Sorpresa! 4 - Letture

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So P. C IS rp ecc BN r ar 97 esa elli 8- ! 4 - L 88 - . V -4 Le ec 72 t ci -2 tu 49 re 19 Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o ­altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE G ­ RATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

4 letture

Grammatica

• Pagine di accoglienza • Percorsi per tipologie testuali • Verifica delle competenze • Percorso e prove modello INVALSI • Laboratori di ascolto • Laboratori del lessico • Percorsi di Cittadinanza • Pagine per imparare facile

• Mappe di sintesi • Verifica delle competenze • Giochi linguistici • Tavole dei verbi • Prove modello INVALSI • Eserciziario

Scrittura Linguaggi espressivi • Mappe-guida per la scrittura • Percorsi di produzione scritta per tipologie testuali • Spunti per la scrittura creativa • L’arte e la musica per scoprire le stagioni

patrizia ceccarelli - livia vecci

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e inoltre... Le regole di italiano 4-5 Un fascicolo con le regole base per aiutare gli alunni a svolgere i compiti in autonomia

Io imparo facile

SE

• Breve guida “A scuola con un sorriso” con spunti di riflessione e suggerimenti pratici per la gestione del gruppo-classe • Guida al testo con programmazione, schede operative, suggerimenti ecc. •V ademecum BES con consigli, normative, schede operative ecc. • 3 cartelloni sulle tipologie testuali • 1 poster attivo di grammatica

I volumi sono in versione digitale M.I.O. BO OK, scaricabil i on-line e archivia bili su USB

IN DOTAZIONE CON LA GUIDA: il M.I.O. BOOK docente con la guida al testo, i percorsi multidisciplinari per la LIM spiegati passo passo, esercizi interattivi di italiano e di tutte le discipline, tante schede in PDF il M.I.O. BOOK studente

letture

PER L’INSEGNANTE E LA CLAS

A richiesta i volumi con i percorsi semplificati, di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audio scaricabile on-line

letture Percorsi di Cittadinanza e Costituzione Mappe sulle tipologie testuali

I DVD si possono installare senza connessione a Internet

CD audio in formato MP3 con la versione audio di tutto il libro letto da speaker professionisti I S B N 978-88-472-2489-6

I S B N 978-88-472-2491-9

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Codice per l’adozione e l’attivazione Sorpresa! - Pack 4 ISBN 978-88-472-2489-6

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È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

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È “aperto” perché personalizzabile e integrabile con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • la possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe.

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi.

Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare la font trasformandola in MAIUSCOLO. Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.

Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Francesca Bolognini, Carmen Referza Consulenza didattica: Tiziana Bartolucci, Maria Luisa Gagliardini, Paola Papalini (percorso di lettura); Raffaela Maggi (sezione Insieme per imparare facile) Grafica e impaginazione: Mauro Aquilanti Illustrazioni: Valentina Belloni, Chiara Bordoni, Funnybooks, Mariagrazia Orlandini, Elisabetta Travet Copertina: Mauro Aquilanti Illustrazione di copertina: Mariagrazia Orlandini Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, 123rf, Fotolia, Thinkstock Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Bicicletta, che passione! INIZIO È SABATO, GIORNO DI VACANZA: PROPRIO LA GIORNATA IDEALE PER FARE ACROBAZIE IN BICICLETTA E CURVE SPERICOLATE. DA OGGI LINUS HA UN AUTENTICO MANUBRIO DA CORRIDORE SULLA BICICLETTA, GLIEL’ HA MONTATO SUO FRATELLO STEFAN, HA SOLO UN POCHETTINO DI RUGGINE. – È UN MANUBRIO DA PROFESSIONISTA – HA SPIEGATO STEFAN – E VA ANCHE BENE. CON UN MANUBRIO COME QUELLO, LINUS POTRÀ PIEGARSI TUTTO IN AVANTI, COME FANNO I CORRIDORI ALLA TELEVISIONE. MITICO!

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patrizia ceccarelli - livia vecci

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indice

stare bene a scuola

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STARE BENE A SCUOLA 6

Io Il maestro 7 Mamma e papà... e anche la scuola 8 Voglio una scuola 9 Che bell’aula 10 Tutti amici 12 Il gioco di imparare

Sorprenditi con

IL RACCONTO

24 Bicicletta, che passione! 26 La rivolta delle sorpresine 28 L’anatra ferita 30 METTO A FUOCO il racconto realistico Storia di Stack 32 Il diverso 34 Capriole e batticuore 36 Il rifugio segreto 37 Arrivano i pompieri 38 IMPARO AD ASCOLTARE L’INSEGNANTE LEGGE

IO SO GIÀ CHE... 13 14 15 16 17 18 19 20 21

Attori o fantasmi? Storia del naso che fiorì L’airone incontentabile Pollicino La pelle del rinoceronte Filippa della metropolitana La gallina intelligente Invenzioni... trasparenti Germogli di patata americana

39 LABORATORIO DEL LESSICO 40 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Colpo di fulmine 42 METTO A FUOCO il racconto d’avventura L’arco di Robin 44 Capitano Achab 46 Survival 48 Una sfida pericolosa 50 EVVIVA I CLASSICI Gulliver a Lilliput 52 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Roy e gli orsi 54 METTO A FUOCO il racconto di paura Una bianca figura 56 Un bosco spaventoso 57 Spaventapasseri viventi 58 Una visione orripilante 59 LABORATORIO DEL LESSICO

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indice 60 EVVIVA I CLASSICI La mummia vivente 62 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE La casa del mistero 64 METTO A FUOCO il racconto autobiografico Ricordo l’India 66 Ho scelto di fare l’astrofisica 68 Un aquilone spettacolare 69 IMPARO AD ASCOLTARE L’INSEGNANTE LEGGE 70 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Sono Malala A... come AUTOSTIMA 72 Se fossi... 73 Io mi piaccio! 74 METTO A FUOCO il diario Le mie bacchette speciali 76 Acquisti! 77 Un diario in regalo! 78 Mina vs-50 79 Attraversando l’Africa 80 EVVIVA I CLASSICI Gian Burrasca prestigiatore 82 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE A lezione di judo 84 METTO A FUOCO la lettera Lettera dalle vacanze 86 Lettera per un figlio 87 Lettera al Ministro 88 Mia sorella Melania 89 LABORATORIO DEL LESSICO

90 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Parlare al muro 92 METTO A FUOCO il racconto fantastico Il tappetino volante 94 Le uova di Cocca 96 La bambina di piume 97 Il fabbricatore di animali 98 La casa sull’albero 100 IMPARO AD ASCOLTARE L’INSEGNANTE LEGGE 101 LABORATORIO DEL LESSICO 102 EVVIVA I CLASSICI L’Isola Che Non C’è 104 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Nella cucina del castello 106 METTO A FUOCO il mito Il mito di Prometeo 108 L’arcobaleno 110 La nascita della speranza 111 Mito di Alcione 112 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Due nuove costellazioni 114 In viaggio da solo

verso l’invalsi

3


indice

120

Sorprenditi con

LA POESIA

122 METTO A FUOCO la filastrocca Le parole tiritere Uno, due, tre... 124 Filastrocca, dove sei? Porta 125 Rima smascherata Tesoro 126 Una giovane matita Il melone Il signor Filiberto 127 Per sciogliere la lingua Per giocare o... ...per dormire 128 METTO A FUOCO la poesia Ofelia la gatta 130 Parole di mare 131 Sulla spiaggia Nel bosco 132 Capelli Vestiti 133 La luna Il sole 134 Io sono tutti gli uomini Per Malala Yousafzai 135 LABORATORIO DEL LESSICO 136 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Girotondo Profumo di legna S... come SOLIDARIETÀ 138 Il clown in ospedale 140 Sapevo che saresti venuto 141 Nessun uomo è un’isola

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142

Sorprenditi con

LA DESCRIZIONE

144 145 146 147 148

Kolloval, l’elfo dell’allegria Cuore puro e corpo leggero Il pastore maremmano Baffo, il mio primo cane Due super nonne

150 METTO A FUOCO la descrizione di animali Qui-quak 152 Polly permaloso 153 Lucertole 154 METTO A FUOCO la descrizione di ambienti Vita nella palude 156 Un giardino di frutta 157 La casa più bella 158 METTO A FUOCO la descrizione di persone Aurora e Marcel 160 Ondina 161 Umberto non è un genio 162 La principessa del calcio 163 LABORATORIO DEL LESSICO 164 Ecco gli hobbit! 165 IMPARO AD ASCOLTARE L’INSEGNANTE LEGGE 166 EVVIVA I CLASSICI Il vecchio lupo di mare 168 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Viaggio in Sicilia!


indice 198 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Dov’è il trucco? Per uno stile di vita sano

Sorprenditi con

170

L’INFORMAZIONE

172 METTO A FUOCO il testo informativo Abitudini alimentari 174 La navigazione presso i Fenici 176 Le previsioni meteorologiche 178 Le galassie 179 Il volo 180 Appuntamento in città 181 IMPARO AD ASCOLTARE L’INSEGNANTE LEGGE 182 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE La regina Cleopatra 184 Ma gli animali imparano?

verso l’invalsi

R... come RISPETTO 186 Tutti diversi, tutti uguali 187 Uguali per lo Stato Figli del mondo 188 Tu rispetti la natura? 190 Io sono “nobile” 190

Sorprenditi con

R... come RESPONSABILITÀ 200 La leggenda del colibrì 201 La storia siamo noi 202 Soldi

Insieme per

IMPARARE FACILE

205 Il racconto realistico 206 Il racconto d’avventura 207 Il racconto di paura 208 Il racconto autobiografico 209 Il diario 210 La lettera 211 Il racconto fantastico 212 Il mito 213 Il testo poetico 214 La descrizione 215 Il testo informativo 216 Il testo regolativo

LE REGOLE

192 METTO A FUOCO il testo regolativo Il dolce di albicocche 194 Bowling fai-da-te 195 Istruzioni per studiare 196 Star bene con i fratelli 197 Regolamento Montagna pulita

SC ARIC A ,S E CLICCFAOGLIA !!!

Questo li

bro

versione è anche in digitale M.I.O. BO OK Divertit

i e im i video, g para con le attività li ascolti e multimed iali

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stare bene a scuola stare bene a scuola

Io

Il maestro

Vado a scuola come a una festa con tante idee dentro la testa:

Maestro portami dove imparare è gioia dove trovarsi al mattino è sorpresa è abbraccio è riparo.

idee nuove da pionieri per tracciare grandi pensieri idee forti da guerriero per conquistare il mondo intero e se una cosa oggi va storta a me che importa? Proverò domani con un’idea di scorta.

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Tornano a scuola i bambini, ma anche i maestri e le maestre e un po’… anche i genitori.

In guida A scuola con un sorriso

Maestro portami dentro le tue parole falle volare lontano: sul mare tempestoso tra i ghiacci polari negli occhi dell’Oriente. Maestro guidami con i tuoi passi leggeri per sentieri di scoperta poi lasciami piano che resti attento il cuore.

ti! t u t a la o u c s e c li Fe


stare bene a scuola

Mamma e papà... Anche le mamme e i papà sono emozionati alla riapertura della scuola. Attendono in gruppo davanti ai cancelli e pensano già al duro impegno che li aspetta: al mattino svegliare i bambini che dormono come sassi, correre nel traffico per arrivare puntuali al suono della campanella e non dimenticare di mettere nello zaino una merenda sana e nutriente... Al pomeriggio invece ci sono i compiti da controllare e alla sera bisogna convincere i piccoli ad andare a letto presto... Poveri genitori, ce la faranno a essere promossi?

...e anche la scuola Anche la scuola riapre i battenti: spalanca finestre e cancelli, leva la polvere su cattedre e banchi, riaccende computer e lavagne luminose, fa rombare il motore dei pulmini. È un pianeta che si risveglia, il pianeta della scuola! Insegnanti, custodi, autisti, cuochi e direttori sono pronti e ti aspettano. Tu sei pronto?

• Leggi i brani e le poesie, poi disegna il dono che vorresti fare o scrivi una dedica alle persone del tuo “pianeta scuola”, per augurare loro un felice anno scolastico.

COMPAGNI

INSEGNANTI

GENITORI

In guida A scuola con un sorriso

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stare bene a scuola

Voglio una scuola Voglio una scuola che parla ai bambini come la rondine ai rondinini che insegna a volare aprendo le ali e sa che i voli non sono mai uguali. Voglio una scuola che scavalca muretti e accoglie disegni che non sono perfetti che guarda avanti e traccia sentieri senza scordarsi di quelli di ieri. Voglio una scuola con dentro il sole che toglie polvere alle parole con porte aperte, grandi finestre e bimbi che ridono con le maestre. da J. Carioli, Poesie a righe e a quadretti, Giunti Kids

• La tua scuola com’è? Scegli tra le qualità proposte. divertente interessante impegnativa

stimolante

accogliente

• E tu come la vorresti? Collega ognuna di queste espressioni al suo significato.

UNA SCUOLA - che parla ai bambini - che insegna a volare - che scavalca muretti - con dentro il sole

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In guida A scuola con un sorriso

- che arricchisce la fantasia - che supera le barriere - piena di vita e calore - che si rivolge direttamente ai bambini


stare bene a scuola

Che bell’aula Sono così contenta quando entro in classe perché la mia aula mi piace proprio! Le pareti, tutte tappezzate di cartelloni, sono colorate di un verde tenero e la porta che dà sul cortile è azzurra: sembrano terra e mare. Anche i banchi sono colorati e non hanno mai una posizione fissa, perché li spostiamo a seconda delle attività: li mettiamo in cerchio quando vogliamo commentare insieme ciò che abbiamo scritto, accoppiati quando ci serve una superficie più ampia per disegnare. Ma più bello di tutti è quando i banchi li togliamo proprio di mezzo, lasciamo un largo spazio libero al centro della stanza e ci improvvisiamo attori per drammatizzare un racconto che abbiamo letto, oppure ci rilassiamo con qualche esercizio a suon di musica. Certo che spostare i banchi faceva sempre un gran rumore! – Così ci rompiamo i timpani! – diceva il maestro. Allora abbiamo trovato tutti insieme un trucco eccezionale: abbiamo infilato in fondo a ciascuna gamba della sedia una pallina da tennis tagliata a metà, così i nostri spostamenti sono diventati quasi silenziosi!

facciamo

SQUADRA

•C onfrontate le vostre idee ed esprimete il valore che attribuite a queste affermazioni con un voto da 5 a 10. - È molto importante che l’aula sia uno spazio accogliente, pulito e sicuro. - È bene che ogni bambino abbia uno spazio personale in cui tenere i suoi oggetti. - I cartelloni alle pareti, con le regole di comportamento e le materie di studio, sono molto utili. - In aula devono esserci tanti libri sempre pronti da consultare. - I banchi devono essere disposti in modo da lasciare un passaggio libero.

In guida A scuola con un sorriso

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stare bene a scuola

Tutti amici Va bene, lo ammetto, ho fatto la cosa sbagliata. Ho perso la pazienza, ho esagerato. Però non potevo sapere che la carta geografica era appesa al muro con uno sputo di chiodo, che bastava un soffio a farla cadere, e nemmeno potevo sapere che l’asticciola di legno che la reggeva fosse così pesante. Avevo sempre immaginato che fosse una bacchetta di plastica. Perciò mi prendo la responsabilità di aver spintonato Marco, d’accordo. Ma se la carta geografica si è staccata dal muro, e se l’asta di legno gli è caduta in testa e gli ha fatto un bernoccolo grosso come un’albicocca, che c’entro io? E comunque avevo le mie ragioni e un bernoccolo Marco se lo meritava e come! Invece a Marco nessuno ha detto niente e io, una settimana senza tv: ecco che cosa ci ho ricavato. E poi le prediche di mamma, della maestra Enrica, della maestra Paola... Perfino Davide e Claudia, che sono i miei migliori amici, me ne hanno dette di tutti i colori. E ora non c’è giorno che mamma non mi ripeta che bisogna essere amici di tutti. Come se fosse possibile essere amici di tutti. No, davvero non credo che sia possibile. Non si può essere amici di tutti. E questa cosa la ripeto sempre a mamma, ma sembra che lei non voglia capire. Ogni volta insiste: - Edo, non ci sono scuse (io mi chiamo Edoardo), con i compagni di classe bisogna andare d’accordo, essere amici di tutti. Vorrei vedere lei, nella mia classe, tutti i giorni, mattina dopo mattina, se riuscirebbe a essere amica di tutti. da G. Quarzo, Tutti amici, Coccole e caccole

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In guida A scuola con un sorriso


stare bene a scuola

• Rispondi sul quaderno alle domande. • Quali tra i seguenti suggerimenti ti sembrano più importanti per diventare amico di tutti? - Che cosa è successo a Marco? - Chi è stato a procurargli un bernoccolo in testa? S ottolineare i pregi e le virtù dei compagni - Come è stato punito? tralasciando i difetti. - Si è pentito di ciò che ha fatto? Non prendere in giro un compagno per qualche - Edoardo pensa che sia facile essere amico di tutti? aspetto del suo fisico o del carattere. - E tu come la pensi? Riesci a essere amico di tutti i tuoi Condividere le cose e aiutare chi è in difficoltà. compagni di classe? • Aggiungi nel cuore altre parole dell’amicizia.

SORRISO .................................................... RISPETTO

COMPRENSIONE

....................................................

..................................................... AFFETTO

origine e le abitudini più. di e es Pa il , ia or st la e er Conosc prezzarli di ap ad à er ut ai ti , se as cl di dei tuoi compagni

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stare bene a scuola

Il gioco di imparare – Stamattina ho fatto matematica – dice Alice. – Ti sei annoiata? – le chiede il papà, perché a lui i numeri non sono mai piaciuti. – Mi sono divertita tantissimo! – risponde Alice, e racconta – Avevamo appena preso il quaderno coi quadretti quando... Toc! Toc! Qualcuno bussa alla porta. “Avanti” dice la maestra. La porta si apre ed entra un clown. “È qui che si fa matematica?” ci ha chiesto. “È proprio qui” abbiamo risposto. “Ah, bene. Credevo di aver sbagliato aula. Noi clown facciamo sempre pasticci”. Ha tirato fuori tante palle colorate e si è messo a lanciarle e a riprenderle. “Quante sono?” ci ha chiesto. “Sono sette” ha detto Paolo. Poi ha tirato fuori dalle tasche altre palle colorate e le ha distribuite. “Adesso lanciatele voi” ha detto e ci ha insegnato come si fa. Io riesco a lanciarne due, Giulia tre e la maestra Ursula, che è grande, quattro. – Tu quante ne lanci? – chiede Alice al suo papà. – Neanche una – le risponde il papà – Ai miei tempi a scuola c’erano altri sistemi per imparare la matematica. – Quali sistemi, papà? – chiede Alice – Secondo me non ci sono modi migliori di imparare dei giochi e le sorprese che inventa ogni giorno la maestra Ursula. da M. Vago, La scuola delle sorprese, Piemme

• Completa. La maestra Ursula ha fatto entrare in classe un ................................................... per insegnare ai bambini la .................................................... • In generale per te imparare è: faticoso noioso impegnativo divertente • Ti è capitato di imparare una cosa attraverso un gioco? Racconta.

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In guida A scuola con un sorriso


io so già che...

Attori o fantasmi? Finalmente è arrivato il giorno dello spettacolo! Alle 15 le maestre Silvia e Lorenza ci hanno chiamato per la prova. La sala era già preparata per lo spettacolo, con tutte le sedie in fila per le nostre famiglie. Siamo saliti sul palco. Cra croc crac... – E se si rompe come facciamo? – ho chiesto preoccupato. – Alla peggio cadremo di sotto! – mi ha risposto Silvia ridendo. La prova è cominciata e all’improvviso abbiamo sentito un suono di tromba. A un tratto ho visto il custode Valdemaro con un foglio scritto a lettere grandi: DOVETE SCAPPARE C’È LA PROVA. Ma che c’entrava lui con la nostra prova? – Viaaaa! È l’allarme antincendio! Svelti, usciamo di qua! – ha urlato Lorenza. Per primo è partito Mattia, il nostro capofila, e a uno a uno ci siamo presi per mano come abbiamo deciso all’inizio dell’anno. Fuori dalla porta, via, di corsa, verso il giardino, fin sotto l’ulivo, il nostro punto di raccolta. Le altre classi erano già lì, e quando ci hanno visto arrivare combinati in quel modo hanno cominciato a urlare: “I fantasmi!”. Renatino di prima ha chiesto: – È la prova contro i fantasmi? Quando finalmente è tornato un po’ di ordine abbiamo capito cos’era successo: avevano deciso di fare la prova di emergenza antincendio e non potevano certo sapere che noi stavamo facendo altre prove... quelle della recita. da B. Pumhösel, A. Sarfatti, Fughe e fantasmi, Giralangolo

ripasso • Numera i fatti raccontati secondo l’ordine in cui avvengono. I bambini sono scappati verso il punto di raccolta. Alle 15 sono iniziate le prove generali dello spettacolo. È suonato l’allarme antincendio. I bambini delle altre classi hanno gridato: – I fantasmi! • Questi fatti sono: possibili nella realtà

fantastici

• Nel testo c’è una parola che potrebbe far pensare a un testo narrativo fantastico. Qual è? Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO

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io so già che...

Storia del naso che fiorì C’era una volta un ragazzo proprio bravo. Non si insudiciava mai, non diceva mai brutte parole e le sue unghie erano sempre pulite. Aveva deciso di essere il ragazzo migliore del mondo. Non si metteva le dita nel naso neppure di nascosto. Naturalmente aveva delle porcherie anche lui nel naso, come tutta la gente. E siccome non si era mai messo le dita nel naso, c’era una quantità di porcherie molto maggiore nel naso suo che nei nasi delle altre persone. Un giorno d’estate fiori ed erbe spuntarono dal naso del ragazzo come da un vaso da fiori capovolto. Il ragazzo era molto fiero del suo naso fiorito. Ma i bambini lo prendevano in giro e la gente diceva: – Ohibò! Come mai non si pulisce il naso? Il ragazzo, dato che non riusciva a capire, scosse la testa e i fiori e l’erba gli fecero un tale solletico che gli venne voglia di starnutire. E, starnutendo, tutti i fiori e l’erba gli uscirono dal naso. I bambini e la gente si misero a ridere e rise anche il bambino con il naso liberato. da U. Wölfel, Storie per ridere, Nuove Edizioni Romane

ripasso • Segna con una x il fatto che non può accadere nella realtà. Il ragazzo non si insudiciava mai. Il ragazzo non si metteva le dita nel naso. Dal naso del ragazzo spuntarono fiori. Il ragazzo starnutì. • Questo brano allora è: un racconto realistico un racconto fantastico • Completa. All’inizio del racconto il ragazzo ............................ ......................................................................................... Poi accade che nel suo naso .................................. ......................................................................................... Alla fine il ragazzo ...................................................... .........................................................................................

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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO


io so già che...

L’airone incontentabile Un airone se ne andava gironzolando sulle sue gambe snelle lungo la riva del fiume. Dapprima vide passare una carpa, poi un luccio. Avrebbe potuto catturarli senza fatica, ma decise di aspettare: in fondo non aveva poi così fame. Dopo un po’ vide avvicinarsi alcune tinche, ma non gli piacevano granché. Esclamò con sdegno: – Io mangiare delle tinche? Non è cibo degno di un ripasso airone! Meglio aspettare ancora: voglio mangiare solo qualcosa di veramente buono. • Il protagonista di questa storia è: Trascorse l’intera giornata senza vedere passare altri un animale una persona pesci. L’airone cominciò ad avere fame. • Lo scopo di questo testo è: Scese la sera. Decise così di incamminarsi verso i campi divertire il lettore alla ricerca di qualcosa da mangiare. insegnare una morale Trovò un grosso pezzo di pane raffermo e, malvolentieri, se lo mangiò, pentito di aver fatto lo schizzinoso • Si tratta allora di: quando aveva la possibilità di scegliere. una fiaba una favola da AA. VV., 365 storie, Classica Licorne Edizioni Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO

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io so già che...

Pollicino C’era una volta un taglialegna talmente povero che non sapeva come sfamare i suoi sette bambini. Una sera disse alla moglie: – Domani li abbandonerò nella foresta: non c’è altra soluzione! Ma il più piccolo dei sette fratelli aveva sentito tutto: si chiamava Pollicino perché era venuto al mondo così piccolo da non superare la lunghezza del dito pollice, ma era molto intelligente. Così si riempì le tasche di sassolini e, quando il giorno dopo i bambini si ritrovarono soli nella foresta, Pollicino, che aveva disseminato i sassolini lungo tutto il tragitto, li ricondusse a casa. Alcuni giorni dopo, però, il povero taglialegna li fece smarrire di nuovo. Questa volta Pollicino aveva lasciato lungo la strada delle briciole di pane e gli uccellini se l’erano mangiate; i bambini così non poterono tornare a casa. Vagarono per il bosco finché giunsero davanti a un immenso castello in cui viveva un orco con le sue sette figlie. L’orco ospitò i bambini per la notte con l’intenzione di mangiarseli a colazione il mattino dopo. Le sette figlie dell’orco dormivano in un grande letto e portavano ognuna una corona d’oro in testa, nel letto accanto invece dormivano i sette fratellini. Durante la notte, Pollicino tolse le corone alle bambine e le posò sulla sua testa e su quella dei fratelli. L’orco, nel buio, sfiorò la testa di Pollicino e dei suoi fratelli, ma, sentendo sotto le dita le corone d’oro, fece un salto indietro: “Stavo per farne una bella!” pensò. Quindi, ignaro dello stratagemma di Pollicino, divorò senza esitare le proprie figlie, poi si addormentò russando. Allora Pollicino e i suoi fratelli svelti svelti fuggirono e portarono alla famiglia il tesoro dell’orco. da AA. VV., 365 storie, Classica Licorne Edizioni

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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO

ripasso • Rispondi sul tuo quaderno in modo completo alle domande. - Chi è il protagonista? - Quale antagonista deve affrontare? - Quale stratagemma usa? - La storia si conclude con un lieto fine? - Ha gli ingredienti tipici della fiaba?


io so già che...

La pelle del rinoceronte Sulla riva di una spiaggia, un uomo si era preparato un bel pesce alla brace, ma un rinoceronte, che all’epoca aveva una pelle lucida e tirata, passò di lì e, con una cornata, buttò il pesce sulla sabbia. Cinque settimane dopo, ci fu una terribile ondata di caldo: la temperatura si alzò talmente che tutti si toglievano i vestiti che avevano addosso. Il rinoceronte non sopportava quel caldo: si tolse allora la pelle e scese alla spiaggia per farsi il bagno. Arrivò l’uomo, trovò la pelle e fece un sorriso larghissimo: aveva l’occasione per vendicarsi. Di nascosto, la riempì così tanto di prugne secche, vecchie briciole rafferme e uvette bruciacchiate che più piena di così non si poteva. Si arrampicò in cima alla palma e aspettò che il rinoceronte uscisse dall’acqua e se la rimettesse. Il rinoceronte fece così. Si infilò la pelle e quella cominciò a fargli il solletico come quando ci sono delle briciole nel letto. Cercò di grattarsi, ma fu peggio; si sdraiò sulla sabbia e si rotolò... ma, ogni volta che si rotolava, le briciole di torta gli prudevano di più, sempre di più. Così corse verso la palma e si sfregò, si sfregò... Si sfregò tanto e così forte che gli si formò una grossa piega sulla spalla, e un’altra piega sulla pancia, e altre pieghe sulle zampe. Andò allora a casa arrabbiatissimo e tutto scorticato. Da quel giorno tutti i rinoceronti hanno grandi pieghe sulla pelle e un pessimo carattere; tutta colpa delle briciole! da R. Kipling, Storie proprio così, Editrice Piccoli

ripasso • Quale elemento della realtà vuole spiegare questa leggenda? Le pieghe sulla pelle del rinoceronte. Il corno sulla fronte del rinoceronte. • Qual è il fatto che non può accadere nella realtà? Il rinoceronte scende alla spiaggia. Il rinoceronte si toglie la pelle. • Sottolinea la definizione più giusta di “leggenda”. - La leggenda è la spiegazione fantastica di un aspetto della realtà. - La leggenda è una storia fantastica di animali.

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO

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io so già che...

Filippa della metropolitana Al piano 4, porta di sinistra, sta Filippa della metropolitana. La chiamiamo così perché lavora nell’impresa che pulisce le stazioni della metro: spesso esce di casa la sera e lavora di notte, oppure si alza quando è ancora buio e prende la prima corsa del 117, per andare a spazzare le scale, i corridoi e le banchine dove si aspettano i treni. Tutte le notti raccoglie sacchi e sacchi di cartacce e giornali spiegazzati, lattine, tacchi di scarpe e ombrelli rotti, lettere strappate di innamorati abbandonati, biglietti vecchi e bucce d’arancia. È una vecchia signora, la Filippa, sempre un po’ goffa quando non indossa la tuta arancione dell’impresa di pulizie. Ha pochi denti in bocca, ma solo una volta è scesa dal dottor Scaracchia, perché le si era gonfiata una gengiva e non riusciva più a dormire per il dolore. Il dentista, però, le aveva cavato un molare - uno dei pochi rimasti - e le aveva chiesto come compenso mezzo stipendio. – Ma come? Ti sei già preso il mio dente, e vuoi anche i miei soldi? – e se ne era andata sbattendo la porta. Il dottor Scaracchia, che in fondo non è cattivo, aveva lasciato perdere. Sembra un’orsa, Filippa della metropolitana. Ma a me sta simpatica e poi vuole bene a noi ragazzi; talvolta ci porta in dono le cose più strane che trova nelle stazioni della metro: una radiolina scassata, una bambola senza un occhio, un cavatappi, un sacchetto di noci, una coperta, libri scritti in tutte le lingue del mondo. Mi piace proprio Filippa della metropolitana! da F. Signoracci, Le macchine fantastiche di Bubus, Edizioni Paoline

ripasso • Secondo te, si tratta di un testo: informativo descrittivo • Il tono di questo brano ti sembra: colorito e personale distaccato e impersonale • Completa. Filippa della metropolitana ha questo soprannome perché .............................. ............................................................................................................................................... Ogni notte raccoglie ....................................................................................................... Quando lavora indossa .................................................................................................. Vuole bene .............................................. e porta loro ..................................................

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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO DESCRITTIVO


io so già che...

La gallina intelligente No, non ci sto con quelli che dicono ci verresti a fare il bagno in piscina e ti ritrovi nel brodo il tuo, di gallina vorrei una vita varia estetista segretaria tabaccaria gelataria hostess ballerina ma non gallina non potete capire c’è una parte di me che è piena di angoscia (e voi mi chiedete se è l’ala o la coscia!) Coccodè? Fallo te! Il cervello piccino ce l’hai tu, tacchino! Vita nuova mai più uova! Voglio far la mia vita ed esser felice non voglio far la gallina voglio far l’attrice. da S. Benni, Stranalandia, Feltrinelli

ripasso • La gallina intelligente è una poesia o una filastrocca? Segna le informazioni che te lo fanno capire: gioca con le parole è divertente i versi sono liberi molte parole sono in rima esprime emozioni

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO POETICO

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io so già che...

Invenzioni... trasparenti Il vetro

Il vetro è un materiale utile, economico e prezioso: è prodotto con la sabbia, materia diffusa e a buon mercato. Quando è caldo prende qualsiasi forma, è resistente, protegge dal caldo e dal freddo pur lasciando passare la luce. Sembra che a scoprire il vetro siano stati alcuni mercanti fenici che, circa nel 500 a.C., accesero un falò sopra una spiaggia ricca di un minerale chiamato “silicio”; per effetto del calore il silicio si fuse in vetro.

Le finestre

Il vetro anticamente era piuttosto opaco perché conteneva impurità e la sua superficie era irregolare. Dal XVII secolo si pensò di utilizzare grosse lastre di vetro per le finestre, che prima erano coperte con panni e teli pesanti: questi non facevano passare il freddo ma neppure la luce.

Gli occhiali

Con il vetro nacquero anche le lenti: dischetti rotondi e lisci che ingrandivano o rimpicciolivano gli oggetti, una proprietà conosciuta già dagli antichi Greci e Romani. Furono però gli Arabi, nel secolo XI, a iniziare gli studi di ottica. Sembra che i primi occhiali siano stati inventati nel XIV secolo, in Olanda, anche se stentarono a diffondersi: la loro capacità di correggere i difetti della vista era considerata, infatti, stregoneria!

ripasso

da G. Bartalozzi, Il libro di invenzioni e scoperte, Giunti Junior

• Secondo te, si tratta di un testo: informativo regolativo • Rispondi indicando con una x Sì o No. Il testo fornisce...

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- ...informazioni riguardo all’utilizzo del vetro presso gli gli uomini primitivi?

No

- ...informazioni riguardo la scoperta del vetro nell’antichità?

No

- ...informazioni riguardo l’invenzione delle finestre e degli occhiali ?

No

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO INFORMATIVO


io so già che...

Germogli di patata americana È conosciuta come batata, patata dolce o americana ed è buonissima cotta in forno. Se però non la cuoci ma la fai germogliare, nascerà una bella pianta da appartamento con tante foglie.

1 P rendi una patata e mettila in un vaso di vetro, con la parte più grossa rivolta verso l’alto. Per non farla scivolare in fondo al vaso, bloccala con tre stecchini infilati nella polpa.

2 Versa l’acqua nel vaso: deve bagnare solo la parte inferiore della patata.

3 M etti il vaso alla luce e mantieni costante il livello dell’acqua. Dopo pochi giorni spunteranno le radici e i primi germogli.

ripasso • Questo testo ha lo scopo di: descrivere i germogli di patata americana raccontare le origini della patata americana dare istruzioni per far germogliare una patata americana

4 S istema il vaso su uno scaffale alto così, quando le ramificazioni si allungheranno, avranno uno spazio sufficiente.

da E. Contri, Il mio giardino, Giunti Junior

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO REGOLATIVO

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Sorprenditi con

IL RACCONTO I TESTI NARRATIVI

sono storie di ogni tipo: lunghe o corte, antiche o moderne, serie o divertenti... che emozionano in modo diverso chi legge o ascolta

si distinguono in

RACCONTI REALISTICI o VEROSIMILI

RACCONTI FANTASTICI storie create dalla fantasia dell’autore

storie realmente accadute o che potrebbero accadere nella realtà

L’AUTORE

cioè colui che scrive la storia e sceglie se narrarla attraverso

un narratore esterno ai fatti, che racconta la vicenda in terza persona, senza parteciparvi

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un narratore interno ai fatti, cioè un personaggio del racconto che narra in prima persona


I TESTI NARRATIVI

presentano caratteristiche comuni

COSA

la trama, cioè l’insieme dei fatti che costituiscono la storia

CHI

i personaggi che agiscono nella storia

COME

la struttura della storia, organizzata in tre parti: INIZIO SVOLGIMENTO CONCLUSIONE

QUANDO

il momento temporale in cui si svolge la storia

DOVE

l’ ambientazione della storia

Metto a fuoco I testi narrativi si suddividono in generi diversi. Quest’anno scoprirai: - il RACCONTO REALISTICO - il RACCONTO D’AVVENTURA - il RACCONTO DI PAURA - il RACCONTO AUTOBIOGRAFICO - il DIARIO - la LETTERA - il RACCONTO FANTASTICO - il MITO Il prossimo anno ne esplorerai tanti altri ancora.

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IL testo narrativo

Bicicletta, che passione! Inizio È sabato, giorno di vacanza: proprio la giornata ideale per fare acrobazie in bicicletta e curve spericolate. Da oggi Linus ha un autentico manubrio da corridore sulla bicicletta, gliel’ha montato suo fratello Stefan, ha solo un pochettino di ruggine. – È un manubrio da professionista – ha spiegato Stefan – e va anche bene. Con un manubrio come quello, Linus potrà piegarsi tutto in avanti, come fanno i corridori alla televisione. Mitico! Svolgimento “Peccato che non mi possa vedere allo specchio” pensa Linus. Dapprima pedala lento e in scioltezza lungo via Colombia. – Guardate tutti, gente! – mormora tra sé. Il maestro Roggerstrecge è davanti all’ingresso del supermercato. Sta chiacchierando con la dentista, la signora Le Neweber. – Bravissimo Linus, sei un vero corridore! Linus abbassa ancora di più sulla fronte la visiera del berrettino. – Sono un corridore! – risponde.

Metto a fuoco

La struttura, gli elementi e il narratore

• Collega i cartellini alla parte del racconto che li rappresenta. inizio svolgimento conclusione

- Linus corre con la sua bicicletta verso la piazza - Linus cade e si fa un graffio sul viso, ma non si lamenta - Stefan monta sulla bicicletta di Linus un manubrio da vero professionista

• Rispondi con Sì o No alle seguenti domande.

- Linus è il personaggio principale del racconto?

- Ci sono altri personaggi nel racconto?

- I fatti avvengono all’aperto, in un centro abitato?

- È indicato il momento temporale in cui avviene la storia?

- La storia è narrata in prima persona da uno dei personaggi?

- C’è un narratore esterno che racconta in terza persona?

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No


IL TESTO NARRATIVO Due ragazze della IV C aspettano accanto al semaforo del passaggio pedonale. Quando Linus passa loro davanti a tutta birra, per la sorpresa quasi lasciano cadere il gelato che tengono in mano. Perfino di spalle Linus sente che lo stanno ammirando. Ammicca felice ai raggi del sole. E per un secondo chiude gli occhi, vede volteggiare bellissimi anelli rossi e gialli dietro le palpebre. Che magnifica giornata! Linus sa che il posto migliore per mettere in mostra la sua abilità è la grande piazza davanti alla chiesa. Si sporge in avanti più che può, le mani stringono le manopole del nuovo manubrio. Ora è uno dei migliori acrobati in bicicletta del mondo. Forse addirittura il migliore! Con la sua bicicletta si esibisce in curve e serpentine, cerchi e doppi cerchi. Occorre essere terribilmente precisi: soltanto un campione può farcela. La luce del sole scintilla nei raggi delle ruote, i pneumatici frusciano sul porfido della piazza. E quando Linus aziona la leva del cambio, ecco la catena stridere e spostarsi e poi “clic”-”clac”, spostarsi su un’altra ruota dentata.

lessico • L’espressione “peccato che non mi possa vedere allo specchio” significa che: in quel momento Linus è fiero di se Linus vorrebbe controllare la sua posizione sul manubrio L inus vorrebbe essere sicuro del suo aspetto L inus vorrebbe essere ben pettinato Sottolinea nel testo le espressioni che ti hanno aiutato a rispondere.

Conclusione Il rumore avverte Linus che qualcosa non va, però non fa in tempo a fare la mossa giusta, perché in un attimo, Patapum! Finisce dritto a terra e si fa un lungo graffio sul viso. Ma Linus non si lamenta: – Un graffio da nulla non fermerà un vero campione! da J. Pestun, Jonas il vendicatore, Piemme

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IL testo narrativo

La rivolta delle sorpresine .....................................................................................................................................................

Un giorno Giulia aprì il suo uovo di cioccolato e ci trovò un omino di plastica azzurra da costruire. Era diventata molto brava e veloce a costruire le sorpresine e in pochi minuti l’uomo azzurro era pronto. .....................................................................................................................................................

Lì per lì stette fermo nella sua mano, ma dopo un po’ mosse qualche passo e si mise a parlare con una vocina stridula. Disse che parlava a nome di tutte le sorpresine nascoste nelle uova di cioccolato. Erano stufe di starsene lì dentro con quel nauseante odore di cacao in attesa che qualche bimbo venisse a liberarle. Per non parlare di certi babbi e mamme che non sapevano nemmeno mettere insieme i pezzi e creavano dei veri e propri mostri. – Liberaci da queste prigioni – esclamò l’omino blu – e ti saremo grati per sempre! .....................................................................................................................................................

Giulia passò parola in tutte le scuole della città e mise insieme più di mille bambini. Si sparsero in tutti i negozi della città a caccia di uova: ne portarono via a centinaia, a migliaia.

Metto a fuoco

La divisione in sequenze • Questo racconto è già diviso in sequenze. Scrivi per ogni sequenza il titoletto corrispondente al suo contenuto, scegliendo tra quelli proposti. - Con Giulia per sempre - Sorpresine libere - La sorpresina di Giulia - A caccia di uova - Uova al parco - L’uomo azzurro prigioniero

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.....................................................................................................................................................

Il giorno dopo i bambini radunarono le uova nel parco della città e qui ciascun bimbo, con molta cura, aprì le uova e costruì sorprese per tutta la giornata. Alla fine, a un gesto di Giulia, i ragazzi lasciarono libere tutte le sorpresine. .....................................................................................................................................................

Era uno spettacolo curioso vedere un esercito di minuscoli esseri di plastica (macchinine, extraterrestri, ballerine e pellicani) attraversare di corsa il grande prato verso la libertà. .....................................................................................................................................................

Solo l’omino azzurro rimase indietro, saltò nella mano di Giulia e non l’abbandonò mai più. da C. Rapaccini, Merendine, Giunti


IL TESTO NARRATIVO gni racconto è composto da sequenze, cioè momenti diversi, ognuno di senso compiuto. O Generalmente inizio e conclusione corrispondono rispettivamente a un’unica sequenza, mentre lo sviluppo è suddiviso in più sequenze. Per dividere un racconto in sequenze bisogna seguire alcune regole.

1 La prima sequenza corrisponde all’inizio:

vengono presentati il protagonista, il tempo, il luogo e la situazione di partenza.

3 Cambia il luogo ed entrano in scena nuovi

personaggi: è una nuova sequenza.

5 Avviene un fatto nuovo e compaiono nuovi

personaggi: si ha una nuova sequenza.

2 Entra in scena un nuovo personaggio: si

ha una nuova sequenza.

4 Cambiano il luogo e il tempo: è un’altra

sequenza.

6 L’ultima sequenza corrisponde alla

conclusione, cioè al finale della storia.

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IL testo narrativo

L’anatra ferita Luca stava facendo la sua passeggiata intorno allo stagno quando vide un gruppo di canne agitarsi leggermente. Si avvicinò pian piano senza far rumore. Lì, in un nido abbandonato, vi era una delle giovani anatre che erano nate in primavera. Luca si accorse che l’anatra aveva un grumo di fango su un’ala. Si chiese se sotto il fango non ci fosse una ferita... Luca sollevò dal nido l’uccello, che non dette segni di protesta, lo portò a casa e spiegò la faccenda alla mamma. Delicatamente la mamma cominciò ad applicare impacchi di acqua bollita tiepida sul fango secco, finché piano piano lo asportò; c’era un pezzetto di vetro infilato sulla punta dell’ala. Cercando di mantenere le mani ferme, la mamma estrasse con una pinzetta il frammento di vetro, poi ripulì la ferita sempre con l’acqua tiepida, questa volta aggiungendo un pochino di sale che, si sa, fa da disinfettante. Luca aveva preparato un nido con degli stracci in un angolo della cucina e vi adagiò l’anatra che respirava a fatica, con la testa ripiegata da una parte. Per tutto il giorno seguente l’anatra bevve soltanto e non toccò cibo, ma il giorno dopo ancora cominciò ad alzarsi sulle sue lunghe zampe, tentando i primi passi. Ormai cominciava a guarire. da G. Castigliorio, Luca e la vita nello stagno, Fabbri

Metto a fuoco

L’ordine della narrazione

L’autore può narrare la successione dei fatti di una storia in due modi: • rispettando l’ordine cronologico che ha nella realtà (fabula) • cambiando l’ordine cronologico regolare con salti in avanti o indietro nel tempo (intreccio) • Riordina i fatti in base a come sono accaduti nella storia. La mamma preleva un pezzo di vetro dall’ala.

Il bambino porta l’anatra a casa sua.

Luca prepara un nido e vi depone l’anatra.

Il giorno dopo ancora l’anatra inizia a stare meglio.

Luca scopre un’anatra ferita a un’ala.

Il giorno dopo l’anatra beve soltanto.

