Piero Petrosillo
Tu sei la mia
Tu sei la mia Vita Più
ù i P Vita
Piero Petrosillo
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1
Corso di religione cattolica
LIBRO MISTO
M.I.O.BOOK
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ES
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Piero Petrosillo
1 Corso di religione cattolica
Nulla osta Conferenza Episcopale Italiana Roma, 9 dicembre 2014, Prot. 717/2014 ✠ Angelo Card. Bagnasco, Presidente Imprimatur Senigallia, 17 dicembre 2014, Prot. 117/14/V ✠ Mons. Giuseppe Orlandoni, Vescovo di Senigallia
Redazione: Raffaella Santoni Consulenza didattica: Anna Paola Cardinali Cingolani, Patrizia Ferretti, Maria Angela Mazzantini Le pagine L’unità in breve e Prima sosta di verifica sono a cura di Maria Angela Mazzantini Progetto grafico e Impaginazione: Mauro Aquilanti, Giorgio Lucarini Copertina: Simona Albonetti, Giorgio Lucarini Referenze fotografiche: Corbis, Fotolia, Scala, 123RF, Thinkstock, Raffaello Libri Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Ufficio multimediale: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Paolo Giuliani, Luca Pirani Le parti ad alta leggibilità di quest’opera sono state realizzate con la font leggimi © Sinnos editrice Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello
Il Gruppo Editoriale Raffaello mette a disposizione i propri libri di testo in formato digitale per gli studenti ipovedenti, non vedenti o con disturbi specifici di apprendimento. L’attenzione e la cura necessarie per la realizzazione di un libro spesso non sono sufficienti a evitare completamente la presenza di sviste o di piccole imprecisioni. Invitiamo pertanto il lettore a segnalare le eventuali inesattezze riscontrate. Ci saranno utili per le future ristampe.
Tutti i diritti sono riservati. © 2018 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloscuola.it www.grupporaffaello.it info@grupporaffaello.it
È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, comprese stampa, fotocopie e memorizzazione elettronica se non espressamente autorizzate dall’Editore. Nel rispetto delle normative vigenti, le immagini che rappresentano marchi o prodotti commerciali hanno esclusivamente valenza didattica. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.
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Com’è fatto il libro
Com’è fatto il libro Tu sei la mia Vita Più è il nuovo corso per l’insegnamento della religione cattolica in linea con gli ultimi Traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli Obiettivi di apprendimento al termine della scuola secondaria di primo grado. In riferimento alle disposizioni del MIUR, il corso è integrato da una parte multimediale. Tu sei la mia Vita Più si configura come un’opera accurata e completa; la veste grafica e il ricco apparato iconografico rendono agevole la memorizzazione dei contenuti.
Le unità Ogni unità si apre con una fotografia significativa dei temi che lo studente andrà ad affrontare. Didattica inclusiva: ogni unità presenta in questo riquadro l’elenco di tutte le risorse specifiche per i BES.
Vengono elencati i Traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli Obiettivi di apprendimento da raggiungere al termine di ogni unità.
Risorse digitali: qui si trova l’elenco di tutte le risorse digitali disponibili sul M.I.O. BOOK per questa unità.
Le lezioni Le unità sono organizzate in lezioni e paragrafi. Le lezioni si espandono su pagine a fronte e sono organizzate per essere svolte nell’ora di insegnamento. Il Glossario favorisce la comprensione dei termini specifici della materia.
Nel box Un passo in più sono presenti approfondimenti di un tema affrontato nella lezione.
Ogni lezione è accompagnata da documenti che stimolano la riflessione.
Nel box Attività le domande e gli esercizi proposti hanno lo scopo di facilitare la comprensione dei contenuti.
Nel box In breve sono sintetizzati i concetti principali della lezione, anche segnalati nel testo con il colore giallo.
III
Com’è fatto il libro
Gli approfondimenti In vista di una interdisciplinarità didattica e formativa, tutte le unità sono corredate da una serie di rubriche che permettono di affrontare tematiche e approfondimenti in chiave interdisciplinare, interculturale e interreligiosa.
IV
Un passo in più
A regola d’arte
Contiene un approfondimento di uno dei temi già affrontati nell’unità, per suscitare interesse e stimolare la curiosità degli alunni.
In queste pagine l’arte viene utilizzata nella sua pluralità di espressione, dalla pittura alla scultura, dall’architettura alla musica… perché considerata un canale privilegiato attraverso il quale conoscere e riflettere sulla religione.
Punto d’incontro
Dossier papa Francesco
Il dialogo interreligioso è al centro di queste pagine dedicate al confronto con l’altro. Vengono approfondite analogie e differenze tra il cristianesimo e le altre religioni, mantenendo una particolare attenzione sulla specificità dell’essere cristiani.
Al termine di ogni volume sono presenti delle pagine di approfondimento su papa Francesco. Ogni dossier, che analizza una tematica in particolare, riporta anche aneddoti e curiosità che permettono di conoscere meglio la figura del Santo Padre.
Com’è fatto il libro
Verifica delle conoscenze e delle competenze Al termine di ogni unità gli alunni possono accertare quanto appreso attraverso la verifica delle conoscenze e delle competenze.
La Verifica delle conoscenze è caratterizzata da numerose e variegate tipologie di esercizi.
La Verifica delle competenze risponde a una didattica che ha l’obiettivo di collegare il sapere alla vita. Nei compiti autentici in situazione l’alunno mette in gioco tutto se stesso.
La mappa permette una verifica e una ricostruzione schematica dei contenuti affrontati.
V
Com’è fatto il libro
Didattica inclusiva DIDATTICA INCLUSIVA
BES
Tu sei la mia Vita Più presenta strumenti cartacei e digitali pensati appositamente per rispondere alle esigenze degli alunni con bisogni educativi speciali, garantendo così un insegnamento individualizzato e una didattica inclusiva rivolti a tutti gli studenti. Nell'indice del volume e in apertura di ogni unità sono elencate tutte le risorse per i BES.
Pagine speciali Ogni unità presenta pagine speciali con carattere ad alta leggibilità e strumenti per una didattica inclusiva. L'unità in breve: propone i contenuti delle lezioni in forma sintetica e semplificata.
Prima sosta di verifica: offre esercitazioni semplificate che comprendono tre domande a scelta multipla e un’attività che si avvale spesso del linguaggio iconico.
Esercizi interattivi: le attività possono essere svolte anche sul M.I.O. BOOK in modalità autocorrettiva.
Audio facile: audiolettura lenta e scandita, specifica per DSA.
Risorse aggiuntive: mappa concettuale degli elementi chiave dell’unità, collegati tra loro da semplici nessi semantici e accompagnati da immagini che ne rendono immediata la comprensione.
VI
Com’è fatto il libro
Audiolettura integrale Nel M.I.O. BOOK è disponibile la versione audio integrale di tutte le unità.
Audio facile: audiolettura lenta e scandita, specifica per DSA, dei concetti principali della lezione.
Un libro accessibile a tutti La visualizzazione del libro è adattabile a ogni esigenza, grazie al formato ePub. È inoltre presente un nuovo strumento di traduzione automatica.
Traduzione automatica: è possibile selezionare parole e porzioni di testo e tradurle in altre lingue.
Alta leggibilità: possibilità di modificare il colore, lo sfondo, la dimensione e il tipo di carattere del testo. Si può scegliere anche la font leggimi, appositamente studiata per i DSA.
VII
Com’è fatto il libro
Le risorse digitali M.I.O. BOOK
Tu sei la mia Vita Più si sviluppa sul M.I.O. BOOK: la versione multimediale, interattiva e aperta dell'opera. Sono presenti inoltre numerosi contenuti digitali integrativi. Nell'indice del volume e in apertura di ogni unità sono elencate tutte le risorse digitali.
Un libro accessibile a tutti: la visualizzazione del libro è adattabile a ogni esigenza, grazie al formato ePub. È inoltre presente un nuovo strumento di traduzione automatica.
Audiolettura integrale di tutte le lezioni.
Audio facile: audiolettura lenta e scandita, specifica per DSA, dei concetti principali della lezione.
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Traduzione automatica: è possibile selezionare parole e porzioni di testo e tradurle in altre lingue.
Alta leggibilità: possibilità di modificare il colore, lo sfondo, la dimensione e il tipo di carattere del testo. Si può scegliere anche la font leggimi, appositamente studiata per i DSA.
Com’è fatto il libro
Esercizi interattivi: le attività possono essere svolte anche sul M.I.O. BOOK in modalità autocorrettiva.
Risorse aggiuntive: mappa concettuale degli elementi chiave dell’unità, collegati tra loro da semplici nessi semantici e accompagnati da immagini che ne rendono immediata la comprensione.
Contenuti digitali integrativi Learning object: cartine con numerose fotografie, accompagnate da audio e da semplici animazioni.
Galleria immagini: raccolta di immagini per approfondire gli argomenti trattati nel testo.
Diventare grandi leggendo insieme!: in ogni unità viene proposto un brano tratto da un romanzo, ricco di temi etici ed esistenziali, che accompagnerà la classe per tutto l'anno scolastico.
Risorse aggiuntive: letture, approfondimenti e curiosità legati alle tematiche delle lezioni. Video: filmati di approfondimento per stimolare la conversazione su argomenti trattati nelle lezioni.
IX
Com’è fatto il libro
Il M.I.O. BOOK è Multimediale Interattivo Open Il M.I.O. BOOK è l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali). DIDATTICA INCLUSIVA
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiata per i DSA) trasformandolo in MAIUSCOLO. Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.
BES
Che cos’è la Bibbia? dal greco ta biblía, Il termine Bibbia deriva hasefarim, che l’equivalente dell’ebraico infatti una vera significa «libri», essa è posta in tempi e propria bibl ioteca, com a di scrittori e luoghi diversi, per oper essive tradizioni e diversi, attraverso succ considerata sacra redazioni. La Bibbia è cristiani perché sia dagl i ebrei che dai re di Dio e degl i in essa si parla dell’amo ifestato e si è eventi in cui Dio si è man ini (Rivelazione), fatto conoscere agli uom lleanza, un patto, stabilendo con loro un’a d’amore e d’amicizia. un legame vincolante e chiamata Parola di Per questo essa è anch Dio o Sacra Scrittura.
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
DIDATTICA INCLUSIVA
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BES
Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite per studenti con BES.
È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi.
Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
DIDATTICA INCLUSIVA
BES È «aperto» perché personalizzabile e integrabile con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • la possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe.
È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).
Indice Risorse digitali Alta leggibilità
Audio facile
Audio
Contenuti interattivi
Risorse aggiuntive
Galleria immagini
Video
M.I.O. BOOK
Learning object
Contenuti digitali integrativi
UNITÀ
1
Il senso della vita ................................................................................... 2 Le domande dell’uomo .................................................................................................. 4
LEZIONE 1
Un animo inquieto ............................................................................................................................... Le domande fondamentali ........................................................................................................
4 4
In Breve ................................................................................................................................................................... 5 Un passo in più - Il mistero dell’universo ..................................................... 6 Le prime risposte ................................................................................................................... 8
LEZIONE 2
La natura e il segreto della vita ........................................................................................... 8 Il culto dei morti ....................................................................................................................................... 9 I luoghi di culto ...................................................................................................................................... 10 La pittura rupestre ............................................................................................................. 10 I mediatori ..................................................................................................................................................... 11
In Breve ............................................................................................................................................................... 11 Le religioni tribali ............................................................................................................. 12 LEZIONE 3
Le culture tribali .................................................................................................................................... 12
In Breve ............................................................................................................................................................... 13
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
A regola d’arte - La nascita della musica ................................................................. 14 Punto d’incontro - I miti della creazione ................................................................... 16 L’unità in breve ........................................................................................................................................... 18 Prima sosta di verifica ........................................................................................................................ 19 Verifica delle conoscenze .................................................................................................................. 20 Verifica delle competenze ................................................................................................................ 23
UNITÀ
2
Le religioni antiche ........................................................................ 24 La Mesopotamia ................................................................................................................. 26
LEZIONE 4
LEZIONE 5
La città-stato ............................................................................................................................................. Gli dei e l’aldilà ......................................................................................................................................
26 27
In Breve ............................................................................................................................................................... 27 Un passo in più - Il mito di Gilgamesh ......................................................... 28 L’antico Egitto .......................................................................................................................... 30
Le divinità ...................................................................................................................................................... 30
XI
Indice Contenuti digitali integrativi
M.I.O. BOOK
Il faraone ........................................................................................................................................................ 31 La morte e l’aldilà ............................................................................................................................... 32 La mummificazione e i riti per accedere all’aldilà ................................... 33
In Breve ............................................................................................................................................................... 33 La Grecia antica .................................................................................................................... 34
LEZIONE 6
La polis: comunità politica e religiosa ..................................................................... 34 L’Olimpo: il monte degli dei ................................................................................................. 35 La religione familiare ..................................................................................................................... 36 La morte e l’oltretomba ............................................................................................................. 37
In Breve ............................................................................................................................................................... 37 Un passo in più - Prometeo ruba il fuoco di Zeus ......................... 38 L’Etruria ........................................................................................................................................... 40 LEZIONE 7
Gli Etruschi: un popolo religioso ..................................................................................... 40 L’arte della divinazione ............................................................................................................... 41 Il culto della morte ............................................................................................................................ 41 Una forte sensibilità religiosa ............................................................................. 41
In Breve ............................................................................................................................................................... 41 L’antica Roma ........................................................................................................................... 42
LEZIONE 8
Gli dei della mitologia romana ......................................................................................... 42 La religiosità dei Romani ........................................................................................................... 43 Le feste religiose ................................................................................................................................... 44 La divinazione .......................................................................................................................................... 44 La morte e l’oltretomba ............................................................................................................. 45
In Breve ............................................................................................................................................................... 45 A regola d’arte - La rappresentazione degli dei nell’antica Grecia ................................................................................................................... 46
Punto d’incontro - Dal mondo pagano a quello cristiano:
feste e tradizioni................................................................................. 48 DIDATTICA INCLUSIVA
BES
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
L’unità in breve ........................................................................................................................................... 50 Prima sosta di verifica ........................................................................................................................ 51 Verifica delle conoscenze .................................................................................................................. 52 Verifica delle competenze ................................................................................................................ 55
UNITÀ
3
Dio entra nella storia dell’uomo ............................... 56 La religione intorno a noi ..................................................................................... 58
LEZIONE 9
XII
I segni della religione ................................................................................................................... Le religioni abramitiche .............................................................................................................
58 59
Indice Contenuti digitali integrativi
M.I.O. BOOK
In Breve ............................................................................................................................................................... 59 La Rivelazione ........................................................................................................................ 60 LEZIONE 10
La relazione di Dio con l’uomo ......................................................................................... 60
In Breve ............................................................................................................................................................... 61 La Sacra Scrittura .............................................................................................................. 62
LEZIONE 11
Che cos’è la Bibbia? .......................................................................................................................... 62 Gli autori ......................................................................................................................................................... 63 L’Antico Testamento ........................................................................................................................ 64 Il Nuovo Testamento ....................................................................................................................... 65 I libri apocrifi ............................................................................................................................. 65 Il canone .......................................................................................................................................................... 66
In Breve ............................................................................................................................................................... 67 Un passo in più - Le traduzioni della Bibbia ......................................... 68 A regola d’arte - L’ebraismo e la musica ................................................................... 70 Punto d’incontro - Non solo Bibbia: i testi sacri dell’islam e dell’induismo .................... 72 DIDATTICA INCLUSIVA
BES
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
L’unità in breve ........................................................................................................................................... 74 Prima sosta di verifica ........................................................................................................................ 75 Verifica delle conoscenze .................................................................................................................. 76 Verifica delle competenze ................................................................................................................ 79
UNITÀ
4
La storia della salvezza ............................................................. 80 L’Alleanza ..................................................................................................................................... 82
LEZIONE 12
Una storia d’amore .......................................................................................................................... 82 L’alleanza con Abramo ................................................................................................................ 82 Israele ................................................................................................................................................................... 84 Giuseppe in Egitto .............................................................................................................................. 84 L’alleanza con Mosè ......................................................................................................................... 85
In Breve ............................................................................................................................................................... 85 Dalla schiavitù alla libertà .................................................................................. 86
LEZIONE 13
L’Esodo ............................................................................................................................................................... 86 La legge ............................................................................................................................................................ 86 La Pasqua ebraica ................................................................................................................................ 88 La cena pasquale ebraica .......................................................................................... 88
In Breve ............................................................................................................................................................... 89 Un passo in più - Riti, usanze e festività ebraiche ........................ 90
XIII
Indice Contenuti digitali integrativi
M.I.O. BOOK
La Terra Promessa ............................................................................................................ 92 LEZIONE 14
I giudici .............................................................................................................................................................. 92 I re ............................................................................................................................................................................ 92 Il Tempio di Salomone .................................................................................................................. 94
In Breve ............................................................................................................................................................... 95 L’annuncio del Messia .................................................................................................. 96 LEZIONE 15
Il tempo dei profeti .......................................................................................................................... 96 Di nuovo in patria ............................................................................................................................... 97 La diaspora .................................................................................................................................................... 98 La sinagoga ................................................................................................................................................. 99
In Breve ............................................................................................................................................................... 99
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
A regola d’arte - L’arte nell’ebraismo ....................................................................... 100 Punto d’incontro - La figura di Gesù nell’ebraismo ................................ 102 L’unità in breve ....................................................................................................................................... 104 Prima sosta di verifica .................................................................................................................... 105 Verifica delle conoscenze .............................................................................................................. 106 Verifica delle competenze ............................................................................................................ 109
UNITÀ
5
L’annuncio di Gesù ......................................................................... 110 Gesù al centro della storia ................................................................................. 112
LEZIONE 16
Il compimento dell’attesa .................................................................................................... 112 Gesù di Nazareth ............................................................................................................................. 112
In Breve ........................................................................................................................................................... 113 Un passo in più - La Palestina ai tempi di Gesù ............................ 114 Le fonti su Gesù ................................................................................................................ 116
LEZIONE 17
Gesù è la buona notizia .......................................................................................................... 116 I Vangeli ....................................................................................................................................................... 117 Gli evangelisti ....................................................................................................................................... 118 Gli altri scritti del Nuovo Testamento ................................................................... 119 I Vangeli apocrifi .............................................................................................................................. 120 Le fonti non cristiane ............................................................................................................... 120
In Breve ........................................................................................................................................................... 121 La predicazione di Gesù ........................................................................................ 122 LEZIONE 18
XIV
Gesù inizia la sua missione .................................................................................................. 122 Gesù parla con autorità .......................................................................................................... 122 Gesù parla per parabole ........................................................................................................ 124 Le parabole del Regno .............................................................................................................. 124
Indice
M.I.O. BOOK
Contenuti digitali integrativi
Elenco delle parabole evangeliche .......................................................... 124 Le altre parabole .............................................................................................................................. 126 La via dell’amore .............................................................................................................................. 128 Gesù insegna a pregare .......................................................................................................... 129
In Breve ........................................................................................................................................................... 129 Le azioni di Gesù ............................................................................................................. 130 LEZIONE 19
Gesù compie miracoli ................................................................................................................. 130 Gesù e gli apostoli .......................................................................................................................... 132 Gesù e i discepoli ............................................................................................................................. 132
In Breve ........................................................................................................................................................... 133 La Pasqua ................................................................................................................................... 134
LEZIONE 20
Gesù annuncia la sua passione e la sua morte ......................................... 134 L’Ultima cena .......................................................................................................................................... 135 Gesù al Getsèmani ........................................................................................................................... 136 Il processo religioso ...................................................................................................................... 137 Il processo politico .......................................................................................................................... 138 La crocifissione ..................................................................................................................................... 138 La morte ....................................................................................................................................................... 139 La sepoltura ............................................................................................................................................. 139 La risurrezione ..................................................................................................................................... 140
In Breve ........................................................................................................................................................... 141
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
A regola d’arte - La crocifissione nell’arte .......................................................... 142 Punto d’incontro - La preghiera ........................................................................................ 144 L’unità in breve ....................................................................................................................................... 146 Prima sosta di verifica .................................................................................................................... 147 Verifica delle conoscenze .............................................................................................................. 148 Verifica delle competenze ............................................................................................................ 151 Dossier - Papa Francesco .......................................................................................................... 152 L’elezione ................................................................................................................................................... 153 Cenni biografici ................................................................................................................................. 153 Il motto dello stemma episcopale ............................................................................. 154 Il desiderio di una Chiesa povera e per i poveri ..................................... 155 I viaggi importanti ......................................................................................................................... 156 Papa Francesco e i giovani .................................................................................................. 158 Lumen Fidei ............................................................................................................................................. 159 Evangelii Gaudium ........................................................................................................................ 159
Glossario ......................................................................................................................................................... 160
XV
UNITÀ
1
A A
Il senso della vita
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
L’unità in breve: sintesi ad alta leggibilità dei concetti chiave con audiolettura facilitata Prima sosta di verifica: esercizi semplificati e interattivi con audiolettura facilitata Alta leggibilità
Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza
Audio facile
Tutte le sintesi delle lezioni L’unità in breve Prima sosta di verifica
Audio
Audiolettura di tutta l’unità
Risorse aggiuntive
Mappa concettuale ad alta leggibilità
Nel Volume per studenti con BES lezioni semplificate ad alta leggibilità e con audiolettura facilitata
RISORSE DIGITALI
M.I.O. BOOK Alta leggibilità
Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza
Audio facile
Tutte le sintesi delle lezioni L’unità in breve Prima sosta di verifica
Audio
Audiolettura di tutta l’unità
Risorse aggiuntive
La pittura rupestre Mappa concettuale ad alta leggibilità
Contenuti interattivi
Prima sosta di verifica Verifica delle conoscenze
Contenuti digitali integrativi
2
Risorse aggiuntive
Diventare grandi leggendo insieme! Dolmen e menhir
Video
Il complesso megalitico di Stonehenge
Learning object
I primi luoghi di culto del Neolitico
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
Obiettivi di apprendimento
L’ alunno è aperto alla sincera ricerca della verità e sa interrogarsi sul trascendente e porsi domande di senso, cogliendo l’intreccio tra dimensione religiosa e culturale […].
Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue esperienze tracce di una ricerca religiosa.
Riconosce i linguaggi espressivi della fede […], ne individua le tracce presenti in ambito locale, italiano, europeo e nel mondo imparando ad apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e spirituale.
Individuare gli elementi specifici della preghiera […].
Comprendere il significato principale dei simboli religiosi […].
Focalizzare le strutture e i significati dei luoghi sacri dall’antichità ai nostri giorni.
3
Unità 1
Le domande dell’uomo
LEZIONE
1
Un animo inquieto Il desiderio di conoscenza e la curiosità accomunano tutti gli uomini. Da bambini siamo affascinati dal nuovo, da tutto quello che entra per la prima volta nel nostro orizzonte e non smettiamo di far domande ai nostri genitori o a chi ci sta intorno. Da adolescenti andiamo alla ricerca di risposte più personali e convincenti, e il nostro raggio di osservazione si allarga al mondo intero, cominciamo a scandagliare i nostri sentimenti e a farci domande sulla vita. In età adulta affrontiamo tutti gli aspetti della vita: l’esperienza, l’amore, il successo, le sconfitte, le malattie, la paura della morte ecc. Ognuno di noi, in ogni sua stagione, si interroga sul senso della vita e della morte. Nell’ora di religione imparerai a Preistoria: lungo conoscere le motivazioni più properiodo che va dalla fonde di questo bisogno e quali comparsa dei primi risposte danno le varie religioni rappresentanti del e in particolar modo la religione genere umano (circa cattolica. Capirai che il bisogno o 2,5 milioni di anni fa) il senso religioso non nasce in uno fino all’invenzione stadio avanzato di cultura o di cidella scrittura. Di viltà, ma da sempre è dentro l’uoquesto periodo rimo, anche dentro di te. mangono numerose
Glossario
tracce: ossa, sepolture, graffiti e oggetti, quasi esclusivamente di pietra. Per questo motivo si chiama «età della pietra» e si divide in Paleolitico (tempo antico) e Neolitico (tempo nuovo).
4
Le domande fondamentali Le domande sul senso della vita hanno accomunato gli uomini di ogni civiltà e di ogni tempo. Dalla preistoria, attraverso le epoche e le innumerevoli scoperte, fino agli odierni orizzonti aperti dalle scienze fisico-matematiche e dalla medicina, l’uomo da sempre è rimasto incantato dalla bellezza dell’universo e dalla complessità delle sue leggi. Di fronte a tanti misteri egli non può non chiedersi: Perché? Qual è il significato di tutto ciò?
Un passo in più I bisogni spirituali Imparare è spesso faticoso, ma fonte di grande soddisfazione: si capisce un po’ meglio il mondo che ci circonda, si è più protagonisti della propria vita, si è più consapevoli. Imparerai che l’uomo agisce per soddisfare i propri bisogni materiali (mangiare, coprirsi, combattere le malattie, migliorare la qualità della vita) ma anche bisogni di altra natura: morale, ideale, intellettuale. Per questo, oltre a produrre beni e ricchezze, l’uomo cerca anche di alimentare lo spirito, coltivando ogni forma di arte, dedicandosi alla filosofia, alle scienze umane e sociali o dando spazio alla propria creatività. Ma l’uomo avverte un bisogno ancora più profondo e dedica una parte del proprio tempo a curare un rapporto del tutto particolare con quello che ritiene sia l’Essere superiore, Dio.
Le domande dell’uomo Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Che senso ha la mia vita? Perché tanta fatica per vivere? Perché il dolore, la malattia, la morte? Che cosa c’è dopo la morte? Queste domande sono proprie dell’uomo. Nessun altro essere vivente è in grado di interrogarsi sul «mistero» della vita, di stupirsi di fronte alla complessità della natura che lo circonda. L’uomo ha davanti a sé due possibilità: ricercare il senso della vita in se stesso, affidandosi solo a valori umani e alla realtà più concreta (felicità materiale, progresso scientifico) o rivolgendosi anche, al di là di sé, a una realtà che trascende l’individuo (lo supera, va oltre), il mondo, la storia, per arrivare a Dio.
LEZIONE 1
Una freccia
L
a vita di un uomo
è il volo di una freccia dal buio alla luce e dalla luce di nuovo all’oscurità; forse verso la gioia forse verso il dolore! Deve esserci qualcosa sopra o sotto di noi da qualche parte nascosto. Un arco potente una mano instancabile un occhio insonne che vede le frecce volare e volare; qualcuno che sa perché viviamo e moriamo. R. H. Stoddard
Attività Rispondi alle domande. A che cosa paragona Stoddard la vita dell’uomo?...................................................................................................... ...................................................................................................................................... . Con quali similitudini Stoddard descrive Dio? ........................................................................................................................................ ...................................................................................................................................... .
Ti sei mai posto, come il poeta, domande sul senso della vita? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ..................................................................................................................................... .
IN BREVE: Ogni uomo, nell’arco della sua esistenza, si interroga sul senso della vita: chi sono? (il senso dell’esistenza), da dove vengo? (le origini del mondo e della vita), dove vado? (il problema della morte e dell’aldilà).
uesta necessità di comprendere il Q significato della vita viene chiamata bisogno o senso religioso.
’uomo può soddisfare questo bisoL gno affidandosi al progresso scientifico oppure può ricercare le risposte in una realtà che supera il mondo e la storia per arrivare a Dio.
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Un passo in più
Unità 1
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Il senso della vita
Il mistero dell’universo Di fronte alla bellezza della vita e della natura capita di rimanere stupiti e meravigliati: è come se la vita e l’universo parlassero di una realtà più grande di quella che si vede e si può toccare. Questa esperienza di stupore e meraviglia fa sì che l’uomo si domandi: «Perché c’è qualcosa piuttosto che il nulla?», «Che cos’è che mi attrae e mi spinge
oltre me stesso e l’apparenza delle cose?», «Chi ha voluto la vita e creato la bellezza e l’armonia del cosmo?», «Qual è il significato della vita?». Vedendo la natura ci viene da dire: tanta bellezza è come un dono da parte di qualcuno che ama! I cristiani affermano che proprio la natura è il primo segno di colui che si è rivelato, ha manifestato
il suo volto, si è fatto conoscere: è Dio. Attraverso le parole del grande matematico Albert Einstein e quelle dell’astronauta James Irwin in un’intervista del 1971, possiamo sentire quanto la bellezza della natura indichi il mistero della vita.
Le domande dell’uomo
Il seme della conoscenza «La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero. Qui sta il seme di ogni arte, di ogni vera scienza. L’uomo, per il quale non è più familiare il sentimento del mistero, che ha perso la facoltà di meravigliarsi e di umiliarsi davanti alla creazione è come un uomo morto. Il mio lavoro è quello di scoprire come Dio ha disegnato il mondo naturale. Nessuno si può sottrarre a un sentimento di riverente commozione contemplando i misteri dell’Eternità e della stupenda struttura della Realtà. È certo che alla base di ogni lavoro scientifico un po’ delicato si trova la convinzione analoga al sentimento religioso che il mondo è fondato sulla Ragione e può essere compreso. Questa convinzione, legata al sentimento profondo dell’esistenza di una mente superiore che si manifesta nel mondo dell’esperienza, costituisce per me l’idea di Dio.» da A. Einstein, Come io vedo il mondo, Edizioni Giachini
L’astronauta James Irwin sulla Luna nel 1969.
LEZIONE 1
Dalla Luna «Quando scesi la scaletta del modulo lunare dell’Apollo 15, rimasi quasi letteralmente senza fiato nel vedere gli Appennini. Apparivano così vicini, così alti! Sulla Luna, infatti, le distanze possono trarre in inganno, dato che la linea dell’orizzonte è molto più vicina di quanto non sia sulla Terra. La Luna aveva un aspetto amichevole che mi stupì. Ma come? Pensai: “Eccoci qui. Dave Scott e io soli in un ambiente completamente sconosciuto”. Sembrerebbe naturale che ci sentissimo almeno un po’ sperduti, almeno un po’ fuori posto. E invece no. Ci sentivamo perfettamente a nostro agio. Dopo un anno di addestramento, sulla Luna ci sentivamo a casa nostra. C’erano momenti, però, nei quali cercavo di riflettere su quello che ci stava succedendo. Tutte le sere, quando ci mettevamo a dormire, non potevo fare a meno di restare sveglio per alcuni minuti e di riflettere sulla bellezza di quello che avevo visto tentando di scolpire nella mia memoria un’impressione duratura della maestà di quelle montagne. In quei momenti io e Dave restavamo in silenzio. Nella mente mi riecheggiavano spontanee le parole dei versetti biblici che preferisco, quelli del Salmo 120, che dice: “Solleverò i miei occhi verso le alture dalle quali viene il mio aiuto. Il mio aiuto viene dal Signore”. Devo dire in assoluta sincerità che nella missione Apollo 15 e in questa era spaziale dominata dalla scienza non ho trovato nulla capace di scalfire la mia fede in Dio. Al contrario, mentre mi trovavo sulla Luna, di continuo provavo la sensazione che qualcuno era con me e mi custodiva proteggendomi.» da J. Irwin, intervista rilasciata al Corriere della sera, agosto 1971
Attività Rispondi alle domande. Q ual è secondo Einstein l’emozione più bella che l’uomo può provare? Quale idea di Dio ha Albert Einstein? Q ual è la prima impressione di Irwin quando mette piede sulla Luna?
Questa esperienza ha avvicinato o allontanato l’astronauta da Dio? Ricordi un momento della tua vita in cui sei rimasto colpito dalla bellezza della natura?
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Unità 1
LEZIONE
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Le prime risposte La natura e il segreto della vita
Un passo in più L’Homo Sapiens
L’uomo primitivo viveva immerso nella natura. La natura era allo stesso tempo una forza positiva, che forniva, con il sole, la pioggia e la terra, il necessario per vivere, ma in molte occasioni era anche il peggior nemico dell’uomo. La sua forza devastante spesso lo annientava e così egli doveva dar fondo a tutte le sue energie per contrastarla e non soccombere. Era qualcosa di superiore e quindi poteva contenere le risposte ai suoi perché sul senso della vita. La ricerca di un dialogo con le forze della natura divinizzate dall’uomo avvenne tramite gesti dal significato religioso, che poi diventarono dei veri riti, come ad esempio le prove di iniziazione a cui venivano sottoposti i ragazzi prima di essere considerati adulti e far parte, a pieno titolo, del clan, o i riti propiziatori prima della caccia. Quando l’uomo abbandonò i caratteri del nomadismo e divenne più stanziale, si dedicò maggiormente all’agricoltura; si diffuse, allora, soprattutto nell’area mediterranea, il culto della dea Madre, dea potente che tutto genera, e i riti della fertilità. L’uomo ben sapeva, infatti, che la sua sopravvivenza era legata in maniera stretta alla fertilità della terra e a quella degli animali così come la continuità del clan era garantita dalla fertilità delle donne. La dea Madre venne sempre raffigurata come una donna prosperosa con l’esaltazione dei caratteri propriamente femminili (grandi seni e ventre rigonfio).
ssario GloIniziazione: dal tardo latino initiatio: complesso di riti e pratiche che presso i popoli primitivi segnano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
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La Terra, formatasi circa 4,5 miliardi di anni fa, è stata abitata da esseri somiglianti all’uomo solo a partire da 4 milioni di anni fa. Il più antico progenitore dell’uomo sembra che sia stato l’Australopiteco vissuto fino a 2 milioni di anni fa: bipede, aveva una posizione eretta e viveva in Africa. Si diffuse in seguito un ominide più evoluto, l’Homo Habilis, che cominciò a fabbricare strumenti di pietra, anche se di forma rozza. L’evoluzione della specie è continuata con l’Homo Erectus. La sua scatola cranica è ulteriormente sviluppata ed egli si distingue dai predecessori perché impara a usare il fuoco e a conservarlo; nomade, comincia a spostarsi dall’Africa verso le zone temperate dell’Asia e dell’Europa. Circa 200 000 anni fa, compare l’Homo Sapiens, la sua massa cerebrale è ancora aumentata: dotato di conoscenze, può essere definito un uomo che ha imparato a usarle. Inizia a seppellire i compagni morti, dimostrando così una sensibilità che lo distinguerà sempre di più da tutti gli altri esseri del mondo animale. Questo è il primo riscontro di un comportamento religioso che sarà ancor più radicato nell’Homo Sapiens Sapiens, il più diretto antenato dell’uomo moderno. Con il gesto di seppellire i defunti l’uomo dimostra di non preoccuparsi solo di cose materiali, ma di ritenere che la vicenda umana continui dopo la morte terrena.
Statuetta raffigurante la dea Madre, detta Venere di Willendorf, (dal luogo di ritrovamento, in Austria). Datata tra 23000 e 19000 a.C.
Le prime risposte
LEZIONE 2
dai tempi più remoti, considerava la morte come una situazione di passaggio, come un viaggio che avrebbe permesso al defunto di continuare la vita altrove, oltre la vita terrena, nell’aldilà. Il defunto andava ad aggiungersi alla schiera delle anime degli antenati che avevano il compito di aiutare il clan e di proteggerlo nei confronti degli spiriti maligni. Gli spiriti degli antenati svolgevano anche un altro importante compito: quello della mediazione tra gli uomini e l’Essere superiore che, essendo il padrone e il creatore di tutti, era inaccessibile e molto distante. Naturalmente venivano rivolti riti e preghiere a questi spiriti buoni nel tentativo di migliorare l’efficacia dei loro interventi a beneficio di tutto il clan. Particolare delle pale di alce, insegne di comando. Sepoltura del «Giovane Principe», 18750 a.C. Dalla Caverna delle Arene Candide, Genova Pegli, Museo di Archeologia Ligure.
Il culto dei morti Una delle domande di senso che ha sempre impegnato l’uomo anche preistorico riguarda la fine dell’esistenza umana, cioè la morte («Verso dove andiamo?»). I corpi dei defunti erano oggetto di cura e di attenzione. Nelle sepolture venivano messi sia oggetti utili per la continuazione della vita, cibo, armi, utensili, sia oggetti cari al defunto, monili e suppellettili varie. Aldilà: ciò che sta Spesso il defunto veniva coperto da oltre questo mondo e uno strato di polvere rossa, l’ocra, dopo la morte, cioè la con il corpo leggermente ripiegavita ultraterrena. to, nella posizione di chi dorme, a Rito: dal sanscriindicare che la morte era consideto rtàm, «ciò che è rata una situazione di passaggio, conforme all’ordine». transitoria. Altre volte la salma era Gesti e parole con adagiata in una posizione fetale, cui si rende onore come a sottolineare il ritorno al alle divinità in forma ventre materno, cioè il ritorno alpubblica e strutturala Terra, la Grande madre di tutti. ta secondo regole e Questi elementi ci portano ad aftradizioni. fermare che l’uomo primitivo, fin
Glossario
Attività Completa le frasi. La natura per l’uomo primitivo era qualcosa di superiore che poteva contenere ............................. ....................................................................................................................................... ..................................................................................................................................... .
Con il gesto di seppellire i morti l’uomo dimostra di credere che .............................................................................. ..................................................................................................................................... . G li spiriti degli antenati avevano il compito di ................................................................................................................................ ....................................................................................................................................... ..................................................................................................................................... . Uno dei primi culti che si diffuse nell’area del
Mediterraneo fu quello
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Unità 1
Il senso della vita
I luoghi di culto Nel Neolitico gli uomini cominciarono a costruire edifici sacri veri e propri. I primi esempi di questa edilizia sacra sono rappresentati da enormi pietre (megaliti) conficcate nel terreno (menhir) e coperte da una lastra orizzontale (dolmen). Spesso i Neolitico: dal greco, signifiluoghi preferiti per queste ca «Età della pietra recente». costruzioni erano le alture, È il periodo della preistoria per sentirsi più vicini al cielo, più vicino a noi e dura solo ritenuto da sempre l’abitapoche migliaia di anni. Nel zione delle divinità. Dolmen Neolitico la pietra viene e menhir erano abitualmenlevigata strofinandola su te rivolti verso Oriente, dove rocce umide e dure: si definasce il sole, considerato il nisce amigdala. principio vitale della natura.
Glossario
L’uomo costruiva anche degli altari di pietra e scavava nella roccia piccole cavità chiamate cappelle votive in cui versava il sangue delle vittime dei sacrifici e depositava alcuni doni, come il latte, l’acqua o la frutta, offerti alle divinità durante i riti che servivano a renderle amiche. Altri luoghi particolarmente indicati per l’incontro con le divinità erano le fonti d’acqua, perché questa, indispensabile per la sopravvivenza umana, era considerata dono generoso della divinità. Ne sono testimonianza i pozzi sacri di Santa Cristina e di Santa Vittoria Serri (Nuoro). Adiacente alla fonte sacra di Su Tempiesu (Nuoro) fu edificato anche un piccolo tempio, per sottolineare ancora di più la sacralità del luogo. In esso furono trovati significativi oggetti votivi per ingraziarsi la benevolenza della divinità.
Il sito archeologico di Stonehenge, in Inghilterra.
Un passo in più La pittura rupestre Salva la mia vita
A «
scoltami, mio Dio, e salvami! L’uccello si rifugia nel suo nido e il nido lo salva. Se per un servo le cose diventano impossibili, egli può rivolgersi al proprio padrone. Il padrone lo ascolta e ne ha pietà e anche se il servo è colpevole, ma confessa il suo errore, il padrone può infliggergli la pena che reputa giusta. Ma una volta confessata la pena, l’animo del padrone si placa ed egli non punirà più il servo. Anch’io ho confessato la colpa di mio padre. A te Dio della tempesta di Hatti rivolgo la mia preghiera. Salva la mia vita. » Preghiera del re hittita Murshilish, sec. XIV a.C.
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La maggioranza degli studiosi fa partire la storia dell’arte dal Paleolitico superiore, che si estende lungo il periodo che va da 40 000 a 10 000 anni fa. Rifugio dell’uomo, le grotte custodiscono meravigliose reliquie risalenti a questo periodo: tracce di disegni, pitture, incisioni e graffiti. L’uomo primitivo non conosceva la scrittura e queste opere rappresentano il primo mezzo grazie al quale egli poteva esprimere i suoi desideri, le sue paure e i suoi bisogni per fissarli nel tempo. Quindi possiamo dire che la pittura è stato il primo strumento di espressione artistica: questa precede di decine di secoli la scrittura, poiché le prime iscrizioni risalgono al IV millennio a.C. I soggetti di gran lunga più presenti sono gli animali, che con le loro dimensioni molto grandi sono i protagonisti indiscussi delle pareti del Paleolitico.
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Le prime risposte
I mediatori L’uomo preistorico si rese subito conto che la sua vita era allietata da eventi positivi: la nascita di un bambino o di un cucciolo d’animale, un raccolto abbondante, una buona caccia; ma anche rattristata da eventi negativi come la malattia, la morte, la miseria. RiteneRito magico: pratica va che i primi eventi fossero voluti da rituale che tende ad spiriti buoni, gli altri da spiriti maligni. agire, mediante arti Iniziò così a compiere dei riti che, misteriose, sulla napensava, fossero efficaci per favorire tura o sull’uomo, nel gli eventi positivi e per allontanare tentativo di modifiquelli negativi. carli o di influenzarli. Nacque in questo contesto la figura Sacrificio: nella storia del mediatore, lo sciamano, che metdelle religioni il sacriteva in comunicazione l’uomo con ficio è un’azione rituale divinità, l’unico personaggio che, le, in cui viene offerto all’interno del clan, si riteneva dotato un dono a esseri sodi una particolare sensibilità, l’unico vraumani per stabilia cui fosse permesso di compiere i riti re con essi un contatto . magici benevolo. Il sacrificio Capace di parlare agli spiriti e di ripoteva essere cruento cevere i loro messaggi, lo sciamano (quando veniva uccisa la vittima designata svolge un ruolo fondamentale e di che era un animale o prestigio nel clan. La malattia, la diaddirittura un uomo) sgrazia, la speranza di una buona caco incruento (offerta in cia, il desiderio di ricchezza sono alnatura) senza spargitrettante occasioni per consultare lo mento di sangue. sciamano e conoscere la volontà degli spiriti. È lui a proporre il tipo di sacrificio necessario o il gesto scaramantico adatto a placare l’ira degli spiriti, offesi da un comportamento inadeguato degli uomini. Lo sciamano riteneva di entrare agevolmente in relazione con il
LEZIONE 2
mondo degli spiriti grazie a uno spirito animale. Nei riti venivano usate le maschere che, nascondendo il volto, permettevano d’impadronirsi di una forza superiore per poter neutralizzare gli spiriti malvagi.
Glossario
Ancora oggi lo sciamano è presente nelle culture animiste della Cambogia. Questa è una donna sciamano mentre pratica un rituale tradizionale.
Attività Rispondi alle domande. I n quale età l’uomo ha iniziato a costruire edifici sacri? ........................................................................................... ............................................................................................................................... . C he cosa sono i dolmen?....................................................... ............................................................................................................................... . E i menhir? .............................................................................................. ............................................................................................................................... . C hi era lo sciamano? Quali riti e azioni compiva? ................................................................................................... ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ............................................................................................................................... .
IN BREVE: Le prime forme di religiosità nell’uomo primitivo erano legate alle forze e agli elementi della natura considerati come qualcosa di superiore.
La morte era considerata una situazione di passaggio, transitoria, verso l’aldilà.
L’uomo primitivo cominciò a considerare le forze e gli elementi della natura come divinità e cercò di entrare in contatto con esse attraverso i riti.
ià in epoca preistorica esistevano dei luoghi, considerati G sacri, dove compiere il culto e i riti; nel Neolitico gli uomini cominciarono a costruire edifici sacri: dolmen, menhir, altari di pietra ecc.
na delle più antiche forme di religiosità era il culto dei U morti. Agli spiriti dei defunti e degli antenati si rivolgevano riti e preghiere perché proteggessero il clan.
elle antiche religioni gli sciamani erano dei mediatori che N avevano il compito di mettere in comunicazione l’uomo con le divinità, di compiere riti magici e sacrifici.
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Unità 1
LEZIONE
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Le religioni tribali Le culture tribali
Non tutto ciò che caratterizza le religioni delle origini è andato perduto per sempre. Qualcosa di quell’antico spirito sopravvive. Anche oggi infatti esistono gruppi e popoli, purtroppo in via di estinzione, che vivono in società non tecnologiche, a stretto contatto con la natura e che tramandano le loro tradizioni oralmente. In queste culture tribali o etniche esiste un profondo senso religioso. Gli antropologi hanno scoperto che si tratta di culture e di forme religiose molto complesse. Volendo semplificare l’esposizione, possiamo suddividere le religioni tribali in base a una particolare caratteristica e ottenere una classificazione di massima: totemismo › culto di una forza superiore scelta come entità protettrice di un clan o tribù e raffigurata nel totem (animale o pianta); animismo › concezione della natura che ritiene tutte le cose animate da spiriti benefici o malefici; feticismo › culto fondato sull’adorazione dei feticci, oggetti ritenuti carichi di poteri magici; manismo › culto delle anime dei morti e degli antenati (dal latino manes, antenati) che si ritiene possano intervenire nelle vicende dei vivi, per esempio nel conservare e aumentare la fecondità dei campi, la serenità del focolare e della famiglia; sciamanesimo › religiosità che si basa sulla preReligione: deriva dal lasenza nel gruppo di un tino re-ligare (= legare) ed individuo detto sciamaè l’insieme degli elementi no, dotato di particolanecessari a collegare il ri poteri per comunicamondo terreno e quello re con gli dei e l’aldilà. ultraterreno; oppure da Gli elementi costitutivi re-legere (= raccogliere) ed dello sciamanesimo soè l’insieme di formule, riti no: l’estasi, il contatto e atti per evocare, pregare con l’aldilà, la finalità le diverse divinità o il dio. altruistica.
Glossario
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Le religioni tribali sono caratterizzate da vari riti: molto importanti sono quelli di iniziazione che possono essere raggruppati in tre categorie: • riti che segnano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta; • riti di ingresso in confraternite religiose o di guerrieri; • riti che segnano l’adesione a una vocazione particolare come quella dello sciamano. Gli iniziatori sottomettono i giovani a prove destinate a formarli per la vita. Così, ad esempio, per insegnare il passaggio dall’adolescenza all’età adulta i riti prevedono un’alternanza di rinunce e rinnovamenti: i cambiamenti di pettinatura, di abbigliamento, di ornamenti e qualche volta anche del nome indicano la rottura con il mondo adolescenziale. La separazione in gruppi secondo l’età favorisce il senso di appartenenza; la sopportazione del dolore, la resistenza alle prove, il coraggio e la presa di coscienza di se stessi favoriscono l’abbandono dei comportamenti adolescenziali e modellano il carattere dei futuri uomini e donne. Fra gli Himba, popolazione indigena della Namibia, hanno un importante significato le acconciature dei capelli delle donne: le giovani devono portare due trecce rivolte in avanti, mentre quando raggiungono la pubertà possono scioglierle. Questo cambiamento di acconciatura indica il passaggio all’età adulta.
Le religioni tribali
LEZIONE 3
Arte rupestre aborigena presso Ubirr, Australia.
Un passo in più L’uomo e la natura Il modo di sentire la natura, tipico delle religioni etniche, è ricco di fascino e sollecitazioni per l’uomo contemporaneo. In questi ultimi decenni la questione ecologica, cioè il rapporto fra uomo e ambiente, è diventata di drammatica attualità. Si pensi ai processi di desertificazione e di deforestazione, alla perdita della biodiversità, all’inquinamento atmosferico e ai conseguenti cambiamenti climatici, all’inquinamento degli oceani, alla riduzione delle riserve naturali di acqua dolce. La responsabilità più grande è dei Paesi industrializzati il cui modello di sviluppo non ha tenuto conto né della natura, né del rispetto del creato, puntando a obiettivi di maggiore produzione, maggiore guadagno, maggior consumo. Bisogna correre ai ripari! Ricominciare a considerare la Terra come una sorella con cui condividiamo il cammino e come una madre che ci nutre e ci sostiene.
Attività Discuti in classe. Come considerano la Terra gli aborigeni australiani? Possiamo imparare qualcosa da questo modo di considerare la natura? C he cosa puoi fare tu per migliorare l’ambiente in cui vivi?
Canto spirituale degli aborigeni
S
ono un figlio del Popolo dell’Era del Sogno, parte di questa terra, come l’albero contorto della gomma; sono il fiume che mormora dolcemente, che canta le nostre canzoni andando verso il mare. Il mio spirito è l’essenza dei demoni di polvere, Miragoi che danzano nelle pianure. Sono la neve, il vento e la pioggia che cade. Sono parte delle rocce e della terra rossa del deserto, rossa come il sangue che scorre nelle mie vene. Sono l’aquila, il corvo, il serpente che scivola attraverso la foresta pluviale, che si inerpica sul fianco della montagna. Mi sono svegliato qui quando la terra era nuova: c’erano l’emu, il vombato, il canguro, nessun altro uomo di colore diverso. Io sono questa terra e questa terra è me. Io sono l’Australia. »
«
Hyllus Maris
IN BREVE: a religiosità delle origini è possibile ritrovarla anche oggi nelle culture tribali, in quei popoli, cioè, che vivono in società L non tecnologiche, a stretto contatto con la natura e che tramandano le loro tradizioni oralmente. Alcuni caratteri delle religioni di queste popolazioni sono: il totemismo, l’animismo, il manismo, lo sciamanesimo.
