4-5 Classe 4
• Laboratorio del testo • Laboratorio di scrittura • Mappe
• Grammatica • Eserciziario • Laboratorio di ascolto • Prove modello Invalsi
• Antologia di letture • Linguaggi espressivi • Cittadinanza e Costituzione
• Laboratorio del testo • Laboratorio di scrittura • Mappe
• Grammatica • Eserciziario • Laboratorio di ascolto • Prove modello Invalsi
St orie in volo
• Antologia di letture • Linguaggi espressivi • Cittadinanza e Costituzione
Classe 5
SE PER L’INSEGNANTE E LA CLAS • Guida al testo con guida alle competenze, programmazione, suggerimenti per il coding, schede operative, verifiche per livelli. • Guida Insegnare.lim 4a - Italiano • 5 cartelloni sulle tipologie testuali • 1 poster attivo di grammatica IN DOTAZIONE CON LA GUIDA: il M.I.O. BOOK docente con la guida al testo, i percorsi multidisciplinari per la LIM spiegati passo passo, esercizi interattivi di italiano, video, canzoni e tante schede in PDF il M.I.O. BOOK studente
A richiesta i volumi con i percorsi semplificati, di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audio scaricabile on-line
I volumi oltre alla versione digit ale M.I.O. BOOK, sono consultab ili on-line e archiviabili su USB
I DVD si possono installare senza connessione a Internet
CD audio in formato MP3 con la versione audio di tutto il libro letto da speaker professionisti
Codice per l’adozione Storie in volo - Pack 4 ISBN 978-88-472-2737-8
www.raffaellodigitale.it www.grupporaffaello.it
Prodotto omaggio
Guida per l’insegnante
Io imparo facile
Guida
per l’insegnante
e i r St o in
4•5
volo Guida alle competenze Verifiche a livelli Coding
Il M.I.O. BOOK è Multimediale, Interattivo, Open È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).
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CODICE DI ATTIVAZIONE Vedi STORIE IN VOLO - Il libro delle TEMATICHE
Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Francesca Bolognini Grafica e impaginazione: Alessia Polenti, Mauda Cantarini Copertina: Mauro Aquilanti Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello
Per esigenze didattiche i testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore. Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze. © 2017 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it Ristampa: 5 4 3 2 1 0
2022 2021 2020 2019 2018 2017
e i r o t S
Presentazione del progetto
Eva Pigliapoco
in
volo
Indice 2 9 20 42 43 68 118 138 161 210
Presentazione del progetto Programmazione Guida alle competenze Lapbook Coding Bisogni Educativi Speciali Laboratorio di ascolto Laboratorio di musica Schedario Guida ai materiali digitali
Presentazione del progetto
Carta d’identità del progetto Storie in volo Il progetto Storie in volo nasce dalla volontà di armonizzare le diverse conoscenze e abilità necessarie ai bambini per lo sviluppo di competenze linguistiche all’interno di unità di apprendimento significative e stimolanti. Per questo, il lavoro annuale è stato programmato sostanzialmente su cinque unità d’apprendimento, legate a cinque tematiche differenti per ogni annualità. Le unità seguono un percorso delineato nel volume delle tematiche. Le tematiche sono state scelte restando vicini al campo di interessi dei bambini, come l’amicizia o il gioco, per poi allontanarsi pian piano e condurli verso il mondo che li circonda, come per l’unità sulle case o sui viaggi. In questo volume, l’apparato degli esercizi è centrato sulla comprensione testuale, in modo graduale e completo. A questo volume si collegano strettamente gli altri due: quello delle tipologie e quello degli strumenti per costruire competenze. Il volume delle tipologie fornisce conoscenze sulle caratteristiche dei diversi tipi di testo, sia sviluppando le abilità legate all’analisi sia quelle legate alla scrittura. In particolare l’apparato degli esercizi è centrato in questo caso sull’analisi testuale, guidata passo dopo passo. Il volume degli strumenti per costruire competenze contiene infine il percorso di grammatica e riflessione linguistica, un laboratorio di ascolto e un laboratorio di comprensione sul modello Invalsi. In sostanza, contiene tre pacchetti di attività funzionali allo sviluppo completo delle competenze: quello legato alla riflessione morfosintattica, quello specifico dell’ascolto, quello che esercita modalità di ragionamento e verifica sul modello Invalsi. Usando una metafora, potremmo dire che Storie in volo è un progetto che “vola alto”, avvalendosi di: • percorsi di volo, presentati nel libro delle tematiche; • tanti tipi di volo, analizzati nel libro delle tipologie; • strumenti di volo, forniti nel Libro degli Strumenti... per costruire competenze.
Parole chiave del progetto COMPETENZE: l’intero progetto è stato pensato per facilitare una didattica impostata sullo sviluppo di competenze. Ovviamente la metodologia è sempre una scelta degli insegnanti, ma il percorso di Storie in volo vuol essere uno strumento facile e condiviso da tutti i bambini della classe, che fornisce stimoli e piste operative funzionali alla maturazione delle abilità necessarie per raggiungere le principali competenze linguistiche, legate all’ascolto, al parlato, alla lettura e comprensione, all’analisi, alla scrittura, alla riflessione linguistica e lessicale. Fin dall’apertura di ogni sezione è chiaro al bambino quali saranno le competenze che si andranno a esercitare: una sorta di patto iniziale che aiuta a sistematizzare i tasselli che mano a mano si andranno a comporre. Anche nel momento della verifica, alla fine di ogni sezione, la scelta è stata quella di differenziare in modo chiaro le conoscenze e le abilità dalle competenze. Nel primo caso, infatti, vengono proposte prove strutturate, nel secondo invece dei veri e propri compiti di realtà. INCLUSIONE: quando si lavora per competenze si lavora in realtà anche in modo inclusivo. Ovvio che, come sempre, la differenza la fanno gli insegnanti, ma il progetto propone un’ampia varietà di argomenti, di testi, di suggerimenti, di spunti che favoriscono la costruzione di un buon clima di classe e il lavoro cooperativo o collaborativo. Inoltre, lungo tutto il percorso, sono presenti numerose pagine dedicate alla facilitazione didattica (“È facile”). In queste pagine, nel volume delle tematiche, i testi sono presentati con un carattere maggiormente leggibile, ma soprattutto offrono una facilitazione o nel compito o nel contenuto, oppure in entrambi, compito e contenuto. Il percorso di analisi di ogni tipologia testuale, nel volume apposito, si conclude con un schema di sintesi, utile a
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Presentazione del progetto
raccogliere le idee su quanto appreso, attraverso l’uso delle parole-chiave. Analogo percorso è seguito per ogni tappa della riflessione linguistica. CITTADINANZA: in ogni unità sono presenti pagine dedicate esplicitamente alla Cittadinanza, intesa come partecipazione attiva e consapevole alla vita della comunità che ci circonda. Si tratta di spunti legati alla tematica dell’unità stessa, da cui partire per approfondimenti e conversazioni. Anche gli spunti operativi legati alle letture rimandano spesso a un confronto con i compagni: confronto necessario per lo sviluppo non solo di abilità legate all’ascolto e al parlato, ma anche per lo sviluppo dell’empatia, prerequisito necessario a un buon cittadino. CREATIVITÀ: uno degli aspetti più interessanti del lavoro per competenze è proprio quello di favorire il pensiero creativo, originale, divergente. Sia la realizzazione dei compiti di realtà, sia spunti operativi per la progettazione di lapbook, sia le pagine speciali dedicate all’arte vogliono dare spazio proprio alla creatività dei bambini. Creatività che poggia su solide conoscenze, ma che deve svilupparsi senza limiti o condizionamenti da parte dell’adulto. LESSICO: in una società sempre più eterogenea, a volte a scuola si tende a semplificare più del dovuto anche dal punto di vista linguistico. Dopo anni di insegnamento in scuole con un’ alta percentuale di bambini non italofoni, l’autrice è assolutamente convinta che non bisogna rinunciare alla varietà e alla complessità della lingua italiana. I bambini, nati in Italia e non, hanno bisogno di parole, di tante parole, per sviluppare pensieri e opinioni. Per questo nel progetto Storie in volo è stato dato ampio spazio all’arricchimento lessicale, sia con il glossario che affianca le letture sia con esercizi specifici. AUTOVALUTAZIONE: sulla valutazione si è accennato sopra in merito alla differenziazione delle verifiche e dei compiti di realtà. A questo occorre aggiungere un aspetto fondamentale per la crescita consapevole dei bambini: l’autovalutazione. In moltissime pagine è presente un box in cui si chiede ai piccoli lettori di esprimere un giudizio in merito agli aspetti volitivi, o emozionali, o ancora in merito alle difficoltà incontrate e alle strategie per superarle. Si tratta di spunti, anche in questo caso, che possono essere approfonditi in vario modo e diventare parte di vere e proprie autobiografie cognitive utili in un’ottica di didattica per competenze. LABORATORIO: i tre volumi del progetto Storie in volo sono strutturati secondo un approccio laboratoriale. In un’ottica per competenze, d’altra parte, non potrebbe essere diversamente. Il volume delle tematiche propone un laboratorio sulla comprensione testuale, con pagine dedicate al laboratorio sull’analisi testuale, in collegamento con il volume delle tipologie. In quest’ultimo, appunto, sono presenti un laboratorio sull’analisi dei testi e sulla scrittura. Nel volume degli strumenti per costruire competenze è incluso il laboratorio d’ascolto. inoltre, il laboratorio di arte e immagine accompagna tutte le unità. DIGITALE: Il M.I.O. BOOK supporta l’alunno nell’acquisizione della competenza digitale, che significa padroneggiare le tecniche di utilizzo delle nuove tecnologie e utilizzarle con autonomia e responsabilità nel rispetto delle regole. L’apparato digitale propone strumenti informatici di comunicazione visiva e multimediale per le attività di studio e approfondimento e, con le sue molteplici funzioni, rende il progetto adatto a tutte le esigenze, per definizione, infatti, è uno strumento compensativo molto efficace per i bambini che ne hanno bisogno.
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Presentazione del progetto
Storie in volo Storie in volo è un sussidiario dei linguaggi costruito da tre volumi che si intrecciano e si completano a vicenda creando un percorso unitario per il raggiungimento delle conoscenze e delle abilità indispensabili allo sviluppo delle competenze linguistiche. Vola al libro degli strumenti per costruire le COMPETENZE
Vola al libro delle TIPOLOGIE
IL LIBRO DELLE TEMATICHE per diventare un lettore esperto Il percorso antologico di ciascun anno è suddiviso in cinque unità tematiche incentrate su argomenti stimolanti per il bambino: Classe 4a Classe 5a 1. Tutti amici 2. Crescere giocando 3. Il verde intorno a noi 4. Di casa in casa 5. Personaggi da scoprire
1. Un mare di emozioni 2. Quante domande! 3. Gli altri intorno a me 4. Tutti in forma 5. Viaggiare nel mondo
Apparato lessicale relativo alla tematica. Ogni unità si apre esplicitando il percorso che si svolgerà e suggerendo all’alunno le conoscenze e le abilità che deve acquisire per essere un lettore competente.
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Presentazione del progetto
Ogni brano è accompagnato da note lessicali e da un apparato operativo mirato su tre obiettivi: comprensione approfondita del testo, conoscenza lessicale e crescita affettiva. Note lessicali
Note lessicali
CAPISCO LE PAROLE attività di lessico.
DICO LA MIA attività di riflessione e di introspezione.
LETTORE COMPETENTE attività di comprensione.
Ogni tematica è affrontata attraverso testi continui di diverso tipo e testi non continui, focalizzando di volta in volta l’attenzione su una singola tipologia testuale, da approfondire poi nel Libro delle tipologie.
LABORATORIO DEL TESTO presenta le linee guida per l’analisi delle tipologie testuali.
COLLEGAMENTO al LIBRO DELLE TIPOLOGIE, dove si trova l’approfondimento della tipologia in esame.
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Presentazione del progetto
Ogni unità tematica si conclude con un compito speciale: una prova di verifica delle conoscenze o abilità oppure una prova di competenza con un compito di realtà.
Ogni verifica è personalizzata in più livelli in guida.
L’AUTOVALUTAZIONE è parte integrante del percorso didattico e rende gli alunni protagonisti consapevoli del proprio percorso di apprendimento.
Ogni tematica dà spunto a riflessioni specifiche di Cittadinanza e Costituzione per accompagnare la crescita affettiva di ogni bambino e la sua formazione come cittadino attivo.
Ogni unità si completa con una sezione di Arte e immagine per presentare l’argomento scelto anche in opere d’arte, per conoscere alcuni aspetti del linguaggio visuale e alcune tecniche espressive, con l’obiettivo di stimolare la creatività personale.
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Presentazione del progetto
IL LIBRO DELLE TIPOLOGIE per analizzare e imparare a scrivere i testi I testi sono raggruppati in base alle loro specifiche testuali: Classe 4a
Classe 5a
Libro delle tipologie TESTO NARRATIVO: • racconto realistico • autobiografia e biografia • diario • lettera • racconto fantastico • racconto d’avventura • racconto di paura TESTO POETICO TESTO DESCRITTIVO TESTO INFORMATIVO TESTO REGOLATIVO
Libro delle tipologie Libro delle tematiche
• Tutti amici • Crescere giocando • Il verde intorno a noi • Di casa in casa
TESTO NARRATIVO: • racconto umoristico • racconto storico • racconto fantasy • racconto di fantascienza • racconto giallo TESTO POETICO TESTO DESCRITTIVO TESTO INFORMATIVO • cronaca giornalistica TESTO ARGOMENTATIVO
Libro delle tematiche
• Un mare di emozioni • Quante domande! • Gli altri intorno a me • Tutti in forma
Nella prima parte del volume, il Laboratorio del testo, l’alunno scopre gli elementi, la struttura, il linguaggio di ogni tipologia in parallelo al Libro delle tematiche. Testo esemplificativo con evidenziazioni corrispondenti alle spiegazioni della pagina a lato.
Schema di presentazione delle caratteristiche della tipologia in esame.
Analisi guidata nel primo testo.
Verifica delle conoscenze e abilità per ogni tipologia.
L’alunno elabora le conoscenze acquisite sulla tipologia, analizzando un testo.
Compito di realtà per applicare in situazioni reali le conoscenze apprese su ogni tipologia.
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Presentazione del progetto
Nella seconda parte del volume, il Laboratorio di scrittura, l’alunno è chiamato a sperimentare nella produzione scritta ciò che ha appreso su ogni tipologia testuale.
Schema guida che propone in “modo pratico” le stesse conoscenze acquisite nel Laboratorio del testo in relazione a ciascuna tipologia testuale, creando così una traccia per scrivere.
IL LIBRO DEGLI STRUMENTI... PER COSTRUIRE LE COMPETENZE per completare il percorso di crescita e apprendimento Questo volume propone strumenti operativi per il raggiungimento di conoscenze, abilità e competenze che fanno riferimento alla riflessione linguistica, alla comprensione e all’ascolto.
GRAMMATICA molto chiara e operativa.
ESERCIZIARIO sezione a sé con ulteriori schede operative per ciascun argomento di grammatica.
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PROVE NAZIONALI schede strutturate sul modello delle prove Invalsi.
SO ASCOLTARE proposte di lavoro per un laboratorio di ascolto.
Programmazione
Italiano classe 4a Traguardi di competenza
Obiettivi d’apprendimento
PARLATO E ASCOLTO
Interagire in modo collaborativo in una conversazione, in una discussione, in un dialogo su L’allievo partecipa a scambi argomenti di esperienza diretta, comunicativi con compagni formulando domande, dando e insegnanti rispettando risposte e fornendo spiegazioni il turno e formulando ed esempi. messaggi chiari e pertinenti, in un registro il più possibile Cogliere in una discussione le adeguato alla situazione. posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su un argomento in modo chiaro e pertinente. Raccontare esperienze personali o storie inventate organizzando il racconto in modo chiaro, rispettando l’ordine cronologico e logico e inserendo gli opportuni elementi descrittivi e informativi. Organizzare un semplice discorso orale su un tema affrontato in classe con un breve intervento preparato in precedenza o un’esposizione su un argomento di studio utilizzando una scaletta. Ascolta e comprende testi orali “diretti” o “trasmessi” dai media cogliendone il senso, le informazioni principali e lo scopo.
Comprendere il tema e le informazioni essenziali di un’esposizione (diretta o trasmessa); comprendere lo scopo e l’argomento di messaggi trasmessi dai media.
Libro delle tematiche
Libro delle tipologie
Libro delle competenze
Pagg. 12, 25, 30, 54, 59, 79, 83, 114, 116, 122, 123, 129, 148, 159, 164
Pagg. 6, 7, 16, 44, 45, 54, 62, 76, 77, 100, 110, 111, 125, 142, 143, 161
Pagg. 16, 27, 30, Pagg. 16, 23, 53, 55, 97, 119, 133, 30, 36, 42, 164, 169 48, 54, 64, 84, 90
Da pag. 146 a pag. 160
Formulare domande precise e pertinenti di spiegazione e di approfondimento durante o dopo l’ascolto. Comprendere consegne e istruzioni per l’esecuzione di attività scolastiche ed extrascolastiche.
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Programmazione
Traguardi di competenza
LETTURA E COMPRENSIONE Legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui, ne individua il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi.
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Libro delle tematiche
Libro delle tipologie
Usare, nella lettura di vari tipi di testo, opportune strategie per analizzare il contenuto; porsi domande all’inizio e durante la lettura del testo; cogliere indizi utili a risolvere i nodi della comprensione.
Pagg. 14, 15, 19, 21, 22, 25, 28, 29, 30, 32, 46, 47, 48, 49, 53, 55, 56, 57, 59, 60, 61, 65, 68, 69, 67, 79, 80, 81, 82, 86, 87, 93, 94, 97,98, 100, 101, 103, 104, 105, 113, 114, 115, 116, 117, 119, 122, 124, 127, 129, 131, 132, 133, 134, 135, 144, 146, 147, 149, 151, 153, 155, 156, 159, 160, 165, 166, 167, 168, 170, 171
Pagg. 4, 5, 6, 7, 8, Da pag. 127 11, 12, 15, 16, 19, a pag. 144 20, 21, 22, 23, 27, 28, 29, 30, 33, 34, 35, 36, 39, 41,42, 45, 47, 48, 51, 53, 54, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 64, 68, 69, 70, 71, 72, 73, 74, 78, 79, 80, 81, 84, 88, 90, 91
Sfruttare le informazioni della titolazione, delle immagini e delle didascalie per farsi un’idea del testo che si intende leggere.
Pagg. 29, 32, 34, 35, 54, 58, 59, 86, 94, 124, 133, 134, 135, 144, 146, 147, 151, 153, 165, 166, 168, 170, 171
Pagg. 4, 5, 6, 7, Da pag. 127 8, 11, 15, 16, 19, a pag. 144 21, 22, 23, 27, 29, 30, 33, 34, 35, 36, 39, 42, 45, 48, 51, 53, 54, 58, 64, 68, 70, 74, 78, 79, 80, 82, 83, 84, 85, 88, 90, 91
Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza per scopi pratici o conoscitivi, applicando tecniche di supporto alla comprensione.
Pagg. 15, 19, 21, 24, 30, 47, 52, 53, 54, 55, 58, 63, 65, 67, 68, 69, 79, 80, 87, 94, 95, 98, 104 ,105, 119, 131, 133, 134, 135, 151, 153, 159, 160, 165, 170, 171
16, 23, 30, 36, 42, 48, 51, 54, 56, 64, 74, 80, 82, 83, 84, 85, 86, 90, 92
Seguire istruzioni scritte per realizzare prodotti, per regolare comportamenti, per svolgere un’attività, per realizzare un procedimento.
Pagg. 10, 11
Obiettivi d’apprendimento
Libro delle competenze
Programmazione
Traguardi di competenza
LETTURA E COMPRENSIONE Legge testi di vario genere facenti parte della letteratura per l’infanzia, sia a voce alta sia in lettura silenziosa e autonoma, e formula su di essi giudizi personali.
Utilizza abilità funzionali allo studio: individua nel testi scritti informazioni utili per l’apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione; le sintetizza, in funzione anche dell’esposizione orale; acquisisce un primo nucleo di terminologia specifica.
Libro delle tematiche
Libro delle tipologie
Libro delle competenze
Impiegare tecniche di lettura silenziosa e di lettura espressiva ad alta voce.
Pagg. 6, 10, 14, 38, 46, 70, 78, 196, 112, 135, 144, 171
Da pag. 9 a pag. 92
Da pag. 128 a pag. 143
Leggere testi narrativi e descrittivi, sia realistici sia fantastici, distinguendo l’invenzione letteraria dalla realtà.
Pagg. 14, 15, 22, 23, 24, 25, 28, 30, 31, 32, 48, 56, 58, 59, 61, 63, 64, 65, 66, 67, 78, 79, 80, 81, 82, 83, 93, 96, 97, 100, 101, 102, 103, 112, 113, 114, 115, 118, 119, 122, 126, 127, 129, 130, 131, 132, 144, 145, 146, 147, 148, 149, 152, 153, 156, 158, 159, 164, 165, 166, 167, 168
Da pag. 9 a pag. 56
Da pag. 128 a pag. 143
Leggere testi letterari narrativi, in lingua italiana contemporanea, e semplici testi poetici cogliendone il senso, le caratteristiche formali, l’intenzione comunicativa dell’autore ed esprimendo un motivato parere personale.
Pagg. 8, 9, 14, 15, 16, 22, 23, 24, 25, 28, 30, 32, 48, 50, 52, 56, 58, 59, 60, 61, 63, 64, 65, 66, 78, 79, 80, 81, 82, 83, 86, 87, 93, 96, 97, 100, 102, 112, 113, 116, 117, 118, 122, 126, 127, 129, 130, 132, 133, 144, 145, 146, 147, 148, 149, 156, 158, 159, 164, 165, 166, 167, 168, 169
Da pag. 9 a pag. 56
Leggere e confrontare informazioni provenienti da testi diversi per farsi un’idea di un argomento, per trovare spunti a partire dai quali parlare o scrivere.
Amicizia: da pag. 14 a pag. 38
Amicizia: pagg. 12, 13, 14, 15, 28, 37, 46, 47
Obiettivi d’apprendimento
Gioco: da pag. 46 a pag. 70 Il verde intorno a noi: da pag. 78 a pag. 106 Le case: da pag. 112 a pag. 135 Personaggi da scoprire: da pag. 144 a pag. 171
Da pag. 67 a pag. 76
Da pag. 128 a pag. 143
Da pag. 57 a pag. 66
Gioco: pagg. 31, 58, 59, 60, 88 Il verde intorno a noi: pagg. 34, 63, 65, 82, 83, 89 Le case: pagg. 33, 39, 43, 51, 55, 61, 72, 73, 75 Personaggi da scoprire: pagg. 19, 20, 21, 22, 24, 25, 29, 71
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Programmazione
Traguardi di competenza
SCRITTURA Scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di scrittura che la scuola offre; rielabora testi parafrasandoli e completandoli o trasformandoli.
Libro delle tematiche
Libro delle tipologie
Raccogliere le idee, organizzarle per punti e pianificare la traccia di un racconto o di un’esperienza.
Pagg. 22, 28, 56, 57, 129, 133, 159
Pagg. 76, 86, 94, 95, 96
Produrre racconti scritti di esperienze personali o vissute.
Pagg. 59, 79, 83, 103, 133, 164
Pagg. 99, 100, 101, 102, 103, 104, 105, 108, 109, 110, 11, 112, 113, 123, 124, 125
Obiettivi d’apprendimento
Scrivere lettere.
Pag. 107
Scrivere pagine di diario.
Pag. 106
Rielaborare testi o scriverne di nuovi.
LESSICO Comprende e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso; comprende e utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio.
Pagg. 28, 65, 79, 86, 117, 119, 121, 144, 155
Libro delle competenze
Pagg. 16, 23, 30, 36, 42, 48, 54, 64, 84, 90, 114, 115, 116, 117
Scrivere testi informativi e regolativi.
Pagg. 92, 126, 127, 128
Scrivere poesie e filastrocche.
Pagg. 66, 119, 120
Produrre testi corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico, lessicale.
Pagg. 97
Comprendere e utilizzare in modo appropriato il lessico di base.
Pagg. 13, 45, 77, 111, 125, 143
Arricchire il patrimonio lessicale.
Pagg. 14, 15, 16, 18, 20, 22, 25, Pagg. 12, 14, 20, 28, 29, 30, 31, 32, 47, 48, 49, 22, 28, 40, 52, 53, 54,55, 56, 58, 59, 60, 61, 63, 62, 63 64, 65, 66, 78, 79, 80, 82, 84, 92, 93, 94, 95, 96, 98, 100, 101, 102, 112, 113,114,115,118, 120, 122, 127, 130, 131, 132, 133,144, 145, 146, 148,149, 152, 156, 158, 160, 164, 165, 166, 167, 168
Da pag. 4 a pag. 126
Comprendere che le parole Pagg. 15, 16, 23, 53, 83, 94, hanno diverse accezioni. 96, 101, 115, 164 Utilizzare il dizionario.
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Pagg 33, 38
Pagg. 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31
Programmazione
Traguardi di competenza
RIFLESSIONE SULLA LINGUA E GRAMMATICA Padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative all’organizzazione logico-sintattica della frase semplice, alle parti del discorso e ai principali connettivi. Riflette sui testi propri e altrui per cogliere le caratteristiche del lessico; riconosce che le diverse scelte linguistiche sono correlate alla varietà di situazioni comunicative.
Obiettivi d’apprendimento
Libro delle tematiche
Libro delle tipologie
Libro delle competenze
Conoscere e utilizzare le regole ortografiche.
Da pag. 4 a pag. 17 Da pag. 98 a pag. 107
Riconoscere le parti del discorso (morfologia).
Da pag. 32 a pag 87
Riconoscere le parti della frase (sintassi).
Da pag. 88 a pag. 97
Da pag. 18 a pag. 24
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Programmazione
Arte e immagine Competenze
Abilità
Osserva e descrive
Osservare un dipinto, una foto, un’illustrazione descrivendo gli elementi formali.
Conoscenze Libro delle tematiche I punti nell’arte: pagg. 39-40 Giochi di bambini: pag. 72 Giochi di illusione: pag. 73 Gli alberi nell’arte: pag. 107 Primo piano e sfondo: pag. 138 Il ritratto: pag. 172 L’autoritratto: pag. 175
Legge
Individuare le funzioni che l’immagine svolge, sia emotive che informative.
Il puntinismo: pagg. 40-42 Opere che ingannano: pag. 74 Le case nell’arte: pag. 139 La casa come in un film: pag. 140 Il ritratto: pag. 173
Produce
Esprimersi tramite produzioni di vario tipo, utilizzando tecniche e materiali diversi.
Lapbook: pagg. 10-11 Disegnare con i punti: pagg. 41-43 I colori complementari: pag. 75 Linee tra gli alberi: pag. 108 Disegnare alberi: pag. 109 Organizzare lo spazio: pag. 141 Disegnare un ritratto: pag. 174
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Programmazione
Italiano classe 5a Traguardi di competenza
Obiettivi d’apprendimento
PARLATO E ASCOLTO
Interagire in modo collaborativo in una conversazione, in una discussione, in un dialogo su L’allievo partecipa a scambi argomenti di esperienza diretta, comunicativi con compagni formulando domande, dando e insegnanti rispettando risposte e fornendo spiegazioni ed il turno e formulando esempi. messaggi chiari e pertinenti, in un registro il più possibile Cogliere in una discussione le adeguato alla situazione.. posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su un argomento in modo chiaro e pertinente. Raccontare esperienze personali o storie inventate organizzando il racconto in modo chiaro, rispettando l’ordine cronologico e logico e inserendo gli opportuni elementi descrittivi e informativi.
Libro delle tematiche
Libro delle tipologie
Libro delle competenze
Pagg 10-11- 1642-43- 56- 61- 63139-141-164-173183
Pagg 7- 10-11- 5661- 63- 90- 105114-115- 136- 139141- 164- 183
Pagg 16- 17- 1922- 23- 24- 27- 4446- 47- 50- 52- 5357- 58- 59- 64- 6778-79- 80- 88- 9394- 99- 101- 104107- 118- 128- 130131- 148-149- 150159- 169-
Organizzare un semplice discorso Pagg 117- 129- 184 Pagg 10- 16 orale su un tema affrontato in -17- 29 - 30 classe con un breve intervento 76- 84 preparato in precedenza o un’esposizione su un argomento di studio utilizzando una scaletta. Ascolta e comprende testi orali “diretti” o “trasmessi” dai media cogliendone il senso, le informazioni principali e lo scopo.
Comprendere il tema e le informazioni essenziali di un’esposizione (diretta o trasmessa); comprendere lo scopo e l’argomento di messaggi trasmessi dai media.
Da pag. 149 a pag. 160
Formulare domande precise e pertinenti di spiegazione e di approfondimento durante o dopo l’ascolto. Comprendere consegne e istruzioni per l’esecuzione di attività scolastiche ed extrascolastiche.
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Programmazione
Traguardi di competenza
LETTURA E COMPRENSIONE Legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui, ne individua il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi.
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Libro delle tematiche
Libro delle tipologie
Libro delle competenze
Usare, nella lettura di vari tipi di testo, opportune strategie per analizzare il contenuto; porsi domande all’inizio e durante la lettura del testo; cogliere indizi utili a risolvere i nodi della comprensione.
Pagg 34-35- 45- 46- 5567- 70-71- 106- 107109- 120-121- 122-123124-125-132-133- 142. 143- 157- 162- 166- 176177
Da pag 9 a pag 86
Da pag. 127 a pag. 144
Sfruttare le informazioni della titolazione, delle immagini e delle didascalie per farsi un’idea del testo che si intende leggere.
Pagg 26- 67- 70-71- 105109 -120-121- 122-123124-125-132-133-142- 143150- 163- 165- 168- 176177
Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza per scopi pratici o conoscitivi, applicando tecniche di supporto alla comprensione.
Pagg 23- 25- 34-35- 70-71- Pagg 18- 24- 3091-109- 117- 120-121-122- 36- 42-52-62-71123-124-125-132-133-142- 76-84 143- 157- 166
Seguire istruzioni scritte per realizzare prodotti, per regolare comportamenti, per svolgere un’attività, per realizzare un procedimento.
Pagg 9- 26- 32- 72- 133144- 170-171
Obiettivi d’apprendimento
Da pag. 127 a pag. 146
Programmazione
Traguardi di competenza
LETTURA E COMPRENSIONE Legge testi di vario genere facenti parte della letteratura per l’infanzia, sia a voce alta sia in lettura silenziosa e autonoma, e formula su di essi giudizi personali.
Utilizza abilità funzionali allo studio: individua nel testi scritti informazioni utili per l’apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione; le sintetizza, in funzione anche dell’esposizione orale; acquisisce un primo nucleo di terminologia specifica.
Libro delle tematiche
Libro delle tipologie
Libro delle competenze
Impiegare tecniche di lettura silenziosa e di lettura espressiva ad alta voce.
Da pag 6 a pag 183
Da pag 9 a pag 86
Da pag 127 a pag 146
Leggere testi narrativi e descrittivi, sia realistici sia fantastici, distinguendo l’invenzione letteraria dalla realtà.
Pagg 160- 175
Da pag 9 a pag 44
Da pag 127 a pag 146
Leggere testi letterari narrativi, in lingua italiana contemporanea, e semplici testi poetici cogliendone il senso, le caratteristiche formali, l’intenzione comunicativa dell’autore ed esprimendo un motivato parere personale.
Pagg 12- 13- 14- 15- 1718- 21- 22- 25- 29-3032- 44- 45- 51- 52- 5355- 56- 57- 58- 59- 6163- 64- 69- 81- 82-83- 8587- 88- 89- 93- 94- 9799- 100- 103-105- 106107- 116- 119- 128- 129130- 135- 137- 139- 140 - 141- 150- 152- 161- 165
Da pag 9 a pag 44
Leggere e confrontare informazioni provenienti da testi diversi per farsi un’idea di un argomento, per trovare spunti a partire dai quali parlare o scrivere.
Le emozioni: da pag 12 a pag 37
Emozioni: pagg 11-12-1315- 16- 22-2325- 31- 56- 6061
Obiettivi d’apprendimento
Da pag 56 a pag 64
Le domande: da pag 44 a pag 70 Gli altri intorno a me: da pag 80 a pag 110 Alimentazione e sport: da pag 116 a pag 144 Viaggiare: da pag 150 a pag 178
Da pag 127 a pag 146
Da pag 56 a pag 64
Le domande: pagg 47-53-5782- 85 Gli altri intorno a me: Pagg 10-48-5080 Alimentazione e sport: Pagg 21-66- 6781 Viaggiare: pagg 28-29- 3334-35-37- 6368-69
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Programmazione
Traguardi di competenza
SCRITTURA Scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di scrittura che la scuola offre; rielabora testi parafrasandoli e completandoli o trasformandoli.
LESSICO Comprende e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso; comprende e utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio.
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Libro delle tematiche
Libro delle tipologie
Raccogliere le idee, organizzarle per punti e pianificare la traccia di un racconto o di un’esperienza.
Pagg 65-
Pagg 88-89-97-
Produrre testi narrativi.
Pagg. 33-
Pagg 92-93-9495- 97-98- 99100-101- 102103-104-105-106107
Obiettivi d’apprendimento
Scrivere testi descrittivi.
Pag 116-117118-119-120121
Scrivere pagine di giornale.
Pag 124-125
Rielaborare testi, scrivere una parafrasi, scrivere un riassunto o elaborare testi originali.
Pagg 48-49- 65- 86- 173-
Pagg 108- 109110-111-
Scrivere testi informativi
Pagg 130
Pagg 122-123-
Scrivere poesie e filastrocche. Pagg 30
Pagg 112-113114-115-
Scrivere testi argomentativi e recensioni
Pagg 126- 127128
Produrre testi corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico, lessicale.
Pagg 65-
Comprendere e utilizzare in modo appropriato il lessico di base.
Pagg 54- 57- 62- 66- 6880- 84- 96- 102- 116- 118130- 132-
Arricchire il patrimonio lessicale.
Pagg 12-13- 19- 20- 26- 4950- 54- 60- 62- 96- 98- 101116- 120- 128- 134- 138151- 156-161-
Comprendere che le parole hanno diverse accezioni.
Pagg 12-13- 19- 28- 60- 80101- 138-
Utilizzare il dizionario.
Pagg 20- 24- 57-169-
Pagg 90-91-96-
Libro delle competenze
Da pag 4 a pag 126
Pagg 12- 14- 20- Pagg 19-2022- 28- 40- 5221 62- 63
Programmazione
Traguardi di competenza
RIFLESSIONE SULLA LINGUA E GRAMMATICA Padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative all’organizzazione logico-sintattica della frase semplice, alle parti del discorso e ai principali connettivi.
Obiettivi d’apprendimento
Libro delle tematiche
Libro delle tipologie
Libro delle competenze
Conoscere e utilizzare le regole ortografiche.
Da pag 4 a pag 9 Da pag 105 a pag 108
Riconoscere le parti del discorso (morfologia)
Da pag 22 a pag 82
Riconoscere le parti della frase (sintassi)
Da pag 83 a pag 104
Riflette sui testi propri e altrui per cogliere le caratteristiche del lessico; riconosce che le diverse scelte linguistiche sono correlate alla varietà di situazioni comunicative.
Da pag 10 a pag 18
Arte e immagine Conoscenze Libro delle tematiche
Competenze
Abilità
Osserva e descrive
Osservare un dipinto, una foto, un’illustrazione descrivendo gli elementi formali.
Luci e ombre: pag 73 La luce: pag 74 L’ombra: pag 75 Un mondo di simmetrie: pag 112
Legge
Individuare le funzioni che l’immagine svolge, sia emotive che informative.
Descrivere le emozioni pag 39 Il messaggio nel colore: pag 41 Luci e ombre nell’arte: pag 76 I colori naturali: pag 146 Un’opera spaziale: pag 180
Produce
Esprimersi tramite produzioni di vario tipo, utilizzando tecniche e materiali diversi.
I colori delle emozioni: pag 38 La ruota dei colori: pag 40 Disegnare le ombre: pag 77 Disegnare le simmetrie: pag 113 L’arte nel piatto: pag 145 Colori da sperimentare: pag 147 Cerchi: pag 181 Cerchi e quadrati: pag 182
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Guida alle competenze
Competenze e valutazione A cura di S. Giancamilli, E. Morbidelli, R. Pistelli, B. Rossi Prima di affrontare la lettura di questa guida prova a rispondere alle seguenti domande: • Sai quali sono state le leggi che hanno introdotto le competenze nella Scuola Primaria? • Conosci il rapporto che intercorre tra Indicazioni Nazionali e competenze? • Hai visionato il modello delle competenze allegato alla circolare ministeriale n. 3 del 2015? • Hai conoscenze in merito alla visione trifocale della valutazione introdotta da Pellerey? • Cosa sai in merito alle rubriche valutative e alla loro costruzione? • Hai mai realizzato un compito autentico? Ora prova a cercare tutte le nozioni che ti mancano!
Il lungo cammino delle competenze Quando si parla di “competenza” è difficile giungere a una definizione univoca, che possa concordare con ogni tipo di attività. “L’imprinting” della competenza nasce nell’ambiente professionale con il significato di “persona che sa fare bene il proprio lavoro”. La persona che sa agire con competenza, secondo Guy Le Boterf, è quella che è in grado di mobilitare, selezionare e combinare risorse in modo pertinente per gestire una situazione professionale. In ambito scolastico con il termine competenza si intende “la capacità di usare le conoscenze per affrontare problemi in situazioni non familiari”. Riguarda perciò la capacità di usare consapevolmente ed efficacemente le proprie risorse non solo per le prestazioni riproduttive scolastiche, ma per la soluzione di problemi in contesti di vita reali. La competenza non va intesa come somma di conoscenze e nemmeno come l’applicazione di abilità. La conoscenza immagazzinata dagli alunni, infatti, può far ottenere loro ottimi voti, ma difficilmente è utile per risolvere problemi non scolastici e non può essere utilizzata al di fuori di questo contesto. Il passaggio da una conoscenza “passiva”, detta anche “conoscenza inerte”, a una conoscenza “attiva” si ha quando si è in grado di risolvere problemi che richiedono l’applicazione dei concetti appresi, anche se questi sono posti in forme e contesti diversi da quelli prettamente scolastici. Per capire meglio questo concetto può essere d’aiuto un quesito proposto dai test Ocse-Pisa. Un carpentiere ha 32 metri di tavole di legno e vuole fare il recinto del giardino. Per il recinto prende in considerazione i seguenti progetti. Indica per ciascun progetto se è possibile realizzarlo con 32 metri di tavole. A
B
C
6m
10 m
6m
10 m
D 6m
6m
10 m
10 m
Il bambino diligente, che ha acquisito i saperi scolastici ma ha difficoltà a utilizzarli in contesti diversi da quelli abituali, farà fatica a risolvere il problema e si arrenderà prima di arrivare alla soluzione. Invece il bambino competente, che gestisce con maggiore flessibilità l’incontro tra il quesito proposto e i propri saperi, riuscirà a risolverlo, come mostra il seguente schema1. 1
Tratto da M. Castoldi, Valutare le competenze - Voci della scuola/2010, maggio 2010.
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Guida alle competenze
Allievo diligente
Allievo competente
Risorse
Conosce il concetto di somma e perimetro, Conosce il concetto di somma e perimetro, sa effettuare le somme sa effettuare le somme
Strutture di interpretazione
Si chiede: “quando abbiamo trattato queste Legge il problema come: “trasformare figure a scuola?” le figure irregolari in figure note”
Strutture di azione
Cerca, senza successo, di applicare una formula risolutiva nota
Trasforma le figure irregolari in figure note
Strutture di auto-regolazione
Rinuncia a risolvere il problema
Se la trasformazione non porta a una soluzione, cerca trasformazioni alternative
La didattica per competenze cerca di arrivare a questa capacità di mobilitazione mentale puntando a un apprendimento significativo, che porti al superamento dei problemi dettati dalla didattica trasmissiva tradizionale, la quale, oltre a generare sempre più estraniazione e rifiuto negli studenti, permette di valutare abilità e conoscenze, ma non competenze. Per aiutare lo sviluppo delle competenze bisogna: • offrire agli alunni nuove occasioni di apprendimento, attraverso una didattica più laboratoriale, dove l’alunno costruisce il proprio sapere; • applicare forme di valutazione innovative adatte a questa nuova ottica. Per giungere all’apprendimento significativo infine è necessario che la conoscenza: • sia il prodotto di una costruzione da parte del soggetto; • sia strettamente legata alle situazioni concrete in cui avviene l’apprendimento; • nasca dalla collaborazione sociale e dalla comunicazione interpersonale.
I documenti europei sulle competenze Per comprendere il cammino che ha portato a discutere anche in Italia di didattica per competenze è importante partire da alcuni documenti del Parlamento europeo che restano dei riferimenti normativi imprescindibili per il sistema scolastico italiano. Nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006, relativa alle competenze-chiave per l’apprendimento permanente (2006/962/CE), vengono indicate otto competenzechiave: 1. comunicazione nella madrelingua; 2. comunicazione nelle lingue straniere; 3. competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4. competenza digitale; 5. imparare ad imparare; 6. competenze sociali e civiche; 7. spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8. consapevolezza ed espressione culturale. A tali competenze si richiamano in modo esplicito le Indicazioni Nazionali quando affermano: “Il sistema scolastico italiano assume come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro delle competenze-chiave per l’apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea”. Nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 vengono esplicitate le definizioni di conoscenza, abilità e competenza a cui tutti i documenti successivi faranno riferimento:
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Guida alle competenze
• Le conoscenze sono il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze
sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative a un settore di lavoro o di studio. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche. • Le abilità indicano la capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l’uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti). • Le competenze sono la comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.
Quest’ultima definizione mette in evidenza due aspetti molto importanti dalla competenza e cioè la responsabilità e l’autonomia: la prestazione si considera competente quando è possibile dimostrarla in numerose e differenti situazioni operando con responsabilità e autonomia crescenti.
Le Indicazioni Nazionali 2012 Il più importante riferimento normativo italiano in cui si dà ragguaglio della didattica per competenze sono le Indicazioni Nazionali del settembre 2012. Le Indicazioni evidenziano le mete imprescindibili verso cui tendere e delineano i traguardi formativi da conseguire al completamento dei vari passaggi dell’istruzione primaria, a cui sono associate le competenze che gli alunni devono aver conseguito sia al termine della Scuola Primaria, sia al termine del Primo ciclo d’istruzione, e in seguito per tutto il cammino della formazione: tale processo non si esaurisce al termine del Primo ciclo di istruzione, ma prosegue con l’estensione dell’obbligo di istruzione nel ciclo secondario e oltre, in una prospettiva di educazione permanente, per tutto l’arco della vita. Nell’ambito del costante processo di elaborazione e verifica dei propri obiettivi e nell’attento confronto con gli altri sistemi scolastici europei, le Indicazioni Nazionali intendono promuovere e consolidare le competenze culturali basilari e irrinunciabili tese a sviluppare progressivamente, nel corso della vita, le competenze-chiave europee.
Nelle Indicazioni Nazionali viene esplicitato il profilo delle competenze che l’alunno è chiamato ad avere al termine del primo ciclo di istruzione:
• lo studente al termine del Primo ciclo, attraverso gli apprendimenti sviluppati a scuola, lo studio personale, le
esperienze educative vissute in famiglia e nella comunità, è in grado di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità le situazioni di vita tipiche della propria età, riflettendo ed esprimendo la propria personalità in tutte le sue dimensioni. • Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti, utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere se stesso e gli altri, per riconoscere ed apprezzare le diverse identità, le tradizioni culturali e religiose, in un’ottica di dialogo e di rispetto reciproco. Interpreta i sistemi simbolici e culturali della società, orienta le proprie scelte in modo consapevole, rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni e sensibilità. Si impegna per portare a compimento il lavoro iniziato da solo o insieme ad altri. • Dimostra una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere le proprie idee, di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni. • Nell’incontro con persone di diverse nazionalità è in grado di esprimersi a livello elementare in lingua inglese e di affrontare una comunicazione essenziale, in semplici situazioni di vita quotidiana, in una seconda lingua europea. • Utilizza la lingua inglese nell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. • Le sue conoscenze matematiche e scientifico-tecnologiche gli consentono di analizzare dati e fatti della realtà
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Guida alle competenze e di verificare l’attendibilità delle analisi quantitative e statistiche proposte da altri. Il possesso di un pensiero razionale gli consente di affrontare problemi e situazioni sulla base di elementi certi e di avere consapevolezza dei limiti delle affermazioni che riguardano questioni complesse che non si prestano a spiegazioni univoche. • Si orienta nello spazio e nel tempo dando espressione a curiosità e ricerca di senso; osserva ed interpreta ambienti, fatti, fenomeni e produzioni artistiche. • Ha buone competenze digitali, usa con consapevolezza le tecnologie della comunicazione per ricercare e analizzare dati ed informazioni, per distinguere informazioni attendibili da quelle che necessitano di approfondimento, di controllo e di verifica e per interagire con soggetti diversi nel mondo. • Possiede un patrimonio di conoscenze e nozioni di base ed è allo stesso tempo capace di ricercare e di procurarsi velocemente nuove informazioni ed impegnarsi in nuovi apprendimenti anche in modo autonomo. • Ha cura e rispetto di sé, come presupposto di un sano e corretto stile di vita. Assimila il senso e la necessità del rispetto della convivenza civile. Ha attenzione per le funzioni pubbliche alle quali partecipa nelle diverse forme in cui questo può avvenire: momenti educativi formali e non formali, esposizione pubblica del proprio lavoro, occasioni rituali nelle comunità che frequenta, azioni di solidarietà, manifestazioni sportive non agonistiche, volontariato, ecc. • Dimostra originalità e spirito di iniziativa. Si assume le proprie responsabilità e chiede aiuto quando si trova in difficoltà e sa fornire aiuto a chi lo chiede. • In relazione alle proprie potenzialità e al proprio talento si impegna in campi espressivi, motori ed artistici che gli sono congeniali. È disposto ad analizzare se stesso e a misurarsi con le novità e gli imprevisti.
Il conseguimento delle competenze nel profilo costituisce l’obiettivo generale del sistema educativo e formativo italiano. Ciò significa che la didattica deve essere tutta orientata al rilevamento e alla valutazione di queste competenze. Come raggiungere gli obiettivi prefissati dal profilo? All’interno del documento vengono fissati i traguardi per lo sviluppo delle competenze relativi ai campi di esperienza e a ciascuna disciplina al termine della Scuola dell’Infanzia, della Scuola Primaria e della Scuola secondaria di primo grado.
Profilo delle competenze
Traguardi
I traguardi vengono raggiunti attraverso l’acquisizione di obiettivi di apprendimento. Gli obiettivi di apprendimento, suddivisi in nuclei tematici, individuano i contenuti da sviluppare e le strategie di insegnamento da adottare.
Obiettivi
I traguardi, gli obiettivi di apprendimento, i contenuti e le strategie di insegnamento non sono componenti standardizzate ma ogni scuola, attraverso l’elaborazione di un proprio curricolo, stabilisce cosa inserire e come raggiungere quanto inserito.
Contenuti e strategie
La circolare ministeriale n.3 del febbraio 2015 La nozione di competenza, insieme alla procedura della sua certificazione, entra a far parte del lessico scolastico italiano verso la fine degli anni ’90. Di competenze si parla per la prima volta, ma al di fuori del primo ciclo, nella legge 425 del ’97, che istituisce il nuovo esame di stato al termine della Scuola secondaria superiore. Nella Scuola Primaria e Secondaria di primo grado l’esigenza di una certificazione delle competenze viene introdotta dalla legge 59 del 2004, ma in essa si rimanda alle scuole l’elaborazione di un proprio modello di certificazione. Già nelle Indicazioni del 2012 si leggeva: La scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste nel profilo dello studente al termine del primo ciclo, fondamentali per la crescita personale e per la partecipazione sociale, e che saranno oggetto di certificazione... Solo a seguito di una regolare osservazione, documentazione e valutazione delle competenze
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Guida alle competenze è possibile la loro certificazione, al termine della Scuola Primaria e della Scuola secondaria di primo grado, attraverso dei modelli che verranno adottati a livello nazionale.
Alle Indicazioni Nazionali del 2012 è seguita la Circolare Ministeriale n. 3 del febbraio 2015 in merito all’ Adozione sperimentale dei nuovi modelli nazionali di certificazione delle competenze nelle scuole del Primo ciclo di istruzione accompagnata dalle corrispondenti Linee Guida. Nella Circolare si ribadisce: La certificazione delle competenze assume, nelle scuole del Primo ciclo, una prevalente funzione educativa, di attestazione delle competenze in fase di acquisizione, capace di accompagnare le tappe più significative (quinta classe primaria, terza classe secondaria di primo grado per i soli alunni che superano l’esame di Stato) di un percorso formativo di base.
L’esigenza di una certificazione delle competenze si lega a due aspetti:
• un aspetto legale: valutare gli apprendimenti e certificare le competenze acquisite da un allievo rappresenta un compito essenziale per ogni struttura scolastica e formativa. Non solo perché la valutazione è un atto indispensabile per “regolare” il rapporto tra insegnamento e apprendimento, ma perché essa assolve a un preciso impegno giuridico, che è quello di attestare gli esiti di un percorso di istruzione o di formazione; • un aspetto comunicativo: è necessaria una più esplicita e analitica attestazione di abilità, conoscenze e competenze effettivamente acquisite dai soggetti nei loro percorsi di formazione. Infatti è estremamente difficile comparare i voti numerici forniti dalle diverse scuole, soprattutto perché i voti non si riferiscono a standard di riferimento condiviso e rendono difficile la comprensione del livello di apprendimento raggiunto. Dunque è necessario comunicare la valutazione con modalità più esplicative, capaci di chiarire con più immediatezza i livelli di padronanza raggiunti. D’altra parte la certificazione nasce per far dialogare i sistemi, in un’ottica di maggiore flessibilità e personalizzazione dei percorsi. Da qui l’esigenza di una certificazione delle competenze che scavalchi i confini nazionali in un’ottica europea. Nella CM del febbraio 2015 viene fornito questo modello per la certificazione. Profilo delle competenze
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Competenze chiave
Discipline coinvolte
Ha una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di comprendere enunciati, di raccontare le proprie esperienze e di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni. È in grado di esprimersi a livello elementare in lingua inglese e di affrontare una comunicazione essenziale in semplici situazioni di vita quotidiana. Utilizza le sue conoscenze matematiche e scientifico-tecnologiche per trovare e giustificare soluzioni a problemi reali.
Comunicazione nella madrelingua o lingua di istruzione.
Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ...................................................
Comunicazione nelle lingue straniere.
Usa le tecnologie in contesti comunicativi concreti per ricercare dati e informazioni e per interagire con soggetti diversi.
Competenze digitali.
Si orienta nello spazio e nel tempo; osserva, descrive e attribuisce significato ad ambienti, fatti, fenomeni e produzioni artistiche.
Imparare ad imparare. Consapevolezza ed espressione culturale.
Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ................................................... Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ................................................... Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ................................................... Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ...................................................
Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia.
Livello
Guida alle competenze
Profilo delle competenze
Competenze chiave
Possiede un patrimonio di conoscenze e nozioni di base ed è in grado di ricercare ed organizzare nuove informazioni.
Imparare ad imparare.
Utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere se stesso e gli altri, per riconoscere le diverse identità, le tradizioni culturali e religiose, in un’ottica di dialogo e di rispetto reciproco. In relazione alle proprie potenzialità e al proprio talento si esprime negli ambiti motori, artistici e musicali che gli sono congeniali. Dimostra originalità e spirito di iniziativa. È in grado di realizzare semplici progetti.
Consapevolezza ed espressione culturale.
Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti. 10 Si impegna per portare a compimento il lavoro iniziato da solo o insieme ad altri. Rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune. 11 Si assume le proprie responsabilità, chiede aiuto quando si trova in difficoltà e sa fornire aiuto a chi lo chiede. Ha cura e rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente come presupposto di un 12 sano e corretto stile di vita.
Imparare ad imparare. Competenze sociali e civiche.
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Consapevolezza ed espressione culturale.
Spirito di iniziativa e imprenditorialità.
Competenze sociali e civiche.
Competenze sociali e civiche.
Discipline coinvolte
Livello
Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ................................................... Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ................................................... Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ................................................... Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ................................................... Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ................................................... Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ...................................................
Tutte le discipline, con particolare riferimento a: ............................................. ...................................................
L’alunno/a ha inoltre mostrato significative competenze nello svolgimento di attività scolastiche e/o 13 extrascolastiche, relativamente a: .................................................................................................................................................................... .............................................................................................................................................................................................................................................
Le competenze vengono valutate con una scala di progressione su quattro livelli descritti nel modo seguente: • avanzato: l’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli; • intermedio: l’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite; • base: l’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese; • iniziale: l’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note. La mancanza di un livello negativo, come ribadisce la stessa Circolare, attesta la funzione “pro-attiva” di una certificazione in progressi delle competenze che, nell’arco della scuola dell’obbligo, sono in fase di acquisizione. Come si evince da una prima lettura, il documento, pur richiamando in maniera esplicita le otto competenze-
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Guida alle competenze
chiave europee, prevede dodici competenze, non otto. Per questo motivo la correlazione tra il documento italiano e i richiami europei a volte è difficile e confusionaria, nonostante il tentativo di ricongiunzione provato. Questa difficoltà è emersa già dal primo anno di sperimentazione delle certificazioni. È interessante osservare come la declinazione delle dodici competenze ricalca fedelmente il profilo delle competenze al termine del Primo ciclo di istruzione delineato nelle Indicazioni Nazionali del 2012, con qualche leggera modifica dettata dalla necessità di adattare il profilo agli alunni di quinta elementare. Certificazione delle competenze Circolare Ministeriale Ha una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di comprendere enunciati, di raccontare le proprie esperienze e di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni. È in grado di esprimersi a livello elementare in lingua inglese e di affrontare una comunicazione essenziale in semplici situazioni di vita quotidiana.
