RadiocorriereTv n. 9 anno 88

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RadiocorriereTv SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA

"Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus"

photocredit: Fabio Lovino

Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997

numero 9 - anno 88 4 Marzo 2019

John Turturro è Guglielmo da Baskerville



Fabrizio Casinelli

Vita da strada

Sono passati 18 lunghi anni e Serena aspetta ancora giustizia. Quella giustizia che non servirà a restituirla ai suoi affetti, ai suoi amici, alla sua vita, ma quella giustizia che scriverà la parola fine su una vicenda troppo brutta per essere vera. E le novità che sono emerse dalle ultime indagini la rendono ancora più orribile. La relazione del RIS avrebbe ricostruito le ultime ore della ragazza e il risultato purtroppo ha riaperto una ferita profonda nell'intera comunità del piccolo paese del frusinate. Serena dopo essere stata picchiata e seviziata poteva essere salvata, questo dice la relazione. Invece è stata lasciata morire al termine di una lunga agonia. Perché chi si è macchiato di questo terribile omicidio invece di far intervenire immediatamente i soccorsi ha cercato una soluzione così mostruosa? Perché tanta omertà? Perché tanta paura nel parlare nel dire? Perché ci sono voluti diciotto anni per avvicinarsi ad una verità ancora tutta da provare, ma tanto chiacchierata, quando si perdeva tempo in depistaggi, menzogne, falsità e omissioni? Perché altre lacrime si sono dovute versare in questa tragica storia? E come può il colpevole di un simile delitto continuare a guardarsi allo specchio? Non vede riflesso quel giovane sorriso che la sua violenza ha spento per sempre? E' il momento di andare a dama. Di chiudere questa pagina drammatica. Di dare risposte definitive ad un Padre troppe volte umiliato, alla famiglia, all'intera comunità, ma soprattutto a Serena. Buona settimana.


SOMMARIO N. 9 4 MARZO 2019

VITA DA STRADA 3

CONVERSAZIONE SU TIRESIA Il creatore del Commissario Montalbano protagonista di un viaggio tra mito e letteratura. Martedì 5 marzo in prima serata Rai1 trasmette "Conversazione su Tiresia", spettacolo scritto e narrato da Andrea Camilleri, registrato nel giugno scorso al Teatro Greco di Siracusa

ALESSIA BARELLA GIANMARCO SAURINO

L'attrice parla al RadiocorriereTv di un successo che dura da oltre vent'anni, sul piccolo e sul grande schermo: "Oggi mi piace misurarmi con dei ruoli diversi, più maturi"

Dal teatro classico alle serie Tv con la stessa voglia di donarsi al pubblico. Gianmarco Saurino, protagonista di "Che Dio ci aiuti" al RadiocorriereTv

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FICTION IL NOME DELLA ROSA Il regista Giacomo Battiato traduce in immagini per il piccolo schermo il romanzo capolavoro di Umberto Eco. In prima serata da lunedì 4 marzo su Rai1 6

RADIOCORRIERETV SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 Numero 9 - anno 88 4 Marzo 2019

DIRETTORE RESPONSABILE FABRIZIO CASINELLI Redazione - Rai Via Umberto Novaro 18 00195 ROMA Tel. 0633178213

RadiocorriereTv

www.radiocorrieretv.rai.it www.rai-com.com www.ufficiostampa.rai.it HeadLine giornalisti Ivan Gabrielli

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Hanno collaborato Simonetta Faverio Carlo Casoli Claudia Turconi Antonella Colombo

radiocorrieretv

Grafica, impaginazione Cinzia Geromino Claudia Tore Fotografico Barbara Pellegrino Fabiola Sanesi


MADE IN SUD Dall'auditorium della Rai di Napoli torna "Made in Sud" condotto da Fatima Trotta e dall'attesa new entry Stefano De Martino 26

RADIO Le novità e gli appuntamenti del mondo RadioRai 36

SPORT STORIE DI CALCIO Ogni settimana raccontiamo il calcio a modo nostro. Sfide impossibili, parate straordinarie, reti decisive, ma soprattutto gesti atletici che non dimenticheremo facilmente…

CINEMA IN TV Una selezione dei film in programma sulle reti Rai 50

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ALMANACCO Le storiche copertine del RadiocorriereTv

RITA DALLA CHIESA Opinionista di "Italia Sì" il sabato pomeriggio su Rai1, Rita Dalla Chiesa parla della sua esperienza nel programma condotto da Marco Liorni:

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RAGAZZI

CULTURA L'arte, la musica, la storia, la danza, il tearo, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai 40

ORA O MAI PIÙ Il cantautore toscano Paolo Vallesi (coach Ornella Vanoni) ha vinto la seconda edizione di "Ora o mai più" su Rai1 34

Tutte le novità del palinsesto Rai dedicato ai più piccoli 44


FICTION

"Il Signore mi conceda la grazia di essere testimone trasparente delle vicende accadute all'abbazia di cui è bene e pio si taccia ormai anche il nome, al finire dell'anno del Signore 1327 in cui l'imperatore Ludovico scese in Italia per ricostruire la dignità del sacro romano impero..." "Io non sapevo allora cosa frate Guglielmo cercasse, e a dire il vero non lo so ancor oggi, e presumo non lo sapesse neppure lui, mosso com'era dall'unico desiderio della verità, e del sospetto – che sempre gli vidi nutrire – che la verità non fosse quella che gli appariva in quel momento". Umberto Eco, "Il nome della Rosa"

Il regista Giacomo Battiato traduce in immagini per il piccolo schermo il romanzo capolavoro di Umberto Eco. In prima serata da lunedì 4 marzo su Rai1

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7 photocredit: Fabio Lovino


«"I

l nome della rosa" non è solo un romanzo ma un grande libro, c'è una struttura certamente di romanzo poliziesco, ma dentro c'è tutto, ci sono la storia, la filosofia, si parla d'amore, del ruolo della donna nel mondo, di conoscenza. Il problema era trasformare tutto questo non in una lezione fatta da una cattedra, ma in azione», Giacomo Battiato firma la regia e la sceneggiatura della serie tratta dal best seller mondiale di Umberto Eco, trasmessa in prima serata su Rai1 in quattro appuntamenti a partire da lunedì 4 marzo. Una prima visione assoluta che porta lo spettatore nel Medioevo, consegnandolo ad una vicenda intensa e a personaggi straordinari. Un cast internazionale che vede John Turturro vestire i panni del frate francescano Guglielmo da Baskerville, il giovane Damian Hardung quelli del novizio Adso da Melk e Rupert Everett trasformarsi nell'inquisitore Bernardo Gui. Nel cast Fabrizio Bentivoglio, Alessio Boni, Greta Scarano, Richard Sammel, Stefano Fresi, Roberto Herlitzka. "Ho letto il libro e l'ho trovato bellissimo – afferma Turturro –. Ho scoperto un mondo straordinario. Il libro racconta un mondo che ha elementi estremamente attuali, è stata una grandissima esperienza. Sono rimasto commosso dalla riuscita e della grandiosità del progetto. Non ho mai visto il film con Sean Connery anche per non farmi influenzare". "Il nome della rosa", co-prodotto da 11 Marzo Film, Palomar, Tele München Group e Rai Fiction, ha già raccolto l'interesse delle più importanti televisioni del mondo, a partire dalla BBC nel Regno Unito, che trasmetteranno le otto puntate girate tra gli studi di Cinecittà e le location dal vero di Marche e Abruzzo. "Questa serie nasce dal libro italiano che ha avuto un successo planetario, con 55 milioni di copie vendute – afferma Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction –. È un esempio di come si possa essere colti e popolari

