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Il murales realizzato da Urka sul muro della palestra del liceo scientifico di Ravenna per sostituire la scritta “Il preside è gay” che il dirigente scolastico Gianluca Dradi non ha fatto rimuovere per alcuni mesi perché rimanesse come una sorta di pietra di inciampo dei diritti civili
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PUNTI DI VISTA / 3 20-26 febbraio 2020 RAVENNA&DINTORNI
SOMMARIO
L’OPINIONE
L’OSSERVATORIO
4 LUTTO RAVENNA PIANGE L’EX SINDACO MATTEUCCI
Come è cambiata Ravenna da quel lontano 2006?
Nel frattempo, in paradiso
8 ECONOMIA STOP ALLE “TRIVELLE”: OFFSHORE IN CRISI
di Luca Manservisi
La morte di Fabrizio Matteucci ci ha spinto tutti ad andare a ripercorrere dieci anni della nostra città (noi, in particolare, lo abbiamo fatto alle pagine 4 e 5). Cercando poi magari di capire anche come Ravenna sia cambiata dal 2006 a oggi, considerando pure i (quasi) quattro anni dell’Amministrazione guidata dal suo successore, Michele de Pascale. Il modello Marina di cui tanto si era discusso nell’era Matteucci, per esempio, è stato finalmente ridefinito? Tramontata l’ipotesi di portare un turismo più facoltoso a Marinara (sempre che qualcuno, davvero, ci abbia mai creduto) e allentate le catene delle famose ordinanze anti-sballo, gli ormai mitologici “emiliani degli happy hour” non sono tornati e la località è cresciuta grazie quasi esclusivamente solo ad alcuni operatori, senza però riuscire ancora, come d’altronde il resto dei lidi, a trovare un’identità chiara, in grado di attirare turisti che non siano i soliti, grossomodo. Senza interventi strutturali da parte dell’Amministrazione (e ancora un “cratere” al posto dell’ex Xenos) che ha deciso di puntare tutto sulla riqualificazione degli stradelli retrodunali, l’intervento per cui pare possano essere ricordati invece De Pascale & Co., i cui primi risultati però si potranno osservare solo tra un anno almeno, quando da queste parti si dovrà tornare al voto. Turisticamente parlando, a fronte di un calo dei lidi c’è la città d’arte che continua ad attirare sempre più visitatori, con il centro storico che è sicuramente più bello (grazie anche alle nuove piazze Kennedy e dell’Unità d’Italia, fortemente volute da Matteucci) e con più locali rispetto al 2006, ma con i negozi tradizionali, vera cartina al tornasole della vitalità di un centro storico, sempre più in crisi. Una crisi che ha toccato anche la grande distribuzione e in generale l’economia (edilizia in primis) di Ravenna (con tassi di crescita e occupazione al di sotto della media regionale), ancora in una sorta di coma farmacologico, aspettando magari l’escavo dei fondali del canale, che il porto attende sempre da quel lontano 2006 almeno. E a proposito di infrastrutture – il tasto dolente secondo lo stesso Matteucci della propria lunga legislatura, come aveva ammesso lo stesso ex sindaco nella nostra intervista di fine mandato del 2016 – siamo ancora al punto che non riusciamo a sbloccare milioni di euro dell’Anas per una sorta di tangenziale (promessa a più riprese in campagna elettorale anche dall’attuale sindaco), parliamo di alta velocità come di una chimera e il neoassessore alle Infrastrutture della Regione, che è diventato nei giorni scorsi il nostro concittadino Andrea Corsini, si pone come obiettivo quello di riportare tra le priorità l’E55. E niente, non credo proprio che sia questioni di sindaci, ma chi si entusiasma per la nostra Ravenna, di certo, sa guardare il bicchiere mezzo pieno...
di Moldenke
10 PRIMO PIANO OMOSESSUALITÀ E DIRITTI CIVILI
23 JUNIOR LE ULTIME FESTE DI CARNEVALE
I-IV INSERTO SPECIALE QUATTRO PAGINE TRA SALUTE E BENESSERE da pagina
26 INSERTO
Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Autorizzazione Gianluca Achilli, Maria Cristina Tribunale di Ravenna Giovannini (grafica). n. 1172 del 17 dicembre 2001 Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Anno XIX - n. 850 Galeati, Iacopo Gardelli, Giovanni Gardini, Enrico Gramigna, Simona Editore: Guandalini, Giorgia Lagosti, Fabio Edizioni e Comunicazione srl Magnani, Alessandro Montanari, Enrico Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna Ravaglia, Guido Sani, Angela Schiavina, tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Serena Simoni, Adriano Zanni. Direttore Generale: Claudia Cuppi Fotografie: Massimo Argnani, Paolo Pubblicità: tel. 0544 408312 Genovesi, Fabrizio Zani. Illustrazioni: commerciale1@reclam.ra.it Gianluca Costantini. Area clienti: Denise Cavina tel. 335 Redazione: 7259872 - Amministrazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 Alice Baldassarri, redazione@ravennaedintorni.it amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl Stabilimento di Imola
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Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB
Fabrizio: «Mannaggia a te, Enrico, dovevi essere tu a seppellirmi, mica quel povero cristo di Michele, che neanche lo voleva fare il sindaco. Non hai tenuto botta neanche per una campagna elettorale, così giovane com’eri!». Enrico: «Pensa per te, Fabrizio, che ti è venuto un infarto proprio adesso che non facevi un cazzo, che nessuno ti rompeva più le palle». Fabrizio: «Eh eh, mi sa che anche te eri tra quelli che facevano finta di essere di sinistra, che mi contestavano, come quel Moldenke che mi prendeva sempre per il culo su quel giornale. Ma erano tutte cazzate, dai, si faceva per scherzare. Lo sballo, le panchine, il secchiello, le foto dei trans. Quanto vi ho fatto ridere con le foto dei trans?». Ersilio: «Cosa vuoi dirmi, Fabrizio, che non eri serio quando facevi la morale ai nostri ragazzi? Mi uccidi un’altra volta così. Già che non mi sento tanto bene, mi sento addosso ancora quei 99 anni che ho vissuto, beati voi che siete morti giovani». Fabrizio: «Cardinale, suvvia, Ersilio, posso chiamarti Ersilio? Parliamo piuttosto della mia conversione. Per fortuna che mi avete convinto, che altrimenti mica potevo essere qui a parlare con voi». Ersilio: «Ma non conta quello, altrimenti Enrico, Gabrio, non sarebbero mica qui...». Fabrizio: «Ok, però uno come “acido muriatico”, per esempio, avrà pure dei privilegi, no?». Alvaro: «”Acido muriatico”, quella ti era venuta bene, devo ammetterlo». Fabrizio: «Grande Alvaro, come avrei fatto senza di te, per tutti quei dieci anni... Ma cosa ci fai qui, Alvaro?». Alvaro: «Sono democristiano, riesco a essere qui e anche laggiù, nello stesso posto allo stesso momento». Ersilio: «Non esagerare, però, mica sei il maestro Muti». Fabrizio: «Minchia, ci pensate a cosa succederà quando morirà il maestro? Ai giornali di quei giorni?». Raul: «Succederà che finalmente qui ci sarà qualcuno alla mia altezza, con cui parlare di soldi, cari i miei poveri...».
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4 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2020
IL LUTTO
Addio a Fabrizio Matteucci, il sindaco che ha traghettato la città attraverso la crisi Dalle ordinanze sulla sicurezza alla Moschea, da “uomo di partito” a “sceriffo”, dall’attenzione al welfare all’ossessione (buona) per il ricambio generazionale: un ritratto dell’uomo scomparso per un malore a 63 anni
A sinistra in darsena di città, il quartiere dove il sindaco viveva, con lo staff di Ravenna 2019. A destra un momento di un pattugliamento negli stradelli a Marina di Ravenna
A pochi giorni dal suo 63esimo compleanno, un infarto si è portato via l’ex sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci. Nella mattinata di domenica 16 febbraio la notizia ha sconvolto la città: Matteucci era stato sindaco fino al 2016 e il suo volto è noto anche ai più giovani. Ma chi è stato e cosa ha rappresentato per la città Matteucci? La sua è stata una vita per la politica. Figlio di quella generazione in cui il partito poteva rappresentare un ideale ma anche darti un lavoro e una carriera, Matteucci fin da ragazzo ne ha fatto parte iscrivendosi al Pci a 16 anni e facendosi coinvolgere al punto da non finire l’università e fermarsi alla maturità classica. È stato consigliere comunale, provinciale, regionale prima di diventare sindaco di Ravenna nel 2006. Era stato dirigente nazionale della Fgci, e nel partito segretario provinciale e poi regionale, incarico da cui si dimise dopo la storica sconfitta della sinistra alle
amministrative di Bologna nel 1999. Ravennate doc, residente in Darsena, Matteucci era conosciuto e apprezzato da tutto il mondo politico cittadino per la sua umanità e indiscussa onestà. Non a caso fu candidato a sindaco di Ravenna in un momento in cui il suo nome poteva unire e placare ambizioni personali di altri. Vinse con un voto a valanga, che sfiorò il 70 percento dei consensi (superando il 54 cinque anni più tardi), dopo una lunga campagna elettorale che lo portò ovunque sul territorio. Con lui, dopo dieci anni di pragmatismo di Vidmer Mercatali, vinse anche un’idea di politica più dialogante, più colta e raffinata, anche se gli oppositori, che pure lo stimavano, avevano gioco facile a dire che si trattava di un “prodotto del partito”. In realtà, con l’andare degli anni, Matteucci si rivelò più autonomo del previsto da via della Lirica, tanto da arrivare anche a vere e proprie frizioni, come sul “caso Mari-
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na”. Sicuramente si trattò dell’intervento che più ha segnato i suoi dieci anni da Primo cittadino. Una serie di ordinanze che portarono a un drastico ridimensionamento del fenomeno degli happy hour e delle “feste danzanti” motivate dal sindaco innanzitutto per limitare gli eccessi del cosiddetto sballo che accompagnava i fine settimana della località. Qui Matteucci ha sfoderato il suo lato di sindaco “sceriffo” che lo porterà alle cronache nazionali e riguarderà non solo i lidi, ma anche la città. Ordinanze contro chi chiedeva spiccioli nei parcheggi, ordinanze per regolamentare la vendita di alcol di alcuni esercizi commerciali fino all’annuncio di essere andato a fotografare personalmente i clienti delle lucciole a Lido di Classe. A Matteucci si deve l’iniziativa, oggi spesso contestata a sindaci leghisti, di togliere le panchine dalla zona della stazione per evitare assembramenti (principalmente di cittadini stranieri). Nel suo secondo mandato, accorpò, anche qui creando non pochi mal di pancia a sinistra, le deleghe di sicurezza e immigrazione. Nel 2014 fece scalpore una sua dichiarazione in cui chiedeva limiti e regolamentazioni per l’ingresso degli stranieri. A contatto tutti i giorni con i cittadini, Matteucci era convinto che i temi relativi alla sicurezza non si potessero lasciare in mano alla destra ma andassero governati anche dalla sinistra, senza tentennamenti. Allo stesso tempo, tuttavia, si fece promotore anche di battaglie non proprio popolari: difese a spada tratta la moschea che inaugurò durante il suo secondo mandato (e oggi c’è chi vorrebbe che via Guido Rossa diventi via Fabrizio Matteucci) e portò avanti una battaglia personale per migliorare le condizioni, allora pessime, dei detenuti di via Port’Aurea. Non solo, sostenne numerosi progetti di accoglienza e integrazione. Tra le battaglie care alla sinistra sposate dal primo cittadino c’è sicuramente quella per le Unioni civili, rispetto alla quale Matteucci si spese personalmente. Molte, in generale, le battaglie simboliche, gli atti a costo zero, la visibilità conquistata anche sui social con interventi quasi quotidiani su temi diversi. Al sindaco “sceriffo” si affianca ben presto quello “paterno” che vuole proteggere, educare, salvare i giovani, che sono la sua vera e propria ossessione. E se anche questo atteggiamento, soprattutto se declinato sul lato Marina di Ravenna, è stato più volte oggetto di critiche anche all’interno del suo stesso partito (tanto che Michele De Pascale durante la propria campagna elettorale per succedergli scelse una linea di discontinuità piuttosto netta su questi temi), gli va invece dato merito di essere stato tra i politici che hanno concretamente cercato di far crescere una nuova generazione di amministratori, ma anche di organizzatori, artisti, protagonisti della vita pubblica cittadina a vari livelli. Non a caso, resta forse infatti il suo più grande merito la candidatura a capitale europea della cultura che per anni ha coinvolto forze ed energie in un grande progetto collettivo, un sogno proprio incentrato su teatro, musica, letteratura, arte. Anche questo a costi ridottissimi. Perché ciò che va sempre ricordato è che Matteucci è stato sindaco negli anni della crisi più dura, quelli del fallimento di
POLITICA / 5 20-26 febbraio 2020 RAVENNA&DINTORNI
Il funerale di un uomo “che piantava alberi” La camera ardente in Muncipio ha visto passare centinaia di persone tra autorità e semplici cittadini e una sobria ma commovente cerimonia d’addio si è svolta in piazza del popolo dove Matteucci è stato ricordato dall’attuale sindaco e da Ouidad Bakkali, assessora nominata proprio da lui la prima volta e oggi vicesegretaria regionale del partito. Due under 40 con enormi responsabilità in cui Matteucci ha creduto e a cui ha dato fiducia. A riprova che davvero, come ha detto Bakkali, Matteucci ricorda per certi versi L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono e quello “sguardo rivolto al futuro” citato da De Pascale. Dopo la cerimonia in piazza, anche quella religiosa in una gremita chiesa di San Pier Damiano, in Darsena. Come noto, nel corso della sua vita Matteucci aveva infatti trovato la fede, senza che questo gli impedisse di difendere posizioni estremamente “laiche” come la causa dei diritti civili per gli omosessuali.
una realtà come Iter, in cui le risorse per i comuni continuavano ad assottigliarsi. Da qui gli atti più eclatanti, come la promessa (non mantenuta) di abolire la mini-Imu per i ravennati e sforare i patti di stabilità, ma anche quelli meno visibili ma forse più concreti: il mantenimento della spesa per il welfare. Come non fossero bastati i vincoli di bilancio, fu lui a dover affrontare il cosiddetto “buco” del Consorzio per i servizi sociali (con risorse extra da trovare per pagare prestazioni non previste). A lui si deve certo la realizzazione della piazza Kennedy pedonale, l’elemento più incisivo del suo mandato dal punto di vista urbanistico insieme all’apertura di piazzetta Unità d’Italia e l’avvio del cantiere del Mercato Coperto. Suo è stato anche il taglio del nastro di Marinara, la posa della prima pietra dell’hotel Mattei, ma si tratta di eredità di un passato, peraltro piuttosto ingombrante. I suoi sogni
A sinistra in alto la commemorazione in piazza, in basso il sindaco De Pascale con moglie e figlio di Matteucci prima del funerale. A destra l’ex sindaco al balcone del municipio
di rilancio della Darsena (come non ricordare il viaggio per incontrare l’archistar Calatrava a cui avrebbe voluto affidare lo scavalco della stazione) si sono infranti contro la crisi e la mancanza di denaro anche per tappare le buche. E tra le difficoltà di quel periodo non si può non citare la terribile perdita per Mattuecci di un amico, ma anche dell’assessore più forte della sua seconda squadra: Gabrio Maraldi, ucciso anche lui per un malore improvviso, nel 2012. Quando si valutano dunque i dieci anni di Matteucci è imprescindibile tener conto del contesto difficilissimo per tutti i primi cittadini a cui si è aggiunta la crisi della rappresentanza tradizionalmente intesa e del partito stesso. Uomo della “ditta”, sposò comunque, con ritardo, la causa renziana e non fu mai tentato da possibili scissioni, nemmeno per il compagno di battaglie politiche di una vita Vasco Errani o Pier Luigi Bersani. Da lui non è mai arrivata
una parola di critica verso chi lo aveva preceduto e ha mantenuto la promessa di non intervenire sull’operato di chi gli è succeduto. Dopo dieci anni sotto i riflettori da protagonista, ha ricoperto l’incarico di direttore regionale dell’Anci in disparte dalla vita pubblica, dedicando più tempo alla sua amatissima moglie, Simona (sempre lontana dai riflettori, sempre al suo fianco negli anni da primo cittadino) e al figlio Sayo, oggi adulto, bambino al tempo della prima elezione. Ma anche da “dietro le quinte” è rimasto sempre un punto di riferimento per chi invece fa politica attiva, come ha rivelato proprio il sindaco De Pascale: «La sua era sempre l’ultima telefonata della sera o la prima della mattina, per confrontarci. E non ti faceva mai pesare quando sceglievi una strada diversa da quella che avrebbe preso lui». Federica Angelini
LE AZIENDE INFORMANO
CONSORZIO SOLCO
Costruire l’abitare con Housing First Un approfondimento sui risultati raggiunti a Ravenna dal progetto innovativo dedicato al sostegno della stabilità abitativa S’intitola “Costruire l’abitare. Housing First: dall’esperienza Lego Serious Play, i mattoncini al servizio dell’abitare innovativo” l’evento organizzato dal Consorzio Solco per presentare i risultati raggiunti sul territorio ravennate dal progetto rivolto al sostegno della stabilità abitativa per persone che hanno perso la casa o che abbiano versato per lungo tempo nello stato di senza dimora. L’appuntamento, previsto per mercoledì 26 febbraio alle ore 9.00, presso la Sala dantesca della Biblioteca Classense di Ravenna, in via Baccarini 3, darà voce a diversi esperti del settore, a confronto con esponenti delle amministrazioni pubbliche per riflettere, dati alla mano, sulle opportunità che Housing First dà alle politiche abitative dei territori. Oltre ai dati numerici e di impatto sociale raggiunti finora, si parlerà delle recenti esperienze che i protagonisti di Housing First hanno portato avanti negli ultimi mesi: la realizzazione del docufilm The Passengers, la creazione da parte dei partecipanti del gioco interattivo Housing Cards, l’esperienza con la metodologia “Lego Serious Play” che ha messo insieme in diverse attività laboratoriali proprietari immobiliari e inquilini. Tutte queste iniziative sono parte integrante del progetto e rappresentano elementi preziosi capaci di stabilire relazioni importanti e rinforza-
re l’iniziativa dei partecipanti, elementi attorno ai quali ruotano i principi del metodo Housing First. Diversi gli interventi in programma, moderati dal presidente del Consorzio Solco Ravenna Antonio Buzzi e anticipati dai saluti di Luca Bracci, presidente di Confcooperative Ravenna-Rimini: alle 9.30 presentazione e proiezioni del cortometraggio The Passengers a cura del regista Tommaso Valente; alle 10 “Housing First. I risultati della sperimentazione in provincia di Ravenna”, a cura di Dora Casalino, referente metodologica Politiche abitative Consorzio Solco Ravenna; alle 10.30 “Housing First Italia: una lettura sulle sfide e le opportunità per contrastare la homelessness” con Caterina Cortese, responsabile Osservatorio nazionale Fio.PSD; alle 10.50 prenderà la parola Valentina Morigi, Assessora alle Politiche sociali del Comune di Ravenna; alle 11.10 testimonianze dei partecipanti all’esperienza Lego Serious Play; alle 11.40 Roberto Ricci Mingani, della Regione Emilia-Romagna parlerà del Premio Innovatori Responsabili, vinto lo scorso anno proprio dal progetto Housing First; alle 11.50 l’intervento di Claudia Corsini, vicepresidente
ACER Rimini, “Housing First: quali prospettive per un modello integrato tra edilizia pubblica ed esperienze innovative di supporto all’abitare”. Conclude l’incontro Michele De Pascale, sindaco di Ravenna. Housing First è nato nella città di Ravenna nel 2016 come progetto sperimentale. Dal 2018, anno di consolidamento, il programma è stato esteso anche all’Unione della Romagna Faentina e all’Unione dei Comuni della Bassa Romagna grazie a un’equipe dedicata di 6 persone che opera su tutti i territori (una coordinatrice e 5 operatori). Le persone coinvolte nel progetto sono oltre 50, quasi tutte di cittadinanza italiana e per lo più uomini di età compresa tra i 50 e i 59 anni. Nel momento di ingresso nel programma il 58% delle persone interessate era senza lavoro, oggi la percentuale di non occupati è scesa al 22%.
