Armeni

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Armeni tratti e ritratti



presenta


Valence: una comunità armena attiva e integrata Dal 1920 nel territorio di Valence, la comunità armena si è sviluppata fino a raggiungere il 10% della popolazione attuale. Ne è testimone la toponomastica delle strade e dei commerci: via dell’Armenia, piazza Manucian, ristorante Sassoun o ancora la drogheria Manissadjian. Gli Armeni hanno anche contribuito allo sviluppo delle industrie locali: quelle della pelle e del cuoio, dell’agroalimentare e della meccanica di precisione. La storia di questa comunità è documentata dal “Centro del patrimonio Armeno” che promuove una riflessione più ampia sull’esilio, i genocidi, le diaspore e le diversità culturali.


Un’immagine dice più di mille parole. Dodici visi, di Armeni di seconda e terza generazione, rimandano a storie lontane che, raccontate per immagini, paiono tenersi per mano. Oggi, come gemme preziose contenute nel cuore, le storie si ritrovano nel “baule della memoria” lasciato in eredità da lontani parenti. Nei volti fotografati si può sempre leggere qualcosa del loro tempo. Un viso è uno specchio ed è un tempo, è una stagione. Volti, sguardi sono una soglia, un passaggio, uno “scavo” di ricordi sopiti riportati in vita da piccole preziose cose conservate con amore e che fanno battere il cuore. Tratti e ritratti è lo “scavo” con la macchina fotografica delle storie degli uomini e delle donne che abbiamo incontrato. Une image vaut mieux que mille mots. Douze visages d’Arméniens, de deuxième et troisième génération, nous racontent, par images, des histoires lointaines que, image après image, paraissent se tenir par la main. Telle de gemmes précieuses encrées dans nos cœurs, ces histoires sont aujourd’hui gardées dans notre mémoire la plus importante, celle de l’héritage de nos ancêtres. Dans leurs visages, on lit des souvenirs, fragmentés, de leur temps. Chaque visage devient un miroir, un temps, une saison. Une porte qui s’ouvre pour nous faire découvrir des souvenirs oubliés, refoulés, cachés qu’aujourd’hui revivent, racontés avec orgueil, tendresse, amour. Tratti e ritratti est la recherche et surtout la redécouverte des histoires de ces hommes et de ces femmes que nous avons rencontrés.

Ottobre / Octobre 2016

Rocco Carbone


Sona Talian


Nata a Mosca, appartiene ad una dinastia di musicisti tradizionali armeni. All’età di due anni suonava già il concerto per piano di Tchaikovsky a due mani, a sei ha composto il suo primo pezzo ed ha iniziato a dare concerti. Ha studiato in un liceo musicale in Armenia per undici anni. Giunta in Germania con la sorella pianista per un tour di concerti nel 1990, ha scelto questo paese per completare la sua educazione musicale. Francoforte è ora la sua città amata, dove vive e lavora come compositrice e pianista. Si è esibita in Armenia, Russia, Georgia, USA, Francia, Germania, Italia, Svezia, Lituania ed altri Paesi. Considera le sue visioni musicali un dono: “specialmente al mattino e di notte, quando il mondo è ancora privo di contorni, sono piena di suoni e musica” dice con entusiasmo. Nelle sue composizioni combina elementi di musica classica, jazz e musica popolare della tradizione armena, superandone i confini. Sona comprende il nostro desiderio dell’intensità del momento in ogni singola nota, e lo esaudisce. Née à Moscou, elle appartient à une dynastie de musiciens traditionnels arméniens. A l’âge de deux ans, elle jouait le concert pour piano à deux mains de Tchaïkovski, à six ans elle composait son premier morceau et commençait à donner des concerts. Pendant onze ans elle a étudié au lycée musical d’Arménie. Après une série de concerts en Allemagne en 1990 avec sa sœur pianiste, elle décide d’y rester pour affiner son éducation musicale. Elle habite et travaille à Francfort en tant que compositrice et pianiste. Elle a donné des concerts en Arménie, Russie, Géorgie, États-Unis, France, Allemagne, Italie, Suède, Lituanie et dans de nombreux autres pays. Elle considère ses visions musicales comme un don: “surtout le matin et pendant la nuit, quand le profil du monde est encore indéfini, je ressens les sons et la musique en moi”. Ses compositions sont à la fois un mélange et un dépassement de musique classique, de jazz et de musique populaire de la tradition arménienne; elle est à l’écoute de nos désirs et elle y satisfait à chaque note.