• Secondo te, l’autore ha raccontato i fatti: seguendo l’ordine temporale con cui sono accaduti

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cambiando l’ordine temporale con cui sono accaduti


IL TESTO NARRATIVO

L’anatra ferita Che soddisfazione provava Luca! L’anatra tentava i primi passi, iniziava a guarire. Stava facendo una passeggiata intorno allo stagno quando aveva visto un gruppo di canne agitarsi leggermente. Si era avvicinato pian piano senza far rumore. Lì, in un nido abbandonato, vi era una delle giovani anatre che erano nate in primavera. Luca si era accorto che l’anatra aveva un grumo di fango su un’ala. Si era chiesto se sotto il fango non ci fosse stata una ferita... Luca aveva sollevato dal nido l’uccello, che non aveva dato segni di protesta, lo aveva portato a casa e aveva spiegato la faccenda alla mamma. Delicatamente la mamma aveva cominciato ad applicare impacchi di acqua bollita tiepida sul fango secco, finché piano piano l’aveva asportato; c’era un pezzetto di vetro infilato sulla punta dell’ala. Cercando di mantenere le mani ferme, la mamma aveva estratto con una pinzetta il frammento di vetro, poi aveva ripulito la ferita sempre con l’acqua tiepida, questa volta aggiungendo un pochino di sale che, si sa, fa da disinfettante. da G. Castigliorio, Luca e la vita nello stagno, Fabbri

• Rileggi il racconto e segna se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). V F - La storia narrata è la stessa della pagina precedente. - L’ordine cronologico è cambiato, perché l’autore ha scelto V F di partire dalla conclusione della storia. V F - L’ordine cronologico è rimasto lo stesso. V F - L’autore fa un salto indietro nel tempo per raccontare. V F - L’ordine cronologico usato dall’autore non è lineare. V F - L’autore racconta saltando in avanti nel tempo. • Collega. - L’autore la prima volta ha narrato la storia secondo... - L’autore la seconda volta ha narrato la storia secondo...

l’intreccio la fabula

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Metto a fuoco...

IL RACCONTO REALISTICO Le mie domande COSA narra un racconto realistico?

DOVE si svolgono i fatti narrati?

QUANDO accadono e quanto tempo durano?

CHI sono i personaggi che agiscono in un racconto realistico?

COME è strutturato un racconto realistico?

Storia di Stack Inizio In un punto solitario della costa d’Irlanda, c’era un faro bianco e rosso, che per tutta la notte spazzava il mare con un raggio di luce gialla. Il guardiano del faro si chiamava Stack, ed era un vecchio magro ma ancora robusto, che ogni sera saliva i cento gradini della scala a chiocciola per andare ad accendere la lampada, in cima al faro. Svolgimento Un giorno, dopo una forte tempesta, mentre camminava sulla scogliera per raccogliere radici, Stack sentì dei pigolii rochi e penosi che venivano da oltre il ciglio della scarpata. Si sporse e, appena al di sotto, vide un nido con una dozzina di piccoli gabbiani magri e spelacchiati. “Probabilmente la madre e il padre sono stati uccisi dalla tempesta... ” pensò il guardiano “Se non li aiuto, moriranno”. Allora pescò con la rete molti pesciolini, li portò sulla scogliera e, sporgendosi dall’orlo con un pesce per volta, li mise nel becco aperto dei piccoli, che allungavano il collo verso di lui. Ogni giorno nutrì i gabbiani, che si facevano sempre più grandi e robusti. Un pomeriggio, quando arrivò lassù con i pesciolini, trovò il nido vuoto: i dodici gabbiani si erano lanciati in volo, e si procuravano il cibo da soli. Conclusione Quella sera, però, quando scese dal faro dopo averlo acceso, Stack li vide tutti e dodici sulla spiaggia a venti passi da lui, che lo guardavano e battevano piano le ali, come per salutarlo! da R. Piumini, Poco prima della notte, Einaudi

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Le risposte COSA Un racconto realistico è un testo che narra una storia reale, cioè che è accaduta o che potrebbe accadere. DOVE I fatti narrati si svolgono in luoghi reali, come in questo caso presso un faro lungo la costa dell’Irlanda. QUANDO Gli avvenimenti accadono in un tempo precisato: nel presente o nel passato. Ad esempio la storia che hai letto si svolge nel passato e dura diversi giorni. CHI I personaggi sono persone o animali reali, che si possono incontrare nella vita di tutti i giorni: - il protagonista è il personaggio più importante, nel testo a lato è il vecchio guardiano del faro - i personaggi secondari sono tutti gli altri che prendono parte alla storia, come i gabbiani COME

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag. 205

Il racconto realistico è strutturato in tre momenti: inizio - svolgimento - conclusione Nel brano che hai letto l’inizio presenta il protagonista Stack e il luogo. Lo svolgimento narra come si evolve la storia: Stack giorno per giorno nutre i piccoli gabbiani. La conclusione chiude il racconto: i gabbiani, cresciuti, prendono il volo.

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IL testo narrativo

Il diverso Zio Piero aveva due gatte, una tigrata e una bianca. Tutte e due erano incinte e dovevano partorire i gattini. Ma zio Piero diceva: – Di gatti ne ho abbastanza, non ne voglio più! Mi piacerebbe invece un bel cane di razza. Un giorno la gatta tigrata partorisce quattro micetti e zio Piero fa come ha detto: li porta via al gattile. Poi va da un suo amico, che aveva una cagna della razza che piaceva tanto a lui. La cagna aveva avuto sette cuccioli, troppi per poterli allattare tutti. Zio Piero fa all’amico: – Dammene uno. E il suo amico glielo dà. Lo zio porta a casa il cucciolino e dice alla moglie: – Guarda che bello. È un maschietto nero. – Ma come facciamo ad allattarlo? – Col biberon. Detto fatto, lo mette in un cestino e prepara il biberon. Il cucciolo succhia e si addormenta sulla paglia. Il mattino dopo, quando si alza, il cucciolo non c’è più nel cesto. Lo cercano di qua, lo cercano di là, ma non si trova. E non c’è nemmeno la gatta nera. Lo zio va nella stalla dove la gatta aveva partorito e vede il cagnolino che sta succhiando il latte della gatta, che lo abbraccia con le zampette come se fosse figlio suo. Zio Piero cerca di carezzarlo ma la gatta piega le orecchie e soffia: difende il cucciolo, è suo.

Metto a fuoco

La struttura

• Individua nel testo i tre momenti della storia colorando la barra a lato come indicato: inizio svolgimento conclusione

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• Le frasi seguenti rappresentano l’inizio, lo svolgimento o la conclusione? Scrivilo nei cartellini. - Le due gatte allattano il cucciolo di cane.

................................................

- Lo zio Piero non vuole più gatti.

................................................

- Lo zio Piero porta a casa un cucciolo di setter.

................................................


IL RACCONTO REALISTICO E siccome lì è disturbata, lo porta in un altro angolo, se lo mette tra le zampe, al caldo, e riprende a dargli il latte. Zio Piero non avrebbe mai pensato che una gatta allattasse un cane come se fosse figlio suo: così lo dice a noi e ci invita a vederlo. Noi ci avviciniamo in silenzio e assistiamo a questa scena straordinaria. Qualche giorno dopo la gatta bianca partorisce anche lei e zio Piero fa la stessa cosa: toglie i cuccioli e li porta al rifugio dei gatti. Il giorno dopo, quando va nella stalla, trova le due gatte vicine, col cagnolino tra le zampe. E il cucciolino, finito di succhiare il latte dalla gatta nera, passa a quella bianca. È una cuccagna per lui! Infatti in poco tempo il cucciolo è cresciuto più dei suoi fratelli allattati dalla cagna: è quasi il doppio. Le due gatte lo difendono, non lasciano avvicinare nessuno. Zio Piero osserva la scena incantato. – Bella lezione che ci danno queste bestiole – dice – a noi che abbiamo paura dei diversi e proviamo fastidio verso chi ha la pelle di colore diverso dal nostro.

lessico • Con quale delle frasi seguenti puoi sostituire questa espressione del testo? “Di gatti ne ho abbastanza”. I gatti non mi bastano mai. Non voglio più gatti.

da M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza

SCRIVO • Completa il riassunto del racconto. Zio Piero aveva .................................................... Un giorno una delle gatte ................................ .................................................................................. Lo zio li ................................................................... e da un suo amico prende................................ A casa lo zio mette il cucciolo in .................... e lo .......................................................................... Il mattino dopo nella stalla vede .................... .................................................................................. Qualche giorno dopo ........................................ .................................................................................. Lo zio ...................................................................... .................................................................................. Le due gatte ......................................................... ..................................................................................

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IL testo narrativo

Capriole e batticuore Oggi in palestra c’era anche la III D senza Rocco, il loro maestro, perché si è sposato e starà via per due settimane. In III D purtroppo c’è Emiliano, che mi sta antipaticissimo perché fa il comandino con tutti. Ci sono molti maschi che non vogliono giocare con lui perché non rispetta le regole e qualche volta offende! Non è giusto! Ne abbiamo parlato tante volte con le nostre maestre; loro cercano di fargli capire che deve smettere di comportarsi così, ma tanto non serve a niente. Un giorno ho sentito la mamma di Emiliano che diceva a un’altra mamma che gli vuole cambiare scuola, perché qui ce l’hanno tutti con lui. Lei lo protegge continuamente e lui sta diventando sempre più prepotente. Così, quando il maestro Guerino ci ha detto che oggi avremmo fatto le capriole, mi sono preoccupata, avevo paura di fare brutta figura con Emiliano. E infatti! Prima abbiamo fatto le capriole sul materasso alto, e non riuscivo a darmi la spinta. Ci ho provato molte volte, ma con Emiliano che mi guardava divertito mi sembravano ancora più difficili. Mentre il maestro stava spiegando il nuovo esercizio agli altri, ho continuato a provare da sola e finalmente ci sono riuscita. Ma il maestro non se n’è accorto, e nemmeno Emiliano! Poi abbiamo fatto le capriole partendo dalla posizione in piedi: prima con le mani e poi senza. Senza mani avevo paura, sarà per questo che quando ho cominciato a farla l’ho finita rotoloni sul tappeto.

Metto a fuoco

I personaggi

• Quanti sono i personaggi che compaiono nella storia? Sottolinea i loro nomi. • Tra questi nomi c’è quello della protagonista? Sì No • Tu quale nome sceglieresti per lei? .......................................................................................... • Tutti i personaggi di questo testo sono: fantastici realistici/verosimili

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IL RACCONTO REALISTICO – Sempre la solita! – ha commentato Emiliano ridendo. – Sempre il solito! – gli ha detto Mattia arrabbiato. Anche Guerino ha sgridato Emiliano, poi gli ha chiesto se era capace di farci vedere come si fa la capriola all’indietro. Altro che capace! Emiliano è bravissimo in ginnastica, beato lui! E pensare che dopo sarebbe toccato a me! Non volevo fare un’altra figuraccia! Sono andata a sedermi da sola in fondo alla palestra e mi veniva da piangere, ma quando ho visto Rima avvicinarsi ho strizzato gli occhi per mandare indietro le lacrime. – Sai cosa dice la mia mamma? Ridi e il mondo ride con te, piangi e piangi da sola. Dai, giochiamo allo SDI. È un gioco che si fa in Marocco. Mentre me lo spiegava, si sono avvicinati dei compagni incuriositi. – Uno fa il lupo e prende i compagni. Appena li tocca finiscono in prigione, cioè stanno attaccati al muro con una mano e tengono l’altra tesa in fuori. Così! – ci ha fatto vedere Rima – Se un bambino libero passa sotto il braccio teso, libera il bambino imprigionato. Il gioco finisce quando tutti vanno in prigione. Abbiamo giocato e, quando è toccato a me fare il lupo, sono riuscita a metterli tutti in prigione. Ero felice, ma così felice che ho cominciato a saltare ridendo. Ridevano anche i miei compagni. – Hai visto? Se ridi, il mondo ride con te – mi ha detto Rima. da B. Pumhösel, A. Sarfatti, Verticali e batticuore, EDT

verso l’invalsi

racconto DI ME • “Avevo paura di fare brutta figura”... capita anche a te di provare questa sensazione? Spesso o raramente? Chi può aiutarti a superarla? Parlane in classe con i tuoi compagni e l’insegnante.

Comprendere un testo significa individuare le informazioni esplicite, cioè quelle presenti, collegandole, quando necessario, alle conoscenze che già possediamo per capirle appieno. • Tra le seguenti, quali sono le informazioni esplicite presenti nel testo? Emiliano sta antipatico alla protagonista. I bambini fanno le capriole sul materasso. Il maestro non ha rimproverato Emiliano. Alla fine della storia la protagonista è felice. • In base al testo, perché la protagonista si preoccupa quando il maestro annuncia le capriole? ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................

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IL testo narrativo

Metto a fuoco

Il luogo Nel testo trovi molte parole che indicano in quale luogo avvengono i fatti: sono gli indicatori spaziali (nel mezzo, al centro, vicino...). • Individuali e sottolineali. • Il luogo descritto è: reale immaginario

racconto DI ME • Tu hai un rifugio segreto o ti piacerebbe averne uno? Cosa ci fai o ci faresti? Con chi vorresti condividerlo?

Il rifugio segreto – Dove lo costruiamo il rifugio? – domanda Erich. – Vedremo. Certo dovrà essere un posto assolutamente sicuro! – gli rispondono guardando oltre il canneto. – Sai che ti dico? Lo costruiremo esattamente nel mezzo del canneto! Detto fatto. Ci apriamo un passaggio tra le canne proprio dietro il grande salice. Le canne sono abbastanza fitte e alte due o tre metri. Dall’esterno non si vede niente, tranne le cime che ondeggiano quando la brezza le accarezza. L’imbocco del passaggio segreto rimane nascosto dal salice ed è ciò che vogliamo. Nel centro del canneto creiamo uno spazio più grande, poi, finalmente, cominciamo a costruire il rifugio. Le canne, tutt’intorno, fungono da pareti. Dove il terreno è più morbido, piantiamo sei bastoni, a cui ne uniamo altri mettendoli trasversali e li fissiamo con alcune vecchie corde prese in un angolo dimenticato del garage. Copriamo questa impalcatura con delle lunghe canne e nascondiamo il tutto con muschio e fronde recuperati nei dintorni. Per terra stendiamo uno strato di un tipo particolare di erba, morbidissima, con un odore intenso ma piacevole. Ora possiamo sederci a poca distanza e guardare orgogliosamente il frutto della nostra fatica. Ce l’abbiamo fatta! Ecco il nostro regno: lo battezziamo “Al di là della grande palude”. Ha un bel suono, ricco di promesse. da E. Moser, Al di là della grande pianura, Cosimo Panini

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Arrivano i pompieri Un giorno in cui faceva molto caldo, il nonno mi propose: – Che cosa ne diresti se ce ne andassimo al fiume a prendere una rinfrescata? L’idea mi sembrò bellissima e così, appena finito il lavoro nell’orto, prendemmo gli asciugamani e ci avviammo. Il fiume passava vicino a casa e più che un fiume era una specie di canale, perché non era né molto largo né molto profondo. Insomma ci spogliammo, io e il nonno, e in mutande entrammo in acqua. Poi io cominciai a dare la caccia ai pesci. A un certo punto, quando mi trovavo al centro del fiume, me ne passò davanti uno bello grosso e io mi lanciai all’inseguimento. Ma avevo bisogno che il nonno mi desse una mano, così mi misi a urlare: – Nonno! Nonno! – Cosa c’è, Tonino? – Vieni! – mi sbracciavo per chiamarlo e ogni tanto mi tuffavo per controllare il pesce. – Arrivo, Tonino, non ti muovere! – rispose il nonno e si affannò a raggiungermi al più presto. Proprio allora, sfortunatamente, passò la signora Maria in bicicletta; si fermò un momento a guardare, poi schizzò via come un siluro. Cinque minuti dopo, sull’argine del fiume, c’erano i pompieri con le sirene spiegate. – State calmi, vi aiutiamo noi! – gridò uno di loro. Allora il nonno cacciò la testa fuori dall’acqua, tossendo e sputando. – Non serve, grazie, l’ho già preso io! – esclamò, mostrando il pesce che era riuscito ad acchiappare.

IL RACCONTO REALISTICO

Metto a fuoco

Il tempo Nel testo trovi molte espressioni che indicano i tempi in cui avvengono i fatti: si tratta degli indicatori temporali (un giorno, ieri, un anno fa...). • Trovali e sottolineali nel testo. • Il fatto narrato avviene in un tempo: ben precisato non precisato • La vicenda dura: qualche minuto più di un’ora

da A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Scuola

COMPRENDO • Quale idea sembrò bellissima al protagonista? ......................................................................................................................................... • In che cosa Tonino ha bisogno dell’aiuto del nonno? ......................................................................................................................................... • S econdo te: i pompieri passavano di lì e hanno pensato che Tonino fosse in pericolo è stata la signora Maria a chiamare i pompieri Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.

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LEGGE L’ INSEGNANTE UTTO SUO... T O R IB L N U da

Imparo ad ascoltare

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

Parole in movimento

1. Il titolo mi fa pensare a: parole difficili parole che cambiano di significato

parole senza senso

2. I l gruppo che NON rappresenta “parole in movimento”, secondo te, è: ALBERO CITTÀ SCARPA ZOCCOLO

CARO CERO CURO CORO

ROSSO FOSSO POSSO MOSSO

PALLA PAZZA PANNA PASSA

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Completa gli equivoci colorando la parola giusta e scrivi chi pronuncia ogni frase. Sono anni che è stato abbattuto il tunnel bosco di betulle. ..................................................................... Ho sognato Gigino mio cugino .

.....................................................................

Stamattina ho giocato a pallone con il melone .

.....................................................................

Ne mangerei volentieri una fetta goletta .

.....................................................................

Accendi il forno tordo .

.....................................................................

In cucina? In cantina? Oh, povera bestia!

.....................................................................

4. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). Pierino rivelò a tutti che il nonno era sordo. Pierino imparò a urlare e a scandire bene le parole. Pierino ascoltava con pazienza i racconti del nonno. Pierino paragonava le chiacchierate col nonno a gomitoli di filo. Tutti in famiglia scoprirono il segreto del nonno. I genitori di Pierino non compaiono mai nel racconto.

V V V V V V

F F F F F F

5. Colora l’ingrediente che non è presente nel rapporto tra Pierino e il nonno sordo. rispetto

pazienza

fastidio

benevolenza

confidenza

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5.

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Testo audio e in guida

Indice di gradimento


laboratorio del lessico

L’uomo che salvò i delfini Il suo nome era Esperanto Altomare, ma tutti lo chiamavano “Musciame” come la carne seccata dei delfini, perché era magro come un chiodo. Musciame aveva navigato tutta la vita come marinaio sui motopescherecci e proprio su una di queste imbarcazioni aveva perso il lavoro. Una sera la rete a strascico imbrigliò un branco di delfini composto dalla madre, dal padre e da una trentina di figli. Quando la rete fu issata a bordo, il comandante del peschereccio lanciò un grido di gioia e i delfini, invece, gridarono di dolore con quella loro voce che era simile al pianto di un bambino. Tutti i pesci furono scaricati nella stiva e l’equipaggio brindò alla giornata fruttuosa. Musciame quella sera non riuscì a prendere sonno, perché il pianto dei delfini gli arrivava fino al cuore. A un certo punto della notte, egli abbandonò in silenzio la cuccetta e, senza pensarci due volte, rigettò in mare tutti i delfini che stavano per morire. Il mattino dopo qualcuno fece la spia e il marinaio fu licenziato in tronco dal comandante. Da quel giorno Musciame non trovò più lavoro e visse pescando da solo con una piccola barchetta e una rete piena di rammendi. da R. Battaglia, Il paese del burattini, SEI

etimologia Anche le parole hanno un’origine e una storia: la parola MARE deriva dal nome latino mare, che però significava propriamente stagno, laguna. Prova a cercare sul vocabolario l’etimologia della parola SCUOLA? Leggila e ti stupirai!

mODI DI DIRE “Essere licenziati in tronco” significa essere cacciati da un lavoro senza preavviso, in modo immediato. Scrivi tu, sul quaderno, il significato dei seguenti modi di dire.

Avere un diavolo per capello

Avere la testa fra le nuvole

Avere il pallino della matematica

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Per costruire le competenze

Colpo di fulmine 5

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Primo giorno di scuola. Non sono ancora le otto quando la mamma dice a Davide di alzarsi. – Su, scendi dal letto. Il babbo ti aspetta di sotto per portarti a scuola! In quattro e quattr’otto, Davide è pronto e, con lo zaino in spalla, entra in auto. Inutile dire che arriva a scuola in anticipo! Così, per ingannare il tempo, si aggira nel cortile aspettando il suono della campanella. Ecco che arriva il pulmino e scendono tanti bambini, fra cui magicamente c’è lei, con i capelli lisci e lunghi, che danzano nel vento, e gli occhi neri, brillanti come stelle. Ma chi è? Davide si nasconde dietro il muretto e osserva: vede una bambina di quinta, che lui conosce bene, avvicinarsi a quella creatura straordinaria chiamandola “Melina”. Davide esce dal nascondiglio, entra nell’atrio della scuola e va dietro alla processione di bambini lungo il corridoio, intanto segue con la coda dell’occhio Melina che a un certo punto gira a destra. Ma dove va? Davide parte di corsa, prende la curva stretta, scivola a terra, cade sullo zaino che si apre: libri, quaderni e pennarelli si sparpagliano a terra. Tutti si girano, anche Melina lo guarda. In fretta e furia Davide raccoglie tutto, si rialza e guarda Melina che... oddio... è sulla porta della IV F. – È in classe miaaaa!!! Yuppi!!! – grida Davide pensando a Melina: non sapeva che cosa volesse dire “bella” prima di vederla. Pieno di entusiasmo, la segue dentro l’aula. – Benvenuta, Melina! Dove ti vuoi sedere? – le chiede la maestra. Melina si guarda intorno e dice indicando Davide: – Vicino a Lui! Mi sembra simpatico! A Davide pare di toccare il cielo con un dito. da E. Prati, Tutte le volte che vedo Melina, Giunti Junior

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7. I personaggi sono: bambini e bambine un bambino e una bambina adulti animali

2. Davide quando vede Melina: si nasconde dietro il muretto arrossisce per l’emozione esce dal nascondiglio ed entra in aula le corre incontro

8. Il narratore è: Davide Melina una bambina di quinta esterno alla vicenda

3. L’espressione “creatura straordinaria” (riga 15) si riferisce a: una bambina di quinta Melina una bambina di quarta nessuno

9. La storia dura: un’ora meno di un’ora un minuto più di un’ora

4. Qual è la frase più adatta a riassumere il testo? Davide inizia un nuovo anno scolastico. Il primo giorno di scuola Davide resta affascinato da una nuova compagna di classe. Melina cambia scuola. È settembre: riaprono tutte le scuole. 5. Il racconto si potrebbe anche intitolare: Il ricordo di un amore Un amore al parco Un incontro inaspettato Corsa e scivolata 6. Il protagonista è: una bambina un bambino la maestra una bambina di quinta

Il racconto realistico

1. All’inizio della storia, Davide si trova: nel cortile della scuola nel corridoio della scuola a casa nell’aula

10. Riordina i fatti in base a come si susseguono nella storia. Davide corre dietro a Melina per il corridoio. Davide vede scendere dal pulmino una bella bambina. Davide si aggira nel cortile della scuola. D avide scopre che Melina è nella sua classe. 11. Il racconto è realistico perché: il luogo è immaginario i personaggi sono realistici si svolge nel presente la storia sarebbe potuta accadere anche a te o a un tuo amico

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Metto a fuoco...

IL RACCONTO d’avventura Le mie domande

COSA narra un racconto d’avventura?

DOVE si svolgono i fatti narrati?

QUANDO accadono e quanto tempo durano?

CHI sono i personaggi che agiscono in un racconto d’avventura?

COME è strutturato un racconto d’avventura?

L’arco di Robin Inizio Era notte, la foresta era fitta e nell’oscurità Robin cercava di schivare i rami bassi che gli fustigavano le gambe. Bryce e Mud lo stavano scortando da Will per la grande prova. Aveva due alternative: superarla e diventare per sempre dei loro o fallire, affrontando da solo la foresta e le sue insidie. Svolgimento Arrivarono in una radura. Al centro stava il ceppo di un’enorme quercia, caduta chissà quando, e sopra c’era una candela accesa. Dietro, in piedi, faretra sulle spalle e arco in mano, Will lo squadrava aspettando. Robin ebbe un brivido. – Sei tu che vuoi unirti a noi? Robin annuì. – Allora devi battermi – sentenziò lui. – Non ti sembra troppo? – chiese Bryce – Nessuno può batterti! – Silenzio – tagliò corto Will, e si diresse verso il limitare della radura. Si fermò di fronte a un cespuglio, si voltò verso il ceppo, estrasse una freccia dalla faretra, incoccò, tirò la corda e prese la mira. Il dardo centrò la candela, la spezzò in due e la metà con lo stoppino, che ancora bruciava, rimase sopra il tronco. – Tocca a te! Robin pensò a suo padre, che era stato un arciere fenomenale. Se avesse fallito... no. Nessun pensiero. Incoccò la freccia e tese la corda. La punta della freccia mirava allo stoppino ardente. L’arco era teso allo spasimo. La freccia partì, fendette l’aria. Robin trattenne il fiato. Conclusione Poi il dardo centrò in pieno lo stoppino e spense la fiammella. Alte si levarono le urla di festa per il nuovo arciere e gli occhi di Robin scorgevano ora nella foresta un nuovo futuro. da E. Kedros, La leggenda di Robin, Mondadori

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Le risposte COSA Il racconto d’avventura narra imprese rischiose in ambienti ostili, portate avanti con coraggio e sfida del pericolo, come, nel testo letto, la grande prova che deve affrontare il giovane arciere nel cuore della foresta in piena notte. DOVE I fatti narrati si svolgono in luoghi selvaggi, lontani dagli ambienti quotidiani, pieni di mistero e di pericoli: foreste, montagne impervie, deserti... QUANDO Gli avvenimenti possono avvenire nel presente o nel passato, susseguendosi in modo incalzante. CHI I personaggi sono generalmente individui coraggiosi e intraprendenti: - il protagonista è l’eroe dal cuore nobile che affronta le avversità, sfidando il pericolo - l’antagonista cerca di ostacolare il protagonista - i personaggi secondari sono compagni di avventura del protagonista o dell’antagonista COME

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag. 206

La struttura del racconto di avventura segue i tre momenti: inizio - svolgimento - conclusione. Nel brano che hai letto, l’inizio presenta i personaggi, il luogo e il tempo in cui si svolge la sfida fra i due arcieri. Lo svolgimento narra l’incontro fra i due arcieri. La conclusione chiude il racconto con il colpo di scena.

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IL testo narrativo

Capitano Achab Metto a fuoco

I personaggi • Sottolinea nel testo il nome dei personaggi. Poi rispondi alle domande. - Chi è il protagonista? ............................................................ - Chi sono gli altri? ............................................................ ............................................................ • Cerchia l’aggettivo qualificativo che non si adatta al capitano Achab: intrepido / vendicativo coraggioso / dolce / temerario

come la penso • I l capitano Achab vuole vendicarsi. Tu cosa pensi della vendetta? È un desiderio giusto? Ti è capitato di provarlo?

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Tutti gli uomini dell’equipaggio furono riuniti a poppa; il capitano Achab, detto “Vecchio tuono”, fece un mezzo giro con la gamba di legno puntata nel buco del ponte, poi indirizzò loro le seguenti parole: – Uomini di vedetta, voi mi avete già udito dare ordini relativi a una balena bianca, vero? Ebbene, guardate: vedete questa moneta d’oro spagnola? – e tese verso il sole una larga moneta brillante – Vale sedici dollari, ragazzi miei! La vedete? Signor Starbuck, mi dia un martello. Quando Starbuck gli ebbe consegnato il martello, egli si avvicinò all’albero maestro con l’arnese alzato in una mano, mettendo ben in mostra con l’altra la moneta d’oro. Poi gridò così che tutti lo udissero: – Chiunque di voi mi segnali una balena dalla testa bianca, con la fronte rugosa e la mascella storta, chiunque di voi mi segnali questo cetaceo con la testa bianca e tre buchi nella pinna della coda, avrà la moneta d’oro. – Urrà! Urrà! – gridarono i marinai agitando i loro cappellacci, mentre Achab inchiodava la moneta d’oro all’albero maestro. – È un cetaceo bianco, lo ripeto – continuò Achab, gettando il martello sul ponte – bianco. Aprite gli occhi, ragazzi miei, vigilate ogni spruzzo di acqua spumosa, anche se non vedete che una bolla date la voce. – Capitano Achab – disse un uomo dell’equipaggio – questo cetaceo deve essere quello che qualcuno chiama Moby Dick. – Moby Dick? – esclamò Achab – tu dunque conosci il capodoglio bianco, Tash?


IL RACCONTO D’AVVENTURA

– Capitano Achab, io ho già udito parlare di Moby Dick... Non è stato Moby Dick a strapparti la gamba? – chiese un altro. – Chi ti ha detto ciò? – gridò Achab. Poi tornò con la mente a un giorno lontano, quel giorno in cui un capitano, mentre le sue tre lance sfondate danzavano sui flutti tumultuosi e gli uomini sparivano sommersi nei turbini di schiuma, aveva afferrato un coltello e si era lanciato contro il capodoglio tentando ciecamente, con la lama lunga sei pollici, di raggiungere la sorgente della vita del cetaceo nascosta da parecchi metri di grasso. Questi era il capitano Achab. Era stato in quell’occasione che, passandogli sotto la mandibola falcata, Moby Dick aveva falciato di netto la gamba di Achab. – Sì, Starbuck, sì, amici miei, è stato Moby Dick che mi ha disalberato, è a Moby Dick che devo il pezzo di legno sul quale ora mi appoggio. Sì, sì! – proseguì con un singhiozzo terribile, come di belva ferita – Sì, sì, e io lo inseguirò attorno al Capo di Buona Speranza, attorno al Capo Horn e attorno alle fiamme dell’inferno, prima di rinunciare a raggiungerlo. È per questo che voi, ragazzi, siete imbarcati con me, per dare la caccia a questo capodoglio bianco, su tutte le facce del globo, sino a che getti sangue nero e si volti a pancia in su con le pinne all’aria. Che cosa ne dite, ragazzi? Accettate la sfida? A vedervi, sembrate coraggiosi. – Sì, sì! – approvarono gridando i fiocinieri e i marinai, stringendosi attorno al vecchio eccitato. – Un occhio acuto per il capodoglio, una lancia acuta per Moby Dick! – esclamò Achab. da H. Melville, Moby Dick, Editrice Piccoli

COMPRENDO •R ispondi sul quaderno alle domande usando un linguaggio corretto e completo. - Come viene chiamato il capitano Achab? - Chi è Moby Dick? - Perché Achab odia Moby Dick? - A chi offre una moneta d’oro?

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IL testo narrativo

Survival Metto a fuoco

Il luogo • Colora il riquadro giusto. - La storia si svolge in un luogo: insolito quotidiano - Si tratta di: un’isola

una foresta

- Lì crescono: banane e noci di cocco meli e susini • Sottolinea nel testo le righe che ti hanno consentito di rispondere.

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La lente destra degli occhiali di Ian venne colpita da un raggio di sole. Muovendola con attenzione, il ragazzino fece in modo che il fascio di luce riflessa finisse su un mucchietto di foglie accatastate sulla sabbia. Ci fu un silenzio di tomba, poi... – Non prendono fuoco – osservò Hanna preoccupata. – Le foglie sono ancora un po’ umide – rispose Ian, senza staccare gli occhi dal sottile raggio che le colpiva. Ci fu un impercettibile sfrigolio, poi un tenue filo di fumo si alzò dal mucchietto di foglie. Infine... una fiammella! Hanna tirò un sospiro di sollievo, e solo allora si accorse di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo dell’operazione. – Quanto dev’essere grande il falò? – chiese Hanna. – Abbastanza per essere visto in lontananza. – Sarà difficile scorgerlo di giorno – puntualizzò Luke. – Vero – confermò Ian – Ma se avvistiamo un aereo, o una nave, possiamo sempre aggiungere foglie umide, che fanno molto fumo.


IL RACCONTO D’AVVENTURA Luke era comunque stupito. Solo il giorno prima erano approdati su quell’isola, più morti che vivi. E ora... era incredibile cosa riuscivano a fare con un po’ d’acqua e del cibo. Se non altro, sotto quell’aspetto la situazione andava migliorando. Avevano trovato un ramo di corallo che affiorava dalla sabbia e Hanna lo aveva chiamato lo “schiacciacocco”: per quanto dure e resistenti, le noci di cocco si rompevano come uova se le si scagliava contro di esso. E quella mattina Hanna aveva dimostrato perché era considerata una delle migliori atlete della scuola: si era arrampicata su una palma alta nove metri con la stessa scioltezza con cui una persona normale sale una scala. Da lassù aveva gettato una trentina di noci di cocco ai piedi degli amici. Nel pomeriggio avevano anche scovato degli alberi di banane. Hanna le chiamava “minibanane” perché erano lunghe poco più di un dito medio. In compenso però erano bianche, dolci e nutrienti. Morire di fame era ormai l’ultima delle loro preoccupazioni. Ma solo perché di preoccupazioni ne avevano già in quantità! da G. Morman, Survival. Avventure su un’isola deserta, Piemme Junior

SCRIVO •C ome finirà l’avventura dei tre ragazzi? Immagina e scrivi tu la conclusione della storia sul quaderno.

verso l’invalsi

Le informazioni esplicite • Segna con una x le informazioni che trovi nel testo. I protagonisti si chiamano Hanna, Ian e Luke. I protagonisti vengono da Los Angeles. I ragazzi cercano di accendere un fuoco. I ragazzi si trovano su un’isola. S i nutrono di noci di cocco e di banane.

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IL testo narrativo

Una sfida pericolosa lessico • Cosa significa l’espressione “era come infilare le gambe in un freezer”? I nfilare le gambe nell’acqua gelida. Rinfrescarsi con le gambe dentro il freezer. Sentire le gambe gelate dopo una lunga immersione.

racconto DI ME • Ti è mai capitato di provocare un compagno e lanciarti in una sfida di cui ti sei pentito? Raccontalo in classe.

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Tutto iniziò quando provocai il mio amico Isak: – Facciamo un bagno nel lago? – È troppo fredda l’acqua. – E tu saresti un nuotatore provetto? Invece sei tutto un bluff, non hai neppure il coraggio di buttarti in acqua! – Piantala adesso, Simon – disse Isak – Se ti diverte tanto buttiamoci! Era come infilare le gambe in un freezer. Man mano che mi immergevo nell’acqua nera mi trasformavo lentamente in una gallina surgelata con la pelle d’oca giallognola. Isak mi aveva già distanziato di un bel po’. Si era tuffato dal molo esibendosi in un arco elegante e armonioso. Quanto a me, quando mi tuffavo mi veniva mal d’orecchi, ma non mi arresi: mi diedi la spinta con i piedi nella direzione verso la quale avevo visto spuntare la zazzera di Isak, e un’onda sbieca fece sparire tutto. Il vento frustava l’acqua, impedendo quasi completamente la visuale. Isak mi superò nuotando a stile libero, sollevando un sacco di schizzi con le sue furibonde gambate. Dopo un attimo era di nuovo scomparso dietro una cortina di onde spumeggianti. Ero solo. Le voci provenienti dalla spiaggia non si sentivano più da un pezzo. E Isak era sparito. Improvvisamente sentii il freddo penetrarmi nelle ossa.


IL RACCONTO D’AVVENTURA

Sembrava che migliaia di aghi mi stessero perforando la pelle. Braccia e gambe mi si intorpidirono. Era come quando comincia a fare effetto l’anestesia, e si perde lentamente la sensibilità. Sentivo uno strano torpore, il mio corpo si era fatto pesante e le bracciate sempre più rigide. Per quanto tempo ancora sarei riuscito a resistere? Dovevo tentare di tornare indietro! Mi girai e fui investito dalle onde dall’altra parte. Vedevo i palazzoni ammiccare in lontananza. Li presi come punto di riferimento. Continuavo a bere e a tossire. Andare avanti diventava sempre più faticoso, come se stessi nuotando in una scodella piena di uova sbattute che si addensavano sempre di più man mano che venivano montate. Non voglio morire, pensai. Non volevo sprofondare in quell’orribile acqua nera e morta che mi afferrava con le sue braccia talmente forti che non riuscivo a respirare, che mi stringeva al suo petto ondeggiante impedendomi i movimenti. Sentii che le forze mi stavano abbandonando. Fu allora che udii un grido alle mie spalle. Non poteva essere troppo lontano. Doveva essere Isak! Ero salvo! da U. Stark, Il paradiso dei matti, Feltrinelli

COMPRENDO • “ Ero solo...”, “Le voci... non si sentivano più... Isak era sparito”, “il mio corpo si era fatto pesante”. Queste espressioni ti fanno pensare a una situazione di: benessere paura e pericolo • S ottolinea nel testo altre espressioni che ti comunicano la stessa sensazione.

verso l’invalsi

Le informazioni esplicite • Rispondi con Sì o No. Il narratore racconta che:

Sì No

Simon provoca l’amico Isak. L’acqua del lago è gelida. I ragazzi hanno dieci anni. Simon prende una bella paura. Isak aiuta Simon.

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IL RACCONTO D’AVVENTURA

Evviva i Classici

Gulliver a Lilliput Al largo delle Indie Orientali ci colse una violenta tempesta; il vento fortissimo ci spinse contro uno scoglio e la nave si sfasciò. Mi ritrovai da solo in mezzo alle onde; nuotai disperatamente finché, sfinito e sul punto di annegare, sentii la terra sotto i piedi. La tempesta, intanto, si era calmata e riuscii a raggiungere la costa. Camminai per più di un chilometro senza incontrare anima viva. Poi mi colse il sonno, e lì, sull’erba fine e morbida, feci una bella dormita. Quando mi svegliai, a giorno alto, provai invano ad alzarmi: le mie braccia e le mie gambe erano attaccate alla terra, e così pure i miei lunghi e abbondanti capelli. Molti fili, inoltre, circondavano il mio corpo. Non potevo vedere che il cielo e, siccome il sole era già alto, i suoi raggi mi ferivano gli occhi. Un rumore confuso cominciò a levarsi intorno a me, ma da quella posizione non potevo vedere nulla; qualcosa cominciò a brulicare sulla mia gamba destra e a salire adagio sul mio petto verso il viso. Volgendo allora come meglio potei il mio sguardo da quel lato, scorsi una creatura umana grande poco più di dieci centimetri; la seguivano una quarantina di omini della stessa specie.

I viaggi di Gulliver Titolo originale Travels into several remote nations of the world (= Viaggi di Gulliver in vari paesi lontani del mondo) Anno di pubblicazione 1726 Curiosità sull’autore Jonathan Swift nacque a Dublino, in Irlanda, nel 1667, rimase orfano dei genitori e crebbe in istituti religiosi. Si dice che fosse un tipo bizzarro: alla sua morte lasciò ciò che possedeva alla città, perché costruisse un manicomio, sostenendo che sicuramente ne avrebbe avuto bisogno.

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Evviva i Classici Al colmo della sorpresa cacciai un tale urlo che tutti si ritrassero impauriti. Dopo un attimo i misteriosi esseri tornarono; uno si spinse coraggiosamente fino al mio volto e gridò, alzando le mani al cielo: – Hekinah degul! Tutti gli altri ripeterono molte volte le stesse parole che non compresi. Finalmente riuscii a rompere i fili che attaccavano al terreno il mio braccio destro; subito dopo con una scossa violenta potei allentare un poco i fili che trattenevano i miei capelli e voltare il capo. Immediatamente fuggirono gridando. Quando il clamore cessò, udii uno di essi gridare: – Totgo phonae! Subito la mia mano sinistra fu colpita da un centinaio di frecce, che bucavano come tanti spilli; poi un’altra scarica fu lanciata in aria. Qualche freccia cadde sul mio corpo e qualche altra sul viso, che cercavo di riparare con la mano libera. Terminato il lancio delle frecce, cercai con nuovi sforzi di liberarmi; allora le frecce piovvero più di prima. Decisi dunque di stare fermo e di aspettare la notte per cercare di liberarmi: non avevo certamente da temere gli abitanti di quel misterioso paese se tutti erano delle dimensioni di quelli che mi avevano legato. da J. Swift, I viaggi di Gulliver, Bemporad Marzocco

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro

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Per costruire le competenze

Roy e gli orsi 5

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Era in gita scolastica con quattro insegnanti e circa trenta compagni. Roy aveva fatto di tutto per restare indietro durante un’escursione a piedi e quando gli altri non guardavano si staccò dal gruppo, abbandonò il sentiero battuto e avanzò a zig zag lungo il versante coperto di alberi. Il suo piano era quello di valicare la cima e ritrovarsi in testa ai suoi compagni. Sarebbe stato divertente se, giunti al campeggio, lo avessero trovato già lì che schiacciava un pisolino... Roy era appena giunto a una radura quando si trovò davanti una grossa orsa con due cuccioli. Sapeva che gli orsi non vedono molto bene, quindi per gli esseri umani la cosa migliore da fare è fermarsi in silenzio. E lui fece così. L’orsa socchiuse gli occhi e, ringhiando, annusò l’aria. Poi emise un verso simile a un colpo di tosse e i suoi cuccioli sfrecciarono via. Roy inghiottì amaro ma non si mosse. Mamma orsa si levò in tutta la sua statura e fece il gesto di scagliarsi su di lui mostrando i denti gialli. Eppure il ragazzino mantenne il controllo e rimase immobile. L’orsa lo studiò attentamente. Dalla sua espressione si capiva che considerava Roy troppo piccolo per costituire una minaccia, infatti si riabbassò sulle zampe e, con un’ultima sbuffata di sfida, si diresse verso i suoi piccoli. Roy rimase lì fermo come una statua di gesso per due ore e venti minuti, finché uno dei suoi insegnanti lo ritrovò. da C. Hiassen, Hoot, Mondadori

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7. Il luogo in cui si svolge la storia è: una radura una giungla una città un piccolo paese

2. All’inizio del racconto Roy sta: divertendosi con i compagni superando la cima di un colle facendo un’escursione schiacciando un pisolino

8. I protagonisti del racconto sono: Roy Roy e l’orsa trenta compagni Roy e gli insegnanti

3. Quale delle seguenti affermazioni è presente nel testo? Roy avanzò a zig zag lungo il versante. Roy avanzò a zig zag lungo il sentiero. Roy ritornò a zig zag lungo il sentiero. Roy avanzò a zig zag nella foresta.

9. La storia è ricca di suspense quando: Roy abbandona il sentiero battuto Roy si trova davanti all’orsa Roy rimane fermo per due ore Roy avanza a zig zag

4. Roy davanti alla grande orsa: scappò cominciò a gridare rimase immobile perse il controllo 5. L’orsa entra in contatto con Roy attivando i sensi: del gusto e del tatto della vista, dell’olfatto e dell’udito della vista e del tatto dell’olfatto e del tatto 6. Alla fine la grande orsa: tornò dai suoi piccoli assalì Roy fuggì lontano si impaurì

Il racconto d’avventura

1. Roy è: in gita scolastica a scuola al mare in vacanza

10. Collega ogni elemento con il corrispondente ingrediente del racconto di avventura. radura

l’imprevisto

Roy

il luogo

presenza dell’orsa immobilità del protagonista

il protagonista la soluzione

11. Gli avvenimenti sono narrati: da un narratore interno, Roy da un narratore interno, un insegnante da un narratore esterno da un narratore interno, un compagno

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Metto a fuoco...

IL RACCONTO di paura Le mie domande

COSA narra un racconto di paura?

DOVE si svolgono i fatti narrati?

QUANDO accadono e quanto tempo durano?

CHI sono i personaggi che agiscono in un racconto di paura?

COME è strutturato un racconto di paura?

