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FREEPRESS n. 883

5-11 NOVEMBRE 2020

CRONACA • SOCIETÀ • POLITICA • ECONOMIA • OPINIONI • CULTURA • SPETTACOLI • GUSTO • SPORT •

Prezzo € 0,08 COPIA OMAGGIO ISSN 2499-9460

STRADE NUOVE Infrastrutture: la mappa dei progetti in provincia


2 / VOCI

RAVENNA&DINTORNI 5-11 novembre 2020

PERIODICO DI INFORMAZIONE MULTICULTURALE a cura di Associazione Onnivoro in collaborazione con il Comune di Ravenna

«Chi dice che “sono solo parole” non è mai stato vittima di hate speech» Intervista a Federico Faloppa, docente universitario e autore del Manuale di resistenza agli “odiatori” Da anni Federico Faloppa, docente all’università di Reading in Gran Bretagna, si occupa di formazione contro l’hate speech, ossia contro il discorso d’odio che anche tramite internet sta dilagando. Tiene corsi di formazione su questo tema per Amnesty International, anche a Ravenna dove in passato è stato ospite di Scritture di Frontiera. Recentemente ha pubblicato su questi temi il saggio #Odio. Manuale di resistenza alla violenza delle parole, pubblicato da UTET. Cosa si intende per “discorso d’odio”? «La domanda è tutt’altro che facile, e richiederebbe una risposta articolata. Di «linguaggi», «discorsi», «parole d’odio» sentiamo parlare ormai quasi tutti i giorni. Tuttavia, se dovessimo dire esattamente che cosa intendiamo con queste espressioni probabilmente ci dovremmo riflettere un po’ su. Non per mancanza di esempi. Ma perché – è il paradosso notato da Andrew Sellars, ricercatore dell’università di Harvard – la gamma di sentimenti, stati d’animo e reazioni che queste locuzioni e le forme con cui si articolano suscitano in ognuna o ognuno di noi è così ampia e diversificata da sfuggire a una definizione sola, capace di accontentare tutte e tutti». Quanto si sta intensificando questo fenomeno negli ultimi anni? «Il discorso d’odio non è certo un fenomeno recente, né è nato con i social media, come spesso si tende a pensare. Quando ho cominciato a occuparmi di «razzismo linguistico» e di come possiamo discriminare attreverso il linguaggio studiavo ad esempio la storia di modi di dire ed espressioni ingiuriose verso alcune minoranze diffusi da secoli, non solo in Italia. Tuttavia è indubbio che proprio sui social media si sia assistito e si stia assistendo a una rapida intensificazione del fenomeno, per quantità e... qualità. Questo è dovuto senz’altro – come spiega Giovanni Ziccardi nel suo Odio online (2017) – ad alcune caratteristiche precipue dei social – tra cui la permanenza del messaggio, la sua diffusione potenzialmente incontrollabile, il suo anonimato – che ci permettono di essere incuranti degli effetti su chi lo riceve. Ma è dovuto anche alla scomparsa di modelli virtuosi – si tende a scrivere e parlar male quasi in tutti i contesti, perché tutti fanno così –, alla mancanza di responsabilità politica e civile di chi invece cavalca l’hate speech per gestire il consenso e manipolare l’opinione pubblica, al venir meno del ruolo di watchdog di alcuni corpi intermedi – tra cui i media mainstream – e alla crescente disinformazione, che riduce i fatti a una miriade di punti di vista (e quindi al tutti contro tutti). Ed è dovuto, last but not least, alla scarsa consapevolezza da parte di molti del mezzo linguistico e digitale. Vale sempre l’efficace metafora di Vera Gheno, dei social media come il balcone di casa. «A casa mia faccio ciò che voglio», pensiamo: ma una cosa è denudarsi in cucina, o bestemmiare in bagno, da soli. Un’altra è stare nudi, bestemmiando, sul balcone: in uno spazio che a me sembra casa mia, ma che mi espone anche alla vista di chiunque ci passi davanti, e di cui non posso prevedere o controllare le reazioni. Come, ad esempio, una bella denuncia per atti contrari alla pubblica decenza. Fuor di metafora: sapere ciò che stiamo facendo, e come e dove lo stiamo facendo dovrebbe essere la base: le molte persone hater che, dopo una denuncia, si giustificano dicendo che non sapevano, non avevano idea che quel messaggio sarebbe circolato così tanto, mi fanno pensare che consapevolezza e responsabilità individuali siano concetti tutt’altro che acquisiti, e che educazione linguistica, digitale e ai diritti umani non possano essere disgiunte». È giusto o sbagliato considerare le parole di odio come anticamera alla violenza fisica? «Non è facile dimostrare una correlazione diretta, o ancor meno di causa-effetto. Da anni ci sta provando – tramite l’analisi del traffico su Twitter in correlazio-

ne a fatti di cronaca – l’associazione Vox Diritti di Milano, che produce le «mappe dell’intolleranza» proprio per geolocalizzare i fenomeni visualizzandone i possibili legami. Cosa utilissima se si vogliono rilevare picchi o sciami d’odio dopo che i fatti sono avvenuti. La predizione però è un altro paio di maniche. E insultare, calunniare, diffamare, minacciare un’altra persona non anticipa necessariamente una violenza fisica. Basti pensare, appunto, alla grande quantità di odio verbale diffuso tramite social media, che – per fortuna – non si traduce in aggressioni fisiche. Tuttavia, due cose si possono dire con un po’ di certezza. Che le aggressioni fisiche – motivate da razzismo, omo-lesbotransfobia, misoginia, islamofobia, antiziganismo – spesso sono accompagnate da hate speech (con insulti alla persona che si sta per colpire, ad esempio: la violenza fisica è spesso il risultato di un processo di de-umanizzazione dell’altro). E che, comunque, gli effetti della violenza verbale, subìta, possono essere di breve, medio, o lungo periodo. Non lasciano lividi o fratture, ma ferite profonde sul piano psicologico, dalla perdita di autostima allo stress posttraumatico, da un senso di frustrazione a forme depressive. Chi dice che «si tratta solo di parole», evidentemente, non l’ha mai provato davvero, sulla propria pelle e sulla propria psiche». Come si può contrastare? «Per contrastare un fenomeno bisogna conoscerlo bene. Quindi, la prima cosa da fare è avere dati, far emergere i casi, avere consapevolezza di che cosa sia l’hate speech, di come si manifesti e con quali modalità. Se online il fenomeno può essere indagato con una certa ampiezza, infatti, offline resta spesso “sotto i radar”, soprattutto in assenza di testimonianze. Una volta conosciuto, il fenomeno può essere affrontato e contrastato in diversi modi. Se l’hate speech è reato – e spesso lo è, pensiamo alla minaccia o alla diffamazione, appunto – è materia della giurisprudenza. Se si manifesta online bisognerebbe sempre segnalarlo al social media provider e assicurarsi che la segnalazione venga presa in carico, sperando che il contenuto d’odio, soprattutto se rientra in una categoria giuridica, venga rimosso. Se l’hate speech si basa su stereotipi e pregiudizi, occorre adoperarsi alla loro decostruzione, tentando di intervenire alla radice del problema. E in questo sono fondamentali il lavoro nelle scuole (per una lettura critica dei libri scolastici ad esempio, soprattuttto nella scuola dell’obbligo; o per un’educazione all’argomentazione), una maggiore attenzione da parte dei mass media in genere, una profonda operazione di de-colonizzazione e di “de-machizzazione” del nostro immaginario. Senza dimenticare di continuare a incrementare la consapevolezza generale dei discorsi d’odio (negare il fenomeno è la prima cosa che non dobbiamo fare) e degli effetti che questi anno sulle vittime dirette, indirette e sulla società nel suo insieme; e con l’obiettivo di ridurre, allo stesso tempo, le diseguaglianze e le discriminazioni nei fatti. Senza una nuova legge sulla cittadinanza, l’equazione sovranista italiano = bianco trova purtroppo terreno fertile. Chiudo però con un consiglio molto spicciolo, che si può forse seguire fin da subito: di fronte alla persona hater che mi insulta, evito sempre di rispondere per le rime. Anche l’ironia, a volte, risulta un’arma spuntata. Preferisco, semplicemente, ribattere con una domanda: “Buonista di merda? In che senso sarei buonista?”, “Intellettuale del cazzo? In che senso intellettuale? Mi spiegherebbbe che cosa vuole dire?”. Il problema è che spesso ingiuriandoci la persona hater riesce a metterci nell’angolo, lasciando a noi l’onere della prova. Rispondendo con una domanda, possiamo provare a rispedire questo onere al mittente. A volte questo si rivela un strumento efficace, se non altro per riportarci al centro del ring, in un evento discorsivo.

«Un consiglio: evitate di rispondere per le rime a chi vi insulta, meglio ribattere con una domanda»


PUNTI DI VISTA / 3 5-11 novembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

SOMMARIO

L’OPINIONE

L’OSSERVATORIO

5 ATTUALITÀ SCATTA IL COPRIFUOCO: TUTTE LE NOVITÀ DEL DPCM

La barzelletta del bonus mobilità di Luca Manservisi

Mi aveva sinceramente colpito, poche settimane fa, intervistando un'imprenditrice del settore, sentirla dire che le richieste rispetto all'anno scorso erano aumentate del 400 percento. In questi mesi di emergenza vi sfido a trovare qualcun altro che possa dire la stessa cosa, a parte i produttori di mascherine e gel igienizzante. Le biciclette, invece, sono state davvero un prodotto molto ricercato in questi mesi di pandemia. Sarà che dopo tante settimane di lockdown avevamo tutti voglia di fare un po' di movimento; sarà che rappresenta una valida alternativa ai mezzi di trasporto “chiusi”, da evitare in periodo Covid; sarà che al posto di andare in vacanza alle Maldive quest'anno era in effetti meglio fare passeggiate nelle nostre pinete. E sarà che, soprattutto, già durante il lockdown il Governo aveva invitato tutti a comprarne, promettendo un bonus del 60 percento sull'acquisto di biciclette (e monopattini, tra gli altri). Cosa buona e giusta che, come capita spesso in Italia, si scontra però con burocrazia, tecnologia e disponibilità economiche limitate. Tanto che inizialmente sembrava essere a disposizione di tutti coloro che ne avessero fatto richiesta, poi si è parlato invce di un click day con bonus solo per i mouse più veloci, poi di nuovo per tutti, poi ancora di click day e infine ancora rassicurazioni sul fatto che il contentino sarebbe stato per tutti. Nel frattempo si era anche detto che i bonus sarebbero stati erogati entro maggio, poi entro giugno, entro luglio, entro agosto, entro settembre, entro ottobre e alla fine sono iniziate le erogazioni il 3 novembre, naturalmente con un click day. Mi collego allora, come tutti, e mi metto in fila. Un sito web molto smart mi comunica che ho 653.896 persone davanti, rido e attendo. Mi stanco, mi scollego, mi ricollego ma il sito non funziona più. Ci riprovo, mi rimetto in fila dietro ad altre centinaia di migliaia di utenti ma poi devo arrendermi al fatto che lo Spid delle Poste, per troppe richieste, è in semi-lockdown come il resto del Paese, con tante scuse pubblicate su Twitter. Ci rinuncio, anche perché poi in serata interviene il ministro per dire che non è come sembra, i bonus ci saranno per tutti, non è un click day, nonostante lo possa sembrare e nonostante sul sito del bonus mobilità ci sia – in grande e sopra tutto il resto – la cifra delle risorse disponibili che calano di minuto in minuto, con un conto alla rovescia in stile Capodanno. Ma tranquilli, i soldi ci sono per tutti, lo fanno solo per scherzare. Ci sarebbe davvero da ridere, se non ci fosse da piangere...

6 ECONOMIA INDENNIZZI PER LE IMPRESE COLPITE DAI DECRETI

NUOVE STRADE: PROGETTI E INVESTIMENTI IN ARRIVO

16 SOCIETÀ

- Una passeggiata nella nostra suggestiva darsena di città sbucando dopo dieci minuti dalla nebbia tra alcuni zombie del cimitero monumentale;

UNA RASSEGNA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

- farsi aggredire dalle nutrie ammirando le bellezze naturali di Punte Alberete;

20 GUSTO

- andare a prostitute sull’Adriatica, che di giorno poi ti accorgi che sono trans;

NEI RISTORANTI ARRIVA IL “PIATTO SOSPESO”

- farsi rapinare nel sottopasso della stazione perché non si può resistere dall’andare ad ammirare i reperti archeologici che hanno messo in mostra pur di non essere accusati di aver distrutto un muro romano;

24 SPECIALE

Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Autorizzazione Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Tribunale di Ravenna Gianluca Achilli, Maria Cristina n. 1172 del 17 dicembre 2001 Giovannini (grafica). Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Anno XIX - n. 883 Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Galeati, Iacopo Gardelli, Giovanni Editore: Gardini, Enrico Gramigna, Simona Edizioni e Comunicazione srl Guandalini, Giorgia Lagosti, Fabio Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna Magnani, Enrico Ravaglia, Guido Sani, tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Angela Schiavina, Serena Simoni, Direttore Generale: Claudia Cuppi Adriano Zanni. Fotografie: Massimo Pubblicità: tel. 0544 408312 Argnani, Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. commerciale1@reclam.ra.it Illustrazioni: Gianluca Costantini. Area clienti: Denise Cavina tel. 335 Redazione: 7259872 - Amministrazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 Alice Baldassarri, redazione@ravennaedintorni.it amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl Stabilimento di Imola

di Moldenke

E così è ufficiale. Ci aspettano alcune settimane di coprifuoco, proprio come nei film storici. O come negli Stati Uniti del 2020 per le proteste anti-razziali. Peccato, perché senza coprifuoco, con i locali chiusi dalle 18 da un precedente Dpcm, a Ravenna si potrebbero fare tante cose. Tipo:

10 PRIMO PIANO

a pagina

Cosa avremmo potuto fare, senza coprifuoco

Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB

- andare a pisciare vicino alla tomba di Dante, dove la fanno tutti; - andare a contare il numero di negozi che hanno chiuso negli ultimi cinque anni in centro storico - fare un giro sulla tangenziale di Ravenna, che non sapevo esistesse e anzi pensavo dovesse realizzare il nostro sindaco come aveva promesso in campagna elettorale, ma invece Regione e Anas ci dicono che esiste già e che verrà pure potenziata (in realtà è solo la solita Adriatica); - andare a correre senza mascherina, con il dito medio alzato, come sempre; - portarsi una bottiglia di vodka e uno stereo in chiesa, che quelle sono sempre aperte.

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4 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 5-11 novembre 2020

PALAZZO MERLATO AMMINISTRATIVE 2021 Nasce Ora X Ravenna: «Siamo cittadini preoccupati per un vuoto programmatico e rappresentativo» A poco più di sei mesi dalle elezioni amministrative di Ravenna, iniziano a partire nuovi progetti che dovranno portare in futuro a candidature e alleanze. Uno di questi si chiama Ora X Ravenna e nelle intenzioni dei promotori – tra cui l’ex consigliere comunale Nicola Grandi di Lista per Ravenna, presidente del consiglio territoriale Darsena – dovrà diventare una lista civica slegata dai partiti. «Siamo donne, uomini, studenti, lavoratori, precari e disoccupati rappresentanti tutti di una società civile che oggi percepisce in questa città un vuoto programmatico e rappresentativo. Siamo soprattutto cittadini preoccupati per il futuro di Ravenna», si legge sulla pagina Facebook. I promotori cercano idee e persone e li si può contattare sul sito oraxravenna.it alla mail info@oraxravenna.it o al cellulare (anche Whatsapp) 351 6646162.

