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Sottomarini e lavoro subacqueo: storie e curiosità ravennati

Un

Maria Cecilia Hospital: il futuro della neurochirurgia è già realtà

Da oltre 30 anni pionieri della Gamma Knife in Italia, oggi il team di Cotignola rinnova la sua eccellenza con la tecnologia più avanzata disponibile sul mercato per il trattamento mininvasivo delle patologie cerebrali.

Dopo l’alluvione che due anni fa rese inutilizzabile la precedente apparecchiatura, l’ospedale di Cotignola torna punto di riferimento per il trattamento delle lesioni intracraniche

Dopo l’alluvione che due anni fa rese inutilizzabile l’unica Gamma Knife presente in regione, quella del Maria Cecilia Hospital di Cotignola, oggi l’ospedale di Alta Specialità del gruppo GVM Care & Research accreditato con il SSN torna ad essere punto di riferimento per la chirurgia stereotassica, grazie alla tecnologia più avanzata disponibile in Italia: il modello ESPRIT della Gamma Knife di Elekta

Questo nuovo macchinario consente di trattare con estrema precisione e in maniera mininvasiva anche le più piccole lesioni intracraniche tumorali e vascolari, escludendo selettivamente i tessuti sani e riducendo la necessità di interventi chirurgici invasivi. «La Gamma Knife rappresenta una rivoluzione nel trattamento di patologie tumorali e vascolari che in passato erano considerate incurabili o trattate chirurgicamente con rischi elevati ed esiti incerti – spiega il dott. Enrico Motti, coordinatore dell’Unità Operativa di Neurochirurgia/Gamma Knife di Maria Cecilia Hospital –. La neurochirurgia rimane essenziale in alcune situazioni. Tuttavia, l’uso della radiochirurgia stereotassica offre vantaggi significativi, evitando la craniotomia e migliorando spesso l’efficacia del trattamento rispetto alle tecniche tradizionali».

I benefici del trattamento con amma nife sono particolarmente evidenti in casi complessi, come:

• i meningiomi del seno cavernoso, i residui chirurgici di adenomi ipofisari in zone difficili da raggiungere,

• i neurinomi dell’acustico/facciale,

• le malformazioni arterovenose.

on un’efficacia superiore all’ , il trattamento riduce i rischi legati alla chirurgia tradizionale e limita la necessità di interventi successivi Gamma Knife permette di intervenire su una vasta gamma di patologie cerebrali, comprese metastasi, tumori oculari e patologie funzionali come la nevralgia trigeminale e la cefalea a grappolo. Grazie ai 192 fasci radianti a bassa intensità, il bersaglio viene trattato con grande precisione. Inoltre, il nuovo modello ESPRIT integra una mini TC stereotassica Cone Beam per il monitoraggio in tempo reale della posizione del paziente, migliorando ulteriormente l’accuratezza del trattamento. Un ulteriore progresso è rappresentato dall’ergonomia del sistema: un nuo o casco stereotassico le ero e una masc era termo-retrai ile migliorano il comfort del paziente, permettendo anche trattamenti frazionati. Inoltre, la possibilità di ascoltare musica o podcast durante la seduta contribuisce a creare un ambiente rilassante, riducendo lo stress per i pazienti, sia adulti che pediatrici. Il trattamento con Gamma Knife si svolge generalmente in un’unica seduta di durata aria ile da poc i minuti a un paio d ore, a seconda delle dimensioni e della posizione della lesione. La degenza ospedaliera si limita spesso a una sola notte, con un ritorno alle normali attività in tempi molto più rapidi rispetto alla chirurgia tradizionale. Maria Cecilia Hospital ha introdotto per la prima volta Gamma Knife in Italia nel 1992, quando nel mondo esistevano solo cinque macchinari di questo tipo. Oggi, la tecnologia è presente anche ad Anthea Hospital di Bari, un’altra struttura di GVM Care & Research, che rappresenta un riferimento per la cura delle patologie encefaliche nel Sud Italia. amma nife non sostituisce la neurochirurgia tradizionale, ma la affianca, offrendo un’opzione terapeutica complementare. Le équipe multidisciplinari di Maria Cecilia Hospital e Anthea Hospital valutano caso per caso il trattamento più idoneo, selezionando la procedura

più efficace tra chirurgia, radiochirurgia e radiochirurgia stereotassica. Il trattamento con Gamma Knife si sviluppa in quattro fasi:

1. mmo ilizzazione della testa con casco stereotassico o maschera termo-retraibile

2. Acquisizione delle immagini digitali per identificare con precisione il bersaglio

3. ianificazione della strate ia terapeutica, personalizzata per il paziente

4. Somministrazione della radiazione, con modellamento dell’irradiazione che avvolge la lesione come una “calza”. Gli effetti del trattamento si manifestano nei mesi successivi e il follo -up è fondamentale per monitorare la risposta del paziente. Al momento della dimissione viene predisposto un calendario di controlli periodici per valutare la progressione della malattia e prevenire eventuali complicanze. Gamma Knife rappresenta un passo avanti nella cura delle patologie cere rali riducendo risc i e tempi di recupero e migliorando la qualità della vita dei pazienti.

Maria Cecilia Hospital www.mariaceciliahospital.com

ia orriera 1 - 033 oti nola ( ) tel. 0 217111

Direttore Sanitario: Dott.ssa Silvia Rapuano

Studio Gamma Knife Imaging
Trattamento Gamma Knife
L’equipe Gamma Knife di Maria Cecilia Hospital
Il dott. Enrico Motti, coordinatore dell’Unità Operativa di Neurochirurgia/Gamma Knife di Maria Cecilia Hospital

Evviva, si asfalta per elezioni! Ma Anas se ne frega del voto

Se prendiamo per buona l’informazione fornita da Anas, sarà una cosa di sei mesi. Ma ormai nessuno crede più ai tempi forniti dall’azienda statale che si occupa di infrastrutture stradali, quindi sappiamo tutti che è certo l’inizio (28 marzo) ma ignota la ne. Il cantiere per l’ampliamento della strada statale 16 Adriatica nel tratto noto come “tangenziale di Ravenna” si allunga. Da marzo 2023 riguarda il tratto tra via Faentina e via Savini. Ora riguarderà anche il tratto a cavallo della rotonda dell’incrocio con via Ravegnana (vedi dettagli a pagina 6). In entrambi i punti si viaggia su una sola carreggiata, con una corsia per senso di marcia. E se vi tocca la disgrazia di transitare spesso su quell’arteria sono certe due cose: avete le sospensioni del veicolo che gridano pietà per le voragini nell’asfalto e avete coniato nuove bestemmie per far scorrere la colonna di traf co. Ma sappiamo tutto da due anni. L’ampliamento della statale 16 Adriatica riguara i 7 km compresi tra la A14 Dir e la E45 per un investimento complessivo di oltre 80 milioni di euro. Dai 14 metri totali delle 4 corsie attuali si arriverà a 20. Parliamo di una lingua di asfalto su cui, secondo i rilevamenti di Anas riferiti al 2022, transitano in media circa ventimila veicoli ogni giorno (mille camion e il resto auto e moto).

A luglio 2024 doveva essere completato il primo stralcio in corrispondenza di via Savini. E invece il cantiere è ancora in corso con momenti ai con ni del rischio con piccoli birilli a separare Tir e auto in direzioni opposte.

A proposito di lavori in ritardo, bisognerà citare il caso dell’uscita di Lugo dell’autostrada A14 per chi viaggia verso Bologna. Chiusa da novembre. Doveva riaprire a gennaio, è ancora chiusa a ne marzo. La società Autostrade disse che «il provvedimento si è reso necessario per consentire la manutenzione della segnaletica verticale». Ci stanno volendo quattro mesi per sistemare dei cartelli stradali.

I lavori che invece siamo già certi che non andranno per le lunghe sono quelli da poco annunciati dall’assessora ai Lavori pubblici del Comune di Ravenna, Federica Del Conte: 11,5 milioni di euro per manutenzioni straordinarie e asfaltature di strade e marciapiedi e boni che da radici. Ormai è talmente plateale la concomitanza di questi interventi con le elezioni comunali che non fa nemmeno più ridere la sottolineatura. È un dato di fatto: si vota e chi amministra asfalta. Peccato che quelli di Anas se ne freghino delle elezioni comunali.

4 POLITICA

ELEZIONI, QUADRO COMPLETO: SEI CANDIDATI A SINDACO

6 ECONOMIA

LAVORI SULL’ADRIATICA: ALTRI SEI MESI DI PASSIONE

13 SOCIETÀ

LO STORICO VANOLI E LA CRISI DELL’OCCIDENTE

18 CULTURA

SI CHIUDE LA STAGIONE

DI LIRICA DELL’ALIGHIERI

22 GUSTO

RECENSIONE RISTORANTI, ABBIAMO PROVATO LA CUCOMA

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001

Anno XXIII - n. 1.089

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Ticket e aumenti: un sondaggio

In Emilia-Romagna, grazie alla prima manovra di bilancio rmata dal nuovo presidente nostro concittadino Michele de Pascale, è stato introdotto per la prima volta un ticket per l’acquisto dei medicinali. Si pagherà 2,20 euro per ogni confezione, no a 4 euro per ricetta, a partire dal 2 maggio. Ma non è tutto, come ormai già noto, la manovra approvata proprio in queste ore prevede anche un aumento di Irpef, Irap e del bollo auto. Posso ora pubblicare un piccolo sondaggio tra i miei lettori: dimmi cosa ne pensi, e ti dirò chi sei. «Ladri!» (Eh no, qui nessuno vuole essere querelato: mi dissocio, tu che pensi questo devi essere un pericoloso estremista che guarda solo nelle proprie tasche senza pensare alla collettività, vergognati!).

- «Ma lo aveva dichiarato in campagna elettorale? Perché altrimenti non lo avrei votato». (Tenero, amore, ricordati sempre che la campagna elettorale non è fatta per rivelare quello che si farà di poco piacevole per i cittadini, ma solo per dire cazzate per farsi votare. La colpa è tua che ci credi, e anche dei giornalisti che non sono stati in grado di farsi dire la verità, dobbiamo ammetterlo).

- «Si tratta di una manovra necessaria per garantire la sostenibilità del servizio sanitario pubblico e investire in nuove terapie» (Michele, quante volte ti ho detto di non rispondere ai miei sondaggi come un lettore qualunque? E non vale neanche far rispondere famigliari e/o consiglieri regionali del centrosinsitra regolarmente stipendiati).

- «C’at vegna n’azident» (Basta! La violenza non l’accetto, su queste pagine. Al limite possiamo augurare tutti insieme al nostro caro Presidente che possa venirgli regolarmente tutti i venerdì sera una leggera cacarella, giusto in tempo per rovinarsi il weekend e andare in farmacia a spendere 2,20 euro in più ogni settimana…).

RAVENNA&DINTORNI 27 marzo - 2 aprile 2025

VERSO LE AMMINISTRATIVE

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La Pigna intanto ha annunciato la partecipazione in solitaria con Veronica Verlicchi Nel centrosinistra, la lista Progetto Ravenna riunisce Azione, Italia Viva, Psi e Più Europa

Il quadro per le amministrative di Ravenna del 25 e 26 maggio (eventuale ballottaggio due settimane dopo) è ormai completo. L’ultimo annuncio è quello della Dc, la nuova Democrazia cristiana fondata a Ravenna da Giovanni Morgese, noto per la sua attività nel mondo del volontariato, a cui si è af ancato anche Mauro Bertolino (candidato a sindaco nel 2021 con Alleanza di Centro). Sarà lo stesso Morgese a candidarsi a sindaco, in solitaria. La settimana prima era stata invece La Pigna, lista civica presente in consiglio comunale da due mandati e fondata dall’imprenditore Maurizio Bucci (candidato sindaco nel 2016), ma guidata già da tempo dalla consigliera Veronica Verlicchi che torna a candidarsi a sindaca dopo l’esperienza del 2021. Queste ultime due candidature fanno dunque salire a quattro i nomi del centrodestra. Già in campo c’erano infatti Alvaro Ancisi sostenuto da una lista unica con Lega, Lista per Ravenna e Popolo della Famiglia e Nicola Grandi che da Viva Ravenna è entrato nel gruppo di Fratelli d’Italia e guida appunto la coalizione composta dal partito di Meloni, Forza Italia e la stessa lista civica, capeggiata dall’imprenditore Filippo Donati.

Sul fronte dell’opposizione all’attuale governo c’è poi il ritorno del simbolo di Ravenna in Comune che non raccoglierà però, come era accaduto nel 2016, tutte le forze a sinistra del Pd, ma anzi diventerà una lista di una mini-coalizione della sinistra radicale che vedrà sicuramente Potere al Popolo e molto probabilmente una lista comunista di Rifondazione e Pci (i dettagli sono in via di de nizione). Le tre liste sosterranno l’attivista Marisa Iannucci, proposta da Pap e appoggiata dagli alleati.

In ne, ovviamente, c’è il grande favorito Alessandro Barattoni, segretario del Pd, che sarà appoggiato da una coalizione a cui mancano pochi dettagli. Ci saranno naturalmente i dem, il Pri con il simbolo dell’edera, il Movimento 5 Stelle, la lista civica Ama Ravenna guidata da Daniele Perini, una lista civica dal nome Progetto Ravenna che racchiude di fatto quattro forze politiche riformiste che sono Più Europa, Azione, Italia Viva e il Psi. A sinistra del Pd ma sempre in coalzione ci sarà invece Associazione Verdi Sinistra che dovrebbe accogliere anche la lista Ambiente e Territorio di Marco Maiolini, che però ancora non ha uf cializzato né simbolo né possibili candidati.

GLI SCHIERAMENTI A DUE MESI DAL VOTO

ALESSANDRO BARATTONI

ELEZIONI COMUNALI 2025 RAVENNA

NICOLA GRANDI

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Il presidente De Pascale sui rincari: «Per garantire la qualità e la sostenibilità del sistema sanitario. Accordo con i sindacati»

Un contributo richiesto sull’acquisto dei farmaci. Partirà dal 2 maggio la riforma dei ticket introdotta dalla Regione Emilia-Romagna. La giunta ha approvato la delibera che prevede un ticket di 2,20 euro a confezione di medicinale, no a un massimo di 4 euro per ricetta.Continueranno a essere esentati dal pagamento 1 milione e 650mila cittadini, circa 1 su 3, tra cui i pazienti oncologici, con patologie croniche o rare, invalidi, disoccupati e persone in situazioni di disagio economico (su www.ravennaedintorni.it l’elenco nel dettaglio delle categorie esentate).

Non solo, le prime visite specialistiche per le famiglie con almeno due gli a carico resteranno gratuite solo per i gli no ai 14 anni compiuti.

«Una decisione de nita anche a seguito di un positivo confronto con le Organizzazioni sindacali – spiegano il presidente, Michele de Pascale, e l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi -, volta a continuare a garantire la qualità e la sostenibilità economica del servizio sanitario regionale, messo a dura prova dal sotto nanziamento statale, e necessaria anche in seguito all’introduzione di farmaci e terapie altamente innovativi, che consentono di curare meglio tante patologie ma che sono al contempo molto dispendiosi».

AGENDA

Capezzone al Mattei

Il gruppo Light organizza un incontro sul ruolo del giornalismo con Daniele Capezzone, giornalista ed ex politico. L’evento si terrà venerdì 28 marzo, alle 18, al Grand Hotel Mattei di Ravenna.

