ROSSA dai 7
anni
San Francesco e il Presepe
La poesia e la dolcezza di un uomo straordinario
IL MULINO A VENTO IL MULINO A VENTO
Per volare con la fantasia
IL MULINO A VENTO
Collana di narrativa per ragazzi
Editor: Paola Valente Coordinamento Redazionale: Emanuele Ramini Team grafico: AtosCrea, Raffaella De Luca Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Printed in Italy
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Ermanno Detti
SAN FRANCESCO E IL PRESEPE
Illustrazioni di Elena Mellano
Per incontrarci
– C he fatica, nonna!
– Su, Antonio. Ancora poco e ci siamo. Ti ho detto che voglio farti una sorpresa!
– Uffa! Ma c’era bisogno di fare tutta questa strada?
– Sì, c’era bisogno! Suvvia, per un po’ di fatica… Le vedi le luci del santuario, no?
– Le vedo, le vedo! Sembrano vicine ma non si arriva mai!
– Dammi la mano caro, ti aiuto!
Antonio ha solo otto anni, è un bambino un po’ grassottello, mentre sua nonna Gemma è magrissima e agile come una gazzella. Stanno salendo lungo un sentiero che porta verso il santuario di Greccio, un piccolo paese nella pro -
vincia di Rieti. Il sole è calato da un pezzo, la luna piena illumina la strada, ma la nonna ha una torcia elettrica per le zone ombreggiate dagli alti alberi di carpino.
Spira un deciso vento di tramontana, ma nonna e nipote non sentono il freddo. Anzi Antonio in questo momento suda e sbuffa.
– Ci sarà un bar per bere un’aranciata in questo paese che dicevi tanto carino? Finora mi pare che ci stiamo arrampicando sul monte Bianco! –dice scherzando Antonio, che è un bambino spiritoso.
– Ti sei vestito troppo pesante. Hai questo giubbotto di finta pelle croccante e due scarpe così ferrate e chiodate che potresti prenderci a calci un tirannosauro!
– Ma c’è un bar?
– Il santuario è un po’ fuori del paese. Ma… guarda, c’è una fontana davanti a noi. Vai e bevi.
– Hum… Nonna, non dici sempre che ormai tutto è inquinato?
– Sì, ma spero che qui… – fa la nonna indecisa – … quest’acqua sgorga dal monte Lacerone e…
– Un mio compagno di scuola chiama il monte Lacerone monte Grattasmog. Perché come te dice che anche il cielo è inquinato e il monte arriva fino al cielo. Ma io bevo, ho troppa sete. Se muoio porta pazienza – fa ironicamente Antonio e beve tranquillo.
Riprendono la salita. Ma dopo un po’ Antonio si lascia andare su un masso. Anche la nonna è stanca e si siede. Poi tira fuori una merendina al cioccolato e la porge al nipote.
– In questi luoghi è restato per molto tempo San Francesco, vero nonna?
– Sì, te l’ho detto. Anche se lui era di Assisi, veniva spesso su questi monti per meditare in solitudine.
“Si vede che a lui le salite piacevano” pensa Antonio. Ma non lo dice, la nonna è molto religiosa, potrebbe rimproverarlo di non avere abbastanza rispetto per un santo.
– Stava davvero sempre solo?
– Non sempre. Anzi si dice che venne quassù accompagnato da altri frati, tra cui frate Leone e suor Chiara, anzi Santa Chiara.
– Chi era Santa Chiara?
– Una seguace delle idee di San Francesco. Lei lo stimava e gli voleva molto bene. E Francesco le voleva altrettanto bene. Oggi Santa Chiara è la patrona della televisione e delle comunicazioni a distanza.
– C’era la televisione all’epoca di Santa Chiara?
– Oh no, allora non c’erano i telefonini, i computer e nemmeno la radio e la tv. Si comunicava solo di persona o, i pochi che sapevano leggere e scrivere, per lettera. Ma Santa Chiara è la patrona delle comunicazioni perché la leggenda racconta che lei una volta riuscì a comunicare con San Francesco a distanza.
– E Santa Chiara venne da queste parti?
– Penso di sì. Anche lei era nata ad Assisi. Poi fondò l’ordine delle suore Clarisse e fu impegna -
ta in questo compito. Ma nel loro peregrinare, Chiara e Francesco furono fianco a fianco per molto tempo.
– È lontana Assisi da qui?
– Circa cento chilometri. Oggi con l’auto sembra vicina, ma all’epoca, a piedi o anche a dorso di asino, ci volevano giorni. San Francesco però ci metteva anche di più, perché mentre andava si fermava a parlare con gli uccelli, i lupi e gli altri animali…
– Che, gli animali parlano?
– Beh, parlano tra loro, comunicano insomma. Certo per noi è difficile capirli, ma San Francesco riusciva anche a parlarci. Riuscì a rendere domestico anche un lupo che a Gubbio sbranava persone.
La nonna parla con lentezza perché vuole che il suo piccolo nipote capisca bene. Dette queste parole fa silenzio come per ascoltare il rumore delle acque del ruscello che scorre lì accanto. Dopo un po’ soggiunge:
– Francesco e Chiara me li immagino seduti proprio da queste parti e mentre lei guarda la natura lui le recita i passi di una poesia che dice:
“Laudato sii mi’ Signore, per nostra matre terra, la quale ne sustenta e governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba…
– Ehi, nonna, ma che lingua parli? Non ci capisco niente! – È la lingua di tanti secoli fa. Francesco amava la natura e il mondo e allora scrisse questa poesia per ringraziare Dio creatore di tutte le cose della terra: i frutti da mangiare e anche la bellezza dei fiori colorati che fanno capolino tra l’erba verdeggiante.
– È una preghiera allora?
– È una poesia bellissima e, per chi vuole, una preghiera. Ora non la ricordo tutta a memoria, ma un giorno, se vuoi, te la leggo da un libro che ho a casa. Ci sono altri due versi che ricordo, dicono: “Laudato sii mi’ Signore, per sor aqua la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta”.
Povero Francesco, lui ringraziava Dio per averci dato un’acqua pura e noi invece...
– Ho capito – la interrompe il bambino, – ora ricominci la solita predica sull’inquinamento della terra…
– Eh, lo so che queste cose sembrano noiose. Ma San Francesco in questa poesia parla proprio dell’aria e dell’acqua che ci permettono di vivere. Ma oggi come sai sono inquinate. E parla anche di pace. Invece purtroppo le guerre…
ErmannoDetti SanFrancescoeilPresepe
Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).
copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio.
Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi
Solo chi sa guardare e lodare l’immensità del mondo e delle piccole cose del creato può avere un’idea semplice e grande come quella di inventare il presepe. E a inventarlo e a realizzarlo per la prima volta fu san Francesco, nel 1223, a Greccio, un piccolo villaggio dell’Italia centrale.
La storia di Francesco d’Assisi è qui ricostruita nel rigore della verità storica. E nello stesso tempo con quel tocco della fantasia capace di rendere coinvolgenti e quasi magiche le vicende che portarono il Patrono d’Italia a concepire un’idea oggi diffusa in tutto il mondo, dagli eschimesi del polo nord alle tribù dell’equatore.
Ermanno Detti è scrittore, giornalista e studioso di problemi legati alla diffusione della lettura tra i giovani. Ha scritto molti racconti e romanzi. Dirige la rivista “Il Pepeverde”, che si occupa di letteratura giovanile.
Per semplificare la lettura del testo, si è usato un carattere di facile leggibilità. LEGGO FACILE
Il libro è dotato di approfondimenti online su www.raffaellodigitale.it