Radiocorriere TV n.18 - Anno 89

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RadiocorriereTv SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA

Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997

numero 18 anno 89 4 maggio 2020

DOMENICO IANNACONE



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DEL RADIOCORRIERE TV


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L'ALBA È VICINA.

Ripartiamo. La domenica, Pasqua, Pasquetta, il Primo Maggio, le nostre piazze vuote. Chiusi stadi, cinema e tradizionali luoghi della vita sociale. Funzioni religiose in diretta televisiva. E questa volta non sono andati tutti all’outlet, come scriveva Aldo Cazzullo in un suo interessantissimo libro. Siamo tutti a casa. Siamo tra quattro mura, più o meno grandi. Siamo a piangere a distanza i nostri cari. Siamo a guardare tremando i bollettini della Protezione Civile. Siamo in cerca di mascherine e a lavarci ripetutamente le mani. Siamo a giocare al piccolo chef, magari rispolverando dalla cantina il vecchio “dolce forno” di nostra figlia, che oggi tenta con i tutorial di regalare lei ai propri bambini un dolce prelibato. Siamo in attesa che il telefono squilli e forse per alcuni non trillerà più. Stiamo vivendo un periodo difficilissimo, inaspettato, ma ora è il momento di ripartire guardando in casa, pensando a noi, perché bisogna rimettere in moto l’economia dell’Italia. Il Paese non è in svendita. Lo sappiamo bene che il motore della ripartenza siamo noi e noi soltanto. Con la nostra determinazione, con la nostra forza, con la nostra dedizione e quella passione mista a fierezza che ci rendono sempre più determinanti. Non possiamo fermarci a guardare domandandoci perché, dobbiamo recuperare tutte le nostre energie e tornare a trasformare in realtà i nostri desideri. Facile a dirsi, difficilissimo a farsi. Ma dobbiamo farlo perché la verità ha mille volti e ogni volto ha mille verità. Non ci siamo mai tirati indietro e non bisogna tirare fuori un dizionario della memoria per ricordare la nostra storia.

Fabrizio Casinelli

Vita da strada

PROVIAMOCI INSIEME…


SOMMARIO N. 18 4 MAGGIO 2020 VITA DA STRADA 3

FAME D'AMORE Francesca Fialdini conduce il nuovo programma sui disturbi alimentari e sulle patologie ad essi connesse. Da lunedì 11 maggio in seconda serata su Rai3

DAVID DI DONATELLO Venerdì 8 maggio in diretta su Rai1 in prima serata l’assegnazione dei Premi David di Donatello e dei David Speciali. Conduce Carlo Conti

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DUILIO GIAMMARIA

DOMENICO IANNACONE Prima che la pandemia ci travolgesse chi eravamo veramente? Il giornalista ricostruisce gli ultimi tratti di un’umanità che subito dopo non sarebbe più stata la stessa. Da domenica 10 maggio su Rai3 torna “Che ci faccio qui”

“L’informazione non deve prendere decisioni, ma può evidenziare storture e proporre soluzioni”. Intervista al conduttore di “Petrolio Antivirus” (Rai2) e direttore della Produzione documentari della Rai

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SABATO SERA Una serata evento dedicata al decalogo che Dio dettò a Mosè sul Monte Sinai. Con Roberto Benigni il 9 maggio su Rai1 24

MASSIMO GHINI Tra pubblico e privato. Incontro con l'attore romano protagonista della serie di Rai1 "Vivi e Lascia Vivere"

SERIE TV

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Dal 9 maggio su Rai3 "Liberi tutti" la serie in dodici puntate interpretata da Giorgio Tirabassi e Anita Caprioli

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RADIOCORRIERETV SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 Numero 18 - anno 89 4 maggio 2020

DIRETTORE RESPONSABILE FABRIZIO CASINELLI Redazione - Rai Via Umberto Novaro 18 00195 ROMA Tel. 0633178213

RadiocorriereTv

www.radiocorrieretv.rai.it www.rai-com.com www.ufficiostampa.rai.it

RadiocorriereTv

Capo redattore Simonetta Faverio In redazione Cinzia Geromino Antonella Colombo Ivan Gabrielli

radiocorrieretv

Grafica Claudia Tore Vanessa Somalvico


PRIMO MAGGIO Grande successo del concertone in “edizione straordinaria” realizzato da Rai3 in collaborazione con CGIL, CISL e UIL e trasmesso anche da Rai Radio2 e da RaiPlay

RAI4 Dal 4 maggio su Rai4 la seconda stagione di “Marvel’s Runaways” e la prima di “Marvel’s Jessica Jones” 36

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LIBRI Ercole Rocchetti, Veronica Briganti e Marina Borrometi sono coautori di Federica Sciarelli del volume edito da Rai Libri, la storia di donne e uomini caduti nella rete di sedicenti innamorati ansiosi solo di derubarli 42

DONNE IN PRIMA LINEA MARIO ACAMPA

CAFFÈ EUROPA

Il conduttore de “La Banda dei Fuoriclasse” su Rai Gulp: “Ricreiamo l’idea di comunità in televisione con la missione di scardinare la cassaforte della conoscenza”

Incontro con Tiziana Di Simone: “Vogliamo rendere comprensibile l’istituzione europea agli ascoltatori”. In onda su Rai Radio1 e su Rai GR Parlamento

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SPECIALE LA SCELTA Gad Lerner conclude il suo viaggio nella memoria con un appuntamento di riflessione sulla Resistenza. Venerdì 8 maggio su Rai3

RADIO1 PLOT MACHINE

Incontro con i prefetti di Genova e Bari, Carmen Perrotta e Antonia Bellomo, e con l’avvocato cassazionista BiancaMaria D’Agostino 46

CULTURA L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai 52

Anteprima della puntata

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RAGAZZI Tutte le novità del palinsesto Rai dedicato ai più piccoli 56

TUTTI I PROGRAMMI SONO DISPONIBILI SU

SPORT Lo scudetto di "Giulietta" 58

LE CLASSIFICHE DI RADIO MONITOR Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay 60

CINEMA IN TV Una selezione dei film in programma sulle reti Rai 62

ALMANACCO Le storiche copertine del RadiocorriereTv 64


DOMENICO IANNACONE

La vita nelle s Nelle sei nuove puntate di “Che ci faccio qui”, in onda su Rai3 da domenica 10 maggio alle 20.30, il giornalista ricostruisce gli ultimi tratti di un’umanità che subito dopo non sarebbe più stata la stessa. Uno specchio impietoso per guardare dentro di noi, comprendere tutte le nostre omissioni e capire quello che non abbiamo fatto per noi stessi e per gli altri. “Storie di dolore, di emarginazione, ma anche di riscatto – afferma Iannacone – per scrivere le regole di una Nuova Costituzione di tutti gli esseri viventi”

T

ornano “Che ci faccio qui” e il racconto del Paese dalla strada. Da dove parte questo nuovo viaggio? Dai diritti, in buona parte disattesi, di tutti gli esseri viventi, è come se allargassi al mondo la

platea delle disuguaglianze che ci possono essere. Riprendiamo dal tema dell’immigrazione facendo ritorno a Rosarno, dove migliaia di braccianti vivono in accampamenti di fortuna e in ruderi abbandonati, senza luce né acqua. Lì ho ritrovato un amico, Bartolo Mercuri, un commerciante di mobili che ogni giorno offre a molti immigrati un pasto caldo e vestiti usati. Le prime due puntate, intitolate “Ogni santo giorno” (capitolo 1 e 2), mi consentono di raccontare la disuguaglianza, lo sfruttamento, il fatto che le persone diventano invisibili quando ci fa comodo, mentre quando ci occorrono ne chiediamo le braccia, il lavoro.

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storie minime Come cambia il tuo sguardo sulla realtà alla luce dei giorni

mia idea è quella di abbracciare ogni altro tipo di biso-

difficili che stiamo vivendo?

gno. Nella terza puntata c’è il tema degli animali, come

È come se ci fosse uno sguardo su quello che non è sta-

elemento dell’umanità, ed è un argomento fondamentale.

to più lo stesso, come se uno si voltasse allo specchio, si

Racconto una storia incredibile, sono andato vicino Roma

guardasse e si vedesse per come era realmente due mesi

al “Santuario capra libera tutti”, nato per volontà di un al-

fa. E questo atterrisce. Scopriremo la nostra faccia, anche

levatore che a un certo punto ha avuto una conversione.

quella che oggi non ci piace. Ho dovuto scrivere dei testi

Un giorno, dopo avere venduto degli agnelli per mandarli

che avessero a che fare con un’osservazione quasi dall’alto,

al macello, ha avuto una sorta di ribellione verso questo

ho pensato a Wim Wenders, a “Il cielo sopra Berlino”, un

modo di utilizzare gli animali e se li è andati a ricomprare.

volo radente per capire quello che si vedeva là sotto.

Adesso vive con duecento animali che sono stati salvati

In questo volo cosa hai visto? Se ripenso a quella dimensione, penso a una grande ingiu-

dai macelli, non è una dimensione fricchettona ma profondissima. La puntata si intitola “Dalla tua parte”.

stizia del mondo. Abbiamo alimentato una profondissima

C’è un cambiamento in atto…

ingiustizia, quasi umanitaria, non solo legata agli immigra-

Prima avevamo gli occhi solo per guardare noi stessi, era

ti. Ci siamo piano piano scordati del mondo, tanto è che la

tutto autoreferenziale. Oggi abbiamo il problema di do

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vere pensare al futuro, al progresso, a quella che sarà la nostra vita, quella dei nostri figli, abbiamo il problema anche di immaginarla.

“curare”, perché la partita continua anche fuori dal campo. Nel campo di calcio ci sono regole nuove, un giocatore non può fare più di tre gol, poi è costretto a passare la palla per

Nella quarta e nella quinta puntata ritorna il tema delle

far fare gol agli altri. Non c’è un arbitro, c’è autogestione.

periferie

È una storia bellissima. A fianco al mostro di cemento c’è

Sono andato al Corviale, alla periferia di Roma, altro ele-

così un’altra dimensione, quasi un cono di luce, si chiama

mento di disomogeneità del mondo, una schizofrenia del

“Il campo dei miracoli”.

sistema, una visione indotta da una certa architettura che guardava alle periferie come a un tema di ricostruzione. Scampia non è nulla rispetto alla dimensione del Corviale, dove ti perdi, dove chi abita nel lotto A non sa chi vive nel lotto B. Ho raccontato questo mondo, una forma di disgregazione umana, ma ho trovato anche un fascio di luce, che nasce dallo sport. Un ex calciatore ed ex ultrà ha preso in gestione un campetto di calcio che è proprio di

Il viaggio di “Che ci faccio qui” si concluderà nel nord del Paese Ho pensato alle cose, agli oggetti creati dagli uomini per essere utili alla società, oggetti che si animano di un significato particolare. Sono andato a Moncalieri, dove c’è un’azienda che ricicla gli elettrodomestici, li va salvando dalla distruzione nei centri di raccolta RAE, li rimette in sesto e

fronte all’edificio che diventa uno spalto (il plesso princi-

poi in circolazione, è l’antitesi del consumismo spinto, del-

pale del Corviale è lungo quasi un chilometro). L’iniziativa

la massificazione dei consumi. Un’idea molto rispondente

di calcio sociale ribalta completamente le regole del gio-

all’oggi. In una fase così destabilizzante in cui abbiamo per-

co: le squadre sono composte da uomini, donne, giocatori

so le certezze, staremo più attenti all’ambiente, agli anima-

bravi e meno bravi, persone zoppe, autistiche, un mecca-

li, a quello che mangeremo, a chi non ha diritti, perché ab-

nismo di integrazione nel quale vince la squadra che sa

biamo capito che quei diritti possiamo perderli anche noi.

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Con la ripartenza riusciremo a rivedere le regole, a evitare gli

che il Servizio Pubblico prenda l’impegno di farlo dal bas-

errori del passato?

so. C’è bisogno di andare a cercare spunti e storie tra la

Non abbiamo altra scelta, si dovrà cambiare tutto, proprio

gente comune. Credo che ci sarà la possibilità di raccon-

perché il mondo non sarà più come prima. E quindi dobbia-

tare un mondo nuovo, a partire dai sogni delle persone,

mo ricordarci di cos’era quel mondo lì, lo dobbiamo tenere

abbiamo l’obbligo di creare un nuovo concetto di umanità,

come un canovaccio da non ripetere. Dovremo andare ben

potremo metterlo in piedi seguendo una sorta di alfabe-

oltre l’idea di fare aggiustamenti minimi. Quello che facevamo prima era fortemente inquinato dalla demagogia, dal

tizzazione emotiva.

populismo, dagli interessi, dalle lobby, tutta roba che oggi è

Negli anni hai raccontato decine di storie di vita, come ti

stata spazzata via. Avremo un tempo molto duro, in cui do-

hanno cambiato?

vremo ricompattarci e affrontare i problemi della crisi eco-

Ho fatto un’operazione immersiva, mi sono ritrovato den-

nomica. Finita la fase della paura fisica, inizierà quella della

tro alle storie, non solo come giornalista. In tutti questi

paura per la nostra sussistenza, del potercela fare. L’unica

anni non ho mai messo una distanza tra il giornalista e

prospettiva possibile è non rifare gli stessi errori.

l’uomo e questo mi ha creato anche molto dolore. È come

Come sta cambiando in queste settimane il racconto televi-

se avessi raccolto bagagli di dolore e me li fossi portati

sivo?

dietro: forti emozioni, forti sofferenze. Poi ci sono state

Si è standardizzato per necessità, i collegamenti via Skype e

anche storie belle, positive, ho fatto incontri straordina-

da casa hanno in parte supplito allo stop imposto dal black-

ri. Il lavoro mi ha fatto conoscere persone che mi hanno

out. Il racconto delle cose è completamente concentrato sul

dato tanto, anche le storie minime sono state esemplari,

Coronavirus, sulla pandemia. In futuro dovremo essere più

mi hanno insegnato ad essere un uomo e un giornalista

bravi, nella società ci sono infinite cose da raccontare, spero

migliore. 