Come rigenerare l’impegno politico

Faenza Cresce organizza un confronto di respiro nazionale con Agesci e Compagnia delle Opere a Faventia Sales a Faenza il 28 marzo alle 20:45 dal titolo “Rigenerare l’Impegno Politico“. Saranno presenti Alessandro Bracci, Giuseppe Notarstefano e Francesco Scoppola.

Con Barattoni tra scuola e sanità

Prosegue il percorso partecipato “Muovi Ravenna del candidato sindaco del centrosinistra Alessandro Barattoni. Sabato 29 marzo dalle 16 alle 18 la Libreria Scattisparsi di via Sant’Agata ospiterà l’incontro su “Scuola, formazione e cultura”, mentre mercoledì 2 aprile l’appuntamento è dalle 18 alle 20 allo Chalet dei Giardini con il tema “La salute al centro – Un sistema sanitario vicino ai cittadini”.

MARISA IANNUCCI
GIOVANNI MORGESE
VERONICA VERLICCHI
SANITÀ

LA FONTANA

e croccante che avvolge un cuore morbido e ricco, con un mix di GRANO, AVENA, ORZO e SEGALE che dona sapore e texture unica.

6 / ECONOMIA

RAVENNA&DINTORNI 27 marzo - 2 aprile 2025

LAVORI PUBBLICI/1

Il cantiere sull’Adriatica si sposta a Madonna dell’Albero: sei mesi di passione per il traf co

Al via una nuova fase di interventi nell’ambito dei lavori Anas di ampliamento della strada statale 16 “Adriatica” nel tratto noto come “Tangenziale di Ravenna”, in corrispondenza dall’abitato di Madonna dell’Albero fino alla rotatoria di intersezione con la Ravegnana. A partire dalle 21 di venerdì 28 marzo, per una durata di circa 6 mesi, sarà chiusa al traffico la carreggiata nord (direzione Venezia) della Ss 16 nel tratto che va dal km 153,630 circa alla rotatoria di intersezione con la Ravegnana, per consentire le opere necessarie all’allargamento della Statale in corrispondenza del viadotto sul fiume Ronco. Il tratto sarà esteso fino al km 151,850 dal giorno 15 aprile. Il traffico sarà deviato sulla adiacente carreggiata in direzione sud (Rimini). L’intervento complessivo prevede l’ampliamento del tratto della SS 16 “Adriatica” per conformarla alla tipologia “B – Extraurbana Principale”.

LAVORI PUBBLICI/2

LAVORI

PUBBLICI/3

Faenza difende il suo Borgo da altre alluvioni: al via un intervento da 7 milioni di euro

Verrà costruito un nuovo argine e creata un’area di laminazione da 398mila metri cubi. Entro sei mesi

PRONTO TRA UN ANNO IL NUOVO ASILO NIDO DEL COMUNE DI CERVIA, DA 2 MILIONI DI EURO

Partono i lavori per il nuovo asilo nido del Comune di Cervia, che sorgerà a Montaletto, di fianco alla Scuola elementare Buonarroti. Il progetto prevede la costruzione di una struttura in grado di ospitare 48 bambini e nella quale attivare diverse tipologie di servizi. Attualmente nel Cervese è presente un solo nido comunale, il “Piazzamare” in via XXII Ottobre, non sufficiente a dare risposte al tutte le famiglie che richiedono il servizio. Per l’anno scolastico 2024/25, infatti, la lista d’attesa conta 63 bambini.

I lavori, che dovrebbero durare circa un anno, prevedono un investimento di 1.936.590 euro, di cui 1.152.000 euro finanziati con risorse Pnrr e 784.590 euro dal Comune. Per gli aspetti ambientali è stata posta particolare attenzione alla ricerca del miglior rapporto con la posizione e il clima locale, all’orientamento dell’edificio, al risparmio energetico e al contenimento dei consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecnologie solari e di sistemi di recupero e valorizzazione delle acque meteoriche e di scarico. Il prossimo 7 aprile, alle 20.30, l’Amministrazione comunale presenterà il progetto all’incontro mensile del Consiglio di zona di Montaletto-Villa Inferno.

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Il Consiglio Comunale di Faenza ha approvato all’unanimità la delibera che sancisce il via libera al progetto di fattibilità tecnico-economica per le opere di regimazione idraulica. Il progetto prevede la realizzazione di un’area a protezione del quartiere Borgo dalle esondazioni del torrente Marzeno, tra via San Martino e via Cimatti. Il piano è stato elaborato dallo studio Enser sulla base del lavoro svolto dai tecnici dell’Unione della Romagna Faentina e del Settore Lavori Pubblici Protezione Civile, con il contributo dell’Università di Bologna, il supporto del Consorzio di Boni ca e il confronto con l’Agenzia Regionale e l’Autorità di Bacino. Inoltre, alcune aziende del territorio hanno collaborato, fornendo il loro contributo in materia di movimento terra. Il progetto, di fatto, non modi ca il de usso naturale delle piene del Marzeno e del Lamone, ma permette di ridurre il rischio di esondazioni in via Cimatti e nelle vie limitrofe. L’intervento, del costo di 7 milioni di euro (in arrivo da tre diverse ordinanze commissariali e regionali) si sviluppa in tre lotti e comprende diverse opere: la costruzione di un nuovo argine parallelo a via Cimatti, il rinforzo dell’argine esistente del ume Lamone, la realizzazione di una pista a monte del nuovo argine, un sistema di drenaggio delle acque e un punto di raccolta nale delle acque stesse. Quest’ultimo sistema verrà dotato di un pozzetto verticale con sistema di pompe, che garantirà lo svuotamento controllato dell’area in caso di allagamenti. Il volume massimo contenibile sarà di 398.000 metri cubi. «Nel pieno dell’emergenza alluvionale – ha spiegato il sindaco Massimo Isola nel corso del suo intervento in consiglio comunale – abbiamo scelto di agire subito, senza attendere, anche sostituendoci ad altri enti per superare l’immobilismo e la burocrazia. Abbiamo rimesso al centro il tema della riduzione del rischio idrogeologico, adottando scelte coraggiose e anticipando fondi senza la certezza del rimborso. Questa “disobbedienza civile” non ha mai signi cato eludere la legalità, ma assumersi responsabilità che altri evitavano. L’idea progettuale, proposta alla struttura commissariale oltre un anno fa, è nata anche dal confronto con il comitato, sempre franco ma costruttivo e propositivo. La vera s da è stata trasformare un’idea in un progetto concreto, capace di garantire maggiore sicurezza senza creare effetti collaterali negativi o mettere in pericolo altre abitazioni.

Il risultato è oggi concreto: un progetto strategico per il torrente Marzeno, l’unico esecutivo in grado di ridurre il rischio di allagamenti in via Cimatti, realizzato con il supporto di tecnici di eccellenza e il coinvolgimento dei privati, senza ricorrere all’esproprio. Un plauso va proprio a loro e al loro senso di responsabilità dimostrata che, pur nel confronto, si sono sempre posti in modo costruttivo».

I lavori inizieranno nei primi giorni di aprile e, salvo imprevisti meteo, saranno completati in circa sei mesi.

SINDACATI

Metalmeccanici in corteo a Ravenna: «Senza contratto, si sciopera»

Dopo le riuscite e partecipate mobilitazioni dei mesi scorsi, Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno proclamato ulteriori 8 ore di sciopero nazionale che si effettueranno in tutta Italia nella giornata del 28 marzo con manifestazioni regionali e provinciali. L’obiettivo è riconquistare il tavolo di trattativa con Federmeccanica e Assistal e rinnovare il contratto nazionale in tempi rapidi. Nella stessa giornata sciopereranno, inoltre, anche i lavoratori che rientrano nel contratto collettivo nazionale Unionmeccanica-Confapi. Per la provincia di Ravenna – dove sono oltre 400 le aziende metalmeccaniche – è in programma un corteo con manifestazione che si svolgerà, venerdì 28 marzo, a partire dalle ore 10 con concentramento nel piazzale del cinema Astoria in via Trieste. Il corteo giungerà in piazza Paul Harris. Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil chiedono: «aumenti salariali definiti e adeguati; riduzione dell’orario di lavoro; regolamentazione chiara per contratti non a tempo indeterminato e stabilizzazioni; risposte su “protocollo di partecipazione”».

RAVENNA&DINTORNI 27 marzo - 2 aprile 2025

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Un evento celebra i 130 anni dell’entrata in servizio del primo sommergibile della Marina Il curatore della mostra: «L’attività offshore del mondo oil&gas è la sua discendente»

Sono passati 130 anni da quando la Marina militare italiana mise in acqua il suo primo sottomarino. Il “Delno” entrò in servizio l’1 aprile 1895: costò 300mila lire, imbarcava un equipaggio di 8 persone, era lungo 24 metri e largo 3 e scendeva no a una trentina di metri. Nei 24 anni in cui rimase in servizio fu presente anche a Ravenna che ospitava due basi per torpediniere da cui partirono diverse missioni durante la prima guerra mondiale contro l’impero austro-ungarico.

Oggi Ravenna ospita l’evento “Fischia Immersione” che celebra la tecnologia e la storia delle attività subacquee, sia militari che civili: una mostra, convegni, presentazioni di libri e momenti di divulgazione tra il 29 marzo e il 6 aprile. Il coordinatore dell’evento è il ravennate Marco Mascellani che in Marina ha prestato servizio a bordo di tutti i tre sottomarini che oggi sono stati musealizzati: il “Dandolo” a Venezia, il “Toti” a Milano e il “Sauro” a Genova. «Quando avevo quarant’anni portai mia glia a visitarne uno e lei mi disse che allora anche io ero da museo».

Mascellani, perché è stata scelta Ravenna per questo evento?

Un sommergibile classe F che sta ruotando su se stesso nella curva tra Baiona e Candiano per essere pronto all’uscita in caso emergenza. È una foto della mostra “Fischia Immersione” che presenta anche la lettera di un marinaio imbarcato su questo battello in missione da Ravenna nella prima guerra mondiale (collezione Mauro Antonellini)

GLI APPUNTAMENTI

Dal 29 marzo a Palazzo Rasponi

L’evento “Fischia Immersione” è nato in seno all’associazione Betasom (www.betasom.it) che raccoglie appassionati di simulatori di sommergibili e dal 2002 approfondisce storia e tecnica dei battelli. L’idea è stata proposta a luglio 2024 a vari stakeholder del porto: l’Associazione di Tecnica Navale (Atena), il Propeller Club, le Associazioni di Ravenna e Lugo dei Marinai d’Italia e l’Itis.

«La città di Dante e il territorio circostante hanno un legame forte con il mondo nautico che parte da lontano. Fino alla ne della prima guerra mondiale c’erano due basi per torpediniere: una nel punto in cui il canale della valle Baiona si immette nel Candiano e l’altra in prossimità dell’attuale Almagia quando i sommergibili di Venezia vennero trasferiti a Ravenna dopo Caporetto. Da Ravenna partirono numerose spedizioni durante il primo con itto mondiale, anche alcune non andate a buon ne: il sommergibile Argo era diretto a Pola con l’obiettivo di colpire le navi dell’impero austro-ungarico ma appena uscito dal porto si ruppero i motori e la missione venne annullata. Se fosse andata a buon ne, avrebbe anticipato di quasi 30 anni la prima missione degli incursori che è stata comunque una primogenitura italiana. Quel battello, poi, venne messo in disarmo e a distanza di qualche tempo il comandante Belloni lo chiese in af tto per andare a pesare perle nel Mar Rosso. Tutti aneddoti e informazioni riportati nel catalogo della mostra».

E poi Bagnacavallo diede i natali al celebre ammiraglio Luigi Longanesi Cattani…

«Per questo Bagnacavallo ha ospitato una sorta di anteprima della mostra di Ravenna. Longanesi Cattani è morto nel 1991 e tante persone che sono venute in visita avevano suoi ricordi. Nelle ricerche effettuate sono emersi documenti che raccontano la sua statura morale, accanto al carattere romagnolo che non la manda a dire, sottolineata dalla scelta di non unirsi alla Repubblica di Salò dopo l’8 settembre per restare a proteggere le duchesse di Aosta, uniche Savoia rimaste al nord e quindi possibile moneta di ricatto dei nazisti verso il regno al sud».

Qual è la otta di sottomarini in dotazione oggi alla Marina italiana?

«In servizio 8 sottomarini, di cui 4 all’avanguardia nel mondo, costruiti in collaborazione coi tedeschi e noti come U212A o classe Todaro. Sono battelli che, in una esercitazione, sono riusciti a “bucare” una task force americana. Gli altri 4 battelli sono della classe Sauro, ormai quarantenni e relegati a compiti di seconda linea per la loro vetustà».

Che ricordi ha dei suoi trascorsi a bordo dei sottomarini italiani?

«Ricordi meravigliosi, molti li ho riportati nel romanzo “Del ni d’Acciaio” e nel saggio “Fischia Immersione” scritto a due mani con Maurizio Licciardello. Ci sono stati momenti intensi, esercitazioni anche in nord Europa con le altre Marine con reciproci pro cui scambi. Non è facile raccontare quella “band of brothers”, quella fratellanza, che si crea a bordo: sono amici che a distanza di decenni sono ancora a anco come se ci fossimo salutati ieri». Come si diventa sommergibilisti?

«Per prima cosa bisogna entrare in Marina e

Bagnacavallo, città natale del celebre ammiraglio Luigi Longanesi Cattani, ha ospitato una sorta di anteprima con una mostra dal 15 al 23 marzo e nel weekend del 29-30 marzo cederà il testimone a Ravenna. Il programma dettagliato è consultabile sul sito www.fischiaimmersione.it.

Questi i principali appuntamenti in calendario.

A Bagnacavallo il 29 marzo alle 21 alla sala Oriani il concerto della fanfara della Marina. Il 30 marzo alle 11 a Palazzo Vecchio una conferenza su Longanesi Cattani tenuta dal professor Marco Gemignani, docente di storia all’Accademia navale di Livorno.

questo avviene tramite concorsi sia per gli uf ciali, sia per i sottuf ciali, sia per il personale di truppa. Per i primi due casi è richiesto un diploma di scuola superiore e a conclusione del percorso di formazione si arriva alla laurea. Per i marinai è suf ciente la terza media. A quel punto si fa domanda per entrare nella componente sommergibili e dopo un certo numero di visite mediche si frequenta il corso basico. Si tratta di tre mesi a terra per imparare cosa è un sottomarino e tre mesi a bordo per permettere all’allievo di capire l’ambiente e al comandante e all’equipaggio di valutare il nuovo arrivato».

Che funzioni svolge oggi la Marina?

«I compiti di difesa che ha sempre avuto rimangono tuttora. Ma gli impegni sono sempre più diversi e aumentano quelli a protezione delle infrastrutture sottomarine: gasdotti, oleodotti, elettrodotti, linee internet, piattaforme di ogni genere. Sono buona parte delle infrastrutture che consentono il benessere delle società moderne. Così come la protezione dei traf ci marittimi che spostano merci e beni necessari alla quotidianità».

Ravenna ha un ruolo centrale nell’industriale oil&gas offshore. Questo settore quanto deve alla Marina?

