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L’Inquisizione in Spagna

LUISA RICCIARINI / BRIDGEMAN / ACI

LA STREGONERIA

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E L’INQUISIZIONE

Anche se la stregoneria era considerata opera del diavolo, l’Inquisizione spagnola guardava con sospetto le accuse di questo genere ed emetteva poche sentenze capitali contro le presunte seguaci del demonio

MUSEO SEFARDÍ

STREGHE DA INCUBO A sinistra, un dipinto di Francisco Goya raffigurante un gruppo di streghe che pratica diversi malefici. Museo Lázaro Galdiano, Madrid. Sopra, emblema del Sant’Uffizio.

M. A. OTSOA DE ALDA / AGE FOTOSTOCK

VISTA DELLA VALLE DI BAZTAN

In questa regione del nord della Navarra si trovano i paesi di Zugarramurdi e Urdax, al centro dell’episodio di stregoneria represso dall’Inquisizione nel 1610. T ra il XV e il XVIII secolo in tutto il continente europeo si verificarono periodiche ondate di caccia alle streghe. Tutto iniziava con la diffusione di voci su presunte adunanze notturne di uomini e donne – soprattutto donne – che si riunivano in qualche luogo appartato per stringere patti con il diavolo. Si diceva che le fattucchiere potessero volare di notte e che possedessero doti magiche per mezzo delle quali eseguivano malefici. Quando i sospetti aumentavano o veniva formulata un’accusa concreta le autorità, spesso su richiesta della gente del luogo, avviavano una serie d’interrogatori e indagini che culminava in un processo e poteva portare a dure condanne, inclusa la morte sul rogo.

Nelle comunità rurali c’erano sempre state persone ritenute depositarie di conoscenze magiche. Potevano essere guaritrici che offrivano pozioni dai presunti effetti miracolosi, o indovini che proponevano consigli su questioni amorose o procuravano amuleti protettivi. Pratiche di questo tipo coesistevano senza grandi problemi con i riti della religione ufficiale, anche se in alcuni casi erano classificate come superstizioni. Fu a partire dal XII-XIII secolo che i teologi comincia-

1370 1526 1550

CRONOLOGIA

STREGHE A PROCESSO

Adeguandosi alla dottrina del papato, i tribunali di Castiglia iniziano a perseguire la stregoneria come crimine di eresia. Un consiglio di teologi riunitosi a Granada approva una serie di requisiti rigorosi relativi all’indagine dei casi di stregoneria. Un inviato del Sant’Uffizio generale censura le azioni dell’Inquisizione di Barcellona, che aveva bruciato sul rogo cinque presunte streghe.

rono a porre in relazione la stregoneria con il demonio, nella convinzione che quest’ultimo intervenisse direttamente nel mondo materiale, e a ritenere che fosse in atto una cospirazione di seguaci del diavolo mirante a rovesciare le fondamenta dell’ordine cristiano. Nel 1326 papa Giovanni XXII, nella bolla Super illius specula, definì la stregoneria come una forma di eresia, il che significava che doveva essere perseguita con tutto il rigore che meritavano i nemici di Dio. Nel 1484 il pontefice Innocenzo VIII ribadì questa posizione. Il crimine di stregoneria venne così inscritto nel diritto civile ed ecclesiastico.

Si andava consolidando l’idea che la strega e lo stregone fossero delle persone che facevano patti con il diavolo, eseguivano malefici, erano realmente capaci di volare, frequentavano riunioni, o sabba, e potevano persino trasformarsi a piacimento in altre creature. Alla diffusione di queste idee contribuivano i sermoni dei preti e dei frati, e la stessa attività dei tribunali secolari ed ecclesiastici. Allo stesso tempo vennero scritti numerosi trattati teologici sulla demonologia, la

1614 1750

Dopo gli eventi di Zugarramurdi, il Consiglio della suprema Inquisizione emette un regolamento che pone fine alla caccia alle streghe. Nella prima metà del XVIII secolo l’Inquisizione di Logroño istruisce circa 50 processi per stregoneria.

STREGA VOLANTE. DISEGNO DELL’ARTISTA OLANDESE CORNELIS SAFTLEVEN. RIJKSMUSEUM, AMSTERDAM.

