L’azienda ravennate è tra le 120 selezionate a livello nazionale dal progetto “Crescibusiness”, che l’istituto bancario ha promosso per valorizzare le piccole imprese che si sono distinte in progetti di sostenibilità ambientale, sociale e governance
È di Ravenna una delle 120 imprese selezionate da Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto “Crescibusiness”, nato per premiare le piccole imprese che si sono distinte in progetti di sostenibilità ambientale, sociale e di governance
Il riconoscimento è andato a “L’Atelier del Fumista, stufe e camini d’élite”, nata nel 2017 e che oggi rappresenta una realtà d’eccellenza sul territorio nell’ambito del riscaldamento a biomassa (legna, pellet)
Il programma di Intesa Sanpaolo nasce proprio per valorizzare le piccole imprese del com mercio, artigiane, del turismo e della ristorazione, che costituiscono il segmento imprendito riale più numeroso del Paese, con 4 milioni di attività (e un peso di circa il 95 percento sul to tale), ciascuna con meno di 10 dipendenti ed un fatturato che non supera 2,5 milioni di euro. Circa il 25 percento di queste (quindi quasi un milione) sono clienti della banca di Intesa Sanpaolo, e oltre 2.000 di queste sono state valutate per la selezione. «Ricevere questo riconoscimento è un valore aggiunto alla nostra azienda e all’impegno quo tidiano che mettiamo nel nostro lavoro – commentano i titolari Andrea e Elena Daniele –. Negli anni abbiamo ricevuto vari riconoscimenti nazionali nell’ambito del riscaldamento a biomassa, ma questa volta ci ritroviamo a vincere un premio che esula dal settore e abbraccia il concetto del business e dell’organizzazione aziendale a 360°».
L’Atelier del Fumista infatti è una delle eccellenze del business italiano, capace di distinguersi per la qualità e il valore del proprio operato. Quella del 2025 è la seconda edizione dell’ini ziativa “Crescibusiness”, e quest’anno rivolge uno sguardo particolare alla sostenibilità e a quelle realtà che hanno messo in atto pratiche virtuose nelle tre principali dimensioni ESG (Environmental, Social, Governance): quindi riduzione dell’utilizzo delle risorse naturali e dei rifiuti, quote rosa anche nelle posizioni apicali, percorsi formativi mirati sulle tematiche am bientali e valorizzazione dei territori in cui si opera, regolarità e puntualità nei pagamenti.
L’annuncio della vittoria è arrivato giovedì 27 febbraio, nel corso dell’evento ospitato dall’Audi torium del grattacielo della banca a Torino. Dal 28 febbraio i rappresentanti di Intesa Sanpaolo sono in viaggio per l’Italia per incontrare e scoprire in prima persona le realtà premiate. Le aziende prescelte si faranno esempio per tante altre imprese, e la banca riserva loro un percorso di svilup po mirato che prevede l’implementazione di strumenti e servizi di consulenza per uno sviluppo sostenibile, l’offerta di prodotti che promuovano il perseguimento di obiettivi ambientali, specifi che campagne di comunicazione, organizzazione di workshop e studio di bandi per la transizione energetica, con anche l’individuazione delle migliori opportunità offerte sul tema dal Pnrr. Il tour farà tappa nello store di Madonna dell’Albero negli ultimi giorni di marzo.
La proposta dell’Atelier del Fumista, oltre ad essere green per sua stessa natura (l’utilizzo di fonti di calore a biomassa ha infatti un impatto ambientale notevolmente più contenuto rispetto al ri
scaldamento a gas tradizionale) si distingue per la trasversalità dell’offerta e la raffinatezza del design dei prodotti, oltre che per la possibilità di consulenze e soluzioni personalizzate pensate per essere adattate a diversi spazi progettati su misura, grazie all’esperienza e alla preparazione tecnica dei titolari e alla cura per il customer-service, dalla progettazione all’assistenza post ven dita e manutenzione.
Il successo di Andrea e Elena Daniele sta proprio nella capacità di saper consigliare la giusta so luzione alla clientela, fornendo un aiuto sostanziale non solo nella scelta della soluzione perfetta per la propria casa, ma anche nella scelta dei finanziamenti adeguati e nella possibilità di ricevere incentivi statali e regionali Oggi, dopo questo ulteriore riconoscimento, i titolari si sentono pronti ad affrontare altre sfide e portare avanti nel migliore dei modi il loro concetto di business e poter rappresentare un esempio positivo per tutti quelli che credono e vogliono intraprendere un’attività imprenditoriale.
P.zza Giorgio Ambrosoli, 9 | Madonna Dell’Albero - Ravenna 0544 292612 - www.atelierdelfumista.it
L’OPINIONE
Il coraggio di Iannucci e di chi la candida a sindaca
di Federica Angelini
Non era dif cile prevederlo e infatti è puntualmente accaduto. L’annuncio della candidatura di Marisa Iannucci a sindaca di Ravenna per le forze di sinistra radicale ha dato la stura ai peggio commenti possibili e immaginabili sui social. Perché Iannucci indossa il velo e tanto basta per ricevere messaggi carichi di un odio che riesce a mescolare misoginia, islamofobia, xenofobia (e questo nonostante Iannucci sia italiana) in un mix micidiale. Poco importa che la docente e attivista sia nota per le sue posizioni femministe, laiche, politicamente coerenti con le istanze delle forze che la sostengono. La scelta di candidarsi da parte sua appare dunque innanzitutto come un atto di coraggio. Non è facile esporsi, tanto meno quando si è certi di essere bersaglio di tanto disprezzo. Nella sua candidatura c’è quindi una s da profonda che chiama in causa la civiltà stessa che ci piace tanto pensare di rappresentare, da queste parti in Occidente.
Al di là delle idee politiche, del posizionamento sempre più complesso nello scacchiere della politica odierna, una donna con il velo che si candida a guidare una città fa ancora scandalo e anche solo per questo è una scelta che va difesa. Nel momento in cui nel mondo guidato da Trump sembra essere diventato lecito dire qualsiasi cosa contro qualsiasi “minoranza” (intesa in senso di potere più che numerica), in cui il paradigma sembra essere tornato il maschio bianco, la sola immagine di Iannucci appare come un atto di resistenza a questo imbarbarimento.
Brava lei, dunque, brave le forze che l’hanno candidata nonostante tutto, contro ogni logica di appeal anche rispetto al proprio elettorato. Perché è evidente che per una forza che si dice innanzitutto laica, che raccoglie o vuole raccogliere anche una orgogliosa forza anticlericale, farsi rappresentare da una persona che mostra pubblicamente la propria fede non è cosa scontata. E in un mondo meno avvelenato e incattivito, potrebbe anche essere motivo di un serio dibattito. Ma, appunto, serio. E al momento sembra che per la serietà non ci sia spazio.
Candidare Iannucci è stata una scelta “vincente” per la sinistra radicale? Era la scelta migliore per raccogliere consensi? Può una donna che indossa il velo essere credibile come candidata di forze che si risconono ancora, almeno in parte, nel simbolo della falce e martello? Ecco, per tutto questo purtroppo non c’è spazio. Perché è imperativo innanzitutto difendere Iannucci e insieme difendere ciò che resta della dignità del dibattito politico. Per questo siamo certi che a brevissimo arriveranno parole di specchiata solidarietà da parte di tutti gli altri candidati, maschi e in alcuni casi dichiaratamente cattolici, sostenuti anche da forze che, a differenza di Iannucci, rivendicano il loro credo religioso come guida alle scelte politiche.
6 ECONOMIA
CATASTROFI: L’OBBLIGO
ASSICURATIVO FA PAURA
15 SOCIETÀ
GLI AUTOGOL A TEATRO
CON LA SATIRA SUL CALCIO
17 RECENSIONE
LA MOSTRA DI ALFONSINE
TRA CLIMA E GUERRA
22 GUSTO
CON I VINI ROSSI NON C’È LIMITE AGLI ABBINAMENTI A TAVOLA
- INSERTO CENTRALE
ANTEPRIMA RAVENNA FESTIVAL: DA MAGGIO LA 36ESIMA EDIZIONE
Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001
Anno XXIII - n. 1.087
Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it
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Direttore responsabile: Luca Manservisi Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Alessandro Fogli, Serena Garzanti (segreteria), Gabriele Rosatini (grafica).
Collaboratori: Albert Bucci, Giulia Castelli, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Francesco Farabegoli, Maria Vittoria Fariselli, Nevio Galeati, Iacopo Gardelli, Giovanni Gardini, Alex Giuzio, Enrico Gramigna, Giorgia Lagosti, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni, Adriano Zanni. Fotografie: Massimo Argnani, Paolo Genovesi, Fabrizio Zani Illustrazioni: Gianluca Costantini Redazione: tel. 0544 271068, redazione@ravennaedintorni.it
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• RISTRUTTURAZIONI
RIPRISTINO E TRATTAMENTO CEMENTOARMATO • IDROLAVAGGIO E SABBIATURA ECOLOGICA
• RIFACIMENTO BALCONI
Un derby all’insegna del fair play
di Moldenke
Per una volta, parliamo di cose serie. Di calcio. Dopo aver vinto la Coppa Italia di Serie D, ora la vittoria del campionato per il Ravenna passa del derby di Forlì, in programma domenica 23 marzo.
Da queste colonne, per una volta, ripeto, voglio restare serio, e lanciare un appello a tutti per vivere questo derby all’insegna del fair play. Per farlo, però, è necessario fissare alcuni punti di partenza, il più possibile oggettivi.
- La media dei tifosi allo stadio in questo campionato parla chiaro: 3.246 per il Ravenna contro i 602 del Forlì. Chi meriterebbe di tornare tra i professionisti del calcio è fin troppo evidente.
- Anche per quanto riguarda i monumenti Unesco non c’è gara: 8-0.
- Arte e cultura, più in generale, “avete solo la mostra di San Domenico”.
- L’università ok, l’aeroporto ok, ma volete mettere il mare?
- Da quando non ci sono più le targhe della provincia, capire se c’è un forlivese alla guida è comunque semplice. Al massimo ci si può confondere con un ferrarese.
- Avete talmente pochi personaggi famosi a cui poter intitolare le vostre cose che avete chiamato Morgagni lo stadio, l’ospedale e il liceo.
- Dante Alighieri da voi è solo passato, ma ha preferito venire a morire a Ravenna.
- Lord Byron invece, a Ravenna ci veniva addirittura a scopare, che non è mica triste come Forlì. E adesso grazie a questa cosa ci abbiamo pure un museo nuovo in pieno centro.
- Ci prendevate in giro per le rotonde, ma ora ne avete più di noi.
- Diciamocelo, fate i cappelletti anche con la carne. Vogliamo aggiungere altro?
- Siete talmente poco romagnoli che avete perfino un centrodestra che ha vinto le elezioni. Altro che roccaforte rossa, volete mettere con il nostro governo ininterrotto di centrosinistra, qualsiasi cosa succeda?
RAVENNA&DINTORNI 13-19 marzo 2025
a a a a a a r a ra ra a
Indicata da Pap, il nome della docente, ricercatrice e attivista ha trovato il favore dei gruppi che stanno lavorando al progetto Ravenna in Comune
Dopo quelli di Alessandro Barattoni (centrosinistra), Alvaro Ancisi (Lega, LpRa, Pdf) e Nicola Grandi (FdI, FI e Ravenna Viva) è arrivato il quarto nome in corsa per la poltrona di Palazzo Merlato ed è quello di Marisa Iannucci. Il suo era già stato lanciato pubblicamente nei giorni precedenti da Potere al Popolo ed è stato uf cializzato durante l’assemblea del 5 marzo di Ravenna in Comune, la lista civica che nel 2016 candidò Raffaella Sutter riuscendo ad arrivare al 6,5 percento (e contribuendo così fortemente al ballottaggio) e che nel 2021 invece scelse di non presentarsi (erano invece presenti ben tre candidati diversi dell’estrema sinistra, nessuno dei quali riuscì nemmeno ad arrivare all’1 percento).
«La nostra è una lista che si candida a rappresentare la stragrande maggioranza della cittadinanza esclusa dalla stretta cerchia dei privilegiati – si legge in una nota inviata alla stampa da Ravenna in Comune -, una lista laica il cui obiettivo è un Comune in cui i bisogni della cittadinanza sono soddisfatti da
servizi interamente pubblici e gratuiti, forniti da personale interamente pubblico, con mezzi e strutture di proprietà pubblica».
La candidatura di Marisa Iannucci (classe 1971, docente, scrittrice e ricercatrice, islamologa e attivista) avrebbe trovato il favore delle varie anime che stanno partecipando il processo verso le elezioni della lista tra cui il Partito Comunista Italiano, ovviamente Pap, il gruppo La Comune e l’interesse anche di Rifondazione Comunista. Appena uscita la notizia della candidatura di Ianucci, sui social sono piovuti commenti profondamente offensivi e islamofoboci verso la candidata che porta
il velo, ma anche dubbi e questioni politiche rispetto alla laicità della candidata. In un comunicato RiC ha risposto citando proprio Marisa Iannucci, che ha dichiarato: «Viviamo in un paese laico in cui ognuno può professare qualunque o nessun culto. La religione è un fatto privato, ed è solo una parte della nostra cultura, di ciò che ci de nisce». Nessun dubbio quindi sul sostegno a Iannucci come canddiata, sebbene il processo decisionale non è tuttavia ancora concluso e resta soprattutto da capire come le varie forze della sinistra radicale - antagonista non solo alla destra ma anche al centrosinistra - si presenterà agli alettori, se con i simboli dei diversi partiti o sotto l’iconico ore creato ad hoc 10 anni fa per Ravenna in Comune. Intanto l’assemblea della lista ha dato vita a un gruppo che si occuperà delle candidature composto da Eugenio Conti, Luca Dubbini, Giovanni Gavelli, Francesca Santarella, Gianfranco Santini, Paolo Secci, Raffaella Veridiani e da Cesare Sama nel ruolo di attivatore.
VERSO LE AMMINISTRATIVE/2
Al via il percorso di partecipazione civica per la campagna di Barattoni (centrosinistra)
“Muovi Ravenna” è la campagna di partecipazione civica - promossa all’interno del percorso elettorale di Alessandro Barattoni, candidato sindaco di centrosinistra alla guida della città di Ravenna - che inizia lunedì 17 marzo e si sviluppa in otto incontri tematici aperti alla cittadinanza. Gli incontri si divideranno in tre momenti. Nella prima parte di presentazione, della durata di circa 40’, relatrici e relatori discuteranno le tematiche; nella seconda, sempre per circa 40’, i partecipanti si suddivideranno in tavoli di lavoro ristretti per facilitare lo scambio di opinioni e la creazione di documenti condivisi di sintesi. Ogni gruppo sarà seguito da un esperto o un’esperta di coprogettazione che stimolerà la discussione e agevolerà i lavori. L’ultima fase sarà di discussione e relazione del lavoro svolto nei tavoli, in cui i conduttori e le conduttrici condivideranno le riflessioni fatte dai partecipanti. Si comincia il 17 marzo, dalle 18 alle 20, alla Rocca Brancaleone con “La città al centro – Ripensare Ravenna per le sfide del futuro”. Negli incontri seguenti si parlerà poi di università e formazione, salute, sport, forese, diritti, lavoro, ambiente.
CRISI INTERNAZIONALI
Incontri nella sala Arci di Ponte Nuovo per parlare di Palestina, Siria, Libano
“Facciamo chiarezza!” è il ciclo di incontri organizzato da Arci Ravenna e dal Gruppo della Saletta alla sala Arci di Via Romea Sud 95 a Ponte Nuovo. Tre pomeriggi di approfondimento sul medioriente. Si parte venerdì 14 marzo alle 17,30 parlando di Palestina con Carla Cocilova, responsabile delle attività internazionali Arci Toscana. Il 28 sarà la volta della Siria con Alessandro De Pascale, mentre l’11 aprile, il giornalista Marco Pagli parlerà del Libano. Per partecipare agli incontri (che sono a ingresso libero) è gradita la prenotazione via mail a ravenna@arci.it. In ogni serata è previsto un piccolo buffet aperitivo.
STORIA/1
Mattarelli e i lumini del 9 febbraio
Prosegue alla Biblioteca di storia contemporanea “A. Oriani” la rassegna storie nella Storia. Sabato 15 marzo alle 10.30, è la volta di Sauro Mattarelli con il suo ultimo volume I lumini del 9 febbraio (Il Ponte Vecchio 2024). Il libro trae spunto dalla tradizione romagnola dei lumini accesi il 9 febbraio per commemorare la Repubblica Romana del 1849. L’autore ne discuterà con il professor Massimo Baioni dell’Università di Milano.
STORIA/2
L’attualità di Garibaldi
Lunedì 17 marzo alle 10, nella sala della Proloco di Porto Corsini, si terrà un incontro e una conferenza pubblica sul tema “l’attualità di Giuseppe Garibaldi”. Interveranno l’autore Guido Ceroni, l’assessore e segretario provinciale del Pri Eugenio Fusignani e il direttore della biblioteca di storia contemporane A. Oriani, Alessandro Luparini. Ai partecipanti saranno donati libri sull’Isola degli Spinaroni e sullo stesso Garibaldi.
AMBIENTE
L’alluvione secondo Daniele Pompignoli in un incontro al Kartodromo di Conselice
Venerdì 21 marzo alle 20.30 alla sala conferenze del Kartodromo di Conselice (in via Selice) si terrò l’incontro di presentazione del libro “Romagna tradita. Alluvione: una tragedia sfiorata” di Daniele Pompignoli. Interverranno Claudio Miccoli, geologo ed ex funzionario regionale, Roberta Bravi, vicepresidente del think tank Mente Pubblica. Modera l’incontro Rudy Capucci di Risveglio italiano e saranno presenti alcuni consiglieri della nuova formazione politica Alternativa.
o a ra o o ro a o mor m r
Legacoop e Cna critiche per le modalità e i tempi che rischiano di penalizzare in particolare la Romagna
Il 31 marzo scatterà l’obbligo per le imprese di assicurarsi contro le catastro naturali previsto dal Decreto Milleproroghe. Tanti i dubbi tra gli operatori, a partire dal costo delle polizze differenziato in base al rischio territoriale. Questo potrebbe penalizzare pesantemente proprio le imprese romagnole, che operano in una zona già duramente colpita dalle alluvioni. Per questo motivo, le associazioni imprenditoriali stanno esprimendo forti preoccupazioni. «In base ai nuovi parametri, i costi per le imprese romagnole potrebbero anche raddoppiare. Parliamo di decine di migliaia di euro in più per le aziende più strutturate. A fronte di un “disimpegno” diretto dello Stato nel risarcimento dei danni, ci saremmo aspettati contributi concreti per rendere accessibili le coperture assicurative. Il costo del premio assicurativo, invece, ricade totalmente sulle spalle delle imprese. Per le aziende del territorio, quindi, oltre al danno anche la beffa», dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi. Parlando del regolamento attuativo, Matteo Leoni e Massimo Mazzavillani, presidente e direttore della Cna territoriale di Ravenna si dicono «profondamente delusi soprattutto dalle modalità e dall’atteggiamento del Governo che non solo non ha accolto la nostra richiesta di rinvio dell’entrata in vigore del provvedimento, ma non ha interpellato né coinvolto in un confronto costruttivo le rappresentanze delle imprese». Tra i nodi critici appunto l’aspetto della tempistica, dicono da Cna: «Manca poco alla ne di marzo e questo è sicuramente un arco temporale troppo ristretto per stipulare le polizze, mancano del tutto i tempi tecnici per le oltre 4 milioni di imprese interessate in tutta Italia per procedere alla stipula. Le imprese che non dovessero stipulare i contratti, inoltre, rischiano di essere escluse da sussidi». Per questo Cna è tra le rmatarie di una lettera alla Presidente Meloni in cui si chiede di rivedere il provvedimento e una proroga dei termini. Intanto, la Confartigianato ha organizzato momenti di confronto online per le aziende (calendiario e link sul sito dell’associazione artigiana).
AZIENDE CERTIFICATE
INCONTRI
Unione europea e contratti di lavoro
Al via il ciclo di incontri “L’Unione europea dai progetti alla realtà”, promosso dal Movimento federalista europeo-sezione di Ravenna “Carlo Sforza” in collaborazione con il Centro europe direct della Romagna. L’iniziativa si articolerà in sei appuntamenti che termineranno il 10 maggio, ospitati nell’Aula Magna della Casa Matha, al Circolo Ravennate e dei Forestieri e al Dipartimento dei beni culturali dell’Università di Bologna - Campus di Ravenna, con la partecipazione di accademici, esperti e professionisti del settore. Gli incontri offriranno un’occasione per approfondire temi fondamentali per il futuro dell’Unione europea e per la cittadinanza, andando dall’evoluzione del diritto del lavoro nei diversi paesi europei al ruolo della cultura greca nella costruzione del pensiero europeo, fino alle prospettive della sanità e della competitività commerciale nel contesto europeo e globale. Il primo appuntamento è per venerdì 14 marzo alle 17.30 per una conferenza dal titolo “L’Europa sociale e del lavoro: sfide e prospettive dopo l’insediamento della nuova Commissione europea”, incontro organizzato in collaborazione con il sindacato Uil.