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UNITÀ 1
A regola d’arte
La nascita della musica La storia degli uomini, fin dagli inizi, è stata accompagnata dallo sviluppo delle arti che, assieme al linguaggio, sono in grado di rappresentare gli stati d’animo e i sentimenti degli uomini. Pittura, scultura, musica, danza sono praticamente nate con l’uomo e si sono sviluppate nel tempo: dai graffiti, dai piccoli manufatti e dalla riproduzione dei suoni della natura si è giunti alle complesse ed elaborate forme artistiche attuali. La musica nacque per riprodurre il
vento, la pioggia, l’acqua che scorre, il tuono, i versi degli animali: tutti erano per l’uomo suoni misteriosi e di natura divina, che ben presto iniziarono anche a scandire i ritmi della vita quotidiana e a celebrare i momenti più importanti della vita, come la nascita, la caccia, le vittorie in guerra e la morte. Imitando i suoni della natura, e in qualche caso anche accompagnandoli con canti e balli, gli uomini preistorici speravano in qualche modo di ottenere il favore delle
il primo flauto 40mila anni fa e l’uomo scoprì la melodia Quattro flauti, la statuina di una donna dalle forme generose, i resti di una cena sontuosa a base di carne. A Hohle Fels, nella Germania del sud, tra i 40 e i 35mila anni fa dev’essersi svolta una serata squisita. Una festa, o più probabilmente un rito legato alla fecondità. Ma sono stati soprattutto i flauti a impressionare gli archeologi dell’università di Tubinga, che la scorsa estate hanno scavato nella grotta 20 chilometri a ovest di Ulm ritrovando i resti di quella cena del Paleolitico superiore. Uno dei quattro flauti, ricavato dall’osso di un’ala di grifone, lungo 22 centimetri (ma prima di spezzarsi arrivava a 34) e con un diametro di 8 millimetri, capace di suonare 5 note (tanti sono i fori sul suo fusto) è lo strumento musicale più antico mai trovato finora. «Il grifone, con un’apertura alare di due metri e mezzo, aveva ossa perfette» spiegano Nicholas Conard e Susanne Munzel, autori del ritrovamento. A poca
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misteriose divinità che li producevano. Nel corso dei millenni, a partire probabilmente dal Paleolitico superiore (da 40 000 a 10 000 anni fa circa), l’uomo utilizzò come strumenti musicali alcuni elementi della natura, come le conchiglie dentro le quali soffiava o i tronchi cavi che utilizzava come tamburi, strumenti che divennero sempre più elaborati con il passare degli anni.
Flauti preistorici ritrovati a Hohle Fels in Germania.
distanza, per fugare ogni dubbio, sono stati trovati altri tre esemplari simili (ma ridotti in frammenti più piccoli) scavati nell’avorio delle zanne di mammuth con una procedura che presuppone una grande abilità manuale (bisognava sezionare la zanna in due, scavare un solco lungo le due metà e poi ricongiungerle) e fa presupporre l’esistenza di strumenti musicali ancora più antichi. A 70 centimetri dal flauto più grande nella grotta di Hohle Fels è riemersa anche una statuina di 35mila anni d’età, la più antica rappresentazione scultorea di un corpo femminile. Molti altri resti di flauto, datati intorno a 30mila anni fa, furono trovati in passato nei siti di Francia e Austria, ricavati dalle ossa delle ali di uccelli (fra cui i cigni) privati del midollo al loro interno. di Elena Dusi (da La Repubblica, giugno 2009)
IL IL SENSO SENSO DELLA DELLA VITA VITA
La Venere con cornucopia La Venere con cornucopia, o Venere di Laussel, dalla località francese presso la quale è stata rinvenuta, è un’incisione in bassorilievo in una grotta risalente a circa 25 000 anni fa. La figura della Venere era piuttosto diffusa in età paleolitica e rappresentava la madre, la fertilità e la vita. Veniva anche per questo sempre rappresentata con fianchi larghi e seno prosperoso. La particolarità di questa Venere, rispetto alle altre rinvenute, è il fatto che essa tiene nella mano destra uno strumento musicale, più precisamente un corno, o cornucopia. Venere con cornucopia, Laussel, Francia. La Venere con cornucopia ha nella mano destra un corno con incise 13 tacche. Secondo gli studiosi esse potrebbero rappresentare le tredici fasi lunari che si susseguono nel corso dell’anno.
Animali... musicisti In epoca preistorica erano molto diffuse le rappresentazioni di figure animali o zoomorfe, ossia con aspetto e sembianze di animali. Alcune figure zoomorfe nell’atto di danzare o suonare strumenti musicali sono state rinvenute nei graffiti in varie grotte, tra cui quelle di Trois Frères, nel sud della Francia. In questo caso, al centro di un grande graffito raffigurante numerosi animali, si trova una figura con corpo umano e testa di bovino disegnata nell’atto di suonare uno strumento musicale. L’oggetto che tiene vicino alla bocca, infatti, potrebbe essere un arco musicale, uno strumento diffuso in età preistorica che si suonava pizzicando le corde con le dita oppure utilizzando una bacchetta, come si trattasse di un violino. La bocca aveva la funzione di amplificare i suoni.
Graffito della Grotta di Trois Frères in Francia. Al centro di questo elaborato graffito, dipinto in epoche successive, si distingue un essere dalla forma di animale nell’atto di suonare uno strumento musicale. Il graffito risale circa al 13000 a.C.
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UNITÀ 1
Punto d ’ incontro
I miti della creazione Fin dai tempi più antichi, l’uomo si è posto delle domande sull’origine dell’universo e ha elaborato dei racconti proprio per spiegare la creazione del mondo e dell’uomo: i miti. I miti non sono favole, ma racconti
che vogliono narrare attraverso un linguaggio poetico e simbolico le origini dell’universo e dell’uomo (mito cosmogonico). Lo schema ricorrente di questi miti ci presenta il mondo, prima della creazione, come una realtà confusa, disordinata,
indistinta, chiamata Chaos, ovvero «disordine». L’intervento della divinità, cioè di un essere superiore, trasforma il Chaos in Kosmos, «armonia».
la creazione del mondo secondo gli indiani yakima In questo mito gli indiani yakima raccontano della nascita del mondo e danno anche una giustificazione dei diversi compiti affidati a uomini e donne. «Agli inizi del mondo v’era solo acqua. Whee-me-me-ow-ah, il Grande Capo Lassù, viveva su nel cielo tutto solo. Quando decise di fare il mondo, venne giù in luoghi dove l’acqua era poco profonda e cominciò a tirar su grandi manciate di fango che divennero terraferma. Fece un mucchio di fango così alto che per il gelo divenne duro e si trasformò in montagne. Quando cadde la pioggia, questa si trasformò in ghiaccio e neve sulle cime delle alte montagne. Un po’ di quel fango indurì e divenne roccia. Da quel tempo le rocce non sono mutate, sono diventate solo più dure. Il Grande Capo Lassù fece crescere gli alberi sulla terra, e anche radici e bacche. Con una palla di fango fece un uomo e gli disse di prendere i pesci nell’acqua, i daini
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e l’altra selvaggina nelle foreste. Quando l’uomo divenne malinconico, il Grande Capo Lassù fece una donna affinché fosse la sua compagna e le insegnò come preparare le pelli, come trovare cortecce e radici, e come fare dei cesti con quelle. Le insegnò quali bacche usare per cibo e come raccoglierle e seccarle. Le mostrò come cucinare il salmone e la cacciagione che l’uomo portava.» da R. Erdoes e A. Ortiz, Miti e leggende degli indiani d’America, Ed. Paoline
Ritratto di donne yakima in abiti tradizionali.
IL IL SENSO SENSO DELLA DELLA VITA VITA
Origine del mondo dalla parola (mito australiano) In questo brano gli aborigeni raccontano come il mondo abbia avuto origine dalla parola. «In principio la Terra era una pianura sconfinata e tenebrosa, separata dal cielo e dal grigio mare salato, avvolta in un crepuscolo indistinto. Non c’erano né Sole né Luna né Stelle. Tuttavia, molto lontano, vivevano gli Abitanti del Cielo: esseri spensierati e indifferenti, dalle fattezze umane ma con zampe da emù, e capelli dorati lucenti come ragnatele al tramonto; erano senza età e perennemente giovani, poiché esistevano da sempre nel loro verde Paradiso lussureggiante al di là delle Nuvole occidentali. Sulla superficie della Terra si vedevano soltanto le buche che un giorno sarebbero diventate i pozzi. Non c’erano né animali né piante, ma molli masse di materia concentrate intorno alle buche: grumi di minestra primordiale, silenziosi, ciechi, senza respiro né veglia né sonno: ciascuno aveva in sé l’essenza della vita o la possibilità di diventare umano. Ma sotto la crosta della Terra brillavano le costellazioni, il Sole splendeva, la Luna cresceva e calava, e giacevano nel sonno tutte le forme di vita: il fiore scarlatto di un pisello del deserto, l’iridescenza di un’ala di farfalla, i vibranti baffi bianchi di Vecchio Uomo Canguro - assopiti come i semi del deserto che devono aspettare un acquazzone di passaggio. Il mattino del Primo Giorno, al Sole venne una gran voglia di nascere. Il Sole squarciò improvvisamente la superficie e inondò la Terra di luce dorata, riscaldando le buche in cui dormiva ogni Antenato. Questi Uomini dei Tempi Antichi, diversamente dagli Abitanti del
Cielo, non erano mai stati giovani. Erano vecchi zoppi e stremati dalla barba grigia e le membra nodose, e per tutti i secoli avevano dormito in solitudine. Accadde così che quel primo mattino ogni Antenato dormiente sentisse il calore del Sole premere sulle proprie palpebre e il proprio corpo che generava dei figli. L’Uomo Serpente sentì i serpenti strisciargli fuori dall’ombelico. L’Uomo Cacatua sentì le piume. L’Uomo Bruco sentì una contorsione, la Formica del Miele un prurito, il Caprifoglio sentì schiudersi foglie e fiori. L’Uomo Bandicoot sentì piccoli bandicoot che fremevano sotto le sue ascelle. Ogni “essere vivente”, ciascuno nel suo diverso luogo di nascita, salì a raggiungere la luce del giorno. In fondo alle loro buche gli Antenati distesero una gamba, poi l’altra. Scrollarono le spalle e piegarono le braccia. Si alzarono facendo forza contro il fango. Le loro palpebre si aprirono di schianto: videro i figli che giocavano al sole. Il fango si staccò dalle loro cosce, come la placenta di un neonato. Poi, come fosse il primo vagito, ogni Antenato aprì la bocca e gridò: “Io sono!”. “Sono il Serpente… il Cacatua… la Formica del Miele… il Caprifoglio…”. E questo primo “Io sono!”, questo primordiale “dare nome”, fu considerato, da allora e per sempre, il distico più sacro e segreto del Canto dell’Antenato. Ogni Uomo del Tempo Antico mosse un passo col piede sinistro e gridò un secondo nome. Mosse un passo col piede destro e gridò un terzo nome. Diede nome al pozzo, ai canneti, agli eucalipti: si volse a destra e a sinistra, chiamò tutte le cose alla vita e coi loro nomi intessé dei versi. Gli Uomini del Tempo Antico
Aborigeno australiano che suona il dijeridoo.
percorsero tutto il mondo cantando: cantarono i fiumi e le catene di montagne, le saline e le dune di sabbia. Andarono a caccia, mangiarono, fecero l’amore, danzarono, uccisero: in ogni punto delle loro piste lasciarono una scia di musica. Avvolsero il mondo intero in una rete di canto; e infine, quando ebbero cantato la Terra, si sentirono stanchi. Di nuovo sentirono nelle membra la gelida immobilità dei secoli. Alcuni sprofondarono nel terreno, lì dov’erano. Altri strisciarono dentro le grotte. Altri ancora tornarono lentamente alle loro “Dimore Eterne”, ai pozzi ancestrali che li avevano generati. Tutti tornarono “dentro”.» da B. Chatwin, Le vie dei canti, Adelphi
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UNITÀ 1
L’unità in breve
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
Le domande dell’ uomo • Da sempre l’uomo si pone domande che riguardano la vita: Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Questo bisogno di comprendere il significato dell’esistenza si chiama bisogno o senso religioso. • L’uomo può trovare le risposte a queste domande o nella scienza o nella fede in Dio. Le prime risposte • L’uomo primitivo era immerso nella natura. Per lui la natura era qualcosa di superiore e poteva rispondere alle sue domande sul senso della vita. • Gli elementi della natura venivano considerati divinità con le quali entrare in contatto attraverso riti (gesti e parole) e preghiere. • Il culto dei morti era un antico rito rivolto agli antenati ai quali l’uomo chiedeva protezione e aiuto per il clan (gruppo di appartenenza). La morte era il passaggio verso l’aldilà. • Nella preistoria esistevano dei luoghi sacri dove compiere i riti. Nel Neolitico gli uomini cominciarono a costruire edifici sacri: menhir, dolmen, altari di pietra. • Nelle antiche religioni gli sciamani (mediatori) avevano il compito di mettere in comunicazione l’uomo con Dio attraverso riti magici e sacrifici. Le religioni tribali • Oggi è possibile ritrovare le forme di religione delle origini nelle culture tribali. Le culture tribali sono tipiche di quei popoli che vivono in stretto contatto con la natura e che tramandano le tradizioni oralmente. Alcuni caratteri delle religioni di queste popolazioni sono: il totemismo, l’animismo, il manismo, lo sciamanesimo.
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IL SENSO DELLA VITA
Prima sosta di verifica
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
1 Indica con una crocetta le risposte giuste. 1. L’uomo come può rispondere alle domande che riguardano la vita? A Non può rispondere. B Affidandosi alla scienza o alla fede in Dio. C Solo attraverso la ragione. 2. L’uomo primitivo considerava divinità: A gli elementi della natura; B gli uomini forti e potenti; C lo sciamano. 3. Il culto dei morti aveva lo scopo di: A ricordare il defunto; B seppellire il defunto; C chiedere protezione e aiuto per il clan.
2 Colora le caselle: con il rosso i dolmen e con il verde i menhir.
Se hai difficoltà con qualche termine che non hai compreso, sottolinealo, poi confrontati con un compagno o chiedi aiuto al tuo insegnante.
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UNITÀ 1
Verifica delle conoscenze
1 Indica con una crocetta le risposte giuste.
Il bisogno o senso religioso è: A il desiderio di conoscere il senso della vita e della morte; B lo stupore di fronte alla natura e alla vita; C il desiderio di conoscere il funzionamento delle leggi della natura.
2 Rispondi alle domande.
1. Quali sono le domande proprie dell’uomo? ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 2. Che cosa può fare l’uomo di fronte alle proprie domande? ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
3 Completa le frasi.
1. L’uomo può ricercare il senso della vita in ............................................................................................., o rivolgendosi .............................................. ............................................... di sé, a una realtà che supera .............................................................................................. 2. L’uomo agisce per soddisfare i propri bisogni ............................................................................................. (nutrirsi, coprirsi, combattere le malattie, ecc.) ma anche bisogni di altra natura: .................................................................................................................................................... Per questo, oltre a produrre beni e ricchezza, cerca anche di alimentare lo ...........................................................................................
4 Inserisci le parole al posto giusto.
dea Madre • divinizzò • nomadismo • culto • vita • riti • morte • natura • forze negative • qualcosa di superiore Per l’uomo primitivo la ........................................................................................... era affascinante e terribile allo stesso tempo. Egli percepiva ciò che lo circondava come ........................................................................................................... da cui dipendevano la sua .................................................. e la sua ................................................... Fu così che l’uomo primitivo ............................................................................. gli elementi della natura cercando, attraverso vari ..........................................................., di dialogare con essi per allontanare le ........................................................................... e propiziarsi quelle da cui dipendeva la sua esistenza. Quando l’uomo abbandona il ............................................................................................. e dà origine a una nuova civiltà agricola, si diffonde il ...................................................... della ............................................................................................. che tutto genera e alla quale tutto ritorna.
5 Rispondi alle domande.
1. Che cosa spinge l’uomo primitivo a seppellire i propri morti? ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
2. Perché i cadaveri venivano sepolti in diverse posizioni? ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
3. C he compiti avevano gli spiriti degli antenati? ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
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IL SENSO DELLA VITA
6 Indica con una crocetta la risposta giusta.
Quali sono stati i primi edifici e luoghi di culto sacri del Neolitico? A Le ziggurat. B Le strutture di pietra formate da menhir e dolmen. C Le piccole cavità scavate nella roccia (cappelle votive). D I templi. E Le fonti d’acqua.
7 Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
1. Lo sciamano era l’intermediario fra il capo tribù e il resto del popolo. 2. L’attività degli sciamani prevedeva l’uso delle maschere rituali. 3. La figura dello sciamano è oggi del tutto scomparsa. 4. Gli uomini primitivi pregavano gli spiriti degli antenati perché proteggessero il proprio clan. 5. Nell’epoca preistorica si potevano compiere riti in qualsiasi luogo. 6. I dolmen e i menhir sono stati costruiti per scopi religiosi.
V V V V V V
F F F F F F
8 Collega i termini con una freccia.
Assegna a ogni religione tribale la caratteristica appropriata. 1. Totemismo a. Presenza di un intermediario tra gli uomini e gli dei. 2. Animismo b. Adorazione di oggetti (feticci) ritenuti magici. 3. Feticismo c. Culto di una forza superiore raffigurata da un totem. 4. Manismo d. La natura è animata da spiriti benefici o malefici. 5. Sciamanesimo e. Culto delle anime dei morti e degli antenati.
9 Collega con una freccia ogni termine alla definizione giusta.
1. Religione a. Riti di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. 2. Iniziazione b. Gesti e parole pubbliche per rendere onore alla divinità. 3. Rito c. Legame tra l’uomo e il mondo divino.
10 Sintetizza in alcune righe ciò che hai imparato dallo studio di questa prima unità. ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ 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............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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UNITÀ 1
11 Completa la mappa inserendo gli elementi mancanti elencati di seguito. manismo • natura • senso della vita • dove vado • senso religioso • sciamanesimo • riti • culto dei morti luoghi di culto • chi sono • totemismo • da dove vengo • animismo • senso della vita • sciamani
Ogni uomo, prima o poi, si interroga sul ...........................................................................
Le domande fondamentali che l’uomo si pone sono: ..........................................................? (Il problema delle origini del mondo e della vita). ..........................................................? (Il problema del senso dell’esistenza). ..........................................................? (Il problema del futuro, della sofferenza e della morte).
Per l’uomo primitivo la .............................................. era qualcosa di superiore che poteva contenere le risposte ai suoi perché sul ............................................... L’ uomo cercò un dialogo con le forze della natura divinizzate attraverso i ............................................... Grande importanza in queste prime forme religiose aveva anche il ...............................................
Gli elementi fondamentali della religiosità primitiva sono: i riti, i ..............................................., gli ..............................................
Le principali caratteristiche delle religioni tribali sono: il ..............................................., l’.................................................., il ..............................................., lo ................................................
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La necessità di comprendere il senso della vita viene chiamato bisogno o ..............................................
IL SENSO DELLA VITA
Verifica delle competenze L’ alunno è aperto alla sincera ricerca della verità e sa interrogarsi sul trascendente e porsi domande di senso, […] cogliendo l’intreccio tra dimensione religiosa e culturale […]. Immagina di essere un uomo del Neolitico: nel tuo clan è morto il capo tribù e ti chiedono di seguire il rito di sepoltura. Descrivi le azioni che dovrai compiere durante il rito poi disegna gli oggetti che seppelliresti insieme al capo tribù e che ritieni possano essergli utili per la continuazione della vita nell’aldilà. .................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................
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UNITÀ
2 Le religioni antiche
A A
DIDATTICA INCLUSIVA
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
BES
L’unità in breve: sintesi ad alta leggibilità dei concetti chiave con audiolettura facilitata Prima sosta di verifica: esercizi semplificati e interattivi con audiolettura facilitata Alta leggibilità
Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza
Audio facile
Tutte le sintesi delle lezioni L’unità in breve Prima sosta di verifica
Audio
Audiolettura di tutta l’unità
Risorse aggiuntive
Mappa concettuale ad alta leggibilità
Nel Volume per studenti con BES lezioni semplificate ad alta leggibilità e con audiolettura facilitata
RISORSE DIGITALI
M.I.O. BOOK Alta leggibilità
Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza
Audio facile
Tutte le sintesi delle lezioni L’unità in breve Prima sosta di verifica
Audio
Audiolettura di tutta l’unità
Risorse aggiuntive
Una forte sensibilità religiosa Mappa concettuale ad alta leggibilità
Contenuti interattivi
Prima sosta di verifica Verifica delle conoscenze
Contenuti digitali integrativi
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Risorse aggiuntive
Diventare grandi leggendo insieme! Le divinità dell’antica Roma
Video
All’interno di una piramide
Learning object
I luoghi sacri delle antiche civiltà
Loggia delle Cariatidi, Tempio dell’Eretteo, Acropoli di Atene.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze L’alunno è aperto alla sincera ricerca della verità e sa interrogarsi sul trascendente e porsi domande di senso, cogliendo l’intreccio tra dimensione religiosa e culturale […]. iconosce i linguaggi espressivi della fede […], R ne individua le tracce presenti in ambito locale, italiano, europeo e nel mondo imparando ad apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e spirituale.
Obiettivi di apprendimento Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue esperienze tracce di una ricerca religiosa. Comprendere il significato principale dei simboli religiosi […]. Individuare gli elementi specifici della preghiera […]. Focalizzare le strutture e i significati dei luoghi sacri dall’antichità ai nostri giorni. Comprendere alcune categorie fondamentali della fede ebraico-cristiana […] e confrontarle con quelle di altre maggiori religioni.
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Unità 2
La Mesopotamia
LEZIONE
4
La città-stato La Mesopotamia (dal greco, «terra tra i fiumi») è la vasta area compresa fra i fiumi Tigri ed Eufrate che, a partire dal IV millennio a.C., è stata la culla di una grande civiltà sviluppatasi dapprima per opera dei Sumeri (dalla terra di Sumer, nel sud del territorio) e, successivamente, degli Accadi, dei Babilonesi e degli Assiri. La prima forma di organizzazione statale dei Sumeri fu la città-stato, con un’autorità centrale, il re, che provvedeva: • alla difesa dalle frequenti invasioni delle tribù nomadi limitrofe, dato che la Mesopotamia non aveva difese naturali; • all’organizzazione del lavoro di tutta la comunità (soprattutto per arginare le frequenti
inondazioni, scavare canali di irrigazione, bonificare paludi ecc.). Al centro della città c’era un tempio chiamato ziggurat: un’imponente torre a gradoni sulla cui sommità c’era il santuario, cioè la casa del dio protettore. Queste costruzioni erano molto alte proprio per avvicinarsi il più possibile al cielo, dimora degli dei. I sacerdoti governavano la città in nome e per conto della divinità: offrivano sacrifici, innalzavano preghiere, chiedevano aiuto e si prodigavano per interpretare la sua volontà e trasmetterla al popolo. Il tempio era anche il centro economico oltre che religioso della città: vi erano annessi magazzini, stanze di lavoro per artigiani, forni per il pane e uffici amministrativi. Il re, invece, era il capo militare e comandava l’esercito.
Un passo in più
Mar Nero GRECIA
La ziggurat ANATOLIA Catal Huyuk
Gio rdan o
te fra Eu
Mar Mediterraneo
Ugarit Fenici
Babilonia
Gerico PALESTINA
Sumeri Lagash
Babilonesi Uruk Ur
EGITTO
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o Nil
Egiziani
Tebe
La Mesopotamia all’interno della regione storica della Mezzaluna fertile.
co rsi Pe lfo Go
Menfi
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Ebla FENICIA
Assiri M ES Ninive O PO TA Assur M Mari IA
La struttura più diffusa dei santuari mesopotamici è stata quella del tempio-torre, con terrazze digradanti con in cima un santuario, che serviva anche per le osservazioni astronomiche: la ziggurat. La città, secondo la concezione mesopotamica, apparteneva a una divinità e la costruzione del tempio rappresentava la comunicazione tra il mondo umano e quello divino. L’impasto dell’argilla, di cui le rive dei fiumi sono molto ricche, permetteva la realizzazione dei mattoni crudi semplicemente seccati al sole con cui venivano costruiti sia le città che i templi.
La Mesopotamia
Gli dei e l’aldilà La religione dei popoli mesopotamici era politeista. Gli dei, numerosi e immortali, erano i padroni assoluti del mondo e avevano sentimenti e comportamenti umani. Gli uomini erano al loro totale servizio e dedicavano cure particolari anche alle statue che li raffiguravano: le lavavano, le vestivano e offrivano loro del cibo che poi era consumato dal re e dai sacerdoti. Tra gli dei particolarmente adorati c’erano le divinità del cosmo: Anu, il Cielo, Enlil, la Terra ed Ea, l’Acqua; le divinità degli astri: Sin, la Luna, Shamash (o Utu), il Sole e Inin (o Ishtar), la dea della fertilità e dell’amore; gli dei nazionali legati alle città tra cui il più celebre era Marduk legato alla città di Babilonia. Molto diffuso, per motivazioni religiose, era lo studio dell’astronomia e dell’astrologia. Gli astri, infatti, erano ritenuti le dimore degli dei e il loro studio consentiva di conoscere meglio il destino degli uomini legato alla volontà degli dei. Politeismo: dal greco Le influenze astrali, positive o negapolis, «molti», e theos, tive, venivano interpretate come la «Dio». Fede in molte divinità. chiara volontà degli dei di favorire o Divinazione: dal di punire gli uomini (ad esempio con latino divinatus, «ispile eclissi), per questo l’astrologia era rato», «profetico». È anche una delle tecniche più imporla pretesa di predire tanti di divinazione. il futuro attraverso Per questi popoli la Terra era un l’esame dei segni che disco piatto al centro di una sfera si ritenevano mandarappresentata dal cielo. La Mesoti dagli dei. potamia era al centro della Terra, circondata dalle acque dell’oceano. L’aldilà, cioè il mondo degli inferi, si trovava sotto l’oceano; il luogo era buio, angosciante, popolato di divinità ostili che infierivano sulle ombre dei defunti, che conducevano una vita grama nutrendosi di terra e di polvere.
LEZIONE 42
Signore e padre degli uomini
O
h tu, signore della terra dei Sumeri, padre degli uomini! Quando tu vai a riposare, il mondo dorme con te. E quando tu, giovane Utu, ti alzi, la terra si sveglia dal sonno con te. Se tu non ci sei, nessuno uccello cerca il suo chicco, e nessun uomo cammina rettamente. All’uomo, che cammina solo, stai fraternamente accanto! » «
Invocazione a Utu, dio sumero del Sole e della giustizia
Rilievo rappresentante Ishtar, 18001750 a.C., British Museum, Londra.
Glossario
IN BREVE: a Mesopotamia è stata la culla L di una grande civiltà e religione che si è sviluppata per opera prima dei Sumeri, e poi degli Accadi, dei Babilonesi e degli Assiri.
Attività Completa le frasi. La prima forma di organizzazione statale dei Sumeri era la .................................................................................................... Al centro della città c’era il tempio chiamato ............................................................................................................................................. . Il tempio era molto alto per ......................................................... ............................................................................................................................................. . La religione dei popoli della Mesopotamia era ............................................................................................................................................. . Le divinità del cosmo erano ........................................................... ............................................................................................................................................. . Lo studio dell’astronomia e dell’astrologia era ritenuto importante per conoscere la ............................. ............................................................................................................................................... ............................................................................................................................................. .
I popoli della Mesopotamia erano politeisti.
’ astrologia era una delle tecniche L più importanti di divinazione.
Il tempio era chiamato Ziggurat.
’ aldilà era popolato da divinità L ostili che infierivano sulle ombre dei defunti.
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Un passo in più
Unità 2
Le religioni antiche
Il mito di Gilgamesh Uno dei miti babilonesi più conosciuti è quello di Gilgamesh, tramandato attraverso l’opera poetica più antica dell’umanità che risale a oltre il 2000
ssario GloMito: dal greco mythos, «nar-
a.C. e descrive tutta l’inquietudine umana e affronta i temi dell’amicizia, del dolore, della morte. Il protagonista di questo racconto è Gilgamesh, il mitico re babilonese di Uruk, celebrato nella cultura mesopotamica per bellezza, forza e audacia, il
quale affronta un lungo viaggio alla ricerca di un’erba che possa renderlo immortale, ma il suo tentativo fallisce: se ne ricava l’insegnamento che nessun uomo potrà mai sfuggire all’evento della morte e che solo agli dei spetta l’immortalità.
razione»; racconto collocato fuori dal tempo sull’origine e sulla vita degli dei, del mondo e degli uomini.
Scena con Gilgamesh e semidei che domano animali selvatici; prima metà del III millennio a.C.
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Correva fama che in un’isola, ai remoti confini della terra, vivesse l’unico mortale che era sempre sfuggito alla morte, un vecchio, un vecchissimo uomo, il cui nome era Utnapishtim. Gilgamesh decise di andarlo a visitare, per apprendere da lui il segreto della vita eterna. Gilgamesh si mise dunque in viaggio con il suo nocchiero Urshanabi, e finalmente giunse alla fine del mondo e vide dinanzi a sé un’alta montagna, le cui due vette toccavano il cielo, e le cui radici arrivavano fino agli Inferi. Appena toccarono terra, Urshanabi condusse il suo passeggero alla presenza di Utnapishtim, al quale Gilgamesh narrò perché era venuto e che cosa cercava, poi aggiunse: – Dimmi come hai trovato il segreto della vita eterna che ti ha reso simile agli dei. Gli occhi del vegliardo fissarono un punto lontano. Parve che tutti i giorni di tutti gli anni della sua vita sfilassero in processione dinanzi a lui. Poi, dopo una lunga pausa, sollevò il capo, e sorrise. – Gilgamesh – disse lentamente – ti svelerò il segreto: un segreto grande e sacro che nessuno conosce, eccettuati gli dei e io stesso. E gli narrò la storia del diluvio universale, che gli dei avevano mandato sulla terra nei tempi antichi: e gli disse come Ea, il dolce signore della sapienza, gli avesse fatto pervenire il suo avvertimento con una folata di vento, che aveva fatto stormire le frasche della sua capanna. Per ordine di Ea, Utnapishtim aveva fatto costruire un’arca, e aveva chiuso ogni apertura con pece e catrame, e su di essa aveva caricato la famiglia e gli animali e aveva navigato per sette giorni e sette notti, mentre le acque salivano, le tempeste infuriavano e i fulmini guizzavano nelle tenebre. E al settimo giorno l’arca aveva approdato su una montagna agli estremi limiti della terra, ed egli aveva aperto una finestra nell’arca, e ne aveva fatto uscire una colomba,
La Mesopotamia
per vedere se il livello delle acque fosse sceso. Ma la colomba era tornata perché non aveva potuto trovare un luogo ove posarsi. Poi aveva fatto uscire una rondine, e anche la rondine era tornata. Infine, aveva fatto uscire un corvo, e il corvo non aveva fatto ritorno. Allora aveva condotto fuori la propria famiglia e gli animali, e aveva offerto doni di ringraziamento agli dei. Ma, d’improvviso, il dio dei venti era sceso dal cielo, lo aveva ricondotto nell’arca e con lui sua moglie, e ancora una volta aveva spinto l’arca sulle acque, finché non aveva raggiunto un’isola sul lontano orizzonte, dove gli dei lo avevano condotto perché vi abitasse in eterno. Quando Gilgamesh ebbe udito il racconto, comprese che la sua richiesta era stata vana: il vegliardo era divenuto immortale, come ora aveva rivelato, per una grazia particolare accordatagli dagli dei, e non perché, come aveva creduto Gilgamesh, egli fosse in possesso di qualche segreta conoscenza. Il vegliardo alzò gli occhi e fissò seriamente in volto l’eroe. – Gilgamesh – egli disse – ti svelerò un segreto. Nelle profondità del mare vi è una pianta. Ha l’aspetto di un biancospino, e le sue spine pungono come quelle di una rosa. Se un uomo riesce a impossessarsene, egli può, assaggiandola, riacquistare la gioventù. Quando Gilgamesh udì queste parole, si legò ai piedi delle grosse pietre e si tuffò nei profondi abissi del mare: e lì, sul letto dell’oceano, scorse la pianta. Non curandosi delle sue spine, l’afferrò tra le dita, si liberò delle pietre, e attese che la marea lo riconducesse a riva. Allora, mostrò la pianta a Urshanabi, il nocchiero. – Guarda – egli disse – chiunque assaggi questa pianta acquista altri anni di vita! Io la darò da mangiare agli uomini. Dopo aver riattraversato le insidiose acque e aver raggiunto la riva, Gilgamesh e il suo compagno intrapresero il lungo viaggio a piedi che doveva condurli alla città di Erech. Dopo aver percorso cinquanta leghe, Gilgamesh disse: – Fermiamoci qui. Posò la pianta in terra e andò a bagnarsi nella fresca sorgente. Ma, appena ebbe voltato la schiena, ecco, un serpente uscì dalle acque e, odorato il profumo della pianta, la rapì. E non appena l’ebbe assaggiata, subito mutò la pelle e riacquistò la gioventù.Quando Gilgamesh vide che la preziosa pianta era perduta per sempre, si mise a sedere e pianse. Ma dopo poco si alzò e, rassegnato infine al destino di tutta l’umanità, fece ritorno alla città di Erech, da dove era venuto. da T. H. Gaster, Le più antiche storie del mondo, Mondadori
LEZIONE 4
Gilgamesh tra due figure di semidei in forma di minotauro sostiene il disco solare alato; VIII secolo a.C.
Attività Rispondi alle domande. P erché Gilgamesh cercava il saggio Utnapishtim?
P erché la ricerca di Gilgamesh si tramuta in fallimento? ............................................................................................................................
.....................................................................................................................................................
.....................................................................................................................................................
................................................................................................................................................... . Q uale segreto svela Utnapishtim a Gilgamesh per ottenere una vita più lunga?
................................................................................................................................................... .
Che cosa comprende, con rassegnazione, Gilgamesh da questa avventura?
.....................................................................................................................................................
.....................................................................................................................................................
................................................................................................................................................... .
................................................................................................................................................... .
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Unità 2
LEZIONE
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L’antico Egitto Le divinità
Statuetta del dio Amon, XXII dinastia, 900 a.C. circa.
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L’Egitto, un tempo suddiviso in due regioni ben distinte, il Basso Egitto a nord e l’Alto Egitto a sud, fu unificato intorno al 3100 a.C. dal re Menes. Con lui il trono divenne ereditario e, per sottolineare l’avvenuta unificazione, il re metteva sul capo una corona doppia, formata da un copricapo rosso del Basso Egitto e da uno bianco dell’Alto Egitto. La regione, in gran parte desertica, era attraversata in tutta la sua lunghezza dal grande fiume Nilo che, straripando con una certa regolarità, rendeva molto fertile il terreno, perché, quando le acque si ritiravano, rimaneva il limo; questo strato fertile era considerato un dono del Nilo, dio benefico e protettore dell’Egitto. Gli Egizi ancora oggi sono considerati il popolo più religioso di tutta l’antichità perché credevano in un legame molto forte fra le vicende umane e il mondo degli dei, per la centralità del tema della morte e dell’aldilà, perché ogni elemento della natura (cielo, sole, luna, terra ecc.) e ogni animale era rappresentato da una divinità. Le divinità venerate dagli Egizi erano dunque numerose: Ra, il dio sole, o Amon, come era chiamato nella città di Tebe; Maat, la giustizia, che aveva il compito della pesatura delle anime dei defunti; Osiride, dio dell’oltretomba; Iside, sposa e sorella di Osiride, dea della luna; Horus, il dio falco, figlio di Osiride e di Iside; Thot, il dio ibis, inventore della scrittura; Ammone, il dio ariete, protettore del
faraone e della dinastia; Anubis, il dio sciacallo, protettore dei defunti; Nut, il cielo stellato; Geb, il dio della terra. Gli Egizi offrivano alle divinità, rappresentate da statue, i frutti della terra, cibi prelibati, bevande e profumi. Incaricati del culto quotidiano, i sacerdoti lavavano, vestivano e profumavano le statue.
Un passo in più La croce ansata Il simbolo egiziano della croce ansata, conosciuta anche come Ankh o chiave della vita, ha avuto una vastissima diffusione. Questo segno geroglifico rappresenta la vita. Gli dei spesso sono raffigurati con l’Ankh in mano oppure sul petto. Lo troviamo inciso anche sulle mura dei templi o sulle steli funerarie.
Custodia di specchio a forma di Ankh, XVIII dinastia, trovata nella tomba di Tutankhamon.
L’antico Egitto
Il faraone Il faraone era un monarca assoluto e nelle sue mani si concentrava ogni potere. Era il capo militare e organizzava anche tutta la vita civile e ogni attività commerciale del Paese. Tutto l’Egitto era considerato sua proprietà privata. Poteva addirittura imporre al popolo una nuova divinità e un nuovo culto, come fece Amenophis IV (ca. 1350 a.C.), quando rinnegò tutte le divinità tradizionali e impose il culto del dio Aton, eliminando così, in un solo colpo, il politeismo. Alla sua morte, il faraone Tutankhamon ripristinò l’antico culto di Ra e il politeismo. Il faraone era considerato un re-dio e rappresentava il naturale mediatore tra gli uomini, il mondo degli dei e l’oltretomba. Promulgava le leggi in nome degli
LEZIONE 5
dei e il popolo riteneva che da lui dipendessero il succedersi delle stagioni, le inondazioni del Nilo e, perfino, le leggi dell’universo. Persona sacra e irraggiungibile, in vita veniva identificato con Horus, il dio falco, dopo la morte, con Osiride, il dio dell’oltretomba. Quando il faraone moriva, la sua salma veniva deposta in un grandioso monumento funebre per facilitare e rendere più confortevole il suo passaggio nell’aldilà. Il faraone, infatti, poteva diventare vendicativo e perfido se la sua ultima dimora non fosse stata adeguata. All’inizio, le tombe dei faraoni erano costruite con mattoni crudi, a forma di parallelepipedo, ed erano dette mastabe. Successivamente, si edificarono costruzioni di pietra sempre più alte e monumentali, le famose piramidi. La piramide di Cheope raggiunse un’altezza di ben 146 metri!
Piramidi di Micerino, Chefren e Cheope, IV dinastia, Giza.
Attività Leggi e rispondi alle domande. I nomi che gli Egizi attribuivano ai loro dei esprimevano tratti essenziali di quella particolare natura divina, eccone alcuni. Amon Il misterioso, il nascosto. Dio supremo, divinità solare. Neith La terribile. Dea creatrice della Terra, poi dea della caccia. Sekhmet La potente. Dea della salute e del male. Thot Il messaggero. Dio della scienza, della scrittura, della magia. Atum La totalità, il tutto. Dio creatore, identificato con il sole. Secondo te, sono definizioni che si addicono a degli dei? Perché? ....................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................... .
Quali di queste caratteristiche ti colpisce di più? Perché? ............................................................................................................................................................................................................... .
Rilievo con Amenophis IV che compie un’offerta al dio Aton.
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Unità 2
Le religioni antiche
La morte e l’aldilà Gli Egizi hanno sempre creduto che l’uomo, dopo la sua morte fisica continuasse a vivere, anche se in modo diverso. Nei tempi più antichi pensavano che solo il faraone potesse accedere all’immortalità. Poi con il passare del tempo questo privilegio si estese a tutta la sua corte e, infine, a tutto il popolo. Per gli Egizi l’uomo era costituito da cinque elementi, tra cui il Ka, la forza vitale, e il Ba, il doppio dell’individuo interpretato come anima. Dopo la morte, il Ka e l’anima potevano meritarsi l’immortalità, a due condizioni:
a) che il corpo si mantenesse integro, mediante la mummificazione; b) che il defunto superasse delle prove. Per questo venivano messi due mezzi a sua disposizione: il Libro dei morti con le formule magiche posto nella tomba e degli amuleti magici che venivano collocati sulla mummia. Soddisfatte le due precedenti condizioni, rimaneva ancora un ostacolo: il giudizio inappellabile di un tribunale di quarantadue giudici divini presieduto da Osiride, chiamato anche la «pesatura dell’anima».
Pesatura dell’anima. Papiro del Libro dei morti, British Museum, Londra.
Un passo in più La pesatura dell’anima Sul piatto di una bilancia veniva posto il cuore del defunto e, nell’altro piatto, una piuma. Se il cuore risultava più leggero della piuma si aveva la dimostrazione che il defunto, in vita, era stato onesto e giusto e così veniva accolto nel mondo dei beati (Campi dei Giunchi): una specie di paradiso terrestre dove avrebbe potuto arare e mietere per l’eternità, protetto da Osiride. Se l’esito era negativo, invece, il suo cuore veniva dato in pasto a una belva, metà coccodrillo e metà leonessa, che sostava minacciosa vicino alla bilancia.
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La prova
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on ti lascerò passare” dice la porta “se non dici il mio nome”. E il defunto dice: “Il tuo nome è ‘Occhio-del-dio-Shu-chelo-ha-dato-a-difesa-di Osiride’ ”. “Non ti lasciamo passare” dicono i montanti della porta “se non dici il nostro nome”. E il defunto dice: “Il vostro nome è: Nido di serpenti di Renenut”. “Tu ci conosci: puoi passare! ”»
«“
Dal Libro dei morti, cap. 125, circa 3500 a.C.
L’antico Egitto
La mummificazione e i riti per accedere all’aldilà
Vaso destinato a contenere il fegato.
Dopo la morte di una persona, si dava inizio al rituale complesso dell’imbalsamazione che durava circa tre mesi, soprattutto se il defunto era un uomo importante. Per i poveri si procedeva molto rapidamente, spesso gettando il cadavere nel Nilo o deponendolo semplicemente in una fossa. Per ottenere una corretta mummificazione, un sacerdote chirurgo asportava il cervello e metteva gli organi interni in quattro vasi, chiamati canopi. Il corpo poi, veniva immerso nel salnitro per settanta giorni per prosciugarlo completamente dai liquidi; quindi, lavato e profumato, veniva avvolto in bende di lino fra le quali si ponevano amuleti portafortuna. La stessa procedura di bendaggio era effettuata sugli organi interni prima di deporli dentro i canopi. Gli artigiani, intanto, costruivaVasi canopi: dalla città egiziana di Canopo. no il sarcofago, spesso sagomato Urne funerarie a forma di mummia e ricoperto dell’antico Egitto in di iscrizioni magiche. Se il defuncui si mettevano le to era il faraone, la cerimonia di parti molli del corpo sepoltura era particolarmente sodel defunto. Erano lenne. quattro e i coperchi Una processione di barche ne traavevano la testa di sportava la salma lungo il Nilo; uomo, babbuino, falco giunti all’altezza del monumento e sciacallo a seconda funebre, la salma sostava uno o dell’organo che due giorni in un tempio sulle ricontenevano: fegato, ve del fiume (Tempio della Valle), polmoni, stomaco e che era uno degli edifici funebri intestino. annessi alla piramide.
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LEZIONE 5
Quindi, a piedi, attraverso un corridoio coperto, il corteo funebre portava la salma nella dimora definitiva, il Tempio Alto. Qui il sacerdote compiva l’ultimo gesto: con una piccola ascia toccava la bocca, gli occhi e le orecchie del defunto perché riacquistasse vigore e potesse rinascere nell’aldilà. Nella tomba venivano poste delle statuette raffiguranti la persona morta, le ushabti: esse dovevano rispondere alla chiamata di Osiride e sostituire il defunto, nell’aldilà, lavorando al suo posto.
Attività Leggi e rispondi. «Per l’Egiziano, la vita era il bene più prezioso, un dono degli dei e per questo essa doveva essere conforme alla loro volontà: pietà, doveri sociali e familiari, rettitudine e verità nei pensieri, sono questi i valori su cui modellava la sua esistenza.» J. Ries, Il rapporto uomo-dio nelle grandi religioni precristiane, Jaca Book
S ottolinea le parole che indicano valori validi ancora oggi. Per ognuna scrivi un breve commento riportando una notizia o un fatto che ne sottolinea l’importanza.
IN BREVE: Gli Egiziani erano un popolo molto religioso. e divinità erano numerose (la più importante era L Amon-Ra, il Dio Sole).
opo la morte, l’anima del defunto veniva sottoposta al D giudizio di quarantadue giudici e alla «pesatura del cuore» nel tribunale di Osiride. Il rituale dell’imbalsamazione durava circa tre mesi.
Il faraone era considerato un re-dio; quando moriva la sua salma era deposta nel monumento funebre: la piramide.
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Unità 2
La Grecia antica
LEZIONE
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La polis: comunità politica e religiosa L’antica religione greca è senz’altro legata al fiorire della civiltà ellenica, a partire dall’VIII sec. a.C., e alla nascita della polis, la città-stato. La polis era una comunità, non solo politica, ma anche religiosa; non di rado questa comunità si metteva sotto la protezione di una divinità. Originariamente il culto avveniva nei santuari, successivamente, crescendo il prestigio e la ricchezza della civiltà ellenica, si costruirono templi che sorgevano al centro delle città, o su di un’altura (nella parte alta della città, l’acropoli), o in campagna, al confine della sfera d’influenza politica della città. Oltre ai santuari frequentati dalla Santuario: il termine, gente del luogo, in Grecia c’erano in origine, indicava il anche luoghi sacri più importanti, luogo adibito al culto e i santuari panellenici. Qui si svoldedicato alla divinità. gevano cerimonie cui partecipavaNella religione cattolica no gli abitanti di molte città e si è la chiesa che conserva immagini sacre, reliquie organizzavano saggi e gare spormiracolose o che è sorta tive in onore di una o più divinità. in un luogo degno di Durante questi giochi, le guerre venerazione (perché vi venivano sospese e tutti i partesi è verificato un miracipanti godevano dell’immunità, colo, un’apparizione o mentre il territorio diveniva invioperché ha dato i natali a labile. In alcuni santuari, come in un santo). quello di Delfi, dedicato ad Apollo Oracolo: dal verbo latie in quello di Dodona, dedicato no orare, «parlare». Rea Zeus, si riteneva che le divinità sponso, spesso in forma manifestassero le loro volontà memisteriosa e ambigua, diante gli oracoli. che gli dei, interrogati
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per conoscere il futuro, davano mediante la voce dei sacerdoti e dei veggenti.
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Il pomo della discordia «
E
ris, la dea della discordia, irritatasi per non essere stata invitata alle nozze di Peleo e Tetide, si vendicò destando una contesa intorno a una mela su cui si trovava questa iscrizione: “alla più bella”. Le tre dee presenti, Era, Atena e Afrodite, naturalmente pretendevano di aver diritto alla mela. Zeus ordinò che le tre dee fossero da Ermes condotte sul monte Ida e qui il giudizio della bellezza fosse affidato al pastore Paride. Questi era un figlio del re Priamo, ma a motivo di un sogno di cattivo augurio avuto dalla madre Ecuba nel dare alla luce questo figliolo, fu esposto, appena nato, sul monte Ida; qui era stato raccolto da un pastore e come tale allevato. Le tre dee gareggiavano in promesse al loro giudice. Era gli prometteva signoria e ricchezza, Atena sapienza e fama, e Afrodite la più bella donna del mondo. Egli assegnò il pomo ad Afrodite. Poco dopo, Paride, venne riconosciuto e tornò in grazia a Priamo, poi intraprese un viaggio e in quella occasione ebbe il premio promessogli da Afrodite. Alla corte di Menelao, re di Sparta, incontrò la bellissima Elena, moglie di Menelao. Afrodite instillò in lei un ardente amore per l’ospite ed Elena fuggì a Troia con Paride. Menelao ne chiese la restituzione; avutone un rifiuto, si preparò alla guerra. » F. Ramorino, Mitologia Classica, Hoepli
Acropoli di Atene.
La Grecia antica
L’Olimpo: il monte degli dei Le divinità greche erano antropomorfe e in tutto simili agli uomini, per vizi e virtù: la loro superiorità si manifestava nell’eterna giovinezza e nel possedere alcuni poteri. L’abitazione degli dei era il monte Olimpo. Zeus era il re e il padrone di tutto; sua moglie Era, la protettrice della fecondità e dei matrimoni; Hermete, il messaggero degli dei e il dio dei commerAntropomorfo: dal greco ánthropos, cianti; Afrodite, nata dalle onde del «uomo» e morphé, mare, la dea della bellezza; Atena, «forma». Riferito alla nata dalla testa di Zeus, la dea della divinità, il termine sapienza.
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LEZIONE 6
Al di sopra di tutti, dei, uomini ed eroi (considerati semidei), c’era una forza cieca e irrazionale a cui nessuno poteva opporsi, il Fato (cioè, il destino). Gli dei interferivano spesso nelle vicende umane, sia intervenendo direttamente sulla terra, sia facendo pagare agli uomini i loro capricci e le loro beghe (un esempio è la guerra di Troia). Nessun uomo poteva aspirare alla dignità divina; il peccato più grave per un uomo era proprio quello di voler diventare un dio. L’uomo, consapevole di questa «distanza», non colmabile in alcun modo, neppure con l’amicizia, poteva solo offrire sacrifici, preghiere e sperare nella benevolenza divina. Le divinità però si innamoravano spesso dei mortali e il frutto di tali unioni era un semidio, venerato come un eroe.
indica che questa viene rappresentata con forme umane e a lei vengono attribuiti anche sentimenti umani.
Monte Olimpo, Grecia.
