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FREEPRESS n. 888

10-16 DICEMBRE 2020 "

CRONACA • SOCIETÀ • POLITICA • ECONOMIA • OPINIONI • CULTURA • SPETTACOLI • GUSTO • SPORT •

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PUNTI DI VISTA / 3 10-16 dicembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

SOMMARIO

L’OPINIONE

L’OSSERVATORIO

5 POLITICA FISCO, IL DIBATTITO SULLA PATRIMONIALE

Anche a Ravenna “the show must go on” di Fausto Piazza

A costo di essere monotono torno sul mondo dell'arte e dello spettacolo che, a parte una breve parentesi estiva, è ormai sprofondato nell'oblio dell'emergenza pandemica. Al punto che è scomparso anche dai radar del Governo e del dibattito pubblico, tutti tesi a captare malumori e rivendicazioni su piste da sci, pranzi e cenoni delle feste, shopping natalizio… Come se teatri, cinema, musei e biblioteche chiuse, la cultura mortificata, fossero un'ovvietà, il minore dei mali. E fossero figli di un dio minore milioni di spettatori/visitatori e le migliaia di persone che campano con le attività di questo settore. Anche dalle nostre parti questi lavoratori dell'intelletto e della creatività vivono un periodo drammatico, soffrono ma non si arrendono. Purtroppo per teatro, balletti, concerti non esiste l’asporto e neppure il servizio a domicilio. Certo, se gli spazi dell'arte e della cultura sono interdetti c'è pur sempre la performance virtuale ma – a parte certe grandi produzioni in streaming come quelle recenti del Teatro alla Scala o anche del Ravenna Festival col Maestro Muti – spettacoli, tour e incontri scarseggiano di calorosa empatia, dell'emozionante e imprevedibile presenza dal vivo, e si raffreddano nell'effetto documentaristico. Anche noi, per non soccombere a questa deprimente fase critica della cultura, abbiamo deciso di fare la nostra parte, pubblicando entro fine anno il nostro mensile romagnolo R&D Cult e la rivista Palcoscenico, annuario delle stagioni teatrali della provincia di Ravenna. Visto che non ci sono rassegne o eventi da segnalare e approfondire – a parte rari appuntamenti sul web o cartelloni da confermare – cercheremo di raccontare figure e mestieri della arti performative e quel patrimonio tangibile di teatri e palcoscenici che ne sono la dimora, condivisa con il pubblico. Sarano edizioni speciali, ridotte, eppure un auspicio per una rinascita nel 2021. A proposito di passione e tenacia, riservo queste ultime righe a due esempi di organizzazioni e artisti ravennati (fra i tanti che potrei citare...) che stanno tenendo testa al Covid e al confinamento cautelare con creatività, energie innovative e solidarietà, in una fitta rete di collaborazioni. Ravenna Teatro e Albe hanno deciso – unici, o fra i pochi in Italia – di destinare 70mila euro di fondi d’emergenza e per attività non svolte «ad artisti, compagnie, teatri con meno tutele della nostra», finanziando residenze artistiche e progetti a livello locale e nazionale. D’altra parte, la compagnia ErosAntEros (Agata Tomsic e Davide Sacco) è riuscita a trasformare il festival “Polis” di Ravenna, che non si è potuto svolgere sul palco, in un forum online internazionale sul futuro del teatro che ora è un ponderoso libro a 57 voci, pubblicato dalla casa editrice specializzata Editoria&Teatro. Cosa curiosa, Agata e Davide, da quest’estate sono anche in prima fila – come autori del progetto di un Centro Internazionale Istriano delle Arti Performative Contemporanee – per la candidatura (ora finalista) di "Piran-Pirano 4 Istria" a Capitale Europea della Cultura 2025 per la Slovenia. In bocca al lupo ragazzi, magari voi questa volta ce la fate...

Questi nostri giorni in zona gialla

8 ECONOMIA CAMBIO AL VERTICE DELLA CGIL RAVENNATE

di Moldenke

Sintesi degli ultimi giorni di pandemia.

16 SANITÀ

Siamo di nuovo gialli. Vado a Russi e torno indietro, solo per il gusto di spostarmi in un altro comune.

IL MEDICO IN PENSIONE TORNATO PER L’EPIDEMIA

Voglio proprio fare colazione al bar. Mi metto in fila. Torno a casa perché c’è troppa gente.

20 CULTURA

Vado al ristorante. Mi sento in colpa perché potrei venire contagiato da un asintomatico del tavolo a fianco e poi uccidere inavvertitamente un mio parente anziano. Mi alzo, faccio per uscire, ma penso che poi così contribuirò a far chiudere un altro locale della mia città e alla fine decido di mangiare con la mascherina, ma è molto complicato.

IN DIRETTA SU YOUTUBE LA CLASSICA DEL GOLDONI

22 GUSTO BRINDISI DELLE FESTE CON I VINI ROMAGNOLI a pagina

24 SPECIALE

Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Autorizzazione Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Tribunale di Ravenna Gianluca Achilli, Maria Cristina n. 1172 del 17 dicembre 2001 Giovannini (grafica). Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Anno XIX - n. 888 Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Galeati, Iacopo Gardelli, Giovanni Editore: Gardini, Enrico Gramigna, Simona Edizioni e Comunicazione srl Guandalini, Giorgia Lagosti, Fabio Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna Magnani, Enrico Ravaglia, Guido Sani, tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Angela Schiavina, Serena Simoni, Direttore Generale: Claudia Cuppi Adriano Zanni. Fotografie: Massimo Pubblicità: tel. 0544 408312 Argnani, Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. commerciale1@reclam.ra.it Illustrazioni: Gianluca Costantini. Area clienti: Denise Cavina tel. 335 Redazione: 7259872 - Amministrazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 Alice Baldassarri, redazione@ravennaedintorni.it amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl Stabilimento di Imola

Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB

Vado a fare shopping, visto che i negozi sono sempre aperti e me lo chiede perfino il Governo. Ma poi mentre cammino in via Cavour sconosciuti mi fanno foto che pubblicano su Facebook dove la gente si incazza con quelli come me che creano assembramenti andando a fare shopping come ci chiede il Governo. Non voglio certo provocare la terza ondata per comprare l’ennesimo regalo di merda, così torno a casa e cerco su Amazon un bagnoschiuma per mia mamma. Ma prima di procedere con l’acquisto mi appare un pop-up con la faccia dell’assessore Cameliani, che mi implora di andare a fare shopping nel nostro centro commerciale naturale, che sarebbe la stessa via Cavour di prima. E tra l’altro mi viene in mente che il Cashback che ho appena attivato tra imprecazioni e bestemmie non vale nemmeno, per gli acquisti on line. Vado a letto in lacrime. Mi sveglio, è domenica, posso finalmente comprare la Playstation 5. Vado all’Esp dimenticandomi però che i negozi dei centri commerciali sono chiusi nel weekend e così prendo la macchina e vado in un negozio identico, con un nome diverso, a nemmeno un chilometro di distanza, che invece può restare aperto. Figata. Infine, con rassegnazione ma senza più paura, telefono al numero di supporto psicologico dell’Ausl.


4 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 10-16 dicembre 2020

VERSO LE AMMINISTRATIVE/1

VERSO LE AMMINISTRATIVE/2

IL CIRCOLO PD LANCIA UN SONDAGGIO ON LINE PER MIGLIORARE IL QUARTIERE Rivolto a chi vive o lavora nella zona sud di Ravenna «Per un programma elettorale vicino ai cittadini» IL PROGETTO: «UNA PISTA CICLABILE BOLOGNA-RAVENNA DA 84 KM» Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha lanciato l’idea di una pista ciclabile che colleghi Bologna a Ravenna. Il percorso dovrebbe attraversare i comuni di Castenaso, Budrio, Medicina, Massa Lombarda, Lugo, Bagnacavallo e Russi per arrivare a Ravenna. Circa 40 km su 84 sono già esistenti. I prossimi passi «saranno il progetto preliminare e reperire i finanziamenti».

AMBIENTE La protesta: «Ancora ritardi per le casse di espansione del Senio» Lo scorso anno la Regione Emilia-Romagna aveva annunciato che erano pronti a partire oltre 700 cantieri per la sicurezza del territorio, tra cui la realizzazione delle Casse di espansione del Senio per 8,5 milioni, ma nel corso della diretta web organizzata dal Comune di Fusignano nei giorni scorsi in occasione del 71° anniversario dell'alluvione, l’ingegner Claudio Miccoli, responsabile del servizio Area Reno e Po di Volano, ha spiegato come sia ancora in corso di realizzazione il nuovo progetto esecutivo dell'opera, in quanto sulla base della nuova relazione idrologica realizzata da Arpae a fine 2019, quello esistente non sarebbe più adeguato. «In altre parole, dopo 30 anni di promesse e rinvii, non c'è nemmeno un progetto definitivo e per l'ennesima volta ci spiegano che le casse di espansione si faranno, ma l'anno prossimo - ha commentato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente “A. Cederna” - dopo le tante promesse disattese negli ultimi anni è difficile continuare a credere a queste rassicurazioni». Le casse di espansione sono una serie di bacini allagabili da realizzare nei pressi di Tebano per mettere in sicurezza l'intera asta fluviale del Senio a valle della via Emilia, attenuando le ondate di piena. «Nel frattempo si continuano a stanziare centinaia di migliaia di euro per la manutenzione delle sponde, sfalci e simili – denuncia Legambiente – ma da quasi 30 anni la Regione indica le casse come un'opera fondamentale per mettere in sicurezza i territori che sorgono lungo il corso del Senio e la cronaca di questi anni ci insegna come il costo della prevenzione sia enormemente inferiore ai danni di un'alluvione».

PANDEMIA

VACCINO ANTI COVID, LA PIGNA PROVOCA: «SINDACO E GIUNTA SIANO I PRIMI A FARLO» In un video postato sui social il presidente (nonché ex candidato sindaco) della lista civica La Pigna, Maurizio Bucci (foto), lancia un appello al sindaco Michele de Pascale. L’invito è quello di «dare l’esempio per far comprendere l’importanza di un’azione» e di «metterci la faccia per rassicurare noi ravennati», vaccinandosi per primo contro il Covid. «Siamo certi – scrive La Pigna sui social – che il primo cittadino della nostra città seguirà l’esempio del Presidende Democratico degli Usa e con lui tutta la sua giunta e tutti i consiglieri comunali di maggioranza vaccinandosi per primi per sconfiggere il contagio dal Covid-19». Così, scherza Bucci, «saremmo tutti più sicuri e ci vaccineremmo pure noi...».

È on line da alcune settimane il sondaggio “Immagina il tuo quartiere”, lanciato dal circolo Pd Casadei Monti e rivolto a chi abita, lavora o studia nella zona sud di Ravenna (punti di riferimento Stadio, Alberti, Questura, San Rocco, Galilei, Gallery, Cesarea). «Abbiamo già avuto centinaia di risposte, più di quanto ci aspettavamo, a dimostrazione della voglia di partecipazione». A parlare è Lorenzo Margotti, consigliere comunale e segretario del circolo, promotore dell’iniziativa insieme a Emiliano Galanti. «L’idea – continua – nasce da un’esigenza molto semplice, migliorare la città e il quartiere nel quale viviamo. Il mondo sta cambiando, le città stanno cambiando e mano a mano che crescono, i quartieri assumono sempre più importanza nel determinare la qualità della vita delle persone. L’emergenza causata dal Coronavirus ha reso ancor più evidente questa realtà». Un percorso di ascolto e partecipazione completamente on line che vuole misurare su alcuni indicatori molto semplici come ambiente, servizi e infrastrutture qual è la percezione di chi vive il quartiere e soprattutto quali solo le loro idee e le loro proposte per superare le criticità e migliorarlo, con l’obiettivo di costruire un documento programmatico in vista delle prossime elezioni amministrative della primavera 2021. «A partire da metà gennaio – prosegue Margotti –, una volta terminata la fase di ascolto che è ancora in corso, proseguiremo con incontri in videoconferenza per presentare gli esiti, confrontarci con chi ci ha manifestato il suo desiderio a partecipare e definire le proposte che consegneremo al Partito Democratico comunale e al candidato sindaco Michele De Pascale, contribuendo così alla definizione di un programma elettorale che nei nostri auspici vuole essere il più vicino possibile ai bisogni dei cittadini. Il principale obiettivo che vogliamo perseguire è quello di avere un progetto di sviluppo per ogni quartiere della città che risponda ai bisogni di chi in quel quartiere ci abita, ci lavora o ci studia. Per questo serve costruire processi che non sostituiscano la politica e il ruolo anche propositivo e progettuale che questa deve avere, ma che la aiuti e la supporti con strumenti nuovi ad essere in contatto con le persone». «L’emergenza – conclude il segretario del circolo – sta stravolgendo le modalità con cui le persone lavoreranno, studieranno e comunicheranno da adesso in avanti. L’esplosione delle piattaforme di videoconferenza è un processo inarrestabile, così come lo è la digitalizzazione massiccia in ogni aspetto della nostra vita. Così, anche noi del Circolo Pd “Casadei Monti” volendo costruire un percorso di partecipazione ampio e diffuso, che dieci anni fa si sarebbe fermato irreversibilmente, abbiamo sfruttato questa occasione per spostare l’attività politica di una sezione di partito in modalità totalmente digitale». Tutti gli interessati potranno compilare il questionario al seguente link http://bit.ly/rasud o contattare su WhatsApp il numero 351 6606687.

