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FREEPRESS

n. 909

27 MAGGIO-2 GIUGNO 2021

CRONACA • SOCIETÀ • POLITICA • ECONOMIA • OPINIONI • CULTURA • SPETTACOLI • GUSTO • SPORT

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PUNTI DI VISTA / 3 27 maggio - 2 giugno 2021 RAVENNA&DINTORNI

SOMMARIO

L’OPINIONE

L’OSSERVATORIO

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POLITICA LA PROTESTA DEI PORTUALI CONTRO LE ARMI DI ISRAELE

Dopo il no alle armi per Israele, altre domande per i portuali di Andrea Alberizia

I lavoratori del porto di Ravenna dicono di essere consapevoli che il loro atto di testimonianza neppure lontanamente costituisca una azione risolutiva per la soluzione del conflitto, ma credono che fosse «necessario e ineludibile» mandare un messaggio per contribuire a creare le condizioni durature per la pace tra i popoli israeliano e palestinese e per il loro diritto a vivere pacificamente in un proprio Stato libero ed indipendente. L’atto di testimonianza di cui sopra è stato proclamare uno sciopero per il 3 giugno per rifiutarsi di imbarcare un container con materiale esplosivo diretto a un porto dello Stato ebraico. Due ore dopo averlo proclamato è stato revocato perché i sindacati nel frattempo hanno saputo che l’agenzia marittima aveva rinunciato alla spedizione. I portuali cantano vittoria. E in effetti, a memoria, è uno dei pochi casi in cui uno sciopero ha ottenuto risultati ancora prima di incrociare le braccia. L’iniziativa diventa un precedente che chiamerà sindacati e lavoratori a fare i conti ancora con la propria coscienza, con l’opinione pubblica e con la coerenza. Perché capita almeno due-tre volte all’anno che sulla banchina del Tcr vengano movimentati container con la stessa classificazione di pericolosità di quello che sarebbe dovuto partire per Ashdod. La categoria, secondo gli standard internazionali, è quella del materiale esplosivo. Quindi materiale bellico o sue componenti. Ma non solo armi. Alle cronache locali non risultano scioperi etici nel passato. Si dirà che i tempi cambiano e con loro le sensibilità. Ma ora che è stato fissato un paletto, la prossima volta che arriverà un carico con la stessa carta di identità, che faranno i portuali? Se diretto in Medio Oriente si sciopera e se altrove invece no? Le armi portano morte solo tra israeliani e palestinesi? Domande che la coerenza d’ora in poi imporrà. Ma per alimentare interrogativi di coscienza non serve nemmeno maneggiare container di armi. Ogni volta che arriva un carico dalla Cina bisognerà farsi domande simili. Quei capi di abbigliamento da quali mani sono stati cuciti? E quei giocattoli in quali condizioni sono stati assemblati? Ma perché fermarsi ai beni di consumo e non arrivare ai generi alimentari? Per il caffè dal Sudamerica qualcuno proporrà di scioperare perché quei lavoratori patiscono condizioni di sfruttamento? E sullo sfondo c’è l’imbarazzo di Sapir, l’azienda di emanazione pubblica che detiene il 30 percento di Tcr. La dirigenza ha provato il più funambolico dei giochi di equilibrio. Le armi si possono spedire perché le leggi italiane lo consentono - e in questo caso fanno parte degli affari in banchina - però passare per guerrafondai pareva brutto e allora ecco la richiesta allo Stato: «Farsi interprete presso tutte le sedi internazionali, della necessità di dare la pace a una delle zone più martoriate del pianeta». Sembra la parodia di quelle che ai concorsi di bellezza chiedono la pace nel mondo.

I veri civici della campagna elettorale

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PRIMO PIANO VIAGGIO TRA I DILETTANTI DEL CALCIO IN PROVINCIA

di Moldenke

La campagna elettorale verso le amministrative di Ravenna entra piano piano nel vivo e si fa già interessante. Il sindaco uscente, per esempio, ha presentato ufficialmente la sua nuova candidatura. Molto giovane, molto smart, molto colorata, con un elemento fondamentale che spicca sui manifesti elettorali: la mancanza del Pd, naturalmente. Che non si sappia troppo in giro, che il sindaco è proprio del Pd. Nel frattempo si stanno attrezzando anche tutti gli alleati, un po’ i soliti, ma con nomi nuovi. Per esempio si presenta proprio in questi giorni, un nuovo “progetto civico” che unirà formalmente in un unico soggetto Azione, +Europa, Italia per Cambiare e Italia in Comune (a voi il compito di individuare mentalmente i vari soggetti, io ci ho rinunciato dopo pochi secondi). O ancora, ci sarà una lista del sindaco - per fare in modo che anche quelli che scopriranno che il sindaco è del Pd potranno lo stesso votare il sindaco grazie a questa lista civica del sindaco, che è civica, è bene ricordarlo - con dentro anche il porco (senza offesa). E poi debutterà anche da queste parti Italia Viva, che a Ravenna serve soprattutto all’assessore Fagnani per tentare di restare ancora assessore. Per raggiungere lo scopo farà di tutto, a partire naturalmente da una lista civica in grado di far sparire in fretta il nome Italia Viva, che non si sa mai che qualcuno si ricordi che è davvero il partito di Renzi. Dall’altra parte ci sarà una “coalizione civica” che sosterrà la consigliera uscente della Pigna; un “polo civico” che voglio ben sperare proporrà candidato sindaco il decano dei decani, e il “candidato civico” del centrodestra appena nominato, che pare faccia andare avanti gli altri quando c’è da spruzzare fango alla cazzo di cane (come in questi giorni in cui il rappresentante giovanile della Lega ha preso di mira una rassegna letteraria e il “candidato civico” ha fatto finta di nulla preferendo promettere nel frattempo un parcheggio per i camperisti, che pare che in queste ore siano incazzati con il Comune: geniale no?). Tra tutti questi civici che hanno paura della loro ombra, si erge statuario l’uomo più coerente della politica cittadina, quello che fino a qualche anno fa era lecito insultare per il suo berlusconismo militante e che adesso invece dovremmo tutti applaudire, chiedendo scusa, per il suo berlusconismo militante. Ma ne vedremo ancora delle belle.

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SOCIETÀ VACCINI: INFO UTILI PER OVER 50 E 40

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CULTURA A SAN VITALE PARTE IL RAVENNA FESTIVAL

16 ARTE

IL MAR E IL MIC SI RINNOVANO

20 GUSTO

AGLIO NERO, SAPORE DI VELLUTO

Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Maria Cristina Giovannini (grafica).

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001

Anno XX - n. 909 Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: tel. 0544 408312 commerciale1@reclam.ra.it

Fotografie: Massimo Argnani, Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. Illustrazioni: Gianluca Costantini.

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Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Galeati, Iacopo Gardelli, Giovanni Gardini, Enrico Gramigna, Simona Guandalini, Giorgia Lagosti, Fabio Magnani, Enrico Ravaglia, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni, Adriano Zanni.

Redazione: tel. 0544 271068 fax 0544 271651 redazione@ravennaedintorni.it Poste Italiane spa Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB

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4 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 27 maggio - 2 giugno 2021

CENTROSINISTRA

CENTRODESTRA/1

De Pascale prepara una movimentazione civica Il sindaco uscente apre la campagna elettorale per conquistare il bis Presentato il comitato elettorale in centro storico

Non c’è il simbolo del Pd «per rispetto delle tante liste che compongono la coalizione» e oltre al rosso, colore che solitamente rappresenta il centrosinistra, nella grafica scelta per la comunicazione ci sono anche il giallo e il blu «perché sono i colori primari da cui si ottengono tutti gli altri, così come vogliamo che Ravenna sfrutti tutte le sue tonalità». Il sindaco uscente Michele de Pascale ha presentato stamani, 22 maggio, la sede del comitato elettorale per le Amministrative di ottobre aprendo ufficialmente la sua campagna elettorale in cerca del secondo mandato. Rispetto a cinque anni fa, quando era in un ex pub in via San Mama, il quartiere generale si sposta verso il centro: di fronte alla basilica di San Francesco, nelle vetrine che erano occupate da un negozio di ottica all’angolo fra via Corrado Ricci e piazza Caduti. Lo slogan è “A Ravenna si può” seguito da vari verbi che, nelle intenzioni di De Pascale, dovrebbero elencare tutte le ambizioni della città. Il tema dei tre colori viene ripreso anche nell’immagine

AMMINISTRATIVE In campo anche un polo civico attorno a Ancisi (Lpr) Sembra al momento sempre più probabile che alle prossime elezioni comunali di Ravenna previste in ottobre ci sarà anche una coalizione civica di orientamento di centrodestra. Perno dell’alleanza dovrebbe essere Lista per Ravenna di Alvaro Ancisi. L’81enne consigliere comunale, decano dell’opposizione, sarebbe anche il candidato sindaco (ruolo già rivestito nel 2011). Alla tornata elettorale del 2016 la lista di Ancisi faceva parte della coalizione unitaria di centrodestra che sosteneva Massimiliano Alberghini (arrivato al ballottaggio). In vista del prossimo voto invece sembra difficile ripetere l’esperienza del candidato unico di opposizione (anche Forza Italia al momento vuole andare da sola con Alberto Ancarani). Del polo civico attorno a Ancisi faranno parte la lista del Mare capeggiata da Massimo Fico e il Popolo della Famiglia che sul territorio è rappresentato da Mirko De Carli. Sono ancora in corso le trattative.

composta dalla sovrapposizione di tre foto del candidato. Non è ancora tempo di parlare di contenuti, ma di metodo sì. Il 36enne cervese lancia un progetto che chiama di movimentazione civica: «Qualsiasi persona che abbia un sogno, una proposta, una critica, un progetto potrà partecipare a costruire il futuro della città. L’ipotesi di lavoro è quella di non chiedere un contributo solo sul programma, ma offrire ai partecipanti l’opportunità di vivere un’esperienza di condivisione sul modello del design thinking. In questi momenti le persone si confrontano su tematiche civiche e non è richiesto loro esclusivamente di segnalare problemi ma anche di individuare possibili soluzioni». La costruzione della coalizione è in corso. Il punto di partenza è la maggioranza attuale con la disponibilità di tutte le forze a proseguire l’esperienza. Ma sono avviate trattative anche con altre realtà: Movimento 5 stelle, Più Europa, Azione, Italia in Comune.

FORZA ITALIA, ANCHE GASPARRI SPINGE LA CANDIDATURA DI ANCARANI Il senatore in visita in città: si tenta ancora di trovare un accordo con Lega e Fdi Nel centrodestra continua l’avanzata parallela di più candidati. Per sostenere l’avvio della campagna elettorale di Forza Italia, è passato in città anche il senatore Maurizio Gasparri che ha partecipato a un incontro pubblico il 22 maggio in piazza Unità d’Italia. I forzisti al momento hanno proposto la candidatura di Alberto Ancarani, coordinatore locale e consigliere comunale. Anche Gasparri ha confermato il nome dell’avvocato. La sensazione, confermata più o meno esplicitamente dai diretti interessati, è che si stia ancora lavorando per arrivare a un candidato unico del centrodestra, quando meno per un’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia che hanno presentato Filippo Donati.

CENTRODESTRA/2 Paragone (Italexit) a Ravenna per sancire l’accordo con la Pigna Intanto c’è il vigile Otello di Sordi La lista civica la Pigna ha trovat un accordo con Italexit, il partito che propone l’uscita dall’Euro. Si allarga quindi la coalizione attorno a Veronica Verlicchi, al momento unica donna candidata per la poltrona di sindaco di Ravenna. Per il 28 maggio è previsto l’arrivo in città di Gianluigi Paragone, il senatore di Italexit (ex M5s) sarà in piazza Kennedy dalle 18.30 per un comizio. Intanto la Pigna annuncia la discesa in campo del vigile Otello: alcune sagome che raffigurano il celebre vigile urbano impersonato da Alberto Sordi verranno utilizzate da Verlicchi come promemoria per indicare i luoghi della città dove più di altri servono interventi migliorativi.

QUESTIONE PALESTINESE

I lavoratori si rifiutano di imbarcare armi per Israele Spedizione annullata, Sapir rassicura l’armatore per il futuro Proclamato, e poi revocato, uno sciopero per il 3 giugno quando arriverà una portacontainer diretta allo scalo di Ashdod. L’agenzia marittima cercherà un altro punto di partenza I lavoratori della Compagnia portuale di Ravenna e della Tcr, società del gruppo Sapir che ha in gestione il terminal container, hanno proclamato uno sciopero per il 3 giugno che avrebbe riguardato in via esclusiva le operazioni di banchina e le pratiche amministrative per l’imbarco di materiale bellico destinato a Israele. Due ore dopo l’annuncio, una volta saputo che non era più prevista la spedizione, lo sciopero è stato revocato. Il 3 giugno attraccherà alle banchine Tcr la nave Asiatic Liberty dell’armatore Zim diretta al porto di Ashdod, una toccata definita dal calendario delle rotte e che si terrà in ogni caso. La decisione dello sciopero – comunicata dai sindacati di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti – era arrivata dopo aver saputo che un’agenzia di spedizioni marittime stava prendendo in considerazione l’uso di quel viaggio per spedire un container Imo 1.4D (classificazione internazionale per la pericolosità delle merci, la cosiddetta Adr, che in questo caso specificoindica esplosivi e quindi include anche armi da guerra o loro componenti ma non solo). L’annuncio dello sciopero è stato diffuso ufficialmente dai sindacati nel primo pomeriggio

La sede di Sapir

del 25 maggio, R&D apprende da fonti qualificate che già nella mattinata l’agenzia di spedizioni aveva comunicato alla Tcr l’intenzione di rinunciare all’imbarco. Non sono state fornite motivazioni particolari. Non si può escludere che la rinuncia sia arrivata di fronte al clima di protesta montato tra le maestranze locali già

prima di arrivare a proclamare lo sciopero. Al momento sembra che verrà utilizzato un altro porto, ammesso che l’onda di protesta non si propaghi. Del resto, prima di Ravenna, avevano detto no Livorno e Napoli. Il container attualmente si trova nel nord Italia. Le merci con quella classificazione Adr non possono essere stoccate al porto di Ravenna. La procedura quindi prevede che il container arrivi scortato via terra solo quando la nave è in banchina e si proceda al carico diretto. Sulla vicenda è intervenuta anche Sapir, il terminalista a controllo pubblico che detiene il 30 percento della Tcr. Prima dell’annuncio dello sciopero, l’azienda si era preoccupata di condannare la guerra ma anche di ricordare i suoi obblighi in quanto concessionario di una banchina, trattandosi di una spedizione autorizzata dalle leggi dello Stato. Una volta che l’agenzia ha annullato il carico, Sapir si è affrettata a sottolineare i buoni rappporti con l’armatore Zim (compagnia israeliana) augurandosi che la vicenda non vada a discapiti dei futuri affari. I collegami tra Ravenna e Israele sono opertivi da metà anni ‘70. Andrea Alberizia


POLITICA / 5 27 maggio - 2 giugno 2021 RAVENNA&DINTORNI

LA POLEMICA/1

Salta la Biennale, mosaicisti contro il sindaco: «Mai stati coinvolti» Aimc e Dis-ordine contestano il rinvio al 2022: «Altre città hanno programmato, la nostra è mosaicofobica?» La Biennale del mosaico, che si sarebbe dovuta svolgere quest’anno, dopo l’estate, non si farà. Rinviata al 2022 a causa della pandemia. Lo ha annunciato il sindaco Michele de Pascale, a cui è rivolta ora una lettera aperta piuttosto polemica delle associazioni Dis-Ordine e Aimc (l’associazione internazionale dei mosaicisti contemporanei, protagonisti della manifestazione), che non condividono la scelta. «Il comitato per la Biennale – commentano le due associazioni nella lettera firmata congiuntamente – dalla scorsa edizione del 2019 non è stato mai convocato, anche solo per redigere un bilancio post-evento nonostante più volte si sia detto che per poter organizzare una Biennale degna di questo nome occorre una preparazione preventiva di almeno un anno». Le associazioni contestano la scelta del Comune (il sindaco ha replicato parlando di fin troppi eventi espositvi già in programma quest’anno, rimandando l’edizione 2021 al 2022, in coda alle celebrazioni dantesche, e confermando comunque già l’edizione 2023) e anche come sia passata praticamente sotto silenzio. «L’Associazione Dis-Ordine, oltre un anno fa, in previsione delle celebrazioni dantesche – si legge poi nella lettera rivolta direttamente al sindaco – le presentò alcune idee e progetti di caratura internazionale per una maggiore visibilità della nostra città con eventi legati a Dante adatti a sprovincializzare e rimanere come testimonianza futura del Settecentenario dantesco della Biennale del Mosaico a cui non è stata data risposta, pur avendolo in più occasioni richiesto». «L’Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei – continua la lettera – come da statuto organizza ogni due anni, fin dal 1980, il Congresso sul Mosaico, ogni volta in un paese diverso. Nel 2020 era previsto a Monreale (Palermo) e data la pandemia il Congresso è stato rimandato dagli organizzatori, ovviamente di due anni, nel 2022. Fin dalla sua nascita la Biennale RavennaMosaico è stata concepita nell’anno che non coincide con il congresso Aimc, proprio per dare la possibilità ai soci di partecipare sia al Congresso sia a RavennaMosaico. Non si può pensare che un mosaicista possa affrontare nello stesso anno due viaggi dall’Australia, dal Canada, dal Brasile, dal Giappone… Questo significa che alla Biennale RavennaMosaico del 2022 non saranno presenti i soci Aimc che di solito arrivavano da tutte le parti del mondo. Il presidente Aimc all’inizio di marzo 2021 le ha scritto una lettera chiedendo notizie sulla Biennale per poter dare una risposta ai soci che insistentemente volevano sapere. A tutt’oggi nessuna risposta». «Altre città, nonostante il Covid, hanno utilizzato il tempo per programmare e rilanciare ugualmente gli eventi in forme ancora più innovative. Venezia a giorni inaugura la Biennale di Architettura. Milano inaugura la Triennale. Roma ha inaugurato la Quadriennale. Una Biennale ogni tre anni non è più biennale. Non si capisce perché a Ravenna non si sia trovato il tempo neanche per convocare le persone e le associazioni coinvolte, nemmeno per raccogliere opinioni in merito. Da Città del Mosaico ci stiamo incamminando sempre più verso una città “mosaicofobica”. E francamente non se ne comprende il motivo».