8 / ECONOMIA RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2020
OFFSHORE
Blocco-trivelle prorogato di sei mesi per il piano di transizione energetica Il sindaco chiede un tavolo in prefettura Nella campagna per le Regionali il ministro dell’Economia si era impegnato per superare la moratoria. Italia Viva accusa il Pd di ambiguità Tra gli emendamenti presentati in Parlamento dai Cinque Stelle nell’ambito del percorso di conversione del decreto Milleproroghe ce ne sono due che sposterebbero da giugno-luglio 2020 a febbraio 2021 la moratoria, cosiddetta blocca-trivelle, prevista per tutte le attività di prospezione, esplorazione e ricerca di idrocarburi a terra e a mare. Sono infatti in ritardo i lavori interministeriali per arrivare alla stesura del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (noto con l’acronimo di Pitesai) che dovrà indicare le aree al largo delle coste adriatiche “ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, volto a valorizzare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle stesse”. La notizia suscita la reazione del mondo offshore che a Ravenna ha una culla di competenze con diverse migliaia di occupati. Il sindaco di Ravenna ha chiesto al prefetto Enrico Caterino, nella veste di rappresentante del Governo sul territorio, di convocare un incontro urgente al fine di favorire la costituzione di un tavolo di crisi per il settore, con tutti i rappresentanti delle associazioni economiche, dei sindacati e della comunità del comparto. Michele de Pascale fa presente di aver chiesto per ben due volte al ministro Stefano Patuanelli (Sviluppo economico), il 9 settembre e il 17 dicembre scorsi, un confronto urgente sul Pitesai, senza aver mai ricevuto alcun riscontro. Durante la recente campagna delle elezioni regionali, il ministro e il vice-ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri ed Antonio Misiani, entrambi del Pd, si erano impegnati, nei confronti rispettivamente delle imprese e dei sindacati, a superare il blocco delle attività offshore nell’Adriatico.
Italia Viva, a Ravenna rappresentata dall’assessore Roberto Fagnani in veste di coordinatore, si appella al sindaco e al neo eletto presidente regionale Stefano Bonaccini, «perchè sciolgano le ambiguità del Pd su questa materia e si facciano promotori a livello nazionale di un intervento che garantisca il futuro energetico di questo Paese e preservi un comparto d’eccellenza della nostra città. A parole sono tutti pro ma Lega e PD in pochi anni, in barba ad un referendum che si era espresso in senso opposto, si sono piegati alle logiche del M5s, sempre più isolato nel paese reale ma a quanto pare ancora decisivo nelle aule del palazzo».
PORTO
DUE OFFERTE PER LA GARA DA 235 MILIONI PER I DRAGAGGI Apertura buste il 24 febbraio, aggiudicazione entro alcuni mesi È scaduto il 14 febbraio il termine per la presentazione delle offerte per la gara europea per l’affidamento unitario a contraente generale della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori per l’escavo dei fondali del porto e le nuove banchine. Le offerte arrivate sono state due: è possibile che, in ragione della complessità delle opere la cui realizzazione è richiesta nel bando, l’offerta sia formulata unitamente ad altri soggetti, il cui nome sarà possibile sapere solo al momento dell’apertura delle buste digitali il prossimo 24 febbraio. Da quel momento inizieranno ad essere esaminate le offerte per arrivare, nei mesi successivi, all’aggiudicazione dei lavori. A novembre in una intervista su queste pagine, il presidente dell’Autorità portuale Daniele Rossi stimò che in Italia ci fossero una dozzina di imprese all’altezza dei lavori ma che il bando aveva attirato interessi anche nel nord Europa. «Con due offerte siamo al “minimo sindacale” – commenta il consigliere comunale Massimo Manzoli (Ravenna in Comune) –. C’è da augurarsi che entrambe le proposte si presentino con i requisiti minimi per passare al vaglio della commissione giudicatrice composta dai tre commissari in via di nomina. Siamo di fronte ad una corsa ad ostacoli in cui il fatto che gli atleti in gara siano solo due aumenta considerevolmente i rischi che alla fine della competizione ci sia effettivamente qualcuno in grado di portarsi via la medaglia d’oro. Se Rossi voleva concentrare l’attenzione sull’Autorità portuale durante i prossimi sei mesi c’è riuscito. Quanto questo gli gioverà per ottenere la riconferma per un altro mandato alla scadenza del 30 novembre prossimo è da vedere».
FISCO La legge di Bilancio 2020 spiegata bene alle imprese in cinque incontri di Confartigianato Le principali novità introdotte dalla Legge di bilancio 2020 in tema fiscale, contrattuale e di incentivi alle aziende saranno il tema al centro di cinque incontri promossi dalla Confartigianato in provincia di Ravenna nella settimana dal 24 al 28 febbraio, sempre alle 18. Allo scopo di permettere la più ampia partecipazione da parte degli interessati, i cinque incontri sono stati organizzati sul territorio nelle principali sedi dell’Associazione: Ravenna, Faenza, Lugo, Cervia, Russi. Questo il calendario: lunedì 24 febbraio a Ravenna in viale Berlinguer, martedì 25 febbraio a Faenza in via Zaccagnini, mercoledì 26 febbraio a Lugo in via Foro Boario, giovedì 27 febbraio a Cervia in via Levico, venerdì 28 febbraio a Russi in via Trieste. Gli incontri sono aperti alla libera partecipazione di tutti gli imprenditori interessati.
ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA Il primo congresso di Confcooperative dopo l’unione Ravenna-Rimini «Costruttori di bene comune» è il messaggio che Confcooperative ha scelto per identificare il percorso congressuale che coinvolgerà anche l’Unione territoriale di Confcooperative Ravenna-Rimini venerdì 21 febbraio. Il congresso, che si svolgerà a partire dalle 9 all’Hotel Dante di Cervia (viale Milazzo 81), è il primo dopo la fusione tra le due Unioni di Ravenna e Rimini e si concluderà con l’elezione del nuovo consiglio territoriale, dell’organo di controllo, dei delegati alle assemblee regionali e nazionali e del nuovo presidente di Confcooperative Ravenna-Rimini. In chiusura della parte pubblica interverrà Elisabetta Gualmini, parlamentare europea.
PRIMO PIANO / 9 20-26 febbraio 2020 RAVENNA&DINTORNI
L’INTERVISTA/1
Il presidente provinciale di Arcigay: «Nessuna scuola ci chiama per i nostri progetti» Ciro Di Maio è anche nel direttivo nazionale dell’associazione e racconta: «Ancora tanti attacchi e pregiudizi, abbiamo presentato le nostre proposte, ma nessun istituto purtroppo ci ha mai contattato» di Federica Angelini
Da maggio 2018 è il presidente di Arcigay Ravenna e siede nel consiglio nazionale dell’associazione più nota (e l’unica in città) che difende i diritti del popolo Lgbtq (acronimo per lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer), Ciro Di Maio, 35 anni, consulente fiscale, da un paio d’anni “sposato” (come ama dire lui) con il compagno dopo dieci anni di relazione, ci incontra al circolo Arci Dock 61, uno dei posti in cui del resto Arcigay ama organizzare alcuni dei propri appuntamenti che coinvolgono ogni volta decine di persone. «Sì, ci incontriamo a Cittattiva e organizziamo serate in posti come questo, aperti a tutti, all’insegna della trasparenza totale e abbiamo uno sportello a cui si rivolgono le persone per chiedere informazioni e anche aiuto. In futuro ci piacerebbe poter offrire anche un servizio di consulenza psicologica». Quante persone gravitano intorno ad Arcigay qui a Ravenna tra iscritti, militanti e simpatizzanti? «Difficile dirlo, perché anche qui, come altrove, molte persone preferiscono fare attivismo o partecipare a serate ed eventi al di fuori della propria città». Questo è un segnale che ancora c’è chi preferisce nascondersi, perché ancora il pregiudizio è così forte? «Purtroppo è così, possono arrivare attacchi in ogni contesto in cui ci troviamo, dalle occhiatacce a far la spesa fino alle difficoltà sul lavoro e non tutti hanno voglia di affrontare questa situazione. Io personalmente ho un carattere tale per cui riesco a non farmi problemi, ma si può capire chi invece vive il tutto con più difficoltà». Quindi ha ragione chi dice che, per esempio, il coming out di Elly Schlein, neovicepresidente della Regione, è importante e che c’è ancora bisogno di segnali come questi... «Sì, è vero, perché in tanti non riescono a fare il proprio coming out e hanno bisogno di riconoscersi in persone di successo che ce l’hanno fatta nel proprio ambito, che sia la politica, lo sport, lo spettacolo, nonostante il pregiudizio di cui ogni omosessuale è vittima. Purtroppo è ancora necessario soprattutto per chi vive magari in provincia, in ambienti piccoli dove è facile sentirsi isolati, nonostante i social facilitino i contatti». E Sanremo? Quanto è stata importante la battuta sul marito di Tiziano Ferro? «Lo è stato sicuramente, perché è sembrata naturale, ha dato l’idea che così come si è sempre scherzato sul marito o la moglie etero, esiste anche l’opzione del marito o della moglie omosessuali. Cosa che ancora non è affatto scontata». In effetti, anche tra ragazzini “gay” viene spesso usato ancora come un’offesa. Come si combatte il pregiudizio? Voi siete presenti, per esempio, nelle scuole? «Purtroppo no, è da quando si è isediato questo direttivo che vengono proposti progetti che sono inseriti nel Pof (Piano di offerta formativa) che il Comune propone ogni anno alle scuole. Ogni anno ne abbiamo presentati quattro per diverse fasce di età, quarta e quinta elementare, medie, superiori e anche per il personale scolastico, docente e non docente. Poiché non abbiamo esperienza diretta, abbiamo chiamato professionisti e persone esperte, lavorando con il Cassero Scuola di Bologna. Ma nonostante questo nessun istituto ha mai chiesto di realizzare i progetti. Siamo forse l’unica associazione che non lavora nelle scuole. Alcune ci hanno chiesto materiali, ma niente di più. Come a dire, vogliamo occuparci del tema, ma non vogliamo voi nella scuola...». E il mondo dello sport? Anche gli spogliatoi possono essere luoghi difficili per un ragazzino che
«Viviamo in un territorio felice ma dalla politica locale vorrei un passo in avanti in più, magari in occasione del prossimo 17 maggio» LA CURIOSITÀ Spettacolo conferenza drag al Prometeo di Faenza Venerdì 21 febbraio alle 20.30 al circolo Arci Prometeo di Faenza va in scena lo “spettacolo-confererenza” drag dal titolo “Che genere di costume?”. Dai teatri greci all'Olanda del '600, fino alle rappresentazioni del kabuki giapponese, nella storia del teatro sono molti i casi in cui uomini interpretano ruoli femminili. Questo accadeva però perchè alle donne era precluso il palcoscenico. Nonostante la progressiva apertura del palcoscenico alle donne all'interno del teatro, continuano a esistere oggi artisti che inscenano performance usando costumi e immedesimando ruoli che solitamente sono legati al sesso loro opposto. Cos'è allora una drag queen? Quando nasce questa forma d'arte? Come si è posta rispetto alla questione del genere? L'evento fa parte degli incontri Arci Circuito Infest - la grande festa Arci 2020.
sta scoprendo, per esempio, il proprio orientamento sessuale... «Purtroppo non abbiamo avuto ancora la forza, in termini di volontari e militanti, di lavorare come vorrei su questo fronte, individuato anche a livello nazionale da Arcigay come uno dei filoni da seguire con più attenzione, ma certo vorremmo farlo. Solo che, sa, Arcigay esiste solo grazie al lavoro di volontari, non c’è nessuno che ci lavori a tempo pieno». Ma avete mai ricevuto richieste da associazioni sportive del territorio? «No, non siamo mai stati contattati da nessuno». E dalle istituzioni locali avete l’appoggio che vorreste? «La premessa necessaria è che viviamo in un terrritoro felice. Come consigliere nazionale Arcigay so di luoghi dove è tutto molto difficile. Detto questo, vorrei che la politica locale facesse un passo in più, facesse proprie queste lotte in maniera più incisiva. Da cittadino, li sento vicini, ma come attivista vorrei vedere un po’ più di coraggio, non so se questo manchi perché non se ne sente la necessità o perché sposare le nostre battaglie non è facile e non paga in termini di popolarità». E però va anche detto che, dopo la conquista delle Unioni civili, il tema sembra essere stato un po’ accantonato in generale. Mentre resta in cima all’agenda della controparte, di chi difende la famiglia tradizionale e porta avanti idee opposte alle vostre. «È vero, ci siamo rilassati, dopo quella conquista, che pure era monca, ci siamo un po’ seduti, anche a livello nazionale. E abbiamo lasciato spazio agli altri, che hanno sfruttato questa nostra debolezza innescando dinamiche anche molto pericolose, in particolare attraverso un certo uso dei social che per noi sono da un lato un modo di mettersi in contatto e di uscire dall’isolamento, ma dall’altro un luogo in cui riceviamo le peggiori accuse e offese». Quindi come potrebbero le istituzioni locali fare quel passo in più che chiede? Qualche idea? «Penso al prossimo 17 maggio, la giornata internazionale per le vittime di omofobia, quando vorrei organizzare qualcosa di importante per la città, Voglio tornare a bussare alle porte delle scuole e lì sì, mi aspetto una grande partecipazione». Lei diceva prima che la legge sulle Unioni civili è nata monca, in particolare per quanto riguarda il tema delle adozioni, giusto? «Esatto, ci si è accontentati di quella perché era pur sempre meglio di niente, ma è stata addirittura tolta la possibilità per il coniuge di adottare il figlio del compagno. Ma questo non significa che ce la dobbiamo tenere così per sempre». Lei e suo marito vorreste dei figli? «Sì, ci piacerebbe molto, ma è difficilissimo. Ci piacerebbe poterne adottare uno, ma serve un’adozione internazionale che è una pratica difficile, lunga e costosa anche per le coppie eterosessuali, figuriamo per noi». E la gestazione per altri, è un’ipotesi percorribile? «È un tema su cui davvero non voglio e non so esprimermi. Mi limito a dire che mi sembra assurdo complicare così la possibilità di adottare un bambino. A volte, anche tra gli etero, credo che venga scelta la gestazione per altri perché è paradossalmente una strada più facilmente percorribile dell’adozione». Le coppie gay possono però essere affidatarie... «Sì, mio marito e io lo siamo, abbiamo fatto tutto il percorso previsto ma ancora non abbiamo avuto nessun minore affidato, ma ci sentiamo pronti».
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L’INTERVISTA/2
Jonathan Bazzi, scrittore vero che racconta di omosessualità e Hiv Il suo libro Febbre sta ricevendo numerosi riconoscimenti, compresa la candidatura allo Strega L’autore ospite della rassegna alla Classense mercoledì 26 febbraio alle 18
Una storia autobiografica che racconta l'infanzia nella difficile periferia di Rozzano intrecciata alla scoperta, da adulto, di avere l'Hiv. Jonathan Bazzi con Febbre (pubblicato da Fandango) mette a nudo se stesso, si racconta in un libro che ha il passo del grande romanzo, uno stile e una lingua mimetica, che coinvolgono il lettore al di là della vicenda personale, che fanno di questo libro molto più di una semplice testimonianza. Non a caso sta ricevendo riconoscimenti importanti, è stato scelto dalla trasmissione Fahrenheit come libro dell’anno ed è stato candidato allo Strega da Teresa Ciabatti. Bazzi, che è anche un importante attivista per i diritti degli omosessuali, sarà alla Classense per “Il tempo ritrovato” mercoledì 26 febbraio alle 18 intervistato da Ciro Di Maio, presidente provinciale Arcigay. Jonathan, si aspettava un'accoglienza simile per il suo libro? «Diciamo che quando è uscito a maggio nel 2019 ho capito in fretta che colpiva e che stava interessando un certo numero di lettori comuni, non gente dell'ambiente editoriale. Poi sono arrivati anche riconoscimenti ufficiali e da parte di un mondo rispetto al quale mi sento un po' estraneo, per una mia deformazione emotiva e per le mie origini. Ma ne sono felice». Nell'epoca dell'auto-fiction, sembra aver tolto la parte di fiction. Eppure è chiaro che dietro c'è un enorme lavoro di scrittura. «La letteratura deve avere una tensione verso il piano estetico. Questo significa che durante la scrittura, quando mi sono trovato a scegliere tra la fedeltà a quanto accaduto e la qualità estetica, ho privilegiato il secondo aspetto, distorcendo alcuni fatti, privilegiandone altri. Non c'è un tra-
sferimento in scala 1 a 1 della realtà. Per quanto riguarda la lingua, ho modificato quella che veniva dalla mia formazione filosofica eliminando ogni tipo di orpello, volevo essere profondamente descrittivo e arrivare al cuore delle cose con un linguaggio il più possibile sottile, agile, leggero». È più tornato a Rozzano? È cambiata da allora? «Andrò a metà marzo a presentare il libro. Diciamo che c’è un po’ un rapporto ambivalente: ho incontrato figure dell'Amministrazione, ma loro non sono soddisfatte di come Rozzano viene raccontata nel libro, sottolineano che Rozzano ha servizi, strutture sportive, cercano di confonde-
re le acque e negare responsabilità che invece ci sono, e non sono neanche recenti. Io ribadisco che quella è la mia storia, non è un saggio». Ma Rozzano è cambiata? «Io non ci vivo più, ma so che oggi accanto alle famiglie di origine meridionale, come la mia e come quelle che la popolavano allora, ci sono molti stranieri. Ma le cronache parlano ancora di violenze, di abusi. La geografia del territorio è rimasta quella, con i palazzoni e le case popolari con la condivisione di problemi troppo simili». In un ambiente così difficile e fortemente maschilista, lei racconta la propria omosessualità senza particolari traumi. Dice di aver sempre saputo che le piacevano i maschi e questo non sembra averle causato particolari dubbi o drammi. «Credo sia dovuto al fatto che sono cresciuto molto da solo e in una situazione di deprivazione affettiva. Io stavo con i nonni, non mi è mancato nulla di materiale, ma parliamo di persone seminalfabete, distratte, per quanto in buona fede. Le mie frequentazioni all'esterno erano praticamente azzerate e forse anche per indole mi sono trovato a fare i conti con me stesso fin da piccolo, il fatto che mi piacessero i maschi è stata una tensione presente che non ho mai negato o represso, non ho mai pensato di adeguarmi. Semmai tutto questo mi ha portato a evitare ancora di più il contatto con gli altri». Oggi che fase viviamo rispetto all'accettazione e alla convinvenza con l'omosessualità? «Siamo in una fase particolare, in cui c'è una comprensenza di andamenti diversi. Ci sono zone dove è possibile incontrarsi ed essere risconosciuti, grazie ai social e a mezzi di comunicazione degli attivisti che permettono anche in un
LE AZIENDE INFORMANO
PAVIMENTI IN LEGNO
Original Parquet: «nei prodotti e con i nostri clienti ci mettiamo sempre il cuore» Per l’azienda di Alfonsine la qualità non è solo frutto di competenze e innovazione ma anche di dedizione, passione e trasparenza nella vendita. In primavera l’inaugurazione di un nuovo, grande show-room «Da 25 anni nella realizzazione e nella vendita dei nostri prodotti, oltre alle competenze sul campo e a tecnologie innovative ci mettiamo il cuore». Parola di Giovanni Ballardini, direttore generale dell'azienda di Alfonsine, leader fra i brand del settore in Italia e all'estero. Questo approccio che mette l'accento sulla cura artigianale della produzione ma soprattutto una grande attenzione per la soddisfazione del cliente, sono uno dei fondamenti della visione impreditoriale di Original Parquet. Un atteggiamento etico e un orgoglio che va oltre l'efficienza industriale e commerciale dell'impresa e la integra con la passione e la dedizione con cui viene svolto il lavoro, il rapporto con la clientela e la rete dei rivenditori in Italia e all'estero. Ed è un metodo che propone una costante trasparenza sulle caratteristiche dei prodotti, su come vengono realizzati, il loro valore funzionale ed estetico, il rapporto qualità/prezzo. «Per questo come azienda portiamo avanti un affiancamento continuo nei confronti dei nostri rivenditori – precisa il direttore Ballardini – aggiornando le campionature nei negozi e show
room, fornendo informazioni approfondite su nuovi prodotti, addestrando gli agenti su ogni procedimento di vendita». Si tratta di corsi di formazione permanenti e incontri con clienti e distributori dei prodotti, operatori del settore, stakeholder, che hanno il loro culmine nei meeting “Original Parquet Day”, momenti di scambio e confronto che comprendono una visita alla fabbrica e alle varie fasi produttive, per una comprensione a 360 gradi del lavoro, per condividere il know-how aziendale, sviluppare e affinare professionalità.
«In questi mesi stiamo lavorando alla realizzazione di un grande spazio espositivo ad Alfonsine, in via del Lavoro 4, distaccato e autonomo ma vicino alla nostra fabbrica, per rendere più efficienti, proficue e sistematiche queste iniziative formative e di conoscenza – rivela Ballardini –. Il nuovo show-room, che sarà inaugurato in primavera, oltre all'esposizione dei prodotti, è dotato di sale meeting e per conferenze e di uno spazio relax, sempre all'insegna di un rapporto autentico, attento e amorevole, rivolto alla massima cura del cliente».
