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PATRIZIA CECCARELLI - LIVIA VECCI
Spirito
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Spirito LIB E RO
LIB E RO LETTURE
LETTURE
• Percorsi di Cittadinanza e Costituzione • Test d’ingresso
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CODICE DI ATTIVAZIONE
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PATRIZIA CECCARELLI - LIVIA VECCI
Spirito
LIB E RO LETTURE
INDICE STARE BENE a SCUOLA 6 La scuola sorpresa 7 Che cosa senti nel cuore oggi che inizia la scuola? 8 Mi piace il mio insegnante! 9 La maestra è un capitano 10 Una scuola senza aule 12 Una recita per l’accoglienza 13 Scienze in tavola
24 26 28 30 31 32 34 36 38 40 41 42 43
il RACCONTO Il brigante Patakrash Non ti dimenticare Come una lattina vuota Nico Lampi e tuoni Il nuovo amico di Simona LEGGO i CLASSICI
Re Artù
ESPLORO LA BIOGRAFIA
Il grande Amadeus Vincent Van Gogh Catturare la luce delle stelle Un piccolo grande campione Il futuro di Rita
44 IMPARO ad ASCOLTARE 45 INSIEME PER IMPARARE FACILE 46
VERSO LE COMPETENZE Un grande fisico
48 LEGGO i CLASSICI Un'attenta diagnosi
TEST D’INGRESSO 14 15 16 18 19 20 21 22 23
Caro diario L'esame di quinta Frankenstein Una pazza mozzarella Avventura nella nebbia La “tipica nonna”… … la sua casa sul lago … e il suo cane Arsenio Il linguaggio del cane Faremo una poesia
50 ESPLORO IL RACCONTO UMORISTICO La strada sbagliata 52 La restringite 54 Bisce o serpenti a sonagli? 55 Un tema a scuola 56 LABORATORIO del LESSICO 57 INSIEME PER IMPARARE FACILE 58
VERSO LE COMPETENZE Storia del ciuccio perduto
60 LEGGO i CLASSICI Il robot e la bambina
62 ESPLORO IL RACCONTO DI FANTASCIENZA L’astronabus di Deneb
INDICE
64 Un viaggio allucinante 66 I piccoli terrestri 68 Marziani a fumetti 69 INSIEME PER IMPARARE FACILE 70 VERSO LE COMPETENZE Che strano sogno! 72 LEGGO i CLASSICI Atreiu e la grande ricerca 74 76 77 78
ESPLORO IL RACCONTO FANTASY
Leone Aslan Il potere dell’unicorno Un incontro terribile Bilbo e Gollum
79 IMPARO ad ASCOLTARE 80 LABORATORIO del LESSICO 81
INSIEME PER IMPARARE FACILE
82 VERSO LE COMPETENZE Ritorno a Ilyriand 84 LEGGO i CLASSICI Dieci piccoli indiani 86 88 90 92 93
ESPLORO IL RACCONTO GIALLO La giacca rossa I gioielli scomparsi Elementare, Watson! Il pirata informatico L'uomo misterioso
94 LABORATORIO del LESSICO 95 INSIEME PER IMPARARE FACILE 96
VERSO LE COMPETENZE
Un falso alibi
98 Gira la storia - Coding 100 LEGGO i CLASSICI Il cavaliere che non c’è
102 ESPLORO IL RACCONTO STORICO Alessandro Magno 104 Ragazzo etrusco 105 Cesare e Cleopatra 106 Diamo inizio ai giochi 108 Il giovane Kamosè 109 IMPARO ad ASCOLTARE 110 LABORATORIO del LESSICO 111 INSIEME PER IMPARARE FACILE 112 VERSO LE COMPETENZE Per le strade di Roma 114
il testo POETICO
116 ESPLORO LA POESIA Le poesie nuove 118 A scuola a piedi 119 Giorno libero 120 Preferisco 121 Sono curioso Odio 122 I suoni di Cappuccetto 123 Tempaccio Foresta fischiona 124 Fulmine Nuvole 125 LABORATORIO del LESSICO 126 Alla sera 127 L’infinito 128 Oggi bambino uomo domani 129 INSIEME PER IMPARARE FACILE 130 VERSO LE COMPETENZE Pioggia estiva Il vento nell’isola
INDICE
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il testo DESCRITTIVO
134 LEGGO i CLASSICI Il paese dei balocchi 136 ESPLORO LA DESCRIZIONE Giacca e cravatta 138 Estate nei campi 139 Nel bosco 140 Il Mondo di Amacem 142 Mina 143 La donnola 144 Benedetto corvo! 145 IMPARO ad ASCOLTARE 146 La rubamamma 147 Rodolfo 148 Anna e Bruno 150 LABORATORIO del LESSICO 151 INSIEME PER IMPARARE FACILE 152 VERSO LE COMPETENZE La zia Maria
154
il testo INFORMATIVO
156 Dormire dormire 157 L’aquila dalla testa bianca 158 La mano, un organo fondamentale 159 LABORATORIO del LESSICO 160 LEGGO i CLASSICI L'uomo è sulla luna 162 ESPLORO LA CRONACA GIORNALISTICA Balena spiaggiata in Cile, città si mobilita per salvarla 164 Il coraggio di due giovani salva una ragazzina 165 Chip e impronte: la svolta digitale della carta d’identità 166 Pennetta trionfa, gli Usa parlano italiano! 167 IMPARO ad ASCOLTARE 168 Sfogliamo un quotidiano 169 Il quotidiano online 170 Le pagine interne 171 INSIEME PER IMPARARE FACILE 172 VERSO LE COMPETENZE Tania a tre metri dal mito
INDICE
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i DIBATTITI
176 ESPLORO IL TESTO ARGOMENTATIVO Ottimista o pessimista? 178 Una piccola rivoluzione 180 Non solo libri di carta 181 Si può mentire 182 Quale sport? 183 I romanzi di Harry Potter 184 IMPARO ad ASCOLTARE 185 INSIEME PER IMPARARE FACILE 186 VERSO LE COMPETENZE Eliminare i vecchi giocattoli?
TALENTO 198 Jolly della vita 200 Il talento… in persona! 202 Porta Poiché tentare non nuoce 203 Billy Elliot ONESTÀ 204 Il dilemma di Tommi 206 L’onestà… in persona! 207 Le parole dell’onestà LEGALITÀ 208 La Costituzione italiana 209 La legge è uguale per tutti 2 giugno 1946 210 La legalità… in persona 212 Stelle sulla Terra 213 La Convenzione dei diritti sull'infanzia IMPEGNO CIVILE 214 Il gioco dell’oca del cittadino 216 L’impegno civile… in persona! 217 Il sale della Terra
188 ESPLORO IL MESSAGGIO PUBBLICITARIO Il manifesto pubblicitario 190 La vendita di aquiloni 191 La pubblicità per cambiare
VERSO la SECONDARIA 192 Primaria, addio! 193 Un sacco di bei ricordi 194 Arriva il gran giorno 196 Verso il futuro 197 Sogna, ragazzo sogna
218 Una guida per bambini 220 Il giornale di classe 222 Consigli nutrizionali 224 No inquinamento
SC ARIC A ,S E CLICCFAOGLIA !!!
Questo li
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versione è anche in digitale M.I.O. BO OK Divertit
i e im i video, g para con le attività li ascolti e multimed iali
STARE BENE
a SCUOLA Tornano a scuola i bambini, ma sono già ragazzini e ragazzine. La sfida della quinta li aspetta: curiosità e voglia di sapere li porteranno dritti alla meta! BUONA QUINTA A TUTTI!
LA SCUOLA SORPRESA Lo crederesti? Una scuola sorpresa ti aspetta: è fatta di bimbi e maestri contenti, di sorrisi come fili d’erba tra i denti, di parole vivaci, a colori più sonore di quelle di fuori, di domande che fioriscono libere, di bisticci che finiscono in ridere, di occhi curiosi che sbirciano il mondo. È come un arco la scuola sorpresa che scaglia dritta verso il futuro la tua freccia tesa. P. Ceccarelli
C he cosa vorresti trovare nella tua “scuola sorpresa”?
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In guida A scuola con un sorriso
STARE BENE A SCUOLA
CHE COSA SENTI NEL CUORE OGGI CHE INIZIA LA SCUOLA? Stanotte il mio cuore, e anche tutto il resto dentro di me, era grigio, piovevano acquazzoni di pensieri, nuvole nere di preoccupazione: riflettevo sul fatto che le vacanze sono finite e il ritmo dell’impegno mi aspetta; sveglia presto al mattino e poi la scuola con quella matematica che non mi vuole entrare in testa e il maestro Michele che mi guarda come se fossi deficiente, perché secondo lui le equivalenze sono semplicissime da risolvere. Sfido io, lui la insegna la matematica, ma io no e, appena finirò gli studi, non vorrò più neppure sentirne parlare! Stanotte sentivo il cuore azzurro, leggero come una piuma. Non vedevo l’ora di rientrare in classe: durante le vacanze gli amici si disperdono qua e là, Alessia poi è sempre in giro per l’Europa, i suoi hanno il camper e la mania dei viaggi, perciò durante l’estate è impossibile vederla. E poi io a scuola sto bene: scopro un sacco di belle cose e quest’anno mi sa che ci proporranno anche un progetto per seminare l’orto e… quando mi ricapita l’occasione di veder crescere l’insalata seminata da me?
O ra scrivi le tue emozioni. .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... In guida A scuola con un sorriso
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STARE BENE A SCUOLA
MI PIACE IL MIO INSEGNANTE! Mi piace come ridi e come parli come intrecci i fili dei racconti come apri cassetti sconosciuti e tiri fuori mondi, canti e conti. Mi piace che mi dici della gente quella che è passata nel passato perché la storia non è solo date ma è cibo, è amore, è vita, è fiato. Mi piace quando parli dei tuoi viaggi di colori, di musica e armonia di città lontane, fiumi e monti che diventano così la geografia. Mi piace soprattutto quando ascolti e chiedi: “Cosa pensi? Cosa senti?” perché per te la cosa più importante è l’alfabeto dei nostri sentimenti. da J. Carioli, Poesie a righe e a quadretti, Giunti Junior
S egna con una ✘ l’espressione con la quale potresti sostituire il verso della poesia “apri cassetti sconosciuti”: insegni a tenere in ordine i cassetti fai conoscere nuovi cassetti apri i nostri orizzonti, mostrandoci cose che non conosciamo S cegli la caratteristica che ritieni più importante per un insegnante e completa la frase. MI PIACE UN INSEGNANTE: curioso, perché .......................................................................................................................................... affettuoso, perché ..................................................................................................................................... severo, perché ............................................................................................................................................ allegro, perché ........................................................................................................................................... colto, perché ............................................................................................................................................... paziente, perché ........................................................................................................................................ ................................................... , perché ....................................................................................................
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In guida A scuola con un sorriso
STARE BENE A SCUOLA
LA MAESTRA È UN CAPITANO Oggi sono proprio scatenati! Filippo fa rotolare una monetina per tutta la classe. Anna ha rovesciato sul pavimento tutta la carta che c’era nel cestino, perché non riesce a trovare un foglietto che aveva buttato via per sbaglio. Tommaso sta colorando col pennarello blu tutta la mano di Sara, fino al polso e anche più su. Le fa un disegno a forma di serpente che le gira tutto intorno all’avambraccio. – Ti piace, maestra? – mi chiede mentre continua a lavorarci. – Le faccio il tatuaggio! Tu che dici, se lo faccio proprio bene, diventerà un vero serpente? “Ecco, le loro domande mi piacciono” penso io, la maestra, sorridendo. E allora sotto, sotto con le domande. – Come profuma il sole? – propone Tommaso. – Cosa sognano i cani? – si lancia Alessia. – Dove dormono le balene? – incalza Martina. Io li ascolto incantata, me li gusto come un bel caffè. Li ascolto sorridendo, rapita, e loro gridano, si alzano in piedi e fanno domande ad alta voce, e le loro domande sono formidabili, meravigliose, e le loro voci fanno vibrare i vetri delle finestre. Ti fanno domande così, loro, domande da filosofi, domande che un adulto non ti farebbe mai. A meno di non essere un filosofo o un poeta, naturalmente. Allora mi viene un groppo in gola, e penso che sono felice, di cosa? Di fare la maestra, voglio dire.
L a storia è raccontata da: un alunno una maestra G li alunni fanno domande: interessanti, da filosofi ovvie e banali L a maestra: è felice di ascoltare le domande dei ragazzi. non ascolta le domande dei ragazzi.
da A. Ferrara, La maestra è un capitano, Coccole e Caccole In guida A scuola con un sorriso
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STARE BENE A SCUOLA
UNA SCUOLA SENZA AULE Margie lo scrisse perfino nel suo diario, quella sera. Sulla pagina che portava la data 17 maggio 2157, scrisse:
Oggi Tommy ha trovato un vero libro! Era un libro antichissimo. Il nonno di Margie aveva detto una volta che, quand’era bambino lui, suo nonno gli aveva detto che c’era stata un’epoca in cui tutte le storie e i racconti erano stampati su carta. Si voltavano le pagine, che erano gialle e fruscianti, ed era buffissimo leggere parole che se ne stavano ferme invece di muoversi su uno schermo. – Dove l’hai trovato? – chiese Margie. – In casa – rispose Tommy senza guardare, perché era occupatissimo a leggere – in solaio. – Di che cosa parla? – Di scuola. – Scuola?! – il tono di Margie era sprezzante – Cosa c’è da scrivere, sulla scuola? Io, la scuola, la odio. Tommy la squadrò con aria di superiorità. – Ma non è una scuola come la nostra! Questo è un tipo di scuola molto antico, come l’avevano centinaia e centinaia di anni fa. Secoli fa. Margie era offesa. – Be’, io non so che specie di scuola avessero tutto quel tempo fa. In ogni modo, avevano un maestro. – Certo che avevano un maestro, ma non era un maestro regolare. Era un uomo. – Un uomo? Come faceva un uomo a fare il maestro? – Be’, spiegava le cose ai ragazzi e alle ragazze, dava da fare dei compiti a casa e faceva delle domande. – Ma va’! Un uomo non è abbastanza in gamba e non può saperne quanto un maestro. – Ne sa quasi quanto il maestro, ci scommetto. – Io non ce lo vorrei un estraneo in casa mia a insegnarmi. Tommy rise a più non posso. – Non sai proprio niente, Margie. Gli insegnanti non vivevano in casa. Avevano un edificio speciale e tutti i ragazzi andavano là.
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In guida A scuola con un sorriso
STARE BENE A SCUOLA
– E imparavano tutti la stessa cosa? – Certo, se avevano la stessa età. – Ma la mia mamma dice che un insegnante dev’essere regolato perché si adatti alla mente di uno scolaro o di una scolara e che ogni bambino deve essere istruito in modo diverso. – Sì, però loro a quei tempi non facevano così. Margie voleva leggere di quelle buffe scuole. Non era nemmeno a metà del libro, quando la signora Jones la chiamò: – Margie! A scuola! – Non ancora, mamma. – Subito! – disse la signora Jones. Margie se ne andò in classe. L’aula era proprio accanto alla sua cameretta e l’insegnante meccanico, già in funzione, la stava aspettando. Era in funzione sempre alla stessa ora, tutti i giorni tranne il sabato e la domenica, perché mamma diceva che si impara meglio a orari regolari. Lo schermo era illuminato e diceva: – Oggi la lezione di aritmetica è sull’addizione delle frazioni proprie. Prego inserire il compito di ieri nell’apposita fessura. Margie obbedì, con un sospiro. Stava pensando alle vecchie scuole che c’erano quando il nonno di suo nonno era bambino. Ci andavano i ragazzi di tutto il vicinato, ridevano e vociavano nel cortile, sedevano insieme in classe, tornavano a casa insieme alla fine della giornata. Imparavano le stesse cose, così potevano darsi una mano a fare i compiti e parlare di quello che avevano da studiare. E i maestri erano persone… Chissà come si divertivano! da I. Asimov, Il meglio di Asimov, Mondadori
IO Completa. Nella tua aula i banchi sono disposti ............................................................. , la cattedra si trova ................................................................................................. e la lavagna è ......................................................................................................... Le finestre sono .................................................................................................... . Il computer ............................................................................................................ . Nella scuola ci sono aule speciali per .............................................................. ................................................................................................................................... .
CON GLI ALTRI
no spazio-scuola curato U e ben attrezzato influenza il modo di imparare e di stare insieme? L’uso delle tecnologie migliora la qualità della scuola? Confrontate le vostre idee e provate a progettare la vostra aula ideale. In guida A scuola con un sorriso
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STARE BENE A SCUOLA
UNA RECITA PER L’ACCOGLIENZA Una mattina, a scuola, noi della V B facciamo teatro e la storia che recitiamo è questa: c’era una volta una maestra o un maestro, questo non è importante, e lei insegna ai suoi scolari la geometria, oppure insegna a leggere, oppure la storia o le regioni d’Italia, anche questo non è importante, è solo un esempio, può essere anche diverso. All’improvviso però… toc! Toc! Bussano alla porta e, questo è importante, la storia che rappresentiamo è questa: c’è un bambino nuovo che vuole entrare a far parte della nostra classe. La maestra va in corridoio a parlare con il padre e la madre del bambino nuovo, e dopo suona anche il telefono, la maestra va a rispondere e così il bambino nuovo adesso è solo davanti a noi. Cosa facciamo? Cosa diciamo? Abbiamo scelto questa scena da recitare, perché un mese fa nella nostra classe arrivò una bambina nuova, Elena, che prima abitava al Sud e ora abita qua da noi; però può ancora capitare che arrivi un bambino o una bambina nuova, italiani o non italiani. Possono arrivare ogni giorno, così è meglio fare delle prove e conoscere bene le regole dell’accoglienza. Noi facciamo finta, a turno, di essere il bambino o la bambina nuova, anche io ho fatto così, e tutti noi subito siamo gentili e buoni: non è difficile. da G. Caliceti, Marocchino! Storie italiane di bambini stranieri, Edizioni Elle
P rosegui l’elenco dei sinonimi della parola ACCOGLIENZA: ospitalità • empatia • comprensione • .................................................................................... ...........................................................................................................................................................
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In guida A scuola con un sorriso
STARE BENE A SCUOLA
SCIENZE IN TAVOLA Stamani la maestra Delfina si è presentata in classe con una grossa borsa di tela rossa, l’ha depositata in un angolo poi ha esclamato: – Oggi parleremo di quali alimenti deve contenere una dieta sana ed equilibrata. Osservate questa piramide: qui, alla base, la parte più larga, disegniamo tutte le varietà di frutta e verdura che conosciamo. Dovete mangiarne tanta, perché fa bene. Ora saliamo al primo piano, dove trovate pane, biscotti, riso, pasta e patate. Tutti cibi necessari e sani, ne dovreste mangiare circa cinque porzioni al giorno. Al secondo piano, invece, abbiamo carne, pesce, legumi, salumi e uova: ne bastano una o due porzioni al giorno, alternando i diversi alimenti. Il terzo piano è il regno del latte, dei formaggi e dei condimenti: vi forniscono il calcio, fondamentale per le ossa. Dovreste consumarne circa due porzioni al giorno. – E nella mansarda che cibo mettiamo? – chiede Stefano indicando il triangolino vuoto al vertice della piramide. – Mi dispiace per voi – risponde Delfina – in mansarda abitano dolci, caramelle, gelati… questi sono alimenti quasi proibiti, dovete mangiarne il meno possibile. Poi la maestra Delfina osserva le facce deluse e dice: – Ma adesso fatevi sotto, di questi potete farne una scorpacciata! E rovescia sulla cattedra il contenuto della borsa di tela rossa: mele, susine, banane, pere… Come al solito, la maestra Delfina aveva inventato un bel modo per farci imparare meglio! da A. Sarfatti, La scuola va a rotoli, Mondadori
R ispondi sul quaderno. 1. D i quale argomento si parla? 2. C he cosa ha inventato la maestra per catturare l’interesse dei ragazzi? 3. S econdo te, ha avuto una buona idea?
In guida A scuola con un sorriso
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IL RACCONTO REALISTICO
TEST
D’INGRESSO
1. I l brano che hai letto è: una lettera un diario personale una biografia
CARO DIARIO
2. È un diario perchè indica: la data e il luogo in cui è stato scritto il nome del destinatario
Ecco, già a scrivere “Milano” mi si riempiono gli occhi di lacrime. E pensare che stamattina, quando mi sono alzata, ero a Dorgo, nella mia camera in casa del nonno, dove ho trascorso le vacanze. E c’era il papà che mi chiamava per la colazione. Poi, subito dopo, siamo dovuti partire. Sono tornata a Milano perché domani è il primo giorno di scuola. Anche Vittoria e Valentina sono tornate ad Alaria, ma loro erano tutte contente, perché non hanno cambiato casa come me e anche quest’anno saranno in classe con la signorina Pancaldi, e sanno cosa le aspetta. Io… chissà dove andrò a finire? La mamma è già andata alla nuova scuola e si è fatta dare l’elenco dei libri. Molti li ha già comprati. Mi ha comprato anche un maglione nuovo, arancione, proprio il colore che detesto, e mi ha detto che domani pomeriggio usciremo insieme per rifarmi tutto il guardaroba, perché nei vestiti dell’anno scorso non c’entro più. Sono sicura che le verrà un accidente quando mi vedrà spogliata e scoprirà quanto sono ingrassata. E intanto domani per andare a scuola cosa mi metto?
3. I l brano è scritto in: prima persona terza persona 4. I l linguaggio è: formale confidenziale 5. I l diario personale ha lo scopo di: informare confidare le proprie emozioni
Milano, 14 settembre
da B. Pitzorno, Principessa Laurentina, Mondadori
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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO
TEST
D’INGRESSO
L’ESAME DI QUINTA – Siamo in quinta e l’esame che fa battere il cuore, impallidire, sudare la mani, per fortuna è stato abolito! – Andremo alla Scuola Secondaria senza superare nessuna prova – abbiamo detto con gioia all’inizio dell’anno, ma la maestra Cin è stata inflessibile. – Hanno abolito l’esame di quinta, ma senza di questo non potrete fare il grande passo! Perciò ecco quale sarà il vostro esame: andrete in una prima e ognuno di voi racconterà una storia a sua scelta. I vostri esaminatori saranno i bambini piccoli. Dopo un grande stupore, abbiamo pensato tutti che si trattasse di un’idea bellissima. Ora sappiamo che sarà un esame felice se riusciremo a non fare sbadigliare, starnutire, grattare, agitare, correre, spidocchiare, grufolare i bambini di prima che, con poca o tanta pazienza, ci staranno a sentire. Così, da quel momento, per essere promossi e fare il grande passo ci siamo messi alla ricerca di belle storie e del modo migliore per raccontarle perché, come ci ripete sempre la maestra Cin: – Quando sarete davanti a bambini piccoli come siete stati anche voi, dovrete fare innamorare il vostro pubblico, come funamboli del circo, giocolieri della parola, che non hanno paura di sbagliare, perché anche se sbagliano sono pronti a rifare l’esercizio, dieci, cento volte, fino a quando l’esercizio non è perfetto. Infatti il vero esame di quinta è anche capire che nella vita si vince, si perde, ma bisogna essere sempre pronti a dare la rivincita!
IL RACCONTO REALISTICO
1. Il racconto che hai letto è: realistico fantastico 2. I fatti narrati: possono accadere davvero non possono accadere 3. Il protagonista del brano frequenta: la scuola secondaria di primo grado la classe quinta della scuola primaria la classe prima della scuola dell'infanzia 4. Per fare il grande salto i protagonisti devono: superare l'esame raccontare una storia agli insegnanti raccontare una storia ai bambini di prima
da E. Nava, Tutti giù dal tram, Piemme
Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO
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IL RACCONTO DI PAURA
1. I l brano che hai letto è: una biografia un racconto di paura 2. I l personaggio che è stato creato è: reale fantastico 3. L 'atmosfera del testo è: allegra angosciante 4. Segna con un ✘, tra le seguenti, le frasi che ti fanno pensare a un racconto di paura. La pioggia batteva monotonamente contro le imposte. Il mio cuore era pieno di orrore e disgusto. Nessuno poteva sopportare l’orrore di quel volto. Il custode aprì il cancello del giardino.
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TEST
D’INGRESSO
FRANKENSTEIN Era una cupa nottata di novembre, quando vidi il coronamento della mia impresa. Con ansia raccolsi attorno a me gli strumenti che servivano per infondere la scintilla della vita nell’essere inanimato che giaceva ai miei piedi. Era quasi l’una del mattino; la pioggia batteva monotonamente contro le imposte e la candela avrebbe ben presto dato i suoi ultimi guizzi quando, alla luce che stava per spegnersi, vidi aprirsi i foschi occhi gialli della creatura; respirò con fatica e un movimento convulso percorse le sue membra. Come descrivere le mie emozioni a questa catastrofe o come dare un’idea dell’infelice, che con infinita fatica e infinite cure mi ero sforzato di creare? Le sue membra erano proporzionate e avevo scelto i suoi lineamenti in maniera tale che risultassero belli. Belli! Dio mio! La sua pelle era gialla e piena di grinze, le sue labbra erano nere e dritte, i suoi capelli erano folti e di un nero lucido, i suoi denti di un bianco perlaceo; ma tutti questi particolari rendevano più orribile il contrasto con i suoi occhi acquosi, che apparivano dello stesso colore delle orbite, di un pallore terreo, in cui li avevo infilati. Avevo lavorato duramente per quasi due anni con il solo scopo di dare vita a quel corpo inanimato. Mi ero negato per questo riposo e salute. Avevo desiderato il successo, ma, adesso che l’avevo ottenuto, il mio cuore era pieno di orrore e di un disgusto incredibili. Incapace di guardare quell’essere che avevo creato, fuggii nella mia camera. Mi gettai sul letto vestito, sforzandomi di trovare qualche istante di pace. Ma non fu possibile: il mio sonno fu turbato dagli incubi più spaventosi.
Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO
TEST
D’INGRESSO
Mi scossi dal sonno, inorridito, un gelido sudore mi copriva la fronte, i denti battevano, tremavo convulsamente in tutto il corpo; poi, all’incerto chiarore della luna, che filtrava attraverso le imposte, scorsi di nuovo lo sciagurato, il miserabile mostro che io avevo creato. Sollevò le coperte del letto e i suoi occhi si fissarono su di me. Aprì la bocca e mormorò qualche suono inarticolato, mentre una smorfia gli contraeva le guance. Forse parlò, ma io non sentii; aveva una mano tesa in avanti, forse per trattenermi, ma io fuggii e mi precipitai giù per le scale. Mi rifugiai nel cortile e lì rimasi per il resto della notte, camminando in su e in giù agitatissimo, tendendo ansiosamente l’orecchio e sussultando di paura a ogni rumore, quasi esso mi annunciasse l’avvicinarsi dell’essere demoniaco che con tanta follia avevo creato. Oh, nessun mortale avrebbe potuto sopportare l’orrore di quel volto! Una mummia ritornata in vita non avrebbe potuto essere più spaventosa. Passai una notte terribile: assieme all’orrore avvertivo l’amarezza della delusione: quei sogni, che per tanto tempo erano stati il mio cibo e il mio conforto, erano diventati un inferno per me. All’alba il custode aprì il cancello del giardino e io lo percorsi con passi rapidi, quasi a fuggire il mostro che a ogni angolo temevo si presentasse davanti a me.
IL RACCONTO DI PAURA
5. N ella frase “vidi il coronamento della mia impresa”, la parola “impresa” a cosa si riferisce? Rianimare un malato. Dare la vita a un essere inanimato. Creare un robot. Creare un essere dall’aspetto orribile. 6. C olui che ha realizzato l’impresa, che cosa prova davanti alla sua creatura? orgoglio e soddisfazione gioia e meraviglia disgusto e orrore
da M. Shelley, Frankenstein, Garzanti
Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO
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IL RACCONTO FANTASTICO
1. Questo testo è un racconto fantastico perché: narra fatti impossibili tutti i personaggi sono fantastici 2. Nel testo che hai letto il protagonista è: reale fantastico 3. Il mostro è: il frigorifero la mozzarella 4. I fatti sono narrati in: prima persona terza persona
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TEST
D’INGRESSO
UNA PAZZA MOZZARELLA A Lorenzo accadeva spesso di avere fame di notte. Una volta si svegliò che la pendola nel corridoio batteva la mezzanotte, ma questo non gli faceva paura: un bambino capace di attraversare un corridoio al buio non si faceva certo spaventare dal don-don di un orologio. Scese dal letto e, spinto dalla fame, si diresse come al solito in cucina. Qui accese la luce e si avvicinò al frigorifero. Fin lì non era successo niente di strano, ma, appena aprì lo sportello del suo elettrodomestico preferito, il suo picnic notturno si trasformò in un bello spavento: dal frigorifero rotolò fuori una mozzarella gigantesca, che gli si rovesciò addosso. Era un’enorme palla di formaggio molle, molto più grande di lui, e non sembrava affatto animata da buone intenzioni: la mozzarellona, infatti, cominciò a inseguirlo per la cucina. Lorenzo si mise a correre attorno al tavolo, inseguito dalla grassa mozzarella molliccia, gridando: – Aiuto! Mamma, papà, aiuto! Le luci del corridoio si accesero e un attimo dopo mamma e papà erano in cucina con lui. Videro la mozzarellona e, senza pensarci un attimo, si armarono di forchette e padelle e affrontarono il mostro. Alla vista delle padelle e delle forchette, la mozzarella gigante cercò di nascondersi sotto al tavolo. Ma tutti i suoi sforzi furono vani: mamma e papà menavano fendenti spaventosi con le forchette e botte da orbi con le padelle. Anche Lorenzo, armatosi a sua volta di forchetta e facendosi scudo col coperchio di una pentola, fece la sua parte. Assalita da più lati, in breve tempo la mozzarellona fu sconfitta. Lorenzo abbracciò i suoi genitori, poi la mamma preparò con la mozzarella gigante una pizza memorabile e se ne tornarono tutti sazi a letto. da S. Bordiglioni, Storie sotto il letto, Einaudi Ragazzi
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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO
TEST
D’INGRESSO
AVVENTURA NELLA NEBBIA Era ormai calata la sera con la nebbia su tutti i fiordi e le isole e gli scogli. E nebbia sul canotto che avrebbe dovuto ormai da tempo attraccare al molo di casa. – Quanto tempo è che stiamo remando, secondo voi? – disse Teddy. – Una settimana o giù di lì – fece Johan – o almeno così mi sembra. Avevano riso parecchio durante le ultime cinque ore. Avevano remato e remato, avevano patito il freddo e bisticciato un tantino, avevano mangiato i panini imbottiti, cantato e chiamato aiuto, e ancora remato e remato e detestato la nebbia, e avevano sentito nostalgia di casa, ma ciò nonostante avevano anche riso parecchio. Ora però stava calando la sera e ridere era più difficile. – Non c’è proprio più niente nello zaino? – chiese Teddy. – Una bottiglia d’acqua e i merluzzi pescati – disse Freddy. Niklas si domandava cos’era peggio: morire di freddo o morire di fame? Infreddolito fino alle ossa, tirò fuori la scatoletta di fiammiferi, che teneva ancora in tasca, e ne accese uno. In quel mentre qualcosa colpì la sua attenzione. – Cosa c’è lì a poppa, sotto il vostro sedile? Non è un fornelletto a spirito? – Proprio così! – fece Teddy. Cercò con gli occhi il recipiente che usavano per svuotare il canotto dall’acqua di mare, lo riempì d’acqua e accese il fornelletto. – Perché non ci lessiamo i merluzzi? – esclamò Johan. Presi da una specie di frenesia, pulirono in un batter d’occhio i sei merluzzi, li tagliarono a pezzi e passarono un’oretta quasi felice, mentre il pesce bolliva.
IL RACCONTO D'AVVENTURA
1. Il testo che hai letto è un racconto: di paura d’avventura 2. I protagonisti sono: paurosi intraprendenti fantastici 3. La situazione è: divertente pericolosa 4. I luoghi del racconto sono: reali fantastici 5. L’ambiente è: ostile sicuro
da A. Lindgren, Vacanze all’isola dei gabbiani, Salani
Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO
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IL TESTO DESCRITTIVO
1. La descrizione della nonna si concentra soprattutto: sulla sua personalità sul suo aspetto fisico 2. Si tratta di una descrizione: oggettiva soggettiva 3. S egna con un ✘ le caratteristiche della nonna. Prepara le torte. Lavora a maglia. Si veste come una modella. Porta i tacchi alti. Parla ai bambini in modo sdolcinato.
TEST
D’INGRESSO
LA “TIPICA NONNA”…
La mia nonna non era esattamente la “tipica nonna”. Niente torte della nonna. Né maglioni fatti a maglia. Lei era, come diceva sempre il papà, un “personaggio”. Anche se aveva superato gli ottanta, si vestiva come una modella. Super fascinosa. Un sacco di trucco e profumo. Tacchi alti. Non si svegliava mai prima delle due del pomeriggio, dopodiché impiegava come minimo due ore per vestirsi. Una volta che si era preparata, mi portava fuori a fare shopping o in qualche museo o in un ristorante elegante. Non era incline a fare cose da bambini, se capite cosa intendo. Non si è mai seduta a guardare con me un cartone animato, per esempio, così ho finito col vedere un mucchio di film totalmente inadatti alla mia età. La mamma, lo sapevo, sarebbe andata su tutte le furie se avesse saputo dei film che mi aveva portato a vedere la nonna. Ma la nonna era francese e diceva sempre che i miei genitori, in ogni caso, erano troppo “americani”. La nonna non mi parlava mai come si parla con un bambino, poi. Anche quando ero più piccolo, non ha mai usato parole da bambino, né mi ha mai parlato in quel tono con cui gli adulti di solito si rivolgono ai bambini. Parlava con proprietà di linguaggio in qualsiasi situazione. Qualche volta imprecava, anche. Ragazzi, se imprecava! E se io non sapevo cosa significava una certa parolaccia, tutto quel che dovevo fare era chiederglielo e lei me lo avrebbe spiegato… nel dettaglio. Non posso nemmeno dirvele certe parole di cui mi ha spiegato il significato! da R. J. Palacio, Il libro di Julian, Giunti
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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO DESCRITTIVO
TEST
D’INGRESSO
… LA SUA CASA SUL LAGO La nonna ha la casa più bella del mondo: bassa e solida come un vecchio gatto accoccolato nell’erba, con i muri di pietra su cui si arrampicano alla rinfusa edera, vite americana, gelsomini e rose. Nel giardino, che è lungo e stretto e va a finire nell’acqua del lago, ci sono la casetta del cane Arsenio con le assi rotte e i chiodi arrugginiti (tanto lui dorme sempre in anticamera, su una coperta a righe rosse e verdi) e una specie di orto tutto arruffato. È il posto preferito delle lumache e dei maggiolini. Eppure la nonna riesce a coglierci un’insalata buonissima. Del resto la nonna tira fuori il buono dappertutto. È un tipo speciale, ve lo avevo già detto!
… E IL SUO CANE ARSENIO Il cane della nonna, come hai letto sopra, si chiama Arsenio, sì, proprio come il ladro Lupin, perché passa il suo tempo ad annusare tutto ciò che incontra, in cerca delle tracce del colpevole. Non è un cane da caccia, ma uno strano incrocio di razze: pelo lungo e rossiccio, coda corta e orecchie pendenti ai lati di un muso simpatico e intelligente, che ficca sempre dove non dovrebbe!
IL TESTO DESCRITTIVO
1. Nel brano “… la sua casa sul lago” si descrive: una persona un ambiente un animale 2. Segna con una ✘ le affermazioni vere riferite al brano “… la sua casa sul lago”. L’autore descrive l’interno della casa. La descrizione della casa procede dall’interno all’esterno. La descrizione della casa segue l’ordine logico dal generale al particolare. Nella descrizione sono usati tutti i cinque sensi. 3. Nel brano “… e il suo cane Arsenio”, il cane viene descritto tramite: dati uditivi dati visivi 4. La descrizione del cane è: oggettiva soggettiva
da M. Belardetti, Letizia, 400 anni, 6 mesi, 1 giorno, Feltrinelli
Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO DESCRITTIVO
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IL TESTO INFORMATIVO
TEST
1. Questo brano è un testo: narrativo descrittivo informativo regolativo 2. Il brano che hai letto è un testo informativo perché: racconta le storie di un cane. fornisce informazioni sul linguaggio dei cani. 3. Puoi capire l’argomento del brano dal titolo? Sì No ATTEGGIAMENTO
IN ALLARME GIOCHERELLONE
CURIOSO
IMPAURITO AFFETTUOSO
D’INGRESSO
IL LINGUAGGIO DEL CANE Quando si ha a che fare con un cane è fondamentale riuscire a comunicare con lui in modo corretto, comprendendo quali sono i suoi stati d’animo e i suoi bisogni. Per riuscire in questo è molto importante prestare attenzione ai segnali che il cane trasmette attraverso il linguaggio del corpo. Quando abbracci il tuo cane, per te è un segno d’affetto: lo fai per dimostrargli che gli vuoi bene; per il nostro amico a quattro zampe, invece, è vista come una prova di forza: è come se gli dicessi “io sono più forte di te!”. Quando il cane sbadiglia emettendo un verso simile a un guaito, non è perché ha sonno oppure perché è annoiato; in realtà è come se stesse dicendo “Voglio fare una cosa che non mi lasciano fare”, infatti assume questo atteggiamento soprattutto quando gli viene imposto un divieto. Quando il cane si lecca il naso è perché è intimorito: fa così per farsi vedere piccolo e indifeso; è come se stesse dicendo “Sono un cucciolo, non farmi male”. Se il cane sbaglia va ripreso nel momento in cui sbaglia, rimproverarlo dopo che ha sbagliato non ha senso, perché lui non associa il rimprovero a ciò che ha fatto in precedenza. Quando il cane assume posture amichevoli, tende a ridurre la sua dimensione effettiva, spesso distoglie anche lo sguardo, abbassa collo e orecchie, si rotola sul dorso e presenta la regione inguinale con o senza urinare. Quando il cane assume posture aggressive, tende ad aumentare la sua dimensione: drizza il pelo, tiene le orecchie dritte e portate in avanti, la coda sollevata e gonfia, arcuata e vibrante. Il cane si flette in avanti o sui quattro arti e scopre i denti. da www.ilovemydog.it
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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO INFORMATIVO
TEST
D’INGRESSO
FAREMO UNA POESIA Faremo una poesia su come è nato il mondo. Faremo una poesia su ciò che è più importante: la terra l’acqua il sole le facce della gente. Faremo una poesia sui grandi sentimenti. Comporremo rime per tutti quattro i venti. Scriveremo strofe a uomini gloriosi. Costruiremo versi su monti e manti erbosi. E se nel gran daffare ci cadrà un capello faremo una poesia anche su quello.
IL TESTO POETICO
1. Q uesta poesia è composta da: sedici versi diciotto versi 2. L e strofe sono: quattro cinque 3. I ndica con una ✘ l’affermazione che non trovi nel testo o che non puoi intuire leggendolo. Comporremo una poesia sulla natura. Possiamo fare una poesia su tutto, anche su un capello. Scriveremo in strofe e versi. Parleremo di sentimenti e cose importanti. 4. N ella poesia: tutti i versi hanno la rima. solo alcuni versi hanno la rima.
da C. Carminati, Poesie per aria, Topipittori
Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO POETICO
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Il
RACCONTO I TESTI NARRATIVI
presentano caratteristiche comuni
sono narrati da:
COSA: trama CHI: personaggi DOVE: ambientazione QUANDO: tempo
si strutturano in tre parti: I NIZIO SVOLGIMENTO CONCLUSIONE
attraverso SEQUENZE: – narrative – descrittive – riflessive – dialogiche
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– un NARRATORE INTERNO, in prima persona – un NARRATORE ESTERNO, in terza persona
seguono l’ordine narrativo – della FABULA, in ordine cronologico – dell’INTRECCIO, con salti in avanti o indietro
PROVE INVALSI Quest’anno ti allenerai per affrontare le PROVE INVALSI
PER COMPRENDERE BENE UN TESTO: – prima di leggere rintraccia gli indizi; – leggi con attenzione e individua le informazioni esplicite; – rifletti per ricavare le informazioni implicite da una o più informazioni date nel testo o tratte dalle tue conoscenze personali; – cogli i legami tra le parti del testo; – ricostruisci il significato di una parte più o meno estesa del testo, integrando più informazioni e concetti; – concentra l’attenzione sul significato delle parole, cioè il lessico; se necessario aiutati con il contesto.
TO I generi ESPLORO IL TES Continua il percorso, iniziato lo scorso anno, attraverso i diversi generi del testo narrativo. Quest’anno esplorerai: la BIOGRAFIA il RACCONTO UMORISTICO il RACCONTO DI FANTASCIENZA il RACCONTO FANTASY il RACCONTO GIALLO il RACCONTO STORICO
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IL TESTO NARRATIVO
IL BRIGANTE PATAKRASH In un paese di tempi lontani, c’era un brigante che si chiamava Patakrash, e sapete perché? Perché andava in giro su un alto mulo nero, si fermava presso le case, e gridava: – O mi date una borsa di soldi, oppure patakrash! Se la gente gli dava la borsa, lui la prendeva e se ne andava, ma se la gente non gliela dava, con un martello dal lunghissimo manico, patakrash! patakrash!, rompeva le finestre, gli specchi, persino le bottiglie nella cucina, insomma tutte le cose di vetro, e poi tornava al suo castello di pietra in cima a una collina, tanto grande e massiccio che nessuno lo poteva attaccare. Un giorno Patakrash andava per la foresta, quando vide un ometto magro, vestito di verde, che appoggiato a un tronco, beveva da una bottiglia di vetro delicato color rosa, dal collo lungo e attorcigliato. – Dammi il denaro che hai, omarino, o patakrash! – disse il brigante dall’alto del mulo nero. L’altro abbassò la bottiglia, lo guardò, appoggiò la bottiglia su un sasso, e disse: – Denaro non ne ho, né poco né tanto, ma se anche l’avessi non te lo darei, screanzato brigante, perché conosco la differenza tra il mio e il tuo.
TO La struttura e gli elementi della narrazione ESPLORO IL TES C olora la barra a lato del testo come indicato. inizio svolgimento conclusione
C hi è il protagonista del racconto? ....................................................................................................
C ompleta con le informazioni del testo.
È un personaggio:
All’inizio si presenta il comportamento di ................... .................................................................................................. Poi si racconta il giorno in cui ......................................... .................................................................................................. Infine si descrive ciò che ................................................... .................................................................................................. I n quante sequenze è possibile dividere lo svolgimento? Individuale e dai un titolo a ciascuna sul quaderno.
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realistico
fantastico
Q uale altro personaggio compare? .................................................................................................... E gli è:
furbo e vendicativo
grosso e timido
I n quali luoghi si svolge la vicenda? .................................................................................................... E ssi sono: indicati con chiarezza
indefiniti, non precisati
IL TESTO NARRATIVO
– La differenza tra il mio e il tuo? – rise il brigante. – Eccola qui, la differenza! – e facendo girare il martello dal lungo manico, patakrash!, mandò la bella bottiglia in cento frantumi. – Che peccato! – disse l’ometto, alzandosi. – Comunque, screanzato brigante, quello che ho da dire, eccolo qua: vetro che si rompe, vetro che si fa. Patakrash rimase un attimo sorpreso da quelle strane parole, ma quando Patakrash tornò a casa cosa trovò? Trovò che tutto il suo castello di pietra era diventato di cristallo trasparente, e la gente del luogo, richiamata dai barbagli, cominciava a radunarsi lì attorno, piena di meraviglia. Nessuno tirava un sasso, nessuno alzava un bastone, tutti restavano solo a guardare Patakrash che, là dentro, del tutto visibile, camminava con attenzione e timore e, sentendosi guardato, cercava di nascondersi, qua e là per le sale, su e giù per le scale, ma restava visibile a tutti, che ridevano e lo indicavano. Stanco e furioso, il brigante finì per inciampare e cadde, allora patakrash! patakrash! patakrash!, il castello si frantumò interamente addosso a lui e lo riempì di schegge dappertutto, tranne che sulla pianta dei piedi. E a piedi lui scappò via, scappò così lontano, che mai più nessuno ne sentì parlare.
SCRIVO S cegli uno dei seguenti protagonisti, dagli un nome e scrivi un racconto fantastico. Segui la traccia della storia che hai appena letto. Lo gnomo ...................................... Il pilota ............................................ Lo sceriffo ...................................... La bambina ...................................
da R. Piumini, Poco prima della notte, Einaudi Ragazzi
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IL TESTO NARRATIVO
NON TI DIMENTICARE Quando sono rientrata da scuola ho trovato sul tavolo della cucina un biglietto della mamma. Ho letto molto attentamente.
RACCONTO DI ME te capita di non A condividere una richiesta dei tuoi genitori? Quale atteggiamento adotti in quei casi? Subisci o mediti una vendetta? Parlane in classe.
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Sara, stasera rientrerò tardi. Dopo il corso di danza del ventre, esco con papà. Mi porta al cinema! Non ti dimenticare: • di fare i compiti, • di vuotare la lavastoviglie, • di andare a prendere Mattia alle sei dalla vicina, • di fare la spesa (pane, birra, formaggio grattugiato), • di preparare da mangiare (riscalda la pasta tre minuti al microonde; finisci lo yogurt alla banana, che è avanzato, e dai uno yogurt alla fragola a Mattia), • di mettere i piatti in lavastoviglie e di sparecchiare la tavola, • di fare il bagno a tuo fratello, • di leggergli una storia, • di chiudere la porta a chiave, • di lavarti i denti e di andare a letto prima delle nove. Papà ha aggiunto alla fine:
Non ti dimenticare di spegnere la luce nel corridoio. Non ho strappato il foglio. Non ho sbattuto la porta urlando: “Ne ho piene le scatole!”. Non ho chiamato il Telefono Azzurro.
IL TESTO NARRATIVO Non ho tagliato mio fratello Mattia a pezzetti. Ho fatto tutto quello che mi hanno chiesto. Non ho dimenticato nulla. Ho fatto i compiti, preparato la cena, mangiato lo yogurt alla banana (scaduto da tre giorni). Avevo anche comprato una mousse al cioccolato per Mattia (visto che non gli piace, l’ho mangiata io). Gli ho raccontato una storia di coccodrilli che divorano i bambini, ho guardato il telegiornale, ho chiuso la porta a doppia mandata, mi sono lavata i denti. No, non ho dimenticato nulla. In particolare di spegnere la luce in corridoio. Ho anche tolto la lampadina. E ho lasciato in giro dappertutto le macchinine di Mattia. E le sue biglie. E ho teso un filo all’entrata della camera dei miei genitori. E ho infilato nel loro letto una spazzola per capelli e un sacchetto di plastica pieno di ghiaccioli. No, non ho dimenticato niente. I miei genitori non se la dimenticheranno tanto presto la loro serata.
COMPRENDO Rispondi sul quaderno. 1. Come si chiama la protagonista del brano? 2. Chi è Mattia? 3. D ove sono andati i genitori di Sara? 4. Q uante richieste hanno rivolto a Sara? 5. Sara dimentica qualcosa? 6. Che cosa fa per vendicarsi?
da B. Friot, La mia famiglia e altri disastri, Il Castoro
TO ESPLORO IL TES L’ordine della narrazione O rdina i fatti seguendo l’ordine temporale in cui accadono. Sara spegne la luce. Sara si lava i denti. Sara rientra a casa da scuola. Sara legge il biglietto della mamma. Sara esegue i compiti. Sara racconta una storia a Mattia. Sara prepara lo scherzo ai genitori.
L ’autore racconta i fatti seguendo: un ordine lineare un ordine non lineare S cegli la possibile conclusione della storia. I genitori, rientrando, scivolano sulle biglie e fanno un gran fracasso. I genitori, rientrando, danno un bacio della buonanotte a Sara e si addormentano tranquilli.
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IL TESTO NARRATIVO
COME UNA LATTINA VUOTA Bau! Felice giornata a tutti! Sono King, il re di questo canile. Non si sta male, qui. Di giorno ho a disposizione acqua fresca a volontà e cibo. Di notte infilo il mio muso lungo fra le sbarre del recinto e premo il bottone che fa scattare il chiavistello del cancelletto; libero una decina di amici e scorrazziamo insieme, divertendoci un mondo. Ma… mi manca l’affetto dei miei padroni. Ebbene sì! Avevo anch’io una famiglia, prima. Un bel giorno ho capito, dai preparativi, che si partiva. – Bau bau, che bello – ho detto io, agitando la coda – dove andiamo? – Si parte, andiamo in vacanza – mi hanno risposto, con un orribile senso dell’umorismo. E sono stato abbandonato nel solito modo: al momento della partenza per le vacanze, mi hanno caricato sulla macchina, ma dopo alcuni chilometri mi hanno “scaricato” ai bordi della strada e sono ripartiti a tutto gas. Ho cominciato a correre dietro l’auto abbaiando, ma andava troppo veloce e ho dovuto fermarmi. Ho cominciato a vagare senza meta per le strade e le campagne, alla disperata ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti! Ho cercato di arrangiarmi e, dopotutto, sono stato abbastanza fortunato! Invece di morire di fame o di essere investito, sono stato raccolto e portato in questo canile. Quando comprate o regalate un animale, pensateci bene… Un cane non è un orsacchiotto di pezza! Parola di King! D. De Mico
TO L’ordine della narrazione ESPLORO IL TES Come sai, l’ordine della narrazione può non essere lineare: l’autore può interrompere la successione cronologica per tornare indietro nel passato. Questo “salto” si chiama “flashback”. Nel testo è presente un flashback: individualo e sottolinealo. Ordina, in modo corretto, le fasi dell’intreccio. Termina il flashback: il protagonista ricorda di quando vagava affamato, finché è stato portato nel canile. Si conclude la narrazione: il protagonista invita a riflettere bene prima di prendere un cane. Inizia il flashback: il cane era contento di partire per le vacanze con i suoi padroni. Inizia la narrazione: il protagonista si presenta e descrive la sua vita nel canile.
