FREEPRESS n. 853
LA TUA SANITARIA
12-18 MARZO 2020
Ravenna, Via Zampeschi 8 T. 0544.1585278 orthomea@orthomea.it Lun-Ven 9.00-12.30/15.30-19.00 Sab 9.00-12.30
CRONACA • SOCIETÀ • POLITICA • ECONOMIA • OPINIONI • CULTURA • SPETTACOLI • GUSTO • SPORT • #CORONAVIRUS
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Restiamo a casa, facciamo rete: nei giovedì della crisi R&D sarà solo scaricabile online
Sito più aggiornato, R&D disponibile online: la nostra informazione ai tempi del Covid-19 Grave e seria. La situazione in cui ci troviamo non ha precedenti nella storia democratica italiana, le limitazioni imposte per contenere la diffusione del coronavirus ed evitare il collasso del sistema sanitario nazionale entrano nelle nostre vite, nelle nostre abitudini e hanno un peso dirompente sull'economia. C’è un prima e un dopo, in particolare per Ravenna un prima e dopo il 9 marzo, quando tutto il territorio e quindi anche la nostra provincia è stata dichiarata “zona ad alto contenimento”. L’imperativo è stare a casa. Per tutti si tratta adesso di ripensare le proprie abitudini e ripensare il proprio ruolo. Dovremo a rinunciare a tante consuetudini, a momenti piacevoli, a luoghi e spazi di lavoro e del cuore. Ma di certo, mai come adesso, continueremo ad avere bisogno di un’informazione che sia corretta, verificata, che non faccia allarmismo e che non alimenti fake news. Un’informazione che sia rispettosa delle persone in quanto cittadini e lettori. È quindi nostra ferma intenzione esserci ancora come voce libera e autorevole per la comunità ravennate e non solo. Ma non potremo farlo come prima, perché per qualche settimana le vite di tutti noi non saranno quelle di prima. Per questo ci troverete senza dovere uscire di casa, collegandovi ai nostri mezzi di informazione con computer, tablet e smartphone Il nostro sito www.ravennaedintorni.it e il profilo Facebook sono e continueranno a essere costantemente aggiornati sull'andamento del contagio in provincia e in regione, sulle misure da adottare, sui decreti e le ordinanze in vigore, sulle richieste degli imprenditori e dei lavoratori in genere, sulle misure
adottate per limitare i danni all'economia reale. Il nostro settimanale, invece, lo troverete sempre ogni giovedì, ma nella versione scaricabile o sfogliabile online, direttamente a casa, invece che nei settecento punti di distribuzione a cui siete ormai da anni abituati. Non possiamo uscire dalle nostre abitazioni, dobbiamo limitare i nostri spostamenti il più possibile, e avremo sempre più tempo di leggere, condividere, confrontarci, informarci. E se sul sito troverete gli aggiornamenti ora per ora, sul settimanale faremo qualche bilancio, metteremo qualche punto fermo in modo ordinato. In tempi di chiusura di teatri, cinema, musei e biblioteche per qualche settimana non potremo parlarvi di spettacoli, libri, concerti, laboratori per ragazzi, ma useremo lo spazio per cercare di riassumere la situazione, raccontare questo momento così particolare per le nostre comunità, riflettere sul presente e sul futuro. Sarà quindi un giornale un po' diverso, per adattarsi a tempi diversi. A fine mese era previsto anche il prossimo R&D Cult, sul mondo della cultura in Romagna. Stiamo ragionando sul da farsi in attesa che, passata l'emergenza, sia una vera festa tornare a teatro, al cinema, nei musei. Nel frattempo, libri, film, dischi possono farci compagnia in questi tempi di forzata solitudine casalinga e di questo cercheremo di continuare a scrivere il più possibile sulle nostre pagine web e social media. Teniamoci in contatto, diamoci una mano, anche restando ognuno a casa nostra. Fare rete e stare in rete non è mai stato così utile.
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PUNTI DI VISTA / 3 12-18 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI
IL COMMENTO
TUTTO D’UN TRATTO
L’OSSERVATORIO
di Gianluca Costantini
Individui, famiglie, politica: come saremo, dopo?
Ecco cosa si può fare a casa
di Federica Angelini
di Moldenke
Un enorme stress test, una situazione da incubo, un romanzo distopico. Per una volta nessun aggettivo superlativo sembra sprecato per raccontare ciò che viviamo sotto il profilo sanitario, ma anche politico, emotivo, intellettivo. Un nemico invisibile che siamo noi stessi e ci costringe ad allontanarci e isolarci gli uni dagli altri, a costringerci davanti ai nostri schermi, a obbligare i nostri ragazzi per ore e ore davanti agli schermi delle lezioni online. Frasi che fino a ieri facevano parte del nostro essere adulti consapevoli e magari educatori ora devono ribaltarsi: «Metti via quel telefono», «spegni il computer», «esci con gli amici», «ti porto ad allenamento», «andiamo a teatro?». Niente abbracci agli amici che non si vedono da tempo, soprattutto a quelli più fragili. Nemmeno il volontariato ha più posto. Perché ognuno di noi può essere involontariamente un pericolo per l'altro, chiunque altro lo può essere per noi. E dopo tante parole per l’accoglienza e l’apertura oggi il rispetto per l’altro passa per la distanza, dal girarsi le spalle. Difficile non trasformarlo in sospetto. Tutto sembra ribaltarsi. I luoghi dell'incontro, della convivialità chiusi e spettrali per settimane perché ormai luoghi del rischio e del pericolo. Le abitudini salutari allo sport ci vengono vietate. E per tanti addirittura il lavoro che all’improvviso, semplicemente scompare. E non serve dire altro. Uno scenario nemmeno immaginabile fino a poco più di un mese fa. E tutto è successo così in fretta da sembrare irreale. E invece è frutto di una malattia reale e di conseguenti decisioni politiche. Perché prima ancora che per le imprese e le comunità e le famiglie, lo stress test è sul sistema decisionale e politico. Finalmente dopo le prime settimane di contraddizioni, tra gli aperitivi a Milano del capo del Pd e il capo della Lega sulle montagne a bere vino e mangiare speck, ora si sono tutti accorti e sono unanimi. Restano molti piani decisionali diversi, resta la rincorsa all'ordinanza, una dopo l'altra, in una stretta sempre più stretta nel gioco di competenze tra Stato e Regioni (e da qualche parte ci si è messo pure qualche sindaco, al momento non in provincia di Ravenna). Ormai si aspetta l'ordinanza del giorno, ci si chiede cosa ancora potrà succedere, se davvero arriveremo a chiudere tutto eccetto ospedali, giornali e supermercati. Ma che accada o meno, la prova sarà comunque durissima. E non saremo più gli stessi e avremo scoperto di noi anche le fragilità che magari avremmo preferito continuare a ignorare.
Il messaggio è chiaro: c’è il coronavirus, state a casa. Ma a fare che? 1. Bere vino, pare faccia bene contro la diffusione del virus (informazione promozionale e consolatoria, potrebbe non corrispondere al vero, leggere attentamente le avvertenze) 2. Fare sesso, mantenendo la distanza interpersonale di un metro (ci sono diverse alternative, se proprio non siete in grado). 3. Stare su Facebook per leggere messaggi di chi invita a stare a casa e ricominciare dal punto 1. 3 bis. Stare su Facebook a conteggiare i casi di coronavirus in provincia di Ravenna, in regione, in Italia e poi ricominciare dal punto 1. 4. Uscire di nascosto e cercare luoghi affollati da fotografare per poi insultare su Facebook chi esce di casa.
Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Autorizzazione Gianluca Achilli, Maria Cristina Tribunale di Ravenna Giovannini (grafica). n. 1172 del 17 dicembre 2001 Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Anno XIX - n. 853 Galeati, Iacopo Gardelli, Giovanni Gardini, Enrico Gramigna, Simona Editore: Guandalini, Giorgia Lagosti, Fabio Edizioni e Comunicazione srl Magnani, Alessandro Montanari, Enrico Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna Ravaglia, Guido Sani, Angela Schiavina, tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Serena Simoni, Adriano Zanni. Direttore Generale: Claudia Cuppi Fotografie: Massimo Argnani, Paolo Pubblicità: tel. 0544 408312 Genovesi, Fabrizio Zani. Illustrazioni: commerciale1@reclam.ra.it Gianluca Costantini. Area clienti: Denise Cavina tel. 335 Redazione: 7259872 - Amministrazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 Alice Baldassarri, redazione@ravennaedintorni.it amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl Stabilimento di Imola
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5. Nel caso di famiglia con bambini, evitare di leggere i messaggi delle maestre che fanno finta di sentire la mancanza dei vostri figli se non volete ricomincare dal punto 1. Limitatevi a fargli fare i compiti, o le videolezioni, giocate con loro, guardate i tramonti, sorridete dieci minuti al giorno, leggete, colorate la casa, fate dei biscotti, passeggiate con i vostri cari, approfittatene per annoiarvi e scusate cazzo ci sono cascato anch’io, è stato più forte di me. Torniamo tutti insieme al punto 1. 6. Nel caso di famiglia con anziani ancora attivi, legateli al letto, che non si sa mai. Se siete voi gli anziani, invece: è finita, lo sapete vero? Scherzo dai, scusate. Tornate al punto 1, che non vi può che fare bene. 7. Se il punto 1 non basta, è arrivato il momento di passare ai superalcolici.