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L’INIZIATIVA
La copertina di Febbre, uscito a maggio 2019. L’autore sarà alla Classense il 26 febbraio
contesto ostile di sentire voci di comprensione e accettazione. Ma ci sono ancora anche larghe fasce dove le cose girano più o meno come al solito». Ma perché gli omosessauli sono ancora oggetto di scherno per molti, perfino tra i bambini? «Credo abbia a che fare con la natura umana. Fa parte del mondo il bisogno di distinguersi individuando qualcuno che vale meno. Sugli omosessuali esiste una tradizione e anche i bambini la usano, perché la trovano a disposizione». Dal punto di vista della battaglia politica, che periodo stiamo vivendo? «Siamo chiaramente in una fase di regressione: oggi invece che pensare a nuove conquiste ci troviamo a dover difendere ciò che è stato conquistato, che sappiamo non essere abbastanza. E però il rischio di trovarsi in un assetto istituzionale e poltico molto sfavorevole è ancora concreto. Purtroppo è naturale che il dibattito sia stato declassato, si sia spostato sulla difesa delle conquiste acquisite. Peraltro questo è un altro effetto dei social, che sono allo stesso tempo uno strumento di promozione dei diritti e della diversità ma anche un aggregatore di spinte reazionarie che sono irrazionali, ma sono ben presenti nella società, lo vediamo tutti i giorni». Il titolo e il libro parlano anche della scoperta dell’Hiv. Come le dicono gli amici nel libro, una volta pubblicata la storia, non si torna più inidetro. Lo rifarebbe? «Sì e per me ancora oggi è una scommessa la possibilità di dirlo potendo anche fare altro, raccontare di altro. Quello che vorrei evitare è di essere troppo identificato solo con questo aspetto, non sono un divulgatore, a me interessa la scrittura». (fe. an.)
Da Ravenna una petizione per i diritti delle persone trans, anche minorenni Dalla vicenda personale di una ragazzina di tredici anni, la battaglia condotta dai genitori sui media nazionali e sul palco delle Sardine Della vicenda se ne è più volte occupata la stampa nazionale, l’appello è partito anche dal palco delle Sardine a Bologna e ora c’è una petizione che si può sottoscrivere on line, firmata in un mese da oltre 16mila persone. La battaglia è quella di una ragazzina transegender ravennate di tredici anni appoggiata convintamente dai genitori che hanno più volte raccontato «le nostre difficoltà causate dalla totale arretratezza delle leggi italiane che regolano la vita delle persone transgender come nostra figlia». La famiglia ha anche più volte raccontato la propria vicenda personale senza omettere le difficoltà nell’accettare una realtà così diversa da quella che i genitori si potevano aspettare. E ora ha quindi deciso di muoversi in prima persona per promuovere una raccolta di firme per abrogare la legge 164 del 1982 e sostituirla con una nuova «più adeguata – si legge– e al pari con le legislazioni europee più avanzate in materia». I genitori di Greta, questo il “nuovo” nome della ragazzina nata biologicamente maschio, chiedono in particolare una legge che, si legge: «Riconosca l’identità delle persone transgender in ogni momento della propria vita e del proprio percorso di transizione come soggetto di diritti sociali e personali inalienabili della persona [...] regolamentando, in particolare per i soggetti minori, la possibilità di effettuare rettifica anagrafica attraverso una procedura più snella e meno onerosa di quella attuale, attraverso un iter extra giudiziario e con semplici pratiche am-
ministrative, che parta dalla volontà della persona, anche minore con il consenso dei genitori, tramite il modello del consenso informato. [...] Garantisca il diritto alla salute [...]per le persone transgender anche minorenni, specie nel riconoscere le terapie necessarie nel percorso di transizione, anche qualora scelto in collaborazione con gli specialisti psicoterapeuti ed endocrinologi. Si rende necessario riconsiderare la classe di appartenenza dei farmaci utilizzati ad oggi dalle migliaia di persone transgender in Italia inserendoli opportunamente in fascia A, affinché possa essere garantita la continuità di produzione e presenza sul mercato, godendo dei criteri di rimLa piazza di 40mila persone borsabilità previsti per i farmaci a gennaio a Bologna da cui considerati essenziali e di prima è stata lanciata la petizione necessità.[...] Preveda formazione di tutti gli operatori della sanità pubblica circa le tematiche di genere e in particolare di tutte le identità e percorsi non riducibili al modello binario cis-etero-normato. [...] Preveda nelle scuole di ogni ordine e grado percorsi di formazione di contrasto al bullismo omo-trans-fobico obbligatori per la comunità educante, [...] Preveda tutela legale nei casi di discriminazione sul posto di lavoro, in ambito sportivo, scolastico, e in tutti i momenti e i luoghi di interazione sociale».
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L’INTERVISTA/3
«L’ideologia gender esiste e porta a forzature nei bambini sull’identità sessuale» Venerdì 21 febbraio a Ravenna si terrà un convegno che vede partecipare la professoressa Giorgia Brambilla, docente di Morale e di Bioetica all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum
Qualche esempio? Anni fa a Ravenna arrivò lo spettacolo Fa'afafine, dove un bambino maschio voleva vestirsi da femmina... «Questo ne è un esempio; circolano anche libretti di questo tipo per bambini piccoli e si sentono casi di scuole in cui le maestre hanno fatto vestire i bambini da femmine e le bambine da maschio, provocando imbarazzi e forzature. Perché spingere a sperimentare qualcosa che va fuori dall'evidenza del bambino che fin da piccolissimo sa di appartenere a un genere?».
«Nelle scuole si promuovono progetti che magari hanno obiettivi condivisibili, come la lotta al bullismo, ma che rischiano di essere diseducativi»
Organizzata da una serie di associazioni cattoliche, venerdì 21 febbraio alle 21, all’Ostello Galletti Abbiosi a Ravenna, una serata dal titolo “La teoria del gender – attualità e risvolti culturali”. Per capire meglio di cosa si tratti abbiamo parlato con Giorgia Brambilla, docente di Morale e Bioetica all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, che interverrà insieme a Pierluigi Pavone, docente di filosofia dello stesso ateneo. Dottoressa Brambilla, che cosa si intende per teoria o addirittura ideologia gender? Esiste davvero? «Si intende un pensiero che nasce dal connubio tra l'ambito filosofico-politico, con autori come Marcus e De Beauvior, quello sessuologo, penso a Kinsey e Money, e quello femminista radicale di Butler e Firestone e che ha portato anche ai cosiddetti “Gender Studies” nelle università, quelli che recentemente sono stati smentiti dal punto di vista metodologico da Dummitt, uno studioso proprio di questa materia. Sostanzialmente secondo questa ideologia viene negata la dimensione sessuata dell’essere umano fin dalla sua costituzione e si vuole dimostrare che la differenza tra uomo e donna è solo determinata da una costruzione sociale. Uso il termine ideologia perché si tratta di una teoria che non è supportata da dati scientifici di alcun tipo, al contrario le neuroscienze stanno sempre più dimostrando che la caratterizzazione sessuata dell'individuo presente fin dalla vita intrauterina riguarda anche il cervello, tanto da poter parlare di cervello maschile e femminile». Ma tolto l’ambito accademico, in quali situazioni questa cosiddetta ideologia gender potrebbe rappresentare un pericolo? Perché affrontare il tema davanti a un pubblico di famiglie? Vi preoccupano in particolare le scuole, vero? «Ci sono ambiti, e la scuola è uno di questi, dove per smantellare lo stereotipo del maschile e femminile se ne propone un altro e lo si fa negando l’evidenza del dimorfismo sessuale che non è una costruzione sociale. In particolare nelle scuole c'è un crescendo di progetti, approvati anche dalla Regione, che magari nascono con obiettivi giusti e condivisibili, per esempio combattere la violenza di genere o il bullismo, ma che hanno questa impronta antropologica che nega l'evidenza del dimorfismo sessuale, diventando quindi diseducativi se non dannosi».
E però penso per esempio a un ragazzino che si scopre omosessuale, uno spettacolo come Fa'afafine non può servire a farlo sentire meno diverso? O a un ragazzino che non si sente a proprio agio nel suo corpo? «Non mi occupo specificatamente di omosessualità, non credo che nessuno si "scopra" omosessuale e in ogni caso non può accadere prima della pubertà. E una persona che è attratta da persone dello stesso sesso, appartiene comunque a un genere, è maschio o femmina. Diversa è la disforia di genere (il malessere percepito da chi non si riconosce nel proprio sesso, ndr), un tema delicatissimo che va trattato senza banalizzazione. La letteratura scientifica ci mostra che in gran parte dei casi con l'avanzare dell'età si risolve, si tratta di ascoltare e capire il disagio del bambino; dunque, anche favorire il cosiddetto "cambiamento di sesso" mi sembra una forzatura più che la ricerca del bene integrale della persona». Da Ravenna è partita una petizione per chiedere di abbassare l’età in cui sia possibile assumere i farmaci normalmente utilizzati durante la transizione sessuale anche sulla spinta della vicenda di una ragazzina delle medie che ha avuto rilevanza nazionale… «Non conosco nei dettagli la vicenda, ma si tratta certamente di una tendenza pericolosa, tanto che sappiamo che ci sono anche tanti casi in cui, dopo aver intrapreso un processo di transizione, la persona vuole tornare alla sua condizione originaria. Ma soprattutto mi chiedo come ragazzini di 11-12 anni possano avere la maturità per intraprendere una scelta di questo tipo e una terapia con notevoli effetti collaterali? Inoltre, dal punto di vista della bioetica c’è l’enorme tema dell'intervento medico sul corpo senza che vi sia una malattia e questo coinvolge il clinico anche dal punto di vista del significato stesso della Medicina, se non addirittura da un punto di vista deontologico». Lei dice che l'ideologia gender nega le differenze innate tra maschi e femmine, e però sembra difficile negare che ci siano condizionamenti culturali nei ruoli che si affidano a uomini e donne. Penso ai tanti libri di scuola dove ancora si vede la mamma che cucina mentre il padre lavora o basta entrare in un negozio di giocattoli... «Penso che viviamo in una società dove ormai non c’è più troppo la gabbia del ruolo, il bambino ha una visione semplificata e magari anche se sa che mamma è al lavoro mentre lui è a scuola, preferisce pensarla in cucina perché questo lo tranquillizza. Il metodo per parlare di uguaglian-
za non può essere l’annullamento dell’identità sessuata che c'è ed esiste. Per quanto riguarda i giocattoli, gli studi hanno dimostrato come non sia il giocattolo a fare la differenza, ma il modo di giocare. Le attitudini genere specifiche al gioco sono innate. Basta vedere come i bambini giocano con oggetti che non sono propriamente giocattoli: con essi esprimeranno il loro essere maschi o femmine in modo naturale e non orientato dall'adulto». Lei dice che non c’è la gabbia dei ruoli eppure proprio alla cultura maschilista e patriarcale dominante vengono imputati tanti femminicidi. Lei condivide questa analisi piuttosto diffusa? E come si dovrebbe intervenire? «Io penso che in generale bisogna lavorare con il bambino su un altro piano, non di genere, ma sulla gestione della propria aggressività e della frustrazione, aiutarlo a e mentalizzare i propri istinti, cosa che avviene sempre meno. Nella nostra generazione (Brambilla è del 1981, ndr) non c’è uno svilimento della donna, che anzi ha grande considerazione». Quindi per lei la parola “femminicidio” non ha ragione di esistere? «Credo che possa forse servire a descrivere qualche caso, ma in generale parlerei appunto di violenza in senso più ampio a partire da una visione svilente dell'essere umano più ampia. E mi preoccuperei soprattutto del livello di aggressività di tanti messaggi a cui sono esposti i bambini soprattutto tramite la tecnologia (TV, videogiochi..)». Nella visione che voi proponete basata sulle differenze di sesso, come si colloca la famiglia omogenitoriale? «Ogni bambino, qualunque sia il nucleo in cui vive, ha una madre e un padre biologico e penso sia importante per un bambino interfacciarsi con la sua mamma e con il suo papà, ossia con il simile e con il differente, per la strutturazione della sua identità. Quando si dice che ci sono "due mamme", si sta negando l’evidenza, la mamma è una soltanto e il bambino ha necessità di confrontarsi anche con il papà. E anche quando sento gli slogan che dicono “Solo l’amore conta”, penso che invece l’amore sia carico di responsabilità personali e non può prescindere dal dato di realtà». (fe. an.)
IL CONVEGNO Brambilla tra i relatori anche sul fine vita Giorgia Brambilla sarà tra i relatori anche del convegno “Il vivere e il morire. La dignità e i diritti” sul tema del fine vita e in particolare sulla legge 219/2017 sulle disposizioni anticipate di trattamento. A organizzare l’evento – in programma sabato 22 febbraio dalle 9 al cinema Corso di via di Roma, a Ravenna – sono il Movimento per la Vita di Ravenna, Scienze e Vita Ravenna, Associazione Culturale San Michele Arcangelo, Comitato Verità e Vita e il Centro di Aiuto alla Vita di Ravenna-Cervia. Oltre a Brambilla interverranno Massimo Gandolfini, neurochirurgo e psichiatra, Giacomo Rocchi, magistrato, consigliere della Suprema Corte di Cassazione e Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo metropolita di Ravenna-Cervia. Modererà l’incontro la giornalista Raffaella Frullone.
PRIMO PIANO / 13 20-26 febbraio 2020 RAVENNA&DINTORNI
LA RETE REGIONALE
Discriminazioni per omofobia: una segnalazione allo sportello in dieci anni
DIRITTI CIVILI
Di recente la Regione ha introdotto una nuova legge ma i casi non arrivano agli operatori comunali Nei dieci anni da quando in provincia di Ravenna sono presenti gli sportelli della rete regionale contro le discriminazioni di ogni tipo, un solo caso riguarda vicende a sfondo omofobo. Il bilancio viene dagli operatori degli uffici comunali di via Oriani a Ravenna che rappresentano il nodo provinciale a cui confluiscono le segnalazioni dalle cosiddette antenne sul territorio: associazioni o realtà di varia natura vicine alla popolazione e alle comunità e quindi più sensibili a recepire casi. Ad esempio l’associazione Avvocati di strada o Arcigay. I numeri potrebbero far pensare a qualche problema di funzionamento nelle capacità di ascolto ma un dettaglio invece offre una lettura diversa: la stessa rete si occupa anche di discriminazioni razziali e istituzionali, cioè di quei casi in cui un’istituzione anche in maniera non volontaria finisce per vessare un cittadino andando contro ai suoi diritti, magari sanciti da altre istituzioni superiori. E su questi fronti invece le segnalazioni sono state di più e hanno portato a sviluppi di casi.
Insomma, come interpretare quell’unico caso di presunta omofobia? Gli operatori tendono a vederci una difficoltà delle possibili vittime nel manifestare il disagio vissuto con una istituzione o uno sportello. Perché chiedere assistenza se si vede leso un diritto che riguarda la cittadinanza richiede uno sforzo minore rispetto a quello richiesto quando si deve mettere in gioco la sfera più intima della proprio identità e del proprio orientamento sessuale. Se esporsi in prima persona può richiedere lo sforzo di metterci la faccia, forse risulta più facile una telefonata: gli sportelli infatti fanno capo alla rete regionale Unar che ha messo in campo anche un numero verde. Il tema verrà toccato in occasione della prossima settimana contro il razzismo e le discriminazioni in primavera. Si sta programmando un seminario con Cathy La Torre, avvocata promotrice della rete “Odiare ti costa” e Gaia Bianchini dell’Unhcr con esperienze nelle commissioni territoriali per l’esame delle richieste di accoglienza degli immigrati. Il focus sarà rivolto alla questione dei richiedenti asilo con orientamenti omosessuali che provengono da zone con costituzioni o leggi omofobe.
Alla settimana contro il razzismo un focus sui migranti in fuga da Stati contro l’omosessualità
Nei registri delle unioni civili dei principali comuni della provincia di Ravenna sono stati registrati un centinaio di matrimoni omosessuali nei quattro anni da quando l’ordinamento italiano, con la legge Cirinnà, ha introdotto il riconoscimento giuridico della coppia formata da persone dello stesso sesso. La metà delle unioni (49) si è tenuta nel capoluogo: il 2017 è stato l’anno con più cerimonie (17). Nei comuni di Faenza e Cervia sono 18 ognuno mentre nella Bassa Romagna il conto si ferma a 14 di cui 7 a Bagnacavallo e 4 a Lugo. Nel percorso politico di sensibilizzazione che ha portato alla legge, un momento significativo sul territorio si tenne a a Ravenna a luglio del 2014. Il sindaco Fabrizio Matteucci, scomparso il 16 febbraio, decise di compiere un gesto di impatto: in municipio accolse due donne per anticipare i tempi con una unione civile di valore simbolico celebrata dalle assessore Valentina Morigi e Giovanna Piaia accanto al primo cittadino (vedi foto). L’evento non aveva valore per la legge italiana – le due donne andarono a sposarsi all’estero – ma simbolicamente voleva essere un messaggio dall’amministrazione locale.
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Consulenza e assistenza fiscale a 360° per la dichiarazione dei redditi Lo sportello CAF di OpenOffice Ravenna aiuta il cliente nella scelta del modello contributivo più adatto per ogni caso specifico Il modello 730 presenta numerosi vantaggi: è semplice da compilare, non richiede calcoli e, soprattutto, permette di ottenere gli eventuali rimborsi direttamente con la retribuzione o con la pensione, in tempi rapidi. Preliminarmente il contribuente deve controllare se è tenuto alla presentazione della dichiarazione dei redditi o se è esonerato da quest’obbligo. Si ricorda che, anche nel caso in cui non sia obbligato, il contribuente può presentare ugualmente la dichiarazione per far valere eventuali oneri sostenuti o detrazioni non attribuite, oppure per chiedere il rimborso di eccedenze di imposta risultanti da dichiarazioni presentate negli anni precedenti o derivanti da acconti versati. Il contribuente che ha l’obbligo (oppure l’interesse) di presentare la dichiarazione, deve controllare se può o meno utilizzare questo modello. I fiscalisti di OpenOffice Ravenna aiutano il cliente nella scelta del modello dichiarativo più consono al
QUANDO L’EX SINDACO MATTEUCCI NEL 2014 ANTICIPÒ I TEMPI OGGI SONO UN CENTINAIO LE UNIONI CIVILI CELEBRATE IN PROVINCIA
caso specifico, o necessario a livello normativo, ed in tutte le fasi successive fino alla trasmissione della dichiarazione all'Agenzia delle Entrate. I contribuenti possono presentare il modello 730 precompilato o ordinario anche in mancanza di un sostituto d’imposta tenuto ad effettuare il conguaglio. Se dalla dichiarazione emerge un credito, il rimborso viene erogato dall’Agenzia delle Entrate. Se, invece, emerge un debito, il pagamento viene effettuato tramite il modello F24. Lo Sportello CAF di OpenOffice Ravenna ha già iniziato la raccolta di documentazione e deleghe per le dichiarazioni dei redditi da presentare per l'anno fiscale 2019 riservando un forte sconto a chi prenota con anticipo la dichiarazione recandosi presso la segreteria di Via Capodistria 23. Si può prenotare una consulenza chiamando lo 0544.423370 oppure scrivendo a info@openofficeravenna.com
14 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2020
L’EVENTO/1
Cento anni di Socjale: anche il sindaco diventa “attore” A Piangipane serata di omaggi il 21 febbraio De Pascale tra le voci recitanti
L’EVENTO/2 Femminicidi e femminismo al Dock 61: musica e parole con Giò Gasdia e Carla Baroncelli Venerdì 21 febbraio alle 21,30 musica e libri si incontrano al Circolo Arci Dock61, via Magazzini Posteriori, 61 Ravenna. La cantautrice Giò Gasdia propone un dialogo ravvicinato tra le sue canzoni e la prosa di Carla Baroncelli, giornalista e scrittrice attualmente impegnata sul tema del femminicidio: Carla darà voce alle sue "Ombre di un processo per femminicidio - Dalla parte di Giulia" (Iacobelli Editore) mentre Giò Gasdia & Slow eMotion affronteranno il tema femminile attraverso i brani del loro nuovo album "Crisalide".
L’INCONTRO Al Mama’s club si parla di ambiente domenica pomeriggio alle 17 Tornano gli appuntamenti della domenica pomeriggio al Mama’s Club alle 17. Si comincia il 23 febbraio alle 17 per affrontare il tema di grande attualità: “Il clma cambia, ma noi agiamo. Le mobilitazioni giovanili nell’era dei Climate Strike”. Intervengono Legambiente Ravenna: il coinvolgimento dei cittadini con la citizen science di Green Eye 2.0, Fridays for Future - Ravenna: verso le mobilitazioni di aprile ed Extinction Rebellion Ravenna:la disobbedienza civile come mobilitazione di massa.
L’INIZIATIVA
LIBRAI PER UN MINUTO ALLA LONGO Sabato 22 febbraio alle 11.30 alla libreria Dante di Longo di via Diaz, già attiva in particolare con i gruppi di lettura, a Ravenna, torna l’originale iniziativa “Librai per un minuto”, sempre nell’ottica della promozione della lettura. Ogni partecipante, per un minuto, e uno soltanto, diventerà libraio e racconterà il proprio libro del cuore, l’invito è aperto a tutti e in particolare, dicono le libraie Angela e Alberta Longo, sono bene accolti i giovani lettori.
Venerdì 21 febbraio a partire dalla 21 a Piangipane ci sarà una serata di grandi omaggi musicali con l’Orchestra dell' Istituto Musicale “G.Verdi” di Ravenna diretta da Federico Ferri. Uno spettacolo tutto ravennate con voci recitanti d'eccezione per celebrare il centenario del Teatro Socjale. Il programma della serata prevede infatti l'omaggio alla grandezza di Ludwig van Beethoven nel 250esimo anniversario della nascita, con l'esecuzione della sua Prima Sinfonia. Si apre con l'omaggio di Nevio Spadoni a due personalità artistiche romagnole d'eccellenza: Tonino Guerra e Federico Fellini, di cui ricorre quest'anno il centenario della nascita. A seguire l’omaggio a Raffaello Baldini di Rudy Gatta, e per concludere la fiaba senza tempo “Pierino e il lupo” di Sergej Prokofiev, come voce narrante d'eccezione il primo cittadino di Ravenna Michele de Pascale.
