Le avventure di Tom Sawyer
Nacque nel 1835 in una piccola cittadina del Missouri. I suoi romanzi più famosi gli diedero successo e ricchezza.
A corredo del testo, un apparato finale di approfondimento delle tematiche, un fascicolo di comprensione del testo, una proposta operativa di schede interattive sul sito www.raffaellodigitale.it
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Online: approfondimenti e schede didattiche www.raffaellodigitale.it Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n°633, art. 2 lett. d).
€ 9,00
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788847 225053
Le avventure di Tom Sawyer
Mark Twain
Le avventure di Tom Sawyer Un indimenticabile protagonista della letteratura per ragazzi
Un indimenticabile protagonista della letteratura per ragazzi
Tom, il protagonista di questo romanzo ambientato nell’America di , metà 800, è un ragazzino simpatico e vivace, che ne combina di tutti i colori a parenti e amici. Sogna di fare il pirata e di cercare tesori su isole misteriose, sogna di vivere avventure strabilianti e incredibili con i suoi amici più cari… e, grazie al suo carattere coraggioso e pieno di iniziative, alla fine quelle avventure le vive per davvero. Scoprirà così il valore dell’amicizia e l’importanza della lealtà; sentirà la nostalgia di casa quando sarà lontano e proverà anche un nuovo sentimento: l’amore dolce e tenero per una ragazzina sua coetanea. In Tom, ogni ragazzino di tutti i tempi si può riconoscere perché egli rappresenta nel migliore dei modi i lati positivi e negativi dell’infanzia. Per questo “Le avventure di Tom Sawyer” è un classico della letteratura per ragazzi che sempre appassionerà e divertirà lettori di ogni età.
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Mark Twain
Mark Twain
Un indicabile protagonista della letteratura per ragazzi
Completano la lettura: Approfondimenti finali ascicolo di comprensione F del testo Schede interattive su www.raffaellodigitale.it
Collana di narrativa per ragazzi
Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Team grafico: Claudio Ciarmatori Illustrazione di copertina: Elena Mellano Approfondimenti: Redazione Gruppo Editoriale Raffaello Schede didattiche: Maria Marchegiani IIIa Edizione 2016 Ristampa
7 6 5 4 3 2 1 0 2022 2021 2020 2019 2018 2017 2016 Tutti i diritti sono riservati © 2002
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Mark Twain
Le avventure di Tom Sawyer
Traduzione e adattamento di Emanuela Tarascio
NOTA REDAZIONALE
Il testo, pubblicato nel 1876, presenta la realtĂ sociale del tempo, caratterizzata da una forte discriminazione razziale fra bianchi e neri. Nella presente edizione alcune espressioni che possono sembrare rudi, discriminatorie e razziste non sono state sostituite proprio per evidenziare lo spirito del tempo e il carattere antirazzista del libro.
Capitolo
1
L’estate a St. Petersburg
T
– om! Nessuna risposta. – Tom! Nessuna risposta. – Dove si sarà cacciato quel ragazzo? Tom! La vecchia signora tirò giù gli occhiali e guardò la stanza al di sopra delle lenti, poi li tirò su e guardò al di sotto. Molto raramente guardava attraverso di essi per cercare una cosuccia come un ragazzo, perché quelli erano gli occhiali eleganti, ed erano stati fatti per avere stile, non per vederci. Avrebbe potuto vedere altrettanto bene attraverso i coperchi delle pentole. Sembrò perplessa per un momento e disse, non severamente, ma abbastanza forte perché anche i mobili potessero udire: – Se ti acchiappo, ti… Non finì la frase, perché già si era chinata a frugare sotto il letto con la scopa e doveva risparmiare il fiato. Non riuscì a stanare altro che il gatto. – Non ho mai visto un ragazzo del genere! Andò verso la porta aperta e si fermò a guardare fra le piante di pomodori e i ciuffi di stramonio che costituivano tutto il suo orto. Niente. Allora, con la testa un po’ inclinata, alzò la voce: – Tooom! Un leggero rumore alle sue spalle la fece voltare giusto 5