Profilo delle competenze Indicazioni Nazionali 2012 Dimostra una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere le proprie idee, di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni. Nell’incontro con persone di diverse nazionalità è in grado di esprimersi a livello elementare in lingua inglese e di affrontare una comunicazione essenziale, in semplici situazioni di vita quotidiana, in una seconda lingua europea. Utilizza le sue conoscenze matematiche e scientificoLe sue conoscenze matematiche e scientificotecnologiche per trovare e giustificare soluzioni a tecnologiche gli consentono di analizzare dati e fatti problemi reali. della realtà e di verificare l’attendibilità delle analisi quantitative e statistiche proposte da altri. Usa le tecnologie in contesti comunicativi concreti Ha buone competenze digitali, usa con consapevolezza per ricercare dati e informazioni e per interagire con le tecnologie della comunicazione per ricercare soggetti diversi. e analizzare dati ed informazioni, per distinguere informazioni attendibili da quelle che necessitano di approfondimento, di controllo e di verifica e per interagire con soggetti diversi nel mondo. Si orienta nello spazio e nel tempo; osserva, descrive Si orienta nello spazio e nel tempo dando espressione e attribuisce significato ad ambienti, fatti, fenomeni e a curiosità e ricerca di senso; osserva ed interpreta produzioni artistiche. ambienti, fatti, fenomeni e produzioni artistiche. Possiede un patrimonio di conoscenze e nozioni di Possiede un patrimonio di conoscenze e nozioni di base base ed è in grado di ricercare ed organizzare nuove ed è allo stesso tempo capace di ricercare e di procurarsi informazioni. velocemente nuove informazioni ed impegnarsi in nuovi apprendimenti anche in modo autonomo. Utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere Utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere se se stesso e gli altri, per riconoscere le diverse identità, le stesso e gli altri, per riconoscere ed apprezzare le diverse tradizioni culturali e religiose, in un’ottica di dialogo e di identità, le tradizioni culturali e religiose, in un’ottica di rispetto reciproco. dialogo e di rispetto reciproco. In relazione alle proprie potenzialità e al proprio talento In relazione alle proprie potenzialità e al proprio talento si esprime negli ambiti motori, artistici e musicali che gli si impegna in campi espressivi, motori ed artistici che gli sono congeniali. sono congeniali. È disposto ad analizzare se stesso e a misurarsi con le novità e gli imprevisti. Dimostra originalità e spirito di iniziativa. È in grado di Dimostra originalità e spirito di iniziativa. realizzare semplici progetti. Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri propri limiti. limiti. Si impegna per portare a compimento il lavoro iniziato Si impegna per portare a compimento il lavoro iniziato da solo o insieme ad altri. da solo o insieme ad altri.
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Guida alle competenze Certificazione delle competenze Circolare Ministeriale Rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune. Si assume le proprie responsabilità, chiede aiuto quando si trova in difficoltà e sa fornire aiuto a chi lo chiede. Ha cura e rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente come presupposto di un sano e corretto stile di vita.
Profilo delle competenze Indicazioni Nazionali 2012 Rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni e sensibilità. Si assume le proprie responsabilità e chiede aiuto quando si trova in difficoltà e sa fornire aiuto a chi lo chiede. Ha cura e rispetto di sé, come presupposto di un sano e corretto stile di vita. Assimila il senso e la necessità del rispetto della convivenza civile. Ha attenzione per le funzioni pubbliche alle quali partecipa nelle diverse forme in cui questo può avvenire: momenti educativi informali e non formali, esposizione pubblica del proprio lavoro, occasioni rituali nelle comunità che frequenta, azioni di solidarietà, manifestazioni sportive non agonistiche, volontariato, ecc.
Come nelle Indicazioni del 2012 non viene dato un Curricolo unico e già pronto, così con questa circolare per la valutazione delle competenze non viene precisato un processo standardizzato, ma ogni scuola, dopo aver formalizzato il proprio curricolo, deve definire la propria strategia di valutazione; avendo come unico fattore da tener presente le dodici competenze chiave presentate. Le linee guida che accompagnano la circolare ribadiscono ulteriormente la rivoluzione didattica apportata dalla nuova prospettiva delle competenze, che pone al centro la totalità della persona, in tutta la sua complessità. Questo concetto era già stato espresso dalle Indicazioni Nazionali: Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato.
In questo contesto la certificazione, come si legge nelle Linee guida, “non costituisce un mero adempimento burocratico, ma va colta come occasione per ripensare l’intera prassi didattica e valutativa al fine di spostare sempre più l’attenzione sulla maturazione di competenze efficaci che possano sostenere l’alunno nel proseguimento dei suoi studi e nella vita adulta”. Per attuare questo tipo di didattica le linee guida parlano della necessità di una classe docente rinnovata: “progettare l’attività didattica in funzione delle competenze e della loro certificazione richiede una professionalità docente rinnovata e attenta alle domande, anche e soprattutto implicite, che possono venire dagli alunni”. Ovviamente per giungere a dei risultati soddisfacenti i docenti devono poter cogliere appieno il significato di competenza e gli strumenti che possono mettere in atto per valutarla.
La complessità della competenza Prima di poter parlare della valutazione delle competenze è necessario avere molto chiaro che cosa si intenda con la parola “competenza”, usando questa parola in tutta la sua complessità. A tal proposito ci può venire incontro la metafora dell’iceberg delle competenze elaborato dagli Spencer2.
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VISIBILE NASCOSTO
Abilità Conoscenze Atteggiamenti Valori Attitudini Motivazione Immagine di sé
Tratto da L. M. Spencer e S. M. Spencer, Competence at Work: models for superior performance, Wiley, 1993
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Guida alle competenze
Nella parte che emerge, più facile da valutare, ci sono le abilità e le conoscenze. Finora la valutazione tradizionale si è soffermata all’analisi di queste due componenti. Tuttavia la competenza è formata da altre variabili di più difficile valutazione, che costituiscono la “parte nascosta” dell’iceberg, comprendente atteggiamenti, valori, attitudini, motivazioni, immagine di sé. Come poter valutare questi aspetti più nascosti ma determinanti per la vita e la crescita degli alunni? Evidentemente soffermarsi su questi aspetti rende la valutazione delle competenze lunga e complessa. Come affermano le Linee Guida della Circolare: Per valutare competenze non si possono usare gli stessi strumenti che si usano per valutare le conoscenze e le abilità, se l’oggetto da valutare è complesso altrettanto complesso sarà il processo di valutazione che non si può esaurire in un momento circoscritto e isolato, ma deve prolungarsi nel tempo attraverso una sistematica osservazione degli alunni. [...] La certificazione delle competenze, che accompagna il documento di valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli alunni, rappresenta un atto educativo legato ad un processo di lunga durata e aggiunge informazioni utili in senso qualitativo in quanto descrive i risultati del processo formativo, quinquennale e triennale, anche in vista della ulteriore certificazione delle competenze al termine dell’obbligo di istruzione del secondo ciclo.
Per poter valutare le competenze in modo efficace è necessario un adeguamento delle tre operazioni che sostanziano l’insegnamento: progettazione, attività didattica in classe e valutazione. Si legge sempre nelle Linee Guida: La progettazione deve partire dai traguardi per lo sviluppo delle competenze, dichiarati «prescrittivi» dalle Indicazioni, e dagli obiettivi di apprendimento previsti per ciascuna disciplina. L’azione didattica non può limitarsi ad una prospettiva limitatamente disciplinare; i contenuti, proprio per abituare gli alunni a risolvere situazioni problematiche complesse e inedite, devono essere caratterizzati da maggiore trasversalità ed essere soggetti ad un’azione di ristrutturazione continua da parte dei ragazzi, facendo ricorso anche a modalità di apprendimento cooperativo e laboratoriale, capaci di trasformare la classe in una piccola comunità di apprendimento. Infine, per giungere alla certificazione delle competenze bisogna prima di tutto valutarle. Per valutare le competenze, però, non si possono utilizzare gli strumenti comunemente usati per la rilevazione delle conoscenze.
Valutare le competenze non significa, come a volte si pensa erroneamente, mettere in secondo piano le conoscenze. Lo affermano chiaramente le Linee Guida: Spostare l’attenzione sulle competenze non significa in alcun modo trascurare il ruolo determinante che tutti i più tradizionali risultati di apprendimento, oggi identificati principalmente nelle conoscenze e nelle abilità, svolgono in funzione di esse. Non è infatti pensabile che si possano formare delle competenze in assenza di un solido bagaglio di contenuti e di saperi disciplinari. La competenza costituisce il livello di uso consapevole e appropriato di tutti gli oggetti di apprendimento, ai quali si applica con effetti elaborativi, metacognitivi e motivazionali.
Vista la natura polimorfa della competenza e la compresenza di molteplici componenti che l’alunno deve mobilitare per raggiungere un traguardo, per valutare la competenza bisogna attivare e combinare tra loro più prospettive di analisi che ci restituiscono un’immagine completa della competenza del soggetto. Per rispondere a questo difficile compito ci può venire in aiuto la prospettiva trifocale rielaborata da Castoldi su una proposta di Pellerey. Questa prospettiva prende in considerazione un triangolo di osservazione il cui baricentro è l’idea stessa di competenza e sui cui vertici ci sono tre prospettive di osservazione: una dimensione oggettiva, una dimensione soggettiva e una dimensione intersoggettiva.
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Guida alle competenze
SOGGETTIVA
Significati personali ISTANZA AUTOVALUTATIVA
INTERSOGGETTIVA IDEA DI COMPETENZA
Sistema di attese ISTANZA SOCIALE
OGGETTIVA
Evidenze osservabili ISTANZA EMPIRICA La dimensione oggettiva si riferisce a quegli indicatori di competenza che possono essere individuati, rilevati, validati ed eventualmente certificati. La dimensione soggettiva si riferisce a come il soggetto vive la sua esperienza di apprendimento e soprattutto la sua adeguatezza o meno nell’affrontarlo. Implica un’autovalutazione della propria esperienza di apprendimento. La dimensione intersoggettiva si riferisce al sistema di attese e ai criteri di giudizio del sistema sociale o delle persone del contesto sociale nel quale l’azione viene esplicata. La prospettiva trifocale richiede strumenti di analisi differenti, da integrare in un unico percorso valutativo. Ciascuna prospettiva si serve di dispositivi appropriati. La dimensione oggettiva vuole rispondere alla domanda “cosa so fare?” Per rispondere a questa domanda ci si serve dei compiti autentici, delle prove di verifica, dei compiti di prestazione, ossia di attività opportunamente selezionate che consentono l’analisi della prestazione. La dimensione soggettiva vuole rispondere alla domanda “come mi vedo?” Appartengono a questo campo le strategie autovalutative come la documentazione, il diario di bordo, il resoconto verbale, la riflessione critica, l’autovalutazione. La dimensione intersoggettiva vuole rispondere alla domanda “come mi vedono?” Appartengono a questo settore tutte le modalità osservative e di valutazione tra pari, le valutazione dell’alunnotutor, i protocolli osservativi e le osservazioni “sul campo”. L’osservazione continua dell’insegnante assume un ruolo fondamentale nella documentazione delle competenze, come affermano le Linee Guida: La competenza è rilevabile non solo nel prodotto finale che l’alunno realizza, ma occorre tenere presente tutto il processo che ha condotto alla sua concretizzazione. Ecco perché non basta predisporre compiti autentici, ma occorre anche effettuare osservazioni sistematiche che permettano di prendere in esame anche questi indicatori di competenza: – autonomia: è capace di reperire da solo strumenti o materiali necessari e di usarli in modo efficace; – relazione: interagisce con i compagni, sa esprimere e infondere fiducia, sa creare un clima propositivo; – partecipazione: collabora, formula richieste di aiuto, offre il proprio contributo; – responsabilità: rispetta i temi assegnati e le fasi previste del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta; – flessibilità: reagisce a situazioni o esigenze non previste con proposte divergenti, con soluzioni funzionali, con utilizzo originale di materiali, ecc.; – consapevolezza: è consapevole degli effetti delle sue scelte e delle sue azioni.
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Guida alle competenze
Attraverso tutti questi strumenti, che vengono presentati in modo più articolato nel glossario specifico che si trova in fondo alla guida, è possibile arrivare a una valutazione autentica, il cui scopo non è quello di classificare gli alunni, ma di offrire lo stimolo a migliorare la propria prestazione, evitando il confronto con gli altri e trovando fattori d’interesse nella realtà delle prove. In conclusione, mentre la didattica tradizionale può seguire un programma preciso, quella per competenze deve seguire il processo, facendo attenzione a come si sviluppa l’apprendimento dell’alunno.
Le rubriche valutative Prima di analizzare nello specifico i diversi strumenti di cui dispone l’insegnante per giungere alla valutazione autentica, è bene soffermarsi sulle rubriche valutative, lo strumento cardine di questo nuovo tipo di valutazione. La rubrica “consiste in una scala di punteggi prefissati e in una lista di criteri che descrivono le caratteristiche di ogni punteggio della scala”.3 Si sviluppa nell’ambito delle prestazioni e consente la rilevazione degli esiti formativi conseguiti, dei processi attivati e del grado di motivazione. Permette di valutare una prestazione sotto i profili cognitivo, metacognitivo, emotivo e relazionale.
Come si costruiscono le rubriche Per costruire una rubrica valutativa inizialmente si decidono quali sono le dimensioni, ossia i riferimenti a cui è indirizzata l’azione valutativa. Si cerca cioè di considerare nel modo più esaustivo possibile l’insieme degli aspetti che compongono la competenza e se ne sceglie uno. Ad esempio se si vuole valutare la competenza del “saper scrivere” si può scegliere la dimensione linguistica (aspetto ortografico, grammaticale) o quella motoria (aspetto del tratto grafico) o quella sociale (aspetto dell’uso e funzione della lingua). Si indicano poi i criteri, ossia gli aspetti che caratterizzano la prestazione. Essi determinano le condizioni da soddisfare per avere successo nella padronanza della competenza. Ad esempio nella rubrica “Saper scrivere” i criteri che possono essere soddisfatti nella dimensione “linguistica” sono: “aspetto ortografico”, “aspetto grammaticale”, “corrispondenza fonema grafema” ecc. Altro elemento costitutivo della rubrica è la definizione di una scala di valori, in base alla quale i criteri sono più o meno soddisfatti. Si determinano così i livelli di padronanza della competenza nello svolgimento del compito autentico. Ciascun livello va descritto specificando con chiarezza gli indicatori per valutare gradualità e differenze delle prestazioni e deve fornire elementi concreti e osservabili per orientare la valutazione. Infine, siccome ogni compito implica conoscenze e abilità pregresse, sarebbe opportuno indicare le risorse cognitive implicate. Nella rubrica valutativa presentata di seguito si vuole rilevare la qualità nella partecipazione al lavoro di gruppo. Si è scelta innanzitutto come dimensione quella del lavoro comune. Si sono decisi i criteri che si vogliono indagare (nella tabella esplicitati nella prima colonna) e si è deciso di utilizzare quattro livelli (iniziale, base, intermedio, avanzato). Attraverso gli indicatori si è descritto il più oggettivamente possibile le caratteristiche di ogni livello.
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J. McTighe - S. Ferrara, Performance-based assessment in the classroom: A planning framework, in R.E. Blum-J.A. Arter (eds), A handbook for student performance assessment in an era of restructuring, Alexandria, Association for Supervision and Curriculum Development, 1996, p. 8.
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Guida alle competenze
dimensione
criteri
livelli
IL LAVORO COMUNE AVANZATO
Svolge pienamente la propria parte e Contributo personale anche di più.
INTERMEDIO
indicatori BASE
INIZIALE
Svolge in modo pienamente adeguato la propria parte del lavoro.
Svolge il lavoro in modo adeguato.
Partecipazione
Prende l’iniziativa nell’aiutare il gruppo a organizzarsi.
Lavora in accordo con gli altri membri del gruppo.
È convinto a Partecipa partecipare dagli altri passivamente membri del gruppo. al lavoro.
Comunicazione
Fornisce molte idee per lo sviluppo del lavoro di gruppo.
Partecipa alla discussione dell’argomento.
Ascolta gli altri, in rare Raramente si dimostra occasioni suggerisce interessato delle cose. all’argomento.
Assiste gli altri compagni di gruppo.
Offre incoraggiamento agli altri.
È preoccupato del proprio lavoro.
Atteggiamento
Svolge parzialmente il proprio lavoro.
Assume un atteggiamento da annoiato durante il lavoro.
I compiti autentici o compiti di realtà È ormai condiviso a livello teorico come la competenza si possa accertare facendo ricorso ai così detti compiti autentici, perciò questa nuova realtà deve entrare a far parte della didattica quotidiana di ogni docente. Il compito autentico è una normale attività della vita reale in cui si utilizzano tutte le capacità acquisite e la creatività per risolvere un problema vero. Gli alunni lavorano in gruppo, ricercano informazioni, le analizzano, le studiano, le valutano, risolvono problemi, utilizzano le conoscenze che possiedono e ne sviluppano di nuove e necessarie per svolgere il compito. Per progettare un compito autentico è sufficiente pensare a un problema reale da risolvere, a un’attività che potrebbe accadere nella realtà. Il pieno coinvolgimento di tutti gli alunni e il loro sentirsi protagonisti, sono gli ingredienti più importanti per una positiva realizzazione del compito autentico. Nella progettazione dei compiti autentici bisogna fare attenzione a non considerare l’abilità come sinonimo di competenza. L’abilità infatti è la capacità di svolgere semplici attività che sono delimitate nella durata e circoscritte nello scopo, mentre la competenza è l’esecuzione di un’attività complessa che richiede, come già detto, risorse cognitive, conoscitive e personali da poter combinare in modi e tempi diversi.
Quali sono le principali caratteristiche di un compito autentico? – Propone “compiti” che ci si trova ad affrontare nella realtà, quindi non è un esercizio scolastico. – Pone problemi aperti a molteplici interpretazioni e soluzioni. – Offre l’occasione di esaminare i problemi da diverse prospettive teoriche e pratiche. In questo modo gli alunni possono risolvere il problema percorrendo molteplici percorsi e diventando capaci di selezionare le informazioni rilevanti e più utili, tralasciando quelle superflue o meno significative, giungendo a soluzioni originali. – È complesso, pertanto richiede tempo: ore, giorni o settimane. – Presenta l’occasione di collaborare, perché può proporre attività da svolgere in gruppo.
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Guida alle competenze
– Può essere interdisciplinare, in questo modo permette agli alunni di sviluppare esperienze in molti settori e di assumere ruoli diversi. – Termina con un prodotto che è completo, autosufficiente e ben inserito nella realtà.
Come progettare un compito autentico? Di seguito si mostrano due metodi di sviluppo di un compito autentico, ma sono solo esempi in quanto ogni compito autentico è “personalizzato” dall’insegnante: con le stesse premesse e con le stesse regole ogni docente infatti può realizzare un compito diverso e personale, pensato in base alle proprie conoscenze e ai propri alunni. Primo metodo Secondo questo metodo, proposto da Mario Castoldi4, per progettare un compito autentico bisogna partire innanzitutto col decidere quale competenza si vuole verificare e costruire una rubrica valutativa che renda chiaro al docente cosa e come valutare. Come si costruisce nello specifico un compito autentico? 1. Si parte da un problema reale, ovvero da una situazione che richieda allo studente di mobilitare le proprie risorse per trovare delle soluzioni. Si parla poi di problemi complessi e aperti che contengano una dimensione di sfida in rapporto a conoscenze ed esperienze possedute e che si prestino a differenti modalità di soluzione. 2. Lo studente deve strutturare il problema in base a concetti disciplinari. 3. Si formalizza poi il problema in termini disciplinari: si traspone la situazione di realtà in un linguaggio disciplinare. 4. Si risolve il problema con gli strumenti della disciplina o delle discipline. 5. Si traspone la soluzione formale in rapporto alla situazione reale. Mario Castoldi esemplifica questo concetto prendendo ad esempio alcuni quesiti proposti dalle Prove Invalsi. Nell’anno scolastico 2011-2012 alle classi prime della scuola secondaria di primo grado, tra gli altri, è stato proposto questo quesito. Lucia esce da casa sua, va a comprare il pane per la nonna e glielo porta a casa. Al ritorno, fa un’altra strada e si ferma prima dal fruttivendolo e poi in pescheria per fare alcuni acquisti per la mamma. Nella mappa in figura sono rappresentati i percorsi fatti da Lucia per andare e tornare da casa sua a casa della nonna. Fa più strada all’andata o al ritorno? Perché? FRUTTIVENDOLO
CASA NONNA
PERCORSO DI ANDATA PANETTIERE
PESCHERIA
CASA LUCIA
4
M. Castoldi, Valutare e certificare le competenze, Roma, Carocci, 2016
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PERCORSO DI RITORNO
Guida alle competenze
• Il problema parte evidentemente da una situazione reale. • Lo studente per risolverlo deve strutturarlo in base a concetti disciplinari già noti: il percorso di andata è costituito da due lati del parallelogramma + l’ipotenusa di un triangolo rettangolo mentre il percorso del ritorno da due lati del parallelogramma + 2 cateti del triangolo rettangolo. • A questo punto il problema può essere formulato in termini disciplinari: in un triangolo rettangolo è più lunga l’ipotenusa o la somma dei cateti? • L’alunno può risolvere il problema in termini matematici: in un triangolo la lunghezza del lato è minore della somma degli altri due. • L’alunno può trasporre la sua risposta in un contesto reale. Secondo metodo5 Un compito autentico può essere sviluppato in tre fasi: 1. Si propone un compito autentico molto complesso che può essere disciplinare o interdisciplinare e che implica la combinazione di un numero significativo di procedure. Si chiede all’alunno di svolgerlo senza intervenire, lasciando a disposizione un tempo prestabilito. Allo scadere del tempo si raccolgono i materiali elaborati. 2. Lo stesso compito complesso viene suddiviso e scomposto in compiti elementari in cui le consegne sono esplicite e sono presentate nell’ordine in cui devono essere risolte. Compito dell’alunno è trovare le procedure corrette per risolverli. 3. Si presentano una serie di compiti semplici e decontestualizzati, le cui consegne mirano a risolvere il compito autentico definito nella fase uno. Vengono però questa volta esplicitate anche le procedure da seguire (scrivere delle parole, effettuare operazioni matematiche ecc.). La prima fase è la più importante perché prevede che l’alunno si metta in gioco e non è richiesto l’intervento dell’insegnante con eventuali suggerimenti o risposte. Nella seconda e terza fase si tende a procedere con interventi dell’insegnante che facilita lo svolgimento delle richieste. Ecco un esempio di compito autentico realizzato nella scuola primaria “Crocioni” di Ostra (An) all’interno del corso di formazione “Progettare e valutare per competenze”. TITOLO
5
QUESTO BANCO QUA... DEVI METTERLO LÀ
Competenze attese
L’alunno utilizza le sue conoscenze matematiche e scientifico-tecnologiche per trovare e giustificare soluzioni a problemi reali. Dimostra originalità e spirito di iniziativa, è in grado di realizzare semplici oggetti. Rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune.
Abilità e conoscenze
Abilità Partecipare attivamente al lavoro del gruppo. Riprodurre mediante una scala l’aula. Utilizzare correttamente l’unità di misura. Conoscenze Le principali caratteristiche del rettangolo. Introduzione intuitiva al concetto di perimetro e area.
Classe
Classe terza
Insegnanti
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Consegna operativa
La vostra compagna disabile deve potersi spostare autonomamente con la carrozzina. È necessario ripensare alla sistemazione degli arredi dell’aula per farla muovere meglio.
Prodotto atteso
Riproduzione in scala dell’aula come è ora e della nuova disposizione. Realizzazione di un plastico.
Proposto dalla dottoressa Silvia Fioretti dell’ Università degli Studi di Urbino, autrice del volume Laboratorio e competenze. Basi pedagogiche e metodologie didattiche, pubblicato da Franco Angeli nel 2010.
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Guida alle competenze
TITOLO
QUESTO BANCO QUA... DEVI METTERLO LÀ
Fasi di lavoro
Compito I Gli alunni hanno: inventariato gli arredi della classe; riprodotto la sistemazione attuale su un foglio protocollo a quadretti (primo problema: ogni alunno ha disegnato la pianta dell’aula senza tener conto delle dimensioni, elaborando così piante diverse). Compito II Gli alunni hanno riflettuto (con domande guida) sull’elaborato precedente e sono giunti alla conclusione che è necessario: individuare la forma della classe; individuare un’unità di misura (un bambino ha proposto come u.d.m. una mattonella); Con la nuova u.d.m. calcolare la lunghezza e la larghezza dell’aula e degli arredi (ridurre in scala: una mattonella equivale a due quadretti da un centimetro). Compito III Disegnare la piantina con le misure standard scelte dagli alunni, sistemando gli arredi nel miglior modo possibile per risolvere il compito autentico. Gli alunni hanno inoltre proposto di realizzare un piccolo plastico dell’aula. Si è aperta una grande discussione e sono giunti alla conclusione che per fare il plastico era necessario trovare del materiale che meglio rappresentasse gli arredi. Alcuni hanno proposto di utilizzare i regoli: regolo rosso da 2 cm per il banco singolo; regolo verde da 3 cm per il banco doppio...
Risorse a disposizione
Fogli a quadretti, riga e squadra.
Valutazione CRITERI SOGGETTI A VALUTAZIONE Compito I
Partecipazione al lavoro del gruppo. Riproduzione dell’aula.
Compito II
Riconoscere le caratteristiche del rettangolo (aula). Riproduzione del rettangolo dell’aula. Utilizzo dell’unità di misura. Calcolo delle misure reali dell’aula e di quelle in scala.
Compito III
Riproduzione della nuova sistemazione dell’aula.
Rubrica compito I criteri
livelli
Partecipazione al lavoro del gruppo
Riproduzione dell’aula
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AVANZATO Partecipa attivamente alle discussioni del gruppo classe.
INTERMEDIO Partecipa alle discussioni del gruppo classe.
Riproduce Riproduce l’aula. fedelmente l’aula con tutti i suoi arredi.
BASE
INIZIALE
Partecipa passivamente alle discussioni del gruppo classe.
Non prende parte alle discussioni del gruppo classe.
Riproduce l’aula tralasciando alcuni arredi.
Riproduce l’aula tralasciando arredi importanti.
Guida alle competenze
Rubrica compito II criteri
livelli
Riconoscere le caratteristiche del rettangolo (aula)
AVANZATO Riconosce e riferisce autonomamente le caratteristiche del rettangolo.
INTERMEDIO Riconosce autonomamente le caratteristiche del rettangolo.
BASE Riconosce, solo se guidato/a le caratteristiche delle forme geometriche (rettangolo).
Non riconosce le caratteristiche delle forme geometriche (rettangolo).
Rappresenta l’aula come un rettangolo ma con parti errate.
Rappresenta l’aula ma non è presente la forma rettangolare.
Riproduzione del rettangolo dell’aula
Rappresenta l’aula Rappresenta l’aula come un rettangolo come un rettangolo utilizzando il righello. ma con imprecisioni.
Utilizzo dell’unità di misura
Usa in modo corretto Usa in modo corretto Non usa sempre in l’u.d.m. l’u.d.m. modo appropiato l’u.d.m.
Calcola in modo Calcolo delle misure dettagliato le misure reali dell’aula e di dell’aula e degli quelle in scala arredi in scala.
Calcola le misure dell’aula e degli arredi in scala.
INIZIALE
Non usa in modo appropriato l’u.d.m.
Calcola le misure Non calcola le misure dell’aula e degli dell’aula e degli arredi in scala solo se arredi in scala. se aiutato.
Rubrica compito III criteri
livelli
Riproduzione della nuova sistemazione dell’aula
AVANZATO
INTERMEDIO
Riproduce in modo Riproduce l’aula e gli dettagliato l’aula e gli arredi in scala. arredi in scala.
BASE
INIZIALE
Riproduce l’aula e gli Non riproduce l’aula arredi in scala solo se e gli arredi in scala. aiutato.
Le strategie autovalutative Le strategie autovalutative offrono all’alunno l’opportunità di riflettere in modo critico sull’attività svolta, lo avviano alla consapevolezza del suo apprendimento, lo guidano a gestire e controllare le proprie modalità di lavoro, lo aiutano nella percezione delle proprie potenzialità e dei propri fattori socio-emotivi. Gli strumenti preposti alla sfera soggettiva della valutazione sono le rubriche autovalutative, la documentazione dei processi, l’analisi critica, il controllo all’istante, il diario di bordo. Ciascuna di queste modalità va costruita attraverso domande specifiche e mirate a monitorare diversi aspetti: cognitivo, pratico, metacognitivo, emotivo, relazionale. Con opportune domande si accompagna l’alunno a “pensare a ciò che fa” e a muoversi con maggiore consapevolezza nelle sue attività, favorendo il controllo metacognitivo. Il bambino viene aiutato a descrivere i suoi atteggiamenti verso le attività e a farsi un’idea di sé. Questo tipo di attività promuove il coinvolgimento della sfera emotiva, che di per sé genera l’interesse. Guidando l’alunno a riflettere sulle sue conquiste, lo si fa crescere in sicurezza e in autostima, generando la motivazione alla competenza.
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Guida alle competenze
Ecco alcuni esempi di domande–stimolo: PRESTAZIONI Sono riuscito a svolgere il compito in tutte le sue parti? Che cosa non sono riuscito a fare? PROCESSI Perché è stato fatto questo passaggio? Hai avuto bisogno di aiuti? Puoi fare qualche collegamento con altri lavori? ATTEGGIAMENTI Sono concentrato? Sono rilassato? Desidero essere qui? Sono felice? IDEA DI SÉ Sono capace di... Ho capito che... Vorrei essere come... (nome di un compagno) Vorrei migliorarmi in... Mi è piaciuto... È possibile, quindi, far riflettere lo studente sulla propria esperienza formativa prendendo in considerazione vari aspetti per portarlo a una valutazione più globale. Castoldi6 suggerisce quattro piani distinti su cui sviluppare strategie e strumenti di autovalutazione: le prestazioni fornite dagli studenti, i processi cognitivi e operativi messi in atto, l’atteggiamento nei confronti dell’esperienza di apprendimento e infine l’idea di sé e l’autostima.
IDEA DI SÉ ATTEGGIAMENTI PROCESSI PRESTAZIONI
Esempio di un diario di bordo da somministrare agli alunni Eri interessato a questo lavoro? In quale momento hai partecipato più volentieri? Ti sei sentito in difficoltà? Quando? Saresti riuscito a svolgere il testo all’inizio dell’anno scolastico?
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Il concetto viene approfondito nel volume “Valutare e certificare le competenze”, Carrocci, 2016
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Guida alle competenze
Esempio di una rubrica autovalutativa TITOLO Ti è piaciuto lavorare alle attività di ricerca?
Hai avuto difficoltà nel trovare il materiale? Ti è piaciuto lavorare in gruppo? Sei soddisfatto del libro che hai creato? Vorresti ripetere esperienze di questo tipo?
Valutazioni intersoggettive: le guide per gli occhi Le valutazioni intersoggettive sono strumenti utili alla valutazione delle competenze del soggetto inserito in un contesto sociale dove instaura rapporti con gli altri soggetti coinvolti. Sono delle “guide per l’occhio”, cioè strumenti di osservazione dell’esperienza di apprendimento dell’alunno da parte di altri “attori implicati” (insegnanti, coetanei, educatori...). Metaforicamente rappresentano, per chi le utilizza, “un paio di occhiali attraverso il quale guardare il mondo”. Gli sguardi potenziali che possono valutare lo studente sono molteplici: 1. Gli insegnanti hanno un ruolo privilegiato in quanto condividono con l’alunno la quotidianità dell’esperienza scolastica. Ogni giorno lo studente e l’insegnante instaurano rapporti intersoggettivi formativi che devono essere valutati attraverso osservazioni sistematiche strutturate o più semplicemente attraverso forme semplici di documentazioni. Le griglie utili all’osservazione dell’insegnante sono moltissime e dipendono dall’aspetto che si vuole prendere in considerazione. Eccone un esempio. QUALI ALUNNI? Chiede aiuto Chiede chiarimenti Chiede conferme Necessita di richiami
2. I genitori sono degli osservatori privilegiati, perché la manifestazione di una competenza non si dovrebbe fermare all’interno del contesto scolastico, ma dovrebbe manifestarsi in tutti i contesti di vita reale. Ad esempio il genitore potrebbe osservare se il bambino a casa ama disegnare, quali materiali preferisce tra quelli che ha a disposizione... 3. Gli altri alunni interagiscono quotidianamente con lo studente e quindi possono intervenire nella valutazione “dicendo la loro”, magari su aspetti della competenza meno tecnici, come componenti emotivi e sociali. La valutazione tra pari consente spesso di ricostruire le intenzioni degli alunni nel prendere determinate decisioni o nell’assumere determinate posizioni durante lo svolgimento del compito. Una comprensione approfondita di questi aspetti risulta più difficile a un valutatore esterno, che non condivide né il contesto né le esperienze degli allievi. Forme di valutazione tra pari hanno anche un forte carattere formativo perché possono permettere allo studente di allontanarsi da un’immagine distorta di sé. Inoltre l’immagine fornita da un “pari” risulta essere più autentica di quella del docente perché si muove orizzontalmente. L’insegnante mette a disposizione una griglia già predisposta con il quale gli altri studenti valutano un loro compagno. Mettendo poi a confronto la griglia dei compagni con la propria autovalutazione lo studente potrebbe avere già da subito maggiore consapevolezza del proprio essere. Eccone un esempio:
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Guida alle competenze
Domande sulle modalità di gestione di un compito di comprensione di un testo da parte dei compagni: - Chi pone domande di chiarimento? - Chi chiede aiuto? - Chi chiede aiuto ai compagni? - Chi non si concentra sul lavoro? - Quanti non hanno completato la prova entro il tempo stabilito?
Le unità di apprendimento in una didattica per competenze Le unità di apprendimento sono diventate negli ultimi anni il principale strumento progettuale per organizzare il processo di apprendimento/insegnamento. Sono state introdotte dai decreti legislativi conseguenti alla legge 53/2003 (Riforma Moratti), e nel tempo sono diventate sempre più fondamentali nello sviluppo di una didattica per competenze. Prendono in considerazione la struttura logica ed epistemologica della disciplina, la struttura cognitiva degli allievi, il contesto relazionale e quello logistico-organizzativo al fine di tramutare in competenze le conoscenze e le abilità acquisite. Permettono, proprio grazie a queste loro caratteristiche, di spostare l’attenzione dai contenuti ai processi di apprendimento degli alunni, dando priorità all’aspetto metacognitivo e alla competenza di imparare ad imparare. Le unità di apprendimento vengono ideate partendo dal curricolo e prevedono una progettazione più analitica del curricolo stesso; inoltre possono integrare più discipline. La realizzazione di una UDA è scandita in tre fasi, ciascuna comprendente più compiti: 1. Progettazione • Analizzare la situazione della classe (bisogni e risorse). • Individuare un bisogno formativo. • Individuare e scegliere gli elementi disciplinari o interdisciplinari più adeguati a soddisfare il bisogno preso in esame. • Definire gli obiettivi formativi. • Definire competenze, conoscenze e abilità da promuovere in tutti gli allievi. • Ipotizzare l’articolazione delle attività, la strutturazione delle fasi con esplicitazione di metodi, tempi, organizzazione, strumenti... • Definire il “compito autentico” che costituisce il nucleo intorno al quale sviluppare l’UDA stessa. 2. Realizzazione: • Attivare il percorso con la realizzazione delle fasi ipotizzate. • Individuare per ciascun alunno i punti deboli da migliorare, punti forti da valorizzare e da potenziare ulteriormente. • Riprogettare percorsi personalizzati in base ai punti deboli e forti individuati per ciascun alunno. 3. Controllo: • Verificare gli obiettivi formativi attraverso la valutazione di un compito di realtà. • Riflettere sull’attività svolta. • Rivedere e formalizzare l’UDA. Ci sono alcune caratteristiche fondamentali che bisogna tener presenti nel momento in cui si sviluppa una unità di apprendimento: - innanzitutto occorre individuare una competenza di riferimento e delle relative abilità e conoscenze; - l’UDA si presenta di solito in maniera interdisciplinare e quindi occorre prevedere la collaborazione di più docenti e più discipline; - al centro di ogni UDA deve essere previsto il ruolo attivo degli allievi attraverso attività laboratoriali e occasioni esperienziali anche sul territorio che favoriscano la contestualizzazione delle conoscenze e il loro trasferimento e uso in contesti nuovi, per la soluzione di problemi; - è necessaria la presenza di momenti riflessivi, nei quali l’allievo viene sollecitato a ricostruire le procedure attivate e le conoscenze acquisite; - sono determinanti, ai fini di un miglior apprendimento, un clima e un ambiente cooperativo;
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Guida alle competenze
- l’UDA deve saper coinvolgere l’alunno rispetto alla competenza da raggiungere; - devono essere esplicitati i criteri di valutazione e le attività di autovalutazione degli allievi; - alla fine deve essere prevista una verifica tramite prova in situazione (o compito autentico). È stata più volte ribadita l’importanza di sviluppare unità di apprendimento interdisciplinari. In fondo, una volta progettato l’intervento, all’insegnante non è richiesto nulla di più che portare avanti le attività nelle proprie ore tenendo semplicemente dei contatti con i colleghi. Però da un punto di vista didattico i vantaggi che queste offrono sono molteplici: - offrono occasioni di lavoro più motivanti e più significative; - evidenziano gli stretti rapporti che intercorrono tra le varie discipline; - consentono di scegliere un prodotto finale più complesso e favoriscono il reale sviluppo di competenze trasversali.
Conclusione Il passaggio da una scuola che si basa sulle discipline a una scuola costruita sulle competenze implica un mutamento radicale di prospettiva, da una didattica che ha come obiettivo il successo scolastico dello studente mediante la trasmissione e l’apprendimento di contenuti e abilità, a una didattica in cui lo studente diventa protagonista e costruttore del proprio processo di apprendimento. La didattica per competenze è qualcosa già utilizzato dai docenti: tutti gli insegnanti avranno messo in pratica esperienze di didattica per problemi, ricerche sul campo, laboratori ecc... però, per perseguire le competenze in modo sistematico e intenzionale, è opportuno che queste pratiche non restino casuali ed episodiche, ma diventino regolari, abituali e inserite in un percorso progettuale esplicito per tutti gli interlocutori del processo formativo (docenti, studenti e genitori). La didattica per competenze non va infine considerata solo una moda, ma uno strumento indispensabile per l’apprendimento e per fornire gli strumenti di cittadinanza necessari alle generazioni future.
Bibliografia Baldacci M., Curricolo e competenze, Milano, Mondadori Università, 2010 Castoldi M., Valutare e certificare le competenze, Roma, Carrocci, 2016 Marconato G., Molinari M., Musco F., Competenti si diventa, Milano, Pearson, 2016 Pellerey M., Le competenze individuali e il Portfolio, Firenze, La nuova Italia, 2004
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Guida alle competenze
Glossario delle competenze Strumenti di indagine della dimensione oggettiva Prove di verifica Le prove di verifica dovrebbero rispondere a tre requisiti: Validità: le prove sono valide se spaziano su un campione sufficientemente rappresentativo delle conoscenze e/o abilità che si intendono indagare. Questo campione deve essere fortemente ancorato al curricolo effettivamente svolto e tenere conto: a) degli obiettivi che ci si è dati; b) dei contenuti che si sono sviluppati; c) del tipo di scuola (la prova di italiano in un istituto professionale non può essere uguale a quella in un liceo); d) della metodologia didattica usata. Attendibilità: le prove sono attendibili se utilizzano sistemi di misura stabili e omogenei e se hanno determinato preventivamente e senza ambiguità i criteri di interpretazione dei risultati. Funzionalità: una prova è funzionale se ciò che si chiede di fare è enunciato in modo chiaro, se la valutazione è espressa in modo altrettanto chiaro e ottenuta in modo pratico e riconoscibile. Le prove possono essere: - formative: devono fornire informazioni agli insegnanti, ma anche agli alunni, sulla rispondenza fra insegnamento e apprendimento e vanno elaborate in corso d’opera; - sommative: sono prove conclusive e intendono valutare i risultati raggiunti. Compiti di prestazione I compiti di prestazione sono situazioni di apprendimento che hanno una connessione con il mondo reale. Tali compiti: - hanno una somiglianza con compiti richiesti da un ambiente esterno alla scuola; - richiedono agli studenti la capacità di pensare conoscenze in modo integrato e di ragionare su cosa e come lo stanno facendo; - hanno lo scopo di mettere alla prova gli studenti per capire se sanno utilizzare le conoscenze e le abilità (scolastiche) per risolvere problemi del mondo reale.
Strumenti di indagine della dimensione soggettiva Diario di bordo È uno strumento di rilevazione dati, utilizzato principalmente nelle osservazioni esperienziali. Nel diario il soggetto descrive, in forma di narrazione libera, anche attraverso domande-guida, informazioni che ritiene rilevanti per la ricerca. Proprio per la bassa strutturazione dello strumento e per la sua semplicità di utilizzo, il diario può essere usato per la rilevazione di dati in contesti diversi della ricerca educativa. Può essere compilato dal corpo docenti o dagli studenti. Può essere usato facilmente come strumento di autovalutazione da parte degli alunni. Resoconto verbale È uno strumento di descrizione finale dell’attività proposta e svolta, una relazione particolareggiata dove vengono inseriti i punti di forza e di debolezza. Relazione critica Attraverso questo strumento è possibile recuperare l’esperienza didattica effettuata, ci si riflette sopra e infine si valuta osservando e analizzando i punti di forza e di debolezza elencati nel resoconto. Documentazione dei processi Si documentano i contesti operativi, le fasi dell’attività didattica, gli aspetti metodologici, le dinamiche di gruppo, gli incontri di progettazione e gli elementi didattici organizzativi dell’attività elaborata. Strategie autovalutative Insieme di modalità attraverso cui conoscere i significati personali che il soggetto attribuisce alla sua esperienza di apprendimento e alle sue prestazioni. Tra queste possiamo individuare le rubriche autovalutative.
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Guida alle competenze
Strumenti di indagine della dimensione intersoggettiva Guide per l’occhio Sono qualsiasi dispositivo che orienta lo sguardo dell’osservatore nell’interagire con una determinata realtà. Possono essere considerate guide per gli occhi una mappa, domande con cui osservare un quadro, una checklist o un insieme di punti di attenzione attraverso cui controllare il funzionamento di un manufatto e nell’ambito scolastico le griglie di osservazione. Questo tipo di valutazione può essere fatta da insegnanti, dai genitori e tra pari. Valutazioni tra pari Può essere utile, in certe dimensioni valutative, stimolare l’espressione di un giudizio da parte di altri compagni. Agli alunni vengono sottoposti lavori precedentemente eseguiti da compagni, dove siano visibili scelte, procedure, tecniche usate. Si chiede un parere in merito attraverso domande strutturate. Ad esempio riguardo alla risoluzione di un quesito: “In che modo ha risolto il problema?”; “Perché ha usato una... (divisione)”?; “Avresti fatto anche tu così?”; “Perché secondo te ha scritto (delle frazioni)?”. Emerge da ciò non tanto una valutazione di chi ha eseguito il compito, quanto di chi esegue la valutazione. È possibile questo tipo di autovalutazione anche in prove di tipo orale, ad esempio far discutere e argomentare due alunni dopo una domanda dell’insegnante o una esercitazione alla lavagna. Alunno tutor In una situazione didattica a coppie o a piccoli gruppi in cui un alunno è più esperto, questo può assumere il ruolo di tutor. All’alunno-tutor è richiesto senso di responsabilità, conoscenza e consapevolezza di ciò che insegna nonché ricerca di strategie per insegnare come ad esempio il potenziamento della comunicazione del pensiero. È una struttura efficace per lo scambio di informazioni e di abilità in quanto i coetanei offrono modelli risolutivi più semplici e più vicini a chi deve apprendere. L’insegnante avrà la funzione di attivare, organizzare e orientare le potenzialità degli alunni verso il compito. Protocollo osservativo È uno strumento utile per osservare in modo obiettivo il proprio lavoro e il comportamento degli studenti. Per avviare un protocollo occorre individuare il “focus”, ossia porsi un obiettivo, individuare i soggetti e i relativi comportamenti da osservare. La stesura più semplice è su carta, ma si possono usare anche altri mezzi come la videoregistrazione. Occorre tenere presente che quest’ultimo strumento può condizionare l’individuo osservato. Gli elementi fondamentali del protocollo sono: data, ora dell’osservazione, contesto, fatti accaduti prima, durante e dopo l’osservazione. Osservazioni sul campo L’osservazione risulta uno degli strumenti principali per l’approccio scientifico alla conoscenza dei fenomeni; consiste nella descrizione il più possibile fedele e completa di una o più caratteristiche di un fenomeno che si vuole indagare seguendo quelle finalità che il ricercatore intende selezionare e approfondire. L’osservazione va effettuata nel contesto di riferimento. Per definire il contesto/campo osservativo relativo all’ambiente “scuola” si propone, vista la sua complessità, una lettura attraverso l’analisi delle variabili di contesto, delle variabili di processo e delle variabili di prodotto. Per variabili di contesto si intendono le caratteristiche fisiche dell’ambiente scuola/aula, le caratteristiche dell’insegnante (esperienze formative, capacità d’insegnare, motivazione all’insegnamento...), le caratteristiche dell’alunno (atteggiamenti, interessi...) e le caratteristiche del gruppo classe/scuola (dimensioni...). Per variabili di processo si intendono: il comportamento dell’insegnante in classe (stili d’insegnamento e di relazione), il comportamento degli alunni in classe (stili di apprendimento e di relazione), i cambiamenti osservabili nel comportamento degli alunni, i cambiamenti osservabili nel comportamento degli insegnanti, le relazioni tra alunni/alunni, le relazioni tra insegnanti/alunni, le relazioni insegnanti/insegnanti, il percorso di insegnamento/ apprendimento proposto (con tutte le sue variabili: obiettivi, organizzazione dello spazio, metodologia, strumenti/ mediatori, risultati attesi...). Per variabili di prodotto si intendono: l’apprendimento della disciplina, l’atteggiamento verso la disciplina, lo sviluppo di capacità relazionali.
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Lapbook
Il lapbook: un libro a tre dimensioni Che cos’è: il lapbook è una cartelletta che raccoglie una serie di minilibri (minibook) su uno stesso argomento. I minibook possono contenere immagini, schemi, brevi testi e possono avere forma e grandezze diverse, adatte al contenuto che devono riportare. Potremmo definire un lapbook una specie di mappa a tre dimensioni che presenta i concetti essenziali su un dato argomento. A che cosa serve: il lapbook è uno strumento efficace e divertente per organizzare le informazioni e ricordarle meglio. Aprire e osservare un lapbook fatto da altri può essere piacevole, ma è solo costruendolo di persona che si otterrà un aiuto importante nello studio e nella memorizzazione dei concetti. Progettazione... condivisa: la costruzione di un lapbook non si improvvisa. Dopo la scelta dell’argomento, occorre elencare gli aspetti che si vogliono sviluppare e scegliere per ciascuno di essi un modello adeguato di minibook. Ad esempio, se si vuole presentare una piccola galleria fotografica, si può prevedere un minibook a forma di busta che conterrà le immagini predisposte. Seguirà la scelta di un modello di cartelletta adatto e di come disporre su di essa i minibook previsti. Questa fase di progettazione va condivisa con i compagni: in tal modo tutti potranno dare il proprio contributo e metteranno alla prova le conoscenze apprese sull’argomento.
Realizzazione creativa: dopo aver stabilito insieme i contenuti da inserire, la costruzione dei minibook e il loro assemblaggio nella cartelletta-raccoglitore possono essere fatte individualmente, ma, in modo ancora più efficace, si possono realizzare lavorando in piccoli gruppi. Anche se si utilizzano modelli già pronti, si possono aggiungere tocchi originali e creativi, modificando forme, scritte, colori: un lapbook deve catturare l’attenzione di chi lo apre e lo scopre poco per volta.
Autovalutazione per migliorare: già nel corso della costruzione, il confronto con i compagni e il supporto dell’insegnante permetteranno di apportare correzioni e miglioramenti. Al termine, sarà utile prevedere una riflessione sul lavoro svolto, per valutare se il prodotto realizzato corrisponde alle attese, se ci sono aspetti migliorabili, se si sono incontrate difficoltà nel lavorare insieme o nelle diverse fasi di realizzazione.
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Coding
Coding A cura di L. Cesaretti, M. Storti
Che cos’è il pensiero computazionale? “Pensiero computazionale” è un’espressione che si sta rapidamente diffondendo nel mondo educativo. Introdotto per la prima volta dalla scienziata informatica americana Jeannette Wing in un articolo del 2006 (Computational Thinking, CACM, 2006), indica “il processo di pensiero coinvolto nella formulazione di problemi e delle soluzioni rappresentate in una modalità che sia eseguibile da un agente elaboratore di informazioni, che sia un uomo, una macchina o una combinazione tra uomo e macchina” (J. Wing, 2006). In termini più concreti, possiamo intendere questa forma di pensiero come un insieme di abilità cognitive con le quali possiamo analizzare una grande varietà di problemi e sviluppare delle soluzioni, intendendo con “problemi” non soltanto quelli matematici o che richiedono soluzioni precise, ma anche dilemmi del mondo reale che ammettono soluzioni varie e complesse. Per Jeannette Wing questa modalità di pensiero consente alle persone di “riformulare un problema apparentemente difficile in uno che siamo in grado di risolvere, anche riducendolo, incorporandolo in altro, trasformandolo o simulandolo”. Si tratta, cioè, di un’abilità fondamentale per tutti, non solo per gli scienziati informatici ed è sempre più ritenuta, accanto alle tre competenze di base del saper leggere, scrivere e svolgere calcoli, la quarta abilità analitica da sviluppare a partire dall’infanzia.
Ma che cosa significa pensare in modo computazionale? E a che cosa serve in termini concreti? Alcuni dei processi che caratterizzano il pensiero computazionale sono i seguenti: • scomporre un problema complesso (i dati, i processi ecc.) in parti più elementari e gestibili; • analizzare i dati e organizzarli in una struttura logica; • riconoscere regolarità tra problemi o dati diversi; • rappresentare le informazioni attraverso codici o altri sistemi simbolici di trasmissione; • costruire algoritmi, ovvero sequenze di istruzioni per risolvere problemi o produrre risultati attesi; • astrarre i principi generali da situazioni specifiche e generalizzare le strategie risolutive dei problemi per trasferirle ad altri simili.
Che cos’è il coding? Nell’ambito del pensiero computazionale, il coding è l’insieme delle procedure per la creazione di programmi finalizzati a risolvere problemi attraverso l’uso di linguaggi di programmazione. Ma oltre a costituire il linguaggio con cui gli informatici creano, tra l’altro, i siti internet e i software che regolano il funzionamento dei dispositivi digitali, questa competenza conserva al suo interno svariate possibilità educative per lo sviluppo di aspetti positivi nella personalità degli studenti. Alcune delle attitudini che questa disciplina punta a far emergere sono: • l’atteggiamento di apertura e iniziativa di fronte a situazioni complesse; • la perseveranza di fronte a problemi complessi; • la tolleranza della frustrazione per l’errore e la sua rielaborazione in chiave positiva; • l’abilità di utilizzare diversi linguaggi e codici comunicativi; • la disponibilità e capacità di progettare e coordinarsi in gruppo per raggiungere un obiettivo comune.
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Coding
Perché introdurre il pensiero computazionale e il coding a scuola? Nel contesto della Scuola Primaria, l’interesse prevalente attorno al pensiero computazionale e al coding non sta tanto nello sviluppo di abilità puramente tecnologiche o nell’apprendimento di nozioni di carattere informatico, ma nell’acquisizione di nuovi strumenti cognitivi necessari ad affrontare con successo sfide, problemi e progetti. Nella prospettiva dell’applicazione del pensiero computazionale ai contesti educativi, gli studenti non sono semplici utilizzatori degli strumenti e delle strategie di soluzione di problemi, ma i creatori di questi strumenti e strategie. Nel farlo, utilizzano una serie di abilità come l’astrazione, la ricorsività e l’iterazione per elaborare e analizzare i dati e creare artefatti reali e virtuali. Questa metodologia di problem solving può essere automatizzata, trasferita e applicata alle diverse discipline. Ma pensiero computazionale e coding rappresentano anche strumenti utili per migliorare l’apprendimento nelle discipline tradizionali e nei contesti informali. Pensiamo alle abilità che stanno dietro esercizi comuni per gli studenti: per analizzare un racconto o una poesia è necessaria la scomposizione in parti; per comprendere eventi e comportamenti può essere utile condurre un’analisi dei dati; gli algoritmi entrano in gioco nei calcoli e nei problemi di matematica, ma sono anche una guida per il comportamento corretto in situazioni complesse o di pericolo; attraverso le rappresentazioni astratte come mappe e simulazioni si può comprendere meglio un evento come il ciclo dell’acqua o come funziona l’energia eolica. Il coding, inoltre, rappresenta una disciplina strategica per promuovere nei giovani lo sviluppo delle competenze digitali (digital skills), riconosciute a livello internazionale come competenze necessarie, al pari delle capacità di scrivere, leggere (literacy) e svolgere calcoli (numeracy), per vivere e lavorare nelle società del ventunesimo secolo come cittadini attivi e capaci di affrontare le sfide del futuro.