CAGP / PHOTOAISA

FALSE ACCUSE

STREGHE INFANTICIDE?

Un esempio dell’atteggiamento moderato del Sant’Uffizio verso le accuse di eresia è offerto da un caso che arrivò all’Inquisizione di Toledo nel 1591. Il vicario o giudice episcopale di

Alcalá de Henares aveva arrestato diverse donne accusate di aver ucciso dei bambini. Una di loro era Juana

Izquierda, una vedova di 60 anni. Sotto tortura aveva confessato di essere stata

«una notte in un’alcova», dove si erano unite «14 o 15 streghe e alcuni uomini» che l’avevano cosparsa di unguento e poi portata con loro in mezzo ai campi, dove avevano «ballato e cantato borbottando tra i fumi di zolfo». Un’altra notte l’avevano trascinata «con la forza a casa di un maniscalco che era il padre di un bambino poi morto in loro compagnia». All’andata si era «librata in aria a una mano di distanza dal suolo» mentre al ritorno era «rimasta sui suoi stessi piedi». Portata davanti al Sant’Uffizio, Juana «negò di essere stata una strega e disse che tutto ciò che aveva confessato al vicario di Alcalá era stato per paura dei tormenti». Gli inquisitori la condannarono ad alcune penitenze.

ARTI STREGONESCHE

Sopra, un’illustrazione dal trattato Sulle streghe e le donne indovine, del giurista tedesco Ulrich Müller (o Molitor), pubblicato all’inizio del XVI secolo. “scienza” che permetteva di riconoscere i segni del diavolo e che veniva applicata soprattutto alle streghe. Uno dei più influenti fu il Malleus maleficarum (Il martello delle streghe), che fu ristampato una trentina di volte tra il 1486, anno della prima edizione, e la metà del XVII secolo. I suoi autori, l’inquisitore tedesco Kramer e lo svizzero Sprenger, offrivano una guida per identificare le streghe e istruire i relativi processi. Nella seconda metà del XVI secolo le opere di autori come Lambert Deneau, Jean Bodin, Nicolas Remy o del gesuita belga Martin Antoine del Rio contribuirono in modo decisivo a porre le basi della credenza dell’esistenza

Nel 1526 i teologi invitarono alla prudenza nel giudicare i casi di stregoneria

OPUSCOLO IN CATALANO SU UN CASO DI STREGONERIA IN FRANCIA. della stregoneria. Altri autori invece, come Heinrich Cornelius Agrippa, Ulrich Müller, Samuele Cassini e Johann Wier, erano scettici sull’efficacia dei malefici e rituali attribuiti alle streghe e criticavano le persecuzioni e i processi messi in atto contro di loro.

Dibattito teologico

Anche in Spagna, nel corso di tutto il XVIsecolo, teologi come Alonso Fernández de Madrigal, Martín de Castañega, Pedro Ciruelo, Francisco de Vitoria o Francisco Suárez svilupparono una dottrina demonologica che può essere considerata mista. In altre parole, accettavano l’esistenza effettiva delle streghe e sostenevano che alcune volte i voli e gli eventi portentosi loro attribuiti potevano essere reali, ma allo stesso tempo ritenevano che nella maggior parte dei casi si trattasse solo d’inganni o fantasticherie. Per questo consigliavano ai giudici di procedere con la massima cautela quando si trattava di determinare ciò che era accaduto in ogni singolo caso.

PAOLO GIOCOSO / FOTOTECA 9X12

L’atteggiamento dell’Inquisizione spagnola nei confronti della stregoneria seguì questa linea. Nel 1526, dopo il proliferare di presunti episodi di tale crimine sui monti della Navarra che aveva portato all’esecuzione di più di trenta persone, l’inquisitore generale Alonso Manrique convocò un consiglio di teologi a Granada per discutere la questione. Con una stretta maggioranza di sei a quattro l’assemblea concluse che, in certe occasioni, i voli notturni con cui le streghe partecipavano alle riunioni sacrileghe erano reali. Tuttavia, considerato che tali fatti erano complessi da trattare, i teologi emisero dieci istruzioni su come gli inquisitori dovessero muoversi in casi del genere. Secondo quanto decisero, venne richiesto ai giudici di procedere a un’analisi approfondita dei fatti per determinare se erano reali o potevano essere attribuiti a fantasie e inganni diabolici. Si stabiliva anche che nessuno potesse essere arrestato o condannato sulla sola base della confessione di altri presunti rei, che le sentenze dovessero essere concordate da tutti gli inquisitori di ogni tribunale e che, prima di condannare chi si rifiutava di confessare o era relapso (recidivo), fosse necessario consultare il Consiglio della suprema Inquisizione.