LA FOTO DELLA SETTIMANA
A cura di Luca Manservisi
In chirurgia arrivano i robot
L’ospedale di Ravenna si arricchisce di un nuovo blocco operatorio che comprende 3 nuove sale dedicate all’alta complessità chirurgica, con dotazioni ad alta valenza tecnologica e un allestimento digitale per la trasmissione in tempo reale delle immagini operatorie. L’impianto è pensato anche per uso legato a convegni scienti ci e all’attività didattica degli specializzandi e degli studenti di Medicina.
Il nuovo blocco multidisciplinare incrementerà l’offerta della piattaforma chirurgica del Santa Maria delle Croci, passando dalle attuali 8 sale operatorie esenti, a 11. L’intervento è stato nanziato nell’ambito del programma straordinario di investimenti in sanità e ha richiesto un investimento complessivo di 7,3 milioni di euro (tecnologie biomediche comprese). Di questi, 4,5 milioni sono stati nanziati nell’ambito Accordo Stato – Regione (ex art. 20 L. 67/88). Grazie al contributo di un milione di euro degli storici sostenitori (tra cui Fondazione Cassa Risparmio Ravenna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Ail Ravenna e Con ndustria Romagna), l’ospedale ha potuto dotarsi anche di un robot chirurgico a noleggio, fondamentale per una maggior precisione nelle operazioni e un miglior esito di cura post operatorio. Per completare l’allestimento delle attrezzature, è stata lanciata una raccolta fondi da parte di un donatore ravennate per l’acquisizione di una seconda nuova colonna videolaparoscopica a risoluzione 4K. In ne, grazie alla partecipazione al Bando dei Contributi Liberali della Banca D’Italia, è stato assegnato un contributo che permetterà l’acquisizione delle tecnologie digitali necessarie. Finalmente una buona notizia per il nosocomio ravennate che al momento non primeggia certo nelle classi che regionali e che tanti cittadini inevitabilmente associano invece al Pronto soccorso che ormai si trova in una cronica situazione di affanno dove le attese possono prolungarsi per ore e ore.
Farmacie Comunali di Ravenna: «Eccellenza e impegno al servizio della comunità»
La dottoressa Martina Moscato parla delle certificazioni del gruppo, sinonimo di qualità, inclusione, sicurezza e legalità: «Non solo un riconoscimento, ma la promessa di un futuro più giusto»
Le Farmacie Comunali di Ravenna si distinguono per il loro impegno costante verso l’eccellenza e la qualità dei servizi offerti. Ne parliamo con la dottoressa Martina Moscato, membro del comi tato pari opportunità e affari generali di Ravenna Farmacie. «Siamo orgogliosi di essere un’azienda certificata − dice −, un traguardo che ri ette i nostri forti valori e il nostro impegno verso la qualità, l’in clusione, la sicurezza e la legalità». a vediamo pi nel dettaglio le certificazioni 1. ertificazione ualità A parti re dal 2004, le Farmacie Comunali di Ravenna hanno adottato un sistema di gestione della qualit che garantisce standard elevati in tutti i processi. «Ci impegniamo ogni giorno a offrire prodotti e servizi sicuri, efficaci e di alta quali tà, nel rispetto delle esigenze dei nostri clienti − spiega la dottoressa oscato − otete conta re su farmacie affidabili, dove ogni prodotto e
servizio è controllato e garantito, per il vostro benessere e quello della vostra famiglia». 2. ertificazione arità di enere d Tale riconoscimento è stato raggiunto nel 2022 a seguito dell’introduzione di strumenti atti a pro muovere attivamente l’uguaglianza di genere e l’inclusione in ogni aspetto dell’organizzazione. rediamo che un ambiente di lavoro equo e ri spettoso sia fondamentale per il benessere dei nostri dipendenti e per la crescita dell’azienda. Ci impegniamo a garantire pari opportunità, pro muovere una cultura del rispetto e valorizzare il contributo di ogni dipendente, a prescindere dal genere tal proposito, il omitato ari Oppor tunit dell’azienda ha adottato nel luglio il manifesto della parità di genere in cui sono elen cati 8 impegni concreti a favore del personale aziendale come parità retributiva e introduzione di misure di or −life balance per ridurre l’impat
to lavorativo sulla gestione familiare. 3. ating di egalità Nel 2023 l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha riconosciuto l’impegno di Ravenna Farmacie nella trasparen za e nella correttezza, attribuendo un Rating di Legalità con un punteggio particolarmente alto di due stellette e due più (su un massimo di tre stellette). «La legalità è un valore fondante della nostra azienda − continua oscato − uesto ri conoscimento conferma il nostro impegno a ope rare nel rispetto delle norme e dei principi etici. cegliere una farmacia certificata per la legalit significa avere la certezza di affidarsi a un’azien da trasparente, decisa a mantenere alti standard d’integrità e correttezza in ogni aspetto della nostra attività, per garantire un servizio etico e responsabile alla cittadinanza. 4. ertificazione icurezza sul avoro al avenna armacie ha imple
mentato un sistema di gestione della sicurezza per proteggere la salute e il benessere del per sonale aziendale. «La sicurezza dei nostri di pendenti una priorit assoluta, perch solo in un ambiente protetto possiamo offrire il meglio ai nostri clienti apere che chi vi serve lavora in un contesto sicuro e rispettoso vi garantisce un servizio ancora pi affidabile e attento i impe gniamo a prevenire rischi, formare il personale e mantenere un ambiente di lavoro sano e sicu ro per tutti». e nostre certificazioni − conclude la dotto ressa − non solo un riconoscimento ma la pro messa di un futuro più giusto e sostenibile per la nostra comunità e di cui Ravenna farmacie intende esserne protagonista».
RAVENNA&DINTORNI 13-19 marzo 2025
a o ro a o ma o
33 m o m r a a o a
La produzione è gestita da Romagna Acque, società pubblica che prevede 6 milioni di utile nel 2025 I prossimi interventi sulla rete: la terza direttrice dell’acquedotto e l’efficientamento energetico
Tutte le fonti idropotabili della Romagna sono gestite da Romagna Acque, società per azioni a capitale pubblico nata nel 1994 dalla trasformazione del Consorzio Acque per le province di Forlì e Ravenna (che all’epoca coprivano l’intera Romagna), costituito nel 1966 dalla Provincia di Forlì e dai Comuni di Ravenna, Forlì, Faenza e Santa So a. Il graduale conferimento della proprietà dei principali impianti di produzione ha fatto sì che dal 2009 Romagna Acque sia l’unico produttore di acqua potabile per uso civile in Romagna.
Romagna Acque soddisfa la domanda idrica di tutta la Romagna che supera i cento milioni di metri cubi annuali: quasi un milione di residenti e altrettanti turisti. Anche per questo i mesi con maggior richiesta sono luglio e agosto, mentre febbraio è il più scarico. L’ultimo dato de nitivo disponibile si riferisce al 2023: circa 33 milioni di mc per la provincia di Ravenna (di cui 14 da Ridracoli), 36 per Forlì-Cesena e 36 per Rimini. Gli impianti e le reti di distribuzione sono di proprietà di Romagna Acque (l’acquedotto di Romagna si sviluppa per una lunghezza complessiva di oltre 600 km), la distribuzione è af data a Hera in quanto gestore del servizio idrico integrato. L’acqua distribuita ha tre tipologie di fonti: la diga di Ridracoli (a Santa So a, completata nel 1982 dopo sette anni di cantiere) che fornisce mediamente la metà del fabbisogno idropotabile complessivo, le falde acquifere e le acque di super cie ( umi, torrenti, ruscelli).
Il 29 gennaio scorso l’assemblea dei soci di Romagna Acque ha approvato all’unanimità il preconsuntivo di bilancio 2024 e il budget previsionale 2025.
Si prevede di chiudere il 2024 con una fornitura di 110,7 milioni di mc di acqua. L’utilizzo della risorsa di Ridracoli, di 57,3 mln/mc, è superiore al 2023 di un milione. Il preconsuntivo 2024 quanti ca un valore della produzione di 68,6 milioni di euro, con un incremento rispetto al budget di 5,3 milioni e rispetto al consuntivo 2023 di 6,4 milioni.
Il capitale di 375 milioni ripartito fra 55 soci
Il capitale di 375 milioni di euro di Romagna Acque è ripartito fra 55 soci. Sono i Comuni e le Province del territorio servito. La quota più consitente (29,1 percento) è di Ravenna Holding, la società controllata dai Comuni di Ravenna, Cervia, Faenza e Russi. Il 16,1 percento è della Livia Tellus, la holding del Comune di Forlì. La terza fetta (11,9) a Rimini Holding. Il 10,1 percento è del Comune di Cesena. Il 4,7 è della Provincia di Forlì-Cesena. I primi cinque soci, quindi, detengono il 71,9 percento.
NEL DETTAGLIO
Quali trattamenti per poterla bere
Per diventare potabile l’acqua deve essere trattata con dei disinfettanti e dei prodotti chimici (biossido di cloro, flocculante, policloruro di alluminio e alginato di sodio puro), il processo si chiama preflorazione e condizionamento chimico. Poi vi viene aggiunta della micro sabbia che serve da zavorra per fa stare insieme tutte le sostanze immesse precedentemente (processo di chiari flocculazione). La sabbia viene eliminata nella fase successiva, quella della filtrazione: ci vogliono oltre 30 ore per un’operazione di filtratura. Poi si passa alla disinfezione, ossia una nuova aggiunta di biossido di cloro, che funziona da disinfettante. Dopo questo lavoro l’acqua si mette a riposo dentro una grande vasca di accumulo che può tenere sino a diecimila metri cubi di liquido e può essere trasportata nelle case.
L’utile d’esercizio del budget 2025 è di 6,2 milioni di euro con un’incidenza sul valore della produzione di 9,1 percento. Per il 2026 è previsto 6,9 milioni e 8,2 per il 2027. Per il periodo 2024-2027 sono previsti investimenti complessivi in Romagna per 71 milioni
Fra i principali interventi infrastrutturali previsti per il 2025, il proseguimento dei lavori della cosiddetta “terza direttrice”, cioè il collegamento fra il potabilizzatore della Standiana a sud di Ravenna e le vasche di carico di Monte Casale, con il conseguente sviluppo del potenziamento costiero Forlimpopoli-CasoneTorre Pedrera); il raddoppio della condotta principale Capaccio-Monte Casale, realizzata oltre 40 anni fa, che necessita di una ristrutturazione; il revamping dell’impianto di potabilizzazione del Nip 1 di Ravenna. Quest’ultimo intervento prevede l’implementazione di una nuova sezione di ossidazione-disinfezione, l’ef cientamento energetico che potrà prevedere la sostituzione del parco motori delle elettropompe; la revisione ed implementazione degli impianti di automazione al ne di raggiungere gli attuali standard degli altri impianti (oltre l’automazione ed il telecontrollo anche un monitoraggio continuo sia dell’impianto, sia della qualità dell’acqua in trattamento) e consentire di ridurre gli attuali costi di gestione. (and.a.)
DUE POTABILIZZATORI A RAVENNA: RICEVONO ACQUA
DAL FIUME LAMONE E DAL CANALE EMILIANO ROMAGNOLO
Oltre a quello alle Bassette, da dieci anni è attivo il secondo alla Standiana costato 33 milioni di euro. Ha potenzialità di mille litri al secondo
In provincia di Ravenna sono in funzione due potabilizzatori. Dal 2015 è attivo quello alla Standiana (in via Fosso Ghiaia), che riceve acqua dal Canale emiliano-romagnolo (Cer) collegato al Po che si af anca allo storico impianto Nip della zona Bassette dove vengono trattate acque prevalentemente dal ume Lamone (integrato, in periodi particolarmente siccitosi, dal Reno) e dal Cer. Nell’area lughese, inoltre, una fonte non particolarmente signi cativa è data da alcuni pozzi a Cotignola. I principali bacini del ravennate funzionano in maniera simbiotica in base alla stagionalità. Tra progettazione e realizzazione ci sono voluti undici anni per il potabilizzatore della Standiana. L’importo complessivo dei lavori è stato 33 milioni di euro a cui se ne aggiungono circa altrettanti per la posa in opera delle condotte di interconnessione con il territorio. Il nuovo impianto è infatti interconnesso alla rete del Lughese, al Nip e alla dorsale adriatica dell’acquedotto della Romagna: le principali aree servite sono dunque la Bassa Romagna, il territorio ravennate e la riviera adriatica, da Cervia a Cesenatico e anche oltre. La messa a regime del potabilizzatore – che ha una potenzialità massima di 1.100 litri al secondo –rende disponibile alla Romagna una rilevante quantità di risorsa, per almeno 20 milioni di metri cubi annui potenziali.
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a ra o r a o o a oma a a a 103 m r o r a 3 a a o r m a o o a o
ei pressi di anta ofia ci sono voluti sette anni di lavori e mila metri cu i di calcestruzzo Il lago artificiale pi di mille m quadrati e arriva a una profondit massima di metri
La diga di Ridracoli è un’opera d’ingegneria i cui lavori sono iniziati nel 1975, dopo 13 anni di studi, e completata nel 1982. Oggi provvede a coprire la metà del fabbisogno di acqua potabile della Romagna. Il lago arti ciale si trova a 557 metri sul livello del mare sull’Appennino, nel territorio dei comuni di Bagno di Romagna e Santa So a, in provincia di Forlì-Cesena, all’interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, del Parco di Campigna e Monte Falterona, lungo il corso del ume Bidente. L’invaso ha una super cie di 1.035 chilometri quadrati, una profondità massima di 82 metri e contiene 33 milioni di metri cubi d’acqua, equivalenti a 33 miliardi di litri.
La diga è stata costruita nel punto in cui il ume Bidente incontra il rio Celluzze dove si sono veri cate numerose condizioni favorevoli: in primo luogo l’altezza del sito rispetto al livello del mare, che garantiva una caduta dell’acqua che favoriva la sua portabilità. In secondo luogo il fatto che l’invaso si trovasse in una posizione centrale rispetto a tutti i comuni che si dovevano raggiungere. Inoltre la zona non presentava fonti d’inquinamento, poiché nelle sue vicinanze non si trovavano industrie, case, strade o altri insediamenti produttivi. Su tutto l’impermeabilità della zona garantita dalla morfologia e dalla struttura geologica del terreno.
La diga si de nisce tecnicamente come una diga ad arco-gravità, ossia è una costruzione
che reagisce alla spinta dell’acqua grazie alla sua forma ad arco e al suo peso. Ha una struttura arcuata in pianta e presenta una parte verticale utilizzata tipicamente per chiudere le strette valli. È alta 103,5 metri, ha una larghezza che va dai 10 metri del coronamento (parte alta) a 36 metri alla base, una lunghezza di 432 metri e un volume di calcestruzzo di 600mila metri cubi.
zione che conduce l’acqua, prima verso la centrale idroelettrica, poi verso il potabilizzatore di Capaccio situato poco più a valle.
La larghezza dello sbarramento va da 36 metri alla base no a 10 in cima
L’acqua che rifornisce l’acquedotto viene prelevata dal lago mediante un’opera di presa, situata in spalla destra. Essa è costituita da due imbocchi dislocati a quote diverse (490 e 540 metri sul livello del mare) per prelevare in modo indipendente le acque nelle migliori condizioni di temperatura e torpidità. I due imbocchi convergono in un pozzo, profondo circa 130 metri, collegato con la galleria di deriva-
L’impianto di Capaccio rende l’acqua potabile e la trasferisce alle vasche di carico di Monte Casale di Bertinoro (190 m sopra il livello del mare) attraverso la cosiddetta “condotta principale” lungo la quale sono state realizzate tre spillature per la consegna della risorsa idrica ai comuni di Santa So a, Cusercoli e Meldola. Dalla cerniera idraulica di Monte Casale si sviluppano i due rami principali dell’acquedotto, le cui condotte formano due ampi anelli, uno in direzione nord-ovest e uno in direzione sud-est i cui rami servono tutta la Romagna. Il tracciato della rete è stato scelto in modo tale da effettuare il percorso più breve possibile fra punto di partenza e punto di arrivo e cercando, ove possibile, di mantenere in funzione le condotte per gravità.
A Capaccio si trova anche il centro operativo che regola le funzioni della diga e dell’acquedotto: i tecnici della centrale ricevono, 24 ore su 24, in tempo reale, i dati da ogni punto dell’acquedotto e gestiscono tutte le fasi di erogazione e controllo dell’acqua.
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Concessione prorogata dalla Regione «per consentire i lavori del Pnrr»
Consumo medio pro capite oltre 100 litri al giorno
Se in casa aprite il rubinetto del lavandino e viene acqua è perché c’è un gestore del servizio idrico integrato. Per la provincia di Ravenna si tratta di Hera che ha ottenuto l’afdamento dall’ente pubblico: compra l’acqua dal produttore Romagna Acque (che è anche proprietario di parte delle infrastrutture, vedi pagina 8) e la distribuisce ai cittadini che pagano le bollette per la fornitura.
Le utenze servite in provincia sono 190mila (di cui 168mila domestiche), un dato stabile: aumento dello 0,5 percento negli ultimi due anni. Hera misura un consumo medio pro capite di 110-115 litri al giorno (stimato nell’ambito di una famiglia di 3 membri). La media nazionale è 200.
Il prezzo medio dell’acqua è 2,35 euro/mc. Il costo comprende tutto, sia le quote relative al servizio idrico integrato (acqua, fognatura e depurazione), sia l’Iva (10 percento), sia le componenti perequative, che il gestore incassa per conto dell’Arera, principalmente destinate per agevolare utenti colpiti da eventi estremi tipo alluvione e terremoto, per agevolare gli utenti deboli attraverso il bonus idrico, per nanziare la qualità tecnica e commerciale del servizio.
Secondo l’ultimo report reso disponibile dall’Istat, con dati riferiti al 2022, nella rete idrica della provincia di Ravenna va sprecato il 20,8 percento del volume immesso. Un litro su cinque si perde tra la fonte e il consumatore. E Ravenna è la provincia più virtuosa della regione: quella che perde più acqua è Parma col 37,1 percento, comunque al di sotto della media nazionale pari a 42,4.
Hera preferisce misurare l’indicatore delle “perdite lineari”, che indicano la quantità d’acqua persa per ogni chilometro di acquedotto. Il sistema di acquedotti che servono il ravennate (oltre 3.800 km) registra 5,86 mc per km al giorno: circa 22mila litri al giorno, al di sotto dei valori previsti da Arera per la classe migliore della valutazione. A Forlì-Cesena il dato è 5,62; a Rimini è 7,17. La media italiana è 17,9. Hera sottolinea che si tratta di un indicatore e non un dato reale perché in primo luogo include sia la quantità di acqua effettivamente dispersa, sia gli usi legittimi non misurati da un contatore e che non dovrebbero rientrare nel novero delle perdite (es. idranti, acqua per i lavaggi delle strade o per l’irrigazione dei parchi pubblici); in secondo luogo non tiene conto di un elemento determinante, che è l’estensione della rete acquedottistica: «Qualsiasi infrastruttura è soggetta a dispersioni e siologicamente, più è estesa e maggiori saranno queste ultime».
IL PAESAGGIO CHE CAMBIA
L’af damento del servizio a Hera scadrà alla ne del 2027 per effetto di una proroga di tutte le concessioni delle nove province decisa dalla Regione nel 2021. Il Governo aveva impugnato la proroga, a maggio 2022 la Corte Costituzionale ha espresso giudizio di legittimità.
«Siamo sempre stati convinti di aver agito con correttezza, proprio per realizzare quegli investimenti sul servizio idrico integrato che il Pnrr sta giustamente sostenendo – commentò l’assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo – L’obiettivo della Regione e dell’articolo di legge in questione non è affatto quello di alterare la concorrenza di mercato, né di ingerire nelle prerogative del legislatore nazionale, ma di permettere di investire sulle reti e sugli impianti del servizio idrico per la nostra collettività. Il cambio dei gestori, con gli interventi previsti nel Pnrr sulle infrastrutture idriche da realizzare, avrebbe comportato rallentamenti poco giusti cabili». (and.a.)
Se ne vanno le torri piezometriche: quella in via Antica Popilia sarà la prossima demolita Con 300mila euro a Cervia una diventa punto di osservazione panoramica sulle saline
Le torri dell’acquedotto stanno perdendo la loro funzione originaria. Strutture di cemento armato, chiamate torri d’acqua o semplicemente acquedotti, sono per la precisione torri piezometriche: la quota di conservazione dell’acqua garantisce l’erogazione e la distribuzione negli edifici circostanti grazie al principio dei vasi comunicanti. Attualmente in provincia di Ravenna sono diciassette (una in gestione al Comune di Faenza, tre a Romagna Acque e il resto a Hera), di cui quattro fuori servizio. Dieci anni fa erano venti, di cui tre già fuori servizio.
Quelle in gestione a Hera saranno demolite tutte a mano a mano che saranno dismesse. Per essere mantenuti in funzione, infatti, questi serbatoi richiederebbero interventi di manutenzione conservativa e di adeguamento alle attuali normative sismiche più costosi di quelli messi in campo per il cosiddetto revamping, cioè la sostituzione degli impianti che permettono la distribuzione dell’acqua senza ricorrere alla torre.
La prossima da demolire è quella in via Antica Popilia. Un investimento di Hera di 1,4 milioni di euro ha sostituito le vecchie elettropompe. Risultato: consumi energetici ridotti di circa il 30 percento e superflua la presenza del vecchio acquedotto pensile dalla capacità di circa 800mila litri. I tempi per la demolizione non saranno brevi, sia per le dimensioni della struttura sia per la presenza sul tetto di due antenne di telefonia e dei carabinieri. Indicativamente l’iter autorizzativo potrebbe richiedere circa tre anni.
