del corale tedesco.

Trascrizione di Johann Walther della melodia di Ein feste Burg ist unser Gott, uno degli inni più famosi scritti da Martin Lutero

Martin Lutero

In alto:

Niccolò

Machiavelli

A destra:

Michelangelo

Buonarroti

COMPETENZE IN RETE

Cerca su internet la pagina web della Petrucci Music Library: potrai trovare decine di migliaia di spartiti di musica classica divenuti di pubblico dominio. Insieme ai tuoi compagni raccogli gli spartiti più interessanti in un catalogo musicale della classe.

BRANO A043 IN ASCOLTO

Su, su, leva, alza le ciglia

B. Tromboncino

Artisti di corte e Maestri di cappella

Nel XVI secolo, l’Italia era divisa in tanti piccoli Stati, ciascuno governato da una Signoria che, per celebrare la propria grandezza, accoglieva a corte artisti e intellettuali dando vita al mecenatismo. Il mecenatismo di fatto garantiva il sostegno economico necessario agli artisti e agli intellettuali per produrre le opere e i capolavori che davano lustro e fama ai principi che li ospitavano.

È in città come Firenze, Verona, Mantova, Ferrara, Venezia e Roma che trovarono appoggio al loro lavoro artisti e studiosi come Leonardo da Vinci, Niccolò Machiavelli, Niccolò Copernico, Ludovico Ariosto, Michelangelo Buonarroti, Torquato Tasso e Galileo Galilei.

Molti musicisti, compositori e direttori di coro trovavano impiego presso la nobiltà del tempo come Maestri di cappella. In molti casi si trattava di un incarico a tempo indeterminato che garantiva vitto, alloggio e uno stipendio fisso. Ciò permetteva di vivere grazie alla musica. Le istituzioni che in Europa rilasciavano questo titolo erano due: l’Università di Bologna e l’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Inoltre, l’evoluzione della stampa permise all’editore musicale veneziano Ottaviano Petrucci di pubblicare molte raccolte musicali, dando un ulteriore impulso alla diffusione della musica di questo periodo.

Una delle frottole più famose composte dal veronese Bartolomeo Tromboncino è la canzone del risveglio dal titolo Su, su, leva, alza le ciglia

Su, su, leva, alza le ciglia non dormir chè non dorm’io; su, su, leva, alza le ciglia non dormir chè non dorm’io; e se hai caro el viver mio, apri li occhi e te resviglia.

1. Quali strumenti accompagnano la composizione?

a. Ghironda e arpa

b. Liuto e percussioni

c. Flauto dolce, clavicembalo e viola da gamba

Su, su, leva, alza le ciglia non dormir chè non dorm’io; non dormir chè non dorm’io; chè non dorm’io, chè non dorm’io.

2. Quale voce esegue la frottola?

a. Voce bianca

b. Voce femminile

c. Voce maschile

NOTA DOPO NOTA

La musica sacra cambia

La Riforma luterana degli inizi del XVI secolo provocò dei cambiamenti anche nella scrittura della musica sacra. Per comprenderli meglio ti proponiamo di ascoltare il brano di Michael Praetorius, Es ist ein Ros entsprungen, che tradotto significa È spuntata una rosa. È un canto natalizio tedesco tradizionale che risale al Cinquecento. Il testo si ispira a un passo biblico del libro di Isaia, anche se spesso il brano viene eseguito solo come melodia. In origine il testo si componeva di due strofe; nel 1609 il compositore tedesco Michael Praetorius lo riadattò definendo anche la melodia. Le parole della canzone sono state tradotte in italiano, francese, olandese e inglese. Quest’ultima versione è nota con i titoli A spotless rose is growing e Lo, how a rose e’er blooming.

00:00-00:14

00:15-01:05

La melodia nell’edizione dello Speyerer Gesangbuch del 1599

01:06-01:39

Introduzione

Inizia l’organo citando le prime misure del tema.