La Pigna “entra” nella Rete: «Al centrodestra per vincere a Ravenna serve un vero candidato civico» La lista civica La Pigna aderisce a Rete Civica, il movimento nato inizialmente a sostegno della candidata di centrodestra alle ultime Regionali, Lucia Borgonzoni, e che si propone di portare al governo dei Comuni personalità, appunto, civiche. Coordinatore provinciale è stato nominato Roberto Ticchi, già coordinatore della Pigna che – ha dichiarato – «ora è a pieno titolo nella coalizione che si è presentata alle ultime elezioni regionali e che offre al centrodestra un’alleanza, come ha affermato Matteo Salvini durante la campagna elettorale a Faenza, imperniata su un programma di sviluppo economico e sociale con un candidato autenticamente civico, preparato e senza alcun rapporto economico o sociale col sistema del Pd. Solo così si può vincere a Ravenna, come già accaduto a Bellaria, Forlì, Coriano e Riccione per fare gli esempi più lampanti».

NOMINE

A CASOLA UN NUOVO ASSESSORE AL POSTO DI QUELLO ASSUNTO ALL’UNIONE DEI COMUNI Nuovo assessore a Casola Valsenio. Dall’1 novembre Flavio Sartoni (foto), 37 anni, sostituirà il dimissionario Marco Unibosi. Noto per aver ricoperto importanti ruoli nella pro loco, Sartoni ha ricevuto le deleghe a Turismo, Cultura, Sport e Associazionismo. Unibosi (nominato anche vicesindaco l’anno scorso in giunta dal nuovo sindaco Sagrini, dopo 5 anni da assessore nella precedente legislatura) si era dimesso in estate in seguito all’assunzione come Istruttore Amministrativo Contabile nell’Unione dei Comuni (tramite graduatoria in seguito al concorso). La posizione di dipendente dell’Unione non è incompatibile, ma Unibosi non ha ritenuto opportuno mantenere l’incarico di assessore, conservando invece quello di consigliere comunale.

Dopo 95 anni, Ravenna ha un nuovo regolamento di polizia urbana La sinistra: «Troppo repressivo». La Lega si spacca Il vicesindaco esulta e l’opposizione si prende i meriti Se ne discuteva da quasi due anni e quello approvato dal consiglio comunale di Ravenna in una serata di fine ottobre va a sostituire il precedente in vigore dal lontano 1925. È il tanto chiacchierato nuovo regolamento di polizia urbana del Comune, approvato con un solo voto contrario, ma che in questi mesi ha avuto il merito di ravvivare la scena politica cittadina come pochi altri temi. A far discutere fu in particolare la prima versione di un articolo proposto dalla maggioranza che imponeva ai titolari dei pubblici esercizi di mettere a disposizione a chiunque i propri servizi igienici. La norma definitiva, grazie a un emendamento di Lista per Ravenna (che all’atto della votazione si è astenuta, sottolineando come sia perlomeno da apprezzare il fatto che alla stesura abbiano contribuito il comando della stessa polizia locale e pure l’opposizione), lascia invece decidere ai titolari degli esercizi quando l’utilizzo dei bagni «sia incompatibile con il decoro della loro attività». In generale, il regolamento di fatto recepisce le linee di indirizzo che le ultime Amministrazioni hanno adottato spesso tramite ordinanze in materia di “decoro urbano”, dai divieti di consumo di bevande in bottiglie di vetro in determinate zone della città (giardini Speyer in particolare) fino alle norme anti prostituzione. Sono previste anche le sanzioni, che oscillano da 150 a 500 euro per le violazioni delle più svariate prescrizioni: si va dal divieto di restare a torso nudo all’obbligo di mantenere curati gli immobili, dalle scritte con pennarelli all’accattonaggio, dalle richieste di prestazioni sessuali al divieto di “campeggio”. Tra le novità, l’entrata in vigore del cosiddetto Daspo urbano. Il vicesindaco Eugenio Fusignani (nella foto), che ha la delega alla Sicurezza, parla di un risultato storico, sottolineando come il regolamento segua tre assi fondamentali («educare, prevenire e reprimere») e presenti «due importanti elementi di natura politica. È un documento utile a tutta la città, ai suoi cittadini e alle imprese, essendo uno strumento che tutelerà ai massimi livelli il decoro e la sicurezza – ha dichiarato –. Ed è frutto del contributo da parte di tutti i gruppi consiliari durante un lungo percorso di confronto che ha portato ad un apprezzamento diffuso». Oltre a Lista per Ravenna, a prendersi in qualche modo i meriti di questo nuovo strumento è anche la lista La Pigna (anch’essa tra i 7 astenuti), la prima – dicono – a sollevare il tema e a cercare di «far ragionare» la giunta De Pascale contro il degrado urbano. Nel corso della votazione da segnalare anche la frizione all’interno della Lega, con la capogruppo Samantha Gardin e Nicola Pompignoli (forti dei 6 emendamenti approvati su 8 presentati) a votare a favore insieme alla maggioranza (e anche ai gruppi Cambierà e Alberghini) e gli altri due consiglieri Learco Vittorio Tavoni e Gianfilippo Nicola Rolando invece tra gli astenuti (insieme anche a Forza Italia). L’unico voto contario è quello di Ravenna in Comune, la lista di sinistra all’opposizione in consiglio comunale, contraria al fatto di aver inserito la “repressione” tra le fondamenta del regolamento. «Abbiamo posto nella commissione competente moltissimi emendamenti – scrivono da Ric –: sono stati accolti principalmente quelli tecnici, mentre la maggioranza ha bocciato tutti quelli che spostavano il senso securitario attuale in un senso più solidaristico».

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Il Comune di Russi assume 12 persone Primi concorsi già in novembre La giunta comunale di Russi ha dato il via libera a un piano che, per il 2020/21, prevede 12 nuove assunzioni. «Nel rispetto dei vincoli della spesa e di una programmazione virtuosa – scrivono dal Comune –, le nuove assunzioni costituiscono un’azione importante e impegnativa che va a rafforzare la macchina amministrativa con figure tecniche come architetti, ingegneri, analisti informatici, agenti di polizia locale e collaboratori professionali tecnici». L’avvio dei primi concorsi è previsto per la seconda metà di novembre. Per maggiori informazioni e per inviare la propria candidatura è possibile consultare le sezione Bandi di concorso e avvisi sul sito www.labassaromagna.it.


POLITICA / 5 5-11 novembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

ANTI COVID

Fino al 3 dicembre coprifuoco dalle 22 alle 5, alle superiori solo didattica a distanza Chiusi anche musei e biblioteche, dimezzata la capienza dei mezzi pubblici. Oltre alle regole valide per tutta Italia, il nuovo Dpcm divide le regioni in tre fasce (gialla, arancione e rossa) con ulteriori limitazioni specifiche

Un nuovo Dpcm, in vigore dal 6 novembre (e non dal 5 come inizialmente previsto) al 3 dicembre, introduce ulteriori disposizioni che regolano spostamenti delle persone, attività commerciali e aperture dei luoghi pubblici per contrastare la circolazione del coronavirus. La particolarità di questo decreto è la decisione di adottare misure valide per tutto il territorio nazionale e altre valide solo in determinati territori in base al livello di rischio. Sulla base di 21 parametri l’Italia, infatti, è stata divisa in tre fasce: gialla (che sostituisce la verde di cui si era parlato in un primo momento per evitare il messaggio errato di zone esenti da rischi), arancione e rossa. Al momento di andare in stampa mancava ancora l’attribuzione ufficiale per le regioni, ma le ultime ipotesi vedevano l’Emilia-Romagna come zona gialla. L’eventualità che invece dovesse essere collocata come arancione implicherebbe una sola grande differenza: la chiusura completa di bar e ristoranti. Di seguito la sintesi delle principali disposizioni e limitazioni in vigore in tutta Italia dal 5 novembre. SPOSTAMENTI. Dalle 22 alle 5 sono consentiti esclusivamente quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato, per la restante parte della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità. GIOCHI/SCOMMESSE. Sono sospese le attività di sale giochi, sale bingo e casinò, anche se svolte all’interno di locali adibiti ad attività differente. MOSTRE/MUSEI/BIBLIOTECHE. Sono sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli

CO.FA.RI. dal

1974

Al servizio di cittadini e aziende

PORTE APERTE

NON SI FERMANO LE LETTURE DI DANTE ALLA TOMBA A Ravenna chiudono musei e luoghi di cultura, nel rispetto dell’ultimo Dpcm, ma non si interrompono le celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri: il sindaco Michele de Pascale ha annunciato, come atto simbolico, che sarà tenuta aperta la porta della tomba del Poeta. Proseguirà anche, secondo la programmazione, la lettura perpetua della Commedia davanti alla Tomba, alle 17 di ogni giorno (diretta streaming sulla pagina facebook Ravenna per Dante). «Sono consapevole che anche noi in questo momento stiamo attraversando una “selva oscura”, ma non smettiamo di credere nella Cultura e nel suo ruolo fondamentale nell’aiutare ad orientarci».

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altri istituti e luoghi della cultura. DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA. Alle scuole superiori il cento percento delle attività va svolto tramite il ricorso alla didattica digitale integrata. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata. Materne, elementari e medie continuano in presenza con mascherina obbligatoria anche seduti (esonerati bambini under 6). CONCORSI. Sospeso lo svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario e della protezione civile ATTIVITÀ COMMERCIALI. Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all'interno dei centri commerciali e dei mercati, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole TRASPORTO PUBBLICO. A bordo consentito un coefficiente di riempimento non superiore al 50 percento. PALESTRE/PISCINE. Confermata la sospensione delle attività, così come per centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per le prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza. SERVIZI DI RISTORAZIONE. Confermata la sospensione alle 18. Ristorazione con asporto ammessa fino alle 22.


6 / ECONOMIA RAVENNA&DINTORNI 5-11 novembre 2020

L’EMERGENZA

Contributi a fondo perduto (anche) dai Comuni per le imprese più colpite dalle misure anti Covid Il sindaco di Ravenna: «In Italia nessuno ha stanziato di più». A Faenza previsti tre scaglioni: «Soldi entro novembre» A Cervia attivato un piano straordinario per le famiglie. E intanto si cerca di favorire gli acquisti on line in stile Amazon

I principali comuni della provincia di Ravenna stanno stanziando contributi a fondo perduto che andranno ad aggiungersi ai cosiddetti “ristori” predisposti dal Governo come sorta di indennizzo alle imprese più colpite dalle restrizioni anti Covid di questi giorni. In particolare, quindi, bar, ristoranti e palestre, chiusi del tutto o parzialmente dall’ultimo decreto di ottobre. Il Comune di Faenza poi ha reso nota anche un’iniziativa realizzata in collaborazione con la Provincia di Ravenna, “Io compro nella mia città”. «Tutti i comuni che aderiranno – ha spiegato il sindaco di Faenza Massimo Isola – concorreranno alla campagna commerciale per consigliare e invogliare i residenti di ogni comune ad acquistare nelle attività del suo territorio». Ad affiancare la campagna, la creazione di una piattaforma web su base provinciale per acquisti online, con medesime caratteristiche dei colossi di internet, quindi con consegne a domicilio o in locker (armadi blindati) o punti di ritiro in luoghi prestabiliti, nelle proprie città. Ecco le principali misure in provincia. Ravenna. Un milione di euro per contributi a fondo perduto a favore delle imprese la cui attività è stata fermata o limitata dalle misure anti-Covid. È la misura annunciata dal Comune di Ravenna. I destinatari saranno quindi soprattutto bar, ristoranti e palestre, scesi in piazza nei giorni scorsi. I criteri di accesso al bando e le cifre verranno delineate nei prossimi giorni in un confronto con le associazioni di categoria. L’obiettivo è di instaurare un procedimento più snello possibile: un’autocertificazione di riduzione del fatturato per ottenere un bonifico e stringenti controlli successivi. Il sindaco Michele de Pascale auspica di arrivare ai pagamenti nel corso del mese di novembre. Un altro mezzo milione di euro verrà destinato da Palazzo Merlato ai consorzi fidi per abbattere interessi e spese di istruttoria per chi deve accedere al credito. Così il totale degli aiuti comunali nell’emergenza sanitaria arriva a 7 milioni. La voce più consistente è rappresentata dai 5 milioni di euro per la riduzione della tassa sui rifiuti (Tari) per le imprese con percentuali di sgravi che arrivano al 60-80 percento. Il Comune ha inoltre deciso di far slittare ulteriormente la

LOCAZIONI A Lugo un’asta pubblica per due locali al Pavaglione L’Unione dei Comuni della Bassa Romagna per conto del Comune di Lugo ha pubblicato un’asta pubblica per la concessione in locazione di locali di proprietà comunale all’interno del Pavaglione. Si tratta in tutto di due lotti, ciascuno all’asta singolarmente. Il termine per la presentazione delle offerte è il 30 novembre alle 13. Sono all’asta per la locazione i locali situati ai civici 14 e 15 di piazza Mazzini. Per il primo la base d’asta è di euro 4.274/annui per 22,70 mq; il secondo lotto prevede una base d’asta di euro 5.034,60/annui per 22,38 mq. L’asta sarà dichiarata valida anche se perverrà una sola offerta. Gli interessati potranno visionare gli immobili rivolgendosi all’Ufficio Tecnico del Comune di Lugo – Servizio Patrimonio previo appuntamento telefonico ai numeri 0545 38420; 0545 38432 o 366 3015180. Per informazioni di carattere amministrativo rivolgersi al Servizio Appalti e Acquisti dell’Unione dei Comuni ai numeri 0545 38597 oppure 0545 38533, o alla mail appalti@unione.labassaromagna.it.

– un metodo equo e snello nelle procedure di assegnazione. Il denaro verrà assegnato entro novembre». Il bonus è riservato ad alcune tipologie di attività: bar, ristoranti, teatri e cinema, pasticcerie. Questi aiuti alle aziende vanno ad aggiungersi a quanto già in atto in tema di Tari, per la quale sono già state destinate risorse per 950.000 euro a fronte di sconti tariffari oltre alla quota di partecipazione ai Confidi a carico del Comune che passerà da trentamila a quasi centomila euro, per un totale che supera perciò il milione e mezzo di euro. Cervia. Il Comune ha deciso di attivare un fondo straordinario per le famiglie, per sosteneLa protesta dei titolari re le spese quotidiane in particolare di chi ha delle palestre contro le perso il lavoro, per un totale di 274mila euro. È chiusure imposte dai una misura introdotta per fare fronte ai disagi decreti, in piazza a Ravenna causati dalla crisi economica connessa all’emergenza sanitaria per la pandemia. Durante il scadenza per il pagamento della Tari: a dicembre arriveranno i lockdown della primavera erano stati già erogati 300mila euro. bollettini ma cittadini e imprese avranno tempo per il saldo fino L’amministrazione ha anche messo a bilancio 540mila euro a favore delle imprese: 200mila a beneficio dei confidi e i restanti a al 31 marzo, ultima data concessa per legge. «Sono sicuro di non poter essere smentito se dico che in Italia fondo perduto per le categorie più colpite dall’ultimo Dpcm. Infinon esiste un altro Comune che abbia stanziato di più per le im- ne, sempre per le attività commerciali, spazi pubblici e coperture prese in rapporto alla sua popolazione», ha detto De Pascale nel- provvisorie gratuite. In totale, fanno sapere dal Comune, dall’inizio della crisi sono stati messi a disposizione di imprese e famila conferenza stampa che si è svolta da remoto. Faenza. Oltre mezzo milione di euro anche dal Comune di glie oltre due milioni di euro. Lughese. Qui non sono ancora state annunciate iniziative Faenza per contributi a fondo perduto. Le risorse verranno distribuite tramite un “avviso pubblico” per le aziende che hanno concrete. Insieme ai sindaci dell'Unione, quello di Lugo Davide subìto restrizioni. Qui, per snellire le procedure e non sottoporre Ranalli ha dichiarato di essere alla ricerca di «soluzioni concrete gli imprenditori a stress burocratici, sarà attivata una procedura e rapide per dare una risposta ad imprese e lavoratori dei settori molto semplice. Tre scaglioni previsti, in base alle attività e se so- più colpiti». «Occorrerà – ha detto ancora Ranalli – costruire condizioni no state costrette a chiudere parzialmente o totalmente dopo l’introduzione del Decreto. A loro verrà erogato un contributo a che tengano insieme sostegni immediati e sostenibilità dei nostri fondo perduto che in alcuni casi potrà arrivare fino a 2.000 eu- bilanci al fine di garantire una continuità in termini qualitativi ro. «Abbiamo scelto – ha commentato il sindaco Massimo Isola dei nostri servizi ordinari pur in una situazione straordinaria».