A breve, invece, la torre antistante al centro visite delle saline a Cervia, a lato della statale Adriatica, dismessa prima del 2000, diventerà una torre di avvistamento panoramico. Il Comune di Cervia ha stanziato 300mila euro, finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Sono terminate le opere di consolidamento strutturale e mancano gli ultimi interventi di finitura estetica e l’installazione di segnaletica promozionale.
L’INTERVENTO
«IL REFERENDUM DEL 2011 DISSE NO ALLA LOGICA DEL MERCATO»
Abrotini era il referente provinciale per la campagna a favore dell’acqua pubblica
Nel 2011 un referendum abrogativo stabilì che che sull’acqua non si sarebbe potuto più fare pro tto (il sì alla modi ca ottenne il 95,8 percento con il voto di 26 milioni di italiani). Il popolo decise di abrogare (parzialmente) una norma relativa alla tariffa dell’acqua che prevedeva “l’adeguata remunerazione del capitale investito”. Togliere quel passaggio comportava niente più margini, nanza speculativa o business, semmai un servizio ef ciente a fronte di investimenti sulla rete tangibili, ad esempio per ridurre le perdite. Le cose sono andate diversamente. Il soggetto pubblico responsabile sia della regolazione e controllo dei servizi idrici sia della predisposizione del metodo tariffario (Arera, Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ha sostituito la remunerazione del capitale investito con gli oneri nanziari del gestore che sono niti nella tariffa. Quattordici anni fa Gabriele Abrotini, oggi responsabile di Resistenza Popolare a Ravenna, è stato referente per la provincia del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua pubblica. Pubblichiamo di seguito un intervento di Abrotini sul tema.
Formalmente il risultato del referendum è stato applicato, nel senso che quelle parti della legge Ronchi, presentata dal centro-destra, soggette a referendum sono state effettivamente abrogate. Salvo poi farle rientrare nella legislazione con un altro nome. Ma il dato politico è un altro. La narrazione che asseriva essere la privatizzazione dell’economia, compresi i servizi, l’unica strada percorribile in quanto portatrice di ef cienza, economicità e vantaggi per il consumatore non aveva il consenso della società. La cittadinanza aveva ben chiaro come ci siano settori dell’economia, quelli importanti per la vita umana, che debbano essere sottratti alla logica del mercato. La difesa dell’acqua pubblica è stata l’ultima mobilitazione veramente di massa che ha interessato il nostro Paese, si è vista tutta la società civile prendervi parte, dalle parrocchie ai centri sociali più radicali. Le forze politiche presenti nelle isituzioni nazionali, allora come ora, tutte dominate dal pensiero unico liberista, non hanno colto, e hanno lasciato cadere, la cesura che quel voto rappresentava, lo hanno considerato come una parentesi da chiudere appena possibile. Emblematico l’atteggiamento del Partito Democratico di Ravenna, entrato nel comitato referendario due settimane prima del voto, ne è uscito una settimana dopo. Operazione strumentale a potersi sedere tra i vincitori avendo compreso che le posizioni favorevoli all’acqua pubblica guadagnavano consenso. Dopo il voto abbiamo continuato per qualche anno confronti col sindaco Matteucci, prematuramente scomparso. Avevamo predisposto un progetto che vedeva, per il comune di Ravenna, ma per tutta la Romagna in seguito, la sostituzione nella gestione del servizio idrico, della società Hera, quotata in borsa, quindi soggetta alle esigenze dei mercati, con Romagna Acque, società per azioni ma a totale capitale pubblico. I confronti non hanno portato a nulla, del resto la legislazione italiana è nalizzata a facilitare il transito di soggetti economici dal settore pubblico a quello privato e ad impedire il percorso contrario. Nel comune di Napoli, unico caso in Italia, si è af dato il servizio idrico a una società pubblica ad hoc costituita. Ritengo che la drastica riduzione del numero di cittadini che vanno a votare sia, in parte, dovuta alla delusione per non aver voluto prendere atto delle profonde motivazioni del voto a favore dell’acqua pubblica.
Gabriele Abrotini
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Preventivo di 580mila euro per gli allacciamenti di una decina di case a San Pietro in Vincoli na modifica del regolamento a a assato al percento il contri uto ric iesto ai privati
Esistono case senza allacciamento alla rete idrica. In gergo vengono chiamate “case sparse”: come dice il nome stesso, sono abitazioni distanti dai centri abitati e non abbastanza ravvicinate fra loro da formare nuclei abitativi. Non sono raggiunte dall’acquedotto. Per l’acqua potabile necessaria per gli usi civili ci si arrangia: c’è chi prende taniche dalle (poche) fontane pubbliche, c’è chi si è dotato di un pozzo (in crisi con la siccità recente) o di cisterne di raccolta, piovana o consegnata da autobotti.
Un calcolo recente di Atersir, l’Agenzia regionale per i riuti e il servizio idrico, ne conta 60mila in Emilia-Romagna e stima un investimento necessario per gli allacci di 1,8 miliardi euro. Nel comune di Ravenna il fenomeno è più diffuso nel forese sud (tra Ville Unite e San Pietro in Vincoli) che in quello nord. Il dato reso noto in tempi recenti è di duecento famiglie in totale. Ma manca un censimento puntuale: l’ultima mappatura, e pure incompleta, è di quasi quarant’anni fa.
L’assessora ai Lavori pubblici, Federica Del Conte, sottolinea che si è già intervenuti per risolvere diverse situazioni anche se «non è semplice sapere quante case non sono allacciate alla rete». Sono rimaste le situazioni più complesse. E ci sono dif coltà a mettere d’accordo tutti i residenti: «Qualcuno fa il furbetto e non aderisce all’intervento, salvo poi chiedere successivamente l’allaccio, così chi accetta deve pagare di più».
La Pigna chiede al Comune di coprire tutte le spese per i cittadini
A gennaio è stato modi cato il regolamento di Atersir che ssa la ripartizione fra pubblico e privato per gli interventi di ampliamento della rete idrica. Fino al 2024 era metà e metà. Ora Atersir può arrivare al 70 percento se il Comune in cui ricade l’intervento contribuisce almeno con il 10 percento. Per i cittadini rimarrebbe quindi un quinto del costo, ma l’ente pubblico può farsi carico di tutta la spesa, direttamente o tramite società controllate. Già successe nel 2024 nella località montana di Santa Lucia (Cesena): Atersir e Comune spartirono in parti uguali il costo di 475mila euro e ai privati (8 famiglie e 8 attività produttive) toccò solo una piccola parte.
GREENPEACE
Tracce di Pfas tra gli inquinanti
Ci sono anche Ravenna e Faenza tra le città inquinate dai Pfas, le pericolose sostanze chimiche presenti nell’acqua potabile, secondo una recente analisi di Greenpeace. Noti come “inquinanti eterni”, i Pfas sono usati in numerosi processi industriali e prodotti di largo consumo, e sono da tempo associati a gravi rischi per la salute. Greenpeace ha analizzato campioni di acqua potabile nelle fontane pubbliche di 235 città italiane, evidenziando che il 79% di questi sono contaminati. Compresi alcuni capoluoghi romagnoli.
L’Emilia-Romagna è tra le regioni con la maggiore quantità di Pfas trovati nell’acqua potabile. A Ravenna Greenpeace ha assegnato il bollino fucsia, riscontrando 87 nanogrammi per litro di inquinanti; mentre a Faenza il bollino viola, con 170 nanogrammi per litro. La scaletta dell’associazione ambientalista va dal bianco (assenza di contaminanti) al viola (maggiore quantità di contaminanti), passando per i livelli intermedi di verde, giallo, arancione, rosso e fucsia.
La presenza dei Pfas non è regolamentata nelle acque potabili nazionali e solo tra un anno, a inizio 2026, entrerà in vigore in Italia la direttiva europea 2020/2184 che impone dei limiti normativi. I Pfas non esistono in natura, sono stati creati dall’industria chimica.
Alla ne di ottobre 2023 i residenti delle Ville Unite hanno avuto il preventivo del progetto atteso ormai da quarant’anni: circa 580mila euro (al netto dell’Iva) da ripartire fra privati e pubblico, cui aggiungere il costo del contatore. Con il regolamento in vigore all’epoca sarebbero toccati circa 35mila euro a ogni famiglia. Veronica Verlicchi, consigliera comunale di opposizione con la lista La Pigna, chiede che il Comune di Ravenna faccia come Cesena per la decina di famiglie che gravitano attorno a via Spadolaro a San Pietro in vincoli: «Ravenna Holding, società controllatà dal Comune, ha tutta la disponibilità economica per erogare il contributo necessario perché riceve ogni anno da Hera oltre 3,4 milioni di euro che, secondo gli accordi stabiliti da Atersir, devono essere spesi per la manutenzione e l’estensione della rete idrica. Soldi che Hera incassa dal prezzo di vendita dell’acqua a tutti gli utenti ravennati». Per il secondo semestre di quest’anno è atteso un bando di Atersir per de nire la graduatoria dei cittadini interessati ad avere il contributo pubblico per realizzare l’allacciamento. Verlicchi si augura che il Comune si muova meglio dell’ultima volta: «La procedura prevede che i Comuni facciano avvisi pubblici per raccogliere gli interessi dei privati e questi vengano poi comunicati a Atersir. Ma nell’ultimo bando questo non è accaduto, il Comune di Ravenna ha segnalato solo i casi di cui era a conoscenza, ma molti altri sono rimasti all’oscuro e non gurano nelle liste».
In regione sono conteggiate 60mila case, servirebbero 1,8 miliardi di euro
Andrea Alberizia
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Poetica: dai forma alla tua poesia
POETICA design Vuesse
a ar a a a a r
randi direttori d’orc estra nel programma sinfonico della I edizione incentrata sul potere salvifico della musica ccademia izantina omaggia ivaldi i ettori anc e sulla nuova generazione del pianismo internazionale
“Donde hay música no puede haber cosa mala”, ovvero “dove c’è musica non ci può essere alcun male”, è la citazione dal Don Chisciotte scelta come sottotitolo dalle XXXVI edizione del Ravenna Festival, che da sempre trova nella musica e nelle arti performative uno spazio di confronto e dialogo. E anche quest’anno non poteva quindi che essere Riccardo Muti a occupare il podio del concerto inaugurale del 31 maggio al Pala De André, alla guida della sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini per l’ouverture Coriolano e la Settima Sinfonia di Beethoven, nonché per il Concerto n. 4 in re maggiore K 218 di Mozart, con solista Giuseppe Gibboni, il violinista che nel 2021 ha riportato in Italia il Premio Paganini. Nel secondo appuntamento con la Cherubini, a luglio, Muti dirige invece la Quinta Sinfonia di Beethoven, la Quarta Sinfonia “Italiana” di MendelssohnBartholdy e la Sinfonia da I vespri siciliani di Verdi. Il programma sinfonico di quest’edizione è anche l’occasione per rivedere a Ravenna due direttori del calibro di Zubin Mehta e Daniel Harding. Il primo sarà (il 26 giugno al Pala De André) sul podio dell’orchestra di cui è direttore onorario a vita – quella del Maggio Musicale Fiorentino – per un programma composto dal Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 61 di Beethoven, con solista Amira Abouzahra, e dalla Symphonia domestica di Richard Strauss. Harding (il 10 luglio sempre al De André) dirige invece l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, di cui è diventato direttore musicale l’anno scorso, in un trittico composto da Blumine dalla Sinfonia n. 1 di Mahler, il Preludio e Liebestod dal Tristan und Isolde di Wagner e la Seconda Sinfonia in re maggiore op. 73 di Brahms. S’intitola Vivaldi d’amore la serata (17 giugno al teatro Alighieri) che Accademia Bizantina dedica ai concerti per archi, violino e viola d’amore del Prete Rosso. Al centro della scena nei doppi panni di direttore e solista c’è Alessandro Tampieri, fra i primi a unirsi alle la della Bizantina e oggi suo primo violino solista. Due gli appuntamenti invece con la nuova generazione del pianismo. Mentre Alexander Gadjiev, premio Abbiati miglior solista nel 2022, si misura (il 20 giugno ai Chiostri Francescani) con Debussy, Bartók e Musorgskij, Pietro Fresa, classe 2000, sceglie un programma (6 giugno al Museo Nazionale) che si apre e chiude con variazioni di Mozart e Brahms.
BIGLIETTERIA
Aperte le prevendite
Le prevendite per gli spettacoli del Ravenna Festival 2025 aprono giovedì 13 marzo (ore 10). I biglietti possono essere acquistati al teatro Alighieri, telefonicamente (0544 249244), online (ravennafestival. org), circuito Vivaticket, filiali La Cassa di Ravenna e IAT di Ravenna e Cervia. Tutto il programma su Ravennafestival.org.
Il Festival nelle basiliche ravennati
Nell’anno del Giubileo, il Ravenna Festival torna nelle basiliche cittadine. E in particolare propone a Sant’Apollinare in Classe l’oratorio San Giovanni Battista che Alessandro Stradella compose per l’Anno Giubilare 1675. A eseguirlo (il 4 giugno) l’Ensemble Mare Nostrum diretto da Andrea De Carlo.
Il Festival ha inoltre commissionato una nuova sacra rappresentazione sulla figura di Rut per la Basilica di San Giovanni Evangelista: Rut. Raccolti di speranza è stata composta da Marianna Acito su libretto di Francesca Masi. In scena (dal 10 al 16 giugno), Laura Zecchini nei panni della protagonista e Daniela Pini e Angelo Testori rispettivamente in quelli di Noemi e Boaz; a dirigere gli Strumentisti della Cherubini e il Gruppo Vocale Heinrich Schütz sarà Mattia Dattolo. Le messe in scena a tema sacro contano anche un altro intenso oratorio seicentesco, quello di Dietrich Buxtehude incentrato sul corpo di Cristo crocifisso: nella Basilica di Sant’Agata Maggiore, Membra Jesu Nostri (dal 20 al 26 maggio) è affidato al Coro & Ensemble 1685 del Conservatorio Verdi di Ravenna (direzione Antonio Greco).
La ricorrenza dei 500 anni dalla nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina sarà celebrata nella Basilica di San Vitale (1 giugno) dal ritorno dei Tallis Scholars, diretti da Peter Phillips in un programma che mette il compositore cinquecentesco a stretto confronto con Arvo Pärt (che compie invece novant’anni), e dall’ensemble vocale Odhecaton, che riunisce sotto la direzione di Paolo Da Col alcune delle migliori voci maschili italiane specializzate in musica rinascimentale e preclassica (8 giugno). Tallis e Odhecaton prenderanno parte anche alla tradizionale rassegna di liturgie domenicali, quest’anno a Sant’Apollinare in Classe.
RAVENNA&DINTORNI 13-19 marzo 2025
Da Brahms al folk sloveno, passando per la Napoli dell’Ottocento
Un breve viaggio tra le formazioni cameristiche che escono dagli schemi
Musica classica non solo nel senso “classico” del termine, come sempre, al Ravenna Festival. Tra le formazioni cameristiche protagoniste, per esempio, anche l’eclettico e già premiatissimo vision string quartet (11 giugno al Mar), che riette la fresca vivacità culturale di Berlino, dove ha base, nella versatilità con cui accosta un Quartetto di Brahms a composizioni originali eseguite con strumenti ampli cati.
Fondato invece a Colonia il Trio Orelon (“orelon” signi ca “orecchio” in esperanto), che propone (il 29 giugno agli Antichi Chiostri Francescani) tre trii con pianoforte, incastonando quello di Anton Arensky fra Haydn e Beethoven.
Il Signum Saxophone Quartet (24 giugno al Mar) si esibisce invece su brani trascritti per e dai suoi musicisti, spaziando da Grieg e Barber a Gershwin e Piazzolla, no al giovanissimo compositore vietnamita-americano Viet Cuong.
Oltre agli appuntamenti sulle rotte mediorientali del Festival delle Culture (vedi box a destra), come sempre il programma include svariati eventi che guardano ad altri territori geogra ci. È il caso delle musiche dal mondo, arrangiate dal compositore americano Fred Sturm per celebrare differenze e tangenze, che Marco Albonetti e il FontanaMix Ensemble propongono (il 21 giugno al Mar) con Terra Madre (Migrations) o del folk avant-garde del trio sloveno Širom, la cui varietà di strumenti include oggetti convertiti alla musica (19 giugno al Mar). Si ritorna in Italia con Rapsodia fantastica, un concerto (il 17 maggio al Rasi) con proiezioni video dove la musica contemporanea di Giacomo Cuticchio incontra il Teatro dei Pupi del padre Mimmo, e con Vincenzo Capezzuto e il Motus Mandolin Trio, che si mettono sulle tracce della canzone napoletana nell’Ottocento (il 12 giugno al Mar).
Ha debuttato l’anno scorso a Spoleto Anita, opera di Gilberto Cappelli su libretto di Raffaella Sintoni e Andrea Cappelli e commissionata dal Teatro Lirico Sperimentale A. Belli di quella città per illuminare le gesta dell’eroina dei due mondi e il culto che suscitò soprattutto in Romagna. Il 4 luglio nella storica cornice della Fattoria Guiccioli (in zona Mandriole), dove Anita morì nel 1849, Marco Angius dirige l’Orchestra Calamani e il Coro del Teatro Lirico Sperimentale, con il soprano Chiara Guerra e il baritono Alberto Petricca nei panni dei protagonisti Anita e Giuseppe Garibaldi. Un omaggio a una figura di sorprendente modernità lungo una partitura che non cela l’amore tutto mitteleuropeo per Mahler e l’espressionismo di inizio Novecento di Schönberg e Berg. L’OPERA
C.A.B. TER.RA. è la prima cooperativa agricola nata in provincia di Ravenna; fondata il 17 ottobre 1888 da Nullo Baldini, oggi è proprietaria di vaste superfici, coltivate con tecniche moderne e condotte con efficienti forme di organizzazione del lavoro. La coltivazione agricola - con un occhio di riguardo per il settore biologico, in forte espansione - è la principale attività della cooperativa, che svolge anche lavori per conto terzi, vendita di mele e allevamento di bovini, alcuni di razza Romagnola da carne, con marchio Q.C. (Qualità Controllata) e I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta).
“Romagna in ore” torna dal 10 maggio con nove appuntamenti pomeridiani
Dopo il grande successo dell’anno scorso (con 30mila presenze registrate) torna anche quest’anno la rassegna nella rassegna ecosostenibile “Romagna in fiore”: nove appuntamenti pomeridiani che vogliono essere una celebrazione dello spirito di comunità e resilienza dei territori funestati dagli eventi alluvionali degli ultimi due anni. Dal 10 maggio a inizio giugno tra Faenza, Traversara, Modigliana, Mercato Saraceno, Borgo Tossignano, Forlì, Castel Bolognese, Riolo Terme e la Torraccia, nel Ravennate. Il programma dei concerti verrà presentato a fine marzo.
La prima rassegna sulla diaspora palestinese in collaborazione con il Festival delle Culture
Sono quattro i concerti di “Voci e musiche dalla Palestina”, la rassegna organizzata dal Ravenna Festival in collaborazione con il Festival delle Culture e che partirà già in aprile. Si tratta - come ha spiegato il direttore artistico Franco Masotti - «della prima rassegna mai realizzata in Italia - e in un momento così tragico - dedicata alla diaspora palestinese, con quattro significativi artisti di diversa area stilistica. La musica darà voce alla nostalgia per la propria terra».
Si parte appunto il 24 aprile al Rasi con Rasha Nahas (voce solista e chitarra, nella foto): la sua musica è una miscela di passato e presente e riflette contemporaneamente le profonde radici della sua famiglia nel villaggio palestinese di Tarshiha nell’Alta Galilea, la città costiera di Haifa dove è nata e cresciuta, e Berlino, dove Rasha attualmente vive.
La rassegna entrerà poi nel vivo dal 23 al 25 maggio, per tre serate consecurtive al teatro Alighieri. Si parte con Kamilya Jubran, figura di riferimento della musica contemporanea e in particolare dell’ibridazione di ambiti e generi che vanno dalla tradizione classica mediorientale alla musica popolare palestinese, fino all’improvvisazione radicale. Seguiranno i 47Soul, band che presenta il proprio e unico genere musicale chiamato “Shamstep” – un mix di musica da strada tradizionale della regione Bilad al-Sham (che comprende Palestina, Libano, Siria, Israele, parti della Giordania, dell’Iraq e della Turchia) combinato con ritmi elettronici e influenze da funk, hip-hop e rock, collegando melodie che hanno attraversato il mondo arabo per secoli con sintetizzatori analogici, ipnotiche linee di chitarra, cantando in un mix di arabo e inglese. Il 25 maggio appuntamento conclusivo con l’artista palestinese Bashar Murad, cantautore e regista “che produce musica pop di influenza globale. La sua musica sfida gli stereotipi e mette in luce questioni sociali”, si legge nella cartella stampa.
Cooperativa Agricola Braccianti Territorio Ravennate
Max Richter e le metropoli di Heiner Goebbels
I due compositori sono tra i nomi di punta della nuova edizione del Festival che celebra anche il centenario della nascita di Luciano Berio con il Duo Aria
Ampio spazio, come ormai tradizione, per la musica contemporanea anche nella XXXVI edizione del Ravenna Festival.