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IL TESTO NARRATIVO
NICO Seguivo Nico a fatica. A parte gli alberi secolari, c’erano cespugli che lui scavalcava con un balzo. A me non riusciva e dovevo fare lunghi giri per evitarli. Sudavo, benché laggiù fosse così fresco; mi affaticavo soprattutto per via dell’inesperienza. Meno male che Nico scoprì un leccio gigantesco dal tronco vuoto. – Ecco! – mi gridò – Aspetta sotto, tu. S’infilò la scure nella cintura dei calzoni e si arrampicò come un gatto al tronco dell’elce. Arrivato alla forcella da dove cominciavano i rami, esitò come per studiare la situazione. Salì in alto e camminò in equilibrio lungo un grosso ramo orizzontale. Lo guardavo stupefatto e nello stesso tempo temevo che cadesse. Cosa avrei fatto se fosse caduto?! Ero teso. Anche se gridavo, nessuno mi sentiva. Non avrei potuto tornare indietro. Fra un’ora sarebbe scesa la notte. Sarei rimasto solo in un bosco buio. Nella notte sarebbero venuti fuori tutti gli animali feroci. Lupi, orsi, mostri. Avrei vagato piangendo. Avrei scoperto una lucina e mi ci sarei diretto e vi avrei trovato la fata o forse l’orco? – Cerca di non cadere, dai scendi! – dissi a Nico. da S. Strati, Terra di emigranti, Salani
TO ESPLORO IL TES
L’ordine della narrazione L’autore può interrompere l’ordine cronologico per anticipare ciò che accadrà. Questo “sguardo nel futuro” si chiama “flashforward”. N el testo è presente un flashforward: individualo e sottolinealo. L ’autore con il flashforward anticipa: ciò che gli potrebbe accadere se l’amico cadesse da un ramo. ciò che accadrà all’amico sul ramo. I l testo può essere diviso nelle seguenti cinque parti. Numerale in ordine e sottolinea quella che contiene il flashforward. Il narratore richiama il suo amico. ico e il narratore camminano N nel bosco. Nico trova un leccio. I l narratore teme di restare solo nella notte se l’amico fosse caduto. Nico sale sul leccio.
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IL TESTO NARRATIVO
LAMPI E TUONI A E ra una calda sera d’agosto, densa di afa e di zanzare. Il cielo era nero, senza nemmeno una stella, un alito di vento cominciava ad agitare le chiome degli alberi. B M io padre era partito per uno dei suoi viaggi di lavoro e io ero in giardino con mia madre. C A ll’improvviso una raffica di vento investì me e la mamma che gridò: – Presto, corriamo a casa! – Cosa sta succedendo? – Si prepara un temporale estivo – disse la mamma, che si affrettò ad aggiungere – fai in fretta, sta arrivando la pioggia! D I o però ero incantato da quello spettacolo: non avevo mai visto un temporale di notte, così grande, così misterioso. Una lingua di fuoco si accese nel punto più alto; aprii un’imposta e vidi il grande spettacolo del cielo che cambiava ogni momento, mentre sulla terra il vento faceva tremare lamiere, sbattere porte, piegava gli oleandri fin quasi a terra. Lampi, tuoni, saette, raffiche di vento, schianti, e poi acqua. Acqua a cascate, che vedevo scintillare e rimbalzare alla luce dei lampi. E infine la grandine che picchiava sui tetti. E E ra bello e metteva paura. Ma forse non era paura. Era che mi sentivo piccolo piccolo e debole di fronte alla forza della natura. Ma da dove veniva quella forza? Chi mandava il vento come un lupo in corsa a far fischiare i fili della luce? Era un mistero. Ascoltavo l’acqua che picchiava sui tetti e nelle pozzanghere e mi chiedevo: dov’era prima tutta quell’acqua? Chi l’ha portata in cielo? E la luce dei lampi chi la fa?
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IL TESTO NARRATIVO F Q uando tornò il papà, io era a letto, la tempesta era finita e parlammo. E lui mi spiegò tante cose, ma io non capivo. Mi disse con la sua voce calma e rassicurante: – Anche i popoli antichi non sapevano spiegarsi l’origine di tanti fenomeni. – E allora cosa credevano? – Allora hanno inventato i miti, racconti che parlano di un dio che manda fulmini e tuoni quando si arrabbia. – Come tu fai qualche volta con me? – Esattamente… G R assicurato dalle spiegazioni del papà, sentivo che gli occhi si chiudevano e, mentre fuori continuava a piovere, mi addormentai profondamente. da M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza
TO Le sequenze ESPLORO IL TES Il racconto è formato da più parti legate fra loro, le sequenze, che possono essere: • narrative, quando espongono le azioni della storia; • descrittive, quando descrivono personaggi, ambienti della storia… • riflessive, quando riportano riflessioni o idee del narratore o dei personaggi; • dialogiche, quando riportano i dialoghi tra i personaggi. I l brano è già diviso in sequenze. Indica la lettera della sequenza in cui: si descrive il temporale si riportano i dialoghi si indicano le riflessioni del protagonista
si narra l’azione conclusiva del protagonista
C ollega ogni sequenza alla tipologia corrispondente.
A
B D
C F
riflessiva
G E
descrittiva
dialogica narrativa
ompleta. C Nella prima sequenza narrativa si dice che il padre ................................................................................................................... La prima sequenza descrittiva illustra ......................................................., la seconda.............................................................. Nella prima sequenza dialogica il protagonista parla con ......................................................................................................, nell’altra sequenza dialogica parla con ...................................................................... Nella sequenza riflessiva il protagonista si pone tante .............................................................. su............................................ ............................................................................................................................................... .
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IL TESTO NARRATIVO
IL NUOVO AMICO DI SIMONA Oggi abbiamo sentito la mamma urlare nel bagno. Papà, mia sorella e io siamo accorsi: mamma si nascondeva dietro la cesta della biancheria sporca. – Là… là – si lamentava additando la vasca da bagno, sulla quale correva un ragno peloso – uccidimi questo schifo, Renato! Il papà si apprestava a schiacciare il mostro con la pantofola della mamma, quando Simona ha gridato: – Fermati! Non voglio che l’ammazzi! È pur sempre un essere vivente. Papà si è fermato di colpo, con la mano armata di pantofola a mezz’aria. Allora Simona è crollata sul lavandino piangendo. Ha detto che non si possono assassinare le povere bestiole innocenti. – Hai ragione – ha detto papà – bisogna essere coerenti e non uccidere nessun animale, proprio nessuno! – Nemmeno le zanzare se ti dissanguano? – ha controbattuto la mamma. Simona, piegata sulla vasca, osservava il ragno tutta intenerita. – Per favore, voglio occuparmi io di questa bestiola. – Allora, che almeno non esca dalla vasca! – ha sospirato la mamma. Il giorno dopo, in bagno, mamma è andata di nuovo in collera: – Ancora questo ragno! E la mia doccia? Papà ha detto che bisognava capire Simona e ha proposto di andare a lavarci a casa dei vicini del primo piano. I miei genitori hanno raccontato che la vasca era intasata. Il giorno dopo siamo saliti dai vecchietti del quinto piano.
TO L’autore e il narratore ESPLORO IL TES Collega ogni parola alla spiegazione corretta. Autore
Colui che racconta la storia facendone parte e usando la prima persona.
Narratore interno
La persona che scrive la storia.
Narratore esterno
Colui che racconta la storia dall’esterno, usando la terza persona.
S ottolinea solo le affermazioni vere. – Marie Farrè è l’autrice di questo testo. – Il narratore si chiama Giulietto. – Il narratore è uno dei personaggi della storia.
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– Simona è l’autrice del brano. – La storia è scritta in prima persona. – Il narratore di questa storia è esterno.
IL TESTO NARRATIVO Sulle scale, la mamma ha incontrato la psicologa della scuola. – Ah, questi animali! – borbottava la mamma. – Ne avete finalmente uno? – ha chiesto la psicologa. – Sì, abbiamo un ragno! – ha risposto la mamma. La psicologa ha fatto una strana faccia e se n’è andata via in fretta. L’indomani mattina sono venute a farci visita Anna Maria e Clara. Mamma ha preparato il caffè e servito i biscotti. A un certo punto Anna Maria mi ha chiesto: – Giulietto, dov’è il bagno? Gliel’ho indicato e, qualche minuto dopo, si è sentito un urlo seguito da un PAFF! Anna Maria è ricomparsa con un sorriso di trionfo: – Ho ucciso un ragno gigante! – Il nostro ragno! – ha urlato Simona. Mamma ha chinato il capo. Quando lo ha rialzato, i suoi occhi brillavano e, se avesse potuto, avrebbe baciato Anna Maria. Quando tornò dal lavoro, papà chiese dove avremmo fatto il bagno quel giorno. – A casa nostra! – ha trillato la mamma. – Il ragno è morto! Il volto di papà si è rischiarato. – Voi fate come volete. Io non mi laverò per tre settimane – ha dichiarato Simona – sono in lutto… Quella sera ho fatto un bel bagno caldo e ho messo a navigare le mie barchette sull’acqua. Era certamente più divertente che dai vicini! Ho visto anche uno scarafaggio nascondersi dietro il lavandino, ma non ho aperto bocca. Magari Simona lo adottava! da M. Farrè, Simona la burlona, Emme Edizioni
COMPRENDO
DICO LA MIA “Bisogna essere coerenti e non uccidere nessun animale”. Tu sei d’accordo con questa affermazione? La metti in atto? Parlane in classe.
Sottolinea le affermazioni vere e correggi a lato quelle false. – La mamma grida di gioia alla vista del ragno. ..................................................................................................... – La mamma vuole che il ragno venga ucciso. ..................................................................................................... – Sono tutti d’accordo nell’eliminare il ragno. ..................................................................................................... – Giulietto si prenderà cura del ragno. ..................................................................................................... – I l ragno viene allevato nella vasca da bagno, così ..................................................................................................... la famiglia è costretta a usare il bagno dei vicini. ..................................................................................................... – Un giorno il ragno viene ucciso da una ospite. ..................................................................................................... – Tutta la famiglia è contenta che il ragno ..................................................................................................... sia stato soppresso. .....................................................................................................
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LEGGO i CLASSICI
RE ARTÙ Secondo la leggenda, re Artù era figlio del re della Britannia, Uther Pendragon, e di una bellissima dama di nome Igraine. Dopo la nascita, Artù fu preso sotto la protezione del mago di corte Merlino, un druido potentissimo che praticava la magia nei boschi e aveva poteri soprannaturali come prevedere il futuro e diventare invisibile. Ancora piccolo, Artù fu condotto da Merlino in un’altra famiglia, dove ebbe un’infanzia serena, lontana da battaglie sanguinose. In questa famiglia trascorse molti anni, diventando lo scudiero del figlio del padrone. La sua vita cambiò all’improvviso un giorno di Natale, quando tutti i più importanti signori del regno si riunirono per pregare insieme e scegliere il futuro re della Britannia. Sul sagrato della chiesa dove pregavano i signorotti c’era un masso con una spada conficcata. Sulla spada erano incise le parole: Chi astrarrà la spada dalla roccia, diventerà il futuro re. La spada, chiamata Excalibur, era magica: il metallo poteva tagliare
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ANNO DI PUBBLICAZIONE
LEGGO I CLASSICI
VITE DA FAVOLA, STORIE VERE DI SOVRANI E CONDOTTIERI 2012
CURIOSITÀ SULL’AUTORE
Carmela Torelli ha raccolto in questo volume le vite di grandi sovrani e valorosi condottieri, che hanno fatto la storia. Il linguaggio è semplice e appassionante e riesce a rendere le storie avventurose ed emozionanti. Re Artù fu un leggendario condottiero britannico dell’Inghilterra medioevale. È una delle figure principali di quell’epoca, presente in moltissime leggende, poemi e racconti.
qualsiasi materiale e il fodero proteggeva e rendeva invulnerabile dai corpi dei nemici il suo possessore. I cavalieri decisero di organizzare una sfida: chi avesse estratto la spada sarebbe stato accettato da tutti come il re. Mentre i cavalieri più forti e muscolosi tentavano di estrarre la spada senza riuscirci, Artù osservava la scena desideroso di provare anche lui. Aspettò che tutti si fossero allontanati e si avvicinò alla spada, impugnò l’elsa e, senza il minimo sforzo, estrasse la magica arma. Solo allora il mago Merlino rivelò a tutti signori chi fosse veramente Artù, che dodici giorni dopo l’impresa fu incoronato re della Britannia. Il giovane governò il suo regno con coraggio e buonsenso. Creò un corpo di cavalieri speciali, detti “della tavola rotonda”, che lo seguivano ovunque e lo consigliavano con saggezza. Si chiamavano così perché quando dovevano prendere decisioni importanti si sedevano tutti insieme intorno a una tavola rotonda. Il più forte di tutti era Lancillotto, grande guerriero e amico di Artù.
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:
Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:
da C. Torelli, Vite da favola, storie vere di sovrani e condottieri, Einaudi Ragazzi
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ESPLORO
LA BIOGRAFIA
IL GRANDE AMADEUS
Le mie domande CHE CO
SA
narra una biografia?
DOVE
si svolgono i fatti narrati?
QUANDO
si svolgono
i fatti?
CH I
sono i personaggi?
A Salisburgo il 27 gennaio 1756 era una notte gelida. Leopold Mozart e Anna Maria Pertl diventarono mamma e papà per la settima volta: nacque un maschietto al quale venne imposta una lunga serie di nomi: Amadeus Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus. Amadeus (così lo chiamarono per semplificare) era un bambino vivace e allegro. Correva, saltava, inseguiva la sorellina Marianna, rincorreva il suo cane Pimperle e combinava scherzi alla cuoca Teresa. Non stava mai fermo un momento e, se proprio doveva star fermo, batteva insieme i talloni, stringeva e apriva gli occhi, sbatteva rapidamente le palpebre. Gli piaceva storpiare le parole in modo buffo, parlare a vanvera, cantare canzoncine strane. Solo la musica aveva il potere di renderlo calmo e silenzioso. Sì, quando il papà dava lezioni di musica a Marianna, Amadeus si metteva in un angolo e se ne stava zitto e fermo in ascolto. La mamma tirava un respiro di sollievo. Poi un giorno Amadeus si arrampicò sullo sgabello del pianoforte e suonò con le sue piccole dita, in modo perfetto, un minuetto che il papà aveva poco prima insegnato a Marianna. Così il papà, che di musica se ne intendeva, capì che Amadeus aveva un orecchio stupefacente e una strabiliante memoria musicale. Da quel momento decise di affidarlo a un maestro, il quale, però, appena lo sentì suonare, esclamò: – Non hai bisogno di maestri, il vero maestro sei tu! da J. Lepscky, Amadeus, Emme Edizioni
COME
è scritto un testo biografico?
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Le risposte
SA CHE CO
DOVE
La biografia è un testo narrativo realistico in cui l’autore, cioè il biografo, racconta la vita di qualcun altro. Una biografia può essere: – realistica, basata su documenti e testimonianze; – romanzata, quando l’autore inserisce nella narrazione elementi da lui inventati o rielaborati con la fantasia. Un racconto biografico è sempre ambientato in luoghi reali, perché sono quelli in cui è vissuto il protagonista.
QUANDO
Gli avvenimenti narrati, poiché sono stati già vissuti dal protagonista, si svolgono, in genere, nel tempo passato, spesso ben precisato con le date più significative.
CH I
Il protagonista della biografia è generalmente un personaggio noto del passato o del presente (un politico, uno scienziato, un artista, uno sportivo…) ma può trattarsi anche di una persona non famosa. Gli altri personaggi sono le persone che hanno fatto parte della vita del protagonista.
COME
L’autore racconta in terza persona, usando un linguaggio accurato.
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IL TESTO NARRATIVO
VINCENT VAN GOGH Vincent è nato nel 1853 in Olanda. Suo padre è un pastore protestante. Quattro anni più tardi nasce suo fratello Theo, che l’aiuterà moralmente e finanziariamente per tutta la vita. Ben presto, i due fratelli cominciano una corrispondenza che durerà fino all’ultimo giorno. Fin da giovane, appassionato e intransigente, Vincent si è scontrato col mondo. Impiegato modello alla Galleria d’arte Goupil, viene mandato a Londra nel 1873 e a Parigi nel 1874. Una delusione amorosa lo rende irascibile. Si chiude in se stesso e litiga con i suoi datori di lavoro, finché decide di diventare pastore protestante per consacrarsi ai poveri. La sua esaltazione spaventa le autorità religiose: non sarà mai prete. Il 21 febbraio 1888 parte per Arles. Sogna una comunità di artisti e si stabilisce nella piccola “casa gialla”. Fa il pieno di luce, di oro e di blu. In ottobre l’amico Gauguin lo raggiunge. Le due personalità si scontrano violentemente il 23 dicembre 1888 e Gauguin fugge. Vincent, ricoverato in ospedale, in preda alle allucinazioni, decide di recarsi all’ospizio per alienati di Saint-Rémy-de-Provence, l’8 maggio 1889. Vi resterà un anno. Van Gogh non abbandona mai la sua opera pittorica, che è fatta di lotta, di felicità e vertigine, di esplosione di colori. Venderà un unico quadro in tutta la sua vita, nel 1888. Intanto il suo stato di salute peggiora. Il 27 luglio 1890 si spara al petto e muore due giorni dopo. da H. Bernard, in Dada n. 21
TO La biografia realistica ESPLORO IL TES I n questo testo si riportano: fatti realmente accaduti a Van Gogh. fatti rielaborati dalla fantasia dell’autore.
N umera i fatti secondo l’ordine temporale in cui sono avvenuti. Parte per Arles.
L’autore del brano è: Van Gogh Heliane Bernard
Nasce il fratello Theo.
I fatti sono narrati in: terza persona prima persona
Viene ricoverato in manicomio.
Si spara al petto. Cerca di diventare pastore protestante. Nasce in Olanda.
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LA BIOGRAFIA
CATTURARE LA LUCE DELLE STELLE C’era una volta, nel 1865, un giovane olandese di dodici anni che si chiamava Vincent Van Gogh. Per un capriccio, si era fatto sgridare da sua nonna e, col cuore gonfio di pianto, era scappato di casa. Per un po’ l’avevano cercato, ma nessuno era riuscito a trovarlo. Allora tutti erano tornati alle loro faccende e, dopo un’ora, nessuno pensava più a lui. Nessuno, tranne suo fratello Theo, di otto anni. Theo adorava Vincent, lo seguiva dappertutto, lo ascoltava come un oracolo e cercava di imitarlo il più possibile. Quando vide che la notte si avvicinava e che Vincent non era ancora tornato a casa, divenne terribilmente inquieto. Guardò se per caso Vincent gli avesse lasciato una lettera, come faceva ogni tanto, ma sul tavolo c’era solo un disegno non finito: una piccola capanna in mezzo al bosco. Riconobbe la radura dove andavano spesso insieme e la capanna che avevano costruito con loro padre. All’improvviso, Theo capì che bisognava cercare suo fratello proprio là. Si infilò gli stivali, la giacca, e si mise in cammino. Fece parecchia strada ed entrò nel bosco, malgrado la paura che le tenebre gli incutevano. La notte lo avvolse quando ritrovò suo fratello seduto nella radura erbosa. Vincent, illuminato da alcune candele che aveva conficcato nella paglia del suo cappello, un quaderno sulle ginocchia, un pezzo di gesso in mano, stava disegnando le stelle. Più che il disegno, ciò che attirò maggiormente l’attenzione di Theo fu l’insolito cappello luminoso che suo fratello si era confezionato. L’idea che le candele rischiavano di dar fuoco al cappello, per esempio, non l’aveva neppure sfiorato. Quello che gli interessava era illuminare in qualche modo il suo foglio di carta e poter dipingere, il resto perdeva completamente importanza. da P. Ravella, in Dada n. 21
Lessico Colora la parola che è sinonimo di oracolo: oratorio preghiera profezia Colora la parola che non è sinonimo radura: spianata
bosco
spiazzo
“Cuore gonfio di pianto” significa: ......................................................................................
ESPLORO IL TESTO
La biografia romanzata In questo testo si riportano: tutti gli avvenimenti della vita di Van Gogh in ordine cronologico. un episodio sviluppato dalla fantasia dell’autore.
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IL TESTO NARRATIVO
DICO LA MIA S econdo te, quali doti dovrebbe avere un campione? C’è uno sportivo che ammiri in modo particolare? Confronta le tue idee con quelle dei compagni.
UN PICCOLO GRANDE CAMPIONE Lionel Andrés Messi nasce il 24 giugno 1987 a Rosario, nello Stato argentino di Santa Fé. A solo cinque anni inizia a tirare mirabili calci al pallone. La prima squadra in cui gioca è quella del Grandoli, piccola scuola di calcio rivolta ai fanciulli della sua città, allenata proprio da suo padre Jorge Messi. Agli occhi degli appassionati di calcio, che seguivano il ragazzino nei campetti di Rosario, appare subito chiaro il talento del giovane; però nessuna squadra lo ingaggia a causa di un ritardo nello sviluppo osseo del ragazzo, dovuto al basso livello di ormoni della crescita presenti nel suo organismo. Messi dovrebbe essere sottoposto a un trattamento medico che però è costosissimo: si parla di novecento dollari mensili. Sarà poi il club della squadra del Barcellona che si farà carico delle spese mediche per le cure. Infatti, nel settembre del 2000, Leo Messi effettua il primo provino per entrare nella prestigiosa società del Barcellona e il tecnico che lo osserva rimane impressionato dalla tecnica posseduta dal calciatore e, si dice, anche dal fatto che Messi in quell’occasione riesce a fare centotredici palleggi con un’arancia. L’argentino firma immediatamente il contratto di ingaggio per la squadra (pare che la firma sia stata scritta addirittura sul tovagliolo di un ristorante) e così, nel mese di maggio del 2005, Messi risulta essere il giocatore più giovane (diciotto anni non ancora compiuti) nella storia del Barcellona a realizzare un gol nel campionato spagnolo. Oggi “El Pulga” (la pulce), così soprannominato per via della sua ridotta statura fisica, è divenuto una delle stelle più brillanti del calcio mondiale, insignito di ben quattro Palloni d’oro, come mai era accaduto a nessuno prima di lui!
TO ESPLORO IL TES Il tempo e il luogo P er ogni data indica l’avvenimento della vita di Messi a cui corrisponde e il luogo in cui si svolge. 1987 ➜ ................................................................................................................... 2000 ➜ ................................................................................................................... 2005 ➜ ...................................................................................................................
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LA BIOGRAFIA
IL FUTURO DI RITA A decidere il destino del futuro premio Nobel fu una donna di umili origini poco più che analfabeta. Si chiamava Giovanna, veniva da un paesino della campagna piemontese ed era entrata in casa Levi Montalcini come governante prima ancora che nascessero le due gemelle. Per Rita era stata una presenza importantissima sin dall'infanzia, una sorta di seconda madre, e questo legame non venne meno neppure negli anni dell'adolescenza. Aveva terminato da poco il liceo femminile quando Giovanna si ammalò. Sulle prime Rita non si accorse di nulla: era troppo impegnata a riflettere sul suo avvenire, che in quei giorni le appariva tanto mai vago e incerto. Fu sua madre a portare Giovanna dal medico di famiglia, che le diagnosticò un tumore allo stomaco e ne consigliò l’immediato ricovero in ospedale. Rita rimase ad attendere con i suoi fuori dalla sala operatoria mentre il chirurgo interveniva d’urgenza tentando di salvare la poverina, ma ormai era troppo tardi. Nel frattempo, in lei era maturata una decisione, così salda e irrevocabile, da spingerla a chiedere un colloquio a suo padre per comunicargliela. – Vorrei riprendere gli studi, papà. Vorrei iscrivermi all’università e laurearmi in medicina. – Tu, in medicina? Ma come ti è venuta in mente un’idea del genere? – Come mi è venuto in mente? Vedendo morire Giovanna senza poter far nulla per aiutarla.
TO ESPLORO IL TES
Caratteristiche della biografia I fatti sono narrati in: prima persona terza persona Secondo te, questa biografia è: realistica romanzata C hi è il/la protagonista del racconto? .................................................... ....................................................
da P. Capriolo, Rita Levi Montalcini una vita per la conoscenza, Edizioni EL
IO
CON GLI ALTRI
C onoscete Rita Levi Montalcini? Dal testo si capisce che ha vinto il premio Nobel: sapete perché? Cercate notizie su di lei e parlatene in classe.
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IMPARO
ad
ASCOLTARE
PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:
LA FANTASIA DI WILLIAM
1. Secondo te, questa biografia parlerà della vita di:
DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 2. I ndica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). – William era chiacchierone e dispettoso. – William aveva molta fantasia e giocava da solo o con amici immaginari. – William da bambino assistette allo spettacolo di un teatro viaggiante. – Lo spettacolo piacque molto al bambino. – William mise in scena per la sua famiglia una commedia divertente con gli utensili domestici. – Da grande William diventò il più famoso pittore mai esistito.
V V V V V V
F F F F F F
3. Scrivi il nome di chi può aver pronunciato le frasi dei fumetti. CHE BELLO LO
ADESSO FACCIO IO
A COSA PENSI
SPETTACOLO DI WILLIAM!
UNO SPETTACOLO!
QUANDO CORRI?
......................................................
......................................................
......................................................
4. S crivi domande adatte alle seguenti risposte. – ..............................................................................................................................................................................................? È di nazionalità inglese. – .............................................................................................................................................................................................. ? È un importantissimo poeta e scrittore di testi teatrali. – ..............................................................................................................................................................................................? Sì, le sue opere vengono rappresentate ancora oggi nei teatri di tutto il mondo. ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
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Testo audio e in GUIDA
Indice di gradimento:
INSIEME PER IMPARARE FACILE La BIOGRAFIA CHE CO
SA
DOVE
QUANDO
La biografia è un testo che racconta la VITA DI QUALCUNO. Può essere: • REALISTICA; • ROMANZATA. I fatti avvengono in LUOGHI REALI, cioè quelli in cui è vissuto il PROTAGONISTA. Gli avvenimenti in genere si svolgono nel PASSATO.
CH I
Il PROTAGONISTA è un PERSONAGGIO FAMOSO o NON FAMOSO del passato o del presente. Gli ALTRI PERSONAGGI sono persone che hanno vissuto con il protagonista.
COME
Chi racconta (l’autore) scrive in TERZA PERSONA e utilizza un LINGUAGGIO ACCURATO.
Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave in maiuscolo). La biografia è un testo che racconta ................................................................................................................... . Può essere: ................................................................ o ................................................................ . I fatti avvengono nei .................................................... in cui è vissuto il ...................................................... . Si svolgono nel.......................................................................................................................................................................... . Il .............................................................. è un .................................................................................................................................. del passato o del presente, gli altri ........................................................... sono persone che hanno vissuto con il .................................................................................................... . Chi racconta scrive in ...................................................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.
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VERSO LE
COMPETENZE
UN GRANDE FISICO
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Un giorno del 1905 un giovane entrò nell’ufficio postale di Berna: aveva una folta capigliatura in disordine e portava abiti modestissimi e goffi. Consegnò all’impiegato una grossa busta gialla, indirizzata alla rivista scientifica di Lipsia “Annalen der Physik”. La busta conteneva trenta fogli pieni di scrittura fittissima, risultato di un massacrante lavoro mentale che durava da alcuni anni. La rivista pubblicò il lavoro. Gli scienziati del mondo trasalirono: con chiarezza e grande profondità di pensiero, in quelle pagine venivano spiegate teorie fisiche rivoluzionarie. Quel giovane si chiamava Albert Einstein ed era nato a Ulma nel 1879. In seguito alla pubblicazione dei suoi lavori sulla teoria della “relatività”, fu chiamato all’università di Berna come libero docente. Fra le conclusioni che egli aveva tratto, c’era questa: un raggio luminoso, quando passa vicino a un corpo di notevole massa, viene deviato. Einstein stesso aveva indicato il mezzo per controllare: fotografare durante un’eclissi di Sole le stelle che normalmente ci appaiono vicino all’astro. Ed ecco nel 1919 un’eclissi adatta all’esperimento, vennero scattate le fotografie, che poi gli astronomi osservarono con emozione: le stelle brillanti vicine al disco nero del Sole non erano più al loro solito posto! Da allora il nome di Einstein fu sulla bocca di tutti: nel 1921 ricevette il premio Nobel e andò per la prima volta in America. Quando i giornalisti gli chiesero di spiegare in poche parole la relatività, Einstein rispose: – Prima si credeva che, se tutte le cose materiali fossero sparite dall’Universo, il tempo e lo spazio sarebbero rimasti. Secondo la teoria della relatività, invece, il tempo e lo spazio sparirebbero insieme alle cose. Il tempo e lo spazio dunque sono determinati dai corpi celesti, esistono perché esistono la Terra, il Sole e gli astri. Il tempo non ha sempre lo stesso valore, muta con il variare della velocità del corpo su cui viene misurato. Einstein era ebreo, così nel 1933, quando scoppiarono le persecuzioni da parte del regime nazista, si trasferì in America, dove continuò a insegnare. Pochi mesi dopo la sua morte (1955) fu reso noto il suo testamento spirituale. Si tratta di un messaggio contro la guerra atomica, rivolto ai governanti di tutto il mondo. da L. Mezzofanti, I grandi della storia, Fabbri
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6. Il suo testamento spirituale consiste: in un’accusa ai governanti del mondo. i n un messaggio contro la guerra atomica. in un messaggio a tutti gli uomini. nel premio Nobel.
2. E instein è l’autore della teoria: della velocità della relatività della fotografia della prosecuzione dell’esistenza
7. C ancella la parola sbagliata, per rendere vere le seguenti affermazioni. – Il testo è scritto in prima terza persona. – L’autore è non è Einstein.
3. L a notorietà di Einstein ha inizio: c on un suo articolo pubblicato in una rivista scientifica di Lipsia. come libero docente all’università di Berna. grazie all’eclissi di sole del 1919. con il premio Nobel ricevuto nel 1921.
– L’autore è non è anche narratore.
4. E instein nel 1933 si trasferisce in America, perché: è stanco dell’università tedesca. e ssendo ebreo deve sfuggire al regime nazista. ha ricevuto il premio Nobel. ha ricevuto un’offerta di lavoro.
9. Lo scopo dell’autore è: scrivere un racconto di avventura. f ar conoscere la vita di un grande personaggio. d escrivere l’aspetto fisico di un grande personaggio.
5. I ndica quali informazioni puoi ricavare dal testo. – Einstein si acconcia in modo originale. – Einstein è capace di compiere massacranti lavori mentali. – Einstein inizia a parlare molto tardi. – Einstein sostiene che il tempo e lo spazio esistono perché esistono i corpi celesti.
La biografia
1. E instein è: un fisico americano un fisico tedesco un astronomo tedesco un astronomo americano
Sì
No
Sì
No
Sì
No
Sì
No
8. Il testo che hai letto è: a utobiografico, perché chi racconta è anche protagonista. b iografico, perché chi scrive racconta la vita di un’altra persona.
10. I fatti narrati sono: r eali, perché documentati o documentabili. i nventati, per rendere il racconto più interessante. verosimili, perché potrebbero accadere. 11. I luoghi sono: esistenti, reali in parte reali, in parte immaginari immaginari 12. Il tempo in cui accadono i fatti è: determinato dalle date indeterminato
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LEGGO i CLASSICI
UN'ATTENTA DIAGNOSI
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Eravamo in quattro: George, William Samuel Harris, io e Montmorency. Seduti nella mia stanza, fumavamo e discutevamo delle nostre cattive condizioni… cattive dal punto di vista medico, s’intende. Quanto a me, avevo il fegato in disordine. Sapevo benissimo che era quella la causa, perché avevo appena letto un foglietto propagandistico di certe pillole, nel quale erano elencati tutti i vari sintomi che denunciano un fegato in disordine. Quei sintomi, io li avevo tutti. È davvero straordinario, ma non riesco mai a leggere la pubblicità di una specialità farmaceutica senza essere spinto a concludere che quella particolare malattia lì elencata mi ha colpito. In ogni singolo caso la diagnosi sembra corrispondere esattamente a tutte le sensazioni che ho sempre provato. Mi ricordo di una volta che andai al British Museum a leggermi la cura di un lieve disturbo di cui soffrivo un po’. Febbre da fieno, mi par che fosse. Mi procurai il libro e mi lessi tutto quello che interessava il mio caso; poi voltai pigramente le pagine e mi misi a studiare le malattie in generale. Non mi ricordo quale fu il primo malanno in cui m’imbattei… qualcosa di spaventoso, di micidiale addirittura… ma, ancor prima che avessi scorso a metà la lista dei “sintomi premonitori”, era già nata in me la certezza che io ne ero affetto. Impietrito dall’orrore, rimasi immobile a lungo: poi ricominciai a sfogliar le pagine. Giunsi alla voce “tifo”, ne lessi i sintomi, feci la scoperta che avevo il tifo… e mi chiesi che cos’altro potevo avere; passai al Ballo di San Vito e scoprii, come prevedevo, che avevo anche quello. Il mio caso cominciava a interessarmi e, deciso ad andare fino in fondo, ricominciai da capo in ordine alfabetico. Lessi tutto sulla malaria e seppi che ne soffrivo, e che lo stadio acuto sarebbe iniziato di lì a poco. Il colera l’avevo e con serie complicazioni; la difterite, poi, sembrava che mi avesse fatto compagnia fin dalla nascita. Passai in rassegna coscienziosamente tutte le ventisei lettere dell’alfabeto e, alla fine, giunsi alla
LEGGO I CLASSICI
TRE UOMINI IN BARCA TITOLO ORIGINALE
Three men in a boat (to say nothing of the dog) = Tre uomini in barca (per non parlare del cane) ANNO DI PUBBLICAZIONE
1889
CURIOSITÀ SULL’AUTORE
L’autore per questa storia trasse ispirazione dal viaggio lungo il Tamigi, che fece con la moglie in luna di miele.
conclusione che la sola malattia di cui non soffrivo era il “ginocchio della lavandaia”. Ero un uomo sano e felice quando ero entrato in quella sala di lettura: quando mi trascinai fuori non ero ormai che un decrepito relitto. Mi recai dal mio medico. – Dunque, che cos’hai? – mi domandò. Gli dissi: – Ragazzo mio, non starò a farti perdere tempo elencandoti tutto quello che ho. La vita è breve e tu potresti anche tirare le cuoia prima che io abbia finito. Ti dirò allora quello che non ho: il “ginocchio della lavandaia”. E gli raccontai come ero giunto a quella scoperta. Allora egli mi sbottonò e mi esaminò, mi strinse il polso in una morsa, poi mi colpì sul torace quando meno me l’aspettavo, quindi subito dopo mi diede una testata. Dopo di che si sedette e si mise a scrivere una ricetta, la piegò e me la porse; io me la misi in tasca e me n’andai. Non l’apersi. Entrai dal più vicino farmacista e gliela diedi. L’uomo la lesse, poi me la restituì. Disse che quella roba lui non la teneva. – Ma non siete un farmacista, voi? – gli dissi. – Sì, sono un farmacista. Se fossi una cooperativa di consumo combinata con una pensione di famiglia, forse sarei in grado di servirvi. Ma il fatto di essere un farmacista me lo impedisce. Lessi la ricetta. Diceva: – una bistecca da una libbra, con una pinta di birra ogni sei ore – una passeggiata di dieci miglia ogni mattina – un letto alle ventitré in punto ogni sera … e non t’imbottire la testa di letture che non capisci! da J. K. Jerome, Tre uomini in barca, Vallardi
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:
Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:
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ESPLORO
IL RACCONTO UMORISTICO LA STRADA SBAGLIATA
Le mie domande SA CHE CO
narra un racconto umoristico?
DOVE
si svolgono i fatti narrati?
QUANDO
si svolgono i fatti?
CH I
sono i personaggi?
COME
è strutturato un racconto umoristico? Quali tecniche vengono usate per suscitare il riso?
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INIZIO Il professor Grammaticus, nel rincasare, sbagliò strada. Venne perciò a trovarsi in una strada sbagliata. SVOLGIMENTO Difatti, dopo pochi passi, notò l’insegna di un negozio su cui si leggeva: Cugine Economiche. – Strani parenti – osservò il professore. – Si lasciano vendere così, a poco prezzo. Chissà poi se vendono solo cugine o anche zie, cognate, nipoti e sorellastre. Una strana strada davvero, ma ve l’ho detto: era una strada sbagliata. Per il resto aveva tutto: un calzolaio che vantava le sue “scarpe fatte a nano”, un “Pale e Tabacchi” da cui uscivano clienti con una pala da giardino nella mano destra e un pacchetto di sigari nella sinistra, un fornaio che vendeva “pane e basta”, e una splendida, modernissima “Panca”. Qui il professore scoppiò a ridere tanto forte che il direttore della “Panca” si affacciò a vedere che mai stesse succedendo. – Rido – spiegò Grammaticus – domandandomi dove li tenete i quattrini: sopra la panca, insieme con la capra che campa, o sotto la panca, insieme con la capra che crepa? CONCLUSIONE Era così divertito, che il professore ripercorse di nuovo quella strada sbagliata. da G. Rodari, I cinque libri, Einaudi
Le risposte SA CHE CO
DOVE
Il racconto umoristico narra storie comiche o bizzarre, anche in forma breve (come le barzellette), con lo scopo di divertire e far ridere il lettore. Un racconto umoristico può essere ambientato in luoghi reali, verosimili o fantastici, perché situazioni divertenti possono verificarsi ovunque.
QUANDO
Gli avvenimenti narrati possono svolgersi al tempo presente, passato o futuro.
CH I
I personaggi sono individui particolarmente pasticcioni o ingenui, oppure persone comuni che si trovano in situazioni buffe, assurde o imbarazzanti.
COME
La struttura del racconto umoristico, generalmente, si divide nei tre momenti: inizio – svolgimento – conclusione. L’autore per ottenere l’effetto comico utilizza varie tecniche: – scambi o fraintendimenti di parole o di persone; – esagerazioni nei fatti o nella caratterizzazione dei personaggi; – capovolgimento dei ruoli; – paradossi e colpi di scena; – scherzi ed equivoci. Il linguaggio usato è ricco di battute di spirito, giochi e sbagli di parole.
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IL TESTO NARRATIVO
LA RESTRINGITE 5
TO ESPLORO IL TES
Gli elementi
L a comicità di questo brano è data da: uno scambio di parole un malinteso uno scherzo I l luogo in cui si svolge il racconto è: realistico fantastico I fatti durano: un solo giorno più giorni, perché l’allungamento del bastone deve essere graduale
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I personaggi sono: realistici fantastici S crivi i loro nomi e attribuisci a ciascuno un aggettivo relativo al suo comportamento. – . ......................................................... .......................................................... – . ......................................................... ..........................................................
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Per vendicarsi dei vermi negli spaghetti, il signor Sporcelli decise di fare alla moglie uno scherzo veramente geniale. Una notte, mentre la signora Sporcelli dormiva, si alzò furtivamente dal letto, portò il bastone da passeggio della moglie nella sua stanza da lavoro e incollò un minuscolo tondino di legno (non più spesso di una moneta) sotto la punta del bastone. In questo modo il bastone diventò più lungo, ma talmente di poco che, la mattina seguente, la signora Sporcelli non se ne accorse. La notte dopo, il signor Sporcelli incollò un altro minuscolo tondino di legno sotto il bastone. Ogni notte scendeva in punta di piedi e aggiungeva un altro piccolissimo spessore di legno all’estremità del bastone. Lentamente, lentissimamente, il bastone da passeggio della signora Sporcelli diventò sempre più lungo. – Quel bastone è troppo lungo per te – le disse un giorno il signor Sporcelli. – È vero! – esclamò lei guardando il bastone – Lo sentivo che qualcosa non andava, ma non riuscivo a capire di cosa si trattasse. Ma cosa può essere successo? – fece la signora Sporcelli fissando perplessa il suo vecchio bastone da passeggio – Dev’essersi allungato all’improvviso. – Non dire idiozie! – ribatté il signor Sporcelli – Un bastone da passeggio non può allungarsi! È fatto di legno secco, no? Il legno secco non può crescere. – E allora cosa diavolo è successo? – strillò la signora Sporcelli. – Non è il bastone, sei tu! – disse il signor Sporcelli ghignando orribilmente. – Sei tu che ti stai accorciando! Me n’ero accorto già da un pezzo.
IL RACCONTO UMORISTICO VERSO
L’INVALSI
• La prima riga del racconto ti guida a capire il perché il signor Sporcelli vuole organizzare uno scherzo alla moglie. Il motivo è che il signor Sporcelli vuol far divertire la moglie. il signor Sporcelli vuole vendicarsi di aver subìto uno scherzo dalla moglie. la signora Sporcelli non faceva mai scherzi. i l signor Sporcelli vuole mangiare spaghetti con i vermi.
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– No! Non è vero! – gridò la signora Sporcelli. – Stai rimpicciolendo, donna! – disse il signor Sporcelli. – Non è possibile! – Certo che è vero! Guarda un po’ il tuo bastone, hai la restringite, ecco che cos’hai! La famigerata restringite! La signora Sporcelli cominciò a tremare così forte che dovette mettersi a sedere. – Naturalmente sai cosa succede quando si ha la restringite, vero? – le disse. – Che cosa? – balbettò la signora Sporcelli. – La testa si restringe e rientra nel collo… e il collo si restringe e rientra nel corpo… e il corpo si restringe e rientra nelle gambe… e le gambe si restringono e rientrano nei piedi. E alla fine della persona non rimane altro che un paio di scarpe e un fagotto di vecchi vestiti. – Ma non c’è nessun rimedio? – gridò la signora Sporcelli. – C’è una sola cura per la restringite – disse il signor Sporcelli con aria solenne. – Sono pronta a tutto! Farò qualsiasi cosa! – implorò la signora Sporcelli – Che cosa devo fare? – C’è una sola cosa da fare: STIRARTI! da R. Dahl, Gli Sporcelli, Salani
• “ Non dire idiozie!” (riga 23). Di quale idiozia si tratta? l l bastone è troppo lungo per la signora Sporcelli. Il signor Sporcelli ha allungato il bastone. ll bastone si è allungato da solo all’improvviso. La signora Sporcelli ha messo i vermi negli spaghetti. • I l bastone è troppo lungo per la signora Sporcelli perché la signora si è rimpicciolita il bastone è cresciuto il signor Sporcelli ha sostituito il bastone il signor Sporcelli ha allungato il bastone • I n quale modo il signor Sporcelli dice che non è il bastone ad accorciarsi ma la moglie (righe 28-29)? Parlando concitatamente. Urlando arrabbiato. Ghignando orribilmente. Parlando beffardamente. • L a signora Sporcelli cominciò a tremare perché pensava che il bastone si fosse allungato da solo. sentiva che qualcosa non andava. scoprì di avere una brutta malattia. era arrabbiata con il marito. •N ell’espressione “famigerata restringite” (righe 37) la parola sottolineata può essere sostituita con tristemente famosa ignota temuta familiare
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IL TESTO NARRATIVO
BISCE O SERPENTI A SONAGLI? Jim, amico di Tom, è tenuto prigioniero e Tom va a fargli visita. – Hai dei ragni qui, Jim? – gli chiede. – No, certo che no, grazie a Dio, padron Tom. – Be’, allora te ne portiamo qualcuno noi. Non può esistere un prigioniero senza qualche animale! – Ma che Dio vi benedica, non ne voglio. Io ho paura dei ragni, piuttosto un serpente a sonagli in camera, che non dei ragni! Tom ci pensa sopra un momento o due, e dice: – Ottima idea. Anzi è una magnifica idea. Dove potresti tenerlo? – Tenere che cosa, padron Tom? – Ma come? Un serpente a sonagli! – Ma, Dio santissimo e onnipotente, padron Tom! Se mai un serpente a sonagli ha la bella idea di venir qui, salto fuori io. – Ma no, Jim, dopo un po’ di tempo non ne hai più paura. Puoi addomesticarlo! – Addomesticarlo, un serpente a sonagli? – Ma sì, è facilissimo. Ogni bestia si mostra riconoscente se viene trattata bene e accarezzata, e non si sogna neppure di far del male a chi l’accarezza. Qualsiasi libro te lo dice. Prova almeno, non ti chiedo molto. Prova due o tre giorni. Sono sicuro che bastano, che riesci ad ammansirlo tanto che comincia a volerti bene, a dormire con te, che non vuole più starti lontano neanche un minuto, e pensa al piacere che proverai poi tu, quando lui si attorciglia al tuo collo e ti mette la testa in bocca. – Per piacere, padron Tom, non parlate così! Solo a pensarci mi vengono i brividi! Con un serpente a sonagli attorno al collo morirei di paura! – Be’ piantiamola lì, via, dato che sei un tale fifone! Ti possiamo portare qualche biscia, così tu gli leghi qualche bottone alla coda e facciamo finta che è un serpente a sonagli. Ci dobbiamo accontentare! da M. Twain, Le avventure di Huckleberry Finn, Einaudi
RACCONTO DI ME T u hai un animale oppure ti piacerebbe averne uno? Quale vorresti avere? Parlane con i compagni.
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TO ESPLORO IL TES Il paradosso ual è il paradosso da cui nasce l’effetto comico di questa storia? Q Leggi e scegli. Per far superare a Jim la paura dei ragni, Tom gli propone un animale ancora più spaventoso. Jim preferisce i serpenti a sonagli ai ragni. Jim, terrorizzato dai serpenti a sonagli, si ritrova a stare con una biscia.
IL RACCONTO UMORISTICO
UN TEMA SULLA SCUOLA Stai per lasciare la scuola elementare. Rievoca brevemente le impressioni, le persone, i fatti più salienti. A me non mi sembra vero che io sto per lasciare la scuola elementare, mi sembra un sognio. Perché sono entrato piccolo ed esco grande, e quando lascerò la scuola media uscirò ancora più grande. Quando andavo alla prima piangevo sempre, perché ero piccolo, ma poi alla quinta non ho pianto più. Io ho conosciuto tanti amici a scuola e spero di rivederli in prima media, se loro saranno promossi. Della scuola elementare le cose più belle sono state: Primo) il mio maestro, che non me lo dimenticherò mai più, anche quando morirà, Secondo) i miei amici, tranne uno, Terzo) le gite. La gita più bella che abbiamo fatto è stata alle Catacombe, che Gennaro non si trovava più e io pensavo che i morti se l’erano pigliato, e noi ridevamo che non ce la facevamo più. Poi mi ricordo la visita medica che trovò i pidocchi in testa a Rosetta. Io spero che Nicola diventa un po’ più secco, altrimenti scoppia! Mi ricordo la fotografia della quarta che Antonio mi mise le corna in testa! La cosa più brutta della scuola elementare è quando piove, che le mamme per paura che il figlio si bagnia corrono cogli ombrelli e ti scamazzano. Io spero nella scuola media non mi scamazzeranno più…
COMPRENDO Per il bambino del tema, quali sono state le cose più belle della scuola primaria? ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... .........................................................................
Lessico Scamazzare è un termine dialettale e vuol dire “calpestare”. Nel testo ci sono alcuni errori grammaticali: evidenziali e scrivi la forma corretta sul quaderno.
da M. D’Orta, Io speriamo che me la cavo, Arnoldo Mondadori editore
RACCONTO DI ME nche tu stai per lasciare la scuola A primaria: che emozioni provi? Quali ricordi terrai sempre nel cuore? Parlane in classe.
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LABORATORIO
del
LESSICO
TELEFONO, MIO TELEFONO Da un mese un uomo entra in un bar e chiede di telefonare. Tutti però sono incuriositi dal fatto che l’uomo non usa gettoni, parla e sorride. Un giorno il barista decide di scoprire come fa quel signore a telefonare senza usare i gettoni. Posiziona un piccolo registratore vicino al telefono. Anche quella sera l’uomo arriva, va al telefono, solleva la cornetta, parla, sorride, parla, sorride e se ne va beato. Appena esce, tutti vogliono ascoltare la registrazione. Tra lo stupore di tutti si sente:
VAI AL LIBRO DI
S C R I T TU R A VAI A PAG. 49
ETIMOLOGIA
La parola risata deriva da “riso”, che, a sua volta, deriva dal latino risus = “atto del ridere”. Ridere è la principale manifestazione spontanea del sentimento dell’allegria: l’uomo sa ridere ancor prima di imparare a parlare! Si può ridere in tanti modi diversi.