INNOVAZIONE

La faentina Anna Tampieri alla guida della nuova Fondazione da 500 milioni di euro Si tratta della Enea Tech, attivata dal ministero per promuovere e sostenere start-up e centri di ricerca La ricercatrice faentina Anna Tampieri è stata nominata alla presidenza della Fondazione Enea Tech, realtà che gestirà il primo fondo italiano, di matrice pubblica, per il trasferimento tecnologico e che potrà contare su una dotazione iniziale di 500 milioni di euro per promuovere e sostenere i processi di innovazione delle piccole e medie imprese, start-up, spin-off universitari e centri di ricerca. Il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, ha firmato in questi giorni il decreto di approvazione dello statuto della Fondazione (che ha visto la luce nell’ambito del Decreto Legge “Rilancio”) che avrà la funzione di promuovere investimenti e iniziative in materia di ricerca e svi-

luppo e trasferimento tecnologico a favore delle imprese che operano sul territorio nazionale. Direttrice dell'Istec, l'Istituto di scienza e tecnologia dei materiali ceramici del Cnr di Faenza, Anna Tampieri nel 2019 è stata nominata dalla “Itwiin”, l'associazione Donne inventrici e innovatrici, quale migliore innovatrice italiana. Nel corso dei 30 anni della sua attività, il focus principale della sua ricerca è stato lo sviluppo di nuovi biomateriali e dispositivi per la rigenerazione di tessuti connettivi duri, come le ossa, le cartilagini e i denti. Ha fondato la startup GreenBone Ortho che dalla sua costituzione nel 2014 ha ricevuto oltre 11 milioni di euro di fondi da

Anna Tampieri con il sindaco Massimo Isola, tra i primi a congratularsi per l’importante incarico

parte di privati e fondi di investimento internazionali. Nella sua carriera di ricercatrice Anna Tampieri ha pubblicato oltre duecento lavori e firmato ben 15 brevetti internazionali, alcuni dei quali licenziati o ceduti ad aziende attive nel settore biomedicale. Ha coordinato 14 progetti di ricerca di cui otto grandi consorzi internazionali ed è stata WP Leader in altri 13 progetti di cui sei finanziati dalla comunità europea.



8 / ECONOMIA / PORTO RAVENNA&DINTORNI 5-11 novembre 2020

SICUREZZA

FORMAZIONE/1

Morì al porto un mese prima della pensione, «non fu malore ma schiacciato da un muletto»

IL PRESIDENTE DI TCR: «IL LEGAME FRA SCALO E UNIVERSITÀ È SEMPRE PIÙ STRETTO» Mingozzi sottolinea la presenza di 400 studenti nel campus ravennate iscritti a corsi di orientamento portuale

L’autopsia modifica lo scenario di quanto accaduto all’Ifa I sindacati: «Scontro tra chi rispetta le regole e chi le infrange» L’autopsia richiesta dalla procura ha stabilito che il 19 agosto scorso non è stato un malore a uccidere il 60enne operaio Franco Pirazzoli sul piazzale del terminal portuale Ifa a Ravenna dove lavorava, ma un trauma da schiacciamento con lesione della colonna vertebrale, verosimilmente causato dal muletto guidato da un collega. Mulettista e legale rappresentante del terminal sono indagati. Pirazzoli lavorava per la Staggi, società di facchinaggio posseduta interamente dalla Ifa. Nello stesso terminal dieci anni fa morì un altro operaio, Diop Gougnao. I sindacati ricordano che il lavoratore era andato a compilare il modulo di recesso del rapporto di lavoro il 5 maggio perché sarebbe dovuto andare in pensione il primo ottobre. «Della sua morte – scrivono i sindacati – fummo informati formalmente il primo di settembre con una comunicazione dell’Autorità portuale che era stata tardivamente informata da Ifa quello stesso giorno. Qui sta la prima anomalia, infatti secondo il protocollo sulla sicurezza del porto l’azienda avrebbe dovuto immediatamente informare i rappresentanti alla sicurezza dei lavoratori di sito (Rlss) e l’Autorità. Il 2 di settembre gli Rlss chiesero un incontro urgente con la direzione di Ifa, incontro che venne concesso solo il 10 di settembre, dopo diverse sollecitazioni. Solo nel pomeriggio del 22 ottobre, con 40 giorni di ritardo e dopo che la notizia dell’infortunio era uscita sulla stampa, è stata fornita da Ifa la documentazione richiesta e la firma sul verbale dell’incontro del 10 di settembre. Un comportamento che dà il senso dell’insofferenza che Ifa ha sempre mostrato nei confronti del Sistema Integrato della Sicurezza del porto, sancito dal protocollo». «Oggi il porto di Ravenna è diventato il terreno di scontro tra aziende che violano sistematicamente la normativa che regola il lavoro nelle banchine e le norme contrattuali che regolano gli appalti e aziende che si attengono invece alle normative. Il risultato di questo scontro è una guerra delle tariffe che inevitabilmente, in assenza di una decisa azione di repressione, vedrà prevalere le aziende che violano le norme ricavandone un profitto a danno di quelle virtuose».

«Si consolida sempre di più la collaborazione tra il campus di Ravenna dell’Università di Bologna e le imprese portuali sul Candiano nonostante le criticità del momento ed i volumi in calo per tutta la portualità italiana». Lo afferma Giannantonio Mingozzi, presidente di Tcr. In questo avvio di anno accademico 2020/2021, secondo l’ex vicesindaco, ci sono alcuni dati e risultati che fanno ben sperare per il futuro, almeno sotto il profilo della qualità formativa e delle opportunità lavorative nel porto: «Giungono al terzo anno le due lauree triennali in Legge ad indirizzo logistico, trasporti e sistemi portuali e quella sulla sicurezza agroalimentare; anche il Master ad indirizzo marittimo compie tre anni, e tutte queste opzioni del diritto registrano una crescita di immatricolazioni a Ravenna che va dal 12 al 15 percento». La decima edizione del corso “Tecnici per la logistica” apre le scrizioni (vedi box nella pagina accanto): «Si avvale del sostegno di Confindustria, delle principali aziende del nostro porto nonchè di importanti imprese emiliano-romagnole». Anche Ingegneria avvia una nuova Magistrale ad indirizzo portuale, mentre resiste con ottimi risultati e nuovi iscritti la triennale ravennate di “OffShore” nonostante le difficoltà del settore. «Gli universitari iscritti alle lauree ad indirizzo portuale ed ai corsi di perfezionamento, sono ormai più di 400 e questi studenti si apprestano ad accompagnare imprese ed economia ravennate verso un porto che sia di tutta l'Emilia Romagna. È questa la priorità per tutti i giovani che scelgono Ravenna e e sono sicuro che la sensibilità che abbiamo dimostrato come imprese del porto sarà ben ripagata».

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ECONOMIA / PORTO / 9 5-11 novembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

DATI

Traffici merci: a settembre il calo è contenuto Crollano i cereali, crescono materiali edili Nel nono mese dell’anno sul Candiano movimentati due milioni di tonnellate, il 3,2 percento in meno rispetto al 2019. Nel periodo gennaio-settembre perdita del 16 percento. Container: -12,4 percento

Nel mese di settembre le merci movimentate nel porto di Ravenna sono state 1,94 milioni di tonnellate, il 3,2 percento in meno rispetto allo stesso mese del 2019. Dopo il crollo di agosto (-23,2 percento), il nono mese dell’anno segna un recupero. Nel confronto 2020-2019 i primi otto mesi registravano un calo del 17,4 percento, se invece si prende in considerazione il periodo gennaio-settembre si vede che la diminuzione è del 16 percento (3.115.125 tonnellate in meno). Sono dati divulgati dall’AutoritĂ portuale di Ravenna nel consueto report mensile (settembre è l’ultimo mese disponibile, pubblicato a fine ottobre). Analizzando nel dettaglio le merci in transito, emerge che le merci secche (rinfuse solide, merci varie e unitizzate) sono calate del 17,2 percento (2.762mila tonnellate in meno) rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno. Nello specifico i container presentano un calo del 12,4 percento mentre le merci su rotabili del 10,8. I prodotti liquidi - con una movimentazione pari a 3 milioni di tonnellate - hanno registrato una diminuzione del 10,3 percento. Il comparto agroalimentare (derrate alimentari e prodotti agricoli), con 3.590.092 tonnellate di merce, ha registrato nel periodo gennaio-settembre 2020 un calo dell’8,4 (328mila tonnellate in meno) rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno. A preoccupa-

FORMAZIONE/2

TECNICO DELLA LOGISTICA, DECIMA EDIZIONE DEL CORSO Al via la decima edizione del corso “Tecnico Superiore per la programmazione della produzione e logistica 4.0â€? con all’attivo oltre 200 frequentanti. Il percorso è gratuito, riservato a inoccupati residenti o domiciliati in Emilia-Romagna e ha una durata di 800 ore. Il corso finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e con cofinanziamento del Fse, è promosso dal Sestante Romagna in collaborazione con Fondazione Itl. Al termine del percorso appena concluso, circa il 40 percento dei frequentanti è stato inserito in azienda. La versatilitĂ della figura del tecnico per la programmazione della produzione e la logistica consente ai frequentanti di inserirsi in ambiti a supporto dei processi di programmazione della produzione e di gestione della supply chain, sia direttamente in imprese industriali, in provider logistici, imprese di autotrasporto e case di spedizioni e terminal. Per informazioni e invio delle domande di partecipazione per la nuova edizione la referente è Elena Strocchi, 0544-210425 estrocchi@confindustriaromagna.it - www.ilsestanteromagna.it.

re è l’ennesima performance negativa dei cereali sbarcati, categoria merceologica che sta registrando quest’anno il maggior calo nel porto di Ravenna (-62,2 percento in settembre e -59,2 percento nei nove mesi) e per la quale si prevede che il trend negativo prosegua almeno fino a fine anno. Le importazioni via nave sono generalmente penalizzate nei mesi estivi quando sono in corso i raccolti sia in Italia sia nell’Euro centrale: l’aumento dei cereali

arrivati via treno dall’est Europa è la conferma che gli altri mezzi di trasporto, treno e camion, sono particolarmente competitivi rispetto alla nave a livello di costi. I materiali da costruzione nel mese di settembre hanno invece registrato un aumento del 74 percento rispetto allo stesso mese del 2019. A trainare questa performance particolarmente positiva sono state le materie prime ceramiche. Segnali di ripresa produttiva per il

distretto ceramico e per il porto che dovrebbero essere confermate, secondo le prime proiezioni di ottobre, anche nei prossimi mesi. Non basta un buon settembre però: nel periodo gennaiosettembre il calo è del 23,9 percento. I prodotti metallurgigi risultano in calo, nel confronto tra ai primi nove mesi dei due anni del 23,2 percento: dopo il dato positivo di luglio viene confermata l’inversione di tendenza negativa giĂ registrata nel mese di agosto.

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10 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 5-11 novembre 2020

STRADE/1

STRADE/2

L’Anas sblocca 34 milioni per Ravenna: cantieri nel 2021 Lavori sull’Adriatica, dallo svincolo per l’E45 al “quadrifoglio” di Fornace, e sulla Ss 67, da Classe al porto. Finanziati anche altri 4 stralci di tangenziale Un cantiere sulla E45. A sinistra l’innesto tra Classicana e Adriatica nei pressi di Classe

La nuova E55 torna tra le opere strategiche per il ministero Una Orte-Mestre «riammodernata» potrebbe essere finanziata dal Recovery Fund Ss 16, nuova variante a Cervia Tempi più lunghi invece per Mezzano e Fosso Ghiaia Attesi da anni, sono stati sbloccati da Anas i fondi necessari alla riqualificazione della cosiddetta tangenziale di Ravenna, per molti ravennati ancora semplicemente “la Classicana”. Uno dei progetti che il sindaco Michele de Pascale aveva promesso entro il termine del proprio mandato (2021), ma senza considerare le croniche lentezze, oltre a un certo disinteresse dimostrato storicamente verso il territorio ravennate, della società pubblica che si occupa delle strade statali nel nostro Paese. In questi giorni però è arrivato l'annuncio che parrebbe definitivo, in cui si parla perfino di «svolta per la viabilità di Ravenna e dintorni». Anas comunica infatti di aver stanziato 90 milioni, già inseriti nel contratto di programma 2016-2020. Entrando nel dettaglio, 70 serviranno per la tangenziale che si snoda tra la statale 309 Romea e la 16 Adriatica. Si partirà con un primo stralcio da 13,6 milioni di euro con i lavori che secondo Anas dovranno iniziare entro il 2021, «una volta conclusa la conferenza di servizi e la progettazione esecutiva». Si tratta di circa 4 km di Adriatica (o “Classicana”) compresi tra l'ingresso/uscita della strada statale 3 bis Tiberina (un po’ per tutti, più semplicemente, E45) e l'innesto con la 309 dir al cosiddetto “quadrifoglio” poco più a nord di Fornace Zarattini. Saranno lavori di adeguamento e ampliamento della strada, allo scopo poi di conformare l'intera tangenziale alla tipologia B, ossia quella di extraurbana principale, con limite di velocità fissato a 110 km/h (salvo altre indicazioni). L'avvio dei rimanenti 4 stralci, tutti appunto già finanziati (con i restanti 56 milioni di euro circa) è previsto nel biennio successivo (2022-2023) e riguarderanno anche l’eliminazione del semaforo sulla Romea Dir, che in futuro – è la priorità della Regione, si legge in una nota, al momento però non ancora finanziata – dovrà essere portata a due corsie per senso di marcia. E sempre tra le priorità non finanziate – ricorda l'assessore alla Mobilità della Regione, il ravennate Andrea Corsini, esprimendo comunque soddisfazione per l'annuncio di Anas – c'è anche «la realizzazione di un nuovo collegamento fra la statale 67 e la rotonda degli Scaricatori (zona Bassette, ndr) in “bypass” del canale Candiano», intervento di cui si parla da decenni. Tornando invece alla più stretta attualità, nel 2021 è attesa anche la partenza del cantiere di adeguamen-

In tema di varianti sulla statale 16, il primo intervento in arrivo non sarà direttamente nella provincia di Ravenna ma a pochi chilometri di distanza, ad Argenta, i cui lavori partiranno il prossimo anno. Tornando all’interno dei confini ravennati è stata recentemente approvata dalla giunta dell’Emilia-Romagna – ci conferma l’assessore Andrea Corsini – la convenzione con Anas e Comune per realizzare una variante alla Ss 16 a Cervia, all'altezza della Chiesa della Madonna del Pino (vedi pagina 13). «Verrà progettata dalla Regione (180mila euro, ndr) e finanziata da Anas – conferma Corsini – con il cantiere che potrebbe aprire entro il 2022». Confermate anche le altre tre varianti attese da anni, per cui i tempi saranno però più lunghi, quelle di Fosso Ghiaia, Mezzano e il secondo lotto di Alfonsine. In questo caso i costi di progettazione verranno divisi a metà tra Anas e Regione, con quasi mezzo milione di euro a carico di quest’ultima (compresa però anche metà progettazione della Ravegnana, vedi pagina a fianco).

to e riqualificazione della Ss 67 “Tosco Romagnola”, anch'essa definita spesso dai ravennati “Classicana”, nel tratto che va da Classe (intersezione con l'Adriatica) fino all’intersezione con via Trieste. In questo caso si tratta di un primo stralcio di 20 milioni di euro attesi da anni (confermati dal Cipe già nel 2016) e che sommati ai 70 per la tangenziale portano ai 90 milioni stanziati complessivamente da Anas. Un intervento da coordinare con il Comune per la creazione anche di una nuova area di svincolo, su un progetto complessivo da 57 milioni di euro. Anas infatti deve ancora reperire il finanziamento pari a circa 30 milioni per l’adeguamento del viadotto sui Fiumi Uniti. Mentre l’Autorità Portuale sta portando avanti la progettazione dell’adeguamento dell’ultimo tratto di circa due km, di propria competenza, in corrispondenza dell’accesso all’area portuale. L’assessore comunale Roberto Fagnani si augura che questa sia la volta buona: «Negli ultimi anni non è stato facile relazionarsi con Anas». Luca Manservisi

La notizia è che in queste ultime settimane si è tornati a parlare di “nuova E55”. L’Orte-Mestre è infatti tra le opere strategiche inserite nel Piano Italia Veloce dal ministero e che dovrebbero essere quindi finanziate dall’Europa con il Recovery Fund, «un elenco molto concreto di opere cantierabili entro il 2023», ha dichiarato la ministra Paola De Micheli. «Anas ha presentato due proposte – ci dice al telefono l’assessore regionale Andrea Corsini, che in queste settimane ha potuto confrontarsi sul tema con la stessa ministra –, una con pedaggio, ossia per un’autostrada dai costi giganteschi, e l’altra invece, su cui si sta lavorando, che prevede una sorta di statale riammodernata, a due corsie per ogni senso di marcia. Il ministero potrebbe decidere di finanziarne la progettazione nel bilancio 2021». Tra le reazioni all’annuncio delle scorse settimane, va registrata quella di Cna Ravenna, tra le associazioni che negli anni hanno effettuato il pressing più insistente sul progetto: «Siamo particolarmente soddisfatti per la riapertura del dibattito sul tema del nuovo tracciato della E55 Ravenna-Mestre, opera fortemente richiesta dalla nostra associazione – afferma Laura Guerra, Presidente di Cna Fita Ravenna –. La realizzazione di questo progetto darebbe una risposta concreta alle esigenze improcrastinabili di aumento della velocità commerciale delle merci verso tutti i bacini economici più importanti aiutando la viabilità di Ravenna, al momento sottodimensionata rispetto alla mole di traffico commerciale. Questo intervento, assieme alla nuova Ravegnana, contribuirà al rilancio di un sistema economico e territoriale che sta procedendo in modo coordinato».

