

ALESSIA MARCUZZI
Alla guida del nuovo talk-show di Rai 2 “Obbligo e verità”, la conduttrice si racconta al RadiocorriereTv
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Comunicato l’ordine d’uscita degli artisti nelle semifinali in diretta su Rai il 13 e il 15 maggio. La finale su Rai 1 il 17 maggio
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GIULIO CORSO
Intervista all’attore siciliano, tra i protagonisti di “Che Dio ci aiuti” il giovedì su Rai 1
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PRIX ITALIA
Aperte le iscrizioni alla 77esima edizione del concorso. Il Premio si terrà a Napoli dal 20 al 24 ottobre
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Parla l’autrice di “Questione di Costanza”, romanzo che ha ispirato la fiction della domenica di Rai 1
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CIAO MASCHIO
Nunzia De Girolamo intervista uomini dello spettacolo, della politica, dell’economia e dello sport. Il sabato in seconda serata su Rai 1
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RADIOCORRIERETV
SETTIMANALE DELLA RAI
RADIOTELEVISIONE ITALIANA
Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997
Numero 13 - anno 94 31 Marzo 2025
DIRETTORE RESPONSABILE
FABRIZIO CASINELLI
Redazione - Rai
Viale Giuseppe Mazzini 14 00195 ROMA Tel. 0633178213
www.radiocorrieretv.rai.it www.ufficiostampa.rai.it
Collaborano Laura Costantini
Cinzia Geromino
Tiziana Iannarelli
Vanessa Penelope Somalvico
Valerio Lundini torna su RaiPlay con la seconda stagione del programma. In onda da giovedì 10 aprile 22
La Rai si racconta in digitale
PREMIO MORRIONE
Presentati finalisti e tutor della quattordicesima edizione 24
PLOT MACHINE
Anteprima della puntata in onda su Rai Radio 1
Quel che si cela dietro una storia letteraria
Da giovedì 4 aprile nelle sale il film scritto e diretto da Greta Scarano ispirato alla storia vera di Margherita e Damiano Tercon
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Album, tour ed Eurovision per Lucio Corsi
Il Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato Valentina Scognamillo Ispettorato Generale di Pubblica Sicurezza Ispettorato Scuole Servizio Ricerca e Didattica Ufficio Studi e Programmi racconta la sua esperienza con la Polizia accanto ai giovani
L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai 40 CULTURA
Fondazione Leonardo e Rai Kids insieme per la divulgazione scientifica in su Rai Gulp
44 METEO SPAZIO
Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay
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Una selezione dei film in programma sulle reti Rai
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Un grande tavolo con tanti ospiti pronti a mettersi in gioco. La conduttrice, alla guida del nuovo talkshow di Rai 2, al RadiocorriereTv: «Sono un’abile padrona di casa che organizza giochi di società. Si parla di cose che riguardano ognuno di noi nel profondo». Il lunedì in prima serata
“Obbligo e verità”, come sta affrontando questa nuova sfida?
Sfidandomi (sorride). Perché è un talk show, un genere di programma che conduco per la prima volta. In qualche modo sto facendo quello che ho sempre fatto a casa con gli amici, riunendoli e sfidandoli. Sono un’abile padrona di casa che organizza giochi di società.
Un programma all’insegna del sorriso e della leggerezza, quale significato attribuisce a queste parole?
Non è un programma solo all’insegna della leggerezza, c’è spazio per tutto ciò che è la nostra vita. A “Obbligo o verità” ci abbiamo giocato tutti, ti porta a esprimere emozioni, si parla di cose che riguardano ognuno di noi nel profondo. Già dalla prima puntata non sono mancati lacrime e momenti di cuore.
Con quale criterio sceglie i suoi ospiti?
Li scelgo insieme agli autori del programma. C’è una sorta di sottotesto, ed è “il tavolo che non ti aspetti”, attorno al quale ci sono persone molto diverse tra loro, che fanno lavori diversi tra loro.
A quale obbligo cederebbe e quali verità le sarebbe difficile confessare?
Gli obblighi li farei tutti, tranne forse lanciarmi con il paracadute, una cosa così fisica, d’impatto, non credo di poterla accettare (sorride). Per quanto riguarda le verità non racconterei ciò che riguarda la mia sfera privata, la mia famiglia, i miei figli. Alcune cose privatissime non riuscirei a esternarle.
Da mamma come si pone di fronte alle mancate verità dei suoi figli?
Male. Odio le bugie e ho sempre detto ai miei figli “preferisco che me lo diciate prima”. Sapere le cose con l’inganno o con la bugia proprio non mi va giù.
Da ragazza c’è stato qualcosa che non ha detto ai suoi genitori?
Non ne ricordo una in particolare, ero abbastanza brava, una ragazza studiosa, non davo problemi ai miei, ma sicuramente qualche marachella l’avrò fatta anche io (sorride).
Cosa rimane oggi dell’Alessia Marcuzzi degli esordi?
La mia attitudine ad andare su un palcoscenico rimanendo quello che sono nella vita. Forse, in rapporto ad allora, mi manca un po’ di spensieratezza, dovuta all’età. Un tempo mi capitava di fare cose senza pensare troppo, oggi sono un po’ più ponderata. Qualcuno direbbe di no, ma invece è così. Crescendo si comincia a pensare alle conseguenze di ciò che fai.
Che si tratti di critica o di pubblico, cosa le fa piacere si dica di lei e quali sono invece le critiche che proprio non digerisce?
Le critiche le accetto. Fanno parte del nostro lavoro e in qualche modo ci aiutano anche a costruire, a cambiare delle cose se non vanno. Mi dispiace quando qualcuno dice bugie su di me, quando si altera la realtà.
Festival di Sanremo, quali sono i brani che a distanza di un mese continua a canticchiare?
“Volevo essere un duro” di Lucio Corsi, “Incoscienti giovani” di Achille Lauro, “La cura per me” di Giorgia, ma anche le canzoni di Noemi, di Elodie, dei Coma_Cose, di Olly…. Direi che le canto tutte!
Dopo Sanremo qual è il sogno nel cassetto di Alessia?
Uno si sta esaudendo ora, ed è “Obbligo o verità”. In passato ne ho esauditi parecchi. Non vedo l’ora di vedere “The Traitors”, che mi è piaciuto moltissimo fare su Prime. Penso di essere una ragazza fortunata.
In diretta su Rai 2 dalla St. Jakobshalle di Basilea il 13 e il 15 maggio
Con la pubblicazione del “running order”, l’ordine di esibizione dei concorrenti delle due Semifinali di Basilea 2025, diffuso da EBU e SRG SSR (il servizio pubblico svizzero), lo “show dei record” può ufficialmente partire. I rappresentanti dei Big 5 (Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito), insieme al paese ospitante, quest’anno la Svizzera, si esibiranno dal vivo fuori concorso (essendo già qualificate) durante le semifinali. Lucio Corsi lo farà il 13 maggio, portando all’attenzione di milioni di telespettatori la sua “Volevo essere un duro”. Ad aprire la serata di martedì 13 sarà l’Islanda, con il duo dei VÆB e la loro energica Róa.
In posizione numero 4 ci sarà l’Estonia di Tommy Cash, ormai una vecchia conoscenza del pubblico italiano. Gabry Ponte (in gara in rappresentanza di San Marino) si esibirà in posizione numero 11 con “Tutta l’Italia”. La seconda semifinale, giovedì 15 maggio, sarà aperta dall’Australia e chiusa dalla provocante Erika Vikman in rappresentanza della Finlandia. Il running order della finale si conoscerà invece nella notte tra giovedì 15 e venerdì 16 maggio: solo la Svizzera ha già estratto la sua posizione per la finale (19). Le due Semifinali andranno in onda martedì 13 e giovedì 15 maggio in prima serata su Rai 2 e Rai Play oltre a essere trasmesse su Rai Radio 2 e sul Canale 202 del Digitale terrestre. La Finale andrà in onda sabato 17 maggio, sempre in prima serata, su Rai 1 (per il decimo anno consecutivo) oltre che su Rai Play e Rai Radio 2. A commentare
la trasmissione televisiva per l’Italia la nuova coppia formata dalla “new entry” BigMama, artista poliedrica, e dal “veterano” Gabriele Corsi (alla sua quinta partecipazione) mentre per Rai Radio 2 il commento in simulcast sarà a cura di Diletta Parlangeli e Matteo Osso. L’edizione internazionale del 69° Eurovision Song Contest sarà condotta da Sandra Studer e Hazel Brugger, a cui si aggiungerà la “nostra” Michelle Hunziker pt la finale. In totale saranno presenti a Basilea 37 Paesi, con il ritorno del Montenegro e l’assenza della Moldavia: ventisei i cantanti solisti (tredici donne, tredici uomini), tre i duetti (uno maschile, due misti), sette gruppi (uno misto, due femminili e quattro maschili) e un DJ, Gabry Ponte. La Hunziker sarà infine la prima conduttrice ad aver presentato Sanremo (nel 2007 e nel 2018) e poi una edizione dell’Eurovision al di fuori dell’Italia.