Nella vetrina della Cassa un antipasto della mostra

Nell’ambito delle iniziative di valorizzazione del collezionismo privato e della cultura artistica, la banca Cassa di Ravenna collabora all’evento “Fischia Immersione” con una mostra nelle vetrine sotto i portici di piazza del Popolo a Ravenna. Una sorta di piccolo assaggio di quello che sarà possibile vedere in maniera più dettagliata a Palazzo Rasponi.

Marco Mascellani alla

bordo del sottomarino

Dandolo, classe Toti, oggi musealizzato a Venezia

«Considerando che solo le Marine militari avevano il know-how e le risorse per scendere nei fondali marini, e l’Italia è stata in molti casi all’avanguardia, l’oil&gas non può che esserne un discendente più o meno diretto. Dopo la seconda guerra mondiale la necessità di recuperare i preziosi metalli affondati per permettere la ricostruzione permise la nascita di tante ditte, che ovviamente assunsero il personale che non voleva o non poteva più rimanere o rientrare nella Marina in forte riduzione. La stessa Micoperi di Ravenna è stata fondata da incursori della Decima Flottiglia Mas e sommergibilisti e da loro gestita no alla crisi del settore degli anni ‘80 che ne provocò il fallimento e la successiva rinascita ad opera di un imprenditore ravennate. La Saipem assunse, e talvolta ancora oggi assume, personale della Marina che, grazie alla sua formazione e forma mentis è estremamente prezioso».

Andrea Alberizia

A Ravenna il 29 marzo a Palazzo Rasponi (piazza Kennedy) alle 12 inaugurazione della mostra alla presenza dei figli di Longanesi Cattani (la mostra sarà visitabile con ingresso gratuito fino al 6 aprile tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19). «Con pannelli e materiale autentico – spiega il curatore Marco Mascellani –, la mostra racconta la storia e la tecnica dei sommergibili italiani e delle infrastrutture sottomarine, con particolare attenzione al territorio locale e impiegando documenti dell’epoca, divise, modelli e cimeli che aiutino a capire come i nostri nonni hanno vissuto l’esplorazione degli abissi, che ha molto in comune con l’esplorazione dello spazio». Una sezione ospiterà una serie di simulatori a disposizione dei visittori per apprendere i rudimenti del mestiere: saranno presenti sommergibilisti in servizio in Marina. Alle 18 la conferenza del professor Gemignani che verrà ripetuta il giorno seguente a Bagnacavallo.

Il 31 aprile open day per le scuole a Palazzo Rasponi: il comandante della flottiglia sommergibili, Manuel Minuto, racconterà ai giovani la vita degli abitanti degli abissi, cosa fanno al servizio della nazione e quali opportunità occupazionali sono disponibili.

Il 2 aprile nella sede dell’Autorità portuale un seminario sulle tecnologie per la sicurezza delle infrastrutture sottomarine. A Marina di Ravenna il 29 marzo apertura straordinaria del Museo delle attività subacquee (vedi a pagina 11).

LA CURIOSITÀ

SESSANT’ANNI FA IL CROLLO DELLA PIATTAFORMA PAGURO AL LARGO, OGGI IL RELITTO È UN’OASI PROTETTA E OSPITA VINI IN INVECCHIAMENTO

Il prossimo settembre cadrà il 60esimo anniversario dell’incidente al Paguro, una piattaforma per l’estrazione di metano entrata in funzione nel 1963 di fronte a Porto Corsini a undici miglia dalla costa. La perforazione di un pozzo doveva raggiungere un giacimento a quasi tre chilometri di profondità, ma la trivella intaccò un secondo giacimento, ricco di gas a pressione elevatissima, scatenando una fuoriuscita e lo scoppio di un incendio. Persero la vita tre tecnici dell’Agip (Pietro Peri, Arturo Biagini e Bernardo Gervasoni) e la piattaforma sprofondò sul fondale che in quel punto è di circa 25-30 metri. Il recupero del relitto sarebbe stato troppo costoso e si decise di lasciarlo in mare. La lenta metamorfosi sottomarina trasformò i rottami in un’oasi di forme di vita inattese: paguri, scorfani, astici, granchi, ostriche. La piattaforma metanifera affondata è rinata in altra forma e dal 1995 è un Sito di Importanza Comunitaria, metà di escursioni subacquee. Dal 2008 è anche il luogo di affinamento di vini prodotti a Riolo Terme. Tenuta del Paguro, di Gianluca Grilli, è la prima cantina al mondo ad affinare con il metodo subacqueo. Il vino si trova sottoposto a condizioni fisiche uniche per 12 mesi: l’assenza di luce protegge il vino da alterazioni dovute ai raggi Uv, temperatura costante di 10-13 gradi, pressione costante a 4 bar. Ogni anno vengono immerse 1.200 bottiglie per ognuna delle tipologie di vino.

ISTRUZIONE

L’ITIS “BALDINI” È L’UNICA SCUOLA IN REGIONE CON UN PERCORSO DI STUDI DEDICATO ALLA NAUTICA

La specializzazione oggi ha 80 iscritti e già 200 diplomati con il titolo di allievo u ciale di coperta

Da settembre 2018 all’istituto tecnico industriale “Baldini” di Ravenna è possibile scegliere il percorso di studi in “Conduzione del mezzo navale”. È una delle sette specializzazioni per il triennio nale. Quest’anno sono circa 80 gli studenti iscritti nelle tre classi e circa duecento sono i diplomati in sei anni con il titolo di allievo uf ciale di coperta.

L S R dell’indirizzo nautico dell’Itis di Ravenna si imbarcherà a bordo della nave Vespucci da Ortona il 5 aprile per sbarcare a Brindisi il 12 dopo aver fatto tappa a Durazzo

«In Emilia-Romagna siamo l’unica scuola superiore con un percorso di studi pensato per la nautica – spiega il dirigente Antonio Grimaldi –. Prima le opportunità più vicine erano Venezia o Ancona. Poi dal confronto con le realtà del territorio, come l’Autorità portuale e Sapir, è nata la volontà di ampliare l’offerta formativa per tenere conto di un settore economico consistente. Da Comune e Provincia c’è stato forte sostegno e l’interesse degli studenti è crescente». Una buona parte di chi si è già diplomato oggi è imbarcato. Ma gli sbocchi professionali sono molteplici: «Il settore portuale è la destinazione ideale, sia per il trasporto persone che il trasporto merci. In n dei conti si tratta di organizzare operazioni logistiche». Non mancano poi gli studenti che hanno deciso di proseguire gli studi: «Ingegneria navale e Biologia marina sono tra le facoltà scelte». La materia che contraddistingue l’opzione di studi è Scienze della navigazione: da 5 ore su 32 settimanali in terza, no a 8 in quinta. Un terzo delle ore è in laboratorio. Tra le dotazioni speciche del corso c’è un simulatore del ponte di comando di una nave del costo di 160mila euro inaugurato a dicembre 2023: una strumentazione so sticata che consente agli alunni di vivere la realtà di un vero e proprio ponte di comando di una nave e cimentarsi con ogni situazione ed ogni imprevisto in mare.

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La testimonianza di un lavoratore subacqueo con trent’anni di esperienza in tutto il mondo: 28 giorni consecutivi chiusi in camera iperbarica. «Per alcune cose sei più libero laggiù che a terra»

Per 28 giorni di fila si vive in sei adulti chiusi in un cilindro di dodici metri di lunghezza e due di diametro, quando si parla la voce esce come quella di Paperino, e ogni giorno si lavora 8 ore immersi in acqua anche a 4-5 gradi di temperatura a 80-100 metri di profondità. È la vita di quelli che in gergo vengono chiamati Ots, operatore tecnico subacqueo: il lavoratore che svolge le attività della subacquea industriale nell’ambito portuale e nelle relative adiacenze.

Marcello Casadei vive a Cervia, ha 47 anni e fa questo lavoro da quasi trent’anni: «Ho lavorato nelle acque di tutto il mondo. Per esempio Indonesia, Spagna, Libia, Egitto, Azerbaigian, Brasile. Non so ancora dove sarà il prossimo cantiere, potrebbe essere Dubai o Trinidad». Un tempo tra le attività svolte c’erano soprattutto le saldature. Oggi il lavoro è cambiato: «Principalmente facciamo manutenzione e controlli sullo stato di usura di infrastrutture marine sui fondali, qualche volta recupero di materiali».

«Per la legge siamo solo metalmeccanici, senza riconoscimenti

dei sommozzatori – installata all’asciutto a bordo di una nave che mantiene la posizione sul punto del cantiere – si crea la pressione simile alla profondità operativa. Dopo essere stati esposti per diverse ore a questa pressione, tutto il gas nel corpo risulta alla stessa pressione a cui sarà sottoposto raggiunta la quota di lavoro e quindi i sommozzatori potranno operare senza la decompressione. Il vero turno di lavoro in acqua comincia con l’ingresso nella cosiddetta campana che ha la stessa pressione: «Per rendere l’idea si può dire che in tre ci in liamo in uno spazio che ha la misura di un bagno chimico. Diciamo che ci respiriamo in faccia, non è un lavoro per chi è schizzinoso». La campana si sgancia dalla nave e scende negli abissi, senza mai adagiarsi sul fondo: «Per ragioni di sicurezza deve restare in galleggiamento. Si apre il portello, due sommozzatori vanno sul fondale e uno resta nella campana per il coordinamento».

Alla base del lavoro c’è la “tecnica di saturazione”, applicata quando si opera oltre i 50 metri di profondità. Nella camera iperbarica

I sub indossano il casco e la muta, in alcuni casi riscaldata, e lavorano tirandosi dietro l’ombelicale, un robusto insieme di manichette e cavi che lo collega alla campana e dal quale ricevono tutte le utenze per la sopravvivenza. «Ogni tre ore torniamo nella campana per idratarci perché si perdono tantissimi liquidi. Nel casco il viso è asciutto e

possiamo parlare via radio con i colleghi. La voce è come quella di Paperino per effetto della miscela di gas, tra cui l’elio, che respiriamo nell’ambiente. Quando usciamo a terra torna subito normale».

La velocità di pensiero è fondamentale: «Ogni procedura che mettiamo in atto è pensata per fronteggiare il peggior scenario possibile. Ci auguriamo non succeda mai, ma il rischio c’è e in quei momenti il tempismo è vitale. Il mio consiglio è di guardare il lm e documentario “Last Breath”».

Oltre alle ore in acqua, ci sono circa 18 ore al giorno da trascorrere in quel cilindro di 12 per 2: «Ti fai una doccia e mangi e poi cerchi di far passare il tempo. Una partita a carte o un libro, ma ora che abbiamo il wi è tutta un’altra cosa: niamo tutti con la faccia sul telefonino a guardare una serie tv o chattare con la famiglia. Sono lontani i tempi in cui scrivevamo lettere a mano che passavamo alla sala operativa per farle inviare via email». E poi si ammazza il tempo chiacchierando: «La cosa incredibile è che sei chiuso in uno

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Il cortometraggio

di Yuri Ancarani

presto online su Mubi

Il subacqueo Marcello Casadei è uno dei protagonisti di “Piattaforma Luna”, il cortometraggio del regista ravennate Yuri Ancarani proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2011 e prossimamente visibile sulla piattaforma streaming Mubi. Il regista ha messo davanti alla macchina da presa dei veri lavoratori per le loro storie e l’ha definito il luogo più estremo dove ha girato: «Volevo seguire da vicino questo lavoro così estremo, per tre giorni abbiamo vissuto nella camera iperbarica sotto pressione, un’esperienza davvero forte».

spazio piccolo, non puoi uscire, eppure per certe cose là sotto ti senti più libero di quando sei in super cie. Ti senti libero di raccontare cose personali a persone che magari non rivedrai più alla ne di quel contratto e intanto fatichi a mantenere le relazioni e le amicizie che hai in super cie. Una buona parte di chi fa questo lavoro è separato dalla moglie».

Alla luce di tutto ciò, diventa comprensibile il rammarico di Casadei per l’inquadramento lavorativo: «Siamo un po’ sconosciuti. Per la legge italiana siamo dei semplici metalmeccanici, senza distinzioni rispetto a chi lavora in fabbrica e senza riconoscimento del lavoro usurante. Non c’è una categoria speci ca. Quindi dovremmo andare in pensione a 67 anni, ma oltre i 50 diventa pesante fare questo lavoro, qualcuno arriva a 53-54 ma sono pochi. Poi tocca inventarsi altro».

Casadei lavora come freelance: «Ho iniziato con la Rana Diving di Ravenna. Mi contattarono quando andavo a raccogliere cozze a Comacchio. Andai a provare per curiosità e mi innamorai di questo mondo. A vent’anni poi

alla ne di ogni missione mi ritrovavo con una paga di 5 milioni di lire e mi sentivo un vip». Oggi i guadagni sono diversi: «Non è pagato male, ma non si pensi che siamo milionari perché ci sono limiti di impiego. Da giovani c’è chi fa anche 6-7 mesi all’anno di attività, poi cresci e arriva la famiglia e hai altre priorità». La durata delle missioni è di 4-6 settimane. «Poi deve seguire un periodo di riposo pari ai giorni trascorsi in saturazione. Abbiamo bisogno di camminare, ma senza fare sforzi. Le analisi dicono che a ne missione si riscontra un principio di osteoporosi che si recupera subito respirando aria normale». Però la prima necessità, una volta emersi dagli abissi, è guardare lontano: «Là sotto hai il campo visivo sempre corto e l’occhio si stanca. Quando usciamo di solito ci mettiamo a prua della nave in silenzio a guardare verso l’orizzonte, a ssare il nulla, cercando anche il nulla nella testa. Perché è un lavoro che puoi fare se hai un po’ di follia, ma devi anche restare lucido se vuoi continuare a farlo». Andrea Alberizia

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ORARI: da Lunedì a Venerdì 9:00 - 12:30 / 15:00 - 18:30 - Sabato 9:00 - 12:30

IN MOSTRA

IL MUSEO CHE RACCONTA LE ATTIVITÀ SUBACQUEE: CINQUE SALE E UNA BIBLIOTECA TEMATICA

A Marina di Ravenna dal 1998, ristrutturato nel 2014 in piazza Marinai d’Italia. Il 29 marzo apertura straordinaria

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Tra le realtà del territorio coinvolte nell’evento “Fischia Immersione” (vedi pagina 8) c’è il Museo delle attività subacquee (Mas) di Marina di Ravenna, la prima struttura in Italia che ospita una variegata collezione di materiali, attrezzature, stampe, diorama e pannelli esplicativi. Le sale in piazza Marinai d’Italia sono solitamente visitabili solo su prenotazione, ma per il 29 marzo è in programma un’apertura straordinaria per chiunque.

Il museo è attivo dal 1998. Marina di Ravenna è stata scelta per ragioni ben precise, come speci ca Fabio Vitale, il presidente del ramo italiano di Historical Diving Society, l’organizzazione culturale no pro t che cura il Mas: «Marina è stata ed è la sede di importanti aziende di lavori nel campo dell’offshore subacqueo. Micoperi, Marine Consulting e Rana Diving, solo per citarne alcune tra le più note. I musei nascono sempre dove c’è l’intenzione di farli nascere e oltre 25 anni fa c’è stato un interesse e un contributo da parte dei responsabili di queste importanti aziende».