LA POLEMICA/2

LA LEGA CONTRO LA RASSEGNA LETTERARIA «UNA SCUOLA DI FORMAZIONE DELLA SINISTRA» Il direttore di Scritture di Frontiera sarcastico: «Sono un eversivo: spingo i giovani a leggere». L’assessora: «Festival necessario» In ambito culturale ha fatto discutere in questi giorni a Ravenna la polemica innescata da Lorenzo Zandoli, responsabile provinciale dei giovani della Lega, che si è scagliato contro la rassegna di incontri letterari “Scritture di Frontiera”, considerata «una scuola di formazione della sinistra» finanziata dal Comune di Ravenna: «danari pubblici spesi per propagandare tesi ideologiche della sinistra, senza nessuno spazio per un minimo pluralismo», dice Zandoli. La rassegna in questi anni ha portato in città scrittori e giornalisti di fama nazionale e internazionale, tra cui anche Dacia Maraini (nome che pare indignare lo stesso Zandoli), per parlare di temi legati appunto alle “frontiere”, alle migrazioni, alla geopolitica. Incontri, però, secondo il leghista, «di forte matrice politica», con tanto di dimostrazioni anche piuttosto bizzarre, come le accuse allo storico Alessandro Vanoli (nella foto) di essere spesso ospite delle feste dell’Unità. Il direttore artistico della rassegna ha risposto (sostenuto anche dal sindaco Michele de Pascale) con ironia («alla Lega rispondo “legga”», o anche «Confermo. Sono un eversivo e spingo i giovani all’attività più eversiva di tutte: leggere») mentre è entrata più nel particolare l’assessore all’Immigrazione, che finanzia la rassegna. «Ho sostenuto e sostengo con convinzione l’iniziativa – sono le parole di Valentina Morigi –, perché sono convinta che sia compito delle istituzioni trasformare i luoghi della città in spazi aperti al confronto, per mettere a disposizione dei cittadini gli strumenti per indagare la realtà, il contemporaneo, e cosa c'è di più contemporaneo dei fenomeni migratori e del dibattito sulle identità? "Scritture di Frontiera" era ed è un festival necessario, che in questo mandato ha consentito ad oltre duemila persone di incontrare autori e autrici di levatura internazionale». Sostegno a Cavezzali è arrivato anche da numerosi operatori e addetti ai lavori della cultura cittadina.

LEGALITÀ Il fratello di Angelo Vassallo a Bagnacavallo e Ravenna Sabato 29 maggio Dario Vassallo sarà in provincia per presentare il libro La verità negata, sull’assassinio del fratello Angelo, il “sindaco pescatore” (foto). L’appuntamento è a Bagnacavallo dalle 17.15 al parco Togliatti, al termine della raccolta rifiuti “della speranza” in memoria di Vassallo che partirà già alle 14.15. Alle 20.45 l’appuntamento con Vassallo è invece alla sala Ragazzini di Largo Firenze, in centro a Ravenna. Info e prenotazioni 338 2852450. Ingresso libero.


6 / ECONOMIA RAVENNA&DINTORNI 27 maggio - 2 maggio 2021

CAMERA DI COMMERCIO

URBANISTICA

RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA EX FAEDI DI RUSSI ARRIVANO UNO SKATE PARK E MURALES DI STREET ART L’intervento a carico del Comune si svolgerà nei mesi estivi a seguito delle proposte emerse dal percorso partecipativo A seguito delle proposte emerse dal percorso partecipativo, l’Amministrazione Comunale di Russi e le associazioni del territorio hanno dato vita a un Tavolo Pubblicoprivato per progettare e condividere un percorso di interventi che prevede la riqualificazione urbana degli spazi esterni dell’area Ex Faedi attraverso la realizzazione di uno skate park. «Dopo la realizzazione dello skate park - informa l’assessore Mirco Frega - è prevista l’attivazione di eventi di street art e laboratori artistici, in cui sarà coinvolta anche l’associazione 48026, nata da poco e composta da nove ragazzi che hanno preso parte al percorso partecipativo». Ben posizionata a livello strategico logistico e con buone possibilità di sviluppo, l’area destinata allo skate park (dotato di illuminazione, una fontana per l’acqua e altri elementi di arredo urbano) è davanti al capannone principale del’area, il più lontano dalla strada e dalle abitazioni prossime. La realizzazione è prevista nel corso dei mesi estivi.

TURISMO Legambiente critica il terminal crociere

BANDO REGIONALE Fondo affitti: quattromila domande da Ravenna

Il nuovo terminal crociere che verrà realizzato a Porto Corsini prevede un’affluenza di 300mila turisti all’anno. Per Legambiente «pare azzardato, dopo e durante la pandemia che stiamo vivendo, parlare di turismo di massa. Sicuramente vogliamo essere ottimisti, ma quello presentato non è proprio il turismo ideale, che dovrebbe essere invece fatto di mobilità dolce e di prossimità». A preoccupare l’associazione è però l’adeguamento della viabilità: «Impensabile che vengano messe sul tavolo nuove strade verso Ravenna. Non si riproponga l’ipotesi di penalizzare ingentemente un pezzo della pineta, ma piuttosto si riqualifichi l’esistente per il massimo rispetto dell’ambiente».

Quasi quattromila domande dalla provincia di Ravenna per ottenere il contributo regionale per l’affitto: tante sono le richieste presentate da famiglie e persone in difficoltà economica, anche a causa dell’emergenza Covid, che hanno partecipato al bando dell’Emilia Romagna. Il numero è provvisorio, perché si tratta di domande ritenute “potenzialmente” valide, ma che devono essere dichiarate effettivamente ammissibili dopo la conclusione della fase istruttoria in capo ai Comuni; tuttavia, fotografa l’attuale fabbisogno di contributi espresso da tutto il territorio. Con il Fondo Affitti 2021 è stato introdotto un unico criterio di assegnazione delle risorse destinate ai Distretti, che tiene conto delle domande effettivamente presentate (fabbisogno effettivo) e non di una serie di variabili di natura socio-demo-economica (ad esempio il numero di abitanti di ogni singolo Comune), diversamente da come avveniva negli anni scorsi. Alla provincia di Ravenna andranno 870mila euro.

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Imprenditoria femminile, si rinnova il comitato: «Dobbiamo fare squadra» Antonella Bandoli eletta presidente Obiettivi: trasformare le necessità in progetti

Si rinnova il comitato per l’imprenditoria femminile (Cif) della Camera di commercio di Ravenna per il triennio 2021-24. La nuova presidente è Antonella Bandoli, eletta all’unanimità. Elena Zannoni sarà la vice. Il Cif di Ravenna, costituito a fine anni novanta, è stato uno dei primi in Italia. Il suo ruolo è quello di sviluppare iniziative, avanzare proposte e tradurre, in progetti ed azioni, le aspettative e le necessità delle donne imprenditrici del territorio. Bandoli è amministratrice e direttrice creativa di Matitegiovanotte, impresa di comunicazione. Eletta in rappresentanza del settore industriale, Bandoli vanta un bagaglio ricco di esperienze con tappe in molte imprese italiane e multinazionali e attualmente è presidente della sezione Comunicazione di Confindustria Romagna. Zannoni, eletta in rappresentanza del settore della cooperazione, è coordinatrice della provincia di Ravenna per Legacoop Romagna ma ricopre anche alcuni ruoli in imprese: presidente del Caa Legacoop, membro del cda di Demetra Formazione, del Caf Romagna e di Tuttifrutti. Il resto della squadra del Cif di Ravenna è composto da Alice Branzanti (titolare dell’erboristeria Radici a Ravenna), Claudia Cuppi (amministratrice di Reclam Edizioni e Comunicazione che realizza il settimanale Ravenna&Dintorni), Laura Cenni (delegata provinciale di Donne Impresa Coldiretti, è contitolare della società agricola Cenni a Riolo I dati provinciali: Terme che coltiva vigneti e seminativi e numeri stabili alleva bovini), Stefania Malavolti (titolare dell’azienda agricola Scania di SetIn provincia di Ravenna, al 31 tefonti di Casola Valsenio con attività di dicembre 2020, un’impresa su allevamento, trasformazione casearia, cinque è femminile (21,2 perfattoria didattica e agriturismo; rapprecento, nel 2011 era 20,9). La sentante di Cia Romagna), Anna Maria percentuale è pari alla media Minguzzi (rappresentante di Confagriregionale ma di un punto infecoltura, da trent’anni con il fratello conriore alla media nazionale. Si tratta di aziende dove la parteduce l’azienda di 500 ettari fondata dal cipazione femminile – per quopadre per la produzione e commercializta di capitale sociale o per inzazione di ortofrutta), Loredana Buscacarichi tra amministratori – è roli (titolare di Liverani Go happy Trasuperiore al 50 percento. I dati sporti, per Confartigianato è vice presidiffusi dall’Osservatorio dell’edente di Donna Impresa Ravenna), Nicoconomia della Camera di comlina Cirelli (con il marito ha fondato mercio dicono che il 67,8 perCoima, laboratorio erboristico e cento sono imprese individuali liquoreria da 30 anni, rappresentante di ma risultano in consistente creCna), Giulia Gallamini (amministratriscita le donne che scelgono coce di Comunicattivi, agenzia di comunime forma giuridica la società di cazione e marketing di Ravenna), Corincapitale (+3,1 percento). Le atna Armuzzi (in rappresentanza unitaria tività si concentrano, in partidelle associazioni di consumatori e concolare, nei settori del Commersumatrici), Daniela Brandino (funziocio (il 26,6 percento), dell’Agrinaria Uil in rappresentanza dei sindacacoltura (14,2), dei Servizi ti). (13,6), dell’Alloggio e ristoraQueste le priorità nell’agenda della neo zione (13,1), del Manifatturiero presidente: orientamento all’imprendito(6,6) e dell’Immobiliare (6). rialità delle giovani generazioni, anche Esaminando i dati degli scenari in collaborazione con il mondo della al 31 marzo 2020 e 31 marzo scuola, accesso al credito, internaziona2021 si nota un certo miglioralizzazione, conciliazione dei tempi di vita mento in alcuni settori come la e di lavoro, sostegno all’occupazione. manifattura, le costruzioni e Bandoli ha sottolineato l’importanza di l’immobiliare. agire in maniera collegiale.


COMUNICATO PREVENTIVO PER LA DIFFUSIONE DI MESSAGGI ELETTORALI PER L’ELEZIONE DIRETTA DEI SINDACI E DEI CONSIGLI COMUNALI, NONCHÈ DEI CONSIGLI CIRCOSCRIZIONALI, FISSATE PER L’AUTUNNO 2021

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8 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 27 maggio - 2 giugno 2021

CALCIO DILETTANTI/1

L’impresa del Ravenna: retrocede due anni di fila dalla stessa categoria. Trattative per la vendita Nel 2021 come nel 2020 i giallorossi dicono addio al professionismo della serie C perdendo lo spareggio Il presidente preferisce non parlare. Dirigenza contestata: si fa avanti una cordata agevolata da un politico Retrocedere per due anni di fila dalla stessa categoria è un’impresa che poche società di calcio possono vantare. Nella cerchia di questa élite adesso c’è il Ravenna. La doppia sconfitta all’andata e al ritorno nello spareggio con il Legnago (in totale quattro gol subiti e zero segnati tra 15 e 22 maggio) porta i giallorossi dal professionismo della serie C ai dilettanti della serie D come era successo dodici mesi fa perdendo il playout con il Fano (in quella occasione zero gol fatti e tre subiti). Nell’estate del 2020 poi arrivò la riammissione alla C: la mancata iscrizione di altre società – per irregolarità con le disposizioni federali o per fallimenti – aprì al ritorno dei giallorossi. L’ipotesi, in linea teorica, sarebbe nuovamente possibile perché le norme non la vietano. I risultati del campo e le riammissioni da scrivania ci dicono due cose su cui è difficile essere smentiti. La prima è che dal punto di vista tecnico la gestione in capo al presidente Alessandro Brunelli, iniziata nel 2014, ha mostrato limiti espliciti quando ci si è trovati a confrontarsi con il professionismo del calcio. Lo dicono i fatti. I primi due anni sono stati segnati da altrettante promozioni dirette (dall’Eccellenza fino alla C) ma a quei livelli il blasone dei giallorossi ancora ha un peso nell’attrarre i calciatori e la disponibilità di budget, per quanto non miliardari, è pur sempre superiore a quella di realtà di portata provinciale o addirittura comunale che si arrabattano tra sponsor e volontariato. In serie C i primi due anni sono stati un tranquillo vivere (con l’exploit dei playoff nel 2018-19) e poi due retrocessioni di fila. La seconda cosa che emerge a proposito della ge-

stione Brunelli, non a caso spesso sventolata con orgoglio dalla presidenza, è il rigore quasi ai limiti del pauperismo per il rispetto dei conti economici. Ai tifosi che lamentavano scarsi risultati sportivi, i vertici hanno sempre replicato sfoggiando i bilanci societari. E in effetti non è un aspetto secondario. Il calcio a Ravenna ha già vissuto due fallimenti e poter contare su una dirigenza che non lascia debiti è un aspetto confortante. Di questo avremmo voluto parlare con il massimo dirigente, ma Brunelli ha fatto sapere che al momento non intende aggiungere altro oltre a quanto dichiarato al termine dei 180 minuti contro il Legnago. Poche parole a botta calda in cui il presidente non ha fatto “mea culpa” e ha attribuito le cause del flop soprattutto alle difficili condizioni dell’annata pandemica (come se queste valessero solo per il Ravenna) e alla mancanza del bomber Benjamin Mokulu (squalificato a febbraio per doping dopo l’uso di una pomata cicatrizzante che era ammessa ma avrebbe dovuto darne comunicazione alle autorità). Oltre ai discorsi per la riammissione alla C, si annuncia un’estate animata dalle trattative per un eventuale passaggio di proprietà. I primi movimenti sono già cominciati. Sono in corso le trattative che vedono coinvolto un consulente, un manager già protagonista di alcuni passaggi di proprietà anche nella massima serie, che starebbe mettendo in contatto lo staff del presidente Brunelli (contestato dalla frangia più calda della tifoseria) con