Un passo in più I giochi olimpici I giochi olimpici nascono a Olimpia come gare sportive in onore di Zeus. La prima rappresentazione si svolse nel 776 a.C.: l’importanza di tale evento si può ben comprendere se si pensa che a partire da quella data i Greci cominciarono a contare gli anni. Le gare si svolgevano ogni quattro anni e questo intervallo di tempo fu chiamato «olimpiade». I giochi olimpici prevedevano: il pugilato, una specie abbastanza violenta di lotta libera, chiamata pancrazio, la corsa, il pentathlon (un insieme di cinque gare: salto in lungo, corsa, lancio del disco, lancio del giavellotto, lotta) e la corsa dei cavalli. Gli atleti gareggiavano nudi e ricevevano in premio solo una corona di alloro o di ulivo. Non erano ammessi alle gare né gli schiavi, né i barbari, né le donne. I vincitori venivano osannati soprattutto dai poeti e dagli scultori e la loro fama superava anche i confini della Grecia.
Attività Rispondi alle domande. Conosci altre montagne considerate sacre dalle religioni? Perché, secondo te, la montagna ha spesso assunto un significato religioso? «Il destino non esiste: siamo noi che determiniamo liberamente la nostra vita». Che cosa pensi di questa frase?
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Unità 2
Le religioni antiche
La religione familiare La religione non era praticata soltanto nei templi, ma anche all’interno del focolare domestico. I tre momenti significativi della vita umana, cioè la nascita, il matrimonio e la morte, erano vissuti con una particolare tensione religiosa, perché bisognava, mediante sacrifici e preghiere, rendersi favorevoli gli dei ed evitare il loro malumore. La nascita di un bambino era un evento naturale ed era segnalato dall’accensione di una fiaccola. Il parto era considerato un’azione impura, perciò si cospargeva di pece la porta di casa per evitare che gli estranei si contaminassero. Dopo cinque giorni dal parto iniziavano i riti di
purificazione, chiamati anfidromie: tutti i componenti della famiglia dovevano fare un bagno di purificazione e, di solito il padre, con in braccio il neonato, doveva fare di corsa un giro intorno all’altare domestico, per affermare che il bimbo era accettato in casa e si era disposti ad allevarlo. La cerimonia del matrimonio era abbastanza articolata. La futura sposa doveva sacrificare tutti gli oggetti della propria infanzia agli dei protettori della sua famiglia per placarli e ottenere così il loro permesso di adorare gli dei del marito. Poi, partecipava col capo coperto al banchetto offerto dal padre. Quindi, per distrarre la divinità, si nascondeva di casa in casa, finché lo sposo, fingendo un rapimento, la conduceva a casa sua, prendendola in braccio ed evitando che la sposa toccasse il pavimento.
Un passo in più Il sacrificio Il sacrificio era un atto essenziale del culto greco. Secondo le forme prescritte veniva presentata un’offerta che era subito distrutta, d’abitudine, per mezzo del fuoco. La vittima solitamente era scelta nel mondo animale e più raramente nel regno vegetale. L’altare era indispensabile per la celebrazione dell’olocausto. La vittima veniva immolata secondo una cerimonia classica: era addobbata e poi si accendeva il fuoco, seguiva una purificazione e un piccolo sacrificio di vegetali e, infine, l’invito al raccoglimento. Una volta terminati i preparativi la vittima veniva macellata e fatta a pezzi: a queste operazioni rituali seguiva l’oblazione. La parte destinata alla divinità era lasciata bruciare completamente, mentre i fedeli ne mangiavano ciascuno un pezzo arrostito nel corso di un banchetto sacro. Gli animali sacrificati potevano essere maiali, bovini, montoni e capre, ma, accanto a questi sacrifici cruenti, esistevano anche le offerte di cereali, di legumi, di frutta, di bevande e di aromi. J. Ries, Il rapporto uomo-Dio nelle grandi religioni precristiane, Jaca Book
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Rappresentazione di un funerale greco, frammento risalente al 560-550 a.C. circa.
ssario GloOblazione: dal latino oblatio, «offerta». Indica l’offerta di tutto ciò che si porta all’altare nella processione offertoriale.
Pinax, tavoletta in legno dipinta a tempera risalente al 540-520 a.C. circa, rappresentante una processione sacrificale.
La Grecia antica
La morte e l’oltretomba Uno dei crimini peggiori per la società greca era quello di non dare sepoltura ai morti. Questa colpa ricadeva non solo sui componenti della famiglia del responsabile, ma sull’intera città. L’inumazione avveniva prima dell’inizio del giorno perché non fosse contaminata la luce del sole. Il defunto veniva deposto sulla nuda terra sopra un semplice strato di foglie, con accanto qualche suppellettile e un po’ Inumazione: dal di viveri per il suo mantenimento. latino in e humus, I Greci credevano che, con la mor«terra». L’azione del te, l’anima uscisse dalla prigione del sotterrare, quindi, la corpo e si dirigesse verso l’Ade, un sepoltura. luogo buio e triste, un posto di rimpianto e infelicità eterna. A partire dal VI secolo a.C. nacque l’idea che i defunti dovessero essere trattati diversamente a seconda dei meriti e delle colpe. Prima di raggiungere l’Ade, l’anima doveva attraversare il fiume Stige, che segnava il confine dell’oltretomba, pagando Caronte, che accompagnava con la sua barca le anime sulla riva opposta del fiume, e sfamando con dolci al miele l’insaziabile Cerbero, il feroce cane posto a guardia per impedire alle anime di fuggire. I Greci ritenevano che l’Ade, pur essendo un luogo inaccessibile e non ben identificabile, avesse però degli sbocchi naturali in luoghi misteriosi, quali grotte e anfratti. Qui era possibile una comunicazione con i defunti mediante delle profetesse (Sibilla, Pizia, ecc.) che, avendo consacrato la loro vita a una divinità particolare e vivendo nel suo santuario, avevano ricevuto il dono di potersi mettere in comunicazione con l’aldilà.
LEZIONE 6
Euphronios, cratere a figure rosse con Sarpedonte, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, 510 a.C. circa, Roma.
Glossario
Attività Rispondi alle domande. Perché la sepoltura presso i Greci avveniva prima dell’alba? Che cosa avveniva al defunto? Come era considerato il corpo? Che cos’era l’Ade?
IN BREVE: Le divinità greche erano antropo morfe e abitavano sul Monte Olimpo. I l loro culto avveniva nei templi e nei santuari mediante sacrifici e preghiere.
Che ruolo avevano le profetesse?
Il «destino» o «Fato» era una forza a cui nessuno, uomini, semidei e dei, poteva opporsi.
Il peccato più grave per un uomo era quello di voler diventare come gli dei.
e divinità manifestavano la loro L volontà mediante gli oracoli.
I greci credevano che, con la morte, l’anima uscisse dal corpo e si dirigesse verso l’Ade.
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Un passo in più
Unità 2
Le religioni antiche
Prometeo ruba il fuoco di Zeus Nel mito di Prometeo si racconta la conquista del fuoco da parte degli uomini. Per questo motivo è Prometeo a essere presentato come il fondatore della civiltà. Ti proponiamo qui una trascrizione moderna dell’antico mito greco.
«Prometeo era il più intelligente della sua razza; aveva assistito alla nascita di Atena dalla testa di Zeus e la dea stessa gli insegnò l’architettura, l’astronomia, la matematica, la medicina, l’arte di lavorare i metalli, l’arte della navigazione e altre arti utilissime, che egli poi a sua volta insegnò ai mortali. Un giorno, nella piazza di Sicione, si accese una discussione a proposito delle parti di un toro sacrificato che si dovevano offrire agli dei, e delle parti che gli uomini potevano riservare per sé. Prometeo fu inviato a fare da arbitro. Egli allora scuoiò e smembrò il toro e ricucì la sua pelle in modo da formarne due grandi sacche, che riempì con le varie parti dell’animale. Una sacca conteneva tutta la carne, ma ben nascosta sotto lo stomaco, che è il boccone meno appetitoso, e l’altra conteneva le ossa, nascoste sotto un bello strato di grasso. Quando le presentò a Zeus perché scegliesse l’una o l’altra, Zeus si lasciò trarre in inganno e scelse la sacca con il grasso e le ossa (che dal quel giorno rimasero la porzione degli dei) ma punì Prometeo, che rideva di soppiatto, privando gli uomini del fuoco. “Che mangino la loro carne cruda!” gridò. Prometeo si recò subito da Atena e ottenne che essa lo facesse entrare di nascosto nell’Olimpo. Appena giunto, accese una torcia al divampante carro del Sole e ne staccò una brace ardente, che pose poi entro il cavo di un gigantesco gambo di finocchio. Spenta la torcia, sgattaiolò via senza che alcuno lo vedesse e ridonò il fuoco al genere umano. Zeus giurò di vendicarsi. Ordinò a Efesto di fabbricare una donna di creta, ai quattro Venti di soffiare in essa la vita, e a tutte le dee dell’Olimpo di adornarla. Codesta donna, Pandora, fu la più bella del mondo e Zeus la mandò in dono a Epimeteo, fratello di Prometeo. Ma Epimeteo, che era stato ammonito da suo fratello a non accettare doni da Zeus, cortesemente rifiutò. Sempre più infuriato, Zeus fece incatenare Prometeo, nudo, a una vetta del Caucaso, dove un avido avvoltoio gli divorava il fegato tutto il giorno, un anno dopo l’altro; e il suo tormento non aveva fine, poiché ogni notte (mentre soffriva crudelmente per i morsi del freddo) il fegato gli ricresceva. Epimeteo, angosciato per la sorte di suo fratello, si affrettò a sposare Pandora, che per volontà di Zeus era stupida, malvagia e pigra quanto bella: la prima di una lunga serie di donne come lei. Subito essa aprì il vaso che Prometeo aveva affidato a Epimeteo raccomandandogli di tenerlo chiuso, e nel quale si trovavano tutte le Pene che possono Pittore di Arcesilao, kylix (coppa) attica a figure nere con rappresentata la punizione di Prometeo.
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La Grecia antica
LEZIONE 6
affliggere l’umanità: la Vecchiaia, la Fatica, la Malattia, la Pazzia, il Vizio e la Passione. Subito esse volarono via a stormo e attaccarono i mortali. Ma la fallace Speranza, che Prometeo aveva pure chiuso nel vaso, li ingannò con le sue bugie ed evitò così che tutti commettessero suicidio.» da R. Graves, I miti greci, Longanesi
Piero di Cosimo, Il mito di Prometeo, 1515, Pinacoteca Vecchia, Germania.
Attività Rispondi alle domande. Q uali caratteristiche contraddistinguono Prometeo? ............................................................................................................................................................ .......................................................................................................................................................... .
Q uali episodi lo mettono in contatto con gli dei? ............................................................................................................................................................ .......................................................................................................................................................... .
Q uali azioni compie in favore degli uomini? ............................................................................................................................................................
Come potresti commentare, trasferendola alle vicende dell’uomo di oggi, la conclusione del mito? ............................................................................................................................................................ .......................................................................................................................................................... .
C on i tuoi compagni ricerca quale significato simbolico è attribuito al fegato e danne una spiegazione sintetica. ............................................................................................................................................................ .......................................................................................................................................................... .
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Unità 2
L’Etruria
LEZIONE
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Gli Etruschi: un popolo religioso La civiltà etrusca si diffuse in Italia intorno al VII sec. a.C., come ci testimonia la nascita delle prime città etrusche, Tarquinia, Veio, Vulci, e raggiunse la massima espansione nel VI sec. a.C. In questo periodo, infatti, gli Etruschi regnavano a Roma con la dinastia dei Tarquinii, a sud occupavano gran parte della Campania (Etruria campana) e a nord avevano raggiunto la pianura del Po (Etruria padana). Nel IV secolo a.C., l’EtruNecropoli: dal greco ria si ridusse notevolmente sotto la nekrós, «morto» e pólis, dominazione romana, rimanendo «città». Complesso delimitata dall’Arno, dal Tevere e di antiche sepolture portato alla luce da dal Tirreno. Nei secoli successivi, scavi archeologici. scomparve definitivamente sottomessa dai Romani. L’Etruria non formò mai un unico Stato, ma si costituì come un insieme di cittàstato, governate da un re. Gli Etruschi furono un popolo molto religioso, come ci riferirono alcuni insigni autori latini (Seneca, Tito Livio, Lucrezio) e come risulta dagli scavi archeologici effettuati nelle necropoli.
Glossario
Sarcofago raffigurante una coppia di sposi, 520 a.C., Villa Giulia, Roma.
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Modello di fegato in bronzo: sull’intera superficie sono leggibili i nomi delle divinità del pantheon etrusco, I-II secolo a.C., Museo Civico di Piacenza.
Differenze con i Romani
I
l filosofo romano Seneca scrive: «tra gli Etruschi e noi vi è questa differenza. Noi pensiamo che il fulmine avvenga perché vi è stata una collisione tra le nuvole; secondo loro, la collisione avviene affinché venga scagliato il fulmine. Riferendo ogni cosa alla divinità, essi sono convinti, non che le folgori diano segni perché sono prodotte, ma che si producano perché hanno qualcosa da annunciare». Seneca, Questioni naturali, II, 32
Un passo in più La divinazione I testi sacri etruschi erano costituiti da tre grandi gruppi di libri, che nella versione latina erano detti Aruspicini, Fulgurales e Rituales. I libri Aruspicini trattavano dell’interpretazione delle viscere degli animali; i libri Fulgurales contenevano la dottrina dei fulmini; i libri Rituales riguardavano le norme di comportamento da seguire nelle varie circostanze della vita pubblica e privata. Per quanto riguarda l’interpretazione dei fulmini, grande importanza avevano il luogo e il giorno in cui essi apparivano, ma anche la forma, il colore e gli effetti provocati. Le varie divinità disponevano di un solo fulmine alla volta, mentre Tinia ne aveva a disposizione tre. Il primo era il fulmine ammonitore, il secondo era il fulmine che atterrisce, il terzo era il fulmine devastatore.
L’Etruria
Il culto della morte
L’arte della divinazione In Etruria si sviluppò molto l’arte divinatoria, cioè l’interpretazione dei vari segni della natura come previsioni. Se ne occupavano due categorie di sacerdoti-indovini: gli arùspici, che basavano la loro preveggenza sull’esame delle viscere degli animali sacrificati, e gli àuguri, che interpretavano il futuro osservando il volo degli uccelli. La divinazione di questo popolo si basava sul presupposto che ogni corpo vivente, o anche una parte di esso, fosse un microcosmo, cioè una miniatura di tutta la realtà: da un solo elemento si poteva conoscere il tutto. Indicativa di questa convinzione è la riproduzione in bronzo di un fegato di pecora, dal luogo del suo ritrovamento chiamato «fegato di Piacenza», usato dagli arùspici per la divinazione.
Tema centrale della religiosità degli Etruschi era il culto della morte e dell’aldilà. Alle origini di questa civiltà, il defunto subiva la cremazione e le urne che accoglievano le ceneri erano deposte in piccole tombe a pozzetto. Nel periodo più fiorente, che va dal VI al V secolo a.C., fu praticata l’inumazione: il defunto veniva seppellito in una fossa sottoterra all’interno di un luogo adibito solo alle sepolture e ritenuto sacro. Pian piano queste camere sepolcrali s’ingrandirono sempre di più, fino a raggiungere, nel caso delle famiglie più ricche, le dimensioni di una vera abitazione sotterranea: se la tomba doveva essere la casa del defunto per l’eternità, allora doveva avere tutte le comodità delle abitazioni dei viventi. Le tombe, scavate sottoterra, erano artisticamente pregevoli. In occasione dell’inumazione si svolgeva, nei pressi della tomba, il banchetto funebre.
ssario GloCremazione: dal latino cremare, «brucia-
Un passo in più
re». Procedimento consistente nel bruciare un cadavere. Le ceneri vengono poi raccolte in un’urna.
Una forte sensibilità religiosa Il popolo etrusco, noto per il suo senso religioso, fu il primo tra i popoli dell’antichità a immaginare e definire una precisa serie di divinità, destinate più tardi a essere in gran parte ereditate dalla tradizione romana.
Attività Rispondi alle domande. Fai una ricerca sui banchetti funebri. In che cosa consistevano? Perché le necropoli hanno permesso di conoscere la forte religiosità degli etruschi?
Specchio etrusco in bronzo con Calcante che trae auspici osservando un fegato di ovino.
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IN BREVE: Il tema centrale della religiosità degli etruschi era il culto della morte e dell’aldilà.
LEZIONE 7
In Etruria si sviluppò molto l’arte della divinazione, cioè l’interpretazione dei vari segni della natura e delle viscere degli animali sacrificati per scoprire la volontà degli dei.
e informazioni sulla civiltà e religioL ne degli Etruschi sono arrivate a noi attraverso alcuni autori latini e grazie agli scavi archeologici effettuati nelle necropoli.
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Unità 2
LEZIONE
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L’antica Roma
Nettuno lotta contro una piovra, particolare della fontana del Nettuno, Antonio della Bitta, Roma.
Gli dei della mitologia romana La civiltà romana si sviluppa a partire dal 753 a.C., anno della fondazione di Roma, come vuole la tradizione, per diventare ben presto la maggior potenza terrestre della penisola. La sua politica espansionistica la fece entrare in contatto con i popoli italici, come i Sanniti, gli Etruschi e i Sabini, da cui assorbì le tradizioni religiose. Nel III e II secolo a.C., con la conquista della Grecia, Roma assimilò tutte le divinità dell’Olimpo greco e le fece proprie dando loro un nome latino. La religione romana era politeista e il suo pantheon annoverava molti dei. Al vertice c’era Giove, capo degli dei e dio del cielo. Seguivano poi sua moglie Giunone (dea della famiglia), Minerva (dea della sapienza, dell’arte e protettrice di Roma), Marte (dio della guerra), Apollo (dio della luce e della poesia). Accanto agli dei vi erano gli «spiriti protettori» del benessere familiare e sociale a cui si rivolgevano dei riti privati: i Mani, i Penati e i Lari. • I Mani, spiriti benevoli degli antenati, erano celebrati particolarmente nelle feste Parentalia, quando il popolo si recava alle tombe dei parenti per onorarli. • I Penati garantivano il benessere della famiglia; in ogni casa venivano ricordati con delle statuette votive, poste in una nicchia, vicino al focolare domestico. • I Lari, protettori della proprietà familiare, erano collocati e venerati in una nicchia sul muro esterno della casa.
ssario GloPantheon: dal greco pân, «tutto» e theós, «dio». Nelle religioni politeiste è l’insieme di tutti gli dei.
Gli dei, intelligenza dell’universo
D
i questo siano persuasi fin dall’inizio i cittadini, che gli dei sono sovrani e guida di tutte le cose, e che le cose che accadono, accadono per forza, potere e volontà loro, e che essi stessi si comportano ottimamente verso la stirpe degli uomini; che essi esaminano di quale natura sia ciascuno, che cosa faccia, che cosa accolga in sé, con quale spirito, con quale devozione coltivi le pratiche religiose; e che tengono conto dei devoti e degli empi. Infatti le menti educate con questo modo di ragionare certamente non rifuggiranno dall’utile e da un giudizio giusto. Che cosa c’è di più vero del fatto che non è logico che qualcuno sia tanto presuntuoso da pensare che mentre in lui ci sono una ragione e una facoltà razionale, non ci sia nell’universo una stessa mente pensante? Che quelle cose che a stento il grado più elevato dell’ingegno percepisce con la ragione, non siano messe in movimento da alcuna intelligenza? Come giudichiamo un uomo tale che non sia indotto a essere riconoscente dalle disposizioni degli astri, all’alternarsi dei giorni e delle notti, e da tutti quei fenomeni che si producono perché noi ne godiamo?»
«
Cicerone, Sulla natura degli dei
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L’antica Roma
La religiosità dei Romani I Romani, popolo pratico e poco portato per ragionamenti difficili e astratti, erano convinti che gli dei garantissero loro la salus publica, cioè il benessere e Pietas: parola latina la prosperità dello Stato, solo in derivata dal verbo piare, cambio di un adeguato rapporto «placare». Consiste in religioso basato sulla pietas. due atteggiamenti tra Questo popolo viveva il rapporloro collegati: to con lo Stato, con la famiglia a) rispetto umile e timoe con la comunità, sulla base roso nei confronti della dell’impegno e della devozione
Glossario
divinità per disporla favorevolmente; b) volontà di mettersi nelle condizioni migliori per avvicinarsi a essa, eliminando o allontanando da sé ogni forma d’impurità. Pontefice: dal latino pontifex (da pons, «ponte» e facere, «fare»). Indica colui che fa da «ponte», cioè collega l’uomo alla divinità. Presso gli antichi Romani, ciascun membro di uno dei collegi sacerdotali che presiedeva al culto. Preceduto dall’aggettivo «sommo», indica oggi il papa, il capo della Chiesa cattolica.
LEZIONE 8
alle divinità, caratteristici della pietas. Essi chiedevano la protezione divina soprattutto per due attività ritenute fondamentali: la guerra e il lavoro dei campi. I Romani erano molto scrupolosi nell’eseguire le pratiche religiose perché erano convinti che da ciò dipendesse la benevolenza degli dei e l’accoglienza delle loro preghiere. La vita religiosa era regolata e controllata dai sacerdoti, divisi in collegi a seconda dei compiti. I sacerdoti più importanti erano i pontefici e l’autorità religiosa più alta era il pontefice massimo. Le vestali erano sacerdotesse con il compito di tenere sempre acceso il sacro fuoco della dea Vesta. Se si fosse spento sarebbe stato il segno più eloquente dell’ira degli dei e la premonizione di una sicura sventura per lo Stato.
Edicola votiva dedicata alle divinità domestiche. Casa dei Vettii, Pompei.
Attività Completa la tabella. Così i Romani cambiarono i nomi delle divinità greche. Greci
Romani
Zeus: padre degli dei e signore del mondo Era: dea del matrimonio e moglie di Zeus Busto in marmo dell’oratore Marco Tullio Cicerone.
Ares: dio della forza e della guerra Atena: dea della sapienza e delle arti Ermes: dio del commercio e messaggero degli dei Poseidone: dio del mare Afrodite: dea della bellezza e dell’amore
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Unità 2
Le religioni antiche
Le feste religiose Le feste religiose miravano a propiziare l’aiuto degli dei. Le feste guerriere erano celebrate da marzo, il mese dedicato a Marte, fino a ottobre, quando generalmente finivano le campagne militari. Suggestiva era la danza dei sacerdoti Salii (cioè danzatori) che, vestiti da antichi guerrieri, danzavano e cantavano per la città, percuotendo con un bastone dodici scudi sacri. Poi, c’erano le feste agricole per celebrare, secondo il ciclo della natura, la fioritura, la maturazione
dei frutti, l’irrigazione dei campi ecc.; e le feste pastorali, per difendere le greggi dai lupi, dalle sorgenti aride ecc. A maggio si celebravano le feste dedicate ai morti, chiamate lemuria. Uscendo di casa a mezzanotte, scalzi e facendo rumore con degli oggetti metallici, si cercava di ricacciare gli spiriti dei defunti che, altrimenti, avrebbero invaso il mondo dei vivi. A dicembre, invece, si celebravano i Saturnali, feste dedicate al dio Saturno. Per un giorno, gli schiavi potevano vivere da liberi, facendosi servire e sedendo a tavola con i padroni.
Gennaio
Ianuarius
In onore del dio Giano.
Febbraio
Februarius
Da februa, riti sacri di purificazione in onore di una divinità adorata in zone paludose e malariche del Lazio.
Marzo
Martius
Dedicato a Marte, dio della guerra, protettore dei Romani, ma anticamente legato anche ai culti agricoli.
Aprile
Aprilis
Dedicato alla primavera (dal verbo aperire, «aprire», a indicare la natura che si apre).
Maggio
Maius
Dal nome della dea Maia, che incarnava il risveglio della natura.
Giugno
Iunius
In onore della dea Giunone.
Luglio
Quintilis
In origine quinto mese dell’anno; prese poi il nome di Iulius, in onore di Giulio Cesare (da cui il nome italiano).
Agosto
Sextilis
Sesto mese del primo calendario: poi prese il nome di Augustus, in onore del primo imperatore, Ottaviano Augusto (da cui il nome italiano).
Settembre
September
Settimo mese del calendario originario.
Ottobre
October
Ottavo mese del calendario originario.
Novembre
November
Nono mese del calendario originario.
Dicembre
December
Decimo mese del calendario originario.
Un passo in più La pax romana La religione romana era politeista. Essa fu influenzata sia dalle tradizioni religiose dei popoli abitanti la penisola italica (Etruschi, Sabini, Sanniti, Latini), sia, dopo la conquista della Grecia avvenuta tra il III e il II sec. a.C., dalla religione greca. Infatti una delle caratteristiche della religione romana fu quella di essere aperta nei confronti delle religioni di altri popoli, di cui spesso assimilò divinità, tradizioni e riti. La pax romana (pace romana) consisteva proprio in questo: rispettare le tradizioni religiose, politiche e sociali dei popoli conquistati e integrarle con la legge e la giurisdizione di Roma.
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Pantheon, tempio dedicato dai Romani a tutte le loro divinità, 112-120 d.c., Roma.
L’antica Roma
La divinazione Come in tutte le antiche religioni, così anche in quella dell’antica Roma era molto importante conoscere la volontà degli dei riguardo il destino degli uomini e qualsiasi attività pubblica o guerra si volesse intraprendere. Gli indovini ufficiali dello Stato romano avevano, quindi, un ruolo importante proprio perché erano chiamati a interpretare i segni del volere divino. Essi erano gli àuguri e gli arùspici, eredi della tradizione etrusca. Molti dei termini usati nelle pratiche divinatorie sono passati nella lingua italiana. Anche noi, infatti, usiamo termini come «augurio», «augurale», «augurare». Oggi, però, prevale il significato di voto o desiderio su quello di presentimento per cui «auspicio», «auspicare», «auspicabile», sono usati nel significato di «augurio», «augurare», «augurabile».
Attività
LEZIONE 8
La morte e l’oltretomba Il dio dell’oltretomba si chiamava Plutone (l’Ade dei Greci). Per quanto riguarda il destino dopo la morte, i Romani inizialmente accolsero quasi tutte le idee dei Greci, ma in seguito la loro concezione dell’aldilà si modificò. Le anime, appena entrate nel suo regno, erano sottoposte a giudizio: i giusti erano inviati ai Campi Elisi, dove erano eternamente felici; i malvagi nel Tartaro, luogo di tormenti e di dolore; coloro che venivano giudicati né buoni né cattivi erano obbligati a rimanere nel Prato di Asfodillo, dove conducevano un’esistenza oscura e priva di gioia.
Rilievo con un annuncio di un oracolo, dal tempio di Ercole a Ostia, prima metà del I secolo a.C., Museo Ostiense, Ostia Antica.
Rispondi alle domande. Per quale ragione era praticata la divinazione? .............................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................
econdo te oggi l’uomo cerca ancora di conoS scere il suo futuro? .............................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................
Attraverso quali pratiche? .............................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................
I n quali momenti o circostanze le persone si scambiano gli auguri? .............................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................
IN BREVE: La religione romana era politeista. Accanto alle divinità vi erano gli spiriti protettori del benessere familiare: i Mani, i Penati, i Lari. li dei garantivano il benessere e G la prosperità dello stato in cambio
del culto e di un atteggiamento di devozione e rispetto (pietas) nei loro confronti. I sacerdoti più importanti si chiamavano pontefici, a capo di tutti stava il pontefice massimo.
’ arte divinatoria era molto imporL tante. opo la morte i giusti erano inviati D ai Campi Elisi, i malvagi nel Tartaro.
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UNITÀ 2
A regola d’arte
La rappresentazione degli dei nell’antica Grecia Molta parte della produzione culturale della Grecia antica ha per soggetto temi religiosi. La letteratura e le varie produzioni artistiche ci presentano spesso dei ed eroi, le loro gesta e i miti che li riguardano. La cultura dell’antica Grecia, inoltre, ha esercitato un’enorme influenza in molte aree geografiche dal mondo antico fino ai nostri giorni. Uno degli aspetti più conosciuti dell’arte greca è sicuramente quello della scultura. In essa, più che in altre produzioni artistiche o architettoniche, si riesce a cogliere l’espressione della bellezza ideale e dell’armonia delle forme, rese visibili nel marmo o nel
bronzo con grandissima abilità tecnica. Per quanto riguarda la raffigurazione degli dei bisogna ricordare che le divinità nell’antica Grecia erano considerate invisibili, ma potevano essere rappresentate, e l’arte greca si sforza proprio di conferire figure agli dei, presentandoli sotto l’aspetto della più pura figura umana (antropomorfismo). Nel corso del VI secolo a.C., in pieno periodo arcaico, fiorisce in Grecia una ricchissima produzione scultorea popolata di statue di giovani uomini, detti Kouroi, e di fanciulle, le Korai. Questi soggetti venivano rappresentati sempre nello stesso modo: i Kouroi, caratterizzati da un fisico atletico, sono nudi,
Kouros di Anavyssos, 530-520 a.C., Museo Archeologico Nazionale, Atene.
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colti nell’atto di avanzare; hanno le braccia distese lungo i fianchi e lo sguardo è fisso. Le Korai invece indossano una lunga veste e un mantello. Queste sculture, ritrovate in monumenti sepolcrali oppure in santuari, come offerte agli dei, non sono l’immagine della persona che è seppellita, né di coloro che offrivano sacrifici agli dei, né delle divinità che ricevono il dono. Esse vogliono rappresentare in modo chiaro, tangibile le caratteristiche divine raffigurandole attraverso le qualità umane che sembrano esprimerle meglio: giovinezza, vitalità, forza, dignità, equilibrio. Anche nei secoli seguenti, quando le sculture diverranno l’immagine di un particolare dio o dea, le rappresentazioni delle divinità continueranno a seguire lo stesso
Fidia, Atena Parthenos, 438 a.C., copia romana, Museo Archeologico Nazionale, Atene. La celebre statua fu scolpita da Fidia nel culmine della sua fama, e collocata nel Partenone, tempio dell’acropoli di Atene che proprio da essa prese il nome. Di essa ci rimangono solo delle copie in scala molto ridotta. Si tramanda che la statua fosse alta 12 metri e che per la sua costruzione occorsero 1000 chili d’oro.
LE RELIGIONI ANTICHE principio: il loro aspetto deve poter richiamare l’idea della bellezza perfetta e incorruttibile propria del mondo divino. Questo carattere della scultura greca raggiunge la sua massima espressione soprattutto nel periodo classico (V sec. a.C.) e tardo classico (IV sec. a.C. fino alla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C.). Le sculture propongono una bellezza quasi irreale; si ricerca l’armonia e l’equilibrio delle forme, come il riflesso della perfezione divina nella natura. Del resto, nell’antica Grecia le divinità hanno forma umana e il loro aspetto deve poter richiamare concetti di giovinezza e vigore, trasmettere l’idea di una bellezza perfetta e incorruttibile. I grandi scultori greci sono Mirone, Policleto, Fidia (per
il periodo classico); Scopas, Prassitele e Lisippo (per la tarda classicità). Una caratteristica dell’arte nel periodo tardo classico è anche lo sforzo di rappresentare le figure in maniera meno rigida e più espressiva, tale da comunicare emozioni e sensazioni in chi le ammira. Nel terzo e secondo secolo a.C. (periodo ellenistico) l’arte greca accoglie gli influssi di altre culture e perde il carattere unitario che l’aveva fin qui contraddistinta. La rappresentazione della figura umana si allontana dalla bellezza idealizzata che è ritenuta irreale: gli artisti riproducono sempre più spesso nelle loro opere anche il dolore e la sofferenza dell’uomo, i suoi difetti e le caratteristiche dei volti. In questi secoli c’è anche un grande sviluppo della ritrattistica di
uomini illustri: le fisionomie di condottieri, uomini politici, filosofi, poeti e anche artisti, vengono fissate nel marmo per essere tramandate alle generazioni future. Scuola di Pergamo, Nike di Samotracia, 220 a.C. circa, Museo del Louvre, Parigi. Scoperta a Samotracia nel 1863, quest’opera scultorea, eseguita da artisti di Rodi, è considerata uno dei più grandi capolavori della scultura ellenistica. La Nike è come colta nell’atto di arrestarsi da un volo, e il drappeggio delle vesti è come mosso dal vortice d’aria prodotto dal suo atterrare.
Prassitele, Afrodite di Cnido, 360 a.C. circa, copia romana in marmo, Musei vaticani, Città del Vaticano. La dea sembra essere uscita da poco da un bagno e questo particolare, unito alle morbide gradazioni chiaroscurali utilizzate dallo scultore, dà un tocco di umanità all’austera classicità della figura.
Scopas, Menade danzante, 350 a.C. circa, copia romana, Staatliche Kunstsammlungen, Dresda. Questa scultura faceva parte della decorazione di un tempio. La torsione del busto, la testa rovesciata all’indietro e il drappeggio delle vesti esprimono benissimo l’idea del movimento veloce tipico delle danze in onore di Dioniso.
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UNITÀ 2
Punto d ’ incontro
Dal mondo pagano a quello cristiano: feste e tradizioni Quando il cristianesimo cominciò a diffondersi nell’Impero Romano si trovò a convivere con molte tradizioni e feste popolari provenienti dal variegato mondo delle religioni diffuse nel vasto territorio
dell’Impero. In alcuni casi feste, ricorrenze e tradizioni, radicate in maniera forte nel territorio e nella cultura della gente del tempo, non riuscirono a essere totalmente eliminate dalla nuova religione che si
andava velocemente affermando, ma furono in qualche maniera riprese e, trasformate nel loro significato e nel loro simbolismo, inserite all’interno della tradizione ebraicocristiana. Ecco alcuni esempi.
La data pagana del Natale
La festa dei santi Pietro e Paolo
Tra le tante divinità i Romani veneravano anche il sole. In particolare lo ammiravano per il fatto che ogni giorno tornava a sorgere dopo aver ceduto il cielo alla notte. Specialmente nel periodo del solstizio invernale, quando la durata della luce del sole è più breve, essi pensavano che ormai il sole fosse stato definitivamente vinto dalla notte; poi, con il passare dei giorni, constatavano che la durata della luce del sole cominciava ad aumentare. E questo lo verificavano ogni anno, pensando che il sole fosse invincibile e tornasse ogni anno a rinascere. Questa convinzione è alla base della festa romana del giorno natale del sole non vinto e invincibile (sol invictus). Nel IV-V secolo i cristiani tentarono di recuperare la festa del sol invictus, interpretandola con un significato cristiano: il sole potrebbe essere simbolo di Cristo sia perché Gesù, come il sole che nasce ogni giorno, è risorto all’alba vincendo la morte (rappresentata dalla notte), sia perché i profeti avevano chiamato il Messia «Sole di giustizia» (Mal 3, 20). D’altra parte i Vangeli non permettono di identificare l’esatta data della nascita di Cristo; ecco allora che il giorno della ricorrenza dell’antica festa del sol invictus viene utilizzato in Occidente per celebrare la festa del Natale di Gesù Cristo: il sole che illumina e dà la vita.
La solennità dei santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, è una delle feste più antiche dell’anno liturgico; veniva celebrata già nel IV secolo prima ancora di quella del Natale. In questo giorno era consuetudine celebrare tre sante messe: la prima nella basilica di San Pietro in Vaticano, la seconda a San Paolo fuori le mura e la terza nelle catacombe di San Sebastiano, dove le reliquie dei due apostoli probabilmente furono nascoste per qualche tempo, per sottrarle alle profanazioni barbariche. La scelta del giorno 29 giugno sembrerebbe essere la trasposizione cristiana di una ricorrenza pagana. Infatti il 29 giugno si festeggiava il giorno della nascita di Roma e si esaltavano le figure di Romolo e Remo, i due mitici fondatori della città. Al loro posto sarebbe quindi subentrata la celebrazione della solennità degli apostoli Pietro e Paolo, considerati i «fondatori» della Roma cristiana.
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In inglese la festa di Ognissanti si chiama All Hallows’ Day ; la vigilia del giorno di Ognissanti, cioè il 31 ottobre, si dice invece All Hallows’ Eve. La somiglianza con Halloween è evidente.
LE RELIGIONI ANTICHE
La festa di tutti i santi e la festa dei morti La nascita di queste ricorrenze e la data in cui si celebrano, 1 e 2 novembre, non sono casuali: in tutto il mondo civiltà antichissime già celebravano la festa degli antenati o dei defunti in un periodo che cadeva proprio tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Una delle più importanti celebrazioni dei celti, ad esempio, era proprio la «notte di Samhain», cioè la notte di tutti i morti e di tutte le anime, che si festeggiava tra il 31 ottobre e il 1 novembre: vi si onoravano gli antenati e con essi la terra seminata che si addormenta nella stagione fredda per riprendere vigore in primavera. In epoca cristiana le tradizioni e i riti pagani che riguardavano questa festa erano ancora molto presenti nella popolazione. Per ovviare a questa situazione papa Gregorio IV, nell’835, decise di spostare la festa di Ognissanti, che si celebrava il 13 maggio, all’1 novembre. Si cercò così di cancellare il carattere magico delle tradizioni pagane e dei riti propiziatori per gli spiriti degli antenati morti, che tornavano in quella notte a vagare sulla terra, dando loro la cornice luminosa e gloriosa delle celebrazioni in onore di tutti i santi. La commemorazione dei defunti, il giorno successivo la festa di Ognissanti, iniziò nell’abbazia di Cluny, in Francia, nel 998. La credenza che in questo periodo i morti cercassero di entrare in contatto con i vivi era ancora forte fra la gente, così l’abate Odilone diede disposizioni per celebrare il rito dei defunti a partire dal vespro del primo novembre e per far dire una messa, quo requie omnium defunctorum (per il riposo, la pace, di tutti i defunti), il giorno seguente. Questa usanza si diffuse in tutta l’Europa cristiana e fu ufficialmente istituzionalizzata dallo stesso papa Gregorio IV.
Le edicole sacre Le edicole sacre sono piccole cappelle che contengono dipinti o statuine a carattere religioso, ad esempio un santo, la Vergine Maria, un crocifisso, che troviamo nelle nostre città e nelle campagne, agli incroci delle vie o lungo le strade. Queste edicole sacre discendono dalle antiche edicole pagane. Il termine «edicola» deriva dal latino aedicula, diminutivo di aedes (tempio), e significa «tempietto». In origine le edicole erano destinate a ospitare la statua o l’immagine di una divinità. Presenti già nell’antico Egitto, le edicole si svilupparono soprattutto nel mondo antico greco-romano, dove riprendono alcuni elementi dell’architettura dei templi, in particolare quelle della facciata, con un piccolo frontone sorretto da due colonne. Nell’antica Roma questi tempietti sorgevano ai margini delle strade consolari o presso gli incroci delle vie cittadine o delle vie rurali. Oggi le edicole sacre sono, quindi, il retaggio di una tradizione molto antica e anche la testimonianza di un tipo di religiosità cristiana popolare. Esse ricordano, ad esempio, le processioni tra i campi coltivati per chiedere la protezione dai pericoli, per scongiurare la tempesta o propiziare il raccolto. Nei secoli passati le edicole avevano anche una funzione sociale: per chi si trovava a viaggiare l’immagine nella nicchia aveva una funzione di conforto e protezione rispetto ai possibili pericoli. Inoltre la notte i lumi a olio continuamente alimentati dai fedeli avevano, specialmente in città, il ruolo fondamentale di illuminare e indicare la strada ai pellegrini.
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UNITÀ 2
L’unità in breve
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
La Mesopotamia • In Mesopotamia la religione si è sviluppata con i Sumeri, gli Accadi, i Babilonesi e gli Assiri. La religione era politeista e il luogo di culto, il tempio, era chiamato ziggurat. Lo studio degli astri era la tecnica di divinazione (pretesa di prevedere il futuro) più importante. L’aldilà era popolato da divinità ostili che tormentavano i defunti. L’antico Egitto • La religione dell’antico Egitto era politeista. La divinità più importante era Amon-Ra, il Dio sole. Il faraone era considerato un re-dio e alla sua morte il suo corpo veniva seppellito in un grandioso monumento: la piramide. Il rituale di imbalsamazione era fondamentale per la sopravvivenza dell’anima. La Grecia antica • Le divinità greche erano antropomorfe (di forma umana) e abitavano sul Monte Olimpo. Il culto avveniva nei templi con sacrifici e preghiere. Il «destino» o «fato» era una forza alla quale nessuno poteva opporsi. Gli oracoli comunicavano la volontà degli dei. Il peccato più grave per un uomo era voler diventare come gli dei. Con la morte l’anima usciva dal corpo e si dirigeva verso l’Ade. L’Etruria • Per gli etruschi il culto della morte e dell’aldilà erano fondamentali. L’interpretazione dei segni della natura e delle viscere degli animali era la tecnica di divinazione. L’antica Roma • A Roma la religione era politeista. Accanto alle divinità vi erano gli spiriti protettori del benessere familiare: Mani, Penati e Lari. Gli dei garantivano il benessere e la prosperità dello stato in cambio di riti, preghiere e pietas (rispetto). I sacerdoti più importanti si chiamavano pontefici. Il pontefice massimo stava a capo di tutti. Dopo la morte i giusti venivano inviati ai Campi Elisi e i malvagi nel Tartaro.
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LE RELIGIONI ANTICHE
DIDATTICA INCLUSIVA
Prima sosta di verifica
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
BES
1 Indica con una crocetta le risposte giuste. 1. Le religioni antiche studiate in questa unità sono: A monoteiste; B politeiste; C rivelate. 2. Per prevedere gli avvenimenti futuri gli antichi: A usavano l’arte della divinazione; B pregavano; C offrivano sacrifici. 3. I sacerdoti più importanti nell’antica Roma si chiamavano: A faraoni; B pontefici; C oracoli.
2 Per ogni concetto di aldilà presente in tabella, attribuisci la corretta civiltà
elencata di seguito. Mesopotamia • antico Egitto • Grecia antica • Etruria • antica Roma
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L’imbalsamazione era necessaria per la sopravvivenza dell’anima.
L’aldilà era popolato da divinità ostili che tormentavano i defunti.
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Il culto della morte era considerato il più importante.
Con la morte l’anima usciva dal corpo per dirigersi verso l’Ade.
Dopo la morte i giusti venivano inviati ai Campi Elisi e i malvagi nel Tartaro.
Se hai difficoltà con qualche termine che non hai compreso, sottolinealo, poi confrontati con un compagno o chiedi aiuto al tuo insegnante.
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UNITÀ 2
Verifica delle conoscenze
1 Indica con una crocetta la risposta giusta.
1. Il tempio delle città-stato dei Sumeri si chiama: A piramide; B ziggurat; C pantheon. 2. La divinazione era una tecnica: A per pregare; B per purificarsi dai peccati; C per prevedere gli avvenimenti futuri attraverso gli astri. 3. Per politeismo si intende: A credere in un unico Dio da cui dipendono molti spiriti minori; B avere molte forme di preghiera; C adorare più divinità.
2 Collega con una freccia ogni civiltà all’affermazione giusta. 1. Gli Egizi 2. I Greci 3. I Romani 4. Gli Etruschi 5. I Sumeri
a. osservavano le stelle dall’alto della ziggurat. b. avevano molto sviluppato le pratiche divinatorie. c. avevano i Mani, i Penati, i Lari come spiriti protettori della famiglia. d. veneravano Zeus come il padre degli dei. e. mummificavano i loro morti.
3 Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
1. Le antiche religioni sono tutte monoteiste. 2. I popoli mesopotamici adoravano gli dei del cosmo, degli astri e gli dei nazionali. 3. Per gli antichi era poco importante scoprire la volontà degli dei riguardo il destino degli uomini e delle vicende umane. 4. Solo gli Egizi credevano in una vita nell’aldilà. 5. L’autorità religiosa più alta dell’antica Roma era il pontefice massimo. 6. Per i Greci era un crimine gravissimo non seppellire i morti. 7. Le Olimpiadi erano gare sportive che si svolgevano in onore di Apollo.
V F V F V V V V V
F F F F F
V V V V V V
F F F F F F
4 Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 1. Il faraone egiziano era considerato un re-dio. 2. Le piramidi erano templi per la preghiera. 3. Quello egiziano era un popolo molto religioso. 4. Gli Egizi non credevano nella vita dopo la morte. 5. Il Libro dei morti serviva al defunto per superare delle prove. 6. La pesatura dell’anima corrisponde al giudizio divino del defunto.
5 Indica con una crocetta la risposta giusta.
L’imbalsamazione in Egitto aveva lo scopo di: A garantire alcune norme igieniche; B consentire ai familiari di pregare nelle tombe dei propri cari; C garantire la conservazione del corpo come casa dell’anima anche nell’aldilà.
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LE RELIGIONI ANTICHE
6 Collega con una freccia ogni civiltà all’affermazione giusta. 1. Santuario 2. Oracolo 3. Antropomorfo 4. Oblazione
a. Divinità con forme e sentimenti umani. b. Offerta in favore delle divinità. c. Luogo adibito al culto e dedicato alla/alle divinità. d. Responso degli dei comunicato da intermediari.
7 Completa le seguenti affermazioni.
1. Il monte degli dei nella religione greca era ....................................................................................................................................................................................... 2. Nella religione greca al di sopra degli dei c’era una forza cieca che si chiamava ............................................................................. 3. I Greci credevano che, con la morte, l’anima uscisse dal corpo e si dirigesse verso l’.................................................................. 4. La testimonianza più evidente della religiosità etrusca sono le .............................................................................................................................
8 Rispondi alle domande.
1. Come si chiamavano le due categorie di sacerdoti-indovini degli Etruschi? ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 2. Per gli Etruschi la tomba che cosa rappresentava? .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
9 Indica con una crocetta la risposta giusta.
1. Nella religione romana accanto agli dei vi erano: A gli spiriti protettori del benessere familiare (Mani, Penati, Lari); B gli spiriti della natura; C santi protettori. 2. Il pantheon è: A il nome dato ai templi nell’antica Roma; B l’insieme dei riti praticati da una data religione; C l’insieme delle divinità greco-romane.
10 Sintetizza in alcune righe ciò che hai imparato dallo studio di questa seconda unità. ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 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UNITÀ 2
11 Completa la mappa inserendo gli elementi mancanti elencati di seguito. antropomorfa • templi • oracoli • divinità • morte • Osiride • arte • pietas • culto • Campi Elisi • sacerdoti dei • Penati • Ade • re-dio • arùspici • aldilà • antropomorfa • Olimpo • piramidi • fato o destino • Tartaro templi • mummificazione • santuari • divinazione • necropoli • àuguri • antropomorfa • àuguri • arùspici Mani • Lari • inferi • ziggurat
Per i popoli della Mesopotamia il cielo era la dimora degli ......................... Nel sottosuolo era collocato il mondo degli ................................ Si praticava la .................................................. attraverso l’osservazione delle stelle e dei pianeti. Il tempio era una torre a gradoni chiamata ..................................
Per gli Egizi era molto importante la vita nell’............................ I defunti erano giudicati nel tribunale di ............................................... Il faraone era considerato un ........................................................................... I corpi delle persone importanti erano conservati mediante .................................................................. Le costruzioni religiose erano le .......................................
Nelle antiche religioni si pregavano molte ...................................... e si credeva in una vita dopo la ................................................. Molto importante era l’ .................................. per conoscere la volontà degli dei. Ogni religione aveva i propri luoghi di .............................. e i propri ...............................
Gli Etruschi rappresentavano le divinità in maniera .................................................................... Le tombe erano raggruppate in grandi cimiteri chiamati ..................................................... Gli Etruschi avevano due categorie di sacerdoti-indovini, gli ........................................ e ............................................
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In Grecia le divinità erano raffigurate in maniera ..................................................... La casa degli dei era collocata sul monte ......................................... Il ....................................................... era al di sopra di uomini e dei. L’aldilà era un luogo chiamato ............................... Il culto avveniva nei .................................. e nei .................................. dove si riteneva che gli ............................... manifestassero agli uomini la volontà degli dei.
Nell’antica Roma le divinità erano raffigurate in maniera ......................................... Il rapporto con gli dei era basato sulla ........................... La divinazione era praticata da sacerdoti-indovini chiamati ...................................... e .................................................... Accanto agli dei vi erano gli spiriti protettori della casa: ................................, ..............................., .................................... Nell’aldilà i giusti erano inviati nei...................................., i malvagi nel ........................................... Il culto avveniva nei ...................................
LE RELIGIONI ANTICHE
Verifica delle competenze L’alunno riconosce i linguaggi espressivi della fede […], ne individua le tracce presenti in ambito locale, italiano, europeo e nel mondo imparando ad apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e spirituale. Sei in vacanza in Egitto. Presto andrai a visitare le piramidi, ma la guida che doveva accompagnare la tua famiglia ha avuto un imprevisto e non si è presentata, così decidi di sostituirla. Prepara la tua esposizione cercando di mettere in evidenza tutti gli elementi che legano le piramidi al culto dei morti degli antichi Egizi. .................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................