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nello stesso tempo e di quanto si possano tenere insieme, in un'epoca remota come il Medioevo, thriller, ricerca della verità e fiducia della ragione contro la paura". A scrivere il soggetto e a prendere parte alla stesura della sceneggiatura è stato Andrea Porporati: "‘Eco mi ha influenzato quando a diciotto anni ho letto il libro per la prima volta, una lettura che in un certo senso ha cambiato il mio modo di vedere le cose. Ciò che a me tocca il cuore è il fatto che questo assassino uccide per evitare che si riscopra l'arte del ridere, del vedere le cose da un altro punto di vista, che non è semplicemente quello del potere, dell'assolutismo, del totalitarismo. Eco era una persona molto divertente, ovviamente rigorosissima, intelligentissima, severa quando necessario, e che in un certo senso chiedeva a tutti di essere divertenti. Quello che a me è rimasto, e che mi piacerebbe che il film trasmettesse, è che bisogna continuare a ridere, ridere di tutto". Una realizzazione che è motivo d'orgoglio per la televisione di Stato. "Umberto Eco è stato un punto di partenza per questa Rai e oggi ne è in qualche modo anche un punto di arrivo e forse la base di un punto di rilancio – dice il direttore di Rai1 Teresa De Santis –. Lui fece parte del famoso gruppo dei corsari, quelli che furono istruiti da Pier Emilio Gennarini per rinnovare e reinventare la Rai e farne una televisione moderna, che si svecchiasse, che lasciasse alle spalle i retaggi della storia passata di questo Paese e che cominciasse a raccontarne una parte moderna, contemporanea. Arriviamo oggi a questo punto dove finalmente il suo romanzo di maggior successo, una delle più grandi opere della nostra letteratura, diventa un punto fondante, un punto di svolta. Per noi c'è un dato simbolico importante nel mettere in onda ‘Il nome della rosa' oltre al fatto che si tratta di un'opera straordinaria". La serie sarà trasmessa in contemporanea in ultra HD su Rai4K, canale 210 della piattaforma Tivùsat.  9


John Tu rtu rro e' Guglielmo da Baskerville Guglielmo è un monaco francescano inglese, scelto per mediare la disputa nell'incontro tra la delegazione di Papa Giovanni XXII e quella dei dotti francescani che sono accusati di voler destituire il potere temporale della Chiesa. Dotato di un'intelligenza e di una capacità di osservazione fuori dal comune, è in grado di leggere la realtà come un libro aperto affidandosi a un approccio scientifico e al proprio infallibile metodo deduttivo. Sebbene sia un uomo di fede del Medioevo, cerca sempre la spiegazione più logica e razionale, anche di fronte a quegli eventi che appaiono incontrovertibilmente frutto di forze soprannaturali. Insieme a Bernardo Gui, in passato, ha fatto parte della Santa Inquisizione. Un'esperienza che lo ha segnato profondamente, anche se ha sempre cercato di applicare la Regola con giustizia, condannando solo chi si era macchiato di gravi delitti. Guglielmo crede che la Chiesa debba essere povera, dove per povera non intende il possedere o meno beni materiali, ma il rinunciare a voler legiferare sulle cose terrene.

Damian Hardung e' Adso da Melk

photocredit: Fabio Lovino

Non ancora ventenne Adso è un giovane di nobili origini, figlio di un generale tedesco che vuole che diventi un coraggioso guerriero. Adso sente però dentro di sé un'intensa spiritualità, una forte sete di conoscenza e un rifiuto totale per gli orrori della guerra. Il suo desiderio è quello di farsi monaco ed entrare nell'Ordine benedettino. Per questo scappa nottetempo dal campo di battaglia e nella sua fuga incontra Guglielmo da Baskerville, rimanendone profondamente affascinato tanto da seguirlo.

Rupert Everett e' Bernard o Gui Bernardo Gui è una figura storica realmente esistita. È stato un domenicano francese noto per il suo operato da Inquisitore oltre che per essere uno degli scrittori più prolifici del Medioevo, autore del famoso Manuale dell'Inquisitore. Il suo personaggio ha uno sguardo duro e incrollabile, la sua voce è fredda e autoritaria, è un uomo potente e suscita paura. Da Inquisitore, braccio destro del Papa Giovanni XXII, ha perseguitato gli eretici, tra i quali i temuti dolciniani, streghe e stregoni. Vede l'Inquisizione come strumento della volontà di Dio. 10


Alessio Boni e' D olcino È il capo di una setta di frati francescani rinnegati (i dolciniani), che contro la Chiesa ricca e corrotta sogna una società fondata sulla libertà, il rispetto, la spiritualità, l'uguaglianza sociale e la parità tra uomo e donna. Obiettivi da perseguire anche ricorrendo alla violenza.

Fabrizio Bentivo glio e' Remigio da Varagine È il cellario dell'abbazia, monaco converso che fa il proprio dovere nella cucina. Non è un santo, annega i suoi ricordi nel vino, la sua fede è forse solo una copertura. E soprattutto, nasconde un segreto. Quindici anni prima, Remigio è stato un seguace dell'eretico Dolcino, con lui ha ucciso preti corrotti e depredato i ricchi padroni, amando di un amore disperato la bella Margherita che non è riuscito a salvare dal rogo e alla quale ha promesso di proteggere la figlia Anna. L'arrivo prima delle due delegazioni e poi di Anna, lo riporta però al passato che ha cercato in tutti i modi di dimenticare.

Stefano Fresi e' Salvatore Monaco converso dal viso deforme e dall'aspetto mostruoso, Salvatore ha una personalità semplice come quella di un bambino. Non è dato sapere da dove venga, parla una lingua tutta sua e spesso incomprensibile, mescolando latino e diversi volgari. Si occupa di produrre la carta della biblioteca nel mulino e s'invaghisce della ragazza occitana, che cerca di far innamorare con un rito magico. Anche lui dolciniano, è stato salvato da Remigio che lo ha affrancato da una condizione di schiavo di corte, portandolo con sé.

Greta Scarano e' Anna

photo: Turetta

Anna è la figlia di Dolcino e Margherita. Aveva solo otto anni quando ha perso i genitori ed è stata tratta in salvo da Remigio. Quindici anni più tardi, Bernardo Gui, in rotta verso l'abbazia compie un violento massacro, uccidendo la maggior parte della popolazione. Tra le vittime ci sono anche il marito e il figlio di Anna. La donna si salva miracolosamente e decide di vendicarsi.

Antonia Fotaras e' la ragazza occitana Giovane, selvaggia e bella, la ragazza occitana dai capelli rossi è in fuga dalla guerra che sta devastando il Sud della Francia. Le truppe hanno distrutto la sua casa, ucciso la sua famiglia e violato il suo corpo. Dalla sua bellezza rimane completamente conquistato il novizio Adso. 11


Il romanzo di Umberto Eco consegna al lettore (e alla società) una nuova chiave d'accesso al Medioevo

"A

ll'inizio l'idea era di scrivere una specie di giallo. In seguito mi sono accorto che i miei romanzi non sono mai cominciati da un progetto, ma da un'immagine. E l'immagine che mi appariva era il ricordo di me stesso nell'Abbazia di Santa Scolastica, davanti a un leggio enorme che leggevo gli Acta Sanctorum e mi divertivo come un pazzo. Da qui l'idea di immaginare un benedettino in un monastero che mentre legge la collezione rilegata del Manifesto muore fulminato". È Umberto Eco a raccontare le origini del suo romanzo più conosciuto e amato in un'intervista rilasciata a La Domenica di Repubblica il 9 luglio del 2006. "Il nome della rosa", pubblicato da Bompiani nel 1980 e vincitore del Premio Strega l'anno successivo, tradotto in 50 lingue e divenuto un best seller da oltre 55 milioni di copie, ha segnato l'esordio del Professore nella narrativa e ha consentito a generazioni di lettori in ogni angolo del mondo di considerare e interpretare il Medioevo in modo nuovo, da punti di vista differenti. Il thriller e la ricostruzione storica nel romanzo sono il frutto di una passione profonda dell'autore per un momento storico ampio e complesso, da leggere nelle sue numerose sfaccettature. Eco ha acceso la luce su secoli che gli storici hanno sovente etichettato come bui, dimostrando anche quanto il Medioevo abbia ampiamente contribuito alla formazione del pensiero moderno. Nell'introduzione a "Historia. La grande storia della civiltà europea", (Federico Motta Editore), Eco scrive: "Il Medioevo era sempre diverso anche da se stesso, salvo che cercava di non dirlo. La nostra epoca moderna ama mettere in scena le proprie contraddizioni, mentre il Medioevo ha sempre teso a occultarle".