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photo credit: Alessandro Di Marco

DOCUSERIE IN QUATTRO PUNTATE

FAME d’Amore 12

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Francesca Fialdini conduce il nuovo programma sui disturbi alimentari e sulle patologie ad essi connesse. Un dramma, di cui poco si parla, che colpisce per lo più i giovani e che coinvolge numerose famiglie. Da lunedì 11 maggio in seconda serata su Rai3

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l disturbo del comportamento alimentare è uno dei disagi giovanili più diffusi e meno raccontati. Per questo Rai3, nel pieno della sua missione di servizio pubblico, ha voluto puntare una luce su questo dramma che coinvolge molte famiglie italiane realizzando il nuovo programma “Fame d’Amore”, in onda da lunedì 11 maggio in seconda serata su Rai3. Al timone della trasmissione Francesca Fialdini che, approdando sulla terza rete, raddoppia il suo impegno aziendale, rimanendo anche alla conduzione di “Da noi…a ruota libera”, la domenica pomeriggio su Rai 1. La nuova docuserie in quattro puntate è ambientata in due comunità italiane di eccellenza: due luoghi dell’anima che accolgono e curano le ferite delle patologie legate alle dipendenze da cibo. L’età media di insorgenza di queste patologie è tra i 15 e i 19 anni, ma si sta abbassando. Un fenomeno che si nasconde tra le pieghe della società spesso sotto falso nome, coperto di giustificazioni e pregiudizi, dal costo in vite altissimo. Cosa rende oggi l’anoressia, la bulimia e le dipendenze da cibo così diffuse? Cosa alimenta l’ossessione per l’immagine e per il corpo di tanti giovani donne e uomini del nostro tempo? Come mai il cibo è diventato oggetto di tante passioni e fonte di tanti problemi? “Fame d’Amore” è il racconto delle difficili fasi che attraversano i ragazzi e le loro famiglie, della lotta per uscire dalla malattia, dall’arrivo in comunità fino al ritorno alla vita di tutti i giorni. Grazie al supporto del team di esperti delle due comunità all’avanguardia nella cura dei disturbi alimentari, verranno documentate tutte le fasi di un lungo percorso a ostacoli, in cui il cibo, il corpo e l’amore sono gli strumenti fondamentali per la rinascita. A tenere le fila di questo viaggio, conoscitivo ed emozionale insieme, è Francesca Fialdini che racconta, con delicatezza e capacità empatica, le storie di queste vite giunte a una svolta: i nuovi legami che si creano, i rapporti che maturano, il coraggio di cambiare. Ci si affeziona e ci si commuove, si combatte e si soffre con loro, si sorride delle loro battute e si gioisce ad ogni nuovo passaggio del loro lungo viaggio per la guarigione. “Fame D’Amore” è un programma di Andrea Casadio scritto con Mariano Cirino e con la consulenza di Stefania Colletta e Maria Sorrentino. La consulenza scientifica è di Laura Dalla Ragione e Leonardo Mendolicchio. Prodotto da Rai3 in collaborazione con Ballandi, la Regia è di Andrea Casadio, la fotografia è di Antonio Scappatura e Alberto Di Paola. Delegato Rai Mercuzio Mencucci. Produttore Esecutivo Ballandi Luca Catalano. 

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SERVIZIO PUBBLICO Il RadiocorriereTv incontra Duilio Giammaria, conduttore del programma di Rai2 e direttore della Produzione documentari della Rai. Il popolare giornalista: “‘Petrolio Antivirus’ incrocia le scelte scientifiche, le analizza, le discute. L’informazione non deve prendere decisioni, ma può evidenziare storture e proporre soluzioni”

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osa significa fare informazione al tempo del Coronavirus? Fare partecipare i cittadini alla consapevolezza dei problemi che ci sono e alle possibili soluzioni, non semplicemente elencando le questioni, ma trovando il bandolo della matassa. Legittimamente, a nome di “Petrolio”, posso rivendicare il fatto che per primi abbiamo inaugurato la stagione dell’attenzione nei confronti dei test, quando ancora l’OMS e l’ISS dicevano che dovevano essere fatti solo alle persone con sintomi evidenti. Avendo incrociato i dati di Vo’ Euganeo, abbiamo sollecitato tutti al fatto che quell’esperienza ci diceva che c’erano gli asintomatici, così facendo abbiamo incoraggiato anche le politiche della Regione Veneto a essere ancora più assertive. Quando la televisione incrocia le scelte scientifiche, le analizza, le discute e dice: secondo me questa è la linea, aiuta. L’informazione non deve prendere decisioni, ma può evidenziare storture e proporre soluzioni. È tipico dell’informazione impegnata e noi pensiamo di esserlo, e questo ci è stato riconosciuto dal pubblico. Una televisione capace di dare un contributo fattivo… Anche sulla Cina e sulla Russia, o sugli errori dell’OMS, siamo stati in qualche modo precursori, nel mainstream televisivo nessuno aveva fatto un ragionamento così. Riuscire a essere propositivi significa arrivare un passo prima che le questioni siano persino percepite dall’opinione pubblica. Un’informazione

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Dopo ogni IL CAMBIA

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guerra, AMENTO

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quasi precognitiva, una forma di intelligenza artificiale. Da gennaio a oggi, dall’inizio dell’epidemia in Cina alla pandemia globale, sembra passato molto più di qualche mese. Oggi che fotografia ti senti di scattare? Stiamo vivendo un passaggio epocale. Sin dalla primissima puntata di “Petrolio Antivirus” dissi ai miei collaboratori che avremmo dovuto comportarci come in una guerra, da affrontare in modo monotematico, sapendo che molti degli assunti di quello che facevamo anche noi prima, sarebbero cambiati. E così è stato. Stiamo cambiando il nostro modo di lavorare, e non parlo semplicemente del telelavoro, è qualcosa di più importante. Chiediamo alla società italiana di fare una sorta di autocoscienza, sia a livello politico che sociale, cercando di evidenziare quali sono le cose che non sono andate, che appartengono a una stagione passata e che non possono essere applicate a questa nuova stagione che chiede un cambiamento nella gestione dell’amministrazione, dell’informazione, della vita quotidiana. Tutti noi ci misuriamo su questo e dobbiamo fare in modo che il misurarsi individuale si trasformi in un progetto collettivo e sociale, che ci porti fuori da questa situazione. Traggo la fotografia di una grandissima opportunità di cambiamento. Ripartire con determinazione per modernizzare il Paese… Lo shock traumatico della guerra, che ho vissuto in mille occasioni diverse, è distruttivo, i dati economici sono quelli di un Paese che si indebiterà drasticamente, esattamente come in una guerra, ma proprio come in un dopoguerra dobbiamo cambiare, evolvere, innovare, dare spazio a nuove idee. Quasi nulla di quello che ci siamo trascinati sin qui deve rimanere tale e quale, tranne gli assunti di partenza, quelli della Costituzione. Dobbiamo dare forza maggiore ai principi della Carta, diritto alla scuola oggi significa diritto alla connettività: gli operatori devono essere inchiodati nelle loro responsabilità di portare fibra, connettività, dovunque, al massimo livello possibile. Cosa significa fare inchiesta con un’emergenza in corso? 16

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La difficoltà maggiore è trovare il filo del discorso, ciò che vuoi dire. “Petrolio” non è un programma elencativo, non siamo un talk show che mette insieme tanti ospiti solo per farli parlare. La seconda difficoltà è utilizzare le fonti come in un periodo di guerra, “in the fog of war”. Nelle nebbie della guerra le fonti diventano anche propagandistiche, senti una parte, l’altra, ognuno ha una tesi. La cosa complessa è discernere dalla “propaganda”, dai meccanismi che intorbidano l’acqua, per cercare di arrivare a un punto di vista obiettivo, verificato, verificabile e comprensibile. C’è un antivirus contro la cattiva informazione? C’è una cura, che è quella che ha iniziato a fare la Rai con la struttura contro le fake news, affidando l’incarico ad Antonio Di Bella, è una terapia molto utile quando la malattia è iniziata. Vorremmo però un vaccino. Nella composizione dei programmi d’informazione, è doveroso riconoscere chi fa un lavoro scientifico da chi invece opera in modo elencativo. Rappresentare tutti i punti di vista senza averli valutati conduce nel classico terreno di coltura della disinformazione. Perché non dare spazio a chi diceva, nelle prime fasi dell’epidemia, che si trattava di un’influenza o poco più? Quelli sono i grandi errori. L’antivirus è investire sull’informazione di qualità. Posso annunciare che insieme al Tavolo sociale della Rai, presieduto da Giovanni Parapini, su mandato dell’Ad Fabrizio Salini, stiamo lavorando a un racconto di quello che sta facendo il Servizio Pubblico in questi mesi. Ci sarà un documentario sotto l’egida di Rai Documentari che servirà a fissare la fotografia di quello che è successo. Da giornalista, ma anche da spettatore, cosa ti ha colpito del racconto dei fatti proposto dai media in questi mesi? Le cose che colpiscono nel bene sono quelle che riescono a incrociare il dato della storia personale e trasformarlo in un racconto sociale. Non mi piace invece chi ha continuato a lavorare pensando solo al proprio tornaconto, al singolo dato d’ascolto o alla piccola esclusiva. Quella è un’informazione vecchia, che lascia il tempo che trova. Anche noi giornalisti, la nostra categoria, deve fare un formidabile esame di coscienza e rinnovarsi profondamente. È l’occasione giusta per ripartire.  17


DAVID DI DONATELLO

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Celebriamo il cinema italiano

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Venerdì 8 maggio in diretta su Rai 1 saranno assegnati i Premi David di Donatello e i David Speciali. A Ficarra e Picone il David dello spettatore per “Il primo Natale”. Nel corso della serata, condotta da Carlo Conti, gli omaggi ad Alberto Sordi e a Federico Fellini per il centenario dalla loro nascita

L

a 65a edizione dei David di Donatello, organizzata dall’Accademia del Cinema Italiano, sarà trasmessa in diretta venerdì 8 maggio alle 21.25 su Rai1. Sarà un appuntamento speciale e da remoto, con un linguaggio “all news” fatto di belle immagini, grafica, musica e tanto ritmo. Obiettivo principale, celebrare il cinema italiano, che vuole reagire all’emergenza della quale è esso stesso vittima. Sono 25 i Premi David di Donatello e i David Speciali da assegnare. I vincitori delle 23 categorie in gara (miglior film, miglior regia, miglior regista esordiente, migliore sceneggiatura originale, migliore sceneggiatura non originale, miglior produttore, migliore attrice protagonista, miglior attore protagonista, migliore attrice non protagonista, migliore attore non protagonista, miglior autore della fotografia, migliore musicista, miglior canzone originale, migliore scenografo, migliore costumista, miglior truccatore, miglior acconciatore, migliore montatore, miglior suono, migliori effetti visivi, miglior documentario, miglior film straniero, miglior cortometraggio) saranno premiati virtualmente dal conduttore, con i candidati delle cinquine collegati in contemporanea dalle loro case e inquadrati simultaneamente in video. Già annunciato, invece, il film vincitore del premio David dello spettatore, assegnato a “Il primo Natale” di Ficarra e Picone, il più visto dell’intera stagione. Ad arricchire l’evento, il continuo dialogo del presentatore con i professionisti in lizza per le ambite statuette. Anche da remoto, non saranno assenti la sorpresa e l’emozione coinvolgente con l'apertura delle buste e la dichiarazione dei vincitori, con i classici e rituali ringraziamenti finali. In un’edizione speciale come questa, non mancheranno due importanti omaggi: ad Alberto Sordi e a Federico Fellini per il centenario dalla loro nascita. 