FORESE Nel 2021 si allarga via Bonifica: 3,3 milioni per la strada tra Porto Fuori e Lido Adriano Il 2021 dovrebbe essere l’anno di apertura del cantiere per riqualificare ia Bonifica, la strada di 5 km che unisce Porto Fuori e Lidro Adriano. Base d’asta della gara 3,3 milioni di euro. In questo periodo sono in corso le procedure di esproprio che riguardano una quarantina di proprietari. Gli espropri sono necessari perché il progetto, possibile dopo l’approvazione della variante in consiglio comunale lo scorso luglio, prevede l’allargamento della strada passando dagli attuali cinque metri a 7,5. Sarà poi realizzata anche una pista ciclopedonale larga 2,5 metri con separazione tramite cordolo. Gli interventi di messa in sicurezza riguardano anche l’eliminazione di un dosso e l’installazione dell’illuminazione pubblica sul percorso. L’intervento è atteso da anni: la strada diventa particolarmente trafficata nel periodo estivo con l’affluso verso il mare e spesso, anche in tempi recenti, è stata teatro di incidenti con esiti drammatici. La strettezza della strada con alcune curve cieche, unite spesso all’alta velocità, ha causato più di una vittima.


PRIMO PIANO / 11 5-11 novembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

STRADE/3

La Regione ha deciso: la Ravegnana verrà allargata e messa in sicurezza Progetto da quasi 85 milioni L’assessore Corsini: «Sarei felice di vedere i primi cantieri entro la fine della legislatura nel 2025». Scartate le ipotesi di nuovi tracciati Il tracciato della Ravegnana che collega Ravenna e Forlì è di fatto immutato da oltre due secoli. Fu voluta dal cardinale Luigi Valenti Gonzaga, eletto legato pontificio della Romagna da Papa Pio VI nel 1778. Ora è giunto il momento per ammodernare quel tratto di venti km scarsi della statale 67 Tosco-Romagnola che nel suo percorso complessivo unisce la città dei mosaici a Pisa. A luglio del 2019 l’Emilia-Romagna ha inserito la “nuova” Ravegnana nel piano regionale integrato dei trasporti (Prit), il principale strumento di pianificazione con cui la Regione stabilisce indirizzi e direttive per le politiche sulla mobilità e fissa i principali interventi. La stessa Regione ha quindi incaricato Anas, proprietaria della strada, di elaborare delle proposte di collegamento che sono state poi analizzate assieme ai Comuni di Ravenna e Forlì. «Abbiamo optato per la soluzione di adeguamento in “sede”», rivela l’assessore alla Mobilità della Regione, Andrea Corsini, mettendo fine di fatto al dibattito sulla cosiddetta “Ravegnana-bis”. Le alternative erano due, piuttosto onerose: un tracciato parallelo a quello originario, da 133 milioni di euro («ma cosa ce ne facevamo, poi, di due “Ravegnane”?», sorride Corsini) e una soluzione ancora più ambiziosa, una strada che si sarebbe dovuta innestare alla E45 con tanto di sottopasso autostradale, 5 ponti e 6 cavalcavia, da 195 milioni di euro. L’ipotesi scelta dalla Regione prevede invece come detto la riqualificazione del tracciato esistente e in particolare “l’allargamento della carreggiata da 7.5 a 9 metri – si legge nel testo del progetto –, la riduzione del numero delle immissioni in carreggiata, l’adeguamento della viabilità locale e la rimodulazione delle intersezioni tramite rotatorie e due tratti in variante locale (a Coccolia e Ghibullo, ndr)”.

Per un investimento stimato da parte di Anas di circa 80/85 milioni di euro. I costi di progettazione, parzialmente a carico della Regione, saranno già inseriti nel bilancio dell’ente che verrà approvato in novembre, in vista del 2021. «Il nostro obiettivo – commenta ancora Corsini – è quello di riqualificare la Ravegnana e renderla più sicura e siamo soddisfatti dell’ipotesi scelta. Le altre andavano a impattare di più sul territorio, mentre di quella della lista La Pigna (vedi articolo a fianco, ndr) è inutile parlare, perché i progetti li devono fare i proprietari delle strade, cioè in questo caso Anas. I tempi? Sarei felice – termina l’assessore – se entro questa legislatura (2025, ndr) potessero partire i primi cantieri». L’assessore stima poi che i lavori possano durare circa un anno.

LA LISTA CIVICA

LA PIGNA PROPONEVA L’IDEA BARBIERI: TRE PROVINCIALI E UN TRATTO DI E45 Investimento di 22 milioni per un tracciato bis che tocca le Ville Unite per rilanciare il territorio «La riqualificazione dell’attuale tracciato della Ravegnana è una scelta totalmente inadeguata alle esigenze del traffico attuale e futuro, considerando anche il rischio concreto che si verifichino nuove frane, a causa delle frequenti infiltrazioni dell’acqua dell’adiacente fiume Ronco». La consigliera comunale Veronica Verlicchi (Pigna) commenta così la scelta presa da Regione e Comune di Ravenna per il tratto di Ss67 tra Ravenna e Forlì (vedi articolo principale). La lista civica da tempo si batte per migliorare il collegamento tra le due città, ritenuto strategico per il tessuto economico. Con la collaborazione dell’ingegnere Andrea Barbieri è stata presentata anche una soluzione battezzata Ravegnana bis: «Si parte dallo svincolo di Osteria-Mirabilandia sulla E45 e si arriva direttamente alla rotonda del casello autostradale di Forlì. Appena 11,9 km di strada, che si realizzano allargando tre strade provinciali già esistenti. Un’ipotesi che, se perseguita, consentirebbe di valorizzare, senza attraversarle, le aree artigianali e commerciali delle Ville Unite oggi in grandissima crisi, favorendo investimenti e occupazione». Il costo dell’intervento sarebbe di 22 milioni di euro. Nel progetto targato Barbieri si stima che un mezzo per percorrere l’intero tratto Ravenna-Forlì sul nuovo percorso impiegherebbe, teoricamente, 12/14 minuti contro i 24 minuti minimi attualmente necessari sulla Ravegnana esistente: «Il primo tratto di E45 può essere percorso a una velocità di 110 km/h mentre il resto della strada a 90/70 km/h a seconda del tipo di strada».


12 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 5-11 novembre 2020

BAGNACAVALLO

Sottopasso e svincolo San Vitale-A14: due opere da 18 milioni di euro Nel 2021 attesa la gara per il nuovo incrocio alle porte della città e l’avvio dei lavori per la bretella che toglierà traffico dal passaggio a livello di via Naviglio

Due grandi opere, dal costo totale di 18 milioni euro, dovranno modificare la rete stradale di Bagnacavallo. Due interventi distinti, con percorsi autonomi verso la realizzazione, ma in stretta sinergia fra loro: il risultato sarà la riduzione del traffico, soprattutto quello pesante, sulla provinciale 253 San Vitale nel tratto di 4 km che attraversa il paese. Si tratta dello svincolo di collegamento tra la stessa San Vitale e l’autostrada A14 Dir, alle porte del paese a est, e la bretella sud-ovest che consentirà di ridurre il peso del traffico al passaggio a livello di via Naviglio. «L’inizio dei lavori per le opere sostitutive del passaggio a livello sulla via Naviglio è previsto per il prossimo anno», ha affermato nei giorni scorsi la sindaca Eleonora Proni in risposta alle critiche dalla Lega. Verrà realizzato un nuovo tratto di viabilità di circa un chilometro per collegare la San Vitale con l’area produttiva Naviglio nei pressi della rotonda per l’A14 Dir. È prevista la realizzione di tre nuove rotatorie e un sottopasso nel punto in cui attualmente la linea ferroviaria RavennaLugo incrocia via Bagnoli Superiore. Il passaggio a livello di via Naviglio rimarrà aperto, ma con limitazioni in particolare per tutti i mezzi pesanti che non sono diretti ad aziende insediate nella zona. Progetto da 12 milioni di euro così ripartiti: 600mila euro dalla Provincia, 2,8 milioni da Rfi, tre milioni dalla Regione e 5,8 milioni dal Comune che si farà ca-

Il rendering del sottopasso che verrà realizzato in corrispondenza di via Bagnoli Superiore per collegare lo svincolo A14 su via Naviglio con la provinciale San Vitale alle porte di Bagnacavallo in direzzione Lugo

rico anche della spesa di circa 600mila euro per gli espropri. Rfi è la stazione appaltante. «Alla gara hanno partecipato più ditte – spiega la prima cittadina, smentendo le affermazioni del Carroccio che parlava di gara deserta –. L’iter per l’affidamento dei lavori prosegue regolarmente e ora si è in attesa dell’apertura della busta economica, cui seguirà l’affidamento da parte di Rfi alla ditta aggiudicataria». L’altro intervento invece porterà alla realiz-

zazione di un secondo svincolo dell’autostrada a Bagnacavallo: due rotonde con due due rampe di accesso che collegheranno l’A14 Dir e la San Vitale e così l’autostrada potrà svolgere le funzioni di circondario sud-est di Bagnacavallo andando a collegarsi con la bretella di via Bagnoli già ricordata. L’opera è progettata e realizzata dalla Provincia con una spesa complessiva di 5,8 milioni di euro: 3,2 tramite un contributo della Regione Emilia Romagna, 2,5 dalla Provincia stessa e per

RUSSI Nuova rotonda a Godo all’altezza dell’Eurocompany Il 2021 potrebbe essere l’anno per l’avvio dei lavori per realizzare la nuova rotatoria “Monaldina” (25 m di diametro) sulla strada provinciale 253 San Vitale nel comune di Russi all’altezza di Godo, in corrispondenza dell’azienda Eurocompany. Il progetto da mezzo milione di euro servirà per collegare via dei Mestieri (l’insediamento artigianale dove hanno sede Artigiana Legno e Studio T) alla provinciale e poi a via Faentina con la realizzazione di un nuovo tratto di strada su terreni seminativi da espropriare (30mila euro per poco meno di un ettaro). Entrambe le nuove bretelle saranno dotate di pista ciclabile con impianto di pubblica illuminazione. Durata complessiva stimata in un anno. Sarebbe la seconda rotonda a poca distanza da quella con via Sentierone.

i restanti 100mila euro da imprese del territorio bagnacavallese. La Provincia prosegue nell'iter per poter avviare nel 2021 la gara per l’affidamento dei lavori. «Sono opere fondamentali per la città – conclude Proni – ma avranno un impatto che andrà ben oltre il solo ambito locale, in termini di viabilità, sicurezza del traffico, qualità dell’aria, ammodernamento del territorio e migliori condizioni per le imprese». Andrea Alberizia

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Intanto Comune e Anas al lavoro per la circonvallazione: via Emilia fuori dal centro abitato, 60 milioni per 3 km Se ne parla da un ventennio e le prospettive realistiche dicono che serviranno ancora diversi anni. Il riferimento è il nuovo casello autostradale della A14 nel comune di Castel Bolognese, il terzo in provincia dopo Faenza e Lugo-Cotignola. L’opera verrebbe realizzata a ridosso dello svincolo con la diramazione per Ravenna, in collegamento con la via provinciale Borello in una posizione favorevole anche per il territorio di Solarolo, e fa parte del maxi progetto da alcune centinaia di milioni di euro per la quarta corsia nei 30 km fra San Lazzaro e l’A14 Dir. La progettazione è già a buon punto, ci spiega il sindaco Luca Della Godenza, gli espropri sono stati concordati ma la gara d’appalto ancora non viene bandita per via dell’ormai nota diatriba tra Stato e Aspi che ha la concessione delle autostrade. Della Godenza è schietto: «Se la concessione resterà in vigore ci sono buone prospettive, in caso di revoca temo che sarà quasi come ricominciare da capo. Eppure bisognerebbe fosse chiaro che questo casello, per l’importanza che avrebbe nel territorio, non può dipendere dalla trattativa nazionale. L’abbiamo sottolineato in più sedi: è un’opera strategica per tutta la Regione». Ma non è l’unica grande infrastruttura viaria che potrebbe modificare il tessuto castellano. Comune e Anas stanno definendo il progetto da 60 milioni di euro per la nuova circonvallazione: un tratto di tre km di nuova strada con cui verrebbe sdoppiato il tracciato della via Emilia togliendo traffico dal centro abitato. «Ogni giorno transitano in media 26mila veicoli. Con la variante verrebbero spostati fuori a valle della ferrovia». Qui le cose sembrano essere più avanti: sis ta chiudendo il progetto esecutivo e la speranza è di andare a gara nel 2021. «Abbiamo chiesto una valutazione sull’impatto delle aziende agricole i cui campi verrebbero toccati dai lavori. Per i raccolti c’è differenza iniziare in maggio o in settembre».


PRIMO PIANO / 13 5-11 novembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

CERVIA

Il prossimo obiettivo è la variante dell’Adriatica all’altezza delle terme Opera da 8 milioni di euro. Già due maxi rotonde con ingressi al paese hanno modificato la viabilità La rotonda “delle Saline” a Cervia: inaugurata a maggio 2019 all’incrocio tra Adriatica e via Martiri Fantini

LUGO

ENTRO FINE ANNO SI DECIDE SE FARE IL SOTTOPASSO PER VIA PIANO CARICATORE Opera da 5 milioni: il Comune sta ragionando con Rfi e Conad che avrebbe benefici per l’area ex acetificio La programmazione delle infrastrutture a Lugo al momento è focalizzata sul passaggio a livello di via Piano Caricatore: il Comune sta facendo valutazioni per decidere se eliminarlo e realizzare un sottopasso oppure intervenire solo con opere di miglioria della viabilità. La decisione definitiva, ci spiega l’assessora Veronica Valmori con delega ai Lavori pubblici, verrà presa entro fine anno. Il sottopasso sarebbe un’opera da circa 5 milioni di euro. Sono quindi in corso confronti con i soggetti coinvolti a vario titolo dalle ricadute di questo intervento: in primis Rfi a cui si sta chiedendo un intervento più cospicuo dei 700mila euro che stanzia solitamente per la chiusura di ogni passaggio a livello, ma anche Conad che sta riqualificando l’ex acetificio Venturi con una centro commerciale che trarrebbe beneficio da una viabilità più fluida. L’intervento si farà solo se i vantaggi valgono la spesa perché, come ricorda anche Valmori, un efficiente sottopasso tra città e Stuoie già esiste. Tra le opere completate di recente c’è la riqualificazione di via Traversagno a Voltana: 1,6 milioni di euro per la messa in sicurezza. Strada già transitabile, ora si studiano soluzioni per mitigare la velocità dei veicoli.