Harout Harboyan


Sono nato l’8 gennaio 1995 a Valence da genitori armeni venuti da Aleppo e sono cresciuto in una famiglia e in un ambiente culturalmente ricco. Ho imparato l’Armeno dai miei genitori: non si parlava Francese in casa. Oltre alla scuola francese, ho frequentato quella armena e ho partecipato allo scoutismo e a diverse associazioni culturali nell’attiva comunità armena di Valence. Ho evidentemente scelto l’Armeno come prima lingua al mio esame di diploma nel 2013. Ho sempre vissuto immerso nella musica armena, grazie a mio padre, e nella danza e poesia armena, grazie a mia madre. Mi sono dunque naturalmente orientato verso il pianoforte e ho studiato al conservatorio per 10 anni. Da quando avevo 8 anni suono anche il Dhol, uno strumento a percussione tradizionale armeno. Lo suono ancora in serate danzanti o per matrimoni. Per 5 anni ho vinto il concorso di poesia armena di Marsiglia. Nel centenario del genocidio ho potuto visitare il mio paese. Ne sono tornato molto fiero e culturalmente più forte. Je suis né le 8 Janvier 1995 à Valence. Fils de parents arméniens venus d’Alep-Syrie, j’ai grandi dans un milieu culturellement très riche. J’ai appris à parler l’Arménien avec mes parents car nous ne parlions pas le Français à la maison. Depuis tout petit, je suis allé à l’école arménienne, en plus de l’école française. J’ai grandi dans une communauté arménienne très active et j’ai participé au scoutisme et j’ai été membre de plusieurs associations culturelles. J’ai bien évidemment choisi l’Arménien comme première langue vivante au bac en 2013. Depuis toujours, j’ai baigné dans la musique arménienne (du côté de mon père) et la danse et la poésie (du côté de ma mère). Je me suis donc naturellement orienté vers le piano. J’ai été élève au conservatoire de musique de Valence pendant 10 ans. Je joue aussi du Dhol, percussion traditionnelle arménienne, depuis l’âge de 8 ans. Aujourd’hui, j’en joue pendant des soirées ou pendant des mariages. De plus, pendant 5 ans j’ai été lauréat du concours de poésies arméniennes organisé à Marseille. J’ai enfin eu l’occasion, en cette année du centenaire du génocide, de visiter mon pays. J’en suis revenu très fier et culturellement plus fort.


Hagop Toumanyan


Sono nato il 18 Febbraio 1950 a Beirut. Dopo gli studi, la guerra in Libano mi ha costretto a chiedere asilo prima negli Stati Uniti, poi in Canada, ma il visto mi è stato rifiutato. L’ho ottenuto per la Francia e all’età di 25 anni mi sono ritrovato a Valence, senza parenti e senza un posto dove andare: mi ha accolto la chiesa di Maranatha. Sfruttando la conoscenza di Inglese, Armeno e Libanese, con coraggio ho esercitato diversi mestieri, poi ho aperto una panetteria a Valence, che in seguito è diventata un ristorante Libano-Armeno: il “Sassoun”, in Rue d’Arménie. La facciata è rivestita di pietra rossa importata dall’Armenia e tagliata sul posto. Impegnato in numerose associazioni locali e nazionali, ero presente all’Assemblea Nazionale, quando la Francia ha riconosciuto il genocidio armeno. Mio nonno Garabeth, combattente della regione di Sassoun, è sopravvissuto al massacro di tutta la sua famiglia: sua moglie e i suoi due figli. A 40 anni si è risposato con una giovane Armena di 17 anni, per salvarla da una vita da schiava. Da lei ha avuto sei figli.

Je suis né le 18 février 1950 à Beyrouth. Après mes études, la guerre au Liban m’a poussé à demander asile aux Etats-Unis et au Canada mais dans les deux cas ma demande fut refusée. Seulement la France m’a accueilli. A l’âge de 25 ans, à Valence, sans aucun membre de ma famille et sans lieu où me rendre, c’est à l’église Maranatha qu’on m’a accueilli. C‘est avec courage et grâce à la maitrise de l’Anglais, de l’Arménien et du Libanais qu’après avoir exercé divers métiers, j’ai pu, enfin, ouvrir une boulangerie à Valence, devenue par la suite un restaurant Libano-Arménien. Ce restaurant “Sassoun” situé au N°8, Rue d’Arménie, arbore une façade faite de pierres importées d’Arménie et taillées sur place. Impliqué dans diverses associations locales et nationales, j’étais à l’Assemblée Nationale lors de la reconnaissance par la France du génocide arménien. Mon grand-père, Garabeth, un combattant de la région de Sassoun, a survécu au massacre de toute sa famille, de sa femme et de ses deux enfants. A 40 ans, il s’est remarié avec une jeune Arménienne âgée de 17 ans pour la sauver d’une vie d’esclavage. Six enfants sont nés de ce second mariage.