Streghe possedute dal diavolo

Dopo le disposizioni del 1526 i giudici inquisitoriali tendevano a respingere le accuse di stregoneria o a concludere i processi con assoluzioni e pene minori. Ciononostante, nel 1548 l’Inquisizione di Barcellona perseguì trentatré donne per crimini di stregoneria e cinque di loro furono condannate al rogo in un autodafé – proclamazione della sentenza da parte dell’inquisitore – tenutosi l’anno seguente. In precedenza il magistrato aveva consultato i giudici del tribunale di Barcellona e nove prelati per sapere se le fattucchiere avessero realmente le facoltà demoniache loro attribuite, ed essi avevano risposto all’unanimità che potevano essere possedute corporalmente dal diavolo e «commettere i malefici e causare le morti confessate», e dovevano quindi essere

TOLEDO, CITTÀ INQUISITORIA

Gli episodi di stregoneria che l’Inquisizione di Toledo giudicò nel XVI e nel XVII secolo si conclusero, nei casi più gravi, con fustigazioni e qualche anno di esilio.

ORONOZ / ALBUM

PEDRO DE VALENCIA

COSE IMPOSSIBILI DA CREDERE

Pedro de Valencia era un prestigioso umanista dell’Estremadura che all’inizio del XVII secolo godeva della fiducia del re Filippo III. Quando scoppiò lo scandalo delle streghe di Zugarramurdi, scrisse un lungo discorso per l’inquisitore generale

Bernardo de Sandoval in cui confutava la credenza che le streghe fossero agenti del diavolo. Ecco come Pedro de

Valencia definiva le confessioni delle imputate nell’autodafé di Logroño del 1610:

«Casi sognati e che non sono mai accaduti nel mondo reale né sono mai stati scritti se non in poemi o libri di favole per divertire e spaventare i bambini e la gente volgare». Le testimonianze sulla celebrazione di assemblee notturne con il diavolo alle quali le streghe e gli stregoni si sarebbero recati in sogno potevano essere spiegate, secondo lui, solo con l’effetto allucinogeno degli unguenti che prendevano o come una sorta di alienazione mentale: «Bisogna esaminare se i detenuti conservano la loro capacità di giudizio o l’hanno persa perché sono demoniaci o malinconici o disperati». L’unica punizione che contemplava era la fustigazione.

PEDRO DE VALENCIA

Nato a Zafra nel 1555 e morto a Madrid nel 1620, Pedro de Valencia fu un rinomato studioso di letteratura classica e della Bibbia. Qui sopra è visibile il suo ritratto. «adeguatamente castigate». Ma quando il Sant’Uffizio venne a conoscenza dell’accaduto, ordinò un’indagine che portò alla destituzione dell’inquisitore di Barcellona. L’episodio più grave di caccia alle streghe in cui fu coinvolta l’Inquisizione fu quello accaduto nella valle di Baztan all’inizio del XVII secolo. La lotta alla stregoneria portata avanti dal giudice Pierre de Lancre nella vicina regione francese di Lapurdi ebbe delle ripercussioni anche sugli abitanti del nord della Navarra. Le prime accuse arrivarono al tribunale di Logroño nel 1609 e portarono all’incriminazione di decine di persone, così come alla celebrazione di vari autodafé. Il più

Dopo il 1549 l’Inquisizione della Catalogna non giustiziò più nessuna fattucchiera

STREGA BRUCIATA A DERNEBURG (GERMANIA) NEL 1555. importante ebbe luogo il 7 e l’8 novembre del 1610 a Logroño. Furono accusate di stregoneria ventinove persone, la maggior parte delle quali abitava a Zugarramurdi e a Urdax; sei di queste furono consegnate al braccio secolare per essere bruciate sul rogo, mentre altre cinque vennero “bruciate in effigie” in quanto erano già morte. Per il tribunale inquisitoriale le accuse erano provate e i responsabili avevano commesso i crimini su incitazione del diavolo. Le confessioni indotte dalle stesse autorità ecclesiastiche portarono a migliaia di denunce. Nell’area basco-aragonese si era scatenata un vera e propria psicosi collettiva.