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“Telefono, mio telefono, chi è il più forte uomo del mondo? Telefono, mio telefono, chi è il più intelligente uomo del mondo? Telefono, mio telefono, chi è il più bell’uomo del mondo?” E ogni volta dall’altra parte si sente “Tu… tu… tu… tu… tu…” Nel locale scoppiò una sonora risata.
S piega il significato dei seguenti modi di… ridere!
RIDERE…
… a crepapelle = ....................................................................................................... … a più non posso = ................................................................................................ … a fior di labbra = ................................................................................................... … di cuore = ............................................................................................................... … sotto i baffi = ......................................................................................................... … a denti stretti = .....................................................................................................
INSIEME PER IMPARARE FACILE Il racconto UMORISTICO SA CHE CO
Il racconto umoristico narra STORIE COMICHE o BIZZARRE che intendono FAR RIDERE chi legge.
DOVE
Può essere ambientato in luoghi: • REALI; • VEROSIMILI; • FANTASTICI.
QUANDO
Le storie possono svolgersi nel: • PRESENTE; • PASSATO; • FUTURO.
CH I
COME
I PERSONAGGI sono INGENUI e PASTICCIONI o PERSONE COMUNI che si trovano in SITUAZIONI BUFFE. La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE. Il LINGUAGGIO utilizzato contiene BATTUTE DI SPIRITO, SBAGLI o GIOCHI DI PAROLE.
Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il racconto umoristico narra ........................................................................... o ................................................. che intendono ...................................................................................................................... . Può essere ambientato in luoghi ......................................., ....................................... o .................................. . Le storie possono svolgersi al tempo ..............................., ................................. o .................................... . I personaggi sono .........................................................., ................................................................. oppure persone .................................................. che si trovano in ...................................................................................... . Ciascun racconto è formato da: ............................................................................................................................ . Il linguaggio contiene .................................................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.
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VERSO LE
COMPETENZE
STORIA DEL CIUCCIO PERDUTO
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Una volta un ragazzo doveva badare al fratellino, mentre la madre era andata a fare la spesa. Per un po’ il fratellino dormì, poi si svegliò: all’inizio cominciò a piagnucolare, ma passarono solo pochi istanti e la sua vocina esplose in un pianto inconsolabile… Voleva il ciuccio. Il ragazzo cercò il ciuccio nel lettino: tirò fuori le lenzuola, le coperte, i guanciali. Ma il ciuccio non c’era. Intanto il fratellino si era attaccato alla spalliera del lettino, scuotendola e gridando forte. Il ragazzo mise allora il fratellino sul tappeto, gli diede l’orsacchiotto, l’anitra, la palla, ma il fratellino gettò via tutto, gridando sempre più forte. Il ragazzo cercò il ciuccio nel cassetto del tavolo, rovesciandolo per terra. Ma il ciuccio non stava neanche lì. Intanto il fratellino girava carponi per la stanza urlando. Il ragazzo allora tirò fuori tutti gli abiti dall’armadio. Niente! Ad un tratto vide il ciuccio sopra l’armadio e vi si arrampicò con l’aiuto di una sedia. Ma il fratellino impaziente rovesciò la sedia, lasciando il ragazzo bloccato sull’armadio e continuando a urlare e urlare. In quel momento tornò la mamma. – Cosa ci fai lassù? – chiese meravigliata al figlio maggiore. – Ho ritrovato il ciuccio di Leo! Ma adesso non so più come scendere… La mamma scosse la testa, prese un alto sgabello e tirò giù il ragazzo dall’armadio e prese il ciuccio e lo mise in bocca al fratellino che si azzittì. La mamma e il ragazzo si sedettero sul tavolo perché la stanza era tutta ingombra di cose, poi si guardarono intorno e risero a crepapelle per il gran disordine. da U. Wolfel, Storie per ridere, Nuove Edizioni Romane
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8. L a vicenda si svolge in: camera da letto cucina varie stanze della casa giardino
2. Il ragazzo non dà subito il ciuccio al fratellino perché: vuole fargli un dispetto non riesce a trovarlo non comprende il motivo del pianto vuole aspettare la mamma
9. Lo scopo dell’autore è: far riflettere su un problema domestico. esprimere le proprie emozioni. far conoscere l’esperienza di una famiglia. far divertire.
3. Il ragazzo cerca il ciuccio: distrattamente attentamente freneticamente allegramente 4. Q uando la mamma torna a casa risolve la situazione e: si spaventa per il gran disordine rimprovera i figli ride di fronte al gran disordine si arrabbia perché il piccolo piange 5. L ’espressione “girava carponi” (righe 13-14) significa: appoggiando mani e ginocchia a terra strisciando i piedi rotolando saltellando su un piede solo 6. La storia è narrata da: un narratore interno un narratore esterno 7. Il tempo indicato con “una volta” è: presente futuro passato
Il racconto umorisitico
1. Il fratellino piange perché: vuole la mamma vuole il ciuccio vuole giocare ha fatto un brutto sogno
10. L’effetto umoristico è ottenuto con: giochi di parole equivoci esagerazioni paradossi 11. Il racconto è umoristico perché: i personaggi scherzano fra loro. il ragazzo interpreta male le parole della mamma. il problema del ciuccio viene affrontato in modo ridicolo. si viene a creare una situazione buffa. 12. I ndica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). – Lo sviluppo inizia alla riga 3. V F – La conclusione inizia alla riga 20. V F – La conclusione inizia alla riga 28. V F 13. N umera in ordine temporale i luoghi dove il ragazzo cerca il cuccio: cassetto del tavolo interno dell’armadio lettino sopra l’armadio
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LEGGO i CLASSICI
IL ROBOT E LA BAMBINA Novantotto, novantanove, cento… Gloria riabbassò le braccia con le quali si era schermata gli occhi e restò immobile per un attimo. Poi si allontanò cautamente dall’albero, cui si era appoggiata, cercando di guardare in tutte le direzioni. Si avviò a passo deciso in cerca di Robbie e udì troppo tardi il fruscio che si levava alle sue spalle, la caratteristica cadenza ritmata dei passi di Robbie. Si girò in tempo per vedere il suo compagno di giochi spuntare trionfante dal nascondiglio e correre verso l’albero. – Aspetta, Robbie! – gridò, scoraggiata – Non è leale! Avevi promesso che non avresti cominciato a correre finché non ti trovavo! I suoi piedini non potevano reggere il ritmo dei passi di Robbie. Ma, a tre metri dalla meta, Robbie rallentò di colpo l’andatura, si limitò ad avanzare strascicando i piedi e Gloria, con un impetuoso slancio finale, gli sfrecciò davanti ansimando e toccò per prima la corteccia dell’albero scelto come traguardo. Poi si girò raggiante verso il robot e gridò: – Robbie non sa correre! – aveva soltanto otto anni – Io posso batterlo quando voglio! Io posso batterlo quando voglio! – cantilenò. Robbie non rispose, naturalmente. Per lo meno, non a parole. Cominciò a correre, allontanandosi da Gloria; lei cercò di raggiungerlo, ma lui la costrinse a inseguirlo in cerchio, agitando le braccia. – Robbie! – strillò la bambina – Fermati! Finalmente il robot si girò di colpo e la sollevò tra le braccia, facendola roteare. – Adesso tocca a me nascondermi.
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LEGGO I CLASSICI
IO, ROBOT TITOLO ORIGINALE
I Robot
ANNO DI PUBBLICAZIONE
1950
CURIOSITÀ SULL’AUTORE
Il suo vero nome era Isaak Judovič Ozimov, era infatti nato in Unione Sovietica, poi emigrato negli Stati Uniti, perché di famiglia ebraica. I genitori avevano un negozio di giornali: lì Isaac imparò ad amare la lettura.
Robbie fece cenno di sì con la testa, un piccolo parallelepipedo dagli angoli smussati che era attaccato al parallelepipedo molto più grande del dorso per mezzo di un perno flessibile. Poi obbedì all’ordine e si appoggiò all’albero, tenendovi la faccia contro. Una sottile pellicola di metallo gli coprì gli occhi lucenti. Allo scoccare del centesimo secondo perlustrarono l’orizzonte, soffermandosi un attimo su di un pezzo di stoffa colorata che spuntava dietro il masso. Nel frattempo, in casa, la signora Weston ruppe il silenzio tra lei e il marito: – George! – Cosa c’è tesoro? – Sai benissimo cosa c’è, George. Si tratta di Gloria e di quell’abominevole macchina. Quel robot che Gloria chiama Robbie. Non la lascia un momento! – E perché dovrebbe? Il suo compito è proprio di accudirla. – Non voglio che mia figlia sia affidata a una macchina, per quanto efficiente, affettuosa e gentile questa possa essere. Non ha un’anima! I bambini non sono fatti per essere accuditi da un “affare” di metallo. – E quest’idea quand’è che ti è venuta in mente? Finora non mi sembravi preoccupata. Rifletti un po’… un robot baby-sitter è infinitamente più fidato di una creatura in carne e ossa. Robbie è stato costruito proprio per quell’unico scopo: essere il compagno di giochi di un bambino. È matematico che sia fedele, affettuoso e gentile: si tratta di una macchina costruita per questo. Puoi dire forse altrettanto per gli esseri umani?
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:
Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:
da I. Asimov, Io, robot, Mondadori
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ESPLORO
IL RACCONTO DI FANTASCIENZA
L’ASTRONABUS DI DENEB Le mie domande CHE CO
SA
narra un racconto di fantascienza?
DOVE
si svolgono i fatti narrati?
QUANDO
si svolgono i fatti?
CH I
sono i personaggi?
COME
è strutturato un racconto di fantascienza? Quale linguaggio viene usato?
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Mentre si lavava i denti in gran fretta per non arrivare in ritardo a scuola, Caterina vide dalla finestra del bagno l’astronabus di Deneb che atterrava nel campo di calcio dietro al Municipio. Lo guardò con interesse, perché l’arrivo di un astronabus non era un fatto che capitava tutti i giorni. Caterina sapeva che la congiunzione favorevole al viaggio fra la Terra e la stella Deneb si verificava soltanto ogni dieci anni. E non era detto che ogni volta l’astronabus dovesse atterrare proprio vicino a casa sua. Ne parlò con suo fratello Andrea mentre si dirigevano, come ogni mattina, verso la fermata del pullman che li avrebbe portati a scuola. – Io lo so perché si è fermato qui in città – disse Andrea – probabilmente a bordo c’era il ragazzo denebiano che gli zii hanno invitato a casa loro… Deneb, la stella più brillante della costellazione del Cigno, dista dalla Terra soltanto dodici anni luce. Una distanza abbastanza breve per l’astronabus spaziale, che riusciva a percorrerla in sole ventidue ore. Probabilmente due denebiani avevano approfittato di un giorno di vacanza per accompagnare personalmente sulla Terra il minore dei loro figli: il ragazzo sarebbe rimasto per qualche anno su quel pianeta, ospite di una famiglia del luogo. Solo da poco tempo l’I.R.T.D. (Istituto per i Rapporti TerraDeneb) aveva promosso la campagna per uno scambio reciproco di ospitalità fra i ragazzi dei due pianeti e il giovane viaggiatore, che quella mattina era sbarcato un po’ smarrito dall’astronabus, era forse uno dei primi ad affrontare l’esperienza terrestre. da B. Pitzorno, Extraterrestre alla pari, La Sorgente
Le risposte SA CHE CO
DOVE
QUANDO
Il racconto di fantascienza narra storie immaginarie in cui elementi di fantasia si fondono con dati scientifici (viaggi nel futuro attraverso macchine fantastiche, scontri con alieni…). Le vicende di un racconto di fantascienza possono essere ambientate su altri pianeti o in luoghi immaginari dello spazio, oppure sulla Terra, ma in scenari diversi rispetto a oggi. La Terra, di solito, è proiettata dalla fantasia dell’autore nel futuro, e spesso minacciata da offensive degli alieni. Il tempo è quasi sempre il futuro, anche molto lontano. A volte possono verificarsi salti nel passato, soprattutto nel racconto di viaggi nel tempo.
CH I
I personaggi possono essere sia realistici, come uomini e donne comuni, tecnici e scienziati… che fantastici, come: – extraterrestri (alieni, creature mostruose o esseri appartenenti a civiltà più evolute della nostra); – r obot, cioè macchine costruite dall’uomo; – mutanti, cioè esseri umani o animali che hanno modificato il loro aspetto originale; – androidi, cioè robot dall’aspetto umano che possono essere docili o ribelli; – cyborg, cioè uomini a cui sono state trapiantate parti artificiali.
COME
Il racconto di fantascienza, generalmente, è strutturato nei tre momenti: inizio – svolgimento – conclusione. Il linguaggio usato si avvale spesso di termini specifici della Scienza a cui il racconto fa riferimento.
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IL TESTO NARRATIVO
SCRIVO escrivi un viaggio D immaginario. Scegli tra le seguenti proposte: – all’interno del tuo cervello; – all’interno del tuo cuore; – all’interno del cuore di una persona che conosci.
TO ESPLORO IL TES
Il luogo e il tempo Sottolinea nel testo la risposta alle seguenti domande. 1. A bordo di quale mezzo si trovano i protagonisti? 2. Dove stanno viaggiando? Si tratta di: un viaggio possibile un viaggio che può solo essere immaginato L a vicenda si svolge in un tempo: imprecisato indicato in modo preciso
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UN VIAGGIO ALLUCINANTE Duval si guardò intorno esultante. – Pensate – disse – dentro un corpo umano, dentro un’arteria! Owens! Spenga le luci di bordo! Le luci si spensero, ma una luce spettrale entrò dall’esterno: il riflesso dei fari del sommergibile. Grant si girò verso il finestrino. La parete dell’arteria sembrava a quasi un chilometro di distanza e splendeva, a tratti, di un vivo color ambra, poiché per la maggior parte era nascosta da oggetti che passavano fluttuando vicino allo scafo. Era un vasto, esotico acquario quello davanti al quale si trovavano, in cui passavano e ripassavano non pesci, ma oggetti strani. I più numerosi somigliavano a grosse camere d’aria depresse al centro, ma non perforate. Ciascuna aveva un diametro che era circa due volte quello del sommergibile, ed era di un colore tra l’arancione e il paglierino; ciascuna lampeggiava e scintillava a intermittenza. – Sembrano palloni mezzi sgonfi che abbiano dentro un milione di stelle ciascuno – disse Grant. – Veramente sono globuli rossi – disse Michaels – rossi in massa, ma color paglierino singolarmente. Quelli che lei vede vengono dritti dal cuore, portando il loro carico di ossigeno al cervello. Guardi quello!
IL RACCONTO DI FANTASCIENZA Grant guardò nella direzione del dito puntato. Vide dei piccoli oggetti simili a bastoncini che spingevano frammenti e detriti e, soprattutto, globuli rossi. Poi distinse l’oggetto indicato da Michaels. Era enorme, latteo e granuloso; la sua massa lattiginosa mandava lampi di un nero così intenso che lo facevano avvampare di una sua non-luce accecante. Dentro la massa c’era una zona più scura che manteneva una forma costante. A un tratto si formò una specie di protuberanza verso la parete dell’arteria, poi la massa svanì, coperta dagli oggetti più vicini. – Che diavolo era? – chiese Grant. – Un globulo bianco. Non ce ne sono molti, in confronto ai globuli rossi, almeno: ci sono circa seicentocinquanta globuli rossi per ogni globulo bianco. I bianchi sono molto più grossi, però, e possono muoversi indipendentemente. Sono oggetti spaventosi, non vorrei mai avvicinarmi più di così. – Sono gli spazzini dell’organismo, no? – Sì. Noi abbiamo le dimensioni di un batterio, ma abbiamo anche una scorza metallica. Spero che i globuli bianchi conoscano la differenza e che non reagiscano, se non danneggiamo i tessuti circostanti. Grant cercò di abbracciare il panorama nella sua totalità. Fece un passo indietro e socchiuse gli occhi.
Lessico rteria, globuli rossi, A globuli bianchi, batterio, sono termini appartenenti al linguaggio: d elle Scienze d ella Storia d ella Geografia d ella Medicina S ottolinea tutti i termini specifici che trovi nel testo.
da I. Asimov, Viaggio allucinante, Mondadori
COMPRENDO I ndica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). V – I personaggi sono quattro. V – Tra i personaggi c’è una bambina. V – Essi sono all’interno del corpo umano. – Nel viaggio si incontrano globuli rossi e globuli bianchi. V V – I globuli rossi sembrano palloni mezzi sgonfi. V – Il sommergibile è grande come un batterio.
F F F F F F
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IL TESTO NARRATIVO
I PICCOLI TERRESTRI Buongiorno a tutti! Prendete il quaderno. Oggi studieremo i piccoli esseri che vivono sulla Terra. Vi dirò subito che i piccoli terrestri possono avere la pelle rosa, marrone, nera o gialla; ma mai 5 verde. Una cosa ancor più strana: hanno solo due occhi e una testa senza antenne. Il loro corpo è provvisto di quattro tentacoli, due corti in alto e due più lunghi in basso. Ogni tentacolo ha in cima 10 cinque piccole antenne provviste di artigli. I piccoli terrestri hanno la testa coperta da una leggera peluria, insufficiente a proteggerli dal freddo; così sono costretti a usare il pelo delle pecore. Quando vengono al mondo, i piccoli terrestri non hanno 15 denti. Per un certo periodo possono nutrirsi solo di latte che assorbono attraverso un buco che si trova nella parte bassa della faccia. Appena hanno finito questa operazione, bisogna batterli leggermente sulla schiena per evitare che il latte che contengono li faccia esplodere.
TO I personaggi ESPLORO IL TES I personaggi del testo sono:
realistici
fantastici
D i chi si tratta? ................................................................................................... ................................................................................................................................. Sottolinea le parti del testo che te lo fanno capire. Collega in modo corretto. Hanno le antenne. Terrestri
Extraterrestri
Hanno solo due occhi. Sono verdi. Hanno la pelle rosa, marrone o nera. Hanno un’apertura nella parte bassa della faccia.
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IL RACCONTO DI FANTASCIENZA VERSO
L’INVALSI
20 Parecchie volte al giorno il corpo del piccolo
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terrestre emette una sostanza puzzolente. Per evitare che sporchi tutto in giro, lo si avvolge allora in un panno, controllando che l’imballaggio sia ermeticamente chiuso. Quando spunta il primo dentino l’alimentazione del piccolo può cambiare. Sua madre rompe allora un uovo di pollo, ne mescola il contenuto, poi si serve di una specie di pala per introdurre l’uovo sbattuto nei diversi buchi che ci sono nella testa della creatura (naso, bocca, orecchie). Nel corso della giornata il piccolo si rotola volentieri nella polvere, nell’uovo sbattuto o nella banana schiacciata. Allora bisogna infilarlo in un recipiente pieno di acqua calda, in cui galleggia un uccello giallo. Dopo che si è ben inzuppato, il piccolo terrestre deve venire asciugato per impedire che si restringa. Subito dopo viene cosparso da una polvere bianca, perché non sia appiccicoso. Per avere altre notizie su questi curiosi esseri, possiamo travestirci e fare il possibile per osservarli da vicino. Mi raccomando, sistemate bene la maschera; i terrestri muoiono di paura quando vedono dei normalissimi omini verdi come noi! da J. Willis, T. Ross, Il Dottor Horgol, Il grande libro dei piccoli terrestri, Edizioni Elle
IO
CON GLI ALTRI
C redete alla presenza di vita su altri pianeti? Come vi immaginate gli extra-terrestri? Confrontate le vostre ipotesi e guardate il film E.T. l’extra-terrestre, un classico della fantascienza e dell’amicizia tra “diversi”.
• Le frasi iniziali “Buongiorno a tutti! Prendete il quaderno” (righe 1-2) sono rivolte ai bambini della Terra alle neomamme agli extraterrestri a tutti gli abitanti della Terra • Indica a quale oggetto o parte del corpo umano corrisponde ogni parola. – tentacoli: – antenne: – artigli: – pala:
arti aste arti vanga
polipi pali unghie braccio
rami dita becchi cucchiaino
• In base al testo, quali delle seguenti attenzioni vengono riservate al piccolo terrestre?
Sì No Viene protetto dal freddo con indumenti di lana. Gli vengono forniti i denti. Viene nutrito all’inizio solo di latte, poi man mano di altri alimenti. Viene lavato con acqua calda. • “Infilarlo in un recipiente pieno di acqua calda, in cui galleggia un uccello giallo” (righe 33-35) significa i mmergere il bambino in una vasca di acqua calda con un canarino. i nfilare il bambino in lavatrice insieme a un uccello giallo. i nfilare l’uovo in un recipiente con acqua calda in cui galleggia un uccello giallo. i mmergere il bambino in una vasca di acqua calda con una paperella di gomma. • La parte conclusiva del racconto ti fa capire che cosa succederà dopo. Quale idea ti suggerisce? I terrestri si spaventeranno terribilmente. G li extraterrestri andranno sul pianeta Terra per osservare da vicino i piccoli terrestri. G li extraterrestri si trasferiranno a vivere sulla Terra. G li extraterrestri si dipingeranno di un colore diverso dal verde.
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IL TESTO NARRATIVO
MARZIANI A FUMETTI Una bella mattina arrivano i marziani. Quando pensano di essersi guadagnati un'accoglienza festosa, atterrano al Circo Massimo, dove c'è più posto che in piazza di Spagna e dove accorre subito il vicequestore Fiorillo. I dischi sono tre. E tre marziani mettono la testa fuori delle cupolette. Sono di un bel verdino primavera e hanno le antenne in fronte, proprio come la gente se l'immagina. Però non è vero che sono piccolini: anzi sono alti circa tre metri e cinquanta. Indossano delle tuniche gialle, ornate di ricami folkloristici. Uno dei marziani, nel venire su, picchia la testa nel coperchio della cupola. Subito dalla sua testa esce una nuvoletta con su scritto «Crunch!». Intanto i tre marziani, per accentuare il senso di pace e concordia, si mettono ad applaudire. E anche dalle loro mani escono delle nuvolette con scritto: «Clapp! Clapp!». Poi uno dei tre, quello che ha battuto la capocciata, fa segno che vuol parlare. Dalla sua antenna di destra esce una nuvoletta sulla quale gli astanti leggono: «Salve! Come vedete siamo marziani e siamo venuti con intenzioni più che altro affettuose. Dunque, presentiamoci. Io sono il comandante AB 17». Quando tutti hanno finito di leggere, la nuvoletta scompare. Strano, però: la voce del marziano non si è sentita per niente. da G. Rodari, Novelle fatte a macchina, Einaudi Editore
COMPRENDO Con che cosa arrivano i marziani sulla terra? ......................................................................................................................... Dove atterrano? .................................................................................... C ome sono i marziani? Sottolinea nel testo le parti che te lo fanno capire. Come comunicano con gli esseri umani?
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INSIEME PER IMPARARE FACILE Il racconto DI FANTASCIENZA SA CHE CO
DOVE
QUANDO
CH I
COME
Il racconto di fantascienza narra STORIE IMMAGINARIE in cui la FANTASIA si fonde con la SCIENZA. Le vicende possono essere ambientate: • su altri PIANETI; • in luoghi IMMAGINARI dello SPAZIO; • in luoghi della TERRA, immaginata nel FUTURO. Le storie, di solito, si svolgono nel FUTURO. Quando si narra di viaggi nel tempo, possono svolgersi anche nel PASSATO. I PERSONAGGI sono: • REALISTICI (persone comuni, scienziati, tecnici…); • FANTASTICI (robot, extraterrestri, androidi, cyborg…). La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE. Il LINGUAGGIO utilizza spesso TERMINI SCIENTIFICI.
Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il racconto di fantascienza narra ........................................................................... in cui si fondono la ....................................................................... e la ........................................................................ Le vicende possono essere ambientate su .........................................................................., in luoghi ..................................................................................... o sulla ....................................................... nel ................................ . Possono avvenire nel ......................................................................... o .................................................................... . I personaggi sono ............................................................................. o ......................................................................... . Ciascun racconto è formato da: .......................................................................................................................... . Il linguaggio utilizza ....................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.
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VERSO LE
COMPETENZE
CHE STRANO SOGNO!
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Avevano una casa a colonne di cristallo sul pianeta Marte e ogni mattina si poteva vedere la signora K mangiare i frutti d’oro, che crescevano sulle pareti di cristallo, o ripulire la casa con la polvere magnetica. Nel pomeriggio, quando nessuno usciva di casa, si poteva vedere il signor K nella sua camera, intento a leggere un libro metallico dai geroglifici in rilievo. I coniugi K vivevano da vent’anni in quella casa, che girava su se stessa seguendo il Sole. Non erano vecchi. Avevano la pelle ambrata dei veri marziani, gli occhi come gialle monete, le voci molli e armoniose. Quella mattina la signora K si abbandonò in una poltrona, che scorrendo da sola era scivolata ad accoglierla, chiuse gli occhi ed ecco il sogno. Apparve il marito sulla soglia d’una porta triangolare. – Hai chiamato? – domandò con tono irritato. – No! M’ero assopita e ho fatto un sogno… strano! Ho sognato un uomo. Alto per lo meno un metro e ottanta. E aveva gli occhi azzurri. – Che assurdità! Gli occhi azzurri! – esclamò il signor K. – E aveva, immagino, i capelli neri? – Come hai fatto a indovinare? – domandò lei, stranamente agitata. – Ho pensato al colore meno probabile – disse lui, freddamente. – Bene, erano proprio neri! – esclamò lei. – E quell’uomo aveva la pelle molto bianca; indossava una strana uniforme ed era disceso dal cielo, sì, in un oggetto metallico, che scintillava al Sole – ricordò e chiuse gli occhi per ritrovare quelle immagini – l’uomo mi ha guardato e ha detto, in una lingua diversa dalla nostra, ma che capivo bene con la mente (telepatia, suppongo): “Sono venuto sulla mia nave dal terzo pianeta e mi chiamo Nataniel York”. – Un nome stupido! – il signor K, spazientito, fece l’atto di andarsene. – Yll – chiamò sommessamente – ti sei mai domandato se qualcuno non viva sul terzo pianeta? – Il terzo pianeta non è in grado di alimentare nessuna forma di vita! – spiegò pazientemente il marito. – I nostri scienziati dicono che c’è troppo ossigeno nell’atmosfera di quel pianeta. – Ma non sarebbe meraviglioso se ci vivesse della gente? – Ti prego Ylla, tu sai quanto detesti questi capricci sentimentali. Basta! da R. Bradbury, Cronache marziane, Mondadori
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8. Il luogo in cui si svolge è: il pianeta Terra il pianeta Marte il terzo pianeta un laboratorio scientifico
2. I signori K non escono mai: la mattina la sera il pomeriggio la domenica
9. Sottolinea nel testo la descrizione della casa.
3. I signori K “avevano la pelle ambrata” (riga 7), cioè di colore: bianco giallo dorato rosato verde 4. Una mattina alla signora K capita: di fare uno strano incontro di fare uno strano sogno di leggere un libro metallico di mangiare i frutti d’oro 5. Quale delle seguenti frasi sintetizza il contenuto del testo? I signori K sono marziani che abitano in una casa di cristallo. La signora K pulisce la sua casa di cristallo. L a signora K racconta il suo strano sogno al marito che le risponde freddamente. U n terrestre arriva su Marte e si presenta alla signora K. 6. I personaggi del racconto sono: giovani marziani extraterrestri giovani terrestri marziani di mezza età 7. La vicenda si svolge: nel presente nel passato nel futuro non si sa
10. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). Nel racconto… … ci sono sequenze descrittive. V … ci sono sequenze narrative. V … ci sono sequenze dialogiche. V … ci sono sequenze riflessive. V
Il racconto di fantascienza
1. Il signor Yll è: il fratello della signora Ylla l’uomo con i capelli neri e gli occhi azzurri il marito della signora Ylla un vecchio marziano
F F F F
11. La vicenda è narrata: dalla signora Ylla da un narratore esterno dal signor Yll da Nataniel York 12. Spiega perché i seguenti elementi sono fantascientifici. la casa ............................................................................. la poltrona .................................................................... i frutti ............................................................................... il libro .............................................................................. 13. Il racconto che hai letto è di fantascienza perché narra: una storia scientificamente possibile le conseguenze di azioni magiche una storia dove elementi fantastici e scientifici si fondono un sogno
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LEGGO i CLASSICI
ATREIU E LA GRANDE RICERCA Cairone era quello che nei tempi antichi si chiamava un centauro. Aveva sembianze umane fino alla vita e il resto del corpo era quello di un cavallo. La sua parte umana aveva il colore dell’ebano, solo i capelli e la barba erano bianchissimi e crespi, mentre la parte equina era zebrata. Portava uno strano cappello di giunchi intrecciati e al collo aveva una catena con un grande amuleto d’oro, sul quale si vedevano due serpenti, uno chiaro e l’altro scuro, che si mordevano la coda a vicenda. Nel Regno di Fantàsia chiunque conosceva il significato di quel medaglione: era il segno distintivo di colui che agiva per incarico dell’Infanta Imperatrice. Tutti conoscevano il suo nome: Auryn. Quando Cairone entrò nella sala si diffuse un grande silenzio. – Noi tutti ci troviamo qui e impotenti di fronte alla malattia dell’Infanta Imperatrice. L’unica cosa che sappiamo è che la distruzione di Fantàsia si va verificando contemporaneamente a questa malattia. È mia ultima e unica speranza che, in qualche parte di questo sconfinato reame, esista un eroe. L’Infanta Imperatrice mi ha confidato il nome di questo eroe, al quale essa affida la sua sorte e quella di tutti noi: si chiama Atreiu e abita nel Mare Erboso; a lui io porterò Auryn e lo spedirò alla Grande Ricerca – e con quelle parole il vecchio Centauro uscì dalla sala scalpitando con fragore. Il Mare Erboso era a molti giorni di viaggio da Fantàsia. Un bel giorno in un accampamento del Mare Erboso apparve un vecchio Centauro Nero dalla barba bianca. Il sudore gli grondava dal lucido mantello, aveva l’aria sfinita, sulla testa portava uno stano cappello e al collo aveva una catena e un grosso amuleto. Era Cairone. Egli venne portato presso una grande tenda. La tenda si aprì e uscì un bambino di forse dieci anni.
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LEGGO I CLASSICI
LA STORIA INFINITA ANNO DI PUBBLICAZIONE
1984
CURIOSITÀ SULL’AUTORE
Michael Ende, nato in Germania, dette il consenso per la versione cinematografica de La storia infinita, ma poi rimase molto deluso e arrabbiato per le grandi modifiche che il regista aveva apportato alla sua storia.
Indossava calzoni lunghi ed era a torso nudo, solo dalle spalle gli scendeva fino a terra un mantello di color rosso porpora. Aveva lunghi capelli nero-azzurri legati dietro al capo con una cordicella. Gli occhi scuri scintillarono irati, in direzione di Cairone. Gli domandò: – Che cosa vuoi da me, straniero? Il vecchio Centauro lo fissava sbalordito. – Vorresti forse dirmi che sei tu Atreiu? – domandò alla fine. – Certo, straniero. – Ma non c’è un altro forse, un uomo adulto, un esperto cacciatore che porti questo nome? – No, Atreiu sono io e nessun altro. Cairone si lasciò ricadere sul suo giaciglio e ansimò: – Un bambino! Un ragazzino! Per la verità, le decisioni dell’Infanta Imperatrice sono ben difficili da comprendere! Se avessi saputo da chi mi mandava, mi sarei semplicemente rifiutato di portare il suo incarico! – In che cosa consiste l’incarico? – domandò Atreiu. – Trovare la medicina per l’Infanta Imperatrice – rispose il vecchio Centauro – e salvare Fantàsia. Atreiu sedeva di fronte a lui a testa bassa e taceva. Capiva che la prova per lui era troppo, troppo difficile. – Be’, allora? – si informò il vecchio Centauro – Vuoi? Atreiu alzò la testa e lo fissò. – Lo voglio – rispose con fermezza.
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:
Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:
da M. Ende, La storia infinita, Longanesi
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ESPLORO
IL RACCONTO FANTASY LEONE ASLAN
Le mie domande SA CHE CO
narra un racconto fantasy?
DOVE
si svolgono i fatti narrati?
QUANDO
si svolgono
i fatti?
CH I
sono i personaggi?
COME
è strutturato un racconto fantasy? Quale linguaggio viene usato?
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– E ora – disse il leone – ascolta bene il compito che ti attende, Bambina degli umani. Molto lontano da qui, in una terra chiamata Narnia, abita un vecchio re; è molto triste perché, tanti anni fa, il suo unico figlio maschio fu rapito. Nessuno a Narnia sa dove sia finito e, soprattutto, se sia ancora vivo. Ma io so che vive. Ecco, io ti ordino di partire per cercare il principe scomparso e riportarlo alla casa del padre. – Ma come posso fare quello che mi avete detto, scusate? – Ti illustrerò i Segni tramite i quali ti guiderò nella tua missione – rispose il leone. – Primo: non appena il tuo amico Eustachio metterà piede a Narnia, incontrerà un suo vecchio amico. Deve andargli subito incontro e salutarlo. Se farete così, vi sarà di molto aiuto. Secondo: dovete lasciare Narnia e avventurarvi verso nord, fino a quando non vi imbatterete nelle rovine della Antica Città dei Giganti. Terzo: in quella città troverete una pietra con alcune iscrizioni. Leggetele e seguite alla lettera le istruzioni. Quarto: se mai troverete il principe scomparso, lo riconoscerete perché sarà la prima persona nel corso del vostro viaggio a implorarvi di fare qualcosa in mio nome, cioè nel nome di Aslan. – Ma come faccio a raggiungere Narnia? – domandò Jill. – Volerai sul mio respiro! – disse il leone. – Non c’è tempo da perdere, Bambina. Vieni qui, davanti a me, sull’orlo del precipizio. E così detto il leone aspettò che la Bambina degli umani si avvicinasse, poi spalancò le fauci e disse con tono solenne: – Quando incontrerai il principe di Narnia, Rilian, potrai dirgli che sei inviata dal grande leone Aslan! da C.S. Lewis, La sedia d’argento, Mondadori
Le risposte
SA CHE CO
DOVE
QUANDO
CH I
COME
Il racconto fantasy narra storie fantastiche che ci riportano nel mondo delle fiabe, dei miti, delle leggende, dell’horror e della fantascienza, ma si distinguono da queste perché sono incentrate sulle sfide che gli eroi buoni devono affrontare contro le forze sovrannaturali del Male, per il trionfo del Bene. Le vicende dei racconti fantasy sono generalmente ambientate in luoghi magici carichi di mistero, come boschi e foreste incantate, grotte scure e misteriose, città diroccate, fortezze inespugnabili, palazzi stupendi… Le storie fantasy si svolgono in un tempo indefinito, come sospeso o al di fuori del tempo reale. Il protagonista generalmente è un umano che scopre di essere predestinato ad affrontare la grande impresa di sconfiggere le forze del Male, nella quale sarà affiancato da aiutanti o oggetti magici (pietre magiche, spade, anelli…). Gli altri personaggi, alleati o antagonisti, sono creature fantastiche: gnomi, troll, unicorni, elfi, draghi e orchi, quest’ultimi sono simili a umani malvagi ma con caratteristiche bestiali. Il racconto fantasy, generalmente, è strutturato nei tre momenti: inizio – svolgimento – conclusione. Il linguaggio usato fa spesso riferimento a mondi pieni di magia e di mistero. Anche i nomi propri di luoghi e personaggi sono particolarmente suggestivi, per aggiungere fascino alle complicate vicende raccontate.
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IL TESTO NARRATIVO
ESPLORO IL TESTO
Gli elementi del fantasy I ndica con una ✘ gli elementi caratteristici del genere fantasy, che ritrovi in questo testo: animale immaginario oggetto magico missione pericolosa luogo misterioso personaggi fantastici luoghi reali ricerca del Bene atmosfera carica di tensione S ottolinea tutti i riferimenti al luogo in cui si svolge la vicenda. Il tempo in cui si svolgono i fatti è: ben precisato non definito chiaramente Riquadra nel testo la descrizione della nuova creatura: di chi si tratta? ...................................................................
IL POTERE DELL’UNICORNO Jared e Mallory proseguirono nella loro coraggiosa impresa, alla ricerca dell’Ampolla del Bene, e si ritrovarono nella Foresta Assoluta. L’elfa dagli occhi verdi tese una mano verso il fitto intreccio di rami e foglie. Solo allora Jared si accorse che tutt’intorno all’anello di alberi c’era ogni genere di folletti, elfi, fatine e spiritelli, che sbirciavano dai piccoli varchi rimasti. I loro occhi scuri brillavano, le ali ronzavano e le bocche si muovevano, ma nessuno oltrepassava il muro di rami intrecciati. Poi alcuni rami si sciolsero e una nuova creatura si fece avanti. Era bianca, grande più o meno come un cervo. La pelliccia era color avorio e aveva una lunga criniera. Il corno che si protendeva al centro della fronte era avvolto a spirale su se stesso e sembrava appuntito all’estremità. Sollevò il naso umido e fiutò l’aria. Mentre si avvicinava, l’intera radura si acquietò. Persino i passi di quella creatura meravigliosa erano silenziosi. Non sembrava affatto mansueta. Mallory fece un passo avanti, piegò da un lato la testa e tese una mano. Jared cercò di trattenerla: – Mallory! Non… Ma lei non lo sentiva. Aveva già passato le dita sul vellutato fianco della creatura, che rimase perfettamente immobile. Jared aveva persino paura di respirare mentre sua sorella accarezzava l’unicorno e poi affondava la mano nella criniera soffice come una nuvola. In quel momento, il corno le toccò la fronte e lei chiuse gli occhi. Sotto le palpebre, gli occhi di Mallory si agitavano, come se la ragazza fosse immersa nel sonno e stesse sognando. Poco dopo crollò in ginocchio, piegata dal magico potere dell’unicorno. da B. Holly, T. DiTerlizzi, Spiderwick, Mondadori
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IL RACCONTO FANTASY
UN INCONTRO TERRIBILE Harry sentì le ginocchia premere contro l’erba fredda. La nebbia stava per accecarlo. Vide un Dissennatore arrestarsi molto vicino. Sentiva che lo stavano osservando, udiva il loro respiro spezzato come un vento maligno tutto intorno. Poi il Dissennatore più vicino abbassò il cappuccio. Al posto degli occhi c’era solo pelle sottile, grigia, butterata, tesa su orbite vuote. Ma c’era la bocca… un buco informe che si spalancava e risucchiava l’aria in un rantolo. Un terrore paralizzante invase Harry rendendolo incapace di muoversi o parlare. La nebbia bianca lo accecava. Due mani robuste e appiccicose si strinsero attorno al suo collo e costrinsero il suo viso a voltarsi verso l’alto. Harry avvertì l’alito dell’essere. Poi, attraverso la nebbia che stava per sommergerlo, credette di vedere una luce argentea che diventava sempre più intensa. Cadde in avanti sull’erba. A faccia in giù, troppo debole per muoversi, scosso dalla nausea e dai brividi, Harry aprì gli occhi. La luce illuminava l’erba attorno a lui. Il freddo arretrava. Qualcosa stava respingendo i Dissennatori. Se ne stavano andando. L’aria era di nuovo tiepida. Radunando le forze che gli restavano, Harry alzò appena la testa e vide un animale nella luce, che galoppava attraverso il lago. Era splendente come un unicorno.
TO ESPLORO IL TES
Il personaggio fantastico Q uali creature fantastiche compaiono nel brano? ..................................................................... ..................................................................... Q uale di esse viene descritta in modo particolareggiato? ..................................................................... S ottolinea nel testo le caratteristiche del suo aspetto fisico.
da J. K. Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Salani
Lessico Completa ogni similitudine. – . .................................. spezzato come un vento maligno. – . .................................. splendente come un unicorno.
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IL TESTO NARRATIVO
BILBO E GOLLUM Sopra un isolotto roccioso e scivoloso in mezzo a un lago, nel ventre di una montagna, viveva il vecchio Gollum, un essere piccolo, viscido e tutto scuro. Aveva una barchetta e silenziosamente andava in giro sul lago, usando i suoi larghi piedi come remi e catturando i pesci con le sue dita lunghe e veloci. Un giorno con i suoi pallidi occhi telescopici vide l’hobbit Bilbo che sedeva sulla riva del lago: incuriosito, salì in barca e lo raggiunse. – Mi sssa che quesssta è carne di prima scelta – sibilò Gollum – finalmente un bocconcino prelibato, gollum! – e quando disse “gollum” inghiottì con un orribile rumore di gola. Era questa la ragione del suo nome, sebbene egli chiamasse se stesso “tesoro mio”. Lo hobbit improvvisamente vide quegli occhi pallidi che sporgevano verso di lui. – Chi sei? – disse piantandogli la spada davanti. – Che cosa sssarà, tesssoro mio? – sussurrò Gollum (che si rivolgeva sempre a se stesso, non avendo mai nessun altro con cui parlare). – Sono il signor Bilbo Baggins e non so dove sono. Voglio uscire da qui! – Che cosss’ha in mano? – disse Gollum guardando la spada. – Una spada, una lama che fu forgiata a Gondolin. – Ssss! – disse Gollum mostrandosi amichevole – Forse dovremmo sederci qui e chiacchierare un pochettino, tesssoro mio. Gli indovinelli ti piacciono, non è vero? Gli indovinelli erano la sola cosa che gli fosse venuta in mente. Porli, e talvolta risolverli, era stato l’unico gioco cui avesse mai giocato con altre buffe creature prima di essere scacciato via, solo, e di scendere nelle tenebre sotto le montagne. – Benissimo – disse Bilbo – Comincia tu. da J. R. R.Tolkien, Il signore degli anelli, Bompiani
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COMPRENDO Indica la risposta corretta. Gollum si avvicina a Bilbo: per fare amicizia. per giocare agli indovinelli. per mangiarselo. perchè è un tesoro. Gollum deve il suo nome: alla sua golosità per gli orchi. al rumore che fa la sua gola quando inghiottisce. al rumore che fa quando mastica. al rumore che fanno i suoi larghi piedi. Q uale fra le seguenti frasi riassume meglio il testo che hai letto? Gollum e Bilbo si sfidano agli indovinelli. Gollum vuole mangiare Bilbo, ma non ci riesce. Bilbo e Gollum giocano insieme.
IMPARO
ad
ASCOLTARE
PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:
GIÒ PIEDENERO
1. Secondo te, quale sarà il protagonista tra quelli illustrati? 2. Poiché si tratta di un racconto fantasy, ipotizza almeno altri due personaggi che potrebbero prendere parte alla storia. ................................................................. .................................................................
DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Numera in ordine cronologico i fatti. Gli elfi costringono Giò a salire in groppa a un cavallo. Giò sguscia fuori dal letto per andare nel bosco. Giò riceve l’incarico di salvare la principessa Irma dal malvagio Signore di Trecotte. Il cavallo prende il volo e porta Giò a Dover per passare poi in Francia. Giò incontra tanti elfi e fate. Giò, anche se spaventato, accetta con gioia l’incarico. 4. Rispondi. – Dove è ambientata la storia? ....................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................. – In quale momento della giornata si svolge? .......................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................. 5. Immedesimati in Giò e immagina di vivere la sua esperienza. Colora il tuo stato d’animo in ogni situazione. senti parlare degli elfi del bosco: curiosità
indifferenza
voli in groppa a un cavallo: entusiasmo
odi il tintinnare di tante campanelle: stupore
spavento
comprendi che stai partecipando a un’impresa gloriosa:
terrore
soddisfazione
spavento
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Testo audio e in GUIDA
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LABORATORIO
del
LESSICO
LA STELLA NERA
VAI AL LIBRO DI
S C R I T TU R A VAI A PAG. 50
Erano le 22 precise del 2 giugno quando Nina si alzò dal letto facendo cadere, come al solito, il povero Platone sul pavimento, corse in bagno e, passando la mano sotto l’acqua, vide che la stella era diventata enorme, tanto da occupare tutto il palmo. Questa volta Nina era certa che non si trattava di un frutto della sua fantasia. La stella era lì… nera come la pece… questo non le era proprio mai successo. “La stella nera… il segno del pericolo. Cosa devo fare?” pensò tra sé. Ed era vero, il pericolo era lì. Era dovunque. Era nell’aria. Spaventata corse in camera da zia Carmen, che l’abbracciò forte e le tamponò la mano con del cotone imbevuto d’acqua di rose. Nina continuava a lavarsi le mani con l’acqua fresca, ma la stella del male era sempre lì, stampata nella carne e nulla poteva cancellarla e farla tornare rossa. Si guardò allo specchio e vide, come immerso in una nuvola di fumo giallo, il volto di un uomo bruttissimo, calvo, con gli occhi piccoli e grigi, un pizzetto nero sul mento e i denti gialli. Cosa ci faceva un mostro nel suo bagno? Nina spalancò la bocca per urlare ma non uscì neppure un gemito. Rimase così, atterrita e incredula. L’uomo rideva e continuava a fissarla. Dopo pochi secondi l’immagine del mostro sparì e sullo specchio rimase impressa dal fumo giallo una lettera: K. da M. Witcher, La bambina della sesta luna, Giunti Junior
ETIMOLOGIA
La parola fantasia deriva dalla parola greca phantasia = “apparizione, immagine, invenzione, idea”. La fantasia, perciò, è la facoltà della mente dell’uomo di creare immagini, di rappresentare cose, fatti o persone reali o immaginate. ttribuisci a ogni definizioni la parola corrispondente, scegliendo tra quelle proposte. A volo • irreale • fiabe • realtà • creativo • realismo Basato solo sulla fantasia = ............................................................................... È proprio di chi bandisce la fantasia = ........................................................... Si contrappone alla fantasia = .......................................................................... Quello pindarico è frutto di fantasia = ........................................................... Lavora molto di fantasia = ................................................................................. Nacquero dalla fantasia di Andersen = .........................................................
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INSIEME PER IMPARARE FACILE Il racconto FANTASY SA CHE CO
DOVE
QUANDO
CH I
COME
Il racconto fantasy narra STORIE FANTASTICHE incentrate sulle sfide tra il BENE e il MALE. Le vicende possono essere ambientate in LUOGHI MAGICI CARICHI DI MISTERO (boschi, foreste incantate, grotte scure, città diroccate, fortezze…). Le storie avvengono in un tempo INDEFINITO. Il PROTAGONISTA è un UMANO predestinato a sconfiggere le forze del Male ed è affiancato da AIUTANTI oppure OGGETTI MAGICI. Gli altri PERSONAGGI, alleati o antagonisti del protagonista, sono CREATURE FANTASTICHE (gnomi, elfi, unicorni, draghi…). La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.
Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il racconto fantasy narra ................................................................................................ incentrate sulle ......................................................................................................................................................................................................... . Le vicende sono ambientate in ............................................................................................................................. ......................................................................... . I fatti si svolgono in un tempo ............................................. . Il protagonista è un ........................................................ predestinato a ......................................................... ......................................................................... ed è affiancato da ................................................................................... oppure ........................................................ . Gli altri personaggi sono ......................................................... . Ciascun racconto è formato da: ......................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.
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VERSO LE
COMPETENZE
RITORNO A ILYRIAND 5
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Molto, molto tempo fa, prima ancora dei tempi che i draghi possono ricordare, il popolo di Fallond viveva in una terra di nome Ilyriand. Si diceva che Ilyriand fosse un paese tanto ricco, che i suoi abitanti non avevano bisogno di nulla. Non avevano necessità di andare a caccia né a pesca, bastava che allungassero la mano verso gli alberi, carichi tutto l’anno di frutti maturi e deliziosi. Tutti vivevano serenamente fino a quando salì al trono Eldon. Fin da bambino, Eldon aveva alzato lo sguardo alle stelle, alle montagne che circondavano Ilyriand: voleva sapere che cosa c’era oltre i confini della sua terra. – Maestà, questo è impossibile! – gli rispondevano i saggi del regno. – Guardatevi intorno: tutto ciò che potete desiderare è qui. – Le stelle viaggiano in cerca di nuovi orizzonti! – gridava Eldon – Perché io non posso fare altrettanto? Voglio la luna, voglio le stelle, voglio sapere che cosa c’è oltre i confini di Ilyriand! Passarono vent’anni, ma il desiderio di Eldon non si placava, così egli trovò un varco tra le montagne. Con tutti i suoi sudditi lasciò Ilyriand, chiudendo il passaggio con una porta incantata, che poteva essere aperta soltanto con una chiave magica d’oro zecchino. Viaggiarono attraverso molte terre e all’improvviso il Male piombò su di loro: uomini armati di asce li assalirono e li sterminarono. I pochi sopravvissuti al massacro costruirono delle navi e partirono, sperando di poter trovare la chiave d’oro e la strada per tornare a Ilyriand. Non furono fortunati e, dopo molti anni, decisero di rassegnarsi e si stabilirono a Fallond. Ma quella era una terra senza futuro. Se fossero rimasti lì sarebbero morti tutti. Dovevano tornare a Ilyriand. Un drago lungo sei metri, ricoperto di scaglie color ruggine li avrebbe aiutati. da J. Ashton, In viaggio per Ilyriand, Mondadori
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2. I l re Eldon voleva esplorare: l’orizzonte oltre i confini del regno la luna e le stelle il regno di Ilyriand 3. D opo venti anni Eldon trovò: una porta incantata un varco tra le montagne nuovi orizzonti i confini del regno 4. E ldon lasciò Ilyriand: con i saggi del regno da solo con tutti i suoi sudditi a cavallo di un drago 5. E ldon e il suo popolo furono assaliti dal Male: all’inizio del viaggio durante il viaggio dopo vent’anni al ritorno 6. I pochi sopravvissuti si stabilirono: a Ilyriand sulle montagne a Fallond oltre i confini dell’universo
7. L ’espressione “quella era una terra senza futuro” (righe 28-29) significa che: Fallond non permetteva un futuro tranquillo. Fallond era adatta solo per il presente. Ilyriand non permetteva un futuro tranquillo. Fallond in futuro non sarebbe diventata Ilyriand.