Semifinale 1 - Martedì 13 maggio 2025
1. Islanda
2. Polonia
3. Slovenia
4. Estonia Spagna *
5. Ucraina
6. Svezia
7. Portogallo
8. Norvegia
9. Belgio
Italia *
10. Azerbaigian
11. San Marino
12. Albania
13. Paesi Bassi
14. Croazia
Svizzera *
15. Cipro
Semifinale 2 – Giovedì 15 maggio 2025
1. Australia
2. Montenegro
3. Irlanda
4. Lettonia
5. Armenia
6. Austria
Regno Unito *
7. Grecia
8. Lituania
9. Malta
10. Georgia
Francia *
11. Danimarca
12. Cechia
13. Lussemburgo
14. Israele
Germania *
15. Serbia
16. Finlandia
*Le nazioni contrassegnate con un asterisco (*) sono già qualificate alla finale.
Le serie più popolari del piccolo schermo, il cinema, il teatro: è il giovane e fascinoso avvocato Corrado in “Che Dio ci aiuti” su Rai 1, è il primo ufficiale Starbuck nel “Moby Dick” di Melville in scena al Quirino a Roma. Nell’intervista al Radiocorriere Tv l’attore siciliano si racconta: «Sono schietto, sincero, passionale e scelgo i personaggi che non si lasciano schiacciare dagli eventi, anche a costo di sbagliare»
Lei e il suo Corrado siete tra le gradite novità dell’ottava stagione, come è stato l’incontro con “Che Dio ci aiuti”?
Sono stato accolto come un nuovo membro di questa bella famiglia e sono felice di averne fatto parte. Una gioia condivisa anche da mia mamma e da mia sorella (sorride), che hanno sempre sperato che potessi recitare nella serie, di cui sono grandi fan. Quando le ho informate erano entusiaste. Penso sia stata la notizia più bella che ho dato loro dopo quella della nascita di mio figlio.
Cosa continua a decretare il successo della serie?
Oltre alla scrittura e agli interpreti, persone di grande talento e umanità, è sicuramente la qualità del materiale umano, dal regista a tutta la produzione.
Quando ha conosciuto Corrado sul copione cosa ha pensato?
Sulle prime, quando si conosce un personaggio, capita che ci si lasci sopraffare dai nostri limiti, dalle nostre incertezze e debolezze, rischiando di non riuscire ad apprezzarne subito il potenziale. Con Corrado avevo capito che si trattava di un personaggio positivo, ricco, spesso, in cui ci si poteva divertire. Pian piano, con l’aiuto degli autori e del regista, ho cominciato a entrare nel suo mondo…
Si è trovato a suo agio?
È la storia di un ragazzo in carriera che attraverso la Casa del Sorriso si riconnette un po’ alle cose importanti, alle ragioni per cui aveva scelto di fare l’avvocato, ai suoi sogni, e anche alla bellezza di fare qualcosa per gli altri, di dare una mano al prossimo. Così come Corrado, penso anche io che se fai del tuo lavoro la tua passione, non avrai mai la sensazione di lavorare. Cosa la spinge a scegliere un ruolo?
Quando leggo un nuovo testo e valuto se entrare in un personaggio mi chiedo da cosa sia mosso realmente, quali siano i suoi bisogni. Di lui sappiamo sempre da dove inizia a dove arriva, ma ciò che è veramente importante è il racconto del suo percorso, il cambiamento che compie. E poi credo che ogni attore scelga personaggi in cui possa riconoscersi. Sono una persona molto passionale, sincera, schietta, a volte un po’ irruenta
nelle decisioni, questo mi porta a scegliere personaggi con i quali condivido questa natura delle cose, che non si lasciano schiacciare dagli eventi, anche a costo di sbagliare. Non c’è cosa più bella di raccontare le proprie fragilità.
Che scambio avviene con i personaggi a cui dà voce e volto, o anche quelli che incontra da spettatore?
Credo che la recitazione sia una chiave per capire meglio noi stessi: arrivi spesso a comprendere cose personali incontrando un testo, una storia, un personaggio. Per arrivare a fare un lavoro sincero è importante fare i conti con la propria umanità.
La sua carriera la porta ad alternare il cinema, la serialità televisiva, il teatro. Proprio sul palcoscenico teatrale ha debuttato in questi giorni in “Moby Dick” di Herman Melville… Un’esperienza meravigliosa. L’adattamento del testo è di Micaela Maino, la regia del bravissimo Guglielmo Ferro. Abbiamo debuttato a Sulmona, dall’1 al 13 aprile saremo al Teatro Quirino di Roma. A interpretare il capitano Achab è uno straordinario Moni Ovadia che dà al personaggio di Melville tutta la sua energia e il suo carisma…
Lei veste i panni di Starbuck… … che di Achab è l’alter ego. Se il capitano del Pequod è ossessionato dalla vendetta nei confronti di Moby Dick, Starbuck,
primo ufficiale della baleniera, è la voce della prudenza, della coscienza. Il romanzo di Melville è un’impresa biblica, in ogni capitolo ci si può perdere.
Le è capitato?
Più volte, e sempre con grande emozione. Nel capitolo “Delle raffigurazioni mostruose di balene” Melville racconta ad esempio come i pittori suoi contemporanei dipingono il leviatano nelle loro opere. Ecco, mi sono trovato a cercare su Internet i dipinti citati. È bellissimo pensare come un testo scritto a metà Ottocento susciti ancora oggi un tale entusiasmo.
Come è nata la sua passione per il teatro?
Mi è accaduto da ragazzino, a Palermo. Il figlio di colleghi dei miei genitori mi propose di unirmi al gruppo con cui faceva musical. Ero attratto da quel mondo, ci provai e lo trovai naturale. Da lì ho cominciato ad approfondire l’argomento: il musical mi ha portato alla recitazione, che a sua volta mi ha portato a Roma, dove sono entrato all’Accademia nazionale di arte drammatica.
Ha avuto le idee chiare da subito…
Ai tempi della maturità non è che fossi il migliore degli studenti, ma sapevo quello che avrei voluto fare dopo. Quando un commissario d’esame mi chiese del mio futuro, risposi che avrei fatto l’attore. Lo dissi in maniera onesta, pura. Proprio come
quando chiedi a un bambino cosa voglia fare da grande e lui risponde: farò il pompiere (sorride).
Cosa dà la sua Sicilia al suo essere attore?
Un attore è un artigiano, un artista, e proprio come i pittori ha una serie di strumenti a disposizione. La tela, fatta di un certo materiale, il telaio, i colori. Credo che la provenienza di un artigiano, di un artista, sia tutto quello che ha da raccontare. In me ci sono i luoghi in cui sono cresciuto, c’è Palermo, una città di mare, di porto, accogliente, che si dona. Lì ho la mia famiglia, il legame è ancora fortissimo. E poi quando si è ancora figli il vincolo con la terra d’origine rimane forte. Immagino che un giorno anche mio figlio, che non ha ancora tre anni, farà i conti con le origini del suo papà.
Nel confronto-scontro tra essere e apparire come si pone?
Con il passare del tempo, crescendo, credo che si rinunci più facilmente ad apparire perché si ha il coraggio di essere. Ci sono alcuni momenti della vita dell’artista in cui ci si convince che si debba apparire in un certo modo per essere agli occhi degli altri. Credo che purtroppo, in questo ambiente, si cerchi di corrispondere a modelli imposti dall’epoca in cui viviamo. Per il pubblico è più facile riconoscersi in qualcosa che è convenzionale piuttosto che in qualcosa di sfaccettato, sincero. Conosco tanti artisti di cui ho grande stima che hanno scelto di tirarsi
fuori dalle etichette, e questa cosa mi piace molto, mi dà fiducia, penso che se lo hanno fatto loro forse potrò farlo anche io.