4 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 12-18 marzo 2020
CORONAVIRUS/1
Il sindaco: «Evitiamo ogni spostamento evitabile Agiamo come se la crisi dovesse durare a lungo» Michele de Pascale: «La nostra dotazione di posti in rianimazione è alta, stiamo assumendo più personale medico» di Federica Angelini
Parliamo al sindaco nei giorni in cui la crisi per il coronavirus sta entrando nella vita della città con misure sempre più stringenti. Nel giro di tre giorni siamo precipitati nella cosiddetta zona rossa, dove alla chiusura di scuole, teatri e cinema si sono aggiunte altre misure fortemente restrittive per i locali e soprattutto con la raccomandazione a tutti di restare in casa se non per andare al lavoro e fare la spesa. Come sta reagendo la città? «Non vorrei che il cattivo comportamento di pochi mettesse in ombra il senso di responsabilità e il senso civico mostrato da decine di migliaia di persone fin dall'inizio. Dal nostro osservatorio vediamo che le persone chiedono, si informano e poi rispettano le indicazioni. Quando questo non succede vengono erogate le sanzioni. Se nei giorni scorsi c’è stata soprattutto un’attività informativa anche dalla polizia municipale, già da martedì mattina sono state fermate e multate persone per spostamenti ingiustificati». Nonostante i chiarimenti, i dubbi per i cittadini restano tanti. «Noi cerchiamo di rispondere a tutti, anch’io personalmente, e l’informazione locale sta facendo un lavoro eccelso. In caso di dubbio, tuttavia, consiglierei innanzitutto di attenersi a un principio sempre valido: tutto ciò che è evitabile va evitato. Tutto ciò che non è necessario va evitato». Ma sconsiglia anche la passeggiata al parco? «Dipende, se ne hai bisogno per le tue condizioni di salute, falla. Altrimenti puoi rimandare. La stessa cosa con i bambini, usiamo videochiamate e le nuove tecnologie a disposizione per tenerli in contatto. Io stesso in questo periodo sto facendo videochiamate in tutta Italia con modalità che poi potranno essere utilizzate anche in seguito risparmiando tempo...». C’è quindi da imparare da ciò che sta succedendo? «Questa non è una parentesi ma una fase di cambiamento, un momento storico. Molte abitudini che abbiamo oggi potranno avere una ripercussione sul futuro anche dal punto di vista sanitario. Per anni abbiamo sottovalutato troppo il fenomeno dell’influenza stagionale. Chi andava al lavoro con 37,5 di febbre è stato considerato un eroe, mentre ora sappiamo che è da irresponsabili, perché quel 37,5 per un collega può comportare complicanze importanti». Cosa ci dobbiamo aspettare il 3 aprile? Come usciremo da questa situazione? «Siamo in una fase crescente del contagio che poi dovrà calare, quindi dobbiamo immaginare che le misure di contenimento possano crescere ancora per poi andare gradualmente a calare. Impossibile adesso prevedere tempi perché non sappiamo come il virus possa reagire all’innalzarsi delle temperature, ma noi dobbiamo comportarci come se la situazione potesse durare ancora a lungo». Come sta affrontando l’emergenza la macchina comunale? «Le funzioni del Comune sono tutte coinvolte, con una cabina di regia in Municipio. In prima linea ci sono la protezione civile, polizia municipale e i servizi sociali, naturalmente, e poi l’ufficio stampa, attività economiche, servizi educativi, ragioneria e tributi per il sostegno alle imprese, ma è al lavoro anche il resto della macchina comunale, ad esempio l’ufficio progettazione perché dobbiamo evitare che quando tutto questo sarà finito si debba aspettare ad avviare i cantieri». A proposito di servizi sociali, chi si sta prendendo cura degli anziani che non possono uscire di casa e vivono soli? «Come Comune di Ravenna e insieme all’Ausl e a tutto il distretto di Russi e Cervia abbiamo individuato 31mila numeri di telefono di over 70 e 75 e stiamo mettendo in piedi una sorta di task force di decine di persone che telefoneranno per informare della situazione e anche per capire se ci so-
«Siamo in una situazione senza precedenti, per uscirne bisogna che pochi comandino e molti eseguano. Avremo secoli per commentare questo evento di portata storica» no particolari necessità. I servizi sociali già conoscono e seguono circa 300 o 400 persone con cui siamo costantemente in contatto e di cui conosciamo i bisogni, ma dato il momento straordinario, vogliamo appunto approntare una misura straordinaria». Le maestre comunali che lavorano per nidi e materne riceveranno lo stipendio anche se non andranno al lavoro nelle prossime settimane? «Assolutamente sì. Tra quelle a tempo determinato alcune saranno appunto richiamate per contattare le persone anziane nel progetto che spiegavo prima». E gli educatori che fanno assistenza ai ragazzi disabili a scuola? Avranno la cassa integrazione? Faranno interventi a “domicilio” come prospettato dall’assessora Bakkali? «Per quanto riguarda i lavoratori privati, va detto che la cassa integrazione è una tutela universale e necessaria. La domiciliarità del servizio è invece qualcosa che già applichiamo per casi specifici fuori dall'emergenza e su cui ora dobbiamo ragionare per studiare soluzioni che sono essenziali, ma devono anche essere personalizzate». Avete fatto un primo calcolo su costi/risparmi per il bilancio comunale? Al di là delle risorse regionali e statali, cosa potrà fare il comune? «Tra i nostri obiettivi c’è quello di evitare che il costo di al-
cuni mancati servizi non si scarichino solo su alcune famiglie o sui gestori. Se non ci saranno provvedimenti nazionali, impegneremo fondi e strumenti. Sono personalmente in una commissione nazionale che si sta occupando anche di questi temi». Quale settore economico la preoccupa di più nel dopo? «Sicuramente il turismo sta pagando un prezzo altissimo e la crisi rischia di diventare particolarmente importante per noi se consideriamo che il nostro bacino è principalmente quello lombardo e dell’alta Emilia. Serve un grande provvedimento nazionale sul comparto e non basteranno pannicelli caldi». A proposito: ci sono lombardi che sono venuti nelle seconde case al mare sui nostri lidi proprio lo scorso fine settimana. Esiste un pericolo sanitario? «I cittadini lombardi hanno contribuito più di chiunque altro negli ultimi 70 anni alla crescita del turismo in Romagna, tanti hanno una seconda casa qui, tanti sono di casa qui. Chi è sceso prima dell’8 di Marzo non ha commesso nessuna irregolarità, può permanere alla sua abitazione, ma credo sia giusto chiedergli di rimanere in autoisolamento per almeno 14 giorni come cautela ulteriore. Dall’8 di Marzo in poi, invece, gli spostamenti per turismo sono vietati e nel caso qualcuno ne sia a conoscenza fa bene a fare segnalazioni». Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni? In questi giorni abbiamo visto sovrapporsi e alternarsi decreti ministeriali e ordinanze regionali e anche lei, peraltro, ha “potere di ordinanza”... «In realtà, per fortuna, le ordinanze dei sindaci su questa materia non hanno potere. Ci troviamo in una situazione non contemplata e in questi casi solo se pochi decidono e molti eseguono possiamo sperare di farcela. Il tempo per commentare ci sarà nei prossimi secoli visto la portata storica dell’evento. Detto questo, i provvedimenti si sono susseguiti in fretta e altri ne arriveranno perché la nostra vita è complessa e ci sono effetti a catena. Oggi sono tantissimi i lavoratori che mi chiamano chiedendo perché il loro comparto non è fermo. Serviranno sicuramente altre misure. Chi ha il compito di identificarle le identifichi e noi le rispetteremo». Ma c’è davvero bisogno di misure tanto drastiche anche in un territorio come il nostro dove i casi sono così pochi? «Noi non abbiamo pochissimi casi, l’andamento iniziale a Parma e Piacenza è stato molto simile, con la grande differenza che allora non erano ancora attive le misure di contenimento attive oggi e noi abbiamo avuto più tempo anche per organizzarci». La nostra provincia è ben attrezzata. E infatti stiamo ricevendo pazienti anche da altri ospedali... «Sì, per fortuna abbiamo una dotazione significativa di posti in rianimazione, un ottimo reparto di infettivologia e abbiamo rafforzato pneumologia. Stiamo lavorando anche per aumentare il personale medico e infermieristico, perché i macchinari e i letti da soli non bastano. In questo momento siamo in grado di aiutare gli altri, che significa salvare vite, non è detto che in un futuro non saremo noi ad aver bisogno della solidarietà altrui. Anche perché le persone, nel frattempo, non smettono di aver bisogno di cure oncologiche urgenti o di avere incidenti stradali...». Quante persone ci sono in quarantena oggi nel nostro territorio? E stiamo facendo abbastanza tamponi? «Sono numeri che variano di giorno in giorno, ma diciamo che siamo nell’ordine del centinaio di persone. E di tamponi ne facciamo sempre di più, ma la quarantena delle persone che hanno sintomi o sono stati a stretto contatto con persone positive resta il modo migliore».
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PRIMO PIANO / 5
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12-18 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI
CORONAVIRUS/2
Covid-19, pronti 15 posti letto in Terapia intensiva Al Ps un’ala per i casi sospetti L'Ausl: «Reparti potenziati. Denunceremo le fake news» Si valutano collaborazioni con le cliniche private
CORONAVIRUS/3
DOMUS NOVA E SAN FRANCESCO: «UNITI NELL’EMERGENZA PRONTI AD ACCOGLIERE PAZIENTI» Rinviate tutte le prestazioni non urgenti e differibili «Da parte del gruppo Domus Nova San Francesco c'è la totale disponibilità ad accogliere pazienti dai reparti tradizionali delle strutture pubbliche per alleggerire il loro carico sulle situazioni meno complesse e concentrare le forze sull'emergenza». Il dottor Stefano Grandi, presidente del gruppo ravennate della sanità privata convenzionato con il sistema sanitario nazionale, apre le porte alla collaborazione con gli ospedali dell'Ausl per fare fronte comune contro il coronavirus. Al momento di andare in stampa, 11 marzo, la situazione in provincia di Ravenna è sotto controllo con 24 contagiati totali (compresi due guariti) di cui uno solo in Rianimazione al “Santa Maria delle Croci”. Nel frattempo però è cambiata l'operatività quotidiana delle due cliniche ravennati. Come da disposizioni dell'Azienda sanitaria pubblica, sono state annullate e rinviate tutte le prestazioni da Cup non urgenti e differibili così come sta facendo l’Ausl stessa: «Contattiamo telefonicamente tutte le persone che hanno interventi programmati per verificare le loro attuali condizioni di salute al fine di ridurre il più possibile gli spostamenti delle persone e i contatti». Le recenti disposizioni delle autorità sanitarie hanno introdotto anche una nuova modalità al “triage” dei nuovi ingressi: «Facciamo un'indagine a chi si presenta cercando di individuare potenziali fattori di rischio, mettendo al primo posto la salvaguardia della salute di tutti: dei pazienti e degli operatori delle nostre strutture».
I NUMERI Tra i contagiati 5 pazienti di Villa Cecilia e un “turista” lombardo In provincia di Ravenna il reparto di Terapia intensiva dell'Ausl Romagna dedicato ad accogliere i pazienti affetti da Covid-19 è quella dell’ospedale “Santa Maria delle Croci» di Ravenna. Al momento di andare in stampa, l'11 marzo, un solo paziente sui 31 casi totali di positività si trova in uno dei 15 posti letto disponibili. Per far fronte a eventuali necessità, l'azienda sanitaria pubblica farà ricorso agli ulteriori 14 posti nelle rianimazioni di Faenza e Lugo dove potrebbero essere dirottati pazienti che devono stare in terapia intensiva ma non contagiati dal coronavirus. E anche Villa Maria Cecilia dispone di 24 posti autorizzati che possono essere messi a disposizione. Per evitare diffusione di contagi in zona ospedaliera, è stata individuata un’ala del pronto soccorso in cui vengono indirizzati i casi sospetti, separati dagli altri, e vengono concentrati in Malattie infettive i malati che hanno sintomi tali da non rendere possibile la gestione a domicilio in quarantena. Per fare chiarezza su come l'Ausl sta gestendo l'emergenza è intervenuto Marcello Tonini, dg dell’azienda sanitaria pubblica, dalle pagine del sito internet. La sintesi è questa: nessuna sottovalutazione, potenziate al massimo le Terapie intensive ed i reparti di Malattie infettive, nessuna carenza di respiratori automatici per i pazienti e ulteriori dotazioni in arrivo, avviati contatti con le cliniche private per valutare possibili forme di integrazione. Tonini prepara l'offensiva contro le fake news. «Va stigmatizzata la diffusione, in particolare su social e tramite Whatsapp, di notizie esagerate e allarmistiche, relative alla situazione negli ospedali ed in particolare all’ospedale di Rimini. Al momento tutte le strutture sono nelle condizioni di far fronte alla situazione». L’Ausl ricorda che allarmismi inutili, rischiando di diffondere il panico, sono dannosi e pericolosi per tutti e promette ogni azione legale a contrasto di chi diffonde false notizie. «Nei principali ospedali di tutti gli ambiti territoriali, Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini, come peraltro noto sono stati potenziati al massimo i reparti di Terapie intensive e Malattie infettive per accogliere eventuali pazienti e sono state attrezzate apposite aree per ospitare, in sicurezza, pazienti meno critici». La direzione aziendale ringrazia i privati per la disponibilità e si valutano possibili forme di integrazione. La direzione esprime parole di apprezzamento per «l’impegno di tutti i professionisti e gli operatori ospedalieri, della medicina del territorio e dell’igiene pubblica, che è massimo». L’azienda sta vagliando ogni possibile strada per mettere in campo sostegni e rinforzi. (and. a.)
Per chi vuole donare La direzione aziendale dell'Ausl Romagna ringrazia i cittadini che si stanno facendo avanti per offrire contributi e donazioni per le strutture sanitarie. Al fine di evitare truffe, si ribadiscono le modalità ufficiali per effettuare donazioni in denaro all’Ausl (per qualsivoglia circostanza). È possibile utilizzare le seguenti coordinate bancarie: Azienda Usl della Romagna – Intesa San Paolo – Iban IT34W0306913298 100000300064 – Tesoreria Azienda unità sanitaria locale della Romagna. Nella causale occorre precisa una eventuale motivazione per la donazione. Con l’occasione l’azienda precisa che non ha mai inviato, e non invia, persone al domicilio per richiedere donazioni.
Sono 31 i casi di positività (comprese due guarigioni) al nuovo coronavirus Sars-Cov-2 emersi in provincia di Ravenna. Il numero fornito dalla Regione è aggiornato alle 18 del 11 marzo. È bene ricordare che il dettaglio territoriale non fa riferimento alla residenza dei pazienti ma al luogo in cui sono stati sottoposti al test. I contagiati hanno età compresa tra 18 e 89 anni. Al momento di andare in stampa solo una persona risultava in Terapia intensiva, alcune nel reparto Malattie infettive e la maggior parte era in quarantena domiciliare perché non ha sintomi gravi. In totale, più di un centinaio di persone in isolamento nelle proprie abitazioni perché potenzialmente a rischio contagio. Tra i casi positivi sei sono collegati all'ospedale privato Maria Cecilia di Cotignola: si tratta di cinque pazienti e di un medico. C'è poi da segnalare il caso del 75enne lombardo che ha lasciato la sua residenza per raggiungere la casa al mare sui lidi.
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6 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 12-18 marzo 2020
CORONAVIRUS/4
Divieti, chiusure, orari: tutte le regole da rispettare per ridurre i contagi La sintesi delle misure contenute nei decreti che puntano a far stare a casa più persone possibili
Anche in provincia di Ravenna, così come nel resto d’Italia, sono in vigore fino al 3 aprile le misure previste dal decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri del 9 marzo, nel quale di fatto si estendevano a tutto il Paese le regole emanate il giorno prima per le ormai ex zone arancioni. Qui, inoltre, sono in vigore alcune norme aggiuntive di un’ordinanza della Regione entrata in vigore l’11 marzo, così come il 12 marzo sono entrate in vigore quelle del nuovo decreto annunciato la sera prima dal premier Conte, valide in questo caso fino al 25 marzo. In estrema sintesi cerchiamo di fare chiarezza su quello che possono o non possono fare cittadini e imprese, sottolineando però che l’obiettivo dei provvedimenti resta quello di far restare in casa il più possibile tutti e ovunque.
una persona per nucleo famigliare, evitando di affollarsi perché – hanno assicurato dal Governo – sarà garantito regolarmente l’approvvigionamento alimentare. Si potrà uscire anche per fare sport o passeggiate, per portare fuori il cane (tra i vari esempi citati dallo stesso Governo), ma sempre rispettando la distanza di un metro tra le persone, da soli o comunque non in gruppo. Chi esce di casa dovrà certificare il motivo in un’autodichiarazione che è possibile scaricare dai siti istituzionali (e che verrà comunque fornita per la compilazione anche dalle forze di polizia in caso di controlli). Sul territorio provinciale sono scattate le prime denunce nei confronti di persone uscite senza un giustificato motivo.