STORIA/1 All’Oriani viene presentata la ricerca su Anarchia e cooperazione
Abbiamo ampliato i nostri spazi, ora più grandi e più fruibili Ospitiamo eventi e presentazioni di libri
Sabato 22 febbraio, dalle 10, alla Biblioteca di Storia Contemporanea “A. Oriani”, si presenta la ricerca storica di Antonio Senta Anarchia e cooperazione a Ravenna e provincia (1880-1910). L’Associazione generale braccianti e il movimento libertario, promossa dalla Fondazione Casa di Oriani insieme con il Circolo Cooperatori e pubblicata sull’ultimo numero dei “Quaderni del Cardello”, l’annale di studi romagnoli della Fondazione Oriani. La ricerca di Senta affronta un tema pochissimo frequentato dalla pur ampia storiografia sulla cooperazione ravennate, tema che l’autore colloca nel quadro generale del controverso rapporto dell’anarchismo con la teoria e la pratica cooperativa. La presentazione, coordinata dal presidente del Circolo Cooperatori APS Giancarlo Ciani, sarà introdotta dal direttore della Fondazione Casa di Oriani Alessandro Luparini. Seguiranno interventi di Lorenzo Cottignoli, presidente della Federazione delle Cooperative di Ravenna, e Sebastiano Ricci, presidente della CAB Campiano. È prevista inoltre la partecipazione dello scrittore Maurizio Maggiani.
STORIA/2 Ad Ammonite tre lezioni sull’avvento del fascismo C’è tempo fino al 24 febbraio per iscriversi al corso di storia che si terrà alla Casa delle arti di via Santerno 48 (Ammonite) tenuto dal professore associato di storia all’Università di Ferrara, Andrea Baravelli dal titolo “L’avvento del fascismo”. Si comincia il 27 febbraio ale 20.30 con “L’immediato dopoguerra in Europa e in Italia”, si prosegue il 5 marzo con “Partiti e crisi politica, l’Italia verso il baratro” e si chiude il 12 marzo con “La conquista fascista, dalla strage di Palazzo d’Accursio alla Marcia su Roma”. Tutti gli incontri si terranno alle 20.30. Per informazioni: 339 6757720.
SALUTE e BENESSERE
SPECIALE / I 20-26 febbraio 2020 RAVENNA&DINTORNI
SINDROME INFLUENZALE
374mila ammalati in regione da inizio stagione. Rari e in calo i casi gravi Il picco è superato, attualmente l'epidemia è nella soglia di intensità media. In Romagna la copertura vaccinale è stata del 54,7 percento Sono 347mila le persone coinvolte dal virus dell’influenza stagionale in Emilia-Romagna. Si tratta di una stima dei malati a partire da metà ottobre, dall’inizio dell’epidemia. In base alle rilevazioni del Sistema nazionale di sorveglianza Influnet dell’Iss (Istituto superiore di sanità) si calcola che, nella sesta settimana del nuovo anno (precisamente dal 3 al 9 febbraio), la sindrome influenzale abbia coinvolto circa 55mila persone, con un tasso d’incidenza pari a 12,4 per 1.000 assistiti. Un dato in linea con quello osservato a livello nazionale (12,6), e che colloca al momento l’influenza all’interno della soglia di intensità media; il picco epidemico stagionale sembrerebbe essere già stato raggiunto nella quinta settimana (27 gennaio - 2 febbraio) con un’incidenza pari a 13,1 casi per 1.000 assistiti. E aumenta, in Emilia-Romagna, la copertura vaccinale: sebbene i dati siano ancora in fase di consolidamento, al momento risultano vaccinate più di 819mila persone; mentre l’anno scorso, a fine campagna, erano state complessivamente 786mila. Da Piacenza a Rimini, nella sesta settimana le fasce d’età più colpite sono quelle 0-4 anni (40,8 casi per 1.000 assistiti) e 5-14 anni (26,3 casi per 1000 assistiti), seguite dalla fascia 15-64 anni (9,0) e da quella degli over 65 anni (1,7). Non sono state rilevate differenze significative rispetto all’andamento dell’infezione nella stagione precedente. Il Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica della Regione monitora costantemente l’andamento dell’epidemia e le segnalazioni dei casi gravi: ad oggi 26, su tutto il territorio, per complicazioni legate all’influenza – che, attenzione, nulla hanno a che vedere con il nuovo Coronavirus –. Tra questi, 23 erano soggetti a rischio di complicazioni per la presenza di patologie croniche pregresse, solo 2 dei quali vaccinati. Quattro decessi, tra i
26 casi: tutte persone affette da patologie e non vaccinate. Sia per quanto riguarda i casi gravi che i decessi, si assiste a un netto calo rispetto alla stagione precedente (2018-2019): al 18 febbraio 2019 il Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica della Regione aveva ricevuto 110 notifiche di casi gravi, di cui 21 decessi, mentre a fine campagna i casi gravi avevano raggiunto quota 172, di cui 57 decessi. Sebbene i dati siano ancora in fase di consolidamento, al momento risultano vaccinate più di 819mila persone, in aumento rispetto alla stagione 2018-2019, quando a fine campagna si erano fatte vaccinare 786mila persone (un dato a sua volta in crescita del 7% rispetto al 20172018). La copertura degli ultrasessantacinquenni è del 55,9%, superiore rispetto al valore raggiunto lo scorso anno a fine campagna (54,6%). In particolare, la copertura rilevata dall’Asl territoriale della Romagna è attestata 54,7 per cento, appena un punto percentuale sotto la media dell’intera regione. Per quanto riguarda la diagnosi, naturalmente è sempre importante contattare il proprio medico, ma tra i sintomi più importanti ci sono tosse, mal di gola, febbre, mal di testa, inappetenza, dolori muscolari o articolari. I sintomi respiratori possono presentarsi anche in caso di altre infezioni virali, non dovute all’influenza. Per le infezioni comuni come raffreddore e influenza, gli antibiotici non servono; in questi casi, la soluzione migliore è aspettare che l’infezione faccia il suo decorso naturale, usando solo rimedi per alleviare i sintomi. L’invito rivolto ai cittadini è di lasciare che sia il medico a decidere se gli antibiotici servono oppure no. Se vengono prescritti, occorre seguire alcune regole: rispettare dosi e orari indicati; completare tutte le dosi anche se dopo un paio di giorni ci si sente meglio; contattare il medico se compaiono effetti indesiderati.
PANICO CONTAGIO Mascherine a ruba per il coronavirus, in arrivo scorte alle farmacie comunali Un post sulla pagina Facebook “Ravenna Farmacie”, lo spazio social ufficiale delle farmacie comunali, annuncia che i negozi del gruppo sono riusciti a rifornirsi di mascherine, andate esaurite nei giorni scorsi da tutti i fornitori per via della corsa all’acquisto sull’onda della psicosi per il coronavirus Covid-19. «In caso di necessità ora potete acquistarle da noi», si conclude il post. Un messaggio molto probabilmente rivolto a chi ha sempre usato le mascherine per necessità professionali o meno e non a chi è stato colto di recente dalla paranoia per il coronavirus. Infatti due settimane fa dalla stessa fan page su Fb arrivava l’invito a non farsi prendere dal panico per il coronavirus: «Quello che ciascun cittadino può fare è mettere in atto quelle semplici misure di igiene personale che valgono per tutte le infezioni virali, come l’influenza stagionale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato in questi giorni una sorta di decalogo per ridurre il rischio: lavarsi di frequente le mani con le soluzioni igienizzanti o con acqua e sapone; coprirsi il naso e la bocca con un fazzolettino quando si tossisce o si stranutisce, gettare il fazzolettino e lavarsi le mani; evitare, se possibile, contatti ravvicinati con persone che presentino febbre e tosse; rivolgersi tempestivamente al medico in caso di febbre e tosse, facendogli anche presente se di recente si sono compiuti viaggi all’estero; evitare di consumare alimenti di origine animale crudi o solo parzialmente cotti».
INFOPROM
TERME DI CASTROCARO
Prevenzione, cura e riabilitazione: alle Terme di Castrocaro l’efficacia della salute termale Indicate come Prima Categoria Super dal Ministero della Salute e accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale, le Terme di Castrocaro si pregiano di oltre 170 anni di attività, più di 2 milioni di pazienti trattati e 26 milioni di cure erogate. Un grande patrimonio di tradizione ed esperienza, frutto di un costante impegno dedicato a coniugare la conoscenza e il rispetto delle acque e dei fanghi termali con l’innovazione tecnologica e la competenza del personale. Ricchi di storia, preziosi per il benessere: i fanghi e le acque di Castrocaro. Vero e proprio prodigio idrogeologico, le acque minerali e i fanghi “di velluto” sono impiegati per i loro comprovati effetti benefici sull’organismo e rappresentano una straordinaria risorsa naturale per la qualità della salute. Ogni cittadino, che ha diritto ad un ciclo di cure all’anno, alle Terme di Castrocaro può usufruire di trattamenti termali come la fangoterapia – indicata per contrastare le patologie artroreumatiche e i postumi traumatici –, la balneoterapia e le cure idropiniche e inalatorie, dedicate al trattamento delle affezioni infiammatorie croniche delle vie aeree. Le acque salsobromoiodiche e sulfuree che giungono direttamente allo stabilimento termale vengono utilizzate allo stato nascente per la
loro ottimale composizione chimica e risultano particolarmente efficaci nella cura di patologie artrosiche, circolatorie, respiratorie e ginecologiche, così come nella risoluzione di acne, eczemi, dermatiti e piccoli inestetismi. Il Poliambulatorio termale: un sistema integrato per personalizzare le cure. Il Poliambulatorio clinico diagnostico delle Terme, supportato dalla competenza medico-scientifica del Gruppo sanitario italiano GVM Care & Research, eroga prestazioni in regime ambulatoriale relativamente a diverse specialità sanitarie. Qui è possibile avvalersi di specialisti in cardiologia, ortopedia, dermatologia, ginecologia, pneumologia, oculistica, ma non solo, tempi brevi di accesso e di consegna del referto, informazione chiara sul proprio stato di salute e delle eventuali terapie proposte. Elemento distintivo ulteriore è l’integrazione con le strutture sanitarie di GVM che rendono il Poliambulatorio parte integrante della rete, a vantaggio del paziente che può perfezionare in modo diretto il suo percorso di diagnosi e cura anche presso Maria Cecilia Hospital (Cotignola), San Pier Damiano Hospital (Faenza), Primus Medical Center (Forlì) e Ravenna Medical Center (Ravenna).
Il Centro di Riabilitazione e Idrochinesiterapia: l’integrazione tra acqua termale e fisioterapia. Dotato di palestre attrezzate, piscine con acqua salsobromoiodica e studi medici, il Centro di Riabilitazione e Idrochinesiterapia combina i moderni trattamenti fisioterapici con i preziosi benefici dell’esercizio assistito in acqua termale e offre programmi di riabilitazione personalizzati volti a un recupero quanto più completo della funzione motoria. Maggiori informazioni sulle prestazioni su: www.termedicastrocaro.it Tel. 0543 412711 Via Aristide Conti, 3/A Castrocaro Terme (FC) Dir. San. Marco Conti Aut. San. n.2545/2018 Prot.2447 8 marzo 2019
II / SPECIALE RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2020
SALUTE e BENESSERE
RIMEDI FARMACEUTICI
Le virtù del collagene per la cura di ossa, articolazioni e pelle Ce ne parla la dottoressa Valentina Carioti della farmacia comunale 3 di Porto Corsini Negli ultimi anni, il mercato offre una grande varietà di integratori di collagene appositamente formulati per contribuire al benessere del sistema osteoarticolare e alla bellezza di pelle, unghie e capelli. A parlarne è la dottoressa Valentina Carioti della farmacia comunale N. 3 di Porto Corsini (nella foto). Che cos’è il collagene? «È una proteina di fondamentale importanza per il corpo dal momento che concorre al benessere cellulare e alla formazione dei tessuti. Essa si trova in numerosi tessuti, dalle ossa e cartilagini alla pelle e capelli. Da esso dipendono lo stato della pelle, l’azione protettrice della stessa nei confronti degli organi, l’elasticità e la tonicità dell’epidermide, il mantenimento di una buona idratazione dei tessuti, il rafforzamento delle ossa e dei tendini». È corretto dire che il collagene diminuisce con l’invecchiamento? «Pur rinnovandosi di continuo nel corso corso della vita con ritmi diversi a seconda di dove si trova, la sua sintesi diminuisce con l’avanzare dell’età. Anche altri fattori possono contribuire in maniera molto rilevante come, ad esempio lo stress, il fumo e la disidratazione. Dopo i 25 anni diminuiscono la produzione e con essa aumenta la rugosità della cute, che diviene meno compatta e più sottile. Anche i capelli, in mancanza di collagene, perdono corpo e lucentezza, mentre le unghie diventano più fragili». Cosa accade invece a livello delle articolazioni con il passare degli anni? «A lungo andare risentono della perdita di collagene e dunque i movimenti si fanno più lenti e talvolta dolorosi. L’artrosi è la patologia più classica derivante dell’invecchiamento delle articolazioni specialmente a livello di ginocchia, anche e spalle. Pertanto, il collagene viene utilizzato come coadiuvante insieme alle terapie farmacologiche o rimedio alternativo efficace nella cura dei disturbi di tipo infiammatorio derivanti sia dal normale invecchiamento sia in quelli causati da usura anche in soggetti più giovani, come nel caso di traumi sportivi». Come può aiutare il collagene in caso di artrosi per cui non esiste una cura vera e propria, ma aiuti momenta-
FISIOTERAPIA
nei come antinfiammatori e cortisone? «Sembra dare un supporto sia a livello preventivo sia come coadiuvante nella terapia. Insieme alla vitamina D è un valido aiuto per mantenere in buona salute l’apparato scheletrico ad esempio in caso di osteoporosi». Quali cibi stimolano la produzione di collagene? «Quelli a foglia verde, come gli spinaci o le bietole, o la frutta ricca di vitamina C, come gli agrumi, il melone, l'ananas o il kiwi. Un altro nutriente importante per la sua produzione è la lisina, un aminoacido essenziale, che l'organismo non è in grado di produrre autonomamente, quindi deve necessariamente essere introdotto con l’alimentazione, ossia attraverso le uova, le fave, le lenticchie, la carne, il formaggio e la frutta secca». Quanti integratori a base di collagene esistono? «Numerosi tipi che variano sia per formula farmaceutica ad esempio polvere, formulazioni liquide, compresse, che per percentuale e associazione con altri principi attivi, a seconda delle indicazioni. Il collagene è una proteina abbastanza grande e di conseguenza di difficile digestione. Inoltre è scarsamente solubile in acqua». Cosa si può prendere per idratare la pelle? «Una classica formulazione è quella con l’acido ialuronico che è responsabile dell’idratazione. Entrambi si possono trovare sia in formulazioni da ingerire che in formulazioni cosmetiche da utilizzare direttamente sulla pelle. Adatte a tipologie di pelle che perdono tono e che perdono elasticità oltre alla mancanza di idratazione». Per le articolazioni invece? «Acido ialuronico, vitamina C, condroitina e glucosamina, estratti vegetali che hanno ad esempio un’azione di tipo antinfiammatoria, boswelia e curcuma. Molti benefici derivano da cicli di integratori a base di collagene e acido ialuronico, abbinati alle creme cosmetiche per ottenere una maggiore efficacia. In periodi stressanti e stancanti o nei cambi di stagione, sottoporsi a cicli annuali di formulazioni adatte alle articolazioni sembra dare benefici nel ritardare e alleviare i sintomi di traumi o di patologie degenerative». Roberta Bezzi
ISTRUZIONE E RICERCA Da settembre via alla laurea in Medicina a Ravenna Gli organi decisionali dell’Università di Bologna hanno approvato l’attivazione, a partire dall’anno accademico 2020-21, dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia a Forlì e a Ravenna, per un totale di 150 posti (75 e 75) che si aggiungono ai 374 per la sede di Bologna e ai 90 di Medicina in inglese (Medicine and Surgery). A trent’anni dal suo arrivo in Romagna, l’Ateneo porta a termine un tassello importante di un progetto che avrà un forte impatto non solo sugli studenti ma anche sulle strutture ospedaliere e l’intero territorio. I due corsi di Medicina si appoggeranno all’Ausl Romagna e saranno sostenuti da numerosi enti locali e finanziatori privati. Per il territorio ravennate si tratta di Fondazione Flaminia, Comune di Ravenna, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Fondazione del Monte, Gruppo Villa Maria, Istituto Oncologico Romagnolo. Un impegno economico locale che si aggira intorno ai 30 milioni di euro. Per il territorio forlivese contribuiranno la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, il Comune di Forlì attraverso Serinar, Italo Carfagnini (Macifin), l’Istituto Oncologico Romagnolo, il Gruppo Villa Maria, Maria Grazia e Giuseppe Silvestrini. Le lezioni a Ravenna si svolgeranno all’ospedale Santa Maria delle Croci, «dove è già stato approvato un progetto riguardante la realizzazione di aule e laboratori didattici all’avanguardia», fa sapere la Fondazione Cassa di Risparmio.