Marine Petrosyan


Sono nata il 27 marzo 1960 nel villaggio di Geghadir, nella regione di Kotayk. Dopo aver concluso nel 1977 la scuola secondaria, ho frequentato per tre anni lo studio teatrale Sundukian, sotto la guida dell’artista nazionale armeno Khoren Abrahamian. Dopo il diploma, sono rimasta al teatro Sundukian fino al 1983, anno in cui ho recitato in tutti gli spettacoli del teatro della Pantomima di Yerevan, su proposta del fondatore Poladov. In seguito, invitata da Dovlatian, sono stata assistente di regia nello studio cinematografico “Armfilm”. Ho lavorato nel teatro drammatico nazionale di Goris, dove ho interpretato molti ruoli principali in opere di Vardanian, O’Neill, Brecht, De Filippo. Negli anni ‘90-‘91 ho recitato nei cortometraggi di Alik Assatrian “Avlos” e “Gorsia”. Dal 1990 lavoro nel teatro-laboratorio “Goï”, interpretando ruoli principali e secondari in opere di Pirandello, Tonino Guerra, Beckett, Weiss. Oltre a ciò, disegno e scrivo poesie.

Je suis née le 27 mars 1960 dans le village Geghadir, dans la région de Kotayk. Après avoir terminé l’école secondaire en 1977, j’ai fait trois ans d’études dans le studio théâtrale Sundukian, sous le tutorat de l’artiste national de l’Arménie Khoren Abrahamian. Une fois diplômée , j’ai choisi de rester au théâtre Sundukian jusqu’en 1983. En 1983 j’ai travaillé au théâtre de la Pantomime de Yerevan où j’avais été invitée par le fondateur du théâtre Poladov. J’ai poursuivi ma carrière en tant qu’assistante de réalisateur dans le studio cinématographique “Armfilm”. Après celà j’ai travaillé au théâtre dramatique national de Goris et cela m’a donné l’opportunité de jouer beaucoup de rôles principaux en pièces de Vardanian, O’Neill, Brecht, De Filippo. Dans les années ‘90-‘91 j’ai joué dans les court-métrages de Alik Assatrian «Avlos» et «Gorsia». Depuis 1990 je travaille dans le théâtre-laboratoire «Goï», où j’ai joué des rôles principaux et secondaires en pièces de Pirandello, Tonino Guerra, Beckett, Weiss. J’aime aussi dessiner et écrire des poèmes.


Jerome Boyadjian


Sono nato l’8 aprile 1971 a Valence. Mio nonno era nato nel 1909 a Kharpout (Grande Armenia). Ha visto sgozzare membri della sua famiglia. Suo padre fu imprigionato e non se ne ebbero più notizie. La mia famiglia è arrivata a Marsiglia e ha lavorato al setificio di Chamérac. I miei nonni si sono sposati a Valence negli anni ‘30. Nel 1935 mio nonno ha aperto un salone di parrucchiere, dove hanno lavorato i miei zii e zie, quindi i miei genitori hanno rilevato l’attività ed ora io, dal 2004. Ho cominciato a lavorare a 15 anni, dopo aver frequentato la scuola di parrucchiere. Nel 1982 mi sono iscritto alla Scuola di Belle Arti di Valence e dal 1991 ho iniziato ad esporre a Valence e a Parigi. Per tre anni ho tenuto corsi di pittura per adulti. Sono stato per la prima volta in Armenia nel 1989, poi ci sono tornato spesso. Con un gruppo di amici ho creato l’associazione umanitaria “Terres d’Arménie” per aiutare gli Armeni dell’Alto Karabagh. Dal 1999 sono sposato con Marie e abbiamo tre figli.

Je suis né le 8 avril 1971 à Valence mais mon grand-père est né à Kharpout (Grande Arménie) en 1909. Il a vu des membres de sa famille se faire égorger. Son père fut interné et on ne l’a plus jamais revu. Ma famille est arrivée à Marseille et a travaillé à l’usine de soie de Chamérac. Mes grands parents se sont mariés à Valence dans les années Trente. Je suis marié avec Marie depuis 1999 et j’ai trois enfants. J’ai étudié à l’école de coiffure. A l’âge de 15 ans j’ai commencé à travailler comme coiffeur dans le salon créé par mon grand-père en 1935 et dans lequel mes trois oncles et mes deux tantes ont travaillé. Le salon a été repris par mes parents et, en 2004, par moi. En 1982 j’ai fréquenté l’Ecole des Beaux Arts à Valence. En 1991 j’ai commencé à exposer mes oeuvres à Valence et à Paris et à donner des cours de peinture. Mon premier voyage en Arménie date de 1989; d’autres ont suivi. Avec des amis j’ai aussi créé une association humanitaire,“Terres d’Arménie”, dont le but est d’aider les Arméniens du Haut-Karabagh.