Capitolo 1
in tempo per acciuffare un ragazzino per l’orlo della giacca, bloccando la sua fuga. – Sei qui! Dovevo immaginare che stavi nell’armadio! Cosa ci facevi, lì dentro? – Niente. – Niente! Guardati le mani, e guardati la bocca. Cosa sono quelle macchie? – Non lo so, zia. – Ebbene, lo so io. È marmellata, ecco cos’è! Te l’ho detto quaranta volte che se non lasci perdere quella marmellata ti scortico vivo. Dammi quella bacchetta. La bacchetta stava a mezz’aria. La situazione era disperata. – Oh! Guarda dietro di te, zia! La vecchia signora si voltò di scatto e il monello volò via all’istante, arrampicandosi sullo steccato e sparendo dall’altra parte. Sua zia Polly, dopo un attimo di sorpresa, scoppiò in una risatina. – Accidenti a quel ragazzo, quando imparerò? Non mi ha giocato abbastanza scherzi come questo per sapere che devo starci attenta? Ma i vecchi scemi sono i più scemi che esistano. Come dice il proverbio, cane vecchio non impara scherzi nuovi. Ma, Santo Cielo, non me ne combina mai uno uguale all’altro, e come si fa a sapere cosa sta per succedere? Pare che sappia di preciso fino a che punto può tormentarmi prima che io perda le staffe, e sa che se riesce a farmi distrarre un minuto, o a farmi ridere, è finita e non riesco nemmeno più a dargli uno scapaccione. Non sto facendo il mio dovere con quel ragazzo, Dio lo sa, questa è la sacrosanta verità. Chi risparmia il bastone rovina il bambino. Sto preparando un futuro di peccati e sofferenze per tutti e due, lo so. È tremendo, ma, in fede mia, è il figlio della mia povera sorella defunta e 6
L’estate a St. Petersburg
non ho cuore di fargli del male. Ogni volta che lo perdono la coscienza mi rimorde, ma ogni volta che gliele suono mi si spezza il cuore. Già, ogni essere umano ha pochi giorni da vivere e molti guai, come dicono le Scritture, ed è proprio così. Oggi pomeriggio marinerà la scuola e sarò costretta a farlo lavorare domani per punizione. Sarà duro lavorare di sabato, quando tutti gli altri ragazzi sono in vacanza, ma lavorare è ciò che odia di più e io devo compiere il mio dovere o sarà la rovina per quel bambino. Tom marinò la scuola e si divertì molto. Tornò a casa appena in tempo per aiutare Jim, il ragazzino di colore, a segare la legna per il giorno dopo e a preparare la legna piccola per il fuoco prima di cena; in tempo comunque per raccontare a Jim le sue avventure, mentre il poverino faceva i tre quarti del lavoro. Il fratellino di Tom, o meglio il suo fratellastro Sid, aveva già terminato la propria parte di lavoro: raccogliere i trucioli. Era un ragazzo tranquillo, non avventuroso e cercaguai come Tom. Mentre Tom cenava, rubando zucchero ogni qualvolta gli si offriva la possibilità, zia Polly gli faceva domande piene d’astuzia, molto sottili: voleva farlo cadere in trappola e ottenere così rivelazioni compromettenti. Come molte anime semplici, aveva la vanità di credersi dotata di un talento particolare per risolvere le questioni più complicate e si compiaceva di considerare i suoi ingenui stratagemmi come capolavori di finissima astuzia. Cominciò col dire: – Tom, era molto caldo a scuola, vero? – Sì, zia. – Un caldo micidiale, vero? – Sì, zia. – Non hai sentito la voglia di farti una nuotata, Tom? 7
Capitolo 1