La star internazionale è Max Richter, con il suo più recente album In A Landscape (Deutsche Grammophon) quasi un atto di protesta che oppone silenzio e pacatezza alla vio-
lenza diffusa della nostra epoca (6 luglio al Pala De André). Altra data da segnare in agenda è quella del 7 giugno (al teatro Alighieri) con le Surrogate Cities del compositore tedesco Heiner Goebbels, audace sperimentatore capace di mescolare classica e jazz, pop ed elettronica, insieme a un bagaglio di suoni e rumori, improvvisazioni e campionamenti. In questa produzione di Ravenna Festival, Goebbels curerà anche la mise en espace, rmando scene e luci, mentre a eseguire l’imponente ciclo orchestrale dedicato alle metropoli – ai loro ritmi frenetici ma anche oasi di pace e molteplici voci – saranno l’Orchestra Cherubini diretta da Andrea Molino, i solisti Aurore Ugolin e John De Leo e Alípio Carvalho Neto ai sassofoni.
Per il centenario della nascita di Luciano Berio, il Duo Aria (ovvero Carlo Sampaolesi alla sarmonica e Pietro Elia Barcellona al contrabbasso) ne propone la Sequenza XIVb e la Sequenza XIII (chanson), accanto a In bianco e nero di Francesca Verunelli – compositrice che conta fra i riconoscimenti anche il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia – così esplorando l’in uenza di Berio sulle successive generazioni di compositori (3 giugno al Museo Nazionale).
L’OMAGGIO/2
L’OMAGGIO/1
CAT POWER CANTA BOB DYLAN
C’è anche il Ravenna Festival fra le tappe del nuovo tour della cantautrice di culto Cat Power. Un tour unico, che vedrà l’americana impegnata a celebrare l’epocale “concerto della Royal Albert Hall” di Bob Dylan del 1966. Il prossimo 26 giugno al Teatro Alighieri rivivrà lo spettacolo in cui Dylan passò da acustico a elettrico a metà esibizione, scatenando le ire dei puristi del folk e modificando la traiettoria del rock ‘n’ roll.
LA LEGGENDA DEI WEATHER REPORT
Appuntamento da non perdere per gli appassionati di jazz e in particolare del cosiddetto fusion, genere che vede tra i più grandi protagonisti di sempre gli americani Weather Report Il 18 giugno al teatro Alighieri la loro musica e quella del loro leader Joe Zawinul (scomparso nel 2007) tornerà in vita grazie alla Zawinul Legacy Band 3.0 in cui spicca alla batteria la presenza di Omar Hakim, tra i più importanti session man degli ultimi decenni, membro dei Weather Report negli anni ottanta.
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DANZA
L’omaggio
del Festival a Micha
van Hoecke, Pink Floyd ed Ennio Morricone
no spettacolo e una mostra fotografica per ricordare il coreografo a quattro anni dalla morte ra i protagonisti anc e primi allerini e solisti delle compagnie internazionali in es toiles
Quest’anno spetta alla danza concludere il programma estivo di Ravenna Festival il 13 luglio, con il ritorno di Les étoiles, ormai un brand per tutti gli appassionati di balletto: fra repertorio classico e moderno – senza trascurare novità contemporanee e brani in prima nazionale e assoluta – il gala curato da Danie-
le Cipriani per Ravenna è pour homme, quindi interamente declinato al maschile con primi ballerini e solisti dalle migliori compagnie internazionali.
La danza si fa anche strumento per esplorare due eredità musicali del Novecento. La MM Dance Company è coinvolta nella nuo-
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il compito di confrontarsi con le sue iconiche composizioni per il cinema. In un intreccio di danza, cinema e arti visive, Notte Morricone (19 giugno al Pala De André) rende omaggio all’uomo e all’artista, mostrandocelo proprio nel momento della creazione. Le musiche sono registrate dall’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
CCN/Aterballetto propone inoltre al Museo Classis (3 e 4 giugno) le MicroDanze, brevi performance immaginate per spazi non teatrali.
va coproduzione The Wall & Pink Floyd Greatest Hits (15 giugno al Pala De André), mentre per celebrare Ennio Morricone il Centro Coreogra co Nazionale/Aterballetto ha af dato a Marcos Morau, il più giovane coreografo ad aver ottenuto il Premio Nazionale di Danza (massimo riconoscimento in Spagna),
La sezione danza include anche un doppio omaggio a Micha van Hoecke, fra gli artisti che hanno amato Ravenna e il suo Festival e riferimento del mondo coreutico e in particolare del “teatro di danza” a ne Novecento e primi anni duemila: a quattro anni dalla scomparsa del coreografo, la compagna d’arte e vita Miki Matsuse riallestisce in prima italiana con il Balletto di Roma La dernière danse? (14 giugno al teatro Alighieri), mai proposto prima a Ravenna e lavoro centrale nel percorso di Micha, non solo perché ne decretò il successo negli anni Ottanta, ma anche perché rappresenta un viaggio nel labirinto dei ricordi, sulle musiche della giovinezza dell’artista. Nell’occasione il Teatro Alighieri ospiterà anche una mostra fotograca: La vie d’artiste è un ritratto per immagini di Micha, dalla storia della famiglia russobelga agli anni con Béjart a Bruxelles no all’attività in Belgio e in Italia. È una prima anche Fragolesangue di Monica Francia, Ida Malfatti e Zoe Francia Lamattina, una coproduzione di Ravenna Festival e Nanou Associazione Culturale Ets (29 giugno all’Almagià). Il titolo riprende quello della pellicola del 1970 diretta da Stuart Hagmann e premiata a Cannes – un racconto della presa di coscienza politica di uno studente, maturata nel contesto della controcultura americana. Con una forte componente laboratoriale per giovanissime performer, lo spettacolo diventa un’esperienza collettiva che fa i conti con le narrazioni di un’altra epoca poetico-politica, a contatto con corpi, desideri e urgenze del presente.
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“Notte Morricone”
Da Aristofane al Don Chisciotte, dall’Induismo a Beckett: in scena Albe, Baliani, Nerval e Fanny & Alexander
Si conclude il progetto partecipato su Cervantes, mentre a Lido Adriano torna il “Grande” spettacolo di comunità
Le compagnie e gli artisti ravennati - eccellenza della scena italianasono protagoniste dell’anta dedicata al teatro del Ravenna Festival.
A partire da Marco Martinelli, fondatore delle Albe, che “rimette in vita”, come già fatto con altre commedie di Aristofane - grazie alla vis comica degli adolescenti di Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata - le eroine della Lisistrata, che scioperano contro la guerra. Con musiche di Ambrogio Sparagna, Lisistrata arriverà a Ravenna (il 28 maggio all’Alighieri) dopo il debutto al Parco Archeologico di Pompei, che ha commissionato il progetto.
Se l’ateniese Lisistrata rappresenta l’impegno civile e paci sta, il ritratto dell’eroe moderno non può che passare dalle avventure del cavaliere errante di Cervantes: si corona quest’anno Don Chisciotte ad ardere, che Marco Martinelli ed Ermanna Montanari del Albe/Ravenna Teatro hanno dedicato a un altro caposaldo del canone letterario occidentale dopo l’acclamato trittico dantesco. Con musiche originali del gruppo art rock Leda e la partecipazione dei cittadini che hanno risposto alla Chiamata Pubblica, le tre ante del progetto (compresa l’inedita terza parte) saranno in scena fra Palazzo Malagola, Palazzo di Teodorico e Teatro Rasi (dal 26 al 30 giugno e dal 2 al 7 luglio).
È invece la letteratura extraeuropea il focus del Grande Teatro di Lido Adriano, che sceglie un testo che per l’Induismo ha valore sacro. Il Bhagavadgītā, nel quale il guerriero Arjuna rischia di abbandonarsi allo sconforto di fronte all’imminente battaglia, sarà riletto con il coinvolgimento di decine di giovani e adulti della cosmopolita località della riviera, con drammaturgia di Tahar Lamri, direzione artistica di Luigi Dadina (che ne è regista) e Lanfranco Vicari, in arte Moder, e musiche originali di Francesco Giampaoli.
Le variazioni sul tema si completano con Del coraggio silenzioso, uno spettacolo di e con Marco Baliani (maestro del teatro di narrazione, trasferitosi anche lui a Ravenna), dedicato all’eroismo «che non presuppone tempra guerriera e non si staglia sulla scena, non attende ricompense né ringraziamenti, ma nasce da una necessità umana più profonda e in parte inde nibile» (16 giugno al teatro Alighieri).
La sezione teatro include anche la prima di Ghosts di Fanny & Alexander (3 luglio all’Alighieri): tra apparizioni esplosive, colpi di scena e sottilissime inquietudini, l’universo di Edith Wharton, l’autrice dei racconti di fantasmi da cui lo
spettacolo prende le mosse, ci interroga su nostalgia, rimpianto, rimorsi, paura e amore per l’invisibile. Lo spettacolo è diretto da Luigi Noah De Angelis, autore anche di scene e luci, e vede in scena Andrea Argentieri e Chiara Lagani, che cura anche drammaturgia, traduzioni e costumi; le musiche sono di Luigi Ceccarelli. Nerval Teatro di Maurizio Lupinelli ed Elisa Pol propone invece (1 e 2 luglio all’Almagià) Finale di partita, uno dei lavori più signi cativi del drammaturgo irlandese Samuel Beckett; in scena lo stesso Lupinelli, Barbara Caviglia e Carlo De Leonardo e Matteo Salza, due interpreti diversamente abili provenienti dai laboratori di Nerval Teatro a Rosignano Marittimo e Ravenna; lo spettacolo sarà l’occasione per azioni dedicate al pubblico con disabilità sensoriale, consentendone la fruizione anche a sordi e ipovedenti.
TEATRO
Marco Martinelli nel “Don Chisciotte” (foto Silvia Lelli)
INTERVISTA DOPPIA
«Il Ravenna Festival tra vent’anni?
Una casa per artisti, un luogo di incontro e conoscenza»
Alla scoperta di Anna Leonardi e Michele Marco Rossi, indicati dalla presidente onoraria Cristina Mazzavillani come i direttori artistici del futuro. Nella nuova edizione cureranno una due giorni dedicata al canto, con il maestro Muti
Anna Leonardi e Michele Marco Rossi sono i due nomi nuovi che la presidente onoraria del Ravenna Festival, Cristina Mazzavillani Muti, ha lanciato un po’ a sorpresa alla ne della presentazione pubblica della nuova edizione, sabato 8 marzo, dal palco del teatro Alighieri: «Loro dovranno diventare il futuro del Ravenna Festival», ha dichiarato senza mezze misure Mazzavillani, rivolgendosi esplicitamente anche al sindaco Fabio Sbaraglia presente in platea. Di fatto, secondo i piani della fondatrice, dovranno diventare loro i nuovi direttori artistici, prima af ancando e poi prendendo il posto degli storici Franco Masotti e Angelo Nicastro, per un ricambio generazionale divenuto inevitabile, alla vigilia della 36esima edizione. Il violoncellista Rossi (classe 1989) e l’oboista Leonardi (classe 1990) si erano già affacciati nell’organizzazione del Festival l’anno scorso, nella direzione artistica della “Chiamata alle arti” promossa dalla stessa Mazzavillani Muti, una sorta di happening che ha portato al Museo Classis giovani e giovanissimi artisti (o aspiranti tali) provenienti da tutta Italia. Quest’anno sono invece alla guida del progetto dedicato al canto, Cantare Amantis Est: domenica 1 e lunedì 2 giugno al Pala De André cori di tutt’Italia prenderanno parte a due giorni di prove e lezioni con la guida di Riccardo Muti. Ne abbiamo appro ttato per conoscerli meglio. Presentatevi in poche righe.
A.L.: «Sono Anna Leonardi e sono sostanzialmente una musicista, che ha avuto la grande fortuna di fare parte dei Cherubini, come corno inglese e oboe. Nel 2017 ho organizzato il mio prima festival musicale, in Umbria, e l’esperienza mi è piaciuta a tal punto da conseguire un master in management musicale. Successivamente ho ottenuto il coordinamento del festival Milano Musica, nato in collaborazione con il Teatro alla Scala. Da lì mi sono occupata principalmente dell’aspetto manageriale di questo mondo: suono ancora, ma purtroppo non quanto prima per mancanza di tempo. Inoltre, da circa un anno e mezzo sono responsabile della casa editrice del gruppo Sugar Music».
M.M.R.: «Sono Michele Marco Rossi, violoncellista, ma ancora oggi ho molti dubbi nel de nirmi tale. È come se ogni giorno mi immaginassi in un ruolo diverso, con una vita e un’identità artistica differente. A circa vent’anni ho capito che l’aspetto che amo di più della musica e dell’arte è proprio quello della contemporaneità, forse perché rispecchia questo continuo cambio di identità, quella possibilità di essere tante cose diverse allo stesso tempo, anche contraddittorie tra loro. Da quel giorno mi ci sono dedicato completamente». Cos’è per voi la musica?
A.L.: «Tutto, non lo dico per retorica, ma perché nella mia vita non ho mai fatto altro. A due anni e mezzo seguivo i miei genitori mentre suonavano il piano, poco dopo ho iniziato a suonarlo io. Poi il periodo nella banda del paese e l’iscrizione in conservatorio a 12 anni, per studiare oboe. È qualcosa di totalizzante, quando mi guardo indietro mi accorgo di non aver mai fatto altro se non con la musica o per la musica».
M.M.R.: «Non è facile rispondere. Mi sembra un qualcosa di perfettamente organico con il mio stare al mondo. Come guardare qualcosa o come pensare. La musica è un modo di vivere se stessi e gli altri, qualcosa di diverso dall’atto di suonare o dalle note scritte su un pentagramma: è un continuo trasformarsi. Quando è sincera poi, è un momento di grande pace». Cos’è per voi il Ravenna Festival?
A.L.: «In primis una grande e continua scoperta. Lo conoscevo come un festival importantissimo, una meta a cui si arriva dif cilmente. Poi ho avuto modo di viverlo, da spettatrice e da musicista con l’Orchestra Cherubini, ed è stata una grande emozione. Lo vedo anche come una grande opportunità, un luogo dove i muri diventano quadri e le armi diventano arti, in un’ottica di apertura, condivisione e cultura nel senso più alto della parola».
M.M.R.: «Un laboratorio incredibile. Un’idea di futuro migliore, una speranza. Una grande casa per gli artisti». Come immaginate il Festival tra 20 anni?
A.L.: «Come un luogo di incontro e conoscenza, di scambio
Cristina Mazzavillani Muti mentre presenta
Michele Marco Rossi e Anna Leonardi (seduti con lei nella foto) al pubblico dell’Alighieri
di idee e costruzione. Uno spazio che possa regalare una possibilità ai giovani, ma anche un momento di crescita musicale e culturale internazionale. Dai racconti di Cristina ho capito che la “possibilità” è un tema centrale del festival, e mi piace pensare che tra vent’anni sarà ancora cosi».
M.M.R.: «Sempre come una casa per artisti, ma ancora più grande. Anche come prova del fatto che l’essere umano può esprimersi in maniere meravigliose, e che non è vero che la guerra è parte della nostra natura, anche se ce ne sono state tante, e ancora continuano...».
Qual è stata la prima cosa che avete pensato quando Cristina Mazzavillani vi ha indicato come il futuro di questo Festival?
A.L.: «“Oddio, e adesso che faccio?”. Ho provato un grande senso di responsabilità e tanta paura, ma quella paura bella, che fa venir voglia di mettere subito a terra mille idee. Il secondo pensiero invece è stato “Quanto dovrò studiare adesso?”, Ci sono più di trent’anni di storia del Festival da studiare per poter fare qualcosa di nuovo domani. È un grande onore, anche se confesso che a volte ho ancora paura di non meritarmelo».
M.M.R.: «Ho con dato a Cristina che a volte mi chiedo se lei esista veramente. È troppo presto per me per riuscire a comunicare il mare di emozioni che ho dentro. Una cosa però la so: Cristina mi ha cambiato n dal nostro primo incontro, mi ha insegnato tanto e reso migliore. Spero di poterle restituire il tesoro interiore che mi ha ispirato, e forse so come fare: dedicandomi a dare indietro agli altri quanto di bello ho ricevuto. Me lo ha insegnato lei».
Ci descrivete in poche parole il progetto di quest’anno, Cantare Amantis Est?
A.L.: «Come prima cosa vorrei ringraziare il maestro Muti per aver accettato di nuovo la nostra chiamata, sposando pubblicamente la nostra causa. Per il resto, si tratta di un progetto meraviglioso: l’opportunità di lavorare con il Maestro è una fortuna che dovrebbero avere tutti, senza limiti di età e senza un bagaglio di conoscenze pregresso. Questa masterclass parte dai cori verdiani per dare alla cittadinanza, alle voci bianche, ai cori di qualsiasi natura, agli studenti dei licei musicali di tutta Italia la possibilità di capire a fondo cos’è il suono della parola».
M.M.R.: «È un’occasione unica sotto tanti punti di vista: poter cantare Va, Pensiero diretti da Riccardo Muti è qualcosa che ci si porta dentro per tutta la vita; creare un unico grande coro senza distinzioni di età, provenienza, livello, formazione... anche. Riccardo Muti in quei giorni ci guiderà nella compren-
sione del signi cato del “cantare insieme”. E poi Cantare Amantis Est dà lavoro a tanti artisti giovanissimi, regala un’opera d’arte alla città, fa suonare di nuovo l’organo del Duomo, crea spazi di incontri e condivisione. È un contesto in cui partecipare non signi ca solo applaudire qualcuno, ma mettersi in gioco, conoscersi meglio, incontrare gli altri e crescere insieme. Io stesso non vedo l’ora di partecipare».
Qual è il vostro sogno, da direttori artistici? Un progetto in cui vorreste misurarvi?
A.L.: «Trovare il sistema per dare spazio alle nuove creatività, e al tempo stesso fare in modo che la dimensione dei giovani alla scoperta del mondo musicale si rapporti con quella con dei grandi nomi dell’arte. Vorrei che l’innovazione, con uno sguardo rivolto all’antico, possa restare sempre il fulcro del Festival».
M.M.R. «Il mio sogno è rendere la contemporaneità un patrimonio comune, da seguire con passione, responsabilità, interesse, coinvolgimento. Sentire che parla a tutti noi. Vorrei sostenere i compositori e far crescere l’entusiasmo e la curiosità tra il pubblico. Come se fosse ogni volta l’attesa di una nuova Opera di Verdi o di un nuovo disco di De André. Una curiosità sentita, partecipata, viva».
«Vorremmo dare spazio a nuove creatività e rendere la contemporaneità un patrimonio comune»
Il concerto (da spettatori) della vostra vita?
A.L.: «Quello del Maestro Muti con la Wiener Philharmoniker, anche se non vorrei sembrare monotona....»
M.M.R.: «Il mio primo Rigoletto. Non era una grande produzione, ma da quel giorno la mia vita è cambiata». Il concerto (da protagonisti sul palco) della vostra vita?
A.L.: «Me ne vengono in mente due: quando ho suonato il solo del Guglielmo Tell con il corno inglese in diretta Rai, per il concerto di Natale del Senato, e la Sinfonia “Dal Nuovo Mondo” suonata alla Rocca Brancaleone in periodo di pandemia, con l’orchestra distanziata di due metri e un pubblico piccolissimo ad ascoltarci».
M.M.R.: «Lasciamo che questa vita passi, poi ne riparleremo».
Tre compositori preferiti?
A.L.: «Verdi, Palestrina, Stravinsky».
M.M.R.: «Verdi, Xenakis, De André».
FUORI COMUNE/1
Jazz e pop orchestrale al Pavaglione di Lugo
on il grande ri aine la coppia ava ollani e Malika Ayane insieme alla Corelli
Il tris di concerti al Pavaglione di Lugo si apre il 20 giugno con la prima italiana di The Passion of Octavius Catto di Uri Caine (nella foto). Fra i jazzisti più “enciclopedici” di sempre e pianista sopraf no, Caine ha composto questo pezzo nel 2014 per la Philadelphia Orchestra, in onore dell’insegnante e attivista afroamericano per i diritti civili che fu assassinato nella città statunitense nel 1874. A Lugo ne sarà proposta una versione cameristica per quintetto jazz e voce solista – quella di Barbara Walker, già straordinaria interpre-
te della prima esecuzione. Seguirà il giorno dopo l’appuntamento con Enrico Rava e Stefano Bollani; d’altronde è stato lo stesso Rava a scoprire l’allora giovanissimo ma già fuoriclasse Bollani.
A completare il ne settimana a Lugo il 22 giugno il concerto di una raf nata cantautrice come Malika Ayane, per la prima volta in “versione sinfonica” grazie alla complicità dell’Orchestra La Corelli, sulla scia dei felici incontri fra formazioni classiche e pop-rock che il Festival sta sperimentando in questi anni.