Una bianca figura Inizio Si diceva da sempre che nel bosco di castagni, attraversata la strada bianca, avevano luogo, a notte, le apparizioni più strane. Si affermava che, nelle notti più nere, quando neppure la luna era in cielo e il chiarore delle stelle era spento dalle nuvole, uscisse da un campanile diroccato una bianca figura vestita da monaca. Lo spettro avanzava senza sfiorare il terreno, a piedi scalzi e con aria assente. Noi bambini avemmo l’idea di scoprire quale fondamento possedeva l’antica leggenda. Svolgimento A forza di parlarne, decidemmo di agire in una nera notte senza luna, lasciati i giochi, scendemmo per la china e ci inoltrammo nel bosco, tenendoci per mano. Non volevamo perderci. Avanti andavano i più coraggiosi. Dietro venivano gli altri, che vincevano la paura con il puntiglio di non abbandonare l’intera comitiva. La notte, a ogni passo, si affollava di rumori che non avremmo saputo decifrare. Erano sibili, bisbigli, grida di uccelli. A una certa svolta, la chiesetta con il campanile si affacciò improvvisa. Apparvero le mura corrose alla luce di un lampo fortissimo. Il vento crebbe di forza, ci avvolse, ci confuse, ci scompigliò i capelli. Allora Marcello, che aveva dieci anni ed era il capo della comitiva, perse un poco del suo coraggio e disse alla piccola truppa: – Andiamo, andiamo! Ormai è tardi! Conclusione Girammo subito le spalle. Prima però facemmo in tempo a vedere, a una delle finestre della chiesa, la più alta, una figura vestita di bianco. L’apparizione ondeggiò un istante e, mentre il vento ululava, scomparve. da M. Grillardi

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Le risposte COSA Il racconto di paura narra vicende insolite cariche di brivido e di mistero, con lo scopo di creare suspense nel lettore e suscitargli paura. DOVE I fatti narrati sono ambientati in luoghi inquietanti, immersi in atmosfere “da brivido”: incombe il buio e risuonano rumori spettrali... Si tratta di boschi, cimiteri solitari, antichissimi castelli, case o chiese abbandonate; ad esempio nel brano che hai letto ci si inoltra nel bosco fino ad arrivare a un campanile diroccato. QUANDO Gli avvenimenti possono avvenire nel presente o nel passato, spesso di notte, quando il buio rende tutto più spaventoso. CHI Di solito personaggi realistici si imbattono in personaggi mostruosi e ripugnanti: mummie, vampiri, spettri, che li perseguitano e li spaventano. COME

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag. 207

Il racconto di paura è strutturato nei tre momenti della narrazione: inizio - svolgimento - conclusione. Nel brano che hai letto l’inizio introduce il mistero della storia, narrando la leggenda del fantasma della monaca. Lo svolgimento narra come una notte un gruppo di bambini si inoltra nel bosco alla ricerca del fantasma, nell’incalzare della suspense e della paura. La conclusione chiude la storia con il culmine della paura per l’apparizione del fantasma.

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IL testo narrativo

Un bosco spaventoso Metto a fuoco

Il luogo • Dove è ambientata la storia? ............................................................ • Sottolinea nel testo le espressioni usate per creare un’atmosfera “da brivido”.

Si inoltrò nel bosco, dove la luce era più scarsa; gli alberi si facevano via via più fitti e, sui due lati del sentiero, si spalancavano tane simili a bocche ghignanti. Tutto era silenzioso, adesso, con la luce che svaniva come una marea calante. Fu allora che apparvero. All’inizio gli sembrò di scorgere un volto dietro alle sue spalle. Un volto piccolo, affilato e malevolo, che lo osservava da una tana. Quando si volse, quella presenza era svanita. Affrettò il passo. Ma ora ogni tana d’un tratto sembrava ospitare un volto che lo fissava con ostilità e cattiveria: occhi duri, penetranti, malvagi. Abbandonò il sentiero e si tuffò nel fitto del bosco. Fu a quel punto che cominciò il sibilo. Appena lo udì era fioco e sottile. Poi si levò da ambo i lati e sembrava attraversare l’intero bosco. Poi cominciò lo scalpiccio. Dapprima il suono era lieve. Poi il rumore crebbe, prese un ritmo che riconobbe per quello di zampette in corsa e si fece via via più vicino. Lo scalpiccio aumentò di intensità, fino a sembrare grandine sul tappeto di foglie secche che lo circondava. Il bosco intero pareva correre, correre veloce... Precipitato nel panico, anche lui cominciò a correre. Si scontrò contro qualcuno o qualcosa. Continuò a correre, inciampò in una radice, sentì sul collo l’alito caldo di una creatura che non si azzardò a guardare. Alla fine, stremato, trovò rifugio nel cavo oscuro di un vecchio faggio. da K. Grahame, Il vento nei salici, Einaudi Ragazzi

verso l’invalsi

Leggendo “fra le righe” del testo, collegando fra loro le informazioni esplicite e basandoti sulle tue conoscenze, puoi ricavare altre informazioni nascoste: le informazioni implicite. • Nel testo non si trova scritto però puoi capire: c he siamo in autunno perché le foglie sono secche c he il protagonista viene inseguito da creature con zampette e volto cattivo l ’età del protagonista i l motivo che lo ha portato nel bosco

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IL RACCONTO DI PAURA

Spaventapasseri viventi Continuavo a fissare il folto degli alberi. Mi portai una mano alla bocca, vedendo una sagoma scura emergere tra l’ombra di due alti pini. Vidi il vestito scuro e rigonfio. La testa di tela scolorita. Il cappellaccio nero calcato sugli occhi dipinti. Vidi la paglia spuntare dalle maniche della giacca. Uno spaventapasseri! Guardando il suo sorriso immobile e maligno, aprii la bocca per urlare... ma non riuscii a emettere suono. Fu allora che una mano mi afferrò alla spalla. – Oh! – gridai voltandomi di scatto, in preda allo spavento. Stanley mi guardava, preoccupato. Lui e Mark erano dietro di me. – Jodie, cosa succede? – mi chiese – Tuo fratello e io abbiamo avuto l’impressione di sentirti chiamare. – No. Io... io... Il cuore mi batteva così forte che riuscivo a stento a parlare. – Datti una calmata, Jodie – mi disse Mark, facendomi il verso. – Ho visto uno spaventapasseri! – riuscii finalmente a dire tutto d’un fiato. La bocca di Stanley si spalancò. – Uno spaventapasseri? Qui nel bosco? – Stava... stava camminando... – balbettai – l’ho sentito. L’ho sentito camminare. Dalla bocca aperta di Stanley sfuggì un suono strozzato. Mark continuava a fissarmi. I suoi lineamenti erano contratti dalla paura. – È là dietro! – gridai – Proprio là! Guardate! Indicai con il dito il luogo in cui lo avevo visto. Ma non c’era più. da L. Stine, Spaventapasseri viventi, Mondadori

Metto a fuoco

I personaggi • Il protagonista è un personaggio: realistico fantastico • Sottolinea nel brano tutte le parti riferite al personaggio spaventoso. • Quale di queste immagini lo rappresenta meglio?

SCRIVO • E videnzia, colorando come indicato, la banda laterale. inizio - svolgimento - conclusione •O ra completa il riassunto. Jodie si trova ................................................ . Vede tra due alti pini ................ ............................ e prova tanta ............................................... . Stanley e Mark le chiedono ............................................ . Lei indica un ....................................... ma .............................................. .

• Quale caratteristica lo rende inquietante? Il fatto che si muove. Il fatto che ha un cappellaccio. Il fatto che è nel bosco.

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IL testo narrativo

COMPRENDO •C he cosa narra il racconto? Harry e Ron si imbattono in un mostro e lo chiudono in una stanza. Harry e Ron si chiudono in una stanza per sfuggire a un mostro. • S ottolinea nel testo i momenti di suspense. • E ssi sono introdotti da: dati uditivi dati olfattivi dati tattili

lessico • Tra le seguenti, due parole non possono essere usate come sinonimo di “fetore”. Cancellale. - cattivo odore - aria maleodorante - fragranza - puzzo - profumo

Una visione orripilante Harry annusò l’aria e gli giunse alle narici un orrendo fetore, un misto di calzini sporchi e di gabinetto pubblico non pulito da tempo. E poi lo udì: un cupo grugnito e i passi strascicati di piedi giganteschi; qualcosa di enorme avanzava verso di loro. Fu una visione orripilante. Alto più di tre metri, aveva la pelle di un color grigio granito senza sfumature, il corpo bitorzoluto come un sasso, con in cima una testa piccola e glabra, come una noce di cocco. Le gambe erano corte e tozze come tronchi d’albero e i piedi piatti e ricoperti di corno. L’odore che emanava da quella creatura era incredibile. Aveva in mano un’immensa clava di legno che strascinava per terra per via delle braccia troppo lunghe. Il mostro si fermò vicino a una porta e guardò dentro. Agitò le lunghe orecchie cercando, con la sua mente limitata, di prendere una decisione: poi, con andatura goffa e lenta, entrò. – La chiave è nella toppa – bisbigliò Harry – Potremmo chiuderlo dentro. – Buona idea – disse Ron nervoso. Strisciando lungo il muro, raggiunsero la porta, che era aperta; avevano la bocca secca e pregavano in cuor loro che il mostro non avesse deciso di uscire. Con un grande balzo, Harry riuscì ad afferrare la chiave, chiuse la porta e la sprangò. – Ecco fatto! Tutti ringalluzziti dalla vittoria, risalirono di corsa il passaggio ma, una volta giunti all’angolo, udirono qualcosa che gli raggelò il sangue nelle vene: un acuto grido di terrore, che proveniva dalla stanza che avevano appena chiuso a chiave. da J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Salani

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laboratorio del lessico

Gli uccelli notturni Una notte Joakim si era svegliato all’improvviso. Sentiva fruscii nell’aria. Dappertutto. Li vide anche: ombre nere. Ancora più nere della notte. Erano sbucati fuori dall’oscurità e adesso erano lì, davanti a lui. Frullio di grandi ali dalle piume arruffate. Occhi rossi che lo fissavano. Come di fuoco. E poi i becchi... grandi, spalancati, minacciosi. Cercavano di colpirlo. Sempre più vicini, a migliaia. La notte era piena di uccelli. L’oscurità non era che uccelli. La sua stanza traboccava di uccelli. Volevano prenderlo. Urlò e si rannicchiò sotto il piumino. I primi uccelli colpirono il letto con gli artigli, cercando di strappare le coperte. Udì gli uccelli gridare. Grida forti e roche, più forti delle sue. Joakim si mise a piangere e a urlare. – Joakim! – gridò la mamma subito accorsa. Il bambino tra i singhiozzi le raccontò che cosa era successo. – La finestra è chiusa – spiegò la mamma – e gli uccelli potevano entrare solo da lì! Joakim le indicò lo sportello dell’armadio aperto che mostrava vestiti e oscurità. – Sono venuti da lì. Guarda, lo sportello è aperto: sono stati loro. La mamma si avvicinò all’armadio e disse: – Qui non ce n’è la minima traccia. Io ho lasciato aperto lo sportello ieri sera quando sono venuta a riporre le tue magliette! Come vedi, l’apparenza inganna. Joakim abbozzò un sorriso e disse: – Tu l’hai lasciato aperto?! Allora ho fatto soltanto un brutto sogno. da T. Haugen, Gli uccelli notturni, Salani

etimologia “Cassa per le armi” è l’etimologia di una parola del testo. Secondo te di: traccia

armadio

La parola UCCELLO deriva dal latino avis = uccello. Quale sarà allora l’attività di un AVICOLTORE? .......................................................................

Proverbi “L’apparenza inganna” è un proverbio: significa che ciò che appare ai nostri occhi spesso non corrisponde alla realtà. Collega ogni proverbio al suo significato. - Chi la fa l’aspetti.

È meglio aspettare la conclusione di una disputa prima di cantare vittoria.

- Ride bene chi ride ultimo.

Chi compie un’azione malvagia, presto o tardi ne riceverà un’altra.

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IL RACCONTO DI PAURA

Evviva i Classici

La mummia vivente Il banchetto della sera prima aveva messo a dura prova i miei nervi, lasciandomi con un terribile mal di testa e un sonno tremendo. Invece di trascorrere fuori la serata come avevo avuto intenzione di fare, pensai che sarebbe stato meglio mangiare qualcosa e infilarmi subito a letto. Una cenetta leggera, naturalmente. Io adoro il pane tostato ricoperto di formaggio fuso. A volte non è saggio mangiarne più di mezzo chilo, ma non ci sono problemi ad arrivare al chilo; basta aggiungerne uno, ed ecco che diventano tre. Forse arrivai a quattro, mia moglie dice cinque, ma si trattava del numero di bottiglie di quella birra scura senza la quale è meglio evitare il pane tostato. Terminato quel pasto frugale, mi infilai il berretto da notte deciso a tenerlo fino al mezzogiorno dell’indomani, posai il capo sul cuscino e, grazie alla mia coscienza perfettamente pulita, caddi in un sonno profondo. Le speranze di noi uomini non vengono mai esaudite: avevo appena cominciato a russare che qualcuno suonò furiosamente il campanello della porta di casa e si mise poi a tempestare di pugni la porta, svegliandomi di colpo.

Quattro chiacchiere con una mummia Anno di pubblicazione 1845 Curiosità sull’autore Edgar Allan Poe nacque a Boston, negli Stati Uniti, nel 1809. Rimase orfano a soli tre anni e fu cresciuto da una famiglia adottiva. Era ossessionato dalla paura di essere sepolto vivo; forse per questo descrive spesso situazioni del genere nei suoi racconti del terrore!

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Evviva i Classici Meno di un minuto dopo, mentre mi stavo ancora stropicciando gli occhi, mia moglie mi sbatté sotto il naso un biglietto del dottor Ponnonner, un mio vecchio amico: Mio caro, ti prego di venire subito da me, in modo da condividere la nostra gioia. Grazie alla mia instancabile attività diplomatica sono riuscito a ottenere dal direttore del City Museum il permesso di esaminare la mummia (sai benissimo a quale mi riferisco). Sono stato autorizzato a toglierle le bende e, se lo riterrò necessario, persino a sezionarla. Ci saranno soltanto pochi amici, e tu non puoi certo mancare. La mummia imbalsamata si trova ora a casa mia; stasera alle undici cominceremo a liberarla dalle fasciature. Ponnonner Prima di arrivare alla firma ero già completamente sveglio. In preda all’entusiasmo, saltai giù dal letto, inciampai, e dopo essermi vestito a velocità fulminea mi precipitai a casa del medico. Mi stavano aspettando tutti con ansia, e non appena entrai ebbe inizio l’esame della mummia stesa sul tavolo da pranzo. Ma appena sfiorate le bende, fummo colti dal terrore: la mummia spalancò gli occhi, battendo rapidamente le palpebre, poi starnutì, si alzò a sedere e agitò il pugno davanti a tutti noi. Era una mummia vivente! da E.A. Poe, Racconti fantastici e del terrore, Piemme Junior

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro

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Per costruire le competenze

La casa del mistero 5

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La casa, bassa, era stata bianca un tempo con un largo portico centrale e le persiane verdi, ma ormai si era scurita fino a diventare grigia. Le tegole di legno, consumate dalla pioggia, scivolavano fin sulla grondaia; le querce tenevano lontano il sole. Tutti dicevano che c’era un fantasma maligno che usciva solo di notte e spiava la gente attraverso le finestre; ma io e mio fratello non l’avevamo mai visto. Dill arrivò all’inizio delle vacanze estive. Appena seppe del fantasma cominciò a fantasticare: – Ma che cosa fa là dentro? Se soltanto mettesse fuori la testa! Jem disse: – Ma sì, esce quando è buio pesto. Una vicina ha detto di essersi svegliata nel cuore della notte, una volta, e di averlo visto... la sua testa pareva un teschio. – Mi chiedo a chi somiglierà – disse Dill. Jem ne fece la descrizione: a giudicare dalle sue orme doveva essere alto circa un metro e novantacinque; mangiava scoiattoli crudi e tutti i gatti che riusciva ad acchiappare ed era per questo che aveva le mani macchiate di sangue; aveva una cicatrice lunga e irregolare che gli attraversava tutta la faccia; i denti che gli erano rimasti erano gialli e rotti; gli occhi li aveva molto sporgenti. – Scommetto che non hai il coraggio di andare oltre quel cancello – disse Dill a Jem. Jem non aveva mai lasciato cadere una scommessa, ma questa volta ci pensò così a lungo che Dill gli fece una concessione: – Basta che tu vada e tocchi la casa. Traversammo la stradina e ci fermammo al cancello. Jem si diresse in fretta verso la casa. Battè il muro con il palmo della mano e... tornò indietro sorpassandoci, senza aspettare di vedere il risultato. Dill e io gli fummo subito alle calcagna. Quando ci trovammo in salvo, sotto il nostro porticato, ci voltammo a guardare. La casa era sempre la stessa, cadente e tetra, ma ci sembrò di vedere una persiana che si muoveva... poi la casa tornò immobile. da H. Lee, Il buio oltre la siepe, Feltrinelli

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2. Tutti dicevano che: nella casa c’era un fantasma ogni notte appariva un fantasma nella casa c’era un fantasma maligno che usciva solo di notte la casa era sempre chiusa 3. Dill è: un amico dei due fratelli il fratello di Jem un abitante della casa un abitante del paese 4. Jem ascoltò la scommessa di Dill e: la accettò senza esitare la accettò con esitazione si mise a ridere la rifiutò 5. Jem battè il muro della casa e: tornò subito indietro aspettò entrò nella casa incontrò il fantasma 6. L’espressione “gli fummo subito alle calcagna” (riga 31) si può sostituire con: gli arrivammo alle spalle lo raggiungemmo subito gli afferrammo i piedi lo seguimmo da lontano

7. Completa il riassunto della parte finale del racconto con le parole proposte. Attenzione: ci sono due parole intruse. strano - impercettibile - porta - casa normalità - persiana I ragazzi si voltarono e mentre guardavano la .......................................... , notarono il movimento quasi ................................................... di una ................................................ , ma poi tutto ritornò alla ..................................................... .

Il racconto di paura

1. Il testo inizia descrivendo: com’era la casa un tempo com’ era la casa un tempo e com’è ora chi abitava nella casa un tempo i lavori per ristrutturare la casa

8. I puntini presenti in alcune parti del testo indicano: curiosità suspense dubbio tranquillità 9. “Suspense” significa: momento di tensione, in cui si sta “con il fiato sospeso” momento di sollievo, al termine di un pericolo momento di entusiasmo dopo una vittoria momento di stanchezza dopo il lavoro 10. I fatti vengono narrati in: prima persona singolare terza persona singolare prima persona plurale terza persona plurale 11. La storia è ambientata in: una casa un paese un bosco alta montagna

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Metto a fuoco...

Il racconto autobiografico Le mie domande COSA narra un’autobiografia?

DOVE si svolgono i fatti narrati?

QUANDO si svolgono?

CHI sono i personaggi?

COME è scritto un testo autobiografico?

Ricordo l’India Conservo molti ricordi di quando da piccolo vivevo in India. Quando vivevo in India, ogni giorno mi arrampicavo sull’albero di mango che cresceva dietro la mia casa e, se i frutti erano rossi e maturi, li mangiavo facendo schioccare forte la lingua. In India, quando soffiavano i monsoni, io correvo a piedi nudi sotto la pioggia e giocavo con le pozzanghere. Adesso, in Italia, la mia maestra dice che quando piove devo aprire l’ombrello. Quando vivevo in India, vicino alla mia casa c’era un lago grandissimo. Sembrava un mare. Io e gli altri bambini andavamo sempre lì a giocare e a fare il bagno. L’acqua era dolce e a me piaceva nuotare. Mi piaceva anche pescare. Pescavo con i miei amici in un piccolo stagno proprio di fronte a casa. Non pescavo con la canna da pesca, ma con un galleggiante di bambù. Al galleggiante legavo un filo con l’amo, poi aspettavo. Quando il pesce abboccava, il galleggiante s’inclinava un poco. Allora io prendevo un ramo e lo acchiappavo. Adesso che vivo in Italia, i pesci, con la plastica e la carta d’argento, sembrano nati e cresciuti in un frigorifero del supermercato. E anche il miele sembra che si sia formato da solo dentro un vasetto di vetro. da E. Nava, K. Mazzoleni, Sognando l’India, Piemme Junior

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Le risposte COSA La parola “autobiografia” è formata da tre parole: auto = da sé + bio = vita + grafia = scrittura; quindi significa: racconto della propria vita. L’autobiografia racconta fatti di vita reale accaduti all’autore stesso del testo e ricordi del suo passato, accompagnati spesso da riflessioni personali e dalle emozioni provate. DOVE I fatti narrati sono ambientati in luoghi reali, tratti dalla vita del protagonista. QUANDO Gli avvenimenti narrati, poiché sono stati già vissuti dall’autore, si svolgono nel tempo passato che, in genere, è ben precisato con la data. CHI Il protagonista del racconto autobiografico è l’autore stesso che narra in prima persona la sua vita. Gli altri personaggi sono persone che l’autore ha realmente conosciuto nella sua vita: familiari, amici... COME

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag 208

L’autore racconta la sua vita dando voce ai suoi sentimenti e riflessioni, con un linguaggio familiare, ma allo stesso tempo accurato, perché l’autobiografia è scritta per essere letta da altri. Quando riporta gli episodi, segue la struttura tipica degli altri testi narrativi: inizio - svolgimento - conclusione

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IL testo narrativo

Metto a fuoco

L’autore e il protagonista • Sottolinea come indicato: il nome di chi ha scritto il brano il nome del protagonista Le due persone sono le stesse? Sì No • I fatti sono narrati: in terza persona in prima persona • Le altre persone presenti nei ricordi della protagonista sono: altri bambini i genitori

Ho scelto di fare l’astrofisica Ho avuto una vita molto fortunata, grazie ai miei genitori, che mi hanno sempre dato fiducia, insegnandomi l’amore per la libertà e la giustizia e il rispetto per ogni essere vivente. Erano in sintonia con la natura e vedevano in tutti gli esseri viventi qualcosa di prezioso, da amare e rispettare. Mi chiamo Margherita, ero figlia unica e spesso sentivo la mancanza di altri bambini con cui giocare. Ma i miei, soprattutto il babbo, giocavano con me. Dalla prima elementare al liceo è stato per me un periodo lunghissimo della mia vita. Ogni anno di scuola un’eternità, ogni estate un lungo intervallo! Ho sempre goduto di buona salute, il che mi ha permesso di essere forte e ottimista e di affrontare la vita e la carriera scientifica un po’ come lo sport, con spirito agonistico. Ho sempre avuto un piglio allegro e risoluto. Non mi sono mai fatta intimidire, anche se da giovane ero chiusa e introversa. Ho sempre avuto difficoltà a comunicare con il prossimo, ma il mio carattere competitivo mi ha aiutato più di una volta nella vita.

COMPRENDO • I ndica se le frasi seguenti sono vere (V) o false (F). - I genitori di Margherita non la lasciavano libera. - I genitori di Margherita rispettavano le sue scelte. - Margherita è sempre stata allegra e ottimista. - I genitori di Margherita non davano importanza alla scuola. - Margherita aveva un carattere competitivo.

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V F V F V F V F V F


IL racconto autobiografico Per fortuna i miei genitori, anche se ormai facevano fatica a tenere il passo con le materie che affrontavo, continuavano a sostenermi, a farmi capire che la scuola non era solo un dovere, ma una continua occasione di apprendimento. Loro, che ormai non potevano più essermi d’aiuto in senso stretto, appoggiavano il mio impegno con entusiasmo da tifosi e un profondo rispetto per le mie decisioni. Ecco perché ancora oggi, quando un ragazzo o una ragazza mi chiede quale corso di studi conviene intraprendere, io do sempre la stessa risposta: – Fai una scelta responsabile purché sia la tua scelta. Io ho scelto di fare l’astrofisica!

lessico • Indica il significato delle seguenti espressioni, poi usale per comporre due frasi sul quaderno. • Con spirito agonistico: in modo combattivo, competitivo con prudenza in modo arrendevole • Piglio allegro e risoluto: atteggiamento fiducioso e severo atteggiamento spensierato e superficiale atteggiamento vivace e deciso

da M. Hack, Nove vite come i gatti, Rizzoli

come la penso • “Fai una scelta responsabile, purché sia la tua scelta”. Cosa pensi di questa affermazione? Sei un tipo che: riesce a ragionare con la propria testa si lascia condizionare molto dall’opinione degli altri • H ai qualche idea di cosa vuoi diventare da grande? .........................................................................................................

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IL testo narrativo

Un aquilone spettacolare Metto a fuoco

La trama • Gli eventi narrati sono: reali fantastici • Sono accaduti: all’autore a un’altra persona • Si tratta: della costruzione di un aquilone dell’acquisto di un aquilone • Sottolinea nel testo le espressioni che ti fanno capire l’emozione del protagonista.

Una mattina vedemmo nostro padre davanti a casa, affaccendato con grandi fogli di carta da pacco, lunghe stecche ricavate da canne, barattoli di colla di farina e gomitoli di spago. Fu una giornata indimenticabile: lavorammo tutti insieme per ore e ore. 5 Il risultato fu un aquilone spettacolare, robusto come un aeroplano, con una coda lunghissima e, per tenerlo, un grosso gomitolo di spago che non ci stava neppure nelle mani. Trasportammo il drago sul prato. I nostri cuori battevano quando papà ci dette tutte le istruzioni per il via. 10 Noi dovevamo sollevare quel drago enorme quanto più in alto potessimo, reggergli la lunghissima coda e, a un suo ordine, mollare tutto. Lui, che teneva il gomitolo dello spago, dopo aver spiato il vento, prese a un tratto la rincorsa in direzione opposta e ci gridò di mollare. Trepidanti seguimmo il mostro, che barcollò, ondeggiò, poi, 15 trasportato dal vento, cominciò a salire e ad allontanarsi nel cielo. Fra lo stupore commosso di tutti noi, si levò più su del campanile. Lo vedevamo piccolo come un falchetto, superbo nel volo. Il filo vibrava e noi facevamo fatica a trattenerlo. da G. Stuparich, Ricordi istriani, Einaudi

SCRIVO •P ensa a uno dei tuoi ricordi più significativi ed emozionanti e scrivi un testo autobiografico.

verso l’invalsi

Le informazioni implicite • Rileggi il testo. “Fu una giornata indimenticabile: lavorammo tutti insieme per ore e ore.” (riga 4) A che cosa lavorarono? ................................................................................. .................................................................................

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“Trasportammo il drago sul prato.” (riga 8) Di quale drago si tratta? ................................................................................. .................................................................................


L’ INSEGNANTE LEGGE IL TESTO NARRATIVO da UN LIBRO TUTTO SUO...

Imparo ad ascoltare PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

L’Isola di Mogul

1. A quale isola ti fa pensare?

un’isola di pirati

un’isola sperduta nell’oceano

un’isola abitata

2. Q uesti sono alcuni nomi che compaiono nel racconto: Antonis - Germania - Zwickau - Atene - Monika Ti fanno venire in mente: una storia di viaggi un racconto d’avventura la storia di un’esperienza vissuta

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. C olora il completamento corretto. - Antonis è un bambino emigrato in Germania emigrato in Grecia - Mogul è il nome reale di un’isola attribuito da Antonis a Corfù - Antonis si è messo a piangere perché era stato escluso dal gioco i compagni lo avevano picchiato - Monika è una maestra attenta e premurosa con Antonis scortese con Antonis 4. Q uali sentimenti, secondo te, non sono presenti nella storia? nostalgia paura vergogna gelosia gentilezza

rimpianto

5. P erché, secondo te, Antonis tiene sul comodino un barattolo con dentro la sabbia? ............................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Testo audio e in guida

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Per costruire le competenze

Sono Malala 5

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Un anno fa sono uscita di casa per andare a scuola e non ci sono mai più ritornata. Sono stata colpita da una pallottola talebana e mentre mi portavano lontano dal Pakistan non ero cosciente. Qualcuno dice che non rivedrò più la mia casa, nel villaggio della valle dello Swat, ma io voglio credere con tutta me stessa che invece ci tornerò. Essere strappati dal Paese che si ama è qualcosa che non auguro a nessuno. Ora, ogni mattina, quando apro gli occhi, vorrei vedere la mia vecchia stanza con tutte le mie cose, i vestiti sparsi sul pavimento e i miei premi scolastici sulle mensole. Invece vivo in un posto che è cinque ore indietro di fuso orario rispetto al Pakistan. Ma il mio Paese è indietro di secoli rispetto a quello dove mi trovo ora. Qui ci sono tutte le possibili comodità: acqua corrente che sgorga da ogni rubinetto, calda o fredda, a seconda di come la si desidera, luci che si accendono con un colpetto all’interruttore, giorno e notte, senza bisogno di lampade a petrolio, forni e fuochi per cucinare, che non obbligano ad andare al bazar a comprare le bombole di gas. Qui tutto è così moderno... si trova persino cibo già cotto e confezionato! Quando sto alla finestra e guardo fuori, vedo edifici alti, lunghe strade piene di veicoli in file ordinate, siepi e prati verdi ben curati, marciapiedi puliti. Allora chiudo gli occhi e per un istante ritorno nella mia valle - le alte montagne dalle cime coperte di neve, il verde ondeggiante dei campi e le fresche acque azzurre dei fiumi - e il mio cuore sorride guardando la gente dello Swat. La mia mente mi riporta a scuola, e lì ritrovo le mie compagne e i miei insegnanti. Trovo Moniba, la mia migliore amica, e ci sediamo insieme, chiacchierando e scherzando, come se non me ne fossi mai andata... Poi mi ricordo di essere a Birmingham, in Inghilterra. da M. Yousafzai, Io sono Malala, Garzanti

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7. Moniba è: un’amica del passato la mamma di Malala

2. Ora Malala vive a: Londra Swat Milano Birmingham

8. Secondo te, Malala è felice della sua nuova vita? Sì No Sottolinea nel testo le parti che motivano la tua risposta.

3. Malala ha lasciato il suo Paese: per studiare per lavorare perché è arretrato perché è stata costretta 4. Malala nei confronti del suo Paese: prova una profonda paura conserva bei ricordi nutre molta rabbia sente un profondo attaccamento e la voglia di tornare 5. Quale frase non è vera? Malala ogni mattina vorrebbe svegliarsi nella sua vecchia stanza. Nel Paese dove ora vive, ci sono tutte le comodità. Dalla finestra della nuova casa vede le alte montagne. Dalla finestra della nuova casa vede alti edifici e strade trafficate. 6. Numera da 1 a 4 i momenti del racconto. Malala ha nostalgia del suo Paese e della sua migliore amica. Malala ora vive in Inghilterra. Malala spera di tornare al suo Paese d’origine. Malala è stata colpita da una pallottola.

la sorella di Malala una nuova amica

9. Rileggi le righe 12-22 e indica le principali differenze tra Europa e Pakistan che vengono presentate da Malala: cibo - acqua corrente abitazioni acqua corrente - luce - gas - cibo abbigliamento - acqua corrente - gas

Il racconto autobiografico

1. Malala è nata in: Inghilterra I talia Turchia akistan P

10. Il brano che hai letto è: un diario un testo fantastico una descrizione un’autobiografia 11. Malala racconta: la vita dei suoi genitori la sua vita la vita di Moniba la vita dei suoi compagni 12. L’autore e il narratore: sono persone diverse sono la stessa persona hanno un rapporto di parentela non si conoscono tra loro 13. Completa. L’autore è ................................................................... , scrive in .......................................................... persona perché narra la .................................................. storia.

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A...

come come

AUTOSTIMA

“L’autostima è il pavimento su cui poggiare i piedi per crescere”

Se fossi... Se fossi alto, se fossi alta se fossi d’aria come il gatto quando salta se sapessi questa pena quando passa se fossi magro, se fossi un po’ più grassa se non avessi questi orribili capelli se fossi il vento che rimescola gli uccelli se fossi nei tuoi orecchi col suo fischio se fossi femmina, se fossi maschio se fossi un poco meno bestia di così se sapessi come mai mi trovo qui se fossi io, se fossi Dio se fossi te cosa faresti al posto mio? Se fossi, se fossi... Che cosa vuoi che fossi? Se fossi un fuoristrada con due specchietti rossi tirerei dritto sopra tutti questi fossi ma sono un passero povero me... E allora volo dritto dritto in braccio a te. da B. Tognolini, Rime raminghe, Salani

• Se tu fossi .............................................................................................. credi che saresti più felice? Cosa avresti che adesso credi di non avere? ............................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................... • Se tu fossi un fiore, quale vorresti essere? ............................................................................................................ • Se tu fossi un oggetto quale vorresti essere? ......................................................................................................

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L’educazione alla cittadinanza

promuove il concreto prendersi cura di se stessi.


Io mi piaccio! Io mi piaccio. Mi piace come sono. Mi piaccio quando mi guardo allo specchio. Mi piace come riesco ad arrotolare la lingua e a saltare alto sul tappeto elastico. Mi piacciono i miei capelli arruffati e dritti sulla testa quando mi sveglio al mattino. Mi piacciono le mie lentiggini e le fessure che ho tra i denti. Mi piace il mio corpo, il mio corpo che è solo mio: mangio cose buone e faccio tanto movimento per diventare forte, così mi piaccio sempre di più. Non assomiglio alle persone che vedo nelle riviste o in tv. Io sono io e mi piaccio così come sono. Sono fiero di me perché penso con la mia testa e non seguo le mode. Cammino dritto e a testa alta. Provo tante emozioni diverse e questo mi piace: quando sono triste piango, quando sono felice rido. A volte sono scontroso, a volte mi arrabbio, sono anche spesso geloso e insicuro, ma so che dopo la rabbia e le nuvole torna sempre il sereno. Mi piacciono le cose che disegno, le canzoni e i motivetti che canticchio, i giochi che faccio, i balli che ballo, le corse che corro. Mi piacciono anche i sogni che sogno, i segreti che nascondo, le storie che racconto, i miei sorrisi e le mie smorfie, mi piacciono gli amici che ho. E so che quando mi piaccio, posso raggiungere qualunque obiettivo: quando voglio bene a me, sono libero di amare anche gli altri.

• Tu sei davvero fiero di te? Riesci a dire “mi piaccio” per il tuo aspetto fisico e per il tuo carattere? Rifletti aiutandoti con i seguenti spunti. - Io mi piaccio soprattutto perché... - Io sono fiero di me quando... - Vorrei essere diverso/a da come sono quando... Complessivamente sono convinto di avere un livello di autostima: basso alto da migliorare

da L. Anholt, Io mi piaccio!, Mondadori

AUTOSTIMA

in gioco

• Ecco un gioco che puoi organizzare insieme ai tuoi compagni di classe. 1. O gnuno deve avere attaccato sulla schiena un foglio bianco formato A4.

3. S crivi sul foglio dei compagni che incontri un loro pregio.

2. A l via dell’insegnante, camminate liberamente per la classe con un pennarello in mano. (Se volete mantenere l’anonimato tutti i pennarelli devono essere dello stesso colore).

4. A llo stop dell’insegnante, staccate i fogli e leggete: ognuno avrà davanti tutte le cose belle che gli altri vedono in lui!

educazione alla cittadinanza

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Metto a fuoco...

Il diario

Le mie bacchette speciali 16 settembre

Le mie domande COSA racconta un diario?

DOVE si svolgono i fatti narrati?

QUANDO è scritto il diario? Quando accadono fatti narrati?

CHI sono i personaggi?

COME è strutturato un diario?

Diario mio, avere un fratello è un incubo! Averne uno è già di per sé un incubo, ma averne uno come Jeffrey è una vera e propria maledizione. Non tanto perché è più piccolo di me di otto anni, anche se la cosa di certo non aiuta. Non è perché è più bello di me, anche se nemmeno questo aiuta. E non gli basta essere più bello di me e starmi sempre tra i piedi, no, lui distrugge anche tutta la mia roba, autostima e salute mentale comprese. Oggi voglio proprio sfogarmi con te. Perché tu sai bene che io tengo tantissimo alla mia batteria e soprattutto alle mie bacchette che portano scritto l’autografo di Carter Beauford, il mio batterista preferito. Bene, oggi volevo suonare un po’ e ho cercato le mie bacchette speciali. Peccato che le bacchette non fossero più al loro posto! – Jeffrey! Sono corso di sopra come una furia, sperando di fare in tempo anche se le probabilità erano molto scarse. Come sono entrato in cucina, ho visto Jeffrey che “cucinava” sul pavimento. C’erano pentolini ovunque e Jeffrey era tutto preso a mescolare il suo intruglio nella pentola più profonda. Con le mie bacchette speciali. Mi sono avvicinato a lui con sguardo omicida. – Jeffrey! Dammi quelle bacchette! – Ma sto cucinando. – Dammi quelle bacchette! – Ma la torta pazza non è ancora pronta. – Non me ne frega niente di quella schifezza che stai facendo finta di cucinare. Dammi le bacchette! – Guarda che è vera! E lo era. La “torta pazza” di Jeffrey era un simpatico miscuglio di caffè, uova crude e pezzi di guscio, Coca Cola, bacon crudo e tre macchinine da corsa. Le mie bacchette speciali tuttora hanno uno strano odore! Per oggi, ti saluto! da J. Sonnenblick, I 10 mesi che mi hanno cambiato la vita, Giunti

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Le risposte COSA Nel diario l’autore scrive per se stesso, raccontando le proprie esperienze e confidando alla pagina emozioni, stati d’animo, impressioni, segreti... L’autore si rivolge al diario come a un fedele amico, usando quindi un linguaggio informale e spontaneo. Il diario è spesso usato da chi viaggia per registrare, giorno per giorno, le tappe, i luoghi visitati... Il diario di viaggio può presentare un linguaggio più formale se l’autore si rivolge a un pubblico di lettori per lasciare un’importante documentazione. Un esempio di diario di viaggio sono i reportage dei giornalisti. DOVE I fatti narrati sono ambientati in luoghi reali, quelli in cui vive chi scrive il diario. QUANDO Il tempo usato è generalmente il passato per la narrazione dei fatti vissuti, il presente per riflessioni e commenti personali. Il diario viene scritto giorno per giorno o a periodi e ciò è sempre specificato dalla data. CHI Il protagonista del diario è il narratore stesso, che racconta di sé in prima persona. Gli altri personaggi sono persone con cui l’autore entra in contatto nelle varie esperienze. COME

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag. 209

La struttura del diario prevede: - data e formula di apertura - fatti e riflessioni - formula di saluto finale

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IL testo narrativo

Acquisti! Metto a fuoco

Il diario personale • Sottolinea le parti del testo con i colori indicati: data e formula di apertura fatti e riflessioni personali saluto finale • Completa colorando la parte corretta. - Il bambino ha scritto per comunicare sfogarsi - Il testo è scritto in 1a persona 3a persona - Il linguaggio usato è spontaneo e libero rigido e formale - Questo diario è segreto accessibile a tutti

Super diario. Sabato. Sono esaurito. Comunque, è buffo: quando c’è scuola, il sabato uno si riposa, uff, respira dopo una settimana di agitazione, si distende, si prende una pausa. In vacanza, è il contrario: ti annoi dal lunedì al venerdì e al sabato giri a cento all’ora. In ogni caso, è così che è andata oggi. Mia madre era quasi di buon umore. Alle nove in punto mi ha trascinato al centro commerciale perché era la fine dei saldi. Abbiamo attraversato di corsa tutto il reparto abbigliamento. Mi ha fatto provare due jeans, una tuta, un paio di scarpe da ginnastica e tre magliette. Ha scelto tutto senza chiedere il mio parere, si è comprata un vestito scollatissimo - io disapprovo, ma lei non legge qui e non lo saprà mai. È chiaro che IO sono il solo autorizzato a leggere questo diario. Lo dico nel caso che un nemico sbirciasse queste righe. E IO preciso a tutti gli sguardi nemici che si ficchino un dito nell’occhio se pensano di poter curiosare nel mio diario senza che io me ne accorga. Chiaro? - e ha trovato un paio di bermuda per mio padre. Siamo passati anche al reparto alimentari: il carrello era pieno e ho dovuto portare a mano due confezioni da sei di acqua gassata. Uff, com’è complicata la vita! Ciao super diario! da B. Friot, Il libro delle mie vacanze disastrose, Lapis

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20 luglio 2010


Un diario in regalo!

Il diario

1 marzo 2004

Caro il mio diario, compleanno e ti confesso io m il r pe gi og rio op pr o ut ti ho ricev brato granché. Io mi m se i se i m n no , lo ga re e m che subito, co o, scarpe da ginnastica ov nu e m ga eo vid un , ino on aspettavo un telef ato tu. Il primo istinto riv ar i se e ec inv .…E ria d’a i tt con cuscine re mi ha letto nel ad m ia m rò Pe . via ti ar tt bu è stato quello di are per un po’. Per ov pr e rlo fa n no di o iat igl ns pensiero e mi ha co vevo considerare do ti n no e ch o at ieg sp ha i un mese, almeno. Poi m rta, e che potevo ca di ico am un e m co a m o, come un impegn li altri amici, quelli di ag ai m ei dir n no e ch se co raccontarti tutte le carne e ossa, intendo. e non posso dire a ch se co di hé rc pe o, at tt bu Allora non ti ho e di grave o di nt nie , Oh e. nt ta rio op pr a m voce alta ne ho tante, . Sono solo un ro lad un o ito nd ba un no so illegale, naturalmente: non e un po’ esagerata, che rs fo ia as nt fa a un n co ni an i ragazzino di dodic se le tengo per me. lio eg m è e rs fo e ch se co mi fa pensare e vedere fatto un patto con mia ho e ev br rla fa r pe , rio dia Insomma, caro lo, poi deciderò. Se so e es m un e e es m un r pe madre: ti scriverò i sarà stato divertente e, ier ns pe iei m i e gin pa e tu lle scrivere su escluso che io è n no a, ius ch a cc bo la to soprattutto, se tu avrai tenu to credo che un mese di bla-bla basti e continui a farlo. Per il momen avanzi. Passo e chiudo. da S. Bordiglioni, Diario di Giulio, Edizioni EL

COMPRENDO • Scrivi le domande adatte a queste risposte. - ....................................................................................................................? Appartiene a Giulio. - ....................................................................................................................? L’ha ricevuto in dono per il compleanno. - ....................................................................................................................? No, perché avrebbe preferito un telefonino. - ....................................................................................................................? Il patto prevedeva la durata di un mese.

racconto DI ME •H ai un diario o ti piacerebbe averne uno? Lo chiuderesti a chiave o lasceresti che altri possano leggerlo? A quali persone permetteresti di aprirlo? • Ti ritieni un tipo che: ha tanti segreti da custodire comunica tutto ciò che ha nel cuore

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IL testo narrativo

Mina vs-50 5 aprile 1992 Arriva in ospedale Haider. Viene da un villaggio di montagna nella valle di Sidikhan, a tre ore di macchina da Choman. Haider, quattordici anni, viene da lì, riconosciamo le bende elastiche e le flebo che avevamo portato a Sidikhan, la gamba destra è fasciata fin sotto il ginocchio. Stava portando un gregge di capre al pascolo sui monti. Ha visto la mina all’ultimo momento, un attimo prima di calpestarla. Lo operiamo subito, ma per quella gamba non c’è niente da fare. Il giorno dopo l’intervento gli facciamo vedere il “catalogo” delle mine che abbiamo messo insieme, come si fa nelle stazioni di polizia con le foto segnaletiche. Riconosce una vs-50, una delle tante piccole mine di produzione italiana. “Ma non ho visto quel tappo nero al centro” aggiunge. È la placca di gomma che la fa esplodere, se calpestata. È stato fortunato, probabilmente quella mina era capovolta, per questo non ha visto la placca. Così buona parte dell’esplosione si è scaricata nel terreno e il ragazzo ci ha rimesso “solo” un piede. 12 aprile Haider sta facendo la fisioterapia, gli abbiamo assicurato che in futuro cercheremo di dargli una protesi, che potrà ancora camminare. Ritornerà sulle sue montagne a pascolare capre, non ha altra scelta. Dovesse capitargli di nuovo, speriamo calpesti la mina con la gamba artificiale. da G. Strada, Pappagalli verdi, Feltrinelli

facciamo verso l’invalsi

Di un testo è importante cogliere il contenuto, cioè la sintesi di ciò che l’autore racconta. • Quale frase riassume il contenuto del testo? aider ha calpestato una mina e ha perso una gamba. H Haider è caduto in una trappola e ha perso una gamba. H aider ritorna sulla montagna a pascolare le capre.