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POLITICA / 5 10-16 dicembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

PATRIMONIALE/1

PATRIMONIALE/2

«Con la nostra proposta pagheranno di più solo i milionari»

«Serve una riforma complessiva, per un fisco più equo»

L’emendamento al vaglio del Governo è stato redatto dal ravennate Paglia: «Chi è contrario sta solo difendendo gli interessi dei più forti»

Il segretario Pd: «Con proposte divisive rischiamo di perdere un’altra occasione»

La patrimoniale è tornata d’attualità negli ultimi giorni in seguito a un dibattuto emendamento alla manovra di Bilancio, firmato da Nicola Fratoianni (Leu) e Matteo Orfini (Pd), redatto dal ravennate Giovanni Paglia, ex parlamentare (e tesoriere nazionale) di Sinistra Italiana. La proposta – che prevede l'abolizione dell'Imu e dell'imposta di bollo sui conti correnti bancari e sui conti di deposito titoli e l'istituzione di un'imposta sostitutiva sui grandi patrimoni di almeno 500 mila euro – dopo un primo stop della commissione Bilancio della Camera, è stata riammessa all'esame dopo il ricorso dei firmatari. Paglia, da quali considerazioni parte il suo testo? «Dai dati sulla distribuzione della ricchezza in Italia. L’1 percento più abbiente della popolazione possiede il 25 percento dei patrimoni complessivi, mentre il 60 più povero arriva al 15. Se guardiamo il 10 percento più povero, ha solo debiti. È evidente che siamo di fronte a un quadro di iniquità assoluta, che in questi anni è peggiorato costantemente, anche nel pieno di questa crisi». Quali novità introdurrebbe in concreto la vostra “patrimoniale”? «Il primo risultato sarebbe che chiunque abbia un patrimonio netto inferiore al mezzo milione non pagherebbe più Imu e imposte di bollo. Ereditare una casa smetterebbe di essere un incubo per migliaia e migliaia di persone e i risparmi di una vita renderebbero un po’ di più. Anche chi sta sotto il milione avrebbe dei vantaggi. In compenso contribuirebbero molto di più quei pochi che misurano la propria ricchezza in decine, centinaia, migliaia di milioni». E quale sarebbe allora questo ceto medio che si potrebbe spaventare di cui parla invece il centrodestra? «Quando pensano al ceto medio, da quelle parti pensano a chi finanzia le loro campagne elettorali, consente le loro carriere, è proprietario dei loro destini. A partire da Silvio Berlusconi. Peccato che chiunque abbia meno di 10 milioni non abbia nulla da temere da questa misura, che al massimo lo farà pagare come ora. E parliamo – attenzione – di patrimonio personale, non famigliare. Quindi chiunque può capire che chi è contrario alla nostra proposta sta solo difendendo gli interessi della parte più forte della società». Si aspettava una reazione più “calda” da parte del Pd? Grillo invece ha appena dichiarato che bisogna tassare i ricchi... Crede ci sia ancora una

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Giovanni Paglia e, nel riquadro, Alessandro Barattoni

possibilità di approvazione? «L’assenza di reazioni da parte del Pd non fa più notizia: è un partito che ha fatto della passività la sua forza. Tuttavia proprio per questo confido che progressivamente la spinta dell’opinione pubblica e dei suoi elettori riuscirà a smuoverlo. Apprezzo l’uscita di Grillo, che supera la confusione iniziale di Di Maio. Ora spero che i 5 Stelle per una volta passino dalle parole ai fatti. Noi ci siamo». Avete in mente altre iniziative sul tema, “extra parlamentari”? «Se l’emendamento non dovesse essere approvato, stiamo pensando ad una legge di iniziativa popolare, per coinvolgere il maggior numero di persone possibili in una battaglia giusta. Certamente non ci fermiamo, perché la battaglia per la giustizia fiscale è indispensabile se vogliamo un’Italia migliore». Luca Manservisi

Abbiamo chiesto un commento sul tema della cosiddetta patrimoniale anche al segretario provinciale del Pd, partito che a livello nazionale è rimasto piuttosto freddo sull’emendamento redatto da Paglia (vedi articolo principale) e presentato però alla Manovra a firma anche Matteo Orfini dello stesso Pd. «Servono correzioni a un sistema che a oggi tassa molto più i redditi che le rendite – ci scrive Alessandro Barattoni in un intervento che pubblicheremo nella sua versione integrale sul nostro sito – e nel quale ci sono tanti bonus slegati dal reddito, serve maggiore progressività e questo emendamento ha comunque il merito di proporla. Così come ha il merito di far ragionare cittadini, politica e istituzioni di cambiamenti e di come finanziare la crescente spesa pubblica al fine di dare più opportunità a tanti. Credo sia giusto discuterne, ma in questo caso credo siano sbagliate modalità e in parte i contenuti dell’emendamento: se si vuole portare a termine una riforma fondamentale del fisco bisogna stare attenti anche ai minimi dettagli e lavorare per creare il consenso di chi si pensa di poter rappresentare e fare in modo che se ne comprenda facilmente il vantaggio. Non c’è in questo caso, mentre serve a mio avviso inserire qualsiasi proposta che riguardi il patrimonio delle persone in una riforma complessiva del fisco, che tenga conto anche delle tassazioni sui redditi che oggi sono pagate per oltre l’80 percento da dipendenti e pensionati, delle tassazioni sul lavoro (importante quanto stato fatto dal governo sul cuneo fiscale ma ancora non sufficiente) e sugli investimenti. Oltre che un impegno extra sull’evasione». «In Italia – continua Barattoni – spesso si sommano tasse a vari livelli, ci sono grovigli incomprensibili ai più: oltre che maggiore equità serve anche maggiore semplicità, per ricostruire un necessario rapporto di fiducia fra gli italiani, il fisco e la spesa pubblica. Senza la fatica di tentare di ricostruire questa fiducia, ogni riforma rischia di infrangersi al primo scoglio. E non vorrei che il presentare un emendamento “di corrente” (almeno per quanto riguarda il mio partito) senza un ragionamento complessivo e i necessari passaggi dentro ai partiti, ai gruppi parlamentari, al governo, non solo porti a non fare nulla ma anzi ad allontanare l’occasione di poter discutere, numeri e dati alla mano, di patrimoniale e di un contesto di riforme del sistema tributario più ampio. Il governo ha annunciato una legge delega sul fisco qualche settimana fa. Quello credo sia il luogo adatto per discutere di un tema così delicato, dove inserire quella visione complessiva e generale necessaria, per discutere di un fisco più equo, comprensibile e giusto se vogliamo effettivamente ridurre le disuguaglianze e dare più opportunità ai tanti che oggi non le hanno, e allo stesso tempo si sentono vessati».

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8 / ECONOMIA RAVENNA&DINTORNI 10-16 dicembre 2020

SINDACATI/1

Melandri nuova segretaria generale della Cgil di Ravenna «Ci aspettano mesi difficili» Si tratta della prima donna al vertice della Camera del lavoro «Novità importanti nel settore energetico, ma le ricadute occupazionali?» L’assemblea generale della Cgil di Ravenna ha eletto, con il 93 percento dei voti favorevoli, Marinella Melandri segretaria generale della Camera del lavoro di Ravenna. Melandri (prima donna a ricoprire questo ruolo in provincia) succede a Costantino Ricci che ha terminato gli 8 anni dei due mandati da segretario generale (termine massimo previsto dallo statuto) ed è destinato a ricoprire l’incarico di presidente Caaf Cgil Emilia-Romagna. Nata a Fusignano nel 1966, Melandri ha iniziato l'attività sindacale in Cgil nel 1997 seguendo per la Funzione Pubblica i comuni del Lughese e le Ipab. Successivamente è stata responsabile provinciale, sempre per la Fp Cgil, del comparto enti locali. Dal settembre del 2009 al 2014 è stata segretaria generale della Fp Cgil Ravenna. «Assumere il ruolo di segretaria generale – commenta – mi onora e mi impegna con umiltà e spirito di servizio in un contesto generale di grande complessità. Stiamo attraversando trasformazioni epocali, senza avere ancora chiaro il nuovo “schema di gioco”. Il cambiamento climatico, la digitalizzazione, i cambiamenti demografici, la dimensione delle diseguaglianze e ora il Covid trovano l’Italia impreparata ed arretrata a causa della carenza di strategie e di una programmazione di medio/lungo periodo. Sono deficit certamente non imputabili solo agli ultimi governi (il nostro Piano per il Lavoro risale al 2013), ma frutto di una miopia politica più che ventennale che ha privilegiato il consenso immediato, le politiche neoliberiste, la logica degli incentivi a pioggia anziché un ruolo attivo, di regolazione e di selezione da parte dello Stato in economia». «La crisi indotta dalla pandemia – continua Melandri prendendo in considerazione i dati provinciali – ha portato nella nostra provincia ad avere oltre 40.000 lavoratori in cassa integrazione: quasi un terzo degli addetti. Dopo la ripresa delle attività in estate, i cassaintegrati si sono ridotti a 3.000 per poi raddoppiare nuovamente in queste settimane a seguito dei provvedimenti legati alla seconda ondata. Vedremo le conseguenze sull’occupazione stabile quando terminerà il blocco dei licenziamenti, e saranno tutte da gestire. Già però vediamo le conseguenze sull’occupazione tipica di un territorio con forte vocazione alla stagionalità, come il turismo e l’agricoltura. Abbiamo registrato 5.400 nuove assunzioni in meno rispetto al 2019, e rapporti di lavoro più brevi, aumento di lavoro grigio e nero, che si ribalteranno negativamente su trattamenti Naspi e di disoccupazione. Ci aspettano mesi difficili, nei quali la povertà ed il disagio sociale aumenteranno». Melandri parla poi dei progetti più attesi sul territorio. «Ravenna ha tutte le carte in regola – dice ancora – per candidarsi a guidare la transizione energetica del paese e della regione, per diventare un hub ambientale, mettendo le importanti conoscenze e competenze presenti al servizio di grandi investitori, che vogliano impegnarsi per la decarbonizzazione, la riconversione al metano, il passaggio alle fonti rinnovabili, il rilancio delle multiutility, per l’economia circolare. Abbiamo letto sulla stampa di progetti che parlano di captazione dell’anidride carbonica, di idrogeno verde, di campo eolico, di trattamento di rifiuti industriali. Sono novità importanti ma finora è mancata ogni forma di coinvolgimento sindacale che consenta di valutare le concrete le ricadute occupazionali, ambientali e di ricchezza per il territorio. Tutto questo mentre si perdono posti di lavoro qualificati e vediamo il disimpegno dei grandi player internazionali, a partire da Eni. L’avvio dei lavori di approfondimento del porto da poco assegnati, dopo tanti anni, deve raccordarsi con altri interventi infrastrutturali in modo da costruire canali logistici che colleghino l’Adriatico con il Centro Europa e con la l’intera regione privilegiando il trasporto su ferro e sviluppando attrattività, così da mettere a valore le aree retroportuali per insediamenti industriali all’avanguardia».

SINDACATI/2

STEWARD ANTI COVID PAGATI 4,70 EURO L’ORA «COLPA DEI SUBAPPALTI, FARE GIUSTIZIA» Sta facendo discutere il caso del calo della retribuzione degli “steward” anti Covid, posti all’ingresso degli ospedali dell’Asl Romagna, che hanno subìto un calo della ritribuzione oraria di quasi 2 euro, per arrivare a un lordo di 4,70. «Un subappalto figlio di “nessuno” – commenta la Uil di Ravenna – con tanti rimpalli di responsabilità. La regione ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali un importante patto per il lavoro, che prima ancora che nella definizione di precise regole, sviluppa una etica, che si fonda sulla qualità del lavoro e sul rispetto della persona. Non si può quindi accettare che con il subappalto vi sia la possibilità di svicolare da queste regole, umiliando lavoratrici e lavoratori. Auspichiamo che sia ristabilita urgentemente la giustizia, ripristinando il giusto compenso nonché i livelli occupazionali per coloro che non hanno sottoscritto una proposta di lavoro così penalizzante».

COMMERCIO/1

LA RABBIA DEI GRANDI CENTRI: «CONCORRENZA SLEALE E PIÙ ASSEMBRAMENTI IN CITTÀ» Contestata la chiusura nei weekend Monta la protesta dei rappresentanti di categoria contro la chiusura imposta dal nuovo Dpcm ai negozi dei centri commerciali nel weekend. «La chiusura provoca una grave distorsione della concorrenza – sottolinea il presidente di Legacoop Romagna, il ravennate Giovanni Monti –, tanto più pesante nei mesi di dicembre e gennaio in cui si moltiplicano le festività, con conseguente moltiplicazione delle chiusure, e nei quali vi è maggiore propensione all’acquisto. Non si capisce – aggiunge – per quale ragione si attui questa discriminazione tra negozi delle stesse tipologie a seconda che siano situati dentro o fuori centri e gallerie commerciali. Il rischio concreto è quello di indurre alla chiusura tali attività con gravi contraccolpi sull’economia e sull’occupazione». Sulla stessa lunghezza d’onda Luca Panzavolta, amministratore delegato del gruppo Cia-Conad, che aggiunge un ulteriore elemento di analisi. «Chiediamo di spiegarci – si legge in una nota inviata alla stampa – per quale motivo tra negozi della stessa tipologia non si possano vendere tutti gli articoli a disposizione dei clienti a seconda che i punti vendita siano all’interno o all’esterno dei centri commerciali. Non ci pare che questa disposizione francamente aiuti a difenderci meglio dalla pandemia. Anzi, genera una moltiplicazione delle presenze all’interno dei punti vendita creando disagi, malumori, inutili discussioni e — udite udite — aumento del rischio di assembramento». Sulla stessa linea naturalmente NCC-Coop, ANCD-Conad, CNCC-Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Confimprese e Federdistribuzione, che in una nota inviata alla stampa contestano «una misura contraddittoria rispetto all’obiettivo della prevenzione sanitaria, anche solo per l’inutile aggravamento degli assembramenti che si creeranno negli altri giorni e nei centri cittadini (nella foto via Cavour, a Ravenna, l’8 dicembre, ndr)».