Che rapporto ha con il suo pubblico?
Accolgo con gioia le dimostrazioni d’affetto, di stima. Succede anche ora con “Che Dio ci aiuti”. Lo vivo con gratitudine. Al pubblico dobbiamo tutto, anche se credo che ci sia una sorta di scambio che soprattutto il teatro ti consente di vivere. A ogni rappresentazione gli attori scrivono una nuova pagina insieme a chi siede in platea.
Cosa la diverte fuori dal set?
Non sono uno spiritosone e passo tanto tempo a pensare. Sto bene nelle situazioni che mi consentono di essere me stesso, mi diverte stare con mio figlio, con mia moglie. Quello che riguarda il mio privato è davvero semplice. Recentemente ho passato una bella giornata giocando a tennis con un amico a Palermo: da ragazzi eravamo forti, oggi le nostre prestazioni non sono le stesse. Mi diverte ripensare come eravamo (sorride).
Un sogno nel cassetto, da aprire magari tra qualche tempo… Mi penso in teatro. Vorrei tanto tornare a fare un musical grande, magari originale. Quando le musica e le parole si uniscono, si fa un sunto di quella che è la mia esperienza.
I broadcaster possono iscrivere le loro migliori produzioni nelle sezioni Radio & Podcast, Tv e Digital fino al 19 giugno. Il Premio si terrà a Napoli dal 20 al 24 ottobre
Ha preso il via il 77° Concorso Internazionale Prix Italia, il premio nel settore dei media più longevo al mondo, nato a Capri nel 1948 e da allora organizzato ogni anno dalla Rai, con l’obiettivo di selezionare e dare risalto al meglio delle produzioni Radiotelevisive e Digitali trasmesse annualmente dai broadcaster pubblici e privati a livello globale. Fino al 19 giugno i broadcaster potranno iscrivere le loro migliori produzioni nelle sezioni Radio & Podcast, Tv e Digital. Tutti i regolamenti e le info su www.rai.it/prixitalia. L’edizione di quest’anno si svolgerà a Napoli dal 20 al 24 ottobre, in occasione dei 2500 anni dalla fondazione della città. Con una storia mitica e grandiosa, un passato da indiscussa capitale europea, melting pot di culture e intelligenze, Napoli sarà il luogo privilegiato dell’incontro degli oltre 100 broadcaster che fanno parte della Community del Prix Italia. La manifestazione, inserita nella Direzione Relazioni Internazionali e Affari Europei della Rai, rappresenta da sempre un momento di scambio culturale e opportunità di networking fra esperti, registi, artisti e appassionati di media provenienti da tutto il mondo. La 77ª edizione del Concorso avrà un focus sul genere documentario, dalle coproduzioni internazionali ai nuovi linguaggi anche sperimentali di racconto del reale. Coerentemente con questa scelta, il Presidente del Prix Italia 2025 è Imamura Ken-Ichi, Producer di NHK Enterprises e CEO di Studio IMAKEN nonché Advisor di Tokyo Docs, il principale evento internazionale del settore documentari in Giappone. Un professionista indiscusso, che ha saputo dare un respiro globale alla produzione asiatica di documentari, attraverso le co-produzioni internazionali. “Scoprire e raccontare storie diverse è sempre stata la mia missione, e il Prix Italia è un luogo in cui ciò accade da oltre 70 anni. Diventare parte di questa tradizione e avere l’opportunità di incontrare di
persona professionisti da tutto il mondo mi riempie di gioia”, ha dichiarato il neo Presidente Imamura. “Il Prix Italia non è mai stato così internazionale e partecipato e il 2025 porta con sé alcune novità importanti nel Concorso – dice Chiara Longo Bifano, Segretario Generale del Prix Italia – come la nuova ca-
tegoria dedicata all’innovazione delle produzioni digital first e la giuria delle Università”. Ai premi del concorso regolare si affiancano, come ogni anno, alcuni premi speciali: il Premio in Onore del Presidente della Repubblica, il Premio Signis, il Premio YLab che coinvolgerà gli studenti universitari del territorio
campano, e infine il Global South Award, istituito quest’anno per dare voce e coinvolgere i broadcaster provenienti dai paesi dell’area del sud del mondo. I vincitori saranno proclamati durante la Cerimonia di Premiazione che si terrà a Napoli.
La sua scrittura interpreta il femminile e riflette la contemporaneità. Il RadiocorriereTv incontra l’autrice di “Questione di Costanza” (Longanesi), romanzo che insieme agli altri due titoli della serie ha ispirato la fiction della domenica di Rai 1 interpretata da Miriam Dalmazio
Per chi non l’avesse ancora conosciuta nella puntata d’esordio o dalle pagine dei suoi libri, chi è Costanza?
Una ragazza che prova tutti i giorni a portare a casa il risultato. Una donna che ha cresciuto una bambina da sola, che ha fatto una scelta di vita molto forte e che ha scelto una professione particolare, quella del paleopatologo. Una branca della medicina di nicchia che, come autrice, ma anche come medico, ho scoperto tardivamente e ho approfondito per l’occasione: è una specialità che si sceglie indubbiamente per grande passione. Arrivarci dalla medicina è qualcosa di complesso e peculiare. Costanza è una mamma single e una lavoratrice precaria, per di più fuori sede, l’abbiamo vista trasferirsi da Messina, città d’origine, a Verona: è coraggiosa, con quel pizzico d’incoscienza che un po’ caratterizza le mie eroine (sorride). Sono tutte sorelle che hanno in comune l’essere spericolate.
Una madre, una donna che sogna di realizzarsi nel lavoro e di trovare l’amore… quanta contemporaneità c’è in Costanza? Tantissima. Costanza mette sempre al primo posto la figlia, cercando di avere una relazione con il padre della sua bambina pur senza ostacolarlo nei suoi piani di vita. In “Costanza” non esiste un personaggio cattivo o negativo tout court, ma una serie di posizioni sfumate e sfaccettate, che penso che nella vita rappresentino davvero il quotidiano. Nei libri come nella serie non c’è un antagonista. Non lo sono Federica, la fidanzata di Marco, padre della sua bambina, non lo è Diana, la competitor in Istituto. Di tutti i personaggi capisci le motivazioni, è un racconto in cui emergono le difficoltà delle relazioni nel quotidiano. Per esempio, sarebbe stato più facile fare una Federica cattivona, antipatica, la sfida era invece quella di lavorare di fino su sentimenti e situazioni in cui ci si può trovare nostro malgrado. Credo che sia una storia di sentimenti con tematiche molto contemporanee.
La sua Messina e la sua Verona, i suoi studi di medicina, quanto c’è del suo mondo in quello di Costanza?
Tra tutte le protagoniste dei miei libri, Costanza è probabilmente quella che sento più vicina al mio cuore, la meno sbarazzina. L’ho fatta trasferire dalla Sicilia a Verona per lavoro – io lo feci per il lavoro di mio marito – le ho dato una sensazione di imperfezione nella maternità, il cercare di fare del proprio meglio pur sentendo di sbagliare sempre. Penso che questo accomuni un po’ tutte le giovani mamme che si barcamenano fra mille cose. Cerchiamo di tenere insieme i pezzi di tutto.
C’è un consiglio che ha dato a Miriam Dalmazio prima che iniziassero le riprese?
Con Miriam, che apprezzo sia sul piano professionale che personale, abbiamo parlato molto. L’ho trovata in ascolto, ho visto in lei il desiderio di dare il massimo. Le ho consigliato di godersi questa esperienza, che in un certo senso per lei è la prima da protagonista assoluta, perché se l’è meritata tutta. Tra lei e Costanza ho trovato molti punti di contatto, ed è stato così da subito. Quando sono iniziate le riprese le è stato anche cucito addosso il perso-
naggio con grande cura, dal look all’outfit, da parte della produzione è stato fatto un lavoro di fino, sempre rispettoso dell’atmosfera del libro, di come il personaggio vive tra le pagine. La prima volta che ho visto Miriam sul set con il look Costanza è stata un’emozione fortissima: lei era Costanza (sorride).
