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• Antologia di letture • Linguaggi espressivi • Cittadinanza e Costituzione
• Laboratorio del testo • Laboratorio di scrittura • Mappe
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• Grammatica • Eserciziario • Laboratorio di ascolto • Prove modello Invalsi
Storie in volo
Classe 5
PER L’INSEGNANTE E LA CLAS
• Grammatica • Eserciziario • Laboratorio di ascolto • Prove modello Invalsi
SE
• Guida al testo con guida alle competenze, programmazione, suggerimenti per il coding, schede operative, verifiche per livelli. • 5 cartelloni sulle tipologie testuali • 1 poster attivo di grammatica
Io imparo facile
IN DOTAZIONE CON LA GUIDA: il M.I.O. BOOK docente con la guida al testo, i percorsi multidisciplinari per la LIM spiegati passo passo, esercizi interattivi di italiano, video, canzoni e tante schede in PDF il M.I.O. BOOK studente
I volumi o ltre alla versione digitale M.I.O. BO OK, sono con sultabili on-line archiviab e ili su USB
I DVD si possono installare senza connessione a Internet
CD audio in formato MP3 con la versione audio di tutto il libro letto da speaker professionisti
Codice per l’adozione Storie in volo - Pack 5 ISBN 978-88-472-2738-5
A richiesta i volumi con i percorsi semplificati, di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audio scaricabile on-line
www.raffaellodigitale.it www.grupporaffaello.it
Prezzo ministeriale
tematiche
• Laboratorio del testo • Laboratorio di scrittura • Mappe
• Antologia di letture • Linguaggi espressivi • Cittadinanza e Costituzione
volo Il libro delle
tematiche
Il libro delle
Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE G RATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).
Classe 4
Eva Pigliapoco
Antologia di letture Linguaggi espressivi Cittadinanza e Costituzione
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Il M.I.O. BOOK è Multimediale, Interattivo, Open
È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiato per i DSA) trasformandolo in MAIUSCOLO.
È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).
Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.
Come attivare il M.I.O. BOOK e accedere al portale Raffaello Digitale
L’occhio del lupo davanti al recinto Il ragazzo è immobile, ritto . Gira in lungo e in del lupo. Il lupo va e viene largo senza mai fermarsi. .”. “Che scocciatore, quel tipo.. Sono ormai due Ecco quel che pensa il lupo. ti alla rete, davan ore che il ragazzo sta o gelato, a guardare piantato lì come un alber aggirarsi il lupo. o si chiede il lupo. “Che vuole da me?”... Quest lo spaventa (un Quel ragazzo lo turba. Non ma lo turba. e), nient di lupo non ha paura saltano, gridano, Gli altri bambini corrono, accia al lupo e piangono, fanno la lingu gonna della mamma. nascondono il viso nella ne in piedi, Ma quel ragazzo lì, no. Rima . immobile, silenzioso
Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite.
È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi.
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La registrazione è facoltativa e consente di ricevere gli aggiornamenti del testo.
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È «aperto» perché personalizzabile e integrabile con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • l a possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe. Sviluppa le competenze digitali con questi strumenti:
Senza registrazione è possibile: • richiedere il supporto; •v isionare i video tutorial.
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Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.
Inoltre: •è possibile accedere al M.I.O. BOOK e ricevere gli aggiornamenti del testo.
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È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).
Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Astarte, Francesca Bolognini Grafica e impaginazione: Astarte, Mauro Aquilanti Illustrazioni: Laura Giorgi, Laura Penone, Silvia Provantini Copertina: Mauro Aquilanti Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, 123rf, Fotolia, Scala, Shutterstock, Thinkstock Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello
Per esigenze didattiche i testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore. Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze. © 2017 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it Ristampa: 5 4 3 2 1 0
2022 2021 2020 2019 2018 2017
e i r o t S Eva Pigliapoco
in
volo Il libro delle
tematiche
5
Stinorie
volo
Quest,anno hai tre libri di italiano che ti aiuteranno a crescere e a diventare sempre più competente. Tra le loro pagine imparerai a interpretare la realtà che ti sta intorno. Vola giorno dopo giorno da un libro all’altro insieme ai tuoi compagni e all’insegnante!
Il libro delle tematiche per diventare un lettore esperto! Nel volume delle tematiche troverai una ricca varietà di letture selezionate dalla migliore letteratura per adulti e ragazzi, raccolte in cinque tematiche interessanti e originali. Quante domande! Gli altri intorno a me ni io oz em di Un mare ondo Tutti in forma Viaggiare nel m
Imparerai a leggere per il piacere di perderti nelle storie, a comprendere ciò che leggi, a soffermarti sul significato delle parole, a esplorare mondi diversi dai tuoi, mettendoti nei panni dei personaggi. Vola al libro delle TIPOLOGIE
CITTADINANZA Diventa un bravo cittadino.
LINGUAGGI ESPRESSIVI Scopri come ci si può esprimere anche con l’arte.
LABORATORIO DEL TESTO Approfondisci le tipologie.
È FACILE Insieme per imparare facile. VERIFICA Scopri i tuoi progressi e autovalutati.
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SCOPRO E LAVORO Esplora le tipologie testuali.
Il libro delle tipologie per analizzare e imparare a scrivere tanti tipi di testo. Nel volume delle tipologie troverai i testi suddivisi in base alle loro specifiche testuali. Scoprirai gli elementi, la struttura, il linguaggio di ogni tipologia e metterai in pratica queste conoscenze per diventare uno scrittore esperto.
È FACILE Insieme per imparare facile.
LABORATORIO DI SCRITTURA Impara a scrivere tanti tipi di testo.
Vola al libro degli strumenti per costruire le COMPETENZE
GRAMMATICA Scopri e applica le regole della lingua italiana.
Il libro per costruire le competenze. È un libro diviso in quattro parti che ti aiuteranno a completare il tuo percorso di crescita e apprendimento, ad acquisire le competenze necessarie per affrontare la scuola secondaria.
ESERCIZIARIO Allenati con tanti esercizi di grammatica.
PROVE NAZIONALI Acquisisci maggiore sicurezza in te stesso e nel tuo sapere con i test modello Invalsi.
LABORATORIO DI ASCOLTO Metti in gioco la tua capacità di ascolto.
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6 BENTORNATI A SCUOLA!
Indice
QUANTE DOMANDE!
44 A proposito di domande poesia 45 Le Domande di Leo racconto umoristico 46 Che bestia sono poesia
DI NUOVO INSIEME!
6 Eccoci in quinta! 8 Le mie incredibili vacanze
UN MARE DI EMOZIONI
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CITTADINANZA Il diritto all’identità
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LABORATORIO
Il testo poetico
50 Un giorno accadrà racconto realistico 52 Quando succede? poesia
53 Con gli occhiali o senza? racconto realistico
54 Bettina racconto realistico
56 Tu sai ascoltare! racconto realistico 57 Che cosa vuol dire guardare? testo informativo
12 Il mio nome è Elfie racconto realistico
58 Qualcosa cambierà? racconto realistico
13 Che reazione esagerata! autobiografia LABORATORIO Il testo narrativo 14
59 Qual è la giusta distanza? favola
16 I pensieri e le emozioni test
62 È importante ricordare? racconto realistico
17 Una fantastica sorpresa diario
64 Passerotti o tartarughe? racconto realistico
18 Alex non ha paura racconto realistico
65 Senza ombra di dubbio fumetto
20 Un terribile uragano racconto d’avventura
66 Cosa sono le relazioni? racconto realistico
22 Ascolta il mio cuore racconto realistico 23 Amo la terra poesia
68 Che cos’è la bellezza? testo informativo 70 È FACILE I come indecisione
23 Sono felice poesia
70
60 Dare tempo al tempo racconto realistico
24 Qualcosa di brutto racconto realistico
VERIFICO le mie COMPETENZE
Compiti di realtà
ARTE e IMMAGINE
26 Il timidometro test 28 Roba da grandi racconto realistico
73 Luci e ombre
30 Odio filastrocca
74 La luce
31 CITTADINANZA
75 L’ombra
Per stare bene con gli altri... 32 Cara nonna lettera 33 Non dimenticare poesia 34 È FACILE Ho parlato anch’io 36 VERIFICO le mie CONOSCENZE e ABILITÀ
76 Luci e ombre nell’arte 77 Disegnare le ombre
GLI ALTRI INTORNO A ME
80 Una ventata d’aria fresca racconto realistico ARTE e IMMAGINE 38 I colori delle emozioni 40 La “temperatura” dei colori 41 Il messaggio nel colore
4
82
LABORATORIO
La descrizione nella narrazione
84 I miei nonni racconto realistico 86 Il rimprovero racconto realistico 87 Quattro sorelle testo descrittivo
88 Un legame speciale racconto realistico
138 Cioccolata per intenditori autobiografia
89 Non posso, però... poesia
140 Cuochi d’artificio racconto di fantascienza
90 Mi piaci lo stesso racconto realistico 92 Devi volare! racconto fantastico
141 La sfida del vassoio testo informativo 142 È FACILE I nutrienti
94 Lavorare insieme racconto realistico
144
VERIFICO le mie COMPETENZE
Compiti di realtà
95 Ti comporti da amico? test ARTE e IMMAGINE
96 Argo riconosce Ulisse mito 98 Un amico venuto dallo spazio racconto di fantascienza 100 Circle-time! testo argomentativo 102 Il razzismo spiegato a mia figlia testo argomentativo 104 Vivere insieme testo informativo 105 Parliamo di regole racconto realistico
145 L’arte nel piatto! 146 I colori naturali 147 Colori da sperimentare
106 Le regole spiegate ai bambini testo informativo
108 CITTADINANZA Io, la Costituzione 109 È FACILE Che cosa dice la Costituzione
150 In mongolfiera racconto fantastico
110
154 Viaggio di luce poesia
VERIFICO le mie CONOSCENZE e ABILITÀ ARTE e IMMAGINE
112 Un mondo di simmetrie
VIAGGIARE NEL MONDO
152 In viaggio verso l’Italia mito 155 Itaca poesia 156 Le prime scoperte geografiche testo informativo 158 Marco Polo racconto storico 161 A caccia di balene racconto d’avventura
TUTTI IN FORMA
162 Mar Mediterraneo testo informativo 164 In partenza per l’America racconto storico
116 Vantaggi della pratica sportiva testo informativo
166 L’Italia dell’accoglienza testo informativo
117 Agonismo sì o no? testo argomentativo
167
118 La partita di pallavolo racconto realistico
168 Saluti da un posto magico! e-mail
120 Storia del calcio testo informativo
169 Da grande farò il pilota racconto realistico
122
LABORATORIO
170 Pronto per partire? test
124
CITTADINANZA Il decalogo del vero sportivo
172 Esplorazione dello spazio testo informativo
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CITTADINANZA Comportamenti corretti e non
La pubblicità
CITTADINANZA Tradizioni dal mondo
126 Gabriella gambe lunghe racconto realistico
174 Visita all’interno dell’Etna racconto d’avventura 176 È FACILE Meta: pianeta Terra
129 Amo danzare! racconto realistico
178
VERIFICO le mie CONOSCENZE e ABILITÀ
130 La bicicletta poesia 131 Le regole del bravo ciclista testo regolativo 132 A rischio sovrappeso un terzo dei bambini
modenesi articolo di cronaca 133 Ricette con la frutta testo regolativo 134 Amico Frig racconto realistico 136 Il sapore del gommo racconto di fantascienza
ARTE e IMMAGINE 180 Un’opera spaziale 181 Cerchi 182 Cerchi e quadrati 183 VERSO LA SECONDARIA
SCARICA, SFOGLIA E CLICCA!!!
Questo libro è anche in
versione dig itale M.I.O. BOOK
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Di nuovo insieme! Eccoci in quinta! Le vacanze sono finite ed è arrivato anche quest’anno il momento di tornare a scuola. Sicuramente in tutte le classi il primo giorno è un giorno di festa, di allegria, si ritrovano i compagni, gli insegnanti. Ma... questo sarà l’ultimo anno di Scuola Primaria. Il tempo è davvero volato! Che cosa ti aspetti da questo anno scolastico? Leggi quello che dicono alcuni tuoi coetanei.
Io penso che sarà un anno come tutti gli altri: impareremo cose nuove, certo, ma gli insegnanti sono gli stessi degli anni scorsi.
Sarà un anno difficile, me l’hanno detto i miei amici che sono alla scuola secondaria!
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è l’ultimo anno. Penso che sarà bellissimo perché ormai ci conosciamo tutti, bambini e insegnanti. Sarà brutta solo la fine, quando dovremo salutarci...
I miei genitori mi hanno raccontato che un tempo c’era un esame alla fine della quinta! Meno male che l’hanno abolito!
Tu quale di queste opinioni condividi? Rifletti su quali sono i tuoi timori, le tue aspettative, le tue emozioni nell’affrontare quest’ultimo anno di Scuola Primaria. Poi confrontati con i compagni.
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DI NUOVO INSIEME!
Le mie incredibili vacanze - Allora, come sono andate le vacanze? – chiede la maestra ai suoi ragazzi della quinta B. Durante le vacanze i ragazzi, si sa, hanno tanto tempo libero per stare con gli amici, giocare, divertirsi... ma ognuno lo fa a modo suo e la maestra è curiosa di sapere come hanno trascorso le vacanze i suoi ragazzi. Uno di questi racconta una storia davvero incredibile. So che sembrerà incredibile, ma... ho trovato un messaggio in una bottiglia. E non era un messaggio qualsiasi. Era una mappa del tesoro! Ma una gazza me l’ha rubata, ed è volata via! L’ho inseguita fino a una nave in porto. Ma, a quanto pare, l’equipaggio non amava gli ospiti indesiderati... E, per scappare, sono quasi diventato il pranzo di un calamaro gigante. Per fortuna, sono stato salvato dal capitano di un sottomarino... che mi ha messo sotto a lavorare. Quando il sottomarino è riemerso in superficie, avevamo viaggiato indietro nel tempo! - Davvero? E com,è successo? In effetti... era il set di un film! Poi, ho avuto un colpo di fortuna: ho incontrato un’attrice che sapeva dove trovare la mia mappa! Era solo difficile da prendere... Comunque, la caccia al tesoro è ricominciata! Ma qualcosa è andato storto... Mi sono ritrovato nel deserto, dove ho risvegliato alcune mummie... Mio zio è arrivato in aiuto con la sua ultima invenzione. Ma era ancora sperimentale e ci ha lasciato per strada... Lo zio, allora, mi ha paracadutato su un’isola deserta, dove la gazza però... mi ha rubato di nuovo la mappa! – Come? Lo stesso uccello di prima? Sì! E non so proprio come abbia fatto a trovarmi! L’ho inseguito ovunque! Alla fine ce l’ho fatta. Ho ripreso la mappa! Dopo, però, si trattava di scendere dalla montagna. Mi sono ricordato dello zaino-razzo di mio zio. Una volta decollato, è stato facile seguire le indicazioni della mappa. Una grande X indicava il punto... Ed era... il punto da dove ero partito! Ma la cosa più incredibile è che il tesoro era... Questo?! Penso che come vacanza sia stata okay. Ma probabilmente, non mi crederà, vero?
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da D. Calì, B. Chaud, La verità sulle mie incredibili vacanze, Rizzoli
DI NUOVO INSIEME! Le mie vacanze... incredibili! Ora tocca a te raccontare le tue vacanze... incredibili. Scrivi lo storyboard. Potrai inserire esperienze reali, vissute davvero, ma anche, e soprattutto, esperienze fantastiche, frutto della tua immaginazione. Più saranno incredibili, più saranno divertenti! , Attenzione però, il tuo racconto dovrà essere ben organizzato, dall inizio alla fine. Partendo da questo storyboard progetta e crea un lapbook che puoi arricchire con foto o altro, dando libero sfogo alla tua creatività.
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Un mare di emozioni Quante volte avrai parlato di emozioni! E quante emozioni provi ogni giorno! Eppure... parlare di emozioni è sempre utile, perché solo se le conosciamo bene riusciamo a gestirle. Rifletti su te stesso e sulle persone che ti circondano per capire come andare d’accordo con tutti. Lungo il percorso incontrerai diversi tipi di testi: i testi narrativi, le poesie e le filastrocche, i test. Analizzerai in particolare il testo narrativo. Metterai infine alla prova le tue conoscenze e abilità con una verifica finale. Che emozione provi in questo momento? Perché? Che cosa ti ha causato questa emozione? È un’emozione che ti piace oppure no?
un LETTORE COMPETENTE impara a: discriminare la tipologia del testo letto e riconoscerne la caratteristiche principali; cercare le informazioni esplicite nel testo; cercare indizi nel testo per cogliere le informazioni implicite; capire il significato delle parole meno comuni; c apire che le parole possono avere più significati e cogliere quello adatto al contesto; tilizzare strategie, come la divisione in sequenze e la loro u titolazione, per comprendere meglio il testo; i ndividuare nei racconti le emozioni e gli stati d’animo che arrivano dalle scelte descrittive e di narrazione; r iflettere e dire la propria opinione sugli argomenti proposti dalle letture.
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LE PAROLE PER... EMOZIONARSI gelosia
calma
amore
collera
allegria
malincon
ia
agitazione
nostalgia
noia
odio
delusione paura tristezza
felicità
rabbia sollievo
vergogna
Queste parole descrivono emozioni e stati d’animo. Ne conosci altre? ............................................................................................ ............................................................................................ Confrontati con i compagni: chi ne ha trovate di più?
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UN MARE DI EMOZIONI
Emozioni: che problema!
Il mio nome è Elfie Ciao! Mi piacerebbe conoscere i vostri nomi, ma ho paura di chiederveli... Forse, se vi dico il mio nome, mi direte il vostro. Il mio nome è Elfie. Difficilmente chiedo qualcosa a qualcuno. Non so perché, non ho nessuna buona ragione, ho solo paura di farlo. Ho paura perché la gente potrebbe scoprire che non so niente. Vedete, questo è il mio segreto. Anzi, uno dei miei segreti. Sinceramente, non so nulla! A eccezione del fatto che questa è l’unica cosa che so. L’unica cosa. Forse non sono così male. Certi bambini pensano di sapere un sacco di cose, e invece non sanno nulla, come Sergio. E alcuni bambini in classe sono veramente in gamba. Hanno risposte per tutto. Come Diana. E poi c’è Sofia. Non dà molte risposte, ma sa fare domande meravigliose! Mi piacerebbe essere come Sofia. Ma non ci riesco. Sono solo una persona stupida! Oggi Sergio ha detto: – Elfie non dice mai una parola. Forse non esiste veramente! Questo fa proprio vedere quanto si sbaglia! Forse non parlo molto, ma penso tutto il tempo. Penso persino quando dormo. Ogni volta che qualcuno mi fa una domanda, non so mai rispondere. È come se avessi la testa piena di pappa. Se solo potessi pensare in modo chiaro! Oh, non so cosa voglio! Voglio avere pensieri chiari o voglio avere pensieri che siano collegati chiaramente l’uno con l’altro? Vedete, se faccio domande come questa, gli altri scopriranno quanto sono stupida! da M. Lipman, Elfie, Liguori Editore
CAPISCO LE PAROLE Scegli il significato giusto delle seguenti espressioni. - Sono in gamba: - Testa piena di pappa: sono in forma testa piena di pensieri legati al cibo s ono bravo testa piena di pensieri confusi sono in equilibrio testa piena di pensieri sbagliati
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LETTORE COMPETENTE Elfie, il personaggio che racconta in prima persona, ha paura di: parlare non sapere nulla sbagliare Quali emozioni e stati d’animo emergono in questo brano? Segna le voci giuste. paura invidia rabbia gelosia serenità fastidio insicurezza ansia vergogna
Emozioni: che problema!
UN MARE DI EMOZIONI
Dileguarsi: sparire, scomparire.
Che reazione esagerata! Era uno dei miei primi giorni di scuola: non avevo ancora preso confidenza con i compagni e non conoscevo bene la maestra, perciò mi sentivo insicura e un po’ imbarazzata. Quella mattina, la maestra interrogava in matematica e, nel momento in cui meno me lo aspettavo, sentii la sua voce, forte e tranquilla, che mi chiamava: – Sturiale, Alice Sturiale. Ed ecco che mi si irrigidirono i muscoli, la classe scomparve dalla mia mente, la penna mi cadde di mano! “Che reazione esagerata!” pensai “Devo stare più tranquilla.” La maestra non aspettò che io mi tranquillizzassi e mi chiese cos’era il “quoziente”. Lì per lì pensai: “Lo so!” e feci per rispondere. Ma, quando provai ad aprire la bocca, tutto quello che sapevo si dileguò, come se nella mia mente si fosse aperto un buco profondissimo. Così la maestra fece rispondere a un altro bambino che aveva alzato la mano. Solo in quel momento mi si sciolsero le labbra, ma era troppo tardi. “Che rabbia!” pensai “Mai farsi prendere dal panico!”. da A. Sturiale, Il libro di Alice, Rizzoli
LETTORE COMPETENTE Nella prima sequenza Alice dice che a scuola si sentiva insicura e imbarazzata. Perché? Nelle altre sequenze, diverse espressioni ti fanno capire le emozioni e gli stati d’animo di Alice. Quali? Cerchia le parole giuste. rabbia - meraviglia - paura tristezza - felicità - agitazione - noia panico - tranquillità - sollievo Nel brano sono presenti due momenti in cui Alice capisce di essere travolta dalle emozioni e “parla” a se stessa. Evidenziali a lato del testo.
CAPISCO LE PAROLE Solo alla fine Alice dice “si sciolsero le labbra”: che cosa significa questa espressione? Si inumidirono le labbra. Riuscii a parlare. Si distesero le labbra.
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LABORATORIO
IL TESTO NARRATIVO
La nuova scuola 1
– Guarda... Viki, la tua nuova scuola. Viki? Viki, non dici niente? – Mamma, mi batte forte il cuore. Tu puoi entrare con me, mamma? – Non lo so, Viki, vediamo.
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Ci accoglie un piccolo giardino pulito, con l’erba verde, tagliata da poco. La scuola ha grandi finestre quadrate, una per ogni aula. E grandi disegni colorati di fiori e animali incollati ai vetri. Tutta la facciata è trasparente e luminosa. Dal cancello si vedono i bambini già seduti ai loro banchi, quelli in piedi, le maestre, le luci accese e le lavagne rettangolari appese come quadri alle pareti. Le lavagne qui sembrano tutte intere.
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Nella mia classe a Lezhe ce n’era una vecchia e rotta, larga in alto e stretta in basso. Così la maestra componeva frasi che finivano con parole scritte sempre più in piccolo. Noi le copiavamo sui quaderni e all’inizio eravamo convinti che una frase dovesse per forza finire con parole sempre più piccole.
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– Viki, a cosa pensi? Muoviti, sei in ritardo – dice la mamma, agitata. – Mamma, il cuore continua a battermi forte. – Oh, tesoro – dice la mamma e mi dà un bacio sulla guancia – adesso entrerai in classe e conoscerai i tuoi amici italiani.
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Entriamo in un ampio corridoio pulito e profumato. Alla parete destra, sotto a larghe vetrate luminose, sono appoggiati dei semplici scaffali di metallo grigio. Detta così sembra triste, ma sono ricolmi di libri: un vero sogno per un lettore come me! Peccato siano scritti in italiano... A sinistra invece si affacciano diverse porte colorate: aule, senza dubbio. Lo si capisce dalle targhette a fianco e dai cartelloni appesi tra una porta e l’altra.
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Anche noi, a Lezhë, facevamo i cartelloni con la maestra...
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Eccoci davanti alla quinta A: ci hanno detto che la maestra ci sta aspettando. Il cuore mi batte all’impazzata. – Forza, tesoro, questo è un nuovo inizio! – mi incoraggia la mamma con una carezza tra i capelli. Respiro profondamente e busso alla porta. da F. Gatti, Viki che voleva andare a scuola, Fabbri :
Lezhe: piccola città dell’Albania.
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IL TESTO NARRATIVO Già sai che un racconto è formato da più sequenze, che segnalano i diversi momenti della narrazione. Le sequenze possono essere di diverso tipo: • narrative, quando contengono la narrazione di un fatto; • descrittive, quando descrivono ambienti, persone, animali, cose; • dialogiche, quando sono costituite, per intero o in parte, da dialoghi, cioè parti che riportano direttamente le parole pronunciate dai personaggi; • riflessive, quando riferiscono pensieri, opinioni, riflessioni e stati d’animo dei personaggi.
A volte le sequenze non si susseguono secondo un ordine temporale. Può essere presente un flashback: cioè un salto nel passato per raccontare un fatto avvenuto in precedenza.
LABORATORIO
Il racconto che hai letto è già diviso in sequenze. Per ciascuna di esse, indica la tipologia e pensa a un titolo. - La prima sequenza è .................................................................................... (titolo) ...................................................................................................................... - La seconda sequenza è ............................................................................... (titolo) ...................................................................................................................... - La terza sequenza è ...................................................................................... (titolo) ...................................................................................................................... - La quarta sequenza è ................................................................................... (titolo) ...................................................................................................................... - La quinta sequenza è ................................................................................... (titolo) ...................................................................................................................... - La sesta sequenza è ...................................................................................... (titolo) ...................................................................................................................... - La settima sequenza è ................................................................................. (titolo) ...................................................................................................................... Individua ed evidenzia nel racconto le due sequenze che costituiscono il flashback. Da che cosa vengono suscitati i ricordi nella protagonista del racconto? Che cosa ricorda nel primo flashback? E nel secondo?
Riassumi il contenuto del racconto sul quaderno. Ricorda che fare un riassunto significa ridurlo riportando solo le informazioni principali, tralasciando i particolari secondari. In particolare: le sequenze narrative vanno sintetizzate, in modo da raccontare l’essenziale; le sequenze descrittive in genere possono essere tralasciate; i discorsi diretti vanno trasformati in discorsi indiretti; le sequenze riflessive vanno sintetizzate se necessarie alla comprensione del racconto.
Vola al Libro delle TIPOLOGIE: • approfondisci i vari tipi di testo narrativo (da pagina 9) • esercitati a scrivere racconti (da pagina 92)
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UN MARE DI EMOZIONI
Riflettere sulle emozioni
I pensieri e le emozioni Le emozioni sono provocate da quello che proviamo in certe situazioni. Se una stessa cosa succede a più persone, non tutte provano lo stesso sentimento o stato d’animo. Per capirlo prova a eseguire le seguenti attività-gioco.
Che cosa provo
1
Immagina di trovarti nella situazione seguente. Che cosa proveresti? Cerchia il viso scelto.
RABBIA
L’insegnante ha detto che vuole parlare con te a quattrocchi.
GIOIA
PREOCCUPAZIONE
ANSIA
SERENITÀ
Confronta le tue risposte con quelle dei compagni. Sono uguali?
2 Nella prima situazione, dopo essermi confrontato con i compagni, ho verificato che ............................................................................ .................................................................................... .................................................................................... Nella seconda situazione la mia emozione è cambiata perché ........................ .................................................................................... ....................................................................................
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Così penso, così mi sento Immagina di essere andato ai giardini per far volare un aquilone.
1. L o appoggi su una panchina per allacciarti una scarpa, poi ti accorgi che qualcuno si è seduto sull’aquilone e lo ha rotto. Ti senti ......................................................................................... 2. O ra immagina che la persona che si è seduta sulla panchina è non vedente. Ti senti ............................................................................................ È cambiata la tua emozione?
La sorpresa e l’attesa
Una fantastica sorpresa Caro Diario, mi tremano le mani. Mi tremano anche le gambe. Se tu non fossi un diario, ti direi di sederti, perché fra poco le gambe tremeranno anche a te. Aspetta... cosa sto dicendo? La mamma... No, non riesco a dirtelo, mi sembra che mi manchi il fiato. Oggi, tornando a casa, la mamma mi ha tenuto la mano, come quando ero piccola e non lo faceva più dalla terza. Io non ho detto niente, perché la sua mano attorno alla mia, o la mia dentro la sua, anche se sono grande, mi piace ancora moltissimo. Così, cammina cammina, mentre passavamo davanti alla Biblioteca Comunale e io guardavo i vetri del secondo piano dove fanno la Settimana della Lettura, con quei bei cuscini profondi e i putti dipinti sul soffitto, mamma mi ha detto, guardandomi negli occhi, che aspetta un bambino. Un bambino o una bambina, naturalmente. Lo/la aspetta da solo un mese e naturalmente non si sa se è un bambino o una bambina, perché per saperlo bisogna aspettare almeno il terzo mese. Insomma, lei aspetta qualcuno: e sarà un mio fratellino o una mia sorellina. Capisci, Di? Mi tremano ancora le gambe. E a te, tremano? Se le hai, tremano, ne sono sicura. Un fratellino, o una sorellina. Che ne dici, Di? Certo che sono contenta, che domande fai? Però, per esempio, quando lui/lei nascerà, io avrò dieci anni suonati. Quando lei/lui avrà cinque anni, io ne avrò quindici. Quando ne avrà otto, io diciotto, e così via. Comunque sono molto contenta ed emozionata, molto, molto, davvero.
UN MARE DI EMOZIONI Putto: nella pittura e nella scultura, bambino nudo che rappresenta un amorino o un angioletto.
DICO LA MIA Mani e gambe possono tremare per motivi diversi. Segnali con una X: la felicità l’agitazione la paura la noia la soddisfazione la gelosia Ti è mai capitato di sentirti le gambe tremare? Racconta.
da R. Piumini, Molte lettere per sei, Einaudi Ragazzi
LETTORE COMPETENTE Rispondi alle domande. - Chi scrive? Un bambino. Una bambina. Non si capisce. - A chi scrive? A un amico. A un diario. Alla mamma. - Chi è Di? Il fratellino. La sorellina. Il diario. - Nella frase evidenziata perché viene usato il doppio pronome “lo/la”? ....................................................................................................................................................... - Quanti anni ha chi scrive? .................................................................................................... - Che emozioni prova? ............................................................................................................. - Perché le sue gambe tremano? .......................................................................................... Varie espressioni ti fanno capire che chi scrive si rivolge al suo diario come se fosse una persona reale con cui confidarsi. Cercale e sottolineale.
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UN MARE DI EMOZIONI
La paura
Alex non ha paura Alex ha provato a chiudere gli occhi. Ha provato a mettere la testa sotto il cuscino. Ha provato a tenersi stretto all’orso Gruffy... Ma è tutto inutile. Non riesce proprio a dormire. E continua a pensare a quello che gli ha detto il dottore nel pomeriggio: – Sai perché ti fa male la pancia, Alex? Perché hai l’appendicite. Ma domani ti portiamo in ospedale a fare l’operazione. E vedrai che ti passa subito. Sei contento? No. Alex non è per niente contento. Anzi, è molto preoccupato! Si gira e si rigira nel letto, pensando spaventosi pensieri. Il primo spaventoso pensiero è: “Quanto sono grosse le punture dell’ospedale?”. E chissà perché gli viene in mente un trapano, come quello che usa il babbo per fare i buchi nel muro. Ed ecco che arriva il giorno dopo. Bisogna salire in auto per andare in ospedale. Papà e mamma cercano di fargli coraggio, ma Alex non li ascolta nemmeno. Sente una voce più forte che gli parla dentro le orecchie. È la voce della paura che continua a ripetere: “O-spe-da-le, o-spe-da-le, a-des-so-ti-fan-no- ma-le...”. E non c’è un tasto per farla smettere. Poi lo mettono disteso su di un letto. Una dottoressa giovane sorride e dice: – Stai tranquillo. Ti voglio solo visitare. Fa male qui?
Appendicite: infiammazione acuta o cronica dell’appendice, una parte dell’intestino crasso. Trapano: strumento che serve a praticare fori, in materiali diversi.
LETTORE COMPETENTE Rispondi sul quaderno. - Quali pensieri provocano preoccupazione in Alex? - Chi dice “Ospedale, ospedale, adesso ti fanno male”? - Perché Alex appare coraggioso agli occhi di Giulio? - Perché alla fine del racconto ad Alex scappa da ridere? Nel testo c’è un indicatore temporale. Cerchialo. In quanto tempo avviene la vicenda narrata? I fatti si svolgono in due luoghi precisi. - Il primo non è espresso nel testo, ma si può intuire qual è nella parte iniziale. È ............................................. - Il secondo è ........................................................................................................................................................................... Sottolinea tutte le parole e le espressioni che descrivono un’emozione o uno stato d’animo. Quante ne hai trovate? Confrontati con i compagni per vedere se te n’è sfuggita qualcuna o se sei riuscito a concentrarti.
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La paura
UN MARE DI EMOZIONI
Alex è così terrorizzato che sente solo il battito impazzito del suo cuore. Quando la dottoressa va via, tira un sospiro di sollievo. Volta la testa e si accorge che nel letto a fianco c’è un bambino più piccolo. – Ciao! – saluta il bambino – Io mi chiamo Giulio, e tu? – Alex. – Senti, Alex, vero che tu non ce n’hai di paura? Proprio neanche un po’? – Chi, io? – Sì, tu! L’ho capito subito che devi essere un tipo impavido. Non hai detto nemmeno “Ah!” mentre la dottoressa ti visitava. – Oh, be’... – Alex è rimasto senza parole. – E invece sai cosa ho fatto io? – dice Giulio – Dallo spavento che avevo addosso... sgnack! Le ho morsicato la mano. – Sul serio? – Eh sì, sono proprio un fifone. Ma lo sai che mi devono fare l’operazione alla pancia? – Anche a me – dice Alex. – Ah sì? – Giulio sembra contento – Allora mi aiuterai tu ad avere coraggio. Cosa deve rispondere Alex? A casa gli hanno insegnato a non dire bugie. Però, in certi casi... – Va bene – promette. Ma spera tanto di non essere messo alla prova. – Ma come fai a essere così coraggioso? – chiede Giulio. Ad Alex scappa un po’ da ridere. Lui sa che tutto quel coraggio, in fondo, viene fuori dalla gran paura. da A. Lavatelli, Alex non ha paura di niente, Piemme
CAPISCO LE PAROLE Molte parole ed espressioni della lingua italiana hanno diversi significati. Osserva quelle evidenziate nel testo. - “Fare l’operazione” significa: ..................................................... - In quale altro campo viene usata questa espressione? ............................................................................................................ - Che cosa significa? ..................................................................... - “Visitare” qui significa ................................................................. - Quale altro significato ha questo verbo? ............................. ............................................................................................................
Impavido: coraggioso, che non si lascia prendere dalla paura.
DICO LA MIA E tu che cosa avresti fatto nei panni di Alex? Ti saresti comportato come lui o avresti detto a Giulio la verità? “Il coraggio, in fondo, viene fuori dalla gran paura”. Sei d’accordo con questa affermazione? Racconta una tua esperienza.
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UN MARE DI EMOZIONI
Terrore e sollievo
Un terribile uragano Intorno a mezzanotte Joe svegliò i compagni. C’era qualcosa di opprimente, cupo e minaccioso nell’aria. I tre si misero vicino al fuoco, sentendo il peso di quell’atmosfera immobile. Restarono in attesa, ansiosi. Il silenzio era fondo e, al di là dell’alone del fuoco, il buio li accerchiava. Ci fu un lampo improvviso sulle foglie, e sparì. Un altro, più vicino, seguito da un terzo. Un gemito leggero sfiorò i rami del bosco. I tre ragazzi sentirono un soffio sulle guance, e tremarono pensando che fosse lo Spirito della Notte. Dopo una pausa un lampo folgorante cambiò la notte in giorno, illuminando con violenza l’erba attorno, e le tre facce impaurite. Poi uno schianto precipitò dal cielo, rimbalzando cupo in lontananza. Ancora un lampo accecante sulla foresta, seguito da un tuono che sembrò schiantare gli alberi, esattamente sopra i tre ragazzi, che si abbracciarono stretti nel buio. Poi grosse gocce sparse colpirono le foglie. – Di corsa alla tenda! – gridò Tom. Inciampando nelle radici e nei cespugli, si dispersero in tre direzioni. I rami intorno sibilavano colpiti dal vento furioso, e lampi scoppiavano in continuazione, seguiti da boati tremendi. Tom, Joe e Huck si cercavano urlando, ma le voci si perdevano nel vento e nei tuoni. Poi, uno dopo l’altro, raggiunsero la tenda, fradici e impauriti: ma ritrovarsi fu una consolazione.
CAPISCO LE PAROLE Ricerca le seguenti parole nel testo e trova per ciascuna un sinonimo adatto al contesto. - opprimente: ...................................................................................................... - schiantare: ......................................................................................................... - sibilavano: .......................................................................................................... - rombava: ............................................................................................................ - schiumanti: ........................................................................................................ “Uno schianto precipitò dal cielo”. Hai capito di che cosa si tratta? Prova a dirlo con parole tue. .................................................................................................................................
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Terrore e sollievo
UN MARE DI EMOZIONI
La tenda sbatteva furiosamente e il cielo rombava, impedendo di parlare. L’uragano crebbe, strappò la tela dai lacci e la trascinò via. Tenendosi per mano i tre ragazzi scapparono in cerca di un altro riparo, sotto una grande quercia in riva al fiume. Lampi continui creavano immagini di paesaggio senza ombre, alberi curvi, acque schiumanti, spruzzi, le confuse colline della riva di fronte tra le nuvole. Il rombo continuo dei tuoni feriva le orecchie. La bufera arrivò a tal culmine di rabbia che sembrò poter spazzare via l’isola, incenerirla e uccidere ogni creatura che vi abitava. Fu una durissima notte per i tre disperati. Poi la furia cessò. Le forze che l’avevano scatenata se ne andarono brontolando e sbuffando, e tornò la pace. I tre tornarono al campo pieni di paura e scoprirono che l’albero sotto cui era la tenda era crollato, falciato da un fulmine. Tutte le loro cose erano bagnate. Come accade alla loro età, non avevano previsto la pioggia, e ora erano inzuppati. Scoprirono tuttavia che sotto la grossa trave accanto a cui era stato acceso il fuoco restava un pezzo di brace. Lavorando con erba e cortecce fra le più asciutte, riuscirono dopo molti sforzi a riaccendere il fuoco. Vi asciugarono il prosciutto cotto, che si era imbevuto di pioggia, e festeggiarono la loro salvezza attorno al fuoco. da M. Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Einaudi
LETTORE COMPETENTE In quale momento della giornata è ambientato il racconto? “I tre si misero vicino al fuoco”. Chi sono i tre personaggi? ...............................................................................................................................
Dove si trovano? Su una spiaggia.
Su un’isola.
In montagna.
Sottolinea la frase del testo dalla quale hai rilevato questa informazione. La furia dell’uragano è: presentata in modo generico
descritta nei particolari
Il testo può essere diviso in tre parti in cui i ragazzi provano: ansia terrore sollievo Individua ciascuna parte segnandola a lato con il colore indicato.
MI AUTOVALU TO Per capire bene il racconto: l’ho letto tutto una volta solo ho riletto alcuni passaggi ho riletto tutto il brano una seconda volta Le parole presenti nel racconto per me sono: per lo più facili per lo più difficili solo alcune difficili
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UN MARE DI EMOZIONI
La voce del cuore
Comprendonio: capacità di capire. Regolamentare: previsto dal regolamento, d’ordinanza. Merciaio: chi vende merceria, cioè tutto ciò che serve per cucire.
LETTORE COMPETENTE Prisca non è “capace di resistere davanti alle ingiustizie”. Quale ingiustizia provoca la sua reazione? Indica quale emozione o stato d’animo si nasconde dietro ogni verbo evidenziato: - protestò: ............................................... - balbettarono: ...................................... - si agitava: ............................................. - supplicò: ...............................................
DICO LA MIA Anche a te, nei panni di Prisca, scoppierebbe il cuore? Perché?
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Ascolta il mio cuore Pochi secondi prima che suonasse la campanella, due nuove alunne entrarono timidamente nell’aula. Alle altre bastò un’occhiata per accorgersi che si trattava di due bambine povere, di quelle che abitavano nei vicoli della città vecchia. Al collo, invece di quello rosa a pallini celesti richiesto dalla maestra, avevano un fiocco blu un po’ stinto. La maestra, guardandole severamente, chiedeva: – Cosa ci fate qui voi due? – In segreteria ci hanno detto di venire in IV D. – Non è possibile. Avrete capito male. La bambina più alta insistette timidamente: – La segretaria ha detto proprio D. – Non permetterti di contraddirmi, villana! – protestò la signora Sforza. – Ma... – Niente ma! D’altronde è evidente che non hai molto comprendonio, visto che l’anno scorso ti hanno bocciata. La maestra fece chiamare il bidello, il quale guardò nei suoi foglietti e disse: – Non c’è nessun errore. Queste due bambine sono iscritte proprio in IV D. La maestra guardò sul registro e quando vide i nomi delle due alunne ci restò malissimo. – E come mai non avete il nastro rosa a pallini celesti? – Non ce n’era più dal merciaio... – balbettarono le due bambine. – Allora tornatevene a casa e non rimettete più piede in classe fino a quando non vi sarete procurate il nastro regolamentare! Fuori! Le due nuove arrivate si avviarono in silenzio verso le scale. Prisca si agitava nel banco come un’anguilla. – Ascolta il mio cuore! – bisbigliò afferrando la mano di Elisa e premendosela sul petto – Sta per scoppiare. BUM BUM BUM. – Non farmi paura! – supplicò Elisa. Conosceva l’amica e sapeva che non era capace di resistere davanti alle ingiustizie. da B. Pitzorno, Ascolta il mio cuore, Mondadori
La felicità
UN MARE DI EMOZIONI
Amo la terra
Sono felice
Sono contento d’essere venuto al mondo, d’esser nato sul nostro pianeta. Amo la terra, la messe, la battaglia, e ne afferro il linguaggio. È vero, accanto al sole è un balocco questo nostro mondo, ma è grande sterminato. Voglio andarmene in giro a vedere e pesci e frutti e stelle che non conosco, a sentire la risacca dei mari remoti.
Sono felice, Risacca: moto di ritorno non è successo niente, di un’onda che, urtando non sono in nessun luogo, contro un ostacolo, viene semplicemente fermata e respinta. sono felice Remoto: lontano. nei quattro angoli del cuore, camminando, dormendo o scrivendo. Che posso farci, sono felice, sento la pelle come un albero rugoso, di sotto l’acqua, sopra gli uccelli, il mare come un anello intorno a me, fatta di pane e pietra è la terra l’aria canta come una chitarra.
da N. Hikmet, Poesie, Einaudi
da P. Neruda, Paese, Utet
LETTORE COMPETENTE Nella prima poesia il poeta vuole comunicare la sua gioia di essere vivo. Evidenzia i versi che te lo fanno capire. La parte finale ti fa comprendere che il poeta è un uomo: spericolato che ama l’avventura curioso che desidera conoscere tutto il mondo
DICO LA MIA Tu come ti senti quando sei felice? Scrivi alcune similitudini. - I miei occhi sono come ........................... ...........................................................................
Il mondo “accanto al sole è un balocco”, cioè un giocattolo. Che cosa vuole comunicare il poeta con questa metafora?
- Il mio cuore è come ..................................
Nella seconda poesia il poeta esprime la sua felicità. Quali versi ti fanno capire meglio il sentimento che prova?
- Il mio corpo è come .................................
........................................................................... ...........................................................................
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UN MARE DI EMOZIONI Attonito: sbalordito, senza parole.
DICO LA MIA Hai mai accusato qualcuno di aver fatto qualcosa di brutto senza esserne sicuro? Come ti sei sentito?