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SQUADRA

• S ottolinea nel testo le parole che indicano gli aspetti più spaventosi della guerra. Confrontatevi in classe sulle vostre idee riguardo la guerra. • S apete quali guerre sono in corso oggi nel mondo? Quali sentimenti suscitano in voi queste notizie? Scambiatevi opinioni e informazioni.


Il diario

Attraversando l’Africa 13 marzo 1992 Arrivo ad Algeri in una splendida giornata di sole e vado all’Hotel de L’ Aéroport. Ho con me uno zaino rosso e una borsa nera con gli apparecchi fotografici. Al bancone un impiegato con il pizzetto prende il mio passaporto e mi accoglie con uno stentato saluto in italiano. Mi tocca l’ottavo piano e la camera è rovente come una sauna. Il condizionatore non funziona e dalle bocchette non esce altro che aria calda. Nella stanza aleggia un odore antico di polvere e di muffa. Vorrei cercare di partire al più presto. Scendo alla reception per chiedere informazioni su un autobus per Tamanrasset. L’uomo sgrana gli occhi, secondo lui è assurdo arrivare là in autobus, ci si potrebbe impiegare una settimana: c’è un aereo ogni giorno, sarebbe molto più comodo! Una settimana per duemila chilometri di strada asfaltata? Preoccupante, sarei già fuori media... e subito dopo incontrerei il deserto, dove non posso sperare di percorrere più di un centinaio di chilometri dall’alba al tramonto... Mi sorprendo già a ragionare sui famosi trecento chilometri giornalieri che mi sono imposto per realizzare l’ “idea eccezionale” del mio caporedattore: attraversare l’Africa dall’Algeria al Capo di Buona Speranza con i mezzi pubblici. Contando i giorni a partire da oggi, il quarantesimo giorno sarà il lunedì dell’Angelo, e quel lunedì voglio essere a tutti i costi a Città del Capo, ad ammirare il punto dove l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano si abbracciano spumeggiando.

Metto a fuoco

Il diario di viaggio • In quale giorno è avvenuto il fatto descritto? ........................................................ • Questa data rappresenta: la fine del viaggio la tappa nel deserto il giorno della partenza l’arrivo ad Algeri • Dal testo puoi dedurre che l’autore del diario: è in vacanza con la famiglia ha intrapreso un viaggio di lavoro • L’autore scrive: solo per se stesso per far conoscere agli altri il suo viaggio • Sottolinea come indicato: le parti in cui l’autore racconta ciò che gli succede le parti che presentano le riflessioni dell’ autore

da S. Ramazzotti, Vado verso il Capo, Feltrinelli

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Il diario

Evviva i Classici

Gian Burrasca prestigiatore 30 ottobre Ho deciso che quando sarò grande farò il prestigiatore. Iersera mi sono divertito immensamente al teatro. Quel Morgan è molto bravo e ha fatto dei bei giuochi. Io, in tutto il tempo che è durata la rappresentazione, non gli ho levato gli occhi di dosso per scoprire il segreto dei suoi giuochi, ma molti sono troppo difficili. Qualcuno però scommetto che lo saprei fare anch’io, come per esempio quello delle uova, di ingoiare una spada e di prendere in prestito dalle signore un orologio e poi pestarlo in un mortaio e farlo sparire... Oggi voglio esercitarmi ben bene in camera mia e poi quando son sicuro della riuscita voglio dare una rappresentazione in salotto vendendo i biglietti a due soldi alle mie sorelle e a quelli che vengono in conversazione, e tutti resteranno a bocca aperta e impareranno così a rispettarmi di più. Oggi, tanto per provare, ho dato una piccola rappresentazione in giardino ai miei amici Renzo e Carluccio e a Fofo e Marinella che stanno di casa accanto a noi e sono figli della signora Olga, che scrive i libri stampati ed è sempre distratta e sempre affaccendata. Il biglietto d’ingresso era di un soldo a testa. – Mi farebbe la gentilezza qualche signora – ho detto – di prestarmi un orologio d’oro? Lei? – Io non ce l’ho – ha risposto Marinella – ma posso vedere se mi riesce di pigliar quello della mamma.

Il giornalino di Gian Burrasca Anno di pubblicazione 1912 Curiosità sull’autore Luigi Bertelli sceglie lo pseudonimo “Vamba”, dal nome del buffone del romanzo Ivanhoe. Pubblica le avventure di Gian Burrasca in cinquantacinque puntate nel “Giornalino della domenica”, che solo dopo alcuni anni riunirà in un unico libro: Il giornalino di Gian Burrasca.

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Evviva i Classici Infatti è corsa in casa ed è tornata in giardino con un bell’orologio d’oro. Io, che avevo portato con me un piccolo mortaio dove Caterina pesta le mandorle e lo zucchero quando fa i dolci, vi ho buttato dentro l’orologio della signora Olga e col pestello ho incominciato a pestarlo ben bene come fa il Morgan; ma l’orologio era molto duro e non s’è tritato bene, meno il cristallo che si è stritolato subito in mille bricioli. – Osservino, signori! – ho detto – Come loro vedono, l’orologio della signora Marinella non è più riconoscibile... – È vero! – hanno detto tutti. – Ma noi – ho soggiunto io – lo faremo riapparire come era prima! Infatti ho rovesciato il mortaio in un fazzoletto dove ho legato strettamente i pezzi dell’orologio che mi aveva dato Marinella e con molta sveltezza mi sono cacciato il fagottino in tasca. Poi, facendo finta di niente, ho cavato fuori del petto un altro fagottino che m’ero preparato prima e cioè l’orologio della mamma che avevo già involtato in un fazzoletto simile al primo, e mostrandolo agli invitati ho detto: – E là, signori, osservino l’orologio ritornato intatto! Tutti hanno applaudito rimanendo molto contenti dello spettacolo, e Marinella ha preso l’orologio della mamma mia credendolo della sua mamma, e così mi sono fatto molto onore. Stasera darò una grande rappresentazione in casa mia, e credo che andrà splendidamente. Ora preparo i biglietti d’invito. da Vamba, Il giornalino di Gian Burrasca, Raffaello

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro

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Per costruire le competenze

A lezione di judo 5

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8 marzo Bene diario, oggi ho indossato per la prima volta uno “judogi”, cioè una specie di kimono resistentissimo che serve per fare judo. E non basta: ho perfino preso la mia prima lezione di judo. La palestra è piccola e calda. Dentro non c’è niente a parte un tappetone a terra che si chiama “tatami”. Attorno al tappetone, quando sono entrato, erano sedute una ventina di persone, grandi e piccole, maschi e femmine, tutte insieme. Tutte indossavano lo judogi, come me, però le cinture erano di diverso colore. Ce n’erano di gialle, di blu, di marrone e di bianche come la mia. Sappi, simpatico diario, che la cintura bianca vuol dire praticamente “principiante-schiappa-nullità-sacco delle botte...” e io avevo la curiosa sensazione di dovermi quasi vergognare per questo. C’era anche una cintura nera, quella del maestro. È un omino piccolo e grassottello, che tutto sembra fuorché un pericoloso lottatore. Invece quando ti mette le mani addosso ti ritrovi a volare a destra e a sinistra senza neanche capire cosa sta succedendo. Comunque oggi, per noi principianti, la lezione non prevedeva combattimenti, ma solo cadute. Infatti la prima cosa che bisogna imparare, e imparare bene, è cadere senza farsi male. Così io e le altre cinture bianche non abbiamo fatto altro, per tutta l’ora, che capriole e tuffi in terra. Cadendo bisogna dare in terra una gran sventola col braccio teso e tenere sollevata la testa. Questo attutisce molto le cadute. Io mi sono divertito moltissimo a capriolare, però mi sono divertito ancora di più a guardare gli altri. Soprattutto un “lungagnone” cintura bianca come me, così rigido nei movimenti che sembrava aver ingoiato il manico di una scopa. Quando lui cadeva a terra non è che battesse forte con le braccia e le gambe, usava piuttosto la schiena, la testa e la faccia. Alla fine della lezione sono tornato negli spogliatoi davvero contento. Il lungagnone invece barcollava e sembrava un po’ in difficoltà. Se non migliora nelle cadute, credo che il judo non gli faccia proprio bene. da S. Bordiglioni, Diario di Giulio, Edizioni EL

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2. Lo judogi (riga 2) è: la palestra di judo un kimono una specie di kimono molto resistente per il judo un tappetone 3. La cintura bianca vuol dire “schiappanullità” perché è quella dei: partecipanti al corso principianti fannulloni perdenti 4. La prima cosa che bisogna imparare nel judo è... indossare con rapidità lo judogi sedersi attorno al tappetone cadere senza farsi male combattere 5. Numera da 1 a 4 i momenti del racconto. Il bambino alla fine della lezione, ritorna nello spogliatoio contento. Il bambino indossa lo judogi per la sua prima lezione di judo. Il bambino si diverte a vedere gli altri cadere. Il bambino per tutta l’ora impara a cadere senza farsi male.

6. L’autore conclude il suo racconto esprimendo: contentezza per essersi divertito soddisfazione per aver imparato il judo delusione per aver la cintura bianca stanchezza per il lungo allenamento

Il diario

1. L’autore del diario racconta: il suo primo giorno di scuola la sua prima lezione di judo una lezione di judo la sua passione per il judo

7. La storia dura: un giorno più di un giorno un’ora una mattinata 8. L’autore del diario scrive: per se stesso per i genitori per il maestro per chi vuole leggere 9. Quali caratteristiche del diario trovi nel testo che hai letto? Soltanto la data. La data e la formula di apertura. La data, la formula di apertura, i fatti e le riflessioni. La formula di apertura e di chiusura. 10. La pagina di diario è scritta con un linguaggio: formale spontaneo e informale difficile

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Metto a fuoco...

la lettera Le mie domande COSA narra una lettera?

DOVE è scritta la lettera?

QUANDO è scritta la lettera?

CHI scrive la lettera? A chi la scrive?

COME è strutturata la lettera?

Lettera dalle vacanze Salisbury, venerdì 26 agosto Cara Annette Smurton, ti scrivo per raccontarti le mie vacanze. Mi trovo in uno splendido ranch che appartiene a mia zia Winifred. Ogni giorno monto un cavallo diverso. Quello di oggi si chiama Fulmine. (È uno stallone arabo, alto 1 e 60, e siccome nessuno tranne me riesce a domarlo, zia Winifried dice che posso tranquillamente tenermelo io). Divertiti domenica prossima al Pony Club. Da quando sono qui, non mi dispiace più di non farne parte e di non avere un cavallo da montare. È una vergogna che il Pony Club abbia solo quel minuscolo recinto vicino alla fattoria. Scommetto che lo trovi davvero limitato, specialmente per il galoppo. Ogni giorno esco al galoppo e raduno il bestiame. Ieri ho saltato un torrente, che somigliava però più a un fiume in piena. Mia zia dice che sono la migliore cavallerizza che abbia mai visto, e che quando finirò la scuola potrò avere metà di questo ranch. Qui è meraviglioso. Ora devo andare al negozio di selle per ritirarne una nuova, fatta su misura per me. Ti spedirei le foto di Fulmine, ma purtroppo quando ho scattato è entrata la luce nella macchina fotografica. A presto Penny P.S.: C’è un ragazzino qui di fianco, si chiama Alistair. Mi ha fatto vedere un fantastico modellino di razzo che ha costruito con del legno di balsa; lo ha infilato in un cavo che gira tutto intorno al cortile sul retro. da R. Klein, Lettere di una sorella maggiore, Edizioni EL

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Le risposte COSA La lettera è un testo scritto che ha lo scopo di comunicare con delle persone lontane. - La lettera personale racconta esperienze dell’autore ed esprime emozioni e sentimenti; è indirizzata a parenti o amici, quindi è scritta con un linguaggio spontaneo e confidenziale. - La lettera ufficiale esprime una richiesta o un reclamo ed è indirizzata a un’autorità o a un ente pubblico; usa un linguaggio formale con espressioni di rispetto. - L’e-mail (lettera elettronica) è una “lettera rapida”, trasmessa via internet; arriva in tempo reale ai destinatari in ogni parte del mondo. Per la sua efficacia, oggi l’e-mail sta sostituendo sempre più la lettera cartacea. QUANDO e DOVE Nella lettera vengono precisati e riportati uno vicino all’altro il luogo e il tempo in cui è scritta. CHI Chi scrive la lettera è il mittente, chi la riceve è il destinatario. COME

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag. 210

La lettera ha una struttura speciale che presenta i seguenti elementi: - il luogo da cui si scrive e la data - l’intestazione, cioè il nome del destinatario - il messaggio in cui è presentato l’argomento della comunicazione - la formula di chiusura con i saluti - la firma del mittente - il P.S. (post scriptum) per aggiungere un’ulteriore comunicazione dopo la firma

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IL testo narrativo

Lettera per un figlio Turi, 3 maggio 1931 Caro Delio, ho saputo che vai a scuola, che sei alto ben un metro e otto centimetri, e che pesi diciotto chili. Sei già molto grande e tra poco potrai scrivermi delle lettere. In attesa di ciò, puoi far scrivere alla mamma, sotto tua dettatura, come facevi scrivere a me, a Roma, gli auguri per la nonna. Così mi dirai se a scuola ti piacciono gli altri bambini e cosa impari e come ti piace giocare. So che costruisci aeroplani e treni, ma poi questi aeroplani volano davvero e questi treni corrono? Insomma, io voglio sapere un mucchio di cose, e poiché tu sei così grande e, mi hanno detto, anche un po’ chiacchierino, sono sicuro che mi scriverai, con la mano della mamma per adesso, una lettera lunga, lunga con tutte queste notizie e altre ancora. E io ti darò notizie di una rosa che ho piantato e di una lucertola che voglio educare. Bacia Giuliano per conto mio e anche la mamma e tutti quanti di casa, e la mamma bacerà te a sua volta per conto mio. Antonio P.S.: Ho pensato che tu forse non conosci le lucertole: si tratta di una specie di coccodrilli che rimangono sempre piccini. da A. Gramsci, L’albero del riccio, Editori Riuniti

Metto a fuoco

La lettera personale

• Collega in modo corretto. P.S. - Turi - Antonio mittente - Delio contenuto - La descrizione delle lucertole luogo - 3 maggio 1931 data - Il padre scrive al figlio per destinatario conoscere la sua vita

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COMPRENDO •Q uali, tra le seguenti informazioni, puoi ricavare dal testo? Antonio è il padre di Delio. Delio è un bambino piccolo. Giuliano è il fratello di Delio. Antonio scrive da un luogo che si chiama Turi. Antonio è lontano dalla sua famiglia. Antonio vuole conoscere la vita di Delio. Antonio scrive dal carcere.


La lettera

Lettera al Ministro All’attenzione del Ministro dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare Gent.mo Signor Ministro, gli insegnanti e gli alunni della Scuola Primaria di Rivabella, Italia, desiderano esprimere la loro preoccupazione per la perdita di petrolio verificatasi nell’Artico. Siamo rimasti sconvolti alla vista della costa inquinata e delle sofferenze patite dalla fauna locale. Abbiamo letto che questo è il peggior disastro ambientale che abbia mai colpito l’Artico e che liberare le acque dal petrolio costerebbe molti miliardi. Noi crediamo però che il prezzo pagato dalla natura locale sarebbe molto più alto. Perciò vorremmo essere sicuri che il suo governo farà qualsiasi cosa in suo potere per impedire che si verifichino altre catastrofi del genere, nella speranza che le generazioni future possano ancora avere una fauna da ammirare. Ringraziandola per l’attenzione, porgiamo distinti saluti. Giulia Rizzi (insegnante) Gli alunni della Scuola Primaria di Rivabella da C. d’Lacey, L’anello mancante, Mondadori

facciamo

SQUADRA

• I nsieme ai tuoi compagni, focalizza l’attenzione sugli aspetti della tua scuola che vorresti migliorare. Puoi prendere spunto da questi: - avere o migliorare aule e laboratori per dipingere, fare informatica o musica - migliorare la possibilità di accesso ai locali per i bambini disabili - ................................................................................... Poi scrivete una lettera formale al Dirigente Scolastico per chiedere un suo intervento.

Metto a fuoco

La lettera formale • Quali sono gli elementi che ti fanno capire che si tratta di una lettera formale? Sottolineali nel testo.

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IL testo narrativo

Mia sorella Melania Da: Da: cecistr@gmail.com

Metto a fuoco

L’e-mail • Sottolinea come indicato: l’indirizzo mail del mittente l’indirizzo mail del destinatario l’oggetto della mail

marianna@hotmail.it A: A: mia sorella Oggetto: Oggetto:

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SCRIVO • Tu in quale circostanza useresti la lettera cartacea e in quale, invece, l’e-mail? Scegli l’occasione e scrivi una delle due lettere.

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Ciao Marianna, oggi ho una grande voglia di parlarti di me e del mio problema: mia sorella Melania. Io sarei sempre allegra se non avessi la disgrazia di essere una sorella minore! Non riesco a rassegnarmi all’idea che mia sorella avrà per tutta la vita sette anni più di me. Sfrutta questo suo privilegio, prendendomi in giro e facendomi notare in ogni occasione che può fare più cose di me. Ogni volta, però, quella strega di mia sorella riesce a riconquistarmi. Anzi, a volte non ho dubbi sulla nostra alleanza, come per esempio quando il papà o la mamma ci sgridano. In quei casi ci difendiamo sempre a vicenda. Ci sono poi delle meravigliose e specialissime serate. Sono rare, ma quando avvengono sono dei momenti magici. Di sera, dopo avere discusso a chi tocca sparecchiare, dopo le sue mille telefonate, quando siamo sole in camera, ci scateniamo. Finiamo sempre per parlare anche dei nostri problemi, dei nostri progetti e di tanti piccoli ricordi che abbiamo in comune. Una sera così pareggia i conti di tutte le arrabbiature di una settimana! Capita anche a te con tuo fratello? Aspetto impaziente una tua mail! Cecilia N.B.: In allegato ti invio una bella foto di me con mia sorella! da G. Maldini, Io e mia sorella, Edizioni Elle

verso l’invalsi

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Le informazioni implicite • Rileggi il testo. “Sfrutta questo suo privilegio” (righe 6-7) Di quale privilegio si tratta? A vere una sorella. E ssere la maggiore. E ssere una strega. E ssere sorelle molto legate.


laboratorio del lessico

Partiti! Da: Fabrizio A: Giulio, Sara Oggetto: la partenza Insomma, cari Giulio e Sara, siamo partiti. Io e mio padre ora siamo qui, all’aeroporto di Roma Fiumicino, ad aspettare il nostro volo per Casablanca. Adesso dovrei forse confessarvi che sono molto emozionato, perché non capita tutti i giorni di partire per il giro del mondo. Invece no, sono soprattutto stanco da morire. Sveglia ancora prima dell’alba e chilometri e chilometri di macchina nel buio fino a Roma. Poi parcheggia, scarica, fai la fila al check-in dell’ aeroporto, aspetta, e di nuovo una fila per passare al metal detector. E ora sono qui al Gate 7 dei voli internazionali, ad aspettare l’aereo che ci porterà in Marocco. Mentre aspetto, ne approfitto per familiarizzare con questo aggeggio ultra moderno e wireless di mio padre, in certi momenti sembra un telefono che sembra quasi un computer, in altri invece è sicuramente un computer capace di telefonare... boh! Ma non temete, saprete sempre dove sono, questo rottame supertecnologico di mio padre non solo sa scrivere e spedire lettere, ma ha anche un GPS incorporato, che ti dà la tua esatta posizione sul globo terracqueo, secondo per secondo. Devo dire che questa macchinetta è bruttina, ma decisamente utile. Ecco, hanno chiamato il mio volo. Spengo il marchingegno. Ciao, a domani. Fabrizio da S. Bordiglioni, Il giro del mondo in 28 e-mail, Edizioni EL

PAROLE STRANIERE Nel corso del tempo, attraverso scambi culturali e commerciali tra i popoli, sono entrate a far parte del vocabolario italiano molte parole straniere (anglo americane, francesi, tedesche o di altre lingue moderne) che ormai usiamo nel linguaggio di tutti i giorni in seguito a nuove esigenze della tecnologia o della vita sociale. Collega ciascuna parola al suo significato. sigla di global positioning system = rete di satelliti che consentono di individuare la posizione di utenti sulla Terra registrazione prima dell’imbarco su un aereo

e-mail

posta elettronica

wireless check-in GPS

collegamento internet senza fili

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Per costruire le competenze

Parlare al muro Golo Brdo, 30 giugno 2014

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Caro Salvatore, due giorni fa i miei genitori mi hanno comunicato quanto segue: 1) loro due vanno a trovare degli amici in Slovenia, 2) io vado con loro, 3) non si discute. Ho provato a discutere, ma il risultato è stato: da zero a dieci, meno trenta. Gli ho detto che il mio amico Salvatore, cioè tu, doveva restare a Trieste e che se rimanevo anch’io potevo farti compagnia, visto che senza di me sei perso. Gli ho ripetuto che non conosco una parola di sloveno. Gli ho detto chiaro e tondo che non avevo voglia di fare il viaggio con loro. Gli ho proposto che potevo andare da mia sorella Sara. Hai presente quando parli con il muro? Ecco, le pareti ti danno più soddisfazioni dei parenti. Così, mia mamma ha riempito una piccola valigia con la mia roba da vestire e a me è toccato preparare il mio zaino con le cose che più mi interessavano. Cioè una pila di cd, carta e penna (una non basta perché se l’inchiostro si consuma poi resto fregato). Un po’ di fumetti. E così ieri mattina alle quattro siamo partiti e arrivati a Golo Brdo, che è un microscopico paesino in collina vicino a Lubiana alle... tieniti forte... cinque e un quarto. Naturalmente gli amici di papà e mamma dormivano, nella loro casetta in cima a un ponticello. Allora papà e mamma si sono messi a discutere. – Non possiamo mica suonargli a quest’ora! – E cosa facciamo? Aspettiamo in auto? – Sempre meglio che bussare in piena notte! – Resteranno male a sapere che stavamo qua... Hai già indovinato? I miei hanno tanto discusso se chiamare oppure no gli amici, che li hanno svegliati loro, con questi dubbi espressi ad alta voce. E così ora ti scrivo dalla Slovenia. E più precisamente da Golo Brdo dove ci siamo piazzati. Sai che prospettiva! Una settimana qui, con i miei e i loro amici. Comunque domani ti racconto i particolari: adesso sono morto di sonno. Michele da L. Comida, C’è posta per Michele Crismani, Edizioni EL

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2. La famiglia di Michele è composta da: due persone tre persone quattro persone cinque persone 3. Tra le seguenti frasi ricavate dal testo, indica quella che riporta una riflessione di Michele. Gli ho ripetuto che non conosco una parola di sloveno. Così mia mamma ha riempito una piccola valigia. Le pareti ti danno più soddisfazioni dei parenti. E così ora ti scrivo dalla Slovenia.

6. Indica la frase che sintetizza il contenuto della lettera. Michele vorrebbe restare a Trieste con l’amico Salvatore, ma i genitori lo costringono ad andare con loro in Slovenia. Michele vorrebbe restare a Trieste ancora per qualche giorno e partire con i genitori fra una settimana. Michele si prepara con entusiasmo per trascorrere una fantastica settimana in Slovenia. Salvatore vorrebbe andare in Slovenia ma i genitori di Michele non lo vogliono con loro.

La lettera

1. Il mittente parla: dell’improvvisa decisione dei genitori della sorella Sara della sua permanenza a Trieste degli amici dei genitori

7. La lettera non presenta: il luogo di provenienza e la data la formula di apertura e il nome del destinatario la formula di chiusura la firma del mittente

4. Gli amici sloveni vengono svegliati: dal suono del clacson dalle voci del papà e della mamma dal suono del campanello della porta dalla sveglia

8. Il linguaggio è: ricercato, formale serio, rispettoso spontaneo, semplice difficile, incomprensibile

5. Il modo di dire “sono morto di sonno” (riga 34) significa: ho tanto sonno mi sono svegliato adesso ho dormito tanto fra poco morirò

9. Lo scopo della lettera è: esprimere la propria delusione invitare un amico a partire inviare gli auguri di buone vacanze chiedere scusa a un amico

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Metto a fuoco...

IL RACCONTO fantastico Le mie domande

Il tappetino volante

COSA narra un racconto fantastico?

Inizio Una mattina il piccolo Moritz esce dalla vasca da bagno con un po’ troppo slancio. Ha già un piede sul tappeto quando perde l’equilibrio.

DOVE avvengono i fatti narrati?

QUANDO accadono e quanto tempo durano?

CHI sono i personaggi che agiscono in un racconto fantastico?

COME è strutturato un racconto fantastico?

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Sviluppo Agita le braccia per non cadere. Il tappetino comincia a scivolare di sbieco attraverso la stanza, si solleva e fa volteggiare Moritz attraverso la finestra aperta, su verso il cielo. “Aiuto, sto volando e sono nudo!” pensa Moritz terrorizzato. Ma, stranamente, non ha per niente freddo. “Precipiterò” pensa Moritz, ma il tappeto veleggia tranquillo per il cielo. “Morirò di fame” pensa Moritz, ma non ha fame perché è troppo occupato ad ammirare il mondo sotto di sé. Vola sopra deserti e mari, sopra città e boschi, vede uomini al lavoro e bambini che giocano. Osserva ogni cosa e ora sa quanto sia bello il mondo in cui vive. Conclusione Poi vede una casa con la finestra del bagno aperta. Il tappeto, allora, atterra delicatamente sul pavimento. È cosi che Moritz decide di diventare un... pilota di aerei. da AA. VV., 365 fiabe della buonanotte, Schwager & Steinlein


Le risposte COSA Il racconto fantastico narra fatti straordinari che non possono accadere nella realtà, ma sono completamente inventati dall’autore.

DOVE I fatti narrati si svolgono in luoghi reali o immaginari, frutto della fantasia dell’autore.

QUANDO Il tempo in cui si svolgono i fatti è, in genere, indeterminato: tanto tempo fa, una volta, un giorno... CHI I personaggi possono essere inventati, come streghe, maghi, draghi, ma anche oggetti animati o persone reali alle quali accadono fatti impossibili nella realtà. COME

cile Per imparare fa

La struttura del racconto fantastico si divide nei tre momenti: inizio - svolgimento - conclusione. Nel brano che hai letto l’inizio presenta il protagonista e il luogo. Lo svolgimento narra come si evolve la straordinaria giornata di Moritz. La conclusione chiude il racconto con il ritorno di Moritz a casa.

vai alla mappa a pag. 2 11

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IL testo narrativo

Le uova di Cocca 1 Cocca era un’oca speciale: tutti dicevano che faceva uova magiche. Erano uova come tutte le altre, però dentro c’erano due tuorli, e, se le impastavi con la farina e l’acqua, la pasta che ne veniva fuori era così buona che chi la mangiava diventava più buono anche lui. La padrona di Cocca, la sora Rosa, aveva aperto un piccolo ristorante e tutte le sere serviva frittatine e pastasciutta fatte con le uova di Cocca. Tutti in paese dicevano che aveva trovato davvero un tesoro, che quella era un’oca dalle uova d’oro. 2 Purtroppo, quelle voci arrivarono alle orecchie di Tinto il bandito e della sua banda di malfattori. Tinto decise infatti di impadronirsi dell’oca e delle sue uova. Una sera, quando il ristorante ormai era già chiuso, andò a bussare alla porta i suoi complici. 3 Non appena la signora Rosa aprì, Tinto il bandito le raccontò che erano viandanti stanchi e affamati, che capivano come fosse molto tardi ma desideravano tanto un piatto di minestra calda. La signora Rosa, che aveva il cuore buono, cadde nel tranello del bandito e fece entrare lui e i suoi uomini. Poi li fece accomodare a un tavolo e se ne andò in cucina a preparare qualcosa.

Metto a fuoco

La struttura

• Collega i cartellini alla parte del racconto che li rappresenta. inizio

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- Tinto il bandito vuole rubare le uova.

svolgimento

- Cocca fa delle uova speciali che fanno diventare buono chi le mangia.

conclusione

- Tinto e i suoi banditi mangiano le uova e diventano buoni.

SCRIVO • I l testo è suddiviso in sequenze. Completa. Nella n. 1 si racconta che ..................... ..................................................................... Nella n. 2 si racconta che ..................... ..................................................................... Nella n. 3 si racconta che ..................... ..................................................................... Continua sul quaderno. Nella n. 4 si racconta che... Nella n. 5 si racconta che... Nella n. 6 si racconta che... • S ervendoti della suddivisione in sequenze, fai il riassunto del racconto.


IL RACCONTO fantastico

4 – La ammazziamo, capo? Le rubiamo l’oca? – chiese Viscido, il vice, tirando fuori un coltellaccio dalla tasca dei calzoni. – Sì, ma prima mangiamo! – rispose Tinto con un sorriso feroce. I tre banditi risero. Poi Viscido ripose il coltellaccio nella tasca e si versò un bicchiere di vino da un bottiglione che era sul tavolo. Ma, mentre beveva, gli giunse alle narici l’odore del ragù che cuoceva sul fuoco. A Viscido, a Tinto e agli altri lo stomaco cominciò a borbottare e si accorsero che avevano davvero fame. Tanta fame. 5 Poi la signora Rosa portò in tavola una zuppiera fumante piena di tagliatelle così appetitose che sembravano dire: “Mangiateci, mangiateci!”. E i banditi le mangiarono tutte di gusto, poi cominciarono a piangere pentiti. Le tagliatelle fatte con le uova magiche di Cocca avevano sciolto il loro cuore di sasso, e ora i tre si vergognavano delle loro cattive intenzioni. 6 Tinto il bandito e i suoi uomini si scusarono tanto con la donna, pagarono per la cena e se ne andarono senza fare del male, né a lei né alla sua oca.

COME LA PENSO • S econdo te, cosa significa “essere buoni”? Vedi intorno a te esempi di persone buone? Quali atti di bontà si potrebbero compiere?

COMPRENDO • “ Tutti in paese dicevano che aveva trovato un tesoro”. Chi ha trovato un tesoro e di che tesoro si tratta? Cocca e le sue uova. La sora Rosa e il suo ristorante. La sora Rosa e le uova di Cocca. Il paese e il ristorante. • L’espressione del testo “quelle voci arrivarono alle orecchie di Tinto il bandito” a quali voci si riferisce? La voce della sora Rosa che chiamava Cocca. La voce che Cocca era un’oca dalle uova d’oro. La voce dei paesani di Rosa che parlavano. La voce dei banditi di Tinto. • Rispondi sul quaderno. - Qual è il piano di Tinto? - Riesce a portarlo a termine? Perché?

da S. Bordiglioni, Storie per giocare, Einaudi Ragazzi

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IL testo narrativo

La bambina di piume

Metto a fuoco

Il personaggio • Quanti personaggi compaiono nel racconto? Uno. Due. Tre. Quattro. • Chi ha il ruolo principale? ............................................................. • Quali sono le caratteristiche della protagonista? Descrivilo brevemente a voce. • Secondo te, può esistere nella realtà? Sì No

Come la penso • L a frase conclusiva del testo spiega perché la mamma è un po’ triste e un po’ felice. Tu sei d’accordo con lei?

La bambina di piume era alta, sottile e così morbida e leggera che tutti la prendevano in braccio e la stringevano forte. Soprattutto gli altri bambini, che la trattavano come un pupazzo. – Sei così soffice – le dicevano – Sei tanto dolce. – Sì, ma non sono un cuscino – diceva lei e cercava di liberarsi e scappare via. – Sei meglio di una bambola perché sei vera – dicevano strizzandola forte. Lei si sentiva soffocare e si arrabbiava molto. Un giorno un vento fortissimo la strappò dalle braccia di una bambina che le stava cantando la ninnananna come si fa con le bambole. – Ehi, dove vai? – le gridò la bambina, seccata perché il suo giocattolo era volato via. – Non so – rispose la bambina di piume. Ed era la verità. Il vento soffiava e la bambina di piume andava. La sua mamma la vide dalla finestra e le gridò: – Vieni giù subito! – Ma lei era troppo in alto e troppo lontano. – Vado via, mamma, ciao! – gridò la bambina di piume, mentre spariva all’orizzonte. Volò in alto, sopra e sotto le nuvole, spinta dal vento. Il mondo era strano, piccolo e piatto, visto dall’alto, ma anche immenso. Venne la sera e la bambina di piume si sentì un po’ stanca. Approfittò di un momento che il vento era distratto e riuscì a scendere un po’ nel cielo e ad aggrapparsi alla cima di un albero. Si rannicchiò fra i rami (non poteva cadere, era troppo leggera, solo le cose pesanti cadono, le altre semmai fluttuano) e si addormentò. La mattina si svegliò molto riposata, si arrampicò fino alla cima dell’albero e gridò: – Vento, vento, vieni a prendermi, io sono pronta! E ripartì a bordo di un nuovo sbuffo. Girò tutto il mondo, senza mai stancarsi, leggera e libera come devono essere le bambine di piume. E tutte le volte che passava sopra la sua mamma le faceva ciao con la mano e la mamma la salutava un po’ triste, perché la sua bambina era andata via, ma anche felice, perché aveva capito che, essendo una bambina di piume, poteva star bene solo così. da B. Masini, La bambina di burro e altre storie (di bambini strani), Einaudi

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IL RACCONTO fantastico

Il fabbricatore di animali Dopo che il Cielo e la Terra furono separati e il Mondo iniziò a esistere, l’imperatore del Cielo chiamò nel suo regno il fabbricatore di animali e gli disse: – Voglio che tu mi riempia la Terra di animali! Usa quello che vuoi, squame, pinne, becchi e corazze, ali e antenne, mettici tutta la scatola dei colori, fai lunghi nasi, occhi a palla, code prensili, falli nuotare, ronzare, sguazzare, ruggire, rosicchiare, falli enormi o minuscoli, fanne tanti. Voglio che l’uomo poi dica: “Che prodigio la natura!”. Il giorno dopo, il fabbricatore di animali si chiuse nella sua baracca di legno e prese a disegnare e montare modellini, incastrare pezzi e fare calcoli, finché fu pronto, ed entro la settimana la Terra era piena di miagolii e squittii e pizzicotti d’insetti e... Passa un’altra settimana. L’imperatore del Cielo fece una visita alla Terra e fu abbastanza soddisfatto: tirò il naso all’elefante e controllò se il ghepardo faceva veramente i centoventi chilometri all’ora. Prese il microscopio e disse che i virus non erano male e poi, anche se erano bruttini, nessuno li vedeva. All’ultimo momento, però, quando vide l’ornitorinco, criticò questo animale: disse che il fabbricatore faceva bene a non sprecare niente, ma si vedeva benissimo che quella era roba fatta con i ritagli.

Metto a fuoco

Il tempo • Il tempo della storia è: determinato indeterminato • Trascrivi sul quaderno i fatti che accadono in ordine cronologico, completando la traccia con gli indicatori temporali. Dopo che... Il giorno dopo... Dopo un’altra settimana... All’ultimo momento...

da S. Benni, Terra!, Mondadori

COMPRENDO • Segna, tra i seguenti, l’elemento fantastico, che non può accadere nella realtà: la Terra si popolò di animali il fabbricatore di animali fabbricò l’ornitorinco con i ritagli fu creata una natura prodigiosa gli animali hanno caratteristiche diverse

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IL testo narrativo

La casa sull’albero 5

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A prima vista poteva sembrare un albero come tutti gli altri. Stava nel mezzo di un prato leggermente in discesa. Aveva un tronco piuttosto grosso e una chioma folta e voluminosa. Il tronco era ricoperto da una rugosa corteccia marrone e nodose radici affioravano dal terreno. Le foglie erano verdi e folte, ma stavano troppo in alto perché si potesse vedere esattamente la loro forma. Ai piedi dell’albero c’erano ciuffi d’erba, margheritine, ciottoli e, dopo la pioggia, qualche fungo dal cappello rosso, proprio come nelle illustrazioni dei libri. Sui rami c’erano fiori e frutti, farfalle, api, uccellini... Un albero come tutti gli altri, insomma! Ma, a guardare bene, si scopriva una porticina nascosta in basso fra le radici nodose. Una porticina abbastanza grande per poterci passare attraverso senza rimanere incastrati (a patto di non essere troppo grassi). Il tronco infatti era cavo, e dentro c’era una scaletta a chiocciola che portava in alto, ai rami pieni di foglie. Non solo, ma sulla parte esterna del tronco alcuni spuntoni di rami, tagliati ad altezza crescente, formavano ottimi gradoni o appigli per chi volesse arrampicarsi senza passare per la porticina segreta. Naturalmente Aglaia preferiva questa scaletta esterna e ci saliva veloce come uno scoiattolo. Aglaia aveva otto anni, e abitava sull’albero insieme con la sua amica Bianca, che invece era una persona grande. Era successo che tutte e due si erano stufate di stare in un appartamento di città. Allora si erano messe d’accordo, avevano cercato un albero adatto e si erano trasferite lassù.

Metto a fuoco

Il luogo

• Riquadra nel testo la parte in cui l’albero del racconto appare realistico. Sottolinea invece le parti in cui è fantastico. • Completa.

L’albero del racconto è realistico perché come tutte le querce .................................................................................................................................. ; è fantastico perché ........................................................................................ . • Sottolinea nel testo il motivo per cui le due bambine hanno deciso di vivere sull’albero.

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IL RACCONTO fantastico

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In cima al tronco, alla biforcazione dei rami, c’era una piattaforma di assi con un parapetto, che però da terra non si vedeva perché era nascosta dal fogliame. In questa piattaforma c’era anche una botola, attraverso cui si poteva calare una fune per ritirare dal basso qualsiasi cosa, per esempio un cestino pieno di roba da mangiare, o anche un pianoforte, se ce ne fosse stato bisogno. Per salire più in alto non c’erano più scale. Bisognava arrampicarsi di ramo in ramo. L’ albero era altissimo: non finiva mai. Se lo si guardava dal prato, era proprio un albero normale, alto, ma neanche tantissimo. A un certo punto i suoi rami finivano e in più in alto c’era solo cielo. Ma ad arrampicarsi dall’interno, non ci credereste, si poteva salire e salire, fino ad avere le vertigini perché il prato, a guardare in basso, sembrava lontanissimo. Ma in cima Bianca e Aglaia non c’erano arrivate mai. Ogni tanto però sentivano degli strani rumori provenire da lassù, somigliavano a gorgogli come di acqua che scorre in un fresco ruscello. Più tardi avrebbero scoperto che lassù, molto più in alto della loro piattaforma, viveva il signor Beccaris Brullo, un omiciattolo lungo e sottile come un filo da panni, incredibilmente bisbetico, che avrebbe dato un bel po’ di filo da torcere a Bianca e Aglaia. Esse avevano deciso di costruire la loro casa su due grossi rami, pochi metri più in alto della piattaforma, e avevano lavorato tutta l’estate con seghe e martelli. Alla fine era venuta fuori una casa bellissima: era il loro nascondiglio segreto. da B. Pitzorno, La casa sull’albero, Mondadori

verso l’invalsi

È importante capire il significato di tutte le parole per comprendere il testo. In un testo la stessa parola può assumere significati diversi in base al contesto. • Rileggi la parte di testo sottolineata. La parola “filo” nell’espressione “filo da torcere” (riga 47): significa “elemento lungo e sottile” significa “taglio della lama” fa parte di un modo di dire e significa “mettere in difficoltà” significa “quantità minima”

SCRIVO •A vere una casa sull’albero è il sogno di ogni bambino. Immagina di costruirne una, disegna il progetto, poi descrivila sul tuo quaderno.

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LEGGE L’ INSEGNANTE UTTO SUO... T O R IB L N U da

Imparo ad ascoltare

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

La bambina dei tappeti

1. Il titolo mi fa pensare che nel racconto ci saranno probabilmente queste parole: - lana

No

- mattoni

No

- banco

No

- fili

No

- corsa

No

- innaffiare

No

- colori

No

- annodare

No

- telaio

No

- tessendo

No

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 2. Ricostruisci la storia completando il testo con le parole mancanti. Un mercante commissionò a Fataia di .............................................. un .............................................. e le ordinò di copiare il disegno di una .............................................. . Fataia notò nel disegno grandi ................................... con innumerevoli biforcazioni di .......................................: su ciascuno spuntavano tre ...................................., poi c’erano .......................................... colorati, vasche e ......................................... con ........................................... d’oro e ............................................ Fataia capì che era un tappeto ................................................. quando lo ...................................... , lo portò sulla ............................................... e vi si sedette sopra. Riuscì a scoprire le formule per farlo ..............................................: si alzò in .............................................. sempre più in ..................... .......................... Il mercante non riuscì a ................................................ . 3. Indica la risposta giusta. - I fatti narrati sono: reali verosimili né reali, né verosimili

- Il racconto che hai ascoltato è un testo narrativo: realistico fantastico autobiografico

4. Colora il desiderio che spinge Fataia a volare. LIBERTÀ

AVVENTURA

RIPOSO

5. Pensa al desiderio più grande che hai realizzato finora. Come sei riuscito a realizzarlo? con l’impegno con una formula magica senza alcuna fatica

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5.

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Testo audio e in guida

Indice di gradimento


laboratorio del lessico

L’incantesimo di Miss Price Paul osservò Miss Price con ammirazione; soltanto lei sapeva animare gli oggetti, trasformare le persone, andare indietro nel tempo. Poi, raccolto il coraggio necessario, disse: – Non potrebbe fare un pochino di magia per noi, adesso? – Beh – disse Miss Price – sono un po’ stanca, Paul. Ma ne farò una svelta svelta, e poi andrete a casa. Ecco! Carey e Charles volsero rapidi lo sguardo seguendo la direzione degli occhi di Miss Price. La sedia di Paul era vuota. Cioè: Paul non c’era più, ma dove prima era seduto lui stava accovacciata una ranocchietta. Carey e Charles non ebbero il tempo di manifestare la loro meraviglia che Paul era di nuovo là, gli occhi pieni d’attesa fissi su Miss Price. – Oh! – gridò Carey boccheggiando – Che meraviglia! Come ha fatto? Le mancava il fiato, aveva quasi paura: l’aveva vista con i suoi occhi la magia, la stregoneria, l’incantesimo! – Io non ho visto niente – disse Paul. Carey lo guardò spazientita. – Non essere sciocco, Paul. Ti sei trasformato in una rana. Devi essertene accorto! – Non mi sono accorto di niente – cercò di dire il ragazzo, ma nessuno lo capì. Stava gracidando! da M. Norton, Pomi d’ottone e manici di scopa, Mondadori

etimologia La parola CORAGGIO deriva dal latino coraticum derivato di cor = cuore. Secondo te, il coraggio può essere collegato al cuore? Perché? ..................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................

Sinonimi I sinonimi sono parole che hanno significato simile: magia - stregoneria - incantesimo. Collega i sinonimi e... fai attenzione: una parola è in più. nomi aggettivi qualificativi - strega - notturno - mistero - animato - stupore - immaginario - trasformazione - straordinario - immaginazione - vivo - meraviglia - incredulo - mutamento - eccezionale - fantasia - irreale - segreto - dubbioso

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IL RACCONTO fantastico

Evviva i Classici

L’Isola Che Non C’è “Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino”. Questa che Peter Pan aveva indicato a Wendy era la via per l’Isola Che Non C’è, ma persino gli uccelli, che portano con sé mappe e carte geografiche e le consultano quando si imbattono in angoli ventosi, non potrebbero ritenere utili questi segnali. Il fatto è che le indicazioni per raggiungere questa isola sono segnate solo nella mente dei bambini, che è molto difficile da decifrare, anche perché è in continuo movimento: ci sono linee a zig zag simili a quelle che segnano la temperatura su una tabella clinica e rappresentano le vie che portano a un’isola detta l’Isola Che Non C’è. Essa è, più o meno, un’isola con meravigliose macchie di colore qua e là, banchi di corallo, vascelli pirati al largo, selvagge tane solitarie e gnomi e caverne, attraverso le quali scorre un fiume, e principi con sette fratelli maggiori, e una capanna che sta andando in rovina e una vecchia signora straordinariamente piccola con il naso a becco. In questa isola c’è un paese per ogni bambino: quello di Gianni, ad esempio, ha una laguna sorvolata da stormi di fenicotteri, che egli si incanta a guardare. Michele, invece, è molto piccolo e possiede un fenicottero con il quale vola sulle lagune.