Eco legge, traduce, disegna, scrive a mano il suo capolavoro, creando una vicenda che vive nella storia e della storia, in un'ambientazione dalle atmosfere inquietanti e in continuo divenire. Un viaggio che vede nel riso e nell'ironia, proprie dell'umana natura, una via d'accesso alla conoscenza. Così Eco nelle Postille a "Il nome della Rosa": "In verità non ho solo deciso di raccontare del Medioevo. Ho deciso di raccontare nel Medioevo, e per bocca di un cronista dell'epoca. […] Mi sono messo a leggere o a rileggere i cronisti medievali, per acquistarne il ritmo, e il candore. Essi avrebbero parlato per me, e io ero libero da sospetti. Libero da sospetti, ma non dagli echi dell'intertestualità. Ho riscoperto così ciò che gli scrittori hanno sempre saputo (e che tante volte ci hanno detto): i libri parlano sempre di altri libri e ogni storia racconta una storia già raccontata".  12

Il M il P

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Medioevo e Professore 13


CONVERSAZIONE SU TIRESIA

CAMILLERI

TIRESIA

E L'

ETERNITÀ

Il creatore del Commissario Montalbano protagonista di un viaggio tra mito e letteratura. Martedì 5 marzo in prima serata Rai1 trasmette "Conversazione su Tiresia", spettacolo scritto e narrato da Andrea Camilleri, registrato nel giugno scorso al Teatro Greco di Siracusa

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C

on i suoi scritti e con i film ad essi ispirati ha appassionato milioni di lettori e oltre un miliardo di telespettatori in tutto il mondo. Andrea Camilleri è uno degli scrittori contemporanei più amati, capace di coniugare una scrittura alta e mai scontata con il gusto popolare. Il padre del Commissario Montalbano e di tanti altri personaggi amati, il narratore di storie avvincenti e cosparse dei colori e dei sapori della sua Sicilia, compie un viaggio tra mito e letteratura sulle orme dell'indovino Tiresia. Lo fa in una serata evento, trasmessa da Rai1 martedì 5 marzo alle 21.25, con uno spettacolo realizzato nel giugno scorso a Siracusa. «Ho trascorso questa mia vita ad inventarmi storie e personaggi. L'invenzione più felice è stata quella di un commissario conosciuto ormai nel mondo intero – dice Andrea Camilleri –. Da quando Zeus, o chi ne fa le veci, ha deciso di togliermi di nuovo la vista, questa volta a novant'anni, ho sentito l'urgenza di riuscire a capire cosa sia l'eternità e solo venendo qui, solo su queste pietre eterne, posso intuirla, solo su queste pietre eterne». Un racconto mitico, pensato, scritto e narrato da Andrea Camilleri che porta in scena la storia dell'indovino, che proprio grazie alla mancanza della vista, meglio riusciva ad assolvere il proprio ruolo di veggente. Le vicende di Tiresia attraversano i secoli fino ad intrecciarsi con quelle dello stesso scrittore. Nella conversazione Camilleri dialoga con i tanti che hanno narrato la figura dell'indovino, mantenendone vivo e alimentandone il mito. E così lo spettatore ascolta Omero, Sofocle, Seneca, Dante, T.S. Eliot, Apollinaire, Virginia Woolf, Borges, Pound, Pavese, Primo Levi, così come Woody Allen, che fa apparire Tiresia ne "La dea dell'amore", il Pasolini dell'"Edipo Re" e i Genesis de "The Cinema Show", brano che apre lo spettacolo. Messa in scena nel luogo simbolo della Magna Grecia, il Teatro Greco di Siracusa di fronte a 4 mila persone, e passata sul grande schermo nel corso dell'inverno, la "Conversazione" di Camilleri giunge ora alla platea televisiva, su quella Rai1 che è da oltre vent'anni la casa naturale dei capolavori letterari dello scrittore siciliano. 

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GIANMARCO SAURINO

RECITARE È L 18

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Dal teatro classico alle serie Tv con la stessa voglia di donarsi al pubblico. Gianmarco Saurino, protagonista di "Che Dio ci aiuti" al RadiocorriereTv: "Salgo sul palcoscenico per il bisogno di raccontare storie a qualcuno, e mai finirà". E del ruolo interpretato nella fiction di Rai1 afferma: "Vedere i propri personaggi così amati non può che inorgoglire"

LA MIA VITA

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U

na stagione televisiva intensa, prima con "Non dirlo al mio capo 2", poi con il ritorno a "Che Dio ci aiuti". Si aspettava un'accoglienza tanto calorosa?

No, o per lo meno in Tv l'attesa è lunga, il plauso o non plauso del pubblico spesso arriva dopo mesi, a volte anche dopo un anno e si finisce per dimenticarsi persino il lavoro che si è fatto. Poi le serie escono, anche a distanza ravvicinata l'una dall'altra, come in questo caso, e devo dire che l'accoglienza è stata meravigliosa, vedere che i progetti televisivi ai quali ho partecipato hanno avuto tutto questo seguito e vedere i propri personaggi così amati non può che inorgoglirmi. Nel convento degli "Angeli custodi" il suo Nico sembra essersi ambientato bene, è proprio così? Direi che si trova perfettamente a suo agio. Ma lui lo diceva dall'inizio, dalla prima puntata della quarta stagione, "questo è il paradiso". Sicuramente la sua visione del convento in toto è mutata, cresciuta, maturata, ma sono sicuro che nel caso mai scegliesse di andare via, dovrà veramente valerne la pena.

Cosa ricorda del suo primo provino? Che andò benissimo. La casting che incontrai all'epoca, col tempo è diventata una persona affidabile con la quale confrontarsi e con la quale è un piacere incontrarsi e lavorare. Ma non mi presero. Ha più volte portato in scena classici della letteratura. Che rapporto ha con il teatro? Credo che prima i miti greci, poi la tradizione teatrale italiana, abbiano già raccontato buona parte delle sfaccettature dell'animo umano, anche di quello più moderno. Il mio modo di approcciarli è sempre quello di provare ad ispezionare aspetti dell'uomo così "grandi" e profondi che spesso in Tv e al cinema, un po' per la fretta e un po' proprio per il tipo di mezzo col quale ci si esprime, è difficile raggiungere. Come diceva qualcuno più bravo di me, "Il teatro è vita, la vita è teatro". Salgo sul palcoscenico per il bisogno di raccontare storie a qualcuno, e mai finirà.

Se al posto di Nico in quel contesto dovesse vivere Gianmarco, come si troverebbe?

Come vive la popolarità e come ha cambiato la sua vita?

Ah un po' di pace e tranquillità un paio di mesi all'anno non farebbero male a nessuno! Anche se poi la realtà è diversa e nel Convento degli Angeli c'è tutto tranne che serenità.

risponderebbe "è sempre il solito". È cambiato il tempo

Un aggettivo per definire le sue colleghe, Elena Sofia Ricci, Valeria Fabrizi, Francesca Chillemi… Elena Sofia non ha un aggettivo, è solo e semplicemente Zia Follia, sempre pronta a starci vicino con la sua dedizione, con la sua presenza, col suo amore per il lavoro e per i colleghi. Valeria Fabrizi è ispirazione pura, e dal punto di vista umano e dal punto di vista artistico. Starle accanto e semplicemente ascoltarla farebbe crescere qualsiasi artista. Francesca Chillemi è sana vitalità che in quest'epoca così triviale e volgare va preservata e coltivata. Dove e come nasce la sua passione per la recitazione? Credo sia una di quelle cose che c'è, e che c'è inspiegabilmente. C'era nei libri che ho letto e nei personaggi che ho amato, c'era nei film in cui mi sono immedesimato, nei quadri di tutta la storia dell'arte che ho amato e c'era forse e soprattutto in tutte le persone che ho incontrato da quando ho messo piede su questo pianeta. C'era e c'è, inspiegabilmente. Poi uno decide di farne un mestiere, ma questo è un altro discorso. 20

Dovrebbe chiederlo a chi mi sta vicino ma credo che le che ho a disposizione, quello sì, ma una volta trovato il giusto bilanciamento tra lavoro e vita, il "successo", la "fama", la "notorietà", sono tutte cavolate. Cinema e televisione, che spettatore e telespettatore è Gianmarco Saurino? Onnivoro, guardo qualsiasi cosa, senza distinzioni. Dalla commedia italiana ai film coreani passando per i noir francesi e Marvel fino alle serie Tv americane. Si parla di lei come del nuovo volto della fiction italiana… soddisfatto o pensa già al cinema? Me lo richieda tra 10 anni. Se si dovesse descrivere con poche parole, cosa direbbe di sé? Non basterebbero 140 o i nuovi 280 caratteri a raccontare cosa sono, la sintesi va bene per i personaggi, credo poco funzioni per gli esseri umani. Prendiamoci tutti un caffè un giorno o l'altro, artista, giornalista e lettori e iniziamoci a chiedere ma qual è l'ultimo viaggio che hai fatto? o l'ultimo libro che hai letto? Così avremo modo di raccontarci per bene! 