Vivere un incubo
Qualcosa di brutto Quando entrò in classe, Nina capì subito che doveva essere accaduto qualcosa di brutto: tutti i suoi compagni erano seduti al proprio posto con un’espressione seria, mentre Fabiana era in piedi accanto alla maestra Giovanna, che continuava a chiederle qualcosa. – Sì, sì, sono sicura, maestra. Avevo lasciato il braccialetto nella tasca esterna dello zaino, dentro la custodia – disse Fabiana con le lacrime agli occhi. Nina osservò attonita la scena: la maestra aveva in mano la scatolina del braccialetto che Eleonora aveva regalato a Fabiana quella mattina per il suo compleanno... e la scatolina era vuota! In fretta, dal parlottare dei compagni, capì che il braccialetto era stato rubato durante l’ora di educazione motoria, mentre tutta la classe si trovava in palestra. – Ragazzi, calma! – sollecitò la maestra – Ritroveremo il braccialetto, non può essere sparito nel nulla. Penso proprio che nessuno sia entrato in aula mentre eravate assenti. – Maestra, ma tu non hai visto nessuno di sospetto? – chiese Diego dal fondo della classe. – No... – rispose subito Giovanna. – Maestra, proviamo a cercare ancora – propose Valentina. In aula si levarono le voci di diversi alunni, qua e là, tutti speranzosi che in questo modo la maestra Giovanna non avrebbe fatto in tempo a interrogare in storia. – Avete ragione... – affermò la maestra – cerchiamo per la classe, sotto gli zaini e nei cestini. Vedrete che salterà fuori. Fu così che ognuno si mise a cercare: chi sollevava gli zaini, chi rovistava nella spazzatura, chi si chinava per guardare sotto i due armadi di legno... trovando solo ciuffi di polvere grossi come noci. Nina, dal canto proprio, pensò di contribuire controllando i cestini degli oggetti smarriti che si trovavano di fianco al computer della classe. Dopo dieci minuti, ogni bambino si ritrovò seduto al proprio posto non sapendo più dove cercare.
CAPISCO LE PAROLE Nel racconto ci sono diversi discorsi diretti. Nel riportare le battute di dialogo non viene utilizzato solo il verbo dire, ma anche altri verbi che hanno un significato simile. Sottolineali nel testo e cerca sul dizionario quelli di cui non conosci il significato.
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Vivere un Amici incubo animali
UN MARE DI EMOZIONI
– Perché non controlli le cartelle, maestra? – propose Ernesto a un tratto rompendo il silenzio. Giovanna guardò gli alunni, che la fissavano in attesa di una risposta: non aveva mai fatto una cosa simile in cinque anni passati con quei bambini e non avrebbe certo voluto cominciare ora. Le sembrava un atto di mancanza di fiducia nei loro confronti. – No! Non se ne parla nemmeno! Non è così che si risolvono le cose – disse seria la maestra. – Ma maestra! Magari qualcuno si è infilato nello zaino il braccialetto per sbaglio – la incalzò Ernesto, calcando con malizia la voce sulle ultime parole. – Non c’è alcun problema a farlo, se non hai nulla da nascondere! – aggiunse Loris, prendendo libri e quaderni dallo zaino e aprendo rumorosamente tasche e taschine. Fecero come lui anche tutti gli altri compagni e, ben presto, i banchi furono invasi da quaderni, astucci, pennarelli, giornalini, figurine e disegni di ogni dimensione. Anche Nina fece come tutti gli altri e rovesciò ciò che era contenuto nel suo zaino. Il sussidiario, il libro di lettura, il quaderno di inglese... All’improvviso lo vide. E lo videro anche i suoi compagni più vicini. Tra il diario e il quaderno di scienze, c’era il braccialetto. Nina si sentì avvampare. Il cuore cominciò a rimbombarle nelle orecchie. Tutto a un tratto le sembrò di vivere un incubo. Un silenzio carico di disagio e di dissenso calò sulla classe intera. Era come se il tempo si fosse fermato. – Ladra! – le urlò Ernesto inaspettatamente. LETTORE COMPETENTE Nina, persa nei suoi pensieri, si scosse. – Ma... ma non sono stata io! – mormorò, Leggi le seguenti affermazioni riferite al contenuto fissando il piccolo gioiello. della storia e indica con una X se sono vere (V) o false (F). - È stato rubato il braccialetto a Eleonora. V F I suoi occhi iniziarono a riempirsi - I bambini lo cercano in classe. V F di lacrime che, ostinatamente, non - Ernesto propone di cercare negli armadietti. V F volevano scendere lungo le guance. - Nina vuota il suo zaino e vede il braccialetto. V F Sapeva di non aver rubato il braccialetto. - Nina piange perché non ha commesso il furto. V F Il silenzio ostile dei compagni la inghiottì. Sottolinea le parti del testo a cui corrispondono Ernesto e Loris sogghignarono, ma Nina le affermazioni vere. non se ne accorse, perché le lacrime Due personaggi della storia, Ernesto e Loris, giustificano formarono nei suoi occhi un piccolo in modo diverso la proposta di controllare le cartelle. mare di amarezza. da M. Albertini, Nina e la capanna del cuore, Raffaello
- Secondo Ernesto ...................................................................................... - Secondo Loris ............................................................................................ Nella parte finale ci sono varie espressioni che esprimono lo stato d’animo di Nina. Cerchiale.
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UN MARE DI EMOZIONI
Per conoscersi meglio
Il timidometro Capita anche a te di bloccarti per la timidezza o di diventare rosso come un peperone in alcune situazioni? Scopri con questo test di che “colore” è la tua timidezza. 1 Nuova squadra di pallavolo, nuova palestra, nuovo allenatore.
• Individui un compagno che ti sembra simpatico e non lo molli. • Non ti metti al centro dell’attenzione: non sai ancora se sarai all’altezza. • Sorridi per primo e fai vedere che cosa sai fare! 2 A una recita scolastica devi cantare una canzone come solista.
• È un’esperienza importante: un giorno sarai fiero di te. • Rifiuti: nessuno ti obbliga a cantare, se non vuoi! • Chiedi di farti accompagnare da un coro.
3 Ti hanno invitato a una festa di compleanno dove conosci solo l’invitato.
• La cosa migliore è essere se stessi: nessuno ti giudicherà e magari ti farai qualche nuovo amico. • Porti il cellulare: se te la vedi brutta puoi farti venire a prendere. • Ti prepari a casa qualche simpatico gioco da proporre al gruppo. 4 Interrogazione di storia davanti alla classe.
Le situazioni in cui... ...mi sento a disagio: ............................................................... ............................................................... ............................................................... ............................................................... ...ho proprio paura:
• Ti prepari bene, magari non sarà così difficile. • Che bello! Finalmente hai l’occasione di dimostrare quante cose sai. • Ti fai preparare una camomilla dai tuoi. Che stress! 5 Incontri per strada il compagno/la compagna che ti piace.
• Lo/la saluti e cominci subito a chiacchierare. • Abbassi la testa e fai finta di non vederlo/la. • Ti fermi e aspetti che sia lui/lei a parlare per primo/a. CAPISCO LE PAROLE
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Le espressioni evidenziate nei punti 1 e 3 del test sono tipiche del linguaggio colloquiale. Usa un linguaggio formale e spiega in quale altro modo puoi dirlo.
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- Non lo molli .............................................................................................................
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- Se te la vedi brutta .................................................................................................
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Per conoscersi meglio
UN MARE DI EMOZIONI
Ora conta le risposte rosse, verdi e blu che hai dato. Qual è il colore nel quale ottieni il punteggio più alto? Leggi qui sotto il profilo legato a quel colore.
ROSSO - Tipo tartaruga Come una tartaruga, se ti senti minacciato da qualcuno ti ritiri nella corazza. Hai poco spirito di iniziativa, conti ancora molto sull’aiuto degli adulti e hai un carattere introverso. Consiglio: quando ti senti in difficoltà, entra pure nella tua corazza, fai un bel respiro, tranquillizzati e poi... esci fuori a goderti la vita!
VERDE - Tipo formica Come una formica, sei un tipo attivo, giudizioso e che fa funzionare il cervello. Sei ammirato per il tuo carattere gentile ed equilibrato. Consiglio: per non essere troppo perfetto, qualche volta prova a metterti nei panni della cicala.
BLU - Tipo farfalla Come una farfalla svolazzi di fiore in fiore, senza fermarti mai. Credi in te stesso, sei molto amichevole e in ogni situazione riesci a cavartela bene. Consiglio: lanciati solo su ciò che realmente ti piace.
DUE COLORI - Tipo camaleonte Come un camaleonte, ti trasformi a seconda della situazione e delle persone che incontri. In certi casi sei sicuro di te, in altri un po’ meno. Consiglio: prova a rimanere te stesso e a non cambiare continuamente solo perché te lo chiedono gli altri.
da Focus Junior
Tu sei un tipo ......................................................................................... Il risultato del test corrisponde a quello che pensi di te? Se non corrisponde, spiega perché.
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UN MARE DI EMOZIONI
Emozioni per crescere
Roba da grandi La mamma si girò, e aggrottò le sopracciglia: – E sarebbe? – Be’ – ammisi – forse Joey un po’ mi ha spinto. Però in questi ultimi due giorni ho fatto tutto da solo. Si sedette sul bordo del divano. – Capisco. C’è altro? Ammettere le proprie responsabilità fa bene all’anima, sai? – Be’, sai... c’entra anche qualcun altro, in questa storia. Più o meno. – Ah – la mamma si sedette meglio e si mise a braccia conserte: – Una ragazza – annuii. – Mmm... – ci pensò sopra – per caso il suo nome inizia per J, e il suo cognome per B? Rimasi di stucco. – Come fai a saperlo? – Sei innamorato di Judy Billings da quando eri in prima. Come l’aveva scoperto? – Comunque ora è finita. – Immagino che sopravviverà – commentò la mamma. Si allungò sul divano, e mi sorrise, un lungo sorriso. – Mamma, c’è anche un’altra cosa. – Davvero? – Sì. Sai cosa sono i ratti? Così vengono chiamati quelli che fanno la quarta, i grandi, e rubano la merenda ai piccoli. – Ah. – Sì, be’, sai, ero diventato davvero un ratto. Non ci crederesti. – No? – Ho portato via la merenda ai bambini più piccoli e li ho spinti giù dall’altalena. A scuola mi hanno dato una punizione perché non smettevo di ridere. E ho suonato i campanelli di tutto l’isolato. – Un vero teppista. – Sì. E sai, mamma? – Che c’è? – Sono stato io a mangiare i Mars. – Tutti? – chiese aggrottando le sopracciglia. – Sì, tutti. Scosse il capo. Era sbalordita. – Ho paura di chiederti se c’è altro che devi dirmi...
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Aggrottare: corrugare le sopracciglia o la fronte. Teppista: chi compie atti vandalici e violenze.
CAPISCO LE PAROLE Il protagonista confessa alla mamma di essere diventato un “ratto”, come i bambini di quarta, i più grandi. Hai capito perché si chiamano “ratti”?
Emozioni per crescere
LETTORE COMPETENTE Che cosa ha spinto il protagonista a compiere brutte azioni nei confronti dei più piccoli? Perché racconta tutto alla mamma? Come si sente dopo aver detto la verità? In base al suo comportamento, quali tra questi aggettivi ti sembrano adatti per definire la mamma? Cerchiali. apprensiva - irritata - comprensiva dolce - attenta - severa Nella parte finale le parole della mamma aiutano a capire il significato del titolo. Quale comportamento del figlio è “roba da grandi”? Fare il “ratto” come i grandi di quarta. Ammettere di avere sbagliato. Essere soddisfatto di maltrattare i più piccoli.
UN MARE DI EMOZIONI
Altro? Altro... Sí, c’era qualcos’altro. Qualcosa che ancora mi pesava dentro. Che cos’era? Non lo sapevo. – Non mi viene in mente niente – le risposi. Lei allungò un braccio, mi prese una mano e la strinse. – Be’, comunque, ratto o non ratto, la tua mamma ti vuole sempre bene. Ecco! – Mamma, adesso mi ricordo! C’è un’altra cosa. Quando facevo il ratto, mi sembrava di divertirmi un mondo. Ma non era vero. Era orribile! – ripensai ai visi dei bambini che avevo maltrattato – Sembrava che gli altri pensassero che ero un tipo fantastico. Ma io non mi piacevo. Non è divertente, essere un ratto. Mentre la mamma si avvicinava per abbracciarmi, mi vennero le lacrime agli occhi. Restammo cosí per un pezzo e la sentii tirare su con il naso. Dopo un po’ disse: – Stavo giusto pensando che è buffo. Non appena hai smesso di cercare di essere grande, un “ratto”, come dici tu, sei diventato davvero un uomo. E un ometto fantastico, se devo dire la verità. – E come ho fatto? – Le cose che mi hai detto. Il fatto che ti sei assunto la responsabilità delle tue azioni. E hai ammesso di avere sbagliato. È roba da grandi, questa, sai? – Davvero? – Sì, davvero – esclamò abbracciandomi. – D’ora in poi sarò un ragazzino e nient’altro. Mi basta. da J. Spinelli, Quarta elementare, Mondadori
MI AUTOVALU TO La presenza di tanti discorsi diretti: mi ha aiutato a capire meglio il testo mi ha reso più difficile la comprensione perché ...................................................................
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UN MARE DI EMOZIONI
Provare avversione
Odio Odio le felpe senza cappuccio. Odio chi mi scarabocchia l’astuccio. Odio i bottoni nelle magliette. Odio le maniche troppo strette. Odio le scarpe con i lacci uguali. Odio che devo portare gli occhiali. Odio gli zaini senza le scritte. Odio i disegni con le righe dritte. Odio il pesce senza patate... e le zanzare in estate! da J. Carioli, S. Possentini, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac
LETTORE COMPETENTE La poetessa ha scritto questi versi per: giocare con le parole far conoscere il linguaggio dei sentimenti Sottolinea le parole che fanno rima tra loro. Come si chiama questo tipo di rima? ....................................................................................
DICO LA MIA E tu che cosa odi? Prova a scrivere la tua poesia, mettendo ordine tra le cose che odi e cercando, se riesci, delle rime per tenere insieme i versi. Odio .............................................................................. Odio .............................................................................. Odio .............................................................................. Odio .............................................................................. Odio .............................................................................. Odio .............................................................................. Odio ..............................................................................
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Che cos’è l’odio? L’odio è una grande antipatia, una profonda avversione che proviamo per qualcosa o qualcuno. Di conseguenza, desideriamo che a questa cosa o a questa persona capiti qualcosa di brutto. Quanto dura l’odio? Certe volte, l’odio dura molto tempo. Altre volte, soltanto un pochino. Puoi provare un odio passeggero per una persona, ma questo non vuol dire che tu abbia smesso davvero di volerle bene. Se l’odio ci spinge all’azione, siamo vittime dell’ira. da AA.VV., Emozionario, Nord-Sud Edizioni
L’odio è un sentimento negativo; ecco un suggerimento per dare un tono allegro alla poesia che hai letto. Tu e i tuoi compagni recitatela a voce alta. Noterete che si crea un ritmo regolare, simile a quello di una canzoncina. Per sentire meglio il ritmo, accompagnatelo con il battito delle mani.
CITTADINANZA
Per stare bene con gli altri... Per stare bene con gli altri bisogna imparare a gestire le proprie emozioni, soprattutto quelle che portano a litigare o a stare male con le persone intorno a noi. IRA: ti assale e se ne va quasi senza che tu te ne accorga. Può impossessarsi di te in situazioni che consideri ingiuste o che minacciano il tuo benessere. L’ira è utile, secondo te? No, perché l’ira è un’emozione che non permette di ragionare. Ti fa reagire come un animale aggredito da un altro. E siccome non viviamo tra bestie selvatiche, le reazioni cattive ci creano dei problemi. Per questo, è meglio evitare che l’ira prenda il controllo su di noi. Per esempio, quando cominciamo a provare irritazione. IRRITAZIONE: il mondo è pieno di colori, suoni... alcuni ci provocano irritazione: sono così fastidiosi che sembrano infilarsi dentro di noi e non riusciamo a smettere di pensarci. Il latrato di un cucciolo ci può fare tenerezza, ma... se continua per tutto il giorno? Che cosa succede quando ti senti irritato? Qualcosa di fastidioso diventa irritante quando credi di non poterlo più sopportare. Un’irritazione che dura a lungo ci porta a provare tensione. TENSIONE: nasce quando ci troviamo in situazioni che ci sembrano minacciose. Per esempio quando non hai studiato e l’insegnante inizia a interrogare. Oppure quando tu vorresti cantare, ma tua mamma vorrebbe dormire. Che cosa succede quando ti senti teso? Se parli di ciò che ti crea tensione con qualcuno di cui ti fidi, proverai sollievo. SOLLIEVO: proviamo sollievo quando ci liberiamo da un peso, quando smettiamo di avvertire una minaccia o quando chiediamo scusa. Quando una sensazione o una situazione sgradevoli si sono allontanate. Come si manifesta il sollievo? ....................................................................................................................................................................
Con il sollievo, ritorna la pace e ci sentiamo tranquilli. È il cammino verso la serenità. da AA.VV., Emozionario, Nord-Sud Edizioni
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UN MARE DI EMOZIONI
Provare nostalgia
Cara nonna Cara nonna, ma dove sei? È tanto che ti cerco e non riesco mai a vederti. Allora ti scrivo. Spero che il postino sia bravo e ti trovi. Qualcuno mi ha raccontato che un tale, scrivendo a un suo amico, nella busta aveva messo il nome, il cognome e poi, al posto dell’indirizzo, aveva scritto “Dio sa dove”. Pochi giorni dopo gli è arrivata una cartolina di risposta con su scritto: “Lo sapeva”. Aspetto anch’io una cartolina così. Nonna, vorrei tanto che tu mi prendessi per mano e mi portassi con te ai giardini. Vedo tanti bambini con i nonni, seduti sulle panchine. A volte ci sono nonni che giocano con loro. Ma tu, giocheresti con me? La nonna di Michele, il mio compagno di banco, fa a nascondino con lui. L’altro giorno è andata a nascondersi sotto al letto e poi non riusciva più a venir fuori. E noi a ridere. È bello avere una nonna così. Nonna, è autunno. Ci sono tante foglie gialle e rosse nei giardini dove vado a giocare. Le raccolgo sotto agli alberi e le divido. Le grandi con le grandi, le gialle con le gialle, le rosse con le rosse. Mi piacerebbe fare una costruzione tutta di foglie e venire da te a regalartela. Chissà cosa mi diresti. Nonna, vorrei tanto restare seduto accanto a te, e che tu mi mettessi una mano sulla spalla. Vorrei sentirti raccontare della tua vita. Dove vivi, in che mondi lontani, diversi, forse meravigliosi, tu passeggi e sorridi. Vorrei sentire la tua voce. Chissà se avresti parlato e se parli la mia lingua. Chissà se parli con qualcuno di me. Mi manchi nonna, come te lo devo dire? Ma io, ti manco? da L. Tumiati, Vorrei volare sulla neve, Giunti
LETTORE COMPETENTE Segna le emozioni che emergono in questa lettera: nostalgia tristezza gioia solitudine speranza invidia Dove si trova la nonna, secondo te? Dopo aver letto la lettera, copri la pagina ed elenca sul quaderno tutte le cose che il bambino vorrebbe fare con la nonna. Poi rileggi e verifica se hai ricordato tutto o ti è sfuggito qualcosa.
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MI AUTOVALU TO Capire questa lettera per me è stato: facile difficile perché ............................................................ La frase che mi è piaciuta di più è: ............................................................................
Il valore dei ricordi
UN MARE DI EMOZIONI
Non dimenticare Quando il nonno ti racconta le sue storie del passato tu lo ascolti e ti senti un bambino fortunato. Ieri e oggi sono i giorni che preparano il domani da tenere stretti stretti fra le tue e le sue mani. Ricordati di ricordare perché i ricordi sono un pezzo di te stesso. Non ti dimenticare che il tempo è sempre e non è solo adesso. da J. Carioli, S. Possentini, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac
LETTORE COMPETENTE Spiega con parole tue i versi di questa poesia, poi imparala a memoria e recitala alla classe in modo espressivo.
Cerca una fotografia che ti ricorda qualcosa di importante: un parente, un luogo, un giorno particolare... Poi incollala nello spazio sotto, oppure riproducila con un disegno. A fianco, descrivi che cosa rappresenta per te, quali emozioni ti suscita e perché.
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SPAZIO PER LA FOTO SPAZIO PER SCRIVERE.
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È FACILE
Ho parlato anch’io Per comprendere meglio un racconto, è più facile se ti fermi dopo aver letto un pezzetto per verificare se hai capito davvero, e lo riassumi prima di procedere nella lettura. Mettiti alla prova, sequenza dopo sequenza. Leggi le indicazioni date. L’esercizio è avviato. Questa mattina, il signor direttore entra in classe. Nessuna bussata. È tutto in blu. Siamo quieti come topolini. Ci saluta tutto allegro: – Non è una bellissima giornata, bambini e bambine? Non diciamo molto. Credo che siamo troppo assonnati per dire di che tipo di giornata si tratta. • Devi riportare solo le informazioni importanti e tralasciare quelle secondarie. Osserva. Il direttore entra in classe senza bussare e saluta allegro, ma i bambini sono ancora assonnati. Poi dice: – Chi sa dirmi delle frasi con “è” e “sono”? Bruno borbotta qualcosa, ma non posso dire cosa. Non era molto carino. Ma il resto fa di sì con la testa, indicando che le abbiamo pronte. • Sottolinea l’informazione indispensabile per completare. Il direttore fa una domanda e, a parte Bruno, ......................................................................... Perché sto facendo di sì con la testa? Io non ho una frase pronta. Ma questa volta ci proverò. Veramente. Che cosa posso dire? Penso alla casa in cui vivo. Penso al giardino condominiale. Penso al salice e al cespuglio di lillà. Il cespuglio di lillà! Quando fiorisce, ha fiori viola talmente belli! E quei rami scuri! • Se il testo è scritto in prima persona, usa la terza persona. Ricorda che in un riassunto in genere non si inseriscono le descrizioni. La protagonista vuole provare a rispondere e pensa .......................................... ..............................................................................................................................................................................................
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È FACILE Non è rimasto tempo per pensare. La signora maestra sta già incominciando a scrivere sulla lavagna. Ecco quello che mette giù: “I bimbi sono bambini” (Sergio) “L’erba è verde” (Milos) “Le bolle di sapone sono piene d’aria” (Tommaso) • Sottolinea le informazioni indispensabili per riassumere il significato del testo, poi riscrivi la frase. La signora maestra ............................................................................................................................................. La signora maestra si allontana dalla lavagna. Mi guarda e dice: – E tu, Elfie? Hai una frase con “è” o “sono” da dirci? Sento la faccia diventare bollente. Vorrei poter correre via e nascondermi. Infine inghiotto la saliva e dico con un filo di voce: – Sì. – Puoi dirci cos’è? – chiede la signora maestra. Le parole non mi vengono fuori bene, ma alla fine riesco a dire: – Qualcuno che conosco è un ramo di lillà. • Trasforma i discorsi diretti in discorsi indiretti. Sottolinea con il rosso le parole della maestra, con il blu quelle di Elfie. Sintetizza quello che dicono in un unico discorso indiretto. La maestra chiede a Elfie ............................................................................................................................. Elfie risponde .......................................................................................................................................................... La classe è in silenzio e la signora maestra scrive la mia frase sulla lavagna. Non riesco a crederci: ci sono riuscita, finalmente anch’io ho espresso un mio pensiero. • Sottolinea le parole che ti aiutano a definire l’emozione di Elfie, poi sintetizza la sequenza. ............................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................. da M. Lipman, Elfie, Liguori Editore
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VERIFICO le mITieÀ CONOSCENZE e ABIL
Una punizione per Tom 1
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Era sabato mattina. Tutto in quel mattino d’estate era allegro, fresco, lucente, traboccante di vita. Le acacie erano in fiore e il profumo si spandeva nell’aria. Poco oltre il villaggio, la collina di Cardiff, verde e rigogliosa, nella lontananza assumeva aspetti favolosi, da Giardino delle Meraviglie, un luogo incantevole dove oziare e fantasticare. Tom apparve sul marciapiede con un secchio di vernice e un pennello legato in cima a un’asta. Guardò la staccionata che doveva verniciare e tutta la gioia che aveva nell’animo si dileguò per far posto a una profonda malinconia. La staccionata era lunga una trentina di metri e alta quasi tre. La vita non gli sorrideva più. Anzi, diventava un peso. Tra mille sospiri, Tom tuffò il pennello nel secchio e con un gesto svogliato cominciò a passarlo sull’asse più alta. Ripeté l’operazione una volta e poi un’altra; guardando il risultato dovette ammettere che era ben poco rispetto a quanto restava da fare e sedette sconsolato su una cassetta. Proprio in quell’istante, con passo leggero e ondeggiante Jim uscì dal cancello con un secchio. A Tom era sempre parso noioso andare a prendere l’acqua alla pompa del villaggio, ma ora la pensava diversamente. C’era sempre tanta gente alla pompa: ragazzi e ragazze che aspettavano il loro turno, riposandosi, chiacchierando, spettegolando, litigando. T om ricordò che sebbene la pompa fosse a meno di duecento passi da casa, Jim di solito non ci metteva mai meno di un’ora per tornare con il secchio pieno, e sempre perché qualcuno era andato a chiamarlo. – Ascolta Jim, vado io a prendere l’acqua se tu vernici un po’ qui – gli disse Tom. Jim scosse la testa: – Non potere, signor Tom. Signora detto io andare a prendere acqua e non parlare con nessuno. Signora sa che signor Tom domanda a me di verniciare, ma io devo tirare dritto e non badare. Signora ha detto anche che lei guarda verniciatura.
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VERIFICO le mie
CONOSCENZE e ABILIT
À
1 Indica per ogni sequenza se è: narrativa • descrittiva • riflessiva • dialogica
La prima sequenza è: ............................................... uale funzione ha, secondo te? Q Introdurre il racconto per dare al lettore le informazioni principali. Introdurre il racconto per coinvolgere il lettore nelle emozioni del protagonista. La seconda sequenza è: ..........................................
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La frase sottolineata (righe 15-16) indica che a Tom restava: molto da fare poco da fare
– Macché, non dar retta a quello che dice, Jim, tanto ripete sempre le stesse cose. Passami quel secchio... Ci metto un secondo e lei non lo saprà mai. – Oh, no, signor Tom! Io paura. Signora staccare mia testa dal collo! – Ma chi, la zia? Figurati, non farebbe male a una mosca. Lei parla, parla... ma le parole non fanno male. Senti Jim, ti do una cosa bellissima, una bella biglia bianca.
La terza sequenza è: ................................................. Qual è il compito di Jim? ..................................... La quarta sequenza è: .............................................. La sequenza narra: un flashback, cioè un salto nel passato un flashforward, un salto nel futuro La quinta sequenza è: ..............................................
J im cominciava a tentennare. La tentazione era fortissima. Posò il secchio per terra e intascò la biglia. Ma dopo un attimo se la dava a gambe con il secchio in una mano mentre Tom spennellava vigorosamente e la zia Polly si ritirava con un sorriso di trionfo.
Perché Jim parla così, secondo te? ........................................................................................ ........................................................................................ La sesta sequenza è: .................................................
Ma l’energico fervore di Tom non durò a lungo. Ricominciò a pensare a tutti i progetti che aveva fatto per quel sabato, ai divertimenti attesi da una settimana ed era pieno di amarezza. Tra poco sarebbero passati gli altri ragazzi tutti diretti verso ogni sorta di divertimento e chissà quante risate avrebbero fatto alle spalle di Tom, costretto a lavorare. Solo a pensarci si sentiva avvampare dalla rabbia. Tom trasse di tasca le sue ricchezze e si mise a farne l’inventario: rottami di giocattoli, palline e altre cianfrusaglie, non sufficienti per pagarsi nemmeno una mezz’ora di libertà. Rificcò tutto in tasca, e abbandonò l’idea di corrompere i compagni. da M. Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Einaudi
Che cosa vuol dire “se la dava a gambe” (riga 46)? .................................................................... La settima sequenza è: ............................................ Quale emozione prevale in Tom? ........................................................................................ L’ottava sequenza è: .................................................. Con quale parola puoi sostituire “inventario” (riga 58)? ........................................................................................
MI AUTOVALU TO Ho trovato questa verifica: facile abbastanza facile
difficile
molto difficile
La domanda più difficile per me è stata la Valuto la mia verifica: ...........................................................
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ARTE e IMMAGINE
I colori delle emozioni
Dentro di te ci sono tante emozioni, impara a riconoscerle e ad accettarle con serenità, perché fanno parte di te. Paura, tristezza, allegria, gioia, amore... Come ti senti oggi, che cosa provi? Guarda nel tuo cuore... Impara ad amare tutte le tue emozioni, solo se accetti ogni parte di te puoi essere davvero felice! Non avere vergogna di accettare gli errori che hai fatto. Crescere vuol dire anche essere capaci di sbagliare, riconoscere i propri errori e cercare di migliorarsi. Abbi dunque il coraggio di scusarti dei tuoi errori... E la gioia di perdonare quelli che sbaglieranno con te! Scoprirai che quanto più un cuore è capace di perdonare, tanto più è capace di amare. Il pessimismo assomiglia a un paio di occhiali dalle lenti grigie, con cui vedi il mondo in bianco e nero... L’ottimismo invece è come un paio di occhiali dalle lenti scintillanti: quando li infili la vita ti appare a colori nella sua luce migliore! Sta a te, ogni mattina quando ti alzi, scegliere quali occhiali infilare e decidere come vedere il mondo... dipende solo e unicamente da te! da G. Stilton
Colora il mondo con gli occhiali che hai infilato oggi: di che colore sono le lenti?
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ARTE e IMMAGINE Hai capito che spesso si usano i colori per descrivere le emozioni. Le emozioni infatti sono “colorate�. Per questo gli artisti scelgono i colori nelle loro opere anche in base alle emozioni che vogliono regalare. sserva i seguenti dipinti; rappresentano tutti ballerini e danze. Ma, oltre a essere O ben diversi nella rappresentazione, sono stati realizzati con colori molto differenti tra di loro. Quale emozione ti suscita ciascuno di essi?
H. Matisse, La danza
Colori: ........................................................................... Emozione: ..................................................................
G. Klimt, La ballerina E. Degas, Ballerine tra le quinte
Colori: ........................................................................... Emozione: ..................................................................
Colori: ........................................................................... Emozione: ..................................................................
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ARTE e IMMAGINE
La “temperatura” dei colori
I colori hanno una “temperatura”: infatti possono essere caldi, freddi e neutri. • I colori caldi sono quelli che tendono all’arancio e al rosso. Sono colori luminosi e si associano alla luce del sole e al suo calore. Per questo sono colori che suscitano gioia, allegria, forza, ma anche passione. • I colori freddi tendono al viola e al blu. Sono i colori del mare, della neve, del ghiaccio, del cielo. Per questo suscitano calma, riposo, tranquillità, contemplazione, ma anche tristezza. • I colori neutri sono quelli che tendono al nero, al bianco e al grigio. Per questo trasmettono lontananza, distacco, indifferenza, apatia. L a ruota dei colori ti aiuta a capire quali sono i colori caldi e quali quelli freddi. Prova a realizzarne una tu, colorando come indicato. E VERD
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Colori: ...............................................
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Colori: .............................................
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ARTE e IMMAGINE
Il messaggio nel colore Osserva il dipinto di Maurice de Vlaminck. Poi rispondi alle domande.
M. de Vlaminck, Ristorante a Marly-le-Roi
I colori utilizzati sono prevalentemente: caldi freddi neutri I colori più freddi rappresentano: l’ombra e il freddo la noia la distanza I l dipinto trasmette: solitudine dolore
vitalità
L a scena è dipinta in: autunno estate
inverno
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Quante domande! A volte ci poniamo domande difficili. Ed è normale: da millenni ogni essere umano si pone le stesse domande. Il senso della vita e della morte, il mistero della bellezza, lo scorrere del tempo... e il solo fatto di rifletterci ci fa crescere e migliorare. Il difficile non è trovare risposte (spesso non ci sono risposte chiare e precise), ma porsi le domande giuste. Far funzionare il cervello è un bellissimo sport, che si chiama FILOSOFIA. È una parola difficile, che significa amare la conoscenza, chiedersi il perché delle cose. da A. Vivarelli, Pensa che ti ripensa, Piemme
Lungo il percorso incontrerai diversi tipi di testi: i testi narrativi, le poesie, i testi informativi e regolativi, il fumetto. Imparerai in particolare a fare la parafrasi di una poesia. Metterai infine alla prova le tue competenze con un compito di realtà. Tu ti poni delle domande difficili? Quali? Quando te le poni? Riesci a trovare le risposte?
un LETTORE COMPETENTE impara a: leggere in modo selettivo, per individuare velocemente le informazioni utili; cercare le informazioni esplicite e implicite nel testo letto; discriminare la tipologia del testo letto e riconoscerne le caratteristiche principali; capire che le parole possono avere più significati e cogliere quello adatto al contesto; utilizzare strategie, come il porsi domande durante la lettura, per capire meglio un testo; confrontare i pensieri, le riflessioni, le emozioni dei personaggi con le proprie e comunicarlo.
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voglia di esplorare nuove strade ......................
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zione a v r e s s o ’ d à it c capa ................................................
creatività .........
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spirito critico .................................
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pazienza
attenzione .........
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curiosità molto/a • abbastanza • poco/a • per niente Prova a capire se hai gli “ingredienti” giusti per ragionare sulle cose che ti circondano. Scrivi sotto ogni foglietto:
E TU CHE TIPO SEI?
QUANTE DOMANDE!
Il piacere delle domande
A proposito di domande Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore e... cerca di amare le domande, che sono simili a stanze chiuse a chiave e a libri scritti in una lingua straniera. Non cercare ora le risposte che non possono esserti date poiché non saresti capace di convivere con esse. E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora. Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga, di vivere fino al lontano giorno in cui avrai la risposta. da R.M. Rilke, Lettere a un giovane poeta, Mondadori
Irrisolto: che non è stato risolto, è rimasto senza soluzione.
LETTORE COMPETENTE A che cosa vengono paragonate le domande? ..................................................................................................................... Il poeta usa: una similitudine una metafora Che cosa vuole indicare il poeta con questo paragone?
Rileggi i versi evidenziati. Hai capito che cosa vuol dire il poeta? Prova a spiegarlo con le tue parole, poi confrontati con i compagni. Quale messaggio vuole trasmetterci il poeta? È importante porsi le domande, ma non dobbiamo aspettarci sempre le risposte, che il più delle volte non avremo. Forse qualcuna arriverà in un lontano futuro. È importante porsi le domande e bisogna vivere per cercare le risposte. È importante porsi le domande, ma ancora di più riuscire a darsi delle risposte.
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DICO LA MIA Qual è il verso o il passaggio che ti ha colpito di più? Perché? Spiegalo con parole tue.
MI AUTOVALU TO Comprendere questa poesia per me è stato: facile difficile difficile in alcuni passaggi Sono riuscito a cogliere il messaggio della poesia: da solo con l’aiuto di un adulto
Le domande su di me
Le Domande di Leo Arianna, anche stavolta, mi ha fregato. Si è infilata nel bagno un attimo prima di me e mi ha sbattuto la porta in faccia. – Fa’ presto! – le grido – Mi scappa. Fiato sprecato. Sarò costretto a lavarmi e a pettinarmi in meno di cinque minuti. Quello che mi fa rabbia è che non avrò tempo per farmi le “Domande”, quelle con la lettera maiuscola. Sto parlando degli interrogativi che prima o poi frullano nella testa di ogni essere umano, almeno così mi ha detto la prof d’italiano per rassicurarmi. “Chi sono?”, “Dove vado?”, “Cosa faccio?”. Di solito questi pensieri profondi mi vengono quando sono seduto sulla tazza del water. All’inizio lascio vagare lo sguardo, conto le mattonelle del bagno, il numero di asciugamani puliti che mamma ha infilato nell’anello di metallo che sta di fianco al lavabo. Libero la mente da ogni preoccupazione. Ed ecco, una nebbiolina leggera mi entra nella testa, i contorni delle cose sfumano e io, finalmente, mi interrogo. “Chi sono?” Leo, naturalmente. La risposta mi viene subito e non sto a perderci tempo. Quando arrivo al secondo interrogativo importante, “Dove vado?”, puntualmente mia madre si mette a picchiare forte sulla porta: – Sbrigati! Devi andare a scuola! – così mi risparmia la fatica di trovare la risposta. Per la terza domanda, non serve scervellarsi. Sono sul water...
QUANTE DOMANDE!
CAPISCO LE PAROLE “Mi ha fregato” è un’espressione tipica del linguaggio colloquiale. In quale altro modo puoi dirlo? ............................................................................ Nel testo c’è un’altra espressione del linguaggio colloquiale. Cerchiala. Scrivi un sinonimo di “frullano” adatto al contesto. ............................................................................ Quale altro significato ha il verbo “frullare”? ....................................................... Lavabo: lavandino.
da P. Varriale, Leo punto e a capo, Mondadori
LETTORE COMPETENTE Leo non avrà tempo per farsi le Domande: perché Arianna è entrata in bagno prima di lui perché dovrà lavarsi e pettinarsi Per farsi le Domande Leo ha bisogno: di poco tempo di molto tempo Nel testo c’è un indizio che può aiutarti a rispondere. Cercalo ed evidenzialo. Cerchia con tre colori diversi le risposte alle tre domande che Leo si pone.
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QUANTE DOMANDE!
Chi sono
Che bestia sono Mi sento dentro come il camaleonte che cambia di colore su ogni foglia e invece vorrei essere un pavone che fa la ruota solo se ne ha voglia. Mi sento dentro come un grosso struzzo che nasconde la testa nella sabbia invece vorrei essere una tigre che ruggisce e racconta la sua rabbia. Mi sento dentro come una formica che ha paura di essere schiacciata invece vorrei essere una scimmia che si spulcia tranquilla, da sfacciata. Dentro non so ancora come sono se sono gatto oppure leonessa ma forse più che essere animale mi piacerebbe essere me stessa.
LETTORE COMPETENTE Associa a ogni animale la caratteristica che la poetessa ha evidenziato. camaleonte
vive serena e perde tempo
pavone
sfoga la sua rabbia
struzzo
si sente piccola
tigre
cambia personalità in base a dove si trova
formica
ignora i problemi
scimmia
mostra sicurezza e vanità
Quali caratteristiche descriveresti per il gatto? ....................................................................................................................
E per la leonessa? ................................................................................ Come vorrebbe essere la poetessa? ......................................
da J. Carioli, I sentimenti dei bambini, Mondadori
MI AUTOVALU TO
DICO LA MIA Concentrati su te stesso e completa la tabella. perché
Ragionare su me stesso è stato: facile difficile più difficile del previsto divertente noioso
Se fossi...
sarei...
un animale
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un oggetto
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Il paragone che mi è venuto
un colore
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un gioco
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Quello più difficile invece è stato ������������������������������������������������
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CITTADINANZA
Il diritto all’identità L’articolo 7 della Convenzione sui diritti dell’infanzia ricorda il diritto all’identità. Articolo 7 - Ogni bambino deve essere registrato al momento della nascita e da allora ha diritto ad avere un un nome e un cognome, ad acquisire una cittadinanza, a conoscere i suoi genitori e a essere accudito da loro. Perché, secondo te, è un diritto avere un nome? he cosa succederebbe se una persona non avesse un nome? C Ci hai mai pensato?
È vero che a seconda del luogo, delle persone e delle situazioni in cui ci troviamo, parliamo e facciamo cose differenti, ma la nostra identità resta sempre la stessa. Quello che cambia è il nostro ruolo. Per esempio:
a casa sei un figlio
a scuola, diventi uno studente
al parco diventi un pirata
Chi ti ha dato un nome? ................................................................... E il cognome? ........................................................................................ Ti piace il tuo nome?
in montagna, diventi un esploratore eppure... noi restiamo sempre noi!
Sì
No
Quale nome avresti preferito? ....................................................... Elenca altri ruoli che hai nei diversi luoghi che frequenti. �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
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LABORATORIO
IL TESTO POETICO
La quiete dopo la tempesta
Augelli: uccelli. Ponente: occidente. Sgombrasi: si rischiara.
Passata è la tempesta: odo augelli far festa, e la gallina, tornata in su la via, che ripete il suo verso. Ecco il sereno rompe là da ponente, alla montagna; sgombrasi la campagna, e chiaro nella valle il fiume appare.
Cor: animo.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato risorge il romorio torna il lavoro usato. L’artigiano a mirar l’umido cielo, con l’opra in man, cantando, fassi in su l’uscio; a prova vien fuor la femminetta a còr dell’acqua della novella piova; e l’erbaiuol rinnova di sentiero in sentiero il grido giornaliero.
A còr: a raccogliere.
Usato: solito. Mirar: guardare. Opra: lavoro. Fassi: si affaccia. A prova: in fretta. Novella piova: pioggia caduta da poco. Erbaiuol: ortolano. Rinnova: ripete. Via corrente: via principale. Studi: occupazioni. Intende: si dedica. Imprende: inizia.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride per li poggi e le ville. Apre i balconi, apre terrazzi e logge la famiglia: e, dalla via corrente, odi lontano tintinnio di sonagli; il carro stride del passegger che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, sì gradita quand’è, com’or, la vita? Quando con tanto amore l’uomo a’ suoi studi intende? O torna all’opre? O cosa nova imprende? Quando de’ mali suoi men si ricorda? da G. Leopardi, Poesie e prose, Mondadori
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Questa poesia di Giacomo Leopardi è stata scritta tanto tempo fa, tra il 1828 e il 1830, quindi molte parole sembrano strane: si tratta di parole arcaiche, che non si usano più o che sono cambiate nel tempo. Aiutati con il glossario per capirle.
IL TESTO POETICO
LABORATORIO
Il testo poetico, come sai, contiene parole difficili, immagini particolari; anche l’ordine delle parole spesso viene modificato dal poeta per creare il ritmo, la rima. Per questo, per capire e spiegare una poesia, è necessario fare la parafrasi: cioè riscriverla in prosa con parole e una forma più semplici. Per scrivere la parafrasi devi: • analizzare tutte le parole e cercare il significato di quelle che non conosci; • ricostruire l’ordine delle frasi (soggetto + predicato + complementi); • tradurre il testo in prosa, rispettando ciò che dice il poeta. Completa la parafrasi della poesia. La tempesta è .......................................: sento gli uccelli .................................................. e la gallina, ....................................... sulla ......................................., che ........................................................... Ecco il ....................................... che squarcia le nuvole da ......................................., verso la ........................................; la campagna ....................................... e lungo la valle appare ....................................... il fiume. Si rallegra ogni ........................................., da ogni parte si sentono i ......................................... e riprende il ........................................................................... L’artigiano si ....................................... cantando sulla ....................................... con ....................................... in mano, a guardare il ....................................... ancora ........................................ La ....................................... esce ....................................... a ....................................... l’acqua della pioggia ....................................... da poco. E l’........................................ ...................................... di strada in ....................................... il ...................................... richiamo. Ecco il ......................................... che ........................................., che ......................................... attraverso le colline e le case. Le persone aprono ......................................., i ....................................... e i porticati: e, dalla ......................................................., si sente lontano un ....................................... di .......................................; il rumore del carro del ............................................ che riprende il suo ............................................ . Tutti si ......................................... Quando la vita è così ....................................... e ........................................ come in questo momento? Quando ........................................ si dedica con ........................................ alle proprie ........................................? O ritorna .......................................? O inizia .....................................................................? Quando ...................................... meno dei suoi .........................................? Nelle poesie i poeti esprimono i loro sentimenti e stati d’animo, le loro emozioni e riflessioni. Spesso possiamo trovare un messaggio nelle parole e nelle immagini della poesia.