Il racconto fantasy
1. T antissimo tempo fa il popolo di Fallond viveva: serenamente a Fallond in un paese tra le montagne serenamente a Ilyriand oltre i confini di Ilyriand
8. I sopravvissuti sarebbero potuti tornare a Ilyriand: dopo aver sconfitto il Male con l’aiuto di un drago per mezzo di una chiave magica con le loro forze 9. N ella conclusione risulta vincente: il Bene non è chiaro il Male Eldon 10. I personaggi del racconto sono: solo umani creature fantastiche e umane personaggi malefici animali parlanti 11. S egna con una ✘ gli elementi fantasy presenti nel brano: tempo non reale oggetti con poteri magici lotta tra il Bene e il Male viaggio pericoloso animali fantastici maghi persone con poteri magici luoghi immaginari
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LEGGO i CLASSICI
DIECI PICCOLI INDIANI La faccia di Rogers, il maggiordomo, faceva paura. Le mani gli tremavano e il dottor Armstrong ne fu scosso. – La prego, vorrei parlarle. Ma in casa, signore – disse il maggiordomo. Il dottore entrò. Rogers lo seguì e richiuse la porta. – Ebbene, che c’è? – Succede qualcosa che non capisco, signore. Sono quelle statuine, signore. Le statuine di porcellana. Erano dieci. – Sì, dieci. – Ecco, ieri sera, mentre sparecchiavo, ce n’erano solo nove. E ora, signore, è successo di nuovo. Stamattina, non ci ho fatto caso quando ho apparecchiato. Ma adesso, signore, ce ne sono solo otto! Non capisco come mai… Solo otto! Armstrong uscì pensoso sulla terrazza e incontrò il suo amico investigatore Lombard, ex capitano. – Abbiamo bisogno di una spiegazione plausibile per due decessi che si sono susseguiti così rapidamente – esclamò Lombard. – Forse posso aiutarla a trovare quella soluzione! – e Armstrong gli riferì quanto gli aveva detto Rogers circa la sparizione delle due statuine di porcellana. – Già, i negretti… Ce n’erano dieci, ieri sera, a pranzo. E adesso ce ne sono otto… L’investigatore Lombard sogghignò e gettò via la sigaretta. – Non è una semplice coincidenza la sparizione dei due negretti e le due morti… Dobbiamo indagare! – Sì, dobbiamo proprio indagare – ribadì Amstrong – e si mise a recitare: Dieci poveri negretti se ne andarono a mangiar: uno fece indigestione, solo nove ne restar. Nove poveri negretti fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato, otto soli ne restar.
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LEGGO I CLASSICI
DIECI PICCOLI INDIANI TITOLO ORIGINALE
Ten little niggers = Dieci piccoli negri ANNO DI PUBBLICAZIONE
1939
CURIOSITÀ SULL’AUTORE
Agatha Mary Clarissa Miller, nota in tutto il mondo con il nome di Agatha Christie, pare abbia deciso di scrivere romanzi gialli anche per una sorta di scommessa con sua sorella, la quale riteneva che Agatha non sarebbe mai riuscita a diventare una scrittrice di gialli.
I due uomini si guardarono. Philip Lombard sogghignò e gettò via la sigaretta. – Collima troppo bene perché sia una semplice coincidenza! Antony Marston è morto ieri sera dopo cena e la signora Roger ha dormito troppo, indiscutibilmente. – E allora? – chiese Armstrong. Lombard non esitò un’istante. – E allora, ecco un altro negretto da scoprire. Un negretto in soprannumero… il signor Owen. Uno sconosciuto, un pazzo in circolazione sull’isola. – Certo – rispose Amstrong – non ci avevo pensato! Noi ospiti siamo dieci in tutto e di certo non giochiamo ad ammazzarci tra noi. Owen, il proprietario dell’isola, è il colpevole. Dobbiamo scoprire dove si nasconde! – Quest’isola è praticamente una nuda roccia. Non ci metteremo molto a frugare ovunque. E non tarderemo a scovare il nostro signor Owen. Il dottor Armstrong annuì: – Sarà pericoloso. Philip Lombard rise. – Pericoloso? Chi ha paura del lupo cattivo? Io sarò pericoloso quando gli avrò messo le mani addosso – fece una pausa e aggiunse – sarà bene parlarne a Blore e dirgli di aiutarci. Meglio non dir nulla alle donne. Quanto agli altri, il generale è definitivamente rammollito e la specialità di Wargrave è una magistrale inerzia. Noi tre soli possiamo occuparci della cosa.
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:
Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:
da A. Christie, Dieci piccoli indiani, Mondadori
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ESPLORO
IL RACCONTO GIALLO LA GIACCA ROSSA
Le mie domande SA CHE CO
narra un racconto giallo?
DOVE
si svolgono i fatti narrati?
QUANDO
si svolgono
i fatti?
CH I
sono i personaggi?
COME
è strutturato un racconto giallo?
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Venerdì primo settembre, ore 23.40: la signora Mercallier trascorreva la sera in casa senza il marito. Prese un libro dalla biblioteca e si infilò a letto. Ore 0.12: un rumore attirò l’attenzione della signora Mercallier. Stava per scendere dal letto, quando lo sguardo le si posò sulla maniglia della porta, che si muoveva lentamente verso il basso. Provò a urlare, ma la gola era serrata. Il cuore, invece, batteva a ritmo frenetico. Era paralizzata dalla paura. La porta si spalancò. L’uomo portava una giacca rossa, pantaloni chiari e impugnava una pistola. E il volto… era una maschera di gomma molto aderente. Un’apparizione diabolica. La voce era atona, ma chiara… – Fuori il denaro e i gioielli. Ore 2.40: il commissario Caldoni e l’ispettore Piletto avevano di fronte Enrico Tuzzi. Fu Caldoni a iniziare: – Due ore e mezzo fa, qualcuno è entrato in casa dell’addetto militare Mercallier, ha imbavagliato la moglie, preso denaro e gioielli e si è congedato… La signora l’ha riconosciuta! – E da cosa, se mi è concessa la domanda? – si sdegnò Tuzzi. – Dalla sua giacca alla quale mancavano due bottoni. Siamo sicuri di trovarla qui. Enrico, furente, disse: – Perquisite pure la casa. Non troverete nessuna giacca rossa: non ne ho mai posseduta una! E ora, se possibile, vorrei riprendere sonno. Il commissario sorrise: – Avrà tempo di dormire, ora. Si vesta, la dichiaro in arresto: lei si è tradito da solo. da W. Ecke, La casa dei 99 fantasmi, Edizioni Elle
Le risposte
SA CHE CO
Il racconto giallo narra storie incentrate su un caso poliziesco da risolvere (furto, rapimento, delitto…) che crea suspense e curiosità nel lettore, fino ad arrivare alla soluzione del mistero attraverso la raccolta degli indizi e la ricerca del movente.
DOVE
I luoghi sono realistici, descritti in tutti i loro particolari, per essere utili alla soluzione del caso; generalmente si tratta di ambienti chiusi circondati da un’atmosfera carica di tensione.
QUANDO
Il tempo in cui si svolgono i fatti è ben definito: presente o passato.
CH I
COME
Il protagonista è un investigatore privato o della polizia, di solito dotato di una personalità originale e capace di risolvere il caso con l’intelligenza e con il cosiddetto “fiuto”. Gli altri personaggi sono: – l’aiutante, non sempre presente; – il colpevole (un ladro, un assassino…); – la vittima (la persona derubata, uccisa o rapita); – i sospettati (persone che si muovono nell’ambiente della vittima); – i testimoni (coloro che hanno informazioni o hanno assistito al fatto). Il racconto giallo, generalmente, è strutturato nei tre momenti: inizio – svolgimento – conclusione. Il ritmo narrativo è incalzante, ricco di colpi di scena per creare suspense.
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IL TESTO NARRATIVO
I GIOIELLI SCOMPARSI L’ispettore Roller riassume il caso, rivolgendosi alla signora Manzi: – Dunque, signora, lei era fuori casa per fare la spesa e, quando è tornata, si è accorta che la finestra della stanza da letto era aperta. Dalla stanza è stata rubata una cassetta contenente gioielli e denaro. È così? La signora annuisce, mentre tenta di trattenere le lacrime. L’ispettore Roller s’inginocchia e comincia a tastare il pavimento della stanza, ricoperto di tappeti. Quando si alza, tiene qualcosa in mano. – Signora Manzi, avete avuto qualche artigiano in casa in questi giorni? La signora scuote il capo e fissa Roller senza capire. – Qui nella stanza c’è un leggerissimo odore di stucco. Inoltre ho trovato un pezzetto di legno con dello stucco attaccato. Il ladro, o i ladri, devono avere a che fare in qualche modo con stucco e legno – spiega l’ispettore. – La vetreria Moser! – esclama la donna. – La si può vedere dalla finestra della stanza da letto. – Grazie signora – dice l’ispettore – sarò di ritorno tra poco.
TO ESPLORO IL TES Gli elementi del giallo Il caso da risolvere è: un rapimento un furto un omicidio L a storia è ambientata in un luogo: realistico fantastico Il reato è avvenuto in: un furgone un appartamento una vetreria
I l tempo della storia è: ben definito indefinito Il reato avviene: di giorno
C ollega gli elementi tipici del racconto giallo ai nomi corrispondenti. investigatore vittima indizio
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di notte
Roller stucco Moser Manzi
IL RACCONTO GIALLO Non appena comprende le ragioni della visita dell’ispettore, il vetraio Moser resta a bocca aperta. – Ritengo, signor Moser, che qui si nasconda un ladro… – afferma l’ispettore. – Da una casa nelle immediate vicinanze è stata trafugata una cassetta con del denaro. – Si tratta sicuramente di un errore, signor ispettore! – si difende il vetraio. Poco dopo, però, viene ritrovata la cassetta sotto il sedile del furgone della vetreria. Il signor Moser arrabbiato si precipita nella bottega-laboratorio, dove due apprendisti stanno lavorando. Con ampi gesti spiega loro il perché della presenza dell’ispettore e li invita a dire la verità. Allora si fa avanti l’ispettore: – Tra le 10 e le 10.20 è avvenuto il furto della cassetta. Signor Visani, che cosa faceva lei a quell’ora? – Io ero dal medico. Sono tornato poco prima delle 10.30, il padrone può confermarlo – risponde subito il primo apprendista. L’ispettore Roller si rivolge allora al secondo apprendista: – E lei, signor Costa? – Io non so… Ero qui nel laboratorio… Non sono un ladro, io! – balbetta Costa, abbassando gli occhi sul pavimento e grattandosi la testa… Il vetraio Moser cerca di calmarlo e poi chiede all’ispettore: – Ha già stabilito se il denaro e i gioielli si trovano ancora tutti nella cassetta? L’ispettore fa un amichevole gesto di diniego. – Grazie, grazie, signor Moser, di sicuro c’è ancora tutto. E io ho scoperto chi è il ladro. da W. Ecke, L’uomo in nero, Edizioni Elle
Lessico ollega ogni termine C al suo sinonimo. ragioni negazione trafugata sottratta apprendista motivi diniego principiante
COMPRENDO Indica la risposta corretta. L’ispettore trova l’indizio utile alle indagini: interrogando la signora Roller interrogando il vetraio Moser esaminando attentamente il pavimento della stanza Indica quali sensi attiva l’ispettore per indagare: odorato vista udito tatto Sottolinea le frasi che te lo fanno capire. ome viene smascherato C il colpevole? Confessa apertamente. Si tradisce con le sue parole. È riconosciuto da un testimone. Motiva la tua scelta. .................................................................. ..................................................................
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IL TESTO NARRATIVO
ELEMENTARE, WATSON! – Un uomo è stato assassinato, e sul muro è stata tracciata a lettere rosso sangue la parola: RACHE – esclamarono Lestrade e Gregson. Holmes disse, rivolto ai due poliziotti: – L’omicida era un uomo. Alto più di un metro e ottanta, nel fiore degli anni, con i piedi piccoli per la sua statura; indossava stivali pesanti con la punta quadrata. È arrivato qui in una carrozza a quattro ruote tirata da un cavallo con tre ferri vecchi e un ferro nuovo sulla zampa anteriore destra. Le unghie della sua mano destra erano notevolmente lunghe. Sono solo poche indicazioni, ma potrebbero esservi utili. Lestrade e Gregson si scambiarono un’occhiata e un sorriso incredulo. Sherlock Holmes si avviò alla porta. – Un’altra cosa, Lestrade – aggiunse voltandosi dalla soglia – “Rache” è la traduzione tedesca di “vendetta”; quindi, non perda tempo a cercare la signorina Rachele. E con questo se ne andò, lasciandosi alle spalle i due a bocca aperta. – Senza dubbio lei non è così certo, come vorrebbe far credere, di tutti i particolari che ha elencato – dissi. – Non c’è margine possibile di errore! – rispose – La prima cosa che ho notato, arrivando sul posto, sono stati i solchi lasciati dalle ruote di una carrozza accanto al bordo del marciapiede. Ora, fino a ieri sera, non pioveva da una settimana; quindi le ruote, che hanno lasciato solchi tanto profondi, devono averli lasciati durante la notte. C’erano anche le impronte degli zoccoli del cavallo e il contorno di una di esse era molto più nitido delle altre, rivelando la presenza di un ferro nuovo.
TO ESPLORO IL TES Gli indizi Gli indizi elencati nel testo sono: ipotesi fantasiose osservazioni attente da cui ricavare deduzioni Sottolinea nel testo gli indizi su cui si è basato Sherlock Holmes per definire l’identikit dell’omicida. Poi completa la tabella. Deduzioni alto più di un metro e ottanta nel fiore degli anni piedi piccoli unghie della mano destra lunghe
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Indizi
IL RACCONTO GIALLO – Fin qui sembra abbastanza semplice – osservai – ma che mi dice circa la statura dell’uomo? – In nove casi su dieci la statura di una persona può essere determinata dalla lunghezza del suo passo. Un calcolo relativamente semplice, ma non vale la pena che io l’annoi con delle cifre. Le impronte dei passi dello sconosciuto apparivano sia all’esterno, sul terreno argilloso, che all’interno, sulla polvere del pavimento; ho poi avuto modo di controllare i miei calcoli. Quando una persona traccia una scritta sul muro è istintivamente portata a scrivere al di sopra del livello degli occhi. E quella scritta era appunto a poco più di un metro e ottanta dal pavimento. Elementare. – E per l’età? – chiesi. – Be’, se un uomo può compiere passi da un metro e mezzo senza il minimo sforzo, ovviamente non può essere né vecchio né malandato. Sul viale del giardino c’è una pozzanghera larga appunto un metro e mezzo, che quel tipo ha evidentemente scavalcato. Non c’è assolutamente niente di misterioso. Non facciamo altro che applicare qualche regola di osservazione e deduzione. Altre domande? – Le unghie – suggerii. – La scritta sul muro era tracciata dal dito indice di un uomo, intinto nel sangue. La lente mi ha permesso di osservare che, nello scrivere, aveva lasciato dei leggeri graffi sull’intonaco, il che non sarebbe successo se avesse avuto le unghie corte. È proprio in questi particolari che un abile investigatore si distingue da tipi come Gregson e Lestrade. Mi passai la mano sulla fronte. – La mia mente è confusa – dissi. Il mio compagno ebbe un sorriso. da A. Conan Doyle, Uno studio in rosso, Newton Compton
Lessico L eggi il significato del termine “deduzione” e completa quello del suo contrario, cioè “induzione”. Deduzione: procedimento logico che consiste nel trarre, da un complesso di fatti generali, delle conclusioni particolari. Induzione: procedimento logico che consiste nel trarre, da osservazioni ed esperienze ................................., dei principi ..........................................
COMPRENDO I ndica la risposta corretta. Sherlock Holmes è: una persona comune una persona dotata di grandi capacità logiche e deduttive Sherlock Holmes vuole: presentare delle verità oggettive accusare la signora Rache
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IL TESTO NARRATIVO
DICO LA MIA ai mai sentito H parlare di pirati informatici? Sai chi sono e cosa fanno? Parlane in classe.
SCRIVO ome finirà la C vicenda in cui è coinvolto David? Riuscirà a dimostrare la sua innocenza? Inventa e scrivi il finale sul quaderno.
IL PIRATA INFORMATICO Quando David tornò a casa da scuola, trovò tre persone in camera sua, intorno al suo computer: la madre, con occhi preoccupati, e due tipi, un uomo e una donna, vestiti di scuro. – David, questi sono due agenti dell’FBI, Kendal e Guardi – disse la madre – Hanno un mandato di perquisizione! – e gli mostrò un documento. – L’FBI? – chiese incredulo il ragazzo, che solo in quel momento notò gli scatoloni vicino al suo letto. – Che cosa vogliono fare con il mio computer? L’uomo si voltò verso David e disse: – Stiamo indagando su un caso di pirateria informatica. Più di centomila dollari sono stati rubati ieri, attraverso internet, da una banca degli Stati Uniti, e poi trasferiti su un conto corrente segreto di una banca svizzera. – D’accordo, ma io che cosa c’entro con questa storia? – domandò David. – Beh, vedi, siamo riusciti, seguendo le tracce lasciate dal pirata, a individuare il computer che ha utilizzato e sembra proprio che… si tratti del tuo, David! – Dobbiamo sequestrare il tuo computer – aggiunse Kendal. – Ma io non ho rubato niente! – si difese l’accusato. – Come potete pensare che sia stato io? – Il pirata che ha trasferito i soldi ha messo la sua firma sul programma che ha utilizzato. E la firma è la tua – spiegò Guardi mentre radunava i CD che erano sulla scrivania. David sgranò gli occhi per lo stupore! da A. Capaci, Il caso del pirata informatico, Edizioni e/o
TO ESPLORO IL TES I personaggi Chi sono i personaggi del brano? Scrivi il loro nome. detective ➜........................................................................................... sospettato ➜ .......................................................................................... Di cosa è sospettato David? ............................................................. ...................................................................................................................... Perché è sospettato?............................................................................ ......................................................................................................................
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......................................................................................................................
IL RACCONTO GIALLO
L’UOMO MISTERIOSO – Sono indiscreta se le chiedo quanti gatti ha? – Ne ho ottanta. E se pensi che alla mia età dovrei starmene al caldo accanto al termosifone, anziché piegarmi faticosamente su queste pietre del passato, ti dico che forse hai ragione. Ma la ragione spesso non va d’accordo col cuore. Perciò io preferisco spendere i miei ultimi anni in compagnia di questi piccoli animali, che chiedono poco, anche se per loro, in realtà, quel poco è tutto. Come ti chiami? – Valentina. – lo mi chiamo Lucia. L’ho salutata e sono andata a cercare Lia e Ottilia. Stavano confabulando tra loro, e Ottilia indicava con la mano un uomo infagottato in un lungo cappotto. – Ciao – ho detto – sono stata a parlare con una donna che si chiama Lucia e… Ma Ottilia mi ha interrotta e ha detto: – Meno male che sei arrivata! Credo che stia succedendo qualcosa di brutto. – Cioè? – Vedi quell’uomo col cappotto? – Lo vedo. – Sono sicura che ha messo un paio di gatti nel sacco che adesso stringe al petto. – L’hai visto proprio mentre li prendeva? – No, mi ha colpito perché si muoveva furtivamente, si guardava intorno e cercava di attirare a sé i gatti. – E se gli stava dando da mangiare? – Aveva solo quel sacco vuoto, che ha tirato fuori dalla tasca del cappotto. – Guardate, sta andando via! – ha detto Lia. – Non possiamo lasciarlo uscire! – ha esclamato Ottilia – sono certa che in quel sacco ci sono due gatti. – Ma perché li avrebbe presi? – le ha chiesto Lia. – Questo proprio non lo so. – Dobbiamo scoprire se quello che dice Ottilia è vero – ho detto io, che credevo alle parole della mia amica – venite, seguiamolo.
SCRIVO I l signore col cappotto ha davvero due gatti in un sacchetto? Dove li sta portando? Scrivi sul quaderno il finale.
DICO LA MIA S econdo te, che cosa significa la frase: “chiedono poco, anche se per loro, in realtà, quel poco è tutto”? Parlane in classe.
da A. Petrosino, Un mistero a Roma per Valentina, Edizioni Piemme
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LABORATORIO
del
LESSICO
ISPETTORE SANTONI, IL “LUPO BIANCO”
IO
CON GLI ALTRI
I nventate un enigma su cui costruire un giallo. 1 . S crivete le parole del giallo su dei bigliettini: investigatore indizi • sospettato • alibi reato • indagine • movente 2. I nventate una trama che contenga tutti gli elementi scritti sui biglietti. 3 . I n piccoli gruppi scegliete un biglietto e sviluppate la parte che vi è capitata. 4 .U nite le parti del racconto e avrete creato “Il giallo di classe”!
VAI AL LIBRO DI
S C R I T TU R A VAI A PAG. 51
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Lupo Bianco scalò il pendio con la sua Vespa. Scarburò gas inquinati, smarmittò fumi alcolici, cambiò sul manubrio (grasso di grasso) la quarta in terza, la terza in seconda. Si sparò in faccia il vento freddo. Di schiaffi ne aveva presi fin da piccolo, ma quelli erano i più belli. Lanciò al massimo la Vespa. Attraversò il ponte: occhi azzurri, capelli neri sciolti, fazzoletto rosso al collo, maglione grezzo, pantaloni di velluto. Lupo Bianco guidava a mani nude. Forti, sicure, educate. Chiunque ci si sarebbe affidato: un bambino, una donna, un vecchio, ma quelle stesse mani potevano anche diventare arma pericolosa, quando acciuffavano un delinquente o i suoi complici. Intanto lo scooter strepitava imballato. Troppo lento per la fretta che aveva l’ispettore Marzio Santoni, detto “Lupo Bianco”, che voleva correre sul luogo del delitto. Per raggiungere il residence avrebbe fatto prima a piedi, per le scorciatoie. Appoggiò la Vespa a un muretto e corse feroce. Le suole delle scarpe alzavano terra e foglie. I capelli neri cavalcavano il cielo che si stava facendo più azzurro. Un animale. Calcolava il percorso più veloce, le distanze, la pendenza, il terreno scivoloso, le fratte, l’abetina bassa: ostacoli che evitava. Le immagini gli luccicavano disegnate, quasi che un navigatore gli segnasse la via. Frecce, angoli, curve, diritture. Rimbalzavano in testa le parole concitate di Agostino Uberti, il custode del residence: – Corri, corri, è una tragedia! Solo il tuo fiuto eccezionale può risolvere questo enigma! da F. Matteucci, Le indagini dell’ispettore Santoni, Newton Compton
ETIMOLOGIA
La parola enigma deriva dal greco aenigma = “parlare in modo misteroso”. Il suo primo significato indica un breve componimento in versi che propone un concetto o una parola da indovinare. Da qui il significato si è esteso a indicare qualcosa di oscuro e inspiegabile, per questo è un termine molto usato nel giallo. S crivi un sinonimo per il primo significato e uno per il secondo. 1° ...................................................... 2° ......................................................
INSIEME PER IMPARARE FACILE Il racconto GIALLO CHE CO
SA
DOVE
QUANDO
CH I
COME
Il racconto giallo narra STORIE ricche di SUSPENSE incentrate su un CASO POLIZIESCO da risolvere. I fatti si svolgono in LUOGHI REALISTICI descritti in ogni particolare. Il tempo è ben definito: PASSATO o PRESENTE. Il PROTAGONISTA è un INVESTIGATORE privato o della polizia dotato di intelligenza e “fiuto” per risolvere il caso. Gli altri PERSONAGGI sono: • l’AIUTANTE; • i SOSPETTATI; • il COLPEVOLE; • i TESTIMONI. • la VITTIMA; La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE. Il RITMO è INCALZANTE per creare suspense.
Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il racconto giallo narra ............................................................................................................................................ . I fatti sono ambientati in ........................................................................................................................................ . Si svolgono in un tempo ..........................................................: ...................................... o ................................ . Il protagonista è .............................................................., gli altri personaggi sono: ........................... ......................................................................................................................................................................................................... . Ciascun racconto è formato da: ......................................................................................................................... . Il ............................................................ è incalzante per creare ......................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.
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VERSO LE
COMPETENZE
UN FALSO ALIBI 5
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L’ispettore Martini entrò nell’elegante appartamento alle 9 in punto: il commissario Giani e il medico legale lo aspettavano nella lussuosa camera dove era stato trovato il cadavere. Giani iniziò il rapporto al suo superiore: – La governante è arrivata alle 8. Ha preparato la colazione per l’ingegnere e gliel’ha portata in camera alle 8.30. Subito ha visto il cadavere e ha chiamato il 118. Ha detto anche di aver chiamato l’unico parente della vittima, il nipote. Dovrebbe arrivare a minuti. Martini si rivolse al medico legale: – E lei, dottore, cosa mi dice? – La vittima deve aver lottato con il suo assassino e, durante la colluttazione, è stato colpito al capo – rispose il dottore. Martini osservò il cadavere dell’uomo: l’ingegnere, un facoltoso imprenditore sulla sessantina, indossava un elegante smoking, la cui giacca era ancora appesa all’armadio. L’orologio da sera di platino, il cui vetro si era rotto durante la lotta, era fermo all’ora dell’aggressione: circa le 22. – Si stava certamente preparando per andare a un ricevimento – osservò il commissario Giani, ma fu interrotto da un agente che annunciava l’arrivo del nipote della vittima. Martini gli andò incontro. – La domestica mi ha telefonato circa mezz’ora fa. Ho fatto prima che ho potuto… – sembrò scusarsi – povero zio! È inutile nascondervi che fra noi non correva buon sangue, lo scoprirete subito visto che, essendo l’unico erede del suo patrimonio, svolgerete indagini su di me. Comunque vi risparmio la fatica: ieri sera fra le 21 e le 23 ero a casa della mia fidanzata a guardare la finale di coppa in televisione. Martini guardò negli occhi il giovane. In fondo era un pericoloso assassino… da Il settimanale dell’enigmistica, Hachette Rusconi
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2. I ndica il ruolo di ciascun personaggio, scegliendo tra quelli proposti: sospettato • ispettore • vittima • commissario Martini = .................................................................... Giani = ........................................................................ ingegnere = ............................................................. nipote = ..................................................................... 3. Chi arriva per ultimo a esaminare il cadavere? Il commissario Giani Il medico legale L’ispettore Martini 4. La vittima: non ha reagito ha gridato “aiuto” non ha visto l’assassino ha lottato con il suo assassino 5. Le 22 indicano l’ora: dell’inizio delle indagini dell’aggressione dell’arrivo del nipote della soluzione del caso 6. Il sospettato è: uno dei parenti della vittima l’unico parente della vittima un testimone la governante
7. Il modo di dire “non correva buon sangue” (riga 25) significa: non avere buoni rapporti con qualcuno adirarsi offendersi provare una paura improvvisa 8. Il colpevole è il nipote perché: egli non ha una fidanzata. la fidanzata abita nella sua stessa casa. egli conosce l’ora del delitto. non ha nessun alibi.
Il racconto giallo
1. Il crimine commesso è: un furto un omicidio un sequestro di persona
9. Il movente dell’omicidio è: l’orologio l’invidia l’eredità la vendetta 10. Ordina con i numeri le sequenze. Ascolto dei presenti Arrivo dell’ispettore Interrogatorio del nipote Scoperta dell’assassinio Esame del cadavere 11. La vicenda è ambientata: in una camera d’albergo in una camera di un elegante appartamento in una sala da ricevimento a casa della fidanzata del nipote 12. Segna con una ✘ gli elementi del racconto giallo presenti nel testo: una vittima un movente un falso alibi un interrogatorio degli indizi la ricostruzione del caso un furto un investigatore
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CODING
Gira la storia Che cosa accadrebbe se un autore, mentre scrive il suo romanzo giallo, venisse interrotto da nuovi personaggi che vogliono entrare a forza nella sua storia? E non in un punto a caso, ma in un momento ben preciso, scombinando tutti i piani e buttando all’aria la trama. Che cosa accadrebbe, ancora, se la trama dovesse arricchirsi all’improvviso di nuovi indizi e nuovi testimoni? E se quell’autore fossi proprio tu? Nell’atrio Ore 03:00. mosse l’ombra si so o zi silen ica. rm di info at verso l’aula e al p ci n ri p r Il compute o n un ronzi si accese co sinistro. Salvi ispettore Ore 9.30. L’ ori: fe sala pro ss entrò nella é ch er p – se dis – Allora, – za? tanta urgen le bato tutte ru o n an H – ssori! fe ro p i di no password lli – To r professo Ore 03:0 – spiegò il e ai 0. Nell’a er d ce ac o m trio silenzio Non possia so l’om bra si m verso l’ os registri! aula di informa se Il comp tica. uter pri Il detec ncipale si acces tiv ec stava am e Emma Grey sinistro on un ronzio mirand . o le pare ricolme Ore 9.3 ti di libri d Greybibli 0. L’ispe a ell’antic m m E ve o ti ttore S te a ec entrò n c et a d i d et i alvi Il ar M p ella sala a le n o quando orhous mirand e, yiunse M Nell’atrio – Alleora, – dis professori: stava am tiilca a Greg m l’aEnm ister Jo pro riecdtielve Ore 03:00. se – pe p didlib mtaonssta ri et e si nes, e i lm ra Il ta et b co , rc ar ri ri m se ptorm o: h l’o u u le o é rg so o rh S o d o zi e ly – an n an n ir al Benven za? sile dIsiapM am ettrmice S –atl’a stL’av Hicatra.nio ca esd,nutiu Nel ta Miss i in nl’a biblioteca 0.rm :0fo ta no ruobssae ula te dsoel re d03 dririsdJo M Gre se verso l’aO n dgiisglib en ese iuav ele si m to tutte gco l’uoom easbsra lm o al p d p a ci ri m an n u l’o uco ri st ose, , tring y – q p w le so r rh o o ar te o zi p u rd n an p el le m M m d d si i a. a d : co i a ic endole inno. Em nses noi pro Il iotepca at ar ch o rm et zi an , fo lio ri n – p in ib ro i b s lla ro la d m n fessori! Jo su il p aacdhaiese ycri–M isiate re mrat GsFu rsno ul’aula piegòpal il eprofe so.iu se u is ch n c M : – Che si acceseveco g ta e o u d d n s ci e lic sor Toll Nropnrip vequpan no ? b b en la u B o. le – te o st u d u p i ssia en – –gvv nar Siouis:cocetrdamb sinistro. Il com to o,pstripriet ro ni!vroi nzimoo accedere gnisSutral –sa,ta cte upnroim hyerr disse l’uilom core hs eGeare ispet re –stC ai puse no ie ataa, ch s:sM a Ore 9.30si. L’acceseprofesso ri: n anises m n ve n doa den Em o en d B o. a le la tte, – n an U la d a m sa q g o. tò la n u tr el ri L’ai uoead ll q st i a u v o, o. a fi d al m entrò n sinis lc S o é an u d re l’u no ha: ru erpch etto dis hee lenestra ava gpri otte, Cach stse succede? –rib disse –. L’pis i fio to il più anra ese re a sch st ori: oolsie m ersEm zio – Allora,O–re 9.30 ss cc ch fe e o. ro e i ed p an d cc la m alza ella finestreai miei v – Su en ò n? ella sa trza olumi. en qoue? tanta urg aed d le – perché oer caduti.più otte,cces ttisese ccan so? passandsu –d lloatrao, tu Ab e è su bieat ch ! rued ri eseo – Hanno–ru o : il–eCsthan haicc ss o fe n ro Su ? cu ch p tra – al i za u o es Po q i. i nurgen fin to d m in la lu rd el sp ta o u vo a n i q h sw ta ieo dnao mi –tte le pas Toollitu sam unaldcu –eiQ preziosopdas profeossruobr at o ilrupbiùato – spiegò–ilHann acceidneroei pairofessori! n–odhisaseru–bEatha mi. cu al u a. q rr d te o m rd o ia vo i ss sw o ie evluo p as m av – p n L’ e ei o lli Ispettr rofessor To N sobdlu ch pre pe S la ziroosa gò il ic y Sdto taie registri! – ssp erremai o. va leggmo aacllce at comper ollnappossia endo seduta Nsu anchina i! tr is d g e Il Comm preubblic l parco o. Fu ric is hiamata svegliato sario Farina fu un imp da rovviso di sopra trambu tr Una do ss illo del sto. nna, ste telefon a fu alto dal s o. a a terra Guardsa stava g ri Fa o ri , rida mis ò l’o logioto dal Il Com un quai sopro alzarsi e ndo. L’aiutò a ssal : le due e d raccolse to d rto. –raPro lia eg sv rina fu rauco. lefon erano c Sally Stoi rm fi o o. – fe ri sanritoo?Fa is c h ceto dal e le tricaeduti. essal trillDoadllelIlteCommio: leso e L’IsPpoet u d ra ta p u i chiegsen d ’a g i se d roclo l’oro lia g e: d eg apto dò lt – oCh sv ar u o G ce d fe st–avQaule rm e e – il to è co l ? o. S tele sergente n fo su tolefo onte alcly alcuch delepSar cesso? a tr . –odPr di el np oinet trill pan m n qs uarto L’Is polizia gio:nleo due e i hica m ufu su daduta tella spat rra. – d pic ia dinoatose roloSilenti ch en l’o c ri g io ò a g d Fu is le : ar o. . – s a u e lic G co C av omelmte ra no ? – fece purobsba st – Etrham o. deuve ve leafo la a ru o bub el parco dto. –issPr ast rin in adto oanch oto bro nuirnca isep lu vv ro qspuuoar e lt c p h lla l’a a al su im ti d b D n a a it u le v at a, d o compe eavaFu el Signo di polizin ia Si oterirrchiam ca n rato a, steso. rteTuoco rgenra m.masi. issasridaoel telefono o. iluse st Una donpn.ubblic L’aiuistò u d ad b i am m o tr S n p m furt od:ali–l’a Co ca i tratta do.rovv o qultaro furespiccioD e le rra, stava griudnanimp e i fiostries caosa valo lizia Silenti in bditriteodd ii p , emve suen lsnna, cha a te oo eitrg irse cc a la n ra d e a i il n s rs ta ev U d za ad uazm trat al issario tò poco ch Si u i. io ai m L’ as o n C o. e – d m Toiccio: è… m iagran.fu or sp uti. ridan Si le e el ? d ch so erano castdava g e è suocc in casa ri i es d o fio it ri i b qunad ire su o dei ve : –rsCihe racc lse a dev alza di un furt Poi chiese i. Si tratta emè… n to as io in az m sp tu a . To h si r ti i o u om d daellaSign valore, m esso? o – Qualcuernano ca cc ri di at su b ad è u ru q e a i h h C . furto d iaira isse un i ch–ieEse: – poco chd terra. – dPo azione è… spinto a tu a o h si i ev la m av a o e m n , ch valore ato la rosa b–luQualcu . – E ha rub poco chiara rra. – disse teo. comperat o ev av e ch lu b la rosa comperato.
Ormai conosci gli ingredienti per creare un racconto. Giocando a creare le sequenze narrative di un racconto giallo hai sicuramente bisogno dei seguenti elementi. Ci sono i fatti
Emma G Il detective do le p an ir m stava am libri dell’a i d e lm co ri di Manorh biblioteca nse Mist iu quando g io: ar et ri p il pro Miss G ta u n – Benve o, string disse l’uom a chie m Em mano. succede? che sta – Succede a que d o passand a rub h o n cu al qu mie ei d so prezio
Un caso da risolvere, gli indizi, un alibi, i testimoni e un colpevole Ci sono i luoghi
Realistici, descritti nei particolari, ricchi di atmosfera C’è il tempo
Ben determinato, al presente o al passato Ci sono i personaggi
- Protagonista: un investigatore dotato di intelligenza e “fiuto” - Colpevole: un ladro, un assassino... - Vittima: la persona derubata, uccisa, rapita... - Sospettati: si muovono accanto alla vittima e la conoscono - Testimoni: forniscono informazoni o hanno assistito al fatto C’è la struttura
- Inizio - Svolgimento - Conclusione
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sar Il Commis is svegliato d le te el d o ill tr ro Guardò l’o .– un quarto . rauco Dall’altro ca il sergente fu spiccio: deve veni del Signo di un furt valore, m poco chi
Mettiti alla prova e sfida i tuoi compagni per creare il racconto perfetto.
“Gira la storia” è un gioco che unisce le caratteristiche del coding (cioè l’attenzione alle relazioni tra gli elementi, alle sequenze logiche e ai cicli matematici) al gioco narrativo e all’incidente fantastico da cui nascono le migliori storie. Si gioca a squadre. Ogni squadra ha a disposizione una delle quattro “storie aperte” da completare. Utilizza le frecce direzionali e le carte moltiplicatore e costruisci il percorso più breve per raggiungere le caselle intreccio: potrai raccogliere prima delle squadre avversarie le quattro carte che riportano gli elementi necessari a costruire il tuo racconto giallo: testimone, indizio, alibi e colpevole! Regole e istruzioni si trovano nella guida dell’insegnante
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LEGGO i CLASSICI
IL CAVALIERE CHE NON C’È Sotto le rosse mura di Parigi era schierato l’esercito di Francia. Carlo Magno doveva passare in rivista i paladini. Già da più di tre ore erano lì; era un pomeriggio di prima estate, un po’ coperto, nuvoloso; faceva molto caldo: nelle armature si bolliva come in pentole tenute a fuoco lento. Non è detto che qualcuno in quell’immobile fila di cavalieri già non avesse perso i sensi o non si fosse assopito, ma l’armatura li reggeva impettiti in sella tutti a un modo. D’un tratto, tre squilli di tromba: le piume dei pennacchi sussultarono nell’aria ferma come a uno sbuffo di vento. Finalmente ecco, lo scorsero che avanzava laggiù in fondo, Carlo Magno, su un cavallo che pareva più grande del naturale, con la barba sul petto, le mani sul pomo della sella. Regna e guerreggia, guerreggia e regna, dài e dài, pareva un po’ invecchiato, dall’ultima volta l’avevano visto quei guerrieri. Fermava il cavallo a ogni ufficiale e si voltava a guardarlo dal su in giù. – E chi siete voi, paladino di Francia? – Salomon di Bretagna, sire! – rispondeva quello a tutta voce, alzando la celata e scoprendo il viso accalorato. – E voi? – il re era giunto di fronte a un cavaliere dall’armatura tutta bianca; solo una righina nera correva torno torno ai bordi; per il resto era candida, tenuta, senza un graffio, sormontata sull’elmo da
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ANNO DI PUBBLICAZIONE
LEGGO I CLASSICI
IL CAVALIERE INESISTENTE 1959
CURIOSITÀ SULL’AUTORE
Il cavaliere inesistente è uno dei tre romanzi di Italo Calvino che compongono la trilogia I nostri antenati. Ognuno dei tre libri nasce da un'immagine: un uomo dimezzato, un ragazzo che decide di vivere sugli alberi, un'armatura vuota; in ciascuna di esse ritroviamo una caratteristica dell'autore.
un pennacchio cangiante d’ogni colore dell’arcobaleno – E voi lì, messo su così pulito… – disse Carlo Magno che, più la guerra durava, meno rispetto della pulizia nei paladini gli capitava di vedere. – lo sono – la voce giungeva metallica da dentro l’elmo chiuso – Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildeverni, cavaliere di Selimpia Citeriore! – Aaah… – fece Carlo Magno e dal labbro di sotto, sporto avanti, gli uscì anche un piccolo strombettio, come dire: “Dovessi ricordarmi il nome di tutti, starei fresco!”. Ma subito aggrottò le sopracciglia. – E perché non alzate la celata e non mostrate il vostro viso? Lo strano paladino rispose: – Perché io non esisto, sire. – O questa poi! – esclamò l’imperatore. – Adesso ci abbiamo in forza anche un cavaliere che non esiste! Fate un po’ vedere. Agilulfo parve ancora esitare un momento, poi con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L’elmo era vuoto, dentro l’armatura bianca non c’era nessuno.
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:
Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:
da I. Calvino, Il cavaliere inesistente, Mondadori
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ESPLORO
IL RACCONTO STORICO ALESSANDRO MAGNO
Le mie domande SA CHE CO
narra un racconto storico?
DOVE
si svolgono i fatti narrati?
QUANDO
si svolgono
i fatti?
CH I
sono i personaggi?
COME
è strutturato un racconto storico? Quale linguaggio viene usato?
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Alessandro Magno stava guidando l’esercito alla conquista dell’Egitto e aveva deciso, tra lo stupore dei suoi soldati, di rendere omaggio al più importante tempio di Amon-Ra. Tale notizia era arrivata anche agli Egizi e li aveva colpiti più delle armi, dei carri e dei cavalli. In questa decisione vedevano un segno divino: se un re straniero affrontava un impossibile viaggio nel deserto per recarsi dal loro dio più potente – si dicevano – significava che era benvoluto e chi è benvoluto da Amon-Ra lo è anche dagli Egizi. – Gli Egizi sanno che il viaggio è quasi impossibile. Se riusciremo nell’impresa, guadagneremo la loro ammirazione e, forse, il loro appoggio. Gli Egizi tengono in gran conto la religione e i loro dèi – disse Alessandro. Così l’indomani un convoglio di un centinaio di uomini, più vari animali, tra cui due elefanti, si mise in cammino alla volta del deserto. Durante la marcia ogni tanto qualche soldato cadeva, così si decise di fermare il convoglio e aspettare la notte. Quando mancavano ancora due giorni di cammino e l’acqua stava finendo, a un tratto soffiò un vento fortissimo e venne giù una pioggia violenta. – È un segno del dio Amon-Ra – dissero a gran voce le guide, a cui non sembrava possibile una simile benedizione – se ci manda la pioggia, vuol dire che la nostra spedizione gli è gradita, sire! – Oh dèi onnipotenti! – gridò Alessandro levando le mani al cielo e piangendo di gioia – Io vi ringrazio per questo dono meraviglioso! da M. Menghi, Alessandro, faraone d’Egitto, Mondadori
Le risposte SA CHE CO
Il racconto storico narra vicende storiche reali, rivissute con l’immaginazione, o avvenimenti inventati, ma sempre basati su un fondo di verità storica, in seguito all’attenta documentazione da parte dell’autore.
DOVE
I fatti storici narrati si svolgono nei luoghi reali in cui sono accaduti. Ma anche per i fatti inventati, l’ambiente storico scelto viene ricostruito in modo molto fedele alla realtà del tempo (descrizione dei paesaggi, delle attività, degli usi e costumi degli uomini…).
QUANDO
CH I
COME
Il tempo del racconto storico ha sempre una collocazione ben precisa, riferita a un’epoca passata. I personaggi possono essere figure storiche realmente esistite oppure inventate dall’autore, in perfetta verosimiglianza con la società antica: uomini e donne comuni, nobili, guerrieri, schiavi… Il racconto storico, generalmente, è strutturato nei tre momenti: inizio – svolgimento – conclusione. Il linguaggio usato si avvale di molti termini specifici della Storia. Anche la nomenclatura dell’abbigliamento, dei cibi e degli usi e costumi del tempo è molto curata.
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IL TESTO NARRATIVO
RAGAZZO ETRUSCO TO ESPLORO IL TES
Il luogo e il tempo D ove avvengono i fatti? .......................................................... Si tratta di una città: realmente esistita inventata dall’autore ove si trova? Per rispondere D puoi consultare il sussidiario. .......................................................... I fatti narrati avvengono: durante la civiltà etrusca. durante l’impero romano. durante la civiltà villanoviana. Sottolinea la frase del testo che te lo fa capire. N el brano ci sono particolari della vita quotidiana del tempo: sottolineali. Ora segna con una ✘ a cosa si riferiscono: all’abbigliamento all’alimentazione all’istruzione al commercio all’artigianato alla religione
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Il cielo cominciava appena a schiarirsi sulle alture della città di Veio e già il piccolo Vel era sveglio e infilava i piedi negli zoccoletti di legno tirando forte i lacci nei ganci. Non erano eleganti come i calcei del suo amico Larth Matumna, che avevano la suola di cuoio e la punta leggermente arrotondata in alto, ma erano comodi e solidi e Vel ne andava fiero. Vel si bagnò il naso e gli occhi appena con un dito, l’acqua usciva fredda dal rubinetto, e loro non erano abbastanza ricchi da permettersi un impianto che la scaldasse. Ma Vel non si lagnava, stava benone così e non gli mancava niente. Si buttò in spalla la tebenna di lana per nascondere le macchie che si era fatto la sera prima modellando l’argilla nella bottega del padre. Vel ripensò a quel momento, quando il padre non aveva brontolato vedendo che dalle sue piccole mani era venuta fuori una figurina anziché una ciotola. Lo aveva invece lodato, Velthur il vasaio: – Tu non sei destinato a finire qui i tuoi giorni, piccolo Vel, te lo dice tuo padre! – Davvero, padre? – aveva chiesto Vel alzando il capo, mentre il cuore gli batteva forte. – Aspetta che finisca questo maledetto assedio e vedrai – aveva confermato Velthur e non aveva aggiunto altro. Ma aveva preso il piccolo soldato modellato dal figlio e aveva promesso di cuocerlo all’indomani. Questo voleva dire che era proprio ben fatto. Chissà, aveva pensato Vel prima di addormentarsi, se suo padre aveva voluto dire che intendeva mandarlo alla scuola del grande scultore Vulca quando avesse compiuto i dodici anni. Allora sarebbe diventato un artista e le sue statue avrebbero adornato i templi di tutte le dodici città etrusche della Lega. da T. Buongiorno, Ragazzo etrusco, Edizioni Piemme
IL RACCONTO STORICO
CESARE E CLEOPATRA Cleopatra è seduta sulla vasca di fiori di loto con un’espressione triste. – Mi resta un’ultima speranza: Cesare, il grande generale romano. Le mie spie mi hanno riferito che è di ritorno con le sue navi da una spedizione in Oriente e attualmente fa tappa nel golfo di Canopo per approvvigionarsi. – Questo generale romano sarebbe disposto ad aiutarci? – domanda Cleo. – L’Egitto è ricco. In cambio gli offrirei oro. Molto oro! Domani andrò nel golfo di Canopo per incontrare Cesare. – E se le sue navi fossero già ripartite? – si preoccupa la ragazzina. – In quel caso lo troverei sulla mia rotta – la rassicura la regina. – Stavolta mi sposterò con la mia grande nave reale. A un tratto, giunge trafelata Iros, l’ancella. Cleopatra capisce subito che è accaduto qualcosa di molto grave. – I pirati… – balbetta Iros – stanno entrando nel porto! – Adesso io devo restare a fianco dei miei soldati per difendere Alessandria. Non posso più andare da Cesare. – Pensate che impedirebbero anche a degli innocui ragazzini di andare a pescare? – domanda Cleo. – Andreste voi al mio posto a chiedere aiuto ai Romani? – Sì! – esclama Cleo. – Non potete permettervi una scorta – dice Cleopatra desolata – Attirerebbe l’attenzione su di voi. – Siamo in grado di remare lungo la costa – le dice la ragazzina e aggiunge – ma che aspetto ha Cesare? La regina ritrova allora un sorriso di speranza. – Non l’ho mai visto, ma lo immagino alto, forte e bello… da A. Surget, Chi è Cesare?, Editrice Piccoli
TO ESPLORO IL TES
Il personaggio e il fatto storico
C hi sono i personaggi del brano? Completa con i nomi. personaggi inventati dall’autore ➜ .......................................................... personaggi storicamente esistiti ➜ .......................................................... Perché Cleopatra vuole incontrare Cesare? ............................................................................................................................... Segna con una ✘ il fatto storico a cui fa riferimento: l’alleanza tra Roma e l’Egitto il primo triumvirato di Cesare
Lessico T rova un sinonimo per ciascun termine. approvvigionarsi: .......................... ............................................................. rotta: .................................................. trafelata: ........................................... innocui: ............................................ desolata: ...........................................
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IL TESTO NARRATIVO
DIAMO INIZIO AI GIOCHI
SCRIVO O rdina le sequenze e usale per riassumere il testo sul quaderno. Un uomo grasso scommette su Artemidoro.
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Artemidoro perde la gara. Fortunato porta il figlio Marco ai giochi del circo. L ’uomo grasso è disperato 10 perché ha perso il suo denaro.