Il Comune di Cervia e la Regione Emilia-Romagna stanno lavorando con Anas per definire una convenzione per la progettazione della variante della statale Adriatica all’altezza delle treme, nei pressi della chiesa della Madonna del Pino. In seguito Anas, con il contributo del Comune, finanzierà la realizzazione dell’opera il cui costo ammonta indicativamente in circa 8 milioni di euro. Di recente due rotonde e un sottopasso, costati in totale 15 milioni di euro, hanno modificato la viabilità della stessa statale nel territorio cervese. A maggio del 2019 è stata inaugurata la rotonda all’incrocio tra la statale 16 la provinciale 254R e la via Martiri Fantini, uno dei principali accessi all’abitato di Cervia. L’opera è costata 2,1 milioni di euro e arriva a sette anni dalla firma sulla convenzione, i lavori sono iniziati a settembre 2017. Da novembre 2016, dopo tre anni anni e mezzo di cantiere, sono percorribili la rotatoria e il nuovo svincolo con sottopasso all’incrocio tra l’Adriatica e la strada provinciale 71bis. L’opera riconnette il territorio inciso dalla ferrovia con la soppressione dei passaggi a livello esistenti, realizzando il nuovo ingresso a Pinarella. Costo 13 milioni di euro così ripartiti: 3 dalla Regione; 1,5 dalla Provincia; 2,14 dal Comune; 5 da Anas e 1,5 da Rfi.

Il sottopasso di Lugo al servizio di via Felisio

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14 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 5-11 novembre 2020

LA MAPPA La curiosità: anche Ravenna ha un ponte progettato da Morandi

Le fasi della demolizione del ponte Teodorico a giugno 2020: il nuovo ponte dovrebbe essere transitabile da fine dicembre

Anche Ravenna ha un ponte progettato da Riccardo Morandi, l’ingegnere del noto viadotto Polcevera dell’autostrada A10 a Genova crollato il 14 agosto 2018 causando 43 morti. Si tratta del cavalcavia della statale 309 Romea sopra alla rotonda degli Spedizionieri alle porte della zona artigianale Bassette, a nord della città. Il Morandi ravennate non ha nulla in comune con il Morandi genovese per quanto riguarda dimensioni e scelte strutturali. Quello della A10 era lungo 1,1 km con una altezza di 90 metri, quello della 309 è poco meno di trecento metri e alto qualche metro con travi prefabbricate. A separare i due manufatti ci sono anche vent’anni: il Polcevera è del 1967 mentre quello della Romea è della seconda metà degli Ottanta (Morandi morì nel 1989). Anas, l’ente che ha la competenza sulla strada statale, fa sapere che il ponte ravennate non è tra quelli sotto osservazione per lo stato di conservazione che dalle ultime verifiche risulta buono.

Tra cantieri in ritardo e progetti, la situazione dei ponti stradali Nel comune di Ravenna molti hanno limitazioni al peso dei veicoli che possono transitare ma uno nuovo non viene utilizzato. Lugo si prepara a mesi di chiusura sul Senio Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire ponti anche dove non ci sono fiumi. (Nikita Kruscev, 1960) La rete stradale di competenza del Comune di Ravenna, il secondo più esteso in Italia (652 kmq, la metà di Roma), ha una lunghezza totale di circa 1.600 km, di questi ce ne sono quasi cinque sopraelevati: sono quelli sviluppati da 256 ponti con un totale di 386 campate. Nel 2011 la ditta 4 Emme Service di Bolzano è stata incaricata da Palazzo Merlato di eseguire i censimenti e le ispezioni sui 48 ponti in condizioni peggiori (sopralluoghi già compiuti tra il 1989 e il 1992 su 171 ponti comunali avevano individuato in 46 di loro screpolature, cedimenti, fessurazioni, lesioni, distacco di mattoni, pietre sconnesse). La relazioni finale dell’impresa rilasciò per ciascun manufatto dichiarazioni di transitabilità temporanea. Qualora non fossero compiuti i prescritti lavori di messa a norma, avrebbero dovuto essere chiusi al traffico, a seconda dei casi, nei mesi di marzo 2016 o 2017 o 2018. Sapendo che non c’erano tempi per mettere a norma tutti i 48 ponti, il Comune decise di introdurre limitazioni al peso massimo dei veicoli in transito: ne scaturirono 16 ordinanze, uscite tra il 30 marzo e il 27 ottobre 2016. GRATTACOPPA Quello in condizioni peggiori tra i 48, stando a quanto divulgato dal consigliere comunale Alvaro Ancisi, è il ponte sul fiume Lamone a Grattacoppa, tra Savarna e Torri. Transito limitato ai mezzi fino a 20 tonnellate. Un progetto preliminare di ristrutturazione da 1,7 milioni di euro avrebbe fatto nascere un nuovo ponte per il 2017. Al momento in cui il Comune andò per affidare la redazione del progetto definitivo ed esecutivo, ci si accorse che mancavano le carte originali. E così partì tutto da capo per arrivare a un progetto di demolizione e ricostruzione da 2,8 milioni di euro: un impalcato continuo a tre campate in acciaio e calcestruzzo. A febbraio erano iniziate le opere preliminari. Previsioni di completamento entro due anni, ma da febbraio non è stato fatto altro. Dal Comune stimano che il 2021 potrà essere l’anno della partenza del cantiere: previsti diversi mesi di chiusura.

TRE PONTI Se si parla di ritardi, allora tocca citare i Tre Ponti. A novembre 2016 partirono i lavori di demolizione e rifacimento dei ponti sugli scoli consorziali Canala e Cupa, in via Sant’Alberto a Ravenna, all’incrocio detto appunto dei “Tre ponti” (il terzo è quello sullo scolo consorziale Fagiolo, il più a sud dei tre). Il cantiere aprì quando la strada era chiusa già da due anni. Investimento da parte del Comune di 900mila euro, realizzato dalla Adriatica Costruzioni Cervese, riapertura prevista a marzo 2017 e invece fu maggio. Nella campagna elettorale della primavera 2016 l’amministrazione uscente e la coalizione di centrosinistra avevano promesso il termine dei lavori entro fine anno. PONTE ASSI Se i ritardi sono spesso la norma nei lavori pubblici, non è difficile intuire l’orgoglio dell’amministrazione comunale ravennate quando un anno fa annunciò la conclusione dei lavori al ponte Assi di via Ravegnana, sul fiume Montone a sud della città, negli otto mesi esatti preventivati. Anzi, addirittura con 8 giorni di anticipo rispetto ai termini con-

trattuali. Intervento da 700mila euro necessario per la realizzazione di interventi di ripristino tecnologico e risanamento strutturale dell’impalcato per ristabilire la funzionalità dello stesso e togliere le limitazioni di portata a 40 tonnellate. TEODORICO La puntualità di ponte Assi è quella che ci si augura anche per il cavalcaferrovia Teodorico, in via Darsena nei pressi del mausoleo da cui prende nome. In tre weekend di giugno è stato demolito con la previsione di aprire il nuovo entro fine anno. La dimensione delle cinque arcate dello storico ponte, che sovrastava i binari delle linee Bologna-Ravenna e Ferrara-Ravenna e collegava la zona della Darsena al centro storico della città, non permetteva il passaggio dei treni merci adibiti al trasporto di semirimorchi o di interi camion. Rete ferroviaria italiana (Gruppo Fs) ha progettato un nuovo ponte stradale ad arco con trave a via inferiore, caratterizzato da un’unica campata di 56 metri di ampiezza e un impalcato lungo 58 metri e largo 19. È stata smontata e demolita anche la passerella pedonale che correva pa-

GLI ALTRI INTERVENTI La rete della Provincia ha uno sviluppo totale di 800mila km: il panorama delle opere in corso e in arrivo La rete stradale gestita dalla Provincia di Ravenna ha uno sviluppo complessivo di 800.822 km ripartito nei seguenti tre ambiti territoriali: 265mila a Ravenna, 275mila a Faenza e 260mila a Lugo. Al servizio della rete provinciale sono presenti 270 ponti. Il sindaco di Fusignano Nicola Pasi ha la delega ai Lavori pubblici per la Provincia. Con lui abbiamo ricapitolato i principali interventi sulle strade provinciali non citati negli articoli delle sei pagine di primo piano. A Cotignola è stata da poco completata la rotatoria nei pressi della Madel (200mila euro) e si sta definendo il progetto per quella all’incrocio tra via Madonna di Genova e via Felisio nei pressi della clinica privata Maria Cecilia. Tra Lugo e Conselice sono in corso i lavori da tre milioni di euro per allargare via Gardizza che collega la Bastia con la statale 16. A Fusignano affidati i lavori per la rotatoria all’incrocio con via Quarantola: 360mila euro. A Bagnara è stata completata la rotatoria del cimitero fra Sp 48 e Sp 67 (240mila euro). A Sant’Agata è già in servizio la rotatoria tra la San Vitale e la Bastia: 150mila euro. Alfonsine: per 250mila euro è stata realizzata la rotonda in via Raspona. A Brisighella 2 milioni di euro per la messa in sicurezza dell’ex statale 302 nell’ultimo tratto prima del confine provinciale. Entro novembre dovrebbe essere completo l’intervento in località Isola sulla Casolana con un intervento di 4 milioni di euro. È in corso la procedura concorsuale per l’adeguamento statico e sismico del ponte sulla chiusa del fiume Senio sulla provinciale 306 per due milioni.

rallela al ponte: il nuovo manufatto avrà un percorso pedonale su un lato e uno ciclabile sull’altro. Investimento complessivo da nove milioni di euro a carico di Rfi. QUELLO MAI USATO Ma Ravenna può vantare anche un ponte costato 210mila euro di soldi pubblici e mai utilizzato. È quello sullo scolo Lama in zona Pala De Andrè: mai messo a disposizione degli automobilisti perché non è mai stato realizzato il raddoppio del tratto di via Canale Molinetto che avrebbe dovuto utilizzare il manufatto. L’opera fu approvata dal consiglio comunale nel 2008 e rapidamente costruita, parallela all’attuale tracciato di via Canale Molinetto nel tratto tra via Gulli e viale Europa. ALBERGONE Anche nel resto della provincia non mancano vicende tormentate attorno ai ponti. Per conferma chiedere a Bagnacavallo. Il ponte Albergone sul fiume Lamone – sulla provinciale 253 San Vitale – è stato chiuso un anno a partire da settembre 2016 per l’adeguamento statico, sismico e funzionale: la previsione era di completare le opere in sei mesi. A causare il ritardo furono i problemi con l’azienda aggiudicataria: la Pinciara di Milano. Per venirne fuori fu necessaria la risoluzione del contratto in corso d’opera e l’affidamento dei lavori da parte della Provincia alla seconda classificata al bando del 2014, l’impresa consortile Arco Lavori di Ravenna. Importo complessivo dei lavori 1,7 milioni di euro finanziato dalla Regione. LUGO INCROCIA LE DITA Il piano prevedeva il medesimo intervento a ruota anche sul ponte della Chiusa sulla stessa 253 San Vitale sul fiume Senio alle porte di Lugo. Anche lì si prevedevano almeno sei mesi di interruzione al transito: il caso Albergone deve aver spaventato qualcuno perché a tre anni di distanza ancora non è partito nessun cantiere. Ora sembra tutto pronto e il 2021 dovrebbe essere l’anno dell’intervento. FELISIO Analoghi disagi a Solarolo. Il ponte Felisio che scavalca il Senio venne chiuso a giugno 2018 per un intervento che doveva finire a ottobre e invece proseguì fino a pochi giorni dopo Natale. SUL CONFINE I lavori di consolidamento del ponte tra Roncalceci e San Pancrazio, al confine tra i comuni di Ravenna e Russi (costo 1,1 milioni di euro) dovevano partire lo scorso aprile per concludersi in agosto con divieto di transito per tre mesi. Il lockdown e la pandemia hanno fermato tutto. Il progetto prevede la demolizione dell’impalcato che sarà sostituito da una struttura più leggera. I pilastri del ponte lungo 65 metri, costruito negli anni Trenta, hanno infatti retto bene l’usura del tempo e non necessitano di una sostituzione in toto. Progetto finito, va messo a bando: i lavori potrebbero partire per davvero nel 2021. Andrea Alberizia


PRIMO PIANO / 15 5-11 novembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

L’OPINIONE

Le critiche di Legambiente: «La soluzione non è fare nuove strade, va ridotto il trasporto su gomma» L’associazione ecologista chiede più dialogo fra livello regionale e comunale per ridurre l’uso delle auto private La progettazione di opere viarie è una voce importante nella visione della mobilità di chi amministra territorio. Il tema è da sempre all’attenzione di Legambiente. All’associazione green regionale abbiamo chiesto una riflessione sulle infrastrutture stradali ravennati. La regione Emilia Romagna ha definito obiettivi ambiziosi per la decarbonizzazione della nostra economia che vede nei trasporti sicuramente una delle sfide da risolvere. Senza contare poi degli obiettivi della stessa regione sul consumo di suolo zero che vedrebbe diverse infrastrutture stradali non conteggiate nel limite del 3 percento di territorio urbanizzato in quanto considerabili strategiche. Il Recovery Plan che si sta ad oggi delineando dovrà definire delle priorità operative a cui indirizzare le nuove risorse economiche ed è chiaro che l’apertura di nuovi cantieri rimane un fattore di interesse per le amministrazioni locali. La vera priorità dovrebbe essere quella dei tanti piccoli cantieri di manutenzione del territorio e delle infrastrutture presenti. Difatti la Regione Emilia Romagna non perde occasione per chiedere risorse allo Stato su nuove infrastrutture stradali, senza porre la stessa enfasi alla richiesta di risorse necessarie alle pratiche di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici. È importante che le pianificazioni regionali (Prit) dialoghino con quelle dei territorio (Pums), ponendo obiettivi vincolati alla necessaria diminuzione della circolazione dell’auto privata. Per Ravenna si parla di “Nuova Romea” con la proposta di nuova strada a 4 corsie, di collegamento tra Ravenna e Venezia, che impatterà su aree di importante interesse naturalistico, di “Bretella Mattei” nel quartiere San Giuseppe, la

COMMENTO/1 Cna soddisfatta: «Bravi amministratori, ora serve la E55 per il nord Europa» «L’avvio dei lavori di adeguamento della viabilità principale di Ravenna e delle strade di accesso al porto, previsto per il 2021, rappresenta un ulteriore elemento positivo nel programma di investimenti per il futuro del porto e del conseguente rilancio economico di tutto il territorio regionale». Lo afferma la Cna provinciale. «Tenendo conto delle opere per l’approfondimento dei fondali del porto, che dovrebbero partire nella prima parte del prossimo anno, e in considerazione dell’interesse delle principali compagnie di shipping per lo scalo ravennate, riteniamo che si possa esprimere un doveroso apprezzamento per il lavoro degli Amministratori pubblici. Occorre completare il collegamento con i grandi corridoi europei in particolare verso il nord e centro Europa». Per questo l’associazione di categoria si dice soddisfatta per la riapertura del dibattito sul tema del nuovo tracciato della E55 Ravenna-Mestre: «La realizzazione di questo progetto darebbe una risposta concreta alle esigenze improcrastinabili di aumento della velocità commerciale delle merci verso tutti i bacini economici più importanti».

COMMENTO/2 Bessi (Pd): «Nuove opere aumentano la capacità di attrarre nuove iniziative»

bretella di Porto Fuori, così come altri interventi legati all’Adriatica e Fosso Ghiaia e la tangenziale di Faenza. L’idea di veder realizzate sul territorio di Ravenna, ulteriori strade, non rappresenta una soluzione sotto tanti punti di vista: quello del miglioramento della viabilità, che di base dovrà puntare piuttosto su una riduzione del trasporto su gomma, quello del lavoro, in quanto le priorità dovrebbero essere i numerosi cantieri manutentivi (vedi le nostre statali dissestate anche a seguito dei numerosi diserbi), e quello legato agli obiettivi sulla riduzione delle emissioni.