Setta demoniaca

L’azione del tribunale di Logroño rompeva con la linea moderata dell’ultimo mezzo secolo. Due degli inquisitori che avevano promosso i processi del 1609 erano convinti che gli accusati facessero parte di una setta molto più ampia di streghe e stregoni, «incentrata sull’apostasia della nostra santa fede e sull’adorazione del demonio».

JUAN CARLOS MUÑOZ / FOTOTECA 9X12

D’altro canto il terzo inquisitore che firmò le sentenze del 1610 non era d’accordo con le condanne dei suoi colleghi. Era Alonso Salazar Frías, il più famoso avvocato delle streghe della Spagna moderna, anche se non l’unico. Nel 1611, dopo una lunga visita nelle zone di Zugarramurdi e Urdax, Salazar scrisse dei rapporti profondamente critici e scettici sulla procedura inquisitoria. L’umanista Pedro de Valencia si espresse in termini simili nel Discorso sulle storie di streghe e sui fatti riguardanti la magia che presentò all’inquisitore generale.

Questi rapporti critici ispirarono nuove istruzioni che la direzione inquisitoriale pubblicò nell’agosto del 1614. In esse, senza negare la reale possibilità di voli e riunioni notturne di streghe, si stabiliva la necessità di un’analisi critica delle prove e delle testimonianze, e la non validità delle confessioni ottenute con l’uso della tortura e della coercizione. L’Inquisizione aggiungeva anche un’altra raccomandazione: mantenere il silenzio sui fatti attribuiti alle streghe, evitandone con ogni mezzo la diffusione. In questo modo si sarebbe evitata la propagazione di voci e la creazione di un clima di panico collettivo. Come scrisse l’inquisitore Salazar, «la dissimulazione genera tranquillità». In seguito a questi rapporti, l’istanza suprema ordinò la sospensione dei processi ancora in corso presso il tribunale di Logroño e volle concedere una sorta di riparazione alle vittime, ordinando la rimozione dei sambenitos (abiti penitenziali) esposti nella chiesa, in quanto ritenuti disonorevoli per i familiari.

La fine delle persecuzioni

I requisiti probatori stabiliti nel 1614 resero la stregoneria un’eresia molto difficile da provare per l’Inquisizione. Si evitarono così altre condanne a morte come quelle del 1610, ma ciò non impedì che in Spagna si continuassero a verificare episodi di caccia alle streghe simili a quelli registrati in altri Paesi europei. La stregoneria era un crimine di giurisdizione mista, cioè se ne potevano occupare sia i tribunali ecclesiastici sia

STREGHE CHE NON APPAIONO

Durante l’ispezione della valle di Baztan due assistenti dell’inquisitore Salazar passarono una notte nel luogo dove si sarebbe dovuto celebrare un sabba e non videro nessuno.

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PITTURA E STREGONERIA

UN SABBA INFERNALE

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ella prima metà del XVII secolo gli episodi di caccia alle streghe ispirarono molti pittori che rappresentarono i sabba. L’olio qui sopra è dell’artista olandese Frans Francken il Giovane e appartiene a una serie sullo stesso soggetto realizzata nella prima decade del secolo. Si ritiene che si riferisca a un caso reale, quello di una donna di Strasburgo che fu

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LA CUCINA DELLE STREGHE.

OLIO DI FRANS FRANCKEN IL GIOVANE. BAYERISCHEN STAATSGEMÄLDESAMMLUNGEN, NEUBURG.