La gestione Brunelli è iniziata nel 2014: due promozioni e quattro anni in terza serie

Nella compagine interessata alla società ci sono anche vecchie glorie

Il presidente del Ravenna Fc, Alessandro Brunelli

una cordata di imprenditori. Una prima richiesta di appuntamento per entrare nel vivo dell’operazione è già stata avanzata, in attesa di una risposta della società. Un’operazione in qualche modo coordinata anche da un politico, il ravennate Mirko De Carli, dirigente nazionale del Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, consigliere comunale a Riolo Terme. Sui social già da qualche tempo si fa vedere in compagnia di vecchie glorie del Ravenna, Enrico Buonocore in primis, facendo riferimento a un progetto in divenire in ambito sportivo. Fin troppo semplice fare due più due. E De Carli, al telefono, non può che confermare, senza confermare. «Al momento posso parlare solo come politico e sportivo – ci dice -. E posso dire, da tifoso del Ravenna sin da bambino, che questa città merita di avere un’organizzazione alle spalle che garantisca una presenza stabile nel calcio professionistico. Un progetto serio e di prospettiva. Serve un cambio di passo e spero che si realizzi a

breve, per superare una situazione che non funziona più. Puntando sugli uomini, sugli sportivi, che del Ravenna hanno fatto la storia e che finora sono stati purtroppo poco valorizzati». Il riferimento è allo stesso Buonocore e poi ancora ad ex giocatori (e capitani) come Affatigato, Pregnolato, Gadda. Questi ultimi già attivi in città con i ragazzi. «Sarebbe fondamentale investire sul settore giovanile per renderlo competitivo con realtà come Cesena e Bologna – continua De Carli – evitando, come succede adesso, di utilizzare i ragazzi solo per “finanziare” la prima squadra con le quote dei genitori». De Carli, pur evitando di rispondere alle nostre domande prima della eventuale buona riuscita dell’operazione, sarebbe successivamente disponibile a metterci anche la faccia, con un ruolo di primo piano in società. Andrea Alberizia Luca Manservisi


PRIMO PIANO / 9 27 maggio - 2 giugno 2021 RAVENNA&DINTORNI

CALCIO DILETTANTI/2

Quelli che aspettano da un anno e mezzo di poter tornare a giocare: «C’è voglia di ripartire» I campionati con una sessantina di società ravennati non si sono disputati per il Covid Bissi (Figc): «I contraccolpi più pesanti per i volontari, colonna portante del movimento: in molti non ci sono più» di Luca Manservisi

C’è voglia di ripartire. A confermarlo è anche Claudio Bissi, delegato provinciale della Figc, la federazione di uno sport, il calcio, che a livello professionistico come ben noto ha potuto proseguire la propria attività nonostante la pandemia, ma che vede il mondo dilettantistico aspettare fermo ai box praticamente da un anno e mezzo. Sono decine le società dilettantistiche della provincia, con squadre dalla quinta serie nazionale, l’Eccellenza (mentre nessuna ravennate era presente quest’anno in D, dove è piombato invece il Ravenna da pochi giorni), fino alla Terza Categoria, nono e ultimo gradino della scala del calcio (senza considerare tutto il mondo amatoriale, extra Figc). Dopo lo stop inevitabile del primo lockdown, i campionati sono ripartiti lo scorso autunno solo per poche settimane, prima di interrompersi nuovamente e di fatto archiviare il 2020/21 come un anno sportivo genericamente “non disputato”. L’unico torneo a ripartire è stato quello di Eccellenza, in seguito a una norma nazionale a cui si sono adeguate le varie federazioni locali. Anche in Emilia-Romagna è quindi in corso fino al 6 giugno un mini-campionato con adesioni solo su base volontaria (considerati i costi e gli impegni necessari per adeguarsi ai vari protocolli anti Covid, oltre a quelli relativi alle lunghe trasferte) con 11 squadre che hanno deciso di parteciapre in tutta la regione (e una sola promozione in palio). La provincia di Ravenna è rappresentata da due società, l’Alfonsine (di cui parliamo tra l’altro a pagina 10) e il Del Duca, storica realtà di Castiglione di Cervia (entrambe lontane dal primo posto). Tutte le altre formazioni ravennati di Eccellenza (ossia Classe, Cotignola, Russi e San Pietro in Vincoli) hanno alzato bandiera bianca rimandando il

I giocatori del Del Duca alla prima del nuovo mini campionato di Eccelelnza partito lo scorso aprile

ritorno in campo al prossimo campionato. Dopo quelle prime giornate di ottobre, invece, nono sono più ripresi, come detto, tutti gli altri campionati dilettantistici, che ripartiranno quindi da zero dopo l’estate. Scendendo dall’Eccellenza, in Promozione erano iscritte dieci società della provincia, suddivise in due gironi (Bagnacavallo, Cervia, Fosso Ghiaia, Riolo Terme, Faenza, Massa Lombarda, Lavezzola, Reno Sant’Alberto, Sparta Castel Bolognese e Solarolo), in Prima Categoria altre dieci squadre ravennati (suddivise in tre gironi), in Seconda altre 13 (in due gironi) e in Terza Categoria altre 21 club dilettan-

tistici della provincia (suddivisi in tre gironi). Complessivamente quindi una sessantina di società con almeno una ventina di tesserati: oltre mille persone quindi nella sola provincia di Ravenna in attesa praticamente da un anno e mezzo di giocare a calcio. «Difficile fare previsioni - riprende Bissi -, visto che quelle dell’estate scorsa sono state smentite nel giro di poche settimane. Grazie alla vaccinazione ci aspettiamo però di tornare alla normalità con i nostri campionati dalla prossima stagione, che si apre ufficialmente l’1 luglio, con i tesseramenti. Sicuramente le società hanno subìto dei contraccolpi, da un punto di vista economico e soprattutto

Sono ricominciate le partite giovanili «Ma molti ragazzi hanno smesso»

come base di volontariato. Così tanto tempo senza andare al campo provoca delle scorie, senza considerare che molti volontari proprio, purtroppo, non ci sono più. Il Covid ha pesato soprattutto su questo aspetto, il più importante secondo me in ambito dilettantistico, quello del gruppo, del ritrovarsi al campo tutte le sere, del valore dei volontari. Tra un mesetto capiremo di più quante defezioni ci saranno state, la speranza è che le società ravennati si ripresentino in massa a iscriversi ai vari campionati». Nel frattempo le società dilettantistiche sono potute ripartire con le giovanili, con tornei organizzati anche dalla federazione stessa al via nel weekend, a cui hanno aderito oltre venti società della provincia, tra le varie annate. «Purtroppo registriamo un calo dei ragazzi praticanti - sono le parole invece di Francesco Stucci, presidente della Monti e sorta di referente del gruppo delle società dilettantistiche ravennati nato un anno fa per interfacciarsi con maggiore efficacia con l’Amministrazione per risolvere i problemi causati dal Covid -, molte società non hanno più una fascia d’età, quella dai 15 anni in su, la generazione più colpita dalla Dad, che forse ha perso stimoli anche verso l’attività sportiva». Per quanto riguarda lo stato di salute delle società, Stucci conferma le difficoltà, «ma i contributi dal Comune e dallo Stato sono arrivati, altrimenti avremmo chiuso in tanti. Dobbiamo fare i conti con i mancati incassi dei tornei, che si basavano su stand gastronomici che non è semplice organizzare in questo periodo, ma anche alle quote non pagate da genitori in difficoltà per colpa della pandemia. C’è però voglia di ripartire - conferma anche Stucci - e soprattutto nelle categorie più basse, la Seconda e la Terza, credo che l’adesione per i prossimi campionati sarà massiccia».


10 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 27 maggio - 2 giugno 2021

CALCIO DILETTANTI/3

L’Alfonsine trasloca a San Zaccaria, il Comune lo sfratta dallo stadio e cerca un nuovo gestore I biancazzurri sono una delle due società ravennati che stanno partecipando al mini campionato regionale di Eccellenza, il livello più alto del dilettantismo locale. Ma non giocano al “Brigata Cremona” che rischia di restare abbandonato

La categoria più alta del calcio dilettante con la partecipazione di squadre dalla provincia di Ravenna è l’Eccellenza, un campionato di dimensione regionale che rappresenta la quinta divisione in Italia a scendere partendo dalla serie A. Delle sei società ravennati a questo livello solo due hanno aderito al mini torneo iniziato il 18 aprile con undici partecipanti (su 43 potenziali team in Emilia-Romagna). L’Alfonsine è una delle ma la sua stagione, nell’anno del centenario dalla fondazione del sodalizio biancazzurro, rischia di passare alle cronache più per vicende extra sportive. La società infatti sta giocando le sue partite casalinghe (tre finora) sul campo di San Zaccaria, nel comune di Ravenna, e non nell’impianto di via Borse ad Alfonsine dove ha sempre giocato e di cui aveva la gestione in virtù di una convenzione con il Comune a seguito di un bando di gara concluso nell’estate 2020 (con l’unica offerta presentata dai biancazzurri). Il trasloco è avvenuto senza preavvisi alla pubblica amministrazione (le regole federali consentono l’uso di un campo fuori dal proprio comune per un anno). A metà aprile, al termine di una procedura burocratica iniziata da tempo, il Comune ha revocato la convenzione per inadempienze degli accordi. «La gestione del “Brigata Cremona” non era in linea con le nostre richieste e con gli impegni presi dalla società con la firma dell’accordo – spiega il sindaco Riccardo Graziani –. Abbiamo fatto i dovuti richiami alla società dando il tempo previsto per sanare le situazioni ma non è successo nullo e la revoca è diventata un passaggio di

fatto obbligato». L’amministrazione comunale riscontra un generale stato di abbandono dello stadio e dei suoi spazi, a partire dal mancato sfalcio dell’erba fino alla pulizia e alla manutenzione ordinaria dei locali. La convenzione prevede anche un contributo di 30mila euro annui che il Comune corrisponde al gestore per far fronte proprio a queste incombenze, una cifra inferiore a quanto costerebbe la gestione diretta a carico delle casse pubbliche. «I pagamenti sono stati fatti regolarmente fino all’autunno quando la situazione non mostrava mancanze. Quando sono emersi i problemi abbiamo sospeso i versamenti». Il primo cittadino è rammaricato per le vicende calcistiche locali: «La revoca non è stata una scelta a cuor leggero. Al Comune interessano due cose: il mantenimento dell’impianto in condizioni efficienti, sicure e funzionali, e la promozione di una attività sportiva a disposizione della cittadinanza. Nessuna delle due cose era visibile». Entro il mese di maggio scadrà il bando di gara per la ricerca di nuovo gestore. Le porte sono aperte a tutti, con gli stessi paletti già espressi: «Ci auguriamo che arrivi qualcuno intenzionato a far partire l’attività, soprattutto quella giovanile, dal prossimo settembre». Con il nuovo gestore si andrà anche a valutare i dettagli di nuovi investimenti che il Comune intende fare sull’impianto: «Abbiamo in mente di migliorare la tribuna e in generale di avere un impianto in buone condizioni, ricordando che è uno dei pochi del nostro territorio omologato per ospitare partite di serie D». Andrea Alberizia

Una fase di gioco di una partita dell’Alfonsine Calcio. La società compie cento nel 2021 (foto dalla pagina Facebook della squadra)

CALCIO DILETTANTI/4

Il Palio si fa il 31 luglio allo stadio “Neri” Il Faenza cerca ospitalità per sei squadre in autunno Dopo la giostra con i cavalli servono due mesi per sistemare il fondo e seminare il prato Il Comune al lavoro per realizzare un nuovo impianto solo per il Niballo Il gergo delle cronache calcistiche ricorre spesso a termini come “cavalcata” o “sgroppata” per raccontare le azioni sulle fasce. Ma a Faenza occorre fare più attenzione con le metafore equestri perché lo stesso manto erboso dello stadio di piazzale Pancrazi è effettivamente usato sia da bipedi che quadrupedi. Al “Bruno Neri” convivono i calciatori della squadra biancazzurra e i cavalli dei cinque rioni del Niballo. Ma quest’anno la forzata convivenza che dura da sessant’anni è arrivata ai ferri corti. Il Comune ha fissato il palio per il 31 luglio. L’edizione 2020 era stata cancellata per la pandemia, fino al 2019 si disputava nel mese di giugno così da avere il campo a disposizione del Faenza Calcio per le prime gare ufficiali di settembre. La giostra infatti implica che il campo non sia agibile nei due mesi successivi per il ripristino del fondo con la livellatura del campo e la semina del prato. Le sgroppate dei cavalli a fine luglio faranno sì che il campo sarà pronto per le sgroppate dei calciatori solo in autunno inoltrato. Ne è nato un braccio di ferro fra le parti. Il calcio ricorda di essere al Neri dal 1912 mentre il palio è arrivato nel 1959, i rioni fanno presente che l’evento ha un richiamo di pubblico e una partecipazione cittadina che si è radicata. Ai dirigenti del calcio sono piaciuti poco i toni della coop dei rioni. Il Comune che ha cercato di fare da mediatore e ha promesso di farsi carico delle spese aggiuntive sostenute dal Faenza Calcio.

Il club biancazzurro infatti dovrà migrare per le prime partite interne del prossimo campionato di Promozione e delle cinque formazioni giovanili (350 tesserati in totale). Per quante partite servirà un nuovo campo è ancora impossibile da prevedere. Nel 2020 il campionato iniziò l’11 ottobre (per interrompersi dopo tre partite quando il Faenza era l’unica squadra a punteggio pieno) ma i calendari delle future competizioni saranno stilati solamente in agosto (il termine per le iscrizioni è stato posticipato al 31 luglio). Probabilmente si tratterà delle prime 4-5 partite casalinghe. Non ci saranno problemi per le preparazioni estive perché solitamente si svolgono nel campo dell’antistadio e sul sintetico di San Rocco. La dirigenza del Faenza si sta guardando attorno cercando ospitalità nei comuni vicini. Le prime ipotesi prese in considerazione sono Castel Bolognese, Brisighella e Modigliana. Ma è tutto ancora in fase preliminare. La quadratura del cerchio arriverà più avanti quando la società biancazzurra chiederà alla federazione di elaborare un calendario con una a serie di incastri per tutte le sue sei squadre. Il Comune di Faenza ha promesso che questo sarà l’ultimo anno di coesistenza al Neri per calcio e palio. «Il Comune – si legge in una nota – avvierà da subito un percorso progettuale e amministrativo che possa portare in tempi brevi a dividere le strade, con impianti in uso esclusivo per ciascuna delle due attività». Secondo quanto filtra dal municipio, l’ipotesi privilegiata è quella di lasciare lo stadio al calcio e realizzare un nuovo spazio per il Niballo fuori dalla città. (and.a.)