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UNITÀ
3 Dio entra nella storia dell’uomo
A A
DIDATTICA INCLUSIVA
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
BES
L’unità in breve: sintesi ad alta leggibilità dei concetti chiave con audiolettura facilitata Prima sosta di verifica: esercizi semplificati e interattivi con audiolettura facilitata Alta leggibilità
Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza
Audio facile
Tutte le sintesi delle lezioni L’unità in breve Prima sosta di verifica
Audio
Audiolettura di tutta l’unità
Risorse aggiuntive
Mappa concettuale ad alta leggibilità
Nel Volume per studenti con BES lezioni semplificate ad alta leggibilità e con audiolettura facilitata
RISORSE DIGITALI
M.I.O. BOOK Alta leggibilità
Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza
Audio facile
Tutte le sintesi delle lezioni L’unità in breve Prima sosta di verifica
Audio
Audiolettura di tutta l’unità
Risorse aggiuntive
I libri apocrifi Mappa concettuale ad alta leggibilità
Contenuti interattivi
Prima sosta di verifica Verifica delle conoscenze
Contenuti digitali integrativi
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Risorse aggiuntive
Diventare grandi leggendo insieme!
Video
I simboli: dal paganesimo al cristianesimo
Vetrate dell’abside della Sainte-Chapelle, Parigi.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze L’alunno […] a partire dal contesto in cui vive, sa interagire con persone di religione differente, sviluppando un’identità capace di accoglienza, confronto e dialogo. Individua, a partire dalla Bibbia, le tappe essenziali e i dati oggettivi della storia della salvezza, della vita e dell’insegnamento di Gesù, del cristianesimo delle origini […].
Obiettivi di apprendimento Saper adoperare la Bibbia come documento storico-culturale e apprendere che nella fede della Chiesa è accolta come Parola di Dio. Individuare i testi biblici che hanno ispirato le principali produzioni artistiche (letterarie, musicali, pittoriche…) italiane ed europee.
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Unità 3
LEZIONE
9
La religione intorno a noi
I segni della religione Basta guardarsi intorno per rendersi conto che i segni religiosi sono ovunque intorno a noi. In ogni città puoi trovare una cattedrale, un duomo o una basilica e, in ogni quartiere, almeno una parrocchia. Nel punto più alto e strategico di ogni piccolo paese, anche il più sperduto, c’è sempre una chiesa con il campanile, segno inequivocabile della presenza e della testimonianza di fede della gente del luogo. Molti di noi fin da piccoli hanno imparato a fare il segno della croce, a recitare le preghiere prima
di addormentarsi e a recarsi alla messa la domenica mattina. A scuola hai studiato come la religione sia fonte di ispirazione di tanta parte della produzione artistica, letteraria, musicale, cinematografica e di come siano stretti i suoi legami con la storia. La maggior parte delle feste dell’anno, comprese tutte le domeniche, sono di origine religiosa e vengono festeggiate con riti e tradizioni che fanno parte del nostro patrimonio culturale. Ogni religione, fatta di simboli, gesti, abitudini, comportamenti e atteggiamenti verso la vita, attraversa la storia dei popoli che la praticano e ne forma la cultura e l’identità, ne modella l’arte e il pensiero.
Cattedrale Santa Maria Assunta, Siena.
Un passo in più Vari modi di essere o non essere religioso La persona religiosa si pone in relazione con Dio attraverso un complesso di credenze e di atti di culto e rituali. Esistono varie tipologie di religioni: • naturali, che derivano dalla ricerca dell’uomo; • rivelate, che sono state originate dalla manifestazione di Dio (ebraismo, cristianesimo) o dalla convinzione che Dio si sia manifestato in modo particolare (islamismo); • etniche, quelle racchiuse nell’ambito di gruppi o nazioni; • universali, quelle che superano l’area nazionale per
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estendersi ad altre nazioni;
• monoteiste, quelle nelle quali viene adorato un solo Dio; • politeiste, quelle in cui vengono adorate più divinità. Infine, vengono considerate come «religioni del libro» l’ebraismo e il cristianesimo perché hanno come testo sacro la Bibbia, e l’islamismo perché ha il Corano. L’ateo invece nega l’esistenza di Dio: pensa che l’universo non abbia un creatore, né che esista una vita oltre la morte. L’agnostico non ritiene possibile dare delle risposte al mistero della vita e conoscere quindi qualcosa di quell’immenso mistero che è Dio.
Gl
La religione intorno a noi
Le religioni abramitiche
LEZIONE 9
Non possiamo non dirci cristiani
L’ebraismo, il cristianesimo e l’islamismo sono religioni abramitiche, hanno cioè il loro punto di origine nella figura di Abramo (da cui discende direttamente la storia del popolo ebraico). Sono monoteiste perché caratterizzate dalla fede in un Dio unico, creatore e Signore dell’Universo. Fede: dal latino fides. Sono definite, inoltre, religioL’Antico Testamento ni del Libro, perché l’ebraismo presenta la fede come poggia la sua fede sui libri abbandono fiducioso alla dell’Antico Testamento, il criParola di Dio (Noè, Abrastianesimo sulla figura di Gesù mo, Mosè ecc.) o come Cristo narrata dalla Sacra Scritadesione alla predicaziotura, che comprende Antico e ne dei profeti. Nuovo Testamento, e l’islam Per il Nuovo Testamento, sul Corano. la fede è riconoscere che Le tre religioni considerano Gesù Cristo è il Figlio di Dio come Amore assoluto e Dio, morto e risorto per salvare tutti gli uomini. la somma di tutte le perfezioni; accettano il racconto della creazione, la disobbedienza di Adamo ed Eva; l’esistenza di una vita ultraterrena, dopo la morte fisica; il giudizio finale con cui Dio premierà i giusti e/o condannerà i malvagi.
Glossario
« ... noi non possiamo non riconoscerci e non dirci cristiani [...]. Il cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta: così grande, così comprensiva e profonda, così feconda di conseguenze, così inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire un miracolo, una rivelazione dall’alto, un diretto intervento di Dio nelle cose umane, che da lui hanno ricevuto legge e indirizzo affatto nuovo. Gli uomini, i geni, gli eroi, che furono innanzi al cristianesimo, compirono azioni stupende, opere bellissime, e ci trasmisero un ricchissimo tesoro di forme, di pensieri e di esperienze; ma in tutti essi si desidera quel proprio accento che noi accomuna e affratella, e che il cristianesimo ha dato esso solo alla vita umana». Benedetto Croce, Perchè non possiamo non dirci cristiani, in Critica, 20 novembre 1942.
Attività Rispondi alle domande. Che cosa significa che l’ebraismo, il cristianesimo e l’islamismo sono religioni abramitiche?............................................. ................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................. .
Che cosa significa religione monoteista?......................................... ................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................. .
Giambattista Tiepolo, Abramo e gli angeli, 1732, Scuola Grande di San Rocco, Venezia.
IN BREVE: Le religioni con le loro credenze, ritualità e valori influenzano la storia, l’identità e le diverse espressioni culturali dei popoli.
Le religioni possono essere distinte in: naturali, rivelate, monoteistiche, politeistiche, etniche e universali.
L’ ebraismo, il cristianesimo e l’islamismo sono religioni monoteistiche e abramitiche, hanno cioè il loro punto di origine in Abramo. Inoltre sono definite religioni del Libro.
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Unità 3
LEZIONE
10
La Rivelazione La relazione di Dio con l’uomo L’esperienza religiosa dell’ebraismo e del cristianesimo nasce e si fonda su un elemento unico e insostituibile: la Rivelazione di Dio. Il Signore Dio ha «parlato», si è fatto conoscere e l’uomo lo ha «ascoltato». È Dio a compiere il primo passo: esce dal suo mistero e si rivolge all’umanità per svelare i segreti della vita divina e comunicarle il suo disegno di salvezza. La storia della Rivelazione di Dio inizia nella creazione e raggiunge il suo culmine, per i cristiani, in Gesù Cristo. Possiamo distinguere varie tappe in questo percorso:
la prima tappa › che si può chiamare naturale, è identificabile con la creazione e ci presenta un Dio che ama. Il creato è lo scenario in cui l’uomo coglie l’uscita di Dio dal silenzio del suo mistero;
Arent de Gelder, Dio e gli Angeli visitano Abramo, 1680-1685, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam.
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Abramo e la sua discendenza, miniatura del XII secolo, Biblioteca municipale, Moulins.
la seconda tappa › si chiama storica. Fa riferimento alle vicende della storia di Israele: la chiamata di Abramo con la promessa di una terra e di una discendenza numerosa, la schiavitù in Egitto, la liberazione, l’Alleanza ecc. Attraverso tutte queste vicende Dio fa conoscere meglio se stesso e il suo patto di alleanza col popolo d’Israele;
la terza tappa › è quella profetica. Il profeta è la «bocca» di Dio; il suo compito è trasmettere e annunciare la volontà di Dio al popolo ebraico;
la quarta tappa › per i cristiani è Gesù Cristo (Rivelazione cristica); in Lui la Rivelazione si perfeziona e diventa definitiva: per questo il cristianesimo non può dirsi solo «religione del Libro». «Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo» (Eb 1, 1-2). La Rivelazione ha consentito all’uomo non solo di conoscere la vera natura di Dio, che è amore, ma ha svelato anche il suo piano di salvezza dell’umanità. E così l’uomo ha conosciuto pienamente anche la sua storia e il suo destino, l’essere, cioè, chiamato a partecipare della vita stessa di Dio. Questa comunicazione di Dio all’uomo, cioè la Parola di Dio, è contenuta nella Sacra Scrittura.
ssario GloPatto: dal latino pactum, derivato di pacisci, «stipulare un accordo». È l’accordo tra due o più parti. L’espressione «Patto dell’Alleanza» si riferisce al rapporto di amicizia e di fedeltà tra Dio e gli uomini e indica tutta la storia della salvezza.
La Rivelazione
Cristo completa la Rivelazione
Preparazione della Rivelazione evangelica «
LEZIONE 10
D
«
D
io, il quale crea e conserva tutte le cose per mezzo del Verbo (cfr. Gv 1, 3), offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di sé (cfr. Rm 1, 19-20); inoltre, volendo aprire la via di una salvezza superiore, fin dal principio manifestò se stesso ai progenitori. Dopo la loro caduta, con la promessa della redenzione, li risollevò alla speranza della salvezza (cfr. Gn 3, 15), ed ebbe assidua cura del genere umano, per dare la vita eterna a tutti coloro i quali cercano la salvezza con la perseveranza nella pratica del bene (cfr. Rm 2, 6-7). A suo tempo chiamò Abramo, per fare di lui un gran popolo (cfr. Gn 12, 2); dopo i patriarchi ammaestrò questo popolo per mezzo di Mosè e dei profeti, affinché lo riconoscesse come il solo Dio vivo e vero, Padre provvido e giusto giudice, e stesse in attesa del Salvatore promesso, preparando in tal modo lungo i secoli la via all’Evangelo. »
opo aver a più riprese e in più modi, parlato per mezzo dei profeti, Dio “alla fine, nei giorni nostri, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1, 1-2). Mandò infatti suo Figlio, cioè il Verbo eterno, che illumina tutti gli uomini, affinché dimorasse tra gli uomini e spiegasse loro i segreti di Dio (cfr. Gv 1, 1-18). Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come “uomo agli uomini” (3), “parla le parole di Dio” (Gv 3, 34) e porta a compimento l’opera di salvezza affidatagli dal Padre (cfr. Gv 5, 36; 17, 4). » Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione, Dei Verbum, 1, 4
Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione, Dei Verbum, 1, 3
Un passo in più
Miniatura con Abramo e Sara.
La storia della salvezza La Bibbia è la testimonianza scritta della parola e dell’azione di Dio nella storia e della risposta dell’uomo. Però prima della parola scritta di Dio (Bibbia), c’è una parola di Dio che crea (creazione), che libera (esodo), che profetizza (profeti), che si incarna e salva (Gesù), che viene testimoniata (apostoli-Chiesa). Tutto questo processo viene chiamato «Storia della salvezza», e la Bibbia ne è la testimonianza scritta.
IN BREVE: L’ ebraismo e il cristianesimo sono religioni rivelate.
Attività Rispondi alle domande. Perché l’ebraismo e il cristianesimo sono considerate religioni rivelate? ..................................................................................................... ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ . Che cosa si intende per Rivelazione? ............................................. ............................................................................................................................................................ .
La Rivelazione di Dio all’uomo inizia nella creazione, attraversa la storia dell’antico Israele, viene annunciata dai profeti e raggiunge il suo culmine nella figura di Gesù Cristo.
La rivelazione di Dio all’uomo è contenuta nella Sacra Scrittura o Parola di Dio (Bibbia).
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Unità 3
LEZIONE
11
La Sacra Scrittura Che cos’è la Bibbia?
Una pagina della Bibbia a stampa di Gutenberg, realizzata a Magonza tra il 1450-1456.
Il termine Bibbia deriva dal greco ta biblía, l’equivalente dell’ebraico hasefarim, che significa «libri», essa è infatti una vera e propria biblioteca, composta in tempi e luoghi diversi, per opera di scrittori diversi, attraverso successive tradizioni e redazioni. La Bibbia è considerata sacra sia dagli ebrei che dai cristiani perché in essa si parla dell’amore di Dio e degli eventi in cui Dio si è manifestato e si è fatto conoscere agli uomini (Rivelazione), stabilendo con loro un’alleanza, un patto, un legame vincolante d’amore e d’amicizia. Per questo essa è anche chiamata Parola di Dio o Sacra Scrittura. La Bibbia ebraica è composta da 39 libri, mentre la Bibbia cristiana è una raccolta di ben 73 libri, distinti in due parti: l’Antico Testamento (46 libri) e il Nuovo Testamento (27 libri). La parola Testamento significa «Alleanza». I cristiani chiamano Antica Alleanza quella di Dio con il popolo ebraico, e Nuova Alleanza quella inaugurata e portata a compimento da Gesù.
Un passo in più I rotoli di Qumran Qumran è il nome arabo di un torrente immissario del Mar Morto, nella zona nord-ovest, dove visse la comunità degli Esseni. Nel 1947, un pastore beduino, alla ricerca di una capra smarrita, entrò in una grotta del costone roccioso sovrastante il torrente e fece una scoperta entusiasmante: trovò 600 manoscritti contenuti in giare di terracotta, tra cui dieci rotoli completi e migliaia di frammenti. Circa un quarto di questi manoscritti comprendeva tutti i libri della Bibbia ebraica, a eccezione del libro di Ester. Negli altri, c’erano alcuni testi apocrifi dell’Antico Testamento. Gli studiosi datano questo prezioso materiale tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C.
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Una delle grotte dove sono state rinvenute le giare contenenti i rotoli.
La Sacra Scrittura
LEZIONE 11
Gli autori Se la Bibbia contiene la Parola di Dio, il suo pensiero e il suo messaggio, si può affermare con assoluta certezza che è Dio il suo vero autore. Da sempre si è sostenuto questo concetto, come attestano anche le numerose testimonianze dei Padri della Chiesa. Coloro che hanno scritto il testo sacro sono da considerarsi ispirati da Dio e autori-redattori, perché hanno messo per iscritto, organizzato e riadatAgiografi: dal greco hághioi, tato tutto il materiale preesi«sacri» e graphoi, «scrittori». stente. Sono così denominati tutti gli Gli agiografi sono, tuttavia, autori-redattori dei libri della strumenti «liberi» nelle maBibbia. Le loro opere sono ni del vero Autore, pertanquindi elaborate sotto l’ispirato, sono figli del loro temzione di Dio e costituiscono il po, portatori di una propria canone. cultura storica e, in piena libertà, decidono di rivestire il messaggio biblico con il genere letterario che ritengono più appropriato. Alcuni generi letterari rappresentati nella Bibbia sono: la poesia popolare, l’epopea, la narrazione, la letteratura profetica, il genere storiconarrativo, sapienziale, epistolare, normativo. Individuare il genere letterario di un libro o di un brano della Bibbia è molto importante perché ci aiuta a capire meglio ciò che l’autore vuole comunicare.
Glossario
Guido Reni, San Matteo e l’angelo, 1635-1640, Pinacoteca vaticana, Roma.
Attività Collega i versetti biblici al genere letterario corrispondente. Storico-narrativo (racconti) 1. 2. Normativo (leggi e norme religiose e sociali) 3. Poetico (canti, salmi, preghiere) 4. Profetico (ammonimenti, esortazioni, profezie al popolo in nome di Dio) 5. Sapienziale (proverbi e riflessioni sulla vita) 6. Epistolare (lettere)
a. « Se il bue o l’asino del tuo nemico si sono persi e tu li trovi, devi riportarglieli» (Es 23, 4). b. « Dio guidò il popolo per la strada del deserto verso il Mar Rosso» (Es 13, 18). c. « Io, Paolo l’apostolo, scrivo alle Chiese della Galazia, ai miei saluti unisco quelli di tutti i fratelli che sono con me: Dio, nostro Padre e Gesù Cristo, il Signore vi diano grazia e pace» (cfr Gal 1, 1-3). d. « Guai a voi che fate leggi ingiuste per opprimere il mio popolo» (Is 10, 1). e. « Uno sguardo luminoso allieta il cuore; una notizia lieta rianima le ossa» (Prv 15, 30). f. «Tu sei il mio Dio e io ti cerco» (Sal 63, 2).
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Unità 3
Dio entra nella storia dell’uomo
Michelangelo Buonarroti, La caduta e l’espulsione dal giardino dell’Eden, 15091510, Cappella Sistina, Città del Vaticano.
L’Antico Testamento I libri dell’Antico Testamento (A.T.) sono stati scritti tra il 1100 e il I secolo a.C. L’A.T. narra la «storia» del popolo ebraico; la storia dell’amore tra Dio e il suo popolo prediletto, Israele. Gli eventi sono raccontati partendo da un punto di vista ben preciso: la fede nell’intervento di Dio nella storia. La trasmissione e il racconto di questa «storia» avvennero, all’inizio, secondo le modalità proprie di un popolo nomade, cioè la tradizione orale. Successivamente le varie storie narrate oralmente furono messe per iscritto e costituirono le fonti della Bibbia. Questa «scrittuJHWH: è il cora», proprio perché deriva direttamente siddetto «tetradalla tradizione orale, ne conserva tutte gramma biblico», le caratteristiche di freschezza, di vivacità ovvero le quattro e utilizza tutti i linguaggi della comuniconsonanti ebraicazione: quello dei simboli, delle parole, che che indicano delle immagini, delle visioni ecc. il nome di Dio e Un’analisi attenta dell’A.T. ha permesso che sono improagli studiosi di individuare quattro «fonnunciabili. ti» o «tracce».
Glossario
La fonte Deuteronomista › si tratta di un’opera unica comprendente i libri del Deuteronomio di Giosuè, dei Giudici, il primo e il secondo libro di Samuele, il primo e il secondo libro dei Re. È un’opera storiografica risalente al VII secolo a.C., di enorme valore, che abbraccia un periodo di storia d’Israele di circa settecento anni, dall’ingresso in Palestina agli inizi dell’esilio babilonese. La fonte Sacerdotale › è la fonte più recente (VI secolo a.C.). È opera di autori sacerdoti nel periodo dell’esilio e predilige le narrazioni che sottolineano il culto. A partire da queste fonti è stato necessario molto tempo e l’opera di molti autori-redattori per giungere al testo definitivo della Torah o Pentateuco, tra il V e il IV secolo a.C.
L’unità della Bibbia
C
ome l’unico e vero Dio è il creatore dei beni temporali e dei beni eterni, così egli medesimo è l’autore di entrambi i Testamenti. » «
La fonte Jahwista › è la fonte più antica ed è
Sant’Agostino, Contra adversarium legis et prophetarum, I, 17, 35
legata all’ambiente culturale dei re Davide e Salomone (XI-X secolo a.C.). Chiama Dio «JHWH» e lo descrive con caratteristiche antropomorfe. «
La fonte Elhoista › chiama Dio Elhoim ed è più recente della precedente. Preferisce non far parlare direttamente Dio con l’uomo; il dialogo che conduce alla salvezza si svolge attraverso dei messaggeri mediatori (angeli) o attraverso i sogni.
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E
gli (il Signore) è il fine della legge... È pur essendo il medesimo l’autore delle vecchie realtà (A.T.) come delle nuove (N.T.). » San Leone, Sermones, 63, 5
La Sacra Scrittura
Il Nuovo Testamento Il Nuovo Testamento (N.T.), invece, è stato scritto completamente nel I secolo d.C., dopo la Resurrezione di Gesù Cristo. Anche il Nuovo Testamento, prima di arrivare alla versione scritta, ha attraversato una fase di tradizione orale in cui la storia della vita e la predicazione di Gesù si tramandavano a voce. I libri del N.T. sono stati scritti tra il Sinottico: che può 50 d.C. e il 100 d.C. essere letto in paralLa prima Lettera di san Paolo ai Teslelo, con uno sguardo salonicesi è forse il libro più antico d’insieme. del N.T., scritto intorno al 50 d.C. Apocrifo: dal greco apokryphos, «nascoCirca un decennio dopo, intorno al sto, segreto»; libro di 60 d.C., è stato scritto il primo Vanargomento sacro che gelo, quello secondo Marco. Poi, la Chiesa non ricodopo il 70 d.C. fu redatto quello nosce come valido secondo Luca, intorno all’80 d.C. il dal punto di vista Vangelo secondo Matteo e, infine, dottrinale. quello secondo Giovanni, verso la fine del I secolo d.C. I primi tre Vangeli si chiamano sinottici; quello di Giovanni, può considerarsi Vangelo di perfezionamento o di completamento. I Vangeli non sono una biografia di Gesù, né una cronistoria né un dossier giornalistico: contengono la vita, la testimonianza e il messaggio di Gesù in quattro
Glossario
LEZIONE 11
forme diverse, che corrispondono appunto ai percorsi delle comunità di Matteo, di Marco, di Luca e di Giovanni. Matteo e Giovanni erano apostoli, dunque testimoni che hanno «visto e udito». Marco, considerato il segretario di Pietro, ha raccolto la sua predicazione e il suo insegnamento. Luca, invece, compagno di Paolo nel secondo viaggio, ha scritto sia il Vangelo che gli Atti degli Apostoli. Fanno parte del Nuovo Testamento anche le Lettere di Paolo, le Lettere Cattoliche e l’Apocalisse di Giovanni.
Cristo in Maestà con i simboli degli evangelisti, Bibbia di Alcuino, British Museum, Londra.
Un passo in più I libri apocrifi Sono gli scritti religiosi ebraico-cristiani non accolti nel canone biblico, composti tra il II secolo a.C. e i secoli IV-VI d.C. È incerto se il termine apocrifo derivi dal mondo pagano o da quello giudaico. Infatti, presso i pagani, si chiamava apocrifo un libro contenente dottrine che si volevano tenere occulte ai non iniziati (scritto esoterico). Gli scrittori cristiani Origene, Girolamo e Agostino chiamarono apocrifi quei libri dell’A.T. che non facevano parte del canone ebraico, ma solo di quello cristiano. Parallelamente alla determinazione del canone biblico, il termine indicò quegli scritti che dal titolo o dall’argomento o dall’autore al quale si rifacevano, rivendicavano un’autorità sacra pari a quella dei libri canonici.
Attività Rispondi alle domande. C ome nasce la Sacra Scrittura?......................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................. .
Perché ci sono più fonti? ........................................................ .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................. .
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Unità 3
Dio entra nella storia dell’uomo
Il canone Poiché la Bibbia è una composizione di libri, la comunità dei credenti ha effettuato una «misurazione» dei libri stessi, ha cioè fissato i criteri necessari per stabilire quali libri potevano essere considerati sacri in quanto ispirati da Dio. Tale misurazione si chiama canone, termine di origine greca che significa «canna» e che era un’unità di misura.
Il canone ebraico › la Bibbia ebraica prende il nome di Tanakh ed è un insieme di 39 libri suddivisi in tre grandi gruppi: Torah (Ta), Nebi’im (Na), Ketùbim (Kh). Il canone ebraico, stabilito intorno al 100 d.C., esclude tutti i libri scritti in una lingua diversa dall’ebraico. • Torah (legge), contiene i primi cinque libri: Genesi, Esodo, Levitico,
Numeri, Deuteronomio. Con il termine greco che sottolinea il numero cinque, questo gruppo viene chiamato dai cristiani Pentateuco. • Nebi’im (profeti), si distingue in una parte di profeti anteriori: Giosuè, Giudici, Samuele (1 e 2), Re (1 e 2) e in una parte riservata ai profeti posteriori: Isaia, Geremia, Ezechiele e i cosiddetti dodici profeti minori. • Ketùbim (scritti), inizia con il libro dei Salmi, dei Proverbi e di Giobbe, cui seguono i cosiddetti cinque rotoli: Cantico dei Cantici, Rut, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester e si conclude con Daniele, Esdra-Neemia e Cronache (1 e 2).
Il canone cattolico › fissato in maniera definitiva nel Concilio di Trento (1546), per quanto riguarda l’Antico Testamento aggiunge ai libri del canone ebraico altri sette libri (detti «deuterocanonici»): Tobia, Giuditta, i due libri dei Maccabei, il libro della Sapienza, il Siracide e il profeta Baruc. Completano il canone i 27 libri del Nuovo Testamento che si conclude con il libro dell’Apocalisse, attribuito all’evangelista Giovanni e composto all’incirca nel I sec. d.C.
Gv Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. 70Gesù riprese: “Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!”. 71Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.
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Torah nella sua forma tradizionale di rotolo.
Un passo in più Come si trova un passo della Bibbia Una citazione biblica è l’insieme delle coordinate che ci permettono una rapida individuazione e consultazione di un brano qualsiasi del testo sacro. Tali coordinate fanno riferimento ai libri, ai capitoli e ai versetti della Bibbia. Il primo elemento della citazione riguarda il libro; è una sigla senza alcun segno di punteggiatura (ad esempio, Gv indica il Vangelo secondo Giovanni, Mc quello di Marco, Mt quello di Matteo, Lc quello di Luca): Gv 7, 4 Il secondo elemento è un numero e indica il capitolo: Gv 7, 4 Il terzo elemento, ancora numerico e separato dal precedente da una virgola, indica il versetto o i versetti: Gv 7, 4.
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Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. 2 Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. 3I suoi fratelli gli dissero: “Parti di qui e va’ nella Giudea, perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu compi. 4 Nessuno infatti, se vuole essere riconosciuto pubblicamente, agisce di nascosto. Se fai queste cose, manifesta te stesso al mondo!”. 5Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. 6Gesù allora disse loro: “Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo invece è sempre pronto. 7Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive. 8Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto”. 9Dopo aver detto queste cose, restò nella Galilea. 10 Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. 11I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: “Dov’è quel tale?”. 12E la folla, sottovoce, faceva un gran parlare di lui. Alcuni infatti dicevano: “È buono!”. Altri invece dicevano: “No, inganna la gente!”. 13Nessuno però parlava di lui in pubblico, per paura dei Giudei. 1
LEZIONE 11
La Sacra Scrittura
Il canone cattolico
2 Maccabei 22Maccabei Maccabei
Apocalisse Apocalisse Apocalisse Ap Ap Ap
Apocalisse Apocalisse Apocalisse
Giuda Giuda Giuda
3 Giovanni 33Giovanni Giovanni
2 Giovanni 22Giovanni Giovanni
1 Giovanni 11Giovanni Giovanni
2 Pietro 22Pietro Pietro
1 Pietro 11Pietro Pietro
Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv 3Gv Gd Gd Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd
Giacomo Giacomo Giacomo
Ebrei Ebrei Ebrei
Filemone Filemone Filemone
TitoTito Tito
2 Timoteo 22Timoteo Timoteo
1 Timoteo 11Timoteo Timoteo
1 Tessalonicesi 11Tessalonicesi Tessalonicesi
2 Tessalonicesi 22Tessalonicesi Tessalonicesi
Colossesi Colossesi Colossesi
Filippesi Filippesi Filippesi
Efesini Efesini Efesini
Galati Galati Galati
Zaccaria Zaccaria Zaccaria
Lettere Lettere Cattoliche Cattoliche Lettere Cattoliche
Rm 1Cor 1Cor 2Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Eb Rm Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb 2 Corinti 22Corinti Corinti
Aggeo Aggeo Aggeo
Sofonia Sofonia Sofonia
Abacuc Abacuc Abacuc
Naum Naum Naum
Michea Michea Michea
Giona Giona Giona
Abdia Abdia Abdia
Amos Amos Amos
Gioele Gioele Gioele
Osea Osea Osea
Daniele Daniele Daniele
Ezechiele Ezechiele Ezechiele
Baruc Baruc Baruc
Lamentazioni Lamentazioni Lamentazioni
Geremia Geremia Geremia
Isaia Isaia Isaia
Lettere Lettere di di San San Paolo Paolo Lettere di San Paolo
Ml Ml Ml
Malachia Malachia Malachia
1 Maccabei 11Maccabei Maccabei
Ester Ester Ester
Giuditta Giuditta Giuditta
Tobia Tobia Tobia
Neemia Neemia Neemia
Esdra Esdra Esdra
2 Cronache 22Cronache Cronache
1 Cronache 11Cronache Cronache
2 Re 22Re Re
1 Re 11Re Re
2 Samuele 22Samuele Samuele
1 Samuele 11Samuele Samuele
RutRut Rut
Is Is Ger Ger Lam Lam Bar Bar Ez Ez Dn Dn Os Os Gl Gl Am Am Abd Abd Gio Gio Mic Mic Na Na Ab Ab Sof Sof Ag Ag Zc Zc Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gio Mic Na Ab Sof Ag Zc
1 Corinti 11Corinti Corinti
Siracide Siracide Siracide AttiAtti Atti degli degli degli apostoli apostoli apostoli
Giovanni Giovanni Giovanni
Luca Luca Luca
Marco Marco Marco
At At At
Libri profetici profetici Libri Libri profetici
Romani Romani Romani
Giosuè Giosuè Giosuè
Deuteronomio Deuteronomio Deuteronomio
Levitico Levitico Levitico
Numeri Numeri Numeri
Qoèlet Qoèlet Qoèlet Cantico Cantico Cantico deidei Cantici deiCantici Cantici Sapienza Sapienza Sapienza
Salmi Salmi Salmi
Proverbi Proverbi Proverbi
Atti Atti Atti
Mt Mc Lc Gv Gv Mt Mc Lc Mt Mc Lc Gv Matteo Matteo Matteo
Nuovo Nuovo Nuovo Testamento Testamento Testamento
Esodo Esodo Esodo
Genesi Genesi Genesi
Gb Gb Sal Sal Prv Prv Qo Qo Ct Ct Sap Sap Sir Sir Gb Sal Prv Qo Ct Sap Sir
Giobbe Giobbe Giobbe
Antico Antico Antico Testamento Testamento Testamento
Libri poetici poetici ee sapienziali sapienziali Libri Libri poetici e sapienziali
Giudici Giudici Giudici
Gs 2Sam 1Re 1Mac2Mac Gs Gdc Gdc Rt Rt 1Sam 1Sam 2Sam 1Re 2Re 2Re 1Cr 1Cr 2Cr 2Cr Esd Esd Ne Ne Tb Tb Gdt Gdt Est Est 1Mac2Mac Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac2Mac
Gn Gn Es Es Lv Lv Nm Nm Dt Dt Gn Es Lv Nm Dt
Vangeli Vangeli Vangeli
Libri deuterocanonici deuterocanonici Libri Libri deuterocanonici
Libri storici storici Libri Libri storici
Pentateuco Pentateuco Pentateuco
Attività Rispondi alle domande. A quali libri della Bibbia si riferiscono le seguenti sigle? Gn: ................................................................... Lv: .......................................................... Sal: ................................................................... Is: ............................................................ Mc: ................................................................... At: ......................................................... Rm: .................................................................. Ap:.........................................................
T rova nella Bibbia le seguenti citazioni e riporta nelle righe le prime parole: Gn 1, 1: .......................................................................................................................... Is 11, 1-2: ..................................................................................................................... Sal 41, 2-4: ................................................................................................................. Mt 7, 1-3: .................................................................................................................... Gv 13, 34-35: ..........................................................................................................
IN BREVE: La Bibbia ebraica è composta da 39 libri.
Alleanza è quella iniziata e portata a compimento da Gesù.
a Bibbia cristiana è una raccolta di L 73 libri divisi in Antico Testamento (46 libri) e Nuovo Testamento (27 libri).
La parte più importante del Nuovo Testamento è costituita dai Vangeli (Matteo, Marco, Luca, Giovanni): essi contengono, in quattro forme diverse, la vita, la testimonianza e il messaggio di Gesù.
La parola «Testamento» significa «Alleanza»: l’Antica Alleanza è quella di Dio con il popolo ebraico, la Nuova
I cristiani credono che le persone che hanno scritto i libri della Bibbia sono state ispirate da Dio. I libri dell’A.T. sono stati scritti tra il 1100 e il I sec. a.C.; i libri del N.T. sono stati scritti nel I sec. d.C. L’elenco dei libri sacri della Bibbia si chiama Canone.
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Cronache Cronache Cronache
Esdra-Neemia Esdra-Neemia Esdra-Neemia
Daniele Daniele Daniele
Ester Ester Ester
Lamentazioni Lamentazioni Lamentazioni
Ecclesiaste Ecclesiaste Ecclesiaste
RutRut Rut
Salmi Salmi Salmi
Cantico Cantico Cantico deidei Cantici deiCantici Cantici
Sal Prv Gb Ct Rt Lam Qo Est Dn Esd-Ne Cr Sal Prv Gb Ct Rt Lam Qo Est Dn Esd-Ne Cr Sal Prv Gb Ct Rt Lam Qo Est Dn Esd-Ne Cr Giobbe Giobbe Giobbe
Ml Ml Ml
Malachia Malachia Malachia
Zaccaria Zaccaria Zaccaria
Aggeo Aggeo Aggeo
Sofonia Sofonia Sofonia
Abacuc Abacuc Abacuc
Naum Naum Naum
Michea Michea Michea
Giona Giona Giona
Abdia Abdia Abdia
Osea Osea Osea
Ezechiele Ezechiele Ezechiele
Geremia Geremia Geremia
Isaia Isaia Isaia
Os Gl Am Abd Gio Mic Na Ab Sof Ag Zc Os Gl Am Abd Gio Mic Na Ab Sof Ag Zc Os Gl Am Abd Gio Mic Na Ab Sof Ag Zc
Ketùbim Ketùbim Ketùbim Proverbi Proverbi Proverbi
Dodici Dodici profeti profeti minori minori Dodici profeti minori
Is Ger Ez Is Ger Ez Is Ger Ez
Re Re Re
Giudici Giudici Giudici
Giosuè Giosuè Giosuè
Samuele Samuele Samuele
Gs Gdc Sam Re Re Gs Gdc Sam Gs Gdc Sam Re
Deuteronomio Deuteronomio Deuteronomio
Numeri Numeri Numeri
Levitico Levitico Levitico
Esodo Esodo Esodo
Genesi Genesi Genesi
Gn Es Lv Nm Dt Gn Es Lv Nm Dt Gn Es Lv Nm Dt
Profeti posteriori posteriori Profeti Profeti posteriori
Amos Amos Amos
Profeti anteriori Profeti anteriori Nebi’im Profeti anteriori
Gioele Gioele Gioele
Il canone ebraico Nebi’im Nebi’im
Torah Torah Torah
Un passo in più
Unità 3
Dio entra nella storia dell’uomo
Le traduzioni della Bibbia Originariamente la Bibbia era scritta in ebraico, per gran parte dei libri dell’Antico Testamento, e in greco, per alcuni libri dell’Antico Testamento e per tutti quelli del Nuovo Testamento. Solo pochi passi dell’Antico Testamento e alcune espressioni nel Nuovo Testamento sono scritti in aramaico, lingua molto simile all’ebraico, che cominciò a sostituirlo nell’uso comune
dall’epoca dell’esilio babilonese (ca. 587 a.C. ). La Bibbia è stata sempre il libro più tradotto e diffuso al mondo. Lo dimostrano anche i numerosi manoscritti che ci sono pervenuti. Solo dal IX al XV secolo si conservano più di 2 000 manoscritti del canone ebraico; mentre dal II al XV secolo sono stati scritti circa 5 200 codici del Nuovo Testamento.
Oggi la Bibbia è tradotta in 2 261 lingue e dialetti diversi. La prima traduzione è stata redatta da un gruppo di cristiani di confessioni diverse con un linguaggio semplice e tratto dalla vita quotidiana. La seconda traduzione è quella della Conferenza Episcopale Italiana, molto attenta a riportare in italiano il significato autentico del testo originale.
Ecco un esempio di due traduzioni diverse dello stesso passo della Bibbia (Gn 1, 1-5). Bibbia interconfessionale: «In principio Dio creò il cielo e la terra. Il mondo era vuoto e deserto, le tenebre coprivano gli abissi e un vento impetuoso soffiava su tutte le acque. Dio disse: “Vi sia la luce!”. E apparve la luce. Dio vide che la luce era bella e separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce Giorno e le tenebre Notte. Venne la sera, poi venne il mattino: primo giorno.»
Gn 1, 1-5
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Bibbia CEI 2008: «In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.» Gn 1, 1-5
Salterio del XIV secolo in cinque lingue (etiopico, siriaco, bohairico, arabo, armeno). Il salterio è un libro di preghiere (salmi) da recitare durante la giornata.
La Sacra Scrittura Di tutte le traduzioni della Bibbia le più importanti sono le seguenti.
La Traduzione dei Settanta (LXX) Un autore del II sec. a.C., lo pseudo Aristea, racconta che il re d’Egitto Tolomeo Filadelfo (285-247), desideroso di avere nella famosa biblioteca di Alessandria una copia della «legge di Mosè», fece venire da Gerusalemme ad Alessandria dei dotti affinché la traducessero in greco. Un’antica tradizione vuole che i traduttori siano stati una settantina (da cui il nome) e abbiano impiegato 70 giorni per terminare il lavoro. In realtà, la traduzione fu opera di molte persone, riguardò tutto l’A.T. e si protrasse dal 250 al 100 a.C. Questa traduzione ha costituito sempre un punto di riferimento per tutti, ma soprattutto per coloro che, parlando il greco e non conoscendo più l’ebraico, non avrebbero potuto leggere il testo biblico nella lingua originaria. La Chiesa dei primi secoli considerò i LXX come suo testo ufficiale per l’A.T.
LEZIONE 11
La diffusione della Bibbia Prima dell’invenzione della stampa le copie della Bibbia, come succedeva per gli altri libri, venivano realizzate a mano. Nel Medioevo i monaci benedettini nella sala dei monasteri chiamata scriptorium (dal latino «luogo di scrittura»), ricopiavano e decoravano a mano le copie della Bibbia. Tali monaci, per il loro lavoro, venivano chiamati amanuensi. Successivamente l’invenzione della stampa, da parte del tipografo tedesco Johann Gutenberg (1400 -1468), favorì la rapida diffusione della Bibbia. Infatti la prima opera stampata da Gutenberg, a Magonza, nel 1455, fu proprio la cosiddetta «Bibbia delle 42 linee», dal numero di righe contenute in una pagina.
Domenico Ghirlandaio, San Girolamo nel suo studio, 1480, Chiesa di Ognissanti, Firenze.
La Vulgata Il termine deriva dall’espressione latina vulgata editio, cioè edizione «divulgata», «diffusa» tra il popolo. È la traduzione latina di tutti i libri della Bibbia (A.T. e N.T.) eseguita da san Girolamo su incarico di papa Damaso tra il 390 e il 405 d.C. Il Concilio di Trento la dichiarò autentica e ancora oggi è considerata la migliore traduzione biblica che l’antichità ci abbia consegnato.
Attività Rispondi alla domanda. Dopo aver letto le due versioni dello stesso brano della Bibbia prova a elencare le diversità di traduzione. Quale tra le due traduzioni ti è piaciuta? Perché?
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UNITÀ 3
A regola d’arte
L’ebraismo e la musica La musica ebraica si sviluppa sin dal tempo dei patriarchi e accompagna tutta la storia del popolo ebreo, dai tempi biblici fino all’epoca contemporanea. Una delle fonti più importanti per conoscere lo sviluppo della musica ebraica è la Bibbia, anche se è necessario precisare che la Bibbia riporta i testi di molti inni o cantici ebraici ma non le melodie che li accompagnavano. La Bibbia nella liturgia ebraica non veniva (e non viene) «letta» ma «cantata»: purtroppo non è possibile conoscere come venisse intonata nell’antichità per mancanza di fonti scritte e di qualsiasi tipo di notazione. La melodia che accompagnava le parole era, infatti, tramandata oralmente e le notazioni musicali comparirono solo molto più tardi accanto al testo. Si suppone, comunque, che la musica ebraica abbia avuto una grande influenza su quella dei primi cristiani e del canto gregoriano. Dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C., gli ebrei non ebbero più una loro nazione fino al 1948, quando venne fondato lo stato di Israele. Essi si dispersero fuori della Palestina (diaspora) fondando comunità in Africa, Europa, Asia e, negli ultimi secoli, anche negli Stati Uniti e in Australia. Gli ebrei hanno sempre cercato un delicato equilibrio fra la cultura, i valori e i costumi della loro tradizione e quelli della nazione nella quale si trovavano a vivere e dove spesso hanno conosciuto privazioni materiali e di diritti umani o l’isolamento nei ghetti. Questa mescolanza di integrazione e
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isolamento ha dato origine a forme culturali originalissime e molto importanti sul piano artistico e culturale. Fra queste una delle più interessanti è quella delle comunità della Germania e dell’Europa orientale (ashkenazite), che nel
corso dei secoli hanno dato vita a una propria cultura e una propria lingua: lo yiddish. La cultura yiddish si sviluppa nei quartieri ebraici delle capitali dell’Europa orientale e, soprattutto, negli innumerevoli villaggi
Marc Chagall, Il violinista, 1912-1913, Stedelijk Museum, Amsterdam.
DIO ENTRA NELLA STORIA DELL'UOMO di casupole e sinagoghe di legno, gli shtetl, disseminati in quelle sterminate campagne. Gli abitanti (solo ed esclusivamente ebrei) di queste cittadine rurali si riunivano intorno alla sinagoga e al Rebbe (rabbino) che era, contemporaneamente, capo spirituale, consigliere e medico di tutta la comunità. Oggi questi villaggi, nati nel Medioevo e rimasti in sostanza immutati nel corso dei secoli, non esistono più, spazzati via dalla follia nazista. La cultura degli shtetl, la variegata umanità che li popolava, il rabbino, il calzolaio, il sarto, il maestro, la massaia, la figura dello «scemo del villaggio», rivivono oggi nella letteratura, nell’arte e nella musica yiddish. La massima espressione della cultura yiddish si ebbe a partire dal XVIII secolo con il movimento chassidico che, nato in Polonia, si diffuse ben presto, nonostante diffidenze e ostilità, in tutto il mondo ebraico. Il chassidismo è un movimento religioso che porta in primo piano la devozione, la preghiera, la lode a Dio, la santificazione attraverso gli atti semplici e quotidiani. La ricerca della comunione spirituale con Dio e la gioia sono le caratteristiche della vita chassidica. Letterati, filosofi, pittori nascono all’interno di questo movimento, ma la vera rivoluzione portata dalla cultura chassidica si è avuta nei riguardi della musica. Dopo la caduta del secondo Tempio per gli ebrei tutto era cambiato nei riguardi dell’espressione musicale, che venne vietata in segno di lutto per la distruzione del Tempio. Nel movimento chassidico, invece, la musica ha un’importanza grandissima proprio come espressione della vita religiosa. I chassidim pensavano (e pensano) che il cuore umano avesse nei riguardi di Dio sentimenti troppo profondi per essere espressi
solo a parole e che solo la melodia avrebbe potuto esprimerli in maniera efficace. Questa visione della religiosità ha dato origine a una espressione musicale unica: la musica yiddish o klezmer. Essa contiene elementi del folclore tedesco, polacco, ungherese, rumeno, ai quali si uniscono antiche formule di canto e preghiera ebraiche, una musica che mescola forme antiche ebraiche, modi medievali europei, modi arabi, acquistando un carattere del tutto particolare. È detta klezmer (letteralmente «suonatore ambulante») dal nome dato ai musicisti popolari, soprattutto klezmorim girovaghi; una musica eseguita da piccole bande rivolta soprattutto alle danze e alle feste che ispirò, ben presto, la produzione di operette musicali e teatrali e che ebbe il suo momento d’oro nel periodo che precedette la seconda guerra mondiale. Dalla fine del 1700 a tutto il 1800, infatti, il klezmer cominciò a fare il suo ingresso nei teatri europei: il rapporto fra parola e musica divenne più stretto e la musica yiddish divenne una vera e propria forma di spettacolo, acquistando considerazione agli occhi della cultura occidentale. Con la salita al potere del nazismo e, poi, con lo scoppio della seconda guerra mondiale molti musicisti klezmer furono vittime della Shoah (genocidio ebraico) e molti altri migrarono altrove, ad esempio negli Stati Uniti, dove influenzarono considerevolmente i generi musicali come il jazz e il musical. Basti pensare a musicisti ebrei del calibro di G. I. Gershwin e Leonard Bernstein. La strumentazione tipica dei
klezmorim è, in genere, quella della piccola banda: piano, ottoni, legni, il violino, qualche percussione o batteria. I ritmi vanno dai tradizionali valzer, polche e marce, ad altri più peculiari, come freilachs e niggunim. Oggi la musica klezmer è rinata grazie ad alcuni giovani musicisti e compositori innamorati delle sue sonorità e della sua peculiarità: accogliere melodie e ritmi diversi e farli propri rimanendo se stessa, voce della cultura che gli ha dato vita. Per quanto riguarda la musica yiddish è, attualmente, reperibile un’ampia discografia. Alcuni interpreti di rilievo sono: The Klezmatics (gruppo statunitense, con forti coloriture jazzistiche); The Klezmorim (altro gruppo degli Stati Uniti); il clarinettista argentinoisraeliano Giora Feidman, il pianista e compositore polacco Leopold Kozlowski. In Italia spicca in particolar modo il lavoro dell’attore e cantante Moni Ovadia.
Moni Ovadia durante una sua performance.
71
UNITÀ 3
Punto d ’ incontro
Non solo Bibbia: i testi sacri dell’islam e dell’induismo In questa unità abbiamo analizzato la Bibbia, il testo sacro dell’ebraismo e del cristianesimo, cercando di capire come la Sacra Scrittura si è formata nel corso dei secoli. Come il cristianesimo e l’ebraismo anche le altre religioni hanno i
propri testi sacri che contengono la spiritualità, le norme, le credenze, i riti, i valori morali che il fedele è chiamato a vivere. Queste scritture costituiscono una produzione vastissima che tocca tutti i continenti e abbraccia
Il Corano Secondo la tradizione islamica il Corano venne rivelato dall’arcangelo Gabriele al profeta Muhammad (italianizzato in Maometto). La prima di queste rivelazioni avvenne nel 610 durante il mese di Ramadan mentre Muhammad, allora quarantenne, si trovava in una grotta sul monte Hira, vicino La Mecca, dove era solito ritirarsi a meditare. L’arcangelo Gabriele lo esortò a diventare messaggero di Allah con le seguenti parole: «Leggi, in nome del tuo Signore, che ha creato, ha creato l’uomo da un grumo di sangue! Leggi! Ché il tuo Signore è il Generosissimo, Colui che ha insegnato l’uso del calamo, ha insegnato all’uomo quello che non sapeva». Dopo un lungo e angosciante periodo di silenzio, Gabriele riapparve di nuovo a Muhammad per trasmettergli altri versetti e questo proseguì per 23 anni, fino alla morte del Profeta nel 632. In questi anni Muhammad predicò e comunicò oralmente ciò che gli veniva riferito dall’angelo (da notare come la parola Corano derivi dall’arabo al-Qur’àn che significa «la recitazione»). Dopo la morte del Profeta il contenuto della sua predicazione fu messo per iscritto, in maniera non sistematica, da alcuni fidati scribi. Ben presto, però, si sentì la necessità di fissare il testo nella sua totale integrità; ma la maggior parte dei compagni di Muhammad, che conosceva il testo a memoria, era stata uccisa in combattimento dalle tribù beduine
72
millenni di storia. È impossibile, qui, farne anche solo una rapida rassegna; possiamo, però, avvicinarci un poco ai testi sacri di due fra le religioni oggi più diffuse: l’islam e l’induismo.
La prima sura del Corano.
in rivolta contro i seguaci dell’islam e questo rischiava di compromettere la fedele trasmissione della predicazione di Muhammad. Il compito di fissare per scritto la dottrina dell’islam fu affidata da Abu Bakr (primo califfo, successore di Muhammad) al migliore dei segretari di Muhammad, Zayd ibn Thàbit. Costui conosceva il Corano a memoria ma non volle affidarsi ai suoi soli ricordi e realizzò la prima stesura del testo sacro trascrivendolo, con estremo scrupolo, versetto dopo versetto dalla viva voce di almeno «due portatori del Corano nella memoria» e accettando solo i versetti indiscutibili. Il manoscritto venne poi affidato a Hafsa, vedova del profeta. Il terzo califfo, Uthman ibn ‘Affan (579-656 d.C.), fece in seguito revisionare questo testo da una commissione di esperti i quali stabilirono definitivamente il testo integrale e definitivo, lo ricopiarono in più esemplari e lo inviarono nelle diverse regioni dell’impero islamico. Il Corano è diviso in 114 sure, ciascuna delle quali forma un brano indipendente. Le sure sono disposte secondo un ordine decrescente di lunghezza. Questa disposizione non risponde a un criterio cronologico ma è stata adottata per facilitare l’apprendimento a memoria del testo sacro e per le necessità del culto. Lo stile di arabo utilizzato nel trascrivere il Corano è stato quello della tribù Quraysh a cui il profeta Muhammad apparteneva.