RMN-GRAND PALAIS

bruciata ad Anversa nel 1603. Nel dipinto appaiono diversi elementi caratteristici delle storie fantastiche che circolavano sui rapporti intrattenuti dalle fattucchiere con i demoni. Due giovani donne sembrano prepararsi a giacere con il diavolo 1. Una vecchia strega sta applicando un unguento sulla schiena di una giovane 2, per consentirle di volare. Attraverso la finestra se ne vedono alcune in volo su delle scope 3, mentre altre due passano per il camino 4. Diverse donne rivolgono preghiere a un demone appollaiato su un tripode 5, mentre accanto a loro altre preparano una pozione in un calderone 6, per la quale potrebbero aver usato gli strani ingredienti che l’artista mostra in primo piano, tra cui un rospo e un mostro con un occhio solo 7.

DEA / ALBUM

L’INQUISIZIONE ROMANA

ROMA SEGUE L’ESEMPIO SPAGNOLO

In Italia l’Inquisizione romana dimostrò la stessa moderazione di quella spagnola nel trattare la stregoneria come un’eresia. Nella sua Storia dell’Inquisizione (1974) Henry Charles Lea evidenzia a tal proposito le raccomandazioni date ai giudici dall’organo supremo dell’Inquisizione romana, nelle quali viene prescritta una procedura «ampiamente basata sulle istruzioni dell’Inquisizione spagnola del 1614». Così, l’uso della tortura era limitato e non poteva essere accolta la testimonianza di coloro che affermavano di essere stati a un sabba, perché la si considerava frutto di un’illusione. Curiosamente erano i papi i più convinti dell’esistenza della stregoneria e della necessità di punirla con la massima severità. Nel 1623, per esempio, Gregorio XV emanò una bolla, la Omnipotentis dei, che aggravava le pene contro le streghe e gli stregoni: se i loro atti avevano causato una morte (per esempio, di un bambino), sarebbero stati consegnati al braccio secolare per essere giustiziati, mentre chi aveva provocato lesioni personali o danni ai raccolti e al bestiame avrebbe ricevuto l’ergastolo.

ESECUZIONE DI UNA STREGA

L’olio di Francisco Goya riprodotto sopra illustra l’animosità che la figura della strega poteva suscitare tra la popolazione. Alte Pinakothek, Monaco di Baviera. quelli civili. Nella penisola iberica, come nel resto d’Europa, furono le corti secolari a dimostrarsi più attive e feroci nella repressione di tale crimine. Anche se l’Inquisizione ne rivendicava la giurisdizione esclusiva, molti episodi sfuggivano al suo controllo.

Tra il 1614 e il 1622, nel principato di Catalogna si scatenò una dura persecuzione, portata avanti da cacciatori di streghe “professionisti”, sacerdoti creduloni e autorità civili, e che si tradusse in esecuzioni collettive ordinate dai tribunali locali. Anche in altre regioni spagnole le autorità civili condannarono diverse donne al rogo con l’accusa di stregoneria. L’intervento dell’Inquisizione e delle alte corti reali permise di frenare, e in molti casi di bloccare completamente, queste persecuzioni collettive. In ogni caso, a partire dal 1630, i processi di massa diminuirono in tutto il territorio spagnolo.

La gente accusa

Nonostante questo declino, l’Inquisizione continuò a intervenire nei casi di stregoneria in quanto li considerava crimini di superstizione. Ancora nel luglio del 1700 l’inquisitore generale esortava i colleghi di Logroño a dedicarsi con particolare attenzione alla persecuzione e al castigo delle streghe e delle fattucchiere presenti in quella zona, dopo che erano arrivate Nel 1700 l’inquisitore denunce da parte di famiglie «colpite da generale sollecitò un malefici a causa di intervento contro le streghe alcuni incantesimi attribuiti a queste CACCIA ALLE STREGHE A SALEM (MASSACHUSETTS) NEL 1693. persone». Tra il 1700 e il 1750 il tribunale

NATALINO RUSSO / FOTOTECA 9X12

di Logroño istruì una cinquantina di processi per sospetti di stregoneria. Eppure la riluttanza dell’Inquisizione a intervenire in casi del genere non era sempre ben accolta dalle comunità locali. Nel 1735 gli abitanti della cittadina di Limpias, in Cantabria, denunciarono alcune compaesane per stregoneria, ma l’Inquisizione di Logroño si rifiutò di perseguirle. Il parroco, il giudice e le autorità municipali espressero il loro disappunto, considerando che la punizione di quelle donne sarebbe servita da esempio alle altre e sottolineando quanto fosse «importante per il bene pubblico emendare lo scandalo» che avevano provocato.