Palazzo Manfredi pronto a sostenere le spese extra per le trasferte


PRIMO PIANO / 11 27 maggio - 2 giugno 2021 RAVENNA&DINTORNI

NON SOLO DILETTANTI

Il ragazzo “nato” all’Azzurra che ha debuttato in serie A a 17 anni: «Ora spero nei primi gol...» Il ravennate Antonio Raimondo ha firmato il suo primo contratto a dicembre con il Bologna. Il 17 maggio l’esordio al Bentegodi: «Per fare il calciatore professionista serve avere la testa sulle spalle, il fisico e pensare prima di ricevere la palla» di Luca Manservisi

Nel desolante panorama calcistico ravennate post primo anno di pandemia, con la prima squadra della città piombata tra i dilettanti, c’è anche chi, invece, ha festeggiato il primo contratto da professionista debuttando in serie A ancora minorenne. Si tratta di Antionio Raimondo, ravennate classe 2004, entrato in campo con la maglia del Bologna per pochi minuti, lo scorso 17 maggio, in occasione della penultima di campionato al Bentegodi di Verona, contro l’Hellas. Antonio, cosa hai provato in quei momenti? «Una gioia immensa, con un misto di ansia. Mi è passato davanti tutto il mio percorso calcistico, poco prima di entrare in campo». Quando inizia la tua carriera? «Da bambino, nell’Azzurra. Poi sono cresciuto a Cesena fino al fallimento (del 2018, ndr). A quel punto avevo davanti diverse offerte, ma ho accettato Bologna per il progetto e anche il bel centro sportivo (Castel Debole, tra i migliori d’Italia per il settore giovanile, ndr)». Quando hai saputo invece che avresti debuttato? Credi possa essere stato anche un modo per far aumentare il tuo valore da parte del Bologna? «È stata una cosa improvvisa, che ho scoperto solo dalle conferenze stampa del mister (il serbo Sinisa Mihajlovic, ndr), quando ha fatto il mio nome insieme a quelli degli altri due ragazzi aggregati in prima squadra. Ci sono “rimasto”, sinceramente, perché non me l’aspettavo per niente. Ma credo appunto che sia stata una sua scelta, del mister, che ha dimostrato di avere tanta fiducia in me e a cui sarò sempre riconoscente, non una strategia della società». Com’è Mihajlovic? «Un allenatore di grande personalità, che cerca di trasmetterla alla squadra, soprattutto la cattiveria agonistica. Con poche parole e tanti “fatti”». Come ti hanno accolto compagni e mister, chi ti è stato più vicino? «Molto bene direi, mi hanno fatto sentire subito uno del gruppo. Quello che mi ha aiutato di più forse è stato Barrow (attaccante gambiano 22enne del Bologna, ndr). Perché essendo giovane ha capito bene cosa stessi provando in quei

momenti». E cosa ti ha stupito degli allenamenti di una squadra di serie A? «Che lavorano sempre con la palla, con esercizi molto intensi. Poca corsa o lavoro aerobico, invece». Chi ti ha colpito di più, come calciatore? «Direi sempre Barrow, che credo sia un giocatore molto importante per questa squadra. È davvero forte». Quali sono le caratteristiche fondamentali per fare il calciatore, le qualità che fanno la differenza? «Innanzitutto avere la testa sulle spalle. Poi il fisico, credo sia fondamentale. E la tecnica, naturalmente, ma in particolare devi essere bravo a sapere quello che devi fare ancor prima che ti arrivi la palla». Ci sono stati maestri particolari, nella tua carriera? «Ogni anno che ho fatto da quando ho iniziato da bambino ho imparato qualcosa in più, mi sento di ringraziare tutti gli allenatori che ho avuto». Cos’è per te il calcio? Ti pesano i sacrifici che hai fatto in questi anni per lo sport? «Il calcio è tutto, è sempre stato il mio grande obiettivo, la mia vita ci gira tutta attorno. E i sacrifici quindi non mi pesano, perché li faccio per la cosa che più preferisco fare». Un ragazzo di 17 anni che debutta in serie A sta pensando anche ai soldi? Hai già pensato cosa ci farai, con i primi guadagni veri? «Al momento ho firmato un contratto da professionista base (per i giovani dai 16 ai 19 anni prevede un minimo di circa 1.200 euro netti al mese, ndr), che dura tre anni. Certo, spero di rinnovarlo presto, ma non è il momento di pensare a cosa fare con eventuali soldi “veri”…»· Quali sono i tuoi obiettivi? « Il primo è quello di fare altre presenze e anche i primi gol in serie A. Ma ora penso solo a migliorarmi, giorno per giorno, senza pensare troppo al futuro». Quali sono i tuoi idoli? A chi ti ispiri come calciatore? «Non ho particolari idoli, ma mi ispiro a Ibrahimovic, non tanto come tipo di gioco, ma come personalità, mi piace il suo carattere».

1970

51°

Raimondo in campo nell’esordio in A contro il Verona

Sei un tifoso? «Diciamo che da piccolo simpatizzavo per il Napoli…». Che ruolo ha avuto la tua famiglia nella tua crescita sportiva? «I miei genitori mi hanno sempre sostenuto, anche nei momenti più difficili». Hai mai pensato di mollare? «No, mai». Com’è stato andare via di casa a 14 anni? «Una bella esperienza, in convitto ho subito legato con gli altri ragazzi. Ora sono di nuovo a casa, ma il prossimo anno mi trasferirò a Bologna». Resterai al Bologna, quindi? «Quasi sicuramente, spero per un altro paio d’anni, mi trovo molto bene. In futuro mi piacerebbe comunque affrontare anche nuove avventure». Anche all’estero, eventualmente? «Sì, sarebbe una bella esperienza, in cui bisogna dimostrare di vaere un grande senso di responsabilità».

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12 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 27 maggio - 2 giugno 2021

L’ESPERTO

«Il Covid diventerà come un’influenza, ma solo se riusciremo a continuare con vaccini e distanziamento sociale» Difficile invece ottenere l’immunità di gregge a livello mondiale «Se in questi mesi non manterremo le cautele arriveranno altri morti “inutili”» Sono passati 514 giorni dall’inizio ufficiale della pandemia di Covid-19; partito dalla città di Wuhan, in Cina, il coronavirus Sars-Cov-2 ha infettato oltre 50 milioni di persone, causando il decesso di quasi il 3% della popolazione mondiale (dati Johns Hopkins). Alcune ricerche stanno verificando le possibili cause originarie della diffusione di Sars-Cov2 e stanno cercando di definire il reale “giorno 0”, anche per quanto riguarda l’Italia. Attualmente, nel nostro Paese in tutte le fasce d’età si assiste ad una decrescita sia del numero di soggetti positivi ma soprattutto di soggetti ricoverati con stato clinico severo. A causa della diffusione del virus e alla luce di un futuro plausibilmente caratterizzato da diffusione endemica di Sars-Cov-2, la vaccinazione contro questo nuovo coronavirus è oggi considerata la strategia più efficace per moderare le drammatiche conseguenze sanitarie, sociali ed economiche. Per “diffusione endemica” si intende la possibilità che il virus non venga debellato mai completamente (al contrario, ad esempio, del vaiolo), ma nel tempo si trasformerà e si adatterà e noi con lui, diventando “comune” al pari di altri virus e, di conseguenza, i tassi di incidenza/prevalenza e mortalità diverranno pari o inferiori a quello dell’influenza. Sars-Cov-2 è infatti molto simile ai coronavirus endemici (eCoV) nella sua biologia di base: medesima struttura molecolare, stesso ciclo di replicazione e tropismo tissutale primario (infetta principalmente cellule epiteliali respiratorie). Queste caratteristiche rendono molto probabile che le interazione con il sistema immunitario umano siano simili a quelle note sviluppate dai diversi eCoV in circolazione. L’infezione da Sars-Cov-2 nei bambini e nei giovani è molto lieve e le manifestazioni patologiche non sono molto diverse rispetto a quelle causate dai virus in età pediatrica. Negli adulti gli eCov non generano una malattia grave, perché l’organismo è dotato di immunità specifica da cui è stato già colpito durante l’infanzia. Una condizione indispensabile perché il virus diventi endemico è quindi che sia possibile sviluppare un’immunità da bambini. Sappiamo che gli anticorpi prodotti dopo una prima infezione diminuiscono rapidamente, più rapidamente del morbillo. Da recenti studi che abbiamo svolto sappiamo però anche che l’infezione da coronavirus comporta un’immunità parziale: dopo un anno è possibile reinfettarsi, ma l’infezione è meno grave della precedente e questa è la chiave. Questo vale anche per Sars-Cov-2: il virus circola da poco più di un anno, quindi iniziamo solo ora ad osservare su larga scala l’emergere di reinfezioni. Uno studio sugli operatori sanitari suggerisce che l’infezione primaria protegga significativamente al momento delle reinfezioni, sintomatiche e asintomatiche. In generale, le informazioni raccolte finora mostrano che le reinfezioni sono più lievi delle infezioni primarie, ma occorrono ulteriori dati per confermarlo. La recente disponibilità di vari tipi di vaccino, in particolare i due vaccini a Rna, Comirnaty (Pfizer/BionNtech) e mRna-1273 (Moderna), sta aprendo prospettive più ottimistiche nella lotta contro il Covid-19. Nonostante si ritenga necessario vaccinare almeno il 60-70 percento della popolazione mondiale per ottenere un’immunità di gregge diffusa e duratura, la rapidità senza precedenti del successo della ricerca scientifica che ha consentito di progettare, sviluppare e rendere disponibili nuovi vaccini si scontra con alcune difficoltà oggettive. Questi problemi sono per lo più imputabili alla necessità di fornire una quantità sufficiente di dosi per vaccinare l’intera popolazione mondiale e i dati non sono ancora totalmente confortanti sotto questo punto di vista: ad esempio, dalle 510 milioni di dosi somministrate in Cina su 1,4 miliardi di abitanti, passando dall’India (195 milioni di dosi/1,3 miliardi di abitanti), dal Brasile (63 mi-

lioni dosi/210 milioni abitanti), dal Regno Unito (61 milioni dosi/66 milioni abitanti), dall’Italia (31 milioni dosi/60 milioni abitanti) si arriva in Kenya (900 mila dosi/55 milioni abitanti), Iraq (500 mila dosi/37 milioni abitanti), Venezuela (315 mila dosi/28 milioni abitanti) ed Siria (2.500 dosi/17 milioni abitanti). Nel nostro Paese la campagna vaccinale sta producendo ottimi risultati su tutti i fronti (circa il 18% della popolazione ha concluso il ciclo vaccinale), nonostante il fatto che gli italiani si siano dichiarati “totalmente fiduciosi” verso i vaccini solo nel 17,5% dei casi ed una persona su quattro esterna il proprio rifiuto in correlazione alle preoccupazioni sugli effetti collaterali. Nella fascia over 60, che rappresenta circa il 37% della popolazione totale, il 95% dei nostri concittadini ha ricevuto almeno una dose, l’84% ha completato la vaccinazione: questi dati confermano e spiegano appunto l’attuale decrescita del numero dei contagi, ricoveri e decessi. Occorre infine evidenziare alcune riflessioni attualmente diffuse: il ruolo della stagionalità di Sars-Cov-2 e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Non esiste alcuna evidenza scientifica che dimostri un effetto di indebolimento di un virus rispetto al caldo; basti pensare agli effetti devastanti della pandemia in paesi tropicali. Nessun virus “soffre il caldo”; è possibile che nel tempo un virus si modifichi, diventando più o meno contagioso, in relazione ad alcuni fattori interni, ma questo si può analizzare unicamente tramite lo studio delle sequenze genetiche. Tutte le evidenze scientifiche dimostrano che la trasmissione avviene principalmente tramite droplets. La mascherina rappresenta una misura preventiva consolidata. Appare scientificamente ovvio che le variazioni di contagio e diffusione del virus non siano da identificarsi unicamente nell’utilizzo o meno dei dispositivi di protezione individuale, ma anche dai fattori esterni (distanziamento sociale, comportamenti corretti). L’efficacia dell’utilizzo della mascherina rimane comprovata all’interno di un regime di presenza maggiore e potenziale del virus (luoghi piccoli e chiusi, ospedali) ed è correlata sia alla minor probabilità di contagio sia ai diversi fattori di riproduzione: per Sars-Cov-2 la carica virale di un soggetto positivo, sintomatico o asintomatico, può variare per ordini di grandezza. Abbiamo condotto uno studio analizzando le particelle respiratorie di soggetti casuali in ambienti chiusi e aperti, con e senza l’utilizzo di mascherine: le condizioni maggiormente sfavorevoli riguardano ovviamente la presenza di soggetti all’interno di spazi chiusi senza l’utilizzo della mascherina. Il tasso di riproduzione del virus in ambienti esterni con l’utilizzo corretto dei dispositivi garantisce un valore di incidenza pari a zero, mentre i dati dello studio evidenziano l’importanza di combinare l’utilizzo della mascherina con altre misure preventive. Il distanziamento sociale da solo, senza le vaccinazioni, permette di ridurre leggermente il tasso di mortalità ed evita che i sistemi sanitari siano travolti, ma non permette di evitare la maggior parte dei ricoveri e dei decessi. Se manteniamo le distanze sociali e implementiamo rapidamente la somministrazione dei vaccini, potremmo raggiungere uno stato endemico lieve in un arco di tempo che va da sei mesi a un anno. Al contrario, se non manteniamo le misure di distanziamento sociale fino a quando una buona parte della popolazione non sarà vaccinata, gli indici della malattia torneranno elevati, con ulteriori centinaia di migliaia di morti inutili: è questo il senso delle misure adottate fin ora, e nessuno studio scientifico ha affermato il contrario. Giacomo Farneti Ricercatore ravennate, membro della task force governativa su Covid-19, esegue studi e ricerche per l’Istituto superiore della sanità

LA CAMPAGNA

SCATTANO LE PRENOTAZIONI PER OVER 50 E OVER 40: INFO UTILI L’assessore: «Entro l’estate tutti quelli che lo vorranno saranno vaccinati» Un’ulteriore accelerazione della campagna vaccinale in Emilia-Romagna, con due importanti novità per la fascia dei 50-54enni e per quella dei 40-49enni, introdotte dalla Regione in accordo con le Aziende sanitarie e i Medici di medicina generale, coordinati nell’ottica di ottimizzare tempi e organizzazione. I cittadini tra i 50 e i 54 anni, quindi nati tra il 1967 e il 1971, che si sono già registrati sul portale regionale ma non hanno ancora un appuntamento fissato con il proprio medico di famiglia - una netta minoranza, peraltro, rispetto a chi la data della somministrazione ce l’ha - riceveranno un sms dalle Aziende sanitarie con l’indicazione delle modalità attraverso cui prenotarsi: si tratta di circa 46mila persone in regione. Da venerdì 28 maggio, invece, chi - sempre appartenente alla stessa fascia d’età - non si è ancora registrato sul portale regionale, potrà prenotarsi attraverso i consueti canali disponibili: sportelli dei Centri Unici di Prenotazione (Cup), farmacieche effettuano prenotazioni Cup; online attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), l’App ER Salute, il CupWeb (www.cupweb.it); oppure telefonando ai numeri previsti nell’ Azienda Usl di appartenenza per la prenotazione telefonica. In entrambi i casi le vaccinazioni saranno effettuate nei centri vaccinali delle Aziende sanitarie. Stesso schema, con due date fissate, anche per la fascia d’età 40-49 anni, quindi i nati dal 1972 al 1981: da giovedì 3 giugno riceveranno l’sms dalla propria Azienda sanitaria di appartenenza coloro che si sono già candidati alla vaccinazione sul portale regionale, con l’indicazione della data della vaccinazione; venerdì 4 giugno sarà la volta dei 40-49enni che ancora non si sono registrati, e potranno prenotarsi a partire da quel giorno con le modalità tradizionali, e cioè i consueti canali disponibili. Ma le novità non finiscono qui, perché scatta anche un’operazione recupero nei confronti di tutti i cittadini che, pur potendo già vaccinarsi perché appartenenti a classi di età, professionali o di rischio per le quali la campagna è aperta, ancora non si sono fatti avanti per prendere appuntamento: potranno farlo direttamente dal proprio medico di medicina generale, telefonando per fissare la data della somministrazione, che appunto sarà in carico ai medici di base. Medici che, attraverso le anagrafiche a loro disposizione, potranno anche decidere di accelerare il percorso, contattando direttamente i propri pazienti non ancora vaccinati. «Entro fine giugno – ha dichiarato l’assessore regionale Donini – completeremo tutte le vaccinazioni dei 5059enni e in presenza di giuste quantità di dosi, entro l’estate tutti gli emiliano-romagnoli che lo vorranno saranno vaccinati».


CULTURA / 13 27 maggio - 2 giugno 2021 RAVENNA&DINTORNI

EVENTI/1

EVENTI/2 A Palazzo Rasponi giocattoli “e non solo” Visitabile (gratuitamente) fino al 30 maggio a Palazzo Rasponi, a Ravenna, “GiocOsa”, una mostra di varie raccolte di “manufatti ludici e non solo", con un programma di laboratori, animazioni e visite (prenotazioni a iscrizione@dirittoalgioco.it). Gli ultimi tre laboratori sono quello di venerdì 28 maggio sulla costruzione del saltatappo da brividi”; sabato 29 sulle gif animate degli “uomini primitivi”; domenica 30 maggio sull’equilibrista turacciolo.