Tom fu attraversato da un fremito di paura ed ebbe un’ombra di sgradevole sospetto. Guardò in viso zia Polly, ma la sua espressione non gli disse nulla. Così rispose: – No… beh, non molto. La vecchia signora allungò la mano per toccare la camicia di Tom e domandò: – Ma ora non senti molto caldo? E si soffermò a riflettere che aveva scoperto che la camicia era asciutta senza che nessuno potesse capire il suo piano. Ciononostante, Tom aveva capito dove voleva andare a parare. Così tentò di prevenire la mossa successiva. – Ci siamo bagnati la testa con la pompa; la mia è ancora umida, vedi? Zia Polly fu seccata accorgendosi di avere trascurato quell’indizio che avrebbe potuto farle gioco. Ma ebbe una nuova ispirazione: – Tom, non hai dovuto staccare il colletto della camicia che avevo cucito, per bagnarti la testa, vero? Slacciati la giacca! Ogni preoccupazione svanì dal volto di Tom. Si aprì la giacca. Il colletto era perfettamente cucito. – Diamine! Ti è andata bene. Ero sicura che avessi marinato la scuola e fossi andato a nuotare. Ma ti perdono, Tom, riconosco che sei meglio di quel che sembri, stavolta. Era un po’ dispiaciuta del fatto che la sua intuizione avesse fallito, ma anche contenta perché Tom per una volta si era comportato bene. Ma Sidney notò: – Strano, zia, io pensavo che avessi cucito il colletto col filo bianco, invece è nero. – Ma io l’ho cucito col filo bianco! Toom! Tom però non se ne stette ad aspettare il seguito. Uscendo dalla porta disse: – Siddy, questa me la paghi! 8
L’estate a St. Petersburg
Una volta al sicuro, Tom esaminò due grossi aghi appuntati nel risvolto della giacca che avevano del filo: uno bianco e l’altro nero. Esclamò: – Non se ne sarebbe mai accorta se non fosse stato per Sid. Che confusione, a volte la zia cuce il colletto col filo bianco e a volte lo cuce col nero. Come vorrei che usasse sempre lo stesso filo! Ma stavolta Sid le prende, che mi prenda un colpo se non lo faccio. Nel giro di due minuti, o anche meno, aveva dimenticato tutti i guai. Non perché fossero meno dolorosi di quelli degli altri, ma perché un altro interesse si affacciò alla sua mente. Allo stesso modo le disgrazie umane vengono dimenticate nell’eccitazione di nuove imprese. Il nuovo interesse era un modo particolare di fischiare, molto apprezzato, che aveva appena imparato da un negro, e che non vedeva l’ora di praticare in santa pace. Consisteva in un particolare verso da uccello, una sorta di tenero gorgheggio, prodotto toccando la lingua sul palato a brevi intervalli nel mezzo della musica. Il lettore probabilmente ricorderà come si fa se è stato un ragazzo anche lui. Diligenza e concentrazione gli diedero presto la padronanza dell’arte e Tom scese per la strada sentendosi come un astronomo che avesse scoperto un nuovo pianeta. Le sere d’estate erano lunghe. Non era ancora buio. Ad un tratto Tom smise di fischiare. Davanti a lui c’era uno straniero: un ragazzo appena più grande di lui. Un nuovo arrivato, di qualsiasi età e sesso, costituiva un grande avvenimento nel piccolo e povero villaggio di St. Petersburg. Il ragazzo inoltre era ben vestito, troppo ben vestito per un giorno feriale. Questo era semplicemente il colmo! Il suo berretto era raffinato, la sua giacca di panno blu, abbottona9
Capitolo 1
ta fino al collo, era nuova fiammante e inappuntabile, così come i pantaloni. Aveva persino le scarpe, ed era solo venerdì. Portava anche una cravatta: un bel nastro a colori vivaci. Aveva un’aria cittadina che punse Tom sul vivo. Più Tom guardava quella meraviglia, più storceva il naso a tanta eleganza, e più il proprio abbigliamento gli appariva misero. Nessuno dei due disse una parola. Se uno si muoveva, si muoveva anche l’altro, ma solo di lato, in cerchio. Rimasero tutto il tempo faccia a faccia, occhi negli occhi. Alla fine Tom disse: – Te le suono! – Voglio proprio vedere se ci provi. – Ne sono capace, sai? – Non ci credo. – È vero. – Non è vero. – È vero. – Non è vero. – Sì. – No. Una pausa imbarazzata. Poi Tom disse: – Come ti chiami? – Non sono affari tuoi. – Beh, vedrai che ora lo diventano. – Provaci! – Se dici un’altra parola guai a te! – Gnè gnè gnè! Avanti, dai! – Oh, tu credi di essere tanto intelligente, non è vero? Potrei suonartele anche con una mano legata dietro la schiena, se volessi. – E allora perché non lo fai? Lo dici, ma non lo fai. 10