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MASSIMO GHINI

Sono caduto e TANTE V 20

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“Quest’anno lo avrei voluto ricordare diversamente, non come una terribile pagina di storia” dice, a proposito dell’emergenza corona virus, l'attore romano che, sulla serie "Vivi e lascia vivere", afferma: “È un racconto molto affascinante, intrigante, che mescola il noir e il giallo”. E su Elena Sofia Ricci aggiunge: “È come me, una grande lavoratrice e una straordinaria professionista. La adoro, ogni volta che lavoro con lei sembra di andare in vacanza”

e rinato VOLTE

OCORRIERE

C

ome stanno trascorrendo queste giornate a casa? Quando da ragazzo lessi "Le mie prigioni" di Silvio Pellico, non avrei mai immaginato di capirne oggi il senso, quel patimento raccontato (ride). Cerco di fare ironia su una situazione che è al contrario drammati-

ca. Quest’anno lo avrei voluto ricordare diversamente, non come una terribile pagina di storia. Sono a casa con la mia famiglia, trascorro il tempo con tre dei miei quattro figli, i due maschi e Margherita, che con molte difficoltà siamo riusciti a far rientrare dall'Inghilterra. Leggo molto e cerco di partecipare a progetti che sostengano la raccolta fondi per gli ospedali. Anche in questa situazione dimostra di essere attivamente partecipe della vita pubblica... La partecipazione è sempre stata un valore importante nella mia vita, ma se rinascessi, vorrei essere solo un artista, perché interessarsi della vita pubblica è quasi una "malattia". Come ha trascorso il giorno della Liberazione e la Festa dei Lavoratori? ll 25 aprile mi coinvolge molto, da sempre, perché sono figlio di un partigiano combattente, deportato in un campo di concentramento. Quest'anno è la prima volta che non ho potuto partecipare alla manifestazione e mi dispiace, ma la ricorrenza ha acquisito un valore ancora più profondo perché, per lo stato di costrizione in cui ci troviamo, aspettiamo tutti il giorno di una nuova Liberazione. Le migliaia di persone che con il loro sacrificio hanno combattuto per la nostra libertà mi fanno riflettere su chi, oggi, in maniera diversa, sta facendo la Resistenza in prima linea: i medici, gli infermieri, le forze dell'ordine. Dovrebbero ricevere la medaglia d'oro al valore civile. Per il Primo Maggio ho invece registrato la lettura del discorso di Giuseppe Di Vittorio (segretario storico della CGIL), un comizio degli anni Cinquanta molto attuale. Il mio pensiero si è rivolto a tutti i lavoratori di questo Paese, in particolare a quelli della categoria a cui appartengo, che stanno soffrendo molto. C'è molta incertezza tra i lavoratori dello spettacolo... Il virus ha democraticamente messo tutti sullo stesso piano. Forse per la prima volta, avverto che c'è il terreno giusto per chiedere dei cambiamenti. Ne abbiamo bisogno per sopravvivere, perché siamo sull'orlo del dirupo e come categoria abbiamo bisogno di proposte concrete per ripartire. Quando Winston Churchill, nel pieno della Seconda guerra mondiale, investiva i soldi nella cultura, a chi contestava questo rispondeva: "Secondo voi perché facciamo la guerra? Che senso ha?". Il senso era, ed è, combattere per mantenere viva la forza della propria storia, della cultura e della civiltà. Cosa si aspetta per risollevare la categoria? Auspico che presto tutti i settori fondamentali del nostro Paese possano ripartire, sarò il primo a scendere in piazza in segno di 21


sostegno. Mi chiedo se la stessa solidarietà sarà dimo-

di un artista?

strata anche ai lavoratori dello spettacolo, erroneamente

Nella realtà non è così e la mia frenesia di essere un atto-

considerati qualcosa di futile. Ho preso parte alla vita po-

re a 360 gradi non è stata capita, ma io sono nato per fare

litica della mia città, Roma, come consigliere comunale:

questo, non so fare nient'altro. Non sono un raccomanda-

ogni qual volta c'era un problema nella finanziaria, i soldi

to, o una sventolona che fa girare la testa, ma ho sem-

si sottraevano alla cultura. Siamo tutti attaccati a un re-

pre seguito la mia strada, mettendomi alla prova anche

spiratore, i soldi dello Stato. Io mi considero fortunato,

come presentatore. La critica ha scritto qualsiasi cosa su

ma ci sono tantissimi lavoratori in difficoltà e se non la-

di me, non sempre positiva, come nel caso de "La Tregua"

vorano, come adesso, non possono mantenere la famiglia,

di Francesco Rosi, un film che ha girato tutto il mondo.

sostenere le spese. In maniera superficiale si pensa che

Nella pellicola intrepretavo un ebreo romano del ghet-

questa categoria non necessiti di un sostegno, ma non è

to, semianalfabeta, arrestato nel '44. Se avessero letto i

così. Se un operaio viene licenziato ha la cassa integra-

libri di Levi, avrebbero capito che il mio Cesare, quasi un

zione, noi invece abbiamo una cassa data in testa. Come

personaggio comico, era tutto rappresentato tra quelle

tutti ci sudiamo quello che guadagniamo.

pagine. Prima mi snobbavano, oggi qualsiasi cosa faccia

Questo perché? Il Iavoro dell'artista è considerato un hobby, difficile da far digerire anche in famiglia, una scelta spesso vissuta male. Accadde anche a me, dovetti fare le valigie, andarmene di casa, perché avevo tradito tutti non volendo più frequentare l'università.

mi esaltano. Anche questo atteggiamento mi sembra esagerato. Sono però un grande professionista, so recitare in tre lingue, sono stato diretto da grandi registi e, insieme ad altri della mia generazione, Ennio Fantastichini, Fabrizio Bentivoglio, Sergio Rubini, Sergio Castellitto, qualche riga di storia del cinema l'abbiamo scritta. Oggi pare che siamo circondati da geni (ride), beati loro, perché quando

Le cose per lei sono andate diversamente, un percorso pro-

abbiamo iniziato non ci davano mezzo spazio sul giornale

fessionale di alternanza tra il leggero e il popolare...

e ci consideravano sempre degli emergenti del cinema

Sono molto contento che, all'età della pensione, mi sia

italiano. Massimo D'Apporto una volta disse: "Potremo di-

stato riconosciuto questo. Sono un attore con trent'anni

ventare almeno galleggianti?".

di carriera alle spalle, non vengo fuori all'improvviso. I miei esordi sono stati favolosi, il debutto con Strehler, il lavoro con Gabriele Lavia, ma anche Franco Zeffirelli, Giuseppe Patroni Griffi, e ovviamente Vittorio Gassmann. È stato come giocare in Serie A, ero giovane, mi pagavano poco, ma mi sentivo un principe. Con il cinema ho cominciato nel 1982 e da allora non mi sono mai fermato, ho lavorato in tutto il mondo, e da subito sono stato un animale anarchico che ha variato spesso la professione. Non sono un genio, sono solo un professionista, parola che da noi fa meraviglia.

A proposito di cambiamenti, "Vivi e lascia vivere" racconta proprio la ripartenza. A lei è mai capitato di ricominciare? Il mio maestro Gassmann, che poi diventò un grande amico, mi disse una volta: "Io sono morto e risorto almeno tre volte nella mia vita". Detto da un divo come lui, mi colpì molto. Era un attore considerato bellissimo, ma antipatico. Poi, improvvisamente, Sordi gli mette una parrucca ne "I soliti ignoti" e diventa anche un re della commedia. Io non sono Vittorio Gassmann, ma ho trovato delle similitudini nel mio percorso da attore. Sono caduto e rinato tante volte, sempre, per fortuna, a un certo livello, ma con

In che senso?

l'idea di riscoprirmi. Un attore deve continuare a sorpren-

Ho vissuto in America, in Inghilterra, in Francia, in Spa-

dere. Io non ho un tratto distintivo forte, non mi hanno

gna, facendo esperienze straordinarie nel mio lavoro.

mai fatto neanche un'imitazione, a parte quella di mio

Esprimersi in forme artistiche diverse è considerato un

figlio, perché faccio parte della categoria di attori che

passaggio normale per un professionista, non sorprende

interpretano, devo cercare di diventare quel personag-

come invece succede da noi, che nel DNA abbiamo sem-

gio. Ma fin da ragazzino non vedevo l'ora di indossare le

pre l'idea del posto fisso, obiettivo principale delle madri

maschere a Carnevale per trasformarmi in un personag-

e dei padri italiani. Una mentalità presente anche nel no-

gio e sognare. Gli inglesi dicono to play, i francesi jouer,

stro mondo, che cerca di inquadrare l'artista dentro una

mettendo l'accento sulla componente ludica, in italiano

categoria: il comico, l'attore da teatro stabile, o di cinema

"recitare" suona un po' pesante.

d'autore, o solo di televisione. Chi fa questo mestiere deve saper cambiare pelle ogni volta. La trasformazione non dovrebbe essere la cifra principale 22

Ci racconta qualcosa di Toni? Con Elena Sofia Ricci ci siamo spesso detti quanto sia difficile parlare di questa serie senza svelare nulla al pub-


blico. È un progetto che mescola il noir, il giallo e si rischia sempre lo spoiler. Diciamo che io sono un passato che ritorna e che porta con sé qualche sorpresa. Elena non ha bisogno di presentazioni, è come me, una grande lavoratrice e una straordinaria professionista. La adoro, ogni volta che lavoro con lei sembra di andare in vacanza. Interpreta una donna forte, che deve affrontare un futuro difficile, con un marito scomparso, ma come tutte le donne è dotata di una forza sovrumana, si organizza e, quando sembra che tutto stia per aggiustarsi, dal nulla arriva Toni con la sua storia. È un racconto molto affascinante, intrigante, mi ha sorpreso essere chiamato da Pappi Corsicato, non pensavo di interessargli come attore. Ci siamo divertiti molto a lavorare insieme. La sua generazione ha potuto contare su maestri eccelsi, quali sono i modelli per le nuove generazioni di attori? Oggi c'è la voglia del tutto e subito. È questo il vero pericolo. Potremmo essere noi degli esempi per i più giovani, meriteremmo dunque un giusto riconoscimento, non incensazione, anche perché non siamo né Sordi, né Mastroianni, né Gassmann. Negli anni Novanta, in fondo, venivamo identificati come il nuovo cinema italiano. È la regola del passaggio del testimone, cosa molto normale nel cinema francese, per esempio, che mescola egregiamente la professionalità di generazioni diverse. La discriminante non è attore giovane o attore vecchio, piuttosto cinema fatto bene o fatto male. Un emergente e uno di esperienza sono i protagonisti di un film di successo come "Quasi amici", l'Oscar i francesi lo vincono con un film muto e in bianco e nero, inimmaginabile in Italia. La mia recitazione, come quella di altri professionisti coetanei, è figlia della scuola di Volonté, di Sordi, di Gassmann, non dell'Actors Studio. Le imitazioni degli attori americani non mi piacciono, noi italiani abbiamo una cifra stilistica che ci distingue. Eviterei la scopiazzatura perché rivela un atteggiamento provinciale. Nella sua carriera c'è molto teatro. Per essere un grande attore è necessario calpestare anche quel palco? Non è una regola fissa, ma qualche elemento in più lo dà. Ricordiamoci che l'interpretazione, la finzione nasce proprio con il teatro, l'imitazione delle storie della vita. Sperimentarsi davanti a un pubblico che ascolta parole che prendono corpo e anima è l'Actors Studio della civiltà. Il teatro aiuta ad avere un'attitudine nella recitazione, una palestra meravigliosa. Io dico sempre che il cinema è l'amante, mentre il teatro è la moglie, ha in sé qualcosa di erotico. Quando sto lontano da questo palco per troppo tempo, sento la mancanza della scena, del rapporto diretto, vero, con il pubblico, dell'applauso.  23


©Claudio Onorati

SABATO SERA

I Dieci Com 24

TV RADIO


Il 9 maggio alle 20.40 su Rai1, Roberto Benigni sarà in onda con la replica dello spettacolo trasmesso dal Palastudio di Cinecittà, dedicato al decalogo che Dio dettò a Mosè sul Monte Sinai

I

Dieci Comandamenti sono “lo ‘spettacolo’ per eccellenza. Credo non ci sia storia più bella, il racconto dell’Esodo è esempio rivoluzionario, una strada da seguire, è d’ispirazione per qualsiasi moto di libertà.

Questi comandamenti fanno bene alla salute, ne abbiamo bisogno”, sono le parole di Roberto Benigni, protagonista sabato 9 maggio in prima serata su Rai1 di un evento eccezionale. “All’inizio avevo pensato di fare addirittura dieci serate, potevo andare avanti per mesi e mesi perché sono inconsumabili, non si finisce mai – prosegue l’attore toscano – È la più bella storia del mondo, una storia che crediamo di conoscere, ma poi si rivela sempre nuova. È la legge dei sentimenti. Per la prima volta ci vengono date delle regole, regole così attuali da impressionare. Diventano legge i sentimenti, l’amore, la fedeltà, il futuro, il tempo”. Prodotto dalla Melampo Cinematografica, lo spettacolo è organizzato da Lucio Presta, con la produzione esecutiva di Arcobaleno Tre. Stefano Vicario ha curato la regia delle riprese in Full HD, Massimo Pascucci è il direttore della fotografia. La scenografia, allestita con circa 100 metri cubi di legno, è di Gaetano e Chiara Castelli, la realizzazione scenografica è di Cinecittà Studios, le riprese televisive sono state effettuate dalla Rai Radiotelevisione Italiana, con supporto audio e luci della DB Technology.

mandamenti

OCORRIERE

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SERIE TV

©Assunta Servello

Liberi tutti Dal 9 maggio su Rai3 la serie in dodici puntate interpretata da Giorgio Tirabassi con Anita Caprioli, Thomas Trabacchi, Valeria Bilello, Caterina Guzzanti e Andrea Roncato. Dietro la macchina da presa gli apprezzati sceneggiatori e registi Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo

M

ichele Venturi è un avvocato d’affari che conduce la sua esistenza senza curarsi più di tanto degli altri. Il suo obiettivo è vivere nella comodità e nel lusso, anche a costo di giocare sporco. Questo

fino al giorno in cui viene trovato con 25 milioni di euro nel portabagagli dell’auto. Una volta confermato l’arresto per esigenze cautelari, in mancanza di alternative, finisce ai domiciliari in una “realtà” che non potrebbe essere più lontana da lui: il cohousing o condominio solidale “Il Ni-

do”, fondato e gestito dalla sua ex moglie Eleonora. “Liberi tutti”, serie in dodici puntate, diretta da Giacomo Ciarrapico e da Luca Vendruscolo, è la cronaca dello scontro tra

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TV RADIO


i due concezioni di vita. Una, quella del protagonista, l’al-

Roncato. “Per raccontare questa storia era molto im-

tra, di cui è incarnazione tutto il cohousing dove Michele

portante la location, protagonista assoluta della serie

è costretto a vivere, che si oppone decisamente a questa

– proseguono Ciarrapico e Vendruscolo – Doveva es-

visione del mondo e la considera anzi come la strada maestra verso il baratro. “Liberi tutti è lo slogan che accomuna tutti i nostri protagonisti – affermano i registi – se lo dicono i cohouser alla fine delle interminabili assemblee, Michele potrebbe farne il sottotitolo della sua esistenza e gli intercettatori se lo ripetono a fine turno per comu-

sere disordinata ma armonica, un po’ selvatica ma non rurale, anticonvenzionale ma calda. Per questo abbiamo lavorato a lungo con i nostri collaboratori: con lo scenografo Paki Meduri per riempirla di oggetti e colori, con il direttore della fotografia Alfredo Betrò perché

nicarsi il sollievo di staccare. Ma liberi da cosa? Definire

la luce fosse adatta alla commedia e un po’ magica,

la convivenza vuol dire definire il tipo di libertà che si

con Grazia Materia affinché i costumi caratterizzassero

cerca”. Nel cast Giorgio Tirabassi, Anita Caprioli, Thomas

perfettamente i personaggi”. La serie è prodotta da Rai

Trabacchi, Valeria Bilello, Caterina Guzzanti e Andrea

Fiction e da Italian International Film. 

