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Il percorso è rivolto ai giovani dai 15 ai 18 anni e i corsi sono completamente gratuiti. Al termine del biennio, che prevede anche uno stage formativo in azienda di 800 ore, la percentuale di impiego è di circa l’80 percento. Il responsabile di sede Filippo Pilandri: «Formiamo ragazze e ragazzi su profili molto richiesti dal mondo del lavoro»
Un percorso formativo di due anni dedicato ai giovani dai 15 ai 18 anni che sognano un futuro nel mondo dell’estetica e dell’acconciatura, con una particolare attenzione all’aspetto pratico della materia e uno stage formativo in azienda di 800 ore: lo IAL Emilia-Romagna - Accademia dell’Estetica e del Benessere di Ravenna è il punto di riferimento sul territorio per il conseguimento della qualifica professionale come operatore dei trattamenti estetici e operatore dell’acconciatura.
«I ragazzi che frequentano la nostra scuola hanno la possibilità di formarsi in settori dove la mano d’opera è molto richiesta, con una percentuale di impiego al termine del biennio di circa l’80%» spiega Filippo Pilandri, responsabile della sede IAL di Ravenna I corsi sono completamente gratuiti, cofinanziati dall’Unione Europea e dalla Regione EmiliaRomagna, hanno una durata di 1.980 ore (di cui 800 di stage) e seguono il calendario scolastico, con lezioni da settembre a giugno. «Nei nostri laboratori le allieve e gli allievi hanno modo di sperimentare le diverse tecniche professionali, ottenendo una qualifica professionale riconosciuta. Si va ad esempio dalle tecniche di trucco, manicure e massaggio alle basi di dermatologia e anatomia per quanto riguarda il corso di estetica e piega, taglio e colorazione per quanto riguarda il percorso di acconciatura» continua Pilandri. A testimoniare la qualità della formazione e la preparazione dei docenti, anche la vittoria dell’ultimo Campionato Italiano di Estetica, che lo scorso ottobre ha richiamato a Rimini gli
delle scuole di estetica di tutta Italia. Le ragazze del quarto anno di specializzazione in ambito estetico dello IAL di Ravenna hanno conquistato il primo posto nella categoria dedicata: «Una grande soddisfazione, un riconoscimento del lavoro di coordinatori e docenti e una conferma della qualità e professionalità che come scuola ci impegniamo a portare avanti» commenta Pilandri. Da due anni lo IAL di Ravenna promuove anche il progetto “La bellezza non ha età”, in collaborazione con l’Rsa cittadina “Rosa dei Venti”, gestita dal Consorzio Rosa dei Venti del quale fanno parte la cooperativa il Solco, Il Cerchio e Asscor. Il percorso (a partecipazione facoltativa e parallelo ai momenti di insegnamento frontale e allo stage) propone agli studenti di eseguire pieghe e manicure gratuite agli ospiti della struttura: «Un progetto molto importante che ha come obiettivo quello di potenziare non solo le competenze tecniche ma anche quelle relazionali, in particolare nei confronti delle persone fragili» conclude il responsabile.
Nei mesi di gennaio, febbraio, marzo e aprile la scuola propone una serie di open-day nella sede di Via Vulcano (a Ravenna) per conoscere da vicino la didattica, gli ambienti e i laboratori e approfondire i possibili sbocchi professionali.
di Luca Manservisi
Un lunedì sera di febbraio, dopo cena, ai giardini Speyer. Parcheggi l’auto e senti in lontananza del reggaeton; arriva dalle casse di una radio, nel mezzo del parco. Attorno, diversi ragazzi, birra in bottiglia di vetro in mano, nonostante le ordinanze del Comune lo vietinosia l’alcol che il vetro - in quella zona di Ravenna che sta tornando a occupare quotidianamente spazi di un po’ tutti giornali locali. Sotto i portici dei giardini altri ragazzi, lungo i marciapiedi persone che ti guardano quasi con sospetto, altre che sfrecciano in monopattino o bicicletta. Qualche ragazza in giro con le amiche. Tutti rigorosamente di origini straniere, nessuno che in quel momento stia parlando italiano. In questi giorni si ritrovano vicino a un cantiere, quello per lo studentato universitario che in tanti pensano possa riportare un po’ di normalità in quello che per qualcuno è diventato una sorta di ghetto di Ravenna. Non deve essere facile vivere qui. Ne parliamo nel “primo piano” di questo numero, andando ovviamente oltre alle accuse del centrodestra o del ravennate medio che commenta su Facebook con toni razzisti. La realtà è quella descritta, non particolarmente allarmante, a cui si aggiungono però segnalazioni da più parti di gente che urina in strada, ubriachi che schiamazzano quando va bene, risse, aggressioni, spaccio. Il tutto in un’area di per sé poco accogliente: un giardino spoglio (i cespugli sono stati tolti per motivi di sicurezza), portici con vetrine s tte, un sottopasso chiuso, degrado generale. Un quadro simile a quello delle zone della stazioni di molte altre città italiane, come abbiamo sempre detto. Ma non può essere una giusti cazione. Sicuramente non è facile trovare una soluzione, sarà anche colpa del Governo che non investe nella sicurezza o delle norme che spesso non funzionano, come dice l’assessore alla Sicurezza. Ma di certo il Comune di Ravenna in questi anni non pare aver messo la riquali cazione della zona tra le sue priorità. Forse ha pensato bastasse lo studentato universitario, ovviamente in ritardo di anni, come ogni progetto pubblico che si rispetti. Per il resto pare quasi abbia voluto lasciare le cose come dovevano andare, come dicono i residenti, che lamentano una mancata interlocuzione. Ai tempi del sindaco Matteucci il tema della riquali cazione dei giardini Speyer era invece sempre all’ordine del giorno. Magari pure troppo, magari a sproposito, tra ipotesi di chiudere tutto con una cancellata e la suggestione di un chiosco analcolico da piazzare in mezzo al parco. Ma almeno se ne parlava. In questi anni di governo De Pascale la situazione semplicemente non è mai sembrata davvero in agenda. E ora il risultato sembra dare ragione al centrodestra, tornato alla carica in ordine sparso. Servono idee (oltre a chiedere un presidio delle forze dell’ordine) per una parte della città che sembra sia stata dimenticata. Una rigenerazione, come va di moda dire oggi, che deve per forza essere guidata e impostata dall’ente pubblico.
4 POLITICA
L’ARCI DELUSA DAL COMUNE: «RAVENNA CITTÀ PALUDOSA...»
6 ECONOMIA
ARRIVA IL RIGASSIFICATORE, PROTESTA AMBIENTALISTA
13 SOCIETÀ
SCUOLA: I DATI DELLE DOMANDE DI ISCRIZIONE ALLE SUPERIORI
19 CULTURA LA GRANDE DANZA TORNA ALL’ALIGHIERI
22 GUSTO COME ABBINARE VINO (BIANCO) E CIBO
Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001
Anno XXIII - n. 1.084
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Re Carlo in visita, vi svelo il suo itinerario
di Moldenke
Che emozione, l’arrivo del Re d’Inghilterra e di sua moglie Camilla. Ma ci pensate, a quando arriveranno a bordo di una limousine a Ravenna? «Camilla, cos’è, il terremoto?». «No, Carlo, è solo una delle 20 città con più buche nelle strade». O magari arriveranno in stazione. «Ah, nalmente questi famosi Giardini Chichester». «No, Carlo, a Ravenna ci sono gli Amici di Chichester, ma questi sono i giardini Speyer». «Ah, meno male». «È qui, dove nascerà lo studentato che risolverà il problema dello spaccio». Con una strana aria interrogativa sul volto, a quel punto Re Carlo proseguirà no a via Diaz e poi via, veloce no a piazza Kennedy, per vedere con i propri occhi quello che una volta era il famoso parcheggio del centro di Ravenna e che adesso è una bella colata di cemento. «Carino». E poi ancora via, no al museo Byron, il suo illustre concittadino che ha scelto Ravenna. «Sì, ma se non fosse stato per la ga...». «Ma Carlo!». La visita a Ravenna sarà poi l’occasione per vedere i mosaici, certo, e i monumenti Unesco, certo, ma naturalmente anche l’equivalente italiano delle scogliere di Dover: sua Maestà, ecco la pista ciclabile sul retro dei bagni che «ha rifatto la cartolina dei nostri lidi» (cit. De Pascale), con una puntatina a Marinara, «che ha portato il turismo miliardario a Marina di Ravenna» (cit.), come da previsioni. Magari i reali ne appro tteranno per acquistare un appartamento vista parcheggio di Marina per un qualche principe. Dopo un giro in traghetto («abbiamo fatto il tunnel della Manica e Ravenna non è ancora riuscita a collegare Marina con Porto Corsini?»), Re Carlo potrà ammirare i lavori al terminal crociere e, poi, tornando verso la città, le nostre industrie, che ci permettono di avere un’economia così variegata: «Ma questa è ancora Italia?», chiederà Re Carlo all’autista, indicando lo stato dell’asfalto e il degrado circostante. «C’è anche una gran puzza di merda». «E non ha sentito quella all’ingresso di Faenza», caro Re. Nel frattempo, però, là in fondo nascerà un grande parco fotovoltaico. «Ah, qui è dove c’erano quelle due torri di cui si è sentito parlare anche a Buckingham Palace». E poi, nalmente, la darsena di città. «Sembrano i Docks di Liverpool», potrebbe osservare, tutto paonazzo, in procinto di scoppiare a ridere, chiedendosi come mai il Moro di Venezia sia sull’asfalto e non in acqua. «Bella Ravenna, ma ora andiamo pure a Roma». Qualcuno di buon cuore potrebbe fargli evitare l’E45. «Meglio il treno, allora». Però devi cambiare a Bologna, passando per Godo. Sa, sua maestà, sull’Alta Velocità in Romagna ci stiamo ancora lavorando...
a e i r i a e o e ia i o e re e rob e a i a i a re i a e ibi i
La presidente uscente traccia un bilancio, non particolarmente generoso, degli ultimi anni: «Ravenna è diventata una città paludosa on ci sono luo i u lici do e i io ani ossano s erimentare le risorse non aumentano e i ene ciari restano li stessi»
Presidente di Arci dal 2022, dopo un precedente mandato, Roberta Cappelli sta per lasciare le redini, con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza. A lei abbiamo chiesto come ha visto cambiare la città dal suo osservatorio di associazione che si occupa di cultura, giovani, politica, ambiente.
Stanno aumentando o diminuendo i circoli, presidente?
«Diciamo che noi continuiamo a ricevere richieste, è un periodo in cui c’è molto movimento, magari qualcuno chiude, ma altri aprono o vorrebbero aprire, nonostante una riforma del Terzo Settore non proprio incoraggiante. Se non fosse che c’è un problema di spazi a prezzi accessibili in città».
Di che tipo di spazi parla e per farci cosa?
«Innanzitutto, mancano spazi dove i ragazzi possano auto-organizzarsi, decidere loro come stare e per fare cosa, luoghi dove non siano guidati o sorvegliati».
Un po’ come il Quake in Darsena?
«Non proprio. Il Quake va benissimo, è utilissimo, ma è comunque un luogo strutturato, dove ci sono educatori che organizzano le attività; io parlo invece di spazi dove i ragazzi possano decidere da soli cosa e come farlo. Spazi che possano essere frequentati liberamente e dove non sia necessario spendere. Avevo sperato che potesse nascere qualcosa del genere nell’ex Ostello Dante, ma non è stato possibile...».
Sta forse lanciando un messaggio al sindaco che verrà?
«In un certo senso sì, in questi anni passati si è intesa la cultura come offerta di spettacoli, incontri e tutto questo va benissimo. Ma stiamo perdendo di vista il fatto che cultura è anche il modo in cui si fanno le cose: responsabilizzare i ragazzi, farli diventare parte attiva, dare loro la possibilità di fare e di sbagliare è secondo me fondamentale».
E perché l’Arci non si fa promotrice di un’iniziativa simile?
«Per la verità abbiamo sempre le porte spalancate a tutti i gruppi che vengono da noi con un’idea di città, società, dello stare insieme. E noi saremmo anche disposti a cercare sul libero mercato, ma gli af tti sono diventati improponibili e insostenibili per un normale cir-
I volontari di Urca 2024, la festa provinciale dell’Arci a Fusignano; la prossima edizione sarà in primavera a Villanova di Bagnacavallo. A destra, Roberta Cappelli e o o
colo. Per fortuna ci sono ancora le case del Popolo, ma non sono suf cienti e non c’è un’edilizia pubblica pensata per questi scopi. Dobbiamo forse rivolgerci a un supermercato?»
Ma il Comune cosa potrebbe fare concretamente?
«Da anni il Comune sostiene, sia per gli immobili sia con i contributi, un certo numero di associazioni che hanno progetti molto interessanti, ma ormai non c’è più spazio per nessun altro. Le risorse non aumentano e i bene ciari restano gli stessi, anche quando sono realtà strutturate. C’è un problema di equilibrio fra stabilità e innovazione. Questa è una città con potenzialità che non vengono espresse, si ha la sensazione di essere in un ambiente un po’ paludoso». Oltre che di cultura e giovani, Arci si occupa anche di sociale, lì le cose vanno meglio? Voi facevate parte del tavolo delle solidarietà, per esempio, che ne ha fatto?
Presidi e ordini del giorno per la pace in Palestina
Tra i temi centrali dell’operato di Arci c’è sempre stato quello della pace. In particolare Arci, che aderisce alla rete “La via maestra” che ha organizzato presidi in piazza (ma non sempre, ci dicono, hanno ottenuto piazza del popolo) in particolare per denunciare quanto sta avvenendo in Palestina. «Parallelamenteci racconta Cappelli – ci siamo adoperati per far votare un ordine del Giorno per il riconoscimento dello stato di Palestina dai Consigli comunali della nostra provincia a ottobre 2024. Il Comune di Ravenna finalmente lo ha messo in calendario a fine gennaio e lo ha discusso… Ci è sembrata una buona discussione». L’odg è stato approvato dalla maggioranza, senza il voto di Azione. Il prossimo presidio “La via maestra” è previsto, venerdì 21 febbraio alle 17.30 in piazza del Popolo.
«Avevamo messo in piedi progetti interessanti in rete con molti soggetti della città, come Ecologia di comunità, che portava avanti l’eredità di Nutrire Ravenna, incentrato sulla povertà alimentare: stato dell’arte e nuove prospettive. Avevamo alcuni obiettivi concreti: un osservatorio permanente e un progetto di cucina popolare, ma non c’è stato niente da fare. Il tavolo ha perso pezzi, non c’è stato sicuramente l’appoggio necessario da parte della politica e quello slancio si è arenato. Per noi l’idea di progetti che servano a “togliere etichette” è prioritario. Collaboriamo con molte associazioni che si occupano di povertà, contribuiamo a “Tutti I bambini e le bambine vanno a scuola”, ma manca una progettualità di più ampio respiro, mentre il tema delle povertà è sempre più pressante. Anche noi associazioni abbiamo delle responsabilità: le diverse organizzazioni dovrebbero mettere da parte la difesa delle proprie peculiarità ed essere più disponibili a lavorare insieme per una città sempre migliore».
La scuola è sempre stata una delle preoccupazione di Arci, anche qui il Comune potrebbe fare di più?» «Sì, la scuola è fondamentale. Una scuola per tutti e tutte è la precondizione per una società giusta e democratica. E anche
Un centinaio i circoli in provincia
Un centinaio i circoli Arci in provincia che possono contare sull’aiuto e il supporto di via Rasponi 5 a Ravenna per svolgere le loro attività, le più svariate. Arci è nata nel 1957 a Firenze ed è un’associazione culturale e di promozione sociale. Oggi, sul loro sito, si definiscono “eredi della tradizione mutualistica dei movimenti popolari e antifascisti che hanno contribuito a costruire e consolidare la democrazia italiana fondata sulla Costituzione che credono nella libertà di associazione e nell’auto-organizzazione democratica delle persone”.
qui, credo che in realtà il Comune potrebbe avere un ulteriore ruolo di visione complessiva, con progetti che possano coinvolgere parti o intere generazioni di ragazzi e ragazze. È stato così per il sostegno alla scuola senza zaino o al Progetto Liberi dalle Ma e o alla outdoor education, ma sono passati ormai diversi anni, e il contesto generale è molto peggiorato».