Dopo la ristrutturazione del 2014, il Mas si sviluppa in cinque sale tematiche e una biblioteca specializzata per gli appassionati di attività subacquea. «Siamo soddisfatti dei numeri di visitatori che stiamo ottenendo – afferma Vitale –. Le richieste sono addirittura superiori a quello che possiamo fare noi come gestione, ma stiamo lavorando per riuscire ad aprire il museo in maniera più continuativa. Penso che sia molto utile e interessante per tutti conoscere la storia del mare anche perché per l’uomo è stato molto più complicato esplorare il fondo del mare rispetto ad andare nello spazio». Hds Italia al momento conta circa duecento soci ed è una delle sedici localizzazioni nazionali di Historical Diving Society nel mondo. Lo scopo dell’associazione è promuovere la conoscenza della storia della immersione: «La nostra attività consiste nel fare ricerca e divulgazione sulla storia dell’immersione, ma ci rivolgiamo anche al futuro. Cerchiamo di essere sempre presenti in attività collaterali, come il premio Maiorca dedicato a giovani biologi marini o collaborando con vari enti che tutelano l’ecosistema marino». Leonardo Ferri

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Marcello Casadei inquadrato dal basso mentre è all’interno della campana per immersione

12 / SOCIETÀ

RAVENNA&DINTORNI 27 marzo - 2 aprile 2025

ATTIVISMI

A Ponte Nuovo un focus sulla Siria

Secondo incontro per il ciclo “Facciamo chiarezza!”, organizzato da Arci Ravenna e dal Gruppo della Saletta, in programma alla sala Arci di Via Romea Sud 95 a Ponte Nuovo. Dopo l’appuntamento inaugurale dedicato alla Palestina, venerdì 28 marzo alle 17,30 si parla della Siria, la cui situazione sarà analizzata da Alessandro De Pascale, giornalista di “Atlante delle Guerre”: il regime di Assad, la primavera di Damasco e la guerra civile, la questione curda, la rivoluzione del dicembre 2024, il conflitto con Israele e con la Turchia. Ingresso libero, gradita la prenotazione via mail a ravenna@arci.it.

A Faenza una serata “No Nato”

Venerdì 28 marzo alle 20.45 al circolo Arci Prometeo di Faenza incontro sul tema “Spezziamo le catene della guerra”. Intervengono la giornalista Linda Maggiori e Gabriele Abrotini del coordinamento regionale No Nato (con il dossier “Inchiesta sul sistema della guerra in Emilia Romagna”).

La vita di Emma Goldman

È in programma sabato 29 marzo al circolo Arci “Dalmonte” di Castel Bolognese l’evento “Vivendo la mia vita”, presentazione dei volumi autobiografici di Emma Goldman (ed. Quaderni di Paola) con la curatrice Selva Varengo e la traduttrice Luisa Dell’Acqua. Emma Goldman (1869-1940), lituana di nascita, naturalizzata statunitense, fu anarchica, attivista, saggista. Nella sua vita e nella sua opera unisce personale e politico, anticipa l’intersezionalità delle lotte, riflette e sostiene l’abolizione del carcere, ateismo, l’antimilitarismo, l’anticapitalismo, la maternità consapevole e il libero amore.

STORIA CONTEMPORANEA

Eugenio Sideri e Sauro Mattarelli presentano i loro libri all’Oriani

Si conclude alla Biblioteca Oriani di Ravenna la rassegna “storie nella Storia”, quattro incontri tra memorie, letteratura e teatro per raccontare vicende e snodi della storia d’Italia da angolazioni diverse. Sabato 29 marzo, ore 17.30, è la volta del drammaturgo ravennate Eugenio Sideri con il volume Kraugè. Tre tragedie moderne (Pendragon 2025). Il libro raccoglie tre testi teatrali, ispirati a vicende drammatiche della nostra contemporaneità. In Tantum ergo tre personaggi, due vittime della strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e un narratore, si ritrovano a confrontarsi in una perpetua sala d’aspetto; in Lo squalo c’è l’inferno della tragedia del cantiere Mecnavi del porto di Ravenna; in Quasi una farsa (italiana) il protagonista perde il lavoro e, non riuscendo a trovare soluzioni per mantenere la famiglia, decide di togliersi la vita. L’autore ne discuterà con il critico teatrale Lorenzo Donati (Università di Bologna) e lo storico contemporaneista Andrea Baravelli (Università di Ferrara), che hanno firmato, rispettivamente, prefazione se postfazione del volume.

Lunedì 31 marzo, ore 17.30, è la volta di Sauro Mattarelli con il suo ultimo volume I lumini del 9 febbraio (Il Ponte Vecchio 2024). Il libro trae spunto dalla tradizione romagnola dei lumini accesi il 9 febbraio per commemorare la Repubblica Romana del 1849 per svilupparsi in una narrazione sospesa tra memoir autobiografico e saggio storico. L’autore, storico e saggista, legatissimo alla Fondazione Casa di Oriani di cui è stato a lungo Presidente, ne discuterà con Massimo Baioni dell’Università di Milano.

SOLIDARIETÀ

Il libro del rugbista malato di Parkinson

Venerdì 28 marzo alle 18 alla sala D’Attorre di via Ponte Marino, in centro a Ravenna, un evento con finalità benefiche a favore dei malati di Parkinson: verrà presentato il libro “Il mio amico P”, scritto dal rugbista mantovano Marco Evoldi, classe 1984, colpito dalla malattia. Nei giorni dell’alluvione 2023, grazie ai contatti di amicizia legati al rugby, Evoldi si presentò a Ravenna con un paio di amici e un camion di aiuti.

L’INTERVISTA

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Il portavoce italiano Riccardo Noury a Ravenna il 28 marzo «Le Ong criminalizzate. Il riarmo? Meglio investire in istruzione e sanità»

Portavoce italiano dal 2003 di Amnesty International, tra le più importanti organizzazioni umanitarie per la tutela dei diritti umani, Riccardo Noury sarà a Ravenna il 28 marzo nell’ambito del Festival delle Culture (vedi box qui a anco).

Lei sarà in città per parlare di Iran. Perché oggi è importante farlo?

«Vengo a parlare di Iran e in particolare di Narges Mohammadi, vincitrice del premio Nobel per la pace 2023 (agli arresti domiciliari in Iran per il proprio attivismo, ndr). Sarò in dialogo con suo marito Taghi Rahmani (de nito da Reporter senza frontiere “il giornalista più spesso incarcerato”, dal 2012 in esilio in Francia insieme ai gli, ndr) e parleremo anche della questione che si è aperta dopo le rivolte del 2022. Oggi è necessario parlare di questo, della lotta delle attiviste che chiedono il crimine di apartheid, dell’esercizio del potere contro le donne, del ruolo che ha l’Iran nella guerra in Medio Oriente, per spezzare il silenzio su un mondo poco conosciuto».

Cosa ne pensa del piano di riarmo europeo e delle politiche americane e russe?

«Ci troviamo in uno scenario con due potenze e una terza nell’ombra (la Cina), ma non è detto che l’Europa possa essere la quarta. Per me oggi è assurdo pensare a un riarmo per prendere le distanze dagli Usa se poi le armi le compriamo da loro. Credo che gli investimenti in istruzione, sanità e welfare dovrebbero invece rimanere la nostra priorità». Come valuta lo scenario internazionale in merito alle attività di organizzazioni come Amnesty, Mediterranea, Emergency, che lavorano e lottano per i diritti umani?

Per il Festival delle Culture anche una mostra diffusa con le storie di resistenza da Gaza

Il Festival delle Culture, quest’anno con il titolo “Oltre il Conflitto”, entra nel vivo, proponendo alla cittadinanza due eventi internazionali che testimoniano il coraggio e la resilienza di due popolazioni, iraniana e palestinese, in una sorta di tragica epica dei diritti umani.

Il primo evento si terrà il 28 marzo, dalle 10 alle 13, alla sala Muratori della Biblioteca Classense. Si intitola “La forza del coraggio: diritti umani in Iran” ed è un dialogo tra il giornalista e scrittore iraniano Taghi Rahmani e il portavoce nazionale di Amnesty International Italia Riccardo Noury (che intervistiamo in questa pagina).

Il secondo importante evento internazionale vedrà Ravenna accogliere, da aprile a giugno, I Grant You Refuge, una mostra diffusa, che trasforma lo spazio pubblico in un luogo di riflessione collettiva sui diritti umani, sul dramma del conflitto e sulla necessità di proteggere la dignità di ogni individuo. Attraverso una serie di manifesti di grande e medio formato lungo le principali strade della città, grazie alle foto scattate da sei fotoreporter. Autori di questi scatti sono Shadi Al-Tabatibi, Mahdy Zourob, Mohammed Hajjar, Saeed Mohammed Jaras, Omar Naaman Ashtiwi e Jehad Al-Sharafi. L’iniziativa porta sotto gli occhi di tutti immagini che raccontano storie di resistenza, speranza e umanità a Gaza. La mostra è curata dal fotografo Paolo Patruno.

Oltre all’esposizione in esterno, le foto troveranno spazio anche in alcune sale della città e presso le sedi di enti che vorranno aderire alla campagna di informazione, a partire dal 15 aprile.

«Il ruolo che ricoprono è sempre più delicato e importante, quello di tutela e aiuto a movimenti sotto attacco in molti paesi, alle vittime delle guerre, sia sconosciute come il Myanmar e il Sudan sia di quelle di cui si parla ogni giorno, a partire da Gaza. C’è poi il tema del lavoro delle Ong in mare, divenuto negli ultimi anni sempre più complesso poiché vengono come criminalizzate. Noi cerchiamo di appellarci alla Dichiarazione Universale dei Diritti umani, seguire il diritto internazionale e agire su chi oggi ancora vive in condizioni dove mancano i più basici diritti umani».

Ha fatto discutere la notizia dello spyware Graphite di Paragon, utilizzato contro giornalisti e difensori dei diritti umani in Italia: in che misura siete stati colpiti? Come valuta le implicazioni che queste tecnologie possono avere su organizzazioni come Amnesty e più in generale sulle libertà di stampa?

«La sorveglianza online non controllata crea danno a chi si occupa di diritti umani, chi ha un’informazione importante ci penserà sempre una volta in più prima di trasmetterla per paura di essere spiato, e questo può costare caro. Amnesty si dice preoccupata, chiediamo regole più strette e controlli rigidi, che blocchino l’uso di strumenti che fermano le libertà. Tecnologie del genere sono un danno anche per il giornalismo d’inchiesta e la loro crescente diffusione potrebbe creare un problema anche alla popolazione».

A Ravenna abbiamo Gianluca Costantini, attivista, disegnatore di fama internazionale che ha lavorato molto con Amnesty: che ruolo ha quindi la comunicazione nelle sue varie forme per promuovere attività di questo tipo?

«Amnesty nasce nel 1961 grazie a un articolo su un quotidiano. I media, classici e non, sono importanti per un’attività come la nostra, ma l’informazione mediante l’arte, il disegno, quella per noi è stata fondamentale. Cito la campagna a sostegno di Patrick Zaki che aveva come immagine, simbolo il suo ritratto creato da Costantini: è vissuta negli anni grazie all’arte, capace di raggiungere una platea molto grande, senza barriere linguistiche. Reputo il disegno, l’arte in generale, uno strumento molto utile alla promozione dei diritti umani».

Qual è il futuro di Amnesty e delle organizzazioni di tutela dei diritti umani, in un mondo complesso che cambia, che tende alla guerra?

«Oggi viviamo in un periodo simile agli anni ‘90, con con itti che però a quei tempi furono gestiti mediante una forte pressione dal basso, da movimenti e associazioni, e l’utilizzo del diritto internazionale. Se fossimo in grado di replicare nella seconda metà del decennio un’operazione come quella la situazione potrebbe migliorare». (e.mo.)

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Vanoli e l’Occidente in crisi: «Si sta disgregando»

Lo storico e divulgatore presenta il suo nuovo libro alla Domus dei tappeti di pietra «L’Europa ha perso il controllo e si avvia a un posto irrilevante sul grande scacchiere»

Sabato 29 marzo (ore 16) alla Domus dei tappeti di pietra appuntamento con il noto storico, scrittore e divulgatore Alessandro Vanoli, che presenterà il suo nuovo lavoro L’invenzione dell’Occidente (ed. Laterza). Lo abbiamo intervistato. Vanoli, cosa racconta il libro?

«L’invenzione dell’Occidente, appunto, ossia la storia dell’idea, del fenomeno culturale, politico, economico. Si parla di una storia (dalla ne del Medioevo in avanti) di guerre, possesso, colonie, in modo tecnico, tramite dati, fonti e attività di ricerca, in modo così da decostruire il concetto di Occidente per indagarne le origini profonde. Propongo un ragionamento per chi usa la parola prendendola da giornali o tv senza un adeguato contesto storico ed è intenzionato ad arricchire il concetto».

Sentiamo spesso dire che l’Italia è fuori dalla storia, insieme all’Europa, o che la storia è in realtà nita: cosa ne pensa?

«Io non credo nell’essere fuori o dentro la storia, lei va avanti comunque, indipendentemente dalle scelte geopolitiche delle varie nazioni. Fukuyama (politologo noto appunto per il suo saggio sulla “ ne delle storia” e la teoria secondo la quale il processo di evoluzione dell’umanità avrebbe raggiunto il suo apice alla ne del XX secolo, ndr) aveva a che fare con il picco della parabola imperialista americana e dopo il 1989 ci si convinse che gli Usa avessero davvero vinto, e in un certo senso si può dire che quella storia in effetti sia nita lì. Ma nel resto del mondo i fatti dicono ben altro: dagli anni ‘90 si è incrinata sempre più vistosamente l’egemonia euroamericana, glia del colonialismo britannico e dell’imperialismo americano, e altre storie hanno cominciato ad emergere: Cina e India soprattutto sono tra i protagonisti nella nuova pluralizzazione degli attori in campo. Oggi l’Europa ha perso controllo economico e narrativo, si avvia a una posizione irrilevante sul grande scacchiere, dove governare una parte di mondo è diventato sempre più complesso».

E che ne sarà del concetto di Occidente?

«Nell’800 venne coniato in Gran Bretagna il termine “Western Civilization”, contrapposta geogra camente all’Est. Nel corso dei decenni si sono tuttavia aggregate varie nazioni al concetto di Occidente: Usa, Canada, Australia, Giappone, Corea, Nuova Zelanda, che a livello geogra co non hanno nulla a che vedere con l’Europa. Cosa rappresenta quindi questa parola? Paesi capitalisti, sviluppati, ma non basta: viene a mancare un pezzo fondamentale. Oggi l’Occidente si sta disgregando in un processo iniziato anni fa, accelerato da Trump, che vede gli Usa staccarsi dall’Europa, e negli ultimi tempi si è dovuto rendere conto che intere regioni del mondo lo vedono come qualcosa di ostile, da odiare, combattere. Le campagne propagandistiche in Russia, il mondo arabo che ri uta l’occidentalizzazione... Non so come si trasformerà nei decenni a venire il concetto ma già dal prossimo futuro la parola Occidente descriverà una divisione, un distacco tra le nazioni e avrà un sapore molto più amaro, no a perdere il suo signi cato originale». Un commento sul mondo di oggi?