Alice Persikian


Nata a Valence il 4 luglio 1934. Il suo nome armeno è “Arousse”, che significa Venere. I suoi genitori, sfuggiti al genocidio, sono giunti in Francia all’età di 10 anni e si sono stabiliti a Valence. Dopo il matrimonio hanno potuto acquistare un piccolo lotto di terreno in periferia, sul quale hanno costruito una “cabane”, col tempo trasformata in casetta. Per tutta l’adolescenza ha militato in movimenti armeni, tra i quali “Nor Seround” (Nuova Generazione), che si batteva per il riconoscimento del genocidio. In questo movimento ha conosciuto il suo futuro marito, Henri Siranyan, che oggi affianca nelle attività delle organizzazioni armene. Con il marito, membro del Lions-Club di Valence (gemellato con quello Lariano), è venuta a Como ed ha messo tutta la sua passione nella promozione di conferenze sulla questione armena.

Alice est née à Valence (Drôme) le 4 juillet 1934. Son prénom en arménien est “Arousse”, ce qui signifie Vénus. Ses parents sont arrivés en France à l’âge de 10 ans après avoir rescapé au génocide et ils ont décidé de s’installer à Valence. Ils se sont mariés et peu de temps après ils ont eu la possibilité d’acquérir un lopin de terre en périphérie, lot de terre sur lequel ils ont bâti une cabane qui s’est transformée, avec le temps, en maisonnette. Alice a passé toute son adolescence au milieu des mouvements arméniens dont le “Nor Seround “ (Nouvelle Génération) dans lequel elle a milité pour la reconnaissance du génocide. C’est à travers cette organisation qu’elle a rencontré Henri Siranyan, avec lequel elle est mariée, et qu’elle assiste dans les organisations arméniennes. C’est avec lui, membre du Lions-Club de Valence, qu’elle est venue en Italie à Come (ville dont le Lions-Club Lariano est jumelé) et qu’elle s’est activée avec passion afin de promouvoir la question arménienne notamment par le biais de conférences.


Della mia dolce Armenia Della mia dolce Armenia amo la lingua che ha il sapore del sole, la tragica voce e i lamenti dei bardi, amo i fiori color del sangue, l’intenso profumo delle rose e le danze gentili delle figlie del Nairi. Amo il cielo blu profondo, le acque limpide e il lago luminoso, il caldo sole d’estate e i gelidi venti d’inverno che soffiano con voce di drago, i muri tristi e neri delle capanne sperdute nel buio e le pietre millenarie delle antiche città. Ovunque vada non dimenticherò le nostre canzoni che hanno voce di dolore e i libri di pergamena pieni di preghiere e di pianti. Malgrado le piaghe che feriscono il mio cuore addolorato la mia Armenia diletta, insanguinata, io canto. Per il mio cuore ebbro d’amore non c’è leggenda più fulgida, non vi sono fonti più pure di quelle dei nostri antichi cantori. Va per il mondo: non c’è vetta bianca come quella dell’Ararat. Come strada di gloria irraggiungibile, io l’amo. Yeghishe Charents (1920) Traduzione in italiano: prof. Mario Verdone

Antasdan (Benedizione per i campi dei quattro angoli del mondo) Nelle plaghe d’Oriente sia pace sulla terra … non più sangue, ma sudore irrori le vene dei campi, e al tocco della campana di ogni paese sia un canto di benedizione. Nelle plaghe dell’Occidente sia fertilità sulla terra … Che da ogni stella sgorghi la rugiada e ogni spiga si fonda in oro, e quando gli agnelli pascoleranno sul monte germoglino e fioriscano le zolle. Nelle plaghe dell’Aquilone sia pienezza sulla terra ….. Che nel mare d’oro del grano nuoti la falce senza posa, e quando i granai s’apriranno al frumento si espanda la gioia. Nelle plaghe del Meridione sia ricca di frutti la terra … Fiorisca il miele degli alveari, trabocchi dalle coppe il vino, e quando le spose impasteranno il pane buono sia il canto dell’amore. Daniel Varujan - Il canto del pane (1914)


L’ultimo poeta

e la mia vita cresceva e spiegava le ali la mia anima

Sono forse io l’ultimo poeta l’ultimo cantore della mia patria? E’ la morte o il torpore ad abbracciarti, mia luminosa Nairi? Esiliato in un paese oscuro io ti sogno, mia terra splendente, E come una preghiera, risuona la tua magnifica lingua Essa risuona sempre profonda e chiara, trafigge e brucia. Quelle che bruciano sono le tue fiammeggianti rose o sono le mie scottanti ferite? Ti sto invocando in uno stato di angoscia risplendi, mia illusoria Nairi Sono forse io l’ultimo poeta l’ultimo cantore della mia patria?