Qual è il messaggio di questa poesia? L a vita è piacevole e serena quando la tempesta, cioè le tribolazioni della vita sono passate e l’uomo si ricorda meno delle proprie sofferenze. La vita è piacevole e serena quando finisce il temporale e tutti tornano al proprio lavoro. Vola al Libro delle TIPOLOGIE: • approfondisci il testo poetico (da pagina 45) • esercitati a scrivere poesie (da pagina 112)
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QUANTE DOMANDE!
Diventare grandi
Un giorno accadrà
Ingaggiare battaglie: iniziare una lotta. Spacciare: presentare sotto un falso aspetto.
Fu lì in Cornovaglia nell’estate dei suoi dodici anni che Peter incominciò a notare quanto fossero diversi il mondo dei grandi e quello dei bambini. Non sarebbe stato esatto dire che i genitori non si divertivano mai. Anche loro facevano il bagno, ma non rimanevano in acqua per più di venti minuti. Anche loro facevano qualche partita di pallavolo, ma della durata di mezz’ora al massimo. Frattanto, Peter e i suoi amici non sapevano nemmeno che giorno e che ora fosse. Scorrazzavano per la spiaggia, rincorrendosi, nascondendosi, ingaggiando battaglie tra navi pirata e alieni di altri pianeti. Con la sabbia costruivano dighe, canali, fortini e zoo acquatici che poi riempivano di granchi e paguri. Peter e gli altri bambini più grandi inventavano storie tremende che spacciavano per vere per far paura ai più piccoli. Mostri marini che uscivano strisciando dal mare e coi tentacoli acciuffavano i bimbi per le caviglie per poi trascinarli in fondo agli abissi. Una sera dopo cena, Peter litigò con uno degli altri bambini che si chiamava Henry. A scatenare la lite era stato un pezzo di cioccolata, ma ben presto la cosa si trasformò in uno sfogo di insulti reciproci. Per chissà quale ragione tutti i bambini si schierarono dalla parte di Henry. Allora Peter gettò la cioccolata nella sabbia e se ne andò tutto solo. Il resto del gruppo si allontanò sulla spiaggia. Peter si voltò a guardarli andare via. Li sentiva ridere. Forse stavano parlando di lui. Peter rimase così, con le spalle rivolte al mare. Un’improvvisa folata di vento lo fece rabbrividire.
Paguro: crostaceo marino.
DICO LA MIA Ti preoccupa l’idea di crescere, oppure vorresti diventare grande in fretta? Pensi anche tu, come Peter, che da bambini si è più felici che da grandi?
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CAPISCO LE PAROLE Spiega con parole tue l’espressione evidenziata nel testo. ...................................................................................................................... ...................................................................................................................... Una “folata di vento” è: un soffio impetuoso, una raffica un soffio leggero, un venticello
Diventare grandi
Diede un’occhiata verso le case. Riusciva appena a distinguere il mormorio basso della conversazione dei grandi, il suono di un tappo di sughero tirato dalla bottiglia, la musica di una risata femminile, forse della sua mamma. Quella sera d’agosto, restando lì in mezzo ai due gruppi, con il mare che gli lambiva appena i piedi, Peter all’improvviso afferrò qualcosa di ovvio e terribile: un giorno o l’altro avrebbe lasciato il gruppo che scorrazzava sfrenato lungo la spiaggia, per unirsi a quello che restava seduto a parlare. Allora si sarebbe interessato a cose diverse, come lavoro, denaro, tasse, chiavi e caffè, e sarebbe rimasto a parlare, per ore e ore, seduto. Questi pensieri gli pesavano sul cuore quella sera quando decise di andare a dormire. Non si poteva certo definirli pensieri felici. Chi avrebbe potuto rallegrarsi alla prospettiva di una vita trascorsa stando seduti a parlare? O facendo commissioni e andando a lavorare? Senza giocare mai, senza mai divertirsi sul serio? Un giorno o l’altro sarebbe stata una persona completamente diversa.
QUANTE DOMANDE!
Lambire: sfiorare. Ovvio: scontato, logico, naturale.
da I. McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi
LETTORE COMPETENTE Quanti anni ha Peter, il protagonista? Si trova: a casa in vacanza al mare Peter comincia a notare che il mondo dei grandi e quello dei piccoli sono diversi. Scrivi in breve le differenze che nota. - I grandi ............................................................................................................................... - I piccoli ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������ Rileggi la parte del testo segnata a lato e sintetizzala. All’improvviso Peter capisce che ���������������������������������������������������������������������������������� ................................................................................................................................................. Sottolinea l’altro punto del testo in cui è ripreso lo stesso concetto. Quello che accadrà... ... è ovvio perché: è semplice da capire ... è terribile perché Peter: non potrà più giocare
succede inevitabilmente a tutti dovrà sedersi a parlare per ore
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QUANTE DOMANDE!
Diventare grandi
Quando succede? Diventare grandi quando succede? E quando succede, da cosa si vede? Succede ogni giorno, ogni poco, ogni tanto? Si vede dal riso, dalla rabbia, dal pianto? Si vede dai piedi, sempre più lontani? Si vede nello specchio? Nel viso? Nelle mani? Diventar grandi è un viaggio solitario e a indicare la strada non c’è nessun binario. Scopri sentieri nuovi solo se li percorri a passi lenti e lievi, o anche quando corri. Ma è importante andare guardando l’orizzonte. Non lo raggiungi mai, però ce l’hai di fronte. Là c’è l’arcobaleno: il tuo traguardo è il sogno e l’uomo lo rincorre perché ne ha bisogno. Diventar grandi è questo: non smettere di andare e anche a cento anni, continuare a sognare. da J. Carioli, Io cambierò il mondo, Mondadori
Traguardo: punto d’arrivo.
LETTORE COMPETENTE La poetessa dice che diventare grandi è un viaggio. Perché è solitario? Che cosa significa che nessun binario indica la strada? Prova a spiegare questi versi con parole tue. La poetessa ha scritto questi versi: per raccontare una sua esperienza p er far riflettere su qualcosa di importante che succede a tutti Negli ultimi due versi ci sono due espressioni chiave per capire che cosa significa per la poetessa diventare grandi. Evidenziale.
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DICO LA MIA Come risponderesti ad ognuna delle domande poste dalla poetessa nella prima strofa? Quando succede? Da cosa si Vede?
Vedere il mondo in modi diversi
Con gli occhiali o senza? A New York oggi nevica. Dalla finestra del mio appartamento nella 59 strada guardo il palazzo di fronte, dove si trova la scuola di danza che dirigo. Dietro l’ampia vetrata, le allieve in body hanno smesso gli esercizi sulle punte. Mia figlia, che lavora con me come assistente, ha concesso loro una piccola pausa e sta mostrando un passo su un brano di musica jazz. Fra poco le raggiungerò. Tra quelle allieve c’è una ragazzina che porta gli occhiali. Prima che cominciasse la lezione li ha posati su una sedia, come facevo anch’io quando avevo la sua età, alla scuola di danza di Madame Dismailova. Non si può ballare con gli occhiali. Mi ricordo che all’epoca, durante il giorno mi esercitavo a stare senza occhiali. Allora cose e persone perdevano i contorni. Tutto diventava sfumato, persino i suoni si facevano più attutiti. Il mondo, quando lo guardavo senza occhiali, non aveva più asperità, era morbido e soffice come un grosso cuscino nel quale affondavo la guancia, e alla fine mi addormentavo. – Cosa stai sognando, Caterina? – mi chiedeva papà – Dovresti metterti gli occhiali. Io gli ubbidivo e tutto intorno a me ritrovavo la durezza e la nitidezza di sempre. Con gli occhiali vedevo il mondo così com’era. Non potevo più sognare.
a
QUANTE DOMANDE!
Asperità: ruvidezza, asprezza, sporgenza. Nitidezza: caratteristica di ciò che è luminoso, limpido.
da P. Modiano, J.J. Sempé, Caterina Certezza, Donzelli
LETTORE COMPETENTE Chi racconta la storia? In quale periodo dell’anno? In quale luogo si svolge? Il personaggio che racconta la storia vedeva il mondo in modo diverso... senza occhiali
con gli occhiali
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Nel racconto c’è un flashback, un salto nel passato. Evidenzialo a lato del testo. Dalle poche indicazioni che dà sul suo passato, sei in grado di ricostruire qualche tratto della personalità del personaggio che racconta la storia?
DICO LA MIA È importante per te sognare a occhi aperti? O è meglio vivere con gli “occhiali” che ci fanno vedere il mondo così com’è?
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QUANTE DOMANDE!
Il mondo che non conosco
Bettina Bettina, una bambina di dieci anni ha due grandi paure: i bancari e i musicisti. Ogni volta che accompagna i suoi a fare qualche commissione in banca o vengono a casa quegli amici dei suoi che fanno i musicisti... lei sente un certo sudore freddo. D’altra parte, i bancari sono effettivamente un po’ strani, non si capisce mai quando parlano e consegnano moduli difficilissimi da compilare, tanto che anche la mamma sbaglia sempre. I musicisti, invece, sono un’altra cosa. Bettina ama moltissimo la musica, non potrebbe neanche immaginare una vita senza musica. E la considera una cosa così bella e grande che guarda con soggezione coloro che sono riusciti ad avvicinarsi a lei e a farla diventare parte integrante del loro mondo quotidiano. Ogni volta che vengono a casa gli amici musicisti, Bettina li studia di nascosto per cercare di capire cosa li rende così speciali, e si sforza di immaginare cosa si deve provare a suonare quello che si vuole in qualsiasi momento. Deve essere bellissimo. Sospetta però che ci sia anche qualcosa in più, perché dai discorsi che le è capitato di sentire si è fatta l’idea che per suonare non basta avere lo strumento e capire come funziona, occorre studiare. Oggi piove. Bettina è alla finestra. E pensa. La mamma ieri le ha detto che lei e papà hanno parlato con i famosi amici e che, siccome hanno capito quanto lei sia appassionata di musica, hanno deciso di provare a fargliela studiare. La cosa in sé è bellissima, ma... In primo luogo questo vuol dire andare a lezione da un musicista! E poi lo strumento... Nei suoi sogni lei si era sempre vista a suonare un elegante pianoforte a coda, oppure il violino. Invece la sua mamma le ha comunicato che suonerà la viola da gamba, perché così potrà studiare insieme alla figlia dell’insegnante.
CAPISCO LE PAROLE Parte integrante: elemento indispensabile, fondamentale, che completa.
Nel testo sono elencati diversi strumenti musicali. Cerca informazioni e collega ogni strumento alle sue caratteristiche. Pianoforte a coda
- ha una cassa armonica su cui è innestato il manico. Si suona con un arco tenendolo sulla spalla.
Violino
- ha una tavola a fondo piatto e la tavola armonica a cupola. Si suona tenendolo tra le ginocchia senza appoggiarlo a terra.
Viola da gamba
- sopra la cassa armonica si trova il manico che termina con una voluta e con un riccio. Si suona tenendolo tra le ginocchia e appoggiandolo a terra.
Violoncello
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- strumento a corde percosso mediante martelletti azionati da una tastiera composta da tasti bianchi e neri.
Il mondo che non conosco
QUANTE DOMANDE!
“Ma cosa diavolo sarà mai la viola da gamba?” si chiede preoccupata Bettina. La mamma non ha fatto in tempo a spiegarlo, perché è dovuta scappare per delle commissioni. E lei è rimasta lì da sola a guardare la pioggia e a riflettere. Magari è uno strumento che possono suonare solo le persone in gamba (ma lei lo sarà abbastanza?), oppure, pensiero terribile, è uno strumento che assomiglia a una viola, quindi simile a un violino, che non sarebbe male, ma è stato pensato per le persone che sono troppo imbranate per suonarlo normalmente, con le mani e l’archetto, quindi lo suonano in qualche modo con le gambe. Del resto, quando uno fa male una cosa, non si dice che la fa con i piedi? E i piedi e le gambe non sono vicini? No... questo sarebbe veramente troppo assurdo per essere vero, persino la fantasia selvaggia di Bettina lo riconosce. Queste riflessioni sono interrotte dall’arrivo del signor Maggi, il papà, con un involucro abbastanza voluminoso. – Indovina cosa ti ho portato? – dice con un gran sorriso. – Bè, non può essere un cane... Un cappotto nuovo? – Ma no, scimmiotta! È la tua viola! Non ti ha detto nulla la mamma? Bettina fissa l’involucro, curiosa e terrorizzata al contempo. Il papà estrae lo strumento dalla custodia, davanti agli occhi ammirati della figlia, che si trova davanti una cosa più bella di quanto avesse mai immaginato o sperato: una specie di grande violoncello, di legno lucido, che sembra caldo e invitante. Lo strumento, nota, ha sei corde, ognuna delle quali, anche ai suoi occhi inesperti, appare diversa, come se avesse un suo carattere. Sarà così? da AA.VV., Le favole che fanno crescere, Erickson Editrice
Involucro: ciò che si usa per avvolgere qualcosa, confezione con cui si presenta una merce.
LETTORE COMPETENTE Sottolinea nel testo con i colori indicati le parti che ti aiutano a rispondere alle seguenti domande. Poi rispondi sul quaderno in modo completo e dettagliato con parole tue. Perché Bettina ha paura dei bancari? Perché ha paura dei musicisti? Come si immagina nei suoi sogni?
Che cosa succede invece? Che cosa pensa della viola da gamba? Come reagisce quando vede il regalo del papà?
Cerchia nel testo tutte le espressioni che ti fanno capire l’amore di Bettina per la musica.
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QUANTE DOMANDE!
Saper ascoltare
Tu sai ascoltare!
LETTORE COMPETENTE Sottolinea le domande che Pim rivolge all’albero. Rileggi la parte dove Pim racconta. Quali informazioni puoi ricavare su di lui? Si sente solo. Quanti anni ha. Si alza presto. Ha un cane. Beve molta acqua. Sta bene con Ajo. A un certo punto Pim chiede all’albero “Perché non avete le foglie blu”? Quale esempio porta? Alla fine il ragazzo fa un complimento al suo interlocutore. Cerchialo.
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Un giorno Pim aveva voglia di parlare con un albero. Il suo amichetto Ajo stava male. Pim non può giocare con Ajo. Non può nemmeno parlare con lui. – Ajo deve riposare – dice il suo papà. Ora Pim all’aperto si trova da solo. Passa vicino a un albero. Improvvisamente Pim comincia a parlare: – Ciao, albero! Stai bene? Non c’è bisogno che mi rispondi; basta che possa parlare io. Il mio amico sta male, sai? E quindi, adesso, non posso parlare con lui. Perciò parlo con te. Mi sono alzato molto presto stamattina, ho guardato un libro e ho fatto anche uno scarabocchio su un foglio. Anche il cane si era svegliato. Il nostro cane si chiama Otto, e gli ho dato qualcosa da mangiare. Che cosa fai tu quando ti svegli? Cominci subito a bere l’acqua? Dicono che gli alberi bevono tutto il giorno acqua. A me verrebbe la nausea con tutta quell’acqua. La mia pancia si allaga e spruzza fuori tutta quest’acqua, sicuramente perché io non ho le foglie. Io indosso dei vestiti, ma gli alberi sono spogli durante l’inverno. Non senti freddo? Non capisco: d’estate, quando fa caldo, porti tutte quelle foglie e d’inverno, quando fa freddo, sei tutto nudo. Gli orsi polari diventano bianchi durante l’inverno, e questo lo capisco, perché c’è la neve e quella è bianca. Il cielo d’estate non è verde... Perché non avete le foglie blu? Va bene, è stato un piacere parlarti un momento. Avevo proprio voglia di parlare, ma Ajo sta male, quindi non c’è. Spesso parliamo insieme io e Ajo e ridiamo pure. Ajo scherza sempre; è un peccato che non si può ridere con gli alberi, ma un albero è bravo nell’ascoltare. È bello perché così posso continuare a parlare. Ciao, albero! da B. Heesen, Piccolo, ma coraggioso, Liguori Editore
DICO LA MIA Ti capita a volte di parlare da solo? E con qualcosa? Ti piace ascoltare? Sei capace di ascoltare senza interrompere? Come fai a sapere se qualcuno ti sta ascoltando davvero? Confrontati con i tuoi compagni in un circle-time.
Saper guardare
QUANTE DOMANDE!
Che cosa vuol dire guardare? Immagina di passeggiare in un bosco. All’improvviso sul sentiero davanti a te vedi una navicella spaziale. Ne sta uscendo un minuscolo marziano che comincia a fissarti. Cosa penseresti in una situazione del genere? Cosa penseresti se fossi tu stesso quel marziano? Certamente ti guarderesti intorno con gli occhi pieni di curiosità e stupore! Immagina che un mattino la mamma, il papà e il piccolo Thomas di due anni siano seduti in cucina a fare colazione. A un certo punto il papà spicca il volo fino al soffitto. Quale sarà la reazione del piccolo? Forse punterà il dito verso l’alto esclamando: – Papà vola! Quale sarà la reazione della mamma? Probabilmente lascerà cadere a terra il barattolo della marmellata e si metterà a urlare dalla paura. Perché la mamma e Thomas reagiscono in modo così diverso? Ha a che fare con l’abitudine. La mamma ha imparato che gli esseri umani non possono volare. Thomas invece no: non è ancora sicuro di ciò che è possibile fare o non fare in questo mondo. Per il bambino il mondo è stupefacente, non è così per tutti gli adulti, per i quali oramai tutto è diventato normale.
CAPISCO LE PAROLE “Stupefacente” significa: �������������������������������������������������������� �������������������������������������������������������� Segna fra i seguenti l’aggettivo con cui potresti sostituirlo: spaventoso sbalorditivo
da I. Gaarden, Il mondo di Sofia, Longanesi
LETTORE COMPETENTE
DICO LA MIA
Completa con le informazioni che puoi ricavare dal testo. Se il papà spiccasse il volo fino al soffitto:
Perché reagiscono in modo diverso?
- reazione di Thomas .....................................
- Thomas ...................................................
.............................................................................
.....................................................................
- reazione della mamma ..............................
- La mamma ............................................
.............................................................................
.....................................................................
Queste diverse reazioni dipendono: dall’abitudine dalla sorpresa dalla paura
E tu sei ancora capace di stupirti come Thomas? Prova a raccontare quella volta in cui stavi guardando qualcosa e ti sei meravigliato.
dalla curiosità
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QUANTE DOMANDE!
I cambiamenti
Battima: battigia, parte di spiaggia contro cui sbattono le onde.
Qualcosa cambierà? Suki, Bruno e Kio escono dall’acqua e si sdraiano sulla battima. – Potrei stare sempre in acqua – dice Suki – non andrei mai a casa. – I pesci non hanno casa – dice Kio. – Sì che ce l’hanno! – dico – Il lago è la loro casa. Oppure il fiume. O l’oceano. In qualunque posto vivono, quella è la loro casa. – Quello che voglio dire – dice Kio – è che loro non si fanno la casa per viverci, come le api che si fanno l’alveare o gli uccelli che si fanno il nido. La casa dell’usignolo è il suo nido, invece la casa del pesce è tutto il mare. – Queste sono solo due possibilità, ma ce n’è una terza – dico a Kio – ci sono animali che non sono soddisfatti di vivere nel mondo così come lo trovano e allora cercano di cambiarlo per star meglio. – Ah sì? Quali sarebbero? – I castori, ad esempio. Suki smette di cospargersi la crema abbronzante per dire: – Gli esseri umani! Bruno si rotola, si siede e dice: – Il mondo non resta sempre uguale. Può fare più caldo, più freddo, più umido, più secco. E allora che succede? – Credo che alcuni animali possano cambiare e altri no – risponde Kio. – E cosa succede a quelli che non possono cambiare? – domanda Suki. – Si estinguono. Come i dinosauri – dico io. Più tardi accompagniamo Suki e Kio alla fattoria. A voce alta dico: – Bruno, io vorrei contare qualcosa nella vita. – Provaci – mi risponde lui – per merito tuo nel mondo qualcosa cambierà. Spero tanto che abbia ragione. da M. Lipman, Kio e Gus, Liguori Editore
LETTORE COMPETENTE DICO LA MIA E tu? Sei come un pesce, la tua casa è ovunque, purché ci sia acqua? O come un uccello, la tua casa è quella che ti fai? Oppure come un castoro, cerchi di cambiare il mondo?
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Trova l’errore in ogni affermazione e sottolinealo. - I ragazzi si trovano in piscina. - Kio dice che gli uccelli non si fanno la casa per viverci, come fanno invece le api. - Secondo il narratore i cani cercano di cambiare il mondo in cui vivono. - Secondo il narratore gli animali che non possono cambiare partono. Per verificare se hai trovato tutti gli errori, sottolinea nel testo le rispettive informazioni corrette. Qual è il desiderio del narratore? Vivere sempre in acqua. Contare qualcosa nella vita.
Estinguersi.
Lo spazio e le relazioni
QUANTE DOMANDE!
Qual è la giusta distanza? È una notte buia e fredda. Due porcospini cercano in tutti i modi di scaldarsi. Avvicinandosi l’un l’altro, però, scoprono che il freddo si attenua. Così si avvicinano sempre di più, ma finiscono per pungersi a vicenda. Allora, spaventati, entrambi si allontanano e di nuovo il freddo li assale. Cominciano a pensare al dolce tepore di quando erano vicini. Ripetono l’esperimento di avvicinarsi e sempre si pungono. A poco a poco, però, capiscono che c’è una distanza che permette loro di scaldarsi e non pungersi: è data dal non “invadere troppo il terreno dell’altro”. Così, vicini, ma rispettosi ognuno del proprio essere, i due porcospini vincono il freddo e sopravvivono più facilmente. Probabilmente senza il calore dell’altro, uno di loro sarebbe morto; invece riescono a superare le difficoltà e a vivere uno accanto all’altro, senza ferirsi e disturbarsi. da A. Schopenhauer, Mondialità, CEM
LETTORE COMPETENTE Il dilemma del porcospino è una vera e propria metafora sulla ricerca della giusta distanza tra le persone. Completa. - Per stare vicini senza ferirsi bisogna riuscire a mantenere un certo equilibrio. Secondo .........................................., la soluzione è nella giusta distanza. Per i ..................................... la troppa .......................................... porta a farsi male, la troppa lontananza porta a ..................................... - Parlando invece degli uomini, si può dire che se si sta troppo vicini, si rischia di ................................................., se si sta troppo lontani, si rischia di ......................................... Sottolinea nel testo il punto in cui è espresso, secondo te, il messaggio centrale della storia.
Attenuarsi: diminuire.
DICO LA MIA E tu sei un tipo invadente? Rispondi a queste domande con Sì o No.
- Hai mai sbirciato nel diario di un tuo amico, senza averglielo chiesto? - Sei mai entrato nella camera di qualcuno senza bussare? - Hai mai aperto una busta non indirizzata a te? - Hai mai curiosato nello zaino di qualcuno? - Hai mai letto le mail o i messaggini di qualcun altro senza il suo permesso? - Ti sei autoinvitato a casa di qualcuno senza pensare se eri davvero gradito? - Hai origliato qualcuno al telefono senza farti scoprire?
Sì No Sì No Sì No Sì No Sì No Sì No Sì No
Se hai risposto Sì ad almeno due domande, forse sarà meglio rileggere la favola e rifletterci un po’ su!
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QUANTE DOMANDE!
Il tempo
Dare tempo al tempo Assunta aveva deciso di dare tempo al tempo. E per il tempo era una bella novità. Perché sapete com’è: si dice che chi ha tempo non aspetti tempo, ma nessuno ascolta e tutti prendono tempo e lo perdono, e quando gli serve non ne hanno più. Così pensate a un amico che non vedete da un po’ e vi dite: “Dovrei fargli una telefonata”, ma non c’è tempo, il tempo fugge, il tempo manca, il tempo è occupato da tutti gli impegni che altri hanno preso per voi. Oppure vi guardate intorno per casa e vi rendete conto di quanto ci sarebbe da fare: cassetti da riordinare, ma anche libri da leggere, chitarra da suonare, giochi da sistemare. E allora pensate che nel fine settimana ci sarà il tempo per fare tutto. E poi il fine settimana arriva e ci sono diecimila partite in televisione, il vostro cartone preferito, e poi il computer è là che vi aspetta, e il telefonino... Così, quando arriva il lunedì, ecco che i cassetti sono peggio di prima, i libri ancora chiusi, la chitarra ancora impolverata.
CAPISCO LE PAROLE Scegli il significato giusto delle seguenti espressioni. Dare tempo al tempo: lasciare che il tempo passi regalare tempo al tempo aspettare che gli eventi si sviluppino secondo il tempo che è loro necessario Chi ha tempo non aspetti tempo: aspettare che arrivi il momento giusto per fare le cose non rimandare mai quello che si può fare subito non aspettarsi niente dal tempo La parola “tempo” è molto presente nei modi di dire e nei proverbi della lingua italiana. Prova a spiegarli tu, con parole tue. - Aver tempo da vendere. - Il tempo è denaro. - Lascia il tempo che trova. - Ogni cosa ha il suo tempo. - Avere buon tempo. - Ammazzare il tempo. - Il tempo stringe. - A tempo perso.
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Il tempo
QUANTE DOMANDE!
Il tempo vedeva la cosa con apprensione. Perché è una storia falsa, una di quelle che si raccontano ai bambini che il tempo sia infinito. I bambini sentono questa storia e continuano a guardare la televisione, perché tanto c’è tutto il tempo. E invece il tempo non c’è; o meglio il tempo ha un tempo. E il tempo che si è sprecato non torna più. Non è facile da capire, specialmente con la TV accesa. Ma Assunta l’aveva capita e aveva deciso di dare tempo al tempo. Faceva le cose che aveva sempre trascurato: chiamava gli amici, riordinava i cassetti, leggeva, suonava la chitarra, sistemava i suoi giochi. La TV l’aveva chiusa in un armadio. Così il suo tempo era libero, perché lei non si sentiva costretta a fare niente, e il tempo si allargava felice intorno a lei. Anche i suoi amici sembravano avere più tempo, ora. Anche i vicini con cui si fermava a parlare del tempo. Curioso come talvolta basti poco, basti non perdere un poco del tempo che si prende, perché il tempo non manchi più. da E. Bencivenga, Parole in gioco, Mondadori
Apprensione: ansia, preoccupazione.
LETTORE COMPETENTE Questo testo parla: del tempo che passa del concetto di tempo dell’importanza di non sprecare il tempo
DICO LA MIA Il tempo finisce o è infinito? Spiega il tuo punto di vista poi confrontalo con quello dei tuoi compagni, quindi cercate una conclusione comune.
Che cosa vorrebbe fare Assunta, se avesse più tempo? Che cosa le ruba tempo? Che cosa succede quando “libera” il suo tempo? “Il tempo si allargava felice intorno a lei” significa che Assunta: e ra felice perché aveva tanto tempo per fare le cose che aveva sempre trascurato non sapeva più come occupare il tempo
MI AUTOVALU TO Ho trovato questa lettura: facile un po’ difficile molto difficile Riflettere sul tempo è stato per me: poco interessante molto interessante
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QUANTE DOMANDE!
Il tempo e i ricordi
È importante ricordare? – Quando saremo nella nuova città – gli aveva detto un giorno Pac – andremo dall’uomo che cancella i ricordi. – Eh? – aveva esclamato Gianni – Da chi? – Dall’uomo che cancella i ricordi. Non vuoi? Ti ritrovi nuovo e felice. Non ti piacerebbe? Questa idea gli era rimasta “dentro” senza risposta. Pac a volte diceva delle cose strane, non si sa da dove le tirasse fuori, da chi venisse a sapere certe cose. – Ho sentito dire che c’è un uomo che ti toglie i ricordi. Certo bisognerà pagarlo. Ma se non vuoi più ricordarti di una brutta cosa, di un brutto voto, di un dispiacere, vai da lui e lui ti toglie tutto. – Con che cosa? – Non lo so. Avrà delle tenaglie acchiappa-pensieri. Forse ti ipnotizza, come si fa coi serpenti. Forse si beve la tua memoria. – Che schifo, non sono né un serpente né un frappè da bere. – Però non fai che brontolare che non avrai più questo, non avrai più quello... – E allora? – Allora se ti scordi di tutto, dopo, vivi benissimo e la smetti di “rompere”. – Senza memoria vuol dire che non ricorderò più niente di quello che faccio adesso. – Esatto. – Ma a me piace ricordare certe cose. – Quali? – La mia stanza, le stelle che vedevo dalla mia finestra, la mia classe, la mia...
CAPISCO LE PAROLE Ipnotizzare: sottoporre una persona a ipnosi, cioè portarla a uno stato simile al sonno, in cui la persona non ha più volontà, ma è fortemente influenzata da chi sta esercitando l’ipnosi.
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Nel testo sono evidenziati due modi di dire gergali, molto usati soprattutto dai giovani. Che cosa significano?
1. ..................................................................................................................................... 2. ..................................................................................................................................... Conosci altre espressioni e modi di dire gergali? Scrivili sul quaderno e spiegane il significato.
Il tempo e i ricordi
– La mia qui, la mia là. Sembri un vecchietto. Ti manca la pipa e il bastone e poi sei cotto. Ma la vita è bella senza avere tanti rimpianti. Scopri il nuovo, scopri il giorno dopo, scopri che il sole nasce ogni giorno, che le stelle ci sono dovunque... – Ma senza ricordi sei come un fiore senza radici o come un fiore strappato... – I ricordi sono belli se te li ricordi ogni tanto. Ma non puoi vivere di ricordi. Mi stai stufando, Gianni. Stai diventando noioso con tutto questo tuo borbottare. Giuro che, se non la smetti, i ricordi te li rubo io. Li chiudo in un sacco e li butto nel fiume. – Lo faresti davvero? – Sì, se non riesci a ridiventare il Gianni che ho conosciuto prima del trasloco. – Com’ero, prima? – Eri in gamba. – E adesso? Pac gli dà una botta sulla spalla, per risposta, e ride, invitandolo a correre con lui dietro a un cucciolo di cane che è scappato al suo padrone. – Prendilo, prendilo, sennò va sotto una macchina. E col cucciolo in braccio corrono verso il padrone. Niente ricordi tristi. Solo un cuoricino che batte impaurito, fra le loro mani.
QUANTE DOMANDE!
Rimpianto: ricordo triste, doloroso, nostalgia per persone o cose perdute per sempre o per occasioni mancate.
DICO LA MIA È importante ricordare? Perché? Oppure si può vivere senza ricordi? Tu sei legato ai tuoi ricordi? Confrontati con i compagni, magari in un circle-time.
da L. Tumiati, Il mio amico invisibile, Giunti
LETTORE COMPETENTE Perché Pac propone a Gianni di andare dall’uomo che cancella i ricordi? Perché Gianni è triste. Perché Gianni sta traslocando. Perché Gianni non vuole rinunciare ai suoi ricordi? Perché vuole vivere nel passato. Perché non vuole sentirsi come un fiore strappato. Pac e Gianni hanno opinioni diverse sui ricordi. Sintetizzale nella tabella. I ricordi per Pac
I ricordi per Gianni
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Nel testo è indicato con un asterisco il punto dal quale le battute di dialogo non riportano più il nome di chi le pronuncia. Scrivi tu a lato delle battute: P Pac G Gianni
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QUANTE DOMANDE!
Come pensiamo
LETTORE COMPETENTE Che cosa significa l’espressione “Saltella pure nella testa” riferita a Maria? Scuote la testa. Salta da un argomento all’altro. Nel testo c’è un verbo inventato. Cercalo e cerchialo. Che cosa vuol dire Tipper, secondo te? Scrivi sul quaderno, su due colonne, quello che sostiene Maria e quello che sostiene Tipper. In che modo trovano una “sintesi”, un accordo comune?
DICO LA MIA E tu come pensi? Come Maria o come Tipper? O in un altro modo ancora? Racconta.
Passerotti o tartarughe? Tipper e Maria fanno un gioco insieme. Maria fa il passerotto. Tipper fa la tartaruga. Tipper si muove lentamente e pensa in modo lento. Maria saltella. Saltella pure nella testa; funziona così: “Carino questo gioco! Che bello! Niente scuola oggi pomeriggio! Buoni i cioccolatini, Tipper, guardiamo anche la televisione”. Tipper entra molto lentamente nella stanza. Si ferma. Prima guarda tutte le cose nella stanza di Maria e non dice niente. La tartaruga è lenta. Si ferma vicino a ogni cosa. Che cos’è? Perché si trova qui? Da quanto tempo è qui? Tipper fa proprio delle domande da tartaruga. Maria saltella dal letto, su e giù, mette un vestito e se lo toglie. Comincia a disegnare, poi posa il pennarello. Osserva Tipper di nascosto, guarda il quadro alla parete, ascolta un aereo che passa. Proprio come un passerotto, quella Maria! Maria dice che i passerotti sono più furbi delle tartarughe. Tipper sostiene che le tartarughe sono più furbe dei passerotti. Maria dice: – I passerotti sono molto veloci. Tipper: – Le tartarughe osservano prima e poi passano alle azioni. Questo è molto furbo. Maria: – Io penso come un passerotto. Voglio fare un puzzle. Saltello di qua e di là e i pezzi si mettono subito insieme. Fatto! Tipper: – I passerotti fanno solo confusione. Una tartaruga guarda prima se si tratta di pezzetti di puzzle e poi controlla se il puzzle è completo (se ci sono tutti i pezzi). Maria: – Vedi che i passerotti sono molto più furbi. Io il puzzle l’ho già finito mentre la tartaruga deve ancora cominciare. Tipper: – Ma no, stai solo passerottando! Non sai nemmeno se hai tutti i pezzi. Lo puoi sapere solo quando inserisci l’ultimo! Manca poco che non litigano. Questo Maria non lo vuole. Saltella velocemente nella sua testa. Oh no! Niente litigio. Non andare via! Panico da passerotti... E Maria dice velocemente: – Il passerotto salta sul dorso della tartaruga e insieme vanno a prendere una bibita. Lentamente la tartaruga si dirige verso la cucina con il passerotto sul groppone. da B. Heesen, Piccolo ma coraggioso, Liguori Editore
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Il dubbio
QUANTE DOMANDE!
Senza ombra di dubbio Leggi questo fumetto e rifletti.
Mi piace mettere le cose in chiaro...
...quindi senza ombra di dubbio...
CAPISCO LE PAROLE “Brancolare” significa: ballare muoversi in branco annaspare, andare a tentoni
...mi sembra che per fare chiarezza...
...sia necessario brancolare nel buio.
LETTORE COMPETENTE Racconta con un breve testo narrativo il significato di questo fumetto utilizzando al massimo cinque righe.
Almeno per un po’!
MI AUTOVALU TO Capire un ragionamento attraverso un fumetto anziché con un testo narrativo per me è stato: più facile più difficile perché .......................................................................................
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QUANTE DOMANDE!
Le relazioni
Cosa sono le relazioni?
CAPISCO LE PAROLE Cancella l’intruso in ogni gruppo. Relazioni spaziali: sotto - vicino contemporaneamente a destra Relazioni temporali: dopo - sopra precedentemente più tardi Relazioni familiari: cognato - suocera sorella - amico Relazioni tra cose: torta - compleanno gatto - festa
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– Alzati, dai, è ora! – disse mia sorella, Miranda, mentre si vestiva. Io continuavo a stare a letto. – Vedi di sbrigarti e vestiti. Che stai aspettando? – Niente – risposi – sto solo pensando. – Potresti anche pensare mentre ti vesti. Feci finta di non sentire e continuai: – Sto pensando che, proprio in questo momento, tutti si stanno alzando dal letto, si stanno vestendo, stanno facendo colazione e si preparano per andare a scuola. In questo momento, probabilmente, Isabella si starà lavando i denti e Vilma starà mangiando una fetta di crostata, Bruno si starà allacciando le scarpe. E io me ne sto qui, nel mio letto, a pensare a tutti loro. Miranda si girò verso di me con un sorriso curioso sulla bocca e poi disse: – Quindi, io sono vicino a te e loro si trovano lontano da te? – Proprio così. – Bene, allora VICINO A e LONTANO DA sono relazioni. Ed eccoti la risposta alla domanda che mi avevi fatto ieri: “Cosa sono le relazioni?” Non solo, ma sono propriamente RELAZIONI SPAZIALI. Comunque, è molto più tardi di quanto tu credi e, anche se MOLTO PIÙ TARDI DI è una RELAZIONE TEMPORALE, se non ti alzi immediatamente, vado a dirlo alla mamma! Fu allora che urlai: – Ora capisco di cosa sono fatti spazio e tempo! Lo spazio è fatto di relazioni spaziali e il tempo di relazioni temporali! Non è questo che volevi dire?
Le relazioni
– Non saprei... – disse Miranda – Perché non ne parli con la tua insegnante? Se mai riuscirai ad arrivare a scuola stamattina. – Maestra – incominciai appena entrata in aula – che cos’è una relazione? Lì per lì la maestra fece: – Hmmmm.... – poi aggiunse – Ritengo che potremmo chiamarla “collegamento”. Però, forse, non sarebbe male chiedere anche ai tuoi compagni cosa ne pensano. Prontamente Isabella interloquì: – Ci sono le RELAZIONI FAMILIARI, quelle che collegano alcune persone tra loro nella stessa famiglia, come quando le persone sono sorelle. Enrico disse: – I NUMERI hanno le RELAZIONI. Infatti un certo numero può essere più piccolo rispetto a un altro. Può essere pure più grande, oppure uguale. – Non è possibile che due numeri sono della stessa grandezza – corresse Concetta – sarebbero lo stesso numero. – Le PAROLE – aggiunse Gianna – sono collegate con altre parole. Nelle frasi, voglio dire, quando il soggetto ha bisogno del verbo: il cane abbaia, per esempio. – Anche le COSE hanno relazioni – disse Tommaso – c’è una relazione tra ruota e macchina, tra dito e mano, tra porta e casa. Intanto Roberto saltava su e giù gridando: – Lo so! Parole e cose hanno relazioni. Per esempio, la parola MONTAGNA ha una relazione con tutte le montagne che ci sono. La maestra stette un po’ ad aspettare, ma nessun altro disse niente. Così, dopo un po’ concluse: – Molto bene, Pixie, ti è servito a qualcosa? – Hanno fatto dei buoni esempi – risposi – ma io non so ancora che cosa sono propriamente le relazioni. La maestra si grattò la testa: – Ma non te l’ho detto che cosa sono? – mi chiese. La guardai con l’espressione più triste di cui ero capace e poi le dissi: – Nessuno mi dice niente. Devo sempre scoprire tutto da sola.
QUANTE DOMANDE!
Interloquire: intervenire.
LETTORE COMPETENTE Quale pensiero di Pixie aiuta la sorella a spiegarle che cosa sono le relazioni? Evidenzia la risposta nel testo. In quale modo i compagni di Pixie spiegano le varie relazioni? Sintetizza quella espressa da ciascun bambino. - Le relazioni familiari ..................................... .............................................................................. - I numeri: .......................................................... .............................................................................. - Le parole: ........................................................ .............................................................................. - Le cose: ............................................................ ..............................................................................
DICO LA MIA Che cosa sono le relazioni, secondo te? Esponi la tua idea. Conosci altri tipi di relazioni, oltre a quelle nominate nel racconto? Quali?
da M. Lipman, Pixie, Liguori Editore
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QUANTE DOMANDE!
La bellezza
Che cos’è la bellezza? Quante volte pronunciamo la parola “bello” o “bella”? Quante volte ci capita di leggerla o di sentirla? Tante, davvero, e ogni volta questa parola è associata a cose diverse: un film, una persona, un paesaggio, un gioco, un’esperienza. Ma alcune volte dovremmo sostituirla con “divertente”, “commovente”, “attraente”, “emozionante”. E la bellezza c’entra poco, perché non è così facile incontrarla. Naturalmente, non sempre ciò che è bello per qualcuno di noi lo è anche per gli altri. Io posso trovare bello un paesaggio che qualcun altro reputa banale. Se poi entriamo nel vastissimo mondo dell’arte, ci accorgiamo subito che ciò che in un’epoca o in una civiltà era considerato bello, in altri luoghi e in altri tempi non lo era affatto. In questo breve percorso attraverso la bellezza, ci accompagneranno alcune immagini, ispirate ai capolavori del passato: opere che sono state considerate bellissime. Il Discobolo, per cominciare. Da cui possiamo capire che per i Greci la bellezza era armonia, ordine, equilibrio, splendore. Era strettamente collegata alla verità e alla bontà, e infatti ciò che era bello era anche buono, valoroso, virtuoso. Oggi questa idea non è più condivisa, ma è comunque interessante. Pensiamo agli eroi della mitologia classica: erano tutti forti, valorosi, virtuosi e... belli! La bellezza, in altre epoche, è stata sinonimo di imitazione: l’arte imitava la natura fin nei minimi dettagli, come puoi vedere nel Canestro di frutta di Caravaggio. Più l’opera d’arte riproduceva la realtà, più era bella.
CAPISCO LE PAROLE Scrivi nei quadratini: S = sinonimo, C = contrario. • Condivisa: - che non incontra largo consenso - approvata da molte persone • Dettagli: - particolari - insieme
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La bellezza
E, ancora, bello è stato considerato ciò che colpiva l’immaginazione, ciò che stupiva, ciò che lasciava a bocca aperta per l’inventiva dell’artista. Come nei dipinti di Arcimboldo: ritratti burleschi composti con frutta e ortaggi. La nostra idea di bellezza, oggi, è molto più ampia. E anche difficile da definire. Inoltre abbiamo la possibilità di conoscere musiche e opere d’arte molto diverse tra loro, e ugualmente apprezzate e considerate belle. Possiamo ammirare, se non dal vivo, almeno attraverso internet, paesaggi e panorami di ogni parte del mondo: deserti di sale e giungle tropicali, montagne altissime e abissi oceanici. E molti di noi trovano la bellezza proprio in questa infinita diversità. È impossibile però tradurre in parole l’esperienza del bello. Prova a spiegare a un compagno perché trovi bella quella musica. La bellezza è un’esperienza interiore, difficile da spiegare. Possiamo solo provare a definirla partendo da noi, cioè da cosa si verifica dentro di noi quando ci troviamo di fronte a qualcosa di bello, anzi, a qualcosa che per noi è bello. La bellezza ci dà piacere, gioia... È come se noi vedessimo il mondo, per un istante, diventare perfetto. Questa armonia tra noi e il mondo può scaturire da un quadro, da una scultura, da un paesaggio, da un brano di musica, dalla faccia di una persona. Quando ci capita di vivere un’esperienza del genere, tenteremo ancora di ritrovarla e di viverla, perché la bellezza ci porta alla ricerca di altra bellezza. da A. Vivarelli, Pensa che ti ripensa, Piemme
QUANTE DOMANDE!
Inventiva: capacità di inventare, di creare con l’ingegno, con la fantasia. Burlesco: canzonatorio, scherzoso, caricaturale.