FUORI COMUNE/2
Dal tributo a Pino Daniele
Tra i protagonisti della rassegna nella rassegna anche ldo azzullo oni vadia ario ozzi lessio oni arlo ucarelli
A dieci anni dalla scomparsa di Pino Daniele, Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello gli rendono omaggio il 25 giugno con “Il cielo è pieno di stelle”, uno dei sette appuntamenti del “Trebbo in musica”. L’ormai tradizionale percorso di eventi fra musica e parole a Milano Marittima include anche Aldo Cazzullo e Moni Ovadia (nella foto) con Il romanzo della Bibbia con musiche live di Giovanna Famulari (9 luglio), Mario Tozzi e il jazzista Enzo
FUORI COMUNE/3
Favata (18 giugno) per una disamina geologicomusicale del Mediterraneo, Dardust con il suo Urban Impressionism (24 giugno), una nuova produzione con Carlo Lucarelli (2 luglio), La Traviata sono io con Alessio Boni su testo di Filippo Arriva (29 giugno) e la cantante Arooj Aftab (9 luglio), vincitrice di un Grammy Award, con il suo più recente album Night Reign, un disco “notturno” sospeso fra jazz e folk pakistano, minimalismo e loso a Su .
Le notti di Palazzo San Giacomo a Russi con la sassofonista Lakecia Benjamin Palazzo San Giacomo, a Russi, sarà scenario de “La notte dello Spiritual Jazz” – con la sassofonista Lakecia Benjamin (cinque volte nominata ai Grammy, si è esibita anche all’inaugurazione della presidenza Obama) e Hamid Drake, fra i migliori percussionisti jazz, con special guest il sassofonista James Brandon Lewis – e La lunga notte irlandese curata da Fabio Rinaudo, un nuovo viaggio sull’isola di smeraldo con i Dervish dalla contea di Sligo, tre fuoriclasse come Derek Hickey, Mick O’Brien e Ciara Ní Bhriain e i Birkin Tree, ambasciatori del folk irlandese in Italia.
Di Cristo Immobiliare, quando acquistare o vendere la propria casa diventa un’esperienza di vita condivisa
Agnese Di Cristo ha inaugurato sabato 8 marzo la sua nuova agenzia in via Le Corbusier 36 a Ravenna, mettendo a frutto l’esperienza maturata dopo anni trascorsi lavorando per nomi storici del settore, in un’attività che rispecchiasse in pieno i suoi valori e il suo approccio umano e professionale alla vendita immobiliare
Chi ha raggiunto il civico 36 di via Le Corbusier a Ravenna sabato 8 marzo, ha potuto festeggiare con una gioia che si respirava chiara nell’aria, l’inaugurazione di una nuova agenzia immobiliare: Di Cristo Immobiliare. Qualcuno potrebbe chiedersi “ma ce n’era bisogno”? Se avete conosciuto Agnese Di Cristo e se le avete affidato un immobile in vendita o le avete chiesto di aiutarvi a trovare la vostra casa rispondereste di sì senza tentennamenti. Perché? Sappiamo tutti quanto è importante l’acquisto di una casa e sappiamo anche che nulla è facile, la ricerca, il valore, i documenti quindi ci affidiamo a professionisti ai quali chiediamo aiuto Ma quando ci sentiamo davvero soddisfatti? Quando tutto diventa più facile? Unicamente quando quel professionista sa conquistare la nostra fiducia on con improbabili promesse o esibizione di muscoli… ma con la capacità di capirci, quando mostra un approccio professionale e trasparente, quando si mette in gioco e si emoziona insieme a noi «Sono interessata all’aspetto più autentico del settore immobiliare, quello che mi permette di stu diare una casa e valorizzarla al meglio nell’interesse del venditore e dell’acquirente. Per me non si tratta solo di una compravendita, ma di un’esperienza di vita condivisa» questo ci dice Agnese nel clima di festa che si può godere in questa inaugurazione, dalla data non casuale: «Una data simbolo per ricordare il coraggio delle donne e il loro talento anche nel campo dell’imprenditoria. Un evento celebrativo che vorrei riproporre ogni anno». i pu notare che all’esterno dell’agenzia non sono affissi i classici cartelli immobiliari con le imma gini delle case in vendita, e la vetrata è schermata dal logo per garantire la privacy di clienti e ven ditori: «L’acquisto di una casa è un momento intimo, non sono dell’idea di mostrare le immagini delle abitazioni in vendita allo sguardo di passanti e curiosi così come trovo superata qualsiasi forma di marketing aggressivo, telefonate insistenti, invasioni di privacy. Credo invece in una comu nicazione aperta e trasparente» precisa la fondatrice. «Il mio metodo è semplice ma molto preciso, si basa sulla cura dei dettagli e su un approfondito lavoro preventivo, che mi consente di vendere l’immobile in un arco temporale medio di − mesi dall’immissione sul mercato al prezzo di vendita stabilito. Quando un cliente mi contatta per la ven dita del suo immobile, procedo con il primo sopralluogo, che mi permette di analizzare le particola rità della casa, scoprendone i punti di forza e i dettagli da perfezionare. Dopo la visita conoscitiva, procedo a reperire tutta la documentazione necessaria, in modo da proporre al mercato l’immobile garantito, privo di abusi e vizi e con un fascicolo completo. I clienti a volte pensano che la vendita debba essere immediata, ma poi comprendono che solo un accurato lavoro preliminare permette di vendere in tempi davvero brevi».
Dopo anni trascorsi lavorando per nomi storici del settore (tra cui il franchising americano Re/Max) Agnese ha deciso di mettere a frutto l’esperienza maturata in un’attività che potesse rispecchiare in pieno i suoi valori e il suo approccio umano ed empatico alla vendita immobiliare Il focus dell’agenzia Di Cristo Immobiliare è quella di occuparsi prevalentemente di compravendite residenziali a Ravenna
«Oggettività e trasparenza sono valori che metto alla base del mio metodo di lavoro. Il prezzo dell’immobile è il risultato di uno studio accurato di molteplici criteri di stima, fra cui le ca ratteristiche dell’immobile stesso e le dinamiche del contesto socio economico del territorio. Io credo che la prima regola di un professionista del settore sia attribuire il corretto valore di mercato dell’immo ile senza sminuirlo e senza gonfiarlo reventivamente, nell’ipotesi di una futura trattativa, metodo che ho visto applicare e che ritengo del tutto improprio e obsoleto». are importanza agli aspetti etici della professione si ri ette anche nel rapporto con i colleghi delle diverse agenzie cittadi ne on trattando affitti e commerciale mi capita di ricevere richieste a cui non posso dare risposta, ma anche in quel caso per me è fondamentale non abbandonare il cliente e indirizzarlo verso colleghi in grado di assisterlo in totale tranquillità. Credo molto nella sinergia e nella collaborazione tra professionisti del
settore sul territorio, e devo dire che a Ravenna ho trovato molta apertura soprattutto tra i colleghi più giovani – racconta Di Cristo, e prosegue – purtroppo la nostra professione è delicata e spes so sottovalutata, anche a causa di alcune leggerezze commesse in passato, quando negli anni del boom delle compravendite in molti hanno pensato di “improvvisarsi” agenti immobiliari, togliendo autorevolezza e professionalit al settore egli anni le richieste dei clienti sono cambiate le nuove generazioni sono più attente alla sostenibilità energetica ed economica della casa, oltre ad una disposizione degli spazi funzionale e moderna. Questo nuovo approccio richiede risposte puntuali fornite da chi conosce il territorio e il mercato, grazie all’unione di esperienza e formazione continua nel real estate».
«L’aspetto che preferisco del mio lavoro riguarda i rapporti umani – conclude Agnese –, la sensazio ne di condivisione e fiducia che mi permette di stringere legami che vanno oltre al singolo contatto professionale. L’apertura della mia agenzia non è un traguardo, ma un seme piantato nel territorio di Ravenna che intendo curare e far sbocciare in tutto il suo potenziale».
Agnese di Cristo taglia il nastro della nuova agenzia. Nelle foto in basso, alcuni momenti dell’inaugurazione
LA RASSEGNA
Escursioni, musica, racconti dal Bidente ai Fiumi Uniti
Ogni tappa, come una sorta di af uente, propone un argomento capace di stimolare la ri essione e di spingere a riconsiderare i umi e l’acqua come fonte di vita anziché come causa di distruzione. È l’obiettivo di una nuova rassegna ideata e organizzata da Trail Romagna, “Storie di ume”: città e borghi lungo il percorso uviale ospiteranno storie che spaziano dalla musica alla gastronomia, dalle favole al teatro, da letture a racconti storici. Esperti divulgatori e genius loci aiuteranno i partecipanti a conoscere meglio la realtà idrogeologica «perché è a partire dalla conoscenza che si può e si deve ricostruire il rapporto uomo- ume nato agli albori dell’umanità con le grandi civiltà uviali».
Si tratta di un cartellone trasversale che coinvolge diverse istituzioni seguendo l’andamento di uno dei umi del nostro territorio: il BidenteRonco-Fiumi Uniti.
La rassegna si apre signi cativamente sabato 22 marzo, world water day, al Museo Nazionale di Ravenna alle ore 11 con l’incontro “Super aquas” condotto dall’archeologa Paola Novara introdotta da Elisa Emaldi. Protagonista sarà la storia di Ravenna da sempre intrecciata con quella dell’acqua con un focus sui corsi d’acqua come vie di trasporto.
La stagione “in movimento” al via il 16 con la corsa della boni ca e di Dante
Oltre alla nuova rassegna “Storie di fiume” (di cui parliamo nell’articolo principale), Trail Romagna ha presentato nei giorni scorsi anche “Natura e Cultura in movimento”, la tradizionale programmazione che da 17 anni riveste l’attività fisica di contenuti culturali, solidali, ecologici e sociali.
Il primo appuntamento è in programma già domenica 16 marzo a Lido di Dante (partenza al camping Classe Village dalle 9.30) con “La corsa della bonifica e di Dante”. Si tratta di un tracciato di 10 km completamente immerso nella pineta Ramazzotti aperto a tutti e di un percorso di 21 km invece per i runner, che si spinge fino alla quercia di Dante e la pineta di Classe.
La rassegna proseguirà poi domenica 30 marzo alle ore 15.30, alla Chiusa di San Marco: l’associazione Tralenuvole proporrà al pubblico dei più piccoli “Splash”, storie di avventure, emozioni e umi.
Dopo due appuntamenti di aprile nel Forlivese, la rassegna torna in provincia domenica 1 giugno nell’ambito di “Romagna in Fiore”, rassegna nella rassegna del Ravenna Festival nei luoghi alluvionati: in programma un’esplorazione condotta dall’esperto in scienze forestali Pierangelo Miola e dalla geologa Laura Prometti, un percorso a piedi lungo i Fiumi Uniti che parte alle 10.30 dalla Chiusa Rasponi e va alla scoperta delle meraviglie dell’acqua e delle intime connessioni fra ecosistemi naturali e contesti umani. La passeggiata condurrà il pubblico alla vicina Torraccia dove alle ore 15, “l’educattore” Michele Dotti presenta una performance per scoprire in modo divertente il consumo di acqua che si nasconde nei nostri beni di consumo.
Domenica 22 giugno si partirà in bicicletta dallo Chalet dei Giardini Pubblici di Ravenna verso gli argini, con le guide Osiride Guerrini e Giovanni Fanti. Dopo due appuntamenti ancora nel Forlivese, la rassegna tornerà nel Ravennate in settembre. Il programma completo è sul nostro sito e su trailromagna.eu
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Simba è un bellissimo cane corso di 4 anni (classe 2021) che, con la sua imponente mole di 70 chili, è adatto a persone dinamiche ed esperte di questa razza. Affettuosissimo, abituato a vivere in appartamento con bambini, bravo al guinzaglio, è già sterilizzato. Ideale sarebbe per lui casa con giardino. Per info 335 7713645
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Nella foto la performance di Fabio Mina durante il “Lôm a mérz” in cui è stato presentato il programma di Trail Romagna che quest’anno è diviso in due rassegne: “Storie di Fiume” (vedi articolo principale) e “Natura e Cultura in movimento” (vedi box).
«Il territorio a Sud-Est di Ravenna - sottolinea in una nota Trail Romagna - è profondamente mutato nel corso dei secoli. Ricoperto completamente da valli e dall’antica pineta di Ravenna che senza soluzione di continuità ricopriva la costa dal fiume Reno a Cervia, oggi può raccontare storie di bonifica e di Dante. Il percorso, tracciato completamente in natura e a larghi tratti coincidente con l’ultima tappa del Cammino di Dante, parte dall’unica località dedicata al Sommo Poeta, Lido di Dante, per toccare una lunga serie di emergenze naturalistiche. Dalla pineta Ramazzotti voluta da Luigi Rava, padre delle prime leggi di tutela ambientale, alla Valle dell’Ortazzo, dalla pineta di Classe all’Idrovora di Fosso Ghiaia, dalla cosiddetta Quercia di Dante alla Riserva Naturale integrale della Foce del Bevano aperta eccezionalmente per i partecipanti».
Tra gli appuntamenti successivi, da segnalare l’Energy City Walk organizzato in occasione dell’Omc, lunedì 7 aprile, con un tracciato dalla darsena al centro storico, attraverso i principali monumenti di Ravenna, con esperti di settore dell’industria energetica che discuteranno di transizione green e digitale.
Il 6 luglio invece torna l’Urban Trail “Ravenna Città d’acque”, con la sveglia all’alba per partire alle 6 dallo chalet dei giardini pubblici di Ravenna.
Tutto il programma (e le iscrizioni on line) sono su www. trailromagna.eu.
Ci occupiamo di tutto presso il NOSTRO impianto di Ravenna senza appoggiarci ad operatori esterni. Avrai così la certezza di lasciare il tuo amico a 4 zampe in buone mani e di ricevere soltanto le sue ceneri. Ci trovi a RAVENNA in via Luigi Masotti 14 e a CESENA in Corso Cavour 27.
Tel. 339 6782440 e 366 4522190 www.littleheavenravenna.it
MIMÌ
marzo-2025
ALTA FORMAZIONE
La rinascita dell’Accademia di Belle Arti «Nuovi spazi e collaborazioni per crescere ancora»
Dal mosaico al sempre più apprezzato corso sulle Nuove tecnologie: oggi sono duecento gli iscritti da tutta Italia
La direttrice Babini: «Le accademie sono gli ultimi custodi dell’identità, del patrimonio e del futuro dei territori»
di Maria Vittoria Fariselli
Se l’Università a Ravenna può considerarsi una novità di “appena” trent’anni, l’alta formazione in città vanta una storia di quasi due secoli, testimoniata dall’Accademia di Belle Arti. Il percorso della scuola però non è sempre stato lineare: dalla fondazione nel 1829 all’acquisizione di un patrimonio artistico capace di dare vita alla Pinacoteca Comunale (oggi Museo d’Arte della città), al trasferimento nel 1998 dalla storica sede della Loggetta Lombardesca (occupata dal 1971) a quella attuale nel complesso dell’ex “Albe Steiner” di via delle Industrie 76. Di seguito un periodo buio per l’istituzione, segnato da un importante calo delle iscrizioni e da un senso di abbandono e distacco anche da parte degli stessi cittadini ravennati. Nel 2001 prende il via il progetto sperimentale “Mosaico: tecnica ed espressività”, articolato su una base triennale e una specializzazione biennale, accompagnato da un lavoro di rilancio e promozione, riordino delle offerte formative, che ha preso pieno fermento una quindicina di anni fa, intorno al 2008, no al cambio del coordinamento didattico del 2014 e all’inaugurazione della seconda sede in piazza Kennedy nel 2021 (oltre duemila metri quadrati condivisi con l’istituto Superiore di Studi Musicali Giuseppe Verdi, altra realtà storica per l’alta formazione in città). Un ulteriore tassello per la valorizzazione dell’istituzione è stato aggiunto nel 2023, con la statizzazione che ha interessato cinque accademie storiche del Paese, tra cui appunto quella di Ravenna, che risulta l’unica accademia d’arte statale in Romagna. Oggi l’Accademia di Belle Arti di Ravenna conta 200 iscritti da tutta Italia, con un’af uenza raddoppiata a seguito della statizzazione. Allo storico triennio in Mosaico si sono aggiunti oggi altri tre corsi: Arti Visive-Pittura, Design del Gioiello e il più apprezzato dai giovani studenti: Nuove tecnologie dell’arte, con approfondimenti su fotogra a digitale, computer gra ca e video editing no allo studio dell’inglese per la comunicazione
artistica. Alla formazione triennale, equipollente a una laurea di primo grado, segue il diploma biennale di secondo livello in Decorazione Mosaico, che corrisponde a una laurea magistrale. È inoltre disponibile un programma di Erasmus con convenzioni europee ed extraeuropee. «Al termine del primo ciclo dei nuovi trienni vorremmo implementare i relativi corsi di approfondimento biennale» spiega Paola Babini, docente di tecniche pittoriche all’Accademia di Bologna e direttrice dal 2023 dell’Accademia di Ravenna. Oltre al triennio di Nuove Tecnologie, sono particolarmente apprezzati dagli studenti i percorsi più di nicchia come Design del Gioiello (che spazia dal disegno tecnico e professionale allo studio del brand e all’ecodesign) e
LA SANITÀ PUBBLICA DEVE
RISPONDERE ALLE ESIGENZE DEI
CITTADINI E DEL TERRITORIO
Incontro pubblico con la cittadinanza
MARTEDI ' 25 MARZO ore 20,30
presso Centro Sociale II Tondo Via Lumagni, 30/32 - Lugo (RA)
PER DISCUTERE DI:
Riorganizzazione della medicina territoriale - ruolo dei medici di famiglia: continuità assistenziale, aggregazioni funzionali, da liberi professionisti o dipendenti del S.S.N.?
Dott. TIZIANO CARRADORI
Direttore Generale AUSL ROMAGNA
SCIENZE
Mosaico, nato per tutelare la forma d’arte più identitaria e rappresentativa di Ravenna. «L’alta speci cità dei corsi ci permette di attrarre studenti anche da fuori regione - continua Babini - per noi è fondamentale af ancare all’offerta formativa una forte connessione con il territorio, valorizzando il patrimonio artistico unico della città, con i suoi otto monumenti musivi riconosciuti dall’Unesco. Al tempo stesso, vogliamo creare nuove opportunità lavorative per gli studenti, favorendo l’integrazione con il tessuto sociale e imprenditoriale locale. Crediamo fermamente che il patrimonio generi cultura e la cultura produca economia». In questa direzione negli ultimi anni sono stati stretti i contatti con le associazioni di categoria e le piccole imprese cittadine, con uno sguardo rivolto anche a una collaborazione più stretta con l’università. Importanti anche i lavori organizzati in sinergia con gli enti del territorio: dalla promozione dei lavori dei ragazzi con mostre e eventi dedicati alla tradizionale collaborazione con la Biennale del Mosaico (il curatore dell’edizione 2025 sarà appunto uno dei docenti dell’accademia, Daniele Torcellini), no ai lavori di arte pubblica (tra gli ultimi, lo stemma a mosaico per la scuola di polizia e il progetto in essere con il Comune di Cervia per la realizzazione di una land art al Parco Naturale). «Percepiamo l’Accademia come una realtà in continuo fermento - sottolinea la direttrice -. guardando al futuro il desiderio più grande sarebbe quello dell’ampliamento degli spazi che, considerata la vocazione naturale dell’Accademia alla produzione di opere, niscono per non bastare mai, e una rete di collegamenti e servizi più strutturata nell’interesse di studenti e professori. L’inaugurazione della seconda sede in pieno centro è stato un tassello importantissimo per la nostra offerta formativa, ma per noi è importante valorizzare anche la sede principale, dove è custodita la vera ricchezza dei laboratori». Camminando tra le aule di via delle Industrie infatti si percepisce chiaramente lo spirito eclettico della scuola, dal rapporto diretto, rispettoso ma allo stesso tempo informale tra docenti e studenti, alla libertà di fruizione degli spazi, che al di fuori delle ore di lezione possono essere usati come aule studio o come aree di laboratorio per perfezionare le proprie opere. Dai manichini vestiti con lattine di bibite riadattate a gonna e top, tappi e reti di plastica si passa velocemente ai mosaici contemporanei che affollano le pareti, no a gessi, cartoni musivi, vecchie pubblicità e spazi con macchinari dedicati alla stampa di litogra e, all’incisione e alla trasformazione dei materiali. «Le accademie d’arte sono le ultime custodi dell’identità, del patrimonio e del futuro dei territori in cui si trovano. Il nostro patrimonio si divide tra contemporaneità, contribuendo alla formazione di tante giovani menti e alla produzione di nuove forme d’arte, alle collezioni custodite dai nostri archivi e dalla nostra gipsoteca, oggi ospitata dal Mar, che rappresenta una testimonianza importantissima per la città - conclude Babini -. Se in passato l’Accademia è stata in qualche modo dimenticata dagli stessi ravennati, per il futuro ci auguriamo la giusta valorizzazione di un patrimonio di grande valore e in continua evoluzione, stringendo il rapporto con gli stessi cittadini e invitandoli a scoprire i nostri spazi e le nostre iniziative, che non si limitano alla sola formazione».