27 marzo - 2 aprile 2025 RAVENNA&DINTORNI

risorsa, ma ce ne siamo fregati. Inutile dire che è un punto strategico, a livello militare e commerciale, ignorato dai francesi e trascurato, con scarse azioni sulle coste, da parte nostra. Negli anni ‘90 pensavamo che l’Europa lo avrebbe abbracciato, nel 2025 non più. Oggi viene spartito tra soggetti terzi: la Turchia (quindi la Russia indirettamente) gioca un ruolo fondamentale dalle coste anatoliche no alla Libia, nell’intelligence soprattutto (campo in cui l’Italia una volta primeggiava); gli Usa sono presenti nei pressi di Israele e della costa libanese ed egiziana; i britannici hanno avamposti molto importanti a Gibilterra e Cipro. Siamo sorpassati da attori più aggressivi di noi, e nonostante una grande Marina Militare non riusciamo a cogliere i frutti strategici di questo mare. Mi piace pensare che gli europei possano ritrovare radici comuni nel Mediterraneo per costruire nuove basi di cooperazione, ma è veramente un’utopia».

«Tutto è confuso e in evoluzione. Siamo di fronte a una separazione tra Usa ed Europa, a un processo di individualizzazione e a mercati che sono diventati padroni delle popolazioni. Gli Usa sono guidati dalla logica animale di Trump, la Russia dall’ideologia di Putin, che in molti casi convergono. Vi è sul tavolo un accordo di spartizione, che esclude l’Europa, per il Medio Oriente, luogo storicamente americano. Per ora India e Cina non agiscono direttamente, ma l’India oggi regola i mercati, è in enorme progressione e ha una forte capacità assertiva, come la Russia, debole economicamente ma con testate nucleari e un’ideologia a guidarla. La tensione cresce, la complessità di questo tempo aumenta, lo scenario muta rapidamente». Da esperto di storia mediterranea, come vede oggi il mare, il Mediterraneo: è una fortuna per l’Europa e per l’Italia? «Noi il Mediterraneo lo abbiamo tradito. Lo raccontiamo come una

La narrazione che ruolo ha oggi nell’epoca dei social e dell’intelligenza arti ciale?

«Un ruolo sempre più importante, ma sta spostando il polo dell’attenzione dalla complessità alla sensazione, all’emozione. Il problema nasce nel momento in cui la funzione storica diventa oggetto di mercato, di intrattenimento, che emoziona il pubblico ma non lo invita a una critica, a una partecipazione collettiva. Chi fa storia oggi sa che il discorso complesso non è facile da “vendere”, ma la storia al suo meglio dovrebbe essere appunto partecipazione, mentre questo frangente è drammaticamente venuto meno. La ragione per cui faccio questo mestiere è che non mi arrendo a questo destino e nel mio piccolo cerco di approfondire l’analisi e fornire spunti di critica, che possano muovere più persone a un’attenzione storica e quindi anche politica». L’INTERVISTA

CONVEGNO USCIRE DALLA CAMERA A GAS

GIOVEDÌ 3 APRILE - ore 20.30

Sala Ragazzini - Largo Firenze - Ravenna

Non c’è più tempo

Adesso bisogna fare sul serio

VINCENZO BALZANI (Università di Bologna)

ELENA GEREBIZZA (ricercatrice e ReCommon)

SABATO 5 APRILE - ore 15.30

Palazzo Corradini - Via A. Mariani, 5 - Ravenna

Quando la tecnologia ci inganna. CCS e altre storie

FEDERICO MARIA BUTERA (Politecnico di Milano) MARGHERITA VENTURI (Università di Bologna)

MARTEDÌ 8 APRILE - ore 20.30

Sala 25 aprile - Piazza XXV aprile, 11 - Cervia

Non ci sono i soldi. Quanto costa la transizione ecologica e quanto costa non farla

UGO BIGGERI (Univ. di Roma, Stanford University)

SIMONE D’ALESSANDRO (Università di Pisa)

VENERDÌ 11 APRILE - ore 20.30

Sala Ragazzini - Largo Firenze - Ravenna Ogni guerra nasconde un deposito di fossili. I rapporti tra l’estrattivismo e i conflitti armati

FRANCESCO VIGNARCA (Rete Pace Disarmo) ALESSANDRA BONOLI (Università di Bologna)

SABATO 12 APRILE MANIFESTAZIONE NAZIONALE

PER USCIRE DALLA CAMERA A GAS

LUNEDÌ 14 APRILE - ore 20.00

Sala Buzzi - Via Berlinguer, 11 - Ravenna

Le rinnovabili della discordia. La transizione ecologica è sempre bella e buona?

NICOLA ARMAROLI (CNR di Bologna) LEONARDO SETTI (Università di Bologna)

ore 22 - interventi musicali a cura di Accordi e Disaccordi: Bossa nova, tradición, latin jazz con Filippo Fucili e Valentina Valenzuela

di Ernesto Moia
l ri or o ella pro le a ri i ra i e a i i e li por i i ro a e o i ia e i era ola

Ironico e divertente, il nuovo romanzo di Cinzia Dezi entra nelle aule del iceo sperd to nelle pal di Incontro con l a trice il 2 marzo all rora

Cinzia Dezi è stata “promossa” dopo il suo Qui non siamo al liceo classico ed è ora in libreria con il sequel della prof Alessandrini, Che lingua parlano? (BookTribu), la quale prof nel frattempo da precaria è diventata di ruolo. E così la troviamo alle prese con la dirigente nazi-nana dal tailleur rosa nel suo anno di prova e nella seconda parte nel suo primo vero anno di ruolo. Il che non le impedisce di doversi comunque dividere tra una scuola nella città-dellazucca diretta da un “gineceo-gentile” e il Liceo-sperduto-nelle-paludi. Ritroviamo, più raf nato e quindi ancora più divertente, il ritratto tenero e insieme spietato della scuola di oggi, con un racconto più incentrato del precedente sugli studenti, a cui Dezi/Alessandrini riserva epiteti degni di un poema omerico dei nostri tempi. Del resto per la prof raggiungere le scuole è sempre un po’ un’Odissea e nelle classi dei Meccanici del biennio anche un po’ un’Iliade, nel senso di teatro di scontro frequente. Questi paiono infatti inspiegabilmente refrattari all’attività di “letto-scrittura”. Ma nemmeno gli Sportivi sembrano amare la storia e l’Alessandrini deve inventarsi podcaster del basso medioevo. Rispetto al precedente, emerge con maggiore chiarezza la grande, enorme questione di tanti bienni delle superiori, soprattutto professionali ma non solo: l’atteggiamento di s da perenne, insofferenza, refrattarietà alla buona educazione una volta che

si entra e ci si trova in gruppo in un’aula scolastica. Dezi ce lo racconta con un felice tocco narrativo che non giudica, non si scandalizza, non ridicolizza nessuno, con un’abbondante dose di autoironia essenziale a qualsiasi insegnante per non farsi travolgere e anzi trovare spesso barlumi di soddisafazione, gioia, appagamento professionale nella costruzione di una relazione che non è facile, ma è possibile. Naturalmente un po’ viene in mente Valentina Petri che da tempo ci narra, sempre con l’uso di epiteti quanto mai calzanti, la vita da prof di lettere in un professionale. Forse il libro che si potrebbe consigliare ad Alessandrini quando le viene in mente di abbandonare l’insegnamento di storia e loso a per passare a lettere... Scrivere di scuola non è mai facile e in questo frangente in cui tanti ne parlano spesso senza conoscerla, raccontarla con grazia e acume a chi non la vive, a chi pensa che dovrebbe essere ancora il liceo classico di trenta o quaranta anni fa, è quanto mai importante. Aspettiamo dunque le prossime avventure della nostra prof alle prese con il ripasso di Kant, anche se dovrebbe iniziare Schopenhauer. Per incontrare invece l’autrice, l’appuntamento è venerdì 28 marzo alle 18.30 al Circolo Aurora di Ravenna per una serata organizzata anche con il circolo Dock 61, con lei ci saranno due docenti che sulla scuola hanno tanto da dire: Ilaria Cerioli e Giorgio Stamboulis. (fe. an.)

Rissa al polo scolastico di Lugo, la preside sotto attacco

La scuola è stata al centro della cronaca locale dopo quanto accaduto sabato 22 marzo al polo tecnico-professionale di Lugo. Qui, secondo quanto ricostruito da stampa e dirigente, un diverbio tra due stuenti si sarebbe trasformato in una sorta di pestaggio di gruppo contro uno studente incappucciato. La terribile scena è stata ripresa con un telefono e inviata alla stampa. Si tratta per la verità di pochi fotogrammi (uno qui a anco) da cui è impossibile ricostruire l’intera vicenda, ma tanto è bastato ad alcune associazioni per promuovere una petizione in cui si chiede l’allontamento della dirigente scolastica Elettra Stamboulis, secondo loro non in grado di gestire una situazione che sarebbe andata peggiorando negli anni. La dirigente in una lettera al personale della scuola e ai genitori degli studenti ha messo in rilievo come invece all’interno della scuola si prendano continuamente provvedimenti disciplinari nei confronti di chi infrange i regolamenti e che la scuola promuove numerosi progetti per il benessere degli studenti. Lo scontro, che si sta trasformando anche in politico (forse anche perché Stamboulis è da sempre politicamente esposta a sinistra?), sta occupando le pagine dei giornali in cui il padre del ragazzo ferito (ventincinque giorni di prognosi) ha annunciato l’intenzione di denunciare gli aggressori e la dirigente stessa.

A prescindere dal caso di cronaca, è evidente che il fatto, così come la dif coltà ammessa dalla stessa dirigente di controllare il comportamento degli studenti per esempio con l’allarme anticendio (che viene attivato impropriamente più volte al giorno), abbia acceso i ri ettori sul lato più dif cile e la s da più complicata che si trova ad affrontare oggi la scuola. Il polo di Lugo include 1.800 studenti e ha riunito per ragioni di dimensionamento scolastico quelle che un tempo erano quattro scuola diverse: Itis, Ragioneria e due professionali, è quindi una realtà fondamentale per il territorio e, va ricordato, anche laboratorio di progetti innovativi, scambi e iniziative culturali che coinvolgono ogni anno centinaia di studenti. Questo fa certamente meno notizia, come si lamente la preside in un’intervista, ma forse perché questo è esattamente ciò che la scuola dovrebbe essere e che invece non è affatto scontato che lo sia.

TEMPO

LIBERO

A LUGO UN WEEKEND TRA “RIFIUTI ZERO” E “GIARDINI&TERRAZZI” IN FIORE

Le due manifestazioni si intrecciano il 29 e 30

A Lugo il 29 e 30 marzo arrivano due manifestazioni con alcuni eventi intrecciati, “Giardini&Terrazzi” e “Lugo ri uti zero”. La prima è la mostra mercato che si terrà nel Pavaglione e in piazza Mazzini per gli appassionati di giardinaggio, ori, attrezzature, complementi, abbigliamento e soluzioni ecosostenibili. “Giardini&Terrazzi” presenta una platea quali cata di espositori (35 in più rispetto all’edizione 2024 ), tra cui vivai, artigiani e commercianti, aziende specializzate in prodotti ecologici. I visitatori avranno l’opportunità di esplorare una selezione di piante, ori e accessori per il giardinaggio. Diverse le iniziative collaterali (il programma completo è su www.giardinieterrazzi.eu).

“Lugo ri uti zero” propone invece un weekend tra corretta differenziazione dei ri uti, riuso creativo dei materiali, iniziative comunitarie per il decoro urbano, campagne di sensibilizzazione e laboratori creativi sulla sostenibilità ambientale.

Il programma principale partirà sabato 29 marzo alle 17, con l’inaugurazione della mostra “Scart” del Gruppo Hera al palazzo della Cassa di risparmio e Fondazione del monte. In esposizione una serie di opere provenienti dalla grande collezione Scart, un progetto che Maurizio Giani - oggi direttore marketing e brand promotion di Herambiente - ha avviato a ne anni ’90, dedicandolo alle possibilità del riciclo artistico e creativo dei ri uti in vari ambiti: design, costumi di scena e arte ritrattistica, con opere di numerosi artisti, tra cui lo stesso Giani. La mostra rimarrà allestita no al 21 aprile, visitabile giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.30; sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30.

A partire dalla giornata di sabato 29 marzo e no al 21 aprile saranno inoltre allestiti da Herambiente due postazioni “Crash window”, sotto i portici di piazza Baracca e al Pavaglione. Si tratta di parallelepipedi di plexiglass contenenti ciò che di solito viene buttato nei cestini dei ri uti, ma in questo caso tutto è visibile e l’impatto emotivo stimola una ri essione sulla corretta differenziazione dei ri uti.

Diverse anche in questo caso le iniziative collaterali (info e programma sul sito del Comune di Lugo).

La festa della Segavecchia torna a Cotignola con la sua 574esima edizione: un evento storico che unisce tradizione, cultura e intrattenimento. Da giovedì 27 a domenica 30 marzo il centro del paese si animerà con un ricco programma di appuntamenti pensati per coinvolgere tutte le generazioni. La festa prenderà il via giovedì 27 marzo con l’arrivo della Segavecchia in piazza Vittorio Emanuele II; seguiranno il tradizionale rogo della “vecchina” e lo spettacolo della Metallurgica Viganò. Tra le varie iniziative, sabato la conferenza sulla figura femminile in Romagna e la tradizione della Segavecchia, realizzato in collaborazione con il Sorelle Festival. Domenica 30 marzo l’evento principale sarà il corso mascherato della Vecchia, con gruppi in costume e la partecipazione della Banda folkloristica di Dozza. La giornata si concluderà con la lettura della sentenza e il rogo della Vecchia, atto finale della festa.

A COTIGNOLA LA 574ESIMA EDIZIONE DELLA SEGAVECCHIA
TRADIZIONI
LA FOTO DELLA SETTIMANA
A cura di Luca Manservisi
IL LIBRO

La malattia degenerativa che colpisce circa 400mila persone in Italia sarà al centro dell’evento promosso da Associazione Italiana Parkinsoniani e Fondazione Pezzoli per la Malattia di Parkinson. Un’occasione importante di confronto per i pazienti, che potranno incontrare i professionisti sanitari e relazionarsi con chi è affetto dalla stessa patologia, condividendo un’esperienza positiva in un ambiente in grado di rispondere ai loro bisogni

Sono circa 400mila i pazienti in Italia affetti dalla Malattia di Parkinson. La malattia neurodegenerativa è tra i “disturbi del movimento” più diffusi e, nonostante l’identificazione centenaria dei sintomi e l’ampia frequenza della patologia, la sua origine sembra essere multifattoriale e non ancora individuata con precisione (tra i comportamenti a rischio si menzionano lo stress, il contatto con sostanze come idrocarburi, particolari solventi e pesticidi o l’abuso di farmaci). Ad oggi sono almeno 20mila i soggetti in Italia che mostrano i primi esordi della malattia prima dei 40 anni di età. In approfondimento del tema, è in arrivo una tre giorni dedicata al Parkinson a Milano Marittima, con uno sguardo completamente incentrato sul paziente, i suoi bisogni, le terapie più all’avanguardia e il rapporto con i professionisti sanitari. Si tratta del 45esimo convegno nazionale promosso da Associazione Italiana Parkinsoniani e Fondazione Pezzoli per la Malattia di Parkinson (già fondazione Grigioni), ed è il primo a essere ospitato in provincia di Ravenna. «Nei 35 anni di storia della nostra fondazione è stato importante garantire almeno un congresso annuale, per “fare il punto” della situazione, per abbattere le barriere tra medici e pazienti, e soprattutto per creare un’occasione di incontro e di supporto tra persone affette dalla stessa patologia» spiega il Professor Gianni Pezzoli, fondatore nel 1990 dell’Associazione italiana parkinsoniani (della quale è presidente dal 2000) e cofondatore nel 1996 della Fondazione Grigioni/ora Pezzoli per la malattia di Parkinson, ente no-profit per il finanziamento della ricerca sanitaria e scientifica. La tre giorni sarà ospitata dall’Hotel Gallia di Milano Marittima (Piazzale Torino, 16) dal 27 al 29 marzo. In quelle giornate è prevista la presenza di oltre 350 pazienti da tutta Italia, con un’affluenza particolare dal nord. I primi arrivi spontanei sono in programma per mercoledì, mentre giovedì sarà il turno dei pullman organizzati e delle prime escursioni alla scoperta del territorio. I momenti dedicati alla convivialità e allo svago proseguono anche venerdì, con una giornata di “gita” nei dintorni del cervese, alla scoperta di storia e cultura delle città vicine, che terminerà con una serata di gala in hotel in attesa dell’evento cuore della manifestazione, previsto per la giornata di sabato, con un programma di conferenze e tavole rotonde dalle 9.30 alle 17.

le infusioni sottocutanee (fra i trattamenti più innovativi del momento), sulla stimolazione cerebrale profonda a livello neurochirurgo e l’utilizzo di strumenti sempre più sofisticati, come i nuovi device stimolatori sottocute che presentano dimensioni ridotte (e quindi di più facile gestione) e la possibilità di ricarica che allunga la vita del dispositivo a circa 18 anni.