LETTORE COMPETENTE Segna con una X se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). - S pesso utilizziamo la parola “bello” in modo generico, V F mentre dovremmo utilizzare parole più appropriate rispetto a ciò di cui stiamo parlando. - Un paesaggio bello è bello per tutti. V F - Per gli antichi Greci la bellezza era imitazione della natura. V F - I n altri tempi la bellezza era legata allo stupore dato dalla V F creatività dell’artista. -P er definire la bellezza dobbiamo parlare delle nostre V F emozioni. - La bellezza oggi coincide con la bontà e la virtù. V F
MI AUTOVALU TO Ragionare sulla bellezza è stato per me: facile meno facile del previsto difficile Per svolgere gli esercizi: è bastata la mia memoria ho dovuto rileggere il testo ho avuto bisogno di un aiuto
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È FACILE
I come indecisione Per comprendere il contenuto di un racconto, fermati quando trovi espressioni difficili e cerca di capire bene la situazione. A ogni passaggio indica con una X quale delle due vignette o delle due espressioni spiega correttamente la parte evidenziata in rosso. C’era una volta un uomo che non riusciva a prendere la minima decisione. Passava le giornate a dubitare di tutto, a chiedersi se aveva scelto bene il colore dei vestiti, la donna che aveva sposato o la casa dove abitava. Non era mai pienamente convinto delle sue scelte. Un giorno, uno dei suoi vicini, non potendo rimborsargli un debito, gli donò una grande quantità di carne. • Quale fumetto rappresenta correttamente l’espressione evidenziata? Non ho i soldi, ti regalo questa carne.
Ho i soldi, ma preferisco pagarti con questa carne.
Il nostro uomo, come sempre, esitò a lungo su cosa era meglio fare: andare a venderla al mercato o piuttosto al macellaio? E a quale prezzo? O forse era meglio seccarla e tenerne una parte? O forse tutta? • La frase evidenziata significa che l’uomo: n on sa che cosa fare della carne. vuole restituire la carne al debitore. In capo a qualche giorno, quando finalmente si decise a venderla al mercato, la carne non era più fresca. Tutti quelli che la mangiarono si sentirono male e rischiarono di morire intossicati. • Quale vignetta rappresenta correttamente la situazione? Che buona questa carne!
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Aiuto! Questa carne è avvelenata!
È FACILE La gente infuriata si rivolse al giudice. L’uomo fu convocato in tribunale e il giudice lo riconobbe colpevole. Lo condannò a scegliere tra tre punizioni: mangiare la carne avariata, ricevere venti colpi di frusta, pagare una multa di venti monete d’oro. • Quale vignetta rappresenta correttamente la situazione? Sei colpevole!
Sei colpevole!
Il nostro uomo soppesò a lungo ogni possibilità. Cambiò parere un numero incalcolabile di volte, finché decise, con la morte nel cuore, di mangiare la carne avariata. • Quale vignetta rappresenta correttamente la situazione?
Arrivato a tre quarti dichiarò, tutto verde in viso, di preferire i colpi di frusta. Al quindicesimo colpo, sfinito, cambiò idea e preferì pagare le venti monete d’oro. Così, a causa della sua inguaribile indecisione, subì tutte e tre le condanne: mangiare la carne avariata, ricevere le frustate e pagare l’intera multa. • La frase evidenziata significa: causa della sua incapacità di scegliere tra diverse possibilità. a a causa della sua malattia che non si poteva curare. – È giusto, – sentenziò il giudice, – riflettere bene prima di prendere una decisione, ma quando la si è presa, bisogna mantenerla. Uno spirito agitato da continue esitazioni non può trovare pace. • La frase evidenziata significa: una persona molto indecisa non è mai serena. una persona molto agitata non può prendere una decisione. da J.M. Coles, L.M. Ross, Alfabeto della saggezza, Einaudi Ragazzi
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VERIFICO
le mie COMPETENZE
La bellezza... secondo me Obiettivo Realizzare un dépliant, un lapbook, un video o un manifesto per presentare qualcosa che è bello per te. Destinatari I tuoi compagni di classe Tempo a disposizione Da concordare con l’insegnante Come procedere 1 Cerca nella tua via, nel tuo quartiere, nel tuo paese o nella tua città
qualcosa di bello, a tuo giudizio. Potrai sorprenderti a scoprire un bel portone, un bel monumento o un bel murales, un bel paesaggio o una bella piazzetta, o chissà cos’altro. Fermati a osservare bene e a cercare gli elementi che rendono bello ciò che hai davanti. 2 Fotografa o disegna ciò che hai scelto: l’immagine, infatti, dovrà
accompagnare la tua presentazione. Poi spiega le tue motivazioni. Decidi se realizzare un dépliant, un lapbook, una presentazione multimediale, un video o un manifesto per spiegare la tua scelta. Organizza il tuo progetto nello spazio sotto.
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MI AUTOVALU TO Ho trovato questo compito: facile abbastanza facile difficile molto difficile
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La fase più difficile per me è stata .................................................... ................................................................................................................................ Valuto il mio risultato: ............................................................................ ..........................................................................................................................
ARTE e IMMAGINE
Luci e ombre
Hai capito che nella vita alcune cose sono più facili da comprendere, altre sembrano dei misteri... Il mondo che ci circonda è pieno luci e ombre, che fanno apparire in modi diversi la realtà, uno stesso oggetto oppure nasconderlo completamente! sserva questa mela: è sempre la stessa ma O appare diversa, più luminosa o più in ombra a seconda della sua esposizione alla luce.
Osserva come anche un paesaggio cambia a seconda della luce.
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ARTE e IMMAGINE
La luce
La luce è uno degli elementi principali della visione: l’occhio umano infatti percepisce gli oggetti, il contorno delle cose, la loro forma e colore e la loro posizione nello spazio, grazie alla luce. La luce può essere di due tipi: • naturale sole, luna, stelle... • artificiale lampada, lampadario, lampione, candela... sserva i seguenti dipinti e individua, per ciascuno O di essi, se si tratta di luce naturale o artificiale. naturale artificiale
naturale artificiale G. Balla, Lampada ad arco
V. Van Gogh, Notte stellata
naturale artificiale
naturale artificiale C. Monet, Donna con l’ombrello
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G. de La Tour, Maddalena penitente
L’ombra
ARTE e IMMAGINE OMBRA PROPRIA
Luce e ombra sono sempre insieme, infatti ogni oggetto colpito da una luce presenta due tipi di ombre: , , • l ombra propria è quella che si crea sull oggetto stesso , , , • l ombra portata è l ombra dell oggetto proiettata sulle superfici Per disegnare le ombre è importante tenere conto della , posizione della fonte luminosa rispetto all oggetto. La luce infatti può arrivare: dall’alto • da sotto • da destra da sinistra • da dietro • da davanti
Quando la luce illumina frontalmente un oggetto le ombre sono attenuate: il colore è piatto, non c’è profondità, né volume.
Quando la luce illumina lateralmente un oggetto, si crea un effetto di luce e di ombra: il chiaroscuro. Gli elementi acquisiscono volume e diventano più simili alla realtà.
OMBRA PORTATA
Se la luce è dietro, si dice che gli oggetti sono in controluce, rimangono in ombra e se ne evidenzia solo il contorno.
Osserva i seguenti esempi e indica con una freccia da dove proviene la luce.
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ARTE e IMMAGINE
Luci e ombre nell’arte
Gli artisti scelgono un punto d’osservazione per rappresentare un aspetto, uno scorcio della realtà. Poi con il gioco delle luci e delle ombre fanno “parlare” i loro dipinti. Osserva questo famoso quadro di Caravaggio, poi rispondi alle domande.
Caravaggio, La chiamata di San Matteo
La luce è naturale o artificiale? ............................................................................................................................................... Da dove proviene? .......................................................................................................................................................................... Chi viene colpito dalla luce? .................................................................................................................................................... Perché, secondo te, gli altri restano nell’ombra? ....................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................
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ARTE e IMMAGINE
Disegnare le ombre
ome si disegnano le ombre? Leggi, osserva i disegni e prova tu con le matite o i pennarelli C a creare ombre diverse. Modifica la pressione che eserciti sul colore, in modo che l’effetto chiaroscuro sia ancora più deciso. Ombra a righe parallele
Ombra a righe incidenti
Ombra sfumata
Osserva il gioco di luci e ombre che il pittore Leonardo da Vinci ha utilizzato per uno dei suoi dipinti più famosi: La Gioconda.
Colora la riproduzione dell’opera facendo attenzione a ombreggiare le parti più scure: puoi scegliere una delle tecniche sopra.
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Gli altri intorno a me È importante guardarsi intorno e cercare di capire il mondo intorno a noi. È un mondo fatto di tante persone diverse, grandi e piccole, vicine e lontane, simili a noi o molto diverse da noi. In questa unità avrai l’occasione di riflettere sui rapporti con la tua famiglia, i tuoi amici, con le persone che ti sono simpatiche, quelle che ti piacciono meno. Rifletterai anche sulle regole da rispettare per vivere con gli altri e su problemi difficili, come il razzismo. Lungo il percorso incontrerai vari tipi di testi: i testi narrativi, i testi descrittivi, informativi, regolativi e le poesie. Analizzerai in particolare la descrizione nei testi narrativi. Alla fine metterai alla prova le tue conoscenze e abilità con una lettura molto avvincente. Se chiudi gli occhi e pensi alla parola “altri”, chi ti viene in mente? Chi metteresti nel cerchio più vicino a te? Chi invece in quello più lontano?
un LETTORE COMPETENTE impara a: discriminare la tipologia del testo letto e riconoscerne le caratteristiche; cercare le informazioni esplicite e implicite nel testo; capire che le parole possono avere più significati e cogliere quello adatto al contesto; riconoscere e analizzare le descrizioni in un racconto; riconoscere i fatti che si susseguono in un racconto e il loro ordine temporale; utilizzare strategie per comprendere meglio il testo; individuare nei racconti le emozioni e gli stati d’animo che emergono dalle scelte descrittive e di narrazione; riflettere e dire la propria opinione sugli argomenti proposti dalle letture.
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IO E GLI ALTRI Giochi con me?
Hai bisogno di aiuto?
............................................
............................................
Mi hai stufato.
C’è qualcosa che ti preoccupa?
............................................ ............................................ Devi fare quello che dico io!
Mi piace stare con te.
............................................
............................................
facciamo i compiti insieme?
Non capisci niente!
............................................
............................................
Stare con gli altri non è sempre facile. Possiamo amarli, ascoltarli, comprenderli, ma possiamo anche non capirli, discutere, litigare con loro... Leggi le espressioni nelle nuvolette. Colora in rosso quelle che secondo te facilitano i rapporti con gli altri, in blu quelle che li rendono difficili. Scrivi poi sotto ciascuna l’atteggiamento che dimostra chi la pronuncia:
prepotenza disponibilità
intolleranza collaborazione 79
GLI ALTRI INTORNO A ME CAPISCO LE PAROLE “Martha fu inamovibile” significa che: non lasciò la stanza rimase immobile In questo testo “schermaglie” significa: scontri, litigi, contrasti duelli, battaglie Le lentiggini erano “utilissime a dissimulare i brufoli” significa che le lentiggini: mascheravano i brufoli sembravano brufoli
DICO LA MIA Tu sei figlio unico o hai fratelli o sorelle? Nel primo caso: ti piace essere figlio unico o ti piacerebbe avere un fratello o una sorella? Perché? Nel secondo caso: che rapporto hai con loro? Racconta ricordando anche qualche episodio particolare.
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Tra fratelli
Una ventata d’aria fresca Il fratello di Martha, Vince, era più grande di lei di un anno esatto. Martha, infatti, era nata il giorno del primo compleanno di Vince. – Io sono il più bel regalo di compleanno che ti sia mai stato fatto – le piaceva scherzare. Oltre al giorno del compleanno, fratello e sorella avevano condiviso la stessa stanza, almeno fino a quando Vince aveva preteso una stanza tutta per sé, dichiarando di odiare tutte le femmine. Martha però fu inamovibile e fu Vince a doversi trasferire. Martha, comunque, non credette un solo istante che suo fratello si fosse messo a odiare le ragazze e infatti Vince veniva praticamente tutte le sere nella sua stanza a confidarsi con lei prima di andare a dormire. A volte le loro conversazioni duravano una mezz’ora, altre meno di un minuto. Persino quando avevano litigato, Vince non mancava di fare una rapida apparizione sulla porta. – Sei odiosa! – le urlava. – Mai quanto te – ribatteva Martha. Poi sbatteva la porta della camera con una violenza tale da far tremare i muri. Nonostante le loro schermaglie, Martha ammirava suo fratello e gli voleva bene. Vince era divertente, ironico, intelligente, imprevedibile e si poteva sempre contare sul suo giudizio in merito alle questioni importanti. – Hai un brufolo sul collo – l’aveva avvisata una volta. – Evita di farti vedere in giro con quelle scarpe. Sembri un pagliaccio! – le aveva consigliato un’altra volta. – Ehilà! – disse Vince entrando nella stanza con la sua faccia bonaria. Aveva una marea di lentiggini, utilissime a dissimulare i brufoli. Il suo arrivo fece a Martha l’effetto di una ventata d’aria fresca.
Tra fratelli
GLI ALTRI INTORNO A ME
– Oggi mi sono rasato per la prima volta – le annunciò Vince protendendo il viso verso di lei. – Sul serio? Ti sei rasato? Pensava che stesse scherzando, ma poi notò che la pelle del viso era irritata e chiazzata. Trattenne un risolino. – E perché? Non ne avevi bisogno. – C’era un po’ di peluria – si giustificò Vince. Poi scrollò le spalle e si voltò per andarsene. – Ehi, Vince! Martha temeva di averlo ferito e quella era l’ultima cosa che desiderava. – Eh? Vince si fermò ma continuò a darle le spalle. Era come se tra i capelli rossi sparati in testa avesse un terzo occhio puntato su di lei. da K. Henkes, Un amore un’estate, Piemme
LETTORE COMPETENTE Questo testo descrive: le caratteristiche fisiche dei due fratelli il rapporto tra i due fratelli e il loro comportamento Perché Martha dice di essere il regalo più bello per il compleanno di Vince? Sottolinea nel testo: - con il rosso le espressioni che ti fanno capire i sentimenti di Martha nei confronti del fratello - con il blu quelle che ti fanno capire l’atteggiamento di Vince verso la sorella I due fratelli sono: litigiosi premurosi prepotenti sgarbati
invidiosi affettuosi
Che cosa significa la frase che conclude il brano? ....................................................................................................... .......................................................................................................
Secondo te, perché il brano è stato intitolato “Una ventata d’aria fresca”? Quale altro titolo sceglieresti? ........................................ .......................................................................................................
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LABORATORIO
LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE
Com’eri da giovane? Quella di Martino era davvero una vita fortunata. I suoi genitori erano infatti proprietari di una grande azienda e la famiglia viveva in un’enorme villa fuori città. Davanti alla casa, nel magnifico giardino, facevano bella mostra di sé una grande piscina e un ampio gazebo, sotto il quale il capofamiglia, il nonno Tommaso, si rilassava nelle mattine d’estate. Il nonno, nei giorni in cui stava meglio, era solito incamminarsi sul vialetto di ghiaia che portava al cancello della villa ad aspettare il nipote che tornava da scuola. Martino lo scorgeva da lontano, appoggiato al suo inseparabile bastone: sorridente, con la folta zazzera bianca che metteva in risalto il viso leggermente abbronzato, tipico di chi predilige la vita all’aria aperta. – Ben tornato figliolo, com’è andata a scuola? – lo accoglieva il nonno. – Bene – era la solita risposta scostante. Un giorno, mentre risalivano insieme il vialetto, il nonno gli poggiò una mano sulla spalla e gli disse benevolmente: – Vedrai, oggi passeremo un bel pomeriggio insieme. – Veramente... avrei molto da studiare, e poi... – Niente scuse, figliolo, la nostra partita ci aspetta. Superate le riluttanze iniziali di Martino, il nonno si fece portare la scacchiera dalla signora Rosa e, seduti a un tavolo di pietra, trascorsero il pomeriggio giocando a scacchi e bevendo acqua e menta. Mentre Martino aspettava che il nonno facesse la sua mossa, guardò il volto assorto del vecchio. Nella tranquillità del meraviglioso giardino, quel viso gli infuse un senso di pace: gli sembrò allora di sentirsi sereno come non mai, e chiese al nonno molte cose del suo passato. – Nonno, tu com’eri da giovane? Intendo... alla mia età per esempio. – Come te, figliolo, con la testa piena di domande alle quali non sapevo dare una risposta. Ma... vedrai... il tempo ti svelerà tutti i segreti di questo mondo. Gli intervalli di tempo tra una partita e l’altra erano lunghissimi. Passavano giorni, a volte mesi, un po’ per la malattia del nonno, un po’ perché Martino era attratto da altri giochi, decisamente meno tranquilli e per i quali il nonno non poteva essergli compagno. da C. Milite, Sotto lo stesso sole, Raffaello
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Gazebo: chiosco da giardino. Riluttanza: ritrosia, contrarietà, resistenza.
LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE
Per farci immaginare bene i personaggi di un racconto, ma anche per farci conoscere il loro comportamento, la loro personalità, gli scrittori inseriscono nella narrazione dei particolari che descrivono il loro aspetto fisico, il loro carattere, le loro abitudini. Talvolta queste descrizioni sono presentate in maniera esplicita, quindi sono facili da individuare, altre volte in maniera implicita, nascosta, cioè non vengono scritte chiaramente e vanno cercate tra le righe.
LABORATORIO
Rileggi il brano con attenzione, poi annota gli elementi che descrivono il nonno. Elementi fisici: sono espressi in modo chiaro ed esplicito, cercali. ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
Abitudini: un aiuto è dato dalle parole ed espressioni sottolineate con il rosso. ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� .....................................................................................................................
Carattere: le parole e le espressioni sottolineate con il blu possono aiutarti a capire com’è. ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
i sono nomi, aggettivi e verbi particolarmente adatti per descrivere C una persona nelle diverse situazioni. Eccone alcuni, utilizzali nelle tue descrizioni. Espressioni del viso accigliata, addolorata, birichina, felice, garbata, inquieta, insolente, malinconica, minacciosa, pensosa, preoccupata, raggiante, serena, severa, gioiosa, stupita, triste... Sentimenti gioia, allegria, malinconia, vergogna, felicità, disagio, timore, impazienza, serenità, ansia, tenerezza, amore, antipatia, fiducia, indifferenza, rispetto, tristezza...
Carattere simpatico, allegro, nervoso, calmo, irascibile, gentile, ansioso, vivace, socievole, esuberante, imbronciato, tranquillo, malinconico, paziente, impaziente, antipatico... Capacità e attitudini giocare a calcio, a pallavolo, disegnare, suonare uno strumento, costruire piccoli oggetti, inventare giochi, saper collaborare, ascoltare con interesse...
Vola al Libro delle TIPOLOGIE: • approfondisci il testo descrittivo (da pagina 55) • esercitati a scrivere un testo descrittivo (da pagina 116)
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Con i nonni
I miei nonni
Imprecare: lanciare insulti, inveire.
CAPISCO LE PAROLE Nella parte iniziale del brano, sono presenti diversi condizionali e congiuntivi. Perché? Spiega il motivo. Perché viene usata l’espressione “è peggio che alzarsi dal letto con il piede sinistro”? Perché si può scivolare. Perché, secondo le persone superstiziose, la giornata sarà sfortunata.
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Se non avessi svegliato io il nonno, la nonna sarebbe entrata nella stanza a un quarto alle otto, avrebbe spalancato le finestre, tirato via le coperte e tolto il cuscino da sotto la testa del nonno e lui avrebbe preso freddo. Naturalmente non avrebbe preso freddo in estate. Ma sicuramente avrebbe avuto una giornata sfortunata! Infatti la nonna nel togliergli le coperte e nello spalancare la finestra avrebbe imprecato forte, ed essere svegliati da strilli acuti è peggio che alzarsi dal letto con il piede sinistro. Me lo aveva spiegato il nonno. Mi aveva detto: – Una giornata che inizia con gli strilli della mia vecchia è una giornata tremenda. Tutto mi va male. Mi taglio nel farmi la barba. Mi si rompe la stringa nell’allacciarmi le scarpe. Perdo a carte. Mi viene il bruciore di stomaco. Starnutisco in continuazione. E nel fare il sonnellino pomeridiano faccio brutti sogni. Per non fargli andare storti tutti i giorni, svegliavo sempre io il nonno. Con tre baci sul collo a sinistra, tre baci a destra e tre baci sulla punta del naso, il nonno si svegliava. Quando lo baciavo per tre volte sul collo a sinistra, il nonno cessava di russare. Dopo i tre baci sul collo a destra, socchiudeva gli occhi e incominciava a sbadigliare. Dopo i tre baci sulla punta del naso, il nonno si metteva seduto sul letto, si stropicciava gli occhi e continuava a sbadigliare. Mi piaceva guardarlo mentre sbadigliava perché lui al mattino, a letto, non aveva ancora i denti in bocca. Al mattino i suoi denti stavano in cucina sulla mensola sopra il lavandino. Stavano là in un bicchiere colmo d’acqua. Quando la nonna attraversava la cucina, tutti i mobili vacillavano un po’ perché il pavimento era molto vecchio e gli assi si piegavano sotto i suoi passi pesanti. Se traballavano i mobili della cucina, traballava anche il bicchiere con i denti.
Con i nonni
GLI ALTRI INTORNO A ME
LETTORE COMPETENTE Quando il nonno era seduto sul letto, sbadigliava e si stropicciava gli occhi, io gli pizzicavo la pancetta. Ma non troppo forte. Lo pizzicavo dolcemente. Soltanto affinché si svegliasse completamente. E allora il nonno diceva: – Santo Cielo! Che razza di mondo è questo in cui non ti lasciano dormire? E io gli domandavo: – Sei stato in giro anche stanotte, nonno? Lui annuiva e diceva: – Certamente! Io gli chiedevo: – Dove sei stato questa volta, nonno? Ma prima che il nonno potesse raccontarmi dov’era stato di notte, immancabilmente la nonna entrava nella stanza, guardava furibonda me e il nonno e urlava: – La bambina arriva sicuramente tardi a scuola se se ne sta qui a chiacchierare con te! Allora mi mettevo in fretta la cartella sulle spalle e correvo a scuola e per tutta la mattina pensavo felice a quello che a mezzogiorno il nonno mi avrebbe raccontato della notte passata. Sapevo come iniziavano le sue storie notturne. Cominciavano tutte nello stesso modo. Cominciavano sempre così: – Ieri sono andato a letto ma non riuscivo a prendere sonno perché la nonna accanto a me russava terribilmente. Mi sono girato e rigirato nel letto. Ho contato anche le pecore. Ne lasciavo saltare al di là dello steccato sempre una bianca e una nera. Ma il sonno non arrivava. Quando è scoccata la mezzanotte sono sceso dal letto, mi sono vestito e sono saltato giù dalla finestra... da C. Nöstlinger, Il nonno segreto, Einaudi Ragazzi
Com’è il nonno? Cerca gli elementi “nascosti” che lo descrivono, sia nell’aspetto fisico che nel carattere, e sottolineali con il rosso. Com’è la nonna? Cerca gli elementi “nascosti” che la descrivono, sia nell’aspetto fisico che nel carattere, e sottolineali con il blu. La bambina che racconta svegliava il nonno con dei baci. Quanti? Dove lo baciava? Che cosa faceva il nonno ogni volta che riceveva i baci? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ Dividi il testo in sequenze. Nel brano sono presenti sequenze: descrittive riflessive dialogiche narrative
Immancabilmente: inevitabilmente, regolarmente, puntualmente.
MI AUTOVALU TO Svolgere gli esercizi è stato per me: facile difficile Per svolgerli: ho chiesto aiuto ho riletto più volte il testo ho trovato subito la risposta
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Tensioni in famiglia
Il rimprovero Le cose ultimamente non andavano per il verso giusto. Trascorrevo i pomeriggi a ciondolare per casa mentre i compiti attendevano sul tavolo. In classe non combinavo granché e mi ero meritato tre insufficienze, in italiano, matematica e scienze. Uno di quei pomeriggi i miei genitori furono invitati a scuola per un colloquio urgente. Potevo già immaginare di che cosa si trattava ed ero sicuro che si preannunciava per me una vera e propria bufera. Mamma e papà, infatti, tornarono a casa con lo sguardo severo e accigliato. Erano avviliti, ma non mi fecero la predica, come le altre volte. Questa volta passarono subito ai fatti: mio padre mi sequestrò l’occorrente per costruire velieri senza rivolgermi la parola. Lo stesso destino fu riservato ai miei libri preferiti, i libri di avventure e di pirati. Amavo quelle letture avventurose. E ora anche essi erano finiti in cantina. All’ora di cena sembrava fosse tutto finito quando la voce di mio padre si abbatté su di me come un fulmine a ciel sereno. Mi ero illuso che l’argomento delle mie insufficienze fosse bello e sepolto, invece la sfuriata doveva ancora iniziare. – E ora come la mettiamo?! – tuonò mio padre. Poi sbatté il piatto sulla tavola. Le parole si scaraventarono su di me come tuoni e lampi su inermi marinai, sorpresi da una burrasca improvvisa. Entrambi i miei genitori minacciarono di togliermi tutto: niente mare, vacanze, giocattoli, computer, bicicletta, velieri, pirati... niente di niente! – E se la cosa non basterà... – disse perentorio papà – passeremo alle maniere forti a suon di punizioni ben più severe! – È ora che cambi... che diventi responsabile! – concluse minacciosa la mamma. Non terminai la cena e mi rintanai in camera mia. Piansi per una buona mezz’ora. Il mio cuscino sembrava una spugna, tanto era fradicio di lacrime. Avrei voluto fuggire. da D.R. Mantovani, Il veliero di Capitano Strong, Raffaello
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Inerme: indifeso, senza armi, impotente. Perentorio: categorico, che non ammette obiezioni.
LETTORE COMPETENTE Completa le frasi, ti aiuteranno a ricostruire le vicende del testo. - Samuele non fa .............................................. e a scuola.......................................................... - Il papà gli sequestra ...................................... e .......................................................................... - I suoi genitori vogliono che lui si .............. ����������������������������������������������������������������� di più e minacciano �������������������������������������������������� - Il ragazzo si rintana in camera sua e ........ ����������������������������������������������������������������������������� Oltre a quella evidenziata, ci sono altre espressioni nel brano legate a fenomeni atmosferici. Sottolineale. Vengono usate per indicare: che la situazione è tesa che è in arrivo il cattivo tempo
Vivere insieme in armonia
GLI ALTRI INTORNO A ME
Quattro sorelle Era sera. Nel salotto della famiglia March un caminetto acceso diffondeva un gradevole tepore e illuminava i visi delle quattro giovani sorelle raccolte lì attorno. Josephine era sdraiata in modo scomposto sul tappeto scolorito. Era considerata dalla famiglia un maschiaccio. Era un’avida lettrice di libri. Alta e magra, aveva braccia e gambe molto lunghe, che la rendevano impacciata nei movimenti; la sua bocca era appena accennata, ma si dilatava spesso in rumorose risate; gli occhi, piccoli e vispi, avevano la capacità di scrutare gli animi delle persone. La sua vera particolarità era però la chioma, folta e castana. Margaret, per tutti Meg, la sorella maggiore, era una graziosa signorina dalla carnagione chiara, aveva grandi occhi riservati, che abbassava ogni volta che le veniva indirizzato un complimento. I suoi capelli erano di un bel castano dorato, la sua bocca sottile non esplodeva mai in risate scomposte. Meg aveva un temperamento pacato e romantico: il suo più grande desiderio era quello di poter formare un giorno una bella famiglia. Amy, la più piccola, aveva lunghi boccoli biondi, che le scendevano sulle spalle e occhi celesti espressivi e curiosi. Magrolina e con rosse gote su un visino bianco latte, era elegante nei modi, leggiadra e graziosa. Le piaceva ammirarsi continuamente allo specchio ed essendo la sorella minore, era molto viziata. Elizabeth, o Beth come la chiamavano, era la dolcezza fatta persona: aveva tredici anni, guance rosee, che spesso si tingevano di rosso perché era molto timida e occhioni azzurro cielo, che erano l’immagine dell’innocenza. Era pacata nei modi e non si arrabbiava mai con le sue sorelle, anche quando la facevano innervosire. da L.M. Alcott, Piccole donne, Raffaello
Leggiadro: pieno di grazia e di eleganza.
LETTORE COMPETENTE Chi è? Rileggi il testo con attenzione e scrivi il nome corrispondente alle seguenti descrizioni. Poi verifica se hai risposto correttamente. - Ha lunghi boccoli biondi, occhi celesti espressivi - È un maschiaccio e ama molto leggere. e curiosi. Si ammira sempre allo specchio. È alta e magra e ha una folta chioma castana. È .............................................................................................. - È pacata e romantica. Ha la pelle chiara, la bocca sottile e i capelli castano dorato.
È .............................................................................................. - È timida, pacata e molto dolce. Ha le guance rosee e occhi azzurro cielo.
È ..............................................................................................
È ..............................................................................................
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Essere amici
Un legame speciale
Pregio: valore, qualità.
Quante volte ho riflettuto su questo sentimento, su questo legame speciale che unisce intimamente le persone! Un’amica l’accetti per come è, con i suoi pregi e i suoi difetti. Per lei sei disposta a fare tutto, anche dei sacrifici e delle rinunce, per aiutarla quando ha bisogno e per vederla felice. In lei hai una fiducia totale. Per questo la fine di un’amicizia nella quale hai creduto è dolorosissima. Ti getta in una cupa solitudine e non ascolti chi ti dice: ”Troverai un’altra amica”. Non ti sembra possibile. Una vera amica è un tesoro prezioso da custodire e difendere. Dà una luce particolare alla tua vita, la “orienta” nella giusta direzione. Ti rende meno egoista, più brava a comprendere i sentimenti e le emozioni degli altri. Quante volte ho indovinato gli stati d’animo di Ottilia solo guardandola negli occhi, o scorgendo un tremolio sulle sue labbra! – Come hai fatto a capire che sono preoccupata, Valentina? – Perché ti sono amica, Ottilia. Ah, le nostre lunghe telefonate! A volte ci chiamiamo anche quando una delle due non riesce ad addormentarsi. – Non riesco a prendere sonno, Ottilia. – Cosa ti è successo? – Non lo so... Ma dopo aver parlato e “scavato” dentro di noi, riusciamo quasi sempre a capire le ragioni di quell’ansia o di quella malinconia. E così, ci tranquillizziamo. E sappiamo che il giorno dopo approfondiremo, chiariremo e risolveremo questa o quella questione particolare. da A. Petrosino, I consigli di Valentina, Piemme
DICO LA MIA Pensa al tuo migliore amico o alla tua migliore amica: quali sono i suoi pregi? Quali i suoi difetti? Racconta.
LETTORE COMPETENTE Che cosa vuol dire essere amici per Valentina? �������������������������������������������������������������������������������� �������������������������������������������������������������������������������� �������������������������������������������������������������������������������� �������������������������������������������������������������������������������� ��������������������������������������������������������������������������������
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Da che cosa capisce Valentina gli stati d’animo dell’amica? Rileggi la frase che conclude il racconto. Perché le due amiche sanno che il giorno dopo riusciranno a risolvere i loro problemi? Deduci la risposta dal testo.
Essere amici
GLI ALTRI INTORNO A ME
Non posso, però... Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita, non ho risposte per i tuoi dubbi o timori, però posso ascoltarli e dividerli con te. Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro però quando serve starò vicino a te. Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga e non cadi. La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei, però gioisco sinceramente quando ti vedo felice. Non giudico le decisioni che prendi nella vita mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi. Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo. Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere. Solamente posso volerti come sei ed essere tua amica. J.L. Borges
LETTORE COMPETENTE Nella poesia ci sono parole che si ripetono. Sottolineale. Secondo te, il poeta a che cosa vuole dare risalto con queste ripetizioni? Il verso evidenziato è riferito al cuore. Che cosa significa? Prova a spiegarlo con parole tue. Qual è il messaggio di questa poesia? N on si possono risolvere i problemi degli altri, ma si possono sostenere, si può gioire e soffrire con loro. N on si può fare niente per aiutare gli altri, ognuno deve affrontare i problemi della vita da solo. È un messaggio: d i amicizia e di solidarietà d i solitudine e di indifferenza
MI AUTOVALU TO Capire il linguaggio di questa poesia per me è stato: facile difficile Capire il messaggio di questa poesia per me è stato: facile difficile
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Accettare chi è diverso
Mi piaci lo stesso Ora che le lunghe giornate estive erano arrivate Christy non sapeva come riempirle. Sull’altro lato della strada, Eddie era intento a mangiare un gelato. “Mi si appiccicherà addosso dalla mattina alla sera” pensò. Sua madre le aveva raccomandato di essere amorevole con Eddie perché nessuno voleva mai giocare con lui. Perché era diverso. Lanciò un’occhiata al giardino della casa più avanti, dove Jim stava giocando a biglie. Lo raggiunse. Il ragazzino lanciò l’ultima biglia e si avvicinò a lei. – Ciao, Christy. Vieni con me? Conosco un posto dove le rane depongono le uova. Si misero in cammino. Eddie li raggiunse, con un sorriso enorme stampato sulla bocca. Jim non lo degnò di uno sguardo, così Christy fu costretta a dirgli: – Eddie, è meglio che torni a casa. Il sorriso svanì di colpo, lasciando il posto a un’espressione delusa. Allora Jim gli corse incontro, battendo i piedi a terra e gridando: – Sciò, Eddie, a casa. – Mica sono un cane, Jim – disse Eddie con una smorfia. Poi girò sui tacchi e, a testa bassa, tornò verso casa. – Ma che bisogno c’era di ferirlo a quel modo? – protestò Christy. Arrivati al lago, Jim sfiorò l’acqua con i piedi per sentire se era fredda. – Un pesce! – gridò. – Ma le uova di rana? Io continuo a non vederle – si lamentò Christy. – Cos’è stato? – chiese a un tratto. I due ragazzi rimasero vicini, in silenzio, ad ascoltare. THUMP! THUMP! – Sembra... un mostro – bisbigliò Jim. I cespugli si aprirono e il “mostro” arrivò saltellando verso di loro. Era Eddie. – Che cosa diavolo ci fai tu qui? – gli urlò Jim. Poi, rivolto a Christy, disse con tono da saputello: – Lo sapevo che era lui. Scherzavo.
DICO LA MIA Eddie è un ragazzino che ha dei problemi e Jim si comporta da “duro” con lui, lo rifiuta in malo modo. Che cosa pensi del suo comportamento?
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Accettare chi è diverso
GLI ALTRI INTORNO A ME
– Vieni, Christy! – disse Eddie tirandola per mano. Attraversarono il letto ciottoloso di un ruscello, poi Eddie cominciò a correre. – Ecco, guarda! – disse alla fine con un sorriso carico d’orgoglio. In quel punto, nascosto nella boscaglia, s’intravedeva un piccolo stagno con una miriade di ninfee bianche e rosa. Sotto la superficie limpida dell’acqua s’intravedevano le nuvole gelatinose formate dalle uova di rana. – Eddie, sei un genio! – esclamò Christy – Hai trovato le uova di rana. Dobbiamo cercare un barattolo per mettercele dentro. – No, no! – disse Eddie preoccupato – Se le portiamo a casa, muoiono. E mamma rana... Christy... mamma rana... Non riusciva a tirar fuori il resto. – Sarà molto triste... – concluse lei – Non ci avevo pensato. E va bene Eddie, però prendiamo una ninfea da portare alla mamma. Si chinarono per raggiungere i fiori e qualcosa cadde nello stagno. L’acqua si increspò in cerchi concentrici. Eddie indicò i loro volti riflessi e scoppiò a ridere. – Sei buffa, Christy. Il volto della ragazzina si rifletteva nello specchio d’acqua distorto dalle piccole onde. Con un gesto istintivo, lei si portò le mani sulle guance per nasconderle. – Va bene, Christy, mi piaci lo stesso – disse Eddie. Un largo sorriso gli si stampò in faccia e, portandosi la mano sul cuore, aggiunse: – È qui che conta. da V. Fleming, F. Cooper, Sii amorevole con Eddie Lee, Gianni Stoppani Editore
LETTORE COMPETENTE I l “mostro” è Eddie.
Eddie prova vari stati d’animo. Cerca le informazioni nel testo e completa.
E ddie dichiara il suo amore a Christy.
- È sorridente quando ����������������������������������������������������������
C hristy e Jim vanno al lago.
- È preoccupato quando ����������������������������������������������������
E ddie e Christy si chinano a cogliere una ninfea.
- È deluso quando �����������������������������������������������������������������
J im scaccia Eddie.
- È orgoglioso quando ��������������������������������������������������������
E ddie e Christy trovano le uova di rana.
- È felice quando ��������������������������������������������������������������������
Ricostruisci i fatti narrati, numerandoli da 1 a 6.
Perché nessuno vuole giocare con Eddie? Sottolinea la risposta nel testo.
Alla fine Eddie si porta la mano sul cuore e dice a Christy: “È qui che conta”. Che cosa vuol dire, secondo te?
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Accettare chi è diverso
Devi volare! Fortunata è una gabbianella orfana. Viene curata da alcuni gatti e crede di essere un gatto anche lei.
Setoso: che ha l’aspetto, la morbidezza della seta.
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Fortunata crebbe in fretta, circondata dall’affetto dei gatti. Dopo un mese era una giovane e snella gabbiana dalle setose piume color argento. I gatti che l’avevano allevata cercavano un metodo per insegnarle a volare. – E perché devo volare? – strideva Fortunata con le ali ben strette al corpo. – Perché sei una gabbiana e i gabbiani volano – rispondeva Zorba, che aveva promesso alla mamma di Fortunata che avrebbe insegnato alla piccola a volare. – Ma io non voglio volare! Non voglio nemmeno essere un gabbiano, voglio essere un gatto, come voi, e i gatti non volano – replicava Fortunata. Una sera lo scimpanzé Mattia le strillò: – Non fare la cacca in giro, uccellaccio! – Perché mi dice questo, signor scimpanzé? – domandò timidamente Fortunata. – Perché è l’unica cosa che sanno fare gli uccelli. E tu sei un uccello – ripeté la scimmia. – Lei si sbaglia. Sono un gatto e molto pulito – ribatté Fortunata, cercando la simpatia della scimmia. – Ah! Ah! Guardati: hai due zampe, mentre i gatti ne hanno quattro. Hai le piume, mentre i gatti hanno il pelo! E la coda? Eh? Dove hai la coda? Stupido uccellaccio! Quei sacchi di pulci dei tuoi amici ti hanno convinto che sei una di loro e ti viziano perché aspettano che tu ingrassi per fare un bel banchetto – strillò lo scimpanzé. Quella sera i gatti attesero inutilmente che la gabbianella li raggiungesse a cena. Molto preoccupati la cercarono e fu Zorba a trovarla, triste e avvilita. Piangendo, Fortunata riferì tutto quello che Mattia le aveva strillato. Zorba le leccò le lacrime e miagolò dolcemente:
Accettare chi è diverso
GLI ALTRI INTORNO A ME
– Sei una gabbiana. Su questo lo scimpanzé ha ragione, ma solo su questo. E noi ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall’uovo senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Noi ti vogliamo bene. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene e vogliamo farti sapere che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. È facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. Ma sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana: devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l’affetto tra esseri completamente diversi. – Volare mi fa paura – stridette Fortunata. – Quando succederà, io sarò accanto a te – miagolò Zorba leccandole la testa. La gabbianella e il gatto grande e grosso iniziarono a camminare. Lui le leccava teneramente la testa e lei gli copriva il dorso con DICO LA MIA una delle sue ali tese. da L. Sepùlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Salani
LETTORE COMPETENTE Chi sono i personaggi di questo racconto? ........................................................................................................................ Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). Nel testo si dice che: - Essere diversi è sempre facile e bello. V F - Essere diversi è difficile, a volte doloroso. V F - È più semplice accettare chi è uguale a noi. V F - È difficile accettare e amare chi è diverso da noi. V F Zorba afferma che i gatti vogliono bene a Fortunata perché è una gabbiana. Che cosa vuol dire? Che i gatti vogliono bene ai gabbiani. Che i gatti hanno accettato la diversità di Fortunata. Che i gatti vogliono ingannare Fortunata.
A te va bene essere così come sei oppure vuoi e cerchi di essere uguale a qualcun altro? Per rispondere a questa domanda, ecco alcuni spunti su cui riflettere. Hai scelto l’attività sportiva perché: la praticavano già i tuoi amici ti piace molto Vuoi indossare: i vestiti uguali a quelli dei tuoi amici qualsiasi vestito Le canzoni che conosci sono: quelle che canti insieme ai tuoi amici quelle che più ti piacciono Ricordati! Ogni persona è unica e originale: ha capacità, passioni e desideri solo suoi!
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Saper collaborare
Lavorare insieme La maestra è arrivata tutta contenta. – Stamattina lavorerete in gruppi, ma... la scelta dei gruppi sarà casuale. Ognuno di voi pescherà un biglietto con un numero. I bambini che avranno lo stesso numero lavoreranno insieme. Pesco il numero 3: sarò con Marika, Manuel e Matteo e dovremo scrivere un testo descrittivo. Io e Matteo iniziamo subito a sistemare i banchi, in modo da poterci guardare tutti in faccia. Intanto Manuel si è messo seduto, in disparte. Gli chiedo se c’è qualcosa che non va e lui risponde con un urlaccio, tanto per farsi sentire dalla maestra: – Io con quello non ci lavoro! Tutti i bambini della classe si fermano. Marika si avvicina a lui, gli parla sottovoce, ma Manuel urla ancora più forte: – NO! Non lavoro con Matteo! Non sa scrivere e legge a malapena! Ci farà perdere tempo! Voglio stare con Max, lui sì che è bravo! Mi volto verso Max e vedo nei suoi occhi uno sguardo duro, di rabbia, direi. Max si alza e si avvicina a Matteo. Si china e, a un orecchio, gli chiede se vuole lavorare con lui. Matteo alza il viso incredulo su Max, con un sorriso a trentadue denti. Mi accorgo che Matteo sa anche sorridere. È sempre serio, timido e insicuro, balbetta pure. Ora è felice. Manuel ha gli occhi lucidi. La maestra ci sollecita a iniziare. Matteo va nel gruppo di Max. Io e Marika chiamiamo Manuel, ma l’unica cosa che riesce a singhiozzare è: – Io lavoro da solo. Non so come aiutarlo, ma so che Max gli ha dato una bella lezione. E. Pigliapoco
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Casuale: che dipende dal caso, non voluto. A malapena: a fatica, con difficoltà.
LETTORE COMPETENTE Perché Manuel si è messo seduto in disparte? P erché non vuole lavorare in gruppo. P erché non vuole lavorare con Matteo. Sottolinea gli argomenti che Manuel usa per giustificare il suo comportamento. Quale lezione ha dato Max a Manuel?
DICO LA MIA Ti piace lavorare con gli altri? Con tutti? Come ti saresti comportato nei panni di Manuel? In quelli di Matteo? E in quelli di Max?
Per conoscersi meglio
GLI ALTRI INTORNO A ME
Ti comporti da amico? Sottolinea i comportamenti che corrispondono ai tuoi. 1 Quando mi capita qualcosa di bello, lo dico subito al mio/a amico/a. 2 Quando possiedo qualcosa di interessante o mangio qualcosa di buono lo 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
divido con il mio/a amico/a senza aspettare che me lo chieda. Quando non riesco a svolgere i compiti, chiedo aiuto ai miei genitori o a qualcuno di casa. Il mio/a amico/a e io ci aiutiamo spesso nel fare i compiti e nello studio. Se qualcosa mi va male a scuola, ne parlo per primo con il mio/a amico/a. Spesso mi piace mettermi in competizione con i miei amici. Soltanto il mio/a amico/a mi capisce davvero. Mi fido soltanto dei miei genitori. Quando sono arrabbiato, se sto un po’ con i miei amici mi passa. Mi confido preferibilmente con la mamma o con il papà. Mi confido preferibilmente con i miei fratelli o cugini. Se mi prendono in giro a scuola o in qualche altra occasione, ne parlo soltanto con i miei genitori o con qualcuno di casa. Se mi sento giù, cerco di andare a giocare con i miei amici. Conosco a memoria la data del compleanno dei miei migliori amici. Mi piace parlare con qualcuno della mia famiglia di cosa faccio con i miei amici.