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Quello era davvero un giorno speciale: c’era l’apertura dei giochi del circo e Fortunato volle mostrarli al figlio, così Marco si ritrovò lì a bocca aperta per la meraviglia: l’arena era tutto uno sfolgorio di luci e di colori. Girando attorno lo sguardo, l’occhio si fermava sulle toghe candide dei magistrati, sulle sete trasparenti delle ricche matrone, sui tessuti sgargianti dei mercanti, sulle tuniche esotiche dei liberti. Le armature dei soldati e le trombe dorate emettevano bagliori metallici che illuminavano l’arena di lampi improvvisi. – Fai attenzione, Marco, arriva la processione! – sussurrò a un certo punto Fortunato al figlio. Un solenne corteo di persone entrò dall’ingresso principale e cominciò a sfilare davanti al pubblico ritto sulle gradinate. Alcuni uomini trasportavano le immagini delle divinità ufficiali e le sculture raffiguranti gli imperatori defunti che, in pompa magna, facevano il giro dell’arena e arrivavano alla loggia che le ospitava. Le statue degli dei e degli imperatori passarono sotto gli occhi sgranati di Marco, mentre il pubblico applaudiva entusiasta. A un tratto un urlo più alto si alzò dalle gradinate e le tribune del circo cominciarono a vibrare da far paura: il pubblico stava battendo i piedi in modo frenetico per manifestare il suo entusiasmo. Stavano entrando nell’arena i cavalli e gli aurighi che, allineati sulla pista coperta di sabbia, aspettavano il segnale d’inizio delle gare. Poi nell’arena scese il silenzio. Dall’alto della tribuna apparve, splendente come una visione, il magistrato che presiedeva ai giochi. Sulla tunica ricamata portava un manto di porpora di Tiro.
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IL RACCONTO STORICO
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Mentre la folla pareva trattenere il respiro, l’uomo alzò la mano che reggeva un fazzoletto bianco, poi di colpo lo lasciò cadere a terra. A quel segnale i cavalli scattarono velocissimi e la folla riprese a urlare. L’arena era di forma ellittica ed era attraversata, per tutta la sua lunghezza dalla spina, un muretto adornato di statue, colonnine, obelischi e di sette delfini di bronzo, che venivano rivoltati a ogni nuovo giro di pista. I carri potevano prendere la curva troppo stretta e allora si correva il rischio di fracassare il cocchio; se il giro invece veniva preso troppo largo, si perdeva terreno e soprattutto si rischiava di entrare in collisione col cocchio che seguiva. A un tratto il grassone seduto al fianco di Marco cominciò ad agitarsi al quarto giro di pista. – Corri, Artemidoro, lazzarone infame! – gridava – Corri o quando scendi da quel cocchio, ti farò correre io davanti alla mia frusta! Nonostante la mole gigantesca, l’uomo si dimenava e si contorceva tutto, sventolando un enorme fazzoletto bianco. – Corri! – continuava a urlare sempre più eccitato – Hai vinto più di cinquecento corse nella tua misera vita! Hai voglia di dormire proprio oggi che ho avuto fede in te? Inconsapevole degli incitamenti del grassone, la quadriga di Artemidoro continuava a perdere terreno, mentre il carro degli Azzurri sembrava trascinato da mani invisibili verso il trionfo. L’uomo si lasciò cadere pesantemente, asciugandosi il sudore col fazzoletto. – La mia paga di un mese ci ho giocato! – disse sconsolato alla fine – E proprio oggi quel miserabile ha deciso di perdere! da N. Vittori, Tre cuccioli imperiali, Raffaello
VERSO
L’INVALSI
• Indica quali elementi del testo fanno o non fanno capire che la storia narrata avviene in un tempo diverso dal tuo. FA CAPIRE
a
NON FA CAPIRE
Marco si ritrovò lì a bocca aperta per la meraviglia.
Le statue degli dei e degli imperatori b passarono sotto gli occhi sgranati di Marco. Stavano entrando c nell’arena i cavalli e gli aurighi. d
Poi nell’arena scese il silenzio.
• Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). – I giochi del circo erano presieduti da un magistrato. – Ai giochi non potevano assistere le donne. – Il fatto narrato può essere accaduto. – Nell’arena si svolgevano corse di cavalli. – Non era consentito scommettere sui cavalli. – Il fatto narrato si riferisce alla vita nell’antica Roma.
V F V F V F V F V F V F
• La frase presente nel testo: “E proprio oggi quel miserabile ha deciso di perdere” (righe 59-60) si riferisce al fatto che Artemidoro perde la gara A rtemidoro ha voluto fare uno scherzo all’uomo Artemidoro si è ridotto in miseria un pover’uomo ha giocato e ha perso tutto
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IL TESTO NARRATIVO
IL GIOVANE KAMOSÈ Accolto in un primo tempo con diffidenza dai suoi compagni, Kamosè riuscì a guadagnarsene la stima. La sua serietà, la sua volontà di riuscire, il suo rifiuto di ascoltare i pettegolezzi degli uni e degli altri, gli valsero il rispetto di tutti. Addetto al riordino degli attrezzi e alla loro custodia, Kamosè venne in seguito ammesso tra i levigatori. Poi imparò a maneggiare lo scalpello, il mazzolo e l’accetta. Ogni suo gesto si rivelò estremamente preciso. Diede prova di una eccezionale capacità di concentrazione per un ragazzo della sua età. Non metteva in discussione nessun ordine del maestro, si applicava a correggere i propri errori, progredendo così inarrestabilmente lungo la via dell’arte. Il cantiere era ubicato vicino al tempio coperto, il cui segreto era difeso da alte mura. Vi penetravano soltanto gli scribi di rango elevato e i sacerdoti iniziati ai mestieri divini, depositari di scienze che divulgavano ai loro adepti. Fra queste vi era la geometria, indispensabile agli agrimensori. Ecco perché in questa zona del santuario di Amon, inaccessibile ai profani, si trovavano gli uffici del catasto. da C. Jacq, Il ragazzo che sfidò Ramses il Grande, Edizioni Piemme
COMPRENDO Dove è ambientato il racconto? nell’antico Egitto
nell’antica Roma
Da cosa lo hai capito?
Lessico he cosa fanno C gli agrimensori? Cerca informazioni sul dizionario.
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............................................................................................................................................... Chi è il protagonista? ............................................................................................................................................... Che cosa fa di mestiere? È apprendista in una cantiere
È sacerdote
IMPARO
ad
ASCOLTARE
PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:
ESSERE IN GAMBA
1. Il titolo mi fa pensare che… … il protagonista sarà: un atleta un eroe una persona sensibile
… la storia narrerà: un gesto di generosità un atto di coraggio un’avventura di guerra
DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). – Metastasio, Orazio e Libero sono italiani. – La targa della moto davanti alla bettola è tedesca. – Il fatto narrato può essere accaduto. – Il soldato tedesco è triste. – Il barista corre dietro al tedesco. – Metastasio uccide il tedesco. – Il fatto narrato si riferisce alla Seconda Guerra Mondiale.
V V V V V V V
F F F F F F F
3. Collega ogni frase al personaggio corrispondente. entrò nella bettola era triste
Metastasio si guardava le mani
raggiunse i compagni
il tedesco
4. Secondo te, Metastasio non uccide il tedesco perché: l’uomo scappa. ha paura e non trova il coraggio. lo vede come un uomo e non come un soldato. i compagni glielo impediscono. 5. La frase presente nel testo: “È questo che voglio imparare” si riferisce al fatto che: Metastasio vorrebbe avere il coraggio di uccidere un nemico. Metastasio vuole imparare a comprendere lo stato d’animo dei tedeschi. Metastasio vuole imparare a rubare le moto. Metastasio vuole imparare a rispettare i comandi dei compagni.
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Testo audio e in GUIDA
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LABORATORIO
del
LESSICO
IL CIELO NON HA MURI!
ETIMOLOGIA
La parola muro deriva dal latino murus = “costruzione per difendere, per fortificare”. Infatti, i Romani indicavano con la voce murus la muraglia costruita in difesa delle città, per distinguerla dal termine paries = “parete”, riferita ai muri di una casa o di qualunque edificio.
IL LOGOGRIFO
È un gioco di parole con cui si formano altri vocaboli usando alcune lettere di una parola di partenza. rova a trovare altre parole P partendo dalle seguenti. pareti ➜ reti, arte, ................................. .................................................................... barriera ➜ bar, birra, ............................ .................................................................... separazione ➜ ape, sparo, ................ ....................................................................
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Era la mattina del 13 agosto 1961, a Berlino. Helena aprì la porta di casa e rimase di stucco. Un’alta recinzione, intervallata da pali di metallo a distanza di qualche metro l’uno dall’altro, attraversava tutta la città tagliandola in due. Ai suoi piedi giacevano gli alberi e le piante che erano stati abbattuti e sradicati per fare posto al muro. Dall’altro lato del muro erano finite parecchie case, fra cui quella di Adrian. Moltissime persone si erano radunate da entrambi i lati, contemplavano la barriera con l’espressione amareggiata e gli occhi tristi. Quando Helena arrivò a scuola, notò che Adrian non c’era e mancavano anche diversi suoi compagni. Nel pomeriggio, Helena tornò di corsa al grande prato. Dopo un po’ vide Adrian che si avvicinava attraversando il prato dall’altro lato della recinzione. I due rimasero immobili davanti al filo spinato, turbati dal trovarsi tanto vicini senza poter correre o giocare insieme come al solito. Dovettero accontentarsi di intrecciare le dita attraverso le maglie della recinzione, in silenzio, parlandosi solo con gli occhi. Adrian, con voce afflitta, le spiegò quello che stava succedendo nel suo quartiere: – La gente ha paura. Questa rete circonda le nostre case e ci separa dal resto della città, noi possiamo attraversarla soltanto dalle aperture sorvegliate da venticinquemila uomini della polizia. È come trovarsi in un carcere enorme. – Perché lo fanno? – chiese. – Mio padre dice che, forse, è perché abbiamo la pelle più scura. O perché frequentiamo chiese diverse… – Che stupidaggini! – esclamò Helena, irritata da quelle che considerava motivazioni assurde. – A chi possono importare delle cose del genere? – Non lo so – osservò Adrian alzando le spalle. – Mamma dice che in qualche modo questo muro già esisteva, solo che non ce n’eravamo accorti perché era invisibile. La prima volta che l’ha detto, mi sono messo a ridere, ma adesso credo che abbia ragione. da A. F. Paz, Il cielo non ha muri, Piemme
VAI AL LIBRO DI
S C R I T TU R A VAI A PAG. 52
INSIEME PER IMPARARE FACILE Il racconto STORICO CHE CO
SA
DOVE
QUANDO
CH I
COME
Il racconto storico narra VICENDE STORICHE REALI oppure INVENTATE, ma sempre fondate su fatti storici. I fatti si svolgono in LUOGHI STORICI ricostruiti fedelmente secondo la realtà del tempo. Il tempo è BEN DEFINITO e riferito a un’EPOCA PASSATA. I PERSONAGGI sono FIGURE STORICHE REALMENTE ESISTITE oppure INVENTATE dall’autore, ma VEROSIMILI a uomini e donne delle società antiche. La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE. Il LINGUAGGIO utilizza TERMINI SPECIFICI della Storia.
Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il racconto storico narra vicende ............................................................................ o ................................... . Le storie sono ambientate in .......................................................................... ricostruiti fedelmente. I fatti si svolgono sempre al .................................................................. . I personaggi sono ................ ................................................................................................ oppure ........................................................................................ . Ciascun racconto è formato da: .. ......................................................................................................................... . Il linguaggio utilizza .................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.
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VERSO LE
COMPETENZE
PER LE STRADE DI ROMA
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I due schiavi posarono la portantina e aiutarono Sisifo, Flavia e Nubia a scendere. Sisifo esclamò: – Ecco l’ottava meraviglia del mondo! – È il più grosso edificio che io abbia mai visto. È colossale! – osservò Flavia. – Per la barba di Nettuno! Che cos’è? – domandò Nubia. – È il nuovo anfiteatro di Vespasiano – rispose Sisifo – tra pochi mesi ci saranno i giochi dei gladiatori, le naumachie, cioè le battaglie navali, e le cacce agli animali feroci… Flavia era stupefatta. Pochi minuti più tardi, la loro lettiga si fermò di nuovo davanti a una lunga fila di colonne alte e imponenti. – A Roma esiste più di un foro, ma quando la gente dice “il foro romano” intende questo – spiegò il greco. Flavia guardava a bocca aperta i palazzi intorno. Non aveva mai visto tante colonne in un posto solo. Le statue erano dipinte con colori vivaci e si notavano inserti abbaglianti in oro su quasi tutti gli edifici. Ma c’era una cosa che non aveva previsto: il foro era quasi vuoto. – Com’è deserto, però. Pensavo che Roma fosse piena di gente – disse Nubia. Sisifo annuì. – Di solito lo è, ma ascolta… Le ragazze si immobilizzarono e udirono una specie di tuono soffocato giungere da lontano. Nubia si coprì le orecchie, ma, appena il primo carro si avvicinò, dimenticò il baccano e si sporse in avanti. – Ma è Tito! – gridò. – Sì, oggi è l’ultimo giorno della festa, perciò la parata d’onore è guidata dall’imperatore in persona – spiegò Sisifo. Tito era sopra un carro dorato tirato da due magnifici stalloni bianchi. Nubia si sporse dalla transenna. Stavano arrivando i vari equipaggi. Ogni squadra era composta da quattro cavalli che scalpitavano fieri e scuotevano la criniera come se si gustassero l’adulazione della folla. Ciascun carro era addobbato con i colori della squadra. Il circo era invaso dalle acclamazioni. da C. Lawrence, L’imperatore è in pericolo, Edizioni Piemme
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7. I l termine “acclamazioni” (riga 31) significa: contestazioni applausi fischi risate
2. Durante il giro per la città, Flavia è: spaventata dal grande baccano. preoccupata di non vedere gente. s tupefatta per la grandezza e bellezza degli edifici. stanca per il lungo cammino.
8. Il fatto si svolge in un luogo: del passato, che non esiste più del passato, che ancora esiste immaginario non ben precisato
3. I tre giovani per spostarsi da un luogo all’altro utilizzano: un cavallo ciascuno un carro trainato da due magnifici cavalli una nave una portantina sollevata da due schiavi 4. Il foro è quasi vuoto perché: sono tutti alla parata d’onore. in città c’è sempre poca gente. la gente assiste alle naumachie. sono iniziati i giochi dei gladiatori. 5. S cegli la sequenza che indica il percorso dei protagonisti: anfiteatro, foro romano, porto anfiteatro, foro romano, circo circo, foro romano, anfiteatro foro romano, anfiteatro, circo 6. L a parola “adulazione” (riga 30) può essere sostituita con: maldicenza elogio offesa biasimo
Il racconto storico
1. Sisifo definisce “l’ottava meraviglia del mondo” (riga 3): il foro romano il circo il nuovo anfiteatro di Vespasiano la città di Roma
9. Il fatto si svolge al tempo: dell’antica Grecia di Roma imperiale dell’antico Egitto dei Fenici 10. T ito, citato nel brano, è: una persona comune una divinità un personaggio immaginario un personaggio storicamente esistito 11. I protagonisti della storia sono: gli schiavi Nubia e Tito Sisifo, Flavia e Nubia Tito e i gladiatori 12. S egna con una ✘ gli elementi del racconto storico presenti nel testo: avvenimenti storici ambientazione storica personaggi storici realmente esistiti personaggi storici verosimili
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Il testo
POETICO
IL TESTO POETICO usa le parole in modo speciale: il poeta le sceglie per il loro suono, per il ritmo che creano e per la capacità di esprimere le emozioni attraverso immagini suggestive che mirano dritte al cuore
esistono
POESIE MODERNE usano il linguaggio in modo libero, attingendo anche dal parlato; i versi sono in rima, ma anche sciolti
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POESIE CLASSICHE sono state scritte nel passato, ma la loro bellezza le ha rese immortali, cioè lette e apprezzate nonostante il trascorrere del tempo; hanno spesso versi in rima perfetta e un linguaggio “arcaico”, “antico” con parole che non si usano più
CAPIRE UNA POESIA significa
COGLIERE IL TEMA
COMPRENDERE IL CONTENUTO nascosto tra le figure retoriche e la musicalità dei versi; soprattutto nel caso di poesie scritte in epoche passate, in un linguaggio non moderno, può essere utile fare la parafrasi, cioè trasformare in prosa il testo, usando parole più semplici, proprie del linguaggio quotidiano
cioè capire di quale idea, sentimento o valore il poeta vuole parlare; in questo modo è più facile comprendere il messaggio, cioè i pensieri e i sentimenti che la poesia vuole suscitare nel lettore
ESPLORO IL TESTO In questa sezione scoprirai: P OESIE
MODERNE P OESIE CLASSICHE
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ESPLORO
LA POESIA LE POESIE NUOVE
Le mie domande SA CHE CO
è una
poesia?
LA RIMA
è presente? Di che tipo è?
COME
è strutturata una poesia?
IL LINGUAGGIO Quale linguaggio usa la poesia?
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Le poesie nuove scendono, farfalle pensose, sbucano, lucertole curiose, giocano con la luce frullando e guizzando su specchi d’acque quiete e acque mosse, e levano un piccolo vento d’aria bagnata e polvere, che dà lacrime agli occhi e, alla gola, tosse. da R. Piumini, Che meraviglia, un ponte, Einaudi Ragazzi
Le risposte SA CHE CO
LA RIMA
COME
La poesia è un testo con forma e linguaggio speciali, che presenta i più svariati contenuti, filtrati attraverso la sensibilità dell’autore (il poeta) allo scopo di comunicare le proprie emozioni, trasmettere un messaggio o testimoniare esperienze umane e sociali. I versi di una poesia possono essere liberi o in rima. La rima è perfetta quando i suoni finali dei versi sono identici (tristezza – bellezza), è imperfetta quando, invece, le parole che concludono i versi hanno solo suoni simili (sole – amore). Ricordi? La rima può essere di tre tipi: – BACIATA (A A B B) – ALTERNATA (A B A B) – INCROCIATA (A B B A) La poesia è composta da versi raggruppati o meno in strofe, che possono essere libere o avere lo stesso numero di versi.
Ricordi? Il poeta usa il linguaggio in modo speciale, creando effetti sonori e immagini suggestive: si tratta delle figure retoriche. Alcune le conosci già: – la SIMILITUDINE, un confronto tra due elementi introdotto da “come, sembra…” ; – la METAFORA, un paragone basato sull’associazione di idee, senza le parole "come, sembra…”; IL – la PERSONIFICAZIONE, l'attribuzione G I G O A U G N I L di caratteristiche umane a elementi della natura e a cose. Quest’anno conoscerai inoltre: – l'ANAFORA, la ripetizione di una o più parole, di solito all’inizio di più versi, per dare importanza a un concetto o conferire musicalità alla poesia; – l'ONOMATOPEA, la riproduzione di suoni e rumori; – l'ALLITTERAZIONE, la ripetizione di suoni uguali all’inizio o all’interno di parole vicine.
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IL TESTO POETICO
A SCUOLA A PIEDI Io la mattina mi vesto da sola poi la mamma mi porta a scuola. Siamo le prime ad arrivare anche se lei non sa guidare. Le amiche mi chiedono stralunate “Non hai la macchina? E come fate?” Andiamo a piedi senza aver fretta ci supera anche una bicicletta. L’inverno con sciarpa e cappello se piove prendiamo l’ombrello d’estate l’acqua da bere: lei la bottiglia io il bicchiere. Compriamo i biscotti dal fornaio poi salutiamo il macellaio a volte trovo una margherita mi sembra quasi di fare una gita.
RACCONTO DI ME
Io con la mamma vado lontano non sa guidare, ma mi tiene per mano! da R. Lipparini, C’è un posto accanto a me, Mondadori
T u come arrivi a scuola? Con lo scuolabus, in automobile o a piedi? Sei soddisfatto di questa scelta o vorresti cambiare? Perché? Parlane in classe.
ESPLORO IL TESTO La rima Da quanti versi è composta la poesia?
COMPRENDO Il poeta sostiene che senza l’automobile la vita può diventare: difficile più bella Perché? ............................................................. .............................................................................. ..............................................................................
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I versi sono raggruppati in: una sola strofa cinque strofe di quattro versi ciascuno quattro strofe della stessa lunghezza e una di due versi I versi sono:
in rima
liberi
Le rime sono:
perfette
imperfette
S eguono lo schema: ABAB AABB Quindi si tratta della rima ......................................................
LA POESIA
GIORNO LIBERO Mentre la maestra mangia latte e cereali ripassa i verbi e i numeri ordinali. Al supermercato si mette a far l’appello vede cosa manca riempie il suo carrello. Calcola l’area del lenzuolo di sotto con il compasso disegna un biscotto. Stira il perimetro dei fazzoletti li divide in colonna li ripone nei cassetti.
ESPLORO IL TESTO
La rima
S ottolinea con colori diversi le coppie di parole che rimano fra di loro. L e coppie di parole che hanno la rima perfetta sono: cinque quattro una L e coppie di parole che hanno la rima imperfetta sono: cinque quattro una L a rima è imperfetta per: la vocale la consonante I n questa poesia le rime: seguono lo schema AABB seguono lo schema ABAB seguono lo schema ABBA non seguono uno schema preciso Motiva la tua scelta.
Corregge cento compiti ripete i numeri primi si addormenta pensando a ventidue bambini. da R. Lipparini, C’è un posto accanto a me, Mondadori
COMPRENDO Indica solo le affermazioni vere. – La maestra ha un giorno libero. – La maestra pensa sempre alla scuola. – La maestra pensa solo ad argomenti di matematica. – La maestra non beve latte. – La maestra pensa ai ventidue bambini della sua classe. – La maestra corregge cento compiti.
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IL TESTO POETICO
PREFERISCO Preferisco il cinema. Preferisco i gatti. Preferisco Dickens a Dostoevskij. Preferisco avere sottomano ago e filo. Preferisco il colore verde. Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio. Preferisco una bontà avveduta a una credulona. Preferisco i Paesi conquistati a quelli conquistatori. Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine. Preferisco foglie senza fiori che fiori senza foglie. Preferisco i cani con la coda non tagliata. Preferisco gli occhi chiari perché li ho scuri. Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale. Preferisco molte cose che qui non ho menzionato. Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando. da W. Szymborska, La gioia di scrivere, Adelphi
COMPRENDO Unisci ogni verso alla sua spiegazione. Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
Preferisco essere buono in modo attento, non ingenuo.
Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
Preferisco un tempo breve ma intenso a uno infinito.
Preferisco gli occhi chiari perché li ho scuri.
Preferisco chi è diverso da me.
TO L’anafora ESPLORO IL TES Q uale parola della poesia è ripetuta? ........................................................ I n che punto del verso è ripetuta? .............................................................. Q uante volte è ripetuta? ................................................................................ I n questa poesia, la poetessa ha utilizzato l’anafora per: creare giochi di parole evidenziare ciò che le piace
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SCRIVO P ensa alle cose che ti piacciono di più e scrivi sul quaderno la tua poesia. Preferisco…
LA POESIA
ODIO SONO CURIOSO Sono curioso. Come Galileo che curiosando scoprì, in poche parole, che non era la Terra a stare ferma ma era lei che girava intorno al Sole.
Odio le felpe senza cappuccio. Odio chi mi scarabocchia l’astuccio. Odio i bottoni nelle magliette. Odio le maniche troppo strette. Odio le scarpe con i lacci uguali. Odio che devo portare gli occhiali. Odio gli zaini senza le scritte. Odio i disegni con le righe dritte. Odio il pesce senza patate … e le zanzare in estate! da J. Carioli, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac
Sono curioso. Come Marco Polo che in Cina, in mezzo a un mare di persone, capì che non c’è una sola storia e raccontò tutto quanto nel Milione. Sono curioso. Come quel Meucci che senza fili riuscì a telefonare ed è anche grazie a lui se per Natale ho avuto in regalo il cellulare. Ho scoperto che fare il ficcanaso delle volte è un dono benedetto. Per gli inventori, i bambini e gli scienziati la curiosità non è mai un difetto. da J. Carioli, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac
DICO LA MIA
ESPLORO IL TESTO La struttura
e l’anafora
C ollega ogni affermazione alla poesia corrispondente. – I versi sono in rima baciata. – È divisa in tre strofe. – È formata da sedici versi. – Non è divisa in strofe. – Presenta l’anafora all’inizio di ogni verso. – Presenta l’anafora all’inizio di ogni strofa. – L’anafora evidenzia che è importante interessarsi alle cose. – L’anafora sottolinea ciò che non piace al poeta.
Sono curioso Odio
onosci Galileo, C Marco Polo e Meucci? Quanto è importante, secondo te, guardare al mondo con occhi curiosi? È necessario avere questo atteggiamento per diventare inventori o scienziati? Parlane con i compagni.
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IL TESTO POETICO
I SUONI DI CAPPUCCETTO Trick trick trick trick trick trick… sono i passi che nel bosco fa Cappuccetto. Aaahhh… aaahhh… aaahhh… è il respiro che fa il Lupo mentre parla a Cappuccetto. Pfufff pfufff pfufff pfufff pfufff pfufff è il fiato grosso del Lupo affannato che corre dalla Nonna col passo affrettato. Gnamm gnamm gramm gnamm gnamm gmamm e zumm e zumm e zumm è il rumore che fa il Lupo mentre divora la Nonna e poi in fretta indossa la sua gonna. Toc toc toc! fa la porta della Nonna quando bussa Cappuccetto. – Che bocca grande hai! è ancora Cappuccetto che parla con il Lupo travestito a letto. – È per mangiarti meglio! lo grida a Cappuccetto il Lupo e gnamm e gnamm e gnamm la mangia spataslamm!!!
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Pammm! È lo scoppio che fa il fucile del Cacciatore. Zak e zak e zak! è il rumore della lama del coltello che non si sbaglia e la pancia al Lupo taglia. Smucc smucc smucc! è il suono dei bacetti che si danno la Nonna e Cappuccetto fuori dalla pancia del Lupo poveretto mentre felici se ne vanno via a braccetto. da P. Formentini, C’era, c’è e ci sarà, Nuove Edizioni Romane
ESPLORO IL TESTO
L’onomatopea S ottolinea nel testo tutti i suoni onomatopeici e il suono che riproducono.
LA POESIA
A
TEMPACCIO Goccia a goccia a goccia a goccia a gocce gocciola la pioggia. Piove pioviggina piove pioviggina sulla finestra punti e lentiggini. Schizzi spruzzi e gatti zuppi un suono un tonfo un tuono. Ombrello ombrello ombrello e acqua a catinelle. Sciacqua galoscia, sciacqua galoscia sguscia sguiscia scivola via Pozza un saltello pozza un saltello pozza un balzello polla un balziccio scivolo e sguazzo pozza pasticcio! da E. Merriam, Tante rime per bambini, Mondadori
B
FORESTA FISCHIONA Il vesto soffia suona foglie e flauti nella foresta frugano sei puffi mentre fate e folletti un poco incauti fra le farfalle e i fiori fanno tuffi. da G. Pontremoli, Ballata per tutto l’anno…, Nuove Edizioni Romane
ESPLORO IL TESTO
L’allitterazione A ttribuisci a ogni affermazione la poesia corrispondente scrivendo A o B nei quadrati. – Le allitterazioni sono create dalla ripetizione del suono “f”. – Le allitterazioni usate creano l’effetto del vento. – Presenta allitterazioni e parole onomatopeiche. – È divisa in strofe. R iesci a sentire il ritmo e la musicalità creata dalle allitterazioni e dalle onomatopee? Sì No
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IL TESTO POETICO A
FULMINE Fulmine firma di fuoco. Tuono che ulula roco. Fulmine fredda ferita. Pioggia che picchia le dita. Fulmine frangia di fiamma. Bimbo tra braccia di mamma. da C. Carminati, Poesie per aria, Topipittori
B
NUVOLE
Le nuvole sono fantasmi di uccelli son lente ladrone dei giorni più belli nascondono il sole, cancellano il blu arrivano piano e non partono più. Il vento le spinge, le strizza, le afferra son stracci del cielo da dare per terra. Inventano viaggi volando a vapore e viaggiano gli occhi a guardarle per ore ventagli leggeri alle noie d’estate son bestie al galoppo, meringhe assonnate mutanti figure di panna e velluto le nuvole sono il mio cinema muto. da C. Carminati, B. Tognolini, Rime chiaroscure, Rizzoli
TO La metafora e la personificazione ESPLORO IL TES C ompleta. Nella poesia A si dice che il fulmine è: una .............................................................., una ..........................................................., una ............................................................ Il poeta ha usato la figura retorica della .......................................................................................... ella poesia B le nuvole e il vento compiono azioni umane? N Sì No Se le hai individuate, completa. nuvole: .................................................................................................................................................................................................... vento: ...................................................................................................................................................................................................... S ottolinea nel testo tutti i paragoni relativi alle nuvole. C ollega le figure retoriche alla poesia che le presenta. metafora Nuvole personificazione Fulmine similitudine
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LABORATORIO
del
LESSICO
CHI VUOLE LE PAROLE Chi vuole le parole, quelle nuove, quelle appena fiorite nel giardino mentale? Le parole farfalle sbrucate poco fa? Quelle dalle radici nel fitto della terra e dallo stelo vivo, coi petali nel cielo? Le parole libellule sullo stagno mondiale? Quelle parole rondini che vanno in volo libere fra nuvole e tra viole? Chi vuole le parole? da R. Piumini, Che meraviglia, un ponte, Einaudi Ragazzi
ETIMOLOGIA
Il termine parola, che noi usiamo continuamente, deriva dal greco parabolè, che è stato trasformato dal latino in parabŏla, poi alterato in paràula nell’italiano volgare. Il significato originario indica un insegnamento, un discorso, poi si è esteso a indicare ogni concetto espresso con la voce.
VAI AL LIBRO DI
S C R I T TU R A VAI A PAG. 52
Rifletti e… completa! La parola che hai imparato per prima: ............................................................................................................................... La tua parola preferita: ............................................................................................................................................................ Una parola che odi: ................................................................................................................................................................. Una parola incomprensibile: ................................................................................................................................................. Una parola da adulto: ............................................................................................................................................................. Una parola che ti fa paura: .................................................................................................................................................... Una parola che ti fa addormentare: .................................................................................................................................... Una parola-arma: ..................................................................................................................................................................... Una parola divertente: ............................................................................................................................................................ La parola “più italiana” di tutte: ............................................................................................................................................. La parola più usata nella tua giornata: ...............................................................................................................................
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IL TESTO POETICO
ALLA SERA
TO ESPLORO IL TES
La poesia classica L a poesia è divisa in strofe?
Sì
No
I versi sono in rima o liberi? .............................. Completa lo schema delle rime. I l linguaggio usato da Ugo Foscolo è (puoi segnare più di una risposta): usato ancora oggi ricco di parole che non si usano più difficile da comprendere, ma bello difficile e noioso
COMPRENDO
Forse perché della fatal quïete tu sei l’imago a me sì cara vieni o sera! E quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni, e quando dal nevoso aere inquïete tenebre e lunghe all’universo meni sempre scendi invocata, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme che vanno al nulla eterno; e intanto fugge questo reo tempo, e van con lui le torme delle cure onde meco egli si strugge; e mentre io guardo la tua pace, dorme quello spirito guerrier ch’entro mi rugge. da U. Foscolo, Poesie, BUR
Per capire meglio il significato di una poesia puoi ricorrere alla parafrasi. Procedi così: – sostituisci le parole difficili o quelle che non si usano più con altre di uso comune; – cambia l’ordine delle parole, cioè trascrivi una frase mettendo, di solito, prima il soggetto, poi il verbo e, infine, i complementi; – aggiungi parole per tradurre le espressioni poetiche. Completa la parafrasi della poesia, inserendo le parole al posto giusto. gradita • leggeri • cuore • nuvole • notti • calma • battagliero • riposo • desiderata • scorre via Forse perché assomigli al ................................ della morte, sei per me così ...................... o sera! Sia quando sei accompagnata dalle .......................... estive e da venti ........................., sia quando, dal cielo che promette neve, porti sulla terra ........................ lunghe e burrascose, per me scendi sempre ......................... e penetri nelle più nascoste e intime vie del mio ........................... Mi fai pensare all’eternità e intanto ....................... questo tempo difficile e fuggono con lui tutte le preoccupazioni, con le quali anche il presente si consuma con me; così mentre io contemplo la ................................... della sera, lo spirito ..........................., che si agita dentro di me, si placa.
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LA POESIA
L’INFINITO Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi e profondissima quiete io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare. da G. Leopardi, Canti, Oscar Mondadori
COMPRENDO
TO ESPLORO IL TES
La poesia classica L a poesia è divisa in strofe?
I ndividua nella poesia i versi a cui si riferiscono le seguenti espressioni parafrasate e trascrivili sotto. Mentre sto seduto e contemplo, immagino oltre la siepe spazi infiniti, un silenzio sovrumano e un’immensa calma. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... Mi viene in mente l’eternità, le età trascorse e il tempo attuale che risuona di vita. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... O ra scrivi sul quaderno la parafrasi completa della poesia, usando anche le espressioni date.
Sì No I versi sono: in rima liberi I l linguaggio, per te, è: troppo difficile comprensibile
RACCONTO DI ME A nche tu hai un luogo in cui ti rititi per pensare da solo? Per te, restare in silenzio da solo, ha un valore? Possono farlo solo gli adulti o anche i bambini? Confrontati con i tuoi compagni.
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IL TESTO POETICO
OGGI BAMBINO UOMO DOMANI SCRIVO
Ti guardo, oggi bambino occhi di luce, corpo di vento.
P rendi spunto dalla poesia e scrivi in versi liberi. Oggi bambino/a ...................................................................... ...................................................................... ...................................................................... ...................................................................... domani uomo/donna ...................................................................... ...................................................................... ...................................................................... ......................................................................
Ti ascolto, oggi bambino lacrime dolci, rabbie leggere. Ti immagino, domani nel mondo mente fiorita, aperta, curiosa. Ti vedo, domani nel mondo mani oneste, attente, generose. Ti sogno, oggi bambino uomo domani seme di allegria frutto di coraggio fiore di rispetto radice di un mondo migliore. P. Ceccarelli
ESPLORO IL TESTO Il messaggio
della poesia
Q uale affermazione, secondo te, definisce meglio il significato della poesia? Ogni bambino sarà un uomo. Ogni bambino è la radice di un uomo migliore. olora il riquadro che contiene il messaggio C della poesia. Un adulto guarda un bambino e spera che diventi un uomo capace di migliorare il mondo. Un uomo osserva un bambino, lo ascolta e la notte sogna come diventerà da adulto.
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INSIEME PER IMPARARE FACILE La POESIA SA CHE CO
La poesia è un TESTO SPECIALE, che comunica EMOZIONI e MESSAGGI del POETA.
LA RIMA
La poesia è scritta in VERSI, raggruppati o meno in STROFE (= insieme di versi).
COME
I versi possono essere LIBERI o in RIMA. La RIMA può essere: • BACIATA (AABB); • ALTERNATA (ABAB); • INCROCIATA (ABBA).
IL UAGGIO LING
Nella poesia il linguaggio usa spesso le FIGURE RETORICHE che creano immagini, come la: • SIMILITUDINE; • METAFORA; • PERSONIFICAZIONE. Altre FIGURE RETORICHE che creano effetti sonori sono: •A NAFORA; • ONOMATOPEA; •A LLITTERAZIONE.
Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave in maiuscolo). La poesia è ........................................................................... che comunica .................................................................. e ..................................................................... del ............................................................................... . È scritta in ...................................................... che possono essere .......................................................................... o meno in .............................................................. . I versi possono essere ........................................................ o in rima baciata, ..................................................... o .................................................................... . Nella poesia si utilizzano le ................................................................................................................ che sono: ..................................................................... , ..................................................................... , .................................................................. , ..................................................................... , ..................................................................... e .............................................................. Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.
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VERSO LE
COMPETENZE
PIOGGIA ESTIVA Tic-tac, la pioggia picchia come un beccar di uccelli contro i vetri. Nascosti tra le foglie 5 i passerotti ravvolti nelle penne gonfian come batuffoli 10 di lana; sulle foglie l’acqua scoppietta pare un tizzone verde. Tic-tac: la pioggia. 15 Il tuono rumoreggia,
lampi squarciano il cielo come incendi. da A. Nardi, Osteria e altri versi, Rebellato
IL VENTO NELL’ISOLA Il vento è un cavallo: senti come corre per il mare, per il cielo. Vuol portami via: senti 5 come percorre il mondo per portarmi lontano. Nascondimi tra le tue braccia per questa notte sola, mentre la pioggia rompe 10 contro il mare e la terra la sua bocca innumerevole. Senti come il vento mi chiama galoppando per portarmi lontano. P. Neruda
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1. I versi della poesia sono: in rima baciata in rima alternata in rima incrociata liberi 2. L ’espressione “tic-tac” (versi 1 e 14) è: una personificazione un’onomatopea un’anafora un’allitterazione 3. I n alcune parole si ripetono gli stessi suoni creando: una personificazione un’onomatopea un’anafora un’allitterazione 4. L e similitudini presenti in questa poesia sono: due tre quattro zero 5. La pioggia che cade sui vetri assomiglia a: un tuono un orologio un beccare di uccelli uno scoppiettio 6. L ’espressione “batuffoli di lana” (versi 9-10) si riferisce: alla pioggia alla neve ai passerotti alle foglie
IL VENTO NELL’ISOLA 1. La poesia è composta da: q uattordici versi raggruppati in cinque strofe. q uattro versi raggruppati in quattordici strofe. q uattordici versi raggruppati in quattro strofe. d odici versi raggruppati in quattro strofe.
La poesia
PIOGGIA ESTIVA
2. “Il vento è un cavallo” (verso 1) è: u na metafora una similitudine una personificazione un’anafora 3. “ Il vento mi chiama galoppando” (versi 12-13) è: una personificazione una similitudine una metafora un’anafora 4. L ’espressione “la sua bocca innumerevole” (verso 11) si riferisce: alla pioggia al mare alla terra al vento 5. N ell’espressione “nascondimi tra le tue braccia” (verso 7) il poeta si riferisce: a una persona cara al mare al cavallo al vento 6. S cegli la frase che riassume il significato della poesia. Il poeta cavalca un cavallo veloce come il vento. Il poeta vuole andarsene via con il vento. Il poeta chiede protezione a una persona cara per non lasciarsi portare via dal vento. Il poeta si nasconde perché ha paura del vento e della pioggia.
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Il testo
DESCRITTIVO IL TESTO DESCRITTIVO aiuta a “vedere” una persona, un animale o un luogo, presentandone le caratteristiche e le qualità con le parole, per darne un’immagine chiara ed efficace al destinatario
può avere lo scopo di
COINVOLGERE ENTE EMOTIVAM in questo caso è soggettivo-espressiva: delinea il soggetto intrecciando i suoi elementi reali con le sensazioni che esso suscita, creando così un’atmosfera particolare
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PERSUADERE
INFORMARE in questo caso è oggettivo-informativa: fornisce dati precisi con un linguaggio specifico
presenta le caratteristiche positive di oggetti, luoghi e avvenimenti, per influenzare i gusti del lettore
STRUMENTI PER DESCRIVERE DATI – sensoriali – statici – dinamici
RICCHEZZA LESSICALE
L’autore raccoglie le informazioni attraverso
INDICATORI – temporali – spaziali
M OD O – descrizione oggettiva o soggettiva – descrizione da una posizione fissa o mobile
– figure retoriche – aggettivi – sinonimi
TO ESPLORO IL TES In questa sezione scoprirai vari aspetti della DESCRIZIONE: – la descrizione DI ANIMALI, DI PERSONE, di AMBIENTI – la descrizione INSERITA
NEI RACCONTI
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LEGGO i CLASSICI
IL PAESE DEI BALOCCHI Lucignolo disse a Pinocchio che sarebbe partito. – E dove vai? – Vado ad abitare in un paese che è il più bel paese di questo mondo: una vera cuccagna! – E come si chiama? – Si chiama il “Paese dei Balocchi”. Perché non vieni anche tu? – Io? No davvero! – Hai torto, Pinocchio! Credilo a me che, se non vieni, te ne pentirai. Lì non vi sono scuole: lì non vi sono maestri: lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai. Il giovedì non si fa scuola: e ogni settimana è composta di sei giovedì e di una domenica. Figurati che le vacanze dell’autunno cominciano col primo di gennaio e finiscono coll’ultimo di dicembre. Ecco un paese come piace veramente a me! – Ma come si passano le giornate nel Paese dei Balocchi? – Si passano baloccandosi e divertendosi dalla mattina alla sera. La sera poi si va a letto, e la mattina dopo si ricomincia daccapo. Che te ne pare? Vieni anche tu? Pinocchio si lasciò convincere, partì con Lucignolo e la mattina, sul far dell’alba, arrivarono felicemente nel Paese dei Balocchi. Questo paese non somigliava a nessun altro paese del mondo. La sua popolazione era tutta composta di ragazzi. I più vecchi avevano quattordici anni, i più giovani ne avevano otto appena. Nelle strade, un’allegria, un chiasso, uno strillìo da levar di cervello! Branchi di monelli da per tutto: chi giocava alle noci, chi alle piastrelle, chi alla palla, chi andava in velocipede, chi sopra un cavallino di legno; questi facevano a mosca-cieca, quegli altri si rincorrevano, altri, vestiti da pagliacci, mangiavano la stoppa accesa; chi recitava, chi cantava, chi faceva i salti mortali, chi si divertiva a camminare colle mani in terra e colle gambe in aria, chi mandava il cerchio, chi rideva, chi urlava, chi chiamava, chi batteva le mani, chi fischiava, chi rifaceva il verso alla gallina quando
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LEGGO I CLASSICI
LE AVVENTURE DI PINOCCHIO.
STORIA DI UN BURATTINO ANNO DI PUBBLICAZIONE
1883
CURIOSITÀ
Carlo Lorenzini scelse di pubblicare i suoi libri con lo pseudonimo di “Collodi”, che in realtà è il nome del paese della madre. In quel paese, oggi, c’è un parco dedicato a Pinocchio, molto interessante e divertente da visitare.
ha fatto l’uovo; insomma un tal pandemonio, un tal baccano, da doversi mettere il cotone negli orecchi per non rimanere assorditi. Su tutte le piazze si vedevano teatrini di tela affollati di ragazzi dalla mattina alla sera e su tutti i muri delle case si leggevano scritte col carbone, delle bellissime cose come queste: «viva i balocci (invece di balocchi)»; «non vogliamo più schole (invece di scuole)»; «abbasso Larin Metica (invece di l’aritmetica)» e altri fiori consimili. Pinocchio, Lucignolo e tutti gli altri ragazzi, che avevano fatto il viaggio coll’omino, appena ebbero messo il piede dentro la città, si ficcarono subito in mezzo alla gran baraonda e, in pochi minuti, come è facile immaginarselo, diventarono gli amici di tutti. Chi più felice, chi più contento di loro? In mezzo ai continui spassi e agli svariati divertimenti, le ore, i giorni, le settimane, passavano come tanti baleni. – Oh! Che bella vita! – diceva Pinocchio tutte le volte che per caso s’imbatteva in Lucignolo. – Vedi, dunque, se avevo ragione? – ripigliava quest’ultimo. – E dire che tu non volevi partire! E pensare che ti eri messo in capo di tornartene a casa dalla tua Fata, per perdere il tempo a studiare! Se oggi ti sei liberato dalla noia dei libri e delle scuole, lo devi a me, ai miei consigli, alle mie premure, ne convieni? Non vi sono che i veri amici a rendere di questi grandi favori. – Anima grande! – esclamava Pinocchio, abbracciando affettuosamente l’amico e dandogli un bacio in fronte.
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:
Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:
da C. Collodi, Le avventure di Pinocchio, Edizioni Piemme
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ESPLORO
LA DESCRIZIONE GIACCA E CRAVATTA
Le mie domande I SO G
GETTI
Quali sono i soggetti della descrizione?
IL MODO
In quale modo può essere descritto un soggetto?
I DATI
Quali dati si usano nella descrizione di un soggetto? Quale ordine si segue per descrivere?
L'ORDINE
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Mi ero addormentato sfinito in un angolo del castello. Il silenzio, forse, mi svegliò. Sopra di me la pioggia aveva smesso di picchiettare sulle tegole. I tuoni erano cessati e con essi ogni altro rumore. La luna piena risplendeva in un cielo sgombro di nubi, su una natura di nuovo quieta, dove uomini e bestie non avevano più peso. Su ogni cosa la pace regnava, così profonda che non osai rimettermi le scarpe e me ne andai a sbirciare il panorama in calzini, scivolando via come un pellerossa sui suoi mocassini. Raggiunsi la torre più alta del castello. Nella tenera luce della luna il paesaggio era imponente. Sotto di me, molto più in basso, i giardini si sposavano al lago, incastonato in una corona di montagne. Alla vista della Stella Polare compresi che la facciata del castello, che dava sul lago, era volta a nord. A est c’erano le cime massicce dei monti Grampians, ma il rilievo si addolciva un poco nelle altre direzioni, dove i tetti di qualche raro villaggio lasciavano una macchia più pronunciata sui verdi prati bagnati dalla luna. Da lassù dominavo tutta la contea! Mi sentivo il padrone del mondo. da H. Monteilhet, Di professione fantasma, Edizioni Piemme
Le risposte
I SO G
GETTI
Le descrizioni riguardano tutta la realtà che ci circonda: – persone (presentazione generale, aspetto fisico, carattere, comportamenti ed emozioni…); – animali (presentazione generale, aspetto fisico, comportamento…); – luoghi interni o esterni.
IL MODO
Ogni soggetto può essere descritto: – i n modo soggettivo, quando prevalgono i sentimenti di chi descrive, che riporta osservazioni personali. – in modo oggettivo, quando si presentano con obiettività solo le caratteristiche del soggetto della descrizione. –d a una posizione fissa o mobile, come quella dell’autore che, nel testo a fianco, descrive il paesaggio dall’alto della torre.
I DATI
Per descrivere in modo completo, raccogliendo tutte le informazioni, si usano: – i dati sensoriali forniti dai cinque sensi (dati visivi, uditivi, olfattivi, gustativi e tattili); – i dati dinamici; – i dati statici.
L'ORDINE
La descrizione può seguire un ordine: – l ogico, cioè dalle informazioni generali ai dettagli o viceversa; – s paziale, dal vicino al lontano, dall’interno all’esterno, da sinistra a destra, dal basso verso l’alto… o viceversa, con l’uso degli indicatori spaziali; – t emporale, dal prima al dopo, dal presente al passato… o viceversa, con l’uso degli indicatori temporali.
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IL TESTO DESCRITTIVO
ESTATE NEI CAMPI La primavera si immerse lentamente nei lunghi, caldi, assolati giorni d’estate tutti canori di cicale, stridule ed eccitate che facevano vibrare l’isola con i loro gridi. Nei campi il granturco cominciava a gonfiarsi. Sulle viti l’uva pendeva in piccoli grappoli macchiettati e caldi. Gli ulivi sembravano piegarsi sotto il peso dei loro frutti, tra i quali esplodeva il coro delle cicale. Negli aranceti, tra le foglie scure e lucenti, i frutti cominciavano a colorirsi, come se una vampata di rossore si spandesse sulle loro verdi pelli. Sulle colline, tra gli scuri cipressi, sciami di farfalle volavano e volteggiavano come coriandoli sospinti dal vento, fermandosi ogni tanto su una foglia per deporre le uova. Le cavallette e le locuste emettevano versi acuti sotto i miei piedi e volavano ubriache, con le ali che scintillavano al sole. Verso sera, quando cominciava a fare più fresco, le cicale smettevano di cantare; le sostituivano in quel compito i grilli bruni e le verdi raganelle, appiccicate sulle foglie dei limoni accanto al pozzo. Quando il sole calava c’era un breve crepuscolo e l’aria si faceva più fresca e si impregnava dei profumi della sera. Il mare era liscio, caldo, e scuro come velluto nero, senza una sola increspatura sulla superficie. da G. Durrel, La mia famiglia e altri animali, Bompiani
TO ESPLORO IL TES L ’ambiente descritto è: interno esterno Viene descritto in modo: oggettivo soggettivo L’autore utilizza: dati visivi dati uditivi dati olfattivi dati tattili dati gustativi
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La descrizione di ambienti Gli elementi descritti sono: granoturco viti mare aria
aranceti insetti
f arfalle o sservatore
Completa con gli aggettivi usati nel testo per descrivere i vari elementi. I giorni d’estate sono .............................., ............................... e ................................ Le cicale sono ................................... e ................................ I grappoli d’uva sono ..............................., ................................. e ..............................; le foglie degli aranci sono ........................... e ............................; i cipressi sono ............................. I grilli sono ............................., le raganelle .................................. Al crepuscolo l’aria è ..........................., il mare è ............................, ............................ e ................................