Si è spezzato dunque quello specchio d’oro nelle cui sognate profondità si riflettevano insieme con i miei pensieri, nel volgere degli anni, i sogni, le speranze, gli amori e la mia rossa volontà?

Vahan Terian (1915) Un pugno di cenere, casa paterna... Ahimè, come un palazzo eri grande e bella e io dalla cima dei tuoi tetti bianchi nella luce delle notti brillanti di stelle in basso ascoltavo lo scorrere impetuoso dell’Eufrate... Con lacrime amare ho udito che, rovina su rovina, un giorno di terrore, un giorno di strage e di sangue i tuoi spessi muri uno sull’altro sono caduti sui fiori del giardino che ti cingeva. E cenere è diventata quella stanza azzurra fra le cui pareti, sui tappeti gioiva la mia felice fanciullezza

Ed è morta la sorgente che cantava nel cortile? E sono stati abbattuti il salice e il gelso del mio giardino? E quel ruscello che scorreva fra gli alberi, dimmi, è inaridito? dov’è? è inaridito? Oh, rivedo spesso quella sabbia dove una pernice grigia ogni mattina, al levar del sole, di fronte ai boccioli di rosa all’ora del risveglio aspramente gridava. Casa paterna, sai? dopo la mia morte sulle tue rovine nere verrà il mio spirito come una tortora esiliata a piangere lacrime e canto di dolore. Ma chi porterà, chi porterà, dimmi, un pugno dí cenere, della tua sacra cenere, nel giorno della morte, sulla mia mesta bara, su me che ho cantato la patria? Un pugno di cenere sulle mie ceneri, casa paterna, un pugno della tua cenere, chi la porterà? del tuo ricordo, del tuo dolore, del tuo passato, un pugno di cenere... per spargerla sul mio cuore. Siamanto (pseudomino di Atom Yarjanian)


Alik Assatrian


Sono nato nel 1960 in Armenia, in un villaggio che non esiste più. Ho iniziato a disegnare e dipingere da bambino, e non ho più smesso. L’arte è diventata la mia passione e in seguito la mia professione e la mia vita. Conservo nel cuore un sentimento speciale della mia infanzia: non sapevo niente del mondo e pensavo che la gente del mio villaggio fosse la sola sulla terra. Non sapevo nulla del dolore e della morte, del tempo e della paura, e mi sentivo così bene. Mi piaceva guardare il cielo, mi dava un’emozione speciale. Non sapevo cosa stessi cercando: ero affascinato dalla sua esistenza. A volte guardavo il cielo tanto a lungo che mi faceva male il collo. Anni dopo, questo bambino è diventato il personaggio principale dei miei dipinti. Gli ho inclinato la testa di 180 gradi, così che potesse guardare il cielo senza farsi male al collo. Da 13 anni in Olanda lavoro in Psichiatria: do lezioni d’arte a persone con disabilità psichiche e col tempo ho scoperto di essere il più folle di tutti. Ho esposto sia in Europa che in paesi extraeuropei ed ho realizzato diversi cortometraggi e lungometraggi.

Je suis né en 1960 en Arménie, dans un village qui aujourd’hui n’existe plus. Enfant, j’ai commencé à dessiner et peindre. L’art a été d’abord une passion; ensuite j’en ai fait ma profession et ma vie. Le souvenir de mon enfance est bien ancré au fond de mon cœur: à l’époque, je ne connaissais rien du monde et je pensais que les gens de mon village étaient les seules personnes sur terre. Je ne connaissais ni la douleur ni la mort, ni le temps ni la peur. Et j’étais bien. J’aimais regarder le ciel, je ressentais une émotion spéciale. Je ne savais pas ce que j’étais en train de chercher: son existence me fascinait. Parfois j’observais le ciel si longtemps d’en avoir mal au cou. Plus tard, ce même enfant est devenu le personnage principal de mes tableaux. Sa tête est inclinée de 180 degrés pour qu’il puisse regarder le ciel sans avoir mal au cou. Je travaille depuis 13 ans dans un service de Psychiatrie aux Pays Bas: je donne des cours d’art à des personnes avec des problèmes psychiatriques et avec le temps j’ai découvert que parmi eux, c’est en réalité moi le plus fou. J’ai exposé mes œuvres en Europe et dans d’autres pays et réalisé plusieurs courts et longs métrages.