«Riqualificare due arterie importanti come la Classicana e la Ravegnana è strategico per lo sviluppo del territorio e per il porto di Ravenna». Il consigliere regionale Gianni Bessi (Pd) plaude all’investimento di 90 milioni di euro per la tangenziale della città e la Ravegnana da Classe al porto, annunciati dall’assessore regionale Andrea Corsini dopo l’incontro tra gli amministratori locali e l’Anas. «Sarà un vantaggio non solo di percorribilità e sicurezza ma anche della capacità del territorio di attrazione di nuove iniziative economiche».


16 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 5-11 novembre 2020

DONNE/1 LUTTO È morto il professor Pasquini, Lauro Dantesco “ad honorem” Il sindaco: «Dedichiamogli il congresso internazionale» È morto il 3 novembre a 85 anni Emilio Pasquini, professore emerito dell'Università di Bologna, tra i maggiori studiosi italiani di Dante. A Ravenna curò il ciclo di Letture Classensi del 2011 e ha ricevuto il Lauro Dantesco ad honorem. Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale esprime «grande dolore» e «un’affettuosa vicinanza alla famiglia e in particolare alla figlia Laura che con grande generosità dà il proprio contributo di studiosa al percorso della nostra città per il VII centenario di Dante». «Ravenna – continua il sindaco – ha avuto l’onore di ascoltare i suoi straordinari insegnamenti in molte occasioni legate alla memoria di Dante; tantissimi ragazzi e ragazze della nostra città hanno avuto il privilegio di formarsi alle sue lezioni universitarie appassionate e ricchissime; la conoscenza e la comprensione della Commedia che la nostra comunità vive certo non può prescindere dal suo studio e dal contributo puntuale del suo commento al poema». De Pascale fa poi una proposta: «Il 26 maggio 2021 si aprirà il Congresso Internazionale Dantesco del Centenario. Vorrei che venisse dedicato alla memoria del professor Pasquini, come riconoscimento del suo magistero altissimo e come monito della necessità dello studio del suo lascito per la valorizzazione di Dante».

E la storia del femminismo passa nella sala d’attesa dell’Anagrafe di Ravenna... Torna la rassegna “Una società per relazioni”

MOBILITÀ SOSTENIBILE L’auto elettrica arriva nell’autoscuola E si può prendere la patente “speciale” con cambio automatico A partire dal mese di novembre, con una iniziativa che ha ancora pochi eguali in Italia, in provincia sarà possibile fare lezioni di guida su un’auto elettrica attrezzata (una Volkswagen E-Up, nella foto con il sindaco De Pascale), grazie all’iniziativa di AU.RA. – Autoscuole Ravenna, società che festeggia quest’anno i 25 anni di attività e che vanta diverse sedi nei territori comunali di Ravenna e Cervia. Per gli allievi sarà quindi possibile fare le prime guide in strada, per prendere contatto con l’ambiente, senza dover utilizzare cambio e frizione. Il veicolo elettrico inoltre può essere condotto anche senza l’utilizzo del freno, imparando a dosare l’acceleratore e il “freno motore” che si attiva nella fase di recupero energia. Infine, sarà possibile sostenere l’esame di guida, anche se in questo caso la patente verrà rilasciata col codice armonizzato 78, che significa limitazione di guida ai veicoli con cambio automatico (successivamente, anche a distanza di anni, si potrà ottenere la patente di guida anche per veicoli a marce, sostenendo soltanto un esame pratico, senza dover ripetere quello teorico).

In occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne, che si celebra il 25 novembre, torna a Ravenna “Una società per relazioni”, due mesi di appuntamenti, in programma originariamente dal 24 ottobre al 15 dicembre ma con un calendario già stravolto dall’emergenza Covid. La rassegna è promossa dall’ assessorato alle Politiche e cultura di genere, guidato dall’ assessora Ouidad Bakkali, in collaborazione con Villaggio globale, che fa da capofila a numerose altre associazioni, cooperative sociali e istituzioni locali. Il tema delle relazioni tra i generi sarà affrontato sotto molteplici aspetti e linguaggi, anche giuridici e sociologici. Molti eventi saranno in diretta facebook o in modalità webinar e sullo svolgimento di altri, inizialmente previsti in presenza, si darà comunicazione di volta in volta a seconda se sarà possibile trasferirli o meno su piattaforme online. Materiale audio-visivo sarà trasmesso in sequenza ripetuta attraverso monitor presso alcuni luoghi della città, per stimolare riflessioni e mantenere viva l'attenzione sulla condizione delle donne. Come fino al 30 novembre accadrà nella sala d’aspetto dell’Anagrafe di via Berlinguer, a Ravenna, dove verranno proiettati i “Frammenti di Lea”, a cura dell’associazione Femminile Maschile Plurale: dieci incontri nella storia del femminismo, sviluppati tramite audio-video sottotitolati; parole e voce di Lea Melandri (nella foto) saggista, scrittrice e giornalista, figura tra le più significative e autorevoli del femminismo. Per gli eventi on line, per prenotarsi e conoscere eventuali modifiche della programmazione collegate alla emergenza sanitaria, è necessario consultare la pagina facebook “Una società per relazioni”.

DONNE/2

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CALDERONI È LA LUPA SU SKY, “ARCHETIPO DEL FEMMINILE” L’attrice lughese Silvia Calderoni – nota anche per il suo impegno nel tenere alta l’attenzione sulle questioni di genere – è la protagonista di "Romulus" la nuova serie Sky diretta da Matteo Rovere in onda dal 6 novembre. Interpreta una madre-guerriera a guida dei Ruminales, i fedeli seguaci di Rumina, dea delle lupe e dei lupi nonché protettrice delle donne allattanti. Una Lupa-donna – si legge nella cartella stampa – che diventa archetipo del femminile.


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CULTURA / 17

SERVIZI DI PULIZIA - PRONTO INTERVENTO E EMERGENZE PULIZIE E SANIFICAZIONE AMBIENTI, UFFICI E ABITAZIONI TRATTAMENTO PER ZANZARA TIGRE GIARDINAGGIO

L’INTERVENTO

«IL “SUPERFLUO” LO ABBIAMO COLPITO NOI, DA QUANDO ABBIAMO PREFERITO CHI “VENDE DI PIÙ” ALLA QUALITÀ» Sulla cultura chiusa per decreto E la presunta sicurezza di cinema e teatri... Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento di Nevio Galeati, giornalista e direttore del festival letterario GialloLuna NeroNotte, sul tema della chiusura del comparto della cultura e dello spettacolo, trattato sull’ultimo numero nell’editoriale di pagina 3 dal nostro direttore Fausto Piazza. «Caro Direttore, ho letto il suo fondo “La Ravenna viso-in-aria” e mi permetto qualche commento e un pizzico di critica. Parto con una considerazione che dovrebbe/potrebbe essere un prerequisito di questo dibattito sul cosiddetto superfluo. Qualche anno fa (nel 2004, per la precisione) l’editore Danilo Montanari pubblicò un volume collegato alla mostra che GialloLuna NeroNotte dedicò a Panebarco. Il titolo era “L’utilità dell’inutilità”: un concetto chiaro, quindi, riassunto in un aforisma. Che, anzi, il medesimo punto di vista si legge già in Voltaire: «le superflue, chose très nécessaire» (da “Le Modain”, 1736). Non solo: superfluo (cioè quello che non è necessario né indispensabile, per la Treccani) non è sinonimo di superficiale. Concordo dunque con il suo ragionamento. Fin qui. È analogo al suo – e credo un pochino conosciuto – l’affetto che provo per le realtà teatrali, e culturali in genere, ravennati. Un affetto non acritico, va da sé, perché gli scarafaggi restano scarafaggi, mamma a parte; ma vero e costante. Sottoscrivo, così, la considerazione sulle radici “lontane e profonde, seminate e coltivate da innumerevoli operatori della cultura e artisti”. Però – ecco, arrivo - il superfluo per così dire essenziale non è stato colpito e chiuso da un timido Dpcm (una pezza peggio del buco, si sarebbe detto una volta), ma da tutti noi italiani. Da un bel po’ di tempo. Da quando abbiamo accolto e interiorizzato l’idea che – inutile per inutile – vada meglio chi vende di più, altro che qualità. Così, liberismo per liberismo per 3,14 abbiamo fatto salire gli ascolti tivù di programmi in stile Bagaglino e annullato trasmissioni di approfondimento come Blu Notte; arricchito e trasformato in maître à penser autori dei cinepanettoni e ballerini/e di prima fila - scrittori compresi – dimenticando straordinari artigiani del teatro e del cinema. Mentre si tagliavano i piccoli ospedali decentrati, si riducevano i posti letto, si azzoppava (forse ammazzava, lasciando fantasmi e zombi al suo posto) la scuola. In un paese, il nostro, fra i più arretrati rispetto al funzionamento di internet. Dove, poi, si tolgono fondi all’università pubblica, ma si sostiene quella – costosa – privata. Già: è un’eccellenza. Tutto questo è successo senza strilli o strepiti, piazze piene o esternazioni nazionali. Abbiamo lasciato fare. Concedendo che la qualità andasse a ramengo o diventasse uno strano essere da far tutelare al Wwf. Insomma: le sale cinematografiche erano già state chiuse dagli ipermercati del consumo dove, fra un bidone di pop corn, bibite e bowling, si può vedere anche un film. Con pizza prima o dopo. Quasi durante. Quindi, ammettiamolo una buona volta: siamo stati noi. Un’ultima considerazione. Si dice, con forza, scendendo anche in piazza: cinema, teatri, sale da concerto e per convegni sono luoghi sicuri: non ci sono (quasi) mai state segnalazioni di contagi in quegli spazi. E mettiamo anche ristoranti e bar nell’elenco dei luoghi “messi in sicurezza” da gestori coscienziosi e corretti. Ho la sensazione che questo sia un sillogismo truccato. Sarebbe vero se si potessero effettuare test rapidi prima e dopo aver goduto di uno spettacolo o di un ottimo menù. Perché le persone asintomatiche sono, come tali, non riconoscibili. Ma infettano. Va da sé che la manifestazione della malattia, se la si è beccata in uno fra quei posti “sicuri”, arriverà qualche giorno dopo; e drammaticamente a casa e, quindi, al Pronto soccorso o dal medico. Quindi i contagi potrebbero non “avvenire” in famiglia, ma “manifestarsi” in quella situazione; e lì diffondersi di più. Perché se, davvero, sono le mura domestiche il focolaio maggiore, altro che chiudere teatri e cinema: ci dovrebbero mettere in isolamento per un mese. Tutti. Anche perché – è un’esperienza diretta – non sono stato “monitorato” nei ristoranti che ho frequentato dalla riapertura post clausura a oggi. Altro che tracciamento possibile». Nevio Galeati

5-11 novembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

CINEMA Il festival dedicato alle scuole si farà, in streaming e con masterclass su Zoom Torna dal 9 al 15 novembre “Visioni fantastiche”, il festival cinematografico di Ravenna dedicato alle scuole di ogni ordine e grado (nella foto il manifesto). Studenti dai 6 ai 19 anni potranno partecipare a un ricco programma di iniziative gratuite dedicate al cinema fantastico e all’arte cinematografica. Adattandosi alle nuove disposizioni anti Covid, i film verrano trasmessi in streaming e al momento di andare in stampa non era ancora chiaro se ci sarà la possibilità di organizzare anche eventi in presenza. Le masterclass, invece, verranno effettuate sulla piattaforma Zoom in modo che tutti gli studenti possano seguirle in sicurezza. «Stiamo navigando a vista, ma con la barra sempre puntata in direzione di un’edizione di Visioni Fantastiche memorabile – afferma il direttore artistico Franco Calandrini –. Così ci apprestiamo a mettere in atto la sua opzione più impegnativa, che abbiamo sperato di scongiurare fino all’ultimo ma che certo non ci trova impreparati. L’opzione ibrida è quella che richiede gli sforzi maggiori perché equivale preparare due festival in contemporanea, ma l’abbiamo preventivata a luglio e adesso siamo pronti. In quale percentuale il festival sarà in presenza e in sala virtuale ancora non possiamo dirlo, ma la cosa che possiamo dire con certezza è che la seconda edizione di “Visioni Fantastiche“ si farà, magari estendendola perfino su scala nazionale, dato che la sala virtuale lo permette, ma sempre fortemente radicata sul nostro territorio, perché “Visioni Fantastiche” nasce con questo intento: portare il cinema e la formazione coinvolgendo le nostre scuole, i nostri insegnanti i nostri giovani “visionari” nel modo più capillare possibile».

Ultimi giorni on line per il Nightmare Film Fest Ultime giornate di proiezioni, in streaming su Mymovies.it, per il Ravenna Nightmare Film Fest, di cui abbiamo parlato nell’ultimo numero del nostro giornale. Giovedì 5, venerdì 6 e sabato 7 novembre sono in programma “proiezioni” dalle 16. I film resteranno a disposizione per la visione per 48 ore. È possibile acquistare un biglietto unico cumulativo al prezzo di 9,90 euro.

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18 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 5-11 novembre 2020

DANTE Le conversazioni sulla moda al tempo del Sommo Poeta vanno in streaming, tutti i martedì Il tema della moda come bene culturale è al centro dell’edizione 2020 delle Conversazioni Dantesche, curate Maria Giuseppina Muzzarelli del dipartimento di Beni culturali dell'Università di Bologna, con sede a Ravenna, nell’ambito di una convenzione con l’assessorato comunale alla Cultura. Il ciclo di conferenze, “Sguardi sulla moda al tempo di Dante”, è confermato nonostante le più recenti normative anti Covid non consentano conferenze e dibattiti alla presenza di pubblico. Tutti i soggetti impegnati nella realizzazione degli eventi dedicati al settimo centenario della morte di Dante, a partire dal Comune, stanno però riorganizzando le iniziative sfruttando le nuove tecnologie. Ecco quindi che gli appuntamenti, tutti i martedì alle 17.30 a partire dal 3 novembre, si svolgeranno attraverso dirette streaming (su vivadante.it e sulla pagina Facebook Ravenna Cultura) precedute da brevi anteprime video già disponibili in rete, sempre su vivadante.it e sul canale Youtube del dipartimento di Beni culturali dell’Università di Bologna. L’idea è quella di compiere un percorso volto a raccontare per parole e immagini e anche con qualche concreta ricostruzione come la moda si è imposta nel periodo fra Due e Trecento e come gli uomini e le donne hanno accolto e interpretato il fenomeno. Si cercherà di ricostruire questo scenario, di capire cosa vedeva Dante aggirandosi per le vie fiorentine, di cogliere il suo punto di vista e di altri uomini di quel tempo, ma anche di ragionare su uno dei capi che caratterizza il nuovo modo di abbigliarsi: il cappuccio. Il 10 novembre la conferenza del professor Alessandro Volpe che approfondirà il tema dei copricapi utilizzando le testimonianze della storia dell’arte; il 17 novembre il professor Franco Franceschi dell’Università di Siena terrà una conferenza intitolata “Per fortuna che c'è la moda: artigiani e mestieri dell'abbigliamento fra Due e Trecento” e il 24 novembre Thessy Schoenholzer Nichols ed Elisa Tosi Brandi decostruiranno e ricostruiranno i cappucci al centro del loro intervento dal titolo “Gli oggetti della moda: il cappuccio a gote”. A conclusione del ciclo delle conferenze martedì 1° dicembre si terrà una giornata di studi dedicata a “La moda come bene culturale”.