FIERE

CORSA (O CAMMINATA) IN DARSENA, CON MUSICA DAL VIVO Domenica 30 maggio – dalle 9 e con partenze a scaglioni – si terrà la prima edizione della Ravenna Music Race, manifestazione che unisce lo sport alla musica. Si partirà di fronte all’Autorità Portuale di Ravenna e palcoscenico principale dell’evento sarà proprio la darsena di città, fulcro di un circuito da 10,5 Km che potrà essere affrontato al ritmo della corsa oppure, in maniera più blanda e pacata, camminando. Sul percorso ben sette punti musicali. A suonare per tutti gli iscritti e coloro che transiteranno sul percorso, saranno: Scuola di Musica Mama’s, Officina della Musica, Seattle’s Black Coffee, Wind Storm, Brain V, Senza Freni e anche una rappresentativa della Banda Cittadina di Ravenna.

TRADIZIONI/1 Un corso per costruire il nuovo bar-rifugio dell’Arena delle balle di paglia solo con canne di fiume

Fiori e piante in piazza Kennedy Il 29 e 30 maggio in piazza Kennedy torna Ravenna in fiore: esposizione e vendita di fiori, piante e articoli per il giardinaggio. Ore 9-20, ingresso libero.

Torna il Garage Sale in darsena Il 29 e 30 maggio in darsena a Ravenna torna il garage sale, mostra-mercato di moda vintage con anche punti ristoro e musica. Dal mattino alle 19.

TRADIZIONI/2

Un corso di costruzione per il nuovo bar dell'Arena delle balle di paglia di Cotignola: i volontari di Primola hanno deciso di ripartire con un'operazione di comunità, dopo l'incendio che ha distrutto il vecchio bar delle acacie nelle scorse settimena. Più precisamente, si tratta di un corso per la costruzione del tetto del nuovo bar-rifugio, che sarà fatto esclusivamente con materiali naturali. Il corso si dividerà in due weekend: il 29 e 30 maggio e il 5 e 6 giugno; dalle 10 alle 18, con una merenda offerta da Primola. i partecipanti potranno apprendere antiche tecniche di costruzione che garantiscono l'impermeabilizzazione di una copertura utilizzando nient'altro che canne di fiume. Il costo per partecipare è di 40 euro, che includono la tessera associativa di Primola Cotignola (15 euro), necessaria per avere la copertura assicurativa. Per ulteriori informazioni, scrivere a primola.cotignola@gmail.com, oppure chiamare il 366 3734214.

MACCHINE E ATTREZZI AGRICOLI IN MOSTRA ALLA TENUTA MASSELINA CINEMA Raccolta fondi on line dei volontari del Jolly di Russi I volontari del CineTeatro Jolly di Russi hanno raccolto 2mila euro per poter acquistare un nuovo schermo di proiezione per l’Arena di via Saffi, che ripartirà in giugno. La campagna “Riaccendiamo l’Arena Jolly” su Idea Ginger, prosegue fino al 26 giugno per raccogliere fondi anche per alcune manutenzioni necessarie nella sala del CineTeatro Jolly. Per ogni tipologia di donazione è prevista una ricompensa.

Un viaggio nella memoria lungo un secolo per un racconto della cultura vitivinicola e agricola, dal primo ‘900 ai giorni nostri. A proporlo è Tenuta Masselina, azienda vitivinicola biologica di 22 ettari sulle colline di Castel Bolognese, controllata dal gruppo Terre Cevico. L’esposizione è ospitata in un casolare di recente ristrutturazione che raccoglie una collezione di attrezzi e macchine agricole e oggetti di alto artigianato. Macchine e attrezzi, raccolti e perfettamente conservati in tanti anni da Emilio Pezzi di Bagnacavallo, oggi quasi novantenne, appassionato cultore della civiltà contadina che li ha affidati a Tenuta Masselina a futura memoria.


14 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 27 maggio - 2 giugno 2021

SPETTACOLO DAL VIVO/1

SPETTACOLO DAL VIVO/2

Il Ravenna Festival riparte dalla basilica di San Vitale La rassegna inizia il 2 e 3 giugno con un’opera da camera che vede protagonista l’imperatrice Teodora

Oltre 70 eventi, pianeti e satelliti che ruotano attorno al sole centrale del Poeta e del suo capolavoro ma seguono anche altre e più eccentriche orbite, 65 giorni di programmazione, 121 alzate di sipario e 1200 artisti coinvolti: “Dedicato a Dante”, la XXXII edizione di Ravenna Festival, si inaugura il 2 giugno e continua fino al 31 luglio prima di tornare in scena con gli appuntamenti autunnali Il Festival parte con una prima, in programma il 2 e 3 giugno alla basilica di San Vitale (ore 21), dove da quasi millecinquecento anni l’Imperatrice Teodora fissa con il suo sguardo severo i fedeli e i visitatori: il manto di porpora con i Re Magi, il calice d’oro tempestato di gemme. Ora la Basilissa abbandona i mosaici della chiesa e prende forma, corpo, vita. È lei, infatti, “venerata come una santa e male-

CINQUE GIORNI DI EVENTI AL CISIM PER LA REPUBBLICA Dal monologo al reading, fino ai concerti di Manuel Pistacchio e Comaneci Dal 29 al 2 giugno torna il consueto appuntamento del Cisim di Lido Adriano con la Festa della Repubblica. In programma una rassegna di spettacoli e concerti con artisti e collaboratori del territorio, ma di rilevanza nazionale. Si parte il 29 e il 30 maggio con il monologo di Studio Doiz, "La Stradona. Autobiografia di una regione allo specchio", spettacolo di Iacopo Gardelli, con Lorenzo Carpinelli. Il 31 maggio il rapper Kiave presenta L'animale dentro, sorta di reading-concerto dal titolo “Dalle strofe del rap italiano ai poeti dell’antimafia”. In collaborazione con We Reading. Gli ultimi due giorni sono dedicati ai concerti più tradizionali. Martedì 1 giugno appuntamento con la band riminese Manuel Pistacchio, che presenterà il nuovo album di cantautorato non allineato. Il 2 giugno invece l’ultimo appuntamento del festival è con i Comaneci (foto), band di folk-rock sperimentale della cantante ravennate Francesca Amati. Info e prenotazioni sulla pagina Facebook e il sito del centro di Lido Adriano, www.ccisim.it.

detta come un demonio” – dice lo scrittore tedesco Frank Thiess – la protagonista di Teodora. Una scalata al cielo in cinque movimenti, la nuova opera da camera di Mauro Montalbetti, su libretto di Barbara Roganti, che vedrà la luce proprio sotto le volte dorate della basilica dove risplende il mosaico del suo corteo imperiale. Non il mero racconto della sua esistenza – sostengono gli autori – bensì un percorso che cerca, attraverso la musica, di addentrarsi nel suo labirinto. Protagoniste Roberta Mameli (soprano), Matilde Vigna (attrice - nella foto) e Barbara Martinini (danzatrice). Ad accompagnarle l’Altrevoci Ensemble con Andrea Berardi all’organo e il Coro dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Giuseppe Verdi”, diretto da Antonio Greco.

LE AZIENDE INFORMANO

CONSORZIO IL SOLCO

La Pieve intitola il Centro San Michele ad Anna e Benigno Zaccagnini La struttura ospita adulti con disabilità fisica e psichica e presto avrà a disposizione nuovi spazi per accogliere altri ospiti e un ambiente per il “dopo di noi” La cooperativa La Pieve ha intitolato il Centro Residenziale San Michele ai coniugi Anna e Benigno Zaccagnini. Alla cerimonia dello scorso 12 maggio erano presenti anche il presidente della

Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e l’arcivescovo di Ravenna mons. Lorenzo Ghizzoni, che ha benedetto la nuova targa posta fuori dal centro. La struttura attualmente ospita e accoglie adulti con disabilità fisica e/o psichica di grado medio/grave e con autonomie, espresse o potenziali, e propone attività socio abilitative e percorsi educativi. Nell’ambito della rete strutturata dei servizi alla persona, il Centro Anna e Benigno Zaccagnini rappresenta uno spazio privilegiato per promuovere la massima autonomia possibile della persona ospitata attuando percorsi educativi e abilitativi flessibili. Attualmente è in corso una ristrutturazione del complesso che darà modo di realizzare nuovi spazi per accogliere nuovi ospiti e un ambiente per il “dopo di noi”.

La struttura si trova a San Michele a Ravenna, dove per lunghi anni è stato parroco don Giuseppe Zaccagnini fratello di Benigno. La targa di intitolazione del centro è stata scoperta dai figli di Benigno ed Anna Zaccagnini, Livia, Carlo e Giovanni. (nelle foto, due momenti della cerimonia di intitolazione del Centro socio-riabilitativo di San Michele, presenti il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, i figli dei coniugi Zaccagnini, il presidente della Cooperativa “La Pieve” Idio Baldrati, oltre all’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni)


CULTURA / 15 27 maggio - 2 giugno 2021 RAVENNA&DINTORNI

TEATRO/1

TEATRO/3

“DALLE 7 ALLE 8”: AL RASI TORNANO GLI SPETTACOLI PER BAMBINI Si parte l’1 giugno con un omaggio a Rodari

ANTICIPAZIONE: ASCANIO CELESTINI AL MASINI IL 3 GIUGNO Il 23 marzo 1944 i Gruppi d’Azione Patriottica attaccano una colonna tedesca in via Rasella a Roma. Il 24 marzo, per rappresaglia, i nazisti uccidono 335 persone in una cava sulla via Ardeatina. Questo l’antefatto di I 20 anni di Radio Clandestina, lo spettacolo con cui Ascanio Celestini riflette sulla storia e sulla memoria a partire da uno degli episodi più tragici dell’occupazione nazista in Italia. La pièce, tratta dal testo di Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito, andrà in scena giovedì 3 giugno alle ore 21 al Teatro Masini di Faenza.

TEATRO/2 I bombardamenti di maggio ‘43 tornano in scena a Cervia e Bagnacavallo con Davide Enia Sarà a teatro Walter Chiari di Cervia venerdì 28 maggio e al teatro Goldoni di Bagnacavallo sabato 29 e domenica 30 maggio (sempre alle 21), maggio ‘43 di Davide Enia, riallestimento della pièce che nel 2004 pose l’artista palermitano all’attenzione e alla visibilità nazionali. Co-prodotto da Fondazione Sipario Toscana e Accademia Perduta/Romagna Teatri, lo spettacolo si avvale delle musiche in scena di Giulio Barocchieri. Il testo trae linfa da una serie di interviste a persone che subirono i bombardamenti palermitani durante il secondo conflitto mondiale. Dalla loro narrazione e dai frammenti di memoria raccolti principia l’elaborazione drammaturgica, che scompone e intreccia e rielabora queste testimonianze, per poi incastonarle in un’unica storia.

MUSICA A Cotignola Luca e Simone Cavina sonorizzano un video Prosegue la rassegna “Radici” al teatro Binario di Cotignola. Venerdì 28 maggio l’appuntamento è con i musicisti, noti in ambito alternativo, Luca e Simone Cavina. Saranno alle prese con una sonorizzazione di un video del collettivo Cesura. Dalle 20. Su prenotazione.

Torna Dalle 7 alle 8, la rassegna di spettacoli per famiglie in giardino e in teatro realizzata al teatro Rasi di Ravenna da Drammatico Vegetale/Ravenna Teatro, i cui protagonisti, in questa ripartenza di tutte le attività culturali, saranno quattro conosciutissime realtà cittadine come le compagnie Teatro del Drago e Drammatico Vegetale, e le coppie artistiche BurnazziCarella e Lopez-Arevalos. Le proposte estive di teatro ragazzi si amplieranno poi verso il Teatro Socjale di Piangipane e il Cisim di Lido Adriano. Il tradizionale progetto Dalle 7 alle 9 diventa quest’anno Dalle 7 alle 8, perché le circostanze impediscono l’organizzazione del pic-nic alla fine di ogni spettacolo. Si parte martedì 1 giugno con Tante storie per giocare (nella foto), con Matteo Ramon Arevalos e Camilla Lopez (6-10 anni / 40 minuti / teatro di narrazione con musica dal vivo). Tante storie per giocare è uno dei più celebri "esercizi di fantasia" di Gianni Rodari. Si tratta di un libro per ragazzi, suddiviso in venti racconti per ognuno dei quali sono offerti tre finali diversi, con l'esplicito invito a mettere in gioco l’immaginazione del lettore, che potrà così inventarne altri. Lo spettacolo è una narrazione in musica ispirata all’opera di Gianni Rodari, in cui la musica e le sonorizzazioni dal vivo introdurranno il piccolo spettatore nelle tante storie per giocarci dentro. La rassegna proseguirà venerdì 4 giugno con i burattini tradizionali del Teatro del Drago, Il grande trionfo di Fagiolino. Info e biglietteria: tel. 0544 36239 – 378 3046661.

POESIA

BERTONI IN “PRIMA NAZIONALE” A FAENZA PER DANTE Venerdì 28 maggio alle 18 alla biblioteca comunale Manfrediana di Faenza sarà inaugurata la rassegna “Dante” a cura dell’associazione Independent Poetry e in collaborazione con la Scuola di Musica Sarti. I primi tre appuntamenti (28 maggio, 25 giugno, 23 luglio) si svolgeranno al chiostro della biblioteca Manfrediana. L’inaugurazione del 28 maggio ospiterà il poeta e docente universitario modenese Alberto Bertoni (foto) con la sua recente raccolta di poesie L’isola dei topi (Einaudi 2021), per una prima nazionale, in presenza, della prestigiosa collana bianca Einaudi. Il maestro Massimiliano Rocchetta accompagnerà l’incontro con musiche di sua composizione eseguite al pianoforte.

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16 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 27 maggio - 2 giugno 2021

MUSEI MOSTRE Al Mcz (e non solo) le sculture di Giuseppe Spagnulo e Zauli

Il nuovo ingresso del Mar e, sotto, l’opera di Banksy in mostra

Il Mar che si affaccia sui giardini E si arricchisce di un Banksy

Venerdì 28 maggio alle 19 al Museo Carlo Zauli di Faenza verrà inaugurata la mostra di sculture (a cura di Barbara Vincenzi) “Giuseppe Spagnulo e Carlo Zauli. Dialoghi, confronti ed eredità artistiche tra gli anni ’50 e ’90”. La mostra (fino al 25 giugno) desidera proporre un percorso che inizia dagli anni faentini, in cui Spagnulo fu allievo e amico di Zauli, e che si dilata in un tempo più ampio, in un dialogo continuo e reciproco fino agli anni ’90. La curatrice ha scelto opere di Spagnulo di piccole e medie dimensioni, in modo da inserirle e farle rivivere nel tessuto già esistente del museo, dove si trovano le opere in permanenza di Zauli, scultore ceramista faentino. Il progetto viene completato con una mostra diffusa nel territorio, dipanandosi negli spazi del vicinissimo Mic (Museo Internazionale delle Ceramiche) e in alcuni luoghi della città in cui si trovano le sculture ambientali di Spagnulo e di Zauli. Visite guidate il 29 maggio, 5 e 12 giugno. Info: museocarlozauli@gmail.com.