COMMERCIO/2 Fatturato in calo per tre negozi su quattro «Moratorie e ristori per evitare l’estinzione» Dopo i sondaggi effettuati in giugno e a settembre, l’Ufficio Studi Confcommercio Ravenna ha nuovamente svolto un monitoraggio, interpellando 120 esercizi commerciali del centro storico, del forese e dei lidi, incentrato in particolare sul fatturato annuo delle attività, il fatturato nei mesi di ottobre e novembre e le ricadute che ci sono state a seguito dell’emanazione dei Dpcm. Il quadro che emerge è molto negativo. Alla prima domanda “Il 2020 rispetto all’anno scorso in termini di fatturato è stato...” il 77,6% degli operatori intervistati ha risposto in notevole calo o in calo (per il 53,3% in notevole calo e per il 24,3% in calo). Per il 15% il fatturato è stabile mentre per il 7,5% è in aumento rispetto allo scorso anno. «Avremo danni gravissimi per le imprese, danni insopportabili – commenta il presidente di Confcommercio Ravenna, Mauro Mambelli –. Oggi la risposta non può essere solo “più chiusure” perché così si finisce per chiudere davvero il Paese che porterà inevitabilmente all’estinzione di tantissime imprese con conseguenze tragiche sull’occupazione. È necessario un piano strategico, ampio, lungimirante e di lunga durata. Sono necessari moratorie fiscali e creditizie, ristori adeguati (non come avvenuto fino ad oggi che i ristori hanno coperto a malapena il 20% delle perdite subite), risorse per le garanzie finalizzate ad agevolare l’accesso al credito, continuità degli ammortizzatori sociali insieme alla necessità della loro riforma e di una nuova stagione di vere politiche attive per il lavoro».


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10 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 10-16 dicembre 2020

IL CASO

Cmc colpita da un attacco hacker: respinta la richiesta di riscatto, un mese per ripulire la rete aziendale In casi analoghi le pretese dei criminali sono state di milioni di euro L’impresa assicura che non sono stati sottratti dati sensibili Nella lista delle grandi aziende colpite da attacchi informatici, in Italia ma non solo, ora va inclusa anche la Cmc. La nota Cooperativa muratori cementisti, fondata a Ravenna nel 1906, è finita in ginocchio un mese e mezzo fa. Per la precisione il 26 ottobre si è manifestato l’attacco con un virus di tipo ransomware: in parole povere gli hacker hanno bloccato l’accesso a una porzione di dati sui server aziendali mettendo una password in modo da impedire l’operatività di gran parte delle funzioni aziendali come, per esempio, il semplice invio di una email. In cambio della password è stato chiesto un riscatto. L’azienda non ha voluto fornire la cifra richiesta e ha assicurato di non aver pagato nulla (vedi articolo accanto). Per avere un ordine di grandezza allora si possono fare congetture con casi analoghi già arrivati all’opinione pubblica: il più recente è l’attacco a Enel che si è vista recapitare sugli schermi una richiesta di 15 milioni di dollari (da pagare in Bitcoin). Al colosso dell’energia erano stati sottratti 5 terabyte di dati: informazioni prelevate dalla rete con la minaccia di renderle pubbliche. Lo stesso è accaduto a Cmc: non è nota la mole di materiale estrapolato ma l’azienda assicura che non ci sono dati sensibili. La rete paralizzata ha bloccato l’attività del quartier generale di Cmc in via Trieste: alcuni dipendenti sono rimasti a casa per consentire l’intervento dei tecnici. Per rimettere in funzione i computer è intervenuta Itway, azienda ravennate di caratura internazionale nell’ambito della sicurezza informatica: una squadra di 20 ingegneri è stata impegnata h24 per diversi giorni. (and.a.)

Il precedente: anche Sapir e Tcr furono colpite nel 2017 Nel 2017 anche Sapir e Tcr al porto di Ravenna subirono un attacco hacker dello stesso tipo: dati criptati e richiesta di riscatto. In quel caso l’intrusione non fu particolarmente grave e, secondo quanto divulgato a suo tempo dali vertici, l’operatività fu ripristinata in pochi giorni.

LA REPLICA

LA COOP NON RISPONDE ALLE DOMANDE: «È SUCCESSO ANCHE AD ALTRI» R&D aveva proposto una serie di quesiti per fare informazione sui rischi online Per raccontare meglio cosa ha vissuto Cmc e come ha affrontato l’attacco, abbiamo pensato che la cosa migliore fosse dare voce alla stessa cooperativa, ora che la situazione ha raggiunto uno scenario di relativa sicurezza. Abbiamo interpellato l’ufficio stampa del colosso delle costruzioni chiedendo un’intervista a un referente interno per la vicenda oppure una risposta scritta alle nostre domande. Cmc ha scelto quest’ultima strada e il 2 dicembre abbiamo inviato una lista dettagliata di domande. A distanza di una settimana la coop ha scelto di non rispondere. O meglio, ha scelto di inviarci una stringata nota che non entra nel merito di nessuno dei quesiti posti. Riportiamo integralmente il testo: «Com’è successo a moltissime grandi aziende italiane, tra cuI Geox, Luxottica, Enel, anche la Cooperativa Cmc è stata oggetto di un attacco hacker di tipo ransomware lo scorso 26 ottobre. L’azienda quindi si è subito attivata da un lato affidando alla società Itway le attività di gestione dell'emergenza e di ripristino, dall'altro presentando denuncia alla Polizia Postale e al Garante per la Privacy. Ad oggi peraltro non risulta alcun furto di dati sensibili. Le attività di ripristino si possono considerare in fase di ultimazione, senza che vi sia stata necessità di pagare alcun riscatto per riottenere l’operativa dei sistemi informatici». Tutto qui. E non capiamo il motivo di tanta chiusura. Ora che il ripristino è in fase di ultimazione – per la verità ci fu detta la stessa cosa già quattro giorni dopo l’attacco e invece c’è voluto un mese intero – ci sembrava utile parlare della vicenda per fare informazione, per dare info utili ad altre aziende sui rischi reali che si possono correre. Parlarne in modo trasparente – senza intaccare segreti industriali – ci sembra il modo migliore per divulgare conoscenze. Quello che si chiede ai giornali. (and.a.)

LA DENUNCIA La conferenza del Comune su Zoom interrotta da una pioggia di svastiche in chat

Aperta a dicembre: Lun-Gio 14.00-17.00 / Ven 8.30-12.30

Tel. 0544-469911

Il 28 novembre scorso una conferenza online su caporalato e badantato sulla pagina Facebook del Comune di Castel Bolognese è stata interrotta da alcuni utenti che hanno iniziato a tempestare la chat con svastiche e insulti. «L’incontro – a riportare il fatto è il Comune di Castel Bolognese in una nota pubblicata sui social – si è svolto attraverso la piattaforma “Zoom”, gestito dalla cooperativa sociale Villaggio Globale di Ravenna che ha reso pubblico il link per tutti quei partecipanti che, non essendo iscritti al social network di Facebook, avevano il piacere di seguire. Quando al termine dell’incontro la vice sindaca Ester Ricci Maccarini ha concluso il suo intervento, ha passato la parola al sindaco, Luca Della Godenza, che non ha potuto parlare in quanto 4-5 account che si pensava fossero persone che avevano richiesto di accedere alla piattaforma per fare domande, hanno diffuso all’interno della chat prima simboli fascisti poi interferenze rumorose e parole irripetibili che l’host non è riuscito a rimuovere, dovendo poi chiudere la diretta ed il collegamento Zoom». L’incontro poi è stato ripristinato generando un nuovo link ad accesso selezionato con i soli relatori e consentendo al sindaco di portare i suoi saluti. Il Comune di Castel Bolognese «condanna quanto accaduto – continua la nota – e prenderà provvedimenti attraverso la segnalazione alla Polizia Postale e per vie legali. Il Comune inoltre ringrazia tutti i relatori per le preziose testimonianze e per l’impegno profuso che mettono quotidianamente su un tema così importante». «Fascisti, cosa volete dimostrarci? – si chiede invece con un post sarcastico su Facebook l’associazione Libera Ravenna – Che siete presenti? Libera è antifascista. Sappiatelo».


PRIMO PIANO / 11 10-16 dicembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

INTERVISTA

L’esperto di sicurezza informatica: «Mai cedere ai ricatti dei criminali» Andrea Farina è fondatore e presidente di Itway, realtà internazionale che si occupa di cyber security Per soccorrere le aziende colpite scendono in campo anche gli hacker etici a caccia delle info rubate nel darkweb di Andrea Alberizia

Quando i cattivi colpiscono, arriva la cavalleria. Se l’attacco viene dagli hacker, il soccorso tocca ad aziende come Itway. La realtà internazionale di cyber security è stata fondata a Ravenna da Andrea Farina più di vent’anni fa. A lui abbiamo rivolto un po’ di domande per capire meglio i casi ransomware. Quale scenario si trova di fronte un’azienda attaccata? «Se si tratta di un attacco di tipo cryptolocker ci si accorge che non c’è più la disponibilità di accesso ad alcuni dati perché sono stati cifrati e protetti da una password. A quel punto provando a fare qualunque operazione sullo schermo compare un messaggio che avvisa dell’attacco e chiede un riscatto per consegnare i codici in grado di sbloccare i dati». C’è solo il blocco? «Di solito avviene anche quella che in gergo si chiama esfiltrazione: una quantità di dati viene copiata dalle reti dell’azienda e si minaccia di renderli pubblici sul darkweb. Così non solo ti blocco l’attività ma metto a rischio la sicurezza aziendale». I dati prelevati vengono selezionati in modo da raccogliere materiale davvero delicato? «Non sempre chi sferra un attacco ha il tempo per queste valutazioni. Si copiano dati che possono contenere informazioni importanti». L’azienda riesce a sapere quali dati sono in mano agli hacker?

«Chi si occupa di soccorrere le aziende sotto attacco ha dei cosiddetti hacker etici che si sanno muovere sul darkweb cercando di individuare questi dati sottratti per capire meglio qual è il rischio effettivo e magari fare un po’ di bonifica. Itway ha una ventina di ingegneri con questi compiti». La sottrazione di dati non avviene solo con attacchi informatici esterni, come dice il recente caso di Leonardo. «Nel 50-60 percento delle violazioni di dati si tratta di dipendenti infedeli che colpiscono dall’interno. E la percentuale era fino all’80 per-

cento una decina di anni fa. Il caso più noto al grande pubblico è quello della lista Falciani con i nominativi sottratti dalla banca Hsbc». Un’azienda attaccata è costretta a fermarsi completamente? «Dipende dalle dimensioni e dalla struttura della sua rete informatica. Diciamo che se ci sono fino a 40-50 postazioni di lavoro si ferma tutto. Oltre a quella dimensione la differenza la fa se c’è la segmentazione della rete: in quel caso si può arginare il contagio». Le squadre di soccorso da dove cominciano? «Bisogna fare quello che abbiamo sentito dire spesso in questo periodo di pandemia: trovare il paziente zero. Nel caso dell’informatica significa individuare il computer da cui il malware è entrato. Le statistiche dicono che dall’attacco al ripristino completo ci vogliono 45-75 giorni» Quanto studio c’è dietro a un attacco? «Sono gruppi criminali che lavorano per settori. Guardano alla notorietà del marchio. Di recente è successo a Campari, Luxottica, Ferrero: i primi due non sono riusciti a contenere i problemi». Anche Enel è finita sotto attacco con un riscatto di 15 milioni di dollari. «Nel settore ha stupito molto che un’azienda come quella sia stata colpita. Sono stati prelevati qualcosa come 50 terabyte di dati. Per capirci: un terabyte è circa 140 milioni di fogli A4

scritti in word». La cifra del riscatto come viene misurata? «Sulla dimensione dell’azienda e sul calcolo della potenziale sanzione del Garante per la privacy: ai sensi del Gdpr, se viene individuata una scarsa protezione dei dati, ci può essere una sanzione che arriva al 4 percento del fatturato. È successo a Grandi Navi Veloci: per loro è stato un colpo da qualche centinaio di migliaia di euro. Ma anche alla British Airways». Pagare o non pagare il riscatto? «Mai pagare. La tentazione c’è per tutti ma è sbagliato perché non si ha mai la certezza di essere liberi. Chi garantisce che dopo il pagamento verranno distrutti i dati sottratti? So di aziende che l’hanno fatto pensando di cavarsela una volta per tutte e poi si sono ritrovate ancora sotto ricatto». In caso di violazione di dati, o data breach, il Gdpr prevede la segnalazione alle autorità entro 72 ore. A quel punto cosa succede? «Un nucleo speciale della guardia di finanza può fare accertamenti: professionisti molto preparati. L’azienda è tenuta a dimostrare cosa ha fatto per evitare l’attacco: non dobbiamo dimenticare che spesso le aziende maneggiano dati sensibili di cittadini e per questo è richiesto che li proteggano. Non è detto che se c’è stato l’attacco allora è stata per forza gestita male la protezione».


12 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 10-16 dicembre 2020

L’ESPERTO CERVIA La polizia locale apre un canale Telegram La polizia locale di Cervia ha creato un canale su Telegram, la piattaforma di messaggistica simile a Whatsapp ma consultabile via browser e via app con la possibilità di ricevere messaggi senza il ricorso ai cosiddetti “gruppi”. Due gli obiettivi dell’iniziativa: fornire notizie e aggiornamenti in tempo reale sul proprio territorio, ma anche pubblicare contenuti di interesse generale. Il canale si chiama “Polizia Locale Cervia News”: è sufficiente cercarlo su Telegram e fare tap su “Unisciti”.