Alla Classense la coordinatrice del piano ri uti di Roma
Dott. DANIELE MORINI
Medico di famiglia, Segretario Generale FIMMG
Emilia Romagna e Segretario Nazionale
Organizzativo SIMG
Dott.ssa ELEONORA PRONI
Consigliera Assemblea Legislativa Emilia Romagna e componente Commissione Salute
GRAZIA MASSARENTI
SILVANO VERLICCHI
CON LA PARTECIPAZIONE DI: MODERANO: promosso da:
VERRÀ DATO SPAZIO ALLE DOMANDE DEL PUBBLICO
L’incontro è aperto alla cittadinanza e a tutte le espressioni della società civile ed economica. L’invito alla partecipazione è rivolto alle professioni sanitarie, ai rappresentanti degli organi istituzionali pubblici elettivi, agli ordini professionali, alle associazioni imprenditoriali, culturali, sportive e del volontariato, alle forze politiche, alle organizzazioni sindacali e agli organi di informazione.
Alla sala Muratori della biblioteca Classense ritornano gli appuntamenti primaverili con il ciclo di conferenze “Pagine di Scienze”, quest’anno incentrato sul tema del cambiamento climatico. Si parte il 19 marzo (ore 17) con “Il Futuro sta nei limiti. Gli ecosistemi ci insegnano come fare” con Simonetta Tunesi, chimico ambientale, esperta di bonifica di siti contaminati e coordinatrice del Piano di Gestione Rifiuti di Roma Capitale.
La Settimana Faentina tra guerra e cambiamento climatico
Riparte la Settimana Scientifica e Tecnologica Faentina, giunta alla sua XXV edizione. I prossimi eventi. Venerdì 14 marzo alle 21 a Faventia Sales si terrà la conferenza “Quando è nata la guerra e perché combattiamo?”. Il giorno successivo, sabato 15 marzo, offre due eventi: alle ore 18, la Casa Museo Raffaele Bendandi ospiterà la presentazione del libro “Bendandi sotto indagine”, e alla stessa ora, il Mulino Scodellino di Castel Bolognese sarà la location per l’osservazione dei pianeti. Venerdì 21 marzo alle 20.45 al museo Malmerendi, Francesco Sabatini terrà la conferenza “Foreste, biodiversità e cambiamento climatico”.
aro a ra a o a a ro o o o o ra o o ora o ro a oro
All’Alighieri le imitazioni che hanno reso celebre il trio: Allegri, Conte, Ibra «Che bello quella volta che abbiamo giocato a calcio con Zanetti dell’Inter»
Vero e proprio fenomeno social di questi anni, il trio di satira calcistica de “Gli Autogol” sarà al teatro Alighieri di Ravenna lunedì 17 marzo alle 21 con lo show “Calcio Spettacolo”. Il trio comico, nato nel 2008, è diventato popolare grazie a imitazioni e parodie sullo sport, diventate dei tormentoni tra gli appassionati di tutta Italia. I numeri delle loro pagine social parlano chiaro: più di otto milioni di fan sommando il seguito su Instagram, Facebook, Youtube e Tiktok, stabilendosi tra i video creator e web in uencer più seguiti d’Italia. In carriera, non solo attività social ma anche tanta radio e tv.
Ne abbiamo parlato con Alessandro Iraci - imitatore tra i tanti di Buffon e Chiellini - che compone il trio comico insieme a Michele Negroni e Alessandro “Rollo” Trolli. Come sta andando il tour?
«Siamo molto contenti di come è venuto lo spettaccolo e il tour è partito alla grande. Abbiamo avuto un’ottima risposta dalle città in cui siamo stati, anche a Ravenna. Tra l’altro in settimana non è sempre facile attrarre pubblico perchè ci sono tanti impegni ma stiamo riuscendo nel nostro intento di portare tante famiglie nei teatri». Il vostro impatto a teatro è differente rispetto a quello via video o radio in cui siete più abituati?
«Noi siamo nati a teatro. Nel 2008 abbiamo cominciato al teatro di Pavia ed è proprio lì che ci siamo conosciuti professionalmente. Per noi è sicuramente una bella emozione tornare sul palco. Nell’ultimo periodo ci mancava quel rapporto col pubblico che hai soltanto a teatro. Sui social hai uno schermo che fa da barriera e leggere i commenti o vedere i like non è come percepire la risata che ti arriva addosso da una platea distante pochi metri». Sono passati più di dieci anni dai primi video su Youtube, ma quando vi siete accorti veramente di aver successo?
«Il nostro è stato un successo molto più graduale rispetto ad altri che magari hanno avuto il classico boom virale. Noi abbiamo iniziato su Youtube, i primi commenti positivi ci hanno fatto accorgere che le cose stavano andando bene, ma lo spartiacque fu quando nel 2014 ci contattò Radio 105. Da lì in poi da un semplice divertimento è diventato il nostro lavoro che ci ha permesso di dedicare sempre più tempo e attenzione ai contenuti».
apprezzate. Ovviamente dopo che si fanno per tanto tempo, si crea una sorta di legami con le imitazioni di certi personaggi, ma dopo un po’ c’è la necessità di cambiare per evitare di annoiare il pubblico».
Alcuni però sono evergreen... «Sì, in effetti tanti ci accompagnano dagli albori della nostra vita professionale. Conte, Allegri e Ibra sono personaggi che volenti o nolenti sono sempre sulla cresta dell’onda e che siamo costretti a portare avanti».
Ci sono stati giocatori, allenatori o in generale personaggi che si sono sentiti offesi dalle vostre parodie? O chi invece vi ha dato dei feedback positivi?
«Ci stiamo approcciando anche ad altri mondi, slegati dallo sport»
«Diciamo che quasi nessun calciatore si è offeso. Magari qualche allenatore o addetto ai lavori ha avuto da ridire dato che forse si è toccato una sfera un po’ più professionale. Ma è assolutamente una percentuale minima rispetto a chi si è complimentato. Devo dire che il rapporto è ottimo con tutti, anche con chi non ha preso bene certe parodie poi ci siamo incontrati e abbiamo chiarito facendogli notare che si tratta di semplice satira».
Da qualche anno coinvolgete calciatori “veri” dentro ai vostri video. C’è qualche aneddoto da raccontare su questi personaggi che da fuori sembrano intoccabili?
CALCIO
FA LA
Il Ravenna Fc ha vinto la Coppa Italia della serie D di calcio per la prima volta nei 112 anni della sua storia. La squadra allenata da Marco Marchionni ha superato il Guidonia 7-6 ai rigori (2-2 al 90’) nella finale disputata il 12 marzo sul campo neutro di Teramo. È il 29esimo risultato utile consecutivo. Ora i giallorossi sono attesi da un’altra partita cruciale per la stagione. Il 23 marzo (il 16 il campionato si ferma per il torneo di Viareggio) è in calendario il derby Forlì-Ravenna: i biancorossi sono in testa al girone, i ravennati inseguono a due lunghezze. Per la promozione in serie C c’è un solo posto. La vittoria della Coppa, però, piazza il Ravenna al primo posto tra le squadre di serie D per eventuali ripescaggi nella terza serie nazionale.
LEGALITÀ
A Cervia un incontro con il vigile urbano che scoprì le ma e a Brescello
Venerdì 14 marzo dalle 18.30 alla Cucina Popolare di Cervia è in programma un incontro che mira a sensibilizzare e stimolare la riflessione sulla lotta contro la criminalità organizzata. Interverranno Donato Ungaro, giornalista e testimone della lotta alla mafia, Carlo Giannelli Garavini, referente provinciale di Libera Ravenna, e Andrea Giacomini, comandante della polizia locale del Comune di Ravenna. Il confronto si concentrerà sul modo in cui le organizzazioni mafiose si sono adattate ai cambiamenti sociali ed economici, infiltrandosi nel tessuto produttivo e politico del Nord Italia. Donato Ungaro, noto per il suo impegno nel contrasto alle mafie, racconta la sua esperienza di denuncia e resistenza. Nel 2002, vigile urbano a Brescello, iniziò a indagare sulle attività illegali legate all’edilizia, tra cui le escavazioni abusive nel letto del fiume Po, che lo portarono a scoprire l’interesse della ‘ndrangheta per un progetto di centrale elettrica. Le minacce ricevute non lo fermarono, e nonostante il licenziamento ingiustificato dal Comune di Brescello, ottenne giustizia dopo 14 anni, quando la Cassazione riconobbe l’ingiustizia del licenziamento. Info e prenotazioni al 342 7629030 o inviando una mail a cerviasocialfood@sanvitale.ra.it.
In futuro pensate di proseguire con parodie sul calcio o cercherete di ampliare la vostra comicità verso altri mondi?
«Da qualche mese ci stiamo già approcciando ad altri mondi. Una volta al mese creiamo un contenuto che non è calcistico per un pubblico più generalista. Gli ultimi che sono andati fortissimo sono l’imitazione di Mammucari e Sanremo. Quindi sì, la voglia di andare oltre al calcio c’è, ma lo vediamo come un processo graduale perche a noi piace il calcio e ci piace parlarne in maniera ironica e differente».
Quali sono le parodie di cui siete più soddisfatti? A quali imitazioni siete più legati e quali invece funzionano di più?
«Vedo che a teatro ci sono dei personaggi a cui la nostra community rimane molto affezzionata. Faccio l’esempio di Federico Buffa, un personaggio che non facevamo da tanti anni: lo stiamo rifacendo a teatro e riscuote grande successo. Stesso discorso vale per Guido Meda le cui telecronache sono sempre molto
«Portare personaggi “reali” all’interno dei nostri video è sempre stato un obiettivo. Siamo stati i primi a farlo in Italia e quindi è un bel motivo di vanto per noi. Abbiamo anche tanti aneddoti. Sicuramente uno dei personaggi con cui abbiamo legato maggiormente è Javier Zanetti. Nel 2019 facemmo un contenuto che andò molto bene e ricordo che qualche settimana dopo la bandiera dell’Inter ci contattò per andare a casa sua per festeggiare il compleanno del glio. Quando arrivammo lì c’erano Samuel e Cambiasso e ci mettemmo con loro a guardare il Milan in tv. Per me era già una grande cosa ma come se non bastasse ci chiese come potersi sdebitare. Io senza esitare gli dissi: “Vabbè Javier, andiamo a giocare a calcio insieme”. Lui si illuminò e venne a giocare con noi e i nostri amici. Era contento come un bambino. Questo è stato un momento che da interista porterò sempre nel cuore perché è il sogno di tutti giocare di anco al proprio idolo che per anni si è tifato in Tv».
Leonardo Ferri
A Russi si parla di sport come palestra per scoraggiare le pratiche scorrette
Si terrà giovedì 20 marzo, alle 17.30, alla biblioteca comunale di Russi, il convegno dal titolo “Mettersi in gioco. Lo sport come palestra di legalità contro le pratiche scorrette”, durante il quale interverranno la sindaca di Russi Valentina Palli, la consigliera regionale Eleonora Proni, Gian Guido Nobili, responsabile dell’Area Politiche per la Sicurezza urbana e integrata, Cultura della Legalità e Polizia Locale della Regione Emilia-Romagna, Sergio Giuntini, storico dello sport e Presidente della Società Italiana di Storia dello Sport, e Maria Iole Volpi, calciatrice e allenatrice di calcio italiana, attualmente coordinatrice della Scuola Calcio Femminile As Roma e responsabile della sede di Roma di Insuperabili (scuola calcio per ragazzi con disabilità), nonché giocatrice e allenatrice dell’Atletico San Lorenzo.
IL RAVENNA
STORIA A TERAMO PRIMA VITTORIA IN COPPA ITALIA IN 112 ANNI
Il trio comico con Massimiliano Allegri, ex allenatore della Juventus
16 / CULTURA
ARCHEOLOGIA/1
La Villa romana di Russi è da qualche giorno alla competenza diretta dei Musei nazionali di Ravenna. Il sito archeologico rinvenuto negli anni trenta del 1900, ma originario del I secolo avanti Cristo, si aggiungerà così alla rete composta da Museo nazionale, Palazzo di Teodorico e i tre siti Unesco della Basilica di Sant’Apollinare in Classe, Battistero degli Ariani e Mausoleo di Teodorico (e tra le possibili novità c’è anche l’inserimento della Villa romana in un biglietto cumulativo con gli altri siti museali). L’intenzione della direzione dei Musei nazionali di Ravenna è ora quella di portare a Russi (che registra circa 1.500 visitatori annuali per la Villa) anche solo il 5 o il 10 percento dei 200mila visitatori l’anno che visitano la basilica di Sant’Apollinare in Classe. Intanto si parte con due appuntamenti: venerdì 14 marzo (ore 17) al Museo nazionale si terrà la presentazione di un volume dal titolo “Ricomporre la memoria. Ottant’anni di scavi nella villa romana di Russi: le terme e i pozzi”, a cura di Chiara Guarnieri e Giovanna Montevecchi; sabato 15 marzo (ore 15), invece, ci sarà alla Villa una presentazione degli scavi guidata dalla direttrice Timossi.
ARCHEOLOGIA/2
Al Museo Nazionale presentazioni letterarie, visite guidate e il concerto del conservatorio
Giovedì 13 marzo (ore 17) al Museo Nazionale di Ravenna c’è il primo appuntamento con Passeggiate d’arte al Museo, con Alberta Fabbri che presenterà Tra ermetismo e codici linguistici, il fortunato caso delle botteghe ravennati dei Longhi e dei Barbiani. Sabato 15 (ore 15.30) ecco poi Scopri il museo con noi, una visita guidata ai capolavori con Monica Sandrolini, mentre domenica 16 (ore 11) prosegue L’arte dei giovani musicisti con un concerto del conservatorio “G. Verdi”, musica da camera vocale.
Alla Casa Matha si parla dell’area di Santa Croce
Giovedì 13 marzo (ore 18) nella sala Maggiore della Casa Matha di Ravenna si terrà un appuntamento aperto al pubblico dal titolo L’area archeologica di Santa Croce a Ravenna: tra passato e presente. Ne parleranno la funzionaria archeologica della Soprintendenza dott.ssa Sara Morsiani e il prof Guido Gottardi ordinario di ingegneria geotermica dell’Università di Bologna.
LA CONFERENZA
Al Masini è protagonista l’arte degli armaioli e dei Santi guerrieri nelle opere della Pinacoteca
Venerdì 14 marzo (ore 17) il ridotto del Teatro Masini ospiterà la conferenza d’arte Quando l’abito (d’acciaio) fa il cavaliere. L’arte degli armaioli e i Santi guerrieri nelle opere della Pinacoteca di Faenza, un viaggio nella storia dell’armatura e dell’iconografia dei santi guerrieri. A guidare il pubblico in questo percorso storico-artistico sarà la storica dell’arte Susanne Probst, che esplorerà l’evoluzione dell’armatura in Italia, con particolare attenzione alle opere conservate nella Pinacoteca di Faenza.
AGENDA INCONTRI
Torna la Scuola elementare di fotogra a, iscrizioni entro il 15 marzo
Entro sabato 15 marzo è possibile iscriversi alla Scuola elementare di fotografia, un percorso formativo gratuito rivolto a ragazze e ragazzi dai 14 ai 35 anni che vivono o studiano a Ravenna. La Scuola è un corso atipico, articolato in una serie di appuntamenti che si terranno nei weekend compresi tra marzo e giugno e itinerante. Le guide del percorso sono Nicola Baldazzi e Veronica Lanconelli e il percorso verrà presentato pubblicamente sabato 15 marzo al PR2, alle 16. Iscrizioni e info: scuolaelementare.fotografia@gmail.com.
Al via le celebrazioni per il 60° del Centro Dantesco
Venerdì 14 marzo (ore 11) nella sala multimediale dei Chiostri Francescani si terrà l’inaugurazione ufficiale delle celebrazioni in programma per ricordare il 60° anniversario di fondazione del Centro Dantesco dei frati minori conventuali. In programma, una breve storia del Centro a cura di Maurizio Bazzoni, già direttore del Centro, e la proiezione di un breve dvd inerente i 60 anni.
Nevio Spadoni presenta “La Zopa Caratena” a Mezzano
Mercoledì 19 marzo (ore 20.30) la rassegna letteraria Primavera d’autore prosegue alla biblioteca Giulio Ruffini di Mezzano, dove Nevio Spadoni presenta il suo La Zopa Caratena (Clown Bianco), in dialogo con Fabio Pagani. Quella contenuta nel volumetto è la storia – in parte vera, in parte romanzata dalla fantasia dell’autore – di una donna che visse a Ravenna all’inizio del secolo scorso, a capo di una cooperativa di straccioni
La poetessa Clery Celeste in dialogo con Ilaria Cerioli alla Pallavicini22
Sabato 15 marzo (ore 18.30) alla galleria Pallavicini22 la poetessa Clery Celeste dialogherà con l’autrice Ilaria Cerioli, all’interno della rassegna letteraria curata dal critico Luca Maggio. Fulcro della conversazione e delle letture sarà Salvare il necessario, l’ultima raccolta di versi di Clery Celeste, che fissa una nuova tappa nel percorso di crescita umana e artistica di una delle voci più forti del nostro panorama poetico.
Quattro mosaicisti a Palazzo Rasponi per la mostra su Nede Del Bene
Giovedì 20 marzo (ore 16.45) a Palazzo Rasponi dalle Teste, nell’ambito della mostra Nedo Del Bene, ci sarà un incontro con alcuni dei più noti maestri mosaicisti ravennati, ossia Giuliano Babini, Felice Nittolo, Paolo Racagni e Anna Caterino del Gruppo mosaicisti. Intervengono all’incontro anche i curatori dell’iniziativa, Paolo Trioschi e Marco Del Bene.
AGENDA LETTERARIA
Yuleisy Cruz Lezcano alla Domus dei Libri
Sabato 15 marzo (ore 16) alla Domus dei Tappeti di Pietra la rassegna La Domus dei Libri prosegue con Yuleisy Cruz Lezcano che presenta il suo
Di un’altra voce sarà la paura (Leonida Edizioni), insieme a Ilaria Cerioli. Il testo raccoglie 45 poesie che affrontano il tema della violenza di genere con sensibilità e delicatezza.
Graziano Lonardi presenta due titoli da Liberamente
Sabato 15 marzo (ore 17.15) alla libreria Liberamente Graziano Lonardi parlerà dei suoi primi due libri, Il lupo sotto la pelleLake Heaven e Brucia la strega!, editi da De Tomi. L’incontro sarà presentato da Erika Prati.
Erodoto e le donne: ne parla Matteo Zaccarini a Lugo
Venerdì 14 marzo (ore 21) il Caffè Letterario di Lugo è alla biblioteca Trisi, dove Matteo Zaccarini presenta il suo Erodoto e le donne (Laterza, 2023). Introduce Marco Sangiorgi.
CARTOLINE DA RAVENNA
Mittente Giovanni Gardini
Ravenna stazione turistica
Nel marzo del 1927 Santi Muratori dedicava alcune pagine a Ravenna “stazione turistica” in cui indicava la città degli esarchi come una meta importante. Analizzando il pubblico dei turisti ne metteva in luce l’estrema varietà: «Sono italiani di tutte le regioni e stranieri di tutti i paesi; sono studiosi, artisti, scrittori, dilettanti, semplici turisti in cerca d’impressioni; sono pellegrini devoti che vengono, come ad un santuario, al sepolcro di Dante; sono rappresentanze uf ciali, gruppi di professori e studenti, brigate di soci d’università popolari, comitive di operai organizzati nei «Dopolavoro»; sono congressi scienti ci, tecnici, professionali, che, adunati qua o là, includono nel loro programma una giornata per Ravenna. Per no le scuole elementari […] scelgono Ravenna come mèta del loro primo viaggio d’istruzione; e durante i mesi d’estate da tutte le stazioni climatiche vicine è un continuo af uire di forestieri che non lasciano passare il tempo delle bagnature senza fare una visita alla città che apre alla coltura e alla fantasia i più larghi orizzonti. E Ravenna ha note, ha voci, ha ispirazioni per tutti: ha le architetture e i musaici, le regge e le tombe, le chiese e i palazzi; ha l’antichità e il risorgimento, la storia e la poesia, Dante e Byron, Guidarello e Garibaldi; ha i monumenti e il paesaggio, la campagna e la selva, le boni che e il mare, il passato soffuso di nebbie e di nostalgie, il presente operoso e fecondo, l’avvenire promettente e infallibile».
ALLA SCOPERTA DELLA VILLA ROMANA DI RUSSI, CHE ORA È UN NUOVO “MUSEO” DI RAVENNA
LA RECENSIONE
Una mostra per “resistere” e analizzare la complessità del mondo attuale
La Romagna è un luogo di creatività diffusa, ben percepibile solo se messa a confronto con altre regioni: qui vive infatti una comunità artistica diffusa, in attività e in relazione, di cui si possono comprendere i passi grazie soprattutto a mostre aperte in luoghi decentrati. Dopo Lugo, Cotignola, Bagnacavallo, Lavezzola – dove si è appena inaugurata una personale di Rosetta Berardi – è la mostra alla Galleria del Museo della Battaglia del Senio di Alfonsine a concentrare l’attenzione.