IL TESTO DESCRITTIVO
NEL BOSCO Una selva d’abeti. Un sentiero la attraversava serpeggiando con grazia sorridente, quasi maliziosa, e io lo seguii compiaciuto. La strada e il terreno boscoso somigliavano a un tappeto. Là dentro c’era silenzio come in un’anima felice, come in un tempio, in un castello fatato o in un fantastico palazzo di fiaba: c’era ombra come nel castello di Rosaspina, dove tutto dorme e tace da centinaia di lunghi anni. Io mi addentravo sempre più e forse adopero troppo belle parole, ma mi pareva d’essere un principe dai capelli d’oro chiuso in un’armatura guerriera. Tutto nella selva era così solenne che nell’animo del sensibile viandante sorgevano, come spontanee, mirabili immaginazioni. Quel dolce silenzio della foresta quanto mi rendeva felice! Di quando in quando un lieve rumore veniva a rompere la solitudine, la cara, deliziosa oscurità: un tonfo, un fischio o qualche altro sussurro, la cui risonanza lontana non faceva che rendere più percepibile la profonda quiete dominante, che aspiravo a pieni polmoni, bevendo e assaporando la sua virtù. Qua e là nell’aria silenziosa, da qualche nascondiglio incantevole e arcano, un uccello faceva udire la sua voce chiara come acqua di ruscello. da R. Walser, Passeggiata, Adelphi
Lessico C ompleta le similitudini presenti nel testo. – La strada e il terreno boscoso ................................................................. – La sua voce chiara ......................................................................................
TO ESPLORO IL TES
La descrizione di ambienti Dove si trova il protagonista? ................................................................. Il suo punto di osservazione è: mobile fisso L a sua descrizione procede: dall’esterno all’interno del bosco da sinistra a destra del sentiero La descrizione della selva è: oggettiva soggettiva S ottolinea nel testo le parti che te lo fanno capire e motiva la tua scelta. L ’autore usa solo dati: uditivi e olfattivi uditivi e visivi visivi e gustativi visivi e olfattivi
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IL TESTO DESCRITTIVO
DICO LA MIA T i piace il mondo di Amacem? Il modo in cui viene descritto dall’autore ti sembra efficace? Ti ha aiutato a “entrare” in questo mondo immaginario? Confrontati con i compagni.
IL MONDO DI AMACEM C’è un mondo, lassù, che si chiama Amacem. Non è più grande o più piccolo del nostro pianeta: è diverso. Su Amacem le sorgenti sono in basso, i fiumi salgono, le montagne sono di mare e nelle montagne nuotano pesci che possono uscire dall’acqua e volare nel cielo, perché le loro pinne sono anche ali. Tra i fiumi che salgono a formare le montagne, si stendono boschi e prati. Gli alberi, grandi e senza tronco, stanno sospesi a circa dieci metri dal suolo e non perdono mai le foglie, perché, mano a mano che le vecchie cadono, ne nascono di nuove. I pesci-uccello si posano spesso sui rami degli alberi a riposare. Quando su Amacem soffia il vento, e soffia di frequente, gli alberi si muovono rotolando e mescolandosi in cielo da un orizzonte all’altro. Non ce n’è uno che non abbia fatto più volte il giro del mondo, sopra la terra erbosa. A volte sfiorano i fianchi delle montagne, leccando l’acqua con la punta delle foglie. A volte bastano le gocce che gli uccelli-pesce, posandosi, lasciano cadere sui rami. Qualche volta gli alberi si uniscono a gruppi di due, quattro, al massimo dieci e restano insieme per qualche tempo, come villaggi mobili e vegetali. Poi torna il vento, i piccoli boschi si sciolgono e altri se ne formano. Sotto, su prati verdissimi, simili ai nostri pascoli di montagna, ma molto più estesi, ci sono fiori di fuoco profumato, che brillano di notte, fino a quando il piccolo sole bianco di Amacem, che si
TO Gli ambienti ESPLORO IL TES
e i personaggi
N el testo prevale: la descrizione del mondo di Amacem e degli Amacemi la narrazione di una storia che avviene ad Amacem C ompleta. Per primo viene descritto in generale ........................................................................... . Poi sono descritti nei particolari ..................................................................................... . La descrizione, quindi, segue un ordine: logico spaziale temporale
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IL TESTO DESCRITTIVO chiama Giglon, spunta all’orizzonte. Non nasce a est, come da noi, ma a ovest, ma questo non fa una grande differenza. Non ci stanno solo uccelli-pesce, fra i rami: gli Amacemi, gente quieta e leggera, vivono su quegli alberi in movimento. Non sono molto diversi da noi, soltanto un po’ più magri, leggeri e chiari: alcuni di pelle azzurrognola, altri rosa, altri arancione. Dipende dal tipo di frutti o fiori di cui si nutrono, proprio come i canarini terrestri. Gli Amacemi non hanno capelli, ma una piccola nuvola mobile e rossa, che è la loro mente. Quando due di loro vogliono parlare o giocare, si avvicinano fino a mescolare le nuvole in una sola, più grande, rossa e mobile. Gli Amacemi possono parlare, perché hanno lingua e orecchie simili alle nostre, ma usano la voce solo per cose di poco conto, per quelle importanti preferiscono mescolare le menti. Sanno anche volare, ma stanno volentieri fra i rami del loro albero, limitandosi ai voli necessari. Spostandosi da un albero all’altro, si scambiano visite e pensieri, si fanno festa e compagnia. Dal momento in cui nasce, un Amacemo pensa e fa quello che vuole e, se non si trova bene sull’albero in cui è nato, vola a cercarne un altro o un nuovo amico. Ma succede di rado: quasi sempre un Amacemo, almeno per qualche tempo, resta dove è nato a parlare, giocare, volare con gli amici sui prati o verso le montagne, mescolando le nuvole.
SCRIVO I mmagina di approdare in un mondo fantastico e prova a descrivere sul quaderno l’ambiente e i personaggi che lo abitano.
COMPRENDO S egna con una ✘ solo le affermazioni vere. – L’autore inizia con la descrizione di ciò che ad Amacem è diverso dalla Terra. –N el testo c’è una lunga descrizione degli alberi di Amacem. – Tutti gli alberi hanno compiuto almeno una volta il giro del mondo. – Gli Amacemi non sanno parlare. – Nel testo non si dice di cosa si nutrono gli Amacemi. – La parte centrale e finale del brano sono dedicate alla descrizione degli Amacemi.
da R. Piumini, Seme di Amacem, Einaudi Ragazzi
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IL TESTO DESCRITTIVO
MINA
TO ESPLORO IL TES
Le emozioni e gli stati d’animo
C olora il riquadro che descrive meglio lo stato d’animo di Mina. Mina è incantata dalla notte e dalla luna piena. Mina è spaventata dal buio della notte. C he cosa adora Mina della notte? ........................................................................................ ........................................................................................ ........................................................................................
Mi chiamo Mina e adoro la notte. Tutto sembra possibile di notte, quando il resto del mondo dorme. La casa è buia e silenziosa, ma se tendo l’orecchio sento il “tum tum tum” del mio cuore. Sento gli scricchiolii della casa. E il respiro leggero della mamma, che dorme nella stanza accanto. Scivolo giù dal letto e mi siedo al tavolo vicino alla finestra. Apro la tenda. In mezzo al cielo c’è la luna piena. Inonda il mondo della sua luce argentata. Splende su Falconer Road, sulle case e sulle strade, sui tetti e sulle guglie della città, sulle colline e sulle brughiere lontane. Splende nella stanza e su di me. Dicono che bisogna distogliere lo sguardo dalla luna piena. Dicono che faccia impazzire. Io invece la guardo e rido. E sento una gioia sorridente scendere in me. È come un brivido caldo che mi attraversa il corpo. Scruto la notte. Vedo gufi che planano, pipistrelli che saettano davanti alla luna. Là fuori, da qualche parte, il gatto Bisbiglio scivola nell’ombra. Chiudo gli occhi ed è come se quelle creature si muovessero dentro di me, quasi anch’io fossi una specie di strana creatura, una bambina che si chiama Mina, ma anche qualcosa di più di una bambina che si chiama Mina. Sul tavolo, nel chiaro di luna, giace un quaderno vuoto. È lì da una vita. Dico sempre che voglio tenere un diario. Bene, comincerò adesso: apro il quaderno e scrivo le prime, primissime parole: «Mi chiamo Mina e adoro la notte». da D. Almond, La storia di Mina, Salani
Q uali reazioni ha Mina contemplando la luna? ........................................................................................ ........................................................................................ ........................................................................................
Q uali dati sensoriali sono usati in questo testo? ............................................................................
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RACCONTO DI ME E tu che rapporto hai con la notte? La adori come Mina o ti fa paura? Parlane in classe.
IL TESTO DESCRITTIVO
LA DONNOLA
Lessico
La donnola ha una codina corta e mal riuscita, tanto che non so a che cosa le serva; certe orecchie larghe e mozze, che c’è da vergognarsi a portarle. Ma essa si crede bellissima; bellissima e padrona del mondo. Il bosco, lo sterpeto, le sodaglie sono sue, e anche le buche nelle prode, col paleo giallo e secco. Quando si accovaccia, non sembra essa stessa un ciuffo di paleo secco, con quel pelame giallo-rossiccio? Non è davvero un colore distinto questo suo bruno cannella; ma a lei serve per mimetizzarsi, cioè confondersi col colore del terreno, delle pietre e dell’erba secca. Così, senza essere veduta, può comodamente aggredire chi passa. Stamattina ha distrutto due nidi di uccelli divorandone i piccini implumi. Ma eccola, eccola che viene a gran salti. Certamente ha veduto quel leprotto che si trastulla fra l’erba… Salvati leprotto, salvati! Ahi, poveretto! Colto così a tradimento… Avete notato? Con un balzo improvviso gli è arrivata addosso e se il leprotto non fosse fuggito l’avrebbe ucciso! Quello è il suo sistema: aggredire alle spalle e mordere alla nuca. Così può vantarsi di atterrare bestiole assai più grosse di lei. Le atterra e poi si dice: “Come sono brava!”. Topi e arvicole dovrebbe mangiare, per sua legge. Ma non se ne accontenta e vuole uccelli, galline, leprotti, scoiattoli. E non è mai sazia. E se sopraggiunge l’uomo, inebriata di superbia e di audacia, si rivolta e si difende, petulante e tenace, anche contro di lui.
Sterpeto = luogo pieno di arbusti secchi e spinosi. Sodaglie = terreni incolti. on l’aiuto del C vocabolario spiega il significato delle seguenti parole: prode • paleo • arvicole
da P. Reynaudo, Lo scricciolo tra le nevi, Giunti Bemporad Marzocco
ESPLORO IL TESTO
La descrizione di animali
La donnola viene descritta in modo: oggettivo soggettivo S egna con una ✘ gli aspetti dell’animale che trovi nella descrizione: l’ambiente in cui vive l'aspetto fisico le abitudini un episodio caratteristico l'atteggiamento nei confronti dell’uomo
Il linguaggio usato è: vivace e personalizzato imparziale, scientifico I l testo comunica: l e caratteristiche scientifiche delle donnole le particolarità, le abitudini e il temperamento della donnola
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IL TESTO DESCRITTIVO
TO ESPLORO IL TES
I dati statici e dinamici S ottolinea nel testo i verbi riferiti a Nerone. S i tratta di verbi che indicano: movimento, azione, dinamismo quiete, immobilità, modo di essere L ’autore ha usato prevalentemente: dati di movimento dati statici
SCRIVO O sserva bene un animale, se ne hai la possibilità, oppure scegli una persona e scrivi una descrizione dinamica, che ritragga il soggetto in pieno movimento.
BENEDETTO CORVO! Io sono Anita e questo che vedete è il bel Nerone, dagli occhi luminosi come due piccole braci. Quand’era un minuscolo batuffolo di piume, è caduto dal nido e la zia lo ha raccolto. Da allora vive in casa, ma ne combina di tutti i colori! Ha una vera passione per i sacchetti dell’immondizia: li becca, poi tira fuori dai buchi la spazzatura e la sparge per tutta la casa. Quando il cane della zia dorme, gli si avvicina di soppiatto e gli becca la coda. Se trova il tubetto del dentifricio, lo riduce come un colabrodo. E non è divertente usare un tubetto che schizza dentifricio da tutte le parti. Quando riesce a mettere il becco nel giornale dello zio, lo fa a brandelli. A volte prende i pezzetti di carta e li nasconde negli angoli più impensati della casa. La cosa peggiore, comunque, sono le cacchine molli che lascia cadere dove gli capita! – Che porcile! – brontola lo zio. Nerone adora la zia e la segue saltellando per tutta la casa. Quando la zia si siede sulla poltrona, lui le svolazza sulle ginocchia, allunga il collo e sta lì ad aspettare le coccole. La zia gli liscia le piume con un dito e lui gongola beato, con gli occhi socchiusi. È così tenero e affettuoso che si fa perdonare qualunque marachella. da J. Kelly, L’evoluzione di Calpurnia, Salani
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IMPARO
ad
ASCOLTARE
PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:
CAMPING BLU
1. In quale ambiente immagini che si trovi il campeggio?
2. Ti aspetti di ascoltare: una descrizione all’interno di un racconto la descrizione del campeggio allo scopo di attirare turisti
DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Indica la risposta giusta. – La bambina non vede l’ora che termini la scuola per: andare dalla nonna trasferirsi a vivere in campeggio andare al mare dormire fino a tardi – Tra i seguenti soggetti non si chiama “Blu”: la bambina la mamma la nonna il camping
– Il camping si trova: in una pineta vicino al mare in una radura ai piedi della montagna in una radura ai piedi della collina alla periferia di una grande città – L’elemento che non viene nominato nella descrizione è: la lavanderia la cucina la vegetazione il bar
4. Riporta con parole tue la descrizione di un punto del campeggio. ....................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................... 5. Nel market si vende “dall’ago alla vaporiera” significa che: si possono acquistare solo cibi e bevande si possono acquistare gli aghi e le vaporiere si possono acquistare solo quotidiani e giornali si può acquistare tutto ciò che serve 6. Perché i turisti si stupiscono del nome del campeggio? ....................................................................................................................................................................................................... ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Testo audio e in GUIDA
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IL TESTO DESCRITTIVO
LA RUBAMAMMA Certi giorni mi va tutto storto. Succede quando arriva lei: la strega che ogni tanto trascina la mamma al cinema o a fare compere, lasciando a casa con papà una bambina furibonda e col muso lungo. La rubamamma è alta, con i capelli neri, lunghi e ricci. Ha i cerchi d’oro alle orecchie. La bocca rossa rossa. Gli occhi sono colorati di celeste o di viola. Le signore che incontro non somigliano per niente alla rubamamma. Quelle che vedo al supermercato hanno cappotti neri o marroni, gonne né lunghe né corte, scarpe nere o blu. Invece gli abiti della rubamamma sono tutti speciali: gonne corte corte, golfini stretti stretti e giacche di pelle nera. D’inverno porta un cappotto rosso o un impermeabile, che sembra d’oro, ma è di plastica luccicante. I capelli non li lega mai, li porta sciolti e tutti per aria. A me, Martina, le donne truccate non piacciono. E lei si trucca sempre, con quel rossetto scuro e la riga intorno agli occhi. Ci ho fatto caso: mette sempre le scarpe con i tacchi alti e la punta aguzza e, in estate, i sandali aperti (con i tacchi alti, naturalmente), così si vedono le unghie rossissime. Appena quella lì arriva, mamma si chiude svelta nel bagno. E quando esce è tutta allegra. Ha la bocca rossa rossa, anche lei! E si è colorata gli occhi di verde e rosa. Mette gli orecchini che luccicano, prende la borsa e la giacca e quell’insopportabile rubamamma se la porta via. da P. Zannoner, La rubamamma, Mondadori
COMPRENDO hi è il narratore di questo testo? C .................................................................... Al narratore la rubamamma: piace non piace S ottolinea nel testo le frasi che te lo fanno capire. erché il narratore prova antipatia P nei confronti dell’amica della mamma? ....................................................................
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ESPLORO IL TESTO
La descrizione di persone La descrizione del personaggio privilegia: il carattere l’aspetto fisico il comportamento gli stati d’animo La rubamamma è descritta da un punto di vista: soggettivo oggettivo La rubamamma viene descritta come una persona: insignificante e banale stravagante e originale Sottolinea le espressioni che te lo fanno capire.
IL TESTO DESCRITTIVO
RODOLFO Se per caso non avete una sorella maggiore, state tranquilli: non vi perdete niente. Tanto per darvi un’idea, la mia non dice una cosa gentile da quando aveva sei anni… e adesso ne ha quattordici. In più è anche somara, visto che prende ripetizioni di matematica, perché non ha idea di cosa siano le “potenze”. Io a dire il vero preferisco Rodolfo, perché non mi rompe mai le scatole, invece mia sorella sempre. E poi la stanza di Roddy è sempre fantastica per via del disordine micidiale (che però deve rimanere così, se no lui non trova più nulla) e delle foto sul muro: da una parte una band rock e dall’altra un sacco di monaci vestiti di rosso, che scappano davanti a poliziotti armati, in un posto lontano che si chiama Tibet. Rodolfo non sembra un fratello, ma un attore da telefilm: ha lo sguardo scintillante e la mascella quadrata e porta jeans molto vecchi e un giubbotto di finta pelle nera, perché lui è animalista e antivivisezionista, cioè di quelli che non ammazzano gli animali e neppure li tagliano a fette quando sono ancora vivi, o gli strappano via il cuoio per farci scarpe e giacche. Gira con una bicicletta tutta scassata e io lo vedo pochissimo, perché sta sempre fuori. Dice che studia dagli amici. Nessuno, però, capisce bene che cosa studi, perché all’università non si è mai iscritto! da S. Fabri, Adesso che sono grande, Giunti Junior
COMPRENDO ispondi sul quaderno. R 1 . Il brano è scritto in prima o in terza persona? 2. C he cosa pensa l’autore di sua sorella? 3. Chi è Rodolfo? 4 . Perché viene preferito alla sorella? 5 . Quali caratteristiche fisiche lo fanno somigliare a un attore? 6 . In quali temi sociali è impegnato?
SCRIVO T u hai fratelli o sorelle? Quale rapporto hai con loro? Raccontalo in un testo, descrivendo anche il loro aspetto fisico, il carattere, il comportamento e quali sentimenti vi legano. Se non hai fratelli, descrivi un amico.
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IL TESTO DESCRITTIVO
ANNA E BRUNO Anna era arrivata nella nostra scuola per la prima volta all’inizio della quarta elementare. Il signor Salvani, il maestro, l’aveva fatta entrare nell’aula e aveva detto: – Ecco la vostra nuova compagna. Si chiama Anna Valesca. Siate gentili con lei. È qui solo da sei mesi. Prima viveva coi genitori in Polonia. Anna era proprio buffa. Non indossava dei jeans, ma una veste lunga e fuori moda. Aveva una sola treccia, anch’essa troppo lunga. Era pallida, magra e respirava con un certo affanno. Qualche compagno cominciò a ridacchiare. – Un po’ di contegno! – ammonì il signor Salvani. Fece sedere Anna in un banco accanto a Caterina e subito Caterina si scostò ostentatamente da lei, che però fece finta di niente. Accanto a Caterina sedeva Bruno, un ragazzino con una lunga frangia liscia e nera e la bocca sempre aperta in un sorriso che scopriva denti larghi e radi. Bruno trovò che Anna sembrava fuori posto in classe e tornò a squadrarla attentamente. Allora lei sollevò la testa e gli dette una sbirciata. Per Bruno fu come una scossa elettrica. La ragazza aveva due immensi occhi nocciola, enormemente tristi. Lui non aveva mai visto due occhi così. Nei giorni seguenti nessuno si interessò di Anna, anche se il maestro esortava gli alunni a non essere scortesi. A sentire Caterina, Anna era proprio disgustosa: – Puzza – diceva – e non sa neppure scrivere in modo corretto: a dieci anni! Bernardo obiettava: – Forse sa scrivere in polacco. – Sfido – replicava Caterina – è proprio una polacca, mica è una di noi.
ESPLORO IL TESTO La descrizione
nella narrazione
Dividi il testo in sequenze e sottolinea quelle descrittive. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). – Nella narrazione sono inserite alcune descrizioni. – Le descrizioni riguardano le persone e la scuola di Anna. – Viene descritto il carattere di Anna, di Caterina e di Regina. – Viene descritto anche Bruno. – Le descrizioni inserite sono indispensabili per comprendere il testo. – Le descrizioni inserite rendono il testo più chiaro e piacevole.
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V V V V V V
F F F F F F
IL TESTO DESCRITTIVO – Forse non le hanno permesso di restare in Polonia – suggerì Bernardo. – A causa di quella puzza senza fine – insisté Caterina per rincarare la dose. Era troppo! Bruno afferrò la compagna per un braccio e gridò: – Smettila una buona volta! Sei tu che puzzi. Caterina si svincolò e urlò a sua volta in modo da farsi sentire da tutti: – Difende Anna. Bruno è innamorato di Anna! Bruno si gettò allora su Caterina premendole la mano sulla bocca mentre lei si dibatteva, rossa in viso. – Lasciala! – intervenne Regina. – Non vedi che non ce la fa più a respirare! Regina era la più assennata della classe e anche la più alta: sovrastava di un palmo tutti gli altri, aveva gambe forti e lunghissime, che le facevano vincere ogni gara di salto, e non sopportava che qualcuno subisse un’ingiustizia. Nessuno di loro si era accorto che il maestro era fermo sulla porta dell’aula e già da un pezzo li stava ascoltando. – Bruno lascia andare Caterina! – Il signor Salvani era terribilmente in collera. Gli si leggeva in faccia, mentre ordinava a tutti di tornare ai loro posti. Di colpo calò sulla classe un silenzio profondo. E poiché non volava neppure una mosca, tutti sentirono i singhiozzi di Anna. Lei cercava di soffocarli, ma non ci riusciva. Le lacrime le scorrevano giù per le guance. Se le asciugava e riasciugava senza posa e il suo respiro si faceva affannoso. Il maestro si accostò al banco di Anna e ordinò a Caterina di cambiare posto con Regina. A Regina disse: – Forse tu puoi aiutare Anna. Poi tenne un discorso. Parlava tra i denti e avrebbe volentieri urlato. – Può succedere a ognuno di voi di trasferirsi in un’altra città e in un’altra scuola. E ognuno di voi all’inizio sarebbe un estraneo. Per Anna la situazione è ancora più complicata. Lei è cresciuta ed è andata a scuola in un altro Paese. Là parlava soltanto la sua lingua. Poi i suoi genitori hanno ottenuto il permesso di emigrare nel nostro Paese e adesso sono qui. Vorrebbero sentirsi a casa loro. Anche Anna lo vorrebbe, ma voi glielo rendete difficile. da P. Hartling, Piccolo amore, Nuove Edizioni Romane
IO
CON GLI ALTRI
“Può succedere a ognuno di voi di trasferirsi in un’altra scuola e di sentirsi un estraneo”. Riflettete su questa affermazione e confrontate, con sincerità, le vostre opinioni.
Lessico Sottolinea i due aggettivi che non sono sinonimi di "terribile". tremendo • gradevole • brutto • insopportabile orribile • piacevole
149
LABORATORIO
del
LESSICO
CHE COSA PROVO?
A
Per rendere più interessante e originale una descrizione, spesso l’autore si avvale del linguaggio figurato: similitudini, metafore, modi di dire, sono utili per descrivere emozioni e sentimenti in modo efficace.
C
D
B
E
LINGUAGGIO FIGURATO S crivi per ogni foto il sentimento provato dal soggetto e collegalo ai modi di dire corrispondenti.
A
...............................................
B
...............................................
Sono rosso come un pomodoro.
C
...............................................
Sono felice come una Pasqua.
D
...............................................
Ho un diavolo per capello.
E
...............................................
Sono giù di corda.
Mi tremano le gambe. VAI AL LIBRO DI
150
S C R I T TU R A VAI A PAGG. 53-54
INSIEME PER IMPARARE FACILE Il testo DESCRITTIVO GETTI I SOG
Le descrizioni hanno come soggetti: • PERSONE; • ANIMALI; • LUOGHI INTERNI o ESTERNI.
IL MODO
Ogni soggetto può essere descritto: • in modo SOGGETTIVO; • in modo OGGETTIVO; • da una POSIZIONE FISSA o MOBILE.
I DATI
L'ORDINE
Nella descrizione si usano: • DATI SENSORIALI (visivi, uditivi, olfattivi, gustativi e tattili); • DATI DINAMICI; • DATI STATICI. La descrizione può seguire un ordine: • LOGICO; • S PAZIALE, con l’uso degli INDICATORI SPAZIALI; •T EMPORALE, con l’uso degli INDICATORI TEMPORALI.
Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave in maiuscolo). Le descrizioni hanno come soggetti: ..................................................................................................................... .............................................................................................................................................................................................................. . Ogni soggetto può essere descritto in modo ........................................... , ................................................. o da una posizione ................................................................... o ................................................................................... . Per descrivere si usano dati ......................................, ......................................, e ............................................... . La descrizione può seguire un ordine ............................................................... , ............................................... usando gli ................................................................ spaziali, o un ordine .............................................................. usando gli ................................................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.
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VERSO LE
COMPETENZE LA ZIA MARIA
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Voi non conoscete la mia zia Maria! Era un vero personaggio, nel senso che era strana e non comune. Mia zia si tingeva i capelli di grigio metallizzato virato al violetto, portava gli occhiali, gli orecchini di perle e da quando era giovane faceva la camiciaia. Lo so, è un mestiere che quasi non esiste più: oggi le camicie si comprano più spesso nei negozi, nei grandi magazzini e sui banchi del mercato, ma un tempo le facevano soprattutto le sarte che cambiavano anche colletti e polsini, quando erano consumati. Con quel mestiere zia Maria aveva tirato su due figlie, tra asole e colletti, tra pentole di ragù e panni stesi, in giornate scandite dal ticchettare scivolante della macchina da cucire a pedale. Fuori, oltre il mobiletto della vecchia Singer sempre in movimento, oltre le finestre troppo piene di spifferi, c’erano i campi, qualche orto e una discesa sterrata che portava al centro di Ancona e che nei giorni di pioggia si riempiva di fango. La zia non si fermava mai. Cuciva, spennava galline, impastava tagliatelle, tirava sberle alle figlie, la sera diceva il rosario e pregava Santa Rita. Faceva tanto e rideva poco. Era difficile farla sorridere anche quando, la sera prima di addormentarmi, la convincevo a raccontarmi una storia e lei mi ripeteva quella di Bocio, che avrebbe fatto morire dalle risate chiunque, ma non lei, che alla fine, come se divertirsi fosse una cosa stonata, ordinava: – Adesso forza, dormi e basta con queste stupidaggini! Quando arrivava la Pasqua impastava la pasta di pane e ci modellava un pupazzo, anzi una pupazza: una donnina che in pancia, al posto di un bimbo, portava un uovo sodo ed era tutta colorata di minuscole palline di zucchero. La portava poi in tavola dentro un cestino di vimini coperto con il tovagliolo orlato di pizzi, che aveva fatto lei con le sue mani. D’estate mi portava al Passetto, il mare di Ancona, la spiaggia di città. Insieme scendevamo la grande scalinata a picco sull’Adriatico e arrivavamo alle Grotte, rimesse di barche scavate nella roccia e riadattate a rifugi estivi dove, tra nasse e canne da pesca, negli anni Cinquanta cominciavano a fiorire piccole cucine perfettamente attrezzate, frigoriferi e tavolini per i pranzi in riva al mare. Lì facevo il bagno e giocavo con gli altri bambini, mentre la zia Maria restava a riva a chiacchierare. Quelli erano i suoi rari momenti di riposo! da N. Barbiero, G. Reali, Il nonnolibro, Salani
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una cuoca una contadina
2. Lavorava: in fabbrica nella sua casa in campagna in un negozio nella sua casa al mare 3. L a “vecchia Singer” (riga 11) è: una bicicletta un’aspirapolvere una macchina da cucire un’automobile 4. L a zia Maria non si fermava mai perché: non aveva tempo aveva tante cose da fare tra la casa, il lavoro e le figlie lavorava sempre cucinava molto 5. I n estate la zia: insegnava al nipote a cucire andava con il nipote al mare si occupava della campagna lavorava e cucinava 6. L’autore ti fa capire che: nutre antipatia per la zia ha solo ricordi vaghi della zia ricorda con indifferenza la zia è molto affezionato alla zia 7. L a zia è descritta in modo: oggettivo soggettivo Perché? ......................................................................
8. A ll’inizio del testo come definisce l’autore sua zia?
Il testo descrittivo
1. L a zia Maria era: una pasticciera una camiciaia
......................................................................................... .........................................................................................
I ndica gli aggettivi che si addicono a zia Maria, leggendo il resto del brano: pigra e timida energica e attiva vanitosa ed elegante scontrosa e taciturna 9. S ottolinea di rosso la descrizione dell’aspetto fisico della zia, di blu quella del suo carattere. 10. I ndica gli elementi che non vengono descritti: l’aspetto fisico della zia la casa della zia ciò che si vede dalla casa della zia la macchina da cucire le abitudini della zia il mare di Ancona la città di Ancona 11. La descrizione si avvale soprattutto di: dati statici dati di movimento dati olfattivi dati gustativi 12. “ Cominciavano a fiorire piccole cucine...” (riga 29) è una: similitudine metafora personificazione
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Il testo
INFORMATIVO
IL TESTO INFORMATIVO trasmette ai lettori informazioni e spiegazioni su qualsiasi materia di studio e su argomenti di interesse pubblico
ha lo scopo di
far apprendere, studiare o approfondire un argomento; ciò avviene con i sussidiari scolastici, le enciclopedie, i saggi e le riviste divulgative
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aggiornare sulle notizie di cronaca e attualità; questo è l’obiettivo degli articoli di cronaca nei quotidiani
Lo scorso anno hai conosciuto il testo informativo nella sua STRUTTURA e negli STRUMENTI usati
I SUPPORTI GRAFICI
IZIONE L'ESPOS La narrazione dell’argomento può essere: – suddivisa in paragrafi, ognuno incentrato su un aspetto specifico – presentata sotto forma di elenco
L’ORDINE I fatti narrati seguono un ordine: – cronologico – logico – logico-causale
Il testo è accompagnato da: – fotografie con didascalie – evidenziazioni di parole-chiave – schemi, mappe, tabelle – cartine
IL AGGIO LINGU è specifico dell’argomento trattato
TO ESPLORO IL TES In questa sezione scoprirai: testi INFORMATIVI di vario argomento la CRONACA
GIORNALISTICA il QUOTIDIANO
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IL TESTO INFORMATIVO
DORMIRE DORMIRE TO ESPLORO IL TES
La struttura I n quanti paragrafi è suddiviso il testo? Da che cosa lo capisci? ..................................................... ..................................................... I paragrafi sono in ordine: d’importanza cronologico logico-causale logico
PERCHÉ DORMIAMO? Il nostro cervello ci obbliga a dormire… ma per quale ragione? Per riposarsi? Certamente. In realtà durante il sonno è vero che alcuni organi rallentano la loro attività, ma altri, invece, si attivano. Ad esempio nei bambini e negli adolescenti è proprio durante il sonno che viene secreto in maggior quantità l’ormone della crescita. Per eliminare lo stress? Durante la notte i nostri muscoli si rilassano e anche la psiche si riprende dalle fatiche quotidiane. Per consolidare quanto si è imparato durante la giornata? In effetti, gli studenti, quando rileggono un’ultima volta la lezione prima di addormentarsi, ottengono al mattino risultati migliori… NOTTURNO O MATTINIERO? Andare a letto presto, andare a letto tardi, alzarsi presto, alzarsi tardi… siamo veramente liberi di scegliere? Tutti possediamo, nascosto nel cervello, un “orologio biologico” che ci induce il sonno quando viene il buio e ci risveglia la mattina, dopo che abbiamo dormito abbastanza. Alcuni certamente più sensibili ai cambiamenti di luce hanno un orologio che “va avanti” e tendono ad andare a dormire e ad alzarsi presto. Altri, invece, hanno un orologio che “va indietro” e li porta a posticipare il momento di andare a letto e quello della sveglia. Tale orologio è “tarato” geneticamente e quindi non rispettare i ritmi non è molto facile, significa andare contro natura. L’orologio biologico compie spontaneamente un giro in ventitré, venticinque ore a seconda degli individui, ma si regola quotidianamente sulle ventiquattro ore, grazie all’alternanza giornonotte percepita dai nostri occhi. da Centre de Vulgarisation de la Connaissance, Perché?, Edizioni Dedalo
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IL TESTO INFORMATIVO
L’AQUILA DALLA TESTA BIANCA L’aquila di mare dalla testa bianca è una delle specie più grandi del genere. Il maschio e la femmina non si distinguono perché il piumaggio è simile nei due sessi. I giovani vestono un primo abito di colore bruno scuro, che viene sostituito dal piumaggio definitivo solo al quarto anno di età. Costruisce il nido di solito su un grande albero, in modo che l’atterraggio e il decollo avvengano senza difficoltà. In assenza di alberi nidifica sulle scogliere e si accontenta di imbottire il nudo suolo con qualche piuma e con qualche fuscello. La femmina depone due o tre uova bianche e le cova per circa trentacinque giorni. I giovani aquilotti restano nel nido per dieci o undici settimane. L’alimentazione di questa specie è a base di pesce. Altre prede (come lupi di piccole dimensioni) compaiono nella sua dieta, soprattutto quando il ghiaccio preclude la possibilità di cacciare in acqua. Particolarmente insidiati sono gli uccelli acquatici, come le strolaghe e le anatre, che possono sfuggirle solo alzandosi in volo o tuffandosi sott’acqua. In tal caso il rapace resta a volteggiare in alto e costringe la preda a immergersi in continuazione, finché il volatile, stremato, si trattiene in superficie qualche attimo di troppo. L’aquila di mare dalla testa bianca è diffusa in buona parte del continente nordamericano. da F. Petretti, Maestà, permette una domanda…, Rai-Eri
ESPLORO IL TESTO
La struttura
Q ual è l’argomento trattato dal testo che hai letto? ........................................................... ........................................................... È presentato attraverso: il racconto di un’esperienza vissuta una leggenda una descrizione dettagliata I l testo può essere suddiviso in paragrafi. Quanti? Segnali a lato del testo. A ttribuisci un titolo a ciascun paragrafo sul quaderno.
COMPRENDO I l testo ha lo scopo di: parlare delle aquile dare informazioni sull’aquila dalla testa bianca convincere chi legge che l’aquila è un animale protetto R ileggi il testo e segna se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). – Il maschio dell’aquila ha il piumaggio diverso da quello della femmina. V F – L’aquila nidifica sugli alberi V F o sulle scogliere. – L’aquila si ciba di piccoli lupi V F nei periodi di gelo. – L’aquila è diffusa nel continente V F nordeuropeo.
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IL TESTO INFORMATIVO
LA MANO, UN ORGANO FONDAMENTALE ...........................................
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Darsi la mano è un saluto comune a molte civiltà: anticamente si dimostrava in questo modo di non nascondere armi e che, quindi, si veniva in pace. La stretta di mano è antichissima: è testimoniata già nei geroglifici egizi, come simbolo del patto siglato fra l’uomo e gli dei. Ma la mano è molto di più: è uno degli organi fondamentali del corpo umano, quello che ci permette, forse più di ogni altro, di entrare in contatto con il mondo che ci circonda. Nella mano ci sono ventisette ossa: ben quattordici solo nelle dita, tra falangi, falangine e falangette. Le mani col pollice opponibile permettono di afferrare gli oggetti e maneggiare utensili: oltre a noi esseri umani, le hanno così solo le scimmie, i lemuri del Madagascar e i tarsi, piccoli primati arboricoli dagli enormi occhi, che vivono nelle Filippine. Su ogni mano ci sono circa ventimila recettori tattili: cento per centimetro quadrato sulla punta delle dita, circa venti, trenta per centimetro quadrato sul palmo. Le dita della mano sono lunghe e sottili, con poco spazio per i muscoli. Per muovere le mani usiamo i muscoli dell’avambraccio a cui sono collegate da lunghi tendini, che le controllano come i fili una marionetta. Le unghie della mano crescono da 1,8 a 4,2 mm al mese: un po’ più di giorno e d’estate, meno di notte e d’inverno. Nella mano destra la crescita è più veloce, perché la maggiore attività dei muscoli fa affluire più sangue. Nei mancini è il contrario. I fossili dimostrano che lo stiloide della mano, la protuberanza ossea che stabilizza il polso quando si afferrano oggetti piccoli, è comparso dopo l’invenzione, da parte dell’uomo, dei primi utensili. Sarebbe la prova che l’anatomia dell’uomo si è evoluta per adattarsi a una nuova tecnologia. da www.focusjunior.it
TO ESPLORO IL TES
La parola chiave I ndividua le parole-chiave e scrivile nei riquadri. P oi utilizza le parole-chiave per esporre l’argomento in modo ordinato.
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LABORATORIO
del
LESSICO
L’ABBIGLIAMENTO ETRUSCO Sono ancora una volta le immagini recuperate dagli archeologi e i testi latini a informarci in merito all’abbigliamento etrusco, che si ricollega strettamente a quello greco. I tessuti preferiti erano la lana, generalmente molto colorata, e il lino usato nel suo colore naturale. Fin dal periodo orientalizzante si notano tra gli Etruschi abiti unisex: uomini e donne, specie se avanti negli anni, indossavano indifferentemente lunghe tuniche decorate a scacchi e losanghe, talvolta abbinate a un mantello. Le donne portavano pure un chitone di lunghezza intermedia, con lunghe maniche; si trattava di una veste ben diversa dai modelli greci e quindi quasi sicuramente di creazione etrusca. Soltanto più tardi, intorno al 530 a.C., apparve il chitone di lino di tipo ionico (dal nome della regione greca della Ionia) nel vestiario maschile e femminile, con la sua variante corta denominata “chitonisco” e usata esclusivamente dai giovani e dagli atleti. Tra i manti va segnalata la tebenna, che avrà un successo notevole e ispirerà la toga dei Romani. Veniva usato anche, su ispirazione greca, un mantello rettangolare conosciuto in due versioni: ampia (himation) e ridotta (chlaina). La tebenna e la chlaina saranno utilizzate in seguito soltanto dagli uomini. Gli Etruschi mostrarono un interesse particolare per le calzature, realizzate in cuoio o in stoffa ricamata. Le donne, ma anche gli uomini, impreziosivano l’acconciatura e l’abito con gioielli di raffinata fattura (diademi, orecchini, collane, braccialetti, anelli e fibule, simili nell’uso alle nostre spille da balia). da AA.VV., Ciao Etruschi, Fatatrac
ETIMOLOGIA
La parola abito deriva dal latino habitum = “aspetto esteriore”, a sua volta derivato da habere = “possedere”. S ottolinea nel testo i nomi degli abiti etruschi. Tutti questi termini appartengono al linguaggio specifico: della Moda della Storia VAI AL LIBRO DI della Tecnologia
S C R I T TU R A VAI A PAG. 54
S cegli un elemento dell’abbigliamento contemporaneo e prova a ricostruirne la storia, aiutandoti anche con una ricerca in rete. Se puoi, verifica l’etimologia della parola o qual è il legame tra la parola e ciò che rappresenta.
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LEGGO i CLASSICI
L’UOMO È SULLA LUNA «Il più fantastico viaggio, l’avventura più grande, il sogno più impossibile di generazioni di poeti, di scienziati, di uomini comuni come tutti noi, si è compiuto… Neil Armstrong e Edwin Aldrin, in rappresentanza di tutti gli abitanti del pianeta Terra, a bordo della loro meravigliosa “Aquila”, hanno toccato il suolo della Luna, un corpo extra-terrestre lontano dal nostro pianeta 384 mila chilometri… Impossibile dire la tensione, l’emozione, la febbre che ci ha assaliti tutti qui, al Centro di controllo di Houston, mentre i secondi scanditi sui quadranti luminosi passavano uno dopo l’altro per segnare il conto alla rovescia dal momento in cui il retrorazzo dell’Aquila si è acceso a quello in cui le solide zampe del veicolo si sono posate con un sobbalzo nella desolata landa del Mare della Tranquillità…
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LEGGO I CLASSICI
L’UOMO È SULLA LUNA (ARTICOLO)
ANNO DI PUBBLICAZIONE
21 luglio 1969
CURIOSITÀ
Giancarlo Masini fu il primo giornalista italiano a essere invitato dalla NASA a visitare tutte le basi e i laboratori spaziali americani. È ricordato come l'inventore delle pagine di divulgazione scientifica sui quotidiani. Nell’edizione de “Il Corriere della sera”, del 21 luglio 1969, raccontò la straordinaria impresa lunare, definita da Armstrong un “piccolo passo di un uomo, ma un grande balzo avanti per l’umanità”.
Armstrong e Aldrin sono in piedi ai comandi. Li sentiamo. Per quanto la loro voce si mantenga fredda e quasi monotona, avvertiamo la loro commozione più che udire le loro parole che sono poche e non si distaccano dal gergo tecnico. Intanto, però, descrivono il luogo dove sono atterrati, dice Armstrong: “Siamo su un suolo roccioso, in una zona relativamente pianeggiante con crateri larghi dai due ai diciassette metri. Vediamo delle alture. Vi sono migliaia di piccoli crateri davanti a noi”. È intervenuto Aldrin: “Sembra una vera e propria collezione di rocce di ogni tipo immaginabile. Il panorama non offre colori molto vivi, ad eccezione di alcune rocce con colori interessanti”».
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore:
Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro:
da G. Masini, Il Corriere della sera, 21 luglio 1969
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ESPLORO
LA CRONACA GIORNALISTICA occhiello
titolo principale
UN DIFFICILE MA GRATIFICANTE SALVATAGGIO
Balena spiaggiata in Cile, città si mobilita per salvarla sommario Pescatori, bagnanti, polizia e marina hanno impiegato tre ore per trainare il cetaceo in mare aperto. Grande l’emozione quando la balenottera azzurra è stata vista nuotare al largo.
Le mie domande CHE COSA
Di che cosa tratta un articolo di cronaca giornalistica?
LA Come è STRUTTURA
strutturata la narrazione dei fatti?
IL TITOLO
Come si presenta il titolo?
IL AGGIO LINGU Quale linguaggio viene usato?
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IQUIQUE, 30 dicembre 2015 - Nel nord del Cile un’intera città si è mobilitata per salvare una balenottera azzurra lunga circa venti metri che si era andata a spiaggiare lungo la riva della città portuale di Iquique. Le operazioni di salvataggio sono durate circa tre ore. Nei video postati online si vedono bagnanti, surfisti, pescatori, oltre a polizia e marina, impegnati a rimorchiare il cetaceo per poi spingerlo nuovamente verso il mare aperto. I pescatori con l’aiuto di funi e corde e di un’imbarcazione sono riusciti a trainare la balena in acqua per cinque chilometri, per poi liberarla. Successivamente, l’animale marino è stato visto nuotare tranquillamente al largo, riempiendo di gioia i suoi salvatori. Il responsabile della marina di Iquique, Navio Gastón Guerrero, si è congratulato per lo sforzo congiunto di autorità, pescatori e popolazione: «È importante evidenziare il sostegno di autorità, pescatori e civili nel portare a termine questo difficile ma gratificante salvataggio, che ha mostrato come lavorando insieme sia possibile raggiungere importanti obiettivi». da La Repubblica, 30 dicembre 2015
Le risposte
CHE COSA
LA STRUTTURA
IL TITOLO
IL AGGIO LINGU
La cronaca giornalistica è un testo informativo che riporta una notizia di attualità. La narrazione dei fatti, di solito, è esposta in ordine cronologico. In base all’argomento trattato, la cronaca può essere: – bianca, quando affronta questioni sociali e amministrative cittadine (edilizia, alloggi, parcheggi, eventi culturali…); – nera, quando riporta fatti criminosi, incidenti, sciagure; – r osa, quella incentrata su curiosità e pettegolezzi del mondo dei personaggi famosi (attori, cantanti…); – giudiziaria, quando riporta i resoconti dei processi importanti; – sportiva, quella che segue lo sport in tutti i suoi settori. La narrazione segue la regola delle 5 W + H, cioè risponde a cinque domande che iniziano in inglese con la W e a una con la H: – Who? (chi?) ➜ indica le persone coinvolte (protagonisti e testimoni); – What? (che cosa?) ➜ spiega e precisa il fatto accaduto; – Where? (dove?) ➜ informa sul luogo dove è avvenuta la vicenda; – When? (quando?) ➜ informa sul tempo in cui è avvenuta; – Why? (perché?) ➜ spiega le cause dell’avvenimento; – How? (come?) ➜ descrive le modalità di svolgimento del fatto. Questa struttura non è rigida e il giornalista può disporre gli elementi delle 5 W + H in modo diverso. A volte inserisce un suo breve commento. Il titolo dell’articolo è molto importante perché ne indica il contenuto ed è generalmente costituito da tre elementi: – occhiello ➜ introduce l’argomento, è posto sopra il titolo; – titolo principale ➜ indica in mondo sintetico ed efficace la notizia; – s ommario ➜ riassume il contenuto dell’articolo, è posto sotto il titolo. Il cronista scrive in terza persona usando un linguaggio chiaro, sintetico e preciso per farsi comprendere da tutti i lettori. A volte usa termini specifici dell’argomento trattato o rende più sensazionale il linguaggio per invogliare il lettore.
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IL TESTO INFORMATIVO TURISTA RISCHIA DI ANNEGARE
Il coraggio di due giovani salva una ragazzina NUMANA – Ha rischiato di annegare la quindicenne che ieri è stata salvata in extremis a Numana. Si trovava in vacanza nella Riviera del Conero quella ragazzina russa, si divertiva a giocare in spiaggia di fronte allo stabilimento balneare con un gruppetto di altri dieci connazionali, tutti minorenni, accompagnati da due animatori del posto. Il mare era molto mosso ieri mattina, ma la giovane si è tuffata lo stesso, rimanendo sempre nelle vicinanze. Non si è accorta però che la corrente la stava trasportando verso sud.
Erano circa le 10.15 quando un’onda l’ha travolta e spinta sotto, trascinandola per oltre duecento metri fino a farla arrivare di fronte allo stabilimento attiguo. La quindicenne ha bevuto molta acqua e sabbia tanto da rischiare di soffocare e non riusciva a riemergere. Due giovani bagnini l’hanno vista mentre stava affogando con un braccio in alto per segnalare la sua presenza e si sono buttati in acqua per salvarla, Andrea Cardellini e Alessia Gava, entrambi studenti universitari alla Politecnica di Ancona. Trascinata a riva, la ragazza è stata caricata su un’ambulanza e portata all’ospedale anconetano, dove versa adesso in gravi condizioni ma non si trova in pericolo di vita. da Il Resto del Carlino, 1 agosto 2015
TO ESPLORO IL TES La regola delle 5 W + H L ’articolo che hai appena letto è una: cronaca bianca cronaca sportiva cronaca nera cronaca giudiziaria A quale W o H corrisponde ciascuna delle seguenti domande? Collega. – Dove sono avvenuti i fatti?
Why?
– Quando? – Chi è il protagonista?
Where? When?
– Che cosa è successo? – Perché? – Come si sono svolti i fatti? O ra rispondi a ciascuna domanda sul quaderno. I l giornalista ha rispettato la regola delle 5 W + H? Solo in parte Interamente
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Who? What? How?
LA CRONACA GIORNALISTICA CARTA D’IDENTITÀ ELETTRONICA: IL DECRETO NELLA GAZZETTA UFFICIALE
Chip e impronte: la svolta digitale della carta d’identità
Ora le condizioni sono cambiate e la Cie fa parte di un più ampio quadro di riforme digitali. Dopo vent’anni potrebbe essere la volta buona. ROMA – Potremo avere tutti una carta d’identità elettronica, una tessera di plastica dotata di chip, con informazioni nuove come le nostre impronte digitali e la volontà di donare gli organi. È il risultato di un decreto pubblicato dal ministero dell’Interno il 30 dicembre in Gazzetta Ufficiale. Il governo riprova quindi quella che finora è stata una “mission impossible”: sono circa vent’anni, infatti, che l’Italia tenta di dotarsi di una carta d’identità elettronica (Cie). Solo pochi Comuni l’hanno offerta, in via sperimentale, e negli ultimi anni molti hanno abbandonato il servizio. Il nuovo tentativo del governo mira in alto: rendere la carta disponibile in tutto il territorio nazionale. Sarà lo stesso ministero a pianificare i tempi di fornitura della nuova carta ai Comuni, in modo graduale (così si legge nel decreto). Un processo che potrebbe durare un paio d’anni per coprire l’intero territorio nazionale. Il cittadino potrà averla in sei giorni dalla richiesta, mentre le attuali carte d’identità resteranno valide fino a scadenza. «La nuova Cie avrà tre vantaggi per il cittadino» osserva Eugenio Prosperetti, avvocato docente di informatica giuridica alla Luiss di Roma «Primo: è qualcosa che l’Italia avrebbe comunque dovuto fare da tempo, per adeguarsi alla normativa europea, che impone di avere documenti d’identità dotati di chip. La nuova Cie sarà quindi di sicuro valida per viaggiare in Europa, a differenza di quella cartacea, che alcuni Paesi già faticavano ad accettare alla frontiera. Il secondo vantaggio è che la carta è più sicura contro i rischi di contraffazione, grazie appunto al chip, un po’ come avviene con le carte di credito, alla cui sicurezza s’ispira infatti la nuova carta d’identità. Terzo: la Cie conterrà informazioni aggiuntive a quelle classiche, come le impronte digitali (esclusi i bambini) e – solo per i maggiorenni – il dato (facoltativo) relativo alla volontà (o diniego) di donazione di organi o tessuti». da La Repubblica, 2 gennaio 2016
MILANO MARIA ROSSI MILANO 12.05.1985 45 557 399
F 185
MILANO VIA ROMA, 75 09.05.2010
09.05.2020 ITA MRASSI85D57B292R
TO ESPLORO IL TES
Il titolo S ottolinea come indicato: il titolo principale l’occhiello il sommario R ispondi Sì o No alle seguenti domande. – Il titolo, secondo te, comunica in modo chiaro il contenuto dell’articolo? – L’occhiello e il sommario ti hanno aiutato a farti un’idea più chiara della notizia? – La lettura dell’articolo ha confermato l’idea che ti eri fatto dal titolo?