DIO ENTRA NELLA STORIA DELL'UOMO
I testi sacri dell’induismo L’induismo è una religione molto complessa, le sue origini sono antichissime e nel corso del tempo si è articolata in tre denominazioni differenti: vedismo (1500-500 a.C.), brahmanesimo (500-1000 d.C.) e induismo (1000-2000 d.C.). I testi sacri dell’induismo formano un raccolta vasta ed eterogenea divisa in due gruppi: la Shruti e la Smriti.
Krishna consiglia il leader Pandava, Scena dal Mahabharata, 1830-1850, Brooklyn Museum, Brooklyn.
La Shruti › (ovvero, «ciò che si ode») rappresenta la
La Smriti › (ovvero, «ciò che è stato ricordato») con-
verità eterna; per gli indù essa non è stata originariamente composta dagli uomini ma trasmessa per rivelazione agli antichi saggi. Secondo la tradizione essa fu tramandata oralmente e solo successivamente messa per iscritto. I testi appartenenti alla Shruti sono considerati i più autorevoli della religione indù. Alla Shruti appartengono: i Veda, i Brahmana, gli Aranyaka, le Upanisad. I Veda rappresentano la più antica letteratura in lingua sanscrita conosciuta. Sono inni sacrificali divisi in quattro raccolte: Rgveda, una raccolta di 1 000 inni rivolti alle diverse divinità; Samaveda, contiene le melodie cantate che accompagnano i riti; Yajurveda, raccoglie le formule di invocazione che vanno pronunciate durante il sacrificio; Atharvaveda, contiene una serie di formule di incantesimo. Le date di compilazione dei Veda sono incerte, la maggior parte degli studiosi le colloca tra il 2000 e il 1100 a.C. I Brahmana sono testi sacerdotali collegati ai Veda, contengono istruzioni rituali per compiere i sacrifici. Gli studiosi li collocano fra il 1100 e l’800 a.C. Gli Aranyaka (libri delle foreste) sono testi riservati agli eremiti che vivevano nelle foreste, erano recitati fuori dei villaggi e contengono delle riflessioni sul significato dei rituali. Le Upanisad sono dei trattati strutturati in forma di dialogo tra un maestro e un interlocutore che vuol conoscere la verità circa i problemi più radicali: l’esistenza del mondo, il senso della vita, l’esistenza dell’aldilà, il destino dell’uomo ecc. Queste opere sono state composte, secondo gli studiosi, tra l’800 e il 300 a.C.
cerne una conoscenza sacra «ricordata» di generazione in generazione. Secondo la tradizione indù i testi che la compongono, a differenza della Shruti, sono stati prodotti da esseri umani e rivestono un’autorità secondaria. Alla Smriti appartengono i sei Vedanga principali, i quattro Vedanga secondari e due poemi epici: il Mahabharata e il Ramayana. I Vedanga principali furono composti tra il 500 e il 400 a.C. allo scopo di suggerire le pronunce corrette per la recitazione degli inni o la realizzazione dei culti. Il Mahabharata, ovvero «la grande storia dei figli di Barata», è un grande poema epico, scritto verso il 500 a.C. È composto da 110 000 strofe divise in 18 libri; si tratta dell’opera più imponente dell’intera letteratura mondiale. La trama, che narra l’epopea della famiglia dei Pandava e della battaglia combattuta contro la casata dei Kaurava, occupa poco più di un quinto dell’opera, il resto del poema e costituito da numerose storie e leggende che costituiscono una parte considerevole del ricco patrimonio mitologico indiano. All’interno del Mahabharata è inserita la Bhagavad Gita (canto del beato), un gioiello della letteratura indù e sicuramente il capitolo più popolare dell’opera. Nella Bhagavad Gita, Krishna, incarnazione del dio Vishnu, assiste l’eroe Pandava Arjuna impartendogli una serie di insegnamenti volti a raggiungere la realizzazione spirituale. Il Ramayana è un altro grande poema epico composto tra il 200 a.C. e il 200 d.C. Narra le avventure del principe Rama, settimo avatar (incarnazione) del dio Vishnu, e della sua sposa Sita.
73
UNITÀ 3
L’unità in breve
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
La religione intorno a noi • Le religioni, con le loro credenze, riti e valori lasciano un segno nella storia e nella cultura dei popoli. • Le religioni possono essere: naturali (in cui è l’uomo che cerca Dio); rivelate (in cui è Dio che si manifesta all’uomo); monoteiste (che adorano un solo Dio); politeiste (che adorano più dei). • L’ebraismo, il cristianesimo e l’islamismo sono religioni monoteistiche e abramitiche, hanno cioè il loro punto di origine in Abramo. Inoltre sono definite religioni del Libro perché fondano la loro fede sul proprio libro sacro. La rivelazione • L’ebraismo e il cristianesimo sono anche religioni rivelate. Nel cristianesimo la manifestazione di Dio all’uomo avviene in quattro tappe: 1. nella creazione; 2. nella storia di Israele; 3. negli annunci fatti dai profeti; 4. nella figura di Gesù Cristo. • La rivelazione di Dio all’uomo è contenuta nella Bibbia: Sacra Scrittura o Parola di Dio. La Sacra Scrittura • La Bibbia ebraica è composta da 39 libri mentre quella cristiana da 73 libri. • La Bibbia cristiana è divisa in: – Antico Testamento (A.T.) 46 libri; – Nuovo Testamento (N.T.) 27 libri. • La parola «Testamento» significa «Alleanza»: l’Antica Alleanza è quella di Dio con il popolo ebraico, la Nuova alleanza è quella che inizia con Gesù. La parte più importante del Nuovo Testamento sono i Vangeli scritti da Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Contengono, in forme diverse, la vita, la testimonianza e il messaggio di Gesù. • I cristiani credono che le persone che hanno scritto i libri della Bibbia sono state ispirate da Dio. • I libri dell’A.T. sono stati scritti tra il 1100 e il I sec. a.C.; i libri del N.T. sono stati scritti tra il 50 d.C. e il 100 d.C. L’elenco dei libri sacri della Bibbia si chiama Canone.
74
DIO ENTRA NELLA STORIA DELL'UOMO
DIDATTICA INCLUSIVA
Prima sosta di verifica
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
BES
1 Indica con una crocetta le risposte giuste. 1. Le religioni rivelate: A sono le religioni in cui Dio si manifesta all’uomo; B derivano dalla ricerca dell’uomo; C adorano più divinità. 2. Le religioni naturali: A sono le religioni in cui Dio si manifesta all’uomo; B sono le religioni in cui l’uomo cerca Dio; C sono le religioni in cui vengono adorate più divinità. 3. L’ebraismo e il cristianesimo sono: A religioni naturali e politeiste; B religioni monoteiste, abramitiche e rivelate; C religioni rivelate e politeiste.
2 Completa la tabella. Bibbia ebraica
Bibbia cristiana
Numero libri
39
Divisione in A.T. e N.T.
Sì
Presenza Vangeli
Sì
Data composizione libri
1100 - I sec. a.C. 1100 - I sec. d.C.
79
73
53
No
Sì
No
No
Sì
No
50 d.C. - 100 d.C. 1100 - 100 d.C.
Se hai difficoltà con qualche termine che non hai compreso, sottolinealo, poi confrontati con un compagno o chiedi aiuto al tuo insegnante.
75
UNITÀ 3
Verifica delle conoscenze
1 Collega con una freccia ogni termine alla definizione giusta.
1. Agnosticismo a. Affermare la non esistenza di Dio. 2. Religione politeista b. Religione fondata sulla fede in un solo Dio. 3. Ateismo c. Religione che deriva dalla ricerca dell’uomo. d. Affermare la non conoscenza dell’esistenza di Dio. 4. Religione rivelata 5. Religione naturale e. Religione che si fonda sulla manifestazione di Dio agli uomini. 6. Religione monoteista f. Religione fondata sulla credenza in molti dei.
2 Completa le seguenti affermazioni.
L’ebraismo, il cristianesimo e l’islam sono dette religioni abramitiche perché ............................................................................................ ...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
Inoltre sono definite come religioni del Libro perché................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
3 Completa il testo utilizzando le seguenti parole.
Parola • ascolta • Rivelazione • creazione • storia • profeti • Bibbia • salvezza • Scrittura • libri • parla L’esperienza religiosa dell’ebraismo e del cristianesimo si fonda nel Signore che .................................................................................. e nell’uomo che ...................................................................................e risponde. Questo comunicare di Dio all’uomo si chiama .................................................................................... Inizia con la ..................................................................................., prosegue con le vicende della ................................................................................... d’Israele e le parole dei .................................................................................... Attraverso la Rivelazione Dio comunica il suo disegno di .................................................................................... Questa comunicazione di Dio all’uomo, nelle sue diverse tappe, è la storia della salvezza contenuta nella .................................................................................... Essa è considerata dai credenti la testimonianza scritta della Rivelazione divina, per questo è anche chiamata Sacra ............................... .................................................... o ................................................................................... di Dio.
4 Rispondi alle domande.
1. Che cosa significa il termine «Bibbia»? .................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 2. Di quali religioni la Bibbia è il libro sacro? ........................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 3. Con quali differenze? ...................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 4. La Bibbia cristiana in quante parti è suddivisa? ........................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 5. Come si chiamano? ........................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 6. In quali lingue è stata scritta la Bibbia? ................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
5 Indica con una crocetta la risposta giusta.
In che senso la Bibbia è, per i credenti, Parola di Dio e parola degli uomini? A Dio dettava e gli uomini scrivevano. B Gli autori sacri erano assistiti dallo Spirito Santo. C Un angelo assisteva chi scriveva.
76
DIO ENTRA NELLA STORIA DELL'UOMO
6 I vari autori della Bibbia nell’esprimere la parola di Dio e nel raccontare i fatti e gli avvenimenti della storia della salvezza usarono generi letterari diversi. Sottolinea quelli studiati.
storico narrativo • fiaba • normativo • fantascienza • poetico • giornalistico • sapienzale • profetico • epistolare
7 Rispondi alle domande.
1. Quali sono le fonti dell’Antico Testamento? ....................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ 2. Qual è la fonte più antica e quale la più recente?........................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
8 Rispondi alle domande.
1. Come si chiamano i quattro libri più importanti del Nuovo Testamento? ................................................................................................ ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... 2. Quali sono i Vangeli sinottici?................................................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
9 Riporta correttamente la citazione del seguente passo del Vangelo. Vangelo secondo Giovanni
11
Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». 4 All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9 Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
1
.......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
10
Sintetizza in alcune righe ciò che hai imparato dallo studio di questa terza unità.
............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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UNITÀ 3
11 Completa la mappa inserendo gli elementi mancanti elencati di seguito. Gesù Cristo • monoteistiche • storia di Israele • abramitiche • cultura • Bibbia • Nuovo • universali creazione • profetica • 39 • Antico
Le religioni influenzano ogni aspetto della ............................................... dei popoli.
Le religioni si possono distinguere in diverse tipologie: politeistiche, etniche, naturali, ................................. ................................. rivelate.
L’ebraismo, il cristianesimo, l’islamismo sono anche definite religioni ................................. perché hanno il loro punto di origine in Abramo.
La rivelazione di Dio agli uomini si manifesta attraverso diverse tappe; la prima tappa è identificabile con la ................................., la seconda tappa fa riferimento alla ............................................................., la terza tappa è quella .................................. Per i cristiani la quarta tappa è ..............................................
I testi che narrano la storia della salvezza e la rivelazione di Dio sono contenuti nella ..................................
La Bibbia ebraica è composta da ................................. libri.
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La Bibbia cristiana è divisa in: - ................................. Testamento (46 libri); - ................................. Testamento (27 libri).
DIO ENTRA NELLA STORIA DELL'UOMO
Verifica delle competenze […] L’ alunno a partire dal contesto in cui vive, sa interagire con persone di religione differente, sviluppando un’identità capace di accoglienza, confronto e dialogo. A scuola hai conosciuto un gruppo di ragazzi cristiani, ebrei e musulmani. Vi trovate insieme e a un certo punto si inizia a parlare di Sacra Scrittura. Tu vuoi rispettare la sensibilità di tutti così decidi di parlare dei Testi sacri mettendone in luce gli aspetti comuni. Per fare ciò quali caratteristiche dei testi evidenzierai? .................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... 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..................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................
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UNITÀ
4 La storia della salvezza
A A
DIDATTICA INCLUSIVA
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
BES
L’unità in breve: sintesi ad alta leggibilità dei concetti chiave con audiolettura facilitata Prima sosta di verifica: esercizi semplificati e interattivi con audiolettura facilitata Alta leggibilità
Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza
Audio facile
Tutte le sintesi delle lezioni L’unità in breve Prima sosta di verifica
Audio
Audiolettura di tutta l’unità
Risorse aggiuntive
Mappa concettuale ad alta leggibilità
Nel Volume per studenti con BES lezioni semplificate ad alta leggibilità e con audiolettura facilitata
RISORSE DIGITALI
M.I.O. BOOK Alta leggibilità
Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza
Audio facile
Tutte le sintesi delle lezioni L’unità in breve Prima sosta di verifica
Audio
Audiolettura di tutta l’unità
Risorse aggiuntive
La cena pasquale ebraica Mappa concettuale ad alta leggibilità
Contenuti interattivi
Prima sosta di verifica Verifica delle conoscenze
Contenuti digitali integrativi
80
Risorse aggiuntive
Diventare grandi leggendo insieme!
Video
Gli Ebrei: dalla diaspora alla peste nera
Galleria immagini
Personaggi biblici nell’arte
a
Muro del Pianto, Gerusalemme.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
Obiettivi di apprendimento
L’ alunno individua, a partire dalla Bibbia, le tappe essenziali e i dati oggettivi della storia della salvezza, della vita e dell’insegnamento di Gesù […].
Comprendere alcune categorie fondamentali della fede ebraico-cristiana […].
Riconosce i linguaggi espressivi della fede […], ne individua le tracce presenti in ambito locale, italiano, europeo e nel mondo imparando ad apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e spirituale.
Comprendere il significato principale dei simboli religiosi […].
81
Unità 4
L’ Alleanza
LEZIONE
12
Una storia d’amore In Palestina, attraverso le vicende storiche del popolo eletto, si è vissuta e materializzata gran parte della storia del rapporto di amicizia fra Dio e gli uomini, rapporto che nella Bibbia viene chiamato Alleanza e che, con l’avvento del cristianesimo, supera i confini di una regione e di un popolo. L’Alleanza è una storia d’amore che inizia con la creazione, quando Dio Alleanza: dall’ebraioffre all’uomo la vita, e continua, co berith che, nelle dopo l’atto di disubbidienza, con culture e nelle relil’offerta del riscatto, della salvezza gioni mediorientali, e della vita eterna. L’Alleanza è staindicava un patto ta rinnovata più volte da Dio con stipulato tra persone Noè, con Abramo, con Mosè e ragcon cui ci si impegna giunge il suo perfezionamento sulalla fedeltà. la croce col sacrificio di Gesù Cristo. Il rapporto tra Dio e Prima di Gesù si parla di Antica Israele viene assimiAlleanza, con la venuta di Gesù lato a questa categosi parla di Nuova Alleanza: Cristo ria. La parola Alleha riscattato il peccato non di un anza indica, dunque, popolo, ma di tutti gli uomini deltutto il complesso la terra, chiamati a vivere con Dio della storia della non più un rapporto di amicizia, salvezza. ma di figliolanza.
Glossario
Gio rdan o
Bersabea
ri Tig IA
Zoan REGNO D’EGITTO
Damasco
te fra Eu
CA NA N
Mar Mediterraneo
M TA PO SO ME
Harran
Babilonia
Ur
Penisola del Sinai
o Nil
82
Mar Rosso
Il viaggio di Abramo.
L’ alleanza con Abramo
Mosaico rappresentante Cristo Pantocratore, 1145, Basilica di Cefalù.
La storia del popolo d’Israele inizia con Abramo, personaggio unico e significativo, originario della città di Ur, nel sud della Mesopotamia. Costui era un ricco allevatore di bestiame, capo di un clan di nomadi che si spostavano periodicamente per trovare pascoli adeguati. Sua moglie Sara non riusciva a dargli un erede e ciò procurava ad Abramo molta amarezza. In questa «normalità» di vita si inserisce l’intervento di Dio che cambierà la storia e darà per sempre all’uomo la sua compagnia. Abramo, che conosceva la religione politeista del suo territorio, fa esperienza di un Dio vivo, che si rivolge all’uomo per farlo felice: il Signore gli promette una terra e una discendenza. Abramo non ha alcuna garanzia concreta, eppure decide di fidarsi della Parola di Dio, si affida a lui; si mette in cammino con sua moglie Sara e una piccola compagnia di persone della sua tribù. Dopo un viaggio lungo e difficile Abramo raggiunge la terra che il Signore gli aveva indicato, Canaan, un piccolo lembo di terra bagnato dal Mar Mediterraneo e solcato dal fiume Giordano, l’attuale Palestina. Dio stringe un'alleanza con Abramo e gli promette una lunga discendenza: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle... Tale sarà
L’ Alleanza
LEZIONE 12
Un passo in più Noè lascia l’arca, scena dal libro della Genesi illustrata da Egerton, British Library, Londra.
L’ Alleanza con Noè Noè è un personaggio biblico messo in salvo da Dio per la sua onestà e rettitudine. Il Signore disse a Noè: «Fatti un’arca di legno di cipresso; [...] Ecco, io sto per mandare il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne in cui c’è soffio di vita; quanto è sulla terra perirà. Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell’arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell’arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina» (Gn 6, 14, 17-19). Il segno dell’Alleanza ristabilita tra Dio e l’uomo è rappresentato dall’arcobaleno, un ponte che collega idealmente il cielo e la terra e, ricordando la benevolenza di Dio, evoca nell’uomo sentimenti di serenità e di speranza: «Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra» (Gn 9, 13).
Rembrandt van Rijn, Sacrificio di Isacco, 1635, Museo statale Ermitage, San Pietroburgo.
la tua discendenza» (Gn 15, 5). Sua moglie Sara è ormai anziana e non più fertile, ma, in un luogo chiamato Querce di Mamre, Dio mantiene la promessa e manifesta la sua benevolenza: Sara partorirà un figlio, Isacco, che sarà il capostipite di un grande popolo. Dio vuole mettere alla prova la fede di Abramo e accertarsi che sia esclusiva, senza riserve, e gli chiede il sacrificio del figlio Isacco, cioè del suo bene più prezioso. Abramo non comprende ma ha una certezza: il suo Dio è il Dio della vita e non lo tradirà. Dio, infatti, risparmia Isacco e, al suo posto, viene sacrificato un ariete.
Dio sceglie Abramo
V
attene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra. »
«
Gn 12, 1-3
Attività Rispondi alle domande. Chi era Abramo?.............................................................................. ................................................................................................................................. ............................................................................................................................... .
Che cosa promette Dio ad Abramo? ................... ................................................................................................................................. ............................................................................................................................... . P erché Dio chiede ad Abramo di sacrificare il suo unico figlio?.......................................................................... ................................................................................................................................. ............................................................................................................................... . A bramo è pronto a obbedire a Dio anche se non comprende. Perché? ............................................ ................................................................................................................................. ............................................................................................................................... .
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Unità 4
La storia della salvezza
Israele Dopo la morte di Abramo, il Signore rinnovò le promesse a Isacco. Questi sposò Rebecca che generò due gemelli, Esaù e Giacobbe. Una notte Giacobbe ebbe una lotta furiosa con un personaggio misterioso, in cui egli riconosce un essere superiore, che gli disse: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!» (Gn 32, 29). Israele è il nome che Dio stesso ha dato al patriarca Giacobbe e, poi, per estensione, alla sua famiglia e a tutto il popolo. Giacobbe ebbe dodici figli e ciascuno di loro fu considerato il capostipite di una tribù d’Israele. Jacopo Pontorno, Giuseppe in Egitto, 1515-1518, National Gallery, Londra.
Giuseppe in Egitto
Giovane ebreo ortodosso con i caratteristici peot, ciocche di capelli ai lati della testa, antico segno di distinzione dai pagani.
Il penultimo dei figli, Giuseppe, vittima dell’invidia dei fratelli maggiori, finì schiavo in Egitto. Dopo alterne vicende, grazie all’aiuto di Dio e alla sua bravura nell’interpretare i sogni, Giuseppe acquistò sempre più considerazione presso la corte del faraone, fino a diventare viceré dell’Egitto. Intanto, una grave carestia aveva
colpito tutte le popolazioni della Mezzaluna fertile. Giacobbe mandò i suoi figli ad acquistare il grano in Egitto che, per l’avvedutezza di Giuseppe, non aveva risentito troppo della carestia. Giuseppe riconobbe i fratelli, li perdonò e li convinse a trasferirsi in Egitto con le loro famiglie e l’ormai vecchio Giacobbe. Qui i discendenti di Israele vissero e prosperarono per molte generazioni. Si giustifica così la presenza degli Ebrei in Egitto, sempre più numerosi, a partire dalla metà del secondo millennio a.C.
Un passo in più La parola «ebreo» «Fra tutte le opinioni espresse da tanti autorevoli studiosi intorno all’origine della parola ibhri, “ebreo”, quella che più ci persuade è la derivazione dal verbo abhor, “passare”. La Bibbia nei momenti più solenni della sua narrazione, non si lascia sfuggire l’occasione di ricordare la venuta degli avi del popolo me’ebher ha-Jarden, “al di là del Giordano”. “Al di là del Giordano stavano i vostri padri” (Gios 24, 2), esclama Giosuè. Perché dunque il nome più comune per designare il popolo della Bibbia non dovrebbe essere questo appellativo geografico?» E. Zolli, Antisemitismo, A.V.E.
84
L’ Alleanza
LEZIONE 12
L’ alleanza con Mosè All’inizio gli Ebrei vissero in pace e in armonia con gli Egizi, ma, dopo la morte di Giuseppe e del faraone che li proteggeva, furono via via emarginati, osteggiati e finirono per essere ridotti praticamente in schiavitù. Il faraone Ramses II (XIII sec. a.C.), preoccupato per la crescita demografica del popolo ebraico, ordinò l’uccisione di tutti i neonati maschi. Un bimbo di nome Mosè fu sottratto a questa fine, posto in un cesto e affidato alla corrente del fiume Nilo. Trovato dalla figlia del faraone, fu salvato e allevato a corte. Un giorno Mosè uccise un egiziano che aveva malmenato un ebreo e dovette fuggire dall’Egitto, rifugiandosi nella terra di Madian. Proprio a Mosè Dio affida il compito di liberare il suo popolo dalla schiavitù e di condurlo nella terra dei Padri. Il Signore parla a Mosè in un roveto ardente e gli rivela il suo Nome: JHWH, dicendo «Io sono colui che sono!» (Es 3, 14). Mosè ritorna in Egitto e tenta di convincere il faraone a lasciar partire il popolo ebraico. Il faraone rifiuta e Dio manda all’Egitto le cosiddette «dieci piaghe». Particolarmente dura fu l’ultima: la morte di tutti i primogeniti, senza distinzioni, dal figlio primogenito del servo al figlio primogenito del faraone. JHWH invitò gli Ebrei a segnare gli stipiti delle loro case col sangue di un agnello sacrificato, affinché l’Angelo del Signore passasse oltre quelle case e risparmiasse tutti i primogeniti degli Ebrei. Questo «passare oltre» del Signore, sembra essere all’origine della parola pasqua, dall’ebraico pesach, «passaggio».
IN BREVE: Alleanza è una parola fondamentale per comprendere il rapporto fra Dio e il popolo ebraico nell’A.T. e fra Dio e tutta l’umanità nel N.T. Questa parola indica il legame d’amore e d’amicizia di Dio con l’umanità. L’Alleanza è stata rinnovata più volte ai tempi dell’Antico Testamento e raggiunge il suo culmine con il sacrificio in croce di Gesù.
Dieric the Elder Bouts, Mosè e il roveto ardente, 1465-1470, Museum of Art, Philadelphia.
Attività Rispondi alle domande. Alla morte di Abramo che cosa succede? ................................................................................................................................ .
Chi era Israele? .................................................................................. ................................................................................................................................ . Chi era Giuseppe? .......................................................................... ................................................................................................................................ . Descrivi la situazione degli Ebrei in terra d’Egitto nei secoli dal secondo millennio a.C. al XIII sec. a.C. ......................................................................... .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ................................................................................................................................ .
Dio si rivela ad Abramo, stringe un’alleanza con lui, gli promette una terra e una discendenza; Abramo si fida di Dio diventando così il padre e primo patriarca del popolo ebraico. lla morte di Abramo, Dio rinnova le A sue promesse a Isacco e poi a Giacobbe. Giacobbe riceve da Dio un nuovo nome: Israele che per estensione venne dato alla sua famiglia e a tutto il popolo. Giacobbe-Israele,
infatti, ebbe 12 figli considerati i capostipiti delle 12 tribù del popolo ebraico. I n seguito a una carestia gli ebrei migrarono in Egitto e qui finirono con il diventare schiavi; Dio affidò a Mosè il compito di liberare il suo popolo dalla schiavitù. I l passaggio dalla schiavitù alla libertà è l’evento sacro centrale della fede d’Israele.
85
Unità 4
LEZIONE
13
Dalla schiavitù alla libertà L’Esodo
L’Esodo è il lungo viaggio di ritorno del popolo ebraico dall’Egitto alla Terra di Canaan. Giunti sulle rive del Mar Rosso, gli Ebrei si accorsero di essere inseguiti dai soldati egiziani che ne volevano impedire la fuga. JHWH ordinò a Mosè: Esodo: dal greco èxodos, «Tu intanto alza il bastone, «uscita». È un libro dell’A.T., stendi la mano sul mare e diil secondo del Pentateuco, vidilo, perché gli Israeliti enil cui contenuto centrale è trino nel mare all’asciutto» appunto la liberazione dal(Es 14, 16). [...] «Stendi la mala schiavitù d’Egitto sotto no sul mare: le acque si riverla guida di Mosè con l’aiuto sino sugli Egiziani, sui loro di Dio. L’Esodo sviluppa carri e i loro cavalieri» (Es 14, anche il tema dell’alleanza 26). del Sinai (Es 19, 1- 40, 38). Con questo prodigio il popoDecalogo: dal greco deca lo d’Israele acquistò la piena logos «dieci parole». Il decalogo sono i dieci comandaconsapevolezza di essere il menti dati da Dio a Mosè popolo prediletto di JHWH e sul monte Sinai. Costituche questi lo avrebbe condotiscono la «magna charta», to per mano nella Terra Procioè il punto di riferimento messa. dell’Alleanza tra Dio e il suo Per la prima volta, JHWH è il popolo. Ne sono state traDio di un popolo e non di una
Glossario
mandate due formulazioni: nel libro dell’Esodo (Es 20, 2-17) e nel libro del Deuteronomio (Dt 5, 6-21).
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Raffaello, Storie di Mosé: il passaggio del Mar Rosso, Logge Vaticane, Città del Vaticano.
città o di un luogo né di una situazione particolare (ad es.: protettore della terra, della nascita, della famiglia ecc.). Si rinnova ancora l’alleanza tra JHWH e Israele. JHWH sceglie il popolo d’Israele come «suo popolo», il «popolo eletto»; lo proteggerà e lo difenderà dai suoi nemici. Israele riconoscerà JHWH come l’unico Dio e obbedirà alla sua legge. Gli Ebrei furono i primi a vivere una religione monoteista in un ampio contesto di religioni politeiste.
La legge Per suggellare questa Alleanza, JHWH dà a Mosè sul monte Sinai le Tavole della Legge (Decalogo) che contengono le norme per amare Dio e il prossimo. Queste Tavole furono poste in un contenitore prezioso, chiamato Arca dell’Alleanza, che fu sistemato al centro dell’accampamento, come segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Secondo la tradizione biblica, l’Esodo durò più di quarant’anni. Gli studiosi moderni lo datano fra il 1290 e il 1260 a.C. «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il
Dalla schiavitù alla libertà
LEZIONE 13
Monte Sinai, Egitto.
Un passo in più La legge Nella storia del popolo d’Israele, la legge (in ebraico, Torah) è la forma che assume la Parola di Dio per plasmare in diversi modi (religioso, morale, culturale, sociale, igienico ecc.) l’esistenza dell’uomo. Nella Bibbia, la legge di Dio ha, dunque, il compito di regolare i rapporti tra Dio e il popolo e tra i membri del popolo stesso. Dio desidera che il suo popolo sia capace di comportamenti adeguati alla vocazione e alla promessa fatta di essere il popolo di Dio. Nel N.T. Gesù si mostra in continuità con la legge ebraica, ma la supera annunciando il duplice comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo. Il cristiano, in quanto anche cittadino dello Stato, non obbedisce solo alla legge positiva rivelata (norme e prescrizioni che discendono dall’autorità divina), ma anche alla legge positiva umana (o semplicemente legge umana che discende da un legislatore o da una assemblea legislativa). Chi appartiene a uno Stato ne riconosce la sovranità. Dalla sovranità dello Stato discendono alcuni poteri: il potere legislativo (di fare le leggi), esecutivo (di farle applicare) e giudiziario (di giudicare). In Italia, la fonte legislativa per eccellenza, cioè quella da cui scaturiscono tutte le leggi, è la Costituzione. Le leggi dello Stato garantiscono una civile convivenza a tutti i cittadini, insieme alla tutela dei loro diritti e alla difesa della loro libertà.
sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo». Es 20, 2-17
Philippe de Champaigne, Mosè con i Dieci Comandamenti, 1648, Museo statale Ermitage, San Pietroburgo.
Attività Rifletti e completa. Il rispetto di alcune norme di comportamento è importante per vivere bene nel gruppo, in una piccola comunità, come la classe o la famiglia. Elenca in ordine di importanza quelle che ritieni fondamentali. Le regole della vera amicizia 1. 2. 3. 4. Le regole della mia casa 1. 2. 3. 4.
Confrontati in classe per verificare quali comportamenti tu e i tuoi compagni avete ritenuto più significativi.
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Unità 4
Il senso La storiadella dellavita salvezza
La Pasqua ebraica La Pasqua in origine era una festa pagana, celebrata in primavera, che riuniva due momenti diversi: la celebrazione notturna attorno all’agnello (Pesach) e la Settimana degli Azzimi (Matzah). Il rito dell’agnello era un’antichissima celebrazione familiare dei pastori che a primavera, nella notte tra il 14 e il 15 del mese di abib (il primo mese dell’anno, marzo-aprile, chiamato poi Nisan), immolavano i primi nati del gregge, usavano il loro sangue a scopo propiziatorio e infine consumavano la loro carne per rinsaldare i vincoli di parentela della famiglia e della tribù. La Settimana degli Azzimi era una festa di primavera propria dell’ambiente agricolo, durante la quale si offriva il primo covone e si mangiava per sette giorni pane non fermentato del nuovo raccolto di orzo. La non Haroset: salsa fermentazione del pane significava rossastra composta che con il nuovo anno tutto doveva da miele, mandorle cominciare di nuovo, senza legami e vino, che simbocon l’anno vecchio. leggiava la dolCon l’uscita dall’Egitto, la Pasqua cezza della libertà assunse un nuovo e definitivo signirispetto all’agro del ficato. Da festa naturalistica assunsedano, simbolo se un aspetto soteriologico (ovvero dell’amarezza della di salvezza): festa della liberazione schiavitù egizia. dalla schiavitù, festa e memoriale
Glossario
dell’esodo dall’Egitto. La Pasqua indica il passare di JHWH oltre le case degli Ebrei (Es 12, 13, 23, 27). La forma di celebrazione della Pasqua subì nel tempo vari cambiamenti. Al tempo di Gesù la cena pasquale si svolgeva così: il padre di famiglia recitava la benedizione sul vino, lo gustava e lo passava agli altri. Poi, veniva distribuito il pane azzimo e i commensali intingevano una foglia di sedano nel piatto comune, dell’haroset. Quindi, il padre di famiglia, rispondendo alle domande dei più giovani, ricordava gli avvenimenti della liberazione dalla schiavitù egizia: ne faceva memoria. La memoria (o memoriale), nel pensiero degli ebrei e poi anche dei cristiani, non è un ricordo del passato, ma un evento che si rivive ancora attraverso la celebrazione. Veniva poi servito l’agnello pasquale e lo si mangiava con il pane azzimo e le erbe amare. A questo punto la cena propriamente detta aveva termine. Dopo la cena, il padre di famiglia prendeva un po’ di pane azzimo, lo spezzava e lo distribuiva ai presenti. Veniva poi servita una terza coppa di vino. In questo contesto del «dopo la cena» (Lc 22, 20), quando Giuda Iscariota era già andato via, Gesù istituì l’eucaristia. La riunione conviviale si chiudeva con la recita dell’Hallel (Mt 26, 30), che comprende i Salmi 113-118 e 136.
Un passo in più La cena pasquale ebraica Ogni elemento del Seder (la cena pasquale ebraica) ha un preciso significato simbolico: - l’agnello per ricordare che con il suo sangue furono segnate le porte delle case per salvare i primogeniti maschi dal passaggio della morte; - il pane azzimo per ricordare che in procinto di partire gli Ebrei non ebbero il tempo di far lievitare il pane; - le erbe amare per ricordare l’amarezza della schiavitù in Egitto; - l’haroset (composta di frutta) in memoria della malta usata dagli schiavi ebrei per costruire le case degli egiziani; - l’uovo è simbolo della nuova vita che Dio ha donato. Durante la cena viene letto l’Haggadah di Pesach, ovvero il racconto dell’uscita del popolo ebraico dall’Egitto.
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Dalla schiavitù alla libertà
LEZIONE 13
Preghiera per la cena pasquale «
B
enedetto sei tu, o Signore nostro Dio, re dell’universo, che hai liberato noi e i nostri padri dall’Egitto e ci hai fatto giungere a questa sera per mangiare azzime ed erbe amare. Così, o Signore Dio nostro e Dio dei nostri padri, facci giungere in pace ad altre future feste e solennità, lieti per la restaurazione della tua città e felici per il ristabilimento del tuo culto: là mangeremo animali sacrificati e agnelli pasquali, il cui sangue sarà asperso sulle pareti dell’altare in tuo onore; e in ringraziamento intoneremo un nuovo inno che canti la nostra liberazione e il nostro riscatto: benedetto sii Tu o Signore, redentore d’Israele. » Dal rito della Pasqua ebraica
Ebrei che producono il pane azzimo in occasione delle feste di Pesach. Cena pasquale secondo la tradizione ebraica.
Attività Rispondi alle domande. N ella festa di Pasqua gli ebrei fanno memoria del passaggio dalla schiavitù di Egitto alla libertà. Di cosa fanno memoria invece i cristiani? C he cosa diventano per i cristiani, dopo l’Ultima cena di Gesù, il pane azzimo e la coppa di vino della ricorrenza pasquale ebraica? A nche la Pasqua cristiana implica l’idea del passaggio: quale?
IN BREVE: Il viaggio di ritorno del popolo ebraico dall’Egitto alla terra di Canaan viene chiamato Esodo.
urante l’esodo, sul monte Sinai, D Dio rinnova l’Alleanza con Mosè e gli dona le Tavole della Legge: dieci regole di vita per imparare ad amare e rispettare Dio e il prossimo.
Nella festa ebraica della Pasqua (pesach) il popolo ebraico fa memoria del passaggio dalla schiavitù egiziana alla libertà.
89
Un passo in più
Unità 4
La storia della salvezza
Riti, usanze e festività ebraiche Nascita Otto giorni dopo la nascita ogni ebreo maschio viene circonciso. La circoncisione è l’asportazione totale o parziale del prepuzio. Questa pratica, molto diffusa presso diversi popoli, ha un significato religioso del tutto particolare per gli ebrei: essa rappresenta il rito dell’Alleanza con JHWH, segno di appartenenza al popolo ebraico. Il rito è accompagnato da una duplice benedizione, pronunciata, la prima, dal mohel, ovvero dal sacerdote specializzato che ha effettuato la circoncisione; l’altra, dal padre del neonato. Dopo la cerimonia c’è la «Festa dell’adempimento di un comandamento».
Ragazzino ebreo con la kippah, piccolo copricapo e i tefillim legati al braccio e in testa.
Bar mitzvah ssario GloTefillim: i tefillim sono scatolette di pelle munite di lacci. Contengono piccole pergamene sulle quali sono stati copiati alcuni testi della Torah.
A tredici anni, il ragazzo ebreo è considerato responsabile e adulto dinanzi alla Legge e, con una cerimonia nella sinagoga, in cui promette di osservare i comandamenti, diventa bar mitzvah, cioè «figlio del comandamento». Da questo momento può leggere la Torah nella sinagoga e portare i tefillim. Durante le preghiere dei giorni feriali l’uomo di fede porta i tefillim legati alla fronte e al braccio. Le parole della preghiera ebraica Shema’ sono in questo modo vicine alla sua mente, al suo cuore e legate alle mani come raccomanda la Torah (Dt 6, 5-9).
Matrimonio La celebrazione del matrimonio si svolge nella sinagoga o all’aperto. Lo sposo mette un anello d’oro all’indice della sposa. Viene letto il contratto di matrimonio (ketubah) e il rabbino recita sette preghiere di benedizione per gli sposi. Poi, lo sposo rompe con un piede un bicchiere da vino, in ricordo della distruzione del Tempio di Gerusalemme.
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Dalla schiavitù alla libertà
LEZIONE 13
Morte Dopo la morte, il corpo del defunto viene lavato, unto d’unguenti, avvolto in un drappo bianco e seppellito nelle ventiquattro ore dopo il decesso. Gli ebrei credono nella risurrezione dei morti; gli ebrei ortodossi sono contrari alla cremazione, praticata spesso dai non ortodossi. Dopo la morte di una persona, i familiari rimangono in casa per una settimana e per undici mesi viene recitata una preghiera per il defunto.
Il sabato e le altre feste religiose Tutte le feste iniziano la sera, perché, per gli ebrei, il giorno successivo comincia dopo il tramonto. Il giorno festivo settimanale è il settimo giorno, il sabato (dall’ebraico shabbath, «riposo»). Il sabato è considerato il giorno di riposo dal lavoro, giorno di santificazione e di apertura dell’uomo al ricordo di Dio, che nel settimo giorno della sua attività creatrice si riposò e che liberò il popolo dalla schiavitù dell’Egitto. Tra le varie prescrizioni, non è permesso neppure accendere il fuoco, bollire o cuocere al forno; i cibi devono essere preparati prima, cioè il giorno della preparazione (Parasceve). Nel calendario ebraico vengono celebrate cinque feste maggiori, previste dalla Torah: • Rosh Hashanah, il Capodanno ebraico che inaugura dieci giorni di penitenza; • Yom Kippur, il giorno dell’espiazione in cui si chiede perdono a Dio per i propri peccati; • Pesach, festa di Pasqua che commemora l’esodo dall’Egitto: JHWH ha liberato il suo popolo dalla schiavitù; • Shavuot, festa delle «settimane» o di «Pentecoste»; un tempo, festa della mietitura del grano in Israele, oggi, festa del ringraziamento per il dono della Legge fatto a Mosè sul
Nella liturgia di Sukkoth viene utilizzato il lulav, un ramo di palma, legato a tre rami di mirto e due di salice. Il cedro viene invece impugnato separatamente.
monte Sinai; • Sukkoth, detta anche «Festa delle capanne». Gli ebrei costruiscono delle capanne con rami e foglie e per sette giorni mangiano in esse in ricordo di quando vissero nelle tende nel deserto. In origine la Festa di Sukkoth celebrava la fine della mietitura. Una festa minore, ma divenuta molto popolare in tutto il mondo, è Hanukkah, «inaugurazione» che celebra la riconsacrazione del Tempio.
Durante la festa dell’Hanukkah gli ebrei accendono un candelabro a nove bracci: per otto giorni, ogni giorno, viene accesa una candela, utilizzando la candela del braccio centrale. La festa ricorda quando la lampada del Tempio, pur avendo pochissimo olio, rimase accesa per otto giorni.
Attività Lavora in gruppo. Forma un gruppo con i tuoi compagni in modo che la classe risulti divisa in sei gruppi di lavoro. Ogni gruppo svolgerà una ricerca su una delle feste ebraiche citate in questa pagina. Al termine dell’attività un membro di ciascun gruppo presenterà alla classe il lavoro svolto.
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Unità 4
LEZIONE
14
La Terra Promessa I giudici Mosè non riuscì a entrare nella Terra Promessa prima di morire, poté solo vederla dal monte Nebo che attualmente si trova nel territorio della Giordania. Gli Israeliti, guidati da Giosuè, si introdussero nella terra di Canaan e la occuparono in gran parte, instaurando rapporti più o meno difficili con le popolazioni già residenti (siamo tra il 1250 e il 1200 a.C.). Il popolo d’Israele si divise nelle dodici tribù, ciascuna discendente da uno dei figli di Giacobbe. Ogni tribù si sistemò su una porzione di territorio e fu governata, con una certa autonomia, dagli anziani. Ma in caso di guerra o di eccezionale pericolo per tutto il popolo, il potere, anche quello militare, veniva affidato a un capo chiamato giudice. I giudici più noti furono Gedeone e Sansone. Questa situazione politica durò circa tre secoli.
Paolo Veronese, L’unzione di Davide, 1555 circa, Kunsthistorisches Museum, Vienna.
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Rudolf van Ems, Scene della storia di Sansone, miniatura tratta da La cronaca del mondo, 1340 circa, Biblioteca cantonale Vadiana, Cantone di San Gallo.
I re Il pericolo rappresentato da un popolo limitrofo ostile e bellicoso, quello dei Filistei, che a più riprese tentarono di occupare le terre degli Israeliti, fece riunire le dodici tribù sotto l’autorità del profeta Samuele. E fu proprio Samuele, ispirato da Dio, che consacrò il primo re di Israele: Saul. L’autorità e il prestigio di un re erano divenuti necessari agli Ebrei per unire le loro forze e opporsi alle ricorrenti minacce di guerra. Il re Saul, però, fu sconfitto e ucciso dai Filistei. Il profeta Samuele, ispirato da JHWH, consacrò re Davide, l’ultimo figlio di Iesse, della tribù di Giuda. Davide sconfisse i Filistei, fissò la sua dimora a Gerusalemme e inaugurò un periodo di benessere e prosperità per il popolo d’Israele. Suo figlio Salomone (961–922 a.C.), divenuto famoso anche per la proverbiale saggezza, realizzò il progetto di Davide, di costruire un grande tempio a Gerusalemme, quale casa di JHWH e luogo di preghiera per il popolo. Nel Tempio fu collocata l’Arca dell’Alleanza.
La Terra Promessa
Un passo in più L’arca Dall’ebraico ’aron, «cassa». Sono note: • L’arca di Noè: grande barcone che Noè costruì, per comando di Dio, prima del diluvio universale per salvare la sua famiglia e tutte le specie animali. L’arca aveva la forma di un enorme cassone con elementi inconsueti per una nave: una porta sul fianco, un tetto per riparare dall’acqua e un’apertura sull’altro fianco per permettere l’aerazione e la luce al suo interno. • L’ Arca dell’Alleanza: cofano rettangolare ricavato da legno di acacia e ricoperto d’oro. Poteva misurare circa 112 cm di lunghezza e 66 cm sia in larghezza che in altezza. Serviva a custodire le due tavole che recavano incisi i dieci comandamenti dati da Dio a Mosè sul monte Sinai. • L’ aron è anche il mobile che oggi contiene i rotoli della Torah in ogni sinagoga.
LEZIONE 14
Samuele unge re Davide
I
«
esse chiamò Abinadàb e lo presentò a Samuele, ma
questi disse: “Nemmeno costui il Signore ha scelto”. Iesse fece passare Sammà e quegli disse: “Nemmeno costui il Signore ha scelto”. Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: “Il Signore non ha scelto nessuno di questi”. Samuele chiese a Iesse: “Sono qui tutti i giovani?”. Rispose Iesse: “Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge”. Samuele disse a Iesse: “Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui”. Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: “Àlzati e ungilo: è lui!”. Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi. Samuele si alzò e andò a Rama. » 1 Sam 16, 8-13
Attività Rispondi alle domande. Quali furono i giudici più noti? ............................................ ............................................................................................................................................ .......................................................................................................................................... .
he cosa fecero di importante il re Davide e il C re Salomone? ................................................................................................. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ .......................................................................................................................................... .
Benjamin West, Giosuè attraversa il fiume Giordano con l’Arca dell’Alleanza, 1800, Galleria d’arte del New South Wales, Sydney.
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Unità 4
Il senso La storiadella dellavita salvezza
Il Tempio di Salomone Il Tempio fu progettato e preparato da Davide e costruito da Salomone a Gerusalemme sulla spianata dove oggi sorgono le moschee di Omar e di al-Aqsa. Qui fu solennemente deposta l’Arca dell’Alleanza, che fino a quel momento aveva seguito il popolo di Israele nelle sue peregrinazioni nel deserto e nelle guerre per la conquista della Terra Santa. Il Tempio rappresentava il primo e unico luogo di culto di Israele ed era il centro della vita religiosa e il simbolo dell’unità del popolo ebraico: era considerato casa di Dio e luogo di preghiera. Era costituito da un atrio, tre cortili, il santuario (con l’altare dei profumi, il tavolo dei pani della presenza, i candelabri) e il santo dei santi (con l’Arca dell’Alleanza). Nel 586 a.C. il Tempio fu distrutto da Nabucodonosor e l’Arca dell’Alleanza probabilmente andò distrutta. Il Tempio fu riedificato dopo l’esilio da Zorobabele (520-515 a.C.) in forma e dimensioni più ridotte; restaurato e dedicato da Giuda Maccabeo, rifatto splendidamente da Erode il Grande nel 20 a.C., fu definitivamente distrutto dai Romani nel 70 d.C. Di esso rimane oggi solo il muro occidentale, noto come Muro del Pianto, dove gli ebrei ancora oggi si recano a pregare.
Una veduta del Muro del Pianto a Gerusalemme.
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Fedele in preghiera al Muro del Pianto.
La Terra Promessa
LEZIONE 14
Discorso di Salomone al popolo «
D
avide, mio padre, aveva deciso di costruire una casa al nome del Signore, Dio d’Israele, ma il Signore disse a Davide, mio padre: “Poiché hai deciso di costruire una casa al mio nome, hai fatto bene a deciderlo; solo che non costruirai tu la casa, ma tuo figlio, che uscirà dai tuoi fianchi, lui costruirà una casa al mio nome”. Il Signore ha attuato la parola che aveva pronunciato: “sono succeduto infatti a Davide, mio padre, e siedo sul trono d’Israele, come aveva preannunciato il Signore, e ho costruito la casa al nome del Signore, Dio d’Israele. Vi ho fissato un posto per l’arca, dove c’è l’alleanza che il Signore aveva concluso con i nostri padri quando li fece uscire dalla terra d’Egitto”. »
Ricostruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme.
1 Re, 8, 17-21
Icona russa rappresentante il re Salomone, XVIII secolo, monastero di Kizhi, Russia.
Attività Rifletti e completa. G li ebrei sono soliti mettere tra i mattoni del muro occidentale del tempio dei fogliettini con su scritto delle preghiere per chiedere a Dio la pace e l’amore tra gli uomini. Prova anche tu a scriverne una: ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................
IN BREVE: opo l’esodo nel deserto gli Ebrei raggiunsero la Palestina D e ognuna delle 12 tribù, governata da un consiglio di anziani, occupò una parte del territorio. In caso di guerra il potere veniva affidato a un unico capo chiamato Giudice.
’ultimo dei giudici, il profeta Samuele, consacrò Saul L primo re, a cui seguirono Davide e Salomone. otto la monarchia di re Salomone venne costruito S il Tempio all’interno del quale fu collocata l’Arca dell’Alleanza.
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Unità 4
L’annuncio del Messia
LEZIONE
15
Il tempo dei profeti Alla morte di Salomone, il regno si divise in due. A sud, con capitale Gerusalemme, si costituì il regno di Giuda, rimasto fedele ai discendenti di Davide, che annoverava le tribù di Giuda e di Beniamino. Le tribù del centro e del nord, invece, costituirono il regno d’Israele, con capitale Samaria.
ssario GloMessia: dall’ebraico mashîah, «unto» (in greco tradotto con christós). Indica colui che è investito ufficialmente del ruolo di liberatore e salvatore secondo la volontà di Dio. Le investiture dei re, delle guide del popolo, si facevano, nella cultura ebraica, tramite l’unzione con olio, elemento allora molto prezioso. Per l’ebreo credente il Messia era ed è un essere umano discendente del re Davide, scelto da Dio stesso.
Un passo in più Chi è il profeta? La nostra parola «profeta» deriva dal greco prophètes («chi annuncia, notifica, proclama qualcosa») che traduce a sua volta l’ebraico nabhi’ che significa «chiamato», cioè colui che ha ricevuto una vocazione da Dio per servire la sua Parola. Il profeta biblico infatti è l’uomo che vive e conosce in profondità la storia del suo tempo e si sente chiamato da una esperienza mistica interiore (a volte anche contro la sua volontà: vedi Ger 1, 6; Am 7, 15) a richiamare il popolo eletto, sia con oracoli di sventura sia con oracoli di salvezza, alla fedeltà verso il Dio dell’Alleanza. Altro elemento essenziale della predicazione dei profeti è l’annuncio della realizzazione definitiva del regno di Dio, regno di amore, di pace e di giustizia, aperto a tutti i popoli, che sarà inaugurato e definitivamente attuato da un inviato di Dio: il Messia. Nella pagina accanto possiamo leggere alcuni brani dei profeti. Isaia parla della madre e della identità del Messia: Egli è «Dio con noi» (Emmanuele) e il Principe della pace. Il profeta Michea descrive il luogo della nascita del Messia.
