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MUSICA
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Il celebre arpista Xavier de Maistre, atteso a Faenza per uno dei concerti di punta della rassegna musicale,
In basso, il duo Giuseppe Ettorre, primo contrabbasso solista dei Filarmonici della Scala e il pianista Pierluigi di Tella.
È evidente una volontà di cercare strade nuove anche nel repertorio. Parte dai festival la valorizzazione della musica contemporanea?
»Stiamo lavorando su parecchie prime mondiali tra inverno ed estate. Sotto questo aspetto il nostro punto di vista è sempre stato questo: se non si scrive della musica nuova, finisce la benzina. Se qualcuno non avesse commissionato le opere a Mozart, a Verdi, se non ci fosse stato questo concetto, che invece oggi latita, non avremmo dei capolavori. È chiaro che quando si commissiona si sperimenta, non tutto il nuovo godrà dei favori del pubblico e della critica, ma questo è il gioco e noi siamo convinti valga la candela». ca che tanto è mancata anche e soprattutto per ragioni sanitarie, in questi ultimi due anni».
Come vive un festival in tempo di pandemia?
«Noi non ci lamentiamo, nella stagione imolese, con più di sessant’anni di attività, non riscontriamo cali. Ci sono però realtà meno radicate nella mente del pubblico che soffrono le conseguenze che la pandemia ci sta lasciando. Si deve prender atto, in particolare, che il pubblico è più esitante, ondivago: in alcune realtà ci sono cali anche del 70%, mentre in altre si assiste a una reazione straordinaria. La situazione è tale che molti spettatori, purtroppo, hanno timore nell’andare a teatro e sedersi di fianco allo sconosciuto».
Nella programmazione faentina ci sono diversi appuntamenti golosi, ce li può descrivere?
«Il programma è molto variegato, citando tre appuntamenti vorrei soffermarmi sul concerto inaugurale in cui Ramin Bahrami e Guido Rimonda presenteranno la loro ultima fatica discografica, la registrazione dell’integrale delle opere per violino e tastiera di Johann Sebastian Bach. Sarà impegnato al Masini anche il primo contrabbasso solista della Scala, Giuseppe Ettorre, che si cimenterà, insieme a Pierluigi Di Tella, in un omaggio a César Franck. Vorrei, infine, sottolineare il rapporto col territorio che si concretizza nell’ormai consueto appuntamento con l’Ensemble d’archi “Giuseppe Sarti”, diretta emanazione della scuola di musica locale. Non è così frequente che una scuola di questo genere possa riuscire in questa impresa e troviamo sia giusto supportare e valorizzare questa realtà».
I nomi importanti nel festival sono tanti, ai più accorti non può sfuggire quello di Xavier De Maistre. Che concerto sarà?
«Questo artista è il principe mondiale dell’arpa. Questo è un concerto particolare, anche perché questo strumento non ha mai grande spazio nelle sale da concerto e in questa occasione sarà eseguito il concerto di Ginastera. Ci sarà, infatti, anche la Filarmonica Toscanini, l’orchestra sinfoni-
Idee interessanti per il futuro del festival?
«Ce ne sono molte, sono bellissime e stanno prendendo una forma definita. Una in particolare avrà a che fare col barocco rinnovato, tuttavia, solo per scaramanzia, non vado oltre».