Alle persone con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,5 gradi è fortemente raccomandato di rimanere al proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante. Per le persone sottoposte alla misura della quarantena o risultati positivi al virus, è fatto divieto assoluto di uscire dalla propria abitazione.
Sono sospesi, come noto, fino al 3 aprile i servizi educativi per l'infanzia, le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani. Resta la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza.
Non esistono restrizioni per la mobilità delle merci ma alle persone si chiede di spostarsi solo per esigenze lavorative, motivi di salute e situazioni di necessità. Si può andare a fare la spesa (o acquisti di “beni necessari”, come una lampadina), meglio se solo
È sospesa, sempre fino al 3 aprile, ogni attività in cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati. Sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o priva-
Si raccomanda di non recarsi al Pronto soccorso nel caso in cui si ritenga di avere sintomi legati alla presenza del virus. Rivolgetevi al vostro medico o chiamate il numero 1500 del Ministero oppure la propria Ausl di residenza. In caso di urgenze, rimane sempre attivo il 118 Le informazioni generali al numero verde:
800.033.033
to, compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico. Sono chiusi i musei, le biblioteche e gli archivi, le aree e i parchi archeologici e i complessi monumentali. Il governo con il suo ultimo decreto ha inoltre sospeso per 14 giorni (fino al 25 marzo) su tutto il territorio nazionale le attività commerciali al dettaglio, le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, fatta eccezione per la consegna a domicilio, sempre possibile), le attività inerenti i servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti).
Spostamenti consentiti solo per lavoro e necessità Negozi, bar e ristoranti chiusi, tranne che per la consegna a domicilio
La chiusura non è disposta per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari. Sono sospesi anche i mercati, con l'esclusione dei banchi alimentari laddove assicurino la distanza minima. Sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, impianti nei comprensori sciistici, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi ed è sospesa anche l’attività di centri semiresidenziali per anziani e disabili e dei centro socio-occupazionali per disabili.
I controlli della polizia per evitare spostamenti delle persone senza giustificati motivi in questo periodo di emergenza coronavirus
Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive. Resta consentito il loro svolgimento, nonché delle sedute di allenamento degli atleti professionisti e atleti di categoria assoluta che partecipano ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali o internazionali, all'interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse. L'apertura dei luoghi di culto è condizionata all'adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri.
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12-18 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI
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CORONAVIRUS/6
Bar e ristoranti chiusi “per virus” Ma c’è chi punta sulla consegna a domicilio E la cooperativa dei bagnini ferma l’attività nelle spiagge di Cervia
Tra le misure che più hanno fatto discutere in questi giorni c'è probabilmente quella relativa a bar e ristoranti, la cui attività era stata prima ridotta dalle 6 alle 18 e poi totalmente chiusa, fatta eccezione per le consegne a domicilio. Di fronte all'emergenza nazionale e all'appello a stare a casa giunto dalle istituzioni, diversi imprenditori del comparto, a Ravenna e dintorni, avevano però preferito già chiudere le serrande anche nella fascia oraria consentita inizialmente dal decreto. Il primo ad annunciarlo pubblicamente era stato il Caffè Letterario di via Diaz, seguito da altri noti locali del centro storico di Ravenna come il Costa Cafè, la Tazza d'Oro, Fresco e anche il Brancaleone, all'interno della Rocca, senza contare ristoranti come Il Portolano o l'Osteria del Tempo Perso. Anche ristoranti più grandi alle porte di Ravenna avevano deciso di chiudere completamente i battenti: dalla Campaza al Molinetto, passando per il Baretto di Marina di Ravenna preso d’assalto nel weekend dell’8 marzo. A scendere in campo anche la cooperativa dei bagnini che ha di fatto chiuso le spiagge di Cervia, invitando i propri soci a non aprire attività di bar e ristorazione fino al 3 aprile. Nel Ravennate tra gli altri, avevano già deciso di autosospendersi uno stabilimento già operativo e molto frequentato (anche in inverno) come il bagno Oasi di Marina di Ravenna, così come il bagno Perla di Punta Marina, tra i pochi che avevano già riaperto, mentre il Polka, a Marina Romea, ha preventivamente rimandato l'apertura a dopo l'emergenza. Ci sono però anche tante attività che hanno deciso di restare, come scrivono, “a fianco dei propri clienti” e di mantenere aperte le proprie attività puntando anche sulla consegna a domicilio, come per esempio hanno deciso di fare le enogastronomie Miccoli, della centralissima piazza del Popolo, il nuovo Alpine in via Cavour o la nota gastronomia bio di via D'Azeglio, Ceccolini. Sempre a Ravenna, resta aperto il Fricandò, vicino a Porta Adriana, nell’ambito del servizio di Tabacchi, mentre i locali del Mariani si sono attrezzati per fornire consegne a domiclio, così come, tra gli altri, l'innovativo ristorante di via Travaglini, Gabarè, aperto da poche settimane.
Un pranzo-brunch del bagno Oasi di Marina di Ravenna, tra i locali che avevano già deciso di auto sospenere l’attività
LETTURE A CASA, GRAZIE A LIBRERIE E BIBLIOTECHE ON LINE I servizi, anche innovativi, per affrontare l’emergenza Se c’è una cosa che si può fare in questo tempo sospeso di attesa e di solitudine forzata è, ovviamente, leggere. Un’occasione per smaltire la pila degli arretrati sul comodino oppure per scoprire le ultime uscite ed essere più che mai aggiornati. Ed è anche per questo che le librerie ravennati, costrette a chiudere, hanno rilanciato un servizio che alcune di loro già avevano in atto e che oggi può rivelarsi quanto mai prezioso: la consegna a domicilio. Un’idea diffusa un po’ in tutta Italia e che sta prendendo piega anche in provincia. Tra le realtà che stanno pubblicizzando sulla propria pagina Facebook il servizio ci sono la libreria Dante di Longo di via Diaz (che ha anche lanciato la bella iniziativa social "Una quarantena di libri" invitando i lettori a mandare le loro letture di questo periodo), la libreria Liberamente di viale Alberti, così come la Scattisparsi di via Sant’Agata (che consegna a domicilio su prenotazione) e la libreria Alfabeta di Lugo. Per i lettori che amano i supporti elettronici, inoltre, sono e restano attivi i servizi online della Biblioteca Classense con MLOL, Media Library Online. La tessera della biblioteca dà infatti la possibilità di accedere a ebook, consultare migliaia di giornali, ascoltare audiolibri. Dalla biblioteca fanno inoltre sapere che i prestiti attualmente in corso sono prorogati automaticamente fino al 4 aprile incluso. Sempre dai servizi culturali comunali di Ravenna arriva anche l’idea di far conoscere tramite video online le opere d’arte La libreria Scattisparsi contenute nel Mar.
8 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 12-18 marzo 2020
CORONAVIRUS/7
Porto: colpiti i traffici container La crisi in Cina ha ridotto i volumi Tcr rassicura i suoi partner Lo spedizioniere di ortofrutta: «Le vere ricadute fra due settimane» Compagnia portuale: «Centomila euro di costi per l'igienizzazione» C'è un settore dell'economia ravennate che ha iniziato a fare i conti con il nuovo coronavirus Sars-Cov-2 ben prima del “paziente 1” di Codogno ed è il porto. Alle banchine del Candiano attraccano navi con merci provenienti da varie parti del mondo, compresa la Cina che è stata il primo focolaio di Covid-19. Questo ha fatto sì che già dall'inizio di febbraio le procedure di controllo delle merci in entrata hanno conosciuto nuove disposizioni, e quindi anche rallentamenti delle operazioni. Le regole più stringenti per le persone fisiche introdotte dal Governo con il decreto del 9 marzo non possono che avere ricadute sulle attività logistiche ma, è bene ricordarlo, non ci sono divieti per il trasferimento delle merci. Gli operatori sono alle prese con la necessità di comunicare proprio questo messaggio. In una informativa inviata l'11 marzo agli interlocutori della propria attività di imbarco e sbarco, la Tcr (Terminal Container Ravenna) ha voluto rassicurare tutti sulla continuità delle operazioni terminalistiche in via Classicana. «Continueremo a monitorare la situazione con attenzione, informando i nostri partner tempestivamente in caso di aggiornamenti di rilievo». Le reali ricadute sul porto di Ravenna però si potrebbero vedere solamente fra un paio di settimane. Ci spiega perché Riccardo Martini, amministratore delegato della Dcs Tramaco, agenzia di spedizioni di prodotto ortofrutticoli con un fatturato di 36 milioni di euro nel 2019: «Alcune importazioni impiegano anche 15 giorni di viaggio in nave, quindi non sappiamo ancora come reagiranno i fornitori alle nuove misure imposte dall'Italia. La stampa estera parla di “Italia locked” e anche se facciamo tutti gli sforzi per dare le informazioni corrette ai nostri riferimenti non sarà facile prevedere le loro reazioni. Molti temono che le merci poi rimangano bloccate nel porto. Per ora è impossibile dare percentuali di perdita». Potrà esserci un problema di approvvigionamento per il mercato italiano? Martini sottolinea che la maggior parte dell'ortofrutta in entrata è destinata ad altri paesei europei. Diverso è lo scenario per l'export: «Non ci sono pregiudizi sui prodotti ma su questo fronte tutto dipenderà se la produzione italiana subirà rallentamenti per riduzioni di personale o altre ragioni». E poi c'è da fare i conti con il continuo evolversi delle norme: alcuni Stati stanno valutando di imporre periodi di quarantena alle navi che arrivano dall'Italia o da Paesi a rischio. Ovviamente disposizioni nuove anche per il personale: «Abbiamo 27 persone in ufficio. Abbiamo aumentato le distanze fra loro, l'obbligo di igenizzare le mani in entrata e in uscita, uno solo per volta negli spazi relax e stiamo cercando di mettere più persone possibile a casa con il telelavoro». Le simulazioni di emergenza svolte finora non avevano mai ipotizzato la diffusione di un virus ma qualcosa da questa emergenza potrebbe restare per il futuro: «Forse l'utilizzo delle videoconferenze potrà essere sempre più utile per ridurre i viaggi di lavoro». Un buon osservatorio sull'attività portuale è sicuramente quello della Compagnia portuale, l'azienda di servizi che fornisce il personale per le operazioni sulle banchine dei terminalisti. In totale circa 500 lavoratori che ruotano per coprire i turni. Il presidente Luca Grilli descrive così la situazione: «Il traffico container sta subendo i cali più importanti. Ho guardato i dati di gennaio quando il problema era solo in Asia e il calo rispetto allo stesso mese del 2019 si avvicina al 15 percento». Per quanto riguarda la quotidianità operativa, non pare cambiare molto: «Molte delle nostre operazioni già si svolgevano indossando mascherine e guanti per protezione. Abbiamo avuto qualche difficoltà in più per rifornirci ma ci ha fatto piacere che qualcuno si sia rivolto a noi per un “prestito”: questo dimostra che siamo inseriti nella realtà di questo territorio anche per questioni non direttamente legate al nostro lavoro». Si è deciso di acquistare gel igienizzante e soluzioni idroalcoliche per la sanificazione degli ambienti di lavoro: nel complesso Grilli stima che ci sia stato un aumento dei costi di circa centomila euro nell'arco di un mese. La Compagnia sta pensando anche di dotare ogni lavoratore di un kit personale per la propria sicurezza: «Noi facciamo le procedure di pulizie richieste ma sappia che c'è anche un aspetto psicologico e allora siamo disposti a dare al personale gli strumenti per un'ulteriore pulizia». Anche perché molto spesso il personale lavora “a casa di altri”: «Prestiamo servizi negli spazi dei terminalisti. Non possiamo sapere che procedure seguano». Per quanto riguarda le distanze di sicurezza non è stato un problema fuori dagli uffici: «Quando siamo dentro la stiva di una nave che è grande quanto un campo da calcio non c'è rischio di assembramenti. Alcune attività invece vedono la vicinanza di lavoratori e lì abbiamo introdotto delle modifiche». Andrea Alberizia
CORONAVIRUS/8
45 MILIONI DI EURO DALLA REGIONE PER IMPRESE E FAMIGLIE Trovati 15 da fondi straordinari dal bilancio per far fronte all’enorme crisi economica Mentre il governo sta definendo misure straordinarie per l’economia del paese per 25 miliardi, si è mossa intanto la giunta regionale dell’EmiliaRomagna che ha approvato un pacchetto di oltre 45 milioni di euro per sostenere famiglie e imprese che devono fronteggiare le conseguenze economiche derivate dall’emergenza coronavirus. Si tratta di 15 milioni di fondi straordinari dal bilancio regionale e oltre 30 di contributi, sempre regionali, liquidati in anticipo rispetto a scadenze fissate nei prossimi mesi. Per quanto riguarda i 15 milioni derivanti direttamente dal bilancio regionale sono così suddivisi: 10 milioni per l’intero sistema delle imprese, a partire dalle Pmi, per l’accesso al credito a zero interessi. Operazione da fare insieme ai Consorzi fidi e alle banche e in grado di generare investimenti per almeno 100 milioni di euro, con l’obiettivo di garantire liquidità nell’immediato e far ripartire gli investimenti non appena possibile. L’intervento è all’ordine del giorno del tavolo convocato per domani dall’assessore Vincenzo Colla con Consorzi fidi e Abi, l’associazione delle banche italiane. Fino a 5 milioni di euro del bilancio regionale saranno invece destinati a misure di welfare a favore delle famiglie. Fondi straordinari destinati ai Comuni con i quali si stanno già definendo gli interventi. Oltre 30 milioni di euro verranno invece erogati nei prossimi giorni, in anticipo rispetto a scadenze fissate nei prossimi mesi. Oltre 18 milioni ai Comuni, già assegnati per finanziare i servizi per l’infanzia. Al settore cultura fino a 6 milioni di euro quale primo acconto dei contributi previsti dalla legge regionale sullo spettacolo. Poi 3,4 milioni di euro per abbattere i tassi di interesse sui mutui delle imprese agricole. Infine, 3 milioni di euro a fondo perduto per il comparto turismo e gli albergatori. «Dopo l’accordo sullo sblocco della cassa integrazione in deroga, che ha messo a disposizione 38 milioni di euro a tutela di imprese e lavoratori, per garantire la continuità di reddito i lavoratori in ogni tipo di impresa – ha spiegato il presidente Stefano Bonaccini – Abbiamo bisogno di contrastare la diffusione del virus nella maniera più ferma possibile, rispettando le regole con serietà e rigore, ma nello stesso tempo non intendiamo lasciare soli cittadini, famiglie e imprese con misure economiche e di sostegno più che mai necessarie. Abbiamo chiesto al Governo un piano di interventi in grado di rappresentare uno shock per l’economia nazionale».