Nel pomeriggio sarà lasciato spazio per la presentazione del “Centro famiglia”, uno dei fiori all’occhiello della fondazione, che associa al trattamento farmacologico un sostegno psicologico e una formazione per i famigliari, oltre che un supporto neuro nutrizionale e neuro fisioterapico. Ci sarà poi un momento dedicato al confronto e allo scambio, dove i pazienti avranno modo di consultarsi con i professionisti sanitari (medici, ricercatori, psicologi, nutrizionisti e fisioterapisti) per avere risposta ad alcune domane o problematiche che affliggono la loro quotidianità.

«È necessario superare il concetto che vede il Parkinson come una malattia curabile solo attraverso la terapia farmacologica, perché non è così – spiega Pezzoli –. Sebbene in Italia siano frequenti gli incontri tra professionisti, è raro trovare convegni che coinvolgano sia medici e che pazienti, in modo tale da cancellare le distanze, dare modo al paziente di non rapportarsi solo col proprio dottore di riferimento ma di raccogliere i pareri di più professionisti sulla propria situazione. Un altro aspetto fondamentale è quello della relazione tra pazienti, che si trovano a condividere esperienze positive insieme in un ambiente in grado di rispondere ai loro bisogni».

Molti degli eventi dell’Associazione e della Fondazione infatti si sono svolti lungo la Riviera Romagnola, per la sua naturale vocazione all’accoglienza turistica e all’organizzazione, accompagnata dalle unicità naturalistiche e storiche dei dintorni e dall’accessibilità dei prezzi. «I momenti di svago inclusi nel programma sono importanti tanto quanto quelli di approfondimento medico-scientifico. Alla gita partecipano operatori sanitari e pazienti, dando così la possibilità di percepire il dottore non solo come una figura fredda e distaccata ma come un “amico” che possa affiancare il malato nella sua quotidianità».

La prima parte della giornata sarà dedicata alla presentazione delle novità sul campo e delle terapie complesse di ultima generazione per il trattamento della malattia, con un focus sul-

Per partecipare agli incontri di divulgazione e approfondimento, è gradita la prenotazione al numero 02-66713111 (o alla mail aip@fondazioneparkinson.com) e l’iscrizione all’associazione parkinsoniana, ma l’invito all’evento è esteso a tutti gli interessati.

Associazione Italiana Parkinsoniani
Fondazione Pezzoli per la Malattia di Parkinson
Già
Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson

16 / CULTURA

Alla riscoperta di Marco Pellizzola, il pittore ispirato dalla poesia della volta celeste

Il 29 marzo il finissage, con la presentazione del catalogo, alla galleria Pallavicini22

Ritroviamo con piacere un artista noto al pubblico italiano ed europeo fin dalla fine degli anni ‘70, quando ancora ventenne lavorava nell’atelier bolognese di Severo Pozzati, in arte Sepo. Dalla nativa Cento si è spostato poi a Milano dove per anni è stato insegnante di Decorazione all’Accademia di Brera. Marco Pellizzola non ha mai smesso di dipingere e le sue prove recenti, esposte in una bella mostra alla Galleria Pallavicini22 di Ravenna a cura di Gian Ruggero Manzoni, testimoniano l’attenzione che l’artista ha da sempre riservato al medium pittorico e alla sua relazione con lo spazio.

La mostra Viaggio Celeste – visibile in dirittura di arrivo fino a sabato 29 marzo, quando in occasione del finissage verrà presentato il catalogo (ore 18) – si apre come una sorta di percorso, un cammino chiamato in causa anche grazie all’allestimento che invita a osservare le opere alle pareti ma anche a terra, dove si trovano secchi e tinozze di zinco in cui si rispecchiano costellazioni dipinte su cieli azzurri. Il formato circolare delle opere a muro che riportano varianti degli stessi soggetti collegano virtualmente lo sguardo gettato nel pozzo e lo spicchio di cielo catturato dall’acqua alla volta celeste e viceversa. Si stringe quindi il colegamento fra alto e basso, fra terra e cielo, in una sorta di rimando a quella centralità assiomica del pensiero rinascimentale in cui si pensava agli esseri umani come uniche creature capaci di creare collegamenti fra elementi superiori e inferiori. Pellizzola si ispira a questa abilità riservata agli umani senza evidenziarne alcuna superiorità: l’unica ispirazione che muove il suo sguardo è la poesia che attinge senza mai stancarsi, nonostante il passare dei secoli, al cielo, alle costellazioni, a quel riflettersi in uno spicchio di acqua a terra. Anche l’azzurro predominante – un colore dalla lunga tradizione spirituale in numerose religioni e culture del mondo, come ricorda Michel Pastoureau nella sua storia dei colori – conferma l’aspetto meditativo e silenzioso di questo viaggio interiore.

Oltre all’invito alla riflessione c’è anche un che di ineluttabile messo in gioco nell’allestimento compo -

LA MOSTRA

CUOGHI-CORSELLO AL VAROLI DI COTIGNOLA

Sabato 29 marzo (ore 18) si apre al museo civico “Luigi Varoli” di Cotignola la mostra Signorina, percorso espositivo che segna l’incontro tra il curatore Gioele Melandri e gli artisti Cuoghi e Corsello. Conosciuti da anni come una delle voci più significative e radicali della scena artistica contemporanea italiana, Monica Cuoghi e Claudio Corsello presentano una mostra che affonda le radici nella cultura del luogo che li ospita sfruttandone gli aspetti specifici. Fino a fine giugno. Orari: ven 16.30-18.30, sab, dom e festivi 10-12 e 15.30-18.30.

sto, dove aleggia l’inquietudine di un destino – direi personale ma che si espande alla collettività – che si cerca di scrutare, senza risposte guardando le stelle. Calibrate, precise, graficamente perfette, sono anche la opere della seconda stanza, in cui vengono presentate piante e fiori su campo azzurro oppure in accostamento a porzioni di galassie. La delicatezza della pittura – rilevabile grazie a una sostanza pittorica precisa, leggera e in grande accordo cromatico tendente a toni freddi e bassi – mette in luce ogni linea vegetativa. Ci si trova quasi di fronte a un paziente erbario composto non tanto da un esperto di botanica quanto da una persona attenta al grande miracolo naturale che si rinnova quotidianamente. La mostra è allora apprezzabile per chi condivide con l’artista quell’esercizio dell’osservazione silenziosa della vita in tutte le sue forme, dal basso dell’anonima olivella fino all’immensità della volta celeste.

“Marco Pellizzola. Viaggio Celeste”; Ravenna, Pallavicini22 Art Gallery, viale Pallavicini 22, fino al 29 marzo; orari: ma-sa 17-19 - ingresso libero

INCONTRI LETTERARI

Pierluigi Moressa presenta il libro su Caterina Sforza

Sabato 29 marzo (ore 18) la rassegna “Storie e persone”, incontri letterari a cura del Mercato Coperto Ravenna, prosegue all’Art caffè garden bistrot del museo Mar di Ravenna con Pierluigi Moressa che presenta il suo libro Caterina Sforza: potere e bellezza nel Rinascimento, edito da Diakros. Caterina Sforza emerge come una figura di grande rilievo nel Rinascimento, a capo di uno Stato strategico in Italia. Conosciuta per la sua spietatezza nelle strategie politiche, le sue insaziabili passioni erotiche e l’esperienza in alchimia, era anche una donna guerriero. Promosse la bellezza e la salute attraverso ricette derivanti da sperimentazioni e tradizioni dell’epoca. Fiera delle sue origini, mantenne lo spirito della sua famiglia e della stirpe sforzesca, incarnando un valore destinato a impressionare il mondo.

MUSEI

Al Carlo Zauli l’evento conclusivo di Schoolof Nothing

Sabato 29 marzo (ore 12) al museo Carlo Zauli di Faenza si terrrà l’evento di restituzione conclusiva del progetto School of Nothing. Scuola di ceramica per artisti, a cura di Viola Emaldi, una residenza diffusa realizzata nel 2024 in occasione del ventennale delle residenze d’artista del Carlo Zauli. Nell’ambito dell’evento verranno presentati gli esiti dei processi di residenza che hanno coinvolto dieci artisti visivi e sarà presentata la pubblicazione come esito finale del progetto.

Al Mar visite teatralizzate e il concerto del conservatorio

Sabato 29 marzo (ore 15 e 16.30) il Mar organizza le visite guidate teatralizzate alle collezioni del museo intitolate Il gallo che voleva andare sulla luna, un evento dedicato a Marc Chagall di Anima l’opera, la proposta del museo per fare scoprire in maniera originale e divertente le proprie collezioni ai più piccoli. Ideata in collaborazione con la storica compagnia ravennate Teatro del Drago. Domenica 30 invece (ore 16.30) nella Sala del ‘600 della Pinacoteca, ultimo appuntamento con Note d’arte a cura del conservatorio “Giuseppe Verdi”. La pianista Shuai Wenqing eseguirà musiche di Haydn e Chopin. Dopo il concerto, alle ore 17.30, visita guidata alla Pinacoteca.

CARTOLINE DA RAVENNA

CARTOLINE DA RAVENNA

In un breve articolo pubblicato nel 1928 per la rivista “Il Valsalva” edita da Luigi Pozzi intitolato L’organo della voce in uno dei mosaici di S. Apollinare in Classe, il prof. Guglielmo Bilancioni offriva una singolare quanto curiosa interpretazione di quell’immagine cuoriforme posta al centro della cornice dell’abside: «Questa scena è circondata da cornici a fregi nissimi e nella fascia che limita anteriormente il catino, nel mezzo, tra il Redentore e la mano di Dio, in uno spazio lasciato dal convergere dei festoni arborei, sui quali graziosi alati si posano cantando, v’è un cuore, con le sue cavità sormontato da una specie di cornucopia, che non è se non la stilizzazione di una laringe con la sottostante trachea […]. Qui temo di urtare la sensibilità degli artisti e degli archeologi. Come? Un cuore e l’apparato laringo-tracheale in un mosaico di così puro e classico misticismo? Ebbene è così; basta richiamare le conoscenze che in quell’epoca si avevano sulla siologia della voce umana per dovere ammettere che questo simbolo anatomico completa e spiega il signi cato del grande quadro. […] Il gesto della mano dell’Eterno che af ora fra le nubi dell’empireo sarebbe restato muto, se non supplisse il disegno schematizzato, che mostra come invece al moto della mano si accompagni la voce divina, la quale indica ai fedeli il sublime Figliolo. Questa nostra esegesi, perfettamente ortodossa, concorda con le idee che si avevano circa la voce errante e spaziante nei cieli».

Mittente Giovanni Gardini Fantasiose interpretazioni
Mittente Giovanni Gardini
di Serena
Due opere in mostra alla Pallavicini

LIRICA

Questa Tosca è una storia di riscatto al femminile

Venerdì 28 e domenica 30 al teatro Alighieri va in scena l’opera di Puccini con la regia di Luca Orsini. Dirige Henry Kennedy

Venerdì 28 (ore 20.30) e domenica 30 marzo (ore 15.30) la stagione d’opera del Teatro Alighieri si chiude con la Tosca di Puccini, nel nuovo allestimento del Teatro del Giglio di Lucca in coproduzione con Ravenna, Pisa, Livorno, Modena e Ferrara. Nel titolo pucciniano, la regia di Luca Orsini vede una storia di riscatto femminile nito in tragedia, proiettata su una Roma oscura e decadente, una città di sotterfugi e intrighi evocata dalle scene di Giacomo Andrico, dai costumi di Rosanna Monti e dalle luci di Tiziano Panichelli. Nei panni della protagonista c’è Marily Santoro, mentre Cavaradossi e Scarpia sono rispettivamente Vincenzo Costanzo e Devid Cecconi (nella recita di domenica il ruolo sarà di Massimo Cavalletti). Omar Cepparolli interpreta Angelotti, Alfonso Zambuto è Spoletta, Nicolò Ceriani il sagrestano, Eugenio Maria Degiacomi è Sciarrone, Paolo Breda Bulgherini un carceriere e Dalia Spinelli un pastore. Henry Kennedy, già allievo dell’Accademia dell’opera italiana di Riccardo Muti nel 2021, occupa il podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, mentre il Coro Archè è preparato da Marco Bargagna e il Coro di voci bianche Puccini 100 da Angelica Ditaranto e Niccolò Bartolini. «Le cronache contemporanee raccontano ogni giorno storie di tante Tosca che affrontano o hanno affrontato purtroppo la loro versione di Scarpia – sottolinea il regista Luca Orsini –. La protagonista di quest’opera

L’OMAGGIO

IL RICORDO DI SATURNO CARNOLI A FAENZA CON LE ALBE

Giovedì 3 aprile (ore 21) Albe/Ravenna Teatro presenta alla Casa del Teatro di Faenza Saturno figlio di anarchia, uno spettacolo dedicato al ricordo, a cinque anni dalla scomparsa, di un intellettuale ravennate, Nino Saturno Carnoli, che ha speso la sua vita tra politica, arte, ricerca storica e insegnamento. Una figura poliedrica, una voce critica che si è mai stancata di gettare semi di riflessione indagando le perplessità di un presente sempre vissuto appieno. La pièce è scritta da Cesare Albertano e Luigi Dadina (nella foto), quest’ultimo in scena insieme al musicista Paolo Baldini e alle illustrazioni di Davide Reviati

è dedicata a tutte le donne che lottano nella vita con coraggio».