Sta descrivendo una città, dopo l’ultimo mandato di De Pascale, oggi in Regione, che ha perso progettualità dal basso, che non sta sperimentando e non sta investendo sui giovani. Un giudizio piuttosto severo...
«Mi sembra che si sia contribuito, non in modo consapevole, a diffondere l’idea che non si possa cambiare, che ormai le cose devono andare così, che non si può fare nulla per cambiarle davvero».
E però alla ne le persone e gli elettori sono soddisfatti, e non lo abbiamo visto solo nelle urne. Penso per esempio alle poche e sporadiche manifestazioni contro il rigassi catore, a cui voi avete aderito...
Come si nanzia Arci
Arci si finanzia principalmente con il tesseramento. Per quanto riguarda i contributi ricevuti nel 2024 dal Comune di Ravenna ci sono 29mila euro per l’organizzazione, promozione e realizzazione di attività extrascolastiche presso la scuola primaria “B. Pasini” dell’Istituto Darsena; 800 euro per la realizzazione di attività di animazione e cura nello spazio Acer di via Fiume 28 denominato “Casa volante”; un budget ancora da definire per attività alla Casa circondariale e 900 euro per il progetto con Associazione Il Glicine a S. Alberto degli “Aperitivi letterari”.
«Anche io faccio parte di quegli elettori, ma credo fortemente che il confronto e il con itto siano il sale della democrazia e un motore di cambiamento. Nel caso del rigassi catore, il sindaco ricordo che organizzò un incontro pubblico per presentare il progetto dove parlavano Snam e vari tecnici di Arpae, dei vigili del fuoco, senza opinioni diverse. Sembrò una prova di forza, più che un momento in cui i cittadini potessero essere ascoltati coi loro legittimi dubbi. Anche da situazioni come quelle si lancia il messaggio che non si può esprimersi davvero liberamente e soprattutto che non ci sono alternative credibili».
Ma secondo lei esiste un problema di censura in città?
«Direi soprattutto di autocensura. In un clima generalizzato in cui chi la pensa diversamente è per forza contro e basta, le posizioni si sempli cano, si formano due squadre e l’approfondimento, la complessità, sono inutili appesantimenti. Spesso poi deridere una posizione sostituisce il confronto».
Federica Angelini
e ro e ra ra e i a ia a i i o i o a ra i
Il capogruppo di Viva Ravenna verso la candidatura a sindaco dere e l’e mentore ncisi sostenuto dalla Le a or a talia rende tem o
Il candidato “forte” del centrodestra alle elezioni di Ravenna sarà con tutta probabilità Nicola Grandi, attuale capogruppo a Palazzo Merlato della lista civica Viva Ravenna, che alle ultime amministrative aveva invece candidato a sindaco l’albergatore Filippo Donati (con il sostegno di Lega e Fratelli d’Italia).
Manca ancora l’uf cialità ma è suo il nome che è uscito con più forza dal vertice romano dei partiti del centrodestra, convocato appositamente per sbloccare l’impasse che regna nell’opposizione cittadina. C’era attesa per la decisione in particolare di Fratelli d’Italia, partito di riferimento della coalizione, che vira così su un nome “civico”, che avrebbe sciolto le riserve e dato la propria disponibilità, così come la lista civica Viva Ravenna, che alle elezioni del 2021, alla sua prima partecipazione, ottenne quasi il 4,5 percento delle preferenze.
La carriera politica del 55enne Grandi, in ambito locale, è cominciata circa vent’anni fa tra le la di Lista per Ravenna, prima come consigliere territoriale e poi come consigliere comunale. Nel 2020 l’uscita da Lpr per dare vita a un progetto politico nuovo chiamato Ora. Grandi è un agente di assicurazioni da oltre 30 anni e promotore nanziario, titolare di una ditta di assicurazioni e di una società di servizi. Tra le passioni, oltre alla politica, anche lo sport: pallavolo, di cui è stato arbitro a livello regionale, e ciclismo. Tra le esperienze civiche va ricordata la fondazione dell’associazione culturale Ravenna Centro Storico. È socio dei Lions dal 2010. Grandi sarà chiamato a s dare il suo ex capogruppo Alvaro Ancisi, il decano dell’opposizione ravennate, che ha ottenuto invece il sostegno nelle scorse settimane della Lega, che non cambierà idea (con anche il supporto del Popolo della Famiglia).
+APERTURA DIURNA 8.30 – 19.30
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PONTE NUOVO via Romea 121 - tel. 0544 61068; COMUNALE 8 via Fiume Montone Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; COMUNALE 5 viale delle Nazioni 77 (Marina di Ravenna) - tel. 0544 530507; BOSCHINI via Piangipane 293 (Piangipane) - tel. 0544 418868. DAL 24 FEBBRAIO AL 2 MARZO SAN BIAGIO via Maggiore 6 - tel. 0544 212684; COMUNALE 8 via Fiume Montone Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; SAVARNA via Savarna 243 (Savarna) - tel. 0544 533631; S. PIETRO IN CAMPIANO via Petrosa 381 (S. Pietro in Campiano) - tel. 0544 576143.
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Resta da capire invece quale sarà la decisione de nitiva di Forza Italia, che al tavolo romano avrebbe preso tempo. Così come rappresenta ancora un’incognita l’altra lista civica di opposizione, la Pigna, la cui consigliera Veronica Verlicchi era stata indicata in un primo momento da Gian lippo Nicola Rolando della Lega quale candidata del centrodestra, prima della smentita dei vertici del Carroccio locale. (lu.ma.)
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VERSO LE AMMINISTRATIVE/2
Il candidato Barattoni (centrosinistra) dà il via alla campagna elettorale
Sabato 22 febbraio, con un evento pubblico in programma alle 11 nell’ex officina della Compagnia Portuale (in via Antico Squero 6, a Ravenna), comincia ufficialmente la campagna elettorale del candidato sindaco di centrosinistra Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Pd e al momento sfidato solo da Alvaro Ancisi (candidato da Lega, LpRa e Pdf). Nel frattempo è iniziata anche l’affissione dei manifesti del Pd per la città che rivendicano i risultati della passata amministrazione.
VERSO LE AMMINISTRATIVE/3
Assemblea di Ravenna in Comune per approvare la Carta dei Valori
Ravenna in Comune, associazione di sinistra che aveva annunciato l’intenzione di correre alle elezioni amministrative in opposizione al centrosinistra che sostiene Barattoni, convoca l’assemblea venerdì 21 febbraio alle 20.30 in via Aquileia 13. Saranno discussi i seguenti punti all’ordine del giorno: la nomina del portavoce, l’approvazione della carta dei valori, l’attivazione dei gruppi di lavoro. A chiunque è consentito di assistere ai lavori. La partecipazione attiva ai momenti decisionali è riservata a chi aderisce all’Appello della lista sottoscrivendo il foglio di presenza disponibile il giorno dell’assemblea. L’appello si può leggere e firmare anche sul sito www.ravennaincomune.it.
Ravenna, via Giulio Pastore 12 Tel. 0544 215658
Cell. 331 8013309 Fax 0544 211546 rgsrl.info@gmail.com
Intanto “Report” dedica un servizio all’opera e rivela che nel cantiere sta lavorando una nave ricollegabile a un oligarca russo vicino a Putin
L’arrivo della nave BW Singapore per il rigassi catore al largo di Punta Marina è annunciato per il 28 febbraio direttamente alla piattaforma, con l’obiettivo di entrare in funzione dopo un mese circa. E così, domenica 23 febbraio alle 14.30, il Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile” convoca un presidio ambientalista al Molo Dalmazia di Marina di Ravenna.
Tra le richieste del comitato c’è la stesura di una “road map” sui tempi di dismissione del rigassicatore, la creazione di un sistema di monitoraggio continuo e indipendente sulla qualità dell’aria, dell’ambiente marino, dell’assetto idrogeologico e dell’impatto sull’ambiente e sulla salute e, in ne, un appello alle istituzioni perchè prendano una posizione ferma sul taglio netto dei sussidi alle fonti fossili.
Una ripresa dell’inchiesta di “Report” sulla spiaggia di Punta Marina, o a or er r a atore o o do
Intanto, la mastodontica opera pubblica è stato oggetto anche dell’attenzione della nota trasmissione Report della Rai, che nella puntata di domenica 16 febbraio ha in particolare puntato i ri ettori sulla nave Blue Sky, un cargo lungo 92 metri e largo 24 che sta lavorando al largo di Ravenna da mesi, in particolare per posare in fondo al mare i tubi che dovranno collegare l’impianto a terra per un percorso di oltre otto chilometri. Battente bandiera di Palau,
piccolo arcipelago dell’Oceano Paci co, la nave è di proprietà di una società turca dietro la quale ci sarebbero però – viene spiegato nel corso della puntata della trasmissione televisiva – due imprenditori russi, soci in affari del magnate dell’Oil & Gas Valery Kolikov, oligarca considerato molto vicino a Putin, da lui omaggiato in passato anche con una medaglia d’oro per motivi patriottici.
Un fatto decisiamente interessante se si pensa che il rifassi catore è stato ritenuto un’opera necessaria (e per questo ha goduto di permessi particolarmente rapidi) proprio per “liberare” l’Italia dalla dipendenza del gas russo dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
ACCORDO CON LE FERROVIE: AP GESTORE DELLE MANOVRE NEL PORTO
Oggi lo scalo ravennate è secondo in Italia con il 13,5% delle merci movimentate su rotaia
Il presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Daniele Rossi, e il direttore della direzione operativa Infrastrutture Territoriale Bologna di Rete Ferroviaria Italiana, Filippo Catalano, hanno sottoscritto il Protocollo di Intesa che porterà l’Autorità Portuale ad essere il gestore unico delle manovre ferroviarie all’interno del Porto di Ravenna. Si tratta di un accordo de nito “epocale” da Autorità Portuale che pone le basi, si legge in un comunicato «per un ulteriore sviluppo del traf co ferroviario intermodale». Il protocollo prevede che l’Autorità Portuale diventi l’interlocutore unico per terminal portuali ed operatori ferroviari e si occupi di tutte le attività necessarie per l’utilizzo dei binari e del sistema dei raccordi ferroviari all’interno del porto. A Ravenna questa infrastruttura è costituita dalle due dorsali ferroviarie dei nuovi scali merci in sinistra e destra Canale Candiano ed estesa per quasi 30 km di binari. Rimarranno in carico a R la manutenzione straordinaria e gli investimenti in nuove infrastrutture mentre l’autorità Portuale si occuperà della gestione ordinaria e dei rapporti con i terminal collegati alla ferrovia. Negli ultimi anni i volumi delle merci trasportate su ferrovia sono aumentati no a una media del 13,5 % del totale con oltre 8000 treni all’anno, cifra che porta lo scalo ravennate al secondo posto in Italia per trasporto merci su ferrovia. L’obiettivio ssato dalla Ue è del 30% entro il 2030.
DOGANE
Chiesto un incontro urgente al Governo contro il declassamento
L’istituzione di un tavolo permanente come sede di confronto. E, come primo passo, la richiesta di un incontro al Governo, il più presto possibile, per ribadire la ferma contrarietà al declassamento della dogana di Ravenna, perché basata su un algoritmo che non tiene conto della complessità del sistema logistico portuale, né degli investimenti che si stanno portando avanti. È quanto è stato definito il 19 febbraio, a Ravenna, nel primo incontro del tavolo di confronto che vede protagonisti il Comune, la Regione Emilia-Romagna e tutti i soggetti interessati dalla decisione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di declassare l’ufficio doganale di Ravenna dalla prima alla terza fascia, tra cui le associazioni di categoria, la Camera di Commercio, le organizzazioni sindacali, l’Unione utenti operatori del porto. Presenti l’assessora regionale alle Infrastrutture, Irene Priolo, il sindaco facente funzioni Fabio Sbaraglia, l’assessora al Porto Annagiulia Randi e i rappresentanti dei soggetti interessati.
SCIOPERO Metalmeccanici ancora in sciopero per il mancato rinnovo del contratto
Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil tornano a mobilitarsi per ottenere la riapertura delle trattative del tavolo per il rinnovo del contratto collettivo di settore. Nonostante la buona riuscita delle prime otto ore di sciopero, che in provincia di Ravenna si sono tenute lo scorso 14 gennaio, la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale non riparte per l’indisponibilità di Federmeccanica e Assistal, che respingono le richieste presentate dai sindacati. «Per superare l’intransigenza delle controparti serve mandare un forte segnale alle aziende con l’intensificazione della lotta e della mobilitazione - sottolineano Fim, Fiom e Uilm – per cui sono state proclamate 8 ore di sciopero da realizzare con la massima articolazione, azienda per azienda, per rendere più incisiva la mobilitazione dei lavoratori». Oltre alle ore di sciopero, i sindacati di categoria confermano il blocco dello straordinario e delle flessibilità.
RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2025
re i e i e o a a io a i o o e a era i ir o a i a e ra o
La presidente di un comitato che raccoglie circa 90 persone lamenta la scarsa attenzione da parte del Comune da quando De Pascale è diventato sindaco: «La parte della basilica è usata come latrina per non pagare i bagni»
«C’è una puzza di urina insopportabile in alcuni angoli di strada perché sono usati come latrine a cielo aperto per non spendere i 50 centesimi dei bagni pubblici; sotto i portici di via Carducci e dei giardini Speyer dal tardo pomeriggio in poi ci sono assembramenti di persone con musica alta e schiamazzi e a terra poi restano bottiglie vuote e ri uti. Siamo circondati dal degrado». È la testimonianza della presidente del comitato Nuova Isola San Giovanni che riunisce circa novanta persone tra residenti e commercianti del quartiere di Ravenna nei pressi della stazione ferroviaria. La settantenne, che chiede di non pubblicare il suo nome, conosce bene la zona visto che il padre costruì la casa di famiglia in quelle strade nel 1959.
«Penso che la situazione di degrado urbano diffuso sia inaccettabile se pensiamo che questa è la prima immagine della città per tanti turisti e visitatori in arrivo. Ci sono casi in cui emerge proprio la mancanza di cura da parte delle istituzioni pubbliche. E il degrado poi porta anche fenomeni di piccola criminalità, sappiamo tutti che lo spaccio è molto diffuso». Il caso dell’ascensore del sottopassaggio pedonale, che collega viale Pallavicini con piazzale Aldo Moro passando sotto ai binari, è un esempio che rende bene l’idea di cosa intenda la donna quando parla di incuria da parte delle pubbliche amministrazioni. «A marzo 2024 si è guastato e veniva usato come giaciglio di
L’OPERATORE
fortuna. Abbiamo segnalato il problema alle autorità più volte, tutto quello che abbiamo ottenuto è che hanno chiuso l’ascensore in maniera de nitiva, ma dopo un anno è ancora guasto e io ho dovuto stampare due cartelli in italiano e in inglese per dare informazioni ai turisti che non sapevano dove andare. È accettabile per una città come Ravenna che vuole incentivare il turismo?».
hanno dovuto mettere della carta stagnola dentro al portone per evitare che l’urina arrivasse all’ascensore».
Il fronte di chi cerca di rimettere in ordine la zona non trova alleanze nella Diocesi. La basilica di San Giovanni non ha più un parroco e viene aperta da un custode per le visite come monumento. «La parete esterna dell’abside è usata come orinatoio, una scala che conduce alla sacrestia era un accampamento notturno. Dopo sette email inviate alla Curia hanno messo un cancelletto».
