M.A.D.

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Rossetti Rebecca


“CLOSE YOUR EYES TO SEE ALL THESE PAINTINGS” <<settembre è il mese dei “nuovi” inizi; il mio settembre non poteva iniziare nei migliori dei modi, un viaggio verso l’arte contemporanea grazie a M.A.D. Gallery>> M.A.D. che tradotto alla buona dall’inglese vuol dire pazzo,matto è anche acronimo di Moda.Arte.Design, voi direte: - ma come ? - esatto qui non troviamo solo quadri ma anche abiti realizzati per lo più da fashion designer emergenti ed anche interior designer sia made in Italy che esteri. Questo paese delle meraviglie si trova in corso San Gottardo,18, MI, all’interno di un’antica corte, un angolo pittoresco, che ha come sfondo i Navigli luogo molto caro sia al presente che al passato, conosciuto anche come borgo dei formaggiai, il quale diede vita ad un vero e proprio luogo di commerci, non solo, anche sociale e successivamente divenuto simbolo della città. Quello che rende particolare il lavoro di M.A.D. è si l’esplorazione del mondo dell’arte, la quale non si sofferma principalmente sul fatto che l’artista possieda un’ottima tecnica o she sia rinomato ma bensì il suo lato umano; mi spiego meglio: che l’artista abbia una storia da raccontare, una storia vera, una storia che possa riportare attraverso il suo “fare” arte.

M.A.D. ospita ben 40 personalità differenti come Andreas Schubert, il suo lirismo dalle sfumature shakesperiane e l’amore per la natura sono la sua chiave di lettura, dove, attraverso le variazioni di colori, crea delle emozioni rarefatte rendendole percepibili sulla nostra pelle, atmosfere paesaggistiche,

come se volesse suscitare, in chi osserva i suoi quadri, ricordi, storie, o

semplicemente accompagnarlo in quella dimensione che ama rappresentare. Con questo artista, l’emozione e l’esperienza si incontrano per intraprendere insieme la stessa strada.


Sempre Bezeredy

su

questa linea

ispirata

dalle

abbiamo sue

Melinda

esperienze

Barwanietz

personali

ed

affascinata dal comportamento umano, crea con soffici e chiare tonalità, ombre e linee, graziose figure, apparentemente floreali, le quali, osservandole più accuratamente nascondono figure umane, lo studio grafico e quello pittorico si intersecano creando

una

poesia

che

ha

come

protagonista

la

personificazione della natura. La curiosità di quest’artista è nel metodo di esecuzione dei suoi lavori, la sua tecnica consiste solamente nella rotazione del polso molto particolare ma anche molto rischiosa in quanto una volta fatto il gesto non si può tornare più indietro.

Concetto che viene ribadito anche da Michelle Dietiker, per lei la pittura è una forma di puro piacere. Unendo con diversi concetti e modalità, pone al centro delle sue tele la natura, animali e silhouette di figure umane dove quest’ultime piano piano cominciano ad assumere sembianze sempre più floreali, come le ninfe raccontate da Ovidio nelle sue “Metamorfosi; tutti i suoi soggetti vengono collocati all’interno della città, come se l’artista volesse sottolineare la linea sottile tra natura e artificiale cercando di non far dimenticare qual è la nostra vera appartenenza.

Più astratta ma non meno sentimentale è Ghada Darwish. Le sue opere le definirei come dei tornado artistici; perché dico questo, sotto le sue mani la natura viene sgretolata ed unita allo stato d’animo che prova durante l’esecuzione dell’opera. In tutti i suoi quadri è presente una bufera di colori, le forme irregolari cercano di essere definite dalla pastosità del colore acrilico. L’artista ci narra una bellezza astratta che è presente in tutti noi, che cerca di evadere ed essere contemplata.