In alcune occasioni erano gli stessi abitanti del luogo a fare pressione sulle presunte streghe per costringerle a incriminarsi. A Bilbao, nel 1704, le monache del convento di Santa Clara denunciarono all’Inquisizione di Logroño María de Arteaga e sua figlia María de Telleche, con l’accusa di praticare la stregoneria e di provocare malattie e altri mali, ma il tribunale non trovò motivi per procedere. Poco dopo tre uomini, spacciandosi per giudici, rapirono le due donne e, per costringerle a confessare di essere streghe e a rivelare i nomi delle loro complici, le sottoposero a vari tipi di maltrattamento e tortura, tra cui gettarle in una fossa con le mani e i piedi legati e fingere di seppellirle vive.

Episodi come questo rivelano che nel XVIII secolo la credenza nella stregoneria era ancora profondamente radicata nella vita quotidiana della gente comune, per quanto non sia facile individuare i casi quando questi non venivano registrati da tribunali come quelli dell’Inquisizione.

MARINA TORRES ARCE STORICA

Per saperne di più

SAGGI

Caccia alle streghe Marina Montesano. Salerno, Roma, 2012. La caccia alle streghe in Europa Brian P. Levack. Laterza, Roma-Bari, 2012. Calibano e la strega. Le donne, il corpo e l’accumulazione originaria Silvia Federici. Mimesis, Sesto San Giovanni (MI), 2015.

VISTA DI LOGROÑO

Il tribunale dell’Inquisizione stabilito a Logroño tra il 1570 e il 1820 aveva giurisdizione su Navarra, Paesi Baschi, La Rioja e le province di Burgos e Cantabria.

EMBLEMA DELL’INQUISIZIONE SPAGNOLA.

DOCUMENTA / ALBUM

L’INQUISIZIONE INDAGA SU UN SABBA

Nel 1609 l’Inquisizione ordinò l’interrogatorio dei testimoni in merito all’episodio delle streghe di Zugarramurdi per verificare la credibilità delle loro versioni

uando nel 1609 si seppe delle prime retate di presunte streghe nella valle di Baztan, i capi dell’Inquisizione di Madrid ordinarono l’esame delle testimonianze relative alle riunioni notturne e ai malefici che vi si realizzavano. A questo scopo inviarono un meticoloso questionario all’Inquisizione di Logroño, di cui qui sotto si presenta un estratto.

INQUISITORE.

DETTAGLIO DI UN DIPINTO DI JEAN-PAUL LAURENS. XIX SECOLO. Domande da porre alle imputate e ai testimoni nelle questioni di stregoneria

- In che giorni si tenevano i loro incontri? - Quanto tempo vi rimanevano? - A che ora andavano e tornavano? - Mentre erano lì, o andavano, o tornavano, sentivano orologi, campane o cani o galli dal luogo più vicino? - Erano vestite o nude? Dove lasciavano vestiti? Li ritrovavano nello stesso posto o altrove? - Quanto tempo impiegavano per andare dalle loro case al luogo delle riunioni? - Si ungono per andare alle suddette riunioni? In che parti? - Sono sicure di andare fisicamente a tali riunioni, o si addormentano con l’unguento, e tali cose s’imprimono nella loro immaginazione o fantasia?

L’inquisitore Alonso de Salazar Frías percorse per otto mesi un ampio territorio tra Navarra, Guipúzcoa e Álava, interrogando più di 1.800 persone alle quali pose le domande prescritte dal tribunale supremo. I risultati confermarono i suoi sospetti sulla totale mancanza di fondamento delle storie sui sabba e sugli incontri con il diavolo. La sua conclusione fu: «Non ho trovato certezze e nemmeno indizi da cui dedurre alcun atto di stregoneria realmente e fisicamente avvenuto in termini di partecipazione a sabba, assistenza a essi, danni o altri effetti a cui si fa riferimento».

SABBA DELLE STREGHE RAPPRESENTATO DAL TEDESCO HANS BALDUNG GRIEN. INCISIONE SU LEGNO. 1510.

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