Lo scenario in Italia e in Europa Le recenti evoluzioni negli indirizzi programmatici dell’istruzione hanno visto crescere l’attenzione verso le competenze digitali, il pensiero computazionale e il coding, sia nel contesto italiano che in quello europeo. La Commissione Europea nel 2013 ha pubblicato il documento DIGCOMP: A Framework for Developing and Understanding Digital Competence in Europe che delinea il quadro comune di riferimento per le competenze digitali ritenute necessarie per vivere da cittadini attivi e consapevoli. Il quadro, strutturato in maniera modulare, comprende 5 aree di competenza digitale nelle quali sono definite 21 competenze digitali; tra queste compaiono la competenza di programmazione (area 3.4) e quelle relative al problem solving (area 5) in parte affini all’area del pensiero computazionale. La Comunità Europea considera il coding il“linguaggio universale”: oggi le competenze digitali e di programmazione sono fondamentali in sempre più professioni e al sistema educativo è riconosciuto il compito di rispondere alla crescente domanda di tali competenze. A tale scopo le istituzioni europee hanno creato iniziative internazionali come l’European Code Week che celebra le possibilità creative della programmazione con eventi nelle scuole europee, mettendole in comunicazione con altre organizzazioni che si occupano di tecnologia e di educazione. Il mondo dell’istruzione in Italia ha visto un progressivo aumento dell’interesse per l’insegnamento delle competenze digitali e del pensiero computazionale, sia a livello normativo che di intervento. Già all’interno delle Indicazioni nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione (settembre 2012), relativamente all’insegnamento tecnologico nella scuola del primo ciclo si suggerisce di introdurre gli alunni ad alcuni linguaggi di programmazione semplici e versatili con lo scopo di “sviluppare il gusto per l’ideazione e la realizzazione di progetti […] e per la comprensione del rapporto che c’è tra codice sorgente e risultato visibile”. Questo indirizzo del MIUR a favore dell’insegnamento dei concetti base del pensiero computazionale e del coding ha trovato conferma due anni dopo, nel 2014, con l’iniziativa Programma il Futuro, che aveva l’obiettivo di
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Coding
introdurre nelle classi lezioni sul coding attraverso un sito liberamente accessibile. Nel 2015 il MIUR ha presentato il Piano Nazionale Scuola Digitale, il documento di indirizzo per l’attuazione di un processo complessivo di innovazione digitale della scuola, al fine di realizzare la competenza digitale; in alcune delle azioni in cui è strutturato il PNSD (15, 17) si dà rilevanza all’insegnamento del pensiero computazionale attraverso attività di coding svolte sia con il computer, sia in modalità unplugged (senza l’uso di tecnologie digitali), in modalità di laboratorio e in prospettiva interdisciplinare. Con la presente guida si intende sviluppare negli studenti del primo ciclo di istruzione strumenti concettuali e abilità tecniche sul coding e il pensiero computazionale. La guida presenta un taglio operativo e descrive alcuni percorsi didattici realizzabili in classe, sia in modalità unplugged (senza necessità di computer) che con l’ausilio del software Scratch; le attività ruotano attorno ai concetti di base del coding tenendo sempre presenti i percorsi disciplinari curricolari, introducendo e/o consolidando i contenuti delle diverse discipline. Il percorso affronta i concetti di sequenza, ciclo, condizioni e algoritmo da prospettive differenti, analizzando le specifiche caratteristiche e con molteplici modalità (esercizi su carta, creazione di progetti in Scratch). Per ciascuna attività vengono offerte: • informazioni generali (tipologia, argomento, discipline coinvolte, modalità di conduzione, tempo di svolgimento previsto, materiale occorrente); • introduzione all’attività; • obiettivi specifici; • descrizione dell’attività (per quelle realizzate in Scratch si verrà guidati passo-passo nella creazione delle sequenze, così da poter replicare in classe con facilità i progetti qui proposti); • approfondimenti o varianti dell’attività; • progetti da proporre agli studenti (nel caso delle attività in Scratch).
Classe quarta Programmazione annuale Traguardi di competenza
Competenze trasversali
L’alunno:
L’alunno:
• scompone un problema o un sistema di dati
• collabora con atteggiamento positivo all’interno
• rappresenta le informazioni attraverso sistemi
• lavora nel piccolo gruppo in maniera organizzata
• costruisce algoritmi, sequenze di istruzioni
• rispetta la distinzione dei ruoli nel gruppo
• riconosce gli errori di un algoritmo creato
• elabora soluzioni creative, sia concettuali
• organizza a livello temporale informazioni,
• riconosce gli errori commessi da sé o dal gruppo
o processi in parti più elementari e gestibili; simbolici;
per risolvere problemi o produrre i risultati attesi; e immagina possibili soluzioni e miglioramenti;
conoscenze, periodi, individua successioni, contemporaneità, durate e prevede gli effetti futuri di un’azione o di una sequenza di azioni;
del piccolo gruppo e della classe;
e autonoma per svolgere semplici compiti; e i tempi dati;
che costruttive, per raggiungere un risultato o risolvere un problema; e si applica per correggere le proprie azioni.
• astrae i principi generali da situazioni specifiche
e generalizza le strategie risolutive dei problemi per trasferirle ad altri simili.
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Coding
Discipline correlate Matematica
L’alunno: utilizza il piano cartesiano per localizzare punti; confrontare e misurare angoli utilizzando proprietà e strumenti.
Arte e Immagine
L’alunno: sperimenta strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e multimediali; utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre varie tipologie di testi visivi (espressivi, narrativi, rappresentativi e comunicativi) e rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti (grafico-espressivi, pittorici e plastici, ma anche audiovisivi e multimediali).
Italiano
L’alunno: raccoglie le idee, le organizza per punti, pianifica la traccia di un racconto o di un’esperienza; produce testi creativi sulla base di modelli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie); sperimenta liberamente, anche con l’utilizzo del computer, diverse forme di scrittura, integrando eventualmente il testo verbale con materiali multimediali.
Creare un’animazione con carta e matita Tipologia
attività unplugged
Argomento
sequenze, grafica
Discipline correlate
Arte
Modalità di conduzione
ogni studente lavora singolarmente
Tempo di svolgimento previsto
60 minuti circa
Materiale occorrente
blocco di carta bianca fine o carta da lucido (uno per ciascun alunno); matite e matite colorate
Obiettivi: • Capire l’importanza delle sequenze dei fotogrammi quando si costruisce un’animazione. Competenze: • Sviluppare abilità di lavoro in gruppo. • Sviluppare sensibilità verso la cura degli ambienti naturali.
Introduzione L’attività è finalizzata alla comprensione dell’importanza delle sequenze anche in ambiti non direttamente legati alla programmazione informatica. Gli alunni saranno invitati a creare un’animazione con carta e matita, propedeutica alla realizzazione delle animazioni digitali con il software Scratch.
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Coding
Descrizione dell’attività Spiegare che cos’è un fotogramma e sottolinearne l’importanza nella cinematografia, in particolare - per quanto riguarda l’attività proposta - nella realizzazione dei cartoon: il fotogramma è la singola immagine impressa sulla pellicola cinematografica. La sequenza dei fotogrammi dà allo spettatore l’impressione di un movimento continuo e fluido. Spiegare che l’obiettivo dell’attività sarà quello di realizzare una sequenza di fotogrammi usando carta e matita. Procedimento: Far “progettare” a ciascuno studente l’animazione da realizzare. Partire da figure poco complesse: per esempio un bambino che cammina o che saluta, un calciatore che colpisce la palla, una bandiera che sventola... Ciascuna di queste animazioni dovrà essere caratterizzata, almeno per iniziare, da due fotogrammi (come nell’esempio). Staccare un foglio dal blocco e invitare gli alunni a disegnare l’immagine A: questo primo disegno verrà utilizzato come “matrice” per realizzare tutti i fotogrammi. Completata la matrice, A B ricalcare la figura nel primo foglio del blocco. Sovrapporre il foglio successivo alla matrice e ricalcare tutti i tratti del corpo, fatta eccezione per gli arti che dovranno eseguire il movimento. A questo punto disegnare l’arto in movimento come in figura B. Ripetere il procedimento, ridisegnando prima la figura A, quindi la figura B, fino a riempire buona parte del blocco da disegno senza staccare i fogli. Completata e colorata la sequenza dei singoli fotogrammi, invitare gli alunni a sfogliare velocemente il blocco da disegno e a notare l’effetto del movimento che si ottiene. Spiegare che l’effetto è possibile solo grazie alla correttezza dell’esecuzione e della collocazione dei singoli fotogrammi nella sequenza di immagini, tanto più quando l’animazione riguarda immagini complesse e lunghe sequenze. Se avviene un errore nella sequenza, la visione del movimento non è più fluida o viene interrotta.
Suggerimenti: • Utilizzando la carta lucida il procedimento è, ovviamente, più semplice. • Il disegno non deve essere posto troppo in alto nel foglio: questo perché quando si fa “funzionare” l’animazione sfogliando il blocchetto, un’immagine disegnata troppo in alto viene in parte tagliata. • Non esagerare con i colori: meglio puntare tutto sull’effetto del movimento anziché sulla bellezza del disegno. • Prestare molta attenzione nel tratteggiare le figure: se non sono esattamente uguali (dimensioni e caratteristiche), l’effetto finale non sarà quello desiderato.
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Coding
Creare la tua prima animazione con Scratch¹ Tipologia
attività in Scratch
Argomento
sequenze, ciclo
Discipline correlate
Arte
Modalità di conduzione
In piccolo gruppo
Tempo di svolgimento previsto
1 ora circa
Materiale occorrente
1 computer ogni gruppo di studenti; LIM per dare indicazioni agli studenti
Obiettivi: • Saper inserire sfondi nello stage di Scratch. • Capire il concetto di ciclo e ripetizione. • Capire come si possono creare animazioni in Scratch e saperne creare di diverse tipologie, in base alle caratteristiche fornite dall’insegnante. • Saper inserire altri sprite nello stage di Scratch.
Descrizione dell’attività Quest’attività permetterà di creare animazioni in Scratch. Dopo aver guidato gli studenti alla scoperta dei blocchi principali da utilizzare e delle semplici regole per costruire animazioni, sarà possibile assegnare loro progetti creativi più complessi. Iniziare la progettazione facendo scegliere lo scenario all’interno del quale creare l’animazione del gatto che passeggia. Ogni gruppo potrà scegliere la sua immagine di sfondo tra quelle presenti all’interno della libreria. Procedimento: Inserire uno sfondo è molto semplice all’interno di Scratch: cliccare sulla prima icona da sinistra (Scegli uno sfondo dalla libreria), sotto Nuovo sfondo, nel rettangolo in basso a sinistra della schermata di Scratch. Comparirà una schermata da cui selezionare l’immagine, con un doppio click sull’immagine o con un click sull’immagine e uno sul bottone ok.
1. La guida completa all’utilizzo di Scratch è consultabile e scaricabile in formato pdf dal sito www.raffaelodigitale.it
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Coding
Dopo aver scelto lo sfondo, provare a far “camminare” il gatto. Selezionare il personaggio nell’area degli sprite: nella colonna centrale della schermata, cliccare su Costumi. Saranno così visualizzabili i costumi associati al personaggio: tra il costume1 e il costume2 cambia solo la posizione delle gambe. Far notare il parallelismo con l’attività Creare un’animazione con carta e penna (da pag. 46) sottolineando che quando vogliamo imprimere il movimento su di un personaggio, utilizziamo proprio questa tecnica, ossia la parte che si muove è quella variabile, mentre tutto il resto del corpo deve essere disegnato sempre allo stesso modo. Costruire lo script seguente, inserendo il blocco passa al costume seguente, della categoria Aspetto. Chiedere agli alunni che cosa può accadere realizzando questo script. Sarà semplice dedurre che ogni volta che si cliccherà sulla bandierina verde, il gatto sembrerà muovere le gambe. Come possiamo migliorare questa animazione? Sicuramente potremmo far sì che l’utente non sia costretto a premere sulla bandierina verde ogni volta che vuole vedere il gatto muoversi. Come fare? Bisognerebbe ripetere il cambio di costume per un certo numero di volte, cliccando solo una volta all’inizio per far partire la sequenza. Si può ottenere ciò utilizzando il blocco ripeti ... volte, presente nella categoria Controllo. Questo blocco permette di ripetere tutti i blocchi inseriti al suo interno: trascinando all’esterno dei blocchi che dovrà contenere e rilasciando il tasto sinistro del mouse, in automatico questi verranno inseriti al suo interno. Per modificare il numero di ripetizioni basta cliccare due volte sul “10” già presente e inserendo il nuovo valore. Eseguendo ora la sequenza, l’animazione viene eseguita ad una velocità troppo elevata. Chiedere agli studenti: come possiamo vedere con più calma le zampe del gatto muoversi? Bisognerà inserire delle pause tra un cambio di costume e l’altro, in modo che sia possibile osservare più facilmente l’effetto del movimento. Questo procedimento può avvenire utilizzando il blocco attendi ... secondi della categoria Controllo. Che cosa succede modificando il tempo di attesa? Effettuare una sperimentazione, osservando che cosa succede diminuendo e aumentando il valore di attesa. Provare ora a far camminare il gatto con uno spostamento anche lungo la direzione orizzontale. Costruendo lo script a fianco, si otterrà uno spostamento del gatto in orizzontale sullo sfondo. Aggiungendo il blocco dire ... per 2 secondi comparirà anche un fumetto: nell’esempio, trattandosi dello sfondo spiaggia, è stata aggiunta la frase “Che bella passeggiata al mare!”. Far sperimentare animazioni usando personaggi diversi: le sequenze mostrate nelle figure precedenti potranno essere la base per nuovi sprite in movimento.
Che progetti proporre? Creare una cartolina di buon compleanno oppure una cartolina per gli auguri di Natale. Le animazioni potranno essere utili nella costruzione di storie animate, come proposto nell’attività di pagina 50.
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Coding
Costruire una storia animata: livello 1 Tipologia
attività in Scratch
Argomento
sequenze, grafica, sincronizzazione di eventi
Discipline correlate
Italiano
Modalità di conduzione
In piccolo gruppo
Tempo di svolgimento previsto
1 ora circa
Materiale occorrente
Obiettivi: • Capire come sincronizzare eventi all’interno di Scratch. • Capire come creare una storia sfruttando le potenzialità di Scratch. • Capire come integrare più funzioni di Scratch (animazioni, dialoghi, suoni).
1 computer ogni gruppo di studenti; LIM per dare indicazioni agli studenti
Descrizione dell’attività L’attività propone di costruire una storia animata fantastica in Scratch. Prima di iniziare a lavorare con il computer, lavorare in modalità unplugged sugli elementi caratteristici dei racconti fantastici (cosa?, dove?, quando?, chi?, come?). La storia proposta di seguito ha come protagonisti il Piccolo Principe e la volpe. Predisporre le immagini dei due protagonisti, ricercandole in internet e salvandole nel desktop dei computer degli studenti. In alternativa, farle ricercare direttamente agli alunni. Procedimento: Per inserire i nuovi sprite, il Piccolo Principe e la volpe, importare le immagini in Scratch cliccando su Carica uno sprite da un file (terza icona da sinistra di fianco a Nuovo sprite). Selezionare l’immagine all’interno del computer, cliccare su Apri e importare lo sprite all’interno dello stage. Si nota subito come sia necessario eliminare una parte dello sfondo che è stata inserita insieme al personaggio: cliccare sulla sezione Costumi e selezionare la bacchetta magica nel menù degli strumenti. Disegna il contorno del personaggio e in automatico la linea verde diventerà tratteggiata e verrà eliminato tutto ciò che sta all’esterno della sagoma selezionata non appena verrà scelto un altro strumento (ad esempio Cancella, la settima icona a partire dall’alto). Con lo strumento Cancella eliminare eventuali imperfezioni rimaste dopo l’utilizzo della bacchetta magica. Questo strumento funziona esattamente come una gomma per cancellare su un disegno su carta: passare il puntatore del mouse (con il tasto sinistro premuto) sopra le parti da cancellare. Applicando la stessa procedura alla volpe, si otterranno i due personaggi su uno sfondo bianco. Inserire il terzo sprite: il pallone da basket, importandolo nel progetto dalla libreria dei personaggi.
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Coding
Guidare gli alunni alla scelta dell’ambientazione in cui si svilupperà il racconto: nell’esempio seguente sono stati selezionati due sfondi, woods and bench per la parte iniziale del dialogo e basketball-court1-a per lo sviluppo successivo.
Costruire uno schema che rappresenti lo sviluppo del dialogo. Di seguito un esempio: Piccolo principe
Volpe
Pallone da basket
Aspetta (2 secondi)
Saluta (2 secondi)
Saluta (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
-
Chiede “Chi sei?” (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
-
Aspetta (2 secondi)
Risponde “Sono la volpe.” (2 secondi)
-
Propone di andare a giocare insieme (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
-
Non visibile
Cambio sfondo
Propone di giocare a pallacanestro (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
Risponde di non essere molto bravo, ma farà un tentativo (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
Aspetta (5 secondi)
Aspetta (5 secondi)
Animazione (5 secondi)
Dice di voler provare (2 secondi)
-
-
Com’è stato completato questo passaggio? Se all’inizio uno dei due personaggi compie un’azione, per esempio la volpe saluta per due secondi, è importante che contemporaneamente il Piccolo Principe non faccia nulla, così da non avere sovrapposizione dei dialoghi o nelle azioni compiute. E così via per tutto il resto della storia. È importante che gli alunni creino con carta e penna uno schema del tipo proposto prima di lavorare sulle sequenze in Scratch, perché permette di rendere chiaro lo sviluppo del dialogo e delle azioni che verranno compiute dai personaggi. Inoltre Scratch non dà la possibilità di vedere una di fianco all’altra le sequenze costruite per due personaggi diversi, quindi potrebbe risultare difficile valutare la corretta sincronizzazione. Provare a costruire le sequenze seguendo la tabella appena completata: di seguito gli script derivati per il piccolo principe e per la volpe. Sono presenti i blocchi: dire ... per ... secondi (categoria Aspetto), passa allo sfondo ... (categoria Aspetto), attendi ... secondi (categoria Controllo). Ovviamente il punto di partenza per questi due personaggi deve essere lo stesso: in questo caso quando si clicca sulla bandiera verde (categoria Situazioni).
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Coding
Per lo sprite basketball (il pallone) costruire l’animazione come segue: quando la storia inizia (quando si clicca sulla bandiera verde) usare il blocco Nascondi (categoria Aspetto) così che il pallone non sia visibile. Quando viene visualizzato il campo da basket come sfondo (quando lo sfondo passa a basketball-court1-a, categoria Situazioni) inizia la sequenza che porterà all’animazione: il pallone deve sempre partire dallo stesso punto (individuato con le coordinate x= -127, y= -95) con il blocco vai a x: ... y: ... (categoria Movimento), deve essere visualizzato (blocco Mostra, categoria Aspetto) e dopo la pausa di 4 secondi (sincronizzazione con i dialoghi della volpe e del piccolo principe) iniziare a muoversi con i blocchi Scivola in ... secondi a x: ... y: ... (categoria Movimento).
Inserimento di un bug e debugging In queste sequenze è stato volutamente saltato il passaggio iniziale di inserimento dello sfondo corretto, in modo da creare un bug da correggere. Effettuando dei test, infatti, già dalla seconda attivazione della storia si noterà che non viene visualizzato lo sfondo corretto. Riprendere la tabella di progettazione e guidare gli alunni ad individuare l’errore: non è stata prevista nessuna azione di impostazione dello sfondo corretto. Individuare dunque il punto esatto ove questa azione debba collocarsi e procedere al debugging: Piccolo principe
Volpe
Pallone da basket -
Impostazione sfondo iniziale
-
Aspetta (2 secondi)
Saluta (2 secondi)
Saluta (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
-
Chiede “Chi sei?” (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
-
Aspetta (2 secondi)
Risponde “Sono la volpe.” (2 secondi)
-
Propone di andare a giocare insieme (2 secondi)
Aspetta (2 secondi)
-
Di conseguenza lo script corretto per il personaggio del Piccolo Principe apparirà come segue:
Che progetto proporre? Dopo aver preso confidenza con la progettazione delle varie fasi della storia, invitare i gruppi di alunni a idearne il finale, utilizzando prima la tabella e realizzando gli script in Scratch.
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Non visibile
Coding
Classe quinta Programmazione annuale Traguardi di competenza
Competenze trasversali
L’alunno:
L’alunno:
• scompone un problema o un sistema di dati
• collabora con atteggiamento positivo all’interno
• rappresenta le informazioni attraverso sistemi
• lavora nel piccolo gruppo in maniera organizzata
• costruisce algoritmi, sequenze di istruzioni
• rispetta la distinzione dei ruoli nel gruppo
• riconosce gli errori di un algoritmo creato
• elabora soluzioni creative, sia concettuali
• organizza a livello temporale informazioni,
• riconosce gli errori commessi da sé o dal gruppo
o processi in parti più elementari e gestibili; simbolici;
per risolvere problemi o produrre i risultati attesi; e immagina possibili soluzioni e miglioramenti;
conoscenze, periodi, individua successioni, contemporaneità, durate e prevede gli effetti futuri di un’azione o di una sequenza di azioni;
del piccolo gruppo e della classe;
e autonoma per svolgere semplici compiti; e i tempi dati;
che costruttive, per raggiungere un risultato o risolvere un problema; e si applica per correggere le proprie azioni.
• astrae i principi generali da situazioni specifiche
e generalizza le strategie risolutive dei problemi per trasferirle ad altri simili.
Discipline coinvolte Musica
L’alunno:
Produce diverse tipologie di strumenti all’interno di Scratch; Rappresenta un problema tramite diagramma di flusso; Costruisce algoritmi per il calcolo della media. Italiano Seleziona le informazioni per sintetizzare una storia o un racconto; Raccoglie le idee, le organizza per punti, pianifica la traccia per produrre un racconto; Costruisce le sequenze per sceneggiare una storia.
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Coding
Costruire uno strumento musicale virtuale con Scratch¹ Tipologia
attività in Scratch
Argomento
sequenze, istruzioni condizionali
Discipline correlate
Musica
Modalità di conduzione
In piccolo gruppo
Tempo di svolgimento previsto
1 ora circa
Materiale occorrente
1 computer ogni gruppo di studenti; LIM per dare indicazioni agli studenti
Obiettivi: • Usare correttamente sequenze e istruzioni condizionali. • Identificare gli elementi chiave del problema e schematizzarlo. • Rappresentare un problema tramite diagramma di flusso. • Produrre uno strumento musicale all’interno di Scratch e creare diverse tipologie di strumenti.
Descrizione dell’attività Questa attività permetterà di creare alcuni strumenti musicali in Scratch. Guidare gli alunni alla scoperta dei blocchi principali da utilizzare e delle regole che vanno rispettate per costruire strumenti vari. In un secondo momento lasciare gli studenti liberi di sperimentare e creare nuovi oggetti musicali. Inserire uno sfondo all’interno del progetto cliccando su Scegli uno sfondo dalla libreria (nell’immagine, l’icona a sinistra, sotto Nuovo sfondo) selezionando blue sky3 all’interno della libreria degli sfondi.
1. La guida completa all’utilizzo di Scratch è consultabile e scaricabile in formato pdf dal sito www.raffaelodigitale.it
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Coding
Inserire, ora, un nuovo sprite, cliccando sull’icona in figura, così da poter inserire un personaggio scelto dalla libreria di Scratch. Nella schermata, selezionare Cose nel menù a sinistra, quindi Piano-Electric. Nello stage comparirà l’immagine di una tastiera.
Ora occorre associare ad alcuni tasti della tastiera delle note musicali. Scegliere 3 tasti: per esempio A, S, D. Per associare le note musicali a questi tasti, si utilizza il blocco quando si preme il tasto spazio della categoria Situazioni, modificandolo: inserire nello spazio digitabile la voce a. La sequenza che associa al tasto A la nota musicale DO sarà completa inserendo il blocco Suona nota 60 per 0.5 battute della categoria Suono. Impostare il valore di durata a 0.8 battute, così da aumentare il tempo di esecuzione della nota. Procedere allo stesso modo per impostare il suono dei tasti S e D, associati rispettivamente alle note RE e MI.
Creare un’animazione sulla tastiera, così da evidenziare il tasto DO nel momento in cui si preme A sulla tastiera del pc. L’animazione verrà inserita come uno sprite. Verranno utilizzati i blocchi della categoria Aspetto e l’editor di immagini. Cliccare su Costumi nella categoria Aspetto. Quindi, con il tasto destro del mouse, cliccare sopra il costume keyboard-0, e scegliere duplica. In questo modo si otterrà una replica della tastiera. Salvarla con il nome keyboard-DO così da poter utilizzare questo costume più facilmente durante la costruzione dello script. Per rinominare il costume è sufficiente fare doppio click nell’area evidenziata e scrivere il nome desiderato.
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Coding
Selezionare lo strumento di riempimento automatico Colora una forma dalla palette sulla sinistra della schermata. Scegliere il colore con il quale evidenziare il tasto della tastiera del pianoforte dalla fascia inferiore della schermata. Dopo aver effettuato la scelta del colore, cliccando sull’ottavo tasto, si otterrà il riempimento automatico.
Procedere allo stesso modo per creare le due animazioni relative al tasto RE (nono tasto) e il tasto MI (decimo tasto).
Il costume con nessun tasto evidenziato è stato rinominato come keyboard-0. A questo punto scrivere la sequenza di azioni utili per l’animazione del tasto del pianoforte che suonerà la nota DO (tasto A): • quando viene premuto il tasto A • evidenzia il tasto del pianoforte • emetti la nota corrispondente • quando il suono finisce torna alla tastiera con il tasto non evidenziato Questa sequenza di eventi si traduce in Scratch utilizzando i blocchi della categoria Aspetto passa al costume keyboardDO, passa al costume keyboard-0 che permettono di cambiare l’aspetto dello sprite tastiera in base a quando viene premuto il tasto del pc relativo. In figura vengono mostrate le sequenze di blocchi per i tasti A, S, D.
Terminata questa sperimentazione sulla tastiera del pianoforte si può proporre l’inserimento di strumenti a percussione all’interno del progetto. Selezionare dalla libreria degli sprite Cowbell, DrumBass e Magic-Wand. Perché una bacchetta magica? Perché la verrà utilizzata per cliccare sulle percussioni così da provocarne il suono.
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Coding
Gli obiettivi: • quando l’utente clicca sulla bacchetta magica, questa deve seguire il puntatore del mouse; • quando la bacchetta viene portata sopra uno dei due strumenti a percussione, se l’utente clicca deve essere emesso il suono; • quando l’utente preme il tasto della tastiera, la bacchetta si sgancia dal puntatore e la simulazione termina. Per raggiungere gli obiettivi preposti, costruire le seguenti sequenze di blocchi, a cominciare dallo lo sprite Magic-Wand. Con questa prima sequenza, quando l’utente cliccherà sopra alla bacchetta magica, questa seguirà il puntatore del mouse. Ora è necessario implementare la doppia condizione che deve essere rispettata per far sì che i suoni vengano riprodotti: condizione 1: Magic-Wand si deve trovare sopra la percussione; • condizione 2: il tasto del mouse deve essere premuto. Creare, quindi, una sequenza diversa rispetto alla precedente, ma sempre con il blocco iniziale Quando si clicca su questo sprite. Per creare la doppia condizione, utilizzare il blocco e della categoria Operatori e inserire, sta toccando ... e pulsante del mouse premuto, entrambe appartenenti alla categoria Sensori.
A lato la sequenza che appare dopo l’inserimento dell’operatore e. L’ultima specifica - quella che fa sì che quando viene premuto il tasto Spazio la bacchetta magica non segue più il puntatore e la simulazione termina - si realizza utilizzando il blocco Se ... allora della categoria Controllo, modificando lo script precedente. Infine, riprendendo il primo script relativo alla bacchetta magica, l’inserimento del blocco Vai in primo piano (categoria Aspetto) all’inizio della sequenza, fa sì che la bacchetta risulti sempre in evidenza rispetto alle percussioni inserite.
Che progetto proporre? Dopo aver costruito una tastiera e una simulazione con due strumenti a percussione, proporre agli studenti di inventare nuovi strumenti, ricercando gli sprite a disposizione all’interno della libreria di Scratch. Si possono trovare una chitarra acustica, un basso, una chitarra elettrica, un sassofono, ecc. Per una ulteriore complessità, chiedere di impostare nuove interazioni, cioè varie modalità con cui l’utente può causare l’emissione del suono da parte dello strumento.
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Coding
Storytelling: costruire una storia animata! - Livello 2 Tipologia
attività in Scratch
Argomento
sequenze, animazioni, sincronizzazione tra sprite con messaggi
Discipline correlate
Italiano
Modalità di conduzione
In piccolo gruppo
Tempo di svolgimento previsto
2 lezioni da 1 ora circa
Materiale occorrente
1 computer ogni gruppo di studenti; LIM per dare indicazioni agli studenti
Obiettivi: • Usare sequenze e la sincronizzazione tra sprite tramite messaggi. • Produrre semplici animazioni in Scratch. • Selezionare le informazioni per sintetizzare una storia o un racconto. • Costruire le sequenze necessarie per rendere animata una storia.
Descrizione dell’attività L’attività permetterà di creare una storia animata in Scratch. Proporre agli studenti di scegliere le scene fondamentali di un racconto selezionato dal Sussidiario dei Linguaggi e farli lavorare in gruppo alla realizzazione del progetto in Scratch. Questa attività prevede l’utilizzo dei blocchi invia a tutti ... e quando ricevo ... (categoria Situazioni). Questi blocchi serviranno per sincronizzare tra di loro i personaggi e gli sfondi, così da poter riprodurre la storia scelta. Nell’esempio viene spiegato come costruire alcune scene del racconto “Il robot e la bambina” tratto da Io, robot di I. Asimov, Mondadori.
Il robot e la bambina Novantotto, novantanove, cento... Gloria riabbassò le braccia con le quali si era schermata gli occhi e restò immobile per un attimo. Poi si allontanò cautamente dall’albero, cui si era appoggiata, cercando di guardare in tutte le direzioni. Si avviò a passo deciso in cerca di Robbie e udì troppo tardi il fruscio che si levava alle sue spalle, la caratteristica cadenza ritmata dei passi di Robbie. Si girò in tempo per vedere il suo compagno di giochi spuntare trionfante dal nascondiglio e correre verso l’albero. – Aspetta, Robbie! – gridò, scoraggiata – Non è leale! Avevi promesso che non avresti cominciato a correre finché non ti trovavo! I suoi piedini non potevano reggere il ritmo dei passi di Robbie. Ma, a tre metri dalla meta, Robbie rallentò di colpo l’andatura, si limitò ad avanzare strascicando i piedi e Gloria, con un impetuoso slancio finale, gli sfrecciò davanti ansimando e toccò per prima la corteccia dell’albero scelto come traguardo. Poi si girò raggiante verso il robot e gridò: – Robbie non sa correre! – aveva soltanto otto anni – Io posso batterlo quando voglio! Io posso batterlo quando voglio! – cantilenò. Robbie non rispose, naturalmente. Per lo meno, non a parole. Cominciò a correre, allontanandosi da Gloria; lei cercò di raggiungerlo, ma lui la costrinse a inseguirlo in cerchio, agitando le braccia. – Robbie! – strillò la bambina – Fermati! Finalmente il robot si girò di colpo e la sollevò tra le braccia, facendola roteare. – Adesso tocca a me nascondermi. Robbie fece cenno di sì con la testa, un piccolo parallelepipedo dagli angoli smussati che era attaccato al parallelepipedo molto più grande del dorso per mezzo di un perno flessibile. Poi obbedì all’ordine e si appoggiò all’albero, tenendovi la faccia contro. Una sottile pellicola di metallo gli coprì gli occhi lucenti. Allo scoccare del centesimo secondo perlustrarono l’orizzonte, soffermandosi un attimo su di un pezzo di stoffa colorata che spuntava dietro il masso. Nel frattempo, in casa, la signora Weston ruppe il silenzio tra lei e il marito:
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Coding
– George! – Cosa c’è tesoro? – Sai benissimo cosa c’è, George. Si tratta di Gloria e di quell’abominevole macchina. Quel robot che Gloria chiama Robbie. Non la lascia un momento! – E perché dovrebbe? Il suo compito è proprio di accudirla. – Non voglio che mia figlia sia affidata a una macchina, per quanto efficiente, affettuosa e gentile questa possa essere. Non ha un’anima! I bambini non sono fatti per essere accuditi da un “affare” di metallo. – E quest’idea quand’è che ti è venuta in mente? Finora non mi sembravi preoccupata. Rifletti un po’... un robot baby-sitter è infinitamente più fidato di una creatura in carne e ossa. Robbie è stato costruito proprio per quell’unico scopo: essere il compagno di giochi di un bambino. È matematico che sia fedele, affettuoso e gentile: si tratta di una macchina costruita per questo. Puoi dire forse altrettanto per gli esseri umani? (Io, Robot, I. Asimov, Mondadori)
Dopo aver letto il testo, rivolgere agli studenti la domanda seguente: Perché è necessario sincronizzare il comportamento dei personaggi in una storia? Raccogliere tutte le idee espresse e guidare gli alunni alla scoperta che una delle motivazioni principali della necessità di sincronizzazione è il rapporto di causa effetto che si ha all’interno di una storia e la sequenzialità delle azioni dei personaggi. In altre parole, nel momento in cui un personaggio assume un certo comportamento o dice una certa battuta, un altro personaggio risponde o assume un comportamento che è conseguenza di quello precedente. Spiegare che all’interno di Scratch è necessario sincronizzare le battute e i movimenti dei personaggi, per rimanere fedeli alla storia da rappresentare. Far elaborare uno schema simile a quello riportato sotto, nel quale è rappresentata un’interazione tra personaggio A e personaggio C, un cambio di scena e infine una battuta del personaggio C. Con le frecce sono indicati i passaggi che necessitano di sincronizzazione in Scratch: scambi di battute tra due o più personaggi, cambi di scena o situazioni simili. In questi casi è utile utilizzare il blocco invia a tutti ..., che rappresenta un “messaggio invisibile” che gli sprite si scambiano tra loro: una volta inviato permette di scatenare la reazione di un altro personaggio (o dello stage) grazie al blocco quando ricevo .... Dopo aver lavorato sulla progettazione, iniziare a progettare con i blocchi di Scratch. Sottolineare che nella storia Il robot e la bambina sono presenti due sfondi, uno caratterizzato da un albero (Gloria e Robbie infatti stanno giocando a nascondino) e un altro caratterizzato da un interno di una casa (i genitori di Gloria discutono all’interno della loro casa).
PERSONAGGIO A DICE
PERSONAGGIO B DICE
PERSONAGGIO A DICE
PERSONAGGIO B SI MUOVE
CAMBIO SCENA PERSONAGGIO C DICE
Inserire i due sfondi cliccando su Scegli uno sfondo dalla libreria (icona a sinistra sotto Nuovo sfondo). Nella schermata che compare scegliere lo sfondo tree; ripetere la procedura per inserire lo sfondo room3. Una volta inseriti gli sfondi, provare a crearne uno iniziale contenente il titolo della storia. Clicca su Disegna un nuovo sfondo. Cliccare su Aggiungi e dalla libreria selezionare Blue Sky2.
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Per aggiungere un testo, cliccare sul bottone T. Quindi selezionare il punto dello sfondo in cui inserire il titolo del racconto, selezionare il font e il colore del testo. Rinominare lo sfondo come “sfondo iniziale”. Costruire ora una prima sequenza relativa allo sfondo: controllare che sia selezionato lo stage nella fascia in basso a sinistra e preparare lo script.
Sono stati utilizzati i blocchi: quando si clicca su bandierina verde (categoria Situazioni), perché il clic sulla bandierina deve rappresentare l’inizio della storia; passa allo sfondo ... (categoria Aspetto) per determinare il cambio di scena; attendi ... secondi (categoria Controllo) per determinare la durata dello sfondo iniziale. Alla fine il blocco invia a tutti ... (categoria Situazioni) permette di segnalare ai personaggi quando iniziare il dialogo. Per sincronizzare le azioni degli sprite utilizziamo la funzione invia un nuovo messaggio e attendi, nella categoria Situazioni. Per creare un nuovo messaggio si deve cliccare su nuovo messaggio e scegliere il nome del messaggio da inviare (ad esempio “inizio storia”); questi messaggi verranno utilizzati per segnalare il momento in cui la sequenza di un personaggio è terminata, e quindi può partire lo script di un altro sprite. I personaggi inseriti sono: Gloria, Robbie e i genitori di Gloria. Le immagini possono essere reperite online semplicemente cercando tra le immagini di Google e predisponendole sul desktop dei pc. Per inserire gli sprite cliccare su Carica uno sprite da un file e poi selezionare il file all’interno del computer. Dato che all’inizio della storia Gloria sta giocando a nascondino, si può creare un nuovo costume in cui la bambina abbia gli occhi chiusi. Per realizzarlo selezionare Gloria nell’area degli sprite, poi cliccare su Costumi. Cliccando con il tasto destro del mouse sopra il primo costume, compare il menù duplica, cancella, salva in un file locale: scegliere duplica e procedere come segue per creare gli occhi chiusi.
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Per ottenere gli occhi chiusi seguire i seguenti passaggi: • Selezionare la funzione Seleziona un colore dalla palette dei colori. • Selezionare il colore rosa del viso di Gloria. • Selezionare la funzione Pennello dalla palette degli strumenti. • Colorare gli occhi di Gloria con il pennello (di cui si può modificare la dimensione con la barra), in modo che non siano più visibili. • Selezionare il colore nero dalla palette dei colori. • Disegnare gli occhi chiusi. • Rinominare il costume come “Gloria occhi chiusi”. Dopo aver preparato il nuovo costume, si può passare alla costruzione dello script: quando si clicca su bandierina verde Gloria non deve più essere visibile per lasciare spazio al solo sfondo con il titolo del racconto. Utilizzare quindi il blocco Nascondi della categoria Aspetto. Quando termina la schermata iniziale con il titolo (e quindi quando lo sprite Gloria riceve il messaggio “inizio storia”), inizia la sequenza caratteristica del personaggio: il blocco Mostra (categoria Aspetto) rende visibile lo sprite; il blocco vai a x: ... y: ... (categoria Movimento) fa posizionare Gloria sempre nella stessa posizione vicino all’albero; il blocco passa al costume ... (categoria Aspetto) permette di passare al costume con gli occhi chiusi; i blocchi dire ... per ... secondi permettono di replicare i discorsi diretti della storia; il blocco scivola in ... secondi a x: ... y: ... (categoria Movimento) permette di creare uno spostamento “scivolato” del personaggio; infine inviamo il messaggio vai per dare il via allo script di Robbie. Selezionare il personaggio robot dall’area degli sprite e costruire le sequenze come nell’esempio.
All’inizio Robbie non deve essere visibile, quando riceve il messaggio vai il robot si deve posizionare in x=-246 y=107 e poi eseguire l’animazione successiva, cioè il movimento verso l’albero.
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Coding
L’ultimo blocco della sequenza di Robbie è invia a tutti arrivato. Aggiungendo lo script riportato a sinistra nella sequenza relativa a Gloria, sarà possibile inserire un altro fumetto dopo l’animazione del robot. Costruendo nello stage anche la sequenza seguente, comparirà uno sfondo - da costruire con la stessa sequenza evidenziata per il titolo - tra la scena dell’albero e la successiva scena che si svolge all’interno di casa Weston.
Infine inserire gli script per la mamma e il papà di Gloria, con i quali si realizza la scena finale di questa storia creata all’interno di Scratch.
Che progetto proporre? Proporre agli studenti di rendere più articolato il racconto, aggiungendo scene e dettagli dei personaggi e delle conversazioni. Scegliere altre storie da animare utilizzando Scratch.
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GIRA LA STORIA: il tabellone delle storie – classi 4a e 5a
C’era una volta - carte da ritagliare
STORIA ROSSA Era una giornata di sole. Sam si annoiava sulla barca, al molo. Si accorse che accanto alla barca, sul pelo dell’acqua, galleggiava una bottiglia con dentro qualcosa di strano. Sembrava un rotolo di carta. - Wow! Un messaggio! – gridò e subito prese il retino con cui pescava e la tirò a bordo. Estrasse il rotolo di carta. Apparve quella che sembrava decisamente una mappa. Lesse le poche righe del messaggio che accompagnava il disegno: “Nell’Isola del Nord, sulla rotta di Gambamorta, il capitano seppellì…” e poi era impossibile leggere oltre. Al centro dell’Isola, una grande X rossa segnalava sicuramente un tesoro! Cercò nella barca a fianco Michela, che stava pigramente sdraiata al sole. Le fece cenno di venire e quando arrivò, le mostrò la mappa. Si scambiarono uno sguardo d’intesa: era ora di convincere papà e mamma a salpare… Quali avventure li attendevano?
STORIA BLU Thomas e Viola erano entusiasti del viaggio in America. Wow! Oggi si andava in visita ad un antico pueblo dei nativi americani! Per tutta la mattina avevano seguito la guida che spiegava. Ma Thomas si era stancato di quel chiacchiericcio e così aveva convinto Viola a fare un giro da soli. Ma il gruppo di turisti era ripartito lasciandoli lì, da soli, in mezzo al deserto. Era già quasi il tramonto, quando per fortuna, da lontano videro arrivare la figura di un vecchio: Penna Lucente. L’indiano li condusse al suo villaggio. Nel vedere Viola, la tribù prese ad agitarsi. La giovane venne vestita come una di loro e condotta dal capo: Viola era identica ad una principessa indiana vissuta cento anni prima. Un’antica profezia diceva che sarebbe tornata per aiutare il suo popolo. I due dovevano rimanere al villaggio almeno fino alla prossima luna piena… Come sarebbero ritornati a Roma?
STORIA VERDE Enea e Matilda giunsero al campo a sera. L’autista scaricò i bagagli e ripartì, senza aspettare che venissero ad accogliere i nuovi arrivati. I due ragazzi rimasero da soli. Girando per il campo si accorsero che non c’era più nessuno. La tenda del refettorio era deserta e sulle lunghe tavolate c’erano piatti e cibo abbandonati… Fu subito chiaro che qualcosa di molto strano era accaduto. In una tenda rinvennero una videocamera. Controllarono l’ultima registrazione: la dottoressa Selmak commentava il ritrovamento del giorno: nell’antro del Tempio Maggiore era stata trovata una statuetta femminile in pietra! Gli archeologi scherzavano, mostrando il bellissimo manufatto. Poi le immagini si interrompevano in un lampo di luce. Riuscirono a trovare il diario di scavo. Avrebbero trovato in quelle pagine la soluzione dello strano enigma?
STORIA ARANCIONE Richard ed Emma arrivarono insieme alla loro classe al Rockfield Castel Hotel poco dopo il tramonto. Cenarono e quando fu ora di tornare nelle camere, Emma disse a Richard: - Non ho voglia di andare a dormire… Ho letto molto su questo antico castello: pare che nelle segrete dell’ala Ovest si aggiri una strana presenza. Che ne dici di andare a fare un giro? Richard non poté dire di no... e quando tutti furono nelle loro stanze, i due ragazzi si diressero con una torcia verso l’ala Ovest, disabitata e non ancora ristrutturata. Tra vecchi arredi e qualche antica armatura, trovarono le scale per le segrete. Scesero. C’era buio, freddo e odore di muffa. All’improvviso una malinconica musica di violino riempì l’aria e un bagliore sinistro illuminò le volte in mattoni. Chi poteva essere a quell’ora in un luogo così tetro? Era forse il Fantasma di Rockfield Castel?
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GIRA LA STORIA: il tabellone delle storie – classi 4a e 5a C’era una volta - carte da ritagliare
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c’era una volta
c’era una volta
c’era una volta
c’era una volta
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GIRA LA STORIA: il tabellone delle storie – classi 4a e 5a Tipologia
Gioco su carta
Argomento
sequenze
Discipline correlate
Geografia, Matematica, Italiano
Modalità di conduzione
attività nel gruppo classe
Tempo di svolgimento previsto
1 ora circa
Materiale occorrente
Poster, storie e carte “C’era una volta”, carte direzionali, carte moltiplicatore, carte intreccio, piccoli oggetti segnaposto
Obiettivi: • apprendere elementi di base degli algoritmi. • elaborare correttamente informazioni visuo-spaziali su una mappa. • leggere ed interpretare correttamente gli elementi di una storia. • creare sequenze narrative originali, proprie del romanzo di avventura.
Introduzione L’attività sviluppa la capacità di analizzare un breve testo narrativo, di predisporre sequenze corrette di azioni per raggiungere un obiettivo, muovendosi nel reticolo di gioco, e di arricchire un testo dato con sequenze narrative originali. Grazie alle fasi di lettura, analisi e sintesi, il gioco consente, inoltre, l’appropriazione dei processi tipici del pensiero computazionale che sta dietro ad ogni tipo di programmazione e al coding ed è strutturato in modo tale da evidenziare in modo semplice cosa accade quando una sequenza di comandi viene “turbata” da elementi intrusi: la programmazione delle azioni utili a raggiungere un obiettivo deve necessariamente essere rivista e corretta. Scopo del gioco è quello di individuare gli elementi costituenti ciascuna storia e di raggiungerli tramite un percorso costruito con le frecce direzionali. Queste sono fornite in numero limitato rispetto alle caselle dei vari percorsi, per far sì che i giocatori utilizzino le carte moltiplicatore per elaborare il proprio percorso. La squadra avversaria ha la possibilità di aggiungere elementi-ostacolo o elementi svianti rispetto alla storia fornita, per rendere più complesso il percorso e per arricchire, allo stesso tempo, l’intreccio narrativo proprio del romanzo di avventura, stimolando le abilità necessarie alla produzione di un testo narrativo. A pag. 63 della guida sono riportate quattro brevi storie distinte per colore (rosso, arancione, verde e blu). Il poster di gioco presenta: 4 carte C’era una volta contenenti diagrammi di flusso che fungono da promemoria, riportando la sequenza degli obiettivi da conquistare per le singole storie; 8 carte direzionali e 8 carte moltiplicatore con le quali programmare gli spostamenti sul tabellone di gioco; 16 carte intreccio utili per complicare i percorsi delle storie originali; il tabellone di gioco che riporta gli elementi contenuti nelle storie.
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Regole del gioco: 1 - Formare 4 squadre composte da 5-6 alunni e riunirle attorno al tabellone di gioco. Nominare un caposquadra, un alfiere e un lettore/narratore per ciascuna squadra, cui verranno attribuiti i seguenti compiti: Lettore/narratore = legge ad alta voce la storia e indica gli elementi/obiettivi da conquistare; riferisce a voce le sequenze narrative create; Caposquadra = predispone la sequenza di movimenti con le carte direzionali e le carte moltiplicatore, coadiuvato dagli altri componenti della squadra; Alfiere = muove il segnaposto (temperino, tappo di penna, gomma, ecc…) sul tabellone di gioco seguendo la sequenza predisposta dal proprio caposquadra.
2 - Ciascun caposquadra pesca una storia C’era una volta, che il lettore leggerà ad alta voce, dichiarandone il colore e tutti gli obiettivi, nell’ordine in cui vengono riportati nella carta C’era una volta associata alla storia, in modo tale che gli avversari possano controllare.
3 - Far scegliere ad ogni gruppo, o assegnare personalmente, la squadra avversaria da ostacolare e distribuire le carte intreccio che riportano lo stesso colore della storia della squadra da ostacolare.
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4 - Le squadre posizioneranno a turno sul tabellone di gioco tre a scelta tra le quattro carte intreccio a diposizione, inserendole lungo il percorso della squadra avversaria, sopra ai riquadri dello stesso colore.
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5 - Utilizzando le carte direzionali e le carte moltiplicatore, il primo caposquadra dovrà elaborare la sequenza corretta per conquistare tutti gli obiettivi inserendo anche quelli delle carte intreccio posizionate dalla squadra avversaria e predisporre a lato del tabellone la sequenza di movimenti utili per conquistare gli obiettivi. Quindi l’alfiere potrà muovere verso il primo obiettivo seguendo la sequenza elaborata con le carte direzionali.
6 - Ogni volta che il segnaposto raggiunge un obiettivo, il turno passa alla squadra avversaria.
7 - Quando il segnaposto raggiunge una carta intreccio, la squadra ha due minuti di tempo per creare una breve sequenza narrativa da aggiungere a quella della storia originale. Il lettore/narratore dovrà riferire ad alta voce la nuova sequenza della storia. Se la squadra non riesce a creare in tempo la sequenza narrativa o se essa non risulta plausibile o correttamente integrata nella storia originale, la squadra dovrà fermarsi per un turno. Allo stesso modo, se la sequenza predisposta con le carte direzionali non è corretta, la squadra dovrà fermarsi un turno e correggere la programmazione del percorso. Vince la squadra che raggiunge per prima tutti gli obiettivi. Al termine del gioco ogni squadra dovrà ripetere l’intera storia, arricchita dalle sequenze delle carte intreccio.
Verifica e valutazione • capacità di leggere, interpretare e creare un breve testo narrativo • capacità di elaborare correttamente un percorso su di un reticolo • capacità di autocorrezione • capacità di collaborare nel gruppo, di comunicare in modo efficace e di rispettare tempi e regole di gioco.
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Bisogni Educativi Speciali
Per una didattica inclusiva Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (Special Educational Needs) sono alunni che presentano disabilità, difficoltà di apprendimento, disturbi evolutivi specifici, difficoltà comportamentali ma anche disagio e svantaggio socioeconomico-linguistico-culturale e che dunque necessitano di “speciale attenzione”. La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 e la successiva Circolare n. 8 del 6 marzo 2013 (entrambe del MIUR) suddividono i BES in tre aree specifiche: • alunni con disabilità certificata secondo la Legge 104/92; • alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA certificati con la Legge 170/2010); • alunni con altri Bisogni Educativi Speciali, come svantaggio socio-economico, linguistico, culturale. La normativa scolastica vigente invita tutte le scuole a mettere in atto, per studenti in difficoltà (temporanee o permanenti), il diritto alla personalizzazione degli apprendimenti. Compito essenziale dell’insegnante è infatti conoscere “come apprende” l’alunno e, per fare ciò, deve mettere in atto una “osservazione intenzionale e finalizzata” (Piaget) con lo scopo di pianificare i successivi interventi didattico-pedagogici individualizzati e personalizzati. Didattica individualizzata
Didattica personalizzata
Modula la didattica, i tempi, gli strumenti rispetto alle caratteristiche dell’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze.
Calibra l’offerta didattica e le modalità relazionali sulla specificità e unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo.
Attraverso la normativa più recente (Legge 170 per i Disturbi Specifici di Apprendimento, la Direttiva del 27 dicembre 2012, successiva Circolare n. 8 e note esplicative) ci si propone un nuovo “orientamento culturale” nell’ottica dell’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, “che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi sul profilo del funzionamento e sull’analisi del contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni” (D.M. 27/12/2012, p. 1). È chiara la finalità dei documenti di “demedicalizzare e sburocratizzare” l’intervento educativo nell’ottica del “successo formativo” di ciascuno. Lo strumento privilegiato per una didattica personalizzata diventa il Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo non di declinare ciò che lo studente non sa fare, ma piuttosto di definire, documentare, monitorare e descrivere le strategie d’intervento più adatte e rispondenti allo stile apprenditivo dell’alunno. Per una maggiore chiarezza, la tabella della pagina successiva indica quale modello compilare per le diverse situazioni di “speciale attenzione”.
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Bisogni Educativi Speciali
Alunni con disabilità
Alunni con DSA
Alunni con altri BES
Legge 104/92
Legge 170/2010
Direttiva Ministeriale del 27/12/2012
PEI (Piano Educativo Individualizzato), obbligatorio per tutti gli alunni con certificazione. Tali alunni hanno diritto a un insegnante di supporto (D.P.R. 24/11/1994 ed eventualmente anche l’educativa del Comune di appartenenza).
PDP (Piano Didattico Personalizzato), obbligatorio per tutti gli alunni con certificazione. In esso vengono declinate le strategie e gli interventi didattici in forma collegiale e condivisa.
PDP per i BES, non obbligatorio ma se il consiglio di classe lo ritiene opportuno (cfr. nota del 22/11/2013) può risultare utile per la migliore gestione dei processi inclusivi. Indica se è prevista l’adozione di misure compensative e dispensative (per un determinato periodo o per l’intero anno scolastico) anche per quegli alunni senza specifica certificazione o relazioni da parte di esperti.
L’espressione “personalizzazione degli apprendimenti” è presente già negli articoli 33, 34 e 38 della nostra Costituzione. La Legge 53/2003, che va sotto il nome di “riforma Moratti”, all’art. 2 sottolinea che “è promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze, abilità generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro”.
Cosa dovrebbe fare l’insegnante? Una scuola inclusiva non dovrebbe mai lasciare soli i suoi insegnanti. Dunque sarebbe bene partire da una buona formazione, anche in raccordo con i CTI-CTS (Centri Territoriali per l’Inclusione e Centri Territoriali di Supporto) di riferimento; organizzare un Piano di Inclusione (PAI) insieme al GLI (Gruppo di Lavoro per l’Inclusione) d’Istituto, utilizzando l’autonomia organizzativa e didattica (cfr. D.P.R. 275/99) in raccordo con altri servizi e con le famiglie, declinare il tutto nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF). Ci sono altri aspetti da considerare per migliorare il setting pedagogico: • gli spazi, gli ambienti e i tempi; • l’osservazione sistematica; • il rispetto dei diversi stili apprenditivi; • l’utilizzo di diversi stili “di insegnamento”; • la motivazione all’apprendere; • le modalità di gestione della classe, di aggregazione e lavoro degli studenti (peer education, cooperative learning, tutoring, didattica laboratoriale); • mezzi, strumenti e mediatori didattici, • predisposizione di ambienti di apprendimento formativo. Per gli alunni con BES si possono mettere in atto, in genere, indicazioni e suggerimenti ripresi dalla Legge 170/2010 sui DSA. Misure compensative
Misure dispensative
Si intende qualsiasi prodotto in grado di bilanciare un eventuale disturbo, riducendo gli effetti negativi. Esempi di Strumenti Compensativi: • tabelle dei mesi, dell’alfabeto e dei vari caratteri; • tabella delle misure, tabella delle formule; • mappe anticipatorie e schemi riassuntivi; • linee del tempo; • flashcard; • illustrazioni e icone.
Dispensare non significa esentare ma piuttosto tener conto delle reali difficoltà dell’alunno e metterlo in condizione di sviluppare le funzioni e le abilità. Esempi di Misure Dispensative: • tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio, mediante adeguata organizzazione degli spazi e un flessibile raccordo tra insegnanti; • assegnazione compiti a casa in misura ridotta; • possibilità d’uso di testi ridotti non per contenuto, ma per quantità di pagine; • schede operative a difficoltà graduale.