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ALESSIA BARELA

ALESSIA È 22

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"Sognavo di fare la ballerina, ma quando iniziai a recitare trovai la mia giusta dimensione", Alessia Barela parla al RadiocorriereTv di un successo che dura da oltre vent'anni, sul piccolo e sul grande schermo: "Oggi mi piace misurarmi con dei ruoli diversi, più maturi". E al nostro giornale rivela: "Tornerò nella seconda stagione di ‘Nero a metà"

CAMBIATA

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"N

ero a Metà" e "La porta rossa 2", una stagione molto impegnativa… Sono due serie tra le più belle e sono felice di partecipare a entrambe,

sono anche molto contenta del fatto che "Nero a metà" ritornerà con una seconda stagione che cominceremo a girare nel mese di maggio. Mi piace misurarmi con dei ruoli diversi, più maturi, con attori con i quali non avevo mai lavorato, a partire da Claudio Amendola. Nella sua carriera ha interpretato ruoli tra loro anche molto diversi, in quali si sente più a suo agio? Dipende dai momenti della vita. Adesso sono contenta di interpretare dei ruoli che mi rappresentano per l'età che ho. Quando facevo "La squadra" ero una poliziotta, avevo molte scene d'azione. "La squadra" per la televisione e "Velocità massima" per il cinema sono state le prime cose corpose, e quell'inizio è sicuramente qualcosa che non si dimentica. L'esordio in televisione negli anni Novanta, che ricordi ha di quell'Alessia giovanissima alle prese con un mondo nuovo? Molto nuovo, non ho nessuno in famiglia che faccia parte di quest'ambiente. Mia mamma è un'insegnante, mio papà era un medico, si pensava ad un altro tipo di futuro per me. Credo che i tanti anni di danza, il sogno di fare la ballerina di danza classica, abbiano sicuramente influito sulla passione per la recitazione. Quando smisi di danzare continuai a studiare all'università e fu in quegli anni che cominciai a fare teatro. Quando ha capito che "da grande" avrebbe fatto l'attrice? Intorno ai venti anni, fino a quell'età mi ero dedicata "anema e core" alla danza. Ho cominciato pian piano, con la scuola di teatro e i primi spettacoli. I primi ruoli, che non fossero due o tre pose, sono arrivati abbastanza tardi. Che rapporto ha con la popolarità? Non sono tanto popolare da non avere la mia privacy. Mi chiedo sempre come sarei se avessi i paparazzi sotto casa tutto il giorno, ma per capirlo dovrei trovarmi in quella situazione che, se da un lato ti dà il riconoscimento di una carriera importante, penso possa essere anche claustrofobica.

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Cinema, serie televisive, teatro. Qual è la dimensione che sente più giusta? Non so dire cosa mi piaccia di più, perché oggi c'è una qualità televisiva così alta che i ruoli nelle serie sono scritti bene e sono molto interessanti. Sicuramente quando ho cominciato il cinema aveva una magia particolare. La serialità ti dà la possibilità di andare a fondo con un personaggio e questo è molto stimolante. Non ho una preferenza, mi dispiace però di non fare teatro da molto tempo a causa dei numerosi impegni sul set. Nel 2016 ha scritto e interpretato "Noi due (e gli altri)", una serie per il web… Ho sempre scritto ma sono una persona un po' insicura e di vecchia maniera. Penso che chi scrive debba avere studiato sceneggiatura e chi recita debba avere studiato recitazione. L'idea di scrivere la serie è nata per il piacere di lavorare con le due mie migliori amiche, era quasi un modo per ringraziarle per essermi vicine da sempre. La serie è nata senza nessuna pretesa ma a mano a mano ha preso corpo. La cosa più emozionante è stato vedere i miei colleghi recitare ciò che avevo scritto. Mi piacerebbe ripetere questa esperienza. Un film e un libro che ha amato… Di film devo citarne almeno due, il primo è "Gli amanti del Pont-Neuf" di Leos Carax con una strepitosa Juliette Binoche, una pellicola che mi ha sconvolto, e poi "Il paradiso può attendere", che ho rivisto almeno sette volte. Piango sempre nello stesso punto. Per quanto riguarda i libri una persona speciale mi ha consigliato di leggere Philip Dick che trovo lungimirante, geniale, penso a "Le tre stimmate di Palmer Eldricht". Tra i miei autori più amati c'è anche Erri de Luca. Del suo privato si sa poco, chi è Alessia Barela? Una donna che negli ultimi anni è molto cambiata, infragilita da una parte e fortificata da un'altra, con dei sogni molto normali. Vorrei trattenere ciò che ho conquistato faticosamente sino a oggi, sia sentimentalmente che nell'amicizia, nella famiglia, nel lavoro. Me la sono sempre cavata da sola e questo mi fa sentire molto bene. Spero che mi arrivino, anche se con fatica, i frutti di una semina che faccio da sola, a modo mio.  25


MADE IN SUD

QUANTE RISAT

FATIMA e STE 26

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Dall'auditorium della Rai di Napoli torna "Made in Sud" condotto da Fatima Trotta e dall'attesa new entry Stefano De Martino. Nutrita la squadra dei comici protagonisti dell'edizione 2019, in scena Mino Abbacuccio, Arteteca, Mariano Bruno, Paolo Caiazzo, Ditelo Voi, Enzo e Sal, Gino Fastidio, Ciro Giustiniani, Simone Schettino, Antonio D'Ausilio, Peppe Laurato e Rosaria Miele, Francesco Albanese, Peppe Iodice, Francesco Paolantoni, Max Cavallari. L'appuntamento, in diretta, è per lunedÏ 4 marzo alle 21.20 su Rai2

TE con

EFANO

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FATIMA TROTTA

SORRISO

MADE IN SUD 28

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È il volto storico del programma comico di Rai2. La conduttrice e attrice Fatima Trotta al RadiocorriereTv: "‘Made in Sud' non è soltanto un programma ma un concetto". E del nuovo acquisto Stefano De Martino: "Ha i tempi comici perfetti. Si è creata quella sintonia da palco che solitamente si crea in anni".

R

itorna "Made in Sud", contenta? Felicissima! Ricominciamo a distanza di un anno e mezzo, una pausa sicuramente positiva che ci ha permesso di fare altro, ma soprattut-

to che ci consente di ritornare ora con energie diverse. Insieme a me c'è Stefano De Martino, molto più che un ballerino, sa condurre, sa fare da spalla, in questi giorni di prove ci stiamo divertendo molto.

È non prendersi assolutamente sul serio. Negli anni ho avuto un'evoluzione, Fatima era una ragazzina giovanissima, sono stata presa di mira e massacrata dai miei colleghi, dai miei amici comici, come "Fatima la bruttina", la "piccolina". Ora Fatima è cresciuta, non è che sia migliorata tantissimo, ma come si dice, un pochino mi sono aggiustata, mi sono sistemata. L'ironia è essere leggeri, cercare di sdrammatizzare, stare allo scherzo sempre e comunque.

Come è stato il vostro primo incontro?

Le capita di trovarsi da sola e mettersi a ridere?

Quando mi hanno detto che ci sarebbe stata la possi-

Mi succede quando penso a qualcosa di buffo oppure se

bilità di coinvolgere Stefano ho detto: ma lui è un bal-

faccio delle gaffe. Mi trovo a ridere da sola come una

lerino! Poi, appena ci siamo conosciuti, è nato qualcosa

cretina.

di magico. A parte essere napoletano ha i tempi comici perfetti, è sempre brillante, puntuale, preciso, improvvisa. Si è creata quella sintonia da palco che solitamente

La sua ultima risata fragorosa? Stiamo facendo tante prove con il cast. Prima di provare

si crea in anni. Tra noi due è bastata una settimana.

in Rai le facciamo al teatro TAM di Napoli, un vero e pro-

Che cosa si porta dietro delle edizioni passate?

con il pubblico il clima è diverso da quello che si ha in

Tutto, "Made in Sud" è stato il mio trampolino di lancio, la mia vetrina, ma è sempre stato anche un dare-avere.

prio laboratorio di "Made In Sud". Essendo un laboratorio televisione, ieri sera io e Stefano ci siamo divertiti in un modo incredibile.

Ci sono dalla prima edizione e penso di avere dato tutta

Che cosa rappresenta per lei la compagnia di "Made in

me stessa a questo programma: i miei sorrisi, la mia de-

Sud"?

dizione. Ogni volta che si ricomincia l'emozione è sempre grandissima. Tra i tanti comici che si sono alternati sul palco di "Made in Sud" ce n'è uno che le è rimasto particolarmente nel cuore?

Dico sempre che "Made in Sud" non è soltanto un programma ma un concetto, nasciamo come una compagnia stabile, uno zoccolo duro di comici presenti, proprio come me, dalla primissima edizione. Non è un programma sterile, ma un prodotto che si realizza al Sud, e dà la

Il mio preferito? Se dico chi è qualcuno ci resta male,

possibilità a ragazzi del Mezzogiorno di rimanere sul

non posso sbilanciarmi, anche perché i comici sono sì

loro territorio. Sono molti anche i comici del Nord che

divertenti ma anche un po' permalosi. Non lo dico, però

vengono a trovarci per fare delle interazioni.

c'è.