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IL TESTO INFORMATIVO
Pennetta trionfa, gli Usa parlano italiano! Flavia Pennetta ha vinto il titolo degli US Open nella storica finale tutta italiana. NEW YORK – Flavia Pennetta ha vinto il titolo degli US Open. Nella finale tutta italiana, la brindisina ha battuto la tarantina Roberta Vinci in due set con il punteggio di 7-6, 6-2. Con questo risultato la Pennetta salirà all’ottavo posto del ranking Wta. Per la Pennetta è il primo torneo Slam in carriera, il secondo per il tennis azzurro femminile, dopo il Roland Garros conquistato da Francesca Schiavone nel 2010. Roberta Vinci non è riuscita a ripetere il miracolo riuscitole in semifinale contro la numero uno del mondo Serena Williams. È proprio la Vinci a partire nel modo migliore, tenendo il servizio a zero nel game di apertura; anche la corregionale risponde di par suo, concedendo all’avversaria un solo game. Il “pronti via” è comunque molto tattico, con le due azzurre che, conoscendosi alla perfezione, trovano il modo di attaccare i rispettivi punti deboli: il rovescio di Vinci e la risposta al servizio la Pennetta. Nel quinto gioco la Pennetta strappa il servizio all’avversaria dopo sedici punti e sei palle break e il buon momento della brindisina continua anche nel game successivo, in cui lascia l’avversaria a zero. Un paio di errori della Pennetta nell’ottavo game
danno però coraggio alla Vinci, la quale realizza il controbreak e nel gioco successivo mette a segno il sorpasso. Si arriva così al tie break, che Flavia Pennetta riesce a vincere sul punteggio di 7 a 4 dopo un’ora esatta di gioco. Sulle ali dell’entusiasmo la Pennetta consolida il suo vantaggio e si porta subito sul 4 a 0, strappando per due volte il servizio all’avversaria. La Vinci non si arrende mai e infatti riesce con tanta grinta a ridurre lo svantaggio sul 4 a 2, ma poi l’avversaria è bravissima a tenere il servizio, anche con il primo ace della partita, portandosi sul 5 a 2. Si arriva così al game decisivo in cui la Pennetta si porta subito sullo 0-40 e al primo match point lo realizza, vincendo con il punteggio di 7-6, 6-2. Subito dopo l’ultima palla, le due italiane si abbracciano al centro del campo e poi Flavia festeggia con il suo allenatore e il fidanzato Fognini sugli spalti. da La Repubblica, 12 settembre 2015
TO ESPLORO IL TES Il linguaggio giornalistico Q ual è l’argomento di quest’articolo? ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... I l linguaggio usato è quello: della Geografia della Meteorologia della Fisica/Astronomia dello Sport
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I l giornalista scrive in: prima persona
terza persona
S ottolinea come indicato: i termini specifici usati dal giornalista espressioni colloquiali del giornalista Sei riuscito a sottolineare entrambe le richieste? Secondo te, perché? ....................................................................................... .......................................................................................
IMPARO
ad
ASCOLTARE
PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi è un articolo di cronaca dal titolo: CLOCHARD
SALVATO DAL FREDDO
1. A quale figura associ la parola “clochard”?
2. N ell’articolo compariranno le seguenti parole: bar • condomini • palazzo • viale • tavolini. Ti fanno pensare a un ambiente di .............................................................................................................................. .
DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Leggi le risposte alle 5 W + H e indica se sono vere (V) o false (F). Who? ➜ Nell’articolo di cronaca si parla di un clochard. What? ➜ La polizia ha chiesto l’intervento del 118. Where? ➜ Il fatto è successo a Milano. When? ➜ Il fatto è accaduto alla fine di novembre. Why? ➜ La polizia ha trovato il clochard infreddolito e senza documenti. How? ➜ Il clochard dormiva in un appartament o fino a quando un condomino ha chiamato il 118.
V V V V V V
F F F F F F
4. Ora scrivi in forma corretta le risposte false. ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... 5. Il dramma del clochard porta alla luce un problema serio. Quale? La presenza in città di persone senza documenti. La condizione dei senzatetto. L’occupazione degli androni dei palazzi da parte dei clochard. 6. Colora la reazione o le reazioni che tale problema suscita in te. pietà
disagio
disprezzo
indifferenza
solidarietà
collaborazione
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
Indice di gradimento:
Testo audio e in GUIDA
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IL TESTO INFORMATIVO
SFOGLIAMO UN QUOTIDIANO I quotidiani sono giornali pubblicati su carta stampata ogni giorno. Infatti la parola “quotidiano” deriva dal latino cotidie = “ogni giorno”. Ogni giornale si inizia a sfogliare dalla prima pagina, che rappresenta un po’ la “vetrina” del giornale stesso, in quanto riporta le notizie più importanti. Testata Nome del giornale.
Articolo di fondo o Editoriale Nella prima colonna a sinistra il direttore del giornale o un personaggio importante nel mondo della cultura (detto appunto “editorialista”) commenta un fatto del giorno o un tema di attualità particolarmente rilevante.
Articolo di spalla Generalmente nella colonna destra, riporta la seconda notizia più importante della giornata.
Civette o strilli Anticipano articoli che si trovano all’interno del giornale, riportandone solo il titolo.
Articolo di apertura Presenta la notizia più importante del giornale.
Pubblicità Spazio pagato da inserzionisti, per reclamizzare i loro prodotti. Si trovano anche nella parte alta della pagina.
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Articoli di taglio Possono essere di taglio medio o basso in base al punto della pagina in cui si trovano. Riguardano notizie di minore rilievo.
LA CRONACA GIORNALISTICA
IL QUOTIDIANO ONLINE Tutte le testate giornalistiche hanno un sito internet in cui pubblicano le principali notizie con il vantaggio di aggiornarle continuamente, in tempo reale, con i fatti dell’ultima ora e di avvalersi di un linguaggio multimediale, mettendo a disposizione dell’utente anche video, musiche e collegamenti web. Una volta collegati a internet, si visualizza la home page, che corrisponde pressappoco alla prima pagina del quotidiano nella sua versione cartacea: con semplici click si possono leggere i vari articoli presentati. Il sito offre inoltre la versione online del quotidiano cartaceo completo, scaricabile a pagamento.
TO ESPLORO IL TES Il quotidiano online O sserva questa prima pagina di quotidiano, così come appare nel monitor del computer, individua cosa ti viene indicato e trascrivilo. Data: ................................................................................................................................................... Ultimo aggiornamento: .............................................................................................................. Testata: .............................................................................................................................................. Titolo dell’articolo di apertura: ................................................................................................. .............................................................................................................................................................. Titolo di un’altra notizia: .............................................................................................................. .............................................................................................................................................................. P rendi un quotidiano, sfoglia le pagine interne e osserva in quali sezioni è suddiviso. Poi apri il sito internet del quotidiano e osserva quali notizie sono riportate anche sull’home page.
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IL TESTO INFORMATIVO
LE PAGINE INTERNE
All’interno del quotidiano le pagine si diversificano in base all’argomento indicato nella testatina: politica interna ➜ notizie politiche importanti a livello nazionale politica estera ➜ notizie politiche importanti a livello internazionale cronaca ➜ articoli che narrano avvenimenti di vario tipo scienza ➜ articoli che trattano di biologia, medicina, fisica, astronomia, chimica, ecologia… spettacolo ➜ notizie legate al mondo del cinema, teatro, televisione economia e lavoro ➜ articoli sulla sfera economico-finanziaria cultura ➜ articoli di letteratura, arte, storia sport ➜ notizie sportive BOOM DI VISITATORI A RECANATI NELLE MARCHE, GRAZIE AL SUCCESSO DEL FILM
Alla ricerca di Leopardi
Così i turisti riscoprono, attraverso il Colle dell’Infinito, i versi di un autore molto attuale. Tutto esaurito negli alberghi. Il successo de Il giovane favoloso, il film di Mario Martone che racconta la vita di Leopardi, ha fatto della cittadina di Recanati (AN) una meta ancora più nota. Il film, ha avuto grande successo nelle sale e ha ricevuto una lunga serie di premi (David di Donatello, Nastro d’Argento, Globo d’Oro). Da quel momento, lunghe file di visitatori in attesa si sono formate frequentemente davanti alla Casa Leopardi, che ospita gli appartamenti della famiglia, ma anche il museo (da visitare con guida) dove sono esposti i libri, i documenti e molti oggetti di vita quotidiana del poeta.
ESTO
T ESPLORO IL
C’è un grande afflusso di visitatori italiani e stranieri anche davanti alla statua di Giacomo nella piazza centrale (oggi Piazza Leopardi, ovviamente), tra i pini del Colle dell’Infinito e del Monte Tabor. Da mesi, nei posteggi di Recanati, è difficile trovare un posto libero. Bar, ristoranti, negozi e bed&breakfast del centro storico fanno ottimi affari, e lo stesso vale per gli agriturismi della zona. «È bello vedere la nostra Recanati invasa, sono felice della crescente presenza di stranieri» commenta il sindaco Francesco Fiordomo. da Il Messaggero, 20 agosto 2015
Articoli di vario tipo
Q ual è l’argomento dell'articolo? ...................................................................................................................... In quale pagina di quotidiano puoi trovare un articolo come quello che hai letto? Pagina di cultura Pagina di scienza
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COMPRENDO L'articolo è stato scritto con lo scopo di: raccontare la vita di Giacomo Leopardi. pubblicizzare la città di Recanati. pubblicizzare un film su Leopardi.
INSIEME PER IMPARARE FACILE La CRONACA GIORNALISTICA CHE COSA
La cronaca giornalistica è l’ARTICOLO DI GIORNALE che racconta i FATTI che accadono, ritenuti importanti per tutti i lettori.
LA STRUTTURA
Il fatto di cronaca è narrato seguendo la REGOLA DELLE 5 W + H; il GIORNALISTA (colui che scrive) risponde a sei domande: • WHAT? = che cosa? ➜ spiega cosa è accaduto; •W HO? = chi? ➜ indica le persone che hanno partecipato al fatto; •W HERE? = dove? ➜ indica in quale luogo è avvenuto; •W HEN? = quando? ➜ indica in quale momento è avvenuto; • WHY? = perché? ➜ spiega le cause del fatto; •H OW? = come? ➜ descrive in che modo è avvenuto.
IL TITOLO
Il TITOLO indica il CONTENUTO dell’articolo.
IL AGGIO LINGU
La cronaca è scritta in TERZA PERSONA. Il linguaggio è CHIARO e SINTETICO e, a volte, usa i TERMINI SPECIFICI dell’argomento trattato.
Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave in maiuscolo). La cronaca giornalistica è .................................................................................................................................... che racconta ................................................................. che ........................................................................................, ritenuti importanti per tutti i lettori. Il giornalista narra il fatto accaduto rispondendo a sei domande: What (= cosa?), W...................................... (= .....................................), W............................ (= .............................), W........................................... (= ...........................................), W......................................... (= ................................................), H............................ (= ..................................). Il ............................................. indica il contenuto dell’articolo. La cronaca è scritta in .................................................................................................................... Il linguaggio è chiaro, .............................................................................. e usa ............................................................................................. dell’argomento trattato. Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.
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VERSO LE
COMPETENZE
TANIA A TRE METRI DAL MITO
Mondiali di tuffi. La Cagnotto nuovamente in finale dopo l’oro di martedì.
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KAZAN - L’oro mondiale, quello che mancava nella sua preziosissima bacheca, Tania Cagnotto l’ha conquistato a Kazan nel trampolino da un metro. Ora la bolzanina ci riprova, stavolta da tre metri (dove ha già conquistato il pass per le Olimpiadi di Rio ai recenti Europei di Rostock) e oggi, in finale, c’è da star sicuri che darà battaglia alle cinesi. L’azzurra si è qualificata per la finale con il quinto punteggio di semifinale (330,45), preceduta dalle cinesi Shi Tingmao (381,90), He Zi (371,40), dalla canadese Jennifer Abel (353,90) e dall’australiana Qin Esther (345,75). Sarà con loro che la Cagnotto si darà battaglia: la gara decisiva inizia oggi alle 18.30 con diretta come sempre su RaiSport 1. «Le medaglie saranno una lotta punto a punto con le cinesi avanti a tutte e Jennifer Abel forse più in forma di me e dell’australiana – spiega Cagnotto. – Nei preliminari ho avuto dei problemini coi presalti che in semifinale ho risolto. Posso ancora migliorare. Proverò a cambiare passo. Ho voglia di giocarmela anche se questo campionato mondiale è già andato più che bene. Cercherò di godermela senza timore e disputare una gara: o la va o la spacca». Già medaglia di bronzo a Montreal 2005, Melbourne 2007 e Roma 2009, quella di Kazan sarà la settima finale iridata della specialità in otto edizioni. L’unica volta che non è riuscita a qualificarsi è stato a Barcellona 2003, quando è risultata la prima delle escluse in semifinale. Il podio dai tre metri è difficile, ma la trentenne Cagnotto ha promesso che proverà ad andare oltre le aspettative all’ultimo campionato mondiale della carriera per arricchire il suo palmares internazionale: otto medaglie iridate (un oro, tre argenti e quattro bronzi) e venticinque europee (diciassette d’oro, quattro d’argento e quattro di bronzo) in quindici anni di Nazionale. da Il Resto del Carlino, 1 agosto 2015
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8. C olora la spiegazione giusta del modo di dire “o la va o la spacca” (righe 20-21). Meglio restare fermi piuttosto che rischiare di spezzare qualcosa.
2. L a Cagnotto si tufferà dai tre metri: a Bolzano a Kazan a Melbourne a Roma
Essere determinati ad affrontare fino in fondo un’impresa rischiosa, decisi a concluderla sia il suo esito risulti positivo che negativo.
3. H a già conquistato l’oro nel trampolino: da un metro da tre metri da due metri da quattro metri 4. N elle semifinali la Cagnotto ha ottenuto: il terzo punteggio il quarto punteggio il quinto punteggio il sesto punteggio
7. L a parola “preliminari” (riga 17) significa: eliminazioni momenti conclusivi prove pause
ell’espressione “finale iridata” 9. N (riga 22) la parola sottolineata significa: che ha i colori dell’arcobaleno di un campionato del mondo variopinta 10. L a testata del quotidiano da cui è tratto l’articolo è: La Stampa La Repubblica Il Messaggero Il Resto del Carlino
5. E ra preceduta da: due cinesi e due australiane due canadesi, una cinese, un’australiana quattro cinesi due cinesi, una canadese, un’australiana 6. I ndica con una x se le seguenti informazioni sono vere (V) o false (F). – Tania Cagnotto proviene da Bolzano. V – Ha già ottenuto due medaglie. V – Quella di Kazan sarà la settima finale iridata. V – La Cagnotto ha gareggiato per quindici anni in Nazionale. V
La cronaca
1. T ania Cagnotto è una campionessa: di nuoto di atletica di tuffi di pallanuoto
11. In questo articolo manca: il titolo l’occhiello il sommario F F F F
12. L’articolo è tratto dalla pagina di: economia sport cultura spettacolo 13. S ottolinea nel testo, con colori diversi, le risposte relative alle 5 W. 14. L’articolo ha lo scopo di: informare descrivere convincere divertire
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I
DIBATTITI IL TESTO ARGOMENTATIVO è un testo orale o scritto che sostiene, con opinioni e informazioni, un determinato argomento o prodotto, con lo scopo di convincere chi legge o ascolta
TESTO VERO E PROPRIO in cui chi parla o scrive esprime una propria tesi, anche in contrasto con quella di altri, e la sostiene in modo adeguato
si può trovare: – nei quotidiani – nelle riviste – nei libri e temi scolastici – nelle recensioni – nei saggi
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può essere un
MESSAGGIO PUBBLICITARIO con il quale si vuole persuadere all’acquisto di un prodotto o orientare verso un comportamento o un modo di pensare
si può trovare: – in supporti cartacei (giornali, riviste, depliant, manifesti…) – in radio e tv – in internet
PER CONVINCERE IL LETTORE l’autore usa
ARGOMENTI (nei testi argomentativi) cioè ragionamenti, dati, esempi… infatti “argomentare” significa “dimostrare la propria idea, il proprio punto di vista con argomenti, cioè prove”
PAROLE E IMMAGINI (nella pubblicità) a volte si avvale anche della musica
TO ESPLORO IL TES In questa sezione scoprirai: testi ARGOMENTATIVI veri e propri la RECENSIONE il DIBATTITO la PUBBLICITÀ COMMERCIALE la PUBBLICITÀ PROGRESSO
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ESPLORO
IL TESTO ARGOMENTATIVO OTTIMISTA O PESSIMISTA?
Le mie domande SA CHE CO
Di che cosa tratta un testo argomentativo?
LA TTURA STRU Come è strutturato un testo argomentativo?
IL AGGIO Quale LINGU
linguaggio usa un testo argomentativo?
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Molti bambini hanno di fronte a ogni difficoltà un atteggiamento ottimista e pensano che andrà tutto bene, come dice il proverbio “Cuor contento, il ciel l’aiuta”. Ma è giusto o non è giusto essere sempre ottimisti? Educatori e psicologi sostengono la tesi del sì e dicono che l’ottimismo aiuta a vivere bene. Se l’ottimista fallisce in un compito o in un lavoro, non si scoraggia perché pensa subito che la volta successiva andrà meglio. Se l’ottimista vive un’esperienza negativa, non si rattrista, al contrario sorride pensando “Poteva andarmi peggio!”. Ma non tutti la pensano così: secondo altri, l’eccessivo ottimismo può danneggiare. Infatti nelle difficoltà chi fa delle previsioni troppo ottimistiche va più facilmente incontro a delusioni. Il pessimista invece, se le cose gli vanno bene, è contento, se gli vanno male, è più preparato ad accettarle. E allora qual è l’atteggiamento giusto? È necessario ricorrere al buon senso. Dobbiamo essere intelligenti: guardare al futuro con ottimismo, ma non con superficialità, trovare degli aspetti positivi anche nelle situazioni più difficili, senza dimenticare di fare attenzione e di impegnarsi. da G. Limentani, L’altra biblioteca, Lattes
Le risposte SA CHE CO
LA TTURA STRU
IL AGGIO LINGU
Il testo argomentativo esprime un’opinione su un tema o problema, di qualsiasi ambito, e la sostiene con ragionamenti, dati, prove ed esempi di vario tipo, allo scopo di convincere il lettore. La struttura del testo argomentativo si articola in: – tema, cioè l’argomento o problema esposto dall’autore; – tesi, ciò che l’autore pensa e dichiara riguardo l’argomento trattato; –a rgomentazioni a favore della tesi, cioè le prove che l’autore presenta a sostegno della sua tesi; – antitesi, cioè l’opinione contraria a quella dell’autore; – argomentazioni a favore dell’antitesi; – conclusione, in cui l’autore riassume ed evidenzia la validità della propria tesi. Il linguaggio comprende: – riflessioni; – connettivi, che scandiscono le fasi dell’argomentazione (ma, anzi, al contrario, perché…); –e spressioni particolari (a parer mio, secondo altri…).
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IL TESTO ARGOMENTATIVO
UNA PICCOLA RIVOLUZIONE La cartella (letteralmente “contenitore di carta”) rappresenta un problema spinoso per ragazzi, genitori, insegnanti: se ne lamentano tutti, per la difficoltà di tenerla in ordine, il peso, la cattiva abitudine di riempirla di cose inutili, il costo eccessivo. In proposito mi piacerebbe fare una specie di rivoluzione. Ma prima voglio richiamare un caro ricordo personale, risalente a quando frequentavo la seconda media e, per andare a scuola, dovevo prendere un tram e percorrere un lungo tratto a piedi: allora la mia cartella di cuoio, piena di libri e quaderni, era abbastanza pesante, ma la mamma mi diceva: “Chi è così grande e importante da frequentare la scuola media, deve portare la propria cartella da solo, con orgoglio!”. Così uscivo di casa prestissimo per arrivare in orario. Be’, il tram era quasi sempre pieno e si doveva stare attaccati sul predellino, sì, la cartella era pesante, ma dentro c’erano i compiti fatti e riuscivo ad arrivare in tempo. Tornando a oggi, io ritengo che si debbano usare zaini e astucci semplici e inserirvi solo il materiale necessario.
Lessico Il predellino è: una piccola preda un piccolo gradino che serve per salire sul treno, sul tram o su altri veicoli Un optional è: n elemento che non serve u un desiderio
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Zaini e astucci Da noi si è diffusa la moda dello zaino costoso. Eppure nessuna scuola richiede lo zaino “firmato”! Per l’astuccio valgono considerazioni analoghe: costa ancora più dello zaino, è scomodo da usare, tanto che il semplice gesto di prelevare una matita comporta uno spreco di tempo. In molti Paesi europei usano zaini semplici, robusti e funzionali e scatolette di plastica al posto degli astucci. Tutti sono molto soddisfatti sia dal punto di vista della praticità, che da quello economico. Il materiale nello zaino In Italia, lo zaino, che dovrebbe contenere solo“carta”e gli strumenti da utilizzare durante l’orario scolastico, si riempie invece di ogni altro materiale, al punto che l’attrezzatura scolastica diventa un semplice optional.
IL TESTO ARGOMENTATIVO Naturalmente nello zaino non devono entrare né il cellulare, né l’IPod. Almeno fino a tredici, quattordici anni i ragazzini non hanno bisogno del telefonino, mentre vanno e tornano da scuola, né tantomeno in classe, luogo dove sono controllati e sicuri. Durante le lezioni devono concentrarsi e non hanno certo il tempo per ascoltare musica. Nelle scuole che vietano questi “passatempi” non adatti alla vita scolastica e assolutamente fuorvianti, gli insegnanti notano maggiore attenzione e più impegno da parte degli alunni. Il materiale nell’astuccio In California e in diversi Paesi europei, l’astuccio è costituito da una semplice scatoletta di plastica che contiene gli strumenti necessari a scuola e che viene lasciata sotto il banco. Questo ha un duplice vantaggio: è un peso in meno nella cartella e non si rischia di dimenticarla. Per i compiti a casa si usano gli strumenti che si vogliono (che io suggerisco di riporre in una scatoletta di plastica identica a quella da tenere in classe). Perché non cominciare la rivoluzione proprio dall’astuccio? Si può distribuire un elenco del materiale necessario il primo giorno di scuola. Nell’elenco, a mio parere, basterebbe che figurassero: due matite, una biro blu o nera e una rossa, una gomma per matita, dodici matite colorate, dodici pennarelli a punta media, un righello, una colla stick, un paio di forbici con le punte arrotondate. da L. Rizzi, Fate i compiti!, Rizzoli
ESPLORO IL TESTO La struttura Completa l’analisi del testo che hai letto. Tesi È bene usare zaini e astucci ................................... e inserirvi soltanto il ..................................................................... . Argomentazioni a favore della tesi – In altri Paesi europei l’uso di .................................. semplici, ............................................ e .................................................. e di ........................................................ come astucci, ha vantaggi pratici ed ...................................................................... . – Nelle scuole che vietano l’uso di ................................................ e ................................................ gli insegnanti notano ............................................................................................................................................................................................................. . – Una scatoletta di plastica con gli strumenti necessari che viene lasciata sotto il banco ha un duplice vantaggio: ........................................................................................................................................................................................ .............................................................................................................................................................................................................. . Nel testo è presente l’antitesi?
Sì
No
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IL TESTO ARGOMENTATIVO
NON SOLO LIBRI DI CARTA
SCRIVO S crivi sul quaderno la tua conclusione. Puoi iniziare come segue: Sia la tesi che l’antitesi sono sostenute da argomentazioni convincenti, ma io sostengo che…
ESPLORO IL TESTO
La tesi e l’antitesi Individua nel brano gli elementi che caratterizzano il testo argomentativo. Poi scrivi sul quaderno: il tema, la tesi e gli argomenti a favore della tesi, l’antitesi e gli argomenti a favore dell’antitesi.
Oggigiorno si discute molto sui libri cartacei e digitali. Quali sono da preferire: quelli tradizionali o quelli moderni? Secondo me, i libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell’intensità e regolarità delle nostre letture. Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna, di cui fanno parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta… Dalla lettura su pietre, si è passati alla lettura su tavolette, poi su rotoli e infine su fogli rilegati, cioè su libri. Secondo alcuni sociologi, la strada che il mercato librario prenderà sarà quella di passare al digitale per diversi motivi. Utilizzando un eReader, cioè un lettore di testi digitalizzati, potremmo leggere qualsiasi libro. Non tutti la pensano come me. L’eReader diventerà il nostro compagno di viaggio per le vacanze, trasferte di lavoro, spostamenti con i mezzi pubblici (aereo, treno, nave, metropolitana…). Portare nel marsupio un oggetto di cinque, seicento grammi, che possa contenere tutta la nostra biblioteca, è un indiscutibile vantaggio. E a scuola? Pensate a un eReader per tutti gli alunni delle scuole. Non avremo più ingombranti e pesanti zaini, ma un solo strumento in grado di comunicare con la rete della scuola, magari interattivo, che ci consente di seguire tutte le materie del corso. Ne trarrebbe giovamento anche l’ambiente. Niente più inchiostro, vernici e carta. Produzione di CO2 ai minimi, abbattimento di alberi azzerato e inquinamento di falde acquifere (per i solventi per le vernici) eliminato. da U. Eco, La bustina di Minerva, Bompiani
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IL TESTO ARGOMENTATIVO
SI PUÒ MENTIRE La nonna di Zaccaria gli ha regalato una tenda da indiani. È una tenda magnifica. Un solo piccolo problema: è il terzo Natale di seguito che la nonna gli regala una tenda da indiani. Zaccaria è molto deluso. Si aspettava un’altra cosa, soprattutto perché a Natale dell’anno passato le aveva detto che ne aveva già una, di tenda. Che fare? Dire la verità o mentire? Dire la verità e dare un dispiacere alla nonna, o mentire e non darle un dispiacere? Non è facile scegliere tra “Bisogna sempre dire la verità, mentire è molto male” e “Bisogna evitare di dare un dispiacere alla gente”. Zaccaria può scegliere tra dire la verità: “Nonna, mi hai già regalato due tende da indiani, questa è la terza, non mi fa piacere averne una terza, allora o tu te ne infischi di me o stai perdendo la memoria”. Mentire spudoratamente: “Grazie nonna, sei gentile a portarmi un regalo, questa tenda è molto bella, perciò sono molto contento”. Mentire a metà: “Grazie nonna, sei gentile ad aver portato un regalo; sai, il prossimo Natale, mi piacerebbe venire con te a sceglierlo”. Ognuno deve trovare ciò che può dire, ognuno deve trovare il posto che vuol dare alla verità. Zaccaria mente a sua nonna non per proteggere se stesso, non per evitare di essere punito o per far accusare qualcuno al suo posto. Mentire dicendo “No, non sono stato io a mangiare la cioccolata” è mentire per proteggere se stessi, è nascondere la verità per evitare di farsi sgridare. Ma mentire per proteggere qualcun altro, o nascondere la verità e non dare un dispiacere a qualcuno, non è la stessa cosa. In questo caso, dire una piccola bugia non è per forza una cattiva soluzione. Se Zaccaria fa un po’ di commedia nessuno gliene vorrà. È un po’ per finta, ma fa piacere.
TO ESPLORO IL TES
Il tema e lo scopo I l tema affrontato è: dire la verità mentire mentire o dire la verità L o scopo del testo è:
c onvincere il lettore a dire sempre la verità. convincere il lettore a mentire sempre. dimostrare che è ammissibile mentire per non offendere gli altri.
da B. Labbé, M. Puech, Per davvero e per finta, Ape Junior
COMPRENDO Rifletti sull’uso dei connettivi e completa le frasi. Zaccaria si aspettava un altro regalo soprattutto perché ................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................. Non gli fa piacere avere una terza tenda ma non sa se mentire per .............................................................................. ............................................................................................................................................................................................................. oppure dire la verità ....................................................................................................................................................................
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IL TESTO ARGOMENTATIVO
QUALE SPORT?
TO ESPLORO IL TES
Classe V C: l’insegnante introduce l’argomento di discussione. “È giusto che i genitori facciano praticare ai propri figli uno sport anche se a loro non piace?”
Il dibattito Il dibattito è una discussione fra più persone che si scambiano opinioni su un certo argomento. Il dibattito è guidato da un moderatore che ha il compito di dare la parola ed evitare bisticci.
No, ci sono passato anche io ed è bruttissimo, soprattutto se cercano di corromperti dicendoti di farti un regalo. (Dario)
S ottolinea come indicato: i nomi dei ragazzi che sostengono la tesi del non è giusto i nomi di coloro a favore dell’antitesi è giusto
Sì, loro sono più grandi di me e sanno ciò che fa bene; quindi se quello sport non mi piace lo pratico lo stesso. (Margherita)
C erchia la conclusione. La condividi? Sì No
No, perché ognuno ha diritto di vivere la propria infanzia felicemente, senza seguire le ambizioni dei genitori. (Annalisa)
No, se una cosa non ci piace la facciamo male e malinconicamente. (Chiara)
Sì, io ho praticato nuoto agonistico per quattro anni, poi ho dovuto mollare, all’inizio lo odiavo ma poi ho capito che mi serviva molto. (Otis)
Sì e no. Concludo io. I ragazzi devono ascoltare i consigli dei genitori e poi decidere autonomamente. (Giulia)
da I diritti dei bambini, Mondadori
IO
CON GLI ALTRI
rganizzate un dibattito in classe su uno O dei seguenti argomenti. – Sono utili i compiti per le vacanze? – È giusto dare il cellulare ai bambini piccoli? – È giusto tenere gli animali nei giardini zoologici?
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IL TESTO ARGOMENTATIVO
I ROMANZI DI HARRY POTTER Harry Potter è un ragazzino di undici anni che, orfano dei genitori, vive con gli zii, gente comune e del tutto priva di fantasia, e un cugino, dal carattere opposto a Harry. Un giorno apprende la vera storia sulla morte dei suoi genitori, valenti maghi, uccisi dal terribile Valdemort. Destinato ad affrontare Valdemort, dovrà frequentare la Hogwarts, prestigiosa scuola di magia dove apprenderà come controllare i suoi poteri per sconfiggere il crudele mago, restituendo fiducia e sicurezza a tutta la comunità di esseri magici nascosti fra gli uomini. Inizia così per Harry una lunga educazione piena di pericoli e avventure e, per gli amanti del fantasy, un ciclo di letture appassionanti e sorprendenti. Harry cresce e da bambino timido e insicuro si trasforma in un ragazzino maturo e consapevole. Ogni adolescente può facilmente riconoscersi nelle incertezze, nei timori, nelle gioie di questo ragazzino e persino nei suoi primi rossori di fronte alla bellissima Hermione. La forza della storia di Harry e del suo successo sta tutta nei sentimenti che muovono i personaggi, tanto che alla fine della lettura si ha quasi l’impressione di essere “cresciuti dentro”. Hanno contribuito al successo anche la trasposizione cinematografica dei romanzi di Harry Potter e la scelta dell’editore di pubblicare i romanzi con due copertine diverse: una rivolta espressamente ai bambini e un’altra (più “seria”) per tutti quegli adulti che vogliono leggere le stesse storie in pubblico senza vergognarsi.
DICO LA MIA uale libro o film Q di Harry Potter ti è piaciuto in modo particolare? ........................................... ........................................... E sponi in classe i suoi punti di forza per presentarlo ai compagni e invogliarli a prenderlo in considerazione.
da un’intervista con J. K. Rowling
TO ESPLORO IL TES
La recensione La recensione è un testo che fornisce valutazioni e giudizi su ciò che si prende in esame: un libro, un film o uno spettacolo. S ottolinea nella recensione il punto di forza dei libri di Harry Potter che ti convince di più.
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IMPARO
ad
ASCOLTARE
PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:
PILOTA DI LINEA
1. In base al titolo, ti aspetti di ascoltare una storia incentrata su:
2. Questi sono alcuni verbi che compaiono nel testo: annunciò • rispose • ribatté • canzonò • gridò • rimproverò • brontolò. Ti fanno pensare a:
un racconto di viaggi
una descrizione
una discussione
DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Segna con una ✘ la risposta giusta. – Il tema affrontato nel testo è: la guida di un aereo il lavoro preferito – Alla discussione non partecipa: il babbo la mamma – Joanna sostiene la tesi che: anche le donne possono pilotare un aereo di linea soltanto lei può diventare pilota di linea – Come argomento a sostegno della sua tesi, Joanna afferma che: le donne sono attente e prudenti le donne non si guardano allo specchio mentre lavorano
– Secondo l’antitesi, cioè l’opinione di Ned: solo gli uomini possono guidare un aereo una donna può guidare un aereo solo a fianco di un uomo – L’argomento che Ned porta a sostegno è: le donne sono troppo spericolate per poter pilotare un aereo le donne pensano solo a specchiarsi, invece di stare attente E tu quale conclusione proporresti? Tutti i lavori possono essere svolti indifferentemente da uomini e donne. Soltanto gli uomini possono guidare mezzi di trasporto. Nessuno sa pilotare un aereo meglio delle donne.
ESPRIMITI COLORANDO LE FACCINE DA 1 A 5.
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Testo audio e in GUIDA
Indice di gradimento:
INSIEME PER IMPARARE FACILE Il TESTO ARGOMENTATIVO CHE COSA
LLAA STRUTTURA
IL UAGGIO LING
Il testo argomentativo esprime un’OPINIONE su un tema e la “argomenta”, cioè DIMOSTRA che si tratta di un’idea giusta con RAGIONAMENTI, ESAMI e PROVE (= argomentazioni). Il testo argomentativo è formato da: 1. TEMA = argomento; 2. TESI = ciò che l’autore pensa; 3. ARGOMENTAZIONI A FAVORE DELLA TESI; 4. A NTITESI = opinione diversa da quella dell’autore; 5. A RGOMENTAZIONI A FAVORE DELL’ANTITESI; 6. C ONCLUSIONE = conferma della validità della tesi;
Il linguaggio utilizza RIFLESSIONI, CONNETTIVI, ma anche ESPRESSIONI PARTICOLARI.
Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave in maiuscolo). Il testo argomentativo esprime ................................................................................................ su un tema e dimostra che è giusta con ............................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................... . La struttura del testo è formata da: ................................................., .................................................................., .............................................................................................................................................., ...................................................................., ..............................................................................................................................................., .................................................................... Il linguaggio utilizza ......................................................................................., ................................................................. , ma anche ................................................................................................................................... . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.
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VERSO LE
COMPETENZE
ELIMINARE I VECCHI GIOCATTOLI? 5
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È giusto buttare i giocattoli vecchi dei figli senza che loro siano informati? Riflettiamo su di noi adulti: ci piace che qualcuno butti via a nostra insaputa i nostri ricordi: quella foto, quella collanina, quel foglietto stropicciato che conserviamo chissà dove, che non prendiamo mai in mano, ma che sappiamo esserci? Dai racconti che mi fanno i ragazzi, quasi sempre sbuca dolore e offesa per un diario, un disegno, un gioco che qualcuno, spesso la mamma, ha buttato via a loro insaputa. Il fatto è che i giocattoli e in generale le cose dei figli non si devono buttare via mai e soprattutto senza chiedere il permesso. Chi lo fa compie un furto, una mancanza di rispetto, una violazione della privacy, peggiore del curiosare tra i fogli del diario: è un tradimento. Un giorno viene in mente “quella cosa” che si crede di avere. La si cerca invano. Si chiede: “Sai dov’è?”. A questo punto le mamme, per non dire bugie, buttano fuori ciò che pensano: “Non ci sta tutta la roba che tieni!” e spiegano: “Guarda! Le cose vecchie nei cassetti e le cose nuove sparse qua e là”. Seguono da parte dei figli offese, delusione e un po’ di sfiducia: la casa non è quella fortezza riparata che si credeva. La sensazione è simile a quella che si prova dopo il passaggio dei ladri. Esagerato? No, perché c’è la violazione e la perdita è irreversibile. L’oggetto buttato via diventa all’improvviso importantissimo. “Non lo usavi più” può dire il genitore. Ed è un altro colpo: si usano nella mente, certe cose. Rappresentano una storia che nessun altro sa, né può sapere, sono una parte di noi. Quando non ci sono più, ci si rimprovera di non averle meglio custodite o nascoste e si prova rabbia contro chi le ha buttate. Pare di aver perso un tesoro, si teme che sbiadiscano i ricordi. Nessuno può rubare ciò che è dentro di noi. Ma fotografie e oggetti particolari ci permettono di non distaccarci mai completamente da eventi e persone. Quando la casa trabocca e riteniamo che sia arrivato il momento di regalare o buttare delle cose che appartengono ai figli, dobbiamo consultarli e far decidere a loro se vogliono o no privarsi di qualcosa. da F. Mormando, in Corriere della sera
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2. I ragazzi si sentono addolorati e offesi perché: hanno perso il diario. non hanno più un gioco. qualcuno ha buttato via i loro ricordi. qualcuno ha nascosto un loro oggetto. 3. L ’espressione “a loro insaputa” (righe 6-7) significa: senza che i figli lo sappiano per dispetto dopo averli avvertiti senza di loro 4. V iolare la privacy è peggio che: curiosare nel diario nascondere il diario gettare via il diario strappare il diario 5. Q uando i vecchi oggetti non ci sono più, i ragazzi provano: riconoscenza verso chi li ha buttati desiderio di comprarne altri nuovi rabbia contro chi li ha buttati 6. I l verbo “sbiadire” riferito ai ricordi (riga 25) significa: perdere intensità di colore attenuarsi sbiancare rendere un colore più chiaro
7. Q uali delle seguenti affermazioni non è vera? Sia ai ragazzi che agli adulti dispiace non ritrovare i vecchi oggetti. I vecchi oggetti rappresentano una storia personale che nessun altro sa. Q uando non ritroviamo i vecchi oggetti ci pentiamo di non averli meglio custoditi. I ricordi non sono legati ai vecchi oggetti. 8. Q ual è il problema di cui si parla nel testo? Buttare o non buttare i vecchi giocattoli. Giocare o non giocare con i vecchi giocattoli.
Il testo argomentativo
1. S egna con una ✘ quali sono i ricordi degli adulti elencati nel testo: collanina e foglietto foto e foglietto foto, collanina, foglietto foto e collanina
9. C olora di rosso la tesi sostenuta dall’autore e di blu l’antitesi sostenuta dalle mamme. Devono essere i figli a decidere se privarsi dei vecchi giocattoli.
Le cose dei figli si buttano quando occupano troppo spazio.
10. Sottolinea nel testo un’argomentazione a favore della tesi (di rosso) e una a favore dell’antitesi (di blu). 11. I l testo è tratto: da un libro di narrativa da un giornale da un’enciclopedia 12. C ompleta la conclusione a cui giunge l’autore, inserendo le seguenti parole: ingombranti • loro • no • cose • buttarle Quando le ................................... vecchie dei figli sono troppe e ..........................................................., si deve far decidere a .............................................. se regalarle, ................................................................ oppure ................................................
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ESPLORO
IL MESSAGGIO PUBBLICITARIO IL MANIFESTO PUBBLICITARIO
Le mie domande CHE COSA è la pubblicità?
LA Come è STRUTTURA
strutturato il manifesto pubblicitario?
IL AGGIO LINGU
Quale linguaggio usa la pubblicità?
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Le risposte
CHE COSA
LA STRUTTURA
IL AGGIO LINGU
La pubblicità è un mezzo che comunica informazioni su un prodotto o su un determinato argomento con lo scopo di persuadere il destinatario. Si distingue in: – pubblicità commerciale, quando ha per oggetto prodotti, servizi o luoghi da visitare; fa leva sui nostri bisogni e guida le nostre scelte, con lo scopo di vendere e realizzare profitti economici; –p ubblicità progresso, quando ha per oggetto problemi che interessano la collettività, come la pace, la salute, l’ecologia… è detta, infatti, anche “pubblicità sociale”; ha lo scopo di far riflettere ed educare, promuovendo stili di vita corretti. Il manifesto pubblicitario presenta: – il testo, una descrizione informativo-persuasiva che evidenzia le caratteristiche positive del prodotto; – l’immagine, fotografia o illustrazione che rafforza il messaggio trasmesso attirando l’attenzione del consumatore; – lo slogan, frase breve e d’effetto, basata spesso su giochi di parole ed evidenziata graficamente nel manifesto (generalmente scritta con caratteri grandi e colorati) in modo da essere facilmente memorizzabile; – l’emittente, cioè chi produce e promuove il prodotto. La pubblicità usa linguaggi diversi: – il linguaggio verbale si presenta ricco di aggettivi e figure retoriche, si avvale di rime, ritornelli e giochi di parole, in particolare negli slogan; – il linguaggio visivo comprende fotografie, illustrazioni, video, sempre di grande effetto; – il linguaggio musicale è costituito da suoni e melodie in sottofondo, spesso famose. Il linguaggio pubblicitario cambia in base al mezzo di comunicazione su cui transita il messaggio: – linguaggio verbale e linguaggio visivo per i supporti cartacei (giornali, riviste, depliant, volantini, manifesti…); – linguaggio verbale e linguaggio musicale in radio; – linguaggio visivo, verbale e musicale in tv e internet.
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IL TESTO ARGOMENTATIVO
LA VENDITA DI AQUILONI In tre giorni di lavoro preparammo la bellezza di settantacinque aquiloni. Quindi fu avviata una martellante campagna pubblicitaria e i passanti videro fiorire, sui muri e sui lampioni, alcuni manifesti scritti a pennarello con disegni e slogan.
SCRIVO
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U sa rime, metafore, parole inventate… e inventa uno slogan per pubblicitzzare questi prodotti. Un pallone: .......................................... .................................................................. .................................................................. Un cioccolatino: ................................. .................................................................. .................................................................. Una bicicletta: ..................................... .................................................................. ..................................................................
Infine arrivò il momento della vendita. Scelto con cura il marciapiede più frequentato, avevo teso il filo da bucato tra due lampioni e Pecorello ci aveva appeso tutti gli aquiloni, ordinati a distanza regolare. Sembravano disciplinati uccelli bianchi in attesa di spiccare il volo verso terre lontane. da M. Moschini, I rapatori di teste, Raffaello
TO ESPLORO IL TES Lo slogan Gli slogan che hai letto presentano: metafore neologismi allitterazioni personificazioni In quali slogan li hai individuati? Cerchiali.
parole in rima esagerazioni
IL MESSAGGIO PUBBLICITARIO
LA PUBBLICITÀ PER CAMBIARE Ecco la pubblicità promossa non da aziende produttrici, ma da chi porta avanti un impegno civile volto alle diverse problematiche della realtà. Questa pubblicità ti invita a riflettere su ciò che accade intorno a te e su come tu potresti migliorare il tuo comportamento nei confronti degli altri e dell’ambiente. A B
Lessico L a pubblicità progresso è definita anche “no profit”, un’espressione inglese che significa: nessun guadagno nessun problema nessun prodotto Motiva la tua risposta: ................................................. ..............................................................................................
TO ESPLORO IL TES La pubblicità progresso Scrivi qual è il messaggio di ogni manifesto. A . .............................................................................................................................. ............................................................................................................................... B ............................................................................................................................... ...............................................................................................................................
IO
CON GLI ALTRI
I nsieme ai compagni realizza un manifesto pubblicitario, completo di ogni parte, che invii questo messaggio: “Usa la bici in città”.
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VERSO LA SECONDARIA Hai superato la grande avventura della quinta e ora ci siamo: la navigazione punta verso grandi orizzonti e una nuova sfida…
PRIMARIA, ADDIO! I compagni, i giochi, i quaderni, cinque anni di sveglie e merende sono finiti così all’improvviso che non sai quanta ansia mi prende. Tutto quanto il mio mondo sparisce come fosse calato il sipario e dovrò cominciare a riempire tante pagine nuove di un diario. È come lanciarsi dall’alto e sperare nel paracadute, però in fondo le cose lasciate non diventano cose perdute. È come tuffarsi a occhi chiusi: l’avventura non è una tragedia e ci son tanti amici da fare anche nella scuola media. da J. Carioli, Io cambierò il mondo, Mondadori
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VERSO LA SECONDARIA
UN SACCO DI BEI RICORDI Adesso che ci penso, questi cinque anni sono proprio volati in fretta. Ma forse si dice così di tutte le cose che passano. Io però ho un sacco di ricordi belli. In questi anni ho ascoltato e letto tante di quelle storie, che mi hanno fatto innamorare dei libri. Ho conosciuto Giulia, ho conosciuto Mario e ho conosciuto i maestri. Adesso mi sembra ridicolo chiamarli “maestri” e basta. Io li ho sempre considerati uomini e donne che con i bambini ci sanno fare. La mia fortuna è stata che non mi hanno mai chiuso la bocca. E sì che io sono una che parla parecchio! Scommetto che mi ricorderanno come la più grande parlatrice della loro carriera. – Basta, Jessica! Adesso hai parlato troppo – erano le parole che mia madre mi ripeteva fino a poco tempo fa. – Avanti, Jessica, di’ fino in fondo quello che pensi – sono sempre state invece le parole della maestra. Fra qualche giorno, però, smetterà di dirmele, purtroppo. Io so che se andassi da lei e le dicessi “non ho voglia di andare alla Scuola Secondaria e preferirei rimanere con te”, lei non mi risponderebbe come fa mio padre: “Jessica, gli anni passano per tutti e tu sei cresciuta. Rassegnati!”. Come se crescere fosse un fatto come gli altri, che devi accettare a occhi chiusi. Come se rassegnarsi fosse cosa facile. Invece io credo che non bisogna rassegnarsi e che bisogna resistere con le unghie e con i denti, come dice la maestra. Lei è un tipo di donna che non mentirebbe mai a una bambina. Una volta mi disse: – Non dobbiamo permettere a nessuno di farci del male. Nessuno ha il diritto di ferirci! Io farò del mio meglio per non farmi ferire. Ma certo, con lei vicino era più facile. Ci vuole sempre qualcuno al quale puoi appoggiarti, quando ne hai bisogno. È questo che lei rappresenta per me. Non mi farò scrupolo di chiamarla se mi sentirò persa e non saprò dove sbattere la testa. da A. Petrosino, Jessica e gli altri, Sonda
Su quali aspetti si concentrano i tuoi ricordi più belli della Scuola Primaria? Fai un elenco dei rimpianti e delle speranze che provi in questo momento di cambiamento.
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VERSO LA SECONDARIA
ARRIVA IL GRAN GIORNO Il gran giorno è arrivato! Davanti alla scuola c’era una confusione indescrivibile: bambini che urlavano e che si cercavano, baci, abbracci e mamme nervose che parlavano fitto fitto tra di loro. Anch’io sono corsa vicino a quelli che già conoscevo, ho rivisto certi miei ex compagni della Primaria e della Scuola dell’Infanzia e ci siamo messi tutti vicini ad aspettare. A un certo punto ci hanno fatto ammucchiare in cortile ed è arrivato il dirigente della scuola, che ha urlato a tutti di stare zitti, perché doveva fare l’appello. Ha cominciato a pronunciare lentamente e forte i primi cognomi per ordine alfabetico della prima sezione e, ogni volta che veniva chiamato qualcuno, si sentiva un bisbiglio generale, una pausa e poi il nome successivo. Il mio nome non arrivava mai e io incominciavo ad avere paura di essere stata dimenticata. Ogni volta che le sezioni venivano completate, tutti se ne andavano in gruppetti dietro a un’ insegnante sconosciuta che li portava in un’aula altrettanto sconosciuta che li avrebbe inghiottiti per sempre, almeno così mi sembrava. Man mano che il dirigente continuava a fare l’appello, il cortile diventava sempre più vuoto e silenzioso. Mi tremavano le gambe, non c’era quasi più nessuno che conoscessi. Carlotta se n’era già andata nella sezione di tedesco, Simona nella B e fino all’ultimo momento avevo sperato che almeno Serena finisse in classe con me. E invece, disgrazia delle disgrazie, anche lei è finita in un’altra sezione! Finalmente nell’ultimissima sezione, ecco che ho sentito pronunciare il mio cognome! Ho salutato la mamma, sono salita in fretta per una lunga rampa di scale e sono entrata nell’aula grande, luminosa, con tanti banchi disposti in tre file. Poi ho cominciato a guardarmi intorno un po’ sospettosamente. Che sorpresa! In fondo a sinistra c’erano due miei compagni della Primaria, Massimo e Michele. Ci siamo fatti grandi sorrisi d’incoraggiamento.