La mostra, a cura di Gianni Mazzesi, propone il titolo azzeccato di Resistenti #2, perchè di resistere si tratta quando si affronta un mondo complesso come il presente, direi quasi in caduta libera, stando ai giornali di questi mesi. E anche l’esposizione – senza s orare argomenti come l’evacuazione progettata di massa dai territori di Gaza o la caduta delle certezze sodali della Nato, la guerra in Ucraina, il presunto riarmo di massa e un terzo con itto mondiale – inframmezza le opere di 16 fra artisti e artiste con una breve ricapitolazione di temi scottanti. L’analisi di diverse questioni – overtourism, land grabbing (appropriazione di grandi porzioni di suolo di paesi poveri da parte di privati), malattie come ansia, depressione e ludopatia, processi di cementi cazione e sorveglianza digitale e altri ancora – viene proposta come focus della mostra per sollecitare l’attenzione. L’abbinata dei temi a opere di arte contemporanea coglie l’obiettivo di avvicinare a un linguaggio come esercizio dello sguardo e insegna a guardare con più lentezza, evitando il consumo delle immagini. Le opere – realizzate da un gruppo transgenerazionale di persone che sono nate qui o abitano il territorio – restituiscono nell’insieme una variegata tipologia di temi analoghi, presentati tramite allestimento e video, sculture e mosaici, dipinti, disegni e fotogra e. Alle osservazioni generali va aggiunta anche la partecipazione organizzativa di CRAC (Centro in Romagna Ricerca Arte Contemporanea), un’associazione che opera da più di 20 anni sul territorio e che oltre ad aver creato una rete di operatori del settore allestisce eventi e mostre in autonomia o in collaborazione con altre associazioni e collettivi. La presenza di 16 personalità rende l’idea dell’ampiezza dell’allestimento della mostra, che in due grandi sale ospita linee di poetiche diverse: dall’emergenza della questione climatica alla critica al militarismo, alla riappropriazione di una narrazione autonoma al femminile, all’analisi con scon namenti che riguardano temi più intimi e soggettivi. A quest’ultima linea progettuale appartengono i mosaici di Rossella Baccolini che in Baby’s on Fire, ispirandosi a una canzone di Brian Eno, crea un pannello in cui la rifrazione permette di moltiplicare in centinaia di microframmenti l’immagine di chi guarda. La stessa logica attraversa e-fébo, la leggera scultura alveare di Marcella Belletti, così come interseca le tavole espressive di Tommaso Martines, eseguite per la maggior parte a penna e a biro, e dedicate a Violet, la protagonista dell’omonima graphic novel. Su questa linea di attenzione alle storie individuali si situa il lavoro di Loretta Zaganelli, da sempre legata a una poetica dell’istante di vita, catturato e sottratto all’usura del tempo con un’operazione riuscita di riattribuzione poetica. Allo stesso climax appartengono le fotogra e di Gianni Mazzesi, qui nella veste di artista, che raccontano in brevi haiku visivi il passaggio delle stagioni e della vita di ori e piante. Anche le grandi tele di Maria Giovanna Morelli setacciano l’esperienza, soprattutto autobiogra ca, in modo da trasformare i grumi emotivi che ne scaturiscono in opere fortemente espressive. Altrettanto basate su un gesto forte, racchiuso però in forme precise attingendo alla gra ca e all’immaginario Pop, sono le stampe digitali di Cristiano Pinna che affronta la sua esperienza di resistenza al deterioramento dell’ambiente. Un gusto dada invece aleggia sui lavori di Francesco Selvi, artista multiforme per tecniche e canali di espressione, i cui risultati racchiusi in scatole Merz risultano di forte ironia. La tematica ambientale è invece trattata nell’allestimento di Rosa Banzi in cui l’esperienza dell’alluvione riporta la dimensione della memoria personale e gli oggetti segnati, quasi bloccati dagli eventi. In forma diversa il rapporto sbilanciato fra esseri umani e natura attraversa l’allestimento del lughese Antonio Caranti e quello del collettivo Ossigeno Rosso, che nel lavoro affronta d’abitudine temi a forte impatto politico. Altrettanto politico è il lavoro di Isabella Zanotti che affronta lo specismo – ovvero la presunta e opinabile centralità della specie umana –nel suo terri cante Abisso (o tritapulcini). Sempre su questa linea, così fortemente condivisa dalle nuove generazioni, si collocano anche i dipinti del faentino Luca Casadio: con una sapienza quasi fotogra ca realizza piccoli frame da grandi incendi boschivi, mantenendo nelle immagini un’incredibile suspence. Ancora l’alluvione è inserita nella porta allestita da Massimiliano Marianni. L’artista – che opera indifferentemente attraverso gra ca, audio allestimenti, video di animazione – presenta Underwater, in cui una porta – recuperata fra i ri uti portati dalla corrente – appare chiusa su suoni registrati realmente durante la prima alluvione in Romagna. Molto interessante anche il secondo suo lavoro in mostra – un cortometraggio d’animazione dal titolo Fart Fat Raw (2024) –, che con molta ironia entra nel merito della virilità al servizio dei nuovi “venti” di guerra. Sempre fortemente politici sono i disegni di Antonio Nurchis, cagliaritano trapiantato in Romagna: incantevoli le sue tavole con delicati interventi a penna su carta velina bistrate di oro, dove sotto la lente di ingrandimento vengono messi i processi della produzione e di accumulo che caratterizzano l’attività
Al Museo della Battaglia del Senio di Alfonsine le opere di 16 artisti e artiste transgenerazionali del territorio alle prese con temi scottanti dall’emergenza climatica alla critica al militarismo fino a una narrazione al femminile I lavori restituiscono temi analoghi presentati tramite video, sculture, mosaici, dipinti, disegni e foto
agricola del territorio. Ultima ma non ultima, anche per la posizione delle opere appena all’ingresso del museo e sull’entrata della porta della mostra, è la ravennate Vanessa – meglio conosciuta come @apotropaike –, che affronta con decisione la questione della rappresentazione di genere da un punto di vista irriverente, ironico e rivendicativo. In mostra non sono gli ingradimenti di vagine per cui è arrivata alla notorietà, ma alcune stampe che attivano un processo decostruzione – è il caso di Ave Maria piena di rabbia, una proposta di un femminile in piena azione di rivolta rispetto ai canoni – o ampli cano la testimonianza di veri atti di rivolta femminile, come in Ahoo Daryaei, la ragazza iraniana che ha osato s dare le severe regole del regime uscendo in università in slip e reggiseno. Irriverente anche la Sheela na gig blu che apre la mostra in cui l’ispirazione alle antiche immagini apotropaiche irlandesi – di donne con vulva evidenziata – testimonia il raggiungimento di una sessualità femminile nalmente priva di remore, consapevole, disobbediente, nalmente e del tutto felice.
Resistenti #2 corpi d’arte e mutazioni sociali; Alfonsine, Galleria del Museo della Battaglia del Senio, piazza della Resistenza 2, no al 30/3/2025; orari: MA-VE 8.30-13; 14-17 MERC; SA 9-12; DO 15.30-18.30; visite guidate: sabato 15/3 e domenica 30/3 alle 17.30; info 0545 299618 / 347 2695502.
www.agriturismomassari.it - agriturismomassari
Ristorante agrituristico, degustazione di piatti tipici tradizionali
Cerimonie e banchetti Cene aziendali ◆ Fattoria didattica
Opere di Ossigeno Rosso (a sinistra) e Maria Giovanna Morelli
TEATRO/1
La stagione di Cervia si chiude
con la commedia noir N.E.R.D.s
e Blush di Charlie Josephine
Il 14 e 15 marzo la pièce di Bruno Fornasari il 18 ecco Arianna Cremona e Claudio Righini
La stagione del Teatro comunale “Walter Chiari” di Cervia si chiuderà nei prossimi giorni con due spettacoli.
N.E.R.D.s – sintomi, in scena venerdì 14 e sabato 15 marzo (ore 21), è una commedia nera che parte dalla famiglia come rassicurante paradigma di una società sana per raccontarci il rovescio della medaglia. Una pièce provocatoria scritta e diretta da Bruno Fornasari e interpretata da Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Riccardo Buffonini e Umberto Terruso. Il pranzo per il 50° anniversario di matrimonio dei genitori di una famiglia normalissima è turbato dall’arrivo di un’ospite indesiderata, l’ultima persona che la madre avrebbe voluto vedere al proprio anniversario. Gli interpreti incontreranno il pubblico
TEATRO/2
nel ridotto, sabato 15 marzo (ore 18). Per la rassegna Teatri d’Inverno, invece, dedicata alla drammaturgia contemporanea, martedì 18 marzo (ore 21) Arianna Cremona e Claudio Righini sono protagonisti dello spettacolo Blush, scritto da Charlie Josephine e diretto da Marcello Cotugno, autore anche della colonna sonora. Al centro del racconto, tre donne e due uomini divorati dalla vergogna. Ciascuno di loro vuole vendetta. Cinque storie sul revenge porn, l’abuso attraverso immagini sessuali postate sul web senza il consenso di chi vi è ritratto con l’intento di procurare disagio, di fare del male. Blush si chiede da dove venga il nostro desiderio di far provare vergogna agli altri.
Info: accademiaperduta.it
GIACOMO PORETTI A FAENZA
Giovedì 20 marzo (ore 21), Giacomo Poretti e Daniela Cristofori arrivano al Teatro Masini di Faenza con la commedia Condominio Mon Amour, scritta dai due interpreti insieme al regista Marco Zoppello. Il vecchio custode di un condominio di Milano a un certo punto viene sotituito da un’app. Lo spettacolo racconta l’immensa confusione che vive oggi il mondo del lavoro. Info: accademiaperduta.it.
TEATRO DI RICERCA
LA “WHITE ROOM” DI BOLOGNINO
Appuntamento con la danza al Comunale di Russi. Venerdì 14 marzo (inizio ore 20.45) COB Compagnia Opus Ballet, nell’ambito della stagione 2024/2025 a cura di Ater Fondazione, porta in scena White Room, con la coreografia di Adriano Bolognino.
IL CAPOLAVORO DI NICOLA LAGIOIA “LA FEROCIA” IN SCENA ALL’ALIGHIERI
Lo spettacolo ha vinto il Premio Ubu 2024
L’autore incontra il pubblico alla Classense
Giovedì 13 e venerdì 14 marzo (ore 21) al Teatro Alighieri va in scena La ferocia, che la compagnia VicoQuartoMazzini ha tratto dall’omonimo libro del 2014 di Nicola Lagioia. Se nel 2015 il romanzo aveva vinto lo Strega, alla 46ª edizione degli Ubu La Ferocia ha fatto incetta di premi, venendo giudicato miglior spettacolo di teatro (ex aequo
con Trilogia della città di K), e ottenendo i riconoscimenti per miglior attrice, Francesca Mazza, miglior attore, Leonardo Capuano, e miglior disegno luci, Giulia Pastore (ex aequo con Luigi De Angelis). Grazie al lavoro di adattamento di Linda Dalisi, la storia racconta l’ascesa e la caduta di una famiglia di costruttori barese animata da avidità, bramosia e sete di potere.
Venerdì 14, alle 17, Nicola Lagioia e la compagnia incontrano il pubblico nella sala Muratori della Biblioteca Classense, in dialogo con Federica Ferruzzi, giornalista.
DISINTOSSICAZIONE PROFONDA
4P IL A ST RI #1 #2 #3 #4
RIEDUCAZIONE ALIMENTARE: DIETA MEDITERRANEA
ALIMENTAZIONE E INTEGRATORI ALIMENTARI
ESERVIZIO FISICO
TEATRO SOCIALE
Beppe Aurilia e 150 adolescenti portano sul palco la tematica della guerra con “No War”
Domenica 16 marzo (ore 19.30) al Teatro Alighieri di Ravenna va in scena No War, diretto da Beppe Aurilia. In scena 150 adolescenti e bambini della scuola media “Ricci Muratori”, che affronteranno la tematica della guerra mediante l’opera di Shakespeare Macbeth, tra teatro, musica e danza. No War (con la direzione musicale di PierPaolo Nutricato e le coreografie di Serena Aurilia)fa parte di una trilogia diretta dall’associazione “Beppe Aurilia Teatro” che terminerà in maggio con La Pace di Aristofane e che complessivamente ha coinvolto 800 studenti.
TEATRO RAGAZZI
Koreja al Rasi con “LàQua”, piccolo inno alla vita
Domenica 16 marzo (ore 17) il Teatro Koreja sarà sul palco del Teatro Rasi con LàQua Si tratta di un piccolo canto che riecheggia dalla pancia della mamma. Un piccolo inno alla vita, all’acqua che la accompagna.
A Voltana la Drammatico Vegetale con “Quattro volte Andersen”
Domenica 16 marzo (ore 16) al teatro della Casa del bambino di Voltana, Drammatico Vegetale porta in scena Quattro volte Andersen, di e con Pietro Fenati ed Elvira Mascanzoni. Info: 0545-299542.
“Lear e il suo Matto” in scena a Faenza
Venerdì 14 marzo (ore 21) alla Casa del Teatro di Faenza è in programma lo spettacolo Lear e il suo Matto di Teatro Invito e della Compagnia Walter Broggini.
DANZA/1
MUSICA CLASSICA
CON “IMPROMPTUS” SI APRONO NUOVE VIE
All’Almagià il progetto nato dal dialogo tra Aterballetto e Centro Coreografico Nazionale
Giovedì 13 marzo (ore 21) all’Almagià ci sarà il primo dei due appuntamenti fuori abbonamento della stagione di danza del Teatro Alighieri, con Daniele Di Bonaventura al bandoneon e Alfredo Laviano alle percussioni, e i danzatori Roberto Tedesco(nella foto) e Gador Lago Benito. Si tratta di Impromptus: arie, danze e improvvisazioni, un progetto nato grazie al dialogo con il Centro Coreogra co Nazionale/Aterballetto che esplora nuovi modi di interazione tra movimento e suono. Favorendo una relazione uida e spontanea tra le due discipline in uno spazio creativo dove coreograe musicisti lavorano anco a anco, Impromptus permette di dare forma a opere attraverso l’improvvisazione e la reciproca ispirazione. «Improvvisazione è oggi un termine assai vago. Che spesso allude soltanto a un margine di autonomia nella creazione – spiega Gigi Cristoforetti, direttore del CCN/Aterballetto –. La vera improvvisazione è invece quella che caratterizza il progetto Impromptus Nasce da un incontro tra artisti di discipline diverse, i quali dentro lo spazio e con il pubblico costruiscono qualcosa che prima non siamo in grado neppure di immaginare. Aspettiamo con curiosità questo momento quasi magico».
Info: teatroalighieri.org
GIUSEPPE ALBANESE AL TEATRO ALIGHIERI
Martedì 18 marzo (ore 21) la stagione Ravenna Musica dell’Associazione Mariani prosegue al Teatro Alighieri con il pianista Giuseppe Albanese. Il programma che proporrà prevede la Sonata in Si bemolle maggiore op. 106 di Felix Meldelssohn e la Sonata n. 1 in Do maggiore op. 24 di Carl Maria von Weber. La seconda parte è dedicata a composizioni spagnole: Rapsodia spagnola di Franz Liszt, due brani di Enrique Granados (Los requiebros e Quejas o la maja y el ruiseñor), due brani di Isaac Albeniz (Triana e Navarra facenti), chiusura con chiusura Capriccio spagnolo del compositore polacco Moritz Moszkowski.
CINEMA E MUSICA
MUSICA DAL MONDO
Il leader dei Modena City Ramblers omaggia l’Irlanda dei Pogues
Venerdì 14 marzo (ore 21.30) al Teatro Socjale di Piangipane c’è La notte di San Patrizio, un omaggio all’Irlanda dei Pogues con Richard Lindgren & The Morsellis, la band del fondatore dei Modena City Ramblers. Un concerto che porterà il pubblico nei bassifondi irlandesi con un omaggio a Shane McGowan, fino a celebrare i 30 anni di Riportando tutto a casa, album d’esordio dei Modena City Ramblers.
Al Mama’s Nilza Costa, Paola Sabbatani e l’Argentina dei Friulete Quartet
Doppio concerto al Mama’s Club: venerdì 14 marzo (ore 21.30) ascolteremo Maria, che mescola dolore e allegria..., nuova produzione del 900fest, con le cantautrici Nilza Costa (brasiliana afro-bahiana) e Paola Sabbatani. Sabato 15 (ore 21.30) ecco poi il Friulete Quartet, specializzato in tango argentino. Il progetto vuole creare un ponte immaginario fra Astor Piazzolla e Andrés Langer, che hanno in comune la loro città di origine, Mar del Plata. Info: mamasclub.it
La Corelli sonorizza dal vivo due lm di Buster Keaton al Classis
Domenica 16 marzo (ore 11) al museo Classis due grandi classici del cinema muto di Buster Keaton rivivono con l’accompagnamento orchestrale dal vivo dell’Orchestra La Corelli. I due film protagonisti sullo schermo saranno Sherlock Jr. (1924) e One Week (1920), sonorizzati dal vivo dalla Corelli diretta da Giorgio Babbini, autore delle musiche originali. Straordinaria fusione di realtà e fantasia, Sherlock Jr vede protagonista Keaton nel ruolo di un giovane proiezionista di cinema che sogna di diventare un detective e, in un momento onirico, si ritrova letteralmente dentro il film che sta proiettando. In One Week, invece, una coppia di sposi è alle prese con la costruzione di una casa prefabbricata: a causa di un sabotaggio, le istruzioni di montaggio vengono scambiate, dando vita a un’escalation di disastri e gag irresistibili. La pellicola segna il debutto di Keaton come regista indipendente. Info: lacorelli.it
Scopri il menù stagionale
via Mazzini, 41 — Ravenna
Tel. 0544 169 63 72
da martedì a sabato PRANZO 12 — 15 CENA 19 — 23 (chiuso domenica e lunedì)
20 / CULTURA
Torna Ingranaggi tra musica e impresa
Dal 14 marzo Radio Sonora organizza quattro tappe nella assa omagna con concerti e mostre fotografic e
Undicesima edizione per Ingranaggi, il festival musicale e creativo della Bassa Romagna (ideato e organizzato da Radio Sonora) che unisce impresa, musica ed espressioni artistiche giovanili. E quattro sono le tappe in programma quest’anno, a Lugo, Cotignola, Alfonsine e Bagnacavallo, sempre all’interno di aziende locali.
Si inizia venerdì 14 marzo alle 18.30 (orario di tutti gli appuntamenti, che sono a ingresso libero) alla Edilpiù di Lugo, dove suonerà Nico Arezzo (nella foto). Venerdì 21 marzo toccherà a Giovanni ti amo, che si esibirà presso Retinova + ICP a Cotignola.
MUSICA INDIPENDENTE
Terzo appuntamento venerdì 28 marzo alla Farina Service di Alfonsine, dove suonerà Coca Puma, e a chiudere il festival venerdì 4 aprile presso Romagna Piada, a Bagnacavallo, sarà Amal tano
Un’altra caratteristica distintiva del festival è quella di abbinare alla musica e al lavoro anche la creatività artistica, che quest’anno sarà a indirizzo fotogra co. Infatti, ogni data coinciderà con l’allestimento in loco di una mostra di fotogra e, un progetto che ha coinvolto quattro giovani fotogra della zona, che hanno ritratto le aziende dove si svolgerà il festival.
Al Cisim i Tontotronic e l’incontro con Savini, Rastelli e Camillas
Doppio appuntamento al Cisim di Lido Adriano, dove venerdì 14 marzo (ore 22) ci sono in concerto i Tontotronic con Nicola Peruch, e domenica 16 marzo (orte 18) si assisterà a Dove nessuno guarda. La musica indie italiana, che cosa ci manca a fare?, incontro con Federico Savini (Blow Up), Davide Brace Rastelli (Tafuzzy Records) e Ruben Camillas. I Tontotronic sono un trio di musica elettronica multidimensionale nato con l’obiettivo di esplorare nuovi orizzonti sonori. Nell’incontro con il giornalista Savini si parlerà della musica indie italiana degli anni ‘90, con molti dei protagonisti di quella scena e di quegli anni, a partire da Ruben Camillas.
JAZZ
CROSSROADS, ELOISA ATTI A FUSIGNANO AS MADALENAS A SOLAROLO
Il festival Crossroads propone altre due date in provincia: martedì 18 marzo (ore 21) ecco infatti all’auditorium Corelli di Fusignano l’Eloisa Atti Quintet impegnato nel concerto Lost Mona Lisa Voce tra le più rappresentative del jazz di stanza in Emilia, la cantante e chitarrista Eloisa Atti (nella foto) proviene da una formazione contemporaneamente classica e jazz. Giovedì 20 marzo (ore 21) si va poi all’Oratorio dell’Annunziata di Solarolo, dove il duo As Madalenas (Cristina Renzetti e Tati Valle) sarà protagonista di Árvore de família, diverse sfumature di samba, bossa e folklore carioca.
ROCK
Al Bronson GO!YA! e il mini-festival Punkz
Doppia serata per il Bronson di Madonna dell’Albero. Il primo appuntamento è per venerdì 14 marzo (ore 21.30), con un doppio live: sul palco GO!YA! e Giungla, due progetti che uniscono elettroni-ca e sperimentazione. GO!YA! (nella foto) è un progetto nato dall’incontro tra N.A.I.P. e Giulia Formica. In apertura, Giungla, aka Emanuela Drei, musicista, producer e sound designer. Sabato 15 marzo (dalle 22) torna il festival Punkz, con Comrad, band barese capitanata da Gio Sada (vincitore di X Factor 2015), Cali! e Monnaelisa Info: bronsonproduzioni.com.