INFOPROM
Aiutare gli altri a ritrovare il benessere fisico e emotivo Aiutare gli altri a stare bene. Un sogno che è diventato realtà per il 34enne Enea Liverani da quando è diventato dottore in Fisioterapia. «Sin da quando frequentavo il liceo scientifico a Lugo – racconta – ero affascinato dalla figura mitica del medico. Tant’è che, una volta diplomato, mi orientai verso Medicina ma non riuscii ad entrare per via del numero chiuso. Inizialmente fu una delusione, ma poi una fortuna perché dopo aver fatto un anno di Farmacia, ebbi una vera e propria folgorazione per il comparto della fisioterapia, all’epoca agli albori. Capii subito che quella era la mia strada, così riuscii ad aggiudicarmi uno dei 60 posti disponibili e a laurearmi nel 2009 al corso triennale di Fisioterapia della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Bologna con sede a Imola». A un mese dalla laurea con 109/110, Liverani inizia a lavorare all’istituto di Montecatone, per poi avviare collaborazioni con diversi centri medici tra Lugo, Massa Lombarda e Imola e con le Terme di Riolo Terme. «Il 2018 è stato l’anno della svolta – ricorda – perché ho saputo di un ambulatorio sfitto in via Verdi 1 a Bagnacavallo, località in cui risiedo dal 2012. Il desiderio di avvicinarmi a casa era forte, così quello di dedicarmi completamente alla libera professione in uno studio tutto mio. Una nuova avventura che ha preso forma, anche se continuo a collaborare con il poliambulatorio Arcobaleno di Imola». Liverani ha da poco festeggiato i primi dieci anni di lavoro. Cosa è cambiato nella professione? «Mentre anni fa il fisioterapista era visto come una figura satellite del medico – spiega –, oggi siamo sempre più un punto di riferimento per la gente, in quanto figura qualificata a cui rivolgersi direttamente. Avendo la possibilità di vedere con costanza il paziente, si crea un legame speciale, fatto di fiducia e ascolto. Soprattutto con i più anziani, si va al di là del problema meccanico, riuscendo a instaurare anche una bella confidenza. D’altra parte, come evidenziato dall’Oms, il benessere è biopsicosociale perché coinvolge tutti gli aspetti dell’essere fisico, emotivo, mentale e sociale». Il Dott. Enea Liverani riceve nel suo ambulatorio in via Verdi 1 a Bagnacavallo, tel. 338 3792983
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SALUTE e BENESSERE
SPECIALE / III 20-26 febbraio 2020 RAVENNA&DINTORNI
IL CASO
LO SGUARDO DELLO PSICOLOGO di Enrico Ravaglia*
Adulti e ragazzi consapevoli contro il bullismo Recentemente sono andato molto incuriosito dall’iniziativa contro il bullismo organizzata dall’associazione “Cuore e Territorio” con gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Cervia. Arrivato a destinazione, sceso dall’automobile, casualmente ho incrociato lo sguardo di una ragazzina seminascosta che stava per accendersi una sigaretta. Appena mi ha visto ha fatto il gesto di riporla. Ho proseguito con la sensazione che se la sarebbe riaccesa un istante dopo. Quel gesto mi ha fatto pensare a come lei, e i suoi compagni di scuola, avrebbero reagito alle parole che da lì a poco avrebbero ascoltato. Agli inviti degli adulti. Se, a eventuali domande, sarebbero ricorsi a frasi di circostanza, oppure no. Entrato in sala ho avuto la netta sensazione di trovarmi tra due gruppi. Un “gruppone” ed un “gruppetto”. Il “gruppone” era quello composto da tutti i giovani studenti che se ne stavano seduti in platea. Ragazzi vispi, dagli occhi energici e dal costante brusio di fondo. Coesi ma apparentemente un po’ distratti e provocatori. Davanti a loro, l’altro “gruppetto”. Quello degli adulti, dai relatori. Anch’esso altrettanto coeso e tenace. Adulti dalle professioni nette e qualificate. Lì, di fronte agli studenti, c’erano il presidente di “Cuore e Territorio” Giovanni Morgese, l’editore Carlo Serafini, il magistrato Cristina D’Aniello, il deputato Alberto Pagani, la psicoterapeuta Francesca Siboni e il regista Gerardo Lamattina. Tutti disponibili a “sporcarsi le mani” , ad entrare in vera relazione con i ragazzi. Non ripercorro la cronaca dell’ intera mattinata, sottolineo però come la sensibilizzazione e le sollecitazioni dei relatori siano arrivate ai ragazzi. Anche se essi restituivano feedback indiretti, raramente palesi. Un esempio: diversi studenti sono stati invitati a turno al tavolo dei relatori. Strategia indovinata, utile a tenere viva l’attenzione. Tra questi, un ragazzo, finito il suo breve intervento ha chiesto se poteva usufruire dell’acqua. Sul tavolo c’erano le classiche bottigliette da mezzo litro e i relativi bicchieri di plastica. “Prego”, gli è stato detto. Il ragazzo ha preso con sé un’intera bottiglietta ancora chiusa e se ne tornato a posto. Un gesto misto. Che a me è arrivato con più significati. Che avesse effettivamente sete, e gli servisse proprio quell’acqua per bere, mi è parsa l’ipotesi meno probabile. Piuttosto, era come a dire contemporaneamente: “Sono furbo, mi avete coinvolto e io mi prendo il compenso”, oppure “Sono stato anch’io come voi. Ho parlato dal palco e porto con me il feticcio”, ma pure “Ma sì, tutto sommato accetto i vostri consigli. Non ve lo dico in modo palese, ma prendo la bottiglietta, che è comunque qualcosa di vostro”. Ascoltavo i conferenzieri, ma la mia attenzione era soprattutto concentrata sui ragazzi accanto a me in platea. Cercavo di ascoltare e leggere le loro reazioni. Il brusio scompariva a sottolineare i momenti più efficaci. Come alla visione del cortometraggio di Lamattina, dove la protagonista del film è una ragazza a cui, in palestra, vengono rubate le scarpe da ginnastica. Le scarpe sono messe in un orinatoio pieno d’acqua. Questo è il primo gesto di violenza che subisce. Subito dopo ne riceve uno ancora più grave. Un bullo, nel film, estrae il cellulare per condividere quella scena nella rete. La vergogna, il senso di umiliazione quindi si spande. Sapere potenzialmente di poter essere derisa da chiunque, senza sapere esattamente da chi, stimola sentimenti di smarrimento e persecuzione, che i ragazzi che avevo accanto mostravano bene, attraverso i loro sguardi, di comprendere. Tanto che l’applauso prodotto dagli studenti alla fine del cortometraggio era sincero e proporzionato. Differente da quelli eccessivi, caricaturali con cui si autosegnalavano ad inizio incontro. *Psicoterapeuta psicoanalitico dottenricoravaglia@gmail.com
Via Maggiore, 128
GRAZIE ALLO SMARTWATCH AL POLSO SCOPRE UN PROBLEMA AL CUORE, 33ENNE OPERATO Gli esami dell’ospedale privato Maria Cecilia hanno poi evidenziato una tachicardia ventricolare e la necessità dell’intervento chirurgico Lo smartwatch al polso, regalo della moglie, ha permesso a un 33enne di scoprire un problema cardiaco e la conseguente operazione chirurgica potrebbe avergli salvato la vita. La storia arriva da Cotignola, dalle corsie del dipartimento di Aritmologia della clinica privata Maria Cecilia Hospital del gruppo Gvm. Il giovane originario di Lecce era affetto da palpitazioni parossistiche mai diagnosticate, soffriva di una tachicardia ventricolare che talvolta può risultare fatale. A distanza di meno di un mese dall’intervento, l’uomo sta bene e, dopo un esame Holter e un Ecg sotto sforzo, potrà ricominciare gradualmente anche le attività sportive. La tecnologia e i device degli ultimi anni hanno permesso un controllo sempre maggiore della quotidianità. I moderni smartwatch indossati al polso sono uno strumento utile per monitorare il proprio stato di salute grazie alla possibilità di tracciare in continuo il ritmo cardiaco. «Sentivo una strana sensazione di vuoto, con il cuore che batteva all’impazzata dopo una corsa – sono le parole del 33enne raccolte dall’ufficio stampa della clinica -. Ho attivato la funzionalità di Ecg del mio smartwatch, regalato da mia moglie proprio perché nell’ultimo periodo avvertivo un certo affaticamento dopo le partite di calcetto con gli amici. Dopo aver consegnato i risultati al mio medico sono stato indirizzato ai cardiologi che hanno riscontrato un’anomalia». Il giovane non aveva precedenti di malattie cardiache o familiarità per morte cardiaca improvvisa e non ha presentato anomalie strutturali all’ecocardiografia, alla risonanza magnetica cardiaca e nessuna lesione coronarica alla tomografia computerizzata coronarici. «Uno studio elettrofisiologico, usando la mappatura cardiaca elettro-anatomica (Carto-3) senza l’ausilio di raggi X – spiega il dottor Saverio Iacopino, direttore del dipartimento – ha confermato la presenza dell’anomalia nel tratto di efflusso del ventricolo destro ed è stata eseguita l’ablazione a radiofrequenza ottenendo la completa soppressione dell’aritmia ventricolare e non più riproducibile. Gli smartwatch hanno già dimostrato la loro utilità nel rilevamento della fibrillazione atriale con alta sensibilità e specificità; questo caso, tra i primi al mondo per la diagnosi di una tachicardia ventricolare, sottolinea l’importanza di tali dispositivi come strumenti utili anche per la rilevazione di aritmie ventricolari. Ci consentono di giungere ad una diagnosi in tempi utili per eseguire ulteriori studi e convalidare eventualmente i risultati, individuando se le palpitazioni lamentate dai pazienti derivino da un’anomalia di natura benigna o meno».
RAVENNA
Tel. 0544 202083
SALUTE e BENESSERE
IV / SPECIALE RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2020
ERBE SPONTANEE
RACCOLTA E UTILIZZO
Raperonzolo, ortaggio selvatico di cui si può mangiare tutto
Come coltivare la pianta
Ha proprità antisettiche, antinfiammatorie, diuretiche, rinvigorenti e ricostituenti Il raperonzolo (Campanula rapunculus), pianta erbacea annua o biennale appartenente alla famiglia delle Campanulacee, è una delle moltissime specie del genere Campanula presenti nella nostra flora spontanea. I suoi fiori, dalla corolla blu o lilla a forma di campanella, hanno suggerito il nome del genere mentre rapunculus (dal latino rapa) è derivato dall’uso culinario che si è sempre fatto della sua radice. Cresce un po’ ovunque in tutta la Penisola, nei boschi, lungo le siepi, nelle zone erbose, dalla pianura alla montagna fino a 1500 metri d’altitudine, ad eccezione della Sicilia e della Sardegna. Si riconosce non solo dal fusto, alto anche più di un metro, ricoperto da una leggera peluria, esile ed eretto, ma anche dalle foglie, strette, sessili e leggermente ondulate. Peculiari sono pure i fiori, raccolti in pannocchie rade, allungate e strette, con una corolla divisa fino a un terzo della sua lunghezza. Quello però che caratterizza il raperonzolo è la sua radice a fittone, bianca, grossa e carnosa, tanto da rassomigliare a una rapa. E di questo ortaggio selvatico si può mangiare tutto, ogni sua parte: le prime ad essere raccolte, in primavera, sono le rosette basali delle foglie con le radici sottili, che si mangiano crude in insalata, mentre, sul finire dell’inverno, si ricercano le radici ormai ingrossate, perfette da cuocere, da sole o assieme alle foglie. Quando poi fanno capolino, si possono gustare anche i fiori: perfettamente commestibili, rendono gradevoli alla vista e esaltano il sapore di insalate o di misticanze. E ora, che sapore ha il raperonzolo? Le parti aeree della pianta risultano leggermene amarognole a causa di alcune sostanze resinose in esse contenute mentre le radici hanno un sapore dolciastro e gradevole che ricorda quello delle nocciole. Questo è dovuto al fatto che le riserve della pianta, come in genere in tutte le Campanulacee, sono costituite da inulina anziché da amido. Arrivando ai fiori, questi portano un profumo delicato, quasi di bosco. Un tempo questa pianta era molto ricercata per usi medicinali: essendo dotata di proprietà antisettiche e antinfiammatorie, la si usava soprattutto in decotto per gargarismi contro l’angina. Oggi il raperonzolo è caduto in disuso come pianta medicinale, ma è invece ancora molto apprezzato come ortaggio, tanto più che è sempre più diffusa la sua coltivazione (vedi box a destra).
NUOVE APERTURE
La ricetta: risotto ai raperonzoli
Ingredienti per 4 persone: 300 grammi di riso Vialone Nano, 200 grammi di radici di Raperonzolo, 100 grammi di foglie di Raperonzolo, 50 grammi di guanciale stagionato, 50 grammi di scalogno, 100 grammi di Parmigiano grattugiato, 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, 2 cucchiaio di burro di centrifuga, 50 millilitri di vino bianco secco, sale marino integrale, 500 millilitri di brodo di verdura, qualche fiore di Raperonzolo.
Ma veniamo alle sue proprietà nutrizionali e partiamo dalla sua capacità di potenziare e rinforzare il sistema immunitario. Ciò è dovuto all’elevato contenuto di acido ascorbico (vitamina C) e alla presenza di altri oligoelementi. Ha anche effetti lassativi, diuretici e un buon potere antinfiammatorio. Per questo può rivelarsi utile come rimedio naturale per il trattamento di afte, gengiviti e ascessi in fase iniziale. Ancora, è utile per il suo effetto ricostituente e rinvigorente, diuretico e rinfrescante. Ciò è riconducibile alle quote di vitamina C e di inulina in essa contenute. In particolare l’inulina, un oligosaccaride composto da catene di fruttosio, favorisce la digestione, riduce la produzione di gas intestinali ed ha un effetto lassativo. Contiene, infine, flavonoidi, tra cui un’abbondante quantità di luteolina, e un’elevata dose di fibre. Nella dieta delle persone diabetiche, le radici di questa pianta sono considerate un alimento dall’elevato potere nutrizionale e indicate in quanto prive di amido. Circa le eventuali controindicazioni, è certo che non esistono particolari effetti collaterali tuttavia, utilizzando le parti sotterranee di questa pianta, è necessario prestare attenzione alla qualità del terreno in cui cresce. Giorgia Lagosti
Preparazione: soffriggere lo scalogno tritato e, dopo un paio di minuti, aggiungere il guanciale fatto a listarelle. Nel frattempo, tagliare le radici di Raperonzolo a cubetti ed aggiungile al soffritto insieme al vino. Attendere che le radici si mostrino leggermente appassite quindi aggiunge il riso tostato a parte e una abbondante dose di brodo di verdura bollente. Attendere che il brodo sia quasi del tutto assorbito e poi procedere con piccole aggiunte fino alla quasi completa cottura del riso. A pochi minuti dalla fine aggiungere anche le foglie tagliuzzate. Alla fine mantecare con burro e Parmigiano, asèettare qualche minuto per il riposo del risotto e completare qualche fiore di raperonzolo fresco.
INFOPROM
Orthomea la sanitaria che mancava per un’assistenza innovativa e di altà qualità Il taglio del nastro per l’inaugurazione è previsto per il 22 febbraio alle 16 con le autorità cittadine, ma sono già tante le persone che si sono avvicinate a Orthomea, una nuova sanitaria che ha aperto da poche settimane all’angolo di via Zampeschi (una traversa di via Cilla). Qui, la titolare Elena Raia ha messo a frutto una lunga esperienza nel settore coniugando l’aspetto sanitario tradizionale a una visione più giovane e innovativa del servizio. Da un lato infatti Orthomea offre tutti i prodotti e gli ausili utili a chi ha problemi di mobilità come carrozzine, poltrone e letti per i disabili di ultima generazione che possono essere acquistati o noleggiati, così come le apparecchiature per la magnoterapia e altra strumentazione sanitaria e ortopedica. «Si tratta di prodotti di alta qualità – dice Raia – che sono tutti naturalmente nuovissimi. Inoltre, ho deciso di mettere a noleggio anche ausili che in genere non lo sono come il collare, il busto a tre punti e la ginocchiera articolata». Accanto a questo, Orthomea offre una gamma di prodotti che si rivolgono a un pubblico più giovane e che abbia anche voglia di “sdrammatizzare” situazioni temporanee, per esempio dopo un infortunio. «Penso per esempio ai calzettoni colorati al posto di quelli color carne o alle calzature di ottima qualità ma anche eleganti e gradevoli. O, ancora, ho scelto una linea di biancheria intima contenitiva, a prezzi particolarmente accessibili. Anche la cura dell’aspetto estetico può essere importante in un percorso di recupero».
In molte regioni italiane il raperonzolo rientra fra le specie protette ed è perciò vietata la sua raccolta, tuttavia, è sempre possibile seminarlo nell’orto, dopo aver lavorato in profondità il terreno che dovrà essere piuttosto fresco, fertile e non troppo soleggiato. I semi, reperibili presso i negozi specializzati, sono piccolissimi ed è perciò opportuno mescolarli a sabbia fine per evitare che cadano troppo fitti. Ancora, si dovrà fare attenzione a coprirli con pochissimo terriccio dopo averli posti in piccoli solchi appena segnati, distanti circa 25 centimetri. La semina può essere fatta in molti mesi dell’anno: se eseguita in marzo o aprile, si avrà lo sviluppo completo solo in settembre. Seminando, invece, a maggio-giugno, si avrà la possibilità di raccogliere dal tardo autunno fino a tutta la primavera successiva.
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SOCIETÀ / 15 20-26 febbraio 2020 RAVENNA&DINTORNI
IL PROGETTO SOCIALE/1
SVUOTATUTTO AL (FUTURO) ALBERGO DEL CUORE Sabato 22 febbraio un’occasione anche per visitare la struttura Dopo aver acquistato a Ravenna l’ex-struttura alberghiera “I Cherubini” di via Rocca Brancaleone, nell’estate del 2019, la cooperativa sociale San Vitale avvia il processo di riqualificazione dell’immobile che ospiterà il progetto “Albergo del Cuore” a partire dal 2021. In vista dei lavori di ristrutturazione, che cominceranno in primavera, il 22 febbraio dalle 10 alle 12 San Vitale invita la cittadinanza allo “Svuotatutto”, una sorta di mercatino delle pulci gratuito con ciò che resta di mobili e soprammobili della vecchia struttura. La nuova struttura è stata studiata per essere particolarmente attenta ai turisti con disabilità sia dal punto di vista architetturale ma soprattutto dal punto di vista culturale e dell’approccio professionale: l’albergo sarà infatti gestito da personale con disabilità inserito in progetti formativi. Questa innovazione sociale è stata premiata, di recente, anche a livello regionale: l’Albergo del Cuore ha infatti ricevuto il premio come migliore progetto di innovazione sociale del 2019 in EmiliaRomagna per l’ambiziosa volontà di coniugare il tema dell’accessibilità con i principi della sostenibilità ambientale in un contesto di rigenerazione urbana per il quartiere Farini. Lo “svuotatutto” sarà anche un’occasione per visitare la struttura.
IL PROGETTO SOCIALE/2 Una giornata dedicata all’Housing First alla biblioteca Classense Mercoledì 26 febbraio alle 9 alla sala Dantesca della Classense di Ravenna si tiene l’evento “Costruire l’abitare. Housing First: dall’esperienza Lego Serious Play, i mattoncini al servizio dell’abitare innovativo” organizzato dal Consorzio Solco per presentare i risultati raggiunti sul territorio ravennate dal progetto rivolto al sostegno della stabilità abitativa per persone che hanno perso la casa o che abbiano versato per lungo tempo nello stato di senza dimora. Interverranno diversi esperti del settore, a confronto con esponenti delle amministrazioni pubbliche per riflettere, dati alla mano, sulle opportunità che Housing First dà alle politiche abitative dei territori.
DIRITTI CIVILI
IN PIAZZA PER L’ATTIVISTA ZAKY Anche Amnesty Ravenna e studenti dell'università di Bologna del Campus di Ravenna scendono in piazza per chiedere libertà per Patrick Zaky, lo studente iscritto ad un master presso l'Università di Bologna e arrestato al suo rientro in Egitto in quanto attivista. Gli appuntamenti sono per giovedì 20 febbraio alle 14.30 e venerdì 21 febbraio alle 18.30 sempre in piazza del Popolo sotto l’immagine che ha ormai fatto il giro del mondo disegnata dall’artista e attivista ravennate Gianluca Costantini.
IL LUTTO Il mondo del volontariato piange Giovanna Baroni Il mondo del volontariato ravennate piange la scomparsa, dopo breve malattia, della propria dirigente Giovanna Baroni. Figura molto nota a Ravenna anche per il suo impegno professionale e politico (nelle file di Lista per Ravenna e Udc in particolare), ha dedicato gli ultimi anni della sua esistenza all’impegno attivo in numerose associazioni ravennati e nella rappresentanza del volontariato. Tra i tanti incarichi svolti nell’ultimo decennio ha rappresentato il volontariato di tutta la provincia come presidente del Comitato paritetico e portavoce del Forum del Terzo settore. Negli ultimi anni, fino a che la malattia lo ha permesso, ha sostenuto in qualità di consigliere le iniziative della Consulta ravennate. «La comunità del volontariato di tutta la provincia piange una persona buona e generosa – si legge in una nota inviata alla stampa –, entusiasta per il bene e per le cose belle, capace di creare sempre relazioni positive tra le persone e di aiutare tutti. Si stringe con affetto alla figlia, agli adorati nipoti, alla famiglia tutta». Anche il sindaco Michele de Pascale ricorda Baroni. «La ricordiamo per il suo costante impegno politico e nel mondo del volontariato; tra le tante attività a sostegno della comunità è stata presidente del consiglio dei revisori di Linea Rosa, volontaria del Ceis, del comitato cittadino antidroga, della consulta del volontariato e vice presidente dell’Atletica Ravenna. Ovunque ci fosse un bisogno non faceva mai mancare la sua presenza. Le mie più sincere condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari».
16 / SPORT RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2020
CALCIO
Dalle sfide con Baggio al vivaio del Ravenna: «Dobbiamo migliorare strutture e allenatori» Parla l’ex calciatore Gianluca Ricci (52 gettoni in A), oggi responsabile organizzativo degli Under giallorossi In carriera anche il reality “Campioni” a Cervia: «All’inizio fu dura, ma ancora oggi mi fermano per strada...» di Vincenzo Benini
Ha vissuto tante avventure calcistiche in carriera, Gianluca Ricci, e solo l’ultima sembra averlo portato in modo definitivo a Ravenna, la sua città. Con le scarpe chiodate ha vestito per un’unica stagione la maglia giallorossa, tra l’altro esaltante, mentre per il resto è stato quasi un rincorrersi senza trovarsi mai. Fino a quando, un anno e mezzo fa, ecco arrivare la chiamata attesa da una vita, seguita dalla decisione di ricoprire il ruolo di responsabile organizzativo del settore giovanile della società bizantina. Una veste importante e adeguata, per uno che nel curriculum può contare ben 52 presenze in Serie A (tutte a Bari), 80 in B (spalmate tra Bari, Padova e Ancona) e 210 in C2 (Gubbio, Centese, Viareggio, Fasano e Russi). Ricci, come si trova nel “suo” Ravenna? «Tutta la mia vita è sempre girata attorno al calcio, anche dopo il ritiro. Da dirigente ho lavorato per qualche anno all’Imolese, dall’amico Spagnoli, mentre da allenatore c’è stata la breve parentesi come vice di Bardi a Forlì. Sono stato contentissimo della chiamata arrivata dal Ravenna, è stato come avverare un sogno. Sto vivendo una bellissima esperienza con i giovani e il mio obiettivo è quello di creare qualcosa di buono». Qual è il suo compito, nello specifico? «È quello di affiancare il responsabile del vivaio, Nevio Valdifiori, seguendo tutti i giovani tesserati, da quelli nati dal 2002 fino al 2010. Oltre ai calciatori devo tenere i rapporti con i loro genitori, e ovviamente con gli allenatori». Come è la situazione del settore giovanile giallorosso? «Sappiamo che ci vuole tempo per portarlo a certi livelli. Nella storia il vivaio del Ravenna è sempre stato al di sotto delle proprie possibilità e il nostro compito è quello di dargli una maggiore credibilità. Da quando sono arrivato ho visto già dei piccoli ma significativi miglioramenti un po’ in tutte le categorie di età». Quali sono le strade da percorrere? «Due, in particolare: migliorare le strutture,
Gianluca Ricci oggi e (il più a sinistra accosciato, abbracciato a Protti) ai tempi della serie A nel Bari
tenendo a stretto contatto la prima squadra e le giovanili, e il livello degli allenatori. Dobbiamo anche avere una maggiore fiducia in quello che facciamo, con l’obiettivo di “allevare” calciatori di prospettiva. Bisogna credere anche di più nei nostri ragazzi e aiutarli nell’affrontare il difficile mondo che li circonda». Si spieghi meglio… «I giovani d’oggi hanno degli svaghi che ai nostri tempi, quando avevamo 14-15 anni, non esistevano. Per noi esisteva solo il pallone, mentre adesso ci sono troppe cose che li portano via dal calcio. Per loro entrare nello spogliatoio con il telefonino acceso in mano è la normalità. C’è meno spirito di sacrificio e alla prima difficoltà si arrendono. Bisogna lavorare anche su questo e aiutarli». E la storia del ragazzino Gianluca Ricci da dove inizia? «Dall’Endas Monti, in quanto il settore giovanile del Ravenna era come se non esistesse.