OCORRIERE

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PRIMO MAGGIO

Tutta la forza

©Roberto Panucci

della musica

Edizione straordinaria 28

TV RADIO


OCORRIERE

Grande successo del concertone in “edizione straordinaria” realizzato da Rai3 in collaborazione con CGIL, CISL e UIL e trasmesso anche da Rai Radio2 e da RaiPlay. Soddisfazione dell’Ad della Rai Fabrizio Salini: “un grande segnale di fiducia nel futuro”. Il direttore della terza Rete, Silvia Calandrelli, ringrazia tutti coloro che hanno reso possibile “una serata di autentico servizio pubblico”

È

©FondazioneMusicaPerRoma

stato il pubblico televisivo, radiofonico e del web a decretare il successo del “Primo Maggio 2020”, il concertone in “edizione straordinaria” che, a causa dell’emergenza Coronavirus, ha dovuto lasciare la sua location tradizionale, la romana piazza San Giovanni. A seguire sul piccolo schermo il concerto evento, organizzato dalla Rai in collaborazione con CGIL, CISL e UIL, sono stati 2 milioni 254 mila spettatori, con uno share dell’8,6 per cento, il miglior risultato degli ultimi dieci anni. “Una serata di Servizio Pubblico per il lavoro attraverso la musica che ancora una volta unisce. Grazie a tutta la Rai che, in condizioni non facili, ha costruito un evento dedicato a tutti i lavoratori, in grado di mettere insieme riflessioni e leggerezza trovando l’apprezzamento del pubblico – afferma l’Amministratore Delegato della Rai, Fabrizio Salini – e un grazie speciale agli artisti che, in un momento molto difficile, hanno saputo dare nuovamente un grande segnale di fiducia nel futuro”. Un viaggio intenso ed emozionante nella musica condotto da Ambra che, dopo avere aperto la serata in collegamento da una piazza San Giovanni deserta, ha accompagnato gli spettatori nel corso di tutta la serata dal teatro Delle Vittorie. A festeggiare il Primo Maggio e il mondo del lavoro, grandi nomi della musica nazionale e internazionale, da Vasco Rossi a Gianna Nannini, da Zucchero a Patti Smith, e ancora Tosca, Irene Grandi, Lo Stato sociale, Francesco Gabbani, Francesca Michielin, Alex Britti. Dal suo studio di Londra non è voluto mancare Sting, con un personale saluto a tutti i lavoratori. “È stata una serata straordinaria per Rai3, di autentico servizio pubblico, e gli ascolti lo confermano – dice la direttrice della rete, Silvia Calandrelli – una grande serata, costruita in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, di musica di eccezionale qualità con lo sguardo sempre rivolto al mondo del lavoro: musica per ricordare, in un momento come quello che stiamo attraversando, l’importanza del lavoro e della sua dignità. Musica per sperare e ripartire”. “Voglio ringraziare Ambra che ci ha trasmesso le sue vere emozioni e con quelle ci ha guidato in questo piccolo viaggio – prosegue Calandrelli – gli autori che hanno sapientemente interpretato lo spirito giusto nello scrivere un programma che non era una festa ma un omaggio al Paese, ai lavoratori, ai cittadini tutti in un momento difficile. Un grazie sincero a regista, produttrice, tecnici e maestranze Rai che hanno saputo trovare un modo di lavorare anche in questi tempi, come dice Vasco, ‘di distanziamento fisico e non sociale’. E un grazie a Massimo Bonelli e alla sua squadra per una selezione musicale di altissima qualità”. 


MARIO ACAMPA

Accendiamo il motore della curiositĂ

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TV RADIO


OCORRIERE

Una laurea in giurisprudenza, una brillante carriera da attore e da regista, la passione per la divulgazione e la scrittura. Il conduttore de “La Banda dei Fuoriclasse”, dal lunedì al venerdì alle 9.15 su Rai Gulp, programma realizzato da Rai Ragazzi in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, si racconta al RadiocorriereTv: “A scuola non ero un super nerd, ma ho sempre studiato per capire come funziona il mondo, chi siamo, da dove veniamo”

S

i definisce il capobanda de “La Banda dei Fuoriclasse”, come sta andando? In questo periodo è necessario che i ragazzi sentano la presenza del gruppo che di solito hanno la pos-

sibilità di avere quando sono a scuola. Con il nostro appuntamento ricreiamo l’idea di comunità, di classe e ci diamo la missione di scardinare la cassaforte della conoscenza per imparare ogni volta qualche cosa di diverso, in modo speciale. Speciale perché siamo in televisione e possiamo comunicare attraverso le immagini e anche perché possiamo fare affidamento su insegnanti che sono a casa e che si possono collegare con noi attraverso la tecnologia. Il riscontro immediato è molto forte, soprattutto da parte dei piccoli fruitori che sono a casa e che hanno l’occasione di risentirsi di nuovo tra i banchi di scuola. Cosa ha pensato quando le è stato proposto di ricoprire questo ruolo? Per il mio percorso artistico, abbastanza vario, mi definisco un “divulgattore”. Ho sempre cercato di proporre gli argomenti stimolando la curiosità, con il buon umore, il sorriso, pur senza buttare tutto in caciara. Quando mi hanno proposto di fare un programma di servizio, di fare scuola in Tv, mi sono sentito giusto. Insieme all’entusiasmo di fare quello in cui ho sempre creduto, c’è un forte senso di responsabilità. I bambini e i ragazzi sono a casa, sono spaventati perché stanno succedendo cose che forse non hanno ancora ben capito, possiamo solo immaginare quello che provano in questa situazione d’emergenza. Loro devono fare lezione, noi dobbiamo creare il senso di scuola. Nella prima ora, alle 9.15, al mio fianco c’è un maestro, nelle due ore successive ci sono dei professori. Lei è il filo conduttore tra tanti momenti e nozioni diversi, come si fa a tenere alta l’attenzione di ragazzi e bambini? Cerco sempre di mantenere attivo il motore della curiosità: con i percorsi studiati per i bambini della scuola primaria, con le mappe concettuali per i ragazzi delle scuole medie. 31


La mappa concettuale è anche un’indicazione ministeriale che aiuta a stimolare in maniera multidisciplinare la connessione di eventi, argomenti e concetti che sono in materie diverse. Se parlo ad esempio di rap, posso collegarlo con tutte le materie, dalla musica alla matematica, dalla storia dell’arte alla geografia. Provo ogni volta a creare una sfida… per conoscere e imparare servono la curiosità e la spinta che consente di superare le difficoltà. Cosa le sta insegnando questa esperienza? Che la gente, giovani in primo luogo, ha bisogno di umanità e di empatia. I ragazzi devono trovarsi davanti una persona che chieda loro prima di tutto come stanno. Siamo tutti a casa e abbiamo un po’ smesso di chiedercelo. Avere qualcuno che è davanti a te, si interessa di quello che fai, ti parla, ti fa compagnia, ti dice di non avere paura,

è importante. Cerchiamo di trasmettere contenuti, perché facciamo scuola, ma con la giusta dose di umanità. Un conduttore, un attore, ma la sua formazione è giuridica, che cosa rappresenta per lei lo studio? Scelsi giurisprudenza perché alle superiori la professoressa ci portò a un incontro con un giurista che ci disse che il diritto è tutto intorno a noi, in tutto ciò che ci circonda. Questa cosa mi aprì la testa, capii che tutto quello che facciamo ha connessione con lo studio, con l’istruzione. Con questo spirito ho sempre studiato, per capire come funziona il mondo, chi siamo, da dove veniamo. Che ricordi ha di Mario ai tempi della scuola? Andavo bene ma senza ammazzarmi di studio, non ero un super nerd. Ho avuto la fortuna di avere insegnanti stimolanti, che mi dicevano che l’importante non era solo

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conoscere le nozioni, ma sapere soprattutto dove andarle a cercare. A scuola mi sono sempre divertito molto. Le piace leggere? Moltissimo, inizio duecento libri alla volta, alcuni li abbandono, altri li vado a ripescare. Apro tanti capitoli che avanzano parallelamente. Non ho un comodino, ma una libreria-comodino. Mi piace la carta stampata, sono molto vintage in questo (ride). L’idea di fare la piega alla pagina del libro ha qualcosa di magico. C’è una lettura che le ha dato un’emozione forte? Mi è capitato recentemente prendendo tra le mani e rileggendo il mio primo libro di storie per bambini, “Betty l’ape postina”. Vedere le tue parole scritte, pubblicate, è un’emozione forte.

Come dà ossigeno alla parte di bambino che c’è in lei? Il problema è legare quel bambino (ride). Ho la fortuna di lavorare nel mondo dell’arte, c’è tutto l’aspetto catartico della recitazione o di portare in scena da regista l’opera lirica. Ho più di un bambino dentro di me, ognuno lo mando a fare cose diverse. Come sta vivendo, al di là del lavoro, questo momento di ripartenza? Con una certa preoccupazione, non riesco a immaginare bene come potrà cambiare la nostra vita da qui ai prossimi mesi. Sono un ottimista antropologico di mio, penso che lo spirito di adattamento ci porterà a trovare delle soluzioni, delle strade, ma confesso di avere le mie paure. In questi mesi mi sono anche fermato a riflettere, a visualizzare ancora di più le cose che per me sono davvero importanti, a partire dalla mia famiglia.


e r e g g e da l tamente as s olu 33 35


TESTIMONIANZE

Speciale

La Scelta 34

TV RADIO


OCORRIERE

Gad Lerner conclude il suo viaggio nella memoria con una serata di riflessione sulla Resistenza. Con lui gli storici Paolo Mieli e Giovanni De Luna e la presidente dell’ANPI Carla Nespolo. Venerdì 8 maggio alle 23.10 su Rai3

D

opo le otto puntate andate in onda dal 27 aprile su Rai 3, il viaggio nella memoria, realizzato da Gad Lerner e Laura Gnocchi, che ha raccolto le testimonianze dirette di alcuni partigiani, si conclude con uno speciale venerdì 8 maggio alle 23.10, sempre su Rai3. Un momento di riflessione, alla luce delle interviste trasmesse, sui tanti aspetti della Resistenza, condotto da Gad Lerner, al quale prenderanno parte gli storici, Paolo Mieli e Giovanni De Luna, e la Presidente dell’ANPI Carla Nespolo. In un intenso intreccio tra ricordi autobiografici e memoria collettiva, tra storia personale e Storia nazionale Gad Lerner e i suoi ospiti parleranno del passato cercando risposte al presente, per dare spiegazione di quei rigurgiti di nazionalismo, violenza, intolleranza e razzismo che non di rado caratterizzano le cronache italiane, europee e mondiali. Restituire ancora un’ultima volta il giusto valore alle storie dei partigiani, significa rivendicare nel tempo la centralità della Resistenza nella costruzione della convivenza civile di cui godiamo adesso e instillare nella coscienza delle giovani generazioni l'imprescindibilità dei valori di libertà, umanità e giustizia. “Speciale LA SCELTA I partigiani raccontano” è un programma nato da un’idea di Gad Lerner e Laura Gnocchi, scritto con Liviana Traversi per la regia di Anna Tinti. Il produttore esecutivo è Elena Milani. 

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SERATA MARVEL

Prime vi Dal 4 maggio su Rai4 la seconda stagione di “Marvel’s Runaways” e la prima di “Marvel’s Jessica Jones”

I

lunedì di Rai4 diventano “serata Marvel”! Alle 21.20 tornano gli eroi adolescenti della Marvel con la seconda stagione in prima visione di “Marvel’s Runaways” e, a seguire, arriva l’investigatrice Jessica Jones con la prima stagione, sempre in prima visione, di “Marvel’s Jessica Jones”. Dopo aver scoperto che i loro genitori sono membri della malvagia organizzazione segreta PRIDE, i sei adolescenti protagonisti di “Marvel’s Runaways” capiscono che la cosa migliore da fare è rimanere uniti, nel bene e nel male, per difendere la giustizia e sopravvivere all’organizzazione occulta che li vorrebbe morti, in particolare il diabolico leader Jonah. Da questo semplice assunto prende il via la seconda attesissima stagione di una delle più amate serie Marvel,

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che sviluppa con la consueta intelligenza e sensibilità tipica della Casa delle Idee diversi temi legati al coming of age come la diversità, la scoperta dell’amore e l’amicizia. Nata nel 2003 dalla penna di Brian K. Vaughan e dalle matite di Adrian Alphona, la serie a fumetti della Marvel “The Runaways” ha fatto sì che anche i lettori più giovani avessero degli eroi di riferimento, non tutti dotati di super-poteri ma ricchi di coraggio e determinazione, nonché capaci di fare prodigi grazie a tecnologie extraterrestri e marchingegni magici. La serie televisiva è stata invece ideata da Josh Schwartz e Stephanie Savage a partire da un soggetto dello stesso creatore del fumetto, Brian K. Vaughan, rimanendo molto fedele alla versione cartacea, ma ambientando le avventure nel Marvel Cinematic Universe dove si muovo-

TV RADIO


isioni da supereroi

no anche i celebri film sugli Avengers, la serie tv “Marvel’s

gativa, la Alias Investigations. Ma l’uomo che l’ha tormen-

Agents of S.H.I.E.L.D”. e le serie su Daredevil e Jessica Jones.

tata, Killgrave, è tornato a seminare terrore a Hell’s Kitchen

Nel cast della seconda stagione tornano i giovani Rhenzy

con i suoi incredibili poteri di controllo psichico e così la

Feliz (Alex Wilder), Lyrica Okano (Nico Minoru), Virginia

ragazza decide di risolvere il problema una volta per tutte,

Gardner (Karolina Dean), Ariela Barer (Gert Yorkes), Gregg

prima che il suo misterioso antagonista rovini altre vite.