Indagine Confindustria: aziende in Romagna stimano perdita di 100 milioni di fatturato Il centro studi di Confindustria Romagna ha effettuato un'indagine tra i propri associati, tra il 4 e il 9 marzo, per capire l'impatto sull'economia del territorio della diffusione del coronavirus. All’indagine hanno risposto 195 aziende di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena, che rappresentano il 22% della base associativa. I risultati, è bene ricordarlo, sono riferiti a un periodo in cui ancora dovevano essere introdotte diverse misure di restrizione. In linea generale, la diffusione del coronavirus a livello nazionale ha fatto passare in secondo piano i disagi derivanti dall’epidemia Cina: il 77,9 percento del campione ha registrato impatti sulla propria attività. Prevale l’aspetto legato ad una diminuzione delle vendite in Italia (50,8 percento), rispetto alle difficoltà di reperimento di input produttivi (25,1). La stima di perdita sul fatturato estero è in totale di 87 milioni di euro, che rappresenta per il campione in media il 13 percento del fatturato aziendale. La perdita stimata sul mercato domestico è invece di 19 milioni, in media il 2,6 percento del fatturato aziendale.
INSERTO SPECIALE / I 12-18 marzo 2019 RAVENNA&DINTORNI
ANTEPRIMA 2020 XXXI edizione www.ravennafestival.org
IN COLLABORAZIONE CON
CERVIA
CINEMA E MUSICA
IL TREBBO RIVIVE CON OTTO INCONTRI FRA PAROLE E MUSICA
“Koyaanisqatsi”, film capolavoro sul rapporto squilibrato uomo-natura
Fra i protagonisti Ilaria Capua, Massimo Gramellini, Paolo Rumiz, Gad Lerner Si stringe e si sviluppa nel 2020 il sodalizio fra Il Ravenna Festival e Cervia. Quest’anno si profila un vero e proprio festival nel festival con otto appuntamenti per una rassegna creata ad hoc intitolata “Per l’alto sale – Il Trebbo in musica 2.0”: un itinerario di otto incontri che si ispira alla tradizione romagnola Paolo Rumiz del trebbo, celebrandone la dimensione di condivisione e confronto e al contempo traghettandola nel XXI secolo nell’alternare gli omaggi a “eroi” di Romagna – Tonino Guerra, l’Artusi, Fellini – a voci contemporanee e tematiche attuali. In collaborazione con il Comune di Cervia, dal 17 giugno al 16 luglio gli appuntamenti sono in programma al Palazzo dei Congressi di Milano Marittima, ad eccezione di due eventi in programma rispettivamente al Bagno Club Milano e alla Pieve di Pisignano. Quella del trebbo è una dimensione che era apparsa evidente, negli anni Cinquanta, a due giovani appassionati di poesia – Walter Della Monica e l’attore Antonio (“Toni”) Comello – che con una pionieristica iniziativa di letture pubbliche proposero dal 1956 al 1960, in tutta la loro freschezza, versi di poeti di tutti i tempi. > continua a pagina VIII
Inaugura il Festival 2020 l’opera cinematografica di Godfrey Reggio, con la colonna sonora di Philip Glass. Proiezione con musica dal vivo per ensemble, coro e orchestra Si intitola Koyaanisqatsi – nella lingua degli indiani Hopi significa “vita in tumulto” – il film sperimentale del 1983, diretto dal regista americano Godfrey Reggio, con la colonna sonora del compositore Philip Glass, che sarà proiettata con accompagnamento musicale dal vivo, quale evento inaugurale del Ravenna Festival 2020 (il 3 giugno al Pala De André). Nonostante sia una pellicola “muta” accompagnata solo dalle sequenze sonore minimaliste quasi ininterrote di Glass, proprio per la potenza e suggestioni delle immagini e dell’ipnotico tessuto musicale ebbe all’epoca un inatteso successo di pubblico, oltreché della critica d’arte in generale (peraltro fu “caldeggiata” da Francis Ford Coppola). Il film si snoda fra straordinarie immagini di natura incontaminata, inquadrature frenetiche della metropoli e silenziosi ritratta di gente comune, raccolte per strada. Che lascia per l’appunto presagire una denuncia della vita squilibrata della contemporaneità rispetto alla maestosità di vertiginosi panorami americani. Un’opera che appare come una progenitrice dell’attuale sensibilità ecologica sorta di fronte all’allarme dell’inquinamento globale. «A dire il vero anche in quegli anni esisteva una certa coscienza ambientalista, ma rivedere questo film oggi non puo non far venire in mente le istanze di movimenti come “Friday for future” – commenta Franco Masotti della direzione artistica del festival che ha curato questa straordinaria produzione in esclusiva per l’Italia – Sicuramente l’opera di Reggio e Glass anticipa la definizione di “antropocene” con tutto ciò che connota anche di critico e negativo del dominio dell’uomo sul pianeta, visto che ne sta compromettendo gli equilibri. Koyaanisqatsi non è solo uno sguardo drammatico sul rischio di distruzione della terra ma anche sulla condizione dell'umanità attuale, sui ritmi parossistici, caotici, ansiosi che segnano la civiltà contemporanea» Guido Sani > continua a pagina II
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II / Anteprima
edizione 2020
RAVENNA&DINTORNI 12-18 marzo 2020
LA CREAZIONE
Tornano ad invadere Ravenna i 100 Cellos con un progetto sul rock progressivo CINEMA E MUSICA > segue dalla prima «Proprio per tutte queste suggestioni Koyaanisqatsi non è un’opera datata, nonostante sia legata a una certa cultura della fine del Novecento, tipicamente americana – sottolinea Masotti – ma credo abbia ancora una notevole forza etica ed estetica, oggi apprezzabile anche dalle generazioni più giovani. E non è un film retorico, perché continua ad emozionare sia con le immagini iniziali della natura ancora oggi meravigliose, sia con la relazione empatica suscitata dalla parte del film incentrata sui volti e le azioni umane». La visione del film è accompagnata in diretta dall’esecuzione della partitura sonora di Philip Glass, una delle composizioni più note, nell’ambito della sua vastissima attività creativa che comprende, oltre a musiche per film, opere (celebri quelle firmate dal regista Bob Wilson come Einstein on the beach), sinfonie (ne ha composte ben 11), pagine strumentali e vocali, sonate per pianoforte, etc. Tutti lavori legati ad un originale impronta creativa che fanno di Glass uno dei più “popolari” musicisti di quella corrente minimalista che comprende Steve Reich, Terry Riley, La Monte Young, Michael Nymann e altri.
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Dal vivo si esibiranno per sonorizzare il film non solo lo storico Ensemble di Glass, diretto da Michael Riesman, ma anche un coro formato a Ravenna e l’Orchestra Cherubini. Franco Masotti illustra anche il ritorno a Ravenna dei 100 Cellos (dal 10 al 13 giugno in vari spazi teatrali) con la direzione artistica Giovanni Sollima e Enrico Melozzi – peraltro a grande richiesta, visto l’entusiasmo del pubblico che aveva accompagnato la prima “invasione” della città nell’estate del 2017 da parte, per l’appunto, di un centinaio di violoncellisti all’insegna di “Let’s Dance”. «Dopo aver sperimentato, con la forma di una sorta di festival nel festival, anche le cento chitarre elettriche nel 2018 e le cento percussioni lo scorso anno, abbiamo deciso di riproporre questa straordinaria formazione d’archi, con diversi appuntamenti solistici e d’insieme concentrati in quattro giorni fra musica classica e contemporanea, musica da film – come quella proposta dal Ernst Rejseger dedicata al cinema di Werner Herzog – e un gran finale declinato alle forme musicali del rock progressivo con la partecipazione di gruppi e solisti come gli italiani Premiata Forneria Marconi, Martin Barre dei Jethro Tull e altri storici strumentisti di band come i King Crimson e gli Yes».
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L’IMMAGINIFICO MONDO DEI CARMINA BURANA SECONDO L’ARTE DE LA FURA DELS BAUS Grande attesa, nell’ambito del programma del Festival 2020, per una delle maggiori e più innovative compagini teatrali del globo, capace di operare a 360° tra i linguaggi della creazione artistica: la Fura dels Baus, la compagnia fondata quarant’anni fa a Barcellona, è universalmente nota come sinonimo di eccentricità, innovazione, ritmo, trasgressione e coinvolgimento del pubblico. Dopo ØBS, proposto sempre al Ravenna Festival nel 2001, la compagnia porta nella sua potente lingua furera un’originalissima versione dei celeberrimi Carmina Burana di Carl Orff in esclusiva italiana (14 luglio al Pala De André). «Abbiamo creato uno spettacolo con forti immagini sceniche – sottolinea il regista e drammaturgo Carlus Padrissa, fra i fondatori della Fura – con l’intenzione di illustrare e illuminare tutta la forza e la poesia di un testo che, nonostante abbia oltre otto secoli, parla dei piaceri terreni della vita, del vino, dell’amore e del desiderio, che ci riportano agli albori della nostra specie… così il cerchio si chiude continuando però la sua rotazione». In scena, diretti da César Belda, solisti, attori, coro, danzatori, l’ensemble strumentale Ars Ludi…e una luna gigante, un’estasi floreale, una vendemmia in diretta, cantanti sospesi nel vuoto o sommersi di vino, acqua e fuoco.
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12-18 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI
JAZZ & POP La cantante jazz belga Mélanie De Biasio e Sarah Jane Morris al Teatro Socjale
LUGO
Il Ravenna Festival festeggia quest’anno i 100 anni del Teatro Socjale, portando nello storico spazio culturale di Piangipane due appuntamenti con voci uniche: la cantante jazz belga Mélanie De Biasio e l’inglese Sarah Jane Morris, quest’ultima accompagnata dal Solis String Quartet per “Ho ucciso i Beatles”, quadri-canzoni che ripercorrono il dramma della morte di John Lennon e la fine del sogno dei Beatles.
RUSSI
Bollani e Capossela al Pavaglione Il pianista presenta la sua rivisitazione di Jesus Christ Superstar, il cantautore un “Bestiario d’amore” con l’orchestra Cherubini I SUBSONICA (E NERI MARCORÈ) A PALAZZO SAN GIACOMO Saranno i Subsonica, storica rock band della scena italiana in particolare degli anni novanta, i grandi protagonisti della due giorni del Ravenna Festival nel parco del Palazzo San Giacomo di Russi, luogo di villeggiatura dei conti Rasponi sulle rive del Lamone. Si tratta di una data speciale del tour che i Subsonica intraprenderanno (coronavirus permettendo) in primavera nei club e nei teatri di tutta Italia, con cui celebrano i vent’anni dall’uscita del loro disco più noto, “Microchip emozionale”. Appuntamento il 4 luglio. Il giorno dopo, a San Giacomo, concerto più intimo con il noto attore Neri Marcorè, qui nelle vesti di cantante con “Le mie canzoni altrui” in un viaggio nel mondo di cantautori italiani e stranieri.
Il Ravenna Festival approda anche al Pavaglione di Lugo – l’imponente quadriportico sede di spettacoli dai tempi in cui la floridità dei commerci vi attirava giullari e attori – con due personaggi di spicco della musica italiana. Si parte con il pianista-fantasista Stefano Bollani che il 18 giugno porta a Lugo il suo ultimo progetto “Piano Variations on Jesus Christ Superstar”, rivisitazione interamente strumentale per pianoforte solo del capolavoro di Andrew LIoyd Webber & Tim Rice, con il benestare del compositore inglese. «Ho scelto la forma del pianoforte solo perché la storia d’amore è tra l’opera rock e me – spiega Bollani –. E una storia d’amore cresce in bellezza se resta intima». Il giorno dopo Vinicio Capossela sarà in scena con Be-
stiario d’Amore: concerto definito “intimo e narrativo a soggetto amoroso e bestiale”, un excursus lungo la vasta produzione del cantautore nell’anno del trentesimo anniversario della sua carriera. Capossela ha preso ispirazione dal componimento letterario di un erudito del milleduecento, Richart de Fornival, che crea il suo bestiario d’amore attraverso una originalissima e brillante combinazione tra le favolose descrizioni naturalistiche dei Bestiari medievali e la fenomenologia dei comportamenti amorosi. Da questo testo è stato ricavato un poema musicale illustrato dall’artista Elisa Seitzinger, strumentato per orchestra sinfonica, con la Cherubini diretta dal maestro Stefano Nanni che lo accompagnerà a Ravenna e in questo mini tour.