La ricerca di Ivano Zanzi, prima pittore ed ora scultore, si concentra invece su nuove strade espressive, in particolare contemporanee, le forme che scolpisce sono per lo più quelle che il mare e i boschi ci regalano, una volta finito il loro ciclo vitale, ne assumono un altro

come

materiale

artistico. Le sue sculture, sono

di

inenarrabile, materiali

un’unicità un

mix

di

“unnecessary

waste” lattine, bottigliette di plastica uniti a tronchi e pietre

cercano

emergere

una

di

far

Bellezza

diversa da quella che madre natura ha creato, confermando ad ogni sua creazione un’esperienza intellettuale.

Altra astratta è Alex Mariani, affascinata dalla fluidità delle forme, dai colori e dalle linee, bilancia le sue opere tra quello che può essere riconoscibile ed astratto. Le piace giocare non solo con il colore ma anche con altri materiali come oggetti quotidiani e non, creando sempre dei contrasti duri ed emotivi racchiusi in una sola armonia; è un’astrazione curiosa, dove a parlare è la vera protagonista, la materia.


Altra esplosione di colore è in Dania Gentili artista dalle mille passioni: artigianato, scrittura, arti visive e turismo. Influenzata dalla poesia, letteratura, musica

e

fotografia

crea

composizioni che vedono giocare il dinamico con il contrasto di colori, tutte le sue passioni messe a nudo e riunite in unico spazio, dipingendo crea nello stesso tempo un quadro ed un poesia che insieme creano quel caos perfetto.

Lo spirito libero e creativo di Estela Orellana Martinez lo definirei un astrattismo emotivo, una scarica di adrenalina; dipinge per passione e forse anche per evasione dalla quotidianità. Le sue opere sono caratterizzate da pennellate ampie, brusche, forti e decise che danno vita a luoghi di un altro mondo trascendentale dominato dai colori caldi giallo e rosso contrapposti a quelli freddi verde, blu, creando intriganti contrapposizioni in cui esiste un’altra Estela, più libera e più donna.


Monika

Allenbach-

Hommel, artista tedesca, attraverso

la

rappresentazione

dei

suoi quadri è in continua ricerca

del

suo

IO

artistico e delle verità della vita umana. Non fatevi ingannare dal fatto che provenga dalla dura e fredda Germania, è un artista emotiva,

riflessiva

ed due

caratteristiche che vengono espresse dal colore bianco e blu, dalle forme geometriche ed i giochi di linee.

Molto simile è Stefanie Seiler quando dipinge entra in un’altra dimensione, i colori che usa sono molto caldi ed intensi, essenziali per l’arte contemporanea, quello che cerca di trasmettere sulla tela è il risultato di una complessità, che lei stessa non riesce a capire: “i paint because I do not know who I am until I give a look at the picture and identify some parts of my soul."


Nola new entry in M.A.D. non si definisce un’artista astratta, ma osservando le sue opere si

percepisce

un

passaggio

di

sentimenti

contrastanti tra loro, utilizza colori e tecniche sempre diverse, come per esempio sgretolare il vetro e lasciarlo accarezzare la tela come se fosse sabbia. Di certo sappiamo che la sua piĂš grande ispirazione sono i vasti paesaggi di Monet

Jonas S. Lundstrom dai paesi del nord, grazie alla tecnica del dripping (eco di J. Pollock) crea immagini stimolanti per l’osservatore grazie ai colori che ricordano gli elementi acqua e aria e vi affianca poesie che parlano della sua esperienza artistica del suo modo di vedere le cose: When there is no pain life and art might seem plain But to show restraint to enjoy the simple In life and paint Will keep the pain at bay at least for a day Until you need the stormy wind to carry you back to kind To show you Love The sun behind the dark clouds above An endless cycle of lecture there is no perfect picture Love can be as simple as you need it to be Just let it fly away Tomorrow is a another day

.