Sulkin (Chase Stein) e Allegra Acosta (Molly); mentre nella

Prima stagione di una fortunata serie targata Marvel Tele-

controparte adulta riconosciamo i volti di Julian McMahon

vision ideata da Melissa Rosenberg, Marvel’s Jessica Jones è

(Nip/Tuk, I Fantastici 4), Annie Wersching (Extant, The Vam-

basata sul celebre e omonimo personaggio Marvel Comics

pires Diaries) e Kevin Weisman (X-Files, Ghost Whisperer).

nato nel 2001 dai testi di Brian Michael Bendis e i disegni

Nella seconda serata del lunedì fa il suo esordio la pri-

di Michael Gaydos. Protagonista è Krysten Ritter nei panni

ma stagione di “Marvel’s Jessica Jones”. Tormentata da un

di Jessica Jones, Rachael Taylor e Carrie-Anne Moss, a cui

passato che vorrebbe dimenticare e affetta da stress post-

si aggiungono Mike Colter, che interpreta l’indistruttibile

traumatico, la ex super-eroina Jessica Jones, dotata fin da

Luke Cage, Wil Traval, Eka Darville, Erin Moriarty e David

bambina da una forza sovrumana, apre un’agenzia investi-

Tennant nel ruolo del misterioso villain. 

OCORRIERE

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TIZIANA DI SIMONE

La trasmissione in onda il sabato alle 7.35 su Rai Radio1 e alle 14 su Rai Gr Parlamento. La conduttrice: «Il nostro continente è una grande fabbrica di idee, forse è per questo che ci siamo inventati l’Unione che è la più originale formazione politica sovranazionale mai realizzata»

Caffè Europa 38

TV RADIO


C

osa significa raccontare l’Europa alla radio? Conduco la trasmissione sull’Europa di Radio1 dal 1998 con l’obiettivo di rendere comprensibile l’istituzione europea agli ascoltatori. L’idea di fondo, oggi come allora, è quella di fare

capire come l’Unione entri nella nostra vita quotidiana. Basta pensare che l’ottanta per cento delle leggi nazionali viene deciso a livello europeo dai 27 Paesi. I cittadini quanto conoscono la macchina istituzionale europea? La nostra casa europea è complicata e difficile da notiziare, come del resto è complesso il funzionamento istituzionale di ogni singolo Paese, anche per i lunghi tempi di gestazione dei provvedimenti. Un esempio: l’annuncio di lunedì 27 aprile della Commissione europea di avere ricevuto dall’Italia la richiesta di attivazione di un fondo di solidarietà, vedrà l’arrivo dei fondi a fine estate. E stiamo parlando di una crisi come quella del Coronavirus, che chiede risposte urgenti. Ogni cosa è assai complessa, ci sono almeno tre attori istituzionali, la Commissione, il Consiglio, il Parlamento, che agiscono in maniera diversa rispetto a quello che fa un Paese. L’Europa, in Italia come altrove, è vittima delle crisi recenti: quella economica, quella dei migranti e adesso il coronavirus. L’ultimo Eurobarometro di aprile (strumento di sondaggio dell’Europarlamento), che monitora le opinioni pubbliche europee, evidenzia come in Italia solo il 30 per cento degli interpellati pensi che la cooperazione con gli altri Paesi dell’Ue sia buona, mentre la fiducia nell’Unione è al 45 per cento, quando la media europea è al 50. La burocrazia certamente non aiuta… C’è un processo complicato, farraginoso, che va semplificato, ci vorrebbe la volontà da parte di tutti di fare funzionare la macchina in maniera più snella. Forse proprio in occasione della crisi del Coronavirus un passo avanti lo si è fatto. In cinque settimane siamo arrivati alla sospensione del Patto di stabilità, una cosa assolutamente impensabile, e a facilitare gli aiuti di Stato. Questo indica chiaramente che se si vuole andare avanti a tappe forzate si può. L’Unione ha voglia di mettersi in discussione? C’è una conferenza in corso sul futuro dell’Europa, nella quale l’impatto della crisi sarà tenuto in conto. Si capirà che non si può andare tutti per conto proprio, ma che o si delega davvero qualcosa di decisionale a Bruxelles, oppure si tengono i poteri a casa. Bisogna scegliere, capire quello che si può fare tutti insieme e quello che si vuole tenere e difendere nelle nostre capitali.

OCORRIERE

Caffè Europa di Radio1, non si ferma alla politica europea... Dobbiamo distinguere l’Unione europea dall’Europa, quel grande vecchio Continente, oggi un po’ in dismissione, ma che ha fatto la storia, che ha dato natali a grandi filosofi, poeti scrittori artisti musicisti e raccoglie gioielli della cultura. L’Europa è una grande fabbrica di idee, forse è per questo che ci siamo inventati l’Unione che è la più originale formazione politica sovranazionale mai realizzata. Ci piace chiosare l’attualità con i versi di poeti del passato e del presente. A breve l’Europa compirà 70 anni, siete pronti a festeggiare? Il 9 maggio quest’anno cadrà proprio di sabato, ricorderemo in trasmissione i 70 anni della dichiarazione di uno dei padri fondatori dell’Ue, il francese Schuman, con le sue parole ancora “profetiche”: “l’Europa non sarà fatta di colpo, ma a piccoli passi”. Porteremo i nostri ascoltatori nella Maison Schuman Scy Chazelles, viaggio virtuale, potenza della radio. Tra i politici che guidano l’Unione chi inviteresti a prendere un caffè? La presidente della Commissione Ursula von der Leyen, una donna interessante a capo di questa euro-istituzione. Le direi di non essere troppo succube dei capi di Stato e di governo e di ascoltare i cittadini, i nostri vissuti, di dare all’Europa un respiro non solo politico. A dare vita ogni settimana a “Caffè Europa” è una squadra tutta al femminile… Insieme a me ci sono Anna Notariello, collaboratrice attenta al sociale che in questo periodo ha lavorato a una serie di servizi sugli ospedali Covid19 nell’Ue, e Cecilia Mosetti, che oltre a curare la regia collabora anche per la parte cultura. D'altronde il mito della nascita d’Europa è al femminile: Giove rapì la principessa di Tiro, la portò a Creta, e da lei prende il nome il nostro continente. Che cos’è per te la radio? Una grandissima compagnia. Alla radio chiedo sì le notizie, ma anche che mi accompagni nel corso della giornata  39


RADIO1 PLOT MACHINE

"Se l’autorità passa dagli esseri umani agli algoritmi..."

È

questo l’incipit della puntatadi lunedì 4 maggio alle 23.05 su Radio1 con Vito Cioce e Marcella Sullo. Ospite in collegamento telefonico il costituzionalista Alfonso Celotto, autore di “E’ nato prima l’uomo o la carta bollata?” pubblicato da Rai Libri. Scrivi subito il tuo Miniplot come commento al post che trovi in alto sulla pagina Facebook Radio1 Plot Machine oppure invialo dalle 23 di stasera al numero 335/6992949. I Miniplot più originali saranno letti durante la trasmissione. Vuoi partecipare al Concorso Rai dei Racconti Radio1 Plot Machine? Scrivi il tuo racconto in 1500 carattere sul tema LA FINESTRA e invialo al sito plot.rai.it dove troverai il Regolamento ufficiale e tutte le informazioni. 

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LIBRI Ercole Rocchetti, Veronica Briganti e Marina Borrometi sono al fianco di Federica Sciarelli nel racconto di un crimine che ha assunto dimensioni globali, quello delle truffe romantiche. In “Trappole d’amore” (Rai Libri) la storia di donne e uomini caduti nella rete di sedicenti innamorati ansiosi solo di derubarli e un’inchiesta i cui risultati lasciano senza fiato

Il volto criminale COPsciarelli.indd 2

Ercole Rocchetti e l’inchiesta Romance Mafia

C

Lo trovai un caso interessante per “Chi l’ha visto?”. Incontrai quelle donne, che tra loro non si conoscevano, in un albergo del Nord, e mi resi conto che avevano vissuto una storia fotocopia. Una storia di non amore…

CARTONATO

Erano tutte innamorate di un sogno, di una persona che non esisteva, un militare americano benestante, che pro-

ome nasce l’inchiesta? È iniziata per caso, in un momento in cui di questo dramma non si parlava affatto. Venni chiamato da una conoscente che vive nell’Italia del nord, vit-

tima di una truffa, che mi chiese aiuto. Lei non era preoccupata dei soldi che le erano stati rubati, ma voleva che

metteva loro un futuro in una casa a Manhattan o in una tenuta del Texas. Ho cominciato a fare questa inchiesta e, analizzando il flusso di soldi, mi sono reso conto che c’era una vera e propria organizzazione criminale che investiva i soldi frutto delle frodi in attività illecite. Non avrei mai immaginato di scoprire tutto questo.

rintracciassi un soldato americano al quale era stata sottrat-

A quanto ammonta il giro d’affari di queste truffe?

ta l’immagine, del quale si era chiaramente invaghita, per

Un rapporto delle agenzie internazionali McAfee e Cisco

metterlo al corrente di ciò che stava accadendo. Lei stessa

evidenzia che il costo della cybercriminalità nel mondo

era riuscita a fare delle indagini e a mettersi in contatto con

è di 600 miliardi di dollari, pari allo 0,8 per cento del PIL

i truffatori, dei nigeriani, che avevano ammesso di fare parte

mondiale. Un fenomeno in forte crescita, gestito preva-

della criminalità organizzata. Continuando a indagare aveva

lentemente dalla mafia nigeriana o ghanese, e parzial-

conosciuto altre donne, tutte innamorate dello stesso solda-

mente dalla mafia russa. In Nigeria c’è un tipo di truffa

to, e si era accorta che si trattava di un fenomeno capillare.

che ormai è identificato in tutto il mondo come “419”,

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TV RADIO


del cyber amore numero che deriva da un articolo del codice penale di

cato alla dogana. Alla truffata viene chiesto di pagare somme

quel Paese, che descrive la promessa di un amore im-

importanti per sdoganarlo, si arriva a cifre a 4 zeri.

possibile in cambio di soldi.

E gli uomini?

Dove vivono le vittime? OPACA

In tutto il mondo e nel 63 per cento dei casi si tratta di donne. Le organizzazioni puntano su quelle di una

Per loro c’è una casistica leggermente diversa, spesso sono 12/02/20 12:15

colpiti da una truffa collegata, la “sextorsion” con la quale i soggetti vengono invitati a fare sesso online tramite webcam

e registrati. Si tratta per lo più di persone quotate, che hanno

certa età perché sono loro ad avere una disponibilità

maggiormente da perdere. Il più delle volte l’uomo non de-

economica maggiore. I Paesi più colpiti sono quelli in-

nuncia per paura o per vergogna.

dustrialmente più evoluti, quelli anglosassoni, con una elevata alfabetizzazione informatica: Stati Uniti, Australia, Canada. Con quali motivazioni avviene la richiesta di danaro? Nella maggior parte dei casi all’innamorato incontrato sui social “succede” qualcosa, o va in prigione, o rimane vittima di un incidente, o deve curarsi e ha pertanto bisogno d’aiuto. Altre volte il “nuovo amico” chiede alla propria vittima di ricevere a casa un prezioso pacco da

Con quali criteri vengono scelte le vittime? I truffatori verificano i profili e capiscono quanto tempo le persone passano sui social, quante foto postano, capiscono il grado di solitudine. Hanno un target ben preciso. Negli ultimi anni si è abbassata anche la soglia dell’età e vengono avvicinate anche persone più giovani con problemi relazionali. Come fiutare la truffa? Quando qualcuno chiede del danaro dopo una breve conoscenza su Internet c’è qualcosa di strano. Per capire con chi si ha a che fare è necessario avere un contatto reale, chiedere di

custodire, con la scusa di non poterlo fare personalmen-

vedersi in video, di parlare facendo domande precise. Quan-

te. Ma quel pacco non arriverà mai perché rimarrà bloc-

do dall’altra parte accampano scuse, può essere una truffa.