Ha voglia di immaginare un incontro tra Costanza e Alice de “L’Allieva”? Cosa si direbbero e cosa accadrebbe?
Hanno un percorso comune, vengono entrambe dalla medicina, una ha scelto medicina legale, l’altra anatomia patologica, materie con molti punti di contatto. Sono due ragazze che sedute allo stesso tavolino indubbiamente troverebbero argomenti di conversazione. Al tempo stesso sono diverse, non so dire se si piacerebbero…
Ha mai pensato di farle vivere, anche solo in un incontro di qualche pagina, nello stesso racconto?
Mi piacerebbe, un domani, provare a sperimentare, farle incontrare in un libro di Costanza. È un’idea che di tanto in tanto mi passa per la mente. Ma fino a quando non mi metto a scrivere non mi sbilancio su cosa potrebbe accadere tra loro, anche perché hanno due caratteri forti. Credo che Costanza, abituata a essere molto responsabile, a pagare il prezzo di ogni scelta, potrebbe non amare fino in fondo la svagatezza di Alice. Credo invece che Alice guarderebbe Costanza con enorme ammirazione.
La passione per la medicina e quella per la scrittura, come è avvenuto l’incontro, nella sua vita, tra questi due mondi?
In realtà scrivevo anche da prima di intraprendere gli studi di medicina, è un qualcosa nato e cresciuto con me. Nel momento in cui sono diventata specializzanda in medicina legale mi si è aperto un orizzonte pensando al personaggio di Alice, poi diventata, anche grazie alla serie, un piccolo cult nel suo genere. Mi solleticò l’idea di scrivere un personaggio che avesse punti di contatto con un certo tipo di libri che leggevo in quel momento, dei chick-lit all’inglese, ma non volevo fare vivere il mio personaggio nella moda, o nel giornalismo, professioni molto glamour, pensai di calarla in un meccanismo giallo e di indagini medico-legali, fu un po’ un azzardo ma andò bene.
Fino a che punto uno scrittore deve assecondare le aspettative dei propri lettori e quanto, invece, deve spiazzarli?
È una lezione che mi diede l’head writer de “L’allieva”, cmi disse che i lettori e gli spettatori non vanno assecondati bensì sorpresi. Se li assecondi, diventa fan service, la mia scelta è quella di sorprendere chi mi legge, di buttare il cuore oltre l’ostacolo, accollandomi i miei rischi, non foss’altro perché se non si diverte l’autore, sia esso televisivo o scrittore, come si può pretendere che lo facciano i lettori? La risposta è dunque: sorprenderli ma cercando di rimanere equilibrio.
Diamo un consiglio a Costanza?
Tra le mie ragazze è quella che si sente sempre una seconda scelta, ha tante insicurezze. Ecco, le direi di credere di più un se stessa.
Riapre il salotto televisivo di Nunzia De Girolamo, da sabato 5 aprile in seconda serata Rai 1
Dopo il successo delle prime cinque edizioni, Nunzia De Girolamo torna alla guida di Ciao Maschio. Nello studio che ha rappresentato il cuore pulsante delle stagioni precedenti, il viaggio attraverso l’universo maschile prosegue. In ogni puntata, tre ospiti – uomini diversi per esperienze e personalità – si racconteranno in un primo faccia a faccia con la conduttrice, partendo da tre aggettivi con cui scelgono di definirsi. Ogni episodio sarà incentrato su un tema principale, introdotto da Nunzia nel suo monologo iniziale. Da lì, il confronto si svilupperà tra leggerezza e profondità, ironia e introspezione, facendo emergere storie e punti di vista appartenenti a mondi e generazioni differenti. Il dialogo sarà arricchito da nuovi giochi in chiave psicologica, pensati per svelare lati inediti degli ospiti. Anche in questa edizione, Nunzia sarà l’unica donna a varcare la soglia dello studio. Accanto a lei, tornano Giovanni Angiolini e Maruska Starr, ai quali si aggiunge una nuova presenza: l’attore e comico napoletano Francesco Procopio. La grande novità di quest’anno è che il club notturno di Ciao Maschio si apre a esibizioni artistiche di talenti emergenti, provenienti dalla strada o dal mondo dei social. Il pubblico da casa sarà ancora più coinvolto: grazie all’hashtag #CiaoMaschio, potrà interagire in diretta e partecipare attivamente alla conversazione sui social. Inoltre, nel corso della settimana, speciali iniziative sveleranno gradualmente gli ospiti delle puntate successive.
Torna Valerio Lundini con le sue inchieste surreali, alla ricerca di soluzione mai scontate. Dal 10 aprile in esclusiva su RaiPlay
Dopo una prima stagione di successi, Valerio Lundini torna su RaiPlay,con il suo stile inconfondibile e il suo punto di vista mai scontato, con la seconda stagione di “Faccende Complicate”. Dieci nuove puntate
- due episodi ogni giovedì - disponibili in esclusiva a partire dal 10 aprile. Anche questa volta, il comico e conduttore romano incontra persone comuni, personaggi noti, e testimoni di varie “faccende complicate”, con l’intento di raccontare storie di interesse sociale, trovare soluzioni e proporre finali di puntata inaspettati. “Faccende Complicate” è un original di Rai Contenuti Digitali e Transmediali prodotto da Simona Ercolani per Stand by Me.
«Con il loro lavoro, “Roberto Morrione” e “Riccardo Laganà” hanno tracciato una linea di confronto e di responsabilità per tutti noi» afferma l’AD Giampaolo Rossi in occasione della presentazione della quattordicesima edizione del Premio. La premiazione a Torino nel mese di ottobre
Presentati a Roma le finaliste, i finalisti e i tutor della quattordicesima edizione del Premio per il giornalismo investigativo, e i vincitori e i tutor della seconda edizione del Premio Riccardo Laganà Biodiversity, Sustainability & Animal Welfare. Promossi dall’associazione “Amici di Roberto Morrione” in collaborazione con la Rai, i due Premi sono riservati a under30 ai quali vengono dati tutti gli
• Marco Castellini e Chiara Garbin (categoria radio-podcast d’inchiesta), tutor giornalistico Gabriele Cruciata, giornalista, podcaster e formatore specializzato in reportage e inchiesta, vincitore del Premio Roberto Morrione 2020;
• Ilenia Cavaliere e Alessandro Masella (categoria video inchiesta), tutor giornalistica Chiara Cazzaniga, inviata di Chi l’ha visto Rai 3;
• Marianna Donadio e Dora Farina (categoria video inchiesta), tutor giornalistica Cecilia Anesi, giornalista investigativa IrpiMedia;
• Daman Singh, Bianca Turati e Iman Zaoin (categoria video inchiesta), tutor giornalistico Diego Gandolfo, ricercatore, scrittore e giornalista investigativo, vincitore del Premio Roberto Morrione nel 2015.
La giuria del Premio Laganà, presieduta da Sabrina Giannini, ha scelto tra i progetti a tema ambientale candidati al bando del Premio Morrione, il progetto di inchiesta vincitore di questa seconda edizione del concorso: è la proposta di video inchiesta di Novella Gianfranceschi e Niccolò Palla, affiancati dal tutor Francesco De Augustinis, giornalista freelance e documentarista (vincitore della prima edizione del Premio Roberto Morrione nel 2012). I video di presentazione dei finalisti di questa edizione sono disponibili nel canale youtube del Premio Roberto Morrione.