I “lampi di luce” di Mazzotti alla Ni-art

Inaugurato il nuovo ingresso nella Loggetta Lombardesca, con il quadriportico visitabile gratuitamente. Presentate le nuove acquisizioni Si sono conclusi i lavori di restauro del piano terra al Mar – Museo d’Arte della città che, dopo mesi di chiusura dovuta alla pandemia, ha riaperto al pubblico con la proroga della mostra dedicata al fotografo Paolo Roversi e che dal 26 maggio ha inaugurato un nuovo ingresso con accesso dai giardini pubblici, attraverso la storica facciata cinquecentesca della Loggetta Lombardesca. Per l’occasione viene presentato il riallestimento di una parte delle collezioni permanenti con opere di Mirko ed Emilio Greco, oltre alle nuove acquisizioni delle opere di Banksy e Barbara Longhi. Con l’idea di ripopolare le sale del museo, che per diversi mesi sono rimaste senza il loro pubblico, il percorso espositivo, a cura di Giorgia Salerno, responsabile del coordinamento culturale del museo e conservatrice, affronta il tema della presenza e assenza, e porta in scena diversi soggetti che raffigurano donne, uomini e personaggi che vivono all’interno del museo. Diverse sono le opere in dialogo fra loro, testimoni della storia di questi spazi, come l’opera di Mirko, Prigione, rimando al tema dell’oppressione e alla ricerca di libertà, o la giovane donna ritratta da Emilio Greco, opera riattribuita nel corso dello stesso allestimento perché precedentemente indentificata dagli archivi storici come di anonimo. È un viaggio nell’arte del Novecento che spazia dal figurativismo al ricordo dell’arte pop e del Dadaismo, con le opere di Giorgio Morigi, Carlo Leoni, Domenico Matteucci, Enrico Baj, Giorgio Gregori, Giampiero Poggiali Berlinghieri, Demos Ronchi e giunge fino ad anni più recenti con l’installazione di Erich Turroni. Nell’ottica di valorizzare e incrementare le collezioni, e di rimodulazione degli spazi espositivi, vengono inoltre presentate le ultime acquisizioni, con Barbara Longhi, Sacra Famiglia con San Giovannino e Santa Elisabetta, acquistata lo scorso luglio 2020 e non ancora presentata al pubblico, e con Banksy, Il lanciatore di fiori, in comodato di lunga durata presso il Mar. Si amplia così il patrimonio del museo con una pittrice legata al territorio, fra le poche donne artiste del Cinquecento

italiano, e con il più noto fra gli street artist internazionali del XXI secolo. Nel corso dell’anno il museo sarà protagonista di altre e diverse attività, come il riallestimento della collezione dei mosaici moderni e contemporanei al piano terra, attualmente occupato dalla mostra di Paolo Roversi, prolungata a causa della pandemia fino al 6 giugno. «Da diversi anni lavoriamo per rendere il Mar un luogo

Inaugura sabato 29 maggio alle 18.30 alla galleria Ni-art di via Anastagi, a Ravenna, “Lampi di luce”, la mostra personale di Stefano Mazzotti, a cura di Annamaria Bernucci. Mazzotti sfrutta l’arte del mosaico sia che attraversi le strade del design sia che intersechi la pittura a cui a volte si affianca. «Le partiture musive - si legge nella cartella stampa - sono marcate come spazi di senso che connotano tutto il percorso dell’artista, sempre coerente e fedele a un dettato che rispetta la grammatica musiva, la supera per farla diventare originale sintassi contemporanea». Orari: martedì, mercoledì, sabato 1112.30; giovedì, venerdì e sabato 17-19 (per appuntamento fuori orario tel. 338 2791174). Ingresso gratuito.

Prorogato Trioschi alla Molinella aperto a tutti, accessibile da ogni punto di vista, fisico e culturale – dichiara Maurizio Tarantino, direttore del Mar – e l’apertura del nuovo ingresso sui giardini pubblici offre l’opportunità di godere di un museo, di un luogo di cultura, come uno spazio pubblico dalla quale apprendere ma anche in cui ritrovarsi, anche semplicemente per leggere un libro o passeggiare davanti alle opere d’arte. In questa direzione, il quadriportico del museo sarà visitabile gratuitamente e sarà possibile farsi trasportare dalle opere per continuare la visita all’interno. Diversi, inoltre, saranno gli eventi in programma realizzati fra i giardini pubblici e il chiostro del museo come il Purgatorio, spettacolo realizzato da Ravenna Manifestazioni e la terza mostra dantesca, Un’Epopea Pop, che da settembre si snoderà in tutti gli spazi espositivi».

L’esposizione “Paesaggio di confine” del pittore Marino Trioschi, curata e presentata da Paolo Trioschi è stata prorogata e sarà visitabile fino al 15 giugno, sempre a Faenza negli spazi del Galleria della Molinella. Resta aperta al pubblico sabato e domenica dalle 16.30 alle 19 (per tutti gli altri giorni, è possibile fissare una visita su appuntamento telefonando al numero 339 5210987). Ingresso libero. Si tratta di una personale del pittore originario di Fusignano con un allestimento espositivo dedicato ai temi della sostenibilità ambientale.


CULTURA / 17 27 maggio - 2 giugno 2021 RAVENNA&DINTORNI

DANTE/1

CERAMICA

La Ravenna del Trecento rinasce al museo Classis Dal 29 maggio al 26 settembre la mostra di Ravennantica ricostruisce la città che conobbe il Sommo Poeta

DANTE/2 Bellosi presenta il saggio scritto con Eraldo Baldini

Una ricostruzione della Ravenna ai tempi di Dante in mostra a Classis dal 29 maggio

Venerdì 28 maggio (ore 18.30) al Museo Classis la fondazione Ravennantica inaugura in modalità online una nuova esposizione, intitolata “Classe e Ravenna al tempo di Dante”, a cura di Giuseppe Sassatelli, Enrico Cirelli, Fabrizio Corbara e Giovanna Montevecchi. L’inaugurazione sarà visibile sulle pagine social di Ravennantica e del Classis Ravenna e sulla pagina Facebook Ravenna per Dante. Attraverso una ricerca originale e mirata, la mostra ricostruisce monumenti e paesaggi della città di Ravenna e di Classe ai tempi del Sommo Poeta, attraverso soluzioni fortemente evocative. Che città incontra Dante quando arriva a Ravenna? Il rapporto con il mare

Comune di

Bagnacavallo

e con le vie d'acqua riveste ancora la stessa importanza che aveva avuto durante l'epoca romana? Come si presenta la relazione con Classe e con il territorio circostante? Qual è il panorama monumentale che vede? Ma soprattutto come si svolgeva la vita a Ravenna quando la città accolse il Poeta nell'ultima fase della sua vita? Queste sono le principali domande alle quali la mostra Classe e Ravenna al tempo di Dante cerca di dare una risposta, colmando le lacune di questa fase storica. Apertura al pubblico: dal 29 maggio al 26 settembre. Orari: tutti i giorni 1018.30. Ingresso: incluso nel biglietto a tariffa speciale del museo a 5 euro.

Alla Bottega Bertaccini di Faenza sabato 29 maggio alle 17.30 Giuseppe Bellosi presenterà il libro Dante in Romagna - Mito, Leggende, Aneddoti, Tradizioni Popolari e Letteratura Dialettale, scritto a quattro mani con Eraldo Baldini. Gli autori affrontano il rapporto fra Dante e la Romagna da una angolazione popolare e antropologica. Ci sarà anche il giovane studioso Alberto Giovannini, collaboratore della rivista "La Ludla", sul cui ultimo numero compare un suo saggio sui rapporti fra Dante e il dialetto romagnolo. Prenotazione obbligatoria allo 0546 681712.

NUOVA SEZIONE PERMANENTE AL MIC DI FAENZA Con oltre 2mila oggetti popolari e di design «tra passato e futuro». Visite guidate al martedì Piatti, anfore, tazze, servizi da tè e cioccolata, vasi, lucerne, salsiere, set da tavola, rivestimenti per pareti e pavimenti. Queste sono le opere esposte in “Ceramiche popolari, design e rivestimenti, tra passato e futuro”, la nuova sezione permanente del Mic di Faenza che ha aperto al pubblico il 22 maggio, a cura di Claudia Casali e Valentina Mazzotti, con la collaborazione di Daniela Lotta, Federica Fanti e Elena Dal Prato. Secondo un punto di vista inedito gli oltre 2.000 oggetti che sono esposti esplorano la storia della ceramica attraverso forme d’uso e stili di vita mettendo a confronto il design del Novecento - di autori conosciutissimi come Gio Ponti, Mendini, Mari, Sottsass - alle pentole in terracotta delle cucine e tavole contadine, quando ancora il concetto di design non era nato. La sezione è divista in tre capitoli principali: le ceramiche popolari del XVIII-XX secolo con oggetti utilizzati per il lavoro nei campi, per la cucina, la dispensa e la tavola; un’amplissima parte dedicata ai rivestimenti ceramici - il Mic conta infatti oltre 15mila esemplari di piastrelle industriali – e infine la parte più corposa della sezione, dedicata al XX e XXI secolo, con autori chiave del design e del dialogo tra le arti avvenuto proprio nella contemporaneità. L’allestimento grafico è a cura dello studio Azzolini Tinuper di Milano. Orari di apertura: mar-ven 14-19, sab-dom 10-19. Chiuso i lunedì non festivi. Info: 0546697311, info@micfaenza.org. Visite guidate tutti i martedì, ogni 15 giorni di giugno e luglio, ore 18. Prima visita l'8 giugno.

Cosa c’è da vedere R a b òj - Most r a m er c a t o d i p r i m a v er a S tr a d e e p ia z z e d el c en tr o d el p a e se ore 8.00 apertura ad ingresso libero • Antiquariato, modernariato, collezionismo, artigianato, prodotti tipici, opere dell'ingegno L ' a n g ol o d e ll a s ol id a r i età a cura delle Associazioni di volontariato P r o g ett o “ I nc on tr i a m o c i s u l v er d e” tavolo informativo delle associazioni Ve c c h i e b o t t e g h e a r t i g i a ne E c o m u seo d e ll e E r b e P a l u s tr i E t n o p a r c o “ Vi l l a n o v a d e l l e C a p a n ne ” Vi a Un g a r ett i, 1 ore 9.00 apertura ad ingresso libero • Collezione permanente e sezione dei giochi di una volta • Laboratorio dimostrativo di intreccio delle erbe di valle e antichi mestieri

Cannelloni al forno Cappelletti al ragù Strozzapreti al ragù Grigliata mista Braciola di castrato con pomodori Scottadito di pollo con patate al forno Pomodori gratinati - Patate al forno Insalata mista - Piadina Dolci della casa Vini locali e del Consorzio Il Bagnacavallo

S og n i d i u n v a l la r o lo l eg g e nd a r i o mostra dedicata a “Batòno” (Elio Ghiberti)

Piatti tipici della gastronomia locale e vini della Bassa Romagna

“ S a l a A z z u r r a ” d el P a l a z z o ne Piazza Lieto Pezzi - ore 9.00 ingresso libero

Aperto a pranzo dalle 12.00 alle 14.30 su prenotazione 0545 47122

Co s t u m i d ' e p o c a e t r i b a l i mostra e set fotografico a cura del Laboratorio di Fotografia “Il Forno” Un a v it a p er l a f r u s ta mostra dedicata a Gianni Tura

Villanova di Bagnacavallo Via Ungaretti, 1 Presso sala conviviale dell’Ecomuseo

Le attività in programma saranno svolte seguendo i protocolli di sicurezza anticontagio Covid-19. Si richiede pertanto il rispetto delle normative a tutela della salute di tutti.


18 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 27 maggio - 2 giugno 2021

L’APPROFONDIMENTO

CARTOLINE DA RAVENNA Mittente Giovanni Gardini

«L’ultima tappa»

Il legame tra Firenze e Ravenna rivive ai chiostri francescani, sempre nel segno di Dante In mostra l’olio su tela di Gatti e le pinete nelle foto del fondo Ricci

Qui a fianco: Annibale Gatti, Dante in esilio, 1854, olio su tela, 80x70cm, Firenze, Galleria degli Uffizi

Nel 1933 Giovanni Papini dava alle stampe per la Libreria Editrice Fiorentina un’opera intitolata Dante vivo, un libro che secondo l’autore non voleva essere «di professore per scolari, né di critico per critici, né di pedante per pedanti, né di un pigro compilatore per uso di pigri lettori». Papini aveva voluto scrivere un «libro vivo d’un uomo vivo sopra un uomo che dopo la morte non ha mai cessato di vivere», evitando di comporre «una delle tante vite di Dante, maiuscole o minuscole, utili o superflue, che tutti gli anni si pubblicano qua e là per il mondo». Un capitolo dell’opera non poteva non essere dedicato a Ravenna, «l’ultima tappa» della vita del Poeta: «S’è parlato molto, a proposito dell’Alighieri a Ravenna, dei ricordi e monumenti bizantini ma a Dante l’impero d’Oriente diceva poco. Per lui, invece, Ravenna era la tappa iniziale e finale del vero impero, quello di Roma […]. Ma se grandi eran le memorie del passato nella malinconica città, ultimo rifugio dell’Impero e di Dante, non era troppo grande la realtà in quei primi decenni del Trecento […]. Miglior compagnia gli avranno fatto, son certo, i pini contorti di Chiassi sopra le rive deserte dell’Adriatico o quei santi, imperatori e angeli di mosaico che aspettano da secoli, coi loro occhi enormi ed immoti, dalle pareti di San Vitale e di Sant’Apollinare, un canto che li sciolga da quell’incanto sacro e minerale. Ormai la sua conversazione è più coi morti che coi viventi […]. Ravenna, città di pini e di morti».

In basso: Pietro Bezzi (attivo 1916-1933), Pinarella, circa 1920, gelatina ai sali d'argento, mm 124x169, riproduzione dall’originale, Ravenna, Biblioteca Classense, Fondo Fotografico Corrado Ricci, n. 604

Comune di

Bagnacavallo

RACCOGLITORI CREATIVI

Corsi di intreccio caotico e delle erbe palustri

Ecomuseo delle Erbe Palustri - Villanova di Bagnacavallo (RA) ore 9.30-12.30 | 14.00-17.00

29/30 maggio 2021 Sono ancora aperte le iscrizioni per il Corso di intreccio caotico che si svolgerà sabato 29 e domenica 30 maggio presso l’Ecomuseo delle Erbe Palustri di Villanova sotto la guida degli esperti maestri Arianna Ancarani e Aurelio Piano, che in questi giorni stanno realizzando presso il parco pubblico di Villanova la Casetta de Mazapegual e l’Arco Balena.

Costo di ogni singolo corso: € 90,00 comprensivo di tutti i materiali e pranzo Info e prenotazioni: Ecomuseo delle Erbe Palustri, via Ungaretti 1 - Villanova di Bagnacavallo tel. 0545 47122· erbepalustri.associazione@gmail.com - www.erbepalustri.it I corsi si svolgeranno secondo i protocolli di sicurezza anticontagio Covid-19

Firenze ricongiunge la sua storia a Ravenna tramite Dante, le celebrazioni in passato riservate al poeta e quelle attuali del 7° centenario che vedono l'approvazione di un'intesa fra il Comune di Ravenna e le Gallerie degli Uffizi di Firenze che por terà nella nostra città un deposito a lungo termine di opere ottocentesche a soggetto dantesco da collocarsi prossima mente nella nuova sede definita Casa di Dante, presso la tomba del Poeta. Il protocollo firmato prevede inoltre un deposito di un'opera sullo stesso soggetto che annualmente verrà resa visibile a Ravenna, un'iniziativa questa attivata proprio a partire dallo scorso ottobre, quando è stata inaugurata una piccola mostra presso i chiostri francescani dove è stato collocato un dipinto proveniente dagli Uffizi insieme ad alcune fotografie della Biblioteca Classense. Le immagini, tutte tratte dal fondo fotografico Ricci, sono vedute della pineta ravennate: eseguite dal padre di Corrado – Luigi Ricci –, da Pietro Bezzi e Licinio Farini in un periodo fra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del nuovo secolo, le fotografie ci restituiscono il luogo mitico dell'immaginario dantesco attraverso i secoli che unisce il poeta a Firenze e Ravenna, alfa e omega del suo percorso. Il legame fra Firenze e Ravenna si è consolidato nel tempo attraverso le celebrazioni ma anche mediante un intenso rapporto artistico nel corso dell'Ottocento: numerosi artisti romagnoli si spostarono a Firenze per completare la loro formazione, spesso per rimanervi a lavorare. La storia di Annibale Gatti – di cui in mostra possiamo vedere l'olio su tela dal titolo Dante in esilio – segue questa tradizione: nato nel 1827 a Forlì, si trasferisce ancora bambino nel capoluogo toscano con la propria famiglia quando il padre – decoratore di interni e freschista – cerca committenze più stabili. Dal 1843 il giovane Gatti si forma alla locale Accademia di Belle Arti seguendo i corsi di pittura di Bezzuoli, maestro romantico della pittura storica che in questo periodo tende ad addolcire le figure della sua produzione. Il giovane parte poi per Roma per completare la sua formazione e dalla fine degli anni '50 per i due decenni successivi realizza una serie di interventi a fresco nelle dimore signorili di Firenze. In questo periodo il successo arride a Gatti che viene coinvolto in numerosi cicli a fresco nei palazzi e nelle ville toscane, spesso in collaborazione con l'architetto Giovanni Poggi, la figura di spicco della città diventata capitale del nuovo regno. Nello stesso periodo Gatti si applica alla realizzazione di sipari per il teatro, dipinti religiosi e quadri da cavalletto a tema storico-letterario a cui appartiene il dipinto in mostra a Ravenna. Eseguita nel 1856, nello stesso anno del suo soggiorno a Roma, l'opera rappresenta Dante in esilio nel momento in cui – cacciato da Bologna – medita sulla sua sorte sotto lo sguardo protettivo del figliolo. Il soggetto e lo stile ricadono pienamente nella corrente tardoromantica avviata dal maestro Bezzuoli, anticipando temi e caratteristiche pittoriche che verranno riprodotti in altri dipinti similari dove i protagonisti saranno Moliére, Galilei, Michelangelo e Tiziano. La produzione incontra i favori della borghesia italiana del tempo e le istanze civili dell'epoca, tutta rivolta a scoprire i padri della patria appena nata, ma non saranno sufficienti a garantire all'artista la tenuta della fama: negli anni '70 Gatti privilegia le richieste da parte della committenza anglo-americana e pian piano la sua attività declina su un repertorio superato dal tempo. Le ricerche che avviano i Macchiaioli proprio in Toscana, fra cui un compagno di scuola di Gatti come Fattori, indirizzano l'interesse verso la realtà rinnovata sia nel linguaggio che nella scelta di nuovi soggetti. Serena Simoni Dante nell'arte dell'Ottocento. Un'esposizione degli Uffizi a Firenze; fino al 5 settembre; Antichi Chiostri francescani; orari: 10-17.30 e nel weekend 10-19.