OCORRIERE

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Veronica Briganti racconta la storia di Caterina

L'

ultima tra le storie raccontate in “Trappole d’amore” ha un sapore ancora più amaro delle altre… C’è una persona che non mi ha potuto raccontare la propria esperienza, si chiamava Caterina, ed è morta. A

raccontarcela al suo posto è stato un suo caro amico, un vicino di casa. Caterina ha vissuto una vita complicata, in sofferenza emotiva, con un matrimonio sbagliato. Abitava a Milano da sola, con i suoi gatti, la sua sensibilità, e aveva problemi di salute per una forma grave di diabete che le impediva di mangiare dolci che per lei erano veleno. In Facebook e nei social trova la possibilità di lenire la sua solitudine, ma incappa nella persona sbagliata, cade nell’idea di un amore impossibile, in quello che sente potere essere il riscatto di una vita. E così comincia a sentirsi più bella, a dimagrire, va dal parrucchiere. A un certo punto va addirittura all’aeroporto di Linate ad aspettare il suo amore, che però non arriva. Per aiutarlo si fa dare un prestito di 11 mila euro che mette sul conto dell’uomo, una cifra enorme per una donna che vive di una piccola pensione. Gli amici cercano di farle aprire gli occhi, anche con delle frasi brutali. Quando capisce di essere stata truffata, la delusione è così forte che comincia a mangiare dolci e si lascia andare. Per colmare il suo bisogno d’amore, Caterina ha creduto in questa specie di ultimo amore, che si è rivelato proprio quello più sbagliato. Questa è la storia che mi ha segnato di più. Il desiderio di sentirsi amati può trasformarsi in un’arma letale… Una donna può essere laureata, una manager, un amministratore delegato, ma la sfera emotiva è una cosa diversa e staccata da quello che siamo nel mondo del lavoro. Per i bisogni emotivi le donne si fanno anche uccidere quando si innamorano di una persona sbagliata, di una persona violenta, o rimangono per paura tutta la vita in un matrimonio non giusto. Certe scelte nascono dal bisogno d’amore, di una parola dolce, di sentirsi belle, di non essere trasparenti, di essere, almeno una volta, protagoniste della favola di Cenerentola. Il nostro è stato un viaggio nell’animo umano. Prima “Chi l’ha visto?” e ora “Trappole d’amore” raccontano uno scenario di dolore per troppo tempo passato sottotraccia Quella che potrebbe sembrare una cosa da prendere quasi alla leggera, un’avance cretina, ha invece un’importanza sociale fortissima, sottovalutata. È importantissimo parlarne perché le donne devono rendersi conto di quello che può accadere loro.

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TV RADIO


OCORRIERE

Marina Borrometi e le identità trafugate

U

n lavoro quotidiano di controllo delle identità considerate a rischio. Come avviene l’aggiornamento del cartellone di “Chi l’ha visto?”? Il cartellone è uno strumento di pubblica utilità. Riceviamo le segnalazioni dai nostri telespettatori e verifichiamo foto per foto per capire se queste sono state rubate o meno. Andiamo innanzitutto a vedere se il nome dell’account che ci è stato indicato come sospetto sia effettivamente rispondente a quello della persona ritratta nella foto. Lo facciamo tramite strumenti aperti come Google Immagini, o anche altri motori di ricerca che permettono un’analisi inversa della fotografia. Spesso scopriamo che vengono utilizzate immagini di persone ignare e inconsapevoli, ma che hanno account Instagram o Facebook ricchi di fotografie, profili che diventano archivi dai quali i truffatori attingono per creare identità totalmente inventate. A chi vengono sottratte le immagini? C’è un medico turco, che è anche un personaggio televisivo, che ama farsi dei selfie in tutti i momenti della giornata, dall’alba al tramonto. Materiale utile ai ladri di identità per costruire ogni giorno tante sceneggiature ai danni delle loro vittime. Questo medico è una persona normale, ma che evidentemente piace, una volta viene chiamato Francois, un’altra Richard. Le foto rubate sono quasi sempre le stesse perché i truffatori hanno la necessità di essere rapidi nell’adescare, nel creare la relazione affettiva, attingono da un bacino di foto ampio e che funziona. Una vicenda simile ha avuto per protagonista il siciliano Massimiliano Titone, le cui foto vengono rubate e utilizzate da tempo su molti profili, talvolta anche con il suo stesso nome. I truffatori mettono in atto la metatruffa presentandosi come quel Massimiliano Titone al quale vengono rubate le foto. Come si può cascare in tranello di fronte a fotografie di persone arcinote come ad esempio quella del principe Harry? È un cortocircuito della comunicazione. Il fatto che sui social chiunque possa sembrarti vicino, ti può indurre a pensare di potere avere un rapporto a tu per tu con persone che invece vicine non sono. Queste truffe vanno ad attecchire su persone fragili, adescabili, che possono essere più facilmente manipolate e raggirate. Un sedicente principe Harry potrebbe presentarsi sul tuo profilo Facebook dicendoti: “Sono il principe Harry e sto raccogliendo fondi per aiutare dei bambini”. La povera malcapitata potrebbe pensare di avere davvero a che fare con lui. È difficile capire cosa sia vero e cosa falso. Quante segnalazioni ricevete quotidianamente? Almeno una ventina. Facciamo le nostre verifiche che ci consentono di aggiornare eventualmente il cartellone, ma consigliamo anche di segnalare l’account sospetto alla piattaforma in cui si trova, ed eventualmente, nei casi più gravi, anche alla polizia postale.  45


DONNE IN PRIMA LINEA Professionalità, dedizione, passione: sono le parole d’ordine per descrivere al meglio l’avvocato BiancaMaria D’Agostino. Si muove con disinvoltura nell’universo Giustizia, complici le innate qualità come il senso di maternità, la ricettività, la tenerezza, l’empatia, la sensibilità, la delicatezza, che la rendono punto di riferimento per le donne in difficoltà, che segue in modo infaticabile.

U

Rispetto e preparazione

n percorso di studi brillante, la laurea in giurisprudenza nel 1991, poi una carriera in ascesa. Avvocato cassazionista, iscritto all’albo degli avvocati del Foro di Avellino dal 1995, titolare dello studio associato D’Agostino – Piciocchi, giudice ausiliario della IV sezione civile della Corte d’Appello di Roma dal 2016. Consigliere di amministrazione del Fondo edifici di Culto, ministero dell’Interno, Dipartimento Libertà Civili e immigrazione. Donna, madre, moglie ma, soprattutto, una giurista instancabile che anche nei giorni dell’emergenza tende una mano, anche con un consiglio alle donne e famiglie in difficoltà. Un unico messaggio preciso: per avere successo serve un’adeguata preparazione

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Avvocato D’Agostino, come bisogna comportarsi se si è genitori separati o divorziati nell’era del Covid-19? Quali sono le regole per l’affidamento dei figli durante il periodo del coronavirus e del post emergenza, per rispettare l’equilibrio psico-fisico dei minori? L’esercizio dell’affido condiviso dei figli minori, in caso di separazione o divorzio dei genitori, non subisce limitazioni in dipendenza dell’emergenza sanitaria in corso, pertanto il genitore non collocatario conserva il diritto di visitare e tenere con sé il figlio nei tempi e con i modi previsti dalle condizioni concordate o disposte dall’autorità giudiziaria, a meno che non vi siano specifiche e comprovate esigenze di tutela del minore, che andranno verificate e valutate singolarmente. In tal caso, laddove vi sia conflitto tra genitori,

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occorrerebbe, a mio avviso, far prevalere il buon senso e la ragionevolezza sulla rigida applicazione delle modalità di visita e ciò nel supremo interesse del minore e a tutela del suo diritto alla salute, costituzionalmente garantito. Le modalità di gestione dell’affido condiviso dovranno comunque essere improntate al massimo rispetto delle misure di sicurezza anti contagio previste dalla vigente normativa in materia e, se vi sono oggettive situazioni di rischio, può essere utile sostituire le visite con modalità alternative come Skype o similari. Stiamo vivendo una fase epocale che entrerà nei libri di storia e anche in questo periodo si sono registrati casi di violenza sulle donne. Cosa serve per scoraggiare questi reati e indurre le donne a denunciare? C’è un caso che ha seguito e le è rimasto impresso nel cuore? La convivenza, specie se forzata come in questo periodo, in una coppia in crisi favorisce purtroppo la degenerazione patologica e diversi sono stati i casi che alcuna stampa poco accorta si ostina ancora a definire impropriamente “delitti passionali”, laddove di passionale non c’è assolutamente nulla. La prevenzione, a partire dalle scuole, attraverso l’educazione al rispetto della parità di genere, può

nella collegialità delle decisioni, quindi il mio lavoro si

senz’altro incidere positivamente sul deflazionamento dei

svolge all’interno di un collegio che decide in camera di

reati di violenza sulle donne. Nella mia esperienza lavora-

consiglio e ha continuato a lavorare sempre alacremente,

tiva, uno dei ricordi più vividi è rappresentato dall’immagi-

sostituendo le riunioni fisiche, impossibili da svolgersi a

ne sofferente, ma piena di dignità e compostezza, di una ra-

causa delle restrizioni sugli spostamenti, con quelle in vi-

gazzina vittima di violenza sessuale, addirittura denunciata

deoconferenza.

per calunnia dal suo violentatore, mentre veniva chiamata davanti al pubblico ministero a dimostrare di aver detto la verità, sottoponendosi a un interrogatorio davvero imbarazzante: in questo caso la giustizia è stata assicurata con una condanna esemplare per il reo, ma non sempre è così, molte donne preferiscono non dover sopportare le lungaggini e le oggettive difficoltà che un processo comporta. Affinché la donna denunci la violenza subita occorre che percepisca concretamente di essere tutelata dallo Stato, soprattutto nella fase successiva alla denuncia, e tale

C’è grande attesa per la fase 2 del Covid-19. Lei è anche consigliere Fec (Fondo edifici di culto del Viminale) come riesce a portare avanti i suoi impegni? Sono stata designata quale componente del CdA del FEC nel mese di agosto 2019, incarico onorifico che svolgo con grande passione e senso di responsabilità, come mia indole. Le riunioni ordinarie del Consiglio di Amministrazione del FEC presso il Viminale sono state purtroppo sospese negli ultimi due mesi in quanto noi nove consiglieri di

esigenza è stata in parte garantita dalle disposizioni della

amministrazione risiediamo in regioni diverse, ma non

Legge n. 69/2019, conosciuta come Codice Rosso, attraver-

appena possibile recupereremo il tempo trascorso con un

so modalità di audizione della vittima più celeri e realiz-

maggiore più intenso impegno per la miglior tutela e la

zate con modalità protette. Più denunce e più condanne

valorizzazione dell’ inestimabile patrimonio artistico e cul-

costituiranno sicuramente un deterrente e comporteranno

turale costituito dagli Edifici di Culto di proprietà dello Sta-

verosimilmente una diminuzione di questi reati odiosi.

to, spesso sconosciuto agli stessi Italiani.

Lei è giudice onorario presso la Corte d’appello di Roma,

È proprio vero che le donne hanno una marcia in più?

esercita le funzioni tipiche del magistrato togato e si occupa

Ce la riconoscono in molti questa prerogativa, soprattutto

di decidere in merito ai casi e alle controversie che sono di

gli uomini, quindi forse sarà vero, ma io credo che la for-

sua competenza. Sta lavorando in questo periodo?

mula vincente in una società civile si possa rinvenire solo

Non mi sono mai fermata in questa funzione negli ultimi

nella sinergia, nella complementarietà e nel rispetto della

due mesi. La peculiarità del giudizio di appello consiste

parità tra i due generi.

OCORRIERE

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DONNE IN PRIMA LINEA

Fare e comunicare, facce della stessa medaglia Una donna forte, dallo sguardo dolce ma sicuro, una carriera intensa e prestigiosa: giorno dopo giorno ha costruito il suo percorso con preparazione, spirito di sacrificio, senza trascurare le sue passioni. Il prefetto Carmen Perrotta, laureata in giurisprudenza, è anche giornalista pubblicista. Dopo aver iniziato la sua carriera alla prefettura di Cosenza, ha svolto rilevanti incarichi commissariali, tra cui quello di componente della commissione per la gestione straordinaria dell’Asl Napoli 4, sciolta per infiltrazioni mafiose, proseguendo il suo percorso professionale, successivamente al ministero dell’Interno

numerosi comitati, osservatori e commissioni, occupandosi di atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali. Componente del gruppo di studio incaricato della raccolta normativa per l’elaborazione del testo unico degli enti locali e di quello sull’attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione. Moglie e madre, cuore tenero, donna risoluta. Da ottobre 2019 è il prefetto di Genova. Cosa significa essere prefetto in una città meravigliosa, storica, ma tanto ferita? È una responsabilità di non poco conto che affronto quotidianamente con spirito di servizio, consapevole di potere contribuire fattivamente alla crescita di una città oggettivamente importante per tutto il Paese. Genova può e vuole diventare simbolo e stimolo per la ripresa

N

ominata prefetto nel 2011, Carmen Perrotta ha assunto le funzioni di direttore generale per gli Affari generali e per la gestione delle risorse finanziarie e strumentali nell’ambito del dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione. Nel corso della carriera ha assolto vari incarichi come componente di

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dell’Italia. La comunità è solida e coesa, le attività e le imprese spaziano in ambiti significativi, dalla cantieristica navale agli impianti metalmeccanici e al turismo e, in tale contesto, il compito delle articolazioni statali è quello di agevolare lo sviluppo e la ripresa delle attività produttive e commerciali, con particolare attenzione alle procedure di finanziamento, tenendo conto che nei momenti di

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dimenticherò il dolore di una famiglia che non riusciva a riportare in Sardegna le ceneri del proprio bambino morto al Gaslini di Genova. La Liguria ha anticipato il Paese nel riavvio della macchina economica. Come affrontare le possibili infiltrazioni mafiose che potrebbero insidiarsi nell’economia legale? L’importanza strategica e simbolica della ricostruzione del ponte Morandi è stata la motivazione che ha animato il lavoro di ogni maestranza impegnata nel cantiere, che è rimasto aperto anche durante l’emergenza, garantendo sempre le condizioni di sicurezza dei lavoratori. L’analisi dei contesti criminali e l’individuazione degli indicatori di rischio con finalità preventiva, costituiscono un obiettivo prioritario, considerato che le crisi economiche caratterizzate da carenza di liquidità sono le condizioni più favorevoli all’espansione degli interessi criminali, sia nelle attività pubbliche sia in quelle private. Dopo 620 giorni da quel 14 agosto del 2018, in cui 43 persone persero la vita nel crollo del ponte Morandi, il nuovo viadotto della Valpolcevera è pronto. L’emergenza coronavirus ha costretto le autorità a una cerimonia sobria. L’infrastruttura, quasi completata, è il simbolo di un’Italia che si rialza? Il nuovo ponte, che sutura la profonda ferita inferta alla città, è la dimostrazione che la buona gestione è possibile se c’è collaborazione istituzionale, se si lavora puntando emergenza il rischio di infiltrazioni criminali è sempre

a un unico traguardo. È stato questo lo spirito che ha ani-

presente.