BRISIGHELLA Una app per segnalare disservizi al Comune Brisighella si aggiunge ai molti comuni italiani che utilizzano il servizio di segnalazioni digitali Comuni-Chiamo, già attivo anche negli altri comuni dell’Unione della Romagna Faentina. Comuni-Chiamo è un sistema digitale che permette ai cittadini di inviare con semplicità una segnalazione al Comune, potendo anche geolocalizzare il luogo o inviare foto, filmati e file per meglio documentare il problema o il disservizio riscontrato. Su Comuni-Chiamo è possibile segnalare le seguenti problematiche: strada, spazio pubblico, illuminazione, marciapiede, segnali stradali, servizi pubblici, acqua, rifiuti, edifici pubblici, degrado e animali. Le segnalazioni possono essere fatte da smartphone, tablet o computer: l’app è disponibile sia per sistemi iOS che per sistemi Android. Maggiori informazioni sul sito web ufficiale di Comuni-Chiamo.

RAVENNA Con Spit si prenota all’Anagrafe È attivo da alcuni giorni nel sito internet del Comune di Ravenna nella sezione Rapida/An@grafe on line (link: https://servizionline.comune.ra .it/web/prenotazioni/benvenuto) un nuovo servizio di prenotazione online degli appuntamenti per alcuni dei servizi erogati dallo Sportello polifunzionale di via Berlinguer 68. Accedendo con le credenziali Spid/Cie/Cns si può verificare in tempo reale la disponibilità per varie prestazioni tra cui cambi di residenza; richieste di certificati anagrafici e di stato civile; autentiche di firma e di copia; richieste di attestati per cittadini comunitari.

«La domanda non è se arriverà un attacco hacker, ma quando arriverà» Salvatore Marcis è il direttore tecnico in Italia per la giapponese Trend Micro: «Il 3-5 percento degli utili delle imprese va investito in sicurezza informatica»

«La domanda giusta da farsi per un’azienda fica, studiano le sue barriere per individuare il non è se subirà un attacco informatico, ma punto di accesso. E spesso vediamo che questo quando lo subirà». Mette le cose in chiaro Sal- lo trovano nell’account aziendale di un dipenvatore Marcis. Il ravennate è il direttore tecnico dente, quello con cui si accede alla rete. Una del ramo italiano di Trend Micro, colosso giap- volta compromesso quello si è dentro alla rete e ponese della sicurezza informatica con settemi- si può cominciare a muoversi». Questo significa che quando l’attacco la dipendenti nel mondo. Marcis, con il lockdown lo smart diventa palese per l’azienda in realtà era working ha fatto boom. Ci si connette dal- già in corso da tempo? «Sì. E quel tempo è tutto il vantaggio che la rete di casa e non più solo su quella dell’ufficio. È aumentato il rischio per le hanno gli hacker. In media 30-50 giorni per i casi più eclatanti come è successo di recente a aziende? «Come Trend Micro abbiamo visto che le Enel o Luxottica. Vengono estrapolati una aziende non si sono sbilanciate nella corsa a far quantità di dati importante e si chiede un rilavorare i dipendenti da casa senza le dovute scatto per non divulgarli. Il consiglio è di non pagarlo mai perché si cautele. La sicurezza è stata alimenta un mercato privilegiata. Diverso per i casi «Tre consigli utili ma soprattutto non si in cui è stato chiesto ai dipenha la certezza di essedenti di usare i propri dispositiper le aziende» re liberi perché quei vi: in quel caso c’è voluto un dati possono essere po’ di assistenza in più. Noi ad 1) Portare la sicurezza informastati copiati». esempio abbiamo concesso sei tica nel cda perché qualcuno riSi può mettere in mesi gratuiti di licenza agporti ai vertici che cosa è stato conto di lasciarli giuntiva». fatto altrimenti non si percepidivulgare? Il lockdown ha portato sce il pericolo. 2) Non abbiate paura a mette«A volte in quei dati anche più cittadini comuni re budget sulla sicurezza inforc’è un tesoro per l’aa usare il web per tante nematica: abbiamo capito che bizienda: segreti di processità. Ci siamo esposti sogna investire per evitare le duzione, progetti, due troppo? morti bianche, ora dobbiamo diligence. Materiale «Siamo esposti tanto perché capire che serve la stessa cosa che una volta pubblimanca la consapevolezza dello sul fronte informatico. co può mettere a ristrumento che stiamo usando. 3) Formare i dipendenti. schio la sopravvivenInternet deve essere per tutti e, za dell’impresa». anzi, il digital divide è ancora Potendo disporre troppo. Anche la pubblica amministrazione ha allargato il suo recinto digita- di risorse infinite, si può raggiungere il rile e ci sono operazioni che si possono svolgere schio zero? «Non esiste il rischio zero perché si scoprono solo online. Ma troppe persone usano internet senza conoscerlo. Troppe volte si finisce vittime sempre nuove vulnerabilità. Un’azienda deve di situazioni di cui si potrebbe capire la perico- capire la sua percentuale di esposizione e mitigarla. Ma la difficoltà è nel reperire competenze losità». L’hacker che sferra un attacco a un’a- sul mercato: non è facile trovare uno specializienda o un privato da cosa è mosso? C’è sta capace di riconoscere gli alert di un sistema solo la volontà di raccogliere risorse il- sotto attacco». Quante risorse andrebbero destinate legali? alla sicurezza «Il ragazzino che vuole sfiinformatica? dare il grande nome per dimo«Andrebbe accan«Tre consigli utili strare di saper perforare la rete tonato un 3-5 percenesiste ancora ma quelli spesso per i cittadini» to degli utili. Senza difiniscono davanti alla polizia menticare che una postale ancora prima di aver 1) Attenzione alle email. La sovolta fatto l’investiconcluso perché stanno solo la visualizzazione è ancora abmento non è finita: sfidando se stessi, non c’è una bastanza sicura ma mai cliccare per l’auto vanno conspinta politica o delinquenziasu un allegato di cui non si è sitrollate pressione le. Diverso è per le attività cricuri e senza aver verificato la pneumatici e tempeprovenienza della email. I più minali. Nell’ultimo periodo sopericolosi sono i pdf e gli alleratura olio, così va no orientate soprattutto all’egati con macro da attivare. fatto anche per le reti storsione: sottraggono dati e 2) Tenersi informati anche se informatiche». chiedono soldi per restituirli. non si è addetti ai lavori: online Attualmente qual Ma sono cambiati i modi: non si trovano tutorial semplici. è il canale più usato più l’attacco a strascico con 3) Per lo shopping online utilizper gli attacchi migliaia di email mandate a zare siti conosciuti, grandi porhacker? chiunque per raccogliere 100tali o i negozi delle singole «Resta ancora la 200 euro in massa da chi si è aziende: non cercare sempre posta elettronica. Pervisto sottrarre le foto di famil’offerta e l’affare perché il riché ne riceviamo a glia. Oggi gli attacchi di tipo schio truffa è altissimo E pagatonnellate, e mi riferiransomware sono mirati, hanre sempre con metodi tracciasco a quella già ripulino target precisi e studiati. Diebili. ta dallo spam che ortro c’è un gruppo di hacker mai viene filtrato dai che puntano un’azienda speci-

motori. Molte volte riceviamo email buone che portano a siti compromessi. Poi ci sono i banner dei siti su cui si clicca con troppa facilità attirati dallo sconto, dall’outlet, dalla speranza di fare l’affare. E infine i social non tanto come social in sé ma per quello che c’é: le piattaforme vendo-scambio sono un terreno fertile per i truffatori». Il deep fake è la capacità di realizzare video falsi con volti e voci di persone che non hanno mai pronunciato quelle parole. Sarà la nuova frontiera delle minacce e sarà impossibile riconoscerle? «Dalle nostre informazioni non sono noti casi di attacchi fatti con la tecnica di deepfake con faccia. Ma dobbiamo farci delle domande: oggi per ottenere Spid viene richiesta una identificazione a video. Saremo in grado di individuare se quel video è falso?». Proviamo a spiegare cos’è il dark web. «Nelle infografiche si usa sempre l’immagine dell’iceberg. La punta in superficie è il www che conosciamo tutti. Poi abbiamo il deep web che è tutto quello non indicizzato dai motori di ricerca, per scelta o per incapacità: non è detto che sia insicuro. E poi c’è il darkweb: richiede un browser ad hoc per una connessione cifrata a più strati». Tutto il darkweb è pericoloso? «No. Ci sono anche siti sicuri che vogliono stare lì: ad esempio attivisti di Paesi sotto regimi dittatoriali che usano questi canali per divulgare notizie altrimenti imbavagliate. Mettiamola così: è il sottopasso della metropolitana, lo si può usare per attraversare ma non stupiamoci se incontriamo brutte facce». Parliamo di sicurezza, concludiamo con Immuni. L’ha installata? È sicura? «L’ho installata perché ho un bambino piccolo e giro molto per lavoro quindi ogni cautela in più è sempre ben accetta. Purtroppo è stata usata poco ma non solo per colpa di poche installazioni: conosco amici che erano positivi e non hanno avuto modo di comunicare la positività tramite app. Per la sicurezza bisogna dire che i sorgenti sono pubblici e non sono stati trovati problemi». Andrea Alberizia



14 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 10-16 dicembre 2020

SICUREZZA INFORMATICA/1

Dai regali strani alle email con link pericolosi: il mondo online indagato dalla polizia postale Sempre più servizi disponibili via web e così si allarga la platea di utilizzatori con poche competenze informatiche I consigli: conservare le conversazioni con chi propone affari e usare metodi di pagamento tracciabili di Andrea Alberizia

Dei reati commessi o tentati per via telematica si occupa in particolare la polizia postale, una sezione della polizia di Stato specializzata nelle indagini tecniche tra phishing, spoofing e violazioni informatiche. In provincia di Ravenna gli uffici dove rivolgersi per segnalazioni sono in via Meucci, sul retro della sede delle Poste. Ma, vista la materia, esiste anche un portale dedicato: www.commissariatodips.it con suggerimenti, consigli, informazioni utili e recapiti. Le denunce sono in aumento: questo dicono i report. Anche per una questione di ampliamento della platea di utilizzatori: via web passano sempre più servizi a volte in via esclusiva e così tra siti ed email si muovono anche persone con poca cultura digitale, profili perfetti per cadere nei tranelli. Nel periodo più recente è particolarmente diffuso un tentativo di truffa che viaggia via sms e punta a ingannare le vittime sventolando il miraggio di un regalo. Funziona così: sul telefonino vi arriva un messaggio che risulta inviato da Amazon e vi informa che vi hanno sorteggiato tra i clienti per un premio. Segue un link con l’invito a cliccare per completare le procedure e ricevere il dono, spesso molto allettante. In realtà non vi sta scrivendo Amazon ma un malfattore che ha camuffato l’identità di invio (il cosiddetto spoofing) per portarvi su un sito dove chiedervi di pagare una cifra irrisoria (di solito mai più di due eu-

ro) come spese di spedizione: quel pagamento non serve per ricevere il premio ma per farvi sottoscrivere un abbonamento a servizi di giochi o musica. Formalmente sono servizi legali e l’avviso stava nelle clausole piccole che non avete letto. Di sicuro non c’è premio. Altra minaccia, che di solito viaggia via email, è la richiesta dei propri dati per ripristinare la sicurezza del proprio conto corrente o della carta di credito a seguito di un presunto

attacco. La mail sembra arrivare dalla vostra banca, che invece è all’oscuro di tutto, e il link porta a un sito clone: una volta messi i dati della carta ecco che il truffatore si prende i soldi. Entrambi i casi fanno leva sui grandi numeri: inviando la stessa email a migliaia di indirizzi (phishing) si finisce nelle caselle di chi ha il conto davvero in quella banca e di chi ha davvero fatto di recente un acquisto su Amazon.

Ma l’inganno si concretizza solo con una attiva partecipazione della vittima: maggiore attenzione ai dettagli possono salvare soldi e tempo. Come fiutare il raggiro? Il primo consiglio che viene dagli addetti ai lavori è quello di diffidare sempre dalle super offerte vantaggiose, ovunque le troviate. Altro suggerimento: banche e istituti di credito non chiedono dati personali via email o sms. Ancora un consiglio utile è quello di fare sempre una verifica tra la fonte con cui ci stiamo relazionando e il canale ufficiale di quel brand. Screenshot di pagine e conversazioni non sono mai uno spreco ma possono essere info utili da consegnare a chi indaga, ancora meglio se corredati di identificativi delle transazioni. Infine occhio ai metodi di pagamento. Utilizzare quelli inseriti nelle strutture dei siti e non farsi allettare da mezzi esterni per vantaggi economici: i bonifici garantiscono una buona tracciabilità ma fateli intestati a aziende, le ricariche sulle Postepay non danno garanzie. Un accortezza in più può salvare da perdite di denaro. Perché anche nei casi in cui la denuncia porta all’individuazione del truffatore – cosa che accade in una buona percentuale di episodi per alcune tipologie di truffa – non si riesce a recuperare le somme perché il denaro non viene mai lasciato sui conti e i truffatori non si intestano beni da aggredire.