BENEFICENZA
La Bandeandrè al Comunale di Russi per la pediatria
Martedì 18 marzo (ore 21) al Teatro Comunale di Russi ci sarà un concerto di beneficenza per sostenere la pediatria del territorio. A organizzare è l’associazione Il Mosaico Odv e sul palco vedremo la Bandeandré, storica band che omaggia il repertorio di Fabrizio De André. L’iniziativa ha come obiettivo la raccolta di fondi per sostenere i reparti di pediatria degli ospedali di Ravenna, Lugo e Faenza finanziando progetti di miglioramento delle strutture e dei servizi dedicati ai bambini. Il ricavato dell’evento sarà interamente devoluto a favore di iniziative specifiche per la pediatria. Info: 331-6081214.
Un centro artistico interdisciplinare in cui professionisti del settore accompagnano gli allievi in un viaggio alla scoperta della loro crescita artistica ed umana. Nel 2024 abbiamo festeggiato i nostri 20 anni di attività vissuti insieme ai nostri allievi imparando e divertendoci. Vi aspettiamo!
DIREZIONE ARTISTICA LAURA RUOCCO
COORDINAMENTO DIDATTICO GIORGIA MASSARO
RECITAZIONE PAOLA BALDINI
CANTO CHIARA NICASTRO
DANZA MODERN SARA BURATTI
DANZA CLASSICA DELIA ALBERTINI
DANZA CONTEMPORANEA ELENA CASADEI
MUSICAL MODERN GIORGIA MASSARO
LE ATTIVITÀ SONO RISERVATE AI SOCI
In collaborazione con
Con il patrocinio di L’Accademia del Musical sostiene
SCOPRI TUTTI I CORSI
Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura
VISIBILI & INVISIBILI
Il
nuovo Paolo Genovese è leggero simpatico, divertente. Nulla più
di Francesco Della Torre
Follemente (di Paolo Genovese, 2025)
Il breve incontro fra Piero e Lara sfocia in un sabato sera a cena a casa di lei, un primo appuntamento già casalingo che probabilmente lascia presagire un lieto ne che sia qualcosa di più di una semplice serata passata insieme. I due sono accomunati dal fatto di essere usciti da poco da storie che li hanno coinvolti, catturati e segnati, visto che nel caso di Piero c’è anche una bambina in af do congiunto. Ciò che caratterizza il lm sono le menti dei due protagonisti, ciascuna “abitata” da quattro personalità molto diverse, dalla più romantica alla più passionale, passando per ragione, pessimismo e altre sfumature. L’idea, senza girarci troppo attorno, è quella di Inside Out della Pixar, in cui l’estroso Genovese “converte” i pensieri protagonisti in attori in carne e ossa, che di fatto rappresentano la spina dorsale e, perché no, lo spirito guida sia delle due persone che si sono incontrate, sia del lm stesso. Paolo Genovese ha da sempre caratterizzato la sua lmogra a con idee bizzarre, originali, spesso ai limiti della verosimiglianza, come il fortunatissimo Perfetti sconosciuti, o i più leggeri Immaturi e Incantesimo napoletano Follemente non ha uno spunto originale, ma lo sviluppo e la narrazione lo rendono una commedia unica nel panorama italiano, questo grazie anche a un cast di ferro e a una direzione impeccabile. Dietro ai protagonisti Edoardo Leo e Pilar Fogliati, vediamo all’opera una squadra ben amalgamata di interpreti sicuri e divertiti, brillanti nei dialoghi e nell’improvvisazione teatrale che la vicenda narrata ti impone; tra gli altri, particolarmente in forma, da una parte Marco Giallini e dall’altra la rivelazione Emanuela Fanelli. A differenza di alcuni lm precedenti, qui Genovese rinuncia a messaggi, digressioni e ragionamenti troppo complicati, per tuffarsi nel dolce mare della commedia romantica, certamente ironica, ma soprattutto leggera, perché anche i momenti più seri del lm sono immediatamente compensati da situazioni che cercano di dissacrare e distrarre ciò che poteva succedere. I quattro abitanti delle rispettive menti non sono eccessivamente distinti e non rappresentano un’unica emozione, come accade in Inside Out, ma sono veri e propri personaggi con un carattere ben de nito e una loro impronta decisionale, che più che a spiritelli fanno pensare a una sorta di platea di migliori amici che cercano di dare i consigli e le direzioni per loro più giusti in un incontro che deve necessariamente sfociare in un lieto ne. Giusto il nale, un po’ stanco e inutile il preludio, con gli otto che calcano la scena e forse anche un po’ troppo la mano, appesantisce il lm che però a sorpresa si rialza e piazza un ottimo colpo nale. Leggero, simpatico, divertente, nulla più. E nulla meno.
MUSICA FRESCA O DECONGELATA
Rivalutare i Nickelback: sì/no
di Francesco Farabegoli
Bob Mould - Here We Go Crazy (Granary 2025)
Poco fa con alcuni amici parlavamo delle recenti dichiarazioni di Billy Corgan al podcast di Joe Rogan – non importa qui il contesto, solo quello che ha detto: «siamo arrivati a quel momento della storia in cui si inizierà a dire che gruppi come Nickelback e Creed “erano bravi” e “hanno scritto belle canzoni”». Di primo acchito, considerato il crollo verticale delle produzioni musicali di Corgan e l’astio che per tutta la vita ho provato per i due gruppi che ha menzionato, ho pensato a uno di quei momenti in cui un musicista dichiara l’indichiarabile per far parlare di sé. Poi però ho pensato che forse ha senso scavare più a fondo. Perché, ad esempio, gli appassionati di musica della mia generazione pensano che i Nickelback siano l’incarnazione di tutto quello che non va nella musica contemporanea? Bisogna probabilmente scavare all’indietro, no ai giorni in cui i primi dischi di questi gruppi (metteteci dentro anche Godsmack, Staind, Days Of The New, Sevendust eccetera) uscivano sul mercato. Avevano le accordature ribassate e i giri di chitarra ispirati ai dischi nu-metal, e suonavano canzoni che stavano ai primi Bush come i primi Bush stavano ai primi Nirvana. L’impatto con la mia generazione, che all’epoca aveva passato da poco i 20, fu disastroso: era tutto quello che non cercavamo nei dischi. Ma in fondo qualche buona canzone radiofonica, dietro tutta quella coltre di suoni sbagliati, c’era anche, e un conto è ascoltarla da 23enne a Ravenna e un conto era sentirla a 13 anni in Nebraska (da qualcuno che magari 20 anni dopo scrive articoli di musica sul New Yorker). Come a dire: nessun suono è brutto o bello in assoluto, e il nostro valore di ascoltatori sarebbe anche di saper giudicare un certo disco/artista al di là delle concezioni sonore che vanno di moda. Bob Mould ha in comune con questi discorsi una tendenza naturale all’FM-rock americano, che in diverse occasioni aveva alienato un numero cospicuo di fan (tutti i suoi fan li deve a quello che ha fatto con gli Husker Du). Nell’ultima fase della sua carriera, diciamo da 13 anni a questa parte, aveva accantonato questa tendenza per vestire i panni del nonno punk: dischi magari un po’ insinceri nel porsi ma pieni di chitarre ed energia. Oggi è tornato al rock cafone, è decisamente meno spendibile in contesto punk ma suona carico e pieno di cuore. Voglio crederci.
Thriller nel lockdown di Dublino
Un thriller che intreccia storie, piani temporali, indagine psicologica e che ci riporta dritti nel cuore del lockdown. 56 giorni di Catherine Ryan Howard appena pubblicato da Fazi (nella traduzione di Giuseppe Marano) ha quindi, oltre al grande merito di tenerci incollati alla pagina con una storia colma di suspense, di rovesciamenti di prospettiva, di colpi di scena, quello di ricordarci cosa è stato quel momento della nostra vita globale. A Dublino vediamo accadere ciò che poco prima era accaduto in Italia, qualcosa avvenuto cinque anni fa e che ha lasciato tracce indelebili e profonde, nonostante l’apparente e relativamente rapido ritorno alla normalità che ne é seguito negli anni successivi. Siamo infatti nel primo lockdown, il più drastico, il più spaventoso, quando la pandemia mieteva vittime e faceva davvero paura e per la prima volta il mondo sembrava fermarsi. Se non fosse che l’abbiamo vissuto tutti appena cinque anni fa, potrebbe sembrare un’ambientazione vagamente distopico-fantascienti ca. Dublino si chiude, resta la Tv a mostrare ciò che sta già accadendo in particolare in Italia, e tra le mura di un appartamento di un anonimio complesso residenziale vediamo nascere un amore in una narrazione a ritroso che ricostruisce l’insieme di eventi che porta due reclute della polizia irlandese sul luogo di una morte sospetta, due personaggi a cui ci si affeziona dalla prima riga e con cui si procede per gran parte del libro a tentoni nell’indagine. I protagonisti sono però altri e hanno voci autonome che raccontano il loro pezzo di storia. Pur nella complessità della trama, e nonostante qualche soluzione talvolta forse un po’ sbrigativa, 56 giorni nisce anche con l’interrogare il lettore, con lo spostare e adattare il con ne tra lecito e illecito, giusto e sbagliato, giustizia personale e colletiva e anche per parlarci di amore. Nel silenzio e nell’apparente immobilità di una capitale chiusa per pandemia, l’autrice fa emergere personaggi tridimensionali che sembrano vivere di vita propria. Non a caso, il libro è stato best seller in Irlanda, ha vinto svariati premi, nominato thriller dell’anno da New York Times, Washington Post e Irish Times e pare possa a breve diventare una serie. Niente di meno sorprendente. Peraltro, portando per la prima volta l’autrice in Italia, Fazi prosegue nella ricerca di nuove protagoniste del genere, come già avvenuto di recente con Camilla Sten e Gillian McAllister. Tutti romanzi dove suspense, paura, sorpresa, colpo di scena hanno poco a che fare con l’azione e molto con le pieghe psicologiche dei protagonisti e delle protagoniste senza per questo perdere
grammo di tensione narrativa.
di Federica Angelini
RAVENNA&DINTORNI 13-19 marzo 2025
Piccolo viaggio nell’universo dei sodalizi enogastronomici di Alessandro Fogli Sommelier, vignaiolo garagista e wine enthusiast
Dopo aver dato un’occhiata agli accorgimenti più comuni nell’abbinare il cibo al vino bianco e agli spumanti, vediamo cosa succede con il vino rosso e quello rosato, un mondo sicuramente più composito e sfaccettato.
Rispetto ai vini bianchi, quelli rossi si differenziano sostanzialmente per la presenza dei tannini, per la generalmente maggiore struttura e morbidezza e per la minore freschezza (acidità) e sapidità. I tannini sono composti naturali contenuti nei vini rossi – sono presenti nelle bucce, nei raspi e nei vinaccioli, quindi vengono ceduti al mosto durante la macerazione –, solubili in acqua e capaci di precipitare le proteine contenute nella saliva, dando al vino una più o meno accentuata sensazione di astringenza, ossia la prima differenza gustativa che permette di distinguere un vino bianco da uno rosso anche a occhi chiusi. L’astringenza, intuitivamente, mal si sposa a livello gustativo con l’acidità, in quanto la combinazione di due sensazioni così dure produrrebbe un effetto piuttosto disarmonico al palato. Ad esempio, se a un gazpacho o alle ostriche in salsa mignonette associamo un Sangiovese superiore riserva probabilmente sbocchiamo. I vini rossi, oltre ad essere sottoposti a più o meno lunga macerazione a contatto con le bucce, molto spesso sono sottoposti a fermentazione malolattica, proprio allo scopo di trasformare i sali dell’acido malico nel più morbido acido lattico. L’alcolicità e la presenza di sostanze come i polialcoli (derivanti da co-fermentazioni di sostanze presenti nelle bucce) produce sensazioni di maggiore calore e morbidezza rispetto ai vini bianchi. In generale, per scegliere il vino rosso giusto da accompagnare a un piatto, è utile considerare alcuni principi base: i vini rossi leggeri si sposano con piatti delicati, mentre vini più corposi richiedono pietanze strutturate, i vini con alta tannicità si armonizzano con piatti ricchi di proteine e grassi, che ammorbidiscono la
RISOTTO AI PORCINI E SANGIOVESE DI ROMAGNA SUPERIORE “PRIMO SEGNO” DI VILLA VENTI
Ho scoperto che uno dei miei piatti preferiti, il risotto ai porcini, è una meraviglia abbinato al Sangiovese di Romagna Superiore “Primo Segno” 2021 di Villa Venti, azienda di Roncofreddo, sulle colline cesenati vicino a Longiano. Il riso ha una tendenza dolce, così come il fungo porcino, per quanto il sapore di quest’ultimo sia molto spiccato. Quindi occorre un vino che non ecceda in struttura e corpo. E infatti iI ”Primo Segno” è un Sangiovese fresco, nitido e succoso, di bella e luminosa espressione. Il suo profilo netto, asciutto ed equilibrato è attraversato da armoniche sfumature di ciliegia, piccoli frutti rossi e spezie di sottobosco, perfette per creare una piacevolissima connessione gustativa con il risotto. PROVATO
percezione dei tannini, i vini con buona acidità contrastano la grassezza del cibo, bilanciandone il sapore. È in ne importante che il vino non sovrasti il cibo e viceversa, trovando un giusto equilibrio tra intensità di sapore.
Ma vediamo qualche esempio classico di abbinamento, partendo dalle carni rosse (io non mangio nessun tipo di carne, ma vabbè, facciamo nta di niente), che grazie al loro contenuto di grassi e proteine si sposano perfettamente con vini rossi strutturati e tannici. La bistecca alla orentina si abbina splendidamente a un Chianti classico riserva, a un Brunello di Montalcino, ma anche al Sangiovese di cui sopra, che con la loro acidità e tannini bilanciano la succulenza della carne. Il letto di manzo al pepe verde cerca invece qualcos’altro: il sapore intenso del pepe verde si equilibra infatti con un Barolo o un Amarone della Valpolicella, che con il loro bouquet aromatico e complessità completano il piatto. La carne dell’innocente selvaggina, come cinghiale, cervo e fagiano, ha un gusto deciso che richiede vini altrettanto intensi. Per lo spezzatino di cinghiale in umido ecco allora il Sagrantino di Montefalco, che grazie alla sua struttura super-tannica e ai sentori speziati è l’ideale per contrastare la ricchezza del piatto. Diverso il discorso per l’arrosto di cervo con mirtilli: l’abbinamento con un Syrah o un Cabernet Sauvignon esalta i sapori selvatici della carne e l’acidità della frutta. Molti primi piatti a base di sughi di carne o funghi si sposano bene con vini rossi morbidi e non eccessivamente tannici. Con le tagliatelle al ragù di carne, per dire, il Sangiovese o il Nebbiolo sono perfetti, poiché la loro acidità aiuta a bilanciare la dolcezza del pomodoro e la ricchezza della carne, mentre con le pappardelle ai funghi porcini un Pinot Nero o un Dolcetto d’Alba, in virtù dei loro aromi terrosi e fruttati, si armonizzano con il sapore dei funghi. Anche i formaggi stagionati e saporiti ne-
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Il più versatile di tutti? L’emiliano lambrusco
La numerosa famiglia dei lambruschi (che rappresenta circa il 35% del vigneto emiliano) comprende diverse varietà sparse tra Reggiano, Modenese e Parmense – salamino, grasparossa, sorbara, marani, maestri, montericco, viadanese, e oliva – con caratteri a volte piuttosto differenti, ma sempre prevaltentemente utilizzati per produrre vini frizzanti e spumanti. È considerato il vino più versatile d’Italia perché trova il suo posto accanto a piatti dalle caratteristiche molto diverse fra loro e riesce a valorizzare preparazioni che vanno dall’antipasto al dessert. È compagno ideale di un antipasto a base di salumi affettati, sta bene con tutte le paste ripiene fatte a mano (tortellini, agnolotti, cappelletti e poi ancora le lasagne), funziona col carrello dei bolliti, gli stracotti, la grigliata di maiale, ma anche con il pesce gatto fritto o un’anguilla alla brace. Ed eccolo infine a fianco di pasticceria secca e caldarroste.
cessitano di vini rossi con una buona struttura e complessità. Il Parmigiano Reggiano e il pecorino stagionato chiedono a gran voce un Chianti Riserva o un Montepulciano d’Abruzzo, che esaltano i sapori intensi e la sapidità di questi formaggi. Con il gorgonzola piccante ci sta invece un Amarone della Valpolicella con il suo residuo zuccherino e la morbidezza, che bilanciano la potenza aromatica del formaggio. Contrariamente all’idea diffusa che il pesce vada solo con il vino bianco, alcune preparazioni si sposano bene con vini rossi leggeri. Il tonno alla griglia, ad esempio, è ottimo con un Pinot Nero, un Bardolino o ancor di più con il siciliano Cerasuolo di Vittoria, tutti freschi e in grado di bilanciare la succulenza del tonno. Per il baccalà in umido, il matrimonio con un Lambrusco secco o una Bonarda è da urlo, con la loro lieve effervescenza e morbidezza, perché si armonizzano bene con il sapore intenso di questo pesce.
Oltre ai classici, però è interessante sperimentare accostamenti meno convenzionali. Come cioccolato fondente e vino rosso: un vino passito come il Recioto della Valpolicella o un Porto Vintage si sposano magni camente con l’amaro e la dolcezza del cioccolato. Oppure la pizza abbinata a un vino rosso fruttato (una pizza al salame piccante trova ottimi alleati in un Primitivo di Manduria o in un Nero d’Avola, che con il loro carattere fruttato e speziato bilanciano la sapidità e il piccante).
E passiamo ai vini rosati, che, com’è facile intuire, hanno caratteristiche tipiche sia dei bianchi che dei rossi, cosa che li rende estremamente versatili negli abbinamenti. La differenza tra un vino rosso e un rosato sta in primo luogo nei tannini, quasi assenti nel rosato: i brevissimi tempi di contatto dei mosti destinati a vini rosati con gli elementi che contengono tannini (nell’ordine di poche ore) rendono impossibile la ces-
sione signi cative di queste sostanze al mosto. Un vino rosato fruttato e secco è in grado di abbinarsi con quasi tutte le pietanze, eccezion fatta per i dolci. Se pensiamo a quei cibi quasi impossibili da abbinare a causa del loro sapore amaro o del loro pro lo aromatico, come i carcio , gli asparagi e il cavolo, voilà, i rosati hanno la capacità di addolcire l’amarezza di queste verdure. La freschezza dei vini rosati aiuta poi a compensare la grassezza di alcuni cibi, pertanto sono l’ideale abbinamento per piatti con acciughe ma anche per le ostriche. O, si accennava, con gli asparagi, spesso serviti in accompagnamento alle uova e all’olio d’oliva, combinazione dell’amarezza e aromaticità della verdura con la grassezza dell’uovo e dell’olio. Per chiudere, io sono comunque dell’idea che non esistano regole assolute, ma piuttosto principi guida che aiutano a creare armonie gustative. La chiave è sperimentare e trovare combinazioni che valorizzino sia il piatto che il vino, rendendo ogni pasto una piacevole esperienza sensoriale.
COSE BUONE DI CASA A cura di Angela Schiavina
Cioccolato e... fagioli
Ecco un salame di cioccolato, con una variante. Ingredienti: 150 g di fagioli cannellini cotti, 200 g di cioccolato fondente 70%, 50 g di olio o margarina o burro, 1 cucchiaio di zucchero, 2 cucchiai di rum, 180 g di biscotti secchi tritati, 40 g di zucchero a velo che vi servirà per la decorazione.
Preparazione. Frullate i fagioli cotti con il cioccolato che avrete fuso a bagnomaria, il burro (o la margarina o l’olio). Lo zucchero e poi il rum. Versare il composto in una ciotola, aggiungere i biscotti che avrete tritato grossolanamente poi mescolate tutto bene, versate su un foglio da cucina il vostro impasto, date la forma di un salame poi arrotolatelo stretto come se fosse una caramella e tenetelo in frigorifero per 4/5 ore. Quando l’avrete rassodato toglietelo dalla carta e passatelo sullo zucchero a velo in modo da fare quella velatura come se fosse un salame vero. Tagliatelo a fette e servite con un ciuffo di panna montata. Se usate l’olio o la margarina e biscotti vegani, il dolce diventa vegano. Io uso fagioli decorticati.
SBICCHIERATE
A cura di Alessandro Fogli
Uno splendido Rosato
Scrivere di vino è come danzare d’architettura, ha detto qualcuno di molto famoso (Madre Teresa di Calcutta, credo), ma questa rubrica si chiama Sbicchierate e in qualche modo bisognerà pur riempirla. Quindi, vabbè, non parlerò dello splendido Diluvio di Stephen Markley ma dell’altrettanto splendido Rosato di Vino del Poggio. Siamo a Travo, nella piacentina Val Trebbia, e qui Andrea Cervini alleva le varietà a bacca nera Bonarda e Barbera, da cui nasce questo Rosato (si chiama così). Egli si presenta con una tonalità cerasuolo intenso e una volta apertolo ecco un piglio spavaldo e arguto che non mi aspettavo. Frutti rossi, note erbacee e spezie dolci ci chiedono per favore di riempire subito il nostro calice. In bocca è freschissimo e si fa amare senza ma. Lo trovate da Farcia a Ravenna, nel caso.
IlMolinettoèlietodicomunicarecheilsuoimpegno Green èincostanteevoluzioneedaumentoperché èfermamenteconvintochequestasialastradagiustadaseguire. Greenèbello!
Il Molinetto è lieto di comunicare che il suo impegno Green è in costante evoluzione ed aumento perché è fermamente convinto che questa sia la strada giusta da seguire. Green è bello!