MENÙ A PRANZO dal martedì al venerdì
€13
Primo, secondo, contorno, acqua, 1/4 di vino, caffè
Poi in età da Esordienti vado a Russi, per infine compiere il salto nella Primavera del Cesena. Era un altro mondo, da lì erano stati lanciati calciatori come Bianchi e Minotti. Anche io, nel mio piccolo, ho fatto un buon percorso, affrontandoli in seguito da avversari in Serie A». A Bari, giusto? «Sì, dopo una esaltante promozione, una delle gioie più belle della mia carriera. Ho disputato due stagioni nel massimo campionato, centrando la salvezza, giocando negli stadi più importanti d’Italia e marcando campioni come Signori, Weah, Vialli, Baggio e Boksic, giusto per citarne alcuni. Finita quella splendida esperienza sono tornato in B, a Padova e Ancona, per infine fare parte del Perugia in A, senza però mai scendere in campo». Dopo qualche anno in C2 è arrivata la chiamata dal Ravenna, allora in D… «Sì, nel 2002, e in panchina c’era Gadda. Dopo il fallimento di un paio di anni prima si
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€18
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Antipasto, primo, secondo, contorno, acqua, 1/4 di vino, caffè
M E N U A L L A C A R TA S E M P R E D I S P O N I B I L E
era tornati a vivere un clima di entusiasmo. Mi chiamò Pelliccioni, che riuscì a costruire una squadra competitiva e propositiva, bella da vedere giocare. Arrivò un’altra grande soddisfazione, la promozione in C2, ma la mia esperienza finì dopo un solo campionato». In seguito, nel 2004, l’avventura nei “Campioni” del Cervia. Cosa si ricorda? «Fu una scelta dura, non ci volevo proprio andare, ma Graziani e Magrini insistettero tantissimo, fino a farmi cambiare idea. L’inizio, poi, fu molto negativo, dentro ma soprattutto fuori dal campo da calcio. A un certo punto, però, gli autori capirono che la cosa più importante era focalizzarsi sul pallone, sulle partite, e fu da lì che la trasmissione riuscì a ottenere il successo. Per noi calciatori fu una bellissima opportunità, perché ci diede la possibilità di girare per tutta l’Italia. A Palermo per vederci c’erano più di 40mila spettatori, a Udine 20mila, e catalizzammo anche l’attenzione del grande calcio. Ancora oggi, per la strada, c’è gente che mi riconosce e mi ferma». Come capita spesso, fu un’esperienza che durò lo spazio di una stagione… «Sì, io decisi di andarmene, così come fecero anche tanti altri calciatori che nel frattempo erano diventati miei amici. La trasmissione proseguì per un altro anno, ma i costi erano troppo alti e l’interesse attorno al Cervia calò in maniera progressiva». Seguirono alcune altre stagioni nei campionati dilettantistici, tra cui anche una parentesi nel campionato sammarinese, e l’inizio dell’attività da dirigente all’Imolese, come già raccontato prima. Ma Ricci cosa vuole fare da grande? «Quello che sto facendo adesso, stare con i giovani. Non mi interessa intraprendere l’attività di allenatore, non ho preso nemmeno il patentino. Mi piace tantissimo il ruolo che ho adesso, anche perché mi dà la possibilità di dare una mano dove c’è bisogno».
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CULTURA / 17 20-26 febbraio 2020 RAVENNA&DINTORNI
LIBRI/1
Una nuova rassegna al Mercato Coperto Genovesi tra gli ospiti L’incontro con lo scrittore dedicato a Pantani il 25 febbraio alle 18
La rassegna “Il tempo ritrovato” si sdoppia per arrivare anche al piano di sopra del rinnovato Mercato coperto a Ravenna. Dopo il primo incontro del 18 febbraio, il prossimo appuntamento è per martedì 25 con Fabio Genovesi per parlare di “Pantani e il ciclismo”. Il noto autore ha infatti appena dato alle stampe per Mondadori un libro, già molto apprezzato, dal titolo Cadrò, sognando di volare, che vede nel “pirata” di Cesenatico una figura centrale. La rassegna proseguirà poi il 5 marzo parlando di “anarchici romagnoli” con gli scrittori Matteo Cavezzali ed Eraldo Baldini e il 21 marzo con l’autrice americana Catherine Lacey e Martina Testa. Gli incontri sono in programma alle 18.
LIBRI/2 Invito all’ascolto di Rossini Venerdì 21 febbraio alle 18 nella sala D'Attorre in via Ponte Marino 2 a Ravenna, Piero Mioli presenterà il suo libro Invito all'ascolto di Rossini, editore Mursia. Il giovane buontempone e l'anziano nevrotico, il complesso rapporto con i tempi e i luoghi, l'ammirazione per Mozart e la simpatia per il violoncello: c'è un po' di tutto, nel libro, ma soprattutto ci sono la musica, il canto, il dramma; tutte le opere teatrali (e parecchie opere sacre e cameristiche) mediante un cenno alla genesi, una sintesi del libretto con i suoi personaggi, un elenco dei diversi pezzi che compongono lo spartito, un agile commento alle sinfonie e alle arie principali, ai cori e ai duetti.
LIBRI/3 Carlo Bertocchi alla libreria Moby Dick Sabato 22 febbraio alle 16, alla Libreria Moby Dick di Faenza, Carlo Bertocchi presenta il suo primo romanzo "Mezza luce mezzo buio, quasi adulti" pubblicato da TerraRossa Edizioni. Dialogherà con l'autore Enrico Bandini.
LIBRI/4 A Lugo l’invenzione della scrittura
LIBRI/5 Peccati di povera gente alla biblioteca Trisi
Venerdì 21 febbraio alle 21 nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, Silvia Ferrara presenterà al Caffè Letterario di Lugo il suo saggio La grande invenzione. Storia del mondo in nove scritture misteriose edito da Feltrinelli. A introdurre la serata sarà Claudio Nostri.
Sabato 22 febbraio alle 10.45 Liliana Vivoli presenta nella biblioteca “Fabrizio Trisi” di Lugo il suo libro Peccati di povera gente. Storie vere di trecento anni fa in Romagna (La Mandragora). Per l’occasione l’autrice dialogherà con Chiara Albonetti. La presentazione sarà introdotta dalla direttrice della biblioteca Luciana Cumino. All’iniziativa sarà presente anche l’assessora alla Cultura Anna Giulia Gallegati.
CARTOLINE DA RAVENNA Mittente Giovanni Gardini
Guida di Ravenna e altre passeggiate interrotte
È certamente singolare la Guida di Ravenna e altre passeggiate interrotte scritta da Giambattista Vicari ed edita nel 1934, un libro, come l’autore stesso dichiara, «dedicato ai ravennati che non sanno né vogliono sapere la storia di Galla Placidia, ai forestieri che non fanno la metodica visita ai monumenti, a tutti coloro insomma che non cercano il volto e l’anima della città in un preordinato itinerario, ma attendono che questa voce parli, fatta solo per chi la sappia intendere». Merita attenzione la spiegazione del titolo «fatto per attrarre i turisti inglesi che sanno l’italiano e gli italiani che non sanno l’inglese» e della dedica «fatta per scusare il titolo»; a questi segue una premessa nella quale l’autore dichiara che «Tutta la Romagna è il paese dell’anima mia». Certamente poco graditi dal Vicari i luoghi comuni troppo spesso usati per descrivere Ravenna: «Esiste una corrente prevalente di persone - che Santo Apollinare le chiami presto tra i beati - che considerano Ravenna una città morta, la quale non ha che la bellezza di una certosa monumentale adatta solo per le persone statiche e contemplative […]. È passata la stagione delle odi all’aria malarica; e il solitario adoratore dei ruderi non piange nell’ombra la tisica nostalgia di sprofondare sé e la città in un sogno di morte». Ah, la Guida non parla solo di Ravenna, ma anche di Classe, un «paese per uomini in prova o delle decisioni indecise», del piano regolatore di Cervia e di Mezzano, un «giovinetto precoce».
ARTE La pala di Guido Reni perduta a Faenza Venerdì 21 febbraio alle 17.30, alla Pinacoteca Comunale di Faenza si tiene la conferenza di Claudio Casadio dal titolo Danni di guerra. La perduta pala di Guido Reni organizzazione da Italia Nostra, Sezione di Faenza. Ornamento della Chiesa dei Cappuccini nell’Ottocento era una grande pala d’altare con la Madonna in trono e i Santi Francesco e Cristina fu poi collocata nella Pinacoteca è stata distrutta nel 1944 durante la guerra. Dopo tanti anni l’unico frammento rimasto, e restaurato negli anni Sessanta, sarà messo in mostra durante la conferenza.
18 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2020
PROSA
CONTEMPORANEO
All’Alighieri I Miserabili, per riflettere sulla nostra società Franco Branciaroli è Jean Valjean, nell’adattamento di Luca Doninelli, dal 24 al 27 febbraio a Ravenna. Martedì 25 la compagnia incontra il pubblico
La Stagione dei Teatri di Ravenna prosegue dal 24 al 27 febbraio compresi con I Miserabili di Victor Hugo. Franco Branciaroli è Jean Valjean – uno strano santo, una figura angelico-faustiana – nell’adattamento teatrale (di Luca Doninelli) di uno dei capolavori della letteratura occidentale. Si sedimenta in scena un romanzo immenso, che appartiene alla storia del genere umano, un’opera che parla a ogni epoca e a diverse latitudini, perché tocca grandi temi universali quali dignità, dolore, misericordia, giustizia, redenzione. Ma perché portare in scena quest’opera proprio ora? «Una spinta verso questa scelta – spiega il regista Franco Però – viene dal momento che stiamo vivendo nelle società occidentali, dove si assiste all’inesorabile ampliarsi della forbice fra i molto ricchi e i molto poveri». Martedì 25 febbraio (alle 18) la compagnia incontrerà il pubblico in dialogo con Andrea Porcheddu, critico teatrale.
Lo spettacolo è inserito nel progetto Teatro No Limits e per la replica del 27 febbraio sarà audio-descritto per non vedenti e ipovedenti. L’ingresso è omaggio per gli utenti non vedenti e ipovedenti, agli accompagnatori sono riservate riduzioni. Inizio ore 21, durata dello spettacolo 2 ore e 45 minuti compreso intervallo.
AL CISIM UN OMAGGIO A MAGNANI DELLE ALBE Tra reading e letture/concerto tra dialetto, techno e Moby Dick Dal 20 al 22 febbraio il Cisim di Lido Adriano dedica tre serate all’attore ravennate del Teatro delle Albe Roberto Magnani. Verranno ripresi due spettacoli ormai classici come Odiséa (2009) e E’ bal (2016) e due novità, le letture/concerto Siamo tutti cannibali, da Herman Melville, e Descrizione di un quadro, da Heiner Müller. Si parte il 20 febbraio (alle 21) con Odiséa (di Tonino Guerra, traduzione Giuseppe Bellosi, con Roberto Magnani, cura Marco Martinelli, tecnico suono e luci Luca Fagioli, produzione Ravenna Teatro): la penna onirica di Tonino Guerra, la sua trasfigurazione malinconica, fa emergere un Ulisse più umano, non l’epico sterminatore di troiani, ma il pellegrino stravolto e affaticato del mare. Lo spettacolo – nato dall’esigenza di uno scavo quotidiano nella poesia e dalla voglia di affinare l’uso del dialetto come “lingua di scena”, cardine irrinunciabile della poetica del Teatro delle Albe – più che un semplice reading è una sorta di esercizio lirico in cui l’afflato ultralocale di una lingua terrosa come il dialetto della Romagna più folle e immaginifica, si fa universale. Benerdì 21 febbraio, alle 21 E’ bal (di e con Roberto Magnani e Simone Marzocchi, testo Nevio Spadoni, musica Simone Marzocchi): la storia di Ezia, donna emarginata di un paese della campagna romagnola, vittima delle dicerie della gente, continuamente in cammino alla ricerca di un uomo da sposare. Questo suo andare in cerca, assomiglia a un ballo, un continuo sgambettare che smuove tutto il corpo della giovane donna. Sabato 22 febbraio alle 21 Siamo tutti cannibali, personalissima selezione di brani tratti dal capolavoro letterario di Herman Melville, Moby Dick. In questa lettura/concerto è l’abisso che abita ogni essere umano il vero protagonista. Musiche originali di Francesco Giampaoli. A seguire, Descrizione di un quadro, un frammento onirico e ossessivo del drammaturgo tedesco Heiner Müller, avvolto dal suono rock-techno-strumentale-psichedelico di Cacao, duo ravennate composto da Matteo Pozzi e Diego Pasini, che hanno composto musiche originali per questa lettura/concerto anteprima di un lavoro che debutterà in maggio al Teatro Rasi. Apertura porte ore 20, inizio spettacoli ore 21. Contributo soci per l’evento a partire da 6 euro (15 euro per tutte e tre le serate). Ingresso riservato ai soci Aics.
MONOLOGO Roberto Andò dirige Vincenzo Pirrotta nella Storia di un oblio di Mauvignier, al Ridotto di Faenza L’attore Vincenzo Pirrotta porta in scena, con la regia di un maestro del teatro e del cinema come Roberto Andò, l’intenso e drammatico monologo “Storia di un oblio” di Laurent Mauvignier. Prodotto da Società per Attori e Accademia Perduta/Romagna Teatri, lo spettacolo sarà presentato al Ridotto del Teatro Masini di Faenza martedì 25 febbraio alle ore 21 (ingresso gratuito). Un uomo entra in un supermercato all’interno di un grande centro commerciale di una città francese. Ruba una lattina di birra e viene bloccato da quattro addetti alla sicurezza che lo trascinano nel magazzino e lo ammazzano di botte. Questo scarno fatto di cronaca è raccontato da Laurent Mauvignier in un racconto teso, quasi una sola frase che ricostruisce la mezz’ora in cui è insensatamente raccolta la tragica fine di un uomo.
CULTURA / 19
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TEATRO MUSICALE BAGNACAVALLO Al Goldoni Danieli e De Sio, poi il mentalista Tesei
Ballerini, cantanti, mimi, acrobati: in cinquanta sul palco “senza fili, verso la libertà” Lo spettacolo alla rassegna della Capit a Ravenna prima del tour mondiale Sabato 22 febbraio alle 21 il teatro Alighieri di Ravenna ospita il terzo appuntamento della rassegna “Teatro Musica” organizzata da Capit. Protagonista della serata sarà la compagnia “i Ragazzi del Lago” con lo spettacolo Senza Fili… verso la libertà di Carlo Tedeschi, curatore anche della regia. Dopo le oltre venti repliche a Rimini, col teatro sempre esaurito, lo spettacolo fa tappa a Ravenna prima di iniziare un tour mondiale. Sul palcoscenico si muoverà un cast composto da cinquanta performer: ballerini, cantanti, mimi e acrobati. Uno spettacolo all’insegna dell’allegria e del divertimento, con un brillante riediting che mantiene fedeli le coreografie dell’indimenticato Carmelo Anastasi, personaggio storico del teatro leggero con Garinei e Giovannini, nonché collaboratore Rai per Canzonissima e Studio Uno. Senza Fili, mescolando mimo e show circensi, danza e
canto, musical e sketch teatrali, vuole divertire ma anche emozionare il pubblico per i temi trattati, primo fra tutti la libertà. La tappa ravennate si avvale tra l’altro della nota soprano Giulia Della Peruta, che vestirà i panni di Madama Libertà. Ed è la luce di una fata, Madama Libertà appunto, che avvolge due burattini dalle fattezze umane che scoprono così di potersi muovere senza fili. Ebbri di gioia fuggeranno dal burattinaio cattivo che li insegue senza sosta, accolti da una compagnia circense con cui attraverseranno numerosi paesi e conosceranno diversi popoli, ciascuno con la propria cultura, i propri costumi, le danze e il folclore, protagonisti dello spettacolo in un carosello di musiche, balli e colori. Lo spettacolo è consigliato anche per bambini. Le prenotazioni si effettuano alla biglietteria dell’Alighieri oppure on-line.
Due grandi interpreti del teatro italiano, Isa Danieli e Giuliana De Sio, protagoniste di Le signorine, arrivano, giovedì 20 febbraio alle ore 21, al Teatro Goldoni di Bagnacavallo. Si tratta di una commedia scritta da Gianni Clementi e diretta da Pierpaolo Sepe che sa sfruttare abilmente la comicità che si cela dietro al tragico quotidiano, soprattutto grazie a due formidabili attrici che trasformano i litigi e le miserie di due sorelle zitelle in occasioni di gag e risate. A Bagnacavallo la stagione prosegue poi con una serata fuori abbonamento, sabato 22 febbraio alle 21. L’appuntamento è con il “mentalista” Francesco Tesei, ospite del Goldoni nell’ambito di una tournée che attraversa i più importanti palcoscenici nazionali, per presentare il suo nuovo spettacolo Human. Lo show è ideato e creato dallo stesso Tesei (che ne firma anche la regia) insieme a Deniel Monti, mentre le musiche sono di Alberto Nanni. In questo suo nuovo lavoro propone uno sguardo all’arte del mentalismo da una prospettiva originale e quanto mai attuale: come modo, cioè, per tornare a stupirsi delle “magie” dei rapporti umani. Biglietti: prevendita e prenotazioni telefoniche sabato 22 febbraio dalle 10 alle 13 presso il botteghino del Teatro Goldoni (tel. 0545/64330). Online: vivaticket.it.
COMICITÀ Stand-up comedy a Faenza con Davide Calgaro La rassegna dedicata alla Stand-Up comedy al Ridotto del Teatro Masini di Faenza prosegue, venerdì 21 febbraio alle ore 21, con Davide Calgaro e lo spettacolo Questa casa non è un albergo nel quale ha l’occasione di raccontare in chiave comica i diversi aspetti della sua giovane età. Ingresso gratuito.
Max Pisu alla finale del concorso per cabarettisti Lunedì 24 febbraio alle 21 si terrà al teatro Masini la serata finale della 17esima edizione di Faenza Cabaret, concorso nazionale riservato a giovani cabarettisti, il cui premio è intitolato ad Alberto Sordi. Tre sono state le serate di selezioni che si sono svolte nel mese di gennaio al circolo “I Fiori” e che hanno consentito l’accesso alla finale a 7 cabarettisti emergenti: Marco Bettelli di Bologna, il trio romano Ricomincio da Tre (formato da Angela D’Onofrio, Claudia Nicosia e Roberto Giannuzzi), il milanese Amedeo Abbate, il duo varesino Tre x Due (Riccardo De Luca e Gigi Saitta), la napoletana Francesca Puglisi, il cagliaritano Francesco Porcu e il piacentino Maurizio Bronzini. Ospite d’onore della serata, presentata e condotta da Giovanni D’Angella e Penelope Landini, sarà il celebre comico Max Pisu.
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20 / CULTURA
(2020) di Gabriele Muccino
RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2020
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CLASSICA/1
A Faenza il concerto del Duo Alterno, da Los Angeles Times Piano e voce al Ridotto
Domenica 23 febbraio alle 21, per l’ERF&TeatroMasiniMusica, al ridotto del teatro Masini a Faenza, si esibirà il Duo Alterno, con il progetto High Theatrics Duo. Nato a Torino, il Duo Alterno è composto dal soprano Tiziana Scandaletti e dal pianista Riccardo Piacentini ed è considerato uno dei più significativi punti di riferimento nel repertorio vocale-pianistico dal Novecento storico ai contemporanei. A Faenza presenterà un progetto che prende il titolo da una recensione che gli ha dedicato il Los Angeles Times definendolo “the high theatrics duo”. La musica vocale da camera italiana diventa spunto per una drammaturgia che percorre dal primo all’ultimo pezzo tutto il programma. Si parte con un lavoro dedicato al Duo Alterno da Ennio Morricone, un tango tratto dal celebre film Indagine su un cittadino al disopra di ogni sospetto la cui parte vocale è completamente nuova e ricamata sulla voce del soprano Tiziana Scandaletti. Segue un Piccolo tango di Giacomo Puccini che funge da ponte verso un conciso Melodramma in due parti del romano Marcello Panni, tra i più importanti esponenti del gruppo Nuova Consonanza e affermato direttore d’orchestra oltre che compositore di lungo corso. I Foto-songs di Riccardo Piacentini evocano per due volte attraverso suoni registrati e immagini fotografiche alcune esperienze acustiche raccolte dal Duo Alterno durante i suoi tour in più di cinquanta Paesi del mondo, cui si intercala una coppia di lavori divertenti ispirati ai gatti, rispettivamente della compositrice Roberta Vacca (Coplas de gatos dedicato proprio al Duo Alterno) e del suo illustre antecedente Gioachino Rossini (Duetto buffo di due gatti). Per finire, tre lavori particolarmente adrenalinici, due di Cathy Berberian e uno ancora di Ennio Morricone, che qui si vuol festeggiare per i suoi novantuno anni.