mato i soggetti coinvolti a vario titolo nella ricostruzione

Come ha vissuto l’emergenza da Covid-19? C’è un episodio che porterà nel suo cuore? Ho constatato che nelle situazioni di emergenza vengo-

di questa importante opera di ingegneria. È certamente un simbolo di tutti e darà un importantissimo contributo alla speranza nella ripresa.

no sempre fuori i lati migliori delle persone e che nella

Lei è anche giornalista pubblicista e scrive su riviste spe-

comunità genovese la solidarietà è un valore ben radi-

cializzate. Quanto è centrale e che ruolo ha la comunicazio-

cato e testimoniato dall’impegno del volontariato laico

ne nel rapporto con i cittadini?

e religioso che, in questi giorni difficili, insieme alle isti-

L’informazione ha un ruolo importantissimo anche per

tuzioni pubbliche, si è adoperato in tutti i modi per ga-

l’amministrazione statale. Sappiamo bene che sono i

rantire assistenza e sostegno ai più fragili. Ho vissuto e

fatti che contano, ma se i fatti non vengono evidenziati

vivo l’emergenza come tanti altri che hanno un compito

opportunamente e correttamente la considerazione che

attivo, che ha richiesto un importante sforzo organizza-

i cittadini hanno delle istituzioni tende a diminuire, in-

tivo e un impegno lavorativo pesante per fronteggiare

debolendo la fiducia nell’operato pubblico. L’informazione

con decisioni rapide una situazione imprevedibile, che ha assunto in un breve lasso di tempo vaste dimensioni. Naturalmente mi sono mancati i miei affetti più cari, che grazie alla tecnologia vedo in video. Certo, un abbraccio è insostituibile, ma un video è già una gran cosa. Certamente ricorderò sempre le immagini dei camion dell’esercito, incolonnati, che trasportavano le bare, come non

OCORRIERE

“verificata” è ancora diffusa dalle testate giornalistiche, ma molti tendono a informarsi direttamente sui social media, pur con tutti i rischi che ciò comporta dal punto di vista della veridicità delle notizie. Non è più possibile non tenere conto di questo fatto e per fronteggiarlo si rende necessaria una presenza delle amministrazioni più attiva anche sui social. 49


DONNE IN PRIMA LINEA

Una sfida ambiziosa 50

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Porta con sé eleganza e classe, esprime fermezza e risolutezza. Prefetto, moglie e madre, Antonia Bellomo trasmette sicurezza e dimostra che professionalità e preparazione sono un binomio vincente. Nata a Bari, dove ha conseguito la laurea in giurisprudenza e l’abilitazione all’esercizio della professione forense, ha maturato una consolidata esperienza nei ruoli del ministero dell’Interno presso le prefetture di Ancona, Chieti, Bari, Taranto. Nominata prefetto della Repubblica il 16 aprile 2012, ha rivestito il suo primo incarico in tale veste nella provincia di Lecco, poi a Matera e Taranto

carabinieri e di quello della guardia di finanza. Continuo

N

ché ne hanno da subito condiviso l’obiettivo. I risultati hanumerosi gli incarichi che sono stati conferiti ad Antonia Bellomo nel corso della sua carriera: sub commissario per gli adempimenti connessi all’Istituzione della provincia di Barletta-

è stato il confronto con il presidente della Regione e con gli altri uffici regionali e sempre aperto è stato il dialogo con i sindaci, che hanno dato il loro essenziale contributo alla diffusione e all’effettiva attuazione delle disposizioni governative, avvertendo a pieno la loro responsabilità di essere il più immediato riferimento dei cittadini e il primo presidio di legalità della Repubblica. In Puglia è rallentata la curva del Covid -19. Come si sono comportati i cittadini di Bari? Hanno rispettato le regole del Dpcm del 9 marzo? In linea generale i cittadini sono stati rispettosi delle disposizioni intese a contenere il contagio del Covid-19 perno dato loro ragione, a parte qualche focolaio che anche qui si è manifestato in alcune case di riposo. L’osservanza delle regole mi sembra sia stata particolarmente rigorosa da parte dei giovani, che hanno riposto la loro fiducia nelle

Andria-Trani, componente del comitato regionale per l’e-

indicazioni della scienza nella speranza di poter al più pre-

secuzione delle demolizioni delle opere abusive costruite

sto riprendere le redini del proprio avvenire.

su suolo privato, commissario prefettizio e straordinario in diversi comuni del barese e a Palmi, in provincia di Reggio Calabria. Da gennaio di quest’anno è prefetto di Bari.

In che modo si potrà ripartire “in sicurezza”? In che modo affronterà le possibili infiltrazioni della malavita che potrebbero verificarsi nella “fase 2”?

Cosa vuol dire, oggi, essere rappresentante dello Stato in

La ripresa delle attività economiche è essenziale per la te-

provincia?

nuta del sistema sociale, ma sarà una fase molto delicata

Significa raccogliere ogni giorno una sfida ambiziosa, con-

che ci vedrà impegnati a garantire che il lavoro si svolga

sapevoli di una tradizione antica di garante dell’equilibrio

in una cornice di massima sicurezza. Anche in questa pro-

fra posizioni particolari e generali, che deve continuamen-

blematica è essenziale partire con una stretta condivisione

te adeguarsi ai cambiamenti della modernità, che da un

dell’obiettivo da parte di tutti gli attori e quindi per prime

lato inserisce il nostro Paese in un ambito sovranazionale e dall’altro riconosce rilevanza costituzionale alle Autonomie Locali. Sembrerebbe che in questo contesto lo spazio riservato al rappresentante dello Stato sia limitato, invece siamo chiamati sempre più spesso a mediare i vari interessi e a offrire occasioni di confronto fra le istituzioni del territorio.

le parti sociali, gli enti territoriali, le istituzioni pubbliche preposte al controllo, che hanno voluto dar vita a un protocollo d’intesa per rafforzare le misure di tutela. Per prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata è stata rafforzata la sinergia con l’autorità giudiziaria, ma anche con il rappresentante dell’ABI, con le associazioni di categoria, per fornire ascolto e collaborazione alle imprese che

L’emergenza Covid-19 ha messo a dura prova il Belpaese, i

possono trovarsi in difficoltà e preferire ai canali legali di

cittadini, le Istituzioni. Come ha affrontato e gestito da don-

finanziamento percorsi offerti da chi opera nell’illegalità.

na e da prefetto questo momento storico? Stiamo attraversando un periodo di straordinaria difficoltà, ma è proprio in queste prove che matura un grande

Quale consiglio si sente di dare alle giovani donne che vogliono intraprendere la carriera prefettizia?

senso di solidarietà che è a fondamento della comunità.

Sono tanti gli esempi di donne che, con grande determina-

La situazione ci ha indotto a una stretta collaborazione in-

zione, hanno raggiunto importanti traguardi. Ho sempre

nanzitutto fra tutti i colleghi, per condividere l’esperienza

considerato un privilegio fare un lavoro che mi piace e di

che ciascuno di noi affronta giorno per giorno. Contempo-

cui spesso si percepisce l’utilità. Il consiglio per tutti i gio-

raneamente è stato essenziale poter contare sulla profes-

vani è quello di perseguire con convinzione e determina-

sionalità e competenza del questore, del comandante dei

zione le proprie aspirazioni e anche i propri sogni.

OCORRIERE

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ITALIANI

Gino Bartali, l’intramontabile A vent’anni dalla scomparsa, un documentario in prima visione, sull’amato campione non solo del ciclismo. Martedì 5 maggio alle 21.10 su Rai Storia

S

oprannominato “Ginettaccio” per il suo carattere un po’ burbero, ma anche “L’uomo d’acciaio”, “Gino il Pio”, “L’intramontabile”, Gino Bartali è il protagonista del doc che, a venti anni dalla sua scomparsa (5 maggio 2000), Rai Cultura gli dedica per il ciclo “Italiani”, in onda in prima visione martedì 5 maggio alle 21.10 su Rai Storia. Bartali nasce il 18 luglio 1914 a Ponte a Ema, nei pressi di Firenze. La sua famiglia è d’origine contadina. Da ragazzo lavora come apprendista meccanico nella bottega di un ciclista. Si mette in luce tra i dilettanti e, passato professionista, nel 1936, a 22 anni vince con la Legnano il suo primo Giro d’Italia, che conquisterà anche l’anno successivo. L’anno della consacrazione arriva nel 1938 quando trionfa al Tour de France. Gino intanto ha conosciuto Adriana Bani, che sarà l’amore di una vita e che sposerà nel 1940. Bartali fin da giovane è un fervido credente, è iscritto all’Azione Cattolica, è devoto a Santa Teresa di Lisieux, è terziario carmelitano. Gli anni della guerra gli porteranno via la possibilità di tante vittorie, ma faranno uscire la sua grandezza d’animo. Gino, amico del cardinale Elia Dalla Costa, si mette al servizio di una rete clandestina per il salvataggio degli ebrei. Tante volte farà in bicicletta il tragitto tra Firenze e Assisi, a rischio della propria vita,

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per trasportare documenti falsi contribuendo così al salvataggio di circa 800 persone. Gino non racconterà mai in pubblico questa storia perché, come diceva, “Il bene si fa ma non si dice”. Tuttavia dopo la sua morte riceverà i meritati riconoscimenti: Medaglia d’oro al Merito civile, viene dichiarato “Giusto tra le nazioni”, onorificenza conferita da Israele ai non ebrei che si sono distinti per aver salvato anche un solo ebreo durante la Seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra arriveranno le altre grandi vittorie di Bartali e la rivalità con Fausto Coppi, molto diverso da lui per carattere: l’Italia è divisa ormai in bartaliani e coppiani. Gino vince il Giro d’Italia del 1946, il cosiddetto “Giro della rinascita”, proprio davanti a Coppi, che aveva vinto da suo gregario l’ultimo giro prima della guerra. Ma la più grande impresa sportiva di Bartali è la vittoria al Tour de France del 1948, a 34 anni e a 10 di distanza dalla prima. La sua vittoria avviene in un momento molto critico, quello dell’attentato a leader comunista Palmiro Togliatti, ed è ancora più importante perché contribuisce a favorire un clima di pacificazione nel Paese. Gino correrà fino alla metà degli anni ’50 e poi si dedicherà sempre al ciclismo come dirigente sportivo e commentatore. Verrà intervistato molte volte e non disdegnerà di apparire in diverse occasioni alla televisione. Bartali muore, all’età di 85 anni, il 5 maggio del 2000.

TV RADIO


La settimana di Rai Storia

Leonardo Da Vinci L’ultimo Ritratto La vita e l’eredità di Leonardo. Un genio. Un mito. Un anticipatore. Il più grande artista di tutti i tempi. Il precursore della scienza moderna. L'uomo universale. Un documentario in due puntate (la seconda in onda giovedì 9 maggio) Lunedì 4 maggio ore 22.10

Match Silvana Pampanini - Adriana Asti (Divismo E Antidivismo) Le "domande incrociate" di due attrici cinematografiche: hanno solo otto anni di differenza, ma fanno parte di mondi completamente differenti. Alberto Arbasino le presenta infatti come "la diva e l'antidiva" Martedì 5 maggio ore 22.10

Vietnam, scene del dopoguerra È il primo reportage cinematografico realizzato nel Vietnam del Sud da Ugo Gregoretti e Romano Ledda, in un viaggio per l’intero paese compiuto nel mese di luglio 1975, due mesi appena dalla fine della guerra ventennale Mercoledì 6 maggio ore 22.10

Conquistadores Il cerchio si chiude

Passato e presente L’incontro di Yalta

Passato e Presente Aldo Moro: la trattativa

I pochi superstiti della spedizione di Magellano riescono a compiere una delle più grandi imprese dell'umanità: la circumnavigazione del globo terrestre. La storia della grande impresa con un’introduzione del professor Alessandro Barbero Giovedì 7 maggio alle 22.10

il 4 febbraio 1945, il Maresciallo Stalin, il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt e il primo ministro britannico Winston Churchill si incontrano a Yalta, in Crimea. E’ forse la più importante partita diplomatica del Novecento Venerdì 8 maggio ore 20.30

Paolo Mieli e il professor Vladimiro Satta ripercorrono i drammatici giorni del rapimento: le posizioni degli uomini politici più in vista e dei rispettivi partiti, i tentativi falliti, o abortiti prima di nascere, di salvare la vita allo statista democristiano Sabato 2 maggio ore 23.10

Domenica con Roberto Bolle Compositori, étoile della danza, artisti e grandi nomi dello spettacolo e della cultura nel ruolo inedito di “creatori” di Tv. Sono loro a scegliere e commentare pagine tratte dagli archivi delle Teche, film, spettacoli, documentari Domenica 10 maggio dalle 9 alle 24

OCORRIERE

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FESTA DELL’EUROPA

Omaggio a Beethoven Nel giorno che celebra l’Unione europea, Rai Cultura propone un doppio appuntamento dedicato al compositore tedesco. Sabato 9 maggio, alle 8 e alle 19.45, su Rai 5

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el giorno della Festa dell’Europa Rai Cultura propone un doppio appuntamento dedicato a Ludwig van Beethoven, in onda sabato 9 maggio su Rai5. Si comincia alle 8 con il concerto che ha inaugurato la stagione sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nel 2015, che propone la celebre Sinfonia n.9, il cui tema finale noto come “Ode alla gioia” è adottato dal 1972 come Inno ufficiale dell’Unione europea. Direttore Antonio Pappano, con le voci di Rachel Willis-Sørensen, Adriana Di Paola, Stuart Skelton e Michael Volle. Alle 19.45, per lo spazio “Sabato classica”, viene proposta inoltre una lezione-concerto dedicata a Ludwig van Beethoven. Dall'Aula Magna dell'Università "La Sapienza" di Roma, il pianista Roberto Prosseda illustra ed esegue la Sonata in do diesis minore op.27 n. 2 "Al chiaro di luna" (Adagio sostenuto - Allegretto - Presto agitato) e la Sonata in mi minore op. 90 (Con vivacità e sempre con sentimento ed espressione - Non troppo vivo e cantabile assai) di Ludwig van Beethoven. Regia Daniele de Plano.