Nella realizzazione delle inchieste l’associazione Amici di Roberto Morrione mette a disposizione dei finalisti una squadra di tutor di grande esperienza composta, oltre che dai tutor giornalistici, anche da Francesco Cavalli, tutor tecnico audio video; Pietro Ferri, tutor musicale e l‘avvocato Giulio Vasaturo, tutor legale. A ciascun progetto finalista viene assegnato un contributo in denaro di 5.000 euro da impiegare nella produzione dell’inchiesta. Le quattro inchieste concorrono inoltre a un premio finale di 2.000 euro, attribuito dalla giuria alla migliore inchiesta realizzata. Il Premio offre inoltre l’opportunità della diffusione delle inchieste su Rai News 24, Rai Radio 1 e Rai Play Sound e di partecipare a festival e incontri in Italia e all’estero. strumenti per realizzare un’inchiesta giornalistica. È, dunque, iniziata ufficialmente la fase di produzione delle inchieste, top-secret fino alla premiazione a ottobre a Torino. I finalisti sono stati scelti dalla giuria, presieduta da Giuseppe Giulietti, tra 71 progetti presentati e 123 partecipanti. Sono in finale:
Da giovedì 4 aprile nelle sale il film scritto e diretto da Greta Scarano ispirato alla storia vera di Margherita e Damiano Tercon. Con Matilda De Angelis e, per la prima volta sullo schermo, Yuri Tuci
Greta Scarano dirige la pellicola ispirata alla storia vera di Margherita e Damiano Tercon. Nel film prodotto da Matteo Rovere e Rai Cinema, nelle sale da giovedì 4 aprile, i personaggi protagonisti si chiamano Irene, nei cui panni si cala Matilda De Angelis, e Omar, interpretato da Yuri Tuci. Lei vive la sua vita a Roma, quando sua madre le chiede di tornare per qualche giorno a Rimini, la città dove è nata e dalla quale è fuggita, per prendersi cura del fratello maggiore autistico, Omar. Una volta insieme, Irene scopre che Omar ha le idee chiarissime sul suo futuro: non ha nessuna intenzione
di vivere con lei quando i loro genitori non ci saranno più ed è pronto a tutto per realizzare i sogni della sua vita: vuole sposarsi, vuole fare tre figli perché 3 è il numero perfetto e vuole diventare un cantante rap famoso. Ma perché tutte queste cose accadano, Omar deve prima di tutto diventare autonomo. Con Irene inizia così un tenero e toccante corso intensivo per diventare “adulto”. Nella loro casa piena di ricordi, Irene e Omar affrontano insieme paure e speranze e scoprono che per crescere, a volte, bisogna essere in due. Nel cast del film Maria Amelia Monti (Piera), Ariella Reggio (Zia Marilù), Gloria Cocco (Nonna Cleta), Paolo Hendel (Walter), Adriano Pantaleo (Ugo), Christian Ginepro (Ludovico).
Nel 2014 viene scoperta dal regista Matteo Rovere che la sceglie come protagonista del suo film “Veloce come il vento”, e
con la sua interpretazione guadagna il Nastro d’Argento Premio Biraghi. Nel 2015 torna sul set come protagonista della versione italiana della serie americana “Parenthood”, dal titolo “Tutto può succedere”. Nel 2016 vince il premio Flaiano e il premio Attrice rivelazione dell’anno al Taormina Film Fest. Seguono “Una famiglia” di Sebastiano Riso, “Youtopia” di Berardo Carboni, “Il Premio” di Alessandro Gassmann, “Vita Spericolata” i Marco Ponti. Nel 2018 Matilda viene premiata come Shooting Star alla 68esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Nel 2019 gira tra la Svizzera e l’Italia il film “Atlas” di Niccolò Castelli, nel 201 negli Stati Uniti gira “The Undoing”, serie per HBO con Hugh Grant e Nicole Kidman, per la regia di Susanne Bier. Seguono “Il materiale emotivo” di Sergio Castellitto, “I ragazzi dello Zecchino D’Oro” di Ambrogio Lo Giudice, “L’incredibile storia dell’isola delle rose” di Sydney Sibilia, “Leonardo” di Dan Percival. Nel 2022 viene presentato il suo film
americano “Across the river and into the trees”, regia di Paula Ortiz, ed è protagonista di “Rapiniamo il duce” regia di Renato de Maria per Netflix. Nel 2025 sarà al cinema protagonista di tre film: “Dracula” di Luc Besson, “Fuori” di Mario Martone e “La vita da grandi” di Greta Scarano.
Inizia a recitare intorno ai 20 anni e partecipa a numerose produzioni televisive e cinematografiche come “Romanzo Criminale – La Serie”, “In Treatment” e “Suburra”. Nel 2023 debutta alla regia col suo cortometraggio “Feliz Navidad” premiato ai Nastri d’argento come Miglior esordio alla regia e selezionato per importanti festival italiani come Alice nella città e internazionali come il Tribeca Film Festival. “La Vita da Grandi” è la sua prima sceneggiatura per lungometraggio, scritta insieme a Sofia Assirelli e Tieta Madia.
“Mameli - Lezioni di Storia” approfondisce, a partire dal contenuto narrativo della serie “Mameli - Il ragazzo che sognò l’Italia”, la storia di Goffredo Mameli e del Risorgimento Italiano. Negli otto episodi, i due attori Riccardo De Rinaldis Santorelli e Amedeo Gullà guidano lo spettatore nella Storia approfondendo eventi, personaggi e temi. Original RaiPlay con la regia di Ago Panini. Interpreti: Riccardo De Rinaldis Santorelli, Amedeo Gullà.
In un paesino siciliano del dopoguerra, un bambino passa le giornate nella sala cinematografica del proiezionista Alfredo e, così, si innamora del cinema. Oscar 1990 per il miglior film straniero, David di Donatello 1989 per la colonna sonora firmata Ennio Morricone, Gran Prix Speciale della Giuria per Giuseppe Tornatore al Festival di Cannes 1989. Oscar per il miglior film straniero nel 1990. Regia di Giuseppe Tornatore, con Philippe Noiret, Salvatore Cascio, Jacques Perrin, Leopoldo Trieste, Marco Leonardi, Agnese Nano..
Felice Gimondi vinse il suo primo Giro d’Italia nel 1967, e tornò a vestire la maglia rosa altre due volte, nel 1969 e nel 1976. Tra le tante pagine sportive di cui si rese protagonista, indimenticabili furono quelle agonistiche con il campione belga Eddy Merckx. Tra i filmati delle Teche Rai riproposti, la vittoria al Giro del ‘67, spezzoni tratti dal “Processo alla tappa” e interviste curate da Enrico Ameri, Adriano De Zan, Sergio Zavoli, nonché da personalità dello spettacolo come Rita Pavone, Walter Chiari, Pippo Baudo e Fabio Fazio, che aiutano a conoscere non solo il campione, ma soprattutto l’uomo.
Il Topo Brigante è uno spietato criminale che tende agguati per le strade e deruba i viandanti. La sua passione sono i dolci, ma, per mera crudeltà, ruba il cibo ad ogni animale che incontra, anche se non è di suo gradimento. Stanca di tanti soprusi, la signora Anatra gli tende una trappola. Tratto dai libri di Julia Donaldson e illustrato da Axel Scheffler, il film di animazione arricchisce la collezione “Gruffalò”. Disponibile anche in lingua originale. Regia: Jeroen Jaspaert.
Lunedì 31 marzo alle 23.05 andrà in onda Radio1 Plot Machine, il programma di scrittura interattiva condotto da Vito Cioce e Marcella Sullo. Ospiti due giornalisti scrittori: Yari Selvetella, che ha pubblicato il romanzo “La mezz’ora della verità” (Mondadori), e Luigi Ferraiuolo, animatore del premio “Buone notizie”. Si sfidano due racconti selezionati per la Gara 2025. Il nuovo tema è la Palestra. Per partecipare invia subito la tua opera inedita in 1500 caratteri al sito plot.rai.it (sezione Novità). Tutti i racconti selezionati e andati in onda saranno pubblicati alla fine in un podcast originale di RaiPlay Sound.