Ora conta i simboli: . Quale prevale? Leggi il profilo legato a quel simbolo. Ti corrisponde?
Prevalenza di - Sei l’amico ideale Preferisce pochi amici con cui avere un’amicizia stabile e profonda. Ti fidi a pieno dei tuoi amici “del cuore”, siete in perfetta armonia gli uni con gli altri. Prevalenza di - Sei un amico “difficile” Preferisci chiedere e avere aiuto dai tuoi genitori o da qualcuno di casa, piuttosto che di tuoi amici. Partecipi al gruppo, ma resti sempre un po’ distaccato. Prevalenza di - Sei un amicone Sei una persona molto socievole e allegro: non riesci proprio a pensare di vivere senza un bel gruppo di amici con cui fare tante cose e divertirti.
MI AUTOVALU TO Rispondere a questo test è stato: facile difficile noioso Ho risposto: a tutte le domande solo ad alcune perché ..........................................
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Fedeltà
Argo riconosce Ulisse Ulisse torna a Itaca dopo vent’anni di assenza travestito da vecchio mendicante per non farsi riconoscere dai Proci, che avevano occupato la sua reggia. Cos’era quello che sentiva? Argo alzò adagio la testa e fiutò l’aria. Nulla. E che cos’era, allora, quel senso d’allarme che l’aveva preso? Forse il padrone... La testa del cane tornò ad abbassarsi. No, il padrone non c’era più. Meglio così. Non avrebbe voluto farsi vedere da lui, ridotto com’era, vecchio cane buono a nulla, pieno di zecche e nutrito con ossa già spolpate, accanto a quel cumulo di fradicia paglia, dal quale non riusciva più nemmeno ad alzarsi. Eumeo e Ulisse giunsero davanti alla reggia; e nel rivedere la sua dimora, Ulisse fu travolto dalla commozione. – Eumeo, è il palazzo di Ulisse, vero? – chiese con voce rotta e tremante. – Sì. Senti l’odore di arrosto e il suono della cetra? I Proci sono già a banchettare, a divorare i beni del padrone... – disse Eumeo tra i denti – Ehi! Che ti prende, vecchio? Parlo e non mi ascolti? Che cosa guardi? Ulisse non aveva udito una parola. Stava fissando la porta della reggia. Aveva visto Argo. Una stretta al cuore. Argo. Stava su quel mucchio di paglia, magro, con il vecchio muso posato sulle zampe anteriori, gli occhi chiusi; era, pensò sgomento Ulisse, un cane che aspettava solo di morire. Lo rivide fulmineamente come quando l’aveva lasciato, bello, forte. Ah! Quanto era mutato! Ulisse non piangeva da anni: perché piangeva adesso? “Non devo piangere, Argo” si disse e con uno sforzo supremo vinse l’impulso di correre verso il cane, di chiamarlo, di prendergli il muso tra le mani: se l’avesse fatto, avrebbe rivelato chi era e sarebbe stato perduto. Si asciugò gli occhi e chiese a Eumeo: – Che bello quel cane! Ora è vecchio, lo vedo, ma doveva essere molto forte...
CAPISCO LE PAROLE Sostituisci le parole evidenziate con un sinonimo adatto al contesto. - spolpate: .............................................. - rotta: ............................................................ - fradicia: ................................................. - sgomento: ..................................................
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Fedeltà
GLI ALTRI INTORNO A ME
– Certo, andava anche in guerra col suo padrone, era un gran cacciatore. Stagli alla larga, è pieno di zecche. È il cane di Ulisse, nella reggia non può entrare, i cani dei Proci lo farebbero a pezzi... – E Penelope, la moglie di Ulisse, non ha pietà di lui? – seguitò Ulisse. – Lei non può uscire dalla reggia, proprio come quella bestia non può entrarvi. Argo sentì un brivido che lo scosse dalla testa alla coda. Che cos’era? Allargò le narici, fiutò l’aria... Quell’odore che non sentiva da anni... Che accadeva? Era possibile?... Fiutò ancora: ma quello era... l’odore del padrone! Il brivido divenne più intenso, Argo aprì gli occhi, guardò... Eccolo, Ulisse, il padrone. Era lui, era tornato! Non c’erano errori; diverso da quando se n’era andato, sì: un vecchio sembrava; ma era lui e lo stava guardando. Il brivido divenne gioia. Argo mosse la coda e alzò le orecchie: era tutto così bello! Il padrone era tornato, era là, lo guardava, doveva correre da lui, mostrare di averlo riconosciuto, di essere quello di sempre... Chiamò a raccolta tutte le sue forze, ma sentì qualcosa che si rompeva dentro di lui; il fiato gli mancò, la luce gli mancò; nell’ombra che scese rapida su di lui, ebbe ancora la visione del suo padrone. Poi più nulla. Ulisse comprese. Aveva visto la coda agitarsi, le orecchie alzarsi... Ora seppe che il suo cane era morto in quell’istante. Anche in lui qualcosa si ruppe. “Argo!” fu tentato di gridare. Non lo fece. Eumeo si avviò verso la porta della reggia, Ulisse lo seguì; ma quando fu vicino al cane si fermò: “Nessuno mi ha riconosciuto, ma tu sì, Argo. Ti prometto che...” Ulisse entrò nella reggia. Pensò varcando la soglia: “Nella vendetta per le offese che Proci e servi infedeli hanno fatto a me, a mia moglie e a mio figlio, vendicherò anche te, fedele Argo”. da M. Milani, La storia di Ulisse e Argo, Einaudi Ragazzi
LETTORE COMPETENTE Ulisse non può correre da Argo appena lo vede perché: n on gli importa niente del cane n on deve farsi riconoscere l o farà in un secondo momento
Nel testo ci sono varie parole ed espressioni che mettono in evidenza le forti emozioni di Ulisse e Argo. Cercale ed evidenziale. Quale promessa fa Ulisse ad Argo?
In alcuni passaggi Ulisse parla a se Perché, secondo te, il testo è stato stesso. Cercali e sottolineali nel testo. suddiviso in paragrafi?
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Avere fiducia
Un amico venuto dallo spazio I gambi del granoturco si aprirono ed Elliott guardò dentro: cacciò un urlo e si buttò a terra. La strana creatura indietreggiò, arrivò ai margini del granoturco e si mise a correre producendo un grande rumore con i suoi piedoni. – Non andartene! – c’era una punta di dolcezza nella voce del ragazzo. L’extraterrestre si voltò e i loro occhi si incontrarono. – Non andartene – ripeté Elliott – fatti conoscere. Da dove vieni? Dallo spazio? Ma l’essere era già fuggito, dentro la notte. Il mattino seguente Elliott si diresse verso le colline. Attraverso il bosco, su per un sentiero tortuoso, raggiunse una radura. C’era qualcosa di strano, di diverso dal solito. Forse la nave spaziale era atterrata proprio lì. Il ragazzo levò di tasca un sacchettino ed estrasse un oggetto minuscolo. Lo posò per terra, fece qualche passo e ne posò un secondo, e via di seguito, un oggettino dietro l’altro, fino alla fine del sentiero. L’extraterrestre, nascosto lì accanto, non rivelò la sua presenza, e quando fu solo, strisciò lentamente fuori dal cespuglio. Trovò una pillolina rotonda, se la mise in bocca e lasciò che si sciogliesse. Deliziosa! Allora partì più velocemente che poté fino alla fine del sentiero, mangiando una pillola dopo l’altra. Il sentiero lo condusse verso la casa del ragazzo. Attraversò il cortile in punta di piedi e all’improvviso si trovò di fronte a Elliott. Il ragazzo spalancò gli occhi e fissò lo sconosciuto. L’extraterrestre lo contemplava a sua volta: era spaventato dal suo grosso naso, dalle orecchie scoperte e soprattutto da quegli occhietti minuscoli come bottoncini. Le gambe, poi, erano buffamente lunghe e il ventre non pendeva a sfiorare il terreno come il suo. Si commosse leggendo il terrore in quello sguardo.
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CAPISCO LE PAROLE Nella parte iniziale c’è un termine che risponde alla definizione ”spazio di terreno erboso privo o quasi di alberi”. Cercalo e scrivilo qui: ........................................................................................ Con quale frase puoi sostituire l’espressione “tentò un nuovo approccio”? Tentò un nuovo modo di entrare in contatto. Tentò di fare un nuovo balzo.
Avere fiducia
GLI ALTRI INTORNO A ME
Avidamente: con grande desiderio.
LETTORE COMPETENTE Perché i due personaggi hanno paura l’uno dell’altro? Piano piano essi cercano di avvicinarsi, di entrare in contatto. In che modo l’extraterrestre viene attirato da Elliott? Quale rapporto vuole creare con lui? Sottolinea la descrizione di Elliott visto da E.T. Da questa puoi capire com’è l’extraterrestre. Completa. - il naso ............................................................... - le orecchie ......................................................
Così tese verso Elliott un dito, un lunghissimo dito. Il ragazzo mandò uno strillo e fece un salto indietro; l’altro fece un balzo in direzione opposta, ma subito dopo tentò un nuovo approccio: tese la mano e l’aprì. Nel palmo c’era l’ultima pastiglia che già si scioglieva. Il ragazzo contemplò la caramellina, poi la strana creatura. L’extraterrestre indicò con un dito il palmo della mano, poi indicò la bocca. – Okay! – disse a voce bassissima Elliott. Aprì la giacca e tirò fuori un sacchetto. Poi indietreggiò lentamente verso casa e lasciò una scia di caramelle dietro di sé. L’extraterrestre lo seguì, raccogliendole ad una ad una e inghiottendole avidamente. Prima di rendersene conto era ormai entrato in casa. Salì le scale e, arrivato nella camera di Elliott, ricevette in premio una manciata di caramelline che divorò in un solo boccone. – Io sono Elliott – disse il ragazzo. Per l’extraterrestre quelle parole erano solo una gran confusione di suoni incomprensibili. Ma qualunque essere disposto a dividere con altri un cibo così meraviglioso meritava la massima fiducia. da W. Kotwinkle, E.T. l’Extra-Terrestre, Sperling & Kupfer
- gli occhi ........................................................... - le gambe ........................................................ - il ventre ........................................................... Rileggi l’ultima frase. Che cosa intende dire l’autore, secondo te? Discutine con i compagni.
DICO LA MIA Tu come immagini gli extraterrestri? Come nemici, come esseri pericolosi o come esseri tranquilli e simpatici? Descrivilo. Se, come Elliott, avessi l’occasione di incontrarne uno, quali sarebbero le prime domande che vorresti rivolgergli?
MI AUTOVALU TO Leggere questo brano è stato: divertente interessante noioso perché ............................................................... ..............................................................................
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Il razzismo
Circle-time! Oggi circle-time in classe: si parla di amicizia, di aggressività e di accettazione. Partecipano alla discussione entrambe le insegnanti. Primo giro di opinioni. – Comincia tu, Alessandro – lo apostrofa la maestra Paola. – Perché si deve essere amici per forza? – esordisce Alessandro – Se una persona mi è antipatica, è antipatica e basta. È mai possibile essere sgridati per questo? La maestra Paola sorride e dice: – Bella domanda. Chi vuole rispondere? – Secondo me le persone ci possono essere simpatiche o antipatiche – dice Talo. Carolina ribatte: – Ma non perché sono bianche o nere, ricche o povere, del nord o del sud. Invece ci sono alcuni che, per partito preso, non accettano e addirittura odiano chi non è come loro. È questo che non mi va bene. Marta aggiunge la sua idea: – Per me siamo tutti uguali, siamo fatti allo stesso modo con gambe e braccia, mani e piedi e anche cervello. – Brave! – annuisce la maestra Paola – Come si usa il cervello non dipende dal colore della pelle, ma dall’intelligenza. E l’intelligenza ci dice che... Persino la maestra fatica a parlare perché altre voci vogliono dire la loro: – Però è meglio che gli stranieri rimangano nei loro Paesi! – Sono d’accordo: tanti extracomunitari possono essere un problema per noi italiani! Il tono delle voci si alza: c’è una grande confusione, finché... con un “Basta, si parla uno alla volta!” la maestra riprende il filo del discorso. – Cerchiamo di capire un po’ meglio i problemi degli immigrati, altrimenti sarà impossibile stabilire veri rapporti. Scaturiranno solo aggressività e rabbia. Alessandro, allora, sottolinea timoroso: – Però... è vero che tanti extracomunitari vengono a rubarci il lavoro e portano la delinquenza. Non dico tutti... ma...
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Extracomunitario: chi proviene da Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea.
LETTORE COMPETENTE Quali sono gli argomenti del circletime? Numerali nell’ordine in cui vengono affrontati. stranieri meridionali amicizia Perché si ha paura delle persone che vengono da lontano? Sottolinea nel testo le parti che esprimono questa paura. Rileggi la parte del testo segnata a lato. Quale reazione può provocare questa paura nei confronti delle persone diverse? Sottolinea la risposta a questa domanda.
Il razzismo
Diffidenza: sfiducia e sospetto verso gli altri.
DICO LA MIA Durante la discussione, i bambini esprimono opinioni diverse sugli extracomunitari. Tu quale condividi? Che cosa pensi di quello che dice alla fine la maestra Gilda? Si conoscono meglio le persone giocando e studiando con loro?
GLI ALTRI INTORNO A ME
A questo punto interviene la maestra Gilda: – Non è proprio così. Le persone che conosciamo poco, soprattutto se sono diverse da noi, ad esempio per il colore della pelle, ci spaventano. Attribuiamo loro le cause delle nostre paure e le emarginiamo. Pensate, io vengo da un paese vicino e, quando da giovane sposa sono venuta ad abitare qui, mi sembrava che tutti mi prendessero in giro per il mio modo di parlare. Mi sentivo un po’ emarginata. Poi ho capito che anch’io dovevo adattarmi al nuovo ambiente. Ora ho anche un sacco di amici e non vivrei in nessun altro posto. – È vero, maestra – dice Pierpaolo – mio padre mi ha raccontato che tanti anni fa suo nonno si è dovuto trasferire da Napoli a Torino per trovare lavoro e ha fatto molta fatica per inserirsi: nessuno gli voleva affittare una casa e che sui portoni c’erano dei cartelli con la scritta “NON SI AFFITTA AI MERIDIONALI”. – Questo non può essere vero! – sottolinea Federico – Mi sembra esagerato. – No, è vero – puntualizza Abdul – anche a noi è capitata la stessa cosa. Prima di trovare una sistemazione decente, siamo stati costretti a vivere in dieci in una sola stanza! La maestra Paola aggiunge: – All’epoca di tuo nonno, Pierpaolo, al nord c’era bisogno di operai, ma si nutriva molta diffidenza verso i meridionali. Adesso molti hanno paura che il lavoro manchi per colpa degli extracomunitari. Anche se essi, spesso, fanno i lavori rifiutati dagli altri. – Che confusione ho in testa! – dice Carolina – Non ci capisco più niente. Mio padre dichiara sempre che la gente si giudica da quello che fa e non da quello che dice, né dal Paese d’origine, né dal colore della sua pelle. La maestra Gilda le risponde: – Le parole di tuo padre sono sagge. Bisogna cercare di conoscersi meglio, facendo tante cose insieme, come giocare e studiare. Solo così scopriremo che chi credevamo antipatico può diventare il nostro migliore amico. La campanella pone fine al circle-time. Le maestre commentano: – Quanta carne al fuoco abbiamo messo oggi! da I. Mesturini, Un amico dal mare, Raffaello
CAPISCO LE PAROLE Il brano si conclude con un modo di dire: quale? Cerchialo. Che cosa significa? A proposito di “carne”... spiega i seguenti modi di dire. - Essere bene in carne ������������������������������������������������������������������������������������������� - In carne e ossa ������������������������������������������������������������������������������������������������������ - Non essere né carne né pesce ������������������������������������������������������������������������
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Il razzismo
Il razzismo spiegato a mia figlia Il razzismo spiegato a mia figlia
Avvisaglia: segnale, sintomo. Rigetto: rifiuto, non accettazione.
CAPISCO LE PAROLE “La diversità è il contrario della rassomiglianza”. Spiega con parole tue questa frase del testo. ............................................ ............................................ ............................................ ............................................
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– Dimmi, babbo, cos’è il razzismo? – Tra le cose che ci sono al mondo, il razzismo è la meglio distribuita. È un comportamento piuttosto diffuso, comune a tutte le società, tanto da diventare, ahimè, banale. Esso consiste nel manifestare diffidenza e poi disprezzo per le persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre. In generale l’essere umano ha tendenza a non amare qualcuno che è differente da lui, uno straniero, per esempio: è un comportamento vecchio come l’uomo; ed è universale. È così dappertutto. – Se capita a tutti, anch’io potrei essere razzista! – Intanto la natura spontanea dei bambini non è razzista. Un bambino non nasce razzista. E se i suoi genitori o i suoi famigliari non gli hanno messo in testa delle idee razziste, non c’è ragione perché lo diventi. – Credi che io possa diventare razzista? – Diventarlo è possibile: tutto dipende dall’educazione che avrai ricevuto. La prima avvisaglia potrebbe essere un sentimento di rigetto nei confronti di qualcuno che non ti ha fatto niente, ma è diverso da te. – Diverso? – La diversità è il contrario della rassomiglianza. In genere consideriamo diverso chi ha un altro colore di pelle rispetto a noi, chi parla un’altra lingua, chi cucina in altro modo, chi ha altre religioni, altre abitudini di vita eccetera. – Allora al razzista non piacciono le lingue, le cucine e i colori non suoi? – No, non è necessariamente così: un razzista può amare e imparare altre lingue perché ne ha bisogno nel suo lavoro o nei suoi svaghi, ma può ugualmente manifestare un giudizio negativo e ingiusto sui popoli che parlano quelle lingue. Allo stesso modo, potrebbe rifiutare di affittare una camera a uno studente straniero, per esempio vietnamita, eppure apprezzare il cibo dei ristoranti asiatici. Il razzista è colui che pensa che tutto ciò che è troppo
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Il razzismo
differente da lui lo minacci nella sua tranquillità. – Dunque il razzista ha paura? – Sì, ha paura dello straniero, soprattutto se lo straniero è più povero di lui. Il razzista è più portato a diffidare di un operaio africano che di un miliardario americano. – Cos’è uno straniero? – La parola “straniero” ha la stessa radice di “estraneo” e di “strano”, che indica ciò che è di fuori, esterno, diverso. Designa colui che non è della famiglia, che non appartiene né al clan, né alla tribù. – Quando vado in Normandia, dalla mia amica, sono una straniera? – Per gli abitanti di là, certamente sì, perché vieni da lontano e poi sei marocchina. – È vero, sono di una razza diversa da quella della mia amica, ma non ho paura di lei e dei suoi compagni. – Attenzione. Hai parlato di razza, ma ricordati che il razzista crede o fa credere che lo straniero appartenga a un’altra razza, una razza che egli considera inferiore. Ma ha torto: c’è una sola razza umana e basta. – Ma, babbo, eppure si dice che uno è di razza bianca, un altro di razza nera o gialla: l’ho sentito dire spesso, anche a scuola. L’altro giorno la maestra ci ha detto che Abdou, che viene dal Mali, è di razza nera. – Se davvero la tua insegnante ha detto così, allora ha sbagliato. Mi spiace dirtelo, perché so che le vuoi bene, ma commette un errore, e credo che non lo sappia neanche. Esiste solo un genere umano, nel quale ci sono uomini e donne, persone di colore, di alta statura o di statura bassa, con attitudini differenti e varie. E poi ci sono molte razze animali. La parola razza non ha una base scientifica. È usata nella storia da gente malintenzionata e ha portato anche a sanguinose guerre. Meglio sostituirla con l’espressione “genere umano”. da T.B. Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, Bompiani
GLI ALTRI INTORNO A ME
Designare: indicare.
LETTORE COMPETENTE Rispondi sul quaderno, in forma sintetica, alle domande della bambina. - Che cos’è il razzismo? - Credi che tutti possano diventare razzisti? - Che cos’è la diversità? - Credi che al razzista non piacciano le culture diverse? - Credi che il razzista abbia paura? - Chi è uno straniero? - Credi di essere anche tu uno straniero? - È corretto usare la parola “razza” per classificare le persone?
MI AUTOVALU TO La comprensione di questo brano per me è stata: difficile a tratti complessa facile Per comprendere i passaggi più complessi: ho chiesto aiuto ho riletto diverse volte mi sono aiutato con il dizionario
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Rispetto degli altri
Vivere insieme Devi sempre rispettare gli altri? Io non rispetto i ladri e i delinquenti.
Sì, se no p enseranno che sono s cortese.
solo Io rispetto a me. chi rispett è che No, perché non e a tutti. posso voler ben
Degno: adeguato, che ha qualità morali tali da meritare stima, lode.
Sì, perché ognuno ha il diritto di essere com’è e di agire come gli pare.
I tuoi genitori ti dicono di rispettare tutti. Ma che cavolo, è impossibile! Solo le persone a cui vuoi bene e che ti rispettano meritano il tuo rispetto. Ai tuoi occhi, i delinquenti e i ladri non ne sono degni. Ma davvero non devi loro nessun rispetto? E in che modo devi rispettare il tuo prossimo? Ognuno ha la propria idea di rispetto. Per alcuni significa sopportare qualsiasi cosa. Per altri si confonde con la cortesia: meglio evitare di dire cose che possono ferire. Il rispetto forse è il limite che diamo a noi stessi, ma anche agli altri, per riuscire a vivere insieme.
Siamo tutti uguali? Sì, perché siam o tutti uomini. ni No, perché alcu na hanno più fortu di altri.
No, perché ci sono persone più intelligenti delle altre.
abbiamo é h c r e p , Sì si diritti. s e t s i l g i tutt
In teoria, come esseri umani, siamo tutti uguali. Ma nella realtà lo vediamo fin troppo bene che alcuni sono più ricchi, più intelligenti o più fortunati di altri. Visto che siamo tutti diversi, avrai sempre qualcosa in meno rispetto ad altri. Devi essere invidioso per questo? Forse queste persone si sono impegnate molto per essere quello che sono. E non hai anche tu qualcosa in più di loro? Volere che le persone siano uguali non significa fare di tutto perché ci si assomigli, ma riconoscere che condividiamo tutti una cosa: l’umanità. E anche i diritti e i doveri che l’accompagnano. da O. Brenifier, Vivere insieme... che cos’è?, Giunti
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No, perché ci sono i ricchi e i poveri.
DICO LA MIA Che cosa vuol dire, per te, rispettare gli altri? E tu, rispetti tutti? In che modo lo dimostri? Secondo te, siamo tutti uguali? Che cosa significa che abbiamo tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri?
Regole da rispettare
GLI ALTRI INTORNO A ME
Parliamo di regole – Maestro – chiese Enrico – questo pomeriggio, quando saremo allo zoo, possiamo andare dove ci pare o dobbiamo stare tutti insieme? – Hai fatto bene a chiederlo, Enrico, perché questa è una regola sulla quale intendo insistere molto: bisogna stare tutti insieme! – disse il Maestro. – Questa – domandò Caterina – è una regola della scuola o dello zoo? – È una regola della scuola – rispose il Maestro, aggiungendo – Lo zoo ha le proprie regole che potrete conoscere se fate attenzione alle insegne. – Già – disse Gianna – del tipo “Non toccare le sbarre della gabbia del leopardo”, “Non dare da mangiare alla giraffa”. – Maestro – disse Roberto – non siamo mica dei bambini, sappiamo badare a noi stessi. Perché dobbiamo avere regole per ogni cosa? – Non è un problema di età. Le regole ci sono per gli adulti e per i ragazzi. Prendi le regole della grammatica: sono regole che valgono per tutti. Se il soggetto è plurale, anche il verbo deve andare al plurale. Non potrei dire “I cani è seduto sul prato”, devo dire “I cani sono seduti sul prato”. – Succede la stessa cosa, quando fai un gioco – aggiunse Gianna – non esiste un gioco senza regole. – Anche le materie che studiamo hanno le loro regole – disse Gerardo. – Per esempio? – domandò Tommaso. Il Maestro andò alla lavagna e scrisse le intestazioni per cinque colonne: Geografia, Matematica, Educazione alla salute, Scienze, Lingua italiana. Poi si rivolse a noi e domandò: – Sapreste fare esempi di regole per ciascuna di queste materie? – Una regola della geografia – disse Isabella – è che la carta geografica deve essere disegnata esattamente simile ai luoghi che rappresenta. – Una regola dell’aritmetica – disse Enrico – è che, se a numeri uguali si aggiungono numeri uguali, i risultati saranno uguali. – Una regola dell’educazione alla salute – disse Concetta – è che, se una persona sta affogando, si deve fare la traspirazione artificiale. – La respirazione – la corresse il Maestro. – Quando studiamo scienze – disse Tommaso – impariamo che la gente non dovrebbe gettare veleni nei laghi e nei fiumi: questa è una regola. – Nella scrittura – disse Gianna – impariamo che una domanda deve essere seguita dal punto interrogativo e una esclamazione deve essere seguita dal punto esclamativo. – Siete stati molto bravi – concluse il Maestro. da M. Lipman, Pixie, Liguori Editore
FOTO ZOO
LETTORE COMPETENTE Lo scopo di questo testo è: spiegare il significato della parola “regola” capire che le regole sono fatte per essere rispettate da tutti
DICO LA MIA Ci sono regole che suggeriscono buoni comportamenti per risolvere situazioni difficili che vivi ogni giorno. Discutine con l’insegnante e i compagni.
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GLI ALTRI INTORNO A ME
Regole da rispettare
Le regole spiegate ai bambini A cosa servono le regole? Non sarebbe bello poter vivere come ci pare, e fare a meno delle regole? Qualcuno pensa di sì. Eppure per poter vivere insieme agli altri le regole sono proprio necessarie. Proviamo a immaginare, per esempio, di non avere delle regole condivise da tutti per misurare il tempo: se per qualcuno un’ora avesse trentadue minuti, e per qualcun altro ottantanove, pensate come sarebbe complicato darsi un appuntamento! O se non ci fossero regole per il linguaggio: se per Paolo la parola “casa” indicasse un pollo e “sole” fosse la pioggia, e per Andrea i verbi al passato indicassero il futuro, una conversazione tra Paolo e Andrea sarebbe un bel pasticcio. Non riuscirebbero a comunicare. Ecco perché tutte le associazioni tra persone hanno delle regole: ci sono le regole del calcio se giochiamo a pallone, le regole del condominio in cui abitiamo (per esempio è vietato giocare a pallone in cortile!), e perfino i criminali - come i mafiosi - hanno le loro regole precise.
Quando parliamo del mondo in cui viviamo, parliamo spesso di “regole”, di “legge”, di “legalità”. Sono parole buone o cattive? Dipende. Sono parole neutre, il che significa che possono essere buone o cattive. In passato ci sono state leggi che permettevano di avere degli schiavi, e ancora oggi in alcuni Stati ci sono leggi che prevedono la pena di morte per chi ha commesso dei reati ritenuti particolarmente gravi. Allo stesso tempo ci sono leggi che garantiscono la libertà e che i cittadini siano considerati tutti uguali. E nella maggior parte dei Paesi del mondo ci sono leggi che vietano di condannare a morte una persona.
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Mafioso: chi fa parte della mafia. l’organizzazione criminale sorta in Sicilia nel XIX secolo e poi diffusasi a livello nazionale e internazionale. Legalità: rispetto e pratica delle leggi.
Regole da rispettare
GLI ALTRI INTORNO A ME
A casa, a scuola, in palestra, dappertutto abbiamo un sacco di regole da rispettare. Questo non ci permette di essere liberi? Quanti siete nella vostra classe? E quanti siete in palestra? E, in casa, ci siete solo voi, o ci sono anche genitori, magari fratelli, forse qualche altro parente? Avete mai pensato al perché ci sono le regole? Se ciascuno di noi vuole essere libero, vuol dire che tutti vogliono essere liberi. Come si fa a essere liberi tutti, ma proprio tutti, allo stesso modo? Si fanno delle regole. Se si rispettano le regole che consentono a tutti di fare le stesse cose che possono fare gli altri, si è liberi, altrimenti no; qualcuno (pochi, magari uno solo) fa quello che vuole, e gli altri subiscono quello che fa questo qualcuno. A quelli di voi che hanno fratelli non è mai successo di lamentarsi credendo di essere trattato in modo disuguale, di aver subito un torto? Mi vengono in mente le merendine: facciamo che ce ne sono due in casa, torna da scuola per primo vostro fratello e se le mangia tutt’e due. Poi tornate voi e non ne trovate più; vi viene da dire: “Ma non è giusto! Ce n’era una per ciascuno, e lui le ha prese entrambe!”. Lui ha pensato che libertà vuol dire fare quello che si vuole, e ha mangiato tutte e due le merendine perché aveva voglia di mangiarle. Voi avete pensato che ci sono delle regole, che anche se è piacevole mangiarsi due merendine bisogna lasciarne una al fratello che arriva più tardi, perché anche lui è libero di mangiarsi la sua. Noi siamo fortunati perché la nostra Costituzione dice che ciascuno di noi è libero tanto quanto lo sono gli altri. da G. Colombo e A. Sarfatti, La Costituzione attraverso le domande dei bambini, Salani da G. Colombo, Le regole raccontate ai bambini, Feltrinelli
LETTORE COMPETENTE Quanti paragrafi sono presenti in questo testo? Ogni paragrafo è introdotto da una domanda. Sei riuscito a individuare nel testo la risposta? Sottolineala in ciascuna delle tre parti. In ogni paragrafo l’autore presenta degli esempi. Sono tratti: da studi scientifici dalla vita quotidiana dalla storia dei popoli antichi Perché secondo te?
DICO LA MIA Nella tua vita quotidiana, segui delle regole? Quali? Chi le ha fissate? A quale scopo? Nella tua classe, ci sono delle regole da seguire? Le trovi giuste? Secondo te, è necessario che esistano delle regole? Perché?
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CITTADINANZA
Io, la Costituzione
Buongiorno, bambine e bambini, giovani cittadini benvenuti tra i miei fogli scritti di regole e diritti. Benvenuti! A voi mi presento, sono il Documento, il monumento dell’Italia unita, da venti anni di violenze uscita e dalla guerra lacera e ferita, che ha iniziato con me una nuova vita. Vi ho visto nascere e ho vegliato accanto a ogni neonato la ninna nanna della libertà vi ho cantata e raccontato la lotta e la speranza di nonni e nonne, erano giovani uomini e donne. Vi ho aperto gli occhi con le mie parole più belle, colorate farfalle UGUAGLIANZA DIRITTO LIBERTÀ PACE GIUSTIZIA DIGNITÀ. E ora che siete cresciuti, ora che è spiga il seme, parliamo insieme. Mi lascerò sfogliare dalle vostre mani fresche di gioco, piene di domani. Vi aiuterò a capire quello che voglio dire... ma c’è chi non vuol sentire. Per questo ho bisogno di voi, della vostra intelligenza e del coraggio. Accompagnatemi nel mio viaggio tra le persone, bussiamo a ogni portone. da A. Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori
Ricordi? Hai già letto lo scorso anno qualche articolo della nostra Costituzione. La Costituzione contiene le regole più importanti della nostra vita di cittadini, cioè quell’insieme di diritti e doveri che ogni individuo ha nel nostro Paese. La Costituzione italiana è entrata in vigore il 1° gennaio 1948. È formata da centotrentanove articoli. All’inizio ci sono gli articoli detti “fondamentali”, perché sono i dodici principi alla base di tutte le regole successive.
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Perché l’Italia “ha iniziato con me una nuova vita”? Perché l’Italia è nata con la Costituzione. P erché dopo anni di guerra e di violenza, con le leggi stabilite, gli italiani potevano vivere in pace, rispettosi gli uni degli altri. “La lotta e la speranza di nonni e nonne, erano giovani uomini e donne” significa: c he la Costituzione è stata scritta tanti anni fa dopo che tante persone, oggi anziane, hanno amato e lottato per l’Italia c he i nonni e le nonne lottano e sperano in un futuro migliore Gli ultimi versi invitano i bambini: a bussare ai portoni delle case a far rispettare le regole a chi non le conosce o non vuole conoscerle
È FACILE
Che cosa dice la Costituzione Quando in un testo ci sono parole difficili, ma molto importanti, come nel caso delle leggi, la comprensione può essere complicata. Per verificare se hai capito correttamente, devi provare a sostituire le parole difficili con parole più semplici, e a riscrivere il contenuto in modo più chiaro e comprensibile. Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. • I diritti inviolabili sono: diritti che si devono rispettare
d iritti che si possono anche non rispettare
Art. 10 Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dal diritto internazionale. • Completa. L’Italia offre asilo e ospitalità allo .................................................... che nel suo Paese non può vivere in modo democratico, in base alle norme che regolano i rapporti tra gli Stati e i cittadini di quegli Stati. Art. 11 L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli. rifiutare imparare • Ripudiare significa: • Offesa alla libertà significa: privazione della libertà insegnamento della libertà • Riscrivi l’articolo sul quaderno con parole tue. Art. 30 La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore impartita per almeno otto anni è obbligatoria e gratuita. dare partire • Impartire significa: • Riscrivi l’articolo sul quaderno con parole tue.
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In classe, vicino a Marco c’è Ramzi, il bambino arrivato l’anno scorso dal Marocco. Non parlava l’italiano, ma era sempre attento per riuscire a imparare la nuova lingua. Ora Marco osserva Ramzi, sorpreso. Il bambino sta parlando con la maestra, ha imparato l’italiano e sembra felice dei suoi progressi. Prima di entrare in classe, Marco ha sentito una frase della maestra Eva, sebbene parlasse a bassa voce con la maestra Ilaria: – Con quello che è successo a Ramzi, dovremmo... Ma non è riuscito a sentire le ultime parole. Come tutti i bambini è curioso. Non sembra che a Ramzi sia successo qualcosa di terribile: parla con la maestra e sorride. Marco vorrebbe sapere cosa è successo a Ramzi, ma non osa chiederglielo. Ha sentito dire che è clandestino. Lo ha detto più volte Luca, un loro compagno di classe. La maestra gli fa portare a casa dei panini e delle mele, perché chissà che fine fa tutto quello che non si consuma a mensa. Ramzi non voleva, ma lei lo ha convinto. – Non più di tre – ha detto Ramzi alla maestra, deciso. Tre panini e tre mele. Marco ha sentito parlare, una sera, dei clandestini alla televisione. – Dovrebbero mandarli via tutti – aveva detto lo zio Pietro, che era a cena da loro. Marco ora teme che potrebbero mandare via Ramzi. Un clandestino. Come si fa a essere clandestini? Cos’hanno fatto i clandestini? Il giorno dopo, prima di entrare in classe, gli si avvicina Luca. – Lo sai che il padre di Ramzi è sparito? All’improvviso, due mesi fa. Chissà cos’ha fatto? Magari è scappato. Si avvicina la maestra Eva: – Il padre di Ramzi ha lavorato tanto, nel cantiere qui vicino, per mettere via i soldi e far venire qui la moglie e i figli. Gli dev’essere successo qualcosa. Ci teneva molto, ai suoi bambini. – Perché è clandestino? – Marco trova il coraggio per fare quella domanda. – Perché qua in Italia non ci può stare – interviene Luca, che sa sempre tante cose – non ha il permesso.
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VERIFICO le mie
CONOSCENZE e ABILIT
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– La terra è di tutti – replica la maestra – e Ramzi è un bambino come voi, ha gli stessi diritti. Ramzi si è molto spaventato, quella notte, anche se dice di non avere paura di niente. Erano arrivate due volanti dei carabinieri. Avevano bussato alla porta della loro stanza. Era uscita sua madre, e dietro Ramzi con il fratellino per mano, spaventato. I carabinieri volevano i documenti, che non c’erano. Dicevano che non potevano più stare in quella stanza. – Chissà che storie! Chissà che traffici! – dice il padre di Marco – Non possiamo permettere... Quello è sparito... No, Ramzi non può venire alla tua festa. – La festa non la voglio, allora! – esclama Marco. Il giorno dopo la mamma di Marco va a parlare con la maestra Eva. Vuole avere notizie di “quel marocchino”. – È un bambino vivace, intelligente. Ha un grande desiderio di imparare. Non gli è difficile, conosce il francese e l’italiano, oltre l’arabo. Marco e Ramzi sono sempre insieme, è un’amicizia che fa bene a entrambi. La mamma di Marco non ha niente contro Ramzi, ma... – Non vogliamo pregiudizi – replica Eva – almeno nella nostra classe. I bambini hanno il diritto di scegliersi gli amici. Alla festa di compleanno di Marco alla fine arriva anche Ramzi. Ha dei dolci al miele, preparati dalla sua mamma. E un piccolo cammello di legno per Marco. da E. Dell’Oro, Non calpestate i nostri diritti, Piemme
1 Chi è Ramzi? Un bambino arrivato dal Marocco. Un bambino che vive in Marocco. Un bambino che sta per partire per il Marocco. 2 Alla riga 13 compare la parola “clandestino”, che poi ricorre più volte nel testo (righe 20, 24, 25, 33).
È riferita a: ...................................................... “Clandestino” indica una persona: che entra in un Paese senza i documenti che lascia il proprio Paese che commette dei crimini 3 Nella parte di testo segnato a lato, l’autore usa la tecnica narrativa del: flashback flashforward 4 Perché i carabinieri dicono che Ramzi e la sua famiglia non possono più stare in quella stanza? Perché non hanno pagato l’affitto. Perché non hanno i documenti. Perché sono sono stranieri. 5 Perché il padre di Marco non vuole che il figlio inviti Ramzi? Perché ha dei pregiudizi. Perché Ramzi è troppo vivace. Perché non c’è spazio per tutti. 6 Marco è d’accordo con la decisione di suo padre? 7 Che cosa si capisce dal finale? In Marocco ci sono cose buone e belle. Per donare non è necessario essere ricchi, ma avere un buon cuore. Che i genitori di Marco hanno superato i loro pregiudizi.
MI AUTOVALU TO Ho trovato questa verifica: facile abbastanza facile
difficile
molto difficile
La domanda più difficile per me è stata la Valuto la mia verifica: ................................................................
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ARTE e IMMAGINE
Un mondo di simmetrie
Abbiamo ragionato sul nostro stare in mezzo agli altri. Tutti diversi, tutti uguali, ma in ogni caso per stare bene occorre guardare gli altri come se fossimo allo specchio. Occorre sentirsi “simmetrici”. Ma che cosa vuol dire simmetria? La simmetria è la corrispondenza e proporzione tra le parti di un oggetto o l’ordinata distribuzione o ripetizione delle parti di un oggetto. Molte simmetrie sono osservabili anche in natura e possono essere di diversi tipi.
Simmetria speculare presenta la perfetta corrispondenza tra due parti di un oggetto, se immagini di dividere l’oggetto a metà con una linea verticale e sovrapporre due metà.
S immetria traslatoria consiste nella ripetizione di figure a intervalli regolari.
Simmetria radiale o centrale quando le parti si ripetono regolari e ordinate diramandosi da un punto: il centro.
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ARTE e IMMAGINE Disegna, rispettando la simmetria speculare, il secondo elemento, copiando quello dato.
Riproduci lo schema, rispettando la simmetria traslatoria.
Riproduci lo schema, rispettando la simmetria radiale.
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Tutti in forma Il nostro corpo deve essere trattato bene tanto quanto la nostra mente. Così come alleniamo la mente con lo studio, le letture, gli esercizi e i giochi, è altrettanto importante aver cura del nostro corpo praticando attività fisica e con un’alimentazione sana. In questo percorso incontrerai diversi tipi di testi: i testi narrativi, i testi informativi, argomentativi, descrittivi, regolativi, le poesie, gli articoli di giornale e la pubblicità. Analizzerai in particolare il manifesto pubblicitario. Metterai infine alla prova le tue competenze con un compito di realtà, molto divertente. E tu che stile di vita hai? Sei un pigrone o ti piace muoverti? Pratichi qualche sport? Mangi in modo vario o sei attratto dal cibo spazzatura? Mangi troppo o troppo poco?
un LETTORE COMPETENTE impara a: discriminare la tipologia del testo letto e riconoscerne le caratteristiche; cercare indizi nel testo per cogliere le informazioni implicite; c ogliere il significato delle parole ricavandolo per inferenza o analizzandone la morfologia; riflettere sugli stimoli che emergono da un testo; cogliere i rapporti di causalità in un testo narrativo; individuare le informazioni principali e secondarie in un testo informativo; argomentare il proprio punto di vista; confrontare le esperienze e le emozioni dei personaggi con le proprie e comunicarlo; riflettere e dire la propria opinione sugli argomenti proposti dalle letture.
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LE PAROLE PER... UNO STILE DI VITA SANO camminare pedalare guardare
la TV
nuotare correre
stare sul divano
acqua vitamine
grassi proteine
carboidrati fast food
nti
giocare
nutrie saltare
rilassarsi
dieta
varietĂ alimentare
Per essere adulti forti e robusti, bisogna seguire fin da bambini uno stile di vita sano. Sai che cosa significa? Conosci i benefici dell’attività fisica e di una corretta alimentazione? Leggi le parole elencate sopra, cerca il significato di quelle che non conosci, poi barra le parole che non aiutano a star bene.
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TUTTI IN FORMA
Fare sport: perché?
Vantaggi della pratica sportiva Socializzazione: apprendimento delle regole di comportamento sociali; inserimento in una società o comunità. Vincolo: legame.
La pratica sportiva ha un grande valore per i giovani, perché svolge una funzione fondamentale: la socializzazione. Le palestre, i campi sportivi, le piscine sono, con la scuola, i luoghi dove i ragazzi e le ragazze si incontrano, stringono amicizie, imparano a stare insieme vincendo la solitudine. Lo spirito di squadra insegna che certi obiettivi si possono realizzare solo mettendo in comune le forze di ciascuno e aiuta a riempire la vita di amicizia e solidarietà. L’attività sportiva consente ai ragazzi di apprendere e di autovalutarsi. Nello sport essi imparano a conoscere i propri limiti, a migliorarsi attraverso l’esercizio e la volontà. Lo sport acquista così un valore educativo fortissimo, perché consente di realizzare noi stessi, di affermarci e di lottare con giuste speranze, di scaricare la nostra naturale aggressività. Anche assistere a una gara sportiva può creare vincoli di solidarietà profondamente sentiti e riempire positivamente il nostro tempo libero. I tifosi di un atleta o di una squadra si identificano con i suoi successi o insuccessi, gioiscono e soffrono, provano enormi soddisfazioni o grandi delusioni, e ciò aiuta a superare sensazioni di solitudine. da E. Detti, M.C. Ghionda, F. Golzio, Il primo libro del cittadino, La Nuova Italia
LETTORE COMPETENTE
CAPISCO LE PAROLE Cosa vuol dire “autovalutarsi”? Ti può aiutare ragionare sul prefisso che compone la parola. ���������������������������������������������������������������������������� Scrivi altre parole che contengono lo stesso prefisso e spiegane il significato.
Scegli tra le seguenti domande quella che meglio inquadra il tema affrontato in questo brano. Quali sono i principali valori della pratica sportiva? Quali sono i principali benefici della pratica sportiva? Quali sono i principali rischi della pratica sportiva? Sintetizza le informazioni contenute nel brano. - Lo sport favorisce ������������������������������������������������������������������������������ ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� - Ha un valore educativo �������������������������������������������������������������������� �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
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- Anche assistere a una gara sportiva ��������������������������������������������
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Fare sport: come?