Le avventure di Peter Pan Anno di pubblicazione 1911 Curiosità sull’autore James Matthew Barrie è nato in Scozia nel 1860, nono di dieci figli. A lui fu affidata la custodia dei cinque figli di amici morti prematuramente. Anche dalla vita con questi bambini trae ispirazione il personaggio di Peter Pan.

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Evviva i Classici Gianni vive in una barca rovesciata sulla spiaggia, Michele in una capanna di indiani, Wendy in una casa di foglie cucite insieme saldamente e alleva un cucciolo di lupo abbandonato dai genitori. Nelle spiagge incantate di questa isola, i bambini si divertono. Anche noi adulti ci andammo un tempo e a volte possiamo ancora udire il fruscio della risacca, ma non ci approderemo mai più, perché lì crescere è contrario al regolamento e i bambini che diventano grandi sono espulsi. Per visitare l’Isola Che Non C’è, Peter Pan aveva insegnato a volare ai suoi amici Wendy, Gianni e Michele e per giorni e giorni essi avevano dovuto nutrirsi in volo, rubando qualche bacca dal becco degli uccelli che incontravano e cercando di vincere il sonno per non precipitare. Dovettero sorgere e tramontare molte lune prima che raggiungessero l’Isola Che Non C’è guidati da Peter o da Trilly. L’isola stava là e aspettava proprio loro. – Ci siamo! – disse Peter Pan. – Dove, dove? – Dove indicano tutte quelle frecce. Infatti un milione di frecce d’oro indicavano l’isola ai bambini e provenivano tutte dall’amico sole che voleva dirigerli sul giusto cammino prima di lasciarli per la notte. I bambini riconobbero subito l’isola e discesero felici come chi torna in una casa dei sogni divenuta realtà. da J.M. Barrie, Le avventure di Peter Pan, Bemporad

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro

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Per costruire le competenze

Nella cucina del castello 5

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Un giorno d’inverno di moltissimi anni fa, dopo una tremenda bufera con tuoni e lampi, nella cucina di un castello successe un fatto incredibile. Il vecchio cuciniere aveva preparato una cena speciale per gli invitati del marchese e si accingeva a versare l’olio nella minestra quando si accorse che questa era già condita. Incuriosito, chiese ai suoi aiutanti se qualcuno avesse versato l’olio nella minestra, ma tutti all’unisono risposero di non averla toccata. Incredulo si convinse di aver fatto quel gesto e di non ricordarlo. Ma la cosa si ripeteva giorno dopo giorno e ciò lo preoccupava. Dal momento che durante il giorno non succedeva niente di strano, una notte si nascose sotto uno dei grandi tavoli da cucina e aspettò. Nel mezzo della notte, da sotto un vecchio cappello, che anni prima aveva sistemato su di una mensola, vide uscire un’antica oliera che si era diretta in un angolo della cucina per rifornirsi di olio al grosso recipiente dal quale si riforniva anche il cuoco. Incuriosito, incredulo e un po’ impensierito, saltò fuori da sotto il tavolo. – Chi è là?! – esclamò. L’oliera si bloccò, poi cominciò a parlare. Spiegò che, colpita da uno dei fulmini di quel temporalone, si era animata. Vedendo quanto il cuoco fosse indaffarato, aveva deciso di aiutarlo nel suo lavoro, ma doveva rimanere invisibile a tutti. Fino a quando il cuoco fosse vissuto e avesse lavorato in quella cucina, l’oliera avrebbe continuato ad aiutarlo. L’uomo continuò a lavorare ancora per tanti anni e naturalmente non rivelò mai a nessuno il miracolo dell’oliera.


5. L’espressione “all’unisono” (riga 8) significa: cantando suonando in modo concorde a bassa voce

2. Il cuoco era preoccupato perché: la minestra era salata la minestra era condita la minestra era insipida la minestra non era cotta

6. Scegli l’aggettivo che potrebbe rendere fantastica la cucina: ordinata antica volante spaziosa

3. L’oliera era uscita: da sotto la mensola da un grosso recipiente da un angolo della cucina da sotto un vecchio cappello 4. Scrivi sotto ogni fumetto il nome di chi lo pronuncia, poi numera le battute del dialogo da 1 a 4 in successione temporale.

Ti aiuterò per sempre! ................................................................

Voglio vedere che cosa succede ................................................................

Ma chi ha messo l’olio? ................................................................

Sono animata, perché un fulmine mi ha colpito.

Il racconto fantastico

1. Gli altri termini con cui viene chiamato il cuoco sono: cuciniere, uomo cuciniere, aiutante uomo, marchese uomo, cappello

7. Indica come si conclude il brano. Il cuoco smise di lavorare, ma non rivelò il miracolo dell’oliera. Il cuoco continuò a lavorare, senza rivelare il segreto dell’oliera. Dopo alcuni anni l’oliera smise di aiutare il cuoco. Dopo alcuni anni l’oliera perse i suoi poteri miracolosi. 8. I personaggi del racconto sono: il marchese e il cuoco il cuoco e i suoi aiutanti il cuoco e l’oliera l’oliera e gli invitati 9. Il racconto è fantastico perché: la cucina è un luogo fantastico il cuoco è un personaggio fantastico il tempo è indeterminato e l’oliera è animata l’oliera è un oggetto fantastico

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Metto a fuoco...

IL mito

Il mito di Prometeo Le mie domande COSA narra il mito?

DOVE avvengono i fatti narrati?

QUANDO accadono i fatti?

CHI sono i personaggi che agiscono in un mito?

COME è strutturato un mito?

Inizio Secondo la mitologia greca, all’inizio dei tempi, gli dèi crearono gli uomini e gli animali con la terra e il fuoco. Prima di mandarli a popolare il mondo, però, vollero fornirli delle doti necessarie per sopravvivere. Gli dèi assegnarono questo importante compito a due Titani, Prometeo ed Epimeteo, che erano fratelli. Svolgimento Prometeo non s’interessò molto alla cosa. Epimeteo, invece, si impegnò a distribuire molti doni agli animali: ad alcuni diede la forza, ad altri la velocità; ad alcuni regalò la grandezza, mentre a quelli piccoli mostrava luoghi sicuri in tane sotterranee; ad alcuni fornì le ali perché potessero volare, ad altri insegnò a strisciare; ad alcuni diede gli artigli, ad altri il veleno, ad altri ancora corna e denti affilati... A un certo punto Epimeteo ritenne di aver esaurito il suo compito e non si accorse di aver lasciato gli uomini completamente sprovvisti di doti per sopravvivere. Quando il fratello Prometeo giunse a controllare la spartizione dei doni, restò esterrefatto vedendo che tutti gli animali erano bene attrezzati, mentre gli uomini erano nudi e indifesi. Prometeo rifletté a lungo e prese una decisione: rubò il fuoco agli dèi e insegnò agli uomini tutti gli usi che potevano farne, oltre alle arti e alle scienze a esso collegate. Conclusione Quando Zeus si accorse del furto, si infuriò con Prometeo e lo condannò a restare incatenato a una roccia sulla sommità del monte Caucaso. Ogni giorno un’aquila si avventava su di lui e gli divorava il fegato, ma, poiché Prometeo era immortale, ogni notte il fegato gli ricresceva. Il giorno dopo l’aquila tornava e glielo divorava nuovamente. da E. Frontaloni, Nel mondo dei miti greci, Raffaello

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Le risposte COSA I miti sono storie molto antiche, inventate dall’uomo per tentare di spiegare le origini di ogni essere vivente e i misteri dell’Universo, quando ancora non possedeva conoscenze scientifiche. Il mito che hai letto ad esempio dà una spiegazione alla scoperta del fuoco da parte dell’uomo. DOVE Il luogo in cui è ambientato il mito può essere quello generico dell’Universo, la Terra e il cielo, o la zona geografica in cui il mito ha avuto origine.

QUANDO Il tempo del mito è spesso quello delle origini del mondo o di antiche epoche storiche.

CHI I personaggi del mito sono divinità o eroi che hanno caratteristiche straordinarie, ma interagiscono con il mondo degli uomini. COME

cile Per imparare fa

La struttura del mito si articola nei tre momenti: inizio - svolgimento - conclusione. Gli eventi, generalmente, sono narrati usando il linguaggio semplice della tradizione orale.

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IL testo narrativo

L’arcobaleno Mito degli indiani d’America Tantissimo tempo fa, un giovane e prestante cacciatore si era recato presso un torrente. A un tratto scorse tra il fogliame un bellissimo uccello acquatico dalle penne colorate. Scoccò una freccia e lo colpì, ma l’uccello volò in direzione del mare, pur con la freccia conficcata. Il cacciatore si mise a inseguirlo perché voleva indietro la sua freccia e, dopo una lunga corsa, riuscì a raggiungerlo su una spiaggia lontana. Quando si avvicinò per catturarlo, l’uccello si trasformò in una donna grossa e grassa, che gli chiese di sposarla. La donna era una strega che faceva così con ogni uomo che riusciva ad attirare sulla sua spiaggia. Sposava ogni cacciatore ma, la prima notte di nozze, dopo che l’uomo si era addormentato, lo uccideva e lo mangiava. Per questo era tanto ben pasciuta. Ora toccava a lui diventare suo marito. Ma un vecchio che abitava in una capanna vicino alla strega avvertì il cacciatore del pericolo che stava per correre. E quando calarono le ombre della sera, il cacciatore strisciò fuori della capanna e corse via per non essere mangiato.

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IL mito Correva e correva con quanto fiato aveva in petto, ma si accorse che la grassona lo inseguiva. Sul sentiero incontrò un’altra donna, vestita di sette colori. Questa lo fermò e gli chiese: – Da dove vieni così di corsa? Ansimando egli le raccontò la sua avventura e aggiunse: – Certamente la strega finirà per raggiungermi e mi ucciderà. Proprio in quel momento sentì il terreno tremare sotto i passi pesanti dell’inseguitrice. Ma la donna Arcobaleno gli chiese di restare con lei: si era già innamorata di lui. Il cacciatore rimase. Si nascosero assieme nel folto della foresta. Arcobaleno preparò sul sentiero una trappola invisibile e, quando la strega arrivò ansimando sulle tracce del fuggitivo, la trappola le rovinò addosso e la uccise. Il cacciatore sposò Arcobaleno e vissero felici per qualche tempo. Dopo qualche mese ebbero un bambino. Ma il giorno che il bambino nacque, l’uomo lasciò la loro casa e non tornò più. Così Arcobaleno, disperata, prende di quando in quando il loro figlioletto e guarda giù sulla terra cercando il suo sposo, ma non lo trova. Per questo, quando lei cerca suo marito, insieme al bambino, vediamo apparire in cielo un arco di sette colori. Qualche volta, se il cielo è terso, accanto a quello si scorge un secondo, piccolo semicerchio: è il bambino accanto alla madre.

Metto a fuoco

La struttura • Individua nel testo i tre momenti della storia, colorando la barra a lato come indicato: inizio svolgimento conclusione • Riordina le frasi per riassumere la storia. L’uccello si trasforma in una donna. Il cacciatore colpisce un uccello. Sposa Arcobaleno e fa un bambino. Il cacciatore incontra una donna di nome Arcobaleno. La donna è una strega che vuol mangiare il cacciatore. Arcobaleno guarda giù sulla Terra per ritrovare il marito. Il cacciatore se ne va. • Utilizza le frasi che riassumono il mito per ripetere la storia a voce alta, usando le parole adeguate.

da C.A. Bohm, Storie del cielo vivente, Einaudi Ragazzi

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Lessico • La parola sottolineata nel brano, in base al contesto della frase, significa: d anneggiò c rollò m andò in rovina g uastò

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IL testo narrativo

Metto a fuoco

Lo scopo • Questo mito ha lo scopo di spiegare la presenza, nella vita dell’uomo: del male e della speranza della curiosità della gelosia della pace • Sottolinea nel testo la frase che ti fa capire il motivo per cui Pandora apre il vaso.

SCRIVO • Tu quale mito inventeresti per spiegare: - la nascita dell’amicizia - la caduta della neve - il tramonto del sole Scegline uno e scrivilo sul quaderno.

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La nascita della speranza Ci fu un tempo sulla Terra in cui gli uomini non conoscevano né fame, né sete, né malattie, né guerre. Gli dèi infatti avevano chiuso tutti i mali dell’umanità in un vaso e l’avevano nascosto nella casa di Epimeteo. Lì viveva una donna bella e laboriosa di nome Pandora, inviata da Zeus, che le aveva proibito di aprire il vaso. Pandora sapeva fare tutto e si occupava di ogni cosa nella casa di Epimeteo. Andava e veniva liberamente e solo il luogo dove era custodito il famoso vaso le era vietato. Pandora pensava che quel vaso fosse pieno di gioielli e pietre preziose, ma rispettava la proibizione che le era stata fatta dal padre degli dèi in persona. Nonostante le sue innumerevoli qualità, Pandora però era molto curiosa e una notte, mentre Epimeteo dormiva profondamente, Pandora entrò nella stanza proibita e sollevò il coperchio del vaso; l’aveva appena socchiuso che indietreggiò spaventata. Con un soffio di tempesta il contenuto del vaso volò via: fatica, povertà, ingiustizie, malattie, guerre e vizi si sparsero per tutto il mondo e da allora affliggono gli uomini. In fondo al vaso restò solo la speranza, che non riuscì a fuggire perché Pandora, terrorizzata, richiuse subito il coperchio del vaso. Da allora, anche se gli uomini sono oppressi da tanti mali, conservano sempre la speranza. da R. Simon, Gli dèi della Grecia, Editrice Piccoli


IL mito

Mito di Alcione Una mattina, dopo essersi tuffata nelle acque limpide di un lago, Alcione si era distesa sull’erba per asciugarsi al sole. La sua bellezza le attirò attorno i numerosi abitatori del bosco: ninfe, naiadi e gnomi che, avendola scambiata per Diana, le offrirono fiori e frutti. Cantarono per lei cori di lodi e improvvisarono danze mentre si dicevano pronti a recare ai suoi piedi tutte le belve ammansite e tutti gli uccelli variopinti della foresta. Alcione fu presa da una tale vanità che accettò gli elogi senza rivelare chi fosse veramente. Anzi, quando, preceduta dai cani e dai suoni dei corni, apparve davvero la dea Diana, ella non volle chiarire l’equivoco. Diana ebbe un bel gridare all’inganno, nessuno le credette. Da quel momento l’ira della dea Diana fu implacabile. Invocò gli altri dei e ottenne che una grandinata furiosa si abbattesse sulla foresta mettendo in fuga Alcione. La sciagura si ripeteva ogni anno. Come si poteva placare l’ira della dea? Era questo l’interrogativo che Ceice, sposo di Alcione, era andato a porre all’oracolo di Apollo che rispondeva da una rupe dello scoglio di Claro. Erano passati tre mesi dal giorno in cui Ceice era partito e Alcione non aveva avuto di lui alcuna notizia. In una notte di tempesta nel sonno le apparve un messaggero alato, Morfeo, che le annunziò la morte del marito, avvenuta tra le onde durante la traversata. Alcione si svegliò di soprassalto, corse al mare, salì sullo scoglio più alto per scrutare lontano. A un tratto vide galleggiare un corpo: era il cadavere dello sposo diletto. Disperata, la donna si gettò in mare. In quello stesso momento Giove, stanco delle vendette di Diana, si mosse a pietà e, proprio mentre Alcione si lanciava nel vuoto, le donò due ali che le permisero di librarsi dolcemente nell’aria. Così nacquero nel mondo gli alcioni, che ebbero il privilegio di fare il nido sulle stesse onde del mare. Ogni qualvolta essi depongono le uova sulla superficie marina, nessuna tempesta osa turbare o agitare le acque. Gli alcioni sono perciò simbolo della tranquillità degli oceani.

Metto a fuoco

I personaggi • Quanti sono i personaggi che compaiono in questo mito? Sottolinea i loro nomi. • La protagonista è: un personaggio umano una divinità un eroe • Come la definiresti? ............................................................... • Quale personaggio si vendica? ............................................................... • Alla fine chi aiuta la protagonista? ...............................................................

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Per costruire le competenze

Due nuove costellazioni 5

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Cassiopea, regina dell’Etiopia, era una donna incantevole, ma così vanitosa che non era raro sentirla affermare, tutta convinta: – Non c’è donna, neppure dea, che possa competere con me: io sono la più bella di tutte. Più bella persino di Afrodite. La dea, irritata da quelle vanterie, si lamentò con Poseidone, il dio del mare dai lunghi capelli turchini e dalla forza selvaggia. – Potente dio del mare, non ti pare che Cassiopea esageri con la sua superbia e che vada punita? – Sì, sarai vendicata – e mandò gigantesche ondate a infrangersi schiumanti di rabbia sulle rocce presso la città di Joppa, che distrussero le coste. Nel mare apparve anche un mostro che divorava qualsiasi essere incontrasse. La regina e il re suo marito si rivolsero ai sacerdoti del tempio e la loro risposta fu: – Legate vostra figlia, la principessa Andromeda, a una rupe e offritela in pasto al mostro: solo così gli dei si placheranno. Il sacrificio era terribile, ma la stessa Andromeda si offrì senza paura pur di salvare il popolo. Ma ecco arrivare Perseo. L’eroe era in groppa al suo cavallo alato e impugnava una poderosa lancia. Vide la fanciulla incatenata e si avvicinò. In quel momento le acque del mare si sollevarono mugghiando e una belva emerse a poco a poco, enorme e spaventosa. Subito Perseo le fu sopra e la attaccò. La belva ululò, si dibattè, si slanciò: la lotta si fece feroce. L’eroe volteggiò nell’aria, con un braccio cinse uno scoglio, con l’altro vibrò un colpo della sua affilatissima lancia e decapitò la belva. L’acqua si fece sanguigna. Con un immenso boato il mostro sprofondò negli abissi. Intanto il cuore della principessa batteva come un tamburo. Perseo e Andromeda tornarono alla reggia e si sposarono, ma la loro storia non finì lì. Dopo la loro morte vennero trasformati in costellazioni e se alziamo gli occhi al cielo possiamo vederli nell’immensità del firmamento. da E. Frantaloni, Nel mondo dei miti greci, Raffaello

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Perché? ........................................................................ ........................................................................................... ...........................................................................................

2. La punizione inviata da Poseidone consiste in: onde giganti un alluvione e un mostro marino onde gigantesche e una belva marina una gigante belva marina 3. Il re e la regina per calmare gli dei dovevano: uccidere il mostro darsi in pasto al mostro dare la figlia in pasto al mostro chiedere scusa ad Afrodite 4. In aiuto di Andromeda interviene: il padre un dio un eroe il popolo etiope 5. Perseo possedeva: un cavallo alato un’affilatissima lancia un cavallo alato e una lancia un cavallo alato e uno scudo

6. L’espressione “il cuore della principessa batteva come un tamburo” (riga 31) significa: i battiti del cuore risuonavano i battiti del cuore colpivano la fanciulla il cuore batteva molto forte il cuore pesava quanto un tamburo

Il mito

1. A suscitare l’ira di Afrodite è: Cassiopea Andromeda Perseo il mostro

7. Indica quali informazioni puoi ricavare dal testo. - La vanità di Cassiopea offese Afrodite. sì no - Andromeda doveva offrirsi in sacrificio agli dei. sì no - Il mostro colpito da Perseo sprofondò negli abissi. sì no - La storia di Perseo e Andromeda sì no termina con le loro nozze. - Il regno dell’Etiopia fu salvato. sì no 8. I protagonisti del mito sono: una regina e un re una principessa e un eroe due dee una regina e una principessa 9. Il mito è ambientato: in Europa in Etiopia in Asia in un luogo non specificato 10. Lo scopo del mito è spiegare: l’esistenza degli dei l’esistenza degli eroi la sottomissione degli uomini agli dei la presenza di due costellazioni nel cielo

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In viaggio da solo 5

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Noah se ne andò di casa al mattino presto, prima che il sole sorgesse, prima che i cani si svegliassero, prima che la rugiada finisse di posarsi sui campi. Saltò giù dal letto, si infilò alla bell’e meglio i vestiti che aveva preparato la sera prima e, trattenendo il respiro, sgattaiolò silenzioso al piano di sotto. C’erano tre scalini che scricchiolavano perché avevano le assi di legno un po’ sollevate, e Noah ci camminò sopra leggerissimo, cercando di fare meno rumore possibile. Prese il cappotto dall’attaccapanni in corridoio, ma si mise le scarpe solo una volta fuori di casa. Imboccò il vialetto, aprì il cancello, uscì e lo richiuse, tutto in punta di piedi per non rischiare che, sentendo scricchiolare la ghiaia, i suoi genitori scendessero a controllare. Era ancora buio, e Noah fu costretto a strizzare un po’ gli occhi per distinguere la strada tortuosa che gli si srotolava davanti. Quando arrivò a metà del primo chilometro, al punto in cui, voltandosi un’ultima volta, poteva ancora vedere casa sua, scorse, lontano, il fumo che saliva dal comignolo, quello del camino in cucina... “Sicuro che faccio bene?” si chiese, cercando di soffocare i ricordi più recenti e tristi sotto una coltre di memorie felici. E poi, forse, la cosa migliore che poteva fare era proprio andare via, e trovare la sua strada nel mondo. Dopotutto aveva già otto anni e nella vita non aveva ancora combinato niente. Charlie Charlton, un suo compagno di classe, era finito su un quotidiano locale ad appena sette anni, perché la regina era venuta a inaugurare un centro ricreativo per nonni e nonne e lui era stato scelto per porgerle un mazzo di fiori e dirle “Siamo così felici che sia potuta venire, signora”. Il giorno dopo, la foto era stata appesa nella bacheca della scuola e ci era rimasta finché qualcuno – non Noah – aveva disegnato un paio di baffi sulla faccia di Sua Maestà. Tutta la faccenda aveva provocato un grande scompiglio, ma almeno Charlie Charlton era finito sui giornali e per qualche giorno era stato l’eroe del campo giochi. Che cosa aveva fatto Noah di minimamente paragonabile? Niente. Solo pochi giorni prima aveva provato a fare una lista dei suoi successi ed ecco qual era stato il risultato: 1. Ho letto quattordici libri dalla prima all’ultima pagina.


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2. Ho vinto la medaglia di bronzo nei cinquecento metri alla Giornata dello Sport dell’anno scorso. Avrei vinto l’argento se Briffin O’Neill non fosse partito prima del via. 3. So qual è la capitale del Portogallo (Lisbona). 4. Sarò anche piccolo per la mia età ma sono il settimo ragazzo più bravo della classe. 5. Sono un asso dell’ortografia. Cinque successi in otto anni di vita, aveva pensato quella volta scuotendo il capo e premendosi la punta della matita sulla lingua, nonostante la sua insegnante, la signora Bright, andasse su tutte le furie ogni volta che lo vedeva fare a qualcuno in classe, sbraitando che si sarebbero avvelenati con la grafite. Provò a convincersi che fosse quello il motivo per cui se ne stava andando via di casa: dava al tutto un’aria più avventurosa della ragione vera, a cui non aveva voglia di pensare. Non al mattino così presto, quantomeno. E quindi eccolo lì, tutto solo, come un giovane soldato che va alla guerra. Si voltò e disse: – È fatta! Non vedrò mai più quella casa – e riprese a camminare. Non gli ci volle molto per raggiungere il primo villaggio, e fu allora che iniziò a sentire un po’ di fame. D’altra parte non mangiava dalla sera prima. Dalle finestre aperte delle case che si susseguivano lungo le strade arrivava un profumo di uova e pancetta. Noah si leccò le labbra e si mise a studiare i davanzali. Nei libri che aveva letto, i grandi lasciavano spesso sui davanzali torte e pasticcini appena sfornati, che ancora fumavano dalla punta, così poi i ragazzini voraci come lui passavano e li rubavano. Ma nessuno in quel primo villaggio sembrava essere così stupido. Forse, invece, era solo che non avevano letto i suoi stessi libri. da I.J. Boyne, Il bambino con il cuore di legno, Rizzoli

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verso l’invalsi

1 In quale momento della giornata Noah uscì di casa?

A. B. C. D.

All’ora di pranzo. Di mattino presto. Di pomeriggio. Al tramonto.

2 Il bambino camminò leggerissimo sugli scalini

A. B. C. D.

per fare meno rumore possibile perché temeva si rompessero perché non aveva le scarpe per non inciampare

3 Perché Noah camminava in punta di piedi (riga 11)?

A. B. C. D.

Lo scricchiolìo della ghiaia avrebbe potuto insospettire i suoi genitori. I suoi genitori detestavano essere svegliati nel cuore della notte. Non aveva ancora calzato le scarpe. Lo scricchiolìo della ghiaia avrebbe svegliato tutto il vicinato.

4 N ella frase “Noah fu costretto a strizzare un po’ gli occhi per distinguere la strada tortuosa che gli si srotolava davanti” (righe 13-14), la parola sottolineata significa

A. stretta B. piena di buche C. asfaltata D. con molte curve

5 Rileggi il testo dalla riga 13 alla 17, poi rispondi. Lungo la strada, che cosa vide Noah voltandosi indietro?

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A. B. C. D.

Il fumo che saliva dal comignolo. Le finestre chiuse della sua casa. La strada già percorsa. La casa con il fumo che saliva dal comignolo e dal camino in cucina.


verso l’invalsi

6 La frase “Sicuro che faccio bene?” (riga 18) ci fa capire che Noah

A. B. C. D.

era ormai certo della decisione presa aveva compreso di dover rinunciare alla fuga non era del tutto sicuro di aver preso la decisione migliore voleva invitare un suo amico a fuggire con lui

7 N ell’espressione “una coltre di memorie felici” (riga 19) che significato ha la parola sottolineata?

A. Mantello. B. Grande quantità. C. Strato. D. Monte.

8 L a frase scritta in terza persona “Dopotutto aveva già otto anni e nella vita non aveva ancora combinato niente” (righe 21-22) è in realtà una riflessione fatta in prima persona

A. B. C. D.

dallo scrittore da Noah dai suoi genitori da un suo amico

9 Perché il quotidiano locale aveva parlato di Charlie Charlton?

A. B. C. D.

Charlie aveva partecipato all’inaugurazione di un centro ricreativo per anziani. Il bambino durante una cerimonia era stato scelto per dare il benvenuto alla regina. A scuola era particolarmente bravo in tutte le discipline. Charlie aveva una bella voce.

10 La foto dell’evento era stata tolta dalla bacheca perché

A. B. C. D.

era una brutta foto il vento l’aveva strappata al suo posto venne appesa la foto di Charlie qualcuno aveva disegnato i baffi sul volto di Sua Maestà

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verso l’invalsi

11 N ella frase “Che cosa aveva fatto Noah di minimamente paragonabile?” (riga 33), la parola sottolineata si può sostituire con:

A. almeno B. anche solo un po’ C. del tutto D. un po’

12 Il numero dei successi raggiunto da Noah durante i suoi otto anni di vita è:

A. dieci B. cinque C. tre D. sette

13 Nella lista dei successi di Noah (righe 36-43) ce n’è uno solo che riguarda lo sport. Qual è?

A. B. C. D.

Essere molto bravo in ortografia. Avere letto quattordici libri dall’inizio alla fine. Avere vinto la medaglia d’argento nei cinquecento metri alla Giornata dello Sport. Avere vinto la medaglia di bronzo nei cinquecento metri alla Giornata dello Sport.

14 Nella frase “sbraitando che si sarebbero avvelenati con la grafite” (righe 47-48), la parola sottolineata indica

A. B. C. D.

un tipo d’inchiostro usato per alcuni tipi di matita un tipo di resina utilizzata per colorare la parte esterna delle matite la piccola gomma cilindrica inserita in un’estremità di alcune matite il minerale tenero, di colore grigio scuro, di cui è fatta la punta della matita

15 Nella frase “E quindi eccolo lì, tutto solo, come un giovane soldato che va alla guerra” (riga 52), il paragone con il giovane soldato è introdotto da

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A. come B. tutto C. eccolo D. e


verso l’invalsi

16 Giunto al villaggio, Noah “si leccò le labbra” (riga 59) perché:

A. B. C. D.

aveva molta sete gli arrivava dalle case un profumo di uova e pancetta vide frittate e dolci sui davanzali sentì nell’aria il profumo dei pasticcini appena sfornati

17 Rileggi il testo dalla riga 59 alla 62. Nei libri Noah aveva letto che:

A. B. C. D.

i grandi sfornavano continuamente torte e pasticcini i grandi lasciavano spesso sui davanzali torte e pasticcini appena sfornati i pasticcini e le torte fumanti erano offerte a tutti i grandi lasciavano sui davanzali sformati fumanti

18 Quale problema non riesce a risolvere Noah nel villaggio in cui si trova?

A. B. C. D.

Non sa come sfamarsi. Non è capace di rubare i pasticcini. Gli abitanti del villaggio non amano leggere. Nessuno gli offre uova e pancetta.

19 A che genere narrativo appartiene il testo che hai letto?

A. Narrativo-autobiografico. B. Narrativo-fantastico. C. Narrativo-avventuroso. D. Narrativo-realistico.

20 Indica quali informazioni sono contenute nel testo. Metti una x per ogni riga della tabella. Sì a b c d e f

No

Età di Noah Sport praticato dal ragazzo Andamento scolastico di Noah Il momento della giornata in cui si svolge la vicenda Il luogo dove si svolge la vicenda La vera ragione per cui Noah se ne va di casa

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Sorprenditi con

La POESIA IL TESTO POETICO

è un testo scritto in una forma speciale, che usa un linguaggio particolare fatto di ritmi e rime per creare armonie e musicalitĂ

comprende

FILASTROCCHE

componimenti in rima per raccontare e giocare

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POESIE

componimenti per dar voce alle proprie emozioni


I TESTI POETICI

si differenziano dai testi che hai letto finora

TESTO POETICO

TESTO IN PROSA

- Non rispetta sempre l’ordine degli elementi della frase: il soggetto si può trovare alla fine, il verbo può mancare.

- Rispetta l’ordine più consueto degli elementi nella frase: soggetto, verbo, complementi.

- I termini sono scelti non solo per il loro significato proprio, ma anche per ciò che evocano nell’immaginario del poeta.

- Le parole sono usate per il significato che hanno comunemente.

- Le parole vengono spesso scelte o modificate per il loro suono.

- Le parole non vengono scelte né modificate per il loro suono.

si caratterizza per

Metto a fuoco STRUTTURA - versi - strofe

FIGURE di SUONO - ritmo - rima

FIGURE di SIGNIFICATO

- similitudine - metafora - personificazione

In questa sezione scoprirai tanti tipi di testi poetici: - la FILASTROCCA - limerick - non sense - scioglilingua - conta - ninna nanna - la POESIA

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Metto a fuoco... La filastrocca Le parole tiritere Le mie domande CHE COSA è una filastrocca?

La RIMA è presente? Di che tipo?

COME è strutturata una filastrocca?

Oggi ti dico delle tiritere parole corte, parole vere che ti accompagnano col loro cuore batti tamburo, batti parole che ti riposano dalle fatiche parole nonne, parole antiche dalle fatiche di dimenticare parole fonde, parole mare. Dimenticare la lingua di prima che si allontana con passi di rima la lingua d’acqua di quando eri pesce parola nuota, parola cresce. La lingua azzurra di quando eri uccello parola cielo, parola bello la lingua bestia di quando eri topo parola salto, parola dopo. Dimenticare le lingue di prima per impararne una nuova ed umana che si avvicina con passi di rima con tiritere di terra lontana che ti riposano, mentre la impari Parole luci, parole fari che ti ripetono i nomi e le voci parole piccole, furbe, veloci. da B. Tognolini, Tiritere, Panini

Uno, due, tre... Uno è il sole che splende di giorno, due sono gli occhi che guardano intorno, tre sono i Magi che vanno, che vanno, quattro stagioni formano un anno. In una mano ci son cinque dita Sei son le zampe di una formica.

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A A B B

C D C D


Le risposte CHE COSA La filastrocca è un testo poetico allegro e giocoso, spesso di origine popolare. Ha lo scopo di divertire e di giocare con il suono delle parole o anche quello di aiutare a memorizzare nozioni, ad esempio il nome dei giorni o i numeri... come nella seconda filastrocca che hai letto. RIMA La filastrocca è un testo generalmente in rima: cioè due o più versi terminano con lo stesso gruppo di lettere (tiritere - vere) o con lettere dal suono simile (cuore - parole). La rima può essere: -B ACIATA quando rimano fra loro due versi consecutivi (AABB). È la rima più frequente nelle filastrocche -A LTERNATA quando il primo verso rima con il terzo e il secondo con il quarto (ABAB) - INCROCIATA quando il primo verso rima con il quarto e il secondo con il terzo (ABBA) È la rima che dà ritmo al testo. COME

cile Per imparare fa

Le righe che compongono la filastrocca sono i versi in rima; i versi possono essere raggruppati in strofe, separate tra loro da uno spazio bianco che funge da pausa.

vai alla mappa a pag. 213

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IL TESTO Poetico

Filastrocca, dove sei? Io conosco una bella filastrocca, è color rosa e sa di albicocca. Ma la filastrocca che ama le corse è molto più bella, forse. Io la conosco, e tu? Sì, sì. È tutta di colore blu, e corre soltanto all’insù, veloce come il vento. Sì! Non ha parole, non ha un accento, e per non pesare neanche un pochino, non ha nemmeno un punto piccolino. Perfino il titolo non ha! Ma a vivere come fa? Perché ogni bimbo il titolo glielo dà! Ad esempio, io la intitolerei: “Filastrocca, dove sei?” da L. Grossi, È arrivato un bastimento carico di..., Einaudi Ragazzi

Porta Sul tuo cammino ti aspetta una porta se vuoi è chiusa, se vuoi è aperta. Forse c’è un muro, forse c’è il mare se non la apri non potrai entrare. Forse c’è il viale del grande avvenire se tu la chiudi non potrai uscire. Nella casina c’è una porticina la tua fortuna, la tua rovina. Se non la apri non lo saprai mai ora che cosa farai? da A. Abbatiello, B. Tognolini, Alfabeto delle fiabe, Topipittori

Metto a fuoco

La struttura

• Quanti versi ha ciascuna filastrocca? Filastrocca, dove sei? Porta • Quale delle due filastrocche è divisa in strofe? ..........................................................................................

• Quante strofe ha? • Tutte le strofe hanno lo stesso numero di versi? Sì No

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IL TESTO Poetico

Rima smascherata Filastrocca vera e finta con la rima rumorosa con la faccia un po’ dipinta vuol sembrare chissà cosa.

A B A B

Filastrocca finta e vera mascherata da leone con la musica criniera vuol sembrare una canzone. Filastrocca vanitosa con le scarpe della zia col suo abito da sposa vuole sembrare una poesia. Poi le scappa una risata un po’ rimata dalla bocca ecco qui, smascherata! Sei una filastrocca! da B. Tognolini, Rime raminghe, Salani

Tesoro

A A B B

Ma dove siete, tesori nascosti? Frughi nei punti e scavi nei posti sfidi giganti e draghi custodi spezzi catene con spine e con nodi mentre ti danni in cerca dell’oro spendi i tuoi anni, quest’altro tesoro vivi viaggiando, cammini e cammini sei arrivato agli estremi confini non l’hai trovato, ma fatti coraggio ora il tesoro è il tuo viaggio.

da A. Abbatiello, B. Tognolini, Alfabeto delle fiabe, Topipittori

Metto a fuoco

La rima

• Nei due testi cerchia con lo stesso colore le rime e completa gli schemi con le lettere mancanti.

SCRIVO •C ompleta gli elenchi di parole con altre che fanno rima, poi usane alcune per comporre la tua filastrocca. - bambino, mattino, budino, ................................... - cioccolata, marmellata, .......................................... - castello, .......................................................................

• Rispondi con Sì o No alle seguenti domande. Le due filastrocche... Sì No ... usano entrambe la rima baciata?

... usano entrambe la rima alternata?

... la prima filastrocca è in rima alternata?

... la seconda filastrocca è in rima baciata?

... la prima filastrocca è in rima baciata?

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IL TESTO Poetico

Una giovane matita Una giovane matita amava molto la vita e un giorno trovò un’apertura per cominciare un’avventura con un compasso in cerca di matita. da E. Zamponi, I dragi locopei, Einaudi

Metto a fuoco Il nonsense Il nonsense è una filastrocca che non ha un senso logico, ma vuole solo divertire e giocare con il suono delle parole. • Colora i riquadri che indicano le caratteristiche dei nonsense. Forniscono informazioni.

Il melone Un melone andava a Frosinone. Incontrò una pera che andava a Voghera. Si dissero buongiorno? No, perché era sera. da G. Rodari, Storie nuove, Einaudi

Hanno versi in rima. Descrivono situazioni assurde. Giocano con le parole.

Metto a fuoco Il limerick Un tipo particolare di nonsense è il limerick, che rima secondo lo schema AA BB A e ha una struttura fissa: - il 1° verso presenta un personaggio; - il 2° verso ne indica una caratteristica o un’azione; - i l 3° e il 4° verso aggiungono le conseguenze del fatto; - i l 5° verso qualifica il personaggio riprendendo l’inizio. • Individua il personaggio del limerick e le sue azioni, sottolineando con colori diversi.

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Il signor Filiberto Un signore di nome Filiberto amava assistere al caffè concerto: e al dolce suono di tazze e cucchiaini mangiava trombe tromboni e violini; quel musicofilo del signor Filiberto.

A A B B A

da G. Rodari, Le filastrocche del cavallo..., Emme Edizioni

SCRIVO • S egui lo schema e componi un limerick. C’era un grillo di nome Calimero che ...................................................................... allora ................................................................... .............................................................................. quel......................................................................


IL TESTO Poetico

Per sciogliere la lingua

1 Sul campanil d’Antroccoli c’è una biribaula con trecento biribaulini; se la biribaula muore, chi sbiribaulinerà i trecento biribaulini?

Metto a fuoco

Lo scioglilingua Lo scioglilingua contiene gruppi di suoni e parole difficili da pronunciare. • Nel primo si ripete ......................................................... • Nel secondo si ripete .........................................................

2 Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando.

• Quale risulta più difficile da pronunciare per te? .........................................................

Per giocare o...

…per dormire

Tre tazzine di caffè me le bevo tutte e tre tre e tre fanno sei sei e sei fanno dodici dodici e dodici ventiquattro uno due tre e quattro.

Ninna ò ninna ò questo bimbo a chi lo do? Se lo do alla Befana me lo tiene una settimana se lo do al buon Gesù me lo tiene un anno e più se lo do al lupo nero se lo mangia intero intero. Ninna ò ninna ò questo bimbo a chi lo do? Se lo tiene la sua mamma che lo ninna e lo nanna ninna nanna ninna ò.

da AA. VV., 300 filastrocche, Giunti Kids

da www.filastrocche.it

Metto a fuoco La conta e la ninna nanna La conta è una filastrocca per decidere a chi tocca “mettersi in gioco” o per accompagnare un gioco stesso. La ninna nanna è una cantilena con lo scopo di far addormentare i bambini. • Conosci alcune conte? In quali giochi le usi? • Ti ricordi qualche ninna nanna di quando eri piccolo?

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Metto a fuoco...

La poesia Le mie domande

CHE COSA è una poesia?

Ofelia la gatta Ofelia è tutta bianca e mai appare stanca di correre e saltare sembra un’onda del mare. È piccola e leggera Ofelia, ad ogni sera instancabile gioca con qualche ombra fioca.

La RIMA è presente? Di che tipo?

COME è strutturata una poesia?

Quale LINGUAGGIO usa la poesia?

Con i suoi polpastrelli morbidi e delicati piglia scialli e mantelli e li trasforma in prati. E si lecca e si stira si struscia e poi s’aggira percorrendo ogni stanza sempre a passo di danza. Ofelia è tutta bianca e mai appare stanca di divertirsi e sognare: forse è un’onda del mare. da G. Pontremoli, Ballata per tutto l’anno e altri canti, N.E.R.

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Le risposte CHE COSA La poesia è un testo in versi che esprime sensazioni e stati d’animo del poeta, il quale usa un linguaggio libero e originale e trasmette messaggi ricchi di valori personali o sociali. RIMA I versi di una poesia possono essere liberi o in rima. Nella poesia della pagina a fianco le prime due strofe e le ultime due sono in rima baciata, la terza strofa è in rima alternata. COME La poesia è composta da versi raggruppati o meno in strofe. La poesia a fianco, ad esempio, è formata da cinque strofe di quattro versi ciascuna. LINGUAGGIO

cile Per imparare fa

Il linguaggio della poesia è caratterizzato da espressioni particolari dette “figure retoriche” come: - la SIMILITUDINE, un confronto tra due elementi introdotto da “come, sembra...” - la METAFORA, un paragone basato sull’associazione di idee, senza le parole “come, sembra...” - la PERSONIFICAZIONE, l’attribuzione di caratteristiche umane a elementi della natura o a cose Nella poesia a fianco sono presenti una similitudine e una metafora.

vai alla mappa a pag. 213

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IL TESTO Poetico

Parole di mare Sai che il mare ha una sua voce? Per sentire cosa dice prova a metterti una volta con i piedi in acqua, e ascolta. Ma non farlo in pieno giorno quando troppa gente è intorno e si sentono gli strilli e si sentono gli sbuffi non si riesce a star tranquilli tra castelli, corse e tuffi. Sai che il mare ha una sua voce? Per sentire cosa dice scegli un tempo silenzioso quando il sole è più prezioso. Scegli l’alba di mattina o la sera maggiolina: è lì il mare che sussurra come canto di sirene la sua voce verde e azzurra la sua voce che va e viene e se parli ti risponde l’infinito delle onde. da C. Carminati, Poesie per aria, Topipittori

racconto DI ME Metto a fuoco

La struttura e la rima • Completa. La poesia è divisa in e complessivamente ha versi che sono: in rima

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sciolti

strofe

• Ti è mai capitato di soffermarti ad ascoltare la voce del mare, di un fiume o di un bosco? Ti ha trasmesso: energia serenità paura coraggio tristezza


IL TESTO Poetico

Sulla spiaggia Lungo la spiaggia di sabbia fine, sull’orlo di un mare a pecorelle, lento procede in triplice fila un branchettino di paperelle. Vanno di passo regolare come un collegio di chierichini, girano solo la testa, a beccare pallidi insetti salterini. Dietro c’è un mare che freme selvaggio, sopra c’è un sole che avvampa in leone. Restano, a traccia del lieve paesaggio, tante crocette a fior del sabbione. da D. Valeri, Poesie piccole, All’insegna del pesce d’oro

Nel bosco I faggi hanno tronchi grigi e lisci come alte colonne di una chiesa dove la gente prega e si riunisce: ma un tempo erano una piccola cosa. C’è un muschio attorno alle loro radici, e a noi che siamo qui sul basso suolo, oltre i rami larghissimi e felici, le loro cime sembrano nel cielo. da C.M. Barker, Le fate dei fiori, Fabbri

Metto a fuoco La similitudine • Sottolinea le similitudini presenti nelle due poesie. Ora completa. - Nella prima poesia, le paperelle avanzano come ......................................................................................... - Nella seconda poesia, i faggi sembrano .........................................................................................

COMPRENDO • Quali animali popolano la spiaggia? ......................................................................... • S econdo te, quale momento della giornata è descritto nella prima poesia? ......................................................................... Sottolinea il verso da cui lo capisci. •P rova a spiegare gli ultimi due versi della poesia sulla spiaggia. ......................................................................... ......................................................................... • Di chi si parla nella seconda poesia? ......................................................................... • S econdo te, sono: grandi piccoli Sottolinea i versi che te lo fanno capire.