Un gesto scaramantico prima di andare in scena?

Cosa la diverte nella vita di tutti i giorni?

Sono una napoletana atipica, la scaramanzia non mi ap-

Le cose semplici, che sono anche le più belle: le amiche, il sorriso di mio nipote, trascorrere il pomeriggio con lui, viaggiare. Che cos'è per lei l'ironia?

OCORRIERE

partiene… Sicura? Nemmeno un cornino? In effetti un cornino nella mia macchina ce l'ho…beh, quello ce l'hanno tutti. 

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STEFANO DE MARTINO

A

l timone di Made in Sud con Fatima Trotta, cosa le ha fatto accettare la sfida? La proposta di fare "Made in Sud" è stata inaspettata e mi ha trovato subito entusiasta. È un programma di comici che si avvicina al genere di televisione che mi piacerebbe fare un giorno, era la proposta a cui dire sì.

Che rapporto ha con la comicità? Da napoletano ce l'ho nel sangue, un po' per cultura e un po' per background. A Napoli sono spesso più comici gli episodi della vita reale che quelli inventati, sotto il Vesuvio anche un tassista può essere molto divertente. Che cos'è l'ironia per Stefano De Martino? Cito un detto: non si può ridere di tutto e tutti, ma ci si può sempre provare. L'ironia è semplicemente una sfumatura del carattere che in alcuni personaggi, specialmente a Napoli, è particolarmente accentuata. A volte anche troppo, perché si scherza di cose sulle quali c'è poco da ridere. Si considera autoironico? Credo di esserlo e lo vedrete nel corso di "Made in Sud", dove sono spesso vittima dei comici. I cliché con i quali mi capita di essere etichettato vengono sfatati, scherzandoci sopra. Se non fossi autoironico non potrei fare questo programma, mi metto a disposizione della risata. Come va con Fatima e con l'allegra compagnia? Con Fatima c'è una buona empatia, abbiamo un rapporto da fratello e sorella, non c'è voglia di protagonismo, siamo coesi. Lo stesso succede con i comici che sono davvero una bella squadra. Tra di loro c'è sostegno reciproco. Cosa le piace della tv di oggi? I programmi che mettono al centro lo spettacolo. Mi piacciono i talent, come "Amici", "The Voice", "Tù sì que vales", dove ci sono talenti, dove c'è qualcosa da vedere. A stancarmi, nonostante ne abbia fatto uno l'anno scorso, sono invece i reality. La televisione dovrebbe tornare a essere un contenitore di progetti un po' più sostanziosi. Vorrei una Tv con più spettacolo. Ricorda la sua ultima risata fragorosa? È accaduto ieri, uno dei comici faceva la parodia di una nota presentatrice italiana protagonista di una gaffe social e ho riso veramente tanto. A "Made in Sud" c'è sempre un pretesto per ridere. Lontano dal palcoscenico cos'è a farla sorridere? La spontaneità di mio figlio, soprattutto quando si comporta da grande. Il comico che più ama o ha amato… Massimo Troisi, perché la comicità ha molto a che fare con la malinconia. Massimo era l'attore comico più triste che abbia mai visto sulla faccia della terra. Credo sia stato un grande esempio di autenticità. Le capita di essere malinconico? Spesso e volentieri, penso che la malinconia sia la felicità di essere tristi. C'è chi le sfugge, ma secondo me è un bel sentimento. 

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TV RADIO


A poche ore dal debutto su Rai2 Stefano De Martino si racconta al RadiocorriereTv: "Ho la comicità nel sangue e a ‘Made in Sud' c'è sempre un pretesto per ridere".

A DISPOSIZIONE

DELLA RISATA

OCORRIERE

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RITA DALLA CHIESA

Opinionista di "Italia SĂŹ" il sabato pomeriggio su Rai1, Rita Dalla Chiesa parla della sua esperienza nel programma condotto da Marco Liorni: "Amo ascoltare la gente e metto a disposizione il mio vissuto". E ancora: "Le persone piĂš autentiche non vengono in televisione per essere protagoniste del problema, vogliono raccontarlo e cercare una soluzione"

AMO LA TV EDUCATA

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"I

talia Sì" offre uno spaccato di quello che è oggi il nostro Paese, che Italia emerge?

Dipende dalle giornate, sul podio salgono persone con problematiche di ogni tipo, altre che hanno qualcosa di divertente o di rasserenante da raccontare. Un'Italia che sicuramente incuriosisce, ma anche in sofferenza per quanto riguarda la sanità, i problemi da affrontare. Ci sono puntate in cui interviene qualcuno che racconta come combattere l'insonnia tamburellando con le dita sopra una scatola da scarpe, altre nelle quali un padre parla delle difficoltà quotidiane del proprio figlio disabile. Qual è la storia che più l'ha colpita in questi cinque mesi di programma? Ce ne sono state parecchie, a partire da quelle delle persone che a Genova hanno dovuto lasciare le loro case vicine al ponte crollato, le case dove hanno vissuto una vita. Ma anche la storia di una mamma di un ragazzo disturbato psicologicamente che chiedeva aiuto per potere gestire il figlio violento. Perché gli italiani in un mondo governato dai social si rivolgono alla Tv per dire la propria? Perché hanno la possibilità di parlare e di trovare qualcuno che li ascolta. Il social, per quanto esteso possa essere, raggiunge raramente la potenza di un appello fatto in televisione, in una trasmissione come la nostra, su Rai1, il sabato pomeriggio con Marco Liorni. Marco è una rassicurazione per i telespettatori, è un giornalista credibile, educato, la sua è una televisione seria. Quando le persone parlano attraverso la nostra trasmissione sanno che troveranno ascolto e una spiegazione al loro problema. Nel corso degli anni ha ascoltato tante storie, testimonianze di gente comune, cosa le fa capire se un racconto o un personaggio sono davvero autentici?

feeling professionale particolare, capisco immediatamente quando lui vuole che io intervenga. Con Marco non sei un'opinionista ma una persona che mette a disposizione il proprio vissuto. Chi ha sofferto annusa la sofferenza dell'altro, non c'è niente da fare, la capisce, la comprende e ha voglia di farlo soffrire meno per quanto sia possibile in quei pochi minuti di televisione. Che cosa le piace della Tv di oggi e che cosa le manca di quella del passato? Della Tv del passato mi manca l'educazione, mi mancano i tanti personaggi che abbiamo conosciuto, che entravano in casa nostra in punta di piedi, parlo di Corrado, di Mike Bongiorno, di Raimondo Vianello. Amo la tv educata, professionale, che non faccia sensazionalismo. Oggi trovarla è difficile, esistono però trasmissioni e personaggi che mi fanno stare bene, ci sono le fiction, quelle di Rai1 sono fatte straordinariamente bene. Seguo tutti i talk politici, se voglio parlare devo capire, non voglio fare parte del gregge ma avere la mia opinione su quello che succede. Oggi c'è molta offerta, ci sono molti canali, tanti programmi. Con Alberto Angela ho scoperto luoghi fantastici che non conoscevo, come Matera, dove andrò presto. Un tempo c'erano quelle poche trasmissioni, con personaggi che però valevano tutte le trasmissioni di oggi. Cosa le dà emozione? La musica e il mare. La musica tutta, a cominciare dalla classica. Mi piace quella italiana, amo Roberto Vecchioni che mi fa provare emozioni profonde, amo Vasco Rossi, Biagio Antonacci, però mi piace anche Bruce Springsteen perché sono una rockettara, come dice mio nipote. Per quanto riguarda il mare la mia spiaggia del cuore è vicina ad Anzio, ho una casa sulla sabbia con la scaletta di legno, dove vedo i tramonti più belli del mondo, e poi mare della Sicilia. 

Gli occhi di chi racconta, il movimento delle mani, ho una conoscenza della gente molto profonda. Un po' per i tanti anni di "Forum", che mi hanno messo a confronto con molte persone, un po' perché la gente mi piace, amo cercare di andare oltre le cose che dice. Le persone più autentiche sono lì per esporre in termini semplici il loro problema, non vogliono essere protagoniste ma vogliono raccontare, cercare una soluzione. Che contributo vuole dare al dibattito in studio? Ascolto, non è che debba parlare per forza. Ci sono casi che mi colpiscono e che vorrei approfondire di più, e poi con Marco abbiamo un 33


ORA O MAI PIÙ

I

l cantautore toscano Paolo Vallesi (coach Ornella Vanoni) ha vinto la seconda edizione di "Ora o mai più" su Rai1. "È stata una magnifica esperienza e siamo arrivati alla fine nel miglior modo possibile – ha detto l'artista –. Nella prima puntata non sapevo come avrei affrontato questo percorso e, soprattutto, quale sarebbe stata la risposta del pubblico nei miei confronti. Puntata dopo puntata ho acquisito una certa sicurezza e ho capito che le persone erano dalla mia parte e che quello che facevo era bello". La classifica della gara condotta da Amadeus vede al secondo posto Jessica Morlacchi e al terzo Silvia Salemi. Seguono Barbara Cola, Davide De Marinis, Annalisa Minetti, Michele Pecora e Donatella Milani. 