Tamar Avedian


Sono nata a Valence il 14 aprile 1989. La cultura armena occupa un grande spazio nella mia vita, dal cibo al modo di pensare, anche se i miei genitori ed io non siamo mai vissuti nella nostra terra d’origine. Mio nonno materno è un sopravvissuto del genocidio: i miei bisnonni l’hanno nascosto in una marmitta, nella fuga verso Aleppo. Il nonno ha combattuto in Siria con i Francesi, prima che questi abbandonassero i loro soldati armeni ai Turchi. Ha aperto poi una fabbrica di calzature e costruito una grande casa. La mia famiglia ha vissuto prove incredibili: mio zio arruolato a forza nell’esercito siriano, mia nonna fuggita in Francia per salvare i figli, la fabbrica e la casa del nonno bruciate dai Jiadisti, la nuova casa distrutta da un’inondazione, i beni saccheggiati. I miei bisnonni e mia nonna hanno salvato la discendenza: li considero forti e sono al tempo stesso impressionata e devastata. Appassionata di musica e di cucito, ho ereditato il talento di sarta dalla nonna e la voce dalla famiglia di mio padre. Sono l’ultima a portare il nome degli Avedian e fiera di questo mio bagaglio storico.

Je suis née à Valence le 14 avril 1989. Bien qu’avec mes parents nous n’ayons jamais vécu dans notre terre d’origine, la culture arménienne occupe une place importante dans ma vie, qu’on parle de cuisine ou de culture. Mon grand-père est un rescapé du génocide, caché dans une marmite tout le long du chemin vers Alep. Il a fait la guerre en Syrie auprès les Français avant que ces derniers abandonnent leurs soldats arméniens aux Turques. Après ça il a ouvert une entreprise de chaussures et bâti une grande maison. L’histoire de ma famille est incroyable: mon oncle a été obligé de s’engager dans l’armée syrienne, ma grand-mère a dû fuir en France avec ses enfants, l’entreprise de mon grand-père et sa maison ont été brûlés par les Jihadistes, la nouvelle maison a été détruite par une inondation et tous les biens ont été pillés. Mes arrières grands-parents et ma grand-mère ont sauvé la descendance: je les considère comme des personnes très fortes et je me sens en même temps impressionnée et déchirée. Je suis passionnée de musique et de couture, j’ai hérité du talent de ma grand mère et de la voix du côté de mon père. Je suis la dernière représentante de ma famille, les Avedian, dont je porte le nom et le riche bagage historique avec fierté.


Marina Bedrossian


Sono nata l’8 settembre 1990 in Giordania. Ero piccolissima quando la mia famiglia si è trasferita ad Aleppo in Siria, dove ho vissuto gran parte della mia vita. Sono cresciuta in un ambiente ricco di cultura ed ho frequentato sempre scuole private armene. Dopo il diploma mi sono dedicata per 4 anni a studi letterari armeni. Ero molto attiva in molteplici iniziative culturali, tra cui stage di danza e catechismo presso la nostra chiesa evangelica, oltre a coltivare il mio interesse per la cucina armena. Quando nel 2012 è scoppiata la guerra in Siria la mia famiglia è fuggita in Giordania, dopo un viaggio lungo e pericoloso. Abbiamo quindi raggiunto l’Armenia per poi rifugiarci presso dei parenti, che si erano già stabiliti in Francia. In attesa di avere documenti francesi per poter riprendere l’università, sono molto attiva nella comunità armena di Valence: ogni fine settimana curo delle trasmissioni a Radio A, sono membro di diverse associazioni e animatrice per bambini alla Casa della Cultura Armena. Je suis née le 8 septembre 1990 en Jordanie. J’étais très petite quand nous avons déménagé avec toute la famille à Alep-Syrie, où j’ai vécu la plupart de ma vie. J’ai grandi dans un milieu culturellement très riche. J’ai suivi toute ma scolarité dans une école arménienne privée et j’ai poursuivi dans des études littéraires arméniennes pendant quatre ans. J’étais très active dans de nombreuses associations culturelles, dont notamment des troupes de danse et les cours de catéchisme à l’église évangélique. Je passais mon temps libre à côtoyer la cuisine arménienne. Quand la guerre a éclaté en Syrie en 2012, avec toute ma famille nous avons pu nous exiler en Jordanie. Le chemin a été très long et vraiment risqué. Nous avons rejoint ensuite l’Arménie puis la France pour enfin nous réfugier près d’une partie de notre famille déjà installée en France. Dans l’attente de recevoir des papiers français qui vont me permettre de recommencer mes études à l’université, je suis engagée très activement dans la communauté arménienne de Valence. J’anime tous les weekends des émissions à Radio A, je suis membre de nombreuses associations et animatrice pour enfants à la MCA.