Se ci “spostiamo” geograficamente in Senegal troviamo Mafatime Dione, cresciuto a pane ed ideali come amore, musica e arte, fin da piccolo è stato travolto dal potere della pittura, e dalla devozione dei grandi maestri dell’arte Moderna e Contemporanea quali Leonardo da Vinci, Modigliani, Picasso, Goya e molti altri. I suoi quadri sono un’onda d’urto di colori che richiamano i tramonti caldi africani uniti che si solidificano con la cultura occidentale.

Caso affascinante quello di Tadeusz Machowski, simbolo di libera espressione. Ribadisce più volte che l’Artista non deve necessariamente spiegare la propria opera "Why does the artist have to explain his works? The painting has to defend itself or not. Someone will either accept it or reject it. There is no rational reception of art. Reception of art is rather emotional." Artista maturo e consapevole delle proprie capacità, vuole mostrarci un diverso mondo che ha come regina l’energia dei colori. Utilizza diverse tecniche e tematiche, colori che s’innalzano come

grattacieli

come

quasi

volessero

fuoriuscire dalla tela una vera bomba di autenticità dell’astrattismo, costruito appunto sull’espressività e

sul

colore.

Per

Machowski infatti la tela è lo spazio perfetto dove tutti i vigori riescono ad evadere.


Non da meno è Werner Kramer le composizioni armoniose, astratte sono dettate dalla sua musa per antonomasia, la musica. Grazie al suo prestante potere ipnotico permette all’artista di viaggiare in sogni, luoghi che si distaccano dal mondo reale creando così una perfetta sinfonia di colori, linee e forme, un mix disordinato e felice.

Kramer vede condivisa la sua ninfa con Motoko Oyomada. La musica le permette di trascrivere sulla tela il sentimento dell’Amore; come sappiamo

l’amore

sfumature,

ha

quello

rappresentare

moltissime che

vuole

è

l’amore

Motoko

familiare composto da sacrifici, lotte, responsabilità, dolore e felicità, quello materno trasmesso

ricevuto

come

successivamente

figlia ai

e figli,

quell’amore che ti da un senso di appartenenza, che ti rende forte e imbattibile. Attraverso colori pastello e linee

leggere

ci

racconta

questo

sentimento talmente forte che non ha bisogno di ulteriori descrizioni.


Italiano dall’american soul Thomas Franchina, ci offre una versione della realtà adulta rivisitata con la realtà infantile

quindi

un’espressività

sincera, pulita ed innocente. Lo spazio è ben distribuito e le forme che si vanno a disperdere in esso, sono in perfetta armonia tra loro come se conoscessero già la loro disposizione. Queste paesaggi

forme

vanno

fiabeschi

a

con

creare castelli,

unicorni, con i personaggi dei cartoni animati, colori dalle tinte pastello tutti elementi che vanno a sottolineare le influenze di Franchina da parte della pop art.

Con l’ultimo capoverso ho utilizzato una parola-chiave che spiega il concetto di Federico Pisciotta, il quale, prendendo un po’ dalla cultura “popular”, un po’ dall’underground, li unisce allo studio accademico dando vita ad un ibrido contemporaneo, le sue immagini così allentano il ritmo della propria funzionalità dove non possiedono più un senso: con i suoi ultimi lavori, come per esempio “work 2014” usa oggetti del mondo informatico

creando

un’opera

di

oltreconsumo adatto alla sua idea di prodotto

artistico,

vincolato

al

consumo. Con questo suo “popreloaded”

ricompone

il

valore

di

iconografia che si sta estinguendo, in quanto la tecnologia in continua evoluzione

ha

generato

un

mutamento nella vita e psiche umana, stravolgendo anche l’immagine di noi stessi. La tela diventa un vero e proprio schermo della tv.


Alessandra Corti, artista concettuale, si distingue per i suoi particolari esperimenti artistici, prende codici, simboli e vestiti (ed intimo femminile) fondendoli con la resina crea nuove forme, oggetti di design, che vanno a distruggere lo schema tradizionale per iniziarne uno nuovo, più vivace e al passo con il tempo per lo più sono lampade/neon dalla forte contorsione che

cerca

di

districarsi

con

un

movimento verso l’alto.