Chiamo
Tu
Incoscienti
Balorda
Se
Fuorilegge
Volevo essere un duro
Alibi
La cura per me
Il momento d’oro del cantautore toscano che a maggio rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest a Basilea
“Volevo essere un duro” è il nuovo album che racconta di una musica d’autore intima e a tratti immaginaria, in una scrittura delicata e sincera, senza mai cadere nella superficialità. Il disco su tutte le piattaforme digitali e disponibile in pre-order nei formati vinile e CD, arriverà l’11 aprile. Lucio Corsi vive un momento professionale davvero magico e il “Club Tour 2025”, la cui partenza è prevista per il 10 aprile, è tutto esaurito. Partenza da Perugia, per poi toccare Bologna, Torino, Firenze, Roma, Napoli, Padova e Milano il 29 aprile e il 4 maggio. A queste date, si aggiungono le tappe estive nei più importanti festival italiani, che comprendono anche gli imperdibili appuntamenti di “Ippodromi 2025” di Roma e Milano: si parte il 12 giugno da Mestre, per poi proseguire ad Aosta, Cagliari, Roma, Bologna, Genova, Camaiore, Perugia, Collegno, Arezzo, Casera, Sassari, Termoli, Catania, Lamezia Terme, Bari, Mantova, per concludere il 7 settembre al Milano. «“Volevo essere un duro” è un disco che parla di infanzia, di amicizia e di amore. È un disco di ricordi veri e falsi, di personaggi del bene e del male, di località, che esse siano prati di margherite o squallide zone industriali – spiega Lucio Corsi - nelle forme di espressione credo che la cosa a cui si debba tendere è il cambiamento. In questo album ho cercato una trasformazione soprattutto a livello testuale, cercando di non staccare più di tanto i piedi da terra. Ho cercato di cantare in maniera chiara e diretta di persone. “Volevo essere un duro” è nato strisciando sui marciapiedi, nascondendomi negli armadi o sotto le zampe dei tavoli, girando tra i panni sporchi nelle lavatrici, appendendomi con le mollette ai capelli ai panni stesi, cercando ricordi non miei nei cappelli degli altri, cercando nuovi orizzonti nelle scarpe degli alti. Dopo circa due anni ho trovato nove canzoni diverse e le ho convinte ad andare ad abitare nello stesso palazzo. Così è nato il disco.» Il quarto album in studio si compone di nove tracce, tutte scritte e composte da Lucio Corsi e Tommaso Ottomano, che ne hanno curato anche la produzione insieme ad Antonio “Cuper” Cupertino. A popolarle, molti personaggi come “Francis Delacroix”, amico fotografo, Rocco compagno delle medie in “Let There Be Rocko”, e “Il Re del rave”, sagoma romantica e sgangherata. Ad aprire e chiudere la narrazione musicale del disco, anche i brani già editi “Tu sei il mattino” - che ci narra di come il tempo scorra inesorabile, come la corrente di un fiume che ci tira sempre e solo da una parte - e “Nel cuore delle notte” - una canzone sull’amicizia, una lunga coda di pianoforte sull’autostrada della luna, presentata a sorpresa la scorsa Vigilia di Natale con una live session -, oltre a “Volevo essere un duro” (il brano indipendente più ascoltato in radio e recentemente certificato disco d’oro), in gara alla 75esima edizione del Festival di Sanremo, dove Lucio - al suo debutto sul palco dell’Ariston - si è classificato secondo ed è stato insignito del Premio della Critica “Mia Martini”, entrando nel cuore del pubblico.
«Ho scritto due romanzi-verità di genere biografico, ma anche quando scrivo fiction in realtà fondo sempre in un calderone diverse storie vere. Magari patisco un difetto di immaginazione, chissà. O potrei dire, con un cliché, che forse mi interessano più le persone che i personaggi.»
Pier Paolo Giannubilo è nato e cresciuto in Molise, da madre molisana e padre pugliese. Ha fatto il libraio e il giornalista, insegna italiano e latino in un liceo scientifico di Campobasso da oltre vent’anni. Ha al suo attivo quattro romanzi: “Corpi estranei” (uscito nel 2008, ristampato nel 2023), “Lo sguardo impuro”, “Il risolutore” (presente nella dozzina del Premio Strega 2019), infine “Incendio sul mare”.
Quale ritieni sia la storia che ha determinato il tuo essere scrittore?
«All’università leggevo e scrivevo quasi esclusivamente poesia. Alla narrativa sono arrivato piuttosto tardi. Ho cominciato a fare sul serio solo intorno ai venti anni, leggendo tonnellate di romanzi obbligatori per i miei tre esami di letteratura italiana moderna e contemporanea. Il passaggio dalla lirica alla scrittura di storie è avvenuto in modo drastico, con una rinuncia totale alla prima. Ma è stato un cambio di passo naturale, non l’ho deciso a tavolino. La storia che mi ossessiona fin da allora sono le vicende da tragedia greca che hanno interessato mia madre e i suoi antenati. Una vera e propria saga maledetta che diventerà prima o poi un romanzo. Quello con cui chiuderò un cerchio con la mia infanzia, che non è stata facile.»
I tuoi libri sono ispirati a fatti realmente accaduti, a vite realmente vissute. Da cosa deriva questa scelta?
«Credo si tratti di una semplice inclinazione naturale. L’aspetto interessante è che l’opposizione racconto del reale versus finzione è ingannevole. Nel momento stesso in cui si dà a delle storie vere la forma di romanzo le si deve infiltrare giocoforza di elementi finzionali. Cosicché quelle storie vere diventano “vere” soltanto a metà. Ma una verità a metà non è più una verità, è una menzogna. Oppure è quella cosa anfibia, equivoca, che chiamiamo letteratura.»
Sei un docente di scuola superiore, hai un costante contatto con ragazze e ragazzi adolescenti. Che impressione hai del loro approccio alla lettura?
«La lettura, checché se ne dica, è un’attività in caduta libera. Chi vive coi giovani lo sa. Ed è un processo, temo, irreversibile. I miei studenti leggono in cinque anni ben cinquanta romanzi, ma lo fanno, appunto, perché “devono” farlo, perché inserisco quelle letture nel loro curriculum. Pochissimi si avvicinano
spontaneamente alla lettura, e solo pochi continueranno a coltivare questa buona pratica liceale anche all’università e da adulti. Sento di stare combattendo una battaglia di retroguardia, che tuttavia ho l’obbligo morale di continuare a condurre perché è una battaglia giusta. Si tratta di spargere semi a piene mani: molti andranno dispersi, ma qualcuno attecchirà e farà frutto, come nella parabola del seminatore.»
Il tuo ultimo uscito – “Incendio sul mare” – risale a tre anni fa.
Stai scrivendo un nuovo romanzo?
«Lo sto concludendo in questi giorni. Mi sono avventurato su un terreno che non ho mai battuto prima e per la prima volta mi sono “divertito”, nel vero senso della parola, durante il processo di scrittura. È un romanzo completamente diverso rispetto a quelli che lo hanno preceduto, tutti basati su storie dure e tragiche, e credo sorprenderà non poco i miei lettori abituali, spero positivamente. Non credo sia un caso che abbia sentito l’esigenza di sperimentare qualcosa di nuovo proprio in questo momento storico, in cui omogeneizzazione, normalizzazione, censura e autocensura stanno invadendo gli spazi della creatività come nelle epoche più buie.»
Il Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato
Valentina Scognamillo Ispettorato Generale di Pubblica Sicurezza Ispettorato Scuole Servizio Ricerca e Didattica Ufficio Studi e Programmi racconta la sua esperienza con la Polizia accanto ai giovani
La Polizia di Stato si misura ogni giorno con l’importanza della formazione e dell’educazione a tutte le attività di contrasto ad ogni forma di violenza e di crimine: un’azione efficace deve partire dalla prevenzione e dalla diffusione di una cultura del rispetto che investa sulle generazioni più giovani. “La nostra non è una professione come le altre, ma una vocazione, permanente, al servizio del prossimo. Non si smette mai di essere ciò che si è: non esauriamo i nostri compiti e le nostre funzioni una volta completato l’orario di lavoro. Infatti, al di là delle attività del nostro ufficio o reparto, abbiamo una responsabilità senza limiti di tempo e spazio nei confronti della collettività e di tutti coloro ripongano nella nostra figura un senso di protezione e fiducia. Per me non è un semplice lavoro, ma una vocazione costante che ispira il mio privato, il mio quotidiano e le mie scelte di vita“.
Dr.ssa perché ha deciso di entrare in Polizia?
Non ho una storia familiare connotata da divise blu, ma l’ambiente dove sono nata e cresciuta è costantemente stato permeato da valori connessi alla legalità, al senso di giustizia, all’osservanza della legge e delle istituzioni. La mia è da sempre stata una vocazione al “diritto”, nell’accezione ampia del termine. Mio padre era un avvocato, appassionato di criminologia e scienze investigative. Non ho mai avuto dubbi sulla scelta del mio percorso universitario e quando mi sono iscritta a Giurisprudenza, il mio obiettivo era chiaro: conoscere e studiare a fondo il diritto. Così, nel periodo post universitario, mentre mi specializzavo alle professioni legali e frequentavo un tirocinio presso la Procura della Repubblica di Roma, ho avuto modo di confrontarmi ed appassionarmi alle attività della sezione di polizia giudiziaria dove svolgevo la mia pratica. Essere riuscita ad indossare questa divisa è stato per me motivo di orgoglio: entrare nella grande famiglia della Polizia di Stato mi ha consentito di coniugare il mio desiderio di conoscenza di discipline giuridiche con la possibilità di conoscerne la concreta applicazione, e vedere espressi, declinati e difesi i valori fondanti il nostro paese.