TUTTI IN FORMA
Agonismo sì o no? Lo sport per i ragazzi dovrebbe essere divertente, liberamente scelto, Idoneità: possesso dei coinvolgente e fonte di soddisfazione. E non dovrebbe prescindere dal gioco. requisiti richiesti per Non dovrebbe essere agonistico, si dice. Lo si dice al punto che la legge svolgere una determinata impone la definizione di “non agonistico” per i certificati medici di idoneità attività. alla pratica sportiva dei ragazzi. Agonismo: volontà e Ma che cosa si intende per “agonismo”? impegno per vincere una Se si intende l’odio per l’avversario, la sfrenata sete di successo, la gara. giustificazione di qualsiasi eccesso, d’accordo. Allora l’agonismo va eliminato. Va anche considerato che l’agonismo comporta inevitabilmente la ricerca della vittoria, il risultato dopo tanto impegno. E i ragazzi non hanno la capacità di dare alla sconfitta o alla vittoria il giusto peso, si identificano con il risultato: se perdono, perdono autostima, se vincono, possono LETTORE COMPETENTE sopravvalutare le proprie capacità. C’è però chi sostiene l’esistenza di un “agonismo positivo”. Completa la tabella, per chiarire i vari Questo non sarebbe altro che un agonismo nei aspetti del testo argomentativo letto. confronti di se stessi, alla ricerca di un progresso e di un superamento dei propri limiti, sempre in uno spirito Problema �������������������������������������������������������������� di dignità e rispetto per l’altro. Non un’aspirazione �������������������������������������������������������������� frenetica verso la vittoria, ma un costante tentativo di �������������������������������������������������������������� Tesi migliorare se stessi. �������������������������������������������������������������� In questo senso, si potrebbe dire che lo sport non Argomenti agonistico non esiste. da M. Bernardi, Adolescenza, Fabbri
a sostegno della tesi
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Antitesi
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�������������������������������������������������������������� Argomenti a sostegno �������������������������������������������������������������� dell’antitesi �������������������������������������������������������������� Conclusione �������������������������������������������������������������� ��������������������������������������������������������������
DICO LA MIA Tu cosa pensi dell’agonismo? Scrivi sul quaderno cinque o sei righe per esprimere il tuo punto di vista, argomentandolo con esempi.
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TUTTI IN FORMA
Tanti tipi di sport
La partita di pallavolo Sapevo che prima o poi il giorno della rivincita sarebbe arrivato. Bene, è stato oggi. Abbiamo sconfitto quei fenomeni della IV A a pallavolo. Anzi, non li abbiamo veramente solo sconfitti: li abbiamo stracciati, distrutti, umiliati, ridicolizzati, fatti a pezzettini, ridotti in briciole, a nulla. Quando hanno lasciato il campo da gioco avevano la lacrimuccia facile e un muso così lungo che sembravano tanti coccodrilli. Intendiamoci, non è che io ci tenessi poi così tanto a batterli: il maestro dice che vincere o perdere sono cose che succedono, l’importante è giocare lealmente. Io sono perfettamente d’accordo, però devo dire che vincere, anzi, stravincere, dà molta più soddisfazione che perdere. Il fatto è che i bambini della IV A sono dei fenomeni a calcio, ma della pallavolo non sanno quasi nulla. Abbiamo dovuto spiegare loro le regole! Abbiamo giocato per due set, con Capitan Quinto, il nostro maestro, a fare da arbitro. Abbiamo vinto 15 a 1 e 15 a 2, e questa è già una bella soddisfazione. Gli unici punti che hanno segnato loro glieli ha regalati il nostro maestro con un arbitraggio scandalosamente di parte. Noi non abbiamo neppure protestato, perché eravamo troppo superiori.
CAPISCO LE PAROLE Scegli il significato giusto delle seguenti espressioni. - Un arbitraggio scandalosamente di parte: l’arbitro ha favorito la squadra avversaria l’arbitro è rimasto in disparte - L’ha incenerito con lo sguardo: gli ha strizzato l’occhio gli ha lanciato un’occhiata severa
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Lealmente: senza imbrogli, in modo conforme alle regole.
DICO LA MIA Tu come ti senti quando vinci? E quando perdi? È più difficile saper perdere o saper vincere, secondo te? Perché? Ti sembra giusto infierire su chi perde? Perché? Scegli una parola da attribuire al tuo comportamento: con i tuoi compagni di squadra ....................................... con gli avversari ......................................................................
Tanti tipi di sport
La soddisfazione maggiore però me l’ha data Alice: a un certo punto ha sparato nell’altro campo un pallone che sembrava un missile. Era una palla davvero difficile da prendere, però Andrea Picchi c’è riuscito. Andrea è il miglior giocatore della IV A, un vero atleta, e piace un sacco a tutte le bambine. Siccome lo sa, è anche molto sbruffone. Dicevo che la palla l’ha presa sì, però l’ha presa con la faccia. È stato bellissimo! Si è sentito un “cioc”, come quando si applaude forte, e poi Andrea si è messo le mani davanti alla faccia, come se avesse paura che il naso stesse per scappargli. Il naso non gli è scappato via, però si è messo a sanguinare abbondantemente. Il povero Andrea è stato soccorso dalla sua maestra e ha dovuto abbandonare il campo. Qualcuno di noi ha applaudito la scena divertito e il nostro maestro l’ha incenerito con gli occhi. Poi, quando siamo tornati in classe, ci ha fatto una ramanzina formidabile sullo sport, sull’amicizia, sulla vita e su tutto il resto. La ramanzina è stata veramente dura da sopportare, però se ripenso al naso di Andrea sento che tutto sommato ne valeva la pena.
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Ramanzina: lungo rimprovero, paternale, predica.
LETTORE COMPETENTE Il narratore è: un giocatore della squadra vincitrice l’arbitro Sottolinea nel testo tutte le espressioni usate dal narratore per descrivere il risultato della partita. Queste espressioni dimostrano che gli avversari: hanno perso con onore sono stati annientati Qual è l’insegnamento del maestro? Sottolinea con il rosso le sue parole. Qual è l’opinione del narratore? Sottolineala in blu. Perché il maestro fa la ramanzina ai suoi alunni quando tornano in classe?
da S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, E. Elle
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TUTTI IN FORMA
Tanti tipi di sport
CAPISCO LE PAROLE La “mascotte” è: la persona o l’animale scelto come portafortuna da un gruppo sportivo un giocatore che rappresenta la sua squadra Sai dire in altro modo l’espressione “ebbe il massimo fulgore”? ................................................. ................................................. .................................................
Storia del calcio Quando è nato Sembra che il calcio sia nato in Cina, durante l’XI secolo avanti Cristo, con il nome di Tsu-chu. Era un gioco che prevedeva l’uso di un pallone ripieno di piume o capelli femminili e che doveva essere infilato in porte di bambù usando solo i piedi. Questo sport era considerato un vero e proprio esercizio fisico tanto che, durante la dinastia degli Han, veniva ritenuto un’esercitazione fisica fondamentale! Non si sa se, già in quell’epoca, le squadre avessero delle mascotte, quello che si sa è che in Giappone, circa seicento anni più tardi, si cominciò a praticare un gioco simile chiamato Kemari. La maggior differenza con il calcio moderno è che la palla non doveva toccare terra, e veniva passata al volo da un giocatore all’altro.
Il calcio e l’Europa Medioevo: periodo compreso fra la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476) e la scoperta dell’America (1492).
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Come racconta Omero nell’Odissea, anche nel bacino del Mediterraneo, già attorno al IV secolo a. C., i bambini greci e romani giocavano con palle di cuoio imbottite di lana e di piccoli semi. A Roma il gioco veniva chiamato harpastum e prevedeva due squadre, un campo rettangolare delimitato e separato da una linea centrale. Vinceva chi riusciva ad appoggiare la palla sulla linea di fondo del campo avversario, usando sia le mani, sia i piedi! Il gioco continuò ad avere successo passando da Roma all’intera Europa. Le sue regole cambiarono nel tempo e, durante il Medioevo, diventò addirittura espressione della rivalità tra villaggi vicini: un po’ come avviene oggi con le squadre moderne, che simboleggiano la città che le ospita.
TUTTI IN FORMA
Tanti tipi di sport
LETTORE COMPETENTE Indica per ciascun paragrafo quale informazione è principale (P) e quale è secondaria (S). Primo paragrafo - Il calcio è nato probabilmente in Cina nell’XI secolo a.C. - Il Tsu-chu prevedeva l’uso di un pallone ripieno di piume o capelli femminili.
Il calcio e l’Italia La città dove il gioco del calcio ebbe il massimo fulgore fu la Firenze del governo dei Medici: il campo di gioco era Piazza Santa Croce e il partito (la squadra) che vinceva si appropriava delle insegne avversarie. Ogni partito era formato da ventisette giocatori: quindici, divisi in tre gruppi di cinque, formavano “la linea degli innanzi” che aveva compiti di attacco; cinque, chiamati “sconciatori”, formavano la seconda linea e avevano il compito d’intralciare gli avversari; quattro componevano la terza linea ed erano “i datori innanzi”; essi rilanciavano la palla verso gli innanzi; tre, infine, formavano l’estrema linea dei “datori indietro”, che impedivano agli innanzi avversari di raggiungere con la palla il fondo del campo e fare punto!
Il calcio moderno Il calcio moderno inizia nel 1857 in Inghilterra, precisamente a Sheffield. Lì venne fondata la prima squadra di calcio al mondo, chiamata Sheffield football club, che disputò la sua prima partita nel campo chiamato Parkfield House. L’anno successivo, nel 1858, furono scritte le regole ufficiali del gioco moderno del calcio, usate ancora oggi, e vennero chiamate Sheffield Rules (Regole di Sheffield). da Focus Junior
Secondo paragrafo - L’Odissea parla di un gioco con palle di cuoio. - Il gioco della palla era diffuso tra i Greci e i Romani già attorno al IV sec. A. C. - Poi si diffuse all’intera Europa.
Terzo paragrafo - Il gioco del calcio ebbe il massimo fulgore nella Firenze governata dai Medici. - Il campo di gioco era Piazza Santa Croce. - 15 giocatori formavano la “linea degli innanzi”. Quarto paragrafo - Il calcio moderno inizia in Inghilterra nel 1857. - Lo Sheffield football club disputò la prima partita nel campo chiamato Parkfield House. - L’anno successivo furono scritte le regole del moderno gioco del calcio. Fulgore: splendore. Medici: famiglia fiorentina che governò Firenze dal XV al XVII secolo.
MI AUTOVALU TO L’esercizio è stato:
semplice.
difficile
Ecco come ho ragionato per poter svolgere l’esercizio: (spiega con poche parole) ��������������������������������������������������������������������������������������������������� ��������������������������������������������������������������������������������������������������� ���������������������������������������������������������������������������������������������������
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LABORATORIO slogan
LA
A
LA PUBBLICITÀ
Il messaggio nella pubblicità A Z Z E R E G G E L PER ANDARE
VELOCI
........................................
UN PO’ DI MOTO AL GIORNO
B
LEVA IL MEDICO DI TORNO .........................................
immagine
testo
Scar pe leggere e confortevoli per chi ama lo spor t emittente
Calza ture Leprotto
La pubblicità ha lo scopo di informare e soprattutto di convincere i destinatari ad acquistare un prodotto, un servizio o ad adottare un determinato comportamento. Immagini e parole vengono scelte per attirare l’attenzione del pubblico o suscitare emozioni.
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Cura il tuo benessere! Alimentazione sana e attiv ità ti aiutano a mantenerti in fisica forma .......................................
I due manifesti usano: solo l’immagine l’immagine e le parole Che cosa ti suggeriscono le immagini?
A. ........................................................................................................................... B. ........................................................................................................................... Pensi che siano efficaci?
Sì
No
Motiva la tua risposta. ................................................................................... .................................................................................................................................
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LA PUBBLICITÀ Esistono due tipi di pubblicità: - la pubblicità commerciale è la più diffusa, è promossa dalle aziende per vendere i loro prodotti, i loro servizi; - la pubblicità progresso è promossa gratuitamente dallo Stato o da alcune associazioni per promuovere iniziative socialmente utili o stili di vita migliori.
Un messaggio pubblicitario presenta: - lo slogan, una breve frase a effetto, in genere scritta con caratteri grandi, studiata per catturare l’attenzione; spesso è basata su un gioco di parole o un modo di dire facile da ricordare; - l’immagine, che rafforza il messaggio trasmesso; - il testo, scritto più piccolo, che fornisce informazioni sul prodotto o sul messaggio pubblicizzato; - l’emittente, cioè chi promuove il messaggio.
Ci sono diversi tipi di annunci pubblicitari, a seconda del mezzo con cui vengono diffusi: spot televisivi, inserzioni pubblicitarie su giornali e riviste, manifesti. Per questo la pubblicità usa linguaggi diversi: - il linguaggio verbale, che fa uso di brevi frasi, modi di dire, rime; - il linguaggio visivo, fatto di immagini, fotografie, video; - il linguaggio musicale, costituito da canzoni o suoni in sottofondo, spesso musiche famose.
LABORATORIO
Qual è il tipo di pubblicità di questi due manifesti? A. pubblicità �������������������������������������������������������������������������������������������������� B. pubblicità �������������������������������������������������������������������������������������������������� Qual è lo scopo di ciascuno? A. ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� B. �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
Riconosci e indica nel secondo manifesto le varie parti che lo compongono. Quale qualità del prodotto mette in evidenza lo slogan del primo manifesto? ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
Lo slogan scelto nel secondo manifesto richiama un modo di dire: quale? ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
Quali informazioni forniscono i testi? A. ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� B. �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
Segna tra i seguenti, i linguaggi usati dai manifesti analizzati nella pagina a fianco. verbale visivo musicale Motiva le tue scelte. �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
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CITTADINANZA
Il decalogo del vero sportivo L’espressione Fair Play significa “gioco leale” e deriva dall’antico inglese plega che significa “giocare”. Si riferisce a un comportamento improntato al rispetto delle regole, al riconoscimento e al rispetto dell’altro.
CARTA DEL FAIR PLAY Qualunque sia il mio ruolo nello sport, anche quello di spettatore, mi impegno a: 1. vivere ogni incontro sportivo come un momento privilegiato, come una sorta di festa 2. conformarmi alle regole e allo spirito dello sport praticato 3. rispettare i miei avversari 4. accettare le decisioni degli arbitri sapendo che, come me, hanno diritto all’errore, ma fanno di tutto per non commetterlo
5. evitare la cattiveria e le aggressioni negli atti e nelle parole 6. non usare artifici o inganni per ottenere il successo 7. essere degno nella vittoria come nella sconfitta 8. aiutare ognuno con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione 9. aiutare chi è in difficoltà o ha subito un infortunio 10. essere realmente un “ambasciatore dello sport”, aiutando a far rispettare i principi qui affermati
Onorando questo impegno sarò un vero sportivo!
Quali di questi comportamenti metti in pratica da sportivo o da spettatore? Quale invece non riesci a rispettare? Perché? Ti è capitato di subire o di assistere a comportamenti scorretti nella pratica di uno sport? Come hai reagito?
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CITTADINANZA
Comportamenti corretti e non Osserva le vignette, poi per ciascuna scrivi se il comportamento rappresentato è corretto oppure no, e spiega in breve il perché.
Sì
No
Sì
No
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Sì
No
Sì
No
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Scrivi tre parole che, secondo te, rappresentano i valori positivi dello sport e spiega perché sono importanti per te. 1. �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 2. �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� 3. ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
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TUTTI IN FORMA
Impegnarsi nello sport
Gabriella gambe lunghe C’era una volta una ragazzina. Era alta e magra, gli occhi azzurri, una bella testa di riccioli biondi e ribelli. Gabriella, questo era il suo nome, aveva quattordici anni e gli amici l’avevano soprannominata “Gambe lunghe”. Di carattere timido, era però tenace. – Gabriella, vieni a casa – la rimproverava quotidianamente la mamma tutte le volte che la vedeva correre sull’argine. Ma Gabriella, nonostante fosse ubbidiente, non ne voleva mai sapere di fermarsi. Il fatto è che per Gabriella correre significava sentirsi libera e la libertà era importante per lei. Continuò a correre solitaria sino al giorno in cui iniziò a partecipare a delle gare ufficiali. Era proprio brava e conquistò una vittoria dopo l’altra, prima in Italia e poi in giro per il mondo. – Voglio partecipare alle Olimpiadi e vincere una medaglia d’oro – disse un giorno agli amici e ai genitori. I primi si misero a ridere e a prenderla in giro, i secondi si arrabbiarono. Ma Gabriella aveva una nonna che la difendeva: – Se l’atletica è la strada della Gabri, nessuno si azzardi a fermarla. E fu così che arrivò il grande giorno: venne convocata in Nazionale per partecipare alle Olimpiadi di Montreal, poi ai campionati europei e alle successive Olimpiadi di Mosca. A Montreal arrivò sesta, mentre sfiorò la medaglia di bronzo a Mosca. Un’altra ragazza si sarebbe scoraggiata, avrebbe cominciato a pensare che non ce l’avrebbe mai fatta a salire sul gradino più alto del podio. Ma Gabri era una ragazza speciale, che considerava l’attività sportiva non solo un modo per vincere sempre, ma l’occasione per conoscere altre persone e stringere nuove amicizie. “Non posso mollare proprio ora, devo credere nelle mie possibilità e continuare a sognare non costa nulla” amava ripetere dentro di sé.
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Argine: rialzo naturale o artificiale per contenere il corso delle acque e impedire che straripino.
Impegnarsi nello sport
TUTTI IN FORMA
Una notte di primavera sognò che una rondine era entrata nella sua camera da letto e si era posata sul comodino. – Gabriella, ascoltami. In una terra lontana c’è una città, la città degli angeli, dove le gazzelle corrono libere insieme alle leonesse, gli orsi sollevano enormi massi e giocano a chi li lancia il più lontano possibile, i canguri si divertono a saltare e i cavalli galoppano con la criniera al vento. Nella terra degli angeli potrai correre insieme alle gazzelle... – sussurrava la rondine. Improvvisamente, nel sogno apparvero tre conigli in gabbia: Speedy, Briciola e Pongo. Piangevano e Gabriella chiese loro perché fossero così tristi. Speedy, il più sveglio, le rispose: – Anche noi vogliamo correre liberi sull’argine e nel bosco... Pensò di liberarli e fu così che, nel sogno, iniziarono a correre insieme: Speedy sempre davanti e Gabriella dietro. Dopo molti chilometri Gabri si rese conto che le due enormi orecchie di Speedy erano come il parabrezza della sua Vespa: la proteggevano dall’aria, frenavano il vento e le consentivano di correre più forte. Scoprì così, per caso, che correre con Speedy davanti era non solo piacevole ma anche utile. Continuò a sognare anche nelle notti seguenti e la rondine tornò. – Nella terra degli angeli potrai correre insieme alle gazzelle. È una terra lontana, dovrai attraversare il mare... Gabriella, dopo quella notte, non riuscì più a sognare; era troppo impegnata ad allenarsi in vista delle Olimpiadi di Los Angeles. Aveva già ventisette anni e, dopo tanto correre, cominciava a sentire qualche acciacco. Ma doveva farcela, anche perché temeva che sarebbero state le sue ultime Olimpiadi. E arrivò il giorno della gara. La notte precedente non aveva sognato, d’altra parte non sognava mai prima della gara. – Ai vostri posti! – disse lo starter. Poi il colpo di pistola, la gara dei millecinquecento metri era iniziata. Parabrezza: elemento anteriore dei veicoli, in vetro o altro materiale, che protegge il guidatore dal vento, dalla pioggia, dalla polvere. Acciacco: disturbo fisico non grave, dovuto soprattutto all’età che avanza. Starter: nelle gare di corsa, persona che ha il compito di dare il via agli atleti o ai cavalli.
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TUTTI IN FORMA
Impegnarsi nello sport
Gabriella rimase per alcune centinaia di metri nel gruppo poi prese la testa ma sentiva crescere la fatica, le gambe diventavano sempre più pesanti. Improvvisamente, ai bordi della pista, si materializzò Speedy. – Gabri, lasciami passare davanti, ricordati delle mie orecchie. E Gabriella si ricordò che nel sogno, quando Speedy correva davanti a lei, le grandi e lunghe orecchie del coniglio facevano da scudo al vento e lei filava via più leggera. Ascoltò il consiglio di Speedy, si lasciò superare e corse in quella posizione sino al suono della campanella che indicava l’avvicinarsi del traguardo. Apparve la rondine nel cielo, Gabri superò la ragazza che le stava davanti e corse leggera verso il traguardo. Negli ultimi metri alzò le braccia in alto e realizzò il suo sogno. Cercò Speedy, levò gli occhi al cielo nella speranza di vedere la sua rondine, ma i protagonisti dei suoi sogni si erano come dileguati. Pensò allora che l’unica maniera di veder realizzato un sogno è impegnarsi, nella vita di tutti i giorni, perché si avveri. Senza smettere di sognare...
CAPISCO LE PAROLE Come puoi sostituire le espressioni evidenziate? - Prese la testa: �������������������������������������������������������� - Si materializzò Speedy: ��������������������������������������������������������
da R. Borroni, in La favola dello sport, provincia.mantova.it
LETTORE COMPETENTE Nella frase sottolineata a pagina 126: “i primi si misero a ridere e a prenderla in giro, i secondi si arrabbiarono”: - i primi sono ................................................................................................................. - i secondi sono ............................................................................................................ Leggi le seguenti affermazioni riferite al contenuto della storia e indica con una X se sono vere (V) o false (F). - Gabriella correva tutti i giorni lungo l’argine. V F - Gabriella correva tutti i giorni in compagnia di qualche amica. V F - I genitori di Gabriella la sostennero fin dall’inizio. V F - A Montreal e a Mosca si guadagnò il podio. V F - A Los Angeles arrivò prima. V F - Tempo prima fece un sogno premonitore. V F Che sogno aveva fatto Gabriella una notte di primavera? Cercalo nel testo, poi riassumilo in tre righe. ........................................................................................................................................... ........................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................
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DICO LA MIA Gabriella ha un suo motto: non mollare ma credere sempre nelle proprie possibilità senza smettere di sognare. Tu lo condividi? C’è qualcosa per cui sei disposto ad impegnarti al massimo? Racconta.
Lo sport del cuore
TUTTI IN FORMA
Amo danzare! Saltavo così in alto che riuscivo a vedere fuori dalla finestra, fin sopra il capannone dove tengono gli attrezzi sportivi. La miss continuava a ripetermi: – Non così in alto, Billy. Controllo! Non sei concentrato! Ero concentrato. Concentrato a saltare più in alto possibile. Mi faceva sentire così bene, volare in su, sopra le teste di quelle ragazzine. Avevo imparato tutti i movimenti, adesso: piroette e salti e così via. La miss diceva che promettevo bene. Passava metà della lezione a star dietro a me, e non dava retta alle ragazze. Loro continuavano a lamentarsi. – Possiamo provare anche noi, miss? Quand’è che tocca a noi, miss? Passavo tutta la settimana ad aspettare la lezione del sabato. E una volta che era cominciata potevo andare avanti per ore. Ballare poteva sembrarti facile, ma non lo era. Era duro. Mi ero così irrobustito che avevo molta resistenza, ora, nella marcia e nella corsa e in tutto il resto. Potevo continuare per un mucchio di tempo senza stancarmi mai. Poi un giorno è successo. – Su quella gamba, Billy. E giro... e due, e tre... Giro, e due, e tre, ruota, e due, e tre, e su, e due, e tre. E questo cosa sarebbe? Mettiamoci un po’ di grazia, Billy Elliot! Stavo muovendo la gamba a piccoli cerchi, cercando di farli morbidi e dolci più che potevo e quando ho alzato lo sguardo e l’ho visto: il papà. Ritto in piedi davanti alla porta. Aveva scoperto il mio segreto: non praticavo il pugilato. Amavo danzare.
Piroetta: nella ginnastica figura che consiste in un giro completo dell’atleta su se stesso fatto sulla punta di un solo piede.
DICO LA MIA Aiuta Billy a spiegare al padre la sua passione e perché è giusto che lui continui con il suo sport del cuore. Prepara un discorso di due minuti, mettendoti nei suoi panni: cerca di essere convincente.
da B. Melvin, Billy Elliot, Rizzoli
LETTORE COMPETENTE Il protagonista descrive nei dettagli lo sport che pratica: si tratta .........................................................................
Secondo te, perché Billy aveva tenuto nascosto al padre di praticare la danza?
Dal suo racconto puoi capire che Billy nutre verso grande passione questo sport: disinteresse
............................................................................................
Sottolinea nel testo le espressioni che te lo hanno fatto capire.
La boxe è considerata uno sport “duro”, ma dal racconto di Billy emerge che anche la danza rafforza. Quali sono, infatti, gli effetti su Billy? Sottolineali nel testo.
Che cosa è successo un giorno? ..........................................................................................................
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TUTTI IN FORMA
Muoversi in bici
La bicicletta Bicicletta due ruote leggere due pensieri rotondi pieni di luce per capire la strada e sapere dove conduce. Bicicletta due ruote sottili due idee rotonde piene di vento per pensare discese e sapere la gioia e lo spavento.
LETTORE COMPETENTE In questa poesia ci sono tre metafore. Analizzale. Le ruote della bicicletta sono come: ................................................................................................... ................................................................................................... ................................................................................................... Per il poeta la bicicletta rappresenta il mezzo di trasporto verso ������������������������������������������������������������ �������������������������������������������������������������������������������������������������� Quale sensazione ti trasmette questa poesia? leggerezza fretta libertà malinconia serenità tristezza
DICO LA MIA Tu che rapporto hai con la bicicletta? Come l’hai scoperta? Racconta.
Bicicletta due ruote leggere due parole rotonde piene di festa per parlare col mondo e sapere quanto ne resta. da R. Piumini, Io mi ricordo quieto patato, Nuove Edizioni Romane
MI AUTOVALU TO Capire la poesia è stato:
semplice
difficile
perché ������������������������������������������������������������������������������������������� Scrivere la strofa è stato: divertente noioso
semplice
difficile
perché ������������������������������������������������������������������������������������������
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Muoversi in bici
TUTTI IN FORMA
Le regole del bravo ciclista Esiste un codice della strada che insegna come andare in bicicletta evitando di farsi del male e di farne ad altri. Ecco alcune norme. .......................................... una posizione
Se sei con altri, .......................................... in fila
indiana tenendo la destra.
Non .......................................... altre persone.
corretta e .......................................... il manubrio con due mani.
Se ci sono, .......................................... le piste ciclabili. In assenza delle piste ciclabili .......................................... la destra rispetto ai veicoli.
.......................................... sempre
l’intenzione di svoltare a destra o a sinistra con il braccio.
Ricordati di ..................................... il fanale al tramonto.
.......................................... sempre:
-a i semafori con le luci rosse e gialle - agli stop - prima delle strisce pedonali per far passare i pedoni da R. Dattolico, Educazione stradale, Ardea Editrice
CAPISCO LE PAROLE Inserisci nel testo i verbi mancanti scegliendoli tra i seguenti: utilizzare - accendere - segnalare procedere - assumere - mantenere portare - fermarsi - tenere
LETTORE COMPETENTE Che tipo di testo è? ���������������������������������������������������������������������� Qual è il suo scopo? ���������������������������������������������������������������������� ........................................................................
DICO LA MIA Tu conoscevi già le norme elencate sopra? In genere le rispetti tutte? Racconta quella volta in cui...
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TUTTI IN FORMA
Cibo e movimento
A rischio sovrappeso un terzo dei bambini modenesi Causa: alimentazione inadeguata e scarsa attività fisica Modena - Secondo
l’indagine “Okkio alla salute” commissionata dal Ministero della Salute, a Modena e provincia quasi un bambino su tre è in sovrappeso. Lo studio si svolge ogni due anni e indaga alcuni comportamenti dei giovanissimi alunni di terza elementare. Nel 2014 è risultato che il 24% dei bambini di 8-9 anni ha qualche chilo di troppo, mentre per l’8,7% l’eccesso costringe a parlare di obesità. Le cause? Alimentazione inadeguata e scarsa attività fisica. “Okkio alla salute” spiega che solo il 62% dei bambini della provincia fa una colazione adeguata. Poco più di un alunno su tre mangia le almeno due porzioni di frutta al giorno raccomandate e ancora più impopolare risulta la
LETTORE COMPETENTE Scrivi in sintesi l’argomento trattato in questo articolo di giornale. - Il problema: ����������������������������������������������������������������������������� - Le cause: 1. ����������������������������������������������������������������������������������������������������� 2. ����������������������������������������������������������������������������������������������������� 3. ����������������������������������������������������������������������������������������������������� I dati numerici presenti nell’articolo servono a: rendere più interessante la lettura fornire informazioni precise
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verdura: solo uno su quattro ne consuma due porzioni. E ancora, solo il 15% dei bambini svolge l’attività fisica raccomandata, pari a un’ora al giorno tutti i giorni, mentre un giovanissimo su tre trascorre davanti a Tv e videogiochi molto più tempo delle due ore massime consigliate. A questo si aggiunge anche un eccesso di ottimismo delle famiglie sulla nutrizione dei figli. Circa la metà delle madri di bambini in sovrappeso ritiene che il figlio non abbia problemi con la bilancia, mentre le mamme dei piccoli obesi pensano nel 13% dei casi che il figlio sia solamente in salute e solo il 76% del totale ammette a malincuore che “sono un po’ in sovrappeso”. da E. Degoli, in Gazzetta di Modena, 7 ottobre 2016
CAPISCO LE PAROLE Qual è la differenza tra le parole “sovrappeso” e “obeso”? Spiega.
MI AUTOVALU TO Ho trovato difficile: capire tutte le parole capire il senso dell’articolo nulla, è stato semplice
TUTTI IN FORMA
Cibi salutari
Ricette con la frutta Fai il pieno di vitamine! La frutta ne contiene moltissime e poi è dolce, colorata e buona. Preparara tu stesso ricette con la frutta.
Macedonia deliziosa INGREDIENTI 250 grammi di fragole, 5 albicocche, 1 banana, 2 kiwi, 1 arancia, zucchero, succo di mezzo limone PREPARAZIONE 1. Lava bene le fragole e le albicocche. 2. Sbuccia la banana, i kiwi, l,arancia e togli i semi. 3. Taglia tutta la frutta a pezzettini di misura più o meno uguale. 4. Versa la frutta tagliata in un recipiente abbastanza grande. 5. Aggiungi il succo di mezzo limone e qualche cucchiaio di zucchero e gira tutto insieme. 6. Metti la macedonia in frigorifero fino al momento di servirla.
Dischetti alla frutta INGREDIENTI 1 mela, 1 banana, zucchero, succo di mezzo limone
LETTORE COMPETENTE Le istruzioni di queste ricette sono: in ordine temporale, le fasi devono essere eseguite nell’ordine in cui sono state scritte in ordine sparso, ognuno può seguire l’ordine che preferisce in ordine di importanza, prima ciò che è più importante fare e poi ciò che è meno importante
PREPARAZIONE 1. Sbuccia la mela intera, leva il torsolo e tagliala in tanti dischi. 2. Sbuccia la banana e tagliala a rondelle. 3. Addolcisci il succo di limone con due cucchiaini di zucchero, poi con questo composto cospargi la frutta. 4. Sovrapponi a ogni dischetto di mela una rondella di banana. Se hai delle formine da cucina, ad esempio a fiore, a sole... puoi tagliarci i dischi di mela. da C. Stancati, Troppo buono, Lapis
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TUTTI IN FORMA
Mangiare senza controllo
Amico Frig CAPISCO LE PAROLE L’autore usa diversi paragoni. Quali? Cercali e sottolineali. Le “parole” del frigorifero sono: interiezioni onomatopee Quale suono riproducono? Fragore. Brusio. Fischio.
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Era un noioso pomeriggio di pioggia. Michele aveva finito i compiti ed era solo in casa. Mancava ancora un’ora al ritorno della mamma e non sapeva cosa fare. “Come sarebbe bello avere un fratellino o un cane” pensò. “Giocherei con loro e così quell’orribile idea non mi verrebbe mai in mente, mai...” Appena detto “mai”, naturalmente l’orribile idea cominciò a parlare. – Hai fame – diceva – hai fame e la tua pancia è vuota come il cestello della lavatrice, fredda come una distesa polare; ti senti debole, le gambe non ti reggono, la vista si offusca, se vuoi salvarti puoi fare una sola cosa: alzati e vai in cucina, riempiti la pancia, saziati! Michele resistette alla voce ancora per un minuto o due, raccolse tutte le sue forze per combatterla; poi, lento come un robot si alzò, uscì dalla stanza, attraversò il corridoio, si fermò davanti alla porta della cucina, e dopo aver sospirato la spinse con delicatezza. Lui stava lì, lo aspettava in un angolo. Michele lo guardò bene prima di avvicinarsi: nella penombra così lucido, così bianco, così alto, invece che un frigorifero sembrava un’innocente balenottera addormentata nella profondità dell’oceano. Nel silenzio intorno si sentiva la sua voce discreta: – ZZZZ? Bzzz! ZZZZBZZ. Per altre persone quelle parole confuse non sarebbero state altro che il brusio di un motore un po’ vecchiotto, ma Michele, per la lunga amicizia che lo legava al frigorifero, era in grado di capirle perfettamente. – Sei venuto di nuovo a trovarmi? – aveva detto Frig – Che bellezza! Mangia pure tutto quello che c’è dentro, divora anche il burro e le uova e vedrai che la noia scappa via. – Non devo! – rispose piano Michele. – Bzzzzt, zzzrr! Oh via, non dire sciocchezze! Chi te lo impedisce? – disse il frigorifero. “La mamma” stava per rispondere Michele, ma prima che la parola gli uscisse di bocca, la sua mano era già scivolata sulla maniglia, l’aveva premuta e subito la grande porta bianca si era aperta. Che spettacolo meraviglioso! La mamma aveva fatto la spesa grande il giorno prima, e tutti gli scomparti erano pieni di cose da mangiare.
Mangiare senza controllo
TUTTI IN FORMA
Ben di dio: abbondanza.
Prima di tuffarsi in quel ben di dio, guardò l’orologio sulla parete. All’arrivo della mamma mancava ancora mezz’ora, doveva fare presto per compiere la missione. Cominciò dalla maionese, afferrò il tubetto per la coda e se lo infilò dritto tra i denti: inspirando a pieni polmoni lo svuotò tutto in meno di un minuto; poi fu la volta delle lasagne del giorno prima: non poteva certo perdere tempo alla ricerca di una forchetta, quindi afferrò il primo lembo tra il pollice e l’indice, lo avvolse sul medio come fosse un cannolo e lo fece sparire in bocca. A una a una in quel modo sparirono le lasagne, il mascarpone il formaggio grana; sparì la carne cruda per le polpette e sparirono i budini di cioccolata; sparirono a una a una le bibite e la caraffa di tè freddo, il prosciutto e gli involtini di pollo; sparirono tre uova, mezzo litro di latte e un avanzo di pizza. A quel punto Michele si fermò. Davanti a lui, solitari come reduci, erano rimasti soltanto tre vasetti di yogurt magro e alcune mele sgonfie. “Bene” pensò guardandoli “ho fatto proprio un buon lavoro”. Chiuse la porta del frigorifero e si avviò verso la sua stanza. Si tolse le scarpe, si slacciò i pantaloni e si sdraiò sul letto. Al posto del vuoto freddo nella pancia adesso sentiva un teporino affettuoso che dall’ombelico si irradiava per tutto il corpo. Come si stava bene con la pancia piena! Prima di addormentarsi, Michele si pizzicò il grasso della pancia, due rotoli spessi e sodi che avrebbero potuto essere il salvagente di un elefante. Poi, soddisfatto di sé e della vita, chiuse gli occhi. da S. Tamaro, Cuore di ciccia, Mondadori
Reduce: chi è tornato dopo una lunga assenza, dovuta a imprese rischiose, in particolare alla guerra. Irradiarsi: diffondersi.
LETTORE COMPETENTE Questo racconto oltre a narrare cosa fa Michele un pomeriggio a casa, si sofferma anche sui pensieri del protagonista. Rintracciali nel testo poi ripetili con parole tue. Per Michele il frigorifero è un vecchio amico. Perché secondo te? Tra le seguenti affermazioni quale, secondo te, definisce lo stato d’animo di Michele prima di “tuffarsi” nel frigorifero? Michele è solo e triste e senza amici con cui giocare e interessi a cui dedicarsi. Michele è stanco e affamato dopo una giornata piena di impegni. Alla fine, Michele sente un “teporino affettuoso” diffondersi nel corpo, perché: è steso nel letto al caldo è soddisfatto di avere la pancia piena
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TUTTI IN FORMA
La varietà dei cibi
Il sapore del gommo Sul pianeta Gommo si mangia una e una sola cosa: il gommo. È una palla marrone e gommosa, un po’ zuccherina, ma anche un po’ salata, che sa... di gommo. Il gommo si può fare a fette, a striscioline, si può appiattire come una frittella o dividere in tanti gommini, può essere mangiato così com’è oppure appena riscaldato. Ma non cambia molto, perché sa sempre... di gommo. Per le grandi occasioni, come la festa nazionale del pianeta Gommo, il complisecolo dei Gommi o la vittoria della squadra nel campionato di gommo-gommo (lo sport nazionale), c’è una versione speciale del gommo: il gommo stagionato, che prima è lasciato seccare al sole di Gommo per anni e anni e poi si sgranocchia come una patatina. I piccoli Gommi ne vanno pazzi! Non che gli abitanti del pianeta si siano mai lamentati del proprio cibo: nel gommo c’è tutto quello che serve loro per crescere, per mantenersi in salute e per essere felici. Ma tra i Gommi ci sono anche tipi curiosi, come Gommobeta che, dopo aver studiato a lungo le mappe dell’Universo, ha scelto di visitare il pianeta Terra dove, dice la grande enciclopedia gommica, il cibo è una vera squisitezza. Gommobeta è indeciso se sbarcare in Cina e gustare riso e anatra, oppure atterrare negli Stati Uniti per abbuffarsi di hot-dog e patatine, ma è incuriosito anche dal Giappone, con tutto quel pesce crudo, e dai fagioli messicani. Se fosse per lui farebbe il giro del mondo, ma sa bene come i Gommi non riescano a stare più di un giorno lontano da Gommo. – Basta, ho deciso – esclama Gommobeta – andrò in Italia a mangiare la pizza! E così, in un tempo supergommico, Gommobeta sbarca con la sua astrogomma sulla Terra, e travestito a puntino, tanto da non sembrare più un gommo, si presenta alla pizzeria “Marechiaro” e chiede al cameriere: – Una pizza, prego! – Una pizza di che tipo? – risponde il cameriere. La domanda coglie impreparato il nostro gommo. – Perché, esistono tante pizze? – chiede stupito. – Ma certo, da che pianeta viene? – ribatte stizzito il cameriere, che pensa di essere stato preso in giro da quello strano cliente.
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Stagionato: lasciato a invecchiare perché acquisti maggiore qualità.
DICO LA MIA Ti piacerebbe mangiare sempre e solo un cibo? O preferiresti avere a tavola una bella varietà di alimenti? Perché? Spiega.
La varietà dei cibi
Tramortito: indebolito, privo di sensi, come morto.
TUTTI IN FORMA
Gommobeta d’istinto gira lo sguardo per controllare il suo travestimento riflesso nella vetrina. “Come avrà fatto ad accorgersi che non sono un terrestre?” pensa. Poi gentilmente chiede al cameriere di elencargli i vari tipi di pizza. – Ecco qua – dice il cameriere, sventolandogli sotto il naso il menù. E il povero Gommo si trova davanti una lista che non finisce più. E sotto a ogni nome spunta un altro elenco di ingredienti: carciofini, cetriolini, capperi e funghetti, prosciutto, salame, speck, salmone, gamberetti, cozze, acciughe, gorgonzola, bufala, stracchino, ricotta, parmigiano, basilico, origano, zucchine, peperoni, melanzane... Gommobeta, tramortito da quell’elenco infinito, balbetta confuso: – Ci sarebbe per caso anche una pizza al... gommo? Il cameriere stavolta è proprio sicuro che quello strano tipo lo stia prendendo in giro e lo caccia a pedate dal locale. Ma Gommobeta non ha l’intenzione di arrendersi. Consulta l’enciclopedia gommica e decide: – Andrò al supermercato e comprerò un’altra specialità terrestre: lo yogurt! Ed ecco il nostro Gommo davanti al reparto frigorifero del “Superzeta” che contempla le etichette di centinaia di vasetti. – Oh, mamma Gomma mia, ma come faccio a decidere? Io volevo solo uno yogurt! In effetti, almeno in fatto di cibo, su Gommo è molto più semplice scegliere. Gommobeta ora è davvero scoraggiato e non ha più molto tempo a disposizione. La nostalgia per Gommo è al massimo livello. E oltretutto ha anche una fame pazzesca. Via sull’astrogomma a velocità supergommica verso l’amato Gommo e una porzione tripla di gommo! da F. Degl’Innocenti, Il sapore del gommo, Edizioni Coccole e Caccole
LETTORE COMPETENTE All’inizio la storia si svolge .......................................... Poi nello svolgimento si passa sulla ............................. Che cosa spinge Gommobeta a lasciare il suo pianeta? La noia di mangiare sempre gommo. La curiosità di conoscere i vari cibi del pianeta Terra.
Gommobeta controlla il suo travestimento riflesso nella vetrina perché teme che il cameriere lo abbia smascherato. Qual è stato il fraintendimento? Sottolinea le battute da cui nasce. Alla fine Gommo è scoraggiato perché: non riesce a trovare lo yogurt sulla Terra ci sono troppe varietà di alimenti
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TUTTI IN FORMA
Cibo per golosi
Cioccolata per intenditori Collegiale: studente che vive nello stesso istituto in cui frequenta le lezioni. Stampigliato: marcato con un timbro. Attribuire: assegnare, dare.
Di tanto in tanto ciascuno di noi collegiali si vedeva recapitare una scatola di cartone grigia e questo, udite!, era un regalo della Grande Fabbrica di Cioccolato di Cadbury. La scatola conteneva dodici tavolette di cioccolato, di formato diverso e di ripieno diverso, ognuna con un numero, da uno a dodici, stampigliato a rilievo sul retro. Undici di queste tavolette erano le ultime invenzioni della fabbrica. La dodicesima era la tavoletta “di controllo”, che noi conoscevamo bene, di solito una Cadbury alla crema di caffè. Nella scatola c’era anche un foglio di carta, numerato dall’uno al dodici e suddiviso in due colonne: una per dare un voto dall’uno al dieci a ogni tavoletta, l’altra riservata ai commenti. In cambio di quel dono meraviglioso eravamo tutti tenuti a gustare con grande concentrazione ogni tavoletta, darle il voto e scrivere un commento intelligente sul motivo per cui ci piaceva o non piaceva. Era un’operazione molto astuta: Cadbury ricorreva ai massimi esperti mondiali di cioccolata per sperimentare le sue nuove invenzioni. Eravamo in età di ragione, fra i tredici e i diciott’anni, con una conoscenza approfondita di tutti i tipi possibili di cioccolato, dal cioccolato al latte a quello al gusto di limone. Era chiaro che le nostre opinioni su qualsiasi novità sarebbero state utilissime. Stavamo al gioco col più grande entusiasmo: chiusi nelle nostre stanze mordicchiando una stecca alla volta, dandoci arie da intenditori, attribuendo il voto e scrivendo i nostri giudizi. “Troppo fine per palati comuni” è un giudizio che ricordo di aver dato. Per me il vantaggio più importante di tutti fu quello di rendermi conto per la prima volta che le maggiori fabbriche di cioccolato possedevano dei laboratori di ricerca e prendevano le loro invenzioni molto sul serio.