L’ascensore del sottopassaggio è guasto da un anno I cartelli per i turisti scritti dai residenti
La presidente del comitato riassume la quotidianità della zona circostante il giardino Speyer (intitolato alla città tedesca gemellata con Ravenna). «Il mattino di solito passa senza particolari problemi. Da metà pomeriggio, circa dalle 16, cominciano a radunarsi persone sotto i portici, passano il tempo con birra e musica, ogni tanto si pestano per qualche litigio e usano angoli e portoni per urinare. So di residenti che
a i a io e e iora a a e i i ia i e i e ia io e o o i e ra er o o e e i e o i e o o i i o
Il coordinatore della coop Villaggio Globale ha curato a lungo i progetti del Comune per favorire l’integrazione fra frequentatori, residenti e negozianti: «Spacciatori e criminali sono la minoranza»
Nel cuore dell’Isola di San Giovanni trova spazio dal 2007 la sede di Cittattiva, il centro di partecipazione civica e mediazione sociale del Comune di Ravenna, gestito dalla cooperativa sociale Villaggio Globale. Le attività del centro sono indirizzate alla promozione della cittadinanza attiva, coinvolgendo gruppi di persone e associazioni per la cura dei quartieri, dei beni comuni del territorio e per raccogliere le istanze dei cittadini sulla valorizzazione della città e del suo centro, con una particolare attenzione al quartiere Farini. «In un primo periodo le attività si concentravano in un percorso di mediazione tra commercianti, vicinato e frequentatori del quartiere - spiega Andrea Caccìa, coordinatore della coop -. Davamo modo alle persone di conoscersi e di esporre le criticità. Questo ha portato al miglioramento della convivenza e del decoro urbano». Una volta raggiunta una situazione di stabilità la formula è cambiata, e ai momenti di mediazione si sono sostituiti incontri e iniziative per la promozione di una frequentazione positiva della zona: «Oggi però assistiamo a un peggioramento, con l’aumento ormai noto dei fenomeni di spaccio e microcriminalità - continua Caccìa -. La causa è da ricercarsi nell’incremento della povertà non solo Ravenna e in Italia, ma nel mon -
do, portando anche a un incremento della migrazione e all’arrivo di persone che si ritrovano, più per obbligo che per scelta, a vivere di espedienti». Secondo il mediatore va dato un pese anche alla chiusura degli uffici comunali e all’apertura del cantiere dello studentato: «Si è creato un vuoto, le aree meno vissute dalla cittadinanza si prestano più facilmente al degrado». Dopo una prima fase conoscitiva, oggi le attività di Cittativa guardano a rassegne estive, feste di quartiere e cene sociali. Tra i progetti si elencano, oltre agli sportelli di supporto della sede di via Carducci 16 (orientati all’inserimento nel mondo del lavoro, alla creazione di curricula, compilazione di moduli burocratici, utilizzo di smartphone e spid fino al servizio di aiuto compiti per bambini), i corsi di italiano per stranieri (due cicli l’anno, frequentati da un centinaio di persone per corso e con esame finale certificato dal Cpia) e momenti di animazione come eventi in sede (gestiti grazie alla collaborazione con 15 associazioni del territorio), incontri estivi come la cena di vicinato
La proposta: R a are i giochi pubblici per i bambini, troppo trascurati»
La frustrazione dei componenti del comitato è soprattutto per la sensazione di scarso interesse da parte dell’amministrazione pubblica. Lo spiega ancora la presidente: «Ai tempi del sindaco Matteucci c’era più attenzione a questo quartiere, per tentare di migliorare la situazione. Da quando è in carica De Pascale abbiamo visto un atteggiamento meno attento. Noi scriviamo mail alla segretaria del sindaco e veniamo ignorati. Vorremmo che l’assessore Fusignani, titolare della delega alla Sicurezza, dimostrasse più impegno e venisse ad ascoltarci. Accusa lo Stato di non fare abbastanza, ma lui sta facendo il suo massimo per far muovere la prefettura?». (and.a.)
“ceniamo il mondo”, la rassegna CineSpeyer e l’invito all’organizzazione di eventi pubblici e privati nella zona: negli ultimi anni sono stati effettuati diversi investimenti in questa direzione, come l’acquisto di panche, tavoli e microfoni da poter utilizzare per feste e eventi e l’installazione di una centralina per l’aggancio elettrico. «Vivere positivamente il quartiere è la chiave per la riqualifica. Non si pensi che la zona sia battuta unicamente da criminali e spacciatori, perché si tratta solo di una minima parte dei frequentatori. La maggioranza delle persone si ritrova nell’area per fare acquisti nei market asiatici e arabi, aspettare il treno o passare il tempo libero dopo il lavoro con conoscenti e connazionali - conclude il coordinatore -. Quanto più crescerà il movimento positivo, tanto calerà quello negativo. Sarebbe bello vedere più diversità tra i negozi del portico: gli alimentari etnici dovrebbero trovare spazio diffuso in tutta la città, in modo da dedicare gli spazi dell’Isola di San Giovanni a diverse attività di carattere sociale e non solo economico, aperte anche la sera e fruibili liberamente dal pubblico, senza locali adibiti a magazzino e saracinesche perennemente abbassate. Un altro investimento mirato potrebbe riguardare la riqualifica dei giochi del parco, apprezzati dai più piccoli ma da tempo trascurati. Le strategie da mettere in campo in questo ambito sono tante, ma richiedono impegno e investimenti».
La speranza di Caccìa è quella di non vedere un tema tanto delicato tradursi nella polemica del momento legata a qualche brutto episodio isolato o in una dinamica da sfruttare in campagna elettorale, ma di trovare una giusta dimensione per un punto centrale e importante della città. ( ma.fa. )
ar iere ari i i o er ia e e iri o ra o r i i ra a i i e r ba o e o e o o o i er e ie i ri i e i a o i a a io
La ristoratrice sceglie la linea dura: «Non facciamo servizio bar e non vendiamo da asporto, una maggiore rigidità u essere una solu ione» l titolare del ne o io im ort e ort « isse e s accio ora cominciano i al mattino»
Furti nella notte, minacce, spaccio davanti alle vetrine e coltelli rubati dal bancone della macelleria: i commercianti dell’area tra la stazione e i Giardini Speyer a Ravenna raccontano la loro quotidianità in un periodo di crescente tensione.
C’è chi dice di «non riuscire più a dormire, preoccupato per il negozio» e chi crede che una maggiore rigidità da parte dei commercianti possa essere un primo passo per risolvere i problemi del quartiere. Gli esercenti di bar e locali in viale Farini (in prevalenza italiani) hanno preferito non rilasciare dichiarazioni, mentre i proprietari dei negozi sotto i portici di via Carducci (prevalentemente bazar gestiti da stranieri) sembrano più propensi a esporsi.
«Sono qui da quasi 7 anni – racconta Mohamed, titolare di ModAsia – e la situazione è peggiorata. Anche nei momenti di calma, la presenza di persone losche spaventa i clienti. I turisti che arrivano dalla stazione evitano questa strada e gli affari ne risentono».
per bere, fumare o spacciare. Molti sono arabi o africani, ma ci sono anche italiani, soprattutto ragazze, giovanissime. Sono preoccupato per loro».
Non mancano le rapine, dalle vetrine rotte durante la notte ai piccoli furti dei più giovani: «Pochi giorni fa ho trovato la porta distrutta –continua Arshad –. Sono entrati nella notte e hanno rubato il fondo cassa, collane, orologi e effetti personali. Al danno economico si aggiungono quasi duemila euro di riparazioni».
Chi ha provato a cacciare i ladri è stato minacciato con un coltello
Sheak Arshad, titolare di New Mondo export-import, conferma: «La mia clientela è composta soprattutto da donne, ma ultimamente molte evitano il negozio per paura. Lo spaccio, il consumo di sostanze o le risse non sono una novità, ma prima succedeva di notte. Ora, n dal mattino, si ritrovano sotto i portici
Stessa situazione per Iyanna bigiotteria: «Ho anticipato la chiusura, e mia moglie non viene più a lavorare il pomeriggio perché non si sente sicura», spiega il titolare. Sul telefono conserva i video dei furti più recenti, registrati dalle telecamere di sorveglianza e già inviati alla polizia: «Spesso sono ragazzini: entrano in gruppo e rubano quello che possono. Se provo a cacciarli mi minacciano, a volte hanno dei coltelli. È da due anni che il negozio è in perdita, se va avanti così saremo costretti a chiudere».
Alle denunce si è recentemente aggiunta anche una lettera inviata al Comune rmata dai commercianti del quartiere: «Non abbiamo ancora ricevuto risposta - conclude Arshad -. Abbiamo contattato anche la guar-
dia di nanza, ma dicono di avere le mani legate. Nell’ultima settimana i controlli sono più frequenti ma le persone vengono lasciate libere. Speriamo che la situazione cambi presto, anche in vista dello studentato in costruzione: questa zona va resa più sicura per i ragazzi che la abiteranno».
Su viale Farini il proprietario della macelleria halal, Alì, racconta gli attimi di paura del 12 febbraio, quando un giovane è entrato in
negozio per rubare un coltello: «Non l’avevamo mai visto. È entrato come un normale cliente e poi ha allungato la mano dietro al bancone e ha preso il coltello da carne. Pensavamo che volesse usarlo contro di noi o per attaccare qualcuno in strada». L’uomo si è poi diretto al vicino McDonald’s minacciando i passanti e ferendo un agente della polizia locale.
«Chiediamo un maggiore presidio a tutela dei lavoratori e di una zona nevralgica di Ravenna, biglietto da visita per tanti turisti», commenta il responsabile del fast food della stazione. I disagi però sembrano essere circoscritti all’area più prossima agli Speyer, e a soli pochi passi gli esercenti offrono un quadro diverso: «Conosciamo le criticità della zona ma non abbiamo mai avuto problemi - commenta Rita Bertozzi, titolare dell’osteria Il Paiolo di via Farini - adottiamo una politica molto intransigente, selezioniamo la clientela e per disincentivare situazioni già critiche non offriamo servizio di bar e distribuzione di alcolici da asporto. Siamo contenti di ciò che abbiamo costruito negli anni, e crediamo che una maggiore rigidità da parte dei commercianti possa essere una soluzione alle tensioni del quartiere».
Dello stesso parere anche edicola e piadineria di viale Farini: «La maggior parte delle situazioni a rischio si concentra negli spazi verdi del parco, o sotto i portici, da questo lato della strada tutto sembra tranquillo». Maria Vittoria Fariselli
RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2025
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Il comandante della polizia locale ha disposto quasi 400 servizi di pattuglia nel quartiere nel 2024
Cespugli e arbusti rimossi dai giardini per ridurre i nascondigli per la droga
La polizia locale di Ravenna ha svolto quasi quattrocento servizi di pattuglia nel quartiere dei giardini Speyer nel 2024. In tutto sono state controllate 1.030 persone di cui l’80 percento straniere. I controlli hanno portato a 94 notizie di reato segnalate alla procura. I numeri più alti riguardano irregolarità in materia di immigrazione (23), violazioni del Daspo urbano (17), mancata esibizione dei documenti (13). Numeri minori per furti, spaccio, oltraggio e resistenza a pubblico uf ciale, danneggiamenti, interruzione di pubblico servizio. Ma va ricordato che i vigili urbani sono solo una delle divise che si sorvegliano il quartiere.
«Le zone circostanti alle stazioni ferroviarie sono problematiche in tutte le città e forse la situazione di Ravenna è migliore se paragonata ad altre realtà», riconosce Andrea Giacomini, comandante della polizia locale dal 2017. Ma l’ex carabiniere non ci sta a rassegnarsi: «L’obiettivo di chi si occupa dell’amministrazione e della sicurezza del territorio è migliorare le cose. Dobbiamo puntare al massimo. Vorrei che chi esce dalla stazione avesse la sensazione di trovarsi in un quadro di Manet».
Per il momento sull’erba del giardino Speyer non si fanno colazioni come nei dipinti dell’impressionista francese. «Le stazioni sono hub di trasporti pubblici dove convergono persone che non si muovono con un’auto propria e spesso sono quindi persone in condizioni economiche meno oride. Nei palazzi circostanti è più facile che trovino casa famiglie straniere maggiormente disposte a condividere appartamenti tra più nuclei».
L’esiguo numero di persone non in regola con le norme di immigrazione, in occasione dei controlli, attesta che la maggior parte di quelle che compongono gli assembramenti sotto i portici hanno residenza altrove e lì si intrattengono perché lo considerano un luogo di ritrovo. «In questo scenario dove c’è molta gente è poi facile che trovino spazio attività illecite come lo spaccio che spesso è un “datore di lavoro” per chi ha bisogno di soldi». Tra le mosse per contrastare lo smercio di droga è stata potenziata l’illuminazione pubblica del giardino e sono stati rimossi arbusti e cespugli che offrivano luoghi di imbosco. «Va riconosciuto che nell’area della stazione ravennate – dice Giacomini – non sono radicati altri fenomeni illegali come la prostituzione o il commercio abusivo che invece sono frequenti in contesti simili, scippi e borseggi sono quasi a zero». E capita che si inneschino i comportamenti che i residenti faticano a tollerare: «Lo spacciatore passa molte ore nello stesso posto e per passare il tempo mette musica e beve alcol. Se poi capitano clienti insolventi, tra persone ubriache, nel commercio della droga non si ricorre certo ai tribunali ma i conti si regolano in strada con modalità primordiali e quindi si veri cano risse e liti. Ma sbaglia chi pensa che siano tutti spacciatori. I nostri controlli ormai ci hanno permesso di avere una fotogra a piuttosto precisa di quali soggetti sono
i principali responsabili del degrado e dell’insicurezza, parliamo di una ventina di persone». Il dialogo tra il comandante e i residenti che chiedono più decoro è costante: «Conosco personalmente la presidente del comitato Nuova Isola San Giovanni e capisco il legittimo desiderio di migliorare il presente». Un risultato non facile a cui non può contribuire solo la polizia locale: «L’ordine pubblico e la sicurezza urbana è materia principale di polizia e carabinieri. La polizia locale fa la sua parte, ma abbiamo strumenti e personale con competenze diverse. Il cittadino vorrebbe vedere una nostra pattuglia a ogni angolo del condominio, ma questo vorrebbe dire svuotare il resto del territorio comunale e probabilmente farebbe solo spostare il problema altrove».
Uno degli strumenti in mano al Comune, e quindi ai vigili urbani, è il regolamento di polizia urbana che ha introdotto il divieto di consumo di alcolici in spazi aperti nel quartiere. La violazione comporta una sanzione da circa cento euro. Nel 2024 ne sono state contestate 178. Quante quelle pagate? «Una parte esigua – riconosce Giacomini –. In molti casi si tratta di soggetti incapienti scalmente, che non hanno soldi per pagare tributi e multe e questo li rende indifferenti all’azione amministrativa. Sono invece più sensibili di fronte a un arresto e al rischio di rimpatrio. Se si vuole percorrere questa strada deve essere una scelta che coinvolge tutte le amministrazioni del territorio».
Andrea Alberizia
Sopra una pattuglia della polizia locale in servizio di fronte a ed o e o ter il nuovo studentato universtiario. Sotto il comandante Andrea Giacomini
DASPO URBANO
Il divieto di accesso in un’area cittadina
I controlli della polizia locale di Ravenna al quartiere stazione nel corso del 2024 hanno accertato la presenza di 17 persone che non avevano rispettato il cosiddetto Daspo urbano, cioè l’ordine del questore che vieta a una singola persona l’accesso a certe zone cittadine. Il termine Daspo è l’acronimo di “divieto di accesso alle manifestazioni sportive” che solitamente colpisce i tifosi autori di condotte violente.
Il Daspo urbano, introdotto con un decreto legge del 2017 che lo definisce come “misura a tutela del decoro di particolari luoghi”, è un provvedimento interdittivo a natura preventiva: si vieta ad alcune persone di entrare in determinate zone, individuate dai sindaci, perché viste come un pericolo per la sicurezza pubblica.
La disposizione spetta al questore. Può colpire persone che commettono gli autori di violazioni reiterate come occupazione di spazi pubblici con limitazione della libera circolazione (per esempio sdraiarsi a terra e bivaccare), ubriachezza molesta, atti osceni, commercio ambulante abusivo.
Oltre a commettere queste violazioni dannose per il decoro delle zone, la persona deve avere anche un profilo ritenuto di pericolosità sociale che può essere dato da precedenti giudiziari specifici.
La legge individua come aree dove si può applicare il Daspo urbano tutte quelle delle infrastrutture di trasporti. I Comuni possono individuare altre aree del territorio. Ravenna ha scelto di considerare tutto il territorio compreso dai cartelli stradali della località. Il provvedimento però riguarda solo porzioni specifiche e infatti comprende una mappa esatta dell’area non frequentabile dal destinatario di Daspo.
GLI ULTIMI DUE CASI
Un’aggressione con un coltello rubato in macelleria e una rapina di un monopattino elettrico
Due episodi di cronaca hanno coinvolto di recente il quartiere della zona stazione a Ravenna.