Ci racconta le tappe più importanti della sua carriera? Qual è il suo ruolo attuale?
La mia prima assegnazione, una volta terminato il corso di formazione da commissario, è stata la Questura di Trento, dove mi è stato affidato l’incarico di Dirigente dell’Ufficio
Immigrazione. In qualità di Dirigente dell’Ufficio
Immigrazione ho avuto modo di partecipare come membro effettivo alle sedute della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. Successivamente sono approdata a Roma, presso l’allora Direzione centrale per gli istituti di istruzione, oggi Ispettorato delle scuole della Polizia di Stato, nel settore strategico e fondamentale della formazione, dove sono tutt’ora in servizio. Nel periodo dal 2018 al 2021, come funzionario addetto del Servizio Corsi, mi sono occupata della realizzazione di tutte le attività connesse all’istituzione dei corsi di formazione di progressione e avanzamento in carriera che hanno consentito il riordino di più di 7000 unità. Attualmente lavoro presso il Servizio Ricerca e Didattica dell’Ispettorato scuole, Ufficio Studi e Programmi, nel cui ambito mi occupo della predisposizione dei piani della formazione e dell’implementazione della formazione in modalità e-learning.
Difficile conciliare famiglia e lavoro?
Difficile ma non impossibile. Mio marito è un collega, con la mia stessa qualifica, e abbiamo due figli molto piccoli. A volte si ha l’impressione di non esserci abbastanza; ci vuole tanta organizzazione, dedizione e forza di volontà e, a mio avviso, l’unica strada percorribile è impostare e riuscire a mantenere una solida organizzazione familiare.
Come funzionano i corsi per l’accesso ai vari ruoli della Polizia di Stato?
I vincitori dei concorsi per allievi agenti e allievi vice ispettori del ruolo ordinario frequentano un corso di formazione presso le scuole della Polizia di Stato per diventare, rispettivamente, agenti o ispettori della Polizia di Stato. Il corso per allievi agenti si articola in due periodi formativi: il primo residenziale, finalizzato ad acquisire le nozioni giuridico-professionali e le competenze tecnico-operative funzionali al conseguimento delle qualifiche di agente di polizia giudiziaria e di agente di pubblica sicurezza; il secondo, di applicazione pratica presso gli Uffici e i reparti di assegnazione. Il corso di formazione per allievi vice ispettori è finalizzato all’apprendimento delle discipline professionali e giuridiche, funzionali all’acquisizione delle competenze e alla preparazione professionale necessaria per l’espletamento delle funzioni attinenti al ruolo di ufficiale di polizia giudiziaria che i frequentatori andranno a rivestire. Durante il percorso gli allievi ricevono insegnamenti di livello accademico incentrati sulle materie di diritto penale, procedura penale, diritto amministrativo e criminologia, sulla scorta di una Convenzione stipulata con la
facoltà di Giurisprudenza dell’Università “Sapienza” di Roma. Gli allievi, al superamento di tali esami, conseguono crediti formativi universitari valevoli per l’eventuale acquisizione della laurea breve a contenuto giuridico. Per quanto riguarda i concorsi interni, i relativi corsi di progressione e avanzamento in carriera, hanno durata inferiore e sono articolati in tre fasi formative: una in modalità e-learning, una residenziale presso le scuole e una di tirocinio applicativo presso gli uffici di appartenenza.
Formazione di base e formazione specialistica: quanto è importante quest’ultima per aumentare la professionalità dei poliziotti?
La formazione di base è funzionale all’accesso alle diverse qualifiche dei ruoli ordinari e tecnici, mentre la formazione specialistica, anche detta di “secondo livello”, è dedicata agli operatori già in servizio e finalizzata a fornire loro una qualificazione, specializzazione, abilitazione o perfezionamento. Si tratta di un tipo di formazione fondamentale per il nostro personale, poiché consente di acquisire delle competenze e conoscenze professionali specifiche attraverso il conseguimento di titoli ad hoc. Per fare degli esempi, al termine dei percorsi formativi di secondo livello, il frequentatore consegue dei titoli, quali: operatore U.O.P.I., operatore N.O.C.S., artificiere, cinofilo, operatore di polizia scientifica, pilota di aereo, istruttore di tiro, difesa personale e tecniche operative e così via. Questo è reso necessario dalla struttura organizzativa della nostra Amministrazione che richiede, per i diversi settori specialistici, l’acquisizione di titoli qualificanti e competenze idonee allo svolgimento di specifici compiti di istituto.
Un consiglio ai giovani che desiderano entrare in Polizia? Ai giovani che hanno il sogno di entrare in Polizia, a qualsiasi livello, oltre alla preparazione da acquisire con lo studio, consiglio di coltivare la propria motivazione. È questa, a mio parere, che consente di affrontare serenamente e con convinzione le prove concorsuali richieste per entrare nella nostra Amministrazione. Ed è la stessa che in futuro servirà loro, una volta diventati poliziotti, ad esprimere al meglio le proprie qualità, le proprie capacità professionali e a svolgere con risolutezza e determinazione il servizio da rendere ai cittadini.
In prima visione su Rai 5 un affascinante viaggio documentaristico che svela i segreti e le sfide dietro il restauro di uno dei più straordinari tesori dell’arte antica: il leggendario mosaico di Alessandro e Dario raffigurante il volto di Alessandro Magno. Mercoledì 2 aprile alle 21.15 su Rai 5
AIl documentario inizia con l’ambizioso restauro del Mosaico di Alessandro e Dario, custodito al MANN: il capolavoro, il mosaico più importante mai ritrovato a Pompei, raffigura il culmine della vittoria di Alessandro Magno su Dario III e costituisce una delle fonti più anomale, ma anche attendibili, per immaginare le vere sembianze del grande condottiero macedone. Parallelamente al restauro, il documentario dedica uno spazio significativo alla ricerca del volto “umano” di Alessandro mediante l’intelligenza artificiale. “Il volto di Alessandro. Il restauro del Mosaico di Alessandro e Dario”, in onda mercoledì 2 aprile alle 21.15 in prima visione su Rai 5 per l’“Art Night” di Neri Marcorè.
Il dottor Zivago
Pierluigi Battista propone la lettura del capolavoro di Boris Pasternak e la visione del documentario “Il dottor Živago” di Nino Kirtadzé, in onda lunedì 31 marzo
Alicia Keys Live in Los Angeles
Alicia Keys, virtuosa del pop-soul, in concerto a Los Angeles. Giovedì 3 aprile alle 22.45 su Rai 5.
Radiohead
Soundtrack for a Revolution
Il doc di Benjamin Clavel racconta la storia del gruppo di Thom Yorke. Martedì 1 aprile alle 23.05
Amabili testi
Dacia Maraini
La scrittrice è ospite di Albinati nella puntata di Amabili testi in onda mercoledì 2 aprile alle 20.20
Amabili testi
Valeria Golino
L’attrice e regista è ospite di Albinati. Nella puntata si parla di poesia e di lettura in lingua originale e di come il cinema reinterpreti i film tratti dai libri.