Tema

Entra il coro, formato da soprani, contralti, tenori e bassi, che canta l’intera melodia armonizzata a 4 voci. Il respiro di ogni frase è dettato dal testo (vedi spartito). Il coro inizia con un’intensità forte nella prima frase e intensità piano nella seconda. Continua con una sonorità intermedia mezzoforte.

Tema variato

L’organo conclude riprendendo il tema con variazioni e ricchi abbellimenti strumentali concludendo attraverso un lungo accordo finale.

Michael Praetorius

Cantus

Eb O O O O OO O O O O O O O

Sistein Ros’ entsprungen/auseiner Wurzelzart,

b O O O O OO O O O O O O O O O O O O O

m

wieunsdieAltensungen/vonJesseistdieArt/undhateinBlümleinbracht/ m

b O O O O OO O O O O O O O

mittenimkalten Winter/wohlzuderhalben Nacht.

COMPRENDI

1 Quale strumento accompagna le voci?

2 Il coro canta polifonicamente o all’unisono?

3 Qual è l’andamento del brano?

A Lento e suggestivo

B Veloce e allegro

C Moderato e malinconico

SCAMBIO DI IMPRESSIONI

1 Quale periodo dell’anno evoca l’atmosfera del brano?

2 Quale stato d’animo vi ispira?

CON I TUOI COMPAGNI

COMPETENZE IN RETE

Del brano Es ist ein Ros entsprungen di Michael Praetorius puoi trovare su internet diverse versioni in stile classico. Sono tutte molto suggestive, sia quelle corali, per grande coro o voci reali, sia quelle per orchestra. Esistono anche diversi flash mob, cerca in rete quello avvenuto alla stazione tedesca di Kölner Hauptbahnhof

2 MUSICA IN SCENA

I primi teatri in muratura

Durante il Rinascimento i principali luoghi in cui si compone e si esegue musica sono le corti dei principi e dei re: il gusto del ben vivere favorisce la creazione di canti e danze per allietare i banchetti e le feste dei nobili, che per questo motivo fanno costruire cappelle musicali, guidate da un Maestro di cappella, oppure veri e propri teatri privati. Il più antico teatro privato di epoca rinascimentale adibito alla musica è l’Odeo Cornaro situato nel centro storico di Padova. L’edificio fu commissionato dallo scrittore Alvise Cornaro, che lo fece costruire nella propria villa nel 1530. Un importante edificio pubblico risalente a questo periodo è il Teatro Olimpico di Vicenza, progettato da Andrea Palladio e ultimato nel 1585, che conserva ancora oggi la scenografia originale ideata da Vincenzo Scamozzi.

Magnificat

G. Gabrieli

Scuola romana e scuola veneziana

Nel Cinquecento a Roma, com’era accaduto cento anni prima in Francia, si sviluppò una scuola musicale «a cappella», in cui il canto non prevedeva l’accompagnamento con strumenti musicali. La scuola romana nacque anche grazie a molti musicisti della scuola franco-fiamminga, come Josquin Desprez, Jacques Arcadelt e Jacob Obrecht, che non si occupavano solo di musica profana.

Il rappresentante più autorevole della scuola romana fu Pierluigi da Palestrina il quale, facendo riferimento alle direttive musicali emanate dal Concilio di Trento e alle influenze della scuola franco-fiamminga, elaborò una linea melodica più chiara e nitida del canto sacro, producendo circa un centinaio di messe. Intanto a Venezia il compositore Andrea Gabrieli (1533-1585), discepolo del maestro Adrian Willaert della scuola franco-fiamminga, prese una strada diversa dalla scuola romana accompagnando le composizioni sacre con numerosi strumenti ad arco e a fiato: nacque così la scuola veneziana

Un tipo di opera che contraddistingueva questa scuo la musicale è legata alla struttura della basilica di San Marco: la chiesa comprende due contrapposte ai lati della navata centrale e, posi zionando voci e strumenti in tali strutture e al ternando la loro esecuzione, si ottiene un effetto stereofonico di botta e risposta. Molti compo sitori crearono opere musicali giocando con questa particolare caratteristica stereofo nica, proprio per esaltare l’acustica del luogo. Tra i musicisti che diedero lu stro alla scuola veneziana vi fu anche Giovanni Gabrieli nipote di Andrea.