CAPISCO LE PAROLE “Stare al gioco” è un modo di dire, che cosa significa? .................................................................................................................. Che cosa vuol dire “Troppo fine per palati comuni”? Dal gusto molto delicato. Dal gusto molto comune. Dal gusto molto forte.
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Cibo per golosi
M’immaginavo un lungo ambiente bianco, con calderoni traboccanti di cioccolata e glassa e ogni altra specie di ripieni borbottanti sui fornelli, mentre uomini e donne in camice bianco si aggiravano tra i calderoni ribollenti, assaggiando, mescolando, dosando le loro meravigliose invenzioni. Immaginavo anche me stesso al lavoro in un laboratorio del genere e, a un certo punto, me ne saltavo fuori con una specialità così indicibilmente squisita che la prendevo e mi precipitavo fuori dal laboratorio, lungo il corridoio e dritto nell’ufficio del signor Cadbury in persona. – Ho trovato, signore – urlavo, posandogli sul tavolo il cioccolato – è fantastico! Favoloso! Meraviglioso! Irresistibile! Con un gesto solenne quell’uomo importante prendeva la mia nuova invenzione e ne assaggiava un pezzetto, lasciando che la cioccolata gli si sciogliesse in bocca. E poi schizzava su dalla sedia, gridando: – Ci sei riuscito! È un miracolo! Era piacevole abbandonarsi a questi sogni e certamente è stato ripensando a questo che, trentacinque anni più tardi, alla ricerca di un soggetto per il mio secondo libro per ragazzi, mi rividi davanti quelle modeste scatole di cartone piene di nuove, dolci invenzioni e cominciai così a scrivere un libro intitolato La fabbrica di cioccolato. da R. Dahl, Boy, Salani
TUTTI IN FORMA
Calderone: grossa pentola per bollire o scaldare vivande. Indicibilmente: in modo che non si può dire, non si può spiegare.
DICO LA MIA L’autore usa le parole “regalo”, “dono meraviglioso” per indicare la scatola di tavolette di cioccolato che riceveva. Perché, secondo te? Il cioccolato è uno degli alimenti preferiti dalla maggioranza delle persone: lo è anche per te? Sai che il cioccolato oltre a essere buono, ha anche diverse proprietà nutritive? Informati e poi confrontati con i tuoi compagni.
LETTORE COMPETENTE Il testo che hai letto è: una biografia un’autobiografia un racconto fantastico
L’autore narra un’esperienza vissuta quando era ragazzo. Con quale stato d’animo? Scegli tra le seguenti parole quella che lo definisce. indifferenza - paura - entusiasmo - svogliatezza
Il protagonista è: Cadbury Roald Dahl non si capisce
Questa esperienza giovanile fu significativa nella vita dell’autore per due motivi. Segna una barra a lato delle parti di testo in cui sono indicati.
Sottolinea nel testo le espressioni da cui lo hai intuito.
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TUTTI IN FORMA
Cibi fantascientifici
Cuochi d’artificio
Boreale: relativo all’emisfero settentrionale. Meriggio: mezzogiorno.
Ogni anno, su Marte, si teneva una famosa competizione interplanetaria fra i migliori cuochi di tutto l’universo. Si chiamava Galà Golò, ovvero Galassia Golosa, e Ravy aveva sempre partecipato, riscuotendo ogni volta un succoso successo nella sezione Piatti Matti. La gara aveva un regolamento molto severo. La giuria, composta dai Saggi Assaggi, giudici espertissimi, obbligava i cuochi perdenti a fare la penitenza della Gra-Gra: il malcapitato cuciniere doveva fare lo scivolo su una Grande Grattugia, e si capisce che così si sbucciava i calzoni e anche... qualcos’altro. Diventare, un giorno, un Saggio Assaggio, era il mio sogno segreto. Ma bisognava essere molto forti in fatto di sapere e di sapore. Ravy Olo non correva proprio alcun rischio. Lo rassicurai: – Certo che devi presentare la tua ricetta, è fantastica, è la bibita che tutti vorrebbero ma che nessuno ha mai osato chiedere! Piacerà a tutti... E poi si potranno inserire i punti regalo, con un simpatico tappo a lampadina che si accende quando hai vinto. Ma, cosa c’è dentro? – Gli ingredienti sono segretissimi, tu lo sai. Quello che hai assaggiato è un frullato di luce. Ho catturato un’infinità di raggi di luci diverse, grazie agli specchi radiosi e radianti che hai visto sul frullatore. Nella bibita ci trovi: aroma naturale di aurora boreale, arcobaleno spremuto in un baleno, mezzo chilo di mezzogiorno un po’ meriggio, trentatrè tramonti trentini, un pizzico di sole, alcuni raggi di questi paraggi, fasci di fari dei sette mari, scie di lucciole per lanterne, un sacco di succo di stelle, e per finire: lampi, lampioni, lamponi. Accidenti, Gustavo, alla fine ti ho detto tutto! Un frullato di luce... che idea luminosa! E che amico brillante! Davvero un cuoco con la Q maiuscola. Lo abbracciai. da A. Berardi, Patate su Marte, i Coccogrilli
LETTORE COMPETENTE I personaggi del racconto sono: 2 3 4 Scrivi i loro nomi e riporta vicino a ciascuno il suo sogno. .............................................
...............................................................
.............................................
...............................................................
Che legame c’è fra i due personaggi? Sottolinea nel testo le espressioni che te lo fanno capire.
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È descritta in modo dettagliato la ricetta di una ............................................ fantastica. Sottolinea il punto nel testo. Gli ingredienti della ricetta fanno ridere perché sono stati scelti per: la somiglianza delle parole i sapori particolari la somiglianza dei colori
Cibi leggendari
TUTTI IN FORMA
La sfida del vassoio Ti hanno mai rimproverato perché mangi troppo in fretta? E dire che, fra gli antichi Germani, si apprezzava molto chi lo sapeva fare: mangiare molto e rapidamente era un segno di prestigio, una manifestazione di forza. I guerrieri facevano a gara nel mangiare e chi si segnalava per il suo appetito era considerato il più valoroso, il più degno di comandare. Una leggenda islandese, messa per iscritto nel 1220, narra che un gruppo di eroi e di dei, dopo avere a lungo cavalcato tra boschi e praterie, giunse infine al castello del re Utgardha. Nel presentarsi, tutti mostrarono che cosa erano capaci di fare e Loki, quando giunse il suo turno, disse: – Io so in quale arte sono pronto a gareggiare con voi: qui di sicuro non c’è nessuno che mangi il cibo più velocemente di me. Il re allora lo invitò a mostrare questa sua abilità e chiese a uno dei suoi uomini, di nome Logi, di sfidarlo e di misurarsi con lui. – Portate un vassoio e riempitelo di carne – ordinò il re. Loki sedette a un estremo del vassoio, Logi dall’altro. Cominciarono a mangiare, ciascuno iniziando dalla propria parte e alla fine si incontrarono al centro. Risultò che Loki aveva mangiato tutta la carne e spolpato le ossa; Logi, oltre alla carne, aveva mangiato anche le ossa e persino il vassoio, che, come usava a quel tempo, era fatto di pane duro. Si giudicò pertanto che Loki aveva perso la gara. Potrebbe sembrarti un comportamento un po’ animalesco, ma il fatto è che i guerrieri medievali non si vergognavano affatto di sembrare animali, anzi, consideravano gli animali più forti e voraci, quelli che sapevano meglio farsi valere nella foresta, come esempi da imitare. Per questo amavano dare ai loro figli nomi presi in prestito dal mondo animale: Orso, Lupo, Leone, Leopardo... La voracità era un segno di forza fisica, e la forza fisica era considerata la prima virtù del guerriero. Perciò mangiare molto (e soprattutto carne) era ritenuto un segno di nobiltà.
Voracità: grande desiderio di cibo.
LETTORE COMPETENTE Qual era considerata una grande virtù per i guerrieri germanici? ������������������������������������������������������������������������ Il testo che hai letto è: un testo informativo in cui si racconta anche una leggenda un testo narrativo in cui si danno delle informazioni una leggenda Colora la barra per indicare la parte del testo in cui si narra un fatto leggendario.
DICO LA MIA Decisamente i valori cambiano nel tempo! Come è scritto nella prima riga del testo, oggi mangiare così tanto e in modo così veloce non è davvero consigliato. Tu sai perché? Discutene con i tuoi compagni.
da M. Montanari, Il pentolino magico, Laterza
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È FACILE
I nutrienti Per comprendere meglio un testo, è più facile se riesci a capire i collegamenti tra le parole: in un testo, infatti, per evitare ripetizioni, spesso si usano i pronomi, oppure si tolgono del tutto le parole: ad esempio i soggetti sono sottintesi. Leggi il testo seguente e, via via che procedi, rispondi alle domande. Quando giochiamo, corriamo, ci muoviamo, ma anche quando il cuore batte, i polmoni respirano, il cervello pensa o parliamo con qualcuno, consumiamo energia. Da dove viene? E, soprattutto, come possiamo recuperarla? • Di chi o di che cosa si parla quando si chiede “da dove viene?” ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� • Nella domanda successiva, il soggetto sottinteso è ����������������������������������������������� • La particella evidenziata “la” sostituisce ����������������������������������������������������������������������
Da quando siamo nati, siamo molto cresciuti: dove abbiamo preso il materiale che ci è servito per crescere? Quando siamo ammalati, il nostro corpo deve lottare contro le malattie, sconfiggere i virus o i microbi. Dove trova la forza per farlo? • Chi deve trovare la forza? ����������������������������������������������������������������������������������������������������������� Non sempre il nostro organismo riesce a regolare l’intestino e ad assimilare tutto ciò di cui ha bisogno. Chi può aiutarlo? La particella evidenziata “lo” sostituisce ��������������������������������������������������������������������������� A volte il sole, l’attività fisica o la febbre ci fanno sudare troppo e perdere liquidi, o la nostra pelle è troppo secca. Come possiamo reintegrare quelli che perdiamo? Quale parola è sostituita da “quelli”? ������������������������������������������������������������������������������������
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È FACILE
La risposta alle nostre domande è negli alimenti! Tutti gli alimenti sono composti da sostanze semplici, chiamate “nutrienti”, che, come tanti mattoncini, costituiscono anche il nostro corpo e ne garantiscono il regolare svolgimento di tutte le funzioni vitali. • Senza “ne” la frase sottolineata sarebbe: g arantiscono il regolare svolgimento di tutte le funzioni vitali del nostro corpo g arantiscono il regolare svolgimento di tutte le funzioni vitali I nutrienti sono di tipi diversi (ad esempio: i carboidrati, le proteine, i grassi, le vitamine, i minerali) e svolgono funzioni diverse. Le proteine, i grassi e i carboidrati hanno: - funzione plastica costruiscono, mantengono e rinnovano tutte le cellule e i tessuti dell’organismo - funzione energetica forniscono ai muscoli la forza per muoversi e all’organismo la possibilità di funzionare • I verbi sottolineati non hanno un soggetto. Hai capito chi è il soggetto di questi verbi? ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
Le vitamine e i sali minerali hanno funzione regolatrice e protettiva cioè regolano tutto il funzionamento del corpo umano e lo proteggono dalle malattie. • Qual è il soggetto sottinteso dei due verbi sottolineati? �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� • La particella evidenziata “lo” sostituisce �������������������������������������������������������������������������� da P. Ligabue, Scopriamo il cibo, Avis
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VERIFICO
le mie COMPETENZE
Vivere in salute Obiettivo Realizzare una campagna pubblicitaria per convincere gli altri bambini a vivere con uno stile di vita sano. Destinatari I bambini della tua scuola Tempo a disposizione Da concordare con l’insegnante Materiale occorrente Cartoncini, carte di diverso formato e colore, forbici, colla, colori, computer, stampante... Come procedere 1 Scegli qual è il messaggio che vuoi lanciare, quali parole
usare per lo slogan (rima, allitterazione, onomatopee...). 2 Una volta definiti i testi occupati dell’aspetto grafico in
modo di dargli un buon impatto visivo (scelta dei colori, dei caratteri e dimensione della scritta per lo slogan, scelta dell’immagine da sfondo). 3 Decidi con quale “strumento” presentare la tua idea: hai molteplici possibilità,
puoi realizzare: un manifesto, un volantino, un pieghevole, un libricino, un video, un lapbook, una presentazione power point... Puoi utilizzare lo spazio sottostante per fissare la scaletta delle fasi di lavorazione: ti servirà come promemoria mentre realizzerai la tua campagna pubblicitaria.
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MI AUTOVALU TO
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Ho trovato questo compito: facile abbastanza facile difficile molto difficile
La fase più difficile per me è stata ............................................................ .................................................................................................................................. Valuto il mio risultato: .................................................................................... ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
ARTE e IMMAGINE
L’arte nel piatto!
Divertiti a disporre sul piatto il cibo in modo creativo e divertente. Poi fotografa il tuo risultato e condividilo con gli altri, in un cartellone, in un libriccino, in una presentazione multimediale. Largo alla fantasia! PS: il cibo non si butta via! Quindi, dopo aver fotografato il tuo capolavoro, gustati i cibi che hai scelto: buon appetito! Di seguito ti facciamo vedere alcuni esempi. Riesci a capire quali ingredienti sono stati utilizzati?
Ingredienti: ........................................................
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ARTE e IMMAGINE
I colori naturali
I colori che utilizzi normalmente sono prodotti dalle industrie. I grandi pittori del passato, invece, utilizzavano composti naturali per dipingere i loro quadri. Nel 1864, il chimico Eugène Chevreul catalogò quattordicimilaquattrocento tonalità, tutte ottenute da sostanze naturali come verdura, pietre e terre. Osserva questo dipinto poi rispondi.
P. Klee, Saint Germain presso Tunisi (entroterra)
S econdo te, che cosa rappresenta questo dipinto? Quali elementi riesci a distinguere? ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
C ome definiresti i contorni delle figure? ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
C ome sono i colori? Prevalentemente tenui e delicati.
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. Prevalentemente molto marcati.
ARTE e IMMAGINE
Colori da sperimentare
Prova anche tu a utilizzare frutta, verdura, spezie e fiori, per ottenere dei colori del tutto naturali, con cui dipingere sulla carta come con gli acquerelli commerciali, con il pennello o direttamente con le dita, perché questi nuovi acquerelli sono addirittura commestibili! Ci sono varie tecniche di estrazione di questi colori, la più semplice è frullare il frutto, la verdura o il fiore e raccoglierne il succo ottenuto. frullare il pomodoro o il cavolo rosso
aggiungere alcune gocce d’acqua a un cucchiaino di polvere di caffè, di orzo o di cacao
aggiungere al succo del cavolo rosso del succo di limone
schiacciare mirtilli, more o barbabietole
aggiungere al succo del cavolo rosso un pizzico di bicarbonato di sodio
frullare spinaci, bietole, prezzemolo o menta oppure mettere in infusione del tè verde
aggiungere alcune gocce d’acqua a un cucchiaino di zenzero in polvere o di curcuma aggiungere alcune gocce d’acqua a un cucchiaino di curry oppure frullare arance o carote
Gli acquerelli ottenuti con questo metodo devono essere utilizzati subito. Per ottenere acquerelli più durevoli nel tempo, si lascia macerare per qualche giorno, nell’alcol alimentare o nell’olio, il prodotto di partenza (fiore, ortaggio o frutto sminuzzato) dopo di che si filtra il liquido. S ei riuscito a ottenere dei colori interessanti? Racconta com’è andata. ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������
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Viaggiare nel mondo Si può viaggiare in tanti modi: nella realtà - per terra, per mare, per aria - nella fantasia, da soli o in compagnia. Si possono raggiungere mete vicine o lontane, si possono fare anche viaggi spaziali. Da un viaggio non si torna mai come quando si è partiti: durante il viaggio si vivono delle esperienze che ci fanno crescere e capire cose nuove. In questo percorso incontrerai diversi tipi di testi: i testi narrativi, i testi informativi, le poesie, le mail. Metterai infine come sempre alla prova le tue conoscenze e abilità con una verifica finale. Hai mai viaggiato? Con chi? Dove sei stato? Che cosa ricordi dei tuoi viaggi? Qual è stato il viaggio più lungo che hai fatto? E il più divertente?
un LETTORE COMPETENTE impara a: discriminare la tipologia del testo letto e riconoscerne le caratteristiche principali; cercare le informazioni esplicite e implicite nel testo; cercare informazioni nel testo e collegarle fra loro; comprendere testi non continui; cogliere il significato delle parole ricavandolo per inferenza o analizzandone la morfologia; riflettere sugli stimoli che emergono da un testo; utilizzare le immagini per comprendere meglio un testo; confrontare le esperienze e le emozioni dei personaggi con le proprie; riflettere e dire la propria opinione sugli argomenti proposti dalle letture.
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LE PAROLE PER... VIAGGIARE Treno
Nave
Pullman Taxi
Cavallo
Aereo Auto
Bicicletta Mongolfiera ero Elicott
Moto Canoa
Metropolitana
Traghetto
Veicolo spaziale Camper Carrozza Slitta
Per viaggiare ci si può spostare in tanti modi. Leggi le parole elencate, poi cerchia in rosso i mezzi che hai utilizzato e in blu quelli che ancora non hai sperimentato ma che ti piacerebbe provare.
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VIAGGIARE NEL MONDO
Preparativi per la partenza
In mongolfiera Bue muschiato: mammifero che vive nelle regioni artiche. Ha un folto mantello e un caratteristico odore di muschio. Isolamento termico: insieme di materiali e tecniche che ostacolano il passaggio di calore attraverso una parete. Rudemente: in modo burbero.
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Una gigantesca mongolfiera atterra nel giardino della casa dei fratelli Dollybutt. È il prozio Lancelot che viene a prenderli per portarli alla ricerca di Perceval, il fratello di Lancelot partito per l’Africa da due anni per studiare i gorilla e mai più tornato. – Venite, ragazzi, vi mostro Belladonna – esclamò Lancelot – l’ho costruita io con le mie mani. Le pareti esterne sono fatte con diversi tipi di bambù, l’interno è foderato con lana di bue muschiato per l’isolamento termico. Sotto i vostri piedi c’è una grande vasca che contiene anguille elettriche: sono loro che forniscono l’elettricità per il frigo e le lampadine. I ragazzi lo seguirono su per la scala e con sorpresa scoprirono che l’intero piano superiore era un piccolo orto con file di cassette in cui cresceva ogni tipo di ortaggi e di alberi da frutto in miniatura. – È meraviglioso! – disse Emma – È una fattoria volante. Mentre salivano verso il ponte di volo, i ragazzi notarono quattro linde camerette. – Zona notte – tuonò Lancelot – Ora ascoltatemi con attenzione. Incontreremo svariati pericoli, per cui dovete essere preparati bene. – Che cosa intendi? – l’interruppe Conrad, un po’ rudemente. – Il mondo è pieno di meravigliose domande a cui rispondere – sorrise Lancelot – ad esempio, come fa una ghianda grossa come la punta del tuo pollice a diventare un albero alto venti metri? Dove volano d’inverno gli uccelli? Come nuotano i pesci? Ci sono milioni di domande e questo viaggio vi mostrerà alcune risposte. Perciò dovrete avere il naso preparato agli odori, la lingua ai sapori, le dita pronte a toccare e le orecchie e gli occhi aperti, per esplorare e godere tutto. Prese una bottiglietta da un armadio, versò in un cucchiaio un pizzico di polvere grigia e la cosparse sulla mano dei bambini. D’improvviso essi avvertirono nelle orecchie un tintinnio, come un coro di minuscole campanelle. Poi il suono si spense. – E adesso uscite con me.
Preparativi per la partenza
Sui fili del telefono era appollaiata una fila di rondini che ciarlavano senza posa, pronte alla migrazione invernale. – Che cosa si dicono? – chiese Lancelot a Emma. – Beh, si danno consigli per il viaggio che stanno per intraprendere... – Si interruppe, fissando Lancelot con gli occhi sbarrati – Ma io riesco a capire quello che dicono! – gridò con entusiasmo. – Proprio così – confermò Lancelot – è una specie di magia. D’ora in poi sarete in grado di capire e di parlare con qualunque animale incontrerete. Si possono apprendere un sacco di cose dagli animali, potendo interrogarli direttamente. Una di queste rondini ci potrebbe guidare meglio di una carta. La nostra prima tappa sarà il deserto del Sahara, che è in Africa, ed è in Africa che le rondini migrano d’inverno. Una rondine dall’aria scorbutica era appollaiata su una trave accanto al nido. – Ehi, lassù, Rondine! – chiamò Lancelot – Ti andrebbe un passaggio in Africa in cambio di un aiuto come co-pilota? – E che cosa mi dai da mangiare? – ribatté lei. – Larve prelibate – disse Lancelot – ne ho una grossa scatola, piena zeppa. – Ci farò un pensierino – disse Rondine – quand’è che partite? – Domattina. Molto presto. – Tornate a cercarmi, allora – disse Rondine – Intanto mediterò sulla vostra offerta. La mattina dopo Rondine si era già piazzata sul ponte di volo, ad aspettarli. Le corde vennero tirate dentro e arrotolate; come un’enorme bolla di sapone, Belladonna si librò nel cielo. Appoggiati alla balaustra i ragazzi osservavano la campagna che scivolava sotto i loro occhi. Con l’aiuto del telescopio, potevano individuare le cose molto prima di raggiungerle, e questo contribuiva ad aumentare il divertimento.
VIAGGIARE NEL MONDO
LETTORE COMPETENTE Il prozio Lancelot ha costruito una straordinaria mongolfiera, che chiama anche per nome. Quale tra le seguenti affermazioni, ti sembra rappresenti il prozio? È molto fiero della sua creazione. È deluso e vorrebbe migliorare alcuni aspetti. Dopo tanto lavoro, non è più interessato al risultato ottenuto. Sottolinea nel testo usando i colori indicati le parti che ti aiutano a rispondere, poi formula le risposte sul quaderno, con parole tue. Che cosa devono possedere i bambini per affrontare il viaggio? Perché? Quale magia compie Lancelot? Qual è l’effetto della magia sui bambini? Perché Lancelot invita anche la rondine a partire per l’Africa? La frase evidenziata indica che Rondine: era venuta a salutarli era pronta a partire con loro
DICO LA MIA Immagina che una mongolfiera atterri nel tuo giardino. Com’è? Disegnala su un foglio. Chi c’è a bordo? Dove vuole portarti? Racconta.
da G. Durrell, Un viaggio fantastico, Mondadori
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VIAGGIARE NEL MONDO
Viaggi leggendari
In viaggio verso l’Italia Perché Giunone perseguitava Enea che con una ventina di navi era fuggito da Troia, portando il padre Anchise e il figlio Ascanio? Perché la dea conosceva la profezia per la quale Enea e i suoi compagni avrebbero raggiunto le verdi coste del Lazio e avrebbero fondato una stirpe e città: da loro sarebbe nata Roma, così potente da dominare ogni terra, tutto il Mediterraneo e Cartagine, città sacra a Giunone. Quando vide le navi staccarsi dalla Sicilia e aprire le vele a un vento favorevole che le spingeva verso le coste tirrene, la dea calò sulle Eolie, dove regnava Eolo che teneva in una caverna i venti terrestri e marini. – Potente re – gli disse – un popolo, mio nemico, sta navigando verso le foci del Tevere, per continuare lassù la stirpe di Troia. Libera i venti più pazzi, distruggi la sua flotta, falli tutti annegare. Eolo, obbediente, toccò con il suo scettro la caverna e ne uscirono Euro, Noto e Africo; si scagliarono tutti in un furibondo groviglio sul mare e una terribile tempesta incominciò. Nel buio improvviso, tra tuoni, lampi e onde, i Troiani tremavano. – Oh, beato chi è morto combattendo a Troia! – gridò Enea aprendo le mani al cielo – Ora, con questi compagni, sarò inghiottito dal mare, annegherò senza una tomba e un nome! Le navi sbandavano, si perdevano in ogni direzione; alcune si arenarono sugli scogli, altre furono spinte dal vento fino ai bassifondi. Ma il dio del mare, Nettuno, uscì dalle onde, vide la flotta dispersa sotto la furia dei venti. – A me soltanto spetta il dominio del mare! Ritornate da Eolo e portate il mio ordine: vi tenga chiusi come gli tocca fare! Distese il tridente e il mare tornò calmo. Cimotoe e Tritone, aiuti di Nettuno, alzarono le navi che si erano incagliate e liberarono quelle frenate dall’arena, mentre il dio del mare passava sull’azzurro con il suo cocchio leggero, e calmava le onde. Sul mare liscio, stanchi, i Troiani guidarono le sette navi rimaste verso l’Africa. Arrivati a un golfo circondato da boschi, gli uomini scesero dalle navi malconce con un gran desiderio di terra e di riposo.
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CAPISCO LE PAROLE Nel brano ci sono parole ed espressioni difficili. Spiega il significato di quelle sottolineate. Poi sottolinea eventuali altre parole di cui non conosci il significato e cerca di darne la spiegazione.
Viaggi leggendari
LETTORE COMPETENTE In questa storia interagiscono insieme uomini e divinità. Chi sono i personaggi umani? ������������������������������������������������������������������������ ������������������������������������������������������������������������ Chi sono le divinità? Classificale nella seguente tabella. Divinità favorevoli a Enea ................................................................ ................................................................ Divinità avverse a Enea ................................................................ ................................................................ Sottolinea quali tra le seguenti doti, ti sembrano adatte per definire Enea. leale - devoto ai compagni coraggioso - rispettoso degli dei irascibile - responsabile - prepotente
VIAGGIARE NEL MONDO
Enea, da uno scoglio, cercava sopra il mare i compagni sperduti: vide invece tre cervi che, non troppo lontani, pascolavano a capo dei loro branchi. Con l’arco li seguì e ne uccise sette: uno per ogni nave che si era salvata con lui dalla tempesta. Poi, spartito il cibo, Enea disse ai compagni: – Abbiamo conosciuto la furia di Cariddi! Abbiamo visto il volto del Ciclope! Un dio ci guiderà e ci farà passare anche questa sventura. Ci aspetta il Lazio, dove il destino prepara case tranquille, un regno e una fertile pace! Ma mentre gli altri gioivano del cibo, Enea si addolorava nel segreto del cuore per i suoi compagni che credeva perduti. Dopo una notte di pena, Enea decise di andare a esplorare la zona per vedere chi fossero i suoi abitanti. Prima fece mascherare, sotto una grande roccia, le sette navi troiane, poi si incamminò nel bosco. Subito, l’aspetto di una cacciatrice, gli venne incontro Venere. – Avete visto, stranieri, una delle mie amiche che inseguiva un cinghiale? – chiese con voce gentile. – Noi non l’abbiamo vista – le rispose Enea – ma... il tuo volto e la voce sono di una dea. Chiunque tu sia, dimmi che terra è questa perché noi siamo sperduti, spinti da una tempesta... Ti ringrazieremo con molti sacrifici. – Io non merito onori – rispose la cacciatrice – tu sei in terra africana, ma punica è l’origine del regno dove ti trovi. Vi è regina Didone. Recati da lei. Vedi quei dodici cigni che scendono felici verso la terra? È il segno che le dodici navi che tu credevi perdute si sono salvate e stanno entrando nel porto della città, a Cartagine... da R. Piumini, La storia di Enea, Nuove Edizioni Romane
MI AUTOVALU TO Ho trovato questo testo: facile difficile Ho avuto difficoltà: a capire il linguaggio a capire la storia Gli esercizi sono stati: utili per comprendere meglio inutili
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VIAGGIARE NEL MONDO
Il viaggio in poesia
Viaggio di luce Viaggio di luce nel treno affollato Luce pensosa che legge un giornale Luce di un bianco colletto stirato Luce tendina che scende e che sale Luce che dorme appoggiata a un bambino Luce che gocciola sopra a un ombrello Luce sbadiglio del mio cagnolino Luce nascosta sotto al tuo cappello Viaggio di luce a destinazione Il treno è un mare di luci persone. da S. Giarratana, Poesie di luce, Motta Junior
LETTORE COMPETENTE Di che cosa si parla nella poesia? Nella poesia è presente un’anafora, cioè la ripetizione della stessa parola all’inizio di versi consecutivi. Quale parola si ripete? ����������������������������������������������������������������������������������������� Perché, secondo te, la poetessa ha voluto dare risalto a questa parola? Perché la luce viaggia veloce. Perché la luce è ovunque. Perché la luce viaggia in treno.
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Il primo verso inizia come un altro verso: quale? ������������������������������������������������������������������������������������������������������ Perché verso la fine viene ripreso lo stesso inizio, secondo te? Per far capire che il viaggio iniziato è quasi finito. Per ricordare come è iniziata la poesia. Per una questione di simmetria. In ogni verso, la luce rappresenta qualcosa. Che cosa? Spiega ogni paragone con parole tue. Quale sensazione ti trasmette la poesia?
Il viaggio in poesia
Itaca Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze. [...] Devi augurarti che la strada sia lunga. Che i mattini d’estate siano tanti quando nei porti - finalmente, e con che gioia toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche profumi penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi, va’ in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti. Sempre devi avere in mente Itaca raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa’ che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos’altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
VIAGGIARE NEL MONDO
Emporio: nell’antichità, grande centro commerciale, situato perlopiù sulla costa, che serviva da mercato. Inebriante: che dà un senso di piacere immenso. Dotto: persona colta, sapiente. Savio: saggio.
LETTORE COMPETENTE Ricordi chi compì un lungo viaggio verso Itaca? In questa poesia, Itaca, isola greca del mar Ionio, rappresenta qualcosa che non viene nominato in modo esplicito. Itaca simboleggia: la meta di un lungo viaggio il ritorno da un lungo viaggio Qual è il messaggio di questa poesia? Non importa il viaggio, la meta, ma come affronti il viaggio per raggiungere la meta. È importante viaggiare per conoscere il mondo. Sottolinea i versi che, secondo te, esprimono meglio questo messaggio.
C. Kavafis
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VIAGGIARE NEL MONDO
Il viaggio e le scoperte
Le prime scoperte geografiche Intento missionario: intenzione, proposito da parte dei cristiani di diffondere la propria fede religiosa in terre non cristiane. Nautico: che riguarda e che serve alla navigazione. Astrolabio: antico strumento che misurava l’altezza apparente degli astri sull’orizzonte.
CAPISCO LE PAROLE “Affonda le proprie radici” vuol dire: ha inizio ha fine ha inizio e fine Le parole evidenziate sono parole composte: spiegane il significato: - avanscoperte:: ��������������������������� - semiesplorata: ��������������������������� - circumnavigazione: ������������������ ���������������������������������������������������������� - invalicabili: ����������������������������������
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Il XV secolo è solitamente indicato come l’epoca delle grandi esplorazioni geografiche. Prima, le avventurose avanscoperte sulle coste africane volute da Enrico il Navigatore, figlio del re del Portogallo Giovanni I, poi, la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, nel 1492, a seguito di un viaggio finanziato dalla regina Isabella di Spagna. In realtà, questo grande movimento d’esplorazione di terre nuove o poco conosciute, motivato da esigenze economiche e commerciali, affonda le proprie radici in epoche precedenti. I primi viaggi d’esplorazione avvengono tra il 1100 e il 1300. In questo periodo a muoversi sono soprattutto religiosi, con intenti missionari, e mercanti alla ricerca di nuovi spazi per i loro commerci. Si assiste in questa epoca all’evoluzione della scienza geografica, con la creazione delle prime carte nautiche, dell’astrolabio e delle tecniche di navigazione. Risalgono sempre ai secoli XII e XIII l’invenzione della bussola e le consistenti migliorie alla struttura delle navi che riescono mano a mano ad affrontare viaggi sempre più lunghi. Tra il 1300 e il 1400, infine, viene inventata la balestriglia, uno strumento che permetteva di misurare la latitudine, cioè la distanza dall’Equatore, e si lavora al perfezionamento della cocca, una piccola e agilissima nave che poteva procedere anche contro vento.
Il viaggio e le scoperte
VIAGGIARE NEL MONDO
Per quanto riguarda i viaggi di terra, nella metà del XIII secolo, il frate Giovanni dal Pian del Carpine si avvia da Lione verso la Russia meridionale e raggiunge il Turchestan e la Mongolia, per la precisione la città di Karakorum. Il suo viaggio, voluto da papa Innocenzo IV, lo porta a contatto con il Gran Khan e con il popolo dei Tartari, uomini “che mangiavano carne di cavallo e bevevano latte d’asina”. Giovanni dal Pian apre in tal modo la strada a tre celeberrimi mercanti: i fratelli Matteo e Niccolò Polo e l’ancor più noto figlio di quest’ultimo, Marco. I Polo partono nel 1271 da Venezia e raggiungono Pechino nel 1275. Prima di questi viaggi, l’Asia era una terra semiesplorata per gli europei, terra di miti e leggende che derivavano dai testi degli antichi e dalla Bibbia. Ancora di meno si sapeva dell’Africa. Una sfortunata missione di circumnavigazione dell’Africa è tuttavia tentata già nel XIII secolo dai fratelli Ugolino e Vadino Vivaldi, originari di Genova. Nel 1291 i due si imbarcano con l’intenzione di giungere all’Oceano Indiano costeggiando l’Africa, ma non fanno mai più ritorno. La loro impresa è stata però importante, perché dà l’avvio a una serie di esplorazioni dell’Africa, che sfatano un mito: quello che le colonne d’Ercole fossero invalicabili e segnassero il confine della Terra. da L. Marasca, Da un altro mondo, Raffaello
Sfatare: dimostrare la falsità di qualcosa.
LETTORE COMPETENTE Inserisci sulla linea del tempo: - la scoperta dell’America - le avanscoperte sulle coste africane 1100
1200
������������������������������������������������������ ������������������������������������������������������
- l’invenzione della bussola - l’invenzione della balestriglia 1300
������������������������������������������������������ ������������������������������������������������������
1400
- i Polo a Pechino - i Vivaldi verso l’Africa 1492
������������������������������������������������������ ������������������������������������������������������
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VIAGGIARE NEL MONDO
Il viaggio e i ricordi
Marco Polo
Sferragliare: produrre un gran rumore di ferri. Ammiraglio: comandante supremo di una flotta militare. Messer: nell’antichità titolo di riguardo dato a ogni persona ritenuta autorevole. Rango: posizione sociale, condizione, stato. Catai: nome dato alla Cina settentrionale da Marco Polo. Cipango: nome con cui Marco Polo indica il Giappone.
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Ci furono passi pesanti lungo il corridoio e un rumore di catene. Poi uno sferragliare di serrature e chiavistelli, e la porta si spalancò lasciando entrare una lama di luce. Rustichello aprì gli occhi. Stava dormendo e la cella era immersa nel buio. – Entra! – ordinò il carceriere. Si fece avanti un uomo robusto, dai tratti fieri, il cui viso era contornato da una folta barba castana. La porta venne richiusa e sprangata, e i passi si allontanarono. Dopo qualche istante, nell’oscurità prese vita una debole luce, la fiammella di una candela. – Mi chiamo Rustichello – disse il prigioniero. – E io Marco Polo. E che Marco Polo non fosse un prigioniero come tutti gli altri, Rustichello lo scoprì il mattino seguente, quando nella cella fece il suo ingresso l’ammiraglio Lamba Doria in persona. – Messer Polo – disse rivolgendosi con rispetto al veneziano – spero che il vostro soggiorno forzato qui a Genova possa trascorrere senza eccessivi disagi. Vi prometto che sarete trattato come un uomo del vostro rango. Doria era il comandante della flotta genovese. Le due Repubbliche marinare, Venezia e Genova, erano rivali da tempo immemorabile, e non solo tra di loro, ma anche nei confronti dell’altra grande potenza navale del Mediterraneo dell’epoca, Pisa, la città di Rustichello. La prigionia di Marco Polo non era per nulla paragonabile a quella dei detenuti normali. L’ammiraglio Doria fece in modo che non gli mancasse nulla e Rustichello, in quanto suo compagno di cella, beneficiò degli stessi vantaggi: cibo vario, vino buono, abiti decenti, un letto comodo e dell’aria fresca ogni tanto. Un giorno i due sentirono una voce dall’esterno, da sotto le mura della prigione: – Ehilà! Siete il mercante veneziano che ha tanto viaggiato? Siete lassù? – Chi siete? – domandò Marco Polo. – Uno che ha udito dei vostri viaggi. Sono vere quelle cose che avete raccontato? – Vere come le pareti di questa prigione – replicò Marco Polo. – Diteci qualcosa! – implorò la voce – È vero che siete stato nel Catai e nel Cipango. – Ci sono stato. Rustichello sgranò gli occhi per la sorpresa. Quelli erano Paesi lontanissimi!
Il viaggio e i ricordi
– E che avete visto cose meravigliose? – Può darsi. Allora Rustichello chiese al veneziano: – Dite, messer Polo, potrei sapere qual è il vostro mestiere? Marco Polo si massaggiò la barba, un gesto che lo aiutava a pensare. – Il mio mestiere? Lo stesso di mio padre e di suo fratello, prima di me. A dire la verità, fu a causa loro che io divenni esploratore e mercante. Il destino, a volte, agisce attraverso vie misteriose. – Che intendete? – Mio padre Niccolò partì per commerciare con l’Oriente insieme a suo fratello Matteo, quando io ero ancora nel ventre di mia madre. Voi lo sapete, gli uomini di mare vanno e vengono. Non conobbi mio padre se non attraverso le parole di mia madre e le lettere che ogni tanto riusciva a spedire. Raccontava di luoghi favolosi e di favolose ricchezze e io, crescendo, sognavo di visitare quei luoghi e di scoprirne di nuovi. Un giorno, avevo da poco compiuto diciotto anni, mio padre tornò. Portava il capello acconciato in cima alla testa, come i Cinesi. Mi sorrise e spalancò le braccia. Bastò quel sorriso e il fatto che la sua voce pronunciasse il mio nome, Marco, perché il mio odio per lui svanisse per sempre. Lo abbracciai. Non ero più solo al mondo, ecco l’unica cosa che mi importava. Mio padre aveva portato con sé un sacchetto di pietre preziose e dei bauli pieni di strani oggetti mai visti prima. Uno in particolare mi colpì: una tavola tutta d’oro.
VIAGGIARE NEL MONDO
Acconciato: sistemato, collocato.
DICO LA MIA Perché, secondo te, Marco Polo cambiò d’un tratto sentimenti nei confronti del padre? Che cosa causò questo cambiamento? È successo anche a te di cambiare i tuoi sentimenti verso qualcuno, per un semplice gesto o una sola parola? Racconta.
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VIAGGIARE NEL MONDO
Il viaggio e i ricordi
– Valeva molto? – Il suo valore non dipendeva dall’oro con cui era fatta, ma dal simbolo che vi era inciso. Una testa di leone. Quella testa di leone garantiva l’immunità a mio padre e a mio zio in tutti i territori governati dal signore dei Tartari e del Catai, il grande Kublai Khan, nipote di Gengis Khan. Il più potente e splendido sovrano asiatico. – Ne ho sentito parlare – esclamò Rustichello – e poi tu sei partito con loro? – Non fu facile convincere mio padre e mio zio. Ma la voglia di avventure e il desiderio di non lasciare più mio padre erano così grandi che alla fine acconsentirono. Caricammo la nave di avorio, di ambra, coralli, vetri, specchi, tessuti e argento, a tal punto che durante il viaggio le ondate ci costrinsero a bilanciare il carico facendo spostare l’equipaggio. – A che serviva tutta quella roba? – Bé, eravamo pur sempre dei mercanti. E l’anima di un mercante è il commercio. – E come fu mettersi in viaggio? – Fu come realizzare un sogno, anzi due sogni. Partivo per conoscere posti di cui avevo sentito favoleggiare e lo facevo con mio padre. Si può dire che mentre la prua della nave solcava le onde lasciando Venezia per un destino ignoto, io fossi il giovane più felice della Terra! da G. Sgardoli, Marco Polo scopritore di meraviglie, Edizioni EL
LETTORE COMPETENTE Il testo che hai letto è:
narrativo
informativo
descrittivo
I fatti narrati sono:
reali
verosimili
fantastici
Cerca le informazioni nel testo e rispondi alle seguenti domande. - Chi è Marco Polo? �����������������������������������������������������������������������������������������������������������������
Immunità: privilegio di un individuo che, per le sue funzioni o il suo ufficio, gode di un particolare trattamento rispetto alla legge.
- Da dove viene? ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� - Chi è Rustichello? ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������� - Da dove viene? ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� - Dove si incontrano? ������������������������������������������������������������������������������������������������������������� - Perché Marco Polo ha iniziato a viaggiare? ������������������������������������������������������������������� Quando si mette in viaggio, Marco Polo è “il giovane più felice della Terra”. Perché? Sottolinea nel testo il passaggio che lo spiega.
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MI AUTOVALU TO Leggere e comprendere un testo lungo è stato: semplice difficile Per svolgere gli esercizi: ho dovuto rileggere ricordavo le informazioni
Il viaggio e l’avventura
VIAGGIARE NEL MONDO
A caccia di balene Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa, non importa quando esattamente, avendo poco o nulla in tasca, decisi di andarmene un po’ per mare. Questo è il mio modo di scacciare la tristezza. Sì, quando gli altri nei momenti difficili si strappano i capelli, io mi imbarco. E non come passeggero, capitano o cuoco, ma come marinaio semplice. Da maestro di scuola a marinaio, credetemi, il passo non è breve, ma è l’unico modo dignitoso e nobile di essere retribuito per il disturbo. E, nonostante le fatiche, uno alla fine si abitua e finisce per apprezzare il sano esercizio fisico e l’aria fina del ponte di prua. Non so perché ma quella volta decisi di non imbarcarmi su una nave mercantile, ma di partire a caccia di balene: queste sono le stranezze del nostro destino. Probabilmente fu l’idea stessa della grande balena a travolgermi. Un mostro così portentoso destava la mia curiosità. E a questo si aggiungeva il desiderio di visitare Paesi lontani e di vivere esperienze singolari. Ficcai così un paio di camicie nella mia vecchia sacca da viaggio, lasciai Manhattan e raggiunsi New Bedford, con l’idea di traghettare a Nantucket, il più antico e famoso porto di baleniere della costa americana. Nantucket. Prendete la carta geografica e cercatela. Osservate come se ne sta in un angolino sperduto del mondo. Guardatela: una collinetta di sabbia, nient’altro che sabbia. Non c’è da stupirsi se gli uomini di Nantucket, nati su una spiaggia, si dessero al mare per guadagnarsi da vivere. Dapprima raccolsero granchi e arselle nella sabbia, poi scesero in acqua con le reti per sgombri, successivamente costruirono barche e uscirono in mare aperto a caccia di merluzzi. Infine, con una flotta di grandi navi, affrontarono l’oceano per inseguire la più mostruosa e potente massa animata del mare: la balena.
Destare: svegliare, suscitare. Baleniera: nave attrezzata per la caccia alle balene.
da H. Melville, Moby Dick, Raffaello
LETTORE COMPETENTE Leggi le seguenti affermazioni riferite al contenuto del racconto e indica con una X se sono vere (V) o false (F). - Il racconto è narrato in terza persona. V F - Il protagonista era un maestro povero. V F - Il protagonista decise di cambiare vita. V F - Il protagonista viveva a Nantucket. V F - Il protagonista desiderava catturare una balena. V F Quali sono le tappe del viaggio di Ismaele? Evidenziale nel testo.