CARTOLINE DA RAVENNA Mittente Giovanni Gardini

Messaggeri celesti

Durante il corso del V secolo e per tutto il VI si va componendo e precisando, all’interno della tradizione cristiana, l’iconografia degli angeli, luminose presenze, messaggeri celesti di lieti annunci. Se ancora nel IV secolo la loro rappresentazione sostanzialmente non mostrava particolari segni distintivi, come le ali o le aureole, e la loro riconoscibilità era affidata al contesto narrativo nel quale erano raffigurati, a partire dal V secolo, dunque tardivamente rispetto ad altri temi iconografici già in quell’epoca ampiamente codificati, inizia a formarsi quell’affascinante lessico figurativo che segnerà l’immagine angelica per tutte le epoche a venire. Nei monumenti ravennati di V e VI secolo si possono ammirare straordinarie raffigurazioni angeliche. Nel sarcofago Pignatta, posto nel Quadrarco di Braccioforte, in una particolare scena di Annunciazione, emerge maestoso l’angelo Gabriele. Più volte gli angeli compaiono nella Cattedra di Massimiano nel Museo arcivescovile, in scene sia dell’Antico sia del Nuovo Testamento, ed anche nel Dittico di Murano, preziosa copertura di evangeliario custodita nel Museo Nazionale, le figure angeliche si mostrano come presenza regale e di conforto. Angeli meravigliosi dai colori vibranti sono nei mosaici della Cappella arcivescovile e nelle Basiliche di Sant’Apollinare Nuovo, di Sant’Apollinare in Classe e di San Vitale, senza contare le iconografie perdute o mutile come ad esempio quelle di Sant’Agata o di San Michele in Africisco.

IL PREMIO

UN’OPERA SUL COVID-19 VINCE IL CONCORSO DEDICATO ALLA PROFESSORESSA MANARA Un modo per ricordare anche l’importanza delle Scuole d’Arte Sono stati premiati a Faenza i vincitori del concorso artistico diretto a tutte le Scuole d’Arte d’Italia dedicato alla professoressa Pieranna Manara. L’intento del marito – Giovanni Flavio Cassani, promotore dell’iniziativa – e degli organizzatori di questo “Premio nazionale Arte applicata tra Ravenna e Faenza” è quello di continuare a coinvolgere le nuove generazioni in memoria della docente prematuramente scomparsa nel 2018, distintasi nel tempo come insegnante esperta di tecnologia ceramica all’exIstituto d’Arte di Faenza e attivissima al Liceo Artistico di Ravenna. Tra le 80 opere partecipanti al concorso, ha vinto il primo premio (di 500 euro) l’opera dal titolo “Covid_19” (nella foto) di Sahar Bahranisirjani dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, davanti a “Incendio in Australia” di Matteo Medri del liceo artistico Nervi-Severini di Ravenna e Linda Fiorentini del Liceo TorricelliBallardini Faenza, con l’opera “Notre Dame allo Specchio”. Menzioni speciali per le opere di Matteo Catto dell’Accademia di Belle Arti di Genova e Giovanni Degani del Liceo Nervi - Severini. Uno degli obiettivi più significativi dell’iniziativa è anche quello di attirare l’attenzione sull’importanza delle scuole d’arte e del loro patrimonio di laboratori.


CULTURA / RUBRICHE / 19 5-11 novembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

NdL - Nota del Lettore

Alcune serie e un film (mai uscito) che si possono recuperare

Dagli LCD Soundsystem al “vintage” in stile Carpenter

Un piccolo gioiello, tra grandi domande

di Francesco Della Torre

di Bruno Dorella *

di Federica Angelini

Coi cinema chiusi, ci cimentiamo in una breve sequenza di serie tv iniziate ma non finite, oppure finite ma che vogliono ricominciare. Upload (Amazon) parte benissimo parlando di un tema certamente abusato ma davvero ben presentato: in un immediato futuro il protagonista muore e la fidanzata lo “iscrive” in un mondo di morti elitario, costoso ed estremamente simile alla vita reale, e cioè l’Upload. Fotografia e scenografia incantevoli, storia accattivante anche se eccessivamente lunga. Il problema è che la voglia di seconda stagione ha fatto in modo che in queste dodici puntate non si risolva nessuno dei misteri presentati all’inizio. Truth Seekers (Amazon) è la serie degli autori della Trilogia del Cornetto (non sto a ripetermi, ci sono i motori di ricerca) che amo alla follia, che si presentano con una commedia horror che dovrebbe mischiare risate e paranormale. Al primo episodio, filato via innocuo, non ho riso, ed è un male. Ratched (Netflix) è il prequel di Qualcuno volò sul nido del cuculo con la nota infermiera Mildred Ratched che negli anni Quaranta ottiene caparbiamente il posto in una quotata clinica psichiatrica californiana. Fotografia e recitazione della protagonista Sarah Paulson di livello assoluto, storia interessante ma 8 episodi sono un’inutile estensione di una vicenda che andava risolta in meno tempo. Ma, attenzione, non è una stroncatura, la serie funziona e si può guardare tutta. Sempre in tema di manicomi, esiste un film molto simile… Stonehearst Asylum (di Brad Anderson, 2014) Il film è ambientato nell’omonimo manicomio nel 1899 dove il tirocinante Edward fa conoscenza appunto con l’affascinante Eliza Graves (titolo alternativo della pellicola), scontrandosi con i metodi poco ortodossi del direttore Silas Lamb. Tratto da un racconto breve di Poe e diretto da un regista che in passato si è distinto con ottimi film d’atmosfera (Session 9 e L’uomo senza sonno), il film ha nella messa in scena il primo punto di forza, alternando scene di interni ed esterni potenti e poco rassicuranti. E poi gli attori, perché il cast è stellare: Sir Ben Kingsley che spesso vale da solo la visione se la deve vedere con Sir Michael Caine, ma il fascino di Kate Beckinsale rischia di oscurarli entrambi, senza dimenticare il bravo co-protagonista Jim Sturgess. Cosa distingue quindi questo film da un tradizionale, elegante ed inglese dramma in costume? I continui colpi di scena che caratterizzano la storia, incalzanti, impressionanti a livello di ritmo, e tali da stravolgere continuamente la storia. Ne esce un buon film, forse troppo carico di questi cambi di fronte, ma che sicuramente costituisce una visione casalinga ben superiore alla media di ciò che viene prodotto per il consumo. E in due ore ci sbrighiamo. Mai uscito in sala.

Black Meteoric Star - Disco (Voluminous, 2020) Molti di voi ricorderanno gli LCD Soundsystem. Credo non abbiano mai avuto meno di sei tastieristi. Uno di essi si chiamava Gavin Russom, oggi dopo un cambio di sesso si chiama Gavilan Rayna Russom. Considerata un genio dei sintetizzatori, di cui è anche apprezzata costruttrice, sfoga questa sua passione analogica sotto il nome di Black Meteoric Star. Pochi e rari gli album, ma quest'ultimo Disco riempie parecchi vuoti: si tratta addirittura di un triplo. Se vi piace l'oggetto fisico preparatevi a investire: è uscito in sole 300 copie in vinile per Voluminous (nomen omen in questo caso), naturalmente subito esaurite e già molto quotate sul mercato dei collezionisti. Ma il personaggio è talmente cool che quest'album sta girando assai anche nella sua versione digitale, ed è cosa buona e giusta, perché è veramente goloso. Il sapore grezzo e vintage del suono analogico è funzionale a pezzi lunghi e marziali, in cui si passa dalla new wave alla cassa dritta in odore di acid. Troviamo altresì marcette di sapore teutonico spinte fino all'electro (“Muscle Machine” può essere un inno nel genere). Tutto fatto con efficacia e freschezza (entrambe cose non scontate vista la strumentazione e l'età). Potete vederci anche Carpenter e quell'immaginario anni 80 caro a Refn, volendo. Stili eterogenei legati da un'idea precisa di suono e con una coerenza di fondo che solo una grande consapevolezza nei propri mezzi può dare. La tendenza alla ripetizione ipnotica e alla dilatazione del minutaggio è data senz'altro dalla specificità della strumentazione usata, ma forse anche da un certo gusto “kraut” maturato durante il suo periodo berlinese (curiosamente era lì negli stessi anni in cui ci ho vissuto io) e riportato nella New York di cui è originaria e in cui è tornata a vivere (e si sente: Suicide e Silver Apples sono ben presenti). Artista completa (scrittura e arti visive tra i suoi talenti), è uno di quei bei casi in cui biografia, conoscenza tecnica e arte si fondono e ramificano creando una cifra stilistica unica e originale. Non sono mai stato un fan degli LCD Soundsystem, ma questo Disco prova che talvolta i gruppi famosi sono solo una tappa in un percorso, e non necessariamente la più interessante. * musicista

Un piccolo gioiello di costruzione, montaggio, scrittura, introspezione, riflessione e suspense. Gli anni invisibili di Rodrigo Hasbún, tradotto da Giulia Zavagna ed edito da Sur – ormai indiscusso punto di riferimento per la letteratura in particolare sudamericana – è tutto questo. E non solo. Perché in effetti è innanzitutto un mirabile esempio di “romanzo di formazione” dedicato all'età di passaggio per eccellenza e al sempre affascinante tema della perdita dell'innocenza. L'adolescenza di un gruppo di ragazzi boliviani in gran parte benestanti, lontani dalle contraddizioni economiche e sociali che li circondano (ma che pure appaiono) è esplorata da punti di vista non convenzionali pur raccontandoci storie che rasentano il cliché (l'insegnante e l'allievo, la gravidanza indesiderata, i genitori in altre faccende affaccendati). Ma ciò che vale da solo la lettura del libro è l'abilità con cui Hasbún monta i salti temporali che ci portano a vent'anni dopo i fatti, in un gioco di rimandi tra (presunta) realtà e finzione, tra narratore e personaggi, tra autobiografia e narrativa. Dentro c'è però anche molto altro: la scoperta dell'amore, del sesso, dell'amicizia, della fedeltà, della complicità, della violenza sono tratteggiati con poche pennellate profonde, dialoghi, situazioni e dettagli scelti con cura che ci permettono di ricostruire un mondo fatto anche di tante assenze (in primis degli adulti). Un libro sui grandi temi tante volte affrontati eppure in qualche modo nuovo, capace di non risultare mai di maniera. E così possiamo tornare a farci le "solite" grande domande, trovando magari risposte non scontate sulle possibilità della vita, sulle occasioni perdute, sulle ferite che non si rimarginano, sul ruolo del caso e della sorte nel diventare gli adulti che siamo. Quanto conta il passato? Quanto resta degli anni invisibili in ciò che ci troviamo a vivere a quarant'anni? O quanto un singolo episodio può cambiare e modificare per sempre le nostre esistenze? E ancora: quanto siamo ciò che siamo stati o quanto siamo invece ciò che ancora riusciamo a immaginare per il nostro futuro? Una lettura che scava nei personaggi con abilità chirurgica usando l'escamotage della suspense: capiamo ben presto che dovrà accadere qualcosa di decisivo, anzi sappiamo che è accaduto, lo aspettiamo, lo temiamo e quando lo scopriamo siamo però privati di qualsiasi consolazione. Questo libro non è infatti un giallo, non è nemmeno un noir, ma piuttosto si incentra sulla ricomposizione prima e dopo un fatto traumatico attraverso il tempo, osservato anche nelle schegge più indirette, come in una sorta di caleidoscopio dai colori a tratti sfumati e dagli incastri perfetti. Classe 1981, Hasbún è anche sceneggiatore e tra i più amati autori boliviani della sua generazione. Di lui Sur aveva già pubblicato nel 2016 Andarsene.

“Inserire titolo a piacere” (Sant’Alberto) di Adriano Zanni

UN DISCO AL MESE

FULMINI E SAETTE

VISIBILI E INVISIBILI


20 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 5 - 11 novembre 2020

GASTRONOMIA SOLIDALE

Con il “Piatto Sospeso” tutta la città può contrastare la povertà alimentare Riprende l’iniziativa promossa da Ravenna Food ed Ecologia di Comunità, associazionismo e volontariato, ristoratori e produttori, per offrire cibo di qualità a famiglie e persone in condizioni di disagio economico Interrotto solo per una breve parentesi estiva, riprende ora il progetto del “Piatto Sospeso”: un’iniziativa, gestita da RavennaFood/CheftoChefemiliaromagnacuochi ed Ecologia di Comunità, che grazie all’impegno di cuochi, negozi e produttori è impegnata ad offrire un pasto a famiglie e persone in condizione di disagio economico di Ravenna. Pranzando in uno dei ristoranti che partecipano all’iniziativa, versando un contributo direttamente sull’Iban IT80W0854213103036000228900, intestato a Arci Ravenna APS presso BCC Ravennate Imolese e Forlivese, oppure partecipando ad una delle iniziative organizzate dalle varie associazioni che partecipano al Progetto, chiunque può partecipare e contribuire a rendere Ravenna una città “Hunger Free”. I ristoranti che al momento aderiscono al “Piatto Sospeso” sono: “La cucina del Condominio”, “Laboratorio 81”, “Akamì”, “Radici”, “Piadineria Mosaico”, “Babaleus”, “Ristorante Alexander”, “Molinetto”, “Bagno Oasi” a Ravenna e a Russi “L’Insolito Ristorante”. In questi locali, sia pranzando al loro interno sia acquistando piatti da asporto che ordinando pranzi “a domicilio”, si possono acquistare “buoni” di 10 euro (o multipli) per offrire buone pietanze alle persone dei centri e delle strutture di accoglienza ravennati: “Il Re dei Girgenti” di via Mangagnina, la Caritas diocesana, la Mensa della Fraternità a San Rocco, “Ora e sempre Resistenza” di Piangipane e la Cooperativa “Progetto Crescita” di via Oriani, tutte impegnate nel contrasto alla povertà alimentare. Gli stessi “buoni” possono essere acquistati nei negozi dei produttori aderenti che, in questa prima fase sono: la Cooperativa Villaggio del Fanciullo, l’azienda Pello-

ni e la cooperativa Stadera, in via Veneto 4. Importanti sono state, nella prima fase d’avvio del “Piatto Sospeso”, le iniziative realizzate da Slow Food Ravenna che un forte impulso hanno dato alla crescita del progetto e che, anche in questa situazione di ulteriore crisi sanitaria e sociale, saranno rafforzate grazie all’imminente unificazione con la condotta Slow di Godo e Bassa Romagna. L’individuazione dei destinatari dei “Piatti”, oltre a quelli residenti nelle ricordate strutture d’accoglienza cittadine, è realizzata grazie alle segnalazioni delle varie situazioni di emergenza seguite dai Servizi Sociali del Comune di Ravenna. Il “Piatto Sospeso” è una delle iniziative a cui sta lavorando, ormai da due anni, Ecologia di Comunità: un progetto, sostenuto anche dall’amministrazione comunale, costituito dalle seguenti associazioni cittadine: Arci Ravenna, Auser Ravenna, CheftoChef Ravenna, Comitato Cittadino Antidroga, Ora e Sempre Resistenza OdV, Comitato “Rompere il Silenzio”, Ortisti di Strada, Centro Sociale “Le Rose”, Femminile Maschile Plurale, Coop Alleanza 3.0, Slow Food Ravenna, Cooperativa Villaggio del Fanciullo, Ravenna Food, Confesercenti Ravenna, Cooperativa Villaggio Globale, Coop. Il Solco - Progetto Crescita, che si sono date come obiettivo di far incontrare e interagire le imprese della produzione, del commercio; le persone – singole o associate – impegnate e nel recupero dello spreco alimentare; la filiera di qualità della ristorazione ravennate (particolarmente colpita in questa fase di pandemia) e il mondo del volontariato per metterle in contatto con le situazioni e i bisogni alimentari delle fasce più disagiate, purtroppo crescenti anche nella nostra città.

Gli chef e ristoratori e i marchi dei produttori ravennati impegnati nell’iniziativa di solidarietà del “Piatto Sospeso”

Un’Ecologia di Comunità, appunto, che mira a prendersi cura della Comunità nel suo complesso e che, attivando tutte le risorse cittadine, contribuisca ad una “inedita” pratica di redistribuzione dal basso delle risorse per combattere gli “inediti”, attuali livelli di disuguaglianza.