Nella serata del 12 febbraio un 25enne ha rubato un coltello con lama di 24 cm da una macelleria e poi ha cominciato a minacciare persone per strada. In particolare l’obiettivo del giovane erano un altro uomo che si è rinchiuso nel McDonald’s. L’aggressore armato di coltello ha tentato di fare irruzione seminando il panico e costringendo clienti e personale del fast food a barricarsi dentro temendo il peggio. L’intervento della polizia locale ha messo fine ai momenti di tensione, ma per bloccare il giovane armato un agente è rimasto ferito leggermente.
Nella serata del 15 febbraio invece la squadra Volanti della questura ha arrestato un giovane che si ritiene fosse uno dei tre del gruppo che ha aggredito a calci e pugni una persona a bordo di un monopattino elettrico per portare via il mezzo. La vittima ha chiamato i soccorsi e ha indicato ai poliziotti uno dei responsabili che si trovava nel sottopassaggio ancora in possesse del monopattino. Il presunto rapinatore ha reagito al tentativo di arresto e per immobiliarlo è stato usato il taser, la cosiddetta pistola elettrica che immobilizza il soggetto colpito con scariche elettriche.
Le tre ro oste della lista ci ica i a a enna er li e er « residio sso di oli ia recin ione e ona rossa» e arli df attacca i ma istrati « imettono in li ert i delinquenti» Le a « on è questione di erce ione»
Le recenti vicende di cronaca nera avvenute al quartiere Farini di Ravenna (vedi box nella pagina accanto) hanno acceso la polemica politica, con la complicità dell’imminente tornata elettorale. I partiti di centrodestra hanno attaccato l’amministrazione e in particolare l’assessore (ex vicesindaco) Eugenio Fusignani (Pri), titolare in giunta delle deleghe Sicurezza e Polizia locale.
«Da un lato va rilevato un aumento della presenza di forze dell’ordine – riconosce Nicola Grandi, consigliere comunale di Viva Ravenna –, ma dall’altro occorre prendere atto del fallimento di qualsiasi iniziativa, posto che i controlli danno continui segnali di degrado in ulteriore inesorabile aumento.
A gennaio 127 persone identi cate e 61 fra multe o denunce.
Fusignani ricorda il caso Almasry: «Se lo Stato vuole, i mezzi si trovano» e i e i a o a e a o i ro a o a i i o o a o e e o e iare i or a i i er i ri a ri e ro e ra o a a i o o a are i rob e i
Lo studentato, per cui serviranno ancora due anni, non sarà la soluzione: il rischio è che aumentino sì le presenze di persone tranquille come gli studenti, ma che al contempo tale presenza incrementi i fenomeni di spaccio, e che gli studenti stessi non trovino un ambiente favorevole allo sviluppo della civile e tranquilla convivenza». Grandi ha tre proposte: «Un nuovo presidio sso di polizia sul posto; una recinzione, non entusia-
smante in termini estetici e logistici ma che ha dimostrato la sua indiscutibile ef cacia nell’area dei giardini pubblici; istituire la zona rossa ammessa dalla direttiva del ministero dell’Interno dello scorso mese di dicembre».
La Democrazia cristiana parla tramite Giovanni Morgese, ex carabiniere, e Mauro Bertolino: «Ogni volta che si veri ca un episodio di violenza, l’amministrazione sembra volerlo ridurre a un incidente casuale, anziché affrontarlo come parte di un crescente e grave problema. È arrivato il momento di un cambiamento radicale: risorse, piani di sicurezza ef caci e soluzioni vere».
Per Elena Marin, esponente della Lega, a Ravenna è stato fatto poco o nulla in tema di sicurezza urbana per quanto riguarda le competenze limitate all’amministrazione comunale: «La giunta continua a minimizzare sostenendo che si tratta di “insicurezza percepita” quindi non reale e che non è di loro competenza. Sbagliato».
Il vicesindaco è nel mirino anche di Mirko De Carli del Popolo della Famiglia: «Fusignani sta
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cercando di inquinare le acque per nascondere gli evidenti fallimenti in materia sicurezza della giunta De Pascale». Ma il Pdf attacca anche la magistratura: «Per pura ideologia nega i rimpatri di immigrati irregolari o rimette in libertà delinquenti dopo pochi giorni». L’esponente del partito di Adinol non fornisce dettagli su casi speci ci. Fusignani afferma che le criticità di Ravenna non dipendono dalle istituzioni locali ma
dalle carenze strutturali dello Stato: «Lo dimostrano le direttive del ministro Piantedosi, dall’attenzionamento delle stazioni all’istituzione delle zone rosse no all’ultimo appello a prefetti e questori per aumentare i rimpatri dei migranti irregolari. Purtroppo, nella quale totalità dei casi, le questure non possono far altro che consegnare fogli di via che non hanno alcuna ef cacia, perché mancano organici adeguati, dotazioni ef cienti e risorse per eseguire materialmente i rimpatri. Il caso Almasry dimostra che, quando lo Stato vuole, i mezzi si trovano, perché se non si mettono risorse adeguate, i grandi proclami restano solo lettera morta».
L’ex vicesindaco ringrazia il questore, il prefetto e tutte le forze dello Stato: «Anche a Ravenna riescono davvero a fare le nozze con i chi secchi, lavorando con risorse limitate. Se lo Stato copiasse il modello delle politiche di sicurezza del Comune di Ravenna, potenziando gli organici delle forze di polizia a competenza generale, dotandole di strumenti più ef caci e infrastrutturando il territorio con telecamere e quant’altro utile a rendere maggiormente ef ciente la loro preziosa e non surrogabile azione, la sicurezza e l’ordine pubblico sarebbero un’altra cosa in tutto il Paese. Non si può dipingere Ravenna come un Bronx apocalittico».
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RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2025
L’INTERVISTA
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L’autrice a Ravenna il 26 febbraio per presentare il suo ultimo lavoro: «La terra è l’elemento fondalmentale di questo conflitto»
Paola Caridi presenterà il suo ultimo libro Il gelso di Gerusalemme (vedi articolo accanto) mercoledì 26 febbraio alle 20.30 alla Sala d’Attorre di Ravenna. L’iniziativa è organizzata da Arci Ravenna e Casa delle donne e a dialogare con l’autrice ci saranno Elettra Stamboulis e Carla Cocilova. Ne abbiamo appro ttato per fare in anteprima qualche domanda all’autrice sul libro e sulla situazione attuale in Palestina.
Come nasce l’idea di riraccontare la storia della Palestina e del Mediterraneo attraverso gli alberi e in generale l’elemento del “non-umano”? Che prospettiva diversa può fornirci questo punto di vista?
«Quello che mi ha colpito è la terra. Può sembrare una risposta per se stessa banale, ma per dieci anni ho vissuto in una comunità e in una città in cui il racconto della questione israelo-palestinese è stato fatto sempre incentrato sulle persone, mentre riguarda innanzitutto una terra che doveva essere posseduta e dominata, e in quella narrazione la terra perdeva di spessore e di protagonismo. Ecco, gli alberi rappresententano quella terra, non solo perché sono gli elementi più visibili, ma anche perché nella questione israelo-palestinese sono l’elemento che ha dato luogo a diverse narrazioni che hanno dato un preciso tono politico a tutta la storia, una storia che dura da 150 anni. Quello che ritengo sia l’idea più importante della lettura che si può fare partendo dagli alberi è che quando si usa lo slogan “Un popolo senza terra per una terra senza popolo”, non solo si dimentica il popolo palestinese, ma si dimentica la terra che invece è l’elemento fondamentale. Questo non è un con itto religoso, non uno è scontro tra fedi, riguarda esattamente la terra. Da parte israeliana è una terra da possedere e già posseduta, di cui si ha la proprietà e chi si può dominare. Nel caso palestinese invece c’è un rapporto diverso, c’è un rapporto di appartenenza, si è parte di un sistema e, se si vuole, di un ecosistema».
Sicomori, gelsi, ulivi, pini: uno sguardo inedito sulla storia
Saggista e giornalista, esperta di mondo arabo
Paola Caridi (Roma, 1961) è saggista e giornalista. Dopo un dottorato in Storia delle relazioni internazionali, dal 2001 al 2003 è stata corrispondente dal Cairo per Lettera22, associazione di cui è fondatrice e presidente. Per i successivi dieci anni ha vissuto e lavorato a Gerusalemme, collaborando con alcune delle maggiori testate italiane. Si occupa da oltre vent’anni di storia politica contemporanea del mondo arabo. Il suo blog è invisiblearabs.com.
ché, come diceva Ben Gurion, era l’esercito degli alberi a proteggere Israele. Quindi, certo, sono un elemento politico, lo sono diventati e lo sono sempre di più. Basti pensare allo sradicamento degli olivi a centinaia di migliaia: oltre un milione di olivi sradicati è un elemento politico e quindi è un’arma».
«Le parole di Trump mi preoccupano, ma anche l’amministrazione precedente...»
Anche da questo libro emerge con forza tutto il limite del diritto internazionale, oggi più che mai messo in discussione. Cosa possiamo aspettarci? «Beh, la domanda implica una risposta che si può scrivere in un libro. La questione del diritto internazionale è una questione cruciale e secondo me anche una questione che fa paura alle parti in causa, soprattutto Israele, direi, ma anche a Trump. La stessa idea di Trump di trasformare Gaza in una riviera dà anche una lettura diversa rispetto a quella dello svuotamento di Gaza che pure è l’elemento centrale. In fondo cancellare la distruzione vorrebbe dire cancellare le prove del genocidio, cancellare tutto ciò che una scena criminis ci può dire, cancellare anche l’uso delle bombe americane gettate sulla popolazione di Gaza da parte dell’aviazione e dei droni israeliani. E quindi, come dire, il diritto internazionale sembra un’arma smontata, ma secondo me, ahimè con dei tempi lunghi che signi cheranno altri lutti, dovrà affrontare per forza di cose un genocidio; un genocidio non si nasconde in un cassetto».
Ma quanto la preoccupano le parole di Trump su Gaza? E quale sarà la situazione nell’immediato futuro?
Gli alberi e la vegetazione stessa possono diventare un elemento politico, di narrazione o di negazione dell’ identità?
«Sì, certo, gli alberi sono un elemento politico, almeno noi umani lo interpretiamo come un elemento politico. Non solo, li abbiamo utilizzati, strumentalizzati, piantati come un elemento politico anche di possesso della terra, come ci dice la storia dei 200 milioni di alberi piantati dal Sionismo prima e da Israele dopo per-
«Le parole di Trump mi preoccupano, certo, ma mi hanno preoccupato anche i gesti, gli atti compiuti dall’amministrazione precedente, cioè dall’amministrazione guidata da Joe Biden con un segretario di stato come Antony Blinken, che ha rmato, per esempio, l’invio di miliardi di dollari di armamenti a Israele. Se da una parte le parole di Trump preoccupano tutti noi, ma non solo su Gaza, su tutto ciò che ha detto e ha fatto in queste prime settimane di presidenza, non dobbiamo mai dimenticare che se c’è stato un genocidio a Gaza, è anche perché ci sono stati per oltre un anno gesti compiuti da un’amministrazione precedente. Non possiamo dimenticarlo. C’è stato un genocidio e temo che ora ci saranno le conseguenze umanitarie del disastro, quindi anche se non ci fossero più le bombe, cosa che ahimé ritengo improbabile, il disastro continua non visto, silenzioso, implacabile».
Federica Angelini
Il Gelso di Gerasalemme di Paola Caridi, pubblicato da Feltrinelli (che l’autrice presenterà a Ravenna il 26 febbraio, vedi intervista a anco), intreccia storia e botanica, umano e non-umano attraverso il Mediterraneo e attraverso i secoli, concentrandosi in particolare sulla storia più recente e partendo inevitabilmente da Israele e Palestina. Qui scopriamo per esempio come quello che è il mito fondativo dello stato ebraico, ossia “far nascere un giardino in un deserto” abbia implicato innanzitutto una colonizzazione botanica, con milioni di pini, che è servita a rendere più “europeo” il paesaggio, ma anche a nascondere le rovine di interi villaggi palestinesi. Rovine che sono riemerse dopo gli immensi incendi del 2021 la cui devastante portata è da attibuire anche a quegli stessi pini, i cui aghi a terra, in un clima caldo e asciutto, hanno fatto da combustile. E ancora, scopriamo come le arance di Jaffa erano già nell’Ottocento un bene ricercatissimo per combattere lo scorbuto sulle navi mercantili e avevano fatto la ricchezza della stessa città, all’epoca tra le più importanti di quest’area grazie al lavoro dei palestinesi. E oggi invece c’è da credere che proprio da lì venga l’arancio scelto come colore dai coloni, identitario dello Stato di Israle. E ancora i gelsi, in Libano, coltivati in gran quantità no a diventare una monocultura per “sfamare” le fabbriche della seta di Lione ma che ha nito per affamare la popolazione quando, con la prima guerra mondiale, fu bloccato il porto di Beirut. Quel lo di seta che da secoli collega oriente e occidente e che nel libro di Caridi porta no a Bisanzio e ai mantelli di Teodora e Giustiniano nella basilica di San Vitale. E poi sicomori e ulivi, e piante selvatiche o of cinali di cui si vieta il raccolto per ragioni più politiche che naturalistiche. Il viaggio di Caridi si espande no alla Turchia e all’Egitto e Palermo in un rimando di rivolte contro le oppressioni, di storie di colonizzazioni, dove gli alberi proteggono, nascondono, cibano, salvano. Un intreccio di storie da una visuale nuova su un presente quanto mai complesso che si riallaccia al passato, un libro illuminante e scritto con una penna precisa e incisiva, mai ridondante per un racconto imperdibile. (fe. an.)
Dopo solo cinque anni chiude il corso di laurea in “Storia, società e culture del Mediterraneo”
Si chiude l’esperienza del corso di laurea “Storia, società e culture del Mediterraneo” al campus universitario di Ravenna. La triennale dell’Università di Bologna, nata nel 2020 nel dipartimento di Beni culturali, non esisterà più nell’anno accademico 2025-2026. La causa della chiusura è la carenza di iscritti. Lo spiega la professoressa Anna Chiara Fariselli, direttrice del dipartimento: «Allocare le risorse finanziarie pubbliche su progetti sostenibili è un atto di responsabilità da cui un’amministrazione dipartimentale non può esimersi», ha detto al quotidiano Il Resto del Carlino. Fariseli ha inoltre spiegato che la decisione è stata presa nell’ambito dei consigli di dipartimento con voto concorde di tutti i professori e ricercatori che ne fanno parte. Il corso, coordinato dal professore Michele Marchi, era nato grazie a un ristretto gruppo di docenti del dipartimento di Beni culturali, con la convinzione che – dopo l’11 settembre 2001, l’Afghanistan, la guerra in Iraq e le primavere arabe – il Mediterraneo allargato sia al centro di ogni dibattito geopolitico e geostrategico.
Uno degli ultimi iscritti al corso ha inviato alla redazione una email per manifestare tutto il suo disappunto: «Io e altri studenti solo a gennaio abbiamo saputo dal coordinamento del corso che non ci saranno nuovi iscritti il prossimo anno. Addirittura il nostro futuro terzo anno sarà ridotto con meno possibilità di scelta e riduzione di alcuni corsi. E l’abbiamo saputo solo dopo aver pagato le tasse universitarie. Credo si tratti di un diploma interessante che si rifà nello specifico a problemi attuali, invece di aiutare un corso attivo da solo tre anni e molto importante per l’attualità, il tutto viene chiuso velocemente. Questo ha causato l’abbassamento del morale di tutti gli iscritti, e di molti che abbandoneranno il corso per rivolgersi a corsi più “sicuri”».
Crescono invece le domande per i licei, che sono il 42,1 percento sul totale di 3.257 studenti delle superiori 2025/26
SOLIDARIETÀ
Una piega di bellezza a favore della lotta contro il cancro al femminile
Domenica 23 febbraio torna “Una Piega per lo Ior”, nell’ambito delle iniziative dell’Istituto Oncologico Romagnolo dedicate alla lotta contro il cancro al femminile. Molto più di un semplice servizio di fornitura di parrucche oncologiche gratuite, il progetto Margherita dello Ior offre alle donne in chemioterapia la professionalità di un parrucchiere e il conforto di un volontario che le accompagna nella scelta della chioma e del colore che meglio si addice loro. L’importanza di questa attività è sancita dai numeri, con ben 344 pazienti che ne hanno usufruito nel solo 2024: tra queste, 112 nella provincia di Ravenna.