CAPISCO LE PAROLE Non c’è da stupirsi che gli uomini “si dessero al mare” significa: si buttassero in mare si dedicassero alla navigazione Le “arselle” sono: tonni vongole
squali
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VIAGGIARE NEL MONDO
I viaggi in mare
Mar Mediterraneo Il Mar Mediterraneo da sempre è stato considerato una delle culle della civiltà. Una delle prime curiosità che lo riguarda è il fatto che, oltre cinque milioni di anni fa, era un lago prosciugato, una distesa arida con enormi giacimenti di sale a cielo aperto. Le sue sponde bianche dovevano essere abbaglianti. Peccato che non ci fosse alcun ominide a contemplarle! Una glaciazione aveva abbassato il livello delle acque e così il mare, collegato in precedenza all’Oceano Atlantico, si era chiuso diventando un lago. L’evaporazione aveva fatto il resto, creando nel tempo degli immensi depositi di sale. Insomma, altro che navi: nel Mar Mediterraneo ci si poteva, per così dire, andare a piedi! Qualche tempo dopo, un cataclisma di proporzioni colossali rimise a posto le cose: attraverso lo Stretto di Gibilterra, tra Spagna e Africa, l’acqua dell’Atlantico invase nuovamente il bacino e il Mediterraneo divenne quello che tutti conosciamo. A proposito: lo Stretto di Gibilterra era considerato nell’antichità il limite del mondo conosciuto. Secondo la leggenda, Ercole, figlio del dio Giove, raggiunse i punti più remoti del mondo, dove Spagna e Africa si fronteggiano, e posizionò due colonne sopra le montagne Abila e Calpe. Poi incise la frase Non plus ultra, che in latino significa “non più avanti”, a indicare che ai mortali non era permesso proseguire oltre. Tuttavia, e per fortuna, i mortali non lo ascoltarono. Già nel 640 a.C. un certo Kolaios superò le colonne d’Ercole provenendo dalla città greca di Samo e dopo di lui molti altri, fino a Cristoforo Colombo e tutti i suoi emuli.
LETTORE COMPETENTE Remoto: lontano, nello spazio e nel tempo.
Scrivi sulla cartina i quattro collegamenti del Mediterraneo con gli altri mari, già sottolineati nel testo. Scrivi la domanda giusta per ogni risposta.
Emulo: chi emula, seguace, imitatore.
- ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� - Era un lago prosciugato con enormi giacimenti di sale.
Flusso: movimento continuo di persone o cose.
- ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� - Tra la Spagna e l’Africa.
Crocevia: incrocio di più vie.
- ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� - Non più avanti, per dire che non era permesso andare oltre. - ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� - Kolaios, che proveniva dalla Grecia. - ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� - Perché dominarono il Mediterraneo più di ogni altro popolo.
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I viaggi in mare
VIAGGIARE NEL MONDO
A ogni modo, lo Stretto di Gibilterra non è l’unica via di comunicazione tra il Mediterraneo e gli altri mari. Lo Stretto dei Dardanelli lo unisce al Mar di Marmara e lo Stretto del Bosforo al Mar Nero. Esiste inoltre un canale artificiale, scavato tra il 1859 e il 1869, che lo collega al Mar Rosso e da qui all’Oceano Indiano: il Canale di Suez. L’apertura del Canale fu un evento mondiale, poiché permise di raggiungere l’Oriente senza circumnavigare l’Africa, donando al Mediterraneo un’importanza che aveva gradatamente perduto. Mediterraneo significa “in mezzo alle terre”: non potrebbe esserci definizione più adatta, dal momento che esso divide ben tre continenti. Gli antichi Romani lo chiamavano Mare nostrum, rivendicandone la proprietà. Nessuno come loro, in effetti, dominò il Mediterraneo, fondando porti e città lungo ogni costa. Prima e dopo i Romani, altre grandi civiltà posero le loro basi lungo le coste del Mediterraneo, o semplicemente commerciarono, creando una rete di flussi e di scambi necessaria allo sviluppo futuro della nostra cultura: cretesi, micenei, fenici, etruschi, greci, arabi. Ancora oggi il Mar Mediterraneo è il crocevia di numerose e differenti culture. La sua storia non è ancora stata definitivamente scritta. Assistiamo quotidianamente a importanti mutamenti che portano a migrazioni, spesso drammatiche, dai Paesi più poveri o vittime di guerre a quelli più ricchi. da G. Sgardoli, I 7 mari in 7 avventure, Mondadori
EUROPA
PORTOGALLO
AUSTRIA
FRANCIA
Oceano Atlantico
ROMANIA
ITA SPAGNA
LIA GRECIA
..................................................................
TURCHIA IRAQ
o ..................................................................
ALGERIA
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AFRICA
ARABIA SAUDITA
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Mar Nero
Mar di Marmara
..................................................................
Mar Mediterrane ..................................................................
ASIA
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VIAGGIARE NEL MONDO
I viaggi di emigrazione
In partenza per l’America
DICO LA MIA Hai sentito parlare di emigrazioni di italiani all’estero, in famiglia o in TV, nei libri o dai racconti di qualcuno? In quale periodo avvenivano? Com’erano le condizioni di vita di molti italiani in quegli anni? Che cosa ti ha colpito di più di queste storie? Discutine con i compagni e l’insegnante.
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“Che ora strana per cominciare una nuova vita. Dormono ancora tutti!” Il pensiero mi avvolge la testa come la nebbia che circonda la casa. – Addio, noi partiamo – bisbiglio alla stanza che da dieci anni ospita il mio letto. Sino a ieri, sotto il letto, c’erano tutte le mie cose: i vestiti, un nido di rondine avvolto in un foglio di giornale, una fionda fatta da mio cugino e la mia bambola di pezza. Un tempo era bionda come me, con le trecce e un vestito chiaro. Adesso si vede che è vecchia, ma è tornata quasi bella come prima perché l’ho lavata apposta per il viaggio. Ho messo tutto in valigia, tranne la fionda e il nido. Mamma dice che non possiamo portarci dietro troppa roba, però mi ha dato il permesso di prendere la bambola. – Così papà capisce che non abbiamo mai smesso di pensarlo, in tutto questo tempo. Questa bambola, infatti, me l’ha regalata lui prima di partire. – È per te, Angela – mi aveva detto – così non mi dimentichi. E quando verrai anche tu in America, ricordati di portarla. Questo succedeva quattro anni fa. Anche quella volta era ancora buio. Papà si era chinato su di me e sui miei due fratelli e ci aveva baciato. Dormivamo tutti nello stesso letto. Loro non si erano accorti di nulla, ma io mi ero voluta alzare. Erano mesi che papà si preparava alla partenza. E da settimane ci ripeteva: – Vedrete, starò via poco. Poi, se tutto va bene, verrete anche voi. Papà se ne andava senza di noi, ma aveva promesso che avrebbe preparato una casa grande, che in America avremmo frequentato la scuola, mentre qui l’abbiamo dovuta lasciare perché non ci sono
I viaggi di emigrazione
abbastanza soldi e mamma ha bisogno di noi nei campi. Adesso partiamo noi. Io, mia madre e i miei fratelli, Giovanni che ha otto anni e Giuseppe che ne ha sei. Viene anche il nonno, che ha sempre abitato con noi. Oggi, la mattina della partenza, nonno Vittorio non dice una parola. È più pallido del solito e sembra anche più vecchio. Mia mamma piange, ma questa non è una novità. La novità sono io, che faccio fatica a trattenere le lacrime. Sono una che non piange mai, neanche quando cado e mi faccio male, ma oggi... D’improvviso ho paura. “Mamma, se non troviamo la nave o papà non viene a prenderci a New York, cosa facciamo?” vorrei chiedere, ma capisco che è meglio stare zitta. Tutta la nostra roba è ammucchiata in due valigie legate con la corda e in qualche fagotto. In un fagotto ci sono un po’ di provviste per il viaggio in treno e per la traversata, anche se ci hanno detto che sulla nave troveremo addirittura il pane fresco. Mamma chiude la porta dietro di sé per l’ultima volta. A quella casa, anzi, a quell’unica stanza divisa da una tenda, non sono mai riuscita a volere bene. È sempre stata freddissima, con le macchie di umidità sul muro. Ma adesso mi dispiace lasciarla. Stringo tra le braccia la bambola di pezza.
VIAGGIARE NEL MONDO
LETTORE COMPETENTE La storia è narrata in prima persona da un personaggio interno che non si presenta subito, ma alcuni dettagli ci aiutano a capire di chi si tratta. Sottolineali poi completa. Il narratore è .............................................................. Per Angela è importante portare la bambola con sé. Perché? Sottolinea la risposta nel testo. Il papà di Angela è partito: per cercare lavoro per cercare una casa Perché? Spiegalo con parole tue. Rileggi la frase evidenziata. Perché l’autore inserisce questa osservazione riferita al nonno? Vuole descrivere com’è il nonno. Vuole far capire al lettore com’è triste il momento della partenza. Vuole sottolineare che il dolore per l’abbandono della propria terra è ancora più forte per un anziano che per un giovane. A un certo punto del racconto è usato il flashback. Evidenzialo. Poi spiega che cosa ricorda la protagonista. Quale didascalia potresti scrivere per le fotografie di queste pagine?
da V. De Marchi, Le arance di Michele, Mondadori
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VIAGGIARE NEL MONDO
I viaggi d’arrivo
L’Italia dell’accoglienza L’Italia è anche terra di immigrazione. La maggior parte degli stranieri ha raggiunto l’Italia per cercare lavoro. Gli arrivi di immigrati sono determinati anche da ricongiungimenti familiari o da situazioni di guerra o calamità naturali nei Paesi d’origine. L’arrivo di immigrati è diventato più consistente verso la fine degli anni Settanta, sia per la “politica delle porte aperte” praticata dal nostro Paese, sia per le politiche più restrittive adottate dagli altri Paesi europei. Il primo programma di regolarizzazione degli immigrati privi di documenti è del 1982. Nel 1990 la Legge Martelli cercò di programmare i flussi d’ingresso e stabilì una sanatoria, cioè una regolarizzazione, per chi già si trovava in territorio italiano. Negli anni successivi il nostro Paese si trovò a dover affrontare i problemi dell’immigrazione di massa e dell’immigrazione irregolare, “clandestina”. Una legge del 1998 istituì per la prima volta i centri di permanenza temporanea per gli stranieri “sottoposti a provvedimenti di espulsione”; nel 2002, con la legge Bossi-Fini, si inasprirono i provvedimenti, prevedendo l’espulsione immediata da parte della forza pubblica per i cosiddetti clandestini. Le vicende legate all’arrivo in Italia di imbarcazioni che trasportano immigrati non regolari sono spesso sulle prime pagine dei giornali. Molte persone disperate si affidano infatti a trafficanti senza scrupoli che chiedono loro molto denaro e le costringono a viaggiare su imbarcazioni insicure e sovraccariche. Spesso uomini, donne e bambini muoiono durante il viaggio, a causa di naufragi, a volte causati dagli stessi trafficanti. In seguito a questi tragici episodi, molti hanno definito il Mediterraneo come un “grande sarcofago”.
Restrittivo: che diminuisce la libertà. Espulsione: allontanamento da un luogo per breve tempo o per sempre.
DICO LA MIA Ci sono storie di immigrazione intorno a te (in famiglia, a scuola, nel quartiere…)? Se hai la possibilità, ascolta i racconti di chi le ha vissute: capire le difficoltà, le emozioni vissute, ti aiuterà a guardare la realtà intorno a te anche da punti di vista diversi.
da S. Lamoureux, G. Long, L’immigrazione, Motta Juonior
LETTORE COMPETENTE Quali sono i motivi che portano tante persone a venire in Italia? Sottolineali nel testo. Completa con le informazioni che ricavi dal testo. • Nel 1982 ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� • Nel 1990 ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� • Nel 1998 ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� Perché il Mediterraneo è definito da molti “un grande sarcofago”?
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MI AUTOVALU TO Questo testo mi è risultato: difficile per il linguaggio difficile per l’argomento scorrevole Mi ha aiutato: il sentire tutti i giorni questi discorsi in televisione la spiegazione di un adulto
CITTADINANZA
Tradizioni dal mondo Se viaggiare è il modo più naturale per immergersi nei costumi di altri Paesi, conoscere e accogliere le diverse tradizioni permette di scoprire in modo divertente affinità e differenze tra i popoli, di conoscere meglio l’amico straniero, il vicino di casa, il compagno di scuola. In Israele, in occasione della festa di Purim, i bambini si divertono con sfilate in maschera e tanta baldoria. Questa festa primaverile ricorda che, molto tempo fa, un uomo malvagio di nome Haman tramò per convincere il re a uccidere gli ebrei che vivevano in Persia. Gli ebrei si salvarono grazie alla regina Ester, moglie ebrea del re persiano.
Il Kodomo No Hi (Festa dei bambini) è una festa nazionale giapponese dedicata ai bambini perché crescano sani e forti, felici e spensierati. Le famiglie espongono sui tetti i koinobori, enormi aquiloni a forma di carpa, dipinti a colori vivaci, tanti quanti sono i bambini in casa. La carpa, per la sua capacità di risalire i torrenti, è considerata un simbolo di decisione e coraggio.
L’Holi festival, Festa dei colori, è una festa tipica indiana che celebra l’amore, l’incontro con gli altri, la voglia di stare insieme e incoraggia l’integrazione. Le persone si dipingono di polvere colorata dalla testa ai piedi, un modo simbolico per rendersi tutti uguali, annullare differenze e disuguaglianze.
La Festa dell’equinozio di primavera, in Messico, è lo speciale benvenuto che la popolazione dà alla stagione della luce. Migliaia di persone vestite di bianco si riuniscono sotto le piramidi di Chichen Itza e alzano le mani al cielo verso est per dare il benvenuto al sole e alla bella stagione.
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VIAGGIARE NEL MONDO
Viaggio nelle tradizioni
Saluti da un posto magico! Nuova e-mail
Da: Fabrizio
Nuova e-mail
Inviato: mercoledì 15 agosto 2007 Da: A:
Giulio e Sara Inviato: in Guatemala Oggetto:
A: Ciao amici, sono in un Paese bellissimo. Io e mio padre siamo in Guatemala Oggetto:
e siamo arrivati fino al lago Atitlan, una specie di catino rotondo sistemato in mezzo a tre o quattro vulcani attivi. È un posto magico: intorno alle sue acque azzurre, sotto ai vulcani che fumano, ci sono dodici piccoli villaggi molto caratteristici. Ne abbiamo visitati due o tre e abbiamo scoperto che in ogni paesino gli abitanti vestono in modo diverso: le gonne delle donne hanno colori differenti, le camicie degli uomini ricami differenti. Insomma, guardando come vestono puoi capire da dove provengono. Siamo stati anche a visitare una cittadina non lontana dal lago, fra le montagne. Lì c’è un mercato pieno di colori, dove contadini e commercianti vendono stoffe tessute e ricamate a mano dalla gente del luogo. Mio padre ha comprato una stoffa. Sopra c’è un quetzal, un uccello verde con una coda di penne coloratissime. La signora della bancarella ci ha spiegato in spagnolo che i nobili maya, che comandavano qui prima dell’arrivo degli spagnoli, usavano le penne dei quetzal e anche quelle dei colibrì per decorare i loro mantelli. Mio padre ha detto che dovevano essere bellissimi, ma io non sono d’accordo: come si fa ad andare in giro a fare il pavone con le penne degli altri? Un magico saluto, Fabrizio da S. Bordiglioni, Il giro del mondo in 28 e-mail, Edizioni EL
LETTORE COMPETENTE Riconosci e sottolinea con colori diversi il mittente, il destinatario e l’argomento (oggetto) della e-mail. Da dove viene inviata questa e-mail? ......................................................................................
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Scrivi in breve sul quaderno quali caratteristiche dei luoghi visitati racconta il visitatore in riferimento a: - natura - abitanti
I viaggi in aereo
VIAGGIARE NEL MONDO
Da grande farò il pilota Martin dà uno sguardo ai modellini appesi al soffitto. DICO LA MIA – Da grande farò il pilota. Avrò un aereo tutto mio. Quando giochi, da solo – Così ci vai in un’ora, lassù. o con i tuoi amici, immagini – Non credo che andrò ad Amsterdam. anche tu di viaggiare? – E dove andrai? Se sì, dove? Come? Perché? Alza le spalle: Racconta. – In giro. Negli Stati Uniti. In Australia. Alle Samoa. – Ehi, anch’io avevo pensato di andare là. – A fare? Non ci avevo pensato. Rimango zitto, ma Martin mi dà una pacca su una spalla e mi dice: – A fare il mio secondo, ti va? Accidenti se mi va: viaggiare insieme per il mondo! In mezzo alla stanza c’è una specie di carlinga, insomma, come l’interno di un aereo da turismo, ma in piccolo. Martin mi ha detto che l’ha disegnato Laura, sua mamma. Poi l’ha fatto costruire per lui: ci sono due poltroncine e il quadro comandi, la cloche, la radio. Ci mettiamo due caschi e ci sediamo. Io sto alla radio e parlo con la torre di controllo e lui guida. Decidiamo di sorvolare il Polo Nord, poi facciamo rifornimento in Groenlandia. Ma durante il viaggio abbiamo dei problemi tecnici e dobbiamo atterrare su un iceberg... Martin si è disegnato delle cartine precise identiche a quelle di piloti. E quando vola usa tutti i termini giusti, tipo take off, landing, e altri che non so dire perché in fondo è la prima volta che volo in vita mia. da P. Zannoner, Il grande Martin, Mondadori
LETTORE COMPETENTE Nel brano c’è una lunga sequenza dialogica. Segnala con una barra a lato del testo. Hai capito con chi sta parlando Martin? ....................................... Questo personaggio è anche il ................................ della storia. I due amici in realtà non viaggiano con un mezzo di trasporto, ma con ....................................................................................
CAPISCO LE PAROLE Nel testo ci sono termini specifici dell’aviazione. Due sono già sottolineati. Continua tu con gli altri (due sono in inglese). Poi cerca il significato di quelli che non conosci sul dizionario.
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VIAGGIARE NEL MONDO
Il viaggio per conoscersi meglio
Pronto per partire? Rispondi alle domande, in tutta sincerità, per capire che tipo di viaggiatore o viaggiatrice sei. 1 Che cosa non deve mai mancare nella tua valigia ideale?
A. Non hai bisogno di valigie, basta uno zaino. B. T utto il necessario per goderti il viaggio e un sacco a pelo per stenderti a vedere le stelle cadenti. C. Una mappa per orientarti nei tuoi spostamenti. 2 In aeroporto il tuo volo sta per partire, che cosa fai?
A. G uardi le persone che aspettano di imbarcarsi con te per capire con chi fare amicizia durante il volo. B. Sfogli per l’ennesima volta la guida per immaginare di essere già arrivato. C. Chiedi ai tuoi genitori di controllare che sul biglietto di ritorno i vostri dati siano indicati in maniera corretta. 3 Quale meta ti si addice di più?
A. La montagna da scalare fino alla cima. B. E gitto, per vivere il deserto e il fascino delle piramidi. C. La spiaggia per trascorrere giorni in completo relax. 4 Ti trovi in un luogo esotico come ti comporti nei confronti del cibo?
A. Assaggi il cibo locale, per gustarne e ricordarne l’odore e il sapore. B. Chiedi a una persona del posto se vi consiglia il ristorante migliore della zona. C. Mangi solo cibi di cui conosci gli ingredienti. 5 Chi è il tuo compagno di viaggio ideale?
A. Chiunque abbia voglia di vivere un’avventura. B. Il gruppo dei soliti amici. C. La famiglia. 6 Qual è il tuo motto?
A. Vivi ogni momento e cerca di renderlo speciale. B. I sogni diventano realtà. C. È importante sapere sempre dove andare.
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Il viaggio per conoscersi meglio
VIAGGIARE NEL MONDO
Ora conta le risposte A, B e C. Qual è la lettera che prevale? Leggi il profilo legato a quella lettera.
Maggioranza di A avventuroso In viaggio ti autogestisci. Il tuo spirito curioso è sempre pronto a immergersi in esperienze che nemmeno immagineresti al momento della partenza. Sei un appassionato della scoperta. Una sola cosa ti spaventa: il ritorno.
Maggioranza di B sognatore Sogni a occhi aperti le avventure che vorresti vivere. Ciò che vuoi davvero è immergerti nella realtà del Paese che ti ospita per avverare tutte le fantasie che hai vissuto nella tua mente dal momento in cui hai deciso di partire.
Maggioranza di C
organizzato
Sei preciso e vuoi avere tutto sotto controllo. La tua concezione di partenza è legata alla tua natura e non può prescindere da mappe e fogli con appunti su cosa, quando e come andare a vedere le attrazioni del luogo in cui ti trovi. da www.quelliconlavaligia.com
Che tipo di viaggiatore sei? Ti ci ritrovi? Sei d’accordo? Spiega perché sì o, eventualmente, perché no.
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VIAGGIARE NEL MONDO
I viaggi nello spazio
Esplorazione dello spazio L’insaziabile curiosità del genere umano ha portato a esplorazioni e scoperte che hanno prodotto progressi incredibili nella tecnologia spaziale. Dal primo volo spaziale umano nel 1961, che ha portato Yuri Gagarin in orbita attorno alla Terra, al lancio della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) con moduli abitativi nel 1988, l’esplorazione continua e le nuove scoperte si susseguono. Sono stati spediti nello spazio anche una serie di animali. I primi sono stati i moscerini della frutta, nel 1947, inviati per misurare gli effetti dell’esposizione alle radiazioni ad alta quota. Cani, gatti, scimmie e perfino ragni hanno fatto la loro parte nell’esplorazione dell’ignoto. Lo sapevate che l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale vive nello spazio per 6-12 mesi a missione? Ogni giorno si gode lo spettacolo di diverse albe, perché la stazione spaziale orbita più volte attorno alla Terra! Ecco come si vive nei moduli della Stazione Spaziale Internazionale.
Al lavoro L’equipaggio conduce ricerche scientifiche ed esperimenti medici sugli effetti della vita in un ambiente di microgravità.
Microgravità: condizione di gravità debolissima che si verifica nelle navicelle spaziali.
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Mangiare e bere La maggior parte del cibo sulla ISS è surgelato o in scatola. Ogni membro dell’equipaggio ha pacchetti singoli di alimenti e li cuoce nella cucina di bordo dotata di due scaldavivande, un frigorifero e un distributore di acqua sia calda che fredda. Le bevande sono fornite sotto forma di polvere disidratata che poi viene mescolata con acqua prima del consumo. Le bevande e le zuppe vengono sorseggiate tramite sacchetti di plastica con cannucce, mentre il cibo solido è mangiato con coltello e forchetta, che sono attaccati a un vassoio magnetico
VIAGGIARE NEL MONDO
I viaggi nello spazio
Dormire nello spazio Densità ossea: quantità di materia minerale presente per centimetro quadrato in un osso.
Ci sono piccoli sacchi a pelo attaccati alle pareti in piccole cabine. La microgravità fa sì che l’equipaggio possa dormire in piedi!
Pulizia
Passatempi
Non ci sono docce, quindi l’equipaggio usa un sapone e uno shampoo speciali, che non hanno bisogno di risciacquo. Il gabinetto risucchia gli scarti in un apposito rubinetto.
Proprio come sulla Terra, l’equipaggio legge, guarda film, ascolta musica, gioca a carte e attraverso il computer, collegarsi con amici e familiari. Può anche godersi dal finestrino la vista panoramica della Terra.
Esercizio fisico La microgravità sulla ISS provoca assenza di peso, anche dell’equipaggio. Per evitare la perdita di densità ossea e muscolare, l’equipaggio deve praticare esercizio fisico due ore al giorno. da J. Daniel, Lo spazio, Edizioni Arka
LETTORE COMPETENTE Completa le frasi con le informazioni ricavate dal testo. - Il primo uomo nello spazio è stato ..................................................... , nel ......................... - Nel 1988 è stata lanciata la ......................... , cioè la ............................................................. - I primi animali spediti nello spazio sono stati i .................................................................. - Gli astronauti, nella ISS, dormono in .....................................................................................
DICO LA MIA Ti piacerebbe vivere nello spazio per qualche mese? Quale sarebbe la cosa più difficile, per te? E quale la più entusiasmante?
- I cibi sono quasi tutti ..............................................., le bevande ..........................................
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VIAGGIARE NEL MONDO
I viaggi immaginari
Visita all’interno dell’Etna Il Barone di Münchhausen aveva letto il libro I viaggi in Sicilia e ne era rimasto incantato. Nacque così in lui il desiderio di recarsi in Italia, raggiungere la Sicilia e visitare l’Etna. Partì. Dopo qualche giorno di riposo alle pendici del monte, il Barone cominciò a salire. Era sua ferma intenzione visitare il vulcano. Infatti, una volta raggiunta la cima, spiccò un salto all’interno del cratere. Durante la caduta riportò alcune bruciature a causa dei pezzi di brace eruttati dal fondo. Appena vi arrivò fu investito da maledizioni, da altissime urla e da un baccano indiavolato. Era piombato proprio nel mezzo dell’officina di Vulcano e dei suoi Ciclopi dalla corporatura enorme e con un solo occhio rotondo in mezzo alla fronte. Münchhausen fu accolto con grandi onori. Gli furono serviti nettare e prelibatissimi vini, che soltanto gli dei conoscono. Vulcano in persona, con un particolare unguento, gli curò le bruciature e gli svelò le cause delle eruzioni. – Gli uomini – spiegò – pensano che le manifestazioni vulcaniche dipendano dai gas compressi. In verità siamo noi a procurarle, quando, in preda alla collera, ci scagliamo l’un l’altro tizzoni ardenti. Poi gli presentò sua moglie, la bella Venere. Nei giorni successivi Vulcano e i suoi Ciclopi gli fecero visitare tutta l’officina e gli spiegarono che essi possedevano anche il Vesuvio, raggiungibile attraverso un corridoio lungo circa duemila chilometri, scavato sotto il mare. Unguento: pomata, medicamento.
DICO LA MIA A proposito di ospitalità, rifletti su come puoi essere ospitale nelle seguenti situazioni: - verso un nuovo compagno di classe; - verso una persona che viene nella tua casa per un progetto; - verso un amico che viene a trovarti a casa; - verso gli amici dei tuoi genitori che vengono in visita a casa tua.
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I viaggi immaginari
VIAGGIARE NEL MONDO
La compagnia di Vulcano gli era gradita. Ma molto più gradita fu al Barone la compagnia di Venere. Non avrebbe mai abbandonato quei palazzi sotterranei per tutto l’oro del mondo, se un giorno alcune malelingue non avessero provocato la gelosia di Vulcano. Un mattino il dio, serio in volto, mentre il Barone si trovava in compagnia della dea, lo prese per un braccio, lo sollevò da terra e lo scaraventò in un pozzo gridandogli: – Questa è la tua ricompensa per la mia ospitalità? Vattene, disgraziato, nel mondo da cui sei venuto. Il Barone si ritrovò in una grande distesa d’acqua. Poiché era anche un nuotatore eccezionale, si mise a nuotare fino a raggiungere una grossa montagna che si spostava lentamente. Era un iceberg. Vi approdò con molta fatica, raggiunse la cima, scrutò l’orizzonte, ma non vide terra. Verso l’imbrunire scorse in lontananza una nave. Cominciò a urlare e a gesticolare nella speranza di attirare l’attenzione. Finalmente la nave si diresse verso di lui. Quando gli fu vicina, l’equipaggio lo fece salire a bordo. – Dove mi trovo? – chiese il Barone. – Nei mari del Sud – si sentì rispondere in olandese. Evidentemente dall’Etna era passato attraverso il centro della Terra ed era riemerso nell’emisfero opposto. da R.E. Raspe, Il Barone di Münchhausen, Raffaello
LETTORE COMPETENTE Quali imprese straordinarie compie il Barone? - La prima impresa lo porta ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� - La seconda impresa lo porta �������������������������������������������������������������������������������������������������������������� Quale tra i seguenti aggettivi rappresenta il protagonista? curioso imprevedibile coraggioso atletico incurante del pericolo timoroso In questo racconto si spiega un fatto naturale, cioè le eruzioni vulcaniche con: informazioni scientifiche un mito Sottolinea nel testo: - con il verde tutti i luoghi in cui la storia appare verosimile, cioè possibile nella realtà - con il rosso quelli in cui i fatti narrati sono inverosimili, cioè impossibili nella realtà
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È FACILE
Meta: pianeta Terra Per comprendere un testo devi imparare a distinguere le informazioni più importanti e quelle meno importanti. Per capirle, occorre trovare degli “agganci”. A volte sono nel testo, altre sono addirittura nelle parole stesse. Mettiti alla prova. Se prendete una mappa dell’universo e col dito seguite una rotta che oltrepassa Marte, Urano e Plutone, là, e ancora più lontano, troverete uno spazio colorato di un blu più denso e omogeneo. E se i vostri occhi riusciranno a fissare dentro quel blu, vi appariranno piccoli pianeti dalle forme capricciose. Uno in particolare vi colpirà per la sua forma, simile a una trottola: il suo nome è Fisfin. • Fisfin è un pianeta: • Da che cosa lo hai capito?
che esiste veramente Dal nome del pianeta.
immaginario Dal testo.
Al tramonto di un sole diverso dal nostro, i piccoli fisfini si avviavano a scuola. Si sedevano in cerchio intorno al maestro, il vecchio Cos, aspettando in silenzio che l’ultimo raggio sparisse dietro le montagne. Appena la luce si faceva più bruna e soffusa, allora Cos iniziava a raccontare. piccoli pianeti • I piccoli fisfini sono: Dal testo. • Da che cosa lo hai capito?
i piccoli abitanti di Fisfin Dalla parola. Da entrambi.
Cos era il cosmonauta più vecchio di Fisfin. Aveva viaggiato per l’universo in lungo e in largo. Aveva sfidato imprese ritenute fino ad allora impossibili, conosciuto altri abitanti dello spazio. Ora, passato il tempo dell’avventura, Cos raccontava ai piccoli fisfini i segreti dello spazio. Insinuava in loro altre curiosità, preparandoli così al loro futuro di viaggiatori.
insinuare: suscitare, far nascere.
• Qual è l’informazione più importante che dà questa parte di testo? C os, il più vecchio cosmonauta, prepara i bambini al loro futuro di viaggiatori. Cos, il più vecchio cosmonauta, ha compiuto imprese straordinarie nello spazio.
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È FACILE Il tempo passava, i fisfini crescevano insieme ai loro sogni di viaggi, ma era ancora lontano per loro il momento della partenza. Dovevano studiare, imparare a leggere le mappe, conoscere i sistemi planetari; dovevano ripetere le formule magiche e approfondire le conoscenze di misterica e di trasformazionistica. • Qui “misterica” significa materia che studia i ������������������������������������������������������������������������, “trasformazionistica” significa materia che studia le �����������������������������������������������������������. Dal testo. Dalla parola. Da entrambi. • Da che cosa lo hai capito? Ratapulta ascoltava, spinta dal desiderio di fare presto, non vedeva l’ora di partire da sola verso la meta che tanto la incuriosiva, il pianeta Terra. Il vecchio Cos vedeva la sua inquietudine e cercava di farla riflettere. – È ancora presto, ancora non sei grande. Devi avere pazienza. “Se voglio andare, non potranno impedirmelo!” ragionava Ratapulta tra sé. “E poi, cosa potrà capitarmi? Anche Cos si è trovato in mezzo ai guai e se l’è sempre cavata!”. E così decise di prepararsi a partire. • In base al testo, perché Ratapulta è inquieta? ............................................................................ ..................................................................................................................................................................................................
“Come sarà la Terra? E i terrestri?” pensava Ratapulta. Il maestro li aveva incontrati in uno dei suoi viaggi e raccontava che viaggiavano molto su e giù per la Terra, ma pochissimi si erano avventurati nello spazio. I piccoli terrestri poi non avevano il permesso di viaggiare da soli e potevano spostarsi solo su veicoli a due ruote, oppure a piedi. “Chissà cosa penseranno di me!” immaginava sorridendo. Mi domanderanno come ha fatto una bambina come me ad attraversare lo spazio da sola. E io risponderò che è facile, basta studiare tanto. • Se tu dovessi spiegare a un compagno di che cosa parla questo testo, gli diresti che parla: di un pianeta sconosciuto e di una bambina che desidera visitare la Terra di che cosa imparano a scuola i fisfini da A. Sarfatti, Capitombolo sulla Terra, Giunti
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VERIFICO le mITieÀ CONOSCENZE e ABIL
La sala della medusa 1
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Uno a uno, i tre scesero lungo la scala oscillante. Gianni sembrava a suo agio. Lo strapiombo superava i sette, otto metri. La scala era lunga quel tanto da poter toccare terra con un salto. Poi una galleria, abbastanza ampia, in lieve discesa. Il terreno era difficile, pieno di grossi sassi, di frammenti di roccia, ed era necessario porre attenzione a ogni passo. Per di più, il freddo cominciava a farsi sentire. Fabio era in testa. A volte, nell’entusiasmo, nel fervore della scoperta, allungava troppo il passo, lasciando indietro i compagni. Gianni, specialmente, procedeva a rilento. Improvvisamente, Fabio si arrestò, alzando un braccio. – Alt! C’è dell’acqua, non si può proseguire! – annunciò tragicamente. La galleria si era allargata d’un tratto. Un piccolo laghetto sotterraneo sbarrava loro il passo. Possibile che dovessero tornare indietro? I ragazzi, naturalmente, non possedevano un battellino di gomma. Puntarono tutti insieme la luce delle torce, cercando di forare il buio. Fu Monica a trovare la soluzione: illuminando una stretta fetta di terra, poche decine di centimetri, che girava intorno all’acqua, andando a perdersi nell’oscurità. – Là! Guardate! Si può passare. – Tentiamo? – chiese Fabio, dubbioso. Le difficoltà cominciavano a moltiplicarsi più del previsto. Non si sentiva più tanto sicuro di sé. – Ma certo che tentiamo! – rispose Monica decisa – Io non intendo tornare senza aver prima visto qualcosa che valga la pena. Finora, te lo confesso, Fabio, è stata una delusione. Solo buio, freddo e sassi. Uno alla volta, con molta cautela, si azzardarono sulla stretta sponda e riuscirono a superarla senza inconvenienti. Al di là, oltre la galleria, le torce illuminarono una veduta che strappò ai ragazzi un grido di meraviglia. Un’ampia sala circolare era davanti ai loro occhi, sfavillante e stupenda. Dal soffitto pendevano sottilissime stalattiti, di un biancore abbagliante, simili a un pizzo stupendo, che rifrangevano la luce delle torce con effetti arcobaleno.
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VERIFICO le mie
CONOSCENZE e ABILIT
À
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In un angolo, dall’alto, scendeva una stalattite enorme, aggrovigliata, che fece esclamare a Gianni, con aria ammirata: – Oh, guardate! Sembra una medusa! – La chiameremo la “sala della medusa” – propose Monica – Gli speleologi danno sempre un nome a ciò che scoprono. In fondo c’erano due corridoi. Percorsero il primo, ma dopo una decina di metri ebbero la strada sbarrata da una parete di roccia. Tornarono indietro ed esplorarono il secondo, che portava a una seconda caverna. A terra, pareva di camminare su un tappeto di cristallo, che crocchiava sotto le scarpe dei ragazzi. E in mezzo, fiorita dalla terra, come per miracolo, un’unica stalagmite, non più alta di un metro, che aveva l’aspetto stilizzato di una di quelle graziose Madonnine scolpite in legno dagli artigiani della vallata. – Non è una meraviglia? – chiese Fabio e nella sua voce vibrava la commozione – Non ho mai visto niente di così bello – riprese – neanche nei libri. E pensare che nessuno immaginava l’esistenza di queste grotte ed è toccato a noi l’onore di scoprirle! da R. Guarnieri, Un camping tutto per noi, Edizioni Capitol
1 Quanti sono i persoanggi del racconto? 1 2 3
Scrivi i loro nomi: ............................................ ................................................................................ 2 Che cosa scoprono i ragazzi? Una sala piena di statue. Una sala piena di luci. Una sala con formazioni calcaree. Segna con una barra a lato del testo la sua descrizione. 3 Che cosa assomiglia a una medusa? Una stalattite molto grande. Una stalagmite molto grande. Una fessura nella roccia. 4 Gli speleologi (riga 40) sono: esploratori di caverne sotterranee studiosi di rocce e pietre scienziati che studiano la Terra 5 Che cosa assomiglia a una statua della Madonnina? Un’enorme stalattite. Una stalagmite alta circa un metro. Una fessura nella roccia. 6 In quale riga hai capito che Monica è coraggiosa e determinata? 24 36 50 7 In quale riga hai capito che i ragazzi avevano scoperto qualcosa di meraviglioso? 21 18 30 8 Alla riga 27 con quale altro verbo puoi sostituire “si azzardavano”? provarono si avventurarono saltarono superarono
MI AUTOVALU TO Ho trovato questa verifica: facile difficile abbastanza facile molto difficile La domanda più difficile per me è stata la Valuto la mia verifica: ...........................................
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ARTE e IMMAGINE
Un’opera spaziale
Questi quadri sono sono stati realizzati dal pittore russo Vassily Kandinsky. Le sue opere sono facilmente riconoscibili dai punti, dalle linee e dal particolare uso dei colori. Quale quadro ti fa venire in mente lo spazio? Indicalo con una X e poi motiva la tua scelta.
V. Kandinsky, Diversi cerchi
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V. Kandinsky, Composizione 5
V. Kandinsky, Giallo, rosso, blu
Cerchi
ARTE e IMMAGINE
Il dipinto Alcuni cerchi o Diversi cerchi è stato realizzato da Kandinsky nel 1926. Sullo sfondo nero risaltano cerchi che sembrano fluttuare nel vuoto e ricordano moltissimo i pianeti. In particolare, il grande cerchio centrale sembra ricordare l’eclisse lunare. olora il disegno scegliendo i colori che secondo te sono adatti a rappresentare lo C spazio. Puoi anche immaginare che il quadro sia intitolato “Dopo l’eclisse”. Quali colori useresti?
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ARTE e IMMAGINE
Cerchi e quadrati
sserva il dipinto a lato di Kandinsky, O poi esegui l’attività proposta. Materiale occorrente - foglio da disegno bianco - 12 post it colorati o cartoncino colorato - carta velina di diversi colori - colla - matita - forbici Realizza il quadro 1. Attacca i post it sul foglio da disegno, in tre file da quattro, come nel quadro di Kandinsky. Se non hai i post it, ritaglia dodici cartoncini quadrati tutti con le stesse dimensioni e incollali sul foglio. Non lasciare spazi tra un quadrato o un post it e l’altro. Se il foglio è più grande, utilizza lo spazio intorno per una cornice.
3. Appoggia un altro foglio di carta velina su uno dei cerchi e traccia a matita un cerchio concentrico, più piccolo del primo. Come prima disegna dodici cerchi di questa dimensione, ritagliali e incollali sopra ai cerchi già sistemati, sfalsando i colori. Ripeti tutta l’operazione altre due volte. Ecco pronto il tuo capolavoro!
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V. Kandinsky, Studio sul quadrato
2. Appoggia un foglio di carta velina sopra uno dei quadrati e disegna con la matita un cerchio inscritto nel quadrato. Ripeti l’operazione per dodici volte, poi ritaglia i cerchi di colori diversi e incollane ognuno su un quadrato.
Che fifa!
VERSO la SECON DARIA
La vigilia del grande giorno Margot andò a letto alle otto, perché voleva essere in forma. Sua madre venne ad abbracciarla. – Mamma, ho paura della prima media. – Paura di cosa, esattamente? – Di tutto. – È la paura di ciò che non conosci. Non ti preoccupare, tra qualche giorno sarai già una veterana della prima media e saprai tutto. – E se non capisco niente? – Capirai! – la rassicurò la signora Melo uscendo. “È facile da dire” pensò Margot. Si girò e si rigirò nel letto. Contò le pecore e gli elefanti. Si addormentò dopo aver contato fino a 1776. Il mattino seguente uscì di casa con la mamma. Era preoccupata dall’idea che lo zaino la facesse apparire fuori moda, terrorizzata dal pensiero di avere dei prof severi, tormentata dal sospetto che non ci fosse posto per lei in prima media. I bambini e i genitori erano radunati nel cortile della scuola. Margot cercava dei visi familiari. Vide due compagne della quinta e si diresse verso di loro. Improvvisamente ci fu un movimento nel cortile e una grande confusione. Un signore con pancia e baffi leggeva i nomi degli studenti della prima A: – Se non state zitti, dovrete tornare domani, per me fa lo stesso. Prima B: se non sentite il vostro nome a causa del baccano sarete cancellati dall’elenco! Margot si concentrava. Aveva paura di non sentire il suo nome, paura di non essere chiamata. – Prima C: se continuate così potete tornarvene a casa vostra! Prima D: ci faremo una cattiva opinione di voi se non smettete di parlare. Margot temeva sempre di più di venir dimenticata. Il suo nome non appariva in nessun elenco. Tutti quelli che conosceva erano stati già chiamati. – Prima E: siate gentili ragazzi. Chiamò quattordici nomi e finalmente Margot sentì pronunciare anche il suo. – Presente! – gridò e raggiunse gli altri. Quando la classe fu al completo, seguì il professore nell’aula. Si sentiva finalmente tranquilla. Uff! Ce l’aveva fatta!
Tu che cosa provi quando pensi che stai per andare alla scuola secondaria? Hai anche tu dei timori, delle preoccupazioni? Confrontati con i tuoi compagni.
da S. Morgestern, Prima media!, Einaudi Ragazzi
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VERSO la SECON DARIA
Vado alla scuola secondaria In prima, nella bocca, quasi ancora il sapore del latte, e piano piano riconoscere il posto, la misura, imparare gli amici, i batticuori.
Cinque anni di scuola primaria sono terminati: prova a “catturare” in poche parole alcuni aspetti.
Poi, in seconda, occhi spalancati ascoltando le parole, storie, fare i giochi insieme, dire, disegnare.
Tre aneddoti che ricorderai sempre:
In terza un salto avanti, ragionare, ricordare, dividere, riunire, il mondo così grande, le avventure.
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In quarta che bellezza: ancora freschi d’infanzia, ma già esperti di pensiero, e poi in quinta: il corpo si sbambina e si fa un po’ diverso, e qualche volta la fronte si corruga silenziosa.
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Si va alle medie, perché il mondo gira, le maestre saranno professori, i libri grossi, i compiti diversi, le ore più divise, e altri amori verranno nella mente, e occorrerà essere cittadini: imparare le regole di ogni libertà.
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R. Piumini
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������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� Tre persone che sono state importanti per te, ognuna con una sua caratteristica: ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� Tre argomenti di studio che hanno suscitato maggiormente il tuo interesse: ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� Un messaggio per i tuoi compagni, prima di salutarli per le vacanze. ................................................................................................. .................................................................................................
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L’occhio del lupo davanti al recinto Il ragazzo è immobile, ritto . Gira in lungo e in del lupo. Il lupo va e viene largo senza mai fermarsi. .”. “Che scocciatore, quel tipo.. Sono ormai due Ecco quel che pensa il lupo. ti alla rete, davan ore che il ragazzo sta o gelato, a guardare piantato lì come un alber aggirarsi il lupo. o si chiede il lupo. “Che vuole da me?”... Quest lo spaventa (un Quel ragazzo lo turba. Non ma lo turba. e), nient di lupo non ha paura saltano, gridano, Gli altri bambini corrono, accia al lupo e piangono, fanno la lingu gonna della mamma. nascondono il viso nella ne in piedi, Ma quel ragazzo lì, no. Rima . immobile, silenzioso
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