ESTORSIONI HARD

SESSO IN VIDEOCHAT E POI IL RICATTO: SOLDI PER NON DIFFONDERE LE IMMAGINI Profili fake di belle ragazze straniere in cerca di amicizie in Italia. Dopo il filmato arriva la richiesta Una bella ragazza contatta un uomo via Facebook, iniziano a chattare e dopo qualche tempo lei gli chiede di fare sesso in webcam, gli chiede di filmarsi mentre si masturba. Con l’esplicità richiesta di inquadrarsi anche il volto. L’uomo accetta e poco dopo la ragazza sparisce e appare il ricatto: pagami o invio il tuo video a tutti i tuoi contatti. In gergo si chiama sextorsion: è una estorsione a sfondo sessuale che continua a fare vittime soprattutto nel mondo dei social. La richiesta di amicizia arriva da avvenenti donne con profili poco curati: di solito dietro allo schermo c’è qualche malvivente che parla un italiano tutt’altro che fluente e si spaccia per una modella in cerca di amicizie e conoscenze in Italia. I criminali in questo caso fanno leva sulla vergogna della vittima su due fronti: prima di tutto quello di vedersi esposto verso amici e conoscenti e in seconda battuta l’imbarazzo di rivolgersi alle autorità per denunciare. Il consiglio che arriva dalle forze di polizia invece è proprio quello di non pagare, anche se la cifra richiesta è bassa perché poi si finisce per essere sotto il gioco dei criminali che continueranno con richieste sempre più pressanti. Fare denuncia non comporta rischi: filmarsi in atti sessuali fra persone maggiorenni consenzienti non è un reato.


PRIMO PIANO / 15 10-16 dicembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

SICUREZZA INFORMATICA/2

«Quando l’affare sul web è troppo vantaggioso quasi sempre c’è una truffa in agguato» La Cyberpolservice fornisce consulenza alla magistratura e assistenza a chi resta impigliato nei guai della rete Il titolare avverte: «Attenzione ai finti broker di assicurazioni auto»

«Se l’affare è così clamoroso che non vedete l’ora di vantarvi con gli amici per quanto avete risparmiato, allora quasi certamente è una truffa». È il sistema empirico di Gabrielle Gardella, 46enne informatico forense ravennate titolare della società Cyberpolservice, per fiutare gli inganni sul web. «A volte si rivolgono a me persone che hanno fatto acquisti convinti di aver risparmiato percentuali incredibili. Dovrebbe essere un campanello d’allarme sufficiente per tenersene alla larga e invece la sensazione di risparmiare è più allettante». Negli ultimi tempi Gardella sta assistendo a diversi casi che riguardano le Rca. L’automobilista in cerca di un premio vantaggioso si imbatte per via telematica in un personaggio che si presenta come broker capace di fornire polizze con più compagnie e chiede i dati del veicolo da assicurare. «Una volta avuta la targa e i dati fa un preventivo con una compagnia online ma non inserisce il modello dell’auto del cliente ma una targa di una vettura di tutt’altro tipo. Tu hai un Q7 da 80mila euro e il broker truffatore chiede un preventivo per una Y10 del 1992. Poi modifica il preventivo e lo presenta al cliente che vede la cifra minima e accetta. Di fatto viene sottoscritta una polizza ma in caso di sinistro emerge l’incongruenza e il veicolo risulta di fatto scoperto». E in alcuni casi si verifica anche un ulteriore inganno: «Il broker dopo aver incassato sospende la polizza senza dire niente al cliente e si tiene

tutti i soldi poi sparisce e il guidatore non sa nulla». Come capire che è un inganno: «Il primo segnale è la cifra. Se le compagnie tradizionali vi chiedono duemila euro di premio, sarà improbabile trovare qualcuno a 700 euro per la stessa polizza. Seconda cosa, attenti a come vogliono essere pagati: se non vogliono un bonifico ma addirittura una ricarica su Postepay io mi fare dei delle domande. Ma anche i bonifici possono essere insidiosi: controllate bene il nome dell’intestatario, spesso è un prestanome, che vive all’estero, irrintracciabile».

Il profilo del truffatore che naviga online: «Qualche competenza tecnica e tanta conoscenza dei rischi sulle tracce dei soldi»

Ma occorre stare attenti anche quando si mette in vendita qualcosa ad esempio sul market place di Facebook. Occhio a chi vi contatta interessato all’acquisto: «Ti chiedono se accetti pagamenti con Paypal e ti dicono che il sistema vuole un codice del destinatario del pagamento. In realtà stanno cercando di cambiare la mail di accesso e da voi si fanno dare la chiave di sicurezza per completare l’operazione». Di quali competenze informatiche è dotato il truffatore via web? «Di solito ha un minimo di conoscenze ma soprattutto ha ben chiara una cosa: la monetizzazione del bottino va fatta in fretta e senza lasciare tracce che lo rendano individuabile. Ecco perché i conti sono intestati ad altri e appena arrivano i soldi sottratti vengono prelevati in contanti». I consigli per proteggersi riguardano prima di tutto le scelte dei canali da consultare: «I grandi venditori danno garanzie per le transazioni. Amazon è una struttura sicura, garantita. Se si esce da questi bisogna fare attenzione». E le password? «A mia figlia ho consigliato di tatuarsela addosso visto che la perde continuamente e fa di continuo la procedura per il recupero. A parte le battute, il consiglio è di utilizzare un generatore di codici: se ne trovano di gratuiti che danno un numero limitato di accessi da telefonino e illimitati da browser, può essere un buon sistema per proteggersi». (and.a.)


16 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 10-16 dicembre 2020

IL MEDICO AUSL Nuovo Covid Hotel: 46 camere per asintomatici Dal 7 dicembre è operativo a Ravenna, dopo l’esperienza di Massa Lombarda conclusa a fine ottobre, un nuovo Covid Hotel. L’Ausl ha firmato una convenzione con il B&B Hotel a ridosso della statale Adriatica: 46 camere, dislocate su due piani, per ospitare persone positive al coronavirus ma asintomatiche o paucisintomatiche e coloro per i quali è stata disposta la quarantena ma non possono restare isolati in modo adeguato al proprio domicilio. Si tratta di persone autosufficienti e senza bisogno di particolari cure, che verranno contattati costantemente dagli operatori sanitari o dal proprio medico di medicina generale per verificare il loro stato di salute.

SANITÀ PRIVATA Al polo Ravenna 33 percorso di riabilitazione post Covid Il polo sanitario privato Ravenna 33 ha avviato un percorso di riabilitazione cardio-respiratoria multidisciplinare per il recupero dei pazienti guariti da Covid-19. La fisioterapista Federica Bazzocchi è la responsabile del progetto: «Intensità e durata del percorso dipendono da quanto è stata lunga la degenza, ma anche da altri fattori quali l’età, lo stato generale di salute. I più debilitati sono i pazienti che hanno vissuto per settimane in terapia intensiva. Ma anche per i reduci da almeno dieci giorni di ricovero nei reparti di malattie infettive o pneumologia è quasi sempre necessario un periodo di riabilitazione».

Di nuovo in corsia dopo un anno di pensione: «Aiuto i più giovani» Il 63enne Andrea Drei ha passato 25 anni in pronto soccorso e ora ha aderito alla chiamata dell’Ausl per la pandemia: «Le protezioni limitano la comunicazione»

Un anno di pensione non ha spento la sua passione per la medicina e il dottor Andrea Drei ha risposto presente quando l’Ausl ha proposto ai neopensionati di tornare in servizio per colmare la carenza di personale nell’emergenza pandemica. Dopo 25 anni di pronto soccorso a Faenza, il medico è stato assegnato allo stesso reparto di Ravenna. Un incarico per tre mesi, recentemente concluso. Ma il medico faentino è già pronto a tornare sul campo: «Probabilmente all’inizio del 2021 farò una nuova domanda. L’azienda sta assumendo tanti giovani che hanno un’ottima preparazione universitaria e credo che possa essere utile avere accanto qualcuno con esperienza maturata in tanti anni». Drei è andato in pensione a fine 2018, quando ha avuto i requisiti: «Le energie non erano più quelle di un tempo per stare in un pronto soccorso a tempo pieno con i turni notturni, i regolari sforamenti di orario e i ritmi frenetici di quel reparto. Ma non ho mai nascosto che la passione per la professione era ancora intatta. Non ero stanco di fare il medico. Quando è capitata l’occasione per un rientro con condizioni meno estreme e ritmi più ridotti ho detto sì». Al Santa Maria delle Croci infatti il 63enne è stato assegnato agli ambulatori con i codici di minore gravità. Perché non c’era solo il coronavirus da curare: «Ho affiancato spesso giovani medici neo-laureati: si vede che hanno una buona base teorica, migliore di quella che l’università forniva ai laureati della mia generazione, ma la medicina ha l’esigenza di essere praticata e ho cercato di trasferire le mie conoscenze». Tornare non è stata una scelta di impeto. Perché non si trattava solo di rimettere il camice: stavolta bisognava aggiungere mascherina, visiera, calzari, tuta. «Tutte le decisioni importanti si valutano in famiglia. Anche mia moglie

Il medico Andrea Drei in un selfie con tutte le protezioni durante il turno al pronto soccorso di Ravenna

lavora nella sanità e questo ha facilitato i ragionamenti. Infatti a marzo ho ritenuto che fosse troppo rischioso anche per dei piccoli problemi di salute che ho: c’erano minori protezioni disponibili, c’erano più incognite sulla malattia. Adesso c’è ancora molto da imparare sul Covid ma ci sono Dpi per tutti». L’incarico è iniziato a fine agosto e così Drei si è trovato in corsia mentre la marea della seconda ondata montava giorno dopo giorno. Un numero: dei novemila casi totali diagnosticati in provincia di Ravenna in nove mesi, più di sette-

INFORMAZIONE SANITARIA

FARMACIE COMUNALI

Il ruolo del farmacista nell’emergenza Covid 19 Ce ne parla la dottoressa Francesca Menna della Farmacia Comunale 6 di Fornace Zarattini Nelle lunghe e dolorose settimane di emergenza sanitaria correlata al Covid-19, che peraltro proseguono in questa seconda ondata, il ruolo delle farmacie e del farmacista è stato prezioso. In un momento in cui alcune professioni si sono fermate o non hanno più avuto contatto diretto con il cittadino, il farmacista invece ha continuato ad averlo, dimostrando grande professionalità e presenza capillare sul territorio. La farmacia ha saputo dare risposte mirare alle esigenze della gente, offrendo servizi diversificati e nuovi modelli di presa in carico del paziente attraverso il rilancio delle sinergie tra gli operatori sanitari, garantendo la continuità assistenziale ospedale-territorio. A parlarne è la dottoressa Francesca Menna della farmacia comunale N. 6 di Fornace Zarattini (nella foto). Durante la pandemia, l’attività del farmacista è di fondamentale importanza per garantire il mantenimento dei servizi al cittadino. Dottoressa Menna, può ricordare cosa è stato fatto dall’azienda Ravenna Farmacie? «Ha attuato anzitutto una serie di misure finalizzate al rispetto delle normative vigenti, tra le quali il distanziamento e la sanificazione dei locali. Per tutelare la sicurezza di farmacisti e clienti, le file sono state regolate con accesso controllato e le postazioni al banco sono state dotate di pannelli in plexiglass. Va sottolineata anche la produzione di gel disinfettanti in labo-

ratorio, quando questi erano ancora difficili da reperire, e la distribuzione di mascherine per cittadini, aziende, case di riposo e uffici pubblici». Un altro passo importante è stato il recapito gratuito dei medicinali ospedalieri, ossia di quelli abitualmente ritirati con la distribuzione diretta nei punti erogativi ospedalieri, a meno che non fosse necessaria rivalutazione da parte dello specialista… «Sì. È stato offerto un valido supporto alla farmacia ospedaliera. La decisione è stata presa per ridurre i rischi di contagio Covid-19 legati agli spostamenti e alle concentrazioni di persone. Tutti i pazienti che utilizzano la distribuzione diretta possono rivolgersi alle farmacie territoriali. Il servizio di consegna domiciliare, effettuato tramite i volontari della Croce Rossa e della Protezione Civile, è invece principalmente rivolto ad anziani di età superiore ai 65 anni, disabili, immunodepressi, oncologici, persone Covid positive e in generale persone sole o con rete familiare assente o debole. Per evitare assembramenti negli studi medici, infine, si è fatto ricorso a un sistema efficiente che permette la gestione delle ricette in farmacia attraverso la tessera sanitaria». Analogo discorso vale per le mascherine? «Sì. Le farmacie si sono rese disponibili anche per la distribu-

zione gratuita delle mascherine fornite dal Comune di Ravenna». In queste ultime settimane, l’impegno delle farmacie è proseguito anche nella direzione della prevenzione. In quale modo? «Attraverso anzitutto la distribuzione dei vaccini antinfluenzali, mai così richiesti come quest’anno. Da registrare poi il grande successo legato all’esecuzione di test sierologici al fine di ampliare la campagna di screening. E non è finita qui, perché presto arriveranno i tamponi rapidi nasali, mentre in un futuro non troppo lontano l’atteso vaccino anti Covid-19». a cura di Roberta Bezzi


SOCIETÀ / 17 10-16 dicembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

118: in undici mesi 38mila interventi In un 2020 segnato dalla pandemia, sono stati quasi 38mila, dall’1 gennaio al 30 novembre, gli interventi di emergenza effettuati dal 118 in provincia di Ravenna. Esattamente 37.839 con il 41,7 percento di codici gialli, il 21,6 rossi e il 36,7 verdi. In tutta la Regione sono stati 400mila. Una delibera della Giunta Bonaccini approvata nell’ultima seduta stanzia quasi 39 milioni di euro per sostenere e potenziare il servizio di emergenza.

mila sono concentrati da inizio settembre. «Abbiamo visto cambiare il paziente da gestire. Con l’aumento dei casi è stato necessario rivedere gli spazi per disporre i letti con più distanziamento. Abbiamo anche visto un aumento di casi non Covid che erano stati trascurati nei mesi precedenti per non rivolgersi agli ospedali perché spaventati dalla malattia». Le protezioni per evitare il contagio sono state un ostacolo in più per il personale: «Parlare ai pazienti attraverso due mascherine e una visiera non è facile. Non riesci a comunicare nel modo migliore. E c’è una difficoltà ulteriore dovuta all’assenza di familiari, tenuti lontani per evitare affollamenti: a volte i parenti sono importanti per raccogliere in formazioni sul paziente». In tre mesi di lavoro Drei ha vissuto anche la tensione per chi deve sottoporsi a tampone come contatto a rischio: «Dopo la positività di un infermiere abbiamo fatto i tamponi e l’attesa dell’esito non è piacevole. Si vive con pathos». Pur con una esperienza trentennale, ovviamente Drei non aveva mai vissuto una pandemia. Ma non sono mancati i momenti duri: «Ricordo il periodo con il timore di Ebola ma in quel caso la situazione durò meno perché l’altissima letalità fa sì che il contagio sia meno diffusivo». E in tanti anni è cambiata l’attività in Ps: «È diminuita la traumatologia. Soprattutto quella per gli incidenti stradali. Gli anni delle cosiddette stragi del sabato sera me li ricordo ancora, mi ricordo anche quando devi dare la notizia di una morte ai parenti. Non ci si abitua mai ma se non sai gestire quelle situazioni forse non è il tuo mestiere».