Il 23 febbraio i parrucchieri di Ravenna saranno a disposizione dalle 8:30 alle 17 presso la sede Ial in via Vulcano 78, mentre quelli di Lugo saranno ospiti del Conad Superstore di via Taglioni 3 dalle 9:30 alle 17: entrambi i gruppi proporranno a chiunque voglia partecipare lavaggio e piega con un contributo minimo di 20 euro, senza possibilità di prenotazione, che andranno interamente a sostegno della campagna dello Ior. L’anno scorso, tra Ravenna e Lugo, più di 260 persone si sono fatte fare una piega di bellezza a favore della lotta contro il cancro al femminile.
Chi non riuscirà a prendere parte all’evento di domenica 23 febbraio potrà in ogni caso far sentire tutta la sua vicinanza con una donazione da effettuarsi presso uno degli oltre cento saloni ed esercizi commerciali che espongono il salvadanaio apposito a sostegno del crowdfunding dell’Istituto Oncologico Romagnolo: l’elenco degli aderenti si trova online su www.ior-romagna.it. Infine, si può sostenere il progetto anche sulla pagina dedicata nella piattaforma www.insiemeachicura.it. Entrambe queste modalità saranno disponibili fino a mercoledì 8 marzo.
Per il secondo anno consecutivo sono in calo le domande di iscrizione alle classi prime delle scuole statali primarie e secondarie (compresi anche i percorsi di formazione professionale e le scuole paritarie) in provincia di Ravenna. Un trend che si registra anche a livello regionale dove sono state oltre 105mila le domande per l’anno scolastico 2025/26. In provincia il dato complessivo si attesta a 8.774, oltre 300 in meno rispetto a un anno fa. Come sempre, di particolare interesse sono i dati
relativi alla scuola secondaria di secondo grado: in provincia complessivamente sono state 3.257 le domande per le superiori, di cui 1.372 ai licei, pari al 42,1 percento del totale, in aumento rispetto a un anno fa. In leggero calo gli istituti tecnici, mentre le iscrizioni ai professionali sono state ben cento in meno, passando da 709 a 608. In regione il trend è ancora più a favore dei licei, che rappresentano il 46,4 percento del totale, davanti al 36,2 degli istituti tecnici (in provincia 39,2) e al 17,4 dei professionali (in provincia il 18,7).
Il documentario “Food for Pro t” per la chiusura della mostra al PR2
Chiude domenica 23 febbraio negli spazi espositivi PR2, in via D’Azeglio a Ravenna, la mostra d’arte contemporanea XFXP, con opere di Giorgia Baroncelli, Federico Ferroni e Lorenzo Scarpellini. La mostra nasce da un sentimento di protesta profonda verso la violenza e l’indifferenza legate al tema del maltrattamento animale e degli allevamenti intensivi. Durante il vernissage, domenica 23 febbraio alle 19, sarà proiettato il documentario di Giulia Innocenzi e Pablo D’ambrosi, “Food for Profit”
29.000 copie direttamente nelle buchette di Faenza , Brisighella , Casola Valsenio , Castel Bolognese , Riolo Terme , Solarolo
cura di
RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2025
MOBILITÀ SOSTENIBILE/1
“Auto elettrica, verità o bugie?”: ne parlano al Rasi cinque esperti
“Auto elettrica: verità o bugie? Tra racconto e visioni, cinque voci ci guidano nella transizione all’elettrico” è il titolo dell’evento che andrà in scena giovedì 27 febbraio al Teatro Rasi di Ravenna alle 18.30 (ingresso in sala a partire dalle 18) organizzato da Lineablù/Volvo. Una serata tra racconti, immagini e musica in cui gli ospiti, che intratterranno il pubblico con interventi dedicati, saranno accompagnati da letture e musiche eseguite dal vivo. Interverranno Michele Crisci – presidente dell’Unione Nazionale Rappresentati Autoveicoli Esteri nonché presidente di Volvo Car Italia; Leonardo Setti – presidente del Centro per le Comunità Solari e docente di chimica presso l’Università di Bologna; Mauro Tedeschini – co-fondatore VaiElettrico.it e Ex-direttore Quattroruote; Giampaolo Cimatti, ingegnere della società Tozzi Green S.p.A. di Ravenna; Giulio Autopilot – youtuber e influencer specializzato in mobilità elettrica. La serata è ad ingresso libero, ma l’iscrizione è obbligatoria sul sito lineablu.org.
MOBILITÀ SOSTENIBILE/2
A Ravenna un convegno nazionale sulle prospettive della Ciclovia Adriatica, con Fiab Italia
Il cicloturismo è un settore in continua crescita in Italia, grazie anche a una sempre maggiore attenzione verso la mobilità sostenibile e alla nascita di percorsi ciclabili. E la rete nazionale di strade ciclabili coinvolge anche il territorio ravennate, a partire dalla Ciclovia Adriatica, un percorso che si snoda da Trieste a Santa Maria di Leuca, in Puglia, lungo tutta la costa del mare Adriatico per oltre 1.500 chilometri. L’attuazione e le prospettive della Ciclovia Adriatica saranno al centro di un convegno di interesse nazionale, in programma sabato 22 febbraio a Ravenna (alla sala D’Attorre di via Ponte Marino), organizzato dalla Fiab.
I lavori inizieranno alle 15 con il saluto dell’assessore comunale alla Mobilità, Gianandrea Baroncini, e del coordinatore regionale della Fiab, il ravennate Nevio Senni. Poi Antonio Dalla Venezia e Angelo Fedi di Fiab Italia illustreranno la rete nazionale di percorsi ciclistici Bicitalia, mentre alle 16 Alessandro Tormene, anch’egli dirigente di Fiab Italia, parlerà della Ciclovia Adriatica BI6 in ottica Eurovelo (la rete continentale di percorsi ciclabili). Alle 16.30 sarà la volta di Alessandro Meggiato, dirigente del settore trasporti e mobilità sostenibile della Regione Emilia-Romagna. Saranno quindi l’assessora comunale ai lavori pubblici, Federica Del Conte, e il dirigente comunale del Servizio mobilità e viabilità, Corrado Guerrini, a presentare il progetto della Ciclovia Adriatica nel comune di Ravenna, un intervento che rientra nei lavori previsti nell’ambito del Pnrr. Dopo gli interventi del pubblico, a chiudere il convegno alle 18 circa, l’assessora regionale al turismo, Roberta Frisoni.
MARZO 4 MAGGIO 2025 MOSTRA
Villanova di Bagnacavallo (RA)
Info: 0545.28.09.20 - www.erbepalustri.it info.raboj@gmail.com - erbepalustri.associazione@gmail.com @ecomuseodelleerbe - Erbe Palustri Associazione Culturale
Ampliate le aree pedonali: residenti e commercianti ora potranno circolarvi sempre
A Faenza arrivano nuove regole per la mobilità e l’accesso alle zone a traf co limitato (Ztl) e alle aree pedonali del centro storico. Tra le novità, quella che riguarda tutti i cittadini faentini e non è l’attivazione in aprile delle telecamere a controllo di quattro varchi di accesso alla Ztl (che per estensione restano invariate rispetto al passato). Come spiega la parola stessa, la Ztl è un’area nella quale è possibile accedere e circolare solo in una determinata fascia oraria. In queste settimane partirà un periodo di transizione dei quattro varchi elettronici recentemente installati, che continueranno a non elevare sanzioni. Le Ztl saranno però presidiate da agenti della Polizia Locale che vigileranno sul rispetto dei divieti e indirizzeranno gli automobilisti verso percorsi alternativi, sensibilizzandoli sulla presenza del “varco”. L’attivazione dei varchi elettronici in modalità automatica partirà da aprile e sarà preannunciata da una comunicazione uf ciale. Intanto, le modi che recentemente introdotte che individuavano nuove aree pedonali, inizialmente in via sperimentatale, sono diventate de nitive e comprendono le seguenti strade: corso Saf (tratto compreso tra piazza del Popolo e via Marescalchi); corso Mazzini (tratto compreso tra piazza del Popolo e via Fanini); piazza del Popolo e piazza della Libertà; via Santa Maria dell’Angelo (tratto compreso tra Largo del Portello e via Pascoli); piazza Nenni; vicolo S. Antonio; via Torricelli (tratto compreso fra piazza del Popolo e via Marescalchi); via Marescalchi (tratto compreso tra via Torricelli e piazza Martiri della Libertà); via Marescalchi (tratto compreso tra piazza Martiri della Libertà e corso Saf ); via Barilotti (tratto compreso tra via Marco da Faenza e piazza della Libertà); via Pistocchi; via Pasolini e via Bertolazzi.
Piano di Eliminazione
Barriere Architettoniche: due giornate di incontri Venerdì 21 e sabato 22 febbraio si terranno i primi quattro incontri pubblici del percorso partecipato che porterà a realizzare il primo Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (Peba) dell’Unione della Romagna Faentina. Il primo incontro è in programma a Faenza venerdì 21 febbraio alle ore 10 a Faventia Sales; a seguire, alle 16 un secondo incontro alla biblioteca Dal Pane di Castel Bolognese, rivolto sia ai cittadini di Castel Bolognese sia a quelli di Solarolo. Sabato 22 febbraio appuntamento alle 10 alla Rocca di Riolo Terme (anche per i cittadini di Casola Valsenio) e alle 15 l’ultimo incontro alla Sala del Consiglio Comunale di Brisighella. Questi incontri serviranno a individuare in maniera collaborativa e partecipata gli spazi su cui intervenire. Gli incontri saranno registrati e resi disponibili sul canale YouTube dell’Unione della Romagna Faentina. Per contribuire ulteriormente è possibile inoltre compilare un questionario anonimo online. Chiunque desideri invece segnalare eventuali barriere architettoniche, può avvalersi della piattaforma Comuni-Chiamo.
Con il nuovo progetto dell’Amministrazione vengono estesi gli orari di accesso al centro storico ai residenti e ai commercianti nelle aree pedonali (con un permesso dal costo di 10 euro e valido tre anni, che prevede anche operazioni di carico e scarico per un massimo di venti minuti): in passato l’accesso era consentito in alcune fasce orarie, solo tre giorni a settimana; ora sarà possibile sempre (fatta eccezione per luoghi e giorni di mercati o altri eventi e manifestazioni).
Altra novità introdotta: gli stalli per la sosta situati lungo via XX Settembre (nel tratto tra via Naviglio e corso Garibaldi), quelli di via Severoli (tra via Zanelli e via Pistocchi) e di via Nazario Sauro saranno esclusivamente dedicati, con apposita segnaletica, ai residenti titolari di abbonamento della sosta.
iniziative in maschera anche a Savio, Solarolo e Bagnara
La prima s lata del tradizionale “Carnevale dei Ragazzi” si terrà domenica 23 febbraio in centro a Ravenna. L’appuntamento è dalle 14.30 in via di Roma (davanti alla basilica di Santa Maria in Porto) per la partenza della s lata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati delle parrocchie. Il percorso, come noto, si svilupperà poi lungo viale Santi Baldini e via Alberoni, per poi tornare in via di Roma. Durante la s lata verrà premiata la fotogra a vincitrice del secondo concorso dedicato a Giorgio
Re (nella foto qui sopra quella vincitrice del 2024, di Leonardo Del Gaudio). Si potranno inoltre acquistare i biglietti della lotteria di bene cenza (in palio come primo premio un’automobile), il cui ricavato andrà a sostegno delle missioni diocesane. La domenica successiva, 2 marzo, la s lata verrà ripetuta a Lido Adriano Nel weekend sono in programma i primi appuntamenti di Carnevale anche nel resto della
provincia. Sabato 22 febbraio, dalle 14.30 nelle piazze Garibaldi e Gonzaga, si terrà il Carnevale di Solarolo “Favole e Fiabe in festa!”, con gruppi mascherati, balli, baby dance e merenda per tutti.
Domenica 23 febbraio alla rocca sforzesca di Bagnara di Romagna dalle 14.30 “tutti in maschera”: per i più piccoli divertimento alle giostre e durante tutta la giornata pizza fritta e bomboloni; alle 15 circo e magia con Capitan Bretella.
Dalle ore 15 del 23 febbraio, in ne, si terrà la XII edizione di “Savio in Maschera”, la festa di Carnevale al PalaSavio di Savio di Cervia. La festa ogni anno ha un tema diverso, quest’anno è “La storia dall’età della pietra ai giorni nostri”. Diverse saranno le aree a tema in cui i bambini possono giocare e divertirsi, e poi dolci della tradizione, s lata e gara con premi alle maschere più belle e originali.
LOM A MERZ
I FUOCHI NELLE AIE DI CAMPAGNA TRA MUSICA E CIBO CONTADINO
La rassegna parte con un incontro e una mostra a Faenza Il 27 serate conviviali alla Rondine e alla Tenuta Masselina
Tornano i Lòm a Mêrz, la rassegna organizzata dall’associazione Il Lavoro dei Contadini per celebrare la tradizione che voleva che per scongiurare la malasorte venissero fatti dei riti propiziatori, come i fuochi magici: i “lumi di marzo”. L’accensione di falò intendeva celebrare l’arrivo della primavera e invocare un’annata favorevole per il raccolto nei campi.
Le iniziative in tutta la Romagna sono in programma da mercoledì 26 febbraio a lunedì 3 marzo, incentrate sul tema “A scuola attraverso i campi: elogio ai gli dei contadini”. Oltre 40 eventi che si svolgeranno in particolare nelle aie di aziende agricole e agrituristiche, in ristoranti e altri luoghi della cultura rurale. Si parte mercoledì 26 febbraio, dalle 18, alla sala Bigari del Comune di Faenza (piazza del Popolo 31) con un incontro introdotto da Lea Gardi, presidente dell’associazione Il Lavoro dei Contadini. Alle 19, sempre a Faenza, alla galleria comunale d’arte Voltone della Molinella inaugura una mostra sul tema ( no al 9 marzo tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19). Dando un’occhiata alla prima giornata di eventi - limitandoci alla provincia di Ravenna - giovedì 27 febbraio appuntamento all’agriturismo La Rondine di Boncellino: durante tutta la giornata sarà possibile visitare e accarezzare gli animali della fattoria; all’imbrunire accensione del fuoco e alle 20 cena. Sempre il 27 febbraio alla Tenuta Masselina di Castel Bolognese cibo della tradizione, musica dal vivo e vino. Tra gli eventi dei giorni successivi, il 28 febbraio dalle 19 all’azienda Ca’ Ridol di Gambellara si svolgerà una serata che prevede l’accensione del fuoco rituale, un incontro con gli studiosi e scrittori Giuseppe Bellosi ed Eraldo Baldini che chiacchiereranno sul tema “A scuola attraverso i campi”. Il programma completo sul sito www.illavorodeicontadini.org.
Dal 25 febbraio al Granaio una nuova programmazione letteraria. Si parte con Nevio Casadio
Fili.Grana - Trame e li conduttori è l’originale titolo della nuova rassegna letteraria di Fusignano, che si terrà al centro culturale “Il Granaio” con cinque appuntamenti (sempre alle ore 20.30) tra febbraio e marzo. Il primo sarà martedì 25 febbraio con Nevio Casadio, che presenterà Le stanze dei giardini segreti (Vallecchi Firenze, 2024), un romanzo oniricamente on the road, dove i ricordi si mescolano ai meandri più profondi dell’intimità umana.