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RAVENNA&DINTORNI 12-18 marzo 2020
MUSICA CLASSICA
Dolci note “d’oriental zaffiro”: concerti sinfonici e da camera fra sacro e profano Nel programma musicale del festival anche una serie di omaggi al genio di Beethoven a 250 anni dalla nascita. Fra i grandi direttori ospiti Riccardo Muti, Ivan Fischer, Valeri Gergiev di Enrico Gramigna
La meraviglia è ciò che l’arte ha sempre cercato di suscitare, una via sconvolgente per impressionare e scuotere le coscienze. Non è, quindi, inaspettato il tema scelto per la XXXI edizione del Ravenna Festival: «Dolce color d’oriental zaffiro». Questo endecasillabo, raccolto nel primo canto del Purgatorio dantesco, descrive l’oggetto della gioia del Poeta all’inizio della cantica, ma proprio nella semplicità del verso è racchiusa la meravigliosa architettura poetica (basti pensare alle due figure retoriche presenti, sinestesia e anastrofe). Questa può essere, dunque, una chiave di lettura degli appuntamenti del Festival che quest’anno propone una serie di concerti che si preannunciano davvero forieri di meraviglia. Questo sentimento, inoltre, era alla base della poetica artistica del periodo Barocco, perciò non stupisce che il primo concerto che si può legare a questo filo sia quello che la Cappella Marciana diretta da Marco Gemmani (freschi vincitori del premio Icma 2020 per la musica antica) terrà nella stupefacente cornice della Basilica di San Vitale il 6 giugno. Il titolo dell’appuntamento è Zaffiri d’oriente e saranno eseguite musiche composte da i più illustri maestri e primi organisti della storia della cappella veneziana. Questo programma, inoltre, vive di un significato importante essendo ispirato ad alcuni smalti della Pala d’oro di San Marco. “Una luce d’alba e di speranza” è il sottotitolo legato, invece, al concerto che vedrà protagonista La Stagione Armonica. Il 14 giugno nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe, saranno le pagine dei corali di Graupner (Die Nacht ist vergangen) e Bach (Wie schön leuchtet der Morgenstern), dirette da Sergio Balestracci, a guidare la speranza che nel colore
IN TEMPLO DOMINI Armonie divine la domenica nelle basiliche ravennati Dalla sua comparsa nel mondo la musica è stata utilizzata dall’umanità per sottolineare l’aspetto trascendente delle varie esperienze religiose che si sono avvicendate sulla Terra. La sua caratteristica principale, l’ineffabile impalpabilità, è sempre stata il primo vero grande ponte verso il divino, mistero terreno evocazione di quello divino e la sua capacità di espressione è stata vista e utilizzata come simbolo della capacità dell’inconsistente di rendersi tangibile e manifesto. Ciò non poteva lasciare indifferenti le diverse dottrine che hanno sempre ammantato di musica le proprie manifestazioni misteriche: quella cristiana grazie allo sviluppo musicale europeo, ha ammantato i suoi riti di maestose architetture sonore. La riscoperta di queste costruzioni musicali all’interno del loro contesto d’appartenenza è il pilastro sul quale si basa “In templo Domini”, rassegna interna del Ravenna Festival, che per quattro domeniche consecutive (dal 7 al 28 giugno) sarà impegnata nell’animazione delle liturgie nelle basiliche ravennati. Saranno impegnati in queste celebrazioni importanti musicisti quali Marco Gemmani e la Cappella Marciana, La Stagione Armonica diretta da Sergio Balestracci, il Nagash Ensemble e il Coro Luigi Cherubini diretto da Antonio Greco.
argentino del quarto concerto brandeburghese trova un timbro strumentale ideale per sottolineare questa virtù teologale. Il rapporto col sacro sarà anche oggetto del primo dei due appuntamenti, il 23 giugno nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, con Paul Hillier e il gruppo Theatre of voices nel quale si potrà (ri)scoprire un repertorio a torto caduto nell’oblio qual è la raccolta delle Cantiones sacrae di Byrd, mentre il 24 giugno, questa volta nel chiostro della Biblioteca Classense, gli stessi interpreti misceleranno alle armonie tardorinascimentali di Gibbons, Byrd e Taverner il suono newyorkese di Gordon, Lang e Wolfe ispiran-
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12-18 marzo 2019 RAVENNA&DINTORNI
VIE DELL’AMICIZIA
Antiche sonorità dal Medio Oriente e dal Mediterraneo Alcuni preziosi appuntamenti musicale di questa edizione del Festival sono dedicati ad esplorare le soprendenti sonorità di antiche culture e riminiscenze etniche del Medio Oriente e dell’area del Mediterraneo. A partire dalla “reinvenzione per il XXI secolo del suono dell’antica Armenia” con musiche create dal pianista e compositore John Hodian per la formazione vocale e strumentale The Naghash Ensemble (il 21 giugno al teatro Rasi). A Filetta Ensemble e Ensemble Conductus, con la direzione del violinista Marcello Fera, propongono invece un repertorio composto di polifonia, musiche tradizionali rivisitate e composizioni originali della Corsica (l’1 luglio al teatro Rasi). La cantante Aynur Dogan è invece protagonista di un concerto dedicato al “risveglio della musica curda” (il 2 luglio al chiostro della Classense). In questo ambito di echi e vibrazioni arcaiche poco frequentate è da segnalare “Teleion”, una performance di Matteo Arevalos (piano, percussioni, elettronica) e Camilla Lopez (voce, percussioni) dedicata a frammenti di musica greca antica (al Museo Classis di Classe il 9 luglio).
dosi all’idea di Sound-House contenuta nel libro utopico New Atlantis di Francis Bacon. Il verso dantesco permette, inoltre, di riflettere sul rapporto tra oriente e occidente, tema sempre attuale a Ravenna. La prima occasione per intraprendere questo cammino sarà il 16 giugno quando al Palazzo Mauro De André calcherà il palco la Budapest Festival Orchestra che offrirà al pubblico un programma che sintetizza le due anime del tardoromanticismo europeo, quella sperimentale e quella classica. In questa divisione, tra la Sequenza di valzer (seconda) da Rosenkavalier di Strauss e la Sinfonia n.6 di Dvořák, si insinua con maestosa discrezione il
UN CONCERTO DI MUTI DEDICATO A CURDI E SIRIA Il 3 luglio a Ravenna con l’Eroica di Beethoven
Giardino Armonicoe, a destra, Nikolay Khozyainovo
Concerto op.47 di Sibelius che vedrà protagonista la giovanissima Nicola Benedetti, diretta dall’esperto Ivan Fischer. Il ponte tra due culture è chiaro ed evidente anche nel concerto che, il 26 giugno al Palazzo Mauro De André, sarà diretto da Valeri Gergiev. Sarà l’Orchestra del Teatro Mariinskij a proporre un avvicinamento tra due culture vicine eppur lontane: il Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy sarà la partenza di una corsa da occidente ad oriente nella quale la Sinfonia n.3 di Prokof ’ev sarà il trampolino per tuffarsi nelle fiabe della Sheherazade di Rimskij-Korsakov. Anche il 29 giugno vi sarà questo incontro tra culture quando, nel chiostro della Biblioteca Classense, i Philharmonic Five, gruppo formato dalle prime parti del Wiener Philharmoniker, misceleranno il consueto repertorio romantico a musica contemporanea, creando un ponte doppio, sia topografico (est-ovest) sia temporale. Anche nella musica antica si possono ritrovare elementi di raccordo tra oriente e occidente e sarà proprio questo il nodo dell’indagine sonora proposta da Michele Pasotti liutista e direttore del gruppo La Fonte Musica che eseguirà le musiche sacre di Matteo da Perugia, primo maestro di Cappella del Duomo di Milano, e i mottetti contenuti nel Codice di Cipro, entrambi del XV secolo. Anche il maestro Riccardo Muti, alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini affronterà il tema dell’incontro tra i punti cardinali tanto che il concerto dell’11 luglio al Palazzo Mauro De André, aperto dall’Ouverture tratta da Der fliegende Holländer di Wagner, sarà chiuso dalla Sinfonia n.9 “Dal Nuovo Mondo” di
Dvořák, esempio di incontro di culture e nel quale si ridefinisce il concetto di oriente e occidente. Prima, però ci sarà spazio anche per il violoncellista Tamás Varga che eseguirà il Concerto op.104 del compositore ceco. Questa indagine longitudinale sarà analizzata anche il 12 luglio nel Chiostro della Classense, all’interno della celebrazione del centenario della nascita di Piero Farulli, grazie al timbro del Quartetto Auner con i brani di Mozart, Wellesz, Zemlinsky e Wolf. Quest’anno, poi, era doveroso omaggiare i 250 anni della nascita di Beethoven. Il primo evento sarà il 7 giugno al teatro Alighieri quando salirà sul palco Nikolay Khozyainov, pianista che proporrà al pubblico ravennate una raccolta di brani composti da importanti musicisti devoti alla figura del genio di Bonn. Sarà poi il 15 giugno al chiostro della Biblioteca Classense che il pianista Filippo Gorini eseguirà brani beethoveniani accostati a un altro grande genio vissuto nella Vienna del compositore tedesco, Schubert. Il Quartetto Noûs eseguirà, il 22 giugno sotto le fronde del chiostro della Classense, il primo dei quartetti Razumovsky ai quali seguirà il Quartetto op.73 n.3 di Šostakovič. Titanico l’appuntamento del 27 giugno quando l’Orchestra del teatro Mariinskij e l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, dirette da Valeri Gergiev si cimenteranno nella Pastorale e nel Triplo Concerto con solisti i vincitori del concorso Čajkovskij. Francesco Manara e Cesare Pezzi saranno i protagonisti della beethoveniana del 28 giugno quando eseguiranno alcune delle più importanti sonate per pianoforte e violino, tra le quali la Kreutzer.
Ennesimo appuntamento per l’edizione 2020 del Festival con l’iniziativa culturale e musicale di solidarieà internazionale delle “Vie dell’Amicizia” che da sempre vede protagonista il il direttore Riccardo Muti. Il “ponte di fratellanza” di quest’anno, proiettato verso la Siria – che per ovvie ragioni di sicurezza non può essere un viaggio reale verso quei luoghi martoriati del Medio Oriente – è un concerto con un unico appuntamento a Ravenna (il 3 luglio al Pala De André) dedicato alla politica curda Hevrin Khalaf, uccisa nel 2019 in un attentato, che lottava in Siria per i diritti delle donne. Sul podio dell’Orchestra Giovanile Cherubini, affiancata da artisti curdi e siriani, il Maestro Muti, dirige la Sinfonia n.3 “Eroica” di Beethoven.