GUSTO / 21 5 - 11 novembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

PASTA E IMPASTI

COSE BUONE DI CASA

NASCE IL LABORATORIO 81, NUOVA AVVENTURA GASTRONOMICA DELLO CHEF SALBAROLI

A cura di Angela Schiavina

Una salsa chutney di mele e cipolle

Inaugurazione l’8 novembre in via Faentina 92 a Ravenna Inaugura domenica 8 novembre “Laboratorio 81”, il nuovo progetto dello chef Matteo Salbaroli nato dalla volontà di dedicare un intero spazio alla realizzazione di prodotti artigianali quali pasta fresca, al torchio, piadina e prodotti da forno. Allungare la filiera interna mantenendo il controllo di parte della fase produttiva, grazie all’autoproduzione, è sinonimo di maggior tracciabilità del prodotto a vantaggio della qualità. Un valore aggiunto da sempre prerogativa dello chef che oggi ne amplia la portata, aprendo anche al pubblico, nella sua nuova sede di via Faentina 92 a Ravenna, le porte del suo laboratorio, già operativo per la pro-duzione di pasta e compensi per i ristoranti di proprietà “L’Acciuga Osteria” e “Cucina del Condominio”. Al “Laboratorio 81” sarà possibile acquistare la pasta fatta in casa da esperte sfogline, prenotare l’asporto o la consegna a domicilio delle proposte di gastronomia del giorno, a pranzo e a cena, o gustarle direttamente al locale per una pausa da lavoro sana, veloce e di qualità. «Laboratorio 81 è stato pensato e realizzato in un momento difficile per l’Italia e per tutto il nel mondo – racconta lo chef – Proprio per questo credo possa rappresentare una duplice opportunità per me e per i ravennati. Alla luce di quanto avvenuto negli ultimi mesi, ho deciso di estendere la possibilità di vivere a casa propria un’esperienza gastronomica di livello. A dirla tutta, poi, credo sia una esplicita dichiarazione di ottimismo. Aprire, quando purtroppo tanti chiudono, è per me una sfida che guarda oltre la pandemia». Per il giorno dell’apertura, in linea con le disposizioni vigenti di contrasto al Covid, Laboratorio 81 propone “Il cappelletto della domenica da asporto”. Un litro di brodo e mezzo chilo di cappelletti di Parmigiano Reggiano 24 mesi da asporto a 10 euro. Il ricavato andrà interamente a finanziare l’attivazione del progetto “Piatto Sospeso” promosso da Ravenna Food/CheftoChef emiliaromagnacuochi, di cui Salbaroli è socio, e da Ecologia di Comunità. «Si tratta di un’iniziativa che permette a chiunque di acquistare un ticket da 10 euro per donare alle persone in difficoltà economica, individuate dal sistema di assistenza cittadino, piatti caldi a domicilio realizzati e consegnati dai soci di RavennaFood. Aderendo al progetto anche alcuni soci produttori, il ticket può essere tramutato anche nella ridistribuzione di prodotti freschi», precisa Salbaroli.

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Il Sagrantino è un vino sottovalutato, conosciuto più per l’imponente rosso “Sagrantino di Montefalco” che nulla ha da invidiare ad altri grandi vini. Oggi, invece, assaggiamo lo “Spumante brut Rosé metodo classico” ottenuto con uve Sagrantino al 100%. A produrlo l’azienda “Scacciadiavoli” che lo affina almeno 24 mesi in bottiglia. Ottimo perlage con un bellissimo colore rosa pesca. Odori di mela rossa, sottili agrumi e piccola frutta rossa con sfumature di lievito. Fine, con un accento tropicale. Palato piacevolissimo nella beva. Bolla sottile, fitta. Sapidità evidente e freschezza acida dissetante. Un tratto fruttato appena succoso. Un vino piacevolissimo che ha ritmo e calore. Per carni rosse e tartare di manzo o aperitivi a base salumi importanti.

Pizza fritta, involtini, patatine fritte e tante altre proposte anche su vostra richiesta

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Il chutney è una salsa di origine indiana a base di frutta o verdura che è stata adottata dalla cucina inglese a seguito della colonizzazione. Ottimo per accompagnare secondi di carne come arrosti e bolliti, potrete servire il chutney di mele e cipolle anche con un tagliere di formaggi stagionati. Ingredienti: 1 kg. di mele Fuji, 500 gr. di cipolle dorate, 500 gr. di zucchero di canna, 125 gr. di uvetta, un litro di aceto di vino bianco, 20 gr. di zenzero fresco, due cucchiaini di semi di coriandolo, ½ cucchiaino di chiodi di garofano, 25 gr. di sale fino. Preparazione: lavate e sbucciate le mele e riducetele grossolanamente a cubetti, poi mondate le cipolle e tagliatele a fettine sottili. Sbucciate e tagliate lo zenzero fresco a striscioline.Versate i chiodi di garofano e i semi di coriandolo in un mortaio e pestateli con il pestello fino a ridurli in polvere. Versate le cipolle in una pentola capiente insieme alle mele, alle polveri di spezie e allo zenzero, l’uvetta e lo zucchero di canna. Infine aggiungete il sale e metà dose di aceto di mele. Mescolate bene il tutto e cuocete a fuoco medio per circa un’ora. Dopo versate l’aceto rimasto, abbassate il fuoco e cuocete a fiamma dolce per un’altra ora. Trascorso il tempo di cottura il composto risulterà molto denso, come una confettura. Se desiderate consumare subito il chutney, potete lasciarlo raffreddare e servirlo. Per conservarlo più a lungo, trasferite il composto ancora caldo nei barattoli che avrete precedentemente sanificato insieme ai tappi. Chiudete i barattoli con i tappi e capovolgeteli. Lasciate raffreddare i barattoli così capovolti in modo che si crei il sottovuoto. Una volta raffreddati, verificate che il tappo non faccia “click-clack” al centro quando premete: se il sottovuoto si è verificato, aspettate almeno un mese prima di consumarlo. Il chutney, una volta aperto, si può conservare in frigorifero per una settimana al massimo. Il sottovuoto, invece, potete conservarlo in un luogo fresco e asciutto per circa 3 mesi. La scorsa settimana abbiamo pubblicato la ricetta del roast beef, questa salsa può essere servita da accompagnamento.

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22 / SPECIALE RAVENNA&DINTORNI 5 - 11 novembre 2020

SERVIZI VETERINARI

Prevenzione e strumenti assicurativi per la salute degli amici a 4 zampe La Clinica Veterinaria di Russi ha ideato “Pacchetti Salute Cuccioli”, percorsi diagnostici per tenere sotto controllo le patologie di razza fin dal primo anno di vita «La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali». Questa frase del Mahatma Gandhi contiene una profonda verità: se un tempo gli animali, anche quelli domestici e da compagnia, non erano considerati parte integrante dei nuclei familiari, progressivamente, e per fortuna, le cose sono cambiate e oggi i “pets” sono a tutti gli effetti i membri a quattro zampe della famiglia. Negli anni abbiamo assistito a una evoluzione culturale per cui cani, gatti & co hanno preso possesso, una sorta di rivoluzione affettiva, delle nostre case, dei divani, dei letti… Ma forse, ancor più dei cuori dei loro proprietari che, salvo rare e deprecabili eccezioni, sono disposti a ogni sacrificio, pur di assicurare ai loro amici una vita lunga e sana. Proprio in considerazione di questo, anche la scienza medica veterinaria ha compiuto enormi passi in avanti e attualmente, anche grazie a strumenti di diagnostica per immagini di ultima generazione, riusciamo a intervenire in maniera tempestiva e mirata al momento dell’insorgenza di patologie che, fino a qualche anno fa, non si riuscivano a individuare con il necessario anticipo. Il rovescio della medaglia è che le cure, esattamente come per gli esseri umani, sono più costose, e non sempre accessibili, per le famiglie. Ma una soluzione c’è e si chiama prevenzione. Ed è proprio pensando alla salute degli animali, e alla tranquillità dei loro proprietari che la clinica Veterinaria di Russi ha studiato una serie di percorsi diagnostici mirati a seconda delle specie e della razza dei nostri animali domestici. Con i “Pacchetti Salute Cucciolo”, è stato messo a punto un sistema che permette di individuare tempestivamente, durante il primo anno di vita dell’animale, patologie proprie di ogni razza. La selezione che ha tenuto in considerazione il fattore bellezza, e non sempre

quello salute, ha infatti prodotto, in particolare per alcune specie, problematiche genetiche che potrebbero compromettere la vita dei nostri amici. Una diagnosi tempestiva, cui far eventualmente seguire una terapia adeguata, si rivela quindi fondamentale, non solo per l’animale, che in questo modo avrà una vita sana e felice, ma anche per il proprietario che si mette al riparo da spese impreviste e talvolta molto onerose. Non solo: per evitare di trovarsi in difficoltà economiche, qualora il pet di casa si ammalasse, sono state di recente create delle vere e proprie polizze assicurative. Si tratta di coperture specifiche dedicate alla salute degli animali che variano in base alle singole necessità. «Come veterinari – spiegano i professionisti della struttura di Russi – comprendiamo bene la sofferenza

che la malattia di un amico a quattro zampe, con il quale magari si sono trascorsi molti anni, provoca in famiglia. Una sofferenza che viene accresciuta al pensiero di non poter far fronte con tranquillità alle spese necessarie alla cura: per questa ragione abbiamo messo a disposizione, all’interno della nostra struttura, anche un consulente assicurativo al quale rivolgersi per trovare la soluzione migliore per ogni animale. Scegliere di avere un cucciolo è un atto meraviglioso e di grande responsabilità, prepararsi ad accoglierlo significa anche pensare al suo futuro fin dal giorno del suo ingresso in famiglia». Per info: www.clinicaveterinariarussi.eu e tel. 0544 582489 (tutti i giorni dalle 9 alle 19; il sabato dalle 9 alle 16; la domenica dalle 9 alle 12).

CON CLINICA VETERINARIA RUSSI '

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AMICI ANIMALI

SPECIALE / 23 5 - 11 novembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

MALTRATTAMENTI

Bastonava le mucche, allevatore condannato dal Tribunale È accaduto nel Ravennate. A denunciare il fatto ai Carabinieri l’associazione animalista “Essere Animali” che in seguito si è costituita parte civile in occasione del processo L’organizzazione animalista Essere Animali informa che si è svolta al Tribunale di Ravenna l’ultima udienza del processo a carico di un operatore di un allevamento di mucche situato nel Ravennate, imputato per il reato di maltrattamento di animali (art. 544 ter c.p.). All’indagato è stata concessa la “messa alla prova”, misura che consente di non avere conseguenze penali a fronte di un’ammissione di responsabilità, e dovrà svolgere 120 ore di lavori di pubblica utilità. I fatti risalgono al 2016, quando un investigatore sotto copertura di “Essere Animali” filmò con una telecamera nascosta i comportamenti violenti nei confronti delle mucche allevate per la produzione di latte. Le immagini vennero diffuse anche in un servizio al Tg1 e furono consegnate, assieme a una denuncia, al Gruppo Carabinieri Forestali di Ravenna. Le successive indagini hanno consentito di risalire all’autore delle violenze sulle mucche, nei cui confronti la Procura della Repubblica ha formulato l’accusa di maltrattamento di animali perché «per crudeltà e senza necessità, sottoponeva ad inutili sofferenze e sevizie due mucche di razza frisona, utilizzando sulle medesime bastoni metallici, una grossa chiave inglese ed oggetti contundenti». Comminata anche una sanzione amministrativa di 3.098 euro al titolare dell’allevamento per diverse irregolarità nel registro dei trattamenti sanitari degli animali allevati. Il risultato non soddisfa Essere Animali, costituitasi parte civile al processo. «Da un lato sono state ammesse le violenze, segno che le indagini negli allevamenti sono uno strumento fondamentale per smascherare i maltrattamenti sugli animali – dichiara il responsabile dell’ufficio legale dell’organizzazione, Alessandro Ricciuti –. Ma le pene per questi reati sono troppo blande, da tempo chiediamo una riforma delle leggi sulla protezione degli animali, che preveda tra le altre cose di inasprire le pene per i reati di maltrattamento verso gli animali».

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LE AZIENDE INFORMANO

ANIMALI DOMESTICI

Una dieta equilibrata e con cibo di qualità è la migliore cura per la salute degli amici a 4 zampe Parliamo di alimentazione con Gianni Casadei, fondatore e titolare della “catena etica” dei negozi Robinson Pet Shop: «Anche gli animali sviluppano un proprio gusto che possiamo “educare” o rischiamo di viziare» Continuamo a parlare di corretta alimentazione per gli animali domestici con l’esperto Gianni Casadei, ideatore e titolare – assieme alla moglie Simona Buda (nella foto) – del marchio e della catena di negozi specializzati Robinson Pet Shop (11 in tutta la Romagna fra cui uno a Ravenna, in via Panfilia e uno a Cervia, in via Caduti per la Libertà). Casadei vista la sua esperienza, come per gli umani anche per gli animali si può seguire una dieta, magari provvisoria, per ragioni di riequilibrio dello stato di salute? «Naturalmente, come gli umani seguono una dieta specifica per esigenze particolari, la stessa cosa vale per gli animali. Qualora non ci trovassimo in presenza di patologie, la dieta che consiglio è il classico mangiar sano: come diceva Balanzone, medico bolognese del 500, divenuto poi una famosa maschera di Carnevale, “Il cibo è la miglior cura”. Per quanto riguarda la prevenzione tramite l’alimentazione, la soluzione migliore è scegliere una dieta che sia composta da ingredienti sani e correttamente miscelati nelle giuste percentuali e nei corretti dosaggi. La qualità degli ingredienti è sempre la cosa migliore! Il discorso cambia se abbiamo a che fare con animali che presentano patologie e che quindi necessitino dell’assunzione di Diete Veterinarie; ci tengo a precisare che le Diete Veterinarie non curano le problematiche, ma l’im-

patto dell’alimentazione viene minimizzato tramite una dieta appositamente studiata». Il cibo per animali è disponibile sia secco, sotto forma di crocchette, che umido. È solo una forma diversa oppure c'è una differenza sostanziale? «La differenza sostanziale fra cibo secco e cibo umido è, naturalmente, la percentuale di acqua; questo non influenza ovviamente la qualità dell’alimentazione, ma per motivi pratici, ad esempio, durante il periodo estivo potrebbe essere consigliato somministrare cibo umido poiché in questo modo si idrata ulteriormente l’animale, oltre all’assunzione di acqua nel bere. La reale differenza sta nel fatto che sia le crocchette sia il cibo umido contengono ingredienti sottoposti a processi termici quindi le vitamine termolabili, per fare un esempio, vengono disperse e vanno comunque reintegrate. Piuttosto che distinguere fra cibo secco e cibo umido, sarebbe più opportuno prediligere alimenti cotti a basse temperature, che sia secco o sia umido, che conservano tutte le componenti nutrizionali, ivi comprese le componenti termolabili». Gli animali domestici sviluppano un gusto individuale per il cibo? Se è così bisogna assecondarlo? «Gli animali domestici sviluppano un gusto individuale per il cibo che,

a differenza di noi umani, è influenzato più dall’olfatto. Infatti, sia i felini sia i canini hanno un numero di cellule olfattive decisamente più alto rispetto all’umano (nel cane arriviamo fino a 14 volte in più, nei cani molecolari, come il Bloodhound, anche di più). La proporzione rispetto al gusto è tutta a nostro vantaggio perché gli umani hanno un numero di papille gustative 4-5, anche 10 volte, superiore a quelle di cani e gatti: quindi, la preferenza per un alimento è molto più olfattiva piuttosto che di gusto. È chiaro che, come spesso capita, se viziamo i nostri animali, vengono sviluppate ulteriori preferenze, sempre e comunque influenzate inizialmente più dall’olfatto piuttosto che dal gusto. Avendo un numero di papille gustative limitato, possiamo “educare” il gusto del nostro animale domestico e, viziandoli, andiamo a instaurare preferenze che, naturalmente, non avrebbero». 3/continua Per info e acquisti online: www.robinsonpetshop.it


RAVENNA&DINTORNI 5 novembre 2020

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