Venerdì 28 febbraio sarà la volta de I ori di Giulio (Scatole parlanti, 2024) di Liliana Casadei (nella foto), in cui Giulio, ormai vedovo da due anni, ripensa al suo matrimonio con
la nostalgia che si prova nei confronti di ciò che non tornerà. La rassegna prosegue mercoledì 12 marzo insieme a Paolo Minguzzi, con la sua raccolta Storie brevi e disturbanti (Pav edizioni, 2024). Sei racconti brevissimi, folgoranti, e sei più lunghi e articolati. Spazio alla narrativa per ragazzi per il quarto appuntamento della rassegna, con Linda Traversi che mercoledì 19 marzo presenterà Il riparatore di sogni (Einaudi Ragazzi, 2024), un libro per ragazzi dai 13 anni per trovare il coraggio di aprirsi e di legarsi alle persone. Chiude la rassegna mercoledì 26 marzo Stefano Corradino, che presenterà Note di cronaca (Villaggio Maori edizioni, 2025). Info: 0545-955653 LA RASSEGNA
CINEMA
Sonia Bergamasco al Mariani e al Sarti
Lenerdì 21 febbraio la regista e attrice Sonia Bergamasco sarà ospite del cinema Mariani e poi del Sarti di Faenza per parlare col pubblico del suo ultimo lavoro Duse: The Greatest. A Ravenna Bergamasco sarà presente alle ore 21, prima della proiezione, a Faenza invece dopo il film, che inizia alle 21. Il suo non è solo un documentario, ma un’investigazione, a 100 anni dalla scomparsa, di Eleonora Duse.
LA MOSTRA
VITTORIO LINGIARDI ALLA CLASSENSE E AL CAFFÈ LETTERARIO DI LUGO
Mercoledì 26 febbraio (ore 17.30) la Scuola Invèl di Matteo Cavezzali ospita alla biblioteca Classense una lectio magistralis di Vittorio Lingiardi sul racconto psicologico del corpo umano. Psichiatra e psicoanalista, Lingiardi è professore ordinario di Psicologia dinamica alla facoltà di Medicina e psicologia della Sapienza Università di Roma e Senior Research Fellow della Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza. In serata (ore 21) Lingiardi sarà poi ospite del Caffè Letterario di Lugo, dove all’hotel Ala d’Oro presenterà il suo libro Corpo, umano (Einaudi, 2024).
Prorogata Nero di Felice Nittolo
La personale di Felice Nittolo in corso nel nuovo spazio espositivo Ravenna art gallery (in via IV Novembre), dal titolo Nero e a cura di Giovanni Gardini, è prorogata fino al 28 febbraio, con solo apertura pomeridiana dalle 14 alle 18 tutti i giorni esclusa la domenica.
Riccardo Dal Monte e il Rinascimento
Venerdì 21 febbraio (ore 18) alla sala D’Attorre di Ravenna si terrà la presentazione di Le grandi congiure del Rinascimento (Newton Compton), di Riccardo Dal Monte. Incontro condotto da Fulvia Missiroli.
Monica Piancastelli alla Casa delle Donne
Sabato 22 febbraio (ore 17.30) la Casa delle Donne di Ravenna ospita la presentazione di ArcheologA. Storie di preistoria: un’autobiografia (Edizioni del Girasole), di Monica Piancastelli. Dialogheranno con l’autrice Ilaria Cerioli e Maya Romagnoli.
Storie dalla Resistenza con Guido Ceroni
Sabato 22 febbraio (ore 18) la libreria Libridine ospita l’autore Guido Ceroni con il suo Ora e sempre. Storie dalla Resistenza (Danilo Montanari Editore). Dialogherà con lo storico Paolo Cavassini.
MOSAICO
Dusciana Bravura al Mar
Martedì 25 febbraio (ore 16) al Mar l’artista ravennate Dusciana Bravura presenterà il nuovo catalogo d’arte Le metamorfosi degli oggetti e delle immagini (edito da Stear Ravenna), esito della mostra omonima che ha introdotto la IX edizione della Biennale di Mosaico contemporaneo.
»Emergenza 11 8
»Dimissioni e trasporti con Ambulanza
»Assistenza Sanitaria per manifestazioni ed eventi
»Trasporto disabili con auto o pulmino
» » Protezione civile
Volontario sociale
»Filippo Soccorso il nostro progetto per i più piccoli
20-26 febbraio 2025 RAVENNA&DINTORNI
Da venerdì 21 febbraio Palazzo Rasponi ospiterà mosaici, dipinti, illustrazioni, bozzetti e documenti
Venerdì 21 febbraio (ore 18) si inaugura a Palazzo Rasponi dalle Teste, a Ravenna, la mostra Nedo Del Bene, a cura di Paolo Trioschi e Marco del Bene, che intende, a cento anni dalla nascita, ripercorrere la lunga vicenda d’arte di Nedo Del Bene (Sansepolcro 1925 - Ravenna 2018) attraverso la presentazione di mosaici, dipinti, illustrazioni, bozzetti, immagini e documenti. Mosaicista, pittore, illustratore, Del Bene si dedica all’arte sin dalla metà degli anni ’50, e dopo la frequentazione dei corsi di pittura all’Accademia d’Arte di Firenze diretta da Primo Conti si forma a quelli di pittura e mosaico sotto la guida di Teodoro Orselli e Renato Signorini all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, sua città adottiva. Sotto l’in uenza di Orselli si appassiona alla vicenda artistica della celebre “École de Paris”, un’af nità confermata da un breve ma fondamentale soggiorno in Francia, con la successiva elaborazione di una poetica che, pur restando ancorata all’indagine gurativa, attinge al sentimento e alle profonde suggestioni emotive. Oltre alle tante opere, in mostra si potrà vedere un inedito lmato video con materiali originali d’epoca, realizzato grazie al montaggio tecnico curato da Fabrizio Varesco. Orari: mar-ven 15.30-19, sab-dom e festivi 11-19.
“ARTEGATTO ARTEFATTO” TORNA A FAENZA
Fino a domenica 23 febbraio (tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19) è visitabile alla Galleria comunale d’arte Voltone della Molinella di Faenza la 20ª edizione di Artegatto Artefatto, titolata quest’anno Te sè che t’si e’ gatt. In mostra opere a tema felino di 60 artisti e artiste, provenienti anche da Colombia, Giappone, Francia, Moldavia, Bulgaria e Russia. L’ospite speciale di questa edizione è la ceramista Greta Filippini di Ferrara.
Si chiude la rassegna “Il Mar dei piccoli”
Al Mar di Ravenna arriva il Carnevale: sabato 22 febbraio tante le iniziative rivolte ai bambini e ai grandi. La mattinata inizia alle ore 10.30 con letture ad alta voce, con breve visita alla scoperta del mosaico Le coq blue di Marc Chagall. Sempre alle ore 10.30 un laboratorio di stampa; verranno realizzati libri dai diversi formati. Alle 12 la performance finale, aperta al pubblico, del progetto CorpoGiochi a Scuola. Nel pomeriggio di sabato alle 15 e alle 16 doppio appuntamento di Anima l’opera, una rilettura delle opere più celebri custodite nelle sale del museo attraverso una inedita mediazione teatrale. Alle 15.30 laboratorio di gioco yoga. Infine domenica 23 febbraio ore 15.30 laboratorio per realizzare piccole sculture-albero per un bosco di foglie.
Mittente Giovanni Gardini
Nel 1928 il prof. Guglielmo Bilancioni dava alle stampe un breve scritto intitolato «L’organo della voce in uno dei mosaici di S. Apollinare in Classe» in cui interpretava in modo singolare uno dei mosaici presenti all’interno del celebre monumento. Nella breve introduzione allo studio offriva una rapida descrizione dell’antica basilica bizantina: «L’interno della più grande basilica di Ravenna, nella Chiesa di S. Apollinare in Classe […] è placido e maestoso. […] Tutta l’abside è ricoperta da una riviera inimitabile di smalti fondenti del mosaico bizantino. Nell’opistodomo v’è in sintesi la tras gurazione di Cristo sulla sommità del Tabor: da un folto di nubi esce la mano dell’Eterno a indicare il Redentore, ef giato in un cerchio, all’incontro delle braccia di una croce a losanga, ricca di gemme e ricinta da una corona, su di un fondo azzurro splendente di pleiadi di stelle. Di lato emergono le gure di Mosè ed Elia e, più sotto, tre pecorelle simboleggiano gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni ai quali apparì il Cristo in una gloria di luce abbagliante. In basso si distende il verde prato, interrotto con grazia ingenua da cipressi e da ulivi, da ori variopinti e da garruli uccelli, da cespugli e da rocce; vi campeggia + Sanctus Apolenaris, rivestito del pallio vescovile con la pianeta e la stola. Verso di lui, che nell’atteggiamento devoto e con le palme aperte, rispecchia la serenità del paesaggio circostante, volgono le dodici pecorelle, emblema dei discepoli di Gesù».
IlMolinettoèlietodicomunicarecheilsuoimpegno Green èincostanteevoluzioneedaumentoperché èfermamenteconvintochequestasialastradagiustadaseguire. Greenèbello!
Il Molinetto è lieto di comunicare che il suo impegno Green è in costante evoluzione ed aumento perché è fermamente convinto che questa sia la strada giusta da seguire. Green è bello!
COMICO/1
Paolo Cevoli novello Virgilio per raccontare i Figli di Troia che fondarono Roma
Mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio lo showman romagnolo è al Goldoni di Bagnacavallo
Mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio (ore 21) il Teatro Goldoni di Bagnacavallo ospita il nuovissimo spettacolo di Paolo Cevoli, Figli di Troia, in cui il comico romagnolo racconta in chiave ironica e contemporanea il mitico viaggio di Enea, paragonandolo ad altri viaggi che hanno segnato la storia dell’umanità, da Cristoforo Colombo a Cappuccetto Rosso, dal principe vichingo Ragnar a suo padre Luciano, emigrato in Australia negli anni ’50. Tanti episodi del poema virgiliano sono al centro del racconto di Cevoli, per riscoprire i valori e le radici del popolo italiano. Così come fece Virgilio, che scrisse l’Eneide per dare una dipendenza nobile agli antichi romani. Giovedì 27 febbraio (ore 18) Cevoli incontrerà il pubblico nel ridotto. Info: accademiaperduta.it.
COMICO/3
Venerdì 21 febbraio (ore 21) Maria Pia Timo sarà alla sala del Carmine di Massa Lombarda con il suo ultimo spettacolo, In tutti i sensi. Questo nuovo monologo comico di Timo si perde tra spunti medico-scientifici e pratico-organolettici alla ricerca dei nostri sensi. Tatto, gusto, olfatto, vista e udito, fin da bambini, ci portano a una scoperta del mondo che è tutta nostra, sempre soggettiva.
COMICO/2
Martedì 25 febbraio (ore 21), al Teatro Comunale Walter Chiari di Cervia, Duilio Pizzocchi presenta lo spettacolo Vernice fresca, un monologo in cui trovano spazio tantissimi personaggi del reperotorio del comico bolognese. Tra i più celebri si ricordano l’invadente imbianchino e lo sregolato camionista Ermete Bottazzi, nati sugli schermi televisivi, e altri sviluppati e ripresi negli spettacoli dal vivo, come Cactus, il tossicodipendente sempre in cerca di spicci, l’astrologa Donna Zobeide, il boss mafioso Eddy Collante.
COMICO/4
Dario Vergassola al Saretina con il monologo “Storie di mari”
Martedì 25 febbraio (ore 18) la rassegna Aperitivo con l’autore porta al bagno Saretina di Cervia Dario Vergassola con Storie di mari. Comico, cantautore e autore, Vergassola ha partecipato a numerossimi programmi televisivi (da Zelig a Le Iene) ed è stato protagonista di tante piéce teatrali. Info: 328-3292000.
TEATRO RAGAZZI
“Bella, Bellissima!” al Masini di Faenza
La rassegna Favole del Teatro Masini di Faenza prosegue domenica 23 febbraio (ore 16) con la nuova produzione di Accademia Perduta/ Romagna Teatri, Bella, Bellissima!, uno spettacolo di Nadia Milani, che racconta, attraverso il teatro di figura e d’immagine, una storia semplice e importante sul valore del punto di vista personale, del nongiudizio, della non-omologazione a determinati canoni di bellezza.
Le “Baloon Adventures” arrivano a Cotignola
Sabato 22 febbraio (ore 20.45) al Teatro Binario di Cotignola il Collettivo Clown presenta lo spettacolo Baloon Adventures, di e con Andrea Meroni e Fabio Lucignano. Cosa succede quando un palloncino prende il volo? Tutti alzano gli occhi al cielo, qualche bambino piange, ma non c’è più nulla da fare. Ma se questo palloncino fosse scappato dalla mano di due clown?
Un centro artistico interdisciplinare in cui professionisti del settore accompagnano gli allievi in un viaggio alla scoperta della loro crescita artistica ed umana. Quest’anno festeggiamo i nostri 20 anni di attività vissuti insieme ai nostri allievi imparando e divertendoci.
Lezioni gratuite di prova
DIREZIONE ARTISTICA LAURA RUOCCO
COORDINAMENTO DIDATTICO GIORGIA MASSARO
RECITAZIONE PAOLA BALDINI
CANTO CHIARA NICASTRO
DANZA MODERN SARA BURATTI
DANZA CLASSICA DELIA ALBERTINI
DANZA CONTEMPORANEA ELENA CASADEI
MUSICAL MODERN GIORGIA MASSARO
LE ATTIVITÀ SONO RISERVATE AI SOCI
Il 22 e 23 febbraio all’Alighieri in scena tre capolavori di Debussy, Ravel e Stravinskij
Sabato 22 febbraio alle 20.30 e domenica 23 alle 15.30, la Compagnia Zappalà Danza sarà al teatro Alighieri di Ravenna con Trilogia dell’estasi, in cui tras gura L’après-midi d’un faune, il Boléro e Le Sacre du printemps – i capolavori di Debussy, Ravel e Stravinskij – in un unico set scenico. Lungo la drammaturgia di Nello Calabrò e con Fernando Roldán Ferrer assistente alle coreogra e, il coreografo Roberto Zappalà – che cura anche regia, scene e luci e i costumi in collaborazione con Veronica Cornacchini – affronta la s da di trovare un nuovo immaginario che non neghi il passato né lo modernizzi a tutti i costi; l’orizzonte è, piuttosto, la possibilità di personalizzare un mondo che già possiede un immenso potere evocativo.
Le tre creazioni proposte da questa Trilogia dell’estasi hanno per denominatore comune non solo il linguaggio di Zappalà ma anche il dispositivo scenico che di volta in volta limita, ampli ca e modi ca la performance. Per esempio, nel primo tassello del trittico, L’après midi d’un faune di Debussy è danzato in uno spazio ristretto e con nante e la scena si apre con un fauno che si specchia in una sezione di luce. Nel Bolèro è invece esplicito il riferimento-omaggio a Eyes Wide Shut di Kubrick, con un crescendo di movimenti rotatori supportato dall’ossessività della melodia di Ravel.
Il Sacre non può che essere una dionisiaca esplosione di movimenti e convulsioni. Tra bizzarre maschere, coloratissimi costumi e inserti techno, protagoniste rimangono le relazioni umane, di volta in volta negate o esaltate in una ri essione coreogra ca sulle derive della società contemporanea. Info: teatroalighieri.org.
PROSA/1
PROSA/2
Prima dell’opera a Palazzo Rasponi con “La Vestale”
Giovedì 27 febbraio (ore 18) a Ravenna gli incontri della rassegna di approfondimenti Prima dell’opera proseguono a Palazzo Rasponi, dove Emilio Sala illustrerà La Vestale di Spontini in scena il 28 febbraio e il 2 marzo all’Alighieri.
CORRADO TEDESCHI E DEBORA CAPRIOGLIO PROTAGONISTI DI “PLAZA SUITE” A CERVIA
Per la stagione di prosa del Teatro Comunale di Cervia, mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio (ore 21), Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio saranno protagonisti della commedia Plaza Suite di Neil Simon, giudicato uno dei maggiori scrittori americani degli ultimi cinquant’anni. La regia è di Ennio Coltorti. Dietro il puro divertimento assicurato dalle commedie di Simon c’è sempre la dura verità della vita. Giovedì 27 febbraio (ore 18) gli artisti incontrano il pubblico nel ridotto. Info: accademiaperduta.it.
Il grande Peter Stein dirige al Comunale di Russi una compagnia capitanata da Maddalena Crippa per tre atti unici di Cechov
Mercoledì 26 febbraio (ore 20.45) al Teatro Comunale di Russi va in scena Crisi di nervi. Tre atti unici di Cechov, una produzione Tieffe Teatro Milano e Quirino srl. Dopo l’insuccesso delle sue prime due opere, il giovane Cechov giurò di non scrivere mai più per il teatro drammatico e decise di dedicarsi esclusivamente al vaudeville. Questa circostanza ci ha regalato una serie di atti unici pieni di sarcasmo, di comicità paradossale, di stravagante assurdità e di folle crudeltà. Il grande regista tedesco Peter Stein dirige una straordinaria compagnia mettendo in scena Crisi di nervi: tre atti unici di Anton Cechov, tornando a uno dei suoi autori di riferimento e creando una non consueta modalità produttiva. In scena Maddalena Crippa, Alessandro Sampaoli, Sergio Basile, Gianluigi Fogacci, Alessandro Averone ed Emilia Scatigno. Info: ater/emr.it.