PAOLO VALLESI TRIONFA A "ORA O MAI PIÙ" 34



RADIO

QUESTIONI DI STILO DIVENTA SOCIALE

"Q

uestioni di Stilo" è stato fin dall'inizio uno dei programmi di punta nel palinsesto del fine settimana, con due puntate nei giorni di sabato e domenica dedicate a temi culturali, trattati con leggerezza e curiosità. Da

martedì 5 marzo alle 18 si cambia. Ci sarà una piccola rivoluzione nel palinsesto di Rai Radiolive: la trasmissione mantiene le due puntate, ma mentre la domenica rimane una puntata con le tematiche di sempre, il martedì Sabina Stilo diventa il "compagno di viaggio" del Segretariato Sociale della Rai, per raccontare – approfondendo – ogni tema che Rai per il Sociale sostiene tutte le settimane attraverso campagne di sensibilizzazione. Il canale digitale della radio dà la priorità alla musica dal vivo, ma ingloba anche tutti gli eventi e le manifestazioni che attraversano il nostro Paese facendo un servizio pubblico in modo nuovo dando voce alle regioni alle città e ai piccoli centri per valorizzare tutto quello che è pop. Sabina Stilo e Rai Radiolive diventano così il volto e la voce delle diverse iniziative che continueranno a perseguire l'obiettivo di assicurare la massima diffusione di tematiche delicate che verranno approfondite settimanalmente, sensibilizzando gli ascoltatori su tutto il territorio nazionale. La puntata di martedì 5 marzo è dedicata alla raccolta fondi a favore di Oxfam Italia: in questo momento nel mondo una persona su quattro non ha acqua sicura per bere e lavarsi. Una persona su tre non ha accesso ai servizi igienico sanitari e rischia quindi di ammalarsi di tifo, colera o semplice dissenteria, malattie che, in paesi già poverissimi, possono fare più vittime della guerra soprattutto donne e bambini. Nello slogan "Dona acqua. Salva una vita" è contenuto tutto il messaggio di questa campagna, perché solo tutti insieme si possono salvare tante vite. "Questioni di Stilo" e tutto il resto della programmazione del canale si ascolta al link www.radiolive.rai.it oppure sull'app di Radio Rai, sulla radio digitale Dab+ e sul digitale terrestre televisivo. 

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TV RADIO


OCORRIERE

L

a Giornata internazionale della donna ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo. Rappresenta una delle due giornate dedicate ai diritti di genere, insieme alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita il 17 dicembre 1999 e che cade ogni anno il 25 novembre, e che in comune con l'8 marzo ha il fatto di essere nata all'interno di specifici contesti politici e sociali.

Rai Movie celebra la giornata con una programmazione attenta alla figura femminile. Si comincia alle 14.00 con VIAGGIO SOLA diretto da Maria Sole Tognazzi e scritto insieme a Francesca Marciano e Ivan Cotroneo. La protagonista è Margherita Buy: una responsabile dei controlli di qualità per alberghi di lusso che ha scelto una vita indipendente e senza legami sentimentali. Alle 15.30, Keira Knightley è LA DUCHESSA Georgiana Spencer, antesignana del movimento per l'emancipazione femminile e vittima delle sue scelte anticonformiste in un'era oppressiva. Il film è tratto dal romanzo storico della scrittrice Amanda Foreman. A seguire, nel thriller A LETTO CON IL NEMICO (da un romanzo di Nancy Price) Julia Roberts è una moglie costretta a difendersi da un marito violento e psicopatico.

8 MARZO

Questa celebrazione si tiene negli Stati Uniti d'America a partire dal 1909, in alcuni paesi europei dal 1911 e in Italia dal 1922. Specialmente in passato e ancora oggi, ad esempio dall'UDI, viene anche definita Festa della donna.

Il film del prime time è TWO MOTHERS che la regista francese Anne Fontaine ha tratto dal libro di Doris Lessing: Naomi Watts e Robin Wright sono due amiche di lunga data che si innamorano dei reciproci figli adolescenti. In seconda serata, la rassegna si chiude con BLEEDING HEART, un thriller scritto e diretto da Diane Bell che vede Jessica Biel impegnata a proteggere sua sorella da un fidanzato pericoloso. La programmazione della giornata si ispira anche al movimento 50/50/2020, che mira allo sviluppo della parità di trattamento nell'industria cinematografica: una iniziativa partita da Hollywood ma oggetto nel corso dell'ultimo anno di accordi siglati da manifestazioni importanti come il Festival di Cannes e la Mostra del Cinema di Venezia. 

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"Risalire quel fiume era come compiere un viaggio indietro nel tempo..."

«Risalire quel fiume era come compiere un viaggio indietro nel tempo…» E' questo l'incipit della puntata di lunedì 4 marzo alle 23.05 su Radio1 con Vito Cioce, Daniela Mecenate e Piero Dorfles. Scrivi subito il tuo Miniplot come commento al post fissato in alto sulla pagina Facebook Radio1 Plot Machine. E la sera di sabato 9 marzo alle 00.35 la puntata dedicata al Concorso dei Racconti. Con Vito Cioce, Marco Buticchi e Patrizia Rinaldi. 

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o n g a p m o c c a o i Vi g g a i v n u o in i r a n i d r o a s tr c op e r ta a l l a s i a c i t tĂ m a l l e d

#RaiDaLeggere 39


CULTURA

LUCI E OMBRE

DEL RINASCIMENTO dalla Bruges di Van Eyck agli autoritratti di Dürer

L'

evoluzione dell'arte europea dai cosiddetti "primitivi fiamminghi" ai giganti del Rinascimento italiano. La racconta lo storico Waldemar Januszczak, critico e volto noto della BBC, nella serie in quattro episodi "Luci e ombre del Rinascimento", in onda da lunedì 11 marzo alle 19.15 su Rai5. Dopo il racconto delle meraviglie nascoste dell'arte medievale, Januszczak continua il suo personale viaggio nella storia dell'arte occidentale affrontando il Rinascimento. Scopo del suo racconto è spiegare la "Rinascita" dell'arte senza dimenticare che la riscoperta e la rivalutazione dell'arte classica non cancellarono inquietudini e strascichi medievali tutto d'un tratto. Il passaggio, culturale e artistico, dal Medioevo al Rinascimento infatti fu piuttosto lento e graduale e non drammatico e improvviso, come si è spesso lasciato intendere. Januszczak spiega peraltro che la 'Rinascita' non fu fenomeno esclusivamente italiano, ma partì da opere classificate come 'tardo gotiche' e dal Nord Europa e arrivò gradualmente ai giganti del nostro Rinascimento, lasciando a Michelangelo, Leonardo e Botticelli il primato in quella che fu la vera rinascita artistica europea. Nel primo episodio, il viaggio di Januszczak parte dalla casa di Giorgio Vasari, l'eclettico artista fiorentino che per primo parlò di "Rinascita" nel celebre testo "Le Vite", pubblicato nel 1550. Prima di arrivare in Italia, però,

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Januszczak fa un salto indietro nel tempo e nello spazio, verso il Nord Europa, dove già nel XV secolo nelle botteghe di Germania e delle Fiandre erano al lavoro artisti che avrebbero lasciato un segno indelebile nell'evoluzione dell'arte occidentale, con opere che ancora oggi stupiscono ed emozionano per intensità e grandezza. 