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RAVENNA&DINTORNI 12-18 marzo 2020
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TEATRO
Dal Primo Levi di Fanny&Alexander ai Confini di ErosAntEros Le compagnie ravennati grandi protagoniste tra giugno e luglio «Che cos'è la cultura, che cos'è il teatro, da Sofocle a Brecht, se non un cerchio ideale in cui l'umanità riflette sulla violenza e sulle contraddizioni drammatiche che la lacerano?»: scriveva così Marco Martinelli in una presentazione del suo Rumore di acque nell'ormai distante settembre 2015. Purtroppo per noi, questo “cerchio ideale” continua ad avere materiali su cui riflettere, specchiarsi, piangere e, al meglio, purificarsi. Alle soglie di un nuovo decennio, un sistema di vita che pensavamo eterno ha cominciato a sgretolarsi: nella vecchia Europa antiche ferite mai rimarginate riprendono a sanguinare; in tutto il mondo occidentale masse impoverite e incattivite scavano trincee, destinate ad allontanarle sempre di più dalle élite che le governano; in Oriente eterni conflitti alimentano faide religiose e migrazioni; e, se guardiamo ancora più lontano, è un intero pianeta che inizia a scricchiolare sotto il peso di un sistema produttivo insostenibile. La selezione teatrale del festival di quest'anno, a prima vista eterogenea per contenuti e forme, è in realtà, a uno sguardo più approfondito, perfettamente figlia del suo tempo. Prendiamo il primo spettacolo, il 26 giugno all'Alighieri. Si tratta della seconda tappa dello studio dedicato da Fanny & Alexander a Primo Levi, Io sono un centauro. Ci lasciamo alle spalle il Levi delle testimonianze dei campi di concentramento, il “salvato” che si interrogava sulle cause di quel naufragio dell'umanità, e incontriamo una figura meno conosciuta, quella dello scrittore di fantascienza. Non tutti sanno che, nel 1966, Levi pubblicò per Einaudi una raccolta di 15 racconti fantascientifici, sotto lo pseudonimo di Damiano Malabaila. La drammaturgia di Chiara Lagani si concentra così su un lato nascosto di Levi, quello dell'umorismo nero. In scena l'ottimo Andrea Argentieri, fresco vincitore di un premio Ubu come miglior performer under 35, diretto da Luigi De Angelis. Dalle meditazioni fantascientifiche di Levi, che rispecchiano le inquietudini del loro autore per i velocissimi cambiamenti della sua epoca, passiamo ad altre meditazioni,
quelle attorno al rapporto fra artisti e società, fra poesia e regime. Il 6 luglio va in scena, in prima nazionale, il promettente lavoro dei faentini Menoventi, Il defunto odiava i pettegolezzi. Tratto da un fortunatissimo saggio di Serena Vitale pubblicato da Adelphi nel 2015, lo spettacolo diretto da Gianni Farina rincorre la realtà storica del suicidio di Majakovskij, vero e proprio cold case della letteratura russa mai risolto del tutto. Ho già visto un'interessante anteprima di questo lavoro che gioca con gli stilemi del noir e del giallo, e anche la squadra (Consuelo Battiston, Tamara Balducci, Federica Garavaglia, Mauro Milone e altri in via di definizione), promette molto bene. Il 7 luglio, al Rasi, si festeggiano i 10 anni di Rumore di acque, probabilmente il monologo più intenso mai scritto da Marco Martinelli. Alessandro Renda è un generale patafisico, relegato in un'isola vulcanica in mezzo al Mediterraneo, a contare giorno dopo giorno i migranti morti nel tentativo di raggiungere l'oasi europea. Ma i conti non tornano mai e i morti lo assediano, reclamano che la loro storia venga raccontata; il tessuto sonoro di questo dolore è intrecciato dai fratelli Mancuso, eccezionali rielaboratori della tradizione musicale sicula. Arriviamo infine al 13 luglio, con una delle compagnie più giovani del territorio ravennate, gli ErosAntEros. Davide Sacco, regista, ed Agata Tomsic, drammaturga e attrice, presentano all'Alighieri il loro nuovo progetto, Confini. Si tratta di una riflessione documentaria, stratificata ed eminentemente politica, realizzata con l'aiuto di alcune personalità artistiche di rilievo, come Ian De Toffoli, giovane drammaturgo lussemburghese e Marco Lorenzini e Silvia Pasello, affermati attori internazionali. Partendo dalle storie dei minatori italiani emigrati in Belgio negli anni '50, lo spettacolo girerà attorno ai grandi nodi irrisolti della nostra sgangherata Unione Europea: perché le merci non hanno confini, a differenza degli uomini? E perché, a distanza di 70 anni dai primi accordi economici, ancora non condividiamo una visione politica? Iacopo Gardelli
Tra Don Giovanni e Gran gala, il balletto del Festival Appuntamenti a teatro e al Pala De André L’edizione 2020 del “Ravenna Festival” riserva uno spazio speciale alla danza, declinata nelle sue molteplici forme. Il 20 e 21 giugno alle 21, nella cornice del Teatro Alighieri, da non perdere la prima mondiale di Don Juan, il nuovo balletto per sedici danzatori di Johan Inger, su musica originale di Marc Álvarez, per Fondazione Nazionale Danza/Aterballetto. Quello di Don Giovanni è un mito paradigmatico, antico e contemporaneo, il più grande tra i miti della seduzione. Oggi, in una società rivolta, sia pur faticosamente, alla parità dei generi e alla fine del machismo, è lecito chiedersi se sia ancora un mito credibile. A questa domanda il coreografo svedese darà una risposta con il suo
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Don Giovanni, sicuramente nostro contemporaneo. L’incontro tra un coreografo oggi al vertice della creatività e una compagnia che sta definendo un percorso di riposizionamento e crescita, dà vita a uno degli spettacoli più attesi del 2020. Sempre Inger, classe 1967, sarà di nuovo protagonista, ma in tal caso con B.R.I.S.A. (foto pagina a fianco) e il prestigioso Opera Ballet Vlaanderen, il Balletto delle Fiandre, in scena il 10 luglio alle 21.30 al Palazzo Mauro De André. Uno spettacolo tutto incentrato sul cambiamento. Brisa, infatti, significa ‘vento’ in spagnolo. Secondo Inger, le rivoluzioni più significative nella nostra società iniziano sempre con la brezza più pura. Ed è così che è costruita la sua coreografia, come un vortice in movimento che inizia dall’individuo per poi coinvolgere il gruppo. Ventilatori, asciugacapelli, soffioni… tanti meccanismi sono mobilitati per cercare di spazzare via i danzatori e il pubblico. Nella serata va in realtà in scena un trittico a cui daranno il loro contributo anche due altri suoi grandi colleghi. Il primo è Sibi Larbi Cherkaoui, direttore artistico del Balletto delle Fiandre, con Faun in prima italiana. Evidente il richiamo al leggendario assolo ballato da Vaslav Nijinsky in Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy che qui diventa un duetto. Cherkaoui pone l’accento sulla figura mitica del fauno che è per metà animale e per metà umano. Per portare un elemento inaspettato nella musica, ha chiesto al compositore Nitin Sawhney di intervallare la colonna sonora di Debussy con il suo linguaggio musicale. Il risultato è la musica che scivola quasi impercettibilmente da uno stile all’altro, da una cultura all’altra, da un secolo all’altro. La seconda è Crystal Pite, battezzata dal New York Times come una delle più talentuose e intriganti coreografe in attività, con Ten Duets, balletto in cui affronta il tema del salvataggio tra due persone. L’opera presenta esattamente ciò che il titolo preannuncia: dieci duetti sulla musica ossessionante di Cliff Martinez che evocano altrettanti diversi tipi di salvataggio. Il pubblico può decidere autonomamente chi sta effettivamente salvando chi e da cosa. A chiudere il sipario sulla danza, il 19 luglio alle 21.30 sempre al Palazzo Mauro De André, sarà infine un grande Gala di danza a cura di Daniele Cipriani, un evento unico concepito per il festival per rendere omaggio a una delle più grandi danzatrici e coreografe del secolo passato, scomparsa di recente: Alicia Alonso, l’ultimo grande mito della danza novecentesca. Con la sua arte e la sua caparbietà, l’Alonso ha reso la sua scuola cubana di balletto classico tra le più famose e ammirate al mondo. Al Gala parteciperanno alcuni tra i più importanti danzatori cubani, ma non solo, della scena internazionale. Roberta Bezzi
DANZA/2
Tutto l’impeto del contemporaneo Anche per la prossima stagione il Ravenna Festival si distinguerà per varietà e qualità delle proposte sul panorama della danza contemporanea, inserendo in calendario compagnie e spettacoli che si sono guadagnati un posto nella storia, spaziando dal teatro danza alle altre contaminazioni e aperture che contraddistinguono i linguaggi non codificati. A partire dalla riproposizione di un lavoro storicizzato e rivoluzionario come La Rivolta degli oggetti della Gaia Scienza che debuttò nel lontano 1976 rievocando l’eredità di Majacovski in un’imprevedibile e sempre nuova improvvisazione interpretativa. Nessun ruolo fisso affidato a danzatori e attori, nessuna codificazione, massimo spazio alle sensibilità individuali per un’opera di teatro danza che ha fatto dello spazio e del tempo sulla scena una palestra di minimalismo, luce e poesia. O meglio, un “momento nietzschianamente aurorale” e fondante basato su rapporti di amicizia e affinità d’interessi sfociato nell’elaborazione di un linguaggio comune tra i componenti della storica compagnia, oggi Associazione Fattore K. Altra storica formazione della danza è mk: gruppo attivo dalla fine degli anni ’90, mk ha fatto della progettualità trasversale con le arti uno dei suoi punti di forza. Premiato Danza&Danza come miglior produzione del 2018, Bermudas si ispira alla teoria del caos, riflettendo sul moto perpetuo e il movimento puro pensato per un numero variabile di interpreti intercambiabili tra loro, che costruiscono una base ritmica comune. L’intensa tensione relazionale che ne scaturisce (di qui il nome, che si riferisce alla zona dell’Oceano Atlantico celebre per aver innescato mitografie relative a presunti campi magnetici anomali) genera un rituale collettivo caratterizzato da permeabilità e inclusione nei confronti di nuovi ele-
menti: “la costruzione di una danza che permetta continuamente alla danza di qualcun altro di trovare spazio”. Sempre di mk è Orografia/Parete Nord, la più recente fatica della compagnia firmata da Michele Di Stefano, frutto di una collaborazione internazionale e coprodotta da Torinodanza 2018. Fondato sull’idea del sublime, dell’orrido romantico che si concretizza in una fascinazione dicotomica per la montagna “imprendibile perché assoluta e sempre pronta a franare, dunque irresistibile per il corpo del danzatore così come per quello dello scalatore”, Parete Nord sfida i margini sfocati e infiniti del paesaggio per fondersi e dissolversi nella sua immensità. Un dittico danzato sospeso “tra mondo fisico e realtà immaginate” che affianca una prima parte dinamica e incalzante ad una seconda che “crea il plastico in movimento di una veduta alpina mossa da eventi misteriosi e ispirata dalla disubbidienza geografica che ogni territorio montano porta con sé”. Anche Political Mother di Hofesh Shechter è una produzione che si appresta a spegnere una significativa manciata di candeline: per il decimo anniversario rinasce a nuova vita come Political Mother Unplugged (nella foto) ad uso del promettente vivaio di nuove leve della Shechter II. Con irruenza e vibrante carica dal ritmo tribale, questa nuova versione promette d’essere un importante banco di prova, specchiandosi nell’energia di alcuni tra i più dotati giovani danzatori del nostro tempo, di cui la Shechter II segue programmaticamente i passi e la formazione, selezionandone pochissimi tra migliaia, come i dieci che avremo occasione di ammirare sul palco a Ravenna. Linda Landi
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Omaggi con accompagnamento musicale a Tonino Guerra, Pellegrino Artusi e Fellini A CERVIA > segue dalla prima Ed è proprio nel solco del trebbo poetico di quegli anni che, mercoledì 17 giugno, la rassegna si inaugura con un “Omaggio a Tonino Guerra”: in occasione del centenario della nascita del poeta –ma anche scrittore, sceneggiatore e artista a 360 gradi – di Santarcangelo, è affidato a Ivano Marescotti il compito di restituirne un ritratto attraverso lettura e commento di testi, anche dialettali, con il contrappunto musicale di Paolo Damiani al contrabbasso e live electronics. Mercoledì 24 giugno si celebrano invece i duecento anni dalla nascita dell’autore del più celebre dei trattati gastronomici, vero e proprio nume di ogni cucina dell’Italia unita: l’“Omaggio a Pellegrino Artusi“ sarà tracciato da Alberto Capatti, autorevole storico dell’alimentazione e della gastronomia. Accompagneranno l’incontro i Bevano Est. Il trittico di ricorrenze non può che completarsi con l’“Omaggio a Federico Fellini” di sabato 27 giugno. Il regista riminese sarà celebrato attraverso le musiche di Nino Rota, compagno di strada di molte avventure cinematografiche. Gli arrangiamenti sono stati commissionati dal Festival a Fabio Petretti per la sua Italian Jazz Orchestra, accompagnata dalla fisarmonica di Simone Zanchini. È invece l’identità dell’Europa, quella intessuta di contatti con l’Oriente, al centro dell’incontro di domenica 21 giugno nella Pieve di Santo Stefano. La sapienza narrativa del giornalista e scrittore Paolo Rumiz svelerà “Quell’Europa che viene da Oriente”, in un percorso anche musicale grazie al flauto di Fabio Mina. Lo storytelling – la narrazione che valica i confini della letteratura per appropriarsi anche dei linguaggi del giornalismo, della televisione, della divulgazione scientifica e storica – è il fil rouge di quattro appuntamenti del giovedì, destinati a discutere i grandi temi, e soprattutto le grandi sfide, della nostra epoca. A partire da quella della salute e della bioetica, con la conversazione fra la virologa e scienziata di fama internazionale Ilaria Capua e Gad Lerner, in programma il 25 giugno. A seguire il momento musicale con Gianluca Petrella e
Pasquale Mirra, rispettivamente al trombone e al vibrafono. È invece fra i cinquanta grattacieli più iconici del mondo, il Bosco verticale di Milano che porta la firma dell’architetto e urbanista Stefano Boeri, a cui la parola passa il 2 luglio per “Architettura e Natura”. Le note sono, in questo caso, della tromba di Paolo Fresu e del bandoneon di Daniele Di Bonaventura. Dall’ecosostenibilità, alla riscoperta di donne che hanno fatto la storia, cambiando le regole di un gioco quasi esclusivamente maschile. L’incontro del 9 luglio è infatti con Melania Mazzucco e il suo nuovo libro L’architettrice (Einaudi), storia di Plautilla, misteriosa pittrice e primo architetto donna dell’età moderna nel torbido splendore della Roma barocca. Al pianoforte un’altra donna, la jazzista Rita Marcotulli. La rassegna si conclude il 16 luglio con il reading di Massimo Gramellini (nella foto): il giornalista e scrittore propone il suo libro Prima che tu venga al mondo, una lettera al figlio che è anche un inno alla paternità e un delicato ritratto del rapporto fra generazioni. Seguirà il concerto della pianista e compositrice Virginia Guastella.