L’ACCLAMATO “FRATELLINA” AL RASI
Giovedì 20 febbraio (ore 21) La Stagione dei Teatri di Ravenna ospita al Rasi lo spettacolo Fratellina, di Spiro Scimone, con la regia di Francesco Sframeli. Vincitore del premio “Le Maschere del Teatro” 2023, il lavoro affronta con apparente semplicità questioni come finzione e realtà, distanza e vicinanza, separazione e bisogno di prossimità, ricordi di infanzie segnate da mancanze. In una scena scarna, sormontata da due letti a castello e da una luna di cartone, dove trova spazio solo un armadio, quattro protagonisti raccontano una realtà che sta capitolando davanti ai nostri occhi, sotto i colpi drammatici di questi tempi che sembrano aver completamente dimenticato i veri valori dell’umanità. Info: ravennateatro.com.
TEATRO CONTEMPORANEO/2
L’Italia che sta scomparendo nell’affresco “Via del Popolo,” di Saverio La Ruina
Martedì 25 febbraio (ore 21) La Stagione dei Teatri ospita al Rasi di Ravenna lo spettacolo Via del Popolo, di e con Saverio La Ruina e prodotto da Scena Verticale. La messa in scena ha vinto il Premio Ubu 2023 come miglior nuovo testo italiano e ha ottenuto la nomination come migliore novità al Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2023.
L’affresco di un’Italia che sta scomparendo, con i suoi negozi di vicinato sempre più sopraffatti dai grandi centri di distribuzione, segnata dalla rarefazione dei rapporti umani, è al centro di uno spettacolo in cui la strada di una cittadina del Sud diventa il pretesto per raccontare la socialità di una città intera. A seguito dello spettacolo, Saverio La Ruina incontrerà il pubblico insieme alla docente Angela Albanese Info: ravennateatro.com.
Si parla del porto a Storie di Ravenna Lunedì 24 febbraio, alle 18, il Teatro Rasi tornerà a ospitare Storie di Ravenna, la rassegna che racconta la storia della città attraverso il teatro. La nuova puntata avrà per titolo Il Porto di Ravenna: racconti di mare e di città, e vedrà sul palco Giovanni Gardini, Alessandro Luparini, Tito Menzani e Laura Orlandini. Le musiche dal vivo sono di Cacao, le letture di Camilla Berardi, la regia di Alessandro Renda.
Si chiude la rassegna “Tra Teatro e cinema”
Sabato 22 febbraio (dalle ore 18) si chiude al Rasi Tra Teatro e Cinema, serie di incontri e proiezioni all’insegna della stretta relazione che intercorre tra le due arti. La prima parte della serata sarà dedicata a Carmelo Bene, dalle 21 spazio alla produzione video di Teatro Valdoca.
EMMA NOLDE PRESENTA IL NUOVO ALBUM AL BRONSON DI MADONNA DELL’ALBERO
Venerdì 21 febbraio (ore 22) il Bronson Club di Madonna dell’Albero ospita la tappa ravennate del Nuovospaziotempo tour di Emma Nolde. Pubblicato l’8 novembre scorso per Carosello Records, Nuovospaziotempo è il terzo disco della cantautrice, produttrice e polistrumentista toscana classe 2000 e il primo con la storica etichetta. L’album si distingue per la sua profondità lirica e le collaborazioni inedite con Niccolò Fabi, Nayt e Mecna, artisti che, pur provenendo da mondi musicali diversi, condividono con Emma la cura delle parole e dei messaggi. Riconosciuta da molti come uno dei talenti in ascesa fra i più cristallini e intriganti, Emma Nolde ha anticipato l’uscita dell’album con i singoli Mai fermi, fotografia di una società governata dal dogma della (iper)produttività, Tuttoscorre e Pianopiano, brani che hanno conquistato pubblico e critica.
AGENDA CONCERTI
Sabato 22 febbraio (ore 22) al Clan Destino di Faenza arrivano i bolognesi Bromance, punk band formata dal bassista Gianluca “g.Mod” Modica (Ofeliadorme, Letherdive), dal chitarrista Angelo “Gelo” Casarrubia (Buzz Aldrin, Melampus), dal batterista Marco Scarabel (Buzz Aldrin, Vertical) e dal cantante Peter Smith (The Boozers).
Il chitarrista di Vasco, Vince Pastano, al San Marino Cafè con i Noisebreakers
Venerdì 21 febbraio (ore 21) al San Marino Cafè di Casal Borsetti arriva in concerto Vince Pastano con i suoi Noisebreakers, band che affonda le proprie radici nel rock e nel blues di ispirazione anni ‘70, per presentare il nuovo album Nocturnal. Dal 2014 Pastano è entrato a far parte della band di Vasco Rossi in qualità di chitarrista.
Al Mama’s le canzoni di Lotta Continua e la Soulcaster Blues Band
Nell’usuale weekend in musica del Mama’s Club arrivano due concerti. Venerdì 21 febbraio (ore 21.30) Il Canzoniere del Proletariato, guidato da Luigi Tartaull, proporrà dal vivo l’album Le canzoni di Lotta Continua, i testi e le musiche, canzoni che hanno accompagnato la storia di Lotta Continua e che furono pubblicate originariamente su dischi autoprodotti dall’organizzazione e dall’etichetta Circolo Ottobre. Sabato 22 febbraio (ore 21.30) tocca poi a The Soulcaster Blues Band, ossia Claudio Olivieri (chitarre e voce), Andrea De Stefani (saxofoni), Enea Torcolacci (basso elettrico) e Tommaso Taddei (batteria). Info: mamasclub.it.
Alessandro Fiori live al Cisim di Lido Adriano
FOLLEMENTE
gio. 20: ore 18.30 - 21.00 | ven. 21: ore 18.30 sab. 22: ore 18.30 - 21.00 dom. 23: ore 16.00 - 18.30 - 21.00 | mer. 26: ore 18.30 - 21.00
Domenica 23 febbraio (dalle ore 17, dopo una serie di brevi performance teatrali) il Cisim di Lido Adriano ospita il live di Alessandro Fiori, uno degli artisti più poliedrici del panorama indie italiano. Nel 1996 fonda i Mariposa, con cui ha avuto all’attivo nove dischi e più di 400 concerti. Da sempre aperto a ogni genere di collaborazione, negli anni partecipa ad altri progetti musicali, come gli Scudetto, gli Amore e i Craxi. Dopo il successo di stampa e pubblico dell’esordio solista Attento a me stesso (2010), con il successivo Questo dolce museo (2012) viene inserito nella rosa dei cinque finalisti della Targa Tenco per la categoria “album dell’anno”. Il suo ultimo album è arrivato nell’aprile 2022.
Venerdì 21 febbraio (ore 21.30) il Teatro Socjale di Piangipane ospiterà Capo Verde, canta l’incontro, concerto della cantante Lisa Manara. Si tratta di un itinerario di viaggio nell’arcipelago di Capo Verde, diviso a metà tra tradizione latino-europea e antiche radici africane. Un canovaccio musicale che si appella alle grandi musiche interpretate da Cesaria Evora e a cantautori contemporanei quali Mayra Andrade, Bonga e Cordas Do Sol. Con Aldo Betto (chitarra), Federico Squassabia (tastiere) e Paolo Rubboli (batteria).
Al ridotto dell’Alighieri i giovani solisti della Scala, per una “prima” assoluta
Per il quarto appuntamento della Stagione 2024/2025 di Capire la Musica, venerdì 21 febbraio dalle 21 al ridotto del teatro Alighieri di Ravenna saranno protagonisti dieci giovani solisti provenienti dall’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e dalla Young Musicians European Orchestra: Alessandro Lo Giudice (flauto), Aron Chiesa e Luca Scappagnini (clarinetto), Danilo Squillace (fagotto), Emanuele Urso (corno), Indro Borreani e Lorenzo Gentili-Tedeschi (violino), Sabina Bakholdina (viola), Leonardo Duca (violoncello) e Giorgio Magistroni (contrabbasso). Si esibiranno in una pagina di Brahms: la Serenata n. 1 in re maggiore, che venne scritta nel 1857 per un piccolo gruppo di strumenti e solo in seguito fu adattata per grande orchestra. Nel tempo la partitura originale è andata persa e solo recentemente è stata ricostruita, si tratta quindi di una prima esecuzione assoluta, a Ravenna, di un brano quasi sconosciuto in tutto il mondo. Il concerto verrà aperto dal virtuosistico quartetto di Rossini per flauto, clarinetto, corno e fagotto: un brano composto nel 1812, da un Rossini ventenne ed eseguito per la prima volta a Bologna, dove il compositore pesarese ha vissuto per diversi anni. Protagonista il primo corno della Scala Emanuele Urso.
Il duo Mazzoli-Zardi omaggia Ravel al Teatro Alighieri
Domenica 23 febbraio (ore 11) alla sala Corelli del Teatro Alighieri torna, in ambito Mikroksomi, il duo ravennate formato dal flautista Filippo Mazzoli e dal pianista Denis Zardi con un Omaggio a Maurice Ravel nei 150 anni dalla nascita. In programma, le Sonate di Émile Nerini, Pavane pour une infante défunte. Vocalise en forme de Habanera Kaddish di Maurice Ravel, Sonatine di Henri Dutilleux, Contemplation di Claude Delvincourt, Les chemins de l’amour e Sonate di Francis Poulenc.
Piano solo di Silvia Valtieri a Castel Bolognese
Domenica 23 febbraio (ore 17), alla ex chiesa di Santa Maria della Misericordia a Castel Bolognese, la pianista Silvia Valtieri si esibirà nell’ambito della rassegna di incontri musicali Armonie. Un concerto per gli appassionati di jazz e non solo, per godere di un repertorio fatto di tecnica e improvvisazione libera. Valtieri, nata come pianista classica, ha infatti ampliato negli anni il proprio orizzonte fino a fare dell’eclettismo la propria cifra stilistica. Ingresso libero.
A Fusignano un omaggio a Corelli con l’Arcomelo Ensemble
Venerdì 21 febbraio (ore 20.30) all’auditorium di Fusignano l’Arcomelo Ensemble presenta un concerto “intorno a Corelli”, in occasione dell’anniversario di nascita del compositore fusignanese. Il programma musicale della serata, come suggerisce il titolo, ruota attorno alla figura di Arcangelo Corelli, protagonista della cultura barocca e punto di riferimento per generazioni di musicisti italiani e stranieri tra cui Antonio Vivaldi, Johann Sebastian Bach e Georg Philipp Telemann. Arcomelo Ensemble nasce a Fusignano in occasione delle celebrazioni per la nascita di Arcangelo Corelli. I componenti sono Roberto Noferini (violino), Matteo Salerno (flauto), Chiara Cattani (clavicembalo) e Anselmo Pelliconi (violoncello).
LA RASSEGNA
Letture, parole e musica nella “sua” basilica per celebrare San Francesco
Secondo appuntamento - domenica 23 febbraio alle 18.30 - della rassegna “Francesco ‘26 - … alter Christus”, giunta al secondo anno, promossa dalla Cappella Musicale della Basilica di San Francesco di Ravenna e dal Centro Dantesco dei Frati Minori Francescani, in preparazione dell’ottavo anniversario della morte del Santo avvenuta nel 1226. Alla basilica di Ravenna sono in programma letture da “I Fioretti di San Francesco” e “Vita seconda di San Francesco d’Assisi” di Tommaso da Celano. I brani saranno interpretati dagli attori della Compagnia teatrale Luigi Rasi di Ravenna, guidati dalla regista Alessandra Casanova. Le parole di San Francesco saranno recitate da Vincenzo Dicandia. Gli altri interpreti sono: Elisabetta Rivalta, Giulia Grillo e Daniele Premate. Gli interventi musicali saranno eseguiti dalla Cappella musicale della Basilica di San Francesco di Ravenna e dal soprano Annarita Venieri, diretti da Giuliano Amadei.
di Albert Bucci
Tra i lm più osannati della stagione è sicuramente The Brutalist, terza opera del regista americano Brady Corbet, già attore di punta del cinema d’autore europeo (era in Funny Games di Haneke del 2007 e in Melancholia di Lars Von Trier del 2011) e poi emerso come uno dei più visionari autori emergenti con i suoi lm L’infanzia di un capo (2015) e Vox Lux (2018), entrambi passati a Venezia. Il suo terzo lm The Brutalist, attore protagonista Adrien Brody, sta raccogliendo premi ovunque: dopo il Leone d’Argento a Venezia, è risultato miglior lm e miglior attore ai Golden Globe e ai Bafta, e ha numerose condidature agli Oscar. The Brutalist appartiene alla categoria dei lm totalizzanti. Tre ore e mezzo di cinema opulento, sfarzoso, esagerato, in cui si racconta, come in un’epopea antica, come in un’Odissea contemporanea, la storia di László Tóth (forse la miglior prova attoriale di Adrien Brody insieme al ruolo ne Il Pianista), architetto ebreo ungherese che, sopravvissuto ai lager nazisti, riesce a emigrare alla ne della guerra in America, lasciando però in Ungheria la moglie Erzsébet e la nipote Zsó a. Il lm inizia col suo viaggio in nave e il suo arrivo a New York, dove lo accoglie una Statua della Libertà che, dal suo punto di vista sulla nave, è girata al contrario... In America è accolto dal cugino Attila, da anni perfettamente integrato, lavorando nel suo negozio di mobili. László è architetto raf nato, ha studiato alla Bauhaus, ama le architetture imponenti, forti, cioè brutaliste; e cerca di mettere qualcosa di suo nel design dei mobili del cugino. L’America non è la Terra Promessa che tutti pensano; László è solo, lontano dalla moglie, guadagna poco e vive peggio; l’unico vero amico è Gordon, senzatetto di colore che gli fa conoscere il jazz dei club malfamati, le avventure erotiche di una sera, e l’eroina che fa sopravvivere alla miseria della solitudine... L’occasione viene quando devono ristrutturare la biblioteca della tenuta del ricco magnate Harrison Lee Van Buren: che però regisce malissimo alla nuova veste dell’ambiente proposta da László, citando per danni lui e Attila. László dovrà arrangiarsi, vivere nei dormitori, spalare carbone nei cantieri, nché lo stesso Van Buren scopre che László è un architetto, che in Europa era tra i più quotati, e gli commissiona l’opera della vita: un Memoriale dedicato alla madre del magnate... The Brutalist affascina perché totalizzante, monumentale, quasi wagneriano. L’America mostrata dal regista Brady Corbet, americano, sembra l’America di Kafka: distopia immaginaria della nta ricchezza promessa, una nta Terra Promessa basata sul dominio, sul rapporto Servo-Padrone capitalistico di odio e amore con Von Buren, so sticato amante delle arti e al tempo stesso spietato affarista. E se c’è qualcosa di veramente ebraico, in László, è la sua diaspora esistenziale: non appartiene più all’Europa, non sarà mai in America, non riuscirà mai a sentirsi in qualche luogo e comunità.