TV RADIO


L'AMANTE GUERRIERO

È

Storia e vita di Gabriele D'Annunzio Dedicato al Vate

stato una delle figure di maggior rilievo della vita artistica, politica e militare italiana, oltreché sociale e mondana, negli anni a cavallo tra la fine dell'800 e i primi decenni del ‘900. A Gabriele D'Annunzio, in occasione dell'anniversario di nascita, il 12 marzo 1863, Rai Cultura dedica il documentario "L'amante guerriero. Storia e vita di Gabriele D'Annunzio", di Giordano Bruno Guerri, Paola Veneto, Anna Villari, con la regia Federico Cataldi, in onda martedì 12 marzo alle 21.45 su Rai Storia. Il "Vate" incarnò perfettamente lo spirito del suo tempo: parliamo di anni protesi verso il futuro, il progresso e il benessere, ma anche di anni tumultuosi, durante i quali le tragiche vicende della storia si alternano al progresso sociale e allo sviluppo tecnologico. Il documentario parte dal Vittoriale, la cittadella monumentale costruita su un colle che domina il lago di Garda e che conserva le testimonianze del "vivere inimitabile" di Gabriele D'Annunzio. La casa del Poeta, l'Archivio, il Parco, l'anfiteatro, il Mausoleo, sono i luoghi da cui Giordano Bruno Guerri, Presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, ci introduce alla storia del D'Annunzio "segreto". Una narrazione ricca di dettagliate informazioni che, attraverso una serie di capitoli, abbraccia l'intera, avventurosa vita dell' "amante guerriero", dal suo rapporto con l'arte e con le donne, dalla sua attività politica e dalle sue imprese militari, fino al rapporto con Mussolini che lo ammira e lo teme al tempo stesso e che forse, anche per poterlo tenere sotto controllo, gli offre il Vittoriale come ultima dimora, il luogo dove passare gli ultimi anni della sua vita. Nell'atto di donazione del Vittoriale agli Italiani si legge forse la migliore descrizione del complesso museale: "… Tutto qui mostra le impronte del mio stile, nel senso che io voglio dare allo stile. Il mio amore d'Italia, il mio culto delle memorie, la mia aspirazione all'eroismo, il mio presentimento della Patria futura si manifestano qui in ogni ricerca di linea, in ogni accordo o disaccordo di colori. […] E qui non a impolverarsi ma a vivere son collocati i miei libri di studio, in così grande numero e di tanto pregio che superano forse ogni altra biblioteca di ricercatore e di ritrovatore solitario. Tutto è qui dunque una forma della

OCORRIERE

mia mente, un aspetto della mia anima, una prova del mio fervore...". Il documentario è arricchito dalle testimonianze di Giuseppe Ferroni, storico della letteratura; Emilio Gentile, storico contemporaneista; Claudia Salaris, storica dell'arte italiana, studiosa di storia delle avanguardie e del futurismo. 

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SPORT

STORIE di CALCIO 42

TV RADIO


O

OCORRIERE

Ogni settimana raccontiamo il calcio a modo nostro. Sfide impossibili, parate straordinarie, reti decisive, ma soprattutto gesti atletici che non dimenticheremo facilmente... Il tempo lo permette e allora nei week end si può andare al mare, tanto il campionato di calcio è ormai virtualmente terminato. La Juventus sbanca Napoli e vince il tricolore. Ma la domenica calcistica ci ha regalato lo strapotere della Lazio sui cuginetti giallorossi, il Milan che prima del derby sorpassa l'Inter e soprattutto un Quagliarella formato mundial. Due reti straordinarie a Ferrara e record. A proposito della Spal: la Var nega dopo 5 minuti di attesa una rete alla squadra di casa: sembrerebbe, ma sembrerebbe trattarsi di un fuorigioco millimetrico… E il calcio riscrive le regole: l'Ifab ha stabilito novità importanti. È passato già un anno: Ciao Davide, ci manchi… Queste le nostre cinque fotografie. 1) A Napoli sono andati di scena i titoli di coda di un campionato brutto. Dominato dalla Juventus. Manca soltanto l'aritmetica a consegnare alla squadra di Allegri l'ennesimo titolo tricolore… E siamo soltanto alla ventiseiesima giornata… 2) Fabio Quagliarella non si ferma più. Ha segnato 19 reti con la maglia della Samp. Un record per un calciatore che alla sua età può ancora fare il bene anche della Nazionale di Mancini. 3) Il calcio cambia. L'International football association board (Ifab) ha stabilito che non sarà più permesso che un tocco anche non intenzionale con la mano o col braccio consenta di segnare un gol o di creare un'occasione da gol. Il fallo sarà quindi automatico. Novità anche per le barriere sui calci di punizione. Viene introdotto il divieto ai giocatori di stare in barriera in caso di punizione in favore della loro squadra. Il portiere sarà obbligato ad avere un solo piede sulla linea di porta al momento del calcio di rigore. Anche per quanto riguarda le sostituzioni arrivano grandi novità. Per ridurre i tempi morti l'Ifab ha deciso poi che i giocatori sostituiti dovranno a uscire dal terreno di gioco nel punto a loro più vicino senza più attraversare il campo per raggiungere la loro panchina. 4) Povero Sergio Floccari. Era tornato a segnare e che goal. Invece la sua esultanza è stata bloccata inspiegabilmente della VAR che ha annullato la rete all'attaccante della Spal. Assurdo … Abbiamo visto e rivisto l'azione , potrebbe, ma dico potrebbe esserci un fuorigioco millimetrico, difficile da scoprire anche dal rilevatore automatico. I tifosi della squadra ferrarese per protesta hanno abbandonato lo stadio…Lo avremmo fatto anche noi. È ormai chiaro e palese che la VAR viene utilizzata secondo la discrezione del direttore di gara e dell'utilizzatore dello strumento… Regole chiare per tutte le squadre no? Vero signor Nicchi. 5) Ad un anno dalla morte di Davide Astori, i genitori lo ricordano in una lettera commovente e lanciano un appello: "Non stancatevi di raccontarlo"… CIAO DAVIDE

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RAGAZZI

Lampo Milady P

ALLA RIS

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TV RADIO


S

ono arrivati su Rai YoYo i nuovi episodi della serie "44 Gatti". La serie di Rainbow – nata dall'estro creativo di Igino Straffi, fondatore e presidente dell'impresa nota nel mondo per le Winx – e realizzata in collaborazione con Rai Ragazzi e l'Antoniano di Bologna, va in onda tutti i giorni alle ore 19:15 con un doppio episodio (con repliche anche dalla domenica al venerdì alle ore 21:35 e dal lunedì al venerdì alle ore 7:35, mentre il sabato e la domenica anche alle ore 9:10). Lampo, Milady, Pilou e Polpetta, i 4 gatti musicisti che hanno formato una band chiamata Buffycats, sono dunque di nuovo protagonisti di fantastiche avventure risolte a colpi di musica. Vivono e suonano nel garage di Nonna Pina, che si prende cura di loro, e guardano il mondo con un punto di vista unico. È qui che s'incontrano con gli altri animali del vicinato, soprattutto gatti. In ogni episodio vivranno divertenti avventure e affronteranno sfide impegnative, aiutando i tantissimi amici che chiede-

ranno il loro sostegno per risolvere i piccoli grandi problemi di ogni giorno. Nel cartoon 44 Gatti, ispirato alla celebre canzone vincitrice nel ‘68 della decima edizione dello Zecchino d'Oro, la musica ha un ruolo centrale. Sono infatti presenti oltre 20 canzoni del repertorio dello Zecchino d'Oro interpretate dal Piccolo Coro "Mariele Ventre" dell'Antoniano. Dal debutto ad oggi detiene il record dello share fra i bambini di 4-7 anni, con il 16% e una media d'ascolto di 350 mila spettatori nella collocazione delle 19.15.Inoltre è stato in assoluto il cartone italiano più visto del 2018 di Rai Yoyo nel giorno di esordio: il 12 novembre scorso ha registrato 527mila spettatori e 2,71% di share. Dopo il successo su Rai Yoyo, la serie sta per debuttare sul mercato internazionale: dal 4 marzo arriverà anche sul canale pay inglese Nickelodeon, dal 18 dello stesso mese sarà disponibile in Brasile e in tutti i paesi dell'America Latina su Discovery Kids e dal 28 aprile in Germania sul canale free Super RTL. 

Pilou Polpetta

SCOSSA

OCORRIERE

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RAGAZZI

UNA STORIA DI AMICIZIA E DI CORAGGIO JAMS, la prima serie per ragazzi che parla di molestie sui minori. Dieci episodi da 25 minuti in onda su Rai Gulp dall'11 marzo, dal lunedì al venerdì alle ore 21.00, e disponibili in anteprima su RaiPlay dal 6 marzo

A

iutare i ragazzi a decifrare i comportamenti ambigui degli adulti, a non farsi manipolare, a riconoscere i rischi e soprattutto a parlare superando la paura e la vergogna è l'obiettivo

della serie tv "JAMS" al via lunedì 11 marzo alle ore 21.00 su Rai Gulp (e disponibile in anteprima su RaiPlay dal 6 marzo).

riesce a convincere gli amici a partecipare formando la squadra Jams. Tutto sembra andare nel migliore dei modi, ma un'ombra si allunga sulla loro spensieratezza: la solare Joy sarà vittima di molestie da parte di un vicino di casa, un insospettabile amico di famiglia. Il suo carattere cambia, si isola, anche il rendimento scolastico va in crisi: saranno i suoi amici,

Una serie di Simona Ercolani, coprodotta da Rai Ragazzi

grazie alla forza del loro legame, ad accorgersene e a

e Stand by Me con la consulenza scientifica dell'Ospedale

salvare Joy. E alla fine i Jams vinceranno il contest, premiati

Pediatrico Bambino Gesù, che ha seguito il lavoro in fase di

da un grande chef: Alessandro Borghese.

scrittura e di ripresa, "JAMS" è la prima serie per ragazzi ad affrontare il tema delle molestie sessuali sui minori.