Vahagn Stepanyan


Sono nato l’11 novembre 1976 a Yerevan. Dall’età di 8 anni ho seguito i corsi della Scuola di Belle Arti Henrik Igityan a Yerevan, specializzandomi in design. In seguito sono stato accettato all’Università Artistica Panos Terlemezian per approfondire la mia tecnica pittorica. Dal 1994 al 1996 ho assolto l’obbligo di leva nell’esercito armeno, dopo di che ho ripreso la mia passione per la pittura, cominciando ad esporre le mie opere nella capitale. Dal 2000 ho avuto occasione di esporre all’estero, a partire da Mosca e Zurigo nel 2004. Nel 2006 ho deciso di stabilirmi in Francia per continuare qui la mia vita artistica. Mi sono rapidamente integrato nella comunità armena di Valence e dal 2007 espongo regolarmente sia qui che nella regione lionese, alla Casa della Cultura Armena di Villeurbanne. Sono sposato e ho un figlio di tre anni: Mickael. Amo lo sport e pratico la lotta greco-romana.

Je suis né le 11 novembre 1976 à Yerevan. A partir de 8 ans j’ai suivi des cours à l’Ecole de Beaux Art Henrik Igityan à Yerevan, au cours desquels je me suis spécialisé en design. Par la suite j’ai été accepté à l’Université Artistique Panos Terlemezian où j’ai eu l’occasion d’approfondir ma technique de peintre. Dans le cadre de mes obligations militaires j’ai servi dans l’Armée Arménienne de 1994 à 1996. A la fin de mon service, j’ai repris la peinture et ai commencé à organiser des expositions de mes oeuvres dans la capitale. A partir de 2000 j’ai eu la chance de pouvoir exposer à l’étranger en commençant par Moscou et Zurich en 2004. En 2006 j’ai décidé de poursuivre ma vie artistique en France et j’y me suis installé. J’ai rapidement intégré la communauté arménienne de Valence et à partir de 2007 j’expose régulièrement non seulement à Valence, mais aussi à la Maison de la Culture Arménienne de Villeurbanne, en région lyonnaise. Je suis marié et mon fils, Mickael, a aujourd’hui trois ans. J’aime le sport et je pratique la lutte gréco-romaine.


Henri Siranyan


Nato a Romans (Drôme) il 26 settembre 1935, sposato, ha una figlia, Valérie, docente alla facoltà di Farmacia di Lione. Ex insegnante universitario nelle facoltà di Diritto, Farmacia e IUT, è ancora attivo nel campo dell’insegnamento e titolare di incarichi presso la Corte d’Appello ed altre importanti istituzioni. È presidente onorario del Centro Culturale Armeno della Drôme e ricopre cariche in diverse associazioni culturali armene e non. È Cavaliere dell’Ordine Nazionale della Légion d’Honneur e autore di diverse opere ed articoli sulla cultura armena nella zona di Valence, tra cui “Dictionnaire des principaux auteurs arméniens” e “Flâneries arméniennes en DrômeArdèche”. I suoi genitori ripararono in Francia nel 1924, sfuggendo al genocidio. Il padre, Kérop Siranyan, fu arruolato nell’esercito francese nel 1939, fatto prigioniero a Dunkerque e internato in Germania. Liberato nel 1946, raggiunse la moglie a Valence.

Né à Romans (Drôme) le 26 septembre1935, il est marié et il a une fille Valérie, maître de conférences à la faculté de pharmacie de Lyon. Ancien enseignant vacataire de l’Université (faculté de Droit, faculté de Pharmacie et IUT) et expert auprès de la Cour d’Appel honoraire, expert-comptable Honoraire, Commissaire aux comptes Honoraire, il est actuellement en activité dans le cadre de l’enseignement et président honoraire du Centre Culturel Arménien de la Drôme. Il a plusieurs responsabilités au sein de différentes associations culturelles, Arméniennes et non, et il a été nommé Chevalier dans l’Ordre National de la Légion d’Honneur. Auteur de divers ouvrages et articles de presse, parmi lesquels “Dictionnaire des principaux auteurs arméniens” et “Flâneries arméniennes en Drôme-Ardèche”. Ses parents étaient venus en France en 1924, après avoir rescapé au génocide. Le père Kérop Siranyan a été mobilisé dans l’Armée Française en 1939 et fait prisonnier de guerre à Dunkerque, puis interné en Allemagne. Libéré en 1946, il a rejoint son épouse à Valence.