Sung

Nam

Lee,

coreano,

decide

invece di rappresentare la sua società contemporanea,

composta

si

da

tecnologia, in chiave “nerd” come se fosse tutto ambientato all’interno di un fumetto manga. I lavori realizzati a china, vedono un intervallare di bianco e nero, proprio tipico dei fumetti manga, ricamato di dettagli i quali richiamano quello che è sempre stato il sogno occidentale.


Più o meno lo stesso lavoro è quello di Saad Almelheam le sue allegorie ed associazioni fanno da sfondo alle forme colorate e simboli che rispecchiano la cultura ed esperienza dell’artista. Queste forme non sono nient’altro che parole arabe che prendono vita, allungandosi, contorcendosi,

incastrandosi

creando

nuove forme a loro volta per tutta la tela.

Lo

stile

dinamico,

l’intensità del colore giallo, i forti contrasti sono gli elementi che descrivono la dimensione surreale di Shpresa Tolaj Gjombalaj. Nelle sue tele, grazie alla sua esperienza e cultura sono percepibili attraverso i colori si che trasformano in metafore ed allegorie. Il messaggio che ci vuole mandare

è

chiaro

e

diretto, vuole trasmettere la sua creatività, che la vita è un dono prezioso e che bisogna affrontare sempre le difficoltà a testa alta, evidenti richiami ad esperienze personali dell’artista.


Messaggio chiaro e diretto è anche quello di Suad Ellaba, artista libanese, molto legata alla sue radici che cerca allo stesso tempo di evadere rivendicando la figura femminile. La donna per Suad è al centro dell’universo; la donna non è solo simbolo di femminilità, è madre, figlia, sorella, moglie, lavoratrice, è simbolo di intelligenza senza di essa non c’è vita. Ellaba è un artista molto sensibile, le sue opere attraverso la sensualità dei corpi femminili molto carnali, i colori caldi, parlano delle sue storie, dei legami affettivi ed esperienze personali, un’artista dall’animo travagliato, timido e romantico con il bisogno costante di comunicare quello che prova e la voglia di lottare per il proprio posto all’interno del mondo sia artistico che umano.

Anche per Suki Maguire, la tela è lo specchio perfetto per mettere alla luce tutti i dubbi, incertezze, paure date dall’esperienza di una Corea in preda alla Guerra Civile. Questo la porta a realizzare un realismo di nudi, dai colori terreni delineati con un gesto molto leggero forse per trasmettere la drammaticità che è stata sua compagna per un certo periodo della sua vita o solo per non far dimenticare quella ferita che ha stento si è rimarginata; in contrapposizione crea anche opere astratte che si distaccano dal ricordo con la speranza accesa nella tradizione orientale di costruire un futuro migliore.


La curiosità di Arlette Delevalée per la ricerca, l’ha portata verso molte strade artistiche come il design tessile, scultura, grafica, pittura, tanto che i suoi lavori sono stati esposti intorno agli anni ’60 in galleria private e musei di Francia, Asia, USA, Canada. Affascinata

dalle

conversazioni

tra

luce/colore

e

spazio/tempo in tutte le sue opere ci sono molti elementi che ricordano queste passioni, un mix di scultura e pittura rilegate da effetti psicologici e fortemente storici con una velatura umoristica.

Il fotografo Bjorn Borge-Lunde si distingue per la sua identità creativa e per la sua concezione della Storia, essa infatti è quella che fa la differenza e colei che crea momenti magici, è speranza per quello in cui credi, puó creare un sorriso, una lacrima o una nuova esperienza. La magia del momento è nascosta nelle piccole cose di ogni giorno, con le sue “ordinary pictures” vuole catturare proprio questo, quello che non è visibile ad occhio nudo “un’immagine dice più di mille parole”. Le sue opere sono un perfetto bilanciamento tra la realtà e la magia, elementi che creano profondità e prospettiva trasportandoci in un universo magico.