Interpreta la sigla il giovane cantautore e attore Ruggero Pasquarelli (Violetta, Soy Luna), amatissimo dai ragazzi.

JAMS sono Joy (Sonia Battisti), Alice (Giulia Cragnotti), Max

Ideata

(Andrea Dolcini) e Stefano (Luca Edoardo Varone) quattro

showrunner dell'amatissima serie per ragazzi "Sara e Marti

amici, ragazzi che frequentano la prima media come tanti

#LaNostraStoria", e diretta da Alessandro Celli, "JAMS" è

altri, che vivono le esperienze tipiche della loro età, come

stata girata con l'innovativa tecnica del constructed reality,

i primi amori, le amiciziaee le piccole rivalità. Quest'anno

in cui la recitazione è per lo più legata all'improvvisazione

la scuola organizza un contest di cucina e Joy, chef in erba,

spontanea, pur seguendo uno script.

46

per

Rai

Ragazzi

da

Simona

Ercolani,

già

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OCORRIERE

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Molti dialoghi sono conversazioni autentiche tra gli attori, riprese e mantenute tali così da non perdere la loro efficacia e vicinanza con il linguaggio del pubblico. La storia è narrata da Alice, la migliore amica di Joy, che racconta la storia a posteriori direttamente al pubblico. Sarà proprio la forte amicizia che lega i protagonisti a far scattare l'allarme di fronte agli strani comportamenti di Joy e a spingere Alice a chiedere aiuto alla sua mamma. Lo scopo della serie è appunto quello di spingere i ragazzi a parlare con i genitori o con un adulto di fiducia, in caso di comportamenti non corretti di altri adulti.

Mimì

A supportare il lancio della serie è previsto un road tour nelle scuole in collaborazione con il MIUR - Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca. Hashtag ufficiali #MeglioParlarne.

della

serie:

#JamsLaSerie

e

Jams è una serie innovativa nel tema e nel linguaggio. Presentata con grande successo al MIPJunior 2018, la serie ha catturato l'attenzione della stampa internazionale per il tentativo di avvicinare i bambini ad un tema delicato quanto importante come quello delle molestie usando il loro stesso linguaggio, i loro codici e linee narrative tipiche del racconto di intrattenimento per ragazzi.

"JAMS" è una coproduzione Rai Ragazzi e Stand By Me. Una serie di Simona Ercolani, scritta con Angelo Pastore, Mariano Di Nardo, Josella Porto, con la consulenza scientifica dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Regia di Alessandro Celli. È composta da 10 episodi da 25 minuti in onda su Rai Gulp dall'11 marzo, dal lunedì al venerdì alle ore 21.00, e disponibili in anteprima su RaiPlay dal 6 marzo. 

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«La montagna più alta rimane sempre dentro di noi» #RaiDaLeggere 49

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I FILM DELLA SETTIMANA

CINEMA IN TV La 58enne Gloria, divorziata con due ormai figli adulti, conduce un'esistenza solitaria. Per compensare il vuoto, la donna riempie le sue giornate con varie attività mentre di notte va in cerca d'amore nelle sale da ballo per single adulti, vivendo avventure fugaci e senza impegno. Poi, un giorno, l'incontro con il 65enne Rodolfo cambia tutto: l'uomo è ossessionato da Gloria, ma al contempo non riesce a staccarsi dalla ex-moglie e dalle figlie. Nonostante questo, Gloria decide di dedicare tutta se stessa a questo nuovo rapporto, convinta che potrebbe essere per lei l'ultima chance di essere felice. Un ritratto femminile di stupefacente onestà e sensibilità, calato nel Cile di oggi che, come la protagonista, deve fare i conti con i fantasmi del suo passato. Paulina Garcia, che interpreta Gloria, ha vinto l'Orso d'Argento come miglior attrice e il film ha ottenuto il Premio della Giuria Ecumenica, Preis Der Gilde Deutscher Filmkunsttheater al 63° Festival di Berlino (2013). Nel cast, anche Sergio Hernández, Marcial Tagle, Diego Fontecilla e Fabiola Zamora.

LUNEDÌ 4 MARZO ORE 21.20 ANNO 2000 – REGIA DI JOAN CHEN Una storia d'amore di quelle che fanno piangere, ambientata, come dice il titolo, in autunno a New York. Will Keane (Richard Gere ndr) si avvicina ai cinquant'anni, è proprietario di un ristorante ed è un playboy che non riesce a legarsi in modo serio con nessuna donna. Charlotte (Winona Ryder ndr) è giovane, ha la metà degli anni di Will, ed uno spirito libero. L'uomo si abbandona alla passione per lei pensando che anche questa sarà un'altra delle sue storie di breve durata. Ma nulla in questa relazione sarà rapido e facile. Quando Will, con il suo solito discorso, dice a Charlotte che la storia tra loro non può durare, la ragazza lo sorprende rispondendogli che ne è certa perché lei sta morendo a causa di un neuroblastoma cardiaco. Ma l'amore tra i due è già nato, è di quelli che si incontrano una sola volta nella vita e comporta i rischi che si corrono quando si ama davvero. Non ci sono scontro generazionale, filosofie di vita diverse e gusti differenti che tengano: la voglia di amare e di essere amati supera tutto, età stili di vita e convinzioni. Purtroppo però non la malattia…

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MARTEDÌ 5 MARZO ORE 21.15 ANNO 2013 – REGIA DI SEBASTIAN LELIO

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Un dramma della seduzione ambientato nell'Italia rurale del secondo dopoguerra, "Riso Amaro", diretto nel 1949 da Giuseppe De Santis, fu accolto da un grande successo di pubblico non solo in Italia. E' stato il primo film neorealista a sbancare i botteghini e ha fatto di Silvana Mangano, con le sue calze nere tra l'acqua delle risaie, un'icona sexy di quegli anni. Nel 1948 Francesca è una cameriera d'albergo che, su istigazione del suo fidanzato Walter (Vittorio Gassman ndr), ruba la collana di una cliente. I due scappano e alla stazione di Torino salgono sul treno che sta portando alcune mondine nelle risaie del vercellese. Tra queste c'è Silvana (Silvana Mangano ndr) che aiuta Francesca a sistemarsi facendola assumere da un "caporale" come irregolare, ma poi a sua volta ruba la collana a Francesca. Lo scaltro Walter, che sta già progettando di impossessarsi dell'intero raccolto di riso, capisce cosa deve fare. Tra seduzioni e imprevisti si arriva a un epilogo drammatico. Nel cast, oltre a Gassman e Mangano, Raf Vallone e Doris Dowling.

MERCOLEDÌ 6 MARZO ORE 22.30 ANNO 2013 – REGIA DI SCOTT WALKER Un thriller basato sulla storia vera del serial killer Robert Hansen che in Alaska, negli anni ottanta, rapì, torturò e uccise almeno una ventina di donne. Nei pressi di Anchorage viene ritrovato il cadavere di una donna sepolto da tempo in una zona di caccia. La vittima è una ballerina che era stata ingaggiata per un servizio fotografico. Incaricato di seguire il caso, che potrebbe essere legato ad altri ritrovamenti simili, è il detective Jack Holcombe (Nicolas Cage ndr). Nel frattempo, la giovane prostituta Cindy Paulson (Vanessa Hudgens ndr) riesce a sfuggire a un cliente che l'ha rapita e ha tentato di ucciderla. Interrogata dalla polizia, indica Robert Hansen (Jhon Cusack ndr) come responsabile del tentato omicidio. L'uomo però, stimato padre di famiglia, ha un alibi e la ragazza ha un passato difficile e un carattere complesso. Spetterà ad Holcombe il compito di collegare diversi efferati delitti e di smascherare lo spietato serial killer indagando anche sul passato di un uomo considerato rispettabile dalla comunità locale.

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SABATO 9 MARZO ORE 21.10 ANNO 1949 – REGIA DI GIUSEPPE DE SANTIS

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