TRILOGIA D’AUTUNNO
PROGETTO DANTE: VANNO IN SCENA IL DIVINO, L’UMANO, IL DIABOLICO CON POLUNIN, DON GIOVANNI E FAUST Quest’anno la Trilogia d’Autunno, ideata e curata da Cristina Mazzavillani Muti, in onore dell’anno di celebrazioni dantesche, rende omaggio al Poeta con “Progetto Dante: il divino, l’umano, il diabolico” e riflette sulla triplice natura dell’Uomo. La rassegna, dal 6 al 15 novembre al Teatro Alighieri, si aprirà con un evento straordinario affidato all’étoile ribelle Sergej Polunin (nella foto), una creazione per il Festival che vedrà il danzatore dialogare sul palcoscenico con tre musicisti, in un emozionante viaggio dall’Inferno al Paradiso. Seguiranno due serate d’opera con i nuovi allestimenti del Don Giovanni di Mozart e del Faust di Gounod, firmati da Luca Micheletti e con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta rispettivamente da Antonio Greco e Hossein Pishkar.
Giovani artisti per Dante ogni giorno ai chiostri francescani
INFO E PRENOTAZIONI EVENTI In biglietteria, su internet e social network
Nel cartellone dell’edizione del Ravenna Festival 2020 è confermata anche quest’anno, in avvicinamento al 700enario dantesco, la rassegna “Giovani artisti per Dante” ospitata tutte le mattine (ore 11) dal 9 giugno al 12 luglio. Si tratta di spettacoli (fra teatro, musica, danza e multimedia) selezionati fra le proposte di giovani artisti che si sono ispirati alla figura e alla letteratura dantesca, in particolare alla Commedia.
Per gli spettacoli in cartellone è possibile avere informazioni e prenotare posti alla biglietteria del Festival (teatro Alighieri, via Mariani 2), tel. 0544 249244, tickets@ravennafestival.org, www.ravennafestival.org e attraverso le prevendite ufficiali attive presso tutte le filiali della Cassa di Risparmio di Ravenna, rete Viva Ticket, uffici Iat di Ravenna e Cervia. Esclusivamente alla biglietteria del Festival continua anche la possibilità di sottoscrivere abbonamenti a 6 spettacoli o di acquistare il Carnet Open (4, 6 oppure 8 spettacoli). Calendario e informazioni aggiornate sugli eventi e notizie di servizio sul sito www.ravennafestival.org e anche sulle pagine dei social network del Festival: Facebook, Twitter e Youtube.
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TURISMO
CARTOLINE DA RAVENNA Mittente Giovanni Gardini
Medaglie e cartoline per archeologi
LE SALINE PER 50 ANNI AL COMUNE DI CERVIA: «SARANNO LA NOSTRA CAMARGUE» La salina di Cervia può diventare un prodotto turistico, grazie a un emendamento inserito nel decreto “mille proroghe” sottoscritto da tutte le forze politiche. La concessione vigente infatti potrà essere prorogata fino a cinquant’anni, a titolo gratuito, a favore del comune di Cervia e riguarda la salina e i manufatti presenti nell’area. «Il nostro percorso progettuale – ha commentato il sindaco Massimo Medri – è far diventare il comparto della Saline di Cervia alla stregua della Camargue francese». Tra le altre cose, è prevista la rigenerazione dei Caselli in senso turistico.
ALTA FORMAZIONE
Si cerca un immobile in centro a Ravenna per il nuovo Politecnico delle Arti Avviso pubblico per la nuova sede di Accademia e Verdi Per il nuovo Politecnico delle Arti di Ravenna servirà un immobile di almeno 1.500 mq in centro storico. Si avvia ufficialmente la ricerca della nuova sede da destinare all’Accademia di Belle Arti e all’Istituto superiore di studi musicali Giuseppe Verdi. È quanto ha stabilito la giunta comunale il 10 marzo: si farà ricorso a un avviso pubblico finalizzato ad attivare un contratto di locazione. «Il nuovo stabile – fa sapere il Comune – potrà permettere lo sviluppo di un’offerta formativa comune e la riorganizzazione e razionalizzazione delle strutture con un contenimento dei costi e un incremento
nell’efficacia dei servizi: unica segreteria didattica e amministrativa; gestione amministrativa comune del Progetto Erasmus e dei tirocini; realizzazione, anno per anno, di progetti di produzione artistica condivisi; creazione di un’unica biblioteca tramite la messa in comune del rispettivo patrimonio librario e documentale». Nella nuova sede dovrà esserci un auditorium, oltre ad uffici amministrativi, una sala riunioni, aule didattiche, una zona ristoro, spazi da utilizzare come deposito e magazzino, un archivio per il patrimonio librario e documentale, una sala lettura e consultazione.
Nel 1932, dal 25 al 29 settembre, la città di Ravenna fu sede del III Congresso Internazionale di Archeologia Cristiana al quale parteciparono studiosi da numerose nazioni straniere. Le cronache di allora riferirono di oltre seicento adesioni per questo memorabile evento. In aggiunta alle giornate di studio ravennati fu organizzata un’escursione a Pola, Parenzo, Trieste, Aquileia, Grado, Torcello e Venezia. Per l’occasione la Banca di Credito Romagnolo fece stampare, come ricordo per gli intervenuti, un piccolo opuscolo. Al Teatro Alighieri, in onore dei partecipanti, fu offerto un concerto di musiche monodiche e corali, spirituali e popolari dal XV al XIX secolo. Nella Basilica di San Vitale fu celebrato un solenne pontificale. Dal Municipio fu coniata, su progetto di Giorgio Morigi, una medaglia commemorativa recante le figure del Cristo, tratto dalla lunetta del Mausoleo di Galla Placidia, e il monogramma con l’iscrizione Felix Ravenna; esemplari in oro furono offerti ai due presidenti del Congresso, Mons. J. P. Kirsch e Corrado Ricci e, successivamente, dallo stesso Podestà al Pontefice, al Re e al Duce. Il Morigi realizzò anche una cartolina postale sulla quale disegnò la stele di Antifonte accompagnata da decorazioni bizantineggianti: racchiusi entro un intreccio di foglie di vite e grappoli d’uva uscente da un kantharos, furono posti il monogramma di Cristo e quello di Felix Ravenna, immagini di chiaro rimando al volto cristiano della città e alla sua antica gloria.
INFORMAZIONE SANITARIA
FARMACIE COMUNALI
Allergie primaverili, come prepararsi ad affrontarle Ce ne parla la dottoressa Beatrice Cicognani della Farmacia Comunale di Alfonsine In primavera, una bella giornata di sole e una passeggiata al parco possono trasformarsi in un incubo per chi soffre di allergie, colpa dei pollini che da marzo a giugno aumentano la loro concentrazione. Le allergie primaverili sono legate all’esposizione ai pollini delle piante che fioriscono, in particolare di graminacee, cipresso, parietaria, betulla, nocciolo e cipresso. A spiegare come prepararsi e affrontare le allergie stagionali è la dottoressa Beatrice Cicognani della Farmacia Comunale di Alfonsine. Cosa succede ai soggetti ipersensibili quando le particelle espulse dalle piante, che si liberano nell’aria, vanno a contatto con mucose del naso e degli occhi? «Si verifica un’eccessiva risposta immunitaria, portando al rilascio di istamina e alla conseguente comparsa dei sintomi. I più caratteristici sono a carico delle mucose delle vie respiratorie (starnuti, ostruzione nasale, secrezione acquosa e prurito) e delle mucose oculari (prurito, lacrimazione e arrossamento)». Cosa è necessario fare per chi soffre di pollinosi? «Bisogna tenere sotto controllo il calendario dei pollini, i periodi in cui le piante rilasciano i principali allergeni nell’ambiente, evitando di uscire nelle ore più centrali della giornata e nelle giornate ventose». Ci sono alimenti che aiutano a ridurre un po’ i sintomi delle allergie? «Sì, quelli che rilasciano istamina. Alimenti da preferire sono mele, carote, uva, cibi ricchi di omega 3 e cereali, mentre da evitare pomodori, fragole, cioccolata, vino insaccati». Oltre ai classici farmaci antistaminici ci sono rimedi fitoterapici con potere antistaminico? «Ce ne sono diversi. Il Ribes Nigrum, ottenuto dalle gemme fresche di ribes nero, ha potere antistaminico e antinfiammatorio simile a quello esercitato dai cortisonici di sintesi, senza però provocare effetti collaterali. Ha un’azione stimolante sulla corteccia surrenale, per la produzione del nostro cortisone naturale. Si utilizza il macerato glicerico, 2 volte al dì. Un altro rimedio fitoterapico è il tè verde, molto ricco di quercetina, bioflavonoide con forte potere antiossidante e antistaminico, stabilizza i mastociti deputati al rilascio di istami-
na. La quercetina può poi essere utilizzata come rimedio a lungo termine; è utile cominciare 4-6 settimane prima della stagione dell’allergia. Anche le foglie di ortica sono considerate un’azione antistaminica naturale, andando a inibire il rilascio di istamina. Si utilizza la tintura madre, 30 gocce due volte al dì». Tra i rimedi omeopatici, cosa funziona bene? «In caso di allergie, Allium cepa 9 ch è consigliato per rinorrea abbondante e irritante che provoca escoriazione del labbro superiore, Histaminum è indicata in tutte le forme allergiche per modulare la risposta immunitaria, Nux vomuca 9 ch per starnuti a raffica al mattino, naso chiuso di notte, Euphrasia 9 ch secrezione oculare bruciante». Ci sono novità indicate dalle ricerche? «Secondo nuovi studi, sarebbe opportuno utilizzare probiotici nelle persone soggette ad allergie. Infatti, è stata notata una correlazione tra la presenza di batteri benefici nell’intestino con la riduzione di incidenza di allergie. I probiotici sono in grado di ridurre l’incidenza di colonizzazione da parte di microrganismi dannosi nell’intestino, in quanto ripristinano la capacità della mucosa intestinale e ricreano l’ambiente ideale per microbiota. Vanno utilizzati per lunghi periodi, partendo qualche mese prima rispetto al periodo di massima presenza di allergeni». a cura di Roberta Bezzi
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VIAGGI
Il ritorno del MaGio Bike Tour in piazza del Popolo con i famigliari Nella foto al centro, da sinistra Marco Meini, Giovanni e Francesco Gondolini A destra il nostro direttore Fausto Piazza li intervista appena tornati
Sette anni in giro per il mondo in bicicletta: «Ci siamo commossi sotto il cartello Ravenna» Il MaGio Bike Tour si conclude dove era partito nel 2013, in una città deserta nel primo giorno del “coprifuoco” per coronavirus «Avremo tempo per incontrare tutti, uno alla volta. Grazie intanto a tutti quelli che ci hanno supportato e “pazientato”» In un’atmosfera surreale, in una piazza del Popolo deserta, nel primo giorno di “coprifuoco” imposto dal nuovo decreto del Governo anti-coronavirus, torna a Ravenna, sette anni dopo, il Magio Bike Tour. Si tratta del giro del mondo in bicicletta di due ragazzi ravennati, Marco Meini e Giovanni Gondolini, partiti da Ravenna nel febbraio del 2013 in sella alle loro biciclette, accompagnati virtualmente dal nostro giornale, che ha pubblicato nel corso degli anni le loro testimonianze. Meini ha abbandonato l’avventura nel 2016 per amore, mettendo su famiglia in Canada, mentre Gondolini ha proseguito fino a oggi – raggiunto poi dal fratello – fatta eccezione per la toccata e fuga obbligata di fine 2017, quando si è dovuto sottoporre a un intervento chirurgico per la frattura del tendine d’achille riportata in Cile. Il 10 marzo, un po’ a sorpresa, sollecitato dal-
tanti amici che hanno pedalato con noi in questi anni e chi ci ha supportato, finanziato, “pazientato”». E che effetto fa tornare con il proprio paese travolto dal ciclone coronavirus? «In giro per il mondo ne abbiamo viste davvero tante (tra cui i focolai di ebola in Africa, ndr) e ci siamo abituati a prendere le cose con la filosofia che ti insegna il viaggio. Con questo mezzo qui, la bicicletta, non puoi decidere niente. Devi saper accettare i tempi e quello che viene. Ma non ci siamo mai sentiti soli, sentivamo la grande energia di chi ci seguiva anche da lontano. Ora faremo una festa quando questa emergenza sarà finita, un flash mob o una manifestazione per promuovere l’utilizzo della bici». Noi li aspettiamo presto in redazione, per una chiacchierata su questi sette anni e sul significato del viaggio.
le autorità, il ritorno a Ravenna, nel pieno dell’emergenza coronavirus, con oltre 90mila chilometri pedalati da Giovanni in sette anni, attraversando 70 paesi. In piazza del Popolo, a salutarli, oltre ai familiari e al nostro direttore, anche lo stesso Meini, rientrato appositamente dal Canada. «Siamo partiti in due e siamo tornati in sei», scherzano in piazza, ricordando come Meini nel frattempo sia diventato padre di due gemelle. «È stato un ritorno strano – raccontano –, sotto il cartello di Ravenna ci sono venute un po’ di lacrime. Sarebbe stato divertente fare festa con tanti amici, ma essendo stato un viaggio personale è stato bello anche chiuderlo da soli. Ora ci prendiamo il tempo per incontrare tutti, uno alla volta, per comunicare veramente le nostre emozioni. Vogliamo ringraziare però già ora i
FIDO IN AFF
IDO
BUDINO
Associazione Storica del Sec. XV Ravenna In occasione del 30° anniversario della sua fondazione, l'Associazione "Schola Hominum Burgi" di Ravenna, nell'intento di aumentare il proprio potenziale, cerca personale disposto a fare volontariato per divulgare il mercato medievale e presentare gli antichi mestieri con i costumi d'epoca (1400) nelle varie feste medievali.