TEL. 334

3218031

SERVIZI DI PULIZIA - PRONTO INTERVENTO E EMERGENZE PULIZIE E SANIFICAZIONE AMBIENTI, UFFICI E ABITAZIONI TRATTAMENTO PER ZANZARA TIGRE GIARDINAGGIO

CULTURA / RUBRICHE / 19 27 maggio - 2 giugno 2021 RAVENNA&DINTORNI

LETTI PER VOI

Il miglior film dal ritorno in sala, tra alcol e provocazioni

L’incredibile disco-universo di Iosonouncane. Con un rammarico

L’impeccabile primo romanzo di Ramunno

di Francesco Della Torre

di Luca Manservisi

di Nevio Galeati *

Un altro giro (di Thomas Vinterberg, 2020) Come si vede dall’incipit che mostra una tradizionale festa tra studenti in riva a un lago, in Danimarca il consumo sbarazzino di alcol tra i giovanissimi è molto diffuso. Quattro insegnanti liceali di età diverse (dai 40 in su), altoborghesi, annoiati e poco motivati e incisivi nel loro lavoro, decidono di sperimentare la teoria di un filosofo psichiatra norvegese, Finn Skårderud, secondo il quale bisognerebbe vivere con una costante quantità di alcol nel sangue, che ne implica l’assunzione quotidiana, che i patti limitano fino alla prima serata. Per sancire la serietà del tutto, il gruppo decide di scrivere in diretta un report con le conseguenze dell’esperimento, le cui parole suddivideranno in capitoli la storia a cui stiamo assistendo. Soggetto davvero interessante che poteva sfociare in ogni genere di film, tra cui i temutissimi drammi a stelle e strisce sull’alcolismo o l’ennesimo party / hangover movie con protagonisti questa volta adulti. Un altro giro non è nulla di tutto questo, è una commedia ironica e nello stesso tempo drammatica sulla capacità di autocontrollo da parte dei protagonisti, che sa fare ridere di gusto e far riflettere sugli aspetti oscuri. Chi si aspetta una condanna a senso unico dell’alcol ha sbagliato film, perché soprattutto quando gli insegnanti hanno in mano la situazione, questo si pone provocatoriamente come valore aggiunto; l’abuso e la perdita di senno portano però il film verso sponde meno ammiccanti e più di condanna allargando decisamente il cerchio dei bersagli, perché come dice la moglie di uno dei professori, “non mi importa se ti ubriachi con i tuoi amici, tutto il paese si ubriaca”. Poi la liberatoria scena finale che ha il potere di riassumere la vicenda in tutta la sua potenza visiva e musicale, rimescolando non poco le carte. Il film ha un grande ritmo, scene che resteranno impresse per molto tempo (“chi votereste tra questi tre individui?”), attori semplicemente perfetti che si affiancano a un Mads Mikkelsen vero e proprio dominatore della situazione con una delle migliori interpretazioni viste negli ultimi anni, assolutamente meritevole di un Oscar che però ha vinto solo la pellicola come Miglior film straniero. Vinterberg è una garanzia da 27 anni, quando debuttò con la bomba dogmatica Festen, opera di culto e capolavoro della corrente registica che faceva capo a Lars Von Trier, per poi continuare una splendida carriera non sbagliando praticamente un film. Un regista che provoca, non giudica, si siede accanto ai suoi personaggi e li guida determinandone il destino, nel miglior film da quando siamo tornati in sala. Ps: gli insegnanti NON sono degli alcolisti, eh.

Mentre il mondo intero sta parlando dei Maneskin confondendo una divertente kermesse folkloristica per cultura e il “finto rock” per quello vero, in Italia è uscito uno dei dischi più attesi degli ultimi tempi. Di cui si parla come un capolavoro ancor prima della pubblicazione, grazie a una strategia di marketing particolarmente riuscita, perfetto mix tra finto-basso-profilo e mistero, con l’album che doveva essere presentato in occasione di un tour teatrale l’anno scorso (rinviato alla primavera del 2022) e ora rivelato invece - tanto per rendere l’idea - con un ascolto pubblico integrale a poche ore dall’uscita in vari club d’Italia (tra cui anche il Bronson di Madonna dell’Albero, che ha riaperto le porte per l’occasione). Sta anche qui la forza di Jacopo Incani, cantautore (che ormai però è bene definire più che altro, e più correttamente, compositore) noto con lo pseudonimo IOSONOUNCANE, in grado di costruirsi la nomea di artista intoccabile della scena italiana. E con merito, va detto subito. Grazie in particolare al precedente disco, Die (anno 2015), che riusciva a unire Battisti alla sperimentazione (facendola estremamente breve), a sua volta seguito di un promettente esordio (La macarena su Roma) più legato alla forma canzone. Che si è lasciato ormai alle spalle con questo Ira, terzo album in 11 anni. Tanto che a un ascolto al buio in pochi avrebbero davvero riconosciuto (fidatevi di me) dietro questi solchi la mano di IOSONOUNCANE. Che è pure paradossalmente riconoscibilissima per la sua ricerca costante sul suono in sé, ma che sparisce nell’uso della voce, diventata più che altro uno strumento, oltretutto con un inaspettato (fino a qualche mese fa, essendo anche uscito un singolo - molto bello - che non lo faceva presagire) abbandono dell’italiano a favore di un mix di lingue, dall’inglese all’arabo, passando per lo spagnolo e il francese. Ci troviamo di fronte a un triplo vinile, un doppio cd, a 17 pezzi di cui solo sette sotto i sei minuti di lunghezza, 1 ora e 49 minuti di musica in tutto, per un lavoro “irrecensibile”, come hanno scritto in molti, che non può che portare ancora più in alto un nome già di livello internazionale (è nel cartellone del nuovo Primavera Festival di Barcellona, del 2022, sigh). Rock, jazz, elettronica, avanguardia, synth, chitarre, archi, percussioni tribali: un album gigante che cambia i toni nel corso della stessa canzone, con ispirazioni che vanno dagli Swans ai This Heat, da Robert Wyatt ai Sigur Ros, ma soprattutto, nel nocciolo, i migliori Radiohead, citati più volte esplicitamente, forse proprio per ricordare a tutti come Ira, in fondo, sia il suo Kid A (e se non è un complimento questo). Tutto bellissimo, soprattutto in cuffia. Con un solo rammarico: lavorare sull’italiano avrebbe resto il disco ancora più unico.

L’attacco de Il bambino che disegnava le ombre, impeccabile primo romanzo di Oriana Ramunno, fa tornare in mente l’insuperabile invenzione de Le intermittenze della morte di Saramago. Là diventava possibile che la morte decidesse di non lavorare più in un unico, piccolo e sconosciuto paese europeo; qui, nel dicembre 1943, ci si trova di fronte a un criminologo che deve risolvere un delitto commesso dietro al filo spinato di Auschwitz. Un solo delitto nell’inferno dove sono stati sterminati un milione e mezzo di ebrei? Proprio così e, dopo due paragrafi, non si hanno dubbi: se la morte può far consegnare bigliettini in buste viola (Saramago), Hugo Fischer può risolvere il caso e rasserenare il capo della polizia nazista; anche grazie all’aiuto di un bambino ancora, miracolosamente, innocente. Perché Gioele sa appunto “disegnare le ombre” grazie alla propria dote di ricordare ogni particolare di quello che vede. Così, camminando in mezzo la neve che copre tutto ma non cancella l’orrore, Fischer deve scoprire chi abbia ucciso il medico Sigismund Braun, pediatra che collabora con il mostro del campo di concentramento, Joseph Mengele, negli atroci esperimenti sui gemelli e i bambini. Senza troppi giri di parole: Il bambino che disegnava le ombre (Rizzoli) è uno fra i migliori romanzi letti nell’ultimo anno. Intanto perché la struttura narrativa è solida, senza sbavature e originale. Poi per il lavoro di documentazione e ricerca che ha preceduto la scrittura, che esce da ogni descrizione, mai appesantita da pedanteria ed esibizioni da saccente. In un quadro storico senza errori né imperfezioni, i personaggi, davvero tanti, sono vivi, passionali o freddi, sempre credibili in modo assoluto. La sofferenza, non solo fisica, di Hugo Fischer ad esempio è palpabile: non ha reagito alla violenza delle Camice brune per codardia e non può perdonarselo; e, ora che “sembra” un ariano perfetto (alto, biondi, occhi grigi), deve nascondere la propria malattia che combatte con la morfina. Proprio nel luogo dove i non ariani vengono straziati senza alcuna pietà. E si soffre con lui, leggendo. Dimenticando come, alla fin fine, stia sempre lavorando per il Reich. Viene in mente Richard Oppenheimer, protagonista del thriller storico Berlino 1944 di Harald Gilbers; ma quel commissario della polizia criminale è ebreo (eppure è chiamato dalla Ss a risolvere delitti nel cuore nero del Reich). A chiudere il cerchio c’è la scrittura di Oriana Ramunno, cruda e senza eufemismi, brillante e accurata; capace anche di lampi di poesia. Come in alcune pieghe del finale e nell’epilogo, da scoprire con pazienza. Bellissimo.

“Catturare nuvole con un retino” (Pialassa Baiona) di Adriano Zanni

TUTTA UN’ALTRA MUSICA

FULMINI E SAETTE

VISIBILI E INVISIBILI

* direttore GialloLuna NeroNotte


20 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 27 maggio - 2 giugno 2021

SAPORI INNOVATIVI

Con l’aglio, il sapore nel piatto punge, se “nero fermento” diventa velluto Da quattro anni a Ravenna, un’azienda start up, unico laboratorio in Italia, produce “aglio nero” dall’eccellente dop di Voghiera, aromatizzante dalle notevoli proprietà organolettiche e salutari

PRODUTTORI DI ROMAGNA Approfondimenti e interviste alla scoperta di produttori “eccellenti” e virtuosi di tutta la Romagna, tra storie di successo e prodotti gourmet, antiche tradizioni e innovazione

di Guido Sani

Cosa ne sarebbe delle tradizioni culinarie di mezzo mondo senza l’aglio? Quel piccolo bulbo dal carattere pungente più o meno nascosto in tutte le salse e innumerevoli piatti preparati a diverse latitudini. Pensiamo alla gastronomie orientali, ma nche europee, e in particolare alla cucina mediterranea. Eppure questo mito dell’alimentazione – che ha anche potenti virtù salutari – non è sempre alla portata di tutti i palati e stomaci. C’è la leggenda che l’aglio sia altamente indigesto per i vampiri ma anche una spiacevole realtà per milioni di comuni mortali a cui non va giù, a volte anche per ragioni di contatto sociale. Però c’è un aglio di colore nero, derivato per fermentazione da quello bianco, che non solo innalza e rinnova – grazie a sfumature complesse di aromi – il sapore tradizionale, ma elimina quelle sostanze che lo rendono micidiale per digestione e alito. Il caso, ma anche lo sbuzzo di sei giovani intraprendenti, vuole che a Ravenna sia sorto da qualche anno un laboratorio artigianale che produce, unico in Italia, una considerevole quantità di questo “pregiato” aglio nero da materia prima di alta qualità italiana. L’impresa si chiama “Nero Fermento” e sta crescendo. Ne parliamo con uno dei soci fondatori, Tommaso Pavani, che fra l’altro si occupa della comunicazione dell’azienda. Tommaso, quando e come nasce l’impresa Nero Fermento? «Nero Fermento, come azienda start up innovativa nasce ufficialmente nel giugno 2017 ma l’idea si era già fatta avanti tre anni prima, in occasione di una cena fra amici, che poi sarebbero diventati i soci dell’azienda, provenienti da esperienze diverse. Alcuni di noi sono produttori di aglio a Voghiera, altri sono ravennati impegnati in una società che realizza macchine per problematiche ambientali, come ad esempio biofermentatori. Poi c’era uno di noi particolarmente interessato all’aglio nero. Un prodotto che poi abbiamo imparato a capire meglio in occasione dell’Expo di Milano 2015, nel padi-

Formaggio fresco a pasta bianca dalla consistenza morbida e delicata. Il profumo richiama i profumi del latte appena munto. Durante la lavorazione era il primo che affiorava: “il primo che Sale” e successivamente il nome diventò “Primosale”. Ha un sapore delicato ma avvolgente e un profumo genuino di latte fresco. Lo puoi trovare nel banco frigo del tuo supermercato nel formato da circa 200 gr

glione della Corea, dove si parlava di cibi fermentati. Da qui si è sviluppata l’intenzione di produrre aglio nero qui in Italia, partendo però da una materia prima di altissima qualità com’è l’aglio di Voghiera dop. Un’intenzione innovativa, almeno per quanto riguarda il mercato nazionale, anche se parliamo di un settore di nicchia. Così abbiamo iniziato le prime sperimentazioni con un piccolo fermentatore che ha dato esiti interessanti, poi grazie all’incoraggiamento e la collaborazione del consorzio dei produttori di Voghieria e dell’associazione ChefToChef-emilia romagna cuochi, dopo due anni di perfezionamento e sviluppo del prodotto siamo approdati all’avvio dell’impresa vera e propria, con una sua sede, linee di produzione e di vendita dei prodotti». Ecco, quali sono le strategie produttive e commerciali dell’azienda che ormai lavora a pieno ritmo sull’aglio nero da ormai quattro anni? «Il concetto è quello di creare un’evoluzione di un prodotto alimentare e gastronomico già di per se eccellente,

come l’aglio di Voghiera dop, attraverso un sistema di produzione, una serie di celle di fermentazione, progettatate e realizzate da noi. Quindi l’azienda cura tutto lo sviluppo del prodotto. L’aglio di Nero Fermento è sicuramente un prodotto innovativo perché risponde a domande attuali, e in crescita, di alimenti salutistici, di notevole qualità organolettica, di versatilità nell’utilizzo culinario. Ma anche all’esigenza della lunga conservazione, visto che l’aglio nero non ha problemi di deperibilità a breve, perché è gia fermentato. Si mantiene integro per anni». Siete gli unici produttori a offrire sul mercato questo tipo di aglio nero? «Come accennavo prima non siamo certo stati noi a inventarlo, è una tradizione della cucina dell’estremo oriente ed esiste da tempo sui mercati globali. Diciamo che noi siamo stati i primi a realizzarlo in quantità consistenti in Italia con un ottimo aglio italiano». A quanto si dice il vostro aglio è stato apprezzato da diversi chef blasonati che lo utilizzano in alcuni dei loro piatti “stellari”… «Si, siamo stati, per così dire, “coccolati” dai rinomati ristoratori di ChefToChef ma abbiamo avuto anche il consenso dell’università Alma di Colorno, che è la massima espressione del sapere gastronomico italiano. Più in generale riforniamo diversi punti di ristorazione, per così dire, di qualità. Però va sottolineato che è un prodotto per molti sconosciuto, ma anche molto interessante in cucina. Innanzitutto è facile da usare. Essendo sostanzialmente un aromatizzatore, non si utilizza nel modo classico dell’aglio, ma in piccole quantità a fine cottura, e si sposa in modo versatile con svariate pietanze. Per certi versi è un po’ come il tartufo. Ai piatti conferisce aroma originale, un valore aggiunto, coi suoi sapori di unami, di balsamico, di liquirizia. Lo confenzioniamo in teste, in polvere e in crema». Parliamo del vostro impianto che ha sede proprio a Ravenna in via Romea «Si tratta di tre celle per bio fermentazione. Insieme hanno una capacità produttiva molto importante, che ci