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Nel 721 a.C. il regno d’Israele cadde sotto la dominazione assira, mentre nel 586 a.C. il regno di Giuda fu occupato da Nabucodonosor, re dei Babilonesi. Costui distrusse il Tempio di Gerusalemme e deportò a Babilonia una parte della popolazione. Soprattutto in questo periodo di grande amarezza e sconforto, JHWH non fece mai mancare al suo popolo il conforto della sua parola attraverso i suoi mediatori, i profeti. Costoro ricordavano continuamente al popolo la fedeltà di JHWH al Patto d’Alleanza e lo supplicavano di convertirsi, di vivere una fede profonda e alimentavano la speranza nella venuta del Messia che avrebbe definitivamente liberato Israele dal peccato e dai nemici. Michelangelo Buonarroti, Il profeta Isaia, 15081512, Cappella Sistina, Città del Vaticano.
L’annuncio Nomedel dell’unità Messia
25 LEZIONE 15
Un bambino: «Dio con noi» «
P
ertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. » Is 7, 14
Betlemme e il regno della pace «
E
tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. » Mic 5, 1
Il nuovo regno di Davide
U
n germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. »
«
Francesco Hayez, La distruzione del Tempio di Gerusalemme, 1867, Galleria d’Arte Moderna, Venezia.
Is 11, 1-4
Di nuovo in patria Nel 538 a.C., Ciro il Grande, re dei Persiani, sconfisse i Babilonesi e permise agli Ebrei di far ritorno nella loro terra. La ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, inaugurato nel 515 a.C., suggellò la ritrovata unità e concordia del popolo d’Israele, ma passata la gioia del ritorno, il popolo ebraico, ancora una volta, tradì il Scriba: depositario Patto di Alleanza e si allontanò da dei segreti della JHWH. scrittura, addetto alla Alcuni rispettavano solo esteriorstesura dei documenmente la legge di Mosè e altri, adti ufficiali. Nel mondo dirittura, rivolgevano le loro pratiebraico, lo scriba era che di culto e i loro sacrifici anche un sapiente, osseralle divinità pagane. In questo pevante della Sacra riodo di crisi e di abbandono spiriScrittura, soprattutto tuale, due personaggi furono signinei suoi aspetti forficativi per riportare il popolo sulla mali ed esteriori. retta via: il governatore Neemia e
Glossario
lo scriba Esdra, i quali proposero una riforma religiosa per riconvertire a JHWH il cuore d’Israele. Il popolo ebraico, però, non rimase libero a lungo: infatti, dalla sua conquista da parte di Alessandro Magno, cioè dal 333 a.C. in poi, si succedettero in Palestina varie dominazioni straniere e il popolo ebraico perse la sua libertà e autonomia. Con questi eventi la storia si avvicina all’avvento dell’era cristiana.
Attività Lavora in gruppo. Forma un gruppo con i tuoi compagni per fare una ricerca su alcuni profeti del nostro tempo, come ad esempio Martin Luther King, Gandhi, Nelson Mandela, mons. Oscar Romero, don Tonino Bello, Madre Teresa di Calcutta.
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Unità 4
La storia della salvezza
La diaspora Nel 70 d.C. i Romani, che controllavano la Palestina, a seguito di una ribellione degli Ebrei, distrussero definitivamente il Tempio, che non fu più ricostruito. Gli Ebrei furono cacciati dalla loro terra e si intensificò così la diaspora (iniziata ai tempi di Giuseppe, figlio di Giacobbe, in Egitto), ossia la dispersione di questo popoDiaspora: dal greco diasporá, lo in tutto l’Impero Romano. «dispersione». Indica la diIntorno al 400 d.C. diverse spersione di un popolo fuori colonie ebraiche erano già della propria terra. presenti in Spagna e in FranAntisemitismo: si indicano i cia, ma c’erano anche comupregiudizi e gli atteggiamenti nità disperse in India, Cina e persecutori nei confronti Africa. L’unico gruppo afridegli ebrei, chiamati genericano che seppe conservare camente semiti (coloro che la propria identità ebraica parlano lingue appartenenti attraverso i secoli è quello al gruppo semitico: l’arabo, dei Falasha d’Etiopia. Dul’ebraico, l’aramaico). rante i secoli, le numerose
Glossario
comunità ebraiche dislocate in Europa assorbirono la cultura dei Paesi che le ospitavano, dando origine a tradizioni e modi di vivere nati dalla fusione tra la cultura tipicamente ebraica e quella europea. Eppure una reale integrazione non avvenne mai, anzi gli Ebrei furono spesso oggetto di pregiudizi e di persecuzioni. Uno dei momenti storici più tragici per questo popolo fu nel 1492, quando la comunità ebraica fu cacciata dalla Spagna costringendo centinaia di persone a emigrare in Turchia e nei territori del Mediterraneo orientale. Dal 1881 al 1914 quasi tre milioni di ebrei lasciarono l’Europa dell’Est recandosi soprattutto in America, nell’Africa del Sud, in Australia e in Nuova Zelanda. In Europa l’antisemitismo si aggravò e tra il 1932 e il 1939 più di 500 000 ebrei emigrarono, il 46% dei quali in Palestina. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1939, la libertà di circolazione degli ebrei fu severamente controllata. Durante la guerra, in Germania furono sterminati dai nazisti sei milioni di ebrei. Finita la guerra, nel 1948 fu fondato lo Stato d’Israele, dove molti ebrei cercarono una nuova vita.
Un passo in più
La diaspora ebraica dal 70 a.C. al 1492 d.C. Grande diaspora iniziata nel 70 a.C.
1100 1492
1350
1394
1450 1492
500-800
Bisanzio
Roma
1492
98
Atene Alessandria
Area di insediamento ebraico dopo il 1150 d.C. Espulsioni Migrazioni
Babilonia Gerusalemme
. a.C 4
3 33
Editto di Ciro: ritorno dall’esilio.
Persecuzione di Antioco IV. Opposizione dei fratelli Maccabei.
16
a.C
. a.C 5 51
a.C
.
Inaugurazione del nuovo Tempio di Gerusalemme.
.
. a.C
Caduta del Regno del Nord a opera degli Assiri.
1290
8
93
Monarchia.
53
1
0
a.C
a.C
.
.
30 -9 0 10 3
12
Esodo dall’Egitto (peregrinazione per circa 40 anni).
Occupazione di Gerusalemme, distruzione del Tempio e deportazione degli Ebrei a Babilonia a opera di Nabucodonosor.
6
a.C
.
a.C
0 00
-1
a.C 50 12
00 17
(Abramo, Isacco, Giacobbe).
03
.
. a.C
. a.C 50 18
Patriarchi
72
Periodo dei giudici.
.
Gli Ebrei in Egitto.
Divisione del Regno: regno d’Israele a nord con capitale Samaria, Regno di Giuda a sud con capitale Gerusalemme.
58
Le tappe storiche
Alessandro Magno conquista la Palestina.
Attività Visione del film: Jona che visse nella balena (Italia, 1993) La tragedia del lager e la follia dell’antisemitismo nazista ricostruite attraverso lo sguardo candido e innocente di un bimbo ebreo olandese, rinchiuso nel campo di Bergen-Belsen nel 1942.
LEZIONE 15
L’ annuncio del Messia
La sinagoga Nelle sinagoghe i rotoli della
Dopo l’ultima distruzione del Tempio e la diaTorah, Sefer Torah, sono custoditi spora che ne seguì, il centro della vita comuninell’armadio detto aaron (arca), taria ebraica divenne la sinagoga (dal greco sydi solito riccamente ornato. nagoghè, «adunanza»). Essa designa un luogo: • di riunione per la comunità; • di studio della Torah e del Talmud (i bambini imparano l’ebraico e studiano la Torah); • di preghiera il sabato e gli altri giorni di festa. È costituita da un’aula orientata verso Gerusalemme e contenente due elementi fondamentali: un armadio con i rotoli della Torah e un podio per la lettura della Scrittura e la recita delle preghiere. Alle donne è riservato un matroneo chiuso da grate, mentre nelle sinagoghe riformate uomini e donne siedono insieme. Anche quotidianamente si svolgono preghiere comunitarie nella sinagoga, ma Talmud: dall’ebraico, significa «studio». È la raccolta scritta solo se sono presenti almeno dieci uomidelle norme e delle interpretazioni dei dottori della legge ni circoncisi che possono costituire l’ini(mishnah) e dei commenti successivi per rispondere alle zio della preghiera (minyan). nuove situazioni prospettate. Esistono due Talmud: quello
Glossario
di Gerusalemme e quello babilonese.
Pompeo conquista Gerusalemme.
Iniziò la violenta persecuzione antiebraica in Germania.
Fondazione dello Stato d’Israele, in Palestina, che accolse milioni di profughi ebrei.
19
48
d. C.
d. C. 47 19
19
38
d. C.
d. C. 76 17
Gli Ebrei furono espulsi dalla Spagna.
Evento drammatico della shoah (annientamento); furono sterminati nei campi di concentramento circa sei milioni di ebrei da parte del regime nazista di Hitler.
19 19 39 45 d. C.
Gli Stati Uniti furono il primo Paese ad abolire tutte le restrizioni contro gli Ebrei, poi furono seguiti dall’Austria, dalla Francia, dall’Inghilterra e dalla Germania.
d. C. 14 92
70
63
a.C
.
d. C.
Tito conquista Gerusalemme e distrugge il Tempio, inizia la diaspora. Gli Ebrei vissero dispersi nelle varie regioni prima dell’Impero Romano, poi dell’Europa.
L’ ONU decide di dividere la Palestina in due Stati, uno arabo e uno ebraico.
IN BREVE: Dopo la morte di Salomone il regno d’Israele si divise in due parti e subì varie dominazioni e periodi di libertà fino alla conquista da parte delle truppe dell’Impero Romano. Dio inviò i profeti, uomini che parlavano in suo nome. Essi tenevano viva la fedeltà all’alleanza e la speranza per il futuro rinnovando continuamente la promessa di un Messia.
I Romani, dopo la ribellione degli Ebrei nell’anno 70 d.C., distrussero il Tempio e cacciarono gli Ebrei dalla Palestina (diaspora). Il moderno Stato d’Israele venne fondato solo nel 1948. opo la distruzione definitiva del Tempio di Gerusalemme D la Sinagoga divenne il centro della vita comunitaria e religiosa del popolo ebreo.
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UNITÀ 4
A regola d’arte
L’arte nell’ebraismo Il secondo comandamento, così come è riportato in Es 20, 2-5 e Dt 4, 16-18, vieta ogni rappresentazione materiale, ma il primo artista ebreo, Bezaleel, è chiamato proprio da Dio perché esegua la più magistrale delle opere artistiche del popolo ebraico: il mishkan, o tabernacolo, dimora della presenza divina nel deserto dove il popolo ebraico si incammina dopo l’uscita dall’Egitto (Es 31, 1-5; 25-28).
Nonostante il secondo comandamento, gli artisti ebrei si sono espressi nel corso dei secoli in tutte le forme dell’arte, anche se risulta netta la loro diffidenza riguardo alle arti plastiche e alla scultura in particolare. Certo l’ambiente in cui vivevano ha svolto un ruolo importante: quanto più i Cananei, i Greci o i Romani assegnavano ai loro idoli un ruolo determinante, tanto più gli Ebrei
reagivano decisamente allontanandosi dall’arte figurativa e dalla scultura. Più tardi (II-III sec. d.C.), quando l’idolatria divenne totalmente estranea agli Ebrei, alcuni rabbini cominciarono a tollerare affreschi nelle case e nelle sinagoghe. I resti delle sinagoghe dal II al V secolo in terra d’Israele provano che l’arte figurativa non era assente.
Gli affreschi della sinagoga di Doura Europos, Damasco. Gli affreschi contenuti all’interno della sinagoga di Doura Europos oggi sono stati tutti trasferiti al Museo Nazionale di Damasco.
Resti della sinagoga di Corazin. I resti della sinagoga giunta sino ai giorni nostri non sono della costruzione originaria bensì, presumibilmente, risalgono al III o IV secolo d.C. La sinagoga presenta numerose decorazioni scolpite nella roccia.
Doura Europos Il sito archeologico di Doura Europos si trova in Siria, non lontano dal confine con l’Iraq, lungo le rive del fiume Eufrate, nell’antica terra di Mesopotamia. La città venne fondata attorno al 280 a.C. da un generale di Alessandro Magno, Seleuco I Nicatore, sulle rovine di un
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insediamento assiro. Venne poi conquistata dai Romani nel II secolo a.C. e continuò la sua importante funzione di centro commerciale e avamposto militare nel deserto siriano. Qui, tra gli altri edifici ancora visibili, sono conservati i resti di una sinagoga.
LA STORIA DELLA SALVEZZA
I mosaici di Beit-Alfa Le rovine della sinagoga di Beit-Alfa, risalente al VI secolo d.C., sono state scoperte nel 1928 da alcuni membri dell’omonimo kibbutz (una sorta di comunità agricola molto diffusa in Israele), situato nella parte più settentrionale di Israele. La sinagoga include un corridoio centrale e due navate separate da due file di colonne. Sulla parete sud si apre un’abside che sporge dall’edificio in cui, probabilmente, veniva conservata l’Arca Santa. L’intero pavimento della sinagoga è occupato da splendidi mosaici raffiguranti episodi biblici, oggetti rituali ebraici e uno zodiaco. Gli edifici che circondano la sinagoga sono stati in seguito scoperti durante gli scavi effettuati nei primi anni Sessanta del XX secolo. Mosaico raffigurante uno zodiaco, Beit-Alfa. I mesi sono raffigurati attraverso dei simboli e i loro nomi sono scritti in ebraico e aramaico. Al centro si trova il sole alla guida di un carro trainato da quattro cavalli. Ai quattro angoli ci sono figure di donne che simboleggiano le quattro stagioni.
Cafarnao
Corazin e la sinagoga «nera» Corazin si trova nei pressi del Lago di Tiberiade, o Mar di Galilea, a nord di Israele. Insieme a Bethsaida e Cafarnao, Corazin forma quello che viene definito il «triangolo evangelico» perché la maggior parte dei miracoli compiuti da Gesù in Galilea si sono verificati in queste città. Corazin sorge in un’area costituita da roccia basaltica nera e gran parte delle costruzioni sono realizzate in questo materiale. Nella parte centrale della città sorge la sinagoga detta, appunto, nera a causa del particolare colore scuro della roccia di cui è composta.
Cafarnao è situata sulle rive del Lago di Tiberiade, nei pressi di Corazin. Anche qui sono stati rinvenuti i resti di una sinagoga, presumibilmente risalenti al IV o V secolo d.C., ma quasi sicuramente costruita sui resti di una precedente sinagoga risalente al I secolo d.C. nella quale più volte predicò Gesù (Lc 7, 1-10). Sono ancora visibili i basamenti in pietra basaltica lungo le basi dell’attuale sinagoga. A ridosso dei muri est e ovest si trovano due file di banchi di pietra; tre porte d’ingresso si aprono a sud, in direzione di Gerusalemme, verso la quale si rivolgevano gli Ebrei durante la preghiera. Una delle colonne reca un’iscrizione in greco dei donatori: «Erode di Monimos e Giusto suo figlio insieme con i loro figli costruirono questa colonna».
Decorazione raffigurante l’Arca dell’Alleanza, Cafarnao. Tra le numerose decorazioni presenti nella sinagoga di Cafarnao si trova anche un’originale raffigurazione di un tempio su ruote. Secondo gli studiosi si tratta di una riproduzione dell’Arca dell’Alleanza, un elemento piuttosto comune nelle sinagoghe, ma solo in questo reperto l’Arca viene raffigurata con le ruote.
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UNITÀ 4
Punto d ’ incontro
La figura di Gesù nell’ebraismo Fino a non molto tempo fa per gli ebrei Cristo era un illustre sconosciuto. Di lui circolavano dicerie popolari e i pochi luoghi del Talmud e del Midrash (commento rabbinico alla Bibbia) che si riferiscono o possono riferirsi a Gesù non sono importanti testimonianze dal punto di vista storico, dal momento che derivano dalla polemica con la primitiva comunità cristiana. Dopo la seconda guerra mondiale e la tragedia della Shoah, i cristiani hanno cominciato a riflettere se
avessero avuto delle responsabilità riguardo all’antisemitismo e hanno riscoperto le radici ebraiche del cristianesimo, sviluppando un intenso dialogo di amicizia e di rispetto con l’ebraismo. È iniziato così il dialogo fra cristiani ed ebrei che ha avuto alcuni dei momenti più significativi nella dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra Aetate sull’ebraismo; nella visita pastorale di Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma il 13 aprile 1986 e soprattutto nella presenza
di Giovanni Paolo II a Gerusalemme il 26 marzo 2000, quando egli ha introdotto il foglietto con la preghiera fra le fessure del Muro del Pianto, collegandosi direttamente alla tradizione di sofferenza e di preghiera di un intero popolo. Questo dialogo ha anche avuto il merito di intensificare l’impegno da ambo le parti nel campo degli studi biblici e teologici e di riconciliare gli ebrei con la figura di Gesù di Nazareth.
il crocifisso e il piccolo ebreo «Questo crocifisso poi desta in me un senso di grande compassione: lo sento altrettanto innocente quanto dolente; egli agonizza… già; mi ricorda tanto il nostro vicino, il signor Aronne, a cui il mio babbo suggeriva lo Ascolta Israele ad alta voce, parola per parola, e che il signor Aronne ripeteva con una voce quasi impercettibile, con un sussurrare morente… Il signor Aronne soffriva di certe piaghe divenute cancrenose e così dovette morire. Il Signore Iddio lo liberò finalmente – così dicevano i miei parlando fra loro – dalle sofferenze; e va bene. Ma quest’uomo sulla croce non muore di malattia. È giovane. Reclina il capo; è così stanco… Sta per scendere su di lui un dolce sonno. Non urla di dolore… Non spasima… Non impreca… Non trovi sul suo viso alcuna espressione né di odio, né di rancore… Il ramoscello d’ulivo vicino al suo capo pare canti sommessamente un canto di pace… No, no, no Lui (Gesù da quest’uomo cominciò a essere per me un Lui, notate con una L maiuscola), non era cattivo. Non può essere stato cattivo. Forse era e forse non era – chi lo sa? – il Servo di Dio i cui canti abbiamo letto a scuola; forse Lui è e forse non è quel dolente
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di cui il maestro ci disse brevemente: “È il re Ezechia o il popolo d’Israele?”. Io non so nulla, ma d’una cosa sono certo, ed è: Lui era buono, e allora... E allora, perché lo hanno crocifisso? Di Cristo sapevo allora una cosa, una cosa molto semplice e chiara: di Cristo non si parla né si domanda. Egli deve interessare i cristiani, ma non noi.» da E. Zolli, Prima dell’alba, S. Paolo.
Giovanni Paolo II mentre introduce il foglietto con la preghiera fra le fessure del Muro del Pianto a Gerusalemme, il 26 marzo 2000.
LA STORIA DELLA SALVEZZA
Alcuni studiosi ebrei contemporanei, tra cui M. Buber e S. Ben Chorin, parlano di Gesù come «il grande fratello ebreo». «Sin dalla mia giovinezza ho avvertito la figura di Gesù come quella di un mio grande fratello. Che la cristianità lo abbia considerato e lo consideri come Dio e Redentore, mi è sempre sembrato un fatto della massima serietà, che io devo cercare di comprendere per amor suo e per amor suo e mio. Il mio rapporto fraternamente aperto con lui si è fatto sempre più forte e più puro che mai. È per me più certo che mai che a lui spetta un posto importante nella storia della fede di Israele e che questo posto non può essere circoscritto con nessuna delle usuali categorie di pensiero.» da M. Buber, Zwei Glaubensweisen, 1950
«Gesù è per me l’eterno fratello, non solo fratello in quanto uomo, ma anche il mio fratello ebreo. Sento la sua mano fraterna, che mi afferra affinché lo segua. Non è la mano del Messia, questa mano coi segni delle ferite. Senz’altro non è una mano divina, bensì una mano umana, sulle cui linee è scavato il più profondo dolore. Ciò distingue me, ebreo, dal cristiano, e tuttavia si tratta di quella stessa mano dalla quale ci sappiamo toccati. È la mano di un grande testimone della fede di Israele. La sua fede, la sua fede incondizionata, la sua fiducia assoluta in Dio, il Padre, la disponibilità a sottomettersi completamente alla volontà del Padre – questo è l’atteggiamento che è per noi esemplificato in Gesù e che ci può unire, ebrei e cristiani: la fede di Gesù ci unisce, avevo detto in altro luogo, ma la fede in Gesù ci divide.» da S. Ben Chorin, Fratello Gesù, Teadue
«Da un po’ di tempo, nell’età contemporanea, gli ebrei riconoscono, seppure in modi e con accenti molto diversi dai cristiani, l’importanza religiosa della figura di Gesù di Nazareth e si chinano a studiarne la vicenda storica. Questo interesse è nuovo per gli ebrei, dato che per molti secoli essi non si sono affatto occupati di Gesù, considerato il maestro dei loro persecutori cristiani. La diversità radicale sta però oggi nel fatto che la durata della storia di Gesù per gli ebrei inizia con il suo battesimo e termina con la sepoltura, mentre per i cristiani inizia con la nascita miracolosa del Natale e termina con la resurrezione della Pasqua. Gesù unisce e divide in questo modo gli ebrei e i cristiani. Il ritratto di Gesù che ne deriva è di un dottore della legge del suo tempo, fortemente ispirato dall’esigenza di interiorizzare nell’uomo la Legge, in cui l’amore è considerato come l’elemento motore. Questa posizione manifesta simpatia e ammirazione per l’insegnamento e la vita di Gesù, ma esclude di riconoscergli i
Marc Chagall, Crocifissione bianca, 1938, The Art Institute of Chicago, Chicago. Qui Cristo crocifisso indossa il manto ebraico della preghiera ed è circondato da figure legate ai tragici eventi che nel ‘900 vedono protagonista il popolo ebraico.
tratti della divinità, della messianicità e della profezia. Da un lato, gli ebrei e i cristiani si considerano figli dello stesso unico Dio creatore dell’universo, e si rifanno alla medesima rivelazione di Dio, espressa tramite i patriarchi e i profeti d’Israele. Dall’altra, attendono il compimento dello stesso regno di Dio, promesso nella Bibbia di Israele. Gli ebrei e i cristiani, per questo loro comune modo di guardare al passato e al futuro, sentono dunque di vivere la stessa storia della salvezza, ma non hanno in comune il modo di scandire la storia. Solo per i cristiani, infatti, nella storia c’è un taglio netto, operato dall’incarnazione del Cristo: E.L. Ehrlich, uno studioso ebreo, impegnato nel dialogo cristiano-ebraico, osserva: “Gli ebrei e i cristiani sono divisi dal centro della storia che manca agli ebrei… (anche se) i cristiani e gli ebrei sono uniti dalla consapevolezza che alla fine dei tempi questa divisione sarà tolta”.» da R. Fabris, introduzione a Fratello Gesù di S. Ben Chorin
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UNITÀ 4
L’unità in breve
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
L’Alleanza • La parola Alleanza nelle religioni ebraica e cristiana indica il legame di amicizia tra Dio e l’umanità. L’Alleanza è stata rinnovata più volte. • Dio si rivelò ad Abramo, strinse un’alleanza con lui, gli promise una terra e una discendenza; Abramo si fidò di Dio diventando così il padre e il primo patriarca del popolo ebraico. • Alla morte di Abramo, Dio rinnovò le sue promesse a Isacco. • Dopo Isacco le rinnovò a Giacobbe, che ricevette da Dio un nuovo nome: Israele, esteso poi a tutto il popolo. Giacobbe ebbe 12 figli che divennero i capi delle dodici tribù di Israele. • In seguito a una carestia, gli Ebrei migrarono in Egitto dove divennero schiavi; Dio affidò a Mosè il compito di liberarli. Dalla schiavitù alla libertà • Il viaggio di ritorno del popolo ebraico dall’Egitto alla terra di Canaan, viene chiamato Esodo. • Sul Monte Sinai, Dio rinnovò l’Alleanza con Mosè e gli donò le Tavole della Legge: dieci regole di vita per imparare ad amare e rispettare Dio e il prossimo. Durante la Pesach (festa ebraica della Pasqua), il popolo ebraico fa memoria del passaggio dalla schiavitù egiziana alla libertà. La Terra Promessa • Dopo l’Esodo nel deserto gli Ebrei raggiunsero la Palestina e ognuna delle 12 tribù occupò una parte del territorio. In caso di guerra il potere veniva affidato a un unico capo chiamato giudice. L’ultimo dei giudici, il profeta Samuele, consacrò Saul primo re, a cui seguirono Davide e Salomone. Sotto la monarchia di re Salomone venne costruito il Tempio all’interno del quale fu collocata l’Arca dell’Alleanza (cofano contenente le Tavole dei dieci comandamenti). L’annuncio del Messia • Alla morte di Salomone il regno di Israele si divise in due parti e dopo varie dominazioni venne conquistato da Roma. Dio inviò i profeti che parlavano in suo nome per tenere viva l’Alleanza e rinnovare la promessa della venuta del Messia (liberatore e salvatore). Nel 70 d.C., i Romani distrussero il Tempio e cacciarono gli Ebrei dalla Palestina. Il moderno Stato di Israele venne fondato solo nel 1948.
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LA STORIA DELLA SALVEZZA
Prima sosta di verifica
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
1 Indica con una crocetta le risposte giuste. 1. Alleanza significa: A unità tra Dio e uomo; B gruppo di persone; C legame di amicizia di Dio con l’uomo. 2. Nell’Alleanza con Abramo Dio gli promise: A ricchezza; B potenza; C una terra e una discendenza. 3. Nell’Alleanza con Mosè: A Dio gli chiese di liberare il popolo ebraico dalla schiavitù; B Dio lo nominò faraone; C Dio gli donò le Tavole della Legge.
2 Inserisci nel testo i termini che seguono. Arca dell’Alleanza • 70 • memoria • Tempio • Palestina • giudice • re • esodo Samuele • Salomone • 12 • egiziana • Stato Con la Pasqua ebraica il popolo fa ………………………………………… del passaggio dalla schiavitù ………………………………………… alla libertà. Dopo l’………………………………………… gli Ebrei raggiunsero la ………………………………………… e ognuna delle ………………………………………… tribù occupò una parte di territorio. In guerra il potere veniva affidato a un ……………………………. L’ultimo giudice, …………………………………………, consacrò Saul primo …………. A lui seguirono Davide e …………………………………………. Sotto la monarchia di Salomone venne costruito il ………………………………………… dove venne introdotta l’…………………………………. I Romani distrussero il Tempio nel ………………………………………… d.C. Solo nel 1948 venne fondato lo ………………………………………… di Israele.
Se hai difficoltà con qualche termine che non hai compreso, sottolinealo, poi confrontati con un compagno o chiedi aiuto al tuo insegnante.
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UNITÀ 4
Verifica delle conoscenze
1 Completa il testo utilizzando le seguenti parole.
uomo • Mosè • Dio • Abramo • Noè • amore • Gesù Nella storia della salvezza la parola alleanza sta a indicare il rapporto d’........................................................................................................... tra Dio e l’................................................................................... Quest’alleanza, rinnovata più volte da ......................................................................................... attraverso ........................................................................................, ..........................................................................................., ......................................................................................., sarà suggellata in maniera definitiva con il sacrificio di ..............................................................................................
2 Rispondi alle domande.
1. La storia d’Israele inizia con Dio che chiama un uomo. - Chi risponde? ......................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . - Che cosa promette Dio a quest’uomo? ............................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . - Quest’uomo diede ascolto alla parola di Dio? ............................................................................................................................................................................ ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . - Con quale prova Dio «testerà» la fede del primo patriarca? ..................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 2. C ome si chiamano i primi tre patriarchi del popolo ebraico? .................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 3. C ome nasce il nome Israele? ................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 4. Q uale richiesta fece Dio a Mosè? ..................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 5. C he cosa significa il nome JHWH rivelato da Dio a Mosè? ............................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
3 Indica con una crocetta la risposta giusta.
Come si chiama la festa ebraica in cui si fa memoria del passaggio dalla schiavitù alla libertà? A Esodo. B Pasqua. C Pentecoste.
4 Completa la tabella.
Mosè come segno della ritrovata Alleanza tra Dio e il suo popolo riceve sul monte Sinai il Decalogo. Le regole per un rapporto felice con Dio
1. Non avrai ............................................................................................................ 2. Non nominare il ........................................................................................ 3. Ricordati di ........................................................................................................
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Le regole per un rapporto felice con gli altri
4. Onora ....................................................................................................................... 5. Non ............................................................................................................................. 6. Non commettere ....................................................................................... 7. Non ............................................................................................................................. 8. Non dire falsa ................................................................................................. 9. Non desiderare la ..................................................................................... 10. Non desiderare .............................................................................................
LA STORIA DELLA SALVEZZA
5 Indica con una crocetta la risposta giusta.
1. All’entrata nella terra di Canaan il popolo d’Israele si organizza: A in gruppi di famiglie legate da parentela; B in tre Stati: Giudea, Samaria, Galilea; C in dodici tribù ognuna delle quali occupa un territorio. 2. I giudici erano: A persone che si occupavano di risolvere le dispute che nascevano tra il popolo; B persone autorevoli con potere decisionale e militare nel caso che eventi di eccezionale pericolo minacciassero il popolo di Israele; persone a capo di ogni tribù del popolo di Israele. C 3. I tre re che governarono sull’intera nazione di Israele in ordine cronologico furono: A Salomone, Saul, Davide; B Saul, Salomone, Davide; C Saul, Davide, Salomone.
6 Rispondi alle domande.
1. Chi sono i profeti? ............................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 2. Che cosa dicono? ................................................................................................................................................................................................................................................................ ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 3. Annunciano la venuta di quale personaggio? ............................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 4. Che cosa si intende con il termine «diaspora»? ............................................................................................................................................................................ ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 5. Esiste ancora il grande Tempio a Gerusalemme? ....................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 6. Che cos’è la sinagoga? ................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
7 Sintetizza in alcune righe ciò che hai imparato dallo studio di questa quarta unità. .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. 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UNITÀ 4
8 Completa la mappa inserendo gli elementi mancanti elencati di seguito. fedeltà • croce • Tavole della Legge • terra • Messia • Arca dell’Alleanza • Esodo • 12 tribù Isacco • speranza • Alleanza • Giacobbe - Israele • Tempio • sacrificio • schiavitù • Sinai Pasqua • discendenza • Regno di Dio • Palestina
Il legame d’amicizia tra Dio e l’uomo, rivelato nell’Antico e Nuovo Testamento, si chiama ...................................................... Essa ha le sue tappe fondamentali in:
Abramo a cui Dio promette una .............................. e una ................................................
Mosè che ha il compito di liberare il suo popolo dalla ..................................................... e di ricondurlo in ............................................ (questo avvenimento è celebrato ogni anno nei riti della .......................................... ebraica).
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Alla morte di Abramo Dio rinnova le sue promesse a .......................................... e a .............................................................................
Egli guida gli ebrei in un lungo e faticoso viaggio che prende il nome di .... ...................................
Sul monte ................................. Dio rinnova il patto con il popolo ebraico e dona loro le ................................................................
I Re, sotto il cui dominio Gerusalemme vede la costruzione del ........................................... dove sarà collocata l’.................................................... ...................................................................
Le ..................................... di Israele trovano unità sotto un unico monarca.
I profeti che tengono viva la ............................... all’Alleanza e la ...................................... nel futuro.
Essi rinnovano continuamente la promessa di un Messia che avrebbe realizzato definitivamente il ....................... .........................................
Gesù che per i cristiani è il ..................................... annunciato dai Profeti.
Con il ........................................... di Gesù sulla ...................................... l’Alleanza raggiunge il suo perfezionamento e abbraccia l’intera umanità.
LA STORIA DELLA SALVEZZA
Verifica delle competenze L’ alunno riconosce i linguaggi espressivi della fede [...], ne individua le tracce presenti in ambito locale, italiano, europeo e nel mondo imparando ad apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e spirituale. Sei un regista e devi raccontare la storia di un ragazzo di religione ebraica. Vuoi aprire il film con una scena che racconti la cerimonia in cui il protagonista diventa bar mitzvah. Dove pensi di ambientare questa scena? Quali oggetti non dovranno mancare? .................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................
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UNITÀ
5 L’ annuncio di Gesù
A A
DIDATTICA INCLUSIVA
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
BES
L’unità in breve: sintesi ad alta leggibilità dei concetti chiave con audiolettura facilitata Prima sosta di verifica: esercizi semplificati e interattivi con audiolettura facilitata Alta leggibilità
Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza
Audio facile
Tutte le sintesi delle lezioni L’unità in breve Prima sosta di verifica
Audio
Audiolettura di tutta l’unità
Risorse aggiuntive
Mappa concettuale ad alta leggibilità
Nel Volume per studenti con BES lezioni semplificate ad alta leggibilità e con audiolettura facilitata
RISORSE DIGITALI
M.I.O. BOOK Alta leggibilità
Visualizzazione del libro adattabile a ogni esigenza
Audio facile
Tutte le sintesi delle lezioni L’unità in breve Prima sosta di verifica
Audio
Audiolettura di tutta l’unità
Risorse aggiuntive
Elenco delle parabole evangeliche Mappa concettuale ad alta leggibilità
Contenuti interattivi
Prima sosta di verifica Verifica delle conoscenze
Contenuti digitali integrativi
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Risorse aggiuntive
Diventare grandi leggendo insieme! La sindone
Video
Il Dio fatto uomo: Gesù La Basilica del Santo Sepolcro
Learning object
I luoghi della vita di Gesù
Galleria immagini
La vita di Gesù
La statua del Cristo Redentore, posta in cima al monte Corcovado, domina sulla città di Rio de Janeiro.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
Obiettivi di apprendimento
L’alunno è aperto alla sincera ricerca della verità e sa interrogarsi sul trascendente […], cogliendo l’intreccio tra dimensione religiosa e culturale […].
Approfondire l’identità storica, la predicazione e l’opera di Gesù e correlarle alla fede cristiana che, nella prospettiva dell’evento pasquale […], riconosce in Lui il Figlio di Dio fatto uomo, Salvatore del mondo che invia la Chiesa nel mondo.
Individua, a partire dalla Bibbia, le tappe essenziali e i dati oggettivi della storia della salvezza, della vita e dell’insegnamento di Gesù […].
Individuare il contenuto centrale di alcuni testi biblici […]. Individuare i testi biblici che hanno ispirato le principali produzioni artistiche […]. Riconoscere il messaggio cristiano nell’arte e nella cultura in Italia e in Europa, nell’epoca tardo-antica, medievale, moderna e contemporanea. Individuare gli elementi specifici della preghiera cristiana e farne anche un confronto con quelli di altre religioni.
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Unità 5
LEZIONE
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Gesù al centro della storia Gesù di Nazareth
Il compimento dell’attesa Gesù Cristo è considerato da tutti personaggio centrale della storia, tanto che la sua venuta è diventata il punto di riferimento per dividerla in due parti: periodo avanti Cristo (a.C.) e periodo dopo Cristo (d.C.). Egli è realmente esistito circa duemila anni fa, come documenta la critica storica che si avvale di fonti cristiane, romane e Arcangelo: dal giudaiche: Gesù non è stato un pergreco archángelos, sonaggio mitico, una leggenda o «capo supremo degli un’idea, ma un uomo di carne e ossa angeli». La Lettera di e come tale è diventato oggetto delGiuda applica questo la ricerca storica. La sua storicità ha titolo a Michele; la un’importanza teologica fondamentradizione ecclesiatale perché se Gesù non fosse esistito stica lo estese poi a veramente, non sarebbe vera e reale Gabriele e a Raffaele. neppure l’incarnazione del Verbo.
Glossario
Gesù nacque a Betlemme, in Giudea, durante il regno di Erode il Grande e sotto l’impero di Augusto (30 a.C.-14 d.C.), dalla Vergine Maria, che aveva sposato un falegname di nome Giuseppe, della tribù di Davide. Per l’esattezza, Gesù (in ebraico, Jeshùa, forma abbreviata di Jehohshùa, ovvero «JHWH è salvezza») nacque nell’anno 4 a.C.; in effetti, a causa di un errore di calcolo commesso da Dionigi il Piccolo, la nascita di Gesù non corrisponde realmente all’anno 0. Il concepimento di Gesù, avvenuto per opera e potenza dello Spirito Santo, fu «annunciato» da un angelo del Signore, l’arcangelo Gabriele, che rivelò a Maria il piano del mistero di Dio e suggerì il nome di Gesù «perché salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 21). Gesù visse quasi sempre a Nazareth, in Galilea, lavorando come falegname insieme a Giuseppe. Dopo i 30 anni iniziò la sua missione di predicatore itinerante lungo tutta la Palestina.
Un passo in più L’ attesa del Messia
Beato Angelico, Annunciazione, 14301432, Museo del Prado, Madrid.
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I Romani avevano portato in Palestina un governo stabile e avevano fatto grandi opere pubbliche, ma allo stesso tempo avevano imposto al popolo ingenti tasse e dazi. In questo periodo, l’annuncio della venuta del Messia da parte dei profeti e dei predicatori trovò terreno fertile nel cuore degli Ebrei che si sentivano oppressi da un popolo straniero e pagano. Ogni gruppo sociale e religioso aveva aspettative diverse riguardo alla figura del Messia: alcuni lo identificavano con un guerriero che avrebbe liberato il popolo eletto dagli invasori; altri attendevano un profeta o un sacerdote; altri ancora un uomo umile e povero, che avrebbe condotto tutti gli uomini verso Dio. Tutto il contesto storico, politico e religioso era, dunque, pronto perché si compissero le Scritture che annunciavano la venuta del Messia, il «consacrato di Dio», della stirpe di Davide, colui che avrebbe finalmente ristabilito un tempo di pace e di serenità.
Gesù al centro della storia Il primo incontro della vita pubblica di Gesù fu con Giovanni Battista che, sulle rive del Giordano, predicava la penitenza e la conversione del cuore per prepararsi alla venuta del Messia, ormai vicina. Chi accettava l’invito, come segno di purificazione, si faceva battezzare. Gesù, dopo essere stato riconosciuto da Giovanni come il Messia, riceve da lui il battesimo, come segno della vita dedicata a Dio e ai fratelli. Secondo i Vangeli, durante il battesimo di Gesù, il Padre si manifestò mediante una teofania, per rivelare che Gesù era il Suo Figlio unigenito, inviato per la salvezza dell’umanità. Per circa tre anni Gesù annuncia il Regno di Dio e compie miracoli per testimoniare anche con segni evidenti di essere l’inviato di Dio. Nella primavera Teofania: dal greco theós, «dio» e pháidell’anno 30 d.C. durante l’impenein, «apparire». Il ro di Tiberio (14-37 d.C.), mentre termine designa una a Gerusalemme c’era il procuramanifestazione di tore Ponzio Pilato, dopo aver suDio percepibile con bito due processi, uno religioso i sensi. Di teofania da parte del Sommo Sacerdote si parla in quasi e del Sinedrio, e l’altro politico tutte le esperienze da parte del procuratore romano religiose. e con il favore del popolo (che chiede la liberazione di Barabba), viene condannato a morte per crocifissione. Il suo corpo fu deposto nella tomba privata del notabile Giuseppe di Arimatea. Secondo le testimonianze dei discepoli, la tomba, nonostante la grossa pietra posta all’ingresso e la vigilanza delle guardie armate, fu trovata vuota, all’alba della domenica, il terzo giorno dalla morte. Dopo la risurrezione, Gesù è apparso diverse volte ai discepoli e quaranta giorni dopo è asceso al cielo promettendo ai discepoli che avrebbe inviato su di loro lo Spirito Santo.
LEZIONE 16
Francesco di Giorgio Martini, Natività, 14901495, Basilica di San Domenico, Siena.
Glossario
Nascita di Gesù
U
n angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”. »
«
Lc 2, 9-11
Attività Completa la carta d’identità di Gesù. Nome: ..................................................................................................................... Anno di nascita: ........................................................................................ Luogo di nascita: ..................................................................................... Madre: ................................................................................................................... Padre: ..................................................................................................................... Città in cui visse fino a 30 anni: ........................................... Segni particolari: ..................................................................................... ..........................................................................................................................................
IN BREVE: G esù Cristo è un personaggio centrale nella storia dei popoli che si rifanno alla tradizione cristiana.
opo i trenta anni Gesù inizia a predicare e per circa tre D anni annuncia il Regno di Dio.
esù non è un personaggio mitico ma un uomo realmente G esistito circa 2000 anni fa.
ella primavera dell’anno 30 viene condannato a morte N per crocifissione.
risto nasce in Palestina, a Betlemme, nella Giudea e vive C a Nazareth, in Galilea.
La sua tomba viene trovata vuota all’alba della domenica, il terzo giorno dalla morte.
In quel tempo la Palestina era una provincia romana guidata da un procuratore.
Gesù risorto appare diverse volte ai suoi discepoli e, prima di salire al cielo, promette loro il dono dello Spirito Santo.
’istituzione giuridica e politica ebraica più importante era L il Sinedrio.
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L’ annuncio di Gesù
La Palestina ai tempi di Gesù Gesù nasce in Palestina Gesù nasce a Betlemme, in Palestina, terra così chiamata solo a partire dal 135 d.C., perché, più anticamente, fin dal IV secolo a.C., era chiamata terra di Canaan. Affacciata sulle sponde del Mediterraneo, al centro della Mezzaluna fertile, la Palestina è una piccola regione del continente asiatico lunga 240 chilometri e larga 100 chilometri circa, percorsa dalla depressione del fiume Giordano che sfocia nel Mar Morto. Comunemente identificata con la Cisgiordania, al tempo di Gesù la Palestina era divisa in tre regioni:
Cesarea Marittima
Cesarea di Filippo TRACONITIDE Cafarnao GALILEA
GUALANITIDE Betsaida Tiberiade
Nazareth SAMARIA Samaria
Gerico
Emmaus Betania Gerusalemme Betlemme GIUDEA
Mar Mo rto
Arimatea
Giordano
Mar Med iterr aneo
Un passo in più
Unità 5
DECAPOLI
PEREA
Gerasa
la Galilea › a nord, con ampie zone pianeggianti e altre collinari, era la più fertile delle tre regioni, con terre coltivate a vite, olivo, grano e orzo. Nel lago di Tiberiade, ricco di pesci, si praticava la pesca. In questa regione si trova uno dei monti più alti della Palestina, il monte Tabor. Gesù fu chiamato «il galileo» perché condusse quasi tutta la sua vita terrena in questa regione;
la Samaria › è la regione centrale della PaleTetrarchia di Filippo Tetrarchia di Archelao Tetrarchia di Erode Antipa Capoluogo di tetrarchia
IDUMEA
stina; con il massiccio centrale, le ampie valli e la fertile pianura di Esdrelon, era ricca di legname e comprendeva vaste zone dedicate alla pastorizia;
la Giudea › è la regione più a sud della Palestina, arida e montuosa, a eccezione della zona costiera intorno a Gaza. Il Mar Morto ne costituisce la presenza geografica più rilevante.
La situazione politica Nel 63 a.C. il generale romano Pompeo Magno occupò la Siria e la Palestina divenne provincia dell’Impero Romano. Alla Palestina fu riconosciuta, tuttavia, una certa autonomia: infatti dipendeva direttamente da Roma e non dal legato della Siria; per questo poté conservare le proprie tradizioni religiose. Nel 37 a.C. i Romani riconobbero a Erode il Grande il titolo di re della Giudea; in seguito egli estese di fatto il proprio dominio a tutta la Palestina. Sotto il suo regno iniziarono i lavori di ampliamento del Tempio di Gerusalemme. Quando Erode morì (4 a.C.), il regno fu diviso tra i suoi tre figli: Erode Antipa venne nominato tetrarca di Galilea e Perea, Filippo fu nominato tetrarca della parte nord-orientale della regione, l’Iturea, la Traconitide e l’area circostante, mentre Archelao ereditò la Samaria, la Giudea e l’Idumea, ma governò per pochi anni. I Romani cominciarono a governare la Giudea attraverso i loro procuratori.
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Gesù al centro della storia
LEZIONE 16
L’autorità religiosa A quel tempo il Sinedrio rappresentava l’istituzione giuridica e politica più importante: era presieduto dal Sommo Sacerdote e composto da 71 membri rappresentati dalle famiglie più facoltose, dai sacerdoti e dagli scribi. A esso era affidato il compito di amministrare la vita religiosa, giuridica ed economica degli Ebrei.
Affresco barocco rappresentante un fariseo e un pubblicano, Basilica dei Santi Alessandro e Teodoro, Ottobeuren.
la terra dove scorre latte e miele «Ai tempi di Gesù la Palestina era una terra di cui si celebrava la fertilità: “La terra dove scorrono il latte e il miele” la chiama la Bibbia. È una terra dalla morfologia varia, divisa tra altipiani, zone desertiche o semidesertiche, fertili pianure e fasce costiere, interrotta da fiumi e laghi, il lago di Gennesaret e quello che per la sua grandezza e le sue caratteristiche viene chiamato mare, il Mar Morto. Il clima risente della presenza del Mediterraneo e della vicinanza dei deserti: la stagione delle piogge cade in inverno; le estati sono asciutte. Vi crescevano e vi crescono l’ulivo, il grano, l’orzo, la vite, le palme, gli aranci. Soprattutto nota per la sua fertilità era la Galilea a nord, la terra di Gesù; nel I secolo d.C., Giuseppe Flavio la chiama “feconda e ferace”, e un proverbio rabbinico dice: “È più facile nutrire una Legione in Galilea con il prodotto degli ulivi, che non allevare un ragazzo in tutto il resto di Israele”.»
La società Al tempo di Gesù c’erano diversi gruppi religiosi e sociali dei quali si parla anche nei Vangeli: - i Pubblicani: erano così chiamati gli esattori delle tasse; - gli Scribi: erano gli studiosi della Bibbia e si dedicavano all’insegnamento; - i Leviti: erano gli appartenenti alla tribù di Levi che avevano il compito, insieme ai sacerdoti, di prestare servizio al Tempio; - i Farisei: si distinguevano dal resto del popolo per l’osservanza meticolosa della legge di Dio e dei precetti religiosi; - i Sadducei: costituivano una setta conservatrice, costituita da sacerdoti; - gli Zeloti: erano accesi sostenitori dell’indipendenza di Israele dall’occupazione romana; - gli Esseni: vivevano per lo più celibi in comunità appartate nel deserto, praticando una vita povera e dedita alla preghiera.
da L. Pacomio, Gesù, Piemme
Mar Morto.
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Unità 5
LEZIONE
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Le fonti su Gesù Gesù è la buona notizia Gesù si inserisce nel panorama storico e politico della Palestina del tempo, ma delude le aspettative degli Ebrei ponendosi in maniera originale: egli non rappresenta il liberatore dal dominio politico dei Romani, ma offre una speranza di salvezza a ogni individuo, attraverso l’amore che condurrà ogni uomo a incontrare Dio. Il cristianesimo è la religione di coloro che credono che l’uomo Gesù, nato a Betlemme e vissuto in Palestina circa duemila anni fa, dopo essere morto in croce sia risorto, e per questo
ssario GloVangelo: dal greco euanghélion, significa «lieto annuncio», «buona novella».
è il figlio di Dio, il Cristo, il Messia annunciato dai profeti e atteso dal popolo ebraico come il liberatore, in grado, cioè, di cambiare definitivamente e positivamente la storia e il mondo. Per dirsi cristiani non basta neanche semplicemente credere e accettare gli insegnamenti di Gesù, è l’evento della risurrezione a fare di Lui il Messia. Il Vangelo all’inizio e per alcuni decenni fu la trasmissione orale della vita, delle opere e del messaggio di Gesù, insieme all’annuncio gioioso che la salvezza era ormai possibile per ogni uomo. Successivamente, quando i testimoni cominciarono a mancare, soprattutto a causa delle persecuzioni, sorse nella comunità cristiana l’esigenza di mettere per iscritto questo annuncio, per salvaguardarne l’integrità e la verità nel tempo.
Testimoni di Gesù
Q
uello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita, [...] quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. » «
1 Gv 1, 1-3
Carattere storico dei Vangeli
I
quattro evangelisti scrissero i loro Vangeli scegliendo alcune cose tra le molte tramandate a voce e già per iscritto, redigendo una sintesi delle altre o spiegandole con riguardo alla situazione delle Chiese, conservando infine il carattere di predicazione, sempre però in modo tale da riferire su Gesù cose vere e sincere. »
«
I Vangeli di Garima sono considerati i manoscritti cristiani con miniature più antichi al mondo (sono precedenti al 650 d.C.). Si trovano in un monastero in Etiopia.