Perché Sanremo
è Sanremo
di Enrico Gramigna *
Qualche anno fa Enzo Biagi, intervistando Fabrizio De André, chiedeva se fosse utile il festival di Sanremo. Il cantautore rispondeva in maniera interessante argomentando che se fosse stato oggetto di competizione l’organo fonatorio, portando il tutto su un piano muscolare e sportivo, allora il cimento sarebbe stato giusti cato, tuttavia, il musicista proseguiva dicendo che le sue esibizioni non avrebbero avuto questa declinazione, ma che avrebbero riguardato l’espressione dei sentimenti e, tuttalpiù, oggetto del concorso sarebbe potuta essere la tecnica con la quale questi venivano tradotti e veicolati. Guardando la storia recente del Festival ci si può fare la stessa domanda che il giornalista propose, tuttavia è necessario capire l’oggetto cioè la domanda potrebbe essere cui prodest, a chi giova? L’indiziata numero uno non può che essere l’industria musicale, fatta di vendite di dischi, passaggi in radio e fette di mercato. In de nitiva tutto ciò che gira attorno al soldo non nel modo virtuoso del lavoro come sostentamento, ma in una spirale viziosa di commercio malato alimentato per auto alimentarsi e sfruttare la progressiva e drammatica perdita di senso critico della società nei confronti dell’arte. Ciò è evidentemente suffragato anche da un’evidenza acustica che sottolinea sempre più la banalità quotidiana nella quale versa la musica oggi. Certo non ci si aspetta una coerenza formale o una sequenza armonica strutturata, tuttavia anche il trito giro di do svetterebbe come una guglia di un imponente duomo gotico se confrontato con la pochezza della media sanremese. Incredibile pensare che in un paio di secoli scarsi la canzone italiana abbia completamente rinnegato le proprie radici, la propria cultura e stia svivacchiando in maniera amorfa su mode estere che, però, vengono mal replicate dal punto di vista artistico. C’è poi ciò che oggi è sentito come il vertice della musica, il testo letterario. E qui nasce il paradosso, perché il testo non è assolutamente la componente fondamentale della musica. Esso può, tuttalpiù, fornire il senso per effetti che a questo si legano (come i madrigalismi per esempio), ma non si sostituisce per importanza al testo musicale che, di regola, viene invece bellamente ignorato. Che il commercio musicale sia necessario al sostentamento dei musicisti è un fatto oggettivo, giusto e sacrosanto. Che il commercio musicale abbia preso il sopravvento sulla componente artistica e l’abbia brutalizzata appiattendola sulle facoltà più istintuali che intellettuali è demoralizzante per il futuro dell’arte. * musicista e musicologo
Magie con le parole
di Federica Angelini
Se amate l’etimologia, la storia della lingua, la grammatica (sì, si può amare la grammatica, anche visceralmente), allora Il mago delle parole (edito da Einaudi a inizio 2025) di Giuseppe Antonelli può essere un bel passatempo e insieme una fonte di scoperte linguistiche o un ripasso di alcuni fondamentali che non fa mai male. Inventando un insegnante che entra in classe e ammalia i ragazzi con le parole, attraverso la voce narrante di un ragazzino un po’ impacciato seduto tra i banchi, Antonelli ci regala diverse lezioni sull’italiano, i cambiamenti, le regole, la storia della nostra magni ca lingua. Dentro ovviamente c’è Dante, ma ci sono anche Boccaccio e Manzoni tra i padri nobili dell’italiano di oggi, con un posto d’onore per Pellegrino Artusi.
E poi naturalmente ci sono il latino, il greco, l’arabo, le altre lingue romanze. Scorrevole, piacevole, mai troppo didascalico e mai pedante, si tratta di un libro di divulgazione adatto a curiosi di varie età che conferma la vocazione del linguista e accademico Antonelli, alla divulgazione.
Non a caso lo si può vedere ospite per esempio di trasmissioni come Splendida cornice, di Geppi Cucciari, e lo si può leggere su diverse testate non specialistiche. A Ravenna ha curato la mostra Dante Pop. La fortuna popolare di Dante dal Trecento a Oggi al Mar nel 2022. Quello che ritroviamo in questo “saggio narrativo” è non a caso una visione “pop” della lingua, che vive una costante contaminazione e il libro ha una sua portata in qualche modo anche politica, che nega per de nizione troppi conservatorismi, che accetta un mondo in movimento di cui sa cogliere la ricchezza dalle commistioni. Non ci si illuda invece che possa essere un libro che parla davvero di scuola, che davvero un mago della parole possa affascinare così “facilmente” studenti adolescenti e preadolescenti e portarli ad amare etimologia e ortogra a, del resto la voce narrante stessa si chiede se non sia stato tutto un sogno. Si tratta da questo punto di vista di uno stratagemma narrativo, una cornice che sa di bella favola, ma ciononostante è piacevole pensarsi sui banchi di quella classe dal maestro così speciale. E forse ci ricorda anche che è sicuramente vero che la scuola può essere il primo luogo in cui innamorarsi della nostra lingua, imparandone le regole e le eccezioni, le sfumature e i limiti, gli usi e gli abusi, senza moralismi, ma con un amore scon nato per l’oggetto di studio in questione che, come ogni lingua, modella il nostro pensiero e il nostro modo di vedere il mondo, di percepire il tempo, la storia e di raccontarci nel presente.
RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2025
I bianchi e gli spumanti hanno una versatilità che va ben oltre le proposte a base di pesce
L’abbinamento tra cibo e vino è una pratica che affonda le radici nella tradizione culinaria di molte culture, ma è anche, a livello tecnico, uno degli argomenti più corposi e pieni di varianti e parametri dell’ambito enogastronomico. In questa sede non prenderemo in esame tutti gli elementi e le caratteristiche, del vino e del cibo, che occorrerebbe considerare per un abbinamento perfetto, tuttavia almeno un paio di schemi di base ci vogliono, e in questo primo approfondimento parleremo di quello che divide gli abbinamenti in contrapposizione e concordanza. Seguendo questo schema, ecco allora che ad alimenti che presentano grassezza, untuosità, sapidità, tendenza amarognola, tendenza acida, tendenza dolce e succulenza, si af ancherà un vino che le contrasta, mentre ad alimenti che hanno caratteristiche di dolcezza, speziatura, aromaticità e persistenza occorre abbinare un vino che rispetti questi tratti (l’esempio più immediato è quello dei dessert, che chiamano solo vini dolci, sia fermi che frizzanti).
Oggi parleremo a grandi linee degli abbinamenti tra cibo e vino bianco (anche spumante), che si distingue per la sua versatilità e capacità di accompagnare una vasta gamma di piatti, grazie all’acidità, la freschezza e la struttura aromatica. Il vino, in generale, si presenta con un ampio spettro di aromi e sapori, che variano a seconda del vitigno, del terroir e delle tecniche di vini cazione, ma quello bianco tendenzialmente si distingue per l’acidità (elemento chiave che rinfresca il palato e bilancia piatti ricchi o grassi), la struttura aromatica (diversa da quella dei rossi, con note agrumate e oreali e sentori più complessi di frutta matura e spezie, che si sposano armonicamente sia con la freschezza che con la sapidità percepite al palato) e l’assenza di tannini. Queste caratteristiche rendono il vino bianco perfetto per accompagnare piatti leggeri a base di pesce, frutti di mare,
FORMAGGIO DI FOSSA E ALBANA PASSITO: CONTRAPPOSIZIONE DA MANUALE
Il Romagna Albana Passito (se riserva ancora meglio), in generale, e il formaggio Fossa di Sogliano Dop sembrano nati per stare l’uno con l’altro, due prodotti di grande struttura e persistenza aromatica che si sposano perfettamente per dar vita a un equilibrio unico. Nella fattispecie, io al formaggio di fossa ho abbinato un Romagna Albana Passito 2020 di Monticino Rosso, nell’imolese. Il gusto deciso del formaggio di fossa, ricco di sentori erbacei e quasi piccante, trova in questa bottiglia un esempio da manuale di abbinamento per contrapposizione: il vino è infatti ricco e complesso, con sentori di miele, frutta gialla essiccata, fiori d’arancio appassiti, agrumi canditi ed erbe aromatiche. Morbido, dalla dolcezza fruttata e agrumata.
Piccolo viaggio nell’universo dei sodalizi enogastronomici di Alessandro Fogli Sommelier, vignaiolo garagista e wine enthusiast
verdure, carni bianche e formaggi freschi. Uno degli abbinamenti più noti è proprio quello tra vino bianco e pesce. I vini bianchi freschi e minerali, come un Vermentino o un Sauvignon Blanc, sono perfetti con primi piatti a base di pesce, pesce alla griglia, carpacci o tartare, grazie alla loro acidità che pulisce il palato e ne esalta la delicatezza. Un Sauvignon Blanc della Loira si abbina splendidamente con ostriche e frutti di mare crudi, esaltandone la sapidità, un Vermentino di Sardegna si sposa bene con un’orata al forno con erbe aromatiche, mentre un Albariño spagnolo è ideale con un piatto di cozze alla marinara. Le carni bianche invece, come pollo e tacchino, si abbinano bene con vini bianchi di medio corpo e leggermente af nati, come uno Chardonnay o un Fiano di Avellino: un pollo al limone trova nello Chardonnay un compagno ideale, poiché il vino bilancia l’acidità del piatto con la sua morbidezza, laddove un Fiano di Avellino si abbina con un tacchino alle erbe, grazie ai suoi sentori di frutta matura e note tostate o un Viognier francese si accompagna a una preparazione di coniglio alla cacciatora.
Ma anche le verdure grigliate, le insalate gourmet e i risotti vegetariani trovano nei vini bianchi freschi e aromatici dei perfetti alleati. Il Gewürztraminer e il Riesling sono infatti ottime scelte per piatti speziati o leggermente dolci: un Gewürztraminer alsaziano si sposa magni camente con un curry di verdure grazie ai suoi aromi esotici, un Riesling secco della Mosella è perfetto con un risotto agli asparagi, mentre un Gruner Veltliner austriaco accompagna bene piatti a base di cavolo e verdure fermentate.
Poi ci sono i formaggi freschi e delicati, come mozzarella, burrata e caprino, che si accompagnano bene con vini bianchi giovani e vivaci, come un Pinot Grigio (che si
anche con impasti senza lievito, strutto e latte
Si utilizzzano farine locali e/o nazionali
Pizza fritta, involtini, patatine fritte e tante proposte anche su vostra richiesta
Il sodalizio che non ti aspetti: pizza e vino
Quando si parla di pizza l’accostamento con la birra è praticamente scontato, tuttavia non è affatto il migliore, anche per la grande presenza di lieviti in entrambe. Quale vino abbinare quindi alla pizza? Prendendo la margherita, un ottimo modo di abbinarla col vino potrebbe essere una Vernaccia di San Gimignano, un vino di carattere, freschezza e palato sapido, ma senza eccessivi orpelli aromatici fruttati o floreali: si presta quindi bene per integrarsi per concordanza con questa pizza, che come la Vernaccia si gioca su pochi elementi ma ben bilanciati. Non ci stanno male nemmeno il Greco del Tufo, il Vermentino di Gallura o un Verdicchio dei Castelli di Jesi. Una pizza 4 formaggi vuole invece un vino con un’acidità importante, che conferisca grande freschezza per poter bilanciare il grasso dei formaggi. I vini bianchi fermi del Collio e del Trentino Alto Adige sono un’ottima soluzione, così come un Lambrusco.
abbina a una semplice insalata con feta e olive) o un Gavi del Piemonte, ideale con una burrata e pomodorini. Ma anche un Soave Classico, perfetto con un tagliere di formaggi freschi e frutta secca.
Oltre a quelle che si possono de nire classiche, esistono combinazioni meno convenzionali che possono sorprendere il palato. Alcuni esempi possono essere il vino dolce con piatti speziati (un Moscato d’Asti può bilanciare la piccantezza di un piatto thailandese a base di peperoncino), un vino bianco invecchiato con piatti di terra (uno Chardonnay af nato in legno può sorprendentemente accompagnare un piatto di funghi porcini o tartufo), lo spumante con i fritti (Franciacorta o Prosecco sono perfetti con tempura di verdure o frittura di calamari, grazie alla loro effervescenza che pulisce il palato), vino bianco con carni rosse leggere (un Trebbiano d’Abruzzo Riserva può essere un’interessante alternativa per un letto di vitello alla senape).
L’accenno agli spumanti però non può rimanere tale, perchè le bolle, in tavola, sono praticamente un mondo a sè, con svariate tipologie cui si possono unire piatti di ogni tipo. Le possibilità di abbinare al cibo gli spumanti dipendono da una parte dal loro contenuto in zuccheri (da pas dosé, cioè con meno di 3 gr litro di zuccheri, a dolce, ossia con oltre 50 gr litro), dall’altra dal metodo di elaborazione dello spumante (metodo Classico e metodo Martinotti o Charmat, ai quali si aggiunge il cosiddetto metodo ancestrale). Abbinare gli spumanti al cibo in funzione della loro maggiore o minore dolcezza segue una sola e semplice regola: con i vini dolci si abbinano i dessert. In merito invece al metodo, il Classico funziona: a tutto pasto (con esclusione dei dolci), con l’accortezza di far procedere in crescendo di intensità e struttura i vari vini in funzione delle portate. Alcune portate partico-
larmente strutturate (carni al forno, selvaggina, pietanze molto aromatiche come il tartufo) trovano comunque delle oggettive dif coltà nell’abbinamento con uno spumante, per quanto intenso e strutturato; con il pesce di tutti i tipi e con tutte le preparazioni, con l’accortezza di regolare la struttura del vino in modo che non sovrasti la delicatezza del piatto; con le carni bianche, pollame ma anche coniglio, anche al forno, nelle versioni più strutturate e intense del vino. Il metrodo Charmat, che dà vini spumanti più freschi e immediati, va bene a tutto pasto, solo nel caso di portate a base di pesce non particolarmente elaborate, come aperitivo e per accompagnare gli antipasti. Gli spumanti da metodo Ancestrale, ossia mediante la rifermentazione naturale in bottiglia degli zuccheri residui, sono solitamente molto profumati, ideali per aperitivi e antipasti ma tendenti a sovrastare il pesce più delicato. Gli spumanti rossi (Lambruschi, Bonarde) sono perfetti per accompagnare salumi e minestre in brodo particolarmente ricche.
COSE BUONE DI CASA
A cura di Angela Schiavina
Oggi vi propongo una ricetta presa dal web che ho particolarmente apprezzato. Ingredienti: 200 g cioccolato fondente, 120 g biscotti vegan, 100 g anacardi al naturale (o mandorle, o pistacchi, o nocciole), 60 ml latte di mandorla o di riso, 50 g olio di semi di girasole, 2 cucchiai di rum, ½ cucchiaino di essenza di vaniglia. Preparazione: tagliate il cioccolato a pezzetti, versatelo in una ciotola e fatelo sciogliere a bagnomaria. Lasciatelo poi intiepidire mentre vi occupate degli altri ingredienti. Tostate gli anacardi in un padellino ben caldo no a farli diventare dorati, poi tagliateli grossolanamente con un coltello. Sbriciolate i biscotti con le mani, cercando di ottenere dei pezzetti grandi all’incirca ½ cm, ma non preoccupatevi di essere troppo precisi, l’importante è che le briciole non siano troppo piccole per non perdersi nell’impasto, né troppo grandi, altrimenti il salame tenderà a sfaldarsi. Unite l’olio, il latte, il rum, l’essenza di vaniglia e la cannella al cioccolato fuso intiepidito e mescolate per amalgamare bene il tutto. Aggiungete poi i biscotti e gli anacardi e mescolate ancora un poco per incorporarli. Diamo forma al salame di cioccolato: lasciate raffreddare il composto in modo che sia più solido e quindi più facile da maneggiare. Preparate un foglio di carta da forno e un foglio di alluminio. Disponete al centro del foglio di carta da forno l’impasto e, aiutandovi con i bordi della carta, dategli la forma di un salame del diametro di circa 7-8 cm. Arrotolatelo stringendo ai lati la carta da forno come fosse una caramella, e avvolgetelo a questo punto anche nella carta stagnola. Riponete il salame di cioccolato in freezer. Prima di servirlo lasciatelo riposare 10-15 minuti a temperatura ambiente.
A cura di Alessandro Fogli
Il 18 febbraio c’è stata l’unica festa comandata del calendario che abbia ragione di esistere, ossia il “Global Drink Wine Day”, giornata dedicata alla cultura del vino, ricorrenza evidentemente da celebrare in modo degno. Ossia stappando l’ultima boccia del Ringhio Orange di Cantina Urbana che ancora resisteva tenacemente in cantina. Cantina Urbana è a Milano, nasce da un’idea di Michele Rimpici, ed è la prima cantina di produzione di vini del capoluogo lombardo. È il naso il punto di forza di questo Riesling italico in purezza af nato in anfora di terracotta per 12 mesi, con sentori di pesca e albicocca e note di infuso di tè. Lontano dai Riesling più comuni, il Ringhio regala un assaggio coinvolgente, fresco, pieno, polposo, di piacevole freschezza e lunga persistenza. Un vino decisamente non banale.