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CULTURA / RUBRICHE / 21
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12-18 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI
PREVENTIVI GRATUITI
NdL - Nota del Lettore
Una, in fin dei conti noiosa, Storia di un matrimonio
Che la salvezza per l’arte sia la sua temporanea assenza?
I guizzi di genio di Aramburu
di Francesco Della Torre
di Enrico Gramigna
di Federica Angelini
Cinema casalingo, giocoforza. Storia di un matrimonio (di Noah Baumbach, 2019) Seguo Baumbach fin dagli inizi de Il calamaro e la balena, soprattutto grazie a un bel film indipendente (e da noi invisibile nei cinema ma reperibile in streaming, qui già recensito) dal titolo Frances Ha e al successivo Giovani si diventa (distribuito in sala e facilmente reperibile). Soprattutto in questi due film il regista dichiara la sua cifra stilistica e, senza troppo nasconderlo, il suo grande amore sia per Truffaut che per il Woody Allen meno comico e più introspettivo, alla Manhattan per intenderci. Baumbach si è imposto in patria come autore di commedie intellettuali, borghesi e parecchio newyorkesi che la nostra distribuzione ha avuto il piacere di ignorare, visto che avrà pensato che in fondo per noi Allen è un signor nessuno. Storia di un matrimonio però approda al Festival di Venezia e il regista viene finalmente considerato tale, con un film con un cast all star e con una distribuzione a cura di Netfilx che ce lo consegna direttamente in casa (e in questo periodo fa proprio comodo). Storia di un matrimonio in realtà la storia di un divorzio, che a differenza del suo primo film – il già citato Il calamaro e la balena che viveva la vicenda autobiografica dalla parte del figlio – è raccontato in primissima persona dalla coppia formata da Adam Driver e Scarlett Johansson. Ambientato nel mondo dell’arte visiva, tra teatro (lui) e serie tv (lei), il regista inevitabilmente e abilmente mescola il tema della recitazione (quindi ambito meta cinematografico) con la realtà che riguarda i protagonisti; affida quindi la “regia” del divorzio a un trio (scoprirete poi perché) di avvocati che prenderanno in mano le redini sia della coppia che del film stesso, grazie anche all’enorme statura di Laura Dern (Oscar), Alan Alda e Ray Liotta. Il film quindi parte da situazioni già ampiamente sfruttate dalla settima arte (Kramer contro Kramer, Bergman), per introdurre elementi insoliti e che gli danno una forza di originalità. Il grande limite è il coinvolgimento: nessuno credo possa dire che le due ore e quindici non siano vero cinema, ma la forzatura e la convinzione per la ricerca di uno stile personale ma freddo non possono che produrre noia. Si fatica molto ad entrare nei personaggi del film, la cui mancanza di empatia costituisce una barriera insormontabile, e il continuo dialogare e analizzare la psicologia degli stessi finiscono per tagliarci del tutto fuori e farci guardare costantemente l’orologio per sapere quanto manca. Un eccesso di “spocchia” che non è mai mancata al regista, ma che qui raggiunge il suo apice: Storia di un matrimonio piacerà ai critici, piacerà a coloro che riusciranno a entrare nelle menti dei protagonisti, annoierà gli altri.
Tutto chiuso. Fine. L'arte al tempo del Coronavirus è annichilita. Sanitariamente giusto e sacrosanto. Tuttavia... C’è una fetta di cittadini italiani che dall’ambito dello spettacolo trae il denaro (in)sufficiente per vivere e che oggi si vede costretto alla stasi più nera e totale. Questi lavoratori sono sempre stati poco tutelati, sia per la natura materialmente superflua dell’arte stessa, sia per la loro totale e incondizionata incapacità di riporre inutili e campanilistiche invidie per ottenere insieme vantaggi universali. Insomma, l’Italia di oggi. Questo virus può essere il pretesto per far sentire la propria voce, anzi, al contrario per far sentire quanto assordante sia il silenzio artistico, quello a cui costringe la società odierna quotidianamente e al quale, chi viene chiamato dalla Musa, dichiara guerra spendendo più risorse di quante possa disporre per poter affermare che l’arte esiste. Forse questa occasione è davvero unica: far capire al mondo che l’arte altro non è che esigenza più che necessaria per l’intelletto e che non di solo pane vive l’Uomo. Vi sono resistenze al silenzio, va da sé, anche all’interno della categoria degli artisti. In rete fioriscono parole chiave volte a rimarcare come questa o quell’arte performativa non si pieghi all'immobilità totale decretata per la salvaguardia della salute dal Governo. Nascono movimenti, concerti, esibizioni di varia natura che cercano di entrare negli occhi e negli orecchi delle persone capillarmente, telefono per telefono. Ora, però, viene da chiedersi se questi eventi siano utili per far capire al fruitore dell’arte che essa stessa esiste (come se già non fosse facilmente riproducibile in ogni ora e in ogni luogo) oppure sia un modo per gli artisti di aumentare la propria visibilità. Spesso le esibizioni (con le dovute eccezioni) sono eseguite da artisti anche di buon livello tecnico, ma che, dietro l’invocata egida della cultura, in realtà veicolano solamente perizia atletica, unita a un’epidermica distribuzione di sensazioni superficiali. Ciò accade perché, non solo il contatto fisico col pubblico rende lo spettacolo vero, ma perché l’artista oggi è raro e le possibilità tecniche di far percepire la densità culturale delle opere sono nulle se veicolate da mezzi che vivono del mordi e fuggi col 4G. Che la salvezza per l’arte sia la sua temporanea assenza?
Chi ha amato quel meraviglioso affresco che è Patria o la sperimentazione narrativa di Anni Lenti, esce in Italia, a tredici anni dalla pubblicazione in Spagna, anche Dopo le fiamme di Fernando Aramburu (ed. Guanda; traduzione Elisa Tramontin) . E torna a parlarci di età e di terrorismo dal punto di vista di chi ne ha subìto gli effetti più devastanti, dalla parte di vittime sopravvissute e dei loro cari. C’è la famiglia che va a prendere dall’ospedale una ragazza di 29 anni che un anno prima si trovava al bancomat durante un'esplosione e ormai ha definitivamente perso l’uso di una gamba. E con la gamba ha perso molto altro e finirà con il perdere anche il fidanzato e la prospettiva di un matrimonio. Ci sono i condomini di un assessore bersaglio dei separatisti che lanciano bombe incendiarie, c'è la paura, ci sono le persone costrette a lasciare le loro case perché sospettate di essere filocastigliane, c'è il figlio ormai cresciuto di una vittima uccisa a sangue freddo proprio davanti ai suoi occhi di bambino di nove anni. Nel racconto che dà il titolo alla raccolta ci sono due uomini che dividono una stanza d'ospedale. Uno è stato vittima accidentale di un attentato, l'altro, scopriremo, ha il figlio in carcere. E ci sono le madri dei carcerati. Per ogni racconto Aramburu sceglie un registro diverso, una forma di scrittura diversa, il narratore in terza persona, una prima persona in forma di diario, una forma di dialoghi teatrali. Ed ecco che appunto anche se non è Patria, un romanzo immenso e summa, Dopo le fiamme è un libro che sembra quasi una raccolta di schizzi preparatori al grande capolavoro e in ognuno di essi si può apprezzare il guizzo di genio dell'angolazione, del punto di vista defilato che da uno scorcio di pochi istanti riesce a raccontarti il dramma di vite intere spezzate, modificate, compromesse per essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, soprattutto per essere nati vissuti in una terra martoriata e sofferente, divisa nelle viscere. Perché anche da questi racconti ciò che emerge è la profondità dell'indipendentismo, l'appoggio che gli abertzale avevano tra la popolazione, tra quelle madri e quelle donne così energiche (e spesso insopportabili), tra i preti, tra gli avventori del bar. Come in fin dei conti tanti ragazzi siano stati anch'essi vittime del luogo e del momento in cui sono cresciuti e siano finiti in carcere, in vite altrettanto spezzate e non possano essere liquidati come banali criminali. Lo sguardo laterale ma allo stesso tempo profondissimo di Aramburu ce lo impedisce.
“Soundtrack for falling trees” (Ravenna) di Adriano Zanni
FIORI MUSICALI
FULMINI E SAETTE
VISIBILI E INVISIBILI
22 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 12-18 marzo 2020
L’ESPERTO
«Per rafforzare il sistema immunitario bere tanto, mangiare frutta e integrare con probiotici e funghi medicinali» I consigli salutari del celebre nutrizionista faentino Iader Fabbri
Nessun rimedio al coronavirus, ci mancherebbe, ma alcuni consigli utili per prevenire qualsiasi virus. Più volte interpellato sul tema, a fornire un piccolo vademecum è uno dei più noti nutrizionisti italiani, il divulgatore scientifico faentino Iader Fabbri. Sui suoi canali social ha pubblicato un video in cui fornisce alcuni consigli di alimentazione per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Non certo dei rimedi, sottolinea lo stesso Fabbri, ma delle precauzioni utili per mantenere in ottime condizioni il proprio sistema immunitario, pronto così a fronteggiare un eventuale “attacco”. Due gli aspetti fondamentali per quanto riguarda l'alimentazione, secondo Fabbri: cercare di bere acqua tutto il giorno, circa 2 litri fuori dai pasti, privilegiare frutta e verdura (tra le 4 e le 5 porzioni al giorno), mantenendo sotto controllo la glicemia. Fabbri consiglia poi l'utilizzo di integratori, in primis Omega 3, e almeno 1 grammo al giorno di vitamina C. Con l'invito a controllare i livelli di Vitamina D, altrettanto fondamentale. Per garantire una buona performance del sistema immunitario, sottolinea Fabbri, è poi bene aiutare l'intestino, con un'integrazione di probioti-
COSE BUONE DI CASA A cura di Angela Schiavina
Una crostata ai porri Ecco una ricetta per gli amanti dei porri. Ingredienti per la pasta brisee: 250 grammi di farina 00; 125 grammi di burro; 25 grammi di latte; 1 uovo; 1 tuorlo; un pizzico di sale. Preparazione. Mescolare tutti gli ingredienti,fare una palla, avvolgerla in pellicola e lasciar riposare l’impasto in frigorifero per 30 minuti. Ingredienti per il ripieno: 4 porri; 150 grammi di ricotta di capra; due cucchiai di dadini di pancetta fresca (facoltativi) rosolati; brodo vegetale; sale e pepe; due cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato; due cucchiai di mascarpone; due uova piccole; due cucchiai di olio extravergine di oliva; due cucchiai di pane grattugiato. Preparazione. Tagliare i porri a rondelline fino alla parte verde, poi lavarli e farli cuocere in un tegame largo aggiungendo l’olio, mescolare bene poi versare due mestoli di brodo vegetale caldo, salare e pepare. Non cuocerli troppo. In una terrina mescolare la ricotta, il mascarpone, il parmigiano, le uova, la pancetta (facoltativa) e i porri quando sono tiepidi. Prendere l’impasto, lavorarlo velocemente, toglierne 1/3 (vi servirà per fare le strisce) e stenderlo in un disco abbastanza sottile. Rivestire il fondo e i bordi di una tortiera con il bordo sganciabile distribuire sul fondo il pane grattugiato poi versarvi il composto di porri e formaggi. Stendere il rimanente impasto e ricavarne delle strisce. Adagiarle sull’impasto intrecciandole. Rovesciare il bordo e pizzicarlo. Cuocere in forno già caldo a 180 gradi per circa 50 minuti.
LO STAPPATO A cura di Fabio Magnani
Un Pinot Noir dalla Nuova Zelanda ci, batteri realmente vivi, con integratori che ne abbiano una concentrazione di 5 miliardi. In ultimo, il nutrizionista faentino consiglia di inserire alcuni funghi medicinali, come per esempio il Shiitake. Quando potete, è il suo ultimo consiglio, esponetevi al sole.
Ci trasferiamo virtualmente in Nuova Zelanda e assaggiamo il “Two Paddocks 2017 The First Paddock Proprietor's Reserve Pinot Noir”. In apertura note di rabarbaro e ciliegia, spezie e fiori secchi. Una nota terrosa con sfumature di funghi. Il frutto, nelle retrovie, fa eco e sentori di vaniglia. Al palato è setoso con acidità cristallina e succosi frutti avvolti da tannini speziati e strutturati. Un vino che in cantina può rimanere per altri 5/6 anni. Per carni pregiate.
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RAVENNA&DINTORNI 12-18 marzo 2020
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