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GUSTO / 21 27 maggio - 2 giugno 2021 RAVENNA&DINTORNI

COSE BUONE DI CASA A cura di Angela Schiavina

Salsa alle ciliege per un delizioso dessert Questa settimana vi propongo una ricetta semplice e deliziosa, a base di ciliege, per guarnire un dessert Ingredienti: 500 gr. di vino rosso o bianco, 300 gr. di ciliege snocciolate, 100 gr. di zucchero di canna integrale, la scorza di un limone bio, una fetta di arancia, 4 chiodi di garofano, un cucchiaino di cannella in polvere, una foglia di alloro. Preparazione: fate bollire tutti gli ingredienti fino a quando le ciliege saranno cotte, poi passare l’insieme da un colino e rimettere sul fuoco il liquido filtrato e continuare la cottura fino ad ottenere una consistenza sciropposa. Infine, spegnere il fuoco e rimettere le ciliege nel liquido. Alcuni dei soci fondatori dell’azienda Nero Fermento di Ravenna

consente di avere ancora notevoli margini di crescita visto che le stiamo utilizzando al 30 percento della loro potenzialità». Ultimamente qual’è la quantità della vostra produzione? «Un ciclo di produzione dura circa 2 mesi, nella cella carichiamo aglio bianco che a fine ciclo esce nero, solo agendo su umidità e temperatura, senza aggiungere nient’altro. Ognuno dei tre comparti della cella ha una capacità produttiva di 2.500 chili di aglio bianco che concluso il processo diventano 1.200 chili di aglio nero. Diciamo quasi la metà della materia prima. In un anno lavoriamo con due celle, e con una dedicata alla variante bio del prodotto base. Ma avete ottenuto il successo che speravate con questa novità alimentare e gastronomica? Dove volete arrivare? «Siamo moderatamente soddisfatti, nel senso che essendo un prodotto innovativo, per lanciarlo abbiamo dovuto fare un grande lavoro di comunicazione, un po’ a tutti i livelli perché l’aglio nero viene distribuito in diversi canali e non solo in quello della ristorazione di un certo livello. E quindi c’è voluto un po’ di tempo per avere dei buoni risultati commerciali. Comunque da quando siamo partiti ogni

anno abbiamo registrato una crescita. Anche se in questi mesi di tira e molla della pandemia la commercializzazione ha sofferto sensibilmente. Quest’anno finalmente stiamo andando come vorremmo, il prodotto si sta diffondendo, abbiamo aperto un piccolo fronte commerciale anche all’estero e un’ulteriore offerta di “nicchia” qualitativa, rivolta al biologico italiano, con l’interesse della catena “NaturaSì». C’è qualche altro vegetale come l’aglio che potreste mettere in produzione con le vostre celle di fermentazione? «Stiamo sperimentando da qualche tempo lo scalogno nero, che è prodotto con lo scalogno di Romagna Igp, quello della zona di Riolo Terme. La tecnologia per la fermentazione è la stessa, c’è solo un’altra ricetta per cui cambia temperatura, umidità e tempi. I risultati sembrano buoni, purtroppo le produzioni sono scarse, c’è un problema di reperibilità della materia prima. Ma su questo versante proseguiremo l’affinamento. Poi abbiamo fatto qualche prova con le cipolle, in particolare con le coltivazioni di qualità di Medicina, ma qui per le caratteristiche intrinseche del vegetale c’è una tendenza ad una eccessiva disidratazione. In questo caso la sperimentazione è ancora agli esordi, ma insisteremo».

«In futuro potremmo fare “neri” lo scalogno di Romagna e la cipolla di Medicina ma c’è ancora molto da sperimentare»

A casa mia, un tempo, si preparava una zuppa in questo modo: pane comune secco tagliato a fette molto sottili e in una zuppiera si alternava pane e salsa. Recentemente, come dessert ho preparato una crema pasticcera e l’ho servito in coppette con questa salsa.

LO STAPPATO A cura di Fabio Magnani

Un fine Champagne da tutto pasto Nel calice questa settimana ho un piacevole vino spumante dalla bolla molto fine. Si tratta del “Brut Tradition Champagne” della cantina “J. Charpentier” con una prevalenza nell’uvaggio di “Pinot Meunier”, che dona quel tratto appena severo e ben percettibile, soprattutto al palato. Apre con piacevoli odori di mela e pera. Un delicato fruttato con qualche piccola fragranza ossidativa e un finale di fiori gialli, lievito e crema pasticcera. Al gusto sovviene freschezza acida piacevole e una centralità sapida quasi salata. Da tutto pasto con del buon pescato.


AMICI ANIMALI

22 / SPECIALE RAVENNA&DINTORNI 27 maggio - 2 giugno 2021

CARI ESTINTI

“Little Heaven”, crematorio per dare l’ultimo addio ai piccoli amici

LA STORIA

A Ravenna è stato attivato recentemente un servizio per la cremazione singola (con resa delle ceneri) e collettiva per varie specie e taglie di animali domestici Gli animali domestici sono sempre più parte della famiglia. Al punto che, quando si deve affrontare il doloroso lutto, in tanti desiderano poter prendersene cura anche in questo ultimo momento. Come? Attraverso la cremazione, unica possibile alternativa ai percorsi classici che prevedono lo smaltimento in discarica quasi come normali rifiuti o la sepoltura nel proprio giardino, seguendo le relative ordinanze comunali. La cremazione di per sé non è un’operazione particolarmente complessa o dispendiosa, ma può diventarlo se nella propria zona non esistono attività specifiche che se ne occupano. Forse ancora pochi ravennati sanno che, dallo scorso 3 maggio, ha aperto “Little Heaven” – letteralmente “piccolo paraL’inaugurazione di “Little Heaven” con l’assessore comunale Massimo Cameliani diso” – in via Masotti 14 a Fornace Zarattini, che dispone di uno spazio ufficio per secondo la propria inclinazione, anche sentimentale. Al accogliere i clienti e di un forno crematorio dedicato agli riguardo, ci sono urne biologiche che si possono animali. L’originale idea imprenditoriale è venuta ai quaseppellire in giardino, oltre ad altre valide alternative: rantenni Filippo Castagnoli e Fabio Lauro, spinti dalla cocollanine con un ciondolo a cuore in cui inserire le mune passione per gli animali. ceneri, oppure cornici con la foto del proprio animale do«Oltre dieci anni fa – racconta Castagnoli – ho saputo mestico e l’impronta della sua zampa. che negli Stati Uniti nascevano i primi servizi di questo Il secondo servizio, rivolto sia ai veterinari che ai privati, tipo. Gradualmente sono stati avviati anche in Italia, soconsiste invece nel recupero dei corpi che vengono prattutto nei grandi centri urbani con un buon riscontro. cremati collettivamente nel forno aziendale, senza che poi Per chi come me ama gli animali domestici è stata un’illuvengano conservate e rese le ceneri. minazione, perché so quanto è difficile affrontare la loro “Little Heaven” si può occupare nello specifico di tutti scomparsa. L’iter burocratico è tutt’altro che agevole pergli animali domestici di piccola taglia: non solo cani e ché servono tante autorizzazioni e un certo investimento gatti, ma anche coniglietti, criceti, furetti, uccellini ed economico. Il progetto l’ho messo a punto insieme al mio esemplari esotici. «Amiamo il nostro lavoro – aggiunge socio Fabio che ha sciolto qualsiasi riserva di realizzare la Castagnoli – perché ci piace poter trasmettere sentimenti nostra impresa dopo la recente perdita del suo cane, che lo di vicinanza e comprensione a chi sta vivendo un ha costretto a spostarsi fino a Reggio Emilia per cremarlo, momento difficile, sostenendo le persone». In queste con evidente dispendio di tempo e denaro». prima settimane di apertura, sono tante le persone che “Little Heaven” offre sostanzialmente due tipi di servihanno richiesto informazioni, ed essendo l’unico servizio zio, che comportano un diverso impegno economico. Il di questo tipo in Romagna, c’è chi arriva anche da altre primo riservato ai singoli proprietari di animali che concittà. siste nella cremazione dei piccoli amici, di cui poi Roberta Bezzi vengono restituite le ceneri in un’apposita urna scelta

CHICCA, LA GALLINA CHE HA PRESO CASA IN UN GIARDINO PUBBLICO DI SOLAROLO Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Michela Ballardini, fedele lettrice di Solarolo, la storia di Chicca, una gallina diventata mascotte del paese. Fiera, come può essere solo chi ha conquistato la libertà con le proprie forze. Amichevole, ma ligia nel mantenere le dovute distanze. Stiamo parlando di Chicca, una gallina francesina che circa nove anni fa è volata fuori dal suo pollaio e ha deciso di vivere in un giardinetto pubblico di Solarolo, all’angolo tra via Rio e via Taroni. Con il tempo, Chicca ha preso confidenza degli spazi e ha allargato il suo raggio d’azione anche alle case intorno, diventando subito l’ospite d’onore. Il vicinato ha presto cominciato a scambiarsi informazioni sulle sue abitudini (ogni tanto ama cambiare luogo in cui fare il nido), i suoi gusti per il becchime (preferisce il grano al mais) e cibi casalinghi (ha una passione per i cappelletti). Amatissima dai bambini e dai loro nonni, che hanno fatto di quel giardino tappa fissa del giretto in bici, Chicca è diventata la coccolata mascotte della zona. Tutti col fiato sospeso quattro anni quando è stata azzannata da un cane! Il padrone voleva nascondere le prove del misfatto cercando di portarla via per farla arrosto, ma le signore della casa all’angolo glielo hanno impedito e si sono prese cura di Chicca con fasciature un po’ improvvisate, ma efficaci. Oggi capita che vada a dare la sveglia alla casa davanti al suo albero preferito e poi passi a salutare la cagnolona nera, ormai abituata ad avere un’amica a due zampe! Il prossimo passo sarà darle le simboliche chiavi della città?

CON CLINICA VETERINARIA RUSSI '

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AMICI ANIMALI ANIMALI DOMESTICI

SPECIALE / 21 27 maggio - 2 giugno 2021 RAVENNA&DINTORNI

LE AZIENDE INFORMANO

Per l’igiene dei piccoli amici il bagno è importante, ma senza esagerare I consigli dell’esperto Gianni Casadei, fondatore e titolare della “catena etica” di negozi Robinson Pet Shop: «È bene usare prodotti specifici, meglio se naturali. E va sfatato il timore che non si possa lavare un gatto... purché non lo si stressi» Dopo una serie di puntate dedicate alla corretta alimentazione degli animali domestici, continuiamo a parlare del loro benessere per quanto riguarda l’igiene con l’esperto Gianni Casadei, ideatore e titolare – assieme alla moglie Simona Buda – del marchio e della “catena etica” di negozi specializzati Robinson Pet Shop (11 in tutta la Romagna fra cui uno a Ravenna, in via Panfilia e uno a Cervia, in via Caduti per la Libertà). Casadei che tipo di prodotti proponete per l’igiene quotidiana dei cani di qualsiasi taglia e a cosa servono? Hanno anche effetti di prevenzione per il benessere dell’animale? «Lavare il cane è uno dei doveri principali dei proprietari. Non è naturalmente necessaria una pulizia quotidiana, tuttavia prendersi cura del nostro amico a quattro zampe sotto questo punto di vista almeno 3 o 4 volte l’anno è importante per proteggerlo da malattie e parassiti. La frequenza del bagnetto dipende molto dal tipo di pelo: se lungo avrà bisogno di essere spazzolato e lavato più spesso rispetto ad un cane con mantello corto e liscio. Dipende anche dal suo carattere: se il vostro cane ama nuotare, ha una passione per le pozzanghere, vive in campagna e si rotola spesso in chissà quali posti, allora il numero di bagni necessari sarà più alto rispetto al cane che abita in un appartamento in centro città. Detto questo, è bene non esagerare ed evitare il bagno più spesso del necessario, anche per non spogliare il pelo dai suoi oli naturali, alterando l’equilibrio lipidico della cute e rendendola più asciutta e incline alla formazione di forfora e all’aggressione di pulci e zecche. Uno dei passi fondamentali e da non sottovalutare è quello di scegliere lo shampoo adatto. Ricordate sempre di non utilizzare prodotti pensati per gli umani, ma orientatevi verso quelli appositamente studiati per le esigenze dei cani. Proprio per evitare di toccare gli equilibri naturali, un buon consiglio può essere quello di non orientarsi verso prodotti chimici. Esistono prodotti 100% biologici, a base di materie prime che detergono in maniera delicata, rimediando anche all’eventuale presenza di parassiti e pulci».

AVIFAUNA: PICCOLI FRATINI IN SPIAGGIA DA TUTELARE Lieto evento in questi giorni sulle spiagge della costa ravennate: alcuni pulcini di fratino hanno visto la luce. Sorvegliati dai volontari e da numerose associazioni per la tutela dell’ambiente ed animaliste riunitesi nella rete “Salviamo il fratino della costa ravennate” – a stretto contatto con l’Associazione Ornitologi dell’Emilia-Romagna – i nidi di fratino hanno ricevuto felicissima accoglienza dagli operatori balneari degli stabilimenti presso cui hanno avuto luogo le nidificazioni. In sinergia con il Comune di Ravenna e la Cooperativa Spiagge, che hanno pianificato anzitempo lo spianamento della duna invernale proprio per non interferire con la possibile deposizione delle uova, ed in collaborazione con il Parco del Delta del Po, i Carabinieri Forestali e la Guardia Costiera, i volontari operano affinché questa specie ormai gravemente minacciata di estinzione possa trovare ospitalità anche sui lidi ravennati.

FIDO IN AFF

IDO GIOIA

E per i gatti che solitamente non amano fare il bagno, cosa si può utilizzare per aiutarli a tenersi belli e puliti? Per una buona parte dei proprietari, fare il bagno al gatto è un’impresa non solo impensabile ma anche impossibile per la ritrosia dei felini agli schizzi d’acqua. In realtà i gatti possono essere lavati: il mito va sfatato! In alcuni casi è anzi consigliabile armarsi di pazienza e “dare una lavata” a Micio, in altri invece non serve e può essere controproducente. Bisogna ricordare comunque che stiamo parlando di uno degli animali più puliti della Terra. Non vi sono controindicazioni nel fare il bagno al proprio gatto: semplicemente molti felini non gradiscono l’acqua, ed in quel caso è meglio desistere dal nostro tentativo per non turbarlo e stressarlo. Per i gatti restii all’acqua, esistono comunque gli shampoo a secco e le salviette, che possono essere utilizzati da quei proprietari che lasciano dormire il proprio Micio insieme a loro». 6/continua Per info e acquisti online: www.robinsonpetshop.it

Gioia è ancora alla ricerca di una casa. Taglia media, un concentrato di affettuosità, allegria e dolcezza a cui è difficile resistere! È una fantastica mix Carlino e Boxer, di sette anni (classe 2014). Non va d’accordo né coi gatti né con le altre cagnoline, ma è adorabile con gli umani e adatta anche all’inserimento in famiglia con un cane maschio. Abituata in casa e alla convivenza con bambini. Non è stata sterilizzata, per cui all’adottante sarà chiesto possibilmente un contributo per la sua sterilizzazione. Aspetta solo un nuovo padrone per fare bellissime passeggiate insieme... Per conoscerla chiamate il 335 7713645

ADOTTAM ICI GATTINI Di questi splendidi gattini, ancora un maschio e una femmina cercano casa. Hanno circa due mesi, sono bellissimi e molto socievoli. Aspettano solo voi! Per conoscerli contattate il numero 338 6215272 la sera dopo le ore 20.

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