Forsh


Cantautore, compositore e poeta, nato il 25 maggio 1967 a Yerevan. A cinque anni ha cominciato a studiare musica, poi violino col grande maestro Avetisian. Da autodidatta ha imparato a suonare chitarra e armonica a bocca. “Suonavo a casa, suonavo all’aria aperta, suonavo per gli amici, suonavo per i passanti, in una parola suonavo in qualsiasi posto e per chiunque”. Per il suo stile originale era popolare come cantautore già da studente. Il decollo è nel 1995, con il gruppo “Re minore”. Da allora la sua musica si presenta come un’originale mescolanza di ritmi latinoamericani, melodie tradizionali armene, arrangiamenti jazz e elementi del rock’n’roll, fino a violenti sound di chitarra. Ha scritto musica per il cinema e il teatro, tra cui due celebri musical. Organizza il festival internazionale “Musicians for Peace”. In tournée in tutti i continenti, contribuisce alla popolarità della musica armena. Il suo music-club è molto popolare a Yerevan. È artista benemerito della Repubblica di Armenia e insignito della medaglia d’oro della Chiesa Ortodossa Russa, per aver fatto conoscere l’arte armena.

Compositeur et poète, né le 25 mai 1967 à Yerevan. A l’âge de cinq ans il commence à étudier la musique, puis le violon avec le Grand Avetisian et en autodidacte la guitare et l’harmonica. “Je jouais à la maison, je jouais en plein air, pour mes amis, pour les passants, je jouais n’importe où et pour n’importe qui”. Etudiant, il est déjà un compositeur apprécié; sa carrière va exploser en 1995 avec le groupe “Re Minor”. Sa musique est un mélange de rythmes latino-américains, de musiques de la tradition arménienne, de jazz et de rock. Il a écrit des musiques pour le cinéma et le théâtre et deux célèbres comédies musicales; il organise le festival international “Musicians for Peace”. A travers ses nombreuses tournées internationales, il continue à faire connaître la musique arménienne dans le monde entier. Son music-club est très populaire à Yerevan. Il est Chevalier des Arts de la République d’Arménie et il a reçu la médaille d’or de l’Église Orthodoxe Russe.



Armeni Tratti e ritratti ideazione, progetto e fotografie Flavio Della Vite direzione artistica Raimondo Rosiello, Flavio Della Vite elaborazione fotografie e progetto grafico Raimondo Rosiello organizzazione e coordinamento Rocco Carbone, Sophie Bouquerel, Roberta Petrini in collaborazione con Associazione Generale Mutuo Soccorso - Bergamo Associazione Le Piane di Redona Tavola della Pace di Bergamo - Rete della Pace Istituto Comprensivo Statale “Giuliano Donati Petteni� Origines - Le Trouillet (France) Gigi Corsetti - Multimagine un ringraziamento particolare a Harout Harboyan, Jerome Boyadjian, Francesca Scappin, Antonella Fermi, Rosa Bresciani, Paola Lucaroni, Casa della Cultura Armena di Valence, Qoelet


Il progetto “L’anima armena: favole, poesie… testimonianze” nasce per educare, sensibilizzare i ragazzi ai valori dell’accoglienza, avvicinandoli a culture lontane. Le vicende storiche, il genocidio e la diaspora del popolo armeno sono state presentate agli alunni delle scuole elementari e medie durante tutto l’anno scolastico. Gruppi diversi hanno lavorato sulle fiabe, la pittura e la ceramica producendo lavori originali e molto interessanti approfondendo la cultura armena. Originale il filmato “Lo scemo” tratto da una fiaba armena, lavoro ideato, sceneggiato, musicato e animato dai ragazzi. Le immagini testimoniano la creatività, l’entusiasmo, la gioia, la voglia di comunicare la scoperta di un popolo (quello armeno) ricco di storia e cultura. Un grazie alla Dirigente Scolastica, alle maestre, ai professori e a tutte le persone che hanno partecipato al progetto. A noi piace immaginare che a scuola, nelle famiglie, nel quartiere si sia “parlato” dell’Armenia. E questa è una cosa bella. “Colui che differisce da me, lungi dal danneggiarmi, mi arricchisce” (Antoine de Saint-Expèry)




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