«Le intenzioni di Puccini sono sempre molto chiare, sia che riguardino le dinamiche, le indicazioni per la scena, i rubati o altri aspetti – nota invece il direttore anglo-canadese Henry Kennedy –. All’inizio del XX secolo non c’è un altro compositore (forse eccezion fatta per Mahler) che si sobbarca un tal penoso e accuratissimo sforzo di trasmettere ciò che intende attraverso la lettera dello spartito. In questo anno del centenario, il mio obiettivo è tenere un piede radicato nella ricchezza del ventesimo secolo, e allo stesso tempo tenere l’altro ben saldo nel ventunesimo secolo, pronto, cent’anni dopo la morte di Puccini, a fare il prossimo passo». Info: teatroalighieri.org

STAND UP COMEDY

Antonio Ricatti al Cisim con Sciabadà

Venerdì 28 marzo (ore 21) il Cisim di Lido Adriano ospita lo spettacolo di stand up comedy Sciabadà, di Antonio Ricatti. Il comico è noto per le trasmissioni Italian Stand Up, visibile su Amazon Prime, e Stand Up Comedy per Comedy Central su Sky, e per un podcast per Audible presso il Monk di Roma.

Sciabadà è un termine che indica il recuperare praticamente a tempo scaduto una situazione che sembrava irrimediabilmente compromessa. Adatto a un pubblico adulto.

PERFORMANCE

TEATRO CONTEMPORANEO

TORNA AL CIMITERO LA POETICA DI “NEPHESH”

Da martedì 1 (ore 18) a domenica 13 aprile, il Cimitero di Ravenna torna a ospitare la performance Nephesh - proteggere l’ombra, dopo la serie di sold out del debutto di ottobre. Ideata e diretta da Alessandro Renda, attore e regista membro delle Albe, e scritta insieme allo scrittore Tahar Lamri, la performance sarà replicata sempre alle 18, con due eventi speciali all’alba.

Il collettivo Les Moustaches porta al Masini di Faenza I cuori battono nelle uova

Venerdì 28 marzo (ore 21) il collettivo Les Moustaches porta in scena al Teatro Masini di Faenza I cuori battono nelle uova, nell’ambito della rassegna Teatri d’Inverno, dedicata alla drammaturgia contemporanea. Lo spettacolo è scritto da Alberto Fumagalli, che firma anche la regia insieme a Ludovica D’Auria, ed è interpretato da Elena Ferri, Matilda Farrington e Grazia Nazzaro. Tre donne, ognuna di loro porta un lungo camice che ne nasconde le forme, tranne quelle delle loro pance che sono gonfie e tonde.

ANTICIPAZIONE

I toscani Sotterraneo all’Alighieri

Da giovedì 3 a domenica 6 aprile (ore 21, domenica ore 15.30) La stagione dei teatri ospita all’Alighieri L’angelo della storia, ennesimo capolavoro della compagnia toscana Sotterraneo, Premio Ubu 2022 come migliore spettacolo. Il lavoro trae spunto dall’ultimo lavoro di Walter Benjamin, in cui il filosofo descrive un angelo che vola con lo sguardo rivolto al passato, dando le spalle al futuro: le macerie di edifici e ideologie si accumulano davanti ai suoi occhi. Info: ravennateatro.com.

TEATRO DI RICERCA

Il Voodoo dei Masque è un vortice ipnotico in cui il corpo abita «la buia luce»

Lo spettacolo di Lorenzo Bazzocchi ed Eleonora Sedioli al Rasi

Venerdì 28 marzo (ore 21) al Rasi La Stagione dei Teatri ospita lo spettacolo Voodoo, di Masque teatro, che abbiamo avuto la fortuna di vedere l’anno scorso rimanendone profondamente colpiti.

Il lavoro – ideato e diretto da  Lorenzo Bazzocchi – è frutto dell’alchimia che da sempre caratterizza la compagnia forlivese: forza visionaria, ri essione loso ca, gure sole al centro di architetture sceniche totalizzanti. Eleonora Sedioli (con una prova corporea eccezionale) è la protagonista di questa scena da cui, come spiegano Masque stessi, «emergono i bagliori di un sentire che la gura sprigiona nell’ardua lotta che sta alla base del cominciamento. È solo attraverso l’alterazione indotta che si può sperare di essere catapultati nella verità del proprio essere. L’alterazione produce simulacri. A questi ci si af da per recuperare le forze necessarie a imbastire la costruzione di un altro mondo nel quale sopravvivere. Col voodoo accogliamo tutti i nostri divenire. Col voodoo abitiamo la buia luce». Più che uno spettacolo, Voodoo è un’esperienza quasi di trance sico che trascina il pubblico in un vortice ipnotico, nel quale il corpo di Sedioli sembra davvero

posseduto da un qualche demone furioso, in una sorta di coreogra a ipercinetica sulle note di una musica techno.

«Voodoo per noi – dicono i Masque – è parola chiave per descrivere lo stato di grazia che l’attore vive nell’affrontare la temibile lotta con l’inconosciuto in sé e nel fuori». (al.fo.)

20 / CULTURA

RAVENNA&DINTORNI 27 marzo - 2 aprile 2025

JAZZ

CROSSROADS, IN ARRIVO TRE APPUNTAMENTI TRA FUSIGNANO E MASSA LOMBARDA

Venerdì 28 marzo il Brasile di Nacarato-Cavalcante, il 29 lo Scala Quintet con Bosso, il 3 aprile Petra Magoni

Sono tre gli appuntamenti con la rassegna regionale itinerante Crossroads che arriveranno in provincia nei prossimi giorni. Si inizia venerdì 28 marzo all’auditorium Corelli di Fusignano, dove il duo Tiago Nacarato (voce, chitarra) e Cainã Cavalcante (chitarra) sarà impegnato nel concerto Beira Mar. Il cantautore portoghese Nacarato e il chitarrista brasiliano Cavalcante fondono le culture musicali dei rispettivi paesi. La loro ricercata e uente musicalità, fatta di dettagli, fraseggi frizzanti e un modo di porgere la melodia con la voce che porta nel cuore della miglior tradizione della música popular brasileira, si ascolta nel recente ep, Beira Mar appunto. Sabato 29 marzo ci si sposta invece alla sala del Carmine di Massa Lombarda per l’Alessandro Scala Quartet con lo special guest Fabrizio Bosso alla tromba, in un progetto dal titolo Hypnotic Sound. Il sassofonista ravennate Alessandro Scala (nella foto) è noto nei giri del jazz, della bossa nova, del nu jazz e del funk. Perfezionatosi con Jerry Bergonzi, Bob Mintzer, Steve Grossman e Rosario Giuliani, Scala ha accumulato nel corso degli anni un enorme numero di collaborazioni che hanno forgiato le sue due anime musicali, quella in the tradition e quella “sporca” di funk e soul. Sarà in particolare la prima di queste a emergere in questo Hypnotic Sound, che dimostra ancora una volta la capacità del sassofonista di coinvolgere i migliori esponenti del jazz nazionale, come appunto Fabrizio Bosso. Si torna in ne a all’auditorium di Fusignano giovedì 3 aprile per un altro duo, quello composto dalla cantante Petra Magoni e dal pianista Andrea Dindo. Il loro Canzoni in bianco e nero è un viaggio in musica dalla Germania all’America, seguendo le orme di Kurt Weill, tedesco di nascita, americano di adozione, ne compositore di teatro musicale nonché autore di canzoni entrate nell’immaginario collettivo, reinterpretate da artisti della scena classica, rock, jazz e pop. Tutti i concerti iniziano alle ore 21. Info: crossroads-it.org

FARMACIE DI TURNO

+APERTURA DIURNA 8.30 – 19.30

DAL 27 AL 30 MARZO SAN DOMENICO

viale Alberti 61 - tel. 0544 401550; COMUNALE 8 via Fiume Montone

Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; CLASSE via Classense 70A (Classe) - tel. 0544 527410.

DAL 31 MARZO AL 6 APRILE

DELL’AQUILA

piazza XX Settembre 1 - tel. 0544 30173; COMUNALE 8 via Fiume Montone

Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; SAN ZACCARIA via Dismano 587/a (San Zaccaria) - tel. 0544 554006.

+APERTURA TUTTI I GIORNI

DELL’ANNO, FESTIVI COMPRESI, 24 ORE AL GIORNO

servizio diurno 8 - 22.30 servizio notturno a chiamata 22.30 - 8

COMUNALE 8 via Fiume Montone Abbandonato 124 - tel. 0544 402514.

+ Per info www.farmacieravenna.com

MAX

Max è un giovane pastore tedesco (classe marzo 2023), bellissimo, sterilizzato e con pedigree. Docile e dinamico, ama giocare e impara in fretta; è abituato ai bambini, un po’ meno ai suoi simili. Ama uscire in perlustrazione ed è già abituato al guinzaglio. Cerca adozione per sempre, per info contattate via messaggio il 349 6123736, sarete richiamati!

ADOTTAMICI

50° Anniversario gio. 27: ore 21.00 lun. 31: ore 18.30 mar. 01: ore 21.00

FOLK ROCK

Al Bronson Leatherette, Vanarin e Real Timpani

Sabato 29 marzo (dalle ore 21.30) al Bronson di Madonna dell’Albero ci sarà il triplo live di Leatherette, Vanarin e Real Timpani. Tre band fra le eccellenze del panorama italiano, che spaziano tra noise, brit-pop, elettronica e improvvisazione. I Leatherette (nella foto) tornano live in casa Bronson, reduci dal successo del loro ultimo album Small Talk

ALESSANDRO “ASSO” STEFANA AL SOCJALE

Venerdì 28 marzo (ore 21.30) sul palco del Teatro Socjale di Piangipane sale il chitarrista, compositore e polistrumentista Alessandro “Asso” Stefana. Attivo con i Guano Padano e forte di collaborazioni con personaggi del calibro di Calexico, Pj Harvey e Vinicio Capossela, lo stile di Stefana è caratterizzato da un intreccio di folk, sonorità cinematografiche e ambient di intenso fascino. Presenta il suo ultimo, omonimo, album solista.

AGENDA CONCERTI

Coca Puma ad Alfonsine

Venerdì 28 marzo (ore 18.30) alla Farina Service di Alfonsine, in via della Cooperazione 18, la rassegna Ingranaggi propone il concerto di Coca Puma. Verrà inoltre presentato il nuovo numero di Ci Pensi Mai?, la fanzine di Radio Sonora.

Il pop-soul delle Malakas al Mama’s

Sabato 29 marzo (ore 21.30) al Mama’s Club arrivano in concerto le Malakas, gruppo pop soul tra piano e voci.

CLASSICA/2

CLASSICA/1

Organo e voce a Sant’Alberto

Domenica 30 marzo (ore 17) la rassegna “Tasti” fa tappa alla chiesa di Sant’Alberto (in piazza Garibaldi dell’omonima località ravennate), dove sarà protagonista l’organo qui custodito, della ditta Natale Balbiani e figli, risalente alle fine del 1800. L’organista Devid Pavanati, con un programma variegato, vuole restituire al pubblico le meravigliose sonorità di questo strumento, accompagnato dalla voce di Anna Rigotti, soprano, da Monteverdi a Bach.

GARFIELD

Garfield è un meraviglioso gattone di circa sei anni. È un tripode ma non ha alcun problema a camminare. Molto dolce e tranquillo, è risultato FIV positivo ma non presenta alcun sintomo e potrà vivere una vita felice con qualche controllo periodico. Per info: 340 8961224

CLASSICA/3

A Mikrokosmi il recital del pianista Del Negro

Cambio di programma per il sesto appuntamento della domenica mattina (30 marzo alle ore 11) con i Mikrokosmi, la stagione concertistica con la direzione artistica di Barbara Valli alla sala Corelli del teatro Alighieri. Per indisposizione del soprano Ivanna Speranza, il concerto previsto del duo Speranza-Benzing verrà sostituito con un recital del giovane pianista Antonio Del Negro.

IL PIANISTA FEDERICO COLLI AL TEATRO ALIGHIERI

Martedì 1 aprile (ore 21) al Teatro Alighieri la stagione Ravenna Musica prosegue con il pianista Federico Colli, uno dei più acclamati a livello mondiale. Il programma del concerto prevede la Sonata in La maggiore, op. 120, D. 664 di Schubert, la Sonata n.11 in La maggiore per pianoforte “Marcia Turca” K331 di Mozart, Tombeau de Couperin (Elegia per Couperin) di Ravel e Peer Gynt suite op. 46 di Edvard Grieg. Info: angelomariani.org

CLASSICA/4

La Corelli esegue la Quarta di Mahler

Sabato 29 marzo (ore 21) alla chiesa dell’Osservanza di Brisighella l’Orchestra La Corelli eseguirà la Quarta Sinfonia in Sol Maggiore di Gustav Mahler sotto la direzione di Manlio Benzi, tra le bacchette più quotate d’Europa, e con la partecipazione del soprano Federica Livi. Info: biglietteria@lacorelli.it.

FIDO IN AFFIDO

Salutiamo l’inverno e i thriller sulla neve

Aremorden è una miniserie di 5 episodi, ambientata nella nevosa cittadina di Are, in una zona della Svezia suf cientemente fredda, dove una giovane ragazza svanisce nel nulla. Contestualmente, la poliziotta Hanna si prende un periodo di congedo da Stoccolma, per venire nella cittadina a riposarsi. Non si riposerà. I nordici hanno un concetto tutto loro di suspense e di serialità: fosse stato un prodotto americano verso la ne della prima stagione si sarebbe scoperto il cadavere della ragazza e ad Hanna ci sarebbero volute almeno tre stagioni per scoprire l’assassino. Ma qui siamo in Svezia, il cadavere si scopre subito e alla terza puntata è già nito tutto, tanto che i due episodi successivi presentano già un nuovo caso sempre con Hanna sulle tracce di un (altro) assassino. Poco male, perché in ogni caso il giallo è costruito molto bene e, nonostante un ritmo un po’ spezzato e una conclusione teoricamente frettolosa, la vicenda tiene molto bene la scena. Quel “frettolosa” va in ogni caso spiegato, perché dalle loro parti, quando si prende il colpevole, non parte nessuna di quelle storie parallele in cui si racconta la vita dell’assassino o della famiglia, o di cosa fa il cugino probabilmente spacciatore. Qua una volta preso, si cambia caso. Solo che il secondo è ancora più sbrigativo del primo e sinceramente mostra tutta la sua debolezza. La protagonista, Carla Sehn, è brava e il thriller si lascia guardare, in maniera inaspettatamente spensierata. PS: siamo sempre in Svezia, scordatevi amori, passioni e tradimenti.

Paese che vai (Polonia), montagne e omicidi che trovi, Detective Forst è un’altra miniserie (6 episodi) con omicidi seriali. Lo spettatore deve avere pazienza e arrivare almeno no alla ne del secondo episodio, perché dopo una lenta partenza, il thriller decolla e appassiona, grazie a tensione e colpi di scena crescenti. Forst non è un personaggio semplice e lineare, ha un passato oscuro e una grande passione per le donne, ed è poco ligio alle regole di investigazione. Forst fa da ponte a quella che poteva essere una vicenda piatta e lineare, arrivando a un noir torbido e complesso, dif cile da decifrare, affascinante da seguire.

Concludiamo con Break, un lm del 2019, il più freddo di tutti perché in una località sciistica russa, un gruppo di amici dovrebbero passare la festa di capodanno in un rifugio raggiungibile solo tramite una funivia. Che puntualmente si guasta bloccandosi in un punto alto e lontano, e altrettanto puntualmente fuori c’è una tormenta di neve. Il lm ricorda molto l’americano Frozen (2010), con tre sciatori bloccati per più giorni su una seggiovia. La dif coltà non forti ca il gruppo ma li fa arrivare allo scontro totale. Il lm è peggiore del suo cugino americano, ma non credo sia possibile non arrivare alla ne. Il giudizio non è positivo, ma la tensione la crea eccome.