Venerdì 4 aprile alle 20.20
Teatro
Radio clandestina
Considerato come una delle opere più intense di Ascanio Celestini, ricostruisce i giorni che precedono e seguono, a Roma, l’eccidio nazista delle Fosse Ardeatine. Sabato 5 aprile alle 21.15
Di là dal fiume e tra gli alberi
Sul confine del Carso
Un confine mutevole e tormentato, attraversato da popoli italiani e slavi stabilizzato solo con il trattato di Osimo nel 1975. In onda domenica 6 aprile alle 21.15
Il ricordo di Rai Cultura a venti anni dalla scomparsa di Papa Giovanni Paolo II. Mercoledì 2 aprile su Rai Storia
Aventi anni dalla scomparsa di Papa Giovanni Paolo II, Rai Cultura dedica un doppio appuntamento mercoledì 2 aprile su Rai Storia. Si inizia alle 8.45 e in replica alle 14.15 con Passato e presente: il 16 ottobre 1978, per la prima volta in 455 anni, è chiamato a guidare la Chiesa di Roma un pontefice straniero: l’arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla, che prenderà il nome di Giovanni Paolo II. Nato il 18 maggio 1920, Wojtyla sarà uno dei pontefici più longevi e carismatici della storia. Paolo Mieli ne parla con
il professor Alberto Melloni. In un quadro internazionale fortemente condizionato dallo scontro ideologico tra l’Occidente liberale e il blocco comunista, l’elezione al soglio di un papa che viene da oltrecortina, cresciuto nella cattolicissima Polonia, rappresenta l’avvio di una fase storica cruciale, che culminerà con il crollo del muro di Berlino nel 1989. Papa Wojtyla è uno dei protagonisti dei mutamenti epocali che segnano il passaggio al III millennio, con un intenso e dinamico pontificato segnato drammaticamente dall’attentato del 13 maggio 1981, a cui scampa miracolosamente. È stato proclamato santo il 27 aprile 2014. A seguire, alle ore 20.00, scorrono le immagini del 14 novembre 2002, quando per la prima volta un Pontefice ha parlato nell’Aula di Montecitorio.
Omaggio ad Anna Frank
Il ricordo di Rai Cultura a ottanta anni dalla scomparsa
Nei documenti di repertorio Arnoldo Foà intervista in studio il padre Otto Frank. Lunedì 31 marzo alle 19.30
5000 anni e +.
La lunga storia dell’umanità
Creta, la fine di un mondo
Lo splendore e il tramonto di una delle civiltà più antiche e affascinanti del Mediterraneo, quella minoica. Giovedì 3 aprile alle 21.10
Passato e Presente
Anton Cechov, l’inquietudine russa
Un personaggio analizzato da Paolo
Mieli e dal professor Lucio Villari. Martedì 1° aprile alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia
Maxi. Il grande processo alla mafia Saluti da Corleone
La ricostruzione del Maxiprocesso di Palermo. Venerdì 4 aprile alle ore 22.10
Mai + trasmessi
Il ragazzo dai capelli gialli
Inchiesta del 1978 firmata da Celestino Elia sul movimento punk londinese. Mercoledì 2 aprile alle 21.10
Passato e Presente
Assedio a Sarajevo
Nel giugno 1991, Slovenia e Croazia proclamano la propria indipendenza. È l’inizio della dissoluzione della Repubblica federale jugoslava. Sabato 5 aprile alle 20.30
La Roma di Raffaello
Nell’anniversario della scomparsa del grande pittore
La vita del pittore nel suo periodo “romano”, dal 1509 al 1520. Domenica 6 aprile alle 19.00
Fondazione Leonardo e Rai Kids insieme per la divulgazione scientifica in “Meteo Spazio”, in onda su Rai Gulp (canale 42 del digitale terrestre) dallo studio virtuale del Centro di Produzione di Torino
Spiegare ai ragazzi le innovazioni spaziali, i satelliti di navigazione e tutte le scoperte degli scienziati, ingegneri ed esperti. Con questa mission, su proposta di Fondazione Leonardo ETS, diretta da Helga Cossu
e presieduta da Luciano Floridi, si è attivata una partnership con Rai Kids per la divulgazione di pillole informative sul tema dell’innovazione spaziale per il programma “Meteo Spazio”, in onda su Rai Gulp (canale 42 del digitale terrestre) condotto da Riccardo Cresci nello studio virtuale del Centro di Produzione di Torino. Si tratta di un format Rai che spiega ai ragazzi che tempo fa nel sistema solare e quali sono le novità legate all’innovazione tecnologica in merito allo Spazio, in onda ogni martedì alle 18.45 (e in replica il mercoledì alle 8:55). Le pillole sono condotte da Ilaria Iacoviello, Head of education Fondazio-
ne Leonardo e da Antonio Santamato, giornalista Fondazione Leonardo, nel Multimedia Digital Hub di Leonardo. Strumenti per il monitoraggio del territorio e dello spazio extra-atmosferico, osservazione della Terra, infrastrutture di produzione avanzate ed altre iniziative e curiosità. Tutte tematiche affrontate in modo semplice, girate all’interno del centro di produzione multimediale di Leonardo, con immagini e grafiche interattive. I primi temi individuati per la messa in onda sono: Esplorazione: cosa c’è nel nostro universo? I telescopi spaziali di Leonardo permettono di scoprirlo… da Luna, a Marte e oltre;
Navigazione: come facciamo a sapere sempre, tramite il GPS, la nostra posizione? Leonardo è leader nella produzione di orologi atomici, elemento fondamentale dei satelliti di navigazione; Osservazione della Terra: come foto e dati contribuiscono alla salvaguardia del Pianeta? Il ruolo di Leonardo nel programma Copernicus. Leonardo tramite eGeos sta sviluppando un Digital Twin della Terra per ESA, per la simulazione di scenari relativi a isole di calore e allagamenti nelle aree urbane. Tutte le puntate sono disponibili anche su RaiPlay e sui canali social di Rai Gulp e Fondazione Leonardo.
Dopo il grave ferimento di un ragazzo della comunità islamica danese da parte della polizia, il quartiere islamico è in fermento e il capo della polizia chiede ai suoi uomini di starne alla larga. Ma un’emergenza chiama nel ghetto la volante che ha a bordo il giovane agente Jens Høyer e il più anziano e irruento Mike Andersen. Quando arriva la notizia che il ragazzo ferito è morto in ospedale, per sottrarsi dalla rabbia popolare e uscire illesi dal quartiere in rivolta, i due agenti dovranno trovare una via di fuga. Nel maggio del 2020, la morte di George Floyd, deceduto a Minneapolis in seguito al violento fermo della polizia, ha avviato una serie di dure proteste e dato vita al movimento “Black Lives Matter”.
Catherine è una ginecologa che vive a Toronto con il marito David, musicista e il figlio Michael. Una sera la donna comincia a sospettare che David abbia una relazione extraconiugale: deciderà di assumere una squillo, giovane e bella, per valutare la fedeltà del marito. È solo l’inizio di un “ménage a trois” che non porterà a niente di buono. Alchimia fra gli interpreti, tutti molto bravi, e la cinematografia molto personale del regista canadese: ne esce un film originale, interessante e anche perturbante. Con Julianne Moore, Liam Neeson, Amanda Seyfried.
Chloe - Tra seduzione e inganno
Mercoledì 2 aprile ore 21.10
Anno 2009. Regia Atom Egoyan
Cary, una ricca vedova, si innamora, ricambiata, di Ron, il suo giardiniere più giovane di dieci anni. Ma la disapprovazione dei figli di lei e i pettegolezzi dell’alta società creano talmente tanti ostacoli al loro amore che quando lui le chiede di sposarlo la donna rifiuta. Quello del giardiniere Ron è uno dei ruoli che contribuì maggiormente a fare di Hudson un sex symbol dell’epoca. Il cinema di Douglas Sirk ha influenzato molti registi moderni come Rainer Werner Fassbinder e Pedro Almodovar, in particolare “Secondo amore” ha ispirato il film di Todd Haynes “Lontano dal paradiso” (2002) in cui Julian Moore stringe una tenera amicizia con il proprio giardiniere nero, suscitando lo scalpore della società americana degli anni Cinquanta.
Arnold Schwarzenegger, Jason Statham, Dolph Lundgren, Jet Li, Randy Couture, Steve Austin, Terry Crews, Bruce Willis, Mickey Rourke e ovviamente Sylvester Stallone in un cast unico per una squadra speciale di mercenari che viene chiamata in azione ogni qualvolta vincoli politici impediscono l’intervento delle agenzie di intelligence internazionali. In questa avventura, Barry Ross e i suoi uomini dovranno vedersela con un ex agente corrotto che ha preso il controllo di un’isola al largo dell’America Latina. Ma la missione assumerà presto degli imprevisti connotati personali. Caratterizzato da un’abbondante dose di autoironia, “I Mercenari - The Expendables” ha rilanciato il trend del cinema action muscolare anni ’80, aprendo la strada a una vera e propria saga che conta ben quattro capitoli.