Per comprendere meglio la differenza tra la scuola romana e quella veneziana ascolta il Magnificat a 33 voci di Giovanni Gabrieli

1. Come inizia la composizione?

a. Con un’introduzione strumentale

b. Con una voce solista

c. Voci e strumenti insieme

2. Che situazione ti ispira questo brano? Confrontati con i tuoi compagni.

cantorie: balconate presenti nelle chiese in cui si posizionano i cantori.
PAROLE CHIAVE
BRANO A045 IN ASCOLTO
Giovanni Gabrieli

Pierluigi da Palestrina

Nato a Palestrina nel 1525, Pierluigi è considerato il massimo musicista italiano del Cinquecento e l’esponente di punta della scuola polifonica romana rinascimentale. Egli operò principalmente a Roma alla corte dei papi dove, per oltre quarant’anni, ricoprì l’incarico di Maestro di cappella scrivendo principalmente messe e musica liturgica per le celebrazioni pontificali. Pubblicò il suo primo libro di messe nel 1554 dedicandolo a papa Giulio III, che lo aveva chiamato a dirigere la cappella di San Pietro. Quando nel 1555 papa Paolo IV esonerò Pierluigi e altri cantori dai loro incarichi perché sposati, il compositore scrisse il primo libro di madrigali a 4 voci. È nel 1561 che Pierluigi scrisse la sua composizione più famosa, Missa Papae Marcelli, ispirandosi alle nuove direttive del Concilio di Trento. Nei quattro anni successivi pubblicò anche una prima raccolta di mottetti a 4 voci. Grazie a queste ultime produzioni la sua notorietà aumentò e Pierluigi fu conteso dai principali nobili e aristocratici del tempo, tra cui il duca Guglielmo Gonzaga. Dal 1568 al 1587 Pierluigi da Palestrina prestò servizio alla corte dei Gonzaga a Mantova, per poi tornare definitivamente a Roma dove morì nel 1594.

BRANO A046 IN ASCOLTO

Missa hodie Christus

natus est: Agnus Dei

P. da Palestrina

Per comprendere meglio le composizioni a cappella della scuola romana, ascolta Missa hodie Christus natus est: Agnus Dei di Pierluigi da Palestrina pubblicata nel 1575.

1. Come procede l’andamento ritmico del brano?

Il madrigale

2. Quali voci eseguono la composizione?

a. Voci miste

b. Voci femminili

c. Voci maschili

Nella seconda metà del Cinquecento si affermò una nuova forma poetico-musicale che prendeva spunto dalla chanson e dal mottetto franco-fiammingo, dalla frottola e dai canti carnascialeschi: il madrigale.

I testi dei madrigali erano sempre di elevato contenuto poetico e spesso venivano presi direttamente dal repertorio di poeti e autori come Petrarca, Ariosto e Tasso, che per questo potremmo definire, anche se in modo non del tutto corretto, i primi parolieri della musica polifonica italiana.

MUSICA E... LETTERATURA

Senza copione

Verso la metà del Cinquecento in Italia, dalla fiorente attività dei mimi, dei giullari e dei cantastorie, si sviluppò una forma di spettacolo itinerante denominata «commedia all’improvviso» o «commedia a soggetto». Il nome deriva dal fatto che gli attori che vi prendevano parte non avevano un copione prestabilito ma l’azione si basava su canovacci, una sorta di linee guida che delineavano la vicenda principale, l’intreccio. Sulla base dei canovacci gli interpreti, per la prima volta anche femminili, improvvisavano delle scene, chiamate lazzi. Proprio per la bravura degli attori-artisti questo stile teatrale prenderà in seguito il nome di commedia dell’arte.

Pierluigi da Palestrina.

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