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Dei Verbum, 19
Le fonti su Gesù
LEZIONE 17
I Vangeli Nella stesura dei Vangeli gli autori si avvalsero quasi certamente di raccolte di detti, parabole, miracoli, racconti della passione che circolavano nelle prime comunità: per questo gli evangelisti sono chiamati autori-redattori. I quattro autoriredattori hanno modellato, con la loro testimonianza e la loro diversa personalità, il «Vangelo» già esiCherigmatico: da stente tenendo conto delle esigenKerýgma, parola greca, letteralmente ze della comunità alle quali il loro «annuncio», «teVangelo era destinato. stimonianza». È la I Vangeli non sono la biografia proclamazione del di Gesù: non sono stati scritti per nucleo essenziale del fornirci notizie storiche su di lui. I messaggio evangeVangeli sono stati scritti per prelico («Gesù Cristo sentarci Gesù come il salvatore del è morto e risorto»), mondo descrivendo, solo a tal fine, annunciato per fatti, parole e gesti della sua vita. divina missione dalla Essi appartengono a un genere letChiesa e proposto terario che non ha riscontro nella come invito e appello letteratura del tempo, cioè, a quelalla fede. lo cherigmatico. I Vangeli sono quattro, sono stati scritti in greco nella seconda metà del primo secolo e rappresentano la fonte più ricca a nostra disposizione sulla persona, sulla vita e sul messaggio di Gesù: il Vangelo secondo Matteo, il Vangelo secondo Marco, il Vangelo secondo Luca e il Vangelo secondo Giovanni. I primi tre si chiamano Vangeli sinottici, perché sono molto simili e se fossero scritti su colonne parallele, potrebbero essere letti con un unico «colpo d’occhio». Il quarto, invece, scritto dall’apostolo Giovanni, è chiamato Vangelo di perfezionamento o di completamento.
Glossario
Attività Lavora in gruppo. Forma un gruppo con i tuoi compagni e, dopo aver letto un breve episodio del Vangelo, ogni gruppo cercherà di riscrivere il più fedelmente possibile quello che ricorda. Come potrete notare, il risultato sarà tante versioni dello stesso fatto con molte piccole varianti.
Evangelista von Speyer, Codex Bruchsal, 1220, Badische Landesbibliothek, Karlsruhe.
Un passo in più Gli apostoli e l’annuncio Nel giorno di Pentecoste, gli apostoli cominciarono a diffondere la Buona Novella, il Vangelo. Essi annunciavano che Gesù era risorto ed era apparso loro invitandoli a continuare la sua opera: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 19-20). Gli apostoli sono i testimoni che affermano che Gesù è veramente il Cristo. Pietro sostiene con forza l’autenticità di questa testimonianza. Su che cosa si fonda questa testimonianza? Si fonda sull’evento della risurrezione; l’affermazione e la proclamazione della risurrezione sta all’origine del Kerygma cristiano ed è l’essenza del cristianesimo.
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Unità 5
L’ annuncio di Gesù
Un passo in più I simboli degli evangelisti Nell’iconografia Matteo viene raffigurato come un uomo alato, perché il Vangelo inizia con la genealogia di Gesù.
Il simbolo iconografico di Luca è il vitello perché rappresenta Gesù forte e misericordioso.
Peter Paul Rubens, I quattro Evangelisti, 1614, Bildergalerie (Sanssouci), Potsdam.
Gli evangelisti Il Vangelo secondo Matteo (Mt) › questo Vangelo è stato scritto intorno all’85 da Matteo, esattore delle tasse a Cafarnao, divenuto poi apostolo. Il luogo di composizione è incerto, forse Antiochia di Siria. I destinatari sono certamente gli Ebrei convertiti al cristianesimo. Matteo ci tiene a sottolineare che Gesù è un giudeo, discendente di Davide, il Messia preannunciato dai profeti. Il Vangelo secondo Marco (Mc) › questo Vangelo è stato scritto per primo, tra il 65 e il 70, da Marco, discepolo di Paolo e figlio di Pietro, probabilmente a Roma. I destinatari sono i pagani convertiti al cristianesimo e i cristiani che non vivono in Palestina. Perciò l’autore si preoccupa di tradurre tutte le espressioni aramaiche. Marco nel suo Vangelo pone l’accento sulla figura di Gesù quale Figlio di Dio (Mc 1, 1) e invita i cristiani a testimoniarlo come il Cristo.
Il Vangelo secondo Luca (Lc) › è stato scritto dopo la distruzione di Gerusalemme (70) da Luca, un medico, discepolo e compagno di Paolo, autore anche degli Atti degli apostoli. I destinatari sono: a) Teofilo, un uomo non-giudeo, di cui Luca si propone di consolidare la fede; b) tutti i cristiani che provengono dal paganesimo. È definito anche il Vangelo della misericordia perché descrive l’attenzione e l’amore di Gesù verso i poveri e gli «ultimi».
118
Il simbolo iconografico di Marco è il leone perché il Vangelo inizia con il «ruggito» di Giovanni Battista nel deserto.
L’iconografia raffigura Giovanni come un’aquila, per la profondità e acutezza con cui presenta il mistero di Cristo.
Il Vangelo secondo Giovanni (Gv) › questo Vangelo è stato scritto dall’apostolo più giovane e prediletto da Gesù, l’unico che rimase sotto la croce e a cui Gesù affidò Maria, sua madre. Redatto verso la fine del I secolo a Efeso, in Asia Minore, è destinato soprattutto ai cristiani, perseguitati dal giudaismo ufficiale. Il Vangelo di Giovanni completa gli altri tre, detti sinottici. Giovanni testimonia con forza l’identità tra il Gesù storico e il Cristo, il Figlio di Dio. Gesù è «una cosa sola col Padre» (10, 30; 14, 11) e in lui i discepoli «vedono» il Padre.
Le fonti su Gesù
LEZIONE 17
Gli altri scritti del Nuovo Testamento Gli Atti degli apostoli › è il libro scritto da Luca dopo il 70 e rappresenta la continuazione del suo Vangelo. Narra i fatti più salienti del primo cristianesimo e sottolinea sia l’apertura dell’annuncio evangelico ai pagani sia la continuità con la storia della salvezza già vissuta dal popolo d’Israele. Le Lettere di san Paolo › sono 14 le lettere redatte tra il 51 e il 67 da san Paolo. Sono tra i più antichi testi del cristianesimo, e ne riflettono la vita, la catechesi e la liturgia. Si tratta di lettere scritte sotto la spinta di necessità particolari, per fornire percorsi di catechesi, risolvere controversie, esprimere affetti e gratitudine.
Valentino da Bologna o Nicolas Tournier, S. Paolo scrive le sue lettere, 1620 circa, Museum of fine Arts, Houston.
Le Lettere cattoliche › sono le lettere del N.T. che non appartengono a san Paolo. Questi scritti, piuttosto brevi, manifestano la preoccupazione degli apostoli per la salvezza degli uomini e danno indicazioni pastorali per vivere con coerenza il messaggio divino di cui essi si sentono portatori e responsabili.
L’Apocalisse › è il libro profetico dell’apostolo Giovanni composto dopo il 95, appartiene al genere letterario dell’Apocalittica, e chiude il Nuovo Testamento.
Il cuore della Bibbia
Q
uesti quattro Vangeli, gli unici a essere entrati nel canone della Sacra Scrittura in quanto ispirati, costituiscono il cuore della Bibbia e occupano un posto unico nella Chiesa; lo testimonia la venerazione di cui li circonda la liturgia e l’attrattiva che in ogni tempo hanno esercitato sui santi. » «
Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 124-127
Attività Completa la tabella. Vangelo Matteo
Data
Destinatari
Parola chiave
Marco Luca Giovanni
Hieronymus Bosch, L’evangelista Giovanni scrive il Libro dell’Apocalisse, 1489 circa, Gemäldegalerie, Berlino.
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Unità 5
L’ annuncio di Gesù
I Vangeli apocrifi Dopo il secondo secolo, negli ambienti giudaico-cristiani cominciarono a circolare dei Vangeli non ritenuti autentici dalla comunità cristiana e perciò chiamati apocrifi, cioè non canonici. Tali Vangeli (Vangelo di Pietro, Vangelo degli Ebrei, Vangelo dei XII apostoli, ProtoVangelo di Giacomo ecc.), nell’intento di presentarci Gesù come una persona meravigliosa, raccontano miracoli e storie prodigiose, anche riguardanti la sua infanzia. Il genere fantastico degli scritti esclude l’attendibilità storica dei fatti narrati, sottolineando, però, la forte risonanza storica lasciata dal personaggio Gesù e l’enorme emozione suscitata nella gente dai suoi miracoli. Sono, dunque, anch’essi una prova dell’esistenza del personaggio storico di Cristo. Due pagine di codici di Vangeli apocrifi: in alto l’Apocalisse di Esdras, in lingua etiopica, 1350-1450 circa, in basso il Codex Arabicus, con la narrazione della morte di Maria, V sec. d.C.
Le fonti non cristiane Alcune fonti antiche non cristiane ci parlano di Gesù e dei cristiani confermando così la realtà dell’esistenza di Cristo e dei suoi primi seguaci.
Fonti giudaiche Il Talmud («studio», «dottrina») è un’opera che contiene la tradizione dell’insegnamento rabbinico di commento alla Bibbia. È composto dalla Mishna e dalla Gemara. Quest’opera ci parla di Gesù come di un mago che ha traviato il popolo e per questo è stato ucciso. Il testo, anche se denigra Gesù, ne prova l’esistenza storica. Giuseppe Flavio (37-100 d.C.), dotto ebreo, divenuto segretario dell’imperatore Tito, scrisse due opere storiche: Antichità giudaiche e La guerra giudaica. Nella prima opera, oltre a parlare di Giovanni Battista e di Giacomo, parla anche di Gesù.
Gesù negli autori latini
L
’ autore di questa denominazione, Cristo, era stato suppliziato dal procuratore Ponzio Pilato sotto l’impero di Tiberio. Repressa per il momento, questa dannosa superstizione tornava a diffondersi non solo attraverso la Giudea, nella quale aveva origine, ma anche a Roma. »
«
Tacito, Annales XV, 44
I
n questo tempo visse Gesù, uomo saggio, se può essere chiamato uomo. Era, infatti, autore di opere meravigliose… Egli era il Cristo. In seguito alle accuse dei nostri notabili fu condannato al supplizio della croce da Pilato, ma coloro che prima l’avevano amato, non cessarono di amarlo: e apparve di nuovo vivo a loro il terzo giorno... anche oggi esistono quelli che dal suo nome si chiamano cristiani”. »
«
Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche
I
«
Signiert J. Scheich, L’ora del Talmud, 1900 circa.
Giudei, che tumultuavano continuamente per istigazione di Cristo, furono cacciati da Roma. » Svetonio, Claudio XXV, 2
« ... [furono] condannati al supplizio i cristiani, genere di uomini di [una] superstizione nuova e malefica... » Svetonio, Nerone XVI, 2
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Le fonti su Gesù
LEZIONE 17
Fonti pagane Plinio il Giovane, governatore della Bitinia, in una lettera scritta nel 112 all’imperatore Traiano, gli chiede consiglio su come comportarsi con i cristiani. Infatti Plinio scrive che i cristiani «sono soliti radunarsi in un giorno stabilito, all’alba, per inneggiare a Cristo che essi considerano come loro Dio...». Cornelio Tacito, storico romano autore dell’opera Annales, scritta verso il 116, afferma che Nerone, per sviare da sé il sospetto dell’incendio di Roma del 64 a.C., riversò la colpa sui cristiani. Gaio Svetonio nella sua opera Vita Claudii, del 120, afferma che nel 49 d.C. l’imperatore Claudio espulse da Roma gli Ebrei per i continui tumulti che avvenivano al loro interno fra Ebrei di religione tradizionale ed Ebrei seguaci di Cristo. Miniatura ritraente Svetonio intento nella lettura, tratta dal Liber Chronicarum (foglio CXI), trattato di Hartmann Schedel,1493.
Attività
Un passo in più Fonte archeologica Nel 1961 in Palestina, a Cesarea Marittima (luogo di residenza dei procuratori romani), è stata ritrovata una stele di pietra calcarea, risalente al tempo di Gesù, alta 80 cm e larga 60, che su tre righe riportava i nomi dell’imperatore romano Tiberio e del governatore della Palestina Ponzio Pilato. Tali nomi sono citati anche nei racconti evangelici della passione, morte e risurrezione di Gesù.
Rifletti e completa. Dagli scritti di autori non cristiani sono rintracciabili i seguenti dati storici: ................................................................................ ................................................................................ ................................................................................ ................................................................................ ................................................................................ ................................................................................ ................................................................................ ................................................................................
IN BREVE: I cristiani credono che Gesù di Nazareth è il Figlio di Dio, il Messia annunciato dai profeti. Il suo messaggio fu all’inizio trasmesso oralmente e poi messo per iscritto nei Vangeli. I Vangeli sono stati scritti per farci conoscere Gesù come il salvatore del mondo e dell’umanità.
I Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le Lettere di San Paolo, le Lettere Cattoliche e l’Apocalisse formano il Nuovo Testamento. Alcune fonti antiche non cristiane (giudaiche: il Talmud, Giuseppe Flavio; pagane: Plinio il Giovane, Cornelio Tacito, Gaio Svetonio) ci parlano di Gesù confermando così la realtà dell’esistenza di Cristo.
I Vangeli canonici sono quelli secondo Marco, Matteo, Luca e Giovanni; i primi tre sono simili e si definiscono sinottici.
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Unità 5
LEZIONE
18
La predicazione di Gesù Gesù inizia la sua missione
Il Vangelo di Marco è il più breve e il più antico dei Vangeli, scritto con uno stile vivo ed essenziale. Attraverso le azioni e le parole di Gesù, Marco intende dimostrare due concetti fondamentali per i cristiani: • Gesù è il Cristo, il Messia atteso da Israele; • Gesù è il Figlio di Dio. Il Vangelo inizia con la figura di Giovanni Battista che predicava nel deserto invitando la gente alla conversione e al pentimento. Giovanni, con l’insegnamento e l’invito al battesimo di purificazione, prepara la strada alla predicazione di Gesù. Quando Gesù incontra Giovanni e si fa battezzare da lui, Dio si manifesta attraverso l’effusione dello Spirito Santo, riconoscendo Gesù come il suo amato Figlio, Figlio di Dio: titolo mandato per la salvezza dell’umache nel Nuovo Tenità. stamento è applicato Ma perché Gesù si fa battezzare a Gesù Cristo per se era senza peccato? Sicuramente indicare il rapporto per farsi compagno di tutti gli uounico che lo unisce a mini bisognosi di salvezza e, conDio suo Padre. temporaneamente, attraverso la testimonianza dello Spirito, rivelarsi come l’Unto del Signore, l’inviato del Padre. La missione pubblica di Gesù inizia proprio in questo momento e lo sconosciuto carpentiere di Nazareth comincia a predicare e operare.
Glossario
Battesimo di Gesù «
E
d ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. » Mc 1, 9-11
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Guido Reni, Battesimo di Cristo, 1623, Kunsthistorisches Museum, Vienna.
Gesù parla con autorità Dopo il battesimo nel fiume Giordano cominciano l’opera e la predicazione di Gesù. L’autorità con cui egli parla e agisce lascia la gente sbalordita e piena di stupore. Coloro che ascoltano Gesù si meravigliano del suo insegnamento. Il fare di Gesù è deciso e imperativo, tale da suscitare, in chi è aperto di cuore, ora la guarigione, ora il cambiamento radicale di vita, ora l’adesione senza condizioni, come nel caso della chiamata degli apostoli. «Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare
La predicazione di Gesù
pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui» (Mc 1, 16-20). Egli si pone con autorità anche di fronte a ogni interpretazione formale delle leggi mosaiche, cogliendone il cuore nascosto, lo spirito autentico e interpretando la Sacra Scrittura in modo originale e autorevole. Il modo di parlare e di agire di Gesù è, per molti aspetti, simile a quello dei profeti dell’A.T. ma egli è più di qualsiasi profeta: nel suo parlare e nel suo agire si manifesta la potenza dell’azione di Dio. Tutti si stupiscono perché quello che Gesù comanda si verifica sempre. Di fronte a questo potere la domanda che la gente si pone è: da dove viene questa autorità? Con questo interrogativo nasce, però, in molti anche la paura e comincia a serpeggiare tra gli oppositori di Gesù l’idea di ucciderlo. Lorenzo Veneziano, Vocazione degli apostoli Pietro e Andrea, 1370 circa, Staatliche Museen, Berlino.
LEZIONE 18
Nella sinagoga
G «
iunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!”. E Gesù gli ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!”. E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!”. La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. » Mc 1, 21-28
Attività Rifletti e completa. Non è semplice comprendere che cosa significhi l’espressione «parlare con autorità», eppure, se ci pensi, ognuno di noi può parlare e agire con autorità in alcuni ambiti. Un bravo meccanico può parlare e agire con autorità quando .................................................................... .................................................................................................................................. . Un bravo medico può parlare e agire con autorità quando ................................................................................ .................................................................................................................................. . Un bravo insegnante può parlare e agire con autorità quando .................................................................... .................................................................................................................................. . Un bravo allenatore può parlare e agire con autorità quando .................................................................... .................................................................................................................................. . Quindi la vera autorità si fonda sempre su . .................................................................................................................................. . L’autorità con la quale agisce Gesù viene da .................................................................................................................................. .
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Unità 5
L’annuncio di Gesù
Gesù parla per parabole
Le parabole del Regno
Gran parte dell’attività pubblica di Gesù consisteva nell’insegnare attraverso la parola; il suo ammaestramento risuonava nelle sinagoghe, all’aperto, lungo il mar di Galilea, nei villaggi, nell’area del tempio. Per insegnare Gesù si serviva soprattutto delle parabole. Le parabole sono racconti, a volte semplici, a volte più complessi, che Regno di Dio: si ispirano alla vita di tutti i giorl’espressione indica ni, a esperienze che erano familiari la piena e definitiva agli Ebrei del tempo, ma che sono sovranità di Dio sul familiari anche a noi oggi, per quemondo, la storia e gli sto rimangono impresse così bene uomini. Il Regno di nella memoria. La vita dei contaDio è centrale nella dini, dei pescatori, delle massaie, predicazione di Gesù. di padroni e servi, di gente ricca Illustrato con moltee povera, di superbi e umili ispira plici parabole, è anquesti racconti attraverso cui Gesù nunciato come realtà trasmette messaggi importanti e già presente e avrà compimento alla fine verità profonde spesso difficili da dei tempi. Il Regno di intendere in altri modi. La paraboDio si identifica con la provoca nell’ascoltatore una rila persona di Gesù flessione importante e nuova sulla Cristo. propria vita.
Glossario
Gesù utilizza le parabole per annunciare il Regno di Dio che è la piena e definitiva sovranità di Dio sul mondo, sulla storia e sugli uomini. Gesù non descrive direttamente il Regno dei Cieli ma vi allude con similitudini: il Regno è simile al chicco di senape, al seme, al lievito, al buon grano, a un tesoro, a una perla preziosa, alla rete gettata in mare.
La parabola del lievito «Disse loro un’altra parabola: “Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata”.» Mt 13, 33
La parabola della perla preziosa «Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.» Mt 13, 45-46
Pieter Brueghel, Paesaggio con la parabola del seminatore, 1557, Timken Art Gallery, San Diego.
Un passo in più Elenco delle parabole evangeliche comuni ai tre Vangeli sinottici
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Parabola
Matteo
Marco
Luca
Il seminatore
13, 3-9
4, 3-9
8, 5-8
Il granello di senape
13, 31-32
4, 30-32
13, 18-19
I vignaioli omicidi
21, 33-44
12, 1-11
20, 9-18
Il fico
24, 32-33
13, 28-29
21, 29-31
La predicazione di Gesù
LEZIONE 18
La parabola del seminatore «Poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: “Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto”. Detto questo, esclamò: “Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!”. I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: “A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano”. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.» Lc 8, 4-15
Franco Mulas, Parabola del seme di senape, 1938, Roma.
La parabola del banchetto di nozze «Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: “Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi [...] Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari [...]. Allora il re si indignò [...] Poi disse ai suoi servi: ‘La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze’. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali”.» Mt 22, 1-14
Attività Inserisci nei punti il riferimento appropriato alla parabola. lievito - banchetto di nozze - perla preziosa - seminatore Il regno di Dio: è un bene prezioso per il quale vale la pena vendere e abbandonare tutto: ............................................................................................................. ......................................................................................................................................................................... ; s arà per coloro che avranno accolto, ascoltato e custodito la parola di Dio: ................................................................................................................. ......................................................................................................................................................................... ; è destinato a crescere e a trasformare la realtà: ........................... ......................................................................................................................................................................... ; è fonte di gioia. Tutti vi sono invitati: ......................................................... ......................................................................................................................................................................... .
Inserisci V (vero) o F (falso). Il regno di cui parla Gesù: è sempre in crescita; è un impero con l’esercito; è presente ma opera in modo misterioso; va cercato e scoperto ogni giorno; cresce e si sviluppa; è un bene di scarso valore; è solo per qualcuno; chiede l’impegno di ogni persona.
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Unità 5
L’ annuncio di Gesù
Le altre parabole Attraverso le parabole Gesù non parla solo del Regno di Dio, ma fa comprendere valori profondi – i frutti del Regno – per verificare, alla loro luce, il modo di vivere delle persone invitandole alla conversione. Infatti dalle parabole emergono la grandezza del perdono e della misericordia, l’amore di Dio Padre e la sua volontà di salvezza. Esse sono un invito ad amare il prossimo, a superare pregiudizi di religione e classe sociale, a mettere in gioco i propri talenti per il bene degli altri e la propria crescita interiore. Attraverso le parabole tutti comprendono in cosa consiste la vera ricchezza dell’uomo, sono esortati all’umiltà e imparano quale debba essere in concreto la vita di chi vuol seguire Gesù.
La parabola della pecorella smarrita «Ed egli disse loro questa parabola: “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: ‘Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta’”.» Lc 15, 3-6
Il creditore e i due debitori
Il Buon Pastore, III secolo d.C., Catacomba di Priscilla, Roma.
Un passo in più Gli incontri di Gesù Dio ha mostrato nella storia della salvezza di voler incontrare ciascuna persona come amico per parlargli e manifestargli il suo amore. Ti ricordi la storia di Abramo, di Mosè e dei profeti? Dio, per mezzo di Gesù che rivela a tutti l’amore del Padre, si fa ancora più vicino. I Vangeli narrano tante vicende di incontri. Dall’incontro con Gesù le persone scoprono l’amore e la bontà di Dio, si sentono cambiate e iniziano una vita nuova.
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«“Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?”. Simone rispose: “Suppongo sia colui al quale ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”. E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco”.» Lc 7, 41-47
La predicazione di Gesù
LEZIONE 18
La parabola del buon samaritano «Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”.» Lc 10, 25-37
Ruberval Monteiro, L’entrata in Gerusalemme e l’incontro con Zaccheo, 2004.
Gesù e Zaccheo «
E
ntrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: “È entrato in casa di un peccatore!”. Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”. » Lc 19, 1-4
Attività Scegli una parabola e rispondi alle seguenti domande. S u che cosa vuole far riflettere Gesù? .................................................. .................................................................................................................................................................. . Q uale messaggio vuole trasmettere? .................................................... .................................................................................................................................................................. . C he cosa puoi imparare, oggi, da questa parabola? .................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................. .
Vincent Van Gogh, Il buon Samaritano, 1890, Kröller-Müller Museum, Otterlo.
P erché, secondo te, avere fede è così importante per riconoscere un miracolo? ....................................................................................... .................................................................................................................................................................. . C onosci qualche miracolo avvenuto negli ultimi anni? .................................................................................................................................................................. .
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Unità 5
L’annuncio di Gesù
La via dell’amore
Un passo in più
Tra le parole di Gesù, quelle che sono considerate centrali nel suo messaggio riguardano l’amore verso Dio e il prossimo. Gesù non solo testimonia con la sua vita di corrispondere all’amore del Padre amando tutti gli uomini fino al dono totale di sé, ma invita ogni persona che incontra ad aprire il suo cuore all’incontro con lui. Chi si lascia amare da Gesù, rinasce a vita nuova: ricambia l’amore ricevuto donandolo agli altri. «Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: “Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?”. Gli rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”.» Mt 22, 34-40
Il valore dell’amicizia In questo momento di crescita, è importante conoscersi meglio, ma anche imparare a essere autentici con se stessi e con gli altri, imparare a condividere con generosità tempo, ideali, progetti, superando la naturale tendenza all’egoismo e a coltivare esclusivamente i propri interessi. Valori come l’amicizia, la solidarietà, la collaborazione hanno bisogno per crescere di essere vissuti giorno per giorno. Immagina la tua classe senza questi valori, cosa accadrebbe?
«Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.» Mt 5, 43-48
Tiziano Vecellio, Cristo benedicente, sec. XVI, Museo Statale Ermitage, San Pietroburgo.
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«Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti.» Mt 20, 26-28
La predicazione di Gesù
Gesù insegna a pregare I Vangeli ci dicono che spesso Gesù si recava nella sinagoga o si appartava in luogi solitari per pregare il Padre suo. Un giorno i discepoli chiedono a Gesù di insegnare loro a pregare. Gesù li invita a fare come lui, a rivolgersi a Dio con amore e confidenza chiamandolo Abbà, un termine aramaico che era usato in famiglia dai bambini per rivolgersi al proprio padre e che corrisponde in italiano al confidenziale «babbo» o «papà». Il modello di preghiera che Gesù insegna fa tenere sempre presenti i nuclei del suo annuncio: Dio è Padre di tutti e gli uomini sono fratelli tra di loro.
LEZIONE 18
Il fariseo e il pubblicano
R
iguardo la preghiera, Gesù ci insegna anche l’atteggiamento giusto da tenere. «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato. »
«Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome
Dio sei il padre di tutti, per questo il tuo nome sia sempre lodato;
venga il tuo regno
il tuo regno di amore e di pace si realizzi;
sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
la tua volontà sia messa in pratica perché in essa è la felicità.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
Dio fai in modo che tutti abbiano il necessario per vivere sereni.
rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
Perdona i nostri peccati e insegnaci anche a noi a saper perdonare gli altri.
e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.»
Aiutaci a vivere nel bene e resta vicino a ogni uomo.
Lc 18, 10-14
Attività Segna le risposte giuste. I cristiani pensano che con la preghiera: si comunica con Dio come a un padre; si chiede il suo aiuto per vivere secondo la sua volontà; si chiedono favori a Dio; si chiede perdono a Dio; si perde tempo.
Mt 6, 9-13
IN BREVE: Gesù inizia la sua missione dopo aver ricevuto da Giovanni il Battista il battesimo nel fiume Giordano. L’ autorità con cui egli si presenta, parla e agisce lascia la gente sbalordita e piena di stupore.
er annunciare il Regno dei Cieli e la P vita nuova del credente, incentrata sull’amore a Dio e al prossimo, Gesù si serve di parabole e discorsi. esù prega spesso e insegna ai suoi G discepoli a rivolgersi a Dio con confidenza e amore.
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Unità 5
LEZIONE
19
Le azioni di Gesù Gesù compie miracoli I Vangeli ci presentano Gesù come colui che compie miracoli. Il miracolo, al di là dell’evento prodigioso, è soprattutto il segno che Dio è all’opera, che il Regno dei Cieli è veramente tra gli uomini, che Gesù è il Messia, il figlio di Dio. Nell’Antico Testamento, la storia dell’alleanza tra JHWH e il suo popolo è costellata di miracoli che testimoniano la potenza liberatrice di Dio. Nel Nuovo Testamento, i miracoli sono i segni che aiutano il credente a riconoscere in Gesù il Messia atteso. Infatti, quando Giovanni manda i suoi discepoli da Gesù per domandargli se era lui il messia che aspettavano, Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo» (Mt 11, 4-5). La liberazione dal male e dalle infermità sono un’anticipazione della vita nel Regno di Dio, dove non esisteranno più né sofferenza, né morte.
La tempesta sul lago
I
n quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: “Passiamo all’altra riva”. E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”. Si destò, minacciò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?”. »
«
Mc 4, 35-41
ssario GloMiracolo: dal latino miraculum, «oggetto di meraviglia», derivato dal verbo mirari, «meravigliarsi», «osservare con stupore». Evento o fatto sensibile in cui si manifesta la potenza di Dio e che è al di là dell’esperienza umana e delle leggi della natura.
Jan Brueghel il Vecchio, Cristo nella tempesta sul mare di Galilea, 1596, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid.
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Le azioni di Gesù
LEZIONE 19
Nei racconti dei miracoli Gesù ci viene presentato come colui che domina la natura, sconfigge i demoni, prova compassione, guarisce dalle malattie e vince la morte. Nel compiere i miracoli Gesù, però, pone sempre l’accento sulla fede di chi invoca aiuto; questa è l’unica, ma necessaria condizione perché il miracolo venga riconosciuto come segno dell’amore di Dio. I miracoli nel Nuovo Testamento possono essere classificati secondo diverse categorie:
esorcismi › Gesù sconfigge il demonio, si china sull’uomo schiavo del male e lo salva affermando così la superiorità del bene e il suo definitivo trionfo su tutto ciò che è disarmonia e tenebra;
guarigioni › Gesù non risana solo dai mali fisici, ma cambia radicalmente le persone, le salva, interviene sulla loro condizione di peccato;
Paolo Veronese, Gesù e la vedova di Nain, 1570, Vienna.
La donna che toccò il mantello di Gesù
O «
risurrezioni › Gesù si rivela come colui che dà la vita. La morte sarà definitivamente sconfitta, poi, con la sua Pasqua di risurrezione;
doni inaspettati › Gesù interviene con la sua volontà per portare sollievo e del bene alla gente (come ad esempio, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, l’acqua cambiata in vino, la pesca miracolosa ecc.). Negli interventi sulla natura egli mostra il suo dominio sugli elementi e il potere che gli deriva dalla sua natura divina.
Attività Leggi e completa. T ra i due racconti di miracoli, scegli quello che ti ha colpito di più e spiegane i motivi: Ho scelto ................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................
perché .......................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................
ra una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata”. E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi ha toccato le mie vesti?”. I suoi discepoli gli dissero: “Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: ‘Chi mi ha toccato?’”. Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male”. » Mc 5, 25-34
............................................................................................................................................................... .
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Unità 5
L’ annuncio di Gesù
Gesù e gli apostoli Gesù, durante la sua missione pubblica in Palestina è seguito da un numero considerevole di discepoli: dodici di loro saranno scelti per divenire apostoli (dal verbo greco apostéllein, «inviare»). La scelta del numero dodici è simbolica: dodici erano i figli di GiaMissione: dal latino cobbe, capostipiti delle dodici tribù missio, derivato di di Israele. missus (participio passato di mittere, Gli apostoli sono tutti uomini adul«mandare»). Il termiti, la maggior parte di loro svolge il ne indica il compito mestiere di pescatore; Matteo era che la Chiesa intera e invece un esattore delle tasse. ogni singolo fedele, in Gli apostoli lasciano tutto per seforza del battesimo, guire il Maestro, sono chiamati a hanno di annunciare vivere a stretto contatto con Gee testimoniare a tutti sù, a condividerne le esperienze, a gli uomini il messagpredicare la sua parola e a compiegio della salvezza. re segni in suo nome. L’opera missionaria
Glossario
della Chiesa è iniziata il giorno di Pentecoste, con la predicazione apostolica.
Gesù e i discepoli Accanto agli apostoli sta il gruppo più numeroso dei settantadue discepoli; anche questi seguivano Gesù con costanza ed erano inviati a predicare in suo nome. Il numero settantadue, come il dodici, ha un valore altamente simbolico: nella Genesi settantadue sono i popoli della terra, quindi l’invio dei discepoli equivale a dire che il Vangelo dovrà raggiungere tutta l’umanità. Gesù manda dunque i suoi in missione. Se dunque all’inizio essi si erano limitati a seguire il Maestro, successivamente sono chiamati in prima persona ad andare in mezzo alla gente per diventare «pescatori di uomini». A loro toccherà la stessa reazione che è stata riservata a Gesù: alcuni li accoglieranno, altri li allontaneranno. Fra gli apostoli e i discepoli, Pietro ha sin dall’inizio un ruolo determinante: è lui a proclamare apertamente la divinità di Gesù. Finalmente, attraverso le parole di Pietro, i discepoli, così incerti e titubanti, colgono il mistero di Gesù. Egli è il vero Messia, colui che, annunciato dalle Scritture, è venuto a salvare tutti gli uomini.
Sebastiano Ricci, Il discorso della montagna, XVIII secolo.
Un passo in più I nomi dei dodici apostoli I dodici apostoli sono: Simone (chiamato Pietro), suo fratello Andrea, Giacomo e suo fratello Giovanni, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo, Giacomo d’Alfeo, Simone lo Zelota, Giuda Taddeo e Giuda Iscariota.
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Le Le prime azionirisposte di Gesù
2 LEZIONE 19
Antifonario italiano, nella lettera iniziale E è raffigurata la scelta dell’invio in missione degli apostoli. Metà del XV secolo. L’antifonario è il libro in cui sono raccolte le parti centrali della messa.
I primi quattro discepoli
P
«
assando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. » Mc 1, 16-20
Tu sei il Cristo «
P
oi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: “La gente, chi dice che io sia?”. Ed essi gli risposero: “Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti”. Ed egli domandava loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”. » Mc 8, 27-29
Cercate l’essenziale «
N
Attività Rispondi alle domande. S ulle rive di quale mare avviene l’incontro di Gesù con i primi apostoli? ......................................................................................................................... . Q uali apostoli sono citati nel Vangelo secondo Marco? ..........................................................................................................................................................................
on preoccupatevi dunque dicendo:
“Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. » Mt 6, 31-33
........................................................................................................................................................................ .
Q uale mestiere esercitavano? ............................................................................... ........................................................................................................................................................................ . C osa propone loro Gesù? Segna con una crocetta le frasi giuste. Di camminare per un vasto territorio. Di diventare «pescatori di uomini». Di seguirlo per poter annunciare con lui l’amore di Dio. Di disprezzare il loro mestiere e non pensarci più.
IN BREVE: I miracoli sono il segno che Dio è all’opera, che il suo Figlio è veramente tra gli uomini e che Gesù è il Messia. Chi crede in Lui ha la vita eterna e la salvezza da ogni male.
ra i suoi discepoli Gesù ne sceglie dodici per farne i propri T collaboratori più stretti: gli apostoli.
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Unità 5
LEZIONE
20
La Pasqua Gesù annuncia la sua passione e la sua morte
L’annuncio della passione e della morte di Gesù viene ripetuto più volte nei Vangeli sinottici. Nel Vangelo di Marco per tre volte Gesù parla della sua morte e risurrezione, di come avrebbe dovuto soffrire ed essere rifiutato da gran parte del suo popolo, ma gli apostoli in genere non capiscono il suo linguaggio; Pietro stesso viene rimproverato perché non comprende e non accetta questa verità. Peter Paul Rubens, Festa a casa di Simone il fariseo, Con gli annunci della passione viene, infatti, de1618, Museo Statale dell’Ermitage, San Pietroburgo. finitivamente debellata l’idea del Messia come di un re potente, come colui che avrebbe dovuto liberare Israele dalla dominazione romana. Gesù si colloca, invece, apparentemente, tra i vinti e i perdenti, ma proprio attraverso l’accettazione del sacrificio supremo per amore L’ Ultima cena vince definitivamente la morte, il male e il peccato. «L’Ultima cena di Gesù con gli apostoli seguì i riti precisi che regolavano il paTra un annuncio e l’altro Gesù sto consumato in ricordo di quello del popolo di Dio prima dell’uscita dall’Egitcontinua a insegnare: egli proclato. Tre erano i momenti principali che scandivano la cena. ma, in contrasto con la mentalità All’inizio le due benedizioni: quella del giorno festivo e la benedizione del dell’epoca, che il Regno di Dio è primo calice o coppa da parte del capofamiglia. Si consumavano poi le “erbe dato gratuitamente a tutti, soamare”, verdure accompagnate da una salsa composta da fichi, datteri, mele, prattutto a chi è senza meriti, a mandorle, uva passa, aceto e aromi. chi è trascurato dal mondo, a chi Il secondo momento vedeva la liturgia pasquale propriamente detta. Il canon conta niente; che il servizio è pofamiglia proclamava la “narrazione” (Haggadah) della Pasqua, spiegando la condizione della vera grandezl’esperienza della schiavitù e della liberazione divina dall’Egitto, e commenza, e il primo in assoluto è colui tando i cibi serviti: la salsa aveva un colore simile a quello dei mattoni, che che si pone di più al servizio degli gli schiavi ebrei dovevano impastare in Egitto; le erbe amare e il pane azzimo altri, soprattutto dei più deboli. ricordavano la miseria sofferta; l’agnello era segno della misericordia e provvidenza di Dio che aveva salvato il suo popolo. Poi si recitava la prima parte dell’Hallel, il salmo 112 (113), e il secondo momento si concludeva bevendo il secondo calice o coppa. Il terzo momento era costituito dalla cena, con la consumazione dell’agnello.»
Un passo in più
L. Pacomio, Gesù, Piemme
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La Pasqua
L’ Ultima cena Il racconto degli ultimi giorni di Gesù inizia con l’episodio dell’Ultima cena, poi con quelli della passione, morte e risurrezione. Due discepoli vengono mandati a preparare la sala per celebrare il banchetto di Pasqua. Gli avvenimenti che seguono ci dimostrano che la cena pasquale ebraica si trasformerà nella «Cena del Signore». Il vero «agnello pasquale» è Gesù immolato perché tutti abbiano la vita. È la nascita di una Nuova Alleanza, grazie alla quale viene offerta a ogni uomo la salvezza e la gratuita e totale appartenenza a Dio. «E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio”. Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi» (Mc 14, 22-26). Durante la cena Gesù compie anche un altro gesto: lavò i piedi agli apostoli per indicare loro lo stile del servizio che deve animare sempre la vita di chi vuole essere suo discepolo. «Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei suoi discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui era cinto» (Gv 13, 4).
LEZIONE 20
Attività Rispondi e completa. Servire gli altri significa rinunciare alla propria personalità e ai propri diritti? Sì. No. Non sempre. In che modo ti dedichi agli altri nella tua vita quotidiana? Ascolto gli amici quando sono tristi. Aiuto i genitori in casa. Faccio volontariato. Passo il tempo con i nonni. Aiuto gli amici in difficoltà. Prova a riflettere e completa lo schema, magari con l’aiuto dell’insegnante. Che cosa significa servire? - Per un politico: .................................................................................. ................................................................................................................................ ; - per un insegnante: ...................................................................... ................................................................................................................................ ; - per un medico: .................................................................................. ................................................................................................................................ ; - per un genitore: .............................................................................. ................................................................................................................................ ; - per un/una ragazzo/a come te: .................................. ................................................................................................................................ .
Juan de Juanes, L’Ultima cena, 1562, Museo del Prado, Madrid.
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Unità 5
L’annuncio di Gesù
Gesù al Getsèmani Dopo la cena Gesù e gli apostoli si recano al Monte degli Ulivi. Nell’orto del Getsèmani, Gesù viene oppresso dall’angoscia. Gesù, il Figlio di Dio, è anche pienamente uomo: la morte lo spaventa e per non lasciarsi travolgere dalla disperazione egli si rivolge a Dio e si abbandona fiducioso a Lui. Nell’ora dello scoraggiamento e della tentazione la preghiera è l’unico mezzo che può sostenerlo. Con grande sofferenza Gesù si accorge che i suoi apostoli non riescono a restare svegli con lui e si addormentano: egli prova un profondo senso di solitudine.
ssario GloGetsèmani: dall’aramaico gat shemaním. Nome del podere od orto ai piedi del Monte degli Ulivi, di fronte alla collina del Tempio di Gerusalemme, al di là del torrente Cedron. Qui Gesù fu catturato dalle guardie del Sinedrio mentre pregava con Pietro, Giacomo e Giovanni, dopo l’Ultima cena.
Al Getsèmani
G
iunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: “Sedetevi qui, mentre io prego”. Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”. Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: “Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu”. Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: “Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: “Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino”. » «
Sandro Botticelli, Orazione nell’orto, 1490-1493, Museo de los Reyes Católicos, Granada.
Mc 14, 32-42
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La Pasqua
Il processo religioso
Giusto de’ Menabuoi,Cristo davanti al Sinedrio. Scena dalle storie del Nuovo Testamento, 1375-1378, Battistero di San Giovanni Battista, Padova.
Il processo contro Gesù si svolge davanti al Sinedrio che poteva emettere sentenze di colpevolezza e indicare la pena da infliggere. La condanna definitiva e l’esecuzione spettavano invece al governatore romano in carica, cioè in quel tempo a Ponzio Pilato. Secondo la legge vigente sarebbero bastate due o tre testimonianze concordi per condannare Gesù, ma non vi furono. «Molti infatti attestavano il falso contro di lui, e così le loro testimonianze non erano concordi» (Mc 14, 56). Il processo arrivò a un punto morto; non essendoci nulla contro Gesù, avrebbero dovuto rilasciarlo; ma la sentenza era già stata scritta, perché questo processo era celebrato non per un’esigenza di giustizia, ma solo per odio. Allora interrogarono Gesù e gli chiesero, ipocritamente, di difendersi dalle accuse non ritenute valide. Gesù dapprima scelse il silenzio, ma poi, dinanzi alla domanda del Sommo Sacerdote: «Sei tu il Messia, il Figlio di Dio benedetto?», risponde con una testimonianza: «Io lo sono». La risposta fu ritenuta una bestemmia e la bestemmia era punita, presso gli Ebrei, con la pena capitale. Il Sommo Sacerdote, allora, strappandosi le vesti in segno di orrore e di sdegno, anticipò l’inevitabile sentenza del tribunale.
LEZIONE 20
Gesù davanti al tribunale ebraico
I
«
l sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: “Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?”. Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?”. Gesù rispose: “Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”. Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?”. Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: “Fa’ il profeta!”. E i servi lo schiaffeggiavano. » Mc 14, 60-65
Attività Rispondi e completa. Perché il sommo sacerdote ritiene la risposta di Gesù una bestemmia? ............................................ .................................................................................................................................. ................................................................................................................................ . Prova a immaginare i sentimenti di Gesù e dei suoi discepoli. ........................................................................... .................................................................................................................................. ................................................................................................................................ .
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Unità 5
L’annuncio di Gesù
Condanna e crocifissione di Gesù
I
capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, Pilato rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: “Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Ma essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!”. Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. »
«
Il processo politico Ge Nikolaj Nikolaevic, Cos’è la verità? Cristo davanti a Pilato, 1890, Museo Statale Ermitage, Mosca.
All’alba del venerdì della settimana di Pasqua, Gesù viene condotto davanti a Pilato. A questi, infatti, spettava di eseguire la condanna. Pilato non è convinto della colpevolezza di Gesù e tenta di salvarlo; ma Gesù non si difende. Pilato sa che «glielo avevano consegnato per invidia» (Mc 15, 10), ma non ha il coraggio di liberarlo e allo stesso tempo non vuole sottoscrivere la sentenza di condanna. Nel tentativo di salvare Gesù, Pilato si appella al popolo. La folla, sobillata dalle autorità religiose, chiede a gran voce la condanna a morte dell’innocente Gesù e la liberazione di Barabba, un ribelle catturato in una sommossa e condannato per omicidio. Pilato asseconda la folla, fa flagellare Gesù e lo consegna per farlo crocifiggere: anche per il diritto romano fu un giorno da dimenticare.
La crocifissione L’esecuzione capitale si svolgeva fuori dalla città. Gesù fu costretto, ferito e sanguinante, a raggiungere il luogo dell’esecuzione, chiamato Golgota, trascinandosi sulle spalle l’asse orizzontale della croce, il patibulum. Poiché non ci riusciva e cadeva ripetutamente, i soldati chiesero a un tale presente lì per caso, Simone di Cirene, di aiutarlo. Verso le nove del mattino (hora tertia, per i Romani), Gesù fu inchiodato sulla croce con la scritta che secondo l’uso indicava l’identità e il reato commesso: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molto probabilmente era uno dei primi giorni di aprile del 30 d.C.
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Mc 15, 11-41
ssario GloGolgota: dall’aramaico Gulgaltha, poi, in latino calvariae locus, «luogo del teschio»; è il luogo fuori le mura di Gerusalemme, in cui Gesù fu crocifisso. Il nome deriva dal fatto che la collina aveva la forma di un cranio.
Edvard Munch, Golgota, 1900, Munch Musee, Oslo.
La Pasqua
La morte Gesù rimane in vita sulla croce per circa sei ore, tra sofferenze indicibili e insulti da parte degli astanti e di uno dei due ladroni crocifissi con lui. Allo stremo delle forze, rivolge al Padre una preghiera-lamento: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mc 15, 34). Verso le tre del pomeriggio (hora nona, per i Romani), dopo che un tale gli porge su una canna una spugna imbevuta di aceto, Gesù muore dopo aver però confermato la sua fiducia nell’amore del Padre: «Padre nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23, 46). Per la gente, questa morte rappresenta il fallimento di Gesù, la sua impotenza. Sotto la croce, il centurione romano, un pagano, riesce a cogliere il mistero della vita racchiuso in quella morte e, per primo, annuncia il «Vangelo» (cioè, la buona novella) di quella morte: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio» (Mc 15, 39).
LEZIONE 20
Un passo in più I Romani e la crocifissione La crocifissione era, al tempo dei Romani, una modalità di esecuzione della pena capitale e una tortura terribile. Era applicata agli schiavi, ai sovversivi e agli stranieri. La morte sopraggiungeva per soffocamento causato dalla compressione del costato e a tale scopo spesso le gambe del condannato venivano spezzate con una mazza o un martello. La croce consisteva in due pali, uno verticale (stipes) e l’altro orizzontale (patibulum). Per inchiodare gli arti superiori, i carnefici conficcavano il chiodo in un punto del polso dove la struttura articolare riesce a esercitare lo sforzo di sostenere il peso del condannato.
La sepoltura Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del Sinedrio e amico di Gesù, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Le persone crocifisse venivano lasciate per giorni sulla croce come ammonimento e i loro resti venivano sepolti, generalmente in fosse comuni, perché in un sepolcro privato avrebbero potuto disonorare gli altri morti. Ma in Palestina, i Romani, per venire incontro alla particolare sensibilità religiosa degli Ebrei, consegnavano il cadavere, se qualcuno lo richiedeva. Pilato concesse subito la salma a Giuseppe di Arimatea perché incombeva il sabato e non c’era tempo da perdere. Gesù morì nel pomeriggio del venerdì, dopo il tramonto iniziava il sabato, il giorno di festa, e i giustiziati non potevano rimanere sulla croce né durante la notte né durante il giorno di festa. Accolta la sua richiesta, Giuseppe calò Gesù giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo che aveva comprato, lo pose in un sepolcro scavato nella roccia; poi fece rotolare un masso contro l’entrata. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva deposto.
Correggio, Compianto sul Cristo morto, 1524 circa, Galleria Nazionale, Parma.
Attività Visione del film. La passione (Italia, 2010). La storia è quella di un regista cinematografico in crisi creativa che per una serie di coincidenze si ritrova costretto da un cinico assessore e dalla sindachessa a dover dirigere la sacra rappresentazione del Venerdì Santo in uno sperduto paesino dell’entroterra toscano; lo aiuterà come improvvisato aiuto regista un ex galeotto.
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Unità 5
L’annuncio di Gesù
La risurrezione La parola di Gesù si compie. L’evento miracoloso della sua risurrezione viene preannunciato per cinque volte nel Vangelo di Marco. Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio, realizza sempre ogni sua parola. Le tre donne, Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome che avevano osservato, in disparte, la scena della sepoltura, si recano al
Un passo in più La Via Crucis La Via Crucis («Via della Croce») è una pratica religiosa con cui i cristiani ripercorrono gli ultimi tragici momenti della vita di Gesù narrati dai Vangeli. Essa è composta da 14 stazioni (dal latino stationem, «sosta, fermata»): 1. Gesù nell’orto degli Ulivi (Mc 14, 32-36); 2. Gesù, tradito da Giuda, è arrestato (Mc 14, 43-46); 3. Gesù è condannato dal Sinedrio (Mc 14, 55-64); 4. Gesù è rinnegato da Pietro (Mc 14, 66-72); 5. Gesù è giudicato da Pilato (Mc 15, 1-15); 6. Gesù è flagellato e coronato di spine (Mc 15, 16-19); 7. Gesù è caricato della croce (Mc 15, 20); 8. Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce (Mc 15, 21); 9. Gesù incontra le donne di Gerusalemme (Lc 23, 27-28); 10. Gesù è crocifisso (Mc 15, 24); 11. Gesù promette il suo regno al buon ladrone (Lc 23, 39-42); 12. Gesù in croce, la madre e il discepolo (Gv 19, 26-27); 13. Gesù muore sulla croce (Mc 15, 33-39); 14. Gesù è deposto nel sepolcro (Mc 15, 40-46). L’itinerario spirituale della Via Crucis è stato completato con l’introduzione della Via Lucis, che celebra i misteri gloriosi, cioè i fatti della vita di Cristo tra la sua risurrezione e la Pentecoste.
sepolcro, all’alba del terzo giorno, per compiere il rito dell’unzione del cadavere. Il loro è un gesto puramente umano, non pensano assolutamente alla risurrezione. Le donne, giunte dunque al sepolcro di buon mattino, trovano la pietra rotolata via dalla porta e la tomba vuota. Appena entrate, un angelo annuncia loro il prodigio che Dio ha compiuto: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto» (Mc 16, 6). L’avvenimento della risurrezione resta qualcosa di incomprensibile e sconvolgente per la nostra mente abituata agli eventi del mondo sensibile, ma è Gesù stesso a dare la risposta all’enigma della tomba vuota, perché risorto, apparve più volte ai discepoli con un corpo trasfigurato. Ed è alla luce della loro esperienza di Gesù risorto che gli apostoli e i discepoli passano dalla tristezza e dalla paura alla gioia della testimonianza. Tale esperienza li ha cambiati, hanno compreso ciò che Gesù aveva detto loro: «“Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà”. Ed essi furono molto rattristati» (Mt 17, 22-23). L’incontro con Gesù risorto è alla base della loro fede e dell’impegno profuso per annunciare il Vangelo in ogni parte del mondo. Infatti dopo le apparizioni Gesù li chiama alla missione: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16, 15). Per questo annuncio hanno subito sofferenze e persecuzioni e alcuni di loro anche il martirio.