La fantasia e dolcezza di Yuhei Isoya influenzato dalla cultura buddista, Wabi-Sabi in cui non esiste una concezione di bellezza, l’artista giapponese cerca di trasportaci verso la bellezza, sommando tecniche digitali e foto di animali; il risultato finale è l’ ”Immaginazione”, animali personalizzati con accessori, fiori o elementi geometrici, il surreale che si scontra “per caso” con il reale.

La creatività di Niko Sandokov ha come sottotitoli l’immaginazione dalle vesti astratte e nuove. Diversamente dai precedenti artisti, ricordo che ha origini bulgare, l’artista non si avvale della tela ma della ceramica e sfruttando la luminosità di questo materiale

raffigura

natura

o

volti

femminili;

quest’ultimi si mostrano all’osservatore severi, ieratici, frontali, bidimensionali: tutte caratteristiche tipiche dell’arte bizantina. Tutta questa luce scompare se il nostro sguardo si sposta verso le teste di Martin Rangelov, dove attraverso cerniere, catene, elementi meccanici manda un palese richiamo all’oscurità, a tutto ciò che può essere collegato con l’inferno tutto alimentato dai colori neri, argento e bronzo.


I fashion designer e stylist

Djordje

Bascarevic,

Renata

Maia

Palmieri,

Poccia, Sabrina Azzarito

e Stefania

Carrano sono l’altra faccia della medaglia di M.A.D. per quelli già affermati come Stefania Carrano, i suoi vestiti eleganti dal gusto un po’ retró sono pensati per una donna matura, già affermata. I tessuti eleganti, con qualche gioiello che crea un gioco di vedo/non vedo esaltano le curve femminili, vedendoli mi ritorna alla mente l’immagine nella fontana di Trevi, scena tratta dalla “Dolce Vita” di F.Fellini in cui la sensualissima Anita Ekberg chiama e flirta con Marcello Mastroianni.

Pensiero diverso quello per Djordje e Sabrina i quali creano vestiti per un target più giovane, per le giovani donne che entrano nel mondo adulto mantenendo ancora un pizzico di frivolezza da lolita; per il primo la giovane donna indossa abiti molto semplici ma eleganti, pochi colori: nero, bianco e rosso; i tessuti come il cotone unito al tulle creano magici giochi di volume per gonne, tutine, maglioni e croptop a tutto questo si aggiunge il gusto per la tradizione che vede come accessori alcune collane e copricapi tipici dei riti matrimoniali serbi decorati con coloratissime perline; per la seconda la sensibilità e la leggerezza dei tessuti, che vanno ad accarezzare dolcemente il corpo durante il movimento, regnano sovrane; il tocco di classe sta nel pizzo che sottolinea le forme femminili; Maia Palmieri è affascinata dal plexyglass materiale che sta prendendo piede in questi ultimi anni crea borsette, pochette dalle forme geometriche decorate con pennellate dai colore forti e decise.


Per Renata Poccia l’arte è un sorriso, un abbraccio, un bacio, è vita. La sua passione per il metallo, che a contatto con il calore, si ammorbidisce, crea un passaggio da materiale grezzo a pregiato. Valorizza la figura femminile creando gioielli eleganti raffinati e delicati e minuziosamente dettagliati. Il suo lavoro

artigianale

crea un ponte tra la tradizione passata e il futuro.

Ultimo ma non meno importante il nostro designer Salvo Giglio le sue creazioni contemporanee si possono definire con due parole LEGNO e FUNZIONE,

legno perché materiale naturale e

particolare, l’uomo lo può plasmare come gli pare e piace; mentre funzione, attraverso forme ortogonali e ripetizioni in serie crea arredamenti eleganti adatti ad ogni tipo di casa.


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