ORDINE DEI MEDICI

I DATI DELL’EPIDEMIA

OLTRE 300 MORTI IN PROVINCIA, DUE TERZI NELL’ULTIMO MESE In totale quasi diecimila contagi In terapia intensiva fino a 16 malati

FALCINELLI CONFERMATO PRESIDENTE Il nuovo consiglio direttivo dell’Ordine dei medici della provincia di Ravenna, espressione delle elezioni del 28 e 29 novembre, si è riunito il 3 dicembre per eleggere l’esecutivo. Stefano Falcinelli, medico di famiglia, è stato confermato alla presidenza.

CONFERENZA TERRITORIALE

RANALLI NELL’UFFICIO DI PRESIDENZA Il presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale, ha delegato il sindaco di Lugo Davide Ranalli nell’ufficio di presidenza della Conferenza territoriale sociale e sanitaria (Ctss) della Romagna, l’organo di indirizzo politico composto da 73 sindaci delle tre province.

PROFUMERIE SABBIONI - ETHOS PROFUMERIE

Le morti per Covid in provincia di Ravenna sono più di trecento. Ma il dato che colpisce è la concentrazione temporale: più di duecento dall’inizio di novembre, quindi in poco più di un mese. Mentre nei precedenti otto mesi erano stati un centinaio. Le vittime, va precisato per dovere di cronaca ma senza volerne sminuire la gravità, sono nella stragrande maggioranza dei casi over 80 con patologie pregresse. Il virus ha però colpito anche persone più giovani: in questa seconda ondata una decina di morti avevano 50-60 anni. Tra loro un’infermiere, il 58enne Mirco Coffari (nella foto). La portata di questa seconda ondata sta anche nel numero di nuovi contagi: il totale in provincia si avvicina a diecimila dall’inizio dell’epidemia, poco meno di settemila da metà ottobre in poi. I mesi estivi sono passati con medie settimanali nell’ordine delle decine, ora siamo stabilmente attorno ai duecento casi giornalieri. La percentuale delle persone che ha raggiunto la guarigione (due tamponi negativi in 48 ore) è attorno al 50 percento dei contagiati: questo significa che i casi attivi sono circa quattromila. Per concludere uno sguardo ai ricoverati in terapia intensiva: in provincia si è raggiunto il picco di 16 persone a fine novembre ma il numero resta stabile sopra la dozzina da diverse settimane. Vale la pena ricordare che in provincia i letti disponibili sono 34 e la percentuale di occupazione per casi Covid non dovrebbe superare il 30 percento.

INFOPROM

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18 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 10-16 dicembre 2020

SOLIDARIETÀ

Nel Natale della pandemia scatta la “gara” di raccolta di regali per i più bisognosi

LEGALITÀ

Iniziative su tutto il territorio, tra doni “sospesi” scatole anonime e un “ufficio postale” in piazza a Faenza Ancor più che in passato, in questo Natale targato Covid si stanno moltiplicando le iniziative di solidarietà per i più bisognosi. Una diffusa in tutta Italia e che è arrivata anche a Ravenna è “scatole di Natale”, progetto di solidarietà che consiste nel portare doni all’interno di alcune scatole (da impacchettare e con un biglietto gentile), indicando se sono destinate a uomini, donne o bambini, in alcuni punti di raccolta sul territorio. Nel Ravennate da segnalare la sede dell’Associazione dei Marinai d’Italia, in Piazzale della Marina 1 a Marina di Ravenna, o la Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo, a Ponte Nuovo (entro il 20 dicembre) Tra le iniziative in provincia anche quella del Tavolo Sociale di Castel Bolognese “Dona il Regalo Sospeso” che ha visto l’installazione sotto la residenza comunale di una cassetta rossa per la raccolta dei regali “sospesi”. I partecipanti potranno lasciare qui i loro doni fino a sabato 19 dicembre, tutti i giorni, dalle 10 alle 12. I giocattoli e gli altri regali raccolti verranno donati alle famiglie più fragili e ai loro bambini. Anche a Russi è partita un’iniziativa solidale. Dal 14 al 16 dicembre, dalle 9 alle 19.30, chiunque voglia aderire potrà portare alla Sala Consigliare in Municipio (Piazza Farini n. 1, primo piano), un pacco di natale, anche in questo caso con un biglietto gentile. Tutti i regali dovranno essere nuovi per sicurezza, «basta anche un piccolo pensiero», scrivono dal Comune di Russi. A consegnare il pacco regalo ci penserà il Comune (info: 0544 587644). Infine, a Faenza è stata aperta l’8 dicembre in piazza la casetta di Babbo Natale (nella foto), che quest’anno ha aggiunto al suo programma una nuova iniziativa dedicata alla solidarietà e ai bambini meno fortunati. Fino al 24 dicembre sarà presente l’Ufficio postale di Babbo Natale, in cui i cittadini potranno portare giochi, libri, vestiti, prodotti per l’infanzia (omogeneizzati, alimenti per lo svezzamento e prodotti per l’igiene del neonato) e altri doni da regalare. Su ogni pacchetto il donatore potrà scrivere, con l’aiuto degli “elfi”, un pensiero per chi riceverà il dono. L’Ufficio postale di Babbo Natale si trova in piazza della Libertà, sotto l’albero, con animazione nei giorni 11, 12, 13, 18, 19, 20 e 24 dicembre dalle 16 alle 19.

UNA QUERCIA PER FALCONE E BORSELLINO Nel cortile della nuova scuola secondaria di primo grado “Dante Alighieri” di Lido Adriano è stato piantato un nuovo “Albero amico della legalità”. La messa a dimora di una quercia (nella foto anche il sindaco), donata dai Carabinieri per la Biodiversità di Punta Marina, diventa simbolo di pace e impegno nella lotta contro la criminalità e le mafie. L’albero verrà dedicato alla memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ed è frutto del progetto di educazione alla legalità che la scuola e il territorio portano avanti nelle classi da anni.

E al posto dei cesti, l’azienda dona giochi ai bimbi in Pediatria La ditta ravennate “Tim Color Service srl” quest’anno al posto dei tradizionali cesti natalizi ha preferito puntare sulla beneficenza. Luca Spinella e Valentina Saragoni, in rappresentanza dell’azienda hanno così portato al reparto di Pediatria dell’ospedale di Ravenna una notevole quantità di doni, tra cui giochi, strumenti musicali, colori e calendari per i bimbi e piccoli pazienti che vi trascorreranno il Natale.

WELFARE In piazza a Russi 9 abitazioni per persone fragili, con spazi da condividere: «Per una spirale di reciproco aiuto» Sono stati inaugurati il 9 dicembre gli appartamenti “protetti” di Russi. Si tratta di un innovativo progetto di “welfare comunitario” che nasce in pieno centro, in piazza Farini. «Lo scopo – ha spiegato il sindaco Valentina Palli – è quello di creare un nuovo stile abitativo, con spazi comuni e aree di condivisione, incentivando le persone ad aiutarsi tra loro e ad essere solidali nel vivere quotidiano. Una persona anziana può aiutare una mamma lavoratrice sola con un bimbo che può a sua volta aiutare una persona disabile che può a sua volta dare una mano nella gestione del condominio e così via, in una spirale di positività e di reciproco aiuto e rispetto». Si tratta di un progetto del Comune di Russi e di Asp, in collaborazione con il Servizio Sociale Associato. Gli alloggi sono destinati a persone che hanno compiuto i 65 anni di età autosufficienti, adulti in condizione di fragilità e/o disabilità fisica, persone/nuclei parzialmente non autosufficienti, genitore solo con minore, coppia in età compresa fra i 25 e i 55 anni.


CULTURA / 19 10-16 dicembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

L’ANNUNCIO

Ravenna Teatro destina i fondi d’emergenza «a chi ha meno tutele di noi» Si tratta diirca 70mila euro per artisti e collettivi E gli spazi saranno a disposizione per residenze creative Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta con cui Ravenna Teatro ha annunciato di voler destinare i fondi d’eemergenza ad artisti e compagnie “meno tutelati”.

scelti gruppi di cui si conosceva il lavoro e, compatibilmente con il fondo a disposizione, non si è riusciti a raggiungere tutti quelli che avrebbero voluto. Tra il Teatro Rasi e l’atelier-laboratorio Vulkano a San Bartolo, Ravenna Teatro ospiterà nei prossimi mesi diverse residenze artistiche. Verranno messi a disposizio-

«In questo tempo di attesa, ma anche di possibilità, il teatro, come tutte le arti, è stato capace di rispondere a questa crisi in modo responsabile, accettando l’incertezza, adattandosi con malleabilità, trovando nuove forme e risorse in grado di riflettere sulla cultura come bene necessario. In ogni parte d’Italia si è continuato a pensare, programmare, creare. Per alcuni mesi, con la speranza di ripartire, c’è stato un fiorire di festival e inizi di stagione, dimostrando che lo spettacolo dal vivo, il luogo d’assembramento per eccellenza, sa adattarsi con accortezza a un distanziamento che può e deve essere Alessandro Argnani e Marcella Nonni, direttori di Ravenna Teatro solo fisico. Ravenna Teatro/Teatro delle Albe aveva programmato Raven- ne gli spazi con le strumentazioni tecniche na viso-in-aria, una stagione al Teatro Ra- e organizzative a chi spesso spazio non ha, si da settembre a dicembre, nella consape- insieme a un contributo che permetterà lovolezza della gravità dell’emergenza in at- ro di lavorare in sicurezza. Queste le realtà to. Il DPCM del 25 ottobre ha fermato tut- teatrali coinvolte: Pietro Babina, Alessanto: si è voluto comunque voluto rispettare dro Berti, Collettivo LaCorsa, Roberto l’impegno con le compagnie coinvolte, ri- Corradino, Valerio Malorni e Simone conoscendo loro i cachet pattuiti per gli Amendola, Margherita Ortolani, TeatroinFolle, Emanuele Valenti / KËR Théâspettacoli annullati. Ci si è chiesti: come reagire ora a questa tre Mandiaye N'diaye. Il progetto di residenze sarà condiviso nuova sospensione? Aprendo il teatro, chiuso al pubblico, agli artisti e alla loro ri- con L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaicerca, quella ricerca che deve avere lo spa- no (parte del Centro di Residenza Emiliazio e l’agio per sperimentare percorsi e Romagna), per aprire un momento di riopere. I teatri in questo momento hanno la flessione comune sugli artisti, gli spazi e la potenzialità e la responsabilità di aprirsi a creazione. Ravenna Teatro ha inoltre scelto cinque tutte le maestranze che possono prepararsi e allenarsi per quando si tornerà all’in- realtà per un contributo al loro operato, spazi teatrali generanti e necessari: Bottecontro con lo spettatore. In una situazione in cui il sistema tea- ga degli Apocrifi (Manfredonia, FG), Matrale, nel riconoscere il momento di diffi- sque Teatro (Forlì), Progetto Demoni / Ulcoltà, mostra le sue discrepanze, Ravenna timi Fuochi Teatro (Spongano, LE), TeaTeatro condivide la preoccupazione per tro della Contraddizione (Milano), Teatro certe asimmetrie venute alla luce. Anche Coppola - Teatro dei cittadini (Catania) In questo periodo di restrizioni e sacrifiper questo motivo, e in linea con l’idea che da sempre sorregge il proprio operare, Ra- ci, un altro settore su cui è ricaduta l’atvenna Teatro ha pensato di destinare l’in- tenzione di Ravenna Teatro è il mondo deltero importo del fondo di emergenza e dei l’infanzia e dell’adolescenza, che sta soffinanziamenti previsti per attività che non frendo particolarmente gli effetti della ha potuto svolgere (circa 70.000 euro, ol- pandemia. È stato pensato un sostegno ad tre alle spese che sosterranno per l’apertu- alcune realtà che da tempo e con tenacia ra degli spazi) ad artisti, attrici, attori, avvicinano il teatro alle nuove generaziocompagnie, collettivi, teatri, con meno tu- ni: Capusutta (Lamezia Terme), IAC tele del Centro di Produzione Teatrale ra- Centro Arti Integrate (Matera), Teatro vennate. Per settimane si è pensato ad al- Laboratorio Isola di Confine (Marsciano), cune direzioni del fare teatro. Sono stati Isola Teatro (Roma)».