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Bisogni Educativi Speciali
È importante ricordare che: • gli insegnanti devono consentire l’uso delle strategie compensative e svolgere un ruolo attivo, proponendo percorsi guidati finalizzati allo sviluppo dell’autonomia; • lo studente non ha necessariamente bisogno sempre di “compensare”, ma se si decide di farlo occorre scegliere le modalità adatte alle sue esigenze; • tutta la classe dovrebbe lavorare nelle stesse modalità per evitare che gli alunni con “speciale attenzione” si trovino a disagio; • di particolare importanza sono tutti gli aspetti legati alle emozioni, all’affettività, allo spirito di gruppo e alla condivisione di momenti formali e informali della quotidianità didattica. Il progetto Storie in volo dà ampio spazio alla didattica inclusiva, proponendo nelle pagine È facile – percorsi facilitati. Nel Libro delle tematiche i testi sono presentati con carattere ad alta leggibilità, con una facilitazione nel contenuto o nel compito.
Nel Libro delle tipologie ogni tipologia si conclude con uno schema di sintesi, con carattere da alta leggibilità.
Nel Libro degli Strumenti... per costruire le competenze ogni argomento della grammatica è schematizzato in una mappa con carattere ad alta leggibilità.
Un volume a parte presenta i corrispettivi testi delle antologie ma facilitati e semplificati per rispondere alle diverse esigenze didattiche e ai diversi stili di apprendimento dei Bisogni Educativi Speciali. Uso di font più leggibile e massima chiarezza nell’impaginazione.
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Verifiche personalizzate
Personalizzazione delle verifiche in Storie in volo Il momento delle verifiche, se non viene gestito in modo consapevole e attento da parte del docente, rischia di diventare uno spartiacque tra il successo e l’insuccesso formativo dei bambini. La personalizzazione dei percorsi, infatti, deve necessariamente includere anche le modalità con cui si osservano i livelli di conoscenze e abilità raggiunti. D’altra parte, anche i documenti ufficiali invitano ad adattare le verifiche sia all’interno dei PDP che dei PEI. Nel primo caso, per i bambini con DSA o per i bambini con BES per i quali si predispone un PDP, è opportuno compiere un’operazione di facilitazione delle verifiche. Nel secondo caso, quindi per i bambini con certificazione L104, potrebbe non essere sufficiente una facilitazione, ma potrebbe rendersi necessaria una semplificazione. La differenza tra le due operazioni è sostanziale: • quando si facilita, si va a graduare, scomporre, accompagnare le difficoltà poste dal compito o dal testo, senza toccare il carico cognitivo del compito stesso; • quando si semplifica, invece, si va a ridurre il testo, a modificarlo seguendo precisi accorgimenti, a ridurre le difficoltà del compito, spesso a cambiarlo completamente, in modo da renderlo più semplice. Nella guida si è voluto fornire ai docenti le versioni sia facilitata sia semplificata delle verifiche presenti nel testo per favorire l’inclusione di tutti i bambini cercando al contempo di alleggerire il sempre più pesante lavoro degli insegnanti.
Classe 4a
Classe 5a
Un segreto (da Libro delle tematiche pp. 36-37) p. 72 • verifica facilitata verifica semplificata p. 75 •
Una punizione per Tom (da Libro delle tematiche pp. 36-37) p. 94 • verifica facilitata p. 97 • verifica semplificata
Tommy videogame (da Libro delle tematiche pp. 70-71) p. 77 • verifica facilitata p. 79 • verifica semplificata
L’amico venuto da lontano (da Libro delle tematiche pp. 110-111) p. 99 • verifica facilitata p. 102 • verifica semplificata
Dalla signorina Dolcemiele (da Libro delle tematiche pp. 136-137) p. 81 • verifica facilitata p. 84 • verifica semplificata
La sala della medusa (da Libro delle tematiche pp. 178-179) p. 105 • verifica facilitata p. 108 • verifica semplificata
Colpo di fulmine (da Libro delle tipologie p. 17) p. 86 • verifica facilitata p. 88 • verifica semplificata
Cesare e Cleopatra (da Libro delle tipologie p. 25) p. 110 • verifica facilitata p. 112 • verifica semplificata
Viaggio in Sicilia (da Libro delle tipologie p. 75) p. 90 • verifica facilitata p. 92 • verifica semplificata
Incide il suo nome sul Colosseo (da Libro delle tipologie p. 77) p. 114 • verifica facilitata p. 116 • verifica semplificata
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Verifiche personalizzate - Classe 4a
Un segreto Sandro, Matilde e Luisa hanno più o meno la vostra età e hanno deciso di scrivere un libro. Questo è il loro segreto. Ma andiamo con ordine. Sandro è fissato con i libri, non è capace di andare a letto senza avere un bel romanzo tra le mani. Anche Matilde, la compagna di banco di Sandro, adora i libri. Per lei la felicità più grande è andare in campagna dalla nonna con uno zaino pieno di libri, da leggere su un albero di fico. Matilde è la più brava della classe e, per Sandro e Luisa, è una vera autorità. Ma non si dà delle arie, è generosa e disponibile. Poi c’è Luisa, a cui piacciono le storie, sì, ma quelle raccontate dagli altri. Le piace anche inventarle, le storie. In effetti è l’unica del gruppo a cui piace poco leggere. Ma è simpatica, perché ha molta fantasia. I tre sono amici per la pelle e passano molto tempo insieme. L’ultimo giorno di scuola hanno deciso di inventare e scrivere un romanzo a sei mani, durante l’estate, prima di partire per le vacanze. È luglio e fa un caldo bestiale. I tre bambini, tutti sudati, sono chiusi nella camera di Sandro da tre ore. Il papà di Sandro ogni tanto bussa alla porta: – Ragazzi, fuori ci sono quasi trentacinque gradi. Siete sicuri che non volete andare in piscina? – No, papone, grazie. Vogliamo finire i compiti delle vacanze prima di partire per il mare…– risponde Sandro. È un segreto. Non vogliono dire a nessuno che stanno scrivendo un romanzo. – Ma vi hanno dato così tanti compiti? – chiede il padre di Sandro preoccupato. Matilde sospira, con un’aria un po’ teatrale: – Eh, sì, signor Ronda, tantissimi. Luisa appoggia il mento sul libro delle vacanze che tiene aperto davanti per non essere smascherata. Il padre di Sandro sgrana gli occhi. – Non ti preoccupare. Ce la faremo – lo rassicura Sandro – ora
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Verifiche personalizzate - Classe 4a
lasciaci studiare. Sennò perdiamo la concentrazione. Il padre fa un passo indietro ed esce, scusandosi con la mano. – Allora, dove eravamo rimasti? – chiede Matilde, tirando fuori i fogli. Sandro succhia il tappo della penna e si sfrega la tempia con l’indice. – Per me una storia d’amore fra bruchi potrebbe funzionare. Luisa interviene: – No, facciamo diventare farfalla solo uno dei due innamorati. Così l’altro si dispera. Un bruco e una farfalla non possono amarsi. Uno vola e l’altro striscia. Non riescono nemmeno a baciarsi. Matilde allarga gli occhi: – Ma è una storia tristissima, Luisa! – Una tragedia – commenta Sandro. Luisa sorride: – Ma la gente è contenta di piangere. La mamma, quando guarda un film, alla fine piange e dice “Che bel film!”. Sandro guarda Matilde: – Ha ragione. Anche a mia madre piace piangere. Facciamo così, li separiamo per un po’, d’accordo, ma poi alla fine facciamo diventare farfalle tutti e due. E chiudiamo la faccenda con un bel... matrimonio. – Un matrimonio tra farfalle – sorride Matilde. Giorno dopo giorno i tre amici scrivono la loro storia di bruchi e farfalle, e a fine luglio il romanzo è finito. Sono stanchissimi ma soddisfatti: hanno scritto centocinquanta pagine! Prima o poi lo pubblicheranno, il loro libro, e il segreto sarà svelato. Per ora decidono di chiuderlo a chiave in un cassetto. da C. Bonvicini, In bocca al bruco, Salani
1. Collega ciascun bambino alla sua passione Sandro
inventare storie
Matilde Luisa
leggere libri
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Verifiche personalizzate - Classe 4a
2. Che cosa lega i tre bambini? Sono compagni di classe. Sono amici per la pelle. Sono fratelli. 3. Il testo si intitola “Un segreto”. La parola segreto è ripetuta tre volte. Di quale segreto si tratta? ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. 4. Qual è il fatto principale raccontato nella storia? I bambini fanno i compiti delle vacanze. I bambini scrivono un libro di nascosto. Il matrimonio tra due farfalle. 5. Segna con una X se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). - Sandro, Matilde e Luisa hanno la stessa età.
V
F
- Matilde è la più brava della classe.
V
F
- A Luisa piace raccontare le storie.
V
F
- I tre amici litigano spesso.
V
F
- Il loro libro racconta ua storia con una conclusione tragica.
V
F
- I bambini impiegano tutta l’estate a scrivere il libro.
V
F
6. Che cosa vuol dire “scrivere un romanzo a sei mani”? Scrivere un romanzo con sei capitoli. Scrivere un romanzo correggendolo sei volte. Scrivere un romanzo in tre.
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Verifiche personalizzate - Classe 4a
UN SEGRETO SANDRO, MATILDE E LUISA HANNO NOVE ANNI. LORO HANNO UN SEGRETO. IL SEGRETO È CHE DECIDONO DI SCRIVERE UN LIBRO. SANDRO AMA I LIBRI. SANDRO LEGGE SEMPRE, ANCHE A LETTO. MATILDE È LA COMPAGNA DI BANCO DI SANDRO. ANCHE MATILDE ADORA I LIBRI. MATILDE È LA PIÙ BRAVA DELLA CLASSE, MA LEI NON SI DÀ DELLE ARIE, È GENEROSA E DISPONIBILE. POI C’È LUISA. A LUISA PIACE ASCOLTARE LE STORIE RACCONTATE DAGLI ALTRI. LUISA AMA ANCHE INVENTARE LE STORIE. A LEI PIACE POCO LEGGERE. MA LEI È SIMPATICA, PERCHÉ HA MOLTA FANTASIA. I TRE SONO AMICI PER LA PELLE. LORO PASSANO MOLTO TEMPO INSIEME. L’ULTIMO GIORNO DI SCUOLA I TRE AMICI HANNO DECISO DI INVENTARE E SCRIVERE UN LIBRO INSIEME. È LUGLIO E FA CALDO. I TRE BAMBINI SONO CHIUSI NELLA CAMERA DI SANDRO DA TRE ORE. IL PAPÀ DI SANDRO BUSSA ALLA PORTA: – RAGAZZI, FUORI CI SONO QUASI TRENTACINQUE GRADI. SIETE SICURI CHE NON VOLETE ANDARE IN PISCINA? SANDRO RISPONDE: – NO, PAPONE, GRAZIE. È UN SEGRETO. I TRE AMICI NON VOGLIONO DIRE A NESSUNO CHE STANNO SCRIVENDO UN ROMANZO. MATILDE TIRA FUORI I FOGLIE E CHIEDE: – ALLORA, DOVE ERAVAMO RIMASTI? SANDRO SUCCHIA IL TAPPO DELLA PENNA E DICE: – PER ME UNA STORIA D’AMORE FRA BRUCHI POTREBBE FUNZIONARE. LUISA INTERVIENE: – NO, FACCIAMO TRA UN BRUCO E UNA FARFALLA. LA FARFALLA VOLA E IL BRUCO STRISCIA. NON POSSONO AMARSI.
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Verifiche personalizzate - Classe 4a
MATILDE ALLARGA GLI OCCHI: – MA È UNA STORIA TRISTISSIMA! LUISA SORRIDE: – LA GENTE È CONTENTA DI PIANGERE. SANDRO DICE: – PERÒ ALLA FINE DIVENTANO TUTTI E DUE FARFALLE. E SI SPOSANO. MATILDE SORRIDE: – UN MATRIMONIO TRA FARFALLE! I TRE AMICI SCRIVONO LA STORIA DI BRUCHI E FARFALLE. A FINE LUGLIO IL ROMANZO È FINITO. LORO SONO STANCHISSIMI MA SODDISFATTI: HANNO SCRITTO CENTOCINQUANTA PAGINE! DA C. BONVICINI, IN BOCCA AL BRUCO, SALANI
1. COLORA SOLO IL NOME DI CHI AMA LEGGERE.
MATILDE
LUISA
SANDRO
2. I TRE SONO: FRATELLI
AMICI
3. COSA VOGLIONO FARE I TRE? ANDARE IN PISCINA
SCRIVERE UN LIBRO
4. DI COSA PARLA IL LIBRO? DI UN BRUCO E UNA FARFALLA
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DI UN PAPÀ E UN FIGLIO
Verifiche personalizzate - Classe 4a
Tommy videogame A Tommy piacevano i videogame. Trascorreva delle ore a schiacciare pulsanti davanti allo schermo del televisore insieme a qualche amico, impegnato in lunghe partite. E quando non c’erano gli amici, giocava da solo, anche se era meno divertente. L’ultimo videogame che Tommy aveva avuto in regalo era quello che gli piaceva più di tutti. Aveva per titolo La Grande Battaglia. Era una battaglia molto speciale che vedeva cinque-draghi-cinque schierati contro setteincappucciati-sette. Cinque draghi con la pelle di cinque colori diversi. Rosso. Giallo. Verde. Azzurro. Violetto. Gli incappucciati, invece, erano tutti neri. In battaglia, i draghi lanciavano fiamme dalla bocca, gli incappucciati rispondevano con archi e frecce. Quando un drago veniva colpito da una freccia, gli usciva dal naso un pennacchietto di fumo scuro, poi si accasciava a terra e non si muoveva più. Gli incappucciati, invece, se una fiamma li investiva in pieno, si trasformavano in un mucchietto di polvere nera. Quel giorno Tommy aveva già giocato due partite da solo. Una l’avevano vinta i draghi, l’altra gli incappucciati. Ora lo schermo del televisore era vuoto ed emanava una luce lattiginosa. Chi gli piaceva di più, delle due squadre di combattenti? Draghi o incappucciati? Tommy si mise a riflettere e, intanto, sgranocchiava noccioline. In casa non c’era nessuno e lui aveva tutto il tempo per un’altra partita. E, intanto che giocava, avrebbe deciso a chi farla vincere. Schiacciò un pulsante e una leggera scossa gli dette un formicolio al braccio. Che stava succedendo? Si era guastato qualcosa? Provò di nuovo. Questa volta la scossa fu molto più forte. Poi a Tommy sembrò di diventare leggero e qualcosa, come una grande mano invisibile, lo spinse a gran velocità verso il televisore. “Ora ci batto una capocciata” pensò. E invece passò attraverso lo schermo come se fosse fatto d’aria e si trovò dall’altra parte. E si accorse di essere diventato molto, molto piccolo. da R. Guarnieri, Tommy videogame, Giunti
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Verifiche personalizzate - Classe 4a
1. Segna con una X se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). - Tommy trascorreva molto tempo a giocare con i videogiochi.
V
F
- Nella battaglia del videogioco combattono draghi contro draghi.
V
F
- Gli incappucciati sono provvisti di archi e frecce.
V
F
- I draghi sono tutti neri. V
F
- Tommy preferisce i draghi. V
F
V
F
- Tommy viene spinto verso il televisore da una strana forza. 2. Come attaccano? Collega. I draghi
lanciavano fiamme dalla bocca
Gli incappucciati
utilizzavano archi e frecce
3. Come reagiscono se attaccati? I draghi
si trasformavano in un mucchietto di polvere nera
Gli incappucciati
si accasciavano a terra e non si muovevano più
4. La parola pennacchietto può essere sostituita da: moccolo
fuoco
piccola nuvola
5. L’espressione “luce lattiginosa” significa: luce opaca luce bianca come il latte luce splendente 6. Il testo è già diviso in sequenze. Scrivi un titolo che sintetizzi il contenuto di ogni sequenza.
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TOMMY VIDEOGAME TOMMY AMA I VIDEOGAME. LUI PASSA TANTE ORE A GIOCARE CON I VIDEOGAME. GIOCA INSIEMA A QUALCHE AMICO O DA SOLO. IL VIDEOGAME PREFERITO DI TOMMY SI INTITOLA: LA GRANDE BATTAGLIA. È UNA BATTAGLIA TRA CINQUE DRAGHI CONTRO SETTE INCAPPUCCIATI. I CINQUE DRAGHI HANNO LA PELLE DI CINQUE COLORI DIVERSI: ROSSO, GIALLO, VERDE, AZZURRO, VIOLETTO. GLI INCAPPUCCIATI, INVECE, SONO TUTTI NERI. IN BATTAGLIA, I DRAGHI LANCIANO FIAMME DALLA BOCCA. GLI INCAPPUCCIATI RISPONDONO CON ARCHI E FRECCE. TOMMY HA GIÀ GIOCATO DUE PARTITE DA SOLO. ORA LO SCHERMO DEL TELEVISORE È VUOTO ED EMANA UNA LUCE. TOMMY SCHIACCIA UN PULSANTE. TOMMY RICEVE UNA SCOSSA AL BRACCIO. CHE STA SUCCEDENDO? SI È GUASTATO QUALCOSA? TOMMY PROVA DI NUOVO. LA SCOSSA È MOLTO PIÙ FORTE. POI TOMMY DIVENTA LEGGERO E QUALCOSA LO SPINGE VERSO IL TELEVISORE. TOMMY PASSA ATTRAVERSO LO SCHERMO E SI TROVA DALL’ALTRA PARTE. TOMMY SI ACCORGE DI ESSERE DIVENTATO MOLTO, MOLTO PICCOLO. DA R. GUARNIERI, TOMMY VIDEOGAME, GIUNTI
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1. COLORA I PERSONAGGI COME SCRITTO NEL TESTO. POI CERCA L’ERRORE, POI COMPLETA.
L’ERRORE È: ....................................................................................... 2. DOVE FINISCE TOMMY? IN CAMERA SUA. DENTRO IL VIDEOGIOCO.
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Dalla signorina Dolcemiele – Da questa parte – disse la signorina Dolcemiele e aprì il cancello, facendo strada a Matilde. S’incamminarono per un sentierino segnato da solchi profondi e chiuso tra due siepi di noccioli, piene di frutti maturi. – Lei vive qui? – chiese Matilde. – Sì – si limitò a dire la signorina Dolcemiele. Matilde non aveva mai pensato al luogo in cui la sua maestra viveva. – Lei vive sola, signorina? – Sì. Completamente sola. Camminavano sui profondi solchi seccati dal sole e bisognava stare attenti a dove si mettevano i piedi per evitare di prendersi una storta. – È solo una casetta da contadini, non devi aspettarti un granché. Giunsero a un cancelletto verde seminascosto dai rami di noccioli. Matilde vide un cottage di mattoni rossi, così piccolo che somigliava più a una casa di bambole che a un’abitazione per gente in carne e ossa. I mattoni erano vecchissimi e sbrecciati, di un rosa stinto. Il tetto era di ardesia grigia, con un minuscolo comignolo, e sulla facciata si aprivano due finestrelle grandi quanto un foglio di giornale. Un’enorme quercia ombreggiava la casetta, con lunghissimi rami che sembravano avvolgerla e abbracciarla, nascondendola al resto del mondo. Quel posto le faceva paura. Sembrava così irreale e lontano, fantastico e totalmente fuori da questa terra. Somigliava alle illustrazioni delle fiabe dei Grimm o di Andersen. In una casa del genere dovevano aver vissuto il povero taglialegna con Hansel e Gretel, la nonna di Cappuccetto Rosso, i Tre Orsacchiotti, i Sette Nani... Sembrava uscita da una fiaba. – Vieni, tesoro – disse la signorina Dolcemiele, e Matilde la seguì. La porta d’ingresso era verniciata di verde, ma la vernice era scrostata e non c’era il buco della serratura. La maestra fece scorrere il chiavistello, spinse la porta ed entrò. Anche se non era alta, dovette chinarsi per oltrepassare la soglia. Matilde la seguì e si trovò in un corridoio buio e stretto come una galleria.
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– Vieni in cucina, se vuoi aiutarmi a preparare il tè – disse la signorina Dolcemiele e le fece strada fino in cucina... se la si poteva chiamare così. Non era più grande di un armadio e sulla parete di fondo si apriva soltanto una finestrella con sotto un lavandino senza rubinetti. Contro un’altra parete erano appoggiati una mensola e un armadietto. Sulla mensola si trovavano un fornello da campeggio, una pentola e una bottiglia di latte mezza vuota. La signorina prese un vassoio, ci sistemò sopra due tazze, la teiera, la bottiglia di latte e un piatto con le due fette di pane. – Mi dispiace, ma non c’è zucchero. Non lo uso mai. – Non fa niente – disse Matilde. Saggia com’era, sembrava consapevole della delicatezza della situazione e stava attenta a non dire cose che avrebbero potuto mettere in imbarazzo la sua ospite. – Andiamo in soggiorno – disse la signorina Dolcemiele prendendo il vassoio e inoltrandosi nel piccolo tunnel buio che sbucava in soggiorno. Matilde la seguì, ma appena varcò la soglia del cosiddetto soggiorno si fermò, sbalordita. La stanza era piccola, quadrata e spoglia, simile alla cella di una prigione. La pallida luce del giorno vi penetrava solo attraverso una finestrella. Non c’erano tende. Gli unici oggetti, in tutta la stanza, erano due cassette di legno rovesciate ch fungevano da sedie, mentre una terza serviva da tavolino. Non c’era altro: né quadri appesi ai muri, né un tappeto, solo le impolveratissime cassette di grezzo. Matilde non riusciva a crederci. Abitava davvero qui, la sua gentile maestra, così pulita e ordinata nel vestire? Era questo che trovava tornando a casa, dopo una giornata di lavoro? Incredibile! Doveva esserci sotto qualcosa, ne era sicura. da R. Dahl, Matilde, Salani
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1. I personaggi di questo racconto sono: una bambina, Matilde, e la sua maestra, Dolcemiele una bambina, Dolcemiele, e la sua maestra, Matilde due amiche, Matilde e Dolcemiele 2. Dove abita la signorina Dolcemiele? In una piccola casa in città. In una piccola casa in campagna. 3. Collega ogni elemento alla sua descrizione. - un cancelletto
di mattoni rossi
- un cottage
vecchissimi e sbrecciati
- i mattoni
verde, seminascosto
- il tetto
grandi quanto un foglio di giornale
- due finestrelle
di ardesia grigia
4. L’espressione evidenziata “se la si poteva chiamare così” si riferisce alla: casa della maestra cucina porta d’ingresso 5. Rileggi la parte sottolineata. Che cosa significa? Matilde non voleva offendere la sua maestra. Matilde non sapeva come parlare.
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DALLA SIGNORINA DOLCEMIELE MATILDE ARRIVA A CASA DELLA SIGNORINA DOLCEMIELE. LA SIGNORINA DOLCEMIELE È LA MAESTRA DI MATILDE. – LEI VIVE QUI? – CHIEDE MATILDE. – SÌ – DICE LA SIGNORINA DOLCEMIELE. – LEI VIVE SOLA, SIGNORINA? – SÌ. COMPLETAMENTE SOLA. MATILDE E LA MAESTRA DOLCEMIELE ENTRANO NELLA CASA DI MATTONCINI ROSSI DELLA MAESTRA. LA CASA È PICCOLA. SEMBRA UNA CASA DELLE BAMBOLE. I MATTONI SONO VECCHISSIMI. IL TETTO È GRIGIO, CON UN MINUSCOLO COMIGNOLO. LE FINESTRELLE SONO PICCOLE QUANTO UN FOGLIO DI GIORNALE. QUELLA CASA FA PAURA A MATILDE. SEMBRA UNA CASA NON REALE. – VIENI, TESORO – DICE LA SIGNORINA DOLCEMIELE, E MATILDE LA SEGUE. LA PORTA D’INGRESSO È VERNICIATA DI VERDE, MA LA VERNICE È SCROSTATA. MATILDE DEVE ABBASSARSI PER ENTRARE PERCHÉ LA PORTA È PICCOLA. LE DUE ENTRANO IN UN CORRIDOIO BUIO E STRETTO COME UNA GALLERIA. – VIENI IN CUCINA, SE VUOI AIUTARMI A PREPARARE IL TÈ – DICE LA SIGNORINA DOLCEMIELE. LA CUCINA ERA GRANDE QUANTO UN ARMADIO. – ANDIAMO IN SOGGIORNO – DICE LA SIGNORINA DOLCEMIELE. MATILDE LA SEGUE. IL SOGGIORNO ERA PICCOLO, QUADRATO E SPOGLIO. IL SOGGIORNO SEMBRA UNA CELLA DI UNA PRIGIONE. MATILDE PENSA: “MA LA MAESTRA ABITA DAVVERO QUI? LA GENTILE MAESTRA, COSÌ PULITA E ORDINATA NEL VESTIRE? CHE MISTERO!”. DA R. DAHL, MATILDE, SALANI
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1. COMPLETA. LA CASA DELLA MAESTRA HA: - I MATTONI .................................................................................................................... - IL TETTO ........................................................................................................................ - UN COMIGNOLO ........................................................................................................... - LE FINESTRE .................................................................................................................. - LA PORTA D’INGRESSO ................................................................................................ - IL CORRIDOIO ............................................... E ............................................................ - LA CUCINA ..................................................................................................................... - IL SOGGIORNO .............................................................................................................., .......................................................... E .............................................................................. 2. DISEGNA LA CASA DELLA MAESTRA.
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Colpo di fulmine Primo giorno di scuola. Non sono ancora le otto quando la mamma dice a Davide di alzarsi. – Su, scendi dal letto. Il babbo ti aspetta di sotto per portarti a scuola! In quattro e quattr’otto, Davide è pronto e, con lo zaino in spalla, entra in auto. Inutile dire che arriva a scuola in anticipo! Così, per ingannare il tempo, si aggira nel cortile aspettando il suono della campanella. Ecco che arriva il pulmino e scendono tanti bambini, fra cui magicamente c’è lei, con i capelli lisci e lunghi, che danzano nel vento, e gli occhi neri, brillanti come stelle. Ma chi è? Davide si nasconde dietro il muretto e osserva: vede una bambina di quinta, che lui conosce bene, avvicinarsi a quella creatura straordinaria, chiamandola “Melina”. Davide esce dal nascondiglio, entra nell’atrio della scuola e va dietro alla processione di bambini lungo il corridoio, intanto segue con la coda dell’occhio Melina che a un certo punto gira a destra... Davide parte di corsa, prende la curva stretta, scivola a terra, cade sullo zaino, che si apre: libri, quaderni e pennarelli si sparpagliano a terra. Tutti si girano, anche Melina lo guarda. In fretta e furia Davide raccoglie tutto, si rialza e guarda Melina che... oddio... è sulla porta della IV F. – È in classe miaaaa!!! Yuppi!!! – grida Davide pensando a Melina: non sapeva che cosa volesse dire “bella” prima di vederla. Pieno di entusiasmo, la segue dentro l’aula. – Benvenuta, Melina! Dove ti vuoi sedere? – le chiede la maestra. Melina si guarda intorno e dice indicando Davide: – Vicino a Lui! Mi sembra simpatico! A Davide pare di toccare il cielo con un dito. da E. Prati, Tutte le volte che vedo Melina, Giunti
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1. I personaggi sono: persone fantastiche persone reali animali reali 2. Il protagonista è: la maestra
Melina
Davide
Melina
esterno alla vicenda
3. Il narratore è: Davide 4. La storia accade: il primo giorno di vacanza l’ultimo giorno di scuola il primo giorno di scuola 5. Colora la barra a lato del testo come indicato: - con il rosso l’inizio - con il verde lo svolgimento - con il blu la conclusione 6. Riordina i fatti in base a come si susseguono nella storia: Davide corre dietro a Melina per il corridoio. Davide vede scendere dal pulmino una bella bambina. Davide scopre che Melina è nella sua classe. Davide si aggira nel cortile della scuola. 7. Segna l’affermazione più corretta. Il racconto è realistico perché la storia: è ambientata a scuola sarebbe potuta accadere anche a te o a un tuo amico si svolge nel presente
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COLPO DI FULMINE È IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA. SONO LE OTTO. LA MAMMA DICE A DAVIDE: – SU, SCENDI DAL LETTO! IL BABBO TI ASPETTA DI SOTTO PER PORTARTI A SCUOLA! DAVIDE SI PREPARA VELOCEMENTE. PRENDE LO ZAINO E SALE IN MACCHINA. DAVIDE ARRIVA A SCUOLA E ASPETTA IN CORTILE. ARRIVA IL PULMINO E SCENDONO TANTI BAMBINI. DAVIDE VEDE UNA BAMBINA CON I CAPELLI LISCI E LUNGHI E GLI OCCHI NERI. CHI È? DAVIDE SI NASCONDE DIETRO IL MURETTO E OSSERVA. È UNA BAMBINA CHE SI CHIAMA MELINA. DAVIDE ENTRA A SCUOLA. DAVIDE SEGUE I BAMBINI LUNGO IL CORRIDOIO. DAVIDE SCIVOLA A TERRA. LO ZAINO SI APRE. TUTTI SI GIRANO. ANCHE MELINA GUARDA DAVIDE. DAVIDE RACCOGLIE TUTTO E SI RIALZA. DAVIDE ENTRA NELLA SUA AULA: LA QUARTA F. ANCHE MELINA ENTRA NELLA QUARTA F. DAVIDE È CONTENTO! LA MAESTRA DICE: – BENVENUTA, MELINA. DOVE TI VUOI SEDERE? MELINA RISPONDE: – VICINO A LUI! MI SEMBRA SIMPATICO! DAVIDE È FELICE. DA E. PRATI, TUTTE LE VOLTE CHE VEDO MELINA, GIUNTI
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1. CHE GIORNO È? IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA. IL PRIMO GIORNO DI VACANZA.
2. COME SONO I CAPELLI DI MELINA? LUNGHI E RICCI. LUNGHI E LISCI. 3. DOVE SI NASCONDE DAVIDE? DIETRO IL MURETTO. IN FONDO AL CORRIDOIO. 4. PERCHÉ A DAVIDE CADE TUTTO DALLO ZAINO? PERCHÉ HA LASCIATO LO ZAINO APERTO. PERCHÉ È CADUTO A TERRA. 5. DOVE SI SIEDE MELINA? IN PRIMA FILA. VICINO A DAVIDE. 6. PERCHÉ DAVIDE È FELICE? PERCHÉ SI È INNAMORATO. PERCHÉ È IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA.
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Viaggio in Sicilia Il camper iniziò la lenta e impegnativa salita verso “a Muntagna enorme e silenziosa”, come i siciliani chiamano affettuosamente l’Etna. Dopo essersi fermato, tutti i componenti della famiglia Millemiglia scesero ed ebbero la piacevole sensazione di camminare su un terreno simile a un soffice tappeto. La lava era friabile e scricchiolava sotto i loro piedi. Dopo che Teo e Gaia ebbero raccolto un sassolino a ricordo della lava ed ebbero ammirato il panorama a dovere, il viaggio riprese senza più soste. L’atmosfera era allegra, animata dalle chiacchiere. Fuori, il paesaggio era completamente cambiato: da un’atmosfera quasi montana si era passati alla vista di un mare blu profondo, interrotto in lontananza da pennellate di bianco che brillavano sotto i raggi del sole. Tutto era immerso in quella che sembrava una serie di piccole riserve naturali, falciate dal volo lento e breve di cicogne e aironi. – Caspita, se non sapessi di trovarmi nella Sicilia occidentale e non sentissi il vento caldo del mare, penserei di stare attraversando la campagna olandese. Quanti mulini a vento! – commentò Gaia alla vista del paesaggio disegnato dalle sagome di antichi mulini a pale, alcuni addirittura cinquecenteschi, la maggior parte dei quali dismessi, ma altri, con grande sorpresa dei ragazzi, ancora funzionanti. – Annusate quest’aria – disse la mamma – Cosa sentite? – Beh, vediamo... mi concentro... – rifletté Gaia inspirando. – Si sente l’odore del mare e il profumo di qualche erba selvatica – Sale e alghe... – esclamò Teo respirando a pieni polmoni. – Finocchio selvatico, sale e... – rifletté Gaia setacciando l’aria – ...ecco cos’è! Aglio, il famoso aglio rosso di Nubia. – Siete proprio in gamba, ragazzi! da I. Paglia, La famiglia Millemiglia tra le bellezze naturali, Raffaello
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1. Nel brano sono descritti diversi ambienti: numerali in ordine di presentazione. mulini a vento mare Etna 2. Sottolinea la descrizione del mare e quella dei mulini a vento con due colori differenti. 3. Il mare è descritto in modo: oggettivo soggettivo 4 Segna con una X quali sensi vengono attivati nella descrizione dei seguenti soggetti: • della lava
vista
udito
tatto
olfatto
gusto
• del mare
vista
udito
tatto
olfatto
gusto
• dei mulini
vista
udito
tatto
olfatto
gusto
• dell’aria
vista
udito
tatto
olfatto
gusto
6 Rileggi la parte di testo segnata a lato. La descrizione dell’ambiente segue un ordine: dal generale al particolare dal particolare al generale da vicino a lontano
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VIAGGIO IN SICILIA
CAMPER
LAVA
MULINO A VENTO
IL CAMPER SALE SUL VULCANO ETNA. IL CAMPER SI FERMA. LA FAMIGLIA MILLEMIGLIA SCENDE E INIZIA A CAMMINARE. SEMBRA DI CAMMINARE SU UN TAPPETO SOFFICE. LA LAVA SCRICCHIOLA SOTTO AI PIEDI. TEO E GAIA RACCOLGONO UN SASSOLINO. POI LA FAMIGLIA RIPRENDE IL VIAGGIO. TUTTI SONO ALLEGRI E CHIACCHIERANO. IL PAESAGGIO CAMBIA. ORA SI VEDE IL MARE BLU. I RAGGI DEL SOLE BRILLANO. IN CIELO VOLANO CICOGNE E AIRONI. GAIA DICE: – QUANTI MULINI A VENTO! SEMBRA DI ESSERE IN OLANDA! LA MAMMA DICE: – ANNUSATE L’ARIA. COSA SENTITE? GAIA RISPONDE: – SI SENTE L’ODORE DEL MARE E IL PROFUMO DI QUALCHE ERBA SELVATICA TEO RISPONDE: – SALE E ALGHE... GAIA AGGIUNGE: – FINOCCHIO SELVATICO, SALE E... ECCO COS’È! AGLIO! LA MAMMA RIDE: – SIETE PROPRIO IN GAMBA, RAGAZZI! DA I. PAGLIA, LA FAMIGLIA MILLEMIGLIA TRA LE BELLEZZE NATURALI, RAFFAELLO
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1. LA FAMIGLIA MILLEMIGLIA VIAGGIA: IN ROULOTTE IN CAMPER 2. DOVE SONO? IN SICILIA. IN SARDEGNA. 3. COSA VEDONO? COLORA LE RISPOSTE GIUSTE. IL VULCANO
IL MARE
LA CAMPAGNA
IL LAGO
4. CON QUALE SENSO VENGONO DESCRITTI?
LA LAVA
IL MARE
L’ARIA
5. CHE COSA SI SENTE NELL’ARIA? ..................................................................................................................................................................................................................
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Una punizione per Tom Era sabato mattina. Tutto in quel mattino d’estate era allegro, fresco, lucente, traboccante di vita. 1 Le acacie erano in fiore e il profumo si spandeva nell’aria. Poco oltre il villaggio, la collina di Cardiff, verde e rigogliosa, nella lontananza assumeva aspetti favolosi, da Giardino delle Meraviglie, un luogo incantevole dove oziare e fantasticare. Tom apparve sul marciapiede con un secchio di vernice e un pennello legato in cima a un’asta. Guardò la staccionata che doveva verniciare e tutta la gioia che aveva nell’animo si dileguò per far posto a una profonda malinconia. La staccionata era lunga una trentina di metri e alta quasi tre. 2 La vita non gli sorrideva più. Anzi, diventava un peso. Tra mille sospiri, Tom tuffò il pennello nel secchio e con un gesto svogliato cominciò a passarlo sull’asse più alta. Ripeté l’operazione una volta e poi un’altra; guardando il risultato dovette ammettere che era ben poco rispetto a quanto restava da fare e sedette sconsolato su una cassetta. Proprio in quell’istante, con passo leggero e ondeggiante Jim uscì dal cancello con un secchio. A Tom era sempre parso noioso andare a prendere l’acqua alla pompa del villaggio, ma ora la 3 pensava diversamente. C’era sempre tanta gente alla pompa: ragazzi e ragazze che aspettavano il loro turno, riposandosi, chiacchierando, spettegolando, litigando. Tom ricordò che sebbene la pompa fosse a meno di duecento passi da casa, Jim di solito non ci metteva mai meno di un’ora per 4 tornare con il secchio pieno, e sempre perché qualcuno era andato a chiamarlo.
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Tom disse: – Ascolta Jim, vado io a prendere l’acqua se tu vernici un po’ qui. Jim scosse la testa: – Non potere, signor Tom. Signora detto io andare a prendere acqua e non parlare con nessuno. Signora sa che signor Tom domanda a me di verniciare, ma io devo tirare dritto e non badare. Signora ha detto anche che lei guarda verniciatura. Tom: – Macché, non dar retta a quello che dice, Jim, tanto ripete sempre le stesse cose. Passami quel secchio... Ci metto un secondo e lei non lo saprà mai. Jim: – Oh, no, signor Tom! Io paura. Signora staccare mia testa dal collo! Tom: – Ma chi, la zia? Figurati, non farebbe male a una mosca. Lei parla, parla... ma le parole non fanno male. Senti Jim, ti do una cosa bellissima, una bella biglia bianca.
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Jim cominciava a tentennare. La tentazione era fortissima. Posò il secchio per terra e intascò la biglia. Ma dopo un attimo se la dava a gambe con il secchio in una mano mentre Tom spennellava vigorosamente e la zia Polly si ritirava con un sorriso di trionfo.
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Ma l’energico fervore di Tom non durò a lungo. Ricominciò a pensare a tutti i progetti che aveva fatto per quel sabato, ai divertimenti attesi da una settimana ed era pieno di amarezza. Tra poco sarebbero passati gli altri ragazzi tutti diretti verso ogni sorta di divertimento e chissà quante risate avrebbero fatto alle spalle di Tom, costretto a lavorare. Solo a pensarci si sentiva avvampare dalla rabbia.
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Tom trasse di tasca le sue ricchezze e si mise a farne l’inventario: rottami di giocattoli, palline e altre cianfrusaglie, non sufficienti per pagarsi nemmeno una mezz’ora di libertà. Rificcò tutto in tasca, e abbandonò l’idea di corrompere i compagni. da M. Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Einaudi
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1. La prima sequenza è:
narrativa
descrittiva
Quale funzione ha? Dare le informazioni principali. Coinvolgere il lettore nelle emozioni del protagonista. 2. La seconda sequenza è:
narrativa
riflessiva
La frase sottolineata indica che a Tom restava: molto da fare 3. La terza sequenza è:
poco da fare narrativa
dialogica
Qual è il compito di Jim? Andare a lavare i pennelli. 4. La quarta sequenza è:
Andare a prendere l’acqua. narrativa
riflessiva
La sequenza narra: un salto nel passato 5. La quinta sequenza è:
un salto nel futuro descrittiva
dialogica
Perché Jim parla così, secondo te? Perché proviene da un altro Paese. Ha voglia di scherzare. 6. La sesta sequenza è:
narrativa
riflessiva
Che cosa vuol dire “se la dava a gambe”? Si guardava le gambe. 7. La settima sequenza è:
Scappava via. narrativa
dialogica
Quale emozione prevale in Tom? Nostalgia. 8. L’ottava sequenza è:
Rabbia. narrativa
Con quale parola puoi sostituire inventario? Elenco.
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Descrizione.
descrittiva
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UNA PUNIZIONE PER TOM È UN SABATO MATTINA. È UN MATTINO D’ESTATE. TUTTO È ALLEGRO E FRESCO. GLI ALBERI SONO IN FIORE. IL PROFUMO SI SPANDE NELL’ARIA. IN CHE STAGIONE AVVIENE LA STORIA? .................................................................... TOM ARRIVA SUL MARCIAPIEDE CON UN SECCHIO DI VERNICE E UN PENNELLO. GUARDA LA STACCIONATA CHE DEVE VERNICIARE. LA STACCIONATA È LUNGA TRENTA METRI E ALTA TRE METRI. TOM INIZIA A VERNICIARE LA STACCIONATA. CHE COSA HA IN MANO TOM? SEGNA CON UNA X.
CHE COSA DEVE FARE TOM? SEGNA CON UNA X.
JIM ESCE DAL CANCELLO CON UN SECCHIO. JIM DEVE ANDARE A PRENDERE L’ACQUA ALLA POMPA DEL VILLAGGIO. COLORA LA POMPA D’ACQUA.
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Verifiche personalizzate - Classe 5a
A TOM NON PIACE ANDARE A PRENDERE L’ACQUA. MA TOM È STANCO DI VERNICIARE. CHE COSA FARÀ TOM SECONDO TE? CONTINUA A VERNICIARE.
VA A PRENDERE L’ACQUA.
TOM DICE: –VADO IO A PRENDERE L’ACQUA. TU VERNICIA UN PO’ QUI. JIM RISPONDE: – NON POTERE, SIGNOR TOM. SIGNORA DETTO IO ANDARE A PRENDERE ACQUA E NON PARLARE CON NESSUNO. TOM DICE: – MACCHÉ! PASSAMI QUEL SECCHIO... CI METTO UN SECONDO E LEI NON LO SAPRÀ MAI. JIM DICE: – OH, NO, SIGNOR TOM! IO PAURA. SIGNORA STACCARE MIA TESTA DAL COLLO! TOM DICE: – MA CHI, LA ZIA? FIGURATI, NON FAREBBE MALE A UNA MOSCA. LEI PARLA, PARLA... MA LE PAROLE NON FANNO MALE. SENTI JIM, TI DO UNA COSA BELLISSIMA, UNA BELLA BIGLIA BIANCA. CHI LO DICE? ..................................
SIGNORA DETTO IO ANDARE A PRENDERE ACQUA E NON PARLARE CON NESSUNO.
CHE COSA REGALA TOM A JIM?
TI DO UNA COSA BELLISSIMA.
..................................
PERCHÉ? PERCHÉ SONO AMICI.
PER CONVINCERLO.
JIM POSA IL SECCHIO PER TERRA E METTE IN TASCA LA BIGLIA. DOPO UN ATTIMO JIM SCAPPA VIA CON IL SECCHIO IN UNA MANO. CHE COSA FA JIM? PRENDE LA BIGLIA E INIZIA A VERNICIARE. PRENDE LA BIGLIA E SCAPPA VIA. DA M. TWAIN, LE AVVENTURE DI TOM SAWYER, EINAUDI
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L’amico venuto da lontano Ramzi In classe, vicino a Marco c’è Ramzi, il bambino arrivato l’anno scorso dal Marocco. Non parlava l’italiano, ma era sempre attento per riuscire a imparare la nuova lingua. Ora Marco osserva Ramzi, sorpreso. Il bambino sta parlando con la maestra, ha imparato l’italiano e sembra felice dei suoi progressi. Cosa è successo a Ramzi? Prima di entrare in classe, Marco ha sentito una frase della maestra Eva. – Con quello che è successo a Ramzi, dovremmo… Ma non è riuscito a sentire le ultime parole. Come tutti i bambini è curioso. Non sembra che a Ramzi sia successo qualcosa di terribile: parla con la maestra e sorride. Marco vorrebbe sapere cosa è successo a Ramzi, ma non osa chiederglielo. Le ipotesi di Marco Marco ha sentito dire che è “clandestino”. Lo ha detto più volte Luca, un loro compagno di classe. La maestra Eva gli fa portare a casa dei panini e delle mele, perché chissà che fine fa tutto quello che non si consuma a mensa. Ramzi non voleva, ma Eva lo ha convinto. Ramzi aveva detto, deciso: – Non più di tre. Tre panini e tre mele. Clandestini Marco ha sentito parlare, una sera, dei clandestini alla televisione. – Dovrebbero mandarli via tutti – aveva detto lo zio Pietro, che era a cena da loro. Marco ora teme che potrebbero mandare via Ramzi. Un clandestino. Come si fa a essere clandestini? Cos’hanno fatto i clandestini? Il padre di Ramzi Il giorno dopo, prima di entrare in classe, gli si avvicina Luca. – Lo sai che il padre di Ramzi è sparito? All’improvviso, due mesi fa. Chissà cos’ha fatto? Magari è scappato. Si avvicina la maestra Eva: – Il padre di Ramzi ha lavorato tanto, nel cantiere qui vicino, per mettere via i soldi e far venire qui la moglie
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e i figli. Gli dev’essere successo qualcosa. Ci teneva molto, ai suoi bambini. Marco trova il coraggio per fare quella domanda: – Perché è clandestino? – Perché qua in Italia non ci può stare – interviene Luca che sa sempre tante cose –Non ha il permesso. – La terra è di tutti – replica la maestra – e Ramzi è un bambino come voi, ha gli stessi diritti. Una notte terribile Ramzi si è molto spaventato, quella notte, anche se dice di non avere paura di niente. Erano arrivate due volanti dei carabinieri. Avevano bussato alla porta della loro stanza. Era uscita sua madre, e dietro Ramzi con il fratellino per mano, spaventato. I carabinieri volevano i documenti, che non c’erano. Dicevano che non potevano più stare in quella stanza. Alla festa no! – Chissà che storie! Chissà che traffici! – dice il padre di Marco – Non possiamo permettere… Quello è sparito… No, Ramzi non può venire alla tua festa. – La festa non la voglio, allora! – esclama Marco. L’opinione della maestra Il giorno dopo la mamma di Marco va a parlare con la maestra Eva. Vuole avere notizie di “quel marocchino”. – È un bambino vivace, intelligente. Ha un grande desiderio di imparare. Non gli è difficile, conosce il francese e l’italiano, oltre l’arabo. Marco e Ramzi sono sempre insieme, è un’amicizia che fa bene a entrambi. La mamma di Marco non ha niente contro Ramzi, ma… – Non vogliamo pregiudizi – replica Eva- almeno nella nostra classe. I bambini hanno il diritto di scegliersi gli amici. Il giorno della festa Alla festa di compleanno di Marco alla fine arriva anche Ramzi. Ha dei dolci al miele, preparati dalla sua mamma. E un piccolo cammello di legno per Marco. da E. Dell’Oro, Non calpestate i nostri diritti, Piemme
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1. Chi è Ramzi? Un bambino arrivato dal Marocco. Un bambino che vive in Marocco. 2. “Marco ha sentito dire che è “clandestino”: di chi si parla? Di Ramzi. Del padre di Ramzi. 3. Clandestino è una persona che: entra in un Paese senza i documenti lascia il proprio Paese 4. Perché i carabinieri dicono che Ramzi e la sua famiglia non possono più stare in quella stanza? Perché non hanno pagato l’affitto. Perché non hanno i documenti. 5. Perché il padre di Marco non vuole che il figlio inviti Ramzi? Perché ha dei pregiudizi. Perché non c’è spazio per tutti. 6. Marco è d’accordo con la decisione di suo padre? Sì
No
7. Che cosa si capisce dal finale? In Marocco ci sono cose buone e belle. I genitori di Marco hanno superato i loro pregiudizi.
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L’AMICO VENUTO DA LONTANO RAMZI IN CLASSE, VICINO A MARCO C’È RAMZI. RAMZI È IL BAMBINO ARRIVATO L’ANNO SCORSO DAL MAROCCO. RAMZI NON PARLAVA L’ITALIANO. LUI ERA SEMPRE ATTENTO PER RIUSCIRE A IMPARARE LA NUOVA LINGUA. ORA MARCO OSSERVA RAMZI, SORPRESO. RAMZI STA PARLANDO CON LA MAESTRA, HA IMPARATO L’ITALIANO E SEMBRA FELICE. COSA È SUCCESSO A RAMZI? PRIMA DI ENTRARE IN CLASSE, MARCO HA SENTITO UNA FRASE DELLA MAESTRA EVA. EVA PARLAVA A BASSA VOCE CON LA MAESTRA ILARIA: – CON QUELLO CHE È SUCCESSO A RAMZI, DOVREMMO… MA MARCO NON È RIUSCITO A SENTIRE LE ULTIME PAROLE. MARCO È CURIOSO. LE IPOTESI DI MARCO MARCO HA SENTITO DIRE CHE RAMZI È “CLANDESTINO”. LO DICE SPESSO LUCA, UN LORO COMPAGNO DI CLASSE. EVA FA PORTARE A CASA A RAMZI DEI PANINI E DELLE MELE. RAMZI NON VOLEVA ALL’INIZIO. POI EVA HA CONVINTO RAMZI. RAMZI AVEVA DETTO: – SOLO TRE. TRE PANINI E TRE MELE. CLANDESTINI UNA SERA MARCO HA SENTITO PARLARE DEI CLANDESTINI ALLA TELEVISIONE. LO ZIO PIERO AVEVA DETTO: – DOVREBBERO MANDARLI VIA TUTTI! MARCO ORA HA PAURA PER RAMZI. UN CLANDESTINO. COME SI FA A ESSERE CLANDESTINI? COS’HANNO FATTO I CLANDESTINI? IL PADRE DI RAMZI IL GIORNO DOPO, LUCA SI AVVICINA A MARCO. LUCA DICE: – LO SAI CHE IL PADRE DI RAMZI È SPARITO? ALL’IMPROVVISO, DUE MESI FA. CHISSÀ COS’HA FATTO? MAGARI È SCAPPATO.
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LA MAESTRA EVA DICE: – IL PADRE DI RAMZI HA LAVORATO TANTO PER AVERE I SOLDI E FAR VENIRE QUI LA MOGLIE E I FIGLI. CI TENEVA MOLTO, AI SUOI BAMBINI. SARÀ SUCCESSO QUALCOSA. MARCO CHIEDE: – PERCHÉ È CLANDESTINO? LUCA RISPONDE: – PERCHÉ QUA IN ITALIA NON CI PUÒ STARE. LUI NON HA IL PERMESSO. LA MAESTRA EVA DICE: – LA TERRA È DI TUTTI. E RAMZI È UN BAMBINO COME VOI, HA GLI STESSI DIRITTI. UNA NOTTE TERRIBILE QUELLA NOTTE, RAMZI SI È MOLTO SPAVENTATO. ERANO ARRIVATE DUE VOLANTI DEI CARABINIERI. AVEVANO BUSSATO ALLA PORTA DELLA LORO STANZA. ERA USCITA SUA MADRE, CON RAMZI E CON IL FRATELLINO PER MANO. I CARABINIERI VOLEVANO I DOCUMENTI. LA MAMMA DI RAMZI NON AVEVA I DOCUMENTI. I CARABINIERI DICEVANO CHE LORO NON POTEVANO PIÙ STARE IN QUELLA STANZA. ALLA FESTA NO! IL PADRE DI MARCO DICE: – CHISSÀ CHE STORIE! CHISSÀ CHE TRAFFICI! NON POSSIAMO PERMETTERE… QUELLO È SPARITO… NO, RAMZI NON PUÒ VENIRE ALLA TUA FESTA. MARCO DICE ARRABBIATO: – LA FESTA NON LA VOGLIO, ALLORA! L’OPINIONE DELLA MAESTRA IL GIORNO DOPO LA MAMMA DI MARCO VA A PARLARE CON LA MAESTRA EVA. LA MAMMA VUOLE SAPERE DI PIÙ DI “QUEL MAROCCHINO”. LA MAESTRA DICE: – È UN BAMBINO VIVACE, INTELLIGENTE. HA UN GRANDE DESIDERIO DI IMPARARE. CONOSCE IL FRANCESE E L’ITALIANO, OLTRE L’ARABO. MARCO E RAMZI SONO SEMPRE INSIEME, È UN’AMICIZIA CHE FA BENE A TUTTI E DUE. I BAMBINI HANNO IL DIRITTO DI SCEGLIERSI GLI AMICI.
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IL GIORNO DELLA FESTA ALLA FINE, ALLA FESTA DI COMPLEANNO DI MARCO ARRIVA ANCHE RAMZI. RAMZI HA DEI DOLCI AL MIELE, PREPARATI DALLA SUA MAMMA. RAMZI REGALA A MARCO UN PICCOLO CAMMELLO DI LEGNO. DA E. DELL’ORO, IN NON CALPESTATE I NOSTRI DIRITTI, PIEMME
1. DA DOVE VIENE RAMZI? DAL MAROCCO. DALLA CINA. 2. CON CHI VIVE RAMZI? CON LA MADRE E UNA SORELLA. CON LA MADRE E UN FRATELLO. 3. PERCHÉ I CARABINIERI LI CACCIANO VIA? PERCHÉ NON HANNO PAGATO L’AFFITTO. PERCHÈ NON HANNO I DOCUMENTI. 4. CHE COSA VUOL DIRE “CLANDESTINO”? CHE ARRIVA IN UN PAESE DI NASCOSTO. LADRO. 5. COSA PENSA LA MAESTRA EVA DI RAMZI? CHE È UN BAMBINO INTELLIGENTE. CHE È UN BAMBINO MALEDUCATO. 6. ALLA FINE RAMZI VA LALLA FESTA DI MARCO? SÌ
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NO
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La sala della medusa
STALATTITE
STALAGMITE
Uno a uno, i tre scesero lungo la scala oscillante. Gianni sembrava a suo agio. Lo strapiombo superava i sette, otto metri. La scala era lunga quel tanto da poter toccare terra con un salto. Poi una galleria, abbastanza ampia, in lieve discesa. Il terreno era difficile, pieno di grossi sassi, di frammenti di roccia, ed era necessario porre attenzione a ogni passo. Per di più, il freddo cominciava a farsi sentire. Fabio era in testa. A volte, nell’entusiasmo, nel fervore della scoperta, allungava troppo il passo, lasciando indietro i compagni. Gianni, specialmente, procedeva a rilento. Improvvisamente, Fabio si arrestò, alzando un braccio. – Alt! C’è dell’acqua, Non si può proseguire! – annunciò tragicamente. La galleria si era allargata d’un tratto. Un piccolo laghetto sotterraneo sbarrava loro il passo. Possibile che dovessero tornare indietro? I ragazzi, naturalmente, non possedevano un battellino di gomma. Puntarono tutti insieme la luce delle torce, cercando di forare il buio. Fu Monica a trovare la soluzione: illuminando una stretta fetta di terra, poche decine di centimetri, che girava intorno all’acqua, andando a perdersi nell’oscurità. – Là! Guardate! Si può passare. – Tentiamo? – chiese Fabio, dubbioso. Le difficoltà cominciavano a moltiplicarsi più del previsto. Non si sentiva più tanto sicuro di sé. – Ma certo che tentiamo! – rispose Monica decisa – Io non intendo tornare senza aver prima visto qualcosa che valga la pena. Finora, te lo confesso, Fabio, è stata una delusione. Solo buio, freddo e sassi.