SCRIVO •C rea tu delle similitudini: scegli paragoni originali. La luna sembra .................................................. Il sole somiglia a ................................................ Il mare pare .........................................................

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IL TESTO Poetico

Capelli Mi si increspano di giorno mi si impastano se dormo pettinati in tutti i modi mi si riempiono di nodi. Ricci mossi dritti o storti voglio solo averli corti! Voglio il ciuffo, la criniera una testa ciminiera. Lunghi e lisci sono un fiume dritti a punta sono piume. Chioma riccia, chioma cresta voglio una pelliccia in testa! da C. Carminati, B. Tognolini, Rime chiaroscure, Rizzoli

Vestiti Metto a fuoco

La metafora

• Sottolinea tutte le metafore presenti nelle due poesie. Quante ne hai individuate? • Associa le metafore delle due poesie all’elemento a cui si riferiscono. - sono maschere splendide CAPELLI - sono bandiere degli umori - sono un fiume VESTITI - sono uccelli coi loro piumaggi - sono piume UOMINI - sono storie con i personaggi

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Maschere splendide sono i vestiti come stagioni ci fanno fioriti. E siamo uccelli coi loro piumaggi e siamo storie con i personaggi. I vestiti son bandiere degli umori ciò che senti dentro fai fiorire fuori. da C. Carminati, B. Tognolini, Rime chiaroscure, Rizzoli

racconto DI ME •C ome sono i tuoi capelli? Ti piacciono? E i tuoi vestiti? Li scegli da solo/a o ti lasci consigliare? Quanta importanza dai all’aspetto fisico?


IL TESTO Poetico

La luna La luna scende in giardino per le scale della pallida sera: è tutta bella, le nubi la velano, la brezza la scopre. S’attarda dietro il cipresso, s’aggrappa all’agavi e ai fichi d’India, stende trine leggere sui viali, lega le fronde con fili d’argento, nell’ombra screziata di raggi crea e dissolve danze di gnomi, con le perle della rugiada sfila e infila collane di sogni.

lessico agave = pianta mediterranea trina = merletto, pizzo screziato = striato, macchiato • C i sono, nelle due poesie, altre parole di cui non conosci il significato? Sottolineale e aiutati con il vocabolario.

da A. Negri, I canti dell’isola, La Conchiglia

Metto a fuoco

Il sole Il sole si ammira dentro uno specchio: scintille guizzano, sprizzano, danzano, le vorrei afferrare, ma il sole, no, non si fa imprigionare. da C. Albaut, Filastrocche per prendere il sole, Motta Junior

La personificazione • Segna con una x, tra quelle proposte, le azioni umane attribuite alla luna nella prima poesia: scende in giardino splende in cielo si attarda dietro al cipresso stende trine sui viali illumina la notte infila collane di sogni • Nella poesia Il sole sottolinea: le azioni compiute dal sole le azioni compiute dalle scintille

COMPRENDO • S piega il significato della seguente espressione: “La luna stende trine leggere sui viali”. ....................................................... ....................................................... ....................................................... ....................................................... ....................................................... .......................................................

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IL TESTO Poetico

Io sono tutti gli uomini Io sono il popolano di tutti i villaggi e delle prodigiose capitali; sono l’uomo universo, marinaio di tutte le finestre della terra stordita dai motori. Sono l’uomo di Tokio che si nutre di pesciolini e bambù, il minatore d’Europa, fratello della notte; l’operaio del Congo e della spiaggia, il pescatore della Polinesia, sono l’Indio d’America, il meticcio, il giallo e il nero io sono tutti gli uomini. J. Carrera Andrade

Metto a fuoco

Il messaggio

• Colora il riquadro che contiene il messaggio della poesia Per Malala Yousafzai. Sta a noi scegliere come usare la nostra vita: per imparare o per uccidere.

Ogni tanto è bene dedicare del tempo a scrivere.

• Segna con una x il messaggio trasmesso dalla prima poesia. Pensare solo a se stessi aiuta a capire gli altri. Mettersi nei panni degli altri aiuta a capire e ad accettare la diversità.

facciamo

SQUADRA

•A vete già conosciuto Malala a pagina 70. Secondo voi, quale messaggio ha voluto dare al mondo? Perché le hanno assegnato il Premio Nobel? Cercate notizie su di lei e commentate insieme.

Per Malala Yousafzai Certi giorni è bene che impariamo da capo parola per parola cosa significa prendere un autobus andare a scuola. È bene sapere a cosa serva una mano se le stesse cinque dita possono stringere una pistola o tenere ben salda una matita. Certi giorni, una vita. da S. Vecchini, M. Marcolin, Poesie della notte..., Topipittori

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laboratorio del lessico

Filastrocche in altre lingue Il dialetto è una vera e propria lingua parlata in regioni geografiche specifiche; le lingue nazionali invece sono quelle ufficiali di uno Stato. • Leggi le tre filastrocche e attribuisci a ognuna lo stesso numero della sua traduzione in italiano, poi completa.

Une souris verte

1

Dormi

Ninna nanna, prendi sonno perché se dormi non vedrai tante cattiverie e tanti disastri che accadono nel mondo fra le spade e i fucili dei popoli civili.

Une souris verte qui courait dans l’herbe je l’attrape par la queue je la montre à ces messieurs. Ces messieurs me disent: Trempez-la dans l’huile. • Il testo è in lingua .........................................................

Fa’ la ninna

2

Ninna nanna, pija sonno ché se dormi nun vedrai tante infamie e tanti guai che succedeno ner monno fra le spade e li fucilli de li popoli civilli...

Una volta ho preso un pesce vivo

Uno, due, tre, quattro, cinque una volta ho preso un pesce vivo. Sei, sette, otto, nove, dieci poi l’ho lasciato andare di nuovo.

• Il testo è in dialetto ..........................................................

Once I caught a fish alive One, two, tree, four, five, once I caught a fish alive. Six, seven, eight, nine, ten then I let it go again.

• Il testo è in lingua ..........................................................

3

Un topino verde

Un topino verde che correva nell’erba lo afferro per la coda lo mostro a questi signori. Questi signori mi dicono: – Immergilo nell’olio.

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Per costruire le competenze

Girotondo

Giro giro tondo, tondo come il mondo, la luna qualche volta, la palla quando salta, 5 il tondo del mio occhio la ruota sotto il cocchio, il giro della chiave, l’oblò sopra la nave, la perla sotto il mare, 10 l’anello dell’amore, il sole luminoso, il pozzo silenzioso, il volo del rapace, la guerra non è pace, 15 la pace non è guerra, e tutti giù per terra! da R. Piumini, Tutta una scivolanda, Einaudi

Profumo di legna

Tardi, con le stelle aperte nel freddo aprii la porta. Il mare 5 galoppava nella notte.

Come una mano dalla casa oscura uscì l’aroma 10 intenso della legna custodita. P. Neruda

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Il testo poetico

1. Collega ogni titolo al tipo di testo corrispondente. poesia

6. Ritrova nel testo i nomi corrispondenti alle seguenti definizioni. - antico carro da guerra o da corsa: .......................................................................................

filastrocca Girotondo

limerick

.......................................................................................

- uccello predatore: .......................................................................................

Profumo di legna

conta Profumo di legna

- finestra di forma rotonda:

nonsense ninna nanna

Girotondo

2. La filastrocca presenta: un’unica strofa di dieci versi due strofe di sedici versi ciascuna un’unica strofa di sedici versi 3. I versi sono: tutti liberi in rima alternata in rima baciata sia in rima baciata che in quella alternata Cerchia le rime usando colori diversi e completa lo schema. 4. Il testo ha lo scopo di: far addormentare divertire far pronunciare suoni difficili esprimere sentimenti

7. La poesia presenta: un’unica strofa di undici versi due strofe di diversa lunghezza due strofe con lo stesso numero di versi 8. I versi sono: tutti liberi in rima alternata in rima baciata sia in rima baciata che in quella alternata 9. Il testo ha lo scopo di: aiutare a memorizzare nozioni esprimere sensazioni e stati d’animo del poeta divertire, far giocare far addormentare 10. L’espressione “il mare galoppava nella notte” (versi 4-6) è: una metafora una similitudine una personificazione

5. In quale occasione si recita?

11. Nella seconda strofa trovi: una metafora una similitudine una personificazione

.......................................................................................

Sottolineala.

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S...

come come

SOLIDARIETÀ

“Se fai qualcosa per gli altri, sarai il primo ad essere felice.”

Il clown in ospedale da due giorni. Mi chiamo Giulio e sono in ospedale i annoiavo, perché Ieri non stavo molto bene e poi m le bisogna fare la mamma ha detto che in ospeda , io ho riso forte. wn silenzio. Ma quando è arrivato il clo si è avvicinato All’inizio mi sono spaventato, poi lui facendo girare le , piano piano e ha iniziato a giocare palline per aria. i alla mamma: mi rm ne te a o av inu nt co a m a tiv er Mi div le palline e poi era piaceva vedere come si muovevanotesta. buffo quando gli cadevano tutte in ini. Il clown mi ha regalato dei pallonc corda che gli faceva Poi mi sono avvicinato e c’era una ccedeva niente, i dispetti: quando passavo io non su Io ridevo anche se quando passava lui cadeva sempre. era divertente. la corda non c’era, perché il clown Giulio (6 anni) e caccole rie di bambini in ospedale, Coccole da AA. VV., Ho la bua... embè? Sto

Caro Lorenzo, so che ora sei in ospeda le venisse a salvare dalla m . Vorrei che un supereroe ti con me, però purtroppo alattia e ti portasse a giocare del sangue non avere pa sei lì. Quando ti faranno l’esame ur chiudi gli occhi così non se a, se sentirai un “punturone” Vedrai che guarirai prestontirai nulla. Tanti saluti ed un abbrac e potremo giocare insieme. cio. Guglielmo (10 anni)

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l’educazione alla cittadinanza

promuove forme di cooperazione e di solidarietà.


Ci vorrebbe per la gente un dottore divertente, con il camice a colori la camicia gialla a fiori, che ti dia le caramelle, ti fa ridere a crepapelle, che ti curi con affetto e ti butti giù dal letto. Se è più allegro l’ospedale tu ti senti meno male e guarisci ancora prima, oh, che bella medicina!

Dottor Pippo (50 anni)

da AA. VV., Ho la bua... embè? Storie di bambini in ospedale, Coccole e caccole

• Essere solidali è anche “mettersi nei panni dell’altro”. Tu riesci a farlo? Ti è mai capitato? • Colora con il verde i sinonimi della parola SOLIDARIETÀ e con il blu i suoi contrari. MENEFREGHISMO INDIFFERENZA DIFFIDENZA

• Il dottor Pippo afferma che “se è più allegro l’ospedale, tu ti senti meno male”. Sei d’accordo? Conosci associazioni che portano i clown in ospedale? Scrivi sul poster un motto che faccia pubblicità al loro operato.

CONDIVISIONE COMPRENSIONE AIUTO

EGOISMO

• A te è mai capitato di essere ricoverato in ospedale? È capitato a qualcuno che conosci? • Secondo te, di cosa ha bisogno una persona ricoverata in ospedale? • Cosa saresti disposto a fare per aiutare Lorenzo e Giulio?

educazione alla cittadinanza

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S...

come come

SOLIDARIETÀ

Sapevo che saresti venuto Il più vecchio si chiamava Frank e aveva vent’anni. Il più giovane era Ted e ne aveva diciotto. Erano sempre insieme, amicissimi fin dalle elementari. Insieme decisero di arruolarsi nell’esercito. Partendo promisero a se stessi e ai genitori che avrebbero avuto cura l’uno dell’altro. Furono fortunati e finirono nello stesso battaglione. Quel battaglione fu mandato in guerra. Una guerra terribile tra le sabbie infuocate del deserto. Per qualche tempo Frank e Ted rimasero negli accampamenti protetti dall’aviazione. Poi una sera venne l’ordine di avanzare in territorio nemico. I soldati avanzarono per tutta la notte, sotto la minaccia di un fuoco infernale. Al mattino il battaglione si radunò in un villaggio. Ma Ted non c’era. Frank lo cercò dappertutto, tra i feriti, tra i morti. Trovò il suo nome nell’elenco dei dispersi. Si presentò al comandante. – Chiedo il permesso di andare a riprendere il mio amico – disse. – È troppo pericoloso – rispose il comandante – ho già perso il tuo amico. Perderei anche te. Là fuori stanno sparando. Frank partì ugualmente. Dopo alcune ore trovò Ted ferito mortalmente. Se lo caricò sulle spalle. Ma una scheggia lo colpì. Lo trascinò ugualmente fino al campo. – Valeva la pena morire per salvare un morto? – gli gridò il comandante. – Sì – sussurrò Frank – perché prima di morire Ted mi ha detto: “Frank, sapevo che saresti venuto”. da B. Ferrero, Il canto del grillo, Elledici

• La frase nel riquadro riassume il significato del brano. Scrivine anche tu una che abbia lo stesso scopo. Frank sfida la morte, pur di non deludere il patto di profonda amicizia che lo lega a Ted.

...................................................................................................................... ...................................................................................................................... ......................................................................................................................

• Sei disposto a correre un rischio per aiutare qualcuno a cui vuoi bene? • Riesci a sentirti davvero vicino a chi è in difficoltà?

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educazione alla cittadinanza


Nessun uomo è un’isola Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte della terra. Se una sola zolla viene portata via dall’onda del mare, la terra ne è diminuita, come se un promontorio fosse stato al suo posto, o una casa amica o la tua stessa casa. Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perché io partecipo all’umanità. E così non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te. J. Donne

• Il messaggio che la poesia ti rivolge è: è opportuno dare un contributo di altruismo solo se ti viene richiesto ogni richiesta di aiuto si rivolge anche a te i bisogni degli altri non devono interessarti non devi ascoltare il suono delle campane

SOLIDARIETÀ

in gioco

• Sperimenta la solidarietà in classe attraverso un gioco con i tuoi compagni. 1. D isponetevi in cerchio tenendovi per mano: è importante che il cerchio non sia troppo stretto, altrimenti sarà difficile svolgere il gioco. 2. D ue alunni resteranno fuori e saranno il lupo e l’agnello. Come ben sai, il lupo rappresenta la prepotenza, mentre l’agnello l’innocenza che è vittima di soprusi. Il bambino-agnello si posiziona al centro del cerchio e il bambino-lupo all’esterno. 3. C ompito dei bambini in cerchio è proteggere l’agnello dai tentativi del lupo di entrare nel

cerchio per mangiarlo; per impedirlo, quindi, gli alunni devono di volta in volta chiudere tutti i varchi che si creano tra loro, accostandosi spalla a spalla. 4. Se il lupo riuscisse a entrare nel cerchio, l’agnello deve essere pronto, aiutato dagli altri, a uscire dal cerchio e fuggire, mentre il lupo resta intrappolato nel cerchio: a questo punto gli alunni devono evitare che il lupo esca, ma se vi riuscisse... subito devono tornare a proteggere l’agnello, che si precipita a rientrare al sicuro nel cerchio.

educazione alla cittadinanza

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Sorprenditi con

La descrizione IL TESTO descrittivo

illustra con le parole la realtà che ci circonda, in modo che il lettore possa immaginare ciò di cui si parla

la descrizione può essere

OGGETTIVA

L’autore registra solo ciò che vede, così com’è nella realtà, senza esprimere valutazioni e impressioni personali, usando termini precisi e tecnici. La descrizione oggettiva è tipica delle enciclopedie e dei testi di studio.

SOGGETTIVA

L’autore presenta qualcuno o qualcosa come lui lo “vede” e lo “sente”, attraverso il suo punto di vista e le sue emozioni, mettendo così in luce i particolari più significativi, usando un linguaggio ricco di aggettivi, sinonimi, paragoni e personificazioni. La descrizione soggettiva si trova generalmente nei testi narrativi.

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I Dati sensoriali

sono usati dall’autore per registrare le informazioni raccolte attraverso i cinque sensi

DATI VISIVI

- colore - forma - dimensione - posizione - movimento

DATI TATTILI

DATI GUSTATIVI

- sensazioni del tatto

DATI UDITIVI

- suoni - rumori - tono di voce

- sapori

DATI OLFATTIVI - odori - fragranze - profumi

Metto a fuoco In questa sezione scoprirai vari aspetti della descrizione: - la DESCRIZIONE DI ANIMALI - la DESCRIZIONE DI AMBIENTI - la DESCRIZIONE DI PERSONE

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IL testo Descrittivo

Kolloval, l’elfo dell’allegria Gli Elfi silvani delle Terre Alte sono tra quelli che, col passare dei secoli, hanno finito con l’abituarsi agli Umani e ora ne condividono il modo di vivere e le diverse abitudini. Kolloval, l’elfo dell’allegria, è fra tutti questi uno dei più aperti e disponibili verso gli Umani. Di pura razza islandese, ha i capelli castani come i boschi in autunno, gli occhi scuri come l’acqua dei laghi vulcanici e la pelle delicata come il mughetto di palude; il suo carattere è così aperto e franco da ispirare simpatia e fiducia a prima vista. Le sue gote sono accese, i denti, bianchissimi e sempre bene in vista, sono splendenti in un sorriso di felicità ed ebbrezza. Kolloval non ha nulla a che fare con le pallide e tristi creature della notte o con le misteriose entità elfiche delle paludi sotterranee. In lui tutto è gioia di vivere e voglia di divertirsi pazzamente. Allegro e felice, vive nelle sterminate foreste del Grande Nord dove l’unica musica è lo stormire del vento fra gli alberi e il bramire dei cervi maschi, ma si incanta ad ascoltare il suono dei flauti e delle fisarmoniche, le canzoni delle genti di mare e le risate delle fanciulle. da C. Comini, R. Mosca, Nel mondo degli Elfi, De Agostini

Metto a fuoco

Il linguaggio della descrizione

Per descrivere in modo efficace è importante usare un linguaggio ricco di aggettivi qualificativi, sinonimi, metafore, similitudini e personificazioni. • Completa la tabella con le parole del testo.

capelli occhi pelle carattere gote denti

Aggettivi castani

Similitudini come i boschi autunnali

• Sottolinea nel testo gli aggettivi qualificativi riferiti al carattere dell’elfo.

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IL TESTO Descrittivo

Cuore puro e corpo leggero Il cacciatore d’immagini salta dal letto di buon mattino, ma non parte se il suo animo non è sereno, il cuore puro e il corpo leggero come un indumento estivo. Non porta provviste. Berrà l’aria fresca lungo la strada e si nutrirà di salutari odori. Lascia le armi a casa, perché gli basterà tenere gli occhi aperti. Occhi che usa come retini, in cui le immagini s’imprigionano da sole. Per prima cattura l’immagine della strada, che mostra le sue ossa (ciottoli levigati) e i solchi (vene crepate) tra due siepi ricche di prugnole e di more. Poi è la volta del fiume. Ha le anse biancheggianti e dorme sotto la carezza dei salici. Luccica quando un pesce si rigira sul ventre, come quando vi si getta una moneta d’argento e, appena comincia a cadere una pioggia fina fina, gli viene la pelle d’oca. Il cacciatore raccoglie l’immagine delle messi ondeggianti, delle erbe saporite e dei campi orlati di ruscelli. S’impadronisce al volo del passaggio di un’allodola o di un cardellino. Entra infine nel bosco. Non sapeva di avere sensi così fini. Subito inebriato di profumi, non perde il più lieve rumore. Ben presto lascia il bosco e in lontananza segue le figure dei taglialegna, che tornano al villaggio. Giunto allo scoperto, fissa per un momento, quanto basta per sentirsi l’occhio esplodere, il sole calante che depone sulla linea dell’orizzonte le sue vesti luminose e le nuvole sparse alla rinfusa. Ora è a casa, con la testa piena: spegne la lampada e lungamente, prima di addormentarsi, gode a ripassare le sue immagini.

COMPRENDO

da J. Renard, Storie naturali, La Spiga

Metto a fuoco

I dati sensoriali

• Abbina un colore a ognuno dei cinque sensi e usalo per sottolineare i dati corrispondenti nel testo. Poi completa la tabella. Colore scelto

Dati sensoriali

.................................... .................................... .................................... .................................... ....................................

.................................... .................................... .................................... .................................... ....................................

Sono presenti nel testo? Sì Sì Sì Sì Sì

o N No No No No

•Q uali di queste frasi completeresti con l’espressione del testo “occhi che usa come retini?” Va dall’oculista per gli... È un pescatore attentissimo grazie agli... Le armi del cacciatore di immagini sono... La sera il cacciatore di immagini ripassa ciò che ha visto con...

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IL testo Descrittivo

Il pastore maremmano Metto a fuoco

La descrizione oggettiva • Tra le seguenti informazioni, sottolinea quelle che ricavi dal testo. - Il cane pastore maremmano è di costituzione forte. - Il pelo è ruvido al tatto. - Il pastore maremmano ispira sicurezza e fiducia all’autore. - Il peso nei maschi è intorno ai quaranta chili. • Si tratta di una descrizione oggettiva perché: è ricca di emozioni provate da chi scrive è ricca di informazioni su questa razza di cane è adatta a un libro o a un sito di informazione scientifica è inserita in un racconto

lessico garrese = indica la parte alta del tronco di un animale tartufo = è la punta del naso di alcune razze di cane • Scopri perché si chiama così osservando la foto e aiutandoti con il vocabolario.

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Il cane da pastore maremmano è di grandi dimensioni, ha un aspetto possente e insieme distinto, robusto e coraggioso. È un cane intelligente, dal carattere docile ma aggressivo quando è a guardia del gregge o difende la proprietà. Il manto del maremmano è folto e abbondante, lungo e piuttosto ruvido al tatto. Il pelo aderisce bene al corpo, è corto su tutto il muso, sulle zampe anteriori e su quelle posteriori, sulle quali forma una leggera frangia; più lungo e folto sul collo, raggiunge gli otto centimetri sul resto del corpo. Di colorazione bianca, incluse tutte le sue sfumature, il manto può presentare anche tratti di avorio, giallo o arancione pallido. Come statura, normalmente il pastore maremmano maschio va dai sessantacinque ai settantatré centimetri al garrese con un peso compreso fra i trentacinque e i quarantacinque chili; le femmine dai sessanta ai sessantotto centimetri al garrese, con un peso compreso fra i trenta e i quaranta chili. La testa è piuttosto grande; le mascelle sono robuste e i denti sono molto bianchi e di allineamento regolare. Il tartufo è di pigmentazione nera. Gli occhi non sono particolarmente grandi rispetto alla mole dell’animale, così come le orecchie, che sono di forma triangolare. Ha un collo forte, circondato da un folto e lungo pelo che va a formare una sorta di collare. Il petto del pastore maremmano è largo, ben aperto e dotato di muscoli ben sviluppati; anche le zampe sono muscolose e terminano con un piede grande di forma tondeggiante. da www.pastoremaremmano.it


IL TESTO Descrittivo

Baffo, il mio primo cane Si chiamava Baffo e fu il primo cane veramente nostro. Mio padre non aveva mai voluto cani in casa, prima, perché gli pareva un atto contro natura costringere un cane a vivere in città, in una casa senza giardino né terrazzo. Poi un giorno mio fratello Ferdinando e mio fratello Carlo tornarono a casa con un cagnetto, sporchissimo e irsuto, con una zampa ferita e due occhi azzurri di lattante spaventato ma curioso. Carlo raccontò che il cane era stato buttato fuori da un’auto in corsa, avvolto in un sacco, ed era piombato proprio sul manubrio della sua bicicletta. – Dono del cielo – disse mio padre, che non gli credette neanche per un secondo. Il cagnetto abbaiò. Aveva una voce molto buffa. Mio padre lo guardò pensosamente, poi disse: – Può stare qui finché non si sarà irrobustito. Poi lo porterete in campagna dal nonno. Crescendo, Baffo diventò non solo robusto ma enorme: un grande e splendido pastore maremmano bianco-sporco. Era un cane unico, Baffo: cantava quando era felice. E aveva molte altre specialità, tra cui quella di essere l’unico essere vivente capace di separare i miei fratelli quando si picchiavano e quella di saper giocare in porta. Quando facevano le loro partite di pallone nel corridoio, Baffo, con i suoi tuffi acrobatici, le sue spettacolari parate di zampe, di muso o di testa, salvò più di una vetrata.

Metto a fuoco

La descrizione soggettiva • Aggiungi altre due impressioni personali dell’autore, che ti fanno capire che la descrizione è soggettiva. - Baffo fu il primo cane veramente nostro. - Baffo, quando era felice, cantava. - ........................................................... ........................................................... - ........................................................... ...........................................................

come la penso •A te piacerebbe avere un animale? Secondo te perché in genere i bambini desiderano avere un animale più degli adulti?

da B. Gasparini, Una donna e altri animali, Rizzoli

COMPRENDO • Scrivi le domande adatte alle risposte. ......................................................................................................................................? - In una casa senza giardino né terrazzo. ......................................................................................................................................? - Era stato gettato da un’ auto in corsa. ......................................................................................................................................? - Cantava quando era felice, parava le palle con le sue zampe e riusciva a giocare in porta e a separare i fratelli che litigavano.

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IL testo Descrittivo

Due super nonne La nonna Ida, una donna dalla statura imponente di origine piemontese, andava spesso a prendere Elisa all’uscita della scuola e puntualmente le chiedeva: – Ciao piccola, cosa hai mangiato a merenda? Per lei il cibo era una cosa fondamentale. Le raccomandava sempre di non preoccuparsi della linea come tante “bimbe-grissino” che si vedono in giro. Fedele a queste affermazioni, cucinava come un grande chef: nessuno era capace di preparare polpettine di carne e patate fritte come le sue. La cucina di nonna Ida, poi, era un luogo tutto da scoprire: le mensole alle pareti erano stracariche di ogni ben di Dio, c’erano bottiglie, barattoli, mestoli, ricette scritte su post-it ingialliti appesi un po’ ovunque. Ma la cosa più interessante era un banco da lavoro sistemato sotto la finestra, proprio per la nipotina; lì Elisa poteva tagliuzzare le verdure, mescolare il latte alla farina e riempire di impasto gli stampi per i biscotti. Tutto questo a Elisa piaceva da matti e cercava di farlo sempre a regola d’arte perché la nonna era molto esigente. Nonna Ida era fatta così, trasformava ogni pasto in un pranzo di gala con sedici portate, cosa che la mamma di Elisa criticava senza tregua: – La farà diventare obesa, se continua a rimpinzarla così! – brontolava sempre.

Metto a fuoco

La descrizione nella narrazione

• Sottolinea nel testo, ciascuna con un colore diverso, le parti che descrivono: - la nonna Ida - la cucina di nonna Carla - la cucina di nonna Ida - la biblioteca di nonna Carla • Secondo te, le descrizioni inserite nel racconto sono: un’interruzione che spezza il filo della narrazione un arricchimento che aiuta a immaginare ciò di cui si racconta

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IL TESTO Descrittivo Quel giorno, però, ad attendere Elisa all’uscita dalla scuola, c’era anche nonna Carla. Elisa era felice perché anche lei le piaceva, e molto. A differenza di nonna Ida, non amava cucinare; la sua cucina era la stanza più piccola della casa, piena soprattutto di barattoli di spezie e libri di ricette esotiche, perché la sua vera passione erano i libri e i viaggi in luoghi lontani. Appena Elisa entrava in casa, voleva andare in biblioteca, il regno di nonna Carla: un salone con grandi vetrate e scaffali pieni di libri. Le pareti erano tappezzate di quadri, dipinti da artisti suoi amici. A Elisa piaceva in particolare il ritratto di due bambine che si guardavano come in uno specchio e si tenevano per mano. Ma più di tutto si divertiva a guardare le fotografie dei luoghi visitati dai nonni in ogni parte del mondo: l’Africa e i grandi parchi con le zebre e le giraffe, le foto dei coccodrilli con le fauci spalancate e le leonesse in lontananza. – Allora, perché siete in due ad aspettarmi? – chiese Elisa alle due donne. – Abbiamo pensato di farti una sorpresa: pranzo sulla spiaggia e un giro al parco giochi. – Evviva – esclamò Elisa – ho proprio due super nonne! da P. Ceccarelli, Il filo che ci unisce, Raffaello Ragazzi

COMPRENDO • Come si chiamano le nonne di Elisa? .................................................................................................................................

• A lei piacciono entrambe? Da che cosa lo capisci? .................................................................................................................................

•Q uale caratteristica di ogni nonna piace a Elisa? Sottolinea nel testo le parti che ti aiutano a rispondere, poi scrivi sul quaderno. • L’espressione “la nonna era molto esigente” si riferisce al fatto che: pretendeva il massimo nei compiti pretendeva il massimo in cucina voleva che Elisa le obbedisse sempre non si accontentava mai di nulla

come la penso •Q uale delle due nonne ti incuriosisce di più? Perché?

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Metto a fuoco...

LA DESCRIZIONE DI ANIMALI Le mie domande In quale MODO può essere descritto un animale?

Quali ASPETTI è bene considerare?

Quali DATI si usano nella descrizione di un animale?

COME si può rendere la descrizione di un animale più originale e simpatica?

Qui-quak Mezzo disco di sole era già sparito sotto la superficie del mare. Un giovane papero uscì cauto dall’intrico delle canne. Muoveva in fretta le zampe grigie nell’acqua, fermandosi spesso per immergere il becco a destra e a sinistra e ingozzarsi d’erbe marce, con la speranza di trovare qualche boccone più saporito, un pesciolino o un girino. Era un papero giovane, nato in primavera, e aveva ancora sotto le ali gli spunzoni irti di nido. Le penne per volare gli erano cresciute durante l’estate, in sostituzione dell’arruffata lanugine, ma il papero continuava a seguire le abitudini dell’infanzia. Anche se ormai era in grado di attraversare a volo i canneti con pochi colpi d’ala, si ostinava a nuotare. Racimolava quel poco da mangiare che gli occorreva e ammirava sbalordito la bizzarra vita dei pesci e dei girini che si muovevano sotto di lui e che fuggivano come razzi al suo apparire. Qui-quak, questo era il suo nome, era stato sempre solo, non sapeva nemmeno che cosa fosse uno stormo. Mamma oca era morta in una splendida giornata d’estate. La morte l’aveva ghermita davanti agli occhi di Qui-quak in un pomeriggio tranquillo, in quell’ora del giorno in cui le mamme oche conducono fuori dai nascondigli i paperini. I sette paperini seguivano mamma oca. Qui-quak era il quinto della fila e muoveva svelto svelto le zampette ancora deboli, cercando di tenere dietro ai fratelli. Ogni tanto allungava il collo e scorgeva la grossa sagoma della madre che sembrava un barcone seguito da sette barchette gialle. Ad un tratto però un’ombra scura tagliò l’aria sopra di loro e l’orribile groviglio di artigli di un’aquila si portò via mamma oca. Da quel momento Qui-quak aveva imparato a cavarsela da solo. da S. Bulajic, La carovana alata, Giunti

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Le risposte MODO Un animale può essere descritto in modo: - soggettivo, quando si riportano osservazioni personali - oggettivo, quando si riportano solo le caratteristiche precise, quindi la descrizione assume un carattere scientifico

ASPETTI Gli aspetti da considerare nella descrizione di un animale sono: - informazioni generali (razza, ambiente, proprietari... - aspetto fisico (colore, dimensione, verso...) - comportamento (temperamento, abitudini, gusti, difetti, abilità, atteggiamento nei confronti dell’uomo) - episodi (uno o più fatti particolari accaduti all’animale descritto)

DATI SENSORIALI Per descrivere un animale si ricorre ai cinque sensi. Da essi infatti si ricavano le informazioni relative alla forma, al colore, alle dimensioni, al verso...

COME

cile Per imparare fa

Per rendere originale e simpatica la descrizione di un animale, ricordati di: - inserire note particolari o osservazioni personali, che riguardano solo quel soggetto, ad esempio un tratto originale del suo carattere o dell’aspetto fisico - evitare le lunghe liste, gli elenchi di caratteristiche che possono risultare noiosi

vai alla mappa a pag. 214

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IL testo Descrittivo

Polly permaloso Il regalo di papà arrivò alla fine della settimana. Giunse in una grande cassa con dei buchi per la ventilazione. Conteneva una gabbia di fil di ferro, in cui c’era uno splendido pappagallo. Era un enorme amazzone adulto, lungo un metro dalla cresta alle penne della coda, con il petto d’un brillante colore dorato, la schiena azzurra, le ali di un rosso acceso. Era la cosa più bella che avessimo mai visto. Mentre lo guardavamo a bocca aperta, sporse oltre le sbarre il grosso becco squamato e aprì delicatamente il chiavistello, poi salì sopra la gabbia con mossa esperta, nonostante fosse impedito da una catenina argentata che gli legava una zampa al trespolo. Si lisciò con il becco una lunga penna iridescente, scosse la testa, alzò e abbassò la cresta con un gesto un po’ minaccioso e si girò a fissarci con un occhio giallo perfettamente rotondo. Come tutti i pappagalli, si chiamava Polly. Con il passare del tempo, venne fuori che era permaloso e irritabile. Con quell’enorme becco e quei tremendi artigli neri, nessuno osava nemmeno pensare di slegarlo dal suo trespolo. Ci intimidiva tutti: genitori, figli, cani, gatti. Tutti si tenevano alla larga dal suo angolo, tranne quando bisognava dargli da mangiare, cambiargli l’acqua e la carta. A Polly non sembrava importare di essere un uccello senza amici. Passava le giornate borbottando tra sé e sé, cantando sboccate canzoni di mare e lanciando, ogni tanto, un acuto strillo spaccatimpani. da J. Kelly, L’evoluzione di Calpurnia, Salani

Metto a fuoco

La descrizione di animali

• Completa la tabella con i dati usati nel testo per descrivere Polly. Aspetto fisico

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Comportamento

Note particolari

razza dimensioni

..................................................

....................................................

....................................................

..................................................

....................................................

....................................................

colori

..................................................

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....................................................

occhi

..................................................

....................................................

....................................................

voce

..................................................

....................................................

....................................................

becco

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....................................................

....................................................

artigli

..................................................

....................................................

....................................................


IL TESTO Descrittivo

Lucertole Nel muro del giardinetto, in un punto dove l’intonaco si era staccato dai mattoni, trovai un giorno alcune palline bianche, un po’ ovali, grosse come piccoli fagioli. Sembravano di gomma; infatti una cadde su una pietra e saltellò come una pallina: allora cominciai a buttarle per terra con forza, sembrava che dentro ci fosse qualcosa, come un’ombra. Presi un mattone e ne schiacciai una: dentro c’era, arrotolato, un lucertolino! Era piccolo piccolo, ma aveva già tutte le parti del corpo ben formate: la testa, il corpo, la coda, quattro zampette. E io l’avevo ucciso! Preso dal rimorso riportai tutte le palline nel buco dove le avevo trovate e le lasciai là. Tutti i giorni passai a vedere se i lucertolini erano nati. Non so quanti giorni passarono e un giorno finalmente li vidi: due uova erano spaccate e i lucertolini erano fermi al sole. Quando mi avvicinai, scapparono dentro al buco. Io e le lucertole del giardino eravamo amici: ce n’erano dappertutto. Alcune erano grosse e con la pancia molle, stavano sul rialzo del muretto a godersi il sole: vedevo il loro cuore pulsare e cercavo di non disturbarle. Altre erano di lunghezza media, altre piccoline. Forse erano nonni, genitori e figli o nipotini, pensavo. da M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza

Metto a fuoco

La descrizione di animali

• A quale caratteristica corrispondono le seguenti frasi tratte dal testo? Collega. Nota particolare - “Scapparono dentro al buco” - “Io e le lucertole del giardino eravamo amici” - “Alcune erano grosse e con la pancia molle” - “Stavano sul rialzo del muretto a godersi il sole”

Osservazione personale Aspetto fisico

- “Altre erano di lunghezza media, altre piccoline” - “Forse erano nonni, genitori e figli o nipotini”

Comportamento

racconto DI ME • Ti incuriosiscono le abitudini degli animali? Vai alla ricerca delle loro tane o nidi. Ti è mai capitato di scoprirne uno? Pensaci e raccontalo a voce o con un testo scritto.

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Metto a fuoco...

LA DESCRIZIONE DI AMBIENTI

Vita nella palude Le mie domande In quale MODO può essere descritto un ambiente?

Quali ASPETTI possono essere presi in considerazione nella descrizione di un ambiente?

Quali DATI sensoriali si usano per descrivere un ambiente?

Quale ORDINE segue la descrizione di un ambiente?

COME si può rendere la descrizione di un ambiente più originale e simpatica?

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La palude si stendeva quieta sotto il sole pomeridiano. L’autunno spargeva le ultime ondate di tepore e di luce sulla terra che ancora palpitava di vita. Dietro il muro verde delle erbe e delle canne che incorniciava la palude, scorreva un fiume gonfio, alimentato da un’intricata rete di ruscelli. Il fiume pareva godere della propria potenza, mentre si gettava impetuoso verso il mare. Proprio laggiù, oltre la palude, cominciava la sua incessante lotta contro l’oceano. Il fiume sembrava una larga spada bianca che tentava d’insinuarsi nell’azzurro del mare, il quale a sua volta lo respingeva con le sue ondate possenti. E là dove s’incontravano, si ergeva una barriera di spuma candida. Quando arrivava l’alta marea, il fiume era costretto ad arrendersi e a ritirarsi con ondate rabbiose, urtando contro la sua stessa corrente che l’incalzava, per muovere di nuovo alla conquista del mare non appena le sue acque rifluivano. E la lotta ricominciava. Dalla palude il rombo di quel conflitto eterno si udiva attenuato, come l’ansimare lontano di due giganti in lotta. La palude era assopita nel tepore dell’ultimo sole. I raggi filtravano attraverso le cortine dei giunchi e delle ninfee gialle. Si immergevano come lame nel profondo delle acque verdastre. Svelavano il pulsare nascosto della vita sotto le piante del sottobosco, sotto i ceppi marciti degli ontani, tra le file delle erbe palustri. Poi dal mare salì una brezza lieve, le ombre sottili dell’erba si allungarono e s’intrecciarono sullo specchio dell’acqua, increspandolo in piccole onde. da S. Bulajic, La carovana alata, Giunti


Le risposte MODO Anche un ambiente può essere descritto in modo: - soggettivo, quando sono riportate sia le caratteristiche del luogo, che le emozioni che esse suscitano nell’autore - oggettivo, quando si riportano solo le caratteristiche del luogo

ASPETTI Si può descrivere sia un luogo interno che un luogo esterno, prendendone in considerazione tutti gli aspetti: immagini, colori, suoni e rumori, odori, profumi, sapori, sensazioni tattili...

DATI SENSORIALI Per descrivere un ambiente si ricorre ai cinque sensi, in modo da ricavare tutte le informazioni possibili e registrarle attraverso i dati sensoriali.

ORDINE La descrizione di un ambiente può seguire un ordine: - logico, cioè dal generale al particolare, o viceversa - spaziale, dal vicino al lontano, dall’interno all’esterno, da sinistra a destra... o viceversa, con l’uso degli indicatori spaziali

COME

cile Per imparare fa

Per rendere più originale la descrizione di un ambiente, soffermati sulle tue impressioni personali riguardo a quel luogo.

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IL testo Descrittivo

Un giardino di frutta Metto a fuoco

La descrizione di ambienti • Cancella i nomi dei luoghi che non sono oggetto della descrizione. giardino – orto – melograno cucina – soggiorno – camere • Sono descritti: solo ambienti esterni solo ambienti interni sia ambienti interni che esterni • Sono utilizzati dati sensoriali: visivi olfattivi gustativi uditivi tattili • La descrizione è: soggettiva oggettiva • Completa. La casa descritta si trova ad .............................................. . Ha un giardino con tanti alberi ................................ tra i quali uno di ............................................ ombreggia .......................... della casa. Dalla proprietà ...................... ................................... sporgeva un ........................................................... .

racconto DI ME • Tu hai un luogo in cui ti senti davvero “bene”? Racconta ai tuoi compagni.

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Da anni avevo una casa mia, in alto, ad Anacapri, una piccola casa umida, immersa nel silenzio, alla fine di un lungo e stretto giardino di frutta che pure mi apparteneva. Limoni, prugne, uva, pesche, noci, fichi. Un bellissimo albero di albicocche ombreggiava la facciata della casa. Si potevano prendere i frutti allungando una mano da una finestra. Dal giardino si vedeva il mare. L’aria era così leggera e, quando pioveva, la terra bagnata sprigionava un odore indimenticabile e raro per chi, come me, vive in città e non saprebbe vivere altrove. Tutto intorno non vi erano prati all’inglese verdi e compatti come tappeti, ma orti e vigne, boschi di limoni, nespoli e persino un melograno che, dalla proprietà confinante, protendeva un ramo verso il mio giardino. Il ramo di melograno si vedeva anche dall’interno, dalla finestra del soggiorno, una stanza piccola con le pareti di pietra e un largo caminetto che faceva fumo non appena si accendeva. Anche le camere da letto erano semplici con i travi di legno al soffitto, ma l’odore di quella casa mi piaceva e solo lì mi sentivo davvero bene. da U. Pirro, Mio figlio non sa leggere, Rizzoli


IL TESTO Descrittivo

La casa più bella Tutti ritenevano che casa nostra fosse la più bella della città. Era una grande costruzione con pavimenti in marmo e finestre immense. Il pavimento dei quattro bagni era rivestito da mosaici di piastrelle e alle pareti delle stanze erano appesi arazzi intessuti con fili d’oro. Al piano superiore c’erano la mia camera da letto, quella di Baba e il suo studio, chiamato anche la “stanza del fumo”, che profumava sempre di tabacco e cannella. Baba e i suoi amici se ne stavano lì, dopo cena, sdraiati sulle poltrone di pelle nera e discutevano dei loro tre argomenti preferiti: politica, affari, calcio. Il soggiorno al pianterreno aveva una parete curvilinea con mobili costruiti su misura. Sui muri immagini di famiglia. Una vecchia foto del nonno con il re: durante un’uscita di caccia. C’era anche una foto dal matrimonio dei miei genitori. Di fianco al soggiorno c’era la sala da pranzo. Dal soffitto a volte pendeva un lampadario di cristallo e al centro della stanza c’era un tavolo di mogano intorno al quale potevano sedersi una trentina di invitati, cosa che, dato che mio padre amava dare feste sontuose, accadeva quasi ogni settimana. Sulla parete di fronte alla porta c’era un imponente camino di marmo che per tutto l’inverno splendeva di fiamme rosso-arancio. Attraverso un’ampia porta scorrevole in vetro si accedeva a una terrazza semicircolare che dava su un prato con alcune file di ciliegi. Lungo il muro orientale Baba e Alì avevano seminato un piccolo orto con pomodori, peperoni, menta e del granoturco che non attecchì mai.

Metto a fuoco

L’ordine nella descrizione • Colora il riquadro che contiene la successione con cui sono descritti gli elementi della casa. vialetto - bagni - camera - soggiorno sala da pranzo - terrazza - orto bagni - studio - soggiorno sala da pranzo - terrazza - orto terrazza - vialetto - bagni - camera soggiorno - sala da pranzo - orto • La descrizione segue un ordine: spaziale logico

SCRIVO •U sa i seguenti indicatori spaziali per descrivere la tua casa. davanti - a destra - a sinistra al piano superiore

K. Hosseini, Il cacciatore di aquiloni, Piemme

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Metto a fuoco...

LA DESCrIZIONE DI PERSONE Le mie domande

In quale MODO può essere descritta una persona?

Quali ASPETTI è bene considerare nella descrizione di una persona?

Quali DATI si usano per descrivere una persona?

COME si può rendere la descrizione di una persona più originale e simpatica?