LO SPETTACOLO

SUL PALCO CONTRO LE DISCRIMINAZIONI, PER APRIRE “CREPE NEI MURI” Il nuovo lavoro della compagnia faentina Due Mondi on line il 12 dicembre. Seguirà un dibattito con gli attori Il 12 dicembre alle 21 verrà presentato per la prima volta in versione online lo spettacolo del Teatro Due Mondi Come crepe nei muri, organizzato nell'ambito del progetto #dirittoalcuore promosso da EducAid con il contributo della Regione Emilia Romagna. Una visione online, montata e prodotta per l'occasione, come ulteriore tentativo di scavalcare i muri della distanza. A seguire, dopo la visione dello spettacolo, sarà possibile porre domande e osservazioni al regista e agli attori del gruppo che interagiranno in diretta col pubblico. Ecco il link per l'evento: https://www.youtube.com/user/teatroduemondi. Il progetto #dirittoalcuore è organizzato con l’obiettivo di sostenere e favorire la cultura della non discriminazione e della valorizzazione della diversità, è realizzato in partnership con un’ampia rete di associazioni, quali: Cim onlus, ANOLF Rimini, Alcantara Teatro, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento Centrale Danza & Teatro, RIDS – Rete Italiana Disabilità e Sviluppo, Riminisociale/Gruppo Icaro. Teatro Due Mondi. Come crepe nei muri parla – si legge nella cartella stampa – “di muri e di barriere fatti di pietra e filo spinato che possono diventare invalicabili, ma anche di come spesso è proprio la difficoltà di relazione tra le persone o con se stessi che crea muri di paura e diffidenza o confini individuali. L’ignoranza alza i muri, e la conoscenza crea le brecce perché poi possano essere abbattuti”. Lo spettacolo nasce anche dall'esperienza del laboratorio di teatro partecipato Senza Confini, con rifugiati e richiedenti asilo. Ma anche con stranieri di paesi europei, «e con italiani che qualche volta possono sentirsi stranieri – scrivono dalla compagnia –, ciascuno perso nel suo proprio labirinto. Perchè il teatro si fa insieme, in fiducia».


20 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 10-16 dicembre 2020

TEATRO RAGAZZI

MUSICA CLASSICA

ACCADEMIA BIZANTINA APRE LA STAGIONE DI BAGNACAVALLO SU YOUTUBE Un concerto on line sulla “Venezia stravagante” domenica 13 dicembre dalle 20

IL DEBUTTO DI “INFERNOPARADISO”, IN STREAMING DALL’ALMAGIÀ Domenica 13 dicembre alle 17 in streaming sulla piattaforma Zoom dall’Almagià di Ravenna va in scena la prima dello spettacolo InfernoParadiso - Opera per bambini con o senza Dante, nell’ambito delle celebrazioni dantesche. Si tratta di una coproduzione Drammatico Vegetale/Ravenna Teatro e Teatro del Drago, per la stagione “Le arti della Marionetta”, che sta proseguendo on line. Uno spettacolo di Pietro Fenati, che ne cura anche la regia insieme ad Andrea Monticelli, e che si avvale delle musiche originali di Matteo Arevalos. Biglietti (a 10 euro) su Vivaticket. Info: 392 6664211.

LIBRI Baldrati e Ghinelli chiudono (su Facebook) il festival GialloLuna NeroNotte. Ecco i vincitori dei concorsi Ultimi due appuntamenti in streaming con la 18esima edizione di GialloLuna NeroNotte. Giovedì 10 dicembre, alle 17.30, sarà in diretta su Facebook Mauro Baldrati; si parlerà del nuovo romanzo che ha curato, Lo specialista. Shi Heng Wa (Time Crime). Venerdì, sempre alle 17.30, sarà la volta di Lorenza Ghinelli, nella cinquina finalista del prestigioso premio Scerbanenco con il romanzo Tracce dal silenzio (Marsilio). Sabato 5 dicembre, intanto, si sono svolte le premiazioni per le migliori opere inedite. Il primo premio per il miglior romanzo è andato a In morte di Anita Garibaldi di Andrea Santucci (foto). Questa la motivazione: «Calibrato, preciso e puntuale. Fa venire voglia di riprendere in mano i libri di storia. E la trama tiene il lettore incollato alle pagine». Il romanzo sarà pubblicato nel 2021 da Clown Bianco. Ex aequo invece nella sezione dei racconti: Uischi di Massimo Lunati; e Le scarpe rosse di Luigi Boccia. Entrambi saranno pubblicati in appendice a un Giallo Mondadori in uscita sempre nel 2021.

Nonostante le pesanti condizioni che stanno segnando in tutto il mondo l’anno in corso e che hanno nuovamente portato alla sospensione di tutte le attività culturali, Accademia Bizantina riparte con “Libera la musica” – quinta stagione di musica classica al Goldoni di Bagnacavallo – anche se per ora solo a distanza e in diretta streaming. Il primo concerto è in programma per domenica 13 dicembre alle 20 (e non sabato 12 come precedentemente annunciato), gratuitamente solo in streaming attraverso il canale YouTube di Accademia Bizantina al link: www.accademiabizantina.it/13dicembre/. Il concerto vedrà sul palco la stessa Accademia Bizantina con Ottavio Dantone (nella foto) al clavicembalo e direzione e Alessandro Tampieri (violino, viola d’amore) per un programma dedicato alla “Venezia Stravagante” e in particolare al periodo tra il 1600 e la prima metà del XVIII secolo, quando Venezia diventò uno dei più ricchi e creativi centri musicali dello scorso millennio.

CARTOLINE DA RAVENNA Mittente Giovanni Gardini

Nuova guida

Capienza fiscale e Cessione del credito Può capitare, soprattutto quando si abita in condominio, ma anche in casa singola, di dover effettuare dei lavori di ristrutturazione o di manutenzione straordinaria, ma di non poter poi usufruire delle detrazioni fiscali perché non si ha capienza irpef sufficiente per poter detrarre i lavori. Infatti, le detrazioni fiscali vengono effettuate sulle tasse che si debbono pagare (IRPEF). Nel caso si acceda al 110% il credito può essere ceduto al costruttore o ad una banca che anticipa il finanziamento per eseguire i lavori. Anche nel caso di ristrutturazioni che comportano una detrazione del 50%, del 65% o del 90% (bonus facciate) si può optare per la cessione del credito con sconto in fattura o cessione a banche o soggetti abilitati. In alternativa vi sono altri soggetti che possono detrarre le spese purché le abbiamo direttamente sostenute, come ad esempio l’inquilino, il comodatario o un familiare convivente per le spese relative agli immobili in cui si attua o si attuerà la convivenza. I benefici sono innumerevoli e allettanti ma proprio per questo è bene affidarsi a professionisti per non incorrere in banali errori che potrebbero far perdere la detrazione. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere ad Asppi Ravenna.

Ravenna - Viale Galilei, 81/83 tel. 0544 470102 - info@asppi.ra.it Dal 1980 a Ravenna www.asppi.ra.it

Nel 1924, dalla Libreria Editrice E. Lavagna & Figlio, fu data alle stampe la Nuova guida artistica e pratica della città di Ravenna con «illustrazioni e pianta». La guida, così si legge in una sorta di raccomandazione al lettore, è stata «diligentemente aggiornata in ogni sua parte», in modo da offrire «al visitatore della città di Ravenna tutte le notizie che possono tornargli di vera immediata utilità; e di riuscire insieme di facile e rapida consultazione». Nell’introduzione si fa cenno ai recenti lavori eseguiti in vista del VI centenario della morte di Dante, anniversario che «porse occasione a manifestazioni solenni, per le quali la città stessa subì qualche notevole trasformazione nel suo aspetto generale e nei suoi monumenti». All’epoca sopravviveva ancora lo stereotipo che vedeva Ravenna come la città del silenzio, «la taciturna», «la dolce morta» - per citare alcuni suoi epiteti e dunque era necessario indicare al visitatore lo spirito con cui accostarsi ad essa: «In complesso Ravenna non fa grande impressione al visitatore affrettato e distratto. Ma chi ne abbia ricercato con qualche amore le tante cose ammirabili e preziose, in parte sparse nei punti meno in vista della città e talvolta dissimulate quasi agli sguardi da muri squallidi e dalla meschinità degli oggetti vicini, rimane poi tutto preso da questa aura di mistero e di vetustà che alita sulla città, e si abbandona volentieri alla solenne malinconia delle vie silenziose, della campagna, del canale».


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CULTURA / RUBRICHE / 21 10-16 dicembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

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di Enrico Gramigna *

di Nevio Galeati *

Lo streaming forzato ci impone anche uno sguardo sui “ventenni”, inteso come film che nei primi vent’anni del nuovo secolo si sono rivelati come le gocce più interessanti cadute nell’oceano del cinema, che man mano che passano gli anni, sembra diventare sempre più arido. Ma queste gocce resisteranno? Ora che è passato un po’ di tempo, dimostreranno di saper navigare correttamente nel fiume temporale che a volte sembra una cascata? A questa rubrica l’ardua sentenza. Lost in Translation (di Sofia Coppola, 2003) In un lussuoso hotel di Tokyo si incontrano le solitudini di Bob, quasi anziano attore in declino costretto a girare uno spot per un whiskey, e la (circa) ventenne Charlotte, splendida sposina lasciata troppo spesso sola da un fotografo ambizioso e sfuggente. Il film racconta di questo incontro tra due americani, soli ma teoricamente accompagnati, diversi ma così simili, insonni e soprattutto completamente a digiuno della lingua giapponese. Commedia che ai tanti sorrisi alterna un’inevitabile vena malinconica, con due attori completamente immedesimati nelle parti: Bill Murray, realmente in parabola discendente, torna prepotentemente sotto i riflettori con un’interpretazione talmente da Oscar da far passare inosservata la maggior parte delle premiazioni da lì a venire (ha vinto però il Globe) e una giovane Scarlett Johannson che proprio qui inizia a rivelare la sua marcata sensualità che associa magnificamente alle sue innate capacità recitative. Oltre ai due c’è una dominante, ironica, splendida, caotica, silenziosa e stupefacente Tokyo, che quasi come un burattinaio guida e controlla i nostri protagonisti in una storia d’amore e non amore, di sentimenti e soprattutto di pensieri, resi magnificamente da una Coppola che bissa e forse supera la magia delle sue debuttanti Vergini suicide. Diciassette anni (e un’ulteriore visione) dopo possiamo tranquillamente dichiarare Lost in Translation un classico senza tempo e senza spazio, un prezioso oggetto emotivo da custodire, apprezzare e nel quale tentare di immedesimarsi, nei pensieri che inevitabilmente sorvolano le nostre solitudini. Detto dei protagonisti, la regista (non a caso amica di Wes Anderson e Quentin Tarantino) cura la colonna sonora come la migliore degli chef stellati, dall’inizio fino ad arrivare allo splendido finale dove coi Jesus & Mary Chain risuona anche una magnifica aura di mistero. Un film “su un solo stato d’animo” (come scrisse la compianta Lietta Tornabuoni su La Stampa). Lo avete già visto? Non lo avete mai visto? Non importa, portatelo a casa, visto che grazie allo streaming, nelle vostre case c’è già.

C’è un numero che è passato sotto silenzio. 2.754. Non ha nulla a che fare con la musica, ma, in un certo senso, è musicale anziché no e si propone come una vera e propria pietra miliare per la musica in Italia. Questa manciata di cifre, infatti, altro non è che la proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati il 28 ottobre 2020. In che modo questo progetto si avvia a cambiare il mondo musicale è presto detto. In realtà non cambierà nulla. C’è un però, ovviamente, e si districa nell’idea stessa della concezione della cultura musicale. Questa proposta di legge, infatti, è un grande faro che, finalmente, illumina l’assenza di una considerazione sociale della cultura musicale. In sostanza comincia a vedersi la necessità «che i beni musicali rientrino tra quelli culturali e, pertanto, debbano essere tutelati, conservati e salvaguardati». Quali che siano questi beni musicali, però, è difficile capirlo poiché «risulta evidente […] come le componenti del patrimonio musicale siano in ogni caso […] composite» tanto che è chiaro anche dal testo della proposta che «la salvaguardia e la valorizzazione di questo patrimonio richiedano interventi multiformi e complessi». Non si può certo sintetizzare il capitolo beni musicali in poche righe poiché in realtà in queste due parole è racchiuso tutto ciò che afferisce all’ambito in questione: spartiti, strumenti, dipinti, teatri, registrazioni audiovisive… Evidentemente ci sono molteplici aspetti da considerare: le galassie della musicologia, della musica “pratica”, della registrazione degli spettacoli, spesso tangenti come rette parallele, hanno finalmente un vero e proprio punto sul quale convergere per veder, giustamente, riconosciuta a 360° la dignità della materia. Se questa piccola rivoluzione portasse a un cambiamento, non solo delle possibilità lavorative di coloro che di musica vivono (e grazie alla quale pagano le bollette), ma anche, e soprattutto, della considerazione che della musica si ha nel tessuto sociale, si avrebbe un mutamento epocale. Questa riforma, infatti, legittimerebbe un intero settore che ancora oggi è spesso considerato di seconda categoria o, ancora peggio, utile solo per un divertimento epidermico e passeggero. Che sia l’inizio della fine del mercato delle vacche che ammorba il mondo musicale? * Musicista e musicologo