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Uno alla volta, con molta cautela, si azzardarono sulla stretta sponda e riuscirono a superarla senza inconvenienti. Al di là, oltre la galleria, le torce illuminarono una veduta che strappò ai ragazzi un grido di meraviglia. Un’ampia sala circolare era davanti ai loro occhi, sfavillante e stupenda. Dal soffitto pendevano sottilissime stalattiti, di un biancore abbagliante, simili a un pizzo stupendo, che rifrangevano la luce delle torce con effetti arcobaleno. In un angolo, dall’alto, scendeva una stalattite enorme, aggrovigliata, che fece esclamare a Gianni, con aria ammirata: – Oh, guardate! Sembra una medusa! – La chiameremo la “sala della medusa” – propose Monica – Gli speleologi danno sempre un nome a ciò che scoprono. In fondo c’erano due corridoi. Percorsero il primo, ma dopo una decina di metri ebbero la strada sbarrata da una parete di roccia. Tornarono indietro, ed esplorarono il secondo, che portava a una seconda caverna. A terra, pareva di camminare su un tappeto di cristallo, che crocchiava sotto le scarpe dei ragazzi. E in mezzo, fiorita dalla terra, come per miracolo, un’unica stalagmite, non più alta di un metro, che aveva l’aspetto stilizzato di una di quelle graziose Madonnine scolpite in legno dagli artigiani della vallata. – Non è una meraviglia? – chiese Fabio. E nella sua voce vibrava la commozione. – Non ho mai visto niente di così bello – riprese – neanche nei libri. E pensare che nessuno immaginava l’esistenza di queste grotte, ed è toccato a noi l’onore di scoprirle! da R. Guarnieri, Un camping tutto per noi, Edizioni Capitol
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1. Quanti sono i personaggi del racconto? 1 Scrivi i loro nomi:
2
3
.........................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................................................................
2. Che cosa scoprono i ragazzi? Una sala piena di statue. Una sala con formazioni calcaree. Riquadra nel testo la sequenza che descrive la sala. 3. Che cosa assomiglia a una medusa? Una stalattite molto grande. Una stalagmite molto grande. 4. Gli speleologi sono: esploratori di caverne sotterranee scienziati che studiano la Terra 5. Che cosa assomiglia a una statua della Madonnina? Un’enorme stalattite. Una stalagmite alta circa un metro. 6. Monica è: coraggiosa e determinata prudente e attenta 7. Segna se la seguente affermazione è vera (V) o falsa (F). - I ragazzi videro uni spettacolo meraviglioso. V
F
8. “Uno alla volta, con molta cautela, si azzardarono sulla stretta sponda”. Con quale verbo puoi sostituire “azzardarono”? Si avventurarono. Saltarono.
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LA SALA DELLA MEDUSA
STALAGMITE STALATTITE GIANNI, FABIO E MONICA SCENDONO LUNGO LA SCALA. LA SCALA È MOLTO ALTA: SETTE-OTTO METRI. I TRE AMICI ENTRANO NELLA GROTTA. GIANNI SEMBRA TRANQUILLO. IN FONDO IL TERRENO È DIFFICILE: SASSI, ROCCIA. BISOGNA FARE ATTENZIONE. LAGGIÙ È MOLTO FREDDO. FABIO È IN TESTA. LUI SI ENTUSIASMA E VA VELOCE. GIANNI INVECE VA PIANO. IMPROVVISAMENTE, FABIO SI FERMA E GRIDA: – ALT! C’È DELL’ACQUA, NON SI PUÒ ANDARE AVANTI! MONICA TROVA LA SOLUZIONE: ILLUMINA UNA FETTA DI TERRA CHE GIRA INTORNO ALL’ACQUA. – LÀ! GUARDATE! SI PUÒ PASSARE. FABIO DICE: –TENTIAMO? MONICA RISPONDE DECISA: – MA CERTO CHE TENTIAMO! I TRE AMICI ARRIVANO IN UNA SALA CIRCOLARE. I TRE GRIDANO PER LA MERAVIGLIA. LA SALA È STUPENDA. DAL SOFFITTO PENDONO SOTTILISSIME STALATTITI, BIANCHISSIME. ESSE SEMBRANO UN PIZZO. IN UN ANGOLO, DALL’ALTO, SCENDE UNA STALATTITE ENORME. LA STALATTITE SEMBRA UNA MEDUSA. MONICA PROPONE: – LA CHIAMEREMO LA “SALA DELLA MEDUSA”. FABIO DICE: – NON HO MAI VISTO NIENTE DI COSÌ BELLO, NEANCHE NEI LIBRI. L’ABBIAMO SCOPERTO NOI! DA R. GUARNIERI, UN CAMPING TUTTO PER NOI, EDIZIONI CAPITOL
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1. CHI SONO I PERSONAGGI DELLA STORIA? FABIO, GIANNI E MARIO. FABIO. GIANNI E MONICA. 2. DOVE STANNO I TRE AMICI?
3. ASSOCIA CON UNA FRECCIA.
FABIO
GIANNI
MONICA
DECISO
ENTUSIASTA
CALMO
4. PERCHÉ FABIO GRIDA “ALT!” ? PERCHÉ VEDE L’ACQUA. PERCHÉ VEDE UNA MEDUSA ENORME. 5. COSA C’È NELLA SALA?
6. SEGNA SE LA SEGUENTE AFFERMAZIONE È VERA O FALSA. - I TRE AMICI CHIAMANO LA SALA: “LA SALA DELLE STALATTITI”. VERO
FALSO
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Cesare e Cleopatra
CLEOPATRA
CLEO
IROS
IMENI E ANTINOO
CESARE
Cleopatra è seduta sulla vasca di fiori di loto preoccupata. Lei sospira triste: – Mi resta un’ultima speranza: Cesare! – Cesare? – storce il naso Cleo – E chi sarebbe? Cleopatra risponde: – È un grande generale romano. Le mie spie mi hanno riferito che ha appena portato a termine una spedizione in Oriente. È di ritorno con le sue navi e attualmente fa tappa nel golfo di Canopo per approvvigionarsi. Cleo chiede: – Questo generale romano sarebbe disposto ad aiutarci? Cleopatra spiega: – L’Egitto è ricco. In cambio gli offrirei oro. Molto oro! Domani andrò nel golfo di Canopo per incontrare Cesare. Stavolta, anziché in lettiga, mi sposterò su una grande nave reale. Mi circonderò di danzatrici e leggiadre musicanti. Questo dovrebbe colpire Cesare più dei soldati armati. O almeno, lo spero... A un tratto, giunge trafelata Iros, l’ancella. Cleopatra capisce subito che è accaduto qualcosa di molto grave. Iros balbetta: – I pirati... stanno entrando nel porto! Cleopatra dice: – Adesso io devo restare a fianco dei miei soldati per difendere Alessandria. Non posso più andare da Cesare. Cleo domanda: – Pensate che impedirebbero anche a degli innocui ragazzini di andare a pescare? Cleopatra chiede: – Vorreste andare voi al mio posto a chiedere aiuto ai Romani? – Sì! – esclama Cleo. Imeni e Antinoo spalancano gli occhi per la sorpresa lanciando uno sguardo disperato all’amica perché cambi idea, ma Cleo li ignora superbamente. Cleopatra dice desolata: – Non potete permettervi una scorta, attirerebbe l’attenzione su di voi. La ragazzina risponde: – Siamo in grado di remare lungo la costa. Ma che
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aspetto ha Cesare? La regina ritrova allora un sorriso di speranza. – Non l’ho mai visto, ma lo immagino alto, forte e bello... da A. Surget, Chi è Cesare?, Editrice Piccoli
1. I personaggi del racconto sono: tutti inventati dall’autore tutti storicamente esistiti alcuni storicamente esistiti, altri inventati dall’autore 2. Quali personaggi sono storicamente esistiti? Cleopatra
Cesare
Cleo
Imeni
Antinoo
Iros
3. Dove si svolge la vicenda narrata? Ad Alessandria.
A Roma.
È un luogo: reale
fantastico
4. L’epoca storica in cui si svolge la vicenda è: definita
non definita
5. Segna con una X l’informazione che non ha carattere storico. Cleopatra è la regina dell’Egitto. Cesare è un grande generale romano. Cleopatra immagina che Cesare sia alto, forte e bello. L’Egitto ha bisogno dell’alleanza con Roma. 6. Questo racconto narra una vicenda: realmente accaduta che potrebbe accadere inventata ma ambientata in un’epoca storica reale
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CESARE E CLEOPATRA
CLEOPATRA
CLEO
IROS
IMENI E ANTINOO
CLEOPATRA È SEDUTA SULLA VASCA DI FIORI DI LOTO. LEI È PREOCCUPATA. LEI SOSPIRA TRISTE: – MI RESTA UN’ULTIMA SPERANZA: CESARE! CLEO CHIEDE: – CESARE? E CHI È? CLEOPATRA RISPONDE: – È UN GRANDE GENERALE ROMANO. LE MIE SPIE MI HANNO DETTO CHE LUI STA TORNANDO CON LE SUE NAVI. CLEO CHIEDE: – QUESTO GENERALE ROMANO CI PUÒ AIUTARE? CLEOPATRA SPIEGA: – L’EGITTO È RICCO. SE LUI CI AIUTA, IO GLI OFFRO ORO. A UN TRATTO, ARRIVA DI CORSA IROS, L’ANCELLA. CLEOPATRA CAPISCE CHE È SUCCESSO QUALCOSA DI MOLTO GRAVE. IROS BALBETTA: – I PIRATI... STANNO ENTRANDO NEL PORTO! CLEOPATRA DICE: – ADESSO IO DEVO RESTARE A FIANCO DEI MIEI SOLDATI PER DIFENDERE ALESSANDRIA. NON POSSO PIÙ ANDARE DA CESARE. CLEO DOMANDA: – POSSIAMO ANDARE NOI, ANCHE SE SIAMO RAGAZZINI. CLEOPATRA CHIEDE: –VOLETE ANDARE VOI AL MIO POSTO A CHIEDERE AIUTO AI ROMANI? – SÌ! – ESCLAMA CLEO. IMENI E ANTINOO, GLI AMICI DI CLEO, SONO SORPRESI. CLEO CHIEDE: – MA CHE ASPETTO HA CESARE? LA REGINA SORRIDE: – NON L’HO MAI VISTO, MA LO IMMAGINO ALTO, FORTE E BELLO... DA A. SURGET, CHI È CESARE?, EDITRICE PICCOLI
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CESARE
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1. CLEOPATRA È: UNA REGINA
UNA SCHIAVA
2. CLEO È: UNA RAGAZZINA
UNA VECCHIA
3. IMENI E ANTINOO SONO: AMICI DI CLEOPATRA
AMICI DI CLEO
4. CESARE È: UN GRANDE GENERALE ROMANO UN AMICO DI CLEO 5. DOVE ARRIVANO I PIRATI? AD ALESSANDRIA
A ROMA
6. CHI VA A CHIEDERE AIUTO A CESARE? CLEOPATRA
CLEO
7. CERCA L’INTRUSO: COSA NON PUÒ STARE NELLA STANZA DI CLEOPATRA?
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Incide il suo nome sul Colosseo: turista francese denunciata La donna è stata bloccata dopo che aveva inciso, forse con una moneta, la scritta “Sabrina 2017” su un pilastro del Colosseo. ROMA - Ha inciso il suo nome ieri pomeriggio su un pilastro del Colosseo. Per questo motivo una turista francese di quarantacinque anni è stata denunciata dai carabinieri della Compagnia Piazza Dante per danneggiamento aggravato su edifici di interesse storico e artistico. La donna è stata bloccata dopo che aveva inciso la scritta “Sabrina 2017” su un pilastro della struttura archeologica. L’incisione è stata fatta sulla base di un’arcata nei pressi dell’ingresso visitatori. Per effettuarla la donna avrebbe utilizzato una monetina storica. A quanto ricostruito, la turista, che di professione fa la vigilessa, era in compagnia della figlia minorenne e di due nipoti maggiorenni ed era entrata all’Anfiteatro Flavio da visitatrice. Il gesto della donna arriva qualche settimana dopo due episodi di violazione e danneggiamento ai danni dell’Anfiteatro Flavio. Queste violazioni accadute a metà gennaio avevano fatto scattare l’allarme sicurezza sul monumento e dopo un vertice in prefettura erano state annunciate una nuova illuminazione e una videosorveglianza più efficace. da La Repubblica, 12 febbraio 2017
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1. L’articolo riguarda: politica estera cronaca spettacolo cultura 2. L’articolo presenta: titolo, occhiello, sommario titolo e occhiello titolo e sommario solo il titolo 3. Si tratta di un titolo: freddo caldo Perché? Spiega a voce. 4. A quale domanda risponde la frase sottolineata nel testo? Colora. CHE COSA?
CHI?
DOVE?
QUANDO?
PERCHÉ?
5. Rispondi. • Chi ha compiuto il fatto? ...................................................................................................................................................................................
• Dove è avvenuto il fatto? ...................................................................................................................................................................................
• Quando è avvenuto il fatto? ...................................................................................................................................................................................
• Che cosa è successo? ...................................................................................................................................................................................
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TURISTA FRANCESE DENUNCIATA ROMA – IERI POMERIGGIO UNA DONNA HA INCISO IL SUO NOME SU UN PILASTRO DEL COLOSSEO CON UNA MONETA. LA DONNA È UNA TURISTA FRANCESE DI QUARANTACINQUE ANNI. LEI È UNA VIGILESSA. LA VIGILESSA ERA ENTRATA NEL COLOSSEO COME VISITATRICE. LEI ERA INSIEME ALLA FIGLIA E A DUE NIPOTI. LA DONNA È STATA DENUNCIATA DAI CARABINIERI PER DANNI A UN EDIFICIO STORICO IMPORTANTE. LEI AVEVA SCRITTO “SABRINA 2017” SU UN PILASTRO. QUALCHE SETTIMANA PRIMA C’ERANO STATI ALTRI FATTI SIMILI. PER QUESTO C’ERANO PIÙ CONTROLLI SUL COLOSSEO. DA LA REPUBBLICA, 12 FEBBRAIO 2017
SABRINA 2017
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Verifiche personalizzate - Classe 5a
1. CHI HA COMMESSO IL FATTO? UNA TURISTA FRANCESE. UN GRUPPO DI FRANCESI. 2. DOVE È SUCCESSO? A VENEZIA A ROMA 3. QUANDO È SUCCESSO? 11 FEBBRAIO 12 FEBRRAIO 4. CHE COSA È SUCCESSO?
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Laboratorio di ascolto
So ascoltare Seguono i testi dei laboratori di ascolto presenti nei volumi Storie in volo - Strumenti per costruire le competenze. Questi laboratori sono volti a maturare e consolidare la capacità nei bambini di ascoltare in modo attivo, di concentrarsi per cogliere le informazioni in ciò che ascoltano.
Classe 4a Per pagina 146 Libro degli Strumenti... Esercizio 1 caramella • coccinella • gemella • modella • padella • scodella • stella
affetto • boschetto • braccialetto • caminetto • fazzoletto • getto • violetto coniglio • consiglio • figlio • giglio • groviglio • naviglio • sbadiglio
Esercizio 2 primo elenco calzolaio – portare – stanza – deserto – foresta – trovare – luce – ponte – poesia – regista. secondo elenco premessa dell’insegnante: contiene parole che iniziano tutte con la lettera F. foglio – farfalla – fantastico – fare – furfante – fischiare – fila – farraginoso – fiacca – forte Esercizio 3 fruttosio – spelonca – affluente – ominide
Per pagina 147 Libro degli Strumenti... Nel giardino del castello Una Rana da uno stagno chiama un Cigno per il bagno. A quel segno accorre il Ragno con il Topo Carlomagno. Volto arcigno, stretto il pugno, l’Orso Bruno arriva a giugno. “Non c’è miele” è il suo mugugno “Ma io qui che ci guadagno?”. Da un cespuglio sbucano il Grillo, il Cane, il Gatto e il Pappagallo: “Accorrete” fa un Cavallo “Grande festa nel castello, frutta fresca e caramello: offre tutto Lord Cammello!”. Orso Bruno non lo sente, sta fingendo certamente e si avvia verso il torrente camminando pigramente. Rana, Ragno, Topo e Grillo, Cane, Gatto e Pappagallo, col Cavallo dal Cammello si dilettano nel ballo.
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Per pagina 148 Filastrocca dei mille rumori Tintinna il cristallo: tin tin! Bisbiglia la voce: bis bis! Borbotta quel tuono: bor bor! Sussurra quel vento: sur sur! Paesaggio di mille rumori è un raggio di tutti i colori non brilla nell’occhio ma trilla all’orecchio. Rumore di onde che il vento confonde e il cuore risponde: bum bum! B. Tognolini
Laboratorio di ascolto
Per pagina 149 Libro degli Strumenti... La storia di Giulia Orecchia (in quattro puntate) 1a parte Questa è la storia di una bambina che aveva due grandi orecchie. Questa bambina, che si chiamava Giulia, aveva due orecchie grandi per davvero: a sventola, a portiere di macchina aperte, a Dumbo elefante volante, a tutto quello che la gente dispettosa dice alla gente orecchiuta in questi casi. Ma a lei alla fine, di tutti i soprannomi, restò soltanto uno: Giulia Orecchia. Giulia Orecchia, quando era piccolina, non si rendeva neanche conto della cosa. Giocava con le orecchione gigantesche come i bambini giocano con tutto: piegandole avanti e indietro, strizzandole a straccetto, riempiendole di nastri con fiocchetti Ma il gioco che le piaceva di più, a dire il vero, era usarle per ciò per cui son fatte: per giocare a sentire. Giulia Orecchia sentiva i temporali da lontano, avvicinarsi piano piano anche quando intorno il giorno era ancora radioso di un bel sole che nessuno avrebbe detto “pioverà”. Lei invece, girava un po’ la testa, con le conchiglie–radar puntate all’orizzonte, stringeva gli occhi per sentire meglio, e diceva alla mamma: – Sussurra! Dopo dieci minuti: – Bisbiglia! Dopo dieci minuti: – Borbotta! Dopo dieci minuti: – Romba! E dopo altri dieci gridava felice: – Spara! Scoppia! Scroscia! E in quel momento scoppiava il temporale. Poi sentiva i motori delle auto, ma così bene, così chiari, così forti, che sapeva riconoscere le macchine le une dalle altre, e dire: “Questa è la macchina di mamma, questo è l’autobus ventisette, questa è la polizia”. E se vi sembra impossibile, perché a voi i motori delle auto paiono tutti uguali, allora pensate questo: che alle macchine, se avessero le orecchie, le nostre voci parrebbero tutte uguali, proprio come le loro paiono a noi. E invece le nostre voci son diverse, e se volete far l’esperimento, fate così: uno si mette con la faccia al muro, i suoi amici si avvicinano alle spalle, e uno alla volta apre la bocca e dice “aaaaa”. Senza dire parole, perché le macchine non ne dicono, solo la voce che fa “aaaa”, come un motore. E vedrete che direte: “Questo è Carlo, questa è Chiara, questo è Francesco...”, a uno a uno li riconoscerete. Così faceva Giulia, con le voci delle auto nella strada.
Per pagina 150 Libro degli Strumenti... 2a parte E poi Giulia sentiva così bene, che sentiva cantare il suono del silenzio, anche se quel silenzio era lontano. Lei abitava in città, e in città, come sapete, il silenzio non c’è proprio mai. Anche ora, se stiamo in silenzio e ascoltiamo, ciò che sentiamo cos’è? Io sento: motori di macchine lontane, qualcuno che si muove di là, nell’altra stanza, il canto del vento. E voi, se state proprio tutti zitti, cosa sentite ora? Sentite silenzio? Insomma, è inutile fare ancora tanti esempi: Giulia Orecchia ci sentiva proprio bene. E un giorno fece un sogno: sognò un vecchino cieco, che aveva tanto e tanto camminato da conoscere ormai ogni cosa del gran mondo. Ma, siccome era cieco e non aveva mai visto niente, il mondo lo conosceva coi rumori. E questo vecchino rideva e diceva così: – Giulia Orecchia, Giulia Orecchia senti, senti la voce vecchia, cerca il Tamburo Nascosto che suona suona in ogni posto!
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Laboratorio di ascolto
E ridendo, com’era venuto nel sogno, dal sogno se ne andò. Giulia rimase così colpita che cominciò a stendere le sue grandi orecchie più che mai, in ogni valle, in ogni strada, in ogni posto in cerca del misterioso Tamburo Nascosto. Lo cercò, lo cercò, lo cercò... Lo cercò nelle terre del primissimo mattino. Qui abitavano rumori freschi e fini, che giravano con una giacchetta tra il rosa e il celeste, ed erano quasi sempre di ottimo umore: più che altro Uccellini, Serrande e Canzoni, Radio, Venticelli e Portoni, Fischietti e Sbadigli. A loro Giulia chiese: – Avete mai sentito, da queste parti, il Tamburo Nascosto? – Mai prima di adesso! – risposero i tipetti ridenti, e scapparono via. “Mai prima di adesso”? Ma cosa vorrà mai dire? Giulia Orecchia ascoltò ancora un poco di quel bel posto allegro, e se ne andò.
Per pagina 151 Libro degli Strumenti... 3a parte Poi cercò nelle terre del bosco, dove abitavano rumori pelosi o squamosi o piumosi, che si chiamavano Muggiti, Grugniti, Bramiti, Belati, Latrati, oppure Schiocchi, Sibili, Trilli, Fischi e Zirli. Senza contare settanta diversi Ronzii. A tutti questi rumori con nomi buffi, Giulia fece la stessa domanda: – Avete mai sentito, da queste parti, il Tamburo Nascosto? – Sempre, in ogni istante, dappertutto! – le risposero e, correndo, volando, strisciando, scapparono via. “Sempre, in ogni istante, dappertutto”? Ma cosa vorrà mai dire? Giulia si grattò un po’ le orecchie, ascoltò un altro po’ intorno e se ne andò. Poi cercò nelle terre della notte cittadina. Qui, a dire il vero, ebbe un po’ di paura: c’erano in giro dei suoni con certe facce! Dalle macchine che viaggiavano di notte, coi finestrini aperti, venivano fuori delle specie di scimmioni tutti in fila, senza occhi e con le facce cattive e cretine. Che per esempio facevano: “Tùnci tùnci tùnci...”, e avanti così. Ma per fortuna poi veniva il verde, e quei mostri scappavano via, a far danni da qualche parte della notte. A un certo punto però calava da mille finestre una specie di minestra di rumori, fatta di porte e sirene, risate e orchestre: ma tutti passati come al macinino, sbriciolati fini fini e mescolati. A farla breve, in questo regno di suoni dell’orrore a Giulia passò la voglia di chiedere qualcosa per cui se ne andò.
Per pagina 151 Libro degli Strumenti... 4a parte Cercò allora nel Posto del Sonno e qui trovò. Era un bel posto buio, che lei conosceva, ma non sapeva bene dove fosse: quando voleva bastava addormentarsi, e si trovava lì, senza sapere come mai ci era arrivata. Non era il Posto dei Sogni: era il Posto del Sonno. Forse le piaceva tanto perché faceva rima con Nonno, e a suo Nonno quel posto assomigliava perché era come lui: zitto, lento, strano, ridente, sapiente. E per parlare col suo Nonno lei ci andava, dopo che lui era morto, ad ogni notte, e lo trovava sempre lì, come un abbraccio. Ed eccolo anche stavolta: si gira, si rigira; – Che Sonno! Ciao Nonno! – si volta, si rivolta... ascolta...
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E sarà stata la testa sul cuscino oppure un modo insolito di pigiare quelle orecchie, o chissà cos’altro, fatto sta che cominciò a sentire un rumore nuovo, un suono dolce che si sentiva dappertutto, come di buffo tamburo, battuto con un bastone morbido, che non si fermava mai. Allora si mise una mano sul petto e anche la mano sentì cantare quel Tamburo. Allora Giulia capì, e dormì. Sognò suo Nonno che, in uno di quei lunghi pomeriggi cittadini, in luglio, le diceva una bella poesia, che faceva più o meno così: Ta-bum ta-bum, ta-bum Ma dove sei nascosto Tamburo che io sento Suonare in nessun posto Non mi vedi, padrone Perché sono il bastone Il tamburo sei tu Ta-bum ta-bum, ta-bum Se fai la prova e batte anche a un piede solo Ad occhi chiusi poi batte lo stesso Batte lo stesso perfino a testa in giù Ma se corri e rincorri come adesso Batte ancora di piùTa-bum ta-bum ta-bum A un anno è piccolino è come un moscerino. Ma quattro anni dopo è svelto come un topo. A dieci anni è matto e furbo come un gatto. A venti anni ha fame e sonno come un cane. A trenta ha il mondo in groppa cavallo che galoppa. A cinquanta è un lento bue va per le strade sue. A settanta è pesante come un vecchio elefante. E dopo? Chi viene dopo l’elefante? Dopo di lui c’è solo la balena che fa zampilli nella luna piena. Ciao ciao Giulia Orecchia. Ciao ciao Nonno Balena. B. Tognolini
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Per pagina 152 Libro degli Strumenti... La soffitta La soffitta era grande e buia. Odorava di polvere. All’infuori del tambureggiare leggero della pioggia sulle lastre di rame del grande tetto, non si sentiva volare una mosca. Travi possenti si levavano a intervalli regolari dal pavimento, si incontravano più in alto con altre travi del tetto, per perdersi poi da qualche parte nel buio. Qua e là pendevano ragnatele grandi come amache, che si muovevano avanti e indietro nella corrente d’aria, lievi e silenziose come spiriti. Dall’alto di un finestrino che si apriva nel tetto scendeva un lattiginoso raggio di luce. L’unico essere vivente, in quel luogo dove il tempo pareva essersi fermato, era un topolino che saltellava sul pavimento, lasciando sulla polvere le minuscole impronte delle zampe. Nella soffitta era sparso un po’ dappertutto ogni sorta di ciarpame: c’erano scaffali pieni di raccoglitori e di cartelle, pacchi di incartamenti che non servivano più a nessuno, banchi di scuola accatastati gli uni sugli altri con ripiani macchiati di inchiostro, un cavalletto dal quale pendevano una dozzina di vecchissime carte geografiche, parecchie lavagne con il nero che si sbrecciava, vecchie stufe di ghisa arrugginite, palloni scoppiati, una pila di vecchie e malandate stuoie da ginnastica, inoltre qualche animale impagliato mangiato dalle tarme, fra cui un grosso gufo, un’aquila reale e una volpe, e poi ogni sorta di flaconi di vetro incrinati, uno scheletro umano appeso a un attaccapanni e molte casse e scatole piene di vecchi quaderni e testi scolastici. da M. Ende, La storia infinita, Longanesi
La casa di Sergio Sergio abita poco lontano da qui, in una villa molto elegante. Davanti alla villa c’è un grande cancello metallico. Appena entrati, di fronte a loro si snoda il viale che conduce fino in prossimità dell’abitazione. Sulla sinistra del viale si trova una parte del giardino occupata da grandi alberi sempreverdi. In lontananza si scorgono due panchine, ideali per godersi il fresco d’estate. Sulla destra del viale, invece, un prato sempre ben rasato fa bella mostra di sé. Qua e là si notano piccole aiuole di fiori, a cui Sergio deve prestare attenzione quando gioca a calcio con gli amici. Tutt’attorno al giardino corre un muretto alto, che separa la proprietà della villa dalla strada e da altre proprietà. Arrivati in fondo, proprio a ridosso della villa, il viale immette nei garage collocati in una costruzione bassa e squadrata. Lì accanto vi è anche un locale che accoglie gli attrezzi per la manutenzione del giardino. Di fianco all’ingresso di questo locale, Sergio ha fatto collocare a tre metri di altezza un canestro per giocare a basket.
Per pagina 153 Libro degli Strumenti... Sono o non sono abbastanza grande? Gallarate, 19 settembre 2012 Cara nonna Urbana, come ci eravamo promesse, eccomi qui a scriverti. La scuola è ricominciata da alcuni giorni, ma io sto pensando ancora alle vacanze e provo molta nostalgia. Quest’anno per la prima volta sono stata tua ospite a Bolzano per sei settimane. Stare in tua compagnia è stato entusiasmante: quanto erano spensierate le nostre scampagnate in montagna! E che risate durante le passeggiate in città!
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Grazie nonnina, tu sei l’unica capace di capirmi davvero. Vorrei dirtelo al telefono, ma sono troppo timida. Scrivere invece mi rende tutto più semplice. La mamma e il papà stanno bene, ma sono tanto impegnati con il lavoro. Da ieri c’è un’importante novità che mi ha spinta a scriverti: visto che ho dieci anni e otto mesi, quei due sostengono che sono abbastanza grande per badare a me stessa. Quindi, al mattino devo alzarmi da sola e prepararmi per la scuola. Inoltre, d’ora in poi tornerò a casa a piedi. Quando me lo hanno riferito, non sapevo se essere felice o meno. Senza una ragione chiara, ho chiesto a papà di truccarmi almeno gli occhi, al mattino. Lui mi ha risposto severamente: «Non se ne parla proprio!». Io, urlando frasi irripetibili, gli ho sbattuto la porta in faccia. Il papà allora mi ha punita, lasciandomi in camera per tutta la sera senza cena. Insomma, devo badare a me stessa, ma non posso fare ciò che voglio: a te sembra giusto? Mi manchi nonna... Scrivimi presto. Con affetto, la tua Ginevra Per pagina 154 Libro degli Strumenti... Animali particolari e poco famosi Ci sono alcune specie animali che si differenziano in tantissime tipologie, alcune delle quali sono davvero molto rare da vedere. Ecco una serie di animali strani, che difficilmente vedrete nei prati o nei boschi. Il polipo dumbo, ad esempio, è uno strano animaletto che vive nelle profondità più oscure del mare, tra i tre e i quattro mila metri di profondità nel Pacifico nord-occidentale. Prende il suo buffo nome dalle escrescenze ai lati del suo corpo che assomigliano alle orecchie di Dumbo, l’elefantino della Walt Disney. Ha una caratteristica speciale: può aumentare o diminuire la sua trasparenza in modo da camuffarsi nelle acque. Si ciba principalmente di crostacei, vermi e molluschi bivalvi. Pensi sia un piccoletto? Sbagliato! Può raggiungere i due metri di lunghezza per sei chilogrammi di peso. La rana viola (non allevabile in cattività) è una rana dal colore molto particolare che vive sottoterra. È stata scoperta di recente, nel 2003. Sale in superficie solo due settimane l’anno, durante i monsoni, per accoppiarsi. La rana viola si nutre prevalentemente di termiti che cattura utilizzando la sua lingua corta e arrotondata. Il kakapo è un pappagallo davvero strano. Vive in Nuova Zelanda, va in giro per le foreste soprattutto la notte camminando, non volando, ed è molto raro: pare ne siano rimasti meno di cento esemplari. La predilezione per fare molta strada “a piedi” forse deriva dal suo peso: è uno dei pappagalli più pesanti al mondo: può arrivare fino a sette chili. Inoltre vive fino a sessanta anni. È l’unico pappagallo che ha un sistema nuziale basato sul lekking, ossia il raduno di tutti i maschi in aree riproduttive per il corteggiamento delle femmine. Per l’occasione i maschi sfoggiano i colori sgargianti delle loro piume e richiamano le femmine con versi sonori. Sono loro che scelgono i maschi, tra i quali non esiste alcun tipo di lotta. da Focus Junior
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Per pagina 155 Libro degli Strumenti... Sound taxi Eravate a Londra nei giorni scorsi? Allora potreste aver visto un insolito taxi girare per le strade. Questa bizzarra automobile si chiama Sound Taxi, cioè taxi che fa musica, ed è un tipico taxi londinese che è stato trasformato in registratore-campionatore di suoni. Si tratta di un esperimento pubblicitario della Aiaiai, ditta che produce cuffie professionali. Sul tettuccio del veicolo c’è un registratore ambientale e ben sessantasette speaker (altoparlanti a cono), che ricoprono anche l’intera carrozzeria dell’auto. Il microfono registra i suoni della City, che vengono processati da un software e trasformati in musica. Il passaggio di una motocicletta, la frenata di un’auto, il rumore di un autobus: quando questi rumori intorno al taxi cambiano, cambia anche la musica. Il tutto in tempo reale.
L’audiolibro Un audiolibro è la registrazione audio di un libro letto ad alta voce da uno o più attori, oppure da un lettore (speaker) oppure da un motore di sintesi vocale; è scaricabile sul proprio smartphone, tablet o mp3 o sul computer. Il testo registrato può essere la versione integrale di un libro o un testo scritto appositamente per essere pubblicato esclusivamente come audiolibro o ancora una riduzione o una sceneggiatura (originale o non) scritta appositamente per la registrazione audio. Gli audiolibri possono presentare anche musiche e ricostruzioni sonore (sound design), anche se generalmente l’audiolibro “classico” prevede la sola voce dello speaker che legge il testo. Alcuni audiolibri sono letti da attori, cantanti o dagli scrittori stessi. Se da principio un audiobook era pensato perlopiù per quelle persone che non potevano svolgere una lettura da soli (anziani, bambini troppo piccoli per leggere, non vedenti o affetti da particolari handicap motori), la crescita di questa tecnologia ha coinvolto anche altre sfere di interesse. Prendiamo in considerazione i bambini con difficoltà nella lettura: ascoltare audiolibri va bene per i bambini dislessici perché è un aiuto a superare i problemi di lettura e scrittura, migliorando così il rendimento scolastico. L’uso dell’audiobook è positivo anche per i ragazzi il cui tempo, diviso fra attività scolastiche, sportive e vita sociale, sembra lasciare poco tempo allo studio: negli spostamenti è possibile ascoltare la lezione, il libro di testo, così da svolgere un primo studio da approfondire poi a casa. Un altro esempio può essere quello di casalinghe o colf che trascorrono molte ore del giorno a pulire e stirare. Potrebbero usare tutto questo tempo per ascoltare un libro o imparare una lingua, ad esempio. Da molteplici punti di vista il libro parlato rappresenta una nuova sfaccettatura della tecnologia che è in continua evoluzione. Anche le librerie negli ultimi anni hanno inserito un settore a loro dedicato.
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Per pagine 156-157 Libro degli Strumenti... Leggere la storia la prima volta tutta di seguito, poi una seconda volta scandendo la lettura in base alle sequenze. Alla fine di ogni sequenza chiedere agli alunni di prendere appunti sul quaderno per rappresentare la storia con un disegno. Il pianeta dei colori C’è un pianeta nell’universo che nessuno ancora conosce; si chiama Rainbow, perché tutte le cose sono colorate. I colori servono per comunicare idee, sensazioni, emozioni, pensieri. Le persone si colorano a seconda di quello che pensano, e fanno cambiare colore alle cose. A Rainbow viveva un bambino, di nome Xy46, insieme al papà Xz31, alla mamma Rw12 e alla sorellina, Jq58. Xy46 amava molto la sua famiglia e il suo mondo. Amava il colore albicocca della sua casa al mattino, quando tutti si svegliavano riposati, amava l’azzurro pallido dei genitori quando la sera lo mettevano a letto. Da qualche tempo, però, Xy46 era entrato in crisi. Aveva scoperto che il nero, il grigio scuro e il blu lo facevano star male. Aveva notato che se la mamma lo sgridava, lui si rattristava e diventava grigio o blu. La mamma poi diventava scura scura. Xy46 preparò dei cartelli con su scritto: “VIETATTO L’INGRESO AI COLLORI CATIVVI” (aveva qualche problema con le doppie). Appese i cartelli ovunque, ma non servì a niente. Allora si arrabbiò talmente tanto che i cartelli diventarono neri e non si poterono più leggere. Iniziò allora ad osservare quando, con esattezza, comparivano i colori brutti nelle persone intorno. Dopo qualche giorno di studio, si accorse che succedeva ogni volta che diceva “NO!” a qualcuno. “Basta non dire più di no a nessuno per tenere lontani i colori cattivi”, pensò Xy46. Detto fatto, il ragazzo decise di fare grandi cambiamenti nella sua vita e di non dire più di no. Ma la cosa era più difficile del previsto. La mattina dopo, tutta la famiglia era riunita a far colazione. Mamma Rw12 gli disse: – Ti ricordi X6 (era il soprannome con cui lo chiamava la mamma quando era allegra), tesoro, che questo pomeriggio hai promesso a zia Gd12 di andarla a trovare?” Non solo Xy46 se ne era dimenticato, ma la notizia fu come un macigno! La zia era una anziana e noiosa signora, che parlava sempre dei suoi tulipani. In più, per quel pomeriggio era d’accordo con il suo amico Lk45 di giocare a calcio. Voleva dire NO!, ma si ricordò della promessa che si era fatto. Così disse solo: – Certo, mamma – era diventato grigio topo, ma non se ne accorse, notò solo il giallo della madre. Si disse soddisfatto “Forse il piano funziona!”. A scuola incontrò Lk45, che, esaltatissimo, gli disse: – Allora, Xx (questo era invece il soprannome, molto più tosto, con cui lo chiamavano gli amici)! Pronto per la grande sfida?! Xy46 stava già per dirgli la verità, quando immaginò i brutti colori che avrebbe preso l’amico. Fedele alla sua regola d’oro, disse allora: – Ma certo! Non vedo l’ora! Ancora una volta vide il bel giallo oro di Lk45, ma non si accorse del suo grigio.
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Tornato in classe si rese conto del guaio in cui si era cacciato. Era talmente distratto per l’agitazione, che la maestra se ne accorse. – Insomma, Xy46! Cosa ti succede oggi? Forse è meglio che oggi pomeriggio ti fermi un’ora con me a fare i compiti, così ti calmi un po’! – urlò minacciosa la maestra Mg22. E questa fu la goccia che fece traboccare il vaso. Xy46 si riempì di un bruttissimo blu scuro e si mise a piangere, senza riuscire a fermarsi. La maestra si avvicinò tutta rosa, pronta ad aiutarlo. Ma lui piangeva e non si calmava, così lei fece chiamare la mamma. Rw12 arrivò subito, tutta azzurra, lo abbracciò e lo tranquillizzò, finché non venne fuori tutta la storia: i colori cattivi, i cartelli, la regola d’oro e le conseguenze che aveva causato. La mamma, disse: – Sono tanto orgogliosa di te! Ti sei dato da fare per non far star male gli altri, anche se sei stato male tu. Tante persone grandi non avrebbero avuto la voglia o la forza di farlo! Ma Xy46 continuò: – Sì, ma come faccio? Se dico di no per non star male, allora stanno male gli altri! La mamma si mise a ridere e riprese: – Tu hai capito quando i colori brutti arrivavano, ma hai fatto caso a quando poi andavano via? A quel punto Xy46 cominciò a ritrovare speranza: – Dimmelo, mamma, quando vanno via? Ma lei si alzò, spiegandogli che doveva tornare al lavoro e che ne avrebbero parlato la sera. Xy46 rimase solo e tutto diventò blu scuro. Era arrabbiato con la mamma e più ci pensava più tutto si faceva scuro e minaccioso. Ad un certo punto capì: “Come ho scoperto quando arrivano i colori cattivi, così posso scoprire anche quando vanno via... Sì, è possibile...” Fece un gran sorriso e tornò verso la sua classe: intorno tutto era tinto di colori allegri e vivaci. Ma allora... “La mamma mi ha detto di no e io ho riempito la camera di colori scuri. Quando ho capito perché mi aveva detto di no, allora i colori cattivi sono andati via. SONO ANDATI VIA!” Entrò in aula, andò deciso da Lk45 e gli disse: – Ascolta, mi dispiace, ma, quando ci siamo messi d’accordo per oggi pomeriggio, avevo dimenticato una promessa fatta a mia zia. L’amico diventò marrone scuro, ma Xy46 gli spiegò che, anche se era di una noia mortale, lui voleva bene a sua zia e doveva mantenere la promessa. Gli disse che un amico doveva capire. A queste parole, i due diventarono giallo sole, e si accordarono per un altro giorno. da B. Colombo, R.A. Fabio, Fiabe che fanno crescere, Erickson
Per pagina 158 Libro degli Strumenti... Effe come Federico Il topo Federico abita in una soffitta. È un topo molto puntuale: tutte le sere, alle nove precise, spegne la candela, si mette a letto e in due minuti si addormenta. Stasera, però, non ci riesce. Allora pensa: “Leggerò qualcosa, così mi vien sonno”. In un angolo della soffitta c’è una vecchia cassapanca piena di libri, vecchi anche loro. Il topo Federico comincia ad annusarli, ma non sa quale scegliere. “Dev’essere un libro noioso, sennò il sonno non arriva”, pensa. Comincia a rosicchiarne uno, ma non gli piace: è scritto troppo in piccolo.
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All’improvviso un grosso librone apre gli occhi e gli dice: – Posso aiutarti? – Chi sei? – chiese Federico spaventato. – Gino Vocabolario – dice il librone – Perché rosicchi i miei amici? – Non riesco a dormire – dice Federico. – Secondo me hai fame e devi cercare qualcosa da mettere in pancia – dice Gino. – E dove? – Nel paese della EFFE, EFFE come Fame – subito il libro si apre – È tra il paese della E e quello della G. Federico entra nel libro e si trova davanti un cartello con una grande F scritta sopra. Sopra il cartello c’è un fringuello, che dice: – Fei venuto a fare due paffi? – Come hai detto? – chiede Federico. – Fcufa, qui parliamo la lingua della EFFE. Cofa ftai cercando? – Qualcofa per farmi paffare la fame – risponde il topo che ha capito subito come funziona la lingua di quel paese. Federico si mette a camminare e incontra un fiore, una farfalla, una foglia e un fischietto: – Poffo affaggiarvi? E tutti rispondono: – Mi dispiace, ma non fiamo fatti per effere mangiati. Il topo Federico cammina e cammina, ma non trova niente da mangiare. A un certo punto vede un sasso rotondo sul bordo della strada. La fame è così grande che dice: – Quafi quafi mi mangio quel bel faffo! Il sasso apre gli occhi e dice subito: – Non sono un faffo, sono un sasso e i sassi non si mangiano! – Non parli la lingua della EFFE? – chiede il topo. – No! Sono qui per sbaglio. Però so chi ti può aiutare. Vieni da me! E in quattro salti porta Federico in una radura del bosco. Là in mezzo al prato, sotto le stelle, c’è una grande fetta di F... – Formaggio! – esclama felice il topo. – Fono belliffimo, vero?– dice il formaggio, prende un piattino e ci mette sopra una fettina – Affaggia! Federico assaggia e dice: – Buoniffimo! Allora il formaggio gli riempie il piatto. Federico mangia e mangia, finché non ne può più. – Bafta cofì? – chiede il formaggio. E il topo risponde: – Fì, grazie. Ora ho proprio fonno... – e si appoggia al sasso, chiude gli occhi e si addormenta sotto le stelle. da F.T. Altan, Abbecedario, Panini
Per pagina 159 Libro degli Strumenti... Leggere la storia con lunga pausa a ogni step, indicato dallo stacco. La strana cosa La strana cosa si muoveva da sola, come potrebbe fare un’automobilina a pile, un piccolo robot o un altro giocattolo telecomandato, o anche una di quelle creature che si costruiscono al computer. Aveva quattro gambe e una testa, con due protuberanze più simili a lunghe orecchie che ad antenne.
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Davide guardò dietro il cespuglio. La cosa si era rifugiata tra due pietre, immobile. Non sembrava pericolosa. Davide allungò la mano, la sfiorò, l’afferrò. Considerata la dimensione doveva trattarsi davvero di un giocattolo, seppure di una forma che il ragazzo non aveva mai visto. Chi lo aveva fabbricato era stato bravissimo: tutto ricoperto di pelo grigio e morbido, con un davanti che lontanamente somigliava a una faccia, con tanto di naso (umido), di bocca e di occhi. A guardarlo bene si vedevano perfino dei dentini spuntare dalla bocca. Ma ancora più straordinari erano il calore che emanava, il tremito di tutto il corpicino, il battito remoto che veniva da dentro. Davide appoggiò l’orecchio alla cosa e provò la medesima emozione di quando abbracciava forte sua madre e udiva il battito del cuore di lei. Il bosco confinava con il giardino di casa, bastava scavalcare una bassa siepe. Davide portò nel giardino la strana cosa e la nascose al riparo di un mucchio di erbacce appena strappate. Con grande stupore del bambino, la cosa si mise a rosicchiare una radice. Fu allora che Davide pensò: “E se fosse vero quello che ci ha raccontato la maestra, che da qualche parte esistono ancora alcuni animali? Allora non si sono estinti del tutto, come dice il nonno! E se questa strana cosa fosse proprio un animale?”. da G. Pederiali, La strana cosa, Einaudi
Per pagina 160 Libro degli Strumenti... Esercizio 1 e 2 Il gatto Il gatto lo sbatto lo strillo lo scaccio lo schiaccio lo scrollo lo sbratto lo sbrutto lo sberlo ma al topo non torco un capello.
Chi acchiappa? Chi acchiappa Checco che nel comò rococò chiude a chiave chicchi, occhiali, cose chiare chioccioline un poco vecchie, chilogrammi di lenticchie, chiodi, chiglie e cartocci di conchiglie? da www.filastrocche.it
Filastrocca dei liberi giochi Io gioco con giocattoli belli, preziosi e strani se non ci sono quelli gioco con le mie mani gioco con legno e sassi gioco con ombra e sole se non ci sono quelli gioco con le parole gioco con i miei passi gioco con ciò che c’è: nessuno ha più giocattoli di me. B. Tognolini
da C. Carminati, B. Tognolini, Rime Chiaroscure, Rizzoli
Figlia Figlia, sfoglia la foglia; sfoglia la foglia, figlia.
Pane secco Tre tozzi di pan secco in tre strette tasche stanno.
da www.filastrocche.it
da www.filastrocche.it
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Esercizio 3
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Classe 5a Per pagina 149 Libro degli Strumenti... Messaggi particolari 1. “Se non la smetti di fare i capricci, non ti compro le patatine fritte.” (minacciare) 2. “Mamma, ti supplico, comprami un cartoccio di patatine fritte… senti che profumino!!!!” (supplicare) 3. “Grazie mamma, per avermi preparato le patatine fritte!” (ringraziare) 4. “Per un po’ è meglio che eviti di consumare troppe patatine fritte!” (informare) 5. “Leggera e fragrante: la patatina GIGANTE da gustare in un istante!” (pubblicità commerciale per convincere) 6. “Basta con queste patatine fritte, vi faranno male!” (rimproverare) 7. “Per ottenere delle ottime patatine fritte, si consiglia di usare patate a pasta gialla e olio di semi di arachidi. Immergerle nell’olio solo quando sarà bollente. Toglierle dall’olio, asciugarle su carta assorbente. (dare istruzioni) 8. “Confessa, sei stata tu a rubarmi l’ultima patatina fritta?!” (accusare) 9. “Basta mangiare patatine fritte!” (ordinare)
Per pagina 150 Libro degli Strumenti... Otto gemelli Zitti, piano, tutto tace. Dentro il letto tutto è pace. Quattro bimbi silenziosi fanno sogni deliziosi. Soffio, Bisbiglio, Sussurro e Respiro dormono sodo come un vecchio ghiro. Soffio sogna di strusciare e Bisbiglio di sfregare; Sussurro, poi, di accarezzare e Respiro di sfiorare. Ma all’improvviso dalla stanza accanto le sorelle spezzano l’incanto! Urla arriva saltellando; Parla entra borbottando; Trema batte forte i denti; Piange è piena di lamenti. Tuona il babbo arrabbiato: – Zitti! Il sonno se n’è andato! Ma i bambini ormai desti, escon fuori lesti lesti. La giornata è cominciata e la voce è ritornata.
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Per pagina 151 Libro degli Strumenti... Testi a confronto 1° brano - Il rap del vento Soffia forte, soffia il vento tra le scale. Soffia il vento soffia quello di maestrale. Tra gli alberi e le foglie un sussurro si sente, sarà la pioggia o i passeri o il vento di ponente. E ci sono giorni in cui nessuna ne imbrocco, la colpa non è mia sarà quel vento di scirocco. Ed in paese adesso suona la campana, ma non è il campanaro è solo la tramontana. 2° brano - Vento sciocco di scirocco Leggere la storia con pausa a ogni step, indicato dallo stacco. Un giorno, in una spiaggia in pieno agosto, una bambina di nome Pamela si arrabbiò, e dette schiaffi al vento. – Non è Giò – aveva detto Pamela quel giorno, arrivata alla spiaggia. Pamela era una piccola di cinque anni, le piaceva dare soprannomi a ogni cosa, e Giò ad esempio era... ... il soprannome di maestrale. Maria e Valentino allora, che erano due grandi di dieci anni, fecero subito la prova del vento: lasciare colare la sabbia pian piano dal pugno, per vedere dove va. Ed eccola infatti che volava via di lato, verso terra non verso il mare. – È scirocco, non è maestrale – sentenziò Valentino. – Quello sciocco! – aggiunse Maria. – L’avevo detto che non era Giò – conclude Pamela, guardandosi intorno adirata. Il vento scirocco è uno sciocco, c’è poco da fare... ... Caldo e sudato, cocciuto e fastidioso, briccone e ficcanaso, una sciagura. Solleva la sabbia radente a livello di sdraio, e si sentono questi granelli, bic bic bic, che beccano le braccia, le guance, il collo, dappertutto. Capovolge con la gamba per aria ben dieci ombrelloni, e sei li rivolta storcendo le stecche al contrario; soffia via dalla testa il cappello a tredici mamme, otto corrono e lo acchiappano in tempo, cinque vanno a pescarlo nel mare; combatte col giornale di sei babbi; disperde un intero sciame di angeli moscerini; si ficca in dieci giochi di pallone, di racchette, di frisbee; abbatte tre aquiloni, capovolge il canotto a Valentino. E quel giorno dava un bel po’ di fastidio anche a Pamela. − Tieni! Toh! Sciocco di un vento! Prendi! Tieni! La gente si guardò intorno sbalordita e che cosa vedeva? Vedeva una bimba che dava sberle a nessuno. da B. Tognolini, Sentieri di conchiglie, Ed. Fatatrac
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Per pagina 152 Libro degli Strumenti... Un vento avvoltoio Maria se ne stava sdraiata sul suo asciugamano a guardare Pamela furiosa contro il vento. – Mancato! – disse Maria sollevandosi sul gomito. – E tu come lo sai che l’ho mancato? – ribatte Pamela, adirata. – Beh, l’ho visto. Stavo guardando quando hai dato quegli schiaffi, ma lui era già lontano. – L’hai visto con l’occhio magico? – Pamela conosceva Maria e i suoi poteri. Sapeva che guardando con l’occhio sinistro, coprendosi il destro, poteva vedere le cose invisibili: come i fantasmi e le creature immaginarie o le lucertole nascoste nelle tane o il vento che passa. – Sicuro, e se vuoi ti aiuto – disse dunque Maria – Tu sta’ pronta: io lo guardo e ti dico quando arriva. Però arriva da molto lontano, ci metterà un po’... Pamela allora si mise ad aspettare, con la mano preparata aperta a sberla e l’aria decisa negli occhi. E Maria si mise a fissare l’orizzonte, con la mano chiusa a foglia sull’occhio destro, e l’occhio sinistro aperto a guardare invisibili cose: e narrava così. – È lontanissimo, laggiù, di là dal mare! Non si chiama scirocco, ha un altro nome! Sta attraversando le pianure dell’Iran, e si chiama Shamàl. Corre, corre, sta inseguendo dieci cani, poveracci, per le vie di un paesino fumoso di polvere rossa. Loro scappano con le lingue disperate e non si accorgono che quel vento, che sembra un lupo persiano terribile, li ha già superati, e correndo è passato in Arabia. Dove adesso si chiama Samièl. Che bel nome, sembra un nome di angelo e invece vuol dire “veleno”. Infatti qui striscia sibilando come un serpe velenoso. Si infila in una casa, fa corrente, e spinge lontano due ciabatte di paglia colorata di una nonna piccolissima d’Arabia, che voleva alzarsi dal letto. Lui però è già arrivato in Egitto, dove si chiama Khamsin, ed è un vento avvoltoio. Un avvoltoio brigante sporcaccione, che sbatte due grandi ali ventose facendo puzza di spazzatura tutto intorno. Eccolo lì che si butta in picchiata gridando parolacce su una piazza arrostita dal sole, dove uno spazzino ha appena fatto con la scopa un grande mucchio di cartacce, foglie e cicche. Ma piomba giù l’avvoltoio: due sventagliate d’ali, e lo spazzino è lì che guarda derelitto la sua fatica dispersa tutto intorno, e scuote il pugno verso il vento, verso est. Ma lui è già scappato ad ovest ed è già in Libia, dove si chiama Ghibli e passa di corsa il deserto, caricandosi di secco e di calore. Poi gira a nord e punta in Tunisia, dove si chiama Chili, e dopo tantissimi danni e dispetti alla gente, finalmente si butta sul mare. Sul mare correndo e volando ha un nome muto, col quale lo chiamano i pesci, che noi non sentiamo parlare. da B. Tognolini, Sentieri di conchiglie, Fatatrac
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Per pagina 153 Libro degli Strumenti... Costruire un anemometro L’anemometro è uno strumento che ci consente di conoscere la velocità del vento. Ne esistono di vari tipi, molto precisi e sofisticati, come quelli utilizzati per le previsioni meteo o come quelli montati in cima agli alberi delle grandi imbarcazioni da regata; ne esistono anche di “tascabili” usati dai surfisti. È possibile costruire un anemometro “casalingo” per avere un’idea approssimativa di quanto veloce soffia il vento. Occorrente forbici, colla, quattro bicchieri di plastica, un pennarello indelebile rosso, due cartoncini rigidi di uguale lunghezza (18 x 4 cm), cucitrice, puntina (o chiodo a punta sottile), una matita con la gomma in cima, della plastilina. Come procedere 1) Tagliate il bordino arrotolato dei bicchieri per renderli più leggeri. 2) Segnate o colorate il lato esterno di un solo bicchiere con il pennarello. 3) Incrociate i due cartoncini, così che formino una croce e incollateli insieme. 4) Pinzate i bicchieri all’estremità dei cartoncini: verificate che i bicchieri siano orientati nella stessa posizione. 5) Spingete la puntina al centro esatto dell’incrocio dei cartoncini e poi nella gomma della matita. Verificate con una soffiatina che i cartoncini spillati possano ruotare bene e liberamente. 6) Con la plastilina realizzate una base in cui infilare la matita con tutto l’anemometro sovrastante, in modo che stia fermo e dritto. Posizionate il vostro anemometro all’esterno: sul balcone o sul davanzale di una finestra, esposto al vento; individuate e segnate un punto di riferimento sul terreno. Ora procedete con la misurazione della velocità del vento: utilizzando un orologio che conta anche i secondi, misurate il numero di giri (cioè il numero di volte che il bicchiere colorato attraversa il punto di riferimento) che l’anemometro fa in un minuto. Gli anemometri veri trasformano il numero di giri in velocità (km/h), con il vostro, invece, potete misurare la velocità del vento in giri/minuto.