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VERSO LA SECONDARIA La maestra… cioè, la professoressa, ha incominciato a parlare, a chiederci come ci chiamiamo, che cosa abbiamo fatto quest’estate, da quale scuola arriviamo e a farci l’elenco dei libri che dovevamo avere. All’inizio mi sembrava una specie di orchessa, ma poi, a poco a poco, mentre parlava e sorrideva, mi sembrava sempre più gentile e carina e finalmente mi sono sentita tranquilla. A quel punto mi sono guardata intorno con più attenzione. Seduta nel banco vicino a me c’era una bambina molto carina, con un faccino rosa come una pesca e i capelli corti e arricciolati. Poi ho scoperto che quella bambina non era l’unica ad avere una faccia carina e simpatica, anzi, c’era una certa D’Angelo che mi sorrideva sempre. Ce n’era una dietro di me con i capelli rossi, uno con gli occhiali fatti a ottagono, uno con la faccia lunga e buffa come un cavallo, uno che parla con la “evve”. A pensarci bene, i miei compagni non sono male e mi sono anche un po’ divertita quando ho scoperto che non ero l’unica a essere curiosa e imbarazzata, perché ci osservavamo tutti ridacchiando di nascosto. Poi è suonata la campanella e ci siamo scaraventati fuori in un baleno, praticamente volando dalle scale, e ci siamo ritrovati in mezzo a un caos rumorosissimo di mamme, papà, fratelli, sorelle, nonni. Tutti ci aspettavano, ci chiamavano, urlavano, ridevano e ci abbracciavano. C’era una meravigliosa atmosfera di festa, come se ci fosse stato un matrimonio importante, ma era molto meglio, perché i veri unici festeggiati eravamo proprio noi della prima classe della Scuola Secondaria. da G. Maldini, La mia seconda prima, Edizioni Elle
• Tu come immagini la Scuola Secondaria? Ti entusiasma o ti preoccupa? Confrontati con i tuoi compagni e scoprirai che ansie e paure condivise diventano più leggere!
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VERSO LA SECONDARIA
VERSO IL FUTURO La Scuola Primaria sta per concludersi: eri piccolo quando è iniziata cinque anni fa: quanti cambiamenti hai affrontato! Ho imparato che le regole sono necessarie e le rispetto, so di essere responsabile di ogni gesto che compio nei confronti degli altri e dell’ambiente.
Ho imparato a studiare, a memorizzare, a ripetere, a cercare notizie, ad appassionarmi alla conoscenza di ogni campo del sapere.
Sono più consapevole di quali “talenti” e attitudini possiedo, delle materie in cui riesco meglio e di quelle in cui incontro maggiore difficoltà.
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A ssegna un voto, da 5 a 10, per valutare i traguardi che hai raggiunto.
Ho imparato a conoscermi meglio, a scoprire tanti aspetti del mio carattere e della mia personalità.
Ho imparato a comunicare con i compagni, a spiegare le mie ragioni senza prepotenza, a sostenere le mie idee senza subire o farmi condizionare da quelle degli altri.
Ho imparato a controllare le reazioni di rabbia quando mi innervosisco, di delusione quando non ce la faccio, di sconforto quando sbaglio, di paura quando devo affrontare una prova dura.
VERSO LA SECONDARIA
SOGNA, RAGAZZO SOGNA E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte, ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo. Chiudi gli occhi, ragazzo, e credi solo a quel che vedi dentro stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento. Sogna, ragazzo sogna non cambiare un verso della tua canzone, non lasciare un treno fermo alla stazione, non fermarti tu… Sogna, ragazzo sogna, ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu. R. Vecchioni
S e, come dice il cantautore Roberto Vecchioni, chiudi gli occhi e credi solo a ciò che vedi dentro, quali sono i tuoi sogni più grandi? Colorali di rosso o scrivili tu. Riuscire a portare più giustizia nel mondo. Diventare un grande scienziato. Viaggiare e conoscere il mondo. Avere una famiglia numerosa. ........................................................... ...........................................................
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O T N E L TA
Festeggia la vita e afferra le incredibili occasioni che essa ti offre ogni giorno
JOLLY DELLA VITA
In realtà erano contenti di ritornare a scuola. L’estate sfioriva e la noia aveva fatto capolino nelle lunghe giornate di caldo. Sotto sotto, aspettavano il primo giorno di scuola. In fin dei conti, anche se borbottavano e si lamentavano, erano contenti. E anche se avevano un pizzico di paura del nuovo maestro, era tempo di dare inizio all’ultimo anno della Scuola Primaria. Intanto bisogna dire che non si aspettavano un maestro del genere. Se ne stava lì, seduto dietro alla cattedra, come un vecchio gufo. Carlo si chiedeva come fosse possibile che un nuovo maestro fosse così. Maamar si avvicinò per accertarsi di non vedere doppio o triplo o quadruplo! Ma tutti quei capelli bianchi erano veri? Gli scolari si guardarono l’un l’altro turbati. Erano realmente, assolutamente, inequivocabilmente delusi. Si aspettavano un bel maestro giovane e sportivo e invece gli avevano rifilato quel grosso signore, con i capelli bianchi che gli andavano da tutte le parti, gli occhialini sulla punta del naso e una pancia che rischiava di essere l’unico pallone che avrebbero visto durante tutto l’anno scolastico. Anche la voce li colse di sorpresa. Nona sobbalzò quando udì quella tonalità bassa e grave, sembrava provenire da un altro mondo. Così furono sconcertati dalle prime parole emesse da quella voce. Non “buongiorno”, né “sedetevi”. Ma semplicemente: “Ho un regalo per voi”. Quello che sarebbe stato il loro maestro posò un pacchetto regalo sul banco di ogni alunno, quasi volesse farsi perdonare l’aspetto fisico e l’età. Costanza aprì il suo pacchetto e scoprì un mazzo di carte identico a quello dei compagni: sul dorso di ogni carta c’era scritto “jolly” e dall’altra parte c’erano diverse frasi.
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L’educazione alla cittadinanza
promuove il riconoscimento delle abilità personali per metterle alla base del proprio progetto di vita.
Mentre leggevano, gli scolari passarono dal semplice stupore allo stato di choc: – Un jolly per fare una coccola a chi vuoi. – Un jolly per prendersela comoda. – Un jolly per una ricreazione che non finisce mai. – Un jolly per prolungare le vacanze. Il maestro spiegò: – Quando si nasce, ci vengono dati automaticamente dei jolly. Quali sono? Carlo esclamò: – Il jolly per vivere. – Il jolly per parlare – lo copiò Maddalena. – Il jolly per imparare le lingue. Tutta la fila di Maddalena continuò con i jolly per imparare la storia, la geografia, le scienze e tutti i campi del sapere. – Il jolly per amare – aggiunse in tono sognante Benedetta. – Il jolly per essere felice. – Il jolly per piangere. – Il jolly per decidere. – Sì, credo che adesso abbiate capito. Il solo fatto di nascere ci ha regalato tutti questi jolly. Ed è meglio spenderli! Domani faremo una festa di compleanno collettiva per festeggiare la vita e i suoi jolly. Porto io la torta.
S ei d’accordo con i jolly indicati dai ragazzi del racconto? A nche tu, come tutte le persone che vengono al mondo, hai ricevuto alcuni jolly, qualcosa che sai fare meglio di altro. Rifletti: quali sono?
da S. Morgenstern, Un mazzo di jolly, Salani
educazione alla cittadinanza
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Se la persegui con volontà e impegno, nessuna meta è irraggiungibile
IL TALENTO… IN PERSONA!
DORANDO PIETRI
Q uale di questi messaggi ti sembra più adatto a riassumere il significato del brano? ella vita di ogni giorno N si deve pensare solo a correre e fare più cose possibili. Per raggiungere i propri obiettivi è necessario perseguirli con tanta costanza e impegno. La cosa che serve davvero per raggiungere il successo è un pizzico di fortuna.
Conoscete la storia di Dorando e delle sue scarpe azzurre? Dorando fu un celebre atleta. Abitava a Carpi e faceva il garzone di fornaio nella premiata forneria-pasticceria “Roma”, sotto i portici della piazza. Era un ragazzo piccolo e un po’ triste, ma aveva i baffi neri alla moda e tre paia di scarpe. Le scarpe bianche le metteva per fare il fornaio e quelle nere per andare a messa. Le scarpe azzurre, invece, le metteva per correre e qualche volta per andare a ballare. Quando correva faceva gli occhi storti e teneva la bocca un po’ aperta. Portava dei mutandoni neri che gli arrivavano fino al ginocchio e una maglietta bianca con su scritto n. 19. Correva sempre e non si fermava mai. Neanche se pioveva, neanche se nevicava, neanche se gli veniva la febbre alta. Sua madre lo chiamava: – Dorandooooo! Vieni a mangiare… Suo padre gli gridava: – Dorandooooo! Vieni ad aiutarmi… Suo fratello gli gridava: – Dinooooo! Vieni a giocare… E lui arrivava, solo che poi mangiava di corsa, parlava di corsa, giocava di corsa, ascoltava di corsa, dormiva di corsa. Insomma, faceva tutto di corsa e il perché ve lo dico subito. Doveva prepararsi per la corsa più lunga del mondo: la maratona alle Olimpiadi di Londra. Quando arrivò quel giorno, Dorando era partito insieme agli altri atleti italiani, con cento lire in tasca e tre chili di pane nella borsa. Qualche minuto prima della gara si riempì la bocca di liquirizia, infilò le scarpe azzurre e gridò: – Vincerò! Era il 24 luglio 1908 e faceva un caldo terribile, quando dal castello reale di Windsor partirono i cinquanta migliori corridori del mondo. Ma, quando ormai restava da percorrere l’ultimo chilometro, c’era un uomo solo davanti a tutti e la gente che lo vedeva passare chiedeva: “Chi è? Chi è?”. È uno con la bocca un po’ aperta e sporca di liquirizia, e gli occhi storti: il fornaio Dorando. da V. Ongini, Fiabe di sport, Mondadori
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L’educazione alla cittadinanza
promuove il riconoscimento delle abilità personali per metterle alla base del proprio progetto di vita.
Scopri qual è la tua vera passione e trova il coraggio necessario per seguirla
onosci Steve Jobs? Cerca notizie C sulla vita di questo uomo geniale, poi rifletti e confrontati con i tuoi compagni sul significato del suo motto: Stay hungry, stay foolish che, in italiano, suona così: “Sii sempre affamato (= curioso), sii sempre un po’ folle”. Trovi che questo incitamento sia utile per sviluppare i propri talenti?
STEVE JOBS
Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tutto fu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita, da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ultimi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelli che poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo della notte e venne chiesto loro: – Abbiamo un bimbo, un maschietto, “non previsto”; volete adottarlo? – Certamente – risposero. La mia madre biologica venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non si era mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei andato all’università. Infatti, diciassette anni dopo, ci andai. Dopo sei mesi però la abbandonai, perché sentivo che quella non era la strada per coltivare la mia passione. Sì, perché l’unico modo per fare un gran bel lavoro nella vita è amare quello che fate. Perciò seguite sempre la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario! da S. Jobs, Stay hungry, stay foolish, Edizioni Corriere della Sera
educazione alla cittadinanza
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Tenta, esplora, agisci. questo è il momento
PORTA Sul tuo cammino ti aspetta una porta se vuoi è chiusa, se vuoi è aperta forse c’è un muro, forse c’è il mare se non la apri non potrai entrare forse c’è il viale del grande avvenire se tu la chiudi non potrai uscire. Nella casina c’è una porticina la tua fortuna, la tua rovina se non la apri non lo saprai mai. Ora che cosa farai? da A. Abbatiello, B. Tognolini, Alfabeto delle fiabe, Topipittori
C olora il riquadro giusto e completa. Per aprire la porta del futuro di casa devi avere la chiave il coraggio e vincere la paura il nemico così troverai .......................................................... Q uali imprese, che ti sembrano difficili, potresti tentare? Continua l’elenco. – Allenarti ogni giorno per raggiungere buoni risultati nel tuo sport preferito. – .............................................................................. – .............................................................................. – .............................................................................. – ..............................................................................
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L’educazione alla cittadinanza
POICHÉ TENTARE NON NUOCE Non aspettare che ci sia sereno o cada una tiepida pioggia o l’orchestra dei fior incominci a suonare o i già muti pesci tacciano ancora di più. Fa’ che ti basti che cominci il giorno e che sia fatto chiaro come pagina bianca voltata dopo la nera. Allora tieni la faccia più alta che si può e tenta poiché tentare non nuoce. da R. Piumini, Io mi ricordo quieto patato…., Nuove Edizioni Romane
promuove il riconoscimento delle abilità personali per metterle alla base del proprio progetto di vita.
Non farti fermare da stereotipi o pregiudizi e afferma il tuo talento
il
TALENTO
in un film
BILLY ELLIOT TRAMA
La storia raccontata nel film si svolge nel 1984 in una città dell’Inghilterra del Nord, dove gli abitanti vivono soprattutto del lavoro in miniera che ora è a rischio. Per questo i minatori, sull’orlo della disperazione, sono in sciopero. Il padre e il fratello maggiore di Billy sono uomini ruvidi, appassionati di boxe e di birra. Billy è, invece, un ragazzino di undici anni che ai guantoni da pugile preferisce le scarpette da ballerino classico. Non sarà facile far digerire questa scelta alla sua famiglia: figlio di minatori, Billy vuol fare il ballerino! La sua sarà dunque una lotta anche contro i pregiudizi “di genere” che vogliono tenere ben separato ciò che “è da maschi” rispetto a ciò che “è da femmine”.
Completa la scheda del film. Titolo: ............................................................................................................. Il regista è ..................................................................................................... L’attore che interpreta Billy è ............................................................... Le parole-chiave del film sono: talento, impegno, ........................................................................................ ........................................................................................................................... Il voto che assegneresti al film è: scarso
bello
super
Tu come avresti raffigurato la locandina del film? Realizzala nel riquadro a fianco e, se lo ritieni opportuno, scegli un altro titolo.
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À T S E ON
Gli atti di onestà sono spesso difficili da compiere, ma ti rendono fiero di te stesso
IL DILEMMA DI TOMMI Domenica mattina, quarta giornata di campionato, Champignon, l’allenatore della mitica squadra delle Cipolline, raccomanda: – Importante è che giochiate uniti, tutti in amicizia: un fiore prima che petali separati! Così le squadre entrano in campo: Cipolline contro Diavoli Rossi. Appena dieci minuti dalla fine del secondo tempo Tommi, il capitano, segna il gol che fa vincere le Cipolline, ma… nessuno si è accorto che Tommi ha segnato di mano, perché ha tenuto il pugno molto vicino alla testa. Solo Titti, portiere dei Diavoli Rossi, che stava proprio davanti a lui, ha visto il fallo e corre a protestare dall’arbitro, che però torna deciso verso il centro campo. – Mi spiace, io ho visto un colpo di testa. È gol! Le Cipolline sono una montagna di abbracci… Titti non si arrende, corre in panchina da Champignon: – Signore, le giuro che il suo numero 9 ha fatto gol con la mano! Non è giusto! Champignon si liscia il baffo sinistro e cammina verso il centro del campo. – Può aspettare un attimo, signor arbitro? – chiede il mister, che poi si avvicina al capitano delle Cipolline per parlargli sottovoce. – Tommi, hai segnato di testa o di pugno? – Di pugno… credo. Champignon si rivolge all’arbitro: – Il mio capitano ha una cosa importante da dirle.
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L’educazione alla cittadinanza
promuove il senso dell’onestà e del rispetto della comunità in cui vive.
Tommi confessa: – Credo di aver fatto gol con il pugno. L’arbitro stringe la mano al numero 9: – Bravo, ragazzo, averlo ammesso è un gesto da vero sportivo. Così però la partita si è fermata sul pareggio: 1 a 1. Il pomeriggio, al parco Forlanini, Tommi, seduto da solo sulla riva del laghetto, sta tirando delle pallottole di pane ai suoi amici pesci. Solo loro possono aiutarlo a capire se ha fatto bene o male a confessare di aver segnato con la mano. “Lo so, non si dicono mai bugie” pensa Tommi “però esistono bugie particolari che fanno più bene che male. Con quel gol, i miei amici delle Cipolline probabilmente sarebbero andati in finale e invece, per colpa mia, non ci andranno. Hanno faticato in allenamento per tutto l’inverno, con la pioggia, la neve… La mia bugia non avrebbe fatto male a nessuno e avrebbe fatto felici tutti noi, compreso Champignon, che ha sacrificato tanto tempo per farci giocare ed è quello che merita più soddisfazioni”. I pesci rossi, saliti in superficie per piluccare la mollica, sembrano portare a Tommi questa risposta: “E ai Diavoli Rossi non pensi? Avrebbero rischiato di perdere il campionato a causa del tuo gol irregolare. Anche loro si sono allenati sotto la pioggia, la neve e al gelo, come le altre squadre. Per questo tutti hanno diritto a un torneo leale. E Titti ha diritto di subire gol segnati in modo regolare. È vero, non può vincere il campionato, però prendere un solo gol in casa delle Cipolline per lei vale quasi uno scudetto. Con una bugia le avresti tolto questa gioia. Hai ragione, Champignon merita molte soddisfazioni, ma la più grande che puoi dargli è giocare in modo corretto, comportandoti con i tuoi compagni nel modo migliore. È per questo che ha fondato le Cipolline ed è per questo che ieri, Tommi, hai fatto la scelta giusta”. da L. Garlando, Sognando la finalissima, Piemme
Secondo te, si deve rispetto… … solo a chi la pensa come noi Sì No … solo a chi è ricco e ha successo Sì No … solo a chi non commette errori Sì No T ommi si è trovato di fronte a due possibilità: vincere in modo disonesto o perdere onestamente. Non è stato facile per lui scegliere… Tu, con sincerità e consapevolezza, rifletti su come affronteresti una situazione simile. – Credi che per te sarebbe: una scelta facile una scelta difficile –P renderesti in considerazione: i tuoi interessi i vantaggi della situazione i sentimenti degli altri
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Il valore di una persona onesta attraversa il tempo ed è un esempio per i giovani
L’ONESTÀ… IN PERSONA! SANDRO PERTINI, UN UOMO DI VALORE
“ Onestà” • “libertà” • “giustizia” sono parole ricorrenti nel discorso di Sandro Pertini. Sei sicuro di conoscerne il significato e il valore? ompleta le frasi, poi confrontale C con quelle dei tuoi compagni. – Onesto come ...................................... ................................................................. ................................................................. ................................................................. – Libero come ........................................ ................................................................. ................................................................. ................................................................. – Giusto come ....................................... ................................................................. ................................................................. .................................................................
206
L’educazione alla cittadinanza
Sandro Pertini è stato uno dei presidenti della Repubblica italiana più amato dalla gente. Eletto a ottantadue anni, l’8 luglio del 1978, a stragrande maggioranza con ottocentotrentadue voti su novecentonovantacinque votanti, egli è ancora oggi considerato da tutti, indipendentemente dalle idee politiche, un esempio di onestà, di coerenza, di forza delle idee, di giustizia e di libertà, che ha perseguito in ogni situazione della sua vita. Queste sono le parole da lui pronunciate in un discorso ufficiale: “L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della Terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire. Da noi deve partire l’esempio di onestà e di rettitudine, perché il popolo italiano ha sete di onestà. Su questo dobbiamo essere intransigenti prima verso noi stessi, se vogliamo poi esserlo verso gli altri. Non dimentichiamo che la corruzione è nemica della libertà. Bisogna essere degni del popolo italiano. Non è degno di questo popolo colui che compie atti di disonestà e deve essere colpito senza alcuna considerazione. Guai se qualcuno dovesse sostenere gli uomini corrotti e difenderli. In questo caso la solidarietà, l’amicizia con qualcuno di loro, diventa complicità e omertà. Deve essere dato, ripeto, il bando a tutti i disonesti perché offendono il popolo italiano. Offendono i milioni e milioni di italiani che pur di vivere onesti impongono gravi sacrifici a se stessi e alle loro famiglie. Per me, libertà e giustizia sociale camminano sempre insieme, perché non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale. Nella vita a volte è necessario saper lottare onestamente, non solo senza paura, ma anche senza speranza.”
promuove il senso dell’onestà e del rispetto della comunità in cui vive.
L’onestà si misura dalle azioni che compiamo ogni giorno
LE PAROLE DELL’ONESTÀ
HO TROVATO UN PORTAFOGLIO SUL MARCIAPIEDE, VADO A PORTARLO ALLA STAZIONE DEI CARABINIERI!
Il vocabolario definisce così la parola “onestà”: Qualità morale di chi rispetta gli altri e agisce lealmente verso il prossimo.
NON DARE LA COLPA A LUCA, SONO STATA IO A FARTI CADERE, SCUSAMI, L’HO FATTO IN UN MOMENTO DI RABBIA.
POSSO METTERMI IN TASCA QUESTO GIOCO, TANTO NESSUNO MI STA GUARDANDO!
S ottolinea le parole che possono essere considerate sinonimi di “onestà”.
rettitudine • furbizia • sincerità lealtà • rispetto • correttezza uali dei ragazzi che vedi Q pronunciano parole oneste? Indicali con una ✘. SAMUELE MI HA CHIESTO DI NON SVELARE A NESSUNO IL SEGRETO CHE MI HA CONFIDATO, DI NON TRADIRE LA SUA FIDUCIA, MA TANTO NON MI SENTE MICA...
S egna, tra le seguenti forme di disonestà, quelle che ritieni più gravi e aggiungine una. rubare tradire la fiducia mentire corrompere incolpare ingiustamente altri ......................................................... C onfronta le tue scelte con quelle dei tuoi compagni.
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207
L
À T I L EGA
La costituzione italiana contiene regole “elevate” . sta a noi cittadini rispettarne i principi
LA COSTITUZIONE ITALIANA
La Costituzione italiana è composta da centotrentanove articoli suddivisi tra Principi fondamentali, Diritti e Doveri di ogni cittadino e l’Ordinamento della Repubblica. In questa pagina leggerai alcuni dei Principi fondamentali: essi rappresentano i valori di riferimento per tutti noi cittadini italiani.
1
2
L ’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. a Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, L sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti
alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
9
a Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca L scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione.
11 L ’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
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L’educazione alla cittadinanza
promuove la costruzione del senso di legalità e la conoscenza della Costituzione italiana.
Solo chi gode degli stessi diritti può dirsi veramente “uguale” agli altri.
LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI
2 GIUGNO 1946
Nel corso dei secoli e ai quattro angoli della Terra, l’uomo è stato considerato il “sesso forte”: dato che era l’unico a poter guadagnare con il suo lavoro, provvedeva lui ai bisogni della famiglia ed esercitava autorità e potere sulla moglie e sui figli. La donna, invece, apparteneva tradizionalmente al“sesso debole”, doveva occuparsi della casa e mettere al mondo i figli: questo era considerato il suo compito principale. Restare nubile o, peggio, avere dei bambini senza essere sposata era fuori dalle regole. L’uguaglianza tra uomini e donne è un’idea recente. Soltanto verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, infatti, fu fatta la legge che avrebbe permesso alle donne di votare il 2 giugno 1946. E nel 1948 la Costituzione stabilì il principio dell’uguaglianza tra maschi e femmine nel mondo del lavoro e davanti alla legge. da C. Louart, Ragazze e ragazzi. La parità a piccoli passi, Motta Junior
Due giugno quarantasei il popolo italiano vota per la repubblica non vuole più un sovrano. Vota il popolo intero finalmente anche le donne. L’Italia repubblicana è nata con le gonne. Democrazia vuol dire popolo che decide che pensa, sceglie, elegge chi sono le sue guide. L’Italia da oggi unita alza la sua bandiera col bianco rosso e verde ride alla primavera. da A. Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori
C onosci gli elementi dell’emblema della Repubblica italiana qui a fianco? Collega ciascuno a ciò che rappresenta. la ruota dentata pace gloria la stella l’alloro luce sulla patria l’ulivo C redi che la distinzione tra “sesso forte” e “sesso debole” sia oggi completamente superata oppure no? Motiva la tua risposta.
educazione alla cittadinanza
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LA LEGALITÀ… IN PERSONA
FALCONE E BORSELLINO
Papà fece scattare ancora il comando delle portiere. Click. Come una pistola che fa cilecca invece di sparare. È un rumore che da quel giorno non sopporto più. – Andiamo – disse. Guardai la collina, poi il cartello con il nome di Giovanni e di tutti quelli che sono morti nell’attentato del 23 maggio 1992. Feci un lungo respiro verso il mare e risalii in macchina. Papà non tornò verso Palermo, ma guidò fino all’aeroporto di Punta Raisi. – Poche settimane dopo la morte di Giovanni, il “mostro” fece fuori anche Paolo. – Il suo grande amico? – Sì, quello che era in squadra con lui contro la mafia, il compagno con cui andava più d’accordo e che continuò la battaglia di Giovanni dopo la strage di Capaci. Ma la continuò solo per un paio di mesi. Era una domenica pomeriggio, una domenica di luglio.
Falcone e Borsellino sono due uomini che hanno pagato con la vita la loro difesa della legalità. vevi già sentito parlare A della strage di Capaci e di quella di via D’Amelio? Sai perché Falcone e Borsellino sono stati uccisi? Documentati chiedendo notizie a un adulto oppure cercandole sui libri o in rete.
210
L’educazione alla cittadinanza
promuove la un’etica costruzione della responsabilità. del senso di legalità e la conoscenza della Costituzione italiana.
Ci sono stati uomini che hanno scelto di affermare la giustizia pur sapendo che per questo sarebbero morti Paolo arrivò con cinque uomini della scorta in via D’Amelio, dove abitava sua mamma. Era passato per salutarla. Non fece caso alla piccola macchina che era posteggiata davanti al cancello: una 126. Quella macchina era imbottita di tritolo come un panino. Lo stesso esplosivo usato per Giovanni, più o meno alla stessa ora. Sono le 16.55 quando Paolo e la sua scorta s’incamminano nel vialetto del palazzo di via D’Amelio. Fanno solo pochi passi, poi la 126 esplode. – Hanno usato anche lì un radiocomando a distanza? – Sì. Per Paolo e la sua scorta non c’è nulla da fare. I loro corpi bruciano come pezzi di legno in un camino. Leggi là sopra… Eravamo arrivati a Punta Raisi. Papà aveva fermato la macchina. Lessi la scritta sul tetto: “Aeroporto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. – È giusto così! – spiegò papà. – Chi arriva a Palermo deve saperlo subito: questa non è la città della mafia, questa è la città di Giovanni e di Paolo. Non disse più nulla fino alle porte di Palermo. Ci guardammo soltanto quando ripassammo davanti al cartello di Capaci. Osservai un’altra volta la collina e cercai di immaginare le ultime cose che aveva visto Giovanni prima di chiudere gli occhi per sempre: il verde dei campi, i tronchi dei vecchi olivi, il mare là in fondo, verso l’orizzonte. Una specie di cartolina della sua Sicilia, che amava tanto. Una bella cartolina. Papà dice che Giovanni non ha fatto neppure in tempo ad accorgersi della bomba, perciò ha chiuso gli occhi con un sorriso. Credo. da L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, Rizzoli
L a parola “mafia” indica un’organizzazione criminale basata sulla legge dell’omertà e della segretezza. La parola “omertà” indica il comportamento di persone che coprono le colpe altrui per salvaguardare i propri interessi o per evitare di essere coinvolti in indagini spiacevoli e pericolose. Esprimi il tuo pensiero scrivendo Sì o No a fianco di ogni affermazione. – Anche nella vita di classe si possono verificare episodi di omertà. – Omertà è sinonimo di vigliaccheria. – Chi per paura non protegge un compagno preso di mira da un “bullo” si comporta da vigliacco. – Per opporsi alle prepotenze di vario genere ci vuole tanto coraggio. – Chi si oppone all’illegalità è degno di stima. Confronta il tuo pensiero con quello dei compagni e riflettete su questo argomento così importante.
educazione alla cittadinanza
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I bambini non possono difendersi da soli, questo rende indispensabile una legge che tuteli i loro diritti
LA CONVENZIONE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA Anche tu, insieme agli altri bambini del mondo, sei un cittadino portatore di diritti e di doveri, come gli adulti. Questi diritti sono stabiliti nella Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, approvata nel 1989. Essa stabilisce quali sono gli obblighi degli Stati nei confronti dell’infanzia. In questa pagina trovi alcuni dei suoi principali articoli.
Articolo 1 I bambini sono esseri umani di età inferiore
ai diciotto anni. Compiuti i diciotto anni, sei adulto e hai gli stessi diritti dei tuoi genitori, degli insegnanti o dei vicini di casa. Esistono Paesi dove i bambini ricevono i diritti degli adulti prima dei diciotto anni.
Articolo 2 Divieto di discriminazione.
Tutti i bambini sono uguali. I governi si impegnano a garantire in qualsiasi momento i diritti a tutti i bambini, anche se: – provengono da un altro Paese; – hanno un altro colore di pelle; – parlano un’altra lingua; – credono in un altro Dio o non credono in nessun Dio; – appartengono a famiglie con idee politiche diverse; – hanno qualche disabilità.
Articolo 3 Anzitutto i bambini.
L eggi con attenzione gli articoli qui riportati e cerchia quello che ritieni più importante.
212
L’educazione alla cittadinanza
I genitori divorziano, i bambini vengono maltrattati o commettono reati. In questi casi, i magistrati devono trovare una soluzione collaborando con i genitori, i bambini o altre persone, tenendo sempre presente tanto i bambini stessi quanto il loro futuro. Una soluzione è giusta solo se va bene prima di tutto ai bambini. Quando si costruiscono case nuove, si realizzano parchi gioco e si pianificano strade, i progettisti devono sempre pensare ai bisogni dei bambini. Il paese nel quale vivi si impegna a proteggerti. Che possono fare i governi per proteggerti? Ad esempio scrivere le leggi a tutela dell’infanzia. Oppure mettere a disposizione strutture nelle quali ci sono persone che possono aiutare i bambini: i servizi sanitari, gli asili-nido, le scuole, i centri di consulenza per i genitori… promuove la costruzione del senso di legalità e la conoscenza della Costituzione italiana.
l’altro e i suoi problemi meritano sempre di essere avvicinati con attenzione e rispetto
il
TALENTO
in un film
STELLE SULLA TERRA TRAMA
Ishaan Nandkishore Awasthi è un bambino indiano di otto anni, che incontra grandi difficoltà a scuola: pieno di gioia di vivere, dotato di grande creatività e talento nel disegno, non riesce a studiare, non è molto coordinato… In accordo con gli insegnanti, i genitori decidono di iscriverlo in un collegio, pensando che i suoi problemi derivino da una scarsa volontà e mancanza di impegno. Anche nel nuovo istituto, però, il bambino non riesce a fare progressi, si isola dagli altri bambini e si chiude in se stesso fino all’arrivo di un nuovo maestro di arte, il quale si accorge della profonda infelicità di Ishaan e si rende subito conto che in realtà lui è affetto da dislessia. Da quel momento l’insegnante insegnerà a leggere e scrivere a Ishaan e organizzerà anche una gara di pittura in cui il bambino otterrà ottimi risultati e riacquisterà fiducia in se stesso e nelle proprie possibilità. Completa la scheda del film. Il titolo della locandina è in lingua originale e significa “Stelle sulla Terra”. Titolo: ............................................................................................................. Il regista è ..................................................................................................... Le parole-chiave del film sono: ........................................................... ........................................................................................................................... Il voto che assegneresti al film è: scarso
bello
super
ompleta, in base alle tue riflessioni, le frasi. C – Ishaan all’inizio è un bambino con un carattere ............................ . – Il padre con lui ha un atteggiamento ............................................... . – La mamma lo tratta con ........................................................................ . – Ishaan viene deriso perché ................................................................... . – Il maestro d’arte con lui è molto ......................................................... . – Ishaan mostra talento per ..................................................................... . Tu come avresti raffigurato la locandina del film? Realizzala nel riquadro a fianco e, se lo ritieni opportuno, scegli un altro titolo.
educazione alla cittadinanza
213
Ogni volta che compiamo un atto di civiltà rendiamo migliore il mondo
O N G E P IM E L I CIV
IL GIOCO DELL’OCA DEL CITTADINO
5
ividetevi in piccoli gruppi in modo da riuscire D a giocare tutti. Scegliete un piccolo oggetto per segnare la vostra posizione, lanciate il dado e seguite i comandi in ogni casella.
PARTENZA SIETE DEI BRAVI CITTADINI?
1
Ogni individuo merita rispetto.
3
4
Fino a che età la scuola è obbligatoria? Se non lo sai ritorna indietro di una casella.
Abbraccia almeno due compagni di gioco.
Esponi a voce la tua carta d’identità.
7
AMICIZIA
2
8
S e non hai un dado per giocare, puoi riprodurre su un cartoncino questo schema, ritagliarlo e costruirne uno.
9
L’educazione alla cittadinanza
6
SOLIDARIETÀ
Di’ il nome del Presidente della Repubblica italiana.
REPUBBLICA
10 214
Rispetta i diversamente abili, vai alla casella successiva.
11
Indica due diritti dei bambini. Se giusto, avanza di due caselle, se sbagliato resta fermo un giro.
NO ALLA PREPOTENZA
promuove la partecipazione alla vita sociale e la conoscenza dei valori che la sostengono.
N SO
ZA
20
Quando fu introdotto in Italia il voto alle donne? Se lo ricordi avanza di uno, altrimenti resta fermo un giro.
19
21 25
Indica due azioni per tenere pulito il parco della scuola o quello pubblico.
Elenca tre gravi problemi ecologici.
22
Cosa puoi fare per risparmiare l’acqua?
ONESTÀ
24
DIRITTI E DOVERI
18 17
Avete commesso un furto quindi andate in prigione (fermi un giro).
23
Come ti comporti se trovi un oggetto prezioso che è stato smarrito?
27 IMPEGNO Pericolo razzismo! State fermi un giro.
AMBIENTE
16 12 NO AI SOPRUSI
26
Indica la tua opinione sul problema dei migranti.
13 Sei in prigione: resta fermo un giro.
15
Resta fermo un giro per concederlo al compagno più indietro.
28
COLLABORAZIONE
FRATERNITÀ
14
Canta le prime strofe dell’inno di Mameli.
29
ARRIVO! SIETE DEI BRAVI CITTADINI! da M. Speraggi, in Rivista Dada, Artebambini
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215
Impegno Civile Significa Partecipare Attivamente Alla Vita Della Comunità per Portare Avanti Le Proprie Idee Di Cittadino
L’IMPEGNO CIVILE… IN PERSONA!
RIGOBERTA MENCHIÚ
Rigoberta Menchiú ha dedicato la vita alla lotta in difesa dei poveri e degli emarginati e ha sostenuto tante battaglie per ristabilire i diritti civili in Guatemala, suo Paese di origine. Ha ricevuto il premio Nobel per la pace nell’anno 1992. Documentati su di lei e sul Guatemala, consultando siti internet e libri, come La bambina di Chimel…, scritto da lei stessa.
“C’era una volta una bambina che si chiamava Rigoberta…” Mi piacerebbe cominciare così questa favola, come facevano una volta i nonni per dare inizio alle storie vicino al fuoco, mentre i ciocchi di legno piano piano diventavano rossi, le fiamme illuminavano i visi di tutti e le scintille scoppiettavano nell’aria, e il calore si diffondeva nell’ambiente. Forse, se la cominciassi così, tornerei anche bambina e mi troverei di nuovo nel villaggio in cui sono nata. Mi chiamo Rigoberta. Il mio villaggio si chiama Chimel, quando è grande, e Laj Chimel, quando diventa piccino. Perché il mio villaggio a volte è grande e a volte è piccolo. Nei periodi buoni, quando c’è il miele e le pannocchie di granoturco con il loro peso piegano le piante, quando le orchidee di tutti i colori (gialle, verdi, violetto, bianche, screziate) fioriscono, sfoggiano il loro splendore, allora il mio villaggio diventa grande e si chiama Chimel. Nei periodi difficili, quando il fiume si secca, i pozzi stanno nell’incavo della mano e uomini malvagi distruggono la terra, quando ormai la tristezza è insopportabile, allora diventa piccino e si chiama Laj Chimel. Ora mi ricordo di Chimel… Una volta, don Benjamin Aguaré, un vecchio saggio del villaggio, mi disse: – Con la nostra Madre Terra siamo un tutt’uno. C’erano molti vecchi saggi a Chimel. C’erano, perché adesso non ci sono più. Tra questi c’era mio nonno. Mio nonno arrivò al villaggio cento anni fa. Veniva a piedi da un posto molto lontano. Mio nonno camminò e camminò. Che cosa andava cercando? Non si sa. Lui le strade se le divorava lasciandosi alle spalle una scia di canzoni da cardellino. Che cosa andava cercando? Una montagna che cambiasse colore, forse. Un fiume che cambiasse corso, forse. Terre dalle quali spuntassero fiori e alberi robusti e grandi pannocchie di granturco. Forse… da R. Menchú, La bambina di Chimel. Una favola vera nella terra dei Maya, Sperling & Kupfer
216
L’educazione alla cittadinanza
promuove la partecipazione alla vita sociale e la conoscenza dei valori che la sostengono.
la terra e’ un pianeta meraviglioso, conoscere le sue bellezze e’ il primo passo per imparare a rispettarla
il
TALENTO
in un film
IL SALE DELLA TERRA TRAMA
In questo film documentario sono raccolte le fotografie scattate in quarant’anni dal fotografo Sebastião Salgado attraverso i continenti, sulle tracce di un’umanità, che viene così invitata al rispetto della Terra. Il grande fotografo si lancia alla scoperta di territori inesplorati e grandiosi, per incontrare la fauna e la flora selvagge in un grande omaggio alla bellezza del pianeta che abitiamo. La sua vita e il suo lavoro ci vengono rivelati dallo sguardo del figlio, Juliano Ribeiro Salgado, che l’ha accompagnato nei suoi ultimi viaggi.
Completa la scheda del film. Titolo: ............................................................................................................. Il regista è ..................................................................................................... Le parole-chiave del film sono: bellezza, rispetto, natura, ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... Il voto che assegneresti al film è: scarso
bello
super
Tu come avresti rappresentato la locandina del film? Realizzala nel riquadro a fianco e, se lo ritieni opportuno, scegli un altro titolo.
educazione alla cittadinanza
217
COMPITO DI REALTÀ 1 UNA GUIDA PER BAMBINI Obiettivo ➜ In previsione dell’evento, promosso dal vostro Comune, dal titolo “Noi viviamo qui”, il Sindaco vi ha chiesto di preparare una piccola guida turistica della vostra città (o del vostro paese). La guida sarà destinata ai bambini e verrà conservata all’interno del municipio, vicino all’ufficio del turismo. Grazie a lei, i viaggiatori più piccoli, avranno indicazioni sui luoghi della vostra città più interessanti da visitare.
Dove e quando ➜A scuola, nell’ora di Italiano; in giro per la città
Come ➜ A piccoli gruppi
Che cosa serve ➜ Carta e penna ➜ Macchina fotografica digitale ➜P c o tablet collegati alla rete e a una stampante
218
Che cosa fare 1
Decidete con l’insegnante quali sono i luoghi che volete proporre nella vostra guida.
2
na volta decisi, dividetevi U in gruppi, in base al numero dei luoghi scelti.
3
otete iniziare cercando informazioni sul P luogo da visitare, facendo una ricerca in rete o consultando le brochure o i volantini dell’ufficio del turismo del vostro Comune.
4
Una volta trovate tutte le informazioni, ciascun gruppo inizierà la stesura del proprio testo. Ricordatevi di usare tutte le caratteristiche del testo descrittivo riguardo agli ambienti. Inserite titoli e sottotitoli.
5
ccompagnati da un adulto recatevi poi sul luogo che avete descritto, A per scattare qualche fotografia da inserire nella guida.
6
Quando ogni gruppo avrà finito il proprio lavoro, unite tutti gli elaborati in un unico testo. Ricordatevi di realizzare anche un indice, da inserire all’inizio della Guida.
il mio diario di bordo
Com’è andata?
Ti è piaciuta l’attività?
Che cosa ti è piaciuto di meno? Perché?
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Che cosa ti è piaciuto di più? Perché?
Come ti sei trovato a lavorare in gruppo?
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COMPITO DI REALTÀ 2 IL GIORNALE DI CLASSE Obiettivo ➜ I vostri insegnanti hanno iscritto la scuola al concorso “Giornalisti in erba”. Questo concorso prevede la realizzazione di un giornale di scuola. Trasformate la vostra aula in una vera e propria redazione giornalistica, dividetevi i compiti e realizzate articoli e rubriche. Al termine occupatevi anche della distribuzione delle copie, all’interno della vostra scuola.
Dove e quando
Che cosa serve
➜A scuola, nell’ora di Italiano
➜ Carta e penna ➜ Pc o tablet collegati alla rete e a una stampante
Come ➜ Compito individuale
220
220
Che cosa fare 1
Decidete con l’insegnante gli articoli o le rubriche che andranno a comporre il vostro giornale (per esempio, la presentazione di un nuovo laboratorio di Scienze, la cronaca di un open day, un’inchiesta sui cibi che piacciono o meno ai vostri compagni, che cosa vedere al cinema ecc.).
2
Una volta definito questo, assegnate a ciascun “giornalista” un articolo o una rubrica.
3
Ciascuno di voi si documenti e scriva il testo, ricordandosi le caratteristiche della cronaca e dell’informazione giornalistica. Se disponibile, potete usare anche un programma di videoscrittura e inserire qualche foto digitale, coinvolgendo anche l’insegnante di Tecnologia.
4
Quando tutti avranno terminato il loro articolo, riunitevi in una “riunione di redazione” e, con l’aiuto dell’insegnante, sistemate i testi all’interno del foglio, prima della stampa: editoriale, foto, articolo di fondo ecc.
il mio diario di bordo
Com’è andata?
Ti è piaciuta l’attività?
Che cosa ti è piaciuto di meno? Perché?
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Che cosa ti è piaciuto di più? Perché?
Come ti sei trovato a lavorare singolarmente?
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COMPITO DI REALTÀ 3 CONSIGLI NUTRIZIONALI Obiettivo ➜ In occasione della settimana “Cibo sano a scuola!”, l’insegnante vi ha chiesto di realizzare alcuni cartelloni informativi sulla dieta mediterranea. Una volta finiti, i cartelloni saranno appesi nel corridoio della scuola. Per sensibilizzare tutti circa una corretta alimentazione e il consumo di cibo sano, verranno organizzate, inoltre, alcune giornate informative, aperte a tutti, nelle quali ciascuno di voi illustrerà una parte dei cartelloni davanti ai compagni e ai visitatori.
Dove e quando ➜ A scuola, nell’ora di Italiano e Scienze
Come ➜ A gruppi
Che cosa serve ➜ Carta e penna ➜ Forbici ➜ Pc o tablet collegati alla rete
222
Che cosa fare 1
Per prima cosa informatevi circa la corretta alimentazione, per esempio, potete cercare in rete, consultare libri in biblioteca o parlare con alcuni esperti. Coinvolgete anche l’insegnante di Scienze.
2
Una volta raccolti i temi principali che vorrete trattare, dividetevi in gruppi e ciascuno prenda in carico una tematica (per esempio, il fatto che alcuni alimenti fanno o non fanno bene alla salute, la piramide alimentare, gli alimenti da prediligere ecc.). Durante la stesura degli elaborati ricordatevi di seguire tutte le caratteristiche del testo informativo.
3
Una volta che i testi saranno stati scritti, sistemateli, tutti insieme, sui cartelloni, arricchendo con foto, schemi e disegni.
4
Al termine, appendete i cartelloni nel corridoio della scuola e preparate la vostra esposizione per la giornata informativa.
il mio diario di bordo
Com’è andata?
Ti è piaciuta l’attività?
Che cosa ti è piaciuto di meno? Perché?
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Che cosa ti è piaciuto di più? Perché?
Come ti sei trovato a lavorare in gruppo?
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COMPITO DI REALTÀ 4 NO INQUINAMENTO Obiettivo ➜ Create alcuni slogan di rispetto per l’ambiente, in particolare, contro l’inquinamento.
Dove e quando
Che cosa fare 1
Pensa a uno slogan pubblicitario che riguardi la tutela dell’ambiente e, in particolare, la battaglia all’inquinamento (per esempio il gas di scarico, il livello di ozono, la dispersione di acque inquinate, l’avvelenamento ecc.). Tieni presente le caratteristiche del linguaggio pubblicitario.
2
Ritaglia e scrivi su alcuni cartoncini lo slogan o la proposta pubblicitaria.
3
Al termine, attacca con i tuoi compagni i cartellini nella vostra scuola.
➜ A scuola, nell’ora di Italiano
Come ➜ Individuale
Che cosa serve ➜ Cartoncini colorati ➜ Pennarelli ➜ Forbici
il mio diario di bordo
224
Com’è andata?
Ti è piaciuta l’attività?
Che cosa ti è piaciuto di meno? Perché?
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Che cosa ti è piaciuto di più? Perché?
Come ti sei trovato a lavorare singolarmente?
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È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiato per i DSA) trasformandolo in MAIUSCOLO. Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.
CHE BELL’AULA
é do entro in classe perch Sono così contenta quan io!Le pareti, tutte la mia aula mi piace propr verde sono colorate di un tappezzate di cartelloni, sul cortile è azzurra: tenero e la porta che dà e i banchi sono Anch . mare e sembrano terra una posizione fissa, colorati e non hanno mai delle attività: li da secon a perché li spostiamo e do vogliamo commentar mettiamo in cerchio quan scritto, accoppiati quando insieme ciò che abbiamo ampia per disegnare. ci serve una superficie più do i banchi li togliamo Ma più bello di tutti è quan un largo spazio libero mo lascia proprio di mezzo, ci improvvisiamo attori al centro della stanza e nto che abbiamo letto, per drammatizzare un racco
Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite.
È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi. Inoltre per l’insegnante la guida al testo; percorsi multidisciplinari per la LIM, esercizi interattivi, approfondimenti, schede in PDF
Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.
È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).
È «aperto» perché personalizzabile e integrabile con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • l a possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe. Sviluppa le competenze digitali con questi strumenti:
Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Nicoletta Baldini, Valentina Cammilli per Equilibri - Servizi editoriali Consulenza didattica: Raffaela Maggi per le pagine di didattica inclusiva Grafica e impaginazione: Barbara Cherici per Equilibri - Servizi editoriali Illustrazioni: Sandra Bersanetti, Maria Luisa Di Gravio, Miriam Gambino, Maria Sole Macchia, Cerri Claudio Copertina: Barbara Cherici per Equilibri - Servizi editoriali, Mauro Aquilanti Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, 123rf, Fotolia, Thinkstock, iStock Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze.
Per esigenze didattiche alcuni testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore.
© 2018 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it
SISTEMA DI GESTIONE CERTIFICATO
Ristampa: 5 4 3 2 1 0
2023 2022 2021 2020 2019 2018
a
• Antologia di letture • Test d’ingresso • Laboratori del lessico • Cittadinanza e Costituzione
• Scrittura creativa • Tavole lessicali • Prove modello INVALSI • Arte e Musica nelle stagioni
E INOLTRE...
• Grammatica • Eserciziario • Giochi linguistici • Mappe
Per i primi giorni di scuola, per ricominciare gradualmente a parlare, ascoltare, scrivere e riflettere sulla lingua. Con autovalutazione e mappe.
Classe 5
a
• Scrittura creativa • Tavole lessicali • Prove modello INVALSI • Arte e Musica nelle stagioni
PER L’INSEGNANTE E LA CLAS
• Grammatica • Eserciziario • Giochi linguistici • Mappe
SE
• Breve guida “A scuola con un sorriso” con spunti di riflessione e suggerimenti pratici per la gestione del gruppo-classe • Guida al testo con guida alle competenze, programmazione, suggerimenti per il coding, schede operative, verifiche a livelli e tanto altro ancora • Poster sulle tipologie testuali • Poster attivo di grammatica
il M.I.O. BOOK docente il M.I.O. BOOK studente CD audio in formato MP3 A richiesta i volumi con i percorsi semplificati di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audio scaricabile on-line.
• Puoi usufruire dei testi su DVD senza connessione internet • La registrazione è facoltativa • Dal portale www.raffaellodigitale.it puoi accedere ai testi
on-line e archiviarli su penna USB
Codice per l’adozione Spirito libero - Pack 5 ISBN 978-88-472-2984-6
www.raffaellodigitale.it www.raffaelloscuola.it
Prezzo ministeriale
LETTURE
• Antologia di letture • Test d’ingresso • Laboratori del lessico • Cittadinanza e Costituzione
Un volume per stimolare il piacere di leggere attraverso le emozioni con pagine dedicate ai linguaggi espressivi, alla cittadinanza, all’educazione affettiva e ambientale.
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Spirito LIB E RO
Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE G RATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).
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Classe 4