REDAZIONE E CONTENUTI
gio. 20: 21.00 • ven. 21: 18.30-21.00 sab. 22: 18.45- 21.15 dom. 23: 17.00 - 21.00 lun.24 - mar.25: 18.30 • mer.26: 21.00
CLASSICA/2 Armonia Estense omaggia Corelli Domenica 23 febbraio alle 11 si terrà il quinto appuntamento della rassegna Mikrokosmi che vedrà impegnati sul palco della sala Corelli del teatro Alighieri di Ravenna i componenti del gruppo Armonia Estense. L'appuntamento sarà una grande occasione per sentire musica barocca eseguita con attenzione alla prassi esecutiva all’interno della rassegna curata dalla scuola di musica Mikrokosmos e vedrà i quattro musicisti (Enrico Gramigna al violino - foto, Giacomo Biagi al violoncello, Davide Fabbri alla tiorba e chitarra barocca e Alessandro Casali al clavicembalo) impegnati in un viaggio attorno alla figura di Arcangelo Corelli, musicista fusignanese nato nel 1653 al quale tutta la scuola violinistica moderna è eternamente debitrice. I brani in programma saranno una selezione di sonate composte dal musicista romagnolo e da alcuni dei suoi allievi, alcuni poco noti al grande pubblico e altri dal nome quasi più altisonante del maestro.
Cinema Mariani - Ravenna
JAZZ & DINTORNI/1
MUSICA NUDA A CASTEL BOLOGNESE NELLA CHIESA SCONSACRATA Il duo Magoni-Spinetti apre la rassegna Armonie Ritorna la rassegna di concerti e incontri musicali Armonie, organizzata dall’assessorato alla cultura del comune all’interno della Chiesa sconsacrata di S. Maria della Misericordia di Castel Bolognese, con tre appuntamenti fissati nei giorni 23 febbraio e 1 marzo alle ore 18 e 7 marzo alle 20. Ad aprire la rassegna, il 23 febbraio a Castel Bolognese sarà Musica Nuda, un duo che da diciassette anni riempie i teatri di tutto il mondo con diversi progetti artistici di livello tecnico altissimo. Il duo vince il premio Tenco nel 2006 e i premio Mei Miglior Tour. Il primo disco del duo esce nel 2004 e già nel 2005 ha venduto più di 30mila copie in Europa. Il duo è costituito da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Petra Magoni, voce e sperimentatrice della performance live, vanta progetti e collaborazioni internazionali dalla musica leggera alla musica sacra, la dance ed il jazz. Ferruccio Spinetti è un contrabbassista e compositore, registra dieci dischi con gli AvionTravel con i quali vince Sanremo nel 2000. Realizza colonne sonore, entra nel quintetto di Bollani “I Visionari”. Con il progetto InventaRio è candidato ai Grammy.
JAZZ & DINTORNI/2 Al Mama’s dal Festival di Sanremo del 1969 all’etno-jazz del Note Noire Quartet Doppia serata dedicata alla musica al Mama’s di Ravenna. Venerdì 21 febbraio alle 21.30 torna l’ormai tradizionale appuntamento con Domenico Gavella e il suo viaggio nella musica e nei costumi dell’Italia, con “Sanremo 50 anni fa”, un approfondimento sul Festival del 1969. Il 22 febbraio appuntamento invece con il tradizionale concerto del sabato. Sul palco il Note Noire Quartet (Ruben Chaviano, Roberto Beneventi, Tommaso Papini, Mirco Capecchi), quartetto etno-jazz toscano che propone composizioni originali moderne e cosmopolite con violino, fisarmonica, chitarra e contrabbasso.
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RASS. “4DAYS CULT MOVIE�
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gio.20: 18.30 in lingua orig. sottotitol. lun.24-mar.25: 21.15•mer.26: 18.30
RASSEGNA “CARTOON KIDS�
CULTURA / 21
sab. 22: 17.00 - dom. 23: 15.00
20-26 febbraio 2020 RAVENNA&DINTORNI
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IL CONCERTO
ELETTRONICA Concerto per planetario, tra impro e manipolazione Torna la rassegna che unisce luci e musica al planetario di Ravenna. GiovedÏ 20 febbraio appuntamento con Yader, progetto di improvvisazione elettronica e manipolazione digitale nato dall’unione di David Vanzan, Virginia Genta ed Ernesto Gonzalez. Dalle 21.30.
ROCK “MADE IN ROMAGNA� Al Moog tra rap, rock e “sadcore� con R.Y.F. e Penombra
ORNELLA VANONI AL TEATRO ALIGHIERI GiovedĂŹ 20 febbraio (ore 21) al teatro Alighieri di Ravenna concerto di Ornella Vanoni. Biglietti da 34 a 57 euro.
Artisti romagnoli in arrivo sul palco del Moog di Ravenna. GiovedĂŹ 20 febbraio appuntamento con R.Y.F., nome d’arte della cantautrice ravennate Francesca Morello che presenta l’ultimo album “Shameful Tomboyâ€?, folk-rock minimale con influenze sadcore, doom e punk blues. GiovedĂŹ 27 invece al Moog un mix tra hip hop e pop-rock con il rapper ravennate Max Penombra e la band Visioni di Cody, che presenteranno il loro primo album realizzato insieme.
Al Cinetico i faentini Ottone Pesante e post-metal VenerdĂŹ 21 febbraio (dalle 21) torna al Bike Bar Cinetico di Montaletto di Cervia la rassegna dedicata a suoni estremi e sperimentali “Ceneriâ€?. Sul palco i faentini Ottone Pesante, band acclamata dalla critica che suona qualcosa di vicino al metal con una formazione sicuramente inedita per il genere, due fiati e batteria. A completare il “cartelloneâ€? della serata i veneziani Hobos (thrash/heavy e hardcore), i forlivesi Marmo (sludge) e la storica band post-metal ravennate Postvorta.
ROCK INTERNAZIONALE Al Bronson, dopo il carnevale con i Dang Dang, arriva per la prima volta l’inglese Richard Dawson Sabato 22 febbraio al Bronson nell’ambito della serata di Carnevale anni Novanta, dalle 21.30 concerto dei cesenati Dang Dang, per amanti di Depeche Mode, Siouxsie & The Banshees, Bauhaus, Joy Division, ma anche Talking Heads e Television. Da segnalare anche, in anticipo, il concerto di giovedÏ 27 di Richard Dawson (nella foto). Per la prima volta al Bronson, in trio, il cantautore inglese atipico e difficilmente catalogabile, che spazia liberamente con voce e corde all'interno di brani che sono flussi di coscienza messi in musica.
Al Brainstorm le In.versione Clotinsky con Bob Corn Sabato 22 febbraio al Brainstorm di Fusignano, nell’ambito della rassegna InfestArci, concerto di Bob Corn, nome d’arte dello storico cantautore folk emiliano Tiziano Sgarbi. In apertura le ravennati In.versione Clotinsky (indie-alt-pop).
Al Kinotto il blues di Don Antonio e il trio di Sam Paglia Domenica 23 febbraio al Kinotto di Borgo Masotti doppio concerto con Don Antonio (il progetto blues-rock di Antonio Gramentieri dei Sacri Cuori – foto – accompagnato per l’occasione dallo storico batterista forlivese Vince Vallicelli) e l’Hammond trio del noto organista e compositore di Cesenatico Sam Paglia.
CENE-SPETTACOLO Al Mariani dai Joe Dibrutto al country-blues di Barigazzi
Band della scena underground francese per due serate fuori dagli schemi al Clandestino
Due concerti questa settimana durante la cena (alla carta) all’osteria Passatelli del Mariani di Ravenna. GiovedÏ 20 dicembre tornano i Joe Dibrutto con le loro cover anni settanta e disco music all’insegna del divertimento; venerdÏ 21 una serata tra blues, folk, country e rock con il chitarrista e cantante emiliano Stefano Barigazzi, già noto con i suoi Poor Boys, in questa occasione in versione solista ma accompagnato dal funambolico palermitano Federico Chisesi alla batteria e dalla celebre Francesca Alinovi al contrabbasso.
Ancora concerti di caratura internazionale al Clandestino di Faenza. Sabato 22 febbraio due giovani band dalla scena underground di Lione: TĂ´le Friode è un trio post-punk tutto al femminile; Balladur è un duo “che fonde il pop africano e indonesiano con la dub, il rockabilly e la no wave, tra chitarre e macchinari variâ€?. Il 27 febbraio al Clandestino invece i francesi Le Singe Blanc, band fuori da qualsiasi schema che unisce sonoritĂ funky all’attitudine punk, seguendo una matrice rumorista.
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22 / CULTURA / RUBRICHE RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2020
NdL - Nota del Lettore
Un film dove c’è tutto Muccino, il Vasco Rossi del cinema
Quando non basta nemmeno la musica
La gente normale di Sally Rooney
di Francesco Della Torre
di Luca Manservisi
di Federica Angelini
Gli anni più belli (di Gabriele Muccino, 2020) Il film racconta la storia dell’amicizia di quattro ragazzi nell’arco di quarant’anni, dall’adolescenza fino al presente, che li vede ultracinquantenni. E la trama finisce qui. Se vi è venuto in mente C’eravamo tanto amati non preoccupatevi, siete assolutamente dalla parte della ragione, perché Muccino non ha nascosto mai l’idea di volersi ispirare a una storia italiana di amicizia che percorra il tempo. Ma i 46 anni di differenza tra i due film ci suggeriscono che, pur considerando immortale l’opera di Ettore Scola (tra i miei cinque film italiani preferiti di sempre), ripercorrere un periodo storico completamente diverso possa dare un’identità al film precisa e indipendente. Muccino parla, fin da L’ultimo bacio, della generazione di coloro che sono nati a cavallo tra i sessanta e i settanta, tenendo un po’ largo l’intervallo perché un’intera generazione possa riconoscersi nelle sue storie, senza rinnegare assolutamente sia il suo credo cinematografico, sia la psicologia dei suoi personaggi. In questo film c’è tutto il cinema di Muccino, dai dialoghi ai movimenti di camera, passando per situazioni e sottotesti che sono marchi di fabbrica della sua cifra stilistica; il suo è un cinema di pancia più che di testa, istintivo, in qualche modo piacione, e soprattutto popolare. Il regista romano è una sorta di Vasco Rossi del cinema, che colpisce il cuore della gente, lasciando freddi i critici, che difficilmente possono riconoscersi nelle gesta dei suoi protagonisti, così lontani dai fin troppo cerebrali salottini radical chic. Ma a testimoniare che il regista voli alto, ci pensa un cast perfettamente rappresentativo del cinema di oggi, dall’onnipresente Pierfrancesco Favino fino al poliedrico Claudio Santamaria, passando per un delizioso e tenero Kim Rossi Stuart e per una tenerissima e deliziosa Micaela Ramazzotti. Menzione speciale tra i non protagonisti per la sorprendentemente “mucciniana” Emma Marrone. La storia è una grande protagonista del film, che accompagna il passare degli anni e delle situazioni, mentre la politica pur restando a lungo sullo sfondo si prenderà ironicamente gioco di uno dei personaggi. Non è un film perfetto ed esente da critiche, soprattutto pensando a come risolve frettolosamente certe situazioni affettive (il film dura due ore e un quarto, altrimenti non sarebbe finito più), all’eccesso di buonismo e al dichiarato e ristretto target di pubblico intorno ai cinquant’anni. Concludendo, film promosso: dimentichiamoci i capolavori del cinema e gustiamoci una storia piacevole, divertente, amara, commovente e piena di elementi che fanno pensare che quei quattro ragazzi dentro lo schermo possano aver accompagnato anche le nostre vite.
Tra i dischi più interessanti usciti in queste prime settimane del 2020 c’è sicuramente Circles, sesto album dell’americano Mac Miller, tra gli ormai numerosi rapper che hanno deciso di non fare più (solo) rap. Qui si spazia dall’R&B al “soft” rock, dal pop alla musica black, con Miller che più che rappare, appunto, canta a tutti gli effetti, sfruttando una voce non sempre all’altezza, ma calda e molto, molto soul. A influire sull’emozionante risultato finale la produzione del compositore Jon Brion, che dà al suono e in particolare alla sua parte elettronica, un tocco cinematografico, lui che è stato nominato ai Grammy per le colonne sonore di capolavori come Eternal Sunshine of the Spotless Mind e Magnolia. Un lavoro inevitabilmente impattante, quello di Brion, che il disco lo ha completato da solo, visto che nel frattempo Miller era morto. Il 17 settembre del 2018, a 26 anni, per una overdose di oppiacei, ansiolitici, cocaina e alcol. Alcuni mesi prima era stato lasciato dopo una relazione di un paio d’anni dalla popstar Ariana Grande, che dichiarò che non poteva continuare a essere la sua babysitter. Miller non ha mai nascosto il suo problema con l’alcol, né di soffrire di depressione; sono lì a confermarlo anche i testi del suo album postumo. E mentre la famiglia ne annunciava su Instagram l’uscita, dall’altra parte del mondo, sulla riviera marchigiana e romagnola, probabilmente “Guagno” aveva già pianificato tutto. Andrea Guagneli è uno di quei nomi che a chi frequenta locali e concerti di un certo tipo (diciamo rock) in Romagna e non solo, fa scattare qualcosa nei propri ricordi. Deejay e musicista (batterista dei Brothers in Law), “Guagno” è riuscito a portare oltre 700 persone da tutta Italia al suo funerale, l’altro giorno. In tanti, sui social, hanno scritto che è riuscito a far riunire tutti, qualcun altro ha detto che non bisognerebbe mai rifiutare una birra con gli amici, che bisognerebbe ritrovarsi di più a parlare. Io non lo conoscevo, ma non credo davvero che sarebbe bastata una serata con gli amici a evitare che in una notte di inizio febbraio si buttasse sotto un treno in corsa, lasciando in auto una lettera in cui con una lucidità disarmante aveva scritto di non riuscire più a vivere nel proprio corpo. Due storie che ci ricordano cosa può essere il “male di vivere” e che ci sono situazioni in cui no, nemmeno la musica può avere un effetto lenitivo.
Cosa significa essere persone normali? Come si diventa adulti? Cosa e chi del mondo esterno ci condiziona e come nelle nostre scelte di vita? Acclamato dalla critica internazionale, il secondo romanzo della giovane irlandese Sally Rooney, Normal People (in italiano Gente normale, pubblicato da Einaudi per la traduzione di Maurizia Balmelli) è un'immersione nella vita e nell'animo di due persone che nell'arco di quattro anni continuano a incrociarsi, incontrarsi, amarsi, capirsi e influenzarsi a vicenda. Li conosciamo quando sono all'ultimo anno di liceo in provincia e li seguiamo fino all'università a Dublino. Lei figlia di una famiglia benestante ma fortemente disfunzionale, con un rapporto conflittuale con madre e fratello. Lui figlio della donna delle pulizie di quella famiglia, una giovane ragazza madre capace di essere più famiglia e punto di riferimento che mai con una naturalezza invidiabile. Entrambi i protagonisti impegnati a cercare un posto nel mondo, rispetto agli altri, alle proprie famiglie. Si feriranno a vicenda, si perderanno e lasceranno e riprendenranno condizionando continuamente le loro esistenze senza nemmeno rendersene conto. Una scrittura semplice, a tratti essenziale, con i dialoghi mescolati con la narrazione senza soluzione di continuità, la focalizzazione del narratore che si sposta da lei a lui, con la stessa profondità, accuratezza, interesse. Un romanzo fatto di "nulla" se non della sostanza delle vite di due giovani d'oggi tra paure, incertezze, sorprese, occasioni perse e colte. Sullo sfondo una società ancora fortemente classista, un'università e una città come Dublino sempre più "per ricchi", come ormai un po' tutte le capitali europee, il rapporto con gli amici d'infanzia. Particolarmente riuscito il capitolo dedicato alla depressione per la capacità di raccontare una condizione umana per la verità molto frequente senza perdersi in moralismi, facili ricette, banalità. È il tocco con cui Rooney tocca questa materia così quotidiana a rendere il libro tanto interessante, senza sentimentalismi, senza retorica, spogliato di ogni parola in più, così ellittico nei salti temporali da un capitolo all'altro. Un libro davvero fatto di vite quotidiane, di gente sì, assolutamente normale, per confermarci se ce ne fosse bisogno, che per fare della grande letteratura non necessariamente servono grandi storie.
“Racconti d’osservazione” (Casal Borsetti) di Adriano Zanni
TUTTA UN’ALTRA MUSICA
FULMINI E SAETTE
VISIBILI E INVISIBILI
JUNIOR / 23 20-26 febbraio 2020 RAVENNA&DINTORNI
CARNEVALE/1
SFILATE A LIDO ADRIANO, RUSSI E GRANAROLO FAENTINO Dopo la tradizionale sfilata in centro a Ravenna (foto), domenica 23 febbraio i 15 carri allegorici delle parrocchie della diocesi di Ravenna-Cervia sfileranno a Lido Adriano, sempre dalle 14.30 (partenza in viale Virgilio). Tra gli altri appuntamenti di Carnevale in provincia da segnalare sempre domenica 23, dalle 14.30, la sfilata e lo stand gastronomico in piazza Farini a Russi e l’antica festa di Granarolo Faentino, in programma sia domenica 23 che martedì 25 febbraio.
ARTE Racconti e laboratori con Immaginante
TEATRO/1 Al Rasi l’omaggio a Rossini e il Cappuccetto rosso senegalese
La mostra animata “I love paper. Mondi di carta in gioco” di Immaginante continua fino al 1 marzo al Mar di Ravenna. Nell’aula didattica del museo domenica 23 febbraio alle 15, consigliato per i bambini dai tre agli otto anni, è in programma il laboratorio “Magnifici strappi” con la narratrice Cristina Sedioli, che proporrà un racconto animato con tecniche multimediali, liberamente ispirai alle opere di Mimmo Rotella. Nella Casa Atelier di Immaginante, in via Carrari 19 a Ravenna, per bambini e genitori insieme sabato 22 febbraio alle 15.30 è in programma “Teatrini di carta”, un laboratorio per la costruzione di un kit per assemblare teatrini ispirati a Calder, Picasso e Warhol. Consigliato dai 3 ai 10 anni, prevede anche una merenda bio. Prenotazioni al 334/2804710.
Mentre prosegue il viaggio-gioco di Drammatico Vegetale “Grande cavalcata rossiniana”, dal teatro Rasi al Museo d’Arte di Ravenna (giovedì 20, venerdì 21 e domenica 23 alle 16.30; sabato 22 alle 11), torna al Rasi lo spettacolo “Thioro, un cappuccetto rosso senegalese” del Ker Théâtre Mandiaye N’Diaye. Uno spettacolo di narrazione con danze e musica dal vivo, consigliato per bambini dai 4 anni. L’appuntamento è per giovedì 27 febbraio dalle 17.30.
CARNEVALE/2 Si costruiscono le maschere al mercato contadino
GIOCATTOLI Le armi Nerf arrivano all’Esp di Ravenna Un villaggio Play-Doh invece alle Maioliche
Sabato 22 febbraio ripartono gli agrilaboratori per i più piccoli al Mercato Contadino coperto di via Canalazzo 59 (Ravenna). Dalle 10.30 alle 13 laboratorio gratuito per bimbi dai 4 anni in su “Ti conosco mascherina fruttina” (insieme a Dimensione Mosaico e Giallocra verranno realizzate divertenti maschere con materiali di recupero e mosaico). In programma anche degustazioni di dolci tipici del Carnevale.
Appuntamento con i giochi della Hasbro – la società americana, seconda al mondo per produzione di giocattoli – nei centri commerciali della provincia. Al centro commerciale Esp di Ravennasabato 22 e domenica 23 febbraio (dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19) sarà allestito un villaggio Nerf, il celebre marchio di armi giocattolo. Con sfide per i maggiori di 8 anni e gare di abilità. Alle Maioliche di Faenza domenica 23 (dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19) e martedì 25 febbraio (dalle 15 alle 19) verrà allestito invece il Play-Doh Village, dedicato al celebre marchio di plastilina della Hasbro, con aree tematizzate, trucca bimbi, gadget e laboratori di carnevale (con sfilata in programma martedì). In entrambi i casi, ingresso gratuito.