Per pagina 154 Libro degli Strumenti... Articoli di giornale 1) Preso ladro di benzina Il rincaro della benzina non risparmia proprio nessuno. Anche la criminalità sente il peso delle tasse che fanno volare il prezzo del gasolio alle stelle e qualcuno ha trovato il modo per fare il pieno senza pagare. Come Moreno Z., trentacinque anni, pregiudicato, che l’altra notte si è avvicinato, al distributore IP di Rosate (Milano) e, dal pozzetto, ha rubato 1800 litri di gasolio. Con una tecnica già ampiamente consolidata. L’uomo ha aperto il tombino e collegato la cisterna sotterranea ad un autocarro rubato. Tramite un lungo tubo e un generatore di corrente ha svuotato l’intero serbatoio e ha provato ad allontanarsi. Il ladro di carburante, però, è stato sorpreso da una pattuglia dei carabinieri, che lo ha bloccato e arrestato. Secondo i militari, Moreno Z. ci aveva già provato altre volte.
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2) Ragazzi trovano e restituiscono più di mille euro Quattro ragazzini di undici anni hanno trovato per strada a Sestri Ponente un portafogli contenente 1355 euro, carte di credito e documenti intestati ad una signora genovese. Cosa hanno fatto? L’hanno portato in commissariato per restituirlo al legittimo proprietario, senza trattenere neppure un euro per il gelato. Il dirigente del Commissariato Valentina Carlini ha consegnato ai quattro ragazzi l’attestato di “esemplare onestà” e un cappellino della Polizia. Il gelato – e forse qualcosa di più – c’è scappato dopo. Ciascuno di loro ha ricevuto anche una busta con la ricompensa che la signora ha voluto dare a titolo di ringraziamento. Per pagina 155 Libro degli Strumenti... Descrizioni senza nome 1) Me l’hanno regalata quando avevo tre anni. Ha i capelli rossi, piuttosto ricci, la fronte alta, occhi verdi, grandi e spalancati. Il suo viso è paffuto, con un nasino a patata ricoperto da tante lentiggini; la bocca è piccola e semiaperta in senso di stupore. È di medie dimensioni, con una grossa pancia, gambe un po’ storte e il collo corto. Le sue mani e i suoi piedi assomigliano a quelli di un bimbo di pochi mesi. Mi hanno raccontato che quando l’ho ricevuta, era tutta ordinata, con un bel vestito bianco e azzurro; ora invece il suo vestito è sgualcito e la sua faccia non è più rosa, ma tutta pasticciata poiché io mi sono sempre divertita un mondo a truccarla prendendo di nascosto gli ombretti e il rossetto della mamma. 2) Ha varie dimensioni, una forma conica non proprio regolare e può essere sia di materiale naturale che artificiale. Le sue foglie sono pungenti e di colore verde intenso come quello di un bosco. In un certo periodo dell’anno diventa molto colorato e non occupa una posizione ben precisa, ma può stare ovunque. È segno di gioia e felicità quando è addobbato. Finito questo periodo può continuare a vivere nella terra o potrà essere riposto in un apposito contenitore. 3) Le coste sono basse, sabbiose o ghiaiose escluse le zone dei due promontori. I fiumi che la attraversano hanno un tipico andamento parallelo “a pettine” e sono a carattere torrentizio. Ha un solo lago di origine glaciale. Il suo territorio è soprattutto collinare (69%) e montuoso (31%). È una regione ad alto rischio sismico, ha cinque province e un’isola amministrativa, cioè un territorio che è situato in questa regione geografica, ma amministrativamente appartiene a un’altra regione. La comunità di stranieri meno numerosa è quella serba mentre quella più numerosa è albanese. Nell’antichità fu abitata da Piceni, Greci e Romani. Confina con l’Emilia Romagna, la Repubblica di San Marino, il mar Adriatico, la Toscana, l’Umbria, il Lazio, l’Abruzzo e ha dato i natali al famoso poeta Giacomo Leopardi.
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Laboratorio di ascolto
Per pagina 156 Libro degli Strumenti... Di chi si tratta? 1) Un lungo artiglio. Un lampeggiante, acuminato artiglio nero. E un altro. E un altro ancora... Un’intera zampa emerse in superficie. Una scura, verde zampa squamosa, grondante viscidume. Un altro artiglio... e un altro. E un’altra scura, verde zampa squamosa emerse in superficie. Ruskin era letteralmente paralizzato dal terrore. Aveva l’impressione che i suoi piedi fossero incollati... Poi si rese conto di non riuscire a muovere neanche le ginocchia, le braccia, la testa, e nemmeno gli occhi. I suoi occhi erano sbarrati e fissi sulla gigantesca testa di Krindlekrax, appena emersa dalle fogne. La bocca di Krindlekrax era più grande del cofano spalancato di un’auto e irta di denti aguzzi che un tempo erano stati bianchi e sani, ma ora erano guasti e scoloriti e con le gengive striate di fanghiglia. I suoi occhi erano rossi, splendenti come semafori, e dalle sue narici dilatate filtrava un liquame verde. E poi tutto il corpo di Krindlekrax sgusciò fuori dal tombino, arrancando all’aperto. Il suo ventre era grasso e scuro, le zampe posteriori munite di artigli come quelle anteriori, la coda lunga e appuntita. Era la creatura più gigantesca che Ruskin avesse mai visto. “Potrebbe fare di me un solo boccone” pensò. E desiderò di ritrovarsi a letto, al sicuro sotto le coperte. da P. Ridley, Krindlekrax, Mondadori
2) Lorenzo è un uomo sulla sessantina, a giudicare dalle rughe che solcano la sua spaziosa fronte e dal colore dei suoi corti capelli, grigi nell’insieme, ma di diverse sfumature. Indossa occhiali tondi, piccoli, dalla montatura blu. E dietro le lenti si vedono bene i suoi grandi occhi neri, vispi come quelli di un bambino. Il naso di Lorenzo è aquilino. La sua bocca è sottile, sempre sorridente. Lorenzo si fa la barba tutti i giorni, infatti la sua pelle chiara è tutta liscia, tranne nel punto in cui, vicino all’orecchio sinistro, ha una cicatrice a forma di X, ricordo di un incidente avvenuto tanti anni fa. Lorenzo indossa una sciarpa, anch’essa blu, tutt’intorno al collo.
Per pagina 157 Libro degli Strumenti... Il destino degli Etruschi... in pancia a un gatto Una sera, mi venne una gran curiosità di sapere dove andasse un carro legato a due cavalli bianchi e salii sopra. Dentro c’erano una ragazza sveglia e un vecchio addormentato. Lei aveva i capelli pettinati come tanti serpenti scuri che le strisciavano intorno alla faccia. Appena mi vide, Capelli di Serpente disse: – Babbo, svegliati! Un gatto nero è salito sul carro! Teniamolo con noi! Ci porterà fortuna! – Un gatto! Forse è il segno degli dei! E sia! La fortuna è proprio ciò che ci manca per poter andare avanti! Ma secondo me per poter andare avanti, a lui, più che altro mancavano dei denti. Perché senza poter masticare non si mangia, e senza mangiare non si va né avanti né indietro. Insieme a Capelli di Serpente e Bocca Buia viaggiai nel carro dorato attraverso boschi e campi per alcuni giorni. Finalmente una mattina presto, il carro si fermò davanti a una grande casa di mattoni. Un uomo con un cappello in testa che sembrava un veliero, apparve sulla soglia e Bocca Buia disse: – Salve a te, o potente Aule! Siamo venuti al tuo tempio per avere una profezia sul futuro del popolo etrusco. Testa a Veliero ascoltava senza dire una parola.
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Laboratorio di ascolto
– Ti prego Aule, facci sapere se il popolo etrusco vivrà sempre libero o se i nostri nemici romani, che già minacciano alcune nostre città, ci ridurranno in loro potere. Ma l’aruspice, invece di rispondere, si mise a cantare una canzoncina a occhi chiusi. Allora ne approfittai per andare un po’ in giro per la casa a vedere se c’era qualcosa per fare colazione. Tornando nell’atrio, vidi Testa a Veliero che frugava con un coltello dentro una pecora morta. “Eccola la colazione” pensai. Balzai sopra un bel pezzo di interiora che Testa a Veliero aveva appena posato a terra. Lo acchiappai e scappai via. Apriti cielo! Testa a Veliero cominciò a urlare come un pazzo: – Il fegato sacro! Il fegato sacro! E Bocca Buia a gridare più forte di lui: – Il nostro responso! Il nostro responso! Non mi vergogno a dire che quel responso era buonissimo, e non la finivo di leccarmi i baffi nascosto sotto il carro. Però Capelli di Serpente disse a Bocca Buia: – Poveri noi! Era un cattivo responso quello che il gatto nero ci ha preannunciato! – Non sappiamo se era davvero cattivo – disse allora Bocca Buia – perché il sacerdote non ha potuto leggere! – A meno che – disse allora Testa a Veliero con il coltello in mano – non riusciamo a ritrovare quel gatto e ad aprirgli la pancia. In quel caso il destino del popolo etrusco ritornerà alla luce. A queste parole mi si rizzarono tutti i peli della coda, schizzai via da sotto il carro con un gran balzo, neanche avessi avuto il fuoco sotto le zampe. Me la battei veloce come il vento, anche se il destino del popolo etrusco mi pesava un po’ sullo stomaco. da D. Luciani Sette volte gatto, Feltrinelli Kids
Per pagina 158 Libro degli Strumenti... Marco Tullio Cicerone Marco Tullio Cicerone nacque in una famiglia colta e agiata di Arpino il 3 gennaio dell’anno 106 a.C. Il padre volle che fosse educato a Roma, dove Marco Tullio studiò con profitto diritto e oratoria, diventando il migliore avvocato dei suoi tempi. A ventisei anni, nell’80 a.C., mostrò tutti i suoi talenti in un processo clamoroso: difese Sesto Roscio Amerino dall’accusa di aver assassinato il padre e dimostrò l’esistenza di un complotto messo in atto dai seguaci del dittatore Silla per privare il suo cliente dell’eredità paterna. Poi, per evitare rappresaglie, se ne andò per due anni in Oriente. Fu una buona idea, perché nel frattempo Silla morì. Al ritorno Cicerone riprese con ardore la sua attività legale e iniziò la carriera politica. Il suo primo incarico pubblico fu quello di questore, ossia di amministratore, della Sicilia orientale per l’anno 75 a.C.. Assolse il mandato con integrità ed entusiasmo: per questo, alcuni anni dopo, i siciliani lo scelsero per intentare una causa contro Gaio Verre, il governatore che con rapine, imbrogli ed eccessi di potere aveva depredato la Sicilia. Contro Verre, Cicerone pronunciò violente orazioni, dette “Verrine”, e il faccendiere fu costretto all’esilio. Nel 63 a.C. Cicerone divenne console. In quell’anno riuscì casualmente a scoprire un complotto guidato da Catilina contro la Repubblica. Marco Tullio denunciò in Senato la congiura e fece giustiziare tutti quelli che riuscì a far catturare. Cicerone fu allora proclamato “padre della patria”. Ma aveva commesso un passo falso. La condanna a morte dei congiurati era stata illegale, in quanto la legge imponeva che nessun cittadino romano potesse essere messo a morte se non dopo essersi appellato al popolo. E nel 58 a.C. i nemici di Cicerone si presero la rivincita, costringendolo all’esilio.
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Laboratorio di ascolto
Gli fu consentito di ritornare diciotto mesi dopo e di riprendere a Roma il posto di “principe del foro”. Intanto si era accesa la sfida per il potere tra Cesare e Pompeo, che portò alla guerra civile; Cicerone si schierò apertamente per Pompeo e in cambio ricevette il governo della Cilicia nel 51 a.C. Quando Pompeo fu sconfitto, Cicerone si allontanò da Roma e vi ritornò solo nel 47 a.C. quando ottenne il perdono di Cesare. Marco Tullio condusse, allora, vita privata, dalla quale fu distolto il 15 marzo del 44 a.C., quando Cesare fu assassinato in Senato e Bruto, alzando il pugnale insanguinato, gridò il nome di Cicerone inneggiando alla riconquistata libertà. Egli fu quindi ripreso dalla vita politica, ma ancora una volta la politica gli si rivoltò contro. Si schierò contro Marco Antonio, che si proclamava erede di Cesare, al fianco di Ottaviano, che di Cesare era l’erede legale. Contro Antonio, Cicerone pronunciò quattordici violente orazioni, dette “Filippiche” (a ricordare quelle dell’oratore greco Demostene contro Filippo II di Macedonia) e Antonio se la legò al dito. Quando poco tempo dopo Ottaviano e Antonio si riconciliarono e strinsero un accordo, Cicerone cercò invano di fuggire via mare in Grecia. Fu raggiunto a Formia dai sicari di Antonio e giustiziato sul posto il 7 dicembre del 43 a.C.. da C. Leoni, Nella Roma di Cesare con Cicerone, Touring Junior
Per pagina 159 Libro degli Strumenti... Marcare le parole evidenziate perché sono le parole intruse, che il bambino deve riconoscerle per sostituirle nell’esercizio, con quelle adatte alla storia Un indizio importante Ellery Queen non lavora come investigatore professionista, ma ha grandi capacità di osservazione e di indagine. Per questo la polizia chiede spesso il suo aiuto. Ellery ha già lavorato con Storke, un agente segreto. I due entrano nella tabaccheria “Monk”. L’interno del negozio è poco illuminato; l’arredamento è vecchio, rovinato dal tempo e dal tabacco. In fondo al negozio una grossa tenda copre l’ingresso del retro. Il corpo di un uomo è per terra tra il banco e lo scaffale. È stato ucciso. Stringe tra le mani un barattolo quadrato con scritto sull’etichetta MIX C. Doveva contenere tabacco, visto che altri barattoli uguali si trovavano sullo scaffale dietro il banco. Ellery, mostra a Storke una macchia di sangue vicina alla tenda: – Deve essere stato colpito da dietro, in questo punto, mentre stava andando nel retro. L’assassino deve averlo lasciato qui, pensando che fosse morto. Invece non era ancora morto, perché c’è una scia di pomodoro che dalla tenda gira dietro il banco e arriva qui dove è adesso. Quando l’assassino è uscito, quest’uomo si è trascinato fino al banco e, prima di nascere, ha tirato giù dallo scaffale questo barattolo. Ellery prende il barattolo dalle mani del morto. È vuoto. Poi comincia a esaminare gli scaffali dietro al banco. Su quello dove era il barattolo MIX C, c’erano altri nove contenitori uguali nella forma, ma tutti con etichette diverse di miscele di tabacco e tutti con dentro del tabacco. Ellery si avvicina al cadavere. L’uomo, sui quarant’anni, aveva un corpo muscoloso e pochi capelli color sabbia. – È il tabaccaio Monk? – chiede Ellery.
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Laboratorio di ascolto
– No. Era Hartman, uno dei nostri uomini migliori – risponde Storke – Noi sapevamo che Monk usava questo negozio come punto d’appoggio per agenti stranieri, che qui lasciavano o prendevano messaggi. Visto che l’agente, Hartman, era un sosia quasi perfetto di Monk,una notte abbiamo arrestato Monk e lo abbiamo sostituito con Hartman. Sono passati quindici giorni e in questo tempo non è successo niente. Ma Hartman ha fotografato le pagine del registro dei conti, con centinaia di nomi di clienti, numeri di telefono e indirizzi. Per fortuna ci sono quelle, perché l’assassino ha portato via il registro. Proprio questa mattina Hartman ci ha detto per telefono di aver scoperto che due clienti registrati erano degli agenti stranieri; poi è entrato un cliente e ha dovuto riattaccare. Quando abbiamo richiamato, era già morto. Forse uno dei due agenti o tutti e due sono entrati, hanno capito che era un sosia e lo hanno ucciso. – Storke, perché hai chiesto il mio aiuto in questo caso? – chiede Ellery. – Per il barattolo! Penso che Hartman, prima di morire, abbia preso il barattolo per dirci qualcosa. Ma cosa? Per questo, Ellery, mi sono rivolto a te. Hai un’idea? – Sì. Hartman ha cercato di mangiare chi sono gli agenti stranieri! Hartman sapeva che gli agenti stranieri erano tra i clienti registrati sul libro dei conti. A ogni cliente corrisponde un numero. Hartman, prima di morire, si è trascinato fino al banco per prendere proprio il piatto con l’etichetta MIX C. MIX C sono due parole, come due sono gli agenti; ma le lettere MIX C sono anche dei numeri romani: M = mille; IX = nove. Dunque MIX = 1009; C = cento. Sono sicuro, Storke, che il numero 1009 e il numero 100 sul registro dei conti corrispondono ai due agenti stranieri. Semplice, no? da E. Queen, Il sosia in I racconti di Ellery Queen, Mondadori
Per pagina 160 Libro degli Strumenti... Er camaleonte e la farfalla Un giorno la farfalla stanca de danzà ner cielo, s’agnede a riposà l’ ali, su ‘n ber fiore de melo. Nascosto tra le fronne er camaleonte la spiava, lei se ne accorse e dall’arto lo disprezzava: – Che t’ho fatto? – s’ avvicinò, affranto dar dolore. – Sei n’ poraccio perché nun c’hai n’ colore! Lui ja rispose – Vabbè ma c’ ho n’ anima e n’ cervello. Lui ja rispose – Vabbè ma c’ ho n’ anima e n’ cervello. E lei: – Ma sei solo e brutto, oggi conta solo quello. Goffo je s’ avvicinò piano piano, e sussurrò fissandola un po’ strano: – Ricordete, oh mia bella farfallona, che ortre ad esse brava e bella, sei pure bona! Era proprio n’ bocconcino appetitoso, così je diede n’ bacio cor linguone appiccicoso. Nella vita nun basta esse bravo e bello, devi avè core e n’ pochino de cervello Trilussa
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Laboratorio di musica
Laboratorio di musica Qual è la finalità dell’insegnamento musicale? La musica offre uno spazio simbolico e relazionale favorevole ai processi di cooperazione e socializzazione, all’acquisizione di strumenti di conoscenza, alla valorizzazione della creatività e della partecipazione, allo sviluppo del senso di appartenenza a una comunità, nonché all’integrazione fra culture diverse.
Quali metodi didattici vengono suggeriti? • Il canto • La pratica degli strumenti musicali • La produzione creativa • L’ascolto • La comprensione e la riflessione critica
Che cosa insegnare? L’apprendimento della Musica consta di pratiche e conoscenze e si articola in: Fruizione consapevole
Produzione
con e sui materiali sonori • attività corale • musica d’insieme
costruzione ed elaborazione di significati personali, sociali e culturali relativamente a: • fatti • eventi • opere del presente • opere del passato
Azione diretta: • esplorativa • compositiva • esecutiva
Quali suggerimenti interdisciplinari vengono forniti? In quanto mezzo di espressione e di comunicazione, la musica interagisce costantemente con le altre arti ed è aperta agli scambi e all’interazione con i vari ambiti del sapere.
Su che cosa si lavora? MUSICA
riconoscimento di elementi del linguaggio musicale
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utilizzo di sistemi simbolici
analisi di brani musicali
utilizzo di voce e strumenti
Laboratorio di musica
Quali sono le novità più importanti? Nella Scuola Primaria gli obiettivi di apprendimento sono definiti solo al termine della classe quinta. Sono messi in evidenza il clima costruttivo, collaborativo e propositivo per lo svolgimento delle attività musicali. I traguardi di competenza vengono arricchiti con la produzione creativa di strumenti auto-costruiti. Nelle Indicazioni, l’improvvisazione viene chiamata in causa molte volte così come la dimensione esplorativa ed elaborativa.
Programmazione annuale di musica Classi 4a e 5a COMPETENZE Cantare con le note
ABILITÀ
CONOSCENZE
• Sperimentare altezze diverse con
Cantare brevi melodie.
• Eseguire canti individualmente. • Eseguire canti in coro. • Sperimentare varie modalità di
La notazione analogica e codificata.
la voce.
Ascoltare la musica
produzione sonora: altezza, intensità e timbro. • Eseguire ritmi con lo strumentario didattico. • Eseguire brevi canti leggendo una partitura.
L’altezza del suono.
• Riconoscere alcune formazioni
I complessi musicali.
strumentali attraverso l’ascolto di musiche di generi ed epoche diversi. • Riconoscere alcune strutture fondamentali del linguaggio musicale mediante l’ascolto di brani di epoche diverse e generi diversi. • Classificare gli strumenti musicali.
Produrre
• Conoscere la partitura musicale. • Produrre sequenze ritmiche con la notazione tradizionale. • Leggere un pentagramma.
L’intensità del suono. Il timbro del suono. Il ritmo.
Gli strumenti musicali. I generi musicali.
Le note. Le pause. Il pentagramma.
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Laboratorio di musica
LA VOCE UMANA E IL TIMBRO La voce umana cambia da individuo a individuo per le differenze anatomiche della laringe e delle corde vocali. La voce nasce quando l’aria, che entra dal naso o dalla bocca, urta le corde vocali e le fa vibrare. Le corde vocali, a loro volta, producono suoni. Il timbro dipende dalla forma delle vibrazioni. Ogni voce, ogni strumento musicale ha il suo timbro caratteristico, che ce li fa riconoscere. Il timbro può essere definito con tanti aggettivi: secco, cupo, tenebroso, chiaro, brillante, caldo e morbido... In base al timbro, una voce può essere: profonda, squillante, dolce, nasale, aspra, calda, stridula...
1. Descrivi con un aggettivo che voce hanno le persone indicate.
– Tua madre: .......................................................................................................................................................................................... – L’insegnante di musica: ................................................................................................................................................... – Il tuo migliore amico: ......................................................................................................................................................... – La tua migliore amica: ....................................................................................................................................................... – Il tuo vicino di banco: ........................................................................................................................................................ – La bidella: .............................................................................................................................................................................................. – E tu? Che voce hai? ................................................................................................................................................................ • Gioco Chi ha parlato?
Si benda un bambino, tutti gli altri cambiano posto. Poi tutti, a turno, dicono la stessa frase e mano a mano il bambino bendato deve riconoscere chi ha parlato. Una variante più difficile è quella di far dire solo una sillaba. Il gioco diventa ancora più divertente se a parlare sono due bambini insieme.
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Mi riconosci?
Laboratorio di musica
L’INTENSITÀ L’intensità di un suono dipende dall’ampiezza delle vibrazioni. Più sono ampie più il suono è forte, viceversa il suono è debole se sono meno ampie. L’intensità del suono si misura in decibel (dB). Per indicare le diverse intensità, in musica, si usano i seguenti simboli: PP: pianissimo f: forte P: piano ff: fortissimo MP: mezzopiano ff: crescendo MF: mezzoforte ff: decrescendo
1. P rova a dire la vocale “A” in crescendo di intensità, come se stessi alzando il volume. Poi prova in decrescendo.
a... a... a...
a
...
aaaa
aa ...
...
...
...
...
...
a... a... a...
• GIOCO Direttore d’orchestra
Come un direttore d’orchestra, un bambino per volta darà indicazioni alla classe sul volume da usare. Per farlo userà il braccio, come in figura. Gli altri dovranno seguire le indicazioni mentre dicono la filastrocca: “C’era una volta un re / seduto sul sofà / che disse alla sua serva / raccontami una storiella / e la storia incominciò / c’era una volta un re /...”
FORTISSIMO
MEDIO
PIANISSIMO
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Laboratorio di musica
L’ALTEZZA Il suono è prodotto da una serie di vibrazioni che si propagano nell’aria e raggiungono così il nostro orecchio. Se le vibrazioni sono molto frequenti, il suono è acuto, alto. Se invece sono poco frequenti, il suono è grave, basso. La qualità che permette di distinguere i suoni acuti da quelli gravi è l’altezza.
1. S crivi accanto a ogni fonte sonora se il suono emesso è acuto o grave. chicchirichì .................................................................
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(( )) .................................................................
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miao
roarrr! .................................................................
.................................................................
uee - uee
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.................................................................
bla - bla
ehi!? .................................................................
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• GIOCO Il ballo delle corde vocali
Provamo a emettere suoni acuti e suoni gravi per dire la stessa frase. Diciamola come se fossimo:
UN BAMBINO UN GIGANTE DI 3 ANNI
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UN ORCO
UNA FATINA UN FOLLETTO
UN RE
Laboratorio di musica
LA DURATA In base alla loro durata i suoni possono essere lunghi o brevi.
1. Scrivi a fianco a ogni immagine se si tratta di un suono lungo (L) o breve (B).
• GIOCO Leggere le durate
Esercitiamoci a leggere le durate dei suoni. Leggiamo la lettera indicata e facciamo scorrere il dito sulla striscia: la voce segue la parte colorata, negli spazi bianchi resta in silenzio.
A R Adesso prepariamo l’esercizio per un amico, colorando le linee a piacere.
E M F Continuiamo preparando linee per i compagni. Si possono usare altre lettere dell’alfabeto oppure sillabe.
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Laboratorio di musica
IL RITMO Il ritmo è il modo regolare con cui si succedono e si ripetono i suoni. Ascolta il battito cardiaco: il suo ritmo è dato da un suono forte seguito da uno debole e così via. Nella musica il ritmo è fondamentale.
1. B atti le mani seguendo il ritmo dato dalla successione.
2. O ra inventa tu un ritmo e prova a riprodurlo con il battito delle mani. • GIOCO Il telefono senza fili
Ecco un gioco musicale assolutamente silenzioso! Mettiti di fronte a un compagno, poggia la tua mano sulla sua spalla. Lui farà ugualmente con te. Ora pensa un ritmo e trasmettilo al tuo amico con le dita della mano. Lui deve “prendere” il tuo ritmo e fare la stessa cosa sulla tua spalla. Si può fare anche con la mano sul braccio, sul collo, sulla mano, sul naso! Quando vi siete esercitati, potete svolgere il gioco tutti insieme in classe.
Mettetevi in cerchio, dandovi la mano, o in fila indiana ognuno con le mani sulle spalle o sui fianchi di chi sta davanti. Un bambino inizia a ritmare e, come un telefono senza fili, il ritmo passa da mano a mano, fino a tornare al punto di inizio senza dimenticare niente per strada.
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• GIOCO Non si sente volare una mosca!
Siediti a un banco, di fronte a un tuo compagno e ponete le mani, rilassate e distese, sul banco. A turno, uno pensa un ritmo e lo esegue con le dita sul banco, per esempio: si batte due volte l’indice della mano sinistra e una volta il medio della mano destra e così via. L’altro dovrà imitare, come un’eco, il ritmo proposto. È difficile non muovere le altre dita!
• GIOCO Il cerchio dei tamburi
Disponetevi in cerchio, seduti a terra. Uno di voi inizia a battere un tempo (con tamburelli, legnetti, o semplicemente con penne o battendo le mani a terra). A turno tutti batteranno lo stesso ritmo, uno dopo l’altro. Il gioco è difficile: occhio alle pause tra un bambino e l’altro!
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Laboratorio di musica
COME SI SUONANO GLI STRUMENTI Gli strumenti musicali sono oggetti capaci di produrre delle vibrazioni, quindi suoni. Non solo chitarra, pianoforte, violino, dunque, ma anche bicchieri, elastici tesi, legnetti sono strumenti musicali. Ci sono diversi modi per far suonare gli strumenti: soffiando, sfregando, percuotendo, scuotendo, pizzicando.
1. T ra gli oggetti che puoi trovare in casa, trova quelli che suonano nei diversi modi e completa la tabella. soffiando
sfregando
percuotendo
scuotendo
pizzicando
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2. O sserva gli strumenti musicali e scrivi per ognuno come si suonano, secondo te: soffiando, sfregando, percuotendo, scuotendo, pizzicando.
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• COSTRUIRE UNO STRUMENTO MUSICALE Il mini-tamburo
Procurati un barattolo di latta vuoto (come quello del caffè), un palloncino e un elastico. Taglia la parte del palloncino in cui soffi, in modo da rendere più facile l’apertura. Copri, distendendolo, con il palloncino la parte aperta del barattolo e fissalo al bordo con un elastico. Ecco fatto il tuo tamburello, da suonare con le dita o con un legnetto. Prova ora a costruire strumenti musicali usando la fantasia!
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Laboratorio di musica
L’ORCHESTRA Gli strumenti musicali possono essere classificati in base a come producono il suono, così da ottenere tre grandi gruppi che formano l’orchestra: • strumenti a fiato; • strumenti a percussione; • strumenti a corda.
1. I n un’orchestra ci sono tutti e tre i gruppi di strumenti. Osserva la figura e rispondi alle domande.
– Quale posizione occupano gli strumenti a percussione nell’orchestra? ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................
Ciao Amici n. 109
– E gli strumenti a fiato? ............................................................................................................................................................................................................ – E gli strumenti a corda? ........................................................................................................................................................................................................ – Qual è il ruolo del direttore d’orchestra? e dove si trova? ........................................................................................................................................................................................................................................................................................... ... ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Laboratorio di musica
STRUMENTI A FIATO Gli strumenti a fiato sono quelli in cui il suono è prodotto dall’aria che vi entra dentro. Ecco i più comuni: FLAUTO TRAVERSO
SASSOFONO
CLARINETTO
TROMBA
TROMBONE
CORNO
Tra gli strumenti a fiato ci sono i legni e gli ottoni. I legni sono strumenti a fiato, di origine antichissima. Una leggenda narra che il dio Pan, che viveva nei boschi, tagliò un pezzo di canna, vi praticò dei buchi e si mise a suonare. Pensò così di suonare in onore di Siringa, una ninfa che era stata trasformata in una canna. Con lo strumento creato Pan suonò per giorni e notti melodie d’amore. Sono legni il flauto traverso, il flauto dritto, l’oboe, il corno inglese, il clarinetto, il sassofono. Anche gli ottoni hanno origine antichissima, perché derivano dalla necessità di far udire la propria voce a distanza, per esempio in guerra. Sono ottoni il corno, la tromba, il trombone, la tuba.
• ASCOLTO Ascolta i seguenti brani e presta attenzione alla “voce” degli strumenti a fiato. Riesci a distinguerli? Per ogni brano, scrivi poi che sensazione ti ha dato ascoltarlo.
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1. “Concerti Brandeburghesi”, di J. S. Bach ....................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................... 2. “La cavalcata delle Valchirie”, di R. Wagner ....................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................... 3. “Quadri di un’esposizione”, di M. P. Mussorgsky ....................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................
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STRUMENTI A PERCUSSIONE Gli strumenti a percussione sono quelli che emettono un suono quando vengono colpiti o percossi. Probabilmente sono stati i primi strumenti scoperti dall’uomo, che faceva risuonare tronchi cavi. Eccone alcuni:
PIATTI
TAMBURO
TIMPANO
TRIANGOLO
GONG
SONAGLIERA
TAM TAM
TAMBURELLO
XILOFONO
• ASCOLTO Ascolta i seguenti brani e presta attenzione alla “voce” degli strumenti a percussione. Riesci a distinguerli? Per ogni brano, disegna una situazione o un luogo da associare.
1. “Sinfonia n.100 – Rullo di tamburi”, di F. J. Haydn 2. “Concerto per violino e orchestra”, di L. V. Beethoven 3. “Scherzo della Sinfonia n° 9”, di L. V. Beethoven 1.
2.
3.
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STRUMENTI A CORDE Gli strumenti a corde comprendono sia quelli suonati con le dita sia quelli in cui le corde sono sfregate con un archetto. Si dividono dunque in strumenti a CORDE PIZZICATE e PERCOSSE e ARCHI. PIANOFORTE
VIOLINO
ORGANO
CLAVICEMBALO
CHITARRA
VIOLONCELLO
ARPA
VIOLA
Il VIOLINO ha origini antichissime: gli Egizi raccontavano che il dio Thoth, dopo un’inondazione del Nilo, trovò sulla riva un guscio di una tartaruga morta, che conteneva solo tendini e nervi; pizzicando quelle corde naturali, il dio provocò un suono che venne ampliato dal guscio della tartaruga. Per i Greci, invece, fu Mercurio, dio dell’ingegno, a realizzare il primo “violino” con il guscio di tartaruga, poi perfezionato dal dio Apollo.
• ASCOLTO Ascolta i seguenti brani e presta attenzione alla “voce” degli strumenti a corda. Riesci a distinguerli? Sotto a ciascun titolo disegna lo strumento a corda ascoltato.
1. “Toccata in LA per arpa sola” di P. D. Paradisi 2. “Flamenco”
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Laboratorio di musica
RIPASSARE 1. Risolvi il cruciverba. 2
1
Definizioni orizzontali:
3
3. Gruppo musicale che può comprendere fino a 100 elementi. 5. Strumento della famiglia degli archi. 8. Dipende dall’ampiezza delle vibrazioni. 9. Il suono opposto all’acuto. 7
4 5
6
8
Definizioni verticali: 1. Lo sono il flauto traverso e l’oboe. 9 2. Strumento a percussione. 4. Azione che si compie per far suonare gli strumenti a fiato. 6. Strumento a corde con tante canne di diverse altezze e larghezze. 7. Dipende dalla forma delle vibrazioni di un suono. 2. Colloca con una freccia ogni strumento nella giusta sezione dell’orchestra.
STRUMENTI A PERCUSSIONE
STRUMENTI A fiato
STRUMENTI A corda
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Laboratorio di musica
I GENERI MUSICALI I generi musicali sono le categorie in cui vengono raggruppate le composizioni musicali. I generi musicali sono tanti, raggruppabili in insiemi generali: musica classica, musica popolare e etnica, black music, jazz, sperimentale, da film...
1. Prova a collegare alcuni generi alle loro definizioni. MUSICA LIRICA
Musica orchestrale priva di testo.
MUSICA POPOLARE
Musica della tradizione popolare.
MUSICA CLASSICA
Musica e canto rappresentati a teatro.
MUSICA LEGGERA
Canzoni formate da strofe e ritornelli che si ripetono.
MUSICA ELETTRONICA
Musica di ricerca.
MUSICA SPERIMENTALE
Musica dei Paesi di tradizione celtica.
MUSICA CELTICA
Musica realizzata con strumenti elettronici.
2. Quali canzoni ti piacciono? Scrivi almeno tre titoli. .................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Laboratorio di musica
L’OPERA LIRICA L’opera lirica è uno spettacolo teatrale, in cui i personaggi, anziché parlare, cantano. La musica lirica accompagna la recitazione. Per mettere in scena un’opera lirica sono tante le persone che lavorano: i cantanti, i musicisti, i coristi, il direttore d’orchestra, poi il regista, lo scenografo, i costumisti, i tecnici..... Hai mai visto o sentito un’opera lirica?
femminili
soprano mezzosoprano contralto
Le voci nella lirica: maschili
tenore baritono basso
La musica nella lirica: è composta di varie parti ben distinte. 1. O uverture: il preludio, eseguito dai soli strumenti dell’orchestra, prima dell’aprirsi del sipario. 2. Introduzione: è il brano di apertura, in cui cantano più voci. 3. Aria: è l’intervento solistico del cantante. 4. Cavatina: è un’aria destinata a presentare per la prima volta un personaggio. 5. Recitativo: è l’accompagnamento alla recitazione dell’azione. 6. Finale: è la sigla a fine atto con musica e canto a più voci. La scenografia determina l’ambiente in cui si svolge l’azione teatrale. Oggi le scenografie sono sempre più sofisticate e creative.
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Laboratorio di musica
L’OPERA: DAL SOGGETTO AL LIBRETTO Il libretto d’opera è il testo messo in musica. Il libretto viene scritto in un volume che gli spettatori possono leggere prima di assistere alla rappresentazione, per conoscere la vicenda portata in scena. Il testo è scritto in versi dai librettisti.
1. Leggi l’estratto del libretto dell’opera lirica “Il flauto magico” con musica di W. A. Mozart e parole di E. Schikaneder.
Il flauto magico C’era una volta un valoroso principe che si chiamava Tamino. Un bel giorno decise di lasciare il suo paese per esplorare il mondo e scoprire il suo destino. Cammina cammina, arrivò vicino a un villaggio incantato. Il principe vide in lontananza un tempio tutto d’oro tra monti verdi. Rimase incantato e non si accorse che un orribile serpente stava per morderlo. Si girò appena in tempo per salvarsi e iniziò a correre. Corse così forte che ad un tratto svenne dalla stanchezza. Mentre il serpente stava per morderlo, dal tempio uscirono tre damigelle, armate di lance, che uccisero la bestia e salvarono Tamino. Poi cominciarono a danzare: “Ah, che leggiadro giovincello!” esclamò la prima, “Mai ne vidi di più bello!” le fece eco la seconda, “Sì sì pare proprio un uomo perfetto!” concluse la terza. Così le tre decisero di avvisare la regina dell’arrivo di quel giovane e rientrarono nel tempio. Quando Tamino si riprese, stordito, vide il serpente morto e non capiva cosa fosse successo. Sentì un rumore, si nascose dietro un cespuglio, e vide uno strano essere: il volto umano, il corpo ricoperto di piume. Sulle spalle aveva una gabbia piena di uccelli, suonava un flauto e canticchiava. Il suo nome era Papageno. Tamino venne fuori dal nascondiglio e si presentò a Papageno. Papageno gli disse che non aveva mai conosciuto suo padre e che un uccellatore lo aveva cresciuto e gli aveva insegnato il mestiere. “E tua madre?” incalzò il principe. “So soltanto che servì la padrona Astrifiammante nel castello vicino, dove vado spesso a rifornire di cacciagione la padrona e le damigelle”, rispose Papageno. Poi Tamino cominciò ad avvicinarsi sempre più a quello strano personaggio per cercare di capire se fosse veramente un uomo. Papageno, impaurito, esclamò: “Quegli occhi mi fan paura. Che vuoi da me? Orsù, fatti indietro perché queste mani han forza di gigante e quand’acchiappo...”. In realtà Papageno non era coraggioso, ma il principe, a sentire queste parole, pensò che potesse essere stato lui ad uccidere il serpente, quindi gli disse: “Oh, amico, allora ti debbo la vita. Il mio cuore ti è grato”. Papageno, contento di quel momento di gloria, non negò, ma continuò a pavoneggiarsi come se davvero il merito fosse suo.
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Laboratorio di musica
PRIMA DI CANTARE... Cantare è un’azione che fai da sempre, almeno da quando hai imparato a parlare, ma cantare bene è un’arte. Ecco alcuni consigli per esercitarti a cantare bene.
• Esercizio 1: La posizione del corpo
Se stai ben dritto il diaframma è libero e ti permette di tirar fuori la voce. Prova a cantare nelle tre posizioni indicate sotto per verificarlo.
• Esercizio 2: L’apertura della bocca
• Esercizio 3: A bocca chiusa
Prova a dire le 5 vocali con la giusta apertura della bocca.
Prova ora a chiudere bene la bocca e le labbra. Esercitati a sentire il suono cavernoso se dici MMHH!
• Esercizio 4: La scala musicale
Ascolta il suono delle note: DO – RE – MI – FA – SOL – LA – SI – DO. Prova poi a cantarle tu, senza fretta, tenendo ogni nota 2 secondi circa. Fai poi il contrario, la scala discendente: DO – SI – LA – SOL – FA – MI – RE – DO.
r=s=t=u=v=w=x=y
DO
RE
MI
FA
SOL
LA
SI
DO
155
Laboratorio di musica
SCRIVERE LA MUSICA Come ogni linguaggio, la musica ha i suoi simboli e il suo alfabeto. Le “lettere” della musica sono le NOTE, che si rappresentano con delle palline. Le note sono: DO – RE – MI – FA – SOL – LA – SI.
=r=s=t=u=v=w=x= DO
RE
MI
FA
SOL
LA
SI
Le note vengono scritte su delle linee particolari, che prendono il nome di “PENTAGRAMMA”. Il pentagramma, detto anche “rigo musicale”, è formato da 5 righi e 4 spazi.
====================
Per rappresentare le note, le palline vengono segnate a cavallo delle linee o negli spazi.
===v============u=== sulla linea
nello spazio
All’inizio del pentagramma si scrive la “chiave”: la chiave indica “la lingua” che parlano le note. La stessa pallina, in una posizione, può avere nomi diversi a seconda della chiave iniziale. La chiave più usata è la chiave di violino, detta anche chiave di sol, perché i due punti sono situati sul secondo rigo, a indicare che quella è la posizione del sol.
: '&=v===
1. Esercitati a disegnare la chiave di violino.
156
Laboratorio di musica
A partire dal sol si possono nominare tutte le altre note. Ci possono essere note che escono dal limite del pentagramma, perchĂŠ piĂš acute o piĂš gravi, in quel caso per rappresentarle si ricorre a dei trattini che le attraversano, o che passano sopra o sotto, a indicare ulteriori linee immaginarie oltre quelle del pentagramma.
&=r=s=t=u=v=w=x=y=z={=|=}=~ DO
RE
MI
FA
SOL
LA
SI
DO
RE
MI
FA
SOL
LA
2. Per capire meglio come funziona il pentagramma, puoi usare la tua mano. Immagina che ogni dito corrisponda un rigo, e a ogni distanza tra le dita corrisponda uno spazio. Scrivi con la penna le note corrispondenti ai tuoi polpastrelli. 3. Scrivi il nome delle note indicate sul pentagramma.
&=t=v=x=u=w=s=y== MI
4. Disegna sul pentagramma le note indicate.
&======================== MI
SOL
SI
FA
DO
FA
5. Disegna le note mancanti della scala e scrivi i nomi.
&=r=s=t=u=v==x=y=={==} 157
Laboratorio di musica
IL TEMPO MUSICALE L’altezza delle note è data dalla loro posizione sul pentagramma. Per leggere una “frase musicale”, però, è necessario anche conoscere i “tempi” musicali. Dopo la chiave di violino si deve scrivere, cioè, il tempo delle battute.
==&=2==
La battuta è lo spazio che intercorre tra una stanghetta e un’altra.
!=========!=========!=========!=========!=========!=
Il tempo è scritto come una frazione: il numeratore indica la quantità di battiti per battuta; il denominatore stabilisce il valore di ciascun battito.
==&=2=========!===
2 battiti. Ogni battito vale 1/4.
A seconda di come si scrivono, le note hanno un valore e un nome diverso.
NOTA VALORE NOME 1
semibreve
1/2
minima
1/4
semiminima
1/8
croma
1/16
semicroma
1/32
biscroma
1/64
semibiscroma
1. Rispondi al seguente Quiz matematico-musicale.
- Quante minime servono per fare una semibreve? ............................................................................................................... - Quante crome servono per una minima? .......................................................................................................................................... - Quante semiminime per una semibreve? .......................................................................................................................................... - Quante semibiscrome per una semicroma? ................................................................................................................................... - Quante crome per una minima? .......................................................................................................................................................................
158
Laboratorio di musica
2. E sercitati a scrivere sul quaderno le battute in base ai tempi. Osserva l’esempio.
&3=U==U=U='=e==U=! 1 — 4
1 — 4
1 — 4
2 — 4
1 — 4
3. Scrivi il tempo musicale dopo la chiave di violino.
&===U==U='==e==!=
4. Adesso scrivi due battute per ogni tempo indicato.
==&=4=======!=========!=========!=========!=========!==
==&=6=======!=========!=========!=========!=========!== Nella musica, oltre ai suoni delle note, ci sono anche dei silenzi, le pause. Anche le pause possono essere più o meno lunghe. A seconda della loro durata, come le note, hanno dei nomi diversi. Pausa
Valore
1
Nome
semibreve
1/2
minima
1/4
semiminima
1/8
croma
1/16
semicroma
1/32
biscroma
1/64
semibiscroma
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Laboratorio di musica
IL DIPLOMA MUSICALE • S ei pronto a metterti alla prova per ricevere il diploma di musica? Segui passo passo tutte le indicazioni fino alla fine e... in bocca al lupo!
VIA
Recita questi versi con timbro tenebroso: “La mia ombra per terra si chiama Rita Fa le bestie sul muro con tutte le dita”.
Recita gli stessi versi con un crescendo d’intensità. Canta un LA acuto e un LA grave. Canta un LA breve e un LA lungo. Esegui questo ritmo con le mani:
Dì il nome di 2 strumenti a fiato, 2 a percussione e 2 a corda.
Canta il ritornello di una canzone che conosci.
Canta lo stesso ritornello modulando il suono mmhh con le labbra chiuse. Scrivi nel pentagramma tre note e il loro nome.
COMPLIMENTI!
160
Schedario
Classe 4a Prove d’ingresso • Ragionare • Osservare e ordinare • Attenti ai suoni • Uso dell’H • Dal parlato allo scritto
p. 162
Classe 5a
Schede operative Leggo, comprendo, scrivo
p. 167
Grammatica
p. 180
Prove d’ingresso • Un tipo in gamba • Che tipo di scolaro sono? • Ordinare e osservare • Motivare • Scrivere correttamente • Parlare
p. 182
Schede operative Leggo, comprendo, scrivo
p. 188
Grammatica
p. 204
Prova d’ingresso - Classe 4a
RAGIONARE 1. Scrivi accanto a ciascuna azione il soggetto adatto, scegliendolo tra i seguenti:
Il traduttore – L’attore – II pescatore – L’orafo – Il fruttivendolo - Il calzolaio – Il pianista a) ....................................................................................... prova la parte sul palcoscenico. b) ....................................................................................... ripara le reti per pescare. c) ....................................................................................... ripara la chiusura di un braccialetto d’oro. d) ....................................................................................... risuola le scarpe. e) ....................................................................................... espone la merce sul bancone. f ) ....................................................................................... consulta il dizionario di lingua. g) ....................................................................................... prova uno strumento musicale. 2. Segna con una ✘ la risposta che ritieni corretta.
In un sacchetto ci sono due mele, dieci ciliegie, quattro albicocche e un’arancia. Ci sono più ciliegie o più frutti? più ciliegie più frutti lo stesso numero 3. Osserva bene i pesci, poi ragiona e collega ciascuno alla frase che pronuncia. Parti dal fumetto celeste. Non sono il più grande né il più piccolo
Non ho la coda nera né righe né pallini
Non ho i pallini
Ho eseguito l’attività:
Non ho il corpo a righe
Non ho la coda nera
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
162
Prova d’ingresso - Classe 4a
OSSERVARE E ORDINARE 1. O sserva attentamente la figura, quindi rispondi con una ✘.
a) Rispetto all’adulto: – i bicchieri e la bottiglia di vino si trovano
davanti
dietro
– i ripiani con le altre bottiglie si trovano
a destra
a sinistra
b) L’adulto ha un tovagliolo sul suo braccio c) Il bambino appoggia sul tavolo il braccio
destro sinistro
sinistro destro
d) Rispetto al bambino: – la finestra si trova:
davanti
dietro
2. O rdina in successione temporale inserendo i numeri.
Marta Rossi risulta assente.
Torno a casa e non trovo la mamma.
L’insegnante fa l’appello.
La mamma tornerà tra due ore.
Un compagno di Marta dice all’insegnante che Marta ha l’influenza.
Telefono alla mamma per avere sue notizie.
Al decimo minuto del primo tempo Totti segna un goal. L’arbitro fischia l’inizio della partita. I tifosi esultano di gioia per l’1-0.
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
163
Prova d’ingresso - Classe 4a
ATTENTI AI SUONI 1. Scrivi almeno due parole che contengono le seguenti coppie di consonanti.
CL
BL
PR
CR
................................. .................................
................................. .................................
................................. .................................
................................. .................................
BR
PR
FR
GR
................................. .................................
................................. .................................
................................. .................................
................................. .................................
2. C ompleta con gn, nn e n.
- Tuo fratello si crede un ge............io. - Da grande, dice di voler fare l’inge............ere. - C’è una ra............atela tra le ca............e. - Nella mi............iera c’è stato uno scoppio violento. - Quest’estate andrò in colo............ia in monta............a. - La vipera, quando morde, i............ietta il veleno. - Marco è immerso in un so............o profondo e so............a. 3. S crivi nello schema le parole elencate, facendo attenzione alle lettere che le contengono.
aglio – olio – giglio milioni – Sicilia – moglie coniglio – miliardo palio – Cagliari – Italia scoglio – meglio
Ho eseguito l’attività:
GLI
LI
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
164
Prova d’ingresso - Classe 4a
USO DELL’H 1. C ompleta i fumetti con a, ha, ai, hai. La mamma mi ...... dato il permesso: verrò ...... pattinare con te.
Mio zio ...... scritto un racconto divertente, leggilo ...... tuoi amici.
...... comprato i biglietti per la partita?
...... tagliato la torta e ne ...... offerta una fetta ...... tuoi compagni?
Il calciatore ...... tirato il pallone ma non è riuscito ...... segnare!
È vero che ...... regalato ...... tuoi cugini tutti i tuoi CD?
2. C ompleta le frasi con o, ho, anno, hanno.
- Quest’............ tutti gli alunni ............ studiato di più. - ............ raggiunto il traguardo per primo: ............ vinto la medaglia d’oro! - Questo gelato è al kiwi ............ alla menta? - ............ chiesto ad Andrea se verrà oggi ............ domani. - L’............ prossimo vorrei andare in campeggio. - I bambini ............ preparato la recita con impegno per la festa di fine ............ . - I tuoi fratelli ............ ancora quel buffo costume di Carnevale? - Io ............ dieci anni, e tu? Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
165
Prova d’ingresso - Classe 4a
DAL PARLATO ALLO SCRITTO 1. N elle seguenti vignette trasforma il dialogo in un racconto.
Ugo, dato il tuo comportamento, non dovrei lasciarti uscire! Ti prego, lasciami uscire! Starò più attento e sarò più buono!
Il papà dice a Ugo che non ........................... ...................................................................................... per .............................................................................. ...................................................................................... Ugo lo prega di .................................................... e promette che .................................................... ......................................................................................
Chiara, ti va di andare a fare un giro in piazza, domenica? Mi dispiace ma non posso, devo uscire con i miei.
Marco chiede a .................................................... se domenica le va di ......................................... ...................................................................................... Chiara risponde che le ..................................... ma ................................... perché .......................... ...................................................................................... ......................................................................................
Sai Silvia, domani noi andremo tutti a fare un giro in bicicletta. Posso venire anch’io?
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
Giulia dice a Silvia ............................................... ...................................................................................... ...................................................................................... Francesco chiede se .......................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ......................................................................................
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
166
Schede operative - Classe 4a
PUNTI DI VISTA 1. S crivi nei fumetti ciò che dice ciascun orso.
Un orso nero andò, non si sa perché, forse aveva lo spirito dell’esploratore, al Polo Nord e tutti gli orsi che incontrò in quel luogo avevano il pelo bianco dalla testa ai piedi. Quando ritornò al suo paese, in un’intervista rilasciata a un noto giornale raccontò che il Polo Nord è un ospizio per vecchi. Un orso bianco si recò, non si sa perché, forse aveva lo spirito dell’esploratore, in una foresta dell’America e tutti gli orsi che incontrò in quel luogo avevano il pelo nero dalla testa ai piedi. Quando ritornò al suo paese, in un’intervista rilasciata a un famoso rotocalco raccontò che nell’America gli orsi non si lavano mai. S. Marianelli, Animali e parole
....................................................................... .......................................................................
....................................................................... .......................................................................
2. O ra trascrivi le parole contenute nei fumetti.
L’orso nero dice: .............................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. L’orso bianco dice: ........................................................................................................................................................ .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
167
Schede operative - Classe 4a
LA SERPE 1. L eggi il brano facendo attenzione ai diversi momenti in cui si svolgono i fatti.
Era un pomeriggio estivo del mese di agosto; io guardavo l’orto devastato dalla stagione infuocata. La nonna stirava sul tavolo del soggiorno, perline di sudore le bagnavano la fronte; l’oro chiaro dei capelli si confondeva con i raggi del sole. Le ore trascorrevano quiete, scandite dal ticchettio dei fusi che la mia mamma abilmente intrecciava sul tombolo. Improvvisamente, quando la nonna ci volse le spalle, scorgemmo con raccapriccio una serpe verdastra, esile e sinuosa, sulle sue spalle! Ci guardammo atterrite senza pronunciare una sola parola. Poi, decisa, mia madre, prendendo un asciugamano, cominciò a menare colpi sulla schiena della povera donna finché la serpe non cadde a terra, tramortita. Ma tramortita e fuori di sé per lo spavento era anche la nonna che, tenendosi stretta la testa tra le mani, gridava: – Ma che cosa fate? Mio Dio, siete forse impazziti? M. S. Colombrita, L’antico sapore del tempo
2. O ra numera le parti di testo ricordando l’ordine con cui sono avvenuti i fatti.
Poi, decisa, mia madre [...] cominciò a menare colpi sulla schiena...
Ma tramortita [...] era anche la nonna...
Io guardavo l’orto devastato...
Improvvisamente [...] scorgemmo [...] una serpe...
la serpe [... ] cadde a terra, tramortita...
Le ore trascorrevano quiete...
Ci guardammo atterrite...
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
168
Schede operative - Classe 4a
PINOCCHIO 1. L eggi, prima silenziosamente poi a voce alta, il brano.