MUSICA FRESCA O DECONGELATA

Il caso, a volte

di Francesco Farabegoli

Jeffrey Lewis - The EVEN MORE Freewheelin’ Jeffrey Lewis (2025 Vintage Voltage)

Da diverso tempo ho la passione di raccogliere storie sulle copertine dei dischi, come siano nite su quegli album, e come abbiano fatto a diventare così iconiche e celebrate. La prima cosa di cui ti accorgi, quando lo fai, è quante di quelle immagini siano in realtà nite sulle copertine del disco in maniera totalmente casuale e imprevista. Un buon esempio di come succeda è quello di The Freewheelin’ Bob Dylan, il disco che ha dato il successo al folksinger. Si dice che l’etichetta volesse un altro ritratto di studio scattato nello studio di Don Hunstein, come per il disco d’esordio. Ma Dylan non era convinto, e il fotografo aveva altre ambizioni. Avevano ideato un piano alternativo: il fotografo sarebbe andato a casa di Dylan (per “casa” si intende un minuscolo appartamento del Greenwich Village in cui il cantautore viveva da qualche mese assieme a Suze Rotolo), lo avrebbe ritratto in pose di vita quotidiana e avrebbe mandato all’etichetta un’immagine abbastanza buona da convincere tutti. Ma in quel giorno del ’63 le foto non uscivano: la normalità spenta dell’appartamento non funzionava. Avevano provato per tutto il pomeriggio, coinvolgendo anche Suze negli scatti: niente da fare. Raccontò Hunstein di aver tentato un’ultima mossa, preso dalla disperazione: usciamo fuori e scattiamo qualche foto per strada. Era febbraio, il sole stava scendendo e sembrava non essere giornata: avevano scattato mezzo rullino, nei pochi minuti che la luce aveva concesso. Bob indossava un giacchetto, nonostante la neve per terra: non voleva farsi fotografare con un cappotto addosso. Suze il cappotto ce l’aveva, e si era aggrappata al braccio sinistro del cantante. La foto era uscita così: Dylan aveva un’espressione un po’ scema, ma il fotografo si era preso bene per lo scatto. Diceva che gli ricordava le foto che Dennis Stock aveva scattato a James Dean. E così aveva convinto tutti ad usarla sul disco. The Freewheelin’ fu così bello e così ascoltato da farla diventare un immagine-simbolo degli anni sessanta. Ogni tanto esce un disco che cita direttamente quella copertina: l’ha fatto Mark Arm, ad esempio, e anche i Diaframma (Anni Luce). Venerdì scorso è uscito un altro omaggio: The EVEN MORE Freewheelin’ Jeffrey Lewis, eccezionale disco di canzoni incise a Nashville da uno degli eroi del folk indipendente americano. Tutto si tiene.

Con Avoledo non si può sbagliare

Tullio Avoledo è una sicurezza. I suoi romanzi sono potenti; la sua scrittura ha una limpidezza che mostra quanto abbia lavorato per dare l’impressione di essere “semplice”; e ogni tappa del suo scrivere è la dimostrazione di come il cosiddetto “genere” sappia raccontare l’attualità con precisione e meglio di altre scelte narrative. Senza dover rinfocolare il dibattito inutile su cosa sia letteratura e cosa no. In Come si uccide un gentiluomo (Neri Pozza, 2025) l’autore lancia nuovi personaggi, l’avvocato Vittorio Contrada e la socia Gloria Almariva; non sono più malleabili di Sergio Stokar e Marco Ferrari, ma si muovono nel mondo della nanza internazionale e della speculazione. All’inizio della storia sembrano spinti da scopi diversi: la volontà di risarcire almeno un po’ un amico fregato sul lavoro, da un lato; lo slancio ambientalista dall’altro. In realtà l’obiettivo è identico: ristabilire la realtà delle cose ed evitare altri scempi.

Tullio Avoledo mette in campo tutta la propria competenza in fatto di trame, colpi di scena e misteri: un ex socio del padre di Contrada viene spinto sotto le ruote di un tram poco dopo aver lasciato una valigetta nello studio dei due avvocati (nella targa ce n’è anche un terzo, Fuentes che però… non esiste). La ventiquattrore è l’innesco per una catena di violenze, non solo siche, che dovrebbe coprire il malaffare di una società, Exofram, attorno a una centrale idroelettrica in Friuli. Ed è la splendida regione di frontiera ad assumere il ruolo di nuovo personaggio, per la cui salvaguardia ambientale si batte un curioso gruppo di quasi terroristi “buoni”, che vuole mettere in sicurezza un af uente del Tagliamento; qui il richiamo alla realtà è esplicito. Così Contrada, Almariva e gli alleati quasi partigiani devono venire a capo di un numero alto di intrighi e misteri, rischiando la vita in più occasioni. Comprese le intromissioni di società straniere, qui cinesi, negli affari italiani. Poi ci sono l’amore e il sesso, le passioni, le menzogne e le invidie dei colleghi, come solo l’ambiente dei cosiddetti colletti bianchi sa scatenare e mescolare.

La propensione per i “mondi paralleli” resta, nella misura in cui (per dirla come Oreste del Buono) la realtà di oggi ha sfumature più preoccupanti di quello che siamo in grado di conoscere davvero.

In ne, ancora una volta, Avoledo riesce a spiazzare i lettori con una spiegazione perfetta e inaspettata; e con un gioco di prestigio quasi alla Agatha Christie.

di Nevio Galeati *

RAVENNA&DINTORNI 27 marzo - 2 aprile 2025

IL PARERE DEL GOURMET

Esperienze di degustazione nei locali di Ravenna e della Romagna. Senza pregiudizi e prebende, il racconto del piacere di stare a tavola fra cibi autentici, ospitalità e giusto conto

Quando un ristorante nelle campagne ravennati fa (quasi) il tutto esaurito ogni sera della settimana un motivo ci sarà. È quello che succede di regola a La Cucoma di San Pancrazio, dove senza una prenotazione con vari giorni d’anticipo il tavolo te lo puoi scordare. Aperto nel 1978 in quello che era il circolo-bar della frazione russiana e da allora condotto dalla famiglia Amadori (che dopo un inizio incentrato sulla carne ha cambiato completamente orientamento), La Cucoma è a oggi senza dubbio il punto di riferimento del nostro territorio per chi ama piatti tradizionali di pesce dell’Adriatico, nendo per essere menzionato dall’Accademia Italiana della Cucina ed entrando nella Guida Michelin 2024 con la segnalazione “Bib Gourmand” per il migliore rapporto qualità-prezzo (e comunque segnalato dal 1988 nella Guida Rossa Michelin). Noi, in tre, ci siamo stati in una sera infrasettimanale e l’ambiente che ci ha accolto è quello di sobria eleganza di un ristorante in cui ciò che conta il gusto nei piatti e non l’estetica a tutti i costi, con il giusto spazio tra i tavoli e un sistema d’illuminazione molto rilassante che abbiamo apprezzato. Suddiviso in due ampie e alte sale –più una tavernetta con 10 coperti (disponibile su prenotazione) per chi volesse mangiare in intimità, e un portico esterno attivo con la bella stagione – La Cucoma punta su un caldo color avorio, che ben si sposa con il cotto dei pavimenti e il legno antico di alcuni elementi d’arredo della tradizione romagnola, come madie e stra-

A sinistra due antipasti: le tagliatelline di seppia cruda e le mazzancolle Nelle altre foto gli spaghetti alle vongole, la lasagnetta di pesce, la grigliata mista e il gelato all’Albana e zabaione con scroccadenti

cantoni. I tavoli sono spaziosi e perfettamente apparecchiati, mentre i piatti – scopriremo durante la serata – hanno bei design e cambiano a ogni portata. Insomma, un luogo che sicuramente ti mette a tuo agio, famigliare ma curato. Il menù, come si accennava, è totalmente a base di pesce, che viene ordinato tutte le sere per essere preparato il giorno successivo, cosicchè alla carta si aggiungono sempre una serie di proposte extra in base al pescato (e alcune le abbiamo scelte). Non ci sono invenzioni gourmet o accostamenti particolari, ma le ricette classiche

dell’Alto Adriatico, preparate con pesce freschissimo, alle quali si af anca un menù completo di crudità. Porzioni generose, belle da vedere, da acquolina in bocca. Noi abbiamo ordinato tre antipasti, due primi, due secondi e tre dolci, dividendoci tutto, per assaggiare più piatti. Abbiamo dunque mangiato delle cozze alla marinara (che, ci hanno assicurato, arrivavano fresche fresche da Cervia) molto polpose e gustose, nelle quali, purtroppo, abbiamo trovato “povera” la scelta degli immancabili crostini, fatti con un pane smilzo e secco, non all’altezza.

Poi delle “tagliatelline” fatte di seppia cruda, ottime, il pesce tenerissmo, condite con una sorta di mignonette, delicata ma di personalità. Ultimo antipasto, mazzancolle alla griglia, sgusciate, molto semplici, ma anche queste clamorose, si scioglievano in bocca, come si suol dire. Nei primi abbiamo optato per gli spaghetti alle vongole e per una lasagnetta di pesce. Lo spaghetto ci era giunta voce che fosse un cavallo di battaglia de La Cucoma, e in effetti si fa voler bene, cottura perfetta, sughino gustosissimo e povarazze super fresche. Peccato solo per la presenza,

di Guido Sani

LA PAGELLA DI La Cucoma

Ambiente 3

Servizio 4

Cibo e vino 4

Qualità / Prezzo 4

in qualche guscio, di sabbia, ma può succedere, suvvia. La lasagnetta ci ha davvero colpito. Non facile risultare incisivi a livello gustativo nella versione ittica, invece questa era perfettamente equilibrata tra morbidezze e aromi. Tanta roba. Arrivano i secondi, due classici: grigliata mista e fritto di paranza, cucinati alla “vecchia maniera”, quindi il fritto viene preparato in padella, senza friggitrice, e l’olio viene cambiato a ogni cottura, mentre la grigliata viene preparata sulla brace di legna, e in effetti il pesce ha davvero un buon sapore di griglia. Il fritto è dunque leg-

gerissimo e (per fortuna) non abbondante come invece la grigliata (in cui c’era di ogni), della quale però non rimane nulla. Prima di parlare dei dessert, segnaliamo una piccola sbavatura nel cestino del pane che ha accompagnato la nostra cena: i pani (bianco e integrale) e i crostini non reggono assolutamente la qualità del cibo, occorrerebbero prodotti più artigianali. Dessert, si diceva. Un gelato di Sbrino al mascarpone e albana passito con scroccadenti fatti in casa (forse un po’ troppi sapori forti), un semifreddo alle mandorle e un cremoso di mascarpone con confettura di arance amare e crumble di sbrisolona, buoni ma non indimenticabili. Da sottolineare il prezzo: appena 5 euro ognuno. Per il bere, scegliendo da una carta dei vini davvero interessante, abbiamo ordinato due vini naturali di vecchia conoscenza, il Friulano di Movia (nel Collio a cavallo tra Italia e Slovenia), proposto a un prezzo decisamente inferiore rispetto ad altri ristoranti, e il Tèra, un trebbiano di Fondo San Giuseppe a Brisighella. Con i dolci anche un calice di un ottimo verduzzo friulano. Il servizio è stato praticamente impeccabile (a parte l’assenza delle ciotole per i gusci delle cozze di antipasto, ma vabbè), sempre attento, rapido, cordiale, il tutto in un ristorante da 80 coperti tutto pieno.

Tutto compreso abbiamo speso 210 euro (70 a testa), che a ben vedere de nisce un ottimo rapporto qualità-prezzo (considerando che quasi 80 euro erano solo per i vini).

COSE BUONE DI CASA

A cura di Angela Schiavina

Acciughe alla ligure

Ingredienti : pane raffermo 360 g, acciughe sottolio n. 6, acciughe fresche 1 kg (devono essere belle grosse), uova medie 3, aglio 1 spicchio, prezzemolo 40 g, latte 100 g, olio extravergine d’oliva 60 g, capperi sotto sale 50 g, sale q.b., pepe q.b.

Per infarinare : farina di semola rimacinata di grano duro 100 g.

Per friggere : olio di semi per friggere.

Preparazione . Dal pescivendolo fatevi pulire e aprire a libro le acciughe, togliendo la testa. Lavatele delicatamente e asciugatele. Preparate il ripieno. In una ciotola mettete il pane raffermo sbriciolato e bagnatelo con il latte, aggiungete lo spicchio d’aglio tritato finemente, le acciughe (sgocciolate dall’olio e tritate), i capperi che avrete dissalato e tritato, le uova, il prezzemolo, l‘olio evo e il pepe macinato, poi mescolate bene: deve formarsi un impasto morbido ma un po’ granuloso. Assaggiate e, se è il caso, salate. Prendete un’acciuga e mettete un po’di ripieno, poi copritela con un’altra, premete bene i bordi. Infarinatele bene e friggetele. Quando saranno dorate, toglietele, appoggiatele su carta fritto. E poi mangiatele, sono buonissime.

SBICCHIERATE

Riesling italico? Sì, ma dall’Austria

Nel profondo dell’immane corpus dei principi regolatori dell’esistenza contenuti nella Legge di Murphy c’è anche la Filoso a di Steele, un caposaldo della mia formazione pedagogicomorale, che afferma che «ognuno deve credere in qualcosa: io credo che mi farò un altro bicchiere di vino». Ed è proprio pensando a Steele che, grazie a Il Campovinato, ho scoperto la cantina austriaca Back to Eden. Strano nome, va detto, ma vini spettacolari. D’altronde, un vignaiolo (Alexander Schreiner) che in merito agli Ogm dice che «sono elementi per noi futili. Madre natura non ha bisogno di determinate scoperte create esclusivamente per arricchire le grandi industrie», per me è già una sorta di idolo pagano. Di Back to Eden ho assaggiato un Sauvignon blanc (un pelo scomposto), un rosè (notevolissimo) e un Riesling italico, ed è quest’ultimo, annata 2020, che mi ha colpito maggiormente. Un vino vivo, divertente, specchio di un terroir molto complesso sia nei suoli che nella morfologia, in grado di tenere gli anni con tranquillità mantenendo carattere ed equilibrio. Una declinazione di Welschriesling (il nome tedesco del Riesling italico) di grande originalità e rigore che arriva da piante di 40 anni fertilizzate esclusivamente con tisane d’ortica (!) e che si pone come esempio perfetto di un prodotto completamente artigianale.

MENÙ DI PASQUA

ANTIPASTO Fellata Napoletana

(formaggi misti, affettati misti, uova sode, miele)

PRIMO Lasagne al forno

SECONDI Abbacchio al forno, Coniglio alla cacciatora, Costolette di agnello fritte

CONTORNO Insalata Pasqualina (insalata mista fresca, ravanelli, pomodori, uova sode, olive nere, noci)

DESSERT Campanella al cioccolato

VINO, ACQUA, CAFFÈ

€40 A PERSONA

La trattoria è aperta tutti i giorni a pranzo e anche per cena nelle serate da martedì a domenica, compresi i festivi per proporvi il gustoso menù con aggiunta della pizzeria con forno a legna magistralmente condotta dal maestro Mino!

Via Romea Nord, 262, Ravenna - www.trattoriaconteguiccioli.it - trattoriaconteguiccioli@gmail.com -

A cura di Alessandro Fogli

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