Aurora e Marcel Cocut Aurora, capelli lunghissimi e grandi occhi scuri, viene dalla Romania, è arrivata quando facevamo la terza, allora parlava malissimo l’italiano e Ugo le faceva il verso. Ora però l’italiano Aurora lo parla e lo scrive meglio di lui. Ugo ha smesso di prendere in giro Cocut Aurora quando ha visto che in italiano lei lo superava alla grande. E comunque Aurora è sempre allegra e degli scherzi di Torzoni sembra che non se ne sia praticamente mai accorta. Insomma, per Ugo non c’era soddisfazione, proprio nessuna soddisfazione, così ha smesso. Uno che invece se la prende parecchio e non sopporta gli scherzi, è Marcel Mensah, che è senegalese, però nato in Italia. Marcel è nero come il carbone e quando ride i denti sono così bianchi che sembra che sulla faccia gli si stampi una mezza luna luminosa. È molto simpatico quando è di buon umore ma non si lascia prendere in giro e scherza poco. Qualche volta il suo papà viene a scuola a parlare con le maestre. È un uomo molto elegante, con un’aria serissima. Deve essere un papà molto severo. Mi piacerebbe che Marcel sorridesse di più, perché quella mezza luna luminosa che gli si stampa in faccia mette allegria, ma non oso dirglielo. da G. Quarzo, Tutti amici, Coccole e caccole

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Le risposte MODO Una persona può essere descritta in modo: - soggettivo, quando l’autore si lascia influenzare dalle sue impressioni e giudizi personali - oggettivo, quando l’autore ne delinea in modo distaccato il ritratto

ASPETTI Gli aspetti da considerare nella descrizione di una persona sono: - presentazione generale (identità, luogo in cui vive...) - aspetto fisico (volto, corporatura, voce, abbigliamento...) - carattere (temperamento, gusti, difetti, abilità, atteggiamento...) - comportamento (abitudini, interessi, rapporto con gli altri...) - episodi (uno o più fatti particolari accaduti alla persona descritta)

DATI SENSORIALI Nella descrizione di una persona si usano i dati sensoriali soprattutto per presentare il suo aspetto fisico.

COME Per descrivere in modo originale e simpatico una persona, cerca di coglierne i segni particolari: una sua caratteristica, fisica o comportamentale, buffa o strana. Evita i lunghi elenchi di caratteristiche.

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag. 214

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IL testo Descrittivo

Ondina La signorina Mundula abitava al quinto piano di una vecchia casa del centro. Era la donna più bella che Prisca avesse mai visto. Era alta, snella, elegante, nonostante indossasse un golf e una gonna assolutamente comuni. Aveva la carnagione bianchissima e i capelli rosso fiamma, ondulati, fermati con un pettinino sulla tempia destra e sciolti sulle spalle. Gli occhi, di un bel colore castano dorato, erano luminosi come quelli di vetro delle bambole. Sulle guance, quando sorrideva, le si formavano due simpatiche fossette. Non sembrava proprio un’insegnante di matematica. – Dunque tu sei Prisca? – chiese con calore e strinse la mano a Prisca come se fosse stata sua amica. Appena terminata la lezione, Prisca si precipitò dalla sua amica Elisa per raccontarle tutto. – Se la vedessi! Sembra una fata. – Che esercizi ti ha fatto fare? – chiese Elisa. Ma Prisca non ricordava nulla della lezione, a parte il viso della signorina Mundula, la sua voce un po’ roca e le mani, bianche come la neve. La signorina Mundula si chiamava Ondina e mai nome femminile era sembrato a Prisca più bello e più adatto a chi lo portava. da B. Pitzorno, Ascolta il mio cuore, Mondadori

Metto a fuoco

La descrizione di persone

• Sottolinea nel testo le caratteristiche associate ai seguenti aspetti, poi completa. - statura: ............................................................................................................................................................................................ - abbigliamento: ............................................................................................................................................................................. - carnagione: ................................................................................................................................................................................... - capelli: ............................................................................................................................................................................................. - occhi: ............................................................................................................................................................................................... - voce: ................................................................................................................................................................................................ • Si tratta di una descrizione: oggettiva soggettiva Sottolinea nel testo le espressioni che te lo fanno capire. • Nel testo è riportata una frase da cui si capisce che all’autrice non piacciono le insegnanti di matematica. Cerchiala.

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IL TESTO Descrittivo

Umberto non è un genio Umberto non è un genio, e lo sa: non occorre essere un genio per capire che tutti quei segni rossi e blu che affollano i suoi compiti fin dalla prima elementare non sono variopinte decorazioni. Se gli capita di prendere un “nove” o un “distinto”, cosa di cui Umberto è il primo a stupirsi, la sua mamma gli fa un regalo. Non gli capita quasi mai di prendere voti così, ma di regali lei gliene fa ugualmente, perché è il suo unico figlio, la gioia della sua vita, la luce dei suoi occhi eccetera. Per essere il più gettonato della classe, e forse di tutta la scuola, non serve essere un genio. E Umberto in quanto a popolarità va veramente forte. Non se ne vanta mai, anche perché non si sforza affatto di essere popolare: è così e basta. Se qualcuno organizza una festa di compleanno, lui è il primo a essere invitato. Una volta è capitato che, il giorno del compleanno di Sara, Umberto avesse un appuntamento dal dentista. Per assicurarsi la sua presenza, Sara ha addirittura spostato la festa. E poi Umberto è carino, con quei capelli castani e gli occhi blu, che ha preso da suo padre. Suo padre è un uomo affascinante. Grazie a questo fascino, ha una fidanzata di undici anni più giovane, che Umberto non sopporta. Più di una volta ha pensato che, se suo padre fosse stato basso, grasso e calvo, magari si sarebbe evitata quella storia della separazione, che non è stata per niente gradevole. Molti vorrebbero essere popolari come Umberto, ma naturalmente non ci riescono, perché lui non usa tattiche o roba del genere: è Umberto è basta. da A. Vivarelli, Tutta colpa di un cane, Piemme

Metto a fuoco

La descrizione di persone

• Di Umberto l’autrice descrive in modo più approfondito: il comportamento il carattere l’aspetto fisico • Cancella gli aspetti che, secondo te, Umberto non possiede. è prepotente

è popolare

• La descrizione di Umberto è:

è geniale

è vanitoso

oggettiva

è antipatico soggettiva

lessico • “Molti vorrebbero essere popolari come Umberto, ma naturalmente non ci riescono...” . Cosa si può scrivere al posto di “naturalmente” senza cambiare il significato della frase? invece ovviamente

dopo perché

come la penso • S ei d’accordo con l’affermazione che non serve essere un genio per diventare popolare? Esponi a voce ciò che pensi in proposito.

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IL testo Descrittivo

La principessa del calcio Metto a fuoco

La descrizione di persone • Indica se i seguenti elementi presenti nella descrizione si riferiscono a Carlotta (C), alla mamma (M) o a entrambe (CM). carattere aspetto fisico comportamento nome luogo in cui vive • Quali aggettivi possono definire il carattere di Carlotta? E quello della mamma? Collega. Carlotta

Mamma

ritardataria

sportiva

appassionata fantastica

bizzarra

antipatica studiosa

pigra agile

Mi chiamo Carlotta. E sono femmina, femmina come la palla. Anche il mio papà lo diceva sempre: “Ricordati che il pallone è maschio, ma la palla è femmina”. Gioco a calcio: è la mia grande passione! Sono nella categoria “Pulcini” perché ho quasi nove anni e ho lasciato i “Primi calci” a settembre. Sono nella squadra del Colonnella, che è anche il mio paese, e la nostra divisa è rossa. Oggi iniziano le partite. La mia maglia è la numero 10, con le maniche che coprono le mani e poi penzolano più giù. Ormai abbiamo imparato: uso gli elastici dei capelli per tenere le maniche fino ai polsi e lego stretto stretto il cordoncino dei pantaloncini. Il terrore che mi cadano in campo è sempre lì: un terrore terribile. Una volta è successo a Marco, e le risate e i fischi e gli sghignazzi sono durati per settimane. Poveretto! – Carlotta, dove sei? È tardissimo! La partita inizierà senza di te! Mi viene da ridere. La mamma che dice a me che è tardissimo! È sempre lei a essere in ritardo, di solito. Ho una mamma davvero strana. Le mie amiche dicono che è fantastica, ma secondo me è solo mamma: una mamma con i capelli intinti nel barattolo della marmellata di ciliegie! Sì, si è fatta i capelli rossi da un mese e ha fatto aggiustare la Vespa 125 di papà: ora che è primavera, andiamo in giro così. Noi due sulla Vespa arancione che mamma chiama “Calabrone”. Meno male che indossa il casco, altrimenti i capelli di mamma potrebbero essere scambiati per un semaforo. Adesso basta. Non c’è niente da ridere. C’è da correre e stare concentrati solo sulla palla. da L. Frescura, Il pallone è maschio, la palla è femmina, Raffaello

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laboratorio del lessico

Che tipo! • Inserisci il titolo giusto per le due descrizioni: Il tipo disordinato - Il tipo vanitoso .....................................................

.....................................................

Sempre sbadata e frettolosa, ammucchia in disordine tutto quello che non le serve. Se apri il suo armadio, vieni travolto da una valanga di magliette, scatole, giornalini...

Sempre davanti allo specchio, si aggiusta i capelli e il ciuffo sulla fronte, poi controlla il dietro, si aggiusta il nodo della cravatta e finalmente esce per continuare a controllare la propria immagine nelle vetrine.

La caratterizzazione Il modo migliore per descrivere una persona è quella di cogliere gli aspetti che la rendono diversa dagli altri. Per questo scopo sono utili le tavole lessicali che ti aiutano a scegliere gli aggettivi e i verbi piÚ adatti a definire in modo efficace il carattere e il comportamento dei vari personaggi.

Ora costruisci tu una tavola lessicale adatta a questo personaggio sportivo.

Tavola lessicale per un personaggio disordinato Aggettivi: frettoloso - caotico - confusionario sbadato - distratto - smemorato... Verbi: ammassa - rovescia - mescola dimentica - sparpaglia - ammucchia... Tavola lessicale per un personaggio vanitoso Aggettivi: impeccabile - moderno ordinato - profumato - perfetto... Verbi: si specchia - si pettina - si ammira si esibisce - si loda - si vanta...

Aggettivi

Verbi

............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................

............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................

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IL testo Descrittivo

Metto a fuoco

La descrizione di personaggi fantastici • Quale, tra le seguenti, è una caratteristica degli hobbit che non può esistere nella realtà? Vestono di colori vivaci. Hanno facce gioviali. Sentono un sospiro a un miglio di distanza. Non portano scarpe.

SCRIVO • “ Si diceva che uno degli antenati dei Tuc aveva preso in moglie una fata...”. Come immagini questa fata? Prosegui il racconto inserendo nella narrazione la descrizione della fata, così come tu la immagini.

facciamo

SQUADRA

•V i piacciono le storie degli hobbit? E quelle di streghe, orchi, elfi e troll? Quali sono i personaggi fantastici che piacciono di più a ognuno di voi? Li conoscete soprattutto attraverso i libri, il cinema o la televisione? Organizzate un dibattito sull’argomento.

Ecco gli hobbit! Credo che al giorno d’oggi gli hobbit abbiano bisogno di essere in qualche modo descritti, dal momento che sono diventati rari e timorosi della Gente Grossa, come ci chiamano. Sono (o erano) gente piccola, alti all’incirca la metà di noi, e più minuti dei nani barbuti. Gli hobbit non hanno barba. Niente di magico c’è in loro tranne il modo con cui spariscono silenziosamente e velocemente quando Gente Grossa e stupida come me e voi capita lì attorno, facendo il rumore di un elefante, mentre essi possono sentire un sospiro a un miglio di distanza. Tendono a metter su un po’ di pancia; vestono di colori vivaci (soprattutto di verde e di giallo); non portano scarpe, perché i loro piedi sviluppano piante naturalmente dure come il cuoio e un vello fitto, caldo e scuro come quello che hanno in testa (che è riccioluta); hanno lunghe, abili dita scure, facce gioviali, e ridono con risa profonde e pastose, specialmente dopo il pranzo, che consumano due volte al giorno, se ci riescono. Adesso ne sapete abbastanza per andare avanti. La madre di uno hobbit, Bilbo Baggins, era la famosa Belladonna Tuc, una delle tre figlie del Vecchio Tuc, capo degli hobbit. Si diceva che uno degli antenati dei Tuc aveva preso in moglie una fata... da J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit, Bompiani

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L’ INSEGNANTE LEGGE IL TESTO NARRATIVO da UN LIBRO TUTTO SUO...

Imparo ad ascoltare PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

Il giardino incantato

1. Come ti immagini questo giardino?

2. Quali frasi, tra le seguenti, ti aspetti di ascoltare durante la lettura dell’insegnante? Cigolando la porta si aprì mostrando lo spettacolo. Sembrava fosse passata una mandria e avesse calpestato tutto. Tutto era zitto intorno, non si muoveva una foglia.

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Collega ogni ambiente con la descrizione data dall’autore. mare

grande coi vetri lampeggianti e tende gialle e arancio

binari

Tutto era zitto intorno; non si muoveva una foglia. C’erano grandi e antichi eucalipti e vialetti di ghiaia.

giardino

tutto squame azzurro cupo, azzurro chiaro

villa

un grande rettangolo vuoto: l’acqua era limpida e azzurra

piscina

erano lucenti e caldi che scottavano

4. Quanti personaggi compaiono nel racconto? .............................................................. 5. Completa. Di .............................................................................. emerge più il carattere e sul comportamento; .............................................................................. è descritto invece nell’aspetto fisico. 6. Colora gli aggettivi come indicato: - con il blu quelli che si riferiscono a Giovannino e Serenella - con il verde quelli che si riferiscono al padrone di casa spensierato

solitario

intraprendente

malaticcio

curioso

coraggioso

preoccupato

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Testo audio e in guida

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IL testo Descrittivo

Evviva i Classici

Il vecchio lupo di mare Mio padre gestiva la locanda, chiamata “Admiral Benbow”, in cui prese alloggio il vecchio marinaio dalla pelle scura e dal viso segnato da una cicatrice di sciabola. Lo ricordo come fosse ieri, mentre entrava arrancando faticosamente attraverso la porta della locanda, con la sua cassa da marinaio che lo seguiva su una carriola. Era un uomo alto, robusto, pesante, con la pelle scurita dal sole. Sulle spalle del mantello blu, piuttosto sporco, gli scendeva un codino incatramato; aveva le mani rugose, piene di cicatrici, con le unghie nere e spezzate. Su una guancia gli risaltava la cicatrice lasciata da una sciabola, di un bianco livido. Lo ricordo mentre girava lo sguardo sulla baia, fischiettando tra sé e sé, per poi intonare quella vecchia canzone marinara che, in seguito, tante volte avrebbe cantato: Quindici uomini sulla cassa del morto, o-oh-oh e una bottiglia di rum! con quella voce alta e tremula che pareva seguire il ritmo del movimento dell’argano. Poi bussò alla porta con un pezzo di legno che portava in mano, simile a un palanchino e, al comparire di mio padre, gli chiese rudemente un bicchiere di rum.

L’isola del tesoro Anno di pubblicazione 1883 Curiosità sull’autore Robert Louis Stevenson è uno scrittore scozzese. Si ammalò molto presto di tubercolosi, ma nonostante ciò fu un grande viaggiatore e scrisse le storie di pirati e di avventure più celebri al mondo.

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Evviva i Classici Quando gli fu portato, lo bevve lentamente, da conoscitore, indugiando sul gusto. Intanto, continuava a guardare gli scogli intorno a sé e l’insegna della nostra locanda. – Sono un uomo semplice: mi bastano il rum e uova e pancetta, e quella cima lassù per guardare le navi che partono. Come mi dovete chiamare? Potete chiamarmi “capitano”. Ah, capisco cosa volete... ecco... – e lanciò tre o quattro monete d’oro sulla soglia – Potrete avvertirmi quando saranno finite – concluse, con un’espressione fiera quanto quella di un comandante. E in effetti, nonostante il pessimo stato dei suoi abiti e il modo rozzo di esprimersi, non aveva assolutamente l’aspetto di un semplice marinaio, ma piuttosto di un secondo o di un capitano, abituato a essere ubbidito o a picchiare. Era un uomo di natura taciturna. Trascorreva l’intera giornata vagando per la baia o sugli scogli con un cannocchiale d’ottone. Alla sera, sedeva in un angolo del salotto accanto al fuoco, bevendo acqua mista a una buona dose di rum. La maggior parte delle volte che gli si rivolgeva la parola, non rispondeva, alzava invece lo sguardo feroce e soffiava attraverso le narici, come il corno che lancia l’allarme per la nebbia, tanto che tutti noi imparammo presto a lasciarlo stare. da R.L. Stevenson, L’isola del tesoro, Piemme Junior

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro

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Per costruire le competenze

Viaggio in Sicilia! 5

10

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Il camper iniziò la lenta e impegnativa salita verso “a Muntagna enorme e silenziosa”, come i siciliani chiamano affettuosamente l’Etna. Fermatosi, tutti i componenti della famiglia Millemiglia scesero ed ebbero la piacevole sensazione di camminare su un terreno simile a un soffice tappeto. La lava era friabile e scricchiolava sotto i loro piedi. Zia Cornelia era restata tranquilla sul camper a riposarsi. Dopo che Teo e Gaia ebbero preso un sassolino a ricordo della lava ed ebbero ammirato il panorama a dovere, il viaggio riprese senza più soste. L’atmosfera era allegra, animata dalle chiacchiere e dai coloriti racconti dell’arzilla zia. Fuori, il paesaggio era completamente cambiato: da un’atmosfera quasi montana si era passati alla vista di un mare blu profondo, interrotto in lontananza da pennellate di bianco che brillavano sotto i raggi del sole. Tutto era immerso in quella che sembrava una serie di piccole riserve naturali, falciate dal volo lento e breve di cicogne e aironi. – Caspita, se non sapessi di trovarmi nella Sicilia occidentale e non sentissi il vento caldo del mare, penserei di stare attraversando la campagna olandese. Quanti mulini a vento! – commentò Gaia alla vista del paesaggio disegnato dalle sagome di antichi mulini a pale, alcuni addirittura cinquecenteschi, la maggior parte dei quali dismessi, ma altri, con grande sorpresa dei ragazzi, ancora funzionanti. – Guardate! Quello laggiù si muove – esclamò Teo indicando un mulino che ruotava dolcemente, come una grande girandola di remi che vogavano nella brezza salmastra. – Annusate quest’aria – disse con la sua allegra vocina tremolante zia Cornelia – Cosa sentite? – Beh, vediamo... mi concentro... – rifletté Gaia inspirando – Si sente l’odore del mare e il profumo di qualche erba selvatica – Sale e alghe... – esclamò Teo respirando a pieni polmoni. – Finocchio selvatico, sale e... – rifletté Gaia setacciando l’aria – ...ecco cos’è! Aglio, il famoso aglio rosso di Nubia. – Siete proprio in gamba, ragazzi – commentò zia Cornelia, che non ci vedeva molto bene ma aveva sopperito alla mancanza della vista con un olfatto incredibile. da I. Paglia, La famiglia Millemiglia tra le bellezze naturali, Raffaello

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6. Nel brano sono descritti diversi ambienti: numerali in ordine di presentazione.

.............................................................................................. - regione .......................................................................... ..............................................................................................

2. All’inizio del brano la famiglia Millemiglia: arriva in camper ai piedi dell’Etna parte dalla spiaggia non ha ancora deciso dove andare viaggia con il suo camper 3. Ai componenti della famiglia sembra di camminare su un soffice tappeto perché: il terreno è ricoperto di fango il terreno è ricoperto di lava friabile indossano comode scarpe calpestano foglie secche scricchiolanti 4. L’espressione “vogavano nella brezza salmastra” (riga 26) significa: erano spinte da un forte vento nuotavano nel mare giravano nel lieve vento marino viaggiavano fra le onde del mare 5. Con quale sinonimo puoi sostituire l’espressione “aveva sopperito” (riga 35)? aveva sofferto aveva sopportato aveva provveduto aveva distrutto

Il testo descrittivo

1. Di chi e di che cosa si parla nel testo che hai appena letto? Completa ogni riga, scrivendo i nomi corrispondenti. - persone .........................................................................

7. Sottolinea la descrizione del mare e quella dei mulini a vento con due colori differenti. 8. Il mare è descritto in modo: oggettivo soggettivo 9. Quali sensi vengono attivati nella descrizione: - della lava ................................................................ - del mare ................................................................. - dei mulini ............................................................... - dell’aria .................................................................... Sottolinea con colori diversi i dati sensoriali. 10. Rileggi il testo dalla riga 10. La descrizione dell’ambiente segue un ordine: dal generale al particolare dal particolare al generale da destra a sinistra da vicino a lontano

207 169


Sorprenditi con

L’informazione IL TESTO Informativo

tratta argomenti di ogni tipo in modo chiaro e preciso con lo scopo di trasmettere al lettore informazioni e notizie che arricchiscano le sue conoscenze

può essere letto in due modi differenti in base all’obiettivo del lettore

LEGGERE A COLPO D’OCCHIO

cioè scorrere rapidamente il testo per cercare solo l’informazione che interessa

170

LEGGERE PER STUDIARE

dopo una prima lettura di insieme, si passa a una lettura più attenta delle singole parti per cogliere tutte le informazioni principali


I TESTI INFORMATIVI si caratterizzano per

ESPOSIZIONE composta da

TESTO

suddiviso in paragrafi

ORDINE DELLE INFORMAZIONI - cronologico - logico - logico-causale

LINGUAGGIO

oggettivo, chiaro e preciso con i termini specifici della disciplina di cui espone gli argomenti

GRAFICA

che accompagna il testo: - fotografie con didascalie - evidenziazioni di parole chiave - schemi, mappe, tabelle - cartine

Metto a fuoco In questa sezione scoprirai testi informativi di vario tipo e argomento: - testi di ATTUALITÀ - testi di GEOGRAFIA - testi di STORIA - testi di SCIENZE - il DEPLIANT

171


Metto a fuoco...

il testo informativo

Abitudini alimentari Le mie domande Quale ARGOMENTO tratta un testo informativo?

Come è STRUTTURATO?

Quale ORDINE segue?

Quale LINGUAGGIO usa?

1° paragrafo Nelle famiglie di oggi c’è sempre meno tempo da dedicare alla cucina, perciò si acquisisce sempre più la mentalità del fast-food: si scelgono prodotti surgelati, precotti, liofilizzati, ricchi di conservanti e di grassi. 2° paragrafo Si ha meno tempo da dedicare all’atto stesso del mangiare, quindi il momento del pasto non è più un momento di condivisione in cui ci si riunisce attorno alla tavola e si conversa. Oggi si consumano pasti frettolosi di frequente con il televisore acceso, per cui manca il dialogo fra i componenti della famiglia. 3° paragrafo I bambini conducono sempre più una vita sedentaria: giocano meno all’aperto e trascorrono molte ore davanti alla tv e al computer. Di conseguenza le scelte alimentari sono spesso influenzate dalla pubblicità veicolata dai media. 4° paragrafo Molto più diffuso è il costume del “fuori pasto”. I bambini, spesso, dispongono di somme di denaro che destinano all’acquisto di caramelle, di bevande gassate, di patatine, di merendine varie, ormai disponibili in varie tipologie di negozi. In molti casi sono gli stessi genitori che acquistano questi prodotti per i propri figli, nell’errato convincimento di farli contenti e di apportare contributi alla loro nutrizione. da L. Fusaro, S. Merlino, Nuovi saperi, Juvenilia

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Le risposte ARGOMENTO I testi informativi forniscono informazioni su diversi argomenti: attualità, storia, geografia, scienze... Si trovano nei sussidiari scolastici, nelle encicolopedie, nei giornali e riviste, nei depliant e in internet. STRUTTURA Il titolo presenta l’argomento che sarà trattato. Il testo è generalmente suddiviso in paragrafi, come quello che hai letto, ciascuno dei quali tratta un aspetto dell’argomento generale, a volte sono titolati o numerati; i contenuti possono essere esposti anche sotto forma di elenco. Il testo è integrato da supporti grafici per approfondire o chiarire meglio le informazioni.

ORDINE Le informazioni possono essere presentate secondo: - un ordine logico, cioè dal generale al particolare, o viceversa - un ordine logico-causale, che evidenzia i rapporti di causa-effetto, come nel testo che hai letto - un ordine cronologico, che segue la scansione temporale

LINGUAGGIO

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag. 215

Il testo informativo usa sempre un linguaggio preciso con termini specifici dell’argomento trattato, che diventano parole chiave per comprendere l’informazione come quelle evidenziate nel testo.

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IL testo informativo

La navigazione presso i Fenici 1 I Fenici furono tra i primi navigatori che affrontarono il mare aperto anche di notte, grazie alla loro capacità di orientarsi con le stelle. Avevano individuato, infatti, nel cielo una stella che indica sempre il Nord: la Stella Polare, che da essi prese il nome di “Stella fenicia”. Furono anche i primi a usare l’ancora per fermare le navi.

Bassorilievo che raffigura una nave commerciale fenicia.

verso l’invalsi

2 I Fenici svilupparono innovative tecniche di costruzione navale, che permise loro di realizzare grandi navi commerciali, usate per il trasporto merci, lunghe dai venti ai trenta metri. Per renderle più stabili e resistenti, inventarono la chiglia: una lunga trave rinforzata di legno posta sotto lo scafo, che univa un capo all’altro della nave. Erano grosse navi panciute: avevano un’enorme stiva per contenere le merci; i Greci le chiamavano “bagnarole”. Le navi avevano una vela quadrata, tesa tra due pennoni; sulla prua c’era un animale, di solito la testa di un cavallo, e la poppa ricurva (con due remi verticali ai lati, a far da timone) finiva a coda di pesce. Sullo scafo venivano dipinti due occhi, perché la nave potesse vedere e i nemici ne avessero paura.

Per comprendere l’argomento generale di un testo informativo, bisogna capire il significato di ogni sua parte e i legami tra una parte e l’altra. • Collega ogni porzione del testo al suo significato.

1

Chi viaggiava sulle navi

2

Il porto

3

L’orientamento presso i Fenici

4

Come sono costruite le navi

5

174

Le imitazioni

Metto a fuoco

L’argomento • L’argomento del testo è: la navigazione presso i Fenici la storia dei Fenici le stelle • Il testo non può essere tratto da: un’enciclopedia un sussidiario un libro di narrativa • A quale materia di studio si riferisce il testo? ..................................................................


IL TESTO informativo

3 Con cinquanta uomini ai remi, venticinque per parte, oltre a un comandante, un secondo, un pilota, una decina di uomini addetti alla manovra e un flautista, per dare il ritmo ai vogatori, conducevano le navi a forza di remi, non potendo fidarsi delle vele: i venti del Mediterraneo sono capricciosi, imprevedibili. Di notte si fermavano e gettavano l’ancora accanto alla costa. Chi moriva in viaggio non veniva affidato al mare, ma sepolto, a terra, in una tomba coperta da una pietra. Questo è bastato agli archeologi per ricostruire molti percorsi di allora, tomba dopo tomba. 4 I porti fenici erano chiusi da catene di ferro. C’era posto, sulle banchine, per oltre duecento navi, e tutt’intorno, come in un grande portico, s’aprivano i magazzini per le merci. 5 Gli Egizi, tremila e cinquecento anni fa, usavano navi fenicie per le loro guerre, ed erano navi fenicie quelle che le principesse mandavano a raccogliere mirra, ebano, avorio, legno di sandalo, incenso, scimmie, levrieri e pelli di pantera, in terre misteriose e lontane. Erano tutte navi costruite in serie, con i vari pezzi tagliati sulla base di uno stampo e poi montati secondo un disegno preciso. I Romani una volta ne catturarono una, la smontarono, e copiarono i pezzi: riuscirono a farsi un’intera flotta in due mesi.

COMPRENDO • Segna con una x se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). - I Fenici navigavano soltanto di giorno. V F - I due occhi sullo scafo dovevano V F impaurire i nemici. - I Fenici gettavano l’ancora accanto V F alla costa. - Le navi andavano generalmente a vela. V F - I Romani catturarono una nave fenicia V F e ne copiarono i pezzi.

da T. Buongiorno, I popoli del passato: I Fenici, Vallardi

175


IL testo informativo

Le previsioni meteorologiche Che tempo farà domani? Da sempre gli uomini per poter programmare le proprie attività si sono posti questa domanda.

Metto a fuoco

La struttura

1° paragrafo .....................................................................................................................

• In quanti paragrafi è suddiviso il testo?

Per poter prevedere il tempo meteorologico, fin dall’antichità gli uomini hanno imparato a scrutare il cielo, a osservare il movimento delle nuvole e ad avvertire i cambiamenti di temperatura con i propri sensi. Dall’osservazione attenta dei fenomeni naturali inventarono famosi proverbi come: «Rosso di sera, bel tempo si spera, rosso di mattina la pioggia si avvicina», «Vento di levante, acqua diluviante», «Cielo a pecorelle, acqua a catinelle», «Se non si rischiara di mezzodì, piove tutto il dì». In molti casi la “verità” di questi proverbi è stata confermata dalla meteorologia scientifica, che è una scienza recente, essendo nata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Dai un titolo a ciascuno di essi. • Nel testo ci sono alcune parole evidenziate. Secondo te, perché? Sottolineane altre. • Da quali altri elementi grafici è supportato il testo? Fronte freddo .............................................. Fronte caldo A.............................................. Alta pressione Bassa pressione B..............................................

2° paragrafo ..................................................................................................................... Oggi esistono migliaia di stazioni di rilevamento meteorologico sparse in tutti i continenti e anche su navi appositamente attrezzate. Ogni tre o sei ore queste stazioni effettuano la misurazione dei principali elementi del clima; inoltre ricevono ed elaborano le informazioni e le immagini raccolte dai satelliti metereologici.

1008 996

B 1000 1004

1018

B

A

1008

A

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1024

1024

1020 1028

A

B 1012

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1012

A

B

B 1020

1016 1016

Carta meteorologica dell’Europa. Le isòbare permettono di visualizzare le aree con la stessa pressione atmosferica.


IL TESTO informativo 3° paragrafo ........................................................................................... Gli strumenti per la misurazione degli elementi del clima effettuata a terra sono ospitati nella capannina meteorologica. Essa sorge su un’area aperta, è costruita in legno verniciato di bianco con tetto a doppio isolamento ed è posta a un’altezza di circa due metri dal suolo, costituito da erba bassa. Tutti questi accorgimenti servono a impedire che la capannina assorba calore, che potrebbe essere registrato dagli strumenti, alterando così i dati. Per lo stesso motivo l’apertura della capannina è orientata a nord in modo che, al momento dell’apertura, il sole non colpisca direttamente gli strumenti. 4° paragrafo ........................................................................................... Sulla base dei dati elaborati vengono disegnate le carte meteorologiche che raffigurano le condizioni atmosferiche rilevate in una certa ora di un certo giorno: i luoghi che hanno la stessa temperatura vengono uniti da linee curve che si chiamano isoterme; i punti del territorio con la stessa pressione atmosferica sono uniti da linee dette isobare.

lessico • Sottolinea i proverbi presenti nel testo e spiega il loro significato sul quaderno.

da AA. VV. Lo spazio geografico 1, Raffaello

verso l’invalsi

Capannina meteorologica

Per comprendere il testo è necessario cogliere in ogni paragrafo l’informazione più importante e poi organizzare le informazioni in una mappa. • Completa la mappa.

effettua misurazioni delle

LE PREVISIONI METEOROLOGICHE ieri l’uomo scrutava il .......................................

..............................................................

oggi l’uomo ha a disposizione le ................................................... fornite dalla ............................

che

si avvale degli strumenti nella .................................................. ..............................................................

disegnano le ................................

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IL testo informativo

Le galassie Dalla Terra lo spazio sembra pieno di stelle. Ma se ci allontanassimo molto da essa, tutte le stelle rimarrebbero alle nostre spalle. Guardando indietro si vedrebbe che le stelle formano una specie di isola nello spazio, guardando in altre direzioni, invece, si noterebbero altre isole di stelle, chiamate “galassie”. Le galassie e lo spazio che occupano formano l’universo.

COMPRENDO • Qual è la parola chiave di questo testo? .......................................................... • La disciplina trattata è: storia scienze matematica • Dopo aver letto i tre paragrafi del testo, prova a rispondere sul quaderno alle domande che costituiscono i titoletti.

Le galassie sono tutte uguali? Attraverso i telescopi gli astronomi vedono galassie di ogni forma e dimensione. Alcune sono dette “galassie a spirale barrata”: hanno bracci curvi che escono da una specie di barra che attraversa il nucleo. Le spirali normali non hanno la barra. Le galassie ellittiche sono di forma ovale, mentre quelle senza una particolare forma sono dette “irregolari”. Come nascono le galassie? 1 Un’enorme nube di gas si contrae e al centro si formano le stelle. 2 La nube stellare ruota e si appiattisce, formando un disco. 3 La materia del disco si raccoglie nei bracci dove si formano altre stelle. da R. Kerrod, Il libro delle 101 domande e risposte. Stelle e pianeti, A. Vallardi

1

178

2

3


IL TESTO informativo

Il volo Leonardo da Vinci studiò a lungo il volo degli uccelli e cercò di imitarlo, costruendo delle grandi ali che avrebbero dovuto permettere anche all’uomo di volare. Un certo Salaino, allievo di Leonardo, tentò di usare la macchina, cioè l’apparecchio inventato dal suo maestro e coraggiosamente si lanciò dall’alto di una torre: dopo aver “volato” per pochi metri però, il povero Salaino precipitò malamente al suolo e per poco non ci rimise la vita. Il fallimento dell’impresa non era dovuto a errori di progettazione commessi da Leonardo. In effetti, anche se l’uomo possedesse le ali, non riuscirebbe a sollevarsi nell’aria come un uccello, per parecchie ragioni. Innanzitutto gli uccelli sono dotati di una robustissima muscolatura che consente loro di volare: è il “motore”, cioè l’apparecchio capace di produrre il movimento. Altri fattori molto importanti sono la leggerezza delle ossa e la forma del corpo aerodinamica, cioè che oppone poca resistenza all’aria. In particolare un osso del torace, lo sterno, aiuta l’uccello a fendere l’aria grazie alla sua sagoma simile alla carena (la parte dello scafo di una imbarcazione che rimane sommersa) di una nave. E veniamo infine agli organi specifici del volo, le ali, che sono il risultato di una trasformazione degli arti anteriori. Le piume della coda vengono utilizzate nel volo come un vero e proprio timone, cioè l’organo che serve a mantenere o a cambiare la rotta di un’imbarcazione. da AA. VV., Introduzione alle Scienze sperimentali 1, Le Monnier

Metto a fuoco

Il linguaggio • Rintraccia le seguenti parole nel brano e ricava dal contesto il loro significato. macchina = ................................... ........................................................... motore = ....................................... ........................................................... aerodinamico = ........................... ........................................................... carena = ......................................... ........................................................... timone = ....................................... ........................................................... • Queste parole appartengono al linguaggio: della tecnologia dell’informatica della medicina

COMPRENDO verso l’invalsi

Lessico • Rileggi la frase del testo. “In effetti, anche se l’uomo possedesse le ali non riuscirebbe a sollevarsi nell’aria” C ome si può sostituire l’espressione sottolineata, senza cambiarne il significato? quindi infatti ma invece

• Rispondi sul quaderno alle domande usando un linguaggio corretto e completo. - Come si concluse il primo volo con le ali ideate da Leonardo? - Qual è il “motore” degli uccelli? - Com’è la forma del loro corpo? - Quale osso aiuta l’uccello a fendere l’aria? Perché? - Da che cosa è rappresentato il timone nel corpo degli uccelli?

179


IL testo informativo

Appuntamento in città

Metto a fuoco

Il depliant

Il depliant è un foglio pieghevole che ha lo scopo di fornire informazioni su eventi, prodotti, località... • Leggi il depliant in tutte le sue parti poi rispondi alle domande. - Che cosa organizza la Confartigianato di Ancona? - Quante e quali attività sono pensate per gli adulti? ...................................................................................................... ...................................................................................................... - Quando si svolge? .................................................................. - Per i bambini invece? ............................................................ - Dove? ......................................................................................... ...................................................................................................... - A chi è rivolto l’evento? ......................................................... - In quali giorni si tiene il laboratorio “Centro tavola ...................................................................................................... che passione”? .........................................................................

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Imparo ad ascoltare

L’ INSEGNANTE LEGGE IL TESTO NARRATIVO da UN LIBRO TUTTO SUO...

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il testo di oggi si intitola:

L’evoluzione della caramella

1. Il titolo ti fa pensare: a caramelle e a pasticcini

alle diverse forme di caramelle

alla storia delle caramelle

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 2. Segna con una x la risposta giusta. - L’antenato del chewing-gum è stato inventato: dai Romani nel Neolitico

nel Medioevo

- I Romani inventarono:

- Al tempo dei Romani i confetti erano preparati con: nocciole e miele mandorle e miele

mandorle e zucchero

- Nel Medioevo le caramelle erano preparate: dagli speziali dai pasticcieri

dalle donne

- Nel Medioevo le caramelle erano: solo per i bambini

solo per le persone ricche

per tutti

- La caramella è diventata un bene alla portata di tutti: circa duemila anni fa circa duecento anni fa

circa venti anni fa

- Le informazioni del testo ascoltato seguono un ordine: logico cronologico

logico-casuale

3. Completa. - I confetti sono una specialità ............................................................. tipica di ............................................................. , città dell’............................................................. .

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Testo audio e in guida

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Per costruire le competenze

La regina Cleopatra 5

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15

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A concludere i tremila anni di dinastie egiziane fu Cleopatra, ultima regina d’Egitto, che regnò dal 51 al 30 a.C. Dallo storico greco Plutarco sappiamo che era una donna affascinante, ma non bella, e soprattutto che possedeva una grande cultura: scriveva libri, conosceva sette lingue, così poteva parlare con gli ambasciatori stranieri senza interprete. Fin dall’inizio Cleopatra fu molto brava nelle pubbliche relazioni. A quei tempi non esistevano le fotografie, ma i governanti sapevano che potevano influenzare le opinioni della gente con il loro comportamento. È esattamente quello che Cleopatra fece. Il toro bianco di Buchis era molto importante per gli Egizi, che lo credevano l’incarnazione del dio Ra. Ogni volta che un vecchio toro moriva, se ne doveva trovare uno giovane e splendido che ne prendesse il posto. Cleopatra risalì il Nilo fino a Tebe e portò il toro al tempio con questa iscrizione: “Nel primo anno di regno la regina, dea prediletta dal padre, condusse il toro sulla zattera di Ra a Hermonthis”. Non è che Cleopatra remasse di persona. È molto probabile che restasse seduta su un trono, con indosso i suoi abiti più belli, mentre gli schiavi remavano. Ma il messaggio per il popolo era forte e chiaro: io sono una di voi. Cleopatra era una brava donna d’affari e, per la prima volta da generazioni, ricominciarono ad affluire soldi nelle casse dell’Egitto. Se a quei tempi ci fosse stato internet, Cleopatra non avrebbe mai tolto gli occhi dal mercato azionario. Percepiva un interesse sul prezzo dei prodotti agricoli, stilò accordi commerciali con i governi vicini e istituì una via mercantile protetta tra il Mar Rosso e il Mediterraneo. Sviluppò l’estrazione del porfido, una bella pietra rossa e rosa derivata dalla lava vulcanica e usata per decorare gli edifici. Per tutte queste ragioni Cleopatra divenne popolare. Man mano che l’economia tornava a funzionare, tutto il popolo cominciò a capire che questa donna colta e affascinante aveva la testa ben salda sulle spalle. da M. Simpson, Cleopatra e il suo aspide, Salani

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2. Cleopatra era una donna: di grande cultura piuttosto ignorante bellissima colta e affascinante

Il testo informativo

1. Per quanti anni regnò Cleopatra? Ventuno anni. Quaranta anni. Ottantuno anni. Trenta anni.

7. Completa lo schema. Cleopatra era una donna

molto

brava nelle

esperta negli

........................

........................

........................

perciò ebbe 3. La regina acquistò la benevolenza del popolo: distribuendo doni remando la zattera di Ra risalendo il Nilo fino a Tebe per portare il nuovo toro al tempio sostituendo di persona il nuovo toro 4. Il toro di Buchis era importante perché: era utile per il lavoro dei campi era il simbolo dell’Egitto era l’incarnazione del dio Ra era il protettore di Tebe 5. Il reperto che attesta il trasporto del toro a Tebe è: un trono un papiro una stele una zattera 6. Segna con una x i provvedimenti adottati da Cleopatra a favore dell’economia: sviluppò l’estrazione del porfido sviluppò la costruzione di navi stilò accordi commerciali con altri governi percepì un interesse sul prezzo dei prodotti agricoli istituì una via mercantile

grande ........................ 8. L’argomento del testo è: l’Egitto la regina Cleopatra i re dell’Egitto il toro bianco 9. Lo scopo di questo testo è: avviare al ruolo di regina fornire informazioni storiche su Cleopatra raccontare la storia di una regina raccontare la storia del toro bianco 10. L’ordine delle informazioni è: casuale spaziale cronologico logico-causale 11. Dividi il testo in cinque paragrafi. Di seguito sono indicati i loro titoletti: numerali in base all’ordine che hanno nel testo. Cultura di Cleopatra Provvedimenti economici Popolarità Presentazione Pubbliche relazioni

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verso l’invalsi

Ma gli animali imparano? 5

10

15

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25

30

Il cane, dopo aver combinato qualche guaio, si avvicina furtivo al padrone e, sedutosi di fronte a lui con le gambe dritte, le orecchie piegate indietro e un’espressione di estrema umiltà, cerca di porgergli la zampa. Una volta fu visto un barboncino che compiva questo gesto addirittura con un altro cane, del quale aveva paura. I cani sanno farsi capire dall’uomo con gesti semplici. Quando un cane urta il suo padrone con il naso, scodinzola, corre alla porta e la gratta, oppure mette le zampe sull’orlo del lavandino e si guarda attorno con fare interrogativo, compie gesti che si avvicinano al linguaggio umano più di quanto potrà mai fare, ad esempio, un’oca selvatica. L’animale comunica con un miscuglio di segnali innati e di altri appresi dall’uomo, che adatta alle diverse situazioni in cui si trova. Anche gli uccelli possiedono questa capacità comunicativa. I corvi si comportano in modo particolare quando vogliono invitare corvi amici a volare con essi. Volando si portano sugli animali appollaiati accostandosi da dietro, dimenano la coda ripiegata ed emettono il verso “cra-cra-cra”. Un corvo addomesticato dall’etologo Konrad Lorenz, di nome Roa, volava alle spalle del suo padrone se lo scorgeva in luoghi di cui aveva paura per qualche precedente spavento e gridava “roa, roa, roa” imitando la voce umana. Un corvo imperiale veniva richiamato alle sbarre della gabbia con “komm!” (“vieni!”) e così esso richiamava più avanti la sua femmina. Un altro corvo chiamava “Gregor” tutti i bambini, poiché questo era il nome del primo bambino che aveva conosciuto. I suoni appresi servono alla comunicazione tra corvi amici, ma i richiami emessi dai piccoli per chiedere il cibo e per segnalare la propria posizione, per attaccare e minacciare, sono quelli innati in ogni corvo. Le scimmie antropomorfe inventano spesso spontaneamente segnali di comunicazione. Un gorilla femmina, a due anni, cominciò a comunicare i suoi desideri al custode del parco dove era ospitata, guidandolo in certe direzioni con cenni significativi. Se voleva farsi aprire una porta metteva un dito nella serratura. Poi prese a condurre le persone per mano fino alla porta. Le spiaceva star sola e cercava di attirare il custode inscenando ogni tipo di incidente. Una sorvegliante nuova cadde subito nella trappola quando il gorilla fece finta di avere una mano incastrata tra le sbarre di un cancello. Quando la donna tentò di liberarlo, l’animale, bisognoso di contatto, si lanciò su di lei e la tenne abbracciata per tutta la notte. da I. Eibl-Eibesfeldt, I fondamenti dell’etologia, Adelphi

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verso l’invalsi

1 Indica quali informazioni sono contenute nel testo. Metti una x per ogni riga della tabella. Sì a

I cani porgono la zampa per comunicare con l’uomo o con un loro simile.

b

d

Il linguaggio dell’oca selvatica è il più vicino al linguaggio umano. Il linguaggio degli animali è il risultato di caratteristiche innate e dell’apprendimento. Il corvo di Konrad Lorenz imitava la voce umana.

e

Le scimmie inventano segnali di comunicazione.

f

Tutti i gorilla amano stare da soli.

c

No

2 S econdo il testo, il corvo addomesticato da Lorenz volava alle sue spalle gridando in modo particolare perché voleva

A. B. C. D.

giocare aggredirlo avvisarlo di stare lontano da un luogo ritenuto pericoloso imitare la voce dell’addomesticatore

3 M etti in relazione ogni animale con il segnale con cui comunica. Accanto a ogni animale scrivi il numero che corrisponde al segnale. Animali

N.