«Lo scopo della fantascienza è svegliare il mondo sull’orlo dell’impossibile», scriveva Theodore Sturgeon, maestro di letteratura fantastica e fra i grandi autori dell’età d’oro della Sf (insieme ad Asimov, Heinlein, Brown, Simak), a cui si deve un gioiello come Cristalli sognanti (1950; in Italia: Urania n.11, 1953). E quell’orlo dell’impossibile, ovvero l’idea di pensare a “tanti futuri” e non a uno unico e univoco, è alla base di una sezione di narrativa che per convenzione si è definita “distopia”. Il nuovo romanzo di Michel Bussi, N.E.O. – Libro Uno – La caduta del sole di ferro (edizioni e/o, traduzione di Alberto Bracci Testasecca), entra a pieno titolo in questa categoria. Pensato per un pubblico di adolescenti è in realtà denso di riferimenti a temi di grande attualità, pandemia compresa (in un’intervista l’autore ha però spiegato come l’idea risalga a trent’anni fa). In una Parigi deserta e spettrale dopo una catastrofe di cui si sa quasi nulla e che ha distrutto il mondo, vivono due gruppi di ragazzi, nati tutti 12 anni prima dell’estate durante la quale inizia il romanzo. Il primo vive attorno alla torre Eiffel, ribattezzata tepee per la forma e perché le zone abitate sono protette da pelli d’animale; come una tenda pellerossa, appunto. Il secondo ha la propria base al Louvre, ribattezzato il Castello. Un gruppo, quindi, ha imparato a sopravvivere confrontandosi con la natura, tornata selvaggia; solo un paio di loro conserva gelosamente qualche libro, diventato quasi strumento magico; l’altro, grazie a un lascito di registrazioni video, è cresciuto studiando le scienze, l’arte e la storia. Entrambi ignorano però cosa sia successo quando erano ancora in fasce. I gruppi si spiano, si temono, vogliono confrontarsi; e, per seguire la formazione di ogni personaggio, Michel Bussi utilizza le declinazioni classiche del romanzo d’avventura: l’amicizia, la cavalleria, la gelosia, gli inganni; gioca la carta dell’ironia e innesta temi ambientali forti. Non mancano riferimenti ai grandi classici, dall’Odissea (citata in modo esplicito) a Romeo e Giulietta. Alla fine del libro non si vede l’ora di passare alla seconda puntata. Qualcuno non si aspettava un romanzo come questo dall’autore di Ninfee nere, il secondo giallista d’oltralpe come copie vendute; eppure, in una nota biografica, molto tempo fa ha scritto: «Sono figlio di Jules Verne, Maurice Leblanc e Agatha Christie». Più chiaro di così… La caduta del sole di ferro è il primo volume di una trilogia, che le edizioni e/o propongono anche in una veste diversa dalla propria linea grafica consueta: volumi rilegati, con sovracoperta illustrata. * Direttore GialloLuna NeroNotte

“L’ingresso” (Lido Adriano) di Adriano Zanni

FIORI MUSICALI

FULMINI E SAETTE

VISIBILI E INVISIBILI


22 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 10 - 16 dicembre 2020

MONDOVINO

Per il convivio (ristretto) delle feste i vini romagnoli non sfigurano, anzi... La varietà e qualità dei prodotti del territorio sono notevoli: si va da inedite bollicine ai classici Sangiovese, Albana, Trebbiano, ma anche Bursôn, Rambela, Centesimino di Fabio Magnani *

È oramai desiderio di tutti che questo “annus horribilis” finisca. Nell’attesa del nuovo anno cerchiamo di vivere in allegria queste feste natalizie magari creando la nostra personale cantinetta a casa per goderci pranzi, cene e aperitivi in famiglia o con gli amici più stretti, in sicurezza ma davanti a un buon bicchiere. Allora, non abbiate dubbi sui vini romagnoli! Affermazione forse troppo diretta e assertiva ma temo che alcuni di voi pensino

LO STAPPATO A cura di Fabio Magnani

Spumante extra Brut da uve Sangiovese Degustiamo nel calice il “Blanc de Noir extra Brut” 2018. Metodo classico ottenuto da uve Sangiovese 100% della “Tenuta Santa Lucia” di Mercato Saraceno. Uno spumante Bio con circa 36 mesi di affinamento in bottiglia. Un vino che al naso si esprime in modo essenziale senza tanti fronzoli. Al palato è secco e non nasconde una certa severità. Bolla fine e fitta. Sapidità intrigante, vero punto di attrazione di questo vino. Non male per un vino metodo classico, romagnolo, da uve sangiovese e per giunta biologico. Da bere a tutto pasto con pescato o carni bianche.

che col vino romagnolo non si possa festeggiare. Il vino romagnolo, purtroppo, non dà questa sensazione forse perché – penso io – magari lo bevete tutto l’anno, forse accontentandovi di prodotti mediocri. Riuscirò a convincere un giorno tutti i lettori che apprezzano il vino che la Romagna non ha ragione di temere confronti con altre zone più blasonate? La Romagna è una regione che da un punto di vista vitivinicolo offre tantissimo. Vi piacciono le bolle? Le potete trovare fini e delicate da metodo classico e con diversi anni di affinamento. Quest’anno ne ho assaggiate diverse degne di nota a base Albana e Sangiovese, vi-

nificato in bianco o in rosa. Preferite, invece, una bolla ruvida con un che di particolare, magari un tocco di misterioso? In Romagna ci sono produttori che lavorano bene anche il cosiddetto “metodo ancestrale” e se volete una bolla semplice e profumata non mancano cantine che fanno dell’ottima Rambela spumante, Chardonnay o Trebbiano. Spesso mi chiedono consigli su cosa bere. Non voglio fare nomi di produttori perché sarebbero le solite classifiche di fine anno per dirvi soltanto cosa mi è piaciuto di più e, forse, non è proprio corretto nei vostri confronti giacché non conosco i vostri gusti e tanto meno verso quei produttori magari non citati. In realtà, farò di più. Vi dirò quali zone esplorare così, consapevoli dei vostri palati, cercherete i vini di quelle aree che più si avvicinano alla vostra indole. Preferisco lasciarvi il gusto della scoperta. Per prima cosa ridimensioniamo l’Albana passita. Non solo di Albana sono fatti i vini passiti romagnoli. Buoni passiti locali si ottengono da vitigni internazionali o da uve come il Centesimino faentino, di cui ho assaggiato anche degli spumanti non trascurabili. Se, però, volete proprio dell’Albana passita rivolgetevi ai produttori in zona Bertinoro, ne trovate alcune davvero meritevoli e non dimenticate quella dolce o amabile. Spenderete un po’ meno e avrete comunque soddisfazione e possibilità di abbinamento con dolci, creme, panettoni o anche da fine pasto. Per chi di voi ama i vini leggeri e fruttati, le bevute spensierate o frizzanti bolle profumate volgete lo sguardo nel riminese. In queste colline c’è allegria anche nel bicchiere. Vini profumati e leggeri da bere in annata per godere della freschezza del frutto e se siete amanti dei vitigni internazionali in questa zona ci sono cantine molto brave a produrre vini a base Merlot o Cabernet. In questo caso si tratta di vini, al contrario del Sangiovese, con maggiore concentrazione e densità. Inoltre non dimentichiamo i piacevoli Chardonnay e Sauvignon. Se volete vini spessi e corposi, nella pianura ravennate troverete il Bursôn. Vino storico le cui

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GUSTO / 23 10 - 16 dicembre 2020 RAVENNA&DINTORNI

MATERIE PRIME

MOLINO SPADONI PUNTA AI CONSUMI IN ISRAELE COL MERCATO COPERTO Un programma in TV

uve sono appassite come succede in Valpolicella per le uve da cui si ottiene l’Amarone. Meglio l’etichetta nera prima ancora dell’etichetta blu. A voi la scelta dell’etichetta, che non sono tante e gli stili vanno dal più morbido a quello più rustico e contadino. Per chi ama l’eleganza, quella un po’ snob per intenderci, meglio spostarci verso Modigliana. Sangiovese e Albana (in purezza o blend) significano sapidità, raffinatezza, complessità dei profumi e giochi di gusto. Il Forlivese, invece, è noto per i vini da invecchiamento. Una volta si diceva che a Predappio c’è il vino importante, infatti, era il vino rosso delle feste, insieme all’Albana di Bertinoro. Oggi sappiamo che non solo a Predappio si fanno produzioni importanti ma in questa area emergono vini concentrati, tannini nobili e, in certi casi, anche note ferrose caratteristiche di alcuni vini d’eccezione. Per quanto riguarda i vini naturali, bio, biodinamici e in anfora, invece, occorre prestare attenzione. In Romagna c’è molto margine di miglioramento su questa tipologia di produzione. Sono più le volte che trovo vini poco puliti e non desiderabili anche se qualcuno bravo e attento c’è. Il suggerimento è di assaggiare prima di comprare e di non farsi abbindolare dalla solita favola dei solfiti e di quant’è buona “madre natura”. Un suggerimento finale: non fermatevi alla solita etichetta e direi anche ai soliti enologi. Cercate aziende che non conoscete, piccole e appena nate. Nel forlivese come nel cesenate ce ne sono alcune che stanno lavorando molto bene con vini interessanti che portate a casa con pochi, giusti euro. Ultimamente in Romagna ci sono cambi strutturali all’interno di diverse aziende con passaggi di proprietà o di generazione che stanno dando nuovo respiro e slancio al vino territoriale. Per il resto sperimentate, scovate e cogliete al volo il particolare e un giorno sarete voi a fare la vostra personale classifica… e allora sì che farete la differenza. * Ravennate, selezionatore vini a livello nazionale e internazionale, esperto di vigne e vignaioli, cantine ed etichette.

Il Molino Spadoni porta il Mercato Coperto di Ravenna sulla tv israeliana per conquistare il mercato delle farine speciali e delle miscele per uso domestico nello Stato mediorientale. L’azienda di Coccolia si presenta ai consumatori di israele con un’operazione di product placement: le sue farine sono protagoniste nel nuovo format televisivo condotto da Nadia Ellis, la prima host vegana di cucina italiana nella nazione mediorientale. Uno degli episodi, che hanno cadenza settimanale, è stato registrato nella struttura in centro a Ravenna la cui ristrutturazione è stata inaugurata un anno fa e dove allestimento e servizi di ristorazione sono curati dal gruppo ravennate. L’export rappresenta il 25 percento circa del fatturato dell’azienda (51 milioni nel 2010, incremento tendenziale del 40% nel 2020). I mercati trainanti per Molino Spadoni oggi sono Europa, Medio Oriente, Oceania e Stati Uniti (in queste quattro aree, il Gruppo realizza oltre l’80 percento delle vendite del canale estero). Oggi l’impresa ravennate esporta soprattutto nel canale food service, ma punta a espandersi anche nella grande distribuzione organizzata.

SLOW FOOD Cena degli Auguri 2020 in delivery coi piatti de La Baita Nello spirito di collaborazione e di sostegno ai produttori e ai ristoratori del territorio, le condotte Slow Food di Ravenna e Godo/Bassa Romagna, organizzano la Cena degli Auguri 2020 in forma condivisa con consegna a domicilio, preparata dall'Osteria La Baita di Faenza (chiocciola nella guida Slow delle Osterie d'Italia) La cena, in programma martedì 15 dicembre, sarà consegnata a casa assieme a tutte le informazioni per la sua preparazione. Si tratta di un menù di quattro portate, dessert compreso a cui si affianca anche una selezione (su richiesta) di eccellenti vini regionali in abbinamento. Dopo cena, verso le 22, è previsto un collegamento sulla pagina facebook di slowfoodravenna, per una finale di chiacchere, commenti sulla cena assime allo chef e scambio di auguri. Costo della cena: 28 euro per i soci Slow e amici. Per info e prenotazioni (entro venerdì 11 dicembre): per Ravenna, maurozanarini@gmail.com oppure 335 375212; per Godo e Bassa Romagna, slowfoodbassaromagna@gmail.com oppure 347 4524084.

COSE BUONE DI CASA A cura di Angela Schiavina

Ecco il pudding di casa mia Come già annunciato la scorsa settimana a proposito della ricetta inglese, questa settimana vi propongo il pudding che si prepara per le feste a casa mia. Ingredienti: un litro di latte, 100 gr. di burro, 200 gr. di zucchero, 240 gr. di semolino, 300 gr. di canditi a cubetti (cedro, arancio, ciliegie rosse), 6 uova, scorza di un limone bio (solo la parte gialla), un bicchierino di rhum o Marsala secco, uno stampo da budino con foro centrale, che avrete caramellato. Preparazione: versare il latte in una casseruola e aggiungere le scorze di limone, il burro e lo zucchero, mescolare e mettere a fuoco basso, mescolando affinché si sciolgano il burro e lo zucchero. Alzare la fiamma appena inizia a bollire, versare lentamente il semolino, continuare a mescolare fino a quando il composto non si staccherà dai bordi e dal fondo del tegame. Togliere le scorze di limone. Trasferire il composto in una ciotola e lasciar raffreddare poi aggiungere i canditi e i tuorli uno alla volta. Montare a neve ben soda gli albumi. Versare nell’impasto il bicchierino di liquore scelto. Poi aggiungere gli albumi mescolando delicatamente. Rovesciare il composto nello stampo e cuocere per circa 45/50 minuti a bagnomaria in forno caldo a 200 gradi. Togliere dal forno, aspettare 5 minuti poi rovesciare sul piatto di portata. Io lo bagno con un bicchierino di alcool da liquori e lo incendio. Se volete renderlo più dolce potete spennellarlo con una salsa calda fatta con gelatina di albicocche e rum.

ECCO A VOI I NOSTRI FANTASTICI M E NÙ DI NATALE 2020 MENÙ DI PESCE

MENÙ DI CARNE

Antipasto freddo della casa Zuppetta di pesce

Battilarda romagnola (prosciutto crudo San Daniele, salame nostrano, piadina, squacquerone e fichi caramellati)

Cappelletti in brodo di cappone Cannelloni di crepes con ripieno di cernia Risotto alla marinara

Cappelletti in brodo di cappone Ravioli di zucca e patate con strigoli Crepes di caprino

Grigliata Ca’ di Claudio (spiedini misti, branzino, pesce spada) e assaggio di fritto misto con verdure

Grigliata mista di carne e coniglio arrosto con verdure gratinate e patate al forno

Millefoglie al mascarpone con frutti di bosco e pandoro natalizio

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RAVENNA&DINTORNI 10 dicembre 2020

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