FIDO IN AFF
IDO
LADY Lady è una setter inglese dagli occhi dolci e dal bel manto bianco e nero, ospite del canile. Giovanissima (nata nel 2018), è affettuosa e socievole. Si cerca per lei una famiglia giovane e attiva, in una casa con recinzioni a prova di passeggiate senza autorizzazione! Chiamate per conoscerla: Canile di Ravenna tel. 0544 453095
ADOTTAM ICI MIA E MIO Mia è bianca e nera, Mio è una simil panterina dal manto nero e gli occhi verdi, sono fratellini di 8 mesi, sani e sterilizzati, dolcissimi e affettuosi. Abituati in casa e in un cortile interno sicuro, cercano casa possibilmente inseme per una bella adozione di coppia, in appartamento. Chiamate per conoscerli: cell. 346 0289417 - 335 7713645
TEATRO/2
“MU LAN” E FESTA IN MASCHERA ALL’ALMAGIÀ Sabato 22 febbraio alle 17 all’Almagià di Ravenna va in scena “Mu Lan e il Drago”, della compagnia abruzzese Teatro dei Colori. Uno spettacolo (di narrazione, teatro d’attore e teatro nero con figure luminescenti) sulle trasformazioni della crescita, il timore del diverso, i turbamenti del primo amore, il distacco dai genitori e il confronto con il mondo. Per bambini a partire dai 6 anni. Alle 18 merenda e poi la festa di Carnevale della rassegna Le Arti della Marionetta.
FARMACIE DI TURNO + APERTURA DIURNA 8.30 – 19.30 DAL 20 AL 23 FEBBRAIO S. BIAGIO via Maggiore 6 tel. 0544 212684; COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; DI CAMPAGNA via Savarna 243 (Savarna) - tel. 0544 533631; CAMERINI via Petrosa 381 (S. Pietro in Campiano) - tel. 0544 576143. DAL 24 FEBBRAIO AL 1 MARZO DRADI via Anastagi 5 tel. 0544 35449; COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; COMUNALE 9 viale Petrarca 381 (Lido Adriano) - tel. 0544 495434; INTILISANO via della Repubblica 1 (Santerno) - tel. 0544 417197.
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Serata interamente dedicata ad uno dei migliori antipasti della nostra cucina: LA BRUSCHETTA! La ricetta è semplice: pane abbrustolito, sorrisi, semplicità e ottima scelta fra vini e birre!
Bruschettiamo Venerdì 28 Febbraio 2020 dalle ore 19!
24 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 20-26 febbraio 2020
MONDOVINO
Quel rosso “fantasma”, fuorilegge in tutta l’Unione Europea La storia del Clinto: raro, ma tuttora prodotto anche in Romagna Attenzione al metanolo. In arrivo una deroga alla sua commercializzazione? di Fabio Magnani *
C’è un vino di cui pochi parlano, anche se rimasto nella memoria di quelli che hanno superato oramai il mezzo secolo di età. Molti pensano, errando, che sia di origine veneta e nei corridoi del mondo del vino, ogni tanto, qualcuno sussurra il suo nome: è il Clinto, vitigno a bacca rossa arrivato in Italia dall’America a fine ‘800. Nello specifico, il Clinto nasce dall’incrocio di due viti nordamericane – “Vitis labrusca” e “Vitis riparia” – quindi, tanto per sfatare un altro luogo comune, si tratta di un ibrido mai incrociato con la vite europea. È rimasto celato tra i filari non solo del Veneto ma anche di Friuli e Romagna. Piccole produzioni si trovano anche nel Lazio, dove lo conoscono col nome di “Ugrintu”. Chi lo produce non ve ne parlerà mai perché la vendita è vietata non solo a livello nazionale ma addirittura europeo. È un vino “fantasma” che si aggira tra le tavole dei romagnoli che hanno l’amico contadino che concede loro qualche sorso. Pochi, per via delle produzioni basissime e, quindi, rare. C’è stato un periodo storico in cui era il vino di tutti per poi diventare solo dei poveri, profumato, per via del suo insistente odore fruttato, e volgare al contempo per quel sentore di “volpino” che ricorda la pelliccia e il cuoio. Arriva in Italia a fine ‘800 insieme ad altri vitigni per contrastare non solo la fillossera ma anche altre malattie che stavano distruggendo il vigneto europeo. Le scellerate importazioni di materie agricole dall’America, tra le quali le barbatelle
di vite, cominciarono a inquinare i filari europei. Prima tra tutti l’oidio, probabilmente arrivato con le prime importazioni di uva fragola conosciuta anche come Isabella, attorno al 1825. Seguì poi una sistematica aggressione tra il 1860 e il 1880 di fillossera prima e peronospora dopo. I problemi partirono dalla Francia. Da lì a poco, la “peste” si propagò senza sosta e in Romagna i primi danni si accusarono attorno al 1883 circa. La fortuna per i nostri contadini, però, fu che le importazioni di vitigni ibridi e le sperimentazioni per risolvere il problema, cominciarono quasi di pari passo, con il propagarsi delle malattie, avendo così la possibi-
lità di piantare varietà ritenute all’epoca resistenti alle infezioni. Durante questo periodo di prove s’innestavano viti europee su piede americano e si scoprì, tra le altre cose, che il Clinto aveva scarsa resistenza alla fillossera. Tanto è vero che in certi casi doveva essere innestata a sua volta su una vite a piede americano. Il Clinto, però, aveva un vantaggio. Era molto produttiva e la fragranza del suo profumo e la poca necessità di gestione la portarono a essere preferita alle varietà originarie. I contadini romagnoli del passato, sempre attenti alla quantità e al profitto immediato, cominciarono a piantare più volentieri il Clinto anche dopo il
LO STAPPATO A cura di Fabio Magnani
Anche se profuma, non è detto sia di qualità Lo stappato non può che essere dedicato al Clinto (di cui si parla in questa pagina) di cui una bottiglia sono riuscito a trovare ma, non essendo in vendita, non posso indicarvi il contadino che lo ha prodotto per se stesso. Il naso è quello tipico della varietà. Un intenso odore di fragole, more, frutta fresca e con i tipici sentori di “volpino” e di pelliccia. Al palato è secco, acidità pronunciata e ruvidità tanica. Un vino grezzo piacevole per i profumi prima ancora che per i tannini. Perfetto se abbinato alla tipica porchetta romagnola. Se lo trovate, bevetelo per capire ma non pensiate che sia un vino di qualità solo perché profuma. La qualità è un'altra.
pericolo filossera. Una volta superata l’estinzione del vigneto europeo, il legislatore dovette vietare la vendita e limitare queste varietà americane, Clinto in primis, al solo consumo personale per tutelare la maggiore qualità delle uve del territorio. In Romagna ci fu maggiore severità al riguardo forse perché la presenza di Clinto era abbastanza massiccia. Le prime vere applicazioni furono attuate da Mussolini, “sensibile” all’originalità italiana. Secondo alcuni storici, ai tempi di Mussolini le politiche agricole prevedevano l’espianto di tutto ciò non fosse italiano e l’utilizzo delle sole colture della penisola perché ritenute migliori. Nel caso del Clinto mai nulla di più azzeccato anche perché, oltre non essere un vino fine, elegante e gustoso, era pericolosa la vinificazione per via del metanolo e delle poche conoscenze tecniche dell’epoca. Nel clima di severità e riforme fasciste la Romagna doveva dare l’esempio e il Clinto pagò il dazio diventando fuorilegge. Il Clinto, come detto, produce alcol metilico e occorre, perciò, prestare attenzione sopratutto se
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GUSTO / 25 20-26 febbraio 2020 RAVENNA&DINTORNI
L’EVENTO
“VINI AD ARTE” A CASA SPADONI Sotto la regia del Consorzio Vini di Romagna, Casa Spadoni a Faenza ospita la 15esima edizione di Vini ad Arte. Oltre 50 produttori romagnoli presenteranno al pubblico, agli operatori del settore Ho.Re.Ca. e alla stampa nazionale e internazionale le nuove annate di Romagna Sangiovese e Albana. Appuntamento domenica 23 per il pubblico (dalle 15 alle 19.30 a 15 euro e degustazioni libere, con calice e portacalice) e lunedì 24 febbraio per gli operatori.
a produrlo sono persone poco pratiche. L’alcol metilico è dannoso per la salute e si rischiamo danni permanenti se se ne ingeriscono grosse quantità. Il nostro corpo regge al massimo un grammo per chilo. Non sarà certo una bottiglia a darvi fastidio ma siate comunque prudenti. Esistono diverse tipologie di Clinto, gli amanti del genere sono concordi nel dire che il migliore è quello friulano, altri quello veneto. In realtà, esistono due diverse varietà: Clinto e Clintòn. Il primo è considerato migliore. Il grappolo piccolo e serrato tende a dare vini morbidi mentre il Clintòn, dal grappolo spargolo, dà vini ruvidi e acidi, difficili da bere anche per i più decisi bevitori. I maggiori appassionati pare siano i veneti tanto è vero che a Vicenza esiste la “Confraternita del Clinto” con lo scopo di tutelare e godere di questo vino al punto tale che dopo una serie di azioni è riuscita a portare un’istanza a Bruxelles e, udite udite, pare che l’Europa abbia concesso la possibilità di creare in futuro una denominazione apposita, ossia, non sarà venduto come vino ma in etichetta dovrà avere la dicitura Clinto. Una scappatoia all’italiana. In Veneto ci sono sagre dedicate a questo vino col permesso della vendita. Attendiamo di vedere cosa succederà in Romagna quando il vino, o meglio, il Clinto sarà sdoganato per una seconda volta. * Il ravennate Fabio Magnani è selezionatore di vini a livello nazionale e internazionale, esperto di vigne e vignaioli, cantine ed etichette.
LA CURIOSITÀ Direttamente da Mosca, lo chef stellato che promuove la cucina russa nel mondo Al ristorante Millelire di piazza Kennedy, a Ravenna, venerdì 21 febbraio una serata all’insegna della cucina creativa russa, a quattro mani, con lo chef Vitali Tihhonov che cucinerà insieme al giovane Matteo Maiorani Cavina. Tihhonov è il vincitore di una sfida prestigiosa, "Taste of Moscow", e promuove il progetto gastronomico "Discover", la cucina russa in tutto il mondo. Ha lavorato a Copenhagen al ristorante Maaemo Oslo che vanta due stelle Michelin e al ristorante Noma. Attualmente è impegnato a Mosca al ristorante Cacciatore. Il menù completo, con piatti della tradizione russa rivisitati, è proposto a 85 euro a persona con acqua e vini in abbinamento. A seguire cocktail con la vodka russa e musica con dj. Per prenotazioni: 366 9366252.
IL MERCATINO In centro a Ravenna torna “Madra” Domenica 23 febbraio (dalle 10 alle 19) torna in centro a Ravenna “Madra”, la mostra-mercato agricolo con i prodotti di stagione del territorio. Menù a tema nei ristoranti che aderiscono all’iniziativa.
COSE BUONE DI CASA A cura di Angela Schiavina
Un risotto “nel prato” Da una lezione di food design organizzata a Milano da Aici, con Angela Simonelli. Ingredienti per 4 persone. 320 grammi di riso carnaroli, 700 grammi di broccoli senza gambo, 80 grammi di olio evo, sale e pepe, mezzo spicchio d’aglio, 2 cucchiaini di colatura di alici, 3 litri di brodo vegetale, 2 tuorli d’uovo, 200 grammi di sale fino, 200 grammi di zucchero semolato, 60 grammi di robiola, fiori eduli, germogli di ravanello. Preparazione. Versate in una fondina il sale con lo zucchero, mescolandoli tra loro. Rompete le uova e ricavatene i tuorli, poi adagiateli sopra le polveri e copriteli con le stesse. Lasciateli marinare per circa 8 ore in un luogo fresco e asciutto, poi puliteli dallo zuchero e dal sale in eccesso e riduceteli a pezzetti. Mettete la robiola con un po’ di brodo vegetale in un biberon alimentare. Poi mescolate fino a quando si sarà formata una crema liscia. Portate a bollore dell’acqua salata e poi far cuocere il broccolo a pezzi per circa 6-7 minuti. Poi scolarlo, senza buttare l’acqua di cottura, e passarlo in acqua fredda e ghiaccio per farlo raffreddare e interrompere la cottura. Tenete qualche pezzo di broccolo da parte per l’impiattamento finale. Il resto versatelo in una caraffa con olio evo, un po’ d’acqua di cottura, colatura di alici, pepe e aglio. Con un mixer a immersione ricavate una crema liscia, non troppo secca. Versate 4 cucchiai di crema di broccolo in una sac à poche e l’altra tenetela da parte per dopo. Versate il riso in una casseruola e poi fatelo tostare a secco per qualche minuto finché vi risulterà impossibile tenere un chicco stretto tra due dita. Aggiungete poi il brodo e fatelo cuocere continuando a mescolare in modo da far uscire l’amido. A fine cottura aggiungete la crema di broccoli e mantecate aggiungendo altro olio evo e regolando di sale. Versate il risotto nei 4 piatti piani tondi di portata e stendetelo battendo con il palmo della mano da sotto. “Sporcate” infine il risotto con la crema di robiola formando due cerchi. Aggiungete dei ciuffetti di crema di broccoli con la sac à poche e il tuorlo d’uovo grattugiato. Poi una spolverata di pepe, i germogli di ravanello e i petali.
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MOBILITÀ E SOSTA
ROMAGNA FAENTINA
CERVIA: STRISCE BLU PER TUTTI I 485 POSTI DI PIAZZA COSTA, SI PAGA DA APRILE A SETTEMBRE Sosta a pagamento dalle 13 a mezzanotte. A Milano Marittima resta la ztl negli stradelli a mare ma solo nei weekend e per tutto agosto. Novità in vigore da Pasqua Cambia la sosta a Cervia, diventano a pagamento diversi stalli. Piazza Andrea Costa sarà riorganizzata con un totale di 485 posti, tutti a pagamento: dall’1 aprile al 30 settembre, dalle 13 a mezzanotte. Su viale Roma non saranno istituiti parcheggi a pagamento. A Milano Marittima l’amministrazione comunale intende continuare con la ztl negli stradelli a mare, ma per il 2020 sarà attiva, dal primo aprile al 30 settembre, solo il sabato e la domenica e per l’intero mese di agosto. Le strisce blu verranno realizzate in tutte le traverse, tranne quelle che in base al Codice della strada non hanno le misure sufficienti per l’istituzione di parcheggi. Per quanto riguarda il parcheggio scambiatore, l’Amministrazione sta lavorando per mettere la guardiania e implementare il servizio navetta. Le novità siano attuate quando saranno realizzati i due nuovi parcheggi (350 posti all’Artusi e 150 al Chiappini), presumibilmente verso Pasqua. Oltre alle nuove disposizioni citate, sono previste alcune agevolazioni. Per i residenti che vivono in zone con le strisce blu e che non hanno garage e posto auto sono previsti due permessi con numero di targa, uno rilasciato a 10 euro (diritti segreteria) e uno a 60 euro (50 euro + diritti segreteria). I residenti del centro storico potranno godere delle stesse agevolazioni descritte sopra (prima auto permesso a 10 euro, seconda a 60 euro). Se invece la casa è dotata di garage o posto auto interno è previsto un solo permesso a 100 euro. I residenti di via Nazario Sauro, che d’estate convivono con le numerose iniziative del Borgo Marina, potranno godere delle stesse agevolazioni dei residenti sprovvisti di posto auto. Per la prima volta è previsto un permesso scontato per le attività commerciali. Confermate le agevolazioni per le altre categorie economiche.
Contro l'abbandono di rifiuti potenziati i controlli della Polizia Locale, anche con le fototrappole La Polizia Locale dell'Unione della Romagna Faentina, in collaborazione con Hera e con il supporto delle Guardie Ecologiche Volontarie, nel corso del 2019 ha intensificato le attività di controllo del territorio per contrastare il deprecabile fenomeno dell'abbandono di rifiuti. Durante l'anno passato, come noto, si è registrato un forte incremento di abbandoni, in gran parte, effettuati da soggetti provenienti dalle province limitrofe. Ingiustificati comportamenti dovuti, con molta probabilità, alla mancata accettazione da parte dei trasgressori di nuove modalità di servizio di raccolta rifiuti adottate nei territori di provenienza. In base ai dati forniti da Hera, si stima che il fenomeno della cosiddetta "migrazione di rifiuti" abbia comportato un incremento di circa 30 tonnellate al mese di raccolta indifferenziata che ha parzialmente penalizzato la percentuale complessiva di rifiuti differenziati dei Comuni dell'Unione. Nel corso del 2019, la Polizia Locale dell'Unione ha effettuato 22 campagne di controlli sul territorio dei comuni della Romagna Faentina in coordinamento con HERA, oltre a vari interventi singoli, elevando circa 200 sanzioni. Tali accertamenti comportano generalmente una multa che varia da 104 a 300 euro, ai sensi del Regolamento per l'attività di vigilanza in materia di raccolta e conferimento rifiuti urbani dell'Agenzia Territoriale dell'Emilia-Romagna per i servizi Idrici e Rifiuti (Atersir). Nel 2020, oltre ai tradizionali metodi di controllo, il presidio del territorio verrà potenziato con l'ausilio di 9 impianti di foto-controllo (cosiddette fototrappole) dislocati a rotazione in numerosi contesti particolarmente critici e soggetti a frequenti abbandoni di rifiuti.
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CICLO DELLE ACQUE
AL FIANCO DEI PICCOLI PROPRIETARI DI CASE DAL 1980
INVESTIMENTI PER 115 MILIONI NEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO DEL BACINO DELLA PROVINCIA DI RAVENNA NEL QUADRIENNO 2020-23 Il Consiglio Locale di Ravenna (composto dai sindaci dei diciotto Comuni e dall’Ente Provincia), convocato dal coordinatore Antonio Bandini, assessore del Comune di Faenza, ha approvato la proposta del Programma Operativo degli Interventi (Poi) del Servizio Idrico Integrato per il quadriennio 2020-23. Come consuetudine di Atersir – l’Agenzia partecipata da tutti i Comuni e le Province della Regione che si occupa dei servizi pubblici ambientali, servizio idrico integrato e servizio gestione rifiuti – la proposta del programma operativo era stata trasmessa in via preliminare alle Amministrazioni locali coinvolte al fine di raccogliere osservazioni ed eventuali richieste di modifica e/o integrazione. A seguito di ulteriore confronto con il gestore Hera ne è scaturita la versione definitiva che è stata illustrata dai tecnici dell’Agenzia regionale in occasione del Consiglio Locale. L’ambizioso programma prevede un ammontare totale di investimenti per il quadriennio 2020-23 pari a circa 115 milioni di euro, così ripartiti: Acquedotto 41,7 milioni; Fognatura 33,6 milioni; Depurazione 31,2 milioni; Acque Bianche 1,5 milioni; Struttura circa 7 milioni. Questi investimenti, che concorrono al calcolo della tariffa per le annualità considerate, saranno anticipati da Hera per circa 80 milioni (dei quali 11 milioni con contributo a fondo perduto), mentre i restanti 35 milioni saranno finanziati dalle Società patrimoniali. È previsto che vengano investiti più di 31 milioni per le nuove opere infrastrutturali, principalmente coperti da investimenti di terzi (Società patrimoniali) e contributi a fondo perduto. I rimanenti 76 milioni circa (senza gli investimenti di struttura) verranno impiegati per la manutenzione, ovvero la ristrutturazione ed il potenziamento-adeguamento di infrastrutture già esistenti ed in gestione al servizio idrico integrato.
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Delizioso appartamento ristrutturato di recente, 4°p. con ascensore, risc. aut., clima: ingresso, grande soggiorno con ampio ang. cottura e terrazzo, 2 letto (martim. + ampia singola con terrazzo verandato), bagno finestrato con vasca,terrazzo verandato ; al p.t.= garage di mq.14. Porte interne e finestre nuove. Radiatori nuovi. Spese condominiale euro 584,00 all' anno. Cl. eneg. “F” 171,58 Rif. CHH266 - € 165.000,00
CENTRO STORICO
Appartamento di ampie dimensioni in prestigioso contesto condominiale, posto al piano 1° di 2, con ascensore, composto da: ingresso con armadio a muro, salone di 60 mq c.a con camino, cucina ab., disimpegno notte, 2 camere ( doppia e singola, 2 bagni, camera padronale con bagno, ripostiglio. Cantina all’ultimo piano e posto auto doppio al p.t. Finiture di pregio, risc. Aut., in parte arredato, possibilità di accollo mutuo. Cl. eneg. “E” - Ep. 170,52 Rif. HH500 - € 480.000,00
SANT’ANTONIO
MADONNA DELL’ALBERO
In zona residenziale a due passi dalla città, in piccolo contesto recente, porzione di casa al 1°P: ed ultimo. Ingresso indip., giardino esclusivo, terrazzo abit., ingresso, ampia sala, cucina abit., 2 letto, bagno e ampia mansarda. Ottimo stato d’uso. Classif. energ. in lavorazione. € 170.000,00
In zona residenziale tranquilla e silenziosa, si vende villetta ad angolo, indipendente terra/cielo, ristrutturata a nuovo nel 2013. Giardino fronte/retro, tavernetta servizi e garage, ampia zona giorno, tre letto, tre bagni, ampi balconi. € 275.000,00
ZONA MADONNA DELL’ALBERO Bellissima villa abbinata angolare composta da ingresso in soggiorno con cucina a vista, bagno; 1° P.: una ampia matrimoniale + 2 doppie, bagno; sottotetto: 2 locali ludoteca; ampio giardino con casetta in legno per ricovero attrezzi, ampio porticato esterno, garage singolo, posto auto; aria condizionata. Cl. eneg. “E” - Ep. 157,59 Rif. MHH5 - € 330.000,00
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