N.

Segnali

cani

1

porge la zampa

corvi

2

abbraccia le persone

scimmie antropomorfe

3

urta il padrone con il naso

4

fa cenni significativi

5

gratta la porta

6

imita la voce umana

7

dimena la coda ripiegata

5 In quanti paragrafi può essere suddiviso il testo? A. 4

B. 5

C. 3

D. 6

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R...

come come

RISPETTO

“Se vivrai nel rispetto di tutto ciò che vive, sarai un uomo.”

Tutti diversi, tutti uguali Tutti sanno che al mondo c’è moltissima gente e ogni anno che passa il numero aumenta di milioni e milioni. In questo istante sulla Terra ci sono oltre sette miliardi e duecento milioni di esseri umani e ogni mese ne nascono sei milioni in più. Se ci prendessimo tutti per mano, formeremmo una fila lunga nove milioni e mezzo di chilometri, che potrebbe fare duecentotrentasette volte il giro della Terra intorno all’Equatore o percorrere venticinque volte la distanza tra la Terra e la Luna. Più di sette miliardi di persone... e non ce ne sono due che siano uguali! Ognuno di noi è diverso da tutti gli altri. Ognuno di noi è un individuo unico, ma ha tante cose in comune con tutti gli altri: ogni essere umano ha tanti sogni da realizzare, ama i genitori e i figli, piange e ride delle stesse gioie e degli stessi dolori. Allora ogni “altro” che incontri merita l’attenzione e il rispetto che dedichi a te stesso e a tutto ciò che vive. da P. Spier, Gente, Mondadori

• Ti colpiscono di più le somiglianze o le diversità tra gli esseri umani? • Le diversità di abitudini, di religione, di modi di vivere tra i popoli, sono per te soprattutto: fonte di problemi fonte di arricchimento

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L’educazione alla cittadinanza

promuove il concreto prendersi cura dell’altro e dell’ambiente.


Uguali per lo Stato

Figli del mondo

Tu parli l’italiano, lei sa solo il dialetto, io sono musulmano, lui un cattolico perfetto; voi siete benestanti, io vivo in povertà, ma abbiamo tutti quanti la stessa dignità; io sono un uomo anziano, lui ha la pelle nera, tu abiti a Milano, noi vicino alla frontiera; io non ho mai studiato, tu scrivi sui giornali: la legge dello Stato però ci vede uguali.

Tu figlio di chi sei? Sono figlio di due stelle nel cielo ce n’è tante ma le mie son le più belle. Tu figlio di chi sei? Del sole e della luna non splendono mai insieme: cala l’altro e sorge una. Tu figlio di chi sei? Son figlio del villaggio dieci madri, venti padri, cento cuori di coraggio. Tu figlio di chi sei? Di un grande albero solo ma così alto e forte che da lui io spicco il volo. Tu figlio di chi sei? Di un amore, di un viale di un bue e di un asinello, di un dio, di un ospedale. Il nostro nome è uomini, siamo figli e figliastri di altri figli degli uomini, della terra e degli astri. da B. Tognolini, Rime raminghe, Salani

da C. Marconi, Lo Stato siamo noi, Emme Edizioni

• Secondo te, si deve rispetto... ...solo a chi la pensa come noi? ...solo a chi è ricco e ha successo? ...solo a chi non commette errori?

Sì Sì Sì

No No No

• Quali espressioni ti sembrano adatte a sostituire l’affermazione: “il nostro nome è uomini”? Il nome proprio di ognuno di noi è “uomini”. Ogni essere umano è un individuo con gli stessi diritti e doveri dei suoi simili. Quando diciamo “uomo” non si fanno distinzioni di razze o religioni. Siamo tutti figli della grande famiglia “umanità”.

educazione alla cittadinanza

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R...

come come

RISPETTO

“La Terra restituisce tutto ciò che l’uomo le dà”

Tu rispetti la natura? Sì, proprio tu, che stai leggendo questo libro, lo sapevi che per la difesa dell’ambiente è veramente importante che anche tu cominci a fare qualcosa di concreto? Se vuoi...

...pedalare sulla bici respirando a pieni polmoni senza tossire...

...sguazzare in un mare azzurro e pieno di pesci...

...fare gite fuori città fra prati verdi e fiori colorati...

• Rispetti l’ambiente in cui abiti: con grande attenzione quasi sempre con fatica raramente . ...........................................

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educazione alla cittadinanza

...ebbene anche tu devi cominciare subito ad agire in modo consapevole e responsabile nei confronti dell’ambiente. Ma cosa posso fare? Ti starai chiedendo, magari con gli occhi spalancati e così tondi che sembrano due uova sode tagliate a metà. Beh, ci sono tantissime cose da fare tutti i giorni, ma tu devi ricordarti di diffonderle ovunque: a scuola, in casa, tra parenti e amici. Non dimenticarlo, è molto importante!


Cominciamo dal risparmio energetico: non sprecare l’acqua né la luce. Come? È presto detto! •C hiudi sempre il rubinetto dopo esserti lavato le mani. •D i’ alla mamma di utilizzare la lavatrice e la lavastoviglie

solo a pieno carico. • Spegni la luce quando ti muovi da una stanza all’altra. • Non far andare lo stereo in camera quando sei in giardino

(tanto non lo sentiresti). E ora parliamo dei rifiuti e della raccolta differenziata: Raccogli vetro con vetro, plastica con plastica, carta con carta, lattine metalliche con lattine metalliche (cioè quelle dell’aranciata, del tonno e degli alimenti in genere). Tutti questi materiali, separati preventivamente in casa, possono essere più facilmente riciclabili. Un bel vantaggio per l’ambiente! Esistono inoltre dei rifiuti pericolosi: le pile e le medicine, ad esempio. Restituisci al farmacista le medicine scadute, provvederà lui a eliminarle come si deve. Porta le pile scariche negli appositi raccoglitori. Ci sono anche tanti altri rifiuti pericolosi, costituiti generalmente dagli scarti delle lavorazioni di alcune aziende o di alcuni artigiani. Si tratta di quei prodotti sulle cui confezioni compare la lettera T (tossici) o la lettera F (infiammabili) oppure entrambe le lettere (T/F tossici e infiammabili). Se questi rifiuti andassero a finire nelle discariche, provocherebbero enormi danni all’ambiente: per questo motivo sono smaltiti da ditte specializzate, in modo corretto e senza rischi per nessuno. da L’Unione Europea, Touring Club Italiano

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R...

come come

RISPETTO

Io sono “nobile” Per avere rispetto di tutti e di tutto ciò che è intorno a te, puoi imparare a stare molto attento al tuo comportamento e a riflettere sugli errori: così sarai fiero di te ogni volta che agirai in modo “nobile”, come giuravano di fare gli antichi cavalieri.

Ti comporti in modo “nobile” quando... Parli a bassa voce

nei luoghi pubblici: ristoranti, sale di attesa, treni e dovunque ci siano altre persone che non è giusto disturbare.

Usi le tre parole: PER FAVORE, GRAZIE, SCUSA

quando chiedi qualcosa, quando ricevi un favore o riconosci un tuo sbaglio.

Eviti di sporcare o danneggiare in ogni modo gli spazi che frequenti.

Dai la precedenza all’altro

quando devi condividere qualcosa con qualcuno.

RISPETTO

Ascolti con attenzione gli altri, tenendo a freno la tentazione di interromperli.

in gioco

• Se rifletti con sincerità sui tuoi comportamenti, quanto ti senti “cavaliere”? Assegnati un punteggio da 1 a 10 • Costruisci una medaglia. 1. D isegna su un cartoncino un tondo: al centro scrivi CAVALIERE DEL RISPETTO, decora tutt’intorno a piacere con dei disegni o con un collage.

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educazione alla cittadinanza

2. R itaglia il tondo e pratica un foro per infilarci una cordicella, in modo da mettete la medaglia al collo e... datti da fare come vero protettore delle persone e dell’ambiente!


Sorprenditi con

Le regole IL TESTO regolativo

ha lo scopo di guidare il comportamento di chi legge in varie situazioni

può essere

ISTRUZIONALE

indica come eseguire o realizzare qualcosa (ricette, oggetti, giochi...)

PRESCRITTIVO

indica regole di comportamento per favorire la convivenza sociale e tutelare la sicurezza della persona, degli oggetti e degli ambienti (obblighi, divieti, consigli, leggi, regolamenti...)

Metto a fuoco In questa sezione scoprirai questi due aspetti del testo regolativo attraverso: - RICETTE - I STRUZIONI DI MONTAGGIO o DI GIOCO - REGOLAMENTI

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Metto a fuoco...

IL TESTO REGOLATIVO

Il dolce di albicocche Le mie domande CHE COSA presenta un testo regolativo?

COME è strutturato?

INGREDIENTI: • una confezione di biscotti tipo savoiardi • una scatola di albicocche sciroppate • una confezione di panna da montare • 100 g di zucchero • 100 g di cioccolato fondente PROCEDIMENTO 1 Taglia a pezzetti le albicocche e metti da parte lo sciroppo. 2 B agna da entrambi i lati i biscotti nello sciroppo, poi disponili su un piatto da portata l’uno accanto all’altro. 3 M onta la panna con il frullatore e aggiungi a poco a poco lo zucchero.

Quale ORDINE segue?

Quale LINGUAGGIO utilizza?

4 S palma uno strato abbondante di panna sui biscotti, poi distribuiscici i pezzi di albicocche e ricopri tutto con uno strato di biscotti. 5 R ipeti l’operazione partendo dalla panna per creare un secondo strato, sul quale stendi ancora la panna rimanente e decora con le ultime albicocche e con scaglie di cioccolato. 6 Riponi il dolce in frigorifero per almeno tre ore.

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Le risposte CHE COSA Il testo regolativo fornisce: - istruzioni per attività della vita quotidiana, come la ricetta per preparare il dolce che hai letto nella pagina a fianco - regole o consigli di comportamento COME Il testo regolativo generalmente si presenta in forma di elenco puntato o numerato. In particolare il testo regolativo istruzionale, come la ricetta, si sviluppa in due parti: - l’elenco del materiale occorrente - il procedimento, cioè le azioni da eseguire Inoltre il testo può essere accompagnato da immagini che aiutano a comprendere le istruzioni. ORDINE Il testo regolativo istruzionale segue un ordine cronologico: presenta le fasi del procedimento dalla prima all’ultima. Nel testo regolativo prescrittivo, invece, le regole seguono generalmente un ordine logico, partendo dalla più importante. LINGUAGGIO

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag. 216

Il testo regolativo utilizza un linguaggio chiaro, essenziale e preciso, con termini specifici del settore a cui si riferisce. Generalmente sono usate forme verbali all’infinito o all’imperativo. Alcuni testi regolativi prescrittivi, come ad esempio leggi o specifici regolamenti, presentano un linguaggio formale, giuridico e burocratico perché sono formulati dalle autorità competenti.

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IL testo regolativo

Bowling fai-da-te A La parola “bowling” deriva dall’inglese (to) bowl che significa “far rotolare una palla”. Il bowling, il gioco dei birilli, è un gioco che già praticavano i tuoi nonni e prima di loro i tuoi bisnonni. Prova a realizzare tu stesso dei birilli speciali: i birilli-pinguini, per giocare con i tuoi amici.

B OCCORRENTE: ottiglie grandi di plastica b palla da tennis matita colore acrilico , e pennello pennarello nero

C PROCEDIMENTO 1 C on il pennello ricopri di bianco tutte le bottiglie, tappi compresi, e lascia asciugare. 3 P repara il colore nero (deve essere bello denso) e dipingi abito e testa dei pinguini.

2 C on la matita disegna su tutte le bottiglie bianche, occhi, becco, abito e zampe del pinguino. 4 C on il pennarello nero colora gli occhi e completa la camicia e la cravatta; segui i segni tracciati a matita.

Metto a fuoco

La struttura e l’ordine • Scrivi quali parti del testo hanno le funzioni indicate. Indicare a che cosa serve. Spiegare le regole da seguire. Spiegare le origini del gioco. Indicare come si realizzano i birilli-pinguini. • Le istruzioni sono presentate in: modo casuale ordine cronologico

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5 I nfine dipingi le zampe con il colore giallo: i tuoi birilli sono pronti per essere abbattuti!

D COME SI GIOCA 1 G ioca insieme a uno o più amici. Posizionate le bottiglie su due file a una certa distanza da voi. Stabilite di quanti tiri disporre ciascuno e fate la conta per decidere chi inizia. 2 A uno a uno lanciate la palla contro i pinguini, contate quanti ne avete abbattuti e registrate. 3 Al termine del gioco sommate i birilli abbattuti in ogni partita: vince chi ne ha il numero più alto. da Focus Junior

racconto DI ME • Hai mai giocato con oggetti realizzati da te?


IL TESTO regolativo

Istruzioni per studiare Per studiare un testo informativo, è bene seguire un metodo di studio ordinato. Leggi le strategie elencate e applicale ogni volta che devi studiare. 1. Leggi il titolo: ti sarà molto utile per farti un’idea del testo perché con poche parole ti informa sul suo contenuto. 2. Leggi con attenzione il testo, individua l’argomento generale e scopri il significato delle parole che non conosci ricavandolo dal testo o cercandolo sul dizionario. 3. Sottolinea le parole-chiave, cioè quelle che ti “aprono la porta” della comprensione. 4. Rileggi il testo e cerca di comprenderne il contenuto. 5. Dividi il testo in paragrafi e sottolinea in ciascuno l’informazione principale. 6. Dai a ogni paragrafo un titoletto che ne riassuma il contenuto. 7. Sintetizza le informazioni principali in una mappa, in uno schema o in una tabella. 8. Esprimi oralmente l’argomento. 9. Guarda con un colpo d’occhio tutta l’immagine e dagli un significato. Poi analizzala nei particolari.

Metto a fuoco

Il metodo di studio • L’autore del testo è: un adulto qualsiasi un esperto del settore un bambino • Il testo espone: obblighi per imparare a studiare strategie per imparare a studiare regole per imparare a studiare • Le strategie del metodo di studio sono esposte: in ordine cronologico in modo casuale • Il linguaggio è: chiaro difficile

COMPRENDO •A pplica il metodo di studio al testo informativo delle pagine 174 e 175: La navigazione presso i Fenici. • S ei riuscito ad applicare il metodo di studio? Sì No • S eguendo le strategie indicate, lo studio ti è sembrato più facile? Sì No

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IL testo regolativo

Star bene con i fratelli A volte non è facile convivere in pace con i fratelli e le sorelle, ma ci puoi provare seguendo questi consigli quasi magici. Il fratellino ti sta attaccato come un francobollo? erca di dedicargli un po’ di attenzioni, C concedigli di seguirti al parco: il resto del tempo ti lascerà in pace!

racconto DI ME • Pensa ai tuoi rapporti con fratelli e sorelle o con amici. Ti sei mai trovato in una delle situazioni indicate dalle domande a lato? Come hai reagito?

Metto a fuoco • Il testo espone: istruzioni per fare consigli su come comportarsi • I suggerimenti esposti: devono essere seguiti obbligatoriamente possono essere seguiti liberamente • Lo scopo del testo è: aiutarti a convivere meglio con fratelli e sorelle darti consigli per evitare figuracce in pubblico

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F ai in modo che trovi noiosi i posti in cui non vuoi che ti segua: almeno non farà storie!

Hai litigato con tuo fratello e avevi ragione? Ricorda che tutti possono sbagliare. mmorbidisci i tuoi modi: per il colpevole sarà più A facile chiedere scusa e ammettere di aver sbagliato.

Hai litigato con tuo fratello e avevi torto? rova a prenderla alla larga: fagli qualche piccolo favore... P chissà che non ti perdoni. S e non funziona, mettiti l’animo in pace e aspetta che gli passi. Oppure chiedi semplicemente SCUSA. È la cosa più semplice... e funziona sempre! La sorellina si è fissata con la tua maglietta preferita? S piegale con calma che quella maglietta non la può toccare e regalagliene una simile, tutta per lei. Evita urla e scenate: più si accorge che ti arrabbi e più insisterà. da AA. VV., Cento magie per convivere con fratelli & Co, Buena Vista


IL TESTO regolativo

Regolamento Montagna pulita Emanato dalla commissione Tutela Ambiente Montano del CAI (Club Alpino Italiano) “La borraccia è amica della natura!” potrebbe essere lo slogan di una campagna nazionale a favore di una montagna pulita. La borraccia è una vecchia amica che ci accompagna nello zaino fino in vetta e ritorna poi con noi a valle, perché quando è vuota non può essere considerata un rifiuto da abbandonare. Dunque, viva la borraccia, come simbolo e come punto di partenza per definire un nuovo modo di comportarci in montagna. 1 S cegliere di preferenza cibi e bevande che non richiedano imballaggi pesanti e non bio-degradabili. Utilizzare invece borracce e contenitori multiuso: non lasciare tracce, visibili o nascoste, del proprio passaggio. Riporre sempre nello zaino ogni rifiuto. 2 R iprendere gli altri escursionisti quando abbandonano i loro rifiuti in mezzo alla natura. 3 L ungo il sentiero di discesa fermarsi a raccogliere eventuali lattine o sacchetti di plastica, anche se non sono stati abbandonati da noi. 4 N ei rifugi non ordinare bevande o cibi che presuppongono confezioni “usa e getta”. 5 S egnalare alla commissione Tutela Ambiente Montano del CAI la presenza di “discariche selvagge” in zone montane: boschi, cave abbandonate, grotte, greti di torrenti... 6 Partecipare alle iniziative proposte dal CAI per ripulire la montagna. da S. Lombardo, Montagna pulita, CAI TAM

Metto a fuoco • Questo regolamento vuole tutelare: la montagna la borraccia il CAI • Le voci verbali sono espresse: all’indicativo all’imperativo all’infinito • Sottolinea come indicato: i divieti gli obblighi

COMPRENDO • L a borraccia è amica della natura perché: quando è vuota si può buttare quando è piena è molto utile quando è vuota non è un rifiuto da abbandonare

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Per costruire le competenze

Dov’è il trucco?

A

Stupisci tutti i tuoi amici con questo gioco magico. 1. P repara in anticipo dei foglietti di carta tagliati con le forbici e altri di ugual numero ottenuti piegando la carta e strappandola con le mani. 2. Distribuisci ai tuoi amici prima i foglietti tagliati con le forbici e chiedi di scrivere su ognuno un nome maschile e poi di piegarli in quattro. Raccoglili tutti in una scatola. 3. Distribuisci gli altri foglietti, fai scrivere un nome femminile e, una volta ripiegati, ritirali nella stessa scatola. 4. Scuoti la scatola per mescolare bene i biglietti. 5. Estrai un foglietto alla volta. Osserva bene i bordi: se sono lisci, proclama subito “Maschio!” poi come prova leggi il nome maschile che c’è scritto; se invece i lati sono irregolari, esclama “Femmina!” e leggi il nome femminile. I tuoi amici resteranno sbalorditi. M. Vago

B

Per uno stile di vita sano

Ti ricordi quando hai imparato ad andare in bicicletta? La parte più importante è stata cercare il giusto equilibrio. Una volta che l’hai trovato, sei riuscito a girare i pedali, guidare le ruote e far muovere la bicicletta. La stessa cosa accade quando si tratta di scegliere il nostro cibo. Bilanciando la quantità e la varietà dei cibi che mangiamo, tutti i nostri organi lavorano al meglio e il corpo funziona in modo efficiente. Seguire questi consigli ti aiuterà a restare in forma. È facile come andare in bicicletta, una volta che hai trovato l’equilibrio! 1. Il cibo è divertente... goditelo! 2. La colazione è un pasto molto importante. 3. Mangia cibi diversi ogni giorno: la varietà è la ricetta della salute. 4. Mangia frutta e verdura ad ogni pasto e per un gustoso spuntino! 5. Troppi grassi non fanno bene alla tua salute. 6. Dissetati. Bevi liquidi in abbondanza. 7. Abbi cura dei tuoi denti! Lavali dopo ogni pasto. 8. Muoviti! Fai attività fisica tutti i giorni. da www.eufic.org (European Food Information Council)

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2. Il testo istruzionale riguarda: la costruzione di un oggetto l’esecuzione di un gioco la preparazione di una pietanza l’esecuzione di un esperimento 3. Quali informazioni tra le seguenti non ricavi dal primo testo? È necessaria la presenza di un mago professionista. Il pubblico non interviene nel gioco. I biglietti tagliati e quelli strappati devono essere in uguale numero. Tutti i biglietti vengono raccolti nella stessa scatola.

Verso l’invalsi Il testo regolativo

1. Cerchia con il blu il titolo del testo regolativo istruzionale e con il verde quello del testo regolativo prescrittivo.

7. Il testo B presenta un elenco di: otto obblighi otto suggerimenti otto divieti 8. Secondo te, vanno messi in pratica: solo a casa d’altri solo a scuola sempre 9. Secondo te, il testo B è rivolto: soprattutto ai bambini soprattutto agli adulti sia agli adulti che ai bambini 10. Lo scopo del testo B è: aiutarci a convivere meglio con gli altri suggerire una corretta alimentazione

5. Sottolinea i verbi nel testo A. Sono espressi al modo: indicativo imperativo infinito congiuntivo

11. Quali delle seguenti affermazioni sono vere? Il testo A è regolativo istruzionale. I due testi sono scritti con un linguaggio semplice e chiaro. Il testo B è scritto in un linguaggio formale perché si tratta di un documento burocratico. Entrambi i testi presentano verbi al modo infinito. I due testi seguono l’ordine cronologico.

6. Il testo B presenta: tradizioni alimentari del nostro Paese il regolamento della mensa scolastica una guida per una corretta alimentazione la dieta per un ciclista

12. Tra le seguenti frasi quale si potrebbe inserire nel testo B? Guarda almeno quattro ore al giorno la TV. Di notte dormi non meno di otto ore. Bevi in abbondanza bibite zuccherate.

4. Le fasi del procedimento di gioco sono: in ordine cronologico senza un ordine particolare

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R...

come come

RESPONSABILITÀ

“Anche il più piccolo può fare la sua parte.”

La leggenda del colibrì Un giorno, dice un’antica leggenda narrata dagli indiani d’America, ci fu un enorme incendio nella foresta. Tutti gli animali erano terrorizzati e osservavano inermi il disastro. Solo il piccolo colibrì era occupato e andava a prendere nel fiume delle gocce d’acqua col proprio becco per gettarle sul fuoco. Dopo un po’ l’armadillo, infastidito dalla sua agitazione, lo derise: – Colibrì! Ma che fai, sei pazzo? Non è con queste gocce d’acqua che riuscirai a spegnere il fuoco! E il colibrì gli rispose: – Lo so, ma io faccio la mia parte.

• Anche tu, come il colibrì, puoi fare la tua parte. Dove ti senti più bravo? A casa. A scuola. Con gli amici. . ........................................... • Sei responsabile nel portare a termine i tuoi impegni a casa e a scuola?

Piccoli, ma veloci, i colibrì sono gli uccelli più piccoli al mondo: non più lunghi di una decina di centimetri, vengono infatti chiamati anche uccelli-mosca. Eppure hanno un battito d’ali velocissimo che consente loro di stare sospesi a succhiare il nettare dei fiori.

• Sei consapevole che ogni tua azione ha una conseguenza?

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L’educazione alla cittadinanza

promuove un’etica della responsabilità.


La storia siamo noi La storia siamo noi, nessuno si senta offeso. Siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo. La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso. La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da masticare. E poi ti dicono: “Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera”. Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera; però la storia non si ferma davvero davanti a un portone la storia entra dentro le stanze, le brucia, la storia dà torto e dà ragione. La storia siamo noi. Siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere. E poi la gente (perché la gente che fa la storia) quando si tratta di scegliere e di andare te le ritrovi tutta con gli occhi aperti che sanno benissimo cosa fare: quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare. Ed è per questo che la storia dà i brividi, perché nessuno la può fermare. La storia siamo noi, siamo noi padri e figli, siamo noi, bella ciao, che partiamo. La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano. La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano. F. De Gregori

• La frase “La storia siamo noi” significa: ognuno di noi contribuisce a fare la storia solo le persone più potenti fanno la loro parte nella storia dell’umanità la storia non può fare a meno di noi • Anche tu “fai la storia”; questo pensiero ti fa sentire: orgoglioso spaventato indifferente . ...........................................

educazione alla cittadinanza

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R...

come come

RESPONSABILITÀ

Soldi – Non so come arriveremo a fine mese – ha detto la mamma – devo ancora pagare l’affitto e la mensa per i bambini... Quando ero piccola, nascondevo i soldi ovunque in camera mia. Nella scatola dei giochi, sotto il letto. Una volta ho addirittura aperto la pancia di una bambola per nascondere una moneta da due euro. Dopo non mi ricordavo più dove avevo ficcato i miei soldi. Mio fratello Mattia fa lo stesso. Ma io gli vado dietro per recuperarli. È per il suo bene. Un giorno ci potrebbero fare comodo. – I freni della macchina si stanno allentando – ha detto papà – ne avremo per 200 euro almeno... – Hai visto la bolletta dell’elettricità? – ha detto mamma – È pazzesco quanto sia aumentata... L’anno scorso, la nonna ha vinto cento euro a un gioco e ha dato a Mattia e a me un biglietto da venti euro ciascuno. Per una settimana mi sono immaginata tutto quello che avrei potuto comprare: un cd, un braccialetto, una maglietta, una cintura. Alla fine, ho dato il biglietto alla mamma, per pagare il medico.

• Sottolinea nel testo la frase in cui la protagonista si dimostra responsabile: - nei confronti del lavoro scolastico - rinunciando a ciò che poteva comprare con i soldi della nonna - prendendo un impegno per il futuro del mondo • In quale modo puoi dimostrare di essere “responsabile”? Aggiungi una voce a questo elenco: - organizzando i tuoi compiti di studente - essendo autonomo nel vestirti, lavarti... - tenendo in ordine i tuoi spazi - aiutando chi è in difficoltà - .............................................................................................................................

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educazione alla cittadinanza


– Mi aiuti a fare i compiti, papà? – Per favore, ho del lavoro straordinario da fare a casa, per guadagnare qualcosa in più, studia da sola, dai! Quella sera ho fatto i compiti da sola e li ho fatti anche bene, sistemando poi tutto in ordine nello zaino. – Dovresti smettere di fumare – ha detto papà alla mamma – pensa che risparmio... Un giorno, vicino a scuola, ho visto un barbone. Mi scocciava passargli davanti perché non volevo dargli i soldi. Ma lui non mi ha chiesto niente. Anzi, mi ha dato una moneta. Non volevo prenderla. Mi ha detto: – È per te. Per favore. Mi porterà fortuna. Era una moneta da un euro. Ho dato anche quella alla mamma. – Non si parla di soldi davanti ai bambini – ha detto la mamma – non bisogna seccarli con queste storie, ne avranno abbastanza quando saranno grandi... Io sento invece parlare spesso di soldi e, per adesso, mi do da fare come posso per risparmiare ma, quando sarò grande, mi impegnerò perché questi benedetti soldi non manchino a nessuno, ma proprio a nessuno. da B. Friolt, La mia famiglia e gli altri disastri, Il castoro

RESPONSABILITÀ

in gioco

• Ecco un gioco che puoi organizzare insieme ai tuoi compagni di classe. 1. Costruite un piccolo percorso a ostacoli in classe. 2. D ividetevi a coppie. In ogni coppia uno dei due bambini viene bendato con un fazzoletto. L’altro bambino lo guida nel superare il percorso. 3. I bambini si scambiano i ruoli. Il bambino-pilota sperimenterà la responsabilità di guidare chi si affida a lui.

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e l i c a f e r a r a p m i Insieme per Come utilizzare gli schemi riassuntivi Gli SCHEMI RIASSUNTIVI che troverai nelle pagine seguenti ti aiuteranno a comprendere meglio i diversi argomenti facendo “ordine” nelle sequenze e nell’esposizione orale. Troverai PAROLE CHIAVE: parole importanti che ti consentiranno di parlare in modo preciso di un contenuto; le troverai rosse e scritte in stampato maiuscolo. Leggi gli schemi più volte, poi prova a RISCRIVERLI seguendo le indicazioni e ripeti tante volte. Buon lavoro!


Il racconto REALISTICO COSA

Il racconto realistico narra una STORIA REALE.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI REALI, che esistono veramente.

QUANDO

CHI

COME

Le storie possono avvenire nel PRESENTE o nel PASSATO.

I PERSONAGGI sono PERSONE o ANIMALI REALI. Nel racconto realistico troviamo: • Il PROTAGONISTA • I PERSONAGGI SECONDARI cioè tutti gli altri

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto realistico narra ........................................................................................................................................... I fatti si svolgono in ............................................................................................................................................................. Possono avvenire nel ........................................................................................................................................................... I personaggi sono ...................................................................................................................................................................: nel racconto realistico troviamo .............................................................................................................................. Ciascun racconto è suddiviso in ................................................................................................................................. Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Il racconto d’AVVENTURA COSA

Il racconto d’avventura narra STORIE e IMPRESE rischiose portate avanti con coraggio.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI MISTERIOSI, SELVAGGI, non quotidiani.

QUANDO

CHI

COME

Le storie possono avvenire nel PRESENTE o nel PASSATO.

I PERSONAGGI sono: • il PROTAGONISTA, quello coraggioso, l’EROE • l’ANTAGONISTA, colui che ostacola il protagonista • i PERSONAGGI SECONDARI, tutti gli altri

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto d’avventura narra ...................................................................................................................................... Le storie si svolgono ............................................................................................................................................................ Possono avvenire nel ........................................................................................................................................................... I personaggi sono .................................................................................................................................................................... Il protagonista è ....................................................................................................................................................................... L’antagonista, invece, è ...................................................................................................................................................... Gli altri si chiamano ............................................................................................................................................................ Ciascun racconto è suddiviso in ................................................................................................................................. Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Il racconto di PAURA COSA

Il racconto di paura narra VICENDE STRANE, cariche di mistero. Lo scopo è SUSCITARE PAURA.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI INQUIETANTI, “DA BRIVIDO” (castelli, boschi, case o chiese abbandonate...).

QUANDO

Le storie possono avvenire nel PRESENTE o nel PASSATO e spesso di NOTTE.

CHI

I PERSONAGGI REALISTICI si imbattono in: • PERSONAGGI MOSTRUOSI; • PERSONAGGI RIPUGNANTI.

COME

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto di paura narra .............................................................................................................................................. I fatti si svolgono in ............................................................................................................................................................. Possono avvenire nel ........................................................................................................................................................... I personaggi sono .................................................................................................................................................................... e si imbattono ............................................................................................................................................................................ Ciascun racconto è formato da numero .................. parti e cioè: ........................................................... ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Il racconto AUTOBIOGRAFICO COSA

Il racconto autobiografico (auto = da sé + bio = vita + grafia = scrittura e dunque racconto della vita scritto da sé) racconta FATTI DI VITA REALE accaduti a colui che ha scritto il testo.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI REALI, appartenenti alla vita dell’autore.

QUANDO

Le storie si svolgono nel PASSATO e spesso sono precisate con la DATA.

CHI

COME

Il PROTAGONISTA è l’AUTORE STESSO. Gli ALTRI PERSONAGGI sono persone realmente conosciute (amici, familiari...).

Ciascun racconto, che riporta episodi veri, è formato da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto autobiografico, ossia .............................................................................................................................., racconta ........................................................................................................................................................................................... Le storie si svolgono in ..................................................................................................................................................... Avvengono nel ............................................................................................................................................................................ I personaggi sono...................................................................................................................................................................... e .............................................................................................................................................................................................................. Quando il racconto autobiografico riporta un episodio, segue ........................... parti, cioè: ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Il DIARIO COSA

Il diario racconta ESPERIENZE, EMOZIONI, STATI D’ANIMO, SEGRETI e TAPPE DI VIAGGI vissuti da colui che scrive il testo. Di solito viene scritto per sé stessi.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI REALI, appartenenti alla vita dell’autore.

QUANDO

Le storie possono avvenire nel PRESENTE (per riflessioni o commenti) o nel PASSATO (per la narrazione dei fatti accaduti).

CHI

Il PROTAGONISTA è l’AUTORE STESSO. Gli ALTRI PERSONAGGI sono persone reali con cui è entrato in contatto.

COME

Ciascuna pagina di diario presenta una STRUTTURA particolare: 1. DATA e APERTURA 2. FATTI e RIFLESSIONI 3. SALUTO FINALE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il diario racconta ................................................ , ...................................................., ....................................................... , ...................................................... e ........................................................... Le storie si svolgono in....................................................................................................................................................... Avvengono nel ............................................................................................................................................................................ I personaggi sono...................................................................................................................................................................... e .............................................................................................................................................................................................................. Ciascuna pagina di diario presenta ........................................................................................................................ ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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La LETTERA COSA

DOVE QUANDO

CHI

COME

La lettera ha lo scopo di COMUNICARE con persone lontane. Può essere: • una LETTERA PERSONALE • una LETTERA UFFICIALE • una E-MAIL Il LUOGO è sempre specificato e viene scritto accanto alla DATA

Anche il TEMPO viene sempre indicato nella DATA

Nella lettera troviamo: • il MITTENTE, cioè chi la scrive • il DESTINATARIO, cioè chi la riceve

La lettera presenta una struttura particolare: • il LUOGO e la DATA • la FIRMA • l’INTESTAZIONE • il P. S. (= post scriptum, • il MESSAGGIO cioè altre righe • la FORMULA DI aggiunte) CHIUSURA con i SALUTI

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). La lettera ha lo scopo ....................................................... e può essere una .................................................... , una ........................................................................ o una .................................................................. La lettera è scritta in un luogo e in un tempo specificati nella ................................................... Chi scrive la lettera è il ................................................................................................................................................... , chi la riceve è il ................................................................................................. La lettera presenta una struttura particolare formata, di solito, da ........................................ .................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Il racconto FANTASTICO COSA

Il racconto fantastico narra FATTI STRAORDINARI che non accadono nella realtà.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI REALI o IMMAGINARI.

QUANDO

CHI

COME

Le storie possono avvenire in un TEMPO INDETERMINATO (un giorno, tanto tempo fa...).

I PERSONAGGI possono essere: • INVENTATI (maghi, streghe...) • REALI, ai quali accadono vicende impossibili

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto fantastico narra ........................................................................................................................................... I fatti si svolgono in ............................................................................................................................................................. Possono avvenire in un ...................................................................................................................................................... I personaggi possono essere .......................................................................................................................................... La struttura del racconto fantastico è suddivisa in: ................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Il MITO COSA

Il mito è una STORIA MOLTO ANTICA con la quale l’uomo tentava di spiegare le origini delle cose.

DOVE

Il LUOGO in cui si svolge il mito può essere: • GENERICO (l’Universo, la Terra, il Cielo...) • la ZONA GEOGRAFICA nella quale il mito ha origine

QUANDO

Le storie avvengono in un TEMPO LONTANISSIMO (origini del mondo o antiche epoche storiche)

CHI

I PERSONAGGI sono DIVINITÀ o EROI con sembianze umane che compiono imprese straordinarie.

COME

La STRUTTURA è composta da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il mito è ........................................................................................................................................................................................... Il luogo può essere ................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................. Le storie avvengono in un ............................................................................................................................................... I personaggi sono .................................................................................................................................................................... che ........................................................................................................................................................................................................ La struttura è suddivisa in .............................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Il TESTO POETICO COSA

Il testo poetico utilizza la forma in VERSI e un linguaggio particolare formato da RITMI e RIME. Comprende: • FILASTROCCHE, testi allegri e giocosi. • POESIE, testi che esprimono stati d’animo ed emozioni.

RIMA

I VERSI della filastrocca o della poesia possono presentare la RIMA, che può essere: • BACIATA (AABB) • ALTERNATA (ABAB) • INCROCIATA (ABBA)

COME

La filastrocca e la poesia sono composte da VERSI. I VERSI possono essere raggruppati o meno in STROFE (= insieme di versi).

LINGUAGGIO

Nella poesia si utilizzano le FIGURE RETORICHE come: • la SIMILITUDINE • la METAFORA • la PERSONIFICAZIONE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il testo poetico utilizza la forma in ................................................ e un linguaggio particolare formato da ........................................................................... e ................................................................................................... Le filastrocche sono testi ..................................................................... e ..................................................................... Le poesie sono testi che esprimono ...................................................... ed ........................................................ Le poesie e le filastrocche possono presentare la ............................................... che può essere .................................................................., .................................................................. o ................................................................... Le strofe sono ...................................................... di versi. Nella poesia si usano le figure .................................................., come la ....................................................... ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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La DESCRIZIONE MODO

Persone, ambienti e animali possono essere descritti in modo: • SOGGETTIVO, quando sono presenti impressioni e giudizi di chi scrive • OGGETTIVO, cioè in modo distaccato La descrizione di un ambiente può riguardare LUOGHI INTERNI o LUOGHI ESTERNI.

ASPETTI

Nella descrizione di persone e animali sono da considerare: • la PRESENTAZIONE GENERALE • l’ASPETTO FISICO • il CARATTERE • il COMPORTAMENTO • gli EPISODI (cosa accade alla persona o all’animale di cui si parla)

DATI SENSORIALI

Per descrivere si usano i DATI SENSORIALI: VISIVI - UDITIVI - OLFATTIVI - GUSTATIVI - TATTILI.

COME

Per rendere ORIGINALE e SIMPATICA una descrizione inserisci molti particolari e impressioni personali ed evita lunghi elenchi di caratteristiche.

Ora prova da solo, in base allo schema che hai appena letto, a scrivere tre schemi distinti per la descrizione di persone, di animali e di ambienti (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave). Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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IL TESTO INFORMATIVO ARGOMENTO

STRUTTURA

Il testo informativo fornisce INFORMAZIONI su vari argomenti.

Il testo informativo presenta: • il TITOLO • una SUDDIVISIONE IN PARAGRAFI (cioè parti che affrontano un aspetto dell’argomento più ampio) • il SUPPORTO GRAFICO (disegni, fotografie tabelle, parole chiave...)

ORDINE

Le informazioni possono essere disposte secondo: • un ORDINE LOGICO • un ORDINE LOGICO-CAUSALE • un ORDINE CRONOLOGICO

LINGUAGGIO

Il linguaggio utilizza TERMINI SPECIALISTICI, che sono PAROLE-CHIAVE per comprendere meglio l’argomento.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il testo informativo fornisce .......................................................................................................................................... La struttura presenta: ........................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................... Le informazioni possono essere disposte secondo un ordine ........................................................... , ................................................................................................... o .......................................................................................................... Il linguaggio utlizza ............................................................................................................................................................... che sono ............................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Il TESTO REGOLATIVO CHE COSA

COME

ORDINE

LINGUAGGIO

Il testo regolativo fornisce: • ISTRUZIONI • REGOLE o CONSIGLI

Di solito viene scritto sotto forma di ELENCO PUNTATO o NUMERATO. Le diverse istruzioni sono suddivise in due parti: • ELENCO del materiale occorrente • PROCEDIMENTO

Le regole e le istruzioni sono date secondo: • un ORDINE CRONOLOGICO • un ORDINE LOGICO

Il linguaggio è CHIARO, ESSENZIALE e PRECISO. Utilizza TERMINI SPECIFICI DEL SETTORE, VERBI ALL’INFINITO o ALL’IMPERATIVO; le frasi sono BREVI.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il testo regolativo fornisce ............................................................ o .......................................................................... Di solito viene scritto sotto forma di ................................................... o ......................................................... Le istruzioni sono suddivise in due parti: ......................................... e ......................................................... Le stesse sono date secondo un ordine....................................... o un ordine ........................................... Il linguaggio è .................................................... , .................................................. e ............................................................. Utilizza ................................................................................. , verbi ........................................................................................, le frasi sono ..................................................................................... Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Per attivare il M.I.O. BOOK Studente segui questi semplici passi

Il M.I.O. BOOK è Multimediale, Interattivo, Open

1

È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

2

È “aperto” perché personalizzabile e integrabile con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • la possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe.

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi.

Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare la font trasformandola in MAIUSCOLO. Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.

Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Francesca Bolognini, Carmen Referza Consulenza didattica: Tiziana Bartolucci, Maria Luisa Gagliardini, Paola Papalini (percorso di lettura); Raffaela Maggi (sezione Insieme per imparare facile) Grafica e impaginazione: Mauro Aquilanti Illustrazioni: Valentina Belloni, Chiara Bordoni, Funnybooks, Mariagrazia Orlandini, Elisabetta Travet Copertina: Mauro Aquilanti Illustrazione di copertina: Mariagrazia Orlandini Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, 123rf, Fotolia, Thinkstock Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Bicicletta, che passione! INIZIO È SABATO, GIORNO DI VACANZA: PROPRIO LA GIORNATA IDEALE PER FARE ACROBAZIE IN BICICLETTA E CURVE SPERICOLATE. DA OGGI LINUS HA UN AUTENTICO MANUBRIO DA CORRIDORE SULLA BICICLETTA, GLIEL’ HA MONTATO SUO FRATELLO STEFAN, HA SOLO UN POCHETTINO DI RUGGINE. – È UN MANUBRIO DA PROFESSIONISTA – HA SPIEGATO STEFAN – E VA ANCHE BENE. CON UN MANUBRIO COME QUELLO, LINUS POTRÀ PIEGARSI TUTTO IN AVANTI, COME FANNO I CORRIDORI ALLA TELEVISIONE. MITICO!

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So P. C IS rp ecc BN r ar 97 esa elli 8- ! 4 - L 88 - . V -4 Le ec 72 t ci -2 tu 49 re 19 Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o ­altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE G ­ RATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

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Grammatica

• Pagine di accoglienza • Percorsi per tipologie testuali • Verifica delle competenze • Percorso e prove modello INVALSI • Laboratori di ascolto • Laboratori del lessico • Percorsi di Cittadinanza • Pagine per imparare facile

• Mappe di sintesi • Verifica delle competenze • Giochi linguistici • Tavole dei verbi • Prove modello INVALSI • Eserciziario

Scrittura Linguaggi espressivi • Mappe-guida per la scrittura • Percorsi di produzione scritta per tipologie testuali • Spunti per la scrittura creativa • L’arte e la musica per scoprire le stagioni

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e inoltre... Le regole di italiano 4-5 Un fascicolo con le regole base per aiutare gli alunni a svolgere i compiti in autonomia

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• Breve guida “A scuola con un sorriso” con spunti di riflessione e suggerimenti pratici per la gestione del gruppo-classe • Guida al testo con programmazione, schede operative, suggerimenti ecc. •V ademecum BES con consigli, normative, schede operative ecc. • 3 cartelloni sulle tipologie testuali • 1 poster attivo di grammatica

I volumi sono in versione digitale M.I.O. BO OK, scaricabil i on-line e archivia bili su USB

IN DOTAZIONE CON LA GUIDA: il M.I.O. BOOK docente con la guida al testo, i percorsi multidisciplinari per la LIM spiegati passo passo, esercizi interattivi di italiano e di tutte le discipline, tante schede in PDF il M.I.O. BOOK studente

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PER L’INSEGNANTE E LA CLAS

A richiesta i volumi con i percorsi semplificati, di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audio scaricabile on-line

letture Percorsi di Cittadinanza e Costituzione Mappe sulle tipologie testuali

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• Versione audio del libro • Carattere modificabile MAIUSCOLO/minuscolo • Traduzione in altre lingue


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