Il giorno dopo Mangiafuoco chiamò in disparte Pinocchio e gli domandò: – Come si chiama tuo padre? – Geppetto. – E che mestiere fa? – Il povero. – Guadagna molto? – Guadagna tanto, quanto ci vuole per non aver mai un centesimo in tasca. Si figuri che per comprarmi l’abbecedario della scuola dové vendere l’unica casacca che aveva addosso: una casacca che, fra toppe e rimendi, era tutta una piaga. – Povero diavolo! Mi fa quasi compassione. Ecco qui cinque monete d’oro. Vai subito a portargliele e salutalo tanto da parte mia. Pinocchio, com’è facile immaginarselo, ringraziò mille volte il burattinaio: abbracciò, a uno a uno, tutti i burattini della Compagnia, anche i giandarmi: e fuori di sé dalla contentezza, si mise in viaggio per tornarsene a casa sua. Ma non aveva fatto ancora mezzo chilometro che incontrò per la strada una Volpe zoppa da un piede e un Gatto cieco da tutt’e due gli occhi, che se ne andavano là là, aiutandosi fra di loro, da buoni compagni di sventura. La Volpe, che era zoppa, camminava appoggiandosi al Gatto, e il Gatto, che era cieco, si lasciava guidare dalla Volpe. C. Collodi, Pinocchio
2. O ra dividi con una linea il brano nel punto in cui si aggiungono i due nuovi personaggi. Poi riassumi brevemente ogni sequenza.
Prima sequenza: Mangiafuoco chiamò in disparte ................................................................................... ................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................ Seconda sequenza: Pinocchio ............................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................ Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
169
Schede operative - Classe 4a
LA CAMICIA DELL’UOMO FELICE 1. L eggi a voce alta il testo e collega ogni titolo alla sequenza appropriata.
Il rimedio alla malattia
La malat tia del re
cerca Vana ri lice omo fe u n u i d
Felice senza ca micia!
L’uomo felice
Da molto tempo un re era gravemente ammalato. Tutti i sapienti del regno si radunarono per cercare una cura e, alla fine, uno di essi disse che il re sarebbe guarito se avesse indossato la camicia di un uomo felice. Il re mandò allora tutti i suoi messi fin nelle più lontane regioni del suo regno per cercare un uomo felice. Ma per quanto chiedessero da ogni parte, i messi del re non trovarono neppure un uomo felice. Nessuno era soddisfatto della propria sorte. Uno era ricco, ma era ammalato; quell’altro era sano, ma era povero; quell’altro era ricco e sano, ma gli erano capitate moltissime sventure. Un giorno, il figlio del re, passando davanti a un tugurio, udì qualcuno che diceva: – Ah, sia lodato il cielo! Oggi ho lavorato sodo, ho mangiato a sazietà e ora mi metto a dormire. Cosa posso desiderare di più? Il figlio del re ordinò ai servi di prendere subito la camicia di quell’uomo felice pagandogliela tutto quel che voleva. I servi entrarono nel tugurio per prenderla, ma quell’uomo era così povero che non aveva neppure la camicia. L. Tolstoj, IV Libro di lettura
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
170
Schede operative - Classe 4a
DI NUOVO NELLO STAGNO 1. L eggi il racconto e rispondi alle domande.
Giovanna è tornata a casa dopo una vacanza in campagna dalla zia con un bel regalo per Andrea. Volete sapere che cosa gli ha portato? Una rana, viva, naturalmente! Una graziosa raganella verde, che ha preso nello stagno. Per il viaggio Giovanna l’ha messa in un vasetto di vetro, ma a casa Andrea l’ha sistemata nella boccia dei pesci rossi. E poi, sono cominciati i... problemi. Sì, perché la rana non mangiava che mosche, e vive per di più! Naturalmente Andrea doveva acchiappargliele. Certo, se la rana fosse stata libera di procurarsi il cibo, ci avrebbe pensato da sola, ma, chiusa nella boccia, il compito spettava ad Andrea. Una mosca dopo l’altra, ben presto però Andrea si è stancato di quella caccia, così ha deciso di riportare la ranocchietta nel suo ambiente. Ha preso la boccia e insieme a Giovanna ha raggiunto lo stagno. Ha deposto il recipiente sull’erba e ha tolto la garza che aveva sistemato come chiusura. La ranocchia non si è fatta pregare: con un balzo è saltata sull’erba, e da lì, un salto dopo l’altro, è scomparsa nell’acqua. A. M. Dalmais, 366... e più storie della natura 2. Q ual è l’argomento del racconto?
La vita della rana nello stagno.
Una rana da tenere in una boccia è un regalo troppo impegnativo per Andrea.
3. I fatti raccontati sono:
fantastici
realistici
SEGUE
171
Schede operative - Classe 4a
4. L eggi di nuovo il racconto e rispondi alle domande.
– Come mai Andrea ha una rana? ................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................ – Dove ha preso la rana, Giovanna? ................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................ – Dove mette la rana Andrea? ................................................................................................................................................................................................ – Che cosa mangia la rana? ................................................................................................................................................................................................ – Chi le procura il cibo alla rana? ................................................................................................................................................................................................ – Perché Andrea riporta la rana nello stagno? ................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................ – Come la trasporta Andrea? ................................................................................................................................................................................................ – Che cosa fa la rana una volta nello stagno? ................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................ 5. Individua con una barra a lato di colore diverso, i tre momenti del racconto: INIZIO
SVOLGIMENTO
CONCLUSIONE
6. Riassumi con una frase ciascun momento della storia.
• .............................................................................................................................................................................................. • .............................................................................................................................................................................................. • .............................................................................................................................................................................................. Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
172
Schede operative - Classe 4a
ABRACADABRA, ABRACADOCCO! 1. L eggi a voce alta il racconto. Attento! Rispetta le pause e usa l’intonazione giusta. Poi rispondi alla domanda sotto.
C’era una volta una vera strega, di quelle che portano il cappello a punta, il vestito lungo, e il mantello scuro. Viveva in una vecchia capanna in un folto bosco insieme alla sua gatta nera e alla sua scopa magica. La strega trascorreva il giorno consultando libri di magia e la notte andando in cerca di erbe e bestiole con cui preparava i suoi filtri. Nel frattempo la gatta cacciava sudici topi, dormiva in un soffice cuscino e cucinava gustosi piatti per la sua padrona. Un giorno un bimbo capitò per caso davanti alla capanna della strega e si avvicinò ad una finestra aperta per curiosare all’interno. Il bimbo si alzò sulla punta dei piedi e vide una vecchia dall’aspetto orribile che leggeva un libraccio. Il bambino impaurito cercò di fuggire, ma scivolò e cadde. La strega sentendo quello strano rumore, uscì e disse: – Abracadabra, abracadù dalla mia casa non uscirai più! Subito il bimbo si ritrovò dentro la capanna: la formula magica aveva funzionato. – Non vedrai più la tua mamma! – gracchiò la cattiva strega. Ma il bambino, durante la notte, consultò di nascosto il libro degli incantesimi. – Ecco quello che cercavo! – esclamò contento. – Abracadabra, abracadò da questa casa io uscirò! Abracadabra, abracadocco che la strega diventi allocco! E così fu. Il bimbo felice tornò a casa e la strega venne mangiata da un falco.
2. Q ual è l’argomento del racconto?
La descrizione di una strega.
Come un bambino è riuscito a salvarsi da una strega. SEGUE
173
Schede operative - Classe 4a
3. Leggi di nuovo il racconto e rispondi.
– Chi è il protagonista? ...................................................................................................................................................... . – Chi sono gli altri personaggi? ..................................................................................................................................... . – Dove avvengono i fatti narrati? ................................................................................................................................. . 4. C ancella le parole che non hanno nulla a che fare con il racconto. GUFO
BOSCO
SOLE ALLOCCO
INCANTESIMO
5. I fatti raccontati sono:
reali
GATTA CAPANNA
TOPI
FALCO LIBRACCIO
verosimili
CIT TÀ
fantastici
6. Cerchia con tre colori diversi la situazione iniziale, lo sviluppo della vicenda, la conclusione. Poi completa la griglia qui sotto.
INIZIO
C’era una volta una ................................................................................ che viveva in .................................................. insieme a ................................................................................ La strega di giorno ............................................................................................................... di notte ......................................................................................................................................
SVOLGIMENTO
Un giorno ........................................ capitò ......................................................................... la strega lo vide e lo ................................................................... con la sua formula magica. Il bimbo durante ............................................................... consultò ............................... .................................e trovò la formula per ........................................................................
CONCLUSIONE
Così il bimbo ...........................................................................................................................
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
174
Schede operative - Classe 4a
LA PICCOLA CITTÀ 1. L eggi a voce alta il racconto rispettando le pause e con l’intonazione giusta. Poi completa sotto.
La cittadina aveva proprio un aspetto piacevole, sotto il sole primaverile. Le stradine anguste, pavimentate con sassi rotondi, si snodavano come potevano tra le file di case. Nei giardinetti, che circondavano quasi tutte le case, spuntavano bucaneve e crocus. C’erano parecchi negozi, nella cittadina, e in quella bella giornata primaverile molta gente ne entrava e usciva correndo, e i campanelli degli ingressi suonavano continuamente. Le signore arrivavano col cestino al braccio per comperare caffè, zucchero, soda e burro. Anche parecchi bambini erano usciti a comperarsi della liquirizia o un pacchetto di gomma americana; ma la maggior parte di essi, che non aveva soldi da spendere, era costretta a rimanere fuori dai negozi, contentandosi di guardare le buone cose esposte. A. Lindgren, Pippi Calzelunghe
2. D escrivendo la piccola città, la scrittrice è attenta:
alla circolazione stradale
al paesaggio urbano (strade, negozi...)
all’ambiente naturale
ad alcuni aspetti della vita quotidiana
3. C olora solo gli elementi descritti.
GENTE
NEGOZI
AUTO
CHIESE
GIARDINI
BAMBINI
SIGNORE
STRADA
4. L a scrittrice che cosa fa notare della maggior parte dei bambini?
...................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................... 5. S econdo te, nella descrizione prevalgono:
dati visivi
6. La descrizione è:
dati uditivi
dati olfattivi
oggettiva
soggettiva
perché ...................................................................................................................................................................... Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
175
Schede operative - Classe 4a
LEGGERE UNA FOTO 1. P rova a descrivere la foto seguendo la traccia.
In primo piano possiamo osservare ................................................................................................................ con tetti dalla forma .............................................................................................................................................. . Più lontano, in secondo piano, si notano altre .......................................................................................... disposte ......................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................... ; si distinguono ........................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................... . Sullo sfondo appare ................................................................................................................................................ e ancora più in lontananza .................................................................................................................................. sotto un cielo ............................................................................................................................................................ .
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
176
Schede operative - Classe 4a
LULÙ 1. C ollega ogni titolo alla sequenza appropriata. ASPETTO FISICO
Una mattina Juma la cameriera entrò nella mia camera con un’antilope tra le braccia.
PRESENTAZIONE
Era una femmina e le mettemmo nome Lulù. Lulù era piccola come una gatta e aveva grandi occhi viola, sereni, le zampe così fragili che quando si accucciava o si rialzava, pareva si dovessero spezzare. Le orecchie, lisce come seta, erano straordinariamente espressive; il naso nero come un tartufo. Gli zoccoli minuscoli le davano l’aria di una damigella cinese.
COMPORTAMENTO
Tenere in braccio una cosa così perfetta era un’esperienza rara. Era di una pulizia straordinaria in tutte le sue abitudini, ma testarda come un bambino. Kamante la allevò con un poppatoio. Di sera la teneva rinchiusa, perché dovevamo stare attenti ai leopardi che dopo il tramonto s’aggiravano spesso attorno alla fattoria. Lei lo seguiva dappertutto, gli stava sempre attaccata alle costole. Ogni tanto, quando il ragazzo non faceva ciò che voleva lei, gli dava un colpo con la testa negli stinchi magri.
RIFLESSIONI DELL’AUTRICE
Con la sua grazia e la sua bellezza, Lulù riuscì a spadroneggiare in casa, a farsi amare da tutti. K. Blixen, La mia Africa
2. O ra completa le seguenti descrizioni e similitudini.
– Lulù era ....................................................................... come ........................................................................................ – Gli occhi erano ................................................................................................................................................................ – Le zampe ........................................................................................................................................................................... – Le orecchie ....................................................................... come ................................................................................. – Il naso ....................................................................... come .......................................................................................... – Gli zoccoli .......................................................................................................................................................................... – Carattere e comportamento: Lulù era ....................................................... come .......................................... e .............................................................................................................................................................................................. Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
177
Schede operative - Classe 4a
LAZZARO 1. L eggi il testo ed esegui quanto richiesto.
L’anno scorso, a scuola, ho avuto un compagno formidabile, unico al mondo. Si chiamava Lazzaro Bazzarra, ma lo avevamo soprannominato “Zazzera Bizzarra” a causa dei suoi capelli che risplendevano alla luce. Non avevo mai visto dei capelli così. Erano scintillanti come la carta argentata che avvolge le tavolette di cioccolato. Sembravano fili d’argento che formavano una specie di casco sulla testa. Tutti lo prendevano in giro, soprattutto i grandi: Gianni, Ivan e la loro banda. Io invece non li trovavo affatto ridicoli i suoi capelli. Non più ridicoli, in tutti i modi, degli spaghetti giallastri che scendevano dal cranio di Ivan. Lazzaro è arrivato durante l’anno. In classe, sono stato il solo che non ha riso quando è entrato per la prima volta. è sicuramente per questo che si è seduto in fondo, proprio accanto a me. Era un compagno tranquillo e aveva sempre i voti migliori: degli “ottimo”, degli “A”. Era incredibilmente intelligente! Leggo Leggo
2. Il testo è stato scritto:
dal protagonista del racconto.
da un altro personaggio del racconto.
da un narratore esterno al racconto.
3. R ispondi alle domande.
- Quando è arrivato Lazzaro a scuola? .................................................................................................................... - Come viene accolto dalla classe? ........................................................................................................................... - Perché va a sedersi accanto al narratore? .......................................................................................................... 4. C ompleta le frasi.
I capelli di Lazzaro risplendevano come ................................................................................................................ Sembravano ......................................................................................................................................................................... 5. L azzaro viene presentato con la descrizione:
del suo abbigliamento
dell’aspetto fisico
del carattere
del comportamento
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
178
Schede operative - Classe 4a
GIGANTI DEL MARE 1. L eggi il testo ed esegui quanto richiesto.
Per respirare, sia i pesci che le balene assorbono ossigeno ed espellono anidride carbonica. Tuttavia, c’è una differenza: i pesci inspirano l’ossigeno ed espirano l’anidride carbonica nell’acqua, mentre le balene inspirano ed espirano nell’aria. Le narici o sfiatatoi delle balene si aprono sulla superficie dell’acqua e servono per espellere l’anidride carbonica: allora si innalza una colonna di aria vaporosa alta parecchi metri (da 8 a 15 metri nelle balene più grosse). Quando dormono (per periodi di 30 minuti, più volte al giorno), le balene risalgono in superficie senza svegliarsi, per riempire d’aria i polmoni. Ogni specie di cetaceo ha un soffio particolare: ad esempio, la balenottera azzurra ha un getto verticale, il capodoglio l’ha inclinato in avanti di 45 gradi, la balena boreale invece ha un getto doppio. Così, i cacciatori individuano e identificano le prede osservando l’orientamento, la provenienza e la forza del soffio. Ne deducono così “la carta d’identità” del cetaceo: specie, età, dimensioni. Le balene restano in media da 20 a 30 minuti sott’acqua senza respirare. Le loro escursioni sottomarine possono durare anche un’ora e riprendere dopo qualche minuto passato in superficie. F. Faucompré, M. Silberstein, Arturo il Balenottero
2. Q ual è l’argomento del testo?
Le avventure di una balena.
Informazioni sulla respirazione dei cetacei.
3. C ompleta con le informazioni del testo.
Quando respirano sia i pesci che le .................................................................................................................. I pesci inspirano ..................................................... ed espirano .................................................. mentre le balene inspirano .................................................. ed espirano ........................................................................... Le balene per riempire d’aria i ................................. risalgono .................................................................... . Ogni cetaceo ha un ..........................................: c’è chi l’ha verticale come ............................................ , inclinato come ..........................................., a getto doppio come ............................................................... . Così i cacciatori riconoscono ........................................... osservando ....................................................... .
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
179
Schede operative - Classe 4a
ANALISI GRAMMATICALE Ho nascosto le monete in bocca... sotto la lingua
........................................................... ...........................................................
1. C he cosa dicono il Gatto e la Volpe a Pinocchio? Completa l’analisi grammaticale con le parole dell’albero. Poi leggi in verticale che cosa dicono il Gatto e la Volpe a Pinocchio.
se 1) .......................... Congiunzione
seppelisci
2) .......................... Pronome femminile di 3a persona plurale
dei
3) .......................... Verbo 3a coniug., presente, 2a pers. sing.
se
4) .......................... Preposizione articolata (in + il) 5) .......................... Nome comune di cosa, maschile, sing.
nel
c 6) .......................... Preposizione articolata (di + i) 7) .......................... Nome comune di cosa, maschile, plurale 8) .......................... Verbo, coniug. propria, futuro sempl. 2a pers. sing. 9) .......................... Articolo indeterminativo, maschile, sing.
un
le
monete
pieno di
di albero campo oro
10) .......................... Nome comune di cosa, maschile, sing. 11) .......................... Agg. qualif. di grado positivo, maschile, sing. a 12) .......................... Preposizione semplice
avrai miracoli
13) .......................... Nome comune di cosa, femminile, plur. 14) .......................... Preposizione semplice 15) .......................... Nome comune di cosa, maschile, sing. Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
180
Schede operative - Classe 4a
SINTASSI 1. N elle seguenti frasi sottolinea e trascrivi in tabella il soggetto e il predicato.
SOGGETTO
PREDICATO
Di chi/che cosa si parla?
Che cosa si dice del soggetto?
La campanella della scuola suona. Gli alunni escono frettolosamente dalle classi. Nel corridoio si sente un brusio. Le maestre richiamano al silenzio. Pochi ascoltano le voci degli insegnanti. 2. S ottolinea i predicati nelle frasi. Poi stabilisci se sono predicati verbali (P.V.) o predicati nominali (P.N.).
Marta ha un astuccio nuovo.
Il pomeriggio è divertente.
Luca ha comprato un criceto.
Voi siete molto simpatici.
Roma è la capitale d’Italia.
Cristina si pettina.
Mio zio è partito per Roma.
Ieri sono andato al mare.
3. S cegli un complemento oggetto e un complemento indiretto adatti per completare le frasi. ALLO STADIO
MARCO
SULLA SPIAGGIA
I RIFIUTI
UNA PASSEGGIATA
CON IL CANE
I nonni accompagnano ...................................................... ...................................................... Sara ha fatto ...................................................... ...................................................... I turisti hanno lasciato ...................................................... ...................................................... Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
181
Prova d’ingresso - Classe 5a
UN TIPO IN GAMBA 1. Completa la sagoma con il tuo aspetto fisico e l’abbigliamento. Poi completa con le informazioni richieste.
Dati anagrafici Mi chiamo ...................................................................................................................................... Aspetto fisico Sono alto .......................................................................................................................................... Abilità Sono capace di ....................................................................................................................... Qualità Sono .................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................
Interessi (disegna e completa come nell’esempio) NUOTARE
.........................
Ho eseguito l’attività:
.........................
.........................
molto facilmente
.........................
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
182
Prova d’ingresso - Classe 5a
CHE TIPO DI SCOLARO SONO? 1. P ensa al tempo che trascorri a scuola e barra con una ✘ le affermazioni che ritieni adatte a te.
Mi piace stare a scuola.
Se non capisco chiedo spiegazioni.
Mi piace solo l’intervallo.
Forse chiacchiero un po’ troppo.
Cerco di essere attento.
Sto bene con tutti i compagni.
Mi distraggo facilmente.
Mi piacciono tutte le attività.
Reagisco aggressivamente se mi disturbano.
i impegno solo nelle attività M che mi piacciono.
Non mi sento rispettato e accettato.
Di solito capisco subito le spiegazioni.
S ono preciso e ho sempre ciò che mi occorre.
Quando non capisco mi scoraggio.
S ono disordinato, dimentico sempre qualcosa.
2. O ra prova a descrivere che tipo di scolaro sei. Puoi usare anche le frasi che hai scelto nell’esercizio precedente.
........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... ...........................................................................................................................
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
183
Prova d’ingresso - Classe 5a
ORDINARE E OSSERVARE 1. M etti in ordine alfabetico le seguenti parole.
pallone goal
fallo
calciatori
cross
rigore
capitano
tifosi
centravanti
portiere
arbitro
difensore
.................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................... 2. Metti in ordine le parole in modo da ricostruire ciascuna frase.
A
bella una estate
B
le spiaggia Cercare conghiglie è sulla bello
trascorso Quest’
ho
vacanza
A ................................................................................................................................................................................ B ................................................................................................................................................................................ . 3. O sserva la figura e rispondi con una ✘.
a) R ispetto a via Garibaldi, via Mazzini si trova:
a destra
a sinistra
b) I l taxi deve andare in via Matteotti. Di conseguenza girerà:
a destra
a sinistra
c) L ’auto deve andare in via Mazzini. Di conseguenza andrà:
a destra
a sinistra
d) L ’autobus deve andare in via Liguria. Di conseguenza girerà: Ho eseguito l’attività:
a destra
a sinistra
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
184
Prova d’ingresso - Classe 5a
MOTIVARE 1. R icostruisci le coppie collegando le figure 1, 2 e 3 con la metà giusta.
2
1
3
? – Posta da firmare...
– Come sei gentile...
? – Auguri di vero cuore!
– Perché non l’hai avvertita?
– Aspetti prendo una penna!
? – Non hai sentito suonare?
– Ero ancora a letto!
– Quante storie! è spenta!
2. C ompleta la frase aggiungendo una causa.
– Vado dall’oculista perché ............................................................................................................................................... – Ho una gran fame perché ............................................................................................................................................. – Siccome ................................................................................................................................, ho acceso il televisore. – C’è stato uno scontro tra due auto a causa .......................................................................................................... – Non posso uscire dal momento che ....................................................................................................................... 3. P er ciascuna delle affermazioni inventa due ipotesi accettabili sulla causa possibile.
Marco va al pronto soccorso
Marta ha detto una bugia Ho eseguito l’attività:
perché .................................................................... poiché .................................................................... perché .................................................................... poiché .................................................................... molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
185
Prova d’ingresso - Classe 5a
SCRIVERE CORRETTAMENTE 1. I n questo testo mancano 10 accenti: aggiungili tu in rosso.
Che giornata! Il mio fratellino si e schiacciato un dito nella porta e cosi, per il dolore, e caduto giu a terra facendosi male ad un ginocchio. Quando tornera la mamma, lo so che se la prendera con me perche sono piu grande e la responsabilita e mia! 2. Completa i dialoghi scegliendo le parole nei cartellini.
a) – Mamma ................. comprato il gelato?
HO
O
– ................., mi dispiace! Me ne sono dimenticata.
OH
b) – ................. ! Mi ................. fatto male!
A
– ................. scusami, non l’................. fatto apposta.
HA
c) – ................. che bello! ................. finito il compito.
AH
AI
– E tu ................. finito ................. devi fare ancora il problema? d) – Elena ................. portato! ................. Luca i DVD?
HAI
– No, li ................. dimenticati ................. giardini.
AIH
3. Completa le parole scegliendo tra gli o li.
– il fi.................o
– il mi.................ardo
– il portafo.................o
– il sopracci.................o
– il mi.................one
– il germo.................o
– il petro.................o
– il ci.................o
– Emi.................o
4. Aggiungi l’apostrofo dove serve.
– Un abile sarta.
– Un incidente.
– Un amica.
– Un insegnante bravo. – Un albero.
– Un insegnante brava. – Un amico.
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
– Un arancia. – Un elefante.
facilmente
– Un incantesimo – Un altalena. – Un aquilone.
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
186
Prova d’ingresso - Classe 5a
PARLARE 1. I nventa due brevi telefonate...
Pronto, parlo con ...................................... Mi saprebbe dire .................................................. ............................................................................ ..............................................................................
... alle Ferrovie dello Stato per sapere l’orario del treno per Roma.
... al museo cittadino per conoscere l’orario di visita e il costo di una guida.
Buongiorno, sono .......................................................... Vorrei avere le seguenti informazioni per .................................................................................... ........................................................................
2. Drammatizza con alcuni compagni la seguente situazione. Scrivi le battute dei dialoghi introducendole con formule di cortesia.
1 Maria incontra Carlo e Luca e li invita a prendere un gelato al bar con lei.
2 Luca ha un po’ fretta perché deve andare in piscina ma accetta un succo di frutta.
Carlo accetta un pezzo di pizza perché ha fame.
4 Luca deve proprio andare via, altrimenti farà tardi. Maria e Carlo restano. Luca li saluta e va via.
3
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
187
Schede operative - Classe 5a
PIPPI CALZELUNGHE 1. Leggi con attenzione.
I suoi capelli color carota erano stretti in due treccioline rigide che se ne stavano ritte in fuori, di qua e di là dalla testa; il naso pareva una patatina ed era tutto spruzzato di lentiggini. E sotto il naso s’apriva una bocca decisamente grande, con una fila di denti bianchissimi e forti. Originale era il suo vestito: Pippi se l’era cucito da sola. Veramente la sua idea sarebbe stata di farlo blu, ma poi, non bastando la stoffa, era stata costretta ad applicarvi qua e là delle toppe rosse. Un paio di calze lunghe, una color marrone e l’altra nera, copriva le sue gambe magre. Infine non bisogna dimenticare le sue scarpe nere, lunghe esattamente il doppio dei suoi piedi: gliele aveva comprate il suo papà nel Sud America, grandi così perché i piedi di Pippi potessero crescervi a loro agio, e lei non aveva mai voluto calzarne delle altre. A. Lindgren, Pippi Calzelunghe
2. Ora copri il testo e disegna Pippi nel riquadro. Poi verifica se hai ricordato tutti i particolari descritti dall’autrice.
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
188
Schede operative - Classe 5a
IL MAIALE DI SANDRONE 1. Leggi il testo. Poi completa ed esegui quanto richiesto.
Sandrone aveva un bel maiale grasso che gli andava sempre dietro nei campi e nei boschi. Quando Sandrone potava le viti, il maiale gli girava intorno, mangiava l’erba e ogni tanto gli andava a leccare le scarpe in segno di affetto. Quando venne il giorno della Befana, Sandrone non se la sentì di ammazzare il suo maiale come aveva fatto gli altri anni con i maiali. Gli dispiaceva troppo, si era affezionato e non voleva rinunciare alla sua compagnia... Sandrone ci pensò sopra per molti giorni e poi decise che avrebbe fatto a meno dei salami e delle salsicce, ma si sarebbe accontentato di un prosciutto. Infatti tagliò una gamba di dietro del maiale e ci mise sopra il sale. Poi gli fece fare una gamba di legno dal falegname. Il maiale continuò a seguire il suo padrone nei campi zoppicando con la sua gamba di legno. Un giorno che Sandrone gli porse una rapa, il maiale insieme alla rapa staccò con un morso il dito della mano di Sandrone e se lo mangiò... Poi andò di corsa nella legnaia, prese con i denti un bastoncello corto e sottile e lo portò a Sandrone perché lo mettesse al posto del dito che gli aveva mangiato. L. Malerba, Storiette
2. Esponi con poche parole l’argomento globale del testo.
Sandrone si era molto affezionato al suo maiale perciò, quando venne l’ora d’ammazzarlo, decise di ....................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... 3. Il testo è un racconto:
fantastico
verosimile
realistico
4. Individua nel brano con una barra a lato di colore diverso, i tre momenti della storia: INIZIO - SVOGLIMENTO - CONCLUSIONE Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
189
Schede operative - Classe 5a
IL MAESTRO FERDINANDO 1. Ricostruisci il brano numerando le sequenze nella giusta successione.
Prima di tutto perché è un maestro e a scuola ci sono soltanto maestre, salvo lui, poi perché sa suonare il sassofono: ha un sassofono in classe! Per esempio, quando gli scolari recitano una poesia a memoria, Ferdinando li accompagna al sassofono. La mia maestra, Maria Elena, non suonerebbe mai il sassofono, non potrebbe: è così magra che non riuscirebbe neppure a sollevare lo strumento. Gli allievi di Ferdinando fanno sempre un saggio, a fine anno. è uno spettacolo divertente: Ferdinando va in scena con loro, tutto vestito di bianco, e ogni tanto suona un’aria al sassofono. è un’idea geniale! Soltanto io non ho mai avuto Ferdinando come maestro. Ogni volta, all’inizio dell’anno, ho aspettato che la direttrice dicesse il mio nome, ho anche pregato, ma non è servito a niente. Non sono mai riuscito a raggiungere le file degli allievi di Ferdinando: i fortunati! Ferdinando è proprio il tipo di maestro che tutti i bambini sognano di avere, almeno una volta nella vita. B. Smadja, Max si butta in politica
2. Ora riassumi brevemente ogni sequenza.
1) ...................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... 2) ...................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... 3) ...................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
190
Schede operative - Classe 5a
L’IMPORTANZA DI IMPARARE 1. Leggi il testo.
Sono nato a Los Angeles da genitori immigrati, ovviamente italiani; vivevamo in città, in un quartiere con tutti gli altri italiani. Quando avevo un anno, i miei genitori tornarono in Italia nella loro piccola città d’origine, ai piedi delle Alpi, Aosta. Ci sono molti treni che passano da Aosta, diretti a Milano e Torino, ma non si fermano. Se ne ferma uno soltanto. Ricordo che da bambini andavamo alla stazione e guardavamo i treni che passavano sfrecciando. Tutti, in quella piccola città, si conoscevano. Era bellissimo. La cosa più fantastica era che tutti si prendevano a cuore i fatti degli altri. Poi, quando avevo cinque anni, i miei genitori tornarono a Los Angeles. Mi trovai scaricato all’improvviso in una città dove a nessuno importava che io fossi vivo o morto. Papà era un grande patriarca. La domenica, quando era a casa, ci sedevamo intorno a una grande tavola e non ci permetteva di alzarci se prima non gli avevamo detto qualcosa di nuovo che avevamo imparato quel giorno. Così quando ci lavavamo le mani prima di metterci a tavola, io chiedevo alle mie sorelle: – Che cosa avete imparato oggi? – Niente. – Bene, sarà meglio che impariamo qualcosa. Andavamo a prendere l’enciclopedia e imparavamo, per esempio, che il Nepal ha un milione di abitanti. Quando avevamo finito di mangiare, papà scostava il piatto e chiedeva: – Felice, che cosa hai imparato oggi? – Il Nepal ha un milione di abitanti..... Non c’era mai niente di insignificante per quell’uomo! Si rivolgeva a mia mamma e diceva: – Mamma, lo sapevi..... Noi li guardavamo e dicevamo: – Che matti! E chiedevamo ai nostri amici: – Anche voi dovete parlare del Nepal ai vostri genitori? E loro rispondevano: – Ai nostri genitori non interessa che sappiamo qualcosa o no. Ma voglio confidarvi un segreto. Anche adesso, quando vado a letto, in quel momento meraviglioso prima di addormentarmi, mi domando: “Felice, che cos’hai imparato oggi?” E se non so rispondere, devo alzarmi e prendere l’enciclopedia e sfogliarla e cercare d’imparare ancora qualcosa di nuovo. L. Buscaglia, Vivere, amare, capirsi
SEGUE
191
Schede operative - Classe 5a
2. Ora rispondi alle seguenti domande.
– Di che cosa parla il brano?
Del passatempo preferito del narratore, nella sua infanzia.
Dell’importanza che il padre del narratore dava al fatto di imparare sempre qualcosa.
– Chi è il protagonista? ........................................................................................................................................................................................................... – Chi sono gli altri personaggi? ........................................................................................................................................................................................................... – L’abitudine paterna di chiedere di imparare ogni giorno qualcosa ha influenzato Felice? In che modo? ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... 3. Completa la tabella con i luoghi, i periodi e i personaggi nominati dall’autore.
Luogo
Los Angeles
Aosta
......................................... .........................................
Periodo
fino a un anno di vita di Felice
......................................... .........................................
......................................... .........................................
Personaggi
Felice, genitori immigrati, altri italiani
......................................... .........................................
......................................... ......................................... amici
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
192
Schede operative - Classe 5a
A CHE GIOCO GIOCHIAMO? 1. Leggi il testo.
Dopo che ci ebbero distribuiti i gelati e la frutta, ci alzammo e andammo a giocare. – Che cosa facciamo? – chiedeva Ljùbocka, mentre saltellava sull’erba. – Perché non giochiamo a Robinson? – No..... è noioso – disse Volòdja. – Sempre a Robinson! Se proprio volete giocare, costruiamo una capanna. Volòdja fingeva di essere molto stanco. Forse aveva troppo poca fantasia per divertirsi a giocare a Robinson. – Te ne prego..... perché non vuoi farci questo favore? – insistevano le ragazzine. – Tu sarai Charles o Ernest o il padre, chi vorrai – diceva Kàtenka mentre cercava di farlo alzare in piedi, tirandolo per la manica della giacca. – Davvero non mi piace, è noioso – diceva Volòdja stirandosi. – Avremmo fatto meglio a stare a casa, allora, se nessuno vuole giocare – gridò Ljùbocka tra le lacrime. Ella era una gran piagnucolona. – E va bene, andiamo; ma non piangere, non posso sopportarlo. Quando ci sedemmo per terra e, immaginando di andare a pescare, ci mettemmo a remare con tutte le forze Volòdja restò seduto, con le braccia incrociate. Glielo feci notare, ma egli mi rispose che noi non avremmo né guadagnato né perduto nulla ad agitare le braccia, e che noi non avremmo avanzato di un passo. Pensai, mio malgrado, che aveva ragione. Quando, immaginando di partire per la caccia con un bastone sulle spalle, mi diressi verso la foresta, Volòdja si stese sul dorso, con le mani dietro la testa e mi disse che era la stessa cosa come venire con me. I suoi gesti e le sue precisazioni raffreddarono il nostro entusiasmo per il gioco, perché non potevamo negare, nel nostro intimo, che Volòdja aveva ragione. So benissimo che con un bastone non si uccidono gli uccelli e tanto meno si spara un colpo. è un gioco. Se ci si mette a ragionare così non si possono cavalcare le sedie; tuttavia Volòdja, io penso, ricorderà le lunghe serate d’inverno quando noi ricoprivamo una poltrona con alcuni scialli, facendola diventare una trojka e ci mettevamo uno al posto del cocchiere, l’altro a quello del garzone, le bimbe in mezzo. Tre sedie erano una trojka e..... partivamo. Le più belle avventure capitavano durante questa fantastica impresa e le sere d’inverno scorrevano gaie e rapide... Peccato, se si dovesse ragionare davvero non esisterebbe nessuna specie di giochi. E se non ci saranno giochi, che cosa ci sarà? L. Tolstòj, Infanzia e adolescenza
SEGUE
193
Schede operative - Classe 5a
2. Ora rispondi alle seguenti domande.
– Chi è l’autore del racconto? .......................................................................................................................................... – Qual è l’argomento del racconto?
I giochi che i bambini facevano da piccoli.
La spiegazione del gioco chiamato Robinson.
– Chi sono i personaggi del racconto? ........................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................ – Qual è l’atteggiamento di Volòdja di fronte ai giochi dei fratelli?
entusiasmo
partecipazione
incoraggiamento
indifferenza, fastidio e ostacolo
– Perché le “ragazzine” non riescono a divertirsi? .................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... – Che cosa pensa l’autore sull’atteggiamento di Volòdja? è vero che con un bastone ................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................. ............................................................................ ma ....................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................. ........................................................................................................................................................................ .................................... 3. Completa la tabella con i giochi, il tempo e i luoghi nominativi dell’autore.
Gioco
Quando?
Dove?
........................................................
pomeriggio d’estate
all’aperto
cavalcare le sedie
........................................................
........................................................
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
194
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UN RACCONTO HORROR 1. Leggi il racconto poi rispondi.
Così per anni. Finché l’estate scorsa aspettai invano che sopra la mia camera si scatenasse il solito tumulto. Silenzio, finalmente. Una gran pace. Solo la voce dei grilli dal giardino. Al mattino, sulle scale incontro Giorgio. – Complimenti – gli dico – mi sai dire come siete riusciti a far piazza pulita? Questa notte non c’era un topolino in tutta la soffitta. Giorgio mi guarda con un sorriso incerto. Poi: – Vieni, vieni, vieni un po’ a vedere! – risponde. Mi conduce in cantina, là dove c’è una botola chiusa da un portello – Sono laggiù adesso – mi sussurra – Da qualche mese si sono tutti riuniti qui sotto, nella fogna. Per la casa ne girano pochi. Sono qui sotto... ascolta... – tacque. E attraverso il pavimento giunse un suono difficilmente descrivibile: un brusìo, un rombo sordo e frammezzo pure delle voci, piccole grida acute, fischi, sussurri. – Ma quanti sono? – chiesi con un brivido. – Chissà. Milioni forse... Adesso guarda, ma fa’ presto. Accese un fiammifero e, sollevato il coperchio della botola, lo lasciò cadere giù nel buco. Per un attimo io vidi, in una specie di caverna, un frenetico brulichio di forme nere. – I topi! – Vidi anche un luccicare di pupille, migliaia e migliaia, rivolte in su, che mi fissavano cattive. Ma Giorgio chiuse il coperchio con un tonfo. D. Buzzati, Sessanta racconti
2. Dove si trova l’autore? ................................................................................................................................................... 3. Di che cosa si meraviglia? ............................................................................................................................................ 4. Quale spiegazione gli dà l’amico? .......................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... 5. Che cosa vede dalla botola della cantina? ........................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................... 6. Per creare attesa, sorpresa, mistero l’autore usa:
frasi brevi
molte virgole
descrizione di voci e rumori
Ho eseguito l’attività:
battute di dialogo luoghi paurosi
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
195
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BILBO E IL DRAGO 1. Leggi il racconto poi esegui quanto richiesto.
Un drago enorme, color oro rosso, giaceva profondamente addormentato, e dalle sue fauci e dalle froge provenivano un rumore sordo e sbuffi di fumo. Sotto di lui, sotto tutte le membra e la grossa coda avvolta in spire, e intorno a lui, da ogni parte sul pavimento giacevano mucchi innumerevoli di cose preziose: oro lavorato e non lavorato, gemme e gioielli e argento macchiato di rosso nella luce vermiglia. Le ali raccolte come un enorme pipistrello, Smog giaceva girato parzialmente su un fianco, e lo hobbit poteva così vederne la parte inferiore del corpo e il lungo, pallido ventre incrostato di gemme e di frammenti d’oro. Ad un tratto il drago Smog parlò: – Chi sei, un ladro? Ti fiuto e ti riconosco dall’odore. – No, o Smog il Terribile! – replicò lo hobbit Bilbo – Non sono venuto per rubare. Volevo solamente darti un’occhiata e vedere se eri veramente così grande come dice la tua fama. Non ci credevo. – E adesso? – disse il drago lusingato, anche se non credeva neanche a una parola. – In verità canti e leggende sono assolutamente inferiori alla realtà, o Smog, Principale e Massima Calamità – replicò Bilbo. – Hai dei modi molto garbati per essere un ladro e un bugiardo – disse il drago – sembra che tu conosca bene il mio nome, ma non mi sembra di ricordare di averti mai fiutato prima d’ora. Chi sei e da dove vieni, se non sono indiscreto? J.R.R. Tolkien, Lo hobbit
2. Indica un sinonimo di “fauci”:
gola/bocca
roge/narici
naso/occhi
spire/spirali
3. Nel brano possiamo distinguere due sequenze: una descrittiva e una dialogica. Individuale e cerchiale con colori diversi.
4. Tra quali personaggi avviene il dialogo?............................................................................................................. 5. Individua gli elementi sensoriali usati per la descrizione del drago Smog. Sottolinea con il rosso i dati visivi e con il blu qulli uditivi.
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
196
Schede operative - Classe 5a
IL BANCO DEL MEZZETTI 1. Leggi il testo poi esegui quanto richiesto. Lontano da quella specie di Piazza delle Erbe dove si vendeva non solo la frutta e la verdura, ma tutti i generi cosiddetti di mangiativa, intercalato tra venditori di ferramenta, ombrellai e stagnini che riparavano pentole, c’era il banco del Mezzetti, un ambulante così chiamato forse perché vendeva la sua merce a mezzi etti, cioè a piccole quantità, essendo i suoi clienti per la più parte ragazzi. Il banco era fatto da tre assi posati su due cavalletti di legno, senza alcuna copertura per la pioggia o il sole. Sul piano del banco il Mezzetti esponeva, dentro cinque o sei larghi panieri, carrube color cioccolata, noccioline americane o arachidi chiamate anche spagnolette, castagne secche sbucciate, semi di zucca e, quand’era stagione, cioè in autunno, anche delle sorbe che parevano palle di ferro arrugginite. Il Mezzetti stava ritto di fianco al suo banco sul quale, tra i panieri, si vedevano tre bicchieri cilindrici di bandone zincato: i misurini, in scala di grandezza, di cui si serviva per dosare noccioline, castagne secche e semi di zucca, che versava poi in un cartoccetto di carta da giornale a forma di imbuto e consegnava al compratore. Per le carrube e le sorbe andava a numero: tre carrube un soldo, cinque sorbe tre soldi. Di dove venisse il Mezzetti, non si sapeva. P. Chiara, Le avventure di Pierino al mercato di Luino
2. Numera in successione gli elementi descritti, come vengono presentati nel testo:
le merci del banco del Mezzetti
Piazza delle Erbe
il piano del banco del Mezzetti
il banco del Mezzetti
3. Il banco del Mezzetti appartiene a un tempo:
presente
passato
4. Conosci anche tu qualche banco del mercato “particolare”? Prova a descriverlo sul tuo quaderno seguendo la traccia del testo. Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
197
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SUSSI E BIRIBISSI 1. Leggi il testo poi esegui quanto richiesto.
Chi era Sussi? O bella! Un ragazzo pressappoco come voialtri. Perché si chiamasse così non state a domandarmelo perché non vi saprei rispondere troppo sicuramente. Del resto Sussi è un nome come un altro, un nome pulito che è un piacere, e che potrebbe far buonissima figura anche sul biglietto da visita di un ministro o di un generale. Biribissi era un altro ragazzo amico di Sussi, ma uno di quegli amici come uguali se ne trova di rado, ve lo assicuro io. Erano due tipi così differenti l’uno dall’altro che sembravano messi insieme per scherzo. Sussi era biondo, un biondo giallo come una polenta di granoturco scodellata di fresco. Grassoccio e rotondo come un pan di burro, bianco e rosso come una mela, con certe ganasce che sembravano proprio stampate a pizzicotti. Aveva tredici anni e non era più alto di una botticella da marsala. Aveva delle gambine così corte che a vederlo di lontano pareva proprio che camminasse col..... ci siamo intesi, e basta. Biribissi era così nero che pareva tinto con l’inchiostro di quello buono. Secco, più secco di un baccalà stagionato, mostrava gli ossi come un ciuco deperito. La sua caratteristica era quella di essere più sudicio di un bastone da pollaio. Non si lavava mai la faccia, ed appunto per questo, i suoi compagni di scuola lo avevano soprannominato “Il Filosofo”. Per quanto quella fosse una calunnia bella e buona per la povera Filosofia, il soprannome calzava come un guanto. P. Lorenzini, Sussi e Biribissi
2. Completa con le caratteristiche dei due personaggi.
Aspetto fisico
Comportamento
SUSSI
BIRIBISSI
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
..................................................................
3. Sottolinea nel testo le similitudini.
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
198
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LA POESIA 1. Leggi il testo poi rispondi alle domande.
Parole difficili
Fra tutti gli oggetti i più cari sono per me quelli usati. Storti agli orli e ammaccati, i recipienti di rame, i coltelli e le forchette che hanno di legno i manici, lucidi per tante mani1; simili forme mi paiono di tutte le più nobili2. Come le lastre di pietra intorno a case antiche, da tanti passi lise3, levigate4, e fra cui crescono erbe, codesti sono oggetti felici. Penetrati nell’uso di molti5 spesso mutati, migliorano la forma, si fanno preziosi perché tante volte apprezzati.
1. per tante mani: per essere stati adoperati da tante mani. 2. le più nobili: le più degne di considerazione. 3. lise: consumate. 4. levigate: lisciate. 5. penetrati nell’uso di molti: entrati nelle abitudini di molti.
B. Brecht
2. Qual è il motivo ispiratore di questa poesia?
........................................................................................................................................................................................................... 3. A quali oggetti si riferisce il poeta?
........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... 4. Che cosa rende gli oggetti così preziosi e cari al poeta? Perché?
........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
199
Schede operative - Classe 5a
I JEANS 1. Leggi il testo poi rispondi.
A partire dagli anni ‘60-’70, quando i pantaloni di jeans diventarono di moda, essi entrarono a far parte del guardaroba sia dell’uomo che della donna. E se all’inizio questo poteva sembrare una provocazione, in seguito è diventato una cosa normalissima. La storia dei pantaloni di jeans ha origini piuttosto antiche. Siamo abituati a pensare che il jeans sia un prodotto di importazione, arrivato in Europa e in Italia come molti altri prodotti d’Oltreoceano. Ma non è così. Originariamente, infatti, con un tessuto blu simile a quello con cui i jeans sono confezionati attualmente, venivano prodotte grandi tele grezze, usate per confezionare prima le vele delle navi e in seguito i pantaloni indossati dai portuali a Genova nel XVI secolo. La stoffa di cotone da cui erano ottenuti si prestava molto bene a vestire coloro che svolgevano lavori pesanti, in quanto costava poco ed era resistente all’usura e agli strappi. In seguito le tele genovesi vennero esportate in America dagli inglesi, e lì, agli inizi di questo secolo, cominciarono a essere prodotti i blue jeans come pantaloni e tute da lavoro a basso prezzo per contadini e operai. Il termine jeans, infatti, deriva dalla pronuncia inglese di “Gene”, nome francese di Genova. Oggi il blue jeans è un simbolo della libertà di abbigliamento: esso veste sia l’uomo che la donna, sia il giovane che l’adulto senza distinzione di sorta. G. De Rosa, Civiltà e ambienti, Minerva italica
2. Nel brano si parla soprattutto di:
moda
origine dei jeans
libertà di abbigliamento
SEGUE
200
Schede operative - Classe 5a
3. Quando divennero di moda i jeans? ..................................................................................................................... 4. I jeans sono un prodotto:
di importazione americana
di origine italiana, per la precisione di Genova
di origine sconosciuta
5. Che cosa si produceva nel XVI secolo con un tessuto blu simile a quello con cui oggi si confezionano i jeans?
........................................................................................................................................................................................................... 6. In seguito, dove furono esportate le tele genovesi e da chi?
........................................................................................................................................................................................................... 7. Da che cosa deriva il termine “jeans”?
........................................................................................................................................................................................................... 8. Di che cosa è simbolo, oggi, il blue jeans?
........................................................................................................................................................................................................... 9. Completa le seguenti frasi:
La stoffa di cotone con la quale erano confezionati i jeans era adatta a chi svolgeva lavori pesanti perché .......................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... I blue jeans oggi vengono indossati da ....................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................................................................
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
201
Schede operative - Classe 5a
COLLEZIONARE CONCHIGLIE 1. Leggi il testo.
Iniziare una collezione di conchiglie è facilissimo: basta raccoglierle sulle spiagge, comprarle nei negozi di souvenir o negli acquari, disporle in bell’ordine su mensole e vetrinette, e il gioco è fatto. Ma se si vuole, attraverso le conchiglie, conoscere e capire meglio il mondo che le circonda, è necessario collezionarle con un certo criterio. La prima cosa da fare è identificare chiaramente i pezzi, anche se non si conoscono i nomi scientifici; di ogni esemplare va annotato dove, come e quando lo si è trovato (in che spiaggia, su quale scoglio ecc.). Tutto questo va scritto sull’etichetta che deve accompagnare, infilata all’interno, ogni pezzo. Alla collezione si può dare un ordine geografico, raggruppando gli esemplari secondo il mare di provenienza. Costituite per più del 90% di marmo, le conchiglie conservano una loro lucentezza che la luce, a lungo andare, danneggia. Se rimangono esposte su scaffali e vetrine perdono la loro brillantezza. Per conservare la collezione bisogna perciò ricorrere a funzionali cassettiere. Se si vogliono ravvivare i colori che risultano un po’ sbiaditi, la cura migliore consiste nell’usare l’olio dermatologico per neonati, non spennellato, ma picchiettato con la punta del pennello. Le incrostazioni possono essere eliminate con la punta di un ago. Chi volesse poi dare alla propria collezione un carattere scientifico, potrebbe infine consultare un manuale specialistico. Lì, troverà numerose foto a colori con i nomi delle conchiglie a cui si riferiscono. Con un attento lavoro di comparazione sarà possibile attribuire i nomi scientifici alle conchiglie della collezione. L’impresa non è difficile: basta armarsi di buona volontà e pazienza. Natura oggi
SEGUE
202
Schede operative - Classe 5a
2. Ora rispondi alle domande sul testo che hai appena letto.
– Questo testo:
informa
racconta
dà istruzioni
– Dov’è possibile trovare le conchiglie? ...................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... – Che cosa le danneggia? ................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... – Per collezionarle, dove è necessario conservarle? .............................................................................................. ........................................................................................................................................................................................................... 3. Completa le seguenti regole per il collezionista di conchiglie.
Identificare .................................................................................................................................................................................. ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... Annotare ..................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... Raggruppare .............................................................................................................................................................................. ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... Disporre ........................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
203
Schede operative - Classe 5a
LA FRASE 1. O rdina le matrioske partendo dalla più grande. Poi completa le frasi sotto.
SINTAGMI
ENUNCIATO
PAROLE
TESTO
testo - Dentro il ................................................... ci sono gli enunciati. - Dentro l’ ................................................... ci sono i ................................................... - Dentro i ...................................................... ci sono le................................................... 2. C’è una festa sull’isola che non c’è! Collega ogni personaggio all’azione che compie e trascrivi le frasi sotto. PETER PAN
CAPITAN UNCINO
TRILLI E LE ALTRE FATINE
SARANNO LE PRIME BALLERINE
I BAMBINI SPERDUTI
CUOCE SALSICCE SULLA BRACE È IL SENSAZIONALE DJ VOLANTE
ORGANIZZANO GIOCHI DIVERTENTI
– Trilli e le altre fatine saranno le prime ballerine. – ........................................................................................................................................................................................................ – ........................................................................................................................................................................................................ – ........................................................................................................................................................................................................ Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
204
Schede operative - Classe 5a
ELEMENTI DELLA FRASE 1. L’insegnante ha scritto delle frasi alla lavagna. Completa, cercando di intuire le parti che mancano.
– Ogni mattina ................................................... recapita la posta. – Il fotografo ................................................... una foto. – .................................................. dipinge un quadro. – L’indossatrice ................................................... per presentare i nuovi vestiti. – .................................................. scrive una ricetta. – Il bagnino ................................................... un bambino in difficoltà. 2. Osserva le vignette e completa.
– Di che cosa si parla? .....................................
è arrivato
.....................................
è pesante
– In entrambi i messaggi il soggetto non è espresso, ma è ......................................................... 3. Metti in relazione i due predicati con le rispettive caratteristiche. Segui l’esempio.
è arrivato VERBO ARRIVARE
– Il predicato esprime una qualità. – Il predicato esprime un’azione. è pesante – L’azione è appena successa (passato prossimo). VERBO – La qualità è presente ora (presente). ESSERE – Il verbo essere è usato come ausiliare. – Il verbo essere è usato come collegamento (copula). – Il verbo da solo non spiega ciò che si dice del soggetto. – Il verbo da solo spiega ciò che si dice del soggetto.
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
205
Schede operative - Classe 5a
S OGGETTI E PREDICATI 1. Trascrivi nello schema il soggetto di ciascuna frase. Fai attenzione all’articolo partitivo!
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1) Il nonno racconta delle fiabe.
6) Le favole danno degli insegnamenti.
2) Nel frigorifero c’è del latte.
7) Di notte i gatti fanno baccano.
3) Nella fruttiera ci sono delle pere.
8) Degli alberi hanno già perso le foglie.
4) Dei ragazzi giocano nel prato.
9) La voce dell’orco rimbombava.
5) Carlo dice delle parole insensate.
10) A Gina piacciono i kiwi.
2. Cerchia il predicato e scrivi se è verbale (P.V.) o nominale (P.N.).
– Ercole è un eroe. (................) – Carlo è caduto. (................) – Roma è una bella città. (................) – Lo zio è partito per Roma. (................) – Io sono affettuoso. (................) Ho eseguito l’attività:
– Sei uscito presto. (................) – Siamo bravi podisti. (................) – Avete preparato lo zaino? (................) – Ormai le foglie sono gialle. (................) – La pioggia è utile. (................)
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
206
Schede operative - Classe 5a
UN PO’ DI MORFOLOGIA 1. Leggi il testo seguendo il senso del discorso e inserisci le parole mancanti.
Le fragole Quando la zia mi permetteva di ...................................... nel suo giardino, mi raccomandava sempre .. .................................... la voce grossa: – E guai a te se ...................................... le fragole: le ho contate! Dopo aver passeggiato ...................................... minuti m’era già ...................................... la voglia di ...................................... una; e per incoraggiarmi ripetevo tra me sbirciando le fragole: “è impossibile: la zia non può averle contate tutte”. Ne mangiavo quattro o ......................................; poi, dopo aver giocato, me ne ...................................... tutto innocente verso casa, senza dubitare che ................ profumo dei frutti proibiti fosse rimasto sulle mie labbra. – Hai toccato nulla? – mi ...................................... la zia. E ai miei giuramenti che non ...................................... proprio toccato le ......................................, soggiungeva: – Avvicinati. Soffia. Obbedivo. Allora lei alzava un dito e spalancando gli ...................................... mi accusava: – Tu hai mangiato le ...................................... ! Così mi vedevo vergognosamente costretto a ...................................... , mentre ...................................... in me il sospetto che la zia ...................................... una mezza strega.