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La settimana di Rai 5

Ghiaccio bollente Bee Gees - In Our Own Time La straordinaria storia dei tre fratelli Gibb, dalle prime esibizioni in Australia al successo planetario di Saturday Night Fever alla prematura scomparsa di Maurice e Robin Lunedì 4 e martedì 5 maggio alle 23.45

Ghiaccio bollente Crosby Stills Nash & le leggende di Laurel Canyon La creatività musicale e poetica che ha contraddistinto il manipolo di musicisti vissuti nel quartiere di Los Angeles sulle colline di Laurel Canyon, dove si respirava un fermento cosmico Giovedì 7 maggio ore 23.45

Programmazione straordinaria Letteratura L’altro ‘900: Anna Maria Ortese Napoli, il dolore, la silenziosa grandezza delle piccole persone, un immaginifico e fiabesco mondo collocato in un tempo e in una dimensione “altri”, un amore dolce e struggente per la natura: è l’opera di Anna Maria Ortese Martedì 5 maggio alle 20.15

Ciclo Il Teatro di Carlo Goldoni La locandiera (1986) Per il ciclo di appuntamenti in onda ogni pomeriggio fino all’8 maggio, la commedia considerata il capolavoro dell’autore. Proposta nella versione scenica del 1986 diretta da Giancarlo Cobelli e interpretata da Carla Gravina Mercoledì 6 maggio ore 15.45

Art Night Le circostanze. I romanzi disegnati di Vittorio Giardino

Contemporanea Un’infinita primavera attendo (2016)

In prima visione, un ritratto completo di uno dei maestri del fumetto d’autore contemporaneo, italiano ed europeo. Per la prima volta sullo schermo le tavole originali dei suoi fumetti. Di Lorenzo Cioffi Venerdì 8 maggio ore 21.15

Nella Giornata in ricordo delle vittime del terrorismo e nell’anniversario del ritrovamento del corpo senza vita dell'onorevole Aldo Moro, l’opera da camera di Sandro Cappelletto e Daniele Carnini in prima visione Sabato 9 maggio alle 24.15

Domenica all’opera BALLETTO La Cenerentola Appuntamento dedicato a celebri balletti e grandi interpreti. Il coreografo Thierry Malandain reinterpreta il celebre balletto su partitura di Sergej Prokofiev, restituendone la sua personale visione attraverso la performance del Ballet Biarritz. Domenica 10 maggio ore 10

OCORRIERE

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RAI RAGAZZI

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TV RADIO


OCORRIERE

Su Rai Gulp sabato 9 maggio alle 20.30 arriva la pellicola con protagoniste le due sorelle. Una vacanza a Modica, tra avventure e amori

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Il film della serie “Sara e Marti” arriva su Rai Gulp. Appuntamento sabato 9 maggio, alle ore 20.30, sul canale 42. L’estate sta per finire e Sara e Marti sono ancora a Bevagna. Mentre Marti è impegnata nella preparazione di due feste dove dovrà suonare e cantare, Sara, che non ha nulla da fare, accoglie con entusiasmo l’idea di accompagnare i Catalano in partenza per la Sicilia. I due fratelli parteciperanno a un campo di orienteering, una disciplina sportiva che insegna a orientarsi nella natura servendosi solo di bussola e mappe. La località dove sono diretti è Modica, che per un caso della sorte è il luogo dove la mamma delle due sorelle ha passato l’infanzia e dove sua sorella, la zia Flavia, possiede una casa. Sara, eccitata all’idea di visitare quel luogo mitico dove non è mai stata, riesce a ottenere il permesso di partire superando i dubbi del padre. Modica si rivela un luogo pieno di ricordi e sorprese. Il campo di orienteering è frequentato solo da bambini piccoli, tra cui spicca la deliziosa Giorgia, di cui Sara e i fratelli Catalano dovranno occuparsi. Durante la prima escursione nel bosco, Sara cade in un dirupo e viene salvata da un misterioso, bellissimo ragazzo, Saro. I ragazzi di Modica, guidati da Luca, il classico figlio di papà ricco e arrogante che ha messo gli occhi su Sara, detestano Saro e lo tengono a distanza per via di suo padre, attualmente in carcere, per un piccolo crimine. Sara capisce che si tratta solo di pregiudizi: Saro è un ragazzo dolce e altruista, che non fa male a nessuno e anzi cura amorevolmente suo nonno Nicola, malato di Alzheimer, e il fratellino Mimmo, che ha un debole per Giorgia. Marti, verso la fine della vacanza, raggiunge sua sorella nel momento più difficile per Sara che respinge la corte di Luca e si avvicina sempre più a Saro per aiutarlo a superare il suo isolamento. Luca, respinto e ferito nel suo orgoglio, si vendica attuando un piano malefico: abbandona di proposito Sara e Marti nel bosco per poi correre a casa di Saro, certo che il ragazzo andrà in soccorso delle amiche, dove distruggerà il lavoro di un anno di tutta la sua famiglia. Luca però lascia una traccia e Saro vorrebbe vendicarsi a sua volta: Sara interverrà per impedirglielo. Lei è certa che rispondere alle provocazioni con la violenza non porterebbe a nulla di buono. Ha infatti un’idea migliore per mettere Luca alle strette e mostrare a tutta Modica chi è il vero Saro. Con un discorso in piazza che tocca i cuori di tutti i cittadini, Sara fa venire fuori la verità e ottiene che il padre di Luca imponga al figlio di chiedere scusa e di riparare ai torti fatti. Tra Sara e Saro l’attrazione è palese, ma l’estate è finita e bisogna tornare a casa, con la speranza che un giorno si rivedranno.

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SPORT

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Lo SCUDETTO di “GIULIETTA”

miracoli nel calcio viaggiano di decade in decade e continuano a contarsi sulle dita di una mano. Dopo lo scudetto del Cagliari, cinquant’anni orsono, ancora più sorprendente e irripetibile fu il campionato 1984-85 vinto dal Verona di Osvaldo Bagnoli, trentacinque anni fa. La serie A era ancora il torneo più bello del mondo e non si trattava di un luogo comune. A contendersi il titolo erano normalmente la Juventus di Platinì e dei campioni del mondo’82, la Roma di Falcao, Bruno Conti e Di Bartolomei, ma c’era anche l’Inter di Altobelli e Rumenigge, l’Udinese di Zico e Causio, la Fiorentina di Antognoni e Socrates, ad ambire a qualcosa di grande. Alla fine la spuntò il Verona, che fino a tre anni prima giocava in serie B. Una squadra costruita con intelligenza e acume calcistico, dalla solida spina dorsale italiana con la difesa guidata da Roberto Tricella, il centrocampo orchestrato da Antonio Di Gennaro e l’attacco lanciato da Giuseppe Galderisi. La ciliegina furono i due formidabili stranieri acquistati quell’anno di grazia: il granitico tedesco Hans Peter Briegel e il funambolico danese Preben Larsen Elkjaer. Aggiungendo la fantasia di Pierino Fanna sulla fascia destra, la parate non sempre ortodosse ma tremendamente efficaci di Clau-

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dio Garella e la sapienza tattica di Osvaldo Bagnoli, mister duro ma carismatico e capace di farsi amare e seguire dai suoi come pochi, si ha la fotografia di un collettivo entrato direttamente nella storia, inaspettatamente ma non certo per caso o fortuna. La favola del Verona, come tutte, durò molto poco. Nemmeno il tempo di cucirsi il tricolore sul petto che Fanna e Marangon erano dell’Inter, Garella del Napoli e poi via via Galderisi al Milan, Tricella alla Juventus, Briegel alla Sampdoria. Ma che importa quanto sia durata, di fronte all’eternità conquistata con un’impresa che nessuno ha mai dimenticato? 

(M.F.)


Tutta la forza che ho è un libro per chi pensa di non farcela o per chi pensa di avercela fatta 59


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I FILM DELLA SETTIMANA

CINEMA IN TV Prima visione assoluta per questo film drammatico diretto dal regista tedesco Marco Kreuzpaintner e tratto dall’omonimo romanzo di Ferdinand von Schirach. Nel 2001, Fabrizio Collini, operaio italiano in pensione e residente da trentacinque anni in Germania, uccide a sangue freddo con tre colpi di pistola e apparentemente senza motivo l’anziano Hans Meyer, un ricco industriale noto in tutto il Paese. Un omicidio inspiegabile. Il caso è affidato d’ufficio a un giovane ed inesperto avvocato, Caspar Leinen, al suo primo processo importate. Un po’ titubante, Caspar accetta di difendere Collini anche se conosceva bene la vittima. L’avvocato, infatti, aveva avuto una storia adolescenziale con la nipote di Hans Meyer, Johanna. Di più: il ricco industriale era stato una specie di padre per lui, lo aveva aiutato negli studi e gli aveva addirittura regalato una macchina. Sarà uno degli scandal giudiziari più grandi della storia della Germania. Nel cast, tra gli altri, Elyas M’Barek, Alexandra Maria Lara, Franco Nero e Heiner Lauterbach.

LUNEDÌ 4 MAGGIO ORE 22.15 ANNO 2015 – REGIA DI ANDREA D’AMBROSIO

In un paese del Sud, due donne diverse per età ed esperienze, si incontrano. Rosa è una ragazzina di 17 anni, aggrappata ad un amore adolescenziale che, spera, la porti lontano, anche da un padre con cui non riesce a parlare. Gladys, circa 40 anni, è tornata dal Venezuela con pochi soldi, è nubile, lavora ed ha abdicato a quasi tutti i suoi sogni. Fino a quando incontra Aldo che le fa credere alla possibilità di una vita nuova, ma è solo un'illusione. In un laboratorio sotto il livello stradale, senza finestre, vessate da un padrone che vorrebbe essere simpatico ed elegante, ma che è rozzo e manesco, Rosa e Gladys confezionano tessuti e tute sportive. Tutto per 2 euro l'ora. Sullo sfondo della vita del paese, tra i bar e i lavori precari, Rosa e Gladys sperano, ridono, amano. Un incendio divampato accidentalmente nella fabbrica le travolgerà. Le troveranno abbracciate. Solo una delle due ce la farà. Ispirato a una tragedia del lavoro nero realmente accaduta, è proposto per il ciclo “Nuovo Cinema Italia”. Nel cast, Peppe Servillo, Chiara Baffi, Paolo Gasparini, Alessandra Mascarucci, Alyona Osmanova. 62

GIOVEDÌ 7 MAGGIO ORE 21.10 ANNO 2019 – REGIA DI MARCO KREUZPAINTNER

TV RADIO


Una commedia amara, diretta da Mario Monicelli, e proposta per il ciclo “Cinema Italia”. Tra gli attori protagonisti, Totò, Anna Magnani e Ben Gazzara. Il film è tratto da due novelle raccolte nei “Racconti romani” di Alberto Moravia: “Risate di Gioia” e “Ladri in chiesa”. In ritardo all’appuntamento con la compagnia a cui si era aggregata per la notte di San Silvestro e rimasta sola, Gioia detta “Tortorella”, comparsa di Cinecittà, finisce per passare la notte dell’ultimo dell’anno in compagnia di Umberto detto “Infortunio”, una vecchia conoscenza, anch’egli comparsa cinematografica, incontrato per caso, e di Lello un suo giovane amico. Non sa però che Umberto non è in giro per festeggiare, ma per fare da “spalla” a Lello, che di mestiere fa il borseggiatore. Soggetto e sceneggiatura di Suso Cecchi D’Amico, Age & Scarpelli e Mario Monicelli, musiche di Lelio Luttazzi.

VENERDÌ 8 MAGGIO ORE 21.20 ANNO 2017 – REGIA DI WOODY ALLEN

Scritto e diretto da Woody Allen, “La ruota delle meraviglie”, proposto in prima visione Tv, è interpretato, tra gli altri, da Jim Belushi, Kate Winslet, Juno Temple. Negli anni cinquanta, la pittoresca Coney Island con la spiaggia, la passerella e le scintillanti attrazioni del litorale, fa da sfondo alle vite di quattro personaggi che si intrecciano, tra fragili speranze e nuovi sogni, nel frenetico mondo del parco divertimenti. Ginny, ex attrice malinconica, imbronciata ed emotivamente instabile che lavora come cameriera in un modesto ristorante di pesce; Humpty, il rozzo marito di Ginny, che fa il manovratore di giostre; il giovane Mickey, un bagnino di bell'aspetto che sogna di diventare scrittore; Carolina, la figlia che Humpty non ha visto per molto tempo e che ora è costretta a nascondersi nell'appartamento del padre per sfuggire ad alcuni gangster spietati che le danno la caccia. Una storia di violenza, passione e tradimento, ambientata in un paesaggio, Coney Island, molto caro a Woody Allen che proprio qui aveva già girato alcune scene di “io e Annie”.

OCORRIERE

SABATO 9 MAGGIO ORE 21.10 ANNO 1960 - REGIA DI MARIO MONICELLI

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ALMANACCO DE 1930

1940

1970

maggio

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EL RADIOCORRIERE

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Questo libro è un viaggio nello spazio e nel tempo alla ricerca delle meraviglie italiane 66 50


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