Peter van Cornelius, Le tre Marie al sepolcro, 1815-1822, Neue Pinakothek, Monaco.
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La Pasqua
Il sepolcro vuoto
La risurrezione tra compimento e profezia La risurrezione di Gesù, inoltre, è totalmente diversa dalle risurrezioni compiute da lui. In queste c’era solo la «rianimazione» del cadavere e la persona riprendeva a vivere come prima; in Gesù, invece, non c’è stato un ritorno nel suo corpo alla vita terrena. Cristo risorto non muore più perché entra con il corpo e lo spirito definitivamente nella vita e nella gloria di Dio Padre. La risurrezione non è però un avvenimento concluso. Da una parte, rappresenta il compimento delle antiche profezie, dall’altra è essa stessa profezia della futura e definitiva venuta di Cristo alla fine dei tempi e primizia della risurrezione di ogni uomo. Infatti come Cristo e per mezzo di lui, ogni uomo, alla fine dei tempi, risusciterà: «Io sono la risurrezione e la vita: chi crede in me, quand’anche fosse morto, vivrà e chi vive e crede in me non morirà in eterno» (Gv 11, 25-26). Per questo motivo l’autore della prima lettera a Giovanni afferma: «saremo simili a lui, perché lo vedremo così com’è» (1 Gv 3, 2). Alvise Vivarini, Risurrezione, 1497-1498, San Giovanni in Briagora, Venezia.
IN BREVE: Gesù annuncia più volte che avrebbe dovuto soffrire e morire per poi risorgere. I racconti della sua passione iniziano con l’episodio dell’Ultima Cena, il memoriale della Pasqua ebraica che Gesù trasformerà nella «Cena del Signore». Dopo essere stato arrestato Gesù subisce un processo davanti al Sinedrio che lo condanna a morte con l’accusa di bestemmia per essersi proclamato il Messia. I l procuratore romano Ponzio Pilato, pur dubitando della colpevolezza di Gesù, asseconda i sacerdoti ebrei e lo fa crocifiggere. esù viene crocifisso sul Golgota alle nove del mattino e G muore verso le tre del pomeriggio.
LEZIONE 20
«
P
assato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”. Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite. » Mc 16, 1-8
Attività Rifletti e completa. Cerca le stazioni e i relativi passi evangelici che compongono la Via Lucis.
Il suo corpo viene deposto nel sepolcro di Giuseppe d’Arimatea. La sepoltura avviene in fretta perchè era venerdì pomeriggio e al tramonto sarebbe iniziato il sabato, giorno di festa per gli ebrei. e donne che il mattino della domenica si recano alla L tomba di Gesù per i riti legati alla sepoltura la trovano aperta e vuota. Gesù risorto appare più volte ai suoi discepoli che, alla luce di questo avvenimento e spinti dall’invito del loro maestro, intraprendono la strada dell’annuncio e della testimonianza.
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UNITÀ 5
A regola d’arte
La crocifissione nell’arte Il crocifisso è il tema centrale di tutta l’iconografia cristiana. Le più antiche rappresentazioni risalgono al V secolo e diventano nel corso del tempo sempre più numerose, con trasformazioni profonde alla fine del Medioevo, in relazione al mutamento della sensibilità religiosa. In epoca romana la crocifissione era diffusa come pena capitale per i criminali e gli schiavi, ma i primi cristiani non rappresentano il Cristo crocifisso come uno schiavo. La crocifissione, infatti, era simbolicamente rappresentata dall’agnel-
lo di Cristo accompagnato da una croce, oppure il Cristo crocifisso era rappresentato come un dominatore glorioso con gli occhi aperti, avvolto in una tunica, che in seguito venne sostituita, in Occidente, da un semplice pezzo di stoffa legato attorno ai fianchi, il perizonium. Questo tipo di raffigurazione fa riferimento al Vangelo di Giovanni: Cristo è ancora vivo, trionfante, Salvatore. In genere, alla destra e alla sinistra della croce vengono rappresentate due figure, i due ladroni, con una distinzione di ordine
morale: il bene, alla destra del Salvatore e il male, alla sua sinistra. Man mano che il senso letterale del passo di Giovanni viene perduto il Cristo verrà rappresentato morto, in modo sempre più realistico, manifestando un dolore tutto umano: gli occhi chiusi, la testa leggermente reclinata sulla spalla destra e in seguito (dalla seconda metà del XIII secolo) con una corona di spine. Quasi sempre, alla destra del Cristo in croce si vede la Vergine Maria, mentre a sinistra san Giovanni. Questa versione prevale in tutta l’iconografia occidentale.
Giunta Pisano, Croce di San Domenico, 1250 circa, chiesa di San Domenico, Bologna. Questo crocifisso è un esempio significativo di come l’artista interpreta il soggetto in senso drammatico, incurvando il corpo del Cristo che si carica di una forte tensione, il tormento e l’agonia vengono fortemente sottolineati: questo schema compositivo sarà molto imitato.
Paul Gauguin, Il Cristo giallo, 1889, Albright Knox Art gallery, Buffalo. Il Cristo Giallo di Gauguin si carica di significati simbolici, l’artista era ossessionato dall’idea del male e di un mitico Eden perduto, che lo portava a una disperata ricerca di un’innocenza perduta, che troverà a Tahiti. Ai piedi di questa croce sono rappresentate semplici e umili donne della Bretagna, la sua terra di origine.
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L’ANNUNCIO DI GESÙ A partire dalla metà del XV secolo vengono raggruppati intorno alla croce un certo numero di santi vissuti anche in epoche diverse. Solo nel Rinascimento Maria Magdala (Maddalena) viene differenziata dalle altre donne, con un manto rosso e una chioma fluente, a volte inginocchiata ai piedi di Cristo. Attraverso la rappresentazione del tema sacro si ricordavano ai fedeli gli insegnamenti cristiani: Cristo sacrifica se stesso sulla croce e in questo modo rende possibile la redenzione dell’uomo dal peccato dei progenitori, che l’umanità ha ereditato. Spesso questo evento è ricordato dalla presenza di un teschio alla base della croce che sta a indicare la morte di Adamo, primo uomo ad aver portato la morte a tutti gli uomini; mentre Cristo, uomo nuovo, ha portato la vita.
Renato Guttuso, Crocifissione, 1941, Galleria Nazionale d’arte moderna, Roma. Più ci avviciniamo alla contemporaneità, più notiamo da parte degli artisti la libertà nel trattare il tema sacro, molto lontano dalla tradizione. La crocifissione diventa una dichiarazione forte per i suoi contenuti, per esprimere, ad esempio, un dramma come quello della guerra. È il caso della Crocifissione di Renato Guttuso che suscitò molte polemiche.
Caravaggio, Crocifissione di San Pietro, 1600-1601, Santa Maria del Popolo, Roma. Nell’opera di Caravaggio l’episodio sacro è un evento che appartiene al quotidiano e la scena diventa un fatto reale sotto i nostri occhi. I tre aguzzini sono ripresi nel momento in cui sollevano la croce sulla quale è inchiodato san Pietro: il fondo scuro, come in molte opere di Caravaggio, e il punto di vista ravvicinato rendono l’immagine drammatica e assolutamente reale.
Giotto, Crocifisso, 1296-1300, Santa Maria Novella, Firenze. Fra il XIII e il XIV secolo si diffondono i crocifissi dipinti destinati soprattutto alle chiese monastiche. Un esempio ne è questo crocifisso di Giotto in cui l’attenzione anatomica e la naturalezza del volto rendono la figura del Cristo straordinariamente umana. Notiamo come Giotto sottolinea la ferita al costato, generalmente sul lato destro, cioè quello «buono», il lato della vita eterna. Il simbolismo da cui nasce si ispira agli scritti di sant’Agostino, in seguito, all’inizio del XVII secolo, la ferita potrà trovarsi a destra o a sinistra.
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UNITÀ 5
Punto d ’ incontro
La preghiera Un aspetto fondamentale in ogni religione, dalle più antiche a quelle contemporanee, è costituito dalla preghiera che Gandhi definì «la sostanza» della religione. Si può pregare in tanti modi: si può invocare l’aiuto di Dio, ringraziarlo e lodarlo. Si può pregare per le nostre necessità, ma anche intercedere per gli altri, da soli o in comunità. Si possono pronunciare preghiere spontanee o acquisite dalla tradizione, in qualsiasi momento del giorno o in ricorrenze particolari. Si può pregare formulando parole o pensieri ma anche stando in silenzio. Anche il corpo può entrare in gioco assumendo posizioni che esprimono fisicamente le qualità profonde della preghiera: umiltà, confidenza, comunione, apertura, sottomissione, abbandono a Dio.
«O signore, allontana la mia paura e rivolgi verso di me il tuo volto. Così non Ti posso riconoscere, né so come guardarTi. Tu sei colui che cammina dentro l’anima, sorridente guarda il mio cuore. Parlami, dimmi una parola, tocca il mio essere, allunga la tua mano e sollevami verso di Te. Capisco male, erro nel cercare: menzogna è il sorriso, menzogna il pianto, vieni a dissipare il mio errore.» da R. Tagore, poeta indù, premio Nobel per la letteratura 1923
Un Indù in preghiera.
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«Salve, Ra, signore del Vero, (…) per il cui volere nacquero gli dei; Atum, che creò la gente, ne determinò la forma, e la mantiene in vita. Che distinse un colore (una razza) dall’altro; che ode la preghiera del prigioniero, che salva il timido dal superbo, che separa il debole dal forte, Signore della conoscenza, (…) per amore del quale il Nilo scorre, Signore dolcissimo, grande nell’amore, al cui arrivo il popolo vive. (…) Salvami, splendi su di me, perché tu produci il mio sostentamento. Tu sei il solo dio, non ce n’è altri, Tu sei Ra, che all’alba spunta in cielo. (…)» Inno al dio egizio Ammon-Ra, composto nel 1412 a.C.
L’ANNUNCIO DI GESÙ
Per i musulmani la preghiera consiste nella recita di alcuni versetti del Corano. «È lui Dio! Non c’è divinità all’infuori di lui, conoscitore dell’invisibile e del visibile. Egli è il clemente, il Misericordioso. È lui Dio! Non c’è divinità all’infuori di lui, è lui il Re, il Santo, la Pace, il Fedele, il Custode, il potente, il Dominatore, il Supremo! Gloria a Dio!… Suoi sono i nomi più belli. Lo glorifica tutto ciò che è nei cieli e in terra: egli è il Potente, il Saggio!» Sura 59, 22-24
Musulmani in preghiera nella moschea Yeni Cami, Istanbul.
papa francesco e la preghiera «Se si vuole ottenere qualcosa da Dio bisogna avere il coraggio di “negoziare” con lui attraverso una preghiera insistente e convinta, fatta di poche parole». Papa Francesco parla del coraggio che deve sostenere la preghiera rivolta al Padre, con tutta la familiarità possibile. E ha portato come esempio la preghiera di Abramo, il suo modo di parlare con Dio proprio come se si trovasse a negoziare, appunto, con un altro uomo […]. L’episodio al quale il Papa si è riferito è narrato nel libro della Genesi (18, 16-33 ) dove è riportata la coraggiosa intercessione di Abramo per evitare la morte dei giusti nella distruzione di Sòdoma e Gomorra, esempio proprio di familiarità e di rispetto verso Dio. Abramo si rivolge a Dio come farebbe con qualunque uomo e pone il problema, insistendo: «e se ci fossero cinquanta giusti? Se ce ne fossero quaranta... trenta... venti... dieci?». Abramo, ha ricordato il Pontefice, aveva oltrepassato cento anni. Da circa venticinque parlava con il Signore e di Lui aveva maturato una profonda conoscenza. E dunque al Signore si rivolge per chiedergli «cosa farà con quella città peccatrice. Abramo sente la forza di parlare faccia a faccia col Signore e cerca di difendere quella città. È insistente». Egli sente, ha spiegato ancora il Pontefice, che quella terra gli appartiene e dunque cerca di salvare ciò che è suo. Ma, avverte, sente anche di dover difendere quello che appartiene al Signore. «Abramo» ha puntualizzato Papa Francesco «è un coraggioso e prega con coraggio». Del resto nella Bibbia, ha aggiunto, la prima cosa che si nota è proprio l’affermazione che «la preghiera
deve essere coraggiosa». Quando parliamo di coraggio «noi pensiamo sempre al coraggio apostolico», a quello che ci porta «ad andare a predicare il Vangelo». Tuttavia esiste «anche il coraggio davanti al Signore: andare dal Signore coraggiosi per chiedere delle cose». Quante volte, ha ricordato il Papa, sarà capitato a ciascuno di noi di ritrovarsi a pregare per qualcuno dicendo: «Signore ti chiedo per quello, per quello...». Ma «se uno vuole che il Signore conceda una grazia» ha sottolineato il Vescovo di Roma «deve andare con coraggio e fare quello che ha fatto Abramo, con insistenza. Gesù stesso ci dice che dobbiamo pregare così». E per far meglio capire il concetto il Papa ha riproposto alcuni episodi evangelici mostrando come, insistendo, si possa ottenere dal Signore ciò che si chiede. Questo, ha ripetuto, è «un atteggiamento della preghiera. Santa Teresa parla della preghiera come di un negoziare con il Signore. E questo è possibile quando c’è la familiarità con il Signore. «Io vorrei» ha concluso «che da oggi tutti noi 5 minuti durante la giornata prendessimo la Bibbia e lentamente recitassimo il salmo 102. “Benedici il Signore anima mia, quanto è in me benedica il suo nome, non dimenticare tutti i suoi benefici. Egli perdona tutte le colpe, guarisce tutte le infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia”. Pregarlo tutto. E con questo impareremo le cose che dobbiamo dire al Signore, quando chiediamo una grazia». adatt. da L’osservatore Romano, luglio 2013
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UNITÀ 5
L’unità in breve
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
Gesù al centro della storia • Gesù è realmente esistito circa 2000 anni fa. Nacque a Betlemme e visse a Nazareth. Gesù iniziò a predicare dopo i trenta anni e per tre anni annunciò il Regno di Dio. Nella primavera dell’anno 30 venne condannato a morte per crocifissione. La sua tomba venne trovata vuota all’alba della domenica, il terzo giorno dopo la morte. Apparve risorto diverse volte ai suoi discepoli e, prima di salire al cielo, promise loro il dono dello Spirito Santo. Le fonti su Gesù • I cristiani credono che Gesù di Nazareth è il Figlio di Dio, il Messia annunciato dai profeti. Il suo messaggio all’inizio fu trasmesso oralmente e poi scritto nei Vangeli. • I Vangeli canonici (ispirati da Dio) sono quelli secondo Marco, Matteo, Luca, Giovanni; i primi tre sono simili e per questo si definiscono sinottici. I Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le Lettere di San Paolo, le Lettere cattoliche e l’Apocalisse formano il Nuovo Testamento. • I Vangeli apocrifi non sono stati riconosciuti autentici perché non attendibili • Alcune fonti antiche non cristiane, sia giudaiche che pagane, ci parlano di Gesù, confermando così la realtà della sua esistenza. La predicazione di Gesù • Gesù iniziò la sua missione dopo essere stato battezzato da Giovanni Battista nel fiume Giordano. Parlò attraverso discorsi e parabole (racconti che contengono insegnamenti) incentrati sull’amore a Dio e al prossimo. Le azioni di Gesù • Gesù compì miracoli. Egli scelse dodici apostoli tra i suoi discepoli (allievi) per farne collaboratori più stretti. La Pasqua • Gesù dopo essere stato arrestato, subì un processo davanti al Sinedrio (in Palestina era l’organo giuridico e religioso più importante) che lo condannò con l’accusa di bestemmia per essersi proclamato Messia. Il procuratore romano Ponzio Pilato lo fece crocifiggere. La crocifissione avvenne sul Golgota (collina di Gerusalemme). Le donne al mattino della domenica si recarono alla tomba e la trovarono aperta e vuota.
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L’ANNUNCIO DI GESÙ
DIDATTICA INCLUSIVA
Prima sosta di verifica
BES
DIDATTICA INCLUSIVA
BES
1 Indica con una crocetta le risposte giuste. 1. È possibile affermare che Gesù sia realmente esistito? A No, non abbiamo prove sufficienti. B No, la sua vita è leggenda. C Sì, abbiamo diverse fonti cristiane e non cristiane. 2. Il suo messaggio è stato subito scritto? A Sì. B No, inizialmente è stato tramandato solo oralmente. C Sì, Gesù ha dettato tutto ad alcuni suoi discepoli. 3. I Vangeli canonici sono: A quelli sinottici; B quelli apocrifi; C quelli secondo Marco, Matteo, Luca, Giovanni.
2 Collega l’immagine all’avvenimento corrispondente. Nascita di Gesù
Risurrezione di Gesù
Battesimo di Gesù
Crocifissione di Gesù
Se hai difficoltà con qualche termine che non hai compreso, sottolinealo, poi confrontati con un compagno o chiedi aiuto al tuo insegnante.
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UNITÀ 5
Verifica delle conoscenze
1 Indica con una crocetta le risposte giuste.
2 Rispondi alle domande.
1. Attraverso quali regioni della Palestina si snoda la vicenda umana di Gesù? A Samaria. B Perea. C Decapoli. D Galilea. E Giudea. F Traconitide.
1. Quale re, approvato da Roma, governava la Giudea quando nacque Gesù? ........................................................................................................................................ ....................................................................................................................................... .
2. Quali gruppi sociali e religiosi erano presenti in Palestina al tempo di Gesù? Dopo averli elencati scegline uno e spiega in sintesi le sue caratteristiche. .........................................................................................................................................
2. Da chi era dominata la Palestina al tempo di Gesù? A Dagli Egizi. B Dai Babilonesi. C Dai Romani.
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3 Completa la tabella.
I documenti che attestano l’esistenza di Gesù sono di due tipi: le fonti cristiane e le fonti non cristiane. Fonti cristiane
Fonti non cristiane
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4 Completa le seguenti affermazioni.
1. I Vangeli riconosciuti dalla Chiesa come canonici sono .................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 2. La parola Vangelo significa ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 3. I Vangeli sono stati scritti per ............................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... . 4. I Vangeli di Marco, Luca e Matteo sono sinottici perché se fossero scritti su tre colonne parallele apparirebbero ............................................................................................................................................................................................................................................................................................ . 5. Il Vangelo di Giovanni è chiamato Vangelo di .............................................................................................................................................................................. ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
5 Rispondi alle domande.
1. Perché si sentì l’esigenza di mettere per iscritto il Vangelo che all’inizio era tramandato oralmente? ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
2. Quali altri libri appartengono al Nuovo Testamento? ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
3. Scegline uno tra quelli che hai elencato e descrivine le caratteristiche. ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
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L’ANNUNCIO DI GESÙ
6 Indica con una crocetta le risposte giuste.
1. Il Regno di cui parla Gesù è: A un nuovo Regno di Israele, forte, ricco e libero dai Romani; B la presenza di Dio nel mondo che con Cristo è venuto incontro all’umanità per salvarla; C un Regno d’amore, di giustizia, di pace dove gli uomini sono perdonati e riconciliati con Dio. 2. C he cosa riguarda il messaggio centrale di Gesù? A L’amore di Dio. B La venuta del Messia. C L’amore verso il prossimo. D La salvezza dal peccato, dalla sofferenza e dalla morte. E La necessità della conversione. F Il potere e il successo. 3. I miracoli di Gesù sono: A il segno che Dio opera magie; B il segno che Gesù è il Figlio di Dio; C guarigioni puramente naturali; D interventi di salvezza; E fatti inventati.
7 Rispondi alle domande.
1. Gesù nella predicazione usa le parabole. Che cosa sono? ........................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
2. Quale preghiera Gesù ha insegnato ai discepoli? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .
8 Completa le seguenti affermazioni.
1. Il culmine della vita di Gesù e della sua missione di salvezza è la sua.......................................................................................... . 2. Dopo la sua risurrezione Gesù appare ai suoi ............................................................................................................................................................ . 3. Gesù affida agli apostoli il compito di .................................................................................................................................................................................. .
9 Sintetizza in alcune righe ciò che hai imparato dallo studio di questa quinta unità. ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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UNITÀ 5
10 Completa la mappa inserendo gli elementi mancanti elencati di seguito. segni • Apocalisse • apostoli • discorsi • prossimo • storico • Signore • giudaiche • Dio • Alleanza messaggio • Atti degli apostoli • Padre • testimonianza • Regno dei Cieli • Lettere Cattoliche • pagane
Gesù è un personaggio ......................................................
Ne parlano fonti cristiane e non cristiane: ............................................... e ...................................................
Per i cristiani Gesù è il Messia.
Predica in Palestina per tre anni con ....................................., parabole e ..................................... (miracoli).
Il nucleo centrale della predicazione di Gesù è l’annuncio del .................... ........................................
Dopo la morte e la risurrezione di Gesù gli apostoli iniziano la loro ............................................ proclamando che Gesù è il ..................................... e il Messia e annunciando a tutti il suo ......................................
La fonte principale da cui possiamo conoscere la vita, le opere e il messaggio di Gesù e i primi fondamentali passi della Chiesa è quella del Nuovo Testamento composto da: Vangeli, ..............................................................., Lettere di san Paolo, ....................................................................., ...........................................................
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Gesù nella Nuova ..................................... unisce Dio agli uomini in maniera definitiva.
Fra i discepoli che lo seguono Gesù sceglie 12 ....................................................
Gesù rivela Dio come ..................................... e indica la vita nuova del credente incentrata sull’amore a ..................................... e al ......................................
L’ANNUNCIO DI GESÙ
Verifica delle competenze L’ alunno individua, a partire dalla Bibbia, le tappe essenziali e i dati oggettivi della storia della salvezza, della vita e dell’insegnamento di Gesù […]. Lavori in un’agenzia turistica e un gruppo parrocchiale ti chiede di organizzare un tour in Palestina che segua le tappe (nascita, miracoli, morte e risurrezione…) della vita di Gesù. Presenta una proposta di viaggio accompagnandola anche da immagini delle diverse località che deciderai di visitare. .................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................................... 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Dossier
Papa Francesco
N
on si possono costruire ponti tra gli uomini dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri.
Papa Francesco
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DOSSIER
L’elezione «Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma». È così che papa Francesco si presenta al resto del mondo la sera del 13 marzo 2013 alla folla riunitasi in piazza San Pietro. A partire dall’abdicazione di Benedetto XVI era viva l’attenzione sulle vicissitudini della Chiesa, ma il nuovo papa con semplici gesti ha da subito conquistato tutti. È Jorge Mario Bergoglio che si affaccia alla loggia dopo la sua elezione. Il suo saluto, semplice, ma affettuoso, il crocifisso d’argento che indossava prima della sua elezione e che decide di non sostituire, la sua gestualità mai pronunciata e soprattutto il nome «Francesco», sono stati i primi segnali che hanno permesso al popolo di riconoscerlo come una persona umile.
Cenni biografici Nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, Bergoglio è il primo papa proveniente dal continente americano. Le sue origini sono italiane poiché sia la famiglia del padre, un ferroviere piemontese, sia quella della madre, casalinga genovese, emigrarono in Argentina. Prima di entrare nel seminario di Villa Devoto, Bergoglio studiò chimica e frequentò un corso di tango. Nel 1958 entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù, si dedicò agli studi teologici e filosofici e venne ordinato sacerdote nel dicembre del 1969. Dopo aver emesso la professione perpetua nei Gesuiti, guidò la Compagnia in un momento difficile per l’Argentina, durante la dittatura di Videla. Nel Giubileo del 2000 come arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio decide di dedicare un anno di penitenza per espiare le colpe di cui la Chiesa si era macchiata durante la dittatura. Nel 2001 è nominato cardinale e in quell’occasione venne ricordato per l’impegno dimostrato a mantenere un dialogo con gli esponenti dell’islam e dell’ebraismo.
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Dossier Papa Francesco 154
Il motto dello stemma episcopale Il motto che papa Francesco ha scelto e che appare nello stemma episcopale è Miserando atque eligendo. È un’espressione presa dall’omelia 21 di san Beda il Venerabile, Dottore della Chiesa, che conteneva il commento all’episodio del Vangelo in cui Matteo viene chiamato da Gesù e recita: «Ne ebbe misericordia, dunque lo scelse». Matteo era apostolo ed evangelista. Quando Gesù lo chiamò, faceva parte dei pubblicani, una delle categorie più odiate dal popolo ebraico in quanto accusati di essere peccatori perché maneggiavano monete romane. Papa Francesco ha sempre dimostrato nei confronti dei poveri la stessa misericordia che Gesù provò per Matteo, e ha desiderato, da subito, essere vicino ai bisognosi; la scelta del nome Francesco è emblematica in questo senso. Il 16 marzo, quando incontrò i giornalisti nell’aula Paolo VI, rivelò i motivi del nome Francesco, unico esempio nella storia del Papato. «Nell’elezione, io avevo accanto a me […] il cardinale Claudio Hummes […]. Quando i voti sono saliti a due terzi […] lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti mai dei poveri!”. Subito in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi». Questo nome richiama anche i temi della pace nel mondo quali: il dialogo con i credenti di ogni religione e il rispetto del creato. Il mandato che lui stesso si è posto è proprio quello di continuare a operare prima di tutto per chi ha più bisogno. Come può, però, l’uomo trovare la forza di prestarsi per gli ultimi? Papa Francesco risponde nell’omelia della domenica di Pasqua poche settimane dopo la sua elezione. In seguito all’annuncio della risurrezione del figlio di Dio, ricorda che Cristo porta l’amore e la misericordia nei cuori di ogni uomo. Questi doni sono in grado di far fiorire i deserti profondi e aridi del proprio io e se si è in grado di aprirsi a Dio, si troverà la forza di tramutare il male in bene. Soltanto partendo dalla riflessione intima con se stessi e dalle periferie esistenziali, si diventerà capaci di raggiungere le periferie geografiche e sociali per dare amore a chi necessita di conforto.
DOSSIER
Il desiderio di una Chiesa povera e per i poveri In un momento di crisi e di sfiducia del mondo nei confronti della Chiesa, papa Francesco prende per mano il popolo e dimostra ogni giorno, con piccoli gesti, che il rappresentante della comunità cristiana è in grado e desidera sinceramente adoperarsi e presentarsi come umile servitore vicino alle sofferenze di tutti. Il papa infatti, conosce le difficoltà che ha creato, e continua a creare, la crisi economica, in particolare riconosce che lo squilibrio tra ricchi e poveri si allarga sempre di più. «Questo squilibrio» dice Francesco «deriva da ideologie che promuovono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria». Gli stati non provvedono al bene comune, mentre in realtà dovrebbero responsabilizzarsi e combattere il dominio del denaro e i comportamenti tipici della società dello scarto, che rifiutano ciò che è semplice e umile. Papa Francesco, per primo, dimostra questa volontà di rivolgersi ai margini della società e lo fa a Cagliari, nel settembre 2013, in una Sardegna che chiede lavoro e considerazione. In quell’occasione, oltre a denunciare la globalizzazione che emargina, dimostra l’interesse per i malati, compiendo lo stesso gesto di Francesco d’Assisi: stringe in un abbraccio un malato di lebbra, Antonio Aste, ricoverato all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. È un gesto inusuale perché la lebbra è una malattia che isola, ma con esso il papa dona coraggio e amore.
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Dossier Papa Francesco 156
I viaggi importanti Assisi I viaggi e le visite del papa sono sempre ponderati e mai scontati, ma in particolare quello ad Assisi porta con sé un grande significato. È la città di san Francesco a cui il pontefice si è ispirato per la scelta del nome e per la principale missione che si è dato, ovvero quella di predicare l’umiltà. Nell’ottobre 2013 i cittadini accolgono il papa calorosamente: in lui rivedono lo spirito coraggioso e deciso di quel frate che con la sua spoliazione ha lasciato a tutto il mondo un modello di vita. Questo gesto diviene il programma dell’intera visita di papa Francesco che prega devotamente davanti alla tomba del santo di cui ha deciso di seguire le impronte. Alla folla riunita per ascoltare le sue parole e al mondo intero, Francesco ricorda che l’indifferenza verso la mondanità è la prima caratteristica dell’autentico cristiano. Questa volta, però, il papa non si rivolge solo ai fedeli, ma sta parlando principalmente ai membri della comunità ecclesiastica. Nel suo discorso ricorda che la Chiesa cresce con la testimonianza e non con le parole, proprio come lui stesso ha dimostrato il giorno dell’elezione e proprio come ha fatto san Francesco nel corso della sua vita. È un avvertimento forte quello che lancia perché è consapevole che l’obiettivo di una Chiesa povera è un percorso tortuoso. Il Papa, però, ha molta speranza ed è proprio ad Assisi che inizia a gettare le fondamenta di una nuova Chiesa: quella a cui i fedeli riescono ad avvicinarsi fiduciosi perché si fa vera testimone del messaggio del Vangelo. Inoltre Francesco sostiene che chi ricopre posizioni ai vertici deve essere capace di servire, e lo ha dimostrato quando il giovedì santo, poco dopo la sua ordinazione, ha lavato i piedi ai detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo. Nel suo spirito di disponibilità ha sorpreso tutti, agendo in conformità al Vangelo e all’azione di Gesù: «Nessuno è il più importante nella Chiesa, tutti siamo uguali agli occhi di Dio […] Io sono come ognuno di voi, tutti siamo fratelli. Nessuno è anonimo».
DOSSIER
Lampedusa Lampedusa è l’isola italiana divenuta la principale meta di speranza per migliaia di migranti. La sua posizione, infatti, esattamente a metà tra il continente africano e quello europeo, favorisce il fenomeno migratorio e ha trasformato Lampedusa in una terra di continui arrivi, ma anche di lutto e di morte a causa del grande numero di coloro che perdono la vita durante il viaggio. Il papa, l’8 luglio 2013, arriva sull’isola e sotto l’invito del parroco, don Stefano Nastasi, rivolge tutti i suoi pensieri ai morti in mare e alla problematica degli immigrati. Vuole essere vicino anche a queste persone che lasciano la terra natia per cercare una vita migliore, proprio come i suoi genitori fecero molti anni prima. «Voi siete una piccola realtà, ma offrite un esempio di solidarietà»: queste le parole di incoraggiamento che rivolge agli abitanti dell’isola dell’ «accoglienza». Papa Francesco tocca con mano l’esperienza di chi sbarca a Lampedusa: non c’è solo il viaggio in mare. Un ragazzo eritreo consegna e legge al papa una lettera in cui vengono descritte le tappe, i rischi, i disagi e le condizioni di una traversata sofferta e pesante. Francesco non tollera l’indifferenza davanti a un tale fenomeno e rimprovera chi è insensibile alle sventure degli altri. Invita anche a riflettere sul fatto che nessuno è capace di aprire gli occhi verso chi soffre e che nessuno si sente responsabile delle difficoltà degli immigrati e della morte di molti di loro. «Ho sentito che dovevo venire qui a pregare e a capire, ma anche a risvegliare la nostra coscienza». Anche in questa occasione il papa muove gli animi e insieme alla corona di fiori in mare, lancia un messaggio profondo, con la speranza che arrivi ai cuori di tutti.
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Dossier Papa Francesco 158
Papa Francesco e i giovani «Sono venuto per la gente, voglio toccarla». Papa Francesco lo ha detto e lo ha fatto nel suo viaggio a Rio de Janeiro durante la GMG (Giornata Mondiale della Gioventù) 2013. Ha incontrato, infatti, i ragazzi dell’ospedale San Francesco d’Assisi il quale ospita e recupera tossicodipendenti. Francesco ha dimostrato quanto teneva a questo incontro e quanto si sentiva vicino a ciascuno di quei ragazzi. Il papa li ha invitati alla preghiera perché possa concedere loro la speranza di rimettersi nuovamente in cammino. Davanti a una situazione così delicata non si può chiudere gli occhi: è necessario non abbandonarsi all’egoismo e avere la forza di abbracciare con amore e cura chi è nel bisogno. «In questo luogo di lotta contro la dipendenza chimica, vorrei abbracciare ciascuno e ciascuna di voi, voi che siete la carne di Cristo, e chiedere che Dio riempia di senso e di ferma speranza il vostro cammino, e anche il mio. Abbracciare. Abbiamo tutti bisogno di imparare ad abbracciare chi è nel bisogno, come san Francesco. Ci sono tante situazioni in Brasile, nel mondo, che chiedono attenzione, cura, amore, come la lotta contro la dipendenza chimica. Spesso, invece, nelle nostre società ciò che prevale è l’egoismo». Il papa ricorda ai giovani che sono loro i promotori della «rivoluzione della tenerezza» e della «civiltà dell’amore» e loro per primi devono valorizzare la dignità di ogni essere umano. Sempre a Rio, il papa ha fatto visita alla favela (una baraccopoli) di Varginha. Ha percorso le strade della povertà benedicendo tutti e accarezzando i bambini. Ha condannato ancora una volta la «cultura dello scarto» che porta all’emarginazione dei deboli e ha sottolineato come invece, nonostante le misere condizioni, le persone di questa favela hanno sempre mostrato accoglienza e solidarietà. Durante la GMG il papa ha incontrato anche otto detenuti, sei ragazzi e due ragazze, provenienti da quattro carceri minorili. I ragazzi hanno regalato al papa un rosario con palline di polistirolo. Con questo dono gli otto giovani hanno voluto ricordare il massacro della Candelaria, quando venti anni fa la polizia massacrò sessanta meninos de rua, i bambini di strada orfani e abbandonati delle città brasiliane. Il papa ha risposto dicendo: «Mai più violenza nella vostra vita, solo amore». Durante i suoi viaggi e le sue visite, papa Francesco agisce davanti a tutto il mondo e dentro ai suoi gesti custodisce la frase «fate come me» invitando alla sua imitazione per incoraggiare a una fede più forte proprio come faceva Gesù Cristo.
DOSSIER
Lumen Fidei Lumen Fidei, l’enciclica del 29 giugno 2013, è un vero e proprio lavoro a quattro mani che il pontefice ha elaborato sulla base degli appunti del suo predecessore, come lui stesso afferma: «Queste considerazioni sulla fede intendono aggiungersi a quanto Benedetto XVI ha scritto nelle lettere encicliche sulla carità e sulla speranza. Egli aveva già quasi completato una prima stesura di lettera enciclica sulla fede. Gliene sono profondamente grato e, nella fraternità di Cristo, assumo il suo prezioso lavoro, aggiungendo al testo alcuni ulteriori contributi». Questo documento è molto importante, perché vi si trovano i presupposti teorici che sono alla base dei comportamenti del papa. Nel documento si sottolinea che la fede, un bene di tutti, porta gli uomini al servizio concreto per la giustizia, il diritto e la pace. L’impegno e l’amore per gli altri sono il segno concreto di una fede che diventa bene comune perché aiuta gli uomini a creare una società in cammino verso «un futuro di speranza». Come afferma papa Francesco nell’enciclica: «Proprio grazie alla sua connessione con l’amore (cfr Gal 5,6), la luce della fede si pone al servizio concreto della giustizia, del diritto e della pace. La fede nasce dall’incontro con l’amore originario di Dio in cui appare il senso e la bontà della nostra vita; questa viene illuminata nella misura in cui entra nel dinamismo aperto da quest’amore, in quanto diventa cioè cammino e pratica verso la pienezza dell’amore. La luce della fede è in grado di valorizzare la ricchezza delle relazioni umane, la loro capacità di mantenersi, di essere affidabili, di arricchire la vita comune. [...] La fede fa comprendere l’architettura dei rapporti umani, perché ne coglie il fondamento ultimo e il destino definitivo in Dio, nel suo amore, e così illumina l’arte dell’edificazione, diventando un servizio al bene comune. Sì, la fede è un bene per tutti, è un bene comune, la sua luce non illumina solo l’interno della Chiesa, né serve unicamente a costruire una città eterna nell’aldilà; essa ci aiuta a edificare le nostre società, in modo che camminino verso un futuro di speranza». (Lumen Fidei, 51)
Evangelii Gaudium Evangelii Gaudium è la prima esortazione apostolica scritta da papa Francesco e promulgata il 24 novembre 2013, con la quale è stato chiuso l’anno della fede fortemente voluto da Benedetto XVI, iniziato l’11 ottobre del 2012. Nell’esortazione apostolica il papa invita gli uomini a vivere la «gioia del Vangelo» in «un cammino che ha come meta finale l’incontro pieno con Dio, e durante il quale lo Spirito Santo ci purifica, per farci entrare nella felicità a cui anela il nostro cuore». In questo documento, tutto nuovo nella sua struttura in quanto può essere considerato un vero e proprio vademecum della conversione, ci sono parole piene di speranza ma che allo stesso tempo scuotono la coscienza e richiamano tutti a scelte responsabili: «Invito ogni cristiano» scrive il papa «in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché “nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore”. (Evangelii Gaudium, 3)
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Glossario Agiografi: p. 63 dal greco hághioi, «sacri» e graphoi, «scrittori». Sono così denominati tutti gli autori-redattori dei libri della Bibbia. Le loro opere sono quindi elaborate sotto l’ispirazione di Dio e costituiscono il canone. Aldilà: p. 9 ciò che sta oltre questo mondo e dopo la morte, cioè la vita ultraterrena. Alleanza: p. 82 dall’ebraico berith che, nelle culture e nelle religioni mediorientali, indicava un patto stipulato tra persone con cui ci si impegna alla fedeltà. Il rapporto tra Dio e Israele viene assimilato a questa categoria. La parola Alleanza indica, dunque, tutto il complesso della storia della salvezza. Antisemitismo: p. 98 si indicano i pregiudizi e gli atteggiamenti persecutori nei confronti degli ebrei, chiamati genericamente semiti (coloro che parlano lingue appartenenti al gruppo semitico: l’arabo, l’ebraico, l’aramaico). Antropomorfo: p. 35 dal greco ánthropos, «uomo» e morphé, «forma». Riferito alla divinità, il termine indica che questa viene rappresentata con forme umane e a lei vengono attribuiti anche sentimenti umani. Apocrifo: p. 65 dal greco apokryphos, «nascosto, segreto»; libro di argomento sacro che la Chiesa non riconosce come valido dal punto di vista dottrinale, in quanto non autentico e non ispirato da Dio. Arcangelo: p. 112 dal greco archángelos, «capo supremo degli angeli». La Lettera di Giuda applica questo titolo a Michele; la tradizione ecclesiastica lo estese poi a Gabriele e a Raffaele. I tre arcangeli sono celebrati nella liturgia della Chiesa cattolica il 29 settembre. Cherigmatico: p. 117 da Kerýgma, parola greca, letteralmente «annuncio», «testimonianza». È la proclamazione del nucleo essenziale del messaggio evan-
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gelico («Gesù Cristo è morto e risorto»), annunciato per divina missione dalla Chiesa e proposto come invito e appello alla fede. Cremazione: p. 41 dal latino cremare, «bruciare». Procedimento consistente nel bruciare un cadavere. Le ceneri vengono poi raccolte in un’urna. Decalogo: p. 86 dal greco deca logos «dieci parole». Il decalogo sono i dieci comandamenti dati da Dio a Mosè sul monte Sinai. Costituiscono la «magna charta», cioè il punto di riferimento dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo. Ne sono state tramandate due formulazioni: nel libro dell’Esodo (Es 20, 2-17) e nel libro del Deuteronomio (Dt 5, 6-21). Diaspora: p. 98 dal greco diasporá, «dispersione». Indica la dispersione di un popolo fuori della propria terra. La diaspora per definizione è quella degli Ebrei «dispersi» fuori della Palestina. Divinazione: p. 27 dal latino divinatus, «ispirato», «profetico». È la pretesa di predire il futuro attraverso l’esame dei segni che si ritenevano mandati dagli dei. Esodo: p. 86 dal greco èxodos, «uscita». È un libro dell’A.T., il secondo del Pentateuco, il cui contenuto centrale è appunto la liberazione dalla schiavitù d’Egitto sotto la guida di Mosè con l’aiuto di Dio. L’Esodo sviluppa anche il tema dell’alleanza del Sinai (Es 19, 1-40, 38). Fede: p. 59 dal latino fides. L’Antico Testamento presenta la fede come abbandono fiducioso alla Parola di Dio (Noè, Abramo, Mosè ecc.) o come adesione alla predicazione dei profeti. Per il Nuovo Testamento, la fede è riconoscere che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, morto e risorto per salvare tutti gli uomini. Figlio di Dio: p. 122 titolo che nel Nuovo Testamento è applicato a Gesù Cristo per indicare il rapporto unico che lo unisce a Dio suo Padre. Getsèmani: p. 136 dall’aramaico gat shemaním. Nome del podere od orto ai piedi del Monte degli Ulivi, di fronte
alla collina del Tempio di Gerusalemme, al di là del torrente Cedron. Qui Gesù fu catturato dalle guardie del Sinedrio mentre pregava con Pietro, Giacomo e Giovanni, dopo l’Ultima cena. Golgota: p. 138 dall’aramaico Gulgaltha, poi, in latino calvariae locus, «luogo del teschio»; è il luogo fuori le mura di Gerusalemme, in cui Gesù fu crocifisso. Il nome deriva dal fatto che la collina aveva la forma di un cranio. Haroset: p. 88 salsa rossastra composta da miele, mandorle e vino, che simboleggiava la dolcezza della libertà rispetto all’agro del sedano, simbolo dell’amarezza della schiavitù egizia. Iniziazione: p. 8 dal tardo latino initiatio: complesso di riti e pratiche che presso i popoli primitivi segnano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Inumazione: p. 37 dal latino in e humus, «terra». L’azione del sotterrare, quindi, la sepoltura. JHWH: p. 64 è il cosiddetto «tetragramma biblico», ovvero le quattro consonanti ebraiche che indicano il nome di Dio e che sono impronunciabili. Messia: p. 96 dall’ebraico mashîah, «unto» (in greco tradotto con christós). Indica colui che è investito ufficialmente del ruolo di liberatore e salvatore secondo la volontà di Dio. Le investiture dei re, delle guide del popolo, si facevano, nella cultura ebraica, tramite l’unzione con olio, elemento allora molto prezioso. Per l’ebreo credente il Messia era ed è un essere umano discendente del re Davide, scelto da Dio stesso. Miracolo: p. 130 dal latino miraculum, «oggetto di meraviglia», derivato dal verbo mirari, «meravigliarsi», «osservare con stupore». Evento o fatto sensibile in cui si manifesta la potenza di Dio e che è al di là dell’esperienza umana e delle leggi della natura. Missione: p. 132 dal latino missio, derivato di missus (participio passato di mittere, «mandare»). Il termine indica il compito che la Chiesa intera e ogni
singolo fedele, in forza del battesimo, hanno di annunciare e testimoniare a tutti gli uomini il messaggio della salvezza. L’opera missionaria della Chiesa è iniziata il giorno di Pentecoste, con la predicazione apostolica. Mito: p. 28 dal greco mythos, «narrazione»; racconto collocato fuori dal tempo sull’origine e sulla vita degli dei, del mondo e degli uomini. Necropoli: p. 40 dal greco nekrós, «morto» e pólis, «città». Complesso di antiche sepolture portato alla luce da scavi archeologici. Neolitico: p. 10 dal greco, significa «Età della pietra recente». È il periodo della preistoria più vicino a noi e dura solo poche migliaia di anni. Nel Neolitico la pietra viene levigata strofinandola su rocce umide e dure: si definisce amigdala. Oblazione: p. 36 dal latino oblatio, «offerta». Indica l’offerta di tutto ciò che si porta all’altare nella processione offertoriale. Oracolo: p. 34 dal verbo latino orare, «parlare». Responso, spesso in forma misteriosa e ambigua, che gli dei, interrogati per conoscere il futuro, davano mediante la voce dei sacerdoti e dei veggenti. Pantheon: p. 42 dal greco pân, «tutto» e theós, «dio». Nelle religioni politeiste è l’insieme di tutti gli dei. Patto: p. 60 dal latino pactum, derivato di pacisci, «stipulare un accordo». È l’accordo tra due o più parti. L’espressione «Patto dell’Alleanza» si riferisce al rapporto di amicizia e di fedeltà tra Dio e gli uomini e indica tutta la storia della salvezza. Pietas: p. 43 parola latina derivata dal verbo piare, «placare». Consiste in due atteggiamenti tra loro collegati: a) rispetto umile e timoroso nei confronti della divinità per disporla favorevolmente; b) volontà di mettersi nelle condizioni migliori per avvicinarsi a essa, eliminando o allontanando da sé ogni forma d’impurità.
Politeismo: p. 27 dal greco polis, «molti», e theos, «Dio». Fede in molte divinità. Pontefice: p. 43 dal latino pontifex (da pons, «ponte» e facere, «fare»). Indica colui che fa da «ponte», cioè collega l’uomo alla divinità. Presso gli antichi Romani, ciascun membro di uno dei collegi sacerdotali che presiedeva al culto. Preceduto dall’aggettivo «sommo», indica oggi il papa, il capo della Chiesa cattolica. Preistoria: p. 4 lungo periodo che va dalla comparsa dei primi rappresentanti del genere umano (circa 2,5 milioni di anni fa) fino all’invenzione della scrittura. Di questo periodo rimangono numerose tracce: ossa, sepolture, graffiti e oggetti, quasi esclusivamente di pietra. Per questo motivo si chiama «età della pietra» e si divide in Paleolitico (tempo antico) e Neolitico (tempo nuovo). Regno di Dio: p. 124 l’espressione indica la piena e definitiva sovranità di Dio sul mondo, la storia e gli uomini. Il Regno di Dio è centrale nella predicazione di Gesù. Illustrato con molteplici parabole, è annunciato come realtà già presente e avrà compimento alla fine dei tempi. Il Regno di Dio si identifica con la persona di Gesù Cristo. Religione: p. 12 deriva dal latino re-ligare (= legare) ed è l’insieme degli elementi necessari a collegare il mondo terreno e quello ultraterreno; oppure da re-legere (= raccogliere) ed è l’insieme di formule, riti e atti per evocare, pregare le diverse divinità o il dio. Rito: p. 9 dal sanscrito rtàm, «ciò che è conforme all’ordine». Gesti e parole con cui si rende onore alle divinità in forma pubblica e strutturata secondo regole e tradizioni. Rito magico: p. 11 pratica rituale che tende ad agire, mediante arti misteriose, sulla natura o sull’uomo, nel tentativo di modificarli o di influenzarli. Sacrificio: p. 11 nella storia delle religioni il sacrificio è un’azione rituale, in cui viene offerto un dono a esseri sovraumani per stabilire con essi un contatto benevolo. Il sacrificio poteva
essere cruento (quando veniva uccisa la vittima designata che era un animale o addirittura un uomo) o incruento (offerta in natura) senza spargimento di sangue. Santuario: p. 34 il termine, in origine, indicava il luogo adibito al culto e dedicato alla divinità. Nella religione cattolica è la chiesa che conserva immagini sacre, reliquie miracolose o che è sorta in un luogo degno di venerazione (perché vi si è verificato un miracolo, un’apparizione o perché ha dato i natali a un santo). Scriba: p. 97 depositario dei segreti della scrittura, addetto alla stesura dei documenti ufficiali. Nel mondo ebraico, lo scriba era un sapiente, osservante della Sacra Scrittura, soprattutto nei suoi aspetti formali ed esteriori. Sinottico: p. 65 che può essere letto in parallelo, con uno sguardo d’insieme. Talmud: p. 99 dall’ebraico, significa «studio». È la raccolta scritta delle norme e delle interpretazioni dei dottori della legge (mishnah) e dei commenti successivi per rispondere alle nuove situazioni prospettate. Esistono due Talmud: quello di Gerusalemme e quello babilonese. Tefillim: p. 90 i tefillim sono scatolette di pelle munite di lacci. Contengono piccole pergamene sulle quali sono stati copiati alcuni testi della Torah. Teofania: p. 113 dal greco theós, «dio» e pháinein, «apparire». Il termine designa una manifestazione di Dio percepibile con i sensi. Di teofania si parla in quasi tutte le esperienze religiose. Nella Bibbia tipica è la teofania del Sinai (Es 19, 16), modello letterario per tutte le altre. Vangelo: p. 116 dal greco euanghélion, significa «lieto annuncio», «buona novella». Vasi canopi: p. 33 dalla città egiziana di Canopo. Urne funerarie dell’antico Egitto in cui si mettevano le parti molli del corpo del defunto. Erano quattro e i coperchi avevano la testa di uomo, babbuino, falco e sciacallo a seconda dell’organo che contenevano: fegato, polmoni, stomaco e intestino.
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