2. Ora elenca per tipologia le parole che hai inserito.
Nomi: ............................................................................................................................................................................................. Articoli: .......................................................................................................................................................................................... Aggettivi: ...................................................................................................................................................................................... Verbi: .............................................................................................................................................................................................. Preposizioni: ...............................................................................................................................................................................
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
207
Schede operative - Classe 5a
RISCRIVERE UN TESTO 1. Leggi il testo.
Tom e il cane Tom desiderava tanto avere un cane. Quando vedeva dei bambini che giocavano con il loro cane, si sentiva triste, perché non ne aveva uno. A volte, se camminava da solo, pensava a quanto sarebbe stato bello avere un cane tutto per sé. Gli avrebbe insegnato a fare un mucchio di cose e avrebbe sempre giocato con lui. Di notte, se lo sarebbe portato a letto. Una sera dopo cena, Tom chiese al padre: – Papà, mi regali un cane? Il padre rispose: – Non mi piacciono i cani: danno troppi fastidi ed è costoso mantenerli. Mi dispiace, non te lo regalo. La madre aggiunse: – I cani danno molto lavoro. Devono essere ben nutriti, portati a passeggio, puliti. Io ho troppo da fare con voi, non voglio un lavoro in più! Alla fine a Tom venne un’idea e disse ai genitori: – Se mi regalate un cane, mi occuperò io di lui. Vi prometto che lo porterò a passeggio, gli darò da mangiare e lo pulirò. Farò tutto io, con i miei piccoli risparmi. L’albero dalle mele d’oro
2. Riscrivi il testo in prima persona.
Io desideravo tanto ................................................................................................................................................................. ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................................................................
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
208
Schede operative - Classe 5a
LE PAROLE NELLE FRASI 1. Osserva l’esempio e completa.
pazienza noia – rabbia, tristezza........................................................................
astratti sono nomi .................................................... ;
– casa, pane...................................................................................
sono nomi .................................................... ;
– casetta, cagnaccio, ................................................................
sono nomi .................................................... ;
– cassapanca, capotreno, ......................................................
sono nomi .................................................... ;
– gregge, branco, scolaresca, ..............................................
sono nomi .................................................... ;
– libraio, castagneto, ................................................................
sono nomi .................................................... ;
2. Completa la tabella inserendo gli aggettivi richiesti.
qualificativi
possessivi
indefiniti
numerali
dimostrativi
................................ ................................ ................................ ................................ ................................ ................................
................................ ................................ ................................ ................................ ................................ ................................
................................ ................................ ................................ ................................ ................................ ................................
................................ ................................ ................................ ................................ ................................ ................................
................................ ................................ ................................ ................................ ................................ ................................
3. Analizza queste voci verbali, riconoscendo coniugazione, modo, tempo, persona e numero.
– partivate ................................................................................................................................................................................... – avessimo incontrato ........................................................................................................................................................... – avrai insegnato ...................................................................................................................................................................... – correndo ................................................................................................................................................................................... 4. S ottolinea i pronomi contenuti nel seguente testo.
Un cane e un gatto che erano diventati amici, dividevano la cuccia. In alcune ore del giorno vi si addormentava il cane, in altre il gatto. Questo, in verità, era più poltrone del primo, al quale piaceva stare in giardino tutto il giorno. Un giorno il gatto gli disse: – Perché non ci scambiamo i ruoli? Io dormo di giorno e caccio di notte, tu vegli di giorno e dormi la notte. Insieme noi faremo una buona guardia e il padrone ne sarà contento. Così essi si accordarono su questa decisione e la rispettarono.
Ho eseguito l’attività:
molto facilmente
facilmente
con difficoltà
Cognome e nome ........................................................................... Data .....................................
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Guida ai materiali digitali
Guida ai materiali digitali Negli ultimi anni il MIUR ha intrapreso la strada dell’innovazione digitale, rimarcando a più riprese la necessità di indirizzi di revisione della scuola italiana. Già a partire dalle Indicazioni nazionali per il curricolo del 2012 (DM del 16/11/2012) e dal successivo Decreto 26/03/2013, prot. n. 209, i libri di testo prendono forma in una nuova versione digitale o mista. In virtù di ciò, le scuole si dotano delle LIM e le classi si affacciano al mondo «2.0», disegnando lo scenario di una scuola che affronta in modo attivo le importanti sfide che ha davanti a sé: l’inclusione, l’apertura al mondo reale, le opportunità e gli allarmi posti dal digitale. Nel 2014, l’iniziativa ministeriale PROGRAMMA IL FUTURO (23/09/2014) offre una serie di percorsi per introdurre gli studenti ai concetti base dell’informatica. Ma è con il decreto 27/10/2015, prot. n. 851, che il MIUR dà definitivamente il via a un programma di innovazione digitale complessiva della scuola italiana: il Piano Nazionale Scuola Digitale, che nasce in virtù di una revisione e di un «riposizionamento» del sistema educativo scolastico nell’era digitale. Gli obiettivi non cambiano: le competenze degli studenti - tra le quali rientra ora a pieno titolo anche quella digitale - i loro apprendimenti, i loro risultati e l’impatto che avranno nella società come individui, cittadini e professionisti. Nasce un’idea rinnovata di scuola, intesa come spazio per l’apprendimento totalmente aperto. In quest’ottica, le tecnologie diventano abilitanti, quotidiane, ordinarie, al servizio in primis delle attività orientate alla formazione e all’apprendimento, ma investendo di fatto tutti gli ambiti e gli ambienti del fare scuola: classi, ambienti comuni, spazi laboratoriali, spazi individuali e spazi informali. Con ricadute estese al territorio. Il sistema educativo-didattico complessivo formato da innovazione metodologica, didattica per competenze e strumentazione digitale, ridefinisce necessariamente anche l’ambito professionale del fare scuola: il docente diventa il progettista del percorso, in grado di utilizzare una «cassetta degli attrezzi» sofisticata e complessa. Tra questi attrezzi resta centrale il libro di testo, perché la civiltà del libro non può abdicare a se stessa, ma è un libro diverso, ricco di connessioni e di aperture verso l’esterno: è un libro potenziato, arricchito di contenuti multimediali, un libro che consente approcci diversi allo stesso problema. Per definizione, le tecnologie modificano i comportamenti delle persone e sono destinate anche a cambiare il modo di far scuola. Governare questo cambiamento, in ultima analisi, è la sfida più importante a cui i docenti sono chiamati.
Sommario Introduzione Le versioni all’interno del M.I.O. BOOK 1. Il testo sfogliabile multimediale 2. Il testo liquido ad alta leggibilità 3. L’audiolibro Il funzionamento del M.I.O. BOOK 1. Il testo sfogliabile multimediale a. Strumentazione, utilizzo e icone 1) La barra di navigazione 2) La ricerca dei contenuti 3) Le annotazioni e la creazione dei documenti 4) La condivisione dei documenti 5) Il disegno e le annotazioni b. Aggiornamento dei contenuti digitali 2. Il testo liquido ad alta leggibilità a. Strumentazione, utilizzo e icone 1) La navigazione 2) La modifica del testo 3. L’audiolibro
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Guida ai materiali digitali
Introduzione Il M.I.O. BOOK è il libro multimediale del Gruppo Editoriale Raffaello. L’acronimo M.I.O. identifica le tre caratteristiche fondamentali alla base di tutti i progetti digitali: M come Multimediale, perché integrato con contenuti multimediali integrativi che possono essere vi.sionati sia dall’insegnante in classe con l’ausilio della LIM, sia dall’alunno a casa installando il Raffaello Player nel proprio computer o tablet; . I come Interattivo, perché è possibile intervenire nel testo inserendo note o appunti; .O come Open/Aperto, perché è possibile creare documenti e condividerli in classe. Il M.I.O. BOOK è stato concepito per essere utilizzato in classe (costruzione condivisa della lezione) e a casa sia dallo studente (facilitatore dell’uso del libro) sia dal docente (preparazione della lezione).
Le versioni all’interno del M.I.O. BOOK Il progetto all’interno del M.I.O. BOOK è fruibile in tre versioni:
1. Il testo sfogliabile multimediale L’obiettivo del progetto è principalmente quello di sviluppare le competenze digitali degli alunni, interessando le nuove generazioni e appassionandole alle proposte educative in modo coinvolgente. Il M.I.O. BOOK rappresenta un nuovo modo di insegnare e di favorire l’apprendimento che nasce da un modello didattico di tipo cooperativo-metacognitivo e che si fonda su concetti di riflessione, cooperazione e condivisione. Di notevole efficacia risulta la possibilità di un suo uso associato alla LIM, in quanto facilita l’attuazione delle strategie educative, che stanno alla base di una didattica inclusiva. La strumentazione presente nel M.I.O. BOOK permette di lavorare in modo vario e differenziato con il testo. Si può: ricercare parole chiave nel testo; evidenziare il testo; inserire segnalibri; prendere appunti; inserire e memorizzare note scritte sotto forma di slide o post-it; inserire e memorizzare audio, video, documenti, link utili; scattare fotografie alla pagina; scrivere e disegnare nelle pagine, salvando le modifiche; avere accesso a vario materiale multimediale integrativo.
2. Il testo liquido ad alta leggibilità La versione liquida del testo è ad alta leggibilità: grazie al suo particolare formato (ePub), permette all’utente di intervenire sulla pagina migliorando la lettura e aiutando le difficoltà di apprendimento. Permette infatti di intervenire sul testo aumentando la dimensione del testo, modificare la font (con la possibilità di utilizzare la font Leggimi, indicata per studenti con BES e DSA), cambiare lo stile trasformando tutto il testo in maiuscolo e disattivare le immagini all’interno della pagina per evitare elementi di distrazione. La versione liquida offre inoltre un servizio di traduzione di tutto o parte del testo in altre lingue, uno strumento particolarmente utile per studenti stranieri che trovano difficoltà con la lingua italiana.
3. L’audiolibro Ogni testo è stato letto in maniera completa da speaker professionisti. Molte sezioni presentano anche brani ad alto ascolto, letti scandendo bene le parole. Questo accorgimento è di grande aiuto agli studenti con Bisogni Educativi Speciali e Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Gli strumenti del M.I.O. BOOK, intuitivi e facili da utilizzare, permettono al docente di: parlare il linguaggio «digitale» degli studenti; catturare e mantenere un’attenzione maggiore da parte della classe; sviluppare la condivisione e il lavoro di gruppo; personalizzare le lezioni (con diversi stili, centrata sui BES ecc.).
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Guida ai materiali digitali
Il funzionamento del M.I.O. BOOK 1. Il testo sfogliabile multimediale Installato il Raffaello Player, si accede alla libreria dei testi adottati. Individuato il testo da utilizzare, fare doppio clic sulla copertina. Al primo accesso il testo dovrà essere attivato, inserendo un codice. Attivato il testo, i contenuti del M.I.O. BOOK si presenteranno nella seguente maniera:
I testi vengono presentati in formato PDF, senza l’integrazione di alcun contenuto digitale interattivo. Utile per tablet o per una consultazione «veloce».
Installa
Visualizza Il M.I.O. BOOK si presenterà in questo modo:
Strumentazione, utilizzo e icone La barra di navigazione Visualizzazione a «tutto schermo». La schermata dei menù si apre in maniera automatica, per passare alla modalità a tutto schermo fare clic sul tasto in alto a destra; per tornare alla visualizzazione ridotta fare clic nuovamente sull’icona. È possibile stampare le pagine su cui si sta lavorando.
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Guida ai materiali digitali Consentono la visualizzazione del testo in modalità pagina singola o doppia. Permette lo scorrimento delle pagine del libro in maniera rapida con un’anteprima dei contenuti. C1
Consentono di passare alle pagine precedenti o successive. È possibile spostarsi nel testo di una pagina in avanti o di una pagina indietro. Strumento zoom: offre la possibilità di aumentare o ridurre la visualizzazione del testo.
La ricerca dei contenuti Attraverso queste icone è possibile ricercare contenuti sia attraverso gli indici «tradizionali» (suddivisi per capitoli e per tipologia), sia scrivendo un termine nel campo «cerca». Le tipologie degli indici sono diverse: - «tradizionale» del libro; - navigazione guidata (non presente nel libro); - contenuti multimediali. Strumento segnalibro: facendo clic su questa icona è possibile memorizzare e richiamare pagine o risorse presenti all’interno del testo.
Le annotazioni e la creazione dei documenti Questa icona permette di creare documenti personalizzabili: - presentazioni; - mappe mentali; - linee temporali. Aggiungi annotazione multimediale (documenti, immagini, video, audio, web-link).
La condivisione dei documenti I docenti e gli studenti hanno la possibilità di creare e di condividere tra loro: documenti personali, linee temporali e mappe mentali; allegati multimediali. Una volta importati, si ha la possibilità di sovrascrivere e generare nuovi documenti.
Esempio Facendo clic su questa icona si inizia il processo di creazione del documento che prevede: 1. Selezione della tipologia del documento. 2. Selezione del modello da utilizzare. 3. Inserimento dei contenuti: testo, immagini (caricate esternamente oppure «catturate» dal libro), oggetti multimediali (audio e video) e web-link. 4. Questi documenti potranno essere esportati e poi condivisi in diversi formati: - .mio, per una condivisione ottimale su un altro dispositivo con il testo M.I.O. BOOK attivo; - .jpg, per le mappe mentali e le linee temporali; - .rtf, per le presentazioni (da utilizzare anche al di fuori del M.I.O. BOOK con software di video scrittura).
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Guida ai materiali digitali Il disegno e le annotazioni Strumento per tornare all’operazione precedente. Tasto per attivare la strumentazione. Puntatore per selezionare, spostare, modificare. Matita. Figure geometriche base. Linea e freccia. Cancella. Maschera. Cambia colore (penna, evidenziatore, linee, frecce...).
Aggiornamento dei contenuti digitali Durante l’anno scolastico sono previsti degli aggiornamenti dei contenuti digitali extra. Presupposto fondamentale: avere un collegamento a internet ed essersi registrati all’interno del portale www.raffaellodigitale.it Gli aggiornamenti disponibili vengono segnalati nel seguente modo:
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Guida ai materiali digitali 2. Il testo liquido ad alta leggibilità Alta leggibilità
Cliccando questa icona si ha la possibilità di visualizzare il testo nella versione liquida. Questa versione è molto utile per gli alunni con DSA/BES.
Il testo si presenta così:
Strumentazione, utilizzo e icone La navigazione Indice degli argomenti. [12]
Elenco degli elementi multimediali presenti nella pagina. Consentono la visualizzazione del testo in modalità pagina singola o doppia.
C1 Torna al M.I.O. Book
Avanzamento delle pagine. Ritorno alla versione testo sfogliabile. Stampa delle pagine del testo.
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Guida ai materiali digitali La modifica del testo Aumentare la dimensione del carattere. Leggimi
Cambiare la font del carattere (compresa la font Leggimi, utile per BES/DSA). Cambiare il colore del carattere e dello sfondo. Cambiare il testo in tutto maiuscolo o tutto minuscolo. Possibilità di attivare/disattivare le immagini all’interno della pagina (indicato per BES/DSA). Possibilità di evidenziare il testo sottolineato. Traduzione automatica: permette di selezionare singole parole o porzioni di testo e tradurle in altre lingue.
3. L'audiolibro Audiobook I testi sono anche forniti in formato audio.
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Guida ai materiali digitali I materiali del MIO BOOK Approfondimenti tematici Documenti specifici sui Classici per conoscere gli autori e approfondire le trame.
Modelli di scrittura L’analisi di ogni tipologia testuale è affiancata dalla produzione scritta, a cui è dedicato il volume Storie in volo - Il libro delle tipologie, ma tramite il M.I.O. BOOK l’alunno può elaborare un componimento digitale, da poter quindi salvare, esportare e condividere. Andando su “Documenti personali”, poi su “Elenco documenti predefiniti” e selezionando la tipologia interessata, sono forniti spunti tematici o tracce per sperimentare le abilità personali in veri e propri laboratori di scrittura.
Zoom fotografici Grazie a una specifica funzione del software, è possibile approfondire e rendere più “dinamico” il lavoro di analisi dei quadri d’autore, coinvolgendo e stimolando l’attenzione dell’alunno: si tratta di uno zoom potente che permette di visionare il dipinto in tutti i suoi particolari, mantenendo sempre un’ottima risoluzione.
Esercizi interattivi I Learning Object, ossia gli Oggetti di Apprendimento, sono contenuti digitali integrativi per l’approfondimento, lo studio e la didattica multimediale e interattiva, in classe o a casa, che hanno come obiettivo quello di favorire l’ingresso dell’innovazione nei processi d’insegnamento-apprendimento. Sono strumenti dotati di una potenziale multifunzionalità poiché possono aiutare gli studenti a diventare protagonisti dei loro percorsi di apprendimento; inoltre presentano caratteristiche interessanti per gli aspetti relativi al potenziamento delle esperienze di autoapprendimento, poiché, grazie alla loro struttura, sono flessibili e dinamici, e ciò favorisce, in chi apprende, l’associazione del contenuto dell’istruzione con le conoscenze pregresse e le esperienze personali. I LO possono essere utilizzati sia da docenti sia da studenti, in modo indipendente e senza una sequenza predefinita. Come sostiene Howard Gardner, noto per aver scritto alcuni importanti testi di psicologia e per aver elaborato la più importante storia classica della nascita della scienza cognitiva, “In questa prospettiva, si modifica il concetto di apprendimento che diventa processo sociale, grazie anche agli strumenti tecnologici e alle componenti multimediali impiegate, capaci di attivare situazioni didattiche a elevata interattività. In questo contesto l’utilizzo dei LO integra e non sostituisce il lavoro dei docenti; possono altresì consolidare l’attività didattica dell’insegnante e accrescere la motivazione degli studenti per gli aspetti riguardanti il potenziamento delle esperienze di auto-apprendimento, favorendo le intelligenze multiple.” Per quello che riguarda nello specifico il materiale messo a disposizione dalla Raffaello Editrice, si può parlare a tutti gli effetti di LO, micro entità digitali o non, che possono essere utilizzati, riutilizzati per un numero illimitato di volte durante l’apprendimento supportato dalle nuove tecnologie. Sono infatti idonei all’utilizzo in classe, in videoproiezione, ma soprattutto con la LIM. Ogni “esercizio” può essere eseguito dall’alunno con l’impiego di diverse modalità: touch (determinate aree sensibili vanno “toccate” per dare una risposta); drag and drop (con il “trascinare e rilasciare” si associano concetti complementari); cloze (completamento di frasi, di sillabe o concetti da scrivere direttamente con la tastiera); corrispondenze (immagini o parole da mettere in relazione con il trascinamento); sequenze (gruppi di parole o numeri vanno organizzati seguendo un determinato ordine); scelte multiple; v ero o falso. I Learning Object hanno una durata di esecuzione dai 2 ai 15 minuti e sono totalmente indipendenti l’uno dall’altro. Ciascuna tipologia di “oggetto” è interattiva, fornisce all’allievo una risposta utile e contiene un obiettivo e una valutazione finale. In caso di risposta sbagliata al bambino non sarà consentito un secondo tentativo. Soltanto al termine, dopo che avrà terminato tutti gli esercizi, potrà visualizzare il
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Guida ai materiali digitali punteggio totalizzato (che può essere anche stampato e consegnato all’insegnante) e rivedere tutto il percorso effettuato con i relativi marcatori di “risposta esatta” o “risposta sbagliata”, utile per autocorreggersi e riflettere sul proprio operato.
Pagine con esercizi interattivi Alcune pagine si arricchiscono della versione interattiva degli esercizi proposti in cartaceo. Il report, previsto al termine di ogni esercizio, permette all’alunno un riscontro immediato dei propri progressi, consente l’autovalutazione e il monitoraggio costante degli apprendimenti, nonché la revisione e il rinforzo dei contenuti disciplinari fondamentali.
Letture integrative Si offre all’insegnante una ricca raccolta di testi organizzati per tipologie, che segue la scansione delle unità presentate nel libro, una piccola biblioteca da cui attingere nuove proposte di letture. Tale “archivio” è arricchito da una serie di audioletture con testo in file stampabile, per alunni con difficoltà e/o eventuali laboratori di ascolto.
Lezioni preimpostate in PowerPoint Slide con lezioni organizzate per presentare alla classe in modo schematico, preciso e immediato, ciascuna tipologia testuale presa in esame dal programma ministeriale. Le lezioni illustrano ogni aspetto delle tipologie, permettendo così il ripasso e la sintesi.
Percorsi digitali multidisciplinari per la LIM L’insegnante ha a sua disposizione tre percorsi multidisciplinari, due per la quarta e uno per la quinta: PICCOLI CHEF, PIANETA TERRA e UN VECCHIO LUPO DI MARE. Nelle pagine a seguire vi mostriamo parte del materiale di quarta: si tratta delle introduzioni ai due percorsi e delle miniature di PICCOLI CHEF che l’insegnante trova inserite in versione digitale all’interno del percorso. Ogni pdf può essere visionato sul MIO BOOK docente, scaricato e/o stampato. Questo materiale introduce e guida, clic dopo clic, anche l’insegnante meno esperta che, grazie a queste indicazioni dettagliate, potrà usare i percorsi multidisciplinari per la LIM con facilità ed efficacia.
Piccoli Chef Guida per lʼinsegnante
Area dei linguaggi - Introduzione In “Piccoli Chef” il cibo e la cucina costituiscono il motivo conduttore per una serie di innovative proposte di attività destinate a bambini di classe quarta della Scuola Primaria. Questo segmento, in particolare, è dedicato allʼambito dei «linguaggi» e si articola in percorsi che coinvolgono Italiano, Arte e immagine ed Educazione motoria. Alla base del progetto vi è lʼintima convinzione che la LIM effettivamente costituisca un valido ausilio per innovare ambienti e strategie di apprendimento, per attivare nuove dinamiche relazionali e motivazionali, per offrire ai bambini ulteriori e preziose occasioni di esperienza. Di qui il proposito di mettere a disposizione dellʼinsegnante degli strumenti che consentano un impiego quanto più possibile efficace e autenticamente proficuo della lavagna nella didattica di classe. In questo senso, la riflessione sulle diverse tipologie testuali e, in particolare, sul testo regolativo, lungi dallʼappiattirsi sulla mera trasmissione di nozioni, si caratterizzerà invece per un approccio problematico in cui il bambino sarà anzitutto chiamato a valutare criticamente, recuperare e condividere quanto nelle sue conoscenze pregresse potrà risultare utile. Nello stesso ordine di idee, lʼanalisi dei modi infinito, imperativo e congiuntivo sarà anche occasione per soffermarsi a esaminare come cambi il “registro” della comunicazione al variare del modo del verbo. La considerazione del soggetto “cibo” nelle opere pittoriche di epoche diverse proiettate alla LIM permetterà alla classe di confrontarsi con valutazioni e commenti in una proficua interazione. Dopodiché la lavagna diventerà strumento per un lavoro condotto in parallelo da tutti gli alunni, allʼesito del quale si saranno apprese le nozioni di una particolare tecnica di disegno. A conclusione del percorso, i bambini saranno coinvolti in un divertente gioco motorio a tema, di cui dovranno aver previamente determinato nel dettaglio le caratteristiche, cooperando nella sua progettazione e predisposizione.
02 Italiano - Il modo giusto per cucinare Riconoscere caratteristiche e funzione linguistica dei verbi nei modi infinito, imperativo e congiuntivo. Trasformare i verbi passando dal modo infinito al modo imperativo e dal modo infinito al modo congiuntivo operando su testi regolativi.
03 Arte e Immagine - Artisti ai fornelli Riconoscere l’importanza del cibo come soggetto nelle arti figurative. Individuare ruoli e funzioni delle rappresentazioni pittoriche del cibo in autori ed epoche diversi.
04 Arte e Immagine - Cuciniamo alla griglia Conoscere tecnica e funzioni del disegno con l’ausilio di una griglia. Riprodurre un’opera figurativa sul tema “cibo” con la tecnica della griglia.
05 Educazione Motoria - La dura vita del cameriere Esaminare e comprendere le regole di un gioco motorio come esempio di testo regolativo. Contribuire nella progettazione e nella predisposizione di un gioco. Partecipare ad un gioco motorio a squadre nel rispetto delle regole.
Pulsanti e icone nel multimedia
Tutte le attività sono concepite in modo da favorire la massima interazione con la LIM da parte del maggior numero possibile di bambini e comunque in modo da coinvolgere attivamente anche quelli al momento non impegnati in prima persona alla lavagna. Vengono inoltre messi a disposizione materiali e spunti per attività individuali da svolgersi a casa o a scuola e suggerimenti per approfondire o integrare i percorsi didattici.
Competenze attese all’esito delle attività 01 Italiano - Testi, regole e ricette Riconoscere le diverse tipologie testuali in relazione alle loro funzioni. Riconoscere le funzioni e i settori di impiego del testo regolativo. Riconoscere le caratteristiche principali di un testo regolativo. Creare testi regolativi lavorando cooperativamente e individualmente.
N.B.: Agire sui pulsanti con un singolo clic / singolo tocco alla LIM. In caso di doppio clic la risorsa potrebbe non essere visibile in quanto collocata in secondo piano. Per renderla visibile senza chiudere il programma procedere come segue: - fare clic con il pulsante destro del mouse in un punto qualsiasi dello schermo; - dal menù contestuale selezionare Schermo – Cambia programma; - cliccare dalla barra delle applicazioni sullʼicona del file da visualizzare.
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
Piccoli Chef Piccoli C Piccoli Chef Piccoli Chef Piccoli Chef ccoli Chef Piccoli Chef
Guida per lʼinsegnante Guida per lʼinsegnan Guida per lʼinsegnante Guida per lʼinsegnante Guida per lʼinsegnante
Italiano- Testi, - Testi,regole regolee ericette 02ricette Italiano - Il modo giusto pe 0101Italiano 01 Italiano - Testi, regole e02ricette Italiano - Il modo giusto per cucinare esti, regole02 e ricette Italiano - Il modo giusto per cucinare
Guida per lʼinsegnante Guida per lʼinsegnante Riconoscere le diverse tipologie testuali in relazione alle loro funzioni. Riconoscere caratteristiche e funzione linguistica Riconoscere le diverse tipologie testuali in relazione alle loro funzioni. imperativo e congiuntivo. Riconoscere le funzioni e i settori diloro impiego del testo regolativo. Riconoscere le diverse tipologie testuali in relazione alle funzioni. Riconoscere caratteristiche e funzione linguistica dei verbi nei modi inf Riconoscere le funzioni e i settori di impiego del Trasformare testo regolativo. i verbi imperativo e congiuntivo. Riconoscere le impiego caratteristiche principali di un testo regolativo. passando dal modo infinito al Riconoscere le funzioni e i settori di del testo regolativo. tipologie testuali in relazione alle loro funzioni. Riconoscere caratteristiche e funzione linguistica dei verbi nei congiuntivo modi infinito,operando su testi reg infinito al modo Riconoscere le caratteristiche principali di un testo regolativo. Trasformare i verbi passando dal modo infinito al modo imperativo e da imperativo e congiuntivo. Creare testi regolativi lavorando cooperativamente e individualmente. Riconoscere caratteristiche di un testo cooperativamente regolativo. e i settori di le impiego del testi testoprincipali regolativo. Creare regolativi lavorando e individualmente. infinito al modo congiuntivo operando su testi regolativi. 01 Italiano - Testi, regole e ricette 02 Italiano - Il modo giusto per cucinare Trasformare i verbi passando dal modo infinito al modo imperativo e dal modo Creare testi regolativi lavorando cooperativamente e individualmente. istiche principali di un testo regolativo. Attività preliminari infinito al modo congiuntivo operando su testi regolativi. Attività preliminari avorando cooperativamente individualmente. Attivitàe preliminari 1. Avviare il software in dotazione alla LIM.
Piccoli Chef
Piccoli Chef
Guida per lʼinsegnante
Guida per lʼinsegnante
Riconoscere le diverse tipologie testuali in relazione alle loro funzioni.
Riconoscere caratteristiche e funzione linguistica dei verbi nei modi infinito, imperativo e congiuntivo.
Riconoscere le funzioni e i settori di impiego del testo regolativo.
Trasformare i verbi passando dal modo infinito al modo imperativo e dal modo infinito al modo congiuntivo operando su testi regolativi.
Riconoscere le caratteristiche principali di un testo regolativo.
Attività preliminari Attività preliminari Attività preliminari nari Creare testi regolativi lavorando cooperativamente e individualmente.
(es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspir 1. Avviare il software in dotazione alla LIM. Attività preliminari 1. Avviare software in- dotazione alla LIM. (es. Start -ilTutti i programmi Active 1. Software Active Inspire Active Inspire) Avviare il software in2. dotazione allalaLIM. Selezionare funzione di annotazione sul desktop. (es. Start - Tutti i programmi - Active Software Active Inspire Active Inspire) (es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire) 1. Avviare il software in2.dotazione alla LIM. Selezionare laInspire funzione diInspire) annotazione sul desktop. visibile sola Casella degliResterà strumenti con ilapulsanti per passare da uno strumen es. Start - Tutti i programmi - Active Software il - Active - Active Avviare software in allasul LIM. 2. 1. Selezionare la funzione didotazione annotazione desktop. Resterà visibile lasul sola (es. Strumenti - Annotazione sulCasella desktop) Resterà visibile la sola C degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro. 2. Selezionare la funzione di annotazione desktop. (es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire) dotazione alla LIM. degli strumenti i pulsanti per passare davisibile uno allʼaltro. (es. - con Annotazione desktop) 2. Selezionare la funzione diStrumenti annotazione sul sul desktop. Resterà sola Casella degli strumenti construmento i la pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro.Seleziona (in e Software - Active Inspire - (es. Active Inspire) 3. Se necessario, passare allo strumento Strumenti - Annotazione sul desktop)(es. Strumenti - Annotazione sul desktop) 2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti passare da uno strumento allʼaltro.Selezionafreccetta 3. Seper necessario, passare allo strumento (in genere contrassegnato dapuntatore una analoga a quella del del mouse). Ten es.annotazione Strumenti - Annotazione desktop) di sul desktop. Resterà con visibile laallo solastrumento Casella strumenti i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro. 3.suldegli Se necessario, passare Seleziona (instrumento genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo dovrà sempre essere in uso per passare da un 3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato d (es. Strumentiallʼaltro. - Annotazione sul desktop) nti per passare da uno strumento freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra. 3. Se necessario, passare allo strumento Selezionafreccetta (in genere contrassegnato dapuntatore una analoga a quella del del mouse). Tenere presente che questo sktop) Diapositiva 1 Diapositiva 1 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in mod strumento dovrà sempre essere in uso per passare daquesto una diapositiva adalla unʼaltra. Dopo aver lavorato tipologia “testo I bambini saranno stati giàmouse). avvertiti delleallo 3. Se passare strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una reccetta analoga a quella delnecessario, puntatore del Tenere presente che strumento dovrà sempre essere in uso per passare una diapositiva ad unʼaltra. regolativo” in “Testi, regole e ricette”, si attiverà caratteristiche complessive del percorso in questaresti sede una Trascinarla sessione di riflessione 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che visibile la sola Casella degli strumenti. e ancorarla al lato destro dell interdisciplinare “Piccoli chef” (Start - Vai alla allo strumento (in genere da una freccetta analoga a passare quella del del mouse). Tenere presente che strumento dovràSeleziona sempre essere in usocontrassegnato per dapuntatore una diapositiva ad unʼaltra. linguistica. Quali sono “modi”questo del presentazione del percorso). Chiarite che, in 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in finestre modo che resti visibile lae “tempi” sola Casella verbo utilizzati nelle ricette? Chiedete ai bambini questa prima sessione, ci si occuperà delle degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva 4. Chiudere eventuali presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola se ricordano quali sono i modi dei verbi già noti, del puntatore del mouse). Tenere presente questo caratteristiche deisempre diversi che tipi testuali, già noti ai strumento dovrà essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra. oltre allʼindicativo, domandando se ne bambini dalla classe terza. Prima di e passare alla 5. Avviare il software LIM Raffaello. degli strumenti. Trascinarla ancorarla al lato destro della diapositiva 4. Chiudere finestre presenti desktop indegli modo che resti Trascinarla visibile lafunzioni sola Casella strumenti. e eancorarla al latoperdestro rammentano modalità di impiego. Approfittatene chiedere di della diapositiva Diapositiva 2 , chiedete aidiapositiva bambini sesul ricordano alcuni i diversi tipi ssere in usoeventuali per passare da una ad fraunʼaltra. coniugare un verbo in tutti i modi e tempi conosciuti. di testo e5. se neAvviare sanno indicare funzioni e caratteristiche. il software LIM Raffaello. 4. Chiudere eventuali presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al latofinestre destro della diapositiva 6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “02 Italia 5. Avviare il software LIM Raffaello. 5. Avviare il software LIM Raffaello. Guida perdestro lʼinsegnante tre presenti sul desktopdegli in modo che resti visibile laesola Casella strumenti. Trascinarla ancorarla al lato della diapositiva 6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” “01 Italiano” “Vai allʼattività”. il software LIMdella Raffaello. a5.eAvviare ancorarla al lato destro diapositiva 7. Nel- “Vai gruppo di chef” pulsanti semitrasparenti in basso 6. Selezionare il collegamento 6. a “Piccoli chef”il- collegamento “01 Italiano” allʼattività”. Selezionare a “Piccoli - “02 Italiano” - “Vaivisibile allʼattività”. 5.7.Avviare il software LIMsemitrasparenti Raffaello. Nel gruppo di pulsanti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo puls 6.Raffaello. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “01 Italiano” - “Vai allʼattività”. 7. Nel gruppo difare pulsanti semitrasparenti visibile in terzo bassoOpzioni a sinistra della diapositiva, clic con il pulsante destro sul pulsante e selezionare puntatore Opzioni freccia Visibile. 7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della 6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “02 Italiano” - “Vai allʼattività”. diapositiva, fare clic visibile con- ilOpzioni pulsante destro suldella terzo pulsante e selezionare puntatore freccia - Visibile. 7.nto Nela gruppo pulsanti semitrasparenti in basso adel sinistra diapositiva, fare clic con il pulsante destro terzo pulsante e selezionare Riconoscere l’importanza cibo come soggetto nelle arti sul figurative. “Piccolidichef” - “01Opzioni Italiano” - “Vai allʼattività”. Opzioni puntatore Opzioni freccia Visibile. gruppodestro di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a freccia sinistra -della diapositiva, fare clic con7.il Nel pulsante sul terzo pulsantepuntatore e selezionare Opzioni - Opzioni Visibile. Guida per lʼinsegnante emitrasparenti visibile indiapositiva, basso a sinistra della Individuare ruoli rappresentazioni del cibo in autori ed fare- Visibile. clic coneilfunzioni pulsantedelle destro sul terzo pulsante pittoriche e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia 03 Arte e Immagine - Artisti ai fornelli pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore Opzioni freccia Visibile. epoche diversi. Riconoscere l’importanza del cibo come soggetto nelle arti figurative. Individuare ruoli e funzioni delle rappresentazioni pittoriche del cibo in autori ed oni freccia - Visibile. Dopo aver lavorato a I bambini saranno stati già avvertiti delle epoche diversi. Attività preliminari
1. Avviare il software in dotazione alla LIM.
1. Avviare il software in dotazione alla LIM.
(es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire)
(es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire)
2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro.
2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro.
(es. Strumenti - Annotazione sul desktop)
(es. Strumenti - Annotazione sul desktop)
3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra.
3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra.
4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva
4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva
5. Avviare il software LIM Raffaello.
5. Avviare il software LIM Raffaello.
6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “02 Italiano” - “Vai allʼattività”.
6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “01 Italiano” - “Vai allʼattività”.
7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile.
7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile.
Piccoli Chef
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03 Arte e Immagine - Artisti ai fornelli Piccoli Chef
Diapositiva 1 Diapositiva 1 Diapositiva 1 Diapositiva 1 regolativo” in “Testi, sarannocomplessive stati già avvertiti delle Diapositiva I1bambini caratteristiche del percorso complessive del percorso Dopo aver lavorato tipologia “testo Attività preliminari bambini saranno caratteristiche stati già avvertiti delle in questa sede una s interdisciplinare “Piccoli chef” (Start - Vai allaalla Diapositiva 1 Diapositiva 1 Icaratteristiche interdisciplinare “Piccoli chef” (Start Vai alla regolativo” in “Testi, regole e ricette”, si so at complessive del percorso linguistica. Quali Attività preliminari
1. Avviare il software in dotazione alla LIM.
(es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire)
2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro.
presentazione del percorso). Chiarite che, in Avviare il software in dotazione alla LIM. Dopo aver lavorato alla tipologia “testo I bambini saranno 1. stati già avvertiti delle presentazione del percorso). Chiarite che, in in questa sede una sessione di riflession interdisciplinare “Piccoli chef” (Start Vai alla verbo utilizzati nelle (es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspiresessione, - Active Inspire) questa prima ci si occuperà delle (es. Strumenti - Annotazione sul desktop)
3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra.
regolativo” in “Testi, regole e ricette”,delle si attiverà caratteristiche complessive del percorso prima sessione, ciinsilinguistica. occuperà Quali sono e “tempi” d presentazione del questa percorso). Chiarite che, se “modi” ricordano quali so caratteristiche dei diversi tipi testuali, già noti ai in questa sede una sessione divisibile riflessione 2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà la sola Casella interdisciplinare “Piccoli chef” (Start Vai alla caratteristiche dei diversi tipi testuali, già noti ai verbo utilizzati nelle ricette? Chiedete ai b questa prima sessione, ci si occuperà delleterza. Prima di passare oltre bambini dalla classe alla allʼindicativo, do strumenti con i pulsanti per passare daQuali uno strumento allʼaltro. linguistica. sono “modi” edi“tempi” delsono presentazione del degli percorso). Chiarite che, in bambini dalla classe terza. Prima passare alla se ricordano quali dei verbi gi caratteristiche deidesktop) diversi tipi testuali, già noti aialcuni rammentano funzioni e modalità di impiego. Appr (es. Strumenti -2 Annotazione sul Diapositiva , chiedete ai bambini se ricordano fra i diversi tipii modi verbo utilizzati nelle ricette? Chiedete ai bambini questa primaDiapositiva sessione,bambini ci2si occuperà delle ,dalla chiedete ai bambini se ricordano alcuni fraverbo i diversi tipi oltre allʼindicativo, domandando se ne classe terza. Prima passare allaun coniugare in tutti i modi e tempi conos di 3. testo e se ne sanno indicare funzioni edicaratteristiche. se ricordano quali sono i modi dei verbi già noti, Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una caratteristiche dei diversi tipi testuali, già noti ai Diapositiva 1 testo e ai sebambini ne sanno funzioni e caratteristiche. rammentano funzioni e modalità Diapositiva 2 ,dichiedete seindicare ricordano alcuni fra i diversi tipi di impiego. Approfittatene per chieder freccetta quella deloltre puntatore mouse). Tenere presente che allʼindicativo, domandando ne questo bambini dalla classe terza.analoga Primaadie passare alla coniugare undel verbo in tutti i modi ese tempi conosciuti. di testo e se ne sanno indicare funzioni caratteristiche. strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra. rammentano funzioni modalità di impiego. Approfittatene per chiedere di dete ai bambini se ricordano alcuni fra iediversi tipi 1 1 1 coniugare un verbo in tutti i modi e tempi conosciuti. indicare funzioni e caratteristiche. 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva 5. Avviare il software LIM Raffaello.
6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “03 Arte e Immagine” - “Vai allʼattività”. 7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile.
Lo scopo del percorso è quello di mettere in evidenza come il cibo, elemento necessario alla sopravvivenza dellʼuomo, sia stato anche da sempre presente nelle rappresentazioni artistiche e, in particolare, in quelle pittoriche. E di sottolineare come questa presenza abbia assolto via via a funzioni diverse, a seconda delle peculiarità storico-culturali delle varie epoche e della sensibilità e delle intenzioni dellʼautore. Lʼattività, inoltre, è propedeutica rispetto a quella del secondo percorso di Arte e immagine “Cuciniamo alla griglia” in cui ai bambini si richiederà di riprodurre un disegno con il cibo, appunto, per soggetto.
1 degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva 1
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5. Avviare il software LIM Raffaello.
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6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “03 Arte e Immagine” - “Vai allʼattività”. 7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
Piccoli Chef Guida per lʼinsegnante
04 Arte e Immagine - Cuciniamo alla griglia Conoscere tecnica e funzioni del disegno con l’ausilio di una griglia.
Piccoli Chef Riprodurre un’opera figurativa sul tema “cibo” con la tecnica della griglia. Diapositive 3 - 5
Guida per lʼinsegnante
04 Arte e Immagine - Cuciniamo alla griglia Conoscere tecnica e funzioni del disegno con l’ausilio di una griglia. Riprodurre un’opera figurativa sul tema “cibo” con la tecnica della griglia.
Leggendo dalle diapositive ed eventualmente aiutandovi con lo strumento Evidenziatore, spiegate alla classe le nozioni fondamentali della tecnica del disegno con lʼausilio della griglia. Ponete particolare cura nellʼillustrare come vanno individuati i punti di intersezione dei contorni della figura con la griglia (diapositiva 4).
Attività preliminari
Diapositive 6 - 9
Attività preliminari
Evidenziate, sempre seguendo la spiegazione riportata nelle diapositive, quali sono i risultati che è possibile ottenere avvalendosi della tecnica di disegno in considerazione.
1. Avviare il software in dotazione alla LIM. (es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire)
1. Avviare il software in dotazione alla LIM. 2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro. (es. Strumenti - Annotazione sul desktop)
(es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire) 3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra.
2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile10la sola Casella Diapositive - 19 Stampate la griglia disponibile dai Materiali per degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro. lʼalunno e consegnatene una copia ad 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva 5. Avviare il software LIM Raffaello.
6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “04 Arte e Immagine” - “Vai allʼattività”. (es. Strumenti - Annotazione sul desktop) 7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile.
ogni bambino, avvertendo che da questo momento si passerà alla fase operativa. Da questo momento il lavoro andrà condotto parallelamente alla LIM e sul cartaceo consegnato. Chiamate un bambino diverso alla LIM per ognuno dei compiti che verranno via via richiesti. Per consentire a tutti di partecipare allʼattività è anche possibile suddividere ulteriormente il lavoro, chiedendo al singolo alunno alla lavagna di eseguire solo una parte del compito (ad esempio: segnando solo alcuni dei punti di intersezione della figura con la griglia). Richiedete la massima cura nellʼesecuzione del lavoro, sia sul cartaceo, sia alla LIM. Nel caso in cui si commettano errori alla LIM, piuttosto che cancellare tutto con lo strumento Ripristina pagina, si potrà ricorrere allo strumento Gomma.
Piccoli Chef
3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo Diapositive 1 - 2 Dopo aver illustrato nel precedente segmento strumento dovrà sempre essere indiuso per passare da una diapositiva ad unʼaltra. attività lʼimportanza del cibo nelle opere pittoriche di tutte le epoche, spiegate ai bambini che ora toccherà a loro “fare arte” sul
soggetto alimentazione. 4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella E che sarà una valida occasione per apprendere una tecnica che consente di degli Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva riprodurre strumenti. un disegno-modello in modo molto preciso.
Guida per lʼinsegnante
5. Avviare il software LIM Raffaello. 1
2
6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “04 Arte e Immagine” - “Vai allʼattività”.
05 Educazione Motoria - La dura vita del cameriere 7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare
Esaminare e comprendere le regole di un gioco motorio come esempio di testo Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile. regolativo. Diapositiva 3
Piccoli Chef
Lʼattività consente anche di richiamare le caratteristiche del testo regolativo, già esaminato nei percorsi di Italiano. Anzitutto esaminate insieme alla classe lʼelenco dei materiali necessari.
Guida per lʼinsegnante
Contribuire nella progettazione e nella predisposizione di un gioco. 05 Educazione Motoria - La dura vita del cameriere
Partecipare ad un gioco motorio a squadre nel rispetto delle regole. Esaminare e comprendere le regole di un gioco motorio come esempio di testo regolativo. Contribuire nella progettazione e nella predisposizione di un gioco. Partecipare ad un gioco motorio a squadre nel rispetto delle regole.
Diapositive 1 - 2
Diapositive 4 - 6 Quindi leggete e commentate insieme alla classe le modalità di preparazione del gioco, le regole da osservare nel suo svolgimento e il suo scopo.
Dopo aver illustrato nel precedente segmento di Attività preliminari Attività preliminari attività lʼimportanza del cibo nelle opere pittoriche di tutte le epoche, spiegate ai bambini 1. Avviare il software in dotazione alla LIM. che oraInspire toccherà a loro “fare arte” Diapositive 7 - 8 sul (es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active - Active Inspire) soggetto alimentazione. 2. Selezionare la funzione di annotazione sul una desktop. Resterà visibileper la sola Casella E che sarà valida occasione degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro. (es. Strumenti - Annotazione sul desktop) apprendere una tecnica che consente di riprodurre un disegno-modello in modo molto preciso. 1. Avviare il software in dotazione alla LIM.
(es. Start - Tutti i programmi - Active Software - Active Inspire - Active Inspire)
2. Selezionare la funzione di annotazione sul desktop. Resterà visibile la sola Casella degli strumenti con i pulsanti per passare da uno strumento allʼaltro. (es. Strumenti - Annotazione sul desktop)
3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una freccetta analoga a quella del puntatore del mouse). Tenere presente che questo strumento dovrà sempre essere in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra.
4. Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva 5. Avviare il software LIM Raffaello.
6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “05 Educazione motoria” - “Vai allʼattività”. 7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare Opzioni puntatore - Opzioni freccia - Visibile.
Le “prove di abilità” illustrate nelle diapositive costituiscono solo degli esempi. Cercate di coinvolgere i bambini chiedendo loro di proporne altre. Fate una visita nella palestra della scuola per vedere quali attrezzi potrebbero essere impiegati come ostacoli nel vostro percorso. Una volta organizzato il percorso e definite tutte le prove di abilità, non vi resterà che giocare!
3. Se necessario, passare allo strumento Seleziona (in genere contrassegnato da una Diapositive 1-2 Dalla Diapositiva 1, cliccando sul pulsante Materiali per lʼinsegnante, A conclusione del percorso “Piccoli chef” potrete è possibile visualizzare utili Suggerimenti ampliare lʼattività. freccetta analoga abambini quella delgiocopuntatore del mouse). Tenere presente cheperquesto proporre ai un divertente motorio sempre in tema “alimentare”. Si tratta di organizzare una gimcanaessere che riproduce in uso per passare da una diapositiva ad unʼaltra. strumento dovrà sempre scherzosamente le traversie di un cameriere di ristorante. I bambini saranno coinvolti anche 1 nella pianificazione del gioco oltre che, nella fase esecutiva. 4.ovviamente, Chiudere eventuali finestre presenti sul desktop in modo che resti visibile la sola Casella degli strumenti. Trascinarla e ancorarla al lato destro della diapositiva 1
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5. Avviare il software LIM Raffaello.
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6. Selezionare il collegamento a “Piccoli chef” - “05 Educazione motoria” - “Vai allʼattività”. 7. Nel gruppo di pulsanti semitrasparenti visibile in basso a sinistra della diapositiva, fare clic con il pulsante destro sul terzo pulsante e selezionare
Guida per lʼinsegnante
Area dei Linguaggi - Introduzione Il filo conduttore di “Pianeta Terra!” è quello della visita di un alieno con cui, in qualche modo, i bambini sono entrati in contatto. Questa situazione offre il destro per una serie di innovative proposte di attività destinate a bambini di classe quarta della Scuola Primaria. Questo segmento, in particolare, è dedicato allʼambito dei «linguaggi» e si articola in percorsi che coinvolgono Italiano, Musica ed Educazione motoria. Alla base del progetto vi è lʼintima convinzione che la LIM effettivamente costituisca un valido ausilio per innovare ambienti e strategie di apprendimento, per attivare nuove dinamiche relazionali e motivazionali, per offrire ai bambini ulteriori e preziose occasioni di esperienza. Di qui il proposito di mettere a disposizione dellʼinsegnante degli strumenti che consentano un impiego quanto più possibile efficace e autenticamente proficuo della lavagna nella didattica di classe. In particolare, la necessità di stabilire una proficua comunicazione con lʼamico extraterrestre costituirà una preziosa occasione per affrontare alla LIM lʼintero programma relativo alla sintassi generalmente considerato in classe quarta. Lʼapproccio del primo percorso di Italiano è tale per cui ad ogni concetto proposto allʼattenzione dei bambini farà immediatamente seguito una fase operativa, in cui il concetto troverà applicazione pratica, con evidenti ricadute in termini di interiorizzazione e consolidamento degli apprendimenti. In coerenza, il secondo percorso di Italiano riprenderà complessivamente in considerazione le conoscenze acquisite, guidando anzitutto il bambino nella ricostruzione dellʼalgoritmo dellʼanalisi logica. Dopodiché lʼestesa attività esercitativa proposta potrà essere svolta in parallelo alla LIM e sul quaderno, in modo che tutti i bambini acquistino la necessaria sicurezza nellʼesecuzione. Il percorso dedicato alla Musica andrà introdotto evidenziando la valenza comunicativa del linguaggio musicale, unʼaltra preziosa risorsa a disposizione per comunicare con lʼalieno. Lʼattività alla LIM consentirà, in particolare, di prendere confidenza con strutture ritmiche che gli alunni saranno invitati ad ascoltare e a riprodurre, singolarmente o collettivamente. Lʼimpianto ludico-informativo prosegue con la conclusiva sessione dedicata al linguaggio corporeo e, quindi, allʼEducazione motoria. I bambini saranno coinvolti in un divertente gioco a squadre, da svolgersi allʼaperto e occasionato dalla necessità di rifornire di carburante lʼastronave dellʼalieno che, ormai giunto al termine della sua visita, si appresta a tornare sul suo pianeta. Tutte le attività sono concepite in modo da favorire la massima interazione con la LIM da parte del maggior numero possibile di bambini e comunque in modo da coinvolgere attivamente anche quelli al momento non impegnati in prima persona alla lavagna. Vengono inoltre messi a disposizione materiali e spunti per attività individuali da svolgersi a casa o a scuola e suggerimenti per approfondire o integrare i percorsi didattici.
1
Competenze attese all’esito delle attività
Pulsanti e icone nel multimedia
Italiano 1 - Un problema di favella Distinguere una frase da una non-frase. Ricostruire una frase a partire da una non-frase. Individuare l’informazione contenuta in un sintagma. Dividere una frase in sintagmi. Individuare frase minima e frase espansa. Individuare il soggetto e il soggetto sottinteso. Individuare il predicato. Distinguere predicato verbale e nominale. Formare il predicato nominale con i verbi copulativi. Riconoscere il verbo essere come predicato verbale. Ricondurre le espansioni al Gruppo del soggetto o al Gruppo del predicato. Individuare il complemento oggetto. Individuare i complementi indiretti. Ricostruire l’algoritmo dell’analisi logica.
Italiano 2 - Una lingua "fatta a pezzi"!
N.B.: Agire sui pulsanti con un singolo clic / singolo tocco alla LIM. In caso di doppio clic la risorsa potrebbe non essere visibile in quanto collocata in secondo piano. Per renderla visibile senza chiudere il programma procedere come segue: - fare clic con il pulsante destro del mouse in un punto qualsiasi dello schermo; - dal menù contestuale selezionare Schermo - Cambia programma; - cliccare dalla barra delle applicazioni sullʼicona del file da visualizzare.
Ricostruire e interiorizzare l’algoritmo dell’analisi logica. Eseguire l’analisi logica di semplici frasi (divisione in sintagmi, riconoscimento del soggetto, del soggetto sottinteso, del predicato verbale e nominale, del complemento oggetto e dei complementi indiretti).
Musica 1 - Se ci sei... batti un colpo! Ascoltare sequenze ritmiche in due, tre o quattro tempi. Riprodurre sequenze temporali marcando l’accento ritmico e rispettando le pause.
Storia 1 - Un pieno di simpatia! Organizzare un gioco motorio all’aperto, reperendo i materiali e disponendoli opportunamente.
Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
Pianeta Terra!
Eseguire un gioco di squadra all’aperto.
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Appunti per il docente ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... 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Appunti per il docente ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... 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Appunti per il docente ........................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... 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Il M.I.O. BOOK è Multimediale, Interattivo, Open È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).
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Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Francesca Bolognini Grafica e impaginazione: Alessia Polenti, Mauda Cantarini Copertina: Mauro Aquilanti Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello
Per esigenze didattiche i testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore. Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze. © 2017 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it Ristampa: 5 4 3 2 1 0
2022 2021 2020 2019 2018 2017
4-5 Classe 4
• Laboratorio del testo • Laboratorio di scrittura • Mappe
• Grammatica • Eserciziario • Laboratorio di ascolto • Prove modello Invalsi
• Antologia di letture • Linguaggi espressivi • Cittadinanza e Costituzione
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St orie in volo
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Classe 5
SE PER L’INSEGNANTE E LA CLAS • Guida al testo con guida alle competenze, programmazione, suggerimenti per il coding, schede operative, verifiche per livelli. • Guida Insegnare.lim 4a - Italiano • 5 cartelloni sulle tipologie testuali • 1 poster attivo di grammatica IN DOTAZIONE CON LA GUIDA: il M.I.O. BOOK docente con la guida al testo, i percorsi multidisciplinari per la LIM spiegati passo passo, esercizi interattivi di italiano, video, canzoni e tante schede in PDF il M.I.O. BOOK studente
A richiesta i volumi con i percorsi semplificati, di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audio scaricabile on-line
I volumi oltre alla versione digit ale M.I.O. BOOK, sono consultab ili on-line e archiviabili su USB
I DVD si possono installare senza connessione a Internet
CD audio in formato MP3 con la versione audio di tutto il libro letto da speaker professionisti
Codice per l’adozione Storie in volo - Pack 4 ISBN 978-88-472-2737-8
www.raffaellodigitale.it www.grupporaffaello.it
Prodotto omaggio
Guida per l’insegnante
Io imparo facile
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4•5
volo Guida alle competenze Verifiche a livelli Coding